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Star Wars: Young Jedi Adventures, la prima stagione dal 2 Agosto!

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Disney+ e Lucasfilm hanno annunciato che la prima stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures proseguirà con sei nuovi episodi che debutteranno sulla piattaforma streaming il 2 agosto, mentre ulteriori episodi arriveranno più avanti nel corso dell’anno. La prima stagione di Star Wars: Young Jedi Adventures sarà composta in totale da 25 episodi.

Ambientata durante l’era dell’Alta Repubblica, la serie animata segue i giovani Jedi mentre studiano le vie della Forza e imparano le abilità necessarie per diventare Jedi. La serie è stata recentemente nominata per il Television Critics Association Award 2023 ed è stata premiata con il Common Sense Seal di Common Sense Media, che riconosce le eccellenze tra i contenuti adatti alle famiglie.

I primi sette episodi della serie, che hanno debuttato lo scorso 4 maggio, hanno visto i giovani allenarsi con il Maestro Yoda e il Maestro Zia al tempio Jedi di Tenoo, incontrare il pilota e amico Nash Durango e scontrarsi con il pirata Taborr Val Dorn. I sei nuovi episodi seguiranno i giovani mentre continuano ad affinare le loro abilità nella Forza e a vivere avventure in tutta la galassia.

Siamo stati entusiasti di vedere un’intera nuova generazione innamorarsi della galassia di Star Wars grazie a ‘Young Jedi Adventures'”, afferma James Waugh, produttore esecutivo della serie e senior vice president, franchise content & strategy di Lucasfilm. “Con questi nuovi episodi, speriamo di continuare a coinvolgere i giovani, i padawan Jedi e i fan di tutte le età che si sono dichiarati #NubsNation”.

Il mondo di Star Wars: Young Jedi Adventures vive anche oltre la serie con libri come Leveled Readers, Little Golden Books, Coloring & Activity e molti altri, oltre a un assortimento di playset, action figure, abbigliamento, peluche e altro ancora di Hasbro, LEGO, Mattel. Una selezione di articoli sarà presto disponibile anche in Italia presso i principali rivenditori, tra cui ShopDisney.

Prodotta da Lucasfilm in collaborazione con Wild Canary per Disney+, Star Wars: Young Jedi Adventures vede come produttori esecutivi James Waugh, Jacqui Lopez e Josh Rimes di Lucasfilm. Michael Olson (Puppy Dog Pals) è showrunner ed executive producer; Elliot M. Bour (Elena di Avalor) è regista supervisore e co-produttore; Jeannine Hodson (Puppy Dog Pals) è produttrice e Lamont Magee (Black Lightning) è consulting producer.

Tra le voci nella versione originale di Star Wars: Young Jedi Adventures ci sono Jamaal Avery, Jr. nel ruolo di Kai Brightstar, Juliet Donenfeld nel ruolo di Lys Solay, Dee Bradley Baker nel ruolo di Nubs, Emma Berman nel ruolo di Nash Durango, Jonathan Lipow nel ruolo di RJ-83 e Piotr Michael nel ruolo del Maestro Yoda.

James Gunn conferma che The Suicide Squad non è nel canone del DCU

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Anche se il film ha rappresentato il suo debutto nella DC e ha generato la serie TV Peacemaker, il co-presidente e co-CEO dei DC Studios James Gunn ha confermato che The Suicide Squad non è parte del canone del prossimo franchise DC Universe. In una conversazione con un fan che è stata condivisa su Reddit tramite il subreddit DCEUleaks, a Gunn è stato chiesto se il personaggio di Nathan Fillion di The Suicide Squad, The Detachable Kid/TDK, è da considerare vivo e se la sua morte nel film sarà parte di un processo di reboot.

I film (e il canone) dei DC Studios iniziano con Superman: Legacy“, ha però risposto Gunn. La domanda è stata posta in quanto Gunn aveva confermato che TDK era sopravvissuto al film nel 2021, affermando durante un Twitter Watch Party dedicato al film che “è importante notare che se guardi i segnali di vita nell’hub delle comunicazioni, TDK non è morto“. Sembra però che non ci sarà nessun risvolto futuro per il personaggio interpretato da Fillion e considernado che l’attore avrà un altro ruolo nel DC Universe, improbabile che TDK compaia nuovamente in scena.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nathan Fillion è stato recentemente annunciato come interprete di Guy Gardner, alias Lanterna Verde.

Nel film ci saranno però anche Isabela Merced nei panni di Hawkgirl ed Edi Gathegi nei panni di Mister Terrific, mentre Anthony Carrigan sarà Metamorpho. Il film è stato poi descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Giornate degli Autori 2023: João Pedro Rodrigues Presidente di Giuria

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Sarà João Pedro Rodrigues a presiedere quest’anno la giuria delle Giornate degli Autori. Il regista, sceneggiatore, montatore, attore e produttore portoghese, nel 1997 porta alla Mostra del Cinema di Venezia il cortometraggio a tematica LGBT, Parabéns!. Dopo un paio di mediometraggi, nel 2000 torna alla Mostra di Venezia, questa volta in concorso, con l’opera prima O Fantasma. Nel corso degli anni i suoi film sono selezionati nei maggiori festival internazionali (Rotterdam, Berlino, Cannes, Karlovy Vary, Locarno, Toronto, San Sebastián e naturalmente la già menzionata Venezia). Nel 2016 Rodrigues si aggiudica il premio per la miglior regia a Locarno con O Ornitólogo. Lo scorso anno realizza Fogo-Fatuo, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs e nella cinquina finalista del LUX Audience Award 2023.

Nessuno meglio di lui potrà dunque guidare quest’anno il progetto 27 Times Cinema, organizzato dalle Giornate degli Autori, il LUX Audience Award del Parlamento europeo ed Europa Cinemas, in collaborazione con Cineuropa, che vedrà 27 giovani cinefili europei, ambasciatori del Parlamento Europeo, essere la giuria ufficiale delle Giornate degli Autori. Coordinati dal Direttore del Festival di Karlovy Vary, Karel Och, i ragazzi e le ragazze decreteranno a Venezia, insieme al Presidente João Pedro Rodrigues, il film vincitore del GdA Director’s Award, unico riconoscimento ufficiale della sezione autonoma promossa da ANAC e 100autori nell’ambito della Mostra del Cinema.

Dopo Céline Sciamma e l’inedito duo composto da Mina Mileva e Vesela Kazakova che due anni fa premiò il rumeno Imaculat di Monica Stan e George Chiper-Lillemark, poi vincitore anche del Premio De Laurentiis per la migliore opera prima di tutta la Mostra, a João Pedro Rodrigues spetta quest’anno il compito di accompagnare per dieci giorni i suoi giovani compagni d’avventura nella ricerca del film che, all’interno della Selezione Ufficiale delle Giornate, avrà saputo meglio cogliere il senso del premio: il coraggio di guardare al mondo con occhi nuovi.

“Sono entusiasta all’idea di presiedere una giuria di 27 giovani cinefili europei – ha dichiarato il regista nato a Lisbona – Da giovane cinefilo sin dall’età di quindici anni, ho sviluppato una relazione con il cinema appassionata e radicale. E non vedo l’ora di scoprire lo sguardo unico di ciascuno dei membri della giuria.”

“A distanza di un anno dalla vittoria del portoghese Lobo e Cão di Claudia Varejão come miglior film delle Giornate degli Autori – dichiara Gaia Furrer, direttrice artistica delle Giornate degli Autori –, è un immenso piacere per me continuare la storia d’amore con il cinema lusitano accogliendo uno dei maggiori registi contemporanei. Scegliere João Pedro Rodrigues come Presidente della Giuria per il 20° anniversario delle Giornate degli Autori, significa festeggiare un cinema libero, provocatorio, versatile, capace di interrogare il nostro tempo con audacia e irriverenza. Sono certa che confrontarsi con un regista di tale portata, sarà per i giovani giurati delle Giornate degli Autori un’esperienza elettrizzante”.

“Ci sono molti modi per interpretare il ruolo di presidente di una giuria – sottolinea il Delegato generale Giorgio Gosetti – Si può far uso del proprio carisma per affermare una specifica idea di cinema; si può decidere di mettersi al servizio di una piccola comunità di ‘esperti’ per mediare tra loro un verdetto convincente. Ma nel caso unico della giuria delle Giornate, fare il Presidente significa disporsi all’ascolto del nuovo che occhi giovani sanno cercare e scoprire, farsi maestro e allievo nello stesso momento. La storia e il talento del nostro Presidente di quest’anno – la ventesima edizione della rassegna – sono garanzia di questa unicità.”

Le mie ragazze di carta, la recensione del film di Luca Lucini

Le mie ragazze di carta, la recensione del film di Luca Lucini

A davvero poca distanza – tre mesi! – dall’arrivo sulla piattaforma di streaming di Amazon Prime Video del suo precedente Io e mio fratello, il milanese Luca Lucini torna a parlare al pubblico con Le mie ragazze di carta. E a presentare al cinema il film già annunciato come il suo più ‘personale’, una storia “cui sono particolarmente legato, – come dice lui stesso, – la prima che sento veramente mia da quando ho iniziato“. Prima ancora dell’esordio di Tre metri sopra il cielo del 2004, quando lavorava soprattutto con i videoclip (da Alexia a Carmen Consoli e Angelo Branduardi).

In sala a partire da giovedì 13 luglio, distribuito da Adler Entertainment, Le mie ragazze di carta è il racconto di una perdita dell’innocenza molto particolare, che si intreccia con l’amore per il cinema nell’Italia cattolica e conformista degli anni ’70, nella quale Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Cristiano Caccamo, Giuseppe Zeno e Neri Marcorè hanno tutti dei ruoli fondamentali nella scoperta del mondo del giovane e interessante Alvise Marascalchi (già visto in Mamma o papà di Riccardo Milani).

Le mie ragazze di carta – Benvenuti nell’Italia degli anni ’70

E’ un momento importante nella vita della famiglia Bottacin, decisa a lasciare la campagna dove ancora vivono amici e parenti per trasferirsi in città, a Treviso. Primo (Pennacchi) ha vinto – faticosamente e non senza aiuti – il concorso per entrare alle Poste e un nuovo orizzonte si apre davanti a lui e la moglie Anna (Sansa). Forse meno complicato di quello che attende il giovane Tiberio, il figlio adolescente della coppia, che più di tutti finisce per subire il contraccolpo della nuova realtà.

Una cittadina in rapida espansione, e in trasformazione, sociale ed economica, ma dalle radici contadine e cattoliche molto profonde e radicate, che ancora condizionano il modo di pensare della gente della piccola e laboriosa provincia settentrionale. Le voci sull’esuberante parroco (Marcorè) o l’ipocrisia che circonda la locale sala cinematografica sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano il racconto di un periodo storico, ma soprattutto il cambiamento che scopriranno dentro di sé i nostri protagonisti, divisi da sentimenti, riflessioni e pregiudizi che non avevano mai conosciuto prima.

Solita provincia, insoliti protagonisti

Classe 1967, Luca Lucini aveva poco più di 10 anni all’epoca nella quale è ambientata quella che lui stesso definisce la “storia vera del mio passato, la storia di un cinema davanti a casa nel quale ad un tratto non potevo più entrare, senza capire il perché”, che lo scomparso Mauro Spinelli – sceneggiatore al quale Le mie ragazze di carta è dedicato – trasferì da Milano a Treviso aggiungendo la famiglia protagonista e vincendo il premio Solinas nel 2007. Una storia che viene da lontano, produttivamente, e che racconta un tempo ormai lontano, tanto da sembrare fantascienza, o documentario.

Qualcosa che ricorda molto cinema italiano già visto, come l’uso della voce narrante o la costruzione di una provincia conformista e ipocrita nella quale vediamo muoversi dei protagonisti avulsi e diversi. Per una volta, di area democratico-cristiana, nel senso della ‘Balena Bianca’ che la storia patria – anche culturale – sembra paradossalmente aver dimenticato, nonostante i tanti film su Aldo Moro.

Una connotazione esplicitata solo inizialmente, ma implicita nella fotografia di una società italiana marcata da un bigottismo che, per altro, non appartiene all’unico sacerdote che vediamo rappresentato. E ancora confusa sul concetto di modernità, per molti limitata alla tv a 99 canali e i sofficini, ma che i Bottacin hanno il coraggio di realizzare in una emancipazione naturale affrontata con l’ingenuità e il buon senso contadini di quegli anni. Non senza fatica o conflitti, ognuno a modo suo, eppure senza traumi, né per la scoperta della transessualità, né del porno, né di un possibile ruolo diverso della donna.

Proprio il sesso è un elemento che Lucini gestisce con garbo, eppure fondamentale, come innesco per una serie di riflessioni altre dei tre protagonisti. Inizialmente spaesati, nel tentativo di riconoscere una felicità ormai raggiunta al netto della nostalgia per quanto perso e dell’importanza di accettare la separazione come naturale in una vita che amplia i suoi confini.

