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Il pianista: la vera storia dietro il film di Roman Polański

Il pianista: la vera storia dietro il film di Roman Polański

Nel corso della sua carriera il regista polacco Roman Polański ha realizzato opere di diverso genere entrate ormai di diritto nella storia del cinema, dall’horror Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York al noir Chinatown, dal thriller L’inquilino del terzo piano fino al dramma in costume Tess. Il suo film più personale, però, è senza ombra di dubbio Il pianista, realizzato nel 2002, dramma storico che ripercorre una storia vera con diversi elementi in comune con la vita dello stesso Polański. Con questo film, che lo ha definitivamente consacrato tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, egli racconta della deportazione degli ebrei nel corso della Seconda guerra mondiale.

Per fare ciò si affida alla storia di Władysław Szpilman, un pianista ebreo realmente vissuto in quegli anni, trovatosi a poter contare solo sulla musica come strumento di sopravvivenza, fisica e spirituale. Quanto nel film narrato è basato sull’autobiografia di Szpilman dal titolo omonimo. In essa Polański ha ritrovato molta della propria esperienza personale: anche lui infatti sopravvisse a un ghetto polacco e ai campi di concentramento dove la sua famiglia perse invece la vita. Mosso dalla volontà di affrontare quel trauma, il regista ha così realizzato quello che ancora oggi è considerato uno dei suoi film più belli, importanti e struggenti.

Premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes e poi agli Oscar, dove Polański ha vinto il premio per la miglior regia, Il pianista ripercorre dunque una delle pagine più nere della storia dell’umanità con una sensibilità e un gusto per la messa in scena rari. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Il pianista

Il racconto ha inizio nella Varsavia del 1939. La Germania ha appena dichiarato guerra alla Polonia e quella che diventerà la Seconda guerra mondiale ha così inizio. In tale contesto, Władysław Szpilman è un giovane e prodigioso pianista ebreo la cui vita viene drammaticamente sconvolta da questo evento, similmente a quella di tutti gli altri ebrei. Con l’occupazione di Varsavia, infatti, la libertà individuale e quella collettiva vengono definitivamente messa al bando. Il giovane Szpilman si ritrova esiliato insieme ai suoi familiari e a tutti gli ebrei della città all’interno di un Ghetto. Eppure, egli non si lascerà schiacciare dalle avversità e cercherà di lottare fino all’ultimo per la propria libertà. In questo, la musica si rivelerà una preziosa alleata.

Per il ruolo di Władysław Szpilman, Polański ha incontrato oltre mille attori ma solo un giovanissimo Adrien Brody risultò convincente ai suoi occhi, ottenendo così la parte. Per potersi connettere con la sensazione di perdita necessaria per interpretare il ruolo di Wladyslaw Szpilman, Brody ha lasciato il suo appartamento, venduto la sua auto e smesso di guardare la televisione. Inoltre è dimagrito 14 kg e ha imparato a suonare il pianoforte. Grazie alla sua intensa interpretazione, Brody ha poi vinto l’Oscar come Miglior attore, divenendo all’età di 29 anni il più giovane ad ottenere il riconoscimento in tale categoria. Ad interpretare il capitano Wilm Hosenfeld, che avrà un ruolo cruciale nella vicenda di Szpilman, vi è invece l’attore Thomas Kretschmann.

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La vera storia dietro Il pianista

Come anticipato, quella raccontata in Il pianista è una storia vera non solo da un punto di vista del contesto quanto anche per i personaggi protagonisti. In particolare, questa la storia di Władysław Szpilman, nato il 5 dicembre del 1911 in una famiglia ebrea di musicisti. Mentre il padre era violinista, sua madre suonava invece il piano ed è proprio questo secondo strumento che Szpilman decide di imparare a suonare. Ha così preso le sua prime lezioni di pianoforte con sua madre, sapere che questa scelta in futuro gli avrebbe salvato la vita. Szpilman decide infatti di portare avanti quella sua passione, ottenendo poi una borsa di studio dal 1931 al 1933 presso l’Accademia delle Arti di Berlino.

Nel 1935, Wladyslaw Szpilman divenne il pianista della Radio di Stato polacca a Varsavia, suonando opere classiche e jazz. Suonò qui fino al 1 settembre 1939, il giorno in cui la Germania invase la Polonia e mise in moto gli eventi della Seconda guerra mondiale. I tedeschi hanno poi costretto la radio di stato polacca a chiudere e l’ultima trasmissione in diretta che la gente ha potuto ascoltare prima dell’occupazione tedesca è stata l’esecuzione di Szpilman del Notturno in do diesis minore di Chopin. Wladyslaw Szpilman e la sua famiglia furono poi collocati nel ghetto di Varsavia, il più grande di tutti i ghetti ebraici istituiti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Il ghetto, estremamente angusto, imprigionava oltre 400.000 ebrei e forniva minime razioni di cibo. Periodicamente si verificavano deportazioni, con le quali alcuni ebre veniva trasferiti nei campi di concentramento. Nonostante ciò, Szpilman ha continuato a suonare e per mantenere la sua famiglia, ha lavorato come pianista in un caffè chiamato Café Nowaczesna. L’estate del 1942 fu però l’inizio delle deportazioni su larga scala nei campi di concentramento e di sterminio. Sebbene siano riusciti a stare al sicuro per un po’, alla fine Szpilman e la sua famiglia ricevettero l’ordine di essere deportati a Treblinka, un campo di sterminio in Polonia.

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Al momento di essere deportati, però, un membro della polizia del ghetto ebraico riconobbe Szpilman da uno dei suoi concerti e lo portò via prima che salisse sul treno. Sebbene si fosse salvato, Szpilman dovette guardare i suoi genitori, il fratello e le due sorelle venire spediti a Treblinka, dove nessuno di loro sarebbe sopravvissuto. Szpilman rimase nel ghetto film al 13 febbraio 1943, quando riuscì a fuggire. Per lui ha inizio un periodo di vagabondaggio, che lo porterà ad incontrare un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld, il quale dopo aver scoperto delle sue abilità con il pianoforte gli chiese di suonare per lui un brano di Chopin.

Successivamente, Hosenfeld ha continuato a tenere nascosto Szpilan. Gli portava periodicamente pane e marmellata e gli lasciò un soprabito militare tedesco per non soffire il freddo. I tedeschi furono poi sconfitti nel 1945. Wladyslaw Szpilman era sopravvissuto alla guerra, ma non ha saputo il nome dell’ufficiale che lo ha aiutato fino al 1950. Wilm Hosenfeld è stato successivamente condannato per presunti crimini di guerra e condannato a 25 anni di lavori forzati. Secondo quanto riferito, Hosenfeld ha salvato altri ebrei durante la guerra. L’ufficiale è poi deceduto nel 1952 in un campo di prigionia sovietico. Szpilman, invece, continuò a dedicare la sua vita alla musica fino alla sua morte, avvenuta il 6 luglio del 2000.

Il trailer di Il pianista e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il pianista grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb, Allthatsinteresting

Boston – Caccia all’uomo: il cast e la vera storia dietro al film

Considerato uno dei grandi mali del nostro tempo, quello del terrorismo è un problema diffuso a livello globale, che non smette di generare paura e storie attraverso cui poterne riflettere con sguardo più lucido. Tra le più recenti e apprezzate tra queste vi è Boston – Caccia all’uomo, film del 2016 incentrato sul tristemente noto attentato alla maratona di Boston, avvenuto il 15 aprile del 2013. Diretto da Peter Berg, autore di titoli d’azione come Deepwater – Inferno sull’oceano e Lone Survivor, questo ripercorre il traumatico evento e le sue conseguenze dal punto di vista degli agenti che si occuparono del caso.

Il film non si ispira però solo all’evento in sé, ma adatta per il grande schermo anche quanto narrato nel libro Boston Strong, pubblicato nel 2015 da Casey Sherman insieme al giornalista Dave Wedge. In questo si ripercorrono in forma di inchiesta quanto avvenuto, cercando di dare delle risposte alle domande circa gli obiettivi degli attentatori. Con le riprese del film svoltesi tra New York, Boston e Los Angeles, il film si proponeva così di dar vita ad un appassionante racconto, consegnando al giudizio popolare una riflessione sull’attentato e le sue implicazioni più profonde.

Ben accolto dalla critica, che lodò in particolare la regia e le interpretazioni dei protagonisti, il film arrivò infine in sala, dove però non ottenne il successo sperato. A fronte di un budget di 45 milioni di dollari, Boston – Caccia all’uomo, arrivò infatti ad incassarne appena 52 in tutto il mondo. Se si è in cerca di un buon film d’azione, che racconti però anche una storia particolarmente toccante, questo è il film giusto, meritevole di essere riscoperto. Proseguendo qui nella lettura, in particolare, sarà possibile scoprire tutte le principali curiosità grazie a cui sarà possibile arricchire la propria visione.

Boston – Caccia all’uomo: la trama del film

La storia ha inizio il fatidico 15 aprile 2013, durante la Maratona di Boston, il più antico evento sportivo degli Stati Uniti, il quale improvvisamente si trasforma in un inferno. Sul luogo si trova il sergente Tommy Saunders, un poliziotto bravo ma troppo irascibile, che per una sanzione disciplinare è stato assegnato al servizio d’ordine all’arrivo della maratona. La festa viene però interrotta da una serie di esplosioni lungo la linea del traguardo sulla Boylston Street. Insieme ad altri agenti, Saunders si trova a dar vita ad una delle più grandi cacce all’uomo mai viste nella storia del Paese. Avvalendosi delle registrazioni video delle telecamere dei locali pubblici vicini, egli riesce a identificare i due attentatori, che vanno però ora rintracciati e fermati. La sua diventa così una corsa contro il tempo in una città in stato di shock.

Boston – Caccia all’uomo: il cast del film

Protagonista del film è il personaggio del sergente Tommy Saunders. Questi non è un reale poliziotto di Boston, bensì la summa di diversi agenti che realmente presero parte all’evento. Per interpretarlo, l’attore Mark Wahlberg è stato sin da subito il primo candidato. L’attore, tuttavia, non era inizialmente favorevole a realizzare un film su un evento così traumatico e recente. Si convinse però dopo aver letto la sceneggiatura ultimata, comprendendo di come il personaggio di Saunders fosse perfetto per lui. Per prepararsi, l’attore si sottopose come suo solito ad un periodo di allenamento intensivo, al fin e di ottenere il fisico necessario per la parte. Nel film figura poi anche l’attrice Michelle Monaghan nei panni di Carol Saunders, moglie del protagonista.

Kevin Bacon è invece l’agente speciale Richard DesLauriers, che collaborerà a stretto contatto con Saunders. L’attore John Goodman, invece, è Ed Davis, reale poliziotto della città di Boston. Si ritrova poi anche il premio Oscar J. K. Simmons nei panni del sergente Jeffrey Pugliese. Nei panni dei due attentatori, Dzhokhar Tsarnaev e Tamerlan Tsarnaev, si ritrovano invece gli attori Alex Wolff e Themo Melikidze. L’attrice Melissa Benoist, oggi nota per essere la protagonista di Supergirl, si era inizialmente proposta per il ruolo di Jessica Kensy, salvo poi ottenere la parte di Katherine Russell, la vedova di Tsarnaev. Ad interpretare la Kensy, una delle persone rimaste gravemente ferite dall’attentato vi è invece Rachel Brosnahan, nota per la serie La fantastica signora Maisel.

Boston - Caccia all'uomo cast

Boston – Caccia all’uomo: la vera storia dietro al film

Come già anticipato, il film Boston – Caccia all’uomo narra del reale attentato durante la maratona del 15 aprile 2013. Con la città bloccata per il tradizionale evento, grandi quantità di persone si sono riversate per le strade per assistere al passaggio degli atleti. Con l’avvicinarsi di questi al traguardo, due ordigni esplodono a distanza di circa 170 metri l’uno, uccidendo 3 persone e provocando circa 264 feriti. Le due bombe, in seguito, sono state identificate come due pentole a pressione riempite di esplosivo, chiodi, e pezzi di ferro. A posizionarle sono stati due fratelli ceceni di nome Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev. Di religione musulmana, questi accusavano gli Stati Uniti di aver intrapreso una vera e propria guerra contro l’Islam, e con il loro gesto desideravano rispondere a ciò che consideravano un accanimento militare e politico.

Scatenatosi il panico, risultò inizialmente difficile rintracciare i colpevoli di quel disastro. Nei giorni successivi, però, grazie ad alcune testimonianze, come quella di Jeff Bauman, la cui storia è narrata in Stronger, i due vengono identificati. Ha così inizio una caccia all’uomo che blocca ulteriormente l’intera città. Rintracciati dalla polizia, i due attentatori danno vita ad uno scontro a fuoco durante il quale Tamerlan perse la vita. Il fratello riuscì a nascondersi ancora per qualche ora, salvo poi essere trovato e arrestato. Questi venne poi condannato alla pena capitale il 15 maggio del 2015, dopo un lungo processo. Il 31 luglio del 2020, tuttavia, la sentenza è stata rivalutata con l’istituzione di un nuovo processo. Pur con gli attentatori fermati e consegnati alla giustizia, il dramma di quell’evento rimane ugualmente una ferita aperta nella società statunitense.

Boston – Caccia all’uomo: il trailer e come vedere il film in streaming su Netflix o altrove

Per gli appassionati del film è possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Boston – Caccia all’uomo è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Tim Vision, Amazon Prime Video e Netlflix. Su quest’ultima piattaforma il titolo si trova attualmente 6° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Succession 4×07: 7 grandi rivelazioni e colpi di scena

Succession 4×07: 7 grandi rivelazioni e colpi di scena

Succession 4×07 è finalmente uscito: ecco le più grandi rivelazioni della storia e i colpi di scena della famiglia Roy. Succession si sta avvicinando sempre di più al suo finale di serie, il che significa che le cose stanno finalmente cominciando a scaldarsi. Questo ultimo episodio è stato ricco di colpi di scena, rivelazioni e momenti esplosivi, con la serie che si sta avviando verso la sua conclusione definitiva.

