Waiting for the Barbarians diretto da Ciro
Guerra, con il vincitore premio Oscar Mark
Rylance, il candidato al premio Oscar Johnny Depp si piazza primo al box office
per media copia, con un grande successo di pubblico nel circuito
milanese. Waiting for the Barbarians, film dal
cast hollywoodiano ma prodotto da una società italiana, la
Iervolino Entertainment, conquista il pubblico al suo primo
week-end di uscita nelle sale. Basato sul pluripremiato romanzo
“Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M. Coetzee.
Basato sul pluripremiato romanzo
“Aspettando i Barbari” dell’autore Premio Nobel J. M.
Coetzee, che ne firma anche la sceneggiatura, il film
racconta la storia della crisi di coscienza di un Magistrato che si
ribella al regime. Il cast stellare è composto da Mark
Rylance (Premio Oscar come Miglior attore non protagonista
per Il ponte delle spie di Steven Spielberg, nonché vincitore
di tre Tony Awards, due Olivier Award e due BAFTA), Johnny
Depp (tre volte nominato agli Oscar come Miglior
Attore Protagonista per La maledizione della prima
luna, Neverland – Un sogno per la
vita e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di
Fleet Street) e Robert
Pattinson (protagonista della saga
cult Twilight e dei film Bel Ami –
Storia di un seduttore e Come l’acqua per gli
elefanti, nonché prossimo Batmannell’attesissimo film
di Christopher Nolan), affiancati da Gana
Bayarsaikhan (Ex
Machina, Wonder Woman) e Greta
Scacchi (La ragazza nella nebbia, Presunto
innocente, I protagonisti). Prodotto e distribuito da
Iervolino Entertainment, Waiting for the
Barbarians sarà al cinema dal 24 settembre.
Andrea Iervolino
ha così dichiarato: “Dopo l’uscita del film in Usa e Canada,
siamo molto felici che il nostro film veda la luce anche in Italia,
grazie alla collaborazione con il circuito UniCi e la distribuzione
in circa 100 sale. Il film vanta la partecipazione di un cast
stellare dal grande talento incorniciato nella raffinata e potente
regia di Ciro Guerra e la straordinaria fotografia del Premio Oscar
Chris Menges. Il film, di nazionalità italiana, da valore aggiunto
a questo progetto che, non solo è stato girato anche in Italia, ma
vanta maestranze nostrane di tutto rispetto come Jacopo Quadri al
montaggio, Domenico Sica alla scenografia e Carlo Poggioli ai
costumi, solo per citarne alcuni. L’Italia ha bisogno di avere un
respiro internazionale, perché merita di ritornare ad essere la
culla del cinema e io sono contento di poter dare il mio contributo
affinché questo possa accadere molto presto.”
La trama di Waiting for the Barbarians
Il Magistrato, amministratore di un
isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza
nome, è in attesa di andare in pensione con l’arrivo del Colonnello
Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei “barbari” e
sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre
una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei “barbari”
per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna “barbara”
portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di
ribellione.
Il remake americano – che in Italia
è arrivato nel 2018 col titolo Mio Figlio – sarà diretto
sempre da Carion. Le riprese partiranno in Scozia il prossimo
Novembre. L’aspetto peculiare del film originale è stata la totale
assenza di un copione per Canet. Tale particolarità sarà mantenuta
anche per il remake: McAvoy dovrà quindi improvvisare la sua
interpretazione basandosi esclusivamente su un canovaccio di
riferimento.
“Siamo davvero felici di poter
lavorare con Christian per portare la storia di My Son al pubblico
di tutto il mondo” ha commentato Adam
Fogelson, capo di STXfilms Motion Picture Group.
“James lavorerà al film in tempo reale, davanti alla macchina
da presa, creando una vera tensione per questo thriller. Amiamo
sostenere forme di narrazione innovative e coraggiose. Claire non è
altro che la scelta più spettacolare e emozionante. Il pubblico
troverà questo film davvero avvincente.”
L’originale Mon
Garçon racconta la storia di Julien (Canet), un uomo
sempre in viaggio per lavoro, la cui continua assenza da casa ha
mandato in frantumi il suo matrimonio. Mentre si trova
in Francia riceve un’inquietante chiamata dalla sua ex moglie
Marie (Laurent): Mathys, il loro bambino di sette anni, è
scomparso. Si mette allora sulle sue tracce, pronto a percorrere
anche il più oscuro dei sentieri pur di salvare suo figlio.
Nell’ultimo decennio, la parabola
ascendente di Thanos sul grande schermo è stata senza
precedenti rispetto a qualsiasi altro villain dei film di
supereroi. Attraverso il
MCU, è stato mostrato al grande pubblico ciò che i fan dei
fumetti sapevano da molto tempo: il Titano Pazzo è uno dei migliori
cattivi mai creati e pochissimi eroi dell’universo Marvel sono stati capaci di
eguagliare il suo potere. È anche uno dei cattivi più intelligenti
e furbi, ma è davvero un villain “perfetto”? CBR
ha raccolto 5 motivi per cui
Thanos è davvero la quintessenza dell’antagonista e altri 5 per
cui non lo è:
Un interno universo per tenerlo a bada
Una delle cose che rendono
Thanos un cattivo così perfetto è proprio l’enorme quantità di eroi
necessari per metterlo fuori gioco. Naturalmente, il fatto che un
cattivo necessiti di un’intera squadra per essere sconfitto non
significa che necessariamente che sia migliore di altri villain;
tuttavia, è difficile rappresentare una minaccia per l’intero
universo dei supereroi se il cattivo viene costretto a sfidarsi con
vigilanti impotenti.
Ci sono pochi esseri nell’universo
dei supereroi più potenti di Thanos, il che rende la posta in gioco
molto alta ogni volta che si parla di lui. I lettori dei fumetti si
chiedono sempre come lo affronteranno gli eroi e quanti di loro
usciranno vivi dallo scontro.
Un villain “prevedibile”
Uno dei problemi con la
lettura delle storie di Thanos è che, a mano a mano, iniziano tutte
a seguire uno schema. La colpa è probabilmente della serie a
fumetti “Il Guanto dell’Infinito”. Sebbene sia ancora la migliore
storia che lo ha visto protagonista, è diventata una sorta di
“testo religioso” per il personaggio e – come spesso accade – da
quel momento gli ha impedito di evolversi.
I fan si aspettano che Thanos entri
in scena, dia del filo da torcere a tutti e poi venga sconfitto a
causa della sua stessa arroganza. Questo non vuol dire che non
siano più state raccontate grandi storie in merito al personaggio,
ma la maggior parte di esse non sono state altro che racconti
stereotipati le cui strutture erano già note ai lettori, e che in
qualche modo hanno sminuito uno dei più grandi cattivi della
Marvel.
L’importanza del personaggio nel MCU
Il ruolo che Thanos ha
giocato nel grande successo del MCU non può essere sottovalutato.
Anche se si tratta di una confluenza di più fattori disparati,
Thanos ha avuto un ruolo piuttosto importante nell’intera storia
dell’universo condiviso, dal momento che la sua ricerca delle Gemme
dell’Infinito è sempre stata presente, seppur sullo sfondo,
stuzzicando gli spettatori che avrebbero potuto non sapere nulla
dei fumetti e di cosa sarebbe accaduto dopo.
Tutto ciò ha portato ad
Avengers: Infinity War, uno dei film più attesi di tutti i
tempi, e allo schiocco delle dita, il più grande evento singolo del
MCU. Thanos è stato così efficace
che per anni i fan lo hanno soltanto intravisto… e questo è stato
sufficiente per far parlare di lui e a bramare il suo arrivo.
Un villain “sprecato”
I film e i fumetti
funzionano in modo diverso. I fumetti sono finzione serializzata e
i lettori sono preparati a trattarli come tali. I personaggi
ricorrenti sono ciò che conta davvero, anche i cattivi che
commettono atrocità terribili. Nei fumetti viene spiegato come gli
eroi abbiano un codice morale contro ogni forma di omicidio, un
concetto che da un lato aiuta questi personaggi ad apparire sotto
una luce ancora più benevola, dall’altro rende ancora più esplicito
il fatto che anche il peggiore dei villain può tornare in
gioco.
Sebbene il MCU sia uno dei più grandi
tentativi moderni di universo cinematografico serializzato, segue
ancora la regola dei film. I cattivi sono generalmente più deboli e
di solito vengono uccisi in un modo che spinga il pubblico a
pensare, alla fine del film, che il male sia stato punito. Quindi,
anche se la morte di Thanos è apparsa come normale e “giusta”, è
stata al tempo stesso anche un terribile spreco per un cattivo così
potente e avvincente.
L’incarnazione della paura
Nei fumetti, Thanos è uno
degli esseri più temuti nel cosmo. Il suo stesso nome viene
trattato come una maledizione e spesso viene soltanto sussurrato.
Nei film, Thanos ha eserciti, navi e lacchè, mentre nei fumetti
conta per lo più solo su se stesso ed è noto proprio per aver
ucciso da solo e non per aver fatto affidamento su altri o sulla
tecnologia.
Questa paura si estende anche agli
eroi della Terra; ogni volta che lo hanno incontrato, sono stati
poco più che carne da macello nelle battaglie contro di lui.
Quindi, mentre hanno assistito alle sue sconfitte, sanno che il
loro ruolo nelle battaglie è stato nel migliore dei casi
infinitesimale, cosa che giustifica ancora di più la loro paura nei
confronti del Titano Pazzo.
Un perenne fallimento
Tuttavia, nonostante la
paura che si possa nutrire nei suoi confronti, Thanos è una specie
di fallito. Basti pensare al tutto il tempo che ha avuto il Guanto
dell’Infinito nei fumetti: era letteralmente un Dio, eppure ha
comunque fallito perché ha sottovalutato il desiderio di vendetta
di Nebula. Persino il Thanos dei film – che ai fan del MCU piace etichettare come migliore
della versione a fumetti – non ha ucciso tutti gli eroi quando ne
ha avuto la possibilità, condannando il suo intero piano al
fallimento.
Thanos è un cattivo che ottiene un
potere incredibile, il potere che dovrebbe renderlo praticamente
intoccabile per ogni avversario e riesce sempre a rovinare le cose.
È un miracolo che sia così temuto quanto lo è davvero.
La garanzia del suo scopo
Una cosa che Thanos ha in
comune sia nei film che nei fumetti è la sua fede nella giustizia
della sua causa. È una delle cose che rende Thanos così magnetico
in quanto cattivo: potrebbe desiderare la morte di tutti… ma non è
in realtà un cane pazzo. Ha delle ragioni e crede in quelle
ragioni.
Thanos crede che le atrocità che
commette non siano solo giustificate, ma necessarie ed è anche in
grado di fornire un ragionamento alla base del suo pensiero. Questo
è stato un aspetto particolarmente potente nei film, con alcuni fan
degli adattamenti che sono stati rapiti dal suo modo miope e
completamente sbagliato di preservare le risorse.
Un ragionamento “difettoso”
Anche se la certezza dello
scopo di Thanos lo rende un personaggio avvincente, chiunque dia
un’occhiata più da vicino la sua motivazione troverà una serie di
buchi. Il Thanos dei fumetti è un nichilista che crede
nell’assoluta mancanza di significato della vita; il suo amore per
Morte è una metafora di quel nichilismo. La sua motivazione? La sua
gente lo ha maltrattato a causa del suo aspetto. Il Thanos dei
fumetti è fondamentalmente un adolescente spigoloso che soffre di
una brutta acne…
Il Thanos dei film non è certamente
molto meglio; la sua convinzione che il modo migliore per
conservare le risorse sia uccidere metà dell’universo è quasi
ragionevole… tranne per il fatto che gli scienziati sulla Terra
affermano che anche con metà della popolazione, rovineremmo
comunque il pianeta e le sue risorse in breve tempo. Perché non
creare semplicemente infinite risorse? In Avengers:
Endgame rivela che il suo nuovo piano è ricreare tutto,
quindi potrebbe fare quel genere di cose…
Un villain “sfaccettato”
Thanos potrebbe facilmente
essere un cattivo che desidera solo morte e distruzione, e sarebbe
comunque un cattivo piuttosto intrigante. Tuttavia, ciò che lo
mette sopra le righe è che, in realtà, è più di questo. Il Thanos
dei fumetti è un essere profondamente imperfetto, forgiato da anni
di derisione e disgusto verso se stesso. Di solito finisce sempre
per darsi la zappa sui piedi, proprio a causa dell’odio che nutre
verso di sé.
Nei film, è un uomo forgiato dalla
tragedia di perdere la sua casa e farà di tutto per impedire agli
altri di capire ciò che prova, non importa chi deve uccidere.
Questo rende entrambe le versioni di questo villain che le persone
amano più leggere o guardare di lui.
Un villain “sovraesposto”
Questo è vale più per il Thanos dei
fumetti che per il Thanos dei film (da quando è morto). Thanos è
stato ovunque negli ultimi anni, anche prima che uscissero i film
che lo vedevano al centro della storia. La Marvel gli ha dato il suo libro, è
apparso nei libri degli eventi della compagnia e in generale è
sempre stato una parte importante dell’Universo Marvel.
La sovraesposizione è un grosso
problema per Thanos, perché lo priva di ciò che lo rende così
speciale. Vederlo troppo significa che i lettori lo vedono
sconfitto in più di un’occasione e questo toglie molto alla sua
malvagia quasi mistica. Non è più una forza implacabile: è solo un
malvagio ordinario.
In The
355quando un’arma top-secret
cade nelle mani dei mercenari, l’agente jolly della CIA Mason
“Mace” Brown (attrice candidata all’Oscar
Jessica Chastain) dovrà unire le forze con la rivale
“tosta” agente tedesca Marie (Diane Kruger, In the Fade), ex
Khadijah (la vincitrice dell’Oscar
Lypita Nyong’O), l’alleata dell’MI6 e specialista di
computer all’avanguardia, e l’abile psicologa colombiana Graciela
(la vincitrice dell’Oscar
Penelope Cruz in una missione letale e
vertiginosa per recuperarlo, pur rimanendo un passo avanti a un
donna misteriosa, Lin Mi Sheng (Bingbing Fan,
X-Men: Days of Future Past), che segue ogni loro mossa. Mentre
l’azione sfreccia in tutto il mondo dai caffè di Parigi ai mercati
del Marocco fino alla ricchezza e al fascino di Shanghai, il
quartetto di donne forgerà una tenue lealtà che potrebbe proteggere
il mondo o farle uccidere.
The
355 è interpretato anche da Sebastian Stan (Avengers: Endgame) e
Edgar Ramírez (The Girl on the Train). The
355 è diretto dal regista Simon Kinberg
(scrittore-regista-produttore di Dark Phoenix,
produttore di Deadpool e The
Martian e scrittore-produttore dei film degli X-Men), da
una sceneggiatura di Theresa Rebeck (Smash,
Trouble della NBC ) e Kinberg, ed è prodotto da
Jessica Chastain e Kelly Carmichael
per Chastain’s Freckle Films e da Kinberg per i
suoi Genre Films.
La proprietà che fungeva da
residenza di Buffalo Bill ne Il Silenzio degli
Innocenti è ufficialmente in vendita. Oltre ad essere
stato uno dei film di maggior incasso del 1991, il celeberrimo
thriller del compianto
Jonathan Demme è universalmente riconosciuto come uno
dei più grandi film mai realizzati.
È stato il terzo film a vincere
tutti i “Big Five” in occasione degli Oscar,
e ad oggi è l’unica pellicola dalle venature horror ad aver vinto
l’ambita statuetta come miglior film. Inoltre, l’iconico
psichiatra/serial killer Hannibal Lecter – interpretato nel film da
un monumentale Anthony Hopkins – continua ad essere ancora
oggi uno dei personaggi più popolari di sempre, a quasi tre decenni
dall’uscita del film al cinema.
Anche se Buffalo Bill non è mai più
apparso dopo Il Silenzio degli Innocenti,
l’eredità del suo personaggio è altrettanto inquietante quanto
quella di Hannibal Lecter. Nel film e nell’omonimo libro di
Thomas Harris, Buffalo Bill è un altro serial
killer noto per la sua ossessione nei confronti delle donne
sovrappeso. Una delle scene più inquietanti del film coinvolge
proprio una delle sue vittime, che viene imprigionata in una grande
fossa nel seminterrato di casa sua, e in cui viene recitata la
memorabile battuta: “Si strofina la lozione sulla
pelle.”
Adesso, i fan accaniti del film,
hanno la possibilità di fare un’offerta per l’iconica casa degli
orrori di Buffalo Bill. Come riportato da
Screen Rant, la casa a tre piani in stile vittoriano, situata
al numero 8 di Circle Street a Perryopolis (in Pennsylvania), è ora
in vendita, giusto in tempo per i festeggiamenti di Halloween. La
casa si estende su quasi due acri di terreno lungo il fiume
Youghiogheny e dispone di ben quattro camere da letto ed è quotata
per $ 298.500.
Un tour virtuale nella vera casa di Buffalo Bill ne Il Silenzio
degli Innocenti
Tuttavia, i fan del film potrebbero
rimanere delusi nello scoprire che non c’è alcuna fossa gigante nel
seminterrato incompiuto della casa, poiché quelle scene sono state
girate in uno studio di registrazione. Gli agenti immobiliari
dell’agenzia The Sisters Sold It hanno reso disponibile attraverso
il loro canale
YouTube un vero e proprio tour virtuale alla scoperta delle
varie aree della casa presenti anche nel film, tra cui la cucina e
la cantina. Potete ammirarlo di seguito:
Dopo essere stato presentato con
grande successo di critica alla 77.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia e al Toronto International Film Festival,
arriva nelle sale italiane I am
Greta, documentario diretto dal regista svedese
Nathan Grossman, che racconta la storia
dell’adolescente attivista per il clima Greta
Thunberg. Nell’agosto del 2018, Greta, una studentessa
svedese di quindici anni, davanti al Parlamento svedese comincia
uno sciopero per manifestare contro il cambiamento climatico, che
nel giro di qualche mese si trasforma in un movimento globale,
rendendola un’attivista di fama mondiale.
Il documentario segue Greta dal suo
primissimo giorno di protesta fino all’incredibile viaggio in barca
a vela verso New York per presenziare al Summit sul clima dell’ONU.
I am Greta avrà un’uscita evento nelle
nostre sale il 2, 3 e 4 novembre distribuito da
Koch Media.
I am Greta, la trama
Un intimo documentario, il primo
lungometraggio, che racconta la storia dell’adolescente attivista
per il clima Greta Thunberg attraverso filmati avvincenti e mai
visti prima, diretto dal regista svedese Nathan Grossman. A partire
dallo sciopero scolastico solitario per una giustizia climatica
fuori dal parlamento svedese, Grossman segue Greta – una timida
studentessa con la sindrome di Asperger – nella sua ascesa alla
ribalta e nel suo impatto globale galvanizzante che ha scatenato
scioperi scolastici in tutto il mondo. Il film culmina con il suo
incredibile viaggio nel 2019 in barca a vela nell’Oceano Atlantico
per raggiungere New York e parlare all’ONU durante il Summit sul
clima.
Dopo il successo raggiunto da
Joker
lo scorso anno, che è stato uno dei pochissimi film di supereroi a
vincere addirittura un Academy Award, l’industria
dell’intrattenimento è stata alla ricerca di altre storie relative
all’universo dei supereroi che potessero essere esplorate in
maniera differente rispetto al passato. Una nuova, oscura, versione
del Cavaliere Oscuro è attualmente in produzione con l’attesissimo
The
Batman di
Matt Reeves, mentre tutta una serie di film appartenenti al
DCEU sono stati annunciati al recente DC FanDome.
Tuttavia, con la storia delle
origini del Clown Principe del Crimine che ha avuto un tale
successo tanto a livello di critica quanto a livello di pubblico,
molti si sono chiesti se nel futuro della Warner Bros. e della DC
Films non ci siano più storie incentrate sui cattivi dei fumetti.
Di recente si è parlato di un possibile standalone dedicato a Bane,
ma ci sono moltissimi altri villain DC tra cui scegliere per un
eventuale adattamento live action.
CBR riferisce che il produttore di Joker,Michael E. Uslan, ha partecipato di recente ad un
panel online organizzato da
Wizard World, durante il quale ha commentato il potenziale per
un film live-action dedicato nientemeno che a Mr.
Freeze. Durante il panel, infatti, Uslan ha dichiarato che
l’approccio che il regista
Todd Phillips ha usato per Joker
potrebbe potenzialmente essere utilizzato anche per altri film
dedicati ai cattivi dell’universo DC.
A quanto pare, la scelta personale
di Uslan ricadrebbe proprio su Mr.Freeze, già visto sul grande
schermo in Batman & Robin del 1997, interpretato da Arnold Schwarzenegger. “Uno dei miei
episodi preferiti della serie animata di Batman, che amo, adoro
alla fone, ha a che fare con Mr. Freeze e la perdita di sua
moglie”, ha spiegato il produttore. “L’empatia, le
emozioni che ciò ha creato… ho davvero immaginato di farne un
film.”
Un film su Mr. Freeze? Ecco come potrebbe funzionare…
È proprio dall’uscita di Batman & Robin che Mr. Freeze non appare sul
grande schermo, quindi ci sarebbero potenzialmente molte
opportunità per il cattivo di tornare con una nuova iterazione al
cinema, magari molto più cruda e più vicina allo stile di
Joker. Victor
Fries è meglio conosciuto per i suoi esperimenti con la tecnologia
criogenica, che potrebbe fornire alcune storie davvero interessanti
per il personaggio, affrontate magari da una prospettiva moderna.
Inoltre, la tragica perdita della moglie potrebbe tradursi in una
storia molto avvincente ed emotiva.
Amazon annuncia oggi il Prime Day Live, un
concerto speciale che verrà trasmesso in live streaming venerdì 9
ottobre a partire dalle 20:00, insieme a Lewis Capaldi, vincitore
del BBC Sound 2020 e dell’Amazon Music Ones to Watch 2020, con la
partecipazione della cantante Celeste e dell’artista e producer
gallese Cate Le Bon. L’iniziativa è promossa per sensibilizzare sul
rischio che i locali più amati del Regno Unito oggi rischiano di
chiudere a causa della pandemia da COVID-19. Scopri di più su
www.amazon.it/primedaylive
Il Prime Day Live, presentato
da Amazon Music a sostegno del Music Venue Trust, vedrà ciascun
artista esibirsi in una performance di 30 minuti che sarà trasmessa
live dal palco di un piccolo locale di musica indipendente di loro
scelta, che oggi rischia di chiudere. La performance supporterà il
Music Venue Trust e l’evento sarà fruibile ovunque in diretta
streaming. Ospite di eccezione Gemma Cairney, popolare
presentatrice britannica, che si connetterà da un secondo locale
iconico in Scozia. La diretta sarà trasmessa in streaming anche su
www.twitch.tv/amazonmusicuk e sull’app Amazon
Music, disponibile per iOS e Android.
Dal 2019 ad oggi, Lewis Capaldi
è l’artista best seller nel Regno Unito. La star scozzese ha vinto
sia come miglior album che come miglior singolo: il brano “Someone
You Loved”, con i suoi 2 miliardi di stream, gli ha permesso di
raggiungere un successo mai visto prima. Per questa speciale
occasione, il due volte vincitore dei BRIT awards, abituato a
concerti e festival sold-out, vivrà un’esperienza del tutto nuova
sul palco di un locale vuoto e di piccole dimensioni, proprio quel
palco che nel 2017 lo ha accolto per uno dei suoi primi concerti.
Questo, per sensibilizzare sulle sfide quotidiane che l’industria
della musica live sta fronteggiando in questo particolare periodo.
“Non vedo l’ora di suonare in show così speciale, per Amazon Music,
nel posto dove tutto è cominciato, che per me sa di casa.”ha
affermato Lewis, commentando l’evento.
“Il Prime Day Live cointribuirà a sensibilizzare
le persone sulla difficile situazione che importanti locali, così
integrati nella cultura musicale britannica, stanno vivendo, così
come a raccogliere fondi per sostenerli. Una serata di grande
musica aperta a tutti, durante la quale i più appassionati potranno
sentirsi ancora più vicini ai loro artisti preferiti, comodamente
dalla loro casa. Vedere questi artisti riconnettersi con alcuni dei
locali di musica dal vivo che fanno parte della loro carriera
musicale, sarà un momento davvero speciale.” ha affermato Patrick
Clifton, Head of Music, Amazon Music UK
Amazon Music Unlimited
Per soli 0.99€ per 4 mesi i clienti Amazon Prime
che non hanno ancora provato Amazon Music Unlimited possono
iscriversi al servizio di abbonamento musicale premium con accesso
illimitato a oltre 60 milioni di brani senza pubblicità. Per
maggiori informazioni: www.amazon.it/primedaylive.
