Lioness è stata
rinnovata per la seconda stagione da Paramount+,
secondo quanto riportato da Variety. Precedentemente intitolata “Special
Ops: Lioness“, la serie ha debuttato con la prima
stagione sul canale di streaming nel luglio 2023. La serie è stata
creata da Taylor Sheridan, che l’ha prodotta
nell’ambito del suo ampio contratto globale con Paramount.
La serie è interpretata da
Zoe Saldana, Laysla De Oliveira,
Nicole Kidman, Michael Kelly e
Morgan Freeman.
Morgan Freeman sarà un series regular nella
seconda stagione. Nel cast anche Dave Annable, Jill Wagner,
LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton e
Hannah Love Lanier.
“Il nostro pubblico di Paramount+ si è unito clamorosamente a sostegno
della storia avvincente e globale di ‘Lioness’ e delle eccezionali
interpretazioni di Zoe Saldaña, Laysla De Oliveira e Nicole
Kidman“, ha dichiarato Jeff Grossman,
vicepresidente esecutivo della programmazione di Paramount+.
“Non vediamo l’ora di vedere la suspense e l’azione che Taylor
Sheridan e il suo team di incredibile talento ci regaleranno nella
seconda stagione“.
Di cosa parla Lioness?
La serie, che si ispira a un vero
programma militare americano, segue la vita di Joe (Saldaña)
“mentre tenta di bilanciare la sua vita personale e
professionale come punta di diamante della CIA nella guerra al
terrorismo”, secondo il logline ufficiale.
Lioness ha
conquistato il pubblico di tutto il mondo diventando una delle
prime serie globali più viste su Paramount+ lo scorso anno“,
ha dichiarato Chris McCarthy, Office of the CEO, Paramount Global e
presidente e CEO di Showtime/MTV Entertainment Studios.
“Guidata dalla magistrale narrazione di Taylor Sheridan e dalle
straordinarie interpretazioni di Nicole Kidman e Zoe Saldaña, la
seconda stagione promette di immergere il pubblico in un altro
avvincente e adrenalinico viaggio“.
Secondo Paramount, la serie ha
totalizzato quasi 6 milioni di spettatori nella prima settimana su
Paramount+ e nell’anteprima lineare andata in onda
su Paramount Network.
Taylor Sheridan è
produttore esecutivo della serie insieme a Saldaña, Kidman
e Wagner. David C. Glasser, Ron Burkle, Bob Yari, David
Hutkin, David Lemanowicz, Geyer Kosinski, Michael Friedman e Keith
Cox sono anche produttori esecutivi. La serie è prodotta da MTV
Entertainment Studios e 101 Studios ed è distribuita da Paramount
Global Content Distribution.
Esce il 9 maggio al cinema il
film Il mio posto è qui (qui
la recensione), distribuito da Adler Entertainment.
Diretto da Cristiano Bortone e Daniela
Porto, questo offre un racconto che si svolge all’indomani
della fine della Seconda Guerra mondiale, in un piccolo paese
calabrese. Qui vivono Marta (Ludovica
Martino), ragazza madre promessa in sposa ad un uomo
che non ama, e Lorenzo (Marco Leonardi),
omosessuale locale conosciuto come “l’organizzatore dei matrimoni”.
Tra loro nasce una profonda amicizia che porta la giovane ragazza a
sfidare i pregiudizi della comunità che li circonda e a lottare per
trovare il proprio posto nel mondo come donna.
Il film è tratto dal romanzo omonimo
della stessa Daniela Porto, pubblicato con Sperling &
Kupfer, che compie qui il suo esordio come regista
accanto al marito e insieme portano sul grande schermo un’opera che
parla del passato ma guarda al presente, offrendo uno sguardo
femminile che porta a riflettere sulla condizione femminile, le sue
difficoltà e le sue conquiste. Tematiche che hanno portato il film
ad essere accostato a C’è
ancora domani di Paola Cortellesi, con cui condivide alcuni
elementi in comune.
“Se sono usciti due film simili
come il nostro e quello della Cortellesi a distanza di poco tempo,
– afferma Daniela Porto – “significa
che c’è un bisogno – e la cronaca purtroppo ce ne dà ragione – di
parlare di queste tematiche: dell’emancipazione femminile e del
rapporto uomo-donna. Questo perché nonostante il femminismo, le
battaglie sociali e le conquiste ottenute non c’è stata ancora la
capacità di ricreare e ripensare in modo sano il rapporto tra un
uomo e una donna”.
“Il film affronta anche la
problematicità del chi va via e chi rimane nel meridione. In questo
senso il titolo è una manifestazione di resistenza. Si parla troppo
del meridione in termini negativi, mentre in questi piccoli paesini
si possono ritrovare – e abbiamo effettivamente ritrovato – realtà
meravigliose con persone talmente innamorate del loro territorio
che non vogliono abbandonarlo ma fanno quel che possono per
migliorarlo”, racconta Cristiano Bortone.
Il mio posto è qui: l’adattamento del
romanzo
Come si diceva, Il mio
posto è qui è l’adattamento dell’omonimo romanzo di
Daniela Porto, chiamata per il film a firmare non solo la
sceneggiatura ma anche la regia. “Il libro l’ho scritto per mio
piacere personale.”, racconta l’autrice, “Poi Cristiano mi
ha convinto ad adattarlo e alla fine ho ceduto”. “So
perfettamente che il linguaggio della scrittura e il linguaggio
cinematografico devono sottostare a delle regole diversa.”,
racconta Porto, parlando del processo di adattamento del suo
romanzo. “Quindi abbiamo dovuto sacrificare qualcosa del
romanzo, ad esempio abbiamo compresso molto i personaggi secondari
anche se penso non abbiano perso la loro bellezza”
“Il film deve ovviamente andare
dritto al punto, ma è stato più facile del previsto, perché il
libro era già scritto con delle scene chiave che abbiamo riportato
fedelmente.”, conclude la scrittrice. “Spesso gli
adattamenti di un libro vengono criticati perché sembra tradiscano
il materiale di partenza”. – aggiunge Bortone – “Sapevo
che Daniela non avrebbe resistito alla tentazione di adattare ciò
che aveva scritto e conosce così bene. Non a tutti gli scrittori
capita questa opportunità e solo con lei a bordo del progetto
potevamo avere la certezza che saremmo riusciti a riportare il
cuore del romanzo sul grande schermo”.
Ludovica Martino e Marco Leonardi,
i protagonisti del film
Nei ruoli di Marta e Lorenzo, come
anticipato, si ritrovano gli attori Ludovica Martino e Marco
Leonardi. Iniziando da quest’ultimo, i due registi
raccontano che: “Quando ha letto il copione ci ha subito
chiamato per dirci che era una vita che aspettava di trovare un
ruolo così. Si è messo al servizio di Lorenzo e gli ha donato una
vitalità incredibile. Mentre scrivevo il romanzo, non avevo delle
precise indicazioni fisiche per questo personaggio, ma Marco è
riuscito ad interpretarlo nel modo migliore possibile, facendo
emergere ogni sua sfumatura”.
“Anche Ludovica è stata subito
entusiasta del progetto” – racconta Daniela Porto –
“Per un’attrice non è facile trovare un ruolo che non sia “la
moglie di…” o “l’amante di…” e questo ruolo da protagonista è stata
per lei un’opportunità importante. Ha dato tantissimo al
personaggio. Con i suoi sguardi, i suoi movimenti, riesce a
trasmettere molto”.“Inizialmente ero esitante nello
sceglierla” – rivela la regista – “perché il
curriculum di Ludovica sembrava lasciar intendere un orientamento
verso altri ruoli”.
“Però quando ci ha spiegato i
movimenti di Marta e il suo percorso psicologico, ci ha dimostrato
di aver centrato pienamente il personaggio. A quel punto il ruolo
era suo“. “Ludovica è un’attrice pazzesca. Nei prossimi
anni e decenni ci confermerà di essere un’attrice vera, tra le più
brave della sua generazione. Non si sente arrivata, studia e studia
continuamente per perfezionarsi sempre. Per questo film ha ad
esempio studiato il dialetto calabrese in modo impeccabile“,
spiega Bortone.
“Inizialmente ci siamo chiesti
se girarlo in bianco e nero, ma ci siamo risposti subito: no. Il
fatto che sia ambientato negli anni Quaranta non significa che
bisogna per forza richiamare il neorealismo. L’uso dei colori ci ha
permesso di restituire ancor di più la durezza e la crudezza di
quei luoghi. Poi abbiamo cercato con le scenografie e i costumi di
attenerci a delle realtà ben precise. Abbiamo fatto delle ricerche
fotografiche dell’epoca e anzi la realtà era anche peggiore in
molti casi”, racconta Porto. “Abbiamo girato a Gerace, in
provincia di Reggio Calabria. È uno dei paesini mantenuti con meno
interventi architettonici, ancora caratterizzato da edifici in
pietra“, aggiunge Bortone.
I due registi parlano poi
dell’importanza ricopert dal colore nel film: “Abbiamo svolto
un lungo lavoro di ricerca anche sui colori e i costumi. Perché
effettivamente in quegli anni la gente non andava in giro con
vestiti a fiori o a pois. Se si guardano le foto di quell’epoca
sono vestiti di sacchi, di stracci, di indumenti color terra, come
gli ambienti che li circondano. Nel film abbiamo dunque usato
colori accesi come contrasto, legato a momenti di libertà e
speranza dei due protagonisti”. Tutti questi elementi, come
affermato dai due registi, hanno permesso di ottenere
quell’atmosfera realistica che dona ulteriore valore alle vicende
di Marta e Lorenzo in Il mio posto è qui.
La Warner Bros. distribuirà il
primo dei suoi nuovi film de “Il
Signore degli Anelli” nel 2026 The Hunt for Gollum, che sarà incentrato sul
Gollum di
Andy Serkis. Il regista della trilogia originale de
“Il Signore degli Anelli“, Peter
Jackson, e i suoi partner Fran Walsh e Philippa
Boyens stanno producendo il film e “saranno coinvolti
in ogni fase del processo“, ha dichiarato David
Zaslav, amministratore delegato di Warner Bros. Discovery,
durante una conferenza stampa di giovedì.
Il progetto è attualmente nelle
fasi iniziali di sviluppo della sceneggiatura degli scrittori Walsh
e Boyens, insieme a Phoebe Gittins e Arty
Papageorgiou, e “esplorerà trame ancora da
raccontare“, ha detto Zaslav.
In un comunicato stampa di giovedì
mattina, lo studio Warner Bros. ha rivelato che il titolo
provvisorio del film è “Il
Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum“, che sarà
diretto e interpretato da
Andy Serkis nel suo iconico ruolo principale. Il film
sarà prodotto da Ken Kamins, con Serkis e Jonathan
Cavendish di The Imaginarium.
Cosa aspettarci da Il Signore
degli Anelli: The Hunt for Gollum
La Warner Bros. ha
annunciato per la prima volta nel febbraio 2023 che i dirigenti
dello studio Mike De Luca e Pam Abdy, appena
insediati, avevano concluso un accordo per la realizzazione di
“più” film basati sugli amati libri di J.R.R.
Tolkien. I progetti saranno sviluppati attraverso
l’etichetta WB New Line Cinema. Freemode, una
divisione di Embracer Group, ha concluso l’accordo per i diritti di
adattamento di libri come “Il Signore degli
Anelli” e “Lo
Hobbit” nell’ambito di un’impresa denominata
Middle-earth Enterprises.
“Per oltre due decenni, gli
spettatori hanno accolto la trilogia cinematografica de “Il
Signore degli Anelli” grazie all’innegabile devozione che
Peter, Fran e Philippa hanno dimostrato nel proteggere l’eredità
delle opere di Tolkien e nel garantire che il pubblico potesse
sperimentare l’incredibile mondo da lui creato in un modo che
onorasse la sua visione letteraria“, hanno dichiarato
De Luca e Abdy in un comunicato di giovedì.
“Siamo onorati che abbiano accettato di essere nostri partner
in questi due nuovi film. Con l’arrivo di Andy alla regia di
“Il
Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum“,
continuiamo un importante impegno verso l’eccellenza che è un vero
e proprio segno distintivo di come tutti noi vogliamo avventurarci
nel futuro e contribuire ulteriormente alla storia cinematografica
del Signore degli Anelli“.
Jackson, Walsh e
Boyens hanno aggiunto: “È un onore e un privilegio
tornare nella Terra di Mezzo con il nostro buon amico e
collaboratore Andy Serkis, che ha un conto in sospeso con quel
fetente di Gollum! Come fan di lunga data della vasta mitologia del
Professor Tolkien, siamo orgogliosi di lavorare con Mike De Luca,
Pam Abdy e l’intero team della Warner Bros. per un’altra epica
avventura!“
“Yesssss, Precious“, ha
detto
Andy Serkis. “È arrivato ancora una volta il
momento di avventurarsi nell’ignoto con i miei cari amici, gli
straordinari e incomparabili guardiani della Terra di Mezzo Peter,
Fran e Philippa. Con Mike e Pam, e anche il team della Warner Bros
in questa missione, insieme alla WETA e alla nostra famiglia di
registi in Nuova Zelanda, è semplicemente tutto troppo
delizioso…“
La trilogia originale de
“Il Signore degli Anelli“, diretta da
Peter Jackson, ha incassato quasi 3 miliardi di
dollari in tutto il mondo; la trilogia successiva di Jackson basata
su “Lo Hobbit” di Tolkien ha eguagliato quegli incassi.
Negli ultimi anni, tutti i tipi di
prodotti hanno avuto la loro “storia d’origine” drammatica
sullo schermo. Sebbene la nascita di una marca di scarpe popolare o
di un dispositivo elettronico portatile possa non sembrare
intrinsecamente cinematografica, grandi film come Air e
BlackBerry hanno esplorato le circostanze uniche della
loro creazione e il loro impatto culturale duraturo. Ciò non
significa che questo stile di film non possa essere preso in giro,
come Jerry Seinfeld che ha offerto
un’interpretazione comica della creazione delle Pop-Tarts.
Unfrosted esplora una fittizia battaglia di armi
tra aziende alimentari rivali, Kellogg’s e Post,
per creare il prodotto perfetto per la colazione.
Rappresentando la nascita del
tostapane preferito dagli americani come un evento storico sismico,
Seinfeld mette in ridicolo molti dei cliché comuni
ai film biografici. Il film non manca certo di elementi ridicoli:
qualsiasi film con Christian Slater nei panni di un lattaio
cattivo e un paio di camei scioccanti di personaggi televisivi
iconici non può chiedere al pubblico di prenderlo così sul serio.
Sebbene l’intenzione fosse quella di intrattenere,
Unfrosted allude ad alcuni eventi storici e a conflitti aziendali
reali.