La quarta stagione di Succession è già stata una corsa sfrenata: il triangolo amoroso di Shiv, l’incombente fusione con la GoJo e persino la morte di Logan Roy. Questo settimo episodio riprende proprio da dove si era interrotto l’episodio precedente, con i fratelli Roy che continuano a occuparsi dell’imminente acquisizione della GoJo e delle conseguenze degli eventi che hanno circondato l’incontro con gli investitori. La maggior parte dell’episodio 7 si svolge durante una festa nell’attico di Shiv e Tom, con molti dipendenti della Waystar Royco e altri individui facoltosi che si presentano per festeggiare le elezioni. Tuttavia, si presenta un ospite a sorpresa: Lukas Matsson, amministratore delegato di GoJo.

La figlia di Kendall è stata spinta in strada a causa di ATN e delle elezioni

Succession 4x07 Kendall e Rava

Sebbene l’ATN sia sempre stata una parte importante di Succession, le imminenti elezioni hanno fatto sì che il network giocasse un ruolo ancora più importante nella storia della quarta stagione. Durante l’episodio, Kendall riceve una richiesta di incontro dalla sua ex moglie, Rava, che gli racconta che la loro figlia è stata spinta in strada da un gruppo che indossava magliette di Jeryd Mencken.

Mencken è il candidato alla presidenza che è fortemente favorito da ATN, e Rava spera che Kendall possa fare qualcosa per contrastare l’influenza della rete di notizie conservatrice. Kendall è furioso quando viene a sapere dell’incidente e incolpa parzialmente Rava per non essere stata presente durante il conflitto.

Matsson rivela che la crescita degli abbonamenti di GoJo è stata enormemente gonfiata

Matsson Succession 4x07

Una delle più grandi rivelazioni di Succession 4×07 è che il tasso di crescita dei nuovi abbonati di GoJo è stato enormemente gonfiato. Lo status di stella nascente di GoJo è ciò che le ha permesso di arrivare lontano nell’acquisizione di Waytstar Royco, e ora che i numeri gonfiati della società cominciano a essere resi noti, è possibile che tutto cambi.

Questa rivelazione potrebbe aiutare seriamente il nuovo piano di Kendall Roy, che sta discutendo la possibilità di ribaltare l’accordo in modo che Waystar Royco possa acquistare GoJo. Ci sono ancora molti interrogativi intorno all’affare GoJo, ma la rivelazione di Matsson potrebbe scuotere seriamente le cose in futuro.

Matsson e Shiv dicono a tutti che Tom potrebbe essere licenziato da ATN

Shiv e Matsson

Sebbene Tom fosse una delle figure più potenti della Waystar Royco dopo il suo tradimento nella terza stagione di Succession, le cose stanno iniziando a cambiare. Con l’incombente acquisizione della Waystar da parte della GoJo, i vertici hanno iniziato a preoccuparsi della sicurezza del posto di lavoro e sembra che Tom possa essere licenziato.

Mentre fa due chiacchiere alla festa, Tom scopre che Lukas Matsson e Shiv hanno detto a tutti che Tom potrebbe non rimanere in azienda in futuro. Questa è una notizia per Tom, che aveva intenzione di rimanere, e questa scoperta peggiora il già burrascoso rapporto tra Tom e Shiv.

Connor potrebbe abbandonare la corsa alle presidenziali… e trasferirsi in Oman

Connor Roy

La storyline del personaggio di Connor Roy è stata focalizzata sulla corsa presidenziale. Tuttavia, a poche ore dall’apertura dei seggi, Roman decide di fare una mossa strategica chiedendo a Connor di ritirarsi dalla corsa.

L’1% di Connor è vitale per il successo di Mencken e, in cambio dell’abbandono della corsa, Roman dice a Connor che può procurargli un lavoro politico in un paese straniero. Dopo un po’ di tira e molla, i due si accordano sull’Oman. Tuttavia, l’ultima apparizione di Connor nell’episodio lo vede dire che potrebbe rimanere alle elezioni.

Roman parlerà al funerale di Logan Roy

Succession 4x07 Roman Roy

Il funerale di Logan Roy non si è ancora svolto, ma in Succession 4×07 è stato rivelato che Roman Roy parlerà alla cerimonia. Questo è sorprendente a causa dei rapporti travagliati dei fratelli Roy con il padre, anche se Roman è sempre stato il più vicino a Logan.

L’intervento di Roman al funerale del padre potrebbe causare ancora più drammi tra i fratelli Roy, tutti in disaccordo sull’eredità del padre. Roman lo ama, Kendall lo odia e Shiv vuole solo che la Waystar Royco vada avanti. Queste tre prospettive diverse hanno causato scontri tra i tre fratelli in passato e, con un evento così emozionante come il funerale di Logan Roy, è probabile che il conflitto si riproponga.

Il matrimonio di Shiv e Tom ancora più in crisi

Matrimonio Tom e Shiv

Dopo lo scorso episodio, la relazione tra Shiv e Tom sembrava essere migliorata. La coppia esce dall’episodio 7 in una situazione ancora peggiore, esprimendo a gran voce le loro rimostranze l’uno verso l’altro durante l’acceso litigio sul balcone. Questa lite non solo porta a una fine anticipata della festa, ma spezza ancora di più la coppia, rendendo apparentemente le cose peggiori di quanto non fossero dopo il tradimento della terza stagione.

Durante il litigio, Tom fa anche riferimento al fatto che Shiv non avrà il suo bambino, accennando a una trama su cui i fan hanno teorizzato fin dall’inizio della quarta stagione di Succession. All’inizio della stagione, ci sono stati diversi accenni al fatto che Shiv fosse incinta, anche se questa storia non è stata tirata fuori in diversi episodi. Il commento di Tom potrebbe confermare che Shiv è (o era) effettivamente incinta, anche se la situazione potrebbe essere cambiata dopo la telefonata con il dottore.

Kendall e Frank complottano per far sì che Waystar acquisti GoJo

Succession 4x06 Kendal Roy

Una delle ultime scene di Succession 4×07 presenta una conversazione tra Kendall e Frank che rivela la loro prossima mossa strategica. Sebbene all’inizio Kendall sperasse solo di fermare l’acquisizione di Waystar Royco da parte di GoJo, ora Kendall ha l’ambizione di far sì che Waystar Royco acquisti effettivamente GoJo.

Non si sa ancora quanto ciò sia fattibile, ma con l’acuta mente imprenditoriale di Kendall e le varie controversie di Lukas Matsson, è possibile che la quarta stagione di Succession si concluda con Waystar Royco più grande che mai.

Codacons vince ricorso al Tar. Annullati limiti al Tax Credit

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Codacons vince ricorso al Tar. Annullati limiti al Tax Credit

Così ha decretato, con sentenza n. 7624/2023 pubblicata il 5.05.2023, il Tar del Lazio, cui il Codacons si era rivolto per contestare il diniego al Tax Credit verso la casa di produzione Ila Palma di Rean Duilio Mazzone per il film di Moni Ovadia “La terra senza”. IL Tar del Lazio, con la sentenza citata, ha annullato il decreto interministeriale n. 368 del 13.10.2022, pubblicato sul sito del Ministero della Cultura, nella parte in cui limita il diritto al Tax Credit – ossia il credito d’imposta pari al 40% del costo eleggibile di produzione che spetta ai produttori cinematografici per opere riconosciute di nazionalità italiana – alle imprese costituite nella forma di società di capitali, escludendo dall’agevolazione fiscale le imprese di produzione cinematografica costituite come ditte individuali o società di persone.

Il decreto annullato dal Tar aveva penalizzato, tra le altre, anche la ditta individuale Ila Palma di Rean Mazzone che, dopo aver concluso le riprese del film “La terra senza”, per la regia di Moni Ovadia, si era vista negare l’accesso all’agevolazione fiscale prevista dalla normativa esistente al momento di avvio della produzione del film, in virtù delle nuove disposizioni dell’ottobre 2022.

Un provvedimento che, secondo il Codacons, era illegittimo in quanto la legge n. 220/2016 istitutiva del Tax Credit, cui i decreti ministeriali attuativi devono uniformarsi, attribuisce il beneficio, indistintamente, alle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva, intendendo per tali tutti i soggetti che svolgono attività in veste imprenditoriale ed indipendentemente da quale sia la forma giuridica adottata. E ciò anche in considerazione dei fini perseguiti dalla legge sul Tax Credit, finalizzate al sostegno delle piccole imprese di produzione italiana, che detengono una incredibile forza creativa. Il decreto ministeriale dunque, escludendo dal beneficio fiscale le ditte individuali e le società di persone, si poneva in contrasto con la legge.  Il Tar del Lazio ha dato ragione al Codacons, sposando pienamente questa tesi.

Un risultato importantissimo per la Ila Palma, che ora si vedrà riconosciuto il beneficio fiscale che le era stato illegittimamente negato, ma anche per tutte le piccole case di produzione cinematografiche e audiovisive, che vedono tutelato il loro valore con il riconoscimento al Tax Credit.

Esprime soddisfazione per il provvedimento del Tar il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, secondo il quale “i giudici hanno decretato la totale illegittimità dei limiti formali e del tutto iniqui che il Ministero della Cultura aveva posto all’accesso al Tax Credit per i piccoli produttori cinematografici italiani, omettendo, invece, di concentrare il proprio intervento al fine di garantire che i contributi siano richiesti e assegnati nel rispetto delle regole”.

Guardiani della Galassia Vol. 3: il destino di tutti personaggi principali

Guardiani della Galassia Vol. 3 di James Gunn è arrivato nei cinema di tutto il mondo e la sua uscita rappresenta davvero la fine di un’era per il Marvel Cinematic Universe. Con Il Vol. 3 si conclude infatti la trilogia dei “Guardiani”, lanciata da Gunn nel 2014 con “Guardiani della Galassia” e proseguita nel 2017 con “Guardiani della Galassia Vol. 2“. Dopo questo ultimo capitolo, il roster della squadra dei Guardiani sul grande schermo non è più composto dai membri “ufficiali”, Star Lord (Chris Pratt), Gamora (Zoe Saldana), Drax (Dave Bautista), Rocket (Bradley Cooper), Groot (Vin Diesel), Mantis (Pom Klementieff) e Nebula (Karen Gillan).

Che fine hanno dunque fatto gli “oirginali” Guardiani della Galassia? Nel finale del film, si sono separati di comune accordo, con alcuni veterani che sono rimasti nella squadra e molti altri che sono passati a nuove avventure. Fortunatamente sono ancora tutti vivi, dato che il Vol. 3 non ha visto la morte di nessun personaggio importante. Questo significa che ogni Guardiano originale potrebbe tornare in futuro nel Marvel Cinematic Universe, anche se attori come Saldana e Bautista hanno dichiarato che il loro mandato alla Marvel è ufficialmente terminato con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol. 3.

Star Lord è morto?

Guardiani della galassia star-lordStar Lord è vivo – anche se è morto a un certo punto del film. Consacra Rocket come nuovo leader dei Guardiani della Galassia e torna sulla Terra alla fine del film, dove si riunisce con suo nonno. Il personaggio è morto congelato nello spazio dopo aver tentato di saltare dalla nave esplosiva dell’Alto Evoluzionario su Knowhere, ma Adam Warlock lo ha rianimato usando i superpoteri. Nella scena dei titoli di coda si vede Star Lord a casa con il nonno e una frase mostrata alla fine di questi ci conferma che Star Lord tornerà in una futura serie Marvel.

“Ora, se mi chiedete se io, Chris Pratt, l’attore, voglio riprendere il mio ruolo di Peter Quill e se c’è ancora qualcosa sul personaggio da raccontare e se ho voglia di farlo? Io sì“, ha dichiarato Pratt in una recente intervista a Rolling Stone. “Sarei interessato a interpretare di nuovo il personaggio“.

Gamora tornerà insieme a Star Lord?

Guardiani della Galassia Vol. 3La Gamora di “Guardiani della Galassia Vol. 3” non è la stessa Gamora che il pubblico ha imparato ad amare nei primi due film dei Guardiani. Quella Gamora è stata uccisa da Thanos in “Avengers: Infinity War“, solo per far entrare in scena un’altra iterazione del personaggio durante i salti temporali di “Avengers: Endgame“. La Gamora di “Vol. 3” è un membro dei Ravagers (guidati da Sylvester Stallone in un cameo) e non si è mai innamorata di Star Lord, anche se nel corso del film prova affetto per lui. I due non tornano insieme; Gamora lascia infatti i Guardiani al termine della loro missione e torna dai Ravagers. “Non credo che questa sia la fine per i Guardiani“, ha dichiarato Zoe Saldana a THR. “È la fine per me, per Gamora“.

Dove sta andando Mantis?

Mantis Guardiani della GalassiaMantis si lascia alle spalle i Guardiani della Galassia alla fine di Vol. 3. Rendendosi conto di aver sempre vissuto la sua vita in base a ciò che gli altri volevano che facesse (suo padre, Ego, ha esercitato un forte controllo su di lei fino a quando non è diventata un Guardiano, e non ne è mai stata la leader), Mantis decide di lasciare i Guardiani e di prendere in mano la sua vita. Parte da Knowhere verso un luogo ignoto insieme ai tre mostri Abilisk che ha domato durante la battaglia sulla nave dell’Alto Evoluzionario.

Drax non è più un distruttore?

Drax il DistruttoreDrax il Distruttore non è più parte dei Guardiani alla fine di Vol. 3. Rimane a Knowhere per aiutare Nebula a proteggere la popolazione, che vede un afflusso di bambini e animali salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario. Drax diventa una figura paterna improvvisata per molti dei bambini imprigionati che ha aiutato a salvare. Come gli dice Nebula, non è più un distruttore ma un padre.

