Jon Landau, il
produttore premio Oscar di “Titanic”
e di entrambi i film di “Avatar” è
morto di cancro. Aveva 63 anni.
Landau, da sempre partner di
James Cameron nella produzione, è stato dietro
a tre dei quattro film di maggior incasso di tutti i tempi. Landau
ha contribuito a fare la storia con “Titanic“, il
primo film a superare il miliardo di dollari al botteghino
mondiale. Ha superato il record di incassi di quel film due volte,
con “Avatar” del 2009
e il suo sequel, “Avatar:
La via dell’acqua” del 2022.
Prima della sua morte, Landau è
stato profondamente coinvolto nella produzione dei sequel di
“Avatar“. Cameron sta
pianificando di riempire il suo franchise fantascientifico con
cinque film in totale, con il quinto che dovrebbe uscire nel
2031.
Parlando con Variety alla prima di
“La
via dell’acqua“, Landau ha ricordato di aver proiettato il film
per il cast principale. “Quando li ho visti piangere, ho dovuto
piangere anch’io“, ha detto.
Jon Landau: muore a 63 anni il produttore di “Titanic” e
“Avatar” premiato con l’Oscar
Negli anni ’90, Landau è stato
vicepresidente esecutivo della produzione di lungometraggi presso
la 20th Century Fox, che nel 1995 ha stretto un accordo di first
look con la Lightstorm Entertainment di James
Cameron, dove Landau è stato direttore operativo. Alla
20th Century, Landau ha supervisionato film come “Die Hard 2”,
“Power Rangers”, “True Lies” e “L’ultimo dei Mohicani”.
È inoltre l’architetto dei progetti
secondari di Lightstorm, come i fumetti di Dark Horse Comics e i
vari spinoff di “Avatar” stampati da Penguin Random House. Landau è
stato anche consulente per la creazione di “Avatar: Frontiers of
Pandora”, l’apprezzato gioco Ubisoft uscito a dicembre, e di un
gioco di ruolo multigiocatore online di Level Infinite di Tencent
Games chiamato “Avatar: Reckoning”.
Tra gli altri crediti produttivi di
Landau figurano “Campus Man” del 1987, “Solaris” del 2002 e “Alita:
Battle Angel” del 2019.
“Parliamo a nome di tutto il
team di Wētā FX quando diciamo che siamo devastati dalla perdita di
Jon Landau. Jon non era solo una figura monumentale nell’industria
cinematografica, ma anche un caro collaboratore e amico“,
hanno dichiarato Peter Jackson e Fran Walsh, la
cui società Wētā FX è stata la casa di effetti visivi per i film di
“Avatar”. “Jon ha portato una passione senza pari nei progetti
a cui ha lavorato e la sua influenza continuerà a ispirare per gli
anni a venire. Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e
ai cari di Jon, così come a Jim e al team di Lightstorm
Entertainment”.
Le innumerevoli opere scritte dal
celebre Stephen King sono da sempre fonte di
grande ispirazione per il cinema e moltissime di queste hanno poi
trovato il loro adattamento sul grande schermo. Dal celebre
Stand by Me a Le ali dellalibertà, da Carrie – Lo sguardo di Satana
fino alla più recente serie televisiva The Stand. Quello
realizzato dallo scrittore del brivido è un bacino di storie senza
eguali, contenenti tutti i sentimenti e i temi più ricorrenti
nell’esistenza umana. Uno dei film più belli, e di cui forse si
parla meno, tratti da una sua opera è La zona
morta (qui la recensione), diretto nel
1983 dal celebre regista David
Cronenberg.
Realizzato dopo Videodrome e prima di La mosca, questo si
presentò da subito come un progetto estremamente nelle corde del
regista canadese. La storia infatti non presenta elementi
particolarmente fantastici o orrorifici quanto le precedenti
scritte, ma si concentra in modo particolare sull’evoluzione del
protagonista e sul suo rapporto con il potere acquisito. La prima
versione della sceneggiatura era stata scritta dallo stesso King,
ma rimaneva talmente fedele al romanzo da essere grossomodo
inadattabile per il grande schermo. Venne così chiamato
Jeffrey Boam, che riscrisse il tutto riuscendo ad
ottenere il consenso dello scrittore.
Divenuto negli anni un vero e
proprio cult, La zona morta è ancora oggi
considerato uno dei migliori adattamenti da un romanzo di King. Pur
con le dovute modifiche, il film riesce infatti a mantenere vivo il
cuore del romanzo, come anche tutti i suoi aspetti più
affascinanti. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze tra il libro e il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
La trama di La zona
morta
Protagonista del film è l’insegnante
Johnny Smith, il quale in seguito ad un incidente
rimanere per ben cinque anni in coma. Al suo risveglio si scopre in
possesso dello straordinario potere di leggere il passato e il
futuro delle persone semplicemente toccandole. Grazie a ciò può
letteralmente cambiare il corso degli eventi ancora da verificarsi.
Dopo aver fatto l’abitudine a tale capacità, Johnny inizia ad usare
questa per evitare varie disgrazie ed aiutare il prossimo. Così
facendo, egli spera di potersi lasciare il passato alle spalle e
ricominciare da capo, conducendo un’esistenza tranquilla. Ma quando
stringe la mano al politico Greg Stillson e ne
vede il futuro, capisce di dover intervenire per evitare che quanto
visto diventi realtà.
Il cast del film
Per dar volto al protagonista del
film King indicò come sua personale scelta l’attore Bill Murray,
Cronenberg invece propose un altro attore, ma ad avere l’ultima
parola fu il produttore Dino De Laurentis, il
quale affidò la parte al premio Oscar Christopher
Walken in quanto in quegli anni all’apice del suo
successo. Accanto a lui, nei panni della sua ex fidanzata vi è
l’attrice Brooke Adams, nota per Terrore dallo
spazio profondo, mentre il celebre Tom
Skerritt è lo sceriffo Bannerman. Herbert
Lom è invece il dottor Sam Weizak, e Nicholas
Campbell il serial killer Frank Dodd. Ad interpretare il
politico Greg Stillson vi è invece l’attore Martin
Sheen.
Le differenze tra il libro e il
film
Come anticipato, La zona
morta non è un film particolarmente fedele al romanzo di
King. Per quanto la storia sia grossomodo la stessa, cambiano
infatti una serie di eventi, dettagli o la stessa struttura
narrativa. Il libro, infatti, segue due storie parallele che
convergevano poi soltanto con il sopraggiungere del finale. Questa
struttura, inizialmente presente nella sceneggiatura di King, venne
poi abbandonata in favore di una narrazione più lineare,
suddividendo le avventure del protagonista in tre atti attraverso i
quali è più evidente l’evoluzione emotiva e psicologica del
personaggio. Ciò è tornato utile specialmente considerando che
molti degli episodi che evidenziano il dramma di Johnny sono
necessariamente stati sintetizzati per il film.
Ulteriore differenza si ritrova poi
nella rappresentazione delle visioni che il protagonista ha, e che
rappresentano la zona morta che dà il titolo all’opera.
Nel romanzo di King queste vengono descritte come dei frammenti
estremamente poco chiari, che lasciano interamente al protagonista
il compito di ricostruire il loro significato. Nel film, invece,
tali visioni appaiono estremamente più chiare nel loro svolgersi,
rendendo più semplice il compito del protagonista. In particolare,
la visione principale, quella relativa al personaggio di Stillson,
si spinge in dettagli particolarmente importanti. Il finale,
invece, risulta essere lo stesso tanto per il film quanto per il
libro.
La zona morta: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La
zona morta grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple
TV+ e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
5 agosto alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Midnight in Paris
(qui la recensione) è tra i film
più apprezzati tra gli ultimi realizzati dal regista Woody
Allen. Dopo essere stato a Londra e a Barcellona, l’autore
newyorkese si dirige a Parigi per dar vita ad una commedia
sentimentale in quella che è tutt’ora considerata la capitale
dell’amore. Come sempre, Allen confeziona una sceneggiatura
brillante, ricca di umorismo e riflessioni sull’esistenza. In poco
più di novanta minuti riesce così a dar vita ad una storia leggera,
spensierata, che non ha mancato di attrarre il pubblico e la
critica internazionale.
Ideato e scritto a partire dalla
passione di Allen per la Parigi degli anni Venti, dove si
concentrava una fervida attività culturale comprendente alcuni tra
i maggiori artisti dell’epoca, il film venne poi presentato in
anteprima al Festival
di Cannes, nella sezione Fuori Concorso. Qui ottenne recensioni
entusiastiche, che elogiavano la scrittura, le interpretazioni e
l’atmosfera generale del film. Uscito poi in sala, il film si
rivelò essere il maggior incasso nella filmografia del regista. Con
un budget di soli 17 milioni di dollari, Midnight in
Paris arrivò a guadagnarne complessivamente 154 a livello
mondiale.
Numerosi furono poi i riconoscimenti
tributati ad Allen, agli attori principali e al film in sé. Il
titolo divenne infatti uno dei grandi protagonisti della stagione
dei premi, guadagnando nomination ai Critic’s Choice Award, al
premio Goya, agli Indipendent Spirit Award, ai Satellite
Award, ai Bafta Awards e ai Golden Globe. A quest’ultimo si
aggiudicò il premio per la migliore sceneggiatura originale. Nella
stessa categoria vincerà anche al premio Oscar, dove era candidato
anche come miglior film, miglior regia e migliore scenografia. Con
la statuetta vinta, Allen ha così raggiunto il record di ben tre
premi alla sceneggiatura.
La trama di Midnight
in Paris
La vicenda si svolge a Parigi, dove
lo sceneggiatore statunitense Gil Pender si trova
in vacanza con la sua fidanzata e promessa sposa
Inez. Con loro, vi sono inaspettatamente anche i
genitori di lei, i quali non nascondono un certo astio verso il
fidanzato della figlia. A Gil però importa soltanto di poter
visitare e lasciarsi conquistare dalla magica capitale francese.
Egli non nasconde infatti il desiderio di trasferirsi a vivere lì,
stanco della vita e del mondo di Hollywood, e di dar finalmente
luce al romanzo che progetta da tempo. Le sue aspirazioni trovano
però l’opposizione della stessa Inez, la quale sminuisce l’opera
letteraria considerando la carriera da sceneggiatore ben più
remunerativa.
Per Gil, però, Parigi ha in serbo
ancora numerose sorprese. Rimasto a passeggiare da solo fino a
notte tarda, allo scoccare della mezzanotte questi si ritrova ad
accettare un passaggio su un’affascinante auto d’epoca. Come per
incanto, da qui si ritrova trasportato nella mitica Parigi degli
anni Venti, dove ha modo di incontrare personalità come
Francis Scott Fitzgerald, Ernest
Hemingway, Gertrude Stein,
Salvador Dalì, Pablo Picasso e
Luis Buñuel. A colpirlo in special modo, però,
sarà l’affascinante Adriana. Desideroso di
rivederla, Gil ogni notte a mezzanotte si farà trovare nel punto in
cui quella magia ha avuto inizio, pronto a vivere nuovamente quel
periodo per lui straordinario e grazie al quale potrà capire cosa
desidera davvero per sé.
Il cast del film
Per il film, Allen aveva pensato al
protagonista Gil come ad un intellettuale della costa East degli
Stati Uniti, con tutte le influenze culturali che ciò portava con
sé. Gli attori pensati originariamente per la parte, però, si
rivelarono occupati in altri progetti. A quel punto, Allen decise
di offrire il ruolo ad Owen
Wilson. Il suo ingresso portò a riscrivere il
personaggio come appartenente alla cultura californiana, e in
particolare all’ambiente di Hollywood. Wilson raccontò di aver
incontrato Allen soltanto al momento delle riprese a Parigi, e di
aver quindi dovuto lavorare da sé sul carattere del personaggio.
Per sua fortuna, la descrizione fatta dal regista in sceneggiatura
era talmente precisa che non gli fu necessario inventarsi molto di
più.
Nel film sono poi presenti una
grande quantità di interpreti particolarmente famosi nei ruoli
delle personalità che il protagonista incontra. Si ha infatti
Kathy
Bates nei panni di Gertrude Stein, Adrien
Brodyin quelli di Salvador Dali, e
Alison Pil nel ruolo di Zelda
Williams. Celebre è poi la presenza di Corey Stoll
nel ruolo di Ernest Hemingway. L’attore raccontò di essersi sentito
molto a disagio nell’interpretare il celebre scrittore, non
sentendosi la scelta giusta. Fu però smentito dalle lodi ricevute
da Allen stesso, il quale è noto per non complimentarsi mai con i
suoi attori. Tom
Hiddleston è invece il volto di Francis Scott
Fitzgerald. All’attore, il regista non disse nulla riguardo al
film, ma soltanto quale personaggio avrebbe interpretato.
Infine, la premio Oscar Marion
Cotillard dà vita all’affascinante Adriana. L’attrice
raccontò di essere rimasta sbalordita nel ricevere la chiamata di
Allen, e di aver accettato subito di partecipare al progetto senza
neanche sapere di cosa parlasse. Per i personaggi appartenenti al
presente, invece, si ritrovano le attrici Rachel
McAdams nei panni di Inez, Carl Bruni
in quelli di una guida di un museo, e Léa Seydoux
in quelli della bella Gabrielle. La McAdams fu entusiasta di
partecipare, e decise anche di prendere lezioni di francese per
potersi calare ulteriormente nel contesto. La Bruni, invece,
all’epoca delle riprese era la first lady francese, in quanto
moglie dell’allora presidente Sarkozy.
Midnight in Paris:
il significato del film
Midnight in Paris
è, oltre ad una brillante commedia, un film incentrato in modo
inequivocabile sulla nostalgia. Tale tema viene trattato
nel corso dell’intera narrazione, sino a trovare massima
espressione con il “viaggio nel tempo” del protagonista.
