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Il gladiatore 2: un incidente sul set ha causato numerosi feriti

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Si è verificato un incidente sul set del film Il gladiatore 2 che ha causato diversi feriti tra i presenti sul set. Secondo Variety, sei membri della crew hanno dovuto ricevere trattamenti medici, mentre altri quattro sono stati ricoverati in ospedale. In una dichiarazione, un portavoce della Paramount Pictures ha sottolineato che in ogni caso nessuno ha “subito ferite mortali“, dopo che una sequenza di acrobazie non è andata a buon fine. La dichiarazione continua poi con: “I team di sicurezza e servizi medici completi in loco sono stati in grado di agire rapidamente in modo che coloro che sono stati colpiti ricevessero immediatamente le cure necessarie“, prima di promettere che “sono tutti in condizioni stabili e continuano a ricevere le cure“.

Tutti i membri dell’equipaggio colpiti dalla cosa sarebbero stati curati per ustioni, secondo un individuo a conoscenza della produzione. Altri due membri dell’equipaggio sono invece stati curati localmente e poi dimessi. L’incidente, sempre secondo tale fonte, è avvenuto verso la fine della giornata di riprese. Nessun membro del cast è invece rimasto coinvolto  nella cosa. Il portavoce della Paramount ha aggiunto: “Il benessere del cast e della troupe è della massima importanza per noi e abbiamo rigorose procedure di salute e sicurezza in tutte le nostre produzioni. Continueremo a monitorare la situazione e a prendere tutte le precauzioni necessarie mentre riprendiamo la produzione”.

Il gladiatore 2, tutto quello che sappiamo sul film

Come ormai noto, un sequel di Il gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli effetti in lavorazione, con Ridley Scott che torna alla regia del film che vedrà protagonista Paul Mescal nei panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon Hounsou in quelli di Juba. Vi sono però anche gli ingressi del premio Oscar Denzel Washington, la star di The Mandalorian Pedro Pascal e l’attore di Stranger Things Joseph Quinn. Fred Hechinger ricopre invece il ruolo dell’imperatore Gela, ottenuto dopo che Barry Keoghan ha dovuto rinunciarvi per via di altri impegni. Fanno poi parte del cast anche la star di Moon Knight, May Calamawy e Derek Jacobi, che riprenderà il ruolo di Gracchus dal primo film.

Al momento non sono noti dettagli sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che Russell Crowe non sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per il 2024.

The Flash: Michael Shannon ammette che riprendere Zod non è stato “soddisfacente”

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Michael Shannon ha precedentemente rivelato di essere stato “un po’ confuso” quando ha ricevuto l’offerta di unirsi a The Flash in una rincarnazione del suo ruolo di Generale Zod da L’Uomo d’Acciaio (Man of Steel). Ora, l’attore ha rivelato che quei sentimenti complicati non sono stati esattamente risolti durante la realizzazione del nuovo film DC. In una nuova intervista con Collider, Michael Shannon è stato onesto sulla premessa dell’attraversamento multiverso di “The Flash” e sulla sua insoddisfazione per l’arco narrativo di Zod nel film.

Non mentirò, non è stato del tutto soddisfacente per me, come attore. Questi film multiverso sono come qualcuno che gioca con delle action figure“, ha detto Shannon. “È come, ‘Ecco questa persona. Ecco quella persona. E stanno combattendo!’ Non è proprio la situazione di studio approfondito del personaggio che onestamente pensavo fosse ‘Man of Steel.

Shannon ha rivelato che sentiva che “The Flash” era “tutto incentrato su Ezra [Miller]“. Zod era “praticamente lì per presentare una sfida” alla star del film. “Penso solo che Ezra sia un interprete e un attore affascinante. Non vedo l’ora di vedere questa performance”, ha detto Shannon. “È una grande sfida. Non voglio rivelare nulla, ma ciò che Ezra deve fare in questo film è piuttosto folle. Penso che [loro] siano pronti per il compito.

Dopo la confusione iniziale di Michael Shannon sull’offerta di unirsi a “The Flash” – dopotutto, il collo del suo personaggio è stato spezzato da Superman in “Man of Steel” – l’attore ha reso prioritaria la benedizione di Zack Snyder per tornare a interpretare Zod. Snyder ha diretto Shannon in “Man of Steel“, che ha dato il via al suo universo DC. “Ero titubante [a tornare] perché non ero davvero felice di quello che è successo a Zack Snyder in tutto quell’affare“, ha detto Shannon. “Ne ho parlato con [il regista di The Flash] Andy Muschietti e gli ho detto: ‘Andy, guarda, voglio solo avere la benedizione di Zack su questo perché non mi sento bene senza quello.’ E Zack, a suo merito, è stato molto comprensivo. Mi ha dato la sua benedizione e sono andato a farlo”.

Il film

The Flash uscirà al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Barbie batterà Oppenheimer? le prime previsioni premiano il film con Margot Robbie

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Barbie è attualmente destinata a superare Oppenheimer nel suo weekend di apertura al botteghino, almeno negli USA. È risaputo nella comunità cinematografica che due grandi film usciranno lo stesso giorno quest’estate: Barbie, la commedia fantasy diretta da Greta Gerwig, e Oppenheimer, il thriller storico diretto da Christopher Nolan, sono entrambi in arrivo in uscita il 21 luglio 2023. Molti fan hanno scherzato su quale dovranno vedere per primi.

Secondo le prime proiezioni al botteghino di  Puck  (tramite  World of Reel ), Barbie dovrebbe guadagnare $ 45-55 milioni nel suo weekend di apertura, che è più dei $ 30-35 milioni previsti da Oppenheimer. Entrambi i film hanno un budget di $ 100 milioni. L’apertura più alta di Barbie era prevedibile, poiché ha una valutazione PG-13, lasciandola aperta a un pubblico più ampio rispetto all’Oppenheimer con rating R. Il passaparola iniziale e la risposta della critica serviranno anche come fattori nel modo in cui questi due film comporteranno al botteghino.

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman (“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”).

Oppenheimer uscirà al cinema in Italia il 23 agosto 2023. Distribuito da Universal Pictures. Il film è stato girato in 70 mm con telecamere Imax e il trailer che Nolan ha condiviso alternava scene in bianco e nero e scene a colori con un design di produzione impeccabile. Un Cillian Murphy dall’aspetto scarno e con in testa un fedora è un duplicato esatto di Oppenheimer, e ha l’aria di un distruttore di mondi. Con a capo Murphy, che è un fedelissimo di Christopher Nolan, il cast del film si presenta davvero ricchissimo di star. Ci sono anche Matt Damon nei panni del generale Leslie Groves, Robert Downey Jr. nei panni di Lewis Strauss, un membro della Commissione per l’energia atomica, ed Emily Blunt nei panni della moglie di Oppenheimer, Katherine. Il cast include anche Rami Malek e Florence Pugh.

Transformers: Il Risveglio batte Spider-Man al Box Office USA

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È stata una dura battaglia, ma alla fine Optimus Prime ei suoi amici robot sono riusciti a superare Spider-Man: Across the Spider-Verse di Sony al botteghino americano. Per Deadline, Transformers: Il Risveglio ha guadagnato $ 60,5 milioni nel suo primo weekend di debutto, abbastanza per battere il secondo fine settimana di $ 50,5 milioni (-54%) di Spidey.

Entrambi i film stanno accumulando grandi numeri all’estero. Transformers è arrivato a un totale di $170,5 milioni, di cui solo $40 milioni provengono dalla Cina. L’incasso globale di Spider-Man è salito a $ 225,5 milioni e l’atteso sequel ha già superato i $190,2 milioni lordi globali dell’originale. 

Transformers ha anche incassato 6,4 milioni di dollari da 399 schermi Imax. Mentre Transformers: Il Risveglio non riesce a vantarsi dei record e impallidisce rispetto ai precedenti film di Michael Bay, la sua apertura segna almeno un enorme salto rispetto al magro bottino di $21,6 milioni di Bumblebee e dimostra che c’è ancora amore per il franchise d’azione. La serie può tornare al suo antico splendore al botteghino, soprattutto considerando l’elegante svolta del film che potrebbe potenzialmente portare Optimus e i suoi amici in un regno completamente diverso.

Il pubblico ha assegnato a Transformers un A-, il che, si spera, significa che molti torneranno nelle prossime settimane e spingeranno il sequel del robot alla gloria al botteghino. Sulla sua strada, tuttavia, ci sono The Flash e Indiana Jones e il quadrante del destino, per non parlare di Mission Impossible, Barbie e Oppenheimer. È un’estate impegnativa, gente!

Stan Lee: trailer del documentario Marvel in arrivo su Disney+

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È uscito un nuovo trailer per il prossimo documentario su Stan Lee su Disney+, che mostra in anteprima la storia in arrivo sull’uomo dietro alcuni dei più grandi personaggi dei fumetti della storia.

Diretto dall’acclamato regista americano David Gelb, Stan Lee si concentrerà sulla figura che ha rivoluzionato l’industria dei fumetti. Il trailer mostra la storia di Lee nel mondo dei fumetti e lo mostra anche sul set di una varietà di film dei Marvel Studios. Dai un’occhiata al nuovo trailer di Stan Lee:

Lee è nato il 28 dicembre 1922, con il documentario che celebra il centenario della sua nascita. La sinossi non rivela troppo sul film, anticipando semplicemente che celebrerà “100 anni di sogno. 100 anni di creazione. 100 anni di Stan Lee.” Lee è meglio conosciuto come il co-creatore della maggior parte dei personaggi principali alla genesi dell’Universo Marvel. Ciò include i Fantastici Quattro, Spider-Man, Iron Man, Thor, Doctor Strange e altri. Negli ultimi tre decenni, è apparso in 37 film, l’ultimo dei quali è stato Avengers: Endgame del 2019 .

Secret Invasion: il regista descrive la serie MCU come “un film di 6 ore”

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Il regista di Secret Invasion Ali Selim ha definito la serie “un film di sei ore” e ha già discusso della possibilità di una seconda stagione della serie Marvel Cinematic Universe. Nell’ultimo numero di SFX Magazine , Selim ha definito Secret Invasion “un film di sei ore a sé stante”, poi ha dichiarato che gli piacerebbe realizzare una seconda stagione della serie.

Quando finirà, spero che ti sentirai sazio e completo“, ha dichiarato Selim. “E dato che la Marvel lo fa in modo eccellente, ti viene anche da pensare ‘Oh, potrebbe andare in questa direzione.’ Nick Fury è vivo e continua a combattere, non credo sia un allarme spoiler. E ci sono alcuni personaggi che non sono più con noi e alcuni personaggi che vivono per vedere un’altra sfida. Mi piacerebbe vedere quella sfida diventare la seconda stagione”.

Quando debutta Secret Invasion?

Il primo episodio di Secret Invasion uscirà il 21 giugno 2023 su Disney+. Ogni episodio della miniserie di sei episodi debutterà ogni mercoledì, fino al finale il 26 luglio 2023. Lo spettacolo è interpretato da Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman e Don Cheadle, tutti che riprendono i loro ruoli dai film del Marvel Cinematic Universe. La serie introdurrà anche i personaggi interpretati da Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke e Olivia Colman nell’MCU.

Heretic: Hugh Grant in trattative per il prossimo film horror di A24

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Secondo Deadline, il vincitore del Golden Globe Hugh Grant è in trattative per il ruolo principale nel prossimo film horror di A24 Heretic. Il progetto proviene dagli sceneggiatori di A Quiet Place Scott Beck e Bryan Woods. Questo segnerebbe il primo progetto horror di Grant in tre decenni da Night Train to Venice del 1993. Cinque anni prima, aveva anche recitato in The Lair of the White Worm di Ken Russell.

Di cosa parla Heretic?

Heretic sarà scritto e diretto da Beck e Woods. Il duo di registi ha recentemente collaborato al thriller fantascientifico 65 con protagonista Adam Driver. Beck e Woods sono stati anche produttori esecutivi dell’adattamento cinematografico della 20th Century Studios di The Boogeyman basato sull’omonimo romanzo di Stephen King (ora nelle sale). Secondo quanto riferito, il progetto seguirà la storia di “due giovani donne di fede che vengono attirate in un gioco del gatto e del topo nella casa di un uomo eccentrico“.