Sono così grato a Drax. Gli voglio bene. Ma c’è un sollievo [che sia finita]”, ha detto Bautista alla rivista GQ a proposito del ritiro del personaggio. “Non è stato tutto piacevole. È stato difficile interpretare quel ruolo. Il processo di trucco mi ha distrutto. E non so se voglio che Drax sia la mia eredità: è un ruolo abbastanza comico e voglio fare cose più drammatiche“.

Cosa ci fa ancora Nebula a Knowhere?

Nebula MCULa dura personalità di Nebula viene messa alla prova nel corso di “Guardiani della Galassia Vol. 3“, che vede il personaggio diventare più accondiscendente e sensibile e assumere il ruolo di protettrice di Knowhere. Rimane con Drax per proteggere la gente di Knowhere, che ora include i bambini salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario. “Non so se Nebula tornerà ancora, è possibile che questo sia il suo capitolo finale“, ha annunciato Gillan su Instagram lo scorso anno. “Ho apprezzato questa esplorazione più di ogni altro personaggio che ho interpretato. È stato un decennio incredibile“.

Rocket muore?

Salutate il nuovo leader dei Guardiani della Galassia! Rocket sopravvive alle ferite riportate nel Vol. 3 e Star Lord lo nomina capo del gruppo alla fine del film. Il suo nuovo gruppo comprende Groot, Adam Warlock, Kraglin, Cosmo e uno dei bambini super potenziati salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario.

Groot lascia i Guardiani?

I am Groot Guardiani della GalassiaGroot rimane un membro dei Guardiani della Galassia nella sua nuova forma, sotto la guida del suo amico Rocket. Nella scena post-credits, Groot è cresciuto fino a diventare un enorme albero e appare più simile alle sue dimensioni nel film originale Guardiani della Galassia.

Adam Warlock è un cattivo o un eroe?

Adam WarlockAdam Warlock passa da nemico ad amico nel corso di “Guardiani della Galassia Vol. 3“. Appare per la prima volta su Knowhere e combatte contro i Guardiani mentre cerca di rapire Rocket per riportarlo all’Alto Evoluzionario. Si scopre che Alto Evoluzionario ha creato il popolo Sovrano dalla pelle dorata e ha reclutato il superpotente Adam Warlock per eseguire i suoi ordini. Adam ferisce gravemente Rocket, mettendo in moto il complotto; il personaggio si schiera dopo che l’Alto Evoluzionario fa esplodere la Contro-Terra e uccide sua madre, la Grande Sacerdotessa Ayesha (Elizabeth Debicki). Per fare del bene, salva Star Lord dopo che è morto congelato nello spazio e lo riporta in vita. Nella scena post-credits, Adam viene rivelato come nuovo membro dei Guardiani della Galassia.

Cosa ci fa Kraglin su Knowhere?

Sean Gunn Guardiani della GalassiaQuando i Guardiani della Galassia partono in missione per salvare Rocket, lasciano Knowhere sotto la protezione di Kraglin. Quest’ultimo si rivela fondamentale per la loro missione, poiché fa volare Knowhere verso la nave dell’Alto Evoluzionario e permette ai Guardiani e ai prigionieri del cattivo di fuggire e cercare rifugio. Nella scena post-credits, Kraglin rimane un membro dei Guardiani della Galassia insieme a Cosmo, Groot, Rocket, Adam Warlock e uno dei bambini super potenziati salvati dalla nave dell’Alto Evoluzionario.

Cosmo è un cane buono o cattivo?

Cosmo trascorre gran parte di Guardiani della Galassia Vol. 3 infastidita da Kraglin per averla chiamata “cane cattivo“, ma guadagna un’ottima evoluzione per il suo personaggio durante la battaglia finale, quando usa i suoi poteri di telecinesi per aiutare a proteggere gli abitanti di Knowhere. Alla fine del film, Cosmo rimane un Guardiano.

Guardiani della Galassia: James Gunn e la Marvel hanno discusso del futuro del franchise

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Il regista di Guardiani della Galassia Vol. 3 James Gunn ha confermato di aver discusso con i Marvel Studios riguardo al futuro del franchise e dei suoi personaggi. Quando gli è stato chiesto su Twitter se lui e la Marvel avessero parlato di piani per il futuro dei Guardiani della Galassia nell’universo cinematografico della Marvel, a seguito dell’uscita di Gunn dal franchise, il regista ha semplicemente dichiarato, lapidario come suo solito: ““. Questo fa eco alle precedenti dichiarazioni fatte da Gunn in cui ha spiegato che “non sarebbe assolutamente sleale da parte mia continuare nell’Universo Marvel“.

Gunn, che ha diretto tutte e tre i film della trilogia dei Guardiani della Galassia del MCU, è ora stato annunciato come co-presidente dei DC Studios insieme a Peter Safran all’inizio di novembre 2022. Da allora, Gunn ha costantemente fornito ai fan informazioni sugli ampi piani per il nuovo DC Universe, sia sul piccolo che sul grande schermo. Gunn ha però anche difeso la sua continua promozione di Guardiani della Galassia Vol. 3, dicendo: “L’ultima cosa che la DC vorrebbe è qualcuno che passi gli ultimi 12 anni della sua vita a creare una serie di film, e poi voltare le spalle al suo ultimo film“. Gunn ha anche notato che “non è stato assunto alla DC senza che tutti a bordo fossero molto chiari a riguardo e di supporto in anticipo“.

Non sappiamo dunque cosa Gunn e i dirigenti Marvel si siano effettivamente detti sul futuro del franchise di Guardiani della Galassia, ma al momento è certo che il regista non sarà coinvolto in futuri progetti a riguardo, troppo impegnato ora con i lavori in casa DC. Il fatto però che ci siano state conversazioni lascia immaginare che determinati personaggi di Guardiani della Galassia potranno tornare nel futuro dell’MCU, magari con l’approvazione di Gunn sulle storie che verranno per loro pensate da qui in avanti. Non resta dunque che attendere l’eventuale annuncio di nuovi progetti per gli amati personaggi di questo franchise.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 3 maggio.

Fonte: CBR

Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget: trailer della serie comedy dei The Jackal

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Prime Video ha svelato il trailer di Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget, la prima serie comedy prodotta e ideata dalla content factory The Jackal, disponibile in esclusiva su Prime Video dall’8 giugno. Pesci Piccoli. Un’agenzia. Molte idee. Poco Budget è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Nel cast protagonisti gli sciacalli Fabio Balsamo, Gianluca Fru, Aurora Leone, Ciro Priello e con Martina Tinnirello. Tra le sorprese che arricchiranno i sei episodi che compongono la prima serie anche sei inaspettate special guest: Herbert Ballerina, Achille Lauro, Giovanni Mucciaccia, Gabriele Vagnato, Valentina Barbieri e Mario “Il Ginnasio” Terrone.

Nell’epoca delle star di TikTok e di vite di successo incorniciate nei social, cosa c’è di bello nel fare ogni giorno una vita normale? E se questa vita normale si svolgesse in una piccola agenzia di comunicazione social? Ciro, Fabio, Fru e Aurora sono amici e colleghi immersi nel sottobosco digital fatto di brand provinciali sfigati e piccoli influencer tragicomici, ma anche fatto di gesti di amicizia, flirt tra colleghi e riti di gruppo. L’arrivo di una nuova manager declassata ma decisa a dimostrare il suo valore porterà un’ondata di novità, e insegnerà loro che anche un’esistenza normale, senza successi garantiti da milioni di follower, nasconde qualcosa di prezioso se hai gli amici giusti.

Prodotta da The Jackal con Mad Entertainment e in collaborazione con Prime Video, Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget si divide in sei episodi diretti da Francesco Ebbasta, ideata da Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan che hanno scritto il soggetto e la sceneggiatura con Luca Vecchi e Stefano Di Santi. Completano il cast di Pesci piccoli Amanda Campana, Anna Ferraioli Ravel, Angelo Spagnoletti, Veronica Mazza, Giovanni Anzaldo, Sergio Del Prete, Flavio Pellino, Sara Penelope, Dino Porzio, Francesca Romana Bergamo, Alessia Santalucia, Gianni Spezzano, Marina Zanchi, Mario Zinno.

Pesci piccoli – Un’agenzia. Molte idee. Poco budget si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang BabyGianluca Vacchi: Mucho MásLaura Pausini – Piacere di conoscertiThe Ferragnez – La serieAll or Nothing: JuventusAnni da caneDinner ClubVita da CarloFERRO, le prime 3 stagioni di Celebrity Hunted – Caccia all’Uomo e di LOL: Chi ride è fuori ; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, CitadelArgentina 1985Jack RyanThe BoysBorat – Seguito di film cinemaIl principe cerca figlioSenza RimorsoGood Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altre produzioni Original già annunciate sono il capitolo italiano dell’universo CitadelEverybody Loves Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione 2.

Star Wars: Skeleton Crew, i creatori volevano che la serie sembrasse un film di Spielberg

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Il regista Jon Favreau ha rivelato alcune informazioni sul tono di Star Wars: Skeleton Crew, l’imminente serie che debutterà presto su Disney+ guidata dal protagonista Jude Law. In una discussione con Empire, Jon Favreau ha ricordato il tono a cui miravano i creatori della serie Jon Watts e Chris Ford con Star Wars: Skeleton Crew. Apparentemente, il duo voleva far sembrare lo spettacolo un film della Amblin Entertainment e, in una svolta interessante, ha finito per discutere dello stile Amblin con il presidente di Lucasfilm e co-fondatore di Amblin Entertainment, Kathleen Kennedy.

Con Kathy Kennedy alla guida della Lucasfilm, quando Jon Watts e Chris Ford sono entrati e hanno parlato di voler fare qualcosa che somigliasse a un film di Amblin e avesse quel tono, è come se parlassi direttamente alla persona che era lì e conosce tutti gli ingredienti  che ci sono dentro quella ricetta“, ha spiegato Favreau. “Quindi è stato interessante sentirli lanciare queste idee e vedere come reagisce a questo.” Fondata da Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall, Amblin Entertainment è la società di produzione dietro film come E.T .l’extraterrestre, Gremlins e I Goonies.

Tutto quello che sappiamo su Star Wars: Skeleton Crew

Lo spin-off di “Star Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione: “Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la stessa di “The Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm, la serie viene descritta come una versione galattica dei classici film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”

Star Wars: Skeleton Crew vanta un talentuoso team di registi, tra cui i registi premio Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert, il duo dietro Everything Everywhere All at Once, e il regista di The Green Knight David Lowery. Watts e Ford saranno i produttori esecutivi di Star Wars: Skeleton Crew insieme a Jon Favreau e Dave Filoni, due delle menti di Star Wars dietro The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka.

Toro Scatenato, la redenzione di Martin Scorsese attraverso il corpo di Jake LaMotta

Certe storie risultano estranee almeno fino a quando non ci si trova a vivere emozioni o situazioni simili a quelle provate dai protagonisti di esse. È quello che è accaduto al regista Martin Scorsese nell’autunno del 1978, quando viene ricoverato in fin di vita in ospedale. Si tratta del periodo più buio dell’esistenza e della carriera del regista newyorkese, che solo due anni prima aveva vinto la prestigiosa Palma d’Oro al Festival di Cannes con Taxi Driver. Con il film seguente, New York, New York, Scorsese si imbatte però in un progetto che si rivela essere estremamente dispendioso da un punto di vista fisico ed economico e il risultato è uno dei maggiori flop di critica e pubblico della sua carriera, che gli provoca uno stress tale che, unito alla dipendenza da cocaina da poco sviluppata, lo mette ko.

Scorsese si ritrova dunque in ospedale, in condizioni stabili ma precarie. È in quel momento che l’amico nonché suo frequente collaboratore Robert De Niro lo va a trovare, proponendogli di rimettersi in sesto lavorando insieme su un nuovo progetto: l’adattamento dell’autobiografia del pugile Jake LaMotta dal titolo Raging Bull: My Story. Già in passato De Niro aveva proposto a Scorsese di realizzare un film sulla storia di quel pugile del Bronx dal carattere brusco e paranoico, che sul finire degli anni Quaranta raggiunge i vertici del pugilato per poi subire un rapido declino, accompagnato dai notevoli problemi famigliari. Ma il regista non ne vuole sapere, dichiarandosi non interessato al mondo della boxe che anzi gli è del tutto estraneo e quasi lo annoia. Quando però l’offerta gli viene rinnovata mentre si trova sul letto d’ospedale, le cose sono cambiate.

Solo dopo aver vissuto sulla propria pelle la popolarità datagli dai primi film e la rovinosa caduta provocata dagli eccessi a cui si era lasciato andare, Scorsese capisce davvero chi è Jake LaMotta. Capisce anche che il suo non sarà l’ennesimo film sul pugilato, moltiplicatisi dopo il grande successo di Rocky nel 1976, bensì il racconto di un essere umano che conoscendo la gloria e il fallimento impara ad accettarsi. Ancor di più, per Scorsese quello sarà un film su di sé e sulla sua consapevolezza di dover venire a patti con la propria natura, con le proprie origini e con ciò che davvero vuole essere. In più occasioni egli ha infatti ricordato di aver vissuto una forte scissione tra il cercare di essere un regista statunitense e il voler inseguire un’autorialità più europea.

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La passione di Martin Scorsese

Rimessosi in forze, il regista accetta dunque l’offerta di De Niro e insieme iniziano a lavorare al film che prenderà il titolo Toro scatenato. La sceneggiatura viene a quel punto scritta prima da Mardik Martin, il quale conferisce al racconto una struttura più convenzionale, e poi da Paul Schrader, già sceneggiatore di Taxi Driver, che sposta il focus della storia dalla boxe ai problemi relazionali di LaMotta, aggiungendo in più una struttura circolare alla sua vicenda. Ma Scorsese e De Niro avvertono che manca ancora qualcosa e decidono dunque di ritirarsi per circa due settimane sull’isola di Saint Martin, riscrivendo insieme alcune scene e molti dei dialoghi.

