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ELVIS in prima tv su SKY il film di Baz Luhrmann

Elvis Austin Butler

Dal visionario regista Baz Luhrmann, arriva in prima tv su Sky ELVIS, uno spettacolare biopic musicale, candidato a otto Oscar alla 95ª edizione degli Academy Awards (Miglior Film, Miglior Attore Protagonista con Austin Butler, Miglior Montaggio, Migliore Scenografia, Migliore Fotografia, Migliori Costumi, Miglior Sonoro, Miglior Trucco e Acconciature), lunedì 13 marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (alle 23.00 anche su Sky Cinema Oscar), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K (già al termine della cerimonia degli Oscar).

Protagonisti della pellicola sono Austin Butler e l’attore due volte premio Oscar Tom Hanks, nei panni di Elvis e del suo agente Tom Parker. Con loro anche Olivia DeJonge, che interpreta Priscilla Presley, Helen Thomson nei panni della madre di Elvis, Gladys, Richard Roxburgh in quelli del padre di Elvis, Vernon.

ELVIS è uno dei tre titoli in concorso quest’anno agli Oscar che nel mese di marzo sono in prima tv sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia di premiazione della 95ª edizione degli Academy Awards, che dalle 23.15 della notte tra domenica 12 e lunedì 13 marzo sarà in diretta su Sky e TV8 e in streaming su NOW. 

La trama di ELVIS

Il film racconta la storia di Elvis (Austin Butler), attraverso il prisma della complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks), approfondendo le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale di 20 anni, dagli esordi alla fama di Presley, che raggiunse un livello di celebrità senza precedenti sullo sfondo di un panorama culturale in evoluzione che segna la perdita dell’innocenza in America.

 
 

The Last of Us: da oggi tutti gli episodi su Sky e in streaming su NOW

bella ramsay the last of us

The Last Of Us, l’adattamento HBO del celebre videogioco di culto firmato Naughty Dog per le piattaforme PlayStation, è da oggi disponibile per intero in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. E adesso inizia il conto alla rovescia per l’arrivo della seconda stagione della serie creata da Craig Mazin (Chernobyl) e da Neil Druckmann (già dietro al successo del videogioco). File interminabili di fan e di curiosi sabato 11 e domenica 12 marzo a Milano hanno affollato l’area tra piazza Gae Aulenti, il Bosco Verticale e la BAM, dove NOW, il servizio streaming di Sky, ha ricreato il mondo post apocalittico di una delle serie più amate del momento e tra le più celebrate di sempre: The Last Of Us. 

Per partecipare all’evento, che ha preso vita assieme al countdown per l’attesissimo nono e ultimo episodio della serie, migliaia di personesi sono messe in coda fin dalle prime ore del mattino per immergersi tra installazioni e i personaggi ormai di culto e per entrare nell’escape room a tema presso gli spazi di Fondazione Catella, per l’occasione trasfigurata in un dettagliatissimo scorcio del desolato e pericoloso mondo di The Last Of Us.

Tra terrificanti clickers, agenti della Fedra, figuranti nei panni degli iconici e amatissimi protagonisti e photo opportunity fra i resti della civiltà precedente all’epidemia del 2003 che ha sconvolto il mondo di The Last Of Us, l’ingresso dell’escape room che ricreava l’ambientazione del secondo episodio (il Museo di Boston) è stato preso d’assalto per tutto il weekend. L’iniziativa è stata prodotta da Sky Creative Agency e realizzata in collaborazione con Us Up & Below the Line, social amplification a cura di BCube.

La serie tv The Last Of Us

The Last Of Us racconta una storia che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna per via di una epidemia da Cordyceps. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. 

Protagonisti della serie sono Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Melanie Lynskey è Kathleen, Storm Reid nei panni di Riley, Merle Dandridge interpreta Marlene. E ancora, Jeffrey Pierce è Perry, Lamar Johnson nel ruolo di Henry, Keivonn Woodard in quello di Sam, Graham Greene è Marlon mentre Elaine Miles interpreta Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

The Last Of Us è scritta da Craig Mazin e Neil Druckmann, che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

 
 

Only Murders in the Building: primo teaser della terza stagione

Only Murders in the Building 3

Disney+ ha svelato le prime immagini della terza stagione dell’acclamata serie originale comedy Only Murders in the Building. Il primo teaser di questa stagione è stato trasmesso ieri durante la 95ª edizione degli Oscar e offre un primo sguardo sulla guest star e vincitrice dell’Oscar Meryl Streep che sarà presente nella serie, in arrivo prossimamente su Disney+.

Dalle menti di Steve Martin, Dan Fogelman e John Hoffman, Only Murders In The Building segue tre estranei (Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez) che condividono la stessa ossessione per il genere true crime e si trovano improvvisamente coinvolti in un delitto. Quando si verifica un’orribile morte nell’esclusivo palazzo dell’Upper West Side in cui vivono, i tre sospettano che si tratti di un omicidio e utilizzano la loro grande conoscenza del genere true crime per investigare. Mentre registrano un podcast per documentare il caso, i tre scoprono i segreti del palazzo, che riguardano eventi accaduti molti anni prima. Forse, le bugie che i protagonisti si raccontano a vicenda potrebbero essere ancora più esplosive. Si rendono presto conto che il killer potrebbe nascondersi tra loro, mentre cercano di decifrare gli indizi prima che sia troppo tardi.

I co-creatori e sceneggiatori di Only Murders in the Building sono Steve Martin e John Hoffman (Grace and Frankie, Looking). Martin e Hoffman sono i produttori esecutivi insieme a Martin Short, Selena Gomez, il creatore di This Is Us Dan Fogelman e Jess Rosenthal. La serie è prodotta da 20th Television, parte dei Disney Television Studios. Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

 
 

Dwayne Johnson dice la sua sull’annullamento del ritorno di Henry Cavill come Superman

Black Adam recensione DCEU

Come ormai noto, diversamente da quanto precedentemente annunciato, Herny Cavill non riprenderà il ruolo di Superman. Dopo essere comparso con un cameo nel film DC Black Adam, con protagonista Dwayne Johnson, era infatti stato anticipato un nuovo film a lui dedicato. Con il subentro di James Gunn e Peter Safran come nuovi CEO del DC Universe, tale progetto è però stato accantonato e, di conseguenza, anche il ritorno di Cavill. Proprio Johnson, intervistato a riguardo, ha ora detto la sua sulla decisione dei DC Studios di abbandonare i piani per un ritorno di Cavill nei panni di Superman.

Tutto quello che potevo fare e che potevamo fare quando stavamo girando Black Adam è stato dare il meglio di noi stessi, circondarci delle persone migliori e poi realizzare anche il miglior film che potevamo“, ha detto l’attore. “Il nostro punteggio di pubblico era negli anni ’90. I critici hanno preso un paio di colpi – questo è stato il problema, però. Ma penso che sia quasi come quando hai una squadra di calcio professionistica e il tuo quarterback vince i campionati, l’allenatore vince i campionati, e ti ritrovi un nuovo proprietario che arriva e dice “Non sei il mio allenatore, non sei il mio quarterback. Andrò avanti con qualcun altro“.

Per Dwayne Johnson, dunque, ci sarebbe poco da fare rispetto alle decisioni prese dai nuovi CEO della divisione DC. Anche per quanto riguarda il suo Black Adam non vi sono certezze che lo si rivedrà sul grande schermo in futuro, specialmente considerando i risultati tutt’altro che entusiasmanti del film al box office. Ad ogni modo, ai fan non resta che attendere e scoprire quale sarà il destino di Superman all’interno del nuovo DC Universe, il cui primo capitolo sarà intitolato Gods and Monsters. Superman: Legacy, il lungometraggio che proporrà un nuovo interprete nei panni dell’iconico supereroe, è ora atteso per il 2025.

Fonte: CBR

 
 

Jonathan Majors suggerisce un suo possibile futuro nell’universo espanso di Creed

Jonathan-Majors-Creed-3

La star di Creed 3 (qui la recensione) Jonathan Majors ha dato un piccolo indizio sul suo possibile futuro nell’annunciato universo espanso di Creed. Majors, che nel terzo film dedicato ad Adonis Creed è il nuovo temibile avversario del protagonista, è stato senza ombra di dubbio uno dei motivi del grande successo del film, che sta ora per raggiungere i 100 milioni di dollari d’incasso a livello nazionale nel suo secondo fine settimana. Sulla scia di questo successo e data la volontà di espandere l’universo di Creed attraverso molteplici film e spin-off, con almeno un progetto pianificato incentrato sulla figlia di Adonis, Amara, sembra proprio che anche Majors potrebbe avere un futuro in tale contesto.

La domanda ora ovviamente è se il personaggio di Majors in Creed 3, Damian, sarà effettivamente coinvolto in qualche modo nel futuro universo di Creed o no ma, almeno per ora Majors, non è pronto ad andare oltre con i suggerimento sul suo possibile ritorno sul ring. Parlando con Variety da un evento pre-Oscar, Majors ha infatti affrontato la questione relativa ai piani di espansione di Creed di Jordan e Amazon e ha affermato che naturalmente gli piacerebbe far parte di quei piani, se richiesto.

So che l’espansione dell’universo di Creed è sempre stata un’aspirazione per Michael. Non so fino a che punto lo porterà. Ho visto alcune cose che sono molto eccitanti. Sarò coinvolto se il fratello Michael me lo consentirà” ha dichiarato l’attore. Sulla base di quanto avviene nel finale del nuovo film, è possibile effettivamente immaginare un futuro per Damian negli ulteriori progetti previsti, ma se e come questo si concretizzerà è ancora un mistero da chiarire con il tempo.

Fonte: ScreenRant

 
 

Akira a 35 anni torna al cinema nella nuova versione in 4k

Akira

Il 14 e 15 marzo torna ancora una volta sul grande schermo, a 35 anni dalla sua prima uscita in sala, Akira, il film campione d’incassi diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema d’animazione e del fumetto giapponese. Il Circuito ha pensato a un omaggio speciale per gli spettatori che acquisteranno online il biglietto per assistere alle proiezioni previste nelle sale UCI Cinemas: la special card del film, una riproduzione dell’iconico pass utilizzato dai protagonisti, gadget imperdibile per tutti i veri amanti del capolavoro di Katsuhiro Ôtomo.

Il 14 marzo l’anime sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli in italiano, mentre il 15 marzo i fan di questo pezzo di storia del cinema potranno ripercorrere le vicende di Kaneda con un doppiaggio italiano fedele all’originale. Entrambe le proiezioni offriranno ai fan la splendida opportunità di ammirare questo capolavoro in una luce inedita, nella nuova versione in 4k. Un appuntamento da non perdere con la Stagione degli Anime al Cinema, distribuita da Nexo Digital in collaborazione con Dynit, che riporta nelle sale una pietra miliare nella storia dell’animazione in grado di fondere elementi di 2001: Odissea nello spazio, I guerrieri della notte, Blade Runner e Il pianeta proibito. Annoverato da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua straniera della storia del cinema e da Wired tra i 30 migliori film di science fiction di tutti i tempi assieme Blade Runner, Gattaca e Matrix, l’anime è tratto dall’omonimo manga di Ôtomo, che ha curato la regia e si è occupato dall’elaborazione del layout alle correzioni dei disegni chiave, sino a quando nel 1988 il film, con la memorabile colonna sonora di Shoji Yamashiro, è arrivato finalmente nelle sale conquistando milioni di fan in tutto il mondo .

