Insieme a Tom Cruise e Hayley Atwell, tornano le star dei precedenti
filmdi
Mission: ImpossibleRebecca Ferguson (Doctor
Sleep), Simon Pegg (Ready
Player One), Ving Rhames
(Pulp
Fiction), Vanessa
Kirby (Hobbs &
Shaw) e Henry Czerny
(Ready or Not), al fianco dei arrivati
Shea Whigham (Joker ), Pom Klementieff
( Guardiani della Galassia 2, Avengers: Infinity
War) ed Esai Morales ( La
Bamba , Titans) che sostituiranno
Nicholas Hoult (Mad Max: Fury
Road) per il ruolo del cattivo.
Dopo il grande successo di
critica e commerciale degli ultimi due film, lo
sceneggiatore/regista Christopher McQuarrie ha
siglato un accordo con lo studio per tornare a scrivere e dirigere
i prossimi due episodi.
Nei prossimi due capitoli della
saga di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham(Kong: Skull Island),Hayley
Atwell(Captain America: Il primo
vendicatore),Pom
Klementieff(Guardiani della
Galassia) e Esai Morales(Ozark).Christopher McQuarrie scriverà e
dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane
rispettivamente il 14 luglio 2023 e il 28 giugno 2024.
Secondo Deadline, i candidati
all’Oscar Florence Pugh e Andrew Garfield sono attualmente in trattative
per i ruoli principali nell’imminente dramma di StudioCanal
intitolato We Live In
Time. Le notizie sul casting arrivano dopo
che Florence Pugh e Andrew Garfield hanno recentemente presentato
insieme il premio per la migliore sceneggiatura agli Academy Awards
2023.
We Live In
Time sarà diretto da John
Crowley (Brooklyn) e si baserà su una sceneggiatura
scritta da Nick Payne. Ulteriori dettagli sulla trama e sui
personaggi sono ancora tenuti nascosti. Tuttavia, il sito ha
descritto il progetto come “una storia d’amore divertente,
profondamente commovente e coinvolgente“. La produzione
dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno.Il film
sarà prodotto da Sunny March, con i dirigenti di StudioCanal Ron
Halpern e Joe Naftalin scelti per supervisionare il progetto per
conto della società.
Florence Pugh ha ottenuto il riconoscimento
per i suoi ruoli da protagonista inMidsommar di
Ari Aster e Piccole
donnedi Greta
Gerwig. Per la sua interpretazione di Amy March in
quest’ultimo film, ha ottenuto la sua prima nomination all’Oscar
come migliore attrice non protagonista. Nel 2021, è entrata a far
parte del Marvel Cinematic Universe,
dove è apparsa come Yelena Belova nel filmBlack Widow e nella
serie Hawkeye. La
vedremo presto in una serie di film di alto profilo tra
cui Oppenheimer, Dune:
Parte 2 e Thunderbolts.
Garfield è meglio conosciuto per le sue
interpretazioni in acclamati drammi
come The Social
Network, Never Let
Me Go, Hacksaw
Ridge, Under
the Silver
Lake e The
Eyes of Tammy Faye. Per la sua
interpretazione principale nel ruolo del
creatore di
Rent Jonathan Larson
in Tick,
Tick…BOOM! , ha ricevuto la sua
seconda nomination all’Oscar come miglior attore. Alla fine
del 2021, ha avuto la possibilità di riprendere il ruolo preferito
dai fan di Peter Parker/Spider-Man dai suoi film di
Amazing Spider-Man nel
blockbuster di SonySpider-Man:
No Way Home .
Secondo quanto apprendiamo
daDeadline, il vincitore
del Golden Globe Oscar Isaac è nella fase finale delle
trattative per interpretare il ruolo principale nell’adattamento
della serie di Amazon Studios diHelltown, basato sul romanzo
thriller di Casey Sherman Helltown: The
Untold Story of a Serial Killer on Cape
Cod. Il progetto proviene da Robert Downey Jr. e Susan
Downey, che sono i produttori esecutivi attraverso il loro
società Team Downey.
Questo segnerebbe il primo
grande progetto televisivo di Oscar Isaacdopo aver
guidato la serie live-actionMoon
Knightdi Disney+. Il suo prossimo
progetto di alto profilo è Spider-Man:
Across the Spider-Verse, dove riprenderà
il ruolo di voce di Miguel O’Hara/ Spider-Man 2099.
L’adattamento di 8 episodi sarà
diretto e prodotto esecutivamente dal regista svizzero Ed
Berger, che ha recentemente vinto un Oscar come miglior
film internazionale per il suo lavoro nel dramma di guerra di
NetflixNiente
di nuovo sul fronte occidentale. Se l’accordo di
Oscar Isaac andasse a
buon fine, interpreterebbe il ruolo dello scrittore Kurt Vonnegut,
durante il periodo in cui era un romanziere in difficoltà e un
venditore di automobili. Descritto come una narrativa di vero
crimine coinvolgente, risoluta e scioccante, il romanzo è
incentrato sull’indagine di Vonnegut su un misterioso serial
killer, così come sulla sua ossessione di catturarlo.
Helltown sarà scritto da
Mohamad El Masri, che è stato anche scelto come
produttore esecutivo insieme ad Amanda Burrell per Team
Downey. Sherman e Gena Konstantinakos sono anche produttori
esecutivi.
“Prima di Charles Manson,
c’era Tony Costa, il serial killer di Cape Cod. 1969: La scena
hippie è vibrante a Provincetown, nel
Massachusetts. Adolescenti dai capelli lunghi vagano per le
strade, strimpellando chitarre e predicando pace e amore… e Tony
Costa è al centro di tutto. Per un certo gruppo di giovani
donne innamorate, è noto come Sire, il leader del loro movimento
controcultura, l’uomo affascinante che parla in modo eloquente e
distribuisce droghe allucinogene come caramelle. Ma sotto la
sua persona benigna si nasconde una rabbia contorta e
incontrollabile che minaccia di scatenarsi in qualsiasi
momento. Tony Costa è l’uomo più pericoloso di Cape Cod e
nessuno che incroci il suo cammino è al sicuro“, si legge
nella sinossi del libro.
“Quando le giovani donne
cominciano a scomparire, il carisma naturale e il bell’aspetto di
Costa inizialmente lo proteggono dai sospetti. Ma quando i
corpi vengono scoperti, la polizia si avvicina a lui come
principale sospettato. Nel frattempo, gli scrittori locali
Kurt Vonnegut e Norman Mailer sono bloccati in una corsa disperata
per assicurarsi la loro eredità come grandi icone letterarie, ed
entrambi hanno messo gli occhi su Tony Costa e la cultura hippie
intrisa di droga che rappresenta la loro prossima promettente
storia. I due scrittori si lanciano in indagini indipendenti che
alimentano la competizione tra due dei più grandi scrittori
americani”.
Il decimo e ultimo film di
Quentin Tarantino è stato rivelato e si intitola
The
Movie Critic. Nel corso della sua carriera, l’autore
ha scritto e diretto nove lungometraggi: Le iene, Pulp
Fiction, Jackie Brown, Kill Bill, A prova di morte, Bastardi senza
gloria, Django
Unchained, The Hateful
Eight e, più recentemente,
C’era una volta a Hollywood. Nel 2020, Tarantino ha
annunciato i piani per il suo prossimo film, il decimo e ultimo
come regista.
Secondo The Hollywood
Reporter, Tarantino ha finito di scrivere la sceneggiatura
originale che porta il titolo di The
Movie Critic e si sta attualmente preparando a
dirigere il film questo autunno. Le fonti descrivono la storia come
“ambientata alla fine degli anni ’70 a Los Angeles con una
protagonista femminile al centro”.The
Movie Critic non ha ancora il sostegno di uno
studio, anche se il progetto potrebbe essere presto acquisito da
Sony, che avendo già distribuito
C’era una volta a Hollywood, sembrerebbe avere una
corsia preferenziale.
Ambientando The
Movie Critic durante la fine degli anni ’70 a Los
Angeles, Quentin Tarantino tornerà a un periodo
che aveva già raccontato in
C’era una volta a Hollywood che si collocava alla fine
degli anni ’60. Mentre i dettagli precisi della trama vengono
tenuti nascosti, è possibile che il personaggio protagonista che dà
titolo al film possa essere basato sulla defunta grande Pauline
Kael, una critica cinematografica incredibilmente influente e
combattiva verso la quale Tarantino ha spesso espresso profonda
ammirazione.
La Paramount Picturesha rilasciato un’altra
clip dal prossimo film live-action Dungeons
& Dragons – L’onore dei ladri per il prossimo
adattamento cinematografico live-action del popolare franchise di
giochi da tavolo di Hasbro. L’arrivo nelle sale è previsto per
il 31 marzo 2023.
Un affascinante ladro e un gruppo di improbabili avventurieri
realizzano il colpo del secolo recuperando una reliquia perduta. Ma
le cose si mettono male quando il gruppo si imbatte nelle persone
sbagliate. Dungeons
& Dragons – L’onore dei ladri porta sul grande
schermo lo straordinario mondo e lo spirito del leggendario gioco
di ruolo in un’avventura divertente e ricca di azione.
Guarda la clip di Dungeons
& Dragons: Honor Among Thieves qui
sotto:
Il film live-action di
Dungeons
& Dragons – L’onore dei ladri è scritto e diretto
dal duo di Game
Night Jonathan Goldstein e John Francis
Daley. Il film è interpretato da
Chris Pine (Wonder Woman 1984),
Michelle Rodriguez ( F9 ),
Justice Smith (Detective Pikachu),
Hugh Grant(Quattro matrimoni e un funerale),
Sophia Lillis (Itfilm), Chloe
Coleman (My Spy) e Bridgerton Regé-Jean
Page. Il film di Dungeons &
Dragons è coprodotto e cofinanziato da Hasbro,
eOne e Paramount Pictures. eOne gestisce la distribuzione nel
Regno Unito e in Canada, mentre Paramount distribuisce
ovunque. Sarà anche prodotto da Brian Goldner e Jeremy Latcham
di Hasbro come parte del suo accordo con eOne, il braccio di
intrattenimento di Hasbro.
Il Marvel Cinematic Universe è pieno di
supereroi incredibilmente forti. L’adattamento degli eroi dei
fumetti in live-action è popolare nel cinema e in TV da decenni, ma
i Marvel Studios ci sono riusciti probabilmente
meglio di chiunque altro, avendo realizzato oltre 30 film, otto
serie TV su Disney+ e un intero universo di personaggi
eroici in continua espansione. Dall’inizio del MCU con Iron Man del 2008, sono stati introdotti nel
mondo una moltitudine di eroi, alcuni dei quali sono in grado di
sconfiggere qualsiasi cattivo o di distruggere l’intero
multiverso.
Dopo quattro fasi di avventure del
MCU, i Marvel Studios sono costantemente alla ricerca
di modi per innovare e portare nel mainstream nuovi eroi
provenienti dagli oltre 80 anni di storia dei fumetti Marvel. Mentre alcuni dei supereroi del
MCU sono personaggi simili a divinità che
possiedono doni straordinari, molti sono semplici mortali, anche se
questi eroi possono facilmente tenere testa ad alcuni dei più
potenti cattivi del MCU, come Thanos e Kang il Conquistatore. Sebbene i Marvel Studios aggiungano sempre nuovi eroi,
ci sono già state molte aggiunte forti al MCU che
potrebbero mettere i brividi alle più grandi minacce del
multiverso.
