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Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Marvel Fase 4: in che modo i film cambieranno il MCU

Parte dei titoli che compongono la Fase 4 del MCU cambieranno drasticamente l’universo cinematografico così come abbiamo imparato a conoscerlo fino ad oggi. Dopo la fine della Saga dell’Infinito, i Marvel Studios hanno ben pensato di prendersi una breve pausa; purtroppo, a causa della pandemia di Covid-19, questa pausa è durata ben più del previsto, dal momento che Black Widow non ha ancora debuttato al cinema (e quasi sicuramente verrà posticipato al 2021).

Nella Fase 4 del MCU troveremo un mix di sequel e storie originali. Ciò offrirà al pubblico e ai fan la possibilità di rivedere sul grande schermo personaggi a cui sono già affezionati e altri di cui farà la conoscenza per la prima volta (almeno da un punto di vista cinematografico). Al momento non sappiamo ancora quale sarà il nuovo assetto dei Vendicatori dopo i tragici eventi di Avengers: Endgame, né sappiamo come sarà il prossimo film interamente dedicato all’amatissima squadra. Questo, unito all’introduzione di tanti nuovi personaggi, porterà ad uno stravolgimento del franchise dal punto di vista narrativo.

Quando i Marvel Studios potranno ufficialmente dare il via alla Fase 4, data l’attuale crisi sanitaria globale, è ancora un mistero. C’è ancora la possibilità che la Fase 4 possa subire dei cambiamenti significativi, ma in base ai titoli che sono stati confermati ad oggi, Screen Rant ha provato a spiegare in che modo i prossimi film del MCU cambieranno l’assetto dell’universo condiviso:

Black Widow

Vedova NeraI Marvel Studios daranno ufficialmente il via alla Fase 4 con Black Widow, il film standalone dedicato a Vedova Nera, il personaggio interpretato da Scarlett Johansson. Diretto da Cate Shortland, il film ignorerà la morte di Natasha Romanoff avvenuta in Avengers: Endgame, dal momento che sarà ambientato tra gli eventi narrati in Captain America: Civil War e quelli in Avengers: Infinity War.

Il film ci permetterà di scoprire cosa è successo a Nat prima che entrasse a far parte dello SHIELD e prima che diventasse un Avenger, spiegando anche le ragioni di alcune scelte che ha fatto più avanti nel corso della sua vita. Probabilmente, i Marvel Studios utilizzeranno il film anche per giustificare la decisione di uccidere Natasha in Endgame, sicuramente uno dei momenti più tragici e controversi del blockbuster.

In relazione al futuro del MCU, il personaggio di Yelena Belova interpretato da Florence Pugh è pronta ad assumere l’identità di nuova Vedova Nera. Ciò significa che, anche se non sappiamo dove si trovava durante lo schiocco di Thanos, il personaggio assumerà un ruolo ancora più importante nei film a venire.

Eternals

gli eterniEternals di Chloe Zhao introdurrà ufficialmente una nuova squadra di supereroi all’interno del franchise che, apparentemente, esiste da migliaia di anni. Creati dai Celestiali, gli Eterni sono esseri potenti e immortali, cosa che giustificherà perché la narrazione del film si estenderà per secoli, nonostante la storia principale sarà ambientata ai giorni nostri.

I dettagli sulla trama del film non sono ancora stati svelati, né la campagna marketing del film – a causa della pandemia di Coronavirus – è ufficialmente partita. Tuttavia, è già stato anticipato che l’arrivo degli Eterni potrebbe cambiare in modo significativo la struttura del potere all’interno del MCU. La loro connessione con i Celestiali, d’altra parte, potrebbe rivelarsi un altro elemento fondamentale all’interno del film. I Marvel Studios potrebbero aver deciso di raccontare qualcosa di molto più complesso in relazione al loro legame, piuttosto che limitarsi a raccontare che i Celestiali sono i creatori degli Eterni.

Infine, data la sua narrativa tentacolare, può anche darsi che Eternals racconterà le origini di Thanos, un aspetto relativo al personaggio a cui non è stata prestata molta attenzione in Avengers: Infinity War. Tuttavia, Avengers: Endgame ha confermato che il Titano Pazzo, come nei fumetti, è il figlio di A’lars, un Eterno, collegandolo così in maniera efficace ai nuovi eroi in arrivo nel MCU.

Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings

Shang-Chi and the Legend of the Ten RingsShang-Chi and the Legend of the Ten Rings non solo introdurrà il primo eroe asiatico dell’intero franchise, ma rivisiterà anche l’esistenza del celebre Mandarino. Iron Man 3 di Shane Black ha usato il personaggio dell’antagonista come una sorta di stratagemma, ma come hanno appreso i fan grazie al corto della serie One Shot “All Hail the King”, il leader del terrorismo internazionale esiste davvero e la sua reale identità è pronta a debuttare nel film diretto da Destin Daniel Cretton.

Considerando la loro esistenza già nella Fase 1, i Dieci Anelli del titolo potrebbero essere coinvolti in molti eventi legati all’universo, operando nell’ombra finché non troveranno il momento giusto per emergere dalle loro attività sotterranee. Da lì, potrebbero rappresentare un formidabile gruppo malvagio all’interno del futuro del franchise.

A parte le implicazioni narrative di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings nel MCU, il film giocherà anche un ruolo importante nei confronti della spinta alla diversità operata con intelligenza dai Marvel Studios negli ultimi anni. Dopo il successo di Black Panther di Ryan Coogler, l’introduzione di Shang Chi e tutti gli altri personaggi a lui collegati stabiliranno in maniera solida dei personaggi (e degli attori) asiatici all’interno del grande universo cinematografico. 

Spider-Man 3

Spider-Man: Homecoming sequel

Sebbene non sia stato rivelato molto sul terzo film ancora senza titolo dedicato a Spider-Man, nel precedessore Spider-Man: Far From Home abbiamo visto che la vera identità di Peter Parker (Tom Holland) è stata rivelata al mondo intero. Voci sempre più insistenti affermano che Kraven il Cacciatore sarà il principale antagonista del film. Supponendo che sia così, Spider-Man 3 potrebbe rappresentare il prossimo passo dei Marvel Studios e della Sony Pictures Entertainment nella creazione di un film interamente dedicato ai Sinistri Sei. Altri cattivi che potrebbero unirsi a Kraven nel gruppo sono già stati introdotti.

Spider-Man 3 potrebbe anche confermare la connessione tra il MCU e lo Spider-Verse ancora in sviluppo di Sony. Il primo trailer di Morbius con Jared Leto – in arrivo al cinema il prossimo anno – ha rivelato un legame tra i due franchise grazie ad un’apparizione di Adrian Toomes/Avvoltoio (Michael Keaton), ma non è ancora chiaro il modo in cui le due saghe si collegheranno. Il terzo film sull’Uomo Ragno potrebbe chiarire la questione una volta per tutte.

Thor: Love & Thunder

Thor: Love and ThunderIl regista Taika Waititi e Chris Hemsworth torneranno a lavorare insieme dopo il grande successo di Thor: Ragnarok. I dettagli sulla trama di Thor: Love & Thunder non sono ancora stati svelati in profondità, ma sappiamo per certo che Jane Foster (Natalie Portman) non soltanto tornerà nel MCU, ma assumerà anche il ruolo di “Mighty Thor”. Questo segnerà la sua prima apparizione nel franchise dai tempi Thor: The Dark World (per il suo cameo in Avengers: Endgame sono stati utilizzati del filmati inediti del film di Alan Taylor uscito nel 2013). Il prossimo arco narrativo di Jane dovrebbe trarre ispirazione proprio dalla serie a fumetti “Mighty Thor” di Jason Aaron, pubblicata tra il 2015 e il 2018. 

Con un nuovissimo Dio del Tuono nel MCU tramite il personaggio di Jane e con Valkyria (Tessa Thompson) che diventerà il nuovo Re ufficiale di Asgard (come confermato alla fine di Avengers: Endgame), il film di Waititi spiegherà anche quale sarà il ruolo dell’originale Thor di Hemsworth nel futuro dell’universo condiviso. L’attore australiano ha recentemente rivelato che Thor: Love & Thunder non sarà la sua ultima avventura nei panni dell’eroe: ciò significa che continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nel MCU… bisognerà solo capire in che modo.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness

Doctor Strange in the Multiverse of MadnessCome protettore della dimensione primaria del MCU, il lavoro di Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) sarà ancora più significativo nella nuova avventura Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Affidato a Sam Raimi dopo l’abbandono di Scott Derrickson (regista del primo film), il sequel esplorerà ulteriormente il Multiverso, come suggerisce anche il titolo. Ciò offrirà ai Marvel Studios una maggiore apertura narrativa che potrebbe in qualche modo permettere collegamenti con la famigerata introduzione gli X-Men e dei Fantastici Quattro nell’universo condiviso, ma anche con l’arrivo di altri personaggi come il Blade di Mahershala Ali

Doctor Strange in the Multiverse of Madness sarà anche il primo film a connettersi ad una delle serie Marvel in arrivo su Disney+, con il sequel che sarà narrativamente collegato a WandaVision e a Loki. Non si sa ancora se lo Stregone Supremo apparirà effettivamente nei suddetti programmi tv, ma anche se non farà un’apparizione fisica, sappiamo che gli eventi di quel film avranno un impatto su entrambe le serie. Ciò anticipa che le serie e il MCU saranno intimamente connessi d’ora in avanti.

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Genesis 2.0, recensione del documentario di Christian Frei

Cosa hanno in comune i cercatori di “oro bianco” nelle sperdute isole della Nuova Siberia, a largo dell’Oceano Artico, il direttore del Museo del Mammut, un genetista di Harvard, il pioniere sud coreano della clonazione e un centro di sequenziamento del DNA cinese? La risposta sembra semplice quanto bislacca: l’interesse per il mammut lanoso, un animale preistorico vissuto 30.000 anni fa. Lo spiega in maniera dettagliata Christian Frei nel suo nuovo documentario Genesis 2.0, presentato nella sezione World Cinema Documentary del Sundance Festival, che arriva in sala dal 24 settembre.

Frei, documentarista svizzero candidato all’Oscar per il suo The War Photographer (2001), sceglie questo animale preistorico che un gruppo di studiosi sta cercando di riportare in vita attraverso le moderne tecniche di manipolazione del DNA e la clonazione con un’operazione simile a quella intrapresa dai protagonisti di Jurassick Park, per illuminare l’universo dell’ingegneria genetica moderna e il livello al quale si è spinta. Quali sono le sue possibili implicazioni in un futuro in cui il mondo potrebbe essere del tutto nuovo rispetto a come oggi lo si conosce, in cui l’uomo potrebbe avere il potere di manipolare e generare artificialmente vita umana? Siamo pronti a una sorta di nuova genesi, appunto una Genesis 2.0?

I più fortunati e gli ultimi nello scenario tra fascino e inquietudine di Genesis 2.0

In uno scenario che inizialmente appare straniante e fantascientifico, ma che poco a poco, con sorpresa dello spettatore, assume i contorni del reale, il regista, affiancato dal giovane ma capace Maxim Arbugaev, che si occupa della parte più ardua delle riprese, quella in Nuova Siberia, porta alla scoperta di un mondo affascinante e inquietante al tempo stesso. Un mondo molto polarizzato, dove la divisione tra chi fa il lavoro più duro, rischiando anche, paradossalmente, la vita per avere un’opportunità di guadagno e di sopravvivenza, e chi invece opera in contesti protetti traendo i maggiori profitti, è netta. Un aspetto questo, che Frei aveva già indagato nei suoi precedenti lavori e su cui continua a puntare l’obiettivo.

I primi sono i cacciatori di zanne di mammut nella tundra siberiana che, come un tempo i cercatori d’oro, battono le impervie isole della Nuova Siberia palmo a palmo nella speranza di trovare zanne di mammut grosse e integre, che possano valere abbastanza sul mercato dell’avorio da ripagare della fatica e del rischio della vita stessa, della lontananza dai familiari per lunghi mesi. Tra loro c’è anche Peter Grigoriev, cacciatore di zanne non solo per denaro, ma anche per collaborare con suo fratello Semyon Grigoriev, direttore del Mammoth Museum dell’Università Federale Nord Orientale di Jakutsk, in Jakuzia. Semyon vuole riportare in vita il mammut lanoso, estinto migliaia di anni fa. Quando il fratello Peter gli annuncia che lì, nella tundra siberiana, ne hanno trovato uno sorprendentemente integro, pensa che il momento è finalmente arrivato. Se riuscirà a convincere il patron della Sooam Biotech pioniere nel campo della clonazione, Woo Suk Hwang, che in Corea del Sud clona animali da compagnia, e se coinvolgerà la BGI – Beijing Genomic Institute – principale azienda cinese e ad oggi mondiale che si occupa di sequenziare il genoma e trasformarlo in big data, allora il suo sogno di veder nascere un nuovo mammut lanoso potrà forse diventare realtà, aprendo la strada ad una vera e propria rivoluzione genetica.

Tante questioni in una visione equilibrata

È evidente come un documentario di questo tipo ponga infinite questioni, accenda i riflettori su tantissime realtà. Fa riflettere sui limiti della ricerca, se ce ne debbano essere e se sia giusto spingersi fino a sfidare la natura, riscrivendo le sue stesse leggi. Questa dicotomia è efficacemente rappresentata dal canto epico di origini antichissime presente nel film, che mette in guardia l’uomo dal disturbare gli spiriti della natura. Il canto si pone come un argine ideale all’opera dei cacciatori, che cercano di placare gli spiriti facendo delle offerte dopo aver estratto i resti dei mammut dal terreno. I cacciatori stessi insistono infatti sulla valenza quasi mitica di questo animale, i cui resti sono sacri e pertanto, secondo la tradizione, non andrebbero toccati. Essi si muovono dunque contravvenendo ai dettami dei padri. Perciò cercano poi di placare gli spiriti affinché non si vendichino contro di loro, portando malasorte.

Il lavoro di Frei e Arbugaev, però, mette anche sotto gli occhi del pubblico gli effetti del riscaldamento globale. Oggi che i ghiacci si stanno sciogliendo, un numero sempre maggiore di zanne affiora e viene rinvenuto dai cacciatori. Se per loro è un bene, perché torneranno a casa con un buon bottino, per l’ambiente ciò segna un punto di non ritorno. Ecco, di nuovo, la dicotomia uomo – natura. Quali sono, poi, i rischi della manipolazione della vita? Cosa accade quando un potere così grande è in mano a persone che inevitabilmente cercano di trarne profitto? Cosa accade se l’uomo si fa prendere dall’onnipotenza e dimentica i suoi limiti? E ancora: gli studenti che a Boston in una convention sulle biotecnologie sognano di salvare il mondo con l’ingegneria genetica tengono nella dovuta considerazione i risvolti del loro lavoro?