Akira sarà proiettato il 14 marzo in lingua originale (con i sottotitoli in Italiano) e il 15 marzo doppiato in italiano in tutte le multisala del Circuito: UCI Bicocca (MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Montano Lucino, UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Lissone (MB), UCI Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA), UCI Moncalieri (TO), UCI Orio (BG), UCI Parco Leonardo (RM), UCI Porta di Roma (RM), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Romagna Savignano sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Torino Lingotto (TO), UCI Verona (VR), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FR), UCI Fiume Veneto (PN), UCI MilanoFiori (MI), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC), UCI Sinalunga (SI), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Cinemas Meridiana Bologna (BO), UCI Catania (CT), UCI Certosa (MI), UCI Megalò (CH), UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe Maximo (RM), UCI Palermo (PA), UCI Pioltello (MI), UCI Luxe Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).

La trama di AKIRA

Tokyo, 16 luglio 1988. È il luogo dove il governo in gran segreto sta facendo degli esperimenti su bambini con particolari percezioni extrasensoriali. L’esperimento sfugge di mano e costringe il governo ad autorizzare di nascosto il lancio di una boma atomica sulla città di Tokyo. Negli anni successivi all’olocausto mondiale, la città di Tokyo è stata ricostruita in un’immensa megalopoli chiamata Neo-Tokyo. Sono già passati 31 anni da allora e all’insaputa di tutti, esclusi pochissimi, l’esperimento psicologico continua. Una gang di motociclisti, capitanata da Kaneda, si sta avviando verso la periferia di Neo-Tokyo alla ricerca di guai, quando si imbatte accidentalmente in un intrigo politico dove il governo compie azioni che rasentano la fantascienza. Tetsuo, uno dei membri della gang viene ferito in un incidente causato da un esperimento e a sorpresa viene arruolato nell’esercito. Kaneda parte alla ricerca dell’amico scomparso. La sua odissea nei meandri di Neo-Tokyo lo porta a contatto con rivoluzionari, polizia segreta e il mistero di Akira. Il risultato finale ci porta un filo di speranza sul futuro dell’umanità intera. Ma questa possibilità non ci verrà data se non a caro prezzo…

 
 

Stranizza d’amuri: trailer del film Giuseppe Fiorello

Dopo il teaser trailer ecco il trailer completo di Stranizza d’amuri, il primo lungometraggio da regista di Giuseppe Fiorello. Attore, sceneggiatore, produttore, Giuseppe Fiorello porta sul grande schermo una storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e per sempre ricordato. Ambientato tra Noto, Marzamemi, Ferla, Buscemi, Priolo e Pachino, il film è interpretato da Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto. Al loro fianco Fabrizia Sacchi e Simona Malato nei ruoli delle rispettive madri.

Stranizza d’amuri è anche una canzone di Franco Battiato, il titolo del film è un omaggio al Maestro siciliano la cui musica è grande protagonista del film. Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.

Stranizza D’Amuri, la trama

Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare… Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.

 
 

The Honeymoon: recensione del nuovo film con Lucas Bravo

The Honeymoon

Ambientato tra una splendida Venezia ed il confine con la Slovenia, The honeymoon è la nuova commedia, a tratti più romantica o più d’azione, scritta e diretta dal regista britannico Dean Craig. La pellicola è già stata proiettata in alcune limitate sale statunitensi a partire dal 16 dicembre 2022, mentre è disponibile nel Regno unito dal 29 dicembre sulla piattaforma streaming Prime video. Nel cast ritroviamo figure già recentemente note nel cinema internazionale: l’attore Lucas Bravo (l’affascinante chef Gabriel nella serie Emily in Paris) interpreta il boss Giorgio, mentre Maria Bakalova (Borat seguito di film) qui è nei panni di Sarah. Ritroviamo anche Asim Chaudhry(Black mirror: bandernastch, Wonder Woman 1984) nel ruolo di Bav  e Pico Alexander (Mike Shubin nel nuovo Gossip Girl) come Adam.

The honeymoon: una luna di miele indimenticabile

The honeymoon si apre con il matrimonio di Adam e Sarah. Bav, migliore amico di Adam e testimone di nozze, già si denota come un personaggio più che comico ed impacciato: sembra che abbia perso gli anelli all’inizio, per poi ritrovarli e farne cadere uno nel lago, fa un discorso per il brindisi alquanto discutibile.

Giorni dopo, la coppia felice si sta preparando per la partenza per il loro viaggio di nozze nella romantica Venezia, quando Adam riceve una chiamata da un Bav molto depresso ed abbattuto. Per paura che l’amico possa suicidarsi, Adam lo invita ad unirsi al loro viaggio di nozze. Qui a Venezia la convivenza tra i tre si dimostra essere da subito insostenibile; Bav, troppo attaccato all’amico, finisce sempre per mettersi tra i due innamorati.

Durante la vacanza i tre partecipano ad una festa organizzata da Giorgio, affascinante nuova conoscenza di Bav e boss mafioso. Qui Bav, con la sua goffaggine, rompe tutta una serie di opere d’arte dal valore inestimabile; per ripagare Giorgio, Bav e Adam diventeranno dei corrieri per la droga, trasportando cocaina oltre il confine con la Slovenia, lasciando Sarah come garanzia al boss.

Una action comedy

The honeymoon è caratterizzato dalla copresenza di scene d’azione, soprattutto nella seconda metà del film, e da una certa comicità tendente al demenziale. Emblema di questa comicità è il personaggio di Bav: amico di vecchia data di Adam, questo sembra non essere in alcun modo cresciuto e maturato, restando anche ancorato alla relazione da inseparabili che i due avevano da piccoli. Bav non ha filtri, non comprende cosa può essere considerato giusto da dire o fare in certi contesti, e, specialmente durante i primi giorni di luna di miele di Adam e Sarah, non si rende conto di essere eccessivamente invadente. Questo porta naturalmente al crearsi di contrasti anche accentuati tra la sposa ed il migliore amico, ponendo Adam in una posizione mediana tra  i due.

Altro elemento interessante di The honeymoon è la rappresentazione parzialmente stereotipata dell’Italia e degli italiani: è generalmente noto come nel panorama internazionale il bel paese sia noto solo per il cibo, l’arte e… la mafia! Ciononostante, pur risultando sgradevole per gli italiani ad essere rappresentati sempre come boss mafiosi, la presenza di tali stereotipi accentua la comicità della pellicola.

The Honeymoon - Come ti rovino il viaggio di nozzeLa rappresentazione di un’amicizia tossica

Un tema focale in The honeymoon è l’amicizia tra Bav  e Adam: amici da una vita, i due continuano ad essere come fratelli l’uno per l’altro. Bav cerca di mantenere tra i due lo stesso rapporto di quando erano adolescenti, volendo stare sempre col suo migliore amico e non rendendosi conto dei cambiamenti che ci sono stati nelle loro vite.  Questo crea tra i due quella che si potrebbe definire un’amicizia tossica: Adam ammette di stare con Bav per proteggerlo, e perché sono amici da sempre, ma lui stesso critica di continuo l’amico e ne è effettivamente infastidito. Bav, continuando ad aggrapparsi al passato, assilla l’amico, e non gli garantisce gli spazi ormai necessari; anzi, cerca di passare ancora più tempo con Adam, realizzando che, una volta sposato con Sarah, non sarebbero più stati amici come prima.

Focale è quindi il principio per cui anche le amicizie possono tramutarsi in relazioni tossiche e quasi soffocanti. Ed, inoltre, anche le amicizie stesse sono destinate a cambiare con il corso del tempo, ma, come afferma anche lo stesso Adam nel film, ciò non significa che l’affetto verso l’altra persona venga meno.

 
 

Sei Donne – il mistero di Leila: trama e clip dell’ultima puntata

Sei Donne - il mistero di Leila

Si chiude il racconto della serie Rai Sei Donne – il mistero di Leila, una produzione IBC Movie in collaborazione con Rai Fiction, creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, per la regia di Vincenzo Marra, in onda con l’ultima puntata martedì 14 marzo in prima visione su Rai1 – Con Maya Sansa, Isabella Ferrari, Ivana Lotito e con Denise Tantucci, Alessio Vassallo e la partecipazione di Maurizio Lastrico

Un giallo psicologico nel quale la ricerca della verità si incrocia con le storie di sei donne di oggiAnna, Michela, Alessia, Viola, Aysha, Leila – ciascuna con un proprio vissuto, ciascuna con i propri segreti, rappresentative di un universo femminile contemporaneo, tra determinazione e fragilità, amore e odio, costrizioni e libertà.

Sei Donne – il mistero di Leila, la trama dell’ultima puntata

La PM Anna Conti (Maya Sansa), alla ricerca di qualche indizio, continua a visionare i video del centro sportivo, sede degli allenamenti di atletica di Leila (Silvia Dina Pacente), e si rende conto che la ragazza è molto cambiata dopo l’estate appena trascorsa. Decide così di interrogare Aysha (Cristina Parku), la migliore amica di Leila, compagna di scuola e di atletica della ragazza. Aysha, come aveva fatto nei primi interrogatori, dice di non sapere nulla. In realtà, quanto successo al loro primo incontro dopo l’estate emerge nei suoi ricordi: Leila stava male.

Tutte le verità vengono a galla durante il sopralluogo di Anna e dell’ispettore Emanuele Liotta (Alessio Vassallo) alla villa al mare dove Leila passava le estati con la sua famiglia. Sarà proprio andando lì che si arriverà a scoprire cosa è veramente successo a Leila.

Realizzata con il contributo di Apulia Film Fund della Fondazione Apulia Film Commission, la serie restituisce la fotografia di una Taranto inedita e contemporanea, a fare da cornice a un racconto corale dove le storie dei protagonisti si intrecciano con un tessuto territoriale lontano da stereotipi.

“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è una produzione IBC Movie in collaborazione con Rai Fiction, in onda da martedì 28 febbraio in prima serata su Rai1 per 3 puntate (3 episodi da 100 minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela Troncelliti.  Regia di Vincenzo Marra.

 
 

Spider-Man: Across the Spider-Verse avrà un finale simile a L’impero colpisce ancora

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Secondo lo scrittore-produttore Christopher Miller, Spider-Man: Across the Spider-Verse (qui il primo trailer), sequel del film d’animazione vincitore del premio Oscar, possiede un inatteso legame con il film L’impero colpisce ancora, secondo capitolo (in ordine di uscita) della saga di Star Wars. Parlando con Empire Magazine dell’atteso film Miller ha infatti dichiarato: “Le persone che hanno visto il film ci hanno detto che sembra che L’impero colpisce ancora dello Spider-Verse franchise“, aggiungendo: “Ti mostra mondi che non hai mai visto, ed è una storia emozionante che finisce in proprio un momento per cui dovrai vedere il terzo. Quindi, sì: questo è il nostro L’impero colpisce ancora“.

