Ben Affleck continua a ricostruire pezzo dopo
pezzo la sua carriera. Al momento, l’attore, regista, sceneggiatore
e produttore due volte premio Oscar ha trovato un nuovo progetto
che potrebbe coinvolgerlo in qualità di regista.
Si tratta di un nuovo progetto per
la Disney, un film live-action basato sulla serie di libri
bestseller Keeper of the Lost Cities di Shannon
Messenger. Nel romanzo bestseller, una ragazza con poteri
telepatici deve capire perché lei è la chiave del suo mondo nuovo
di zecca prima che la persona sbagliata trovi la risposta, prima di
lei. Quando Sophie, 12 anni, scopre finalmente da dove proviene la
sua abilità telepatica segreta, scopre in realtà di non essere
umana ma di provenire da un altro mondo che esiste fianco a fianco
con il nostro.
La serie di romanzi sta vedendo
un’impennata netta del suo successo e sembra una property
interessante per la Disney da portare al cinema. Per quanto
riguarda Ben Affleck, lo abbiamo visto lo scorso anno
in Tornare a Vincere, film che lo ha visto
tornare in sella, in veste di attore, e che gli è valso numerose
recensioni positive e un buon successo di pubblico.
Sono stati assegnati i
Gotham Awards 2020, in un panorama cinematografico
degli ultimi 12 mesi pesantemente modificato dalla pandemia, e che
ha attinto a piene mani dai prodotti che sono arrivati direttamente
sulle piattaforme di streaming, saltando l’uscita in sala.
I Gotham Independent Film Awards
sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema
indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991. Presentati
dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker
Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film
prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello
stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti
gli Stati Uniti.
Best Feature
“Nomadland”
– Chloé Zhao, director; Frances McDormand, Peter Spears, Mollye
Asher, Dan Janvey, Chloé Zhao, producers (Searchlight
Pictures)
Best Documentary
“A Thousand Cuts” – Ramona S. Diaz,
director; Ramona S. Diaz, Leah Marino, Julie Goldman, Christopher
Clements, Carolyn Hepburn, producers (PBS Distribution | FRONTLINE
)
Breakthrough Series – Long Format
(over 40 minutes)
“Watchmen” – Damon Lindelof,
Creator for Television; Tom Spezialy, Nicole Kassell, Stephen
Williams, Joseph E. Iberti, executive producers (HBO) – WINNER
Breakthrough Series – Short Format
(under 40 minutes)
“I May Destroy You” – Michaela
Coel, creator; Michaela Coel, Phil Clarke, Roberto Troni, executive
producers (HBO)
Audience Award
“Nomadland” – Chloé Zhao, director;
Frances McDormand, Peter Spears, Mollye Asher, Dan Janvey, Chloé
Zhao, producers (Searchlight Pictures)
Secondo quanto rivelato da Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios, Black
Panther 2 si concentrerà sul mondo di Wakanda.
L’imminente sequel del cinecomic uscito nel 2018 entrerà
ufficialmente in produzione quest’estate, mentre la data di uscita
è stata fissata per l’8 luglio 2022. Il primo film è diventato uno
titoli di maggior successo del MCU, con oltre 1,3 miliardi di
dollari incassati al botteghino (nonché il film con il maggior
incasso mai realizzato da un cineasta di colore).
Il supereroe del titolo è stato
portato in vita per la prima volta in Captain
America: Civil War del 2016, prima che il suo film da
solista si concentrasse sulla sua ascesa a re di Wakanda, paese
altamente avanzato ma anche nascosto. Anche se il regista Ryan Coogler e la maggior parte del cast
originale torneranno per il sequel, la tragica scomparsa di
Chadwick Boseman ha purtroppo sancito la fine
delle avventure del personaggio di T’Challa sul grande schermo.
Kevin Feige aveva già confermato in
passato che Pantera Nera non sarebbe stato interpretato da nessun
altro attore, proprio per mantenere intatta l’eredità di Boseman.
Tuttavia, sono in molti a credere che il mantello dell’eroe possa
ufficialmente passare nelle mani della sorella minore di T’Challa,
la geniale Shuri, interpretata da Letitia Wright. Al momento, però, non si
conoscono i dettagli sulla trama del sequel.
In una recente intervista con
Deadline, Feige ha parlato del futuro del franchise di Black Panther dopo la morte di Boseman. Pur
confermando che il personaggio non verrà interpretato da un altro
attore, né tantomeno ricreato in CGI, Feige ha rivelato che il
sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli
altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
“Gran parte dei fumetti e quel
primo film è il mondo di Wakanda. Wakanda è un luogo da esplorare
ulteriormente con personaggi e diverse sottoculture. Questo è
sempre stato, anche inizialmente, l’obiettivo principale della
storia successiva. Non avremo un Chadwick in CG e non sottoporremo
T’Challa ad un recasting. Ryan Coogler sta lavorando molto
duramente in questo momento sulla sceneggiatura con tutto il
rispetto, l’amore e il genio che ha, il che ci dà grande conforto,
quindi si è sempre trattato di promuovere la mitologia e
l’ispirazione di Wakanda. C’è anche il compito di onorare e
rispettare gli apprendimenti e gli insegnamenti in corso che Chad
ci ha lasciato.”
Il villain principale di Black
Panther 2
A proposito di Black
Panther 2, di recente è stato annunciato che
l’attore Tenoch Huerta sarebbe in
trattative con i Marvel Studios per interpretare il
villain principale. Huerta è noto per il ruolo di Rafale Caro
Quintero nella serie Narcos: Mexico; il prossimo
anno sarà tra i protagonisti di The Forever
Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise
horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che
l’attore interpreterà nel sequel di Black
Panther non sono stati svelati.
Nicole Kidman eJavier
Bardem sono in trattative per interpretare l’iconica
coppia di Hollywood, formata da Lucille
Ball e Desi Arnaz, nel film
Being the Ricardos, che sarà scritto e diretto da
Aaron Sorkin.
Il film si svolgerà durante una
settimana di produzione sul set di “I Love Lucy”, a partire da un
tavolo di lettura del lunedì fino alle riprese con il pubblico di
venerdì. Ball e Arnaz dovranno affrontare sfide che potrebbero
porre fine alla loro carriera e al loro matrimonio.
Sorkin ha naturalmente firmato la
sceneggiatura, che già dal primo abbozzo di trama indica il
classico approccio dello sceneggiatore che si concentra su periodi
circoscritti delle biografie che racconta al cinema, per poi
spaziare su tutta la vita dei suoi soggetti e restituirne un
ritratto sempre interessante. Le date di produzione del film sono
ancora in sospeso, dati i ritardi attribuibili al Covid-19.
Kidman ha recentemente recitato
nella serie drammatica della HBO The Undoing, al
fianco di Hugh Grant. È stata anche protagonista
del musical Netflix di Ryan Murphy The Prom.
Quest’anno reciterà in Nine Little Strangers di
Hulu e in The Northman di Robert
Eggers.
Bardem è invece trai protagonisti
di Dune, di Denis Villeneuve, uno dei titoli più
attesi del 2020 e che non abbiamo ancora visto a causa della
Pandemia. Trai futuri impegni di Bardem, anche il
live action de La Sirenetta di Disney, in cui
interpreterà il Re Tritone.
Sorkin è invece uno dei possibili
protagonisti della prossima insolita stagione dei premi con il suo
Il Processo ai Chicago 7, uscito su Netflix alla fine del 2020.
Considerato il migliore sceneggiatore vivente, Sorkin ha firmato
nel corso della sua carriera degli script entrati nella storia del
cinema: The Social Network, Moneyball – L’Arte di Vincere,
Codice d’Onore. Ha esordito alla regia nel 2017 con
Molly’s Game.
Sony Pictures ha deciso di
posticipare ancora una volta l’uscita nelle sale di Morbius,
l’atteso cinecomic che avrà come protagonista Jared Leto. Dopo il riavvio delle avventure di
Spider-Man come parte integrante del MCU, Sony ha deciso di realizzare
il proprio universo condiviso, spinta anche dall’enorme successo
ottenuto al botteghino da Venom.
Uno dei tanti progetti a cui Sony
sta attualmente lavorando è proprio Morbius, che
vedrà Leto nei panni del celebre vampiro vivente della Marvel. La produzione del film è
ufficialmente terminata nel 2019 e, inizialmente, l’uscita nelle
sale era prevista per l’estate 2020. Soltanto pochi mesi dopo il
lancio del primo trailer, Sony ha dovuto rivedere totalmente i suoi
piani, dal momento che la pandemia di Coronavirus ha portato alla
chiusura dei cinema. Proprio per questo, la casa di distribuzione e
produzione è stata costretta a posticipare il film al 2021.
La nuova data di uscita di Morbius
era stata fissata per la prima metà del 2021. Sfortunatamente,
nonostante l’arrivo dei primi vaccini, i casi di Covid-19
continuano ad aumentare in tutto il mondo e la speranza che le sale
cinematografiche riaprano prima del previsto è una possibilità
ancora troppo remota. Ecco perché, a circa due mesi dall’arrivo,
Morbius è
stato nuovamente posticipato.
Come riportato da
Screen Rant, Sony ha annunciato ufficialmente che Morbius non
uscirà più il 19 marzo 2021. Lo studio ha deciso di ritardare di
ben sette mesi la prossima avventura dei personaggi Marvel al centro dello
Spider-Verse. La nuova data di uscita di Morbius
è stata ora fissata per il prossimo 8 ottobre. Se questa nuova data
resterà valida, il film uscirà nelle sale 15 mesi dopo rispetto
alla data di uscita originale.