Toro scatenato diventa così un film non sulla boxe ma sugli scontri che ogni essere umano deve sopportare nel corso della propria vita. Il LaMotta di Scorsese è costantemente su un ring, che sia il quadrato dove effettivamente si scontra con i suoi avversari o che siano le mura domestiche in cui cerca, fallendo, di farsi rispettare dalla moglie e dal fratello, interpretato da Joe Pesci. La sua esistenza è un continuo combattimento e per questo Scorsese lo racconta senza mai giudicarlo, neanche nelle sue azioni più riprovevoli. Il regista riesce ora a comprendere il dolore provato da LaMotta, che identifica ormai come un proprio alter ego, incapace di avere il controllo della propria vita e delle sue relazioni con gli altri fintantoché non imparerà ad accettare sé stesso.

Ed è in tale costruzione di LaMotta come personaggio cinematografico che si può ritrovare la mano di Schrader, le cui sceneggiature e i cui film sono sempre caratterizzati da personaggi reietti, solitari, figure cristologiche che devono arrivare a toccare il fondo prima di poter rialzare lo sguardo verso l’alto e fare tesoro della propria esistenza. Una tipologia di personaggi che, pur se non toccati da Schrader, si ritrovano di frequente anche nel cinema di Scorsese, la cui intera filmografia ruota sui concetti di peccato e redenzione. Per Toro scatenato, però, Scorsese decide di non fermarsi qui, convinto che ogni incontro debba rispecchiare lo stato d’animo del protagonista in un dato momento della sua esistenza. Debba dunque essere unico e diverso dagli altri, proprio come sempre uniche e diverse sono le sfide della vita.

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La boxe come allegoria della vita

Egli concepisce allora per Toro scatenato un nuovo modo non necessariamente realistico di riprendere gli incontri di boxe, discostandosi dalla maniera in cui si era soliti vederli in televisione, con una singola angolazione di ripresa, o al cinema, dove la macchina da presa era per lo più esterna al ring e si alternava tra ciò che accadeva in esso e ciò che accadeva tra gli spalti. Scorsese ha invece bisogno di stare il più vicino possibile al suo pugile, di avvertire e far avvertire anche allo spettatore ogni colpo che LaMotta subisce o restituisce. Decide pertanto di scavalcare le corde ed entrare a sua volta nel ring, seguendo gli sfidanti con inquadrature molto strette su di loro, che nel non restituire una panoramica completa dell’azione trasmettono tutto il senso di smarrimento e angoscia provati dal protagonista.

Tutto dunque si deforma, il ring risulta grande il doppio del normale, il pubblico scompare, c’è spazio solo per LaMotta e per il suo lottare “come se non meritasse di vivere”, come ricorderà Scorsese. Ecco dunque il film che egli realizza, dove a conquistare la sua attenzione non è l’incontro in sé quanto i suoi dettagli più crudi, dagli schizzi di sangue che si riversano sulle corde e sul pubblico fino al piegarsi del corpo del protagonista sotto i colpi dell’avversario di turno. Dettagli dai quali emerge la natura di LaMotta, che scontrandosi con gli altri si scontra con sé stesso nel tentativo di trovare una pace interiore. A sua volta, Scorsese ha combattuto il suo match più difficile e ne è uscito vincitore.

Più che Taxi Driver, è questo il film in cui Scorsese mette tutto sé stesso, rivivendo il proprio dolore attraverso il corpo di LaMotta e facendone uno strumento attraverso cui rileggere la propria storia personale e per poter meglio portare avanti la propria ricerca sulla redenzione umana. Ce ne saranno altri di momenti bui nel corso della sua carriera, ma da questo film in poi egli ha definitivamente compreso che tipo di uomo e di regista desiderava essere, uno capace di coniugare sensibilità e stilemmi statunitensi ed europei per far emergere nuovi linguaggi, con cui comunicare libero da ogni confine. A partire da Toro scatenato, ancora oggi Scorsese sale sul ring per difendere questo suo ruolo con ogni risorsa possibile.

Star Wars: Visions, la terza stagione è in sviluppo!

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Star Wars: Visions, la terza stagione è in sviluppo!

Secondo One Take NewsLucasfilm ha iniziato lo sviluppo della terza stagione della sua serie antologica animata Star Wars: Visions. Ulteriori dettagli sulla potenziale terza stagione di Visions non sono ancora stati rivelati. Questa notizia arriva dopo che il Volume 2 ha fatto il suo debutto su Disney+ durante lo Star Wars Day, con nove nuovi episodi diretti da diversi registi di tutto il mondo.

Di cosa parla Star Wars: Visioni?

Star Wars: Visions Vol. 2 ha continuato a spingere i confini della narrazione di Star Wars. Utilizzerà ancora una volta alcuni degli stili di animazione più accattivanti in diversi paesi e culture. Il volume 2 presenta anche le voci originali di Ursula Corbero, Anjelica Huston, Kate Dickie, Daniel Dae Kim, Ashley Park, Anika Noni Rose, Daveed Diggs, Cynthia Erivo e altri.

Gli studi di animazione coinvolti nella produzione del prossimo capitolo sono El Guiri (Spagna), Cartoon Saloon (Irlanda), Punkrobot (Cile), Aardman (Regno Unito), Studio Mir (Corea del Sud) Studio La Cachette (Francia), 88 Pictures (India), D’art Shtajio (Giappone) e Triggerfish (Sud Africa).

Star Wars: Visions è stato presentato per la prima volta nel 2021. Il primo volume era interpretato da Lucy Liu, Joseph Gordon-Levitt, Temuera Morrison, Neil Patrick Harris, Alison Brie, Karen Fukuhara, Simu Liu, Kyle Chandler, David Harbour, Jordan Fisher, Henry Golding, Jamie Chung e George Takei. Star Wars: Visioni vol. 1 e 2 sono ora disponibili per lo streaming su Disney+.

Fast X: John Cena guida un’auto armata di cannoni in una nuova esplosiva clip dal film

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In uscita il 18 maggio al cinema, Fast X è il nuovo capitolo della saga di Fast & Furious, nel quale si ritroveranno gli ormai iconici interpreti della serie chiamati ora a scontarsi con il nuovo villain Dante Reyes, interpretato da Jason Momoa. In attesa di vedere il film, in una nuova clip vediamo ora John Cena tornare nei panni di Jakob Toretto, ma questa volta nei panni dello zio “esplosivamente divertente” del figlio di Dominic Toretto, interpretato come sempre da Vin Diesel. Condivisa su Twitter da Murphy’s Multiverse, la nuova clip mostra Jakob che guida, insieme al figlio di Dom, Brian Marcos, un auto armata di cannoni.

In tale sequenza i due cercano di eludere gli attacchi del nuovo cattivo e il suo numeroso esercito. La clip mostra poi meglio un momento già visto brevemente nei trailer di Fast X, ovvero quando Brian tira una leva per far sparare i cannoni posti ai lati dell’auto e far saltare in aria due veicoli che vengono contro di loro. A quel punto subentra l’elemento comico della sequenza, con Brian che inizia a dire “Porca miseria“, ma facendo una pausa prima di imprecare ad alta voce davanti a suo zio. “Oh no, sei bravo” gli dice allora Jakob, affermando anche che “testi di canzoni, dita mozzate e macchine cannone” sono ottime ragioni per imprecare.

https://twitter.com/MultiverseMurph/status/1654935833852489732?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1654935833852489732%7Ctwgr%5E98a1afee1ef34c93c68683c95404c958784961ff%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cbr.com%2Ffast-x-john-cena-uncle-muscle-clip%2F

Come riportato, Fast X uscirà nelle sale il 18 maggio 2023 ed è diretto dal regista di The Transporter  Louis Leterrier, che ha raccolto il timone dopo che Justin Lin ha improvvisamente abbandonato il progetto a causa di divergenze creative. Il film è scritto da Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin Lin ancora impegnato come produttore del film.

La fine della corsa ha inizio. Fast X, il decimo film della saga di Fast & Furious, dà infatti il via ai capitoli finali di uno dei più leggendari e popolari franchise cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i suoi cari.

In Fast Five del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante.

Superman: Legacy, James Gunn ha potenzialmente confermato la presenza di Krypto nel film

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Attualmente impegnato nella promozione di Guardiani della Galassia Vol. 3, al cinema dal 3 maggio, il regista James Gunn continua a fornire aggiornamenti sul suo prossimo progetto, Superman: Legacy. Ora, infatti, dopo aver anticipato che un attore del film Marvel reciterà nel film DC, Gunn ha apparentemente confermato la presenza nel film di un altro amato personaggio secondario de L’ultimo figlio di Krypton. Durante un intervista insieme a Chris Pratt, il regista ha scherzato dicendo che voleva scegliere l’attore noto per il ruolo di Star Lord come Krypto il Supercane.

Speravo di poterti scegliere come Krypto the Superdog in Superman: Legacy“, ha detto Gunn. “Potresti fare motion capture sul set e camminare sulle mani e le ginocchia, ma non puoi parlare.” Dopo un rapido botta e risposta a riguardo, Pratt ha aggiunto che “sembra che ci sarà un personaggio chiamato Krypto in Superman: scoop!“. È stato allora che Gunn ha aggiunto: “Sì, immagino si tratti di uno scoop“, permettendo a Pratt di scherzare sul fatto che per tale scoop è già stato licenziato dai DC Studios ancor prima di essere assunto e ora dovrà lavorare di nuovo con i Marvel Studios.

Se il simpatico cane Krypto, già visto al cinema in DC League of Super-Pets, sarà davvero presente in Superman: Legacy ce lo dirà solo il tempo, ma sembra proprio che ad ora i fan possono aspettarsi di ritrovare il supercane nell’atteso lungometraggio. A parte questa notizia, sono molte poche le cose che si sanno del prossimo film che porterà Superman sul grande schermo. Questo rappresenterà il primo capitolo del nuovo DC Universe gestito da Gunn e Peter Safran e dovrebbe, come già riportato, presentare una versione più giovane del supereroe. Sarà dunque interessante vedere in che modo verrà inserito anche Krypto e quale sarà la sua storia.

Fonte: ComicBook

Blanca: prime foto della seconda stagione della serie RAI

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Blanca: prime foto della seconda stagione della serie RAI

Sono appena terminate le riprese dell’attesa seconda stagione del crime drama Blanca, una produzione Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction, diretta da Jan Maria Michelini e Michele Soavi, scritta da Francesco Arlanch Mario Ruggeri.

Nel cast di Blanca ritroviamo Maria Chiara Giannetta con Giuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon; la serie tv andrà in onda prossimamente su Rai 1 in prima serata.

La trama di Bianca

La follia di Blanca e la sua fame di vita ci hanno conquistato nella prima stagione, e questa seconda sarà l’occasione per entrare ancora di più nel suo mondo. Scopriremo segreti inaspettati sulla sua famiglia, che porteranno non pochi sconvolgimenti nella sua vita e in quella di chi le sta vicino…soprattutto ora che, diventata consulente della Polizia a tutti gli effetti, si trova ad affrontare anche sul lavoro nuove e difficili sfide, che la porteranno ancora una volta ad essere protagonista delle indagini al commissariato San Teodoro. Torneranno gli amati compagni di avventura: la fedele Linneo, Lucia, che avrà un ruolo ancora più importante nella vita di Blanca, l’amica Stella, l’ispettore Liguori, che farà ingelosire Blanca con una nuova fiamma che viene dal passato, il commissario Bacigalupo e anche Sebastiano, di cui scopriremo nuovi lati inediti. Ma arriveranno anche personaggi nuovi che costringeranno Blanca a fare i conti con il suo passato e a decidere chi vuole essere.

Tra le serie più amate dal pubblico di Rai 1, Blanca è stata la prima serie televisiva girata in olofonia, tecnica che permette di riprodurre il suono in modo simile a come viene percepito dall’apparato uditivo umano: utilizzando semplici cuffiette, per lo spettatore sarà come essere al posto di Blanca, sentire come lei sente e ricostruisce il mondo. Una vera e propria novità nel panorama della produzione audiovisiva.

Brendan Fraser parla del suo futuro a Hollywood: “Sono davvero esigente in questo momento”

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La star di The Whale, Brendan Fraser, ha recentemente parlato del fatto di non avere alcuna fretta nel tuffarsi in nuovi progetti hollywoodiani, aspettando il film ideale per tornare sul grande schermo. Intervistato durante il Greenwich International Film Festival, l’attore ha infatti affermato di voler essere molto selettivo nel valutare quali ruoli interpretare da ora in avanti. “Al momento, non ho niente – sono davvero esigente in questo momento“, ha detto, affermando anche: “Potrebbe essere una lunga estate“, riferendosi al suo attuale stato di “inattività e relax”.

Fraser, come noto, ha coronato la sua recente carriera rinascimentale a Hollywood vincendo l’Oscar come miglior attore ai 95esimi Academy Awards per la sua interpretazione di Charlie in The Whale. Fraser ha in quel film davo corpo e volto ad insegnante di inglese obeso e solitario che lotta per prendersi cura della figlia prima che sia troppo tardi. Insieme all’Oscar, Fraser ha vinto anche altri premi, tra cui uno Screen Actors Guild Award, e ha ottenuto una nomination ai Golden Globe per la sua interpretazione, considerata la sua migliore da molti critici per la sua credibilità ed emozione nel recitare la parte.

Dopo tali successi è dunque lecito chiedersi cosa c’è nel futuro dell’attore, tornato ora sulla cresta dell’onda. A quanto pare, però, potrebbe passare un po’ di tempo prima di rivederlo sul grande schermo, in quanto Fraser sarebbe deciso a non rovinare questo momento di popolarità accettando solo ruoli realmente convincenti. Mentre le prossime mosse di Fraser a Hollywood rimangono poco chiare, sappiamo però che egli sarà presente nell’imminente film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon, che sarà presentato in anteprima al Festival di Cannes di questo mese.