Temi con i quali molti potranno identificarsi, ma che probabilmente mancano di dare alla vicenda quel quid di unicità, anche stilisticamente, nonostante l’incipit animato. L’intolleranza verso un progresso disumanizzante è ormai comune, come quella per il frustrante confronto con l’immagine che altri scelgono di dare di sé o di pretendere dai propri simili, come anche il finale scelto. Anticipato dalla divertente commistione di sacro e profano del ‘miracolo’ del sexy show e poi dallo scarto definitivo che rende Le mie ragazze di carta un ‘coming of age’ vero e proprio, sebbene con qualche disomogeneità nello sviluppo, e nel quale l’immagine dell’amore reale, puro, che vince su quello dedicato a delle ‘ragazze di carta’ rischia di prestarsi a interpretazioni non volute e diverse da quelle della iconica celebrazione del cinema come luogo del ricordo e delle emozioni.

Tartarughe Ninja: Caos Mutante, prima clip del film in arrivo al cinema!

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Paramount Picture ha diffuso la prima clip di Tartarughe Ninja: Caos Mutante, la commedia d’animazione che vede le famose tartarughe mutanti protagoniste di questa scena. Il video mostra Donatello, Michelangelo, Leonardo e Raffaello mentre vengono incaricati da Master Splinter di una missione molto importante che prevede il recupero della spesa. Il film dovrebbe uscire nelle sale il 2 agosto, in Italia invece il 30 agosto 2023.

Dall’eterno adolescente Seth Rogen, il 30 agosto arriva al cinema Tartarughe Ninja: Caos Mutante. Dopo anni di addestramento nelle arti marziali, i giovani fratelli Tartaruga emergono dal loro covo sotterraneo per salvare la città di New York da un gruppo di criminali che ha preso il controllo delle strade. Con l’aiuto della loro nuova amica April O’Neil, i fratelli useranno tutte le loro abilità per lottare contro un esercito di mutanti e dimostrare il loro valore come eroi. Tartarughe Ninja: Caos Mutante uscirà il 30 agosto solo al cinema.

Il film è diretto da Jeff Rowe e Kyle Spears da una sceneggiatura scritta da Rowe, Seth Rogen , Evan Goldberg, Dan Hernandez e Benji Samit. È prodotto da Rogen, Goldberg e James Weaver. I produttori esecutivi sono Ramsay McBean e Josh Fagen.

Il CEO della Disney, Bob Iger, conferma una diminuzione dei contenuti Marvel e Star Wars

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Il CEO della Disney, Bob Iger, ha confermato i rumor secondo cui ci sarà una diminuzione dei contenuti sia per Marvel che per Star Wars, poiché la società sta cercando di tagliare i costi in seguito ai tutt’altro che soddisfacenti risultati al box office. Durante una chiacchierata con CNBC, Iger ha ammesso che la Disney frenerà un po’ sulla realizzazione di film e serie TV per quanto riguarda i franchise della Marvel Studios e della Lucasfilm, nel tentativo di gestire con più di attenzione entrambe le entità.

Iger ha detto: “Ti tiri indietro non solo per concentrarti, ma anche per contenere i costi. Spendere meno per ciò che facciamo e faremo di meno“. Una decisione che, come anticipato, arriva dopo che la Disney ha visto scontrarsi con alcuni costosi fallimenti ultimamente di progetti con budget enormi. Iger ha riconosciuto alcune di queste mancanze, ma il CEO ha citato in particolare la Marvel perché il marchio ha iniziato a pompare i suoi contenuti originali sia sale che in streaming.

La mossa dello streaming è stata quella di dare una spinta a Disney+ e raccogliere più abbonati, ma Iger crede che questo abbia influenzato l’attenzione dei fan. “La Marvel ne è un ottimo esempio. All’inizio non era stata nel settore televisivo a un livello significativo, e ora non solo ha aumentato la produzione di film, ma ha finito per realizzare diverse serie TV. Francamente, ha diluito concentrazione e attenzione”.

La Disney ha chiarito che avrebbe portato avanti delle strategie di contenimento costi quando hanno annunciato che avrebbero tagliato ben 7.000 lavoratori, circa il 3% della forza lavoro dell’azienda, per contribuire a ridurre le spese di 5,5 miliardi. Da un punto di vista finanziario, ha senso fare un passo indietro rispetto alla creazione di contenuti da questi marchi, poiché il mercato sembra esserne saturo e i risultati sono stati contrastanti. All’inizio di quest’anno, Ant-Man and the Wasp: Quantumania si è ad esempio affermato come uno dei maggiori flop della Marvel.

The Plane: in prima tv su Sky il film con Gerard Butler

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The Plane: in prima tv su Sky il film con Gerard Butler

Arriva in prima tv su Sky The Plane, adrenalinico film d’azione con protagonista Gerard Butler nei panni di un comandante di volo che deve effettuare un atterraggio di emergenza in uno dei luoghi più pericolosi della Terra, lunedì 17 luglioalle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Collection – Gerard Butler Mania), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K.

Nel film con Butler, che interpreta Brodie Torrance, anche Mike Colter, nel ruolo di Louis Gaspare, inaspettato alleato del pilota. La regia è di Jean-François Richet, mentre la sceneggiatura è di Charles Cumming e J.P. Davis.

La trama di The Plane

Durante una violenta tempesta, il comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i passeggeri e fuggire dall’isola?

In occasione di questa prima tv da lunedì 17 a domenica 23 luglio SKY CINEMA COLLECTION – GERARD BUTLER MANIA(canale 303) accende i riflettori sull’iconico attore, con una programmazione dedicata alla sua filmografia.

Tra i tredici titoli previsti: il primo e il terzo capitolo della saga action in cui Butler è un agente della CIA, ATTACCO AL POTERE – OLYMPUS HAS FALLEN e ATTACCO AL POTERE 3, entrambi con Morgan Freeman; il film con Frank Grillo e Alexis LouderCOPSHOP – SCONTRO A FUOCO in cui si innesca una battaglia tra un killer, un astuto truffatore e una poliziotta alle prime armi; NELLA TANA DEI LUPI dove una squadra speciale del dipartimento di polizia viene incaricata di sgominare una banda di rapinatori; il suggestivo thriller tratto da una storia vera THE VANISHING – IL MISTERO DEL FARO, con Peter Mullan; l’action-fantasy di Alex Proyas GODS OF EGYPT con Nikolaj Coster-Waldau, le scatenate commedie romantiche LA DURA VERITÀ con Katherine Heigl e IL CACCIATORE DI EX con Jennifer Aniston.

Oppenheimer: l’opening look di 5 minuti mostra nuovi filmati dell’epico dramma di Christopher Nolan

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Prima della sua uscita il 21 luglio (USA), la Universal Pictures ha pubblicato un nuovo video di Oppenheimer, il dramma storico di Christopher Nolan. Il video mostra molte scene inedite della performance di Cillian Murphy nei panni dello scienziato protagonista e anticipa la storia dietro la bomba atomica, nonché le conseguenze che Oppenheimer dovrà affrontare per la sua creazione. Guarda il video di apertura di Oppenheimer qui sotto:

Tutto quello che sappiamo sul film Oppenheimer

Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh.

Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).  Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.

Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero.  I film di Nolan, tra cui TenetDunkirkInterstellarInception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.

Mortal Kombat 2: Karl Urban è Johnny Cage in una foto dal backstage

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Una nuova foto dal backstage di Mortal Kombat 2 ci mostra l’attore Karl Urban nei panni di Johnny Cage, con tanto di iconici occhiali da sole, in posa con il co-creatore del videogioco originale. Dopo il riavvio di Mortal Kombat del 2021 diretto da Simon McQuoid, Urban si è infatti unito al cast del sequel nei panni della sfacciata star d’azione di Hollywood diventato campione di Earthrealm, insieme ad altri nuovi arrivati come Tati Gabrielle, Adeline Rudolph, Martyn Ford e Ana Thu Nguyen.

Le riprese principali sono iniziate ufficialmente a giugno, anche se ora probabilmente verranno ritardate a causa dello sciopero degli attori SAG-AFTRA. Ad ogni modo, su Twitter, il co-creatore del videogioco Mortal Kombat Ed Boon ha condiviso una foto di se stesso e Urban sul set australiano del sequel. Foto che, naturalmente, ha scatenato l’entusiasmo dei fan, che non vedono l’ora di vedere il Johnny Cage di Urban. Infatti, nonostante il riavvio di Mortal Kombat del 2021 ha cercato di onorare l’eredità dei videogiochi che lo hanno ispirato, la decisione di escludere Johnny Cage è stata considerata deludente da molti.

Sebbene la fine di quel film faccia un’allusione al suo personaggio, suggerendo che il Cole Young di Lewis Tan si stava proponendo di ottenere l’aiuto di Cage contro la crescente minaccia dell’Outworld, coloro che hanno familiarità con la storia dei giochi hanno considerato la sua omissione un insulto. Ad ogni modo, l’annuncio del casting di Urban per Mortal Kombat 2 è stato un notevole risarcimento per i fan che hanno contestato la sua esclusione dal primo film e la sua presenza è attualmente uno degli aspetti più entusiasmanti di questo sequel.

Tutto quello che c’è da sapere su Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre Johnny Cage, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Cannes mon amour: dal 17 luglio la rassegna che porta a Roma i film di Cannes 2023

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Circuito Cinema presenta la prima edizione di “Cannes mon amour”, rassegna cinematografica che porta in sala, in anteprima, i film del Festival di Cannes 2023. Dal 17 al 27 luglio in contemporanea a Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze saranno proiettati in versione originale sottotitolata: Fallen leaves di Aki Kaurismäki (Premio della Giuria), Monster di Hirokazu Kore-eda (Palma alla Miglior sceneggiatura), About dry grasses di Nuri Bilge Ceylan (Palma alla Miglior attrice a Merve Dizdar), Perfect days di Wim Wenders (Palma al Miglior attore a Koji Yakusho), Jeanne Du Barry – la favorita del re di Maïwenn (Film di apertura), i film in concorso The old oak di Ken Loach, Youth(Spring) di Wang Bing, Asteroid City di Wes Anderson, May December di Todd Haynes e, infine, il documentario presentato come Proiezione Speciale al festival, Anselm di Wim Wenders.

Grazie a “Cannes mon amour” e al lavoro delle istituzioni e degli operatori di settore, i film del festival arrivano per la prima volta in cinque città e non solo a Roma e Milano, come è stato negli anni precedenti. Appuntamento quindi nei cinema Giulio Cesare e 4 Fontane di Roma, Anteo e Colosseo di Milano, Nazionale di Torino, Rialto di Bologna e Fiorella di Firenze con “Cannes mon amour”!

Cannes mon amour, ecco il programma:

FALLEN LEAVES
di Aki Kaurismäki con Alma Pöysti, Jussi Vatanen, Alina Tomnikov, Sakari Kuosmanen, Janne Hyytiäinen – durata 81’
Per la quinta volta in Selezione ufficiale a Cannes, Kaurismäki continua a fare del suo cinema ironica poesia sul mondo degli ultimi. Ansa e Holappa si incontrano per caso una notte a Helsinki. I due hanno vite difficili segnate dal disagio e dalla precarietà, ma il loro incontro sarà l’inizio di una storia che li aiuterà ad amare di nuovo. Dentro l’inconfondibile stile, tra minimalismo narrativo, no sense e citazionismo, Kaurismäki regala mille, piccole epifanie che raccontano la complessità del mondo. Le foglie cadono, ma la speranza, quella, non muore. Un inno, anarchico e liberissimo, alla resistenza umana. Vincitore del Premio della Giuria.

MONSTER
di Hirokazu Kore-Eda con Sakura Ando, Eita Nagayama, Soya Kurokawa, Hinata Hiiragi, Mitsuki Takahata – durata 126’
Dopo aver vinto la Palma d’Oro (Un affare di famiglia) e il Premio della Giuria (Father and Son), Hirokazu Kore-eda torna in Concorso per la settima volta con un ennesimo, prezioso tassello della sua filmografia. Quando suo figlio Minato inizia a comportarsi in modo strano, Saori crede che potrebbe essere colpa di un’insegnante. Ma è solo la punta dell’iceberg di una parabola che si rivelerà più stratificata. Tra incastri rashomoniani, Kore-eda costruisce un mosaico di colpe vere e presunte, di non detti, di idiosincrasie contemporanee. Ancora una volta è l’adolescenza il terreno fertile per raccontare la natura cristallina degli affetti e la loro indissolubilità con una delicatezza che oscilla dal lancinante allo struggente. Cinema etico, poetico e umanissimo impreziosito dalla colonna sonora firmata da Ryūichi Sakamoto. Palma alla Miglior sceneggiatura.

PERFECT DAYS
di Wim Wenders con Kôji Yakusho, Min Tanaka, Arisa Nakano, Tokio Emoto, Tomokazu Miura – durata 123’
Vincitore della Palma d’oro per Paris, Texas e per la miglior regia con Il cielo sopra Berlino, Wim Wenders torna a Cannes con la storia di Hirayama, un uomo che per lavoro pulisce i bagni pubblici di Tokyo. Hiramaya ama leggere, ascoltare musica rock e scattare foto in pellicola, rifiutando la tecnologia moderna. Una serie di incontri inaspettati, però, svelerà più del suo passato. Wim Wenders illumina le piccole cose e compone una riflessione commovente sulla ricerca della bellezza del mondo che ci circonda. Cinema minimalista ma dall’empatia amplificata che scopre ogni volta qualcosa di nuovo. La necessità di un incanto che contagia lo spettatore e dà alle immagini un’eleganza stupefacente. Un atto politico. Pura grazia cinematografica. Palma al Miglior attore a Koji Yakusho.