Hugh Grant  di recente ha recitato nel film campione d’incassi a sorpresa della Paramount Pictures, Dungeons & Dragons: L’onore tra i ladri. Lo vedremo presto in Warner Bros.’ prequel musicale Wonka, che sarà incentrato sulle origini del proprietario della fabbrica di cioccolato dal romanzo di Roald Dahl del 1964 Charlie and the Chocolate Factory. Inoltre, l’attore di Quattro Matrimoni e un funerale reciterà accanto a Kate Winslet nella prossima miniserie della HBO The Regime.

Madame Web: il produttore promette “Non sarà un film d’azione Marvel”

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In una recente intervista con Collider, il produttore di Madame Web Lorenzo di Bonaventura ha parlato dell’imminente spin-off di Spider-Man di Sony Pictures. Il produttore lo ha descritto come “un diverso tipo di film in quell’universo”. Originariamente previsto per l’uscita nel 2023, l’attesissimo film arriverà nelle sale il prossimo anno, il 16 febbraio 2024.

Di Bonaventura ha anticipato che il film live-action di Madame Web non sarà un normale film Marvel, in quanto “non è un film d’azione” ma piuttosto “più un thriller”. Perché? Il complicato set di abilità del personaggio titolare “non favorisce un pezzo d’azione”. Nonostante ciò, il produttore di successo ha promesso che il film diretto da Dakota Johnson sarà ancora “familiare al pubblico in termini di universo in cui sta recitando”.

Madame Web: 5 dettagli sul personaggio

La sua incarnazione originale della Marvel Comics, Cassandra Webb, è ritratta come una donna anziana ed è apparsa per la prima volta in The Amazing Spider-Man #210 nel 1980. Con il suo arrivo sul grande schermo, il personaggio si unirà all’universo cinematografico dei personaggi Marvel gestito dalla Sony, che attualmente include film come Venom, Venom: La furia di Carnage e Morbius. La Sony ha però in cantiere anche Kraven il Cacciatore con la star Aaron Taylor-Johnson. Atteso in sala per il 16 febbraio 2024, Madame Web deve ancora mostrarsi con un primo trailer o immagini ufficiali e c’è dunque molta attesa a riguardo, per un film che a quanto pare avrà una forza femminile indiscutibile.

Madame Web vede nel cast Dakota Johnson nel ruolo da protagonista, con Adam Scott, Emma Roberts, Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps e Zosia Mamet al suo fianco. S.J. Clarkson (The Defenders) dirige Madame Web da una sceneggiatura degli sceneggiatori di Morbius Matt Sazama e Burk Sharpless. Il film dovrebbe arrivare nelle sale il 16 febbraio 2024.

Ted Lasso: Nick Mohammed suggerisce un potenziale spin-off

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Il finale della serie Apple TV+ di Ted Lasso è andato in onda settimane fa con un grande successo concludendo lo show con la sua terza stagione. Tuttavia, la star Nick Mohammed ha già anticipato un potenziale spin-off di Ted Lasso.

Cosa ha anticipato Nick Mohammed su Twitter?

All’inizio di questa settimana, l’account Twitter ufficiale di Apple TV ha twittato una foto dei personaggi di Ted Lasso Coach Beard (Brendan Hunt), Roy Kent (Brett Goldstein) e Nathan “Nate” Shelley (Mohammed) in piedi nello spogliatoio dell’AFC Richmond. Una didascalia per la foto diceva “odora di potenziale“, che i fan hanno considerato una sorta di suggerimento per gli spettacoli futuri.

Unendosi al divertimento, Mohammed ha citato il tweet con un’emoji con labbra chiuse. Per chi non lo sapesse, la fine di Ted Lasso vede l’allenatore titolare lasciare l’Inghilterra e tornare a casa in America. Tuttavia, l’allenatore Beard rimane in Inghilterra, con Roy Kent nominato nuovo allenatore dell’AFC Richmond.

Sebbene i fan adorerebbero vedere una serie spin-off di Ted Lasso, lo stesso Mohammed ha affermato di essere diffidente nei confronti di una serie appena all’inizio di questo mese. Parlando con GamesRadar+, Mohammed ha detto che dovrebbe essere una storia abbastanza buona, con altre persone disposte a tornare, perché lui possa tornare. “Sono diffidente nei confronti di uno spin-off, ad essere onesti”, ha detto Mohammed. “Non fraintendetemi, se tutti gli altri fossero d’accordo e lo facessero, e la storia fosse intrigante e interessante, sarei aperto, ovviamente. Ma, in particolare con Nate, abbiamo raccontato una storia vera con lui, quindi non vorrai fare qualcosa di scadente.

Infiltrati alla Casa Bianca – White House Plumbers, la recensione della serie HBO

Ci era riuscito Gaslit con un tone of voice inedito, e Infiltrati alla Casa Bianca – White House Plumbers replica quel successo cercando un punto di vista non ancora esplorato. Ma facciamo un passo indietro. Come si racconta una delle pagine più chiacchierate, studiate, esplorate della storia degli Stati Uniti d’America con una prospettiva differente?

Parliamo del Watergate, soggetto di tantissimi prodotti di indagine, di intrattenimento, per il cinema e per la tv, e parliamo della nuova serie HBO, dall’11 giugno in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Con un tono molto simile a quel talento di Adam McKay di La grande scommessa e Vice – L’Uomo nell’Ombra, la serie si dimostra in grado di maneggiare con grande perizia e spirito critico gli aspetti sociali, politici ed economici dell’evento che è chiamato a raccontare.

Infiltrati alla Casa Bianca – White House Plumbers, la trama

Infiltrati alla Casa Bianca – White House Plumbers porta il pubblico dietro le quinte dello scandalo Watergate, seguendo le vicende dei sabotatori politici di Nixon, E. Howard Hunt (Woody Harrelson) e G. Gordon Liddy (Justin Theroux), che accidentalmente riuscirono a rovesciare la presidenza che stavano tanto zelantemente cercando di proteggere… e insieme ad essa le loro famiglie. Si parte dal 1971, quando la Casa Bianca assume Hunt e Liddy, rispettivamente ex CIA e ex FBI, per indagare sulla fuga di notizie dei Pentagon Papers.

Se Gaslit aveva raccontato il Watergate dal punto di vista di Martha Mitchell, Infiltrati alla Casa Bianca lo fa attraverso Hunt e Liddy, interpretati da Woody Harrelson (True Detective, Hunger Games) e Justin Theroux (Six Feet Under, Joker), inedita coppia comica che instaura dal primo shot in cui li vediamo insieme una chimica scoppiettante. La brillante scrittura affronta con disincanto una pagina di storia che sconvolse il mondo politico, riportando i fatti con una nota di leggerezza e sarcasmo che dà modo agli spettatori di rileggere con ironia una vicenda complessa che fece crollare il mito dell’invulnerabilità della Casa Bianca. E Harrelson e Theroux fanno il resto, con il secondo, forse perché dal talento meno investigato, che è davvero una piacevole sorpresa nella messa in scena di questo nostalgico del Terzo Reich alle prese con un compare annoiato e a tratti malinconico.

Nel cast anche Lena Headey (già indimenticata Cersei de Il Trono di Spade) e Judy Greer (Californication, Mad Love) rispettivamente nei panni di Dorothy Hunt e Fran Liddy. Domhnall Gleeson (Anna Karenina) interpreta invece il consulente legale della Casa Bianca, John Dean, mentre Toby Huss (Blonde) veste i panni dell’agente della CIA James McCord.

La tv si conferma dunque uno spazio in cui poter dare voce a grandi storie, a indagine, a studio e sperimentazione, in questo caso di punti di vista, un luogo in cui il racconto vero e proprio è ancora al centro dell’attenzione. Se i cinema, in queste settimana in particolare, sono invasi dai blockbuster (sempre siano lodati, in questo lungo momento post-pandemia di crisi della sala), la televisione è ancora luogo sicuro, di interesse, di crescita, di informazione, di rischi. E Infiltrati alla Casa Bianca – White House Plumbers si guadagna a pieno titolo il suo posto in un’offerta seriale delle piattaforme che è sempre più ricca, varia e interessante.

Johnny Depp, 60 anni di personaggi stravaganti e storie iconiche

Una bussola che punta verso ciò che più si desidera. Due forbici al posto delle mani, che potano alberi e acconciano capelli. Un cappello a cilindro, chiave di una follia palese. Una fabbrica di cioccolato. Prima ancora di pensare ai personaggi iconici appartenenti a film diventati cult, quando sentiamo i loro nomi, pensiamo all’attore che li ha interpretati: Johnny Depp. Poliedrico, enigmatico, ribelle e con una forza centripeta che fa convergere sempre tutto verso di lui prima ancora che sulla storia, l’attore di Owensboro, che in tre decenni ci ha regalato personaggi memorabili, spegne oggi sessanta candeline.

Fra i divi di Hollywood più magnetici ma anche problematici, Johnny Depp si porta in spalla una carriera costellata di grandi successi (tralasciando qualche battuta d’arresto negli ultimi anni), guadagnandosi un posto in prima fila fra le stelle maggiormente volute dalle produzioni cinematografiche. Il merito del suo successo, però, non va ricondotto solamente al suo carattere indecifrabile e al suo essere un sex symbol, che ha suscitato (ovviamente!) l’interesse in tutti, ma alla sua capacità di entrare dentro i panni di personaggi molto diversi fra loro con estrema facilità non risultando mai stonato o fuori posto.

A questi Johnny Depp ha dato parte di sé, costruendo come un puzzle dei caratteri che quasi sembrano rappresentarlo. E allora, per i suoi sessant’anni, gli rendiamo omaggio tracciando una linea dei suoi personaggi più emblematici, quelli che ne portano le sue diverse sfumature e a cui l’attore si è sentito maggiormente legato e, in alcuni casi, riflesso.

Johnny Depp… una vita accanto a Tim Burton

Innanzitutto, se pensiamo a Johnny Depp e ai suoi personaggi, il collegamento con Tim Burton è inevitabile. Un attore e un regista eccentrici, alternativi potremmo dire, che forse proprio per la loro natura da outsider sono riusciti a fortificare un sodalizio che oramai dura dal 1990, anno in cui Burton scelse il giovane Depp per vestire i panni di Edward in Edward mani di forbice. La loro, però, non è mai stata solo un’intesa artistica confinata nei margini del cinema. Quell’amicizia nata al bar del Bel Age Hotel a Los Angeles ha fatto sì che i due artisti diventassero l’uno il pilastro della vita dell’altro nella quotidianità lontana dai riflettori. Se dunque dobbiamo parlare di maschere indossate da Johnny Depp e personaggi in cui l’attore si è calato sentendosi a suo agio, non possiamo che iniziare proprio da Tim Burton e dal loro rapporto.

Oltre ad averlo lanciato nel firmamento delle stelle hollywoodiane, il regista ha messo a punto dei personaggi diventati icone cinematografiche dopo che Depp ha dato loro pelle e carisma per portarle in vita: Edward, Willy Wonka, il Cappellaio Matto, fino a Victor Van Dot, a cui Depp ha prestato la voce, rimanendo comunque memorabile. Ogni protagonista è una storia piena di fascino, raccontata e messa in moto dall’espressività di Depp e dalla fantastia dark gotica di Burton. L’attore è sempre stato in grado di plasmare sullo schermo le visioni surreali dell’amico, e questo in qualche modo ha esaltato anche l’intesa fra i due. Ma per spiegare la chimica e la scintilla fra i due alfieri dell’estrosità, dobbiamo obbligatoriamente affidarci alle parole dell’attore in merito alla loro conoscenza: “Noi due ci eravamo capiti. Eravamo d’accordo sulla bellezza perversa del bricco del latte a forma di mucca, sull’attrazione estetica per l’uva di plastica e sulle raffinatezze e l’impatto visivo delle immagini di Elvis disegnate sul velluto. (…) Avevamo provato il reciproco rispetto che si prova per una persona che senti non essere estranea.”