Abbiamo lavorando in un clima molto caldo in Oklahoma, e non posso sopravvalutare la mia partecipazione a questo film perché è epico“, ha detto Fraser. “Ci sono così tanti attori in questo film, io rriverò giusto per una scena o due alla fine“. La sua sembra dunque non sarà una presenza particolarmente estesa all’interno del film con protagonisti Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, ma sarà comunque l’occasione per rivedere Brendan Fraser al cinema in attesa di nuovi progetti futuri, che certamente non mancheranno.

Fonte: CBR

La sirenetta: la prima clip del remake mostra un’iconica scena con Ariel

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Interpretato da Halle Bailey nei panni della protagonista Ariel, La sirenetta è il prossimo remake in live action della Disney, che come noto segue le avventura di una giovane sirena che desidera esplorare il mondo umano e alla fine lo fa stringendo un patto con una strega del mare scambiando la propria voce per avere delle gambe al posto della coda. Atteso al cinema per il 24 maggio, del film è ora stata pubblicata una prima clip, la quale presenta uno dei momenti più iconici del film d’animazione del 1989.

In essa la Bailey si esibisce in una delle canzoni più memorabili del film originale, “Part of Your World“. La breve clip mostra infatti il talento vocale e recitativo della Bailey, con un set sottomarino da sogno completo dei numerosi tesori e inquadrature di Ariel che rispecchiano il classico d’animazione. Inoltre, la clip offre naturalmente la possibilità di uno squadro più approfondito all’aspetto di Ariel e al suo modo di muoversi nell’acqua. Accanto a lei, si può inoltre ritrovare il fidato amico pesciolino Flounder. Ecco qui di seguito la clip rilasciata dalla Disney:

La sirenetta, la trama e il cast del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

Regina Cleopatra, la recensione della docuserie prodotta da Jada Pinkett Smith

La curiosità che ruota attorno a Regina Cleopatra, nuovo docudrama targato Netflix in arrivo il prossimo 10 maggio e prodotto da Jada Pinkett Smith, è fin troppo alta. Molte sono le ragioni, e non tutte derivano dal fascino storico che l’ultima regina ellenica esercita ancora oggi, bensì dalle polemiche che ne hanno investito la produzione sin dalla diffusione del poster ufficiale. Le quali hanno smosso perfino il Consiglio Supremo delle antichità Egiziane, sulla cui opera hanno riversato accuse di blackwashing e falso storico.

Questa ondata di critiche ha alzato di gran lunga l’interesse per Regina Cleopatra, contribuendone paradossalmente all’attività di promozione. Le luci sul documentario, perciò, si sono accese e le domande che cercano risposta sono molte, fra queste il chiedersi come la serie spiegherà che la scelta dell’attrice Adele James, nera, la quale incarnerà la sovrana più potente che la storia tutta abbia mai avuto, sia giusta e fedele.

Regina Cleopatra, la trama

Queen Cleopatra. Cr. Netflix © 2023

Alessandria, 51 a.c. Cleopatra è in biblioteca, china sullo scrittoio, quando una delle sue ancelle l’avverte che “è il momento”. Il padre, Tolomeo XII, muore a causa di una malattia e per la figlia è arrivato il momento di salire al trono, sposandosi come da tradizione con il fratello Tolomeo XIII. Da allora, la vita di Cleopatra cambia radicalmente: le sorti dell’Egitto sono tutte sulle sue spalle e deve ingraziarsi Roma per poter fortificare il suo potere, soprattutto dopo l’ira di Giulio Cesare scatenata dall’uccisione di Pompeo su suolo egizio. La sovrana stringe un’alleanza proprio con quest’ultimo durante la sua reggenza, iniziando anche una storia amorosa che porta alla nascita del suo primo figlio. Ma è dal rapporto con Giulio Cesare che le cose prendono una piega diversa e Cleopatra si ritroverà ad affrontare, alla fine, un grande nemico, dal quale non potrà scappare.

Cleopatra, dea e regina

La figura di Cleopatra, pura incarnazione della dea Iside, è stata rappresentata sullo schermo molte meno volte di quanto si possa credere. Nell’immaginario cinematografico comune, la regina d’Egitto ha il volto di Elizabeth Taylor che, per il popolo africano, visto come stanno le cose, rimane forse la sua trasposizione più autentica. Anche nella più recente docuserie L’Impero Romano: Potere e sangue, Jessica Green si avvicina molto, a livello estetico, all’idea che alcuni studiosi (ed egiziani ovviamente!) si sono fatti di Cleopatra e della sua carnagione. Jada Pinkett Smith ha voluto però cambiare le carte in tavola, animare gli animi, e per farlo ha scelto una donna nera, portando nella sua docuserie egittologhe, autrici e storiche che potessero fornire una delucidazione riguardo la sua etnia. Cleopatra discendeva dai Tolomei, ellenici… greci.

E questo è un dato di fatto. Ma nessun documento o reperto storico è riuscito a risalire all’identità della madre. Che di conseguenza potrebbe essere egiziana e, come tale, avere un colore dell’epidermide più scuro. Regina Cleopatra si apre proprio con questa spiegazione, nell’intento di mettere subito le mani avanti per quello che si andrà poi a mostrare. Lecita e passabile, dunque, l’attrice Adele James. Chiarito l’arcano, Regina Cleopatra ripercorre la vita del Faraone (si chiamerà lei stessa così nel corso del suo regno) in quattro blocchi raffiguranti periodi diversi: la salita al trono, la conquista di Roma con Giulio Cesare, l’amore con Marco Antonio e la sua lotta per l’Egitto costatale la morte.

La glorificazione della sovrana

Cleopatra. Regina africana. Madre di una nazione di milioni di persone. Una dea egizia in carne e ossa. Temuta e adorata allo stesso tempo. Ma anche umana.”, è Jada Pinkett Smith, voce narrante, a dipingere il ritratto di una donna potente e indipendente, con un intero Paese nelle mani, la cui vita però non le è stata clemente. Guerriera fino alla fine, risoluta e sagace. Dotta e intelligente, persino quando si trattava di pianificare strategie di guerra al fianco del suo Marco Antonio. Non c’è un momento in cui la docuserie non ne esalti la donna e la sovrana che è stata, caricando la sua immagine di una grande simbologia.

Un processo alla sua glorificazione, potremmo dire, che si reitera in ogni episodio fino alla sua conclusione, sovrastando gli eventi storici – molto romanzati – che dovrebbero essere il fulcro e il motore della narrazione. La ricostruzione del periodo tolemaico in cui Cleopatra agì e lottò con tutte le sue forze costituisce infatti solo il margine della storia, seppur siano state proprio le cospirazioni e le rivolte di quel momento ad averla resa la monarca più autorevole della sua dinastia. La sua politica espansiva e accentratrice è stata abbondantemente silenziata ma, nell’affresco della sua storia, è la parte più interessante, l’unica che in qualche modo ne celebra davvero lo spirito divino e pragmatico.

Poca sostanza, molta romance

Queen Cleopatra. Cr. Netflix © 2023

Seppur, quindi, approfondirne la personalità sia chiave principale per comprendere meglio il personaggio storico, un occhio di riguardo su quel che è stato effettivamente il suo lascito avrebbe dato al prodotto un taglio più compiuto sul fronte storico-divulgativo. Molto è, come detto, accennato, alcuni passaggi si prendono un po’ più di spazio all’interno del rifacimento, ma a somme tirate alcuni punti cruciali che hanno dettato un cambio di rotta nella vita di Cleopatra sono stati messi da parte. Parliamo, ad esempio, della minaccia dei cortigiani, che volevano indebolire la regina da poco al trono e allontanarla da Alessandria. Cosa che accadde poi. Dell’importanza che ha avuto il secondo triumvirato, a cui è seguito l’avvicinamento a Marco Antonio.

Delle battaglie combattutesi fra Roma e l’Egitto. Non si va a fondo neppure nelle alleanze strette da Cleopatra con Giulio Cesare e, dopo, con Marco Antonio. Il contesto funge di conseguenza solo da sfondo. L’attenzione, oltre alla Cleopatra donna, è rivolta maggiormente alla parte romance, che capiamo faccia più gola al pubblico, traendone i suoi vantaggi sul lato commerciale. I flirt che la sovrana ebbe con il dittatore e il militare romano sono spalmati in tutte e quattro le puntate, diventando focus dell’intera docuserie. È l’amore a prendere le redini del racconto.

Un amore politico, ben studiato, in cui sotto c’era il bisogno di assicurarsi il potere e la continuazione della dinastia. A questa sovrabbondanza di sentimento (romanzare l’epica love story fra Marco Antonio e Cleopatra è stata una mossa astuta), scorre in parallelo una scarsità di scene bellicose. La scenografia è povera e c’è poco uso del digitale, indi per cui degli scontri (sia via terra che con le flotte navali) abbiamo purtroppo solo un assaggio. Ma forse questo è il pegno da pagare per un budget non proprio elevato.

Cleopatra, una donna contemporanea

Eppure Regina Cleopatra che, in conclusione, non svetta nella lista delle docuserie Netflix meglio fatte, non può concludersi di certo negativamente. Perché in realtà porta con sé un bellissimo messaggio sulle donne. Nell’antico Egitto, infatti, esse potevano detenere il potere, diventare regine, essere divinità. Potevano andare in guerra, gestire le finanze del popolo, escogitare strategie. Erano parte attiva della politica e dell’intero sistema economico e questo, proprio nell’opera, fa da contrasto all’idea che invece in occidente avevano i romani.

I quali, per tali ragioni, additarono Cleopatra come strega e manipolatrice, serbandole un odio fondato sulla convinzione che l’unico posto della donna era fra le quattro mura di casa. Madre e moglie, nulla di più. Una predisposizione misogina che si riversa nella figura di Ottaviano, nemico ultimo della regina, la quale proprio con la sua morte (il suicidio di Cleopatra non è uno spoiler) conferma la sua posizione di donna al potere, che non si genuflette davanti a nessuno. Che non si lascia comandare e sceglie lei come e quando morire. Una bella parabola, che fa di Cleopatra una donna moderna, adatta a vivere nell’oggi, che ne rispecchia l’emancipazione e i movimenti attivisti contemporanei. E nella quale, ognuna, può riflettersi. Sarà per questo che Cleopatra viene definita immortale? Noi crediamo di sì.

Book Club – Il capitolo successivo, la recensione del sequel di Bill Holderman

Al 66 di Perrie Street, Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda stanno sorseggiando un vino rosso mentre guardano una performance sessuale che si sta consumando nell’appartamento di fronte. Commentano, criticano, analizzano. Danno persino i voti. Nel 2019, molti anni dopo questa scena di Sex & The City, quattro donne di terza età sono intente a fare la stessa cosa, sempre con un calice di rosso, ma a Santa Monica e davanti al libro più chiacchierato del 2011: Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James. Sono Vivian, Diane, Sharon e Carol e siamo in Book Club – Tutto può succedere. Qualche ruga e acciacco più tardi, le quattro spassose amiche, che sono letteralmente la versione old delle newyorchesi sopracitate, portano il loro club del libro, la loro ironia e il loro filosofeggiare sul sesso per le strade del Bel Paese, fra rossi, rosé e bianchi. Book Club – Il capitolo successivo è il sequel che probabilmente nessuno si aspetta, lo diciamo subito. Perché di solito, l’operazione sui secondi capitoli molla sempre un po’ la presa sull’idea avuta all’inizio, e non è detto che il risultato rimanga piacevole.

Ma per questo film, sempre diretto da Bill Holderman e scritto a quattro mani con Erin Simms, il discorso è quasi inverso. Ci troviamo davanti a un sequel migliore dell’originale, che porta a un livello superiore il concetto di divertimento, pronto a far ridere di gusto e desiderare di essere lì, con quelle quattro stilosissime donne, baciate e abbracciate da un’Italia sì edulcorata e da cartolina, ma incredibilmente suggestiva e romantica. Book Club – Il capitolo successivo arriva al cinema dall’11 maggio distribuito da Universal Pictures.

Book Club – Il capitolo successivo, la trama

Book Club - Il capitolo successivo trama
© 2023 FIFTH SEASON, LLC

Il lockdown ha reso la vita di Vivian (Jane Fonda), Diane (Diane Keaton), Carol (Mary Steenburgen) e Sharon (Candice Bergen) molto difficile. Costrette a ritrovarsi tramite webcam, le quattro donne si sono dovute reinventare mandando avanti nel frattempo il loro club del libro. In attesa di incontrarsi nuovamente di persona e potersi riabbracciare. Quando finalmente si rivedono, fra una chiacchiera e un calice di vino rosso, le quattro decidono che è arrivato il momento di intraprendere il famoso viaggio in Italia programmato tantissimi anni prima, trasformandolo in seguito nell’addio al nubilato di Vivian, che a breve convolerà a nozze con il suo Arthur (Don Johnson). Le tappe nel Bel Paese saranno tre: Roma, Venezia e la Toscana. La loro permanenza in Italia sarà piena di eventi bizzarri, e fra nuovi incontri e vecchie fiamme ritrovate, le quattro vivranno un’avventura davvero magica.

Ridere del tempo, ridere di se stesse

Il non prendersi sul serio delle quattro protagoniste è stato il leitmotiv del primo capitolo, e continua ad esserlo anche del secondo, ma caricato all’ennesima potenza. Quattro donne, tutte sopra i sessant’anni, che riscoprono le bellezze del sesso, del diletto sotto le lenzuola e delle avventure di coppia era ciò che aveva reso Book Club – Tutto può succedere, un film tenero e romantico al punto giusto, pur presentando tutti i cliché della commedia e avendo quattro figure archetipiche. L’ironia, il senso di libertà, la voglia di rilanciarsi grazie alle fantasie erotiche di Christian e Anastasia erano riuscite a oscurare i luoghi comuni presenti nella storia, mostrandone solo lo spirito frizzantino, burlesco e vivacissimo.

