Senza dubbio, Avengers:
Endgame ha scatenato un entusiasmo sconfinato nel
pubblico e nella critica, nel corso dei mesi si è confermato uno
dei titoli più amati non solo dei fan Marvel Studios, ma anche degli spettatori
occasionali.
Questo entusiasmo è esploso subito,
già in sala, durante le visioni alle quali il pubblico ha preso
parte con entusiasmo ed euforia, in determinate scene. In
particolare, sono estremamente significativi i video che seguono e
che ci mostrano la reazione del pubblico sia nell’ormai famosa
“scena dei portali” che in quella in cui Captain
America brandisce il Mjolnir.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Nella storia del cinema, non esiste
probabilmente un franchise più amato di Star Wars. Naturalmente, ciò non
significa che la saga sia esente da difetti.
I difetti presenti nei nove episodi
vanno da piccole dimenticanze a più grandi ed evidenti problemi.
Tuttavia, alcuni di essi potevano risolversi abbastanza facilmente.
Partendo da questo assunto, ecco dieci semplici soluzioni narrative
– proposte in base all’ordine di uscita del film – che avrebbero
reso i film di Guerre Stellari decisamente migliori.
Vader su Hoth
La battaglia di Hoth ne L’Impero Colpisce Ancora è impressionante. I Ribelli
cercano di impedire agli AT-AT di distruggere un generatore di
scudi che permetterebbe a Darth Vader di entrare nella loro base
con le sue truppe di terra. La battaglia evidenzia la situazione
disperata in cui si trova l’Alleanza, ma quando Vader è finalmente
in grado di passare all’attacco, il risultato finale è piuttosto
deludente.
Le sue truppe cercano di impedire la
partenza del Millennium Falcon e il Sith entra in scena quando
Han Solo è ormai riuscito a
decollare. E se avessimo visto l’attacco iniziale di Vader alla
base? E se avessimo visto Vader e i suoi uomini farsi strada tra le
forze ribelli a terra? Ciò avrebbe dato alla battaglia una
sfumature più epica, aumentando la tensione attorno alla fuga di
Han e Leia mentre Vader cercava di raggiungerli. Inoltre, avrebbe
sicuramente reso Vader una minaccia ancora più intimidatoria agli
occhi del pubblico.
La parentela di Luke e Leia
Ne Il ritorno dello Jedi viene rivelato che Luke
Skywalker e la Principessa Leia sono in realtà gemelli separati
alla nascita. Purtroppo, il momento della grande rivelazione nel
film è piuttosto goffo e forzato: questo perché, mentre Obi-Wan
parla della sorella di Luke, quest’ultimo ha improvvisa epifania e
si rende conto che la sorella di cui parla il maestro è proprio
Leia; Obi-Wan conferma la cosa e la conversazione tra i due
procede.
È innegabile quanto la scena abbia
dell’inverosimile: avrebbe potuto avere maggiore impatto se la
sceneggiatura avesse imposto al personaggio di Obi-Wan di fare
riferimento in maniera velata al fatto che Leia fosse la sorella di
Luke, magari escludendo l’epifania. Il dialogo sarebbe apparso
decisamente più fluido e naturale, e la grande rivelazione meno
forzata.
Jar Jar
Per quanto
controverso sia il personaggio di Jar Jar Binks, è innegabile
quanto sia necessario alla trama de La minaccia fantasma in due momenti: all’inizio del
film, quando aiuta i Jedi ad intrufolarsi nel Palazzo Reale di
Theed, e alla fine, quando suggerisce a Padme di chiedere aiuto ai
Gungan per salvare Naboo. Al di là di questi due momenti, però, la
presenza di Jar Jar non sembra avere uno scopo definito,
soprattutto quando il gruppo arriva su Tatooine.
Questo è il motivo
per cui sarebbe stato meglio se fosse rimasto sulla nave mentre Qui
Gon e Padme andavano a reclutare l’esercito. Ciò avrebbe permesso
al film di focalizzarsi maggiormente su Anakin Skywalker e avrebbe
risparmiato ai fan alcuni dei momenti più detestabili di Jar
Jar.
I sentimenti di Padme per Anakin
Uno degli aspetti più controversi de
L’attacco dei cloni è la storia d’amore tra Anakin e
Padme, al punto che molti fan si chiedono ancora oggi come il
futuro Darth Vader sia riuscito a conquistare la madre di Luke e
Leia. La risposta, molto semplice, è che Padme è stata attratta da
Anakin fin dal primo momento in cui lo ha visto (basti notare il
modo in cui lo osserva quando si incontrano all’inizio del
film).
Ciò viene esplicitato ancora di più
in una scena eliminata dal montaggio finale in cui Anakin e Padme
fanno visita ai genitori della regina. La scena rende palese che
Padme sta trattenendo i suoi sentimenti nei confronti di Anakin:
forse, tenere quella scena nel film avrebbe avrebbe reso la sua
decisione di stare con Anakin qualcosa di molto più naturale.
La morte di Padme
Una delle
battute più controverse de La vendetta dei Sith è quando 2-1B afferma che Padme
ha perso la voglia di vivere. Dal momento che Palpatine dice a
Vader che Padme è morta (qualcosa che non dovrebbe sapere), alcuni
fan hanno ipotizzato che Palpatine abbia effettivamente trasferito
la forza vitale di Padme su Vader.
Questa è certamente
una spiegazione più plausibile e sarebbe stata facile includerla
nel film, mostrando semplicemente Palpatine che medita su Vader: un
montaggio diverso avrebbe mostrato Palpatine utilizzare la Forza e
Padme in agonia; subito dopo, Palpatine avrebbe posato il suo
sguardo su Vader, che proprio in quel momento iniziava a calmarsi.
Sarebbe stato un momento suggestivo e avrebbe anche reso giustizia
alla morte di Padme.
La mappa di Luke Skywalker
Una delle
maggiori critiche mosse a Il risveglio della Forza è stata quella di avere una
struttura narrativa fin troppo simile a
Una nuova speranza. A ciò si aggiunge che la Base
Starkiller non ha alcun impatto sul nodo principale della trama,
ossia trovare Luke Skywalker. Kylo Ren rivela a Rey che il Primo
Ordine ha già la maggior parte della mappa per arrivare a Luke e
hanno solo bisogno del pezzo che ha la ragazza.
Dato che Rey ora sa
dove recuperare il resto della mappa, avrebbe dovuto dirlo ai suoi
amici quando si sarebbero riuniti, in modo da poterla rubare dal
sistema informatico della Base Starkiller. Ciò avrebbe giustificato
la presenza della Base Starkiller all’interno della storia, senza
farla apparire come qualcosa di accessorio alla trama
principale.
La morte di Bodhi
Una delle
migliori dinamiche di
Rogue One: A Star Wars Story è stata quella tra i
personaggi del cieco Chirrut sensibile alla Forza e il suo amico
Baze. Dal momento che vengono introdotti insieme nel film, è giusto
che le loro morti siano collegate. Il problema è che non lo
sono.
La morte del pilota
Bodhi viene raccontata tra le morti di questi due personaggi. Ciò
interrompe completamente il flusso emotivo della scena tra Chirrut
e Baze, riducendo l’impatto della morte di quest’ultimo. Se la
morte di Bodhi fosse semplicemente avvenuta dopo la morte di Baze,
il risultato sarebbe stato diverso.
Captain Phasma
Canto
Bright è stato uno degli aspetti più criticati de Gli
Ultimi Jedi. Esistevano sicuramente molti modi per
migliorare quella sottotrama, tra cui una semplice soluzione che,
in realtà, avrebbe anche risolto un altro problema del film: il
ruolo minuscolo di Captain Phasma.
Nella scena
ambientata su Canto Bright, la tensione è tutta collegata alla
violazione commessa da Finn e Rose: quello che sarebbe dovuto
accadere, invece, è che Phasma avrebbe notato che Finn e Rose
stavano lasciando la flotta della Resistenza, inseguendoli su Canto
Bright. Una volta lì, avrebbe avvisato le autorità e li avrebbe
fatti arrestare. Ciò avrebbe legato la sottotrama di Canto Bright a
quella principale del film e dato a Phasma maggiore spazio nella
storia.
Qi’ra
Nonostante sia un film costruito
discretamente, Solo:
A Star Wars Story non riesce a coinvolgere emotivamente lo
spettatore dal momento che le motivazioni di Han sono collegate
principalmente (ed ingenuamente) alla sua relazione con Qi’ra.
Poiché il pubblico sa dalla trilogia originale che questa relazione
è destinata a fallire, è difficile affezionarsi a loro come
coppia.
Una semplice riscrittura avrebbe
reso questa dinamica migliore, cambiando semplicemente il rapporto
tra Han e Qi’ra in una relazione di pari livello. Ciò avrebbe
immediatamente istillato una serie di domande nel pubblico sul
perché Qi’ra non fosse presente nella trilogia originale, creando
anche una certa suspense sul suo destino. Avrebbe anche reso il suo
tradimento nei confronti di Han molto più difficile da accettare,
sia per il personaggio che per il pubblico.
Il clone di Palpatine
Come è stato recentemente rivelato
dal romanzo basato su
L’Ascesa di Skywalker, il ritorno di Palpatine è stato
reso possibile grazie alla clonazione. Dato che la natura del
ritorno di Palpatine era una delle principali fonti di confusione
per il pubblico, probabilmente sarebbe stato più facile per lo
spettatore godersi il film se questo punto fosse stato chiarito
immediatamente.
Secondo l’attore che interpreta
l’Imperatore, Ian McDiarmid, in realtà una scena
che spiega come il Signore Oscuro sia riuscito a sopravvivere è
stata girata ma tagliata dal montaggio finale. Vista la successiva
reazione del pubblico, il film sarebbe stato più apprezzato se
quella scena fosse stata mantenuta.
La Dea
Fortuna di Ferzan Ozpetek, con
protagonisti Stefano Accorsi, Edoardo
Leo e Jasmine Trinca e prodotto da Tilde
Corsi e Gianni Romoli è una produzione Warner Bros. Entertainment
Italia, R&C Produzioni e Faros Film.
La Dea
Fortuna – già disponibile per l’acquisto – sarà
disponibile per il noleggio in digitale a partire dal 13
Aprile. Da un soggetto di Gianni Romoli e Ferzan Ozpetek,
la sceneggiatura è firmata da Gianni Romoli, Silvia Ranfagni e
Ferzan Ozpetek. Nel cast troviamo inoltre Serra Yilmaz, Barbara
Alberti, Sara Ciocca, Edoardo Brandi, Cristina Bugatty, Pia
Lanciotti e Filippo Nigro.
Le musiche originali della colonna
sonora sono state composte da Pasquale Catalano,
mentre tra i brani di repertorio figurano illustri nomi della
musica italiana e internazionale tra cui Mina e Ivano
Fossati con la splendida, intensa ballata “Luna
Diamante”, tratta dal loro album “Mina Fossati”,
il vincitore di Sanremo 2020Diodato con “Che Vita
Meravigliosa” e la cantautrice turca Sezen
Aksu con la sua “Aldatildik”.