Quelle quattro tazze di caffè che lui e Tim Burton hanno bevuto mentre si confrontavano sullo script di Edward mani di forbice, a cui sono seguiti poi altri sette film insieme, hanno fatto diventare Johnny Depp l’attore feticcio del regista, iniziandolo a una carriera stellare e riconoscibile. Oltre a scrivere un pezzo davvero incredibile della storia del cinema, se si considera che molti film che li vede lavorare insieme sono definiti dei classici. Perciò, se ad oggi Johnny Depp è uno dei divi più acclamati e desiderati, volto di alcuni dei personaggi più belli che ci portiamo nel cuore, è merito – soprattutto – del suo grande amico Tim Burton.

Edward mani di forbice, il suo primo vero personaggio

Prima di diventare Edward mani di forbice, Johnny Depp lavorava ad una serie televisiva in Canada, per la quale non provava particolare entusiasmo. Per contratto era obbligato a fare sempre le stesse cose, ma l’alternativa a quell’impiego era rimanere al verde e beccarsi una denuncia per aver strappato il contratto con la produzione. Il periodo precedente il film con Tim Burton era uno di quelli critici per Depp, tanto che quando gli si presentò il copione del film e lesse la storia, scoppiò a piangere. Edward era il primo, vero, personaggio che l’attore sentiva suo senza neppure averlo ancora messo in scena. E alla fine si è rivelato essere una parte di lui, uno specchio in cui riflettersi.

Nel racconto di Burton, Edward è l’opera rimasta incompleta di uno scienziato. Una creazione alla mostro di Frankestain, il cui risultato è un uomo al cui posto delle mani si ritrova forbici gigantesche. Quando entra in contatto con la società americana, qui dal regista stereotipata all’ennesima potenza, Edward deve guadagnarsi la fiducia degli altri, farsi valere, dare modo al suo prossimo di non avere timore, per quanto poi sia respinto. Edward è un incompreso, ma anche un fuoriclasse. Uno di quelli che non si può capire fino in fondo e che è vittima di pregiudizi, incarcerato nell’etichetta. Questa descrizione racconta un po’, ad oggi, quello che Johnny Depp ha passato di recente con il “sistema-Hollywood” che non ci ha pensato due volte a condannarlo a una damnation memoriae preventiva, all’indomani delle accuse dell’ex moglie Amber Heard: fuori dalla saga di Animali fantastici (Warner Bros) e da quella di Pirati dei Caraibi (Disney), senza nemmeno aspettare la conclusione del processo che ha visto gli ex coniugi coinvolti.

Ma tornando a quel tempo, Depp si sentiva come Edward. Era Edward. Non era soddisfatto, cercava di farsi conoscere, era – e tutt’ora è – enigmatico, stravagante, un po’ chiuso. E si sentiva perso. Ma soprattutto, Edward gli ricordava la sua infanzia, come dice lo stesso attore: “Anch’io mi ero sentito strano e ottuso mentre diventavo grande. Rimasi colpito da quella storia che divenne per me un’ossessione. Come avrei potuto convincerlo che Edward ero io?”, e quando Depp ottenne il ruolo, quello che pensò fu: “quel ruolo non era soltanto una svolta nella mia carriera, era un pezzo di libertà. Libertà di crescere, sperimentare, imparare ed esorcizzare quello che avevo dentro.”

Willy Wonka e il Cappellaio Matto

Nel curriculum di Johnny Depp, sempre associati al regista Tim Burton, ci sono poi altri due personaggi iconici – Willy Wonka e il Cappellaio Matto – che, seppur siano diametralmente opposti, hanno un comune denominatore che li rende, per quella sfumatura, simili: la stravaganza con un pizzico di follia. Sicuramente fra i due quello davvero matto da legare è il Cappellaio Matto, ma anche Willy Wonka ha quella sana dose di stranezza fascinosa da poterlo accostare al personaggio de Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Parliamo di questi due personaggi non solo perché nascono da penne brillanti, il primo citato da quella di Roal Dahl, il secondo da quella di Lewis Carroll, ma perché Johnny Depp attraverso il suo eclettismo è riuscito a dare a entrambi un tono e una verve tali da potenziare al massimo la loro natura già di per sé magnetica e curiosa.

L’attore è riuscito a far diventare concreti due character che già nelle pagine dei loro autori erano riusciti a prorompere nella storia, e nel “materializzarli” sullo schermo Depp ha dato loro una parte di sé che potesse caratterizzarli al meglio rendendoli unici: la sua intrigante ambivalenza. Willy Wonka soprattutto e il Cappellaio Matto sono già di per sé personaggi ambigui, misteriosi, indecifrabili. Proprio come Johnny Depp, da sempre uomo di difficile comprensione. La sua firma è incisa e indelebile nell’interpretazione che dà di loro, e se ci pensiamo bene, tolti gli strati di trucco sia da uno che dall’altro, quello che potrebbe rimanere è proprio Depp, senza filtri. Nel caso del Cappellaio Matto la somiglianza è ancor più evidente nel carattere generale, ed è stato lo stesso attore a innescare questa riflessione dicendo questo di lui: “Ho scelto di guardare il Cappellaio da questa prospettiva e di vederlo come una persona danneggiata, fisicamente ed emotivamente. Al contrario della follia con cui viene solitamente identificato ho scelto di esplorare tutti i lati della sua personalità: egli è in grado di passare da una totale leggerezza ad una rabbia molto pericolosa che poi si trasforma in tragedia e depressione.”

Se si analizzano queste parole, è evidente che il Cappellaio Matto condivida con Johnny Depp una vita fatta di altalene emotive, e forse Depp non ha dovuto poi così tanto sforzarsi per interpretarlo proprio perché lo rispecchiava. Era quell’amico da abbracciare e aiutare, perché attraversava le sue stesse difficoltà. Non sono sconosciuti i momenti di sofferenza e degrado in cui è caduto l’attore negli anni, basti pensare alla condizione infelice in cui si trovava prima degli anni Novanta. O quando sfogò tutta la sua rabbia mettendo a soqquadro la suite in cui era con l’ex fidanzata Kate Moss e poi fu arrestato. O ancora, la suddetta terribile vicenda legale con l’ex moglie Heard. Tutti momenti bui personali che si sono alternati a momenti di grande successo professionale, trai film con Tim Burton, il successo planetario di Pirati dei Caraibi che lo ha reso una vera star internazionale, e una serie di film che ne hanno fatto apprezzare le doti di interprete sensibile ed elegante, anche lontano dalle maschere. Un’esistenza turbolenta, che ha reso Johnny Depp molto criptico e per certi versi un uomo discreto che cerca di trovare la gioia in piccole cose, come la sua Hollywood Vampires, la band con la quale suona in giro per il mondo. O come Alice per il Cappellaio. Qualcosa che cerca di farti stare in equilibrio… per quanto possibile.

Figliolo, sono capitan Jack Sparrow, comprendi?

Una bussola che punta in direzione dei propri desideri. Una nave piratesca chiamata “La Perla Nera”. Un tricorno in pelle sbiadito dal sole battente dei Caraibi. Frasi apparentemente senza senso. Un Capitano comico. Parliamo di Jack Sparrow, il personaggio più divertente e iconico che Johnny Depp abbia interpretato nella sua carriera. Quello più amato e remunerativo. Quasi idolatrato. Quello da cui l’attore non si è mai realmente separato, ma anzi continua ad essergli attaccato in maniera viscerale. Johnny Depp è Jack Sparrow, e l’uno non può esistere senza l’altro. Concludiamo questo viaggio nei personaggi maggiormente rappresentativi dell’attore proprio con lui, il pirata dal grande cuore.

Per interpretare il protagonista della saga piratesca più amata di sempre, Pirati dei Caraibi per l’appunto, Depp non ha avuto margini di manovra o limiti, ed è stato libero di modellarlo in base alla visione che aveva di lui, del tutto strana ma simpatica. Seppur ad un certo punto abbia dovuto appendere cappello e bussola e lasciare il ruolo per cause di forza maggiore (ricordiamo che è stato allontanato dalla Disney che non voleva essere associata a un molestatore quando fu accusato dall’ex moglie di abusi domestici), Jack Sparrow non ha mai smesso di esistere grazie soprattutto al fatto che l’attore ci ha messo molto del suo nello strambo pirata. Non dovendo sottostare alle “linee guida” di un romanzo, ma semplicemente alla volontà di fare un film per famiglie che avesse, quindi, personaggi divertenti, Depp ha potuto dare al Capitano della Perla Nera alcune sue caratteristiche.

Jack Sparrow è infatti solo apparentemente burbero, facilmente giudicabile per la sua sfrontatezza e la sua ubriachezza, che parla a vanvera e a volte non si capisce quello che dice. Ma in realtà, guardando oltre, questo personaggio è buono, leale ai suoi compagni, in fondo generoso e molto spassoso. È, soprattutto, davvero intelligente e non si fa abbindolare, seppur sembri uno sciocco che farfuglia. Se il suo pirata è così, è perché Johnny Depp gli ha dato un taglio caratteriale che gli appartiene, nel quale si riconosce e può riflettersi. È lui, in versione piratesca. E soprattutto, proprio come Jack Sparrow, Johnny Depp nel suo tortuoso percorso che lo ha visto barcamenarsi fra una Hollywood che chiedeva la sua testa e un’instabilità – mentale – palese, non ha mai smesso di camminare a testa alta, cercando sempre di non perdere la sua preziosa dignità. E così Johnny ha dato a Jack tutto quello che aveva: sarcasmo, ribellione, bontà, enigma.

L’attore però non ha conferito al pirata solo parte del suo carattere, bensì si è curato anche della sua estetica a seconda dei suoi gusti personali, ispirandosi a uno dei suoi cantanti preferiti, Keith Richard, che in Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo ha vestito proprio i panni del padre di Sparrow. Venendo ripagato, per tutto questo, con amore e fedeltà. Johnny Depp, perciò, arriva ai suoi sessant’anni portandosi dietro un bagaglio importante di maschere e personaggi che hanno contribuito a renderlo la persona che è ora. In essi si è ritrovato, con essi si è capito meglio, ha stabilito un ponte fra lui e loro, e fra loro e il pubblico. Johnny Depp deve ringraziare i suoi personaggi per averlo arricchito. E i suoi personaggi devono ringraziare Johnny Depp per averli fatti brillare.

Spider-Man: Across the Spider-Verse: chi è Spider-Punk?

La storia di Spider-Man: Across the Spider-Verse, film arrivato nelle sale italiane il 1 giugno, e sequel di Spider-Man: Into the Spider-Verse, porta il pubblico alla conoscenza di nuovi Spider-Man, tutti diversi fra loro. Fra quelli che più hanno colpito, sia per l’estetica che per il carattere, è sicuramente Spider-Punk, lo Spider-Man anarchico, che in questa nuova narrazione rappresenta una versione dell’Uomo Ragno molto rock, con una chitarra sulle spalle e il gilet borchiato, guadagnandosi subito numerosi apprezzamenti. Spider-Punk è un ribelle, in lotta per la libertà, e con una personalità piena di fascino e magnetica, tanto che è impossibile non provare per lui una simpatia. Ma chi è, davvero, Spider-Punk?

Spider-Punk, ossia Hobart “Hobie” Brown

Lo Spider-Man della Terra-138, che abbiamo imparato a conoscere come Spider-Punk, nel suo pianeta si fa chiamare con il vero nome, ossia Hobart “Hobie” Brown. È lo Spider-Man anarchico, creato dalla penna Dan Slott e dalla matita di Olivier Coipel, che ha fatto la sua prima apparizione in Amazing Spider-Man #10 nel 2015. Inizialmente, questa versione di Spider-Man super rock era destinata al design di Spider-UK, ma Dan Slott era talmente affezionato al personaggio realizzato, che decise di trasformarlo in uno a sé stante. Spider-Punk combina lo stile punk rock inglese con il classico costume di Spider-Man, dandogli un aspetto più trasgressivo ma, allo stesso tempo, determinato.

