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Lena Dunham scriverà la serie romantica per Netflix Too Much

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Lena Dunham scriverà la serie romantica per Netflix Too Much

Lena Dunham e suo marito Luis Felber hanno co-creato una serie di commedie romantiche intitolata Too Much per NetflixMegan Stalter e Will Sharpe saranno i protagonisti.

Too Much segue Jessica (Stalter), una stacanovista newyorkese sulla trentina che si sta riprendendo da una relazione finita male che pensava sarebbe durata per sempre e che la sta ora isolando dal mondo che la circonda. Quando ogni isolato di New York le racconta il suo passato, l’unica soluzione è accettare un lavoro a Londra, dove intende vivere una vita di solitudine come una sorella Brontë. Ma quando incontra Felix (Sharpe) – che è proprio  Hugh Grant in “Notting Hill” ma più il compagno di stanza ubriaco Spike – scopre che il loro insolito legame è impossibile da ignorare, anche se crea più problemi di quanti ne risolva. Ora devono chiedersi: Americani e inglesi parlano davvero la stessa lingua? La serie è una commedia sentimentale per ex-patrioti disillusi che si chiedono se il vero amore sia ancora possibile, ma sperano sinceramente che lo sia.

Secondo le descrizioni ufficiali dei personaggi, “Se aveste incontrato Jessica dieci anni fa, sareste stati accecati dalla sua luce interiore – ma la vita l’ha portata a fare un viaggio a piedi, quando lei pensava di fare solo una corsetta. Felix stravolge tutte le sue aspettative, ma si scopre che fidarsi di qualcuno fa più paura che non fidarsi di nessuno. Felix è un tipo di 35 anni molto diverso: si comporta come un eterno diciottenne, si veste come un elfo punk, scappa il più velocemente possibile da un trauma a cui non sa dare un nome, va a letto con tutte le donne che restano nel bar oltre l’orario di chiusura e si sveglia chiedendosi perché non può godersi una notte da solo. Nato nel Regno Unito e cresciuto tra i collegi inglesi e la sua famiglia allargata in Giappone, non si sente né qui né là. Fare musica è la sua unica consolazione, una musica che nessuno ascolta“.

Lena Dunham scrive e dirige Too Much, che avrà le musiche originali di Felber. Dunham e Felber sono produttori esecutivi insieme a Tim Bevan, Eric Fellner, Michael Cohen, Surian Fletcher-Jones e Bruce Eric Kaplan, mentre Camilla Bray è produttrice. La serie di 10 episodi proviene dalla Working Title Television degli Universal International Studios e dalla Good Thing Going della Lena Dunham.

Too Much sarà la prima serie creata dalla Dunham dopo “Camping“, andata in onda sulla HBO per una stagione nel 2018. Lena Dunhamè nota soprattutto come creatrice e protagonista di “Girls” della HBO, andata in onda per sei stagioni dal 2012 al 2017. Nel 2022, Dunham ha scritto e diretto i film “Sharp Stick” e “Catherine Called Birdy“.

Il colore viola: la recensione del film con Fantasia Barrino

Il colore viola: la recensione del film con Fantasia Barrino

Anche se risulta piuttosto complesso tenerlo a mente, bisogna comunque costantemente ricordare che il nuovo Il colore violadiretto da Blitz Bazawule, non è un secondo adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Alice Walker, ma la versione per il grande schermo del musical che ha ottenuto enorme successo a Broadway negli anni precedenti. Di conseguenza anche l’accostamento con il film di Steven Spielberg uscito nel 1985 potrebbe essere fuorviante, anche se onestamente quasi impossibile da evitare.

La sceneggiatura scritta da Marcus Gardley proietta storia, ambientazione e soprattutto i rapporti tra i personaggi in un universo cinematografico aggiornato, decisamente più vicino e consono ai gusti del pubblico contemporaneo. Se alcune tematiche vengono rese maggiormente esplicite – in particolar modo la storia d’amore tra la protagonista Celie (Fantasia Barrino) e la cantante Shug Avery (Taraji P. Henson), altre invece rimangono in secondo piano. Una scelta comprensibile visto il tipo di prodotto realizzato e gli spettatori di riferimento. Condivisibile invece? Questo è un altro discorso…

Le due anime di Il colore viola

Vedendo Il colore viola risulta immediatamente evidente come il talento visivo del regista Blitz Bazawule venga espresso in maniera molto più compiuta nei momenti musicali che in quelli narrativi. Quando gli attori in scena ballano e cantano il suo film possiede una forza quasi prorompente, in alcuni momenti il coinvolgimento emotivo è impossibile da negare. Nelle sequenze rimanenti al contrario la messa in scena risulta piuttosto accademica, con una certa retorica che spunta in momenti non sempre opportuni. Il colore viola si sviluppa quindi come un lungometraggio chiaramente spezzato in due, con una delle sue due “anime” che funziona molto meglio dell’altra.

Ed è a questo punto che risulta davvero molto difficile non accostare questa nuova versione a quella di Spielberg, la quale possedeva una fluidità di narrazione – anche per immagini – di fattura elevata. Appare chiaro e condivisibile il fatto che Gardley e Bazawule non abbiano voluto ricalcare le orme tanto ingombranti del cineasta due volte premio Oscar per la regia, anche perché quando non possono esimersi dal farlo ecco che la differenza di peso specifico del film si fa sentire eccome: nella sequenza in cui Celie rade la barba di Mister (Colman Domingo) l’odierno Il colore viola non riesce a restituire un decimo della potenza emotiva della scena che vedeva protagonisti Whoopi Goldberg e Danny Glover.

Lo stesso vale per il momento forse più importante dell’intera storia, ovvero la “nascita” della nuova Celie e la maledizione nei confronti dell’uomo che l’ha sfruttata per decenni. Ultima annotazione prima di finirla con i paragoni: perché gli autori del musical hanno deciso di cambiare totalmente il tono della scena della riappacificazione tra Shug e suo padre, che tra l’altro nel film del 1985 era uno straordinario momento musicale?

Il colore viola Colman Domingo

Gli attori non riescono a risollevare le sorti del film

Nel passare a commentare la prova del cast scriviamo subito che vale lo stesso discorso fatto poche righe qui sopra per il film: Fantasia Barrino, Taraji P. Henson, Corey Hawkins e il resto degli attori sono efficaci, in alcune scene addirittura notevoli quando si tratta di mettere in scena il musical vero e proprio. Per il resto invece non riescono a sollevare i propri personaggi dalla ricerca eccessivamente esplicita del tono melodrammatico, sviluppato poi dentro una confezione talvolta fin troppo elegante a livello visivo. Unica eccezione una Danielle Brooks coriacea e grintosa, la quale regala alla sua Sofia almeno un paio di sequenze che sanciscono la statura e la presenza scenica dell’attrice.

Nonostante si tratti di un film lungometraggio visivamente ineccepibile, che contiene almeno un paio di sequenze di intensità emozionale, Il colore viola non riesce veramente a trovare un equilibrio funzionale tra musical e melodramma, finendo per possedere due “anime” che non sanno fondersi con pienezza. Rimane senza dubbio un film con alcuni pregi indiscutibili, escluso quello della coerenza cinematgorafica.

Santocielo: recensione del film di Ficarra e Picone

Santocielo: recensione del film di Ficarra e Picone

Santocielo! Ma Santocielo per davvero. Quante volte si è usata questa esclamazione? Parecchie, per definire lo stupore, lo sbigottimento, persino la felicità. Un’espressione multiuso, potremmo dire, adatta a qualsiasi circostanza, e che diventa il titolo – quanto più calzante – del nuovo film di Ficarra e Picone. Prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film, Santocielo è una pellicola natalizia – mai stata più in tema – diretta da Francesco Amato e scritta dallo stesso regista insieme al duo comico Valentino Picone e Salvo Ficarra, con Davide Lantieri e Fabrizio Testini. Dopo aver portato sugli schermi nel 2019 una prima commedia ambientata nel periodo della Natività, Il primo Natale, Ficarra e Picone decidono ancora di esplorare il concetto di fede, religione e festività in chiave più moderna e inedita, allargando al contempo gli orizzonti tematici per parlarci di qualcosa che ci tocca molto da vicino. Ricorrendo a quell’umorismo dissacrante su cui si fonda la loro arte. Santocielo arriva nelle sale italiane dal 14 dicembre ed è distribuito da Medusa.

Santocielo, la trama

C’è un gran scompiglio in Paradiso. In un’aula che sembra quella del Senato, Dio discute con tutti gli angeli del destino dell’uomo. Le cose, sulla Terra, non vanno affatto bene. Troppe guerre, fanatismo, avidità. Per non parlare del cambiamento climatico. L’umanità ha davvero toccato il fondo, e sembra non avere più alcuna speranza. L’unica strada percorribile è il diluvio universale. Dio, però, ha dimenticato che oramai nei cieli vige la democrazia, e qualcuno inizia a pensare a un’alternativa: mandare un nuovo Messia. Dopo averli messi ai voti, la decisione pare essere presa: un angelo dovrà scendere fra gli uomini e fare l’annunciazione. Nessuno, però, vuole farsi carico di questo importante compito, tantomeno l’arcangelo Gabriele. E così a farsi avanti è Aristide (Picone), un angelo che crede di sapere il fatto suo ma che in realtà non conosce né l’animo umano né tantomeno se stesso. Ma lui è deciso, anche perché Dio gli ha promesso un avanzamento di carriera e l’angelo, che ama il canto, sogna di far parte del coro dell’Altissimo. Ma una volta arrivato sulla Terra le cose non vanno come previsto e per sbaglio Aristide ingravida un uomo, un certo Nicola Balistreri (Ficarra). Questi, fra l’altro, è un professore bigotto, che lavora in un liceo cattolico e vive stretto nella morsa del giudizio altrui. Per Nicola è importante ciò che le persone pensano, ma soprattutto è fondamentale fare bella figura con la Preside della scuola, che è una suora, arrivando a mentire anche sul suo matrimonio oramai finito perché certe cose, la Chiesa, non le accetta proprio. Trascinato però dagli eventi, farà squadra con Aristide, nella speranza di uscire dai guai senza fare troppi danni.

Santocielo

Distruggere i pregiudizi

C’erano tante idee che bollivano in pentola per Ficarra e Picone. Idee che hanno trovato una strada e preso una forma grazie all’aiuto del regista Amato, da cui è poi nata una commedia dal retrogusto amaro, ma che si mostra con una grande tenerezza. Come gli stessi protagonisti ci fanno capire, Santocielo è un film che vuole confrontarsi con il suo pubblico su più tematiche, attualissime, in maniera chiara e leggibile, senza fare la morale a nessuno. Una fra queste è la religione, come dicevamo, e il mal uso che se ne fa, anche a causa di alcune imposizioni della Chiesa, poiché spesso legata a doppio giro con i pregiudizi, questi ultimi pilastro portante dell’intera storia. Da sempre la religione – in tal caso quella cristiana – è vista come una dottrina dominata da regole imprescindibili, quando in realtà, ci dicono Ficarra e Picone, serve solo per creare un legame astratto con quel qualcosa che va oltre la nostra stessa comprensione, di cui abbiamo bisogno semplicemente per saperci meno soli in un mondo in cui sentirsi persi e incompresi è una condizione quotidiana.

Perché questo è, in sostanza, il concetto di fede (ed è qui che il film si fa puramente natalizio), e di cui Santocielo ci parla usando come canale preferenziale Suor Luisa, secondo la quale pregare è un’azione che serve a far star bene noi soltanto, a prescindere se “lassù” qualcuno ci ascolta o esaudisce le nostre richieste. Come ci dimostra il film, è stato proprio l’uomo, poi, con il suo bigottismo – incarnato in Nicola in primis – ad averla utilizzata come mezzo per stigmatizzare ciò che non è – per lui – convenzionale. Il modo migliore per mostrarci quanto sia sbagliato giudicare gli altri, i quali usano spesso come attenuante la religione e le “leggi della Chiesa”, è quello di far diventare qualcosa di impossibile, possibile. Come un uomo incinto (Nicola per l’appunto), che solo facendo sua l’esperienza più alta, intima, e piena d’amore che possa esserci, la gravidanza, capisce che ci sono cose che vanno al di là di quello che gli altri ci vogliono imporre come principio indiscutibile; e al di là di qualsiasi visione esterna deformata.