La battaglia tra Kellogg’s e Post
in Unfrosted è una storia vera
Unfrosted racconta i valorosi
sforzi compiuti dall’inventore di cibo Bob Cabana (Seinfeld), dalla
scienziata della NASA Donna Stankowski (Melissa
McCarthy) e dal capo della Kellogg’s Edsel Kellogg III
(Jim Gaffigan) per mettere insieme un team di
esperti per creare un prodotto di pasticceria per la colazione. Le
ricerche di Bob iniziano dopo aver scoperto i resti di una focaccia
al gusto di frutta in un cassonetto vicino agli stabilimenti della
Post.
Questo suggerisce che l’azienda
rivale e l’eccentrica direttrice Marjorie Post (Amy
Schumer) abbiano sviluppato un prodotto portatile per la
colazione che potrebbe essere facilmente accantonato e tostato.
Sebbene molti dei personaggi siano di fantasia, Marjorie Post era
una persona reale e Bob è vagamente basato sul vero dipendente
della Kellogg’s, William Post. Marjorie era la figlia
dell’innovatore americano di prodotti per la prima colazione C.W.
Post e fu a capo della General Foods Corporation per la maggior
parte della sua vita.
Sebbene il gioco sporco descritto
in Unfrosted sia in gran parte sensazionalizzato,
Kellogg’s e Post avevano una vera e propria rivalità che
includeva il furto di idee. Entrambe le aziende furono
fondate a Battle Creek, nel Michigan, e
svilupparono ricette di cereali all’avanguardia all’inizio del XX
secolo. Post ha notoriamente rubato la ricetta di Kellogg per i
Corn Flakes per produrre il marchio contraffatto noto come “Post
Toasties”.
Lo storico Howard Markel ha
paragonato la loro rivalità a quella tra Ford e General Motors.
Negli anni ’60, entrambe le aziende svilupparono contemporaneamente
ricette di pasticceria per la prima colazione, con Post che
annunciò i “Country Squares” avvolti nella carta stagnola nel 1963.
Tuttavia, Kellogg’s li ha battuti sul mercato quando le Pop-Tarts
sviluppate da Bill Post sono state presentate nel 1964.
Mentre Unfrosted presenta Bob e
Donna che cercano di trovare un nome per il loro prodotto
attraverso una serie di giovani gruppi di prova, Kellogg’s
ha effettivamente testato il gusto delle Pop-Tart con i
bambini. Bill Post portò per la prima volta i prototipi ai suoi
figli quando lavorava come manager presso la Hekman Biscuit
Company, che in seguito sarebbe diventata la Keebler Food Company.
All’interno, i prodotti erano inizialmente conosciuti come
“focaccine alla frutta” prima che venisse sviluppato il nome
“Pop-Tart”, in riferimento al movimento della “pop art” che ha
dominato gli anni ’60 grazie all’influenza di Andy Warhol. Sebbene
una versione romanzata di Warhol, interpretata da Dan Levy, faccia
un cameo in Unfrosted, il suo coinvolgimento nelle Pop Tarts è
puramente speculativo.
Unfrosted incorpora personaggi
storici reali
Una delle trame più ridicole di
Unfrosted coinvolge l’attore Thurl Ravenscroft
(Hugh
Grant) che guida una rivoluzione delle mascotte dei
cereali contro Kellogg’s, poiché temono di essere “sostituite” a
causa della popolarità delle Pop-Tarts. Pur non essendo un
malvagio attore shakespeariano come Grant lo ritrae,
Ravenscroft era la vera voce di Tony la Tigre nelle pubblicità dei
Frosted Flakes. Oltre ad aver doppiato il personaggio per
oltre cinque decenni, Ravenscroft ha anche ideato il famigerato
tormentone “Sono fantastici!”, come viene rappresentato in
Unfrosted. Era anche noto per aver doppiato i personaggi di diverse
attrazioni Disney e ha prestato la voce per la canzone “You’re A
Mean One Mr. Grinch” nel classico speciale natalizio Come
il Grinch rubò il Natale.
Anche se non sono stati coinvolti
nella creazione delle Pop-Tarts, il team che Bob e Donna
riuniscono in Unfrosted è composto da personaggi storici
reali. Jack LaLanne (James
Marsden) era un “drogato di fast food” che
divenne un appassionato di nutrizione di fama
mondiale e sviluppò programmi volti a migliorare la salute
della nazione. LaLanne si guadagnò in seguito il soprannome di
“Padrino del Fitness”. Bobby Moynihan interpreta il vero “Chef
Boyardee” che guida l’omonima marca di pasta in scatola. In realtà,
la ricetta prende il nome dall’immigrato italiano Ettore Boiardi,
che fondò l’azienda nel 1928. Nel film c’è anche un cameo di
AdrianMartinez nel ruolo di Tom Carvel, un uomo d’affari di origine
greca che ha creato il popolare marchio di gelati soft-serve
Carvel.
Unfrosted fa allusioni a eventi storici degli anni ’60
I tentativi di satira di
Seinfeld sono chiaramente finalizzati a rivelare
la superficialità della drammatizzazione di prodotti sviluppati
solo per ottenere un profitto. Unfrosted presenta una
versione alternativa della storia in cui l’importanza dello
sviluppo degli alimenti per la prima colazione è più importante
della corsa allo spazio tra Stati Uniti e Unione
Sovietica. Il film suggerisce che il Presidente John F.
Kennedy (Bill Burr) abbia avuto un ruolo attivo
nell’incoraggiare Kellogg’s a sviluppare le Pop-Tart prima che la
ricetta potesse essere acquisita dai russi. La tensione si acuisce
quando Marjorie Post incontra il Primo Segretario dell’Unione
Sovietica Nikita Krusciov (Dean Norris) per
discutere di un potenziale accordo.
Sebbene le recensioni siano
state finora negative, Unfrosted riflette la reale ascesa della
commercializzazione negli anni ’60. Il boom economico
degli Stati Uniti ha portato a un aumento della pubblicità e allo
sviluppo di marchi e spot facilmente identificabili. Il boom
economico degli Stati Uniti portò a un aumento della pubblicità e
allo sviluppo di marchi e spot facilmente identificabili. Facendo
in modo che i consumatori rispondessero emotivamente ai prodotti in
cui investivano, le aziende americane si assicurarono che nomi come
“Pop-Tarts” venissero associati a qualcosa di più della semplice
colazione.
In soli dieci episodi, Palm
Royale di Apple TV+
copre un sacco di tempo. Seguendo Maxine (Kristen
Wiig), l’aspirante mondana intenzionata a seguire i
suoi sogni attraverso la sua ascesa sociale a Palm Beach,
la serie comprende di tutto: segreti, crimini, amicizie
improbabili, matrimoni in decadenza e persino complotti per
omicidio. Ma niente può superare il finale, “Maxine
Throws a Party“, quando la storia si conclude in modo
drammatico.
Per tutta la stagione, Maxine si è
preparata al Beach Ball, la festa annuale che Norma
(Carol Burnett) organizza come
suo fiore all’occhiello. Assumendo il controllo, Maxine ospita la
festa per il cinquantesimo anniversario, anche se lei e la sua
co-conduttrice, Evelyn (Allison
Janney), sono in lotta per il potere, poiché ognuna
spera di succedere alla malata Norma. Tuttavia, Norma ha i suoi
piani, soprattutto per uccidere Maxine, che incolpa di averle
rovinato la vita.
Il finale si svolge al Beach Ball e
tutto va a rotoli. Maxine viene abbandonata dal suo astronauta;
Douglas (Josh Lucas) lavora per convincere Maxine
del suo nuovo piano d’affari; Perry Donahue (Jordan
Bridges) torna dal carcere; Mary trama per uccidere il
Presidente Nixon; e Norma spera di riprendersi la sua corona con la
forza, se necessario. Con tanti personaggi diversi che tramano per
se stessi, non c’è da stupirsi che le cose vadano male, lasciando
il caos dietro di sé alla conclusione della prima stagione.
Cosa succede tra Douglas e
Maxine?
Douglas e Maxine sono in difficoltà
nel loro matrimonio. Con l’inganno quasi costante di Douglas, la
bugia di Maxine di 20 anni fa su quando ha abortito e obiettivi
drasticamente diversi, è un miracolo che stiano ancora insieme.
Tuttavia, il finale complica ulteriormente il loro matrimonio.
Nel penultimo episodio, Douglas
rivela a Maxine il suo nuovo piano: trasformare la casa di Norma in
un club. Maxine è contraria all’idea e, in quanto conservatore,
avrebbe bisogno della sua firma. Douglas intende procedere
comunque, credendo di poter convincere Maxine, il che porta a una
discussione. Maxine teme che Norma ne esca e si rifiuta di firmare.
Douglas è quasi rassegnato, ma una minaccia del suo socio d’affari
Pinky (Roberto Sanchez) gli dà una nuova
motivazione. Il discorso di Douglas sul desiderio di avere
un’eredità e di non avere un figlio che porti avanti il suo nome
convince Maxine. Lei stessa racconta il piano a Norma, rendendo
l’anziana donna ancora più intenzionata a distruggerla.
Naturalmente, proprio quando la coppia è in sintonia, il loro piano
per fare l’annuncio viene interrotto.
Ma la questione più importante che
viene alla luce è la relazione di Douglas con Mitzi (Kaia
Gerber), amica e manicure di Maxine. Colpevole e
influenzata da una Norma vendicativa, Mitzi racconta a Maxine della
sua gravidanza, ma omette chi sia il padre. Maxine incoraggia la
giovane donna a dirlo al padre, scoprendo troppo tardi che è il suo
stesso marito a nascondere la sua infedeltà. Con tutti i loro
segreti svelati, il matrimonio di Maxine e Douglas è più precario
che mai.
Perché Maxine ha perso la calma e
ha insultato tutti?
Dopo essere stata abbandonata dal
suo astronauta e insultata dalle sue presunte amiche Evelyn e Dinah
(Leslie Bibb), Maxine si trova in una situazione
di vulnerabilità che non fa che peggiorare. Quando Ann Holiday
(Mindy Cohn) arriva e riferisce che il suo coma è
stato causato dall’insulina, Maxine capisce che Norma ha
pianificato di ucciderla. Questo dà a Maxine la forza di minacciare
Norma, la regina di Palm Beach in persona, il che
non fa che irritare ancora di più Norma.
Il colpo finale arriva quando
Maxine si rende conto che Douglas è il padre del bambino non ancora
nato di Mitzi. Maxine è arrivata a Palm Beach con fiducia, ma sta
lentamente perdendo la pazienza, ma sembra credere che dare tutto a
Douglas avrebbe salvato il loro matrimonio. La perdita di questa
speranza ha cambiato la sua prospettiva. Tradita una volta di
troppo, Maxine perde la calma. Dalla sua posizione sul palco, usa
il microfono per attaccare i suoi ospiti. Smaschera i regali
economici di Pinky alla moglie Raquel (Claudia Ferri) e insulta
Raquel. Fa il nome di Evelyn e Dinah e rivela la relazione tra
Douglas e Mitzi di fronte al suo pubblico prigioniero, tra cui il
Presidente.
Evelyn ha perso tutto?
Dopo la morte del marito, Evelyn
rischia la rovina da quando la figliastra Linda (Laura
Dern) ha ereditato tutti i soldi. Evelyn inizia a
reinventarsi, rimanendo affascinata da una balena e iniziando una
relazione con Eddie (Jason Canela), ex di Dinah,
che lavora al club. Ma teme di perdere il suo nuovo amore per la
mancanza di soldi. Il suo tentativo di co-condurre il Beach Ball
per ottenere fondi fallisce quando Norma, rivelando la sua
guarigione, si rifiuta di darle del denaro. Ma, saputo che Linda ha
lasciato la città, Evelyn pensa di rimanere nella sua vecchia casa,
anche se rivela la sua situazione a Eddie.
Tuttavia, nella villa dei Rollins,
scoprono Linda e Virginia (Amber Chardae Robinson)
intrappolate nel seminterrato. Dopo che Linda tenta di convincere
Mary a non uccidere Nixon, Mary viene rinchiusa e quando Virginia
cerca di farla uscire, rimane intrappolata lei stessa. Evelyn
accetta di farle uscire in cambio della casa e di una grossa somma
di denaro, permettendole di rimanere a Palm Beach e di vivere la
vita che desidera.
Chi è davvero Norma in Palm
Royale?
Norma è un elemento centrale della
storia. Con una vita avvolta nel mistero, la sua grande rivelazione
è stata costruita per tutta la stagione. Alla festa, rivela
lentamente la sua guarigione, prima a Robert e poi a Evelyn e
Maxine, ma la verità più scioccante arriva dopo. Arrabbiata per il
fatto che Maxine la faccia franca rubando la sua fortuna, Norma
chiede a Robert (Ricky Martin) di ereditare tutto,
lasciando Maxine e Douglas senza nulla. Tuttavia, l’amicizia tra
Robert e Maxine preoccupa Norma e lo costringe a scegliere tra lei
e Maxine.
Ciò richiede una riflessione da
parte di Robert, che parla con Axel Rosenhips (Paul
Sand), vecchia fiamma di Norma, mentre Ann Holiday
racconta l’incredibile vita di Norma alla festa. Axel ricorda che
Norma è tornata dal collegio come una “persona diversa” dopo aver
vissuto la tragedia di trovare la sua compagna di stanza, Agnes,
morta. Axel non ci pensa, commentando che all’epoca i diabetici
spesso morivano giovani, ma a Robert, che ha somministrato
l’insulina a Norma, il dettaglio fa venire in mente una cosa.
Affronta Norma chiamandola con il suo vero nome, Agnes.
Il fatto che Norma sia Agnes, che
deve aver ucciso la vera Norma e aver preso il suo posto, spiega il
suo comportamento spietato di ricattare la società e persino di
complottare per uccidere Maxine. Agnes ha ingannato tutti per
decenni, convincendo il mondo di essere Norma Dellacort. Questo
colpo di scena è pieno di ironia perché, nello stesso episodio,
Norma dice a Evelyn che un’estranea non può essere la regina di
Palm Beach quando lei stessa è un’estranea.
Chi è stato ucciso alla fine di
Palm Royale?
Nel primo episodio, Palm
Royale ha mostrato il colpo di pistola ma non ha rivelato
chi fosse il bersaglio. Con l’obiettivo di Norma di uccidere Maxine
e il piano di Mary di assassinare il Presidente Nixon, non
mancavano le situazioni di pericolo alla festa. Tuttavia, è il
piano di Mary che si avvicina di più. Nascosta sopra tutti, Mary
osserva. Mentre Maxine ha un crollo sul palco, Nixon decide che è
ora di andarsene e Maxine lo insegue, pregandolo di restare. Questo
distrae i Servizi Segreti e persino Robert accorre per calmare
Maxine. È allora che Mary spara, proprio mentre Linda accorre per
fermarla, afferrando la pistola.
Il colpo parte, ma Nixon non viene
ferito. È invece Robert a cadere a terra. Mentre Robert sanguina, i
Servizi Segreti trattengono Maxine e scoprono Linda con la pistola,
ma Mary è scomparsa. Questo tragico colpo di scena rende incerta la
sopravvivenza di Robert nella seconda stagione e fa sorgere la
domanda su chi verrà incolpato del crimine. Con un sanguinoso
cliffhanger, il finale di Palm Royale è
immediatamente memorabile.