Frei e Abrugaev non danno giudizi, si pongono come testimoni equidistanti, pur non nascondendo le emozioni suscitate in loro dagli incontri che questo progetto li ha portati a fare: dal misto di curiosità e inquietudine raccontato da Frei alla sensazione di essere accolto come un membro del gruppo provata da Arbugaev, che ha condiviso molto tempo con i cacciatori di zanne in Nuova Siberia. I registi pongono dubbi, lanciano molteplici spunti di riflessione e soprattutto illustrano una realtà ancora oggi misconosciuta.

Il racconto attraverso le voci degli attori della vicenda in  Genesis 2.0

I due autori riescono a far raccontare questo mondo così particolare direttamente dai suoi protagonisti, riprendendoli in azione, chi in laboratorio,  chi all’università e chi tra i ghiacci artici. Si apprende quale sia il loro quotidiano e cosa li spinga a far parte di questo progetto. Le voci off dei documentaristi fanno solo da raccordo ai vari momenti del racconto, portato avanti con un’efficace alternanza tra la location siberiana e quella dei laboratori americani, cinesi e coreani.

Peter Grigoriev, cacciatore di zanne e fratello di Semyon Grigoriev, racconta cosa spinge lui e i suoi colleghi a mettere in gioco tutto pur di trovare le zanne: “Una volta che ne trovi una non smetti più. Come fai a rinunciare? I soldi servono sempre. È la natura umana non accontentarsi mai. Se le cose vanno bene, l’uomo non riesce a fermarsi”. Raccontano che una grossa zanna integra di prima qualità può valere dai 45.000 ai 90.000 dollari, per essere poi venduta sul mercato cinese, dopo essere stata cesellata ed essere divenuta un’opera d’arte, a circa un milione di dollari.

È attraverso il giovane cercatore Spira Sleptsov, per la prima volta alla ricerca di zanne, che si comprende come spesso dietro a un lavoro così rischioso e difficile vi siano condizioni disperate: Spira è in Nuova Siberia perché ha un grosso debito in banca e una zanna di prima qualità è la soluzione su cui ha scelto di puntare. Se ne trovasse una da 90 kg, dice, smetterebbe.

Semyon Grigoriev illustra entusiasta il filmato del 2013 che documenta il ritrovamento di un giovane mammut ghiacciato in una grotta artica e il tentativo di estrarne il DNA. Trovare un mammut integro dopo migliaia di anni, dice, “è come il primo volo nello spazio o la grande muraglia cinese”.

Alla Genetically Engineered Machine Competition di Boston è evidente l’entusiasmo dei giovani che si affacciano stupiti e galvanizzati al mondo e alle enormi potenzialità dell’ingegneria genetica. Si inseriscono nuovi codici genetici in organismi viventi, in quello che a un occhio profano sembra a tutti gli effetti un gioco con il codice della vita. Si modifica e si progetta la vita stessa.

George Church, genetista alla Harvard Medical School di Boston, che collabora al progetto della resurrezione genetica del mammut lanoso, è convinto che “la biologia di sintesi cambierà tutto” e aprirà le porte di un nuovo mondo. “Sarà la prossima grande rivoluzione” perché, afferma, “la nostra specie è pronta a prendersi dei rischi”. Di fronte a queste parole si resta al contempo affascinati e spaventati.

 Alla Sooam Biotech, azienda sud coreana che clona animali da compagnia, si fa la conoscenza del fondatore , Woo Suk Hwang, pioniere della clonazione. Fu il primo uomo a clonare con successo un cane nel 2005, un levriero afgano di nome Snuppy. Ancora oggi la Sooam Biothech è l’unica azienda al mondo che lo può fare: “per 100.000 dollari la Sooam clona il vostro cane, e avrete un secondo clone in omaggio!”, recita uno slogan. È impressionante vedere come le persone siano disposte a rivolgersi all’azienda pur di riavere l’animale d’affezione che hanno appena perso, tale e quale, pur di non affrontare l’elaborazione di un lutto. Hwang è interessato a recuperare una specie estinta come il mammut lanoso.

Infine c’è la BGI uno dei più grandi centri di sequenziamento del DNA del mondo, in Cina. Una giovane addetta ha il compito di illustrare le finalità dell’azienda. Quando le si chiede se facciano il loro lavoro esclusivamente per preservare il DNA, lei risponde con un’innocenza disarmante: “Per tutto!”  e resta basita di fronte al quesito riguardo alla questione etica derivante dalla manipolazione del genoma, questione che per l’azienda sembra non porsi affatto. Ciò lascia intravedere gli enormi margini di profitto che si profilano dietro a un business di questo tipo, oltre al potere che giace nelle mani di chi possiede un patrimonio come “quasi 2 milioni di campioni sulla popolazione per la diagnosi prenatale non invasiva”.

Più si procede nel racconto, più ci si rende conto che si ha a che fare con persone che, intervenendo con l’ingegneria genetica sul processo della creazione della vita, mirano a “rendere Dio perfetto!” Inevitabilmente ci si chiede se sia prudente lasciare un potere così grande in mano a un ristretto gruppo di persone, che possono disporne a loro piacimento, sebbene dichiarino di farlo per i fini più nobili di ricerca e prevenzione delle malattie.

Lo stile di Frei e Abrugaev

Frei è asciutto nel documentare il mondo della comunità scientifica che si muove attorno al tema della clonazione, ma non per questo non coinvolge. Mostra in modo eloquente le masse di studenti invasati, come l’alacre lavorio dei laboratori di ricerca e la noncuranza sorprendente per i risvolti etici. Tutto ciò è efficacemente alternato, in un continuo ping pong che mostra le due facce di una stessa medaglia, con il lavoro di Arbugaev in Siberia, dove colpisce e domina il grigiore delle isole in parte ghiacciate e disabitate. I colori desaturati accentuano questo aspetto. Della fotografia in Nuova Siberia si occupa lo stesso Maxim Arbugaev. La desolazione, la disperazione dei cacciatori che rischiano la vita è costantemente presente. Nell’ultima parte del racconto l’alternanza tra questi due mondi, apparentemente così distanti, opposti, ma legati da un filo ormai palese, si fa più serrata e questo accresce un senso di angoscia nello spettatore. Il montaggio è curato da Thomas Bachmann.

Le musiche di Max Richter e Edward Artemyev accompagnano con atmosfere rarefatte e plumbee questo viaggio.

Genesis 2.0 è illuminante

Genesis 2.0 è senz’altro un lavoro che merita la visione, poiché fa luce su un mondo che altrimenti resterebbe pressoché sconosciuto. Un mondo che sembra lontano anni luce dalla realtà quotidiana, ma che invece promette ricadute nient’affatto secondarie su di essa. Perciò vale la pena superare le proprie remore e iniziare a riflettere su tematiche come quella della clonazione e più in generale dell’ingegneria genetica, le cui implicazioni riguardano il futuro dell’umanità.

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il giorno sbagliato: la recensione del film con Russell Crowe

Il titolo inglese del film Il giorno sbagliato è Unhinged, termine con il quale si indicano quelle persone mentalmente instabili. Da subito, infatti, si introduce lo spettatore ad una sequenza iniziale dove si affronta il tema del crescente nervosismo sociale, il quale è alla base degli atti di violenza di ogni tipo. Diretta da Derrick Borte e scritto da Carl Ellsworth, la pellicola tenta dunque di riflettere su una realtà preoccupantemente sempre più radicatà, in particolare negli Stati Uniti, affidandosi ai toni e alle caratteristiche del genere thriller. Nonostante le premesse iniziali particolarmente interessanti, il film finisce però per attrarre più per il cosa racconta che non per il come.

Protagonista del film è Rachel Hunter (Caren Pistorius), madre di Kyle e da poco divorziata dal marito. Per lei il giorno che si appresta ad iniziare è un giorno come un altro, ma quando per accompagnare il figlio a scuola si trova bloccata nel traffico, con la conseguenza di ritrovarsi anche licenziata dal suo unico lavoro, capirà che quello è proprio un giorno sbagliato. I guai per lei non sono però ancora realmente iniziati. In preda alla frustrazione, infatti, commetterà l’errore di suonare con prepotenza il clacson al suv che davanti a lei non parte allo scattare del verde del semaforo. L’uomo alla guida del veicolo, Tom Cooper (interpretato da un mastodontico Russell Crowe), inizierà infatti ad inseguirla per tutta la città, con il chiaro intento di fare del male a lei e alle persone a lei care.

Un duel(lo) urbano

Era il 1971 quando il regista Steven Spielberg dimostrava con Duel quanto potesse essere avvincente il duello tra due automobilisti. Una lotta per la sopravvivenza tra grande e piccolo, tra spietato squalo e indifeso pesciolino, che è ora alla base anche di Il giorno sbagliato. Per il film di Borte l’opera di Spielberg sembra infatti essere una chiara fonte d’ispirazione, la cui vicenda viene però ora ricollocata nella snervante città di New Orleans. Il nuovo contesto permette così di trattare una problematica sempre più diffusa (negli Stati Uniti in particolare, ma non da meno anche nel resto del mondo), ovvero quella della violenza al volante. La premessa di base è infatti particolarmente intrigante. In una società sempre più afflitta da nevrosi, non puoi sapere chi ti circonda in mezzo alla strada. Né tantomeno come potrebbe reagire ad un tuo errore.

È così che quando avviene l’incidente che scatena la furia dell’automobilista interpretato da Crowe, ha inizio un thriller inquietante proprio perché non troppo lontano da episodi realmente accaduti. Il pregio di Il giorno sbagliato è infatti quello di costruire una vicenda che dà sfogo a paure che ogni spettatore può aver vissuto mentre si trovava al volante. Tutto ciò è inoltre avvalorato dalla semplicità con cui il conflitto ha inizio, e da cui prendono poi piede inaspettate conseguenze al limite dello splatter. È allora qui che entra in gioco la lezione di Spielberg. Gli inseguimenti e i depistaggi tra le due automobili protagoniste sono avvincenti, lasciano lo spettatore con il fiato sospeso. Il mastodontico suv guidato da Crowe, dal canto suo, sembra un vero e proprio squalo della strada, imprevedibile e inarrestabile.

La lotta tra i due personaggi risulta ancor più convincente per via delle loro simili vicende personali. Rachel è una donna nel bel mezzo di un divorzio, Cooper un uomo che dalla separazione coniugale ne è uscito in ginocchio e mentalmente provato. Egli rivede così in Rachel la donna che lo ha distrutto. Nel marito di lei sé stesso. La sua caccia diventa allora personale e sempre più aggressiva. Da questo punto di vista, il personaggio di Crowe è paragonabile al Bill Foster di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia, altra probabile fonte di ispirazione per il film. Tematiche e personaggi con un gran potenziale narrativo, dunque, che finiscono però con lo sprecarsi mano mano che la narrazione prosegue.

Il giorno sbagliato recensione

Il giorno sbagliato: la recensione

Come anticipato, la prima parte del film risulta essere la più convincente proprio per via delle premesse che vengono offerte allo spettatore. Quelle degli inseguimenti tra i due protagonisti, come detto, risultano essere tra le sequenze più emotivamente forti del film. La stessa regia di Borte sembra particolarmente ispirata, dando vita ad un ambiente claustrofobico e a un ritmo teso. Si rimane dunque contrariati nel momento in cui ciò viene lentamente a trasformarsi per diventare altro. È certamente interessante la scelta di far diventare obiettivo di Tom Cooper anche le persone care a Rachel. Questa si rivela però infine controproducente nel momento in cui ci si allontana dal focus originale. Quando la storia si amplia, assumendo risvolti eccessivi, si perde il controllo del mezzo, finendo fuori strada.

Il giorno sbagliato rientra a quel punto nei binari di un più classico thriller, non portando a compimento quanto inizialmente promesso. La sensazione diventa allora quella di star assistendo ad un film che, come detto in apertura, risulta più affascinante per cosa racconta che non per il come. Fortunatamente, la presenza dei due interpreti principali aiuta a mantenere vivo l’interesse. Crowe è quanto mai minaccioso, e sfoggia una presenza scenica raramente vista nelle sue interpretazioni più recenti. La giovane Pistorius, invece, permette di nutrire una certa empatia per il suo personaggio, seguendone le disavventure fino all’ultimo. Giungendo al finale, pur se non pienamente soddisfatti, il film riesce comunque a lanciare il suo messaggio di allarme. E sarebbe bello immaginare che dopo la visione de Il giorno sbagliato ci si penserà due volte prima di suonare il clacson a sproposito.

 

 

Godzilla vs Kong: Junkie XL parla del suo coinvolgimento nel film

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A giugno avevamo appreso la notizia che sarebbe stato il celebre compositore olandese Junkie XL ad occuparsi della colonna sonora di Godzilla vs. Kong, l’attesissimo film della coppia Legendary/Warner in cui vedremo scontrarsi i due iconici mostri cinematografici.

Junkie XL è noto per aver curato le musiche di film quai Il cavaliere oscuro – Il ritorno, L’uomo d’acciaio, Mad Max: Fury Road, Deadpool, Batman v Superman: Dawn of Justice e, più di recente, Alita: Angelo della Battaglia e Terminator: Destino oscuro. Si tratta di uno dei compositori più richiesti quanto si tratta di pellicole action e, più in generale, di grandi blockbuster. 

Adesso, in una recente intervista con Forbes (la stessa in cui ha anticipato alcuni dettagli sulle musiche composte per la Snyder Cut di Justice League), Junkie XL ha espresso tutta la sua passione per il franchise di Godzilla, definendosi un vero “patito” dell’iconico mostro. Inoltre, il compositore ha parlato del suo primo incontro con il regista Adam Wingard circa due anni fa.

“Sono un vero patito di Godzilla. Ho tutte le versioni giapponesi dei film. Ad un certo punto, solo per puro divertimento, ho anche scritto qualcosa per Godzilla. Circa due anni fa, ho incontrato Adam perché ha mostrato interesse per il mio lavoro. Gli ho detto: ‘Sai che sono il più grande fan di Godzilla del pianeta e, anni fa, ho scritto anche delle cose?. E lui mi ha risposto: ‘Mi prendi in giro?’. Così abbiamo iniziato a parlare, ho modificato quello che avevo fatto, gliel’ho fatto sentire e se n’è totalmente innamorato.”

