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Justice League: 10 dettagli sulla sceneggiatura di Will Beall per il film mai realizzato

Quando la Warner Bros. ha annunciato la data di uscita ufficiale della versione di Justice League ad opera di Zack Snyder, i fan più attenti hanno scoperto che Will Beall (co-sceneggiatore di Aquaman) ha effettivamente contribuito alla storia. In realtà, proprio a Beall era stato affidato un film dedicato alla Justice League tra il 2010 e il 2011, con Ben Affleck incaricato di occuparsi della regia (tra gli altri).

Naturalmente, quel progetto non ha mai visto la luce, con la Warner Bros. che ha preferito dare il via libera al DCEU sotto l’egida di Snyder. La sceneggiatura della Snyder Cut è stata scritta da Chris Terrio, che ha naturalmente preso in prestito alcune delle idee proveniente dal film mai realizzato di Beall e dalla sua visione.

Quando Justice League è arrivato nelle sale nel 2017, Beall non è mai stato menzionato, quindi è probabile che ciò che aveva pianificato per il suo film mai realizzato sia poi finito all’interno della Snyder Cut. ComicBookMovie ha raccolto 10 dettagli sulla sceneggiatura di Beall per il suo Justice League mai realizzato.

Batman e Superman erano alleati

Superman è morto all’inizio della Snyder Cut, ma nella versione di Beall, l’Uomo d’Acciaio è in realtà un alleato di Batman. Conoscono l’identità segreta l’uno dell’altro e si danno appuntamento in una tavola calda di Metropolis per fare il punto della situazione.

Prima di dirigersi a Central City per reclutare Flash, ha luogo una battaglia nella Lexcorp Tower contro KGBeast e Killer Croc. Lex Luthor sta tentando di acquistare la Kryptonite dal primo, ma vengono tutti interrotti dall’arrivo di Desaad, uno dei più fedeli seguaci di Darkseid. Questi uccide Croc e se ne va con la Kryptonite.

Darkseid era il grande cattivo del film

Steppenwolf non aveva molto spazio in questa versione di Justice League: infatti, era Darkseid il cattivo principale. Il film introduceva quasi subito il sovrano di Apokolips, con la scena iniziale che si svolgeva proprio sul pianeta natale del cattivo. Chiaramente, Snyder e Terrio avevano un’idea totalmente diversa in merito all’introduzione sul grande schermo di Darkseid, dal momento che nella Justice League di Snyder – prima che il regista abbandonasse il progetto – il villain doveva apparire soltanto in un breve cameo.

Avrebbe poi dovuto essere al centro della scena nella seconda parte di Justice League, che all’inizio era anche stata approvata dalla Warner Bros. Se fosse stata usata la sceneggiatura di Beall, Darkseid avrebbe potuto riscuotere il medesimo successo di un personaggio come Thanos.

Niente Aquaman

L’Aquaman di Jason Momoa è diventato uno dei personaggi preferiti dai fan, con il suo film da solista che nel 2018 ha incassato oltre 1 miliardo di dollari a livello globale. Beall, tuttavia, non aveva intenzione di utilizzare il re di Atlantide. Anche se c’erano molti altri eroi nella sua versione di Justice League, pare che lo sceneggiatore non sia mai riuscito a capire come portare questo supereroe divisivo sullo schermo nella maniera più appropriata.

È importante ricordare che quando Beall stava lavorando alla sceneggiatura del suo Justice League, la DC Comics non aveva ancora reinventato il personaggio di Arthur Curry attraverso l’iniziativa editoriale “New 52”. A quel punto, sarebbe stato difficile coinvolgere Aquaman nella storia, con Beall che ha preferito concentrarsi sui personaggi che Snyder avrebbe poi trascurato nel suo film, tra cui Lanterna Verde… 

Un team-up tra Lanterna Verde e Hawkman

C’era un enorme elemento cosmico nella sceneggiatura di Justice League ad opera di Beall, con la Lanterna Verde John Stewart e Hawkman che facevano squadra per impedire a Kanjar Ro di aiutare Dessad ad armare la Kryptonite che aveva rubato a Lex Luthor e al KGBeast.

Non viene mai menzionato Hal Jordan: è probabile che il film di Beall fosse ambientato in un mondo separato da quello descritto in Lanterna Verde del 2011 con Ryan Reynolds. Parallelamente, c’era anche una sottotrama legata a Amanda Waller e al Department of Metahuman. È interessante notare che la sua squadra era composta da Tattooed Man, Copperhead, Cheetah e Solomon Grundy. Sempre sulla Terra, Superman viene rapito da Steppenwolf e dai suoi Parademoni e riportato ad Apokolips.

Il Massacro di Oa

Batman si dirige a Themyscira per cercare l’aiuto di Wonder Woman e apprendiamo che tra i due c’è una storia d’amore. John Stewart, nel frattempo, torna sulla Terra e incontra Bruce, Diana e Flash nella Batcaverna (che è piena zeppa di easter egg, tra cui l’ombrello di Pinguono e numerose versione della Batmobile e del Batsuit).

Mentre la squadra formula un piano per salvare Superman, John torna a Oa, solo per trovare il pianeta decimato da Darkseid. Katma Tui, Kilowag, Guy Gardner, Salakk e Tomar-Re sono tutti morti, segno che Beall non stava esattamente pensando al loro potenziale futuro nell’Universo DC… o almeno, fino a quel momento. Senza il Corpo delle Lanterne Verdi, Darkseid può finalmente dirigersi sulla Terra. 

Batman v Superman

Superman è caduto sotto il controllo di Darkseid e ne consegue uno scontro con Batman. Come in Batman v Superman: Dawn of Justice e in The Dark Knight Returns di Frank Miller, il Crociato Incappucciato ndossa una speciale tuta corazzata per affrontare l’Uomo d’Acciaio in un combattimento corpo a corpo.

È Wonder Woman che alla fine scopre come liberare Superman da Darkseid, e l’eroe si unisce rapidamente alla Lega per respingere l’invasione del cattivo. Tuttavia, le cose si fanno un po’ strane a questo punto, poiché Kal-El si ritrova nel futuro, a undici anni di distanza rispetto ai fatti narrati, dopo aver viaggiato attraverso un Boom Tube. Questo deve essere il momento che ha fornito a Snyder e Terrio lo spunto per la famosa scena dell’incubo.

Un futuro desolato

Superman scopre che Darkseid ha spazzato via l’80% della popolazione del pianeta e Diana e Bruce stanno guidando ciò che resta della resistenza umana. Batman e Wonder Woman hanno anche un figlio: Clark Wayne.

Sembra che la scomparsa di Superman attraverso il Boom Tube abbia lasciato la Terra indifesa, e anche Lex Luthor è ora allineato con gli eroi. “Batman’s Berzerkers” è una squadra composta da Deathstroke, Captain Boomerang, Cacciatrice e Cheetah, il che significa essenzialmente che il Cavaliere Oscuro è il leader della Suicide Squad. La sede dei sopravvissuti si trova nella Fortezza della solitudine di Superman.

Viaggio nel tempo

Sappiamo che Batman e Cyborg sono i responsabili dell’invio di Flash indietro nel tempo nello SnyderVerse, anche se è probabile che quelle scene siano state riservate per il sequel.

Nel film di Beall, è Lex Luthor che ha capito come mandare Barry Allen undici anni indietro rispetto al presente. Il Flash del futuro arriva sulla Terra prima dell’invasione di Darkseid e muore tra le braccia del suo io più giovane poco dopo aver avvertito il giovane Barry di ciò che la Lega dovrà affrontare. Dopo aver avvertito i suoi compagni di squadra, la scena è pronta ad ospitare una battaglia epica…

L’epica battaglia finale

Superman è già stato portato su Apokolips a questo punto, quindi Batman, Wonder Woman, Flash e Lanterna Verde viaggiano sul pianeta per fermare Darkseid prima che possa fare il lavaggio del cervello al loro compagno di squadra. Superman viene salvato e gli eroi affrontano il cattivo e le sue forze.

Il Corpo delle Lanterne Verdi, che è vivo in questa linea temporale, presto arriva per dare una mano, così come le guerriere ammazoni di Themyscira. Gli eroi emergono vittoriosi dalla battaglia e impediscono a quel desolato futuro di diventare una realtà. Darkseid p stato sconfitto, ma c’è un altro nemico in attesa dietro le quinte…

Lex Luthor Presidente

Lex Luthor ha in programma di candidarsi alla Presidenza, un bel suggerimento su come la sua storia si è svolta nei fumetti. Tuttavia, c’è un’ultima sorpresa che potrebbe preparare il terreno per un film spin-off di Superman. Lex riceve un messaggio dal suo sé futuro e scopre che Superman è, in effetti, Clark Kent.

La sceneggiatura di Beall non rivela cosa fa il cattivo con quell’informazione, ma ci sono molti modi in cui la cosa avrebbe potuto essere affrontata. In Batman v Superman: Dawn of Justice, Lex lo deduce lui stesso. Quanto Snyder e Terrio hanno preso in prestito da quella sceneggiatura, in merito a quell’avvenimento, rimane ad oggi un mistero.

Justice League Snyder Cut: cosa ci dice la foto del Joker condivisa da Zack Snyder?

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La Snyder Cut di Justice League sistemerà probabilmente uno degli aspetti più odiati dell’iterazione del Joker da parte di Jared Leto. In Suicide Squad di David Ayer, il Clown Principe del Crimine aveva i capelli verdi e sfoggiava un taglio molto corto, mentre il suo corpo era disseminato di una quantità eccessiva di tatuaggi.

La maggior parte dei fan e dei critici ha contestato il look del famoso cattivo. Tuttavia, Zack Snyder ha recentemente condiviso una foto del Joker di Leto che palesa come l’aspetto controverso del villain visto in Suicide Squad sia stato modificato nella sua versione di Justice League. Nonostante il look del personaggio non sia chiaramente visibile nell’immagine condivisa da Snyder, è comunque evidente come il personaggio non presenti più alcun tatuaggio (almeno, non sul viso!). Inoltre, i suoi capelli sono molti più lunghi rispetto alla versione vista nel cinecomic di Ayer, lunghi fino alle spalle e pettinati all’indietro.

Inoltre, il Joker indossa dei guanti abbastanza larghi e quella che sembra essere a tutti gli effetti una camicia di forza. Il Clown Principe del Crimine si trova ad Arkham? Batman è andato a fargli visita? La versione del Joker ad opera di Jared Leto non è apparsa nella versione cinematografica di Justice League, rendendo di fatto la Snyder Cut la seconda avventura del DCEU in cui ritroveremo l’iconico personaggio. All’epoca dell’uscita di Suicide Squad nelle sale, i fan rimasero molto delusi dal look scelto da Ayer per il personaggio, con lo stesso regista che arriverò a scusarsi per alcune scelte (come ad esempio il tanto bistrattato tatuaggio “Dameged” sulla fronte).

La Snyder Cut di Justice League renderà “giustizia” al Joker di Jared Leto?

Ad oggi è impossibile dire con esattezza dove si collocherà il Joker all’interno della storia alla base della Snyder Cut. È probabile che l’immagine condivisa da Snyder faccia riferimento ad un flashback, ma la speranza è che il nuovo taglio del cinecomic possa regalare ai fan un’altra interpretazione unica del subdolo e spietato cattivo della DC, lontana da quello che abbiamo visto in Suicide Squad

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Girl power – La rivoluzione comincia a scuola: trailer del film di Amy Poehler

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Netflix Italia ha diffuso il trailer del film Netflix Girl power – La rivoluzione comincia a scuola di Amy Poehler.

Tratto dal romanzo di Jennifer Mathieu e diretto da Amy Poehler Girl power – La rivoluzione comincia a scuola racconta di Vivian (Hadley Robinson) è una sedicenne all’apparenza timida che preferisce rigare dritto e passare inosservata. Ma quando l’arrivo di una nuova studentessa (Alycia Pascual-Peña) la obbliga a esaminare il comportamento fuori controllo dei suoi compagni di classe che imperversa a scuola, si rende conto di averne avuto abbastanza. Prendendo ispirazione dal passato ribelle della madre (Amy Poehler), Vivian pubblica anonimamente Moxie, una fanzine clandestina che denuncia i pregiudizi e i torti subiti al liceo dando vita inaspettatamente a un vero e proprio movimento. Trovandosi ormai al centro di questa rivoluzione, la ragazza instaura nuove amicizie con altre giovani donne e alleate superando le rivalità tra combriccole e club e affrontando insieme le difficoltà dell’adolescenza.