Una commedia intelligente

Ficarra e Picone diventano perciò provocatori nelle loro battute, e in tutte quelle situazioni improbabili o equivoche che rappresentano, raccontandoci attraverso di esse il mondo di oggi, le sue contraddizioni e storture, trovando nell’ironia dissacrante un modo sempre intelligente – ma comunque tagliente – per fare critica sociale. Beneficiando di molte analogie con la nascita di Gesù, il duo di comici ci dice con semplicità, evitando di cadere in scene verbose o stucchevoli, quanto spesso ci facciamo influenzare dal pregiudizio altrui, e quanto plasmiamo i nostri comportamenti e il nostro modo di ragionare in base a ciò che pensano gli altri, come appunto avviene con Nicola. Il quale, però, grazie alla dimostrazione del vero amore, che sperimenta con il figlio che ha in grembo, con la vicinanza di un amico quale Aristide e con gli abitanti di un paesello che invece di accusarlo e deriderlo come fanno quelli di città, lo accolgono e proteggono, riuscirà ad avere una visione molto più “sana e pura” della vita.

Capendo che è solo avendo il coraggio di lasciarsi andare, rompendo le barriere mentali, che si possono scoprire – e capire – gli altri, ma soprattutto se stessi. Santocielo, perciò, diventa una commedia significativa per i tempi che corrono oggi, in cui non si accettano ancora le coppie gay (Aristide e Nicola sono mal visti pur non essendo davvero una coppia), i divorzi, la libertà d’espressione e la parità dei sessi. In particolare quest’ultima è quanto più importante, estremizzata sì dalla gravidanza di un uomo, ma che come dice lo stesso Amato “è un argomento molto “sentito” in un’epoca in cui agli uomini finalmente viene chiesto di assumere responsabilità sulla famiglia che non siano solo di sostentamento, ma anche e soprattutto di ordine affettivo.”

Box office: C’è ancora domani sfiora i 30 milioni!

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Box office: C’è ancora domani sfiora i 30 milioni!

C’è ancora domani continua ad incantare il pubblico italiano, continuando ad attirare tanti spettatori nei cinema e raggiungendo degli incassi record! Ad oggi la pellicola è la seconda campione d’incassi nel 2023 in Italia, dopo Barbie. Con i suoi 29 milioni e mezzo di incassi totali C’è ancora domani supera anche Oppenheimer di Christopher Nolan. Nel fine settimana appena concluso, settimo dall’uscita nelle sale il 26 ottobre, il dramma diretto da Paola Cortellesi incassa €375.999, mantenendo il primo posto nella classifica box office.

Al secondo posto ritroviamo Prendi il volo, film di animazione che racconta le avventure di una famiglia di germani.  Il cartone incassa nel week end €350.619 ed in totale supera il milione e mezzo di euro dal suo arrivo nei cinema.

Terzo classificato è Un colpo di fortuna (coup de chance), cinquantesima pellicola scritta e diretta dal noto regista Woody Allen, presentato al festival del cinema di Venezia fuori concorso. Al suo primo fine settimana nelle sale il film incassa €279.333 a fronte di un totale che già supera il milione di euro dall’uscita il 6 dicembre.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto ritroviamo rispettivamente Napoleon, dramma storico diretto da Ridley Scott, e Cento domeniche, pellicola italiana diretta da Antonio Albanese. Napoleon raggiunge un incasso di €270.283 a fronte di un totale di 7 milioni di euro dal suo arrivo nei cinema il 23 novembre. Cento domeniche invece incassa €113.522 nel week end e supera il milione e mezzo in totale. Sesto classificato è Improvvisamente a Natale mi sposo, pellicola natalizia con Diego Abatantuono, con un incasso di €78.547.

Al settimo ed ottavo posto si stabiliscono Hunger Games- la ballata dell’usignolo e del serpente, prequel della serie cinematografica Hunger games, e La guerra dei nonni, commedia italiana con Vincenzo Salemme. Hunger games raggiunge un incasso di €77.065 a fronte di un totale di quasi 5 milioni e mezzo di euro, mentre La guerra dei nonni guadagna €74.212.

Ultimi due film nella classifica box office sono rispettivamente Diabolik- chi sei? e Palazzina Laf.  Diabolik incassa €53.408 mentre Palazzina Laf raggiunge un guadagno di €52.740.

DC: 10 peggiori film del franchise secondo Letterboxd

DC: 10 peggiori film del franchise secondo Letterboxd

Nel corso degli anni sono numerosi i film della DC Comics affermatisi come autentici gioielli cinematografici. Per ogni storia straordinaria adattata su personaggi come Il Cavaliere Oscuro, Superman o V per Vendetta, ci sono però anche una moltitudine di film che non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi, affermandosi dunque come titoli di scarso valore. Per un marchio che realizza ormai adattamenti cinematografici da diversi decenni, non tutti i film erano destinati a essere un successo agli occhi dei fan. Letterboxd e la sua comunità, in quanto piattaforma di riferimento per gli appassionati di cinema dei giorni nostri, riflettono ora proprio su questo, indicando quelli che sono dunque i peggiori film della DC.

Wonder Woman 1984 (2020) – Valutazione media: 2.1/5

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Sequel del film originale di successo del 2017, Wonder Woman 1984 continua la storia di Diana Prince che si trova coinvolta in una battaglia globale contro Maxwell Lord (interpretato da Pedro Pascal). Lord è armato di un misterioso cristallo magico che gli permette di esaudire i desideri, che presto scatena un panico di proporzioni globali in cui i desideri di tutti creano solo più caos. Spetta a Diana porre fine alla follia di Lord, anche a costo di rinunciare al proprio desiderio. Soprattutto se paragonato alla storia più solida e filosofica del film originale di Wonder Woman, i fan non sono riusciti a entrare in sintonia con il tono più comico e non serio del sequel. Il film è stato inoltre caratterizzato da diverse decisioni discutibili riguardanti la trama e i personaggi. Pur essendo lontano dall’essere il peggior film del DC Extended Universe agli occhi di Letterboxd, il film è comunque molto lontano dal suo innovativo predecessore.

Supergirl (1984) – Valutazione media: 2.0/5

Supergirl: Woman of Tomorrow

Spinoff del classico ciclo di film di Superman di Christopher Reeve, Supergirl segue la storia della cugina dell’uomo di acciaio, Kara, che arriva sulla Terra dopo aver perso una potente sfera, che intende dunque recuperare. Mentre si trova sulla Terra, Kara affronta una malvagia strega e prenderà esempio da suo cugino diventando un’altra protettrice della Terra e del suo popolo. Supergirl cerca di recuperare la stessa magia ed energia dei film originali di Superman, ma non riesce a dare al suo personaggio principale il rispetto e l’autorità riservati a Clark Kent, essendo più incentrati sullo status e sulla bellezza di Supergirl che sulle sue imprese eroiche e sui suoi punti di forza. Si spera che il personaggio riceva finalmente la giustizia che gli spetta sul grande schermo con l’imminente film Supergirl: Woman of Tomorrow.

Suicide Squad (2016) – Valutazione media: 2.0/5

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Suicide Squad vede una squadra di supercattivi incarcerati che sono costretti a lavorare per il governo degli Stati Uniti. Ogni membro della squadra ha un chip esplosivo impiantato nel cranio e viene dunque costretto a svolgere missioni segrete ad alto rischio in cambio di una riduzione della pena detentiva. La prima missione del gruppo è allora quella di sconfiggere l’Incantatrice. Un compito, questo, che può essere portato a termine solo da una squadra di cattivi violenti e spietati, il che rende i membri della Suicide Squad perfetti per il lavoro. Grazie alla produzione disordinata e ai cambiamenti dell’ultimo secondo in reazione all’accoglienza negativa di Batman v Superman e a quella positiva di Guardiani della Galassia, Suicide Squad ha finito con il perdere la propria identità, diventando un prodotto finale che non è piaciuto quasi a nessuno.

Justice League (2017) – Valutazione media: 1.9/5

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Primo grande film di squadra e culmine del DC Extended Universe, Justice League vede Bruce Wayne e Diana Prince riunire una squadra di metaumani per affrontare una nuova e catastrofica minaccia, Steppenwolf. Tuttavia, la squadra si trova ad affrontare un compito difficile, in quanto sta ancora metabolizzando la perdita di Superman e deve imparare a lavorare insieme in modo coeso. Come nel caso di molti altri film del DC Extended Universe, Justice League ha dovuto affrontare diversi problemi dietro le quinte, che hanno causato continue modifiche e cambiamenti durante la produzione. Il film ha dunque finito per essere un pasticcio di reshoots e riscritture che andava completamente contro i film precedenti della serie.

Batman e Robin (1997) – Valutazione media: 1.8/5

The Batman

Uno dei più odiati e famigerati film di supereroi mai usciti, Batman e Robin vede il dinamico duo unirsi alla nuova recluta Batgirl per affrontare un trio di nuovi nemici. La potente squadra composta da Mr. Freeze (interpretato da Arnold Schwarzenegger), Poison Ivy (interpretata da Uma Thurman) e Bane (interpretato da Jeep Swenson) si rivela una minaccia pericolosa e potente. Diventa allora difficile per la squadra affrontare i cattivi tutti insieme, mentre Freeze inizia il suo piano per mettere l’intera città sotto ghiaccio e Poison Ivy inizia ad accentuare la frattura tra Batman e Robin. Più che un semplice sequel deludente, Batman e Robin ha raggiunto uno status leggendario nel corso degli anni come il primo esempio di fallimento monumentale di un film di supereroi.

Jonah Hex (2010) – Valutazione media: 1.8/5

DC Jonah Hex film

Film standalone basato su uno dei personaggi minori dell’universo DC, Jonah Hex è un supereroe western che segue il suo protagonista venire incaricato dal Presidente Ulysses Grant di rintracciare il terrorista Quentin Turnbull. Oltre a potersi assicurare la libertà portando a termine l’incarico, Jonah può ottenere una bella vendetta eliminando Turnbull, l’uomo che gli ha ucciso moglie e figlio. Il film tuttavia non è riuscito a proporre un’adattamento convincento del personaggio e delle sue avventure, finendo così per essere schiacciato dagli altri cinecomic usciti in quell’anno. L’unica eredità che il film ha ottenuto è dunque quella di essere considerato uno dei peggiori film tratti da fumetti degli anni 2010.

Superman IV (1987) – Valutazione media: 1.7/5

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Ultima interpretazione di Christopher Reeve dell’iconico uomo d’acciaio, Superman IV: The Quest for Peace vede Superman alla guida di una crociata per liberare il mondo dalle armi nucleari durante un’ostile corsa agli armamenti globale. La situazione diventa molto più difficile dopo la creazione da parte di Lex Luthor del terrificante Uomo Nucleare, creato da una ciocca di capelli di Superman per distruggere Superman una volta per tutte. La lotta tra Superman e l’Uomo Nucleare va ben presto al di là di una normale vicenda di cattivi e si estende a tutta la Terra e allo spazio. Il film è anche caratterizzato da una grafica estremamente scadente rispetto ai film precedenti, che lo fa sembrare più un’imitazione a buon mercato che un vero e proprio sequel.

Steel (1997) – Valutazione media: 1.7/5

DC Steel film

Con Shaquille O’Neal nel ruolo di protagonista, Steel segue la storia di John Henry Irons, che assume il personaggio supereroe Steel, intenzionato a farsi giustizia da solo quando una serie di pericolose armi si diffondono in città. Indossando un’armatura tecnologicamente avanzata e brandendo un potente martello elettrico, Steel inizia a muovere guerra ai criminali del suo quartiere, riuscendo a vincere le battaglie che la polizia non è in grado di portare a termine. Il film ha un’eredità e un impatto molto limitati, se non quello di essere considerato uno dei peggiori adattamenti di supereroi dai fumetti allo schermo di tutti i tempi.