LA DEA FORTUNAdal 13 Aprile sarà disponibile per il noleggio su Sky
Primafila, Infinity, Apple Tv, Youtube, Google Play, Rakuten TV,
TIMvision, Chili, PlayStation Store, VVVVID, Microsoft Film &
TV.
IL FILM
La Dea Fortuna ha un segreto, un
trucco magico.
Come fai a tenere sempre con te
qualcuno a cui vuoi molto bene?
Devi guardarlo fisso, rubi la sua
immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti
scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà sempre
con te.
Arturo (Stefano Accorsi) e
Alessandro (Edoardo Leo) sono una coppia da più di
quindici anni. Nonostante la passione e l’amore si siano
trasformati in un affetto importante, la loro relazione è in crisi
da tempo. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini
lasciatigli in custodia per qualche giorno da Annamaria
(Jasmine Trinca), la migliore amica di Alessandro,
potrebbe però dare un’insperata svolta alla loro stanca
routine.
La soluzione sarà un gesto folle.
Ma d’altronde l’amore è uno stato di piacevole follia.
Uno dei più grandi segreti che ruota
attorno a Wonder
Woman 1984 è sicuramente quello relativo al
look che avrà il personaggio di Cheetah
interpretato da
Kristen Wiig nel film di Patty Jenskins. Adesso, un nuovo set LEGO
ispirato all’atteso sequel ci mostra quella che dovrebbe essere la
“forma” definitiva della villain.
Il set in questione – chiamato
“Wonder Woman vs. Cheetah” – contiene anche i
personaggi di Diana (Gal
Gadot) e Maxwell Lord (Pedro
Pascal). Di recente,
una serie di nuove immagini dal film avevano anticipato una una
certa vicinanza (per non dire intimità!) tra i personaggi di
Maxwell Lord e Barbara Ann Minerva, a sostegno che nel sequel i due
potrebbero agire insieme.
Ricordiamo che
l’uscita nelle sale di Wonder Woman
1984 è stata posticipata al prossimo 14 agosto a
causa della pandemia di Coronavirus (il film sarebbe dovuto
arrivare nelle sale il 6 giugno). Potete vedere le immagini del set
LEGO (via
JoBlo) di seguito:
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
Nell’anno del centenario dalla nascita di Alberto Sordi, Sky
Arte celebra il grande attore e regista romano con Siamo
tutti Alberto Sordi?, il docu-film scritto e diretto da
Fabrizio Corallo in onda nel giorno di Pasqua, domenica 12
aprile alle 21.15 su Sky Arte (canali 120 e 400) e alle
21.45 su Sky Cinema Comedy (canale 309).
La narrazione si concentra sul
talento unico e sulla sua personalità più intima mettendone in
risalto non solo la leggendaria vicenda artistica ma soprattutto le
sue doti, spesso profetiche, di interprete/autore capace di
raccontare come nessun altro la commedia umana degli italiani del
secolo scorso.
Il documentario ricostruisce la
vita e l’opera di Sordi nell’arco della sua formazione e del
consolidarsi della sua carriera lunga più di sessant’anni,
raccontandolo attraverso scene cult di alcuni tra i più
significativi dei 187 film da lui interpretati, filmati tratti
dalle sue tante apparizioni televisive e pubbliche, interviste
appositamente realizzate a compagni di lavoro, esponenti di punta
del cinema recente, storici e critici, tutti chiamati a ricordarne
i vari aspetti della sua poliedrica personalità tra riflessioni,
aneddoti, pensieri e curiosità.
Dalla Roma trasteverina,
all’Inghilterra fino ad arrivare anche oltreoceano, il re della
commedia italiana ha portato in scena tanti “mostri” del suo tempo
nei loro aspetti più divertenti. Il film ritratto di Corallo mostra
i suoi più celebri personaggi, ma anche il più segreto e profondo
Alberto Sordi.
Anche Sky Cinema
dedica la sua programmazione per ricordare il grande Alberto Sordi.
Da venerdì 10 a lunedì 13 aprile, Sky Cinema
Comedy (e in streaming su NOW TV) propone 4 giorni di
programmazione h24 dedicati a uno dei più importanti attori del
cinema italiano. Da non perdere dunque il celebre film firmato
Luigi Zampa, Il Medico della Mutua, con una delle
interpretazioni più celebrate di Sordi; la commedia ambientata
nell’antico Egitto Due notti con Cleopatra con
Sophia Loren; Accadde al penitenziario in cui il
secondino Aldo Fabrizi è testimone delle vicende dei vari detenuti
tra cui Sordi, Walter Chiari e Peppino De Filippo; la commedia di
Steno Piccola Posta, con Franca Valeri; il film a
episodi Racconti d’estate con Marcello
Mastroianni; la commedia turistico-sentimentale Brevi amori
a Palma di Majorca con Gino Cervi; Il
Marito in cui Sordi si districa tra gli affari e una
moglie dispotica; e la commedia a episodi di Luigi Zampa, I
Nostri Mariti, con Sordi, Ugo Tognazzi e Lando Buzzanca.
Tutti i titoli – insieme al docu-filmSiamo tutti Alberto
Sordi? – sono disponibili anche nella collezione on demand di
Sky e su NOW TV.
SIAMO TUTTI ALBERTO
SORDI? è una produzione Dean Film e Surf Film realizzata in
collaborazione con Sky Arte e Istituto Luce in onda domenica 12
aprile su Sky Arte alle 21.15 e in streaming su NOW
TV
A novembre dello scorso anno abbiamo
appreso la notizia che, dopo l’incredibile successo di A Star Is
Born, la popstar Lady Gaga
sarebbe tornata al cinema in qualità di protagonista del prossimo
progetto cinematografico del maestro Ridley Scott, un film che racconterà il
delitto di Maurizio Gucci, nipote del fondatore della casa di moda
italiana.
Adesso, come svelato da
The Hollywood Reporter, la MGM ha ufficializzato la data di
uscita del film, che arriverà nelle sale americane a novembre del
2021. Nel film Gaga interpreterà Patrizia
Reggiani, l’ex moglie della vittima, processata e
condannata per aver orchestrato l’assassinio del marito nel 1995,
scontando 18 anni di carcere prima di essere rilasciata nel
2016.
La pellicola, che dovrebbe
intitolarsi semplicemente Gucci, verrà
sceneggiata da Roberto Bentivegna basandosi sul libro di Sara Gay
Forden “The House of Gucci: A Sensational Story of Murder,
Madness, Glamour and Greed”.
Per Ridley Scott si tratta del secondo progetto
sviluppato dopo la recente fusione tra Fox e Disney insieme a
The Last Duel, il film che vedrà
protagonisti Matt Damon,
Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck, le cui riprese sono state
momentaneamente bloccate a causa della pandemia di Coronavirus.
Scott non è estraneo al racconto di
storie drammatiche dalla forte risonanza mediatica: basti pensare a
Tutti i soldi del mondo, ultimo film da
lui diretto e basato sul sequestro di John Paul Getty III, nipote
dell’allora uomo più ricco del mondo, avvenuto
a Roma nel 1973.
Una delle più grandi critiche mosse
a Birds of
Prey, il cinecomic che ha visto il
ritorno di Margot
Robbie nei panni di Harley Quinn, è stata che la
storia raccontata nel film di Cathy Yan non si è concentrata abbastanza
sul “team” del titolo e che riflettori sono stati puntati
eccessivamente sul personaggio della Mattacchiona.
Proprio su questo aspetto si
concentra il trailer onesto – realizzato da Screen
Junkies – di Birds of Prey,
oltre a mettere in evidenza come un divieto ai minori di 17 anni e
la presenza del personaggio del Joker avrebbe sicuramente giovato
al risultato finale. Al di là delle critiche, però, il cinecomic ha
fatto sicuramente discutere, stimolando ancora di più l’interesse
nei confronti di The Suicide Squad, il film
di
James Gunn in cui ritroveremo Harley.
Al momento non sappiamo ancora se un
sequel di Birds of
Prey vedrà mai la luce: è probabile che il
destino della Mattacchiona sul grande schermo verrà definito dopo
l’uscita in sala del reboot dedicato alla Squadra Suicida.
Nell’attesa, gustatevi il trailer onesto di seguito:
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, è uscito
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan
McGregorinterpreta invece uno dei due principali
villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.”
La stagione 5 di Billions
sarà presentata in anteprima domenica 3 maggio su SHOWTIME. Nella
quinta stagione di MILIARDI, Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades
(Giamatti)
vedono riaccendersi la loro feroce rivalità, mentre nuovi nemici si
alzano e prendono la mira. Il pioniere dell’impatto sociale Mike
Prince (Stoll) rappresenta una vera minaccia per il dominio di Axe
e Chuck fa la febbre con un formidabile procuratore distrettuale.
Taylor Mason (Asia
Kate Dillon) è costretto a tornare ad Ax Capital, dove
devono lottare per proteggere i loro dipendenti e le loro risorse.
Wendy Rhoades (Maggie
Siff) rivaluta la sua lealtà e crea sorprendenti nuove
alleanze che la mettono in contrasto sia con Chuck che con Ax. In
questa stagione, la lotta per il potere diventa una lotta per la
sopravvivenza e tutti i personaggi devono adattarsi o rischiare
l’estinzione. Margulies interpreterà Catherine Brant, professore di
sociologia della Ivy League e autore di bestseller.
https://youtu.be/aILMB1h8x7I
Billions 5
In Billions 5 protagonisti sono il premio
Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden
Globe
Damian Lewis, Billions
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star
John Malkovich), Taylor Mason (Asia
Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon
“Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie
vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad,
Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e
Malin Akerman.
Billions è
stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew
Ross Sorkin.
Quando la Disney ha annunciato le
nuove date di uscita dei film posticipati di recente a causa
dell’emergenza Coronavirus, in molti hanno subito notato che a
The New Mutants non era stata associata
alcuna nuova release. Il film
sarebbe dovuto uscire nelle sale americane il 3 aprile: ora, è
probabile che il cinecomic di Josh Boone arriverà direttamente su Disney+, ma su questo non esistono
ancora conferme ufficiali.
In attesa di scoprire quale sarà il
futuro di The
New Mutants(già
“vittima” di una produzione travagliatissima e di continui
posticipi), sappiamo adesso – grazie a Consumer
Protection BC (via
ComicBookMovie) – quale sarà la durata del film: 94 minuti. Il
film di Boone sarà quindi il più breve della saga degli X-Men: il
più lungo ad oggi è X-Men:
Apocalisse, della durata di 144 minuti.