Come noto, L’impero colpisce ancora è ancora oggi considerato da molti fan di Star Wars come il miglior film del franchise, ma quando è uscito per la prima volta nel 1980 nessuno sapeva se fosse in arrivo un lieto fine o meno per i loro amati eroi. Il film si interrompe infatti con una massiccia sconfitta per i protagonisti e con Luke Skywalker che apprende che suo padre è in realtà Darth Vader. Gli spettatori hanno poi dovuto aspettare tre anni per sapere finalmente cosa è successo dopo con Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi.

Qualunque siano gli sconvolgenti eventi alla fine di Across the Spider-Verse, le persone non dovranno aspettare un simile lasso temporale per scoprire cosa accadrà nel già annunciato terzo film. Al momento, Across the Spider-Verse uscirà nelle sale il 2 giugno 2023, mentre il terzo capitolo, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, è infatti previsto per il 29 marzo 2024. Originariamente, inoltre, è indicativo sottolineare che i due film erano rispettivamente intitolato Spider-Man: Across the Spider-VerseParte prima e Parte seconda, proprio a indicare che il primo lo stretto legame che li unisce a livello narrativo.

Fonte: CBR

 
 

Il Capofamiglia: una clip esclusiva dall’esordio alla regia di Omar El Zohairy

Dopo aver stregato la critica internazionale e aver vinto numerosi premi, tra cui Miglior film alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021, Gran premio della Giuria al Torino Film Festival 2021, Miglior film internazionale al Calgary International Film Festival in Canada e Miglior film ai Roberto Rossellini Awards del China’s Pingyao International Film Festival, il curioso lungometraggio Il Capofamiglia (titolo originale Feathers), nonché promettente esordio alla regia dell’egiziano Omar El Zohairy, arriverà nei cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.

IL CAPOFAMIGLIA di Omar El Zohairy, in cui magia e realtà si fondono per raccontare la vita di una famiglia in Egitto oggi, è una favola nera moderna che non mancherà di colpire lo spettatore, grazie anche alla straordinaria e pluripremiata interpretazione dell’attrice esordiente Demyana Nassar. IL CAPOFAMIGLIA diretto da Omar El Zohairy arriverà nei cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.

SINOSSI – Durante una festa di compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene trasformato in un pollo. Una valanga di assurde conseguenze si abbatte su tutta la famiglia: la madre, la cui vita era interamente dedicata a marito e figli, deve prendere in mano la situazione e provvedere alla famiglia. Mentre muove mari e monti per riportare il marito indietro e tenerlo al sicuro, la donna attraversa una trasformazione totale.

 
 

Blade: Mahershala Ali ha richiesto diverse modifiche alla sceneggiatura

mahershala ali marvel blade
Mahershala Ali in una scena del film Alita - Angelo della Battaglia

In vista dell’imminente inizio della produzione del film Blade, continuano a circolare rumor riguardo i motivi  dei ritardi a cui il lungometraggio è andato incontro. Tra questi, vi sarebbero le frustrazioni dell’attore premio Oscar Mahershala Ali nei confronti della sceneggiatura. L’insider del settore, Jeff Sneider, ha affermato che Ali avrebbe richiesto “continue modifiche alla sceneggiatura“, per via della sua volontà di realizzare la propria visione del personaggio. Questa non è però la prima volta che il progetto ha subito battute d’arresto durante la sua fase di pre-produzione.

Un altro motivo del ritardo di Blade è stato l’abbandono a sorpresa del suo regista originale Bassam Tariq, che ha lasciato il film Marvela causa dei continui cambiamenti” nel suo programma di produzione. Ali, come noto, interpreterà l’omonimo iconico cacciatore di vampiri, un personaggio che ha già fatto il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe nel 2021 attraverso un breve cameo vocale durante la scena post-crediti di Eternals. È stato anche confermato che Blade sarà ora diretto da Yann Demange di Lovecraft Country da una sceneggiatura scritta da Michael Starrbury, basata sulla prima bozza di Stacy Osei-Kuffour.

Dopo l’annuncio del coinvolgimento di Demange, Tariq ha immediatamente espresso il suo sostegno attraverso i social media, descrivendo il regista francese come un “caro amico e fratello“. Stando all’attuale sinossi, ad ogni modo, il film sarà incentrato sulla missione dell’eroe vampiro liberare il mondo dai suoi simili malvagi, nel tentativo di vendicare sua madre, che è stata uccisa da un vampiro. Non è però noto se i cambiamenti richiesti da Ali modificheranno pesantemente la trama o la lasceranno grossomodo inalterata. Salvo ulteriori ritardi, le riprese del film dovrebbero ora avere luogo durante la primavera, con un uscita in sala fissata al 6 settembre 2024, come parte della Fase Cinque dell’MCU.

Fonte: CBR

 
 

Forest, grande successo al Cartoon Movie di Bordeaux per il nuovo film d’animazione di Al-One

Al-One forest

Dopo il grande successo di Trash, Al-One ha presentato il suo nuovo progetto al mondo dell’animazione nel corso dell’edizione 2023 del Cartoon Movie di Bordeaux, uno dei più importanti appuntamenti internazionali del settore.

Forest, questo è il titolo del nuovo film, già in fase di sviluppo e ancora diretto da Luca Della Grotta e Francesco Dafano. Come il precedente, anche questo film ha un’anima profondamente ambientalista e veicola un messaggio importante soprattutto per i più giovani, destinati a preservare nel modo migliore la nostra casa chiamata Terra.

Il CEO di Al-One e produttore, Alan Vele, e Mario Lanti, anche lui produttore del film, hanno presentato Forest nella sessione di pitching del 9 marzo, introducendo al mondo dell’animazione i nuovi personaggi nati dalla fantasia del team creativo della factory e le avventure che porteranno sullo schermo. Il riscontro da parte degli operatori presenti è stato estremamente positivo, con numerose manifestazione d’interesse per sostenere le prossime fasi di sviluppo del progetto.

È la quarta sessione di pitch per Forest, già raccontato nelle diverse fasi dello sviluppo produttivo al Cinekid di Amsterdam 2021, al Cartoon Movie 2022 e al Kids Kino Industry di Varsavia dello scorso ottobre.

Un ulteriore passo avanti per un progetto che, come Trash, è completamente indipendente e che arriverà nelle sale nel 2025, con l’obiettivo di superare i grandi risultati ottenuti dal film precedente.

Trash è stato presentato in anteprima come evento speciale fuori concorso alla Festa del Cinema di Roma 2021 ed è poi uscito nelle sale e venduto in oltre quaranta paesi. Un mondo ancora in piena espansione che ha vinto premi nei più importanti festival internazionali: Il Silver Remi al WorldFest di Houston, il Pulcinella Award per la migliore regia a Cartoons on the Bay 2021, Miglior Film al Giffoni Film Festival 2021 nella sezione School Experience, Premio Mario Verdone al Festival del cinema europeo di Lecce 2021. Trash ha avuto la sua premiere mondiale allo Shangai International Film Festival ed è stato selezionato dal Locarno Film Festival 2021 nella sezione Kids.

 
 

Per Mark Ruffalo è stato “imbarazzante” sostituire Edward Norton per il ruolo di Hulk

Mark Ruffalo

Dal 2012, ovvero a partire dal film The Avengers, ad interpretare il gigante verde Hulk nel Marvel Cinematic Universe è l’attore Mark Ruffalo. Prima di lui, però, nel film del 2008 L’incredibile Hulk era stato Edward Norton ad interpretare tale personaggio. Ruffalo, commentando ora questa sostituzione, ha descritto il momento in cui ha avuto la sua prima interazione con Norton con una sola parola: “imbarazzante“. “No, voglio dire, non gli ho parlato, ma l’ho contattato, come facciamo ora quando non vogliamo parlare. E io ero tipo, ‘Ehi, amico’, e lui è tipo, ‘ No, va bene.’ Voglio dire, è stato strano”, ha aggiunto poi l’attore.

Come noto, L’incredibile Hulk di Norton è stato il secondo film dell’MCU ad essere rilasciato dopo il successo dell’Iron Man con Robert Downey Jr.. Mentre il primo film ha dato il via alla Fase Uno dell’MCU ed è stato un ritorno alla carriera per Downey, Hulk è invece stato afflitto da una produzione travagliata, guidata dalle riscritture della sceneggiatura di Norton e dagli scontri con i produttori. Nonostante le recensioni decenti e un incasso mondiale di 265 milioni di dollari in tutto il mondo, L’incredibile Hulk non ha infine soddisfatto le aspettative della Marvel.

Durante la produzione di Captain America: Il primo Avenger del 2011, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha poi annunciato un cambio di cast per Hulk, con Ruffalo chiamato a sostituire Norton. Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai espresso rammarico per aver perso il ruolo. “Ma sai… non credo… non so quanto Edward ci fosse affezionato. Penso che avesse un’opinione più del tipo, ‘Oh, grazie a Dio. Lasciate che Ruffalo se ne occupi.’ Ma è stato bellissimo. Siamo amici. Non è mai venuto fuori come un problema. Mi ha benedetto”. L’Hulk di Ruffalo è stato poi molto apprezzato dai fan dell’MCU ed è ancora oggi uno dei personaggi di punta della saga.

Fonte: CBR

 
 

Joker: Folie à Deux, ecco Harley Quinn di Lady Gaga in nuove foto e video dal set

Joker: Folie à Deux

Il sequel di The Joker di Todd Phillips, Joker: Folie à Deux, è ancora in fase di riprese a New York, e queste ultime foto e video dal set ci danno un nuovo sguardo a Lady Gaga nei panni di Harley Quinn. Todd Phillips ha già condiviso uno sguardo ufficiale alla pluripremiata vincitrice di Grammy nel suo look Harley accanto a Joaquin Phoenix nei panni di Arthur Fleck, ma questi scatti sembrerebbero indicare la produzione sta girando ancora le sequenze urbane del film dove il personaggio è con ogni probabilità ancora nei panni della dottoressa Harleen Quinzel (ammesso che questa sia l’origine del personaggio). Si dice che questa interpretazione di Harley Quinn apparirà come un’altra paziente di Arkham.

Guarda le foto e il video dal seti di Joker: Folie à Deux ai link di seguito. Nella notte Lady Gaga è stata protagonista di una performance durante la notte degli Oscar quando è salita sul palco per cantare la sua. , “Hold My Hand” da Top Gun: Maverick.

 

Joker: Folie à Deux, il film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”. Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista.

Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono originale.

 
 

Shazam! Furia degli Dei: un noto eroe della Justice League fa la sua comparsa in uno spot del film

Shazam! Furia degli Dei

È stato confermato, attraverso un nuovo spot televisivo, che Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot apparirà nel nuovo film DC Shazam! Furia degli Dei. Mentre, come noto, un nuovo universo DC è in arrivo, il DCEU ha ancora alcuni film dalla sua che usciranno nel corso del 2023. Il primo di questi è Shazam! Furia degli Dei, con Zachary Levi pronto a riprendere il ruolo del supereroe del titolo. Il sequel, stando a quanto già anticipato, vedrà la famiglia Shazam affrontare l’incombente minaccia delle Figlie di Atlante.