Hobie è diventato Spider-Punk quando era un adolescente senzatetto, dopo essere stato morso da un ragno radioattivo generato da uno scarico illegale di rifiuti. In seguito all’acquisizione dei suoi poteri, Hobie si è poi trasformato in un eroe con una missione specifica: combattere per la libertà. Fondando, successivamente, l’Esercito del Ragno, pronto per lottare contro la dittatura fascista con a capo Ozzy Osborn. Spider-Punk è dotato dei classici poteri dei ragni, quelli che siamo abituati a vedere nel normale Spider-Man, ed è anche una vera rockstar che suona in una band.

Tra l’altro, Hobie è anche grande sostenitore della Gwen Stacy di Terra-138, un’altra musicista molto famosa sul suo pianeta. Nell’universo principale di Terra-616, Hobie è un personaggio che, prima di diventare un eroe, è stato un cattivo. In questa Terra, prende il mantello di Prowler, un personaggio usato dallo zio di Miles Morales, Aaron Davis, in Spider-Man: Into the Spider-Verse.

Terra-138: cosa accade?

L’America della Terra-138 di Spider-Punk è gestita dalle corporazioni. L’atmosfera non è delle più tranquille e distese e a livello sociale c’è molta povertà, ingiustizia e forze di polizia militarizzate. L’amministratore delegato della Oscorp di Terra-138, Ozzy Osborn, è Presidente degli Stati Uniti, indi per cui ha potuto basare la sua politica governativa su un regime totalitario, per poter avere il controllo su tutti. La Oscorp è poi responsabile della creazione di Variable Engagement Neuro-sensitive Organic Mesh (V.E.N.O.M.), un potenziamento simile a un simbionte sfruttato dalle forze armate di Osborn.

La Terra-138 è, inoltre, molto più violenta e aggressiva rispetto alla 616, e Spider-Punk, che ha un atteggiamento “da tosto”, è riflesso del suo mondo. Se Spider-Punk è definito l’Uomo Ragno anarchico c’è anche un motivo preciso: lui è a capo di tutti i ribelli che lottano per la libertà negata da Osborn, e che sono quindi contro il fascismo da lui generato. Quando scende in piazza per le rivolte, questo gruppo di combattenti sfrutta il potere della musica punk rock per generare forti onde sonore destabilizzanti contro i poliziotti. Nella storia di Spider-Punk su Terra-138, questo riesce alla fine a sconfiggere Osborn uccidendolo con la sua chitarra elettrica.

Spider-Punk in Spider-Man: Across the Spider-Verse

Il pubblico incontra al cinema Spider-Punk, ossia Hobart Brown, per la prima volta, grazie a Spider-Man: Across the Spider-Verse, che nella versione originale è doppiato da Daniel Kaluuya, il quale non è sconosciuto alla Marvel, avendo vestito i panni di W’Kabi in Black Panther. Nel film, vediamo Spider-Punk consigliare più volte Miles Morales, e quando quest’ultimo è interrogato da Spider-Man 2099, i commenti contro il governo e i suoi detentori, accompagnati dal suo essere sempre distaccato, sono umoristicamente motivanti.

Miles vede Spider-Punk come una fonte d’ispirazione dalla quale attingere, e riceve da quest’ultimo alcuni insegnamenti sul fare la cosa giusta e sul doversi ribellare. Spider-Punk diventa un elemento essenziale nella storia, basti pensare che nel momento in cui l’amica Gwen è bloccata nel suo stesso universo, è proprio lui a mandarle la tecnologia necessaria per aiutarla. Spider-Punk è un personaggio continuamente in lotta, sempre pronto ad aiutare l’altro e che va avanti proprio grazie al suo temperamento ribelle e bellicoso.

Transformers – Il Risveglio: la spiegazione del finale

I Transformers sono tornati con Transformers – Il Risveglio, settimo capitolo dell’amata saga action fantascientifica basata sui giocattoli e serie animate della Hasbro. A dirigere il nuovo film, nel quale vengono introdotti nuovi Trasformers sia come alleati che come nemici, è Steven Caple Jr., con il veterano Michael Bay in veste di produttore. Transformers – Il Risveglio è introdotto nel franchise come primo capitolo di una nuova trilogia e, in quanto tale, ha una storia ricca di nuovi villain, manufatti e possibili – e incredibili – crossover.

Oltre a inserire alcune interessanti novità nel mondo dei Transformers, il film sgancia un’informazione-bomba poco prima dei titoli di coda: questi non sono gli unici a combattere contro l’oscurità e il male. Ma cosa significa, questo, per i Transfomers e il loro mondo? Per capirlo, analizziamo il finale e capiamo quali potrebbero essere le ripercussioni sul futuro del franchise.

La Chiave Transwarp: cosa rappresenta?

Alcuni secoli prima degli eventi mostrati in Transformers – Il Risveglio, il pianeta natio dei Maximals era stato colpito da Unicron, Dio oscuro dei Transformers che si nutre di corpi celesti ricchi di Energon per rimanere in vita. Il pianeta era finito nel suo mirino poiché i Maximal avevano il compito di proteggere la Chiave Transwarp, un artefatto mistico capace di generare portali attraverso lo spazio e il tempo. Unicron voleva la Chiave per potersi spostare nello spazio e andare alla ricerca di nuove terre da mangiare, spingendo così i Maximal a sacrificarsi – e con essi il loro pianeta – per salvare l’universo da questa grossa minaccia.

Apelinq, loro leader, aveva però deciso di restare per poter contrastare Scourge, che fra i servitori di Unicron è quello maggiormente pericoloso e letale. Nello stesso momento, Optimus Primal aveva guidato i Maximal attraverso un portale spazio-temporale, con lo scopo di poter mettere al sicuro la Chiave Transwarp e impedire a quest’ultimo di impossessarsene. Il Dio era così rimasto intrappolato vicino al pianeta dei Maximals, nutrendosi della loro casa, pur consapevole che sarebbe morto di fame per sempre se non fosse riuscito ad avere la Chiave. Ordinando poi a Scourge e ai suoi Terrorcons di cercarla in tutto l’universo per trovarla.

I Maximal, che dovevano proteggere la Chiave, si erano rifugiati sulla Terra, e una volta arrivati lì l’avevano divisa a metà, per poi nasconderla ai due lati opposti del pianeta. Siamo ora nel 1994, nel tempo di Transformers – Il Risveglio, quando l’archeologa Elena Wallace si imbatte nella Chiave Transwarp e la attiva senza neppure volerlo, portando da una parte i Terrorcons sulla Terra, dall’altra i Maximals e gli Autobots a unirsi per sconfiggere Unicron.

Maximals e Autobots: sconfitte e morti

In Transformers – Il Risveglio il cuore del racconto è un’avventura itinerante che vede protagonisti gli Autobot e i loro alleati in missione per trovare la seconda metà della Chiave Transwarp. Optimus Prime ha bisogno della Chiave per ricondurre gli Autobot su Cybertron, nella speranza di avere un finale in cui i Decepticon, da quella guerra, ne escono sconfitti. Gli Autobot, come svela lo stesso Prime, sono rimasti sulla Terra per sette anni senza poter andare via, dagli eventi di Bumblebee, i quali si svolgono nel1987.

Quando i Terrorcons uccidono Bumblebee, impadronendosi della prima metà della Chiave Transwarp , per Prime la missione diventa ancora più urgente e prioritaria. Ma la sua ricerca della Chiave fa sì che la Terra, a quel punto, si trasformi in un obiettivo di Unicron da annientare. A quel punto, Elena e l’ex soldato Noah Diaz credono che l’unico modo per risolvere la questione sia neutralizzare la Chiave, intrappolando per l’eternità il Dio in un angolo remoto dello spazio. Così i due, insieme agli Autobot, stringono un’alleanza – poco solida – che si protrae per gran parte del film.

Anche i Maximals, nella lotta contro i Terrorcons, non hanno la meglio. Unicron nel frattempo ha bisogno che tutti i suoi sudditi gli siano fedeli e per far sì che questo avvenga, corrompe le loro anime, legandole alla sua volontà. Con lo stesso potere, Scourge attacca la Maximal Airazor, sconquassandole la mente, tanto che quest’ultima tradisce i suoi compagni e, alla fine, viene uccisa da Primal. L’abbattimento di Airzaor crea il momento perfetto per i Terrocons per sottrarre loro la seconda metà della Chiave Transwarp.

La guerra di Unicron

Nella battaglia conclusiva di Transformers – Il Risveglio, Scourge – che ha causato la morte di un Maximal – riesce a utilizzare la Chiave Transwarp per aprire un portale e far arrivare Unicron sulla Terra. Ma essendo il Dio veramente molto ingombrante, questi richiede del tempo per essere aperto, dando modo agli altri di attaccare i Terrorcons e salvare il pianeta. Ogni incomprensione e differenza fra umani, Autobot e Maximal viene accantonata, e uniscono le loro forze per sconfiggere il male più grande: l’oscurità, in questo caso rappresentata da Unicron. Tutte le fazioni capiscono però che distruggere la Chiave non è una strada percorribile, poiché l’esplosione che ne deriverebbe creerebbe un evento di risucchio tale da annientare tutti quelli che lo circondano.

Così il gruppo di eroi sceglie di sfruttare un vecchio codice di sicurezza per spegnere la macchina di Scourge. Gli umani, utilizzando piccoli condotti, possono giungere al pannello di controllo della Chiave Transwarp, mentre Autobot e Maximal attaccano la base dei Terrorcons, creando un diversivo. Purtroppo però il piano non va a buon fine a causa di Unicron che usa il portale spazio-temporale per mandare rinforzi ai Terrorcons. Non solo: Scourge non lascia la sua postazione, rimanendo vicino al pannello di controllo.

A quel punto non c’è più alternativa: per far sì che Elena e Noah abbiano modo di disattivare la Chiave Transwarp, Mirage combatte da solo contro Scourge, ma quest’ultimo è decisamente troppo potente, e lo abbatte. Mirage, però, non muore, e utilizza ogni componente del proprio corpo per realizzare un’armatura da combattimento per Noah, trasformandolo in un guerriero che ora può affrontare i Terrorcons. Altri rinforzi arrivano da Bumblebee, che viene rianimato quando la Chiave si riattiva, potendo così combattere accanto ai propri amici e aiutarli. I Terrorcons vengono neutralizzati, ed Elena può inserire il codice di uccisione sul terminale di controllo della Chiave.

Poco prima di morire, però, Scourge riesce a distruggere il terminale: l’arrivo di Unicron non si può più evitare. Mentre tutto sembra stare per avere un epilogo disastroso, Prime ordina la ritirata, sacrificandosi nel tentativo di fare a pezzi da solo la Chiave Transwarp. Demolita la Chiave, il portale si chiude e con esso Unicron viene imprigionato nello spazio, ma anche Prime viene risucchiato dal portale. Noah, però, con l’aiuto di Primal, riesce a salvarlo, evitando che vengano distrutti. Con la Chiave Transwarp fuori gioco, Autobot e Maximal non possono più lasciare il pianeta perché non hanno altre soluzioni. In ogni caso Optimus Prime è consapevole di un possibile ritorno di Unicron, considerato che non è morto, e vuole comunque, in ogni caso, proteggere la Terra insieme a Primal.

In arrivo un crossover?

Prima dello scorrere dei titoli di coda, un’ultima scena di Transformers – Il Risveglio, preannuncia un crossover molto interessante, atteso da moltissimo tempo dai fan di tutta la saga. Nelle ultime immagini, vediamo Noah – rientrato a New York – cercare un’occupazione come agente di sicurezza. Nell’ultimo colloquio che svolge, l’intervistatore gli svela di essere membro di un’agenzia governativa segreta alle prese con una guerra in cui cercano di impedire che il mondo venga annientato. Vorrebbe che Noah e i suoi nuovi amici ne entrassero a far parte e, in cambio, per aver salvato il mondo, loro si occuperebbero delle spese mediche del fratello minore di Noah per sempre, dandogli le cure di cui ha bisogno.