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Sono trascorsi circa 20 anni
dall’uscita nelle sale di The Others,
l’acclamatissimo horror psicologico diretto dal cileno Alejandro
Amenábar e con protagonista una splendida Nicole Kidman in uno dei ruoli più belli della
sua carriera. Adesso, come apprendiamo da Deadline, la Sentient
Entertainment ha acquistato i diritti per riportare la storia sul
grande schermo.
Il remake, di produzione americana
(l’originale The Others era una co-produzione che ha
coinvolto gli Stati Uniti, la Spagna, la Francia e anche l’Italia),
sarà prodotto da Renee Tab e Christopher Tuffin della Sentient
insieme a Lucas Aksoskin della Aliwen Entertainment. Secondo le
prime indiscrezioni, il remake tenterà un approccio contemporaneo
alla storia raccontata da Amenábar nel suo film, ambientato nel
1945, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Secondo la fonte, l’obiettivo della
Sentient sarebbe quello di coinvolgere un cast composti da volti
più o meno noti di Hollywood. Il film originale incassò circa 200
milioni di dollari a livello mondiale ed è ancora oggi considerato
uno dei migliori horror prodotti nello scorso decennio. Grazie al
ruolo di Grace Stewart, Nicole Kidman ottene una nomination ai Golden
Globes, ai BAFTA, ai Saturn Awards e ai Goya come migliore
attrice.
In arrivo il remake di The
Others, il cult di Alejandro Amenábar con Nicole Kidman
The Others
racconta la storia di Grace e dei suoi due figli che vivono in una
grande casa isolata. Una strana malattia costringe i bambini a
fuggire la luce. Nell’oscurità che avvolge la loro vita sta per
accadere qualcosa di terribile e presto Grace dovrà affrontare la
più profonda e angosciante delle paure.
Sappiamo che la produzione di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stata
abbastanza travagliata e che, in origine, la conclusione della
trilogia sequel era stata affidata a Colin Trevorrow. Adesso, il co-sceneggiatore
Chris Terrio ha rivelato di aver avuto
numerosi problemi con il finale del film che ha chiuso
ufficialmente la saga degli Skywalker iniziata nel lontano
1977.
L’edizione home video del film
diretto da J.J. Abrams, infatti, conterrà una featurette
dedicata al making of di Episodio IX in cui è proprio
Terrio a discutere di come sia stato difficile concepire il finale
e di come quel particolare processo abbia rappresentato una vera
sfida per lui e per Abrams.
“Ad un certo punto della
lavorazione, io e J.J. stavamo avendo tantissimi
problemi con il finale del film. Poi lo scenografo Rick Carter ci
disse: ‘Penso sia perché voi due non volete che Star
Wars finisca. Non volete che la saga degli Skywalker finisca.
Quindi, non volete davvero scriverlo quel finale’. Non c’era che
verità nelle sue parole.”
Naturalmente, è molto difficile
intuire con precisione a quale “finale” si riferisca Terrio. Come
sottolinea
Screen Rant, è molto probabile che si tratti della scena di
Rey Skywalker, il momento esatto che chiude Episodio
IX, ma potrebbe anche trattarsi – più in generale – del terzo
atto del film e dello scontro finale contro l’Imperatore
Palpatine.
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
Probabilmente nessuno assocerebbe
mai Guardiani
della Galassia a Il mago di Oz, eppure, di recente, il
regista e sceneggiatore
James Gunn ha rivelato che la sequenza
d’apertura del primo film su Star Lord & co., uscito nel 2014, è
stata ispirata dal classico del 1939 con Judy Garland.
Durante il #QuarantineWatchParty
dedicato al film, Gunn ha rivelato alcuni dettagli sulla sua prima
incursione nell’Universo Cinematografico Marvel, spiegando su
Twitter che la sequenza d’apertura del film, quella ambientata
nel 1988, subito dopo la morte della madre, quando il piccolo Peter
Quill viene rapito da un gruppo di pirati spaziali
chiamati “Ravagers”, guidati da Yondu Udonta, è stata ispirata
dai titoli di testa de Il mago di Oz.
Gunn ha spiegato l’utilizzo di
particolari lenti per la sequenza d’apertura del suo film, in modo
da ottenere un certo tipo di effetto visivo: “Abbiamo girato la sequenza d’apertura con il giovane Peter e
la sua famiglia su obiettivi anamorfici, ma non per tutto il resto
del film. Ho pensato molto all’inizio de Il mago di
Oz.”
Per quanto riguarda Guardiani
della Galassia Vol. 3, il film – scritto e
diretto da James
Gunn – non ha ancora una data di uscita
ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a
Febbraio 2021.
Batman è sempre stato uno dei più
grandi eroi dei fumetti di sempre. Nel corso degli anni, sono stati
numerosi i registi che si sono impegnati per cercare di portare al
cinema la versione migliore delle avventure del Crociato di Gotham.
L’ultimo in ordine di tempo al quale è stato affidato l’arduo
compito è Matt Reeves, regista dell’attesissimo
The
Batman che vedrà Robert Pattinson raccogliere l’eredità di
Ben Affleck (ultimo Uomo Pipistrello cinematografico).
Reeves ha elogiato in egual misura i
due titoli e ha parlato di come entrambi abbiano avuto un forte
impatto sul suo approccio a The
Batman: “Pensavo a quanti brutti film su Batman ci
fossero stati e non volevo che il mio entrasse a far parte di
quella categoria, che venisse considerato soltanto come un altro
film sull’Uomo Pipistrello. Sentivo che c’era bisogno di fare la
differenza. I migliori sono stati a dir poco incredibili. Ciò che
Nolan ha fatto col personaggio è incredibile. Ciò che Burton ha
fatto col personaggio è stato unico.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
L’attore Karl Urban
è probabilmente più noto per il suo volto che per il suo nome,
essendo apparso in numerosi film e serie di grande successo. Ha
infatti avuto modo di affermarsi all’interno dell’industria
statunitense, conquistando la simpatia del pubblico e le attenzioni
della critica, che ne ha in diverse occasioni esaltato le doti
recitative. Ecco 10 cose che non sai di Karl
Urban.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Karl Urban: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
film. Il primo vero grande ruolo ricoperto al cinema
dall’attore è quello di Eomer nei film Il Signore degli Anelli
– Le due torri (2002) e Il Signore degli Anelli – Il
ritorno del re (2003), con gli attori Viggo
Mortensen, Ian
McKellen e Andy
Serkis. Successivamente continua a farsi notare
recitato nei film The Chronicles of
Riddick (2004), con Vin
Diesel, The Bourne Supremacy (2004),
Doom (2005) e Star Trek
(2009), di J. J.Abrams, dove ricopre il ruolo di Bones.
In seguito, è Judge Dredd in Dredd – Il giudice
dell’apocalisse (2012), e riprende il suo ruolo in Into Darkness – Star
Trek (2013), con Benedict
Cumberbatch e Star Trek
Beyond (2016). Di recente è invece apparso in Il drago
invisibile (2016) e Thor: Ragnarok
(2017), di Taika
Waititi.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo,
apparendo in serie come Shortland Street (1993-1994),
Hercules (1996-1998) e Xena – Principessa
guerriera (1996-2001), dove ha recitato nel ruolo di Giulio
Cesare. Di recente ha invece avuto un ruolo di rilievo in
Almost Human (2013-2014), mentre dal 2018 è divenuto
ulteriormente noto per il personaggio di Billy Butcher in
The
Boys, la nuova serie Amazon Prime.
Karl Urban: chi è sua moglie
8. È stato sposato.
Sul set del film televisivo The Privateers (2000), conosce
la truccatrice Natalie Wihongi, con la quale si fidanza. I due si
sposano poi nel settembre del 2004. La coppia ha inoltre dato vita
a due figli, il primo nato nel novembre del 2000 e il secondo, una
bambina chiamata Indiana in onore di Indiana Jones, nel gennaio del
2005. A giugno del 2014, la coppia annuncia tuttavia la
separazione.
Karl Urban in Thor
7. Ha ricoperto un ruolo di
rilievo nel film Marvel. Tra i personaggi
secondari che più hanno rubato la scena in Thor: Ragnarok vi è Skurge, interpretato
da Urban. L’attore ha dichiarato di aver accettato il ruolo perché,
anche se secondario, prevedeva un arco narrativo interessante, e in
più gli dava la possibilità di lavorare con l’attrice
Cate
Blanchett.
Karl Urban è Eomer
6. Per ricoprire il ruolo ha
imparato ad andare a cavallo. Il primo ruolo che ha reso
noto l’attore è stato quello di Eomer all’interno della trilogia de
Il Signore degli Anelli. Il personaggio è in particolare
un esperto nel cavalcare i cavalli e combattere da questa
postazione sopraelevata. Per riuscire in ciò, Urban ha così dovuto
allenarsi costantemente per circa otto settimane, riuscendo infine
a governare il cavallo con una sola mano mentre con l’altra
brandiva la spada.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Karl Urban in Star Trek
5. È un grande fan della
serie. Urban si è descritto come un grandissimo fan di
Star Trek, avendo seguito la serie televisiva sin da
piccolo insieme al padre. Venuto a conoscenza di un nuovo film in
preparazione, ha fatto di tutto pur di ottenere un provino per un
ruolo, ottenendo infine la parte di Bones. Si è in seguito
dichiarato felice di aver potuto ricoprire un ruolo che prevedeva
elementi di comicità, cosa con cui desiderava confrontarsi.
4. È rimasto sorpreso dal
livello di segretezza sul set. Per Urban era la prima
volta che partecipava ad un film diretto da Abrams. Il regista è
infatti noto per mantenere il massimo livello di mistero intorno ai
suoi progetti, e Star Trek non è stato da meno. L’attore è
così rimasto particolarmente colpito dalla sicurezza instaurata a
tal livello, dove ogni attore veniva seguito durante le riprese
affinché non si esponesse ad una fuga di notizie esterne.
Karl Urban è Dredd
3. Non è mai uscito dal
personaggio. Per poter dar vita ad una miglior
interpretazione del celebre personaggio dei fumetti, Urban ha
affermato di non essere mai uscito dal personaggio, neanche nelle
pause tra una ripresa e l’altra. Questa scelta lo ha pertanto
portato a mantenere una grande serietà e nessuno lo ha mai visto
sorridere sul set. Ha inoltre rifiutato di togliersi l’iconico
casco del personaggio per potersi immedesimare maggiormente nel
ruolo.
2. Non si è avvalso di
controfigure. Nel suo desiderio di potersi immedesimare
quanto più possibile nel personaggio, l’attore ha richiesto di
poter guidare personalmente la Lawmaster, la caratteristica moto
con cui il giustiziere è solito spostarsi. Urban ha così evitato di
farsi sostituire da controfigure, allenandosi per poter girare da
sé le scene più difficili o rischiose.
Karl Urban: età e altezza
1. Karl Urban è nato a
Wellington, in Nuova Zelanda, il 7 giugno 1972. L’attore è
alto complessivamente 185 centimetri.