In uscita in Italia il 17 marzo, il film si sta ancora mostrando attraverso alcuni ultimi spot pubblicitari. Proprio uno di questi lascia ora intendere che l’Amazzone interpretata dalla Gadot e già protagonista di due film, sarà in qualche modo coinvolta nel film. La cosa ha un certo senso, se si considera che i villain del film saranno alcuni dei dell’olimpo. Non è però dato sapere quanto a lungo Wonder Woman sarà presente nel film né quali saranno le sue azioni nel film. Più probabilmente, il suo sarà solo un breve cameo, cosa che farà ugualmente piacere ai suoi fan.

Come noto, il futuro del personaggio nel DCU è incerto. Wonder Woman 3 era stato inizialmente approvato dopo Wonder Woman 1984, ma lo studio ha abbandonato il progetto sul finire del 2022. Con il sequel che non si adattava agli attuali piani dei DC Studios, il futuro della Gadot come Wonder Woman deve dunque ancora essere deciso. C’è comunque la possibilità che l’attrice possa far parte dell’Universo DC e lo stesso Gunn ha indicato che Diana sarà una parte importante del DCU, ma resta da vedere esattamente in che modo. Magari proprio dopo Shazam! Furia degli Dei si potrebbero ricevere novità relative a Wonder Woman.

Fonte: ScreenRant

 
 

Superman: Legacy, James Gunn smentisce alcuni rumor ma non quello sul regista del film

Superman: Legacy film 2025 James Gunn

James Gunn, noto per aver diretto Guardiani della Galassia The Suicide Squad, sembrerebbe pronto a svolgere un doppio compito per il film Superman: Legacy della DC Universe. Non solo egli è lo sceneggiatore del film, ma sarebbe ora pronto per esso a ricoprire anche il ruolo di regista. Come ormai noto, Gunn e Peter Safran sono i nuovi due co-CEO del DC Universe, chiamati a rivitalizzare questo attraverso una serie di nuovi progetti e il nuovo film dedicato a Superman è proprio uno di questi. La pellicola, che farà parte del Capitolo 1 del nuovo DCU, chiamato Gods and Monsters, aveva già dalla sua Gunn come sceneggiatore, mentre rimaneva vacante il posto per il regista.

Nelle ultime settimane, però, ci sono state segnalazioni secondo cui Gunn avrebbe ora anche intenzione di diregere il film. Warner Bros. Discovery e DC Studios non hanno ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo, ma nel frattempo lo stesso Gunn si è trovato a dover smentire alcuni rumor emersi nelle ultime ore, ovvero quelli relativi all’inizio dei casting per il film. Tramite il proprio profilo Twitter, infatti, Gunn ha risposto ad un commento dove si riportava che egli avesse iniziato la ricerca del giusto interprete per Superman che abbia un’età compresa tra i 20 e i 30 anni.

La risposta di Gunn non si è però fatta attendere, offrendo semplicemente un “No, non abbiamo neanche ingaggiato un direttore del casting”. Resta però aperto il dubbio su chi dirigerà il film, con Gunn che a questo punto diventa il più probabile a ricoprire tale ruolo. Bisognerà ad ogni modo attendere ancora un po’ per qualche ulteriore informazione, considerando che il film ha una data di uscita fissata al 2025. Ad oggi sappiamo unicamente che il film si concentrerà su un Superman particolarmente più giovane delle precedenti versioni cinematografiche, ai suoi primi giorni come supereroe.

Fonte: ScreenRant

 
 

La Sirenetta: il primo trailer ufficiale del film

In occasione della notte degli Oscar 2023, è stato diffuso il nuovo trailer de La Sirenetta, con Halle Bailey protagonista, nei panni, anzi nella coda della nuova Ariel.

Tutto quello che sappiamo su La Sirenetta

Non sappiamo ancora molto di questa interpretazione della storia de La Sirenetta, ma in base a ciò che abbiamo visto finora, il regista Rob Marshall non si prenderà troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone, Jacob Tremblay nei panni di Flounder, Daveed Diggs nei panni di Sebastian e Awkwafina nei panni di Scuttle.

La Sirenetta conterrà la musica del classico animato e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha lavorato con Marshall in Il ritorno di Mary Poppins, comporrà anche la musica originale per Mermaid insieme ad Alan Menken. La Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio 2023.

 
 

Oscar 2023: tutti i vincitori della 95° edizione, Everything Everywhere All at Once conquista Hollywood

everything everywhere all at once

Ecco tutti i vincitori degli Oscar 2023, la 95° edizione degli Academy Awards. Con sette statuette portate a casa, tra cui miglior film e miglior regia, Everything Everywhere All at Once conquista il tetto di Hollywood quest’anno. Le sue 11 nomination hanno quindi portato frutto, come, in misura minore, le 9 di Niente di nuovo sul fronte occidentale, con 4 premi, ma lo stesso non si può dire per Gli Spiriti dell’Isola e The Fabelmans, che invece vanno a casa a mani vuote.

Di seguito, la lista completa dei vincitori di quest’anno, che, nelle categorie attoriali, mettono a segno 4 vittorie storiche: Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All at Once”), Brendan Fraser (“The Whale”), Ke Huy Quan (“Everything Everywhere All at Once”) e Jamie Lee Curtis (“Everything Everywhere All at Once”). A bocca asciutta invece l’Italia, sia per Aldo Signoretti nella categoria “Miglior trucco e acconciatura” per il film “Elvis” che per Alice Rohrwacher con il corto “Le pupille”.

Oscar 2023: tutti i vincitori

Miglior film

Migliore regia

Migliore attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Migliore attore non protagonista

Migliore attrice non protagonista

Migliore Sceneggiatura adattata

Migliore Sceneggiatura originale

Miglior fotografia 

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

Miglior film d’animazione

Migliori costumi

Miglior trucco e parrucco 

Miglior sonoro

Migliore colonna sonora

Miglior canzone originale

  • “Naatu Naatu” from “RRR”

Migliore scenografia 

Migliori Effetti Visivi

Miglior cortometraggio animato

  • “The Boy, the Mole, the Fox, and the Horse” (Apple TV+)

Miglior cortometraggio in live action

  • “An Irish Goodbye” (Floodlight Pictures) 

Miglior documentario

  • “Navalny” (CNN/Warner Bros.)

Miglior corto documentario 

  • “The Elephant Whisperers” (Netflix)
 
 

Oscar 2023: ecco le foto dal red carpet!

Mentre manca davvero poco alla cerimonia degli Oscar 2023, la 95° edizione del premio assegnato dagli Academy Awards, arrivano i primi scatti dal red carpet, che mettono sotto i riflettori uno degli aspetti più dibattuti e “interessanti” della notte delle stelle: abiti, look e glamour.

Ecco le le foto dal red carpet degli Oscar 2023:

1Paul Mescal

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La maman et la putain, recensione del film di Jean Eustache

La mamain et la putain film

Film mitico nel modo in cui è passato alla storia, imponente nella sua durata, libertino e crudo nelle modalità di racconto, Grand Prix du Jury al Festival di Cannes del 1973 dove fece scandalo, e rimasto invisibile per decenni, arriva dal 13 marzo per la prima volta al cinema La maman et la putain di Jean Eustache. Falsa commedia di buone maniere, contrappunto acido alla Nouvelle Vague, vero diamante nero del cinema francese, il film di Eustache è tutto incentrato su un certo modo attento di parlarsi, un certo modo di uomini e donne di cercarsi, di incontrarsi, di mancarsi e di farsi soffrire, che risuona con i temi di oggi ma in un modo forse meno codificato, più ambiguo, più rischioso e quindi più sincero.

La maman et la putain, l’odissea per arrivare al pubblico

La maman et la putain racconta alcuni giorni della vita di un giovane ozioso, Alexandre (Jean-Pierre Léaud), che passa la maggior parte della sua quotidianità a chiacchierare nei caffè. Vive con la sua amante Marie, interpretata da Bernadette Lafont, mentre cerca di convincere la sua ex fidanzata Gilberte, interpretata da Isabelle Weingarten, a tornare da lui. Dall’altro lato, inizia a frequentare Veronika (Françoise Lebrun), una giovane infermiera che incontra per strada.

Il 19 gennaio 2022, Charles Gillibert, direttore della casa di produzione e distribuzione Films du Losange, ha dichiarato a Le Monde che Boris Eustache, figlio di Jean Eustache, gli aveva ceduto i diritti di tutti i film del padre. Il film di punta del regista prematuramente scomparso era praticamente introvabile, a parte una fuggevole trasmissione sul canale francese Arte nel 2013, un DVD d’importazione giapponese e una pallida copia su YouTube che nel frattempo è stata rimossa. Boris Eustache ne ha bloccato i diritti per decenni, per ragioni che gli sono proprie; i fortunati spettatori che l’avevano visto formavano una cerchia che condivideva un magnifico segreto.

Grazie all’accordo tra Boris Eustache e Les Films du Losange (una delle case di produzione originali del film), l’opera di Eustache è stata restaurata in 4K, con l’aiuto dei direttori della fotografia che hanno partecipato alle riprese, come Jacques Besse o Caroline Champetier, in collaborazione con il laboratorio di restauro cinematografico L’Immagine ritrovata.

I protagonisti di La mamain et la putain
France – NB – 3h40 – sortie: 17 mai 1973 – reprise: mai 2022 – V. restaurée – Réalissateur-Scénariste: Jean Eustache – LEGENDE PHOTO: Jean-Pierre Léaud – Bernadette Lafont – Françoise Lebrun – AVEC: Bernadette Lafont: Marie – Jean-Pierre Léaud: Alexandre – Françoise Lebrun: Veronika –

Un film “mostruoso” per forma e contenuto

La maman et la putain è un film “mostruoso” e totalizzante già per la sua lunghezza – circa tre ore e quaranta di film – ma soprattutto per il suo contenuto: si configura infatti come un tuffo in un mondo in bianco e nero dove la parola è sovrana. A dominare questo mondo è Alexandre, un giovane dandy, senza lavoro né soldi, che vive con Marie che, letteralmente, lo mantiene. Alexandre cerca dapprima di riallacciare i rapporti con Gilberte, ex fidanzata che lo ha lasciato, ma lei lo respinge. Incontra poi Veronika, un’infermiera, che inizia a frequentare mentre sta ancora con Marie. Tutto la trama del film si giocherà tra questi tre individui, in un triangolo amoroso impossibile, un’equazione matematica irrisolvibile. Lontano dai personaggi di François Truffaut, Jean-Pierre Léaud interpreta qui un Alexandre cupo e compiaciuto, che declama i suoi monologhi come a teatro, davanti a un pubblico attento e affettuoso. A poco a poco, scorgiamo, dietro l’intrattenitore pubblico, un essere privo di empatia per gli altri, terribilmente egoista e codardo: ascolta solo se stesso, parlare senza rendersi conto del male che sta facendo a chi lo circonda. Il linguaggio è come una maschera per quest’uomo che ha difficoltà a fare delle scelte e che si sottrae ad ogni dovere, nascondendo le proprie emozioni.