1Wanda Maximoff – Scarlet
Witch
Ci
sono sicuramente personaggi impressionanti e potenti nell’epico
universo condiviso dei Marvel Studios, ma la Strega
Scarlatta è di gran lunga la più forte e terrificante
supereroina trasformata in cattiva di tutte. Wanda Maximoff ha
avuto uno dei viaggi più tumultuosi del MCU, che
l’ha portata da volontaria dell’HYDRA,
a Vendicatrice, a fuggitiva, a moglie e madre, e infine a cattiva
in Doctor Strange nel Multiverso della follia.
Ciò che più spaventa di Scarlet Witch, tuttavia, è che nessuno
capisce veramente quanto sia potente, nemmeno lei stessa, il che la
rende imprevedibile.
La
capacità di Wanda di manipolare la probabilità e di
lanciare incantesimi la rende un avversario formidabile per
qualsiasi cattivo o eroe che sia. È l’essere Nexus dell’Universo
616, il che significa che ha la capacità di cambiare il futuro e
alterare il flusso temporale e, da quando è entrata in possesso
della Darkhold in WandaVision, è stata in grado di camminare nei
sogni in un’altra realtà e di massacrare la squadra degli
Illuminati su Terra-838 alla ricerca di America Chavez. Nonostante la sua morte
apparente nel crollo del Monte Wundagore, si
prevede che Scarlet Witch tornerà nel Marvel Cinematic Universe, potenzialmente con
una maggiore comprensione del suo incomparabile potere.
Nel
marzo 2020 la città, dentro le sue mura, è un corpo
malato. È un insieme di cellule, di tessuti, di organi che non
riescono più a comunicare. Le strade si sono svuotate, gli scambi
azzerati, gli incontri proibiti. Disconnesso dagli altri ogni corpo
è solo all’interno delle sue mura. Le Mura di
Bergamo è un docu-film che crea connessioni tra memoria e
futuro, per accompagnare questa collettività, lungo le prime fasi
della paziente opera di ricomposizione di quel tessuto intimo,
familiare e sociale, che la pandemia ha lacerato.
Il protagonista de Le mura
di Bergamo è la città, un corpo sociale che, come ogni
organismo vivente, è costituito innanzitutto dalle infinite
connessioni tra le sue parti. Le parole, gli sguardi, i gesti, i
silenzi che questa narrazione testimonia sono un tentativo di
rendere conto di qualcuna di queste connessioni, con la speranza
che, rendendole visibili, il racconto cinematografico possa
contribuire a consolidarle. Dopo tre anni dall’inizio della
pandemia che ha sconvolto il mondo, Stefano Savona arriva al cinema
con il suo documentario che di focalizza sulla città italiana dove
tutto è iniziato. Una città che si è riunita nell’abbraccio delle
sue mura.
Le mura di Bergamo, la
recensione
Il corpo della città è un organismo
devastato che prova a reagire. Medici, infermieri, pazienti,
volontari, e anche chi non ha vissuto direttamente il dolore della
malattia cerca un proprio ruolo nel processo di guarigione
collettiva. Raccogliere e raccontarsi le storie di chi non c’è più
diventa una maniera per rielaborare il lutto privato e collettivo e
per ragionare sul bisogno di una nuova ritualità della morte.
Le mura di Bergamo diventa un supporto emotivo. Il
documentario di Stefano Savona, soprattutto all’inizio è
volutamente disturbante con le inquadrature reali di quello che
succedeva dentro l’ospedale di Bergamo, dentro le incubatrici e
reparti di terapia intensiva.
Forse troppo presto per raccontare
questo tipo di realtà, come dicono gli stessi protagonisti del
documentario, ma chi siamo noi per non raccontarla? Nessuno vuole
rinnegare il passato e voltare le spalle, tutti cercano risposte e
le cercano tra le persone che hanno accanto. Anche lo spettatore è
come ipnotizzato da questo racconto dove le immagini in ospedale,
crude e terribili, si intervallano video in bianco e nero di realtà
ormai passate, di abbracci mancati e di gioventù perduta. La
catastrofe umanitaria, come si è definita, non
riguarda solo i morti di pandemia ma queste famiglie, per chi ha
lavorato nel settore ospedaliero e per chi è stato lasciato senza
un supporto.
I sopravvissuti al Covid-19 si tengono compagnia, cercano di
mandare avanti le loro vite con dignità. Si raccontano le atrocità
che hanno visto e vissuto sulla propria pelle, dei compagni di
stanza che lottavano come loro ma che non ce l’ hanno fatta. Di
mariti, padri, mogli, figli che la malattia ha portato via. Restare
in vita per loro è come una condanna perché gli ricorda cosa hanno
perso e cosa hanno subito. I sopravvissuti lottano, ma sono allo
stesso tempo dispiaciuti di avercela fatta a discapito di membri
della loro famiglia. La realtà de Le mura di
Bergamo è una realtà che abbraccia tutti, come le mura
abbracciano la città, le stesse mura si trasformano in braccia di
volontari che aiutano come possono, con ogni mezzo a loro
disposizione.
Raccontare è già una terapia
La commozione dei sopravvissuti
quando gli viene concesso di tornare a casa perché sono guariti sa
già di un tempo diverso. Le giornate si fanno più lunghe e l’estate
arriva presto ma tra Le mura di Bergamo c’è ancora
una battaglia da vincere. Quella commozione che porta i
sopravvissuti a casa è una commozione verso il passato, verso una
casa che non sarà mai più la stessa che rimane come un guscio vuoto
ad aspettare in eterno una famiglia che non farà mai ritorno. I
sopravvissuti rimangono spogliati della loro vita passata, ci si
aggrappano, lottano per cercare di costruire i pilastri di un’altra
vita, di una seconda possibilità.
Il gruppo di
ascolto che si viene a creare grazie a questi volontari
aiuta le persone sopravvissute a cercare di mettere insieme di
questa vita. Ci si domanda se le persone siano pronte ad ascoltare
le testimonianze dolorose di quei giorni, che ormai sembrano
passato, ma che sono incise nelle loro menti. Si sente le esigenze
di trattare i morti come tali, non come numeri o come una spunta da
mettere su una lista infinita di nomi che la pandemia ha portato
via. Bisogna dare alle persone il tempo del lutto, ma quanto tempo
occorre? Nessuno sa la risposta perché nessuno ha avuto mai a che
fare con una sofferenza così grande.
Un abbraccio di una città intera
Le mura di Bergamo
diventano anche una metafora di unione, dove si riuniscono queste
persone per cercare di essere d’aiuto alle famiglie dei defunti,
per dare loro dignità. I volontari infatti non vogliono in alcun
modo rivivere la morte ma attraverso di essa elaborare la vita che
hanno davanti. Così un anno passa, vediamo immagini del
documentario adattarsi con quanto visto in tv come il discorso del
Presidente della Repubblica. Ma anche adesso, mentre noi parliamo,
il documentario ha già compiuto tre anni dalla sua realizzazione e
forse adesso era giunto il momento che vedesse la luce.
Le mura di Bergamo
nato come un instant documentary, ha avuto fin da subito
un approccio camaleontico alla narrazione della realtà. Se in un
primo momento si è occupato della condizione dei pazienti
all’interno dell’ospedale, si è poi spostato al di fuori di queste
mura. Nella città di Bergamo, dentro quelle mura, i gruppi solidali
per supporto emotivo, fisico e sociale si sono riuniti
spontaneamente. Chiunque in quel periodo ha dato prova della
profonda umanità che l’essere umano è in grado di trasmettere.
Everything Everywhere All At Once, che ha
trionfato agli Oscar 2023 aggiudicandosi ben sette statuette,
sembra a prima vista un film d’azione incentrato sulla missione di
salvare il multiverso, ma lo spettacolo visivo elaborato dai
The Daniels contiene molteplici strati tematici
che rendono il vero significato di questo “film dei record”
incredibilmente profondo. La trama racconta la storia di
Evelyn Wang (Michelle
Yeoh), un’immigrata cinese di mezza età trapiantata
negli Stati Uniti, dove gestisce una lavanderia a gettoni insieme
al marito Waymond (Ke
Huy Quan). Non solo l’attività di
Evelyn è in crisi e si deve interfacciare con
un’ultimatum del fisco, ma anche il suo matrimonio e la vita
famigliare non sembrano andare per il meglio:
Evelyn non riesce a relazionarsi con la figlia
Joy (Stephanie Hsu) e ad
accettare pienamente la sua personalità.
Everything Everywhere All At Once è diretto
dal duo di Swiss Army ManDaniel Kwan e
Daniel Scheinert (conosciuti come i
Daniels). Nel film, il duo registico ha
intrecciato fantasia, commedia, dramma familiare e fantascienza,
con una trama sempre più assurda, affascinante ed esilarante che
ruota attorno alla super villain Jobu Tupaki. Il
film utilizza anche l’espediente della lotta su più fronti di
Evelyn per elaborare una riflessione molto
profonda, che analizziamo in questo articolo.
1La parola ai registi di Everything
Everywhere All At Once
Anche i registi di Everything Everywhere All At Once,
Daniel Kwan e Daniel Scheinert,
sono intervenuti nella discussione sul loro film di successo. In
una precedente intervista, i Daniels hanno
rivelato come hanno ideato il concetto e la trama del film, nonché
la filosofia della sua idea di multiverso. Quando
Kwan propose per la prima volta la sua idea del
multiverso a Scheinert, quest’ultimo spiegò che
odiava i multiversi perché gli facevano provare pensieri
nichilisti. Tuttavia, Kwan ha risposto con un
compromesso che praticamente riassume il significato del film così
come viene recepito dalla maggior parte del pubblico. Durante
un’intervista con il Daniels, ecco cosa ha detto
Kwan a Scheinert (via
Radio Times) riguardo alla preoccupazione di quest’ultimo per
l’insensatezza del multiverso:
“Facciamo un film che sia nichilista e che
lo riconosca!”. Poi la cosa è rimbalzata avanti e indietro fino a
quando ci siamo detti: ‘Oh, il multiverso è la metafora perfetta di
come ci si sente a vivere in questo momento’. Se possiamo esplorare
tutte le nostre nevrosi e le nostre paure attraverso il multiverso,
forse possiamo imparare qualcosa su noi stessi. E così è stato,
stiamo solo inseguendo domande quando facciamo film – non
conosciamo le risposte finché non lo mostriamo di fronte a un
pubblico, a volte“.
Regista di Naissance des
pieuvres, Tomboy e Diamante nero, la francese
Celine Sciamma si è sempre impegnata con i propri
film a scandagliare l’animo femminile, alla ricerca delle sue
componenti più pure e distintive. Allo stesso tempo, con le sue
opere, si è frequentemente interrogata sul ruolo della donna
all’interno della società attuale. Con il suo film del 2019,
Ritratto della giovane in fiamme
(qui la recensione) ha poi
raggiunto una vera e propria maturità artistica, dando vita ad
un’opera formalmente e contenutisticamente di grande valore.
Presentato al Festival di
Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior
sceneggiatura e la Queer Palm, il film è infatti una profonda
riflessione sulla figura femminile nel tardo settecento (periodo in
cui è ambientato il film) quanto nel nostro presente. Ma ancora,
all’interno di Ritratto della giovane in fiamme emergono
con forza temi come la passione, il potere, l’arte e la creazione
artistica, i quali contribuiscono ad arricchire il racconto delle
due protagoniste proponendo un ritratto completo su ciò che alla
regista preme raccontare.