In seguito, un frame mostra un biglietto da visita che è stato dato a Noah nel colloquio, in cui si legge il nome dell’agenzia: G.I. Joe. Questa è un’altra linea di giocattoli Hasbro, che ha una storia molto intricata con i Transformers. Hasbro aveva provato a debuttare con un franchise interamente dedicato ai personaggi dei G.I. Joe e, non riuscendo a far andare in porto la cosa, ha deciso con Paramount di inserirli nell’universo dei Transformers, portando quindi in sala un crossover.

Nemico pubblico: trama, cast e curiosità sul film con Will Smith

Più volte il cinema si è dimostrato precursore di tematiche ed eventi poi divenuti di grande attualità. Attraverso il suo racconto e le sue infinite possibilità, la settima arte ha infatti avuto modo di immaginare il mondo e le società del futuro, dimostrando una precisione spesso sconvolgente. Uno dei titoli più affascinanti facenti parte di questo filone è Nemico pubblico, thriller del 1998 diretto dal regista Tony Scott. Al centro di questo si affronta il mondo dello spionaggio e della sicurezza nazionale e privata. Tematiche che oggi sono parte integrante del XXI Secolo e che qui trovano un loro primo campo di indagine.

In seguito agli eventi dell’11 settembre 2001, e alle rivelazioni fatte da Edward Snowden, Nemico pubblico è infatti stato riscoperto come opera che aveva in un certo senso previsto quanto sarebbe accaduto, come anche il sempre più decisivo ruolo svolto dalle intercettazioni. Si tratta dunque di una sorta di rielaborazione in chiave più contemporanea del capolavoro del 1974 La conversazione, avente non a caso lo stesso attore protagonista del film del 1998. Apprezzato per la qualità della sua scrittura, per l’intreccio narrativo e le interpretazioni dei protagonisti, ancora oggi è indicato come uno dei più brillanti thriller degli ultimi decenni.

Le caratteristiche sin qui esposte non potevano infatti far passare inosservato il film, da subito accolto con grande interesse. Sin dal suo debutto, infatti, Nemico pubblico si rivelò infatti un enorme successo. A fronte di un budget di 90 milioni di dollari, questo arrivò ad incassarne circa 250 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Nemico pubblico spiegazione finale film

La trama di Nemico pubblico

Ambientato a Baltimora, il film vede Thomas Brian Reynolds, capo di una sezione della National Security Agency, ordinare l’uccisione di un rappresentante del congresso non disposto a farsi corrompere. L’omicidio viene però ripreso da una videocamera installata dal ricercatore Daniel Zavitz, il quale si rende conto dell’importanza del filmato in suo possesso. Da subito questi si ritrova inseguito dagli agenti di Reynold, i quali hanno il chiaro compito di farlo fuori. Prima di essere ucciso, Zavitz riesce fortuitamente ad incontrare un suo vecchio amico. Si tratta di Robert Clayton Dean, procuratore legale da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori.

Questi non sospetta minimamente che l’incontro con l’amico Daniel lo ha reso parte di un pericoloso gioco di potere. Dean si ritrova infatti inspiegabilmente interrogato dai servizi segreti, ma non sa nulla di ciò che vogliono sapere. Le cose cambieranno nel momento in cui scoprirà che prima di morire Zavitz gli ha lasciato la registrazione del pericoloso video nella busta dei regali per i suoi figli. Per uscire da quella situazione, si avvarrà delle sue conoscenze, come anche dell’aiuto di Edward Lyle, detto Brill. Ex agente del NSA, questi si offre di aiutare Dean a svelare il complotto che rischia di far tremare l’intera sicurezza nazionale.

Nemico pubblico cast

Il cast del film

Ad interpretare il ruolo dell’agente in pensione Edward Lyle è il premio Oscar Gene Hackman. Questi, che aveva già recitato in un film simile come La conversazione, rifiutò il ruolo svariate volte, non convinto dalla trama. Alla fine, fu solo una chiamata diretta del regista che lo convinse ad accettare la parte. Il personaggio da lui interpretato, inoltre, è considerato da alcuni essere lo stesso del film del 1974, solo con un altro nome. Hackman, però, non ha mai rivelato la sua opinione a riguardo. Nonostante sia indicato come uno dei protagonisti, inoltre, l’attore fa la sua comparsa nel film soltanto a quasi un’ora dall’inizio. Sono poi presenti gli attori Jon Voight nei panni di Thomas Brian Reynolds, mentre Gabriel Byrne è il falso Brill.

Vero protagonista del film è però il personaggio di Robert Clayton Dean. Originariamente, per questo ruolo erano stati presi in considerazione gli attori Mel Gibson e Tom Cruise. Ad ottenere la parte, però, fu Will Smith. Questi fece di tutto pur di far parte del film soltanto per la possibilità di recitare accanto ad Hackman. La chimica nata tra i due è stata poi indicata come una delle cose più memorabili del film. Accanto a Smith, nei panni di sua moglie, si ritrova l’attrice Regina King, attualmente nota per essere la regista del film One Night in Miami. Nel film sono poi presenti diversi attori oggi noti, qui alle loro prime esperienze. Tra questi si annoverano Jack Black nei panni di Fiedler e Seth Green in quelli di Selby. Daniel Zavitz è invece interpretato da Jason Lee.

Il trailer di Nemico pubblico e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Nemico pubblico grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Disney+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 10 febbraio alle ore 21:25 su canale Nove.

Fonte: IMDb

Il quarto tipo: la vera storia dietro al film sugli alieni

Se un incontro ravvicinato del III° tipo corrisponde al contatto con extraterrestri o UFO, il cosiddetto incontro del IV° tipo descrive esperienze di rapimento subite dagli umani da parte di soggetti alieni. Proprio questo secondo tipo di situazione è alla base del film del 2009 Il quarto tipo (qui la recensione), dove si mescola fantascienza, horror e mistero. Scritto e diretto da Olatunde Osunsanmi, celebre anche per titoli “simili” come Falling Skies e Star Trek: Discovery, questo lungometraggio porta gli spettatori a vivere un’esperienza che tenta di proporre in chiave documentaristica episodi la cui veridicità rimane ancora oggi di difficile classificazione.

Il film è infatti a suo modo un mockumentary che si offre come la drammatica rievocazione di eventi veri accaduti a Nome, in Alaska. Affascinato dall’argomento, Osunsanmi ha dunque condotto numerose ricerche a riguardo, convincendosi di voler trattare l’argomento con un linguaggio cinematografico che rendesse difficile distinguere il vero dal falso, lasciando dunque allo spettatore il compito di credere o meno a quanto visto. Al di là di ciò, obiettivo evidente del film è anche quello di utilizzare la vicenda dei rapimenti alieni come base di partenza per un horror che si distingua rispetto ad altri titoli di questo genere.

Pur se accolto in modo tiepido dalla critica e dal pubblico, negli anni Il quarto tipo è diventato un titolo piuttosto ricercato, specialmente dagli appassionati di fantascienza e di paranormale. Pur con i suoi difetti, è infatti un film che offre un’interessante rilettura di situazioni ad ogni modo realmente verificatesi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro al film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

Il quarto tipo: la trama e il cast del film

Protagonista del film è la psicologa Abbey Tyler, la quale si occupa di trattare pazienti affetti da disturbi del sonno. Il più delle volte, questi sono causati da traumi avvenuti nel passato. C’è però un elemento comune che torna continuamente nel racconto di ognuno dei suoi pazienti. Tutti affermano infatti di aver visto un gufo bianco osservarli di notte. Quando si imbatte in Tommy Fisher, un nuovo problematico paziente che afferma questa stessa cosa, Abbey inizia a comprendere che c’è qualcosa di strano e decide di indagare. Più va a fondo nei traumi di Fisher, però, più vedrà emergere realtà spaventose, inimmaginabili. La stessa dottoressa avrà modo di sperimentare tutto ciò sulla propria pelle.

Ad interpretare la dottoressa Abbey Tyler vi è l’attrice Milla Jovovich, rimasta particolarmente colpita dalla storia. All’inizio del film, la Jovovich informa il pubblico che interpreterà un personaggio basato su una persona reale di nome Abigail Tyler e che il film conterrà filmati d’archivio della vera Tyler. La “Abigail Tyler” vista nel filmato d’archivio è in realtà interpretata da Charlotte Milchard e, in vari punti del film, le scene del filmato d’archivio e le relative rievocazioni drammatiche vengono presentate fianco a fianco. Nel ruolo di Tommy Fisher vi è invece l’attore Corey Johnson, mentre Elias Koteas è il dottor Abel Campos. Completano il cast Hakeem Kae-Kazim nei panni del dottor Awolowa Odusami e Will Patton in quelli dello sceriffo August.

Il quarto tipo storia vera

Il quarto tipo: la vera storia dietro al film

Per quanto il film costruisca un racconto ispirandosi a vere testimonianze e sulla definizione di “incontro del IV° tipo”, quella presentata nel film non è propriamente una storia realmente accaduta. Il quarto tipo, d’altronde, è classificabile come mockumentary, ovvero un racconto realizzato con i mezzi espressivi del documentario per dare sensazione di verità in quanto si mostra. In realtà è però un’opera di finzione camuffata sotto questo stratagemma. Il contenuto del racconto, tuttavia, trova delle basi in vere testimonianze di persone che affermano di essere state vittime di rapimenti alieni. Nella vera Nome, cittadina dell’Alaska, sono infatti diverse le persone scomparse nel corso degli anni e di cui non si sono più avute notizie.

Le interviste ingannevoli presenti nel film hanno però fatto arrabbiare le famiglie delle vere persone scomparse a Nome, in Alaska, per aver banalizzato la loro perdita. Melanie Edwards, vicepresidente di Kawerak Inc. (un’organizzazione che rappresenta i popoli indigeni dell’Alaska), ha descritto il film come “insensibile ai familiari delle persone scomparse a Nome nel corso degli anni“. La Universal ha però rifiutato di discutere del film con quell’organizzazione o con i giornalisti locali. Per evitare ulteriori fraintendimenti, i titoli di coda del film non includono la solita sezione con la scritta “Gli eventi e le persone raffigurati in questo film sono fittizi...” né quella riportante “Il film è basato su eventi reali…“.

Il quarto tipo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il quarto tipo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 9 giugno alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Il quarto tipo in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Fonte: IMDb, CreepyCatalog

Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 3: il Trailer Ufficiale

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Universal Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco 3, il film che chiude la trilogia della storia d’amore e di famiglia di Toula (Nia Vardalos) e Ian (John Corbett).

Dalla scrittrice e regista Nia Vardalos, il fenomeno mondiale Il Mio Grosso Grasso Matrimonio Greco torna al cinema con una nuova avventura. Unisciti ai Portokalos in una riunione di famiglia in Grecia per un viaggio commovente ed esilarante, ricco di amore e di colpi di scena. Opa!

Diretto da Joel Zwick, Il mio grosso grasso matrimonio greco segue Fotoula “Toula” Portokalos (Vardalos), una giovane donna greco-americana che si innamora del non greco Ian Miller (John Corbett). Caratterizzato da un cast di supporto stellare che include il defunto Michael Constantine nei panni del padre di Toula Windex, Gus e Lainie Kazan nei panni della madre di Toula, Maria, l’affascinante film ha generato una serie TV sequel di breve durata e un sequel del 2016, Il mio grosso grasso matrimonio greco 2. Le prime notizie di un terzo adattamento sono arrivate a giugno del 2022.