Veronika (Françoise Lebrun, al suo debutto cinematografico) incarna il corpo femminile come dono, il sesso e l’amore. “Se incontro un ragazzo, vado con lui, non ho problemi, posso scopare con chiunque“, dice. Parla senza mezzi termini, dice le cose come stanno, affronta la vita pienamente, senza averne paura, a differenza di Alexandre. Marie (Bernadette Laffont) è invece la “vecchia padrona“. È, chiaramente, la madre del titolo, tutto ruota intorno a lei, tutto si svolge nella sua casa, nel suo letto. Permette ad Alexandre di andare e venire, controlla e manipola, mentre si illude dell’amore che lui potrebbe provare per lei.

Tra film e documentario

Se La maman et la putain è un film dalla portata epica, è anche perché sfuma i confini tra fiction e documentario. È un eufemismo dire che il regista ha basato il suo film sulla propria vita: innanzitutto, ha avuto una relazione con Françoise Lebrun, che lo ha lasciato prima delle riprese. Durante la loro relazione aveva frequentato altre donne, tra cui Marinka Matuszewski, un’infermiera che appare in una scena all’inizio del film quando Alexander la scambia per Veronika. Françoise Lebrun interpreta Veronika, ma nella vita reale è il personaggio di Gilberte che lascia Alexandre all’inizio del film (il regista fece ascoltare alla Lebrun registrazioni della voce di Marinka per trarne ispirazione).

Eustache aveva anche iniziato una frequentazione con Catherine Garnier, sua costumista e assistente: il film è stato girato proprio nel suo appartamento e il regista chiese a Laffont di utilizzarla come ispirazione per il suo ruolo. Dopo la proiezione del primo montaggio, Catherine Garnier si suicidò; un atto che prefigurava quello dello stesso regista, che si sparò al cuore nel novembre 1981. Questo complicato rapporto tra realtà e finzione mostra chiaramente l’approccio del regista, che archivia quanti più elementi possibili della sua vita privata e li inietta nella sua finzione.

La maman et la putain stato girato come un documentario: audio in presa diretta, nessuna rimaneggiamento in post-produzione. Si percepisce davvero la Parigi dell’epoca, con tutti i suoi rumori, che arrivano addirittura a coprire i dialoghi. Amante del cinema muto e dei fratelli Lumière, Eustache ha privilegiato un formato quadrato (1.33:1) e un bianco e nero ad alto contrasto. La Maman et la putain è anche un film totale, che gli conferisce uno status particolare nella storia del cinema. Eustache ha voluto metterci tutto se stesso, come se fosse il suo primo film: è un film che lascia un’impressione profonda nello spettatore, che ne esce con la strana sensazione di aver condiviso spezzoni di vita del regista.

Alexandre la mamain et la putain

La caduta di Alexandre

La Maman et la putain inizia quando il protagonista si alza dal letto e finisce con questo che si mette in ginocchio. Il film di Jean Eustache segue la traiettoria della caduta di Alexandre, di cui rimane un’ultima immagine significativa: il volto deformato da un sorriso fugace. Questa bocca piena di parole, che non finisce mai di riversale, fa un’ultima smorfia nervosa, come se subisse l’effetto negativo del suo stesso traboccare. Improvvisamente ammutolita, non riesce comunque a smettere di tacere e si apre di nuovo in questa smorfia per esprimere la sofferenza di un corpo smarrito, disturbato, stordito per essere caduto così in basso. Ciarlatano disinvolto, Alexandre credeva di avere il controllo di se stesso e alla fine si rivela un burattino. La sua facilità di parola, di cui era dotato grazie a un intellettualismo altezzoso unito a un dandismo ostinato, ha ingannato il suo stesso mondo: parlare è mentire. Davanti alla cinepresa impassibile di Eustache, la carne tradisce l’inganno del discorso, per passare l’ultima parola al corpo.

La maman et la putain è una meditazione dolorosa e malinconica sulla vita appesantita dal peso della morte, una vita che passiamo fingendo di vivere, fino a quando non siamo esausti e cadiamo. “Non ho una vocazione per la vita“, dice Alexandre verso la fine del film, con l’acuta consapevolezza di chi è stato umiliato dalla morte.

 
 

2 cavalieri a Londra: trama e cast del film con Jackie Chan

2 cavalieri a Londra film

Affermatosi come uno dei più famosi attori di action movie orientali, Jackie Chan ha nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense. Dopo il successo di Pallottole cinesi, l’attore è tornato a recitare nel sequel di questo, intitolato 2 cavalieri a Londra. A dirigerlo vi è ora David Dobkin, celebre anche per i film comici 2 single a nozze e il recente Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga.

Dopo aver ambientato il precedente nel fervido far west statunitense, la vicenda si sposta ora nella Londra vittoriana, luogo di contraddizioni sociali ed etichette di classe. Riconfermata la coppia di protagonisti comici, il film è arrivato a dotarsi di grandi ricostruzioni scenografiche e di costumi, che hanno permesso di rendere ulteriormente realistica l’epoca in cui la vicenda si svolge. Con un budget di 50 milioni di dollari, 2 cavalieri a Londra ha a sua volta raccolto successo di critica e pubblico, ottenendo un incasso di circa 90 milioni. Ciò portò i produttori a preparare anche un terzo capitolo, ad oggi però mai realizzato.

Per tutti i fan dell’attore, come anche del genere arti marziali, in 2 cavalieri a Londra sarà possibile ritrovare tutti gli elementi più caratteristici di questo, il tutto fuso con tanta comicità e avventura. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

2 cavalieri a Londra: la trama del film

La vicenda ha luogo nel 1887, quando il padre di Chon Wang viene ucciso da un Lord inglese di nome Nelson Rathbone, il quale ruba poi anche un prezioso Sigillo imperiale. Tale rarità sarà consegnata nelle mani di Wu Chon, il fratello invidioso dell’imperatore cinese. In cambio, egli aiuterà Rathbone a divenire re d’Inghilterra attraverso un colpo di stato contro tutti i regnanti inglesi, compresa la regina Vittoria. La sorella di Wang, Chon Lin, decide allora di partire per Londra, al fine di vendicare suo padre. Allo stesso tempo, Wang, ora sceriffo di Carson City, parte alla volta della capitale inglese per lo stesso motivo, accompagnato dall’amico Roy O’Bannon.

Arrivati a Londra, questi scopriranno così del malvagio complotto che mina la sicurezza del regno della regina. Sarà loro compito fermare Rathbone e Chonprima che sia troppo tardi. A complicare la situazione vi saranno però una numerosa serie di comici imprevisti e di incontri con personaggi particolarmente noti della società inglese.  L’incontro tra Roy, Wan e Lin, porterà inoltre il primo ad infatuarsi della sorella del suo amico. Nel tentativo di tenerlo lontano da Lin, Wang farà di tutto per trovare il suo antico rivale e vendicare il padre.

2 cavalieri a Londra cast

2 cavalieri a Londra: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare nuovamente il protagonista Chon Wang vi è l’attore Jackie Chan. Questi, come suo solito, apportò molte delle proprie capacità fisiche al personaggio, il quale sfoggia tutte le più note mosse di arti marziali di cui l’attore è capaceGe. Da sempre particolarmente atletico e intraprendente, Chan eseguì personalmente tutte le scene più complesse. Ad interpretare il ruolo di Roy O’Bannon vi è nuovamente il celebre comico Owen Wilson. Attore di alcune tra le più celebri commedie statunitense degli ultimi decenni, da Zoolander a 2 single a nozze…, questi accetto ben lieto di partecipare al sequel, avendo trovato estremamente divertente il precedente set.

Per il ruolo di Chon Lin, la sorella del protagonista, il regista faticò non poco a trovare un’attrice in grado di recitare in inglese ed eseguire i combattimenti previsti. Egli si imbatté casualmente in alcuni video di Fann Wong, trovandola perfetta per la parte. Data la bravura dell’attrice, il personaggio è stato inserito in molte più scene. Nei panni del malvagio Wu Chon vi è invece il celebre Donnie Yen, celebre per la saga di Ip Man. Per la prima volta, l’attore ha qui avuto modo di dar vita ad un combattimento di arti marziali con Jackie Chan. Nel film sono poi presenti gli attori Aaron Taylor-Johnson nei panni di Charlie Chaplin, Tom Fisher in quelli di Arthur Doyle, e Oliver Cotton in quelli di Jack Lo Squartatore. Aidan Gillen è Lord Nelson Rathbone, mentre Gemma Jones veste i panni della regina Vittoria.

2 cavalieri a Londra: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di 2 cavalieri a Londra unicamente grazie alla sua presenza nel palinsesto televisivo di sabato 11 marzo alle ore 21:10 sul canale TwentySeven. Il film non è infatti attualmente disponibile su nessuna delle principali piattaforme di streaming attive in Italia.

Fonte: IMDb

 
 

Razzie Awards 2023: tutti i vincitori dei premi dedicati al peggio del cinema

BLONDE FILM NETFLIX Razzie Awards

Come ogni giorno prima della cerimonia dei premi Oscar, anche quest’anno i Razzie Awards, dedicati al peggio del cinema, hanno svelato i vincitori dei temuti premi. Il film più candidato di quest’anno era Blonde, dedicato alla figura di Marilyn Monroe, che si è infine portato a casa ben 2 premi, quello del Peggior film e della Peggior sceneggiatura. Altri candidati particolarmente importanti erano il film Disney Pinocchio (da non confondere con il Pinocchio di Guillermo del Toro, candidato invece agli Oscar) con 6 nomination e un premio vinto, quello per il Peggior Remake, Rip-Off or Sequel, Jurassic World: Il dominio, con 5 nomination ma nessuna vittoria.

Elvis, il film candidato all’Oscar, era invece presente per via delle nomination ricevute da Tom Hanks nelle categorie Peggior attore non protagonista e Peggior Screen Combo. L’attore premio Oscar ha poi vinto entrambi i premi. C’è poi stato spazio anche per premiare anche Morbius, uno dei film più mal giudicati dell’anno, che può ora vantare le vittorie per il Peggior attore a Jared Leto e la Peggior attrice non protagonista a Adria Arjona. Per quanto riguarda la Peggior attrice protagonista, invece, i Razzie hanno deciso di premiare sé stessi dopo le critiche ricevute per aver candidato l’attrice tredicenne Ryan Kiera Armstrong, protagonista di Firestarter.

Possono invece tirare un sospiro di sollievo i registi Robert Zemeckis, Adrew Dominik, Daniel EspinosaJudd Apatow, poiché a vincere come Peggior regista sono stati Machine Gun Kelly Mod Sun per il film Good Mourning. Infine, Colin Farrell, candidato nel 2004 come Peggior attore per Alexander, ha ora vinto l’ambito Razzie Redeemer Awards, un premio istituito per riconoscere che vincitori e nominati del passato possono proseguire la loro carriera e dar vita ad ottime performance. Farrell, infatti, dopo diversi recenti successi, è quest’anno arrivato ad ottenere la sua prima candidatura come Miglior attore protagonista ai Premi Oscar per il film Gli spiriti dell’isola.