Edgar Wright ha riallacciato i rapporti con Kevin Feige dopo l’esperienza di Ant-Man

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Edgar Wright, regista che era stato inizialmente scelto per dirigere Ant-Man, ha svelato di essersi riconciliato con Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, per la prima volta dalla sua dipartita dal progetto. Quando Ant-Man è entrato per la prima volta in sviluppo nel 2006, Wright era stato scelto dalla Marvel come co-sceneggiatore e regista.

I fan erano piuttosto eccitati all’idea di poter vedere la visione del piccolo grande eroe da parte del regista dell’ormai celebre “Trilogia del Cornetto”. Tuttavia, nel 2014 Wright decise di abbandonare il progetto a causa di alcune divergente creative, e da allora non è mai più entrato in contatto con il mondo dei supereroi. Peyton Reed è stato poi assunto per dirigere il primo Ant-Man, con Adam McKay e Paul Rudd che hanno rimaneggiato lo scriopt che Wright aveva scritto insieme a Joe Cornish.

Di recente, Edgar Wright ha curato l’ultimo speciale numero della rivista Empire interamente dedicato ai momenti più belli della storia del cinema, realizzato per onorare l’esperienza cinematografica in un momento particolarmente difficile per la sala. Proprio in occasione di uno dei podcast della rivista, Wright ha parlato del boss della Marvel Kevin Feige, confermando che non aveva parlato con lui da quando aveva lasciato Ant-Man.

Edgar Wright e Kevin Feige: una storia a lieto fine…

Pur riconoscendo che si trattò di un addio “diplomatico” all’epoca, Wright ha ammesso che sentiva che non c’era un reale motivo per restare in contatto. Tuttavia, proprio mentre esaminava le proposte dei lettori per lo speciale numero di Empire, si è reso conto di quante storie facessero riferimento al MCU, cosa che lo ha spinto a voler ristabilire un contatto con Feige.

“Ho pensato che sarebbe stato falso da parte mia leggere quest’articolo senza menzionare neanche una volta la parola ‘M’. Quindi, ho fatto quello che non avevo mai fatto in sei anni: ho appena mandato un’email a Kevin. È stata davvero una cosa carina, e Kevin è stato davvero toccato dal fatto che lo avessi contattato direttamente e gli avessi detto semplicemente: ‘Hey’. Inoltre è stato divertente, dopo sei anni senza contatti, mandargli un’e-mail dicendo: ‘Kevin, ho bisogno che tu scriva qualcosa per me, e ne ho bisogno domani!’. Quindi è stato carino, ci siamo praticamente riconnessi grazie a questo articolo ed è stato molto dolce. Sono molto contento di averlo fatto, ed ero molto felice che la sua risposta sia stata così… è stato davvero toccato dal fatto che lo avevo cercato e sento che quello che ha scritto è stato fantastico. Gli ho detto che avevo letto quello che aveva detto su Aliens a James Cameron… aveva detto che era semplicemente folle. Quindi è stato bello. Un bel lieto fine per la nostra storia.”

Rogue One: un frame inedito di una scena con Darth Vader tagliata dal film

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Un’immagine inedita di Rogue One: A Star Wars Story rivela una scena con Darth Vader eliminata dal film. Il primo spin-off della celebre saga fantascientifica è uscito nel 2016 e racconta la storia di un gruppo di spie ribelli che hanno sacrificato le loro vite per rubare i piani della Morte Nera. Tale evento è stato determinante per il disarmo dell’arma galattica da parte della Ribellione nel film Una nuova speranza.

Il finale di Rogue One si è quindi collegato direttamente al primo film originale di Star Wars. Nonostante, quindi, la presenza di nuovi personaggi come Jyn Erso, Cassian Andor e Orson Krennic, nel film erano presenti anche diversi volti familiari. Peter Cushing, ad esempio, è stato ricreato tramite la CGI per consentire l’inclusione del personaggio di Grand Moff Tarkin; ancora, un’attrice è stata usata per il ruolo della Principessa Leia, e tramite gli effetti visivi si è cercato di farla assomigliare quanto più possibile a Carrie Fisher da giovane. Anche Darth Vader era nel film, sebbene sia stato usato con maggiore parsimonia.

In Rogue One abbiamo visto una delle sue scene più iconiche in Star Wars fino ad ora: la terrificante scena del corridoio. Ma a parte questa e un paio di altre apparizioni nel film, avrebbe dovuto esserci un’altra sequenza in cui Darth Vader era coinvolto. Ora, un’immagine di quella scena è stata recentemente diffusa online – via Twitter – dal supervisore all’animazione della Industrial Light & Magic, Hal Hickel. Nei commenti al post, Hickel ha spiegato che Vader avrebbe dovuto avere una conversazione con Tarkin nella scena in questione; sfortunatamente, Hickel non è stato in grado di ricordare qual era l’argomento del loro confronto.

Non è un segreto che Rogue One abbia subito alcuni cambiamenti significativi in fase di post-produzione che, alla fine, hanno alterato il finale memorabile del film. Questa particolare inquadratura di Vader è stata inclusa nei vari trailer del film, ma non è mai stata inserita nel montaggio finale, quindi nella versione del film arrivata nelle sale.

Hickel non è entrato nello specifico sul motivo per cui la scena è stata tagliata, ma ha suggerito che non si adattava alla forma finale che il progetto aveva assunto, per questo hanno deciso di scartarla. Nei commenti al post, i fan hanno suggerito l’idea che Lucasfilm aggiunga questo particolare momento – insieme a tutti quelli inutilizzati – in un’edizione speciale di Rogue One destinata all’home video. Hickel ha risposto che se ci sarà abbastanza interesse, non è una possibilità da escludere a priori.

Tutto quello che sappiamo su Rogue One

Diretto da Gareth Edwards e basato su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One: A Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. Nel cast del film Felicity JonesMads MikkelsenRiz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn.

In tempo di conflitto, un gruppo di improbabili eroi si unisce per una missione: rubare i piani della Morte Nera, l’arma di distruzione definitiva dell’Impero. L’evento chiave nella timeline degli eventi di Star Wars mette insieme persone ordinarie che scelgono di fare cose straordinarie, diventando così parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

Amanda Seyfried torna sui film di supereroi: “Non sono una fan del green screen”

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Amanda Seyfried pensa che non si sarebbe divertita a lavorare in un film di supereroi. L’attrice sta ricevendo diverse recensioni entusiastiche per la sua interpretazione di Marion Davies nel nuovo film di David Fincher, Mank, dedicato alla realizzazione del classico del 1941 Quarto potere, con Gary Oldman nel ruolo del protagonista. Dopo aver debutto nella commedia adolescenziale Mean Girls, Seyfried ha avuto una carriera di grande successo. Tra i suoi film più celebri si ricordano certamente Mamma Mia! film, Les Misérables e First Reformed.

In passato all’attrice era stato offerto il ruolo di Gamora in Guardiani della Galassia (poi andato a Zoe Saldana), ma all’epoca rifiutò perché pensava che il film non avrebbe avuto successo. Parlando con l’Associated Press, Seyfried ha ammesso che ci possono essere dei limiti nel fare determinati film e che tali limiti, dal suo punto di vista, riguardano anche i film di supereroi. L’attrice ha spiegato di non essere una grande fan delle tecniche impiegate per realizzare questi tipi di film (ad esempio, recitare davanti al green screen) e ha ammesso che, ogni volta che le veniva proposto un ruolo in un cinecomic, ha dovuto insistere per far valere la sua volontà di non prendervi parte.

Tuttavia, Seyfried riconosce l’importanza del genere, così come la sua eredità e la varietà incredibile di mondi e universi in cui sono grado di trasportare gli spettatori. “Immagino che non ci siamo molti agenti che pensavo che i loro clienti non trarrebbero vantaggio da un grande film di supereroi, ma io ho sempre dovuto combattere contro questa filosofia. Penso che i cinecomic siano meravigliosi. Semplicemente, riescono a trasportarti in un questo incredibile universo che non esiste. Sono divertenti e credo davvero che, per i bambini di oggi, possano rappresentare una grande eredità in futuro. Ma ad essere onesti non mi interessa quell’aspetto così ‘fisico’ della recitazione, né tantomeno essere costretta a far viaggiare così tanto la mia immaginazione ogni giorno. Non sono una fan del green screen, questa è la verità. Voglio divertirmi quando lavoro.”

Ogni attore ha chiaramente dei gusti personali e, come si evince da queste dichiarazioni, i film di supereroi non sono il genere prediletto di Amanda Seyfried. Grazie al successo di Mank, è certo che l’attrice avrà ancora molte opportunità in futuro. Ad oggi non sappiamo dove il suo percorso la porterà, né quali sfide sarà eventualmente pronta a raccogliere. Quel che è certo, ad oggi, è che quasi sicuramente non la vedremo mai recitare in un cinecomic.

Carla: al via le riprese del film su Carla Fracci

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Carla: al via le riprese del film su Carla Fracci
Sono iniziate a Roma le riprese di Carla con Alessandra Mastronardi nel ruolo di Carla Fracci, il primo film tv sulla straordinaria vita della più grande ballerina italiana di tutti i tempi. Una coproduzione Rai Fiction – Anele, diretto da Emanuele Imbucci e prodotto da Gloria Giorgianni con Fabio Scamoni, in onda prossimamente su Rai1.
Liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci “Passo dopo passo – La mia storia” e realizzato con la consulenza diretta della stessa Carla Fracci, del marito Beppe Menegatti e della loro collaboratrice storica Luisa Graziadei, il film ripercorre il percorso umano e professionale di un’icona della danza mondiale, universalmente riconosciuta come una delle più grandi étoile del XX secolo e definita nel 1981 dal New York Times “prima ballerina assoluta”.

Carla: la trama

Dopo le prime settimane di riprese a Roma e Orvieto, il set si sposterà a Milano e in particolare al Teatro alla Scala che, per la prima volta nella sua storia, apre le porte a una produzione fiction permettendo di girare all’interno dei suoi storici e prestigiosi spazi, per celebrare un’artista che proprio nell’accademia di danza del Teatro alla Scala ha mosso i suoi primi passi nel 1946, diplomandosi nel 1954 e diventando prima ballerina nel 1958. La sua passione unica, una grazia assoluta e una tecnica impeccabile l’hanno portata alla consacrazione internazionale, calcando i palcoscenici più importanti del mondo ed incantando gli amanti della danza di tutto il pianeta. Il racconto parte dalla storia di una Carla bambina nell’immediato dopoguerra, poi adolescente e giovane donna nella Milano degli anni ‘50-‘60, ne racconta l’ascesa al successo e la difficile scelta di diventare mamma in un momento cruciale della sua carriera. Istinto, passione e sfida, gli elementi che caratterizzano la storia di una grande eccellenza femminile del nostro Paese.
Carla è una coproduzione Rai Fiction – Anele. Un film tv da 100 minutidiretto da Emanuele Imbucci, prodotto da Gloria Giorgianni con Fabio Scamoni. Produttori Associati Tore Sansonetti e Carlotta Schininà. Produttori Rai Lorenza Bizzarri e Gianluca Casagrande. Scritto da Graziano Diana e Chiara Laudani, con la collaborazione di Emanuele Imbucci e Fabio Scamoni. Con la consulenza di Carla Fracci, Beppe Menegatti e Luisa Graziadei. Liberamente ispirato all’autobiografia di Carla Fracci, “Passo dopo passo – La mia storia”, (Arnoldo Mondadori Editore, 2013). In onda prossimamente su Rai1.

Black Widow è stato più difficile da scrivere rispetto a WandaVision

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Black Widow è stato più difficile da scrivere di WandaVision, secondo Jac Schaeffer, creatore e capo degli sceneggiatori della serie Marvel ambientata nel MCU. WandaVision è stato presentato in anteprima lo scorso 15 gennaio, lanciando finalmente la Fase 4 del MCU e ottenendo fin da subito larghi consensi. La serie segue i personaggi di Scarlet Witch e Visione intrappolati in un misterioso sobborgo chiamato Westview, alle prese con una vita soltanto all’apparenza perfetta.