Lo scorso weekend è arrivata la
notizia – non così inaspettata – che No Time to Die è
stato ufficialmente posticipato al 2021. Il film sarebbe dovuto
arrivare nelle sale di tutto il mondo il prossimo Novembre, ma a
causa dell’emergenza Covid-19 che purtroppo non appresta a
fermarsi, Universal e MGM hanno deciso di rinviare l’uscita del
film ad Aprile del prossimo anno.
Adesso, in una recente ospitata da
Jimmy Fallon, è stato proprio Daniel Craig a commentare il nuovo rinvio
del film: “Quello che sta accadendo nel mondo è semplicemente
più grande di tutti noi”, ha spiegato l’attore britannico.
“Vogliamo solo che le persone vado a vedere questo film nel
modo giusto, in totale sicurezza. I cinema, in tutto il mondo, sono
chiusi al momento. Vogliamo che il film esca in contemporanea in
tutto il mondo, e questo non è purtroppo il momento giusto. Quindi,
incrociamo le dita e speriamo che il 2 Aprile possa davvero essere
il ‘nostro’ giorno.”
Parlando invece del film, che
rappresenterà la sua ultima volta nei panni dell’iconico agente
segreto, Craig ha aggiunto: “Ho dato tutto quello che potevo.
Sono davvero felice di essere tornato nei panni di Bond e di aver
avuto la possibilità di interpretarlo ancora una volta. C’erano
ancora diversi fili sciolti che dovevano essere legati.
Semplicemente, la storia non era ancora completa. Lo ammetto, avevo
bisogno di una pausa. Avevo bisogno di allontanarmi per un attimo
dal personaggio e una volta che l’ho fatto abbiamo iniziato a
parlare di tutte le storyline e di tutte le cose che si sarebbero
potute fare, e di dove avremmo potuto portare la storia.”
Parlando invece dell’eredità di 007
e chi sarà il prossimo attore a vestire i panni del personaggio,
Fallon ha chiesto a Craig di dare un consiglio a chi avrà il
compito, dopo di lui, di raccontarne le avventure sul grande
schermo. Ironicamente, l’attore ha dichiarato: “Non fare
ca****e! È una cosa bellissima, meravigliosa.”
In No Time to Die, Bond si
gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal
servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente
interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della
CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno
scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa
del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain
armato di una nuova e pericolosa tecnologia.
Sappiamo che un terzo film è
ufficialmente in cantiere: lo scorso anno abbiamo appreso che sarà
Dexter Fletcher (regista di
Rocketman) ad occuparsi della regia, ma da allora non ci
sono stati più aggiornamenti sul progetto. Sappiamo che nel terzo
film torneranno sai Downey Jr. che Jude Law nei panni di del Dottor John Watson,
ma a quanto pare i piani dell’interprete di Iron Man per il
franchise sull’iconico detective sono molto più ambiziosi e
oltrepassano la realizzazione di un terzo film.
In occasione del
Fast Company Innovation Festival, Robert Downey Jr. e sua moglie, la produttrice
Susan Downey, hanno spiegato di voler costruire
una saga dedicata a Sherlock Holmes basata sul modello
dell’Universo Cinematografico Marvel, quindi con progetti
interconnessi e destinati tanto al grande quanto al piccolo
schermo. “A questo punto ci sembra che un universo
cinematografico basato sui misteri non esista ancora”, ha
spiegato Downey Jr. “Quello di Conan Doyle potrebbe essere la
voce definitiva in tal senso. Quindi ci stiamo chiedendo se valga
la pena fare un terzo film senza dargli la possibilità di spianare
la strada ad eventuali spin-off che vadano ad aggiungere diversità
ed altri elementi.”
Susan Downey ha invece dichiarato:
“Pensiamo che ci siano tutte le carte in regola per ampliare la
storia. Magari si potrebbe pensare a degli spin-off sui personaggi
che vedremo nel terzo film e capire come si potrebbero collegare
nel panorama televisivo, guardando a quello che WarnerMedia ha
cominciato a fare con HBO e HBO Max. In questo decennio ci siamo
mossi con cautela e abbiamo avuto la possibilità di osservare il
lavoro della Marvel e la costruzione del loro
universo. È stata un’esperienza incredibile. Una masterclass
continua.”
Per quanto riguarda Sherlock Holmes 3, la data di uscita del film
era inizialmente fissata per il 21 Dicembre 2021, ma ad oggi non
sappiamo quando arriverà effettivamente nelle sale. Chris
Brancato sta scrivendo la sceneggiatura,
mentre Susan Downey, Joel Silver e Lionel Wigram si
occuperanno della produzione. Entrambi i film diretti da Ritchie
hanno avuto molto successo, con il primo che ha incassato di 524
milioni di dollari in tutto il mondo e il secondo che ha portato a
casa 545 milioni.
Nei fumetti, le pistole elementali
di Peter Quill sono un punto fermo delle sue avventure in qualità
di Star-Lord. Tuttavia, non le abbiamo mai viste nei film dedicati
ai Guardiani della Galassia appartenenti
all’Universo Cinematografico Marvel. Come i fan più esperti
sapranno, le pistole elementali danno all’eroe il potere di evocare
vento, fuoco, acqua e fulmini: una trovata all’apparenza sciocca,
ma che in realtà ha portato alla creazione nei fumetti di molti
momenti memorabili nel corso degli anni.
Di recente, un fan ha chiesto
proprio a James Gunn – via
Twitter – come mai non abbia mai utilizzato le pistole
elementali nei due film sui Guardiani da lui diretti. Il regista,
nonostante sia un grande fan di quei particolari oggetti, ha
spiegato che forse all’interno dei film sarebbero stati un elemento
accessorio fin troppo bizzarro, sottolineando che ci deve essere un
limite a tutte le informazioni di carattere fantascientifico che
vengono sottoposte all’attenzione del pubblico in circa due ore di
film.
“L’eleganza è
sempre la mia priorità numero uno all’interno della narrazione e le
pistole elementali, per quanto io le ami nei fumetti, sarebbero
state una nuova cosa strana di troppo”, ha spiegato il
regista. Gunn ha poi rivelato che aveva anche considerato l’idea di
inserirle nel film senza fornire alcuna spiegazione, ma che ciò
sarebbe stato impossibile perché si tratta di armi differenti dalle
tradizionali pistole Kree di Star Lord.
Dopo aver interpretato il ruolo di
Thanos nell’Universo Cinematografico Marvel, Josh Brolin si è poi unito all’universo degli
X-Men, andando a vestire i panni di Cable in Deadpool
2. La speranza tra i fan è che l’attore abbia
l’opportunità di riprendere quel ruolo anche nel MCU, anche se probabilmente sarà
qualcosa di totalmente svincolato dalla sua volontà.
Ricordando le conversazioni che ha
avuto con Anthony e Joe Russo a
proposito di Thanos, Brolin ha dichiarato: “Ho pensato al
personaggio di Marlon Brando in Apocalypse Now… un ragazzo molto
sfuggente, un folle… ma che dice delle cose che hanno senso. Mi
sembrava poetico. Ho iniziato a vedere una sorta di parallelismo, e
mi piaceva. Mi piaceva poter pensare ad un film come Apocalypse Now
mentre stavo facendo un film come Avengers.”
“Deadpool è stato
difficile”, ha continuato l’attore. “Anche se è stato
comunque divertente, era più difficile. È stata più una transizione
d’affari. Era più: ‘Dobbiamo farlo così’, mentre con Avengers non
mi sono mai sentito in quel modo”. Dalle parole di Brolin
sembra che non gli sia stata concessa molta libertà creativa
durante le riprese di Deadpool
2 e che si sia divertito molto di più ad interpretare
Thanos per il MCU.
L’attore ha poi spiegato i motivi
che lo hanno spinto ad accettare il ruolo del Titano Pazzo:
“Quando ho detto di sì ad Avengers era qualcosa di ancora molto
piccolo”, ha detto riferendosi ad Avengers:
Age of Ultron del 2015. “Era fondamentalmente un
cameo, quindi non c’erano molti soldi coinvolti. Quindi non era
questo il motivo. Se il ruolo fosse stato uno dei Vendicatori,
probabilmente non l’avrei fatto.”
Josh Brolin ha poi ammesso che in passato ha
rifiutato diverse offerte da parte dei Marvel Studios per ruoli diversi da quello di
Thanos. Alla fine ha aggiunto: “Il fatto che fossero tutti gli
Avengers contro questo ragazzo… mi è piaciuto questo
aspetto.”
The
Batman non arriverà più nei cinema nel 2021, ma è
stato posticipato. In un altro calendario reso pubblico dalla
Warner Bros, leggiamo che anche The
Flash e Shazam
2 sono stati rimandati.
The Batman, in
particolare, era stato pianificato per il primo ottobre 2021, data
che ora occupa Dune,
mentre il film con Robert Pattinson nei panni dell’Uomo
Pipistrello arriverà il 4 marzo 2022.
Altri slittamenti significativi sono
Matrix 4, di Lana Wachowski, che
è stato spostato soltanto di pochi mesi, da dicembre 2021 al 1°
aprile 2022. Inoltre, lo studio pianifica di far uscire a giugno
2022 e agosto 2022 due film non ancora annunciati, mentre
The Flash con Ezra Miller uscirà
il 4 novembre 2022. Intanto, Shazam 2, che doveva
uscire in quella che è la nuova data di The Flash,
arriverà il 2 giugno 2023. Black Adam, previsto
per dicembre 2021, e Minecraft, per marzo 2022, sono stati
momentaneamente tolti dal calendario.
L’unico film che non è stato
spostato è Wonder
Woman 1984, che invece uscirà il 25 dicembre 2020, e,
con Soul,
di Disney Pixar, rappresenta l’unico blockbuster ad uscire, per
ora, in questo funesto 2020.
Negli ultimi anni, il palinsesto
televisivo e i cataloghi delle piattaforme di streaming come
Netflix e Amazon Prime Video, si sono lentamente
riempiti di titoli di ogni genere e adatti a ogni età. Tuttavia, i
contenuti che occupano la maggior parte dello spazio sul piccolo
schermo sono serie e film crime, medical e legal
drama. Oggi vi parliamo di una delle serie più amate dal
pubblico, Suits.
Creata da Aaron
Korsh per USA Network – e poi passata
alle reti via cavo americane -, Suits è una delle
serie legal drama più famose e apprezzate dai
telespettatori di tutto il mondo. In onda dal 2011 al 2019, Suits è
arrivata a ben 9 stagioni e 136
episodi, senza mai registrare un forte calo di ascolti.
Mentre negli States la serie ha esordito nel 2011 sulla tv
nazionale, in Italia Suits è arrivato solo un anno più tardi, nel
2012 e sul canale a pagamento Joi, proprietà del
gruppo Mediaset.
Suits trama
La serie ha come protagonista
Harvey Spencer (Gabriel
Macht), un avvocato di grido di New York,
incredibilmente bravo nel suo lavoro e assolutamente detestabile
nella vita privata. Cinico, arrogante, snob, modaiolo e amante
della vita notturna, Harvey odia il lavoro di squadra nonostante
sia socio senior dello studio legale Pearson & Hardman. Convinto di
poter gestire tutti i suoi affari in autonomia, Harvey è costretto
tuttavia ad assumere dei neolaureati appena usciti dalla
prestigiosa università di Harvard, da formare e che saranno di
supporto allo studio.
Per un caso assai fortuito, un
giorno Harvey incontra Mike Ross (Patrick J.
Adams), un ragazzo prodigio dotato di una memoria
eidetica e in grado quindi di memorizzare ogni più piccola e
insignificante informazione senza sforzo. Mike, nonostante questa
sua grande capacità non si è ai laureato in legge ma ha sfruttato
la sua memoria per sostenere esami al posto di altri studenti a
pagamento.
Grazie a questo incontro, Mike
svela il suo grande talento ad Harvey che, impressionato dalla
competenza del ragazzo in materia di legge, gli offre un lavoro
come collaboratore presso il suo studio. Non avendo però i
requisiti necessari per poter accedere a una delle posizioni messe
a disposizione dalla Pearson & Hardman, Harvey e Mike terranno
segreti i termini del contratto. In questo modo Harvey avrà una
potentissima arma legale nel suo arsenale e Mike potrà finalmente
farsi strada nel mondo della legge.
Suits cast e personaggi
Durante tutta la prima stagione
della serie, Harvey e Mike lavorano a braccetto e si adoperano
affinchè il loro segreto, ormai comune, resti tale. Nonostante però
la buona volontà di entrambi, a un certo punto il segreto del falso
curriculm di Mike viene a galla. La prima persona a scoprire del
raggiro di entrambi è Donna Roberta Paulsen (Sarah
Rafferty), segretaria di Harvey nonché sua migliore
amica e confidente.
Con l’aiuto di Donna, sempre dalla
sua parte, Harvey riuscirà a nascondere il segreto di Mike agli
altri soci dello studio e membri dello staff. Tra i più sospettosi
del team Pearson & Hardman c’è Louis Marlow (Rick
Hoffman), uno degli avvocati migliori dello studio,
ingiustamente sottovalutato e costantemente in competizione con
Harvey. Meno testarda di Louis ma non per questo meno pericolosa,
c’è la socia anziana titolare dello studio, Jessica Lourdes Pearson
(Gina
Torres). Oltre a essere un avvocato eccellente,
Jessica è anche la più sospettosa dei soci della Pearson & Hardman,
maniaca del controllo e poco amante dei metodi di Harvey.
L’unica possibile alleata di Harvey
e Mike è Rachel Elizabeth Zane – interpretata da Meghan
Markle – assistente dello studio. Figlia di un ricco
avvocato, Rachel ha sempre sognato di poter studiare ad Harvard e
poter un giorno diventare un legale in gamba e competente.
Tuttavia, non riuscendo a entrare nell’università dei suoi sogni,
Rachel si laurea alla Columbia.
Grazie ai suoi ottimi voti e alle
sue doti persuasive, Rachel convince Jessica a fare uno strappo
alla regola e ad assumerla alla Pearson & Hardman, studio che
accetta solo laureati provenienti da Harvard. Proprio a causa del
suo passato così travagliato, Rachel sarà una preziosa alleata di
Harvey, proteggendo il segreto di Mike del quale finirà per
innamorarsi.
Suits stagione 9: trama
Tra i tantissimi legal
drama, Suits è di certo il più longevo. Nel
giro di otto anni ha vissuto diversi avvicendamenti di cast e
stravolgimenti di trama che non sempre hanno incontrato i gusti dei
telespettatori che, nonostante tutto, sono rimasti fedeli. In
ognuna delle stagioni, anche in quelle meno amate, le intricate
relazioni interpersonali e gli avvincenti casi seguiti dallo studio
di Harvey e co., riuscivano a tenere il pubblico attaccato allo
schermo.
[SPOILER
ALERT]
Nella stagione
finale di Suits a tenere banco è la
nuova relazione tra Harvey e Donna che, innamorati
già da moltissimo tempo, dovranno imparare a comunicare tra loro
come coppia e non più solamente come amici e/o colleghi. Il loro
rapporto, sincero ma problematico, finirà per creare non pochi
disagi all’interno dello studio, influenzando negativamente le loro
prestazioni professionali.
A funestare ulteriormente la vita
di Harvey e Donna c’è il procedimento avviato dal Comitato Etico
contro quest’ultima, accusata di aver rivelato un’informazione
riservata riguardante un caso a un cliente dello studio. Dopo
averle tentate tutte, Harvey, per proteggere Donna, decide di
autoaccusarsi ma il suo piano naufraga. Sarà infatti Robert Zane
(Wendell
Pierce), padre di Rachel e capo dello studio, a
prendersi la colpa per redimersi agli occhi della figlia, mettendo
di fatto fine alla sua carriera legale e lasciando il suo posto a
Samatha Wheeler (Katherine Heigl).
Nell’ultima stagione molti dei
‘vecchi’ personaggi di Suits fanno capolino come guest star in uno
o più episodi. Tra questi ricordiamo Louis Litt (Rick
Hoffman), Alex Williams (Dulè
Hill) e Katrina Bennet (Amanda
Schull). C’è anche il grande ritorno di Mike Ross che,
alla fine della settima stagione, era sparito dopo le nozze con
Rachel. Grande assente, tuttavia, è Meghan Markle che, dopo il
matrimonio con il principe Harry, ha detto addio alla serie.
Suits 10: una nuova stagione?
Il finale di
Suits, pur avendo chiuso nel migliore dei modi
tutte le questioni in sospeso, non sembra aver accontentato tutti i
fan che per moltissimo tempo hanno chiesto a gran voce agli autori
una nuova stagione. La decima stagione di Suits,
però, tanto voluta dagli spettatori della serie non è mai
arrivata.
Oltre ad aver esaurito le
storyline di ognuno dei personaggi della serie, gli autori
hanno puntato tutto su di un nuovo progetto. Si tratta dello
spin-off di Suits dal titolo
Pearson, andato in onda dal 17 luglio al 18
settembre 2019 su USA Network. Questa serie ha
come protagonista Gina
Torres e riprende la storia del personaggio di
Jessica Pearson a partire dalle sue dimissioni
dallo studio Pearson & Hardman.
Dopo aver lasciato lo studio nelle
mani dei suoi ex soci, Jessica decide di cambiare completamente
vita e di dare un taglio netto col passato. Si trasferisce quindi
nella città di Chicago dove comincia a frequentare il mondo della
politica. Diventa infatti il nuovo braccio destro del sindaco Bobby
Novak (Morgan
Spector), un uomo con grandi progetti ma che spesso si
muove ai limiti della legalità. Jessica dovrà quindi imparare alla
svelta come muoversi all’interno del suo nuovo mondo, fatto di
intrighi e situazioni borderline, celate da una facciata
di apparente normalità.
La serie Pearson, che
all’inizio era stata accolta con grande entusiasmo, non è riuscita
però a far breccia nel cuore del pubblico. Dopo soltanto
una stagione di 10 episodi, il network ha deciso
di chiudere il rubinetto per sempre cancellando la serie.
Suits in streaming
Le prime otto stagioni di
Suits sono disponibili in abbonamento sulla
piattaforma di streaming a pagamento di Netflix.
La Warner Bros. e la Legendary hanno
spostato l’uscita di Dune di Denis Villeneueve da
dicembre 2020 al 1 ° ottobre 2021. L’adattamento ad alto budget
dell’iconico romanzo di Frank Herbert vanta un
ensemble stellare tra cui Timothée Chalamet,
Zendaya, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Dave Bautista,
Jason Momoa, Stellan Skarsgård e il premio Oscar Javier
Bardem.
L’uscita di Dune era prevista per il
18 dicembre, ma la Warner Bros. ha recentemente spostato
Wonder Woman 1984 al giorno di
Natale, il che sembrava complicare le cose. All’epoca, si era detto
che la Warner Bros. era fiduciosa che il mercato potesse supportare
più blockbuster, come ha fatto ogni anno durante le vacanze, ma
senza vaccino in vista, gli americani sono rimasti riluttanti a
tornare nei cinema anche se nessuno dei contagiati di COVID-19 è
stato ricondotto ad un contagio avvenuto nelle sale.
Simon Kinberg è
stato scelto per dirigere il film da una sceneggiatura che ha
scritto insieme a Theresa Rebeck. Il film segue un
gruppo di spie delle agenzie internazionali di tutto il mondo.
Queste donne dovranno fare squadra, superare i reciproci sospetti e
conflitti, usare tutti i loro talenti e la loro formazione per
fermare un evento che potrebbe gettare il nostro mondo nel caos.
Lungo la strada, queste sconosciute diventano compagne e amiche, e
formano così una nuova squadra: nome in codice “355” (un nome preso
in prestito dalla prima spia donna nella Rivoluzione americana).
Anche Sebastian Stan e Edgar
Ramirez fanno parte del cast.
“Sono così contento di avere
un’attrice del suo calibro per completare questo cast
straordinario” ha detto Kinberg. La Universal ha acquisito i
diritti di distribuzione negli Stati Uniti. CAA Film Finance ha
negoziato l’accordo con Film Nation per le vendite internazionali.
Freckle Films della Chastain e Kelly
Carmichael produrranno insieme alla Kinberg Genre di
Simon Kinberg.
Nel 2017, Chastain e Bingbing erano
nella giuria di Cannes quando Kruger vinse la palma d’oro per la
migliore attrice per Oltre la
notte. Quel film ha vinto anche un Critics Choice e un
Golden Globe come miglior film in lingua straniera.
Secondo capitolo della cosiddetta
Trilogia del Tempo, iniziata con C’era una volta il
West e proseguita con C’era una volta in
America, Giù la testa è un altro
dei grandi film western diretti da Sergio Leone.
Il film è in realtà uno dei meno citati della sua filmografia, ma
mantiene tutte le caratteristiche principali del suo autore come
anche quel grande e inconfondibile senso dell’epica. Distribuito in
sala a partire dal 1971, questo è ambientato nel Messico del 1913,
nel bel mezzo della rivoluzione che in quegli anni sconvolse il
paese.
Il film nasce da un’idea dallo
stesso Leone, il quale però non voleva ricoprire il ruolo di
regista. Egli desiderava infatti smettere di dedicarsi al western
per lavorare a film di genere differente. A fargli cambiare idea
furono però i due attori protagonisti, che rifiutarono di prendere
parte al progetto senza di lui. Fu così che Leone finì con l’essere
anche regista di quello che è poi effettivamente stato il suo
ultimo film western. Grazie a Giù la testa, inoltre, Leone
vinse il suo unico David di Donatello come miglior regista.
Al momento della sua uscita al
cinema, il film si affermò come un discreto successo, ma risultò
essere il meno remunerativo tra i western di Leone. Come già
accaduto al regista, inoltre, anche questo film manco di ricevere
particolari riconoscimenti dalla critica. Con il tempo però, il
titolo è stato fortemente rivalutato ed è oggi considerato uno dei
migliori di Leone. Merito di ciò è il cast, l’ambientazione, le sue
tematiche fortemente politiche e ovviamente il grande gusto per la
messa in scena del regista. Numerosi sono stati negli anni i
tributi al film, indicato come uno dei più significativi per
cogliere l’evoluzione presente nel cinema e nella poetica del suo
autore.
Giù la testa: la trama del
film
La vicenda ha origine in Messico,
nel 1913, e ha per protagonista Juan Miranda, il quale è a capo di
un gruppo di banditi. Durante l’ennesimo colpo, questi si ritrovano
però ostacolati dal dinamitardo John “Sean” Mallory, rivelatosi un
asso delle esplosioni. Anziché farselo nemico, Mallory decide di
stringere un’alleanza con questo, vedendo in lui la possibilità di
espugnare la Banca di Mesa Verde, suo obiettivo da molto tempo.
Mallory decide di accettare l’offerta, salvo poi fuggire alla prima
occasione utile. I due, però, si ritroveranno proprio a Mesa Verde,
dove il dinamitardo offre a Miranda la possibilità di entrare alla
banca partecipando alla rivoluzione popolare attualmente in
atto.
I due, partecipando ad una riunione
dei rivoluzionari, riescono infatti a farsi assegnare come incarico
quello di occuparsi della banca. Una volta qui, però, scopriranno
che al suo interno non si nasconde un tesoro, bensì una prigione
ricolma di contadini. Abbandonata la banca, i due si scontrano con
il fallimento della rivoluzione. I loro compagni sono infatti stati
tutti assassinati, e a loro non resta che fuggire su di un treno
diretto per l’America. Nel corso di questo inizieranno a progettare
una vendetta, aspirando a radunare un nuovo esercito di
rivoluzionari con cui combattere le truppe del dittatore Victoriano
Huerta.
