Ecco il primo trailer di
Nightmare
Alley, il nuovo film di Guillermo del
Toro. Il film è interpretato dal candidato all’Academy
Award
Bradley Cooper (A Star is Born, American
Sniper), dall’attrice premio Oscar
Cate Blanchett (Blue Jasmine,
Elizabeth), dalla candidata all’Oscar Toni Collette (Cena con delitto – Knives
Out, Unbelievable), dal candidato all’Oscar
Willem Dafoe (The Lighthouse, Van Gogh –
Sulla soglia dell’eternità), dal candidato all’Oscar
Richard Jenkins (La Forma dell’Acqua – The
Shape of Water, L’Ospite Inatteso), dalla candidata
all’Oscar Rooney Mara (Carol, Millennium –
Uomini che odiano le donne), Ron Perlman
(Pacific Rim, Hellboy) e dal candidato
all’Academy Award David Strathairn
(Lincoln, Good Night, and Good Luck.).
Nightmare
Alley è diretto dal premio Oscar Guillermo del
Toro (La Forma dell’Acqua – The Shape of Water,
Il Labirinto del Fauno) e scritto dallo stesso del Toro
insieme a Kim Morgan (The Forbidden Room). Il film è
prodotto da Guillermo del Toro e dal vincitore
dell’Academy Award J. Miles Dale
(Antlers, La Forma dell’Acqua – The Shape of
Water) ed è basato sul romanzo di William Lindsay
Gresham. Il film sarà supervisionato dai Presidents of
Production for Film and Television di Searchlight Pictures
David Greenbaum e Matthew Greenfield e dal
Vicepresidente Senior DanTram Nguyen.
Il regista e sceneggiatore
Guillermo del Toro ha dichiarato: “Sono ispirato e felice di
lavorare con questo magnifico cast. Io e Kim Morgan abbiamo
lavorato con grande passione per portare sullo schermo il mondo
oscuro e crudo e il linguaggio di William Gresham e ora siamo
affiancati da un eccezionale gruppo di artisti e tecnici per dargli
vita”.
“Considerato lo spessore di
questo incredibile cast, è per me un privilegio lavorare a fianco
di tutti loro con il supporto dei nostri partner di Searchlight.
Sarà una gioia vedere questi attori di fama mondiale e Guillermo
migliorarsi a vicenda in questa nuova interpretazione del romanzo
di Gresham”, ha affermato il produttore Dale.
Nightmare Alley: la trama del film
In Nightmare
Alley, un giovane e ambizioso giostraio (Bradley
Cooper) con un talento nel manipolare le persone con poche parole
ben scelte frequenta una psichiatra (Cate Blanchett) che è ancora
più pericolosa di lui. Al luna park lavorano anche Molly
(Rooney Mara), il capo imbonitore Clem (Willem Dafoe) e Ron Perlman
nei panni di Bruno the Strongman. Richard Jenkins fa parte del
pubblico dell’alta società nel ruolo del ricco industriale Ezra
Grindle.
“È per noi un’emozione
fortissima nonché un onore collaborare ancora una volta con
Guillermo. Ha creato quella che è a tutti gli effetti una squadra
di attori e talenti creativi da sogno, per contribuire a portare la
sua eccezionale visione di Nightmare Alley sul grande
schermo”, hanno dichiarato Greenbaum e Greenfield.
Si uniscono a del Toro anche alcuni
dei suoi collaboratori di lunga data come lo scenografo
Luis Sequeira (La Forma dell’Acqua – The Shape
of Water, La madre), il direttore della fotografia
Dan Laustsen, ASC, DFF (La Forma dell’Acqua –
The Shape of Water, John Wick 3 – Parabellum), il
supervisore agli effetti speciali Dennis Berardi
(La Forma dell’Acqua – The Shape of Water, Crimson
Peak), la production designer Tamara Deverell
(Star Trek: Discovery, The Strain) e il montatore
Cam McLauchlin (La Forma dell’Acqua – The
Shape of Water, The Strain). Searchlight
distribuirà la pellicola in tutto il mondo.
Searchlight
Pictures è una società cinematografica specializzata che
finanzia e acquisisce film e che fa parte di The Walt Disney
Studios.
Molto spesso il compito del cinema è
anche quello di porre il suo pubblico dinanzi a riflessioni e
domande a cui spesso è difficile trovare una risposta sempre
valida. Sta allo spettatore il compito di formulare un proprio
personalissimo giudizio, basato ovviamente sulle proprie influenze
culturali e sociali. Un recente titolo che punta a fare proprio
questo è The Children Act – Il verdetto,
diretto nel 2017 da Richard Eyre, regista già noto
per aver realizzato Iris – Un amore vero e Diario di
uno scandalo. All’interno di questo si affrontano in
particolare tematiche legate al contrasto tra la vita e le proprie
scelte religiose.
Il film, sceneggiato da Ian
McEwan, è la trasposizione del romanzo del 2014 La
ballata di Adam Henry, scritto proprio dallo stesso McEwan.
Questo prende spunto dal Children Act del 1989, una legge con cui
il Parlamento inglese definisce le funzioni attribuite agli enti
locali, ai tribunali, ai genitori e alle agenzie del Regno Unito,
al fine di garantire e promuovere il benessere dei minori. Nel
racconto di McEwan, tale legge entra in contrasto con il credo
religioso del protagonista, dando vita ad una serie di riflessioni
etiche particolarmente attuali. Presentato in anteprima al Toronto
International Film Festival, il film ha ricevuto una buona
accoglienza critica.
In particolare ha ottenuto lodi per
le interpretazioni dei protagonisti. Per quanti amano quei film che
spingono al di fuori della propria comfort zone,
misurandosi con questioni umane, The Children Act – Il
verdetto è il film che fa al proprio caso. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Children Act – Il verdetto: la
trama del film
Protagonista del film è
Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica
molto stimata e professionale, la cui vita privata non è però
all’altezza di quella pubblica. Sposata con Jack,
il matrimonio tra di loro sta ora attraversando una profonda crisi
legata semplicemente a ingranaggi che non sembrano più funzionare
come un tempo. Mentre si trova a dover fare i conti con ciò, Fiona
viene chiamata a prendere una decisione cruciale su un caso
estremamente delicato che sta attirando l’attenzione dei media e
del popolo: quello del giovane Adam Henry.
L’adolescente, essendo cresciuto in
una famiglia di Testimoni di Geova, non vuole accettare una
trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. In deroga
all’ortodossia dell’etica professionale, Fiona sceglie di andare a
far visita ad Adam in ospedale, nel tentativo di convincerlo a
cambiare idea. Quell’incontro avrà un profondo impatto su entrambi,
suscitando nuove e potenti emozioni nel ragazzo e sentimenti
rimasti a lungo sepolti nella donna. Appellandosi alla legge
Children Act, Fiona dovrà prendere una decisione che potrebbe
cambiare per sempre la vita di lei e di Adam.
The Children Act – Il verdetto: il
cast del film
Ad interpretare la giudice Fiona
Maye vi è l’attrice premio Oscar Emma Thompson, celebre
per i film Casa Howard, Quel che resta del giorno e
Ragione e sentimento.
L’attore Stanley Tucci, noto
invece per aver interpretato Cesar Flickerman nella saga di
Hunger Games, è qui il
marito di Fiona, Jack. Il giovane Adam Henry è qui interpretato da
Fionn Whitehead, noto per aver recitato anche in
Dunkirk e Black Mirror:
Bandersnatch. I suoi genitori, Naomi e Kevin, sono infine
interpretati da Eileen Walsh e Ben
Chaplin. Quest’ultimo è noto per aver preso parte a film
come La sottile linea rossa, Formula per un delitto e
Snowden.
The Children Act – Il verdetto: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. The Children Act – Il
verdetto è infatti disponibile nei cataloghi di
Chili e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 16
settembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Ne Il bambino
nascosto Gabriele Santoro vive in un quartiere popolare di
Napoli ed è titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio
San Pietro a Majella. Una mattina, mentre sta radendosi la barba,
il postino suona al citofono per avvertirlo che c’è un pacco, lui
apre la porta e, prima di accoglierlo, corre a lavarsi la faccia.
In quel breve lasso di tempo, un bambino di dieci anni si insinua
nel suo appartamento e vi si nasconde. “Il maestro”– così lo
chiamano nel quartiere – se ne accorgerà solo a tarda sera. Quando
accade, riconoscerà nell’intruso, Ciro, un bambino che abita con i
genitori e con i fratelli nell’attico del suo stesso palazzo.
Interrogato sul perché della sua fuga Ciro non parla. Nonostante
questo, il maestro, d’istinto, decide di nasconderlo in casa,
ingaggiando una singolare, e tenace, sfida ai nemici di Ciro.
Scoprirà presto che il bambino è figlio di un camorrista e che,
come accade a chi ha dovuto negare presto la propria infanzia, Ciro
ignora l’alfabeto dei sentimenti. Silenzioso, colto,
solitario, il maestro di pianoforte è uomo di passioni nascoste,
segrete. Toccherà a lui lo svezzamento affettivo di questo bambino
che si è sottratto a un destino già scritto. Una partita rischiosa
in cui, dopo una iniziale esitazione, Gabriele Santoro si getta
senza freni.
Uma Thurman è la protagonista dell’immagine
ufficiale della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma,
che si svolgerà dal 14 al 24 ottobre 2021 presso l’Auditorium Parco
della Musica con la direzione artistica di Antonio
Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma
presieduta da Laura Delli Colli, Direttore
Generale Francesca Via.