Infiltrati alla casa bianca – White House Plumbers, la nuova miniserie HBO sul Watergate

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A dimostrazione che la storia a volte può essere più incredibile della finzione, Infiltrati alla casa bianca – White House Plumbers, la nuova miniserie HBO con Woody Harrelson (True Detective, Hunger Games) e Justin Theroux (Six Feet Under, Joker), racconta in modo lucido e dissacrante gli eventi meno noti che hanno portato a uno dei più grandi scandali della politica americana, il Watergate. Creata dai vincitori degli Emmy Awards Alex Gregory and Peter Huyck (Veep), e diretta da David Mandel (Veep), la serie sarà disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dall’11 giugno (data a partire dalla quale i cinque episodi saranno proposti uno alla settimana tutte le domeniche su Sky Atlantic).

Infiltrati alla casa bianca – White House Plumbers porta il pubblico dietro le quinte dello scandalo Watergate, seguendo le vicende dei sabotatori politici di Nixon, E. Howard Hunt (Woody Harrelson) e G. Gordon Liddy (Justin Theroux), che accidentalmente riuscirono a rovesciare la presidenza che stavano tanto zelantemente cercando di proteggere… e insieme ad essa le loro famiglie. Si parte dal 1971, quando la Casa Bianca assume Hunt e Liddy, rispettivamente ex CIA e ex FBI, per indagare sulla fuga di notizie dei Pentagon Papers.

La serie affronta con disincanto una pagina di storia che sconvolse il mondo politico, riportando i fatti con una nota di leggerezza e sarcasmo che dà modo agli spettatori di rileggere con ironia una vicenda complessa che fece crollare il mito dell’invulnerabilità della Casa Bianca.

Nel cast anche Lena Headey (già indimenticata Cersei de Il Trono di Spade) e Judy Greer (Californication, Mad Love) rispettivamente nei panni di Dorothy Hunt e Fran Liddy. Domhnall Gleeson (Anna Karenina) interpreta invece il consulente legale della Casa Bianca, John Dean, mentre Toby Huss (Blonde) veste i panni dell’agente della CIA James McCord.

Diretta e prodotta da David Mandel; creata, scritta e prodotta da Alex Gregory e Peter Huyck; produttori esecutivi Frank Rich, David Bernad, Gregg Fienberg, Justin Theroux, Woody Harrelson, Len Amato e Ruben Fleischer. Una co-produzione HBO con wiip, produttori esecutivi Paul Lee, Mark Roybal and Nne Ebong.

Elemental, il cantante Mr.Rain interpreta il brano originale “Per sempre ci sarò”

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Nella versione italiana del nuovo film Disney e Pixar Elemental, il cantante Mr.Rain interpreta il brano originale “Per sempre ci sarò”, di cui ha curato anche l’adattamento. Il pubblico potrà ascoltare parte della canzone durante il film e l’intero singolo nei titoli di coda del lungometraggio d’animazione che arriverà il 21 giugno nelle sale italiane. “Per sempre ci sarò” è ora disponibile sulle piattaforme digitali Link Spotify.

La colonna sonora originale del film, che include il singolo “Per sempre ci sarò” e le musiche originali composte e dirette da Thomas Newman, sarà disponibile dal 16 giugno sulle piattaforme digitali.

Nel film, il brano “Per sempre ci sarò” contribuisce a dar vita a uno straordinario viaggio attraverso Element City in cui la brillante ragazza di Fuoco, Ember, e il ragazzo di Acqua che “segue la corrente”, Wade, si rendono conto che forse non sono poi così diversi. Nella versione originale del film, il brano “Steal the Show” è interpretato dal cantautore, produttore e polistrumentista multi-platino Lauv che ha lavorato sul singolo con il compositore Thomas Newman – che ha firmato le colonne sonore dei film Pixar Alla ricerca di Nemo, WALLE e Alla ricerca di Dory – e con l’autore Michael Matosic.

Elemental è un nuovo lungometraggio originale ambientato a Element City dove gli elementi – Fuoco, Acqua, Terra e Aria – vivono insieme. La storia introduce Ember, un’“ardente” giovane donna, la cui amicizia con un ragazzo di nome Wade, divertente e sdolcinato, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui vivono.

Nella versione italiana del film, prestano le proprie voci Valentina Romani nel ruolo di Ember, una brillante ragazza di Fuoco sulla ventina con un grande senso dell’umorismo che ama la sua famiglia ma che a volte si infiamma facilmente; Stefano De Martino nel ruolo di Wade, un attento ed empatico ventenne di Acqua che non ha paura di mostrare le proprie emozioni, che sono difficili da non notare; Serra Yilmaz nel ruolo della mamma di Ember, Cinder; e Hal Yamanouchi nel ruolo del padre di Ember prossimo alla pensione, Bernie. Inoltre, Francesco Bagnaia, pilota motociclistico e campione del mondo in carica di MotoGP, interpreta uno speciale cameo nel ruolo di “Pecco”.

Elemental è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore esecutivo. La sceneggiatura è di John Hoberg & Kat Likkel e Brenda Hsueh, con un soggetto di Sohn, Hoberg & Likkel e Hsueh. Elemental arriverà il 21 giugno nelle sale italiane, insieme al nuovo cortometraggio Pixar L’Appuntamento di Carl.

Operazione Speciale: Lioness, teaser trailer italiano della nuova serie di Taylor Sheridan con Zoe Saldaña

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Paramount+ ha rilasciato il primo trailer e fissato la data di uscita dell’ultimo progetto stellare dal creatore di Yellowstone Taylor Sheridan, la serie di spy thriller Operazione Speciale: Lioness. Paramount+ ha presentato oggi il teaser trailer e la key art dell’attesissima serie originale Operazione Speciale: Lioness, che debutterà domenica 23 luglio in Italia.

La trama di Operazione Speciale: Lioness

Secondo la sinossi ufficiale, lo show “segue la vita di Joe (Zoe Saldaña) mentre cerca di bilanciare la sua vita personale e professionale come punta di diamante della CIA nella guerra al terrore”. “Il programma Lioness, supervisionato da Kaitlyn Meade (Nicole Kidman) e Donald Westfield (Michael Kelly), arruola un aggressivo Marine Raider di nome Cruz (Laysla De Oliveira) per operare sotto copertura al fianco di Joe tra i potenti mediatori del terrorismo di Stato negli sforzi della CIA per contrastare il prossimo 11 settembre”.

La serie tv Operazione Speciale: Lioness è interpretato anche da Morgan Freeman, Dave Annable, Jill Wagner, LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton, Stephanie Nur e Hannah Love Lanier. Saldaña ha rivelato che Sheridan l’ha reclutata personalmente per la serie. “Mi ha mandato un pilota che voleva che leggessi, e se avessi risposto bene, voleva davvero continuare a scrivere questo personaggio intorno a me“, ha detto a Vanity Fair. “Quando ricevi una chiamata da qualcuno come Taylor Sheridan… Lavori davvero sodo.” Zoe Saldaña, reduce dal successo di Avatar: la via dell’acqua e ora in sala con Guardiani della Galassia Vol. 3

La serie tv

OPERAZIONE SPECIALE: LIONESS, ispirato a un vero programma militare statunitense, segue la vita di Joe (Saldaña) mentre cerca di bilanciare la sua vita personale e professionale come punto di riferimento della CIA nella guerra al terrorismo. Il programma Lioness, supervisionato da Kaitlyn Meade (Kidman) e Donald Westfield (Kelly), arruola un’aggressiva Marine Raider di nome Cruz (De Oliveira) per operare sotto copertura insieme a Joe tra i potenti del terrorismo di Stato negli sforzi della CIA per sventare il prossimo 11 settembre.

Fidanzata in Affitto: trailer del film con Jennifer Lawrence

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Ecco il trailer di Fidanzata in Affitto diretto da Gene Stupnitsky con Jennifer Lawrence, Andrew Feldman, Laura Benanti, Natalie Morales e Matthew Broderick. Dal 21 giugno solo al cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Il trailer italiano di Fidanzata in affitto, la nuova commedia Sony Pictures interpretata da Jennifer Lawrence e diretta da Gene Stupnitsky (Good Boys – Quei cattivi ragazzi). Nel film oltre a Jennifer Lawrence anche Andrew Feldman (Guida turistica per innamorarsi), Laura Benanti (Gossip Girl), Natalie Morales (Amiche per la morte – Dead to Me) e Matthew Broderick (Manchester by the Sea). Fidanzata in affitto sarà solo al cinema dal 21 giugno, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

Sul punto di perdere la casa della sua infanzia, Maddie (Jennifer Lawrence) scopre un intrigante annuncio di lavoro: ricchi proprietari di elicotteri cercano qualcuno con cui far “frequentare” il loro introverso figlio di diciannove anni, Percy, prima che parta per il college. Con sua grande sorpresa, Maddie scoprirà presto che con l’impacciato Percy non sarà un’impresa facile.

Warrior: trailer della terza stagione scatena il caos a Chinatown

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Max ha svelato il trailer della terza stagione di Warrior, il dramma storico ricco di azione ambientato durante le Tong Wars alla fine del 1870 a San Francisco. La serie è basata su scritti originali del leggendario artista marziale Bruce Lee.

Il nuovo trailer della terza stagione assicura ai fan che Warrior continuerà a portare l’azione adrenalinica a nuove vette, nonostante il passaggio a Max. Warrior è nato come produzione originale Cinemax prima di essere cancellato dopo due stagioni. Fortunatamente, Max della HBO ha raccolto il destino della serie e rilanciata per una terza stagione, offrendo ai fan l’opportunità di vedere come si sviluppa la storia di Ah Sahm dopo il sanguinoso finale della seconda stagione. Quindi, ormai manca davvero poco e anche se l’attesa è stata lunga (la seconda stagione è del 2020), il nuovo trailer conferma che i fan pazienti saranno premiati.

Cosa vedremo nella terza stagione di Warrior?

Il nuovo trailer della terza stagione di Warrior riporta anche Dianne Doan nei panni di Mai Ling, la sorella di Ah Sahm, che prende il controllo di Chinatown nel finale della seconda stagione. Nella prossima stagione, Mai Ling utilizzerà i suoi legami politici per consolidare i suoi poteri, mentre Ah Sahm cercherà di trovare nuovi modi per sopravvivere in una città che è diventata ostile alla sua esistenza.

Quando arriva la terza stagione di Warrior su Max?

La terza stagione di Warrior vede nel cast anche Olivia Cheng nei panni di Ah Toy, Jason Tobin nei panni di Young Jun, Kieran Bew nei panni dell’agente “Big Bill” O’Hara, Dean Jagger nei panni di Dan Leary, Joanna Vanderham nei panni di Penelope Blake, Tom Weston-Jones nei panni di Richard Lee , Hoon Lee nei panni di Wang Chao, Joe Taslim nei panni di Li Yong, Langley Kirkwood nei panni di Walter Buckley, Christian McKay nei panni del sindaco Samuel Blake, Perry Yung nei panni di padre Jun, Dustin Nguyen nei panni di Zing, Céline Buckens nei panni di Sophie Mercer, Miranda Raisoncome Nellie Davenport, Chen Tang come Hong e Maria-Elena Laas come Rosalita Vega. La terza stagione introdurrà anche Mark Dacascos nei panni del malvagio Kong Pak e Chelsea Muirhead nei panni di Yan Mi.

La terza stagione di Warrior sarà presentata in anteprima con tre episodi il 29 giugno 2023, esclusivamente su Max negli USA. Successivamente, nuovi episodi arrivano sullo streamer ogni settimana. Dai un’occhiata al nuovo trailer qui sotto.

La serie tv Warrior

The Tong Wars si riferisce a una serie di violente dispute territoriali tra fazioni criminali con sede a Chinatown e formate da immigrati cinesi che cercano di costruire un impero nelle strade di San Francisco. La prima stagione di Warrior segue Ah Sahm (Andrew Koji), un prodigio di arti marziali che arriva negli Stati Uniti alla ricerca della sorella scomparsa. Sfortunatamente, la competenza del protagonista con le arti marziali lo trasforma in una risorsa preziosa per i signori del crimine che cercano di prendere il controllo di Chinatown, il che mette Ah Sahm nel mezzo delle brutali battaglie per le strade. Il viaggio di Ah Sahm è affascinante, fin dal primo episodio e la serie tv presenta anche ipnotizzanti scazzottate che sottolineano come i guerrieri di arti marziali possano essere usati come armi mortali.