Di seguito l’elenco con tutti i nominati e i vincitori dei Razzie 2023:

Peggior Film

  • Blonde – VINCITORE
  • Pinocchio della Disney 
  • Good Mourning
  • The King’s Daughter
  • Morbius

Peggior regista

  • Machine Gun Kelly e Mod Sun (Good Mourning) – VINCITORI
  • Robert Zemeckis (Pinocchio)
  • Andrew Dominik (Blonde)
  • Judd Apatow (Nella bolla)
  • Daniel Espinosa (Morbius)

Peggior attore

  • Jared Leto (Morbius) – VINCITORE
  • Machine Gun Kelly (Good Mourning)
  • Pete Davidson – doppiaggio (Sansone)
  • Tom Hanks (Pinocchio)
  • Sylvester Stallone (Samaritan)

Peggior attrice

  • Golden Raspberry Awards (per aver nominato Ryan Kiera Armstrong nella categoria Peggior attrice) – VINCITORI
  • Ryan Kiera Armstrong (Firestarter)
  • Bryce Dallas Howard (Jurassic World – Il Dominio)
  • Diane Keaton (Mack & Rita)
  • Kaya Scodelario (The King’s Daughter)
  • Alicia Silverstone (Sharks – Incubo dagli abissi)

Peggior attore non protagonista

  • Tom Hanks (Elvis) – VINCITORE
  • Pete Davidson (Good Mourning)
  • Xavier Samuel (Blonde)
  • Mod Sun (Good Mourning)
  • Evan Williams (Blonde)

Peggior attrice non protagonista

  • Adria Arjona (Morbius) – VINCITRICE
  • Lorraine Bracco – doppiaggio (Pinocchio)
  • Penelope Cruz (Secret Team 355)
  • Bingbing Fan (Secret Team 355 e The King’s Daughter)
  • Mira Sorvino (Lamborghini – The Man Behind the Legend)

Peggior coppia sullo schermo 

  • Tom Hanks & la sua faccia carica di protesi di lattice (Elvis) –  VINCITORE
  • Machine Gun Kelly & Mod Sun (Good Mourning)
  • I due “veri” personaggi nella scena ambientata nella “fittizia” camera da letto della Casa Bianca (Blonde)
  • Andrew Dominik & i suoi problemi con le donne (Blonde)
  • due sequel di 365 giorni (rilasciati entrambi nel 2022)

Peggior remake\rip-off\sequel 

  • Pinocchio della Disney – VINCITORE
  • Blonde
  • Entrambi i sequel di 365 giorni365 giorni – Adesso e Altri 365 giorni 
  • Firestarter
  • Jurassic World – Il Dominio 

Razzie Reedemer Awards

  • Colin Farrell – (Da Alexander Gli spiriti dell’isola) – VINCITORE 
  • Mark Wahlberg – (Da Transformers – L’era dell’estinzione a Father Stu)
  • Val Kilmer – (Da L’isola perduta a Val)
 
 

Yara Shahidi: 10 cose che non sai sull’attrice

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La giovane Yara Shahidi recita sin da quando era piccola e ad oggi vanta partecipazioni ad importanti film e serie TV. Con sempre più popolarità dalla sua parte, è ora uno dei giovani volti di punta della recitazione statunitense, anche per merito del suo camaleontico talento.

Ecco 10 cose che forse non sai di Yara Shahidi.

Yara Shahidi: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Il primo film in cui l’attrice ha recitato, all’età di 9 anni, è stato Immagina che, mentre nel 2010 ha recitato accanto ad Angelina Jolie in Salt. Successivamente ha preso parte ai film Unthinkable (2010), con Samuel L. Jackson, Butter (2011) e Alex Cross – La memoria del killer (2012). Torna poi al cinema nel 2019, recitato in Il sole è anche una stella, mentre nel 2023 è in Peter Pan & Wendy, film con Jude Law nel ruolo di Capitan Uncino.

2. Ha recitato anche in note serie TV. Oltre ai film per il cinema, l’attrice ha recitato anche in alcune serie TV, come In the Motherhood (2009), Lie to Me (2010), Scandal (2013), The First Family (2012-2013), Bad Teacher (2014) e The Foster (2014). Ha poi doppiato il personaggio di Darci nella serie animata Trollhunters: I racconti di Arcadia (2016-2018) e 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia (2018-2019). Dal 2014 al 2022 ha invece recitato nei panni di Zoey Johnson nella serie Black-ish, che l’ha resa celebre, mentre dal 2018 al 2023 ha ricoperto lo stesso ruolo anche in Grown-ish.

3. È anche regista e produttrice. Oltre a lavorare come attrice davanti la macchina da presa, la Shahidi ha già compiuto anche il passaggio dietro di essa, dirigendo un episodio della serie Shatterbox e uno della serie Growing Up. Ha poi lavorato anche come produttrice esecutiva di ben 68 episodi della serie TV Grown-ish, dove è anche una delle protagoniste.

Yara-Shahidi-Trilli-Peter-Pan-Wendy

Yara Shahidi è Trilli in Peter Pan & Wendy

4. È stata scelta per interpretare l’iconico personaggio. Per l’imminente film Disney Peter Pan & Wendy, basato sull’omonimo classico animato, l’attrice è stata scelta per interpretare l’iconico ruolo della fatina Trilli. Quando ciò è stato rivelato attraverso il primo trailer, in molti si sono naturalmente pronunciati contro la scelta dell’attrice, in quanto Trilli è sempre stata ad oggi raffigurata come una fata dalla pelle bianca. Non sono però mancate anche le lodi nei confronti della Shahidi, descritta come assolutamente idonea alla parte.

5. Si è preparata ascoltando della musica. Per prepararsi al ruolo di Trilli ed entrare nel mood e nella psicologia del personaggio, l’attrice ha rivelato di aver ascoltato delle playlist contenenti canzoni che rispecchiano l’animo e il carattere di Trilli. Con la musica in testa, dunque, ha iniziato poi a lavorare sui movimenti “fatati” di Trilli, trovando il giusto equilibrio per renderla credibile e affascinante.

Yara Shahidi ha recitato con Eddie Murphy in Immagina che

6. Ha recitato nei panni della figlia del noto attore. Il primo film in cui la Shahidi ha recitato, come già accennato, è stata la commedia Immagina che, dove ha ricoperto il ruolo di Olivia Danielson, la figlia del protagonista interpretato da Eddie Murphy. Il film è infatti basato proprio sullo speciale rapporto tra i loro due personaggi. Grazie alla sua interpretazione, la Shahidi è poi stata candidata agli Young Artist Awards come Migliore giovane attrice.

Yara Shahidi ha un fidanzato?

7. È single. Nel gennaio del 2023 l’attrice ha rivelato di essere da poco tornata single dopo una relazione piuttosto seria della durata di tre anni. Non è noto con chi avesse una relazione, in quanto la Shahidi ha sempre tenuto privato questo aspetto della propria vita. Ad ogni modo, attualmente sta vivendo quella che definisce “selfish season“, ovvero una stagione da egoista, concentrandosi primariamente su sé stessa e la propria carriera, reinventandosi dunque lontana da ogni possibile relazione sentimentale.

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Yara Shahidi e il suo attivismo

8. È un’attivista per importanti cause sociali. Shahidi ha fondato Eighteen x 18, una piattaforma per incoraggiare i coetanei a votare per la prima volta al momento delle elezioni. Le sue altre organizzazioni includono poi Yara’s Club, una partnership con Young Women’s Leadership Network (YWLN) di New York, che fornisce tutoraggio online nella speranza di porre fine alla povertà attraverso l’istruzione. Nel 2021, Yara Shahidi ha aderito alla campagna Dior Stand with Women. L’attivismo dell’attrice è stato notato dall’ex first lady Michelle Obama, che le ha poi scritto una lettera di raccomandazione all’Università di Harvard.

Yara Shahidi è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,1 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 3000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attivista, attrice e modella, spesso inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Yara Shahidi: età e altezza dell’attrice

10. Yara Shahidi è nata a Minneapolis, in Minnesota, Stati Uniti, il 10 febbraio del 2000. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri.

Fonte: IMDb, Instagram, Essence

 
 

Un’isola per cambiare: la recensione del film Netflix ambientato in Croazia

Un'isola per cambiare recensone film netflix

Può una donna di quasi 50 anni lasciare, da un momento all’altro, la sua casa, il marito, la figlia pronta per l’università e il padre per scappare e vivere in libertà una meravigliosa avventura in uno stato straniero di cui non conosce la lingua locale? Si ed è quello che succede alla protagonista nel film Un’isola per cambiare il nuovo Netflix Original diretto da Vanessa Jopp e scritto a quattro mani da Jane Ainscough e Alex Kendall, ambientato tra le coste e il mare blu della Croazia.

La trama di Un’isola per cambiare 

In Un’isola per cambiare Zeynap (Naomi Krauss) è una madre di 49 anni che vive a Monaco di Baviera, con origini turche, che sta affrontando un momento complicato della sua vita: il recente lutto per la madre. Il giorno del funerale litiga con il marito cuoco (Adnan Maral) che ha dimentico il triste evento, preferendo il lavoro e la compagnia di una giovane ragazza. La donna, stufa di tutto e sull’orlo di una crisi di nervi, si mette quindi in viaggio verso la Croazia, da sola, non avvisando neanche la figlia Fia (Bahar Balci), per raggiungere l’abitazione che gli ha lasciato in eredità la madre, croata d’origine. Dopo ore di autostrada, il traghetto per raggiungere l’isola, un viaggio in autubus e una lunga camminata, a tarda notte Zeynep arriva a destinazione.

Un'isola per cambiare film recensioneLa mattina, dopo essere crollata per la stanchezza sul letto, fa conoscenza di Josip (Goran Bogdan) che vive li nel suo cottage. La protagonista lo caccia via, reclamando la casa con la pretesa di ristrutturarla e trasformarla in un AirB&B. Da qui in poi Un’isola per cambiare procede su due linee narrative: la prima vede Zeynap desiderosa di vendere la sua nuova proprietà e Josip che tenta in tutti i modi di impedirle di farlo; la seconda, e più importante, è incentra sulla rinascita della donna, che finalmente ritrova se stessa e, soprattutto, la voglia di vivere. Ovviamente non mancheranno ostacoli durante il percorso,  tra cui l’arrivo della figlia e dell’ex marito, il cui obiettivo è quello di riportare a casa Zeynap.

Una nuova vita per Zeynap

Un’isola per cambiare è dunque una storia sulla scoperta della libertà di Zeynap, che lascia tutto quello che conosceva per un qualcosa di nuovo e lo affronta tutto da sola, ritrovando anche un legame con la madre appena defunta. Questo film però è anche una commedia romantica, una di quelle dove finalmente la protagonista si innamora di un uomo più giovane di lei. La storia d’amore che nasce tra Zeynap e Josip è una di quelle con la dinamica enemies to lovers, in cui i personaggi all’inizio si odiano.

Alla fine, ovviamente, finiranno per stringere un legame e lo scenario che si scorge all’orizzonte, con un tramonto sul mare e una serata passata al fuoco di falò aiuta a creare l’atmosfera giusta. La colonna sonora è ricca di musica pop, come “Dog Days Are Over” di Florence and The Machine, che si inserisce nella trama in modo ragionevole, ma anche un pezzo cult anni Ottanta “99 Luftballons” di Nena, la canzone preferita della protagonista, che canticchia anche quando pedala in bici ubriaca, dopo aver flirtato per tutta la sera con un giovane agente immobiliare del paese. 