Tutto quello che sappiamo su
Morbius
Jared Leto è il protagonista dello
spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione
alla Sony, Morbius.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith, Tyrese
Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà nelle
sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine Bancroft,
l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine
diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è
alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione
da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.
Adesso è ufficiale: Deadpool 3 sarà vietato ai minori e farà
ufficialmente parte del MCU. Il terzo dell’irriverente
franchise con protagonista l’attore Ryan Reynolds è atteso dai fan ormai da
parecchio tempo. Nonostante il budget ridotto, il primo film ha
raccolto enormi consensi e il sequel ha ricevuto la medesima
reazione entusiasta. All’inizio, il franchise è stato considerato
come parte della continuity dei film degli X-Men sotto
l’egida di Fox, narrativamente separati rispetto ai film del
MCU di proprietà di Disney.
Tuttavia, quando Disney ha acquisito
Fox all’inizio del 2019, il futuro dei film degli X-Men e di
Deadpool in particolare è diventato sempre meno chiaro. La Marvel si trova in questo momento a
decidere se tenere separate le due continuity o trovare un
modo per unirle da un punto di vista narrativo. Quando Disney ha
rivelato i piani della Marvel lo scorso dicembre in
occasione dell’Investor Day, Deadpool 3 non è stato menzionato in alcun modo, cosa
che ha spinto molto fan a credere che i film degli X-Men non
sarebbero più stati collegati al MCU. Tuttavia, ora sappiamo
finalmente che non sarà così.
In una nuova intervista con
Collider, il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige ha
confermato che Deadpool 3 farà effettivamente parte del
MCU e che il personaggio del
Mercenario Chiacchierone esisterà insieme agli Avengers. Tuttavia,
questo non significa che il franchise dovrà essere “rimodellato”
per un pubblico più giovane: Feige ha anche confermato che Deadpool 3 sarà ancora una volta rivolto ad un
pubblico adulto, mantenendo il suo tradizionale rating R. Ad ogni
modo, le riprese di Deadpool 3 non inizieranno prima del 2022.
Ricordiamo che Deadpool 3 sarà scritto da nuovo duo di
sceneggiatrici, Wendy
Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin, che andranno a sostituire gli storici
Rhett Reese e Paul
Wernick, che avevano firmato sia Deadpool che Deadpool
2 (quest’ultimo co-sceneggiato insieme a Reynolds).
Darren Aronofsky
dirigerà Brendan Fraser in The
Whale, film che adatterà la pièce teatrale di Samuel
D. Hunter, su un “recluso morbosamente obeso” scrive Variety. La A24 ha
acquistato i diritti del film la cui storia è già stata acclamata
dalla critica al debutto a Off-Broadway nel 2012, quando vinse sia
il Drama Desk che il Lucille Lortel Award per migliore opera
teatrale.
La storia è quella di Charlie, un
uomo di mezza età di oltre 270 chili che cerca di riconnettersi con
la figlia di 17 anni. I due si erano allontanati dopo che Charlie
aveva abbandonato la famiglia per stare con il suo amante gay. Alla
morte dell’uomo, Charlie ha trasformato il suo dolore in appetito
compulsivo.
Aronofsky ha firmato diversi
successi in carriera, tra cui si ricordano in particolare
Black Swan e Requiem for a Dream,
tuttavia
Mother!, il suo film più recente, è stato male accolto
dal pubblico che ne ha sancito l’insuccesso economico, ma anche la
critica è stata divisiva e poco clemente nei suoi confronti.
L’argomento che tratterà The
Whale è avvicinabile a quanto Aronofsky ha raccontato
in The Wrestler, del 2008, con Mickey Rourke. I due progetti hanno in comune
anche il fatto che i protagonisti, Fraser e Rourke, dopo un inizio
di carriera promettente, hanno poi passato anni nell’oscurità
dell’anonimato. Per Mickey Rourke, il film con Aronofsky fu quello
“del ritorno”, chissà che non accada lo stesso a Fraser!
Disney+ è il servizio di streaming
dedicato ai film e ai prodotti di intrattenimento di Disney, Pixar,
Marvel, Star
Wars, National Geographic e altri brand, riuniti insieme, per
la prima volta. Come parte della divisione Media ed Entertainment
Distribution di Disney, Disney+ è disponibile sulla maggior
parte degli schermi connessi a Internet e offre una programmazione
senza interruzioni pubblicitarie con una varietà di lungometraggi
originali, documentari, serie live-action e animate e
cortometraggi. Oltre ad offrire un accesso senza precedenti allo
sterminato archivio cinematografico e televisivo di Disney,
Disney+ è il nuovo servizio di
streaming dove trovare le ultime uscite cinematografiche
distribuite da The Walt Disney Studios. Tutte le informazioni e le
modalità di abbonamento sono disponibili sul sito
DisneyPlus.com.
Un nuovo film italiano targato
Sky Original è pronto al debutto su Sky:
lunedì 8 febbraio arriva in prima assoluta
su Sky Cinema e in streaming su NOW TVLei
mi parla ancora, scritto e diretto da Pupi
Avati, una co-produzione Bartlebyfilm e
Vision Distribution in collaborazione con la
storica Duea Film dei fratelli Avati, prodotto da
Antonio Avati, Luigi Napoleone e Massimo Di Rocco per Vision
Distribution e Bartlebyfilm in collaborazione con Duea Film.
Il film, liberamente tratto dall’omonimo libro di Giuseppe
Sgarbi, racconta la storia d’amore tra Nino e Caterina: un amore
lungo 65 anni e mai finito, neanche con la morte di lei, come
scrisse lo stesso autore. «Finché morte non vi separi è una bugia.
Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in
là. E il tuo lo sento anche da qui».
Lei mi parla ancora, la trama
Nino e Caterina sono sposati da
sessantacinque anni e si amano profondamente dal primo momento che
si sono visti. Alla morte di Caterina, la figlia, nella speranza di
aiutare il padre a superare la perdita della donna che ha amato per
tutta la vita, gli affianca Amicangelo, un editor con velleità da
romanziere, per scrivere attraverso i ricordi del padre un libro
sulla loro storia d’amore. Amicangelo accetta il lavoro solo per
ragioni economiche e si scontra subito con la personalità di un
uomo che sembra opposta a lui. Ma il rapporto tra i due diventerà
ogni giorno più profondo fino a trasformarsi in un’amicizia
sincera.
Nel cast Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli interpretano Nino e
Caterina, insieme a
Isabella Ragonese (Caterina da giovane), Lino
Musella (Nino da giovane) e Fabrizio
Gifuni nei panni dello scrittore Amicangelo. Insieme a
loro anche Chiara Caselli, Alessandro
Haber, Serena Grandi, Gioele
Dix, Nicola Nocella. La sceneggiatura e
il soggetto sono di Pupi e Tommaso
Avati.
«Poter offrire al pubblico di Sky questo nuovo
film Sky Original, firmato da Pupi Avati, è la conferma
del nostro impegno e della qualità dei film che intendiamo offrire
in anteprima ai nostri
abbonati», commenta Nicola
Maccanico, Executive Vice President Programming di
Sky Italia. «Una storia intima, umana e
straordinariamente universale, “Lei mi parla
ancora” è un lavoro pienamente riuscito, nel quale
si incontrano e confrontano epoche diverse, generazioni
diverse, esseri umani con interessi diversi, ma tutti
uniti da un legame indissolubile. Con questo
film Pupi Avati ci porta in quel territorio intimo e sacro che è
una grande storia d’amore, raccontandocela con delicatezza
struggente e attraverso le interpretazioni di un cast
straordinario. A partire dal ritorno al cinema di Renato
Pozzetto, qui in un ruolo decisamente originale per
lui, assieme a Stefania Sandrelli, Fabrizio Gifuni,
Isabella Ragonese e Lino Musella. Alcuni tra i migliori interpreti
del cinema italiano per raccontare la storia di un amore
profondo e inesauribile».
Il regista e sceneggiatore Pupi Avati ha
commentato: «Due anni fa, dopo una lunga esperienza televisiva,
siamo tornati al cinema con “Il signor Diavolo”. Un film
prodotto in primis per le sale cinematografiche. Debbo dire che si
è trattato di un’esperienza appagante l’accompagnare il nostro
ultimo nato in una specie di tour elettorale dal Nord al Sud del
paese. Quest’estate nel realizzare “Lei mi parla ancora”,
in quella sorta di tempo sospeso che ci ha concesso la pandemia,
immaginavamo di poter replicare quell’esperienza. Ma non è andata
così. La nuova situazione che si è presentata ci ha fatto
comprendere che ben difficilmente avremmo potuto contare su una
prossima riapertura delle sale. L’opportunità che Sky e Vision
Distribution ci hanno prospettato di programmare immediatamente il
film, di poter mostrare il prodotto del nostro lavoro ad una così
vasta platea, affrancandoci da una snervante attesa, ci ha molto
lusingato. L’immaginare di entrare nelle case degli italiani
con una storia così “intima” e personale, con una storia così
“affettuosa”, non può che lusingarci».