Ancora a distanza di qualche anno è
questo un film particolarmente apprezzato e studiato, che nel 2022
è anche stato votato come 30esimo più importante film di tutti i
tempi all’interno della classifica, aggiornata ogni dieci anni,
della rivista Sight and Sound. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Ritratto
della giovane in fiamme
Il film vede al centro della vicenda
la talentuosa pittrice Marianne, che nella Francia
prerivoluzionaria viene ingaggiata per fare il ritratto di
Héloise, un dipinto destinato al futuro marito
della giovane nobildonna. La ragazza, contraria alle nozze
combinate, si rifiuta di posare: su indicazione della madre,
Marianne comincia dunque a dipingerla di nascosto, fingendosi la
sua dama di compagnia. Più il tempo passa e più rimangono sole
sull’isola dove Héloise si trova a soggiornare, più tra le due
donne nascerà un amore tanto travolgente quanto inaspettato, che
cambierà per sempre la loro vita.
Per il ruolo di Héloise, la regista
aveva in mente da subito l’attrice Adèle Haenel,
con la quale aveva lavorato anche per il suo primo film. Le due,
inoltre, hanno avuto una lunga relazione sentimentale, terminata in
modo amichevole prima delle riprese del film. Nel ruolo di
Marianne, invece, vi è l’attrice Noémie Merlant,
divenuta particolarmente celebre a livello internazionale proprio
grazie a questo film. Altri due personaggi di rilievo nel film sono
la madre di Héloise, interpretata da Valeria Golino,
e Luana Bajrami, che interpreta Sophie, la
domestica. Salvo per alcune brevi comparse, non vi sono personaggi
maschili all’interno del film.
Le location di Ritratto della
giovane in fiamme
Una delle cose che colpisce di più
del film è senza dubbio la sua location, accogliente ma allo stesso
tempo selvaggia, perfetta per descrivere lo stato d’animo delle due
protagoniste e l’evolvere della loro storia d’amore. Nel film si fa
riferimento, come ambientazione, ad una vaga isola della Bretagna.
Nello specifico, le riprese si sono svolte a
Saint-Pierre-Quiberon, un comune francese di poco
più di duemila abitati, situato nel dipartimento del Morbihan nella
regione della Bretagna. Le riprese degli interni, invece, si sono
svolte nella Chapelle-Gauthier, dove si trova una
magione di particolare fascino.
Altri dettagli da sapere su
Ritratto della giovane in fiamme
Secondo Céline Sciamma, il film è
una storia d’amore basata sull’uguaglianza. In altre parole, non si
basa su gerarchie, rapporti di potere o seduzione preesistenti
all’incontro. La sensazione doveva per lei essere quella di un
dialogo che si inventa di volta in volta e che sorprende
continuamente. Tutto il film è governato da questo principio nei
rapporti tra i personaggi. L’amicizia con Sophie, la serva, che va
oltre il rapporto di classe. Le franche discussioni con la contessa
che ha lei stessa desideri e aspirazioni. Sciamma ha dunque puntato
a ricercare una solidarietà e onestà tra i personaggi. Alla luce di
ciò, il desiderio iniziale della regista era quello di costruire
tale storia con due desideri apparentemente contraddittori alla
base della scrittura.
In primo luogo, mostrare, passo dopo
passo, com’è innamorarsi, il puro presente di tale sentimento e il
piacere di viverlo. Lì, la sua regia si concentra sulla
confusione, l’esitazione e lo scambio romantico. In secondo luogo,
ha scritto la storia dell’eco che una storia d’amore genera, di
come risuona dentro di noi in tutta la sua portata. Lì, la sua
regia si concentra sul ricordo, con il film come ricordo di
quell’amore. Allo stesso modo, il film è concepito come
un’esperienza sia del piacere di una passione nel presente sia del
piacere della finzione emancipatrice per i personaggi e il
pubblico. Questa doppia temporalità, per Sciamma, permette allo
spettatore di vivere l’emozione e di riflettere su di essa.
Il trailer di Ritratto della
giovane in fiamme e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Ritratto della giovane in fiamme grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 14 marzo alle ore 23:15
sul canale Cielo.
Nel 1997 l’attore Mark
Wahlberg è divenuto uno dei grandi protagonisti del cinema
statunitense grazie a Boogie Nights – L’altra Hollywood,
dove interpretava un giovane attore di cinema porno dalla sua
ascesa al suo declino, il tutto nel contesto degli anni Ottanta,
con tutti i cambiamenti che quegli anni hanno apportato
all’industria del cinema per adulti. A pochi anni di distanza, nel
2001, Wahlberg è poi stato protagonista di un film che lo ha visto
calarsi in una situazione simile. Si tratta di Rock
Star, incentrato sull’ascesa e il declino di un
cantante heavy metal, tra concerti, sesso e droga.
Diretto da Stephen
Herek, regista anche di La carica dei 101 – Questa
volta la magia è vera, e caratterizzato anche dall’esordio di
George Clooney
come produttore, il film vanta dunque diverse somiglianze con il
film del 1997 con protagonista Wahlberg. Se quel film era
liberamente ispirato alla vita del celebre attore porno
John Holmes, in questo la vicenda è però ispirata
alla band JudasPriest e al loro
frontman Tim “Ripper” Owens. Si passa dunque dal
contesto del cinema a luci rosse a quello della scena musicale, ma
la cornice rimangono sempre quegli anni Ottanta tanto caotici,
momento di passaggio verso un mondo completamente diverso.
Rock Star non fu però ben
accolto dalla critica e si affermò come un deludente flop al box
office. Nel corso degli anni ha però guadagnato una propria schiera
di fan e per molti è ancora oggi un titolo cult da riscoprire.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla vera storia oltre
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Rock Star
Protagonista del film è
Chris “Izzy” Cole, impiegato di basso livello in
un’azienda e grande fan della band heavy metal Steel
Dragon. Dopo il lavoro, Chris si esibisce in concerti
omaggio come cantante e leader di una tribute band, chiamata “Blood
Pollution”. Durante uno di questi concerti viene notato dagli
stessi Steel Dragon, che, dopo un provino, gli offrono il ruolo di
cantante della loro band, in sostituzione del loro ex compagno,
Bobby Beers, cacciato dal gruppo perché accusato
di non dedicarsi pienamente alla band. Accettando, Chris viene
catapultato nel mondo del successo, conoscendone però tanto gli
aspetti più positivi quanto quelli negativi.
Come anticipato, ad interpretare
Chris “Izzy” Cole vi è l’attore Mark Wahlberg.
Prima di intraprendere una carriera nel cinema, egli era noto come
rapper con il nome di Marky Mark. Proprio
quell’esperienza gli è stata utile per questo film, poiché durante
la sua attività come rapper ebbe modo di conoscere diverse rock
star, potendo poi ispirarsi al loro modo d’essere al momento di
interpretare Chris in questo film. Non è tuttavia lui a cantare in
Rock Star, venendo infatti doppiato dal cantante
Michael Matijevic, della band heavy metal
Steelheart. Accanto a Wahlberg, nel ruolo della
sua fidanzata Emily Poule, vi è invece l’attrice Jennifer
Aniston.
Sono poi presenti gli attori
Timothy
Olyphant nel ruolo di Rob Malcolm, chitarrista dei
Blood Pollution, mentre Dominic West è
il chitarrista degli Steel Dragon Kirk Cuddy e Jason
Flemyng il cantante cacciato Bobby Beers. Il resto della
band è invece interpretato da veri musicisti, ovvero Zakk
Wylde nei panni di Ghode, Jeff Pilson in
quelli di Jorgen e Jason Bonham nel ruolo di A.C.
Altri noti attori del film sono poi Timothy Spall
nel ruolo di Mats, manager del gruppo, e Dagmara
Dominczyk in quelli di Tania Asher, addetta alle pubbliche
relazioni della band.
Rock Star: la vera storia oltre il film
Come anticipato, la storia qui è
vagamente ispirata alla vicenda di Tim Owens, il
cantante dei Judas Priest, scelto per rimpiazzare
il cantante originario del gruppo, Rob Halford, il
quale intorno al 1993 decise di abbandonare la band per via di
problematiche personali e per dar vita a progetti da solista. Owens
venne notato proprio durante un concerto della sua cover band dei
Judas Priest, nel 1996. Esattamente come nel film, l’ingaggio
avvenne dopo l’audizione di un solo brano: Victim of
Changes. Il suo arrivo nella band mise fine ad un lungo periodo
di smarrimento, iniziato ovviamente con l’abbandono di Halford.
I fan della band non sono però
naturalmente contenti di quel cambio e i due dischi che vengono
pubblicati in quegli anni, Jugulator (1997) e
Demolition (2001), vengono accolti in modo piuttosto
freddo e il secondo dei due è ancora oggi l’album meno venduto dei
Judas Priest. Nel 2002, Owens abbandona infine la band. Se alcuni
riportano che la separazione sia stata amichevole e consensuale,
altri affermano invece che i restanti membri dei Judas Priest si
siano pentiti nell’aver frettolosamente scelto Owens, il quale però
ha sempre affermato di non provare rammarico e di essere entusiasta
di quell’esperienza.
L’abbandono di Owens, infine, ha
favorito il ritorno di Halford, ricongiuntosi con la band nel 2003.
Al di là dell’ispirazione ai Judas Priest, il film contiene diversi
altri riferimenti ad eventi realmente accaduti. L’episodio della
caduta sul palco, ad esempio, è ispirato al cantante degli
Iron Maiden, il quale durante l’esibizione al
Rock in Rio del 1985 correndo colpì
accidentalmente una chitarra, riportando una vistosa ferita
sanguinante alla testa. O ancora, quando Chris riattacca il
telefono in faccia a Kirk Cuddy, credendo che la
sua telefonata fosse solo una presa in giro, è accaduta realmente
al chitarrista Eddie Van Halen, il quale non
credeva di essere realmente stato scelto per partecipare al brano
Beat It di Michael Jackson.
Il trailer di Rock Star e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Rock Star grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili
Cinema, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 14 marzo alle ore 21:00
sul canale Warner TV.
The
Last of Us, l’atteso adattamento televisivo di
uno dei titoli più amati dai videogiocatori che ha conquistato il
pubblico di tutto il mondo, arriva prossimamente in 4K
Ultra HD, Blu-ray e DVDper Warner Bros. Home
Entertainment. Basata sull’omonimo videogioco di successo,
The Last of Us ha registrato il secondo più
grande debutto per una serie targata HBO, dietro solo a “House of
the Dragon”, ottenendo una crescita di audience costante nel corso
della sua messa in onda, con un aumento del 75% di share nel suo
finale di stagione, in onda in tutto il mondo domenica 12
marzo.
In attesa della seconda stagione –
la serie è stata recentemente rinnovata – gli appassionati di
The Last of US potranno presto acquistare la loro copia
dell’acclamatissima prima stagione, ‘The
Last of Us: Stagione 1”, in 4K Ultra HD™,
Blu-ray™ e DVD: disponibile a partire da domani in preorder sui
maggiori siti di e-commerce. Ad accompagnare i 9 episodi della
prima stagione saranno quasi 3 ore di inediti contenuti speciali
incluse tre nuovissime e imperdibili featurette.
La storia di The Last of
Us si svolge 20 anni dopo la distruzione della civiltà
moderna. Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato di far
uscire di nascosto Ellie, una ragazzina di 14 anni, da una zona di
quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza
facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante
attraverso gli Stati Uniti nel quale i due dovranno dipendere l’uno
dall’altra per sopravvivere.
Tra le star della prima stagione
Pedro Pascal, protagonista della serie nel ruolo
di Joel e Bella Ramsey, che interpreta il
personaggio di Ellie. Nel cast anche Gabriel Luna,
nel ruolo di Tommy, Anna Torv che interpreta Tess,
Nico Parker è Sarah, Murray
Bartlett è Frank, Nick Offerman è Bill,
Melanie Lynskey è Kathleen, Storm
Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene,
Jeffrey Pierce interpreta Perry, Lamar
Johnson è Henry, Keivonn Woodard è Sam,
Graham Greene è Marlon ed Elaine
Miles riveste i panni di Florence. Fanno parte del cast
anche Ashley Johnson e Troy
Baker.