Tra i più promettenti registi degli
ultimi anni vi è Ryan Coogler, che in breve ha
portato al cinema lungometraggi che hanno riscontrato ottimi
apprezzamenti di critica e pubblico. Coogler ha però dimostrato di
non volersi fermare alla regia, ricoprendo anche altri ruoli
all’interno dell’industria e costruendosi così un solido status.
Ecco 10 cose che non sai di Ryan Coogler.
9. È anche
produttore. Grazie alla popolarità raggiunta, Coogler ha
avuto occasione di ricoprire anche il ruolo di produttori per
diversi progetti. Tra questi si annoverano il film Creed II
(2018), sequel del film da lui diretto, e i lungometraggi
di prossima uscita Space Jam 2 (2021), Bitter
Root, e Wrong Answer.
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Con il suo primo film, presentato nella
sezione Un Certain Regard del Festival
di Cannes, Coogler ha vinto il premio “Avenir”, assegnato alle
promesse del cinema. Con la stessa pellicola avrebbe poi vinto
l’Indipendent Spirit Awards come miglior film di debutto. Ulteriore
grande prestigio arriva grazie a Black Panther, con il
quale riceve la nomination come miglior sceneggiatura non originale
ai Writers Guild Award. Questo avrebbe poi ricevuto la nomination
come miglior film ai Premi Oscar, divenendo il primo film di
supereroi a ricevere tale riconoscimento.
Ryan Coogler non è su
Instagram
7. Non ha un account
personale. Il giovane regista ha in diverse occasioni di
non apprezzare particolarmente i social network, e di non possedere
pertanto un account sul social network Instagram. Così facendo,
Coogler ha modo di mantenere quel velo di riservatezza sulla
propria vita privata, evitando il clamore dei media.
Ryan Coogler: chi è sua moglie
6. È sposato. Nel
2016 il regista ha sposato la sua compagna di lunga data, Zinzi
Evans, di cui si hanno poche notizie per via della riservatezza
mantenuta dai due. Tra i pochi annunci pubblici fatti da Coogler
riguardanti la propria vita privata vi è però quello secondo cui
desidera avere quanto prima una figlia con la donna amata.
Parte delle cose che non sai sul
regista
Ryan Coogler dirige Black
Panther
5. Ha lavorato con esperti
per costruire l’ambientazione del film. Per dar vita al
Wakanda, la fittizia nazione africana dove si svolge gran parte del
film, il regista si è avvalso della collaborazione di alcuni
esperti di storia africana al fine di poter dar vita ad una
mitologia e una cultura coerenti con quelle del vasto
continente.
4. Ha insistito per avere
determinati collaboratori. Nell’accettare di dirigere il
film Marvel, Coogler ha richiesto di
poter portare all’interno del progetto i suoi abituali
collaboratori, dal direttore della fotografia allo scenografo e
fino al compositore delle musiche. Ciò secondo lui gli avrebbe
permesso di poter dare al film il proprio personale look, facendolo
differenziare dagli altri prodotti Marvel.
3. Avrebbe voluto un villain
diverso. Durante la fase di scrittura, Coogler espresse il
desiderio di poter inserire nel film il personaggio di Kraven il
cacciatore. Questi è un noto villain Marvel, celebre per essersi
scontrato prevalentemente contro Spider-Man. Il suo desiderio non
poté tuttavia essere esaudito, poiché i diritti del personaggio
appartengono alla Sony, che non ne avrebbe concesso l’utilizzo.
Ryan Coogler: il suo
patrimonio
2. Il suo patrimonio è
notevolmente cresciuto. Con tre film diretti nell’arco di
sette anni, e diverse produzioni all’attivo, Coogler vanta oggi un
patrimonio stimato di circa 10 milioni di dollari. Tale cifra è
destinata a crescere ancora nel corso degli anni, dati anche i
grandi progetti in cantiere nel suo futuro di regista, tra cui
l’atteso sequel di Black Panther.
Ryan Coogler: età e altezza
1. Ryan Coogler è nato a
Oakland, California, Stati Uniti, il 23 maggio 1986. Il
regista è alto complessivamente 178 centimetri.
Per anni considerato prevalentemente
un comico, l’attore John C. Reilly ha invece nel
tempo dimostrato di essere un interprete completo, potendo spaziare
tra generi ben diversi e ponendosi sempre al centro dell’attenzione
con i suoi iconici personaggi. Reilly non ha infatti mancato, nella
sua lunga filmografia, di recitare all’interno di film affermatisi
come alcuni tra i più celebri e premiati del loro tempo.
Ecco 10 cose che non sai di John C. Reilly.
9. È un noto
doppiatore. Nel corso della sua carriera Reilly ha
ricoperto anche alcuni ruoli da doppiatore. Il primo di questi è
stato per il personaggio #5 nel film d’animazione 9 (2009),
mentre in seguito diventa celebre per essere la voce di Ralph nei
film d’animazione Ralph
Spaccatutto (2012) e Ralph Spacca
Internet (2018). Ha poi partecipato al doppiaggio inglese
del film d’animazione giapponese Quando c’era Marnie
(2014), mentre nel 2016 è Eddie in Sing.
8. Ha ricevuto importanti
nomination. Apprezzato per i suoi ruoli, l’attore ha
ricevuto una serie di prestigiosi riconoscimenti nel corso degli
anni, come una candidatura al premio Oscar come miglior attore non
protagonista per il film Chicago. Reilly vanta poi quattro
nomination ai Golden Globe, ai Sag Awards e agli Indipendent Spirit
Awars. È stato inoltre candidato al premio Grammy per la miglior
canzone scritta per un film per Walk Hard – La storia di Dewey
Cox.
John C. Reilly: moglie e figli
7. Ha conosciuto sua moglie
sul set. Mentre recita sul set del suo primo film,
Vittime di guerra, l’attore conosce la produttrice
indipendente Alison Dickey. Dopo alcuni anni di frequentazione, i
due si sposano nel 1992. La coppia negli anni ha sempre mantenuto
un profilo di vita piuttosto riservato. Reilly cerca infatti di
tenere ben separata la propria vita privata da quella lavorativa,
non dando così modo ai media di potervisi intromettere.
6. Ha avuto due
figli. Dalla moglie, Reilly ha avuto due figli nati
rispettivamente nel 1998 e nel 2001. Il primo dei due, chiamato
Leo, è in seguito divenuto un noto musicista, adottando il nome
d’arte di LoveLeo, e tramite il proprio profilo Instagram promuove
la propria produzione musicale.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
John C. Reilly è Ollio
5. Ha dovuto sottoporsi ad
ore di trucco. Per poter assumere il ruolo del celebre
attore comico Oliver Hardy, meglio noto come Ollio, l’attore ha
dovuto sottoporsi ad un lungo processo di trasformazione fisica.
Non potendo ingrassare quanto necessario, Reilly è stato dotato di
numerose imbottiture che lo facevano sembrare sovrappeso. Inoltre
del suo volto è possibile ammirare soltanto gli occhi e la bocca,
il resto è interamente trucco atto a cambiare i tratti somatici
dell’attore.
4. Era intimorito dal
personaggio. Dar vita sullo schermo ad una persona
realmente esistita è sempre un compito delicato per un attore. Nel
suo caso, Reilly si trovava a confrontarsi con uno dei pionieri del
cinema comico, e ha pertanto ammesso di essere stato intimorito
all’idea di ricoprire tale parte. Ma occasioni come queste non
ricapitano tutti i giorni, e per questo con grande devozione
l’attore ha accettato di assumere tali panni, con il tentativo di
dar vita al lato più umano di Hardy.
John C. Reilly in Guardiani della
Galassia
3. Ha ricoperto un ruolo nel
film Marvel. Reilly è un altro
degli attori che nel corso della sua carriera ha avuto l’occasione
di recitare per un film del Marvel Cinematic Universe. Ha
infatti ricoperto il ruolo di Rhomann Dey, membro dei Nova Corps,
la forza militare di Xandar, nel film Guardiani della Galassia,
con protagonista Chris
Pratt.
John C. Reilly e Will Ferrell
2. Vengono spesso confusi
l’uno con l’altro. Pur non somigliandosi in modo
particolare, i due attori condividono alcune caratteristiche
comuni, a partire dai capelli ricci. Reilly e Ferrell vengono
infatti spesso scambiati l’uno per l’altro, e in un’occasione hanno
anche recitato nel ruolo di due fratellastri, per il film
Fratellastri a 40 anni, facendo realmente credere a molti
spettatori di condividere tale legame nella realtà.
John C. Reilly: età e altezza
1. John C. Reilly è nato a
Chicago, Illinois, Stati Uniti, il 24 maggio 1965.
L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Divenuto celebre grazie alla serie
televisiva Chuck,
l’attore Zachary Levi è ad oggi popolare per i
suoi ruoli comici o scanzonati, ricoperti in film di particolare
successo. Di recente è divenuto noto per essere il supereroe
Shazam, in quelle che si preannunciano essere vesti che l’attore
tornerà a ricoprire anche in futuro. Ecco 10 cose che non
sai di Zachary Levi.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zachary Levi: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
film per il cinema. L’attore debutta sul grande schermo
con il film FBI:
Operazione tata (2006), con Martin
Lawrence. Successivamente recita in Spiral
(2007), Wieners – Un viaggio da sballo (2008), An
american Carol (2008), Alvin Superstar 2 (2009), per
poi ottenere maggior fama recitando nel ruolo di Fendral in
Thor: The Dark
World (2013), con ChrisHemsworth e Natalie
Portman, e Thor:
Ragnarok (2017), di Taika
Waititi. Nel 2019 è invece protagonista del film
Shazam!,
dove recita accanto all’attore Mark
Strong.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore si è reso celebre per aver partecipato in qualità di
protagonista alla serie Chuck (2007-2009),
accanto all’attrice Yvonne
Strahovski. Successivamente ha preso parte anche alle
serie Heroes Reborn (2015-2016), con Ryan
Guzman, Hot & Bothered (2015-2016),
L’altra Grace (2017) e La fantastica signora
Maisel (2018-2019), con Rachel
Brosnahan.
8. È un apprezzato
doppiatore. Levi si è distinto negli ultimi anni per aver
prestato la propria voce al personaggio di Flynn Rider al film
d’animazione Rapunzel: L’intreccio
della torre (2010). In seguito ha invece doppiato il
personaggio di Eugene per il film televisivo Rapunzel – Prima
del sì (2017) e di nuovo per Rapunzel – La
serie (2017-2020). Ha poi partecipato anche al doppiaggio
dei videogiochi Fallout: New Vegas (2010), Halo: Reach
(2010) e Kingdom Hearts III (2019).
Zachary Levi: chi è sua moglie
7. È stato sposato.