Tutto quello che sappiamo su Godzilla vs. Kong

Inizialmente previsto per il prossimo 20 Novembre, la data di uscita di Godzilla vs. Kong è stata posticipata al 21 Maggio 2021 a causa della pandemia di Covid-19. Il film ha ricevuto un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni. La motivazione consiste nella presenza nel film di “intense scene di violenza e distruzione e di linguaggio volgare”. Nessun divieto ai minori di 17 anni, quindi, lasciando presagire che il film sarà molto meno crudo di quanto i fan probabilmente si aspettano.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

Monster Hunter: la sinossi estesa anticipa nuovi dettagli sulla trama

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Monster Hunter è uno dei tantissimi blockbuster di Hollywood che sono stati posticipati a causa della pandemia di Covid-19. Inizialmente previsto per il 4 settembre 2020, l’adattamento cinematografico del celebre videogioco arriverà adesso nelle sale il 23 aprile del prossimo anno.

Adesso la Sony Pictures ha diffuso online (via Comic Book) una nuova sinossi ufficiale del film che anticipa non soltanto che il film sarà molto diverso dal videogioco, ma anche che lo stesso lavoro di Paul W.S. Anderson sarà molto diverso rispetto a ciò che il regista e sceneggiatore britannico ha fatto con il franchise di Resident Evil.

Nella nuova sinossi estesa si legge: “Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo fatto di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando un’inaspettata tempesta di sabbia trasporta il tenente Artemis (Milla Jovovich) e la sua unità (TI Harris, Meagan Good, Diego Boneta) in un nuovo mondo, i soldati restano scioccati nello scoprire che questo ambiente ostile e sconosciuto ospita mostri enormi e terrificanti, immuni alle loro armi da fuoco.”

E ancora: “Nella loro disperata battaglia per la sopravvivenza, l’unità incontra il misterioso Hunter (Tony Jaa), le cui abilità uniche gli permettono di stare un passo avanti rispetto alle potenti creature. Mentre Artemis e Hunter iniziano a fidarsi l’una dell’altro, il tenente scopre che l’unità fa parte di un squadra guidata dall’Ammiraglio (Ron Perlman). Di fronte ad un pericolo così grande che potrebbe minacciare di distruggere il loro mondo, i coraggiosi guerrieri uniscono le forze per la resa dei conti finale.”

Tutto quello che sappiamo su Monster Hunter

Monster Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul W.S. Anderson (regista della saga di Resident Evil), annovera nel cast Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan Good e Diego Boneta. L’uscita nelle sale americane è fissata per il 23 aprile 2021.

Dietro il nostro mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente Artemis (Milla Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili, Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di reagire.

Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

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Star Trek: i nuovi film legati alla saga sono ancora in sviluppo

Sappiamo ormai da diverso tempo che la Paramount Pictures è impegnata nel cercare di capire quale sarà il futuro cinematografico della saga Star Trek, con la proprietà che attualmente sta riscuotendo un ritrovato successo grazie alle serie tv Star Trek: Discovery (disponibile su Netflix) e Stark Trek: Picard (disponibile su Prime Video).

Star Trek 4, il quarto capitolo della saga rilanciata da J.J. Abrams con il film del 2009, sembrava essere stato ufficialmente accantonato dopo l’abbandono di Chris Pine e Chris Hemsworth a causa di alcune divergenze con lo studio legate ai rispettivi compensi. Parallelamente, un altro film del franchise sarebbe in sviluppo per conto di Noah Hawley – creatore della serie tv Fargo -, che di recente ha confermato che il suo progetto non è stato cancellato ma soltanto messo in stand-by.

In tutto questo, non può certamente essere dimenticato il tanto chiacchierato film della saga a cui Quentin Tarantino sembra aver lavorato per lungo tempo: allo stato attuale, pare che il regista di C’era una volta a… Hollywood abbia ufficialmente messo da parte il suo desiderio di realizzare una personale interpretazione dell’equipaggio dell’Enterprise, concentrandosi su altro.

Il futuro della saga di Star Trek al cinema

Di recente, proprio a causa dell’evidente confusione che sembra circondare il futuro del franchise, nelle ultime ore alcune voci emerse online hanno sostenuto che la Paramount avesse definitivamente cancellato ogni tipo di progetto legato al futuro cinematografico della saga per concentrarsi esclusivamente sulla televisione, sperando che magari, proprio grazie al successo di quelle serie, si sarebbe potuto pensare in futuro di riportare nuovamente il franchise al cinema.

Adesso è stata la stessa Paramount a confermare a Screen Rant che “i film di Stark Trek sono tutti ancora in fase di sviluppo”. Ovviamente lo studio non ha aggiunto ulteriori dettagli, quindi al momento non sappiamo di quali progetti si tratti nello specifico. È probabile, comunque, che ad essere stato definitivamente accantonato sia il film di Tarantino, mentre Star Trek 4 e il film di Hawley restano ancora in cantiere. Non ci resta che attendere ulteriori dettagli.

Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

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Shazam!: il regista svela un curioso dettaglio su Mr. Sivana

David F. Sandberg, regista di Shazam!, ha rivelato che inizialmente erano stati scelti due diversi attori per interpretare Mr. Sivana. Dal momento che il Dr. Thaddeus Sivana è uno dei più grandi nemici di Billy Batson nei fumetti, aveva senso che anche il primo film da solista includesse il celebre antagonista, che nel cinecomic uscito in sala lo scorso anno è stato interpretato da Mark Strong.

Nel film, il personaggio di Sivana è perseguitato dai ricordi del padre violento, che viene mostrato all’inizio del film attraverso un flashback. Il personaggio di Mr. Sivana torna più avanti nel corso della storia, quando Thaddeus scatena i Sette Peccati Capitali su di lui e sui membri della sua compagnia. In entrambe le scene, Mr. Sivana è interpretato dall’attore John Glover.

Tuttavia, quel ruolo era stato pensato in maniera diversa all’inizio. Via Twitter, un fan ha notato che, dal momento che Glover ha interpretato Mr. Sivana sia negli anni ’70 che ai giorni nostri, il personaggio non sembrava in realtà così vecchio. A questo punto è intervenuto proprio David F. Sandberg, il quale ha svelato: “Inizialmente avevamo scelto due attori diversi per entrambe le versioni di Mr. Sivana, ma il pubblico presente agli screen test non ha capito che si trattava dello stesso personaggio”.

Sandberg ha poi spiegato che questo può essere un problema anche se lo stesso attore modifca il proprio aspetto in maniera drastica, quindi è importante “assicurarsi che i personaggi di un film abbiano caratteristiche ben distinte.”

Tutto quello che sappiamo su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Peacemaker: HBO MAX ordina la serie spin-off di Suicide Squad con John Cena

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Oh cazzo, è Peacemaker! HBO Max esplorerà le origini del personaggio di Peacemaker, il maestro delle armi dell’attesissimo film di prossima uscita The Suicide Squad, nella nuova serie di Max Original action-adventure-comedy Peacemaker. HBO Max ha ordinato otto episodi per la prima stagione dello show. John Cena riprenderà il suo ruolo dal film The Suicide Squad per recitare nella serie, e l’acclamato sceneggiatore/regista del film James Gunn scriverà tutti gli otto episodi di Peacemaker e dirigerà più episodi, incluso il primo. Il produttore di Gunn e The Suicide Squad, Peter Safran, servirà come produttori esecutivi della serie, con Cena come co-produttore esecutivo. Basato sui personaggi di DC, Peacemaker sarà prodotto da Gunn’s Troll Court Entertainment e The Safran Company in associazione con Warner Bros. Television. Peacemaker dovrebbe iniziare la produzione all’inizio del 2021, prima che Gunn inizi a lavorare sul prossimo film dei Guardiani della Galassia.

Mentre i dettagli su Peacemaker vengono tenuti nascosti, la serie esplorerà le origini del personaggio che Cena interpreterà nel film in uscita, un uomo che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla. La serie estenderà il mondo che Gunn sta creando per il film The Suicide Squad, che dovrebbe essere distribuito nelle sale da Warner Bros. Pictures il 6 agosto 2021.

James Gunn ha dichiarato: “Peacemaker è un’opportunità per approfondire le attuali questioni mondiali. attraverso l’obiettivo di questo supereroe/supercattivo/e il più grande coglione del mondo. Sono entusiasta di espandere The Suicide Squad e portare questo personaggio dall’universo cinematografico DC a tutta l’ampiezza di una serie. E, naturalmente, poter lavorare di nuovo con John, Peter e i miei amici alla Warner Bros. è la ciliegina sulla torta”.

John Cena ha dichiarato: “Ho detto prima che è stato un enorme onore e un’incredibile opportunità far parte di The Suicide Squad e lavorare con James su quello che sarà un film fantastico. Sono incredibilmente entusiasta di avere la possibilità di collaborare di nuovo con lui per Peacemaker. Non vediamo l’ora che i fan lo vedano”.

James Gunn ha la capacità unica di creare un universo espansivo e allo stesso tempo dare vita all’anima e all’arguzia di ogni personaggio. Non vediamo l’ora di immergerci nel mondo di Peacemaker”, ha affermato Casey Bloys, Chief Content Officer di HBO e HBO Max.

John Cena è un attore, produttore, imprenditore, autore, filantropo e superstar della WWE. Lo vedremo prossimamente in F9, il nono capitolo della serie di film d’azione Fast & Furious, che uscirà nell’aprile 2021. Lo seguirà con The Suicide Squad della Warner Bros. Pictures/DC nell’agosto 2021. Cena è anche l’autore numero 1 del New York Times best-seller dei libri illustrati Elbow Grease, ispirato dalle lezioni che ha imparato sul duro lavoro, sulla perseveranza e sul lavoro di squadra crescendo con quattro fratelli. Elbow Grease: Fast Friends, il terzo libro della serie, uscirà a settembre 2020. È stato il volto della WWE per più di un decennio, costruendo un marchio riconosciuto a livello mondiale. Fuori dallo schermo e fuori dal ring, Cena dedica gran parte del suo tempo e delle sue energie lavorando per numerose cause di beneficenza, inclusa la Fondazione Make-a-Wish; la Fondazione FitOps, che aiuta i veterani dell’esercito statunitense a riabituarsi alla vita civile dopo il servizio; e Susan G. Komen, per la ricerca e la consapevolezza sul cancro al seno. Ha anche recitato nel cortometraggio “We Are America” ​​per la campagna Love Has No Labels dell’Ad Council, per promuovere il messaggio di accettazione e inclusione nella società.

Il prolifico regista dietro ad alcuni dei lungometraggi più importanti della cultura pop, James Gunn porta la sua sensibilità distintiva al prossimo film DC The Suicide Squad, che uscirà nelle sale la prossima estate. Dopo Peacemaker, andrà alla produzione del terzo capitolo del franchise dei Guardiani della Galassia, che sta scrivendo e dirigendo ancora una volta. In precedenza ha scritto e diretto Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2, che hanno guadagnato complessivamente oltre 1,6 miliardi di dollari al botteghino globale. I suoi crediti cinematografici aggiuntivi includono Scooby-Doo, Scooby-Doo 2: Monsters Unleashed, Dawn of the Dead, Slither e Super.

Chicago PD 8: Nicole Ari Parker nel cast

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Chicago PD 8: Nicole Ari Parker nel cast

Arriva da Deadline la notizia che l’attrice Nicole Ari Parker ha ottenuto un importante ruolo in Chicago PD 8, l’annunciata ottava stagione di Chicago PD.

Nicole Ari Parker, ex star di Empire, si unirà al cast di Chicago PD della NBC per un importante ruolo ricorrente nella prossima ottava stagione della serie drammatica firmata da Dick Wolf. L’attrice interpreterà il vice sovrintendente Samatha Miller. Originario di Atlanta, Miller è un fervente sostenitrice progressista della riforma della polizia. Vuole aiutare Voight e l’intelligence ad adattarsi alla nuova realtà, ma non tollererà le violazioni delle nuove linee guida e protocolli della polizia.

Chicago PD 8

Chicago PD 8 è l’ottava stagione della serie tv Chicago PD creata da Dick Wolf e che fa parte del franchise televisivo basato su Chicago trasmesso dal network americano NBC.

In Chicago PD 8 ritorneranno i personaggi Henry “Hank” Voight (stagioni 1-in corso), interpretato da Jason Beghe è il capo dell’Unità Intelligence del Dipartimento di Polizia di Chicago. Voight è un poliziotto tosto che finisce sempre quello che comincia, anche se significa non rispettare le regole. La sua squadra lo rispetta, anche se è sospettato di essere corrotto. Il suo defunto padre era un agente di polizia, proprio come lui. È rimasto vedovo di sua moglie, Camille. Jay Halstead (stagioni 1-in corso), interpretato da Jesse Lee Soffer, è un membro dell’Intelligence, e partner del Detective Erin Lindsay, che in seguito diventerà la sua fidanzata. È stato un Ranger dell’Us Army. È uno dei pochi che occasionalmente si oppone a Voight, trovando i suoi metodi troppo discutibili, ma nonostante tutto tra i due vige un forte rispetto reciproco. Adam Ruzek (stagioni 1-in corso), interpretata da Patrick John Flueger, è il partner del Detective Alvin Olinsky. Voight chiese ad Alvin di assumere un agente dall’accademia, e lui scelse Adam vedendo in lui un grande potenziale.

Kevin Atwater (stagioni 1-in corso), interpretato da LaRoyce Hawkins, è l’ex partner dell’agente Kim Burgess, promosso all’Intelligence. Nonostante sia cresciuto in un brutto quartiere, è un ragazzo onesto con un forte senso del dovere. Kimberly “Kim” Burgess (stagioni 1-in corso), interpretata da Marina Squerciati, è l’ex partner dell’agente Kevin Atwater ed è fidanzata con l’Agente Adam Ruzek. Prima di diventare un agente di polizia, era un’assistente di volo. Sergente Trudy Platt (stagioni 1-in corso), interpretata da Amy Morton, Sean Roman (stagioni 2-3, guest 7), interpretato da Brian Geraghty, Hailey Upton (ricorrente stagione 4, stagioni 5-in corso), interpretata da Tracy Spiridakos, Detective dell’unità rapine-omicidi, quando lavorerà insieme all’Intelligence in un caso di rapine in banca si unirà temporaneamente alla squadra sostituendo Kim la quale si era presa una pausa dal lavoro, per poi diventare un membro ufficiale del team in seguito alla partenza di Erin. Vanessa Rojas (stagione 7), interpretata da Lisseth Chavez, agente sotto copertura, è afro-latina, si unisce nell’Intelligence al posto del dimissionario Antonio Dawson. Quando era giovane ha vissuto in diverse case-famiglia, inoltre, prima di diventare un poliziotto, si metteva nei guai con la legge. È intelligente, ma anche impulsiva.

