Dal visionario regista Baz
Luhrmann, arriva in prima tv su Sky ELVIS, uno
spettacolare biopic musicale, candidato a otto Oscar alla
95ª edizione degli Academy Awards (Miglior Film, Miglior Attore
Protagonista con Austin Butler, Miglior Montaggio, Migliore
Scenografia, Migliore Fotografia, Migliori Costumi, Miglior Sonoro,
Miglior Trucco e Acconciature), lunedì 13 marzo alle 21.15
su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K (alle 23.00 anche su Sky Cinema
Oscar), in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in
qualità 4K (già al termine della cerimonia degli
Oscar).
Protagonisti della pellicola sono
Austin Butler e l’attore due volte premio
Oscar Tom Hanks, nei panni di Elvis e del suo agente
Tom Parker. Con loro anche Olivia DeJonge, che
interpreta Priscilla Presley, Helen Thomson nei
panni della madre di Elvis, Gladys, Richard
Roxburgh in quelli del padre di Elvis, Vernon.
ELVIS
è uno dei tre titoli in concorso quest’anno agli
Oscar che nel mese di marzo sono in prima tv
sui canali Sky Cinema, in attesa della cerimonia
di premiazione della 95ª edizione degli Academy Awards, che
dalle 23.15 della notte tra domenica 12 e lunedì 13
marzo sarà in diretta su Sky e
TV8 e in streaming su
NOW.
La trama di ELVIS
Il film racconta la storia di Elvis
(Austin Butler), attraverso il prisma della complicata relazione
con l’enigmatico manager, il colonnello Tom Parker (Tom Hanks),
approfondendo le complesse dinamiche tra i due nell’arco temporale
di 20 anni, dagli esordi alla fama di Presley, che raggiunse un
livello di celebrità senza precedenti sullo sfondo di un panorama
culturale in evoluzione che segna la perdita dell’innocenza in
America.
The
Last Of Us, l’adattamento HBO del celebre
videogioco di culto firmato Naughty Dog per le piattaforme
PlayStation, è da oggi disponibile per intero in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW. E adesso inizia il conto alla
rovescia per l’arrivo della seconda stagione della serie creata da
Craig Mazin (Chernobyl) e da Neil Druckmann (già dietro al
successo del videogioco). File interminabili di fan e di curiosi
sabato 11 e domenica 12 marzo a Milano hanno affollato l’area tra
piazza Gae Aulenti, il Bosco Verticale e la BAM, dove NOW, il
servizio streaming di Sky, ha ricreato il mondo post apocalittico
di una delle serie più amate del momento e tra le più celebrate di
sempre: The
Last Of Us.
Per partecipare all’evento, che ha
preso vita assieme al countdown per l’attesissimo nono e ultimo
episodio della serie, migliaia di personesi sono
messe in coda fin dalle prime ore del mattino per immergersi tra
installazioni e i personaggi ormai di culto e per entrare
nell’escape room a tema presso gli spazi di Fondazione Catella, per
l’occasione trasfigurata in un dettagliatissimo scorcio del
desolato e pericoloso mondo di The
Last Of Us.
Tra terrificanti clickers, agenti
della Fedra, figuranti nei panni degli iconici e amatissimi
protagonisti e photo opportunity fra i resti della civiltà
precedente all’epidemia del 2003 che ha sconvolto il mondo di
The Last Of Us, l’ingresso dell’escape room che ricreava
l’ambientazione del secondo episodio (il Museo di Boston) è stato
preso d’assalto per tutto il weekend. L’iniziativa è stata prodotta
da Sky Creative Agency e realizzata in collaborazione con Us Up &
Below the Line, social amplification a cura di BCube.
La serie tv The Last
Of Us
The
Last Of Us racconta una storia che si svolge
vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna per via di una
epidemia da Cordyceps. Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di
far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di
quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza
facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante,
poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti
insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Protagonisti della serie sono Pedro
Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel
Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice britannica Nico
Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Melanie Lynskey è Kathleen, Storm Reid nei
panni di Riley, Merle Dandridge interpreta Marlene. E ancora,
Jeffrey Pierce è Perry, Lamar Johnson nel ruolo di Henry, Keivonn
Woodard in quello di Sam, Graham Greene è Marlon mentre Elaine
Miles interpreta Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The
Last Of Us è scritta da Craig Mazin e Neil
Druckmann, che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last
Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn
Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come
produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation
Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
Disney+ ha svelato le prime
immagini della terza stagione dell’acclamata serie originale comedy
Only Murders in the Building. Il primo
teaser di questa stagione è stato trasmesso ieri durante la
95ª edizione degli Oscar e offre un primo sguardo
sulla
guest star e vincitrice dell’Oscar Meryl Streep che sarà presente nella serie, in
arrivo prossimamente su Disney+.
Dalle menti di Steve
Martin, Dan Fogelman e John Hoffman, Only
Murders In The Building segue tre estranei
(Steve Martin, Martin Short e
Selena Gomez) che condividono la stessa ossessione per
il genere true crime e si trovano improvvisamente coinvolti in un
delitto. Quando si verifica un’orribile morte nell’esclusivo
palazzo dell’Upper West Side in cui vivono, i tre sospettano che si
tratti di un omicidio e utilizzano la loro grande conoscenza del
genere true crime per investigare. Mentre registrano un podcast per
documentare il caso, i tre scoprono i segreti del palazzo, che
riguardano eventi accaduti molti anni prima. Forse, le bugie che i
protagonisti si raccontano a vicenda potrebbero essere ancora più
esplosive. Si rendono presto conto che il killer potrebbe
nascondersi tra loro, mentre cercano di decifrare gli indizi prima
che sia troppo tardi.
I co-creatori e sceneggiatori di
Only Murders in the
Building sono Steve Martin e John Hoffman
(Grace and Frankie, Looking). Martin e Hoffman
sono i produttori esecutivi insieme a Martin Short,
Selena Gomez, il creatore di This
Is UsDan Fogelman e Jess Rosenthal.
La serie è prodotta da 20th Television, parte dei Disney Television
Studios. Un efficace sistema di parental control assicura che
Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.
Come ormai noto, diversamente da
quanto precedentemente annunciato, Herny Cavill
non riprenderà il ruolo di Superman. Dopo essere comparso con un
cameo nel film DC Black Adam, con
protagonista DwayneJohnson, era infatti stato anticipato un nuovo
film a lui dedicato. Con il subentro di James Gunn
e Peter Safran come nuovi CEO del DC
Universe, tale progetto è però stato accantonato e, di
conseguenza, anche il ritorno di Cavill. Proprio Johnson,
intervistato a riguardo, ha ora detto la sua sulla decisione dei DC
Studios di abbandonare i piani per un ritorno
di Cavill nei panni di Superman.
“Tutto quello che potevo fare e
che potevamo fare quando stavamo girando Black Adam è stato dare il
meglio di noi stessi, circondarci delle persone migliori e poi
realizzare anche il miglior film che potevamo“, ha detto
l’attore. “Il nostro punteggio di pubblico era negli anni ’90.
I critici hanno preso un paio di colpi – questo è stato il
problema, però. Ma penso che sia quasi come quando hai una squadra
di calcio professionistica e il tuo quarterback vince i campionati,
l’allenatore vince i campionati, e ti ritrovi un nuovo proprietario
che arriva e dice “Non sei il mio allenatore, non sei il mio
quarterback. Andrò avanti con qualcun altro“.
Per Dwayne Johnson, dunque, ci
sarebbe poco da fare rispetto alle decisioni prese dai nuovi CEO
della divisione DC. Anche per quanto riguarda il suo Black Adam non
vi sono certezze che lo si rivedrà sul grande schermo in futuro,
specialmente considerando i risultati tutt’altro che entusiasmanti
del film al box office. Ad ogni modo, ai fan non resta che
attendere e scoprire quale sarà il destino di Superman all’interno
del nuovo DC Universe, il cui primo capitolo sarà intitolato
Gods and Monsters. Superman: Legacy, il
lungometraggio che proporrà un nuovo interprete nei panni
dell’iconico supereroe, è ora atteso per il 2025.
La star di Creed
3 (qui la recensione) Jonathan Majors
ha dato un piccolo indizio sul suo possibile futuro nell’annunciato universo espanso di
Creed. Majors, che nel terzo film dedicato ad Adonis
Creed è il nuovo temibile avversario del protagonista, è stato
senza ombra di dubbio uno dei motivi del grande successo del film,
che sta ora per raggiungere i 100 milioni di dollari d’incasso a
livello nazionale nel suo secondo fine settimana. Sulla scia di
questo successo e data la volontà di espandere l’universo di
Creed attraverso molteplici film e spin-off, con almeno un
progetto pianificato incentrato sulla figlia di Adonis, Amara,
sembra proprio che anche Majors potrebbe avere un futuro in tale
contesto.
La domanda ora ovviamente è se il
personaggio di Majors in Creed 3,Damian,
sarà effettivamente coinvolto in qualche modo nel futuro universo
di Creed o no ma, almeno per ora Majors, non è pronto ad andare
oltre con i suggerimento sul suo possibile ritorno sul ring.
Parlando con Variety da un evento pre-Oscar, Majors ha infatti
affrontato la questione relativa ai piani di espansione di
Creed di Jordan e Amazon e ha affermato che naturalmente
gli piacerebbe far parte di quei piani, se richiesto.
“So che l’espansione
dell’universo di Creed è sempre stata un’aspirazione per Michael.
Non so fino a che punto lo porterà. Ho visto alcune cose che sono
molto eccitanti. Sarò coinvolto se il fratello Michael me lo
consentirà” ha dichiarato l’attore. Sulla base di quanto
avviene nel finale del nuovo film, è possibile effettivamente
immaginare un futuro per Damian negli ulteriori progetti previsti,
ma se e come questo si concretizzerà è ancora un mistero da
chiarire con il tempo.
Il 14 e 15 marzo
torna ancora una volta sul grande schermo, a 35 anni dalla sua
prima uscita in sala, Akira, il film
campione d’incassi diretto da uno dei maestri indiscussi del cinema
d’animazione e del fumetto giapponese. Il Circuito ha pensato a un
omaggio speciale per gli spettatori che acquisteranno online il
biglietto per assistere alle proiezioni previste nelle sale UCI
Cinemas: la special card del film, una
riproduzione dell’iconico pass utilizzato dai protagonisti, gadget
imperdibile per tutti i veri amanti del capolavoro di Katsuhiro
Ôtomo.
Il 14 marzo l’anime sarà proiettato
in lingua originale con sottotitoli in italiano, mentre il 15 marzo
i fan di questo pezzo di storia del cinema potranno ripercorrere le
vicende di Kaneda con un doppiaggio italiano fedele all’originale.