Schaeffer aveva già lavorato con i Marvel Studios: non solo ha contribuito alla sceneggiatura di Captain Marvel, ma si è anche occupata dello script dell’attesissimo Black Widow, che sarà il primo film della Fase 4. La Natasha Romanoff di Scarlett Johansson avrà finalmente il suo film da solista, che esplorerà il misterioso passato del personaggio. Sfortunatamente, l’uscita del film è stata rimandata diverse volte a causa dell’emergenza Coronavirus: ad oggi, la data di uscita è fissata per il prossimo maggio, ma è molto probabile che slitterà ancora una volta. Tuttavia, la Disney ha chiarito che il film non verrà distribuito attraverso Disney+.

Di recente, Schaeffer ha spiegato a SYFY Wire che, contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, Black Widow è stato più difficile da scrivere rispetto a WandaVision. Schaeffer ha spiegato di essere più in sintonia con le idee alla base di WandaVision, inclusa l’ispirazione da sitcom che ha tratto dalla sua personale esperienza con le serie che era solita guardare da bambina. La regista e sceneggiatrice ha detto che Black Widow, in quanto film di supereroi a tutti gli effetti, è stato molto più difficile da approfondire rispetto all’ingarbugliato puzzle che rappresenta WandaVision.

“Mi piaceva la folle idea che fosse una sitcom, ma al tempo stesso si trattasse del MCU. È stata una sfida enorme, ma è qualcosa che mi piace e in un certo senso quel puzzle così intricato ha davvero un senso per me. Ho lavorato anche a Black Widow e ho trovato più difficile mettere le mani su una storia di supereroi diretta. È un po’ più difficile aggrapparsi a quella storia, mentre l’esperimento di WandaVision ha impiegato ogni singolo pezzo del mio cervello e dei miei collaboratori.” 

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Birds of Prey: Cathy Yan avrebbe voluto un maggiore controllo sul montaggio

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Cathy Yan, regista di Birds of Prey, è tornata a parlare del cinecomic uscito nelle sale a febbraio dello scorso anno, poco prima dello scoppio della pandemia di Coronavirus, confermando di non avere avuto il controllo sul montaggio finale che avrebbe invece desiderato. Già in passato la regista aveva mostrato il suo sostegno nei confronti della distribuzione della Ayer Cut di Suicide Squad, lasciando intendere che la Warner Bros. aveva interferito anche con il suo lavoro.

Ora, in occasione di un’intervista con The Playlist, Yan ha definito la lavorazione di Birds of Prey “impegnativa” e ha ammesso di essere dovuta “scendere a compromessi” in merito a ciò che alla fine sarebbe finito nel film e ciò che invece sarebbe stato eliminato in fase di montaggio. “Mi sarebbe piaciuto avere un maggiore controllo sul montaggio di Birds of Prey”, ha detto Yan. “Ma è così che stanno le cose. Non so se ci sia effettivamente un taglio di Cathy Yan là fuori, ma penso che valga per qualsiasi regista: tutti noi ci siamo passati, perché vogliamo esprimerci nel modo più completo possibile. E cercare di far combaciare ciò che alla fine si vede sullo schermo con ciò che si trova nella nostra testa.”

L’interferenza delle grande major nei blockbuster di successo è una prassi assai comune, ma la Warner Bros. sembra ormai trovarsi fin troppo spesso in disaccordo con le visioni dei registi che vengono ingaggiati per portare al cinema le proprietà della DC Comics. Birds of Prey avrebbe riscosso più successo se Yan avesse avuto un maggiore controllo sul film? È impossibile dirlo. Tuttavia, l’esperienza non sembra averla scoraggiata dal dirigere più film di supereroi in futuro.

“Non escluderei mai di farlo di nuovo”, ha detto. “Cerco di non pensare mai a che tipo di film potrei dirigere nuovamente. Così come non penso mai al fatto di lavorare di nuovo con quello studio o con qualsiasi altro. Quello che penso sempre è: ‘Questa storia è avvincente?’. D’altronde, sono anche una sceneggiatrice. Nel caso specifico di Birds of Prey, quello che ho sicuramente imparato è che voglio avere un po’ più di controllo sulla storia che scelgo di raccontare.”

Il futuro delle Birds of Prey al cinema

In passato, sia Cathy Yan che Margot Robbie (interprete di Harley Quinn) hanno detto che amerebbero realizzare un sequel di Birds of Prey, ma le possibilità che il film ottenga il via libera da WB sembrano, ad oggi, piuttosto scarse. Robbie riprenderà il ruolo della Mattacchiona nell’attesissimo The Suicide Squad di James Gunn, ma per quanto riguarda Cacciatrice, Black Canary e tutti gli altri personaggi? Non ci resta che aspettare ed attendere eventuali sviluppi…

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, è uscito nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast Margot Robbie (Harley Quinn), Mary Elizabeth Winstead Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), ma anche Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain). Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis; l’altro villain principale, Victor Zsasz, è intepretato da Chris Messina.

Justice League Snyder Cut: ecco il Joker di Jared Leto

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Justice League Snyder Cut: ecco il Joker di Jared Leto

Zack Snyder ha diffuso una prima, misteriosa immagine di Jared Leto nei panni di Joker, così come apparirà in Justice League Snyder Cut. Il personaggio di Leto, che ha esordito in Suicide Squad di David Ayer, torna per una piccola parte in questo nuovo montaggio, con scene inedite, del film del 2017, questa volta nella versione che il regista aveva immaginato dall’inizio.

Joker Justice League

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Push: trama, cast e curiosità sul film con Chris Evans

Push: trama, cast e curiosità sul film con Chris Evans

Proprio negli anni in cui i supereroi della Marvel prendevano vita al cinema, arrivava sul grande schermo un film che a suo modo raccontava un diverso gruppo di persone speciali, dotate di capacità come la telecinesi e la chiaroveggenza. Si tratta di Push, diretto nel 2009 da Paul McGuigan, già autore di Slevin – Patto criminale. Fu così lui a dar vita ad uno dei primi gruppi di eroi non nati da un fumetto. Quella qui raccontata è infatti una storia originale ideata e poi scritta da David Bourla, all’interno della quale si ritrovano grandi colpi di scena, ma anche tematiche come la forza che nasce dall’unione e il conflitto con una società che mira all’uniformità.

Non nata sulla carta, la storia di Push finì comunque con l’arrivarvi in concomitanza con la distribuzione in sala del film. La casa editrice Wildstorm ha infatti prodotto una miniserie a fumetti di sei numeri incentrata sugli eventi precedenti al film. La loro funzione è dunque quella di vero e proprio prequel, che permette di conoscere ulteriormente i personaggi e le loro vicende in vista del film, che può comunque essere fruito appieno anche senza la lettura di tali albi. Nonostante questa grande promozione del film, Push finì con il passare in sordina, schiacciato dall’interesse verso supereroi più conosciuti e che in quel momento iniziavano ad affollare le sale.

Si tratta però di un film particolarmente avvincente, che in parte anticipa caratteristiche divenute poi ricorrenti di questo genere. A distanza di più di dieci anni dalla sua uscita, il film meriterebbe dunque di essere recuperato e riscoperto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Push: la trama del film

Al centro delle vicende del film vi è una misteriosa agenzia governativa nota come la Division. All’interno di questa si conducono una serie di esperimenti per dar vita a soldati dotati di grandi abilità psicofisiche. Coloro che si rifiutano di sottoporsi a questo processo vengono immediatamente eliminati, per evitare fughe di notizie. I problemi hanno inizio nel momento in cui Nick, un telepate di seconda generazione, riesce a scappare dalla Division, trovando poi rifugio ad Hong Kong. Per evitare di essere rintracciato, nasconde per anni le proprie abilità. A richiamarlo all’azione è però l’arrivo di Cassie, una giovanissima veggente che gli chiede di aiutarla a rintracciare altri ragazzi come loro.

I due, che la Division non ha mai smesso di cercare, iniziano pertanto a radunare un gruppo di persone dotate di abilità simili alle loro. Si forma così un vero e proprio esercito. Tra i nuovi arrivati nel gruppo vi è anche Kira, capace di manipolare la mente altrui e un tempo fidanzata proprio con Nick. È lei a possedere una serie di informazioni per sconfiggere una volta per tutte la crudele agenzia. Per arrivare ad ottenere tale obiettivo, però, dovranno prima di tutto scontrarsi con gli agenti che gli danno la caccia. Tra questi vi è lo spietato Henry Carver, il quale sembra a sua volta dotato di abilità simili a quelle dei giovani protagonisti.

Push cast

Push: il cast del film

A dar vita ai protagonisti del film vi sono una serie di celebri nomi di Hollywood, a partire da Chris Evans. Dopo essere stato la Torcia Umana in Fantastici 4, e prima di assumere i panni di Captain America, l’attore si è qui trovato a dar vita al personaggio di Nick, dotato di telecinesi. Originariamente il ruolo era stato offerto all’attore Channing Tatum, il quale però dovette rinunciare a causa di altri impegni, favorendo l’ingresso di Evans. Accanto a lui, nel ruolo della veggente Cassie vi è invece l’attrice Dakota Fanning, già particolarmente nota grazie a film come La guerra dei mondi e Man on Fire. Camille Belle, anche lei attrice sin da bambina, è invece presente nei panni di Kira, abile nella manipolazione mentale.

Facenti parte del gruppo di protagonisti sono anche gli attori Ming-Na-Wen nei panni della segugio Emily Wu, e Xiao Lu Li, in quelli della veggente Pop Girl. Dalla parte dei cattivi si ritrovano invece l’agente Henry Carver, interpretato dal candidato all’Oscar Djimon Hounsou. Noti sono anche gli attori Corey Stoll, che dà qui vita all’agente Mack, e Maggie Siff, nei panni di Teresa Stowe, aiutante di Nick e i suoi amici. Poiché il regista ha evitato quanto più possibile di ricorrere ad effetti speciali digitali, l’intero cast si è dovuto preparare al film attraverso un lungo addestramento fisico. Questo gli ha permesso di poter personalmente eseguire anche le scene più complesse da un punto di vista dell’azione.

Push: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Costato circa 38 milioni di dollari, Push è arrivato ad incassarne a livello globale solo circa 49. Si è trattato di un risultato particolarmente al di sotto delle aspettative, che ha portato ad abbandonare i piani per un potenziale sequel, già ipotizzato dai produttori e dagli sceneggiatori. Proprio per questo il film si conclude con un finale particolarmente aperto, che rimandava la risposta a tante domande a successivi capitoli. A sfavorire la realizzazione di un seguito vi è stata inoltre la negativa risposta da parte della critica, come anche la difficoltà di competere in un mercato cinematografico sempre più invaso da nuovi film sui supereroi.

In mancanza di un sequel, è però possibile fruire di Push grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 2 febbraio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

L’Ultimo Paradiso, recensione del film con Riccardo Scamarcio

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L’Ultimo Paradiso, recensione del film con Riccardo Scamarcio

Quando si nasce in un piccolo paese, è frequente che si sviluppi un desiderio di evasione e la ricerca di un nuovo orizzonte. Questa emozione, basica e facilmente comprensibile per un pubblico di tutto il mondo, è alla base di L’Ultimo Paradiso, il film interpretato scritto e prodotto da Riccardo Scamarcio, che si fa promotore di una storia che lo vede recitare nel suo dialetto. Alla regia c’è Rocco Ricciardulli, che firma con Scamarcio, la sceneggiatura, rielaborando una vecchia storia lucana, di passione, amori clandestini e anarchia.

L’Ultimo Paradiso, la trama del film

L’Ultimo Paradiso è ambientato nel 1958 in un paesino del sud Italia. Qui vive Ciccio (Riccardo Scamarcio), un agricoltore 40enne, sposato con Lucia (Valentina Cervi), dalla quale ha avuto un figlio. Il sogno dell’uomo è quello di riuscire, un giorno, a cambiare le cose nel suo paese, di modo che i più deboli non vengano più sfruttati. Ciccio, infatti, lotta insieme ad alcuni suoi compaesani affinché ciò non accada, ma la situazione è dura e anche un minimo cambiamento di questo status sembra, se non impossibile, difficile da realizzare.

Inoltre, l’uomo è segretamente infatuato di Bianca (Gaia Bermani Amaral), figlia di Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), un proprietario terriero che sfrutta i suoi contadini, nonché il tipo di latifondista che Ciccio tanto disprezza. L’agricoltore desidererebbe scappare lontano con Bianca, ma quando Cumpà Schettino scopre la loro relazione e il piano della coppia, decide di farla pagare a Ciccio.