Tenet: l’influenza del Bond di Sean Connery sui costumi

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Tenet: l’influenza del Bond di Sean Connery sui costumi

Il leggendario costumista Jeffrey Kurland ha dichiarato che il James Bond di Sean Connery ha influenzato in maniera preponderante il suo lavoro su Tenet. Il blockbuster di Christopher Nolan è incentrato sul concetto dell’inversione del tempo e sulle avventure di un personaggio che viene identificato soltanto come Il Protagonista, interpretato da John David Washington. Nonostante la pandemia COVID-19 e i molteplici ritardi del film, alla fine Tenet ha fatto il suo debutto nelle sale alla fine di Agosto in Europa e all’inizio di Settembre negli Stati Uniti.

Nonostante i numeri deludenti al botteghino, è innegabile quanto i costumi di Tenet siano sbalorditivi. In una recente intervista con Esquire, Jeffrey Kurland ha spiegato che gli abiti e i costumi di James Bond lo hanno in parte ispirato: alla domanda se Bond avesse influenzato le sue bozze, Kurland ha risposto in maniera affermativa, dichiarando che “Bond è stato il fulcro”. Sebbene Kurland sapesse di voler dare una svolta ai costumi di Tenet, al tempo stesso sperava di riuscire a catturare il look senza tempo e la totale sicurezza che hanno sempre accompagnato il personaggio di James Bond nell’iterazione di Sean Connery

“Se stai girando un film come questo, Bond è il fulcro”, ha spiegato Kurland. “Più che altro, ho pensato al Bond di Sean Connery. Non necessariamente allo stile del suo completo, ma al modo in cui il vestito viene indossato dal personaggio, cercando sempre di andare oltre. Era più una questione legata proprio al personaggio di Bond interpretato da Sean Connery, non necessariamente ai vestiti che indossava, perché ovviamente quelli sono stati fatti negli anni Sessanta. Era un periodo totalmente diverso”, 

Il costumista ha poi aggiunto: “Ad ogni modo, si tratta di un look senza tempo che funziona ancora oggi. Vuoi raggiungere quell’essenza, senza rubarla, ma ottenere comunque la medesima soddisfazione che è stata in grado di generare. Chiunque abbia visto uno dei film di James Bond con Sean Connery avrà pensato: ‘Wow! Questo ragazzo è fantastico, voglio diventare così’. Ecco, volevo riproporre quella sensazione e quel livello di qualità.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Emily Blunt è la Vedova Nera del MCU in un video deepfake

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Emily Blunt è la Vedova Nera del MCU in un video deepfake

Un video deepfake immagina come sarebbe il MCU se la scelta originale dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera, ossia l’attrice Emily Blunt, avesse davvero ottenuto la parte. Come sappiamo tutti, alla fine il ruolo è stato affidato a Scarlett Johansson, che ha debuttato nell’universo condiviso in Iron Man 2 del 2010.

In seguito l’abbiamo vista in Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War, ma anche in tutti i film dedicati ai Vendicatori, incluso l’ultimo Avengers: Endgame in cui il pubblico ha assistito alla scioccante e controversa morte del personaggio. Tuttavia, Johansson non ha ancora chiuso ufficialmente con Natasha Romanoff, dal momento che nei prossimi mesi (forse Novembre, ma è probabile che il film slitti direttamente al 2021) dovrebbe debuttare al cinema l’attesissimo film in solitaria a lei dedicato, Black Widow.

Scarlett Johansson non è stata la prima scelta dei Marvel Studios per il ruolo di Vedova Nera. Inizialmente la parte era stata pensata per Emily Blunt, che dovette però rinunciare ad unirsi all’Universo Cinematografico Marvel a causa di altri impegni lavorativi. Anche John Krasinski – che nella vita reale è fidanzato proprio con la Blunt dal lontano 2009 – era stato inizialmente pensato per il ruolo di Captain America, prima che la parte venisse affidata a Chris Evans. Nel corso degli anni, comunque, la coppia ha più volte ribadito di essere contenta di non aver avuto, alla fine, la possibilità di unirsi alla grande famiglia Marvel a causa degli enormi vincoli imposti dai contratti con lo studio cinematografico.

Tuttavia, ciò non ha mai impedito ai fan di speculare su come sarebbe stato il MCU con Blunt che interpretava Black Widow. Proprio per questo, lo YouTuber Shamook ha realizzato un video deepfake in cui la faccia di Blunt sostituisce quella di Johansson in una serie di scene iconiche relative al periodo di Natasha nell’universo condiviso, dalla sua introduzione in Iron Man 2 fino al suo confronto con Captain Marvel in Avengers: Endgame. Potete ammirare l’incredibile risultato finale di seguito:

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Justice League Snyder Cut: l’interprete di Steppenwolf ne è entusiasta

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L’attore Ciaran Hinds è attualmente impegnato con la promozione del suo ultimo film The Man in the Hat. NME ne ha approfittato per chiedere all’interprete di Steppenwolf nella versione cinematografica di Justice League la sua opinione in merito all’arrivo della Snyder Cut il prossimo anno su HBO Max.

La versione del cattivo che abbiamo visto nel taglio di Joss Whedon ha deluso la maggior parte dei fan del personaggio DC, ma stando alle prime immagini della Snyder Cut mostrate in occasione del DC FanDome pare che la versione dello stesso che vedremo nel film di Zack Snyder sarà molto diversa. Al momento non sappiamo se Hinds ha dovuto registrare dei dialoghi aggiuntivi per il nuovo taglio del cinecomic, ma è probabile che ciò sia già stato fatto prima che Snyder abbandonasse il film all’inizio della post-produzione.

Hinds non ha voluto commentare la cosa, ma ha comunque condiviso la sua eccitazione per la visione del film che Snyder potrà finalmente condividere con il suo pubblico. “Era il suo sogno realizzarlo, e penso che sia fantastico che abbia avuto l’opportunità di realizzare quello che voleva fare fin dall’inizio”, ha spiegato l’attore. “Ha la possibilità di ricreare quello che voleva fare e spero che resista al processo mediatico che gli è stato fatto.”

L’interprete di Steppenwolf commenta le accuse mosse da Ray Fisher alla produzione di Justice League

Il sito ha anche chiesto a Hinds un commento in merito alle accuse mosse da parte di Ray Fisher (interprete di Cyborg) alla produzione di Justice League e alla Warner Bros., ma dal momento che il suo lavoro si è svolto principalmente in una sala di registrazione, l’attore non ha avuto modo di vivere il set del film come magari è stato fatto dagli altri interpreti. “Tutto il lavoro che ho fatto era quasi completamente in solitaria”, ha spiegato. “Non sono stato abbastanza coinvolto sul set per formarmi un’opinione particolare. Ho solo cercato di fare il mio lavoro nel migliore dei modi.”

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Famke Janssen: 10 cose che non sai sull’attrice

Famke Janssen: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre grazie al suo ruolo nella saga degli X-Men, l’attrice olandese Famke Janssen è nota per i suoi ruoli in film prevalentemente di genere d’azione. Ma con le sue interpretazioni ha sempre dimostrato di possedere una versatilità non indifferente, che le ha permesso di distinguersi e rinnovarsi continuamente. Negli anni, la Janssen ha così ricoperto varie attività all’interno dell’industria cinematografica, compiendo infine anche il passaggio dietro la macchina da presa.

Ecco 10 cose che non sai su Famke Janssen.

Famke Janssen Jean Grey

Famke Janssen: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1992 con il film Presagio di morte, per poi ottenere fama internazionale grazie al ruolo di Xenia Onatopp in GoldenEye (1995), con Pierce Brosnan. Successivamente, viene chiamata a recitare per i film Conflitto d’interessi (1998), Celebrity (1998), con Kenneth Branagh, e Il mistero della casa sulla collina (1999). La grande popolarità arriva però grazie a X-Men (2000), dove interpreta Jean Grey recitando accanto a Hugh Jackman. Successivamente, riprende il ruolo anche in X-Men 2 (2003) e X-Men – Conflitto finale (2006). In seguito, recita in Fa la cosa sbagliata (2008), Io vi troverò (2008), con Liam Neeson, Taken – La vendetta (2012), Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe (2013), Taken 3 – L’ora della verità (2015), e C’era una volta a Los Angeles (2017). Nel 2020 è nel film romantico Endless, con gli attori Alexandra Shipp e Nicholas Hamilton.

9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. Parallelamente all’attività per il cinema, l’attrice ha preso parte anche ad alcune serie TV, come Ally McBeal (2000-2001) e Nip/Tuck (2004-2010). Negli ultimi anni si è poi dedicata maggiormente a recitare per il piccolo schermo, comparendo da prima in Hemlock Grove (2013-2015), con Bill Skarsgård, e in seguito in Le regole del delitto perfetto (2015-2020), con Viola Davis, dove ricopre il ruolo di Eve Rothlo. Ha poi interpretato Susan Hargrave in The Blacklist (2016), con James Spader, e The Blacklist: Redemption (2017). Nel 2019 ha invece recitato in due episodi della serie Netflix When They See Us.

8. Ha scritto e diretto un film. Nel 2011, dopo anni di sola recitazione, l’attrice decide di passare dietro la macchina da presa per il film Bringing Up Bobby, da lei anche scritto e prodotto. La pellicola ha per protagonista l’attrice Milla Jovovich nel ruolo di Olive, un’artista europea in cerca di un nuovo futuro nello Stato dell’Oklahoma. In sua compagnia vi è il figlio Bobby, e i due si ritrovano ben presto a vivere una stravagante avventura on the road, con la donna che si rivelerà essere in fuga da un passato criminale e intenzionata a proteggere il suo bambino.

Famke Janssen è Jean Grey in X-Men

7. Non è stata la prima scelta per il ruolo. All’interno del mondo degli X-Men, il personaggio di Jean Grey è particolarmente importante. Per questo si svolsero degli attenti casting, per ricercare l’interprete che potesse risultare più idonea. Inizialmente, il ruolo era stato offerto alle attrici Peta Wilson e Helen Hunt, ma entrambe declinarono per via di altri impegni. Fu a quel punto che venne scelta la Janssen per il ruolo. I produttori erano infatti rimasti colpiti dalle sue qualità nel film GoldenEye, dove sfoggiava grandi capacità per le sequenze d’azione e di combattimento.

6. Era a conoscenza del destino del suo personaggio. Quando al termine di X-Men 2 il personaggio di Jean Grey muore, gli spettatori rimasero particolarmente sorpresi dalla cosa. La Janssen, invece, era a conoscenza del destino che sarebbe stato riservato al suo ruolo. Il regista Bryan Singer, infatti, decise di far morire il personaggio a riprese già iniziate, ma volle farlo sapere solo all’attrice. Lei era infatti l’unica a sapere di questo cambio di programma, ma sapeva anche il personaggio sarebbe poi tornato nel terzo film sotto altre spoglie.

Famke Janssen marito

5. Ha condotto diverse ricerche per il suo personaggio. Nel terzo film della trilogia, infatti, Jean Grey torna in vita con la pericolosa personalità di Fenice. Per poter rappresentare la scissione presente nel personaggio, che si ritrova divisa tra l’una e l’altra parte di sé stessa, l’attrice condusse diverse ricerche sui disturbi della personalità e sulla dissociazione psicologica. Così facendo, ha avuto modo di comprendere in modo più accurato i conflitti della mutante, riuscendo a darne una più convincente interpretazione.

Famke Janssen: chi è suo marito

4. Era sposata con un regista. Nel 1995, quando doveva ancora ottenere i primi successi cinematografici, l’attrice sposò il regista Tod “Kip” Williams. Questi è oggi noto per aver diretto nel 2010 il film Paranormal Activity 2. La coppia rimase sposata per cinque anni, fino al 2000, anno in cui divorziarono. Durante questo tempo, i due mantennero la propria vita personale piuttosto riservata, evitando di incorrere nell’esposizione mediatica portata dai loro rispettivi mestieri. Gli stessi motivi della loro separazione non sono stati resi noti, anche se diverse voci parlano di differenze inconciliabili.

Famke Janssen: il suo fisico

3. Ha lavorato come modella. Prima di diventare un’affermata attrice, la Janssen è stata una nota modella nei Paesi Bassi. Qui ha infatti iniziato lavorando per nomi come Chanel e Victoria’s Secret. Successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove continua per un po’ l’attività prima di dedicarsi al cinema. A renderla celebre come modella l’ha certamente aiutata il suo fisico prorompente, le cui misure sono attestate a 92-61-92. La sua presenza scenica e il suo carisma le hanno poi permesso di distinguersi dalle tante altre modelle incontrate negli anni.

Famke Janssen: oggi

2. Ha nuovi progetti in arrivo. L’attrice ha confermato di essere attualmente impegnata nella lavorazione di due nuovi lungometraggi per il cinema. Il primo di questi è il thriller action Way Down, dove recita nel ruolo di Margaret accanto all’attore Freddie Highmore. Sarà poi una duchessa nel film Redeeming Love, basato sull’omonimo romanzo di carattere storico ambientato intorno al 1835. Con questi progetti l’attrice avrà modo di tornare all’attenzione del grande pubblico, dando prova di nuove carismatiche interpretazioni.

Famke Janssen: età e altezza

1. Famke Janssen è nata ad Amstelveen, in Olanda, il 5 novembre del 1964. L’attrice è alta complessivamente 182 centimetri.

Fonte: IMDb

Il Labirinto del Fauno: la trama, il libro e la spiegazione del film

Considerata la più bella tra le favole di Guillermo Del Toro, Il Labirinto del Fauno è ricco di magia, amore e speranza, ma non manca anche la sofferenza, il dolore e la paura, elementi dati dal contesto storico in cui il film è ambientato. Il regista, come suo solito, rielabora un dato periodo arricchendolo di elementi fantastici, sempre simbolici e funzionali al racconto. Con questo film del 2006, uno dei suoi più apprezzati e premiati, egli porta lo spettatore nel bel mezzo della guerra civile spagnola. La pellicola, insieme al precedente La spina del diavolo, fa infatti parte di un duologia informale ambientata proprio in tale contesto.

La storia del film si è formata nella mente del suo autore nel corso di oltre vent’anni. Per tutto questo tempo, infatti, Del Toro ha avuto con sé un prezioso taccuino che riempì di aneddoti, bozzetti e appunti vari. Molto di quanto si ritrova nel suo film proviene da eventi di violenza realmente accaduti davanti ai suoi occhi, come anche da sogni da lui fatti o antiche leggende popolari. Con il tempo, il tutto ha iniziato ad assumere una forma sempre più organica, trovando poi concretezza al momento della scrittura. Questa subì comunque diverse modifiche nel corso del tempo, con il regista che però si batté fino all’ultimo contro i produttori affinché il film venisse realizzato così come l’aveva immaginato lui.