Giù la testa: il cast del
film
Ancora una volta, Leone si affidò a
celebri attori statunitensi e italiani per i protagonisti del suo
film. La parte di Juan Miranda, in particolare, era stata
inizialmente pensata per Eli
Wallach, che aveva già recitato per il regista in
Il buono, il brutto, il cattivo. La produzione, tuttavia,
impose la presenza di Rod Steiger, all’epoca
divenuto popolare grazie all’Oscar vinto come miglior attore. Per
prepararsi al ruolo, questi decise anche di prendere lezioni di
spagnolo, così da raggiungere un accento il più credibile
possibile. Il suo rapporto con Leone non fu però particolarmente
roseo, e diede vita a celebri litigi tra i due, con il regista
dichiaratosi insoddisfatto dall’interpretazione dell’attore.
Riuscirono comunque a terminare le riprese, e dopo aver visto
ultimato il film si dichiararono entrambi soddisfatti del
risultato.
Per il ruolo di John Mallory,
invece, si considerarono inizialmente gli attori John
Wayne e Clint
Eastwood. Il regista però scelse di non prendere in
considerazione il primo per via della sua eccessiva fama, che
avrebbe finito per distrarre il pubblico. Eastwood, invece, rifiutò
il ruolo ritenendolo troppo simile a quello già interpretato nei
precedenti film di Leone. Ad interpretare il ruolo è stato allora
l’attore James Coburn. Questi era però
inizialmente riluttante, e si decise ad accettare solo dopo che
Henry Fonda, che aveva recitato in C’era una
volta il West, gli descrisse Leone come il più grande regista
di sempre. A sua volta, anche Coburn lavorò sull’accento. Per
risultare credibile, spese diverso tempo in Irlanda, essendo il
personaggio originario di quel paese.
Altro celebre attore presente nel
film è l’italiano Romolo Valli. Celebre per i suoi
ruoli in Il Gattopardo e Il giardino di Finzi
Contini, questi ha qui interpretato un personaggio scritto
appositamente per lui. Leone, infatti, ideo Villega come un medico
di professione, consapevole che l’attore aveva studiato proprio
medicina prima di iniziare a recitare. Ciò favorì la sua
interpretazione, potendo risultare realistico nella parte. Sono poi
presenti nel cast l’attore Antoine Saint-John nel
ruolo di Günther Reza, Franco Graziosi nei panni
del governatore Jaime, e l’attrice Maria Monti in
quelli di Adelita. Rick Battaglia è invece il
generale Santerna, il leader della rivoluzione messicana.
Giù la testa: la colonna sonora,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Come per tutti i film di Leone,
anche Giù la testa vanta una colonna sonora firmata dal
maestro Ennio
Morricone. Questi realizzò una serie di brani
originali, mantenendo però una perfetta coerenza con quelli già
realizzati per i precedenti film western del regista. Il risultato
fu una sequenza entusiasmante di epica ed emozioni, in grado di
sottolineare nel miglior modo possibile ognuno dei grandi eventi
del film. Quella presente in questo film è infatti stata
considerata una delle più grandi e importanti colonne sonore
realizzate da Morricone, con numerose delle tracce rimaste
nell’immaginario comune. Nel 1972 viene pubblicato l’album
contenente la colonna sonora completa.
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Jumanji – Benvenuti
nella Giungla è infatti presente su Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now TV, e Tim Vision.
In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo.
In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta
comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione lunedì 5 ottobre alle
ore 21:10 sul canale Rai
Movie.
Diretta da Shawn
Levy e interpretata da Ryan Reynolds, la
nuova entusiasmante commedia d’azione 20th Century Studios
Free Guy – Eroe per Gioco arriverà prossimamente nelle
sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.
In
Free Guy – Eroe per Gioco, un impiegato di banca che
scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open
world decide di diventare l’eroe della propria storia e di
riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il
protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo
mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.
Interpretato da Ryan
Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh
Ambudkar e Taika Waititi, Free
Guy – Eroe per Gioco è diretto da Shawn Levy da un
soggetto di Matt Lieberman e una sceneggiatura di Lieberman e Zak
Penn.
Prende il via martedì 6
ottobre l’edizione 2020 del Carbonia Film Festival,
che quest’anno alza un doppio sipario: quello del Teatro Centrale
dove si svolgeranno gli appuntamenti live in città, e quello della
piattaforma streaming grazie alla quale sarà possibile vedere i
film dei due Concorsi internazionali (rispettivamente dedicati a
lungometraggi e cortometraggi) gratuitamente su tutto il territorio
nazionale. Un’edizione ibrida e coraggiosa, in un momento
particolare come quello che stiamo vivendo, con cui il Carbonia
Film Festival dichiara di volerci essere.
Sono 13 i paesi raccontati dai 16
film in concorso per un racconto poliedrico sui temi cardine della
manifestazione, ovvero lavoro e migrazioni.
L’apertura del CFF 2020 è affidata
a Mogul Mowgli, esordio nel
lungometraggio di finzione per Bassam Tariq che porta sul grande
schermo una storia di successo, famiglia e tradizioni con
un’imperdibile performance di Riz Ahmed (Venom, The night
of) nei panni di un rapper che, all’apice del successo, viene
colpito da una malattia autoimmune. Un dramma di seconda
generazione in cui il desiderio di fama si oppone alle tradizioni
ancestrali, per un moderno 8 mile in cui Riz Ahmed si muove e rappa
sul palco con una presenza magnetica che non ha nulla da invidiare
alle grandi star della scena rap internazionale. Il film sarà
disponibile a partire da martedì 6 sulla piattaforma streaming del
CFF, e inaugurerà le proiezioni cittadine al Cine-Teatro Centrale
(ore 21.00).
Per il Concorso Internazionale
Lungometraggi va in scena, sulla piattaforma streaming,
anche Days of Cannibalism,
documentario “western” di Teboho Edkins sull’impatto delle nuove
frontiere della globalizzazione. Il film osserva il modo in cui
l’arrivo della potenza cinese sia riuscito in poco tempo a
modificare l’economia agro-pastorale di una comunità rurale
dell’Africa meridionale.
Inoltre sulla piattaforma del
festival saranno disponibili le conversazioni con i registi dei
lungometraggi in concorso, realizzate in collaborazione con Eja TV
e Fondazione Sardegna Film Commission.
Al via anche
il Concorso Internazionale Cortometraggi, che
da martedì 6 ottobre proporrà gli 8 film selezionati disponibili
gratuitamente sulla piattaforma streaming fino a domenica 11
ottobre.
Presso la Mediateca Comunale
inaugura la mostra (Quasi) tutto stampato a mano,
un viaggio nelle opere di Sarah Mazzetti,
autrice del manifesto di questa edizione. Illustratrice di fama
internazionale, Sarah Mazzetti vanta collaborazioni con The New
York Times, The New Yorker, Die Zeit, The Guardian, nel 2019 ha
ricevuto l prestigioso premio Premio Internazionale d’Illustrazione
Bologna Children’s Book Fair – Fundación SM.
Dalla
collaborazione di Associazione CineQueer per Roma,
Zalib e Frocya, nascono i
Queer days – Festival di Cinema e Cultura Queer,
quattro giornate di festival multidisciplinare per esplorare la
produzione artistica e cinematografica queer della città.
La
necessità di questo festival nasce come reazione ai mesi appena
passati, durante i quali non è stato possibile scendere in piazza
con il pride, difficilissimo reperire gli ormoni per le persone
trans, impossibile evadere da situazioni di violenza domestica.
Per
affrontare un autunno di incertezze, impugniamo come stendardo
contro le avversità il pavone albino dalla coda multicolore. Un
percorso che si snoderà tra cortometraggi internazionali, talk,
spettacoli teatrali, musica dal vivo, mostre, per raccontare la
scena queer romana tra personalità emergenti e figure di
spicco.
La
madrina del festival Cristina Prenestina, drag
queen da sempre attiva sia sul palcoscenico che nel sociale, ci
guiderà in questa irriverente battaglia.
Per poter
accedere ad ogni evento bisognerà prenotarsi al seguente link.
Giovedì 8 ottobre
19:00 –
20.00 “Che genere di legge?” con Monica Cirinnà e Alessandro Zan.
Modera Cristina Prenestina.
20:00 –
22.00 Proiezione speciale di “Giorgio” di Arianna Mattioli e
proiezione dei cortometraggi in concorso.
21:00 –
00:00 Festa di apertura – Dj set Poppe Party
Venerdì 9 ottobre
18:00 –
19:00 “Portrait of a queer kid” con Eleonora De Luca, Brando
Pacitto e Liliana Fiorelli.
19:00 –
21:00 Proiezione dei cortometraggi in concorso.
22:00 –
02:00 Dj set Le Probleme | Entrata 10 euro
Sabato 10 ottobre
17:00 –
18:00 Cristina Prenestina legge storie per bimbe e bimbi dai 5 anni
in sù.
19:00 –
21:00 Presentazione contromano di “Amori Sfigati” di Chiara
Rapaccini (DeAgostini).
21:00 –
22:00 Le NO CHOICE in concerto | Entrata 10 euro
22:00 –
00:00 Proiezione speciale di “Corpi Liberi” di Fabiomassimo Lozzi e
proiezione dei cortometraggi in concorso.
domenica 11 ottobre
18:00 –
19:00 “Allor che all’opre femminil intenta se… devi – Per
un’educazione di genere attraverso la letteratura” con Giacomo
Visconti e Fabrizio Colica.
19:00 –
20:00 Presentazione di “Signorina” di Chiara Sfregola con Guia
Scognamiglio.
20:00 –
21:00 Spettacolo “Oggi voglio parlare” di Lila Esposito e Isabella
Pinto | Entrata 10 euro
21:00 –
23:00 Proiezione dei cortometraggi in concorso.
Impegnato nelle riprese di
The
Witcher 2, Henry Cavill ha condiviso
le prime due foto di Geralt di Riva dal set del
secondo ciclo della serie The
WitcherNetflix basata sulle storie di Andrzej
Sapkowski. Ecco di seguito le immagini e il testo che ha
condiviso Cavill sul suo
account Facebook:
“‘Potrebbe venir fuori,’ disse
l’uomo dai capelli bianchi un attimo dopo, ‘che i loro compagni o
amici possano chiedere cosa sia accaduto a questi uomini malvagi.
Di’ loro che il lupo li ha morsi. Il lupo bianco. E aggiungi che
dovrebbero continuare a guardare sulle loro spalle. Un giorno
guarderanno indietro e vedranno il lupo.'”– Dagli scritti di
Andrzej Sapkowski
In The Witcher 2
confermati
Henry Cavill (Mission:
Impossible – Fallout, Justice League) nel ruolo di Geralt di
Rivia, Anya Chalotra (Agatha Christie – La serie
infernale, Wanderlust) nel ruolo di Yennefer e
Freya Allan (La guerra dei mondi, Into The
Badlands) nel ruolo di Ciri e Joey Batey (Knightfall,
Strike) nel ruolo del personaggio più amato dai fan:
Jaskier.
Si uniranno al cast per la seconda
stagione di The
WitcherYasen Atour (Young
Wallander) che interpreterà Coen, Agnes Bjorn
(Monster) nel ruolo di Vereena, Paul
Bullion (Peaky Blinders) che interpreterà
Lambert, Thue Ersted Rasmussen (Fast and
Furious 9) nel ruolo di Eskel, Aisha Fabienne
Ross (The Danish Girl) nel ruolo di Lydia,
Kristofer Hivju (Il Trono di
Spade) che interpreterà Nivellen e Mecia
Simson, nel ruolo di Francesca.
The
Witcher sarà diretta da Stephen
Surjik (The Umbrella Academy) per gli
episodi 02×01 e 02×02, Sarah O’Gorman
(Cursed) per gli episodi 02×03 e 02×04, Ed
Bazalgette (The Last Kingdom) per gli episodi 02×05 e
02×08 e Geeta V. Patel (Meet The Patels)
per gli episodi 02×06 e 02×07.
Riconfermati inoltre nei propri
ruoli MyAnna Buring (Kill List) Tissaia,
Tom Canton (Good Karma Hospital)
Filavandrel, Lilly Cooper (Peterloo)
Murta, Jeremy Crawford (Titans) Yarpin
Zigrin, Eamon Farren (Twin Peaks) Cahir,
Mahesh Jadu (Marco Polo) Vilgefortz,
Terence Maynard (Maledetto) Artorius,
Lars Mikkelson (House of Cards)
Stregobor, Mimi Ndiweni (Black Earth
Rising)Fringilla Vigo, Royce Pierreson
(Judy) Istredd, Wilson Radjou-Pujalte
(Hunter Street)Dara, Anna
Shaffer(Harry Potter)Triss Merigold,
Therica Wilson Read (Young Wallander)
Sabrina.
La showrunner e produttrice
esecutive di The
Witcher, Lauren Schmidt Hissrich, ha dichiarato:
«Anche per la seconda stagione è stato mantenuto un altissimo
livello artistico del cast. Sophie Holland e il suo team hanno
nuovamente selezionato i migliori attori per incarnare questi
personaggi, siamo entusiasti di vedere queste nuove storie prendere
vita sotto la direzione di registi tanto affermati.»
The Witcher 2: trama
The
Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per
trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone spesso si
dimostrano più malvagie delle bestie. Il suo destino si intreccerà
poi con quello di una potente strega e una giovane principessa con
un pericoloso segreto. I tre si ritroveranno ad attraversare
insieme un mondo sempre più instabile
Cinefilos.it in
collaborazione con Fandango vi invita ad andare a
vedere al cinema gratuitamente Paradise – Una nuova vita di Davide
Del Degan prodotto da PILGRIM e A
ATALANTA con RAI CINEMA.
Gli inviti validi per due persone
in palio sono 50 (a cinema) e le sale coinvolte nell’iniziativa
sono al QUATTRO FONTANE di Roma, il
MASSIMO a Torino e l’ALFIERI a
Firenze, per le date:
giovedì 8 ottobre (10 inviti validi per due
persone)
venerdì 9 ottobre (10 inviti validi per due
persone)
sabato 10 ottobre (20 inviti validi per due
persone)
domenica 11 ottobre (10 inviti validi per due
persone)
Per richiedere l’invito
vi basterà scrivere a eventi[@]cinefilos.it il vostro nome
e cognome e il luogo designato (il MIGNON a Roma,
o il MASSIMO a Torino o l’ALFIERI a
Firenze). L’invito sarà accordato alle prime 10 richieste.
Coloro che hanno vinto riceveranno un’email di conferma. Chi non
riceve email di risposta automaticamente non avrà vinto l’invito.
Dunque che aspettate, scriveteci!
Paradise – Una nuova vita, il
film
Calogero è un uomo ordinario che
ha fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite,
un giorno assiste ad un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa
che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è
così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il
programma protezione testimoni, nel posto più lontano dalla
Sicilia: tra le montagne del Friuli, a Sauris, un villaggio di
gente ospitale, ma che lui fa fatica a capire. Calato in una
realtà completamente diversa così distante da tutto ciò che ama,
tra le nevi e nessuno a cui vendere granite, Calogero si ritrova
solo, perso, spaesato. Ancora alle prese con il rammarico per aver
perso il contatto con la sua famiglia, che si è rifiutata di
seguirlo, e con la sua unica figlia, che non ha neanche fatto in
tempo a veder nascere, un arrivo in paese crea altro scompiglio
nella sua nuova vita. Il killer contro cui lui ha testimoniato è
diventato a sua volta un collaboratore di giustizia e, per un
errore amministrativo tipicamente italiano, è stato spedito nella
stessa località, con lo stesso falso nome. Il nostro Calogero è
convinto che sia lì per ammazzarlo, e non sa che il killer,
contrariamente a lui, vive questa cesura col proprio passato come
un’opportunità che la vita gli ha voluto regalare.
01 Distribution ha
diffuso il trailer ufficiale di The
Turning – La Casa del Male, l’atteso nuovo thriller
horror diretto da Floria Sigismondi con
protagonisti Mackenzie Davis,
Finn Wolfhard, Brooklynn Prince, Mark Huberman, Niall Greig
Fulton, Barbara Marten, Kim Adis, Denna Thomsen.
Il film Basato sul romanzo IL GIRO
DI VITE (THE TURN OF THE SCREW) di HENRY JAMES è un’esclusiva
per l’Italia LEONE FILM GROUP e arriverà al cinema il 29
ottobre 2020.
Nel film The
Turning – La Casa del Male in una misteriosa e
decadente tenuta sulla costa del Maine, una tata viene incaricata
di occuparsi della cura di due orfani molto “particolari”. Molto
presto scopre che sia i bambini che la casa nascondono oscuri
segreti e le cose potrebbero non essere come sembrano
Una delle più memorabili saghe
cinematografiche d’animazione degli ultimi anni è quella di
Madagascar. Composta da tre film
principali, uno spin-off e diverse serie televisive animate, questa
è uno dei titoli di punta del celebre studio DreamWorks
Animation. Dal 2005, anno di distribuzione del primo film,
questa è diventata infatti una notevole fonte di guadagno, capace
di attrarre un pubblico di bambini e adulti. Merito di ciò è la
grande comicità intrinseca alle storie narrate, come anche i
personaggi e alcune sequenze rimaste nell’immaginario comune.
Come anticipato, i quattro
lungometraggi appartenenti al franchise sono Madagascar
(2005), Madagascar 2 (2008), Madagascar 3 – Ricercati
in Europa (2012) e I pinguini di
Madagascar (2014), incentrato sui quattro simpatici
pinguini ricorrenti in ognuno dei film. Complessivamente, questi
film hanno guadagno un totale di oltre 2,2 miliardi di dollari, a
fronte di un budget di 502 milioni. Gli incassi sono inoltre stati
maggiori di film in film, giustificando dunque la grande serie di
opere realizzate intorno a tale titolo.
Attualmente, la DreamWorks ha
annunciato la realizzazione di un quarto capitolo della serie
principale. Questo avrebbe dovuto essere realizzato in tempo per
una distribuzione nel 2018, ma nel 2015 lo studios annunciò di aver
sospeso la produzione per concentrarsi su altri
film e altre storie. Tra le altre saghe a cui la DreamWorks ha
dato vita si annoverano infatti anche quella diShrek,
Kung Fu
Pandae Dragon
Trainer. Il progetto sembra però soltanto rimandato, ed è
facile immaginare che presto sarà possibile rivedere i celebri
animali protagonisti sul grande schermo.
Madagascar: la trama dei film
Madagascar (2005)
La vicenda del primo film ha inizio
nel momento in cui, nello zoo di Central Park, la zebra Marty si
ritrova a festeggiare l’ennesimo compleanno dentro il recinto in
cui è confinato da anni. Egli sogna infatti di poter vivere libero
in un luogo selvaggio, a cui sente di appartenere. Di idea
totalmente opposta è invece l’amico Alex, il leone dello zoo nonché
sua celebrità indiscussa. Questi non desidera affatto lasciare quel
luogo, ritrovando lì tutto ciò di cui ha bisogno. Ma Marty,
avvertendo il peso del tempo che passa, si decide a trovare una via
di fuga. Grazie a quattro pinguini particolarmente agguerriti
riesce così ad evadere.
Accortosi della sua assenza, Alex
radura gli amici Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo per
correre a recuperare l’amico. La loro fuga si rivelerà
particolarmente imprevedibile, e in balia degli eventi i quattro
amici finiscono con l’essere spediti in Kenya. Durante il viaggio
per mare, però, le loro gabbie finiscono in acqua, portandoli ad
approdare sulle spiagge del Madagascar. Qui il gruppo si imbatte in
un branco di lemuri, capitanati da Re Julian, i quali gli faranno
esplorare l’isola e le sue ricchezze. Alex, però, desidera quanto
prima tornare a New York, e farà di tutto pur di riuscirvi,
entrando inevitabilmente in conflitto con Marty.
Madagascar 2 (2008)
Il secondo film della trilogia
riprende la narrazione lì da dove si concludeva il precedente
capitolo. Alex, Marty, Melman e Gloria trovano la possibilità di
tornare a New York nell’aiuto offerto loro dai quattro celebri
pinguini. Il gruppo sale così a bordo di un aereo abbandonato, e
inizia il lungo viaggio verso casa. Naturalmente, il velivolo si
dimostra più malandato del previsto e ben presto subisce un guasto
che costringe gli animali ad un atterraggio di emergenza in Kenya,
nel bel mezzo di una riserva naturale. Qui si imbattono nella fauna
del luogo, tra cui anche alcuni animali molto speciali.
Alex, infatti, si ricongiunge
inaspettatamente con i suoi veri genitori. Emozionato
dall’incontro, non si risparmia in storia riguardo il suo status di
celebrità nello zoo di New York. Anche i suoi amici però sembrano
trovare una propria dimensione, imbattendosi ognuno nei propri
simili. Ben presto, però, scopriranno quanto anche quel mondo possa
essere spietato, e per poter essere accettati dovranno superare
diverse prove, come ance risolvere il mistero riguardo la
sparizione dell’acqua nella riserva.
Madagascar 3 – Ricercati in Europa
(2012)
Nel terzo capitolo della trilogia
il gruppo di animali amici si trova ancora nella riserva in Kenya.
Questi iniziano però a provare tutti una certa nostalgia per la
loro casa a New York. Di comune accordo, decidono così di ripartire
per tornare lì una volta per tutte. Ritrovati i pinguini, gli unici
che possono aiutarli, questi si rimettono a bordo dell’aereo e
partono alla volta degli Stati Uniti. Ancora una volta, però, il
velivolo dà problemi e finisce con lo schiantarsi in una stazione
ferroviaria francese. Tentando di scappare dalle autorità che
cercano di catturarli, il gruppo si precipita nel treno di un circo
diretto a Roma, riuscendo così a fuggire.
Durante il viaggio hanno modo di
conoscere gli animali del circo, come la tigre Vitaly, il leone
marino Stefano e il giaguaro Gia. Parlando con loro scoprono che se
le tappe di Roma e Londra avranno successo, il circo partirà poi
per un tour negli Stati Uniti. Questa sembra essere dunque l’unica
possibilità per Alex, Marty, Melman e Gloria di tornare a casa. Ma
per riuscire in ciò, dovranno dare il meglio delle loro capacità,
come anche sfuggire ad un pericoloso nemico. sulle loro tracce vi è
infatti Chantal DuBois, celebre cacciatrice che ambisce ad
aggiungere i quattro ai suoi trofei di teste di animali.
Madagascar: lo spin-off
I pinguini di Madagascar
(2014)
Divenuti estremamente popolari e
apprezzati con la trilogia principale della saga, i quattro
pinguini hanno infine ottenuto una storia tutta per loro. Qui si
narrano le origini di Skipper, Kowalski, Rico e Soldato. Cresciuti
in Antartide, questi decidono di abbandonare quel luogo in cerca di
un posto più stimolante dove abitare. Anni dopo, successivamente
agli eventi di Madagascar 3, i quattro sono continuamente
in cerca di avventure. L’occasione si presenta nel momento in cui
vengono rapiti e portati a Venezia nel covo del dottor Octavius
Tentacoli. Qui i quattro scopriranno che questi non è altro che un
grosso polpo travestito da umano con un piano malefico.
Il suo intento è infatti quello di
trasformare i pinguini in mostri grazie ad un siero speciale. Ciò
si rivelerà in seguito essere un piano di vendetta, poiché da
sempre il polpo considera i pinguini come suoi nemici primari, per
motivi che i quattro scopriranno ben presto a loro spese.
Fortunatamente, riescono ad evadere dalle grinfie del cefalopode, e
si ritroveranno reclutati dall’organizzazione Vento del Nord,
guidata dall’agente Segreto, che si occupa di difendere gli animali
in difficoltà. Con l’aiuto di questa, i pinguini dovranno sventare
i piani del malefico polpo, salvando la situazione ancora una
volta.
https://www.youtube.com/watch?v=sZum09Lavrs
Madagascar: i doppiatori dei
personaggi
Grazie alla fama raggiunta dalla
serie, i film si sono avvalsi di celebri doppiatori per le voci dei
personaggi principali. Si possono infatti ritrovare noti attori
tanto per la versione originale quanto per quella in lingua
italiana. Per la prima di queste, sono da citare i quattro
doppiatori dei protagonisti. Ben
Stiller è infatti il leone Alex, mentre Chris
Rock è la zebra Marty, David
Schwimmer la giraffa Marty e Jada Pinkett
Smith l’ippopotamo Gloria. Celebre è poi il doppiaggio
di Sacha Baron
Cohen nei panni del lemure Re Julien. Nel primo dei
sequel si annovera invece la presenza di Alec
Baldwin nei panni del leone cattivo Makunga.