A metà tra dramma passionale e rivendicazione sociale

I binari principali su cui cammina il film di Ricciardulli sono due, da una parte la storia d’amore, avventata e passionale, tra Ciccio e Bianca, il proletario e la figlia del latifondista, lui sposato con un bambino, lei bellissima giovane nubile piena di sogni, dall’altra la ribellione contro un sistema, quello del caporalato, che non faceva sconti e che sfruttava i lavoratori per il beneficio di uno solo.

Il nodo tra questi due binari è quello della speranza, del sogno di un mondo diverso, più giusto o lontano dai piccoli confini del paese. Nella figura di Ciccio, questi due temi si fondono e in lui c’è sia il ribelle che sfida la forza del padrone, sia la sconsideratezza dell’uomo che si innamora perdutamente e dimentica la famiglia e tutti i suoi doveri.

L’Ultimo Paradiso, che gioca sin dal titolo tra la bellezza paradisiaca, appunto, dei posti in cui il film è ambientato, la Murgia tra Puglia e Basilicata, e il cognome del protagonista, vorrebbe quindi essere un racconto che fa leva su dinamiche profonde, ancestrali, ma che allo stesso tempo non riesce a dare profondità ai suoi intenti.

Emozioni e parole superficiali

Le parole e le emozioni dei protagonisti si spengono prima di infiammarsi e non diventano mai vera e propria spinta propulsiva dell’azione. Tutte le passioni messe in gioco sembrano superficiali, approssimative, più declamate che sentite e forse nella scrittura debole risiede questa grande debolezza del film, dalla quale poi deriva la poca incisività del messaggio stesso.

Il mondo che viene rappresentato presenta una divisione dei ruoli e delle mansioni trai generi che all’occhio di oggi sembrano superati, tuttavia propone comunque diversi modi di essere uomini e/o donne in un’epoca in cui il divario economico e la lotta di classe erano davvero una questione sociale rilevante e sentita.

Le realtà che collidono sono da una parte quella della famiglia Paradiso, dall’altra quella di Cumpà Schettino. Nella prima l’uomo è sì il padrone della casa, ma è una figura solida e rassicurante, caparbia e onesta, nella seconda l’uomo è il padre/padrone, è violento, sgradevole, ingiusto, aggressivo e prepotente nei confronti dei sottoposti, dei deboli, delle donne. Proprio le diverse donne che ci racconta il film, in primis Bianca e Lucia, amante e moglie di Ciccio, sono frutto della realtà in cui vivono.

Due donne, due vite, due caratteri

Se da una parte Lucia, moglie e madre devota, vive in una famiglia in cui il ruolo della donna è fondamentale, perché per i Paradiso la donna è la forza motrice della casa, la donna e il suo amore di madre, moglie e sorella, nel caso di Bianca, invece, la donna è reazione alla brutalità maschile paterna. Bianca è una sognatrice, affamata di novità, un’anima libera che desidera altro e che vede in Ciccio una via d’uscita dalla sua realtà chiusa.

Tuttavia, né gli sforzi di Riccardo Scamarcio, né l’occhio del regista Ricciardulli, né il palese impegno profuso da tutti gli interpreti nel mettere insieme i loro personaggi, né tantomeno la bellezza innegabile delle location naturali che tanta importanza hanno nel testo, riescono a sopperire la mancanza del film di entrare in profondità nelle intenzioni e i sentimenti della storia, che risulta per questo depotenziata di tutto il suo valore, quasi tribale, che poteva mettere in scena. Il desiderio di libertà, di novità, la necessità di sognare per chi non ha niente, il desiderio di evasione e di rivendicazione di sé dovrebbero esplodere dal petto dei personaggi, che però sembrano solo pedine in un flusso di eventi che non riesce a coinvolgere lo spettatore.

Resta una buona occasione per la produzione nostrana originale di Netflix per ricreare un link tra il nostro Paese e le comunità di emigranti italiani sparse per il mondo.

L’Ultimo Paradiso, incontro con i protagonisti del film Netflix

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L’Ultimo Paradiso, incontro con i protagonisti del film Netflix

Arriva il 5 febbraio su Netflix L’Ultimo Paradiso, realizzato in associazione con Mediaset, prodotto da Lebowski e Silver Production. Protagonisti dell’incontro sono stati Gaia Bermani Amaral, Valentina Cervi, il protagonista Riccardo Scamarcio, qui anche sceneggiatore e produttore, e infine Rocco Ricciardulli, regista e produttori.

L’Ultimo Paradiso è ambientato nel 1958 in un paesino del sud Italia. Qui vive Ciccio (Riccardo Scamarcio), un agricoltore 40enne, sposato con Lucia (Valentina Cervi), dalla quale ha avuto un figlio. Il sogno dell’uomo è quello di riuscire, un giorno, a cambiare le cose nel suo paese, di modo che i più deboli non vengano più sfruttati. Ciccio, infatti, lotta insieme ad alcuni suoi compaesani affinché ciò non accada, ma la situazione è dura e anche un minimo cambiamento di questo status sembra, se non impossibile, difficile da realizzare. Inoltre, l’uomo è segretamente infatuato di Bianca (Gaia Bermani Amaral), figlia di Cumpà Schettino (Antonio Gerardi), un proprietario terriero che sfrutta i suoi contadini, nonché il tipo di latifondista che Ciccio tanto disprezza. L’agricoltore desidererebbe scappare lontano con Bianca, ma quando Cumpà Schettino scopre la loro relazione e il piano della coppia, decide di farla pagare a Ciccio. È così che le loro esistenze verranno presto sconvolta, ripercuotendosi inevitabilmente sulla vita di chiunque in paese.

Ritorno alle origini

La storia rappresenta una specie di ritorno alle origini, per Scamarcio (che in realtà non ha mai lasciato la sua terra d’origine) e Ricciardulli, e racconta un evento realmente accaduto in un passato recente in Lucania. Il regista torna nella sua infanzia, alla fine degli anni ’50, dove è ambientato il film, ha sentito ora la necessità di raccontare questa storia perché ciò che accade nel film, le sue dinamiche “non sono poi così cambiate, sono cambiati gli attori. Quando ero piccolo, ricordo che in paese venivano delle ragazze a lavorare nei campi, ed erano sfruttate. Ora è lo stesso, ma accade agli extracomunitari. Il capolarato si è trasformato, ma c’è ancora. L’esigenza di raccontare era quella di dare alcune risposte che giù mancano.”

Riccardo Scamarcio è famoso principalmente come attore, ma negli anni la sua carriera si è arricchita di nuovi ruoli in cui l’interprete si cimenta, dalla produzione alla sceneggiatura. In L’Ultimo Paradiso ha ricoperto questo triplice ruolo, lavorando alla sceneggiatura con un metodo già sperimentato in altri suoi progetti: “È una specie di work in progress che continua per tutto il tempo delle riprese. Il finale pensato all’inizio è stato riscritto radicalmente durante le riprese, perché durante la giornata di lavoro avevamo molti spunti e stimoli. Questo processo comporta dei rischi, ma è un lavoro che abbiamo portato avanti dall’inizio, da quando ho deciso di produrre il film. Questo metodo di lavoro è andato avanti fino al montaggio, e ha dato i suoi frutti, siamo tutti più elastici e il risultato è più organico perché in questo modo si ha maggiore flessibilità, fondamentale quando le risorse sono limitate.”

Il film sarà distribuito su Netflix, il che vuol dire che questo spaccato di sud Italia raggiungerà tutto il mondo e tutte le comunità di migranti italiani che nel mondo sono numerosissime. “Uno degli aspetti più interessanti del film con il quale si possono relazionare tantissimi potenziali spettatori sparsi nel mondo – ha detto Scamarcio – è la sensazione di chi è andato via ma porta comunque nel cuore il ricordo della propria terra d’origine, una nostalgia delle proprie radici. Il film racconta cose, luoghi, sensazioni, atmosfere che riportano all’infanzia chi le ha vissute in quei luoghi.”

Riccardo Scamarcio, attore, sceneggiatore, produttore

“Essere produttore – dice Scamarcio – è un privilegio, perché ti permette di seguire il film dall’inizio, ho il vantaggio di avere il controllo di fatto del set, ho dovuto imparare molte cose che non conoscevo, ma lo faccio da dieci anni quindi sto cominciando ad avere familiarità con i meccanismi. L’idea di base per me è quella di mettere in comunicazione la parte artistica e la parte produttiva.”

In un mondo, quello de L’Ultimo Paradiso, in cui la legge è quella della prepotenza del patriarcato, il film propone dei modelli di donne molto differenti, che in maniera opposta si confrontano con la loro realtà. Da una parte c’è Bianca, interpretata da Gaia Bermani Amaral, figlia del proprietario terriero, violento e predatore, dall’altra Lucia, che ha il volto di Valentina Cervi, moglie di Ciccio (Scamarcio), madre di famiglia e donna attenta e fiera. 

Le donne de L’Ultimo Paradiso

“Bianca è un personaggio che definirei moderno – esordisce Bermani Amaral – è una donna che non vuole sottostare a determinate regole che all’epoca vigevano. Lei è moderna perché rappresenta un ponte tra ieri e oggi, per lei è importante il concetto dell’identità. Bianca vuole soprattutto imporre la propria esistenza e identità, e si ribella al padre, al fratello violento e cerca di cambiare la propria condizione. Credo che questo sia l’aspetto più affascinante del mio personaggio, caparbio e fragile.”

Per Valentina Cervi, la sua Lucia e Bianca sono completamente opposte: “A partire dalle famiglie in cui vivono – dice Cervi – Nella famiglia di Bianca, il maschio è una figura preponderante e violenta. All’interno della famiglia di Ciccio e quindi di Lucia, le donne sono quelle che portano avanti la famiglia, sono loro la forza d’amore. Lucia, sua madre, la sorella, sono personaggi d’amore. Ha la capacità di comprendere il maschio, conosce il marito, a suo modo si ribella, non può abdicare alla sua sofferenza, ma alla fine capisce che l’amore è in qualche modo anche capire la persona che ami e lasciarla andare.”

MCU: quanto tempo occorre per una maratona della Saga dell’Infinito?

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Con circa due dozzine di film distribuiti in un decennio, la Saga dell’Infinito del MCU è uno degli archi narrativi più longevi nella storia del cinema. L’universo cinematografico orchestrato da Kevin Feige continuerà a crescere, con molti altri film e serie tv che, sulla scia di WandaVision, verranno presto rilasciati dai Marvel Studios (pandemia permettendo, ovviamente!).

Per tutti i neofiti della Marvel, c’è ancora un bel po’ di tempo per recuperare tutte le grandi storie del MCU uscite al cinema fino ad oggi prima dell’arrivo dei primi titoli della Fase 4, come Black Widow, Gli Eterni e Shang-Chi. Ma quanto tempo occorre realmente per guardare tutta la Saga dell’Infinito?

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Se si considerano anche i corti della serie One-Shots e tutti i contenuti extra, ci vorrebbero ben 51 ore e 20 minuti per guardare l’intera Saga dell’Infinito del MCU. Prima dell’uscita di Avengers: Endgame nelle sale, alcune catena di cinema hanno ospitato diverse maratone del MCU che sono andate avanti per ben tre giorni. Se si considerano tutte le dovute pause (bagno incluso!), potrebbe essere necessaria fino ad una settimana per vedere tutte i film che compongono la Saga dell’Infinito.

La Saga dell’Infinito si compone di ventitré film: il primo, Iron Man, è uscito nel 2008; l’ultimo, Spider-Man: Far From Home, risale invece al 2019. Calcolando la durata di ogni singolo film (inclusi i titoli di coda), si arriva a un totale di 49 ore e 56 minuti. Di seguito la durata di ogni singolo film della Saga dell’Infinito:

  1. Iron Man (2 ore, 6 minuti)
  2. L’incredibile Hulk (1 ora, 52 minuti)
  3. Iron Man 2 (2 ore, 4 minuti)
  4. Thor (1 ora, 55 minuti)
  5. Captain America: Il primo vendicatore (2 ore, 4 minuti)
  6. The Avengers (2 ore, 23 minuti)
  7. Iron Man 3 (2 ore, 10 minuti)
  8. Thor: The Dark World (1 ora, 52 minuti)
  9. Captain America: The Winter Soldier (2 ore, 16 minuti)
  10. Guardiani della Galassia (2 ore, 1 minuto)
  11. Avengers: Age of Ultron (2 ore, 21 minuti)
  12. Ant-Man (1 ora, 57 minuti)
  13. Captain America: Civil War (2 ore, 27 minuti)
  14. Doctor Strange (1 ora, 55 minuti)
  15. Guardiani della Galassia Vol. 2 (2 ore, 16 minuti)
  16. Spider-Man: Homecoming (2 ore, 13 minuti)
  17. Thor: Ragnarok (2 ore, 10 minuti)
  18. Black Panther (2 ore, 14 minuti)
  19. Avengers: Infinity War (2 ore , 29 minuti)
  20. Ant-Man & the Wasp (1 ora, 58 minuti)
  21. Captain Marvel (2 ore, 3 minuti)
  22. Avengers: Endgame (3 ore, 1 minuto)
  23. Spider-Man: Far From Home (2 ore, 9 minuti)

Gli Eterni: Angelina Jolie spiega perché ha deciso di unirsi al MCU

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Angelina Jolie non è certamente estranea ai film ad alto budget, basti pensare ai due capitoli di Tomb Raider o a titoli come Mr. & Mrs. Smith. Tuttavia, l’attrice ha sempre cercato di approcciarsi all’industria del cinema senza alcun tipo di pregiudizio, dimostrando di sentirsi totalmente a suo agio in qualsiasi tipo di produzione e con qualsiasi tipo di storia (soprattutto dietro la macchina da presa).