Nonostante fosse un progetto difficile da commercializzare, data l’atmosfera sinistra e la lingua spagnola, il film si rivelò un grande successo di pubblico e critica. A fronte di un budget di circa 19 milioni di dollari, la pellicola riuscì ad incassare globalmente circa 83 milioni. Inoltre, ottenne riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui sei nomination al premio Oscar, dove vinse nelle categoria per la miglior fotografia, miglior scenografia e miglior trucco. Con il tempo, è diventato il titolo più celebre nella filmografia del regista, e ancora oggi è considerato il film dove egli ha potuto meglio infondere tutta la propria affascinante poetica.

Il Labirinto del Fauno: la trama del film

La vicenda del film è ambientata nel 1944, in Spagna, dove sono in corso gli scontri tra i ribelli e i fedeli alla dittatura di Francisco Franco. Tra le fila di questi ultimi vi è il crudele capitano Vidal, che ha il compito di eliminare senza pietà i dissidenti. Questi, situatosi in un avamposto nel bosco, ordina a sua moglie Carmen di raggiungerlo per dare alla luce il loro bambino. La donna porta con sé anche la figlia Ofelia, nata dal precedente matrimonio. Quest’ultima, spaventata dal clima angosciante che abita in quel luogo, inizia a ricercare una fuga dalla realtà nella fantasia. Ben presto, scoprirà che quanto da lei immaginato è più reale del previsto. Durante un’escursione nel bosco, infatti, si ritrova ad entrare in un misterioso e antico labirinto.

Qui, dopo averne percorso le disorientanti vie, si imbatte nel Fauno che vi abita. La creatura si rivela però pacifica, e le confessa una serie di verità su un passato che la bambina non sembra ricordare. Egli sostiene infatti che Ofelia sia la reincarnazione della principessa di un mondo fatato, smarritasi secoli prima. Per poter tornare in quel luogo, e ricongiungersi con la sua vera famiglia, dovrà però superare tre prove. Per lei non sarà facile eseguire quanto richiestole, specialmente alla luce degli eventi che avvengono intorno a lei. Quando il conflitto si farà più acceso, infatti, il tempo per portare a termine la sua missione sembrerà venire meno. Tutto sembra allora perduto, ma un macabro sacrificio potrebbe essere l’unica salvezza per la giovane.

Il Labirinto del Fauno cast

Il Labirinto del Fauno: il cast del film

Il film è interpretato prevalentemente da soli attori spagnoli, poco conosciuti all’estero. Anche per questo i produttori erano preoccupati, non avendo nomi di particolare richiamo su cui puntare. Per Del Toro però, era important dar voce ai personaggi, e non ai volti di chi li interpretava. Procedette così nel ricercare i giusti interpreti. Per il ruolo della piccola Ofelia, in particolare, il regista ricercava un’attrice tra gli 8 e i 9 anni. Dopo aver provinato oltre cento candidate, rimase però colpito dall’allora undicenne Ivana Baquero. Convintosi che fosse la giusta attrice per il ruolo, le assegnò la parte, che riscrisse affinché si adattasse alla sua età. Inoltre, l’attrice ricevette dal regista diversi libri e fumetti di fiabe, con i quali poteva entrare ulteriormente nel ruolo e nel mondo narrato.

Per la fondamentale parte del Fauno e dell’Uomo Pallido, Del Toro si affidò ad un suo storico collaboratore. Questi è l’attore Doug Jones, noto per la sua capacità di dar vita alle creature più strane e incantevoli. Egli aveva già lavorato con il regista per Mimic ed Hellboy, e tornò in seguito a recitare per lui anche in Crimson Peak e La forma dell’acqua. Jones accettò subito il doppio ruolo, ma fu intimorito dal fatto che il film sarebbe stato recitato in sola lingua spagnola. Egli decise allora di sfruttare le cinque ore giornaliere di trucco per imparare i propri dialoghi. Il regista, alla fine, preferì comunque farlo doppiare da un attore spagnolo, ma gli sforzi di Jones resero certamente più semplice il lavoro di questi.

Altro personaggio rimasto celebre del film è quello del capitano Vidal. Del Toro, nonostante la contrarietà dei produttori, offrì la parte all’attore Sergi López, divenuto noto in quegli anni grazie ad alcuni film internazionali. Lopez ottenne la parte un anno e mezzo prima delle riprese del film, ed iniziò così a lavorarvi sopra. Rimase impressionato dalla malvagità del personaggio, considerandolo talmente tanto ben scritto da non dovervi aggiungere altro. Per lui la sfida fu quella di rappresentare la sua natura risultando realistico in questa. Gli fu anche difficile comprendere le sue motivazioni, cosa che gli rese naturalmente complesso il processo di immedesimazione.

Il Labirinto del Fauno: la spiegazione del film

Il Labirinto del Fauno è una favola, e va guardato tenendo bene a mente questo principio. Ciò non significa però che quanto avviene nel film sia frutto dell’immaginazione della protagonista, ma l’esatto opposto. Per Del Toro, infatti, era importante lasciare una serie di indizi che permettessero di capire la realtà di quanto avviene alla protagonista, e lo stretto rapporto che c’è tra il mondo magico e quello terrestre infestato dai conflitti bellici. Sapendo ciò, ci si può approcciare alla visione con occhi diversi, specialmente in vista di quanto avviene nello svolgersi della narrazione.

Tra le tante tematiche trattate, il regista si è in particolare concentrato sul concetto di immortalità e sulla necessità di guadagnarsi tale possibilità. Alla giovane protagonista vengono infatti richieste tre prove da superare se vuole tornare nel suo regno incantato. Le prove, come suggerisce lo stesso fauno, sono pensate per stabilire se l’essenza della principessa non sia andata perduta, e non sia quindi diventata una mortale. Per quanto Ofelia si trovi a disubbidire a molte delle raccomandazioni del fauno, fallendo di conseguenza le proprie missioni, ella dimostra invece quanto si sperava. La disobbedienza, che per il regista è una virtù, è infatti ciò che le permette di manifestare le proprie qualità.

Lo scopo delle prove, infatti, si rivela essere non il recuperare ciò che il fauno le chiede, quanto prendere delle decisioni difficili se messa alle strette. Quando le viene chiesto di uccidere per avere salva la propria anima, Ofelia preferisce sacrificare sé stessa, e così facendo le viene concessa l’immortalità. Alla luce di ciò, Del Toro sembra dunque raccontare la necessità di perseguire la disobbedienza in un mondo di regole dittatoriali, e, ancor di più, di agire secondo una morale umana, caritatevole, volta al bene. Solo perseguendo tali valori, infatti, si può pensare di sconfiggere il male, incarnato nel film dai feroci fascisti spagnoli.

Il Labirinto del Fauno significato

Il Labirinto del Fauno: il libro, i premi, il trailer e dove vedere il film in streaming

Da sempre legato al film e alla sua storia, Del Toro non manca mai di tornarvi su, approfondendone aspetti e dettagli. Nel 2019, inoltre, ha annunciato la pubblicazione di un’antologia di racconti che permetteranno di approfondire ed espandere la mitologia alla base del film. Il libro viene scritto dallo stesso Del Toro insieme alla scrittrice Cornelia Funkle, celebre per i suoi racconti di genere fantasy e d’avventura. Pubblicato poi in Italia nell’ottobre dello stesso anno, il libro è diventato un oggetto particolarmente imperdibile per i fan del film, che potranno grazie a questo conoscere molti retroscena sulle fiabe narrate o accennate nel lungometraggio.

Come anticipato in apertura, il film è stato accolto con grande entusiasmo a livello globale, ed è indicato come uno dei migliori film del 2006. Presentato inizialmente all’interno del concorso ufficiale del Festival di Cannes, il film è stato poi protagonista della stagione dei premi di quell’anno, arrivando infine a vincere i già citati tre premi Oscar. Prima di ciò, però, Il Labirinto del fauno fece incetta di vittorie anche al premio Goya (gli Oscar spagnoli), dove si aggiudicò 7 premi su 13 nomination. Si annoverano anche 3 BAFTA Awards su 8 nomination, e 8 Ariel Award (gli Oscar messicani) su 12 nomination. Numerosissimi sono poi i riconoscimenti ricevuti dai premi dedicati al cinema di genere fantasy.

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il Labirinto del Fauno è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb, ScreenRant

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, nuovo trailer

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Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, nuovo trailer

Netflix ha diffuso il nuovo trailer di Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, il nuovo film di animazione originale diretto dal leggendario animatore e regista premio Oscar Glen Keane, che sarà disponibile dal 23 ottobre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria una co-produzione Pearl Studio e Netflix, vede come produttrici le celebri Gennie Rim e Peilin Chou. Nella versione originale del film, la voce della giovane protagonista Fei Fei è dell’attrice rivelazione Cathy Ang. Il voice cast originale vede inoltre la presenza di Phillipa Soo (Chang’e), Robert G. Chiu (Chin), Ken Jeong (Gobi), John Cho (Papà), Ruthie Ann Miles (Mamma), Margaret Cho (Zia Ling), Kimiko Glenn (Zia Mei), Artt Butler (Zio) e Sandra Oh (Signorina Zhong).

Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, la trama

Una brillante ragazzina, spinta dalla determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce una navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare l’esistenza della leggendaria dea che vi abita.

Una volta atterrata, rimane coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro popolato da creature fantastiche. Diretto dal leggendario animatore Glen Keane e prodotto da Gennie Rim e Peilin Chou, “Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria” è un’emozionante avventura musicale che racconta la capacità di andare avanti, l’accettazione di novità inattese e il potere dell’immaginazione.

  • Regista: il premio Oscar Glen Keane (Dear Basketball)
  • Produttori: Gennie Rim (Gli Incredibili, Cars, Ratatouille e Up), Peilin Chou (Mulan, Romy & Michelle, Il piccolo yeti)
  • Autore: Audrey Wells (The Hate U Give)
  • Co-regista: il premio Oscar John Kahrs (Paperman)
  • Produttori esecutivi: Janet Yang (The Joy Luck Club), Glen Keane, Ruigang Li, Frank Zhu, Thomas Hui
  • Musiche di: Christopher Curtis (Chaplin), Marjorie Duffield, Helen Park (KPOP)
  • Compositore: il premio Oscar Steven Price (Gravity)
  • Scenografa: Céline Desrumaux

 

 

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Pluto: storia e curiosità sull’adorabile amico di Topolino

Nel magico mondo Disney, uno dei personaggi più amati soprattutto dai più piccoli è Pluto, l’adorabile e dolcissimo cane, compagno d’avventure di Topolino e soci. Migliore amico dell’uomo, e nello specifico anche del ‘topo’, Pluto si trova spesso coinvolto in bizzarre e divertenti situazioni ed è sempre pronto ad aiutare il suo padroncino dalle orecchie giganti e i suoi amici. Ma cosa sappiamo di Pluto e della sua storia nell’universo Disney?

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Pluto, il cane di Topolino nonché uno dei più famosi personaggi della Disney.

Pluto Disney: la genesi del suo personaggio

La genesi del personaggio di Pluto è assai complessa e affonda le sue radici molto in profondità. Un primissimo prototipo di cagnolino simile a Pluto risale al 1930, anno d’uscita del cortometraggio animato dal titolo Fuga di Topolino (in inglese The Chain Gang). In questo corto, il cane in questione è però molto diverso da quello targato Disney a cui siamo abituati; si tratta infatti di un chien de Saint-Hubert, una particolare razza canina vicina a quella di Pluto ma non esattamente la stessa. Inoltre, nel corto, questo cagnolino non è affatto il migliore amico di Topolino ma bensì il segugio che gli dà la caccia dopo la sua evasione.

Più somigliante al Pluto che tutti conosciamo e amiamo è invece il cagnolino del cartone animato Il Picnic di Topolino, sempre datato 1930. In questo caso specifico, il cane del cartone si chiama Rover e appartiene alla dolce Minnie. Nonostante i miglioramenti apportati dagli animatori, quello de Il Picnic di Topolino è ancora una versione abbozzata di Pluto ma, questo tentativo è l’ennesimo passo verso la giusta direzione.

https://youtu.be/_KcO96pJjPY

Soltanto un anno più tardi, nel 1931, finalmente compare la prima immagine completamente formata di Pluto in Topolino a Caccia. In questo cartone animato, il cagnolino Rover cambia aspetto e nome e diventa Pluto, compagno di Topolino che diventa suo amico e padroncino. Questa trasformazione che sembra così radicale e repentina nei cartoni animati, in realtà nelle strisce a fumetti è molto più lenta e graduale.

L’incontro tra Pluto e Topolino

Nei fumetti dedicati al mondo Disney di quegli anni, si assiste all‘incontro tra Pluto e Topolino, episodio che addirittura viene raccontato in due versione differenti. La prima apparizione di Pluto è nella storia a fumetti intitolata Topolino Domatore e Saltimbanco in cui il cane vede per la prima volta Topolino mentre insegue un criminale che ha rapito una fanciulla indifesa.

A distanza di pochi giorni dalla pubblicazione della sua prima apparizione, il cagnolino Disney compare nuovamente nelle strisce a fumetti dal titolo Pluto The Pup. In questi fumetti, pubblicati orientativamente dall’8 al 18 luglio del 1931, lo vediamo attirato da Topolino che sta mangiando un enorme gelato che quest’ultimo sta portando alla sua bella Minnie. Pluto comincia a seguire Topolino e, al momento giusto, si avventa sul gelato divorandolo in un morso solo. Nonostante i suoi tentativi di sbarazzarsi del cane, Topolino alla fine non può fare altro che adottare Pluto e portarlo via con se.

Dopo questi due incontri casuali, il 10 gennaio del 1932 il cagnolino divora gelati entra ufficialmente a far parte della squadra Disney. Questa data segna infatti il suo esordio nelle strisce domenicali a fumetti della Disney; in questo particolare episodio, Pluto è inseguito da un malvagio accalappiacani ma viene poi salvato dal suo fedele padrone Topolino. Da quel momento in poi, il suo personaggio comincia comparire sempre più spesso nei fumetti Disney fino a quanto, dal 7 febbraio 1932, diventa una presenza ricorrente.