Entrambe le proiezioni offriranno ai fan la splendida opportunità
di ammirare questo capolavoro in una luce inedita, nella nuova
versione in 4k. Un appuntamento da non perdere con la Stagione
degli Anime al Cinema, distribuita da Nexo Digital in
collaborazione con Dynit, che riporta nelle sale una pietra miliare
nella storia dell’animazione in grado di fondere elementi di
2001: Odissea nello spazio, I guerrieri della
notte, Blade Runner e Il pianeta proibito.
Annoverato da Empire Magazine tra i 100 migliori film in lingua
straniera della storia del cinema e da Wired tra i 30 migliori film
di science fiction di tutti i tempi assieme
Blade Runner,
Gattaca e
Matrix, l’anime è tratto dall’omonimo manga di Ôtomo, che
ha curato la regia e si è occupato dall’elaborazione del layout
alle correzioni dei disegni chiave, sino a quando nel 1988 il film,
con la memorabile colonna sonora di Shoji Yamashiro, è arrivato
finalmente nelle sale conquistando milioni di fan in tutto il mondo
.
Akira
sarà proiettato il 14 marzo in lingua originale (con i
sottotitoli in Italiano) e il 15 marzo doppiato in
italiano in tutte le multisala del Circuito: UCI Bicocca
(MI), UCI Luxe Campi Bisenzio (FI), UCI Casoria (NA), UCI Montano
Lucino, UCI Firenze (FI), UCI Fiumara (GE), UCI Lissone (MB), UCI
Cinepolis Marcianise (CE), UCI Luxe Marcon (VE), UCI Molfetta (BA),
UCI Moncalieri (TO), UCI Orio (BG), UCI Parco Leonardo (RM), UCI
Porta di Roma (RM), UCI Reggio Emilia (RE), UCI Romagna Savignano
sul Rubicone (FC), UCI RomaEst (RM), UCI Torino Lingotto (TO), UCI
Verona (VR), UCI Curno (BG), UCI Ferrara (FR), UCI Fiume Veneto
(PN), UCI MilanoFiori (MI), UCI Perugia (PG), UCI Piacenza (PC),
UCI Sinalunga (SI), UCI Alessandria (AL), UCI Arezzo (AR), UCI
Showville Bari (BA), UCI Bolzano (BZ), UCI Cinemas Meridiana
Bologna (BO), UCI Catania (CT), UCI Certosa (MI), UCI Megalò (CH),
UCI Seven Gioia del Colle (BA), UCI RedCarpet Matera (MT), UCI Luxe
Maximo (RM), UCI Palermo (PA), UCI Pioltello (MI), UCI Luxe
Palladio (VI) e UCI Villesse (GO).
La trama di
AKIRA
Tokyo, 16 luglio 1988. È il luogo
dove il governo in gran segreto sta facendo degli esperimenti su
bambini con particolari percezioni extrasensoriali. L’esperimento
sfugge di mano e costringe il governo ad autorizzare di nascosto il
lancio di una boma atomica sulla città di Tokyo. Negli anni
successivi all’olocausto mondiale, la città di Tokyo è stata
ricostruita in un’immensa megalopoli chiamata Neo-Tokyo. Sono già
passati 31 anni da allora e all’insaputa di tutti, esclusi
pochissimi, l’esperimento psicologico continua. Una gang di
motociclisti, capitanata da Kaneda, si sta avviando verso la
periferia di Neo-Tokyo alla ricerca di guai, quando si imbatte
accidentalmente in un intrigo politico dove il governo compie
azioni che rasentano la fantascienza. Tetsuo, uno dei membri della
gang viene ferito in un incidente causato da un esperimento e a
sorpresa viene arruolato nell’esercito. Kaneda parte alla ricerca
dell’amico scomparso. La sua odissea nei meandri di Neo-Tokyo lo
porta a contatto con rivoluzionari, polizia segreta e il mistero di
Akira. Il risultato finale ci porta un filo di speranza sul futuro
dell’umanità intera. Ma questa possibilità non ci verrà data se non
a caro prezzo…
Dopo il
teaser trailer ecco il trailer completo
di Stranizza
d’amuri, il primo lungometraggio da regista di
Giuseppe Fiorello. Attore, sceneggiatore, produttore,
Giuseppe Fiorello porta sul grande schermo una
storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e
per sempre ricordato. Ambientato tra Noto, Marzamemi, Ferla,
Buscemi, Priolo e Pachino, il film è interpretato da
Gabriele Pizzurro e Samuele
Segreto. Al loro fianco Fabrizia
Sacchi e Simona Malato nei ruoli delle
rispettive madri.
Stranizza d’amuri è anche
una canzone di Franco Battiato, il titolo del film è un omaggio al
Maestro siciliano la cui musica è grande protagonista del film.
Stranizza d’amuri è dedicato a Giorgio e Antonio, vittime
del delitto di Giarre, avvenuto nel 1980 in provincia di
Catania.
Stranizza D’Amuri, la trama
Giugno 1982, in una calda Sicilia
che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due
adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini
lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda
amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di
buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e
affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle
dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non
comprendono e non sono disposti ad accettare… Stranizza d’amuri è
dedicato a Giorgio e Antonio, vittime del delitto di Giarre,
avvenuto nel 1980 in provincia di Catania.
Ambientato tra una splendida Venezia
ed il confine con la Slovenia, The honeymoon è la
nuova commedia, a tratti più romantica o più d’azione, scritta e
diretta dal regista britannico Dean
Craig. La pellicola è già stata proiettata in alcune
limitate sale statunitensi a partire dal 16 dicembre 2022, mentre è
disponibile nel Regno unito dal 29 dicembre sulla piattaforma
streaming Prime video. Nel cast ritroviamo figure già
recentemente note nel cinema internazionale: l’attore Lucas
Bravo (l’affascinante chef Gabriel nella serie
Emily in Paris) interpreta il boss Giorgio, mentre
Maria Bakalova (Borat
seguito di film) qui è nei panni di Sarah. Ritroviamo anche
Asim Chaudhry(Black
mirror: bandernastch,
Wonder Woman 1984) nel ruolo di Bav e Pico
Alexander (Mike Shubin nel nuovo
Gossip Girl) come Adam.
The honeymoon: una luna di miele
indimenticabile
The honeymoon si
apre con il matrimonio di Adam e Sarah. Bav, migliore amico di Adam
e testimone di nozze, già si denota come un personaggio più che
comico ed impacciato: sembra che abbia perso gli anelli all’inizio,
per poi ritrovarli e farne cadere uno nel lago, fa un discorso per
il brindisi alquanto discutibile.
Giorni dopo, la coppia felice si sta
preparando per la partenza per il loro viaggio di nozze nella
romantica Venezia, quando Adam riceve una chiamata da un Bav molto
depresso ed abbattuto. Per paura che l’amico possa suicidarsi, Adam
lo invita ad unirsi al loro viaggio di nozze. Qui a Venezia la
convivenza tra i tre si dimostra essere da subito insostenibile;
Bav, troppo attaccato all’amico, finisce sempre per mettersi tra i
due innamorati.
Durante la vacanza i tre partecipano
ad una festa organizzata da Giorgio, affascinante nuova conoscenza
di Bav e boss mafioso. Qui Bav, con la sua goffaggine, rompe tutta
una serie di opere d’arte dal valore inestimabile; per ripagare
Giorgio, Bav e Adam diventeranno dei corrieri per la droga,
trasportando cocaina oltre il confine con la Slovenia, lasciando
Sarah come garanzia al boss.
Una action comedy
The honeymoon è
caratterizzato dalla copresenza di scene d’azione, soprattutto
nella seconda metà del film, e da una certa comicità tendente al
demenziale. Emblema di questa comicità è il personaggio di Bav:
amico di vecchia data di Adam, questo sembra non essere in alcun
modo cresciuto e maturato, restando anche ancorato alla relazione
da inseparabili che i due avevano da piccoli. Bav non ha filtri,
non comprende cosa può essere considerato giusto da dire o fare in
certi contesti, e, specialmente durante i primi giorni di luna di
miele di Adam e Sarah, non si rende conto di essere eccessivamente
invadente. Questo porta naturalmente al crearsi di contrasti anche
accentuati tra la sposa ed il migliore amico, ponendo Adam in una
posizione mediana tra i due.
Altro elemento interessante di
The honeymoon è la rappresentazione parzialmente
stereotipata dell’Italia e degli italiani: è generalmente noto come
nel panorama internazionale il bel paese sia noto solo per il cibo,
l’arte e… la mafia! Ciononostante, pur risultando sgradevole per
gli italiani ad essere rappresentati sempre come boss mafiosi, la
presenza di tali stereotipi accentua la comicità della
pellicola.
La rappresentazione di
un’amicizia tossica
Un tema focale in The
honeymoon è l’amicizia tra Bav e Adam: amici da una
vita, i due continuano ad essere come fratelli l’uno per l’altro.
Bav cerca di mantenere tra i due lo stesso rapporto di quando erano
adolescenti, volendo stare sempre col suo migliore amico e non
rendendosi conto dei cambiamenti che ci sono stati nelle loro
vite. Questo crea tra i due quella che si potrebbe definire
un’amicizia tossica: Adam ammette di stare con Bav per proteggerlo,
e perché sono amici da sempre, ma lui stesso critica di continuo
l’amico e ne è effettivamente infastidito. Bav, continuando ad
aggrapparsi al passato, assilla l’amico, e non gli garantisce gli
spazi ormai necessari; anzi, cerca di passare ancora più tempo con
Adam, realizzando che, una volta sposato con Sarah, non sarebbero
più stati amici come prima.
Focale è quindi il principio per cui
anche le amicizie possono tramutarsi in relazioni tossiche e quasi
soffocanti. Ed, inoltre, anche le amicizie stesse sono destinate a
cambiare con il corso del tempo, ma, come afferma anche lo stesso
Adam nel film, ciò non significa che l’affetto verso l’altra
persona venga meno.
Si chiude il racconto della serie
Rai Sei Donne – il mistero di Leila, una
produzione IBC Movie in collaborazione con
Rai Fiction, creata da Ivan
Cotroneo e Monica Rametta, per la regia
di Vincenzo Marra, in onda con l’ultima puntata
martedì 14 marzo in prima visione su Rai1 – Con
Maya Sansa,
Isabella Ferrari, Ivana Lotito e con Denise
Tantucci, Alessio Vassallo e la partecipazione di
Maurizio Lastrico
Un giallo
psicologico nel quale la ricerca della
verità si incrocia con le storie di sei donne di
oggi – Anna, Michela, Alessia, Viola, Aysha,
Leila – ciascuna con un proprio vissuto, ciascuna con
i propri segreti, rappresentative di un universo femminile
contemporaneo, tra determinazione e fragilità, amore e
odio, costrizioni e libertà.
Sei Donne – il mistero di Leila, la trama dell’ultima
puntata
La PM Anna Conti
(Maya Sansa), alla ricerca di qualche indizio, continua a
visionare i video del centro sportivo, sede degli allenamenti di
atletica di Leila (Silvia Dina Pacente),
e si rende conto che la ragazza è molto cambiata dopo l’estate
appena trascorsa. Decide così di interrogare Aysha
(Cristina Parku), la migliore amica di Leila, compagna di
scuola e di atletica della ragazza. Aysha, come aveva fatto nei
primi interrogatori, dice di non sapere nulla. In realtà, quanto
successo al loro primo incontro dopo l’estate emerge nei suoi
ricordi: Leila stava male.