Dimostratosi sin da subito appassionato di un’epoca che non esiste
più, né per i suoi modi né per la sua cultura, Gil appare essere un
personaggio perfettamente fuori dal suo tempo. Questa tensione
verso un passato mai vissuto ma ugualmente desiderato, gli
impedisce però di vivere appieno il presente, e di comprendere le
varie fratture che sempre più si manifestano nella sua vita.
Questo viene reso esplicito grazie a
due precisi eventi. Il primo è la scoperta del tradimento di Inez.
Occupato ad ammirare il passato, Gil non si accorge di quanto
accade nel presente. Vivendo, qui letteralmente, in due epoche
diverse, finisce con il non essere realmente presente né in una né
nell’altra. Il secondo momento è invece la scoperta che come lui
anche Adriana guarda con desiderio al passato, provando un
sentimento di insoddisfazione per quegli anni Venti che invece lui
ammira. Mentre dunque lei sceglie di inseguire il passato, lui
comprende l’importanza del presente, unica epoca in cui è dato
esistere.
Così, accettando infine di vivere il
presente, Gil si accorge finalmente di quanto questo possa essere
altrettanto ricco di fascino e occasioni. Terminata l’asfissiante
relazione con Inez, ha modo di perseguire i suoi sogni,
rincontrando sul suo percorso la bella Gabrielle già
precedentemente incontrata. Sarà proprio lei a suggellare
l’importanza di non rimanere incastrati in nulla che non sia il
presente. Tra alti e bassi, ciò che conta si troverà sempre lì. In
un momento storico in cui si guarda con fin troppa facilità al
passato come ad un periodo brillante e migliore, Allen ricorda
dunque che è proprio questa distrazione a fare del presente un
luogo meno sicuro. Concentrarsi su di esso potrebbe risolvere tanti
problemi dell’umanità, e dell’animo.
Il trailer di Midnight in
Paris e dove vederlo in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Midnight in
Paris è infatti presente su Rakuten TV, Apple
TV+, Infinity, Now e Prime Video. In base alla piattaforma
scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione
sabato 6 luglio alle ore
21:15 sul canale
TwentySeven.
Ryan Reynolds, star di Deadpool &
Wolverine, ha posto una condizione per il suo ritorno
nei panni di Deadpool. SFX Magazine è riuscito a
carpire il segreto dal regista Shawn Levy. Il
regista di Free Guy ha spiegato che Reynolds sarebbe tornato a
vestire i panni di Deadpool solo se dietro la macchina da presa ci
fosse stato proprio Levy stess. Gli è piaciuto così tanto il
periodo trascorso su quel film e sull’altro da loro realizzato
insieme, The Adam
Project, che voleva portare avanti questo sodalizio.
Inoltre, il fatto che Reynolds, Levy e Hugh Jackman abbiano un’amicizia di lunga data
ha permesso di coinvolgere anche quest’ultimo.
“Stavo girando The Adam Project
con Ryan a Vancouver“, ha ricordato Levy. “E lui mi dice:
‘Ok, so che mi dirai di no, ma rifarò Deadpool solo se lo dirigerai
tu’. Gli ho detto che mi sarebbe piaciuto molto dirigere quel film,
perché la verità è che se lavori nello spazio cinematografico delle
grandi opere, come ho fatto io dopo i film di Notte al Museo, è un
sogno poter raccontare una storia su quel tipo“. Il regista ha
poi dichiarato: “Sono sempre stato un fan dei film Marvel, ed ero già un fan di
Deadpool e un grande fan di Wolverine, quindi l’opportunità di
unirmi al franchise di Deadpool ma di fare qualcosa di notevolmente
diverso era irresistibile“.
Shawn Levy, Ryan Reynolds e Hugh Jackman in un’immagine
promozionale di Deadpool & Wolverine.
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy eThe Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo
pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di
Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati
rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo
più semplice per i Marvel
Studios di unire la serie di film
di Deadpool – l’unica parte del franchise degli
X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo
principale dell’MCU. Nel film
saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film
di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica.
Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche
alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il
Daredevil di Ben Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber è presente riprendendo il suo
ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan
Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind
Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli
Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi
personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising
Emma Corrin (The
Crown) nel ruolo di Cassandra Nova e Matthew Macfadyen (Succession) in quello di Mr. Paradox. Inoltre,
come ormai noto, la TVA, sarà coinvolta nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà
nei cinema il 24 luglio 2024.
Se da un lato Deadpool &
Wolverine ha fatto un ottimo lavoro per mantenere
segreti alcuni dei suoi grandi camei, dall’altro è stato abbastanza
aperto nello spoilerare alcuni altri ritorni. Ad esempio, un
recente teaser ha mostrato il Sabretooth di
Tyler Mane e le immagini hanno rivelato il ritorno
di Lady Deathstrike, tra gli altri. Il primo
trailer di Deadpool &
Wolverine ha inoltre fornito una rapida occhiata ad
Aaron Stanford, che ha dunque ripreso il ruolo di
Pyro dal film X-Men 2 e X-Men: Conflitto finale, e ora l’attore ha parlato
pubblicamente del suo ritorno nel franchise degli X-Men e di ciò
che i fan possono aspettarsi da Pyro.
Durante un’intervista con Entertainment Weekly, Stanford
ha infatti rivelato alcuni segreti strettamente custoditi su ciò
che fa nel film. “Il primo set che ho visto era una gigantesca
landa deserta con tutti questi pezzi pratici che si estendevano per
tutta la lunghezza di un campo da football“, ha detto Stanford
a EW. “Mi sarei certamente aspettato che una cosa del genere
fosse tutta in green screen, ma il lavoro che è stato fatto e la
quantità di risorse e di manodopera che sono state impiegate per
costruire fisicamente questo mondo mi hanno assolutamente
stupito“.
Il set della terra desolata a cui si
riferisce Stanford è apparso nel marketing di Deadpool &
Wolverine. Pyro viene mostrato come un seguace della
Cassandra Nova di Emma Corrin, la cattiva del film
degli X-Men. Tra gli oggetti mostrati nella landa desolata ci sono
il logo dell’ex studio degli X-Men, la 20th Century Fox, e un casco
gigante di Ant-Man che funge da quartier generale di Cassandra. Uno
dei punti salienti del ritorno di Aaron Stanford nei panni di Pyro
è che avrà finalmente un suo costume.
“Ero solo molto felice di avere
un costume“, ha detto Stanford. “Nei film originali degli
X-Men, Pyro viene davvero penalizzato in termini di costume … In
X-Men 2, iniziamo con Pyro nella scuola per mutanti dotati di
Xavier… La squadra SWAT irrompe nel cuore della notte e noi
dobbiamo fuggire. Quindi per metà del film sono in pigiama. Non ho
mai avuto la tuta tattica in pelle che indossano tutti gli X-Men. E
in
X-Men: Conflitto finale ero vestito con un completo preso da
Hot Topic, praticamente. Quindi, fargli indossare un vero e proprio
costume da supereroe, tratto dai fumetti, è stato molto
bello“.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy eThe Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo
pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di
Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati
rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo
più semplice per i Marvel
Studios di unire la serie di film
di Deadpool – l’unica parte del franchise degli
X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo
principale dell’MCU. Nel film
saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film
di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica.
Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche
alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il
Daredevil di Ben Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber è presente riprendendo il suo
ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan
Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind
Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli
Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi
personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising
Emma Corrin (The
Crown) nel ruolo di Cassandra Nova e Matthew Macfadyen (Succession) in quello di Mr. Paradox. Inoltre,
come ormai noto, la TVA, sarà coinvolta nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà
nei cinema il 24 luglio 2024.
Prima di essere scritturato per il
ruolo del protagonista di Superman,
David Corenswet era relativamente sconosciuto. Tuttavia, aveva
accumulato alcuni crediti importanti nel campo della recitazione,
tra cui Hollywood e Pearl,
quest’ultimo è il secondo capitolo della serie di film X
del regista Ti West con Mia Goth. In questo film, Corenswet
interpretava il “Proiezionista”, un ruolo di cui si è parlato molto
ultimamente a causa dell’uscita di MaXXXine
nelle sale.
L’Hollywood Reporter ha
recentemente parlato proprio con West e gli ha chiesto cosa ne
pensa di Corenswet nei panni dell’Uomo d’Acciaio, di come è stato
lavorare con lui e del piccolo ruolo che il regista potrebbe aver
avuto nella sua scelta. “Assomiglia a Superman, quindi mi
sembrava ragionevole“, ha esordito. “Ma abbiamo avuto una
grande conversazione durante il casting. Veniamo da una parte del
mondo simile, siamo andati d’accordo e lui ha capito il tipo di
film che volevo fare.
“Credo che abbia detto che il
suo film preferito è Singin’ in the Rain, e quando stavamo per fare
Pearl, ha capito il tipo di epoca d’oro di Hollywood in cui stava
entrando come interprete“. “È anche un ragazzo fantastico
e siamo andati molto d’accordo. Credo di averlo visto in Hollywood,
ed era un bravo attore, ma più che altro avevamo una bella
conversazione. Poi è venuto in Nuova Zelanda e ci siamo divertiti
molto insieme“.
“Ma ho ricevuto alcune chiamate
quando era candidato a diventare Superman“, ha aggiunto West.
“La gente stava curiosando su di lui per quel ruolo, e io l’ho
appoggiato con tutto il cuore. Se lo merita tutto e non vedo l’ora
di vedere Superman“. Il regista ha dunque chiarito di aver
messo una buona parola su Corenswet a chi gli chiedeva come fosse
lavorare con lui ed è possibile che anche questo contributo abbia
portato alla scelta dell’attore per il ruolo.
Un’immagine del nuovo film di Ti West, MaXXXine
Tutto quello che sappiamo su
Superman
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
È ufficialmente partito il conto
alla rovescia per Joker:
Folie à Deux, il sequel del sorprendente successo DC
della Warner Bros. Come il primo trailer del film ha rivelato
all’inizio dell’anno, Joker:
Folie à Deux sarà un musical che abbinerà l’Arthur
Fleck/Joker di Joaquin Phoenix a una nuova Harley Quinn,
interpretata da Lady Gaga. Durante un panel al Karlovy Vary
International Film Festival – come riporta ComicBook -, la direttrice del
casting Francine Maisler ha elogiato il lavoro di
Gaga nel film, sostenendo che l’attrice e musicista è più che
all’altezza di un personaggio così iconico.
“È bravissima, ragazzi“, ha
spiegato Maisler. “Vi lascerà a bocca aperta. Non ho suggerito
io Lady Gaga. Non è stata una mia idea. È stata di Todd Phillips,
prima di me. Ma vi dirò che è davvero sorprendente – e davvero
brava. L’ho vista e sono rimasta davvero sorpresa.
Insomma, sappiamo tutti cosa è stata in grado di fare in A Star
is Born, ma ho pensato: “Oh, beh, è un po’ nelle sue corde“.
Qualcosa che potesse fare ed essere reale. Ma questo… Cavolo, è
brava. Joaquin ti fa impazzire, ma il fatto che lei sia riuscita a
tenergli testa e a essere reale, senza essere spazzata via dallo
schermo da quello che è il suo ruolo e dalla sua interpretazione,
dimostra che è brava“.
Un’immagine di Joker Folie à Deux
Joker: Folie à Deux, quello che
sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC
Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a
Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più
nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad
Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi
musicali”.
Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di
Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente
dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Netflix
annuncia Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole
Dubbio, la docuserie sviluppata e diretta da
Gianluca Neri, scritta da Carlo G.
Gabardini, Gianluca Neri ed Elena Grillone, e prodotta da
Quarantadue, che sarà disponibile dal 16 luglio solo su Netflix.
Il Caso Yara: Oltre Ogni
Ragionevole Dubbio ripercorre in cinque episodi la tragica
vicenda di Yara Gambirasio, scomparsa a soli 13 anni una sera del
novembre 2010 a Brembate di Sopra (BG) mentre percorre i 700 metri
che separano casa sua dalla palestra in cui pratica ginnastica
ritmica.
La docuserie ricostruisce
l’indagine sulla scomparsa della ragazza, che culmina con l’arresto
di Massimo Bossetti. Il lungo processo investigativo e giudiziario
rivela la verità riguardo ad alcuni legami familiari della famiglia
Bossetti, mettendo in luce dettagli intricati e spesso controversi
sull’investigazione. Attraverso testimonianze, ricostruzioni,
interviste esclusive (compresa quella allo stesso Bossetti e alla
moglie Marita) e materiali inediti si esplorano gli eventi legati
al caso, le accuse di depistaggio e i sospetti sui metodi
investigativi. La vasta eco mediatica e le pressioni della politica
permetteranno un processo che si concluda con un verdetto al di là
di ogni ragionevole dubbio?
Il Caso Yara: Oltre Ogni
Ragionevole Dubbio
Il lavoro di documentazione è
iniziato già nel 2017 (quasi quattro anni prima dell’uscita di
SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano), e gli autori hanno
iniziato a delineare la struttura della docuserie nel 2021.
Per la realizzazione della
docuserie è stato attuato uno studio rigoroso e approfondito di
tutti i 60 faldoni (60.000 pagine, oltre a centinaia di gigabyte di
immagini, audio e video) dei documenti che compongono l’inchiesta.
Un totale di migliaia di ore di materiale video visionato, che è
stato poi sintetizzato in 118 minuti complessivi di reperti,
recuperati da venti archivi diversi e integrati come parte
fondamentale del racconto.
Uscito contemporaneamente nelle
sale di tutto il mondo il 4 giugno 2004, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è il
terzo capitolo della saga cinematografica Harry Potter
tratta dai romanzi di J.K.Rowling; forse il più originale dal
punto di vista visivo e di approccio alla fonte, grazie al
contributo di un regista come Alfonso Cuaron che
ha scombinato l’ordine dei precedenti film.