“Lei mi parla ancora” è un film Sky
Original, prodotto da Bartlebyfilm e Vision Distribution in
collaborazione con Duea Film dei fratelli Avati, liberamente tratto
dal libro “Lei mi parla ancora” di Giuseppe Sgarbi (edito da
Skira). Il film è scritto da Pupi e Tommaso Avati. Il direttore
della fotografia è Cesare Bastelli, la scenografia è affidata a
Giuliano Pannuti e i costumi sono di Beatrice Giannini.
Alfred Molina e Thomas Haden Church
hanno interpretato Doctor Octopus e
Sandman rispettivamente in Spider-Man 2 e
Spider-Man 3, entrambi diretti da Sam Raimi. Con la
possibilità che entrambi i personaggi ritornino
nell’atteso sequel di Spider-Man: Far From Home con
Tom Holland, sono in molti a chiedersi quale
dei due villain sia effettivamente il migliore. Ecco – secondo
Screen Rant – 5 motivi per cui Doc Ock è il miglior cattivo
della trilogia di Raimi, e altrettanti 5 per cui lo è invece Flint
Marko…
Sandman: la CGI è ancora impressionante
Quando si tratta della
trilogia di Sam Raimi, parlare di effetti digitali è come lanciare
una moneta. È il caso di molti blockbuster dei primi anni 2000:
alcune cose invecchiano semplicemente male, mentre altre sembrano
grandiose ancora oggi, come nel caso di Sandman.
Ogni singola particella di sabbia è
stata portata in vita magnificamente. Le capacità di trasformazione
e di geocinetica di Flint Marko sembrano tutte fantastiche ancora
oggi. Anche la CGI di Doc Ock è ancora impressionante, ma
principalmente a causa delle braccia: ogni volta che Alfred Molina
è stato trasformato in un personaggio CGI, sembra davvero fuori
posto.
Doc Ock: l’alchimia con Spider-Man
Prima di diventare Doc Ock,
Alfred Molina ha interpretato un simpatico personaggio di nome Otto
Octavius. Lui e Tobey Maguire hanno sempre dimostrato un’ottima
chimica attoriale.
Ciò ha avuto modo di riflettersi anche nei
loro scontri in qualità di Spider-Man e Doc Ock. I tira e molla
sono stati davvero pochi, cosa che ha reso i loro combattimenti
ancora più memorabili e la discesa di Doc Ock nella malvagità molto
più tragica.
Sandman: la fedeltà al look originale
Anche se Sam Raimi ha
seguito, comprensibilmente, una sua direzione con i look dei
cattivi, ha deciso di onorare i fumetti di grande successo con
Sandman. La camicia a righe verdi, i pantaloni marrone chiaro e il
taglio di capelli piatto facevano sembrare Thomas Haden Church come
se fosse uscito direttamente dai fumetti.
Anche le diverse particelle e i
costrutti di sabbia che Sandman crea provengono direttamente dai
fumetti. Certo, l’accuratezza rispetto ai fumetti non è proprio
essenziale per realizzare un buon film, ma in questo caso è stata
certamente un’ottima ciliegina sulla torta…
Doc Ock: meglio dei fumetti
Sebbene sia un nemico
iconico di Spider-Man, nei fumetti Dock Ock non è così speciale. È
il classico scienziato pazzo che è disposto a fare di tutto per
completare i suoi malvagi esperimenti o portare a termine i suoi
loschi piani.
Il film parte da quest’idea e regala
molto di più al personaggio di Doc Ock. Otto viene mostrato come un
brav’uomo che, fondamentalmente, perde tutto: diventa vittima della
follia e della persuasione, nonché dell’ossessione nei confronti
dei tentacoli cibernetici. Questa versione più oscura ma
affascinante di Doc Ock è diventata così amata che anche i nuovi
videogiochi della serie Marvel’s Spider-Man ne hanno
tratto ispirazione.
Sandman: la migliore scena di
combattimento
Prima dell’arrivo di
Emo-Peter, c’è una scena perfetta con il più oscuro Spider-Man. È
allora che indossa la tuta da simbionte per dare la caccia a Flint
Marko nelle metropolitane. Ciò porta ad un confronto tra eroe e
cattivo che dovrebbe essere realizzato più spesso nei film.
A causa del legame personale tra
Spider-Man e Sandman, il combattimento è molto più brutale e
viscerale. Le mosse sono pesanti, i colpi sono carichi di rabbia e
combinati attraverso immagini brillanti ed una fotografia
incredibile: è tutto perfetto! Questo è il motivo per cui i fan
concordano sul fatto che Sandman avrebbe dovuto essere l’unico
cattivo per il resto del film, piuttosto che introdurre anche
Venom…
Doc Ock: combattimenti più iconici
Dal momento che Doc Ock è
stato l’unico cattivo a combattere per Spider-Man, ha diversi
grandi combattimenti con il personaggio. Ognuno di essi è in
qualche modo memorabile e alcuni sono diventati addirittura
iconici. Questo è uno dei tanti meriti di Sam Raimi, che ha saputo
mettere tutto il suo genio al servizio delle scene d’azione del suo
Spider-Man.
Probabilmente il più famoso è il duello tra
Doc Ock e Spider-Man sul treno. È così amato che non solo ha
generato tonnellate di meme, ma è stato fonte d’ispirazione per
molte famose scene di combattimento nei cinecomic a
venire…
Sandman: un cattivo ragazzo? Non proprio…
Più o meno come Doc Ock,
Sandman nei fumetti non aveva una grandissima storia. Era soltanto
un brutale delinquente che acquisì capacità geocinetiche ed un
corpo nuovo: questo è tutto. Spider-Man 3 ha decisamente
migliorato il suo background, dandogli una connessione personale
con Spider-Man e una motivazione riconoscibile.
Thomas Haden Church inchioda
decisamente il lato emotivo di Flint Marko. Non è malvagio, vuole
solo salvare sua figlia dalla morte, ma se la cava piuttosto male.
Culmina in una scena finale tra lui e Peter che è la parte migliore
del climax. Perché? Perché è un momento strappalacrime ed è una
fine diversa, ma perfetta, per un cattivo come lui.
Doc Ock: un arco narrativo migliore
Come accennato,
Spider-Man 3 ha sofferto molto a causa del tentativo di
raccontare troppe cose. Ciò è ancora più evidente quando Sandman
viene relegato ad un ruolo di supporto in favore di rendere Venom
il cattivo principale all’ultimo secondo possibile.
Spider-Man 2, d’altra
parte, mantiene le cose molto più semplici. Sicuramente Harry
Osborn è un cattivo, ma è più una sottotrama, mentre invece Doc Ock
rimane una grande minaccia per tutta la durata del film. La discesa
di Doc Ock nella malvagità si concretizza perfettamente, così come
il suo arco di redenzione. Il vero Otto Octavius rompe
l’influenza dell’IA e finisce per sacrificarsi per New York
City.
Sandman: la resurrezione
La scena migliore di
Sandman, e probabilmente dell’intero film, è quando in realtà
diventa Sandman per la prima volta. Non c’è dialogo, nessun
monologo interiore: è solo Sam Raimi che dimostra di essere un
genio per pochi minuti.
Flint Marko sta scoprendo di non
essere più un essere umano. Nonostante tutta questa crisi
esistenziale, l’unica cosa a cui tiene è sua figlia. Quindi,
attraverso la pura forza di volontà, impara a sfruttare i suoi
nuovi poteri. Non solo l’animazione sulla sabbia è bellissima, ma
la colonna sonora di Christopher Young è perfetta.
Doc Ock: il carisma
Thomas Haden Church non è
stato di certo un cattivo interprete per Sandman, lungi dall’essere
un padre determinato e disperato. Tuttavia, il personaggio non
aveva la stessa quantità di personalità e di carisma che Alfred
Molina ha riversato in Doc Ock così bene.
Che si tratti di scherzare con
Spider-Man, tramare con l’IA dei tentacoli o semplicemente di
parlare con Peter Parker, Alfred Molina ha trasformato Doc Ock in
un personaggio a tratti adorabile. Anche quando ha catturato zia
May, ci mette tutta la sua arguzia per rendere la scena decisamente
migliore. Molina porta magniloquenza al personaggio, ma non arriva
mai al punto di esagerare, trovando così l’equilibrio perfetto.
Wonder
Woman 1984 è stato al centro dell’attenzione nelle
ultime settimane. Dopo infiniti ritardi, la Warner Bros. ha
finalmente deciso di distribuire il sequel sia nei cinema (quelli
aperti, naturalmente!) che su HBO Max a partire dallo scorso 25
dicembre. La decisione è stata ovviamente accompagnata da numerose
polemiche: addirittura, si dice che lo studio abbia dovuto pagare
sia la regista Patty Jenkins che l’attrice
Gal Gadot almeno 10 milioni di dollari per
convincerle ad accettare la strategia distributiva.
All’inizio Wonder
Woman 1984 ha debuttato con brillanti reazioni sui
social media e, in seguito, ci siano state recensioni decisamente
positive da parte della stampa al sequel. In breve tempo, però, è
passato dall’avere un punteggio superiore all’80% (e ad essere
quindi “Certified Fresh”) sul celebre aggregatore di recensioni
Rotten Tomatoes, all’essere considerato appena sufficiente, con un
punteggio pari al 59%.