Tutte le verità vengono a galla
durante il sopralluogo di Anna e dell’ispettore
EmanueleLiotta (Alessio
Vassallo) alla villa al mare dove Leila passava le estati con
la sua famiglia. Sarà proprio andando lì che si arriverà a scoprire
cosa è veramente successo a Leila.
Realizzata con il contributo di
Apulia Film Fund della Fondazione Apulia
Film Commission, la serie restituisce la fotografia di una
Tarantoinedita e contemporanea,
a fare da cornice a un racconto corale dove le storie dei
protagonisti si intrecciano con un tessuto territoriale lontano da
stereotipi.
“Sei Donne – Il Mistero di Leila” è
una produzione IBC Movie in collaborazione
con Rai Fiction, in onda da martedì 28
febbraio in prima serata su Rai1 per
3puntate (3 episodi da 100
minuti). Creata da Ivan Cotroneo e Monica
Rametta. Prodotta da Beppe Caschetto e
Anastasia Michelagnoli. Produttori Rai
Leonardo Ferrara, Francesca Loiero e Daniela
Troncelliti.
Regia di Vincenzo Marra.
Secondo lo scrittore-produttore
Christopher Miller, Spider-Man: Across
the Spider-Verse (qui il primo trailer), sequel
del film d’animazione vincitore del
premio Oscar, possiede un inatteso legame con il film
L’impero colpisce ancora, secondo capitolo (in ordine di
uscita) della saga di Star
Wars. Parlando con Empire Magazine
dell’atteso film Miller ha infatti dichiarato: “Le persone che
hanno visto il film ci hanno detto che sembra che L’impero colpisce
ancora dello Spider-Verse franchise“, aggiungendo: “Ti
mostra mondi che non hai mai visto, ed è una storia emozionante che
finisce in proprio un momento per cui dovrai vedere il terzo.
Quindi, sì: questo è il nostro L’impero colpisce ancora“.
Come noto, L’impero colpisce
ancora è ancora oggi considerato da molti fan di Star
Wars come il miglior film del franchise, ma quando è uscito
per la prima volta nel 1980 nessuno sapeva se fosse in arrivo un
lieto fine o meno per i loro amati eroi. Il film si interrompe
infatti con una massiccia sconfitta per i protagonisti e con Luke
Skywalker che apprende che suo padre è in realtà Darth Vader. Gli
spettatori hanno poi dovuto aspettare tre anni per sapere
finalmente cosa è successo dopo con Star Wars: Episodio VI – Il
ritorno dello Jedi.
Qualunque siano gli sconvolgenti
eventi alla fine di Across the Spider-Verse, le
persone non dovranno aspettare un simile lasso temporale per
scoprire cosa accadrà nel già annunciato terzo film. Al momento,
Across the Spider-Verse uscirà nelle sale il 2
giugno 2023, mentre il terzo capitolo, Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse, è infatti previsto per il 29 marzo
2024. Originariamente, inoltre, è indicativo sottolineare
che i due film erano rispettivamente intitolato Spider-Man:
Across the Spider-Verse – Parte prima e Parte
seconda, proprio a indicare che il primo lo stretto legame che
li unisce a livello narrativo.
Dopo aver stregato la critica
internazionale e aver vinto numerosi premi, tra cui Miglior film
alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021, Gran
premio della Giuria al Torino Film Festival 2021, Miglior film
internazionale al Calgary International Film Festival in Canada e
Miglior film ai Roberto Rossellini Awards del China’s Pingyao
International Film Festival, il curioso lungometraggio Il
Capofamiglia (titolo originale Feathers),
nonché promettente esordio alla regia dell’egiziano Omar El
Zohairy, arriverà nei cinema italiani con
Wanted Cinema dal 16 marzo.
IL CAPOFAMIGLIA di
Omar El Zohairy, in cui magia e realtà si fondono per
raccontare la vita di una famiglia in Egitto oggi, è una favola
nera moderna che non mancherà di colpire lo spettatore, grazie
anche alla straordinaria e pluripremiata interpretazione
dell’attrice esordiente Demyana Nassar. IL
CAPOFAMIGLIA diretto da Omar El Zohairy arriverà nei
cinema italiani con Wanted Cinema dal 16 marzo.
SINOSSI – Durante una festa di
compleanno in casa, un incantesimo va storto e il padre di una
modesta famiglia egiziana, un uomo autoritario e brutale, viene
trasformato in un pollo. Una valanga di assurde conseguenze si
abbatte su tutta la famiglia: la madre, la cui vita era interamente
dedicata a marito e figli, deve prendere in mano la situazione e
provvedere alla famiglia. Mentre muove mari e monti per riportare
il marito indietro e tenerlo al sicuro, la donna attraversa una
trasformazione totale.
Mahershala Ali in una scena del
film Alita - Angelo della Battaglia
In vista dell’imminente inizio
della produzione del film Blade,
continuano a circolare rumor riguardo i motivi dei ritardi a cui il
lungometraggio è andato incontro. Tra questi, vi sarebbero le
frustrazioni dell’attore premio Oscar Mahershala Ali
nei confronti della sceneggiatura. L’insider del settore,
Jeff Sneider, ha affermato che Ali avrebbe
richiesto “continuemodifiche alla
sceneggiatura“, per via della sua volontà di realizzare la
propria visione del personaggio. Questa non è però la prima volta
che il progetto ha subito battute d’arresto durante la sua fase di
pre-produzione.
Un altro motivo del ritardo di
Blade è
stato l’abbandono a sorpresa del suo regista originale
Bassam Tariq, che ha lasciato il film Marvel “a causa dei continui
cambiamenti” nel suo programma di produzione. Ali, come noto,
interpreterà l’omonimo iconico cacciatore di vampiri, un
personaggio che ha già fatto il suo debutto nel Marvel Cinematic
Universe nel 2021 attraverso un breve cameo vocale durante la scena
post-crediti di Eternals. È stato anche confermato che
Blade
sarà ora diretto da Yann Demange di Lovecraft
Country da una sceneggiatura scritta da Michael
Starrbury, basata sulla prima bozza di Stacy
Osei-Kuffour.
Dopo l’annuncio del coinvolgimento
di Demange, Tariq ha immediatamente espresso il suo sostegno
attraverso i social media, descrivendo il regista francese come un
“caro amico e fratello“. Stando all’attuale sinossi, ad
ogni modo, il film sarà incentrato sulla missione dell’eroe vampiro
liberare il mondo dai suoi simili malvagi, nel tentativo di
vendicare sua madre, che è stata uccisa da un vampiro. Non è però
noto se i cambiamenti richiesti da Ali modificheranno pesantemente
la trama o la lasceranno grossomodo inalterata. Salvo ulteriori
ritardi, le riprese del film dovrebbero ora avere luogo durante la
primavera, con un uscita in sala fissata al 6 settembre 2024, come
parte della Fase Cinque dell’MCU.
Dopo il grande
successo di Trash,
Al-One ha presentato il suo nuovo progetto al
mondo dell’animazione nel corso dell’edizione 2023 del
Cartoon Movie di Bordeaux, uno dei più importanti
appuntamenti internazionali del settore.
Forest, questo è il titolo del nuovo
film, già in fase di sviluppo e ancora diretto da Luca
Della Grotta e Francesco Dafano. Come il precedente, anche
questo film ha un’anima profondamente ambientalista e veicola un
messaggio importante soprattutto per i più giovani, destinati a
preservare nel modo migliore la nostra casa chiamata Terra.
Il CEO di Al-One e
produttore, Alan Vele, e Mario
Lanti, anche lui produttore del film, hanno presentato
Forest nella sessione di pitching del 9
marzo, introducendo al mondo dell’animazione i nuovi personaggi
nati dalla fantasia del team creativo della factory e le avventure
che porteranno sullo schermo. Il riscontro da parte degli operatori
presenti è stato estremamente positivo, con numerose manifestazione
d’interesse per sostenere le prossime fasi di sviluppo del
progetto.
È la quarta
sessione di pitch per Forest, già
raccontato nelle diverse fasi dello sviluppo produttivo al
Cinekid di Amsterdam 2021, al Cartoon
Movie 2022 e al Kids Kino Industry di
Varsavia dello scorso ottobre.
Un ulteriore passo
avanti per un progetto che, come Trash, è
completamente indipendente e che arriverà nelle sale nel 2025, con
l’obiettivo di superare i grandi risultati ottenuti dal film
precedente.
Trash è stato presentato in anteprima
come evento speciale fuori concorso alla Festa del Cinema di Roma
2021 ed è poi uscito nelle sale e venduto in oltre quaranta paesi.
Un mondo ancora in piena espansione che ha vinto premi nei più
importanti festival internazionali: Il Silver Remi al
WorldFest di Houston, il Pulcinella Award per la
migliore regia a Cartoons on the Bay 2021, Miglior
Film al Giffoni Film Festival 2021 nella sezione
School Experience, Premio Mario Verdone al
Festival del cinema europeo di Lecce 2021.
Trash ha avuto la sua premiere mondiale
allo Shangai International Film Festival ed è
stato selezionato dal Locarno Film Festival 2021
nella sezione Kids.
Dal 2012, ovvero a partire dal film
The Avengers, ad interpretare il gigante verde
Hulk nel Marvel Cinematic Universe è
l’attore Mark Ruffalo.
Prima di lui, però, nel film del 2008 L’incredibile Hulk
era stato Edward Norton
ad interpretare tale personaggio. Ruffalo, commentando ora questa
sostituzione, ha descritto il momento in cui ha avuto la sua prima
interazione con Norton con una sola parola:
“imbarazzante“. “No, voglio dire, non gli ho
parlato, ma l’ho contattato, come facciamo ora quando non vogliamo
parlare. E io ero tipo, ‘Ehi, amico’, e lui è tipo, ‘ No, va bene.’
Voglio dire, è stato strano”, ha aggiunto poi l’attore.
Come noto, L’incredibile
Hulk di Norton è stato il secondo film dell’MCU ad essere
rilasciato dopo il successo dell’Iron Man con
Robert Downey Jr.. Mentre il primo film ha dato il
via alla Fase Uno dell’MCU ed è stato un ritorno alla carriera per
Downey, Hulk è invece stato afflitto da una produzione travagliata,
guidata dalle riscritture della sceneggiatura di Norton e dagli
scontri con i produttori. Nonostante le recensioni decenti e un
incasso mondiale di 265 milioni di dollari in tutto il
mondo, L’incredibile Hulk non ha infine soddisfatto
le aspettative della Marvel.