Zerocalcare, presenta la sua serie: “Sarebbe arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo”

Si intitola Questo mondo non mi renderà cattivo la nuova serie di Zerocalcare, prodotta da Netflix, Movimenti Production e Bad Publishing, e disponibile sulla piattaforma dal 9 giugno. Un titolo che è una dichiarazione di intenti, oltre che una frase di una canzone di Path, una scelta di cercare di rimanere sempre fedeli a se stessi, nonostante il mondo ci offra delle scorciatoie per ottenere quello che vogliamo, stando almeno a quello che intende Zerocalcare in persona, che ha raccontato la serie e la sua creazione alla CAE – Città dell’Altra Economia, in occasione del grande evento di lancio organizzato da Netflix.

“La storia di questa serie è nata prima di quella di Strappare Lungo i Bordi. Mi sono reso conto subito però che questa era più complicata da mettere in scena, e così ho dato precedenza a quella che è poi diventata la prima serie. Ho deciso di cominciare rimanendo più o meno nella mia confort zone, visto che Strappare Lungo i Bordi era basato su una storia che avevo già scritto. Qui invece si tratta di una storia nuova, che ha dei punti in comune con i miei fumetti e la mia storia personale, ma è una storia originale. Ho pensato che con la prima potevo introdurre il mondo, i personaggi, mentre con la seconda potevo addentrarmi in temi più complessi.”

Da autore che parte sempre da sé per raccontare il mondo, è naturale pensare che la storia di Questo mondo non mi renderà cattivo sia autobiografica. In realtà, Zerocalcare specifica: “Quello che accade nella serie è una specie di riassunto di quello che è accaduto anche a me. In particolare, il personaggio di Cesare non è una persona vera, non è un mio amico. È un insieme di persone che ho conosciuto, nella mia vita ci sono stati tanti Cesari. È un amico che è stato forzatamente assente dal quartiere e che una volta tornato non ha più punti di riferimento.”

La seconda avventura d’animazione di Zero, Secco e tutti i personaggi del Calcare-Verse mette sicuramente a dura prova lo Zerocalcare narratore, che si è trovato a lavorare su un formato ancora diverso, del momento che l’unità di racconto di Questo mondo non mi renderà cattivo  si muove sui 30 minuti a episodio: “Questa serie è più complessa della prima anche per il formato. Avevo timore che non riuscissi a reggere la durata di 30 minuti di questi episodi, perché un conto è portare avanti dai 5 ai 15 minuti di animazione, diverso è quando si ha a che fare con puntate così lunghe.”

Ma come ha fatto Zerocalcare a non diventare cattivo? “Sarebbe arrogante da parte mia dire che non sono diventato cattivo. Come quasi tutti, negli ultimi anni ho dovuto fare scelte, scendere a compromessi, ho sbagliato anche, ma in generale quello che dà come suggestione la serie, rispetto al non diventare cattivi, e quello che provo a fare, è dare risposte collettive ai problemi. Cercare di partire dall’idea di non lasciare indietro nessuno, anche quando le risposte collettive servono anche a quelli che stanno bene.”

Questo mondo non mi renderà cattivoLa caratteristica più identificativa dello stile del fumettista, che è stata traslata anche nelle serie animate, è la rappresentazione di alcuni personaggi con le fattezze di personaggi iconici della cultura pop. Che cos’è che guida queste scelte? “In genere lo faccio quando non ho molto tempo per disegnare un personaggio, ma già dall’inizio pensavo che, dal momento che abbiamo tutti più o meno gli stessi riferimenti, non mi serviva raccontare i dettagli di quel personaggio, ma mi bastava rappresentarlo come un personaggio che tutti conoscevamo. Mia madre è Lady Cocca da 16 anni, è una donna tenace e protettiva e con quell’aspetto tutti si immaginavano la scena di Robin Hood in cui protegge Lady Marian durante quella specie di partita a rugby. Lo stesso vale per la compagna di Sara. Sailor Saturn è la prima lesbica che noi ragazzi abbiamo mai visto in tv, e mi piaceva l’idea che identificandola così, tutti capivano che personaggio era.”

Come sempre capita, quando si ha a che fare con le storie di Zerocalcare, le risate, i siparietti comici, non sono l’unica caratteristica del suo linguaggio, che da sempre è molto votato all’osservazione della realtà e all’evidenziare i problemi politici e sociali con i quali ci confrontiamo ogni giorno. In Questo mondo non mi renderà cattivo, gli antagonisti sono identificati come nazisti, e a chi chiede come mai non usare una parola purtroppo più vicina alla nostra cultura (fascisti), Michele risponde: “Essere fascisti non evidentemente più un ostacolo per niente. Non c’è nessuna posizione preclusa a chi rivendica una discendenza ideologica con il fascismo, mente del nazismo si ha ancora un po’ paura. Non ne sono certamente contento, per me non è così, ma devo prendere atto con quello che succede nella realtà.”

Costituita da molti momenti meta-testuali, in cui lo Zero personaggio e lo Zero autore coincidono e si rivolgono direttamente al pubblico, la serie tocca anche il tema dell’utilizzo di determinate parole discriminanti. Nel dettaglio, Zero si rifiuta di pronunciare la N-word ma non fa lo stesso con altre parole che si usano purtroppo per denigrare gli omosessuali: “Faccio pronunciare la F-word solo a personaggi omofobi e deprecabili. In realtà credo che ci sia una grossa confusione su questo tema, secondo me ci sono delle cose che sono radicate all’interno della società. Io non ho la soluzione a questo problema, ma andrebbe sviscerato meglio riguardo ai prodotti di fiction, perché se da una parte penso che dovremmo tutti fare uno sforzo nella nostra vita di tutti i giorni, dall’altra credo che sterilizzare il linguaggio della fiction è qualcosa su cui ci dobbiamo interrogare. Non dico che non va fatto o che è un problema, ma a me interessa che i conflitti della vita vera siano messi in scena nei prodotti di fiction. Io rispetto il concetto di safe space, ma nei prodotti di fiction come dobbiamo comportarci? Non ho una risposta valida per tutti, ma mi piacerebbe che ci fosse una conversazione collettiva tra persone che si trovano dalla stessa parte. Perché se il dibattito si verifica tra persone che hanno finalità diverse non si può ragionare in maniera costruttiva.”

E dopo battute, riflessioni alte, considerazioni interessanti, memori del finale tragico di Strappare lungo i bordi, chiediamo a Zerocalcare: ma alla fine di Questo mondo non mi renderà cattivo c’è uno spiraglio di speranza? Con l’onestà intellettuale che lo caratterizza, il fumettista risponde: “Io sono una persona molto crepuscolare, non sono la persona più adatta a trovare la speranza”.

The Crowded Room, recensione della serie con Tom Holland

Ispirata dal romanzo-verità The Minds of Billy Milligan, pubblicato nel 1981 da Daniel Keyes, la nuova serie prodotta da Apple TV+ intitolata The Crowded Room dovrebbe rientrare nella categoria del cosiddetto thriller psicologico. Abbiamo scelto di adoperare il condizionale poiché anche dopo averla vista facciamo ancora fatica a decidere di cosa si tratti veramente. Il problema non sta tanto nel doverla affrancare a un genere specifico, quanto nel fatto che a qualsiasi di essi lo show scelga di avvicinarsi lo fa con una debolezza narrativa e nel tono da renderlo pressoché inutile.

The Crowded Room, la trama

Partiamo col raccontare l’ossatura della trama: nel 1979 il giovane Daniel Sullivan (Tom Holland) si rende colpevole di un atto criminoso nel centro di Manhattan. Una volta arrestato, il ragazzo inizia a essere interrogato da Rya Goodwin (Amanda Seyfried). L’impalcatura delle varie puntate si regge sui colloqui tra i due protagonisti, in un percorso a tappe temporali che avvicina lo spettatore alla verità su quanto successo ma anche sul passato doloroso di Daniel.

A poche settimane dall’uscita di Città in fiamme, un’altra serie ambientata nella New York del passato. Che Apple TV+ sia a corto di idee? La politica di adattare testi letterari in show televisivi ha pagato enormi dividendi a livello artistico a questa piattaforma di streaming, ma negli ultimi mesi questa stessa politica sta inflazionando il palinsesto con produzioni non all’altezza di quelle passate. Al timone di The Crowded Room troviamo il creator Akiva Goldsman, premiato con l’Oscar più di vent’anni fa per l’adattamento di A Beautiful Mind. Ebbene, quel piccolo grande “miracolo” di script realizzato per il biopic diretto da Ron Howard in questo caso proprio non riesce. Tutt’altro. Il problema è non è tanto che già dal trailer si può chiaramente intuire quale sia il twist su cui verte il duello psicologico tra i due personaggi principali. Il nocciolo della questione sta nel fatto che lo sviluppo narrativo per arrivare a tale scoperta è pressoché inesistente, dilatato a dismisura dentro una messa in scena come sempre accurata nella ricostruzione quanto mai veramente capace di interessare lo spettatore.

Il valore di un attore

Talvolta il valore di un attore emerge quando riesce ad elevare il tono di una produzione pur non avendo a disposizione un personaggio stratificato, o ancor meno una storia che catturi l’attenzione dello spettatore. In caso contrario, e tale purtroppo è il caso di Holland e della Seyfried, vengono esplicitati i limiti stessi dell’interprete, soprattutto quando si tratta di presenza scenica. Se però l’attrice candidata all’Oscar per Mank dimostra almeno la necessaria adesione al ruolo di Rya, Holland invece fallisce nel dotare Daniel di appigli che lo rendano interessante. Il fatto che in precedenti film fuori dall’universo di Spider-Man abbia regalato buone interpretazioni – pensiamo soprattutto a Heart of the Sea di Ron Howard – ci lascia sperare che possa maturare col passare del tempo per raggiungere livelli artistici più alti. Fatto sta che la sua prova in The Crowded Room testimonia comunque che una discreta quantità di lavoro deve ancora essere fatta. Nota di demerito va anche attribuita a Sasha Lane, la quale si sta facendo troppo incasellare nello stereotipo della donna problematica e fuori dagli schemi. Anche in questo caso l’attrice ha in passato dato prova di talento, speriamo riesca presto a dimostrare anche la propria versatilità.

Rimane piuttosto difficile trovare un motivo per consigliare The Crowded Room, show che fin dal pilot stanchissimo dimostra una debolezza evidente nel compattare la propria storia. Dalla falsa partenza la serie non si risolleva praticamente mai, a parte un paio di sequenze di discreta efficacia nelle ultime due puntate. ma davvero troppo poco per risollevare le sorti di un prodotto in cui nessuno sembra aver creduto mai veramente troppo.

Ryan Reynolds e Kenneth Branagh in coppia per un film action d’avventura

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Apple Original Films e Skydance stanno collaborando ancora una volta per portare un altro prodotto di qualità sugli schermi. Il nuovo progetto, Mayday, sarà interpretato da Ryan Reynolds e Kenneth Branagh in un emozionante film di azione e avventura. Il film sarà diretto da Jonathan Goldstein e John Francis Daley da una sceneggiatura che era stata conclusa prima dell’inizio dello sciopero, finora di grande impatto sulle produzioni statunitensi, della Writers’ Guild of America (WGA).

Mayday è basato su una presentazione originale di Goldstein e Daley, consegnata all’inizio dell’anno, il progetto ha iniziato a guadagnare una notevole attenzione dopo che Reynolds – che sta attualmente girando il prossimo capitolo cinematografico con protagonista il suo antieroe Deadpool in Deadpool 3 – ha fatto palese la sua volontà di essere coinvolto. Una data di inizio produzione non è stata ancora stabilita, ma sembra probabile che possa essere il prossimo impegno di Ryan Reynolds.

Il premio Oscar Kenneth Branagh si unirà a questo film d’azione dopo essere apparso nell’attesissimo film di Christopher Nolan, Oppenheimer, con Cillian Murphy nel ruolo principale. Branagh riprenderà anche il ruolo di Hercule Poirot in Assassinio a Venezia della Disney, l’ultimo capitolo della sua trilogia dedicata alle opere di Agatha Christie.