Prossimamente, l’attrice premio Oscar farà il suo debutto ufficiale nel MCU grazie a Gli Eterni, il film dell’acclamata regista Chloé Zhao che dovrebbe debuttare in sala il prossimo novembre (dopo essere stato posticipato diverse volte a causa del Coronavirus). Nel film, che sembra destinato a stravolgere ancora una volta l’assetto narrativo dell’universo condiviso, Jolie avrà il ruolo di Thena, che è stata descritta come una feroce guerriera più a suo agio in battaglia che in qualsiasi altro contesto, e che ha la capacità di usare l’energia cosmica per formare qualsiasi arma portatile a cui possa pensare.

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Ora, in una recente intervista con Vogue, Angelina Jolie ha spiegato il motivo che l’ha spinta ad entrare a far parte del MCU. “Adoro il cast e il fatto che ci siamo riuniti tutti”, ha detto. “Ho deciso di farne parte perché volevo sostenere la visione di Chloé Zhao e l’impegno della Marvel per cercare di espandere il modo in cui il mondo vede i supereroi. Correre in giro con un body dorato non era come immaginavo che avrei trascorso i miei quarant’anni. Ma credo che sia bello fare questo tipo di cose folli.”

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Viggo Mortensen e David Cronenberg torneranno a lavorare insieme

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Viggo Mortensen e David Cronenberg torneranno a lavorare insieme

In una recente intervista con GQ, Viggo Mortensen ha confermato che lui e il regista David Cronenberg torneranno a lavorare insieme. Cronenberg ha diretto Mortensen per ben tre volte: nell’acclamato A History of Violence del 2005, ne La promessa dell’assassino del 2007 (grazie al quale Mortensen ottenne la sua prima nomination agli Oscar come miglior attore protagonista) e in A Dangerous Method del 2008.

Cronenberg non dirige un film dal 2014, anno di uscita di Maps to the Stars, e attualmente è al lavoro su due nuovi progetti cinematografici e anche su una serie tv. Adesso, grazie alle dichiarazioni di Mortsensen, sappiamo che uno dei due progetti destinati al grande schermo vedrà finalmente l’attore statunitense e il regista canadese tornare a lavorare insieme.

Mortensen, impegnato nella promozione del suo debutto alla regia, il drammatico Falling, in cui interpreta un personaggio omosessuale (scelta che ha generato alcune polemiche), ha rivelato a GQ quanto segue: “Io e David abbiamo qualcosa in mente. Si tratta di una cosa che ha scritto molto tempo fa e che non è ancora riuscito a realizzare. Adesso l’ha sistemata e vuole finalmente dirigerla. Speriamo di poter iniziare quest’estate. Senza anticipare nulla, direi che è una sorta di ritorni alle sue origni.”

Le parole di Viggo Mortensen fanno inevitabilmente pensare al body horror, genere di cui David Cronenberg è non solo ritenuto il maestro ma anche il pioniere (basti pensare ad alcuni dei suoi primissimi lavori, come Il demone sotto la pelle del 1975). Sulla possibilità che il regista torni quindi a cimentarsi con il genere che gli ha regalato la fama internazionale, Mortensen ha spiegato: “Sì, è uno scenario molto interessante. Il film sarà una sorta di noir… uno strano noir. Bello, ma al tempo stesso inquietante. Naturalmente, rispetto ai suoi esordi, David è migliorato tantissimo, sia dal punto di vista tecnico che in termini di sicurezza personale.”

In attesa di nuovi dettagli, ricordiamo che Falling ha debuttato al Sundance Film Festival dello scorso anno ed è stato ospitato in numerosi altri festival durante tutto il 2020. Il film è stato distribuito già in diversi mercati europei, mentre negli Stati Uniti arriverà il prossimo 5 febbraio, sia in sala che on demand.

Ghostbusters: Legacy renderà giustizia al personaggio di Winston

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Ghostbusters: Legacy renderà giustizia al personaggio di Winston

Ghostbusters: Legacy arricchirà maggiormente l’arco narrativo di Winston Zeddemore, secondo Ernie Hudson. L’attore ha recitato nei primi due film di Ghostbusters usciti negli anni ’80 ed il suo Winston è sempre stato il membro del gruppo senza alcun apparente legame con la scienza paranormale e con il mondo dei fantasmi.

Rispetto ad altre iterazioni del franchise di Ghostbusters, come il popolare cartone animato degli anni ’80, i film hanno ritratto Winston come un personaggio minore, non così importante come i suoi compagni Peter Venkman (Bill Murray), Ray Stantz (Dan Aykroyd) ed Egon Spengler (Harold Ramis).

Quando Murray ha rifiutato di tornare per un terzo film, Sony ha deciso di riavviare il franchise con Ghostbusters del 2016, in cui è apparso anche il cast originale. Quel film, vero e proprio reboot tutto al femminile della saga, nonostante le recensioni per lo più positive, alla fine si è rivelato un flop al botteghino. Alcuni anni dopo, è stato finalmente confermato che Jason Reitman – figlio di Ivan, regista dei due film originali degli anni ’80 – avrebbe realizzato un altro sequel direttamente collegato ai primi due film e con il cast originale coinvolto.

Grazie a Ghostbusters: Legacy, Winston Zeddemore sarà finalmente “un personaggio a tutto tondo”.

Ospite del podcast Inside of You with Michael Rosenbaum, Ernie Hudson ha parlato con entusiasmo del suo coinvolgimento in Ghostbusters: Legacy e del fatto che Jason Reitman ha finalmente reso Winston un personaggio totalmente realizzato. Questa è certamente una buona notizia, poiché Winston è stato ampiamente mal sfruttato nei film originali, un vero peccato per l’unico personaggio di colore di quei film e per un attore del talento di Hudson.

Ernie Hudson poi ha confermato che la sua parte nei film originali è stata fortemente ridotta rispetto a quella che era la sceneggiatura originale, qualcosa di cui si è sempre pentito e che, dal suo punto di vista, ha contribuito a sminuire il personaggio. Hudson ha detto: “Grazie a Jason Reitman, Winston è finalmente un personaggio a tutto tondo.”

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon e Paul Rudd.

Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, è il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

Steven Spielberg per Empire: la lettera dedicata all’esperienza in sala

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Il nuovo numero di Empire Magazine è curato da Edgar Wright (regista della “Trilogia del Cornetto” e di Baby Driver) ed è dedicato all’esperienza cinematografica in sala, esperienza che purtroppo, a causa della pandemia di Coronavirus, manca nella vita di appassionati cinefili e non ormai da quasi un anno.

Lo speciale in questione contiene diversi contributi da parte di alcuni dei più celebri registi e attori di Hollywood, tra cui anche Steven Spielberg, che ha scritto una bellissima lettera in cui ha cercato di spiegare perché l’esperienza della sala non morirà mai, nonostante il momento difficile (per non dire drammatico!) che l’industria sta attraversando. Potete leggere la nostra traduzione della lettera di seguito:

“Nell’attuale crisi sanitaria, in cui le sale cinematografiche sono chiuse o la partecipazione è drasticamente limitata a causa della pandemia globale, ho ancora la speranza – una speranza al limite della certezza – che quando si tornerà alla normalità, il pubblico tornerà al cinema.

Mi sono sempre dedicato alla comunità cinematografica, alla comunità di chi va al cinema, di chi lascia la propria abitazione per recarsi in sala, e il concetto di comunità è proprio dovuto alla sensazione di compagnia, con altre persone che hanno lasciato anche loro la propria abitazione e sono sedute accanto a noi. Al cinema guardi un film con persone che magari sono importanti per te, ma anche in compagnia di estranei. Questa è la magia che sperimentiamo quando usciamo per andare a vedere un film, uno spettacolo teatrale, un concerto o uno spettacolo comico. 

Steven Spielberg: “L’arte ci chiede di essere consapevoli del particolare e dell’universale, contemporaneamente.”

Non sappiamo chi siano tutte queste persone sedute intorno a noi, ma quando quell’esperienza ci fa ridere o piangere o esultare, o magari riflettere, e quando le luci si accendono e dobbiamo lasciare i nostri posti, tutte quelle altre persone con cui ci dirigiamo di nuovo verso il mondo reale non sembrano più dei completi estranei. Siamo diventati una comunità, vicini nel cuore e simili nello spirito, o comunque nell’aver condiviso per un paio d’ore un’esperienza così potente.

Quel breve intervallo nei cinema non cancella le molte cose che ci dividono: razza o classe, o credo, genere, politica. Ma il nostro paese e il nostro mondo si sentono meno divisi, meno fratturati, dopo che una congregazione di estranei ha riso, pianto, si è alzata di scatto insieme, e tutto nello stesso momento. L’arte ci chiede di essere consapevoli del particolare e dell’universale, contemporaneamente. Ed è per questo che, di tutte le cose che hanno il potenziale per unirci, nessuna è più potente dell’esperienza comunitaria delle arti.”

WandaVision: il collegamento diretto con Avengers: Endgame – SPOILER

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Attenzione, l’articolo che segue contiene spoiler sul quarto episodio di WandaVision

La prima serie Disney+/Marvel della Fase 4 del MCU sta impazzando sulla piattaforma della Casa di Topolino e naturalmente si porta dietro uno strascico di legami, inside joke e Easter Eggs relativi all’universo in cui si svolge. Per quello che riguarda i primi episodi, lo spettatore è rimasto abbastanza spiazzato da ciò che ha visto, con Wanda e Visione apparentemente intrappolati in una realtà bloccata nel tempo. Il quarto episodio ha cambiato le carte in tavola.

Nell’ultimo episodio di WandaVision, Interrompiamo le trasmissioni, abbiamo scoperto che l’illusione da sit-com è un prodotto della mente di Wanda, che ha creato, non sappiamo quanto consapevolmente, una specie di bolla con dentro una cittadina che di fatto non esiste. In questa bolla conduce la sua vita suburbana con Visione, suo marito.

Indipendentemente da come si svilupperà la storia in futuro, l’episodio ci ha dato modo di collocare nella continuity del MCU gli avvenimenti della serie. La puntata ci mostra Monica Rambeau che “torna” dopo lo Snap di Thanos (avvenuto alla fine di Avengers: Infinity War). Questo significa che la storia si svolge esattamente dopo la fine dello scontro con il Titano Pazzo, perché, ovviamente, il ritorno di Monica coincide con il Blip di Hulk (a metà di Avengers: Endgame), dopo che i Vendicatori, viaggiando nel tempo attraverso il reame Quantico, sono riusciti a collezionare tutte le Gemme dell’Infinito.

La puntata ci mostra anche il caos completo che i ritorni dopo il Blip generano dentro all’ospedale in cui Monica ricompare, visto che era lì al capezzale di Maria Rambeau, la madre che abbiamo visto in azione in Captain Marvel, al fianco di Carol Danvers.

La collocazione temporale di WandaVision ci dà una chiave importante di lettura della serie, ci permette di capire esattamente quando si svolge e soprattutto, alla luce delle informazioni che abbiamo sugli altri personaggi Marvel e sul loro futuro televisivo e cinematografico, ci permette di intuire quale sarà il percorso che questi personaggi seguiranno nelle loro prossime avventure.