Durante la produzione di Captain
America: Il primo Avenger del 2011, il presidente dei Marvel
Studios Kevin Feige ha
poi annunciato un cambio di cast per Hulk, con Ruffalo chiamato a
sostituire Norton. Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai espresso
rammarico per aver perso il ruolo. “Ma sai… non credo… non so
quanto Edward ci fosse affezionato. Penso che avesse un’opinione
più del tipo, ‘Oh, grazie a Dio. Lasciate che Ruffalo se ne
occupi.’ Ma è stato bellissimo. Siamo amici. Non è mai venuto fuori
come un problema. Mi ha benedetto”. L’Hulk di Ruffalo è stato
poi molto apprezzato dai fan dell’MCU ed è ancora oggi uno dei
personaggi di punta della saga.
Il sequel di The
Joker di Todd Phillips, Joker:
Folie à Deux, è ancora in fase di riprese a New York,
e queste ultime foto e video dal set ci danno un nuovo sguardo a
Lady Gaga nei panni di Harley
Quinn. Todd Phillips ha già condiviso uno
sguardo ufficiale alla pluripremiata vincitrice di Grammy nel
suo look Harley accanto a Joaquin Phoenix nei panni di Arthur
Fleck, ma questi scatti sembrerebbero indicare la produzione
sta girando ancora le sequenze urbane del film dove il personaggio
è con ogni probabilità ancora nei panni della dottoressa Harleen
Quinzel (ammesso che questa sia l’origine del personaggio). Si dice
che questa interpretazione di Harley
Quinn apparirà come un’altra paziente di Arkham.
Guarda le foto e il video dal seti di Joker:
Folie à Deux ai link di seguito. Nella notte Lady Gaga
è stata protagonista di una performance durante la notte degli
Oscar quando è salita sul palco per cantare la sua. ,
“HoldMy Hand” da Top Gun:
Maverick.
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry
Lawtey. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono
originale.
È stato confermato, attraverso un
nuovo spot televisivo, che Wonder Woman,
interpretata da Gal Gadot
apparirà nel nuovo film DC Shazam! Furia degli
Dei. Mentre, come noto, un nuovo universo DC è in
arrivo, il DCEU ha ancora alcuni film dalla sua che usciranno nel
corso del 2023. Il primo di questi è Shazam! Furia degli
Dei, con Zachary Levi
pronto a riprendere il ruolo del supereroe del titolo. Il sequel,
stando a quanto già anticipato, vedrà la famiglia Shazam affrontare
l’incombente minaccia delle Figlie di Atlante.
In uscita in Italia il 17
marzo, il film si sta ancora mostrando attraverso alcuni
ultimi spot pubblicitari. Proprio uno di questi lascia ora
intendere che l’Amazzone interpretata dalla Gadot e già
protagonista di due film, sarà in qualche modo coinvolta nel film.
La cosa ha un certo senso, se si considera che i villain del film
saranno alcuni dei dell’olimpo. Non è però dato sapere quanto a
lungo Wonder Woman sarà presente nel film né quali saranno le sue
azioni nel film. Più probabilmente, il suo sarà solo un breve
cameo, cosa che farà ugualmente piacere ai suoi fan.
Come noto, il futuro del personaggio
nel DCU è incerto. Wonder Woman 3 era stato
inizialmente approvato dopo Wonder Woman 1984, ma lo
studio ha abbandonato il progetto sul finire del 2022. Con il
sequel che non si adattava agli attuali piani dei DC Studios, il
futuro della Gadot come Wonder Woman deve dunque ancora essere
deciso. C’è comunque la possibilità che l’attrice possa far parte
dell’Universo DC e lo stesso Gunn ha indicato che Diana sarà una
parte importante del DCU, ma resta da vedere esattamente in che
modo. Magari proprio dopo Shazam! Furia degli Dei si
potrebbero ricevere novità relative a Wonder Woman.
James Gunn,
noto per aver diretto Guardiani della
Galassia e The Suicide Squad, sembrerebbe
pronto a svolgere un doppio compito per il film
Superman: Legacy della DC
Universe. Non solo egli è lo sceneggiatore del film, ma sarebbe
ora pronto per esso a ricoprire anche il ruolo di regista. Come
ormai noto, Gunn e Peter Safran sono i nuovi due
co-CEO del DC Universe, chiamati a rivitalizzare questo attraverso
una serie di nuovi progetti e il
nuovo film dedicato a Superman è proprio uno di questi. La
pellicola, che farà parte del Capitolo 1 del nuovo DCU, chiamato
Gods and Monsters, aveva già dalla sua Gunn come
sceneggiatore, mentre rimaneva vacante il posto per il regista.
Nelle ultime settimane, però, ci
sono state segnalazioni secondo cui Gunn avrebbe ora anche
intenzione di diregere il film. Warner Bros. Discovery e DC Studios
non hanno ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo, ma nel
frattempo lo stesso Gunn si è trovato a dover smentire alcuni rumor
emersi nelle ultime ore, ovvero quelli relativi all’inizio dei
casting per il film. Tramite il proprio profilo Twitter, infatti,
Gunn ha risposto ad un commento dove si riportava che egli avesse
iniziato la ricerca del giusto interprete per Superman che abbia
un’età compresa tra i 20 e i 30 anni.
La risposta di Gunn non si è però
fatta attendere, offrendo semplicemente un “No, non abbiamo
neanche ingaggiato un direttore del casting”. Resta però
aperto il dubbio su chi dirigerà il film, con Gunn che a questo
punto diventa il più probabile a ricoprire tale ruolo. Bisognerà ad
ogni modo attendere ancora un po’ per qualche ulteriore
informazione, considerando che il film ha una data di uscita
fissata al 2025. Ad oggi sappiamo unicamente che
il film si concentrerà su un Superman particolarmente più giovane
delle precedenti versioni cinematografiche, ai suoi primi giorni
come supereroe.
In occasione della notte degli
Oscar 2023, è stato diffuso il nuovo trailer de La
Sirenetta, con Halle Bailey protagonista, nei panni, anzi
nella coda della nuova Ariel.
Tutto quello che sappiamo su
La Sirenetta
Non sappiamo ancora molto di questa
interpretazione della storia de La
Sirenetta, ma in base a ciò che abbiamo visto
finora, il regista Rob Marshall non si prenderà
troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia
originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer
King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone,
Jacob Tremblay nei panni di Flounder,
Daveed Diggs nei panni di Sebastian e
Awkwafina nei panni di Scuttle.
La
Sirenetta conterrà la musica del classico animato
e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha
lavorato con Marshall in Il
ritorno diMary
Poppins, comporrà anche la musica originale per
Mermaid insieme ad Alan Menken. La
Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane
sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane
delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne
di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie,
si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle
sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il
suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la
corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio
2023.
Ecco tutti i vincitori degli
Oscar 2023, la 95° edizione degli Academy Awards.
Con sette statuette portate a casa, tra cui miglior film e miglior
regia,
Everything Everywhere All at Once conquista il tetto di
Hollywood quest’anno. Le sue 11 nomination hanno quindi portato
frutto, come, in misura minore, le 9 di
Niente di nuovo sul fronte occidentale, con 4 premi, ma lo
stesso non si può dire per Gli
Spiriti dell’Isola e The
Fabelmans, che invece vanno a casa a mani vuote.
Mentre manca davvero poco alla
cerimonia degli Oscar 2023, la 95° edizione del premio assegnato
dagli Academy Awards, arrivano i primi scatti dal red carpet, che
mettono sotto i riflettori uno degli aspetti più dibattuti e
“interessanti” della notte delle stelle: abiti, look e glamour.
Film mitico nel modo in cui è
passato alla storia, imponente nella sua durata, libertino e crudo
nelle modalità di racconto,
Grand Prix du Jury al Festival di Cannes del
1973 dove fece scandalo, e rimasto invisibile per decenni,
arriva dal 13 marzo per la prima volta al cinema La maman
et la putain di Jean Eustache. Falsa
commedia di buone maniere, contrappunto acido alla Nouvelle Vague,
vero diamante nero del cinema francese, il film di
Eustache è tutto incentrato su un certo modo
attento di parlarsi, un certo modo di uomini e donne di cercarsi,
di incontrarsi, di mancarsi e di farsi soffrire, che risuona con i
temi di oggi ma in un modo forse meno codificato, più ambiguo, più
rischioso e quindi più sincero.
La maman et la putain, l’odissea
per arrivare al pubblico
La maman et la
putain racconta alcuni giorni della vita di un giovane
ozioso, Alexandre (Jean-Pierre
Léaud), che passa la maggior parte della sua
quotidianità a chiacchierare nei caffè. Vive con la sua amante
Marie, interpretata da Bernadette
Lafont, mentre cerca di convincere la sua ex fidanzata
Gilberte, interpretata da Isabelle
Weingarten, a tornare da lui. Dall’altro lato, inizia a
frequentare Veronika (Françoise
Lebrun), una giovane infermiera che incontra per
strada.
Il 19 gennaio 2022, Charles
Gillibert, direttore della casa di produzione e
distribuzione Films du
Losange, ha dichiarato a Le Monde che Boris
Eustache, figlio di Jean Eustache, gli
aveva ceduto i diritti di tutti i film del padre. Il film di punta
del regista prematuramente scomparso era praticamente introvabile,
a parte una fuggevole trasmissione sul canale francese Arte nel
2013, un DVD d’importazione giapponese e una pallida copia su
YouTube che nel frattempo è stata rimossa. Boris
Eustache ne ha bloccato i diritti per decenni, per ragioni
che gli sono proprie; i fortunati spettatori che l’avevano visto
formavano una cerchia che condivideva un magnifico segreto.
Grazie all’accordo tra Boris
Eustache e Les Films du Losange (una
delle case di produzione originali del film), l’opera di
Eustache è stata restaurata in 4K, con l’aiuto dei
direttori della fotografia che hanno partecipato alle riprese, come
Jacques Besse o Caroline
Champetier, in collaborazione con il laboratorio di
restauro cinematografico L’Immagine
ritrovata.
France – NB – 3h40 – sortie: 17 mai 1973 – reprise: mai 2022 – V.
restaurée – Réalissateur-Scénariste: Jean Eustache – LEGENDE PHOTO:
Jean-Pierre Léaud – Bernadette Lafont – Françoise Lebrun – AVEC:
Bernadette Lafont: Marie – Jean-Pierre Léaud: Alexandre – Françoise
Lebrun: Veronika –
Un film “mostruoso” per forma e
contenuto
La maman et la
putain è un film “mostruoso” e totalizzante già per la sua
lunghezza – circa tre ore e quaranta di film – ma soprattutto per
il suo contenuto: si configura infatti come un tuffo in un mondo in
bianco e nero dove la parola è sovrana. A dominare questo mondo è
Alexandre, un giovane dandy, senza lavoro né
soldi, che vive con Marie che, letteralmente, lo
mantiene. Alexandre cerca dapprima di riallacciare i rapporti con
Gilberte, ex fidanzata che lo ha lasciato, ma lei
lo respinge. Incontra poi Veronika, un’infermiera,
che inizia a frequentare mentre sta ancora con Marie. Tutto la
trama del film si giocherà tra questi tre individui, in un
triangolo amoroso impossibile, un’equazione matematica
irrisolvibile. Lontano dai personaggi di François
Truffaut, Jean-Pierre Léaud interpreta qui un
Alexandre cupo e compiaciuto, che declama i suoi
monologhi come a teatro, davanti a un pubblico attento e
affettuoso. A poco a poco, scorgiamo, dietro l’intrattenitore
pubblico, un essere privo di empatia per gli altri, terribilmente
egoista e codardo: ascolta solo se stesso, parlare senza rendersi
conto del male che sta facendo a chi lo circonda. Il linguaggio è
come una maschera per quest’uomo che ha difficoltà a fare delle
scelte e che si sottrae ad ogni dovere, nascondendo le proprie
emozioni.