Tuttavia, la Warner
Bros. ha comunque lanciato la campagna “For Your Consideration”
per Wonder
Woman 1984 in occasione dell’inizio della
stagione dei premi (che quest’anno è slittata considerevolmente a
causa della pandemia di Covid-19) e dell’avvicinarsi della prossima
edizione degli Oscar. Il sequel è stato proposto per un totale di
quindici categorie, ossia:
Best Picture
Charles Roven, Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Gal
Gadot Stephen Jones
Best Director
Patty Jenkins
Best Adapted Screenplay
Screenplay by Patty Jenkins, Geoff Johns & Dave Callaham
Story by Patty Jenkins & Geoff Johns
Best Actress
Gal Gadot
Best Supporting Actress
Kristen Wiig
Robin Wright
Connie Nielsen
Best Supporting Actor
Chris Pine
Pedro Pascal
Best Ensemble Cast
Gal Gadot, Chris Pine, Kristen Wiig, Pedro Pascal, Robin Wright,
Connie Nielsen
Best Cinematography
Matthew Jensen
Best Film Editing
Richard Pearson
Best Production Design
Production Designer: Aline Bonetto
Set Decorator: Anna Lynch-Robinson
Best Costume Design
Lindy Hemming
Best Makeup and Hairstyling
Makeup & Hair Designer: Jan Sewell
Prosthetic Designer: Mark Coulier
Makeup Artist to Gal Gadot: Sarah Brock
Best Sound
Production Sound Mixer: Peter J. Devlin
Supervising Sound Editors: Richard King, Jimmy Boyle
Re-Recording Mixers: Gary A. Rizzo, Gilbert Lake
Best Visual Effects
Visual Effects Supervisors: John Moffatt, Alexis Wajsbrot, Huw J.
Evans
Special Effects Supervisor: Mark Holt
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Il canone di Star Wars ha chiarito che Anakin Skywalker non
è stato l’unico giovane prodigio a diventare un Cavaliere Jedi:
infatti, un Padawan ha superato le prove all’età di quindici anni.
Il Codice Jedi divide i Jedi in sei ranghi: Initiate, Youngling,
Padawan, Knight, Master e Grandmaster. I Padawan sono
essenzialmente Jedi apprendisti, apprendisti di un membro più
esperto dell’Ordine da cui imparare.
Senza dubbio Anakin Skywalker aveva
qualcosa di speciale. Era il Prescelto, destinato a portare
equilibrio nella Forza, e il suo punteggio midi-chlorian era più
alto persino di quello del Maestro Yoda. Di conseguenza, sebbene
Anakin si unì all’Ordine Jedi solo quando aveva nove anni, divenne
un Cavaliere Jedi solo dieci anni dopo. Il suo talento naturale
nella Forza significava che apprendeva ad un ritmo senza precedenti
e che, presumibilmente, Obi-Wan Kenobi era un buon insegnante. Ma,
sebbene Anakin Skywalker fosse chiaramente un prodigio, in realtà
non è stato il più giovane Padawan a diventare un Cavaliere Jedi
né, presumibilmente, è stato il Padawan che ha richiesto il minimo
addestramento.
Il romanzo tie-in di Justina Ireland
“A Test of Courage” è ambientato al culmine dell’era
dell’Alta Repubblica, circa 200 anni prima degli eventi di
Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. Al centro
della storia vi è il Cavaliere Jedi Vernestra Rwoh, un Cavaliere
Jedi Mirialan che ha completato con successo le Prove Jedi all’età
di 15 anni. Questo risultato è ancora più impressionante se si
considera il fatto che è improbabile che Vernestra sia stata scelta
come Padawan fino a quando non è stato vicina all’adolescenza, il
che significa che non aveva bisogno di tantissima formazione.
Nel caso di Anakin, il Jedi ha
commesso un errore durante la cerimonia, prima che Anakin fosse
realmente pronto; era tutt’altro che dedito al lato chiaro, cosa
che alla fine hanno imparato a proprie spese. Ma “A Test of
Courage” dimostra che Vernestra era notevolmente sensibile
alla Forza. Poche settimane prima degli eventi narrati nel romanzo,
Vernestra ha percepito la Forza che le dava un design completamente
nuovo per la sua spada laser, trasformandola in una frusta. Questo
grado di sensibilità alla Forza è senza precedenti, anche per l’era
dell’Alta Repubblica, molto prima che il velo del Lato Oscuro
cadesse attraverso la galassia.
L’importanza di Anakin nell’universo di Star Wars
Probabilmente ci sono stati molti
bambini prodigio nella storia dell’Ordine Jedi, ma Vernestra Rwoh è
davvero impressionante. Naturalmente, per quanto potente e
sensibile alla Forza possa essere stata, la verità è che Anakin è
sempre stato qualcosa di molto diverso; è il Prescelto, un evento
che accade una volta nell’eternità, una vergenza della Forza a
tutti gli effetti. Sebbene Anakin fosse un povero Jedi, servì la
volontà della Forza e alla fine riportò la Forza in equilibrio. È
stato un risultato che nemmeno un Jedi come Vernestra Rwoh avrebbe
mai potuto ottenere.
È da tempo ormai che i fan si
chiedono come i Marvel Studios introdurranno i personaggi
degli X-Men nel MCU, sin da quando la Disney ha acquistato la
20 th Century Fox nel 2019. Ad oggi, molti credono che
l’introduzione dei mutanti nell’universo condiviso potrebbe
avvenire attraverso l’esplorazione del Multiverso.
Sappiamo già che il sequel di
Doctor Strange, che sarà diretto da
Sam Raimi, approfondirà l’esistenza di varie
realtà alternative, e dal momento che Scarlet Witch sarà tra i
protagonisti di quell’avventura, si ipotizza che la serie WandaVision
possa preparare il terreno affinché “i figli dell’atomo” si
uniscano al
MCU.
Durante un’intervista con
Deadline proprio in occasione della promozione di WandaVision,
a Kevin Feige è stato chiesto se la prima serie
Disney+ della Marvel servirà effettivamente come
trampolino di lancio per la tanto attesa introduzione degli
X-Men nel
MCU. Come previsto, il boss non ha potuto confermare la cosa,
ma al tempo stesso ha suggerito che potrebbe essere una
possibilità…
Feige: “Col senno di poi, tra
cinque anni, quando riparleremo di tutto quello che è successo,
tutto potrebbe essere stato un trampolino per tutto. Nello
specifico… sì, per Monica in Captain Marvel 2 e per Wanda che collabora
con Doctor Strange nel sequel.”
È una risposta vaga (come da
tradizione), ma è vero che WandaVision
sembra gettare le basi per un
MCU molto diverso rispetto al passato. Ad oggi è improbabile
che vedremo davvero il debutto degli
X-Men nello show, ma nulla esclude che alla fine della prima
stagione possa esserci una sorta di riferimento o qualche
anticipazione in relazione al futuro cinematografico dei
mutanti…
Arrivata il 8 gennaio sulla
piattaforma streaming,
Lupin, la nuova serie francese Netflix vede protagonista Omar Sy nei panni del ladro gentiluomo
del titolo, rivisitato in chiave moderna. Balzato al primo posto
nella classifica delle serie più viste in Italia, lo show ha tutti
i requisiti per diventare una serie di lungo corso, conquistando
l’attenzione di moltissimi abbonati.
Lupin, la trama
Assane Diop, adolescente immigrato
a Parigi, vive con il padre, che è al servizio della facoltosa
famiglia Pellegrini. Quando nella residenza viene rubata una
preziosissima collana, appartenuta alla Regina Maria Antonietta, il
padre di Assane viene ingiustamente accusato del furto e arrestato.
Morirà in carcere, suicida, non prima di aver disseminato indizi
nascosti che ne sveleranno l’innocenza. A distanza di 25 anni,
Assane, ormai un uomo, impiega le sue doti fisiche e mentali per
scagionare la memoria del padre. Sua bibbia di vita è il libro
“Arsène Lupin, ladro gentiluomo”, che gli venne regalato proprio
dal genitore, e che lui legge, studia e custodisce come una
reliquia.
Creata da George
Kay in collaborazione con François Uzan e
diretta da Louis Leterrier (episodi 1, 2 e 3) e
Marcela Said (episodi 4 e 5), Lupin di
Netflix è una sorpresa davvero piacevole. Lontana
dall’originale letterario e anche dal famosissimo e amato
adattamento anime di Monkey Punch, la serie gira
intorno al protagonista interpretato da Omar Sy,
replica in maniera sbiadita le caratteristiche del ladro gentiluomo
e si struttura intorno ad una trama orizzontale molto forte, che ne
fa un thriller investigativo, contaminato con l’heist movie e con
il dramma.
Omar Sy superstar di Lupin su Netflix
Tutti
questi toni e sfumature sono portate avanti con grande eleganza da
Sy, che con la sua incredibile presenza scenica riesce ad alternare
leggerezza e serietà con grande equilibrio, il tutto condito dal
tocco elegante che in qualche modo richiama il Lupin letterario,
vero e proprio nume tutelare del protagonista.
Basta arrivare a metà del primo
episodio per capire che il titolo e il coinvolgimento del ladro
gentiluomo è un gancio per attirare il pubblico, e che senza quel
nome e quella eredità, la serie rimarrebbe comunque in piedi sulle
gambe del suo solido intreccio. Il riferimento rimane comunque un
divertente gioco di scrittura e un ottimo modo per attirare
l’attenzione dello spettatore.
Da un punto di vista narrativo,
Lupin è accattivante, misteriosa, una storia
che contamina diversi topoi narrativi, dalla parabola di vendetta
alla “grande rapina”, tutto amalgamato con un linguaggio
contemporaneo funzionale, facendo leva in alcuni momenti anche
sull’aspetto più patetico ed emotivo dei rapporti umani.