Con un punteggio di 96% su Rotten
Tomatoes, The Last of Us è stato acclamato come “il
nuovo grande successo della HBO” da Rolling
Stone mentre per Variety “presto
questa sarà considerata come una delle migliori serie della storia
della televisione“. Secondo IndieWireThe
Last of Us “è il migliore adattamento da un
videogioco“, con IGN che l’ha riconosciuta
come “una brillante rivisitazione di una delle storie più amate
del mondo dei videogame” e ha aggiunto che “offre uno
spettacolo arricchente per i fan del titolo di successo di
PlayStation, riuscendo al contempo ad appassionare i nuovi
arrivati”. La CNN ha definito la narrazione
della serie “decisamente impavida e risoluta, capace di creare
scenari e momenti di assoluto terrore alternati a scene toccanti e
totalmente tragiche“.
The Last of Us, basata
sull’omonimo videogioco sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per
le piattaforme PlayStation e acclamato dalla critica, è scritto da
Craig Mazin (anche produttore esecutivo della serie, già premiato
con l’Emmy Award per “Chernobyl“) e Neil Druckmann
(creatore e sceneggiatore del pluripremiato franchise “The Last of
Us” e co-presidente di Naughty Dog). La serie è una coproduzione
con Sony Pictures Television, ed è prodotta da Carolyn Strauss,
Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan e Rose Lam. Società di
produzione: PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint e
Naughty Dog.
La colonna sonora di The Last
of Us è già disponibile e presenta brani originali ad opera
del due volte vincitore dell’Oscar® Gustavo
Santaolalla e di David Fleming. Avendo
realizzato sia la colonna sonora del videogioco originale che del
suo sequel del 2020, Gustavo Santaolalla si è basato sul suo lavoro
precedente, espandendo il paesaggio sonoro intimo guidato dalla
chitarra, per ottenere una colonna sonora carica di emozioni, come
la storia stessa. Oltre alla colonna sonora, l’album include anche
la cover di Nick Offerman di “Long Long Time” di
Linda Ronstadt, e la cover di Jessica Mazin di
“Never Let Me Down Again” dei Depeche Mode.
The Last of Us: La
prima stagione completa sarà disponible per il
preorder da domani nelle versioni in 4K Ultra HD, Blu-ray e DVD sui
maggiori siti di e-commerce.
TRA I CONTENUTI SPECIALI TRE
ESCLUSIVE FEATURETTE PER 4K, BLU-RAY E DVD:
The Last of Us: Stranger Than Fiction
– Il cast della serie ed i filmmaker si confrontano con esperti di
sopravvivenza, microbiologia e parassitologia per un
approfondimento agghiacciante sulla realtà del fungo parassita e
della successiva apocalisse presentata in The Last of
Us.
Controllers Down: Adapting The Last of
Us – Segui il viaggio di The Last of Us
dalla console allo schermo, mentre il cast e i filmmaker ci
accompagnano nel processo di espansione del mondo dando nuova vita
agli amati personaggi del gioco.
From Levels to Live Action – Scopri
come la serie TV The Last of Us ha incorporato e ampliato
i momenti di gioco preferiti dai fan.
Informazioni sui Prezzi e la
Serie:
The Last of Us: La
prima stagione completa
Include 9 episodi:
When You’re Lost in the Darkness (Quando sei perso
nell’oscurità)
Infected (Gli Infetti)
Long, Long Time (Molto, molto tempo)
Please Hold to My Hand (Per favore, stringimi la mano)
Magic Mike – The Last Dance è disponibile da oggi, martedì 14
marzo, per l’acquisto su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Chili, Rakuten TV,
Microsoft Film & TVe, a partire dal 21 Marzo, anche a
noleggio su Sky Primafila e Mediaset Infinity
Dopo lo straordinario successo di
critica e pubblico, Magic Mike – The Last Dance riunisce
nuovamente il team creativo del primo film: Channing Tatum riprende il ruolo di Mike Lane,
mentre Steven Soderbergh torna alla regia del
film, basato su una sceneggiatura di Reid Carolin,
già autore dei primi due capitoli della saga. Protagonista al
fianco di Tatum è Salma Hayek Pinault (“House of Gucci”,
“Come ti ammazzo il bodyguard 2: La moglie del sicario”).
Dopo una lunga pausa e in seguito
ad un affare fallito che lo ha lasciato al verde, costringendolo a
lavorare come bar tender nei locali della Florida, per “Magic” Mike
Lane (Tatum) è giunta l’ora di tornare sul palco. Con la speranza
di partecipare a quello che considera l’ultimo show della sua
carriera, Mike si dirige a Londra con una donna ricca e altolocata
(Salma Hayek Pinault) che lo attira con un’offerta che non può
rifiutare… e un’agenda già pianificata. La posta in gioco è
altissima quando Mike scopre cosa ha veramente in mente la donna:
riuscirà, insieme ad un nuovo gruppo di ballerini da rimettere in
carreggiata, ad essere in grado di farcela?
I produttori del film sono
Nick Wechsler, Gregory Jacobs, Tatum, Carolin e
Piter Kiernan; mentre Julie M.
Anderson è la produttrice esecutiva. Fanno parte del cast
insieme a Tatum e alla Hayek Pinault: Ayub Khan
Din (“Ackley Bridge”); la new entry Jemelia
George;Juliette Motamed(“We Are Lady
Parts”) e Vicki Pepperdine (“Johnny English
colpisce ancora”).
Il team creativo di Soderbergh che
ha lavorato dietro le quinte, include lo scenografo Pat
Campbell (“The Bastard Son & The Devil Himself”), il
costumista Christopher Peterson (“The Irishman”) e
il supervisore musicale Season Kent (“KIMI”,
“Lasciali parlare”), con le coreografie di Alison
Faulk e Luke Broadlick, già entrambi
parte del franchise di “Magic Mike”.
Magic Mike – The Last Dance è stato distribuito nelle
sale italiane da Warner Bros. Pictures.
E se un anno della vostra vita
durasse un solo giorno? Netflix annuncia che ERA
ORA, il
film diretto da Alessandro Aronadio, con
protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi,
sarà disponibile dal 16 marzo solo su Netflix.
La commedia romantica, prodotta da
BIM Produzione (una società del Gruppo Wild Bunch), Palomar
(Mediawan Group) e Vision Distribution,
dopo il passaggio all’ultima Festa del Cinema di
Roma (sezione Grand Public), è in arrivo in Italia e
contemporaneamente nei 190 Paesi in cui è disponibile il
servizio.
La trama di Era Ora
In “Era Ora”, Dante (Edoardo Leo) e
Alice (Barbara Ronchi) si amano alla follia. Peccato che lui sia la
tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre
in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani
di lavoro e vita privata. Succede anche il primo giorno dei suoi
quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua
festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di
mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito
a comprarsi un po’ di tempo. Ma cosa succede quando l’indomani si
sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia
già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a
essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo
anno?
Quando, a un suo nuovo risveglio,
Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese
augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza
definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi
aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita
accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a
comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a
rotoli?
ERA ORA, tratta dal film “Long Story Short”
(scritto e diretto da Josh Lawson), è un’esilarante e commovente
romantic comedy su quella stravagante avventura che ci ostiniamo a
chiamare tempo. Prodotto da Carlo Degli Esposti, Nicola
Serra, Riccardo Russo, vede nel cast anche Mario
Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo
Wertmüller e Andrea Purgatori.
Uscito nel 2001 al cinema, il
film Il diario di Bridget
Jones si è imposto come una delle commedie romantiche più
apprezzate e iconiche del nuovo millennio. Allo stesso tempo,
questo titolo consacrò la carriera di Renée
Zellweger, la quale ricevette anche una candidatura al
premio Oscar come miglior attrice. Con un incasso di oltre 280
milioni di dollari, fu dunque questo un successo straordinario, poi
seguito da un altrettanto apprezzato sequel intitolato Che pasticcio Bridget
Jones!, uscito in sala nel 2004. A distanza di dodici
anni, nel 2016, è infine stato realizzato il terzo capitolo, dal
titolo Bridget Jones’s Baby.
Diretto da Sharon
Maguire, già regista del primo film, questo è nuovamente
basato sulle vicende riguardanti il personaggio ideato da
Helen Fielding. Non si tratta però di un
adattamento né del terzo romanzo della serie, Bridget Jones’s
Guide to Life, né del quarto, Bridget Jones, un amore di
ragazzo. Il nuovo film trae piuttosto ispirazione dagli
articoli scritti dalla Fielding per il giornale The
Independent nel 2005. Dopo anni di attesa, dunque, la
simpatica e stravagante Bridget Jones è tornata sul grande schermo,
con un film affermatosi nuovamente come un grande successo di
pubblico.
Questo terzo capitolo è infatti
arrivato ad un incasso complessivo di circa 212 milioni di dollari,
confermando il grande affetto nei confronti del personaggio.
L’evoluzione da lei vissuta, con lei qui alle prese con la
genitorialità, è stato poi un elemento apprezzato da molti.
Divertente e brillante, Bridget Jones’s Baby è dunque un
terzo capitolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi al libro, alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Bridget Jones’s Baby: la trama del film
Protagonista del film è ancora una
volta l’impacciata Bridget Jones, nuovamente alle
prese con i suoi intensi drammi amorosi. Dopo aver messo fine alla
sua relazione con Mark Darcy, Bridget decide di
dedicarsi completamente alla carriera e al lavoro. Nonostante la
donna sia riuscita a perfezionare il suo aspetto, lasciandosi alle
spalle lo stile trasandato e i chili in eccesso, la vita continua a
farle contemplare la sua solitudine. Grazie all’insistenza
dell’amica Miranda, Bridget si concede un weekend
all’insegna della musica e dell’alcol, durante il quale incontra
l’affascinante Jack Qwant.
L’uomo è conquistato dalla
spontaneità della donna e, dopo una serie di malintesi esilaranti,
i due trascorrono insieme una notte di vera passione. Il weekend
successivo, Bridget incontra però nuovamente Darcy, alle prese con
un eclatante caso che richiama l’attenzione mediatica. L’ex coppia
non riesce a nascondere i propri sentimenti e i due si concedono
un’ultima notte insieme. Quello che sembrerebbe un dilemma amoroso,
tuttavia, si trasforma in un vero e proprio rompicapo quando
Bridget scopre di essere incinta. Nell’attesa che il bambino nasca,
Bridget si trova dunque a cercare di capire chi possa essere il
padre e chi lei spera che sia davvero.
Bridget Jones’s Baby: il cast del film
Per dar vita ad un nuovo film su
Bridget Jones, era necessario avere la stessa attrice dei
precedenti due capitoli. RenéeZellweger, che mancava da ben sei anni al
cinema, accettò di riprendere il ruolo, interessata principalmente
a scoprire in che modo fosse cambiata la protagonista. Per
prepararsi a riprendere il personaggio, l’attrice decise anche di
lavorare per un periodo presso una rete televisiva, apprendendo
quanto occorreva sul mestiere. Questo terzo film, inoltre, è il
primo per cui la Zellweger non ha dovuto prendere peso per
interpretare Bridget Jones. Si è trattata di una scelta piuttosto
contestata, in quanto il personaggio è noto per avere un fisico da
persona qualunque.