In Madagascar 3, invece,
si hanno le voci di diversi celebrità. La prima di queste è la
premio Oscar Frances
McDormand, nei panni di Chantal DuBois. Vi è poi
Jessica
Chastain per il giaguaro Gia e Bryan
Cranston per la tigre Vitaly. Passando invece allo
spin-off I pinguini di Madagascar, sono celebri le
partecipazioni di John
Malkovich nei panni del dottor Octavius Tentacoli e di
Benedict
Cumberbatch in quelli di Segreto, l’agente di Vento
del Nord. Per il doppiaggio italiano, invece, le voci di Alex e
Marty appartengono ai comici Ale e
Franz. Melman ha invece quella di Fabio De
Luigi, mentre Gloria di Michelle
Hunziker.
Madagascar: dove vedere i film in
streaming
Per gli appassionati della
trilogia, o per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è
possibile trovare i film di Madagascar su alcune delle
principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si
annoverano Netflix, Rakuten TV, Microsoft Store, Google Play,
Infinity, Chili Cinema e Apple iTunes. I pinguini di
Madagascar è invece disponibile su Amazon Prime Video, Tim Vision, Rakuten TV, Apple
iTunes e Google Play. Per usufruirne, in base alla piattaforma
prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà
possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità
video.
Si affianca senza pedinare o
intromettersi allo sguardo dei propri personaggi, la cinepresa di
Susanna Nicchiarelli. È uno sguardo delicato,
elegante, sensibile e rock il suo, capace di cogliere le mille e
più sfumature che colorano l’anima dei propri protagonisti,
muovendosi tra cadute nell’abisso dei sentimenti e slanci creativi,
senza per questo cadere mai nel baratro del melodramma.
C’è una passione sviscerale per i
propri racconti: come tanti figli, Susanna raccoglie queste storie
da lei cullate, volute, nutrite, per portarle sullo schermo con
talento e un pizzico di audacia. Da Cosmonauta
aMiss
Marx– presentato in concorso all’ultima
Mostra del cinema di Venezia 2020 – la regista studia ogni piccolo
dettaglio, segue con attenzione e dedizione le proprie creature
cinematografiche. Si informa, apprende, fa ricerche, accoglie le
esistenze dei suoi protagonisti assimilandole e facendole sue. Così
è stato soprattutto per la figura di Eleanor Marx, donna capace di
anticipare e superare i tempi, colta in un’esistenza in perpetuo
bilico tra ragione e sentimento, portavoce di chi voce non ce l’ha
e vittima del cuore. Una dualità senza tempo. eterna, perché noi
tutti siamo stati almeno una volta nella vita Eleanor Marx, e che
Susanna Nicchiarelli traduce in opera cinematografica
supervisionando ogni piccolo particolare, dalla sceneggiatura, alla
musica, dalla scelta della carta da parati richiamante l’arte
impressionista e preraffaelita, fino al doppiaggio. È lei infatti
che si è occupata dei provini ai doppiatori e all’adattamento dei
dialoghi, così da non perdere, nella sua versione italiana, lo
spirito e il cuore del suo film distribuito da 01 Distribution.
Ed è in occasione della
presentazione di Miss Marx al cinema Arsenale di
Pisa che abbiamo avuto modo di incontrare Susanna
Nicchiarelli. Ciò che ne è scaturita è un’intervista in
cui è papabile l’amore per il cinema da parte della regista e la
sua volontà di narrare storie che superano i tempi attraverso
figure sensibili, coraggiose e spinte da menti alacri.
Vorrei iniziare questa
intervista con una domanda che potrebbe sembrare banale, ma che nel
contesto di un anno come quello che stiamo vivendo finisce per
assumere tutt’altro significato. Come è stato presentare Miss Marx
alla Mostra del cinema di Venezia in un’annata così
particolare?
Devo dire che Venezia è stata
bellissima. Eravamo tutti attenti, ligi a seguire le regole
previste. Certo, tutto si presentava in maniera così diversa, dalla
misurazione della temperatura, all’uso della mascherina, senza
parlare dei posti da occupare uno sì e l’altro no, ma c’è anche da
dire che in Laguna non è successo niente. Eppure siamo stati lì
dieci giorni, con persone che venivano da ogni parte d’Europa.
Sembrava di essere dei resistenti che sono riusciti comunque a far
del cinema. Da una parte la voglia di organizzare questo festival è
dunque da interpretarsi come un atto di amore nei confronti del
cinema, dall’altra è stata una vera dimostrazione di come la sala
sia un posto sicuro, perché, credetemi, così è. Un po’ come i
bambini che dopo mesi di distanza si ritrovano finalmente tutti
insieme a scuola, è in situazioni come queste che comprendi
l’importanza di certi momenti, e se vogliamo continuare a
condividere un’esperienza come quella della sala, è altrettanto
indispensabile stare attenti e seguire le regole. Perché andare al
cinema, uscire, stare insieme è un qualcosa di connaturato
all’essere umano, un’esigenza che dobbiamo e possiamo continuare a
realizzare, basta solo mantenere certi comportamenti.
E vista la risposta dal pubblico
– due proiezioni in sold-out qui al cinema Arsenale – direi che la
voglia di tornare al cinema è tanta.
Quando eravamo a Venezia, nel buio
della sala ho pensato “stai a vedere che non appena si accenderanno
le luci, tutti si fionderanno all’uscita a causa di queste
mascherine” e invece c’è stato un applauso lunghissimo e
commovente. Una cosa simile si è ripetuta nel corso delle mie
presentazioni in giro per l’Italia. Il pubblico, nonostante la
mascherina, è rimasto in sala, pronto e desideroso di seguire il
dibattito, sulla scia di un desiderio di parlare e riflettere
insieme, che prima non era scontato esserci, visto che un po’ di
gente si alzava sempre. Poi, se devo essere sincera, credo che alla
fine si stia anche bene in sala. La mascherina può dar fastidio se
parli, cammini, ti muovi, ma seduto davanti a uno schermo, te ne
dimentichi ben presto della sua esistenza.
Rileggendo qualche sua
intervista, ho appreso che si è avvicinata al personaggio di
Eleanor Marx quasi per caso. Cosa l’ha colpita in particolare di
questo personaggio?
Mi ha colpito il contrasto con cui
veniva presentata al tempo, quello cioè di una donna emancipata e
intelligente (tanto da tradurre Madame Bovary per il pubblico
inglese), che fa la stessa fine della protagonista del romanzo di
Flaubert. Il modo in cui viene raccontata, anche in poche frasi,
sui vari testi in cui sono incappata l’ho trovato un po’
squalificante, quasi come se si volesse insinuare che questa donna,
così tanto femminista, non è stata in grado di applicare le sue
idee in ambito privato, lasciandosi soggiogare dall’uomo amato. In
realtà, mentre studiavo la sua vita, mi sono affezionata
immediatamente a lei, anche perché era la piccolina di casa e la
preferita di papà, proprio come me, che sono la piccola di
famiglia. A colpirmi, inoltre, è stata anche la figura di questo
padre che l’ha sempre amata tantissimo e le ha insegnato tutto,
senza farle pesare mai il suo essere donna. Ricordiamoci, infatti,
che ai tempi Eleanor non poteva andare a scuola e studiare storia e
politica; solo il padre le poteva insegnare tali materie, visto che
alle donne era permesso tuttalpiù ambire alla scuola di ricamo e di
buone maniere. Questa cosa mi aveva molto intenerito. rileggendo i
suoi scritti mi sono poi accorta della sua intelligenza sopraffina,
mentre le sue lettere mi hanno fatto comprendere come all’interno
della sua storia d’amore con Edward, lei non sia mai stata vittima,
quanto complice. Nonostante la stesse consumando fino al midollo,
Eleanor accetta e sceglie con grande consapevolezza di portare a
termine questo rapporto senza rinunciarvi mai, proprio come non
aveva mai rinunciato alle sue idee politiche.
Una delle cose che mi sono
piaciute più del film è stata la colonna sonora. Una musica che si
adatta perfettamente all’animo di Eleanor, perché il punk-rock,
proprio come la vita della sua protagonista, è ribellione,
rivoluzione, voglia di far sentire la propria voce. Mi chiedevo
dunque se questa scelta musicale fosse prevista sin dall’inizio, o
se è sopraggiunta in un secondo momento.
È stata assolutamente pensata
dall’inizio. Sin dalle prime fasi di sceneggiatura mi sono detta
che volevo una storia rock, commentata musicalmente, da un gruppo
contemporaneo. Ho fatto dunque delle ricerche, e grazie anche a
qualche consiglio ho scoperto i Downtown Boys, i quali si sono
rivelati perfetti per l’energia del film: sono infatti giovani,
particolari, matti, trainati da questa voce femminile così forte di
Victoria Ruiz, ma soprattutto contemporanei perché, ripeto, per me
era importante che le canzoni parlassero di oggi. Non ero
interessata al rock anni Settanta che avrebbe dato un effetto
nostalgico, quanto piuttosto ai collegamenti con l’attualità. Tanto
è vero che “A Wall”, il pezzo che cantano quando vanno in America,
è sul muro di Trump. Sono canzoni sull’adesso, che trattano
l’attualizzazione di un pensiero che non credo sia invecchiato
nelle sue istanze più importanti. Il primo pezzo che ho ascoltato
dei Downtown Boys era una cover di Bruce Springsteen che mi ha
colpito così tanto da inserirla nel film proprio perché
riarrangiata in maniera così contemporanea da rispondere
all’operazione che volevo compiere,
Oltre a quella rock-punk, esiste
anche un’anima romantica all’interno del film, caratterizzata da
brani di Chopin e Franz Liszt. Insieme ai Gatto ciliegia contro il
grande freddo, una band post-rock di Torino che lavora con sonorità
elettroniche e con cui ho collaborato per tutti i miei film,
abbiamo preso questi brani, anche molto conosciuti, per
rielaborarli e attualizzarli, così da citare l’atmosfera romantica
di origine, senza perdere di vista il tema del contemporaneo.
Romola Garai nei panni di
Eleanor è spettacolare, nonché perfetta per questo ruolo,
soprattutto se teniamo conto di quanto questa attrice, nonostante
abbia fatto parte di una serie come The Hour e un film come
Espiazione, sia poco conosciuta al pubblico italiano, proprio come
poco conosciuta è la figura di Eleanor Marx. Aveva già in mente di
affidare a lei questo personaggio, oppure è una scelta presa
successivamente?
Avevo pensato a una serie di attrici
inglesi a cui far leggere la sceneggiatura, e poi incontrare, tra
cui spiccava anche Romola. Di lei mi sono innamorata nella serie
della BBC di quattro puntate Emma, dal romanzo di Jane
Austen. Romola è una di quelle donne che ha un non so che di
antico, per cui vestita d’epoca sembra che venga da quel periodo.
Dal punto di vista visivo, dunque, si sposava benissimo con
l’estetica del costume dell’Ottocento. Inoltre, oltre a una
bellezza particolare che secondo me combacia con quella che doveva
essere la bellezza di Eleanor, vanta anche una grande intelligenza
e un carisma invidiabile. Tra le attrici che ho considerato, Romola
è stata quella che caldeggiavo di più. Una volta incontrata, poi,
mi ha conquistata del tutto grazie a una serie di riflessioni
intelligenti e pertinenti al tipo di lavoro che ci aspettava.
Dovete sapere che Eleanor Marx non è un personaggio semplice da
portare sullo schermo. È una figura alquanto complicata, sia per
l’attrice che la deve interpretare, sia per il regista – in questo
caso io – che intende narrare la sua storia. Se vuoi portare avanti
un lavoro del genere, così pieno di sfide (e questo era successo
anche con Nico 1988) allora devi avere accanto una donna
intelligente che ti aiuta, con la quale confrontarti. E Romola non
mi ha deluso, si è letta tutte le biografie, e tutti i testi in
circolazione su Eleanor, così da affrontare insieme e agilmente
tutti i passaggi emotivi attraversati da questa donna, in modo da
comprenderla – e poi raccontarla – fino in fondo con onestà.
Viviamo in un momento che ha
bisogno di una rivoluzione, sia dal punto di vista sociale, che
culturale. Cosa potrebbe apportare una figura come Eleanor Marx al
giorno d’oggi?
Non lo so. È una domanda a cui mi è
difficile rispondere. Credo che i film si facciano non per fare le
rivoluzioni, ma per pensare, far discutere. Il film da solo non
cambia niente, ma può aspirare a cambiare la gente che lo va a
vedere. Eleanor Marx credeva nel potere liberatorio dell’arte. Lei
diceva “io racconto Ibsen, la storia di Nora di Casa di bambole, di
Madame Bovary e in questo modo posso far vedere agli altri la
realtà da un punto di vista diverso e cambiare così il mondo
attraverso la rappresentazione”. Ma da sola l’opera d’arte non
cambia nulla. Lo cambia facendo riflettere il pubblico, che una
volta uscito dalla sala potrà vedere la realtà con occhi
diversi.
Mi piace concludere le mie
interviste con un gioco particolare, che ho rinominato “del se e
del ma”. Se avesse, dunque, la possibilità di viaggiare nel tempo,
quale figura storica a cui si sente particolarmente vicina le
piacerebbe incontrare?
Bella domanda. Forse sceglierei i
miei personaggi, quindi Nico, o Eleanor Marx. O forse direi mia
nonna; ecco, credo che sia lei la persona che più di tutte vorrei
rivedere e con cui desidererei parlare.
Arriva da Venomhology
una fan-art di Carnage, che ci mostra quello che potremmo
aspettarci in Venom: Let There Be Carnage dal
villain del titolo interpretato da Woody
Harrelson.
In Venom: Let
There Be Carnageassisteremo
allo scontro tra il simbionte e Cletus Kasady,
aka Carnage, uno degli antagonisti più celebri dei fumetti su
Spider-Man. Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock. Nel cast
del sequel anche Michelle Williams nei panni di Anne
Weying, Woody Harrelson nei panni di Cletus
Kasady/Carnage, Naomie Harris nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Venom: Let
There Be Carnage dovrebbe arrivare al cinema il 25
Giugno 2021, ma di recente Tony Vinciquerra, presidente di Sony
Pictures Entertainment,
ha lasciato intendere in una recente intervista che lo studio
non rischierà di far uscire film ad alto budget in un momento in
cui i cinema stanno ancora risentendo della pandemia di Covid-19.
Ciò significa che Venom 2, così
come altri attesi titoli dello Spider-Verse, tra cui Morbius –
potrebbero subire ancora ritardi.
Il mondo dell serie tv è sempre
ricco di contenuti pronti ad accontentare spettatori di ogni genere
e età e con gusti assai diversi. Tuttavia, da un po’di anni a
questa parte, si sentiva la mancanza di una serie romantica e
frizzante, glamour e irriverente, un po’ alla Sex And The
City. A riempire questo vuoto ci pensano Darren
Star e Netflix,
autori di un piccolo gioiellino a puntate dal titolo
Emily in
Paris .
Convinto, se non di eguagliarne il
successo, di traghettare Sex And The City nel futuro, Darren Star,
produttore dell’iconica serie sulle quattro amiche newyorkesi, crea
per Netflix una nuova serie glamour con Lily
Collins nei panni della protagonista.
Emily in Paris trama
In Emily in
Paris Emily Cooper (Lily
Collins) è una ventenne o giù di lì che vive a Chicago
e lavora in un’agenzia di marketing. Responsabile della
comunicazione e in particolar modo di social network, Emily è il
braccio destro di Madeline Wheeler (Kate
Walsh), a capo dell’azienda. Quando la società
acquisisce una piccola azienda francese e Madaline scopre di essere
incinta, Emily viene inviata a Parigi come sostituta del suo capo
per supportare il nuovo team.
Entusiasta all’idea di lavorare per
un anno a Parigi, la più romantica città del mondo, in vista di una
promozione al suo rientro, Emily decide di trasferirsi e
stravolgere la sua vita. Nonostante quindi le riserve del suo
ragazzo Doug (Roe Hartrampf), l’intraprendente
Emily Cooper parte e comincia la sua nuova avventura parigina.
Mai uscita dagli States sin da
quando era bambina, la ragazza è emozionata ed eccitata all’idea di
questa nuova opportunità lavorativa. Tuttavia, Emily scoprirà
presto che le sue fantasie sono molto distanti dalla realtà.
Inviata in Francia per fornire all’agenzia il punto di vista
americano a Parigi, la ragazza capisce subito che la strada per lei
sarà tutta in salita.
Si comincia con il suo delizioso
appartamento in un meraviglioso palazzo storico parigino ma che si
trova al quinto piano senza ascensore e ha delle tubature che
risalgono ai tempi della Grande Guerra. Come se già questo non
bastasse, Emily non conosce che poche parole in francese e nessun
parigino sembra disposto a facilitarle le cose comunicando in
inglese. Ma se acquistare una brioche non è poi così
complicato anche se non si parla francese, lavorare in posto dove
nessuno ti capisce o vuole capire, è tutta un’altra storia.
Emily in Paris cast
La Savouir è una nota agenzia di
comunicazione di Parigi che lavora solo con clienti facoltosi e
brand esclusivi ed è guidata dalle sapienti mani di Sylvie
(Philippine Leroy-Beaulieu). Mentre Emily sembra
fin troppo entusiasta di questo nuovo lavoro, Sylvie e il suo team
sono di tutt’altro avviso.
Tutti sono estremamente chic e snob
e il loro atteggiamento verso Emily è di totale indifferenza se non
quasi di disgusto. Vista come la rozza americana irrispettosa e
incompetente nel campo dei luxury brand, Emily dovrà farsi in
quattro per dimostrare quanto vale. La ragazza, infatti, non è solo
un bel faccino con delle gambe lunghissime ma una vera forza della
natura.
Decisa a non farsi scoraggiare dal
rude comportamento del suo capo e dei suoi tirapiedi Luc
(Bruno Gouery) e Julien (Samuel
Arnold), Emily comincia a esplorare la città e crea un
nuovo account Instagram chiamato
Emily in Paris. Per riuscire,
infatti, a creare delle strategie social efficaci per i suoi nuovi
clienti parigini, la ragazza deve imparare a conoscere la città e
le persone che la abitano, attingendo dalla quotidianità e dalla
vita mondana.
Nonostante però la città sia così
bella ed eccitante, Emily non può che sentirsi sola in un ambiente
dove ancora non conosce nessuno. Ma proprio quando la ragazza
sembra pronta ad abbandonarsi allo sconforto, incontra al parco la
spumeggiante Mindy Chen (Ashley Park), una tata
che sogna di fare la cantante.
Grazie alla sua nuova amica, pronta
a sostenerla, Emily si lancia a capofitto nel suo nuovo lavoro,
decisa a dimostrare a quei francesi fin troppo snob quanto vale.
Pian piano quindi arrivano per Emily i primi incarichi, le prime
piccole soddisfazioni e nuove conoscenze interessanti. Tra queste
spicca Gabriel (Lucas Bravo), il suo sexy vicino
di casa, gentile e fin troppo disponibile…
Emily in Paris 2: a quando la
seconda stagione?
Ideata da Darren
Star, la nuova serie Emily in Paris,
lanciata da Netflix lo scorso 2
ottobre, è già finita nella top 10 dei
titoli italiani della settimana. Gli utenti, infatti, sembrano
assai incuriositi da questo prodotto a metà strada tra Sex And The
City e Il Diavolo Veste
Prada.
Ma questa non è solo una serie
adatta solo ai festaioli amanti del glam; uno degli
aspetti più interessanti, infatti, è il ruolo affidato ai
social media che sembrano essere i veri
protagonisti della storia. Si parla di strategie di
marketing, di comunicazione e di
come il mondo dei social e degli influencer abbiano
cambiato il modo di fare pubblicità.
Al giorno d’oggi sembrano tutti
disposti a demonizzare i social media come gli artefici della
disfatta di un’intera generazione. La serie di Darren Star offre
invece un punto di vista alternativo in cui i social media sono uno
strumento potente ma controllabile ed estremamente utile per una
comunicazione diretta e globale. Emily non è la solita
influencer con idee stantie, più interessata a far soldi
che a pubblicare contenuti smart e accattivanti. La protagonista è
una giovane donna intelligente, sicura di sé ma non arrogante,
competente, coraggiosa e al passo coi tempi.
In Emily in Paris
assistiamo a un vero e proprio scontro
generazionale dove la vecchia guardia è restia al
cambiamento mentre i giovani sembrano aperti ad abbracciare tutti i
nuovi strumenti di comunicazione. Avvicinare questi due mondi è
complicato ma non impossibile; del resto, cambiare non vuole dire
svendere la propria identità ma semplicemente evolvere in qualcosa
di migliore.
Questi i temi principali della
serie che, pur muovendosi in una Parigi piena di
cliché, funziona alla perfezione. Il grande successo
ottenuto fa infatti già pensare a una seconda
stagione che potrebbe essere annunciata entro la fine
dell’anno.
Emily in Paris streaming
La nuova serie dal titolo
Emily in Paris, scritta e ideata da Darren
Star, è disponibile dal 2 ottobre 2020
sulla piattaforma streaming a pagamento di Netflix. I 10
episodi della serie fanno parte del catalogo Netflix e
resteranno a disposizione degli utenti che potranno scegliere tra
diverse opzioni linguistiche sia per l’audio che per i
sottotitoli.
Vi lasciamo adesso al
trailer di Emily in Paris. Enjoy!
Alice nella città
ha proiettato i film sulle facciate dei palazzi, ha planato
sull’acqua con il grande cinema e ora vola sulle nuvole per
un’edizione straordinaria che non si pone limiti, indaga nuove
strade, cerca nuovi percorsi e propone nuove possibilità di lettura
del nostro contemporaneo, attraverso lo sguardo e le opere che
parlano al pubblico giovane, il più sensibile e il più ispirato.
Grandi anteprime, esordi, commedie, animazioni, documentari,
fantasy, restauri, omaggi e impegno. Lo sport utilizzato come
metafora della vita e come strumento per l’emancipazione
personale.
Le donne sono protagoniste dietro e
davanti la macchina da presa, da bambine e da adulte e sempre più
libere di esprimersi. La Francia più indipendente e creativa, ma
anche le ispirazioni di Cannes e Venezia, le rivelazioni del
mercato USA e una grande città come Roma che da nord a sud si
ricollega attraverso i luoghi e le proposte. Dodici film in
concorso, la grande animazione italiana e internazionale, le
anteprime e gli eventi speciali, oltre ai ventisei cortometraggi e
quest’anno anche la grande fiction che insegna e ricorda la nostra
storia: tutto questo è Alice nella città 2020.