Omar Sy, che conferma un talento duttile e
forse sfruttato troppo poco (o male) dal grande schermo, ha trovato
un personaggio che gli calza a pennello con il quale riesce a
mettersi alla prova e che ha un innegabile appeal sul pubblico.
Black Widow, l’attesissimo
nuovo capitolo del MCU, è stata posticipato da maggio
2020 a maggio di quest’anno, quando è diventato chiaro che la
pandemia di COVID-19 si sarebbe protratta più a lungo di quanto
ognuno di noi avesse inizialmente previsto.
I vaccini stanno cominciando ad
arrivare e ci sono buone possibilità che le cose tornino ad una
parvenza di normalità entro la metà del 2021. Ovviamente, nulla può
essere dato per certo, e i Marvel Studios non sembrano più escludere
categoricamente una distribuzione esclusiva su Disney+ per il tanto atteso film in
solitaria dedicato a Natasha Romanoff.
Intervistato da
Deadline in occasione della promozione di WandaVision,
a Kevin Feige è stato chiesto se pensa che Black Widow rimarrà
fedele alla sua attuale data di uscita nelle sale o se verrà
dirottato ufficialmente verso lo streaming, chiarendo che a questo
punto tutte le possibili opzioni sono in discussione.
“Non chiedetemi, settimana dopo
settimana, cosa succederà in questo mondo. Non ne ho idea e non
voglio provare a indovinare”, ha risposto il boss dei Marvel Studios. “Tutto quello
che abbiamo fatto si è sempre basato su un unico pensiero: ‘OK, se
tutto va come deve andare, ecco cosa faremo’. E fino allo scorso
anno le cose sono andate straordinariamente bene. Spero che il
mondo si rimetta in carreggiata e che presto torneremo tutti al
cinema. Spero che le persone sperimenteranno tutti i contenuti che
arriveranno su Disney+ ad un costo mensile davvero
basso, così come spero che non vedranno l’ora di incontrarsi con le
persone delle loro vita, tornare al cinema e condividere con un
gruppo di estranei l’esperienza della sala.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Elizabeth Olsen ha rivelato perché preferisce
Avengers:
Infinity War a Endgame.
L’interprete di Scarlet Witch ha recitato in quattro importanti
film del MCU. La prossima volta che la
vedremo nei panni di Wanda sarà sul piccolo schermo, precisamente
nell’attesissima serie WandaVision,
che debutterà questo venerdì su Disney+ e che ha già ricevuto
un’accoglienza positiva da parte della stampa.
È difficile parlare del MCU senza menzionare in qualche
modo Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame. Culmine in due parti dell’universo
cinematografico, la storia vede Thanos portare a compimento il suo
piano, oltre alle conseguenze delle terribili azioni del Titano
Pazzo e all’ultima grande battaglia affrontata dagli eroi più
potenti della Terra. Entrambi i film sono ormai radicati nella
cultura popolare ed entrambi presentano così tanti elementi
significativi che scegliere tra i due appare quasi sempre
impossibile.
Proprio in occasione della
promozione di WandaVision,Elizabeth Olsen è stata intervistata da
CinemaBlend, che le ha chiesto quale dei due recenti film
dedicati agli Avengers preferisse. L’attrice ha scelto Avengers:
Infinity War, dicendo che si sente “più legata” a quel
film. “Beh, mi sento più legata a Infinity War, perché ho avuto
modo di sperimentarne di più”, ha spiegato. “Endgame… ero
confuso. Perché era tipo: ‘Da dove sono appena uscita?’
(ride)“
Il ruolo di Scarlet Witch negli ultimi due Avengers
La risposta di Olsen non dovrebbe
apparire come una sorpresa. In Avengers:
Infinity War succedono molte cose a livello narrativo e
Wanda gioca un ruolo decisamente chiave all’interno della storia.
Ovviamente, la sua grande scena è al culmine del film, quando deve
distruggere la Gemma della Mente, e quindi Visione, per fermare
Thanos.
Il gesto di Wanda, sfortunatamente,
si vanifica a causa della Gemma del Tempo, ma gli spettatori hanno
davvero percepito la sua tristezza mentre prendeva quella decisione
così difficile. In confronto, il suo ruolo in Avengers:
Endgame è stato molto più piccolo, anche se è stato
comunque protagonista di uno scontro memorabile contro Thanos.
Paul Bettany ha dichiarato che amerebbe
tornare nei panni di Dryden Vos, personaggio interpretato in
Solo: A Star Wars Story, se si presentasse
l’opportunità. Nel corso degli anni, Bettany è diventato parte
integrante del MCU. Ha iniziato come voce di
J.A.R.V.I.S., l’assistente AI di Tony Stark (Robert Downey Jr.).
Tuttavia, Avengers: Age of Ultron del 2015 ha rappresentato un
grande cambiamento per l’attore, che ha ufficialmente assunto il
ruolo di Visione. Inoltre, questa settimana debutterà su Disney+ l’attesissima WandaVision,
la prima serie ambientata nel MCU in cui rivedremo Bettany nei
panni dell’androide sintezoide.
Dato che Bettany è una parte così
importante del MCU, è facile dimenticarsi che
l’attore ha preso parte anche all’universo di Star Wars. Nel 2018, infatti, Bettany ha
interpretato Dryden Vos in Solo,
il secondo film antologico della celebre saga fantascientifica.
Concentrandosi sulle avventure di un giovane Han Solo (Alden Ehrenreich), Solo
ha presentato al pubblico Dryden, che ha prestato servizio come
capo del crimine operante sotto Darth Maul (che è tornato in un
sorprendente cameo). Sebbene Solo
presentasse la prematura scomparsa di Dryden, il personaggio ha
fatto in seguito un cameo in Star
Wars: The Clone Wars, alludendo così alla possibilità di
un’espansione della sua storia.
Intervistato da
Jake’s Takes proprio in occasione della promozione di WandaVision,
a Paul Bettany è stato chiesto se ci fossero
altri suoi personaggi del passato che sarebbero interessante da
interpretare in modo episodico, simile appunto alla serie Marvel. Bettany non ha dovuto
pensare troppo a lungo alla risposta, facendo subito il nome di.
“Oh, mi piacerebbe interpretare ancora Dryden Vos. Adoro
l’idea.”
Il futuro di Solo: ci sarà mai un sequel?
Sebbene Solo
abbia ottenuto recensioni generalmente positive, gli incassi al
botteghino alquanto deludenti sembra abbiano schiacciato ogni
speranza di un sequel. Tuttavia,
lo scorso autunno il regista Ron Howard ha
accennato che potrebbero esserci dei piani in serbo per
Solo. Sebbene nulla sia in fase di sviluppo al
momento, Howard aveva sottolineato l’interesse da parte dei fan nei
confronti dei personaggi, che alla fine potrebbe portare allo
sviluppo di una sorta di nuovo progetto. Chiaramente, Bettany è uno
di quelli interessate a continuare le storie dei personaggi di
Solo.
Secondo Kevin
Feige, le cose sarebbero andate molto peggio per il
MCU se la pandemia si
fosse verificata nel 2018 o nel 2019. Dopo più di un anno senza
nuovi contenuti, i Marvel Studios stanno finalmente per dare il
via alla Fase 4 con WandaVision,
la prima serie ambientata nell’universo condiviso che debutterà su
Disney+ il prossimo 15 gennaio.
Alla luce di ciò, la mente dietro la
creazione del franchise ha riflettuto sulle difficoltà che lo
studio ha dovuto affrontare quando il coronavirus ha costretto
Hollywood e il resto del mondo ad una svolta senza precedenti.
Avengers:
Endgame è stato il culmine della Saga dell’Infinito, con
Spider-Man:
Far From Home che funge in qualche modo da epilogo.
Entrambi i film, usciti nel 2019, sono stati gli ultimi due
progetti targati Marvel ad arrivare nelle sale prima
dello scoppio della pademia di Covid-19, che ha costretto la Fase 4
e Black
Widow (il suo film di lancio) a slittare di un intero
anno.
Parlando con il
New York Times in occasione della promozione di WandaVision,
l’architetto del MCU ha dichiarato candidamente che
se questa pausa essenziale fosse avvenuta prima del rilascio di
Endgame,
le cose sarebbero andate molto peggio per lo studio. Ha poi
aggiunto che, dal momento che il microcosmo delle serie tv deve
ancora essere inaugurato ufficialmente, questa pausa forzata non ha
fatto altro che giovare all’intero assetto dell’universo
condiviso.
“Se la corsa che abbiamo avuto
nel 2018 e nel 2019 fosse stata interrotta in questo modo, nel
passaggio a Endgame, sarebbe stato un mal di testa ancora più
grande. Per quanto riguarda questi nuovi progetti, invece, ha
funzionato bene”, ha dichiarato Feige.
Lo stato delle produzioni del MCU
Oltre a far slittare l’intero
calendario delle uscite della Fase 4, la pandemia di Coronavirus ha
anche ritardato tutte le produzioni in corso del MCU. WandaVision,
The Falcon and the Winter Soldier, Loki… tutti erano
nel bel mezzo delle riprese principali quando hanno dovuto
sospendere la produzione per misure precauzionali. Soltanto diversi
mesi dopo hanno avuto la possibilità di tornare sul set.