Sentite l’adrenalina quando vedete
gli avvocati che lottano per la giustizia in un legal drama ?
Oppure la tensione dell’aula di tribunale vi tiene con il fiato
sospeso? Se la risposta è sì a una o a entrambe le domande, siete
nel posto giusto. Che siate appassionati di legge, di legal drama o
semplicemente amanti della buona narrazione, i legal drama possono
essere una delle esperienze di intrattenimento più soddisfacenti.
Da eventi reali e documentari ben studiati ad affascinanti
fiction, questi sono i migliori legal drama su Netflix in
questo momento. Ora, avvicinatevi al banco, avvocati.
Suits
(2011 – 2019)
Gabriel Macht e
Patrick J. Adams condividono perfettamente lo schermo
come co-protagonisti dell’amata serie via cavo
Suits, creata da Aaron Korsh. Combinando la
tensione sul posto di lavoro con il dramma legale, Suits sboccia da
una premessa di base di un super intelligente che abbandona il
college (Adams) per trovare lavoro in uno studio legale d’élite,
evolvendosi in una complessa storia interpersonale di personaggi
affascinanti che navigano nella politica dell’ufficio.
Caratterizzata da un cast stellare ed esteso, che include la
reginetta Meghan Markle e la reginetta della
fantascienza Gina Torres, Suits è una serie
spiritosa con un fandom dedicato che non ha fatto che crescere nel
corso degli anni.
The Night Agent (2023 –
Present)
L’importante creatore di show
Shawn Ryan (The Shield) porta
l’omonimo romanzo di Matthew Quirk fuori dalla pagina e sugli
schermi televisivi in questa nuova esplosiva serie piena di azione,
cospirazioni e spionaggio politico. The Night Agent segue l’agente dell’FBI
Peter Sutherland (Gabriel Basso), che riceve una
telefonata alla Casa Bianca che lo coinvolge in una disperata
caccia all’uomo per un potenziale traditore del governo degli Stati
Uniti che potrebbe mettere in pericolo l’intero Paese. Chiunque ami
una buona serie di spionaggio con tutti i campanelli, i fischietti
e le sparatorie al cardiopalma, si divertirà sicuramente a scendere
in questa tana del coniglio insieme al nostro stallone, l’agente
Sutherland.
Partner Track (2022)
Tratto dal romanzo del 2013 di
Helen Wan, Partner Track segue una giovane e
idealista avvocatessa di nome Ingrid (Arden Cho), disposta a tutto
pur di diventare socia del suo studio, compreso saltare le vacanze,
dare buca al fidanzato e non farsi coinvolgere in scontri sul
lavoro. Ci sono solo due piccoli problemi: un collega casualmente
razzista (Nolan Gerard Funk) che è in lizza per la posizione e un
nuovo membro del team (Dominic Sherwood) con cui ha un passato. La
serie combina una storia d’amore appassionata con problemi di vita
reale come le microaggressioni, entrambi elementi che la
distinguono dal genere.
The Lincoln Lawyer (2022 –
Present)
Dagli autori di molti dei migliori
legal drama televisivi, David E. Kelley
(Boston Legal, Ally McBeal) e Ted
Humphrey (The Good Wife), arriva The
Lincoln Lawyer, un dramma giudiziario scritto con intelligenza e
ricco di azione, mistero e persino un po’ di comicità. Basato sugli
omonimi romanzi di Michael Connelly, la premessa di The
Lincoln Lawyer è semplice: Un avvocato che esercita la
professione dalla sua Lincoln Town Car. Ma la storia diventa molto
più intricata man mano che si svolge. Manuel Garcia-Rulfo
(Assassinio sull’Orient
Express) assume il ruolo principale precedentemente
occupato da Matthew McConaughey nell’adattamento
cinematografico, affiancato dall’incredibile Neve Campbell (Scream)
e dalla sottovalutata Becki Newton (Ugly Betty).
NCIS (2003 – Present)
I drammi e i procedurali criminali
sono una dozzina al giorno d’oggi, ma pochi superano una manciata
di stagioni e ancora meno riescono a mantenere il livello di
qualità di NCIS, attualmente alla sua diciannovesima stagione.
Seguendo il Naval Criminal Investigative Service, la serie
è contemporanea di show come Law & Order: Special Victims
Unit, ed è probabilmente la più affascinante delle fiction
più famose della televisione. Nonostante i numerosi cambiamenti nel
cast avvenuti negli ultimi anni, la serie rimane un punto fermo
della prima serata, uno dei pochi police procedural ancora in onda
che rimane saldamente all’interno della formula del “cattivo della
settimana” resa popolare nei primi anni 2000. Terza serie
sceneggiata non animata più longeva attualmente in onda negli Stati
Uniti, la serie ha dato vita a numerosi spinoff, tra cui NCIS: New
Orleans e il più recente NCIS: Hawaii, ma non c’è niente di meglio
del brio dell’originale, diretto, fino a poco tempo fa, dallo
stoico e affidabile Leroy Jethro Gibbs (Mark Harmon), e del suo
chiaro impegno a chiudere le questioni in sospeso con un
sorriso.
Mindhunter (2017 – 2019)
L’Unità di Scienze Comportamentali
dell’FBI, attualmente parte dell’Unità di Analisi Comportamentale,
è ben nota agli appassionati di fiction poliziesche, essendo
presente in diversi show del genere. Mindhunter racconta la storia romanzata di un
gruppo di agenti della BSU incaricati di indagare sui serial killer
tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 per risolvere
il numero sempre crescente di casi che sfidavano l’approccio
tradizionale della polizia.
Spesso lodata per l’accuratezza con
cui ritrae famigerati assassini come Ed Kemper (Cameron Britton) e
Charles Manson (Damon Herriman), Mindhunter va
oltre la consueta struttura procedurale, che si concentra quasi
esclusivamente sui crimini in sé, per lasciare ai suoi personaggi
principali il tempo di brillare e presentare agli spettatori le
loro storie. È una serie emozionante e coinvolgente, che tiene il
pubblico con il fiato sospeso, chiedendosi quale sarà il prossimo
sviluppo, se il prossimo colloquio degli agenti Ford (Groff) e
Tench (McCallany) con Kemper, sui crimini su cui stanno attualmente
indagando, o sul tentativo dell’agente Tench di capire il suo
silenzioso figlio di sei anni.
When They See Us (2019)
A volte una storia è così
importante che, anche se straziante, deve essere raccontata e
ascoltata. When They See Us è una storia di questo
tipo. Quando cinque adolescenti di Harlem, Kevin
Richardson (Asante Blackk), Antron McCray (Caleel Harris),
Yusef Salaam (Ethan Herisse), Korey Wise (Jharrel Jerome) e Raymond
Santana (Marquis Rodriguez), vengono ingiustamente accusati di una
brutale aggressione ai danni di un corridore a Central Park, le
loro vite diventano un incubo. La serie limitata segue la storia
reale di queste cinque persone, dalla scoperta da parte della
polizia al lungo processo in tribunale.
La serie limitata si basa su eventi
accaduti nel 1989 a Central Park, a New York. La serie racconta gli
eventi e le esperienze di questi ragazzi e mette in luce i
pregiudizi del sistema giudiziario. When They See
Us ha ricevuto un ampio consenso da parte della
critica alla sua uscita ed è stata nominata per una serie di premi,
vincendo un Peabody e un Emmy Award. Con un cast corale, un tema
sociale urgente e recensioni positive, questo è uno spettacolo da
non perdere.
Unbelievable (2019)
Anche le persone migliori
nell’ambito della legge e dell’ordine possono commettere errori
orribili. Unbelievable lo dimostra più volte. È la
storia di Marie Adler, una ragazza di 18 anni che
denuncia di essere stata violentata da un intruso mascherato che si
è introdotto in casa sua. Ma invece di ottenere giustizia, viene
accusata di mentire e vittimizzata dagli investigatori che
sostengono che stia facendo false accuse. E così, ritratta la sua
dichiarazione. Alla fine, due detective decidono di seguire tutte
le prove e di scoprire la verità per rendere giustizia a Marie.
La miniserie originale di
Netflix si basa su un articolo di T.
Christian Miller e Ken Armstrong, vincitore del premio Pulitzer nel
2015, e sul loro libro A False Report. La serie si concentra su
Marie e sulle sue esperienze con la polizia, i tribunali, i giudici
e la giuria nel corso di otto episodi. La pluripremiata serie ha
ottenuto molte recensioni entusiastiche e il plauso della
critica.
Hyena (2020)
Hyena è un altro avvincente legal
drama K che vale la pena di vedere. È la storia di due ambiziosi
avvocati rivali, Jung Geum-ja (Kim Hye-soo) e Yoon Hee-Jae (Ju
Ji-hoon) che lavorano presso Song & Kim, uno studio legale che
rappresenta la crème-de-la-crème della Corea del Sud. Jung e Yoon
sono entrambi estremamente competitivi e ambiziosi, ma ognuno con
il proprio arsenale legale. Jung è un’anima audace che non si ferma
davanti ai confini dell’etica, delle emozioni, della legge e della
giustizia, e farebbe di tutto per avere successo.
Con il suo atteggiamento “whatever
it takes”, la sua mente acuta e il suo forte istinto di
sopravvivenza, Jung può abbattere il suo concorrente in qualsiasi
momento. Yoon, invece, è l’estremo opposto di Jung. È un avvocato
d’élite, brillante, egoista, sicuro di sé e che crede in se stesso.
Ma non riesce sempre a tenere il passo con l’astuzia di Jung e si
fa superare da lei. Tuttavia, non permetterà mai che qualcosa
ostacoli la sua ambizione.
Better Call Saul (2015 –
2022)
Ecco un’altra eccezionale opera dei
creatori di Breaking Bad. Spin-off del dramma poliziesco
di successo di Vince Gilligan e Peter Gould,Better
Call Saul inizia circa sei anni prima degli eventi di
Breaking Bad ad Albuquerque, nel New Mexico, approfondendo anche la
storia di Saul Goodman. La storia segue il viaggio di James McGill
(Bob
Odenkirk), da truffatore diventato avvocato di mezza tacca a
Saul Goodman, avvocato penalista con problemi morali.
Bob Odenkirk ruba la scena nel ruolo di Jimmy McGill,
attraverso le sue lotte e i suoi successi nella vita professionale
e personale, le infinite fughe e gli incontri con nemici
pericolosi, che vanno da squali aziendali di alto profilo a
spietati signori della droga. La serie, eccentrica, spiritosa e
coinvolgente, è stata acclamata dalla critica e ha ottenuto
numerose nomination e premi, tra cui Primetime Emmy Awards e Golden
Globe Awards.
Alias Grace (2017)
Se siete fan di Margaret
Atwood o semplicemente amate i thriller del XIX secolo,
questa è la serie perfetta per voi. Anche se non lo siete, Alias
Grace ha tutti gli ingredienti della buona letteratura: una storia
avvincente, personaggi intriganti e uno sguardo alla storia, in
particolare al sistema legale di un’epoca passata.
Ambientato nel 1843 in Canada,
Alias Grace racconta la vera storia di Grace Marks, tratta
dall’omonimo romanzo storico di Margaret Atwood. La trama segue la
storia della domestica sedicenne Grace (Sarah
Gadon), condannata per l’omicidio del suo datore di
lavoro, Thomas Kinnear, e sospettata di aver ucciso anche la
governante Nancy Montgomery.
How To Get Away With Murder (2014
– 2020)
Annalise Keating (Viola
Davis) è una professoressa e uno dei più brillanti
avvocati di Philadelphia.
How to Get Away With Murder segue Annalise e cinque
dei suoi studenti mentre usano la loro intelligenza, le loro
abilità e le lezioni in classe per coprire un omicidio. La serie,
ricca di colpi di scena, ruota attorno alle conseguenze di un grave
incidente che attraversa gli anni e sconvolge non solo la vita di
ogni personaggio, ma anche il sistema sociale e legale. La trama si
infittisce e si infittisce in ogni stagione con nuovi problemi e
personaggi, tutti impegnati a sfuggire a una sola cosa: la
morte!
Altro fiore all’occhiello della
produttrice Shonda Rhimes, HTGAWM ha ottenuto grandi
riconoscimenti e un’ottima accoglienza da parte del pubblico e
della critica. Questa serie legal drama, vincitrice di un Emmy e di
un Golden Globe, è una delle serie più popolari e più seguite su
Netflix al momento.
House of Cards (2013 – 2018)
È comprensibile che in questo momento siate titubanti nel
guardare una serie con Kevin Spacey, visti i suoi crimini. Tuttavia,
il coinvolgimento di Spacey non dovrebbe far passare in secondo
piano il fatto che House of Cards ha cambiato la
televisione per sempre. La prima grande serie originale di Netflix
ha alzato il livello di qualità della produzione e i primi due
episodi sono stati diretti nientemeno che da David
Fincher. House of Cards ha sostanzialmente dato il via al
fenomeno del binge-watching. Sebbene la qualità della serie sia
diminuita nel tempo, le prime due stagioni sono tra le più
avvincenti della televisione politica mai create. Abbiamo anche uno
dei più grandi personaggi femminili a memoria d’uomo: La Claire
Underwood di Robin Wright.
A Napoli tutti
hanno un segreto. Con questa premessa, quasi una
giustificazione, si apre Il Segreto di Liberato, il
documentario sull’ascesa del musicista partenopeo che ha
costruito intorno al mistero della sua vera identità una mitologia
che si alimenta con il sound evocativo e assai specifico, della sua
produzione. Ma quanto è importante il mistero della sua vera
identità di fronte all’emozione che la sua musica riesce a
smuovere?
Intorno a questa domanda
si srotola la storia raccontata a otto mani da Francesco Lettieri, Giorgio Testi (per la parte
in live action), LRNZ e Giuseppe Squillaci (per le sequenze
animate) e che mescola il linguaggio del documentario
convenzionale, con il racconto di un viaggio di formazione affidato
all’animazione.
Il Segreto di Liberato, cosa racconta il
documentario
E così testimonianze e
interviste ai collaboratori di Liberato, immagini
rubate, filmati di repertorio e riprese della città di
Napoli, grande co-protagonista della storia, si
intrecciano con un film d’animazione in cui assistiamo alla
crescita e alla formazione, musicale, emotiva, sessuale, umana, di
un ragazzino con l’ambizione della musica e “la guerra in
testa”. Due racconti che si intrecciano e in armonia
accompagnano lo spettatore dalla nascita del “fenomeno Liberato”
con l’uscita del videoclip di 9 maggio, fino al tour europeo
dell’estate 2023, aprendo una porta sul passato del misterioso
artista.
La narrazione
documentaristica si snoda attraverso i racconti personali di chi ha
interagito negli anni con Liberato, condividendone non solo il
segreto dell’identità, ma soprattutto il progetto artistico, le
passioni, il modo di fare, la filosofia di vita. Francesco
Lettieri, già regista dei videoclip dell’artista, è non
solo regista, ma anche trai protagonisti di un racconto tanto
divertente e coinvolgente nella parte live action, quanto
romantico e malinconico nelle splendidamente sequenze animate.