Veronika
(Françoise Lebrun, al suo debutto cinematografico)
incarna il corpo femminile come dono, il sesso e l’amore. “Se
incontro un ragazzo, vado con lui, non ho problemi, posso scopare
con chiunque“, dice. Parla senza mezzi termini, dice le cose
come stanno, affronta la vita pienamente, senza averne paura, a
differenza di Alexandre. Marie
(Bernadette Laffont) è invece la “vecchia
padrona“. È, chiaramente, la madre del titolo, tutto ruota
intorno a lei, tutto si svolge nella sua casa, nel suo letto.
Permette ad Alexandre di andare e venire,
controlla e manipola, mentre si illude dell’amore che lui potrebbe
provare per lei.
Tra film e documentario
Se La maman et la
putain è un film dalla portata epica, è anche perché sfuma
i confini tra fiction e documentario. È un eufemismo dire che il
regista ha basato il suo film sulla propria vita: innanzitutto, ha
avuto una relazione con Françoise Lebrun, che lo
ha lasciato prima delle riprese. Durante la loro relazione aveva
frequentato altre donne, tra cui Marinka
Matuszewski, un’infermiera che appare in una scena
all’inizio del film quando Alexander la scambia
per Veronika. Françoise Lebrun
interpreta Veronika, ma nella vita reale è il
personaggio di Gilberte che lascia Alexandre all’inizio del film
(il regista fece ascoltare alla Lebrun
registrazioni della voce di Marinka per trarne
ispirazione).
Eustache aveva
anche iniziato una frequentazione con Catherine
Garnier, sua costumista e assistente: il film è stato
girato proprio nel suo appartamento e il regista chiese a
Laffont di utilizzarla come ispirazione per il suo
ruolo. Dopo la proiezione del primo montaggio, Catherine
Garnier si suicidò; un atto che prefigurava quello dello
stesso regista, che si sparò al cuore nel novembre 1981. Questo
complicato rapporto tra realtà e finzione mostra chiaramente
l’approccio del regista, che archivia quanti più elementi possibili
della sua vita privata e li inietta nella sua finzione.
La maman et la
putain stato girato come un documentario: audio in presa
diretta, nessuna rimaneggiamento in post-produzione. Si percepisce
davvero la Parigi dell’epoca, con tutti i suoi rumori, che arrivano
addirittura a coprire i dialoghi. Amante del cinema muto e dei
fratelliLumière,
Eustache ha privilegiato un formato quadrato
(1.33:1) e un bianco e nero ad alto contrasto. La Maman et
la putain è anche un film totale, che gli conferisce uno
status particolare nella storia del cinema.
Eustache ha voluto metterci tutto se stesso, come
se fosse il suo primo film: è un film che lascia un’impressione
profonda nello spettatore, che ne esce con la strana sensazione di
aver condiviso spezzoni di vita del regista.
La caduta di Alexandre
La Maman et la
putain inizia quando il protagonista si alza dal letto e
finisce con questo che si mette in ginocchio. Il film di
Jean Eustache segue la traiettoria della caduta di
Alexandre, di cui rimane un’ultima immagine
significativa: il volto deformato da un sorriso fugace. Questa
bocca piena di parole, che non finisce mai di riversale, fa
un’ultima smorfia nervosa, come se subisse l’effetto negativo del
suo stesso traboccare. Improvvisamente ammutolita, non riesce
comunque a smettere di tacere e si apre di nuovo in questa smorfia
per esprimere la sofferenza di un corpo smarrito, disturbato,
stordito per essere caduto così in basso. Ciarlatano disinvolto,
Alexandre credeva di avere il controllo di se
stesso e alla fine si rivela un burattino. La sua facilità di
parola, di cui era dotato grazie a un intellettualismo altezzoso
unito a un dandismo ostinato, ha ingannato il suo stesso mondo:
parlare è mentire. Davanti alla cinepresa impassibile di
Eustache, la carne tradisce l’inganno del
discorso, per passare l’ultima parola al corpo.
La maman et la
putain è una meditazione dolorosa e malinconica sulla vita
appesantita dal peso della morte, una vita che passiamo fingendo di
vivere, fino a quando non siamo esausti e cadiamo. “Non ho una
vocazione per la vita“, dice Alexandre verso
la fine del film, con l’acuta consapevolezza di chi è stato
umiliato dalla morte.
Affermatosi come uno dei più famosi
attori di action movie orientali, Jackie Chan ha
nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove
ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che
unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad
Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le
sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense.
Dopo il successo di Pallottole cinesi,
l’attore è tornato a recitare nel sequel di questo, intitolato
2 cavalieri a Londra. A dirigerlo vi è
ora David Dobkin, celebre anche per i film comici
2 single a nozze e il recente Eurovision Song Contest – La
storia dei Fire Saga.
Dopo aver ambientato il precedente
nel fervido far west statunitense, la vicenda si sposta ora nella
Londra vittoriana, luogo di contraddizioni sociali ed etichette di
classe. Riconfermata la coppia di protagonisti comici, il film è
arrivato a dotarsi di grandi ricostruzioni scenografiche e di
costumi, che hanno permesso di rendere ulteriormente realistica
l’epoca in cui la vicenda si svolge. Con un budget di 50 milioni di
dollari, 2 cavalieri a Londra ha a sua volta raccolto
successo di critica e pubblico, ottenendo un incasso di circa 90
milioni. Ciò portò i produttori a preparare anche un terzo
capitolo, ad oggi però mai realizzato.
Per tutti i fan dell’attore, come
anche del genere arti marziali, in 2 cavalieri a Londra
sarà possibile ritrovare tutti gli elementi più caratteristici di
questo, il tutto fuso con tanta comicità e avventura. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
2 cavalieri a Londra: la trama del film
La vicenda ha luogo nel 1887, quando
il padre di Chon Wang viene ucciso da un Lord
inglese di nome Nelson Rathbone, il quale ruba poi
anche un prezioso Sigillo imperiale. Tale rarità sarà consegnata
nelle mani di Wu Chon, il fratello invidioso
dell’imperatore cinese. In cambio, egli aiuterà Rathbone a divenire
re d’Inghilterra attraverso un colpo di stato contro tutti i
regnanti inglesi, compresa la regina Vittoria. La sorella di Wang,
Chon Lin, decide allora di partire per Londra, al
fine di vendicare suo padre. Allo stesso tempo, Wang, ora sceriffo
di Carson City, parte alla volta della capitale inglese per lo
stesso motivo, accompagnato dall’amico Roy
O’Bannon.
Arrivati a Londra, questi
scopriranno così del malvagio complotto che mina la sicurezza del
regno della regina. Sarà loro compito fermare Rathbone e Chonprima
che sia troppo tardi. A complicare la situazione vi saranno però
una numerosa serie di comici imprevisti e di incontri con
personaggi particolarmente noti della società inglese.
L’incontro tra Roy, Wan e Lin, porterà inoltre il primo ad
infatuarsi della sorella del suo amico. Nel tentativo di tenerlo
lontano da Lin, Wang farà di tutto per trovare il suo antico rivale
e vendicare il padre.
2 cavalieri a Londra: il cast del film
Come anticipato, ad interpretare
nuovamente il protagonista Chon Wang vi è l’attore Jackie
Chan. Questi, come suo solito, apportò molte delle proprie
capacità fisiche al personaggio, il quale sfoggia tutte le più note
mosse di arti marziali di cui l’attore è capaceGe. Da sempre
particolarmente atletico e intraprendente, Chan eseguì
personalmente tutte le scene più complesse. Ad interpretare il
ruolo di Roy O’Bannon vi è nuovamente il celebre comico Owen Wilson.
Attore di alcune tra le più celebri commedie statunitense degli
ultimi decenni, da Zoolander a 2 single a nozze…,
questi accetto ben lieto di partecipare al sequel, avendo trovato
estremamente divertente il precedente set.
Per il ruolo di Chon Lin, la sorella
del protagonista, il regista faticò non poco a trovare un’attrice
in grado di recitare in inglese ed eseguire i combattimenti
previsti. Egli si imbatté casualmente in alcuni video di
Fann Wong, trovandola perfetta per la parte. Data
la bravura dell’attrice, il personaggio è stato inserito in molte
più scene. Nei panni del malvagio Wu Chon vi è invece il celebre
Donnie Yen, celebre per la saga di Ip
Man. Per la prima volta, l’attore ha qui avuto modo di dar
vita ad un combattimento di arti marziali con Jackie Chan. Nel film
sono poi presenti gli attori Aaron
Taylor-Johnson nei panni di Charlie Chaplin,
Tom Fisher in quelli di Arthur Doyle, e
Oliver Cotton in quelli di Jack Lo Squartatore.
Aidan Gillen è
Lord Nelson Rathbone, mentre Gemma Jones veste i
panni della regina Vittoria.
2 cavalieri a Londra: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di 2
cavalieri a Londra unicamente grazie alla sua
presenza nel palinsesto televisivo di sabato 11
marzo alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven. Il film non è infatti attualmente
disponibile su nessuna delle principali piattaforme di streaming
attive in Italia.
Come ogni giorno prima della
cerimonia dei premi Oscar, anche quest’anno i Razzie
Awards, dedicati al peggio del cinema, hanno svelato i
vincitori dei temuti premi. Il film più candidato di quest’anno era
Blonde, dedicato alla
figura di Marilyn Monroe, che si è infine portato
a casa ben 2 premi, quello del Peggior
film e della Peggior sceneggiatura. Altri
candidati particolarmente importanti erano il film Disney
Pinocchio (da non confondere con
il Pinocchio di Guillermo
del Toro, candidato invece agli Oscar) con 6 nomination e
un premio vinto, quello per il Peggior Remake, Rip-Off or
Sequel, Jurassic World: Ildominio, con 5 nomination ma nessuna
vittoria.