Attualmente, i Marvel Studios hanno una serie di
progetti in fase di produzione, tra ci Spider-Man 3 e la serie Hawkeye. Per
quanto riguarda, invece, Thor: Love and
Thunder, le riprese inizieranno a breve in Australia.
Malcolm &
Marie è scritto e diretto da SAM LEVINSON e
prodotto da KEVIN TUREN, ASHLEY LEVINSON, SAM
LEVINSON, ZENDAYA & JOHN DAVID WASHINGTON
In Malcolm & Marie
in questo dramma romantico toccante di Sam Levinson con
Zendaya e John David Washington, un regista
(Washington) torna a casa assieme alla fidanzata (Zendaya)
dopo il trionfo dell’anteprima di un suo film, sicuro
dell’imminente successo finanziario e di critica. La serata
subisce però una svolta imprevista quando iniziano a emergere
alcune rivelazioni sulla coppia, che ne mettono a dura prova la
solidità dell’amore. In collaborazione con il direttore della
fotografia Marcell Rév, Levinson dà vita a un film di
un’originalità rara, un’ode alle straordinarie storie d’amore
hollywoodiane e un’espressione commovente della fiducia nel futuro
del settore cinematografico.
A causa della concomitanza con la
prossima edizione online della Berlinale (e dell’EFM), la direzione
del Noir in Festival ha accettato, per rispetto della ben più
anziana e importante vetrina festivaliera, di slittare le sue date,
precedentemente annunciate, alla settimana successiva. L’edizione
del Trentennale del Noir in Festivalsi
svolgerà quindi aMilano da lunedì 8 a sabato 13
marzo 2021.
La scelta, motivata come si evince
da ragioni di armonizzazione del calendario internazionale e già
comunicata alla FIAPF (di cui il festival è membro fin dalla
nascita) e all’AFIC (di cui è co-fondatore), porta con sé una
felice coincidenza poiché il Noir si inaugurerà quest’anno nella
Giornata internazionale della donna.
“Inaugurare il festival l’8
marzo”, dicono i direttori Giorgio Gosetti e Marina
Fabbri, “diventa un modo per omaggiare una nuova
generazione di autrici, in letteratura come nel cinema e nella
serialità, che stanno rinnovando lo spirito e i caratteri del noir
con una forza e un’identità dirompenti. Non è la prima volta che il
Noir parla al femminile – anzi, per noi è quasi una tradizione – ma
se c’è un anno in cui tutto ciò acquista forza e significato,
questo è proprio quello in cui festeggiamo il nostro trentesimo
anniversario”.
In Pieces
of a Woman Martha (Vanessa
Kirby) e Sean (Shia
LaBeouf) sono una coppia di Boston. Stanno per diventare
genitori ma la scelta di far nascere loro figlio in casa ha un
risvolto tragico che cambierà per sempre le loro vite. Per Martha
ha inizio un’odissea lunga un anno. Deve convivere con il dolore,
con il rapporto conflittuale con il marito e con la madre dispotica
(Ellen Burstyn), oltre che confrontarsi in tribunale con
l’ostetrica divenuta oggetto di pubblica denigrazione. Diretto da
Kornél Mundruczó (WHITE GOD – Sinfonia per Hagen, vincitore del
premio Un Certain Regard a Cannes nel 2014) e con la sceneggiatura
di Kata Wéber. Martin Scorsese è produttore esecutivo. PIECES OF A
WOMAN è la storia profondamente intima, travolgente ed eccezionale
di una donna che deve imparare a convivere con una perdita.
Oscar Isaac sarà
ufficialmente il protagonista di Moon
Knight, serie Marvel in sviluppo presso Disney+ e annunciata durante il Comic
Con di San Diego del 2019.
In occasione dell’assemblea degli
investitori Disney, i Marvel Studios hanno presentato i progetti in
sviluppo e annunciato i nuovi in arrivo. Tra questi c’è Moon
Knight, una serie su “un eroe complicato”, come
annuncia lo stesso account Instagram di Marvel.
Moon
Knight racconta la storia di Marc Spector, un
soldato d’elite e mercenario che decide di combattere il crimine e
decide di diventare il rappresentante umano di Khonshy, il dio
egizio della luna.
WandaVision
unisce televisione classica e Marvel Cinematic Universe e vede
protagonisti Wanda Maximoff e Visione, due individui dotati di
super poteri che conducono vite di periferia idealizzate, che
iniziano a sospettare che ogni cosa non sia come sembra. La nuova
serie è diretta da Matt Shakman mentre Jac Schaeffer è il capo
sceneggiatore.
Disney+ è il servizio di streaming
dedicato ai film e ai prodotti di intrattenimento di Disney, Pixar,
Marvel, Star
Wars, National Geographic e altri brand, riuniti insieme, per
la prima volta. Come parte della divisione Media ed Entertainment
Distribution di Disney, Disney+ è disponibile sulla maggior
parte degli schermi connessi a Internet e offre una programmazione
senza interruzioni pubblicitarie con una varietà di lungometraggi
originali, documentari, serie live-action e animate e
cortometraggi. Oltre ad offrire un accesso senza precedenti allo
sterminato archivio cinematografico e televisivo di Disney,
Disney+ è il nuovo servizio di
streaming dove trovare le ultime uscite cinematografiche
distribuite da The Walt Disney Studios. Tutte le informazioni e le
modalità di abbonamento sono disponibili sul sito
DisneyPlus.com.
Tornano puntuali come ogni anno
I delitti del Barlume, la produzione Sky
Original coprodotta con Palomar. La prima
delle due nuove storie – ispirate al mondo dei romanzi di Marco
Malvaldi, editi da Sellerio Editore – si intitola MARE
FORZA QUATTRO e sarà in onda lunedì 11 gennaio
alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibile anche in
4K HDR con Sky Q satellite, oltre che on
demand su Sky e NOW TV.
Alla regia confermato nuovamente
Roan Johnson così come gli storici personaggi che
hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo
Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario
Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, mentre Stefano Fresi e Corrado
Guzzanti sono ancora una volta Beppe Battaglia e Paolo
Pasquali. Sempre insieme, anche se questa volta con l’ausilio della
tecnologia, il “quartetto uretra”, capitanato da Alessandro
Benvenuti (Emo), insieme ad Atos
Davini(Pilade) Marcello Marziali (Gino) e
Massimo Paganelli (Aldo).
Nella prima delle due nuove storie,
Mare forza quattro, in onda
l’11 gennaio alle 21.15 su Sky Cinema Uno, una
forte mareggiata di fine marzo si abbatte sul lungomare di Pineta
distruggendo tavolini e sedie del nostro amato Barlume. Sarà forse
una metafora dell’arrivo del virus? Nel dubbio i vecchini, fatta
eccezione per Emo (Alessandro Benvenuti), si sono già tappati in
casa e così non possono assistere al ritrovamento del cadavere che
la mareggiata ha portato sotto il bar, scuotendo la giornata di
Beppe (Stefano Fresi), della Tizi (Enrica Guidi) e di Massimo
(Filippo Timi). Un caso rognoso per la Fusco (Lucia Mascino), ma
per fortuna a darle una mano c’è come al solito il Viviani….
I delitti del
Barlume è una produzione Sky Original, in coproduzione con
Palomar, scritta da Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu
e Carlotta Massimi. La regia è di Roan Johnson. Nel cast Filippo
Timi, Lucia Mascino, Alessandro Benvenuti, Atos Davini, Massimo
Paganelli, Marcello Marziali, Enrica Guidi, con Corrado Guzzanti e
con Stefano Fresi.
Disponibile anche in 4K HDR
con Sky Q satellite e anche on demand su Sky e NOW
TV.
Nonostante il MCU sia pieno di personaggi incredibili che,
nel bene o nel male, ricevono tutti un arco narrativo adeguato, ci
sono alcuni personaggi che, improvvisamente, non abbiamo più visto
nell’universo condiviso.
ComicBookMovie ha raccolto 10 personaggi del
MCU che sono scomparsi senza una ragione:
Nova Prime
Convincere Glenn Close ad
unirsi al MCU è stata una grande vittoria per
il regista James
Gunn, che ha sviluppato Guardiani
della Galassia per i Marvel Studios. Il ruolo di Nova Prime era
minore, ma comunque cruciale per il modo in cui si svolgeva la
storia. L’esistenza dei Nova Corps si è dimostrata più che
sufficiente per lasciare i fan a bocca aperta in merito al loro
futuro nel MCU.
Sfortunatamente, Thanos li ha
decimati fuori campo in Avengers:
Infinity War, quindi possiamo solo supporre che Nova Prime
fosse tra i caduti. Il motivo per cui dobbiamo presumerlo è che i
Marvel Studios non si sono mai
presi la briga di affrontare ciò che è accaduto alle forze di
polizia interplanetarie. Thanos ha lasciato metà di loro vivi? Sono
tutti morti? Chissà…
Aaron Davis
La star di Atlanta, Donald
Glover, è uno dei più grandi talenti che lavorano oggi, e anche
coloro che odiavano Solo:
A Star Wars Story hanno convenuto che la sua
interpretazione di Lando Calrissian è stata un momento clou.
Portare l’attore nel MCU è stata una mossa enorme, ma
nei panni di Aaron Davis (zio di Miles Morales e vigilante noto
come Prowler), ha portato molto poco a Spider-Man:
Homecoming.