Immagini pure e potenti, capaci di restituire quello stato d’animo
tipico della (post) adolescenza, quando le emozioni sono percepite
amplificate e totalizzanti, a fior di pelle, e ogni strada sembra
contemporaneamente impraticabile eppure l’unica percorribile.
Mentre la troupe di
Liberato lo accompagna nel “Turnamm’ a cas’” tour
dell’estate 2023 (di sole tre tappe “perché sei scarso”, lo
prendono in giro in una scena del film), tra risate, aneddoti e il
protagonista stesso, opportunamente mascherato e truccato, che si
racconta senza mai prendersi troppo sul serio, i disegni di
LRNZ (Lorenzo
Ceccotti) prendono vita in flashback in cui
un’animazione essenziale e sensuale racconta la storia di un
ragazzino con la vocazione per la musica e con l’amore per Napoli,
adottando un linguaggio potente e realistico, vero, nonostante
indugi spesso in visioni, suggestioni e momenti onirici.
Tra tammorre e
distorsioni elettroniche
Il Segreto di
Liberato tenta anche di analizzare le ragioni del successo
dell’artista, coinvolgendo discografici e critici musicali che
hanno seguito dall’inizio la nascita di questo fenomeno. E persino
chi di musica capisce poco e niente si rende conto che in quel
miscuglio di linguaggi, tempi storici e stili c’è qualcosa di
particolare e irresistibile. La musica di Liberato
riesce a essere universale, a-temporale e contemporanea, mescola
sonorità sintetiche e tradizionali, tammorre e distorsioni
elettroniche, mixando la musicalità della lingua napoletana arcaica
con la sintesi dell’inglese, generando un ritmo trascinante e
tribale, viscerale, evocando demoni e divinità. E tutto questo
appare inequivocabile e lampante nelle scene riprese dai suoi
concerti in giro per l’Europa e a Napoli.
Napoli. Quella
città/ventre che lo ha visto nascere e crescere, che lo tiene
incollato alle sue strade e al suo mare, che popola la morfologia
delle sue canzoni di luoghi e personaggi fantastici, che ama
visceralmente e dalla quale è ricambiato con ardore. Quella stessa
città che gli ha permesso di festeggiare uno scudetto storico,
chiamandolo, da solo con un pianoforte, a suonare in mezzo al prato
dello Stadio Diego Armando Maradona, il 7 maggio
del 2023, con addosso una maglia della squadra con il numero 95.
No, non 95 ma 9-5, 9 maggio.
9 maggio m’è sfunnat
Si tratta di una data
speciale, per Liberato. Non è solo il titolo del
suo primo singolo, ma un appuntamento per tutti i suoi fan. È
sempre successo qualcosa di speciale il 9 maggio. Quest’anno arriva
al cinema, per una settimana, il film-evento che celebra non solo
il personaggio, ma anche il suo percorso, la sua squadra, i suoi
fan, la sua città. Il Segreto di Liberato sembra anche
svelarci (sul serio?) perché questa data è così importante, ma è
l’unico mistero su cui fa luce. Alla fine della visione non
sappiamo chi c’è dietro la maschera, forse perché, un po’ come
l’Uomo Ragno, Liberato possono essere tutti: egli
è una città, è un pensiero, è un modo di vivere, di fare musica, di
amare, di tifare Napoli. È un ragazzino che in un giorno di
pioggia, decide di tirarsi su il cappuccio della felpa. E
nascondendosi dietro a una maschera si è… Liberato.
Netflix ha
rivelato la data di uscita di The Decameron per la
sua prossima serie drammatica storica. The
Decameron è un dramedy storico in stile soap che cerca di
esaminare i temi della divisione in classi, della lotta per il
potere e della sopravvivenza in tempo di pandemia, con personaggi
allo stesso tempo ridicoli e sfortunati.
Il dramma d’epoca è interpretato da
Zosia Mamet, Saoirse-Monica Jackson, Tanya Reynolds, Amar
Chadha-Patel, Leila Farzad, Lou Gala, Karan Gill, Tony Hale,
Douggie McMeekin e Jessica Plummer. Oltre alla data di
uscita, Netflix ha rilasciato anche una manciata di
foto della serie in arrivo, con l’anteprima di alcuni dei
protagonisti.
Siamo nella Firenze del 1348
tormentata dalla peste nera quando alcuni nobili con servitù al
seguito accettano un invito a rifugiarsi nel lusso di una maestosa
villa nella campagna toscana e attendere la fine della pestilenza.
Ma mentre le convenzioni sociali si sgretolano, quello che è
iniziato come un gioco scatenato di sesso e alcol si trasforma in
una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
The Decameron vede
Jenji Kohan nel ruolo di produttrice esecutiva con
la sua Tilted Productions, insieme a Blake McCormick e Tara
Herrmann sempre per Tilted Productions. Kathleen Jordan è
ideatrice, showrunner e produttrice esecutiva. Michael Uppendahl è
regista di quattro degli otto episodi e produttore esecutivo.
Quando uscirà The Decameron?
La data di uscita di The
Decameron è stata fissata per luglio 2024, quando arriverà
la serie creata da Kathleen Jordan (Teenage Bounty Hunters).
Di seguito le nuove foto di
Decameron: The Decameron è un dramedy storico in stile soap che
cerca di esaminare i temi della divisione in classi, della lotta
per il potere e della sopravvivenza in tempo di pandemia, con
personaggi allo stesso tempo ridicoli e sfortunati. Siamo nella
Firenze del 1348 tormentata dalla peste nera quando alcuni nobili
con servitù al seguito accettano un invito a rifugiarsi nel lusso
di una maestosa villa nella campagna toscana e attendere la fine
della pestilenza. Ma mentre le convenzioni sociali si sgretolano,
quello che è iniziato come un gioco scatenato di sesso e alcol si
trasforma in una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Kathleen Jordan è creatrice,
showrunner e produttrice esecutiva della serie. Jenji Kohan (Orange
is the New Black), Blake McCormick e Tara Herrman sono anche
produttori esecutivi tramite Tilted Productions. Tra i registi
della serie c’è Michael Uppendahl (Fargo, American Crime
Story).
The Decameron vede Jenji Kohan nel
ruolo di produttrice esecutiva con la sua Tilted Productions,
insieme a Blake McCormick e Tara Herrmann sempre per Tilted
Productions. Kathleen Jordan è ideatrice, showrunner e produttrice
esecutiva. Michael Uppendahl è regista di quattro degli otto
episodi e produttore esecutivo.
L’ultimo film di David Cronenberg sarà presentato in anteprima
al Festival di
Cannes questo mese, e questo porta un nuove immagini di
The
Shrouds mentre aspettiamo le prime reazioni al
film stesso.
“Karsh, un uomo d’affari
innovativo e un vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per
connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge
nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero
all’avanguardia, il dispositivo permette a lui e ai suoi clienti di
guardare i loro cari defunti decomporsi in tempo reale”. L’attività
rivoluzionaria di Karsh è sul punto di fare breccia nel mainstream
internazionale quando diverse tombe del suo cimitero, tra cui
quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte.
Mentre lotta per scoprire un chiaro movente per l’attacco, il
mistero di chi ha compiuto questo scempio, e perché, lo spinge a
rivalutare la sua attività, il suo matrimonio e la fedeltà alla
memoria della moglie defunta, e lo spinge a nuovi inizi“.
In precedenza Diane
Kruger aveva confermato di interpretare tre diversi
personaggi in The Shrouds. Ha dichiarato a Deadline Hollywood nel
dicembre 2023: “È probabilmente il film più personale di David
perché tratta della perdita di sua moglie, che è morta di cancro.
Con il particolare modo di David di raccontare la storia e il
dolore, è un film che affronta il tema della perdita e del lutto,
dell’essere stati in coppia per così tanto tempo, di una relazione
così lunga e di cosa sia il vero amore. Io interpreto la moglie,
sua sorella, e un avatar che lui ha creato in sua
memoria“.
Secondo un recente annuncio del
distributore francese Pyramide Films (via World of Reel), anche
The
Shrouds dovrebbe durare 116 minuti. Questo sarebbe il
film più lungo di Cronenberg, battendo Dead
Ringers del 1988 e Naked Lunch del 1991,
che raggiungeva i 115 minuti.
Un altro film live-action su
Dora l’esploratrice è in lavorazione. Secondo The
Hollywood Reporter, Samantha Lorraine è stata
scritturata per interpretare Dora in un nuovo film live-action di
Dora l’esploratrice per Paramount+ e Nickelodeon. Lorraine è nota
soprattutto per aver recitato in You Are So Not Invited to
My Bat Mitzvah del 2023. È anche apparsa in diversi
episodi di The Walking Dead: World Beyond.
Il film, che al momento ha il
titolo provvisorio di Dora and the Search for Sol
Dorado, è diretto da Alberto Belli, già
autore di Gatlopp del 2022 e di The Naughty Nine
del 2023. La sceneggiatura è di J.T. Billings.
“La sceneggiatura segue il
viaggio di Dora, di suo cugino Diego e dei loro nuovi amici
attraverso i pericoli della giungla amazzonica alla ricerca
dell’antico tesoro di Sol Dorado, per tenere questo potente tesoro
fuori dalle mani dei nemici“, si legge nella descrizione
del film riportata da The Hollywood Reporter. “Swiper no
swiping!“. Ulteriori informazioni sul casting non sono ancora
state annunciate.
Il primo film live-action di Dora
l’esploratrice è uscito nel 2019
Dora e la ricerca di Sol
Dorado sarà la seconda volta che Dora
l’Esploratrice viene trattata in live-action. Isabela Merced, che ora interpreta Hawkgirl
nel DCU di James
Gunn e Peter Safran, ha interpretato il personaggio in
Dora e la città d’oro perduta del 2019.
Dora e la città d’oro perduta è stato un successo finanziario
per la Paramount Pictures, in quanto ha portato 120,6 milioni di
dollari al botteghino globale a fronte di un budget stimato di 49
milioni di dollari. Oltre a Isabela Merced, il film è interpretato da
Eugenio Derbez, Michael Peña, Eva Longoria, Jeff Wahlberg,
Madeleine Madden e Temuera Morrison.
Inoltre, Dora e la città
d’oro perduta, diretto da James Bobin, aveva un cast
vocale con Danny Trejo nel ruolo di Boots,
Benicio del Toro nel ruolo di Swiper, Marc Weiner
nel ruolo di Map e Sasha Toro nel ruolo di Backpack. Non è ancora
stata annunciata una data di uscita per il nuovo film live-action
di Dora l’esploratrice.
Hulu ha pubblicato
il trailer di The Killing Kind, una serie thriller
in arrivo che mette in luce l’esperienza di
stalking di un avvocato dopo aver difeso una
persona dalle accuse di stalking. Lo streamer ha scelto lo show
tratto dall’omonimo romanzo bestseller di Jane Casey.
The Killing Kind
era in precedenza un originale Paramount+
e da allora si è unito a una serie di show ritirati dal servizio di
streaming, secondo quanto riportato da Deadline. Fortunatamente,
Hulu ha deciso di salvare la serie originale britannica. In arrivo
sulla piattaforma negli USA il 14 maggio (in Italia i contenuti
HULU sono STAR, di Disney+)
la prossima serie thriller sarà incentrata sull’avvocato difensore
Ingrid Lewis, che è riuscita a difendere il suo cliente
uomo d’affari, John Webster, dalle accuse di stalking.
Ingrid è stata la rappresentante di
John quando l’ex fidanzata di quest’ultimo lo ha accusato di
stalking. I due hanno poi intrapreso una relazione, che Ingrid ha
deciso di chiudere. John, tuttavia, si rifiuta di farlo. Ingrid si
trova presto coinvolta nella sua stessa esperienza di stalking,
perpetrata dall’uomo che un tempo aveva difeso con successo.
“The Killing Kind è incentrato su un’avvocatessa, Ingrid Lewis,
che difende John Webster dalle accuse di stalking, solo che Webster
si rivolge contro di lei“, si legge nel titolo.
Chi c’è dietro The Killing Kind?
The Killing Kind ha come protagonisti
Emma Appleton (The
Witcher) nel ruolo di Ingrid e Colin Morgan
(The Living and the Dead) nel ruolo di John. Zara
Hayes (Showtrial) ha diretto la serie. Hayes è stata anche
una delle sceneggiatrici insieme a Jonathan Stewart di Meet You In
Hell.
Il resto del cast comprende Elliot Barnes-Worrell, Olivia
D’Lima, Sara Powell, Nicholas Rowe e Sophie Stanton. The
Killing Kind sarà composta da sei episodi, in arrivo su
Hulu il 14 maggio.
Dopo averne parlato per la prima
volta alla fine di febbraio, abbiamo finalmente potuto dare
un’occhiata all’Uomo d’Acciaio di David Corenswet nel film Superman
di DC Studios e
James Gunn. Purtroppo, la risposta è stata
contrastante.
Questo è il tipico caso di ogni
rivelazione di costume, ma l’immagine fa alcuni passi falsi degni
di nota nella sua presentazione che hanno lasciato alcuni fan
preoccupati per la direzione creativa del DCU.
In questo articolo, diamo
un’occhiata a questi e a ciò che l’immagine stessa rivela su
Superman.
Da un possibile cattivo in agguato ai dettagli più fini
dell’armatura, forse ispirati al MCU, la analizzeremo nel
modo più dettagliato possibile.
Superman ha le mutande rosse
È facile non notarlo, ma sì, questa
versione di Superman
ha le sue mutante rosse. Sfortunatamente, li intravediamo solo
insieme a quella che sembra una cintura gialla, il che significa
che non sappiamo se si tratta di mutande o di pantaloncini.
In ogni caso, si tratta di
un’aggiunta gradita ai fan e probabilmente un miglioramento
rispetto al design scarno della cintura/all’assenza di pantaloncini
quando Henry Cavill interpretava ancora il
personaggio.
Questo look può funzionare sullo
schermo;
Superman Returns e, più recentemente, Superman &
Lois, lo hanno dimostrato. Siamo sicuri che molti di voi
saranno stati felicissimi della presenza del classico ricciolo di
capelli dell’eroe.
L’ispirazione dei The NEW 52
Sebbene siano presenti le mutande
rosse, il resto della tuta di Superman
è fortemente ispirato all’aspetto del personaggio durante il
rilancio dei New 52 della DC
Comics.
Le modifiche sono minime, ma il
personaggio ha un colletto, un mantello dello stesso stile e linee
lungo la tuta che danno un po’ più di consistenza. Per quanto
riguarda il logo sul petto, già rivelato in precedenza, siamo certi
che i fan di Kingdom Come tra voi avranno subito
familiarità con il design.
Gli effetti visivi non sono mai
stati il punto di forza della Warner Bros, in particolare nelle sue
offerte del DCEU senza Zack Snyder. The
Flash ne è stato l’esempio perfetto e c’è un certo
livello di incoerenza che si riscontra in tutti gli adattamenti dei
fumetti.