Quattordici anni dopo Il
prigioniero di Azkaban rimane uno degli adattamenti più
contestati dai fan, ma anche tra i più apprezzati dalla critica, un
vero “caso” che vogliamo ripercorrere svelando alcuni dei segreti
di lavorazione riguardanti il cast, l’autore e i dettagli sulle
riprese:
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: Alfonso Cuaron ha
disegnato i tatuaggi di Sirius Black
Come prova della sua
difficile permanenza ad Azkaban, il corpo di Sirius
Black è stato letteralmente ricoperto di tatuaggi, una
versione parecchio distante dalla controparte del libro che vede lo
zampino di Alfonso Cuaron.
Il regista ha infatti interpretato
il personaggio con sfumature ancora più dark, mostrandolo come un
pazzo criminale dai capelli neri e selvaggi, barba lunga e tatuaggi
di ispirazione nordica. E a creare questo look e gli stessi
tatuaggi è stato proprio Cuaron in collaborazione con Gary Oldman.
Gary Oldman ha accettato il ruolo di Sirius per i suoi
figli
Far parte di un franchise
importante come Harry Potter può esporre un attore
ad un’attenzione mediatica non indifferente; per questa ragione
Gary Oldman ha pensato bene di ragionare bene
prima di accettare il ruolo di Sirius Black, non
avendo mai partecipato a saghe familiari come questa.
Tuttavia è stato Oldman ad
affermare che il motivo principale della sua partecipazione al film
sono stati i suoi figli: diventando il padrino di Harry
Potter, ha raccontato, l’avrebbe fatto diventare popolare ai loro
occhi (e a quelli dei loro compagni di scuola).
Ian McKellen ha rifiutato il ruolo di Albus Silente
Tra i tanti attori
considerati per sostituire lo scomparso Richard
Harris nei panni di Albus Silente c’era anche Sir
Ian McKellen, che nello stesso periodo stava
interpretando Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Addirittura si dice
che fosse in cima alla lista dei desiderati, prima ancora di
Michael Gambon (poi scelto dalla produzione).
McKellen ha poi dichiarato di aver
“declinato” l’offerta dopo alcuni commenti negativi che gli aveva
dato Harris (a quanto pare l’attore non si era particolarmente
divertito sul set…): “Non poteva prendere il posto da un attore
che conoscevo e che non non avrebbe approvato“.
J.K.Rowling ha creato i Dissennatori basandosi sul periodo
della sua depressione
Prima delle celebrità, del successo
della saga letteraria Harry Potter e dei film, la vita non ha
sempre sorriso a J.K.Rowling. La scrittrice ha
spesso raccontato degli anni in cui viveva grazie ai benefici del
governo lottando per sbarcare il lunario, ragioni che l’hanno
portata a confrontarsi con una forte depressione.
Questa vicenda personale è stata
però trasformata nelle pagine del Prigioniero di
Azkaban sotto forma di spettro, nella figura dei
Dissennatori che attaccano le loro prede
succhiando la loro felicità e voglia di vivere.
Hermione non avrebbe dovuto dare un pugno a Draco
Quando Hermione
Granger colpisce con un pugno Draco Malfoy verso la fine del film, gli
spettatori in sala hanno sicuramente reagito con un applauso.
Tuttavia la scena non è mai stata inclusa nella sceneggiatura del
film, come spiegato da Tom Felton.
Originariamente Hermione avrebbe
dovuto solo schiaffeggiare Malfoy, ma l’intensità della scena e un
accordo fra i due attori hanno portato a modificare in corso gli
eventi.
Alfonso Cuaron non poteva dire parolacce davanti ai giovani
attori
Quando regista non ha mai
lavorato con attori giovani prima d’ora, il processo creativo può
diventare assai complicato, soprattutto se è solito lasciarsi
sfuggire qualche parolaccia.
La carriera di Alfonso
Cuarón l’ha visto lavorare principalmente con attori
adulti, motivo per cui il set del Prigioniero di
Azkaban, Cuarón è stato l’occasione perfetta per testare
se stesso frenando il suo linguaggio istintivo. Cuarón aveva
persino un “barattolo” sul set che raccoglieva monete ogni volta
che diceva imprecazioni di fronte agli attori più giovani.
L’espresso per Hogwarts è stato vandalizzato
Un evento spiacevole ha
causato alcuni ritardi di produzione sulle riprese del
Prigioniero di Azkaban: accessibile al pubblico,
l’espresso per Hogwarts è stato infatti vandalizzato nel 2003
durante la lavorazione, con segni di vernice spray e finestre
rotte.
Cedric Diggory non è stato interpretato da Robert
Pattinson
Gli adattamenti
cinematografici di Harry Potter non hanno sempre riportato
fedelmente ciò che è successo nei romanzi, tuttavia, c’era un punto
critico in Il Prigioniero di Azkaban che è stato
lasciato fuori dalla produzione del film.
Stiamo parlando di una scena
relativa al torneo di Quiddich che vedeva protagonista il cercatore
dei Tassorosso, Cedric Diggory (che rivedremo
meglio in Il calice di fuoco): il ragazzo compare infatti per la
prima volta nel match contro Grifondoro, ma non è interpretato da
Robert Pattinson. Nessuno sa chi sia questo
attore, e non è stato nemmeno accreditato nel film.
Il cast ha scritto un saggio per “capire” i propri
personaggi
I registi sanno trovare
tantissime strategie per far si che gli attori entrino nei
personaggi prima delle riprese: Alfonso Cuarón, da
parte sua, ha chiesto ai membri del cast principale di scrivere un
saggio sui rispettivi personaggi, rimanendo sorpreso dai lavori di
Daniel Radcliffe e Emma Watson.
EmmaWatson è andato ben
oltre il suo compito, scrivendo pagine su pagine, mentre Daniel Radcliffe ha svolto il minimo
indispensabile. Rupert Grint invece non ha nemmeno consegnato
il compito…
Alfonso Cuaron non aveva mai letto i libri di Harry Potter
Prima di dirigere
l’adattamento de Il Prigioniero di Azkaban,
Alfonso Cuarón non aveva mai letto un libro di
Harry Potter. Queste sono state le sue parole in merito:
“All’epoca pensavo fosse un franchise su un ragazzino, e che
fosse qualcosa di veramente stupido“. Fortunatamente ha
cambiato idea…
Christopher Lee era un possibile candidato al ruolo di
Silente
Dopo la morte improvvisa di
Richard Harris, diversi attori vennero considerati
per sostituirlo nella saga di Harry Potter, e tra questi ci fu
anche Christopher Lee (Saruman ne Il Signore degli Anelli). Alla fine Lee ha
rifiutato il ruolo per motivi personali.
A M. Night Shyamalan fu chiesto di dirigere il film
Foto di Giulia Parmigiani – Cortesia di Universal Pictures
Italia
Dopo i primi due capitoli diretti
da Chris Columbus, la Warner Bros. cercava un
nuovo regista da affiancare al progetto del Prigioniero di
Azkaban, e insieme a Cauron venne considerato anche
M. Night Shyamalan. Il suo curriculum vantava film
di genere horror come Il sesto senso e The
village, motivo per cui gli studios si rivolsero proprio a
lui per dirigere il terzo adattamento della saga.
Daniel Radcliffe ha preso lezioni di chitarra da Gary
Oldman
Dopo aver sentito che
Daniel Radcliffe era un grande appassionato di
musica, Gary Oldman ha deciso di dare qualche
lezione di chitarra al giovane attore sul set del film. Tra i brani
provati da principiante, hanno svelato i due, c’era anche “Come
Together” dei Beatles.
Michael Gambon non aveva mai letto i libri della saga
Michael
Gambon si è unito al cast di Harry Potter durante le riprese de Il
Prigioniero di Azkaban nei panni del “nuovo” Professor
Silente, tuttavia non aveva mai letto un libro della saga prima
d’ora.
L’attore ha affermato che “Se
sei un attore, tutto quello che ti serve è la sceneggiatura che ti
viene data. Se leggi il libro potresti rimanere deluso da ciò che è
stato lasciato fuori“.
La
moglie e la figlia di Cuaron sono nel film
Invece di rimanere lontano dalla
sua famiglia per troppo tempo, Alfonso
Cuarón ha deciso di portarla con sè sul set, e si è
scoperto più tardi che in varie scene compaiono sua moglie e sua
figlia.
Una di queste vedeva il tentativo
di irruzione di Sirius Black nella Sala Comune di Grifondoro, e c’è
un’immagine visibile di una madre che consola il suo bambino che
piange. Sono proprio loro due!
Con l’arrivo nelle sale di tutto il
mondo del film Harry Potter e la pietra
filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri
e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori
vengono condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei
maghi. Un mondo nato dalla penna di J.
K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più
fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla
crescita, all’amicizia e al coraggio. Nel 2004 il viaggio prosegue
con Harry Potter e il prigioniero di
Azkaban, terzo atteso capitolo delle avventure del
maghetto più famoso di sempre.
A dirigere questo vi è il celebre
premio Oscar Alfonso Cuaron, che con il proprio
talento realizza uno dei film ancora oggi più apprezzati
dell’intera saga. Harry Potter è al
terzo anno di Hogwarts ormai, e crescendo crescono anche le minacce
nei suoi confronti. È per tale motivo che a partire da questo
lungometraggio i toni diventano più cupi, il mondo dei maghi un
luogo meno sicuro e la magia svela aspetti ben più oscuri del
previsto. Nuovi attori entrano a far parte del cast, apportando
sempre più popolarità ad una saga che sembra ormai lanciata verso i
più importanti traguardi del cinema di genere.
Al momento dell’uscita in sala il
film confermò infatti il grande interesse nei confronti di questa.
A fronte di un budget di circa 130 milioni di dollari,
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
arrivò a guadagnarne circa 800 in tutto il mondo. Ciò spinse
ovviamente i produttori a proseguire nella costruzione della saga,
preparando da subito i successivi sequel. Prima di vedere questi
come anche il terzo capitolo, però, può essere utile approfondire
quest’ultimo, scoprendo tutte le principali curiosità ad esso
legate. Dalla trama al cast e fino alle differenze con il romanzo,
proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò.
La trama di Harry Potter e il
prigioniero di Azkaban
Dopo un’altra estate costretto a
casa con i perfidi zii Dursley, Harry Potter è ora
pronto per tornare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Prima che ciò possa avvenire, però, il giovane viene avvertito da
Arthur Weasley, il padre di Ron,
che un pericoloso criminale e seguace di Voldemort è evaso dalla prigione di Azkaban,
la prigione di massima sicurezza per maghi e streghe. Questi è
Sirius
Black, il quale sembra aver avuto un ruolo decisivo
nella morte dei genitori di Harry. Il suo obiettivo, ora, sembra
essere proprio il celebre maghetto. Il preside di Hogwarts Albus Silente decide di porre sotto stretta
sorveglianza la scuola, circondandola dai Dissennatori,
terrificanti creature a guardia di Azkaban.
Le lezioni hanno così inizio
cercando di mantenere una parvenza di normalità. In particolare,
Harry e i suoi amici si trovano a seguire Divinazione con la
professoressa Cooman. Proprio questa predice un
pericolo di morte imminente per il giovane mago, che inizia così a
sentirsi sempre più minacciato. La vera novità è però il nuovo
docente di Difesa contro le Arti Oscure, il gentile Remus
Lupin. Questi decide di impartire delle lezioni
private a Harry, desiderando che questi sia in grado di proteggersi
quando sarà il momento. Nel frattempo, insieme ai suoi amici, Harry
scopre delle nuove terribili verità su Black, che sembra essere
sempre più vicino.
Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban: il cast del film
Ancora una volta nei panni di Harry
Potter si ritrova l’attore Daniel
Radcliffe, ormai identificato da tutti proprio con
tale personaggio. Con lui, nei ruoli di Hermione Granger e Ron
Weasley tornano Emma Watson
e Rupert
Grint. Ai tre è stato richiesto di approfondire i
proprio personaggi scrivendo un racconto autobiografico sui propri
rispettivi personaggi. Radcliffe e la Watson consegnarono infine
tali testi, tranne Grint, che si appellò invece al fatto che Ron
non avrebbe mai avuto realmente voglia di scriverlo. Accanto a loro
subentra nei panni di Albus Silente l’attore Michael
Gambon. Questi ottenne il ruolo dopo la scomparsa del
precedente interprete, Richard Harris. Il ruolo
venne offerto anche a Ian
McKellen, già noto come Gandalf, ma questi rifiutò
consapevole che Harris non avrebbe approvato la sua scelta.
Nei panni di Sirius Black vi è
invece l’attore Gary
Oldman. Oggi premio Oscar, l’attore fu ben lieto di
interpretare il personaggio, affermando di aver accettato la parte
sia perché necessitava di lavorare sia per far contenti i propri
figli. Egli raccontò poi di essersi ispirato a John Lennon per
Black. L’attore David
Thewlis è invece Remus Lupin. Questi si era
inizialmente proposto per il ruolo del professor Raptor, presente
nel primo film. Richiamato invece per interpretare Lupin, Thewlis
decise di accettare dopo aver scoperto di come questi sia uno dei
personaggi più belli della saga. L’attore aveva però letto solo
parte del primo libro, e per poter essere informato di quanto
necessario decise di continuare la lettura passando poi ai romanzi
successivi.
Tra i più celebri personaggi della
saga, Severus Piton è nuovamente interpretato dal grande Alan
Rickman, il quale accettò entusiasta e lavorò a lungo
insieme alla Rowling per caratterizzare il personaggio sia
caratterialmente che esteticamente. Si ritrovano poi Tom
Felton nei panni di Draco Malfoy, Maggie
Smith in quelli della professoressa McGranitt,
e Robbie Coltrane come Hagrid.