ABOUT DRY GRASSES
di Nuri Bilge Ceylan con Merve Dizdar, Deniz Celiloglu, Musab Ekici – durata 197’
Nuri Bilge Ceylan, già vincitore a Cannes di due Grand Prix (Uzak e C’era una volta in Anatolia) e di una Palma d’Oro (Winter Sleep) illumina piccole solitudini in esilio per raccontare le grandi contraddizioni della società turca. Samet è un giovane insegnante d’arte isolato in un villaggio dell’Anatolia che, dopo una serie di eventi, perde le speranze di fuggire dalla vita a cui sembra destinato, fino a quando non incontra un’altra giovane insegnante. La potenza raggelante e ancestrale delle immagini si sposa allo spessore filosofico e cechoviano di un racconto che inchioda l’uomo alle sue meschinità. In ideale e costante dialogo con i suoi maestri (Bresson, Tarkovskij, Antonioni), Celyan riflette su concetti fondamentali come il bene e il male, l’individualismo e il collettivismo. Cinema chirurgico, umanista, ipnotico. Palma alla Miglior attrice a Merve Dizdar.

JEANNE DU BARRY – LA FAVORITA DEL RE 
di e con Maïwenn e con Johnny Depp, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory, Benjamin Lavernhe – durata 116’
Il ritorno sul grande schermo di Johnny Depp, diretto e affiancato dalla cineasta francese Maïwenn, già vincitrice a Cannes del Premio della Giuria nel 2011, per Polisse. Jeanne ha umili origini ma fin da piccola è bella e brillante. Dedita al libertinaggio, arriverà così tra le lenzuola del Re di Francia Luigi XV e ne diventerà l’ultima favorita dal 1768 al 1774, anno della morte del Sovrano. I protagonisti sono magnetici ed intriganti e dipingono, con ironia, un affresco sfarzoso e perturbante che occhieggia alla pittura del Settecento con sguardo autoriale, moderno e dissacrante. Una maestosa pagina di Cinema. Film di Apertura. 

THE OLD OAK
di Ken Loach con Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox – durata 113’
Dopo aver conquistato due volte la Palma d’Oro (Il vento che accarezza l’erba e Io, Daniel Blake) e tre volte il Premio della Giuria, Ken Loach torna con ostinata coerenza all’attivismo cinematografico. The Old Oak è l’ultimo pub rimasto in una cittadina mineraria inglese, ormai vittima dell’abbandono da parte dei giovani. La comunità dovrà imparare a convivere con la presenza di rifugiati siriani. Dopo oltre cinquant’anni di carriera Loach, con al fianco lo sceneggiatore Paul Laverty, continua a sondare in profondità il reale, ad osservare le iniquità per trasformarle in materia narrativa vibrante. Puro distillato di tutta la sua poetica, Ken Loach dirige un film di contagiosa umanità che prende atto di una sconfitta ma suggerisce una via alternativa. In concorso. 

YOUTH (Spring)
di Wang Bing – durata 212’
Era dalla Palma d’oro a Fahrenheit 9/11 che un documentario non era in Concorso a Cannes. Ambientato in uno dei poli dell’industria tessile cinese, Youth racconta di come migliaia di ragazzi provenienti da tutte le province, si trasferiscono per lavorare. Hanno 20 anni, dormono insieme, flirtano, scherzano e litigano dietro le loro macchine da cucire. Maestro del documentario contemporaneo, Wang Bing dirige un’opera monumentale che regala momenti di toccante intimità. Storie minuscole, tutte diversamente uguali, che si riproducono tragicamente in serie, come logica del capitale. Un’esperienza di visione immersiva a ricordare che la classe operaia, anche quando va all’inferno, vive, desidera, sogna e sboccia come la primavera. In concorso. 

ASTEROID CITY
di Wes Anderson con Margot Robbie, Tom Hanks, Scarlett Johansson, Bryan Cranston, Steve Carell, Rupert Friend, Jeff Goldblum, Edward Norton, Adrien Brody, Maya Hawke – durata 104’
Una storia di fantascienza pensata come una storia d’amore. Anni ‘50, nell’immaginaria cittadina desertica di Asteroid City si svolge un convegno di astronomia. La convention attira diversi studenti con i rispettivi genitori, ma le loro storie finiranno per sovrapporsi in modi del tutto inaspettati. La smagliante autorialità di Wes Anderson esplode in un affresco dirompente che unisce varie forme d’arte e performance eccezionali. Mescolando fantascienza e western, Anderson parla anche di una serie di paure umane, collettive (la bomba atomica) e individuali (la solitudine), dando vita a una pellicola intima e personale. Il film è musicato dal pluripremiato compositore Alexandre Desplat. In concorso.

MAY DECEMBER
di Todd Haynes con Natalie Portman, Cory Michael Smith Julianne Moore, Charles Melton, Piper Curda – durata 113’
Il pluripremiato Todd Haynes (Lontano dal paradiso, Carol) dirige Natalie Portman e Julianne Moore in un film raffinato e vorticoso che riflette sull’impossibilità di cogliere fino in fondo la complessità dell’umano e il suo mistero. Per prepararsi al suo nuovo ruolo, una famosa attrice incontra la donna che interpreterà sullo schermo, la cui vita sentimentale ha acceso la stampa scandalistica e affascinato il paese 20 anni prima. Ricerca della verità e performance artistica, seduzione e voyeurismo: Todd Heynes dirige un film vibrante e bergmaniano che vive di contrasti, colori pastello e farfalle destinate a regredire a bruchi. Intelligenza ed umorismo al servizio di un’opera che mette in luce una spietata umanità. In concorso. 

ANSELM
di Wim Wenders con Anselm Kiefer – durata 93’
Dopo Pina, Buena Vista Social Club e Il sale della Terra, Wim Wenders torna al documentario per omaggiare l’opera di Anselm Kiefer. «Sono sempre rimasto colpito dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti.» così Wim Wenders definisce l’opera del pittore e scultore tedesco. Passato e presente si intrecciano per sfumare il confine tra film e pittura, creando un universo immersivo con il quale lo spettatore vive l’illusione di trovarsi all’interno dei luoghi che diventano set in movimento. Un’esperienza cinematografica abbagliante che fa luce sul percorso di vita, le ispirazioni e il processo creativo di uno dei più grandi artisti contemporanei. Proiezioni speciali.

Star Wars: ecco chi è secondo Dave Filone il più grande Jedi di tutti i tempi

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In una nuova featurette della serie di Star Wars Ahsoka appena rilasciata, quella che sembrava essere una dichiarazione apparentemente innocua dello showrunner Dave Filoni ha da subito generato numerosi dibattiti online. Parlando di dove ritroviamo Ahsoka Tano nella serie, Filoni ha infatti dichiarato che “stiamo raccontando la storia di questo personaggio, che è stato addestrato dal più grande Jedi di tutti i tempi, Anakin Skywalker“.

I fan di Star Wars si sono subito divisi tra chi è fortemente d’accordo con tale affermazione e chi invece è inorridito dal fatto che Filoni possa considerare lo Jedi che è diventato Darth Vader più grande persino di Obi-Wan Kenobi e Yoda. Filoni, che ha iniziato la sua carriera alla Lucasfilm sviluppando The Clone Wars al fianco di George Lucas, ha in realtà già da tempo svelato tale pensiero nei confronti di Anakin, il quale avrebbe infatti realizzato il suo destino come Il Prescelto, anche se ciò significava distruggere gli Jedi.

Inoltre, difficile ignorare il fatto che, in termini di capacità di esercitare la Forza da solo, l’eroe trasformato in cattivo è davvero il più grande (o comunque uno dei più potenti) Jedi. Come la maggior parte delle cose relative a Star Wars, non c’è da sorprendersi che i commenti di Filoni abbiano  riacceso un forte dibattito (da sempre si discute su chi sia il più potente degli Jedi), ma la cosa su cui focalizzare l’attenzio è che probabilmente nella serie Ahsoka si dedicherà molto spazio all’approfondimento di cosa voglia dire essere stati addestrati da un Jedi poi divenuto Sith.

Ahsoka, tutto quelo che sappiamo sulla serie

Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka seguirà l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile. Oltre a Rosario Dawson nei panni della protagonista, Ahsoka è interpretata da Natasha Liu Bordizzo nel ruolo di Sabine Wren e Mary Elizabeth Winstead in quello di Hera Syndulla, Ray Stevenson nei panni di Baylan Skoll, Ivanna Sakhno in quelli Shin Hati; Diana Lee Inosanto è Morgan Elsbeth, David Tennant interpreta Huyang, Lars Mikkelsen è il Grand’ammiraglio Thrawn ed Eman Esfandi interpreta Ezra Bridger.

Fondazione seconda stagione, la recensione della serie Apple TV+

Fondazione seconda stagione, la recensione della serie Apple TV+

Dopo una prima stagione che si è rivelata essere il prodotto di fantascienza maggiormente elegante ed epico di questi ultimi anni, Fondazione torna su Apple TV+ con una seconda che non soltanto conferma le qualità dei precedenti episodi, ma ne aggiunge addirittura delle nuove.

Fondazione, dove eravamo rimasti

Le avventure dei personaggi che abbiamo conosciuto in Fondazione Stagione Uno continuano circa centocinquanta anni dopo il punto in cui li avevamo lasciati. Impossibile sintetizzare una trama che soprattutto nei primi episodi vede Hari Seldon, Gaal Dornick, Salvor Hardin e alcuni altri protagonisti dirigersi verso il proprio destino inserito in percorsi narrativi che raramente incrociano, o almeno non fino alla soluzione finale. Oltre a loro ci sono però tutta una serie di nuovi personaggi che offrono alla serie piccole ma significative, se non addirittura fondamentali variazioni sul tema.

La nuova stagione possiede infatti due elementi che la rendono se possibile ancor piú efficace: un ritmo della narrazione maggiormente incalzante e la capacità di rappresentare con potenza il dramma dei personaggi e delle loro relazioni. Il tutto senza mai dimenticare la confezione: i nuovi episodi di Fondazione sono, a livello puramente estetico, spettacolari e raffinati esattamente quanto lo erano stati gli altri. Il che non può che confermare la lucidità dei creatori David S. Goyer e Josh Friedman nell’adattare il capolavoro letterario di Isaac Asimov.

Gaal e Salvor, il cuore emotivo

A livello puramente emotivo, Fondazione Stagione 2 risulta coinvolgente in particolar modo quando in scena ci sono Gaal e Salvor, adesso legate da un destino comune che le vuole unite pur con tutte le loro differenze di vedute. Il rapporto tra i due personaggi costituisce certamente il cuore pulsante degli episodi, anche perché l’alchimia tra le due attrici Lou Llobel e Leah Harvey è evidente. Accanto a loro si trova spesso un grande “menestrello” come Jared Harris, il quale si diverte evidentemente un mondo a esplorare le varie e spesso contrastanti sfumature di Hari Seldon: in alcuni momenti il consumato attore sa andare in profondità e scavare nella psicologia del ruolo con eleganza trattenuta.

Isaac Asimov fondazioneIn altri, e dobbiamo ammettere che sono i più divertenti, può invece lasciarsi andare a un istrionismo vertiginoso e insieme controllato. Senza mai dimenticare poi che nel cast di Fondazione un’altra personalità fondamentale è Lee Pace, sempre più carismatico e sensuale, il quale lavora alla figura dell’imperatore apportando piccole ma significative variazioni. Il cast della seconda stagione di Fondazione si arricchisce poi di caratteristi di sicuro impatto come Holt McCallany (Mindhunter su Netflix) e Ben Daniels (The Exorcist), con quest’ultimo che dispone di un personaggio di notevole peso specifico, non soltanto per la trama ma anche a livello emozionale per l’intera serie.

Una visione epica

Fondazione conferma di avere al momento qualcosa che le altre serie di fantascienza odierne sembrano aver perso: l’ampiezza del respiro, l’epica della visione, la volontà di presentare universi lontani affascinanti e grandiosi nella loro civiltà avanzata. Lo show possiede una forma estetica in grado di mostrare tale volontà, e il merito va ovviamente dato prima di tutto alla grandiosa visione del genere che aveva Isaac Asimov.

Goyer e Friedman hanno però trovato la chiave estetica maggiormente consona per tradurre lo scrittore in immagini, creando un universo variegato e sempre capace di suscitare meraviglia. A questo si aggiunge poi l’evidente progresso fatto nel avvicinare i personaggi al pubblico, renderli più umani come ad esempio la dolcissima e coraggiosa Constant interpretata da un’efficacissima Isabella Laughland. Insomma, Fondazione continua a stupire e dimostra di saper coniugare forma e contenuto come pochissimi altri show di questo genere sanno fare oggi. Prodotto davvero notevole.