The Suicide Squad: 5 motivi per cui è stata la migliore esperienza di James Gunn

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Attraverso un lungo post su Twitter, in risposta alla domanda di un fan, James Gunn ha elencato i cinque motivi per cui The Suicide Squad, l’atteso nuovo adattamento dei personaggi DC dopo la prima iterazione del 2016 ad opera di David Ayer, è stata l’esperienza migliore della sua carriera. Potete leggere i cinque motivi di seguito:

  1. The Suicide Squad mi ha permesso di fare della creatività la mia massima priorità. In passato avrei lasciato che il mio perfezionismo o il fatto di voler compiacere gli altri, o la mia paura di non colpire nel segno, influenzassero il dialogo con me stesso. Questa volta ho lasciato che la creatività prendesse il sopravvento.
  2. The Suicide Squad mi ha condotto nel posto migliore in cui sia mai stato, sia mentalmente che emotivamente. E questo si ricollega al punto numero 1. Ho dovuto affrontare alcune difficoltà che mi hanno insegnato quanto amore ci sia nella mia vita e che hanno rinvigorito la gioia dell’espressione creativa che avevo quando ero giovane.
  3. Le persone intorno a me: un cast stupendo e una troupe e uno studio incredibilmente solidali. Persone eccezionalmente talentuose, sagge e gentili in tutto. Inoltre, ho scelto il meglio dai membri delle troupe con cui avevo lavorato in passato.
  4. Buone abitudini legate al sonno. L’ansia (e l’eccitazione) per questo mestiere, in passato, mi aveva portato a molte notti insonni, dormendo magari soltanto 10 ore per tutta un’intera settimana lavorativa. Sono sempre stato infelice. Grazie ad uno stato emotivo migliore, sono riuscito ad arrivare a 5-6 ore a notte, le ore di cui avevo bisogno… spesso anche di più.
  5. Mi sento in sintonia con il mio lavoro e al massimo delle mie capacità. La regia è un mestiere complesso e dopo 25 anni di carriera ho finalmente avvertito la sicurezza che deriva dalla padronanza di alcuni aspetti. 

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Spider-Man 3: perché rivedremo la tuta di Iron Spider?

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Spider-Man 3: perché rivedremo la tuta di Iron Spider?

A quanto pare, in Spider-Man 3 rivedremo la tuta di Iron Spider, cosa che potrebbe fornire alcuni suggerimenti sulla trama del threequel. Ricordiamo che le riprese del film, diretto ancora una volta da Jon Watts, sono attualmente in corso e alcune nuove immagini dal set hanno confermato che rivedremo il costume che Tony Stark ha creato per il suo pupillo.

La tuta di Iron Spider è apparsa per la prima volta alla fine di Spider-Man Homecoming: inizialmente, Peter ha rifiutato l’armatura, insieme alla possibilità di diventare un membro degli Avenger. Ciononostante, ha trascorso i successivi due anni della sua vita a combattere il crimine nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere. Quando la minaccia di Thanos è diventata reale e ha portato al viaggio del giovane eroe su Titano insieme ad Iron Man e Doctor Strange, Avengers: Infinity War si è dimostrato l’occasione perfetta per Peter di indossare finalmente la tuta.

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La tuta di Iron Spider è stata il suo costume da battaglia principale per Infinity War che per il suo sequel, Avengers: Edngame, fino a quando Peter non ha ottenuto un nuovo costume in Spider-Man: Far From Home, in cui abbiamo visto anche un costume che si era praticamente fatto da solo. Adesso, sembra che la tuta di Iron Spider tornerà in Spider-Man 3 e, considerando le circostanze in cui ritroveremo Peter, ha senso per il personaggio indossarla. Capiamo perché…

Tony ha creato la tuta di Iron Spider per renderla il costume più avanzato del suo pupillo. Peter ha anche un altro costume, più recente, realizzato grazie alla Stark Tech, ma è chiaro quanto la tuta di Iron Spider sia nettamente superiore. Tony ha incorporato nella tuta una serie di funzionalità, tra cui un’impostazione di uccisione istantanea, ma è probabile che abbia altre funzionalità che non sono ancora state utilizzate da Peter e, di conseguenza, mostrate sullo schermo.

La tuta di Iron Spider rendere Peter sicuramente più equipaggiato e capace di proteggere maggiormente non solo se stesso, ma anche gli altri. Non dimentichiamo che alla fine di Far From Home, Peter è stato non soltanto incastrato per la morte di Mysterio, ma la sua vera identità è stata rivelata al mondo intero. Proprio per questo, ci si aspetta che Spider-Man 3 abbia una narrativa molto più complicata rispetto ai film precedenti. D’altronde, il film dovrebbe rappresentare un progetto fondamentale per quanto riguarda l’esplorazione del Multiverso da parte del MCU.

Sappiamo, inoltre, che Spider-Man 3 si collegherà al sequel di Doctor Strange e che dovrebbe rappresentare a tutti gli effetti una sorta di versione live action dello Spider-Verse. Supponendo che sia realmente così, è comprensibile che Peter voglia indossare nuovamente la sua armatura migliore, dovendo affrontare una missione che probabilmente sarà molto simile alla sua esperienza in Infinity WarTuttavia, c’è sempre la possibilità che Peter indossi la tuta di Iron Spider semplicemente in un flashback.

Vale la pena notare che lo Spider-Man del MCU tende a indossare almeno un paio di costumi nei suoi film. Ha sfoggiato due costumi in Homecoming, mentre ne ha indossati ben quattro diversi in Far From Home: la tuta di Iron Spider, il suo primo abito Stark, la stealth suite di Nick Fury e, infine, il suo ultimo costume. Dunque, il fatto che potrebbe indossare nuovamente la tuta di Iron Spider in Spider-Man 3, non significa che sarà necessariamente la sua armatura principale nel threequel. La Marvel tende comunque ad aggiornare i costumi dei propri eroi in ogni nuovo progetto per scopi di merchandising, quindi è probabile che nell’imminente blockbuster debutterà ancora un nuovo costume di Spider-Man.

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Justice League Snyder Cut: il lavoro sugli effetti visivi tra le sfide più grandi

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Tamara Watts Kent, supervisore agli effetti visivi di Justice League, ha definito la Snyder Cut la più grande sfida che abbia mai affrontato. Il taglio del cinecomic ad opera del regista Zack Snyder è stato uno dei progetti più discussi degli ultimi anni. La campagna social a favore della distribuzione della versione originale di Snyder è iniziata non molto tempo dopo l’arrivo nelle sale della versione cinematografica, ultima da Joss Whedon.

Le discussioni attorno alla Snyder Cut sono cresciute ancora di più quando lo scorso anno è stato ufficializzato che il taglio originale del cinecomic sarebbe arrivato su HBO Max. Da allora, i dettagli e le speculazioni sul “nuovo” film si sono letteralmente sprecate, con Snyder che ha confermato che la sua versione di Justice League sarà a tutti gli effetti un film della durata di quattro ore (e non una miniserie suddivisa in quattro parti come inizialmente ipotizzato).

La Snyder Cut di Justice League arriverà su HBO Max il prossimo 18 marzo. Naturalmente, gli effettivi visivi della nuova versione del cinecomic sono stati al centro dei più ampi dibattiti, soprattutto dopo che era stato confermato che ci sarebbero state delle riprese aggiuntive per ultimare il taglio di Snyder. Ora che l’uscita del film si sta avvicinando sempre di più, è stata proprio Tamara Watts Kent, supervisore agli effetti visivi, a parlare di quanto sia stata difficile e al tempo stesso gratificante l’esperienza della Snyder Cut.

Il supervisore ai VFX di Justice League parla di un progetto “impegnativo ma gratificante”

In un lungo post su Instagram, Kent ha descritto proprio il lungo e problematico viaggio di Justice League, parlando nello specifico del suo contributo per aiutare la visione di Snyder a prendere vita. Kent ha spiegato di aver visto una prima versione del film nel 2019, descrivendola come “piena di effetti di previsualizzazione, con il lavoro sugli effetti visivi che era a metà strada tra l’essere completato ed un vero e proprio work in progress”. Kent ha poi rivelato che il film sarebbe dovuto arrivare già il 30 aprile 2020, definendolo come “il progetto più impegnativo a cui abbia mai partecipato”. 

Come spiegato da Kent, hanno avuto a disposizione “6 mesi per fare un lavoro di 4 ore sugli effetti” e che ogni ripresa doveva essere ricercata per capire meglio a quale categoria potesse adattarsi, dovendo ogni volta scegliere tra due possibilità: “ripresa in corso di lavorazione” e “ripresa nuova di zecca”. Tuttavia, Kent l’ha anche definito “il progetto più divertente e gratificante”, affermando che hanno “realizzato oltre 2.500 inquadrature in 7 mesi!”. 

Zack Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il 18 marzo 2021 in esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Wakanda: in sviluppo una serie su Disney+

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Wakanda: in sviluppo una serie su Disney+

Una serie ambientata in Wakanda è in fase di sviluppo presso Disney Plus. La serie fa parte di un nuovo contratto televisivo pluriennale che Ryan Coogler e la sua Proximity Media hanno firmato con The Walt Disney Company e includerà altri progetti televisivi in ​​futuro. Coogler ha già diretto e co-sceneggiato il film Marvel di successo Black Panther, ambientato nell’immaginaria nazione africana di Wakanda. Coogler è attualmente al lavoro sul sequel del film.

L’accordo consentirà a Proximity di sviluppare serie tv anche per altre divisioni della Walt Disney Company. Insieme a Coogler, i dirigenti di Proximity sono Zinzi Coogler, Sev Ohanian, Ludwig Göransson, Archie Davis e Peter Nicks.

“Ryan Coogler è un singolare narratore la cui visione e portata lo hanno reso uno dei registi di spicco della sua generazione – ha detto Bob Iger, presidente esecutivo di The Walt Disney Company – Con ‘Black Panther’, Ryan ha dato vita a una storia rivoluzionaria e a personaggi iconici in un modo reale, significativo e memorabile, creando un momento culturale di svolta. Siamo entusiasti di rafforzare il nostro rapporto e non vediamo l’ora di raccontare altre grandi storie con Ryan e il suo team”.

Disney Plus ha recentemente lanciato il suo primo show, WandaVision, mentre Falcon and the Winter Soldier e Loki arriveranno a breve. Altri progetti annunciati includono Hawkeye, She-Hulk, Mrs. Marvel e Ironheart.

“È un onore collaborare con The Walt Disney Company – ha detto Coogler – Lavorare con loro in ‘Black Panther’ è stato un sogno diventato realtà. Come avidi consumatori di televisione, non potremmo essere più felici di lanciare la nostra attività televisiva con Bob Iger, Dana Walden e tutti i fantastici studi sotto l’ombrello Disney. Non vediamo l’ora di imparare, crescere e costruire una relazione con il pubblico di tutto il mondo attraverso le piattaforme Disney. Siamo particolarmente entusiasti del fatto che faremo il nostro primo lavoro con Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso e i loro partner ai Marvel Studios, dove lavoreremo a stretto contatto con loro su programmi MCU selezionati per Disney+. Siamo già coinvolti in alcuni progetti che non vediamo l’ora di condividere “.

Black Panther è stato un grande successo per Disney e Marvel, incassando quasi 1,35 miliardi di dollari in tutto il mondo. Il film ha assunto un significato crescente negli ultimi tempi dopo la morte improvvisa del protagonista, Chadwick Boseman, lo scorso agosto.

La casa delle bambole – Ghostland: trama, cast e curiosità sul film horror

Quello della casa infestata è da sempre un tema ricorrente del cinema horror, che negli anni lo ha affrontato e riproposto in variegate versioni. Da La casa L’evocazione – The Conjuring, da Crimson Peak ad Annabelle, sono tanti i titoli in cui si può ritrovare tale elemento. Di questo filone, uno dei più recenti e interessanti è La casa delle bambole – Ghostland, diretto nel 2018 dal regista francese Pascal Laugier, grande esperto del genere e noto in particolare per il film Martyrs. Frutto di una sua idea originale, il lungometraggio qui approfondito rielabora dunque l’elemento spettrale di tale ambiente, ponendo i propri personaggi in situazioni quanto mai drammatiche e spaventose.

Presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film Fantastico di Gérardmer, in Francia, La casa delle bambole arrivò ad ottenere ampi consensi. Vinse infine ben tre premio, incluso il prestigioso Grand Prize, ottenendo una visibilità tale da divenire un piccolo successo nei paesi in cui ha trovato distribuzione. Nonostante sia uscito in sala anche in Italia, infatti, il film ha finito con il passare quasi inosservato ai più. A renderlo maggiormente noto è però stato un incidente verificatosi durante le riprese, e che ha dato vita a non poche ripercussioni.