Timothy Spall è qui presente nei panni di
Peter Minus, il quale si rivelerà poi un personaggio ricorrente nei
futuri film della saga. La premio Oscar Emma
Thompson dà invece vita alla professoressa Sibilla
Cooman. Anche lei, come altri membri del cast, decise di accettare
il ruolo per sorprendere i propri figli, fan della serie.
Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban: le differenze tra il libro e il film
Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban è l’ultimo dei film della saga a seguire in modo
fedele quanto narrato nei libri. I successivi lungometraggi si
prenderanno invece maggiori libertà, cambiando, eliminando o
aggiungendo dettagli. Tra le più significative differenze presenti
tra il terzo libro e il terzo film, ad ogni modo, si ritrovano
quelle relative ai Dissennatori. Introdotte qui per la prima volta,
tali creature si mostrano come esseri particolarmente minacciosi,
in grado di congelare l’ambiente in cui si trovano con la loro sola
presenza. Tale aspetto non è in realtà presente nel libro, ma si
aggiunge per conferir loro ulteriore pericolosità. Sempre rimanendo
in tema di pericolo, se è vero che la professoressa Cooman predice
sventure per Harry Potter, nel libro questa arriva anche a
prevedere la morte di Silente, di Sirius Black e di Remus Lupin.
Previsioni invece assenti nel film.
Altro nuovo personaggio introdotto
qui per la prima volta, Lupin viene nel libro descritto come
perennemente stanco ma meno vecchio di come poi viene rappresentato
nel film. Questi è da qui in poi una figura particolarmente
importante nella saga, anche se nel film non vengono spiegati
alcuni dettagli relativi alle sue origini. Allo stesso modo, anche
per Sirius Black si ritrovano diverse differenze. Questo nel film
riesce ad introdursi ad Hogwarts grazie alla signora grassa, mentre
nel libro è Sir Cadogan a consentirgli ciò. Nel finale,
contrariamente al film, questi si salva grazie all’uso della
Giratempo di Hermione, nonché grazie alla forza del Patronus
evocato da Harry.
Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26
gennaio alle ore 21:20 su Italia
1.
House
of the Dragon della HBO è il dono che continua a dare
quando si tratta di valore scioccante. Dalla morte violenta di
Lucerys (Elliot Grihault) nella prima stagione
all’inquietante assassinio di Jaehaerys nella prima della seconda
stagione, House
of the Dragon non ha mai rinunciato a suscitare
una reazione negli spettatori. Ciò continua nel terzo episodio
della seconda stagione, “The Burning Mill“, che
presenta una scena di nudo integrale che coinvolge Aemond Targaryen
(Ewan Mitchell).
Per quanto scioccante, il franchise
non è nuovo alla nudità. Nelle prime stagioni di
Game of Thrones il suo uso liberale
sembrava quasi strategico per far parlare di sé, ma
raramente questi momenti venivano utilizzati come opportunità per
esplorare le motivazioni interne di un personaggio. Sebbene la
scena sia stata probabilmente già oggetto di meme, lo stesso
Mitchell, star di House
of the Dragon, ha discusso le motivazioni alla base
della scena e il significato che potrebbe avere più di
quanto gli spettatori si aspettino.
Le vecchie ferite colpiscono
ancora Aemond nella seconda stagione di House
of the Dragon
Olivia Cooke and Ewan Mitchell in A Dance of Dragons
(2024)
House
of the Dragon ha creato la figura di Aemond
come emarginato già nel sesto episodio della
stagione 1, “La principessa e la regina”. Sebbene ci siano
lotte intestine tra tutti i figli dei Targaryen e dei Velaryon,
Aemond (Leo Ashton) riceve in particolare il peso
del bullismo, soprattutto da parte del fratello Aegon (Ty
Tennant). La sua più grande insicurezza nella prima
stagione deriva dal fatto che l’uovo di drago che avrebbe dovuto
essere suo fin dalla nascita non si è mai schiuso, e un
momento fondamentale dell’infanzia di Aemond è rappresentato dallo
scherzo fattogli dal fratello e dagli zii, quando gli
presentano un maiale vestito con le ali al posto del drago.
Questo sfruttamento della sua più
grande insicurezza è probabilmente ciò che fa sì che Aemond inizi a
costruirsi un aspetto duro. È questa esteriorità che dà inizio alla
lotta su Driftmark e che alla fine costa ad Aemond il suo occhio,
quando viene affrontato dopo aver rivendicato Vhagar, e
questi singoli eventi sono cruciali per l’Aemond che gli
spettatori vedranno nella seconda stagione. Parlando con Vulture,Ewan Mitchell ha commentato la
visione che Aemond ha di se stesso:
“Tra gli episodi sette e otto
della prima stagione, si è trasformato in un’arma.Possiede
un codice che gli impedisce di essere ferito di nuovo, come quando
era bambino.Deve essere visto come una presenza a
prova di proiettile, intoccabile ed eterea che nessuno può
afferrare”.
La seconda stagione di House of
the Dragon introduce altre sorprendenti rivelazioni su
Aemond
La seconda stagione offre uno
sguardo più profondo sulla psiche di Aemond di quanto gli
spettatori si aspettassero. L’episodio 2, “Rhaenyra la
crudele”,mostra il lato più contemplativo e pieno di
rimorsi. Tra le braccia di una maitresse che frequenta,
Aemond ammette i suoi veri sentimenti riguardo alla Danza dei
Draghi. Ammette che il tentativo di Daemon di assassinarlo lo fa
sentire orgoglioso ed esprime persino rammarico per la morte di
Lucerys. Lo stoicismo silenzioso e la difensiva che Aemond mostra
di solito sono scomparsi, sostituiti da un sorprendente senso di
vulnerabilità emotiva.
È più di quanto gli spettatori
abbiano mai visto da Aemond, ed è chiaro che ha trovato un
luogo in cui è in grado di abbassare la guardia.
Sfortunatamente, questo non dura a lungo, perché l’episodio 3
vede Aegon (Tom Glynn-Carney) imbattersi in
Aemond in un altro momento compromettente con la stessa maitresse.
Aegon si prende gioco di Aemond di fronte alla madama e ai suoi
amici della Guardia Reale, e Aemond è costretto a sopportarlo.
L’imposizione di Aegon sull’unico
luogo di rifugio del fratello provoca una risposta coraggiosa da
parte di Aemond. È questa la scena che ha suscitato ilarità in
tutto il mondo: Aemond si alza in piedi, completamente nudo, e si
allontana dalla maitresse sminuendo la sua importanza per lui. È
una mossa sia difensiva che offensiva, come ha
detto Mitchell a Vulture: “Scene come questa iniziano con una
conversazione su quanto si è disposti a spingersi oltre. Non è
stata una scelta presa alla leggera. Ma è vero che Aemond sconvolge
il pubblico. La debolezza non fa parte del vocabolario di
Aemond“.
Le vecchie abitudini sono
chiaramente dure a morire per Aegon in “House of the
Dragon”.
Aegon, protetto dalsuo
attuale status di Re, interagisce con Aemond come se fossero
ancora bambini, deridendolo per la sua vulnerabilità. Ma
Aemond non è più un bambino senza drago: è un abile
combattente e stratega, che cavalca il drago più grande di
Westeros. Aegon è stato il bullo di Aemond fin dal primo giorno, e
la solitudine e l’isolamento che ha provato a causa di quel
bullismo continueranno a influenzare le decisioni che Aemond
prenderà in futuro.
Questo senso di isolamento è
incredibilmente pericoloso per una vittima di bullismo emotivamente
instabile nel bel mezzo di una gigantesca guerra civile. Aemond è
capace di mettersi a nudo fisicamente, ma non è mai stato in grado
di diventare emotivamente vulnerabile con qualcuno al di fuori
della maitresse che frequenta. Aegon gli ha tolto l’unico
spazio sicuro che Aemond aveva per riflettere e aprirsi, e
questo potrebbe avere conseguenze terribili.
Ewan Mitchell ha ragione:Aemond è “rotto”
A parte la spavalderia e la pelle
nuda, l’episodio
3 chiarisce che Aemond sta soffrendo. Parlando con Variety, Mitchell
ha commentato le lotte interne di Aemond, dicendo: “Ha bisogno
di un po’ di amore. È un ragazzo distrutto, ha bisogno di qualcuno
che lo aggiusti“. L’incapacità di Aemond di esprimere questo
dolore è ciò che trasforma il suo dolore e la sua rabbia in una
ferita che continuerà ad aggravarsi durante la guerra. La scena
frontale di Aemond è stata una meccanica narrativa cruciale per la
seconda stagione.
La regista di House of the Dragon, Greta
Vasant Patel, ha spiegato: “È una delle poche volte in cui
si vede il bambino che è in lui e si vede il dolore che prova”.
Come e quando questo dolore si manifesterà non è ancora dato
saperlo. Il confronto tra Aemond e Lucerys a Capo Tempesta e sopra
la Baia dei Rompitori è stata la prima volta in cui gli spettatori
hanno potuto conoscere il lato veramente crudele della rabbia di
Aemond. Per il momento, sintonizzarsi su House of the
Dragon è un esercizio per chiedersi quando Aemond finalmente
scatterà e chi sarà il destinatario di questi anni di dolore e
tormento.
La scena di Aemond in pieno volto
nel bordello di Approdo del Re non è solo uno shock per gli
spettatori, ma anche un’importante tattica intimidatoria per Aegon
e per chiunque scelga di ridere di lui. Man mano che Aemond si
ritira in se stesso, diventa sempre più
pericoloso, incapace di empatia e più propenso ad
agire e rispondere con crudeltà. L’incidente nel bordello potrebbe
non essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma non
siamo sicuri di quanto il rapporto tra i fratelli possa sopportare
nelle prossime settimane.
House of the Dragon stagione 2 è disponibile su Sky e NOW (in
contemporanea con gli Stati Uniti), con un nuovo episodio a
settimana.
Anche se molti fan hanno capito in
anticipo il colpo di scena, l’episodio di questa settimana di
The
Boys si è concluso con una grande rivelazione relativa
al personaggio di
Jeffrey Dean Morgan, Joe Kessler.
Seguono spoiler.
Alla fine di “Dirty Business”,
apprendiamo che Billy Butcher non ha salvato la vita al suo vecchio
compagno quando entrambi prestavano servizio nella Panjshir Valley
in Afghanistan, e che il defunto Kessler è sempre stato frutto
della sua immaginazione.
Si è ipotizzato che Kessler esista
in realtà come manifestazione del tumore indotto dal V di Butcher,
che prende il sopravvento quando l’ospite scatena i suoi poteri,
non diversamente da Venom della Marvel. Lo showrunner Eric
Kripke ha affrontato questa teoria durante un’intervista
con EW.
“Non credo che sia come
Venom.Non credo che sia un tipo con un proprio
punto di vista e che voglia andare a mangiare polli o altro, ma
credo che rappresenti tutto ciò che di oscuro e maligno c’è dentro
Butcher”.
“Sia Butcher che Homelander
[interpretato da Antony Starr], in modi molto diversi, stanno
lottando per capire se sono umani o se sono mostri”,
continua Kripke. “Kessler rappresenta il lato mostruoso e
Becca il lato umano di Butcher.Questi due lati
sono in guerra con se stessi, ma sono tutti Butcher”.
Il lato oscuro avrà la meglio? Nel
corso di quattro stagioni, Butcher ha fatto cose piuttosto
terribili quando necessario, ma come sottolinea MM, di solito è un
“figlio di puttana con un cuore”. A soli due episodi dalla fine,
dovremo aspettare e vedere se riuscirà a tenere sotto controllo
Kessler.
Variety ha confermato che la serie televisiva
Arkham Asylum, annunciata in precedenza,
non andrà più avanti. Era il 2022 quando abbiamo saputo che Antonio
Campos (The Staircase) era stato scelto come sceneggiatore
e showrunner dello spin-off di The
Batman.
Questa iterazione dello show è
stata scartata, anche se si suppone che un nuovo progetto
ambientato nella famigerata Gotham City possa
essere realizzato in futuro. Purtroppo non ci scommettiamo.
Per molti versi, questa notizia non
è una sorpresa. Quando lo show è stato annunciato, aveva un impegno
di serie ma era stato sviluppato da Terrence
Winter (Boardwalk Empire) e ambientato
all’interno del Dipartimento di Polizia di Gotham City. Il regista
ha poi abbandonato la serie a causa di divergenze creative.
Il creatore di Giri/Haji,
Joe Barton, è stato il prossimo a cimentarsi con
la serie senza titolo – che molti fan avevano già paragonato
sfavorevolmente a Gotham della FOX – per
poi abbandonarla per lo stesso motivo di Winter.
Il regista di The
Batman Matt Reeves, che stava
supervisionando la serie come produttore esecutivo a causa della
sua collocazione nel Bat-Verse, ha poi confermato che lo show di
Gotham PD non si farà più e che “ha iniziato a
evolversi” in una storia sul manicomio di Arkham.
Considerando quanto visto nel film, ci si aspettava che la storia
ruotasse attorno alla nascente amicizia tra Joker e
l’Enigmista.
Poi, le cose si sono fatte ancora
più confuse quando James Gunn ha confermato che Arkham
Asylum di Campos era ancora in fase di sviluppo, questa volta
ambientato nel nuovo DCU (Batman
II e The
Penguin, invece, non lo sarebbero stati). Questo
ha confuso i fan, anche se ha suggerito che Reeves avrebbe
contribuito a introdurre molti dei cattivi che il Cavaliere Oscuro
dei DC Studios dovrà affrontare… anche questo è sembrato
strano.
Nonostante questa notizia
deludente, The
Penguin uscirà a settembre e The
Batman II è previsto per il 2026.