Lanterna Verde (2011) – Valutazione media: 1.5/5

Lanterna Verde cast

Un film di supereroi così notoriamente brutto da essere diventato una barzelletta per il protagonista del film è Lanterna Verde, che segue Hal Jordan mentre viene reclutato per unirsi a una potente squadra di guerrieri intergalattici nota come Corpo delle Lanterne Verdi. Jordan ottiene dunque una nuova serie di poteri dal suo anello di Lanterna Verde e viene incaricato di sconfiggere un nuovo potente nemico chiamato Parallax, che minaccia di distruggere l’equilibrio del potere nell’Universo e sulla Terra. Lanterna Verde presenta tutte le caratteristiche tipiche di un film di supereroi scadente dei primi anni 2010, con una scrittura pigra, una scarsa trasposizione dei personaggi iconici e una CGI penosamente al di sotto della media. Soprattutto per un personaggio con una storia così ricca e potente come quella di Lanterna Verde, il film rende un pessimo servizio al personaggio nel suo complesso.

Catwoman (2004) – Valutazione media: 1.4/5

halle berry

Il fondo del barile assoluto per quanto riguarda la vasta filmografia della DC è Catwoman, che prende l’amata e iconica antieroina e la spoglia di tutti gli aspetti positivi che aveva. Le molte decisioni sconcertanti e confuse che circondano Catwoman trasformano quello che dovrebbe essere un adattamento semplice e senza pretese di un personaggio iconico in un esilarante film d’azione “so-bad-it’s-good“. La trama goffa e insensata del film, unita agli effetti visivi incredibilmente datati e a decisioni di montaggio assurde, scatenano risate involontarie dall’inizio alla fine. La cosa migliore del film, ironia della sorte, non ha nulla a che fare con il film stesso, ma piuttosto con lo strano effetto positivo che il film ha avuto sulla sua attrice principale, Halle Berry.

Io Capitano nominato ai Golden Globes 2024 per il Miglior film in lingua non inglese

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Arriva inaspettata nella categoria Miglior film in lingua non inglese la nomination ai Golden Globes 2024 Matteo Garrone per Io Capitano, il film che ha presentato al Festival di Venezia e che riporta l’Italia Oltreoceano.

Il film, che ha vinto diversi riconoscimenti nel corso del suo percorso festivaliero, è anche il film italiano candidato ad entrare nella cinquina degli Oscar 2024 per il miglior film in lingua non inglese. Per quello che riguarda invece le effettive possibilità di vittoria di Garrone ai Golden Globes 2024, sarà davvero difficile battere la concorrenza formata da Anatomia di una caduta (vero favorito), Fallen Leaves, Past Lives, La società della Neve e La Zona di Interesse, ma è bello per l’Italia esserci.

Io Capitano – il film

Io Capitano racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

Leggi la recensione di Io Capitano

Golden Globe 2024: tutte le nomination

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Golden Globe 2024: tutte le nomination

La stagione dei premi è ufficialmente iniziata a Hollywood, con l’annuncio delle nomination ai Golden Globe 2024. Cedric “The Entertainer” e Wilmer Valderrama hanno letto i nomi del candidati in un live streaming sul canale della CBS, che ha acquisito i diritti di trasmissione della trasmissione di quest’anno, in onda il 7 gennaio su CBS e in streaming su Paramount+.

Arrivano ovviamente dal circuito dei Festival dell’anno appena trascorso i film con il maggior numero di nomination, quale Killers of the Flower Moon, Anatomia di una caduta, Past Lives e Povere Creature, oltre ovviamente a Barbie e Oppenheimer che oltre alle varie nomination prestigiose, occupano anche un posto nella categoria nuova di zecca dedicata ai blockbuster. Nella categoria Miglior film in lingua non inglese c’è anche l’Italia, con Matteo Garrone e il suo Io Capitano.

Per quello che riguarda le categorie televisive, guidano la lista dei nominati Succession, con la sua gloriosa quarta e ultima stagione, The Bear 2, Only Murders in the Building e The Last of Us, mentre sorprende piacevolmente anche la presenza di Daisy Jones and the Six in diverse categorie.

Ecco di seguito tutte le nomination ai Golden Globe 2024

Lupita Nyong’o sarà Presidente della Giuria della Berlinale 2024

Lupita Nyong’o sarà Presidente della Giuria della Berlinale 2024

L’attrice, regista, produttrice e autrice di bestseller del New York Times Lupita Nyong’o sarà il Presidente della Giuria Internazionale del 74° Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

Da quando nel 2014 ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista per 12 Years a Slave (regia di Steve McQueen), Lupita Nyong’o è diventata una delle attrici internazionali di più alto profilo, ispirando pubblico e critica cinematografica.

Lupita Nyong’o incarna ciò che amiamo del cinema: l’approccio versatile a diversi progetti, l’attrattiva per diversi gruppi di destinatari e allo stesso tempo una coerenza che è chiaramente visibile nei suoi ruoli, per quanto diversi possano essere. Siamo felici e orgogliosi che abbia accettato il nostro invito a essere il Presidente della Giuria della 74a Berlinale“, affermano i direttori della Berlinale Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian.

Sono profondamente onorata di essere stata nominata Presidente della Giuria Internazionale del Festival di Berlino. Non vedo l’ora di celebrare e riconoscere l’eccezionale lavoro dei registi di tutto il mondo“, ha dichiarato Lupita Nyong’o.

Figlia di genitori kenioti, è nata a Città del Messico ed è cresciuta in Kenya. Lupita Nyong’o ha studiato cinema e teatro all’Hampshire College (USA) e inizialmente ha lavorato in diverse produzioni cinematografiche negli Stati Uniti. Tornata in Kenya, nel 2009 ha prodotto il suo primo film In My Genes, che ha anche diretto e scritto. Dopo ulteriori studi alla Yale School of Drama, ha iniziato la sua carriera di attrice e ha festeggiato il suo successo con 12 anni schiavo. Oltre all’Oscar, ha ricevuto lo Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award, l’Independent Spirit Award e il NAACP Image Award.

Nel 2018, Lupita Nyong’o è apparsa per la prima volta nel ruolo della guerriera Nakia nel film Marvel Black Panther, e ha recitato anche nel sequel Black Panther: Wakanda Forever (2022).

Tra gli altri suoi successi cinematografici ricordiamo We, Little Monsters, Queen of Katwe, Star Wars: Il risveglio della forza e il thriller The 355, e presto avrà un ruolo nello spin-off del franchise horror A Quiet Place: Day One. Oltre alla sua carriera cinematografica, Lupita Nyong’o è attiva anche sul palcoscenico di Broadway e ha scritto il libro per bambini “Sulwe” nel 2020, che è stato nella lista dei best seller del New York Times.

Funny Games: una clip esclusiva dal film di Michael Haneke

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Funny Games: una clip esclusiva dal film di Michael Haneke

In occasione della nuova uscita in sala di Funny Games (leggi la nostra recensione) di Michael Haneke del 1997, ecco una clip in esclusiva del film riportato nelle sale da I Wonder Pictures dall’11 dicembre.

Torna nelle sale italiane FUNNY GAMES, il nuovo titolo di I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore. Il film, diretto da Michael Haneke (La pianista, Il nastro bianco) e presentato al Festival di Cannes nel 1997, è un thriller crudo e affascinante che presenta una potente riflessione sull’impatto della violenza nei media. È uno dei lavori più radicali di Haneke su questo tema: l’occhio del regista non mitiga alcuna scena, sfidando l’innocenza dello spettatore e costringendolo a prendere posizione su quanto accade nel film.

Michael Haneke, nato a Monaco di Baviera nel 1942, ha vinto il Grand Prix della Giuria al festival di Cannes nel 2001 con La pianista. La sua trilogia composta da Il settimo continente (1989), Benny’s video (1992) e 71 frammenti di una cronologia del caso (1994) descrive le conseguenze della violenza dei media. FUNNY GAMES ne è il completamento e il superamento: un’analisi straniante del genere thriller che non lascerà indifferente nessuno spettatore. A dieci anni dall’uscita, nel 2007, Michael Haneke ha diretto il remake americano a cui hanno preso parte Naomi Watts, Tim Roth, Brad Pitt e Brady Corbet.

FUNNY GAMES sarà nei cinema dall’11 dicembre.

 

Andrew Scott pensa che Paul Mescal sarebbe un “ottimo James Bond”.

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Mentre continuano le speculazioni su chi sarà il prossimo James Bond, Andrew Scott, che ha interpretato il cattivo C in “Spectre” di Sam Mendes, valuta la possibilità che il suo co-protagonista di Gli Estranei (All of Us Strangers”) Paul Mescal possa indossare i panni di 007.

Probabilmente sarebbe un ottimo James Bond“, ha detto Andrew Scott sabato sera alla proiezione speciale di Gli Estranei (All of Us Strangers”) al Vidiots di Eagle Rock.

Ma poi ha aggiunto con un sorriso sornione: “Prima voglio vederlo nel ‘Gladiatore“. Paul Mescal, che non ha potuto partecipare alla proiezione di sabato perché attualmente sta girando il sequel del “Gladiatore” a Malta, è stato il favorito dei fan per raccogliere l’eredità del franchise di James Bond dopo la partenza di Daniel Craig.

Andrew Scott dice che Mescal gli ha inviato delle foto dal set del “Gladiatore“. “Sarà incredibile“, ha detto Scott. “È così eccitante. Ho visto delle immagini che faranno la gioia di tutto il mondo“.

Paul Mescal, che ha ricevuto una nomination all’Oscar per il suo lavoro in “Aftersun” del 2022, è il protagonista del seguito del film di Ridley Ridley nel ruolo di Lucius Verus. Il cast comprende anche Denzel Washington, Pedro Pascal e Connie Nielsen.

In Gli Estranei (All of Us Strangers”), Scott e Mescal interpretano dei vicini di casa la cui intensa storia d’amore porta il personaggio di Scott a intraprendere un viaggio emotivo per affrontare la morte dei suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell).

L’intesa tra Scott e Mescal è stata immediata. “Ci conoscevamo già da un po’, il giusto“, ha detto Scott. “Volevamo avere quel freestyle. Volevamo quella sensazione sexy che si prova quando le persone che non si conoscono e che gradualmente, man mano che la storia va avanti, diventano più a loro agio l’uno con l’altro… Ed entrambi ammiriamo molto il lavoro dell’altro, quindi è stato davvero molto facile“.

Deadpool 3: un altro personaggio vicino a Wolverine apparirà nel film

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Deadpool 3 si preannuncia come il più grande film della Saga del Multiverso fino ad oggi, con questo trequel che probabilmente getterà le basi per i prossimi film degli Avengers.

La lista dei camei vociferati sembra infinita e di recente abbiamo appreso che Dafne Keen dovrebbe fare un’apparizione nei panni di X-23. Se così fosse, l’attrice – che ora ha 18 anni – vestirà quasi certamente i panni di X-23, potenzialmente nella sua uniforme di X-Force o come Wolverine femminile del MCU.

Ora, lo scooper @CanWeGetToast sostiene che anche il figlio di Logan, Daken, dovrebbe fare la sua comparsa in Deadpool 3. Non si sa chi interpreterà il personaggio, ma sarebbe un ruolo divertente per qualsiasi attore, anche se per pochi minuti.

Anche se dovremo aspettare per vedere se le voci si confermeranno vere, è ormai chiaro che i Marvel Studios stanno facendo un tuffo profondo nell’universo degli X-Men per l’atteso team-up tra tra il mercenario chiacchierone e Wolverine.

Daken, il cui vero nome è Akihiro, è apparso per la prima volta in Wolverine: Origins #10 del 2007. Daken è il figlio di Wolverine e di sua moglie Itsu e possiede molte delle abilità del padre, tra cui un fattore di guarigione, artigli retrattili (anche se i suoi artigli si estendono dai polsi, non dalle nocche) e sensi potenziati.