Accanto a lei, nel ruolo di Mark
Darcy torna invece l’attore Colin Firth,
mentre Jack Qwant è interpretato da Patrick
Dempsey, noto per la serie Grey’s Anatomy.
Firth ha in seguito dichiarato che il suo nuovo rivale era molto
più intimidatorio rispetto a quello dei precedenti film, in quanto
Dempsey possiede un carisma non indifferente. HughGrant, invece, non ha ripreso il ruolo di
Daniel Cleaver, in quanto non soddisfatto dalla sceneggiatura. Nel
film compare poi anche la premio Oscar Emma Thompson,
nel ruolo della dottoressa Rawlings. Il suo coinvolgimento nella
pellicola è stato tenuto nascosto sino all’ultimo. Nel film compare
infine anche il celebre cantante Ed Sheeran nel
ruolo di sé stesso.
Il finale di Bridget Jones’s
Baby, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Data la trama, la principale domanda
alla base del film è naturalmente riguardo a chi sia davvero il
padre del bambino che Bridget Jones porta in grembo. Non essendo
tratto da uno dei romanzi della scrittrice, il film presenta un
finale originale e che non c’è modo di prevedere prima della
visione del film, salvo leggere volontariamente degli spoiler a
riguardo. Gli stessi attori coinvolti nel film, inoltre, non
sapevano minimamente chi si sarebbe rivelato essere il padre. Per
mantenere il segreto, la regista e i produttori decisero di girare
tre differenti finali, senza rivelare quale di questi sarebbe poi
stato utilizzato nel film. Ciò ha permesso agli stessi interpreti
di vivere un’autentica sorpresa una volta in sala.
Per scoprire dunque chi è il padre
del bambino di Bridget Jones, non resta che vedere il film. È
possibile fruire di Bridget Jones’s Baby
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili,Infinity,
Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 14 marzo alle ore 21:10
sul canale TwentySeven.
Dopo Doctor Strange, il regista Scott
Derrickson torna al cinema dell’orrore con il thriller
horror targato Blumhouse BLACK PHONE, in prima tv giovedì 16
marzo alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su
NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K.
Con protagonisti il quattro volte
candidato agli Oscar Ethan Hawke, che interpreta il ruolo più
terrificante della sua carriera, e Mason Thames,
al suo primo ruolo cinematografico, il film vede anche la
partecipazione di Madeleine McGraw, Jeremy
Davies e James Ransone.
La storia è basata sul
pluripremiato racconto breve di Joe Hill tratto
dal suo bestseller del New York Times 20thCentury Ghosts e
la sceneggiatura è firmata da Scott Derrickson e
C. Robert Cargill.
La trama del film
Finney, un tredicenne timido ma
perspicace, viene rapito da un sadico assassino (Hawke) e
intrappolato in un seminterrato insonorizzato dove urlare serve a
poco. Quando un telefono scollegato appeso alla parete inizia a
squillare, Finney scopre di poter sentire le voci delle precedenti
vittime dell’assassino. E sono pronte a fare di tutto perché ciò
che è successo a loro non accada anche a Finney.
BLACK
PHONE– Giovedì 16 marzo alle 21.15 su Sky Cinema
Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand
anche in qualità 4K.
Dopo popolari serie coreane come
Hellbound, It’s Ok Not To Be
Ok e la pluripremiata Squid Game, su
Netflix sono da poco arrivati gli episodi
conclusivi di un altro prodotto seriale che ha riscosso grande
successo. Si tratta di The Glory, una
serie divisa in due parti da 8 episodi l’una, incentrata sui temi
del bullismo e della vendetta. Scritta da Kim
Eun-sook e diretta da Ahn Gil-ho, essa si
presenta dunque come un’opera cupa, di genere thriller, dotata di
tutti quegli elementi capaci di attrarre numerosi spettatori e
conquistarli poi con il suo affrontare questioni particolarmente
delicate attraverso punti di vista insoliti.
Questo perché, come il regista
coreano Park Chan-wook ha magnificamente
raccontato con la sua trilogia della vendetta (Mr. Vendetta,
Old Boy, LadyVendetta), la vittima può trasformarsi
in carnefice e dar vita ad una personalissima ricerca della
giustizia. Il confine tra bene e male diventa dunque estremamente
labile e, come accade anche per TheGlory, per lo
spettatore diventa difficile giudicare le azioni del protagonista
di turno. Fino a che punto, infatti, la vendetta è giustificabile?
Naturalmente in The Glory emergono anche altre tematiche
oltre a quella della vendetta, dal divario esistente tra ricchi e
poveri fino al già citato bullismo, un atto a partire dal quale si
scatena tutto il resto.
La trama e il cast di The
Glory
Protagonista della serie è
Dong-eun, la quale è stata vittima di perfidi e
feroci atti di bullismo durante gli anni del liceo, al punto da
essere stata costretta ad abbandonare la scuola. Il gruppo di
quattro giovani criminali che l’hanno maltrattata è capeggiato
da Yeon-jin, una ragazza di buona famiglia,
viziata e immancabilmente circondata dal lusso. A distanza di anni,
Dong-eun ancora non riesce a dimenticare ciò che ha subito, tanto
da arrivare a pensare di volersi togliere la vita. Le cicatrici che
ancora porta sul suo corpo, però, le fanno scegliere un’altra
strada: quella della vendetta. Ricercando un senso di gloria,
Dong-eun intraprenderà percorsi molto pericolosi, abbandonando ogni
possibile senso di pietà.
Ad interpretare Dong-eun vi è
l’attrice Song Hye-kyo, nota per serie come Autumn in My
Heart, All In e Full House. Accanto a lei si ritrova
l’attore Lee Do-hyun nel ruolo di Joo Yeo-jeong,
che diventa suo complice, e Lim Ji-yeon in quelli
di Park Yeon-jin, la leader del gruppo di bulli. Completano il cast
principale gli attori Yeom Hye-ran in quelli di
Kang Hyeon-nam, altra alleata di Dong-eun in cerca a sua volta di
vendetta, Park Sung-hoon in quelli di
Jeon-Jae-joon, un altro dei membri del gruppo di bulli, e
Jung Sung-il nel ruolo di Ha Do-yeong, marito di
Yeon-jin. Kim Gun-woo, infine, interpreta Son
Myeong-oh, un altro dei principali membri del gruppo di bulli.
The Glory: la stagione 2 e
il finale della serie
La Prima parte della serie, composta
da 8 episodi, si concludeva con l’attuazione delle fasi iniziali
del piano di vendetta Dong-eun, la quale è riuscita a generare un
forte contrasto tra Yeon-jin e suo marito Do-yeong. Proprio
Yeon-jin, oggetto primario della vendetta di Dong-eun, è però
riuscita a scoprire il piano della sua rivale, cosa che le permette
ora di poter dar vita ad una propria contro azione. Allo stesso
tempo, Yeo-jeong scopre che Dong-eun gli ha mentito riguardo
l’esistenza di una ragazza uccisa tempo addietro da Yeon-jin, cosa
che rischia ora di far cedere la sua fiducia. La realtà però è più
complessa del previsto e i misteri sono ancora molti. Da qui
riparte dunque la Seconda Parte della serie, composta da altri 8
episodi.
[SEGUONO SPOILER]
Giunti al finale dell’ultimo episodio della Parte 2,
Yeon-jin viene richiamata anonimamente alla
boutique per recuperare la bottiglia, dove trova il negozio già
trattato come una scena del crimine dalla polizia, e viene
arrestata. Do-yeong e Ye-Sol si
trasferiscono in Europa per iniziare una nuova vita lì.
Young-ae viene invece arrestato con l’accusa di
omicidio. Il detective Choi si rende conto che
Dong-eun ha orchestrato la catena degli eventi, ma
decide di lasciarla andare, riconoscendo che era lei la vera
vittima. Dong-eun brucia a quel punto i suoi materiali e progetta
di porre fine alla sua vita saltando giù dallo stesso punto in cui
è morta So-hee, ma Sang-im arriva
per dirle che la sua morte devasterà
Yeo-jeong.
Sei mesi dopo, Dong-eun rientra
nella vita di Yeo-jeong, offrendosi di essere la sua “carnefice”
nella sua ricerca di vendetta contro Yeong-cheon.
A quel punto, Dong-eun, con Yeo-jeong sotto la sua ala protettrice,
orchestrano una serie di eventi che li portano a essere impiegati
nel sistema carcerario in cui è detenuto Yeong-cheon. Il finale,
dunque, risulta piuttosto aperto e lascia spazio ad ulteriori
racconti. Non è ancora noto se di The Glory verrà
realizzata una Parte 3, ma di base gli elementi
affinché ciò avvenga ci sono tutti. Netflix non ha però ancora
confermato nulla a riguardo ma è certo che se la serie dovesse
continuare ad avere ottimi ascolti, le possibilità di vedere altri
piani di vendetta di Dong-eun e Yeo-jeon si farebbero più
concrete.
Il trailer di The Glory e
come vederla in streaming
Come anticipato, è possibile fruire
di The Glory grazie alla sua presenza nel
catologo di Netflix. Per vedere la serie, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso
a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo. Attualmente,
The Glory è uno dei prodotti più visti della piattaforma
in Italia, trovandosi al 3° posto nella Top 10 delle Serie
Tv più viste.
La performance di Jared Leto nei panni del Joker in
Suicide
Squad di David Ayer ha ricevuto
immediatamente critiche negative da parte dei fan, in particolare a
causa della netta differenza nel look di Leto rispetto al
tradizionale look del Joker, così come per l’ormai iconico
tatuaggio “Damaged” che il personaggio di Leto aveva sul suo
fronte.
Di recente sui social media, il
regista David Ayer ha parlato brevemente di quella
interpretazione del Joker. Dopo aver condiviso una foto di Leto in
costume, un fan ha commentato che il Joker di Leto è stato una
grande delusione, e Ayer ha risposto “questo è quello che
succede quando fai a pezzi una performance e l’arco del
personaggio. Mi dispiace che sia tutto ciò che ti è stato permesso
di vedere. Ora la tua mente è chiusa alla verità.”
In un tweet di follow-up in risposta
a un fan che chiedeva del famigerato tatuaggio sulla fronte, Ayer
ha affermato che doveva essere un segno del Joker che “trollava”
Batman dopo che Batman, nell’universo del film, aveva fatto saltare
i denti di Joker, colpendolo. Tuttavia, Ayer ha affermato che è
stata “l’unica scelta estetica” che vorrebbe non aver
fatto.
Oltre al tatuaggio sul viso,
l’aspetto di Joker – che includeva anche una
specie di apparecchio a causa dei denti che erano stati danneggiati
da Batman – è stato ampiamente stroncato nel momento in cui è stato
mostrato. La successiva apparizione in Suicide
Squad non ha aiutato le cose e, dopo la prima del
film, la visione di Joker di Ayer non è più apparsa fino a un
piccolo cameo in Justice
League di Zack Snyder, dove però
aveva un look leggermente diverso.
Mira Sorvinosi è scagliata contro l’Academy
of Motion Picture Arts and Sciences dopo che suo padre,Paul Sorvino, è stato escluso dal montaggio
di In Memoriam durante la trasmissione
televisiva degli Oscardel 2023. Mira, lei
stessa vincitrice dell’Oscar per “Mighty Aphrodite”, ha definito
“sconcertante oltre ogni immaginazione” che il padre Paul non sia
stato ricordato durante il segmento in
diretta. “È sconcertante oltre ogni
immaginazione che il mio amato padre e molti altri fantastici
attori defunti siano stati esclusi“, ha scritto Mira su
Twitter il giorno dopo la cerimonia del 2023. “Gli Oscar
si sono dimenticati di Paul Sorvino, ma il resto di noi non lo farà
mai!!“
Altre notevoli
omissioni dalla trasmissionesono state quelle di
Anne Heche e Charlbi Dean, una
delle star del candidato al miglior film “Triangle of
Sadness“. L’omaggio In Memoriam durante la cerimonia
televisiva si è concluso con un codice QR che ha portato gli
spettatori al sito web degli
Oscar, che includeva un elenco di nomi più lungo
di quanto mostrato nella trasmissione. Paul Sorvino,
Heche e Dean sono stati tutti inclusi nel sito web dopo
essere stati esclusi dal segmento televisivo.