Probabilmente è giusto dire che
Madame
Web ha sempre avuto una salita piuttosto ripida da
scalare, dopo essere diventato un meme-fodder subito dopo l’uscita
del suo primo (e unico) trailer, ma fin dalla scena di apertura con
la madre di Cassie Webb (Dakota
Johnson) in Amazzonia alla ricerca di ragni poco prima di
morire, sembrava chiaro che l’ultimo film della Sony Pictures SSU
molto probabilmente non sarebbe stato un grande successo!
A dire il vero, il film ha superato
(quasi) la soglia dei 100 milioni di dollari in tutto il mondo, ma
con un budget dichiarato di circa 80-100 milioni di dollari (senza
considerare i costi pubblicitari aggiuntivi, ecc.) e un abissale
11% su Rotten Tomatoes, non possiamo immaginare di vedere molto di
più da Miss Web e le sue amiche adolescenti Spider-Women in tempi
brevi.
Alcuni ritengono che il film non
sia stato così brutto come è stato fatto credere, mentre altri sono
dell’opinione che abbia sconfinato nel territorio del “così
brutto è bello”, e alcuni lo hanno persino amato… a quanto
pare.
Cosa ha detto Emma Roberts sulla cultura di internet
Nel corso di un’intervista con
Variety,
Emma Roberts – che ha interpretato la madre di Peter Parker in
quello che è stato poco più di un cameo – è stata interrogata
sull’accoglienza negativa di Madame Web e ritiene che il
film sarebbe stato accolto meglio se non fosse stato per la
“cultura di Internet”.
“Le cose funzionano, le
cose non funzionano.A tutti piace comportarsi
come se potessero prevedere se funzioneranno o meno.La verità è che non si può.Le cose vanno
male e poi esplodono su TikTok.Le cose vanno
bene, ma poi le guardi e ti chiedi: “È andata bene?”.Non c’è nessun segreto.Si tratta di fare
qualcosa di buono e di colpire al momento giusto.Tutto il resto è come un desiderio e una
preghiera.Non mi intimidisce il fallimento e non
mi intimorisce che la gente abbia pensieri negativi su
qualcosa”.
“Personalmente ho amato
molto Madame Web”, ha continuato. “Mi è piaciuto
molto il film.Ho pensato che tutti i protagonisti
fossero fantastici.La regista, S.J. Clarkson,
credo abbia fatto un lavoro straordinario.È per
lei che ho voluto fare quel film.Se non fosse
stato per la cultura di internet e per il fatto che tutto è
diventato una barzelletta, credo che l’accoglienza sarebbe stata
diversa.E questo è ciò che mi preoccupa di molte
cose, anche di quelle che ho fatto io, è che la gente oggi si
prende gioco di tutto”.
Il film segna il ritorno alla regia
di Marc Forster dopo il film di
zombie World War
Z e il family movie Vi presento Christopher Robin. Regista anche
di film come Monster’s Ball – L’ombra della vita, Neverland – Un sogno per la
vita e Il cacciatore di aquiloni, Webb si
confronta dunque qui con il thriller e in particolare con le
atmosfere di questo genere applicate all’handicap fisico che pone
la protagonista in uno stato di continuo svantaggio rispetto a chi
potrebbe approfittarsi di lei.
Tra inganni, segreti e colpi di
scena, il film riflette però in particolare sull’indipendenza
all’interno della coppia e su ciò che può definire il Vero Amore.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Chiudi gli occhi – All I See Is You.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di
Chiudi gli occhi – All I See Is You
Protagonista del film è
Gina, una giovane donna che ha perso la vista a
causa di un incidente stradale quando era bambina. Fino a ora la
sua vita dipendeva in tutto e per tutto da suo marito
James ma quando a Gina si presenta la possibilità
di un intervento chirurgico per recuperare la vista, la relazione
tra moglie e marito inizia a vacillare. Dopo l’intervento Gina
finalmente vede il mondo con un nuovo senso di stupore e di
indipendenza fino a scoprire inquietanti e terribili verità sul suo
matrimonio.
La progressiva riacquisizione della
vista da parte di Gina la porta a comprendere come la dipendenza
avuta in tutti quegli anni dal marito stia a sua volta esaurendosi,
in favore di una sua maggiore indipendenza. Con l’intervento che le
ha restituito la vista, Gina riesce infatti a ritrovare sé stessa.
Dal canto suo, James inizia ad entrare in crisi accorgendosi di non
essere più il solo punto di riferimento della moglie. L’intesa tra
i due sembra sfumare perché l’Amore viene “visto” dalla
protagonista da tutta un’altra prospettiva.
Questo è il motivo per il quale i
due protagonisti che sembrano la coppia perfetta fin dalle
primissime battute, in realtà stanno insieme perché non possono
fare a meno – fisicamente – l’uno dell’altra. Il crescente
allontanamento tra i due si esplicita in particolare attraverso la
sfera sessuale. James si scopre infatti sterile, mentre Gina inizia
a nutrire desideri sempre nuovi, tra cui l’idea di diventare madre.
Per James, dunque, l’unico modo di tornare ad una felicità di
coppia sembra essere quello di riportare Gina a come era prima:
cieca.
Per farlo altera il collirio
prescritto alla moglie e senza il quale l’effetto dell’operazione
andrebbe riducendosi fino a riportarla alla totale cecità. Prima
che ciò avvenga, però, Gina ha anche un incontro extraconiugale, da
cui rimane incinta. James, che nel frattempo ha scoperto di essere
sterile, capisce dunque di essere stato tradito nel momento in cui
Gina gli rivela della gravidanza. Gina, sospettosa del marito, ha
però a sua volta scoperto della sua manipolazione del collirio,
ricominciando così a prendere quello valido ad insaputa di lui.
Per vedere fino a dove James è
capace di spingersi, Gina continua però a fargli credere di essere
tornata cieca, salvo rivelargli la verità quando nel finale,
durante una sua esibizione canora, lo individua e lo fissa
intensamente tra il pubblico. Disperato, James correndo con l’auto
si va a schiantare contro un autocarro, probabilmente morendo
nell’impatto. Gina può invece abbracciare il figlio tanto
desiderato, scoprendo che il vero Amore è guardarsi e trovarsi
reciprocamente negli occhi l’uno dell’altro.
Il trailer di Chiudi gli
occhi – All I See Is You e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di Chiudi gli occhi – All I See Is You grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La fine di un amore è sempre a suo
modo una tragedia. Il cinema ha affrontato il tema del divorzio
sotto innumerevoli sfumature, da grandi classici del cinema come
Kramer vs. Kramer,
Io e Annie e La guerra dei Roses fino a un dramma
puro come Storia
di un matrimonio, un’opera sci-fi come
Eternal Sunshine of the Spotless Mind o ad una commedia
come 500 giorni insieme. Una delle opere più struggenti e
realistiche a riguardo, oltre a quelle qui citate, è anche
Le cose che non ti ho detto, scritto e diretto nel
2018 da William Nicholson.
Sceneggiatore due volte candidato
all’Oscar e celebre per aver scritto film come Viaggio in
Inghilterra,
Il gladiatore,
Les Misérable e Unbroken,
Nicholson ha con quest’opera dato vita alla sua seconda regia di un
lungometraggio, mosso dalla volontà di raccontare una storia
estremamente personale. Il film è infatti ispirato all’opera
teatrale da lui stesso scritta, The Retreat for Moscow, a
sua volta basata sul matrimonio dei genitori dello scrittore,
separatisi dopo 33 anni insieme. Nicholson riflette dunque su
quella vicenda e sull’impatto che ebbe in lui all’epoca e che ha
tutt’ora.
Allo stesso modo, egli esplora i due
genitori alla ricerca delle rispettive motivazioni, giungendo così
a dar voce ad un film fortemente emotivo in quanto profondamente
sincero nel mostrare i percorsi che la vita porta ad intraprendere.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Le cose che non ti ho detto.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Le cose che non
ti ho detto
Protagonisti del film sono i coniugi
Grace ed Edward. I due sono
sposati da 29 anni e la loro vita nella cittadina inglese di
Seaford trascorre tranquilla in una casa in prossimità del mare tra
oggetti accumulati negli anni, tra cui moltissimi libri. Entrambi
in pensione, lei si occupa della stesura di un’antologia di poesie,
mentre lui è ossessionato dall’attendibilità delle pubblicazioni su
Wikipedia. Quando il figlio, Jamie, va a far loro
visita per il weekend, il padre gli rivela l’intenzione di lasciare
la madre per un’altra donna che lo rende felice e libero di essere
sé stesso.
Edward fa così i bagagli e va via,
nonostante Grace non voglia accettare la cosa. Caduta in
depressione, la donna si sente persa senza Edward nella sua piccola
cittadina costiera e spera sempre di vederlo rientrare un giorno in
casa con le sue valigie. Jamie, dal canto suo, cerca di aiutare la
madre a ripartire da zero e a mettersi alla ricerca della sua
serenità. I tre faranno i conti con gli ostacoli che la vita pone
durante il cammino e che dovranno saper affrontare per tornare ad
essere felici, ognuno a modo suo.
Il cast del film e la location dove
si sono svolte le riprese
Nel ruolo del figlio Jamie, invece,
vi è Josh O’Connor, affermatosi recentemente grazie
alla serie The
Crown e ai film La
chimera e Challengers.
Per quanto riguarda la location dove si sono svolte le riprese,
queste è proprio Seaford, cittadina della contea
dell’East Sussex, in Inghilterra.
In passato la città disponeva di spiagge eccellenti, alimentate
dalla deriva dei litorali che spostavano costantemente la sabbia
lungo la costa da ovest a est. Ancora oggi è conosciuta
principalmente per la sua vita costiera.
Il finale del film: ecco come si
conclude il racconto
Nel corso del film, dunque, i tre
personaggi principali di Le cose che non ti ho
detto si scontrano con la necessità di ripartire con le
proprie vite, ognuno a modo proprio. Al momento del finale, dunque,
la storia è tutt’altro che conclusa, perché lì dove termina il film
ha invece inizio qualcosa di nuovo per Grace, Andrew e Jamie.
Proprio la voce di quest’ultimo conclude la pellicola recitando un
poema scritto per i suoi genitori, in cui li ringrazia per ciò che
rappresentano per lui, chiedendo però anche loro di “lasciarlo
andare” affinché egli possa ora costruire il proprio percorso di
vita.
Come riportato dallo stesso sceneggiatore
e regista: “Le ultime parole di Le cose che non ti
ho detto sono pronunciate dal giovane, dal ragazzo, che in
un certo senso sono io. Sono: Lasciatemi andare. Niente è finito.
La madre è sola, incerta su cosa le riserverà la vita. Il
personaggio del padre sta diventando, finalmente e tardivamente, la
persona che ha sempre voluto essere. E il figlio chiede di essere
liberato, per poter crescere oltre l’infanzia. Così è stato. Così
è”, riflettendo dunque sulla propria reale vicenda con i
genitori e ciò che la loro separazione ha significato per lui.
Il trailer di Le cose che
non ti ho detto e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Le
cose che non ti ho detto grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Del trio di remake di Wes Craven
apparsi negli anni 2000, L’ultima casa a sinistra
(2009) di Dennis Iliadis è stato
probabilmente il più divisivo tra il pubblico e la critica, e
certamente il più controverso nel suo allontanamento
dall’originale. Quell’horror
di vendetta cupo e nichilista provocò un forte shock con il suo
inebriante cocktail di violenza grafica, torture sessuali e abusi
giustapposti a momenti stridenti di commedia nera, il tutto
sostenuto da una campagna promozionale sensazionalistica.
Sebbene il remake del 2009 rimanga
fedele alla trama e al tono dell’originale,
molti aspetti del film di Iliadis hanno suscitato un misto di
indignazione e di elogi da parte della critica, tra cui la fusione
di una brutalità selvaggia con valori di produzione raffinati. Ma è
stato il finale di questo remake de L’ultima casa a
sinistra, con il suo importante allontanamento dalla
visione originale di Craven, a dividere tutti coloro che hanno
visto il film.
Poche semplici differenze sembrano
infatti essere bastate per offrire un messaggio piuttosto diverso,
controverso e sui cui ancora oggi si dibatte. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
L’ultima casa a sinistra. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di
L’ultima casa a sinistra
Il film segue le vicende della
famiglia Collingwood – John, sua
moglie Emma, e la loro figlia
Mari, una ragazzina nel pieno dell’adolescenza –
che si trova in vacanza nella propria casa sul lago. Appena
arrivati, la giovane va a trovare la sua amica
Paige, che lavora in un piccolo negozio locale.
Qui le due incontrano Justin, che si intuisce sin
da subito non avere buone intenzioni: in cambio di un pacchetto di
sigarette, offre alle ragazze della marijuana e le invita per
quello stesso pomeriggio nella sua stanza di albergo.
Ma quando Mari e Paige arrivano al
motel quello che trovano cambierà completamente le loro vite: poco
dopo infatti giungono anche Krug, padre del
ragazzo ed evaso di prigione, lo zio Francis e
Sadie. La gang, inseguita dalla polizia in seguito
alla fuga, decide di scappare prendendo in ostaggio le due amiche.
Le cose, tuttavia, non andranno affatto secondo i loro piani e ben
presto orrore e desiderio di vendetta dilagheranno senza fine.
Ad interpretare Johh, Emma e Mari
Collingwood si ritrovano gli attori Tony Goldwyn,
Monica Potter e Sara Paxton.
Goldwyn, inizialmente, non voleva recitare nel film per via della
sua eccessiva violenza, ma si convinse dopo aver incontrato il
regista. Nel ruolo dell’amica Paige vi è l’attrice Martha
MacIsaac, mentre Justin è interpretato da Spencer
Treat Clark. Garret Dillahunt interpreta
Krug Stillo, mentre Riki Linhome è Sadie e
l’attore Aaron Paul, in quegli anni distintosi per il
ruolo di Jessie Pinkman in Breaking Bad, interpreta Francis “Frank” Stillo.