Gli effetti utilizzati in questa
prima occhiata sono bruttini. Nel punto in cui il rosso del
mantello si attacca alla parte blu della tuta di Superman,
ci sono evidenti segni di Photoshop e qualcosa nella parte
anteriore del colletto e persino nella palpebra destra di
Corenswet sembra fuori posto.
E poi c’è lo sfondo. Avrebbe dovuto
essere facile ottenere un aspetto impeccabile quando si tratta di
un semplice fermo immagine. Invece, la sfera luminosa è stranamente
piatta e forse persino generata dall’IA. Possiamo solo
sperare che non sia indicativo di ciò che vedremo nel film stesso.
Oh, e Metropolis potrebbe sembrare più insipida di quanto non sia
qui?
Un possibile suggerimento di Mongul
Si dice che Lex Luthor
abbia creato un clone di Superman
nel reboot, mettendo il nostro nuovo Uomo d’Acciaio contro
una versione malvagia di se stesso soprannominata
Ultraman. Potrebbe essere vero, ma non crediamo che Lex
sia responsabile di quella sfera luminosa.
Come abbiamo suggerito per la prima
volta, questo sembra molto simile a Warworld e
James Gunn ha precedentemente condiviso indizi
criptici sui social media che suggeriscono un interesse per il
cattivo che comanda quella nave: Mongul.
Cerca di dominare e controllare
altre civiltà, scontrandosi spesso con eroi come Superman
e il Corpo delle Lanterne Verdi. Spinto dal
desiderio di potere e di gloria e disposto a commettere qualsiasi
atrocità per raggiungere i suoi obiettivi, è una minaccia che
potremmo accettare di vedere in SUPERMAN.
Chi ha pensato che questa fosse una
buona idea?
SUPERMAN
non vivrà o morirà sulla base di una foto di rivelazione del
costume. Questa cosa sarà un lontano ricordo quando verranno
rilasciati foto e filmati ufficiali, quindi non c’è bisogno di
farsi prendere dal panico. Tuttavia, ci lascia dubbiosi
sull’attuale processo decisionale dei DC
Studios.
Rispettiamo
James Gunn per aver provato a fare qualcosa di nuovo;
piuttosto che pubblicare una tipica posa di Superman o un’epica
ripresa in volo, ha ideato un’immagine che ci ricorda che
Kal-El è proprio come noi, che si mette uno stivale alla
volta. L’esecuzione, tuttavia, è difettosa.
Sta già generando
meme poco lusinghieri, mentre la posa fa sì che il costume
appaia sgualcito e poco aderente (quasi come ci si aspetterebbe da
una foto di scena). E perché Supes sembra ignorare la distruzione
di massa che avviene fuori dalla sua finestra? Questo non è il buon
inizio per il nuovo DCU che speravamo dopo il disastro del DCEU.
La richiestissima Sydney Sweeney, uscita dalla commedia
romantica di successo Tutti tranne
te e dal film horror Immaculate, sta
cambiando nuovamente marcia rendendo nota la decisione di
interpretare la pugile Christy Martin in un nuovo
film biografico che potrebbe essere un successo per gli acquirenti
al mercato di Cannes, dove verrà proposto da Black Bear.
Sotto la direzione del regista di Oz
David Michôd, noto per film viscerali come
Animal Kingdom e The King, il
progetto attualmente senza titolo traccerà la vera storia
dell’ascesa di Martin fino a diventare la pugile più famosa
d’America negli anni ’90: la “Rocky femmina”, nelle
parole dei produttori del film. Combattente dotata per natura, la
sua vita si trasformò nel 1989 quando incontrò il suo manager, e
poi marito, Jim Martin. Superando i confini, è
diventata la prima donna a firmare con l’iconico promotore Don King
e l’unica pugile donna ad apparire sulla copertina di
Sports Illustrated. Il suo carisma, il suo
bell’aspetto e la sua resilienza sul ring le hanno fatto guadagnare
un’appassionata base di fan e l’hanno spinta a diventare
campionessa dei pesi welter. Ma dietro il personaggio pubblico ben
definito, ha affrontato demoni personali, relazioni tossiche e un
brutale attentato alla sua vita.
Per Sydney Sweeney si tratta di un ritorno a un
materiale maturo che ha già ampiamente dimostrato di saper gestire
conEuphoria e White Lotus. L’attrice ha detto a
Deadline: “Ho lottato e praticato kickboxing dai 12 ai 19 anni.
Non vedevo l’ora di tornare sul ring, allenarmi e trasformare il
mio corpo. La storia di Christy non è leggera, è fisicamente ed
emotivamente impegnativa, c’è molto peso da portare. Ma adoro
sfidare me stessa”.
Nel frattempo, una nuova immagine
del film ha iniziato a fare il giro sui social media e presenta Sam
Wilson (Anthony
Mackie), il regista Julius Onah e il
personaggio misterioso di Xosha Roquemore.
Cap è nella sua tuta da
combattimento e sembra essere in una stanza della guerra. Per
quanto riguarda Roquemore, è stato precedentemente riferito che
interpreterà Leila Taylor. Introdotta nel 1971 e
creata da Stan Lee e John Romita Sr., era la
fidanzata di Sam Wilson ma è scomparsa nell’oscurità all’inizio
degli anni 2000.
Nei fumetti, Leila era una
giornalista che lottava per la parità di diritti e alla fine veniva
assunta al The Daily Bugle. Questa versione sembra invece più un
agente operativo, potrebbe lavorare per la CIA o essere un agente
dei servizi segreti, con quest’ultima opzione che ha più senso dato
il ruolo del presidente Ross in Captain America: Brave New
World.
Non è chiaro se questa versione del
personaggio avrà un interesse amoroso nel protagonista, poiché si
diceva in precedenza che potrebbe esserci una scintilla tra Sam e
Diamondback.
An official New Look BTS on ‘CAPTAIN
AMERICA: BRAVE NEW WORLD’ has been revealed.
Featuring Anthony Mackie’s Captain America, Xosha Roquemore, and
Director Julius Onah.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da dove si
è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
il film è indicato come uno dei titoli più importanti della
Fase 5.
Anthony Mackie
ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più
grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra
Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla
pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il
suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo
in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di
cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie.
“Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo
marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso
modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
I film di supereroi non sono per tutti. Sono
molti gli attori che hanno indossato mantelli, mantelline e
spandex, ammettendo poi di non essersi divertiti e di non volerlo
rifare. Tuttavia, solo una piccola parte di attori è tornata a
ruoli che odiava.
Alcuni lo hanno fatto perché
obbligati dal contratto. Altri, invece, volevano una seconda
possibilità o hanno ricevuto un’offerta di denaro sufficiente a
fargli mettere da parte l’orgoglio. E poi c’erano quelli che
sembravano essere ghiotti di punizioni e non sapevano quando dire
“no”. Ecco 6 attori che sono tornati a ruoli di supereroi che
odiavano.
Dave Bautista – Drax
La star di Aquaman,
Jason Momoa, era originariamente in lizza per
interpretare Drax nel MCU, ma il ruolo è andato a
Dave Bautista (meglio conosciuto come Batista
nella WWE), attore di wrestling professionista.
L’attore ha rubato la scena sia in
Guardiani della Galassia che in
Avengers, ma mentre noi tutti abbiamo apprezzato
l’ilarità che ne è derivata, Dave Bautista non l’ha fatto. Ha
dichiarato che è stato un “sollievo” terminare il suo
tempo come eroe nel Vol. 3 e ha ammesso: “Non è stato tutto
piacevole. È stato difficile interpretare quel ruolo… Non so se
voglio che Drax sia la mia eredità: è un’interpretazione sciocca e
voglio fare cose più drammatiche“.
In seguito ha definito la sua
uscita dal MCU “perfetta“, ma ha
detto che i Marvel Studios hanno lasciato cadere
la palla sul personaggio e sulla trama più seria che ci era stata
promessa quando il Distruttore aveva giurato di vendicare
la morte di sua figlia uccidendo Thanos .
A un certo punto, i
Marvel Studios e James Gunn hanno riconosciuto che Dave Bautista aveva delle doti comiche e hanno
scelto di incasellare il personaggio. Di conseguenza, Dave Bautista ha continuato a tornare in
un ruolo che lo ha sempre più disilluso e frustrato.
James Franco – Harry Osborn
James Franco si è messo in luce interpretando
Harry Osborn nella trilogia di Spider-Man
di Sam Raimi. Il suo lavoro migliore è arrivato
nel sequel, ma quando è uscito il deludente terzo capitolo,
sembrava che stesse interpretando una parodia del personaggio (e
non solo a causa dell’assurdo costume da “Green Goblin”
che indossava).
James Franco ha poi chiarito abbondantemente
di non essersi divertito a interpretare Harry dopo il primo film,
affermando: “Ci ho lavorato molto duramente, ma non erano film
che mi interessavano. E dopo che sono usciti, mi sono sentito
malissimo“.
Ha poi ammesso che far parte del
franchise di Spider-Man gli ha fatto capire che,
come attore, “bisogna fare solo progetti a cui si tiene, in cui
si crede, e questa idea è nata proprio dall’esperienza negativa di
quei film“.
L’attore si è comunque riunito con
Sam Raimi per Il
grande e potente OZ, ma si è molto rammaricato di
essere stato vincolato a un contratto per tre film come parte della
prima trilogia del wall-crawler sul grande schermo.
Jennifer Garner – Elektra
Jennifer Garner ha interpretato
Elektra in Daredevil
del 2003 e, nonostante sia stata uccisa alla fine del film,
l’attrice è tornata due anni dopo per un’uscita da solista.
Che ci crediate o no, Ben Affleck – che ha apertamente criticato
Daredevil
e ha dichiarato di odiare il ruolo dell’Uomo senza paura – è
tornato nei panni di Matt Murdock per una scena eliminata,
probabilmente perché era obbligato per contratto a farlo. Jennifer Garner, nel frattempo, si è trovata
nella stessa situazione, ma è stata costretta a recitare in un
intero film terribile, invece di avere la fortuna di essere
lasciata in disparte.
L’attrice ha descritto il film del
2005 come “orribile“, mentre l’ormai ex fidanzato
Michael Vartan ha rivelato: “Ho sentito dire
che [Elektra] era orribile. [Jennifer mi ha chiamato e mi ha detto
che era orribile. Ha dovuto farlo per via di Daredevil. Era nel suo
contratto“.
Nonostante ciò, tutto lascia
pensare cheJennifer
Garner tornerà a vestire i panni di Elektra
in Deadpool &
Wolverine di quest’estate. Nonostante l’esperienza
terribile dell’ultima volta, l’attrice è chiaramente tentata di
tornare per un terzo e ultimo tentativo nel ruolo
dell’assassina.
Ryan Reynolds – Deadpool
Ryan Reynolds non ha mai odiato
Deadpool; anzi, lo ha amato a tal punto da essere
presumibilmente responsabile di aver fatto trapelare i filmati di
prova che hanno permesso al film del 2016 di diventare realtà.
Tuttavia, non è un segreto che
l’attore abbia odiato la versione di Wade Wilson che ha
interpretato in X-Men Origins: Wolverine del 2009. Questo
“Deadpool” è stato introdotto come il mercenario saccente
in una serie di scene d’azione smielate – ha tagliato un proiettile
a metà con una spada! – per poi diventare Arma XI, alias
“Barakapool”, nell’atto finale del film, stroncato dalla
critica.
“È stata un’esperienza molto
frustrante“, ha ricordato in seguito Ryan Reynolds. “Ero già impegnato nel film
di Deadpool. A quel punto non avevamo ancora scritto una
sceneggiatura. È arrivato [Wolverine] e mi hanno detto: ‘Interpreta
Deadpool in questo film o lo faremo fare a qualcun altro’. E io ho
detto: “Lo farò, ma è la versione sbagliata. Deadpool non è
corretto“. È stato un innegabile disastro e Ryan Reynolds ha dovuto persino inventare le
sue battute. Dobbiamo credere che sia tornato solo perché sapeva di
poter interpretare Deadpool.
Idris Elba – Heimdall
Come abbiamo stabilito, nemmeno il
Marvel Cinematic Universe
è immune dal lasciare gli attori insoddisfatti dei personaggi che
hanno interpretato. Solo uno ha continuato a tornare, senza che
nessuna delle sue apparizioni successive migliorasse in modo
sostanziale la precedente.
L’Heimdall di Idris Elba è stato un non-fattore in
Thor e al massimo una delusione in Thor:
The Dark World. Ripensando alle riprese del sequel,
l’attore ricorda di aver pensato: “È una tortura, amico. Non
voglio farlo“. Il mio agente mi disse: “Devi farlo, fa
parte dell’accordo“. Allora ero lì, in questa stupida
imbracatura, con questa parrucca, questa spada e queste lenti a
contatto. Mi ha strappato il cuore“.
Nonostante ciò, è tornato in
Thor:
Ragnarok di Taika Waititi, con un
ruolo leggermente migliore. I Marvel Studios hanno
finalmente liberato Idris Elba in Avengers:
Infinity War quando Thanos ha ucciso l’asgardiano, anche se
l’attore non può aver nutrito troppi rancori visto che è apparso
nella scena post-credits di Thor:
Love and Thunder.
Ben Affleck – Batman
Dopo aver passato un brutto periodo
nel ruolo di Daredevil, tutti sono rimasti
scioccati quando Ben Affleck ha deciso di firmare per
interpretare il Cavaliere Oscuro in Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016.
Purtroppo, anche quel film è stato stroncato dalla critica (così
come Suicide
Squad, in cui Ben Affleck ha fatto un paio di camei), e
Justice
League del 2017 non è andato molto meglio.
Spinto al punto di rottura,
Ben Affleck ha deciso di abbandonare sia il
ruolo di Bruce Wayne che quello di The Batman, un progetto che inizialmente aveva
scritto, diretto e di cui era protagonista.
Le pressioni e i contraccolpi
derivanti dall’interpretazione di questo personaggio della DC
Comics hanno coinciso anche con i problemi pubblici dell’attore con
l’alcol, ed è chiaro che Batman è un ruolo di cui si è
disinnamorato e con il quale non vuole avere più nulla a che fare
(The
Batman era già abbastanza avanti che ha persino
rilasciato un filmato di prova di Deathstroke).
Sorprendentemente, alla fine ha
accettato di vestire i panni di Batman non una o
due volte, ma tre. Si tratta di camei in Zack
Snyder’s Justice League di Zack Snyder,
The
Flash e in una scena tagliata da Aquaman e il Regno
Perduto. Ora, scommettiamo che Ben Affleck non ha più bisogno del
mantello.
Dopo aver prodotto il documentario
“The Blue Angels”, J.J. Abrams e
Glen Powell sono in trattative iniziali per
collaborare per un nuovo film, con Abrams che punta a Powell come
protagonista nel suo prossimo lavoro da regista. Gli accordi devono
ancora concludersi, ma all’indomani di “Top Gun:
Maverick” e “Tutti
tranne te“, la carriera di Glen
Powell sta vivendo un periodo molto felice.