E così, dopo aver affrontato situazioni improbabili, amori dal passato e bollori riaccesi, le quattro amiche sono pronte a intraprendere un nuovo viaggio, alla volta dell’Italia, il cui addio al nubilato di Vivian funge solo da pretesto per calare in pentola una serie di esilaranti dinamiche in cui si troveranno invischiate. Se il primo film poneva al centro della narrazione la volontà di reinventarsi e non soccombere al tempo che passa ma anzi, sfruttare quello che resta per viverlo al meglio, il secondo cerca di mantenere saldi gli obiettivi raggiunti dalle donne, rafforzando non solo il loro rapporto ma le scelte fin lì compiute. Book Club – Il capitolo successivo porge da una parte molto più il fianco al romanticismo fiabesco, fatto di dichiarazioni d’amore al limite del diabete e corse in elicottero per raggiungere e baciare il principe azzurro.

Ma dall’altro si infarcisce di maggiore sarcasmo, quello presente sulla bocca di chi riconosce lo scorrere del tempo, ma lo gestisce con humor intelligente, facendosi persino beffa di lui. L’essere scanzonate, i continui inside jokes nei dialoghi di Vivian, Carol, Diane e Sharon, la loro instancabile verve, hanno un solo obiettivo: sdoganare il concetto che, in terza età, non si possa godere della propria esistenza, lussuriosa o amorosa che sia, senza vergognarsene. Non è mai troppo tardi per viaggiare, spassarsela, sposarsi e vivere. Perché è solo quando ci si impone dei divieti, facendo della propria età anagrafica un limite, che si diventa davvero vecchi. Discorso iniziato nel primo film e che trova la sua conclusione nel secondo.

Un’Italia da cartolina più azzeccata che mai

Come accennavamo in apertura, è un’Italia molto magica a far da cornice alla storia. Anche se mostrata sempre nella solita versione standard e patinata: il Colosseo, la Vespa, l’Altare della Patria, le vie del centro romane indorate dalla luce del sole, poi Piazza San Marco e la gondola veneziana avvolte dal cielo stellato, fino al consueto road trip da quadretto verso la Toscana. Non da meno la colonna sonora, che raccoglie le solite hit nostrane oramai datate, già riproposte in altri prodotti mainstream il cui sfondo è lo stivale. Basti pensare a Felicità di Albano che è fra le canzoni di chiusura.

Eppure, quest’immagine per l’appunto solita (e americana) che si ha del Bel Paese si scopre essere azzeccatissima al contesto . È vero, insieme alle protagoniste anche lo spettatore sembra fare un ennesimo tour del Bel Paese, ma in questo caso non è un problema. La fotografia che si ha dell’Italia, con le sue atmosfere da La dolce vita, si sposa con il tono della pellicola e il mood delle quattro donne, come se fosse trasposizione paesaggistica delle loro emozioni. E quindi… calza a pennello. Almeno questa volta.

Book Club – Il capitolo successivo è dunque un sequel da guardare senza troppe pretese. Si ride ai doppi sensi, si ironizza, a volte si storce il naso, ma non si smette mai di divertirsi. Non vanterà chissà quale sofisticata o intricata sceneggiatura, ma le poche operazioni sulle battute che si scambiano le quattro amiche bastano a renderla una pellicola animata, piena di brio, che vuole intrattenere totalmente, senza mai far spegnere il sorriso. Perché bisogna ricordarsi che non sempre c’è bisogno di una grande trama per rendere piacevole l’esperienza al cinema (e ne abbiamo avuto conferma con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri o Super Mario Bros. – Il film, per citarne due recenti). A volte basta che il film possieda un’anima briosa e un maestrante che sappia valorizzarla. E il gioco è fatto!

Fantastici Quattro: secondo alcuni rumor, Adam Driver avrebbe accettato il ruolo di Reed Richards

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Dopo mesi e mesi di rumor, sembra ci siano ora maggiori certezze riguardo uno dei ruoli principali dell’atteso film Fantastici Quattro del Marvel Cinematic Universe. Sebbene nulla sia stato ancora confermato ufficialmente, @MyTimeToShineHello, fonte affidabile del settore, afferma infatti che l’attore Adam Driver avrebbe accettato il ruolo di Reed Richards, alias Mr. Fantastic, nel film. Driver era già stato indicato come prima scelta dei Marvel Studios per la parte e con lui erano stati avviati dei colloqui al fine di raggiungere un accordo.

Per il momento questo rimane un rumor e probabilmente bisognerà aspettare che l’intero cast venga deciso per poter avere un annuncio ufficiale che confermi o smentisca la notizia. Si tratterebbe di una grossa conquista per i Marvel Studios, che con Driver nel ruolo del protagonista potrebbe contare su un attore di grande talento e con una già pregressa esperienza in blockbuster, avendo ricoperto il ruolo di Kylo Ren negli ultimi tre film di Star Wars.

Al momento non ci sono invece ancora certezze per gli altri ruoli, anche se negli ultimi giorni si è parlato di Margot Robbie come nuova candidata al ruolo di Sue Storm, alias La Donna Invisibile e Paul Mescal in quelli di Johnny Storm, alias Torcia Umana. Antonio Banderas è stato indicato come possibile antagonista nei panni di Galactus, mentre ancora non ci sono grandi certezze per il ruolo di La Cosa. Di certo, il casting per Fantastici Quattro continua ad essere fonte di grande interesse per i fan, che non vedono l’ora di scoprire chi interpreterà la celebre famiglia di supereroi. Per avere tale risposta, probabilmente, manca sempre meno tempo.

https://twitter.com/MyTimeToShineH/status/1654814240392331271?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1654814240392331271%7Ctwgr%5E08d643ac9fdbe677026bdca213a06f022f24a1ca%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Ffantastic-four%2Ffantastic-four-adam-driver-has-reportedly-accepted-the-role-of-reed-richards-a203108

Fonte: ComicBookMovie

 

Oppenheimer: secondo trailer ufficiale per l’atteso film di Christopher Nolan

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Universal Pictures ha diffuso il secondo trailer ufficiale di Oppenheimer, l’attesissimo nuovo film scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer è un thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare.

Il film è interpretato da Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio Oscar Matt Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e  Robert Downey Jr. interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica.

La candidata all’Oscar Florence Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber e Josh Hartnett interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence. Oppenheimer è interpretato dal vincitore dell’Oscar Rami Malek e questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista otto volte candidato all’Oscar Kenneth Branagh.

Il cast comprende anche Dane DeHaan (Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan Arnold (serie Halloween), David Krumholtz (La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) e Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno).  Il film è tratto dal libro vincitore del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.

Oppenheimer è girato sia in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX in bianco e nero. I film di Nolan, tra cui Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36 nomination, tra cui due nomination come miglior film.

Guardiani della Galassia Vol. 3, uno dei migliori villain della Marvel è quasi apparso nel film

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Come ormai noto, il villain del film Guardiani della Galassia Vol. 3 è l’Alto Evoluzionario (interpretato da Chukwudi Iwuji), un personaggio cosmico di lunga data che ha avuto una terrificante storia di sperimentazione e tortura sugli animali. Sebbene la performance di Iwuji nel film porterà probabilmente il personaggio ad essere acclamato come uno dei migliori cattivi dell’universo cinematografico Marvel, c’è stato un momento in cui il personaggio non era previsto come principale antagonista del film. In un recente Q&A su Twitter, il regista del film James Gunn ha infatti confermato di aver considerato Annihilus come villain.

Non è la prima volta che Gunn esprime interesse per questo antagonista, principalmente conosciuto per i suoi scontri con i Fantastici Quattro. Già in una sessione di domande e risposte su Facebook nel 2017, il regista aveva affermato che probabilmente avrebbe usato il personaggio come villain se i Marvel Studios avessero avuto i diritti sul personaggio. A quel tempo, però la scuderia dei Fantastici Quattro era ancora di proprietà della 20th Century Fox. “Mi piace molto il personaggio di Annihilus“, ha detto Gunn in quell’occasione, “e c’è la possibilità che lo avrei usato come cattivo in uno dei film.”

Tale personaggio, apparso per la prima volta in The Fantastic Four Annual (vol. 1) n. 6 (1968), nasce in seguito allo sviluppo di un batterio sul pianeta Arthros della Zona Negativa. Annihilus è poi noto per il suo possedere un esoscheletro che gli dona una forza super-umana, gli permette di resistere agli attacchi e anche di respirare nel vuoto dello spazio, ma anche di riprodursi attraverso cloni che portano avanti le sue imprese. Un nemico piuttosto temibile dunque, che però è stato infine scartato in favore dell’Alto Evoluzionario, il quale si sta però affermando come un villain tra i più memorabili e cattivi dell’MCU.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Fonte: ComicBook

Superman: Legacy, James Gunn conferma che un membro del cast di Guardiani della Galassia sarà presente nel film

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Mentre Guardiani della Galassia Vol. 3 è attualmente al cinema, il regista e sceneggiatore del film, James Gunn, ha confermato via Twitter che uno dei membri del cast del film Marvel comparirà nel suo prossimo progetto, Superman: Legacy, ovvero il primo film del nuovo DC Universe. Gunn, nuovo co-CEO dei DC Studios, attualmente impegnato nel processo di casting per tale atteso progetto, ha infatti partecipato ad una sessione di domande e risposte con i fan sul social, dove in molti gli hanno esplicitamente chiesto se qualche attore del suo film Marvel apparirà anceh nel DCU.

Come sempre, Gunn ha fornito una risposta secca e priva di dettagli, che lascia dunque aperta la porta a qualsiasi opzione. Come noto, gli attori che hanno lavorato con Gunn sono già passati dal DCU all’MCU e viceversa. Per Guardiani della Galassia Vol. 3, Gunn ha scelto sua moglie, l’attore di The Peacemaker Jennifer Holland, e la star di The Suicide Squad Daniela Melchior per alcuni ruoli minori. Dopo essere apparsi come membri della Task Force X in The Suicide Squad, gli attori Nathan Fillion e Pete Davidson appaiono poi entrambi nel film Marvel, ma sempre con un ruolo secondario il primo e con un cameo sullo sfondo il secondo.

Data quest’abitudine di Gunn, era dunque facilmente immaginabile che ciò avverrà anche con il suo prossimo progetto. Anche se il regista non ha rivelato chi del cast di Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà nel film, è lecito pensare che questi non sarà uno degli attori principali e che la partecipazione di quest’interprete potrebbe effettivamente limitarsi ad un ruolo secondario se non proprio ad un cameo. Tra gli attori che potrebbero essere coinvolti uno dei più probabili è certamente Sean Gunn, fratello del regista, che nei film Marvel diretti da Gunn interpreta Kraglin e fornisce i movimenti di Rocket. Ad ora, non resta che aspettare che vengano date notizie ufficiali sul casting.

Guardiani della Galassia Vol. 3, la trama e il cast del film

La sinossi ufficiale per Guardiani della Galassia Vol. 3 recita quanto segue: “in Guardiani della Galassia Vol. 3 la nostra amata banda di disadattati ha un aspetto un po’ diverso. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere l’universo oltre che per proteggere uno di loro. Una missione che, se non completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Fonte: CBR

Guardiani della Galassia Vol 3: chi è Lylla la lontra?

Guardiani della Galassia Vol 3: chi è Lylla la lontra?

Con l’uscita di Guardiani della Galassia Vol 3 abbiamo visto Rocket Raccoon (Bradley Cooper) in primo piano. L’ultimo saluto alla banda di disadattati di James Gunn approfondisce la storia di Rocket, intrinsecamente legata all’antagonista del film, l’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji). Il passato del procione raffiora e ci vengono presentate tre figure, amici che hanno condiviso con lui la prigionia: Teefs il tricheco (Asim Chaudhry), Floor il coniglio (Mikaela Hoover) e Lylla la lontra (Linda Cardellini).

Il ricongiungimento di Rocket e Lylla è particolarmente emozionante, un’allusione a un legame più profondo che va oltre la semplice origine comune. E c’è un motivo: nei fumetti, Lylla, o Lady Lylla, è l’anima gemella di Rocket.

Quando è stata introdotta per la prima volta nei fumetti?

Rocket e Lylla

La coppia di Guardiani della Galassia Vol 3 ha fatto il suo debutto insieme sulle pagine di The Incredible Hulk #271 nel 1982 (Rocket era apparso solo una volta, in Marvel Preview #7, 1976). Hulk viene trasportato su Halfworld, un pianeta lontano dove incontra Rocket Raccoon e Wal Rus e si unisce a loro per salvare Lylla. Lylla, l’ereditiera dell’azienda di giocattoli Mayhem Mekaniks, è nelle grinfie della malvagia talpa Judson Jake, che ha preso il controllo dell’azienda dopo aver ucciso i genitori di Lylla. Il gruppo riesce a liberare Lylla e a impedire a Judson Jake di recuperare la potente Bibbia di Gideon e di usarla per conquistare non solo Halfworld ma anche altri mondi.

In origine, Halfworld era utilizzato come un gigantesco manicomio, dove i colonizzatori tenevano i malati mentali per curarli. Alla fine il progetto fu abbandonato e i medici lasciarono dei robot a occuparsi dei pazienti. Quando nelle vicinanze si verificò una supernova, i robot furono inondati da una tale quantità di radiazioni che li portarono a diventare senzienti. A loro volta, questi robot viventi presero gli animali da compagnia che erano stati lasciati indietro e iniziarono a modificarli geneticamente. Queste modifiche genetiche hanno portato alla creazione di Rocket, Lylla, Wal Rus, Judson Jake e molti altri.