Un'isola per cambiare film netflixUn’isola per cambiare, un racconto al femminile

Il film Un’isola per cambiare è poi naturalmente un racconto che possiede uno sguardo al femminile, sia perché la regia e la sceneggiatura sono affidate a delle donne, sia per la storia e i personaggi che vengono proposti. La novità di questo Netflix Original tedesco-turco, sta proprio nella scelta di un’attrice matura nel ruolo principale, per portare sullo schermo il messaggio che a qualsiasi età si può cambiare. Zeynap è una donna che si trova a metà della sua esistenza, in quel momento dove, giunta al traguardo dei tanto spaventosi 50 anni, si ritrova con un marito che non ride più con lei e con il rischio di essere risucchiata da un vortice di depressione. L’unica critica che si potrebbe muovere al film è sulla sua durata, la quale poteva essere ridotta di almeno 20 minuti.

Per spiegare e approfondire tutti i personaggi che animano e abitano l’isola, si è infatti finiti con l’andare un po’ troppo per le lunghe. Purtroppo, inoltre, poco viene aggiunto alla crescita dei due protagonisti innamorati, anche perché la chiave di tutto doveva essere che Zeynap finalmente aveva trovato la felicità e un uomo che l’amava. Un’isola per cambiare in originale Faraway – è un dunque dramma sulla riscoperta dei veri piaceri della vita con quel romanticismo che fa sempre bene al cuore di chiunque. Se lo svolgimento della trama non è dunque il punto di forza del film, risultando anzi piuttosto prevedibile, è il racconto implicito che si fa di Zeynap, interpretata dalla bravissima Naomi Krauss, e le location mozzafiato della Croazia ad impreziosire il tutto.

 
 

Papillon: trama, cast e la storia vera dietro al film con Charlie Hunnam

Papillon film

Nel 1973 il film Papillon portò al cinema le gesta di Henri Charrière, con attori del calibro di Steve McQueen e Dustin Hoffman. A distanza di più di quarant’anni, il film ha ottenuto un remake (qui la recensione) interpretato stavolta da Charlie Hunnam, celebre per la serie Sons of Anarchy, e Rami Malek, premio Oscar per il film Bohemian Rapsody. Questa trasposizione del 2017 è diretta da Michael Noer, regista danese qui al suo primo lungometraggio in lingua inglese. La vicenda è anche in questo caso basata sull’autobiografia pubblicata nel 1969 da Charrière.

All’interno di questa si narrano le vere vicende vissute dal criminale e scrittore, il quale venne condannato all’ergastolo per un omicidio avvenuto nel 1930. A diventare oggetto d’interesse per il cinema sono stati i suoi molteplici tentativi di fuga, rimasti particolarmente celebri. L’uomo, il cui soprannome era “Papillon” per via di una farfalla tatuata sul petto ha poi ottenuto grande popolarità grazie al film che gli venne dedicato nel 1973. Con il recente remake, la sua figura ha ora modo di tornare all’attenzione del pubblico, che ha così modo di riscoprire una delle personalità più stravaganti e affascinanti del secolo scorso.

Dopo un’anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, Papillon è infine arrivato in sala. Qui non ha però riscontrato un particolare apprezzamento da parte del pubblico, arrivando ad incassare appena 10 milioni di dollari in tutto il mondo. A pesare, nel giudizio sul film, è inevitabilmente il confronto con l’originale, giudicato di gran lunga più avvincente e coinvolgente da un punto di vista emotivo. A prescindere da ciò, il remake del 2017 è comunque un film da riscoprire anche solo per le interpretazioni dei due validi interpreti principali. Diverse sono le curiosità legate al titolo, dal cast alle piattaforme streaming dove portelo vedere. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire questo e molto altro.

Papillon: la trama del film

Protagonista del film è il venticinquenne Henri Charrière, da tutti soprannominato Papillon. Egli cresce nel duro contesto della Parigi degli anni Trenta, e qui ben presto si ritrova accusato di un omicidio che non ha mai commesso. Processato, viene infine condannato all’ergastolo, mandato a scontare la pena nella peggiore colonia carceraria possibile, collocata sull’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Qui si scontra con la dura vita del carcere, che riduce in condizioni pietose chi vi è costretto. La mancanza di igiene e i lavori forzati finiscono infatti con il distruggere fisicamente e mentalmente i detenuti, costretti a condizioni disumane. Papillon non riesce a tollerare quell’ambiente, continuando a sostenere di trovarsi lì per errore. Vedendo inascoltate le proprie richieste, decide allora di mettere in atto una fuga.

Nel tentare ciò, stringe alleanza con il falsario Louis Dega, il quale lo aiuterà nei suoi piani. Scappare dall’isola è però un impressa quasi impossibile e la fuga andrà studiata nel minimo dettaglio. Prima di poter riacquistare la libertà, però, Papillon dovrà veder sfumare più volte le proprie speranze, ma sarà proprio il desiderio di libertà a dargli la forza per non cedere. Il profondo legame d’amicizia che intanto cresce tra lui e Dega si rivelerà fondamentale, poiché avere un amico all’interno di un carcere può rivelarsi una risorsa più preziosa di quello che sembra. Dopo molto tempo, e numerosi tentativi di fuga falliti, i due riusciranno infine a trovare un buon piano per fuggire da lì. Portarlo a compimento, però, sarà la sfida più grande della loro vita.

Papillon cast

Papillon: il cast del film

Il film del 1973 è celebre per le interpretazioni dei due grandi attori principali. Per il nuovo film, dunque, i produttori cercarono due attori che potessero essere in grado di risultare altrettanto convincenti. Per il ruolo di Charrière, che fu di Steve McQueen, si pensò dunque all’attore Charlie Hunnam. Questi però, quando gli fu proposta la parte, rifiutò non convinto del progetto e intimorito dal paragone con l’originale. Al suo posto venne scelto allora un altro attore. Hunnam, però, cominciava a pentirsi della sua scelta, e quando seppe che la parte era tornata vacante fece di tutto pur di ottenerla. Per poter interpretare Papillon, però, all’attore venne chiesto di perdere diversi chili di peso. Egli si sottopose così ad una dieta particolarmente stressante, che lo portò anche al digiuno per circa dieci giorni. Ciò gli permise di perdere il peso necessario in un lasso di tempo particolarmente breve.

L’attore ha poi descritto il ruolo come uno dei più complessi della sua intera carriera. Accanto a lui si ritrova poi Rami Malek, nel ruolo del falsario Louis Dega. Questo personaggio era stato interpretato da Dustin Hoffman nel film del 1973. Per non rischiare di essere influenzato da tale versione, Malek raccontò di aver ricercato una nuova chiave interpretativa del personaggio, che gli permettesse di dar vita alla propria versione di Dega. Nel film si ritrovano poi diversi attori di origine europea come Luka Peroš, noto per il ruolo di Marsiglia in La casa di carta, e qui impegnato nella parte di Santini. L’olandese Yorick van Wageningen è invece Barrot, mentre il danese Roland Møller ha dato vita a Celier.

Papillon: la vera storia dietro al film

Nato nel 1906, Charrière è una figura particolarmente affascinante, sia per la sua turbolenta vita sia per le grandi gesta compiute durante questa. Dopo aver prestato servizio nella marina francese, questi si trasferì a Parigi, dove operò prevalentemente come ladro. Proprio nella capitale, il 26 marzo del 1930, egli si ritrovò coinvolto nell’evento che gli avrebbe cambiato la vita. Quel giorno, un macellaio di nome Roland Legrand, venne colpito allo stomaco da un colpo di pistola. Prima di morire in ospedale, egli riuscì a pronunciare il nome Papillon. Ciò fece ricadere la colpa dell’omicidio su Charrière, il quale venne arrestato e condannato ai lavori forzati a vita. Egli non accetta però tale verdetto, e negli anni metterà a segno una serie di fughe, risoltesi però sempre con un nulla di fatto.

Trasferito sull’Isola del Diavolo, isola carceraria nota per i brutali trattamenti riservati ai detenuti, riesce infine ad evadere una volta per tutte. Per essere sicuro di non venire arrestato nuovamente, si trasferisce in Venezuela, dalla quale non può essere estradato. Qui intraprese una propria attività, aprendo un ristorante di buon successo. Il terremoto del 1967 però distrusse il locale, e tale evento spinse Charrière a scrivere la propria autobiografia, narrante le proprie evasioni. Quanto viene in essa raccontato è stato più volte oggetto di dibattiti circa la sua veridicità. L’autore ha però sempre insistito nel dire che ciò che narra è vero per la maggior parte. Alla fine, con il passare del tempo, le gesta di Papillon, vere o non vere che sia, sono diventate talmente celebri da essere entrate a far parte dell’immaginario comune.

Papillon: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Papillon è infatti presente su Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 10 marzo alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

Luther: verso l’inferno, recensione del film Netflix con Idris Elba

Luther: verso l'inferno recensione film
Cr. John Wilson/Netflix © 2023

Luther: verso l’inferno è la versione cinematografica della fortunata serie dal semplice titolo di Luther prodotta dalla BBC, andata in onda dal 2010 al 2019, e che in Italia è stata prima distribuita su Fox Crime e poi su Netflix.

Il lungometraggio uscirà a sua volta su Netflix dal 10 marzo ed è diretto Jamie Payne, che aveva già curato la regia della quinta e ultima stagione. Mentre la sceneggiatura è di Neil Cross, ideatore dello stesso personaggio dell’ispettore capo detective che dà il nome alla storia, incarnato dall’attore Idris Elba. Nel corso della trasmissione delle cinque fortunate stagioni, l’interesse del pubblico nei confronti delle stesse è cresciuto esponenzialmente e, durante questi anni, le candidature e le vittorie ai più disparati premi si sono sprecate. Dal 2012 Idris Elba ha vinto un Golden Globe, il Screen Actors Guild Award e il Critics’ Choice Television Award, e per Neil Cross nel 2011 c’era stato l’Edgar Award come miglior sceneggiatura per il primo episodio della prima stagione.

Era dunque naturale che le lugubri indagini dell’ispettore capo conducessero all’idea di farne un film. Ed è così che lo scrittore ha iniziato a rilasciare dichiarazioni ufficiali di qualche accenno sulla trama finché, dal sodalizio con il regista Jamie Payne, già dal 2019 sono nate le prime conferme definitive sul progetto, anche e soprattutto da parte del suo protagonista (e produttore insieme a Cross) Idris Elba.

La specifica della direzione Verso l’nferno indicata dal titolo (che in inglese è The Fallen Sun) è in senso chiaramente metaforico, ma che abbraccia sia la psiche che le azioni, e non solo del criminale che il detective dovrà catturare stavolta.

Luther: verso l'inferno recensione film

La discesa agli inferi di Idris Elba ne Luther: verso l’inferno

Tra le peculiarità di Luther, spicca sicuramente un intuito raro, che coglie la reale essenza degli indagati anche soltanto a guardarli attentamente negli occhi. E, in tal senso, lo sguardo magnetico e sempre semichiuso di Elba è sfruttato alla grande. Ma il rovescio della medaglia del suo innato fiuto verso i veri cattivi, è un altrettanto rischiosa attrazione che loro esercitano su di lui attraverso quel lato oscuro. Luther è il capo dell’unità anticrimine della polizia londinese che si occupa, per l’appunto, di omicidi gravi e seriali, e i suoi metodi sono tutto fuorché fedelmente aderenti ai protocolli di comportamento. Ma il problema non sarebbe certo quello, se non fosse che ad essere a briglia sciolta non sia solamente l’istinto indagatore di Luther, ma anche quello distruttivo.