Superman: Legacy, alcune fan-art mostrano il potenziale aspetto degli altri supereroi nel film

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Con la notizia che diversi supereroi faranno la loro comparsa in Superman: Legacy, ci si chiede già quale potrebbe essere il loro aspetto. Se lo sono chiesto anche gli artisti _artkin_ e thejulianbell, che attraverso alcune fan-art pubblicate sui rispettivi profili Instagram hanno provato a rispondere proprio a questo interrogativo. In particolare, i due hanno immaginato come potrebbe apparire Nathan Fillion nei panni di Guy Gardner alias Lanterna Verde, Edi Gathegi in quelli di Mister Terrific e Anthony Carrigan come Metamorpho. Di seguito, ecco i post con le fan-art in questione:

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Mission: Impossible 7, eliminato il de-aging di Tom Cruise perché fonte di distrazione

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Ci sono state molte discussioni e polemiche sul processo di ringiovanimento digitale degli attori nei film, specialmente dopo che la sequenza di apertura di Indiana Jones e il quadrante del destino ha riproposto tale pratica, confermando la sempre maggior frequenza con cui vi si ricorre. Anche per il film Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno si è valutata l’idea di ricorrervi. Secondo il regista Christopher McQuarrie, il team di produzione ha infatti esaminato il ringiovanimento di Tom Cruise per l’apertura del settimo film di Mission: Impossible come un modo per ripercorrere la sua storia passata.

Parlando con GamesRadar+, McQuarrie ha detto di aver armeggiato con il de-aging di Cruise per alcune scene di Dead Reckoning, ma alla fine ha ritenuto la cosa troppo una fonte di distrazione e ha deciso di non procedere con la cosa. “In origine, c’era stata un’intera sequenza all’inizio del film che avrebbe avuto luogo nel 1989“, ha spiegato McQuarrie. “Ne abbiamo parlato come di un flashback nel film, abbiamo esaminato il processo di de-aging“.

Durante le ricerche, continuavo a dire: ‘Ragazzi, questo de-aging è davvero buono’ ma anche ‘Questo de-aging non è così buono. Non mi sono mai trovato a seguire effettivamente la storia“, ha aggiunto il regista. “Ero troppo distratto da un attore che conoscevo da tanto tempo che ora improvvisamente era tornato giovane.” Anche se è stato fonte di distrazione per McQuarrie quando lo ha applicato a Cruise, il regista crede di aver trovato un modo per farlo funzionare per i film futuri.

Nel fare ricerche su questo, ho decifrato il codice – credo – su come affrontarlo al meglio. A quel punto ci eravamo in qualche modo allontanati da esso. Ma potremmo ancora giocarci. Mai dire mai”. Stando alle parole di McQuarrie, per i prossimi film della saga ci si potrebbe dunque aspettare di veder comparire sul grande schermo anche un Tom Cruise ringiovanito. Sarà di particolare interesse capire in che modo il regista e il suo team decideranno di usare tale pratica affinché non risulti una distrazione per il pubblico.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, tutto quello che c’è da sapere sul film

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’ intera umanità. Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

Il film è diretto da Christopher McQuarrie, già regista di Rogue Nation Fallout, e vanta un cast composto da, oltre Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Esai Morales,Simon Pegg, Vanessa Kirby, Hayley Atwell, Pom KlementieffVing Rhames e Shea Whigham.

House of the Dragon: le riprese continueranno durante lo sciopero SAG-AFTRA

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Sebbene lo sciopero SAG-AFTRA sia stato ufficialmente dichiarato, le riprese della serie HBO House of the Dragon continueranno nel Regno Unito. Deadline ha riferito che House of the Dragon e le altre serie HBO Industry continueranno a girare nel Regno Unito poiché hanno principalmente cast britannici che lavorano con contratti Equity invece che con contratti SAG-AFTRA. L’outlet ha anche affermato che SAG-AFTRA ha consigliato ai membri che stanno stipulando contratti azionari di “continuare a riferire al lavoro“.

Lo sciopero inizia a mezzanotte, mentre i membri del sindacato potranno unirsi ai picchetti della WGA domani mattina, venerdì 14 luglio. Di conseguenza, le produzioni che fanno parte del contratto televisivo e cinematografico SAG-AFTRA devono interrompersi immediatamente. Questa è la seconda volta che gli attori scioperano insieme agli scrittori, con il caso precedente avvenuto nel 1960.

Tutto quello che sappiamo su House of the Dragon

House of the Dragon è attualmente interpretato da Matt SmithEmma D’ArcyOlivia Cooke, Rhys Ifans, Steve Toussaint, Eve Best, Sonoya Mizuno, Graham McTavish, Jefferson Hall, David Horovitch, Matthew Needham, Bill Patterson, Gavin Spokes, Wil Johnson, John Macmillan, Savannah Steyn e Theo Nate. La seconda stagione accoglie anche l’aggiunta di Gayle Rankin, Russell Beale, Freddie Fox e Abubakar Salim.

Basato su Fire & Blood di George RR Martin, House of the Dragon racconta l’ascesa e la caduta dei Targaryen, l’unica famiglia di signori dei draghi sopravvissuta al destino di Valyria. Si svolge 300 anni prima degli eventi del pluripremiato adattamento in serie de Il Trono di Spade, che è andato in onda nel suo episodio finale nel 2019. House of the Dragon proviene da George RR Martin, Ryan Condal e dal regista di Game of Thrones Miguel Sapochnik, con Condal e Sapochnik anche come showrunner. Martin, Sapochnik, Condal, Vince Gerardis e Sara Lee Hess sono i produttori esecutivi.

Superman: Legacy, Nicholas Hoult non sarebbe più in lizza per il ruolo di Lex Luthor

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Mentre continuano i casting per il film Superman: Legacy, da cui si stabilirà quali attori interpreteranno determinati personaggi, nelle ultime ore è emerso invece un rumor su di un interprete che non dovrebbe più avere alcun ruolo nel film. Si tratta di Nicholas Hoult, inizialmente in corsa per la parte di Superman ma preso poi in considerazione anche per il ruolo della sua nemesi, Lex Luthor. Secondo quanto riportato dall’insider Jeff Sneider, l’attore non però più in lizza per il ruolo.

Si tratta di un rumor al momento non confermato, che aprirebbe però di nuovo la partita relativa a chi otterrà tale ambito personaggio. Gli unici altri nomi finora emersi oltre quello di Hoult sono quelli dei fratelli Alexander e Bill Skarsgård. James Gunn ha invece smentito una recente voce secondo cui Daniel Craig era stato preso in considerazione per la parte. Tuttavia anche per quanto riguarda gli Skarsgård non ci sono state conferme ufficiali. Con le notizie sul casting che iniziano ad emergere sempre più frequentemente, non si dovrebbe aspettare molto prima che venga fatto un annuncio ufficiale riguardo Lex Luthor.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Riverdale 7: trailer del gran finale di serie!

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Riverdale 7: trailer del gran finale di serie!

The CW ha rilasciato un nuovo trailer per Riverdale 7, la settima e ultima stagione in corso di Riverdale, che annuncia gli ultimi episodi rimanenti del dramma basato su Archie Comics. Il trailer si apre evidenziando tutti i colpi di scena di Riverdale fino ad ora: dal romanticismo adolescenziale, ai serial killer, alle autopsie aliene. Quindi sposta l’attenzione sulla settima stagione, in cui Archie Andrews (KJ Apa) e la banda sono stati misteriosamente trasportati negli anni ’50 e ora sono tornati al liceo. Il trailer termina con una nota di presa in giro, con Veronica Lodge (Camila Mendes) che dichiara: “Beh, è ​​stato un colpo di scena che nessuno si aspettava“.

Dai un’occhiata al trailer degli “episodi finali” della stagione 7 di Riverdale di seguito:

Tutto quello che c’è da sapere su Riverdale 7

La settima stagione di Riverdale attualmente è interpretato da KJ Apa nei panni di Archie Andrews, Lili Reinhart nei panni di Betty Cooper, Camila Mendes nei panni di Veronica Lodge, Cole Sprouse nei panni di Jughead Jones, Madelaine Petsch nei panni di Cheryl Blossom, Vanessa Morgan nei panni di Toni Topaz, Casey Cott nei panni di Kevin Keller, Charles Melton nei panni di Reggie Mantle e Drew Ray Tanner nei panni di Fangs Fogarty.

“La settima e ultima stagione va dove nessuna stagione di Riverdale ha osato andare prima – gli anni ’50! Riprendendo da dove si è conclusa la scorsa stagione, Jughead Jones si ritrova intrappolato negli anni ’50. Non ha idea di come ci sia arrivato, né di come tornare al presente. I suoi amici non sono d’aiuto, poiché vivono vite apparentemente autentiche, simili alle loro controparti classiche di Archie Comics, ignari di essere mai stati da nessuna parte tranne che negli anni ’50. Archie Andrews è il classico adolescente tutto americano, che diventa maggiorenne, si mette nei guai e impara lezioni di vita; Betty Cooper è la ragazza della porta accanto, che inizia a mettere in discussione tutto sulla sua vita perfetta, inclusa la madre Alice; Veronica Lodge è una stellina di Hollywood che si è trasferita a Riverdale in circostanze misteriose; Cheryl Blossom è l’ape regina con uno spirito appassionante e un desiderio segreto; Toni Topaz è un attivista che combatte per gli studenti neri della Riverdale High recentemente integrata; Kevin Keller è un crooner “quadrato” alle prese con la sua identità sessuale; Reggie Mantle è una stella del basket della campagna; e Fangs Fogarty è un ingrassatore destinato a diventare una star tipo Elvis”, si legge nella sinossi.

È solo quando Jughead riceve la visita di Tabitha Tate – l’angelo custode di Riverdale – che scopre la verità cosmica sulla loro difficile situazione. Riusciranno Jughead e la banda a tornare nel presente? O i nostri personaggi rimarranno intrappolati per sempre negli anni ’50? E, se è così… è una cosa così brutta?

Basato sui personaggi di Archie Comics,  Riverdale è prodotta da  Warner Bros. Television  e  CBS Television Studios, in associazione con Berlanti Productions, con i produttori esecutivi Roberto Aguirre-Sacasa,  Greg Berlanti , Sarah Schechter e Jon Goldwater.

Doctor Strange 2: Hayley Atwell definisce “frustrante” il proprio cameo

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L’attrice Hayley Atwell è impegnata a promuovere il suo nuovo film Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, che è già stato elogiato in tutto il mondo da fan e critici. L’attrice è entrata ufficialmente nel franchise con questo capitolo, interpretando personalmente tutte le acrobazie e le sequenze di inseguimento più complesse. Ma prima che la Atwell entrasse a far parte del franchise guidato da Tom Cruise, ha notoriamente fatto parte dell’universo cinematografico Marvel come Peggy Carter, per più di un decennio. Mentre Avengers: Endgame si è assicurato che Steve e Peggy si riunissero alla fine della Infinity Saga, secondo l’attrice le sue apparizioni in seguito non sono state così soddisfacenti.

Hayley Atwell è stata presentata per la prima volta come Peggy nel 2011 in Captain America: The First Avenger e ha continuato a fare numerose apparizioni durante la Infinity Saga, ottenendo anche la serie indipendente Agent Carter. Dopo Endgame è tornata in What If…?, serie animata nei panni del Capitano Carter e ha riportato il personaggio in live-action in Doctor Strange nel Multiverso della Follia come parte degli Illuminati, che sono però stati brutalmente uccisi da Wanda.

Non è stata una mia scelta!‘” ha dichiarato Hayley Atwell al podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz, parlando del suo cameo nel film sequel di Doctor Strange. “Quando dico, ‘Potrei farlo tutto il giorno’ e poi vengo immediatamente tagliata a metà da un frisbee. Il pubblico può dire, ‘Non può farlo tutto il giorno. Apparentemente non puoi’“, ha detto della reazione del pubblico aggiungendo: “Questo non ha fatto del bene a Peggy“. La Atwell si unisce dunque ad Elizabeth Olsen nel condividere la sua frustrazione per il modo in cui Multiverso della Follia ha trattato i loro personaggi.

Ha poi continuato ammettendo che si è divertita di più a lavorare alla serie animata. “Mi sentivo come se avessi molto di più da fare nella serie di animazione What If…?“. Elaborando ulteriormente, “Voglio dire, fare un’animazione è molto divertente perché sei concentrato sulla voce quale tuo principale strumento performativo“. Nella serie animata, Peggy faceva parte di un universo in cui è diventata il super soldato piuttosto che Steve e ha avuto un arco completo nella serie, guidando i Guardiani del Multiverso. Al contrario, per Hayley Atwell, “è stato un momento frustrante quello nel film su Strange“.

Gli attori ufficialmente in sciopero a Hollywood, la SAG-AFTRA si ferma

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Dopo 4 settimane di trattative, anche la SAG-AFTRA (sindacato degli attori a Hollywood) entra in sciopero contro l’AMPTP (l’Alliance of Motion Picture and Television Producers) e si unisce allo sciopero della WGA che va avanti dal 1° maggio 2023. 160 mila attori che lavorano a Hollywood si fermeranno dalla mezzanotte del 14 luglio e non riprenderanno le loro attività fino a che l’Alliance non garantirà delle condizioni contrattuali più giuste, in risposta ai cambiamenti radicali del mercato, a seguito dell’avvento di piattaforme e Intelligenza Artificiale generativa applicata alla realizzazione dei film sull’utilizzo dell’immagine degli attori stessi. Nel mirino della SAG-AFTRA ci sono circa 300 studios e streamer, compresi quelli a capillare diffusione anche da noi, come Netflix e Amazon.