Nel 2014, dopo un periodo di frequentazione, Levy sposa l’attrice
ed ex-modella canadese Missy Peregrym, nota per il
suo ruolo nelle serie Van Helsing (2017-2018) ed
FBI (2018-in corso). Il matrimonio viene celebrato alle
Hawaii alla presenza di pochi intimi. Tuttavia, la coppia divorzia
nell’aprile del 2015, citando differenze inconciliabili.
Zachary Levi: il suo fisico
6. Ha smentito le voci sul
suo fisico. Quando vennero pubblicate le prime immagini
del film Shazam!, molti fan criticarono l’attore
accusandolo di aver indossato un costume imbottito per far sembrare
il suo fisico più possente. Levi si è allora limitato a pubblicare
sul proprio profilo Instagram alcune foto del suo torso nudo,
dimostrando così di aver naturalmente raggiunto la forma fisica
richiesta dal ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Zachary Levi è Fandral
5. Doveva interpretare il
personaggio sin dal primo film. Levi è comparso nel ruolo
di Fandral soltanto a partire dal secondo film dedicato a Thor.
Egli era sin da subito la prima scelta, ma dovette rinunciare al
ruolo poiché impegnato in altri progetti. Venne così scelto un
altro attore al suo posto, il quale tuttavia lasciò il personaggio
in seguito al primo film. Per sostituirlo fu allora chiamato Levi,
che fu ben lieto di poter assumere tali panni.
4. È contento che il suo
personaggio sia morto. Fandral viene ucciso nel corso del
film Thor: Ragnarok, e per quanto Levi vi
fosse affezionato ha dichiarato che tale fine è stata con il senno
di poi un bene. Se il personaggio fosse sopravvissuto, secondo
Levi, egli sarebbe ancora sotto contratto con la Marvel, e non avrebbe dunque potuto
interpretare Shazam, cosa della quale invece è estremamente
grato.
Zachary Levi in Shazam!
3. Si è tinto i
capelli. Per ricoprire il ruolo del supereroe Shazam,
l’attore ha dovuto dar vita ad alcuni drastici cambiamenti fisici
ed estetici. Oltre ad essersi sottoposto ad un duro allenamento per
guadagnare circa 15 chili di muscoli, Levi si è inoltre dovuto
tingere di nero i capelli, poiché così previsto dalle sembianze del
personaggio dei fumetti.
Zachary Levi in Chuck
2. È stato il protagonista
della serie. Dal 2007 al 2012 l’attore ha recitato nei
panni di Chuck Bartowski, protagonista della fortunata serie a metà
tra commedia e azione. Il suo personaggio, un esperto di computer
che lavora in un negozio di elettronica, si ritrova la vita
sconvolta nel momento in cui un supercomputer con segreti di Stato
si installa nel suo cervello, facendolo diventare l’obiettivo delle
principali forze governative.
Zachary Levi: età e altezza
1. Zachary Levi è nato a
Lake Charles, in Louisiana, Stati Uniti, il 29 settembre
1980. L’attore è alto complessivamente 191 centimetri.
La recensione diThe Hunt fa parte di quel gruppo di
testi, più o meno critici, che in queste settimane parlano di film
che saltano l’uscita in sala. Ebbene, anche questa storia, che fa
l’occhiolino al B-Movie e al thriller d’autore contemporaneamente,
si inserisce a quella schiera di titoli che arriveranno
direttamente a portata di click, sulle innumerevoli piattaforme in
grande spolvero, data la chiusura delle sale a causa dell’emergenza
sanitaria. In questo caso, il film con protagonista Betty
Gilpin è disponibile su Chili.
The Hunt è
il terzo film prodotto dalla Blumhouse distribuito, anche se con metodo
alternativo, quest’anno. Dopo Fantasy
Island e L’uomo
invisibile, anche questo terzo progetto, diretto
da Craig Zobel, rispecchia lo spirito produttivo
della casa di Jason Blum: basso budget e storia
accattivante, oltre ad un pacchetto di interpreti che riesce sempre
a ricavare il massimo dalla storia, spesso ridotta all’osso.
The Hunt, la trama
In questo caso, al centro della
scena c’è una inarrestabile Betty
Gilpin. Abbiamo imparato ad amare l’attrice sui ring
di GLOW, serie di Netflix, ed ora Gilpin porta le sue misure da pin-up
in un campo del massacro. Nella storia è Crystal, vittima di una
caccia (da cui il titolo). Un gruppo di persone si risveglia in un
luogo ignoto, tutti hanno bavagli e mani legate. Impiegano molto
poco tempo a capire cosa sta succedendo: sono vittime di una caccia
mortale in cui sono loro stessi le prede. Tra loro, c’è Crystal una
donna che sembra nata allo scopo di sopravvivere, ma lei vuole di
più, vuole sapere anche chi l’ha messa in quel posto, e perché. La
preda diventerà quindi cacciatrice dei propri carnefici.
Damon Lindelof e
Nick Cuse firmano la sceneggiatura e mentre Cuse
lo conosciamo per aver firmato un paio di episodi dell’acclamato
Watchmen, l’attenzione ricade subito sul
nome di Lindelof, che non può certo dire che la costanza appartenga
alla sua carriera. Autore tra alcuni dei tonfi cinematografici più
pesanti degli anni passati, tra cui Cowboys and
Aliens e Tomorrowland,
Damon Lindelof è anche autore di alcuni dei
prodotti più affascinanti degli ultimi tempi, tra cui
Leftovers e proprio il capolavoro
Watchmen. Per questo approcciarsi al suo
lavoro è sempre una scommessa.
Questa volta però lo sceneggiatore
vince la partita, proprio perché gioca su un terreno facile, senza
rinunciare al colpo di scena finale, ma portando avanti un racconto
che si rifà al B-movie come strumento di critica sociale, un po’
come ha fatto già Jordan Peele in Get
Out e in Us, ma senza la
sua finezza registica, dal momento che in questo caso il compito è
svolto con diligenza ma senza eccessivi guizzi da Zobel.
La recensione di The Hunt
The Hunt è
una variazione sul tema della lotta di classe che sembra
estremamente di moda in quest’ultimo periodo. Dopo il citato
Us di Peele, e lo stesso
Parasite, film premio Oscar di
Bong Joon-ho, The Hunt
si inserisce, da fratello minore ovviamente, nella stessa categoria
di titoli che provano a fare una riflessione tra la divisione in
classi di una società che sembra sempre meno attenta all’essere
vivente e alla sua umanità.
Giustiziera con più di qualche
macchia nel suo passato, la Crystal di Betty
Gilpin sorprende per una fisicità che ha molto
poco di moderno e che ricorda più gli eroi pieni di testosterone
del cinema action anni ’80: vitino di vespa, seno abbondante,
fianchi generosi e una forza e un grinta da fare invidia alle
atletiche protagoniste dei cinecomic tanto in voga in questo
momento. La sua protagonista è una antieroina che sembra
non avere corrispettivi della storia del cinema eppure che riporta
alla mente quegli archetipi narrativi saldi nella memoria
collettiva e principalmente legati ai corpi maschili.
The Hunt è
un film talmente semplice da risultare quasi banale, eppure molto
efficace nel recapitare il suo messaggio. Non rinuncia al twist ma
nemmeno, in maniera grottescamente comica, a confortare lo
spettatore che segue la caccia di Crystal.
Con il prolungamento della
sospensione delle attività deciso dal Governo per contenere la
diffusione del coronavirus è nato un intenso dibattito
che sta coinvolgendo anche le attività culturali e i più importanti
festival nazionali; così anche Lucca Comics & Games è stata
sollecitata su molti fronti ad esprimersi in questa delicata
fase.
Il direttore Emanuele
Vietina, dopo aver partecipato ai dibattiti organizzati da
It.Comics e da Lega Nerd che hanno dato spazio
all’approfondimento, e dando seguito alle interviste rilasciate
alla stampa lucchese, spiega che “questo non è il momento degli
annunci, e neppure il tempo per decidere in che modo potrà cambiare
il festival. Il nostro impegno è quello di lavorare sui contenuti,
coltivando le relazioni con le parti sociali, gli enti ele aziende
della creatività che investono sulla manifestazione. È il momento
dell’unità, dell’osservazione e della collaborazione così da
costruire un trampolino per l’editoria e il futuro degli eventi
culturali. Ma è anche il momento dell’attenta pianificazione
economica e finanziaria e per questo stiamo parlando con le
Istituzioni e le associazioni di categoria. Qualunque saranno le
attività che potremo fare, la rinascita passerà attraverso
investimenti che dovranno essere ben programmati e per farlo ci
sarà bisogno dell’intervento di tutti: dei soggetti pubblici,
privati e della città di Lucca, una città che ha ricevuto tanto dai
settori del nostro amato Community Event, e che oggi è chiamata a
fare la sua parte.”
Guardando al panorama
internazionale, e in costante dialogo con i partner esteri di
LC&G, così come restano confermate le date delle
grandi manifestazioni di riferimento, San Diego e
Colonia (nelle cui comunicazioni di questi giorni
LC&G si ritrova appieno), restano confermate quelle del
Festival Lucchese. “Mancano più di sei mesi – sottolinea
Vietina – proseguiamo quindi con il solito duro lavoro, tenendo
aperti tutti gli scenari possibili: dalla digitalizzazione degli
eventi a eventuali co-produzioni con i nostri partner. Sarà poi nel
confronto con le autorità a giugno che potremo avere un quadro più
preciso. Il gruppo di lavoro che rappresento è abituato a imprese
titaniche e quando chiamato in causa risponderà come
sempre”.
Così Lucca Comics & Games fa quello che
sa fare meglio: agire per dare potere a quegli spettatori
che chiama Eroi, agire per realizzare una manifestazione
dove il farediventa esperienza e in cui i
partecipanti sentono di poter cambiare le cose: becoming
human. E al centro, in primis, la loro salute. Il 2020, sarà
l’edizione più sentita innanzi a una prova così difficile. La
pandemia è una grande sfida ma anche un acceleratore di processi,
attività che sino a poche settimane fa erano in incubazione, adesso
devono trovare compimento.
Nel frattempo si susseguono gli
appuntamenti digitali di Lucca Comics & Games, i
cosiddetti digital days: oltre
all’asta online dell’Area Performance andata
in diretta streaming martedì 31 marzo sui canali social del
festival, tre sono le puntate dedicate al Live
Drawing insieme a Frafrog, Roberto Recchioni e
Giacomo Bevilacqua, e tre le sessioni di gioco di ruolo con gli
speciali di RPG Night Live insieme a
Licia Troisi, Roberto Recchioni e Leon Chiro accompagnati dagli
immancabili Nicola De Gobbis, (nelle veci dell’istrionico master),
Roberta Sorge (aka Ckibe), Fabio Bortolotti e Antonio Bellotta (aka
Kenobisboch), e Lorenzo “Moro” Morelli (de i
Termosifoni). Tutto il programma
è online sul sito del festival.