“Paul non era l’unica anima
meritevole esclusa, e un codice QR non è accettabile“, ha
detto la vedova di Paul Sorvino, Dee Dee,
nella sua dichiarazione
alla rivista People. “L’Academy deve
scusarsi, ammettere l’errore e fare di meglio. Paul Sorvino merita
di meglio, il pubblico merita di meglio. L’Academy è così
stanca da dimenticare le persone che sono amate, che hanno dato il
loro cuore a questo settore?“Vergogna
Academy se questo non viene corretto“, ha continuato Dee Dee.
“Gli errori si fanno, questo è stato grosso. Per favore,
fai qualcosa per sistemare le cose.
L’Academy ha rilasciato la seguente
risposta a tutti i contraccolpi sulle omissioni del montaggio In
Memoriam: “L’Academy riceve centinaia di richieste per
includere persone care e colleghi del settore nel segmento degli
Oscar In Memoriam. Un comitato esecutivo che rappresenta ogni
filiale considera l’elenco ed effettua le selezioni per la
trasmissione televisiva in base al tempo disponibile
limitato. Tutti gli invii sono inclusi
su A.frame e rimarranno
sul sito per tutto l’anno.”
Paul Sorvino
è morto per cause naturali lo scorso luglio all’età di 85 anni. Era
forse meglio conosciuto per il suo ruolo di
sergente. Frank Cerreta in “Law &
Order” della NBC, nei panni del mafioso Pail
Cicero nell’amato film di gangster di Martin Scorsese “Quei
bravi ragazzi” e di Kissinger in “Nixon” di Oliver
Stone.
Guillermo Del Toro
ha fatto la storia degli Oscar la scorsa notte, grazie alla sua
vittoria per Pinocchio, nella categoria, miglior film
d’animazione. Il regista messicano è infatti il primo ad aver vinto
una statuetta per il Miglior Film, la
Migliore Regia e il Miglior film
d’animazione. Questi tre riconoscimenti non erano mai
stati vinti prima dalla stessa persona e questo dimostra la
versatilità del regista e il suo sguardo a 360° sugli strumenti che
permettono di raccontare storie al cinema.
In occasione della sua vittoria agli
Oscar 2023 per Pinocchio, il regista ha
dichiarato: “L’Animazione è cinema. L’Animazione non è un
genere. L’Animazione è pronta per essere portata al gradino
successivo. Portiamo avanti la conversazione
sull’Animazione”.
Guillermo Del Toro ha vinto il suo
primo Oscar per la regia e, lo stesso anno, per il Miglior Film,
nel 2017, grazie a La Forma dell’Acqua, film che cominciò la sua
corsa a Venezia, dove vinse il Leone d’Oro.
Il co-CEO dei DC Studios
James Gunn ha parlato un po’ di Wonder
Woman durante il fine settimana, affermando che sta
cercando di ottenere più progetti animati con protagonista
l’iconico eroe. Gunn ha risposto per la prima volta a un
utente di Twitter che aveva fatto notare al CO-CEO che Wonder Woman
ha molto potenziale per storie future in una serie animata. Il
regista aveva risposto subito dicendo: “Ci sto
lavorando“.
Quando un altro utente ha affermato
che pensava che
Gunn si riferisse semplicemente ad altre storie basate sui miti
di Wonder Woman come l’imminente
show Paradise
Lost , James
Gunn ha chiarito che intendeva dire che stava
lavorando per ottenere più progetti animati di Wonder
Woman e che era una delle prime cose che ha raccontato
alle persone che lavoravano ai progetti animati della DC quando è
entrato a far parte della DC.
I don’t think they’re working on an animated
show. They’re working on expanding the mythos (Paradise Lost,
etc.). https://t.co/txHwLrSkxV
La prima fase del DC
Universe, chiamata Chapter One: Gods and
Monsters, conterrà una moltitudine di diversi film e
programmi televisivi. Alcuni dei progetti annunciati includono
un film incentrato su Batman e Robin chiamato The
Brave and the Bold, un film di Supergirl intitolato
Supergirl: Woman of Tomorrow, un
film di Swamp
Thing e diversi programmi TV.
Sembra che i Marvel Studios abbiano
finalmente deciso di reprimere le fughe di notizie su
Internet!Kevin Feige ha sempre avuto una politica
rigorosa quando si tratta di spoiler, ma negli anni abbiamo visto
come le trame dei film e report dettagliati hanno spesso trovato la
strada online negli ultimi anni e la maggior parte di queste
informazioni tendeva a provenire dal subreddit
r/MarvelStudiosSpoilers.
Ebbene oggi secondo alcuni rumors par che la Disney/Marvel ha
depositato documenti legali chiedendo un mandato di comparizione
nel tentativo di identificare l’individuo che ha fatto trapelare la
sceneggiatura di Ant-Man
and the Wasp: Quantumania. La Disney ha
presentato una richiesta di rimozione del copyright della fuga di
notizie all’inizio di questo mese dopo che il documento di 63
pagine è stato condiviso da u/MSSmods in un post intitolato
“[TFTMQ]
Ant-Man and the Wasp: Quantumania Detailed Dialog”. Da
allora il thread è stato eliminato, ma è stato archiviato in Google
Documenti.
“Reddit si impegna a
proteggere la privacy dei nostri
utenti”, ha scritto Reddit in una
dichiarazione in risposta alla domanda della
Marvel. “Abbiamo in atto processi
rigorosi per valutare le richieste legali e obiettare quando
appropriato”.Il subreddit in questione era
diventato molto popolare e, sebbene non tutto ciò che si trovava lì
si fosse rivelato vero,qualcunostava chiaramente condividendo informazioni privilegiate
relative a determinati film/programmi TV
MCU.
Disney+ ha
rilasciato un nuovissimo teaser trailer di
American Born Chinese per
l’imminente dramma fantasy di formazione incentrato su uno studente
delle superiori che viene improvvisamente catturato nel mezzo di
una battaglia tra divinità mitologiche cinesi. La serie sarà
disponibile per lo streaming dal 24 maggio.
Il teaser di
American Born Chinese ci
offre un’anteprima di alcune delle sequenze d’azione dello show con
il personaggio di Guanyin interpretato dalla fresca
vincitrice dell’Oscar Michelle Yeoh. Il video svela anche il
nostro primo sguardo a Freddy Wong di Ke Huy
Quan e Shiji Niangniang di Stephanie
Hsu, mentre si riuniscono con Yeoh dopo aver recitato
nell’acclamato film Everything
Everywhere All at Once.
Per le interpretazioni di
Yeoh e Quan nel film A24, entrambi hanno recentemente vinto
rispettivamente il loro primo Academy Award per la migliore attrice
e il miglior attore non protagonista. Nel frattempo, Hsu ha
ricevuto una nomination all’Oscar come migliore attrice non
protagonista per il suo memorabile ruolo di Joy/Jobu
Tupaki.
“Racconta la storia di
Jin Wang, un adolescente medio che si destreggia tra la vita
sociale del liceo e la sua vita familiare“, si legge nella
sinossi. “Quando incontra un nuovo studente straniero il
primo giorno dell’anno scolastico, ancora più mondi si scontrano
mentre Jin è involontariamente coinvolto in una battaglia di
divinità mitologiche cinesi.” Dai un’occhiata al teaser
trailer di American Born Chinese qui
sotto:
American Born Chinese
American Born
Chinese di Disney+ è diretto da
Destin Daniel Cretton da una sceneggiatura scritta dai fratelli
Kelvin Yu (Bob’s Burgers) e Charles Yu
(Westworld), con Kelvin Yu che è anche
showrunner. La seria viene descritta come una commedia d’azione che
salta di genere che è destinata a esplorare questioni di identità,
cultura e famiglia.
La serie è interpretata da
Michelle Yeoh (Shang-Chi) nei panni di
Guanyin, Ben Wang (MacGyver) nei panni di Jin
Wang, Yeo Yann Yann (Wet Season) nei panni di
Christine Wang, Chin Han (Mortal Kombat) nei
panni di Simon Wang, Daniel Wu (Reminiscence)
nei panni di Sun Wukong, Ke Huy Quan (The
Goonies) nei panni di Freddy Wong, l’ex campione di
Taekwondo Jim Liu nei panni di Wei-Chen e Sydney Taylor
(Just Add Magic) nei panni di
Amelia.
I produttori esecutivi di
American Born Chinese sono
Cretton, i fratelli Yu, Gene Luen Yang, Erin O’Malley, Melvin Mar,
Jake Kasdan e Asher Goldstein. La serie è una produzione della
20th Television.
Non si sa molto sull’imminente
serie Amazon Blade
Runner 2099, ma secondo un nuovo rapporto, l’attrice
Jodie Comer potrebbe essere in trattative per
recitare nell’attesissima serie. Durante l’episodio di questa
settimana di The Hot Mic, Jeff Sneider ha
affermato di aver sentito che Jodie Comer era in trattative per recitare
nella serie. Ha continuato a notare che dopo aver lavorato con il
regista Ridley Scott in The
Last Duel, la Comer era ansioso di lavorare di nuovo
con lui, ma le cose sono fallite su altri progetti.
Tuttavia, Sneider non ha condiviso
troppo in termini di dettagli su come sarebbe stato il ruolo di
Comer se fosse stata scelta per la serie. Lo scorso anno Amazon
Studios ha ufficialmente ordinato una serie per l’imminente
adattamento televisivo live-action di Blade
Runner 2099 e vedrà la serie svolgersi
all’interno dell’universo cinematografico del franchise. Il
regista originale Ridley Scott è attualmente impegnato nel
progetto come produttore esecutivo e, secondo quanto riferito,
dirigerà lui stesso alcuni episodi.
Attualmente, i dettagli della trama
di Blade
Runner 2099 sono tenuti nascosti, ma sembra che
il sequel sarà ambientato almeno 50 anni dopo il sequel, che a sua
volta ha avuto luogo 30 anni dopo l’originale Blade
Runner. Blade Runner 2049 è uscito nelle
sale nel 2017 ed è stato diretto da Denis
Villeneuve, con le star Harrison Ford e Edward James
Olmos che riprendono i loro ruoli
dall’originale. 2049 è stato anche
interpretato
Ryan Gosling,
Jared Leto,
Ana de Armas, Sylvia Hoeks,
Robin Wright, Mackenzie Davis, Carla Juri, Lennie
James e Dave Bautista.
Arriva daDeadline, la notizia secondo cui
Netflix
è attualmente nelle trattative finali per acquisire i diritti di
adattamento cinematografico del racconto di Chris Hicks
intitolatoI Am Not
Alone. La vincitrice dell’Oscar Jessica Chastain (Mama)
è scelta per il ruolo principale nel dramma horror di fantascienza,
con la regista di Lovecraft
CountryMisha Green che firmerà il
progetto come regista e sceneggiatrice.