La spiegazione del finale del
film
Veniamo ora al finale del film.
Nella conclusione dell’originale
di Craven del 1972, sia Mari che Phyllis sono state
spietatamente torturate e massacrate. L’ultima volta che vediamo
Mari, inciampa nel lago e viene colpita mortalmente alla schiena da
Krug. Quando i genitori di Mari scoprono il suo corpo nel lago, la
loro vendetta sulla banda comprende il taglio della gola, il
dissanguamento con l’amputazione di una certa appendice e un finale
in cui il padre di Mari uccide Krug a colpi di motosega davanti
allo sceriffo appena arrivato.
La novità principale del remake del
2009 è invece, come anticipato, rappresentata proprio dal finale,
quando si scopre che Mari è miracolosamente sopravvissuta ai colpi
di pistola che Krug le ha rivolto vedendola scappare. La giovane,
seppur ferita ed esanime, riesce a tornare a casa, dove i genitori
la trovano sul portico. Mentre si adoperano per soccorrerla,
comprendono di aver dato ospitalità ai seviziatori della figlia e
procedono ad escogitare una vendetta quanto più possibile brutale e
cruenta.
Nel tetro finale di Craven, tutti
muoiono tranne i genitori di Mari, che si trovano a dover
affrontare il duro contraccolpo di una vendetta ottenuta che però
non gli ha restituito la figlia. Facendo sì che la famiglia
Collingwood sopravviva intatta, il remake giustifica dunque la loro
vendetta con una risoluzione giudicata molto meno trasgressiva
dell’originale. In un articolo per l’Inquirer, Tirdad Derakhshani
suggerisce che: “Il film di Iliadis, con la sua eleganza,
concede ai genitori e al pubblico un lasciapassare”.
“Non c’è nessun retrogusto
amaro o sbornia per noi mentre ci rallegriamo della vendetta
compiuta sui cattivi (e sulla ragazza)”, ha scritto. “I
buoni vincono e salvano i loro figli“. Derakhshani ha
continuato: “Siamo portati a credere che i genitori di Mari
siano giustificati… e che sia un diritto inviolabile
vendicarsi“. Non hanno torto, e forse è proprio questo
aggiustamento nel remake che ha suscitato tante feroci divisioni
tra i fan dell’originale.
Il trailer di L’ultima casa
a sinistra e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
L’ultima casa a sinistra grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5
luglio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Il film sulla Formula
1 con Brad Pitt ha appena fornito ai fan la prima
occhiata alla star del cinema in veste da pilota. Come bonus
aggiuntivo, la F1 ha anche annunciato un’anteprima del film durante
l’evento di Formula 1 di questo fine settimana. Il film è in
lavorazione da un po’ di tempo e finalmente il pubblico potrà
vedere ciò che il dramma automobilistico ha da offrire. Su Twitter,
l’account ufficiale della Formula 1 ha scritto: “Finalmente è
ufficiale. Brad Pitt è il protagonista di F1, in arrivo nei cinema
nell’estate del 2025. Una anticipazione questa domenica in
occasione del Gran Premio di Gran Bretagna di Formula 1. #F1
#F1Movie“.
Quindi, se gli appassionati di sport
motoristici non fossero già eccitati per lo spettacolo che li
attende questo fine settimana, c’è un ulteriore bonus: la F1 ha
finalmente un filmato da mostrare. Date un’occhiata al poster qui
sotto! La scorsa estate, Pitt è riuscito a dare ai fan un piccolo
assaggio di ciò che sta preparando con la F1. Sky Sports ha
incontrato la megastar per parlare del suo ruolo nelle corse.
Sebbene non abbia potuto dire molto sul regista Joseph
Kosinski e sulla sua presunta collaborazione con il team
fittizio APXGP, Pitt ha nascosto alcune piccole rivelazioni
nell’intervista prima di tornare alle riprese.
“Sonny Hayes ha un incidente
terribile, si spaventa, scompare e corre in altre discipline. Il
suo amico, interpretato da Javier Bardem, è il proprietario di una
squadra“, ha spiegato Pitt. “È un proprietario all’ultimo
posto, al 21°, 22° posto sulla griglia di partenza. Non hanno mai
segnato un punto. Hanno un giovane fenomeno interpretato da Damson
Idris. Mi fa entrare come una specie di Ave Maria e ne nascono dei
guai“.
Tutto quello che sappiamo sul film F1 con Brad
Pitt
Con Brad Pitt nei panni di un ex pilota che torna
in Formula 1, insieme a Damson
Idris nel ruolo del suo compagno di squadra all’APXGP, una
squadra immaginaria sulla griglia di partenza, il film è stato
girato durante i weekend in cui si sono effettivamente svolti i
Gran Premi, gareggiando contro i titani di questo sport. Il cast
comprende anche la candidata all’Oscar® Kerry
Condon, il vincitore dell’Oscar® Javier
Bardem, il vincitore dell’Emmy e del Golden Globe
Tobias Menzies, Sarah Niles e
Kim Bodnia.
Kosinski (“Top Gun: Maverick”)
dirige e produce il film insieme a Jerry Bruckheimer e Chad Oman
della Jerry Bruckheimer Films, Brad Pitt, Dede Gardner e
Jeremy Kleiner per la Plan B Entertainment e Lewis
Hamilton con la sua Dawn Apollo Films. Il film è stato realizzato
in collaborazione con la Formula 1® e l’intera comunità della F1,
compresi i 10 team di F1 e i loro piloti, la FIA e gli
organizzatori delle gare. Il candidato all’Oscar® Ehren Kruger
(“Top Gun: Maverick”) scrive la sceneggiatura. L’amministratore
delegato della Copper, Penni Thow, è il produttore esecutivo.
L’uscita in sala comprenderà anche
le sale IMAX®. Le immagini cristalline, unite alla geometria
personalizzata della sala IMAX e al potente audio digitale, creano
un ambiente unico che farà sentire il pubblico come se fosse
realmente immerso nel film. Il film sarà distribuito nelle sale di
tutto il mondo e in IMAX® da Warner Bros. Pictures in Nord America
il 27 giugno 2025 e a livello internazionale a partire dal 25
giugno 2025.
Dopo che Milly Alcock di House of
the Dragon è stata scelta per interpretare il ruolo principale,
è ora in corso il casting per i personaggi secondari di
Supergirl:
Woman of Tomorrow, e una nuova indiscrezione ha
portato a ipotizzare che Lobo potrebbe fare il suo debutto nel
DCU nel film. Secondo Daniel
Richtman, i DC Studios sono interessati a portare a
bordo Jason Momoa per un ruolo non rivelato che “assomiglia
molto a Lobo“.
Se la star di Aquaman è stata contattata per un ruolo,
Lobo sarebbe la cosa più sensata, ma vale la pena
ricordare che non abbiamo ancora la conferma ufficiale che l’Ultimo
Zarniano sia il personaggio a cui Momoa si riferiva quando ha
dichiarato di avere intenzione di lasciarsi alle spalle il Re di
Atlantide e di fare il salto nel DCU – anche se diversi rapporti commerciali hanno
suggerito che questo fosse il caso.
Come noto, sono mesi ormai che si
associa Momoa al personaggio Lobo. Lo stesso attore in passato ha
affermato che: “È sempre stato il mio preferito, e ho sempre
voluto interpretare Lobo, perché ero tipo, ‘Ciao? È il ruolo
perfetto,’. Voglio dire, ascolta. Se chiamano e mi chiedono di
interpretarlo, è un ca**o, sì. Non resta dunque che attendere
per scoprire se questo rumor si rivelerà fondato.
Tutto quello che sappiamo su
Supergirl: Woman of Tomorrow
Supergirl:
Woman of Tomorrow debutterà il 26 giugno 2026 in Imax,
e sarà il secondo lungometraggio dell’universo DC appena riavviato
ad assicurarsi un posto nel calendario delle uscite, dopo Superman
di James Gunn. Il film vede protagonista Milly Alcock (House
of the Dragon) nel ruolo della Ragazza d’Acciaio, con
Craig Gillespie (Crudelia)
che dirige da una sceneggiatura di Ana Nogueira
(“The Vampire Diaries”).
Il progetto, adattato da una serie di fumetti del 2022 con lo
stesso titolo, di Tom King e Bilquis
Evely, porta Supergirl lontano dalla Terra mentre viaggia
attraverso il cosmo con il suo fidato cane, Krypto il Supercane,
per sfuggire a una vita perennemente all’ombra di suo cugino,
Superman. Incontra una ragazza aliena di nome Ruthye, decisa a
vendicare la morte di suo padre, e recluta Supergirl per
aiutarla.
Milly Alcock ha ottenuto il ruolo
principale di Kara Zor-El nel film sui supereroi a gennaio, dopo la
sua interpretazione nella prima stagione di “House of the Dragon” della HBO che ha
attirato l’attenzione del co-direttore della DC James Gunn. Alcock ha fatto un provino per il
ruolo – incluso indossare il costume di Supergirl – sul set di
Superman.
Quando Gunn annunciò per la prima
volta il progetto “Supergirl” nel gennaio 2023 insieme al co-capo
Peter Safran, “Non è esattamente la Supergirl
che siamo abituati a vedere”, ha detto Gunn. Si dice che
questa versione di Kara Zor-El sia “meno seria e più spigolosa
dell’iconica supereroina“, in quanto Gunn cerca di
allontanarsi dalle “precedenti rappresentazioni della Ragazza
d’Acciaio, in particolare la lunga serie della CBS/CW interpretata
da Melissa Benoist“.
Una
precedente indiscrezione affermava che il progetto è
attualmente alla ricerca di attori per interpretare il cattivo Krem
delle colline gialle, maschio, dai 25 ai 45 anni, e l’alleata di
Kara Zor-El, Ruthye Marye Knoll, dai 13 ai 16 anni. Woman of
Tomorrow sarà il secondo film del DCU a uscire nelle sale dopo Superman di James
Gunn.
Lo sceneggiatore Will
Beall ha fatto un viaggio nel tempo fino al 2012: l’anno
in cui la Warner Bros. lo ha assunto per scrivere Justice
League. In una nuova intervista, lo scrittore, i cui
crediti includono anche i recenti Bad Boys: Ride
or Die e Beverly
Hills Cop: Axel F, ha rivelato che una prima bozza del
film di supereroi era ispirata a Ritorno al futuro – Parte II del 1989.
Il secondo atto della sceneggiatura
di Beall si svolgeva in una versione della linea temporale
Knightmare – un possibile futuro post-apocalittico da incubo
governato da Darkseid – che si intravedeva in Batman v Superman: Dawn of Justice (2016) e
Zack Snyder’s Justice League (2021), la director’s cut di
quattro ore. Anche prima che Joss Whedon
riscrivesse e girasse ampiamente la versione di Justice
League che alla fine è uscita nelle sale nel 2017, la
sceneggiatura di Beall era drammaticamente diversa.
“La differenza più grande con la
mia, credo, era che gran parte del secondo atto era quella specie
di coda che c’era nella versione di Snyder, dove c’è questa sorta
di sequenza di sogno post-apocalittico o flash forward, e ci sono i
buoni e i cattivi, che sono costretti a fare squadra. Gran parte
del mio secondo atto era dedicato a questo“, ha dichiarato
Beall a TheWrap. “La mia versione
doveva molto a Ritorno al futuro – Parte II“.
Nel sequel di Ritorno al
futuro, il viaggiatore nel tempo Marty McFly (Michael
J. Fox) si ritrova in una realtà alternativa nel 1985 dopo
che Biff (Thomas F. Wilson) ha rubato e usato
impropriamente la macchina del tempo DeLorean di Doc Brown
(Christopher Lloyd) per diventare ricco e potente.
La loro unica possibilità di riparare il presente e prevenire il
futuro è nel passato, nel punto in cui la linea del tempo si è
inclinata nella tangente che ha creato la realtà da incubo di Biff,
la “Valle dell’Inferno“.
Gli eventi di Zack Snyder’s Justice
League
In Zack
Snyder’s Justice League, determinato a garantire che
il sacrificio finale di Superman (Henry Cavill)
non sia stato vano, Bruce Wayne (Ben Affleck)
allinea le forze con Diana Prince (Gal Gadot) per
reclutare una squadra di metaumani per proteggere il mondo da
un’invasione minaccia imminente di proporzioni catastrofiche. Il
compito si rivela più difficile di quanto Bruce immaginasse, poiché
ciascuna delle reclute deve affrontare i demoni del proprio passato
per trascendere ciò che le ha trattenute, permettendo loro di
unirsi, formando finalmente una lega di eroi senza precedenti.
Anche se ora Batman (Affleck),
Wonder Woman (Gadot), Aquaman (Jason Momoa), Cyborg
(Ray Fisher) e The
Flash (Ezra Miller) sono uniti, potrebbero
essere troppo tardi per salvare il pianeta da Steppenwolf, DeSaad e
Darkseid e dalle loro terribili intenzioni.
La sceneggiatura del film è di
Chris Terrio, una storia di Chris Terrio,
Zack Snyder e Will Beall, basata sui
personaggi della DC, Superman creato da Jerry
Siegel e Joe Shuster. I produttori del
film sono Charles Roven, Deborah Snyder, con i
produttori esecutivi Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley
Coller, Jim Rowe, Curtis Kanemoto, Chris Terrio e
Ben Affleck. La
Zack Snyder’s Justice League è disponibile per la
visione su piattaforme a noleggio su Apple Tv+.