Daken ha un rapporto complicato e conflittuale con Wolverine e si è alternato tra l’essere un antagonista e un antieroe. Manipolatore, astuto e moralmente ambiguo, Daken ha fatto parte di diverse squadre, tra cui i Vendicatori Oscuri.

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Superman: Legacy, Supergirl apparirà nel film, dettagli sul casting in corso

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Nonostante sia stata acclamata da molti fan come uno dei punti di forza di The Flash, non sembra che Sasha Calle rimarrà nel ruolo di Supergirl nel DCU di James Gunn e Peter Safran.

L’attrice si è detta interessata a riprendere il ruolo, ma dato che James Gunn e Peter Safran hanno sostanzialmente riavviato (a parte una manciata di personaggi) l’intero franchise, la scelta di una nuova Supergirl era molto probabile.

Sappiamo che il film Supergirl: Woman of Tomorrow è nelle prime fasi di sviluppo presso i Warner Bros. /DC Studios, ma secondo l’insider Daniel Richtman, Kara farà il suo debutto in Superman: Legacy di James Gunn. Il casting sarebbe attualmente in corso, il che ovviamente significa che Calle non tornerà a indossare il mantello.

Secondo quanto riferito, DC Studios sta cercando attrici bianche per interpretare Supergirl, suggerendo che vedremo una versione di Kara Danvers con gli occhi azzurri e i capelli biondi più in linea con la sua controparte dei fumetti.  

Si dice che la fascia di età desiderata sia compresa tra 18 e 25 anni, anche se è preferibile qualcuno più giovane (Calle ha 28 anni). Per quanto riguarda il suo ruolo in Superman: Legacy, è destinato solo ad essere un cameo e il casting non sarà finalizzato finché Supergirl: Woman of Tomorrow non troverà un regista.  Se la notizia è esatta, Superman: Legacy si preannuncia davvero un film ricco di colpi di scena.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà Lex Luthor, Skyler Gisondo Jimmy Olsen e Sara Sampaio Eve Teschmacher.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Star Wars: il prossimo film al cinema sarà The Mandalorian?

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Star Wars: il prossimo film al cinema sarà The Mandalorian?

Qualche mese fa, si è diffusa in rete una voce secondo cui la Lucasfilm stava prendendo in considerazione l’idea di sviluppare la quarta stagione dei The Mandalorian come qualcosa pensato per il grande schermo, e oggi sembra che la notizia fosse vera.

Nonostante l’indiscrezione fosse stata inizialmente considerata non vera, Jeff Sneider di The Hot Mic ha appreso che la prossima stagione della serie Disney+ Star Wars potrebbe diventare ora un lungometraggio.

Precedenti rapporti hanno indicato che il film incentrato su Rey e interpretato da Daisy Ridley sarebbe stato il prossimo film di Star Wars ad arrivare nelle sale, ma la fonte molto attendibile Jeff Sneide ha l’impressione che in realtà non sarà così perché pare che invece si tratterà di The Mandalorian.

Un paio di mesi fa ho smentito questa notizia, ovvero che c’erano voci che la quarta stagione di The Mandalorian potesse essere trasformata in un film“, ha detto Jeff Sneider.

Credo che all’epoca non pensassi che fosse necessariamente così. Tuttavia, ora è quello che sto iniziando a sentire. Che le probabilità sono a favore del progetto, qualunque sia la quarta stagione di The Mandalorian, chiunque ne faccia parte, qualunque sia la forma che prenderà, sembra che potrebbe essere il prossimo film di Star Wars e che potrebbe essere annunciato prima della fine dell’anno“.

The Mandalorian è stato un grande successo per il servizio di streaming Disney+, e anche se gli spettatori sono diminuiti dopo la prima stagione, portare lo show sul grande schermo sarebbe uno sviluppo piuttosto sorprendente. Pedro Pascal tornerebbe (presumibilmente) nei panni di Din Djarin, nonostante un recente rumor sostenesse che non sarebbe stato presente sul set per girare le scene della quarta stagione.

Come probabilmente saprete se siete fan della serie, il personaggio di Pedro Pascal indossa un casco per la maggior parte del suo tempo sullo schermo. L’attore di Game of Thrones si è smascherato una volta nella prima stagione e due volte nella seconda, ma ha tenuto il volto coperto in tutti gli episodi della terza stagione. Nel corso di un’intervista rilasciata a Variety all’inizio di quest’anno, Pedro Pascal ha ammesso che la terza stagione è stata per lui “soprattutto un lavoro da doppiatore“.

Lo show mi è stato presentato come The Mandalorian e tutta la sua identità visiva. A quel punto, c’era così tanta esperienza per tutti coloro che erano coinvolti in termini di creazione di questo personaggio, che è stato in grado di diventare per lo più un lavoro da doppiatore per la terza stagione“. Se tutto ciò si rivelerà esatto, diremo che ci sono buone probabilità di vedere il volto di Mando nel film!

James Gunn parla degli showrunner e aggiorna sulle serie tv del DCU e

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Recentemente, il co-presidente dei DC Studios e regista di Superman: Legacy, James Gunn, ha rivelato che i fan appassionati della DC Comics, che inseguono tutte le speculazioni sull’imminente riavvio dell’Universo Cinematografico, non dovrebbero credere a nessuna di queste voce almeno fino a quando le sceneggiature non saranno complete.

Ora, nuove informazioni rivelate direttamente da James Gunn [via Threads] hanno confermato che i team creativi che guidano lo sviluppo della maggior parte della serie televisiva annunciata dai DC Studios sono già stati ingaggiati e stanno già lavorando.

Christal Henry (serie TV Watchmen) e Jeremy Carver (Doom Patrol) saranno gli showrunner di Waller, mentre James Gunn stesso sarà al timone di Creature Commandos e tornerà a supervisionare la seconda stagione di Peacemaker.

A parte una marea di voci non verificate, non si sa molto altro sugli altri show rimanenti, Lanterns, Booster Gold o Paradise Lost, ma sembra che probabilmente abbiano già i loro team creativi assegnato e un annuncio ufficiale potrebbe essere imminente.

Una versione molto diversa dello show televisivo dei Lanterns era in cantiere con il precedente regime, ma la serie è stata rielaborata da quando sono subentrati Gunn e Safran. Ad esempio, invece di concentrarsi su Guy Gardner e Alan Scott, la serie sarà ora incentrata su John Stewart e Hal Jordan.

Durante il video di annuncio di Gods and Monster: Chapter 1, James Gunn ha descritto la serie Lanterns come “uno show televisivo su base terrestre che è quasi come True Detective con una coppia di Lanterne Verdi, che sono come dei poliziotti spaziali, che sorvegliano la Terra di Precint. [Scoprono un mistero terrificante che si collega alla storia più ampia del DCU“. Ci sono state molte voci su questo progetto in particolare, ma non molto è stato confermato.

Nello stesso video, James Gunn ha descritto Paradise Lost come “Game of Thrones ma con tutti gli abitanti dell’Isola Paradiso“. Si dice che la serie sia ispirata a Wonder Woman Historia: The Amazons di Kelly Sue DeConnick e Phil Jimenez.

James Gunn ha poi descritto la serie TV di Booster Gold come incentrata su “uno degli eroi di culto più popolari dei fumetti… è un perdente del futuro che usa la tecnologia del futuro per tornare nel presente e diventare un supereroe per farsi amare dalla gente”.

Pax Massilia: la spiegazione del finale della serie Netflix

Pax Massilia: la spiegazione del finale della serie Netflix

Nuova serie francese di genere crime, Pax Massilia (anche nota come Blood Coast) è uno dei titoli più visti del momento sulla piattaforma Netflix. Composta da sei episodi con la regia di Olivier Marchal e Ivan Fegyveres, si tratta di un titolo che porta lo spettatore nel sottobosco della criminalità francese, tra grandi signori della droga, avidi criminali in cerca di potere e forze dell’ordine corrotte. Nella serie, infatti, mentre un feroce spacciatore cerca di dominare su Marsiglia, un capitano di polizia ribelle e la sua temeraria squadra accolgono una nuova recluta con un piano per fermare la nuova ondata di criminalità. Naturalmente non tutto è come sembra ed ecco perché per alcuni elementi può essere necessaria una spiegazione.

Ali Saidi può essere arrestato?

Pax Massilia Samir Boitard Tewfik Jallab
Foto di Laurent Le Crabe / NETFLIX. © 2023 Netflix, Inc.

All’inizio di Pax Massilia, il signore della droga Ali Saidi viene mostrato vivere lontano, a Dubai, a causa dei suoi vasti affari, mentre il traffico di droga a Marsiglia è gestito principalmente da suo nipote Kamel e da altri membri della famiglia. Tuttavia, la situazione cambia molto rapidamente quando la famiglia si scontra con l’ostilità di entrambe le parti. Se da un lato il loro commercio di droga viene colpito dalla nuova partita di droga in città, che guadagna facilmente popolarità, dall’altro i membri della famiglia Saidi vengono presi di mira direttamente e uccisi uno dopo l’altro, e anche Kamel viene presto spazzato via. La persona dietro questi attacchi diretti ed economici è Franck Murillo stesso, che si rivela essere ancora vivo.

Murillo è convinto che il suo giovane figlio sia stato ucciso da Ali Saidi a causa della loro rivalità negli affari criminali, ed è per vendicarsi che Murillo è tornato a Marsiglia. Insieme a Murillo c’è un altro uomo di nome Tarek Hamadi, conosciuto più popolarmente come l’Indiano, ed è Hamadi che ha prodotto questa nuova partita di droga. Mentre Murillo intende spazzare via la famiglia Saidi, Hamadi è più interessato a sottrarre completamente il business della droga alla famiglia. Quando dunque i suoi parenti vengono uccisi uno dopo l’altro, Ali Saidi torna in Francia da Dubai e si mette alla ricerca di chi lo sta provocando.

In qualche modo lo aiuta anche l’agente di polizia Lyes, visto che i due erano stati molto amici durante l’infanzia. Poiché Lyes e Ali provengono entrambi da famiglie di immigrati arabi, durante la giovinezza erano molto legati tra loro, finché le loro vite non hanno preso strade molto diverse. Anche oggi, tuttavia, Lyes viene talvolta aiutato da Ali con informazioni, e quest’ultimo viene talvolta avvertito o informato di raid o attacchi che potrebbero ostacolare i suoi affari. Nonostante tutti in città siano a conoscenza degli affari illegali di Ali e della sua impresa criminale, l’uomo non può essere arrestato o fermato dalle autorità per mancanza di prove e anche per la sua influenza e la sua rete.

Cosa succede nel finale di Pax Massilia?

Pax Massilia Lani Sogoyou Tewfik Jallab
Foto di Laurent Le Crabe / NETFLIX. © 2023 Netflix, Inc.

Verso la fine della serie, nell’assalto finale a Murillo, Lyes e la sua squadra riescono infine ad arrestarlo. In quel momento, Alice Vidal decide di non ucciderlo per ciò che ha fatto a suo padre, ma di lasciare invece che venga sottoposto a regolare processo. Con questa mossa, Lyes e la sua squadra vengono accolti con un applauso, ma anche se Lyes ottiene la vittoria e l’amore, non gode necessariamente di un lieto fine. Miranda ha infatti trascorso l’intera stagione a costruire un caso intorno ad Ali Saidi, ma quest’ultimo alla fine è stato lasciato andare a causa di un’evidente corruzione del procuratore distrettuale.

Così, al posto suo, Miranda si limita ad arrestare Lyes per le sue passate attività illegali.Proprio mentre la polizia arriva alla porta di casa di Lyes per arrestarlo, però, lo schermo passa al nero subito dopo che Lyes viene mostrato intento a sorridere. Sebbene sia implicito che Lyes venga arrestato, il suo sorriso potrebbe anche significare che in quel momento ha pensato di fuggire. Quindi, la seconda stagione di Pax Massilia potrebbe essere incentrata su di lui che vive come ricercato mentre cerca di catturare Ali Saidi e di smascherare la corruzione che coinvolge il procuratore distrettuale. Ma ad oggi non è ancora certo se ci sarà o meno una seconda stagione.