CONCORSO Alice nella città 2020
CALAMITY | CALAMITY, UNE ENFANCE
DE MARTHA JANE CANNARY
di Rémi Chayé, Francia, Danimarca, 2020, 85’
FELICITÀ di Bruno Merle, Francia,
2020, 82’
GAGARINE di Fanny Liatard, Jérémy
Trouilh, Francia, 2020, 97’
IBRAHIM di Samir Guesmi, Francia,
2020, 80’
KAJILLIONAIRE – LA TRUFFA È DI
FAMIGLIA di Miranda July, Stati Uniti, 2020, 106’
NADIA, BUTTERFLY di Pascal Plante,
Canada, 2020, 106’
PUNTASACRA di Francesca Mazzoleni,
Italia, 2020, 96’
SHADOWS | OMBRE di Carlo Lavagna,
Italia, Irlanda, 2020, 90’
SLALOM di Charlène Favier,
Francia, Belgio, 2020, 90’
STRAY di Elizabeth Lo, Stati
Uniti, 2020, 72’
In coproduzione con Festa del
Cinema TIGERS di Ronnie Sandahl, Svezia, Italia, Danimarca, 2020,
112’
In coproduzione con Festa del
Cinema HERSELF | LA VITA CHE VERRÀ – HERSELF di Phyllida Lloyd,
Irlanda, Regno Unito, 2020, 97’
FUORI CONCORSO ITALIA
CLIMBING IRAN di Francesca Borghetti, Italia, Francia, 2020,
53’
CUBAN DANCER di Roberto Salinas, Italia, Canada, Cile, 2020,
94’
IL MIO CORPO di Michele Pennetta, Italia, Svizzera, 2020,
80’
MOVIDA di Alessandro Padovani, Italia, 2020, 68’
PALAZZO DI GIUSTIZIA di Chiara Bellosi, Italia, Svizzera, 2020,
84’
SINTONIE in collaborazione con la Biennale di Venezia 77
LISTEN di Ana Rocha de Sousa, Regno Unito, Portogallo, 2020,
74’
NIGHT OF THE KINGS | LA NUIT DE ROIS di Philippe Lacôte, Costa
d’Avorio, Francia, Canada, 2020, 92’
NOWHERE SPECIAL di Uberto Pasolini, Italia, Romania, Regno
Unito, 2020, 96’
MAINSTREAM di Gia Coppola, Stati Uniti, 2020, 94’
I PREDATORI di Pietro Castellitto, Italia, 2020, 109’
SUN CHILDREN | KHORSHID di Majid Majidi, Iran, 2020, 99’
RESTAURI
I LAUREATI di Leonardo Pieraccioni, Italia, 1995, 93’
Omaggio Rodari 100
LA FRECCIA AZZURRA di Enzo D’Alò, Italia, Svizzera,
Lussemburgo, 1996, 94’
Omaggio Rodari 100
LA TORTA IN CIELO di Lino Del Fra, Italia, 1974, 102’
SERIE
PURE di Aneil Karia, Regno Unito, 2019, 6×35’
STALK di Simon Bouisson, Francia, 2019, 10×22’
L’ALLIGATORE di Daniele Vicari, Emanuele Scaringi, Italia,
2020
RITA LEVI MONTALCINI di Alberto Negrin, Italia, 2020
EVENTI SPECIALI
THE SPECIALS | HORS NORMES di Éric Toledano, Olivier Nakache,
Francia, Belgio, 2019, 114’
SUL PIÙ BELLO di Alice Filippi, Italia, 2020, 87’
WENDY di Benh Zeitlin, Stati Uniti, 2020, 112’
SWEET THING di Alexandre Rockwell, Stati Uniti, 2019, 91’
IL FUTURO SIAMO NOI | DEMAIN EST À NOUS di Gilles De Maistre,
Francia, 2019, 85’
LA STORIA DI OLAF | ONCE UPON A SNOWMAN di Trent Correy, Dan
Abraham, Stati Uniti, 2020, 7’
TRASH di Luca Della Grotta, Francesco Dafano, Italia, 2020,
88’
CORTOMETRAGGI SELEZIONE UFFICIALE
500 CALORIE di Cristina Spina, Italia, 2020, 18’
ALINA di Rami Kodeih, Stati Uniti, 2020, 25’
BATACLAN di Emanuele Aldrovandi, Italia, 2020, 15’
CAYENNE di Simon Gionet, Canada, 2020, 11’
MARIA A CHENT’ANNOS di Giovanni Battista Origo, Italia, 2020,
20’
ONOLULO di Iacopo Zanon, Italia, 2020, 15’
TROPICANA di Francesco Romano, Italia, 2020, 13’
SLOW di Giovanni Boscolo e Daniele Nozzi, Italia, 2020,
11’
UNA COPPIA di Davide Petrosino, Italia, 2020, 22’
LE VIDÉOCLIP di Camille Poirier, Canada, 2020, 14’
FUORI CONCORSO
ANIMALI di Elisabeth Wilke, Germania, 2020, 14’
COME A MÌCONO di Alessandro Porzio, Italia, 2019, 15’
COME SI SCRIVE TI AMO IN COREANO di Giovanni Piperno, Italia,
2020, 21’
ER COLLERA MORIBBUS di Matteo De Laurentiis, Katia Franco,
Italia, 2020, 8’
ESTRANEI di Federico Mottica, Italia, 2020, 15’
INTERSTATE 8 di Anne Thieme, Germania, 2020, 15’
IRREVERSIBILE di Matteo De Liberato, Italia, 2020, 13’
LUCE E ME di Isabella Salvetti, Italia, 2020, 10’
NEO KOSMO – NUOVO MONDO di Adelmo Togliani, Italia, 2020,
20’
NIKOLA TESLA – THE MAN FROM THE FUTURE di Alessandro Parrello,
Italia, 2020, 16’
MARGHERITA di Alice Murgia, Italia, 2020, 22’
PAOLO E FRANCESCA di Federico Caponera, Italia, 2020, 18’
L’UOMO DEL MERCATO di Paola Cireddu, Italia, 2020, 20’
TRAN TRAN di Margarita Bareikyte, Italia, 2020, 9’
EVENTI SPECIALI
HAPPY BIRTHDAY di Lorenzo Giovenga, Italia, 2019, 15’
La quindicesima edizione della
Festa del Cinema di Roma si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020
all’Auditorium Parco della Musica coinvolgendo numerosi altri
luoghi erealtà culturali della Capitale. La Festa del Cinema di
Roma è prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma. La manifestazione
è promossa da Roma Capitale, Camera di Commercio Industria
Artigianato e Agricoltura di Roma, Regione Lazio, Fondazione Musica
per Roma, Istituto Luce-Cinecittà (in rappresentanza del Ministero
per i beni e le attività culturali e per il turismo).
IL PROGRAMMA
La Selezione Ufficiale della Festa
del Cinema ospita 24 film, con l’obiettivo di offrire qualità ed
eccellenza in tutte le espressioni cinematografiche: nel cinema
indipendente. nella produzione di genere, nell’opera di autori
affermati, in quella di registi emergenti, nella ricerca e nella
sperimentazione, nel cinema di dichiarata vocazione spettacolare,
nell’animazione, nella visual art e nei documentari. Anche
quest’anno un ruolo importante sarà svolto dagli Incontri
Ravvicinati con autori, attori e protagonisti della cultura
italiana e internazionale, dalla Retrospettiva, dai Restauri, dagli
Omaggi e dai numerosi altri eventi che comporranno il programma
della manifestazione come i format Duel e Fedeltà/Tradimenti,
confermati dopo il successo dello scorso anno.Accanto alla Festa,
Alice nella città organizzerà, secondo un proprio regolamento, una
rassegna di film per ragazzi.
UNA NUOVA SALA VIRTUALE: DIGITAL
RFF15
A partire dalla quindicesima
edizione, la Festa del Cinema avrà a disposizione una nuova sala
virtuale a capienza limitata, attraverso la quale seguire on demand
una parte del programma: si tratta della piattaforma Digital RFF15,
che sarà online a partire da lunedì 12 ottobre, all’indirizzo
https://digital.romacinemafest.org/. I film saranno accompagnati
dalle introduzioni dei registi. Sarà possibile acquistare il
biglietto online registrandosi sulla piattaforma. Digital RFF15 è
fornita da SHIFT72 in collaborazione con Festival Scope.
IL PREMIO DEL PUBBLICO BNL
Il pubblico potrà esprimere il
proprio gradimento per i film della Selezione Ufficiale in
occasione della prima replica di questi titoli presso il My
Cityplex Savoy “Acea”. Il film più votato riceverà il Premio del
Pubblico BNL della quindicesima edizione, in collaborazione con il
Main Partner della Festa, BNL Gruppo BNP Paribas.
SELEZIONE UFFICIALE
SOUL (Film
d’Apertura) di Pete Docter, Stati Uniti, 2020, 100’ Con le voci di:
Jamie Foxx, Tina Fey, Phylicia Rashad, Ahmir-Khalib Thompson a.k.a.
Questlove, Angela Bassett, Daveed Diggs. Joe Gardner, un insegnante
di musica di scuola media, ha l’occasione di suonare nel migliore
locale jazz della città. Un piccolo passo falso lo proietterà dalle
strade di New York fino a un luogo fantastico in cui le nuove anime
ricevono personalità, peculiarità e interessi prima di andare sulla
Terra. Determinato a ritornare alla propria vita, Joe si allea con
22, un’anima ancora in formazione che non capisce il fascino
dell’esperienza umana. Mentre Joe cerca disperatamente di mostrare
a 22 cosa renda la vita così speciale, troverà le risposte alle
questioni più rilevanti della nostra esistenza.
9 JOURS À RAQQA | 9 DAYS AT RAQQA di Xavier de Lauzanne,
Francia, 2020, 89’ | Doc Leila Mustafa è una donna curda siriana.
Combatte per Raqqa, l’ex capitale dello Stato Islamico, devastata
dalla guerra. Ingegnere di formazione, Sindaco a soli trent’anni,
si destreggia in un mondo di uomini e la sua missione è di
ricostruire la sua città, consentire la riconciliazione e creare
una democrazia. Non esattamente una missione ordinaria. Una
scrittrice, Marine de Tilly attraversa il confine tra Iraq e Siria
per incontrarla. In una città ancora pericolosa, ha nove giorni per
scoprire e approfondire la storia di Leila.
AFTER LOVE di Aleem Khan, Regno Unito, 2020, 89’ Cast: Joanna
Scanlan, Nathalie Richard, Nasser Memarzia, Talid Ariss – Mary
Hussain, che si è convertita alla religione islamica quando si è
sposata e adesso ha poco più di sessant’anni, vive serenamente con
suo marito Ahmed nella città costiera di Dover, situata nella parte
sud-orientale dell’Inghilterra. In seguito alla morte inaspettata
del coniuge, Mary si ritrova improvvisamente vedova. Il giorno dopo
la sepoltura, la donna scopre che Ahmed aveva una vita segreta a
Calais, oltre il canale della Manica, a soli trentaquattro
chilometri di distanza dalla loro casa di Dover. La sconvolgente
rivelazione la spinge ad andare lì per saperne di più.
AMMONITE
di Francis Lee, Regno Unito, 2020, 117’ Cast:
Saoirse Ronan, Kate
Winslet, Gemma Jones, James McArdle, Alec Secareanu,
Fiona Shaw – Nel 1840, la paleontologa Mary Anning lavora in
solitudine a Lyme Regis, sull’aspra costa meridionale
dell’Inghilterra. I giorni delle sue acclamate scoperte sono
lontani, e ora la donna, per mantenere se stessa e la madre malata,
vende fossili comuni a ricchi turisti, uno dei quali, Roderick
Murchison, affida alle cure di Mary sua moglie, la giovane
Charlotte, che si sta riprendendo da una tragedia personale. Mary
non può permettersi un rifiuto, ma entra in attrito con
l’indesiderata ospite. Eppure, nonostante le profonde differenze
che le dividono, Mary e Charlotte scoprono di potersi offrire l’un
l’altra ciò che entrambe stanno cercando: la consapevolezza di non
essere sole. È l’inizio di una storia d’amore che cambierà le loro
vite.
ASA GA KURU | TRUE MOTHERS di Naomi Kawase, Giappone, 2020,
139’ Cast: Hiromi Nagasaku, Arata Iura, Aju Makita, Miyoko
Asada – Dopo aver ricorso invano a una dolorosa e lunga
serie di trattamenti per la fertilità, Satoko e suo marito Kiyokazu
adottano un bambino, che chiamano Asato. Sei anni dopo, Satoko ha
lasciato il suo lavoro per dedicarsi solo al marito e al figlio, e
la famiglia vive un’esistenza serena. Ma improvvisamente questa
felicità viene minacciata da una telefonata di Hikari, la madre
biologica di Asato, che chiede di riavere suo figlio o di ricevere
un indennizzo in denaro. Satoko e Kiyokazu l’avevano incontrata al
tempo dell’adozione di Asato, quando Hikari aveva 14 anni: da
allora la coppia non aveva più notizie di lei. Un giorno, mentre
Asato è a scuola, Satoko riceve una visita della ragazza, e sente
che quella sulla porta non è la vera Hikari.
DE NOS FRÈRES BLESSÉS | FAITHFUL di Hélier Cisterne, Francia,
Belgio, Algeria, 2020, 105’ Cast: Vincent Lacoste, Vicky
Krieps, Meriem Medjkrane, Myriam Ajar, Maximilien Poullein, Hassen
Ferhani – 1956, Algeri, quando l’Algeria era una colonia
francese. Fernand Iveton, trent’anni, operaio francese nato in
Algeria, comunista e sostenitore della causa algerina, è arrestato
nella fabbrica dove lavora con l’accusa di avervi piazzato una
bomba, che è stata trovata e disinnescata prima dell’esplosione, e
che l’uomo ha in effetti sistemato, ma in modo da non uccidere o
ferire nessuno. Fernand viene incarcerato e torturato. Intanto
Hélène, considerata dall’opinione pubblica come la moglie di un
“traditore” e di un “terrorista”, vede la propria vita franare. Si
rifiuta di abbandonare Fernand, mentre si prepara il processo:
viene chiesta la condanna alla ghigliottina. Un tuffo nei ricordi
di una coppia, una storia d’amore infranta dalla ragion di
Stato.
DES HOMMES | HOME FRONT di Lucas Belvaux, Francia, Belgio,
2020, 100’ Cast: Gérard Depardieu, Catherine Frot,
Jean-Pierre Darroussin, Yoann Zimmer, Félix Kysyl, Édouard
Sulpice – Borgogna, in Francia, nel 2003. Solange ha
riunito tutta la sua grande famiglia, amici e colleghi, in
occasione del suo sessantesimo compleanno. I festeggiamenti
tuttavia vengono bruscamente interrotti dall’inatteso arrivo del
tormentato e squattrinato fratello di Solange, Feu-de-Bois, che dà
in escandescenze e si scaglia contro Saïd, l’unico nordafricano
presente. Lo fa con una violenza che ha radici profonde, nascoste
nei silenzi, nella sofferenza repressa, nei penosi rimorsi, nei
dolorosi fantasmi del passato, nelle ferite ancora aperte, nelle
storie taciute – ma pronte ora a riemergere in una sola notte – di
una generazione segnata in gioventù, cinquant’anni prima, dalla
guerra d’Algeria.
LE DISCOURS | THE SPEECH di Laurent Tirard, Francia, 2020, 88’
Cast: Benjamin Lavernhe, Sara Giraudeau, Kyan Khojandi, Julia
Piaton, François Morel – Adrien è un uomo di trentacinque anni,
nevrotico, ipocondriaco, bloccato in una crisi di mezza età e in
una interminabile cena di famiglia durante la quale il papà tira
fuori il suo solito aneddoto, la mamma tira fuori l’eterno
cosciotto d’agnello, e la sorella, Sophie, ascolta il suo futuro
marito neanche fosse Einstein. E così Adrien aspetta. Aspetta che
Sonia, la sua fidanzata, risponda ai messaggi che lui le ha
inviato, e metta fine alla “pausa” che lei gli ha imposto da un
mese. Ma Sonia non risponde. Per coronare il tutto, Ludo, il suo
futuro cognato, gli chiede di tenere un discorso al matrimonio:
l’ansia di Adrien si trasforma in panico. E se invece questo
discorso si rivelasse come la cosa migliore che potesse
capitargli?
DRUK | ANOTHER ROUND di Thomas Vinterberg,
Danimarca, 2020, 116’ Cast:
Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus
Millang, Lars Ranthe, Maria Bonnevie, Helene Reingaard Neumann,
Susse Wold – Esiste una teoria secondo la quale nasciamo
con una piccola quantità di alcol nel sangue e una moderata
ubriachezza spalancherebbe le nostre menti al mondo che ci
circonda, riducendo i nostri problemi e aumentando la creatività.
Incoraggiati da questa teoria, Martin e tre suoi amici, tutti
demotivati insegnanti delle scuole superiori, intraprendono un
esperimento mirato a mantenere un livello costante di alcol nel
sangue per tutta la giornata lavorativa. Inizialmente i risultati
sono positivi e il piccolo progetto si trasforma in un vero studio
accademico. Ma l’esperimento causerà conseguenze inattese.
ÉTÉ 85 | SUMMER OF ‘85 | ESTATE ‘85 di François
Ozon, Francia, 2020, 100’ Cast: Félix Lefebvre,
Benjamin Voisin, Philippine Velge,
Valeria Bruni Tedeschi, Melvil Poupaud, Isabelle Nanty, Laurent
Fernandez – Nel corso dell’estate del 1985, l’estate dei
suoi sedici anni, mentre si trova in vacanza in una cittadina
balneare sulle coste della Normandia, un giorno Alexis si salva
dall’annegamento grazie a un atto eroico del diciottenne David:
Alexis ha appena incontrato l’amico che ha sempre sognato di avere.
Ma questo sogno realizzato riuscirà a durare più di un’estate?
FIREBALL: VISITORS FROM DARKER WORLDS di Werner Herzog,
Clive Oppenheimer, Regno Unito, Austria, Stati
Uniti, 2020, 97’ | Doc | Il film sarà visibile esclusivamente sulla
piattaforma Digital RFF15 e sarà presentato online dai due registi
Nel corso di miliardi di anni, le meteore hanno rimodellato il
nostro pianeta, causando di volta in volta la morte o la prosperità
per la nostra specie, e forse persino la nascita della vita sulla
Terra. Oggi sono ancora avvertibili gli echi di questi impatti, che
risuonano tra cultura, storia, scienza, mitologia e immaginazione.
Il regista Werner Herzog e il vulcanologo Clive Oppenheimer
intraprendono un viaggio che li porta a esplorare il mistero e
l’origine dei meteoriti, a scoprire quali siano gli effetti
materiali e culturali del passaggio e dell’eventuale caduta di
meteore, comete e asteroidi, analizzandone anche le influenze sulle
religioni e su tradizioni ancestrali.
FORTUNA di Nicolangelo Gelormini, Italia,
2020, 108’ Cast:
Valeria Golino, Pina Turco, Cristina Magnotti, Anna Patierno,
Luciano Saltarelli, Denise Aisler, Leonardo Russo, Giovanni Ludeno,
Marcello Romolo, Libero De Rienzo – Nancy è una bambina
timida che vive con i genitori in un palazzone incastonato come un
meteorite in un angolo del mondo dimenticato dal bene. Chiusa da
qualche tempo in un silenzio che allarma sua madre, Nancy viene
seguita da Gina, una psicologa distratta e scostante. La bambina
sembra non riconoscersi nel nome con cui gli adulti la chiamano, e
sente di non appartenere a ciò che la circonda. Come in una favola
cui a volte stenta a credere, pensa di essere una principessa in
attesa di tornare sul suo pianeta nello spazio. Sono Anna e Nicola,
i suoi amici del cuore, a chiamarla Fortuna. Ed è solo con loro che
condivide un segreto indicibile, che appartiene a un mondo nero di
adulti senz’anima.
HOME di Franka Potente, Germania, Francia,
2020, 100’ Cast:
Kathy Bates, Jake McLaughlin, Lil Rel Howery – Marvin
Hacks, quarant’anni, torna a casa sul suo skateboard dopo più di
diciassette anni di prigione, con indosso la stessa tuta che aveva
quando fu arrestato da ragazzo. Presto scopre che, anche dopo venti
anni, Clovis, la cittadina dove è nato, non ha perdonato l’atrocità
da lui commessa. Marvin e sua madre Bernadette, malata terminale,
riescono lentamente a riconciliarsi. L’uomo prende in simpatia
anche Delta, ventidue anni: quel che Marvin non sa è che Delta è un
membro della famiglia Flintow, che non ha affatto dimenticato la
morte della loro nonna, uccisa proprio da Marvin. I Flintow
chiariscono a Marvin, senza mezzi termini, che non c’è più posto
per lui a Clovis. Ma Marvin è disposto ad accettare le conseguenze
del proprio passato, costi quel che costi.
I CARRY YOU WITH ME di Heidi Ewing, Stati Uniti, Messico, 2020,
111’ Cast: Armando Espitia, Christian Vázquez, Michelle Rodríguez,
Ángeles Cruz, Raúl Briones – Arcelia Ramírez Iván, giovane padre e
aspirante cuoco, spera di trovare lavoro in un ristorante, e
intanto cerca di mantenere suo figlio. Ma il venire alla luce della
relazione dell’uomo con Gerardo stravolge tutto, e così Iván prende
la decisione di attraversare il confine e di entrare negli Stati
Uniti, facendo al figlio e al compagno Gerardo la promessa di
tornare. Una tenera storia d’amore che attraversa i decenni,
partendo dal Messico e proseguendo come un viaggio, prima di Iván,
poi di Gerardo, verso una vita insieme a New York. Una riflessione
sulla famiglia, sul sacrificio, sul rimpianto e sulla speranza, che
ripercorre le vite di due uomini, dalla loro infanzia in Messico,
attraverso le scelte che li portano a diventare adulti. Da una
storia vera.
LĒCIENS | THE JUMP di Giedrė Žickytė, Lituania, Lettonia,
Francia, 2020, 85’ | Doc | – Negli anni settanta, durante la Guerra
Fredda, una motovedetta americana e una nave sovietica si
incontrano al largo della costa orientale degli Stati Uniti per
parlare dei diritti di pesca nell’Atlantico. Nel frattempo, mentre
i comandanti sovietici sono a bordo della nave della guardia
costiera statunitense dove si tengono i colloqui, un marinaio
lituano salta gli oltre tre metri di acqua gelida che separano le
barche. Atterrando sul ponte della nave americana, chiede
disperatamente asilo. Sebbene tentino, gli americani alla fine non
riescono a fornirgli la protezione richiesta e ai sovietici è
permesso di catturarlo e riportarlo sulla loro nave. Ma questo è
solo l’inizio della storia.
LAS MEJORES FAMILIAS | THE BEST FAMILIES di Javier
Fuentes-León, Perù, Colombia, 2020, 99’ Cast: Tatiana Astengo,
Gabriela Velásquez, Gracia Olayo, Grapa Paola, Sonia Seminario,
Jely Reátegui – Luzmila e Peta sono due sorelle che lavorano come
domestiche per Alicia e Carmen e per le loro facoltose famiglie in
Perù. Sono considerate quasi come membri delle famiglie per le
quali prestano servizio, o almeno così sembra. Finché un giorno,
mentre la città in cui vivono è invasa da violente manifestazioni
di protesta, una festa di compleanno riunisce tutti i membri dei
due gruppi familiari e un segreto a lungo taciuto, che coinvolge
entrambe le famiglie – quella del piano di sopra e quella del piano
di sotto – viene improvvisamente rivelato, facendo scoppiare e
distruggendo per sempre la bolla di perfezione creata intorno al
loro aureo mondo aristocratico.
EL OLVIDO QUE SEREMOS | FORGOTTEN WE’LL BE di Fernando Trueba,
Colombia, 2020, 136’ Cast: Javier Cámara, Nicolás Reyes Cano, Juan
Pablo Urrego, Patricia Tamayo, María Teresa Barreto – In Colombia,
nella violenta Medellín degli anni ’70, Héctor Abad Gómez è uno
stimato medico e un padre di famiglia che si preoccupa non solo del
benessere dei propri figli, ma anche di quello dei bambini
appartenenti alle classi più svantaggiate, e la sua casa trabocca
di vitalità e creatività, grazie a un’educazione basata sulla
tolleranza e sull’amore. Ma disgraziatamente un cancro gli porta
via una delle sue adorate figlie. Spinto dalla disperazione e dalla
rabbia, Héctor si vota completamente alle cause sociali e
politiche, diventando un attivista dei diritti umani: i detentori
del potere faranno di tutto per metterlo a tacere. Tutto è visto
con gli occhi del suo unico figlio maschio, Héctor Abad Faciolince,
divenuto poi uno scrittore.
RICOCHET di Rodrigo Fiallega, Messico, Spagna, 2020, 93’ Cast:
Martjin Kuiper, Iazua Larios, Andrés Almeida – Messico. Martijn è
un uomo sulla cinquantina, di origine straniera, che vive da
vent’anni in una tranquilla cittadina, dove si è sposato e ha messo
su famiglia. Ma poi, durante la festa della città, suo figlio è
stato ucciso. Da allora, Martijn si è gravemente ammalato e si è
separato dalla moglie. Un giorno, viene a sapere che l’assassino di
suo figlio sta per uscire di prigione: decide allora, all’istante,
di vendicarsi.
THE
SHIFT di Alessandro Tonda, Italia, Belgio, 2020, 83’
Cast: Clotilde Hesme, Adamo Dionisi, Adam Amara – La storia di due
giovani terroristi. Eden e Abdel irrompono in una scuola di
Bruxelles per compiere una strage di coetanei, ma Abdel si fa
saltare in aria prima del previsto coinvolgendo Eden
nell’esplosione. Poco dopo i paramedici Isabel e Adamo, accorsi sul
posto, caricano sulla loro ambulanza un ragazzo ferito e privo di
sensi senza immaginare che si tratta proprio di Eden. Quando Isabel
si accorge della cintura esplosiva è ormai troppo tardi: Eden si è
svegliato e prende il controllo dell’ambulanza, minacciando i
paramedici di premere il bottone se non eseguiranno i suoi
ordini.