Il film di James Gunn su Superman
potrebbe riservare un grande colpo di scena per l’eroe di David Corenswet. Un nuovo video dal set sembra
mostrare Superman mentre si allontana da una folla di cittadini di
Metropolis. La particolarità del video è il comportamento della
folla, che ha portato alcuni a teorizzare che questi civili siano
in realtà spaventati dall’eroe, il che sarebbe un grande colpo di
scena dato che quanto precedentemente visto ha mostrato l’Uomo d’Acciaio come un amato guardiano
della città.
Sebbene sia difficile capire cosa
stia accadendo nel video del set di Superman, questo potrebbe
essere collegato a un altro punto della trama che è stato rivelato
in alcune nuove immagini emerse online. In una precedente serie di
foto del set di Superman,
infatti, l’ultimo figlio di Krypton viene arrestato dall’esercito.
Tuttavia, anche alcuni personaggi della DC fanno parte di questa
sequenza: si vedono infatti L’Ingegnere e Rick Flag Sr. partecipare
all’arresto di Superman.
Non sarebbe sconvolgente se qualcuno
come Lex Luthor stesse lentamente iniziando a far sì che il
pubblico si rivolti contro Superman. Quale possa essere la causa di
questo improvviso cambiamento di opinione nei confronti dell’Uomo
del Domani è il mistero più grande, che fortunatamente non è stato
svelato dalle foto e dai video del set che hanno fatto il giro. Se
Superman dovrà riconquistare la fiducia del pubblico, quella
offerta dal film potrebbe rivelarsi una storia molto
avvincente.
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Watch Dogs,
l’adattamento cinematografico del popolare gioco Ubisoft rimasto
bloccato in
fase di sviluppo per un decennio, ha finalmente ricevuto il via
alla produzione. In un post sui social media di ieri, Ubisoft ha
condiviso uno sguardo al ciak del film, che sarà diretto da
Mathieu Turi. Il gioco d’azione e avventura è
stato pubblicato per la prima volta nel 2014, con due giochi
successivi nel 2016 e nel 2020, oltre a diversi libri e miniserie a
fumetti ambientati nello stesso universo narrativo.
Non si sa molto del film, che è
stato realizzato da New Regency e vede come protagonisti
Tom Blyth, veterano di Hunger Games, e Sophie Wilde di
Talk To
Me. Della sceneggiatura originale si è invece occupata
Christie LeBlanc, nota per aver scritto la
sceneggiatura di Oxygen di Netflix. L’immagine, riportata qui di seguito, è
stata rilasciata su X con la sola didascalia
“lights_camera_action.exe“.
Sebbene non si conoscano ancora i
dettagli specifici della storia di questo film, possiamo presumere
che la premessa sarà strettamente legata ai giochi. Fino ad oggi
sono stati pubblicati
tre giochi di Watch Dogs e, sebbene presentino
personaggi principali diversi con vari obiettivi da raggiungere,
tutti ruotano in gran parte attorno ai protagonisti hacker
invischiati nella malavita, che affrontano aziende corrotte,
boss del crimine e hacker rivali.
I giochi sono tipicamente ambientati
in versioni romanzate di città reali. Il cuore di queste città è il
ctOS (sistema operativo centrale), una rete informatica
romanzata che collega tra loro tutti i dispositivi elettronici
della città e memorizza le informazioni personali della maggior
parte dei cittadini.
Quanti giochi sono il franchise di
Watch Dogs?
Il nucleo del gameplay di ogni gioco
di
Watch Dogs consiste nell’hackerare questo sistema per
ottenere un vantaggio sui nemici. I giocatori possono accedere al
ctOS e utilizzare vari dispositivi che li assistono nei
combattimenti, nella furtività o negli enigmi. Il primo gioco
Watch Dogs è uscito nel 2014 ed è ambientato in
una versione romanzata dell’area di Chicago.
La storia segue la ricerca di
vendetta dell’hacker/vigilante Aiden Pearce dopo l’uccisione di sua
nipote. Watch Dogs 2 è uscito nel 2016 e ci ha portato
in una versione romanzata della baia di San Francisco. Il gioco
seguiva un hacker di nome Marcus Holloway che lavorava con il
gruppo di hacker clandestini DedSec per distruggere l’avanzato
sistema di sorveglianza della città. Il gioco più recente della
serie di videogiochi è
Watch Dogs: Legion, uscito nel 2020.
Questo gioco ci porta oltreoceano, in una Londra futuristica e
distopica.
La storia segue il sindacato di
hacker DedSec nel tentativo di ripulire il proprio nome dopo essere
stato incastrato per una serie di attentati terroristici. Ciò che
rende questo gioco particolarmente unico è che si può giocare nei
panni di chiunque si trovi in città. Ogni personaggio che
incontrate può unirsi alla vostra squadra, portando con sé una
storia, una personalità e delle abilità uniche.
In occasione
della XIII edizione di Ciné – Giornate di
Cinema a Riccione, Disney Italia ha presentato le
novità in arrivo nelle sale cinematografiche italiane nei prossimi
mesi.
Sul palco l’amministratore delegato
di The Walt Disney Company Italia, Daniel Frigo.
Tra gli ospiti anche le voci italiane del film Deadpool &
Wolverine: Francesco Venditti,
doppiatore italiano di Ryan Reynolds, e Fabrizio
Pucci, doppiatore italiano di Hugh Jackman. Inoltre, per
presentare il nuovo film Walt Disney Animation
Studios Oceania 2, Chiara
Grispo, che aveva prestato la propria voce a Vaiana nelle
canzoni del primo capitolo, ha interpretato il brano “Oltre
l’orizzonte”.
DEADPOOL & WOLVERINE | 24 LUGLIO 2024
Arriverà il 24 luglio nelle sale
italiane l’atteso film Marvel StudiosDeadpool & Wolverine, diretto da Shawn Levy e
interpretato da Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena
Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni e Matthew
Macfadyen. Il film è prodotto da Kevin Feige, Ryan Reynolds, Shawn
Levy e Lauren Shuler Donner, mentre Louis D’Esposito, Wendy
Jacobson, Mary McLaglen, Josh McLaglen, Rhett Reese, Paul Wernick,
George Dewey e Simon Kinberg sono i produttori
esecutivi. Deadpool & Wolverine è scritto da
Ryan Reynolds & Rhett Reese & Paul Wernick & Zeb Wells & Shawn
Levy.
Il nuovo horror-thriller dal
produttore
Ridley Scott e dal regista/sceneggiatore Fede Alvarez,
arriverà il 14 agosto nelle sale italiane.
Alien:
Romulusriporta alle origini il franchise di grande
successo Alien: rovistando nelle profondità di una
stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori
dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più
terrificante dell’universo.
Il film è interpretato da
Cailee Spaeny (Civil War), David Jonsson (Agatha
Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e
ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn
(Aftersun) e Aileen Wu. Il film è diretto da Fede
Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una
sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente
collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the
Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald
Shusett. Il film è prodotto da Ridley Scott (Napoleon),
che ha diretto l’originale Alien e ha prodotto e diretto
i nuovi film della saga, Prometheuse Alien: Covenant, Michael Pruss (Lo
strangolatore di Boston) e Walter Hill (Alien);
mentre Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon (Charlie’s
Angels), Brent O’Connor (Bullet Train) e Tom Moran
(Unstoppable – Fuori controllo) sono i produttori
esecutivi.
https://youtu.be/PH09qnsZmbU
OCEANIA 2 | 27 NOVEMBRE 2024
Vaiana torna sul grande schermo nel
nuovo film Walt Disney Animation Studios Oceania
2 che arriverà il 27
novembre nelle sale italiane. Il film riunisce Vaiana
e Maui, dopo tre anni, per un nuovo grande viaggio insieme a un
gruppo di improbabili navigatori. Dopo aver ricevuto un inaspettato
richiamo dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare verso i lontani
mari dell’Oceania e in acque pericolose e dimenticate per
un’avventura diversa da qualsiasi cosa abbia mai affrontato.
Oceania 2 è diretto
da David Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller, e prodotto
da Christina Chen e Yvett Merino, con le musiche delle vincitrici
del Grammy® Abigail Barlow ed Emily Bear, del candidato al Grammy
Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy Mark
Mancina.
MUFASA: IL RE LEONE | 19 DICEMBRE 2024
Mufasa:
Il Re Leone, in arrivo il 19 dicembre
nelle sale italiane, esplora l’improbabile ascesa dell’amato re
delle Terre del Branco. Il film racconta, attraverso Rafiki,
la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia
di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro
caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la
storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a
quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una
stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno
straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio
destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano
insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.
Unendo tecniche cinematografiche
live-action con immagini fotorealistiche generate al
computer, Mufasa:
Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da
Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il
produttore esecutivo. Il pluripremiato compositore Lin-Manuel
Miranda firma le canzoni del film.
A REAL PAIN | GENNAIO 2025
A Real
Pain, il film Searchlight Pictures premiato al Sundance
Film Festival con il candidato all’Academy Award Jesse Eisenberg e
il vincitore dell’Emmy e del Golden Globe Kieran Culkin, arriverà a
gennaio 2025 nelle sale italiane.
Il film segue David (Eisenberg) e
Benji (Culkin), due cugini non in sintonia tra loro, che si
ritrovano per un tour in Polonia in onore della loro amata nonna.
L’avventura prende una svolta quando le vecchie tensioni della
strana coppia riemergono sullo sfondo della loro storia
familiare.
Searchlight Pictures
presenta A Real Pain, scritto e diretto dal candidato
all’Academy Award Jesse Eisenberg (The Social
Network, Benvenuti a Zombieland). Il film è interpretato
da Eisenberg insieme al vincitore dell’Emmy e del Golden Globe
Kieran Culkin (Succession, Scott Pilgrim vs. the
World). A completare il cast, il vincitore del BAFTA e
candidato all’Emmy Will Sharpe (The White Lotus), la candidata al Golden
Globe® Jennifer Grey (Dirty Dancing), Kurt Egyiawan
(Beasts of No Nation), Liza Sadovy (A Small
Light) e Daniel Oreskes (Il caso Thomas Crown, Only
Murders in the Building). Il film è prodotto da Dave McCary
(Saturday Night Live, I Saw the TV Glow), Ali Herting
(Bodies Bodies Bodies, The Curse), Emma Stone
(Povere Creature!, Crudelia), Eisenberg, Jennifer
Semler (Theater Camp) ed Ewa Puszczyńska (La zona
d’interesse, Cold War).
La convention si è conclusa con
alcune anticipazioni relative ai titoli in arrivo nel 2025: i film
Marvel Studios Captain
America: Brave New World, Thunderbolts, The
Fantastic Foure Blade;
oltre a Snow White, il film 20th Century
Studios The Amateur, TRON: Ares, il
secondo capitolo di Zootropolis, il lungometraggio
Disney e Pixar Elio, e il terzo capitolo
di Avatar.
L’Universo DC sta per rinascere, con
James Gunn e Peter Safran che
guideranno una nuova era di film e show televisivi. La prima uscita
cinematografica di questa lista sarà il film Superman,
le cui riprese sono attualmente in corso per una data di uscita
nell’estate del 2025. Recentemente alcune foto dal set ci hanno
permesso di dare un primo sguardo a uno dei personaggi in costume
del film: Angela Spica / L’Ingegnere, interpretato da Maria
Gabriela de Faria.
In una nuova intervista rilasciata a
Marvel Latinews, la de Faria ha
ora parlato dell’esperienza di indossare il suo costume da
supereroe. “È una tuta bellissima e ogni volta che la indosso
non la indosso da sola“, ha rivelato la de Faria. “Sono
quattro le persone che me lo mettono, perché non è facile. Una di
queste persone deve essere un uomo che mi afferra con forza e mi
mette, o meglio, mi spinge nell’abito, e ogni volta che lo indosso,
dico: ‘Ti amo abito, ti amo, ti amo abito, facciamolo, ce la
faremo’“.
“Il personaggio è così fisico e
si fanno molte cose, quindi, beh, c’è un po’ di resistenza con la
tuta“, ha continuato de Faria. “E fa caldo, soprattutto
quando giriamo in piena estate. È piuttosto impegnativo, ma, come
attore, impari a usare le difficoltà a tuo vantaggio e alla fine
della giornata io sto morendo su quel set e anche il mio
personaggio sta cercando di sopravvivere. È bellissimo“.
Tutto quello che sappiamo su
Superman
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Quando i Marvel Studios hanno annunciato per la prima
volta Daredevil:
Born Again, si trattava di una serie di 18 episodi.
Tuttavia, i piani sembravano essere cambiati ancor prima della
revisione creativa, con la suddivisione del revival in due stagioni
da 9 episodi. Visti i numerosi cambiamenti subiti dalla serie, i
fan temono che i tagli allo streaming della Disney possano
accorciare drasticamente Daredevil:
Born Again. Ebbene, secondo lo scooper
Daniel Richtman, il piano prevede che la
“stagione 2” inizi a essere girata in autunno e che i lavori
proseguano fino alla metà del 2025.
Se questo è vero, i Marvel Studios devono essere
fiduciosi nelle possibilità di successo della serie, dato che il
piano attuale prevede che Daredevil:
Born Again sarà trasmesso in anteprima su Disney+ il prossimo marzo. Tuttavia,
immaginiamo che questo significhi che c’è il rischio che si
diffondano spoiler importanti sulla prima stagione una volta che il
cast sarà tornato sul set della seconda stagione. Questa notizia
solleva anche alcune interessanti domande sui piani per
Spider-Man 4.
La seconda stagione si intersecherà
con quel film o forse il ritorno dell’Uomo Ragno nel MCU è destinato a colmare il
divario tra le due metà di Daredevil:
Born Again? E se i piani per una collaborazione tra
Spidey e l’Uomo senza Paura e la loro lotta contro il Kingpin
fossero stati cancellati?! È possibile che questo “team-up” sia
stato gonfiato a dismisura per poi rivelarsi un nulla di fatto. Per
il momento, non resta che attendere maggiori informazioni sulla
serie prima di poter fare ulteriori previsioni.