La foto è un omaggio all’attrice
statunitense e alla sua straordinaria performance in Kill Bill: Volume 2 di Quentin
Tarantino, che riceverà il Premio alla Carriera nel corso
della Festa del Cinema 2021. Lo sguardo ipnotico dell’interprete
attraversa lo schermo cinematografico e parla direttamente allo
spettatore: il volto di Uma Thurman è un concentrato di energia,
libertà e passione. Emerge il ritratto di una donna forte e
determinata che lotta per quello che ama e trasforma il suo
desiderio di vendetta nel sogno di nuova vita, alla ricerca di una
vera e propria rinascita.
“La scelta di siglare la Festa
con l’immagine di un personaggio cult che continua a attraversare
il cinema amato anche dalle generazioni più giovani non è solo un
omaggio a un’attrice straordinaria ma un modo per augurare al
cinema, oltre ogni cliché, la stessa energia e la stessa capacità
di continuare a combattere per una vera stagione di
ripartenza”, ha detto Laura Delli Colli.
“Uma Thurman è un’icona del
cinema contemporaneo: una donna forte, sensibile, intelligente e
indipendente. Una presenza imprescindibile come la bellezza e la
libertà”, ha spiegato Antonio Monda.
Ecco il primo trailer di Con Tutto il Cuore, il nuovo film di e con
Vincenzo Salemme che, dopo il successo di Una Festa Esagerata, porta di nuovo sul grande
schermo una storia tratta da una sua commedia teatrale. Al cinema
dal 7 ottobre, il film vede nel cast, oltre a Salemme, anche
Serena Autieri, Cristina Donadio, con la
partecipazione di Maurizio Casagrande.
Con Tutto il Cuore, la trama
Ottavio Camaldoli (Vincenzo
Salemme) è un professore di latino e greco. Una brava
persona. Onesto e galantuomo, “un fesso” insomma, questa è la
considerazione che hanno di lui le persone che lo circondano. Ma
cosa accadrebbe se a questo uomo indifeso, vittima dei piccoli
soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e persino in
famiglia venisse trapiantato il cuore di un altro? Soprattutto se
quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente efferato dal
sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo
averne ereditato il cuore si trasformerebbe automaticamente in un
malfattore? La scienza ci dice che queste sono solo sciocche ed
antiche credenze. Ma se invece donna Carmela (Cristina
Donadio), la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta
che il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel
petto del professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il
trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o
resterà comunque Ottavio Camaldoli, laureato professore?
Ecco il Trailer Ufficiale del nuovo
film di Simone Godano Marilyn ha gli occhi neri,
con protagonisti Stefano
Accorsie Miriam
Leone. Scritto da Giulia Steigerwalt,
prodotto da Matteo Rovere, una
produzione Groenlandia con Rai Cinema,il film uscirà nelle sale
il 14 ottobredistribuito da 01
Distribution. Nel cast
anche Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Andrea
Di Casa,Orietta Notari, Valentina Oteri,
Ariella Reggio,Marco Messeri.
Marilyn
ha gli occhi neri chiuderà il prossimo 2 ottobre il Bif&st – Bari International Film
Festival.
Marilyn ha gli occhi neri, la trama
Lui non sa mentire, lei sa solo
mentire. Una coppia improbabile alle prese con un progetto
impossibile. Clara (Miriam
Leone) è talmente brava a mentire che è la prima a
credere alle sue bugie. Vitale e caotica, ha qualche problema a
tenere a freno le sue pulsioni. Diego (Stefano
Accorsi) è il suo esatto contrario, un uomo provato
dagli eventi, con varie psicosi e continui attacchi d’ira.
Si ritrovano in un Centro Diurno per
il rehab di persone disturbate. La prova che li attende sembra
impossibile: devono gestire un ristorante del Centro evitando
qualsiasi conflitto con il resto del gruppo. Peccato che non
abbiano alcun tipo di attitudine per le imprese di successo. Ma i
due inizieranno presto a scoprire che l’unione può portare a
risultati incredibili. E chissà, magari anche all’amore.
Salvatore – Il
Calzolaio dei Sogni di Luca Guadagnino,
il docufilm su un personaggio icona della moda italiana e fondatore
di uno dei marchi più conosciuti al mondo, uscirà nelle sale
italiane l’11, il 12 e il 13 ottobre distribuito da Lucky Red.
Dalla straordinaria
passione per le calzature a Napoli al viaggio in America animato
dal desiderio di esplorare nuove sfide, dalle storie di vita a
Hollywood, al suo ritorno in Italia, frutto di un’eccezionale
intuizione di stabilire a Firenze la produzione, dal rischio del
fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla
definitiva consacrazione e al successo imprenditoriale: Salvatore –
Il Calzolaio dei Sogni mostra il mistero e il fascino di una figura
complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai
perso di vista l’importanza dei legami famigliari.
Scritto dalla giornalista
di moda e autrice Dana Thomas e presentato fuori concorso alla 77°
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni si avvale della
fotografia di Clarissa Cappellani e Massimiliano Kuveiller e del
montaggio di Walter Fasano, che ritrova il regista Luca Guadagnino
dopo il successo di Chiamami col tuo nome e Suspiria. Il docufilm è
prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti per MeMo
Films e da Stella Savino in qualità di produttore esecutivo.
Salvatore – Il Calzolaio dei Sogni, la
trama
Salvatore – Il
Calzolaio dei Sogni racconta un’emozionante storia umana,
artistica e imprenditoriale, arricchita dalla voce narrante
dell’attore Michael Stuhlbarg e da immagini inedite e testimonianze
uniche che vedono tra i protagonisti, accanto a membri della
famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista
Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti,
giornalisti, critici di moda e cinematografici. Non manca,
all’interno del docufilm, la voce di Salvatore Ferragamo: sono
presenti infatti le registrazioni d’epoca, restaurate per
l’occasione, di interviste radiofoniche rilasciate in Australia e
di alcuni capitoli della sua autobiografia narrati dallo stesso
Ferragamo.
Il progetto prende vita
nel 2017 quando, ispirato dalla lettura dell’autobiografia del
calzolaio e imprenditore italiano, il regista Luca Guadagnino
contatta la famiglia Ferragamo. Un percorso durato tre anni in cui
la Fondazione e il Museo Salvatore Ferragamo hanno lavorato a
fianco del regista e della sceneggiatrice Dana Thomas, mettendo a
disposizione competenze e conoscenze di carattere storico. Di
centrale importanza la famiglia Ferragamo che ha dato la
possibilità al regista Luca Guadagnino di accedere agli archivi del
marchio che custodivano al loro interno interviste, aneddoti e
informazioni inedite oltre alle ultime e preziose testimonianze di
Wanda Miletti, moglie di Salvatore.
“Questo è il lavoro
di tutta la mia vita: imparare a fare scarpe perfette, rifiutando
di mettere il mio nome su quelle che non lo sono. Quindi, per
favore, al di là della storia del ragazzino scalzo e ignorante che
è diventato un celebre calzolaio, concentrate la vostra attenzione
sul piacere che deriva dal camminare bene”. Si chiude così la
prefazione dell’autobiografia di Salvatore Ferragamo che ha spinto
Luca Guadagnino ad avvicinarsi a questo progetto. Il regista
dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il
cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di
idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della
famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone
del XX secolo, è la risposta a queste domande”. “Per la mia
famiglia tutta si realizza un grande desiderio, quello di poter
condividere con il pubblico la storia unica della vita di mio padre
e della nostra. Auspichiamo, infatti, che questo racconto vero,
rafforzato dalla speciale rappresentazione di Luca Guadagnino,
possa essere fonte di ispirazione per tanti, soprattutto per le
nuove generazioni così desiderose di ideali autentici”. Afferma
Leonardo Ferragamo, Presidente della Maison e figlio di
Salvatore.
“Credo come produttore che la storia di questo incredibile uomo,
nelle mani di un regista brillante e sensibile ma anche
intellettualmente raffinato e ironico com’è Luca Guadagnino possa
dar vita ad un racconto la cui visione sarà in grado di arrivare e
affascinare non solo il pubblico italiano ma in generale una
audience internazionale” spiega Francesco Melzi d’Eril, che, con
Gabriele Moratti per MeMo Films, ha prodotto Salvatore – Il
Calzolaio dei Sogni.
Dopo il grande successo
di Sul più
Bello che, nonostante la turbolenta uscita in
sala (tra improvvise chiusure e riaperture delle strutture a causa
della pandemia), è riuscito ad arrivare al cuore degli spettatori,
arriva, sempre al cinema, Ancora più bello, il primo di due sequel già
annunciati dalla Eagle Pictures, o, per chiamarlo altrimenti, il
secondo capitolo di una trilogia che racconta la storia di
Marta.
La trama di Ancora più
bello
Ludovica
Francesconi torna infatti a vestire i panni della giovane
donna affetta da mucoviscidosi che, nonostante la condizione medica
molto grave in cui versa, affronta la vita con un grande sorriso e
con un contagioso ottimismo. Con lei tornano Jacopo e Federica
(Jozef Gjura, Gaia Masciale), i suoi migliori
amici, la sua unica famiglia, visto che è rimasta orfana da
bambina. Archiviata la storia d’amore a sorpresa con il bello e
impossibile Arturo, in questa seconda avventura Marta incontra
Gabriele (Giancarlo Commare, visto in Skam
Italia), un artista sensibile e appassionato, totalmente
preso da lei, galante e gentile, che non si risparmia per questa
relazione che ritiene importantissima e per la quale è pronto a
rinunciare anche alla sua carriera.
Claudio Norza
raccoglie il testimone di Alice Filippi, che aveva
diretto Sul più Bello,
e si impegna ad amalgamare una storia molto più densa e
stratificata rispetto a quella del primo film. È importante tenere
a mente che se nel primo capitolo si era immaginata una storia
unica e coesa, per questo secondo appuntamento (strettamente legato
a un terzo capitolo, Sempre più bello, annunciato
per il 2022), l’operazione che è stata fatta è stata quella di
sviluppare delle trame a partire da un concept
concluso.