Nel 1932 la Disney, quindi, presenta questo nuovo personaggio non con il vecchio nome di Rover. Sembra che gli animatori abbiano voluto catturare l’attenzione del pubblico dando al loro nuovo cagnolino il nome del nuovo pianeta appena scoperto. Nel 1930, infatti, l’astronomo Clyde Tombaugh scoprì l’allora nono pianeta Plutone, in inglese Pluto.

Pluto e Pippo: uguali ma diversi

Pluto, simile nell’aspetto a un cane di razza bracco, di colore giallo ocra e con una sottile coda nera, è uno dei pochissimi personaggi Disney a non parlare e a non avere caratteristiche antropomorfe. Quasi tutti i componenti della squadra Disney dei primi anni, sono infatti animali ma con tratti umani e in grado di parlare. Uno dei pochi personaggi borderline è Paperino che, pur essendo in grado di comunicare, fa fatica a farsi capire.

Negli anni il cane resta sempre un personaggio minore all’interno dell’universo Disney eppure anche per lui non mancano di certo i momenti di gloria. Nel 1933, ad esempio, diventa il protagonista del corto Pluto L’amico di Topolino. In questa piccola fiaba, il cane salva un dolce gattino che, adottato da Topolino, sembra attirare su di se tutte le attenzioni di quest’ultimo. Sul finale, il cucciolone si redime, supera la sua gelosia e accetta la presenza del nuovo membro della famiglia. Questa è in assoluto la prima volta in cui Pluto ruba, per così dire, la scena a Topolino, fino a quel momento unico protagonista.

Da quella prima apparizione nel 1932, Pluto diventa un personaggio ricorrente e comincia a interagire sempre di più con gli amici di Topolino come Minnie, Paperino, Clarabella e Pippo. In particolare, è proprio l’interazione tra Pluto e Pippo a generare confusione nel pubblico. Gli spettatori sono convinti che entrambi siano dei cani ma mentre Pippo ha sembianze umane e può parlare, l’altro è semplicemente un buffo animale da compagnia.

A chiarire le idee è stato Bill Farmer, voce originale di Pippo, in un’intervista per Yahoo!.

“Non è un cane […] Pippo appartiene alla famiglia canina allo stesso modo di un lupo, che non è un cane. Però entrambi sono dentro la famiglia canina.”

I cartoni di Pluto

Tutti i cartoni di Pluto, così come di tutti gli altri personaggi della Disney, sono disponibili in streaming solo sulla piattaforma a pagamento di Disney Plus.

Fonte: Wiki,

Sky Original: annunciati i nuovi progetti per il cinema e la tv

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Sky Original: annunciati i nuovi progetti per il cinema e la tv

Storie uniche, originali, interpretate dai volti più popolari e premiati di grande e piccolo schermo e raccontate da alcuni degli autori più apprezzati di cinema e TV. Ai blocchi di partenza le nuove grandi storie targate Sky Original, su Sky e NOW TV a partire dal prossimo anno. Crime drama, comedy, produzioni di genere, storie ispirate a fatti di cronaca rimasti nella memoria storica dell’intero Paese: tutte all’insegna del talento, davanti e dietro la macchina da presa, e accomunate da una forza espressiva che fa di questi progetti storie in grado di arrivare a tutti.

Storie italiane pronte ad appassionare anche il pubblico internazionale grazie a Sky Studios, l’hub  pan-europeo di produzione e sviluppo nato poco più di un anno fa, attualmente al lavoro su oltre 50 progetti scripted targati Sky Original e attraverso cui Sky si è impegnata a raddoppiare, da qui al 2024, il proprio investimento in titoli originali.

Sono appena partite le riprese di ALFREDINO – UNA STORIA ITALIANA, con Anna Foglietta nei panni di Franca Rampi, madre del piccolo Alfredo, caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, nel 1981, e rimasto nel cuore e nella memoria di tutti anche grazie a una – per quei tempi – inedita copertura mediatica.

Come annunciato pochissimi giorni fa, primo ciak fra la fine del 2020 e l’inizio del nuovo anno per IL RE,  il primo prison drama italiano, con Luca Zingaretti – fra gli attori più amati del cinema e della TV italiani – in un ruolo oscuro e controverso, quello del direttore di un carcere di frontiera dove non vige alcuna legge al di fuori della sua.

Riprese al via a ottobre per RIDATEMI MIA MOGLIE, comedy che riunisce, per la prima volta in tv dopo tanti successi al box office, Fabio De Luigi e Alessandro Genovesi, davanti e dietro la macchina da presa dell’adattamento della produzione BBC I Want My Wife Back.

Una storia originale è CHRISTIAN, racconto di genere fra sovrannaturale e supereroistico, con Edoardo Pesce nei panni dello scagnozzo di un boss della Roma di periferia. Christian “mena le mani”, fino a quando un giorno non prenderanno a fargli male e a sanguinare: sono stimmate, con cui farà miracoli.

Produzioni che vanno ad arricchire ulteriormente una line-up straordinaria, di grande varietà, fatta dei titoli Sky Original annunciati negli ultimi mesi: la prima serie TV dei visionari e talentuosi GEMELLI D’INNOCENZO, attualmente in fase di scrittura, che sarà la prima in-house production Sky Studios per l’Italia, seguita da BLOCCO 181, ambientata tra le comunità multietniche della Milano di periferia, con un artista come Salmo produttore creativo e musicale nonché attore; ANNA, la seconda serie TV per Sky (dopo il successo de Il Miracolo) di Niccolò Ammaniti le cui riprese si concluderanno a giorni; DOMINA con Kasia Smutniak, protagonista di un dramma storico più attuale che mai nonostante l’ambientazione nell’Antica Roma, con Isabella Rossellini e Liam Cunningham e un grande cast internazionale; SPERAVO DE MORÌ PRIMA, la serie su Francesco Totti con Pietro Castellitto – appena premiato a Venezia per la miglior sceneggiatura per I Predatori, suo esordio alla regia – nei panni del leggendario numero 10 della Roma. E ancora A CASA TUTTI BENE, la prima serie TV firmata da Gabriele Muccino, reboot dell’omonimo film campione d’incassi del regista; e l’attesissima quinta stagione di GOMORRA, con il ritorno in scena di Marco D’Amore nei panni di Ciro l’Immortale, di nuovo accanto a Genny (Salvatore Esposito), nel cast insieme ad Arturo Muselli nei panni di Enzo Sangue Blu e Ivana Lotito in quelli di Azzurra Avitabile.

E ancora, dopo il successo della prima stagione, sono attualmente in fase di scrittura i nuovi episodi di DIAVOLI, il thriller finanziario con Alessandro Borghi, Kasia Smutniak e Patrick Dempsey. Inizio riprese previsto per l’anno prossimo.

Se queste sono le serie Sky Original in arrivo a partire dal prossimo anno, gli ultimi mesi del 2020 saranno all’insegna di produzioni firmate da grandi autori: WE ARE WHO WE ARE di Luca Guadagnino, una storia sui misteri dell’adolescenza e sulla ricerca dell’identità, già acclamata dalla critica americana, ambientata in una base militare americana in Italia, dal 9 ottobre su Sky e NOW TV; ROMULUS, creata e diretta da Matteo Rovere che fra storia e leggenda ricostruisce il mito fondativo della nascita di Roma, in programma a novembre.

Prossimamente su Sky anche la grande commedia italiana: COPS – UNA BANDA DI POLIZIOTTI, con un talentuoso cast corale in due storie dirette da Luca Miniero, regista di Benvenuti al Sud, uno dei maggiori successi del cinema italiano degli ultimi anni; e il ritorno dell’amatissimo BARLUME, per due nuove storie – ancora dirette da Roan Johnson – che vedono il ritorno di tutto il cast, da Filippo Timi, Lucia Mascino e Alessandro Benvenuti fino a Enrica Guidi, Stefano Fresi, Corrado Guzzanti.

Oltre alle produzioni italiane, Sky continua a produrre sempre più contenuti in tutti i Paesi in cui è presente: gli Studios raddoppieranno il numero di Original tedesche, fra queste le nuove Funeral for A Dog, Ich und die Anderen e Souls nonché l’esplosivo documentario sullo scandalo Wirecard. E continuano a riscuotere l’entusiasmo di critica e pubblico anche le produzioni Sky Original inglesi, come l’imminente The Third Day (su Sky e NOW TV dal 19 ottobre) con Jude Law e Naomie Harris, la prossima Intergalactic, o le nuove stagioni di Britannia, Code 404 o A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe.

Scarlet Witch: le migliori battaglie di Wanda nel MCU

Scarlet Witch: le migliori battaglie di Wanda nel MCU

Wanda Maximoff è uno dei personaggi più potenti – se non il più potente – finora conosciuti grazie all’Universo Cinematografico Marvel. Ha fatto il suo debutto nella Fase 2 del franchise ed è diventata rapidamente una delle protagoniste principali della trama legata ai Vendicatori. Avrà un ruolo chiave anche nelle prossime fasi, con progetti come WandaVision, che si dice la vedrà entrare ufficialmente nel ruolo di Scarlet Witch. Nonostante la maggior parte dei riflettori sul campo di battaglia siano stati dati ai Vendicatori originali, Wanda ha già dimostrato il suo valore come membro del team e la sua forza come personaggio più e più volte. Screen Rant ha raccolto i 10 migliori contributi di Wanda alle numerose battaglie che abbiamo visto nel MCU:

Avengers Facility (Captain America: Civil War)

Ciò che mancava a questa battaglia in termini di dimensioni e posta in gioco, viene compensato con la tensione. Il conflitto tra Visione, Occhio di Falco e Wanda in questa scena è stata la prima delle battaglie di Civil War in cui i Vendicatori avrebbero combattuto l’uno contro l’altro. È diventato subito chiaro che Clint avrebbe perso se Wanda non fosse intervenuta per aiutarlo, cosa che ha fatto, rivoltandosi contro Visione.

Il suo ruolo nella battaglia è stata la manifestazione della sua decisione di ribellarsi agli Accordi con il resto del team di Capitan America. Molti fan ritengono sia stata una decisione sbagliata per il suo personaggio, considerando anche la sua storia a quel momento nel film.

Seoul, South Korea (Avengers: Age Of Ultron)

La scelta che Wanda fa in questa battaglia rappresenta un altro punto di svolta per il suo personaggio. All’inizio venne reclutata da Ultron per aiutarlo a distruggere i Vendicatori, cosa che la convince che renderà il mondo un posto migliore e più sicuro. Dopo aver visto che la sua vera intenzione è porre fine non solo ai Vendicatori ma a tutta l’umanità, abbandona il suo piano.

Invece di scappare, lei e Pietro combattono contro Ultron per salvare Captain America e una folla di persone da un treno che attraversa la città, permettendo agli altri Vendicatori di ottenere la Culla con la Gemma della Mente.

Lagos, Nigeria (Captain America: Civil War)

Il suo ruolo nella battaglia di Lagos è stato un momento decisivo non solo per lei ma per l’intera squadra. La missione, sebbene intesa a sottomettere un’arma chimica nelle mani di Crossbones, si concentra su Wanda e sul suo addestramento come Vendicatore. Cerca di contenere il gas velenoso quando Rumlow lo rilascia, ma lo guida accidentalmente in un edificio pieno di soccorritori del Wakanda.

L’errore che commette serve a ricordare quanto sia giovane e inesperta, nonostante sia uno dei più potenti Vendicatori. Questa è una nota importante da sottolineare prima che la sua storia nel MCU continui e la porti ad ottenere un ruolo più importante.

Scozia (Avengers: Infinity War)

Dopo che Visione è gravemente ferito, Wanda li difende entrambi e riesce quasi a sfuggire a due dei guerrieri di Thanos. Non si tira indietro nemmeno quando Visione le dice di andarsene. Restando per proteggere la persona che ama, protegge anche la Gemma della Mente, che finisce per dare ai Vendicatori la loro ultima speranza di fermare Thanos.

La parte iniziale della battaglia nelle strade della città potrebbe essere vista come un precursore della sua parte nella battaglia finale di Infinity War. È probabile che avrebbe potuto vincere la battaglia da sola, ma gli aggressori si ritirano dopo che Captain America, Occhio di Falco e Vedova Nera intervengono per aiutarla.

Base dell’HYDRA, Sokovia (Avengers: Age Of Ultron)

Anche Wanda era stata inizialmente presentata brevemente durante la scena post-credits di Captain America: The Winter Soldier, la battaglia iniziale in Age of Ultron è la prima a mostrare le sue abilità in combattimento. È presumibilmente la prima volta che Wanda usa i suoi poteri in modo offensivo.

Dopo che lei e Pietro hanno disorientato i Vendicatori mentre prendono d’assalto la base dell’HYDRA, Wanda fa capolino nella mente di Tony e vede le sue paure relative alla fine del mondo. Invece di riprendersi lo scettro, ha abbastanza lungimiranza per prevedere che userà lo strumento per trasferire l’incubo su di lui.

Salvage Yard, Costa Africana (Avengers: Age Of Ultron)

Wanda incontra i Vendicatori per la seconda volta su una nave che contiene il vibranio di cui Ultron ha bisogno per costruire la sua arma che distrugge il mondo. Simile al modo in cui aveva dato a Tony un anticipo delle sue peggiori paure durante il loro primo incontro, usa i suoi poteri di manipolazione mentale anche contro Thor, Steve, Natasha e Banner.

Lo sforzo mette alla prova i limiti dei suoi poteri; sembra infatti assorbire i ricordi e le allucinazioni che provoca. È possibile che questo viaggio nelle loro menti abbia modellato la sua prospettiva, le abbia fatto capire che i Vendicatori non erano le persone malvagie che credeva fossero, e potrebbe anche aver influenzato la sua successiva decisione di unirsi a loro.

La città di Sokovia (Avengers: Age Of Ultron)

Se la battaglia a Seoul è dove Wanda decide di fidarsi dei Vendicatori, Sokovia è dove i Vendicatori decidono di fidarsi di lei. È la prima volta che diventa veramente parte della squadra, le loro intenzioni si allineano dall’inizio alla fine. Questa accettazione è simboleggiata da Clint, che aveva minacciato la sua vita solo poche ore prima, facendole un discorso di incoraggiamento e assicurandole che faceva parte della squadra.

È anche la prima volta che vediamo tutta la portata delle sue capacità telecinetiche, dal momento che le sue precedenti battaglie si erano concentrate solo sui suoi poteri ipnotici. Elimina orde di sentinelle di Ultron in pochi secondi ed è abbastanza ben equipaggiata da proteggere da sola il nucleo di vibranio.