Non si può dire quando questo
progetto si inserirà nel fitto programma di lavoro di Powell. Lo
vedremo prossimamente protagonista di
“Hit Man” di
Netflix, che ha co-sceneggiato con il regista
Richard Linklater, ma sarà anche il
protagonista del riavvio di “The Running Man” di
Edgar Wright per la Paramount. La notizia è
stata rivelata al CinemaCon, dove l’attore ha anche
promosso “Twisters” della Universal come
potenziale blockbuster estivo. In lavorazione c’è anche
“Chad Powers”, una serie comedy Hulu del creatore
di “Loki”Michael Waldron.
Recente anche la notizia che Glen Powell
reciterà al fianco di Anthony Mackie e della
vincitrice dell’Oscar Laura Dern nel film di
John Lee Hancock “Monsanto”, che sarà proposto al
mercato del Festival
di Cannes.
Il documentario “The Blue
Angels”, incentrato sulla squadra di piloti d’élite della
Marina, uscirà nei cinema Imax USA il 17 maggio per una sola
settimana prima di essere trasmesso in streaming a livello globale
tramite Prime Video a partire dal 23 maggio.
I Marvel Studios hanno ridotto
drasticamente la loro produzione da quando Bob
Iger è tornato a ricoprire il ruolo di CEO della Disney,
con la speranza di tornare alla qualità piuttosto che alla
quantità. Questo ha portato a un minor numero di spettacoli
televisivi su Disney+, ma, secondo quanto
riferito, quest’anno usciranno almeno altri due titoli di
animazione Marvel.
Secondo quanto riportato da What’s
On Disney Plus, lo streamer ha inviato una lista aggiornata per il
2024 che nomina lo spin-off di Black Panther Eyes Of
Wakanda e Your Friendly Neighborhood
Spider-Man (precedentemente noto come Spider-Man:
Freshman Year) tra le offerte della piattaforma per il
2024.
Altri titoli Marvel menzionati includono
Hit-Monkey stagione 2 (un avanzo di Marvel Television),
Agatha: Darkhold Diaries e Deadpool &
Wolverine. Solo Hit-Monkey ha una
data di lancio confermata al 15 luglio; gli altri titoli sono
attualmente senza data.
È interessante che Marvel Zombies non sia
presente nell’elenco, poiché ci aspettavamo che arrivasse nel 2024.
È possibile che non sia stata presa una decisione definitiva sulla
serie, che potrebbe arrivare in tempo per le vacanze, come la
stagione 2 di What
If…? dello scorso anno (Halloween è
sicuramente la più sensata). La terza stagione di quello show
dovrebbe debuttare nel 2025.
Di cosa parlerà Eyes of
Wakanda ?
La sinossi ufficiale di Eyes of
Wakanda recita: “Nel corso della storia del Wakanda,
coraggiosi guerrieri sono stati incaricati di viaggiare per il
mondo recuperando pericolosi artefatti di vibranio. Questa è la
loro storia“.
Si dice che apparirà Iron
Fist, anche se la teoria prevalente è che lo show si
concentrerà sui membri della Dora Milaje e sul modo in cui
servono la loro nazione (The
Falcon e The Winter Soldier, per esempio, li hanno
mostrati mentre rintracciavano un Barone Zemo in fuga).
Questa volta, sembra che li seguiremo nel corso della storia del
MCU.
Cosa sappiamo su Your Friendly
Neighborhood Spider-Man
Per quanto riguarda Your
Friendly Neighborhood Spider-Man, inizialmente era stato
annunciato come un prequel delle avventure di Peter Parker
ambientate nel MCU. Da allora, abbiamo appreso che
si svolgerà in una nuova realtà in cui Norman Osborn
diventa il mentore di Spidey al posto di Iron
Man.
Parlando della serie, Brad
Winderbaum, dirigente dei Marvel Studios, ha
dichiarato: “Segue lo schema che si vede in [Captain America:]
Civil War. Peter [Parker] prende il lettore Blu-ray rotto dalla
spazzatura ed entra nel suo dipartimento per il famoso momento in
cui
Tony Stark lo aspetta per offrirgli lo stage Stark e portarlo a
Berlino“.
Tuttavia, “le cose che accadono
nel multiverso a causa di nuovi eventi casuali”, e non è
Tony Stark ad aspettarlo. “È Norman Osborn e questo manda la
sua vita in una traiettoria inaspettata che lo fa scontrare
con molti personaggi inaspettati dell’universo Marvel”.
Deadpool &
Wolverine è certamente uno dei più attesi film
Marvel di sempre e una nuova serie
di immagini è arrivata oggi sui social. In queste foto vediamo
qualcosa in più della festa di compleanno di Wade
Wilson, una battaglia sulla neve, il Mercenario
Chiacchierone che esplora – e forse combatte – la TVA, una
nuova inquadratura dell’antieroe e di Logan, e
Cassandra Nova in tutta la sua gloria
intimidatoria.
La rivelazione più grande,
tuttavia, arriva in quella foto di Deadpool e
Mr. Paradox. Dietro di lui, vediamo la sacra linea
temporale ramificarsi in modo incontrollabile, proprio come alla
fine della stagione 1 di Loki.
Tuttavia, alla fine della stagione 2, ha assunto la forma dell’Yggdrasil
simile ad un albero. Questo suggerisce che Deadpool &
Wolverine sia ambientato prima della
seconda stagione di Loki.
Forse Paradox
mette in atto il suo piano per salvare la Sacra Linea Temporale? In
un’intervista, l’attore Matthew
Macfadyen ha lasciato intendere che c’è di più
nel suo agente TVA di quanto sembri al primo sguardo: “È sexy,
eroico [Ride]. Dirige la TVA e in superficie sembra essere molto
utile. Ha un piano per Deadpool.”
Ecco di seguito le foto in questione:
Official New Looks at Deadpool, and his
friends in ‘DEADPOOL AND WOLVERINE’ have been released.
Ryan Reynolds on the themes explored in
‘DEADPOOL AND WOLVERINE’:
"The story I was writing is a bit about survivor's guilt, and
friendship, and what that meant,” says Reynolds. “And I think a bit
of middle-aged ennui as well, as sexy as that is."
Ryan Reynolds on Emma Corrin's Cassandra
Nova in 'DEADPOOL AND WOLVERINE':
“They don’t play the character like a villain, and that’s the
kind of villain I love, … A villain who has real grounded and
nuanced convictions.”#DeadpoolAndWolverine
hits Theaters July 26! pic.twitter.com/kQVd4DnTNC
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie (recensione)
arriverà nelle sale questa sera, ma dovreste rimanere nei paraggi
una volta che i titoli di coda inizieranno a scorrere? Se volete
vedere i nomi di tutte le persone che hanno lavorato duramente per
realizzare questo film, allora sì, ma se il MCU ci ha insegnato
qualcosa, è che spesso ci sono scene extra che ci aspettano per
impostare le storie future (e nonostante sia stato presentato come
un film standalone, Il Regno del Pianeta delle
Scimmiepone effettivamente le
basi per una nuova trilogia).
Tuttavia, oggi possiamo confermare
che Il Regno del Pianeta delle Scimmie non ha una
scena post-credits. Anche se sappiamo che molti di voi saranno
delusi, se aspettate [SPOILER ALERT] sentirete il rumore distinto
di una scimmia, che suggerisce che un personaggio il cui destino è
lasciato ambiguo alla fine del film potrebbe vivere per combattere
un altro giorno (torneremo presto con ulteriori informazioni su
questo argomento).
L’unico film sulle scimmie a
presentare una scena post-credits è stato L’alba del pianeta delle scimmie, in una
sequenza che mostrava la diffusione dell’influenza dei Simian.
L’alba del pianeta delle scimmie mostrava
quello che sembrava il grido di battaglia di Koba, solo
che nel capitolo successivo si scopriva che era effettivamente
morto.
Parlando dei piani per un possibile
sequel, il regista Wes Ball ha recentemente dichiarato: “Non
voglio dire che finiamo con un cliffhanger, ma sicuramente finiamo
con una nuova porta che si apre, essenzialmente, che ci permetterà
di continuare, sapete, se volessimo. Se avessimo avuto abbastanza
successo“.
In Il Regno del Pianeta delle Scimmie, il regista
Wes Ball intende dare nuova vita al franchise con una storia
ambientata diverse generazioni nel futuro dopo il regno di Cesare.
Le scimmie sono ora la specie dominante che vive armoniosamente e
gli umani sono stati ridotti a vivere nell’ombra.
Tutto quello che sappiamo su
Il Regno del Pianeta delle Scimmie
La sinossi ufficiale di
Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Kingdom of the Planet of
theApes) riporta:
“Alcuni gruppi di scimmie non hanno mai sentito parlare di
Cesare, mentre altri hanno distorto il suo insegnamento per
costruire imperi fiorenti.In questo scenario, un leader
delle scimmie inizia a schiavizzare altri gruppi per trovare la
tecnologia umana, mentre un’altra scimmia, che ha visto il suo clan
essere preso in ostaggio, intraprende un viaggio per trovare la
libertà. Una giovane donna umana, intanto, diventa la chiave per la
ricerca di quest’ultimo, anche se ha dei piani tutti
suoi.”
Il regista Wes Ball dà nuova vita
all’epico franchise ambientato diverse generazioni dopo il regno di
Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in
armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un
nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una
giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a
mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare
scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli
umani.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie è diretto da Wes
Ball (trilogia di Maze Runner) ed è interpretato da
Owen Teague (It), Freya
Allan (The
Witcher), Kevin Durand (Locke &
Key), Peter Macon (Shameless) e William H. Macy
(Fargo). La sceneggiatura è di Josh Friedman (La
guerra dei mondi), Rick Jaffa & Amanda Silver (Avatar: La
Via dell’Acqua) e Patrick Aison (Prey), basata sui
personaggi creati da Rick Jaffa & Amanda Silver. Il film è prodotto
da Wes Ball, Joe Hartwick Jr. (Maze Runner), Rick Jaffa,
Amanda Silver e Jason Reed (Mulan), mentre Peter Chernin
(trilogia de Il Pianeta delle Scimmie) e Jenno
Topping (Le Mans ’66 – La grande sfida) sono i produttori
esecutivi. Il film è atteso in sala
l’8 maggio.
Laura Dern, Glen Powell, Anthony Mackie hanno firmato
per recitare in “Monsanto”, l’ultimo film dello
sceneggiatore e regista John Lee Hancock
(“The Blind Side”, “Saving Mr.
Banks”).
Il film segue la storia vera del
giovane e inesperto avvocato Brent Wisner (Powell), che nel 2019 ha
sposato una causa apparentemente insormontabile contro il colosso
chimico statunitense Monsanto per conto di Dewayne “Lee” Johnson
(Mackie) che ha utilizzato i migliori strumenti dell’azienda, il
noto prodotto Roundup, un pesticida di grande successo finanziario,
come parte del suo lavoro di giardiniere del liceo. Laura Dern interpreta la dottoressa Melinda
Rogers, la principale tossicologa della Monsanto Company, che
testimonia con certezza che Roundup è sicuro durante lo storico
studio sul cancro.
“Sono stato attratto da questa
vera storia contemporanea di Davide contro Golia perché l’ho
trovata drammatica, commovente, piuttosto divertente e di
fondamentale importanza nel mondo di oggi”, ha affermato
Hancock. “Le mie ambizioni sono realizzare un legal drama
intelligente, ponderato e commerciale che porti il pubblico in un
viaggio umano”.
La sceneggiatura del film è stata
sviluppata in collaborazione con la Zurich Avenue di Karl
Spoerri e scritta da Michael Wisner,
Alexandra Duparc,Ned Benson e
Hancock. Il progetto è prodotto da Moritz
Borman, Eric Kopeloff, Philip Schulz-Deyle e Jon
Levin insieme a Adam McKay e
Kevin Messick di HyperObject Industries.
“Al giorno d’oggi le storie di
“piccoli ragazzi” che affrontano enormi istituzioni sembrano poche
e rare. Sia nella vita reale che sul grande schermo. Quindi, quando
una storia avvincente e stimolante come questa arriva sulle nostre
scrivanie, ci entusiasmiamo. Perché? Perché le persone amano e
hanno bisogno di questi film. Lo hanno sempre fatto e lo faranno
sempre”, ha detto McKay, citando “Erin
Brockovich”, “Silkwood”, “La vita
è meravigliosa”, “Spotlight”, “12
Angry Men”, “Moneyball” e “Norma
Rae” come primi esempi. “Penso legittimamente di poter
elencare 200 film amati e di grande successo su persone reali che
si oppongono a difficoltà schiaccianti con solo l’equità e la
verità dalla loro parte. Quindi, facciamo il numero 201”.
Pensive è il primo
slasher a essere stato realizzato in Lituania, dal regista Jonas
Trukanas, dichiaratosi fan sfegatato dell’autore giapponese
Takashi Miike, a cui si ispira per raffigurare la
violenza presente in questo suo lungometraggio d’esordio.
Appassionato di horror e thriller di questa tipologia, Trukanas ha
dunque con Pensive realizzato il suo sogno
producendo in modo indipendente un film di questo genere prendendo
a piene mani nelle tradizioni folkloristiche della Lituania. Il
risultato è un’opera inventiva e brutale, che sorprende e offre ciò
che ogni fan di questa tipologia di opere si aspetta.
I riferimenti sono ovviamente a
grandi classici del genere come
L’ultima casa a sinistra(1972), Venerdì 13
(1980), La
casa (1981), The Burning (1981), Sleepaway
Camp (1983) e fino ai più recenti
Quella casa nel bosco (2011), It Comes at Night (2017) e The Ritual (2017).
Tutti questi film hanno in comune un gruppo di protagonisti che si
ritrovano per un motivo o per un altro in un bosco dove,
naturalmente, accadranno eventi terribili. Pensive
si distingue però proponendo appunto elementi propri della cultura
del suo paese di produzione, trovando in questi il proprio punto di
forza.
Per se girato in soli 14 giorni, il
film presenta infatti una serie di invenzioni visive
particolarmente valide, che spaventano e intrattengono ma spingono
anche a riflettere sul senso di colpa. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Pensive. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori,
alla storia vera e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di
Pensive
Il film ha per protagonisti un
gruppo di liceali che si preparano a organizzare un’epica e
scatenata festa per il loro diploma. Per tal fine si fa avanti
Marius(Šarūnas Rapolas
Meiliešius), proponendo di organizzare il party in una
baita che sua madre, agente immobiliare, sta cercando di vendere
invano da anni e di cui lui ha le chiavi. Marius, il ragazzo meno
popolare della classe, spera così di ingraziarsi i suoi compagni ma
soprattutto di attirare l’attenzione della bella
Brigita(Gabija
Bargailaitė), della quale è segretamente innamorato,
nonostante lei sia fidanzata con Rimas(Kipras Mašidlauskas), il ragazzo
più popolare della scuola.