Chi ha ucciso il figlio di Murillo e l’Indiano?

Pax Massilia Murillo Olivier Barthelemy Tewfik Jallab
Foto di Laurent Le Crabe / NETFLIX. © 2023 Netflix, Inc.

Come si scopre nel finale della serie, il figlio di Murillo è stato ucciso dall’Indiano. Quest’ultimo non ha lasciato che Murillo lo scoprisse, ma alla fine ha pagato comunque per le sue azioni morendo per mano di giovani sicari. Viene poi rivelato che il figlio di Murillo è morto nel fuoco incrociato quando qualcuno ha cercato di eliminare Ali Saidi. Ma alla fine quel qualcuno si è rivelato essere proprio il braccio destro di Murillo, l’Indiano. Egli voleva prendere il controllo dell’operazione di Saidi, ma ha finito unicamente con l’uccidere il figlio di Murillo. Ha dunque ottenuto sì ciò che voleva, ma ha poi pagato per i suoi peccati quando i suoi scagnozzi più giovani lo hanno ucciso per vendicarsi di ciò che aveva fatto a uno di loro all’inizio della serie.

Lyes è il padre di Zoe?

Pax Massilia Murillo Jeanne Goursaud Tewfik Jallab
Foto di Laurent Le Crabe / NETFLIX. © 2023 Netflix, Inc.

Successivamente ad uno scontro con Murillo, in cui egli riesce a fuggire, Lyes può comunque dirsi soddisfatto in quanto è riuscito a salvare Fanny e Zoe. A quel punto decide di prendere parte ad un test del DNA con la bambina, per sapere con certezza se è lui il padre. Nel finale, una volta ricevuto il risultato, Lyes decide però di non aprire la busta e di non leggere dunque ciò che essi riportano. Il risultato non viene dunque svelato, anche se ci sono forti probabilità che sia proprio Lyes il padre di Zoe. Il suo non voler conoscere la verità potrebbe essere un modo per lasciare a Fanny il compito di gestire la vita di Zoe, dato che lui è stato assente dalla sua vita per tutto questo tempo, non sentendo dunque il diritto di essere per lei un padre. I risultati del test del DNA potrebbero comunque tornare centrali in un’eventuale seconda stagione.

Ferrari: clip dal film con Adam Driver e Penelope Cruz

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Ferrari: clip dal film con Adam Driver e Penelope Cruz

Neon ha pubblicato una nuova clip dal film Ferrari (recensione), che uscirà nelle sale cinematografiche a fine mese. La clip vede i personaggi di Adam Driver e Penelope Cruz litigare intensamente riguardo alla morte del figlio, Alfredo “Dino” Ferrari.

Di cosa parla Ferrari?

È l’estate del 1957″, recita la sinossi ufficiale. “Dietro lo spettacolo della Formula 1, l’ex pilota Enzo Ferrari è in crisi. La bancarotta minaccia la fabbrica che lui e sua moglie Laura hanno costruito dal nulla dieci anni prima. Il loro matrimonio instabile è stato scosso dalla perdita del figlio Dino, avvenuta un anno prima. Ferrari fatica a riconoscere il figlio Piero con Lina Lardi. Nel frattempo, la passione dei suoi piloti per la vittoria li spinge al limite quando si lanciano nell’insidiosa corsa di 1.000 miglia attraverso l’Italia, la Mille Miglia“.

Adam Driver interpreta Enzo Ferrari nel film, mentre Penelope Cruz interpreta sua moglie Laura. Nel film compaiono anche Shailene Woodley nel ruolo di Lina Lardi, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian, Gabriel Leone nel ruolo di Alfonso de Portago, Jack O’Connell nel ruolo di Peter Collins, Patrick Dempsey nel ruolo di Piero Trauffi e Ben Collins nel ruolo di Stirling Moss.

Hulu di Disney+ supererà Netflix negli USA

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Hulu di Disney+ supererà Netflix negli USA

Secondo un rapporto di Ampere Analysis, l’app combinata Disney+Hulu supererà Netflix sia in termini di popolarità che di volume negli Stati Uniti.

Un terzo dei 100 titoli più popolari del terzo trimestre nel loro mercato interno erano su Disney+ e Hulu, ha rivelato Ampere, con 17 sul primo e 16 sul secondo, posizionando la coppia in cima alla classifica della popolarità. La cifre di Netflix sono leggermente inferiori a 29, con Max che si posiziona al terzo posto con 18 e Amazon Prime Video molto indietro  con soli 11 titoli. Ampere Analysis misura la popolarità in base a parametri chiave come il volume di interesse, il traffico web e gli incassi al botteghino dei principali servizi come Google, Wikipedia e IMDb.

Nel frattempo, in termini di volume, Disney+ e Hulu supereranno Netflix diventando il secondo streamer più “popoloso” con 9.578 titoli, mentre Hulu detiene la maggioranza, 7.250. L’app combinata è superiore a Netflix di oltre 1.000 titoli ed è seconda solo a Prime, anche con i 300 titoli che verranno rimossi in seguito all’acquisto da parte di Disney+ della quota di Hulu di Comcast. Dato che l’applicazione Disney+ Hulu non verrà lanciata prima di alcuni mesi, queste cifre potrebbero cambiare.

Disney+ e Hulu riuniscono sigle di film e serie televisive molto note come Star Wars, di film Pixar e di successi di Hulu come Only Murders in the Building e American Horror Story. La strategia di contenuti di Disney+ si basa sul suo solido portafoglio di contenuti per bambini e famiglie e sulle uscite di fantascienza di grandi franchise. Secondo Ampere, questi rappresenterebbero l’81% dei 100 titoli più popolari della piattaforma combinata, mentre la library di contenuti di Hulu sarebbe complementare a quella di Disney+ in quanto comprende generi poco sfruttati da Disney+ come Il crime, il romanticismo e l’horror. Disney+ presenta già parte della library di Hulu nei mercati internazionali con il marchio Star.

A ottobre 2023, Hulu aveva più abbonati di Disney+ negli Stati Uniti. Secondo un sondaggio condotto da Ampere tra i consumatori, il 44% degli abbonati statunitensi a Hulu ha già accesso a Disney+, soprattutto grazie ai bundle che offrono entrambe le piattaforme più ESPN.

Back to Black: Marisa Abela è Amy Winehouse nelle prime foto dal film

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La straordinaria storia di Amy Winehouse, la cantautrice di grande talento che è passata dall’essere una stella nascente sulla scena jazz londinese a una superstar sei volte vincitrice di un Grammy e ispiratrice di costumi di Halloween prima di morire per avvelenamento da alcol all’età di 27 anni, è già stato raccontato in diverse forme.

Ora è il turno di Sam Taylor-Johnson che si cimenta nel racconto della vita della cantante, con la produzione di StudioCanal. Intitolato Back to Black, il film è scritto da Matt Greenhalgh, che ha già scritto copioni incentrati su icone illustri della musica, come John Lennon (Nowhere Boy) e Ian Curtis dei Joy Division. La Amy Winehouse Estate ha collaborato in tutto e per tutto al film, che si avvale quindi del pieno sostegno del padre di Amy, Mitch.

A interpretare Winehouse è stata chiamata Marisa Abela, che ha stupito critici e pubblico con la sua interpretazione dell’affascinante Yasmin in entrambe le stagioni di Industry, serie di grande successo. L’attrice ha anche origini ebraiche, un fatto che secondo quanto riferito è stato importante per il team creativo del film affinché il lavoro di riportare sullo schermo Amy fosse autentico rispetto al suo background, e ha esperienza nel canto.

La prima foto dal film che mostra Abela nei panni di Amy Winehouse è davvero incredibile in quanto a carisma e somiglianza con la defunta star. La foto riporta anche l’annuncio dell’uscita del film, programmata per il 12 aprile 2024 nel Regno Unito.

La Zona d’Interesse è il miglior film ai Los Angeles Film Critics Association Awards

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La Los Angeles Film Critics Association ha rivelato oggi i suoi premi 2023 e Deadline orivela che La Zona D’interesse trionfa come miglior film! 

Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki ha vinto il premio per la migliore animazione, proprio dopo aver registrato un debutto record in Nord America con 12,8 milioni di dollari. Laurent Sénéchal si è aggiudicato il premio per il miglior montaggio per Anatomia di una caduta, mentre il premio per le scenografie è andato a Sarah Greenwood di Barbie .

Mica Levi ha vinto il premio per la colonna sonora per La Zona D’interesse (The Zone of Interest), e il favorito della stagione dei premi, Poor Things, ha vinto il primo premio della giornata, quello per la migliore fotografia per Robbie Ryan. Barbie è arrivato solo secondo  in entrambe le categorie.

La sceneggiatrice nominata all’Oscar di Europa Europa e la regista di Treme nominata all’Emmy Agnieszka Holland riceveranno il LAFCA Career Achievement Award di quest’anno.

Pochi registi sono stati così impavidamente conflittuali con il loro sguardo storico come ha fatto Agnieszka Holland nel corso dei decenni, e siamo entusiasti di onorarla quest’anno“, ha affermato il presidente della LAFCA Robert Abele. “Con chiarezza morale, profonda empatia e una regia rinvigorente, il suo lavoro mette a nudo il danno che i regimi oppressivi e i conflitti sociopolitici provocano nelle anime di tutti i giorni. In un momento di crescenti disordini a livello mondiale, con l’autoritarismo in aumento, i film fieramente umani dell’Olanda ci ricordano che la storia non è del tutto alle nostre spalle, e che un cinema vivacemente politico è più vitale che mai”.

  • Miglior film
    • VINCITORE: La zona di interesse
    • SECONDO CLASSIFICATO: Oppenheimer
  • Miglior regista
    • Vincitore: Jonathan Glazer per The Zone of Interest
    • Secondo classificato: Yorgos Lanthimos per Poor Things
  • Miglior documentario/saggistica
    • Vincitore: Menus-Paisirs – Les Troisgros
  • Miglior sceneggiatura
    • VINCITORE: Andrew Haigh per Gli Estranei (All of Us Strangers)
    • SECONDO classificato: Samy Burch per maggio dicembre
  • Premio cinematografico sperimentale Douglas Edwards
    • VINCITORE: La gioventù di Wang Bing (primavera).

Miglior protagonista

    • Vincitore: Sandra Hüller, Anatomia di una caduta e La zona di interesse,
    • ed Emma Stone, Povere Creature
    • Secondo classificato: Andrew Scott, Gli Estranei (All of Us Strangers) e Jeffrey Wright, American Fiction
  • Miglior attore non protagonista

    • Vincitore: Rachel McAdams, Are You There God? It’s Me, Margaret and Da’Vine e Joy Randolph, The Holdovers

    • Seconda classificata: Lily Gladstone, Killers of the Flower Moon e Ryan Gosling, Barbie

  • Vincitore della migliore animazione

    • Il ragazzo e l’airone

    • secondo classificato: Robot Dreams

  • Vincitore del montaggio

    • Laurent Sénéchal, Anatomy of a Fall

    • Secondo classificato: Jonathan Alberts, All of Us Strangers

  • Vincitore della miglior scenografia

    • Sarah Greenwood, Barbie

    • Secondo classificato: Shona Heath e James Price, Poor Things

  • Vincitore della migliore musica/colonna sonora

    • Mica Levi, The Zone of Interest

    • Secondo classificato: Mark Ronson e Andrew Wyatt, Barbie

  • Vincitore della miglior fotografia

    • Robbie Ryan, Poor Things,

    • secondo classificato: Rodrigo Prieto, Killers of the Flower Moon e Barbie

  • Premio alla carriera Agnieszka Holland

Juror No. 2: J.K. Simmons nel cast del prossimo Thriller di Clint Eastwood

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Il premio Oscar J.K. Simmons (Whiplash) si è unito al cast di Juror No. 2 di Clint Eastwood prodotto da Warner Bros Discovery.

Nel film scritto da Jonathan Abrams, il padre di famiglia Justin Kemp, mentre presta servizio come giurato in un processo per omicidio di alto profilo, si trova alle prese con un grave dilemma morale, che potrebbe usare per influenzare il verdetto della giuria e potenzialmente condannare – o liberare – l’assassino sbagliato.