Avengers Facility (Avengers: Endgame)

È importante ricordare che durante questa battaglia in Endgame, Wanda – come metà dei suoi compagni – era morta a causa dello schiocco, e l’ultimo frammento di coscienza nella sua memoria includeva la perdita contro Thanos e Visione che veniva ucciso davanti a lei. È giusto presumere che si sentisse giustamente vendicativa per quanto accaduto, non solo per la sua temporanea scomparsa, ma anche per la morte dell’amore della sua vita.

Il suo confronto con Thanos è ciò che lo motiva a spendere tutte le risorse del suo esercito. Non si tira indietro quando ha l’opportunità di sparare alla versione del 2012 del cattivo, che rivela di non sapere lei chi sia. “Lo saprai” risponde lei, lacerando la sua armatura e indebolendolo.

Aeroporto, Germania (Captain America: Civil War)

Nonostante non abbia un ruolo grandissimo in questa scena già ricca di eroi, i combattimenti di Wanda riflettono ciò che lei crede essere la rettifica delle sue azioni catastrofiche a Lagos. Probabilmente la più potente del gruppo, è la principale difesa del Team Captain America contro Visione.

Preservarla durante la Civil War segna una sorta di rito di passaggio per lei come personaggio e membro della squadra: smette di essere una ragazzina e una tirocinante, e inizia il suo viaggio come entità autonoma. 

Wakanda (Avengers: Infinity War)

Lasciata all’inizio a proteggere Visione e la Gemma della Mente, Wanda capisce presto che la sua squadra ha un disperato bisogno di aiuto sul campo. Entra così in azione, dove elimina una parte enorme dell’esercito di Thanos. Sulla via del ritorno, viene interrotta da Proxima Midnight, così Natasha e Okoye corrono in suo aiuto.

Ciò che rende davvero il culmine della battaglia tra lei e Thanos è che Wanda è l’unica a non essere immediatamente sconfitta dal titano mentre brandisce le Gemme. Con una mano lo tiene lontano da Visione, mentre con l’altra distrugge la Gemma della Mente.

Festa di Roma 2020: Sidney Poitier e Paul Newman sul poster #RFF15

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Sidney Poitier e Paul Newman sono i protagonisti dell’immagine ufficiale della quindicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 15 al 25 ottobre 2020 presso l’Auditorium Parco della Musica con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma presieduta da Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via.

La foto, scattata in occasione delle riprese di Paris Blues di Martin Ritt (1961), film candidato all’Oscar® per la Miglior colonna sonora firmata da Duke Ellington, rappresenta un omaggio a due icone della storia del cinema. Il senso di complicità, la gioia di stare insieme, la condivisione delle esperienze, il valore della collaborazione umana e artistica sono il beat della Festa del Cinema 2020.

Ho fortemente voluto questa immagine per la quindicesima edizione – ha detto Antonio Monda – È una foto che celebra il glamour del grande cinema, l’idea di festa che ho cercato di comunicare sin dalla prima edizione che ho avuto il privilegio di dirigere e, mai come in questo periodo, il senso di comunione e amore interraziale”.

Festa di Roma 2020 – il poster

Tom Cruise e Doug Liman pronti a “volare nello spazio” nel 2021

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Tom Cruise e Doug Liman pronti a “volare nello spazio” nel 2021

Spider-Man: 10 villain dei fumetti non apparsi ancora al cinema

Spider-Man: 10 villain dei fumetti non apparsi ancora al cinema

Sebbene Spider-Man sia il personaggio più popolare della Marvel, non tutti i suoi incredibili cattivi sono ancora arrivati ​​sul grande schermo. Insieme a quello di Batman della DC, potremmo dire che l’universo dell’Uomo Ragno presenta la migliore schiera di antagonisti rispetto a qualsiasi altro supereroe dei fumetti. Nei prossimi decenni, è molto probabile che molti di questi cattivi faranno il loro debutto sul grande schermo. Dopo tutto, Marvel e Sony non possono continuare a proporre gli stessi vecchi cattivi in eterno. ComicBook ha stilato una lista di 10 celebri nemici di Spider-Man che non sono ancora apparsi al cinema:

Gli Esecutori

Questa squadra composta da tre mafiosi è stata una spina nel fianco di Spider-Man per un bel po’ di tempo all’inizio della storia del personaggio nei fumetti. Spesso assunti da Granduomo, questi cattivi hanno dato parecchio filo da torcere a Spidey.

I tre membri de Gli Esecutori sono Fancy Dan, Ox e Montana. Ognuno di questi cattivi può tormentare Spidey attraverso modi che oseremo definire unici: Dan con la sua esperienza nelle arti marziali e la sua rapida agilità, Ox con la sua incredibile forza e Montana con il suo lazo di fiducia e l’incredibile capacità nell’usarlo. 

Man-Wolf

John Jameson, figlio di J. Jonah Jameson, ha una storia piuttosto contorta all’interno della tradizione di Spider-Man. Dopo aver trovato – ed essersene accidentalmente impossessato – una gemma magica e misteriosa, John è diventato il cattivo noto come Man-Wolf.

J. Jonah Jameson è ora uno dei personaggi cinematografici più iconici di Spider-Man grazie alla meravigliosa interpretazione offerta da J.K. Simmons. Avere un film in cui Jameson è emotivamente legato al cattivo, cioè suo figlio, sarebbe qualcosa di assolutamente nuovo ed eccitante per il franchise dell’Uomo Ragno.

Testa di Martello

Questo boss della mafia e la sua testa d’acciaio hanno causato a Spidey parecchi problemi negli ultimi decenni. Testa di Martello potrebbe non adattarsi al classico profilo dei cattivi di Spider-Man – che tipicamente sono a “tema” animale – ma è comunque abile e scaltro come il resto di loro.

Già nei videogiochi Testa di Martello è stato uno degli antagonisti principali. Per tutti quei fan che hanno sempre pensato che il personaggio sarebbe potuto essere un ottimo supercriminale sullo schermo, il suo aspetto nel gioco ha tolto qualsiasi tipo di dubbio. Non c’è che dire: sarebbe davvero un grande cattivo al cinema. 

Hydro-Man

In un certo senso, Moris Bench è apparso in un film di Spider-Man, anche se in senso canonico. In Spider-Man: Far From Home, uno dei mostri che Mysterio crea è basato proprio sull’Hyrdo-Man dei fumetti. Tuttavia, non è altro che un’illusione, mentre Hydro-Man nei fumetti è un personaggio reale a tutti gli effetti.

Se i film di Spider-Man riuscissero a far debuttare una versione dei Sei Sinistri sullo schermo, Hydro-Man sarebbe senza alcun dubbio una grande aggiunta alla squadra. I suoi poteri sono davvero unici rispetto a qualsiasi altro cattivo di Spidey. Questo lo aiuterebbe davvero a distinguersi dalla massa.

Mister Negativo

Anche se la stragrande maggioranza dei grandi cattivi di Spider-Man è stata creata decenni fa, c’è un gruppo ristretto di nuovi villain che ha debuttato negli ultimi anni che si è davvero distinto rispetto alla più ampia schiera di antagonisti. Mister Negativo è certamente uno di questi.

Essendo uno dei principali antagonisti nei gioco Spider-Man per PS4, Mister Negativo ha dimostrato di possedere la profondità del personaggio necessaria per essere un grande antagonista principale per qualsiasi iterazione live-action. Per non parlare dei suoi poteri: visivamente unici, rappresentano un enorme ostacolo da superare per Spider-Man.

Lapide

Lapide è un altro boss del crimine con cui Spider-Man si è dovuto scontrare nei fumetti. A differenza di molti altri, tuttavia, ha un’incredibile superforza e una pelle indistruttibile, che lo rendono un avversario piuttosto formidabile per Spidey contro cui combattere, sia intellettualmente che fisicamente.

Nella serie animata The Spectacular Spider-Man, Lapide viene usato come sostituto di Kingpin, dal momento che a quest’ultimo non è stato permesso di apparire nella serie. Lapide è stato un ottimo sostituto e siamo certi che se avesse interpretato lo stesso ruolo in un film campione d’incassi sarebbe stato altrettanto avvincente.

Camaleonte

Il primo supercriminale che Spider-Man ha affrontato nei fumetti Marvel non era altro che Camaleonte. Maestro del travestimento, Camalentone non ha mai avuto poteri appariscenti, ma continua a dimostrarsi uno dei più grandi nemici di Spidey.

Un film con Camaleonte come principale antagonista sarebbe certamente un prodotto non convenzionale. Questo è esattamente il motivo per cui funzionerebbe, perché i film di supereroi al giorno d’oggi sono quasi obbligati a rompere gli schermi e cercare di proporre qualcosa di nuovo.

Hobgoblin

Per un lungo periodo durante gli anni ’70, Hobgoblin è stato il principale antagonista di Spider-Man. Rubando la tecnologia che Norman Osborn usò per diventare Green Gobin, Hobgoblin si dimostrò un nemico altrettanto formidabile sotto diversi punti di vista.

Sebbene il MCU non abbia ancora mostrato la sua versione del Green Goblin, sarebbe divertente se i fan potessero vedere anche Hobgoblin apparire nell’universo condiviso. Ned Leeds, il migliore amico di Peter nei film, era in realtà uno degli Hobgoblin nei fumetti, quindi forse potrebbe esserci una svolta in tal senso prima o poi…

Scorpione

Nei fumetti J. Jonah Jameson ha finanziato un esperimento che ha dato al detective privato Mac Gargan incredibili poteri simili a quelli di uno scorpione, ma invece di tenerli per sempre, Gargan li ha usati per diventare uno dei supercriminali più pericolosi dell’Universo Marvel.

In natura, gli scorpioni cacciano i ragni e sono molto più forti delle loro controparti aracnide. Questo era il motivo per cui Jameson e Gargan volevano ricreare i poteri di uno scorpione per la trasformazione di Gargan. Ciò lo rende l’esemplare perfetto per affrontare un superumano con poteri da ragno.

Kraven il Cacciatore

Kraven il Cacciatore è di gran lunga il miglior cattivo di Spider-Man che deve ancora arrivare sul grande schermo. Si dice che Kraven sarà il principale antagonista di Spider-Man 3, ma al momento non ci sono ancora conferme.

Durante la sua “carriera”, Kraven è sempre stato alla ricerca della prossima preda da conquistare, possibilmente più grande della precedente. Alla fine, per lui, non c’è mai stato bersaglio più grande dello stesso Uomo Ragno. Sfortunatamente per il supercriminale, non ha mai avuto veramente successo.

Tenet: per John David Washington un sequel è possibile

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Tenet: per John David Washington un sequel è possibile

John David Washington, protagonista di Tenet, ha dichiarato che, dal suo punto di vista, il film lascia una porta aperta per un eventuale sequel, sperando di poterlo effettivamente realizzare. L’ultima fatica di Christopher Nolan ha lasciato i fan con più domande che risposte, cosa che non dovrebbe sorprendere considerato l’amore del regista britannico per le trame particolarmente intricate.

Il film, che vede nel cast anche Robert Pattinson ed Elizabeth Debicki, gioca con il concetto di inversione temporale e nonostante la maggior parte della critica lo abbia apprezzato, l’entusiasmo attorno al progetto è stato mitigato dai risultati non proprio soddisfacenti ottenuti dal film al box office globale e dalle difficoltà in cui si trovano al momento le sale di tutto il mondo, in particolare quelle americane, a causa della pandemia di Covid-19.

In una recente intervista con Esquire, Washington ha dichiarato che dal suo punto di vista il finale di Tenet lascia la porta aperta ad un eventuale sequel. Se così sarà, Washington ha dichiarato di volerne essere assolutamente coinvolto. Il finale del film rivela che il suo personaggio, il Protagonista, ha sempre tirato le fila della storia e che nel futuro sarà lui stesso il fondatore dell’organizzazione che dà il titolo al film. Ciò apre naturalmente a tutta una serie di potenziali nuove storie da poter raccontare. Tuttavia, Washington avverte i fan di non volare subito con la fantasia…

“In realtà, non lo so. Chris fa quello che vuole. Forse ha qualcosa che ha sviluppato per anni e che adesso vorrà finalmente fare, forse è stato ispirato da qualcos’altro che ha visto e vuole fare quello… non lo so. Spero comunque che ci riusciremo, spero che potremo esplorare di più a proposito di Tenet, perché penso che abbiamo raccontato qualcosa di veramente unico.” 

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Gli Eroi del Disney’s Animal Kingdom: recensione della serie Disney+

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In genere si sa che i bambini amano molto gli animali, anche solo per il fascino che sulle loro menti inesperte esercitano queste creature, grandi o piccole che siano, così diverse dall’uomo. Non è quindi strano che la Casa di Topolino, realtà che fa dei bambini i principali destinatari dei suoi contenuti, abbia realizzato, in collaborazione con National Geographic, una serie di documentari che raccontano proprio gli animali. In particolare, Gli Eroi del Disney’s Animal Kingdom offre agli spettatori un accesso esclusivo alla magia di due delle attrazioni con gli animali più amate di tutto il mondo, il parco a tema Disney’s Animal Kingdom e The Seas with Nemo & Friends a EPCOT.

La serie di documentari, otto in tutti da circa 40 minuti, arriverà su Disney+ il prossimo 25 settebre, e vede coinvolto, in qualità di voce narrante, l’amatissimo Josh Gad, attore che se ne intende in fatto di prestare la sua voce a produzioni Disney, visto che è lui l’originale doppiatore del pupazzo di neve Olaf, amatissimo comprimario di Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle.

Gli spettatori potranno scoprire non solo alcune delle creature più rare e belle del pianeta, ma, e qui sta l’aggiunta preziosa della serie, la macchina da presa ci porta anche ad incontrare gli esperti nella cura degli animali che hanno stretto dei legami straordinari con gli oltre 5.000 esemplari dei parchi.

Gli Eroi del Disney’s Animal Kingdom, la nuova serie Disney+ e National Georgephic

Maclean, Mac for short, the African Elephant. (Disney)

Infatti, ciascuno degli 8 episodi trasporta lo spettatore nei segreti di ogni parco, svelando i molteplici aspetti della cura degli animali, delle diverse attività e dell’Imagineering, ovvero il braccio di ricerca e sviluppo di The Walt Disney Company, responsabile della creazione, progettazione e costruzione di parchi a tema e attrazioni Disney in tutto il mondo, zoo conpresi.

Celebrando la magnificenza di oltre 300 specie, Gli Eroi del Disney’s Animal Kingdom è un vero e proprio invito ai fan Disney, della natura e degli animali ad immergersi in questo mondo con tutti gli abitanti dei parchi. Tra questi, gli spettatori incontreranno Grace, il nuovo membro del branco dei gorilla. Poi, nella Harambe Wildlife Reserve, ci si ritrova faccia a faccia con la supermamma giraffa Masai, Kenya, fino ad un incontro ravvicinato e personale con l’ippopotamo Gus. Gli spettatori possono viaggiare nella savana per vedere Dakari, il leone africano maschio alfa, regnare sulla sua terra; e incontrare Kinsey, la leonessa alfa, che è la vera capa del branco.