Non succedeva dal 1980 che gli attori appendessero al chiodo le loro maschere, ed è dal 1960 che non lo fanno in concomitanza con gli sceneggiatori. Quello sciopero concesse loro diritti basilari, come l’assistenza sanitaria e la pensione.

Le principali conseguenze dello sciopero SAG-AFTRA

Le conseguenze dell’annuncio sono già visibili, con, ad esempio, il cast di Oppenheimer che ha lasciato la premiere londinese in corso a seguito dell’annuncio. Ma si tratta solo del primo evento che consegue alla decisione del SAG-AFTRA, a rischio sono tutti gli eventi che comprendono promozione delle attività degli attori, dalle convention (il San Diego Comic-Con vedrà annullare un sacco di panel, plausibilmente), ai festival prossimi futuri (probabilmente avremo una Venezia, un Telluride e un Toronto senza star hollywoodiane), alle iniziative “for your consideration” (siamo lontani dalla stagione dei premi cinematografici, ma la strada per gli Emmy, cominciata poche ore fa con l’annuncio dei candidati, è diventata molto complicata, tanto che la cerimonia di premiazione potrebbe slittare addirittura a gennaio 2024).

Volto di questa decisione del sindacato degli attori è la sua presidente Fran Drescher, che molti ricorderanno per essere stato il volto di tata Francesca, nello show che andava in onda su Italia Uno, ma che sta diventando una vera e propria eroina contemporanea grazie alla fierezza del suo discorso in conferenza stampa, dove ha annunciato che, nonostante gli sforzi e i tentativi di evitare lo sciopero (che ferma l’industria ma anche le entrate di migliaia di famiglie), l’AMPTP non ha fatto nulla per andare in contro alle loro richieste, preoccupandosi soltanto di portare avanti le promozioni per i prossimi blockbuster estivi (il citato Oppenheimer e Barbie, su tutti). Ecco il video della conferenza:

La conferenza stampa

Mission: Impossible, tutto quello che c’è da sapere sul film con Tom Cruise

Quando parliamo di saghe action, i titoli che vengono subito in mente sono Die Hard, Arma Leatale, Jason Bourne, Fast & Furious e Mission: Impossible. Solo queste ultime due sono ancora in corso, con nuovi film in fase di lavorazione che andranno ad arricchire il loro già ampio universo narrativo. Mission: Impossible, in particolare, è una saga che negli anni si è continuamente rinnovata, includendo sempre più nuovi personaggi, situazioni e, soprattutto, sequenze al limite dell’impossibile, proprio sfidando il suo titolo. Il primo appassionante capitolo di questa serie di film risale al 1996 e vanta la regia di un maestro del cinema quale Brian De Palma.

Scritto da David Koepp e Robert Towne, il primo Mission: Impossible è ispirato alla serie televisiva omonima del 1966. Per anni la Paramount Pictures aveva cercato di portare al cinema quella storia, consapevole che gli anni Novanta si stavano rivelando un periodo particolarmente propizio per questo genere di lungometraggi. A spingere affinché il film venisse infine realizzato vi fu Tom Cruise, fan della serie, che desiderava ardentemente interpretare il ruolo del protagonista. Grazie al suo interessamento Mission: Impossible venne infine realizzato, affermandosi come il terzo maggior incasso del suo anno, con una cifra pari a 458 milioni di dollari.

Il grandissimo successo, come ormai noto, ha dato vita a numerosi sequel, i quali hanno reso la saga sempre più iconica, la quale è inoltre ormai parte dell’immaginario culturale di spettatori da ogni parte del mondo. Il film del 1996, dunque, è un titolo assolutamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mission: Impossible, la trama del film

Protagonista del film è Ethan Hunt, membro della Impossible Mission Force, una sezione speciale e segreta della CIA, incaricato di svolgere le missioni più delicate e apparentemente impossibili. Guidato dall’esperto Jim Phelps, Hunt si trova ora a Praga, dove deve impedire ad un terrorista russo di nome Max di rubare e rivendere la lista degli agenti civili in Europa Centrale. Durante l’operazione, però, il team cade vittima di una trappola, da cui sembra salvarsi solo Ethan. Proprio il suo essere ancora vivo, tuttavia, lo rende il principale sospettato di una fuga di notizie su cui la CIA indaga da molto. Per provare il contrario, Ethan deve nuovamente calarsi in una missione impossibile.

Sfuggito alla sua cattura, egli si trova infatti a dover indagare da solo su quanto accaduto, nel tentativo di scoprire chi è la vera talpa. Dopo aver ritrovato Claire, la moglie di Phelps, arruola l’esperto di computer Luther Stickell e il pilota Franz Krieger per introdursi nel quartiere generale della CIA, dove si nascondono una serie di documenti che potrebbero aiutarlo nella ricerca. Hunt sa bene di avere poco tempo e di non potersi fidare di nessuno, motivo per cui si troverà a dover superare continuamente ostacoli su ostacoli, nel tentativo disperato di provare la propria innocenza e riabilitare il proprio nome.

Mission Impossible cast

Mission: Impossible, il cast del film

Come anticipato, ad interpretare il protagonista Ethan Hunt vi è l’attore Tom Cruise. Egli, grande fan della serie originale, dichiarò di aver voluto realizzare il film anche per poter “giocare” con i tanti gadget da spia segreta di cui il suo personaggio è ovviamente dotato. Cruise, in quanto anche produttore del film, ebbe grande influenza su molte scelte narrative e tecniche. In particolare, egli interpretò come suo solito tutte le acrobazie più spericolate, senza ricorrere a controfigure. Per le riprese della famosa scena in cui egli si cala dal soffitto e si libra a pochi centimetri da terra, Cruise risolse il problema della sua testa che continuava a colpire il pavimento con l’idea di mettere delle monete nelle scarpe, così da bilanciare il peso.

Accanto a lui si ritrovano numerosi celebri attori di provenienza internazionale. Il premio Oscar Jon Voight interpreta Jim Phelps, l’unico personaggio esistente nella serie degli anni Sessanta a comparire nel film, mentre l’attrice francese Emmanuelle Béart è la moglie Claire. Sono poi presenti gli attori Ving Rhames nei panni di Luther Stickell, scelto in quanto molto diverso dal solito hacker, e Jean Reno in quelli di Franz Krieger. Kristin Scott Thomas interpreta Sarah Davies, mentre Vanessa Redgrave è Max. Quest’ultima parte era stata scritta per un attore uomo, ma si decise di affidarla poi ad un’attrice per aumentare il senso di sorpresa al momento dello svelamento dell’identità di Max.

I sequel di Mission: Impossible, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, il grandissimo successo di questo film ha dato vita ad una fortunata sagha, composta ad oggi da ben sei capitoli, più altri due di prossima uscita. Quattro anni dopo questo primo film, infatti, uscì al cinema Mission: Impossible II, mentre nel 2006 fu il momento di Mission: Impossible III. Nel 2011 Cruise riprese i panni di Ethan Hunt per Mission: Impossible – Protocollo fantasma, seguito poi da Mission: Impossible – Rogue Nation e Mission: Impossible – FalloutMission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, settimo capitolo della saga, è uscito al cinema il 12 luglio 2023, mentre Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due, ha una data di uscita fissata al 28 giugno 2024.

In attesa di vedere questi sequel, è possibile fruire di Mission: Impossible grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV+, Now, Amazon Prime Video, Infinity e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 luglio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Hellboy: The Golden Army, tutte le curiosità sul film

Hellboy: The Golden Army, tutte le curiosità sul film

Celebre per opere dark fantasy come Il labirinto del fauno, Crimson Peak e La forma dell’acqua, il premio Oscar Guillermo Del Toro non ha mancato nel corso della sua carriera di dar vita anche a film tratti dai fumetti, ai quali ha naturalmente apportato il proprio inconfondibile stile. Se una prima incursione nel cinecomic è avvenuta con Blade II, dedicato al supereroe Marvel, ben più celebre è il lavoro svolto da Del Toro con Hellboy, uscito al cinema nel 2004 e ispirato all’omonimo fumetto di Mike Mignola. Nel 2008 è poi arrivato il sequel Hellboy: The Golden Army, sempre per la regia di Del Toro.

Per questo secondo capitolo dedicato all’amato diavolo rosso, Del Toro e Mignola decisero di non rifarsi ad una delle storie già esistenti grazie ai fumetti, bensì ad un racconto inedito. Il regista, in particolare, aveva desiderio di mettere da parte gli elementi del primo film per concentrarsi su elementi maggiormente basati sul folklore e sul fiabesco, proponendo una contrapposizione tra il mondo degli umani e un sottomondo fatato in cerca di vendetta. Grazie alla sua attenzione per i dettagli e alla sua sconfinata fantasia, Del Toro diede vita ad un film estremamente apprezzato sotto diversi punti di vista.

Dal trucco alle scenografie, dagli effetti speciali a quell’inconfondibile senso di magia che si ritrova in ogni suo film. Ancora oggi Hellboy: The Golden Army è indicato non solo come migliore rispetto al precedente titolo, ma anche come uno dei migliori film mai tratti da fumetti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Hellboy: The Golden Army

Questo sequel si apre sulla rottura di un’antica tregua fra la razza umana e l’invisibile regno fantastico. l’Inferno sta ora per scatenarsi ancora una volta sulla Terra per volontà del Principe Nuada, un leader spietato in cerca di vendetta per la sua stirpe e pronto a risvegliare un indomito esercito di creature noto come Golden Army. Per impedire i piani di conquista, l’indomabile Hellboy si trova dunque a dover indagare sulla vicenda, alternandosi tra la superfice terrestre e un ricco sottobosco di creature fantastiche di ogni tipo. Aiutato nella sua missione dalla pirocinetica fidanzata Liz, dal mutante acquatico Abe e dal mistico protoplasmatico Johann Krauss, si troverà ben presto a dover scegliere fra la vita che conosce e l’ignoto destino che lo attende.

Hellboy: The Golden Army cast

Hellboy: The Golden Army: il cast del film

Ad interpretare Hellboy vi è nuovamente l’attore Ron Perlman, attore ricorrente nella filmografia di Del Toro. Egli era stato scelto dal regista come prima e unica possibilità per dar volto al personaggio, in quanto convinto che il particolare viso dell’attore si sarebbe ben sposato con il trucco previsto. Curiosamente, senza sapere della decisione di Del Toro, anche Mignola considerava Perlman l’attore perfetto per il ruolo. Per prepararsi a tale parte, Perlman lesse tutti i fumetti disponibili di Hellboy e si allenò per diverse ore al giorno, costruendo così un fisico particolarmente possente. Il fisico robusto lo aiutò inoltre a sopportare il peso del trucco prostetico che ogni giorno gli veniva applicato addosso. Accanto a lui, nel ruolo dell’amata Liz Sherman, la quale ha la capacità di controllare il fuoco, vi è l’attrice Selma Blair.

Doug Jones, altro attore ricorrente nella filmografia di Del Toro, interpreta l’anfibio Abe Sapien. Quest’ultimo, in realtà, interpreta ben più di un ruolo in questo film. Egli è infatti anche nascosto sotto il trucco dell’Angelo della Morte e del Ciambellano. La voce dell’Angelo della Morte è eseguita dallo stesso Jones, che ha ripetuto ogni batutta due volte, una volta con una voce più acuta, e poi con una tonalità più bassa. Le due versioni sono poi state fuse insieme per ottenere il particolare effetto della voce del personaggio. Nel film sono poi presenti Luke Goss nei panni del principe Nuada e Anna Walton in quelli della principessa Nuala. Completano il cast John Alexander nei panni di Johann Krauss e Jeffrey Tambor in quelli di Tom Manning.

Il sequel di Hellboy: The Golden Army, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Con un finale a suo modo aperto, Del Toro aveva poi in programma di dar vita ad un capitolo conclusivo di quella che doveva essere una trilogia. Tuttavia, a causa di difficoltà produttive, i piani per questo terzo capitolo vennero continuamente rimandati. Pensato per essere più ambizioso e dunque più costoso dei primi due, Hellboy III è divenuto sempre meno certo, fino a quando lo stesso Del Toro ha affermato che difficilmente tale film vedrà mai vita. Hellboy è però poi effettivamente tornato sul grande schermo con un reboot uscito nel 2019 con il semplice titolo di Hellboy.

In questo il personaggio è interpretato da David Harbour. Il film è tuttavia stato un insuccesso, con i fan che avrebbero preferito vedere il terzo capitolo pensato da Del Toro. È però da poco stata annunciata la realizzazione di un nuovo film dedicato al personaggio, dal titolo Hellboy: The Crooked Man. Il film è basato sull’omonimo fumetto che ha debuttato nel luglio 2008 in contemporanea dell’uscita cinematografica proprio di Hellboy: The Golden Army. “Incagliati nell’Appalachia rurale degli anni ’50, Hellboy e un agente del BPRD alle prime armi scoprono una piccola comunità infestata da streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante legame con il passato di Hellboy”, recita la sinossi.