Elvis,
il film candidato all’Oscar, era invece presente per via delle
nomination ricevute da Tom Hanks nelle
categorie Peggior attore non protagonista e
Peggior Screen Combo. L’attore premio Oscar ha poi
vinto entrambi i premi. C’è poi stato spazio anche per premiare
anche Morbius, uno dei film più
mal giudicati dell’anno, che può ora vantare le vittorie per il
Peggior attore a Jared Leto e la
Peggior attrice non protagonista a Adria
Arjona. Per quanto riguarda la Peggior attrice
protagonista, invece, i Razzie hanno deciso di premiare sé
stessi dopo le critiche ricevute per aver candidato l’attrice
tredicenne Ryan Kiera Armstrong, protagonista di
Firestarter.
Possono invece tirare un sospiro di
sollievo i registi Robert Zemeckis, Adrew
Dominik, Daniel Espinosa
e Judd Apatow, poiché a vincere
come Peggior regista sono
stati Machine Gun
Kelly e Mod Sun per il
film Good Mourning.
Infine, Colin Farrell, candidato nel 2004
come Peggior attore per Alexander, ha ora vinto
l’ambito Razzie RedeemerAwards, un premio istituito per riconoscere che
vincitori e nominati del passato possono proseguire la loro
carriera e dar vita ad ottime performance. Farrell, infatti, dopo
diversi recenti successi, è quest’anno arrivato ad ottenere la sua
prima candidatura come Miglior attore protagonista ai
Premi Oscar per il film Gli spiritidell’isola.
Di seguito l’elenco con tutti i
nominati e i vincitori dei Razzie 2023:
La giovane Yara
Shahidi recita sin da quando era piccola e ad oggi vanta
partecipazioni ad importanti film e serie TV. Con sempre più
popolarità dalla sua parte, è ora uno dei giovani volti di punta
della recitazione statunitense, anche per merito del suo
camaleontico talento.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Yara Shahidi.
Yara Shahidi: i suoi film e le
serie TV
1. Ha preso parte a celebri
film. Il primo film in cui l’attrice ha recitato, all’età
di 9 anni, è stato Immagina che, mentre nel 2010 ha
recitato accanto ad Angelina Jolie in
Salt. Successivamente ha preso parte ai film
Unthinkable (2010), con Samuel L.
Jackson, Butter (2011) e Alex Cross – La
memoria del killer (2012). Torna poi al cinema nel 2019,
recitato in Il sole è anche una stella,
mentre nel 2023 è in Peter Pan & Wendy, film con
Jude Law nel
ruolo di Capitan Uncino.
2. Ha recitato anche in note
serie TV. Oltre ai film per il cinema, l’attrice ha
recitato anche in alcune serie TV, come In the Motherhood
(2009), Lie to Me (2010), Scandal (2013), The
First Family (2012-2013), Bad Teacher (2014) e
The Foster (2014). Ha poi doppiato il personaggio di Darci
nella serie animata Trollhunters: I racconti di Arcadia
(2016-2018) e 3 in mezzo a noi: I racconti di Arcadia
(2018-2019). Dal 2014 al 2022 ha invece recitato nei panni di Zoey
Johnson nella serie Black-ish, che l’ha resa celebre,
mentre dal 2018 al 2023 ha ricoperto lo stesso ruolo anche in
Grown-ish.
3. È anche regista e
produttrice. Oltre a lavorare come attrice davanti la
macchina da presa, la Shahidi ha già compiuto anche il passaggio
dietro di essa, dirigendo un episodio della serie
Shatterbox e uno della serie Growing Up. Ha poi
lavorato anche come produttrice esecutiva di ben 68 episodi della
serie TV Grown-ish, dove è anche una delle
protagoniste.
Yara Shahidi è Trilli in Peter
Pan & Wendy
4. È stata scelta per
interpretare l’iconico personaggio. Per l’imminente film
Disney Peter Pan & Wendy, basato sull’omonimo classico
animato, l’attrice è stata scelta per interpretare l’iconico ruolo
della fatina Trilli. Quando ciò è stato rivelato attraverso il primo trailer, in
molti si sono naturalmente pronunciati contro la scelta
dell’attrice, in quanto Trilli è sempre stata ad oggi raffigurata
come una fata dalla pelle bianca. Non sono però mancate anche le
lodi nei confronti della Shahidi, descritta come assolutamente
idonea alla parte.
5. Si è preparata ascoltando
della musica. Per prepararsi al ruolo di Trilli ed entrare
nel mood e nella psicologia del personaggio, l’attrice ha rivelato
di aver ascoltato delle playlist contenenti canzoni che
rispecchiano l’animo e il carattere di Trilli. Con la musica in
testa, dunque, ha iniziato poi a lavorare sui movimenti “fatati” di
Trilli, trovando il giusto equilibrio per renderla credibile e
affascinante.
Yara Shahidi ha recitato con Eddie
Murphy in Immagina che
6. Ha recitato nei panni
della figlia del noto attore. Il primo film in cui la
Shahidi ha recitato, come già accennato, è stata la commedia
Immagina che, dove ha ricoperto il ruolo di Olivia
Danielson, la figlia del protagonista interpretato da Eddie Murphy.
Il film è infatti basato proprio sullo speciale rapporto tra i loro
due personaggi. Grazie alla sua interpretazione, la Shahidi è poi
stata candidata agli Young Artist Awards come Migliore giovane
attrice.
Yara Shahidi ha un fidanzato?
7. È single. Nel
gennaio del 2023 l’attrice ha rivelato di essere da poco tornata
single dopo una relazione piuttosto seria della durata di tre anni.
Non è noto con chi avesse una relazione, in quanto la Shahidi ha
sempre tenuto privato questo aspetto della propria vita. Ad ogni
modo, attualmente sta vivendo quella che definisce
“selfishseason“, ovvero una stagione da egoista,
concentrandosi primariamente su sé stessa e la propria carriera,
reinventandosi dunque lontana da ogni possibile relazione
sentimentale.
Yara Shahidi e il suo attivismo
8. È un’attivista per
importanti cause sociali. Shahidi ha fondato
Eighteen x 18, una piattaforma per incoraggiare i
coetanei a votare per la prima volta al momento delle elezioni. Le
sue altre organizzazioni includono poi Yara’s
Club, una partnership con Young Women’s Leadership
Network (YWLN) di New York, che fornisce tutoraggio online
nella speranza di porre fine alla povertà attraverso l’istruzione.
Nel 2021, Yara Shahidi ha aderito alla campagna Dior Stand
with Women. L’attivismo dell’attrice è stato notato
dall’ex first lady Michelle Obama, che le ha poi
scritto una lettera di raccomandazione all’Università di
Harvard.
Yara Shahidi è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,1
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
3000 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attivista, attrice e modella, spesso inerenti il dietro
le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Yara Shahidi: età e altezza
dell’attrice
10. Yara Shahidi è nata a
Minneapolis, in Minnesota, Stati Uniti, il 10 febbraio del
2000. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri.
Può
una donna di quasi 50 anni lasciare, da un momento all’altro, la
sua casa, il marito, la figlia pronta per l’università e il padre
per scappare e vivere in libertà una meravigliosa avventura in uno
stato straniero di cui non conosce la lingua locale? Si ed è quello
che succede alla protagonista nel film Un’isola per
cambiare il nuovo Netflix Original
diretto da Vanessa Jopp e scritto
a quattro mani da Jane Ainscough e Alex
Kendall, ambientato tra le coste e il mare blu della
Croazia.
La trama di Un’isola
per cambiare
In
Un’isola per cambiare Zeynap
(Naomi Krauss) è una madre di 49 anni che vive a
Monaco di Baviera, con origini turche, che sta affrontando un
momento complicato della sua vita: il recente lutto per la madre.
Il giorno del funerale litiga con il marito cuoco (Adnan
Maral) che ha dimentico il triste evento, preferendo il
lavoro e la compagnia di una giovane ragazza. La donna, stufa di
tutto e sull’orlo di una crisi di nervi, si mette quindi in viaggio
verso la Croazia, da sola, non avvisando neanche la figlia Fia
(Bahar Balci), per raggiungere l’abitazione che
gli ha lasciato in eredità la madre, croata d’origine. Dopo ore di
autostrada, il traghetto per raggiungere l’isola, un viaggio in
autubus e una lunga camminata, a tarda notte Zeynep arriva a
destinazione.
La mattina, dopo essere
crollata per la stanchezza sul letto, fa conoscenza di Josip
(Goran Bogdan) che vive li nel suo cottage. La
protagonista lo caccia via, reclamando la casa con la pretesa di
ristrutturarla e trasformarla in un AirB&B. Da qui in poi
Un’isola per cambiare procede su due
linee narrative: la prima vede Zeynap desiderosa di vendere la sua
nuova proprietà e Josip che tenta in tutti i modi di impedirle di
farlo; la seconda, e più importante, è incentra sulla rinascita
della donna, che finalmente ritrova se stessa e, soprattutto, la
voglia di vivere. Ovviamente non mancheranno ostacoli durante il
percorso, tra cui l’arrivo della figlia e dell’ex marito, il
cui obiettivo è quello di riportare a casa Zeynap.
Una nuova vita per
Zeynap
Un’isola per cambiare è dunque
una storia sulla scoperta della libertà di Zeynap, che lascia tutto
quello che conosceva per un qualcosa di nuovo e lo affronta tutto
da sola, ritrovando anche un legame con la madre appena defunta.
Questo film però è anche una commedia romantica, una di quelle dove
finalmente la protagonista si innamora di un uomo più giovane di
lei. La storia d’amore che nasce tra Zeynap e Josip è una di quelle
con la dinamica enemies to lovers, in cui i personaggi
all’inizio si odiano.
Alla
fine, ovviamente, finiranno per stringere un legame e lo scenario
che si scorge all’orizzonte, con un tramonto sul mare e una serata
passata al fuoco di falò aiuta a creare l’atmosfera giusta.La colonna sonora è ricca di musica
pop, come “Dog Days Are Over” di Florence and The Machine,
che si inserisce nella trama in modo ragionevole, ma anche un pezzo
cult anni Ottanta “99 Luftballons” di Nena, la canzone
preferita della protagonista, che canticchia anche quando pedala in
bici ubriaca, dopo aver flirtato per tutta la sera con un giovane
agente immobiliare del paese.
Un’isola per
cambiare, un racconto al femminile
Il film Un’isola per
cambiare è poi naturalmente un racconto che possiede
uno sguardo al femminile, sia perché la regia e la sceneggiatura
sono affidate a delle donne, sia per la storia e i personaggi che
vengono proposti. La novità di questo Netflix Original
tedesco-turco, sta proprio nella scelta di un’attrice matura nel
ruolo principale, per portare sullo schermo il messaggio che a
qualsiasi età si può cambiare. Zeynap è una donna che si trova a
metà della sua esistenza, in quel momento dove, giunta al traguardo
dei tanto spaventosi 50 anni, si ritrova con un marito che non ride
più con lei e con il rischio di essere risucchiata da un vortice di
depressione. L’unica critica che si potrebbe muovere al film è
sulla sua durata, la quale poteva essere ridotta di almeno 20
minuti.