La Solidarietà–
Infine prosegue l’impegno sul fronte della solidarietà e con i
fondi destinati al Sistema Sanitario Toscano, raccolti attraverso
l’asta delle opere originali donate degli artisti ospiti all’ultima
edizione del festival, insieme all’associazione Area Performance
Onlus e Catawiki, sono già stati allestiti e attrezzati 14 check
point negli ospedali della Regione Toscana.
È innegabile quanto l’Universo
Cinematografico Marvel, proprio a causa degli intricati
collegamenti che sussistono tra un film e l’altro, sembra un
grandissimo show televisivo a episodi destinato al grande schermo.
Come spesso accade nella serialità contemporanea, anche nel
MCU siamo stati testimoni delle
morti di alcuni personaggi che ci hanno emotivamente sconvolto, da
Groot a Natasha Romanoff, arrivando fino a Tony Stark.
Purtroppo per i deboli di cuore, le
morti nell’Universo
Cinematografico Marvel non sono finite, con altri “storici”
personaggi che si appresteranno a morire con l’avvio della
Fase 4. Cercando di fare una previsione, ecco 10 personaggi del
MCU che potrebbe morire
nell’immediato futuro:
Thor
Non molti fan si aspettavano che
Thor sopravvivesse agli eventi di Avengers:
Endgame, ma per fortuna, il Dio del Tuono è riuscito ad
arrivare indenne alla fine della battaglia contro Thanos. Se Tony
Stark è morto sul campo di battaglia e Steve Rogers ha deciso di
vivere nel passato, la sopravvivenza di Thor ha indubbiamente
spianato la strada a
Taika Waititi per continuare il suo processo di rinnovamento
del personaggio con
Thor: Love and Thunder. Ma è chiaro che anche
Chris Hemsworth – al pari di
Robert Downey Jr. e
Chris Evans – vorrà presto dedicarsi ad altri progetti;
inoltre,
Jane Foster è stata annunciata come nuova erede di Thor. Non è
da escludere, dunque, che il figlio di Odino possa morire alla fine
di Thor 4.
Scarlet Witch
È stato confermato che l’annunciata
serie Disney+WandaVision
sarà direttamente collegata a Doctor Strange in
the Multiverse of Madness. Scarlet Witch avrà un ruolo
secondario nel sequel, quindi la teoria dei fan più accreditata è
che Wanda cambierà la realtà in WandaVision
prima di aiutare lo Stregone Supremo a sistemare le cose nella sua
prossima avventura in solitaria. Ma se Doctor Strange e Scarlet Witch si tufferanno
nel
Multiverso e probabilmente affrontano il terrificante villain
Incubo, c’è ovviamente la possibilità che Scarlet Witch possa
morire…
Hank Pym
Michael
Douglas ha più volte dichiarato che gli piacerebbe prendere
parte ad un prequel incentrato sulle avventure di Hank Pym e Janet
Van Dyne durante la Guerra Fredda, ricorrendo all’utilizzo della
CIG e del de-aging. Potrebbe essere un progetto
sicuramente interessante e anche molto divertente, ma ad oggi, è
possibile che il personaggio di Hank non sopravviva a lungo. Un
futuro film di
Ant-Man (non necessariamente
Ant-Man 3) potrebbe, infatti, vedere la morte
dell’illustre genio scientifico.
Occhio di Falco
L’obiettivo
principale di Avengers:
Endgame era quello di segnare la fine della saga che
iniziò con l’assemblaggio dei sei Vendicatori originali. Tuttavia,
solo la metà di quei Vendicatori ha chiuso definitivamente il
proprio arco narrativo grazie a quel film. Nel futuro di Clint
Barton c’è ancora l’addestramento dell’erede di Occhio di Falco,
ossia Kate Bishop, nella serie destinata a Disney+Hawkeye, con
Hailee Steinfeld che dovrebbe figurare come protagonista. Clint
potrebbe ritirarsi a vita privata con moglie e figli, ma sarebbe un
espediente narrativo fin troppo facile. Un’uscita di scena più
complessa ed entusiasmante potrebbe essere la sua morte poco prima
di passare il titolo di nuovo arciere a Kate…
Nick Fury
Nick Fury è stato protagonista di
così tante morti ingannevoli all’interno del MCU che, qualora il personaggio
dovesse realmente uscire di scena, i Marvel Studios avranno una bella gatta da
pelare, soprattutto per cercare di rendere giustizia all’iconico
personaggio e di non relegare la sua morte ad una momento
sicuramente toccante ma che potrebbe risultare dimenticabile. Sia
che muoia in battaglia nel sequel di Captain Marvel o che gli accada qualcosa di terribile
sull’astronave degli Skrull in cui lo abbiamo visto nella
scena post-credit di Spider-Man:
Far From Home, i giorni di Fury potrebbero essere davvero
contati…
Hulk
Quando venne inizialmente annunciata
la Fase 4 per l’MCU, non sembrava esserci spazio
per Hulk. Il suo arco narrativo si è esaurito, poiché la dicotomia
di Bruce Banner e del Gigante Verde è stata risolta grazie a Smart
Hulk, con tutte le sue migliori avventure che sono già state
rappresentate sullo schermo. Nonostante il fatto che Bruce sia
stato confermato all’interno della prossima serie Disney+ dedicata a
She-Hulk, potrebbe tranquillamente essere il prossimo
personaggio a dire addio al MCU.
Visione
Tecnicamente, Visione è già morto,
in Avengers:
Infinity War, quando Thanos gli ha strappato la Gemma
della Mente dalla fronte. Tuttavia, sta per essere riportato in
qualche modo in vita nella serie WandaVision.
Una teoria dei fan è che Scarlet Witch, in lutto, cambierà la
realtà per riportarlo in vita e, di conseguenza, finirà per
rovinare l’universo. Ciò potrebbe portare ad alcune terribili
conseguenze che richiederanno l’intervento di Doctor Strange e dei
Signori delle Arti Mistiche, che prima del previsto potrebbero
riportare Visione nell’adilà.
Rocket Raccoon
Quando
James Gunn venne assunto nuovamente per dirigere
Guardiani della Galassia Vol. 3, lo stesso ha spiegato che
la prospettiva più eccitante in merito al nuovo film era avere la
possibilità di concludere l’arco narrativo di Rocket Raccoon nel
MCU, poiché il procione – sempre a
detta del regista/sceneggiatore – è il personaggio a cui è più
legato. Si dice che Rocket affronterà il suo creatore nel Vol.
3, o che possa addirittura trovare un interesse amoroso. Ma la
fine dell’arco narrativo di un personaggi nel MCU, di solito, significa soltanto
una cosa: la sua morte.
Bucky Barnes
Con Steve
Rogers fuori dai giochi, non c’è più molto spazio nel MCU per Bucky Barnes. Vedremo cosa
accadrà con la serie Disney+
The Falcon and the Winter Soldier, ma la sensazione è che
l’arco narrativo del personaggio sia già giunto al termine. Ma come
potrebbe uscire di scena in maniera gloriosa? Potrebbe essere una
delle vittime sacrificali nel prossimo dedicato ai Vendicatori,
oppure la sua morte potrebbe già avvenire nel finale della prima
stagione della serie in cui lo vedremo tornare in azione al fianco
di Sam Wilson.
Spider-Man
L’estate scorsa, la notizia che gli
accordi tra Disney e Sony erano momentaneamente saltati, e che
Spider-Man non avrebbe più fatto parte del MCU, aveva gettato nel panico i
fan. Fortunatamente,
dopo che Tom Holland ha chiamato ubriaco il CEO della
multinazionale, le negoziazioni sono ripartite e l’incarnazione
di Spidey ad opera del giovane attore ha potuto continuare la sua
corsa nel MCU. Holland apparirà in un altro
film in solitaria che concluderà la sua trilogia autonoma, e avrà
anche un ruolo in un altro film del MCU non ancora annunciato. Per far
uscire Spidey dal MCU e permettere al personaggio di
entrare nello Spider-verse della Sony a tempo pieno,
l’arrampicamuri di Holland potrebbe essere ucciso proprio in quel
misterioso secondo film…
Nonostante siano passati quasi 30
anni dalla sua uscita in sala, Jurassic
Park di Steven Spielberg resta uno dei film
che hanno definito la storia del cinema e hanno avuto un impatto
importante nella cultura contemporanea.
Nonostante si sia sviluppato un
intero e remunerativo franchise, si sia parlato moltissimo del film
e si siano scritti fiumi d’inchiostro a riguardo, ci sono ancora
alcune cose che non tutti sanno sul film di Spielberg. Ecco 10
curiosità su Jurassic Park.
10 curiosità su Jurassic Park
10. Il T-Rex che prende vita da
solo
Date le condizioni atmosferiche
ballerine durante le riprese, il T. Rex occasionalmente non
funzionava correttamente, perché faceva corto circuito con la
pioggia. La produttrice Kathleen Kennedy, ha ricordato: “Il T-Rex
faceva venire i brivi a volte. Ci spaventava a morte. Accadeva, ad
esempio, durante la pausa pranzo, che cominciasse a muoversi da
solo. All’inizio noi non sapevo cosa stesse succedendo, e poi ci
siamo resi conto che era a causa della pioggia. Ma ci siamo presi
un bello spavento, le prime volte.” I ruggiti dei Tyrannosaurus Rex
vennero ricreati con una combinazione di versi di cani, pinguini,
tigri, alligatori ed elefanti.
9. La taglia del Velociraptor
Il regista Steven Spielberg voleva
che i Velociraptor fossero alti circa un metro e mezzo, un’altezza
superiore a quella che, secondo i paleontologi, raggiungevano gli
animali. Secondo un artista coinvolto nella pre-produzione,
Spielberg aveva richiesto questo cambiamento perché non era
soddisfatto delle dimensioni di quello che era considerato un
predatore molto temibile e voleva che fosse più grande. Tuttavia,
durante le riprese, i paleontologi scoprirono esemplari di quei
predatori alti proprio intorno al metro e mezzo, che vennero
battezzati chiamati Utahraptors.
10 curiosità su Jurassic Park
8. La reazione degli studenti
La UNiversal si assicurò i diritti
del romanzo ancora prima che venisse pubblicato. L’uscita del libro
e del film influenzarono così tanto l’immaginazione dei
lettori/spettatori, che le iscrizioni alle facoltà di paleontologia
in quegli anni si moltiplicarono.
7. Il Triceratopo malato
L’incontro degli ospiti con il
Triceratopo malato termina senza una chiara spiegazione del motivo
per cui l’animale è in quelle condizioni. Il romanzo originale di
Michael Crichton e la sceneggiatura, tuttavia, includono una
spiegazione: allo Stegosauro / Triceratopo mancavano i denti adatti
per triturare il cibo, e quindi, come gli uccelli, inghiottivano le
pietre e le usavano a questo scopo. Nel tratto digestivo, queste
rocce macinavano il cibo per favorire la digestione. Dopo sei
settimane, le rocce diventerebbero troppo lisce per essere utili e
l’animale le rigettava. In questo caso, quando l’animale trova e
mangia nuove rocce da usare, inghiottirebbe anche le bacche di
lillà dell’India occidentale. Il fatto che le bacche e le pietre
siano rigurgitate spiega perché Ellie non ne trova mai tracce nei
sui escrementi, che maneggia con padronanza.