SMALL AXE di Steve McQueen, Regno Unito, 2020 | 128’ (Mangrove)
| 70’ (Lovers Rock) | 80’ (Red, White and Blue) Cast: Shaun
Parkes, Letitia Wright (Mangrove) | Amarah-Jae St. Aubyn, Micheal
Ward (Lovers Rock) | John Boyega, Steve Toussaint (Red,
White and Blue) – Cinque film incentrati su storie della comunità
caraibica di Londra ambientate tra 1969 e 1982, e accomunate dal
tema della lotta al razzismo. Il titolo della serie (lo stesso di
un brano di Bob Marley) evoca un proverbio giamaicano sulla forza
del dissenso: se voi siete il grande albero, noi siamo la piccola
ascia. Mangrove: 1970, storia vera del processo ai Mangrove Nine,
ossia Frank Crichlow, proprietario del ristorante Mangrove, e altri
otto imputati, arrestati per proteste contro la brutalità razzista
della polizia londinese. Lovers Rock: anni ’80, una notte, una
festa, una storia d’amore e di musica reggae. Red, White and Blue:
anni ’80, storia vera di Leroy Logan, agente nero che si scontra
con il razzismo della polizia.
STARDUST di Gabriel Range, Regno Unito, 2020, 104’ Cast:
Johnny Flynn, Marc Maron, Jena Malone – Nel 1971,
un David Bowie appena ventiquattrenne intraprende il suo primo
viaggio in America con Ron Oberman, addetto stampa della Mercury
Records, per promuovere il suo nuovo album, The Man Who Sold the
World, e per incontrare un mondo non ancora pronto per lui. Durante
questo frenetico viaggio, Bowie inizia lentamente a maturare il
bisogno di reinventarsi per definire la sua vera identità
d’artista; da questa intuizione nascerà il suo iconico e celestiale
alter ego, Ziggy Stardust. Catturando il punto di svolta che ha
dato il la alla sua carriera, Stardust offre un ritratto di David
prima che diventasse Bowie, una delle più grandi personalità della
storia della musica.
SUPERNOVA di Harry Macqueen, Regno Unito,
2020, 93’ Cast:
Colin Firth, Stanley Tucci, Pippa Haywood, Peter Macqueen, Nina
Marlin – Sam e Tusker, partner da vent’anni, viaggiano
attraverso l’Inghilterra a bordo del loro vecchio camper per far
visita agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i luoghi del
loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato
diagnosticato l’insorgere di una demenza precoce, il tempo insieme
è sempre più prezioso. Il film indaga, di fronte alle avversità,
sul significato dell’amore.
SUBARASHIKI SEKAI | UNDER THE OPEN SKY di Miwa Nishikawa,
Giappone, 2020, 126’
Cast: Koji Yakusho, Taiga Nakano, Seiji Rokkaku, Yukiya Kitamura,
Midoriko Kimura, Masami Nasagawa – Mikami, ex esponente della
Yakuza, che ha trascorso la maggior parte della vita in prigione,
viene rilasciato. Inizia così a lottare per trovare un lavoro
adeguato e per inserirsi nella società. Ma il codice di condotta di
Mikami, profondamente radicato nelle regole e nei codici ai quali
apparteneva, non si adatta all’ordinato sistema di assistenza
sociale del Giappone. Il mondo in cui viene catapultato è un mondo
che non capisce. Essere compatito o disprezzato non fa parte del
suo bagaglio culturale, inoltre non comprende la grammatica sociale
degli aiuti statali, volti a trovargli lavori saltuari e mal
pagati. La sua natura impulsiva e inflessibile e le sue radicate
convinzioni rischiano di compromettere anche i rapporti con chi
cerca di aiutarlo.
TIME di Garrett Bradley, Stati Uniti, 2020, 81’ | Doc | – Fox
Rich è un’indomita battagliera, un modello di tenacia e
perseveranza. Imprenditrice e madre di sei figli maschi, ha
trascorso gli ultimi vent’anni della sua vita a combattere per
ottenere il rilascio del marito, Rob G. Rich, che sta scontando una
condanna a sessant’anni di prigione per una rapina che, in un
momento di disperazione, commisero insieme agli inizi degli anni
novanta. Accostando il passato dei video familiari che Fox ha
registrato per Rob nel corso degli anni, al presente degli intimi
scorci sulla vita della donna, la regista Garrett Bradley ha
composto un ritratto della resilienza e dell’amore incrollabile che
sono necessari per riuscire a prevalere sulle infinite separazioni
imposte dal sistema carcerario degli Stati Uniti.
HERSELF | LA VITA CHE VERRÀ – HERSELF – In coproduzione con
Alice nella città di Phyllida Lloyd, Irlanda, Regno Unito, 2020,
97’ Cast: Clare Dunne, Harriet Walter, Conleth Hill – Dopo tanto
tempo, Sandra trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue
due figlie da un marito violento. In lotta contro una società che
sembra non poterla proteggere e con l’obiettivo di creare un
ambiente accogliente per le bambine, decide di costruire da sola
una casa tutta per loro. Non tutto andrà bene ma durante l’impresa
troverà la forza di ricostruire la sua vita e riscoprirà se stessa,
anche grazie all’appoggio di un gruppo di persone disposte ad
aiutarla e a darle sostegno. Per Sandra e le sue figlie la nuova
vita che verrà per fortuna non sarà mai più come quella di
prima.
TIGERS di Ronnie Sandahl, Svezia, Italia, Danimarca, 2020, 115’
Cast: Erik Lonngren, Frida Gustavsson, Johannes Bah Kuhnke,
Maurizio Lombardi – Martin Bengtsson è un prodigio del calcio, il
talento più promettente che la Svezia abbia mai visto. A sedici
anni, Martin realizza il suo sogno d’infanzia di diventare un
calciatore professionista quando viene acquistato da una delle più
importanti società calcistiche italiane e internazionali, l’Inter.
È l’occasione di una vita, ma a quale prezzo? Mentre tenta di
adattarsi a una realtà nella quale tutto e tutti possono essere
comprati e venduti, Martin trova sempre più difficile distinguere
l’abnegazione dalla sottomissione, il piacere dalla sofferenza, gli
amici dai nemici.
TUTTI NE PARLANO
Uno spazio dedicato ad alcuni
titoli che arrivano alla Festa del Cinema dopo un sorprendente
esordio internazionale.
IRONBARK | THE COURIER | L’OMBRA DELLE SPIE di Dominic
Cooke, Regno Unito, 2020, 112’ Cast:
Benedict Cumberbatch, Merab Ninidze, Rachel Brosnahan, Jessie
Buckley – Un modesto uomo d’affari britannico, Greville
Wynne, si ritrova coinvolto in uno dei più grandi conflitti
internazionali della storia. Per volere dell’MI-6, l’agenzia di
spionaggio per l’estero del Regno Unito, e di un’agente della CIA,
forma una partnership segreta e pericolosa con l’ufficiale
sovietico Oleg Penkovsky nel tentativo di fornire informazioni
cruciali necessarie per prevenire uno scontro nucleare e
disinnescare la crisi dei missili cubani.
PALM SPRINGS | PALM SPRINGS VIVI COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI
di Max Barbakow, Stati Uniti, Hong Kong, 2020, 90’ Cast:
Andy Samberg, Cristin Milioti, J.K. Simmons, Meredith
Hagner,
Camila Mendes,
Tyler Hoechlin – Lo spensierato Nyles e la riluttante
damigella d’onore Sarah si incontrano per caso a un matrimonio a
Palm Springs. Per entrambi le cose si complicano quando non
riescono in alcun modo a scappare dal ricevimento, da se stessi, e
soprattutto l’uno dall’altra, bloccati in un loop temporale tra
amore, disillusione e confusione.
PENINSULA di Sang-ho Yeon, Corea del Sud, 2020, 116’ Cast: Gang
Dong-won, Lee Jung-hyun, Lee Re, Kwon Hae-hyo, Kim Min-jae, Koo
Kyo-hwan – Quattro anni dopo lo scoppio dell’epidemia zombi che ha
devastato l’intera penisola coreana, Jung-seok, ex soldato scampato
al contagio e rifugiatosi a Hong Kong, accetta di tornare a casa
per portare a termine un’allettante missione. L’intera nazione è
ora una terra dimenticata da Dio e dagli uomini. Per conto di un
gruppo di criminali, Jung-seok dovrà recuperare un camion
abbandonato nel centro di Seoul entro un limite di tempo e fuggire
silenziosamente dal Paese. Ma qualcosa va storto. L’operazione va
in tilt quando una misteriosa milizia nota come Unità 631 tende
un’imboscata alla piccola squadra di Jung-seok, che si ritrova
improvvisamente circondata da orde di spietatissimi zombi.
THE REASON I JUMP di Jerry Rothwell, Regno Unito, Stati Uniti,
2020, 82’ | Doc | – Dal best seller di Naoki Higashida, una
coinvolgente esplorazione della neurodiversità attraverso le
esperienze di soggetti autistici non parlanti di tutto il mondo. Le
intuizioni rivelatrici di Higashida sull’autismo, scritte a tredici
anni, insieme ai ritratti di cinque giovani, aprono una finestra su
un universo sensoriale travolgente, che spesso sa essere anche
gioioso. I passaggi raccontati dalle parole di Higashida riflettono
ciò che il suo autismo significa per lui e per gli altri, il modo
in cui la sua percezione del mondo differisce da quella degli
altri, così come i suoi comportamenti, che spiegano il motivo per
cui salta. Tutto si sviluppa attorno al messaggio di Naoki: non
parlare non significa non avere niente da dire.
SEIZE PRINTEMPS | SPRING BLOSSOM di Suzanne Lindon, Francia,
2020, 73’ Cast: Suzanne Lindon, Arnaud Valois, Florence Viala,
Frédéric Pierrot, Rebecca Marder – Suzanne ha sedici anni, ma si
annoia a frequentare i suoi coetanei. Ogni giorno, andando a
scuola, passa davanti a un teatro. Lì fa la conoscenza di un uomo,
più grande di lei, che diventa per la ragazza un’ossessione.
Nonostante la differenza d’età, i due trovano l’uno nell’altra una
fuga dalla loro melanconia, e si innamorano. Ma a un certo punto
Suzanne comincia a temere di star sciupando la sua vita e i suoi
sedici anni, quella vita che tanto faticava a vivere con lo stesso
spirito dei suoi coetanei.
EVENTI SPECIALI
FILM DI CHIUSURA – COSA
SARÀ di Francesco Bruni, Italia, 2020, 101’ Cast:
Kim Rossi Stuart, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe
Pambieri, Raffaella Lebboroni, Fotinì Peluso – La vita di
Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non hanno mai
avuto successo e il suo produttore fatica a metter su il prossimo
progetto. Sua moglie, da cui si è separato di recente, sembra già
avere qualcun altro accanto. E per i suoi due figli, Bruno non è il
padre che vorrebbe essere. Un giorno Bruno scopre di avere la
leucemia. Si affida a un’ematologa competente e tenace per trovare
un donatore di cellule staminali compatibile.
FRANCESCO di Evgeny Afineevsky, Stati Uniti, Repubblica Ceca,
2020, 118’ | Doc | – Francesco offre uno sguardo sulle sfide più
urgenti del XXI secolo. Il film pone domande profonde sulla
condizione umana, immergendosi con compassione nei grandi problemi
del nostro tempo. Papa Francesco mostra, con umiltà, saggezza e
generosità, toccanti esempi delle sue lezioni di vita, mentre
lavora per aiutarci a capire quale sarà il ruolo di ciascuno di noi
nella costruzione di un futuro migliore.
FUORI ERA PRIMAVERA – VIAGGIO NELL’ITALIA DEL LOCKDOWN di
Gabriele Salvatores, Italia, 2020, 75’ | Doc | – Un intimo racconto
degli italiani in lockdown: dalle meravigliose piazze Italiane
vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli ospedali, ai
balconi in festa, alle riprese domestiche. Una testimonianza
collettiva filtrata attraverso la regia e la visione di un grande
artista che, con un vero e proprio film documentario, restituisce
alla nostra futura memoria una fotografia autentica e completa
dell’Italia di oggi.
MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI di Alex Infascelli, Italia, 2020,
105’ | Doc | – È la notte che precede il suo addio al calcio, e
Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse
proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le
emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di
vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima
persona, dello sportivo e dell’uomo.
OSTIA CRIMINALE – LA MAFIA A ROMA di Stefano Pistolini, Italia,
2020, 77’ | Doc | – La Mafia ha risalito la penisola fino a Ostia,
il mare di Roma, e qui ha messo radici, servendosi di potenti
famiglie criminali e dei collaudati meccanismi di usura, spaccio e
sottomissione della città “normale”. Grandi operazioni delle forze
dell’ordine contrastano il fenomeno, ma la guerra ancora non è
vinta.
ROMULUS
di Matteo Rovere, Italia, 2020 | Serie TV | Ep. 1
Tu, 59’ | Ep. 2 Regere, 49’
Cast: Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli, Marianna Fontana,
Sergio Romano, Ivana Lotito, Vanessa Scalera, Giovanni Buselli,
Demetra Avincola, Silvia Calderoni, Massimiliano Rossi, Gabriel
Montesi – Lazio, VIII secolo a.C., un mondo arcaico e selvaggio,
dove dominano la violenza e la paura. Le gesta di Yemos, principe
fuggiasco, Wiros, schiavo e orfano, e Ilia, giovane vestale
cambieranno il loro mondo e daranno origine alla leggenda.
INCONTRI RAVVICINATI
La quindicesima edizione della
Festa del Cinema dedica ampio spazio agli incontri con registi,
attori e grandi personalità del mondo della cultura.
STEVE MCQUEEN | Premio alla Carriera
Ospite di un Incontro Ravvicinato della Festa di Roma, Steve
McQueen presenterà Small Axe, una serie antologica di cinque film
ambientati a Londra tra gli anni ‘60 e gli ‘80, sulle vite di un
gruppo di ragazzi e delle rispettive famiglie appartenenti alla
comunità indiana della città. Ancor prima di essere un regista,
Steve McQueen è un artista. Ha studiato arte e design e ha esposto
le sue opere in tutto il mondo, anche alla Biennale di Arti Visive
di Venezia. Le prime forme d’arte con cui si misura sono quindi la
fotografia e la scultura. Nel 1999 espone presso la London
Institute of Contemporary Arts e viene premiato con il Turner
Prize, il più prestigioso riconoscimento inglese di arte
contemporanea: si tratta di un aspetto da tenere a mente quando si
guarda un suo film. Nella sua carriera cinematografica, iniziata
negli anni novanta con i cortometraggi Bear, Deadpan ed Exodus,
prima di imporsi al grande pubblico nel 2008 con il suo primo,
struggente, lungometraggio, Hunger (vincitore della Caméra d’or per
la miglior opera prima al Festival
di Cannes), McQueen ha sempre puntato anzitutto sulla cura
della composizione dell’inquadratura. Muovendosi dunque lungo la
linea di confine tra cinema e arte, l’autore inglese, alla fine
degli anni duemila, pone al centro della sua poetica la simbologia
dei corpi: il corpo martirizzato, lacerato dalla fame, vettore
ultimo di resistenza, di Bobby Sands (interpretato da Michael
Fassbender in una delle sue performance più estreme) in Hunger;
quello corrotto e degradato dalla dipendenza sessuale di Brandon
(ancora Michael Fassbender) in Shame; quello torturato e offeso di
Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor) in 12 anni schiavo (film che
riceve importanti riconoscimenti, tra cui tre premi Oscar®: miglior
film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attrice non
protagonista, mentre McQueen ottiene la sua prima nomination come
miglior regista). Un cinema, quello di McQueen, che combina uno
sguardo impassibile e oggettivo alla incessante ricerca di poesia
visiva, e che ama mostrare più che raccontare. Come accade anche in
Widows – Eredità criminale, heist movie su un gruppo di vedove
costrette a proseguire il lavoro sporco iniziato dai loro mariti,
altra opera certosina nella composizione delle inquadrature.
DAMIANO E FABIO D’INNOCENZO
All’ultima Berlinale Fabio e Damiano D’Innocenzo hanno vinto l’Orso
d’Argento per la miglior sceneggiatura. Il film da loro scritto e
diretto, Favolacce, ha un sapore totalmente inedito per l’attuale
panorama cinematografico italiano. Ambientata tra le villette a
schiera di Spinaceto, quartiere periferico a sud di Roma, è una
storia di adulti-orchi, con le vite divorate dalla rabbia, e di
adolescenti al limite dell’afasia. Nati trentuno anni fa a Tor
Bella Monaca, Damiano e Fabio crescono tra i libri di Pasolini,
Camus e Bukowski: “Era un ambiente dalla cultura anomala,
antiaccademica, sgangherata”, ricordano durante un’intervista. A
diciannove anni iniziano a scrivere film. Poi l’incontro con Alex
Infascelli, che li presenta al proprio agente. Da lì iniziano a
fare i ghostwriter fino a quando colpiscono al cuore pubblico e
critica con la loro opera prima, La terra dell’abbastanza,
presentata nella sezione Panorama del Festival di Berlino nel 2018.
Il film ottiene quattro candidature ai David di Donatello e vince i
Nastri d’Argento nella categoria miglior regista esordiente. Nello
stesso anno Matteo Garrone li chiama a collaborare alla
sceneggiatura di Dogman. Nel 2020 trionfano a Berlino con
Favolacce, premiato anche con il Nastro d’Argento per il miglior
film e con quello per la migliore sceneggiatura. L’anno prima,
pubblicano con La nave di Teseo la loro prima raccolta di poesie,
“Mia Madre è un’arma”. I D’Innocenzo sono inoltre anche fotografi e
nel 2020 pubblicano con Contrasto il loro primo libro fotografico
“Farmacia Notturna”. Ospiti della Festa del Cinema, saranno
protagonisti di un Incontro Ravvicinato durante il quale
ripercorreranno i loro successi artistici.
GABRIELE MAINETTI
Nato a Roma nel 1976, Gabriele Mainetti si laurea in Storia e
Critica del cinema e, in seguito, si trasferisce a New York dove
segue lezioni di regia, direzione della fotografia, sceneggiatura e
produzione presso la NYU/Tisch School of the Arts. Studia anche
recitazione: la sua carriera inizia infatti come attore. Il suo
esordio è nel 1999 nel cast del film Il cielo in una stanza di
Carlo Vanzina, e in TV nel 2001 con la fiction Stiamo bene insieme.
Artista a tutto tondo, Gabriele Mainetti è anche un grande
appassionato di musica: frequenta corsi di composizione e
arrangiamento e firma la colonna sonora dei suoi cortometraggi e di
alcuni documentari. Ma è la regia la sua passione più grande. Il
suo esordio dietro la macchina da presa avviene nel 2004 con il
cortometraggio Il produttore; quattro anni più tardi dirige
Basette, scritto da Nicola Guaglianone e interpretato da Valerio
Mastandrea e Marco Giallini. Nel 2001 fonda la Goon Films, società
di produzione con cui realizza il corto Tiger Boy, che nel 2013
vince un Nastro d’Argento nella categoria miglior cortometraggio e
viene selezionato dall’ Academy of Motion Picture Arts and Sciences
tra i dieci finalisti per la nomination agli Oscar® per il miglior
cortometraggio. Sempre con la Goon Films, nel 2015 produce e dirige
il suo primo lungometraggio, Lo chiamavano Jeeg Robot. Presentato
alla Festa del Cinema di Roma, il film ottiene un grande successo
di pubblico e di critica e riceve sedici nomination ai David di
Donatello, ottenendone sette tra cui quello per il miglior regista
esordiente. Gabriele Mainetti tornerà alla Festa anche quest’anno.
Sarà infatti protagonista di un Incontro Ravvicinato durante il
quale ripercorrerà la sua carriera artistica e mostrerà in prima
mondiale alcune scene del suo nuovo, attesissimo film Freaks
Out.
MARCO E ANTONIO MANETTI
Attesi ospiti della Festa del Cinema di Roma, presenteranno in
anteprima alcune sequenze del loro film più recente, Diabolik,
interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea,
e saranno protagonisti di un Incontro Ravvicinato con il pubblico
durante il quale ripercorreranno la loro carriera. Non è facile
rimanere fedeli al proprio immaginario, soprattutto se questo non è
mainstream, e riuscire allo stesso tempo a realizzare prodotti
audiovisivi che sappiano essere originali e spaziare fra i generi.
I fratelli Marco e Antonio Manetti, registi, sceneggiatori e
produttori cinematografici romani, sono tra i pochissimi autori
italiani in grado di farlo e di realizzare un cinema “proletario”,
sia nei mezzi che nei temi trattati. Cresciuti con B-movie e
cultura popolare, i due cineasti romani iniziano la loro carriera
negli anni ‘90, firmando numerosi videoclip di successo, prima di
arrivare, negli anni 2000, a raggiungere il grande pubblico
televisivo grazie alla serie L’ispettore Coliandro. Nel mezzo, una
carriera cinematografica ricca di successi. Un percorso iniziato
nel 1997 con la vittoria del Premio speciale della giuria al Torino
Film Festival con Torino Boys, anche se è con Zora la vampira e con
Piano 17 che iniziano a farsi conoscere da un pubblico più ampio.
Nel 2011 presentano il thriller L’arrivo di Wang alla Mostra di
Venezia e nel 2013 con Song ‘e Napule, presentato alla Festa del
Cinema, ricevono il consenso di critica e pubblico. Nel 2017 Ammore
e Malavita vince il David di Donatello per il miglior film. Con
Carlo Macchitella e la Beta Film danno vita alla Mompracem, casa di
produzione particolarmente attenta a dare spazio ai registi
emergenti.
FRANÇOIS OZON
Parigino, classe 1967, François Ozon è uno dei registi europei più
brillanti e innovativi. I suoi film combinano ironia, sensibilità,
intuizione e ambiguità legata alle relazioni umane e sociali.
Inizia a interessarsi al cinema sin da giovanissimo, Ozon,
laureandosi in storia del cinema alla Fémis. In quegli anni inizia
a realizzare diversi cortometraggi, prima di esordire alla regia
con Sitcom – La famiglia è simpatica. Successivamente realizza i
due film che lo consacrano definitivamente, Amanti criminali e
Gocce d’acqua su pietre roventi. Nel 2002 con Otto donne e un
mistero, interpretato da un cast tutto al femminile tra cui
Catherine Deneuve, Fanny Ardant e Isabelle Huppert, conquista il
pubblico europeo e fa incetta di nomination ai premi César. Nel
2007, con Angel – La vita, il romanzo, presentato in concorso al
Festival di Berlino, omaggia i melò hollywoodiani degli anni
quaranta. Nel 2010 dirige di nuovo Catherine Deneuve, questa volta
al fianco di Gérard Depardieu e Fabrice Luchini, in Potiche – La
bella statuina, presentato alla 67ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Nel 2013 incanta la Croisette con Giovane e bella e
nel 2016 presenta a Venezia Frantz, dramma liberamente ispirato a
L’uomo che ho ucciso di Ernst Lubitsch, e nel 2019, con il toccante
Grazie a Dio, trionfa al Festival di Berlino vincendo il Gran
Premio della giuria. François Ozon sarà protagonista di un Incontro
Ravvicinato, durante il quale presenterà il suo nuovo
lungometraggio, Eté ‘85. Con il sostegno dell’Ambasciata di
Francia.