In attesa di poter vedere questo nuovo film, ancora privo di una data di uscita, è possibile fruire di Hellboy: The Golden Army grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 luglio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

The Witcher – Stagione 3: il trailer ufficiale del Volume 2

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The Witcher – Stagione 3: il trailer ufficiale del Volume 2
Netflix ha diffuso il trailer del Volume 2 della terza stagione di The Witcher (leggi qui la recension della prima parte), l’acclamata serie fantasy sulle avventure di Geralt di Rivia, interpretato da Henry Cavill. L’epica conclusione della terza stagione sarà composta da tre episodi e sarà disponibile dal 27 luglio in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.
La sinossi ufficiale recita: Mentre monarchi, maghi e bestie del Continente competono per catturarla, Geralt conduce Ciri a nascondersi, determinato a proteggere la sua famiglia appena riunita da coloro che minacciano di distruggerla. Incaricata dell’addestramento magico di Ciri, Yennefer li conduce alla fortezza protetta di Aretuza, dove spera di scoprire di più sui poteri non sfruttati della ragazza; invece, scoprono di essere sbarcati in un campo di battaglia di corruzione politica, magia oscura e tradimento. Devono reagire, mettere tutto in gioco o rischiare di perdersi per sempre.
La showrunner e produttrice esecutiva è Lauren Schmidt Hissrich. Alla regia Stephen Surjik, Gandja Monteiro, Loni Peristere e Bola Ogun, mentre la sceneggiatura è opera di Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Tania Lotia, Haily Hall, Matthew D’Ambrosio, Clare Higgins, Rae Benjamin e Troy Dangerfield. The Witcher è stata girata tra Inghilterra, Italia, Galles, Croazia, Slovenia e Marocco, ed è prodotta da Tera Vale Ragan, Veselin Karadjov e Sasha Harris. Sono produttori esecutivi anche Steve Gaub, Matt O’Toole, Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Platige Films (Tomek Baginski e Jarek Sawko), Hivemind Content (Jason Brown e Sean Daniel).

The Witcher, il cast della serie Netflix

Il cast della serie è composto da Henry Cavill (Geralt di Rivia), Anya Chalotra (Yennefer di Vengerberg), Freya Allan (Principessa Cirilla di Cintra), Joey Batey (Ranuncolo), Myanna Buring (Tissaia), Eamon Farren (Cahir), Mimî M Khayisa (Fringilla), Royce Pierreson (Istredd), Anna Shaffer (Triss Merigold), Mecia Simson (Francesca), Tom Canton (Filavandrel), Mahesh Jadu (Vilgefortz), Graham McTavish (Dijkstra), Cassie Clare (Philippa), Hugh Skinner (Radovid), Wilson Mbomio (Dara), Lars Mikkelsen (Stregobor), Terence Maynard (Artorius),  Simon Callow (Codringher), Liz Carr (Fenn), Therica Wilson-Read (Sabrina), Safiyya Ingar (Keira), Rochelle Rose (Margarita), Michalina Olszanska (Marti), Robbie Amell (Gallatin), Jeremy Crawford (Yarpen), Bart Edwards (Emhyr), Aisha Fabienne Ross (Lydia), Christelle Elwin (Mistle) e Meng’er Zhang (Milva).

Come pecore in mezzo ai lupi, la recensione del crime di Lyda Patitucci

Continua – e felicemente – la collaborazione di Lyda Patitucci con Matteo Rovere e la sua Groenlandia, almeno a vedere il Come pecore in mezzo ai lupi dal 13 luglio nelle sale distribuito da Fandango. Già regista di seconda unità, specializzata in scene d’azione, in film Veloce come il vento e Il Primo Re (ma anche nei vari Smetto quando voglio e la serie Vostro onore), la ferrarese dietro la macchina da presa di Curon passa al lungometraggio vero e proprio per chiudere un cerchio aperto molto tempo fa. E ci regala un crime a tinte forti con una durissima Isabella Ragonese e un Andrea Arcangeli sempre più lontano dal Baggio de Il Divin Codino.

Come pecore in mezzo ai lupi, tutto in famiglia

Lei è Vera, agente di polizia sotto copertura sulle tracce di una banda internazionale di criminali serbi. Isolata da tutto e impermeabile a ogni possibile emozione o affetto, la corazza costruita in anni di solitudine viene messa a rischio da un incontro che potrebbe vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel punto. Quello con Bruno, suo fratello minore, che dopo un matrimonio fallito, con la instabile madre di sua figlia Marta, ormai ha solo la bambina come ragione di vita.

Lui, da poco uscito di prigione, fa coppia fissa con un partner che lo trascina in un colpo troppo più grande di loro, proprio quello che stanno organizzando gli slavi. Il comune doloroso passato familiare, che ancora tiene legati i due fratelli al padre predicatore e anaffettivo (un magnetico Tommaso Ragno), continua a fare da collante, e nonostante le vecchie ferite e la paura di essere scoperti, il desiderio di qualcosa di più – o di poter cambiare per sempre la propria vita e il destino che sembrava essere segnato – dà loro forza. Anche se le scelte davanti alle quali si troveranno metteranno a dura prova il raggiungimento dei reciproci obiettivi.

Final Girl all’italiana

L’esperienza maturata sui set citati, come anche la professionalità nella coreografia e organizzazione di sequenze spesso molto affollate, sono evidenti anche in un film che sceglie di rinunciare alle scene d’azione tipiche del crime che avrebbe potuto essere per puntare su altro. Ed è probabile che proprio la possibilità di confrontarsi con un aspetto complementare a quelli tanti praticati sia quello che ha attratto Patitucci nella sceneggiatura di Filippo Gravino (La terra dei figli, Il Primo Re) che Matteo Rovere le aveva proposto.

Come pecore in mezzo ai lupiQuella di un poliziesco moderno, ambientato in una Roma criminale diversa e soprattutto con una donna tanto dura nel suo lavoro quanto sempre a un passo dal crollo definitivo. Ma le ferite personali, i fallimenti sentimentali o familiari, restano accenni, ché al centro della storia stavolta troviamo il rapporto con il fratello. Che pur condividendo molti di quei traumi, non ha nulla dell’apparente solidità della sorella.

Entrambi sembrano rinnegare ogni legame col passato, nella speranza di poter avere un futuro, ed è sulla continua oscillazione tra la possibilità e la disperazione che si crea la tensione di Come pecore in mezzo ai lupi, un film asciutto ed essenziale come molte delle scenografie e delle location scelte, dalle case dove nessuno sembra vivere ai marmi del cimitero e dell’architettura fascista dell’EUR. La direzione degli attori è perfettamente coerente con il contesto creato, un pregio che non sempre il cinema italiano sfoggia, soprattutto quello ‘di genere’, il ritorno del quale sembra ormai una realtà grazie anche e proprio a film come questo.

Nella quale anche l’importanza di una tale protagonista femminile (spesso definita “unica” non senza retorica e con poco tatto nei confronti del Bruno di Arcangeli) è evidente senza aver bisogno di esser sottolineata. E si inserisce in un intreccio la forza del quale sono tutti i personaggi, nessuno escluso. Oltre alla coerenza data al risultato finale da quella che qualcuno già chiama la ‘Kathryn Bigelow italiana’ – attualmente al lavoro sul prossimo

Obliquo 616 – e che forse ha fatto bene ad aspettare questa storia per esordire come regista, senza nulla togliere alla Mila del fumetto di Mirko Giacchetti che avrebbe dovuto adattare quando sembrava che il suo debutto sarebbe stato quello anticipato dal pitch trailer datato 2013, al quale però non seguì lo sviluppo di un lungometraggio.

L’estate nei tuoi occhi 2: recensione della serie Prime Video

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L’estate nei tuoi occhi 2: recensione della serie Prime Video

Siamo già a metà luglio e finalmente su Prime Video torna con una nuova e attesissima seconda stagione L’estate nei tuoi occhi. Se già con i primi setti episodi vi siete fatti trasportare dagli amori estivi di Isabel “Belly” Conklin eternamente divisa tra i fratelli Conrad e Jeremiah, figli di Susannah Fisher nonché la migliore amica di sua madre, è ora di tornare a Cousins Beach. Perché anche L’estate nei tuoi occhi 2, trasposizione di “Non è estate senza te” e secondo romanzo della The Summer Trilogy della scrittrice Jenny Han conferma, ancora una volta, che è la serie giusta da vedere in questo periodo preciso dell’anno in cui si respira l’aria di vacanza e per chi ha già fortuna direttamente sulla spiaggia al mare o a bordo di una piscina come Belly e i suoi amici.

Cosa succede in L’estate nei tuoi occhi 2

Nel finale della prima stagione di L’estate nei tuoi occhi vediamo Belly e Conrad che capiscono i loro sentimenti e iniziano a frequentarsi come una vera coppia. In questi nuovi otto episodi invece tutto si travolge e viene a mancare un personaggio importante, senza fare spoiler su chi è esattamente posso solo dire che era già ammalato da tempo e la sua morte per malattia era già annunciata. Tutta la trama di L’estate nei tuoi occhi 2 e’ incentrata su questa perdita e su come tutti i vari protagonisti affrontano questo lutto.

L’estate imminente sarà la prima per Belly, con suo fratello Steven, senza la villeggiatura nella meravigliosa villa sull’oceano di Cousins Beach o almeno così credono loro e la madre Laurel Park che ha scritto un nuovo libro. La giovane protagonista intenta a festeggiare la fine di un altro anno scolastico alle superiori, in compagnia della sua migliore amica Taylor, riceverà una telefonata da Jeremiah che le chiederà aiuto perché suo fratello maggiore ha fatto perdere le sue tracce e non si fa vedere neanche più alla Brown, il College che frequenta. I due dopo aver discusso della loro complessa amicizia si metteranno alla ricerca di Conrad e lo ritroveranno, dopo un lungo viaggio in auto, proprio nella loro casa dove hanno passato fin da bambini insieme tutte le loro meravigliose e felici estati.

L’estate nei tuoi occhiNon più una semplice serie estiva

Troviamo varie novità in questa seconda narrazione seriale come quella della durata degli episodi non più da 40 ma che oscillano verso i 55 minuti. Vengono mostrati ancora molti flashback ma stavolta ambientati nei mesi precedenti, in autunno ad Halloween e alla festa del Ringraziamento, in inverno durante le vacanze natalizie e durante la primavera, in momenti specifici che spiegano il perché della fine della relazione d’amicizia tra Belly e i fratelli Fisher.

Finalmente vediamo Belly indossare maglioni e felpe e la sua casa dove vive con suo fratello diplomato e sua madre ancora single. Appaiono due nuovi personaggi dalla parte di Susannah, che sono la zia di Conrad e Jeremiah cioè Julia e sua figlia Skye, questi sono interpretati da Kyra Sedgwick e Elsie Fisher. Per ultimo, ma non meno importante, Belly non è più la sola narratrice ma per l’intero quinto episodio a dare voce ai propri pensieri sarà Jeremiah. Scopriamo i suoi veri sentimenti nei confronti della protagonista e la gelosia che lo lacera perché la ragazza ama da sempre suo fratello Con.

Team Conrad o Team Jeremiah

Questa stagione è decisamente più complessa e che punta a mostrare come Belly, Conrad e Jeremiah sono più maturi, più adulti e lo si vede bene già subito nei primi tre episodi. Quelli dopo e girati interamente nella località di mare, come il quarto al luna park, il quinto al country club e il sesto durante un disco party, puntano alle vibrazioni della stagione precedente, sono più leggeri e fatti di spensieratezza. Gli ultimi due sono la resa dei conti, anzi dei sentimenti di tutti i protagonisti e svela finalmente le sorti della casa di Cousins Beach. Ovviamente non manca il romanticismo del triangolo amoroso che è da sempre la colonna portante di L’estate nei tuoi occhi. Quella che più si rivela cresciuta è Belly, anche perché sarà lei alla fine a fare la scelta finale su chi scegliere d’amare che ovviamente non posso svelare.

L’estate nei tuoi occhi 2 si conferma un ottimo prodotto da vedere a luglio, che trasmette grazie ad una colonna sonora con pezzi di musica pop, alla fotografia da cartolina con colori pastelli tutto quello che gli spettatori vogliono vedere in una serie così, che mostra un’estate magica sulla via dei ricordi e della nostra adolescenza passata per quel pubblico più grande e cresciuto con i teen dramma di una volta come l’indimenticabile Dawson’s Creek.

Mission: Impossible, i 10 principali villain del franchise

Mission: Impossible, i 10 principali villain del franchise

Con l’uscita in sala di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, con Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt, si è accesa una luce su uno degli inserti narrativi che muovono, da anni, l’intero franchise: i cattivi. Ogni film action/thriller/spionistico che si rispetti – e che riesce ad ingranare – ha al suo interno un villain ben scritturato, dalla forte personalità e carisma. Nel caso di Mission: Impossible, sono il pretesto che mette in moto la corsa contro il tempo di Ethan Hunt per salvare l’umanità.