Per spiegare e approfondire tutti i
personaggi che animano e abitano l’isola, si è infatti finiti con
l’andare un po’ troppo per le lunghe. Purtroppo, inoltre, poco
viene aggiunto alla crescita dei due protagonisti innamorati, anche
perché la chiave di tutto doveva essere che Zeynap finalmente aveva
trovato la felicità e un uomo che l’amava. Un’isola per
cambiare – in originale Faraway – è un
dunque dramma sulla riscoperta dei veri piaceri della vita con quel
romanticismo che fa sempre bene al cuore di chiunque. Se lo
svolgimento della trama non è dunque il punto di forza del film,
risultando anzi piuttosto prevedibile, è il racconto implicito che
si fa di Zeynap, interpretata dalla bravissima Naomi Krauss, e le location mozzafiato della Croazia
ad impreziosire il tutto.
Nel 1973 il film
Papillon portò al cinema le gesta di
Henri Charrière, con attori del calibro di
SteveMcQueen e Dustin
Hoffman. A distanza di più di quarant’anni, il film ha
ottenuto un remake (qui la recensione) interpretato
stavolta da Charlie
Hunnam, celebre per la serie Sons of Anarchy,
e Rami
Malek, premio Oscar per il film Bohemian
Rapsody. Questa trasposizione del 2017 è diretta da
Michael Noer, regista danese qui al suo primo
lungometraggio in lingua inglese. La vicenda è anche in questo caso
basata sull’autobiografia pubblicata nel 1969 da Charrière.
All’interno di questa si narrano le
vere vicende vissute dal criminale e scrittore, il quale venne
condannato all’ergastolo per un omicidio avvenuto nel 1930. A
diventare oggetto d’interesse per il cinema sono stati i suoi
molteplici tentativi di fuga, rimasti particolarmente celebri.
L’uomo, il cui soprannome era “Papillon” per via di una farfalla
tatuata sul petto ha poi ottenuto grande popolarità grazie al film
che gli venne dedicato nel 1973. Con il recente remake, la sua
figura ha ora modo di tornare all’attenzione del pubblico, che ha
così modo di riscoprire una delle personalità più stravaganti e
affascinanti del secolo scorso.
Dopo un’anteprima mondiale al
Toronto International Film Festival, Papillon è
infine arrivato in sala. Qui non ha però riscontrato un particolare
apprezzamento da parte del pubblico, arrivando ad incassare appena
10 milioni di dollari in tutto il mondo. A pesare, nel giudizio sul
film, è inevitabilmente il confronto con l’originale, giudicato di
gran lunga più avvincente e coinvolgente da un punto di vista
emotivo. A prescindere da ciò, il remake del 2017 è comunque un
film da riscoprire anche solo per le interpretazioni dei due validi
interpreti principali. Diverse sono le curiosità legate al titolo,
dal cast alle piattaforme streaming dove portelo vedere.
Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire questo e molto
altro.
Papillon: la trama del
film
Protagonista del film è il
venticinquenne Henri Charrière, da tutti
soprannominato Papillon. Egli cresce nel duro
contesto della Parigi degli anni Trenta, e qui ben presto si
ritrova accusato di un omicidio che non ha mai commesso.
Processato, viene infine condannato all’ergastolo, mandato a
scontare la pena nella peggiore colonia carceraria possibile,
collocata sull’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Qui si
scontra con la dura vita del carcere, che riduce in condizioni
pietose chi vi è costretto. La mancanza di igiene e i lavori
forzati finiscono infatti con il distruggere fisicamente e
mentalmente i detenuti, costretti a condizioni disumane. Papillon
non riesce a tollerare quell’ambiente, continuando a sostenere di
trovarsi lì per errore. Vedendo inascoltate le proprie richieste,
decide allora di mettere in atto una fuga.
Nel tentare ciò, stringe alleanza
con il falsario Louis Dega, il quale lo aiuterà
nei suoi piani. Scappare dall’isola è però un impressa quasi
impossibile e la fuga andrà studiata nel minimo dettaglio. Prima di
poter riacquistare la libertà, però, Papillon dovrà veder sfumare
più volte le proprie speranze, ma sarà proprio il desiderio di
libertà a dargli la forza per non cedere. Il profondo legame
d’amicizia che intanto cresce tra lui e Dega si rivelerà
fondamentale, poiché avere un amico all’interno di un carcere può
rivelarsi una risorsa più preziosa di quello che sembra. Dopo molto
tempo, e numerosi tentativi di fuga falliti, i due riusciranno
infine a trovare un buon piano per fuggire da lì. Portarlo a
compimento, però, sarà la sfida più grande della loro vita.
Papillon: il cast del
film
Il film del 1973 è celebre per le
interpretazioni dei due grandi attori principali. Per il nuovo
film, dunque, i produttori cercarono due attori che potessero
essere in grado di risultare altrettanto convincenti. Per il ruolo
di Charrière, che fu di Steve McQueen, si pensò
dunque all’attore Charlie Hunnam. Questi però,
quando gli fu proposta la parte, rifiutò non convinto del progetto
e intimorito dal paragone con l’originale. Al suo posto venne
scelto allora un altro attore. Hunnam, però, cominciava a pentirsi
della sua scelta, e quando seppe che la parte era tornata vacante
fece di tutto pur di ottenerla. Per poter interpretare Papillon,
però, all’attore venne chiesto di perdere diversi chili di peso.
Egli si sottopose così ad una dieta particolarmente stressante, che
lo portò anche al digiuno per circa dieci giorni. Ciò gli permise
di perdere il peso necessario in un lasso di tempo particolarmente
breve.
L’attore ha poi descritto il ruolo
come uno dei più complessi della sua intera carriera. Accanto a lui
si ritrova poi Rami Malek, nel ruolo del falsario
Louis Dega. Questo personaggio era stato interpretato da
Dustin Hoffman nel film del 1973. Per non
rischiare di essere influenzato da tale versione, Malek raccontò di
aver ricercato una nuova chiave interpretativa del personaggio, che
gli permettesse di dar vita alla propria versione di Dega. Nel film
si ritrovano poi diversi attori di origine europea come
Luka Peroš, noto per il ruolo di Marsiglia in
La casa di carta, e qui impegnato nella parte di Santini.
L’olandese Yorick van Wageningen è invece Barrot,
mentre il danese Roland Møller ha dato vita a
Celier.
Papillon: la vera storia
dietro al film
Nato nel 1906, Charrière è una
figura particolarmente affascinante, sia per la sua turbolenta vita
sia per le grandi gesta compiute durante questa. Dopo aver prestato
servizio nella marina francese, questi si trasferì a Parigi, dove
operò prevalentemente come ladro. Proprio nella capitale, il 26
marzo del 1930, egli si ritrovò coinvolto nell’evento che gli
avrebbe cambiato la vita. Quel giorno, un macellaio di nome Roland
Legrand, venne colpito allo stomaco da un colpo di pistola. Prima
di morire in ospedale, egli riuscì a pronunciare il nome Papillon.
Ciò fece ricadere la colpa dell’omicidio su Charrière, il quale
venne arrestato e condannato ai lavori forzati a vita. Egli non
accetta però tale verdetto, e negli anni metterà a segno una serie
di fughe, risoltesi però sempre con un nulla di fatto.
Trasferito sull’Isola del Diavolo,
isola carceraria nota per i brutali trattamenti riservati ai
detenuti, riesce infine ad evadere una volta per tutte. Per essere
sicuro di non venire arrestato nuovamente, si trasferisce in
Venezuela, dalla quale non può essere estradato. Qui intraprese una
propria attività, aprendo un ristorante di buon successo. Il
terremoto del 1967 però distrusse il locale, e tale evento spinse
Charrière a scrivere la propria autobiografia, narrante le proprie
evasioni. Quanto viene in essa raccontato è stato più volte oggetto
di dibattiti circa la sua veridicità. L’autore ha però sempre
insistito nel dire che ciò che narra è vero per la maggior parte.
Alla fine, con il passare del tempo, le gesta di Papillon, vere o
non vere che sia, sono diventate talmente celebri da essere entrate
a far parte dell’immaginario comune.
Papillon: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Papillon è
infatti presente su Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. In base alla
piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo
sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio
della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione
per venerdì 10 marzo alle
ore 21:20 sul canale Rai
4.
Luther: verso
l’inferno è la
versione cinematografica della fortunata
serie dal semplice titolo di Luther
prodotta dalla BBC, andata in onda dal 2010 al 2019, e che in
Italia è stata prima distribuita su Fox Crime e poi su
Netflix.
Il lungometraggio uscirà a sua
volta su Netflix dal 10 marzo ed è diretto Jamie
Payne, che aveva già curato la regia della quinta e ultima
stagione. Mentre la sceneggiatura è di Neil Cross, ideatore dello
stesso personaggio dell’ispettore capo detective che dà il nome
alla storia, incarnato dall’attore Idris Elba. Nel corso della trasmissione delle
cinque fortunate stagioni, l’interesse del pubblico nei confronti
delle stesse è cresciuto esponenzialmente e, durante questi anni,
le candidature e le vittorie ai più disparati premi si sono
sprecate. Dal 2012
Idris Elba ha vinto un Golden Globe, il Screen Actors
Guild Award e il Critics’ Choice Television Award, e per Neil Cross
nel 2011 c’era stato l’Edgar Award come miglior sceneggiatura per
il primo episodio della prima stagione.
Era dunque naturale che le lugubri
indagini dell’ispettore capo conducessero all’idea di farne un
film. Ed è così che lo scrittore ha iniziato a rilasciare
dichiarazioni ufficiali di qualche accenno sulla trama finché, dal
sodalizio con il regista Jamie Payne, già dal 2019 sono nate le
prime conferme definitive sul progetto, anche e soprattutto da
parte del suo protagonista (e produttore insieme a Cross)
Idris Elba.
La specifica della direzione
Verso l’nferno indicata dal titolo (che in inglese è
The Fallen Sun) è in senso chiaramente metaforico, ma che
abbraccia sia la psiche che le azioni, e non solo del criminale che
il detective dovrà catturare stavolta.
La discesa agli inferi di Idris Elba ne Luther:
verso l’inferno
Tra le peculiarità di Luther,
spicca sicuramente un intuito raro, che coglie la reale essenza
degli indagati anche soltanto a guardarli attentamente negli occhi.
E, in tal senso, lo sguardo magnetico e sempre semichiuso di Elba è
sfruttato alla grande. Ma il rovescio della medaglia del suo innato
fiuto verso i veri cattivi, è un altrettanto rischiosa attrazione
che loro esercitano su di lui attraverso quel lato oscuro. Luther è
il capo dell’unità anticrimine della polizia londinese che si
occupa, per l’appunto, di omicidi gravi e seriali, e i suoi metodi
sono tutto fuorché fedelmente aderenti ai protocolli di
comportamento. Ma il problema non sarebbe certo quello, se non
fosse che ad essere a briglia sciolta non sia solamente l’istinto
indagatore di Luther, ma anche quello distruttivo.