GIANFRANCO ROSI
Nato in Eritrea nel 1963, dopo aver frequentato l’università in
Italia, nel 1985 si trasferisce negli Stati Uniti e si diploma
presso la New York University. Documentarista dal tratto accurato e
incisivo, esponente del cinema del reale, Rosi si pone fin dai
primi lavori come un osservatore perfetto, che interviene il meno
possibile nel flusso del racconto. Il suo stile di visione è ben
riconoscibile già dal primo mediometraggio, del 1993, Boatman,
presentato in numerosi festival internazionali. Nel 2008, il suo
primo lungometraggio Below Sea Level vince il premio Orizzonti alla
Mostra di Venezia, il Grand Prix e il Prix des Jeunes al Cinéma du
Réel del 2009 e riceve la nomination come miglior documentario agli
European Film Awards. Nel 2010 gira il lungometraggio El sicario –
Room 164, sconcertante film-intervista a un killer messicano del
cartello di Juàrez, vincitore del premio FIPRESCI alla Mostra di
Venezia. Nel 2013, sempre a Venezia, vince il Leone d’Oro con Sacro
GRA e nel 2016 torna in sala con Fuocoammare, in cui descrive le
contraddizioni del popolo di Lampedusa attraverso gli occhi del
dodicenne Samuele. Presentato in concorso al 66° Festival di
Berlino, dove si aggiudica l’Orso d’Oro, Fuocoammare viene premiato
anche come miglior documentario agli European Film Awards ed entra
nella cinquina dei titoli in gara per l’Oscar® al miglior
documentario. In concorso a Venezia anche quest’anno, Rosi ha
presentato Notturno, girato nel corso di tre anni in Medio Oriente:
uno sguardo umanista sulle persone che subiscono la guerra come
presenza opprimente nelle loro vite. A Roma Gianfranco Rosi sarà al
centro di un Incontro Ravvicinato durante il quale ripercorrerà la
sua carriera.
ZADIE SMITH
Nata nel 1975 nella contea del Brent, nel nordovest di Londra, un
luogo che farà da scenario ad alcuni dei suoi scritti, fin da
piccola Zadie Smith sviluppa vari interessi, dal tip-tap al
giornalismo alla musica jazz. Tuttavia, alla fine è la letteratura
a emergere come la sua principale attitudine. Terminati gli studi,
si iscrive al King’s College di Cambridge per studiare letteratura
inglese. Nel frattempo pubblica alcuni racconti in una raccolta di
scritti di studenti. Un editore intuisce il suo talento e le offre
un contratto. Tre anni più tardi, nel 2000, il suo primo romanzo,
“Denti bianchi” (edito in Italia da Mondadori), viene acclamato da
critica e pubblico diventando un caso letterario mondiale, e le
vale numerosi premi tra cui il Whitbread First Novel Award, il
Guardian First Book Award e il Commonwealth Writers First Book
Prize. Negli anni successivi prende vita il suo secondo romanzo,
“L’uomo autografo”, seguìto, nel 2005, dal terzo, “Della bellezza”,
ambientato a Boston e dintorni, premiato con l’Orange Prize per la
fiction. Poi è la volta di “NW”, che viene candidato al Women’s
Prize for Fiction, classificandosi tra i cinque romanzi finalisti
e, nel 2016, di “Swing Time”, un racconto di formazione incentrato
su un’amicizia tra due ragazze. Dal 2010 insegna alla New York
University e collabora stabilmente con il “New York Times” e il
“New Yorker”. Durante la quarantena ha scritto una raccolta di
saggi, “Questa strana e incontenibile stagione”, edita da SUR, che
la conferma ancora una volta come una delle voci più potenti e
acute della sua generazione. Di questo e di molto altro parlerà
durante l’Incontro Ravvicinato con il pubblico della Festa di cui
sarà protagonista.
FRANCESCO TOTTI
Per i tifosi romanisti, il 27 settembre del 1976 è nato l’ottavo re
di Roma, Francesco Totti. Simbolo della Capitale, da sempre molto
più di un “semplice” calciatore, Totti ha dedicato la sua
incredibile carriera ai colori giallorossi sin dall’esordio,
avvenuto a soli sedici anni. Giocherà per ventiquattro anni con la
stessa maglia, diventandone il capitano, e segnando 307 gol in 786
partite. Con la maglia giallorossa ha vinto uno scudetto, nel 2001,
due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. Maradona disse di lui:
«È il miglior giocatore del mondo, sì. Sa rendere semplici le cose
difficili, sa far giocare bene la squadra». E come dargli torto. La
grandezza di Francesco Totti, sul campo, andava cercata soprattutto
nella sua capacità di anticipare i tempi di gioco, di essere
imprevedibile e di creare l’inatteso. Fino a quel giorno di maggio
del 2017, quando allo Stadio Olimpico si giocava Roma-Genoa, ma i
65.000 tifosi erano accorsi lì per salutare il loro capitano che,
al triplice fischio finale, avrebbe dato l’addio al calcio giocato.
E lui, con la moglie Ilary e i suoi tre figli, fa il suo ultimo
giro di campo, commosso, davanti a una platea in lacrime. Su quella
notte che ha preceduto il suo addio al calcio, si sofferma Mi
chiamo Francesco Totti (tratto dal libro “Un Capitano” scritto da
Francesco Totti con Paolo Condò, edito da Rizzoli), il film diretto
da Alex Infascelli che sarà presentato in anteprima alla Festa di
Roma e che ripercorre la vita e la carriera del “pupone”. Ma Totti
sarà anche il protagonista di un Incontro Ravvicinato con il
pubblico della Festa, durante il quale ripercorrerà le tappe più
significative della sua carriera calcistica.
JOHN WATERS
Figura chiave del cinema contemporaneo, John Waters è autore di
alcuni tra i film più trasgressivi e provocatori di sempre. Duke of
dirty, Pope of trash: sono gli appellativi dei quali Waters è
sempre andato fiero, sostenendo che “ci vuole buon gusto per
apprezzare il cattivo gusto”. Nato in una famiglia benestante e
cattolica, manifesta da subito tendenze stravaganti. Si avvicina al
cinema durante l’adolescenza e sua nonna gli regala una cinepresa
8mm con cui realizza il corto Hag in a Black Leather Jacket.
Capisce che il cinema è la sua strada e nel 1966 gira Roman
Candles, quaranta minuti di collage a base di sesso, droga e
religione. Al film prende parte Harris Glenn Milstead, un ragazzo
che ama travestirsi e che, da quel momento, sarà per sempre Divine,
sua musa ispiratrice e celebre drag queen. Il suo primo
lungometraggio è Mondo Trasho, seguito da Pink Flamingos, che viene
venduto in tutto il mondo. Nel 1981 Waters stupisce ancora una
volta il pubblico con Polyester. Il film viene presentato in
Odorama: un cartoncino con dei tondini numerati che lo spettatore
deve grattare quando il numero corrispondente appare sullo schermo
per sentire l’odore di una data scena. Tra la fine degli anni ‘80 e
i ‘90 Waters gira una serie di film di successo decisamente più
mainstream, mentre il suo cinema diviene oggetto di una consistente
rivalutazione, tanto che nel 2018 il Museum of Art di Baltimora gli
dedica una personale e nel 2019 il Festival di Locarno lo premia
con il Pardo d’onore Manor. Protagonista di un Incontro Ravvicinato
con il pubblico della Festa, parlerà della sua carriera
cinematografica e dei film che l’hanno ispirata. Con il sostegno
dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America.
THOMAS VINTERBERG
Autore di punta della cinematografia danese, Thomas Vinterberg sarà
ospite della Festa per partecipare a un Incontro Ravvicinato con il
pubblico durante il quale presenterà il suo ultimo film, Druk
(Another Round), interpretato da Mads Mikkelsen. Classe 1969, nasce
a Copenaghen, dove frequenta la Scuola Nazionale di Cinema nella
quale si laurea nel 1993, girando il suo primo cortometraggio Last
Round. Due anni dopo tenta una rivoluzione cinematografica, insieme
a Lars von Trier, con il quale fonda il movimento Dogma 95. L’idea
è di riportare il cinema a una dimensione più pura, con delle
regole precise: niente musica, niente make-up, solo la realtà e il
rispetto delle unità aristoteliche di tempo, spazio e azione. Nel
1998 con Festen – Festa in famiglia, girato con una telecamera a
spalla, si insinua tra i misfatti di un nucleo familiare borghese
con esito tanto disturbante quanto irresistibile. Oltre al Premio
della giuria a Cannes, la pellicola viene nominata ai Golden Globe
come miglior film straniero. Nel 2003 abbandona Dogma 95 e dirige
Le forze del destino, produzione americana interpretata da Sean
Penn. Nel 2012 realizza il suo film più cupo, Il sospetto, in cui
fa esplodere il talento di Mads Mikkelsen. Il film riceve una
nomination agli Oscar® come miglior film straniero. Dopo una
parentesi britannica, presenta alla Berlinale 2016 La comune, che
descrive la vita di una comune di Copenaghen negli anni ‘70. Nel
2018 presenta alla Festa del Cinema di Roma Kursk, sulla tragedia
del sottomarino a propulsione nucleare russo affondato nel Mare di
Barents.
THOM YORKE
Cantautore, polistrumentista e compositore inglese, leader dei
Radiohead, Thom Yorke è una delle personalità più carismatiche
della musica contemporanea. Nato a Wellingborough, Regno Unito, nel
1968, il suo primo incontro con la musica avviene a sette anni,
quando i genitori gli regalano quella che sarà la sua prima
chitarra. Yorke non si ferma lì, imparando suonare anche basso,
pianoforte e batteria. Parlando delle sue influenze musicali ai
tempi della scuola, ha affermato: «La scuola era sopportabile
perché il dipartimento di musica era separato dal resto della
scuola. Aveva pianoforti in minuscole stanze, ed ero solito passare
un sacco di tempo intrattenendomi lì dopo le lezioni». Ancora
giovanissimo, nel 1985 fonda una band, gli On a Friday che solo nel
1992, con il sopraggiungere del contratto con la casa discografica
EMI, muta il suo nome in Radiohead, denominazione mantenuta ancora
oggi. Tra i gruppi musicali più rivoluzionari della storia del
rock, firmano album che scalano le vette delle classifiche mondiali
ed entrano di diritto nella storia della musica: da Ok Computer a
Kid A, da Amnesia a A Moon Shaped Pool. Nel corso degli anni Yorke
ha coltivato numerosi altri progetti anche da solista, dividendo il
suo impegno anche con la politica e l’attenzione alle problematiche
sociali. Autore di colonne sonore per cinema e serie TV, ha
lavorato tra gli altri con Paul Thomas Anderson, Christopher Nolan
e Luca Guadagnino. Sarà protagonista di un Incontro con il pubblico
della Festa nel quale parlerà delle grandi colonne sonore della
storia del cinema.
INCONTRI RAVVICINATI ON-AIR
PETE DOCTER | Premio alla Carriera
Dopo aver incantato il pubblico con gioielli di animazione come Up,
Monsters & Co. e Inside Out, il regista, sceneggiatore, animatore e
produttore cinematografico statunitense Pete Docter torna a
regalare nuove emozioni. Docter riceverà il Premio alla Carriera in
qualità di Chief Creative Officer di Pixar Animation Studios e sarà
protagonista di un Incontro Ravvicinato durante il quale presenterà
il suo ultimo lavoro, Soul, film di apertura della Festa. Con otto
nomination agli Oscar® e due vittorie con Up e Inside Out, Docter è
uno degli autori più geniali di sempre, abilissimo nel dar vita a
storie cariche di sentimento adatte a un pubblico di tutte le età.
I suoi film possiedono tutti un centro emotivo che li differenzia
dagli altri prodotti d’animazione e per questo si propongono con
livelli di lettura differenti: divertono i più piccoli e fanno
riflettere i più grandi su temi universali quali lo scorrere del
tempo, l’identità e la morte. Inizia a disegnare fumetti da
adolescente e si laurea al California Institute of the Arts nel
1990, anno in cui entra alla Pixar, che in quel periodo appartiene
a Steve Jobs. Apprezzato dai suoi superiori per le straordinarie
abilità artistiche, nel 1995 è tra gli autori del soggetto di Toy
Story – Il mondo dei giocattoli e, nel 1999, tra gli sceneggiatori
di Toy Story 2 Woody & Buzz alla riscossa. Esordisce come regista
nel 2001 con Monsters & Co., nominato agli Oscar® come miglior film
d’animazione. L’anno seguente realizza il corto La nuova macchina
di Mike e riceve un’altra candidatura agli Oscar®. Negli anni
seguenti firma la sceneggiatura di WALL•E (di Andrew Stanton) e
torna alla regia nel 2009 con Up, che vince due Oscar®, due Golden
Globe e un BAFTA, oltre a numerosi altri premi. Nel 2015 scrive e
dirige Inside Out, premiato con l’Oscar® al miglior film
d’animazione. Dal 2018 è Chief Creative Officer di Pixar Animation
Studios.
DAMIEN CHAZELLE
C’è tanta magia nel cinema di Damien Chazelle. E poi musica,
tecnica, colori, sogni e speranze, freschezza e nostalgia. Regista,
sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nonché il
più giovane cineasta a cui sia stato assegnato l’Oscar® per la
miglior regia, vinto a soli trentadue anni per La La Land, sarà
protagonista di un Incontro Ravvicinato durante il quale
ripercorrerà la sua breve ma già ricchissima carriera. Cresciuto a
Princeton, nel New Jersey, Chazelle già da bambino vede nel cinema
la sua passione principale. È la musica, però, a fargli prendere
inizialmente un’altra direzione: durante gli anni del liceo,
infatti, cerca di affermarsi come batterista jazz. Inizia a suonare
nella band della scuola ma sente di non avere talento sufficiente,
quindi accantona la musica per tornare alla sua prima passione. Si
iscrive a Harvard, studia cinema presso il Dipartimento di Studi
Visivi e Ambientali e inizia a girare i primi corti e a scrivere e
dirigere il suo primo lungometraggio, Guy and Madeline on a Park
Bench. Nel 2013 realizza il cortometraggio Whiplash, che l’anno
successivo diventa il suo secondo film, un’opera magnetica che
vince tre Oscar®. Il 2017 è il suo anno d’oro. Con La La Land, vero
e proprio tributo alla magia del cinema, fa incetta di candidature
agli Oscar®. Ne riceve quattordici, eguagliando il primato di Eva
contro Eva e Titanic, e ne vince sei, tra cui quello per la miglior
regia. L’anno successivo, il regista apre la Mostra di Venezia con
First Man – Il primo uomo, e anche questa volta fa centro. La
pellicola riceve infatti numerosi premi, tra cui l’Oscar® per i
migliori effetti speciali.
WERNER HERZOG
Rappresentante di un cinema alieno, visionario e del tutto estraneo
a facili etichettature, nome di spicco nel movimento del Neuer
Deutscher Film, Werner Herzog ha scritto e diretto più di sessanta
opere, tra lungometraggi e cortometraggi documentari e di finzione,
incentrati sul rapporto tormentato tra uomo e natura, su personaggi
dall’animo di sognatori con idee e visioni sublimi ma quasi sempre
votati alla sconfitta, sulla indiscernibilità tra documentario e
finzione, sulla ricerca di ciò che lo stesso autore ha chiamato
“verità estatica”. Sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato
durante il quale presenterà il documentario Fireball: Visitors from
Darker Worlds, co-diretto con Clive Oppenheimer. Nato a Monaco di
Baviera il 1942, a undici anni vede il suo primo film, a quindici
scrive la sua prima sceneggiatura e a diciassette si approccia alla
regia. Nel 1968 scrive e dirige Segni di vita, il suo primo
lungometraggio, premiato a Berlino con l’Orso d’Argento. Negli anni
‘70 dirige capolavori come Aguirre, furore di Dio (che segna
l’inizio del sodalizio con Klaus Kinski), L’enigma di Kaspar Hauser
e La ballata di Stroszek. Nel 1982 il suo Fitzcarraldo riceve il
premio per la miglior regia a Cannes. Nel 1992 va in Kuwait per
testimoniare la prima Guerra del Golfo e realizza il doc Apocalisse
nel deserto. Nel 2001, dopo essersi trasferito a Los Angeles,
Herzog torna alla fiction con Invincibile, per poi dedicarsi a una
serie di documentari tra cui Encounters at the End of the World,
diretto insieme a Henry Kaiser, che nel 2009 viene nominato agli
Oscar® come miglior documentario. Presidente di giuria al Festival
di Berlino nel 2010, nel 2013 riceve il Pardo d’onore al Festival
di Locarno.
DUEL – FEDELTÀ/TRADIMENTI
Dopo il successo dello scorso anno,
la Festa del Cinema 2020 ripropone i format “Duel” e
“Fedeltà/Tradimenti”. Nel primo, due personalità del mondo
artistico, della cultura e dello spettacolo si sfidano davanti al
pubblico, confrontando opinioni divergenti su temi legati al
cinema, ai suoi protagonisti, alle sue storie. Nel secondo, noti
scrittori italiani e internazionali commentano la trasposizione
cinematografica di celebri opere letterarie. “Duel” si terrà presso
Palazzo Merulana e al MAXXI, “Fedeltà/Tradimenti” al MACRO.
DUEL
17 ottobre ore 17 | MAXXI
INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO | ALIEN
Con Antonio Monda e Francesco Chiamulera
21 ottobre ore 17 | Palazzo Merulana L’UOMO DEI SOGNI | FUGA
PER LA VITTORIA
Con Federica Aliano e Nicola Calocero
21 ottobre ore 19 | Palazzo Merulana JOHN CARPENTER | STEVEN SPIELBERG
Con Mario Sesti e Caterina Taricano
22 ottobre ore 17 | Palazzo Merulana
MARCELLO MASTROIANNI | GIANMARIA VOLONTÉ Con Paolo Di Paolo e Fabio
Ferzetti
22 ottobre ore 19 | Palazzo Merulana VIA COL VENTO | L’ETÀ
DELL’INNOCENZA
Con Guia Soncini e Camilla Baresani
23 ottobre ore 17 | Palazzo Merulana MICHAEL BAY | CHRISTOPHER
NOLAN
Con Giona A. Nazzaro e Gabriele Niola
23 ottobre ore 19 | Palazzo Merulana VINCENTE MINNELLI |
DOUGLAS SIRK
Con Francesco Zippel e Roberto Pisoni
FEDELTÀ/TRADIMENTI
16 ottobre ore 19 | MACRO DON CHISCIOTTE
Con Concita De Gregorio
17 ottobre ore 19 | MACRO STEPHEN KING
Con Michela Murgia
18 ottobre ore 19 | MACRO
LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI
Con Steve Della Casa
20 ottobre ore 19 | MACRO
LA FINESTRA SUL CORTILE Con Isabella Aguilar
21 ottobre ore 19 | MACRO FANTOZZI
Con Edoardo Ferrario
22 ottobre ore 19 | MACRO TRUMAN CAPOTE
Con Nicola La Gioia
23 ottobre ore 19 | MACRO SCHINDLER’S LIST
Con Andrea Minuz
24 ottobre ore 19 | MACRO DRACULA
Con Chiara Valerio
25 ottobre ore 19 | MACRO
TOM JONES Con Leonardo Colombati
PREAPERTURE – OTTOBRE CON LA FESTA
DEL CINEMA
12 ottobre ore 18 | Casa del Cinema
ERA LA PIÙ BELLA DI TUTTI NOI – LE MOLTE VITE DI VERONICA LAZAR
di Leonardo Celi, Roberto Savoca, Italia, 2020, 52’ | Doc |
Alexandra Celi racconta, in questo docu-film biografico, i
molteplici aspetti della vita di sua madre, Veronica Lazar, che è
stata attrice di teatro e di cinema, ebrea esule dalla
Transilvania, moglie di Adolfo Celi, organizzatrice culturale,
psicologa professionista, donna fiera e rivoluzionaria, scomparsa
nel 2014.
12 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
EARTHLING: TERRESTRE
di Gianluca Cerasola, Italia, 2020, 71’ | Doc |
Il primo documentario cinematografico-spaziale che racconta, in
esclusiva mondiale la vita, lo spazio, l’arte e i record
dell’astronauta Luca Parmitano. Un racconto scandito dalla voce di
Maria Grazia Cucinotta e dalla presenza scenica di Giancarlo
Giannini che sono i coprotagonisti di questo docu-film, insieme
all’astronauta dei record. Earthling: Terrestre racconta l’uomo, il
padre di famiglia, l’addestramento e la vita in orbita.
13 ottobre ore 18 | Casa del Cinema
L’AMORE NON SI SA
di Marcello Di Noto, Italia, 2019, 92’
Cast: Antonio Folletto, Silvia D’Amico, Diane Fleri, Gianni
D’Addario, Simone Borrelli
Denis, musicista e donnaiolo, lavora e si diverte sulla scia del
business neomelodico gestito dalla malavita. Quando si trova
coinvolto in un regolamento di conti, comprende che il futuro non
esiste sul bagnasciuga delle logiche omertose. Grazie all’amore per
Marian, troverà la forza di ribellarsi.
13 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
PORTO RUBINO – STORIE, CANZONI E LUPI DI MARE
di Fabrizio Fichera, Italia, 2020, 57’ | Doc |
Il viaggio che Renzo, a bordo del suo gozzo, decide di
intraprendere, costeggiando la Puglia, alla ricerca del pericoloso
mostro marino, divoratore del mare. Un’avventura segnata dal sale e
dalla paura, dalla libertà e dalla comunione. Durante la
navigazione verrà aiutato da marinai speciali e gente di mare. Tra
gli altri Giuliano Sangiorgi, Antonio Diodato, Paola Turci, Vasco
Brondi, Noemi, Bugo e Gino Castaldo. L’obiettivo è quello di
arrivare sano e salvo a Taranto.
14 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
DISCO RUIN – 40 ANNI DI CLUB CULTURE ITALIANA
di Lisa Bosi, Francesca Zerbetto, Italia, 2020, 115’ | Doc |
Un viaggio visionario, l’ascesa e il declino dell’Italia del
clubbing, raccontati dai protagonisti di questa storia, tra notti
in autostrada e afterhours che divorano il giorno. Quattro
generazioni che vogliono essere “messe in lista” per entrare in
questi luoghi di aggregazione e di perdizione, dove non conta che
cosa fai di giorno, ma solo chi interpreti durante la notte.
Quarant’anni in cui la discoteca ha prodotto cultura, arte, musica
e moda.
RETROSPETTIVA
La retrospettiva della quindicesima
edizione della Festa del Cinema, a cura di Mario Sesti, sarà
dedicata a Satyajit Ray, considerato uno dei maggiori cineasti
della storia della settima arte. Da un punto di vista
cinematografico, il mix di attori non professionisti e robusti
interpreti, la pregnanza del paesaggio e l’aura carismatica dei
corpi, la concentrazione sui bisogni primari della fame e della
centralità della famiglia e della solitudine, di un passato remoto
e della modernizzazione incombente, rendono l’opera di Ray simile a
una sorta di anello mancante tra quella di Rossellini e quella di
Pasolini. Prima che la politica degli autori in Europa deflagrasse
nella nouvelle vague, Ray, dalla fine degli anni ‘50, diventa non
solo sceneggiatore e regista dei suoi film ma anche compositore.
Partecipa all’arredamento e alla costruzione delle scene
attivamente come Welles a quelle dei suoi film, essendo un
romanziere professionista e un artista grafico di levatura,
completa i copioni e li illustra con disegni ad accompagnare i
dialoghi. Ray, la cui importanza nella cultura indiana è più vasta
di quanto possiamo immaginare, ha saputo innanzitutto lavorare sul
cinema come il più sincretico dei linguaggi, senza rinunciare
all’eccellenza europea di maestri come Renoir (con cui lavorò) o
alla più profonda cultura indiana affondando profonde radici nella
musica, nella raffinatezza visiva, nell’antropologia. Il torpore,
l’apatia, il silenzio sono gli strumenti principali che i suoi
personaggi usano come difesa nei confronti dell’avversità e
dell’ingiustizia, di un conteso ostile e di ambizioni irrisolte,
una strategia che appartiene all’Asia e che l’Occidente non
riconosce. Ma la libertà con la quale ha saputo attingere senza
riserve al cinema, alla letteratura, alla musica, a raffinati stili
d’illuminazione e notevoli attori, parla di un artista senza limiti
e frontiere che inventa con disinvolta sicurezza una lingua unica e
mirabile.