Il franchise ne ha avuti parecchi di antagonisti, ma non tutti sono riusciti a spiccare e a lasciare un segno indelebile. Solo alcuni, infatti, hanno tutte le carte in regola per essere indimenticabili. Per poter valutare il loro impatto – e importanza – nelle varie storie narrate, è da tenere conto l’alto livello di pericolosità, quanto siano minacciosi, l’interpretazione dell’attore e quanto del personaggio vengano mostrate vulnerabilità e paure. Abbiamo perciò stilato una classifica dei principali cattivi di Mission: Impossible, in base alla loro capacità di lasciare un’impronta duratura nei film e di eguagliare le abilità di Ethan Hunt.

Sean Patrick Ambrose

Mission Impossible II Dougray Scott

Sean Patrick Ambrose è stato il principale antagonista di Mission: Impossible II. Il suo piano era quello di rilasciare un virus chiamato Chimera per poi venderne la cura, Bellerophon, a scopo di lucro. Nonostante non sia un villain molto considerato del franchise, Ambrose è un personaggio molto interessante perché funge da antitesi di Ethan Hunt. Un esempio lo si ha nel suo carattere e temperamento: il cattivo, infatti, lascia che le sue emozioni prendano il sopravvento e spesso agisce con rabbia.

John Musgrave

Mission Impossible III Billy Crudup

In Mission: Impossible III il pubblico fa la conoscenza di John Musgrave che, nonostante non sia l’antagonista principale del film – poiché introdotto solo come alleato di Owen Davian – si rivela essere un villain molto convincente. Nel film il modo in cui fa il doppio gioco con Ethan Hunt e orchestra l’intero piano per acquisire la zampa di coniglio, lo rende un personaggio molto accattivante, in grado di catalizzare l’attenzione. Il merito per un cattivo così ben riuscito va al suo interprete, Billy Crudup, che riesce a rappresentare l’ambiguità di Musgrave, tanto che spesso ci si chiede effettivamente da che parte lui stia. Musgrave, purtroppo, non fa una bella fine in Mission: Impossible III, e questo fa sì che il personaggio venga dimenticato e oscurato dalla presenza minacciosa di Owen Davian.

Sabine Moreau

Mission Impossible Protocollo fantasma Lea Seydoux

Un altro villain degno di nota ha il volto Léa Seydoux, che dà corpo e carattere a Sabine Moreau, la quale fa il suo debutto in Mission: Impossible – Protocollo fantasma. Moreau è un’abile assassina che uccide a sangue freddo il Trevor Hanaway di Josh Holloway. Anche lei non è il main villain del film, eppure la sua prima uccisione nella scena iniziale la rende subito un pericoloso nemico per Ethan e la sua squadra. Nel corso della trama, a livello di sceneggiatura, il suo personaggio non ha molte battute, ma questo viene compensato dal suo comportamento misterioso, che la fa essere ancora più enigmatica e imprevedibile. Peccato che il film non abbia approfondito il suo passato di killer.

John C. McCloy

Mission Impossible II Brendan Gleeson

Torniamo a Mission: Impossible II con John C. McCloy, altro antagonista del secondo capitolo. Il personaggio non ha legami diretti con Ethan Hunt all’interno della storia, eppure la sua caratterizzazione risulta più credibile perché rappresenta il modo in cui le potenti corporazioni stabiliscono il controllo sulle masse attraverso pratiche non etiche. Questo suo agire stimola ancora di più nel pubblico il tifo per la battaglia di Ethan Hunt per la giustizia, non solo guidata da ragioni personali, ma messa in moto anche per un bene più grande.

Max Mitsopolis

Mission Impossible Vanessa Redgrave

Fra i cattivi più affascinanti del franchise di Mission: Impossible spicca Max Mitsopolis interpretata da Vanessa Redgrave. Un altro villain donna dall’incredibile forza, che utilizza il suo potere e la sua influenza per essere sempre all’avanguardia e tirarsi fuori da ogni situazione complicata. Uno degli esempi più validi lo si ritrova nella scena in cui Ethan scopre gli accordi di Max con Jim Phelps, ma lo convince a lavorare per lei offrendogli 150.000 dollari. O ancora quando Kittridge e la CIA scoprono i suoi affari segreti nelle battute finali del primo Mission: Impossible: Max riesce sempre a tirarsene fuori, evitando di affrontare gravi ripercussioni negoziando con le autorità superiori. Il suo essere invisibile, pur giostrando il tutto dietro le quinte, la rende un carachter davvero formidabile.

James “Jim” Phelps

Mission Impossible John Voight

Un personaggio diventato villain, che però nella serie televisiva originale di Mission: Impossible faceva parte dei buoni, è Jim Phelps, trasformatosi poi in cattivo in Mission: Impossible. Nonostante la scelta di farlo diventare un’antagonista non sia piaciuta ai fan, Jon Voight è riuscito ad incarnare molto bene le sue complessità morali e tutta la corruzione che lo ha poi divorato. È soprattutto il suo improvviso tradimento, che va legandosi alla sua capacità di tirare in maniera subdola le fila, a rendere ancora più drammatica l’intera narrazione. Inoltre, la sua inversione di marcia da buono a cattivo, ha permesso al franchise di far diventare permanente l’Ethan Hunt di Tom Cruise come protagonista, tagliando così lentamente i legami con la serie tv.

Kurt Hendricks

Mission Impossible Protocollo fantasma Michael Nyqvist

Kurt Hendricks, per i più conosciuto con il nome in codice Cobalt, è l’antagonista principale di Mission: Impossible – Protocollo fantasma. La sua concezione sulla pace nel mondo è molto estrema e, secondo lui, la distruzione del pianeta – seppur sia qualcosa di spiacevole – è necessaria al fine dell’evoluzione. Per vedere realizzate le sue folli idee, Hendricks cerca in tutti i modi di scatenare un conflitto armato tra gli Stati Uniti e la Russia, anche se questo porterebbe alla morte di molti innocenti. È un personaggio calcolatore, abile nel giocare a scacchi con Ethan Hunt, che riesce a tenere testa a quest’ultimo nei combattimenti corpo a corpo grazie al suo passato nelle forze speciali.

Solomon Lane

Mission Impossible Fallout Sean Harris

Solomon Lane, interpretato da Sean Harris, è uno dei villain più temuti, pericolosi, ma al contempo intelligenti di tutto il franchise. Ecco perché la sua presenza costante in due film di Mission: Impossible non stupisce affatto, ma anzi serve a rafforzare la sua importanza nell’economia narrativa del film, che contribuisce a renderlo uno dei migliori cattivi. Rendendo più impattanti e con un peso superiore gli scontri e i complotti contro Ethan Hunt. Dopo ciò che accade in Mission: Impossible – Fallout, il suo destino rimane sconosciuto, ma è probabile che Lane sia morto fuori dallo schermo e che quindi potrebbe non tornare in Mission: Impossible – Dead Reckoning.

August Walker

Mission: Impossible – Fallout

Il bello e tenebroso Henry Cavill si è unito al franchise di Mission: Impossible per interpretare August Walker, un altro valido villain che all’inizio, in realtà, sembra innocuo. Quando lo si incontra per la prima volta, questi si presenta come un normale agente della Divisione Attività Speciali della Central Intelligence Agency. Tuttavia, nello sfilacciarsi della storia di Mission: Impossible – Fallout, Walker rivela la sua vera natura, grazie alla quale si palesa la sua collaborazione con il Sindacato. Nelle scene iniziali di Mission: Impossible – Fallout, si evince poi subito la sua imponenza fisica nei combattimenti corpo a corpo, e più volte il film mette in risalto le sue capacità di assassino, tanto da farlo essere degno avversario di Ethan Hunt.

Owen Davian

Mission: Impossible Philip Seymour Hoffman

Se Solomon Lane fa parte della cerchia dei migliori cattivi di Mission: Impossible, Owen Davian ne detiene il primato se si stila una classifica. Interpretato da Philip Seymour Hoffman, il personaggio è il villain più carismatico e spaventoso di tutti e appare in Mission: Impossible III. Davian non è per niente empatico ed ha tendenze sadiche, che vengono confermate nel suo non provare alcun dispiacere nell’infliggere delle sofferenze a innocenti come Julia, rendendolo una minaccia personale per Ethan. In questo modo, la sua presenza aumenta di parecchio il senso di pericolo in Ethan che – fra l’altro – durante tutto il terzo capitolo, viene superato da Davian molte volte, grazie soprattutto alla sua incredibile intelligenza e capacità di manipolazione.

Insidious – La porta rossa, 10 domande senza risposta lasciate dal film

Insidious – La porta rossa è il quinto film del franchise di Insidious nonché capitolo conclusivo della saga horror con protagonista la famiglia Lambert, che si conclude però lasciando al pubblico molte domande senza risposta. La trama del film parte dieci anni dopo gli eventi di Oltre i confini del male – Insidious 2, quando Josh (Patrick Wilson) e Renai (Rose Byrne) Lambert sono ormai separati e il loro figlio maggiore Dalton (Ty Simpkins) sta per andare al college. Sia Josh che Dalton hanno rimosso con l’ipnosi i ricordi della loro proiezione astrale, l’Altrove, e delle sue entità demoniache, creando una frattura nel loro rapporto che alla fine li ha fatti allontanare.

Alla fine del film, Dalton disegna un quadro della Porta Rossa durante una lezione d’arte che fa riaffiorare un ricordo perduto, e Josh si addentra nella tana del coniglio indagando sulla storia della sua famiglia dopo la morte della madre, portando sia sé stesso che il figlio a rientrare autonomamente nell’Altrove e ad affrontare i loro demoni, sia letteralmente che metaforicamente. Per affrontare il demone “del rossetto” e chiudere la Porta Rossa sono necessarie le capacità di entrambi, ma nell’emozionante conclusione della storia della famiglia Lambert, molti punti della trama e fili conduttori di tutto il franchise di Insidious rimangono inesplorati riguardo all’Altrove e a tutto ciò che rappresenta.

Quante porte rosse esistono?

Nel finale di Insidious – La porta rossa, Dalton riesce a chiudere la Porta Rossa dipingendo sopra un’immagine che aveva disegnato nel mondo reale. Sembra che la porta si sia chiusa solo per la famiglia Lambert, ma potrebbero esistere altre Porte Rosse per altre persone che hanno accesso all’Altrove. Queste ipotesi sono state sottintese in Insidious 3 – L’inizio e Insidious – L’ultima chiave, con l’ossessione di Allison e il Demone “chiave” che apre altre porte nella “terra di mezzo” legate a particolari entità, quindi, se esistono diverse Porte Rosse, il Demone del rossetto potrebbe dover usare quella che ha accesso a una persona desiderabile come Dalton.

Come vengono create le Porte Rosse?

Insidious-la-porta-rossa-recensioneNella storia americana, le porte rosse sono sempre state associate a un rifugio sicuro, il loro volto allegro è un segno che i viaggiatori stanchi sono i benvenuti, e risale alla guerra rivoluzionaria e alla fondazione del paese. Tuttavia, i fan che sperano di scoprire le origini della Porta Rossa nel franchise di Insidious rimarranno delusi una volta terminata la visione di Insidious 5. Insidious – L’ultima chiave spiegava che il Demone “chiave” poteva aprire le porte dell’Altrove, ma non spiegava mai come le porte fossero state create  e non è mai stato confermato se il Demone “del rossetto” fosse il loro vero architetto.

Come si aprono le porte rosse?

Insidious - L'ultima ChiavePer capire come la Porta Rossa si sia aperta per Dalton, i fan devono ricordare la cronologia dei film di Insidious e il legame fondamentale di Elise con essa. In Insidious – L’ultima chiave, Elise ha inavvertitamente aperto la Porta Rossa quando è entrata nell’Altrove per salvare sua nipote Melissa e stava cercando di tornare nel mondo reale. Se da un lato l’errore accidentale di Elise finisce per collegarla alle sofferenze della famiglia Lambert, dall’altro Insidious – La porta rossa implica che le porte rosse possono essere dischiuse in seguito a un evento traumatico e simboleggiano la trasmissione di problemi genetici di salute mentale.

Come è stato creato l’Altrove?

Insidious – La porta rossa offre pochissime informazioni sull’Altrove rispetto a quelle che la maggior parte dei fan già conosce: è abitato da anime tormentate che cercano un modo per possedere il corpo di una persona viva, è accessibile attraverso diverse porte controllate da diverse entità maligne ed è pieno di nebbia. Questo purgatorio, controllato dal Demone “del rossetto”, questa volta non ha una storia d’origine. Se rispecchia il mondo materiale dei vivi, dalla casa della vittima al suo posto di lavoro, allora potrebbe essere antico quanto la civiltà.

Come funziona il tempo nell’Altrove?

Il tempo è sempre stato un concetto strano nell’Altrove e secondo Elise non funziona come nel mondo reale. Nel mondo reale può passare molto tempo che nell’Oltretomba si riduce a pochi minuti, ma allo stesso tempo si possono percorrere grandi distanze con una sorta di teletrasporto. Gran parte del terzo atto di Insidious – La porta rossa sembra incredibilmente affrettato, con Josh e Dalton che appaiono e riappaiono in tutto l’Oltretomba a rotta di collo fino a quando il loro scontro con il Demone del rossetto è già avvenuto.