Arrivati nella tenuta isolata nel
bosco, i giovani danno il via ai festeggiamenti. Il party sembra
andare per il meglio, tra bevute, musica e balli sfrenati, finché i
ragazzi hanno la malaugurata idea di spaccare con l’ascia delle
statue di legno trovate sul posto e usarle per fare un falò.
Si tratta di opere d’arte del folklore lituano realizzate da
un certo Algis(Marius
Repšys), uno scultore che abitava in quella casa vent’anni
prima e che si dice abbia sterminato la sua famiglia. Ben presto i
ragazzi capiranno che la sinistra storia di quel luogo si sta
ripetendo e di essere diventati l’oggetto di una terribile e
sanguinaria vendetta.
La storia vera dietro
Pensive
Come spesso accade per questo tipo
di film, dietro di essi non c’è propriamente una storia vera
riproposta fedelmente, bensì una serie di suggestioni che portano
al concepimento del racconto. È questo il caso di
Pensive, di cui il regista ha affermato che:
«Avevo diciotto anni e guidavo la mia prima macchina, diretto
in piena notte verso una festa nei boschi lituani. Mentre viaggiavo
pressoché nel nulla, una scultura in legno a grandezza naturale di
un Cristo pensante mi si parò davanti. Mi bloccai letteralmente in
mezzo alla strada e sentii che in qualche modo mi stava giudicando
per il fatto che fossi lì, in quel luogo, diretto a festa.
Quell’immagine è rimasta con me fino a oggi”.
“Le sculture in legno del Cristo
pensante si trovano ovunque negli stati baltici; in un certo senso
uniscono in un’unica entità le tradizioni popolari e quelle
cristiane. Sebbene il film abbia poco a che fare con la religione,
la paura di essere giudicato in quel momento è diventato il punto
di partenza della storia”. Quelle a cui il regista fa
riferimento sono le sculture Rupintojelis (in
inglese Pensive Christ, ovvero Cristo
Pensieroso), che danno il titolo in originale del film.
Risalgono alla fine del XIV secolo e raffigurano Gesù seduto su una
pietra, piegato in avanti, che sorregge il capo – caratterizzato da
un’espressione di stanchezza e dolore – con una mano mentre
appoggia l’altra sul ginocchio.
La spiegazione del finale del
film
Nel finale del film, dopo che la
furia del misterioso assassino mascherato si è scatenata, Marius,
Vytas e Brigita sembrano essere i soli superstiti riescono a
fuggire su una barca. Tuttavia, i sopravvissuti rimangono
traumatizzati e le decisioni di Marius durante la notte diventano
un punto focale per le accuse e le colpe. Il ragazzo subisce quindi
una profonda trasformazione in Pensive, evolvendo
da un personaggio gravato da aspettative e delusioni a un individuo
resiliente e determinato, man mano che gli eventi traumatici della
storia si susseguono. Inizialmente passivo e scoraggiato, l’arco
caratteriale di Marius è segnato dal passaggio da uno stato di
vulnerabilità a uno di forza e istinto di sopravvivenza.
Quando la notte si trasforma in un
incubo, la trasformazione di Marius diventa evidente. Di fronte a
un assassino mascherato e agli orrori del cottage abbandonato,
passa dall’essere una vittima delle circostanze a una persona
determinata a proteggere sé stesso e i suoi amici. Il corso degli
eventi prende però una piega tragica quando Marius confessa i suoi
sentimenti per Brigita, solo per essere respinto. Questo rifiuto,
unito a un senso di isolamento e a insulti da parte del suo
interesse amoroso, intensifica la sua sensazione di essere un
“perdente”. In un momento di rabbia e disperazione, rompe le
sculture di legno, scatenando una liberazione catartica delle
proprie emozioni.
La vulnerabilità di Marius viene
ulteriormente esposta quando viene attaccato dall’uomo mascherato e
perde conoscenza. Risvegliatosi in una stanza con l’uomo
mascherato, Marius riesce a cogliere l’opportunità di fuggire
quando Saule, un altro sopravvissuto, lo salva. Le sue azioni
cruciali, come affrontare l’assassino e prendere la difficile
decisione di bruciare il cottage, riflettono una resilienza nata
dalle avversità. L’incendio delle sculture di legno diventa allora
il simbolo della liberazione di Marius dai fardelli del passato e
dell’affermazione del controllo su una situazione terrificante.
Al culmine del film, Marius, Saule e
Vytas sono gli unici sopravvissuti. Tuttavia, la trasformazione di
Marius prende una piega più cupa quando Vytas perde la vita. In
questo momento di panico, spinge Saule giù da una rupe quando lei
cerca di incolparlo per tutto ciò che è accaduto la notte
precedente. Il film si conclude così con Marius in un letto
d’ospedale, circondato da giornalisti, e diventa evidente che il
suo calvario ha lasciato un segno indelebile in lui. L’inchiesta
del giornalista sul fatto che Marius trovi forza nelle sue
esperienze allude all’impatto duraturo degli eventi da incubo sul
suo carattere, ma anche sui segreti che si porta dietro.
Il trailer di
Pensive e dove vedere il film in streaming e in
TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 8 maggio alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
I fan della Marvel saranno invitati a entrare
nel MCU nei panni dei
personaggi principali in una nuova applicazione di realtà mista in
arrivo esclusivamente sulle cuffie Vision Pro di
Apple. Marvel Studios e ILM Immersive, lo
studio di narrazione di Lucasfilm, hanno annunciato “What
If…? – An Immersive Story“, un’esperienza AR e VR della
durata di un’ora, presentata come la prima storia interattiva
originale Disney+ creata per il
Vision Pro di Apple, introdotto di recente.
La data di uscita è ancora da
definire e Marvel non ha detto se
“What If…? – An Immersive Story” sarà disponibile
gratuitamente. In ogni caso, si tratta di un gioco di fascia alta:
È necessario avere il Vision Pro, il dispositivo di calcolo
spaziale da 3.500 dollari che Apple ha pubblicizzato come
“l’esperienza di intrattenimento definitiva”. L’applicazione si
basa sulla serie animata Marvel “What If…?” su
Disney+, che esplora linee
temporali alternative nel Multiverso su cosa sarebbe successo se i
momenti più importanti dei film del MCU si fossero svolti in modo
diverso.
Cos’è What If…? – An
Immersive Story?
Secondo la descrizione
dell’applicazione, “What If…? – An Immersive
Story” reimmagina gli eventi “del Marvel Cinematic
Universe (MCU) in modi inaspettati”.
Ora, i fan sono stati scelti per entrare nel ruolo di
protagonista di una nuovissima storia immersiva che trasforma lo
spazio intorno a loro mentre attraversano le realtà. Nel corso del
loro viaggio, si troveranno faccia a faccia con varianti
multiversali dei loro personaggi preferiti, impareranno le arti
mistiche e avranno il compito di sfruttare il potere delle Pietre
dell’Infinito“.
“Questa esperienza è davvero
innovativa e diversa da qualsiasi cosa abbiamo fatto prima“,
ha dichiarato il produttore esecutivo Jamie Voris, EVP e
CTO dei Walt Disney Studios. “È un modo nuovo ed
entusiasmante di entrare a far parte del MCU attraverso una storia
profondamente emotiva e avvincente“.
“E se…? – An Immersive
Story”, ha commentato Dave Bushore: “Da
bambino, le mie storie preferite parlavano di mondi lontani dal
mio, di tecnologie avanzate e di eroi che viaggiavano nello spazio
e nel tempo. E se…? – An Immersive Story” è la prossima
evoluzione del modo in cui raccontiamo le nostre storie, dove i fan
di tutte le generazioni possono viverle e vivere l’avventura
insieme ai loro eroi preferiti. Questa esperienza apre le porte
dell’Universo Marvel ed è un assaggio di ciò che
ho aspettato per tutta la vita”.
Marvel e ILM Immersive affermano
che l’app consentirà agli utenti di “passare dalla realtà aumentata
a quella virtuale mentre vivono la loro avventura narrativa,
interagendo con il mondo che li circonda usando gli occhi e le
mani”.
“I fan entreranno in ambienti
mozzafiato che li collocheranno in luoghi nuovi e iconici del
MCU, e si sentiranno completamente
immersi grazie a immagini e audio spaziale mozzafiato. Insieme,
queste caratteristiche ricorderanno ai fan che il tempo, lo spazio
e la realtà sono più di un percorso lineare“, si legge
nell’annuncio della Marvel.
What If…? – An Immersive
Story
What If…? – An Immersive Story è
diretto da Bushore dei Marvel Studios e prodotto da
Shereif M. Fattouh della ILM Immersive. L’esperienza è scritta da
David Dong e Phil McCarty (“The Learning Curve”), con le musiche
della compositrice Laura Karpman (“American Fiction”, “The
Marvels”).
I produttori esecutivi sono
Bushore, Fattouh e Brad Winderbaum (“What If…?”, “X-Men
’97”), mentre Bryan Andrews (“What If…?”, “Primal”) è il
produttore consulente. Tra i produttori europei figurano anche
Vicki Dobbs Beck, vicepresidente dei contenuti immersivi di
Lucasfilm e ILM Immersive, Mark S. Miller, vicepresidente dello
sviluppo creativo e della produzione di ILM Immersive, e Voris dei
Walt Disney Studios.
La nuova serie di Apple
TV+Dark Matter è incentrata su un uomo che scopre
universi alternativi popolati da altre versioni di se stesso. In
altre parole, si tratta di un tortuoso scacciapensieri
fantascientifico. Ma non se siete la sua star,
Jennifer Connelly, che ha visto la serie come una
storia d’amore. “Era una specie di ode al matrimonio“,
dice.
“È raccontata attraverso questo
dispositivo di realtà alternative, che è un’idea divertente, ma è
davvero un’esplorazione di una coppia. E questo mi è
piaciuto“.
Nella serie in nove parti, che
debutta l’8 maggio, la
Jennifer Connelly interpreta Daniela Dessen,
un’artista un tempo promettente che ha scelto invece di mettere su
famiglia con il marito Jason (Joel
Edgerton). Quello che Daniela non sa è che il suo Jason è stato
sostituito da un Jason di un’altra realtà che rimpiange di aver
anteposto il lavoro all’amore anni prima. La Connelly interpreta
anche versioni del suo personaggio in dimensioni parallele, dove i
due hanno fatto scelte diverse e affrontato sfide particolari che
li hanno portati su strade divergenti.
Blake Crouch ha
adattato la serie dal suo stesso libro bestseller e funge da
showrunner. Matt Tolman, sceneggiatore di “Dark
Matter”, afferma che la ricerca di Daniela è iniziata e si
è fermata alla Connelly. “A me e Blake è stata inviata
una lista di grandi attori che avremmo potuto abbinare a Joel”,
rivela. “Uno di questi era Jennifer, e la conversazione si è
immediatamente conclusa lì. Lei era il nostro sogno“.
Crouch racconta che il suo primo Zoom con Connelly è stato un
momento magico. “Stai parlando e all’improvviso ti
sembra di ascoltare questa persona che sta incarnando il
personaggio con cui hai vissuto per 10 anni“,
afferma. “È stato davvero uno di quei momenti che ti
fanno drizzare i capelli sul collo“.
Jennifer Connelly aveva solo 11 anni quando ha
debuttato come attrice in “C’era una volta in
America” del 1984, ed è famosa da decenni. Eppure si
meraviglia ancora di poter recitare per vivere. “Sono
così consapevole dell’incredibile opportunità di fare quello che
faccio ogni giorno“, dice. Anche se non va a rivedere
i suoi film, viene spesso avvicinata da persone che ricordano le
sue interpretazioni con profondo affetto. Basti pensare alla sua
interpretazione vincitrice dell’Oscar in “A Beautiful
Mind” o al suo ruolo da sballo in “Requiem for a
Dream” di Darren Aronofsky. E poi c’è il classico di culto
del 1986 “Labyrinth“, che ha un fandom
appassionato;
Jennifer Connelly appare nel prossimo documentario di
Ron Howard per Apple TV+ “Jim Henson Idea Man” per
parlare della sua esperienza nella realizzazione del film.
Sebbene “Labyrinth”
sia stato considerato una delusione finanziaria,
Jennifer Connelly dice che era troppo giovane per
rendersene conto. “Ricordo di aver sentito delle voci“,
dice. “Ma l’affetto della gente è cresciuto negli anni. La
gente mi parla di questo film in un modo che sembra fuori misura
rispetto alla reazione avuta quando è stato pubblicato per la prima
volta“.
Jennifer Connelly pensa di sapere perché
“Labyrinth”
esercita una tale presa culturale. “Jim era un genio. E
non si fanno più film del genere“, dice.
“Tutti quei pupazzi pratici e meravigliosi che lavorano
insieme su quei set splendidamente realizzati. È diverso dal modo
in cui si fanno molti film oggi; è una sensazione
speciale“.
Michael Douglas ha recitato in alcuni dei più
iconici thriller erotici mai realizzati, da “Basic
Instinct” ad “Attrazione fatale“, quindi sa bene come
realizzare una memorabile scena di sesso in un film. In una nuova
intervista al The Telegraph, l’attore ha espresso
la sua sincera opinione sul fatto che i coordinatori dell’intimità
siano diventati la nuova normalità a Hollywood quando si tratta di
filmare momenti intimi sul set.
“Ho superato l’età in cui devo
preoccuparmi di questo. Ma è interessante con tutti i coordinatori
dell’intimità“, ha detto Michael Douglas quando l’argomento delle
scene di sesso è stato sollevato durante l’intervista. “Sembra
che i dirigenti tolgano il controllo ai registi – ma ci sono stati
dei terribili passi falsi e delle molestie“.
“Le scene di sesso sono come
quelle di lotta, è tutto coreografato“, ha continuato Douglas.
“Nella mia esperienza, come uomo ti assumi la responsabilità di
assicurarti che la donna sia a suo agio, ne parli. Dici: ‘Ok, ti
tocco qui se va bene‘. È molto lento, ma sembra che stia
avvenendo in modo organico, il che si spera sia l’aspetto di una
buona recitazione“.
Michael Douglas è consapevole che le molestie
possono essere un problema reale sui set cinematografici e
televisivi quando si tratta di compiere atti intimi, ma ha notato
un cambiamento generale di umore nel comportamento degli
attori.
“Sono sicuro che ci sono state
persone che hanno oltrepassato i loro limiti, ma prima sembrava che
ce ne occupassimo noi stessi“, ha osservato Michael Douglas s. “Si facevano una
reputazione e ci pensavano loro… Ma ho parlato con le signore,
[perché] ho fatto alcuni di quei film sessuali – film sessuali – e
ora scherziamo su questo, su come sarebbe stato avere un
coordinatore dell’intimità che lavorasse con noi…“.
Il ruolo più recente di Michael Douglas è quello di Ben Franklin nella
serie limitata “Franklin“,
ora in streaming su Apple
TV+. Il dramma, creato da Kirk Ellis e Howard Korder,
è basato sul libro del 2005 di Stacy Schiff “A Great Improvisation:
Franklin, France, and the Birth of America”. Douglas recita con
Noah Jupe, Daniel Mays, Ludivine Sagnier e altri.