J.K. Simmons interpreterà un giurato e si unirà al cast che già comprende Nicholas Hoult (Justin Kemp, giurato), Toni Collette (procuratore), Gabriel Basso (accusa), Zoey Deutch (moglie di Kemp), Leslie Bibb (giurato), Chris Messina (difensore d’ufficio) e Kiefer Sutherland (sponsor degli alcolisti anonimi di Kemp).

I produttori del film sono Clint Eastwood, Tim Moore e Jessica Meier della Malpaso e Adam Goodman e Matt Skiena della Dichotomy. I produttori esecutivi sono Ellen Goldsmith-Vein e Jeremy Bell e David M. Bernstein.

J.K. Simmons ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione dello spietato istruttore di jazz Fletcher in Whiplash della Sony Pictures Classics. La sua interpretazione nel film gli è valsa anche uno Screen Actors Guild Award, un Golden Globe, un Independent Spirit Award e un BAFTA Award, oltre a numerosi premi di gruppi di critici in tutto il mondo.  Whiplash è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival 2014 e ha vinto il Dramatic Audience Award e il Grand Jury Prize come miglior film.  Il film ha ottenuto anche cinque nomination agli Oscar, tra cui quella per il miglior film.

J.K. Simmons è protagonista dell’imminente thriller You Can’t Run Forever, diretto dalla moglie Michelle Schumacher. Per J.K. Simmons s è in arrivo anche il thriller d’azione di Netflix The Union con Mark Wahlberg e Halle Berry.

Stranger Things 5: Netflx annuncia la data di inizio della produzione

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Stranger Things 5, la quinta stagione di Stranger Things ha ufficialmente una data di produzione. Secondo un recente rapporto di Deadline, Stranger Things dovrebbe iniziare la produzione della sua attesissima quinta e ultima stagione nella prima settimana di gennaio. Al momento si parla sia del 5 che dell’8 gennaio 2024 come potenziali date di inizio.

Il rapporto riferisce anche che i membri del cast della serie si trovano già ad Atlanta. Trascorreranno lì il tempo della preparazione e della lettura dei testi nelle prossime due settimane. In precedenza, l’inizio della produzione di Stranger Things era previsto per maggio, prima che lo sciopero della WGA e il successivo sciopero della SAG-AFTRA bloccassero la maggior parte delle produzioni di Hollywood.

Cosa aspettarsi da Stranger Things 5?

I membri del cast che dovrebbero tornare per la quinta stagione includono Winona Ryder nei panni di Joyce Byers, David Harbour nei panni di Jim Hopper, Millie Bobby Brown nei panni di Eleven, Finn Wolfhard nei panni di Mike Wheeler, Noah Schnapp nei panni di Will Byers, Gaten Matarazzo nei panni di Dustin Henderson, Caleb McLaughlin nei panni di Lucas. Sinclair, Natalia Dyer nei panni di Nancy Wheeler, Charlie Heaton nei panni di Jonathan Byers, Sadie Sink nei panni di Max Mayfield, Joe Keery nei panni di Steve Harrington, Maya Hawke nei panni di Robin Buckley e Jamie Campbell Bower nei panni di Vecna. Linda Hamilton, meglio conosciuta per il ruolo di Sarah Connor nella serie The Terminator, è stata recentemente scelta per un ruolo sconosciuto per la quinta stagione. La notizia del casting è stata annunciata all’evento Tudum di Netflix .

I dettagli della trama per la stagione 5 sono sconosciuti. Tuttavia, The Duffer Brothers ha confermato che la quinta stagione è composta da otto episodi. Il primo episodio è intitolato “Capitolo uno: The Crawl”. Le riprese dovevano iniziare nel giugno 2023, ma la produzione è stata ritardata a tempo indeterminato a causa dello sciopero della WGA .

La quarta stagione di Stranger Things ha stabilito un record per Netflix, essendo stata vista per oltre 287 milioni di ore durante la settimana dal 23 al 30 maggio. Questo non è solo un ottimo risultato per il primo posto della settimana per Netflix, ma è anche più che sufficiente per battere il record per il più grande fine settimana di premiere della piattaforma di streaming per una serie in lingua inglese, che era precedentemente detenuto dalla seconda stagione di Bridgerton (193 milioni di ore).

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Paul Schrader su Kevin Spacey: “Perché non dovrei lavorare con lui?”

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Il leggendario sceneggiatore e regista Paul Schrader ha recentemente ribadito il suo pensiero in difesa di Kevin Spacey, affermando che lavorerebbe con l’attore in futuro se ne avesse la possibilità.

Parlando con The Independent (via World of Reel), Paul Schrader ha parlato del suo disprezzo per la “cancel culture” e ha parlato dell’attore Kevin Spacey. Schrader ha difeso l’attore in passato e ha fatto notare che, dal momento che Kevin Spacey è stato dichiarato non colpevole di reati, non gli dispiacerebbe lavorare di nuovo con lui.

La gente ha reagito come se avessi detto che avrei preso a calci un senzatetto“, ha detto Schrader a proposito del suo iniziale sostegno a Spacey. “Voglio dire, Kevin Spacey è un grande attore. Ha vinto due Oscar. È stato dichiarato non colpevole. Perché non dovrei lavorare con lui?“.

All’inizio di quest’anno, Schrader ha anche detto che avrebbe voluto inserire Kevin Spacey nel suo film del 2022 Master Gardener, ma che un produttore del film ha detto di no.

Kevin Spacey ha affrontato diverse battaglie legali

Un tempo acclamato come attore leggendario, la carriera di Kevin Spacey si è fermata nel 2017 quando è stato accusato di aver fatto avances sessuali all’allora quattordicenne Anthony Rapp (che era apparso in uno spettacolo di Broadway con Spacey) nel 1986. In seguito sono arrivate altre accuse, che hanno portato Netflix a tagliare i ponti con Spacey per il film Gore in programma, oltre che a rimuoverlo dall’ultima stagione della serie House of Cards.

All’inizio di quest’anno, una giuria del Regno Unito ha dichiarato Kevin Spacey non colpevole di nove accuse di violenza sessuale, aggressione indecente e aver indotto una persona a compiere attività sessuali.

L’anno scorso, anche una giuria di New York ha stabilito che Kevin Spacey non ha aggredito sessualmente l’attore Antony Rapp, che per primo si era fatto avanti contro Spacey nel 2017.

Nicolas Cage rivela il vero motivo del perché non è stato realizzato Superman Lives

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Nicolas Cage era notoriamente destinato a recitare in Superman Lives, un film su Superman diretto da Tim Burton. Ebbene oggi proprio l’attore ha rivelato che le cose non hanno funzionato a causa dell’intervento dello studio.

Durante un’apparizione al Red Sea Film Festival di Jeddah, in Arabia Saudita, la scorsa settimana (via Deadline), Nicolas Cage ha parlato brevemente del film. Secondo l’attore, all’epoca gli studios non volevano che Tim Burton lo dirigesse e potenzialmente temevano il possibile aumento dei costi.

Tim era reduce da Mars Attacks! ed era un film brillante. Volevano che fosse Renny Harlin a dirigerlo, ma io sapevo che se dovevi interpretare quella parte, dovevi fare centro. Ci siamo andati molto vicini, ma lo studio ha chiamato e ha bloccato tutto“, ha detto. “Credo che avessero paura di quanto sarebbe costato e che non sarebbero riusciti a riavere i loro soldi“.

Superman Lives rimane un famigerato momento “what if” nella storia del cinema

Il famigerato Superman Lives è stato originariamente sviluppato a metà degli anni ’90 e scritto da Kevin Smith dopo aver proposto un’idea per il film al produttore Jon Peters.

La data di uscita era inizialmente prevista per il 1998, con Kevin Spacey in trattativa per interpretare Lex Luthor, Christopher Walken per Brainiac, Sandra Bullock, Courteney Cox e Julianne Moore in lizza per Lois Lane e Chris Rock per Jimmy Olsen. Alla fine, il progetto è stato messo da parte nel 1998 e non è mai stato realizzato.

La leggenda di Superman Lives è stata raccontata nel documentario di Jon Schnepp del 2015 The Death of Superman Lives: What Happened?, che contiene un’intervista a Tim Burton. Se il film fosse stato realizzato, Superman Lives sarebbe stato un adattamento libero di The Death of Superman della DC, con l’Uomo d’Acciaio alle prese con Lex Luthor, Brainiac e un gigantesco ragno alieno.

Anche se il progetto non è mai stato realizzato, il regista di The Flash Andy Muschietti ha convinto Nicolas Cage a fare un cameo come Superman di Burton nel film dell’Universo DC per il finale del multiverso in collisione.

La Brea 3: teaser trailer della terza stagione

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La Brea 3: teaser trailer della terza stagione

La NBC ha rilasciato il teaser trailer della terza stagione di La Brea, l’imminente capitolo finale del suo dramma d’azione e avventura di fantascienza. La serie dovrebbe fare il suo ritorno martedì 9 gennaio alle 9/8c su NBC. In Italia La Brea debutterà su Mediaset Infinity. 

Cosa aspettarci nella terza stagione di La Brea?

“L’episodio della première della terza stagione si intitola “Sierra” – Dopo che la radura è stata distrutta dall’attacco di un dinosauro, i sopravvissuti devono trovare una nuova casa in cui vivere”, si legge nella logline. “Gavin scopre un indizio su dove sia andata Eve, ma seguire la pista porta a conseguenze ancora più tragiche”.

La Brea ruota attorno a un’enorme dolina a Los Angeles che ha portato le persone a essere trasportate in una terra preistorica e misteriosa. La serie vede protagonisti Eoin Macken, Zyra Gorecki, Chiké Okonkwo, Rohan Mirchandaney, Lily Santiago, Josh Mckenzie e Jon Seda, con Nicholas Gonzalez, Jack Martin, Veronica St. Clair, Tonantzin Carmelo e Natalie Zea.

La serie La Brea è creata e prodotta esecutivamente da David Appelbaum, che è anche showrunner. I produttori esecutivi sono Chris Hollier, Peter Traugott, Rachel Kaplan, Avi Nir e Alon Shtruzman. Proviene dalla Universal Television e dall’australiana Matchbox Pictures.

Uno splendido errore: tutto quello che c’è da sapere sulla serie

Uno splendido errore: tutto quello che c’è da sapere sulla serie

Debutta in tempo per per le festività natalizie il nuovo dramma per adolescenti Netflix Uno splendido errore (My Life with the Walter Boys). Basato sul romanzo bestseller Wattpad di Ali Novak, l’adattamento della serie di 10 episodi segue la quindicenne Jackie (Niki Rodriguez), che ha trascorso gran parte della sua giovinezza come newyorkese con un promettente futuro accademico.

Ma quando un tragico incidente le fa perdere tutta la sua famiglia, è costretta a lasciare le luci di Manhattan per trasferirsi nella più discreta e rustica cittadina del Colorado con i dieci chiassosi figli della sua tutrice, Katherine. Una storia sull’amore e sulla perdita, My Life with the Walter Boys è una serie commovente che ci insegna come affrontare il dolore non sia sempre un viaggio tranquillo e come fare sempre spazio a cose nuove e possibilmente migliori nella vita.

Uno splendido errore, il cast

My Life with the Walter Boys vede Nikki Rodriguez nei panni di Jackie , una quindicenne newyorkese che ha un futuro molto luminoso davanti a sé. Interessata ai corsi AP, al balletto e al teatro, l’adolescente preppy ha il suo futuro universitario garantito a Princeton. Ma tutto è cambiato quando una tragedia ha colpito la sua famiglia, costringendola a lasciare la vita in città e a trasferirsi in campagna. Nonostante le circostanze sfortunate, nulla le impedirà di raggiungere ciò che desidera nella vita.