Tante storie in una
Questo è il primo
elemento che si evidenzia in questa recensione di Ancora
più bello: la necessità di raccontare tante cose,
concetti, problematiche, temi e situazioni, e la poca attenzione
nel renderli effettivamente parte di un’unica storia. La coralità
di questo film si rivela episodica, dal momento che le trame
secondarie non influiscono assolutamente su quella principale
legata a Marta, e sembrano (quello che in effetti sono) dei
riempitivi per dare spazio ad altri personaggi e argomenti la cui
introduzione nella storia risulta forzata.
Dividendo il terzetto
protagonista si incorre poi in un altro problema del film, perché
si rinuncia a ciò che nel primo capitolo aveva funzionato davvero,
cioè l’alchimia tra Francesconi, Masciale e Gjura. I tre giovani
interpreti hanno dimostrato di essere in grande sintonia, e questo
ha permesso loro di dare un’anima al primo film. Quest’anima, in
questo secondo capitolo, si annacqua e viene fuori come un fiotto
d’acqua fresca nel deserto, solo nelle scene in cui i tre compaiono
a schermo insieme.
La grande alchimia del trio
protagonista
Forse sono proprio questi
i momenti per i quali vale davvero la pena ritrovare questi
personaggi, perché nonostante il film sia debole e farraginoso da
un punto di vista della storia, con sotto-trame che sembrano
davvero superflue, l’energia che si forma sullo schermo trai tre
protagonisti è un’esperienza rara, degna dei più celebri coming of
age che il cinema ci abbia mai raccontato.
Il finale aperto su un
cliffhanger inaspettato ma ben costruito lascerà senza
dubbio gli spettatori affezionati con il bruciante desiderio di
sapere “come va a finire”, e questo, dopotutto, è tutto quello che
viene chiesto a prodotti cinematografici di questo genere: fare
breccia nel cuore del pubblico di riferimento. Da questo punto di
vista, Ancora più bello è un’operazione da
manuale.
Jamie Lee Curtis è stata incaricata di
scrivere un pezzo su Scarlett
Johansson come parte di uno speciale sulle 100
persone più influenti del 2021 per il
Time Magazine. La leggendaria attrice, fresca di
Leone d’Oro alla carriera a Venezia 78 e che ritroveremo a
breve nei panni di Laurie Strode in Halloween Kills, ha difeso a spada tratta la collega
in merito all’affaire Black Widow e alla
causa che l’attrice ha intentato alla Disney.
“Di recente l’ho vista
conquistare lo schermo nei panni di Vedova Nera, che si vendica di
una figura potente (un uomo!) che manipola le donne affinché
combattano per lui”, ha scritto Jamie Lee. “Poi ho letto
la sua brillante risposta a una manipolazione della vita reale,
quando ha intentato una causa ai danni della Disney per una
violazione del contratto sostenendo che la decisione dello studio
di far uscire il film contemporaneamente nelle sale e in streaming
le sia costato perdite sostanziali in termini di
compenso.”
“Che si tratti di un assassina
dotata di una coscienza, o di un’attrice con una fibra morale, o di
madre feroce che ha appena dato alla luce il suo secondo figlio, il
messaggio è chiaro: non fate incaz*are mamma orsa”, ha
concluso l’attrice.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il network americano NBC dopo il
primo episodio ha diffuso le anticipazioni di Chicago
PD 9×02, il secondo episodio dell’annunciata nona
stagione diChicago
PD.
In Chicago PD 9×02 che si
intitolerà “Rage” quando un informatore del dipartimento di
polizia viene assassinato, la squadra interviene per rintracciare
l’autore solo per apprendere una verità scioccante. Voight e
Ruzek studiano una strategia per aiutare Burgess.
Chicago PD
9×02
Chicago PD
9 è la nona stagione della serie tv Chicago
PD creata da Dick
Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato
su Chicago trasmesso dal network americano NBC.
In Chicago PD
9 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight
(stagioni 1-in corso), interpretato da Jason
Begheè il capo dell’Unità Intelligence del
Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto
che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non
rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è
sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente
di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie,
Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato
daJesse
Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner
del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua
fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che
occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo
discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto
reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da
Patrick John Flueger, è il partner del
Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un
agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande
potenziale.
Kate Bishop farà il suo debutto nel
MCU, interpretata dalla candidata
all’Oscar Hailee Steinfeld, nella serie Hawkeye in arrivo dal 24 novembre su Disney+. In attesa del debutto dello
show, ecco 10 cose che forse bisogna sapere su un personaggio
assolutamente chiave dell’universo Marvel negli ultimi quindici anni e
che probabilmente solo i fan dei fumetti conoscono:
Uno dei membri fondatori degli Young Avengers
Kate Bishop ha debuttato in
“Young Avengers #1” del 2005. In questo numero, era una civile
senza superpoteri. Dopo aver assistito alla battaglia della squadra
a New York City, praticamente si autoinvita nel team, unendosi ad
esso mentre è impegnato a combattere contro Kang il Conquistatore,
il supervillain capace di viaggiare nel tempo.
Questo numero rappresenta uno degli
archi a fumetti più importanti di Kang, poiché Iron Lad, il leader
della squadra, è in realtà una sua variante. Alla fine, lascia la
squadra per abbracciare il suo destino e diventare il noto
supercriminale, mentre Kate rimane parte della squadra per diversi
anni in qualità di Occhio di Falco.
Hawkingbird
Kate Bishop si fa chiamare
Occhio di Falco all’inizio della sua corsa nella run sugli Young
Avengers, ma in seguito viene etichettata con molti soprannomi. Uno
dei più noti è sicuramente Hawkingbird. Il nome nasce in “Young
Avengers #6”, poiché il suo primo costume adotta il colore viola
dei classici look di Occhio di Falco ma anche la caratteristica
maschera da domino di sua moglie, nonché collega, Mockingbird.
Il soprannome le viene dato per
gentile concessione del suo compagno di squadra Patriot, ossia Eli,
nipote di Isiah Bradley, una delle versioni più importanti di
Captain America, che in seguito sarebbe diventato proprio uno degli
interessi romantici di Kate.
Il terzo Occhio di Falco
Kate Bishop è in realtà il
terzo personaggio della Marvel Comics ad aver adottato l’identità di
Occhio di Falco. Il primo è stato Clint Barton, mentre il secondo
era Wyatt McDonald, uno dei membri più potenti dello Squadrone
Supremo. Kate prende il nome in onore di Clint Barton, che a quel
punto era morto nella trama di “Avengers Disassembled”.
Ha sacrificato la sua vita quando
Scarlet Witch ha evocato un’invasione Kree a New York City, preda
del dolore e della rabbia per la perdita dei suoi figli. La Strega
Scarlatta alla fine ha resuscitato l’arciere nella trama di “House
of M”, ma Kate ha comunque deciso di mantenere il nome con cui ha
dato il via alla sua carriera da supereroe.
La storia con Patriot
Nei primi numeri della
serie “Young Avengers”, Patriot e Kate hanno avuto una sorta di
flirt. Tuttavia, la loro storia è stata assai travagliata, con
molti alti e bassi, al punto che, di fatto, il loro amore è mai
sbocciato veramente.
I due hanno lottato per esprimere i
loro reciproci sentimenti, ma durante la trama del crossover
“Assedio” in cui Loki ha invaso Asgard, i due si sono finalmente
scambiati un bacio appassionato. È possibile che questa storia
d’amore si svolga nel MCU, dal momento che Eli è stato
introdotto in
The Falcon and the Winter Soldier.
Affrontare Capitan America
Il ruolo di Kate in qualità
di Occhio di Falco ha preso una strana piega quando si è dovuta
confrontare con un risorto Clint Barton, che usava il nome e il
costume di Captain America nell’epico evento a fumetti “Civil
War”.
Kate sa che si tratta di Clint nel
costume quando lo rimprovera per la prima volta per aver preso il
posto di Steve Rogers, che a quel punto era stato assassinato.
Barton sta catturando supereroi non registrati nelle vesti di
Captain America, ma la ramanzina di Kate gli fa capire l’errore dei
suoi gesti e quindi, alla fine, decide di abbandonare lo scudo.
L’invasione segreta degli Skrull
Dato il suo ruolo nell’evento a fumetti
“Secret Invasion”, è possibile che Kate Bishop
apparirà anche nella serie del MCU. È probabile comunque che il
suo ruolo sia piccolo, in quanto Kate e i Giovani Vendicatori hanno
comunque avuto un ruolo minore in quella run.
La giovane squadra dei Vendicatori
ha aiutato a combattere l’invasione degli Skrull a New York, ma è
stata sopraffatta dalla loro forza e dal loro numero. Anche se è
troppo presto per avanzare ipotesi, questo evento potrebbe essere
ciò che riunirà i Giovani Vendicatori nel MCU, poiché la maggior parte dei
membri del team sarà già stata introdotta nell’universo per quando
la serie debutterà su Disney+ nel 2022.
Fare squadra con Clint Barton
La serie Disney+ sembra prendere molti spunti
dalla serie a fumetti del 2011 dello scrittore Matt Fraction e
dell’artista David Aja. In quella serie, Kate e Clint si alleano
per la prima volta per affrontare il crimine a New York City. Clint
insegna a Kate tutto ciò che sa sull’essere un arciere e un eroe e
lei lo aiuta ad affrontare la mafia russa, tra gli altri
cattivi.
Quella serie a fumetti è stata un successo di
critica, nominata all’Eisner Award 2014. Includeva anche la storia
“Pizza Dog” direttamente dal numero 11, in cui Lucky, il cane di
Clint, è il personaggio dal cui punto di vista vengono narrati i
fatti.