Neil Cross racconta che per la creazione del personaggio si è ispirato – neanche a dirlo – a Sherlock Holmes e a Colombo di Richard Levinson e William Link. L’uno per l’acume nel cogliere dettagli di cui nessuno mai si accorge, l’altro per la sua tipica struttura narrativa conosciuta anche come “howcatchem”, nella quale l’assassino si vede subito e lo scopo della successione dei fatti è la scoperta di come verrà catturato.

La discesa agli inferi (o la caduta del sole, per dirla nella versione inglese del titolo) è quindi la strada che il detective dovrà intraprendere fino alle fondamenta di sé, le sue paure, le ombre, attraversando tutto quello che aveva lasciato incompiuto o che aveva sfiorato con superficialità. E di nuovo lo compirà seguendo le orme di un altro feroce e inumano assassino (Andy Serkis).

Luther: verso l’inferno andy serkis
Cr. John Wilson/Netflix © 2023

Il film lascia col fiato sospeso e, anche quando lo si riprende, viene comunque seccato dalla brutalità dalle scene descritte da Neil Cross. Luther: verso l’inferno dà tutto quello che ci si aspetta, ed è sicuramente grazie alle performance di Idris Elba e, in particolar modo, di Andy Serkis se acquisisce del carattere in più, se, cioè, la violenza viene spiegata dall’ampiezza delle sfumature dei disturbi psichiatrici raccontati. È ben impostata la costruzione estetica delle immagini, così come la velocità e il ritmo della storia. Sarebbe solo stata più importante la cura della motivazione di alcune scene d’azione che, se fossero state sbrigate con minor frettolosità, avrebbero dato più corpo alla personalità del film. Luther: verso l’inferno subisce un po’ il retaggio della puntata da cinquanta minuti, ma dà comunque quella giusta dose di angosciante intrattenimento, senza aggiungere nulla di particolare alla serie che lo ha preceduto.

 
 

Kylie Bunbury: 10 cose che non sai sull’attrice

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L’attrice Kylie Bunbury potrà essere sconosciuta ai più, ma da anni ormai ricopre ruoli di rilievo in serie di genere come il thriller Under the Dome o il poliziesco Big Sky. Dotata di fascino, carisma e buone capacità attoriali, è dunque un’attrice tutta da scoprire.

Ecco 10 cose che non sai di Kylie Bunbury.

Kylie Bunbury: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in note serie TV. La prima esperienza come attrice di una serie TV la Bunbury la ha grazie ad un episodio della soap opera Il tempo della nostra vita (2010). In seguito recita anche nelle serie Twisted (2013-2014), Tut – Il destino di un faraone (2015) e Under the Dome (2015), con Britt Robertson e Dean Norris. Successivamente ha recitato anche in Pitch (2016), in When They See Us (2019) e in un episodio diThe Twilight Zone (2020). Nello stesso 2020 recita in Brave New World, con Alden Ehrenreich, ed assume il ruolo di Cassie Dewell, una delle protagoniste di Big Sky, dove recita accanto a Katheryn Winnick.

2. Ha preso parte anche ad alcuni film. Oltre ad essere apparsa in diverse serie TV, per le quali è principalmente nota, l’attrice ha avuto modo di recitare in alcune occasioni anche in lungometraggi per il cinema. Il primo di questi risale al 2011 e si tratta della commedia Prom – Ballo di fine anno. Nello stesso anno recita poi in un’altra commedia, Lo spaventapassere, con Jonah Hill e Sam Rockwell. È poi tornata a recitare per il cinema nel 2018 con Game Night – Indovina chi muore stasera?, con Jason Bateman e Rachel McAdams. In seguito ha recitato anche in Eas Wheaties! (2020) e Warning (2021).

Kylie Bunbury in Under the Dome

3. Ha avuto un ruolo nella terza stagione. Nel 2015 l’attrice ha interpretato Eva Sinclair, uno dei personaggi principali della terza stagione della serie thriller Under the Dome, basata sull’omonimo libro di Stephen King. L’attrice, però, interpreta non solo questo personaggio, ma anche Dawn, la figlia di Eva e Dale, e nuova regina del Kinship. Si tratta di uno dei primi ruoli di rilievo avuti dall’attrice e che le hanno permesso di ottenere una buona notorietà.

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Kylie Bunbury in When They See Us

4. Ha avuto un ruolo nella nota serie. Nel 2019 l’attrice recita nella serie Netflix When They See Us, basata sul caso della jogger di Central Park, che nel 1989 fu aggredita durante l’allenamento all’interno del noto parco di New York. In seguito all’accaduto, cinque giovani, di cui quattro neri e uno ispanico, furono condannati per il reato, anche se mancavano le prove della loro colpevolezza. Nella serie la Bunbury interpreta Angie Richardson, sorella maggiore di uno degli accusati, Kevin Richardson.

Kylie Bunbury in Big Sky

5. È una delle protagoniste della serie. In Big Sky, serie di genere poliziesco disponibile su Disney+, l’attrice interpreta la detective Cassie Dewell che insieme all’ex poliziotta Jenny Hoyt deve cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista in un’autostrada del Montana. Ha così inizio un’indagine particolarmente complessa, che porterà le due a scoprire retroscena più spaventosi di quello che pensavano. La serie è ad oggi composta da 3 stagioni per un totale di 47 episodi e la Bunbury compare in ognuno di questi.

6. Era incinta durante la seconda stagione. Mentre partecipava alle riprese della seconda stagione di Big Sky, l’attrice era incinta del suo primo figlio. Proprio per via di ciò, si è reso necessario ripensare molte delle sue scene in modo tale da utilizzare inquadrature che nascondessero la sua gravidanza. Tuttavia, facendoci attenzione, il più delle volte questa risulta comunque evidente.

Kylie Bunbury chi è suo marito?

7. È sposata e ha un figlio. L’attrice è molto riservata riguardo la propria vita privata e non è solita condividere troppi dettagli a riguardo. Sappiamo però che si è fidanzata con Jon-Ryan Alan Riggins l’8 aprile 2018, in quanto tale annuncio è stato dato tramite il profilo Instagram dell’attrice. I due si sono poi sposati il 1° gennaio 2020 e nel giugno dello stesso anno la Bunbury annuncia la sua prima gravidanza. Il 6 dicembre 2021 è poi nato il loro figlio, di cui l’attrice ha condiviso alcune foto su Instagram.

Kylie-Bunbury-Big-Sky

Kylie Bunbury è su Instagram e Twitter

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 209 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 400 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

9. Ha un account anche su Twitter. Oltre ad Instagram, l’attrice utilizza molto il social network Twitter, dove vanta un totale di circa 57 mila follower. Anche qui, l’attrice è solita condividere con i propri fan maggiori informazioni sui progetti a cui ha preso parte, proponendo anche curiosità e dettagli, come ad esempio sta facendo riguardo al suo ruolo nella serie Big Sky. Anche in questo caso, dunque, sarà possibile, seguendola, rimanere informati su tutte le sue novità.

Kylie Bunbury: età e altezza dell’attrice

10. Kylie Bunbury è nata a Hamilton, Ontario, in Canada, il 30 gennaio del 1989. L’attrice è alta complessivamente 1,73 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, ET

 
 

Ant-Man 3: I primi concept art del film rivelano un MODOK molto diverso

In sala dal 15 febbraio, il film Ant-Man and the Wasp: Quantumania (sintetizzabile come Ant-Man 3) ha non solo introdotto una nuova variante di Kang il Conquistatore, ma ha anche presentato MODOK, uno dei più noti e iconici villain della Marvel. Dopo aver potuto osservare come tale personaggio è stato raffigurato all’interno del film, dei nuovi concept art a lui dedicati svelano ora come egli avesse inizialmente un aspetto ben diverso. Il concept artist Aleksi Briclot ha condiviso tramite il proprio profilo Instagram il look iniziale di MODOK, il quale risulta non solo molto più minaccioso ma anche maggiormente dotato di pericolose armi tecnologiche.

Il MODOK di questi concept art si differenzia dall’estetica del personaggio nel film finito in diversi modi, in particolare racchiudendo la testa sovradimensionata del cattivo in una cupola inquietante e semitrasparente. Nella didascalia dell’immagine di accompagnamento, Briclot ha dichiarato di aver cercato di rimanere fedele a come MODOK è ritratto nei fumetti di Ant-Man and the Wasp, spinge però il personaggio anche oltre le sue possibilità attreverso nuove caratteristiche. Briclot ha anche notato che parte della sfida durante la concettualizzazione del MODOK dell’MCU stava nel trovare modi per oscurare la sua connessione con l’antagonista originale di Ant-Man Darren Cross.

Questo design inutilizzato di MODOK viene svelato mentre i fan dell’MCU continuano a discutere sui pregi e i difetti della rappresentazione del personaggio nel film. Una parte della fanbase del franchise sostiene che Ant-Man 3 avrebbe dovuto trattare MODOK più seriamente e si augura che i Marvel Studios ripenseranno il proprio approccio al personaggio nei progetti futuri. Tuttavia, è improbabile che ciò accada, secondo lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jeff Loveness. “Finché sarò vivo, quei quattro fan non otterranno quell’adattamento serioso che vogliono. MODOK sarà sempre una gran testa stupida. Tutto qui”. Per quanti avrebbero desiderato vedere una versione del personaggio più cupa, ecco di seguito il post con i concept art originali.

Fonte: CBR

 
 

MCU: le produzioni meno performanti dell’universo Marvel

Sebbene il Marvel Cinematic Universe abbia avuto alcuni film di molto successo, è importante notare anche i film che viceversa sono stati un fiasco, non solo al botteghino ma anche in termini di ascolti tv. Non sono molti i prodotti del MCU che hanno fallito ma è bene evidenziare che comunque sono prodotti che hanno avuto un impatto significativo sul franchise nel suo complesso.

Inoltre, il MCU ha continuato a espandersi ed evolversi nel corso degli anni, e ogni nuova uscita ha portato con sé sfide e successi unici. In alcuni casi, la scarsa performance di questi film potrebbe essere attribuita alla concorrenza di altri film, alla data di uscita o ad altri fattori come l’accoglienza della critica. Questi i 5 prodotti Marvel che sono stati un fiasco.

1Doctor Strange (2016)

Doctor Strange botteghino MCU

Allo stesso modo, Doctor Strange è stato un altro film Marvel che ha avuto un rendimento inferiore rispetto agli altri film del MCU. Nonostante le recensioni positive, il film ha incassato solo circa 677 milioni di dollari in tutto il mondo, un risultato inferiore a quello di altri film usciti nello stesso periodo come “Batman v Superman: Dawn of Justice” e “Rogue One: A Star Wars Story“.

Nel caso di Doctor Strange, nonostante il film non sia andato come previsto, il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch ha contribuito al successo complessivo del Marvel Cinematic Universe, che è diventato uno dei franchise di maggior successo e profitto nella storia del cinema.

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