La coppia di Guardiani della Galassia Vol. 3 prende strade separate

Guardiani della Galassia Vol. 3 rocket
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.

L’ultimo numero della miniserie Rocket Raccoon vedeva Rocket e Lylla lasciare insieme Halfworld e partire all’avventura a bordo di una nave costruita dai robot. Sembrava un finale felice e contento per la coppia, ma non era destino. Passarono anni prima che Lylla ricomparisse e in quel periodo lei e Rocket si separarono. Rocket, naturalmente, finì per fare coppia con Groot prima di unirsi ai Guardiani della Galassia. La coppia si sarebbe riunita in Annihilators #4 della Marvel Comics nel 2010, ma molte cose erano cambiate nel corso degli anni.

Lylla era ora sposata con Blackjack O’Hare, un coniglio antropomorfo che anni prima era stato sia nemico che alleato di Rocket. Lylla e O’Hare sono felici insieme e Rocket è felice per loro. I due si separano nuovamente e Rocket torna da Groot e dai Guardiani per vivere altre avventure. Guardiani della Galassia Vol 3 si prende chiaramente delle libertà sulle origini di Rocket e Lylla. Sembra che l’Alto Evoluzionario abbia un ruolo molto più significativo nelle modifiche genetiche che hanno portato alla creazione delle creature antropomorfe.

A casa tutti bene 2 – La serie: recensione della serie di Gabriele Muccino

Torna su Sky e in streaming su NOW Gabriele Muccino con la seconda stagione di A casa tutti bene. La prima serie televisiva della filmografia del regista romano racchiude, ancora una volta, i temi portanti che hanno da sempre caratterizzato il suo cinema. Ritroviamo quindi per protagonista una famiglia borghese e disfunzionale che riesce solo a comunicare attraverso urla e grida. A casa tutti bene 2 – La serie riprende da dove l’avevamo lasciata, con la rivelazione shock della prima stagione, in cui viene svelato che il cadavere sepolto nel giardino della casa al mare ad Ansedonia dei Ristuccia, era quello di Verena, una dipendente della famiglia e Ginevra sconvolta scappa in auto, finisce fuori strada ed è in fin di vita.

La trama di A casa tutti bene 2 – La serie

Il primo episodio svela che Ginevra (Laura Adriani) è sopravvissuta all’incidente ma è in coma in ospedale intanto i Ristuccia e i Mariani si riuniscono per parlare della morte di Verena. Alba (Laura Morante) la matriarca dei Ristuccia si prende tutta l’ira e il disprezzo dei suoi tre figli Carlo (Francesco Scianna), Paolo (Simone Liberati) e Sara (Silvia D’Amico) per aver nascosto l’omicidio della giovane amante del padre Pietro. Dopo questa parte introduttiva di A casa tutti bene 2 – La serie c’è un salto temporale di ben un anno e finalmente Ginevra si risveglia e i fratelli Ristuccia cercano in tutti i modi di tenere a galla la loro azienda di famiglia, cioè il ristorante San Pietro.

Sara inizia a frequentare un noto chef stellato (Tom Leeb) e lascia il marito fedifrago Diego (Antonio Folletto), Paolo è in lotta per riottenere la custodia del figlio Giovanni (Federico Ielapi) che vive a Parigi e Carlo deve affrontare il ritorno a casa di Ginevra che purtroppo non cammina più e non ricorda del cadavere nascosto da Alba e Maria Ristuccia (Paola Sotgiu). Intanto però un’altra minaccia riaffiora dal passato, il malavitoso Adriano Abbattista, non più in galera ma agli arresti domiciliari, ragione per cui Luana (Emma Marrone) spaventata dall’accaduto lascia il secondo genito di Maria, cioè Riccardo (Alessio Moneta) e porta via anche il figlio di pochi mesi Cesare. Nel frattempo la malattia di Sandro Mariani (Valerio Aprea) peggiora e la moglie Beatrice (Milena Mancini) è costretta a lasciare il marito ammalato di Alzheimer in una clinica che si prenderà cura di lui, una delle scene più toccanti della serie in generale.

Il finale del quarto episodio è forse il momento più inaspettato di questi primi sei episodi della seconda stagione di A casa tutti bene. Senza svelare troppo, di nuovo come era successo anni prima, la storie in qualche modo si ripete, un Ristuccia e un Mariani si ritrovano di notte con un morto nella cucina del ristorante, con la missione di sbarazzarsene il prima possibile. Da qui i due personaggi provano sulla loro pelle tutto quello che hanno passato le loro madri, certo questo nuovo omicidio non è un incidente ma un atto di difesa nei confronti di Luna (Sveva Mariani) che stava per essere violentata da un uomo nascosto nel cortile del ristorante. Nel sesto episodio la polizia inizia ad indagare sul ritrovamento di un cadavere carbonizzato in una cava e i primi indiziati sono proprio i componenti delle due famiglie del San Pietro.

Un family drama italiano

La famiglia disfunsionale è da sempre alla base delle trame di un family drama, basta pensare a quella più celebre americana dei Roy, protagonisti di Succession, la serie pluripremiata in onda in queste settimane sempre su Sky o anche quella dei Dutton di Yellowstone. La prima produzione seriale del regista che si è fatto conoscere al grande pubblico nel 2001 con il film L’ultimo bacio, gioca anche lui sui contrasti tra i fratelli che vogliono gestire l’azienda di famiglia, in questo caso il ristorante San Pietro, eredità del patriarca ormai passato a miglior vita.

La prima stagione era stata drammatica, tra segreti nascosti per decenni, bugie e le tante inconfondibili sfuriate isteriche che da sempre sono il marchio di fabbrica di Muccino. A casa tutti bene 2 – La serie è sempre piena, soprattutto nei primi episodi, di crisi di nervi ma anche nascita di nuove relazioni, un nuovo mistero e la collaborazione tra i i fratelli Ristuccia e il cugino, detto Riccardino, Mariani che uniscono le forze per mandare avanti il loro prestigioso locale nel cuore di Roma. Gabriele Muccino per finire dirige un cast, tra i più talentuosi e uniti in un unico set di una serie drammatica televisiva, dove in questa seconda stagione spiccano le interpretazioni di Silvia D’amico, Francesco Scianna, Valerio Aprea e Antonio Folletto.

Questa seconda stagione si conferma un ottimo prodotto seriale italiano riconoscibile nella firma del suo creatore e che scorre inseguendo un nuovo mistero e delitto che metterà di nuovo in crisi le famiglie Ristuccia e Mariani.

Madagascar 2: trama, personaggi e curiosità sul film d’animazione

Una delle più memorabili saghe cinematografiche d’animazione degli ultimi anni è quella di Madagascar. Composta da tre film principali, uno spin-off e diverse serie televisive animate, questa è uno dei titoli di punta del celebre studio DreamWorks Animation. Dal 2005, anno di distribuzione del primo film, questa è diventata infatti una notevole fonte di guadagno, capace di attrarre un pubblico di bambini e adulti. Merito di ciò è la grande comicità intrinseca alle storie narrate, come anche i personaggi e alcune sequenze rimaste nell’immaginario comune. Dopo il successo del primo film, nel 2008 è arrivato Madagascar 2, diretto da Eric Darnell e Tom McGrath.

In questo proseguono le avventure dei quattro animali fuggiti dallo zoo di New York e in cerca di avventure in terre lontane. Se il primo film era stato un grande successo, questo primo sequel superò ogni aspettativa. A fronte di un budget di 150 milioni di dollari arrivò infatti ad incassarne oltre 600 in tutto il mondo, divenendo il sesto film dal maggior guadagno del 2008. Con un cast di celebri doppiatori, tanto nella versione inglese quanto nel doppiaggio italiano, questo è ancora oggi uno dei film d’animazione di maggior successo di sempre. Attualmente, la DreamWorks ha annunciato la realizzazione anche di un quarto capitolo della serie.

Nell’attesa di poter rivedere i celebri e divertenti animali sul grande schermo, è possibile riscoprire Madagascar 2, il quale vanta una serie di situazioni comiche e tanta azione, capace di stupire sia più più piccoli che i più grandi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, ai personaggi al cast di doppiatori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Madagascar 2: la trama del film

Il secondo film della trilogia riprende la narrazione lì da dove si concludeva il precedente capitolo. Alex, Marty, Melman e Gloria trovano la possibilità di tornare a New York nell’aiuto offerto loro dai quattro celebri pinguini. Il gruppo sale così a bordo di un aereo abbandonato, e inizia il lungo viaggio verso casa. Naturalmente, il velivolo si dimostra più malandato del previsto e ben presto subisce un guasto che costringe gli animali ad un atterraggio di emergenza in Kenya, nel bel mezzo di una riserva naturale. Qui si imbattono nella fauna del luogo, tra cui anche alcuni animali molto speciali.

Alex, infatti, si ricongiunge inaspettatamente con i suoi veri genitori. Emozionato dall’incontro, non si risparmia in storie riguardo il suo status di celebrità nello zoo di New York. Anche i suoi amici però sembrano trovare una propria dimensione, imbattendosi ognuno nei propri simili. Ben presto, però, scopriranno quanto anche quel mondo possa essere spietato, e per poter essere accettati dovranno superare diverse prove, come ance risolvere il mistero riguardo la sparizione dell’acqua nella riserva.

Madagascar 2 doppiatori

Madagascar 2: i personaggi e i doppiatori del film

Grazie alla fama raggiunta dalla serie, i film si sono avvalsi di celebri doppiatori per le voci dei personaggi principali. Si possono infatti ritrovare noti attori tanto per la versione originale quanto per quella in lingua italiana. Per la prima di queste, sono da citare i quattro doppiatori dei protagonisti. Ben Stiller è infatti il leone Alex, mentre Chris Rock è la zebra Marty, David Schwimmer la giraffa Marty e Jada Pinkett Smith l’ippopotamo Gloria. Celebre è poi il doppiaggio di Sacha Baron Cohen nei panni del lemure Re Julien. In questo sequel, infine, si annovera la presenza di Alec Baldwin nei panni del leone cattivo Makunga.

Per il doppiaggio italiano, allo stesso modo, si ritrovano diverse celebri voci, sia di noti doppiatori che di personalità dello spettacolo amate dal grande pubblico. Come per il primo film, le voci di Alex e Marty appartengono nuovamente al duo comico Ale e Franz. Melman, che nel primo film aveva la voce di Fabio De Luigi, è ora doppiato da Robert Gammino. Allo stesso modo, l’ippopotamo Gloria, precedentemente doppiato da Michelle Hunziker, ha ora la voce di Chiara Colizzi. A doppiare il simpatico Re Julien è invece nuovamente il celebre Oreste Baldini, mentre Stefano De Sando, voce ufficiale di Robert De Niro, interpreta il leone Makunga.

Il trailer di Madagascar 2 e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Madagascar 2 è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 6 maggio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

The Young Victoria: la trama e le curiosità sul film con Emily Blunt

Opera di carattere storico del 2009, il film The Young Victoria ha conquistato buoni pareri di critica e pubblico, affascinati in particolar modo dalla fedele ricostruzione dell’epoca e delle reali personalità qui portate in scena. La vicenda, come suggerisce anche il titolo, è infatti incentrata sui primi anni del regno della regina Vittoria, una delle più longeve e amate sovrane del Regno Unito. A darle volto, nel film, è l’attrice Emily Blunt, oggi nota per essere stata interprete di celebri titoli come Il diavolo veste Prada, Sicario e Il ritorno di Mary Poppins.

L’idea per il lungometraggio venne in mente a Sarah, la duchessa di York e moglie del secondo figlio di Elisabetta II. Da sempre affascinata dalla figura di Vittoria, questa decise di proporre il progetto al produttore Graham King, all’epoca impegnato nella realizzazione del film The Departed, di Martin Scorsese. King rimase affascinato dall’idea, e desideroso di realizzare un film nel suo paese d’origine si impegnò per realizzare quanto propostogli. Egli affidò così la sceneggiatura a Julian Fellowes, e chiese a Scorsese di essere il produttore esecutivo del film.

Uscito infine nelle sale, The Young Victoria si affermò non solo come una devota ricostruzione dei primi anni di regno della sovrana, ma anche come un’appassionata storia d’amore, raccontando infatti del matrimonio di lei con il marito Alberto. Il film vanta una messa in scena ricca e avvolgente, dove spiccano in particolar modo i costumi della leggendaria Sandy Powell, che vinse grazie ad essi il premio Oscar. Ancora oggi, questo è uno dei più indicati per chi vuole avvicinarsi alla storia della celebre famiglia reale.

The Young Victoria: la trama del film

Il tutto è ambientato nell’Inghilterra del 1837. Il re Guglielmo IV non ha avuto figli, e l’unica erede al trono risulta dunque essere sua nipote Vittoria. Chiamata così a diventare sovrana, la giovane di appena 17 anni, si ritrova improvvisamente circondata da persone che le stanno accanto solo per interesse. Da sua madre a suo zio, tutti sembrano aspirare ad avere un po’ dell’incredibile poterLa chiave case che lei ha ora ottenuto. Tra le varie cose che questi vogliono organizzare per lei vi è anche il matrimonio con il principe Albert. Vittoria si stufa però ben presto delle pretese nei suoi confronti, e si dichiara contraria all’idea di conoscere il giovane per poi doverlo sposare.

Quando però questi si presenta alla corte, la regina rimane sorpresa nello scoprire che anche lui come lei è stanco di essere manipolato dai propri parenti. I due giovani iniziano così a conoscersi, scoprendo di comprendersi molto più di quanto potevano immaginare. Fortificata da questa esperienza, Vittoria trova la forza di allontanare coloro che la circondano solo per interesse personale, arrivando così ad essere una sovrana a tutti gli effetti. Ben presto, però, una profonda crisi politica si apre nel paese e la regina si ritrova ad essere profondamente criticata dal popolo. Soltanto il suo amore con Albert potrà ridarle la speranza e la fiducia necessarie a svolgere il proprio dovere.