I due principali ragazzi Walter sono Noah LaLonde nei panni di Cole Walter e Ashby Gentry nei panni di Alex Walter. Cole è quello atletico dei fratelli Walter. Con un potenziale promettente nel calcio, il suo mondo crolla dopo un incidente, trascinandolo su un percorso travagliato. Mentre Cole è appassionato di sport, Alex è più interessato a cose “nerd” come Star Wars e romanzi fantasy.

Preparati per il resto della famiglia Walter. Connor Stanhope interpreta Danny Walter, il gemello fraterno di Cole che ha anche investito nel mondo del teatro. Johnny Link interpreta il fratello maggiore Walter, Will, che ha difficoltà di udito e necessita di apparecchi acustici. Un neolaureato con un lavoro nel settore immobiliare, il fratello “più maturo” Walter è uno dei primi ad accogliere Jackie nella sua nuova casa. Corey Fogelmanis interpreta Nathan, il musicista alla moda dei ragazzi Walter, mentre Dean Petriw interpreta Jordan, il regista artistico a cui non potrebbe importare di meno degli imbrogli della famiglia. Lennix James interpreta il più giovane, Walter Benny. Alix West Lefier interpreta Parker, l’unica ragazza della famiglia Walter che non è particolarmente entusiasta di avere una sorella.

Di cosa parla Uno splendido errore?

Uno splendido errore (My Life with the Walter Boys) è un racconto di formazione che ruota attorno alla ragazza di città Jackie (Rodriguez). Dopo aver trascorso la maggior parte della sua vita nel frenetico mondo di Manhattan, la vita della quindicenne Jackie prende una svolta sconvolgente quando perde la sua famiglia in un incidente inaspettato. Jackie è ora affidata alle cure della sua tutrice Katherine, che si dà il caso sia la migliore amica di sua madre. L’unico problema è che Jackie deve lasciare il suo stile di vita privilegiato di New York per la cittadina molto più rurale di Silver Falls, in Colorado. Come se non bastasse, Jackie deve vivere con i 10 figli di Katherine, che sta crescendo insieme al marito George.

Mentre si abitua alla campagna, Jackie lavora duramente per entrare nell’università dei suoi sogni: Princeton. Ma chi l’avrebbe mai detto che questa tranquilla cittadina avesse una serie di distrazioni chiassose, in particolare due fratelli Walter molto diversi tra loro: l’introverso Alex (Gentry) e l’incompreso Cole (LaLonde). Sembra sciocco che un gruppo di ragazzi possa potenzialmente alterare il corso del suo futuro. Ma in fin dei conti, con tutti i nuovi cambiamenti che la circondano, Jackie sta semplicemente cercando di essere se stessa, a prescindere da tutto. Una storia di “amore e perdita, dolore e rinascita”, una storia che scalda il cuore e che è allo stesso tempo comicamente divertente ed emotivamente curativa.

Scopri la sinossi ufficiale del romanzo La mia vita con i Walter Boys:

Andare a vivere con undici ragazzi non faceva parte dei suoi piani. L’obiettivo di Jackie è la perfezione: i voti perfetti, il look perfetto, l’ingresso nella scuola perfetta. Se riuscirà a raggiungere questo obiettivo, forse i suoi genitori, troppo indaffarati, prenderanno nota di lei. Ma quando i suoi genitori muoiono in un tragico incidente, Jackie viene spedita dall’altra parte del Paese per vivere con i Walter, i suoi nuovi tutori… che si dà il caso abbiano undici figli (e una figlia che è praticamente uno dei ragazzi).

I Walter sono rumorosi, sporchi, fastidiosi – ok, alcuni dei ragazzi più grandi potrebbero essere sexy come un dio greco – ma non pensano che una ragazza di città appartenga al loro ranch di cavalli. Come può Jackie inserirsi nel loro mondo caotico, quando deve mantenere vivo il ricordo dei suoi genitori, mantenendo la promessa di essere perfetta? Ma quando Jackie passa più tempo con i Walter, comincia a chiedersi se essere perfetti non sia l’unico modo per trovare l’amore.

Chi ha realizzato Uno splendido errore (My Life with the Walter Boys)?

Novak è l’autore pluripremiato dietro il romanzo contemporaneo YA ” My Life with the Walter Boys “. Avendolo scritto quando aveva solo quindici anni, La mia vita con i Walter Boys è il libro d’esordio di Novak, che ha ricevuto più di 150 milioni di letture online .

A lavorare all’adattamento della serie del romanzo è Melanie Halsall , i cui lavori precedenti includono anche la trilogia The Kissing Booth di Netflix , di cui è diventata produttrice esecutiva insieme a Ed Glauser. Oltre ad essere il creatore dello show, Halsall funge anche da showrunner. Si uniscono al team di sceneggiatori la stessa Halsall, Jordan Ross SchindlerJonathon Roessler , Tawnya Bhattacharya e Ali LaventholJesikah Suggs , Kelsey Barrey e Grace Condon. A dirigere la serie di 10 episodi, ci sono Jerry Ciccoritti , Nimisha Mukerji , Winnifred Jong e Priestley.

La tavola di Natale: recensione della rom-com Netflix

La tavola di Natale: recensione della rom-com Netflix

È finalmente arrivato quel periodo dell’anno tanto temuto e detestato dai grinch di tutto il mondo. Il periodo in cui, tra luci colorate, plaid dalle stampe discutibili e tazzoni di cioccolata calda, ci si piazza davanti il piccolo schermo per perdersi in lunghe sessioni di binge watching di film e serie tv natalizie di ogni genere. Proprio per questo motivo, ogni anno sempre più, Netflix arricchisce il suo catalogo con una lunga lista di prodotti adatti all’occasione. Infatti, di recente è stata aggiunta la tenera rom-com La tavola di Natale (titolo originale Catering Christmas) che, nell’arco di pochi giorni, ha raggiunto l’ambita classifica italiana della Top10 Netflix.

Il film, dalla durata di 1 ora e 25 minuti, è diretto dal regista canadese T.W. Peacocke, veterano nella realizzazione di commedie romantiche, e nasce dal grembo della nota rete televisiva Great American Family.

La tavola di Natale trama

La tavola di Natale segue il fatidico e dolce incontro tra Molly Frost e Carson Harrison, interpretati rispettivamente da Merritt Patterson e Daniel Lissing. Molly è una giovane cuoca e imprenditrice in cerca di opportunità per lanciare la sua nuova attività di ristorazione, il Molly’s Menu Magic. Carson, invece, è l’attraente nipote della tanto stimata e rispettata Jean Harrison (Rosemary Dunsmore), proprietaria della Harrison Foundation. Ogni anno la signora Jean organizza il più grande evento di beneficenza nel New Hampshire, il gala di Natale della Harrison Foundation. E proprio per questa attesa occasione che l’esigente zia Jean, dopo un disguido con il catering già scelto tempo prima, chiama il secondo servizio di ristorazione più richiesto in città, quello di Molly. Entusiasta per la possibilità di occuparsi dell’organizzazione di un evento tanto importante, Molly si ritrova così a passare molto tempo con Carson, a cui la zia affida l’incarico di responsabile nella speranza che possa accettare di ereditare la grande fondazione di famiglia.

La tavola di Natale – In foto Merritt Patterson e Daniel Lissing

Un film che non lascia spazio all’immaginazione né al sentimentalismo

Il connubio Amore e Cucina ha caratterizzato alcune delle pellicole romantiche più celebri di sempre, come l’indiscusso cult Mangia Prega Ama di Ryan Murphy. E se a questa accoppiata si aggiunge anche la suggestiva e commovente atmosfera natalizia, si può quasi pensare di avere la ricetta invincibile per la rom-com perfetta. Ma basta questo per creare una emozionante e indimenticabile storia d’amore? Sfortunatamente per Peacocke, no.

La tavola di Natale è una commedia romantica che fatica a farsi guardare. Infatti, al di là della trama semplice e già vista, e dei personaggi principali bidimensionali e poco efficaci (per non parlare dell’inutilità di quelli secondari), la storia – minuto dopo minuto – finisce per essere fortemente penalizzata da dialoghi scialbi, irrilevanti e privi dell’appassionante e travolgente romanticismo che tanto distingue questo genere. Mancano la profondità, la poesia, l’entusiasmo e la delicatezza del sentimento amoroso. Più che una relazione d’amore, i due protagonisti sembrano unirsi l’un l’altra da un freddo e labile rapporto di stima e fiducia. Persino l’improvvisata coppia composta dalla zia e dal suo collaboratore appare, alla fine del film, più affiatata e intraprendente della coppia protagonista.

Una rom-com da mettere in sottofondo

La tavola di Natale è, dunque, la dimostrazione che sempre più spesso i prodotti televisivi e cinematografici finiscono per assoggettarsi a una richiesta di mercato che punta più sulla quantità che sulla qualità. La storia di Molly e Carson – così frettolosa, piatta e priva di sorprese – non riesce a coinvolgere, emozionare e né, tanto meno, a intrattenere il pubblico.

Il film di Peacocke manca di opportunità e finisce per presentarsi come il classico prodotto audiovisivo da mettere in sottofondo, quando si è stanchi della playlist di Mariah Carey, mentre si decorano distrattamente i biscotti di Natale.

EFA 2023: Anatomia di una caduta è il miglior film europeo. C’è anche un po’ d’Italia

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E’ Anatomia di una caduta di Justine Triet a trionfare agli Efa 2023, gli European Film Awards di quest’anno. Il film, già vincitore di Cannes 2023, conquista il riconoscimento per il miglior film, per la regia, per l’interpretazione femminile andata a Sandra Hüller, per la sceneggiatura e per il montaggio.

Il secondo film più premiato è invece The Promise Land, che fa conquistare a Mads Mikkelsen il riconoscimento per il migliore interprete maschile. L’Italia porta a casa il premio per la migliore scenografia per La Chimera, firmata da Emita Frigato.

La lista completa dei vincitori degli EFA 2023

Funny Games, recensione del film di Michael Haneke

Funny Games, recensione del film di Michael Haneke

La finzione può essere reale tanto quanto la realtà: c’è solo una linea molto sottile che separa questi due piani, ed entrambi possono facilmente oltrepassarla. Questo è il messaggio tagliente che Michael Haneke volle lanciare nel 1997 con il suo home invasion incredibilmente realistico e provocatorio, Funny Games (1997). In questo film, che torna di nuovo al cinema da lunedì 11 dicembre in versione restaurata, il regista, come i suoi personaggi, gioca con lo spettatore, manipolandolo ma senza mai sottovalutarlo, facendo sempre appello alla sua intelligenza e cercando sempre in lui una reazione, che in molti casi è di vero e proprio rifiuto.

Funny Games, la trama

La famiglia di Georg (Ulrich Muhe), Anna (Susanne Lothar) e del loro giovane figlio rappresenta una fetta di borghesia davvero suggestiva: ci vengono mostrati mentre giocano a indovinare brani di musica classica mentre guidano il loro SUV nuovo di zecca verso la loro residenza estiva. In questa atmosfera eccessivamente placida e tranquilla, tensione diventerà sempre più palpabile. Quando arrivano alla lussuosa tenuta dove trascorreranno i loro giorni di vacanza, trovano Fred, il loro vicino di casa e fratello di Georg, e due giovani ospiti che giocano a golf. Mentre si sistemano, uno dei giovani bussa alla loro porta e chiede delle uova. Il giovane, Peter (Frank Giering), lascia cadere le uova sulla porta e ne chiede altre per fare una commissione. La pressione psicologica aumenta gradualmente, fino al punto in cui la situazione porta i due giovani a rapire l’intera famiglia dalla loro casa.

Il male è mascherato dalla cortesia

Il regista austriaco, uno dei più provocatori del cinema europeo, raccoglie con Funny Games il testimone da Stanley Kubrick, che qualche decennio prima aveva scosso le coscienze borghesi con Arancia meccanica, e da Sam Peckinpah, che con Cani di paglia aveva già riflettuto sulla brutalità di una violenza che non muove da nessuna ragione, bensì vuole soddisdare il semplice divertimento di un gruppo di individui alienati.