Leader dei Vendicatori della West Coast
Come Clint Barton prima di
lei, anche Kate Bishop ha guidato una versione dei Vendicatori
della West Coast. Clint ha riformato la squadra nel 2018 dopo una
serie di attacchi di squali in California, cosa che alla fine ha
portato ad uno scontro con l’ex Vendicatore Tigra.
Kate alla fine assume il ruolo di
leader del gruppo: finanzia le loro operazioni e diventa la
protagonista di un reality show televisivo. La squadra include una
serie di altri giovani eroi tra cui Gwenpool, Kid Omega e Fuse.
Alla fine il team si espande e arriva ad includere anche Jeff the
Land Shark, un pesciolino che è diventato la mascotte non ufficiale
della squadra. La squadra poi si sciolse rapidamente e Kate
continuò ancora una volta le sue avventure in solitaria.
La fidanzata di Miles Morales
Come quasi tutti gli altri
personaggi della Marvel Comics, Kate Bishop conta di alcune
versioni alternative. Una delle più significative appartiene
all’universo “Ultimate”, dove Kate era la fidanzata di Miles
Morales, lo Spider-Man di Terra-1610.
Questa Kate è molto diversa dalla
versione di Terra-616, poiché lei e la sua famiglia sono tutti
membri dell’HYDRA. Miles le confessa la sua identità segreta, cosa
che lo porterà ad essere catturato dall’organizzazione. In seguito,
la loro relazione andrà in pezzi, nonostante i sentimenti di Kate
per Miles siano sinceri.
Taskmistress
Un altro soprannome che
Kate Bishop ha guadagnato in “Young Avengers #6” è stato
Taskmistress, che è un gioco di parole relativo al supercriminale
di Black
Widow, Taskmaster. Kate si guadagna il nome in parte
grazie alla sua memoria fotografica e alla capacità di raccogliere
le cose velocemente, che è simile a quanto riesce a fare
Taskmaster.
Aveva anche usato una serie di armi
ispirate agli armamenti dei Vendicatori, come l’arco di Occhio di
Falco, i bastoni da battaglia di Mockingbird e una spada modellata
su quella dello Spadaccino. Anche Taskmaster usa armi
derivate dall’arsenale dei Vendicatori e spesso tormenta la
supersquadra con le sue abilità di combattimento.
Lauren Ridloff
(nota per The Walking
Dead) farà presto il suo debutto nel MCU nei panni della versione
femminile di Makkari nell’attesissimo Eternals,
e ora l’attrice ha parlato delle sfide ma anche delle frustrazioni
che ha sperimentato durante le riprese delle sue scene.
Attraverso il personaggio di
Makkari, infatti, il MCU affronterà per la prima volta
il tema della disabilità: si tratta, infatti, del primo supereroe
sordo all’interno dell’universo condiviso. Durante una recente
intervista con il
NY Times, la Ridloff ha spiegato le difficoltà incontrate con
una particolare scena, in cui non era in grado di vedere gli altri
membri del cast e della troupe e quindi di cogliere i vari segnali
che avrebbero dovuto guidarla nell’azione. A quanto pare,
Angelina Jolie (interprete di Thena) è stata
colei che ha suggerito una soluzione geniale.
“In alcune scene mi sono trovata
davanti un muro. Da persona sorda, come facevo a capire quando
dovevo partire? Una volta ho condiviso la mia frustrazione con
Angelina Jolie. E subito lei ha suggerito: perché non usiamo una
penna laser che può essere facilmente cancellata grazie agli
effetti speciali?”
“È stato un momento davvero
‘wow’ per me”, ha aggiunto. “Ogni volta che avevo davanti
un muro, gli altri usavano la penna laser per segnare un cerchio e
indicare il motore. Una volta che la luce si spegneva, allora
significava: ‘Azione!’.”
Ridloff ha poi spiegato cosa ha
significato, per lei, essere in grado di portare sullo schermo un
supereroe sordo: “I miei due figli, anche loro sordi,
cresceranno in un mondo dove ci sono supereroi sordi… significa che
finalmente potranno sognare in grande.”
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel StudiosEternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Sebbene le performance di The Suicide
Squad al botteghino non abbiano soddisfatto le
aspettative, sia i fan che i critici hanno elogiato il film per
l’umorismo, la violenza sopra le righe e lo stile unico di James Gunn, attualmente il primo e unico
regista ad aver diretto film appartenenti sia al MCU che al DCEU.
Gunn, attivo sui social media con un
certa frequenza, è sempre ben disposto a condividere le sue
ispirazioni riguardo certe scene o certi piccoli riferimenti che
adora nascondere nei suoi film. In particolare, in una scena di
The
Suicide Squad che si svolge nella caffetteria del
carcere di Belle Reve, è possibile vedere sullo sfondo, fuori
fuoco, un televisore che sembra riprodurre un vecchio film.
In risposta ad un fan su
Twitter, che ha chiesto proprio cosa stava trasmettendo la tv
nella scena della prigione, Gunn ha confermato che il film in onda
è The Toxic Avenger, film di supereroi a basso
budget della società di produzione e distribuzione indipendente
Troma, con cui il regista e sceneggiatore ha lavorato agli inizi
della sua carriera.
The Toxic Avenger racconta
la storia di un custode in un centro benessere che viene lanciato
dalla finestra del secondo piano da un gruppo di bulli, atterrando
in un bidone di rifiuti tossici. I prodotti chimici lo portano a
trasformarsi nel “vendicatore tossico” del titolo, che ha
dimensioni e forza sovrumane e contrasta i bulli e la corruzione.
Un remake del film, che avrà come protagonista Peter Dinklage, è attualmente
in lavorazione.
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
L’attore Florian
Munteanu, che in
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli interpreta il
ruolo di Razor Fist, assassino che viene assunto per uccidere
l’eroe eponimo, ha rivelato in una recente intervista con
ComicBookMovie che nel film avremmo dovuto conoscere le origini
del suo personaggio.
Parlando di alcuni momenti chiave
che coinvolgono Razor nel film dei Marvel Studios, Florian ha anticipato un paio
di scene eliminate che saranno incluse nell’imminente edizione home
video del film e che avrebbero dovuto permettere al pubblico di
scoprire qualcosa in più sul letale assassino.
“C’è stata quella grande
battaglia nel film e, in origine, il pubblico avrebbe dovuto
scoprire qualcosa in più di Razor Fist a quel punto”, ha
spiegato l’attore. “Non vedo l’ora che i fan vedano quelle
scene, perché c’è un motivo per cui ha sostituito la sua lama con
la spada del drago e ha combattuto con due spade. Però non voglio
rovinare la sorpresa rivelando troppo.”
Florian Munteanu ha
anche confermato che una volta c’erano dei piani per mostrare come
Razor Fist è stato reclutato nei Dieci Anelli. Ha spiegato che
avremmo imparato di più circa la sua relazione con Wenwu e della
sua lealtà al grande cattivo del film.
“Lo chiama sempre patrigno
perché, alla fine, Wenwu gli ha dato una nuova vita, uno scopo e
una casa. Lo ha addestrato e lo ha portato via dalla strada”,
ha aggiunto l’attore. “Sono tutte scene che vedrete negli extra
dell’edizione home video. Xialing è sua figlia, quindi ha più senso
per Razor seguire lei piuttosto che un nuovo leader. Bisognerà
attendere per vedere cosa accadrà.”
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
Il network americano
NBC dopo
il teaser promo ha diffuso i primi 5 minuti di La Brea,
l’annunciata nuova serie tv La
Brea.
https://www.youtube.com/watch?v=SqV8NPVG8v0
La Brea
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
Nelle ultime ore si è tenuta una
speciale proiezione a Londra di Venom: La furia di
Carnage e, in base a quanto dichiarato da chi ha avuto
modo di vedere già il film, nella scena post-credit ci sarebbe una
grandissima sorpresa.
Come riportato da
CBR, chi ha già avuto modo di vedere il film ha parlato di una
scena post-credit assolutamente sbalorditiva. Naturalmente, la
descrizione di quella scena ha già fatto il giro del web. Per
evitare di rovinare la sorpresa, non riporteremo alcuna descrizione
della stessa, ma se morite dalla voglia di scoprire di cosa si
tratta e non vi interessa incappare in spoiler, allora potete
cliccare
qui.
Naturalmente, sono moltissimi i
personaggi e le situazioni che potremmo trovarsi davanti nella
suddetta scena: dal tanto agognato incontro tra il Venom di
Tom Hardy e lo Spider-Man di
Tom Holland, al Morbius di
Jared Leto, fino ad arrivare ad un possibile primo
sguardo ad
Aaron Taylor-Johnson nei panni di Kraven il
Cacciatore. Ad ogni modo, come rivelato da un utente su
Twitter, la scena farà letteralmente impazzire il pubblico.
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.
È da un po’ di tempo ormai che
sentiamo parlare del fatto che Vincent D’Onofrio potrebbe tornare nei panni
di Wilson Fisk, alias Kingpin, nel MCU dopo aver interpretato il
celebre villain nella serie
Daredevil.
Ora, secondo l’ultima voce in ordine
di tempo collegata all’eventuale ritorno dell’attore nei panni del
personaggio, D’Onofrio dovrebbe interpretare nuovamente Kingpin
nell’attesissima serie Hawkeye che debutterà il prossimo 24 novembre
su Disney+.
Nel primo trailer della serie
diffuso online all’inizio di questa settimana non c’è ovviamente
traccia di Kingpin, sebbene Echo (l’attrice Alaqua
Cox), che apparirà nello show, sia la figlia adottiva del
personaggio nel fumetti, quindi il coinvolgimento del
supercriminale nella storia potrebbe avere sicuramente un
senso.