Ne seguirono uno scambio divertente
con l’inesperto arrampicamuri, così come una menzione fine a se
stessa del nipote di Aaron. Quello che sembrava un modo perfetto
per introdurre Prowler e/o Miles nel sequel è stato completamente
trascurato, neanche quando Peter Parker si stava dirigendo
all’estero. Sfortunatamente, Spider-Man 3 sembra essere altrettanto improbabile
come film per riportare Aaron. Che spreco!
Betty Ross
Betty Ross è l’interesse
amoroso definitivo di Bruce Banner e Liv Tyler non ha fatto altro
che un buon lavoro ne L’incredibile Hulk del 2008. Quando
il film è stato distribuito, il piano dei Marvel Studios era quello di
riunire gli eroi della Terra per combattere un Hulk che era caduto
sotto il controllo di Loki. Quando Joss Whedon si è imbarcato nel
progetto, il film è stato revisionato e la storia del Gigante di
Giada si è svolta in un modo completamente diverso.
È probabile che Betty una volta
facesse parte di
The Avengers, ma Bruce è passato a Vedova Nera e poi ha
lasciato completamente il pianeta. Ora è tornato e ha
l’intelligenza di Bruce. Nonostante tutto, sembra che non abbia mai
guardato Betty. La Marvel, nel frattempo, ha
dimenticato tutto del legame che questi due condividono.
Dr. Selvig
Nei primi giorni del
MCU, il dottor Erik Selvig è stato
una parte importante di come si sono svolte le storie in questo
mondo condiviso. Era in Thor,
poi in
The Avengers. Era cruciale anche per
Thor: The Dark World, ed è persino apparso in
Avengers: Age of Ultron.Avengers:
Endgame ha confermato che era tra quelli che Thanos ha
fatto scomparire, ma questo significa che alla fine è tornato con
tutti gli altri.
Solo Spider-Man:
Far From Home ha coperto le conseguenze del Blip, quindi
Selvig potrebbe tornare. Quando e perché ha smesso di essere così
importante per il MCU? Quando Joss Whedon se ne andò,
i Marvel Studios decisero che forse
questi eroi non avevano bisogno dell’assistenza di un grande
cervello come Selvig.
Lady Sif
Sif farà il suo ritorno nel
MCU in Thor: Love and
Thunder, anche se si dice che Jaimie Alexander potrebbe
tornare prima di allora nella serie Disney+Loki. Questo segna un
ritorno atteso da tempo per l’eroe, ma ci spinge anche a chiederci
perché i Marvel Studios siano stati così
veloci ad abbandonare il personaggio.
Non è mai stata così cruciale per
quei primi due film di Thor come avrebbe dovuto essere, e non ha
mai avuto la possibilità di esplorare una relazione romantica con
il Dio del Tuono, nonostante ci fosse una connessione tra loro.
L’ultima volta che abbiamo visto Sif è stato quando lei e Volstagg
hanno fatto visita al Il Collezionista. Forse, invece di tornare ad
Asgard, ha scelto di attraversare le vie spaziali… è lì che Thor la
troverà mentre viaggia con i Guardiani della Galassia?
Mitchell Carson
Un tempo era uno dei
principali membri dello S.H.I.E.L.D.; successivamente, è stato
rivelato che Mitchell Carson era un altro agente sotto copertura
dell’HYDRA. Ecco perché lo abbiamo visto in Ant-Man
mentre tentava di acquisire l’armatura di Yellowjacket. Quel piano
fallì, ma riuscì a uscire vivo dall’edificio di Darren Cross per
combattere ancora un altro giorno. Non era completamente a mani
vuote, tuttavia, poiché la sua valigetta era piena di particelle
Pym.
C’è molto che si potrebbe fare con
quelle, ma negli ultimi sei anni non c’è stato alcun segno che i
Marvel Studios abbiano intenzione
di riportare Carson indietro o rivelare cosa ne sia stato di lui.
La Marvel ha dimenticato questo
personaggio, creando quello che alcuni descriverebbe come un buco
di trama.
Dr. Cho
Con il box office cinese
che diventa sempre più importante, molti studi cinematografici a
metà degli anni 2010 si sono resi conto che abbracciare il Regno di
Mezzo potrebbe aumentare le possibilità di successo nel paese.
Iron
Man 3 includeva scene girate appositamente per la Cina,
anche se molti spettatori si sono arrabbiati per il modo in cui
sono state presentate.
Nonostante ciò,
Avengers: Age of Ultron ha ancora in primo piano
Claudia Kim, un’attrice che è una grande star in quella parte del
mondo. Nei panni della dottoressa Helen Cho, ha svolto un ruolo
cruciale nel modo in cui il sequel si è svolto. Nonostante sia
stata attaccata da Ultron, Cho in seguito si è unito allo staff
della New Avengers Facility… e da allora non è più apparsa. Non
sappiamo cosa ne sia stato di lei, ma è stata totalmente
dimenticata.
Abominio
Vale la pena menzionare
Samuel Sterns qui, perché i Marvel Studios hanno anticipato la
sua trasformazione in The Leader, solo per dimenticare tutto di
quel cattivo e non fare nulla con lui. Senza un franchise solista
per Hulk, forse non dovremmo essere eccessivamente sorpresi dalla
scomparsa di uno dei suoi più grandi nemici dal MCU. Tuttavia, lasciarsi alle
spalle un cattivo già pronto come Abominio potrebbe essere uno dei
più grandi errori commessi dal MCU.
Avrebbe potuto facilmente cadere
nelle mani dell’HYDRA o essere stato usato contro i Vendicatori in
un film come Captain
America: Civil War. Tim Roth riprenderà il ruolo in
She-Hulk di Disney+, ma questo arriva a più di un
decennio di distanza da quando ha interpretato per la prima volta
questo cattivo. La Marvel lo ha dimenticato per un
po’, ma sembra che questo sia un altro personaggio con cui hanno
finalmente deciso di (ri)fare qualcosa.
Rhomann Dey
È fin troppo facile
dimenticare quanto sia stato impressionante il cast di Guardiani
della Galassia, con John C. Reilly che è stato un altro
grande nome che non ci saremmo mai aspettati di vedere nel MCU. Come Rhomann Dey, ha avuto un
impatto duraturo e ha aggiunto ancora più cuore a un film pieno
zeppo di emozioni.
Come Nova Prime, è scomparso
dall’azione dal 2014; facendolo incrociare di nuovo con la squadra
nel Vol. 2 sarebbe stato abbastanza facile.
Sfortunatamente, dobbiamo ancora presumere che sia lei che la sua
famiglia siano state vittime di Thanos quando il Titano Pazzo ha
attaccato Xandar. Speriamo che ci sia un futuro per lui nel
Vol.
3, ma solo se la Marvel si ricorderà di lui.
Dr. Leonard Samson
Ty Burrell è diventato una
grande star dopo aver recitato ne L’incredibile Hulk
grazie a Modern Family, ma i Marvel Studios non sono ancora
riusciti a riportare l’attore nel MCU nei panni del Dr. Leonard
Samson. È una decisione strana e questo psichiatra avrebbe potuto
inserirsi in un numero qualsiasi di film. Per cominciare, avrebbe
potuto essere lo strizzacervelli con cui Tony Stark ha parlato alla
fine di Iron Man
3; anche se trasformato nel suo eroico alter ego
come Doc Samson.
Ciò avrebbe richiesto più tempo
sullo schermo, e sicuramentre più del semplice cameo che ha fatto
nel 2008. Sembra che la Marvel non abbia mai avuto piani
seri per Samson, con la sua inclusione che è stata poco più di un
easter egg per i fan. Non c’è da meravigliarsi quindi che stato
dimenticato…
Arriva da Deadline la notizia che
Chris Mason (Broadchurch) si è unito al cast di
Riverdale
5 in un ruolo ricorrente per la quinta
stagione della serie tv Riverdale.
Mason interpreterà Chad Gekko, il marito geloso e controllante
di Veronica (Camila
Mendes) che lavora a Wall Street. Chad è un cane
Alpha, minacciato dalla vita di Veronica a Riverdale, in particolare dalla sua amicizia con
Archie (KJ
Apa). Il personaggio di Mason sarà introdotto nel quarto
episodio della quinta stagione mercoledì 10 febbraio, dove ci sarà
un salto temporale di sette anni.
Riverdale 5
Riverdale
5 è la quinta
stagione della serie tv Riverdale
sviluppata dal direttore creativo di Archie Comics, Roberto
Aguirre-Sacasa per il network americana The CW.
In Riverdale
5 protagonisti sono i personaggi Archibald
“Archie” Andrews (stagione 1-in corso), interpretato da K. J. Apa. Giovane studente di Riverdale che
cerca di seguire la sua passione musicale senza deludere il padre
allo stesso tempo. Elizabeth “Betty” Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Lili Reinhart. Veronica Lodge (stagione
1-in corso), interpretata da Camila Mendes. Sofisticata e audace ragazza
appena trasferitasi da New York con la madre dopo che uno scandalo
finanziario ha travolto la sua famiglia. Jughead Jones (stagione
1-in corso), interpretato da Cole Sprouse. Migliore amico di Archie,
intelligente e che indossa sempre un cappello grigio. Hermione
Lodge (stagione 1-in corso), interpretata da Marisol
Nichols. Madre di Veronica, con la quale si è appena
trasferita in città dopo l’arresto del marito Hiram Lodge, al
centro di uno scandalo finanziario. Cheryl Blossom (stagione 1-in
corso), interpretata da Madelaine Petsch. Sorella
gemella di Jason, è una ragazza ricca e manipolatrice, tra le più
popolari della città. Josie McCoy (stagione 1-in corso),
interpretata da Ashleigh Murray. Una delle
studenti della città, nonché cantante del gruppo Josie and the
Pussycats. Figlia del sindaco. Alice Cooper (stagione 1-in corso),
interpretata da Mädchen Amick. Madre di Betty ed
editrice del giornale locale della città. Hiram Lodge (stagione
2-in corso), interpretato da Mark Consuelos.