In realtà, ci sono molte coincidenze tra Arancia meccanica e Funny Games. Innanzitutto, i criminali sono vestiti di bianco immacolato e il capobanda assume una sorta di leadership culturale che lo porta a esprimersi in modo raffinato e ad adottare maniere squisite, come quella di offrirsi di sistemare la gamba della vittima dopo averle inferto un tremendo colpo con una mazza da golf. Questa cortesia al limite del parossismo, in cui ogni richiesta è accompagnata da un “per favore“, contrasta nettamente con la violenza nascosta che si cela dietro l’apparenza educata degli aggressori, stucchevole nella sua sollecitudine, e che va a creare un effetto molto disturbante per lo spettatore. Le infinite inquadrature fisse che Haneke inserisce per disturbare chi sta guardando contribuiscono non poco a questo effetto: un’inquadratura fissa di un uomo con una gamba maciullata che squarcia il silenzio della notte con un urlo tremolante è molto più inquietante di un rapido montaggio di colpi sonori. In fondo, è la stessa idea che David Lynch ha magistralmente catturato nel prologo di Velluto blu: il male nascosto dietro una facciata di pace e tranquillità.

Funny Games, Michael Haneke

“The villain takes it all”…

Funny Games è un film che sfida le convenzioni cinematografiche e di genere.  Innanzitutto perché uno dei suoi personaggi principali, Peter, rompe continuamente la quarta parete parlandoci attraverso lo schermo. Ci interroga, ci intimidisce, cerca di dialogare con noi per conoscere il nostro punto di vista. Tenendo presente il tono generale del film, questo dettaglio, brillante, postmoderno e incredibilmente lucido, è volutamente offensivo, perché sappiamo in ogni momento di essere in una rappresentazione, un teatro scomodo dove le cose accadono, senza avere chiaro il come e il perchè.

Nella sequenza forse più ispirata dell’intero film, Peter prende il telecomando della TV e riavvolge ciò che è appena accaduto, come se il film fosse una videocassetta – e, in realtà, non è altro che questo – semplicemente perché quanto accaduto non è conforme ai suoi gusti. Ci troviamo, senza alcun dubbio, di fronte a uno dei più chiari esempi di Deus ex machina sullo schermo cinematografico, nonchè a una delle situazioni più disperate per qualsiasi spettatore, che prende coscienza di qualcosa che già sospettava: i cattivi stanno per vincere. Questa non è comunque l’unica volta in cui compare questa figura classica della tragedia greca: ne sono esempi le mazze da golf che perdono la loro natura di oggetti “nobili” per quella di oggetti contundenti e, ancora, il coltello che l’autore ci mostra sfacciatamente, instillando in noi l’inutile speranza che in seguito servirà a ristabilire l’ordine e a fare un po’ di giustizia.

Funny Games, una scena del film di Michael Haneke

La tortura dello sguardo insistente

La vera tortura inscenata da Funny Games non è comunque fisica, bensì psicologica. I comportamenti contrastanti tra il pensiero sadico dei cattivi e la loro apparente gentilezza creano un’atmosfera di vera tensione in cui ci si chiede se la famiglia abbia almeno un’esile speranza di salvezza. Il tipo di tensione che lascia lo spettatore allo sbando in un luogo ostile in cui non sa con certezza cosa accadrà – in altre parole, si sente vulnerabile. Come se non bastasse, la mancanza di una colonna sonora che aiuti a colmare l’assenza di speranza rende ancora più difficile assistere al calvario di questa famiglia a danno di due giovani uomini che, nonostante il loro inconfutabile status di villain a livello diegetico, sono comunque incredibilmente affascinanti. A partire dai loro dialoghi, possiamo supporre siano grandi consumatori di prodotti culturali e allo stesso tempo ne siano talmente influenzati che torturare e uccidere è per loro una consuetudine. Sono il risultato della desensibilizzazione alla violenza che i media stessi hanno provocato, soprattutto la televisione e il cinema.

La società ha raggiunto un punto in cui le disgrazie umane sono una fonte di piacere nel mondo della finzione così come nella realtà, sembra volerci dire Haneke, e Paul e Peter ne sono un esempio vivente. Non sono però solo loro a provare piacere nella violenza, ma anche coloro a cui Paul parla: noi, cioè il pubblico. Siamo partecipi del modo in cui questi giovani torturano una famiglia e questo ci fa disprezzare l’atto stesso del guardare ma, allo stesso tempo, alimenta la nostra curiosità morbosa, perché stiamo volutamente decidendo di guardare un film in cui sappiamo che un gruppo di persone verrà torturato. Dunque, chi sono i veri villain?

Il mondo dietro di te: recensione del nuovo film con Julia Roberts

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Il mondo dietro di te (Leave the world behind) porta sullo schermo una tale atmosfera di tensione e di inquietudine da mantenere sempre salda l’attenzione dello spettatore. Diretto dal regista statunitense di origini egiziane Sam Esmail (creatore della serie Mr.  Robot), il film è stato presentato il 25 ottobre al AFI fest per poi essere distribuito solamente in piattaforma. Il cast è formato da alcune delle maggiori star di Hollywood del momento. Julia Roberts (Wonder, Mangia, prega, ama) interpreta Amanda, mentre l’attore Mahershala Ali (Green Book, Moonlight) interpreta il proprietario di casa George Scott. A questi si aggiungono anche Ethan Hawke (trilogia Before) e Kevin Bacon. Il mondo dietro di te è una trasposizione cinematografica dell’omonimo libro di Rumaan Alam.

Il mondo dietro di te: la catastrofe fuori dal cortile di casa

Amanda, stressata dalla vita frenetica di New York, decide di organizzare per tutta la sua famiglia una vacanza fuori città, affittando una magnifica villa immersa nel verde e vicina al mare. Al loro arrivo tutto sembra perfetto, ma le prime stranezze non tardano ad accadere. Mentre Amanda si trova in spiaggia con il marito Clay e i suoi due figli Rose e Archie, una petroliera si dirige verso di loro, fino a raggiungere la sabbia. Da allora, tutti i mezzi di comunicazione sembrano non funzionare: telefoni, computer ed infine anche la televisione.

La sera, due persone si presentano alla loro porta: George Scott, il proprietario della casa, e sua figlia Ruth. I due hanno preferito provare a rifugiarsi li, fuori dalla città, piuttosto che tornare nella loro casa a Manhattan. Nonostante la diffidenza di Amanda nei confronti dei due sconosciuti, questi restano per la notte. La mattina seguente tutti insieme cercheranno di capire meglio cosa stia succedendo: un cyberattacco sembra essere in corso, ma la situazione sembra essere anche peggiore di così.

Tensione senza fine

Il primo elemento che emerge alla visione di Il mondo dietro di te è certamente la presenza di un’atmosfera ad alta tensione. Questo è favorito da tanto fattori: primo fra tutti il sottofondo musicale. Si prediligono melodie molto tese che alimentano di molto il clima sinistro. A questo si aggiungono le performance degli attori, specialmente di Julia Roberts e di Mahershala Ali nei panni di Amanda e George. I due interpretano delle figure che reagiscono in maniera diversa ad una tale situazione di catastrofe, contribuendo in egual modo alla suspense del film. Amanda è di natura diffidente verso tutti, detesta l’essere umano per la sua natura egoista ed avida, e non mancano i momenti in cui il panico e la paura prendano il sopravvento in lei. George invece si mostra sempre in una calma tetra, quasi spettrale.

Interessante è anche l’attenzione dedicata ai particolari, specialmente ad alcune interessanti inquadrature. Oltre alle scene che mostrano la rotazione terrestre, le riprese di Rosie in spiaggia con l’imponente petroliera davanti colpiscono lo spettatore fin dall’inizio del film. A queste si aggiunge la visione della bandiera americana sulla luna: immagine evocativa che dovrebbe rappresentare l’imponenza di una grande potenza mondiale quali erano gli Stati Uniti d’America e di come questo attacco sembra averla portata alla distruzione.

Il mondo dietro di te film 2023

Il potere della ferocia umana

Analizzando le tematiche de Il mondo dietro di te, l’argomento focale che maggiormente salta alla mente di qualsiasi spettatore è la ferocia umana, ciò che il filosofo Thomas Hobbes ha definito come homo homini lupus, ovvero l’uomo è lupo all’altro uomo. L’essere umano, con la sua natura intrinsecamente egoista, punta prima di tutto alla salvaguardia propria e della propria famiglia. Per Hobbes questo è il motivo per cui la creazione dello Stato è indispensabile: il collasso dello Stato dovuto agli attacchi esterni nel film porta ad un paradossale ritorno allo stato di natura. Ciò è ravvisabile soprattutto nelle scene finali, nell’incontro con il vicino di casa Danny, ma sono presenti altri esempi sottintesi. Amanda è disposta a lasciare George e sua figlia Ruth in mezzo alla strada nel bel mezzo di un blackout per salvaguardare la sua famiglia ed i suoi figli; Clay lascia una donna implorante aiuto in mezzo alla strada.

Il mondo dietro di te: un finale inaspettato

Il mondo dietro di te sorprende in tutto, anche nel finale, ma in questo caso non necessariamente positivamente. Per tutto il film lo spettatore cerca di comprendere insieme ai personaggi ciò che sta realmente accadendo, aspettandosi delle risposte nel finale. Senza fare alcun spoiler, si afferma semplicemente che la pellicola lascia delle domande in sospeso, creando una certa frustrazione nel pubblico che si aspettava una conclusione chiara a tutto il mistero del film.

Il mondo dietro di te si chiude con degli importanti spunti di riflessione ma con pochi chiarimenti sull’attacco in sé e su coloro che vi hanno dato inizio. Ad ogni modo si potrebbe vedere questo come un ulteriore elemento di suspense: si crea un finale aperto all’interpretazione dello spettatore.

Sean Gunn è stato scelto per il ruolo di Maxwell Lord nel DCU

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Sean Gunn è stato scelto per il ruolo di Maxwell Lord nel DCU

Arriva da Deadline la notizia che Sean Gunn, l’attore e fratello di James Gunn reduce dal lavoro con i Guardiani della Galassia è destinato ad assumere il ruolo del malvagio uomo d’affari Maxwell Lord nel nuovo universo DC supervisionato da James Gunn e Peter Safran.

Il ruolo era stato precedentemente interpretato da Pedro Pascal nel film Wonder Woman 1984 del 2020. Non è chiaro se Maxwell Lord di Sean Gunn farà un cameo in Superman: Legacy del fratello James Gunn , che entrerà in produzione il prossimo anno. Il personaggio, da quanto abbiamo appreso, verrà menzionato nel background di Legacy ma apparirà nei futuri progetti DC. La stessa cosa dovrebbe verificarsi per gli altri personaggi del nuovo universo DC, la prima fase che si chiama Gods and Monsters: Chapter One

Maxwell Lord ha debuttato nel 1987 in Justice League  #1 creato da Keith Giffen, JM DeMatteis e Kevin Maguire. Inizialmente concepito come un amigo della Justice League e chiave per la formazione della Justice League International; alla fine divenne un nemico dell’org e di Wonder Woman. Mentre era un ricco uomo d’affari, durante il crossover Invasiongli furono donati dei superpoteri quando una bomba genetica fu fatta esplodere da invasori alieni. La detonazione innesca il metagene latente di Lord, garantendogli la capacità di controllare le menti degli altri, anche se con grandi sfide.

Sean Gunn ha interpretato Kraglin nella trilogia GOTG della Marvel, dove i film sono stati diretti e scritti da James Gunn. Ha anche collaborato con James Gunn nel suo Suicide Squad nei panni di Weasel, e nel film Super, così come in Tromeo & Juliet, quest’ultimo co-scritto da James Gunn. I crediti televisivi includono The Good Doctor, A Terminal List, The Rookie, Robot Chicken e Una mamma per amica: A Year in the Life. Sean Gunn ha co-creato la serie PG Porn con James Gunn e Brian Gunn. Ha anche recitato nel film The Belko Experiment, scritto da James Gunn.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà Lex Luthor, Skyler Gisondo Jimmy Olsen e Sara Sampaio Eve Teschmacher.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.