Da un punto di vista tecnico, la serie si avvale di una tecnologia all’avanguardia, tra cui postazioni GoPro costruite su misura, gru di oltre 5 metri e sistemi di telecamere subacquee, per permettere allo spettatore di volare, nuotare, camminare accanto a tutti gli animali. E naturalmente anche allo scopo di omaggiare il lavoro che il personale dei parchi, sotto al marchio Disney, porta avanti, contribuendo a far crescere in reputazione e prestigio il nome dell’azienda.

The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan sul set

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The Falcon and the Winter Soldier: Sebastian Stan sul set

Continuano le riprese di The Falcon and The Winter Soldier, l’attesissima nuova serie Marvel Studios in arrivo nel 2021 che riunirà Sebastian Stan e Anthony Mackie. Nelle nuove foto dal set possiamo vedere Sebastian Stan schizzare in moto:

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The Falcon And The Winter Soldier, la serie tv

The Falcon and The Winter Soldier è la serie di prossima uscita nel quale Anthony Mackie e Sebastian Stan  riprenderanno i loro ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldierè previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War e Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Matrix 4 avrà elementi in comune con la trilogia originale

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Matrix 4 avrà elementi in comune con la trilogia originale

Yahya Abdul-Mateen II, che il grande pubblico ha imparato a conoscere grazie al ruolo del villain Black Manta in Aquaman, figura tra le new entry dell’attesissimo Matrix 4, anche se non sappiamo ancora quale ruolo andrà a ricoprire. In una recente intervista con Collider, l’attore statunitense ha anticipato che il film avrà diversi elementi in comune con la trilogia originale.

Fresco della vittoria dell’Emmy come miglior attore non protagonista grazie all’acclamata miniserie Watchmen e protagonista dell’atteso “sequel spirituale” di Candyman prodotto da Jordan Peele che arriverà in sala il prossimo anno, Yahya Abdul-Mateen II non ha ovviamente potuto rivelare nulla a proposito della storia di Matrix 4 o del suo personaggio nel film, limitandosi a raccontare della sua reazione dopo aver letto la sceneggiatura del film. Proprio per questo, l’attore ha spiegato che, sebbene il nuovo capitolo sarà molto diverso, al tempo stesso condividerà con la trilogia originale tutta una serie di elementi.

“La mia reazione alla sceneggiatura è stata: ‘Wow, al pubblico piacerà davvero. Mi piace questa cosa. Alla gente piacerà davvero’. È diverso ma allo stesso tempo è anche uguale a ciò che abbiamo visto in passato. È come se fosse una miscela molto intelligente di ciò che vogliamo e di ciò che potremmo non sapere di volere.”

I personaggi che collegheranno Matrix 4 ai precedenti capitoli della saga

Matrix 4 promette di presentare forti connessioni con il passato già attraverso il ritorno di Keanu Reeves, Carrie-Ann Moss e di altri membri del cast originale. Tuttavia, sarà anche molto diverso proprio a causa di alcuni vecchi personaggi che non ritroveremo nel nuovo film. A Laurence Fishburne, che ha interpretato Morpheus nella trilogia originale, non è stato chiesto di tornare nel nuovo capitolo, mentre a causa di altri impegni lavorativi Hugo Weaving non ha potuto riprendere il ruolo dell’Agente Smith. Si spera che i nuovi personaggi compensino queste “dolorose” assenze e contribuiscano a rendere questo nuovo film qualcosa di veramente speciale.

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per il 1 aprile 2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Kit Harington dice basta ai ruoli da eroe alla Jon Snow

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Kit Harington dice basta ai ruoli da eroe alla Jon Snow

Kit Harington ha ammesso di aver chiuso con i ruoli da eroe stoico e silenzioso dopo la sua esperienza con la serie Game of Thrones nei panni di Jon Snow. La carriera dell’attore britannico è iniziata sui palcoscenici londinesi, ma la sua prima vera grande occasione è stata la celebratissima serie targata HBO. Harington ha interpretato Snow per quasi un decennio e ad oggi la sua fama ed il suo volto sono indissolubilmente legati proprio a quel personaggio.

Dopo la fine della serie tratta dai romanzi di George R. R. Martin, Harington sta cercando di mettersi alla prova con i progetti più disparati. Tra i titoli più interessanti che vedranno coinvolto l’attore in futuro c’è sicuramente Gli Eterni, l’attesissimo film dei Marvel Studios in cui avrà il ruolo di Dane Whitman, alter ego di Black Knight. In realtà, il ruolo non sembra essere molto diverso da quello interpretato in Game of Thrones, o almeno sono in molti ad aver già riscontrato delle analogie tra il personaggio di Jon Snow e quello di Whitman.

A quanto pare, però, sembra che Kit Harington abbia ben in mente quale tipologia di personaggi voglia interpretare nella sua carriera da questo momento in avanti. The Independent ha riportato una recente intervista dell’attore e pare che lo stesso abbia ammesso di non voler più interpretare eroi silenziosi con emozioni represse in futuro. Secondo l’attore, tale archetipo rafforza l’idea che gli uomini forti evitano di affrontare le proprie emozioni in quanto simbolo di debolezza.

Kit Harington intenzionato a stravolgere gli standard della mascolinità al cinema

A quanto pare, ciò che interessa davvero l’attore è ricercare, attraverso i ruoli, nuove rappresentazioni della mascolinità. Harington ha fatto riferimento anche al contesto familiare in cui è cresciuto, sottolineando quanto sua madre lo abbia allevato in un ambiente assolutamente gender fluid, in cui qualsiasi standard relativo alla mascolinità non è mai stato avallato.

Senza dubbio, le parole di Kit Harington indicano la volontà da parte dell’attore di intraprendere una nuova direzione per la sua carriera. Nelle intenzioni dell’attore pare ci sia la volontà di abbracciare ruoli maschili completamente diversi, che siano in qualche modo in grado di evolvere determinati archetipi. Sarà interessante vedere se Harington ha avuto la possibilità di mettere già alla prova queste sue volontà con il personaggio che si ritroverà a dover interpretare ne Gli Eterni.

Big Sky: promo della nuova serie tv

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Big Sky: promo della nuova serie tv

Il network americano ABC ha diffuso il promo ufficiale di Big Sky, l’annunciata nuova serie tv in arrivo questo autunno.

 

Big Sky

Big Sky è la nuova serie tv creata da David E. Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th Television. 20th Television fa parte dei Disney Television Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.

La serie racconta degli investigatori privati ​​Cassie Dewell e Cody Hoyt uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt, Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell, Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman, Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane, Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan, Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan, Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy, Valerie Mahaffey come Helen Pergman con John Carroll Lynch come Rick Legarski e Ryan Phillippe come Cody Hoyt.

J.K. Simmons anticipa il ritorno di J. Jonah Jameson nel MCU

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J.K. Simmons anticipa il ritorno di J. Jonah Jameson nel MCU

J.K. Simmons è tornato nei panni di J. Jonah Jameson nella scena durante i titoli di coda di Spider-Man: Far From Home. L’attore premio Oscar aveva già interpretato il direttore del Daily Bugle nella trilogia dell’Uomo Ragno diretta da Sam Raimi e adesso, in una nuova intervista, ha parlato del suo futuro nel MCU.

Sappiamo – per stessa ammissione dell’attore – che Simmons ha firmato per tornare nuovamente nei panni di Jameson, anche se al momento non sappiamo se lo rivedremo nell’attesissimo Spider-Man 3 o magari in qualche altro titolo dello SpiderVerse (come ad esempio Morbius o Venom: Let There Be Carnage). Intervistato da Collider, Simmons ha così commentato l’eventuale ritorno di Jameson sul grande schermo:

“C’è una possibilità concreta. Ci sono state alcune discussioni, ma non dirò nulla di definitivo… perché non so se mi è permesso farlo. Ma sì, sono molto ottimista sul fatto che ci sarà ancora un po’ di JJJ nel mio futuro.”

Parlando sempre con Collider, J.K. Simmons ha anche spiegato i retroscena dietro il look sfoggiato dal personaggio nella scena post-credits di Far From Home, molto diverso rispetto a quello della trilogia di Raimi. “L’unica cosa sulla quale non siamo andati proprio d’accordo con la Marvel è stato il look del personaggio. Era tutta una questione se renderlo più fedele ai fumetti o ai film di Raimi. Se bisognava evolverlo in qualche modo e renderlo più contemporaneo…”, ha spiegato Simmons.

J.K. Simmons parla del “nuovo” look di J. Jonah Jameson

“Ero molto attaccato a ciò che avevo fatto in precedenza per una serie di motivi. Quindi, alla fine, abbiamo raggiunto un compromesso e abbiamo optato per farlo apparire senza capelli (ride). Credo però che si sia trattata più di una questione di tempistiche. Forse non c’era il tempo per realizzare una parrucca. J. Jonah Jameson potrebbe aver perso i capelli negli ultimi anni, oppure ha indossato un parrucchino per tutto il tempo. Onestamente non lo so. Scegliete voi.”

Spider-Man 3 vedrà ancora una volta riuniti Tom Holland e il regista Jon Watts, che aveva già diretto Spider-Man: Homecoming del 2017 e Spider-Man: Far From Home dello scorso anno. Le riprese del film sarebbero dovute partire quest’estate, ma a causa della pandemia di Covid-19 sono bloccate. Al momento non sappiamo ancora quando partirà la produzione, mentre l’uscita nelle sale è fissata per il 17 Dicembre 2021.

Grey’s Anatomy 17: ecco quando esce la nuova stagione

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Grey’s Anatomy 17: ecco quando esce la nuova stagione

Il network americano ABC dopo il poster ufficiale ha diffuso la data e i dettagli di uscita di Grey’s Anatomy 17, l’attesa diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy.

La diciassettesima stagione di Grey’s Anatomy uscirà giovedì 12 novembre 2020. Vincitrice del Golden Globe Award 2007 per la migliore serie televisiva drammatica e nominata per più Emmy, inclusa la serie drammatica “Grey’s Anatomy” è considerato uno dei più grandi programmi televisivi del nostro tempo. Il medical drama ad alta intensità, giunto alla diciassettesima stagione, segue Meredith Gray e il team di medici del Grey Sloan Memorial che devono affrontare quotidianamente decisioni di vita o di morte. Cercano conforto l’uno dall’altro e, a volte, qualcosa di più della semplice amicizia. Insieme scoprono che né la medicina né le relazioni possono essere definite in bianco e nero.

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In Grey’s Anatomy 17 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

Enola Holmes, recensione del film con Millie Bobby Brown

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Enola Holmes, recensione del film con Millie Bobby Brown

Arriva direttamente su Netflix la nuova declinazione del mito di Sherlock Holmes, questa volta però nei panni di Enola Holmes, la sorellina sedicenne. Il film, diretto da Harry Bradbeer (FleabagKilling Eve), arriva sulla piattaforma il 24 settembre ed è basato sulla serie di romanzi di Nancy Springer, The Enola Holmes Mysteries, ispirati proprio alle storie crime di Conan Doyle. Questa volta però al timone dell’indagine c’è Enola, e non più Sherlock, una ragazzina di 16 anni che ha il volto di Millie Bobby Brown, che torna a Netflix che, con Stranger Things, le ha dato la notorietà globale.

Enola Holmes, la trama

Enola vive da sola con sua madre, Eudoria (Helena Bonham Carter), che a differenza di tutte le signore benestanti dell’epoca, ha provveduto da sola all’educazione della figlia: storia, chimica, lotta corpo a corpo, libero pensiero, esercizi di logica, rebus e, naturalmente, niente corsetti! Una notte però la madre della ragazza sparisce, lasciando alla figlia degli indizi per farsi trovare. Anche se Enola è una ragazza sveglia, caparpia, indipendente, ha ancora 16 anni, quindi di fronte alla scomparsa della genitrice, viene affidata a Mycroft (Sam Claflin), il suo serioso fratello maggiore, che vorrebbe rinchiuderla in un istituto per signorine, così da supplire alla mancanza di educazione tradizionale che l’originalità della madre ha sottovalutato per la giovane donna.

Lei però scappa e si mette alla ricerca della madre. Lungo il suo cammino, però, incontra  Lord Tewksbury (Louis Partridge), un giovane rampollo che scappa dalla sua famiglia. Enola sente di dover aiutare il ragazzo, soprattutto quando scopre che è in serio pericolo, così alla ricerca della madre, affiancherà anche un altro caso da risolvere. Alle sue spalle, nell’ombra, si muove però un’altra persona, il suo secondo fratello, maestro del ragionamento deduttivo: Sherlock (Henry Cavill). Ebbene sì, Enola altri non è che Enola Holmes, sorella del grande detective e non troppo diversa da lui!

enola holmes recensioneEnola Holmes si presta benissimo alla serialità, dal momento che nell’arco della sua durata esaurisce un mistero per lasciarne un altro non completamente risolto. Questo potrebbe aprire la strada a molti altri episodi delle avventure della giovane detective sorella d’arte, dato anche il fatto che l’originale letterario è proprio una serie di romanzi. A sostenere questa ipotesi c’è la presenza di Millie Bobby Brown, che dismessi i panni di Undici di Stranger Things, qui si dimostra una giovane donna volitiva, caparbia, tenace e molto molto sveglia.

Si rompe la quarta parete ma non si cattura lo spettatore

Le scelte registiche di rompere la quarta parte e di aggiungere scene animate, rebus e indovinelli sciolti con divertenti accorgimenti di montaggio rende il ritmo veloce, la storia divertente, peccato però per gli interpreti. Carter è l’ombra di se stessa, Claflin scompare, soprattutto se si paragona questa alla sua performance nella quinta stagione di Peaky Blinders, Cavill è poco più di una comparsa che fa da tappezzeria, e Brown, sebbene sia fiorita in bellezza, ha molto poco della veracità e della spontaneità che l’aveva resa molto credibile nella prima stagione di Stranger Things. Smorfiette e sguardo in macchina non aiutano.

Enola Holmes snocciola tutti i punti principali di un coming of age in chiave femminile e (ci prova) femminista, tanto che, naturalmente, la conclusione romantica non rappresenta un punto di arrivo per il personaggio, che invece comincia a scrivere davanti a sé un radioso futuro da detective, e un’infinita possibilità di sequel per Netflix.

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