The Legend of Zelda: il film è in sviluppo alla Universal e Illumination

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L’enorme successo del film su Super Mario Bros, diventato di recente il secondo film d’animazione con il maggior incasso di tutti i tempi ha riacceso i riflettori sugli adattamenti animati di franchise videoludici di successo.

Secondo alcuni rumors pare che Universal e Illumination, la coppia artefice del successo di Super Mario bros, stia guardando con grande interesse ad un altro classico Nintendo, ovvero The Legend of Zelda, il cui ultimo capitolo, Tears of the Kingdom, sta avendo un enorme riscontro di pubblico. Anche se non abbiamo ancora troppi dettagli in merito a questa possibilità, l’affidabile scooper Jeff Sneider di The Hot Mic ha riferito che sta per concludersi un “grosso accordo” per sviluppare un film d’animazione basato sul gioco di avventura fantasy.

Per chi non lo sapesse, la serie è ambientata nella terra immaginaria di Hyrule e racconta la storia di un avventuriero di nome Link (che assomiglia molto a un elfo ma in realtà è un membro della razza Hylia) mentre tenta di salvare la principessa Zelda dalle grinfie del malvagio Ganon.

I giochi hanno generato di tutto, dai fumetti, ai giocattoli, a una serie animata di breve durata, e Zelda è una delle proprietà intellettuali più popolari e venerate in circolazione. Ci sono stati diversi tentativi precedenti di adattare la proprietà e nel 2018 si è parlato per un breve periodo di una possibile serie live-action di Adi Shankar di Castlevania in lavorazione per Netflix, ma da allora non abbiamo avuto alcun aggiornamento ufficiale. Probabilmente passerà molto tempo prima che sentiremo parlare di questo potenziale film per il cinema, ma assicuratevi di iscrivervi alla nostra newsletter per non perdervi tutte le nostre news!

Riverdale: Mark Consuelos tornerà per la stagione finale

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Riverdale è a metà della sua settima e ultima stagione, ma ha ancora molti assi nella manica. Mentre gli spettatori aspettano di vedere cosa riserverà la storia della serie per il finale, un membro del cast Mädchen Amick (Alice Cooper) ha rivelato che in questa stagione è orevisto un entusiasmante ritorno. Durante la sua recente apparizione in LIVE con Kelly e Mar , Amick ha confermato che Mark Consuelos tornerà nella serie riprendendo il ruolo di Hiram Lodge.

Nella sua intervista, la co-conduttrice di LIVE Kelly Ripa e Amick parlano scherzosamente di Conseulos, l’altro co-conduttore di LIVE, che torna a Riverdale, con Amick che dice che “ha molto potenziale”. Con tutta serietà, Amick e Consuelos esprimono la loro eccitazione per il suo ritorno, lodandosi a vicenda e condividendo un po’ di com’è stato riavere Consuelos sul set. Amick ha condiviso un video dietro le quinte di Consuelos che parla con il team dello show dopo aver concluso il suo episodio. Inoltre, Amick ha confermato di aver diretto l’episodio con il ritorno di Consuelos, che andrà in onda nelle prossime settimane, anche se la CW non ha ancora rivelato quale episodio sarà.

Chi è Hiram Lodge?

Soprannominato uno dei “papà sexy di Riverdale” all’inizio dello spettacolo, Hiram è un uomo d’affari con diversi legami con la mafia ed è il padre di Veronica (Camila Mendes). È l’amministratore delegato di Lodge Industries, un’azienda multimiliardaria che ha contribuito a mettere il nome Lodge sulla mappa. La ricca famiglia si trasferì da New York a Riverdale, anche se Hiram aveva in mente solo motivi loschi. Una volta che il Lodge è arrivato in città, Hiram ha iniziato a pianificare la sua acquisizione di Riverdale, volendo trasformarlo per renderlo “migliore”. Per gran parte dello spettacolo, Hiram è stato un presente antagonista che ha fatto tutto il necessario per portare avanti la sua agenda. Consuelos alla fine lasciò la serie alla fine della quinta stagione, con Hiram esiliato da Veronica. Sebbene Hiram possa essere andato via nel Riverdale del 2020 , la nuova cronologia degli anni ’50 è l’occasione perfetta per il suo ritorno.

Tutto quello che sappiamo sulla settima stagione di Rivedale

Riverdale è la serie tv del 2017 creata da Roberto Aguirre-Sacasa con K. J. Apa, Lili Reinhart, Camila Mendes, Cole Sprouse, Madelaine Petsch, Ashleigh Murray, Casey Cott, Toni Topaz, Vanessa Morgan, Mädchen Amick, Skeet Ulrich, Ross Butler, Charles Melton e Luke Perry.

Spider-Man: Across the Spider-Verse: finalmente disponibile il Funko Pop! di Miguel O’Hara

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Spider-Man: Across the Spider-Verse sta conquistando sia il botteghino che il cuore del pubblico. La straordinaria animazione, una vasta gamma di personaggi e l’eroismo di Miles (doppiato da Shameik Moore) hanno elevato il film a nuove vette degne di tutti gli elogi che sta ricevendo. E adesso Funko ha ora svelato un nuovo Pop! per omaggiare il film che ha le sembianze di Spider-Man 2099 aka Miguel O’Hara (doppiato da Oscar Isaac) per celebrare la seconda avventura nello Spider-Verse animato di SONY.

La nuova figura ha le sembianze del personaggio del film completo del suo caratteristico abito blu con linee rosse. La collezione presenta anche personaggi come Spider-Man India, Spider-Punk, una versione traslucida di Miles Morales che è già esaurita, Spider-Byte, Spider-Woman, Gwen Stacy e altri.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, il film

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain è, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Star Wars: il film di Kevin Feige introdurrà il personaggio di Mara Jade Skywalker?

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Mara Jade Skywalker potrebbe finalmente trovare la strada per apparire sul grande schermo nel mondo di Star Wars. Anche se si tratta solo di un rumor, l’affidabile scooper @MyTimeToShineHello afferma che Jade apparirà nel film che è attualmente in fase di sviluppo a opera di Kevin Feige.

Abbiamo sentito per la prima volta accostare il nome di Feige al franchise di Star Wars quasi due anni fa, quando è stato annunciato che il produttore stava lavorando a un misterioso progetto del franchise Lucasfilm, ma quando non se n’è parlato alla Celebration e Kathleen Kennedy ha minimizzato il suo coinvolgimento, si è ipotizzato che fosse stato accantonato o forse addirittura abbandonato completamente. Ma non è così:

Jade è un famoso personaggio dell’Universo Espanso, che inizia la sua parabola in qualità di assassina personale dell’Imperatore prima di incontrare, ottenere rispetto e infine sposare Luke Skywalker. Il canone in realtà non consente al personaggio molto spazio di manovra, ma ci sono sempre altre opzioni quando si tratta di come presentarla.

Mara Jade Skywalker è un personaggio dell’universo espanso di Guerre Stellari. Al di fuori dei fumetti, è stata interpretata dalla modella Shannon McRandle, sul cui aspetto gli autori si sono basati nel creare i romanzi e i fumetti.

Mara Jade era una donna capace. Nella sua vita era stata una Mano dell’Imperatore, una contrabbandiera e in seguito una Maestra Jedi. Come servitrice di Palpatine, Mara svolgeva il volere dell’Imperatore, uccidendo molte persone come richiesto. Dopo la morte di Palpatine Mara ricevette un ultimo ordine, riguardante la morte di Luke Skywalker, ma invece di ucciderlo si dovette alleare con lui per sconfiggere il clone impazzito Joruus C’baoth. Jade si era poi alleata con Talon Karrde, diventando una dei suoi migliori agenti. Dopo un periodo di separazione, Mara e Luke si innamorarono, sposandosi nel 19 ABY. Fonte.

Swamp Thing: Bill Skarsgård potrebbe interpretare il protagonista

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Avevamo già riferito che Bill Skarsgård, noto per aver interpretato Pennywise in IT di Andy Muschietti, era entrato nell’orbita dei DC Studios, e adesso sembra che il film a cui parteciperà possa essere Swamp Thing.

Si ipotizzava che l’attore potesse essere in lizza per una nuova interpretazione del Joker, uno dei membri di The Authority, o forse anche essere il Batman in The Brave and the Bold, ma Jeff Sneider di The Hot Mic ha sentito che il versatile attore è stato in realtà adocchiato per interpretare Alec Holland, alias Swamp Thing!

Non sappiamo se Bill Skarsgård sia effettivamente in trattative per la parte, o se sia solo qualcuno a cui lo studio è interessato, ma sembra un po’ presto per il casting di questo progetto, dal momento che James Mangold, che scriverà e dirigerà il film, sta ancora lavorando al suo film biografico su Bob Dylan.

Swamp Thing è attualmente impostato per essere il film finale del capitolo 1 della DC, che includerà anche Gunn’s Superman: Legacy, un film incentrato su Batman e Robin chiamato  The Brave and the BoldSupergirl: Woman of Tomorrow e  diversi programmi TV.

Swamp Thing è un supereroe nei fumetti americani pubblicati dalla DC Comics.  Una creatura elementale umanoide/vegetale, creata dallo scrittore Len Wein e dall’artista Bernie Wrightson, Swamp Thing ha avuto diverse incarnazioni umanoidi o mostri in varie trame diverse. Il personaggio è apparso per la prima volta in House of Secrets#. Il personaggio è un mostro di palude che assomiglia a un tumulo antropomorfo di materia vegetale e combatte per proteggere la sua casa paludosa, l’ambiente in generale e l’umanità da varie minacce soprannaturali o terroristiche.

Lamezia International Film Fest: aperte le iscrizioni per il concorso internazionale cortometraggi

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Nell’ambito della nuova edizione del Lamezia International Film Fest, l’Associazione Culturale “Strade Perdute” bandisce il concorso per cortometraggi COLPO D’OCCHIO.
La sezione principale prevede il tema: Chi Sarò Io?

Colpo d’Occhio – Chi sarò io? Fantasie e realtà sulla convivenza fra l’uomo e l’intelligenza artificiale La millenaria ricerca intorno all’identità dell’essere umano sta affrontando una nuova sfida. Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale la domanda da porsi, adesso, è in divenire: chi stiamo diventando? E soprattutto a cosa servirà un essere umano in ambiti come il lavoro, la creatività, l’etica, la gestione del potere? Sarà capace di affrontare un “vuoto”, quantomeno iniziale, prima di un nuovo auspicabile assestamento? Al centro dell’indagine della sezione di Colpo D’Occhio – Concorso internazionale, questa è la domanda a cui viene chiesto di dare una risposta personale con un cortometraggio.

Chi Sarò Io? è solo il corpo centrale dell’intero concorso: sarà possibile partecipare anche con lavori che non siano collegati al tema AI, ma che, come ogni anno, possano spaziare attraverso i vari generi e le declinazioni narrative. La direzione artistica del concorso sarà curata dalla scrittrice e giornalista Cristiana Allievi.

Sono ancora in corso, inoltre, i laboratori con le scuole primarie di secondo grado e secondarie: corsi sulla comprensione del testo audiovisivo e per la finbalizzazione di cortometraggi interamente realizzati dagli studenti, che saranno proiettati durante il LIFF10.

Ideato e diretto da Gianlorenzo Franzì, già collaboratore di Cinematografo di RaiUno e membro di giuria dei Nastri d’Argento, il LIFF nasce nel 2007, e da allora ha ospitato e premiato artisti del calibro di Abel Ferrara, Peter Greenaway, Lars Von Trier, Carlo Verdone, Lina Wertmuller, Mario Martone e tantissimi altri. Fino a Toni Servillo e Ornella Muti, star del 2022, quando il LIFF, finanziato con Avviso Pubblico dalla Calabria Film Commission, ha trovato posto nel parco della Pedichiusa, in pieno centro storico di Lamezia.