Quali sono le origini del demone del rossetto?

I fan che non vedono l’ora di conoscere finalmente le origini del Demone del rossetto che perseguita Dalton fin dall’inizio del franchise, rimarranno tristemente delusi. Infatti, l’icona horror non compare quasi mai nel film, ma fa più che altro un cameo mentre Dalton e Josh esplorano l’Altrove sia indipendentemente che insieme. Dal momento che è la più potente delle entità, si nutre di dolore e sofferenza e ha zoccoli e coda, molto probabilmente è destinato a personificare il Diavolo, ma per approfondire adeguatamente la sua storia bisognerà aspettare uno spin-off di Insidious.

Dove si colloca il Demone del Rossetto nell’Altrove?

Il demone del rossetto sembra essere al vertice della gerarchia dell’Altrove e il più attratto dalla luminosità spirituale di Dalton e Josh. Tuttavia, viene anche facilmente sconfitto da Dalton e Josh, il che implica che potrebbe non essere così potente come i fan sono stati portati a credere. Inoltre, non ha giurisdizione nelle zone più profonde dell’Altrove, come ad esempio dove vive il Demone “chiave”, il che rende un po’ confusa la gerarchia e la storia di questo universo.

Quante porte il Demone “chiave” ha fatto aprire a Elise?

Insidious-la-porta-rossa

In Insidious – L’ultima chiave, il Demone dalle dita a chiave non solo apre diverse porte, ma costringe anche Elise ad aprirle mentre cerca di fuggire dal Mondo di Mezzo con Melissa. Ciò significa che anche dopo che Dalton e Josh pensano di aver sconfitto il Demone del rossetto, potrebbe apparire un’altra porta che promette l’accesso al Mondo di Sopra. Non si sa quante entità daranno la caccia a chi ha la capacità di proiettarsi in astrale nei propri sogni.

Il demone “chiave” sta lavorando con il demone del rossetto?

Man mano che la costruzione del mondo e della storia proseguiva con ogni film di Insidious, sembrava che i fan avrebbero ottenuto risposte a domande come se il Demone “chiave” e il Demone “del rossetto” lavorassero insieme. Semmai, il Demone “chiave” sembrava pronto a usurpare il Demone del rossetto una volta diventato abbastanza potente. Il demone dalla faccia di rossetto sembrava non preoccuparsi di ciò che accadeva a un rivale piuttosto che a un collega, e il rapporto tra i demoni dell’Altrove potrebbe continuare in un film spin-off di Insidious.

I Lambert sono davvero liberi dalla Porta Rossa?

insidiousDalton dipinge la sua immagine della Porta Rossa e sembra chiuderla per sempre, ma in una scena post-credits di Insidious – La porta rossa, la luce di un ventilatore a soffitto si accende e la illumina di nuovo. Ciò implica che la Porta Rossa non è veramente scomparsa e che la famiglia Lambert potrebbe essere perseguitata di nuovo. Non sarebbe una sorpresa, soprattutto se si considera il simbolismo del trauma generazionale che la Porta Rossa rappresenta e che potrebbe riapparire come dolore e sofferenza per ciascuno degli uomini in momenti diversi, anche in fase di ripresa.

Kiki – Consegne a domicilio, l’omaggio di Manuel Fior

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Kiki – Consegne a domicilio, l’omaggio di Manuel Fior

In occasione del ritorno al cinema di Kiki – Consegne a domicilio (dal 13 al 19 luglio), il fumettista e illustratore Manuele Fior ha realizzato un omaggio per l’amatissimo film di Hayao Miyazaki, record di incassi in Giappone.

Apprezzato in Italia e all’estero, Fior è noto per la sua straordinaria tecnica e versatilità artistica. I suoi graphic novel sono tradotti in più di dieci lingue. Con i suoi libri si aggiudicato il prestigioso Fauve d’or al Festival Internazionale di Angoulême, il Gran Guinigi e lo Yellow Kid a Lucca Comics and Games, il Premio Micheluzzi a COMICON Napoli, l’Inkpot award a San Diego Comic-Con, il Romics d’oro a Romics Festival.

“Mi piace perché tra tutti i personaggi volanti di Miyazaki, Kiki è la più stupita e meravigliata di saper volare, un talento che deve riscoprire in sé stessa per poterlo usare. Kiki è una delicatissima allegoria di una bambina che diventa ragazza, si emancipa dalla famiglia e si rende indipendente. Nessuno nell’animazione aveva trattato un tema così universale in una chiave accessibile a tutti, magica e umana allo stesso tempo: Miyazaki lo fa con un film grondante di amore per la vita, per le sue manifestazioni mutevoli, trasformando la linea d’ombra di Conrad in un orizzonte sterminato spazzato dal vento” – Manuele Fior.

Kiki – Consegne a domicilio torna in sala dal 13 al 19 luglio grazie alla rassegna Studio Ghibli “Un mondo di sogni animati”, organizzata da Lucky Red. Il film è scritto e diretto da Hayao Miyazaki ed è tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono.

La rassegna “Un mondo di sogni animati” continua per tutta l’estate: dal 27 luglio al 2 agosto con Il castello nel cielo, dal 10 al 16 agosto con Il mio vicino Totoro (35° anniversario), dal 24 al 30 agosto con Si alza il vento (10° anniversario).
L’elenco delle sale è disponibile su www.studioghibli.it.

KIKI – CONSEGNE A DOMICILIO, la storia

Kiki è una giovane strega simpatica e un po’ maldestra. Come impone la tradizione, compiuti i tredici anni deve lasciare casa e partire alla ricerca di una città in cui svolgere un anno di apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente. In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, a cavallo della scopa di sua madre corredata con la radiolina di suo padre, Kiki arriva nella grande città di Koriko, che bagnata dal mare e sovrastata da una splendida torre con l’orologio, rappresenta la città dei sogni di Kiki.

Ma la città ha in serbo molte sorprese per la piccola strega, prima fra tutte l’indifferente freddezza dei suoi cittadini. Armata del suo unico talento magico, quello di volare nel cielo, Kiki riesce faticosamente ad avviare un’attività di consegne a domicilio. La conquista dell’indipendenza economica ed emotiva si mostra subito come un duro percorso di crescita per Kiki, che dovrà affrontare molte sorprese e tante difficoltà, sia fuori che dentro di lei…

La Ruota del Tempo, ecco il poster della seconda stagione

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La Ruota del Tempo, ecco il poster della seconda stagione

Prime Video ha svelato il poster ufficiale della seconda stagione della serie Original La Ruota del Tempo, che sarà disponibile in esclusiva dal 1° settembre sulla piattaforma in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

La Ruota del Tempo

La serie è basata sui best-seller fantasy di Robert Jordan La Ruota del Tempo. Un umile ragazzo di campagna, Rand al’Thor (Josha Stradowski, Gran Turismo), scopre di essere il Drago Rinato, una pericolosa figura della storia destinata a salvare il mondo… o a distruggerlo. Nel tentativo di proteggerlo dall’Oscuro, un esercito di potenti streghe deve fare i conti con il suo crescente potere e la sua invadente follia. La Ruota del Tempo gira e l’Ultima Battaglia si avvicina. Anche se Rand pensava di aver distrutto l’Oscuro, il male non è scomparso dal mondo. Nella seconda stagione, nuove e vecchie minacce inseguono i giovani amici di Two Rivers, ora sparsi per il mondo. La donna che li ha trovati e guidati non è ora in grado di aiutarli, quindi devono trovare altre fonti di forza. L’uno nell’altro, o in loro stessi. Nella Luce… o nell’Oscurità.

La Ruota del Tempo, il poster

La Ruota del Tempo è interpretata anche da Rosamund Pike (L’amore bugiardo – Gone GirlI Care a Lot) nel ruolo di Moiraine Damodred, Daniel Henney (Criminal Minds) come Lan Mandragoran, Zoë Robins (Power Rangers Ninja Steel) nei panni di Nynaeve al’Meara, Madeleine Madden (Dora e la città perduta) come Egwene al’Vere, Marcus Rutherford (Obey) nel ruolo di Perrin Aybara, Dónal Finn (SAS Rogue Heroes) nei panni di Mat Cauthon e Ceara Coveney (Il giovane Wallander) come Elayne Trakand.

La Ruota del Tempo è stata adattata per la televisione dall’executive producer/showrunner Rafe Judkins (Agents of S.H.I.E.L.D.Hemlock Grove). Larry Mondragon e Rick Selvage di iwot productions (Winter Dragon), Ted Field di Radar Pictures (Jumanji: The Next LevelWinter Dragon), Mike Weber (Jumanji: The Next LevelBeirut), Darren Lemke (Shazam!Piccoli brividiWinter Dragon), Marigo Kehoe (OutlanderThe Crown), Justine Juel Gillmer (The SurvivorHalo), Sanaa Hamri (Empire, Lovestruck) e Amanda Kate Shuman (The Blacklist) saranno qui anche executive producer. Rosamund Pike è anche co-executive producer, mentre Harriet McDougal, Brandon Sanderson e Lauren Selig sono consulting producer. La Ruota del Tempo è co-prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios.

Venezia 80: annunciate le giurie internazionali

Venezia 80: annunciate le giurie internazionali

Dopo l’annuncio dei presidenti di Giuria a Venezia 80, il sito della Biennale pubblica ufficialmente tutti i nomi degli artisti che faranno parte della Giuria del Concorso di Venezia 80, della Giuria di Orizzonti e Giuria della internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro. Eccole di seguito.

La Giuria del Concorso di Venezia 80 è composta da: Damien Chazelle – presidente, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense; Saleh Bakri, attore cinematografico e teatrale palestinese; Jane Campion, regista, sceneggiatrice e produttrice neozelandese; Mia Hansen-Løve, regista e sceneggiatrice francese; Gabriele Mainetti, regista, attore, compositore e produttore cinematografico italiano; Martin McDonagh, sceneggiatore e regista irlandese; Santiago Mitre, sceneggiatore e regista argentino; Laura Poitras, regista e giornalista statunitense; Shu Qi, attrice cinese.

La Giuria Venezia 80 assegnerà ai lungometraggi in Concorso – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Premio Speciale della Giuria, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti è composta da: Jonas Carpignano – presidente, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano; Kaouther Ben Hania, regista e sceneggiatrice tunisina; Kahlil Joseph, regista e artista statunitense; Jean-Paul Salomé, regista e sceneggiatore francese; Tricia Tuttle, direttrice di festival e programmatrice inglese.

La Giuria Orizzonti assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro è composta da: Alice Diop – presidente, regista e sceneggiatrice francese; Faouzi Bensaïdi, attore, regista e sceneggiatore marocchino; Laura Citarella, regista e produttrice cinematografica argentina; Andrea De Sica, regista e sceneggiatore italiano; Chloe Domont, sceneggiatrice e regista statunitense.

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore.

L’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia diretta da Alberto Barbera si svolgerà al Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2023.

Harry Potter: Daniel Radcliffe spera che la serie darà soddisfazione a chi non ha amato i film

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Daniel Radcliffe spera che la serie tv basata sui libri di Harry Potter in produzione alla Warner Bros/Max possa accontentare i fan che sono rimasti delusi dai film. L’attore inglese ha interpretato Il ragazzo che è sopravvissuto in tutti e otto i film basati sulla serie di libri di J.K. Rowling, iniziata con Harry Potter e la pietra filosofale del 2001 e conclusasi nel 2011 con Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2. All’inizio di quest’anno, è stato annunciato ufficialmente che un riavvio di Harry Potter è in fase di sviluppo per Max.

In una nuova intervista con Variety in cui si parla della sua recente nomination agli Emmy per Weird: The Al Yankovic Story, Daniel Radcliffe ha anche condiviso i suoi sentimenti riguardo al prossimo show di Harry Potter. L’attore è entusiasta della serie, che spera possa introdurre la storia a una nuova generazione, conquistando anche tutti i fan che sono rimasti delusi dai film.

“Sono entusiasta per questo progetto da spettatore. Potrò godermelo con tutti gli altri possibilmente, con una prospettiva leggermente diversa. È bello che un’intera nuova generazione venga introdotta alle storie in un modo nuovo. Lo vedranno come una serie TV, quindi probabilmente avranno il tempo di approfondire tutte le cose. Quindi per le persone che erano arrabbiate per le cose che sono state tagliate dal film, si spera, potranno finalmente vedere la versione completa che volevano.”

I film di Harry Potter sono amati da un’intera generazione, ma come adattamento di una serie di libri altrettanto amata, è impossibile per i soli film accontentare tutti i lettori e fan. Radcliffe riconosce la piccola ma significativa porzione di fan che è rimasta delusa dalle principali omissioni fatte dai film. La serie di Harry Potter di Max prevede di dedicare un’intera stagione all’adattamento di ogni libro, al contrario dei film di due ore e mezza, il che significa che ci sarà molto più spazio per tutti i dettagli dei romanzi, dal momento che probabilmente le stagioni dureranno dalle otto alle dieci ore.

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