10 curiosità su Jurassic Park
6. La lavorazione durante le
riprese di Schindler’s List
Il regista Steven Spielberg ha
realizzato la post-produzione di questo film tramite collegamento
video mentre in Polonia stava girando Schindler’s
List (1993). In seguito, Spielgerg definì questo uno
dei momenti più difficili della sua vita da regista: le riprese di
Schindler’s List (1993), film che
racconta l’Olocausto, gli presentarono un conto emotivo così salato
che il suo entusiasmo per Jurassic Park
era, nel frattempo, quasi svanito. Dichiarò che aveva bisogno di
un’ora al giorno per raccogliere l’energia per commentare i
dinosauri digitali e rispondere alle domande da parte della squadra
di effetti speciali.
5. Come gli uccelli
Steven Spielberg voleva che i
dinosauri fossero simili agli uccelli, ad esempio, che muovessero
la testa come fa un pollo. Voleva che i Velociraptor girassero la
testa in modo che potessero guardare dietro di loro, allo scopo di
renderli più vigili e minacciosi. Spielberg paragonò il sistema di
comunicazione tra Raptor, attraverso il loro poderoso artiglio, al
codice Morse.
10 curiosità su Jurassic Park
4. La colonna sonora di Jurassic
Park
John William ha realizzato la
colonna sonora del film alla fine di febbraio 1993 e l’ha incisa un
mese dopo. Sentiva il bisogno di scrivere “pezzi che avrebbero
trasmesso un senso di soggezione e fascino, dato che si trattava
della felicità travolgente e dell’eccitazione che sarebbe emersa
dal vedere dei dinosauri vivi”.
3. Solo 15 minuti di dinosauri
Ci sono solo quindici minuti di film
in cui vediamo effettivamente dei dinosauri. Per nove minuti di
film si tratta di animatronic realizzati da Stan Winston, mentre
per i restanti sei minuti si tratta delle magie visive realizzate
dalla Industrial Light & Magic CGI.
10 curiosità su Jurassic Park
2. L’audizione “spaventata”
L’audizione di Ariana
Richards consisteva nel mettersi di fronte a una
telecamera e urlare selvaggiamente. Steven
Spielberg “voleva vedere come l’attrice era capace di
mostrare il puro terrore”. Richards ha ricordato: “In seguito ho
saputo che Steven aveva visto alcuni provini di ragazze, quel
giorno, e che il mio nastro fu l’unico che riuscì a svegliare sua
moglie, che dormiva accanto a lui sul divano, tanto che si alzò di
scatto e andò in corridoio, a controllare se i bambini stessero
bene”.
1. Giurassico e Cretaceo
Quando a Michael Crichton è stato
chiesto perché il romanzo presenta la parola “Jurassic” nel titolo
e invece ha un dinosauro del periodo Cretaceo in copertina, lo
scrittore ha candidamente risposto che non gli era mai venuto in
mente e che in realtà non gli importava troppo, ammettendo che,
semplicemente, “che era solo il design più bello” tra quelli
proposti.
In questa fase d’emergenza
nazionale dovuta al diffondersi del Covid-19 nel nostro Paese,
siamo tutti chiamati a rimanere a casa. Per poter dare la
possibilità di vedere nuovi film inediti, Sky lancia il servizio
Sky Primafila Premiere che permetterà a tutti i
clienti Sky satellite e fibra di noleggiare alcuni dei film più
attesi della stagione, che sarebbero dovuti uscire in sala.
«Sky ha sempre collaborato con
il mondo del cinema non facendo mai mancare il proprio sostegno. E
in un momento particolare come questo vogliamo farlo ancora di
più», commenta Nicola Maccanico, Executive
Vice President Programming di Sky Italia. «Per questo motivo,
ci mettiamo a disposizione dei nostri partner per proporre quei
film già pronti che non possono purtroppo andare in sala come
previsto. Lo facciamo nella convinzione che il passaggio in sala
resti fondamentale per il mercato, ma in questo momento è ancora
più importante tenere in contatto il pubblico appassionato con il
cinema, anche a casa. Resta l’auspicio di tornare presto a vivere
il cinema, innanzitutto, di nuovo sul grande schermo».
Si parte venerdì 10
aprile con “Trolls World
Tour”, sequel del musical d’animazione di
successo del 2016 della DreamWorks Animation e distribuito da
Universal. In un’avventura che li porterà ben oltre ciò che hanno
conosciuto in passato, Poppy e Branch scoprono di essere solo una
delle sei tribù di Troll sparse su sei terre diverse, e che si
esprimono attraverso sei differenti tipi di musica: Funk, Country,
Techno, Classica, Pop e Rock. Il loro mondo sta quindi per
diventare molto più grande e molto più rumoroso. Diretto da Walt
Dohrn, il cast italiano del film include Francesca
Michielin e Stash che prestano la voce ai
protagonisti Poppy e Branch, insieme a Elodie
(Regina Barb) e Sergio Sylvestre (Mini
Diamante).
A Pasqua, da
domenica 12 aprile, arriverà su Sky
Primafila Premiere anche “Un
figlio di nome Erasmus”, la commedia diretta da
Alberto Ferrari, prodotta e distribuita da Eagle Pictures, con
Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu,
Ricky Memphis, Daniele Liotti,
Carol Alt. Quattro amici quarantenni − Pietro,
Enrico, Ascanio e Jacopo − vengono chiamati a Lisbona per il
funerale di Amalia, la donna che tutti e quattro hanno amato da
ragazzi quando facevano l’Erasmus in Portogallo. Amalia ha lasciato
un’inaspettata eredità: un figlio concepito con uno di loro. Ma chi
è il padre? Aspettando i risultati del test del DNA, i quattro
amici decidono di andare alla ricerca di questo misterioso figlio
ventenne e intraprendono un rocambolesco ed emozionante viaggio
attraverso il Portogallo insieme ad una ragazza che si offre di
aiutarli.
Nelle prossime settimane si
aggiungeranno al catalogo di Sky Primafila
Premiere numerosi nuovi titoli, italiani e internazionali.
Ad oggi la lista include già due titoli inediti Universal:
“Emma”,
diretto da Autumn de Wilde, con Anya Taylor-Joy e
Bill Nighy, il nuovo adattamento cinematografico
dell’amatissimo romanzo di Jane Austen. Emma Woodhouse è una
giovane donna intelligente, indipendente, che ha sviluppato una
forte individualità e una precisa coscienza della propria posizione
sociale. Con signorile misura, ella sa imporre la propria volontà a
quanti la circondano. E tuttavia è straordinariamente cieca di
fronte ai sentimenti: propri e altrui. E “L’uomo
invisibile”, diretto da Leigh Whannell, con
Elisabeth Moss e Oliver Jackson-Cohen. Intrappolata in una reazione
violenta e manipolatrice con un ricco e brillante scienziato,
Cecilia Kass decide di scappare nel cuore della notte facendo
perdere le sue tracce, grazie all’aiuto di sua sorella. Ma quando
il violento ex si suicida e le lascia una cospicua eredità, Cecilia
comincia a sospettare che sia tutta una messa in scena. La
situazione degenera quando Cecilia è perseguitata da una forza
invisibile che la minaccia.
Dopo aver scoperto che
il finale di Avengers: Endgame ha fatto piangere sua
madre, adesso sappiamo che è stata quest’ultima a spingere suo
figlio
Chris Evans ad accettare il ruolo di Captain
America nel MCU. Fan di Steve Rogers e
dell’universo condiviso, sappiate che da oggi la sola persona da
ringraziare per il casting dell’attore è Lisa
Evans, sua madre.
In un recente speciale di
Esquire dedicato proprio a
Chris Evans, è stata la stessa madre a ricordare come
suo figlio, inizialmente, non volesse accettare la parte,
nonostante gli fosse stata offerta più e più volte. Lisa ha
spiegato che Chris temeva che sarebbe diventato così famoso da
essere costretto a rinunciare alla sua privacy. Queste le sue
dichiarazioni:
“La sua più grande paura era
quella di dover rinunciare all’anonimato. Ripeteva: ‘Adesso ho una
carriera che mi permette di fare un lavoro che mi piace davvero.
Posso portare a spasso il mio cane. Nessuno mi dà fastidio. Nessuno
vuole parlarmi. Posso andare dove voglio. E l’idea di perdere tutto
questo è terrificante’. Una volta mi ha chiamato e ha chiesto
il mio parere. Io gli ho detto: ‘Senti, vuoi davvero recitare per
il resto della tua vita? Se accetti questa parte, ne avrai la
possibilità. Non dovrai più preoccuparti di pagare l’affitto. Se
accetti la parte, devi solo capire che non influenzerà
negativamente la tua vita, ma soltanto in positivo.”
Non è un segreto che
Chris Evans avesse una serie di riserve in merito al
ruolo di Capitan America. Nel corso degli anni, il diretto
interessato ha più volte parlato del suo scetticismo iniziale,
legato soprattutto ad un accordo che l’avrebbe necessariamente
legato a più film, al di là del risultato finale, degli incassi e
di come sarebbero stati accolti dal pubblico.
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e
11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza
pari.
Endgame ha
ottenuto un grande successo di critica e pubblico, stabilendo
numerosi record al botteghino, diventando il maggior incasso nella
storia del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
I segreti di Brokeback
Mountain è uno dei titoli più amati dalla comunità
LGBTQ+, nonché una delle interpretazioni più acclamate (insieme a
quella del Joker ne
Il cavaliere oscuro) del compianto Heath Ledger.
In una recente intervista, Jake Gyllenhaal, co-star di Ledger nel film
diretto da Ang Lee, ha rivelato che l’amico e collega si
rifiutò di salire sul palco in qualità di presentatore durante la
cerimonia degli Oscar 2006 per via di una battuta che – all’epoca –
sarebbe stata inclusa nel segmento introduttivo alla serata.
Parlando con
Another Man, Gyllenhaal ha affermato che Heath si rifiutò di
presentare un premio in occasione degli Oscar 2006, dove
Brokeback Mountain aveva ricevuto ben otto nomination
(portando a casa tre statuette: miglior regia, miglior
sceneggiatura non originale e miglior colonna sonora).
Gyllenhaal ha
spiegato che le battute sul film previste durante la cerimonia
erano ritenute troppo offensive da parte di Ledger, che per questo
scelse di non intervenire in qualità di presentatore:“Ricordo che quell’anno, nel numero di apertura, c’era in
programma una sorta di battuta sul film”, ha detto Gyllenhaal.