Ora, è stato proprio Vincent D’Onofrio a rispondere alle numerose
voci via
Twitter. Nonostante negli ultimi giorni abbia condiviso
attraverso il suo profilo una serie di poesie alquanto criptiche
che hanno spinto i fan a chiedersi se non potesse trattarsi di un
riferimento velato proprio a Fisk e al suo eventuale ruolo in
Hawkeye, D’Onofrio ha chiesto ai suoi follower di non
dare troppo peso ai rumor.
“È sciocco provare a leggere
qualcosa di più profondo in quei piccoli pezzi che ho
scritto”, ha detto l’attore proprio in riferimento a quelle
poesie. “Sono cose che scrivo da anni ormai. Ma apprezzo
comunque il fandom. Ho amato interpretare Kingpin in
Daredevil.”
Chloé Zhao, la
regista di Eternals,
ha dichiarato che il film spiegherà finalmente perché il team di
supereroi non ha interferito durante la Guerra dell’Infinito,
quindi con gli eventi narrati in Infinity
War e Endgame.
Si tratta di una domanda che molti fan si sono posti da quando il
film è stato ufficialmente annunciato.
Creati da Jack Kirby quando il
fumettista tornò alla Marvel Comics negli anni ’70, gli Eterni hanno
avuto una storia editoriale alquanto travagliata. In linea
generale, si è sempre dato per assunto che gli Eterni siano rimasti
nascosti per migliaia di anni, combattendo una guerra segreta
contro i Devianti mentre i loro poteri crescevano lentamente. È
molto probabile che anche il film dei Marvel Studios seguirà questa storia.
In una nuova intervista con
Total Film, la regista Chloé Zhao ha fornito
una breve spiegazione del motivo per cui gli Eterni non hanno
interferito nella Guerra dell’Infinito, cosa che ovviamente verrà
approfondita nel film. Per Zhao, ciò riguarderebbe alcuni ordini
specifici dei loro creatori che hanno impedito al gruppo di essere
coinvolti negli affari della Terra.
“Il pubblico capirà
perché”, ha spiegato la regista. “Non solo perché, ma
anche quanto sia stato difficile per loro non intervenire.
Esploreremo proprio questa dinamica. La vedrete nel film. Gli
Eterni sono stati istruiti a non interferire con alcun conflitto
umano, a meno che non siano coinvolti dei Devianti. C’è una ragione
per cui è così. Questa era l’istruzione del primo Celestiale,
Arishem”.
Eternals,
il terzo film della Fase Quattro dell’Universo Cinematografico
Marvel diretto dalla regista vincitrice dell’Academy
Award Chloé Zhao, arriverà il 3 novembre
nelle sale italiane. Il film targato Marvel Studios Eternals presenta
un nuovo team di supereroi dell’Universo Cinematografico
Marvel: l’epica storia, che abbraccia migliaia di anni, mostra
un gruppo di eroi immortali costretti a uscire dall’ombra per
unirsi contro il più antico nemico dell’umanità, The Deviants.
Il cast del film
comprende Richard
Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Ludovica
Francesconi, Giancarlo Commare e il regista
Claudio Norza sono i protagonisti di questa
intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di Ancora più
Bello, sequel di Sul più
bello al cinema dal 16 settembre. Jozef Gjura,
Gaia Masciale e Jenny De Nucci sono i protagonisti di
questa intervista.
Il film – prodotto da Eagle Pictures
in collaborazione con Weekend Films, diretto da Claudio
Norza, da un’idea di Roberto Proia, che
lo ha anche sceneggiato insieme con Michela
Straniero – si svolge esattamente un anno dopo i fatti
raccontati nel primo capitolo (Sul più bello, diretto da
Alice Filippi). Nel cast: Ludovica Francesconi, Giancarlo
Commare, Gaja Masciale, Jozef Gjura, Jenny De Nucci, Diego
Giangrasso.
La trama di Ancora più bello
Dopo dodici mesi, la storia tra
Marta (Ludovica Francesconi) e Arturo è finita. “In amore gli
opposti si attraggono ma alla fine si lasciano”, si ripete Marta,
che giura a se stessa di voler rimanere da sola per un po’ e
continua a convivere con ottimismo con la malattia che da sempre
l’accompagna. Ma quando arriva Gabriele (Giancarlo Commare), un
giovane disegnatore tanto dolce e premuroso quanto buffo e
insicuro, Marta riconosce che potrebbe essere lui l’anima gemella
che non riusciva a trovare in Arturo. Ma prima di farsi coinvolgere
del tutto in una nuova storia, è sempre meglio aver chiuso
definitivamente con quella precedente. Approfittando di un
temporaneo trasferimento di Gabriele a Parigi, Marta cerca di
schiarirsi le idee anche grazie all’aiuto dei suoi amici di sempre
Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). Mentre ormai è
sempre più convinta a lasciarsi andare alla storia con Gabriele, il
ragazzo in preda alla gelosia commette un errore imperdonabile, che
li farà separare. Quando tutto sembra andare storto arriva però una
telefonata dall’ospedale che cambia le priorità di tutti: c’è un
donatore compatibile per Marta.
Il resto sarà svelato nel terzo
capitolo della trilogia, Sempre più bello, in uscita nelle
sale cinematografiche nel 2022.
Oggi Netflix svela il trailer ufficiale e l’elenco delle
star che saranno presenti a “TUDUM: Un evento globale
Netflix per i fan”.
Il 25 settembre più di 145
tra le nostre più grandi star e tra i più famosi creativi
provenienti da ogni angolo del pianeta – che rappresentano oltre 70
serie, film e contenuti speciali – saliranno sul palco virtuale per
questa entusiasmante giornata piena di esclusive e anteprime.
Ispirato al primo suono
che si sente all’inizio di una serie o un film su Netflix, TUDUM è
il primo evento globale Netflix per i fan. L’obiettivo è semplice:
onorare e intrattenere i fan Netflix di tutto il mondo.
Come guardare
TUDUM
L’evento in live streaming
live inizierà alle 18:00 ora italiana e sarà trasmesso sui canali
YouTube di Netflix in tutto il mondo, oltre che su Twitter, Twitch
e Facebook.
La programmazione
includerà anche alcuni speciali pre-show dedicati a serie e film
coreani e indiani, ma anche a entusiasmanti contenuti anime, a
partire dalle 14:00 su canali specifici.
Cosa aspettarsi da
TUDUM
Nel corso delle tre ore
del nostro primissimo evento Tudum saranno coinvolti più di 145
star e saranno presentati oltre 70 titoli, tra cui alcune delle
nostre serie ricorrenti più popolari come Stranger Things, Bridgerton, The
Witcher, La casa di carta e Cobra Kai, così come blockbuster
quali Red Notice, Don’t Look Up, Tyler Rake, The Harder They Fall,
The Old Guard e molti altri (di seguito è disponibile l’elenco
completo).
I fan saranno i primi a
ricevere notizie inedite e a vedere anteprime, nuovi trailer e clip
esclusive di titoli Netflix durante i panel interattivi e le
conversazioni con star e creativi, che includono:
I fan sono invitati a effettuare il co-streaming e a
commentare l’evento Tudum in tempo reale. Dai un’occhiata a questa
guida su come eseguire il
co-streaming su Twitch. Registrati per il co-streaming su TUDUM.com. Visita Tudum.com per le ultime novità e
informazioni.
La senti quasi in bocca,
scricchiolare tra i denti, arrivare fino alle narici, toglierti il
respiro. La sabbia di Duneavvolge tutto e
ricopre un mondo che esce dai confini dello schermo per immergerti,
avvolgerti, farti suo.
Denis
Villeneuve non si limita a rileggere l’ostico romanzo di
Frank
Herbert, ma ricalca filologicamente quelle pagine per
creare un universo immersivo, visivamente magistrale e magnetico.
Non è un volo pindarico il suo, e nemmeno un mero esercizio di
stile. Villeneuve lo aveva già dimostrato precedentemente con
Arrival e Blade Runner 2049: si
avvicina ai canoni strutturali del genere della fantascienza per
integrarlo con il proprio sguardo autoriale, arricchito di nozioni
filosofiche e associazioni dirette con il nostro
presente.
Perché alla fine questa è
la vera fantascienza: spogliata del lato ludico e di puro
intrattenimento con il quale è stato zavorrato negli ultimi anni,
il genere sci-fi nasce per immaginarsi il futuro parlando delle
ombre del proprio presente. E il nostro presente è claustrofobico,
buio, come il mondo che avvolge Paul Atreides, ammantato dall’ombra
del pregiudizio e della paura del diverso.
Con Dune,
Villeneuve completa pertanto la propria trilogia sul mondo
contemporaneo scritto con la lingua della fantascienza. Un saggio
che attinge a piene mani nel mondo immaginato da Herbert, e ridato
indietro con intelligenza, maestria, grazie anche a un comparto
visivo di pura bellezza estetica, sostenuto da una colonna sonora
roboante e a tratti angosciante firmata da Hans
Zimmer.
Un quadro in movimento di
radice romantica, sublime nella sua carica inquietantemente
magnetica e attrattiva, il Dune
di Denis Villeneuve. E come tutti i quadri, ha
bisogno di tempo per essere compreso, studiato e letto nei minimi
dettagli così da poter essere apprezzato appieno.
In Dune ogni
informazione viene restituita con la forza dell’immagine, più che
della parola. Basta la minima distrazione che il filo che tiene
unito il discorso formulato da Villeneuve si spezza e tutto si
sgretola come castelli di sabbia.
Dune, la
trama
Sul desertico pianeta
Arrakis si trova la Spezia, sostanza preziosa per una varietà di
motivi. Alla casata Atreides e al suo capo, il Duca Leto, viene
affidato il controllo del pianeta. In realtà dietro a questo
passaggio di controllo si nasconde una congiura per eliminarlo.
Leto ha però un figlio, Paul, il quale è dotato di particolari
poteri che sta sviluppando con l’aiuto di sua madre Lady Jessica.