Quando WarnerMedia annunciò di aver
terminato le indagini in merito alle accuse di Ray Fisher nei confronti di Joss Whedon e di altri membri della produzione
di Justice
League, la società statunitense specificò di aver
attuato delle “misure
correttive“. Da allora Fisher ha espresso la sua soddisfazione
in merito al risultato ottenuto, ma ha comunque continuato a
prendere di mira la Warner Bros. (senza però condividere alcuna
lamentela specifica).
In seguito alle indagini, Whedon ha
abbandonato la produzione della sua nuova serie HBO dal titolo
The Nevers, ma Fisher ha recentemente chiarito che vuole
che anche Walter Hamada, capo della DC Films, venga allontanato. In
effetti, l’interprete di Cyborg è arrivato al punto di dichiarare
che non avrebbe lavorato più a nessun film in cui sarebbe stato
coinvolto il dirigente, cosa che ha portato ai recenti report
sull’eliminazione del personaggio di Cyborg dalla trama di
The Flash.
Adesso, WarnerMedia ha rilasciato
una nuova dichiarazione ufficiale in merito alla vicenda:
“L’indagine è stata condotta da uno studio legale esterno e
guidata da un ex giudice federale”, ha rivelato la società,
mostrando quanto seriamente abbia preso la questione. “Sono
state intervistate più di 80 persone. Abbiamo piena fiducia nella
sua completezza e integrità e sono state intraprese azioni
correttive. L’indagine si è conclusa ed è ora di andare
avanti”.
In altre parole, qualsiasi azione
che sarebbe stata intrapresa adesso lo è stata, quindi i continui
tweet di Fisher – che non hanno mai rivelato cosa sia
effettivamente successo – chiaramente non otterranno molto di più.
Tuttavia, non sembra che la questione si sia davvero conclusa, dal
momento che è diventato sempre più difficile immaginare che
l’attore possa ancora avere un futuro nel DCEU come Cyborg oltre la
Sndyer
Cut di Justice
League.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Molto prima che WarnerMedia
confermasse che la
Snyder Cut di Justice
League sarebbe arrivata su HBO Max, Zack Snyder ha condiviso quella che sembrava
essere una testimonianza tangibile che la sua versione del film
stava effettivamente per prendere vita. Quello che non sapevamo
all’epoca, però, era che quei contenitori di pellicola metallici
erano soltanto degli oggetti di scena provenienti dal set di
Army
of the Dead.
In una nuova immagine ufficiale del
progetto Netflix pubblicata da
Entertainment Weekly, vediamo la squadra di mercenari
protagonista della storia entrare in un caveau. Alla loro sinistra,
è possibile notare proprio quei contenitori, che lo stesso Zack Snyder aveva utilizzato per anticipare
l’arrivo della sua versione di Justice
League.
ComicBookMovie ha condiviso un tweet che esplica, attraverso il
dettaglio di tre diverse immagini, il bellissimo easter egg in
questione.
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Tutto quello che c’è da sapere su Army of the Dead
Army
of the Dead segnerà il ritorno di Zack
Snyder al genere horror dopo L’alba dei
morti viventi del 2004. Il film arriverà su Netflix
quest’estate e seguirà un gruppo di mercenari che cerca di portare
a termini la più grande rapina mai tentata in una Las Vegas
infestata da zombie. Il cast del film annovera Dave Bautista (che di recente ha confermato di
aver rinunciato a The Suicide Squad di James Gunn pur di apparire nel
film), Ella Purnell e Garret
Dillahunt.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in streaming uscirà il
18 marzo 2021 in esclusiva
digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Secondo lo sceneggiatore
Phil Lord, le prime versioni di The
Flash erano davvero divertenti. Lord, insieme al suo
fedele partner Chris Miller, ha lavorato a diversi
film acclamati, tra cui
21 Jump Street, The LEGO
Movie e Spider-Man:
Un Nuovo Universo. Nel 2015, durante le prime fasi di
sviluppo del film, il duo era stato scelto per scrivere la
sceneggiatura di The Flash, ma in seguito ha abbandonato
il progetto.
Non si sa molto del film attuale,
inclusa la storia che verrà raccontata. Secondo le prime
indiscrezioni, il film potrebbe adattare l’arco narrativo della
serie a fumetti “Flashpoint” (dal momento che, per un certo
periodo, quel titolo era anche lo stesso del film). Con così tante
personalità che hanno messo le mani sul progetto, tra
sceneggiatori, produttori e registi, non è chiaro adesso quale
direzione prenderà il cinecomic. Tuttavia, i dettagli sul cast sono
iniziati a trapelare, inclusa un’apparizione molto attesa di
Michael Keaton nella sua versione deli 1989 di
Batman.
Ora, Phil Lord ha
usato
Twitter per divulgare un po’ di informazioni sulle prime bozze
della sceneggiatura di The Flash. Dopo che Zack
Snyder ha rivelato il retroscena
sull’originale ambientazione originale di Wonder Woman del
2017, i fan erano curiosi riguardo ai primissimi piani per The
Flash. Lord ha risposto alle richieste su Twitter, dicendo che lui
e Snyder avevano “escogitato qualcosa di veramente
divertente”. Ha continuato dicendo che ha adorato il tempo
trascorso a lavorare con Snyder e a dare uno sguardo al processo di
lavorazione del DCEU.
Le riprese di The
Flash dovrebbero iniziare quest’estate, quindi è probabile
che sia già pronta una nuova sceneggiatura. Tuttavia, quello che
c’è in quella sceneggiatura è ancora top secret. La versione di
Flash di Ezra Miller ha fatto il suo debutto sullo
schermo in
Batman v Superman: Dawn of Justice, quando Bruce Wayne lo
vede per la prima volta nella sequenza del sogno. È stato poi in
Justice
League del 2017 che Miller ha avuto davvero la possibilità
di brillare, mostrando un lato più divertente dell’eroe.
Tutto quello che c’è da sapere su The Flash
Ricordiamo che The
Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film
sarà diretto da Andy
Muschietti, regista di IT e IT
– Capitolo Due.Ezra
Miller tornerà a vestire i panni del Velocista
Scarlatto dopo un cameo in Batman
v Superman: Dawn of Justice e Justice
League. Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti
“Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy
Kubert.
Zack Snyder ha finalmente spiegato il
retroscena su una foto di Wonder Woman scattata prima degli
eventi di Batman v Superman. Dopo che l’immagine di
Diana Prince durante la guerra di Crimea ha fatto il giro del web,
è diventata uno degli argomenti più discussi, con i fan che hanno
sempre voluto conoscere la vera storia dietro quella foto.
L’immagine in questione è stata
avvistata nell’ufficio di Snyder durante una recente intervista
online che ha suscitato parecchio interesse nel pubblico. Nella
foto, la principessa di Themyscira posa con una lancia tenendo in
mano diverse teste mozzate, come prova delle sue capacità di
combattimento. Questa foto non è mai entrata nel canone del DCEU,
con la storia passata di Diana che è stata modificata ed ambientata
durante la Prima Guerra Mondiale, come si è visto in Wonder
Woman di Patty Jenkins. Il film del 2017 presenta una
foto simile che è stata avvistata per la prima volta in
Batman v Superman, foto che ha rivelato la vera identità
di Bruce Wayne/Batman alla dea amazzone. Dal momento che la prima
immagine (decisamente più brutale) è balzata all’attenzione dei
più, Snyder si è preso la responsabilità di spiegarne
l’origine.
Attraverso il suo account
Twitter ufficiale, Snyder ha spiegato che l’immagine è stata
presumibilmente scattata nel 1854, quando Diana era a caccia di
Ares. Per spiegare il barbaro atto di conservare le teste dei suoi
avversari uccisi, il regista ha aggiunto che l’idea era che Steve
Trevor, che a quel punto doveva ancora incontrare, l’aiuterà a
“ripristinare la sua fede nell’umanità e l’amore
stesso”.
Il senso di giustizia di Wonder Woman
L’immagine ha suscitato parecchio
interesse in quanto contraddice tutto ciò che è stato rivelato
finora su Wonder Woman. Per chi non lo sapesse, è
fuori discussione per un personaggio come Diana Prince andare in
giro trascinando le teste dei suoi avversari in quel modo,
soprattutto perché Diana è assolutamente contraria alla violenza,
come spiegato anche in Wonder
Woman 1984: nel sequel, mentre lei e Steve danno la
caccia a Maxwell Lord, Diana sottolinea che nessuno dovrebbe essere
ucciso, sostenendo che tutti erano sotto l’influenza del
Dreamstone.
Inoltre, ciò si oppone all’idea che
Wonder Woman non abbia mai perso la fede negli umani; in effetti, è
la sua fede incrollabile nella bontà delle persone che l’ha
motivata a lasciare Themyscira e a salvarli durante la Prima Guerra
Mondiale. L’ha aiutata a lasciare andare Steve per la seconda
volta, rendendosi conto che il mondo ha bisogno di lei anche in
Wonder Woman
1984.