I FILM IN RETROSPETTIVA
AGANTUK | THE STRANGER | LO STRANIERO
di Satyajit Ray, India, Francia, 1991, 120’
Cast: Utpal Dutt, Mamata Shankar, Deepankar Dey, Bikram
Bhattacharya, Rabi Ghosh, Dhritiman Chatterjee
APARAJITO | THE UNVANQUISHED | L’INVITTO
di Satyajit Ray, India, 1956, 110’
Cast: Pinaki Sen Gupta, Smaran Ghosal, Karuna Bannerjee, Kanu
Bannerjee, Subodh Ganguli, Charuprakash Ghosh
APUR SANSAR | THE WORLD OF APU | IL MONDO DI APU
di Satyajit Ray, India, 1959, 105’
Cast: Soumitra Chatterjee, Sharmila Tagore, Alok Chakravarty,
Swapan Mukherjee, Dhiresh Majumdar, Sefalika Devi
ARANYER DIN RATRI | DAYS AND NIGHTS IN THE FOREST | GIORNI E
NOTTI NELLA FORESTA
di Satyajit Ray, India, 1970, 115’
Cast Soumitra Chatterjee, Subhendu Chatterjee, Samit Bhanja, Rabi
Ghosh, Sharmila Tagore, Kaberi Bose
CHARULATA | THE LONELY WIFE | LA MOGLIE SOLA
di Satyajit Ray, India, 1964, 117’
Cast: Soumitra Chatterjee, Madhabi Mukherjee, Shailen Mukherjee,
Shyamal Ghoshal, Gitali Roy, Subrata Sen
In collaborazione con il River to River Florence Indian Film
Festival
DEVI | THE GODDESS | LA DEA
di Satyajit Ray, India, 1960, 93’
Cast: Sharmila Tagore, Soumitra Chatterjee, Chhabi Biswas, Karuna
Bannerjee, Purnendu Mukherjee, Arpan Chowdhury
JALSAGHAR | THE MUSIC ROOM | LA SALA DA MUSICA
di Satyajit Ray, India, 1958, 100’
Cast: Chhabi Biswas, Padma Devi, Gangapada Basu, Tulsi Lahiri, Kali
Sarkar, Pinaki Sen Gupta
KANCHENJUNGHA
di Satyajit Ray, India, 1962, 102’
Cast: Chhabi Biswas, Karuna Bannerjee, Anubha Gupta, Pahari Sanyal,
Alakananda Roy, Arun Mukherjee, Subrata Sen
KAPURUSH | THE COWARD | IL VIGLIACCO
di Satyajit Ray, India, 1965, 70’
Cast: Soumitra Chatterjee, Madhabi Mukherjee, Haradhan Bannerjee,
Santi Chatterjee, Satish Haldar, Deochand Lal
MAHANAGAR | THE BIG CITY | LA GRANDE CITTÀ
di Satyajit Ray, India, 1963, 136’
Cast: Madhabi Mukherjee, Anil Chatterjee, Haradhan Bannerjee, Jaya
Bhaduri, Sefalika Devi, Vicky Redwood
PARASH PATHAR | THE PHILOSOPHER’S STONE | LA PIETRA
FILOSOFALE
di Satyajit Ray, India, 1958, 111’
Cast: Tulsi Chakravarty, Ranibala Devi, Kali Bannerjee, Gangapada
Basu, Jahar Roy, Haridhan Chatterjee
PATHER PANCHALI | SONG OF THE LITTLE ROAD | IL LAMENTO SUL
SENTIERO
di Satyajit Ray, India, 1955, 125’
Cast: Kanu Bannerjee, Karuna Bannerjee, Subir Banerjee, Runki
Banerjee, Uma Das Gupta, Chunibala Devi
PRATIDWANDI | THE ADVERSARY
di Satyajit Ray, India, 1970, 110’
Cast: Dhritiman Chatterjee, Indira Devi, Krishna Bose, Debraj Ray,
Joyshree Roy, Dhara Roy
SHATRANJ KE KHILARI | THE CHESS PLAYERS | I GIOCATORI DI
SCACCHI
di Satyajit Ray, India, 1977, 129’
Cast: Sanjeev Kumar, Saeed Jaffrey, Shabana Azmi, Farida Jalal,
Amjad Khan, Richard Attenborough
RESTAURI E OMAGGI
RESTAURI
PADRE PADRONE
di Paolo e Vittorio Taviani, Italia, 1977, 113’
Cast: Saverio Marconi, Omero Antonutti, Marcella Michelangeli,
Fabrizio Forte, Nanni Moretti, Gavino Ledda
Palma d’oro nel 1977, il film viene presentato nel restauro
realizzato nel 2020 dal Centro Sperimentale di Cinematografia –
Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce-Cinecittà, ed eseguito
presso i laboratori di Luce-Cinecittà a partire dal negativo
originale 16mm e da un positivo sonoro 35mm, messi a disposizione
da RAI Cinema. Tutte le lavorazioni sono state approvate da Paolo
Taviani. La realizzazione del restauro del suono è stata realizzata
a cura di Federico Savina. Ispirato all’autobiografia di Gavino
Ledda, il film ne segue il percorso di formazione ed emancipazione,
da pastorello sardo strappato alla scuola e alla comunità dal
padre, alla laurea in glottologia. Gavino si affranca
dall’isolamento e dalla sottomissione all’autorità paterna
attraverso lo studio e la conquista della parola, del linguaggio,
dell’espressione e della comunicazione. Decide di laurearsi con una
tesi sui dialetti sardi e di tornare dal continente in Sardegna per
riappropriarsi delle sue origini e liberarle dalle incrostazioni
patriarcali. Il film esplora il rapporto dialettico tra Natura e
Cultura, tra radici e autonomia, tra voglia di restare e voglia di
andare, con uno stile didattico e straniante, sospeso tra realtà e
simbolo.
IN NOME DELLA LEGGE
di Pietro Germi, Italia, 1949, 99’
Cast: Massimo Girotti, Charles Vanel, Camillo Mastrocinque, Jone
Salinas, Saro Urzì, Turi Pandolfini
Il restauro di In nome della legge è stato realizzato nel 2020 dal
Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale ed
eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un
lavanda stampato dal negativo originale, andato purtroppo perduto,
e da un positivo colonna, messi a disposizione da Cristaldi Film.
Il film racconta la storia del pretore Guido Schiavi che, giunto in
un paese siciliano, entra in contrasto con un latifondista locale,
il barone Lo Vasto, con i mafiosi del posto e l’omertà della gente.
Vorrebbe riportare la pace in paese, ma è visto dal barone come una
minaccia: salvatosi da un agguato, decide di arrendersi e
andarsene, ma l’omicidio della sola persona che gli si era mostrata
amica lo spinge a restare per fare giustizia. Tratto dal romanzo
“Piccola pretura” del giudice Giuseppe Guido Lo Schiavo, e
sceneggiato, fra gli altri, da Fellini e Monicelli, In nome della
legge è un film dall’anima composita: è, sul piano narrativo e
visivo, un western, che si rifà al modello classico di John Ford, e
al topos dell’uomo di legge che raggiunge la frontiera dove impone
la giustizia; è, per i temi trattati, un film neorealista, di
impegno civile; è anche, per i forti contrasti messi in scena, un
melodramma sociale. È un film che usa l’immaginario western per
porre in luce e denunciare la realtà della mafia.
OMAGGI
Una coppia straordinaria del cinema italiano
VERA & GIULIANO di Fabrizio Corallo, Italia, 2020, 65’ | Doc
|
La storia del grande amore e del lungo e fecondo sodalizio
artistico che lega da quasi sessant’anni il regista Giuliano
Montaldo e la moglie Vera Pescarolo, sua compagna di vita e di
lavoro e complice insostituibile in un rapporto simbiotico
costantemente alimentato da una magnifica forza creativa. Un
gentiluomo e una gentildonna senza tempo si confrontano in scena
rievocando il comune impegno etico nel dar vita a un cinema pronto
a denunciare ogni tipo di intolleranza e nel coltivare le loro
affinità e identità di vedute esistenziali con un allegro e
costante “mutuo soccorso”.
FELLINOPOLIS
di Silvia Giulietti, Italia, 2020, 79’ | Doc |
Il mondo di Federico Fellini, dentro gli studi di Cinecittà,
popolato dai suoi personaggi, raccontato dai suoi collaboratori
(Lina Wertmüller, Dante Ferretti, Nicola Piovani, Maurizio
Millenotti) e dai backstage di Ferruccio Castronuovo, emersi da un
passato di oltre quarant’anni.
Il film sarà preceduto da:
LA FELLINETTE
di Francesca Fabbri Fellini, Italia, 2020, 13’
Cast: Milena Vukotic, Ivano Marescotti, Sergio Bustric, Carlo
Truzzi, Gabriele Pagliarani, Federico Bassi
“Fellinette”, una bambina disegnata sul foglio di un quadernino nel
lontano 1971 da Federico Fellini, è la protagonista di questa
favola ambientata sulla spiaggia di Rimini il 20 gennaio 2020,
giorno del centenario della nascita del grande Maestro. Attraverso
la sua fervida immaginazione di bimba vivremo un’avventura insieme
malinconica e meravigliosa.
Omaggio ad Alida Valli
ALIDA
di Mimmo Verdesca, Italia, 2020, 104’ | Doc |
Mimmo Verdesca racconta per la prima volta la storia della
leggendaria Alida Valli, attraverso le parole inedite dei suoi
scritti privati, arricchendola di preziosi materiali d’archivio e
testimonianze esclusive. Il documentario mostra un quadro completo
della vita di una giovane e bellissima ragazza di Pola che diventò
in breve tempo una delle attrici più famose e amate della Storia
del cinema.
Omaggio a Glauber Rocha
GLAUBER, CLARO
di César Meneghetti, Brasile, 2020, 80’ | Doc |
Il film è un ritorno, dopo quasi mezzo secolo, nella Roma del più
grande regista brasiliano di sempre, Glauber Rocha, quella del
periodo del suo esilio italiano. Compone un mosaico dei ricordi di
amici, collaboratori, critici, e intanto mostra come si presentano
oggi le location capitoline del suo penultimo lungometraggio, Claro
(1975), raccontando Rocha e la sua generazione, anche attraverso
retroscena inediti, fino alla sua contestazione contro la Mostra
del Cinema di Venezia nel 1980.
Omaggio a Graziella Lonardi Buontempo
DONNA DI QUADRI
di Gabriele Raimondi, Italia, 2020, 65’ | Doc |
Graziella Lonardi Buontempo, mecenate, collezionista e amante
dell’arte contemporanea, nasce a Napoli nel 1928. Trasferitasi a
Roma, inizia a frequentare artisti emergenti, sostenendoli e
diventandone orientatrice e punto di riferimento. Donna di Quadri
racconta la sua avventura attraverso le voci di amici, familiari,
collaboratori e grandi artisti che ne hanno incontrato il talento,
da Achille Bonito Oliva a Raffaele La Capria e Lina
Wertmüller.
RIFLESSI
LE EUMENIDI
di Gipo Fasano, Italia, 2020, 70’
Cast: Valerio Santucci, Gian Marco Ceccaranelli, Matteo Tomassini,
Mattia Vita, Benedetta Fasano, Marco Santucci, Maurizio
Marchetti
Il film si intitola come la terza tragedia dell’Orestea; narra la
persecuzione delle Erinni nei confronti di Oreste fino al processo
ai suoi danni, che culmina con la sua assoluzione grazie al voto di
Atena. La storia ruota intorno all’ultima notte di un ragazzo
dell’alta borghesia romana: dopo aver commesso un delitto, vaga
senza meta, fugge da demoni invisibili, in attesa di giudizio.
HASTA EL CIELO | SKY HIGH
di Daniel Calparsoro, Spagna, 2020, 121’
Cast: Miguel Herrán, Carolina Yuste, Asia Ortega Leiva, Luis Tosar,
Richard Holmes, Patricia Vico
Quando incontra per la prima volta Estrella, Angel non sa che
quella ragazza gli cambierà la vita. Poli non può lasciare che
Angel gli rubi la fidanzata. Tuttavia lo convince a unirsi alla sua
banda di rapinatori di gioiellerie. Grazie alla sua abilità da
ladro, Angel conquista con i suoi nuovi compagni obiettivi
ambiziosi. Ma all’orizzonte c’è sempre un furto più redditizio, e
così Angel si fa trascinare in una pericolosa spirale di
crimini.
HONEYDEW
di Devereux Milburn, Stati Uniti, 2020, 106’
Cast: Sawyer Spielberg, Malin Barr, Barbara Kingsley
È una notte complicata per Sam e Riley, una giovane coppia in
viaggio tra campagne sperdute. Prima vengono cacciati da un
campeggio, poi la loro macchina si guasta. In cerca di aiuto,
suonano alla porta di una casa isolata, la cui proprietaria, Karen,
è una strana contadina anziana che vive con il figlio ancora più
strano, Gunni. Quando Karen inizia a mostrarsi per quel che è
realmente, la notte di Sam e Riley si trasforma in un incubo.
LEUR ALGERIE | THEIR ALGERIA
di Lina Soualem, Francia, Algeria, Svizzera, Qatar, 2020, 72’ | Doc
|
Dopo sessantadue anni di vita passati insieme, Aïcha e Mabrouk, i
nonni di Lina, hanno deciso di separarsi. Insieme sono giunti
dall’Algeria a Thiers, una cittadina medievale in Francia, più di
sessant’anni fa. Fianco a fianco, hanno vissuto una caotica
esistenza da immigrati. Ma oggi la forza che per tanto tempo li ha
uniti sembra essere scomparsa. Per Lina, la separazione è
un’occasione per ripensare il loro lungo viaggio di esilio e la
propria identità.
MALEDETTA PRIMAVERA
di Elisa Amoruso, Italia, Francia, 2020, 94’
Cast: Micaela Ramazzotti, Giampaolo Morelli, Emma Fasano, Manon
Bresch, Federico Ielapi
Nina è una ragazzina che vive in una famiglia un po’ scapestrata,
con un padre bizzarro che litiga sempre con sua mamma e un
fratellino problematico. Costretta a trasferirsi con loro in un
quartiere periferico di Roma, nella nuova scuola conosce una
ragazza mulatta poco più grande di lei che balla la Lambada, le dà
attenzione e la fa sentire speciale. Tutte cose che a Nina mancano.
Tra loro nascerà una grande amicizia.
MARINO Y ESMERALDA
di Luis R. Garza, Messico, 2020, 75’
Cast: Stéphanie Rose, Luis R. Garza
Marino, diciott’anni, studente di cinema, incontra Esmeralda,
studentessa e pittrice ventenne, nella quale trova la musa che ha
sempre desiderato per i suoi film. A poco a poco, ingenuamente,
Marino scopre che Esmeralda è molto di più. E presto si ritrova a
voler essere quello che lei è per lui: la sua fonte di
ispirazione.
WE ARE THE THOUSAND – L’INCREDIBILE STORIA DI ROCKIN’1000
di Anita Rivaroli, Italia, 2020, 78’ | Doc |
26 luglio 2014. Cesena. Mille musicisti provenienti da tutta Italia
si ritrovano per suonare “Learn to Fly” dei Foo Fighters e
convincere Dave Grohl a fare un concerto in città. Il video
dell’evento raggiunge oltre 45 milioni di views su YouTube, e i
Rockin’1000 realizzano il loro sogno: i Foo Fighters decidono di
suonare a Cesena! Questo è solo l’inizio dell’avventura dei 1000,
che sono a tutti gli effetti la rock band più grande del mondo e
continuano a esibirsi in formazioni sempre più numerose.
FILM DELLA NOSTRA VITA
Come ogni anno, il Direttore
Artistico Antonio Monda, i membri del Comitato di Selezione –
composto da Richard Peña, Giovanna Fulvi, Alberto Crespi, Francesco
Zippel, Valerio Carocci – e Mario Sesti, Responsabile
Retrospettive, condivideranno con il pubblico una breve rassegna di
film che hanno segnato la loro passione per il cinema: dopo il
western, il musical, il noir, la screwball comedy, nel 2020 sarà la
volta della fantascienza. Ciascun film sarà accompagnato da un
incontro con autori, attori e ospiti. Inoltre, prima di ogni
proiezione della prossima Festa del Cinema, gli spettatori potranno
assistere a brevi pillole dei più celebri e amati film di fantascienza.
Antonio Monda
CLOSE ENCOUNTERS OF THE THIRD KIND | INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO
TIPO
di Steven Spielberg, Stati Uniti, 1977, 138’
Cast: Richard Dreyfuss, François Truffaut, Teri Garr, Melinda
Dillon, Bob Balaban, Cary Guffey
Richard Peña
THE DAY THE EARTH STOOD STILL | ULTIMATUM ALLA TERRA
di Robert Wise, Stati Uniti, 1951, 92’
Cast: Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe, Sam Jaffe, Billy
Gray, Frances Bavier
Mario Sesti
FORBIDDEN PLANET | IL PIANETA PROIBITO
di Fred M. Wilcox, Stati Uniti, Giappone, 1956, 98’
Cast: Walter Pidgeon, Anne Francis, Leslie Nielsen, Warren Stevens,
Jack Kelly, Richard Anderson
Giovanna Fulvi
GWOEMUL | THE HOST
di Bong Joon Ho, Corea del Sud, 2006, 120’
Cast: Song Kang-ho, Byun Hee-bong, Park Hae-il, Bae Doo-na, Ko
Ah-sung, Scott Wilson
Alberto Crespi
ALIENS | ALIENS – SCONTRO FINALE
di James Cameron, Stati Uniti, Regno Unito, 1986, 137’
Cast: Sigourney Weaver, Carrie Henn, Michael Biehn, Paul Reiser,
Lance Henriksen, Bill Paxton
Francesco Zippel
FAHRENHEIT 451
di François Truffaut, Regno Unito, 1966, 112’
Cast: Oskar Werner, Julie Christie, Cyril Cusack, Anton Diffring,
Jeremy Spenser, Bee Duffell
Valerio Carocci
STAR
WARS: EPISODE IV – A NEW HOPE | STAR WARS: EPISODIO IV – UNA
NUOVA SPERANZA
di George Lucas, Stati Uniti, 1977, 121’
Cast: Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Peter Cushing,
Alec Guinness
ALTRI EVENTI DELLA FESTA
MOSTRE, INSTALLAZIONI, VISIONI
IL GIRO DEL PALAZZO
15 – 25 ottobre | Foyer Sinopoli (Auditorium Parco della
Musica)
24 ottobre | Performance Live | Teatro Studio Gianni Borgna
(Auditorium Parco della Musica)
“Il Giro del Palazzo” vuole raccontare attraverso una narrazione
fotografica e audiovisiva composta da foto, testo, voce e suono il
periodo che va dal 9 marzo al 4 maggio 2020. Il quartiere popolare
di Testaccio a Roma è il palcoscenico di questa storia: i suoi
muri, i suoi abitanti, i suoi rumori silenziosi. “Il Giro del
Palazzo” è un progetto ideato e realizzato da Alessandro Montanari,
fotografo e autore. I suoi scatti, che raccontano il periodo del
lockdown, sono accompagnati dal testo pungente e mai retorico
dell’ex Direttore del quotidiano “La Nazione” Giuseppe Mascambruno.
L’attore Francesco Montanari con la propria voce ne ha interpretato
la penna: il risultato emoziona e colpisce per l’importante
espressività. La colonna sonora originale, creata appositamente, è
scritta e suonata dal duo di producer Coreless Collective. Nella
serata del 24 ottobre, presso il Teatro Studio Gianni Borgna,
Francesco Montanari e il duo di producer Coreless Collective
interpreteranno dal vivo rispettivamente il testo e la colonna
sonora originale del “Giro del Palazzo”, mentre dietro di loro
verranno proiettate le immagini del progetto. “Il Giro del Palazzo”
è accanto alla Onlus “Sanità di Frontiera”, organizzazione non a
scopo di lucro che grazie al suo importante lavoro contribuisce al
miglioramento del livello di salute e benessere psico-fisico di
persone svantaggiate, attraverso interventi sociosanitari di
prossimità (www.sanitadifrontiera.org). L’obiettivo della serata è
quella di recuperare fondi attraverso una donazione libera degli
invitati e degli ospiti, da destinare interamente al progetto di
“Sanità di Frontiera” “Unità Mobile Salute e Inclusione a
Roma”.
Credits: Valentina Galimberti (curatore), Alessandro Montanari
(direzione artistica, regia, foto), Giuseppe Mascambruno (testo),
Francesco Montanari (voce), Coreless Collective (soundtrack),
Emiliano Luciani (progetto grafico)
MOSTRA VITTORIO STORARO: SCRIVERE
CON LA LUCE
18 settembre – 1° novembre 2020 | Palazzo Merulana (Via Merulana
121, Roma)
Palazzo Merulana, nato dalla sinergia tra Fondazione Elena e
Claudio Cerasi e CoopCulture, ospiterà, fino al 1° novembre 2020,
l’esposizione foto-cinematografica Vittorio Storaro: Scrivere con
la Luce, con il patrocinio della Festa del Cinema di Roma. In
mostra una selezione di settanta immagini, realizzate con la
tecnica della doppia-impressione, tratte dai lavori più celebri del
Maestro e poste a confronto con riproduzioni di opere d’arte che
sono state sua fonte d’ispirazione nell’attività di indagine sul
rapporto tra la cinematografia e le altre arti. Già tre volte
Premio Oscar® per Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, Reds di
Warren Beatty e L’ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci,
vincitore di numerosi altri riconoscimenti, con questa mostra
Vittorio Storaro si presenta in una veste insolita, ovvero
“essenzialmente” come fotografo, narratore per immagini fisse di
una storia che si intreccia e trova punti di contatto con le opere
della Collezione Cerasi di Palazzo Merulana. Con CoopCulture la
mostra arriva per la prima volta a Roma, città natale del Maestro
ed anche per questo a lui particolarmente cara, dopo aver toccato
tappe nazionali e internazionali.
Info: https://www.palazzomerulana.it/
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
15 – 25 ottobre 2020 | Largo Federico Fellini, Roma
Sorgente Group, Holding del Gruppo finanziario-immobiliare Sorgente
che fa capo a Valter Mainetti, partecipa alla Festa del Cinema di
Roma con un’iniziativa che vuole celebrare il centenario della
nascita del Maestro Federico Fellini e contrastare il fenomeno
dilagante della violenza sulle donne, con la presenza-ricordo di
una statua della grande attrice Anna Magnani. L’installazione
artistica, creata da un’idea di Paola Mainetti, sarà esposta a
Largo Fellini, sotto le Mura Aureliane alla fine di via Veneto, dal
15 al 25 ottobre. È costituita da quattro panchine, di cui una
rossa, che ospita la scultura in bronzo della Magnani. Anna
Magnani, indimenticabile attrice romana, donna indomita e
coraggiosa, simboleggia la condanna contro ogni forma di
sopraffazione sulle donne ed esprime con forza la voglia di
riscatto delle vittime di violenza.
VRE-VIRTUAL REALITY EXPERIENCE
16-18 ottobre 2020 (ore 10-19)
VRE è un festival internazionale dedicato al mondo delle tecnologie
immersive e all’impatto sul nostro prossimo futuro. VRE si terrà in
una formula ibrida: Official Selection su Piattaforma VeeR, Talk
ibride su piattaforma Strem Yard, Art Performance a Villa Maraini,
a Roma. La Giuria internazionale, composta da Jaehee Cho, Yair
Agmon e Rafael Pavon, decreterà il vincitore #VRE20. Le Talk
offriranno un’opportunità di confronto sul ruolo strategico delle
tecnologie immersive nei diversi settori (arti, medicina,
valorizzazione del patrimonio culturale, business, sostenibilità).
Si parlerà anche di etica e di digital humanities. VRE vuole
sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto le giovani
generazioni sulla VR come medium capace di generare empatia e
consapevolezza nella cultura della sostenibilità. Accesso gratuito
agli eventi digitali, su prenotazione per eventi on-site.
Info: https://www.vrefest.com/
Il nuovo concept art di The
New Mutants rivela come sarebbe stato il personaggio di
Warlock nel film se non fosse stato tagliato. Quando è stato
originariamente annunciato, il film doveva essere l’ultimo capitolo
della saga degli X-Men in casa della 20th Century Fox. L’idea del
regista Josh Boone per il film era quella di
realizzare il primo film horror degli X-Men e il primo trailer
pubblicato nel 2017 ha generato delle reazioni molto positive, in
merito. Tuttavia, The New Mutants è stato poi
rimandato più volte, fino a che non è uscito con il marchio Disney,
a seguito delle vicende produttive e sanitarie che ormai ben
conosciamo.
Secondo il progetto iniziale, nel
film sarebbe comparso ad un certo punto il personaggio di Warlock,
molto diverso dall’Adam Warlock di cui tanto si è parlato in
occasione di Guardiani della Galassia Vol.
2. L’artista Deryl
Braun, assunto per lavorare alla pre-produzione del
film, ha ora diffuso su Instagram il suo concept del
personaggio:
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.