Non passa molto tempo che oltre al casato, Paul erediterà il
pericolo di essere eliminato.
La parola agli
occhi
Ci chiede di stare
attenti, il regista canadese. Di affidare ogni forza interpretativa
ai propri occhi, piuttosto che alle proprie orecchie. Perché in un
mondo come quello che vede scontrarsi la Casa Atreides contro la
Casa Harkonnen, la parola perde di importanza. La struttura
narrativa c’è, ma è costruita su una funzione prettamente
informativa. Più che parte 1, il Dune di Denis Villeneuve in
uscita il 16 settembre 2021 e presentato alla 78.esima edizione
della Mostra del cinema di Venezia, è da considerarsi come una
“parte 0”. Talmente complesso l’universo che racconta, e le
sottotrame che si appresta ad affrontare, da sfruttare la potenza
immaginifica dei primi due atti per fornire ai propri spettatori
tutte le nozioni basilari per comprendere il suo mondo.
I sacrifici, i punti di
svolta, i tradimenti sono elementi che ordiscono una trama
complessa ma che Villeneuve rende comunque accessibile perché
totalmente affidata al racconto visivo, linguaggio non-verbale
universalmente comprensibile. Eppure è tra gli inframezzi del suo
più grande pregio che si nasconde anche il suo punto più debole.
Seguire un percorso costruito con la forza dello spettacolo visivo
significa chiedere tanta concentrazione al proprio pubblico, cosa
che dopo due ore porta a una prevedibile stanchezza.
Il viaggio dell’eroe di
un Paul investito di attese, speranze, un po’ Luke Skywalker, un
po’ Messia, prende e trascina il proprio spettatore al centro
dell’azione, estenuandolo nello stesso modo in cui estenuato è il
suo protagonista. Combaciano perfettamente il pubblico e i
protagonisti di Villeneuve; uno sdoppiamento perfetto che sussurra
a entrambe le parti le fattezze del proprio destino, spingendo a
chiudere gli occhi perché troppo opprimente il peso del futuro,
l’immagine di ciò che sarà, l’essenza di un destino che siamo
chiamati a modificare.
Universo di stelle e
sabbia
Per un universo che
appoggia la propria potenza immaginifica sulla forza dello sguardo,
risultava imprescindibile che a farsi presta-corpo dei personaggi
immaginati da Herbert, fossero degli interpreti capaci di
comunicare ogni singolo mutamento umorale con la forza della mimica
espressiva. Un minimo cenno della testa, uno sguardo, una più
piccola e impercettibile espressione, si fanno ponti diretti con
l’interiorità di Leto, Paul, e di tutta la galleria di uomini e
donne che abitano l’universo di Dune. Non c’è un attore che
non risponda con talento e profondità interpretativa alla chiamata
di Denis Villeneuve. Nello sguardo basso, e negli occhi a volte
assenti di
Timothée Chalamet si ritrova tutto quell’universo
abitato da timori e paure di Paul Atreides.
Complice la giovane età,
il corpo esile, e quella mimica così espressiva, l’attore di
Chiamami col tuo nome riesce a far trasparire
tutto il difficile percorso intrapreso dal suo protagonista:
un’educazione sentimentale e personale orientata alla scoperta del
vero senso del suo esistere e del compito che lo attende sia nelle
vesti di essere umano che erede di una delle più importanti casate
nobiliari.
Oscar Isaac cammina invece a testa alta, spalle
dritte, facendosi colonna umana di un’intera casata. Abbattuta
quella parete portante crolla tutta la forza di un popolo sostenuto
con fedeltà, lealtà e giustizia. Perfino
Jason Momoa riesce a far trasparire la sua carica più
drammatica, investendo di nuove sfumature una fisicità che per
quanto presente, passa comunque in secondo piano. Dal canto suo
Rebecca Ferguson è invece un camaleonte capace di
adattarsi a ogni situazione, traducendo ogni mutamento emotivo
della sua Lady Jessica in uno sguardo penetrante, sensibile e
coraggioso.
Riflessi eterogenei
provenienti dall’unicità dell’essere donna, che ritrovano una
costante nel discorso autoriale di un regista come Villeneuve,
sempre attento a destinare ai propri ruoli femminili, il risvolto
dell’intera faccenda. Prima lady Jessica, poi la Chani di
Zendaya, sono le donne le figure chiamate a portare
sulle proprie spalle il peso della rivoluzione, della democrazia,
dello sguardo puro e limpido in un mondo marcio e in decomposizione
(si pensi solo al personaggio di Emily Blunt in Sicario).
La sabbia di oggi in
quella di domani
Immortalati da riprese di
ampio respiro, che con campi lunghi, e totali, uniscono non solo
ogni personaggio a quell’ambiente desertico che lo sovrasta,
modella, crea come castelli di sabbia, ma anche e soprattutto con i
propri comprimari. Si necessita pertanto di una chimica tra i vari
interpreti che Villeneuve è riuscito a creare, stabilendo tra ogni
personaggio un legame che lo avvicini, o allontani empaticamente,
l’uno con gli altri.
Una giostra
caleidoscopica di umori, caratteri, psicologie, che ogni interprete
riesce a far suo, renderlo personale e allo stesso tempo
riconoscibile nutrendosi dalla sostanza dell’inchiostro di Herbert
per dar vita alla propria visione di Chani, Paul, Lady Jessica,
Leto, Stilgar ecc. Un universo di stelle investite da manti di
sabbia che parla al cuore e all’intelletto dello spettatore,
scuotendolo dal torpore della sala per indirizzarlo verso questioni
nodose e di forte impatto sociale come lo sfruttamento delle
risorse ambientali (vedi le Spezie), e di manodopera nel Terzo
Mondo.
È solo un’anticipazione
di quel che sarà, un antipasto servito con cura e maestosa eleganza
della durata di due ore e mezza questo Dune,
ma se i presupposti sono questi, il viaggio che ci aspetterà sarà
sicuramente uno di quelli che non ci scorderemo facilmente. Basterà
ricordarci di toglierci la sabbia dagli occhi.
Sam e Tusker, partner da 20 anni,
viaggiano attraverso l’Inghilterra a bordo del loro vecchio camper
per far visita agli amici, rivedere i famigliari e ritrovare i
luoghi del loro passato. Da quando due anni prima a Tusker è stato
diagnosticato l’insorgere di una malattia, il tempo insieme è
sempre più prezioso.
Diretto da Harry
Macqueen con Colin Firth e Stanley Tucci, Supernova è un
film sulla forza dell’amore che riesce a superare le avversità.
Ci sono uomini al mondo che, pur
senza indossare maschere o disporre di superpoteri, riescono a
compiere gesta capaci di avere una risonanza tale da poter salvare
numerose vite umane. Si tratta di persone da sempre impegnate a
combattere contro le ingiustizie e continuamente attente a
smascherare il male perpetrato da altri. Uno di questi uomini è
stato William Eugene Smith, fotografo
documentarista la cui vita è raccontata nel film Il
caso Minamata, diretto da Andrew
Levitas, il quale si concentra sui suoi reportage
fotografici realizzati nella città giapponese di Minamata, i quali
hanno svelato al mondo gli effetti di una malattia letale.
Il film, basato sull’omonimo libro
scritto dallo stesso Smith in collaborazione con Aileen
Mioko Smith, ripercorre le vicende che hanno portato alla
scoperta della malattia di Minamata. Si tratta di
una sindrome neurologica causata da intossicazione acuta da
mercurio, i cui sintomi includono atassia, parestesie e numerosi
altri danni all’audio, alla vista e alle articolazioni. Presentato
in anteprima al Festival di Berlino, il film è stato accolto in
modo molto positivo dalla critica, che ne ha elogiato l’intensità
drammatica e la fedeltà agli eventi reali.
Più volte rimandato a causa della
pandemia di Covid-19, Il caso Minamata potrà essere
finalmente visto anche in Italia, dimostrando una volta di più la
capacità del cinema di ricordare eventi terribili nella speranza
che non si verifichino più. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Il caso Minamata: la trama del
film
La vicenda si apre a New York, nel
1971. Il celebre fotoreporter William Eugene Smith
è ormai l’ombra di sé stesso. Alcolizzato, in polemica con il mondo
dell’informazione e senza più alcun rapporto con i figli vive in
solitudine e si rifiuta di lavorare. Il direttore della rivista
Life Robert Hayes gli offre di recarsi nella città
costiera giapponese di Minamata, devastata dall’avvelenamento da
mercurio, risultato di decenni di inquinamento industriale da parte
della Chisso Corporation. A pregarlo di recarsi lì, vi è anche
la traduttrice giapponese Aileen, la quale
desidera che il mondo sappia cosa sta accadendo.
Arrivato dunque sul luogo, Smith
entra in contatto con la comunità di pescatori del villaggio e,
armato della sua macchina fotografica, documenta i loro sforzi per
convivere con la grave malattia, chiamata proprio “malattia di
Minamata” e la loro appassionata campagna per ottenere un
risarcimento da parte della Chisso, importante azienda chimica
giapponese, e dal governo del Paese. Le immagini di Smith dal
villaggio avvelenato danno al disastro una dimensione umana
straziante e il suo incarico iniziale si trasforma in un’esperienza
gli cambierà la vita.
Il caso Minamata: il cast del
film
Ad interpretare il fotografo
William Eugene Smith vi è il celebre attore Johnny Depp, il
quale si è detto da subito attratto dalla parte, considerando Smith
un vero eroe. Il suo coinvolgimento nel progetto è stato tale che
ha deciso di ricoprire anche il ruolo di produttore. La sua intensa
interpretazione è poi stata particolarmente lodata e indicata come
una delle migliori della sua carriera. Accanto a lui, nel ruolo di
Robert Hayes vi è l’attore Bill Nighy,
mentre Aileen è interpretata dall’attrice giapponese
Minami, qui al suo primo ruolo internazionale.