Neil Cross racconta che per la
creazione del personaggio si è ispirato – neanche a dirlo – a
Sherlock Holmes e a Colombo di Richard Levinson e
William Link. L’uno per l’acume nel cogliere dettagli di cui
nessuno mai si accorge, l’altro per la sua tipica struttura
narrativa conosciuta anche come “howcatchem”, nella quale
l’assassino si vede subito e lo scopo della successione dei fatti è
la scoperta di come verrà catturato.
La discesa agli inferi (o la caduta
del sole, per dirla nella versione inglese del titolo) è quindi la
strada che il detective dovrà intraprendere fino alle fondamenta di
sé, le sue paure, le ombre, attraversando tutto quello che aveva
lasciato incompiuto o che aveva sfiorato con superficialità. E di
nuovo lo compirà seguendo le orme di un altro feroce e inumano
assassino (Andy
Serkis).
Il film lascia col fiato sospeso e,
anche quando lo si riprende, viene comunque seccato dalla brutalità
dalle scene descritte da Neil Cross. Luther: verso
l’inferno dà tutto quello che ci si aspetta, ed è
sicuramente grazie alle performance di
Idris Elba e, in particolar modo, di Andy Serkis se acquisisce del carattere in
più, se, cioè, la violenza viene spiegata dall’ampiezza delle
sfumature dei disturbi psichiatrici raccontati. È ben impostata la
costruzione estetica delle immagini, così come la velocità e il
ritmo della storia. Sarebbe solo stata più importante la cura della
motivazione di alcune scene d’azione che, se fossero state sbrigate
con minor frettolosità, avrebbero dato più corpo alla personalità
del film. Luther: verso l’inferno subisce un po’ il
retaggio della puntata da cinquanta minuti, ma dà comunque quella
giusta dose di angosciante intrattenimento, senza aggiungere nulla
di particolare alla serie che lo ha preceduto.
L’attrice Kylie
Bunbury potrà essere sconosciuta ai più, ma da anni ormai
ricopre ruoli di rilievo in serie di genere come il thriller
Under the Dome o il poliziesco BigSky.
Dotata di fascino, carisma e buone capacità attoriali, è dunque
un’attrice tutta da scoprire.
Ecco 10 cose che non sai di Kylie Bunbury.
Kylie Bunbury: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in note serie
TV. La prima esperienza come attrice di una serie TV la
Bunbury la ha grazie ad un episodio della soap opera Il tempo
della nostra vita (2010). In seguito recita anche nelle serie
Twisted (2013-2014), Tut – Il destino di un
faraone (2015) e Under the Dome (2015), con
Britt Robertson e
Dean Norris. Successivamente ha recitato anche in
Pitch (2016), in When They See
Us (2019) e in un episodio diThe Twilight Zone
(2020). Nello stesso 2020 recita in Brave New World, con
Alden
Ehrenreich, ed assume il ruolo di Cassie Dewell, una
delle protagoniste di Big Sky, dove recita accanto a
Katheryn
Winnick.
2. Ha preso parte anche ad
alcuni film. Oltre ad essere apparsa in diverse serie TV,
per le quali è principalmente nota, l’attrice ha avuto modo di
recitare in alcune occasioni anche in lungometraggi per il cinema.
Il primo di questi risale al 2011 e si tratta della commedia
Prom – Ballo di fine anno. Nello stesso anno recita poi in
un’altra commedia, Lo spaventapassere, con Jonah Hill e
Sam Rockwell. È
poi tornata a recitare per il cinema nel 2018 con Game Night – Indovina chi muore
stasera?, con Jason Bateman e
Rachel McAdams.
In seguito ha recitato anche in Eas Wheaties! (2020) e
Warning (2021).
Kylie Bunbury in Under the Dome
3. Ha avuto un ruolo nella
terza stagione. Nel 2015 l’attrice ha interpretato Eva
Sinclair, uno dei personaggi principali della terza stagione della
serie thriller Under the Dome, basata sull’omonimo libro
di Stephen King. L’attrice, però, interpreta non
solo questo personaggio, ma anche Dawn, la figlia di Eva e Dale, e
nuova regina del Kinship. Si tratta di uno dei primi ruoli di
rilievo avuti dall’attrice e che le hanno permesso di ottenere una
buona notorietà.
Kylie Bunbury in When They See Us
4. Ha avuto un ruolo nella
nota serie. Nel 2019 l’attrice recita nella serie Netflix
When They See Us, basata sul caso della jogger di Central
Park, che nel 1989 fu aggredita durante l’allenamento all’interno
del noto parco di New York. In seguito all’accaduto, cinque
giovani, di cui quattro neri e uno ispanico, furono condannati per
il reato, anche se mancavano le prove della loro colpevolezza.
Nella serie la Bunbury interpreta Angie Richardson, sorella
maggiore di uno degli accusati, Kevin Richardson.
Kylie Bunbury in Big Sky
5. È una delle protagoniste
della serie. In Big Sky, serie di genere
poliziesco disponibile su Disney+, l’attrice interpreta la
detective Cassie Dewell che insieme all’ex poliziotta Jenny Hoyt
deve cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista in
un’autostrada del Montana. Ha così inizio un’indagine
particolarmente complessa, che porterà le due a scoprire retroscena
più spaventosi di quello che pensavano. La serie è ad oggi composta
da 3 stagioni per un totale di 47 episodi e la Bunbury compare in
ognuno di questi.
6. Era incinta durante la
seconda stagione. Mentre partecipava alle riprese della
seconda stagione di Big Sky, l’attrice era incinta del suo
primo figlio. Proprio per via di ciò, si è reso necessario
ripensare molte delle sue scene in modo tale da utilizzare
inquadrature che nascondessero la sua gravidanza. Tuttavia,
facendoci attenzione, il più delle volte questa risulta comunque
evidente.
Kylie Bunbury chi è suo marito?
7. È sposata e ha un
figlio. L’attrice è molto riservata riguardo la propria
vita privata e non è solita condividere troppi dettagli a riguardo.
Sappiamo però che si è fidanzata con Jon-Ryan Alan
Riggins l’8 aprile 2018, in quanto tale annuncio è stato
dato tramite il profilo Instagram dell’attrice. I due si sono poi
sposati il 1° gennaio 2020 e nel giugno dello stesso anno la
Bunbury annuncia la sua prima gravidanza. Il 6 dicembre 2021 è poi
nato il loro figlio, di cui l’attrice ha condiviso alcune foto su
Instagram.
Kylie Bunbury è su Instagram e Twitter
8. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 209
mila persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre 400
post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da
attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti
o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità,
momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni
ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le
sue novità.
9. Ha un account anche su
Twitter. Oltre ad Instagram, l’attrice utilizza molto il
social network Twitter, dove vanta un totale di circa 57 mila
follower. Anche qui, l’attrice è solita condividere con i propri
fan maggiori informazioni sui progetti a cui ha preso parte,
proponendo anche curiosità e dettagli, come ad esempio sta facendo
riguardo al suo ruolo nella serie Big Sky. Anche in questo
caso, dunque, sarà possibile, seguendola, rimanere informati su
tutte le sue novità.
Kylie Bunbury: età e altezza dell’attrice
10. Kylie Bunbury è nata a
Hamilton, Ontario, in Canada, il 30 gennaio del 1989.
L’attrice è alta complessivamente 1,73 metri.
In sala dal 15
febbraio, il film Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (sintetizzabile come Ant-Man 3) ha
non solo introdotto una nuova variante di Kang il
Conquistatore, ma ha anche presentato MODOK, uno dei
più noti e iconici villain della Marvel. Dopo aver potuto osservare
come tale personaggio è stato raffigurato all’interno del film, dei
nuovi concept art a lui dedicati svelano ora come egli avesse
inizialmente un aspetto ben diverso. Il concept artist
Aleksi Briclot ha condiviso tramite il proprio
profilo Instagram il look iniziale di MODOK, il quale risulta non
solo molto più minaccioso ma anche maggiormente dotato di
pericolose armi tecnologiche.
Il MODOK di questi concept art si
differenzia dall’estetica del personaggio nel film finito in
diversi modi, in particolare racchiudendo la testa
sovradimensionata del cattivo in una cupola inquietante e
semitrasparente. Nella didascalia dell’immagine di accompagnamento,
Briclot ha dichiarato di aver cercato di rimanere fedele a come
MODOK è ritratto nei fumetti di Ant-Man and the Wasp,
spinge però il personaggio anche oltre le sue possibilità
attreverso nuove caratteristiche. Briclot ha anche notato che parte
della sfida durante la concettualizzazione del MODOK dell’MCU stava
nel trovare modi per oscurare la sua connessione con l’antagonista
originale di Ant-Man Darren Cross.
Questo design inutilizzato di MODOK
viene svelato mentre i fan dell’MCU continuano a discutere sui
pregi e i difetti della rappresentazione del personaggio nel film.
Una parte della fanbase del franchise sostiene che Ant-Man
3 avrebbe dovuto trattare MODOK più seriamente e si augura che
i Marvel Studios ripenseranno il proprio approccio al personaggio
nei progetti futuri. Tuttavia, è improbabile che ciò accada,
secondo lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp:
QuantumaniaJeff Loveness. “Finché sarò
vivo, quei quattro fan non otterranno quell’adattamento serioso che
vogliono. MODOK sarà sempre una gran testa stupida. Tutto
qui”. Per quanti avrebbero desiderato vedere una versione del
personaggio più cupa, ecco di seguito il post con i concept art
originali.
Sebbene il Marvel Cinematic Universe abbia avuto alcuni
film di molto successo, è importante notare anche i film che
viceversa sono stati un fiasco, non solo al botteghino ma anche in
termini di ascolti tv. Non sono molti i prodotti del MCU che hanno fallito ma è bene
evidenziare che comunque sono prodotti che hanno avuto un impatto
significativo sul franchise nel suo complesso.
Inoltre, il MCU ha
continuato a espandersi ed evolversi nel corso degli anni, e ogni
nuova uscita ha portato con sé sfide e successi unici. In alcuni
casi, la scarsa performance di questi film potrebbe essere
attribuita alla concorrenza di altri film, alla data di uscita o ad
altri fattori come l’accoglienza della critica. Questi i 5
prodotti
Marvel che sono stati un fiasco.
1Doctor Strange (2016)
Allo stesso modo, Doctor Strange è stato un altro film Marvel che ha avuto un rendimento inferiore
rispetto agli altri film del MCU. Nonostante le recensioni
positive, il film ha incassato solo circa 677 milioni di dollari in
tutto il mondo, un risultato inferiore a quello di altri film
usciti nello stesso periodo come “Batman
v Superman: Dawn of Justice” e “Rogue
One: A Star Wars Story“.
Nel caso di Doctor Strange, nonostante il film non sia
andato come previsto, il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch ha contribuito al
successo complessivo del Marvel Cinematic Universe, che è diventato uno
dei franchise di maggior successo e profitto nella storia del
cinema.