The Young Victoria cast

The Young Victoria: il cast del film

Interpretare una regina, specialmente se realmente esistita, è l’ambizione di molte attrici. Si tratta infatti di personaggi estremamente complessi, che presentano una forte contrapposizione tra il loro volto pubblico e quello privato. Consapevole che molte interpreti si sarebbero date battaglia per la parte della regina Vittoria, l’attrice Emily Blunt si mise in contatto con il produttore ben prima che i casting iniziassero. L’attrice era infatti rimasta stregata dalla sceneggiatura e dalla storia della sovrana, di cui ammise di non essere al corrente. La sua intenzione era però quella di raffigurarla come una giovane innamorata che combatte per ciò che sente giusto. Grazie alla sua motivazione, l’attrice ottenne infine il ruolo.

Per il ruolo del principe Alberto, si cercò invece un interprete non ancora particolarmente noto. Venne infine scelto Rupert Friend, noto fino a quel momento solo per il film Orgoglio e pregiudizio. Il produttore e il regista Jean-Marc Vallée rimasero particolarmente colpiti dal suo provino, trovando che rispecchiasse perfettamente la loro idea del personaggio. Una volta ottenuta la parte, Friend diede vita a numerose ricerche al fine di comprendere il carattere di Alberto come anche le sue vicende personali. Imparò inoltre pratiche comuni per un principe, come l’andare a cavallo, il portamento e a suonare il pianoforte. Decise inoltre di prendere lezioni con un dialect coach al fine di migliorare il proprio accento.

Nel film si ritrovano poi anche gli attori Paul Bettany, Mark Strong e il premio Oscar Jim Broadbent. Il primo di questi venne chiamato ad interpretare il ruolo del primo ministro Lord Melbourne. Bettany, in realtà, era di vent’anni più giovane rispetto a quanto richiesto per la parte, ma i produttori e il regista lo ritennero ugualmente il candidato migliore. Strong diede invece vita a John Conroy, militare e amministratore della residenza di Vittoria. Broadbent dà invece volto al re Guglielmo IV, padre di Vittoria. L’attrice Miranda Richardson ha invece interpretato la madre della regina, anch’essa di nome Vittoria e duchessa di Kent.

La colonna sonora di The Young Victoria, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Durante la realizzazione del film, il regista decise di utilizzare una colonna sonora inedita per il genere. Si avvalse infatti tanto di brani classici quanto di pezzi più contemporanei, tra cui anche diverse canzoni rock, che potessero rappresentare al meglio il mood della pellicola. Molte di queste, tra cui si ritrovano anche brani dei Rolling Stones, non sono poi state utilizzate all’interno del film, ma solo in preparazione delle riprese di determinate scene. In particolare, però, è rimasta celebre la canzone Only You, eseguita dalla cantante Sinéad O’Connor, descritta come la perfetta melodia per il film e la sua storia. L’album contenente i vari brani del film è in seguito stato pubblicato dalla EMI Music.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. The Young Victoria è infatti presente all’interno di Rai Play. Accedendo a questo, sarà possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. L’unico requisito richiesto è infatti quello dell’iscrizione al sito, completamente gratuita. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 6 maggio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

The Forgiven con Jessica Chastain su SKY e NOW

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The Forgiven con Jessica Chastain su SKY e NOW

Arriva su Sky l’avvincente thriller scritto e diretto da John Michael McDonagh The Forgiven, in prima tv lunedì 8 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.

Basato sull’inquietante romanzo “Nella polvere” di Lawrence Osborne, The Forgiven combina una sensualità rovente, una maestria cinematografica e colpi di scena inaspettati mentre l’Oriente incontra l’Occidente e l’affidabilità del vecchio mondo collide in maniera catastrofica con la moderna indifferenza.

Il film è interpretato dal candidato all’Oscar Ralph Fiennes, dalla vincitrice dell’Oscar Jessica Chastain e da Matt Smith, Saïd Taghmaoui, Abbey Lee, Mourad Zaoui, Caleb Landry Jones, Ismael Kanater, Christopher Abbott, Alex Jennings e Marie-Josée Croze.

La trama di The Forgiven

Guidando a grande velocità attraverso il deserto marocchino per partecipare a una sontuosa festa di un vecchio amico, i ricchi londinesi David e Jo Henninger (Ralph Fiennes e Jessica Chastain) restano coinvolti in un tragico incidente con un adolescente del posto. Una volta arrivati in grande ritardo alla villa dove la festa è al suo culmine, la coppia cerca di nascondere l’incidente con la connivenza della polizia locale. Ma quando arriva il padre del ragazzo per cercare giustizia, la scena è pronta per uno scontro tra culture pieno di tensione, in cui David e Jo devono scendere a patti con quello che hanno commesso e le sue devastanti conseguenze.

Apple TV+ ha diffuso le prime immagini della serie thriller Hijack

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Apple TV+ ha rilasciato le prime immagini di Hijack, una serie thriller in sette episodi interpretata e prodotta esecutivamente dal vincitore del SAG Award e candidato all’Emmy Award Idris Elba (“Luther”).

Hijack: quando esce e dove vederla in streaming

Hijack farà il suo debutto mondiale con i primi due episodi mercoledì 28 giugno su Apple TV+.

Hijack: trama e cast 

Creata da George Kay (“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal” “Truth Seekers”), il primo sceneggiatore e il secondo regista principale della serie, “Hijack” è interpretata anche dal vincitore dell’Emmy Award e del NAACP Image Award Archie Panjabi (“The Good Wife”, “Snowpiercer”, “Blindspot”).

Narrato in tempo reale, “Hijack” è un thriller ad alta tensione che segue il viaggio di un aereo dirottato verso Londra per un volo di sette ore, con le autorità di terra che tentano disperatamente di trovare una soluzione. Idris Elba interpreta Sam Nelson, un abile negoziatore che deve usare tutta la sua astuzia per cercare di salvare la vita dei passeggeri, ma la strategia ad alto rischio che vuole utilizzare potrebbe essere la sua rovina. Archie Panjabi interpreta Zahra Gahfoor, un agente dell’antiterrorismo che si trova a terra quando l’aereo viene dirottato e diventa egli stesso parte delle indagini. Oltre a Elba e Panjabi, la serie è interpretata da Christine Adams, Max Beesley, Eve Myles, Neil Maskell, Jasper Britton, Harry Michell, Aimee Kelly, Mohamed Elsandel e Ben Miles.

Hijack è stato prodotto da 60Forty Films, la società di produzione fondata dai produttori esecutivi vincitori dell’Emmy Award Jamie Laurenson e Hakan Kousetta (“Slow Horses“, “Il serpente dell’Essex“) nell’ambito del suo accordo con Apple TV+, insieme a George Kay e alla società di produzione di Jim FIeld Smith, Idiotlamp Productions, segna anche la prima serie dell’accordo tra Idris Elba e la sua Green Door Pictures e Apple TV+. George Kay e Jim Field Smith sono entrambi produttori esecutivi insieme a Elba, Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Kris Thykier.

Special Ops: Lioness, le prime foto della serie thriller di Taylor Sheridan con Nicole Kidman

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Paramount+ presenta le prime immagini in anteprima dell’attesissimo thriller di spionaggio Special Ops: Lioness (precedentemente intitolato “Lioness”). La serie originale, ideata dal candidato all’Oscar Taylor Sheridan, ha come protagonisti l’attrice e produttrice esecutiva Zoe Saldaña, la vincitrice dell’Oscar e produttrice esecutiva Nicole Kidman, Laysla De Oliveira e il premio Oscar Morgan Freeman. Special Ops: Lioness è prodotto da MTV Entertainment Studios e 101 Studios in esclusiva per Paramount+.

La trama e il cast di Special Ops: Lioness

Special Ops: Lioness si basa su un programma realmente esistito e segue Cruz Manuelos (De Oliveira), una giovane Marine dal carattere rude ma appassionato, reclutata per unirsi al Lioness Engagement Team per aiutare a distruggere un’organizzazione terroristica dall’interno. Saldaña interpreterà Joe, la responsabile del programma Lioness incaricata di addestrare, gestire e guidare le sue operatrici sotto copertura.

Special Ops: Lioness avrà come protagonisti principali anche Dave Annable, Jill Wagner, LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton, Stephanie Nur e Hannah Love Lanier, mentre il candidato all’Emmy Award Michael Kelly avrà un ruolo ricorrente.

I produttori esecutivi della serie sono Taylor Sheridan, David C. Glasser, Zoe Saldaña, Nicole Kidman, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin, Jill Wagner, Geyer Kosinski, Michael Malone e John Hillcoat. La serie è l’ultima aggiunta al crescente programma di Sheridan su Paramount+, che comprende 1923, 1883, MAYOR OF KINGSTOWN e TULSA KING, oltre alle prossime serie LAWMEN: BASS REEVES e LAND MAN.

Blade rimandato ancora a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA

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Blade dei Marvel Studios subirà un ulteriore ritardo a causa dello sciopero degli sceneggiatori WGA. La Marvel ha interrotto la pre-produzione del riavvio dedicato al supereroe, che vedrà protagonista Mahershala Ali nei panni del cacciatore di vampiri protagonista insieme ad Aaron Pierre, Delroy Lindo e Mia Goth.

La produzione avrebbe dovuto iniziare ad Atlanta entro questo mese per un’uscita prevista il 6 settembre 2024. Il primo annuncio di Blade è arrivato nel corso del Comic Con di San Diego nel 2019.

Questa non è la prima volta che la Disney ha dovuto ritardare la produzione del film. Lo scorso ottobre, la Disney ha spinto Blade dal 2023 al 2024 dopo che il regista originariamente scelto, Bassam Tariq (“Mogul Mowgli”), ha lasciato il progetto due mesi prima dell’inizio delle riprese. A novembre, Yann Demange (“Lovecraft Country”) ha assunto l’incarico di regista da una sceneggiatura di Michael Starrbury (“When They See Us”). Ad aprile, poche settimane prima della scadenza del contratto WGA, Nic Pizzolatto (“True Detective”) si è unito alla produzione, riscrivendo la sceneggiatura di Starrbury. Ha esaurito il tempo per completare il suo lavoro prima che iniziasse lo sciopero.

Il nuovo Blade

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il Blade di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda il look del protagonista e dell’opera in sé. Blade dovrebbe uscire in sala il 6 settembre 2024 come film finale della Fase Cinque del MCU.

Prime Video ha annunciato il ritorno di L’Estate nei tuoi occhi

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Prime Video ha annunciato il ritorno di L’Estate nei tuoi occhi

Prime Video ha annunciato il ritorno della serie di successo L’Estate nei tuoi occhi che il 14 luglio 2023 debutterà con i primi tre episodi. Nuovi episodi saranno poi disponibili ogni settimana sino al finale venerdì 18 agosto. Basata sulla trilogia di best-seller firmata da Jenny Han, la prima stagione della serie ha conquistato il titolo di show N.1 su Prime Video nel primo weekend di uscita. Dal 14 luglio, la seconda stagione de L’Estate nei tuoi occhi sarà disponibile per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

Di seguito l’annuncio della data di uscita, con le star della serie Lola Tung, Christopher Briney, Gavin Casalegno, Sean Kaufman, e Rain Spencer, le guest star David Iacono e Elsie Fisher, in questa stagione in un ruolo ricorrente. Nel cast anche Jackie Chung e Rachel Blanchard con Kyra Sedgwick che si unisce alla seconda stagione in un ruolo ricorrente.

Il cast, inoltre, ha svelato tutti i titoli degli otto episodi della seconda stagione, permettendo ai fan di conoscere quale delle loro storie preferite di It’s Not Summer Without You (Non è estate senza te), il secondo libro della trilogia di Han, si tradurrà sullo schermo, e quali nuove sorprese della serie sono in serbo per gli spettatori.

Questi i titoli degli episodi:

  • Episodio 201 – “Love Lost” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 202 – “Love Scene” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 203 – “Love Sick” (14 luglio, 2023)
  • Episodio 204 – “Love Game” (21 luglio, 2023)
  • Episodio 205 – “Love Fool” (28 luglio, 2023)
  • Episodio 206 – “Love Fest” (4 agosto, 2023)
  • Episodio 207 – “Love Affair” (11 agosto, 2023)
  • Episodio 208 – “Love Triangle” (18 agosto, 2023) 

Un tempo Belly era solita contare i giorni che la separavano dal ritorno a Cousins ​​Beach, ma con Conrad e Jeremiah che continuano a litigare per il suo amore e il ritorno del cancro di Susannah, non è sicura che l’estate sarà più la stessa. Quando un visitatore inaspettato minaccia il futuro dell’amata casa di Susannah, Belly dovrà riunire la banda e decidere una volta per tutte dove andrà il suo cuore.

Al timone della seconda stagione di L’estate nei tuoi occhi troviamo le showrunner Han e Sarah Kucserka. Han, Kucserka, Karen Rosenfelt e Gabrielle Stanton sono anche executive producers, insieme a Hope Hartman, Mads Hansen e Paul Lee per wiip. La serie è una co-produzione Amazon Studios e wiip.

Jenny Han è l’autrice delle serie di libri Tutte le volte che ho scritto ti amo e L’estate nei tuoi occhi che hanno scalato la classifica dei Best-Seller del New York Times. Le sue opere sono state pubblicate in più di 30 lingue. Per il piccolo schermo ha co-creato due nuove serie basate su questi libri – la serie Prime Video L’estate nei tuoi occhi, di cui è executive producer e co-showrunner – e la serie Netflix da poco annunciata XO, Kitty, uno spin-off dell’universo di To All the Boys, di cui sarà executive producer e co-showrunner. È stata inoltre executive producer dei 3 film Netflix della trilogia To All the Boys. Vive a Brooklyn, New York.

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