Completano il cast Hiroyuki Sanada nel ruolo di
Mitsuo Yamazaki, Jun Kunimura in quelli di Junichi
Nojima e Katherine Jenkins nei panni di
Millie.
Il caso Minamata: la vera storia
dietro il film
Come anticipato, quella di Il
caso Minamata è una drammatica storia vera che ha per
protagonista il fotoreporter William Eugene Smith. Egli, con la sua
attività di fotografo fu determinante nello svelare al mondo la
malattia di Minamata, la quale era stata già identificata per la
prima volta nel 1956. Questa era il risultato dell’inquinamento da
mercurio inorganico delle acque perpetrato da una fabbrica chimica
di proprietà della Chisso Corporation. Man mano che le persone e
gli animali consumavano pesci, crostacei e vegetali bagnati dalle
acque, iniziarono a soffrire di avvelenamento da mercurio.
La Chisso Corporation inquinava in
realtà tali acque già dal 1932 e continuò a farlo fino al 1968,
quando il governo riconobbe la malattia di Minamata quale causa di
avvelenamento. Naturalmente la Chisso era consapevole del fatto che
i propri rifiuti stavano inquinando il territorio, causando
evidenti problemi. È a questo punto che entra in gioco Smith,
chiamato a documentare quanto stava accadendo nella città
giapponese. Agli inizi degli anni Settanta, Smith era un uomo ormai
preda dell’alcol e dell’autocommiserazione, ma la sua compagnia
Aileen Mioko lo spinse ad accettare l’incarico.
Il compito di Smith fu però in più
occasioni ostacolato, con la Chisso che commissionò anche alcuni
attacchi fisici nei suoi confronti affinché la smettesse di
documentare il tutto. Il fotografo però non si fece intimorire e
continuò a scattare fotografie dei malati e dei luoghi dove questi
vivevano. Una volta pubblicati, i suoi scatti contribuirono a
portare l’attenzione globale su ciò che stava avvenendo, aiutando
anche i locali a vincere le loro cause contro la Chisso. Le pulizie
della zona iniziarono poi nel 1977, ma le acque non furono
considerate salve sino al 1997. Ad oggi, oltre 2.265 hanno
contratto la malattia, e 1.784 di queste sono decedute.
Il caso Minamata: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Il caso
Minamata si potrà vedere in prima tv su Sky
Cinema Unovenerdì 17 settembre alle
21.15, mentre sarà possibile vederlo anche in
streaming su NOW e on
demand. Grazie alla sezione Extra i clienti Sky da
più di tre anni e con Sky Cinema, potranno vedere il film prima di
tutti on demand nella suddetta sezione.
Finalmente arriva il trailer
ufficiale di West
Side Story, l’adattamento cinematografico del
musical diretto dal vincitore dell’Academy Award Steven Spielberg, arriverà il 16
dicembre nelle sale italiane, distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award Steven Spielberg, da una sceneggiatura del
vincitore del Premio Pulitzer e del Tony Award Tony
Kushner, West
Side Story racconta la classica storia delle
feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La
rivisitazione dell’amato musical è interpretata da
Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler (María), Ariana
DeBose (Anita), David Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff), Josh
Andrés Rivera (Chino), Ana Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente
Schrank), Brian d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita Moreno (nel
ruolo di Valentina, proprietaria del negozio in cui lavora Tony).
Moreno, una degli unici tre artisti ad aver vinto i premi Oscar,
Emmy®, GRAMMY®, Tony e Peabody, è anche una dei produttori
esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che
unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony
Kushner, che è anche il produttore esecutivo; il vincitore
del Tony Award Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film;
il celebre direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e
vincitore del GRAMMY Award Gustavo Dudamel, che ha
curato le registrazioni dell’iconica colonna sonora; il compositore
e direttore d’orchestra candidato all’Academy Award David
Newman (Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern Millie), che ha
supervisionato il cast per le parti cantate; e il music supervisor
candidato al Grammy Matt Sullivan (La Bella e la Bestia,
Chicago), produttore esecutivo delle musiche del film. Il
film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata
all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore
vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story
è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway
originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di
Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e
coreografato da Jerome Robbins.
Superintelligence, la commedia diretta da
Ben Falcone con protagonista
Melissa McCarthy, sarà disponibile in Premiere su
Infinity+ dal 17 al 23 settembre.
Superintelligence, la trama
La vita di Carol Peters è
decisamente monotona, perciò quando il suo televisore, telefono e
microonde iniziano a parlarle e a fare commenti sarcastici, crede
di essere vittima di uno scherzo. Oppure di stare impazzendo. In
realtà, la prima superintelligenza artificiale al mondo (doppiata
nella versione originale da James Corden) ha scelto di osservare e
studiare il tentativo di Carol di riavvicinarsi al suo ex
(interpretato da Bobby Cannavale) per capire meglio la condizione
umana.
Nell’arco di poco tempo, l’onnipotente entità prende possesso
della sua vita… e comincia a escogitare piani sinistri per la
conquista del mondo. Carol si ritrova così a essere l’ultima
speranza per l’umanità, prima che questa intelligenza artificiale
dalla personalità dirompente stacchi la spina al mondo intero.
Pochi film, nel passato recente,
possono essere considerati un monumento alla cultura pop allo
stesso modo di Ready Player One, film che già nel
suo animo cartaceo prevede una serie di omaggi e riferimenti
“Easter Eggs”, come si chiamano, che ne caratterizzano l’animo
nostalgico. Ma come riconoscere tutti, ma proprio tutti i
riferimenti e le citazioni? Sembra un’impresa impossibile, anche
guardando e riguardando il film innumerevoli volte su Sky e
in streaming suNOW,
ma si può fare invece una classifica delle Easter Eggs più belle di
tutto il film. Eccola di seguito.
Ready Player One è disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
La Delorean
È davvero difficile farsi
sfuggire questo riferimento, tanto è evidente nel film e celebre
nella cultura popolare. Oltre a dare una sbirciatina al poster de
I Predatori dell’Arca Perduta e a un T-Rex che
potrebbe provenire o meno da
Jurassic Park, Ritorno al futuro è una delle poche proprietà
intellettuali autoreferenziali che Steven Spielberg ha permesso di utilizzare
in
Ready Player One.
Anche se sapevamo già che nel film
ci sarebbe stato spazio per una Delorean, è davvero emozionante
vederla in azione sul grande schermo come parte integrante del
racconto nella sfida del primo cancello, e rivederla poi di nuovo
per la battaglia finale. L’unica cosa che ci è stata negata è stato
il raggiungimento di quei famosi 88 miglia all’ora, ma, lo
sappiamo, in questa circostanza, l’auto non doveva fungere da
macchina del tempo!
Chestburster
È stato un Chestburster
direttamente da Alien a strappare il travestimento di Goro usato da
Art3mis per accedere agli archivi di Halliday con un effetto sia
comico che sorprendente. Il fatto che lei, subito dopo la scena
apparentemente orrorifica abbia usato le fauci del mostriciattolo
come fossero un burattino davanti a Parzival converte
istantaneamente lo schifo del pubblico in sonore risate.
Più avanti nel film scorgiamo un
altro riferimento all’Alien del 1979, il fucile di Ripley, che
viene usato in una scena particolare, ma possiamo dire con certezza
che questo utilizzo del Chestburster è stato molto efficace.
Mechagodzilla
La scena che vede
protagonista Godzilla è stato un grande piacere per il pubblico
che ha applaudito l’apparizione del mostrane iconico del cinema, ma
ad una visione leggermente più attenta è chiaro che si tratta della
versione meccanica del lucertolone, materializzatosi nella realtà
virtuale nello schieramento di Sorrento.
Se pure questa constatazione può
essere considerata una delusione, la scena spettacolare e
l’utilizzo che l’enorme rettile fa della coda gigante è un momento
di grande spettacolo. Il bestione meccanizzato è comparso per ila
prima volta nel 1974, in Godzilla vs. Mechagodzilla.
Cubo di Rubik
L’iconico gioco degli anni
’80 ha creato un brivido alla sua prima apparizione, sensazione
accentuata dal fatto che nel film si chiama Cubo di Zemeckis. La
ragione del cambio di nome è stata resa evidente quando il prezioso
manufatto è stato utilizzato da Parzival e Art3mis per salvarsi da
una situazione molto delicata e pericolosa. L’oggetto è infatti in
grado di far tornare indietro il tempo di 60 secondi.
L’idea era eccezionale, ma la
verità è che il vero brivido è stato causato dall’ascolto, in
sottofondo, del tema musicale di Ritorno al futuro (diretto da
Robert Zemeckis). Certo, avesse portato il tempo indietro ancora un
po’, ci avrebbe risparmiato la scena del ballo.
Chucky
La scena con protagonista
Chucky è stata un vero colpo di genio. Usare la bambola assassina
del film anni ’80 come un’arma dell’orda di Sorrento ha avuto un
effetto esilarante, soprattutto perché, per quanto sia
effettivamente un personaggio inquietante, il suo accanimento di
fronte a combattenti così più grandi di lei risulta comico.
Sicuramente l’uso che si è fatto di
Chucky è stato migliore del trattamento riservato ai suoi colleghi
di “genere”, come Freddy Krueger che è stato disintegrato appena in
scena. Chissà se il Blu-Ray riserva sorprese per Jason o Michael
Myers!
RX-78-2 Gundam
Sono davvero tantissimi i
momenti di Ready Player One in cui lo spettatore può saltare dalla
sedia per l’eccitazione, ma nessuno di questi può competere con il
momento in cui Daito dice “Scelgo Gundam”, e davanti ai nostri
occhi si materializza il celebre Mobile Suit Gundam del 1979.