Netflix
è riuscita vincere la battaglia per i diritti con altri quattro
importanti studi in un’intensa gara per il progetto, con un accordo
a sei cifre. Oltre a recitare, Jessica Chastain produrrà il film attraverso
la sua società Freckle Picture con Green e Kelly Carmichael.I Am Not Alone seguirà la
storia di una madre di una giovane figlia, la cui vita cambia
quando ha iniziato a vedere creature causate dalle sue
insopportabili emicranie. È descritto come “una storia di
fantascienza radicata su una madre costretta a difendere la sua
famiglia da una minaccia che solo lei può vedere“.
Altri produttori del film
sono Simon Kinberg e Audrey Chon di Genre Films,
Craig Flores di Bread & Circuses Entertainment,
Scott Glassgold e Peter Katz. Questo segna la seconda
collaborazione di Kinberg con Jessica Chastain dopo aver lavorato insieme
inThe
Martian, Dark
Phoenix e The
355.
“Sono
un grande fan del lavoro di Misha e sono amico di Craig da anni,
quindi quando mi è stata inviata questa storia e ho sentito che
erano coinvolti, sono andato fuori di testa“,
ha detto Kinberg in una dichiarazione. “La
visione di Misha è diversa da qualsiasi cosa io abbia mai
visto. E lavorare di nuovo con Jessica lo rende ancora più
sognante.”
Andy Serkis ha avuto una carriera lunga e
leggendaria, ma il suo ruolo più popolare è di gran lunga quello di
Gollum nell’iconica trilogia de
Il Signore degli Anelli di Peter
Jackson. Con i
nuovi film in fase di sviluppo precedentemente annunciati,
l’attore i suoi pensieri in merito all’annuncio. Parlando
durante una recente apparizione sul podcast post-credito di
BroBible, Andy Serkis ha notato che il mondo della
Terra di Mezzo non lo ha “mai lasciato” e ha detto che il trio di
Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa
Boyens – che ha scritto tutti e tre i i film originali,
così come i tre film della trilogia de
Lo Hobbit, sono una “seconda famiglia” per lui, e gli
piacerebbe lavorare con loro.
“Guarda, [i produttori] Peter
Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens sono una specie di seconda
famiglia di cui sono diventato parte e con cui ho continuato a fare
così tanti film“, ha detto Serkis (via Variety) . “E
– lascia che te lo dica – sono le persone migliori e più
incredibili con cui lavorare. Penso che ci siano così tanti
altri potenziali progetti della Terra di Mezzo che potrebbero
realizzarsi, e se li stanno realizzando, ovviamente coglierei al
volo l’opportunità di riaccendere quella relazione”.
Andy Serkis ha recitato nella trilogia
originale de
Il Signore degli Anelli e nella successiva trilogia
Lo Hobbit nei panni di Gollum, uno hobbit del
popolo del fiume che è stato corrotto dall’Unico Anello. La sua
interpretazione – che è stata possibile grazie al suo lavoro con la
sua voce e al motion capture – ed egli stesso è uno dei massimi
interpreti della tecnica tanto da essere spesso presente in film
dall’alto budget.
Jackson, Walsh e
Boyens hanno scritto e prodotto (con Jackson alla regia)
la trilogia di film originale de Il Signore
degli Anelli , così come la successiva trilogia sequel Lo
Hobbit. Il loro lavoro nella trilogia de Il Signore
degli Anelli è valso loro enormi elogi, con l’ultimo film
della trilogia originale, Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re,
che ha vinto tutti gli 11 Academy Awards per i quali è stato
nominato, incluso quello per il miglior film.
All’inizio di quest’anno, Embracer
Group AB, che detiene i diritti de Il Signore
degli Anelli e Lo
Hobbit, ha siglato un accordo pluriennale che consentirà
alla Warner Bros. di realizzare nuovi film basati sugli amati libri
di JRR Tolkien. La notizia è stata rivelata durante l’ultima
chiamata sugli utili della Warner Bros. Discovery e arriva dopo che
Embracer Group ha acquistato i diritti de Il
Signore degli Anelli e Lo
Hobbit lo scorso anno.
L’heist movie è da sempre
un sottogenere particolarmente apprezzato al cinema. Attraverso il
racconto di spericolate rapine e della loro organizzazione
maniacale, si possono infatti dar luogo a racconti particolarmente
ricchi di tensione, dove in ogni momento la sfida tra successo e
fallimento è quantomai incerta. Questa tipologia di film può però
anche essere ricca di humor, proprio come dimostra un esempio
celebre quale Ocean’s
Eleven, diretto nel 2001 dal regista premio Oscar
Steven
Soderbergh. Dato il grandissimo successo anche del
sequel Ocean’s Twelve, nel 2007 è poi stato realizzato il
capitolo conclusivo della trilogia, Ocean’s
Thirteen.
Questo ripropose dinamiche narrative
simili al precedente, andando inoltre a portare a conclusione le
varie vicende rimaste in sospeso. Il film, dunque, è costruito a
suo modo come una storia originale. Ocean’s Eleven,
infatti, era il remake dell’omonimo film del 1960 e si rifaceva in
parte a quel titolo. Con questo terzo sequel, Soderbergh e gli
sceneggiatori danno invece vita ad una vicenda inedita, che vede
riuniti i protagonisti del precedente capitolo con nuove aggiunte
nel cast e nuovi obiettivi. Con tali elementi, anche Ocean’s
Thirteen si affermò come un grande successo di pubblico, con
un incasso di oltre 311 milioni di dollari.
Nonostante tale risultato, gli
autori dichiararono conclusa la trilogia, negando dunque la
possibilità di dar vita ad un quarto capitolo. Nel 2018, però, è
stato realizzato lo spin-off al femminile Ocean’s 8. Per gli
amanti del genere, dunque, si tratta di film assolutamente
imperdibili. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Ocean’s Thirteen: la trama
del film
Protagonista del film è
Danny Ocean, il quale riunisce stavolta la sua
banda per un colpo un po’ diverso dal solito. Questa volta il
gruppo è infatti coinvolto in maniera personale. Willie
Bank ha truffato il loro amico Reuben
Tishkoff, obbligandolo a cedergli le azioni del casinò di
sua proprietà con un inganno. Così Danny chiama a rapporto tutti
quanti, che si precipitano in suo aiuto. La banda comincia dunque a
lavorare a una truffa colossale ai danni di Bank: Roman
Nagel si occupa della parte informatica dei sistemi del
casinò, Virgin Malloy pensa ai dadi e
Rusty deve mettere i bastoni fra le ruote
dell’impiegato della Royal Review che valuta le condizioni
dell’albergo.
Tutto questo servirà a portare Willy
Bank alla rovina economica, ma per riuscirci veramente occorre una
cifra che la banda non possiede. Danny si trova quindi costretto a
rivolgersi al suo nemico giurato, Terry Benedict,
che accetta di prestare loro il denaro necessario, ma a delle
condizioni. Ora finalmente può partire la macchina organizzativa,
coadiuvata da Linus Caldwell, che ha il compito di
usare tutto il suo fascino per convincere la direttrice dell’hotel
Abigail Sponder a dargli l’accesso alla penthouse
di Bank. Per portare a compimento questo loro ultimo, delicato,
compito, Danny e gli altri non dovranno commettere neanche un
minimo errore.
Ocean’s Thirteen: il cast
del film
Ad interpretare il carismatico Danny
Oceans vi è nuovamente l’attore George Clooney,
mentre Brad Pitt a sua
volta torna ad interpretare Rusty Ryan, ruolo che proprio Clooney
lo aveva convinto ad accettare. Matt Damon
interpreta invece di nuovo di Linus Caldwell. Tornano poi nel film
i personaggi Frank Catton, interpretato da Bernie
Mac, Livingston Dell, interpretato da Eddie
Jemison e i fratelli Turk e Virgil Malloy, interpretati da
Scott Caan e Casey Affleck.
Completano il gruppo Don Cheadle nel
ruolo di Basher Tarr, Carl Reiner con
quello di Saul Bloom e Shaobo Qin nei panni di
Yen. Elliot Gould è invece Reuben Tishkoff.
Terry Benedict è interpretato da
Andy Garcia,
mentre Vincent Cassel
torna nei panni del ladro Night Fox. Entrano a far parte del cast
l’attrice Ellen Barkin nel ruolo di Abigail
Sponder e il premio Oscar Al Pacino nei
panni del milionario Willie Bank. Pacino era da sempre la prima
scelta di Soderbergh per il ruolo, che l’attore decise poi di
accettare in quanto aveva apprezzato i precedenti due film. Nel
film sarebbero dovute comparire anche le attrici Julia
Roberts e Catherine Zeta Jones
rispettivamente nei panni di Tess Ocean e di Isabel Lihiri. Poiché
il loro sarebbe stato però solo un cameo, le due decisero di non
partecipare al film.
Ocean’s Thirteen: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Ocean’s
Thirteen è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Infinity, Apple iTunes,
Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
13 marzo alle ore 23:10 sul canale
TwentySeven.
Torna con sei nuovi episodi, di cui
viene rilasciato oggi il trailer ufficiale in italiano, HOTEL PORTOFINO, il period drama inglese con
protagonista la star di Californication, Designated Survivor e
HaloNatascha McElhone, ambientato sulle
meravigliose coste della riviera ligure.
Hotel Portofino: quando esce e dove vederla in
streaming
Ambientata in un periodo piuttosto
turbolento, quello degli anni che in Italia videro l’ascesa al
potere di Benito Mussolini, la serie esordirà su Sky e in
streaming su NOW il 29 marzo.
Cast della seconda stagione di Hotel
Portofino
Creata da Matt Baker e diretta da
Adam Wimpenny, la serie, in sei episodi, segue le avventure di
Bella Ainsworth (Natasha McElhone), figlia di un ricco
industriale, nel suo intento di dirigere e far brillare l’hotel di
famiglia, che inizia a prosperare sotto la sua guida, mentre si
confronta giornalmente con imprevisti, responsabilità e insidie che
la mettono spesso a dura prova.
Hotel
Portofino vanta una scrittura e un mood tipicamente
british e si sviluppa sullo sfondo di splendidi paesaggi italiani
che esaltano le vicende dei personaggi ed entrano a farne parte
attivamente. Nel cast anche Mark Umbers (These
Foolish Things) nei panni dell’affascinante ma pericoloso
marito di Bella, Cecil Ainsworth, e Oliver Dench
(Domina), che interpreta Lucian, suo figlio, che si
troverà a dover affrontare una scelta sentimentale
importante. Fra gli italiani del cast Daniele
Pecci (Cuori) nei panni di un facoltoso avventore
dell’Hotel Portofino e Giorgio Marchesi (I
Medici), new-entry nel cast nei panni di un architetto locale
che metterà in crisi Bella con il suo fascino mediterraneo; con
loro anche Rocco Fasano (Skam Italia),
che anche nei nuovi episodi interpreta un giovane del luogo,
attivista antifascista, Pasquale Esposito e
Carolina Gonelli.
La trama della seconda
stagione di Hotel Portofino
È l’estate del 1927 e Bella si
dedica con tutte le sue energie all’Hotel Portofino, che ha
superato i suoi primi problemi iniziali e sta iniziando a
prosperare, mentre il marito Cecil e il figlio Lucian si trovano in
Inghilterra. Quando però Cecil si presenta senza preavviso a
Portofino, Bella è costretta a confrontarsi con la realtà del suo
rapporto con il marito e a decidere se accettarlo di nuovo nella
sua vita o cedere all’amicizia sempre più forte con l’affascinante
architetto locale Marco Bonacini. Cecil, intanto, trama per rendere
l’hotel parte dei suoi torbidi piani con il dignitario fascista
locale, Vincenzo Danioni, e costringe Bella a stringere accordi con
gli ospiti abituali Claudine Pascal e Carlo Albani per arginare i
danni. Anche i suoi figli devono affrontare scelte difficili:
Lucian lotta per conciliare la sua innegabile attrazione per
Costanza con le sue responsabilità coniugali per l’infelice Rose, e
Alice minaccia di gettare la sua cautela al vento con un
fidanzamento inappropriato. Come ciliegina sulla torta, una visita
anonima da parte di un ispettore potrebbe essere decisiva per il
futuro dell’hotel.