Per i grandi amanti del genere, si tratta dunque di un titolo da non lasciarsi sfuggire, arricchito da un notevole cast e un’atmosfera particolarmente coinvolgente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del controverso finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La casa delle bambole – Ghostland: la trama del film

Protagoniste del film sono Pauline e le due figlie adolescenti, Beth e Vera. Queste ricevono in eredità una vecchia villa piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera tetra e inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e prendono in ostaggio le ragazze. Pauline lotta disperatamente per la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori, ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto. La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che l’incubo, in realtà, non è ancora finito.

La casa delle bambole - Ghostland cast

La casa delle bambole – Ghostland: il cast del film

Ad interpretare la madre Pauline vi è la cantautrice francese Mylène Farmer, qui al suo secondo ruolo cinematografico. Maggior rilievo è invece quello dato ad Emilia Jones e Taylor Hickson. La prima, nota per la serie Locke & Key, interpreta qui la giovane Beth. La Hickson, invece, è la giovane Vera. È stata quest’ultima a rimanere vittima dell’incidente precedentemente citato. Durante una scena, infatti, l’attrice rimase ferita gravemente al volto con un pezzo di vetro. Ciò le richiese ben 70 punti di sutura, che le hanno però lasciato cicatrici permanenti. Per tale motivo, l’attrice ha poi intrapreso una battaglia legale contro la produzione del film. Anastasia Philips interpreta invece Vera da adulta, mentre Crystal Reed, nota per la serie Teen Wolf, è Beth da adulta.

La casa delle bambole – Ghostland: la spiegazione del film

Di seguito si riporteranno alcuni dettagli esplicativi del film, della sua struttura e del suo finale. Si tratta dunque di informazioni che, qualora non si avesse ultimato la visione, potrebbero risultare come degli spoiler. Nell’approcciarsi a La casa delle bambole – Ghostland ci si ritroverà ben presto gettati in un oscuro labirinto della mente, dove nulla è come sembra. Il film, infatti, è solo apparentemente strutturato in modo lineare, con un prima e un dopo. Tuttavia, con il proseguire della visione si scoprirà come la vita da adulte di Vera e Beth non è altro che il frutto dell’immaginazione di quest’ultima. Ancora segregata nella casa dove si era recata con la madre e la sorella, questa ha dato vita ad una realtà alternativa in cui rifuggirarsi per sfuggire dagli orrori che sta vivendo nella realtà.

Risvegliata da questo sogno, Beth si troverà a quel punto a capire di non poter più rifugiarsi, ma di dover affrontare quanto sta accadendo. Sua madre è morta in seguito all’aggressione, e tutto ciò che le rimane è salvare sua sorella. Grazie ad una serie di consapevolezze acquisite con il sogno vissuto fino a quel momento, la ragazza riesce così a prevalere sugli assassini, riuscendo a sfugire e trovare rifugio presso la polizia insieme a Vera. La particolarità del film è dunque quella di presentare una realtà fino ad un dato momento, per poi spezzarla totalmente e riportare all’episodio con cui il film era iniziato. Un intreccio particolarmente suggestivo, che rappresenta il grande fascino del film.

La casa delle bambole – Ghostland: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La casa delle bambole – Ghostland grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Steve Jobs: trama, cast e curiosità sul film con Michael Fassbender

Era difficile che un uomo visionario e rivoluzionario come Steve Jobs non venisse raccontato al cinema, e infatti nel giro di appena tre anni sono arrivati sul grande schermo ben due film a lui dedicati. Il primo, del 2013, è intitolato Jobs, ed è interpretato tdall’attore Ashton Kutcher. Il secondo, più riuscito ed apprezzato, è invece Steve Jobs, arrivato in sala nel 2015 per la regia di Danny Boyle, premio Oscar per The Millionaire, e scritto da Aaron Sorkin, che aveva già raccontato di un altro celebre innovatore informatico come Mark Zuckerberg in The Social Network. A dar volto al fondatore della Apple è qui l’attore Michael Fassbender.

Sorkin ha basato la propria sceneggiatura sulla biografia autorizzata Steve Jobs, scritta da Walter Isaacson e pubblicata nel 2011, nello stesso anno della scomparsa dell’imprenditore statunitense. Lo sceneggiatore, però, decise di non raccontare l’intera vita di questi, bensì di concentrarsi sul dietro le quinte di tre momenti fondamentali della sua vita. Distanti nello spazio e nel tempo, questi definiscono al meglio la personalità dell’inventore, permettendo un ingresso più intimo in questa e nella sua mente. Presentato in anteprima al Telluride Film Festival, Steve Jobs è stato accolto da pareri particolarmente positivi, che elogiano tanto la costruzione del racconto quanto le interpretazioni dei protagonisti.

Per dar vita alle tre sequenze del film, ambientate in anni diversi, il regista scelse inoltre di girare avvalendosi di pellicola 16mm, 35mm e infine del digitale. Ciò gli permise di sottolineare ulteriormente i progressi tecnologici di ripresa, merito anche delle innovazioni apportate da Jobs. Prima di intraprendere una visione di questo, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative al titolo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Steve Jobs: la trama del film

Ambientato rispettivamente nel 1984, nel 1988 e nel 1998, il film ripercorre la presentazione del primo Mac, il lancio di NeXT e il trionfale convegno durante il quale il mondo conobbe il primo iMac. Tre tappe fondamentali per Steve Jobs, attraverso cui arriva a definire il proprio genio e la propria fortuna. Nel dar vita agli istanti che precedono queste importanti rivelazioni al mondo, il racconto permette di entrare in contatto con lo Steve imprenditore e uomo, il quale passa dall’essere un brillante rivoluzionario ad un despota senza scrupoli, da padre reticente a persona fragile a causa di traumi passati. Accanto a lui, i collaboratori di sempre, Joanna Hoffman Steve Wozniak, lo aiuteranno a fondare il proprio impero.

Steve Jobs: il cast del film

Per interpretare il ruolo di Steve Jobs era originariamente stato considerato l’attore Christian Bale, giudicato perfetto per la parte. A pensarla così era anche Michael Fassbender, scelto come sostituto nel momento in cui Bale rinunciò al progetto. Fassbender ammise di essere stato a lungo nel dubbio se accettare o meno, non sentendosi all’altezza del collega. Affascinato dalla figura di Jobs, decise infine di vestirne i panni, conducendo lunghe ricercher per capirlo meglio. Fassbender, tuttavia, raccontò di aver cercato di dar vita ad un’interpretazione personale dell’inventore, non volendo finire con l’imitarlo. La sua performance fu infine così apprezzata da portarlo a guadagnare una nomination all’Oscar come miglior attore.

Accanto a lui, si ritrova Seth Rogen nei panni di Steve Wozniak. Per interpretare questi, l’attore ha speso diverso tempo in compagnia di questi, al fine di conoscerlo e capirlo meglio. Prima di prendere parte al progetto, infatti, non aveva idea di chi fosse Wozniak. La premio Oscar Kate Winslet recita invece nel ruolo di Joanna Hoffman, da lei ardentemente desiderato. Venuta a sapere del progetto, infatti, si è subito messa in contatto con Boyle, dimostrandogli di essere l’interprete giusta per la parte. La Winslet ha infine ottenuto una nomination come miglior attrice non protagonista per la sua performance. Nel film sono poi presenti gli attori Jeff Daniels nei panni di John Sculley, CEO della Apple, Katherie Waterstone in quelli della ex fidanzata di Jobs, e Michael Stuhlbarg in quelli dell’ingegnere Andy Hertzfeld.

Steve Jobs: le differenze tra il film e la vera storia

Pur basandosi sulla biografia autorizzata di Jobs, il film si prende necessariamente alcune libertà, che portano a stravolgere alcuni degli eventi raccontati. Tali modifiche alla realtà, infatti, hanno permesso agli autori di far trasparire in modo più chiaro per il cinema la personalità del protagonista. La scena d’apertura, ambientata nel 1984, dove si ritrova uno Jobs furioso poiché il Macintosh non pronuncia la parola “ciao”, non è infatti mai avvenuta. Il rapporto che il protagonista intrattiene lì con gli altri personaggi permette però di far fuoriuscire alcuni difetti caratteriali di questi. Allo stesso modo, il rapporto presentato tra Jobs e la figlia Lisa Brennan, di cui l’inventore aveva rifiutato la paternità, viene qui raccontata in maniera più edulcorata e sentimentale. Nella realtà, Jobs si riavvicinò alla figlia in maniera differente.

Allo stesso modo, molto diverse sono le vicende relative al lancio del computer NeXT. Contrariamente a quanto avviene nel film, infatti, la Apple non ha sporto denuncia nei confronti di Jobs al momento della promozione del suo nuovo computer, bensì anni prima. Particolarmente rimaneggiato è inoltre il rapporto di Jobs con Wozniak, e molte delle scene che li vedono qui protagonisti non sono mai avvenute. Ugualmente, quasi nessuno dei dialoghi presenti nel film è mai avvenuto. Il film, infatti, è estremamente poco attinente alla realtà degli eventi narrati. Come anticipato, però, l’interesse di Sorkin era quello di utilizzare tre momenti chiave per tentare di raccontare una personalità, anche a costo di tradire l’effettivo svolgimento degli eventi. Ciò non rende però meno godibile il film, che anzi risulta essere particolarmente brillante nella rappresentazione del protagonista.

Steve Jobs: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Steve Jobs grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, HistoryVsHollywood

WandaVision: nuovo trailer, in arrivo nuovi episodi

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WandaVision: nuovo trailer, in arrivo nuovi episodi

Sono disponibili il nuovissimo trailer e la key art della serie Marvel Studios, WandaVision. I primi 4 episodi sono visibili in streaming in esclusiva su Disney+, mentre il quinto episodio debutterà venerdì 5 febbraio sulla piattaforma.

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WandaVision, episodi 1-3: i 10 più importanti riferimenti al MCU

WandaVision, la serie tv 

WandaVision di Marvel Studios unisce televisione classica e Marvel Cinematic Universe e vede protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra.

WandaVision

WandaVision, la prima serie targata Marvel Studios, creata in esclusiva per Disney+, ha per protagonisti Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff e Paul Bettany in quello di Visione. Kathryn Hahn è Agnes e Teyonah Parris è Monica Rambeau, personaggio che è stato presentato al pubblico in Captain MarvelKat Dennings riprenderà il suo ruolo di Darcy da Thor e Thor: The Dark World, mentre Randall Park tornerà a vestire i panni di Jimmy Woo da Ant-Man and The Wasp. La serie è diretta da Matt Shakman mentre Jac Schaeffer è il capo sceneggiatore. Composta da nove episodi, WandaVision è disponibile in streaming su Disney+.

Notizie dal Mondo: Tom Hanks nelle immagini ufficiali

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Notizie dal Mondo: Tom Hanks nelle immagini ufficiali

Netflix e Universal Pictures le prime immagini di Tom Hanks in Notizie dal mondo, una storia commovente scritta e diretta da Paul Greengrass, che collabora di nuovo con la star per la prima volta dai tempi di Captain Phillips – Attacco in mare aperto, candidato agli Oscar come Miglior film nel 2013.

Un veterano della Guerra Civile accetta di portare una bambina, presa dal popolo Kiowa anni prima, da sua zia e suo zio, contro la sua volontà. Percorrono centinaia di miglia e affrontano gravi pericoli mentre cercano un luogo che entrambi possano chiamare casa. Cinque anni dopo la fine della Guerra civile, il capitano Jefferson Kyle Kidd (Hanks), veterano di tre guerre, si sposta di città in città raccontando storie vere e condividendo le ultime notizie su presidenti e regine, faide epiche, catastrofi terribili e avventure mozzafiato da ogni angolo del globo. Nelle pianure del Texas il suo destino si incrocia con quello di Johanna (Helena Zengel), una bambina di 10 anni catturata dal popolo dei Kiowa sei anni prima e allevata come una di loro. Johanna, ostile verso un mondo che non conosce, sta per essere riconsegnata agli zii contro la sua volontà.  Kidd accetta di consegnare la bambina ai legittimi custodi. Durante un viaggio di centinaia di miglia attraverso l’implacabile natura selvaggia, i due protagonisti affrontano insieme incredibili sfide lanciate da forze umane e naturali, mentre sono alla ricerca di un luogo che entrambi possono chiamare casa.