“Lo spettacolo mi ha ricordato
quanto sia fragile la democrazia“, ha detto Douglas alla prima
dello show il mese scorso. “E credo che Ben [Franklin] sarebbe
molto, molto deluso dalla distorsione di una repubblica o di una
democrazia che gli Stati Uniti sono diventati. Spero che le
prossime elezioni siano un’esperienza catartica per gli Stati Uniti
e che si volti pagina verso un nuovo capitolo“.
Avengers:
Endgame ha compiuto cinque anni il 30 aprile e il
compositore Alan Silvestri ha spiegato perché
ritiene che una sequenza in particolare abbia avuto un impatto così
duraturo. Ci riferiamo, ovviamente, alla scena dei “Portali”.
Durante la battaglia culminante,
Thanos riesce a sconfiggere Thor, Iron Man
e Capitan America, ma Steve Rogers non ha intenzione di rimanere a
terra. Mentre la Sentinella della Libertà si spolvera e si prepara
a combattere fino all’ultimo respiro, sente un familiare “alla
tua sinistra” e si gira per vedere Black
Panther e gli altri eroi recentemente resuscitati che si
riuniscono attraverso i portali mistici di Doctor Strange e Wong.
Parlando con Games Radar,
Silvestri ha dichiarato di ritenere che questo
momento sia diventato così amato e iconico grazie a ciò che
Steve Rogers ha vissuto durante la
preparazione.
“Lo spettacolo [dei
Portali] è in definitiva travolgente, ma penso che sia emotivo
perché non abbiamo mai visto distruggere ogni grammo di ottimismo
in Capitan America”, ha detto. “In un certo senso, la sua anima era
morta, era senza speranza, si era arreso. Non avevamo mai visto
questo in lui prima d’ora. È quasi biblico che nel suo momento più
buio appaia una benedizione – poi un’altra, poi un’altra
ancora“.
“Quindi, iniziamo
praticamente con una scena funebre – sto seppellendo Capitan
America con questa tromba! Da lì non solo torna in vita, ma tutti
gli abitanti del suo mondo vengono ad aiutarlo. È un’immagine
incredibilmente potente quella di Cap che risorge dalla morte e poi
viene sostenuto e circondato da tutti per sconfiggere il demone. È
un evento molto biblico ed emotivo che Joe e Anthony [Russo,
registi] hanno catturato in modo incredibile“.
Silvestri ha poi descritto com’è
stato guardare la scena con la sua colonna sonora aggiunta per la
prima volta insieme ai registi Joe e Anthony Russo e al capo dei Marvel StudiosKevin Feige.
“La cosa più divertente
è che sapevo cosa sarebbe stato, ma per Sandra [moglie di
Silvestri] e me stare lì a guardare Joe [Russo], Anthony [Russo] e
Kevin Feige vederlo per la prima volta è stato semplicemente
mozzafiato. Alla fine, loro sono il mio pubblico, se non gli piace
quello che faccio il pubblico non lo vedrà e non lo sentirà
mai“.
“È stato incredibile
vedere l’impatto che ha avuto su di loro”, ha continuato. “Erano
molto preoccupati per quella scena, era una scena così importante
nell’universo Marvel. E quando abbiamo visto
l’ultimo elemento, cioè la musica, entrare in scena e vedere wow,
che stava davvero facendo quello che speravano, è stato
fantastico“.
Il giorno di Capodanno del 2023,
Jeremy Renner, interprete di Occhio di
Falco, è stato schiacciato da uno spazzaneve mentre
cercava di salvare suo nipote. Tuttavia, poco più di un anno dopo
aver subito lesioni mortali, l’attore è tornato al lavoro a
febbraio per girare la terza stagione di Mayor of Kingstown.
Ricapitolando, Renner è saltato
sullo spazzaneve in movimento quando ha notato che stava scivolando
verso suo nipote ed è stato trascinato sotto e schiacciato. Con più
di 30 ossa rotte, è stato operato d’urgenza per salvarsi la vita e
ha trascorso la maggior parte del 2023 in convalescenza.
Parlando con The Direct,
Michael Beach (Dead Boy Detectives),
co-protagonista di Renner nel ruolo di sindaco di
Kingstown, ha affermato che il veterano del
MCU è “effettivamente
morto” in seguito all’incidente.
“Jeremy
Renner è un cavallo di battaglia, amico.
Voglio dire che quel ragazzo, sapete, si è rotto 38 ossa. È morto
davvero, cosa che non sapevo finché non me l’ha detto lui, ed è
tornato“, ha detto l’attore. “E dice che non era sicuro di
come sarebbe andata. Ma era pronto. E dice che ogni settimana si
sente sempre più forte“.
“E non c’è stata alcuna
interruzione a causa delle sue capacità fisiche o meno. Sta facendo
il suo lavoro. Sta bene. Sì, è un ragazzo fantastico. Ed è davvero
duro come un chiodo”.
In una recente intervista, Chris Hemsworth, star di Thor, ha rivelato
come i sei Vendicatori originali hanno reagito alla notizia
dell’incidente di Renner. “Eravamo tutti sulla nostra chat
Avengers, stavamo tutti chattando. Ed era una cosa selvaggia.
Nessuno di noi sapeva quanto fosse grave”, ha spiegato. “Penso che
in una cosa del genere ci si renda subito conto che ‘Wow, ognuno di
noi può andarsene da un momento all’altro‘”.
Anche la sua costar di
Hawkeye,
Hailee Steinfeld, ha elogiato la tenacia di Renner.
“Voglio dire, se c’è un supereroe della vita reale in qualcuno,
è quell’uomo”, ha detto. “Sono davvero molto grata di vedere quanto
sta facendo bene“.
“È incredibilmente forte. La
quantità di forza, coraggio e audacia che ha avuto durante tutto il
suo processo di recupero e guarigione è stata sbalorditiva”,
ha aggiunto la Steinfeld. “Ho avuto modo di vederlo qualche
settimana fa e, ancora una volta, è un supereroe“.
Non ci sono notizie specifiche sul
possibile ritorno dell’attore nel MCU, anche se non contiamo sulla
seconda stagione di Hawkeye
ora che Kate Bishop sembra unirsi ai Giovani Vendicatori.
Clint Barton, però, sarà sicuramente presente in Avengers
5, dando a Renner tutto il tempo necessario per prepararsi a
tutte quelle acrobazie.
Apple TV+
ha svelato oggi le prime immagini di La donna del
lago, la nuova serie limitata interpretata dalla
vincitrice dell’Oscar e del Golden Globe Natalie Portman, che è anche produttrice
esecutiva, e dalla candidata all’Emmy Moses Ingram.
La donna del lagoin streaming: quando esce e dove
vederla
La serie La donna del lago
in streaming farà il suo debutto il 19 luglio con i
primi due episodi dei sette totali, seguiti da nuovi episodi ogni
venerdì fino al 23 agosto.
La trama di La donna del
lago
Quando la scomparsa di una giovane
ragazza sconvolge la città di Baltimora nel giorno del
Ringraziamento del 1966, le vite di due donne convergono in una
rotta di collisione fatale. Maddie Schwartz (Natalie
Portman) è una casalinga ebrea che cerca di liberarsi
di un passato segreto e di reinventarsi come giornalista
investigativa; Cleo Sherwood (Ingram) è una madre che naviga nel
ventre politico della Baltimora nera, mentre si danna per mantenere
la sua famiglia. All’inizio le loro vite sembrano scorrere in
parallelo, ma quando Maddie si incaponisce sulla misteriosa morte
di Cleo, si apre un baratro che mette in pericolo tutti coloro che
le circondano. Dalla visionaria regista Alma Har’el, “La donna del
lago” si rivela un febbrile thriller dai toni noir e un inaspettato
racconto del prezzo che le donne pagano per inseguire i loro
sogni.
Al fianco di Natalie Portman e Moses
Ingram, completano il cast della serie Y’lan Noel,
Brett Gelman, Byron Bowers, Noah Jupe, Josiah Cross, Mikey Madison
e Pruitt Taylor Vince.
Proveniente da FIFTH SEASON, “La
donna del lago” è prodotta da Crazyrose e Bad Wolf America ed
è creata, prodotta esecutivamente, scritta e diretta da Alma Har’el
insieme al suo socio produttore Christopher Leggett. Oltre a essere
protagonista, Natalie Portman è produttrice esecutiva insieme
a Sophie Mas. Nathan Ross e il compianto Jean-Marc Vallée sono
produttori esecutivi per conto di Crazyrose, mentre Julie Gardner è
produttrice esecutiva per conto di Bad Wolf America. Anche Layne
Eskridge, Amy Kaufman, Boaz Yakin e la scrittrice Laura Lippmann
sono produttori esecutivi della serie.
Apple Original
Films ha svelato oggi il trailer di Fancy
Dance, il film diretto da Erica Tremblay
con protagonista la candidata all’Oscar
Lily Gladstone in arrivo il 28 giugno su Apple
TV+.
https://youtu.be/3QZqzk1Zp6A
Guarda Fancy Dance in
streaming
La trama di Fancy
Dance
Da quando la sorella è scomparsa,
Jax (Lily
Gladstone) si prende cura della nipote Roki
(Isabel Deroy-Olson), arrangiandosi nella riserva
Seneca-Cayuga in Oklahoma. Ogni minuto libero è dedicato alla
ricerca della sorella scomparsa, mentre aiuta Roki a prepararsi per
un imminente powwow. Rischiando di perdere la custodia della
ragazza in favore del padre di Jax, le due si mettono in viaggio e
setacciano il territorio per rintracciare la madre di Roki in tempo
per il powwow. Quella che inizia come una ricerca si trasforma
gradualmente in un’indagine molto più profonda sulle complessità e
le contraddizioni delle donne indigene che si muovono in un mondo
colonizzato e alla mercé di un sistema giudiziario fallimentare.
Gladstone recita insieme a Isabel Deroy-Olson, Ryan Begay, Crystle
Lightning, Audrey Wasilewski e Shea Whighami.
Fancy Dance, una
produzione Confluential Films e Significant Productions/AUM Group,
è prodotto da Deidre Backs, Erica Tremblay, Heather Rae, Nina Yang
Bongiovi e Tommy Oliver. Bird Runningwater, Lily Gladstone, Forest
Whitaker e Charlotte Koh sono produttori esecutivi.
Il regista di Dune:
Parte TreDenis Villeneuve sembra
confermare che Anya
Taylor-Joy tornerà per il sequel. Dopo il
successo del suo primo adattamento di Frank
Herbert nel 2021, Villeneuve è tornato nel mondo di
Arrakis all’inizio di quest’anno con Dune: Parte
Due, che è stato un successo sia di critica che
commerciale. Il sequel introduce una manciata di nuovi personaggi e
membri del cast, incluso un cameo a sorpresa di Taylor-Joy nei
panni di Alia Atreides, la sorella di Paul, che vediamo solo in una
breve visione.
Con Dune: Parte Tre
ora confermato in fase di sviluppo, Villeneuve ha anticipato in una
recente intervista con Variety che Anya
Taylor-Joy tornerà nei panni di Alia nel prossimo sequel.
Anche se il regista non rivela molto sul terzo film, è chiaro che
non considera l’Alia di Taylor-Joy come un cameo isolato.
“Anya era Alia non appena l’ho
incontrata. In effetti, ho capito dopo, è sempre stata Alia. Anya
si sente fuori da questo mondo, come se appartenesse a qualche
altra dimensione, un passo nel sogno. Girare con Anya in
Africa è stato a dir poco magico. La sua generosità, il suo candore
e la sua passione mi hanno davvero commosso. Non vedo l’ora di
tornare ad Arrakis con lei.”
Dune: Parte Tre adatterà Dune
Messiah di Frank Herbert
In precedenza, parlando con la
rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3 sarà basato sul secondo
romanzo della serie di Frank Herbert, “Dune
Messiah“. Il regista ha diviso il primo romanzo in due
metà per adattare i suoi due film su Dune. Ma il
terzo film di Dune coprirà Dune Messiah nella sua
interezza.
Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides,
Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica,
Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck,
Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha,
Florence Pugh nei panni della Principessa
Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban,
Léa
Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e
Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore
Shaddam IV. Il film è attualmente disponibile a noleggio in
digitale e sarà disponibile per l’acquisto in 4K UHD, Blu-ray e DVD
il 14 maggio 2024.
Isabelle Huppert presiederà la giuria del
Concorso della prossima Mostra del Cinema di Venezia. La venerata
attrice francese ha un rapporto di lunga data con il Lido, avendo
vinto due volte la Coppa Volpi per la migliore attrice, la
prima con “Storia di donne” nel 1988, e successivamente con “La
Cérémonie” nel 1995, entrambi diretti da Claude
Chabrol.
Isabelle Huppert – che ha realizzato un totale
di otto film con Chabrol – ha anche uno stretto legame con il
Festival
di Cannes dove nel 1978 vinse la statuetta come migliore
attrice per “Violette” di
Chabrol. Nel 2001, Huppert ha vinto il suo secondo
premio come miglior attrice a Cannes per la sua interpretazione nei
panni di una professoressa di musica sado-masochista in “La
pianista” di Michael Haneke. Nel 2005, la
Huppert è stata premiata da Venezia con un Leone d’Oro Speciale per
il suo ruolo da protagonista in “Gabrielle”, il dramma in costume
di Patrice Chéreau su un matrimonio imploso.
Nel 2017 ha ottenuto la sua prima
nomination all’Oscar per il suo ruolo di vittima di stupro che
rintraccia il suo aggressore in “Elle” di
Paul Verhoven, per il quale ha vinto anche un
Golden Globe e un Independent Spirit Award. Nel 2022, Huppert è
stata celebrata dal Festival del cinema di Berlino con un Orso
d’oro onorario.
“Isabelle Huppert è un’attrice
immensa. Esigente, curiosa e di grande generosità”, ha
dichiarato in un comunicato il direttore artistico di Venezia
Alberto Barbera. “Musa di numerosi grandi cineasti, non si è
mai sottratta all’invito di registi giovani o meno famosi che hanno
visto in lei l’interprete ideale delle loro storie”, ha
osservato Barbera.
“La sua enorme disponibilità a
mettersi costantemente in gioco, segno di una intelligenza non
comune, insieme alla sua capacità di guardare il cinema oltre i
confini geografici e mentali, fanno di lei un ideale Presidente di
Giuria in un festival aperto al mondo intero come come la Mostra
del Cinema di Venezia”, ha poi aggiunto Barbera. “Le siamo
molto grati che abbia accettato l’incarico, consapevoli dei tanti
impegni cinematografici e teatrali che dovrà affrontare nei
prossimi mesi”, ha concluso.
Huppert ha sottolineato la sua
“lunga e bella storia” con il festival. “Diventare uno
spettatore privilegiato è un onore”, ha detto. “Più che
mai il cinema è una promessa. La promessa di evadere, di
sconvolgere, di sorprendere, di guardare bene il mondo, uniti nella
diversità dei nostri gusti e delle nostre idee.”