Il fatto che Daito abbia mantenuto
la calma e abbia aspettato pazientemente prima di unirsi alla lotta
ha aiutato a costruire il climax per questa scena, che è davvero
elettrizzante. Certo, è stata una vera e propria stoccata al cuore
della nostra nostalgia anni ’80, ma il fatto che Spielberg abbia
regalato ai suoi fan un Gundam che combatte contro un
mechagodzilla, vuol dire davvero che il regista ama i suoi
spettatori.
Madballs
Si tratta di uno di
quegli Easter Eggs che non ti aspetti, il momento sorpresa reale,
perché costruito su un oggetto anni ’80 che davvero sembrava
dimenticato, e invece l’utilizzo di Dust Brain Madball mummificato
come una piccola bomba a mano è stato un vero colpo di genio!
Non solo, la bomba/Madball ha
ghignato prima di esplodere secernendo una melma disgustosa e
corrosiva! Un “tocco di classe” che qualsiasi ragazzino avrebbe
apprezzato e, per approccio nostalgico, hanno apprezzato tantissimo
tutti quelli che a sette anni hanno davvero giocato con quelle
palline disgustose!
Gigante di ferro
Il Gigante di Ferro ha un
posto speciale nel cuore degli spettatori trai 30 e i 40 anni.
Vedere l’enorme robot dentro l’officina di Aech utilizzato nel
combattimento finale è stato super soddisfacente, ma anche chi non
ha visto il bellissimo film di Brad Bird in cui il gigante è
protagonista, il personaggio funziona ugualmente all’interno della
battaglia.
Alcuni spettatori potrebbero
obiettare che lo spirito anti-violenza del personaggio è stato
sacrificato in nome dello spettacolo, ma la maggior parte del
pubblico è sembrata concordare sul fatto che fosse semplicemente
fantastico! La fine agrodolce del Gigante di Ferro è stata resa
ancora migliore (se possibile) dal brillante cenno a un altro
caposaldo della cultura pop, Terminator 2.
Atari
Il gioco retrò è un
appuntamento fisso nel libro, quindi è stato davvero bello vedere
Atari “interpretare” un ruolo così fondamentale nel finale del
film. A differenza di molti altri pezzi di nostalgia che appaiono
solo sullo sfondo, l’uso prominente della classica console Atari
con venature del legno, e il gioco Adventure in particolare, è
stata una scelta che rappresenta quasi una lettera d’amore per
Warren Robinett, che ci ha mostrato che giocare per vincere non è
sempre la cosa più importante.
Potrebbe non essere così ricco di
azione come alcuni dei riferimenti precedenti, ma è un amorevole
riferimento a un punto fermo dell’infanzia di molti che ha generato
un’industria da miliardi di dollari che continua ancora oggi.
The Shining
Non solo l’inclusione a
sorpresa del film The Shining è stata uno shock completo per i
fan del romanzo di Ready Player One, ma si tratta anche della
sequenza migliore di tutto il film, proprio perché, e sembra strano
dirlo, si tratta di un momento “originale” rispetto alla storia.
Giocando con un mix di orrore e umorismo, guardare Aech, Parzival e
il resto dei High Five navigare nel film pieno di ondate di sangue,
gemelle raccapriccianti, cadaveri in decomposizione e un pazzo
armato di ascia è stato il momento clou del film.
Abilmente abituato a risolvere il
mistero di un creatore che odia la sua creazione (a
Stephen King non è piaciuto il film di Stanley
Kubrick), le scene di Shining ha scavato in profondità per far
avanzare la trama, aggiungere una massiccia dose di divertimento e
mostrare ancora una volta quanto Steven Spielberg sappia manovrare
e plasmare la materia cinematografica nella migliore forma
possibile. Il film è disponibile su Sky e in streaming su NOW,
così da poterlo vedere e rivedere e scovare ogni volta dei
riferimenti nuovi e delle citazioni che alle prime visioni non sono
state notate.
Ready Player One è disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Alla fine, è successo: la longeva
partnership tra Christopher Nolan e la Warner
Bros. si è ufficialmente conclusa dopo che la
Universal Pictures ha ufficialmente acquistato i
diritti per finanziare e distribuire il prossimo progetto
cinematografico del regista britannico.
La notizia è stata data da
Deadline, ma era già nell’aria in seguito ai dissapori venutisi
a creare tra Nolan e lo studio responsabile della distribuzione di
tutti i suoi film da
Batman Begins del 2005, in merito alla strategia
distributiva di Tenet, uscito nelle sale di tutto il mondo nel
bel mezzo della pandemia, quando i cinema avevano da poco
cominciato a riaprire e molte sale erano ancora chiuse.
Per quanto riguarda il film, che non
ha ancora un titolo ufficiale, Nolan avrebbe deciso di dirigere una
pellicola sulla creazione della prima bomba atomica durante la
Seconda Guerra Mondiale. Nello specifico, il film ci focalizzerà
sul coinvolgimento del fisico statunitense J. Robert
Oppenheimer nella creazione della
bomba.
Secondo le prime indiscrezioni pare
che Cillian Murphy, attore feticcio di Nolan che
il regista ha diretto in diversi suoi film (tra cui la trilogia
de Il
cavaliere oscuro e Inception),
sarebbe già in trattative per un ruolo. La produzione del film, che
sarà sceneggiato dallo stesso Nolan e prodotto da quest’ultimo
insieme alla sua storica partner Emma Thomas,
dovrebbe partire già nella prima metà del prossimo anno.
Elijah Wood, interprete di Frodo nella
trilogia de Il Signore degli Anelli, ha detto che spera di
riunirsi presto con i suoi compagni di cast per celebrare il 20°
anniversario dell’uscita de
La compagnia dell’anello, ma non è sicuro che ciò
accadrà.
In una conversazione con
Looper, Wood ha affermato che sarebbe persino difficile
arrivare in Nuova Zelanda, a causa dell’attuale pandemia in corso.
Tuttavia, l’attore ha detto che il cast è comunque intenzionato a
riunirsi ad un certo punto, soprattutto perché in futuro ci saranno
gli altri anniversari degli altri due capitoli della trilogia da
festeggiare.
“Ne abbiamo parlato un sacco. Si
parla molto di un raduno per il ventesimo anniversario, ma non so
se è qualcosa che alla fine andrà a buon fine”, ha spiegato.
“È difficile anche a causa del COVID. Non so nemmeno se
potremmo arrivare in Nuova Zelanda. In effetti, sono quasi certi
che non potremmo arrivare in Nuova Zelanda a meno che non ci
venissero fatti dei permessi speciali, il che suppongo sia
possibile, ma ora il paese è chiuso… Insomma, è un momento
difficile. Quest’anno, in particolare, sarà un po’ difficile per
tutta una serie di motivi, il che è un vero peccato, perché negli
anni, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo parlato tanto di voler
fare qualcosa. Suppongo che l’unico vantaggio sia che abbiamo
almeno altri due anniversari da festeggiare. Almeno abbiamo
quello.”
“Penso che ci sarà assolutamente una
reunion, prima o poi”, ha aggiunto. “Vogliamo festeggiare tutti
insieme e penso che vogliamo essere in grado di trovare uno spazio
che funzioni per tutti. Ci sono molte persone a cui piacerebbe
sedersi a un tavolo gigante e brindare alla nostra esperienza
collettiva, ritrovandoci a condividere storie.”
Nonostante alcuni film di supereroi
classificati come R, quindi vietati ai minori, abbiamo riscontrato
molto successo (come Deadpool
e Joker, ad
esempio), ce ne sono altri per cui le cose sono andate in maniera
un tantino diversa.
The
Suicide Squad, ad esempio, è stato accolto in maniera
decisamente tiepida rispetta ai due titoli sopraelencati e,
considerato che Venom
è un personaggio amato dal pubblico di tutte le età, nessuno può
incolpare la Sony Pictures per aver assegnato alle avventure di
Eddie Brock ancora una volta un PG-13.
Comprensibilmente, ci sono tuttavia
molti fan che vorrebbero vedere una versione più oscura del
franchise con Tom Hardy, specialmente ora che Cletus Kasady
sta per far sentire la sua presenza in Venom: La furia di
Carnage.
Parlando con
IGN, il regista Andy Serkis ha spiegato il suo approccio al
sequel e in che modo ha cercato di spingersi oltre i confini
imposti da un divieto ai minori di tredici anni. “Avremmo
potuto rendere questo film vietato ai minori. Ma volevamo arrivare
al pubblico più ampio possibile e in questo caso ci sono diverse
regole da rispettare”, ha spiegato Serkis. “Tuttavia,
penso che ci siamo comunque spinti al limite per quanto riguarda il
pericolo, l’oscurità e la minaccia che rappresenta
Carnage.”
“Solo perché non vedrete così
tanto sangue o così tante teste che rotolano, non vuol dire che un
certo tipo di atmosfera non venga evocata”, ha aggiunto.
“Il suggerimento, lasciando che sia poi l’immaginazione del
pubblico a fare il resto, può essere altrettanto potente. Penso che
sia proprio quello che siamo riusciti a fare. Di certo non abbiamo
voluto fuggire dall’oscurità. E state pur certi che la vera essenza
di Carnage come personaggio non è stata affatto
compromessa.”
Quello che sappiamo su Venom: La
furia di Carnage
Tom Hardy ritorna sul grande schermo nel
ruolo del “protettore letale” Venom, uno dei personaggi Marvel più enigmatici e complessi.
In Venom: La
furia di Carnage assisteremo allo scontro tra il
simbionte e Cletus Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man, interpretato da Woody
Harrelson.
Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams(Fosse/Verdon) nei panni
di Anne Weying, Naomie
Harris(No Time to Die) nei panni
di Shriek e l’attore inglese Stephen
Graham (Boardwalk Empire, Taboo). Il film
uscirà in autunno al cinema.