Notizie dal mondo è diretto da Greengrass (franchise di Bourne, United 93), coautore insieme a Luke Davies (Lion – La strada verso casa) anche della sceneggiatura, tratta dal bestseller candidato al National Book Award di Paulette Jiles. Il film è prodotto da Gary Goetzman (franchise di Mamma Mia!, Greyhound – Il nemico invisibile), Gail Mutrux (The Danish Girl, Donnie Brasco) e Gregory Goodman (22 luglio, 8 Mile). I produttori esecutivi sono Steven Shareshian e Tore Schmidt.

Thor: Love and Thunder: Chris Pratt e Chris Hemsworth sul set

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Thor: Love and Thunder: Chris Pratt e Chris Hemsworth sul set

Sono trapelate le prime immagini dal set di Thor: Love and Thunder, in questo momento in fase di riprese in Australia. Trai tanti figuranti e tecnici, dalle immagini possiamo vedere già all’opera Chris Pratt, Chris Hemsworth, Karen Gillan e Sean Gunn.

GUARDA LE FOTO DAL SET DI THOR: LOVE AND THUNDER

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Bonding 2 stagione: uscita, trailer, trama, cast e dove vederla

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Bonding 2 stagione: uscita, trailer, trama, cast e dove vederla

Bonding 2 è la seconda stagione della serie Originale Netflix Bonding ideata da Rightor Doyle e prodotta da Blackpills, Anonymous Content per Netflix.

Bonding 2 quando esce in streaming

Bonding 2 uscirà 27 gennaio 2021 su Netflix.

Bonding 2: la trama e il cast

Dieci mesi dopo essere sfuggiti insieme alla polizia, Tiff (Zoe Levin) e Pete (Brendan Scannell) sono stati cacciati da ogni fetish di New York City a causa delle loro pratiche poco ortodosse. Avendo bisogno di denaro prima dell’inizio dell’anno, Tiff prega la sua ex mentore Mistress Mira (Nana Mensah) di riprenderli sotto la sua ala protettiva. Mira accetta, ma a una condizione: Tiff e Pete devono completare un corso di dominazione.

La serie racconta di Tiffany Chester è una studentessa di psicologia che vive una normale vita universitaria insieme al suo migliore amico Pete, aspirante cabarettista. La notte però la ragazza si trasforma, indossando i panni di una dominatrice di nome Mistress May, e ricavando denaro dalle pratiche BDSM. Quando Pete lo scoprirà si metterà in affari con lei.

Bonding 2 ritornano i protagonisti Tiffany “Tiff” Chester/Mistress May, interpretata da Zoe Levin, Pete/Master Carter, interpretato da Brendan Scannell, Doug, interpretato da Micah Stock, Professor Charles, interpretato da Kevin Kane, Josh, interpretato da Theo Stockman, Daphne, interpretata da D’Arcy Carden e Andy, interpretato da Eric Berryman.

Bonding 2: trailer

Gli episodi di Bonding 2

  • In Bonding 2×01 che si intitolerà “The Kinks” Tiff e Pete non vedono l’ora di tornare in azienda. Più tardi vanno a una festa di Capodanno e non va affatto come previsto.
  • In Bonding 2×02 che si intitolerà “Dog Days” Sia Tiff che Pete hanno a che fare con il modo in cui sono stati trattati dai rispettivi fidanzati durante la festa di Capodanno. Alla lezione di domme imparano a conoscere la proprietà e la responsabilità.
  • In Bonding 2×03 che si intitolerà “Personal” Tiff riceve un incarico da Mistress Mira per prendersi cura del suo sostituto finanziario. Doug e Frank arrivano entrambi alla realizzazione delle loro vite.
  • In Bonding 2×04 che si intitolerà “Threesomes” Doug finisce in un ospedale, portando Tiff a passare del tempo con Gina. Pete incontra l’ex fidanzato di Josh.
  • In Bonding 2×05 che si intitolerà “Nanci” Il Chelsea ha una richiesta insolita per Tiff.
  • In Bonding 2×06 che si intitolerà “The Lost Egg”  Mistress Mira ha una grande decisione da prendere. Tiff ha a che fare con la sua relazione con Doug. Pete sta per incontrare il padre di Josh.
  • In Bonding 2×07 che si intitolerà “Stand Me Up, Stand Me Down”  I rapporti di Pete con Josh e Tiff si interrompono. Tuttavia, deve fare una routine in piedi davanti a un agente.
  • In Bonding 2×08 che si intitolerà “Permission”  L’agente di Carter vuole che vada in TV. Mistress Mira sta partendo. Quindi sia Tiff che Pete devono decidere cosa fare dopo.

The Falcon and the Winter Soldier: 10 cose da sapere prima dell’arrivo della serie

The Falcon and the Winter Soldier sarà la seconda serie targata Marvel Studios a debuttare su Disney+, sulla scia dei grandi consensi che sta raccogliendo la “pioniera” WandaVision. In attesa del debutto della serie sulla piattaforma di streaming – previsto per il prossimo 19 marzo, Screen Rant ha raccolto 10 cose che bisogna assolutamente sapere per prepararsi al meglio all’arrivo della serie con Bucky Barnes (Sebastain Stan) e Sam Wilson (Anthony Mackie):

Steve Rodgers ha donato il suo scudo a Sam

Nel caso in cui alcuni fan se ne fossero dimenticati, alla fine di Avengers: Endgame, una volta che Steve Rodgers decide di vivere la sua vita con Peggy Carter, torna nel 2019 per donare il suo scudo a Sam Wilson. All’inizio Sam non si sentiva a suo agio nell’accettarlo, ma una volta che ha promesso a Steve che farà del suo meglio per onorare la sua eredità, Steve gli spiega che è per questo motivo che lo scudo spetta a lui.

Nel trailer della serie, lo scudo appare dietro un vetro, quasi come fosse custodito in una sorta di museo, e l’unica volta che si vede Falcon con esso è quando lo lancia contro un albero. Sam perderà lo scudo? Solo il tempo ce lo dirà…

Falcon avrà un nuovo costume

Così come ogni altro personaggio, anche Falcon si presenta con un nuovo costume ogni volta che ricompare nel MCU… in questo senso, neanche la serie farà eccezione. Falcon sfoggia un nuovo costume bianco e rosso nel trailer della serie, con un pacchetto aggiornato di funzionalità e delle ali aggiunte al design.

Non è chiaro esattamente quali saranno le capacità del nuovo costume, ma una cosa è certa: saranno tutte svelate quando lo show debutterà in streaming fra meno di due mesi…

Falcon e il Soldato d’Inverno si conoscono a malapena

In tutto il MCU, sono veramente poche le volte in cui abbiamo visti insieme Sam Wilson e Bucky Barnes: i due, infatti, si conoscono a malapena. In realtà, l’unica volta che gli abbiamo visti insieme è quando hanno combattuto con Cap in Captain America: Civil War. Dopo il combattimento, Bucky trascorse i successivi due anni a Wakanda, mentre Sam è in fuga con Captain America e Vedova Nera, prima di riunirsi con gli altri in Avengers: Infinity War.

Tuttavia, quelle poche interazioni tra Sam e Bucky sono state comunque dei grandi momenti per entrambi i personaggi. I due sembrano essersi molto legati nella serie, ma non è chiaro se inizieranno proprio in questo modo o se si legheranno a mano a mano che lo show andrà avanti.

Helmut Zemo da Captain America: Civil War

C’è sempre una possibilità per i vecchi personaggi di tornare in modi nuovi. Tutti i fan probabilmente ricorderanno Helmut Zemo di Captain America: Civil War, il cui obiettivo era quello di sconfiggere i Vendicatori dall’interno, mettendo Cap contro Iron Man e rivelando che Bucky ha in realtà ucciso i genitori di Tony Stark.

La famiglia di Zemo è stata invece uccisa a Sokovia durante gli eventi di Avengers: Age of Ultron, ma le sue motivazioni all’interno della serie sono ancora sconosciute. Nel trailer trailer sembra che Bucky stia schivando dei proiettili sparati da Zemo. Sia Bucky che Sam sanno chi è Zemo, quindi sarà interessante vedere quale sarà la loro reazione al suo ritorno.

Il braccio di Bucky è opera della tecnologia wakandiana

I fan hanno visto T’Challa presentare a Bucky un nuovissimo braccio di Vibranio in Avengers: Infinity War dopo che il suo vecchio braccio è stato distrutto da Iron Man in Captain America: Civil War. Il braccio di Bucky avrà capacità che i fan non hanno ancora visto, ma è difficile dire ad oggi quali siano.

A causa del fatto che è frutto della tecnologia wakandiana, forse il braccio avrà proprietà simili alle Kimoyo Beads di Wakanda, come la proiezione olografica. Scoprire le nuove capacità del braccio di Bucky è sicuramente qualcosa che i fan sono entusiasti di vedere.

Steve voleva che Bucky vivesse la sua vita

Un altro motivo per cui Steve ha passato lo scudo a Sam potrebbe essere stato il fatto che Steve voleva che Bucky provasse a vivere la sua vita libero dal fardello che lo scudo comporta. Bucky ha avuto una vita incredibilmente difficile, dall’arruolarsi in guerra al lavaggio del cervello da parte dell’Hydra, per poi ricevere aiuto dai wakandiani.

Bucky potrebbe essersi allontanato dalla sua missione quando la serie prenderà il via? Forse! In tal caso, qual è il motivo per cui è tornato in azione? L’altra possibilità è che, essendo che tutto ciò che Bucky ha mai conosciuto è – appunto – l’essere un soldato, forse è semplicemente una questione di chi è e del fatto che non può stare lontano dai suoi doveri.

Bucky è ancora “semi-stabile”

Alla fine di Black Panther, Bucky ringrazia Shuri per averlo aiutato a far uscire qualsiasi cosa l’Hydra gli abbia messo nel suo cervello, ma in Avengers: Infinity War quando Bucky si riunisce con Steve si riferisce a se stesso come “semi-stabile”. Ci sono due possibilità: una è che questa era semplicemente una battuta dopo tutto quello che Bucky ha passato, il che è molto probabile, poiché ha detto che si sentiva bene e da allora non ha più avuto ricadute.

L’alternativa è che c’è ancora una piccola quantità di Hydra in lui. Forse il barone Zemo potrebbe provare a riattivare il Soldato d’Inverno. Considerato tutto lo sviluppo del personaggio, sembrerebbe strano farlo ricadere nei suoi modi da Hydra troppo facilmente, quindi la prima teoria è molto più probabile.

La serie è stata girata come un film

the falcon and the winter soldierSecondo entrambe le star Anthony Mackie e Sebastian Stan, le riprese della serie sono state molto diverse rispetto ad un tradizionale show destinato al piccolo schermo. In un’intervista con Variety, Mackie ha dichiarato: “Lo stiamo girando esattamente come un film. Tutti quelli che avevano lavorato in tv prima dicevano sempre: ‘Non abbiamo mai lavorato a uno show televisivo come questo’. Per come abbiamo girato, era proprio come se stessimo realizzando un film che poi sarebbe stato tagliato come una serie. Invece di un film di due ore, è come se stessimo girando un film di sei o otto ore”.

Ciò potrebbe significare che ogni episodio potrebbe rappresentare qualcosa di molto diverso rispetto ad altre serie o ad altri film Marvel a cui i fan sono abituati, esattamente come accaduto con WandaVision.

Ci sarà un nuovo simbolo

Un altro elemento visto nel trailer è un uomo misterioso che, durante una partita di caldio, indossa una nuova versione del costume di Capitan America, brandendo lo scudo. Wyatt Russel interpreterà il “nuovo cap” John Walker. Non è chiaro se John Walker aiuterà o combatterà contro Falcon e Bucky a questo punto.

Forse il governo si è rimpossessato dello scudo e lo sta dando all’ltimo super soldato. Sarà interessante vedere come il “nuovo Capitan America” ​​si scontrerà con Falcon e Bucky.

Sia Bucky che Falcon sono state “vittime” di Thanos

Due delle vittime dello schiocco di Thano in Avengers: Infinity War  furono ovviamente Sam Wilson e Bucky Barnes. Ciò significa che mancavano da cinque anni. Finora questo non sembra aver avuto un impatto troppo grande sul MCU.

Ma essendo passati cinque anni di inesistenza, che impatto avranno quei cinque anni su Sam e Bucky quando torneranno nel mondo reale? Non passerà molto tempo prima che i fan lo scoprano…

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