AVVISO SPOILER:
contiene spoiler dal finale della prima stagione di The
Last Of Us, ora in streaming su NOW. The
Last Of Us è stato ufficialmente rinnovato
per una seconda stagione da HBO a gennaio, ma i creatori stanno
pianificando “più di una stagione” per raccontare
la storia molto più ampia del sequel del videogioco, “The
Last of Us: Part II. “
Rilasciato su PlayStation 4
nel 2020, sette anni dopo il debutto del gioco originale, “The
Last of Us: Part II” racconta una storia più ampia e
complessa rispetto al suo predecessore. Ci sono molti più
personaggi, flashback e scene d’azione, e i creatori
dell’adattamento della HBO, Craig Mazin e Neil Druckmann, hanno
confermato a GQ che gli eventi della
“Parte II” dureranno più di una stagione. Quando gli è stato
chiesto se la seconda stagione includerà l’intera storia della
“Parte II”, Mazin ha risposto: “No. Non c’è
modo“. Druckmann ha aggiunto: “Sarà più di
una stagione“. I creatori non hanno rivelato se la storia
della “Parte II” avrebbe avuto due o tre stagioni per raccontarla
completamente, ma Mazin ha detto: “Hai notato correttamente che
non diremo quante ne faremo. Ma più di una è effettivamente
corretto.”
The Last of Us: Part II
vede protagonisti molti dei personaggi principali di “Part I”, tra
cui Joel (interpretato da Pedro Pascal nella serie HBO), Ellie (Bella
Ramsey), Tommy, (Gabriel
Luna), Maria (Rutina Wesley) oltre ad
alcuni personaggi nuovi e importanti che ottengono trame
completamente arricchite. Uno degli attori principali di
“Parte II”, Laura Bailey, che interpreta un
personaggio chiave di nome Abby, ha avuto un sottile cameo
nel finale della prima stagione della HBO domenica
sera. È accreditata come una delle infermiere nella sala
operatoria dell’ospedale di Salt Lake City, dove Ellie
viene preparata per un intervento chirurgico. È raggiunta da
un’altra infermiera e guardano inorriditi mentre
Joel irrompe, uccide il capo chirurgo e fugge con
Ellie a Jackson.
Sebbene HBO non abbia ufficialmente dato il
via libera a nulla oltre a una seconda stagione
per la sua serie “The Last of Us“, Mazin e
Druckmann hanno già anticipato più azione e zombi infettiì nei
futuri episodi. Le anticipazioni sono la risposta ad alcune
lamentele fatte dai fan rispetto alla mancanza di scene d’azione
importanti nella prima stagione. A tal proposito Mazin ha
dichiarato: “C’è altro ‘The Last of Us’ in arrivo. È del tutto
possibile che ci saranno molti più infetti nel prossimo futuro. E
forse qualche infetto ma visto prima.
The Last of
Us racconta una storia che si svolge vent’anni
dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, un sopravvissuto,
viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazzina di 14 anni, da
una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito
all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale
e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli
Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per
sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray
Bartlett veste i panni di Frank, Nick
Offerman quelli di Bill, Storm Reid è
Riley, Merle Dandridge è Marlene. Il cast include
anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry,
Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn
Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene
nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di
Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
The Last of
Us è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e
Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono
anche i produttori esecutivi. The Last Of Us è una
co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan
Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori
esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word
Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.
Nel corso della cerimonia dei premi
Oscar 2023 (qui l’elenco con tutti i
vincitori) un particolare peso ce l’ha il momento conosciuto
come In Memoriam, durante il quale si
ricordano tutti i grandi artisti dell’industria dello spettacolo
scomparsi nell’anno precedente. O meglio, quasi tutti, poiché per
ogni anno si possono indicare alcuni esclusi, per via di mera
dimenticanza o altri eventuali motivi difficili da definire. Quest’
anno tale segmento dello show è stato introdotto da John Travolta,
visibilmente commosso per via della scomparsa, nel mese di agosto,
della sua co-protagonista di Grease, Olivia
Newton-John.
“Ci hanno fatto sorridere e sono
diventati cari amici a cui rimarremo sempre irrimediabilmente
devoti“, ha detto Travolta visibilmente emozionato prima
dell’inizio del montaggio video. Con la sua ultima affermazione,
“who we will
always remain hopelessly devoted to”,è esplicito il
riferimento al brano Hopelessly Devoted to
You, cantato dalla Newto-John
in Grease. Con Lenny Kravitz
intento ad eseguire il brano “Calling All Angels” ha
dunque avuto inizio uno dei momenti preferiti dagli spettatori, ma
le omissioni di alcuni personaggi di alto profilo di Hollywood
hanno suscitato anche stavolta diverse polemiche.
Tra gli assenti, ad esempio, si
annoverano gli attori Anne Heche, la giovanissima
star di Triangle of SadnessCharlbi Dean
e Paul Sorvino. Tuttavia, tutti e tre sono stati
commemorati sul sito web degli Oscar. Tra le altre star non
menzionate sullo schermo c’erano poi gli attori Leslie
Jordan, Gilbert Gottfried, Tom Sizemore e
Cindy Williams. Alcuni si chiedevano se
Sacheen Littlefeather, nota per aver letto il
discorso con cui Marlon Brando rifiutò l’Oscar
1973 e morì in ottobre, sarebbe stata inserita nel segmento, ma
alla fine è stata solo inserita nel sito web degli Oscar.
Dubbi c’erano anche per
Robert Blake, noto attore morto solo tre giorni
prima della cerimonia, la cui carriera è però stata messa in ombra
dal processo per l’omicidio di sua moglie, da cui è però stato
assolto. L’attore, alla fine, non è stato elencato né sullo schermo
né sul sito web degli Oscar. Come reso noto, è possibile aggiungere
voci alla lista dell’In Memoriam fino alla data effettiva
della cerimonia, il che significa che le celebrità incluse sono
decedute tra gli Oscar dello scorso anno, il 27 marzo, e quello di
quest’anno, il 12 marzo. Nonostante ciò, anche quest’anno diverse
sono dunque state le dimenticanze di questi Oscar 2023 a
riguardo.
Se dicessimo che ci siamo
svegliati sorpresi dall’esito degli Oscar 2023,
svoltisi questa notte, diremmo una falsità. Il trionfo di
Everything Everywhere All at Once era atteso e
caldeggiato, il film dei record, che ha battuto persino Il
Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re per la quantità di
premi ricevuti, è stata la vera e propria corazzata “proveniente da
Oriente” che ha permesso a Hollywood di raccontarsi che sì,
finalmente, si sta facendo ammenda per decenni di comportamenti
deplorevoli nei confronti delle minoranze.
Dopotutto, di recente
accade con regolarità, l’anno scorso con CODA, con il
riconoscimento della comunità di artisti diversamente abili (al
netto poi delle singole splendide performance da cui il film è
impreziosito), e qualche anno fa, nel 2014, con la vittoria di
12 Anni Schiavo (quando in gara c’erano titoli del calibro
di Gravity e The Wolf of Wall Street) arrivata dopo
un 2013 di proteste per gli #OscarsoWhite.
Insomma, l’Academy,
rappresentazione politico-industriale di maggiore prestigio a
Hollywood, ciclicamente sembra volersi lavare la coscienza per
quello che ha sbagliato in passato, non riuscendo quasi mai a
premiare “il migliore” ma il più adatto ai tempi che corrono. Il
che non è per forza sbagliato, perché bisogna pure avere un
criterio nell’assegnazione di quello che è a tutti gli effetti un
giudizio. E allora vogliamo forse dire che
Michelle Yeohè stata più brava di Cate
Blanchett, quest’anno? Certo che no, ma diremo, meglio, che se
il racconto di Blanchett vincitrice avrebbe visto il trionfo di una
grande performance e il terzo Oscar per l’attrice australiana,
quello di Yeoh è il primo Oscar da protagonista a un’attrice
asiatica, un’icona del cinema pop che viene da 40 anni di carriera,
amatissima dal pubblico e finalmente riconosciuta dall’industria
“alta”. Ecco, quanto si racconta meglio questa storia qui? Stessa
cosa dicasi per il “ritorno” di
Brendan Fraser che, sebbene con The
Whale abbia offerto la sua migliore
interpretazione in carriera, non era certo portatore della migliore
interpretazione in cinquina, quest’anno. Ma quanto è bello
raccontare di un attore di successo che si era perso e si è
ritrovato?
A Hollywood, giustamente,
piace questa narrazione, piacciono le storie, e piace potersi dare
una pacca sulla spalla e dirsi che, non importa con quanto ritardo,
con i premi agli Oscar 2023 a
Everything Everywhere All at Once, anche la sua
comunità asiatica è stata finalmente riconosciuta. E ciò non toglie
che sia giusto, sotto più di un aspetto, che un’associazione come
l’Academy dimostri di guardare al suo contemporaneo attraverso i
film che premia. In fondo, siamo tutti contenti.
E questa narrazione,
questo concetto di “pulirsi la coscienza” si muove nel territorio
del verosimile e dello spiegabile, cosa che invece non accade
quest’anno per alcune categorie, come quella della migliore
sceneggiatura originale, andata ai Daniels, con Martin
McDonagh in gara, oppure come i premi, quattro, assegnati a
Niente di nuovo sul fronte occidentale, che tradisce
la sua anima già dal titolo: terzo adattamento per il cinema
dell’omonimo romanzo, il film non ha davvero niente di nuovo da
dire, eppure, per ragioni insondabili, ha raggiunto un successo
insperato.
Nonostante questa diffusa
stanchezza e pigrizia nell’assegnazione dei premi, ci sono stati
diversi momenti emozionanti, anche se non sorprendenti, a questi
Oscar 2023, e certamente non dobbiamo ringraziare
Jimmy Kimmel che ha condotto la più normale e sicura delle
cerimonie, come non se ne vedevano da diversi decenni. L’emozione
autentica di
Jamie Lee Curtis e
Ke Huy Quan, la commozione di John Travolta
nell’introdurre il momento In Memorian, lui che quest’anno ha
“perso” due delle sue più iconiche co-star, Olivia Newton
John e Kirstie Alley, l’intensità della performance di
Lady Gaga, la vittoria di Natu Natu come migliore
canzone originale, che ha sempre il sapore di contentino ma che
almeno ha regalato un momento di genuina ilarità con il discorso di
ringraziamento di M.M. Keeravani.
Insomma, questi Oscar
2023 verranno dimenticati presto, o forse saranno ricordati
proprio per la peculiarità delle scelte dell’Academy (ricordiamo
tutti l’anno di Shakespeare in Love). Dopotutto il tempo è
il miglior giudice per quello che riguarda l’arte, il tempo
trascorso ci vede ancora testimoni dello strepitoso ritmo e
montaggio di The Wolf of Wall Street, del dolente splendore
de La Sottile Linea Rossa, del valore fondativo di
Psycho, della brutalità di Taxi Driver, tutti titoli
grandiosi, lasciati a bocca asciutta dall’Academy ma premiati dal
tempo.
E quindi aspettiamo e
vediamo cosa lascerà Eveything Everywhere All At Once e cosa
invece rimarrà dei grandi esclusi degli Oscar
2023.