Charlie Cox è Daredevil nell’omonima serie TV
Quello che sappiamo di
Daredevil: Born Again
Lo sceneggiatore di The Punisher,
Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della
serie Daredevil:
Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.
I dettagli specifici della trama
sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil:
Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil
(Charlie
Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New
York nel finale di stagione di Echo. È
probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New
York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia
prenderà il via.
I dettagli specifici della trama di
Daredevil:
Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo
mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle
fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in
tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i
vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i
poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.
La serie Wonder
Man dei Marvel Studios con Yahya Abdul-Mateen
II sta finalmente ricevendo degli aggiornamenti
interessanti. I fan erano preoccupati per il destino della serie
dopo la revisione creativa dello studio, ma sappiamo che le riprese
sono ricominciate a gennaio dopo gli scioperi dello scorso anno
sotto l’occhio vigile di Destin Daniel Cretton.
Sebbene la maggior parte dei dettagli sia ancora tenuta
strettamente segreta, Demetrius Grosse, che
interpreterà il Triste Mietitore nella serie, ha anticipato la
dinamica tra il suo personaggio e Wonder Man.
Nel fumetto, Il Triste Mietitore,
alias Erick Williams, è il fratello di Simon, alias Wonder Man, che
non si adatta alla famiglia Williams. Poiché Simon è considerato
l’orgoglio della famiglia, la rivalità tra fratelli e la gelosia
spingono Erick sulla strada sbagliata, portandolo infine a ottenere
una potente falce e ad assumere il ruolo di mietitore. Groose ha
anticipato che la dinamica fraterna sarà esplorata anche nella
prossima serie Disney+ e che i fan dovrebbero tenerla
d’occhio.
L’attore ha infatti dichiarato a
Comic Book: “Credo che le
persone saranno incuriosite dalla dinamica tra Simon Williams ed
Eric Williams tanto quanto sono eccitate dalla dinamica tra Grim
Reaper e Wonder Man. Questa serie sarà un tipo di show molto, molto
diverso, ma piacevole“. Non resta a questo punto che attendere
ulteriori aggiornamenti su questa serie Marvel, le cui premesse la stanno
rendendo una delle più attese tra quelle in arrivo in casa Marvel.
Aquaman – In foto Yahya Abdul Mateen II che
interpreta Black Manta.
Cosa sappiamo sulla serie TV
Wonder Man?
Wonder
Man ha arruolato Andrew Guest come
capo sceneggiatore e Cretton ha diretto i primi due episodi.
Durante gli scioperi dell’anno scorso si era vociferato che la
serie fosse stata cancellata; tuttavia, come per Daredevil:
Born Again, crediamo che la serie sia stata invece
revisionata e migliorata dal punto di vista creativo.
Wonder
Man ha fatto il suo debutto nei fumetti Marvel Comics nelle
pagine di Avengers #9 nel 1964. Inizialmente un cattivo, fu poi
ritrasformato in un eroe (e in un Vendicatore) negli anni Settanta.
Il Tristo Mietitore è suo fratello e le sue onde cerebrali sono
state utilizzate da Ultron come base per la Visione; in seguito, si
è unito ai Vendicatori della Costa Ovest ed è diventato una star di
Hollywood.
Wonder Man non ha ancora una data di
messa in onda confermata.
Tra il 2005 e il 2007, l’attrice
Jessica Alba, ora tornata con un ruolo da
protagonista in Trigger Warning ha interpretato Sue Storm,
alias la Donna Invisibile, in due film della Fox sui
Fantastici Quattro, al fianco di Chris Evans, Ioan Gruffudd e
Michael Chiklis. Con Hugh Jackman che riprenderà il suo ruolo di
X-Men in Deadpool & Wolverine dei Marvel Studios – un viaggio nel multiverso
pieno di camei che riporterà altri personaggi e attori originali
dell’universo Fox – Alba ha dichiarato che anche lei tornerebbe
volentieri nella famiglia Marvel.
“Ho amato quei film e quella
serie ha anche cambiato la mia vita“, ha dichiarato la star
dei Fantastici Quattro in una retrospettiva di Entertainment
Tonight. “Nessuno mi ha parlato di [un ritorno], ma
coglierei al volo l’occasione“. Alba ha aggiunto: “Ho
amato quel personaggio e mi è sembrato così unico nell’universo
Marvel dell’epoca. Non c’erano
supereroi femminili come lei”.
Come noto, alcuni precedenti rumor
indicavano proprio Jessica Alba come un’altra delle
possibili star che avrebbe compiuto un cameo in
Deadpool & Wolverine. La cosa, considerando anche
quanto affermato dall’attrice, sembra ora meno probabile, ma finché
non si sarà seduti in sala a vedere il film il dubbio che Alba
possa comparire improvvisamente sullo schermo rimarrà. Di certo i
fan gradirebbero molto rivedere l’attrice in quel ruolo.
Jessica Alba nel ruolo di Sue Storm in Fantastici 4
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The
Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un
recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente
Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
La trilogia di Ti
West incentrata su Maxine Minx (Mia
Goth) e la sua ricerca della fama si conclude con
MaXXXine,
un tributo intriso di neon alla grintosa Los Angeles
degli anni ’80, che ha effettivamente una
scena di coda. Dopo X e il prequel Pearl, questo slasher
nostalgico con sfumature noir si svolge durante la serie di omicidi
a Los Angeles del Night Stalker. Esploriamo l’orrore nello
squallido ventre di Los Angeles, nei luminosi backlots degli
studios e nelle losche case delle colline di Hollywood.
Ci sarà qualcosa che ostacolerà la
grande occasione di Maxine in un film horror mainstream? La
trilogia X nel suo complesso è una splendida vetrina della capacità
del regista Ti West di catturare epoche e ambientazioni diverse.
X evoca l’atmosfera lugubre e underground dell’età d’oro
del porno alla fine degli anni ’70, mentre Pearl è
ambientato nell’America rurale del 1918 nell’emergente era del
cinema muto e MaXXXine diventa un horror-noir intriso di
neon.
Ogni film è ricco di dettagli che
riflettono le loro epoche ma, mentre i film sono ampiamente
dettagliati durante la durata del film, le loro sequenze di
titoli di coda sono raramente utilizzate per stuzzicare elementi
futuri della trama. X non ha una scena di coda,
anche se qualche fortunato spettatore può essere riuscito a vedere
una proiezione in sala con un’anteprima di Pearl o
MaXXXine.
Pearl non ha una vera e
propria scena finale, ma ha una divertente estensione della
scena finale che continua dietro i titoli di coda del film. Il
marito di Pearl torna finalmente a casa per vedere gli orrori
compiuti dalla moglie, e lei si lascia sfuggire “Sono così felice
che tu sia a casa”, regalandogli un sorriso ormai famoso che si
sforza di mantenere, con lo sguardo fisso verso la
telecamera, per quasi due minuti di titoli di coda. La
scena dei titoli di coda di MaXXXine prepara direttamente
il prossimo capitolo del franchise di X? Non in modo
evidente, ma è una piccola e divertente coda all’avventura di
Maxine negli anni ’80.
MaXXXine è una divertente
uscita horror nostalgica con sfumature noir
Mentre il prequel Pearl
completa X rafforzandone i temi e fornendo un retroscena
della coppia di assassini al centro del film,
MaXXXinerisponde direttamente
alle domande suscitate dalla ricerca della celebrità da parte di
Maxine Minx. Maxine Minx arriva a Hollywood e si prepara a
recitare nel roboante sequel dell’horror in-world The Puritan
II. Tuttavia, non può semplicemente avere una pausa, e deve
affrontare una Hollywood terrorizzata dal già citato Night Stalker,
oltre al suo misterioso nemico. Sebbene ogni
film del franchise X condivida temi come il fascino
della fama o l’attrazione del sesso in epoche puritane,
MaXXXine porta avanti la fiaccola in modi
sorprendenti.
Secondo l’etica del fai-da-te di
Maxine, l’aspirante starlet parte da sola su per trovare la sua
misteriosa nemesi hollywoodiana prima che questa ostacoli il suo
ruolo di successo. La sua ricerca rende il viaggio particolarmente
avvincente, in quanto la protagonista si trova ad affrontare sfide
che si addicono a un film horror e a bilanciare il tutto
con un’indagine avvincente. La ricerca straziante, ambientata negli
angoli più oscuri della Los Angeles degli anni ’80,
conferisce al film un tocco dinoir
insieme alla sua energia da
slasher.
È una nota stellare per l’uscita di
Maxine Minx (se questa è davvero la fine del franchise), che
consolida ilmantra di Maxine “Non
accetterò una vita che non merito” nella mente di molti
fan dell’horror. Sebbene il pubblico non veda i sei anni
precedenti, è una continuazione così organica del viaggio
del personaggio inX che è
facile immaginare i momenti che potrebbero riempire lo spazio
intermedio. Il film riflette anche un’espansione del senso di sé
del personaggio.
Il suo desiderio di uscire dal
mondo del porno e del sesso non è dovuto al fatto che ora
disapprova il lavoro che ha fatto la sua carriera fino a quel
momento, ma piuttosto deriva dal suo bisogno di raggiungere
obiettivi più alti. Si tratta di un’imponente star
vehicle per Mia Goth e di un ottimo set per un futuro
capitolo del franchise (sempre che questo genere di cose si
realizzi).
Il marketing diMaXXXine lo
ha presentato per tutto il tempo come la conclusione della
storia del personaggio, e in effetti ripaga molto di ciò che
X aveva impostato. Con la sua grande occasione
hollywoodiana, Maxine Minx è finalmente in grado di raggiungere la
vera celebrità, il suo obiettivo principale da quando ha versato
sangue su tutti i nostri schermi in X. Il nuovo film
termina con una nota soddisfacente, fornendo una chiara chiusura
dell’arco narrativo per Minx, e non c’è necessariamente nulla da
risolvere.
Allo stesso tempo, West
ha ventilato l’idea di un quarto film, se
MaXXXine dovesse avere un buon successo. Senza fare
spoiler sul finale del film, ci sono modi in cui West potrebbe
spostare il mondo di MaXXXine cronologicamente in avanti
in un quarto film. Inoltre, il franchise ha fatto un balzo indietro
nel tempo per farci conoscere le origini di Pearl e poi di nuovo in
avanti fino al 1985, sei anni dopo Pearl. Potrebbe
facilmente rivisitare Minx in quella finestra di sei anni,
mostrando un altro genere in quell’epoca influente della storia del
cinema. Non è necessariamente probabile, vista la propensione di
West per i salti temporali più consistenti, ma è plausibile.
Gli spin-off sono
certamente possibili, dato che la stessa Pearl è
uno spin-off attorno all’antagonista principale di X. In
MaXXXine, Maxine incontra una detective che potrebbe
alimentare la sua stessa narrazione, oppure un film futuro potrebbe
mostrare la regista emergente Elizabeth Bender (Elizabeth
Debicki). Il personaggio è carismatico e condivide
l’etica del “successo ad ogni costo” di Maxine Minx. Tuttavia, è
difficile immaginare che West faccia un film in questo universo
senza la musa Mia Goth.
Infine, proprio come X ha
mostrato il personaggio di Mia Goth, aspirante alla fama, negli
anni ’70 e Pearl ha visto la Goth interpretare un altro
personaggio simile in un’epoca precedente, West ha sempre la
possibilità di lanciare la Goth in un’altra star emergente
in un’altra epoca horror (per favore, un film di mostri
in stile Universal). Nulla nel film o nella sequenza dei titoli
di coda suggerisce che ci siano piani all’orizzonte per un quarto
film, spin-off o altro, ma ci sono diversi modi in cui il franchise
potrebbe andare avanti se West sceglie di portare avanti la
torcia.
Continuano le riprese sul set di
Cleveland per il film Superman
di James Gunn e, sebbene queste ultime foto non
siano così rivelatrici come le recenti immagini di Nathan Fillion e Isabela Merced
nei panni di Guy Gardner e Hawkgirl, potrebbero accennare
all’introduzione di una seconda Lanterna Verde. Oltre a un altro
sguardo a David Corenswet che prende il volo nei panni
dell’Uomo d’Acciaio, diverse inquadrature mostrano una donna che
porta uno scoiattolo a Corenswet in una valigetta e l’attore che
sembra interagire con la piccola creatura.
Nel caso non si abbia familiarità
con i fumetti delle Lanterne Verdi, ci si potrebbe chiedere cosa
c’entri questo con il gruppo di supereroi, ma un membro del Corpo
delle Lanterne Verdi è, in effetti, uno scoiattolo antropomorfo di
nome Ch’p. Potrebbe naturalmente esserci un’altra spiegazione,
soprattutto perché se Ch’p facesse parte del film, sarebbe quasi
certamente un personaggio completamente in CGI. Al momento, dunque,
la presenza di questo scoiattolo rappresenta un nuovo mistero.
Superman,
scritto e diretto da James
Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il
Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane
reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois
Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha
detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è
il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato
alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e
Lois Lane.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di
presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà
seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”.
Captain America: Brave New
World ha recentemente concluso il suo ultimo ciclo di
riprese, e i Marvel Studios hanno scelto i social media per
celebrare l’Independence Day del 4 luglio condividendo una nuova
immagine di Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson,
vestito da Capitan America. Nella foto Wilson indossa la sua tuta
in versione aggiornata e sfoggia lo scudo di vibranio che gli è
stato passato da Steve Rogers (Chris
Evans) nei momenti finali di Avengers: Endgame. Di seguito, ecco la nuova immagine
al link sottostante.
“Happy Birthday America! Have a great 4th,
see you soon…”
#CaptainAmerica
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine deL’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.