“E Heath si rifiutò di salire sul palco. Per me era tutto un
tantino diverso… vedevo sempre il lato divertente della cosa. Ma
per Heath non era così. Diceva sempre: ‘Non si tratta di uno
scherzo per me. Non voglio fare battute al riguardo’.”
La cerimonia degli Oscar 2006 venne
condotta da Jon Stewart e, prima del tradizionale
discorso d’apertura e dell’ingresso del padrone di casa sul palco,
venne mostrato un video parodia in cui – tra i numerosi film “presi
di mira” nel filmato – c’era anche Brokeback Mountain, con
uno sketch che vide protagonisti Billy Crystal e
Chris Rock. Potete vedere il filmato di
seguito:
Arriva da Deadline la notizia
di un nuovo ingresso nel cast di Superman
& Lois, l’annunciata nuova serie tv basata sul noto
fumetto della DC Comics.
Si tratta dell’attrice
Emmanuelle Chriqui che è stata ingaggiata per
interpretare Lana Lang. Chriqui interpreterà
Lana Lang-Cushing, l’agente di prestito della Smallville
Bank che è rimasto a Smallville quando gli altri sono partiti per
qualcosa di più grande e luminoso. Lana ristabilisce la sua
amicizia con il suo vecchio amico, Clark Kent, durante uno dei
periodi più difficili della sua vita. Il ruolo ha attraversato
diverse iterazioni in vari adattamenti mediatici, è stato
interpretato da
Kristin Kreuk a
Smallville.
Superman & Lois
Superman
& Lois è la nuova serie tv che sarà prodotta e diretta
da diretto Todd Helbing produttore esecutivo di
The
Flash e architetto dell’universo DC al fianco di Greg
Berlanti per la Warner Bros. TV.
Scritto da Helbing e basato sui
personaggi DC creati da Jerry Siegel e Joe Shuster,
Superman & Lois ruoterà attorno a due giornalisti
(Tyler
Hoechlin ed Elizabeth Tulloch) trai più noti al mondo
e uno di essi è nientemeno che Superman mentre affrontano
tutto lo stress, le pressioni e complessità che derivano
dall’essere genitori che lavorano nella società di oggi.
Superman & Lois è prodotta da Berlanti, Sarah
Schechter e Geoff Johns per la Berlanti Productions.
In una recente intervista
con Collider, Christoph Waltz ha espresso il suo parere in
merito alla possibilità di un sequel di
Alita: Angelo della Battaglia, l’adattamento
cinematografico dell’omonimo manga di Yukito Kishiro, diretto da
Robert Rodriguez e uscito in sala lo scorso
anno.
Nonostante non abbia fatto una
grandissima figura al box office mondiale, il film è stato comunque
ben accolto dalla critica e dal pubblico, tant’è che poco tempo fa
Jon Landau, tra i produttori del film, si era
rivolto proprio ai fan, invitandoli a far sentire la propria voce
per promuovere la realizzazione del sequel. Nel frattempo, però,
c’era già stata l’acquisizione
della Fox da parte della Disney: per questo motivo, di un
eventuale sequel di
Alita dovrà necessariamente rispondere la Casa di
Topolino.
Ed è proprio Waltz a credere che il
sequel non verrà mai messo in cantiere dalla multinazionale, non
ritenendolo una sua priorità. Queste le dichirazioni dell’attore
premio Oscar: “Mi piacerebbe tornare per il sequel. So che alla
gente è piaciuto il primo film e, al di là delle critiche, mi è
piaciuto lavorare al film e mi è piaciuto il risultato finale. Ma
forse non è un film che si adatta alle politiche della Disney,
quindi non ne ho idea. Davvero, non lo so.”
In seguito all’acquisizione
della Fox da parte della Disney, lo studio ha cancellato
numerosi progetti che erano in cantiere prima dell’accordo. Al
momento non sappiamo quale sarà il futuro di Alita:
le avventure della ragazza cyborg sono destinate a proseguire
oppure no? Solo il tempo ci fornirà una risposta…
Il fatto che No Time To
Die segnerà l’ultima apparizione
cinematografica di Daniel Craig nei panni di James
Bond, ha inevitabilmente fatto nascere una serie di
speculazioni secondo cui l’incarnazione di 007 da parte dell’attore
britannico potrebbe morire alla fine del film. Per saperlo con
certezza, ovviamente, bisognerà aspettare soltanto l’uscita del
venticinquesimo episodio della longeva saga al cinema.
Nell’attesa, in una recente
intervista con C
Magazine, l’attrice Léa
Seydoux, che in Bond 25 tornerà a vestire i
panni Madeleine Swann, ha parlato di cosa i fan dovranno aspettarsi
dal nuovo film. Senza ovviamente rivelare dettagli sulla trama,
l’attrice ha anticipato un episodio alquanto emozionante: “Ci
saranno un sacco di sentimenti che verranno esplorati in questo
nuovo Bond. È davvero emozionante. Se amate piangere al cinema,
scommetto che piangerete guardandolo. Quando l’ho visto io, ho
pianto. Il che è davvero strano, perché ci recito.”
Purtroppo, dovremmo ancora attendere
prima di scoprire a quali aspetti della trama le parole della
Seydoux facciano riferimento: a causa della pandemia di
Coronavirus, infatti, l’uscita mondiale di No Time To
Dieè stata posticipata al prossimo
novembre.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe
Waller-Bridge per “ravvivare” lo script
di Bond
25 sotto speciale richiesta di Craig, grande
fan di FleabageKilling Eve, le due
serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu
Johanna Hardwood con Dr. No e From
Russia With Love) che la casa di produzione non assumeva una
donna per dare voce ai personaggi del franchise, una scelta oggi
più che mai “rilevante”.
In No Time To Die,
Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato
dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
James Gunn ha parlato del futuro del
personaggio di Rocket Raccoon nel MCU e ha anticipato che le sue
origini potrebbero essere parte della storia che verrà raccontata
nell’attesissimo
Guardiani della Galassia Vol. 3. Ci vorranno
almeno tre anni prima che la nuova avventura di Star Lord & co.
arrivi sul grande schermo, ma stando ad alcune recenti
dichiarazioni di Gunn, sembra che il personaggio di Rocket sia
sempre stato importantissimo per i piani del regista/sceneggiatore,
usato per impostare determinati assetti narrativi film dal primo
film.
In occasione del
#QuarantineWatchParty dedicato a Guardiani della
Galassia via
Twitter, è stato chiesto al regista se le origini del
procione giocheranno un ruolo fondamentale in Guardiani della Galassia Vol. 3:
nonostante Gunn non abbia voluto rivelare i suoi piani nel
dettaglio, lo stesso si è limitato a confermare che Rocket è stato
e continuerà ad essere una parte importante della storia,
suggerendo come sia un personaggio che si adatti ai temi e ai toni
dell’intero franchise.
Finora, le origini di
Rocket Raccoon nel MCU non sono state esplorate a
fondo, è un film come GOTG 3 potrebbe tranquillamente
prestarsi ad affrontare parte della storia inedita del procione
antropomorfo. Sempre via
Twitter, lo stesso Gunn ha definito i tre film dedicati ai
Guardiani come una trilogia “su un gruppo di estranei che hanno
subito dei traumi infantili, ad eccezione di Drax”.
Se il primo film ha
esplorato il rapporto tra Gamora e suo padre Thanos e il secondo
quello tra Star Lord e suo padre Ego, è possibile a questo punto
che il terzo film si concentri sui legami familiari di Rocket. Sarà
davvero così?
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data
di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire
ufficialmente a Febbraio 2021.
Un nuovo fan trailer immagina
Keanu Reeves nel panni di Ghost
Rider, il personaggio dei fumetti Marvel creato da Roy Thomas, Gary
Friedrich e Mike Ploog. L’ultima volta che abbiamo visto l’alter
ego di Johnny Blaze in azione è stato nella serie Agents
of SHIELD, in cui l’antieroe aveva il volto di
Gabriel Luna.
Nella serie l’attore ha interpretato
la versione di Robbie
Reyes, ricoprendo un ruolo particolarmente significato durante la
quarta stagione dello show. In breve tempo, il personaggio è
diventato molto amato dai fan, tanto da spingere la Marvela mettere in
cantiere uno spin-off per Hulu, che però venne cancellato prima
ancora di entrare in pre-produzione.
La versione di
Johnny Blaze del personaggio è stata interpretata da Nicolas Cage nei film Ghost
Rider del 2007 e Ghost Rider: Spirito di vendetta del
2011, entrambi accolti in maniera negativa da critica e pubblico.
Nonostante il fallimento dei film, Cage ha più volte dichiarato che
gli piacerebbe vedere un riavvio del personaggio sul grande
schermo, magari vietato ai minori, ma con un nuovo
attore.
Lo YouTuber Stryder HD – via
Screen Rant – ha realizzato un fan trailer dedicato a tutti gli
appassionati di Ghost Rider che immagina come
sarebbe Keanu Reeves nei panni del personaggio. Il
trailer utilizza estratti da alcuni celebri film dell’attore, come
Constantine e
John Wick, mescolati ad alcune scene di Luna nella serie
Agents of
SHIELD. Potete ammirare il trailer di seguito:
Adrianna Tomaz, meglio conosciuta
come Isis, sarà uno dei personaggi principali
all’interno di Black
Adam, l’annunciato cinecomic DC che avrà come
protagonista Dwayne
Johnson nei panni dell’antieroe del titolo. Da diverso
tempo circolano numerose voci a proposito della presenza, nel film,
di numerosi personaggi chiave dei fumetti DC: lo stesso Johnson, in
passato, ha confermato che il cinecomic introdurrà ufficialmente la
Justice Society of America (JSA) sul grande schermo.
Adesso, stando a quanto riportato
da The Illuminerdi,
sembra che anche Adrianna Tomaz farà il suo debutto nel DCEU
proprio grazie al film con protagonista “The Rock”. Stando ad
alcuni dettagli sulla sceneggiatura emersi online, nel film
Adrianna/Isis giocherà un ruolo molto importante, con momenti che
la vedranno dividere la scena con Adam e suo figlio Aziz (un nuovo
personaggio).
Nelle scene in questione, Adam si
sarebbe svegliato da un lungo sonno e starebbe provando ad
infondere la sua visione arcaica di morte e distruzione nella mente
del giovane Aziz. Questi momenti dovrebbero essere particolarmente
ironici, e dovrebbero giocare con il passato di Adam in qualità di
dittatore egiziano. Sembrerebbe, inoltre, che Adam soffrirà di
amnesia, non essendo in grado di ricordare cosa lo ha spinto a
risvegliarsi. Il ruolo di Adrianna dovrebbe essere in parte fedele
ai fumetti, in parte una rivisitazione del personaggio.
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra
il supereroe e la sua nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.