Inizia a prendere forma il cast di
Loki, la serie Marvel destinata al servizio di
streaming Disney+ che vedrà Tom
Hiddleston ancora una volta nei panni del Dio
dell’Inganno. Come riportato da Deadline, infatti,
Owen Wilson (Zoolander, Io & Marley) si è unito
ufficialmente al progetto: naturalmente, i dettagli sul ruolo che
l’attore statunitense andrà a ricoprire non sono stati
rivelati.
In attesa di scoprire per quale
personaggio è stato ingaggiato Wilson (potrebbe trattarsi tanto di
un personaggio dei fumetti quanto di uno creato appositamente per
lo show), di recente abbiamo appreso che
Loki potrebbe introdurre il primo personaggio
transgender dell’Universo Cinematografico Marvel. Nella serie,
infatti, dovrebbe fare la sua apparizione il personaggio di
Sera, creato da Kieron Gillen, Marguerite Bennett
e Phil Jimenez.
La produzione sarebbe alla ricerca
di un attore (uomo o donna), di età compresa tra i 20 e i 40 anni,
per interpretare un personaggio molto forte in tutti e 6 gli
episodi dello show, con possibilità di ritorno per un’eventuale
seconda stagione. Nei fumetti Sera è parte di un
gruppo di personaggi maschili, degli angeli senza ali noti come gli
Anchorite. Successivamente, Sera venne identificata come femmina,
diventando il primo (e ad oggi unico) grande personaggio femminile
transgender nei fumetti Marvel.
A quanto pare gli episodi dello show
televisivo riempiranno quegli spazi lasciati vuoti tra la fine
di Infinity War – dove avevamo visto Loki morire
per mano di Thanos – e Endgame, dove il personaggio è
apparso nel 2012 nel corso dei viaggi nel tempo dei
Vendicatori.
“Negli anni trascorsi da
Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono state poste due
domande: Loki è davvero morto? E cosa farà con il cubo cosmico,
ovvero il Tesseract? Ecco, la serie risponderà a entrambe le
domande“, ha dichiarato Hiddleston in un’intervista.
Ricordiamo che la serie verrà
sviluppata dallo showrunner e sceneggiatore
di Rick and
Morty,Michael Waldron,
ingaggiato dai Marvel Studios per scrivere il primo episodio
figurando anche come produttore esecutivo.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno dei
personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben sei cinecomic dei Marvel Studios. Noto
come “Il Dio dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor(2011).
Celebre attore dell’attuale panorama
cinematografico italiano, Kim Rossi Stuart è noto
per le sue partecipazioni televisive, e ancor più per le sue
incursioni sul grande schermo. Negli anni l’attore ha così avuto
modo di lavorare con importanti attori e celebri registi,
dimostrando una continua versatilità e guadagnandosi le attenzioni
di critica e pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Kim Rossi Stuart.
Kim Rossi Stuart: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha debuttato al cinema nel 1986,
con un piccolo ruolo nel film Il nome della rosa.
Successivamente recita in Il ragazzo dal kimono d’oro
(1987), Domino (1988), Lo Zio indegno (1989),
Un’altra vita (1992), Cuore cattivo (1994),
Senza pelle (1994), Al di là delle nuvole (1995),
La ballata dei lavavetri (1998), e Pinocchio
(2002). La consacrazione arriva però con Le chiavi di casa
(2004), e da quel momento partecipa a celebri film come Romanzo
criminale (2005), Anche libero va bene (2005),
Questione di cuore (2009), Vallanzasca – Gli angeli
del male (2010), Anni felici
(2013), Meraviglioso Boccaccio (2015), Tommaso
(2016) e Gli anni più belli (2020).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. L’attore ha, parallelamente al
cinema, preso parte anche a diverse produzioni televisive. Tra
queste si ricordano la miniserie Il ricatto (1988) e, in
particolare, la serie Fantaghirò (1991-1994), che lo ha
reso celebre, dove l’attore ricopriva il ruolo di Romualdo.
Successivamente prende parte anche ai film televisivi Uno
bianca (2001) e Il tunnel della libertà (2004). Nel
2017 torna in televisione con la miniserie Maltese – Il romanzo
del Commissario.
3. È anche regista e
sceneggiatore. Nel 2006 Stuart esordisce alla regia con il
film Anche libero va bene, da lui anche sceneggiato, e che
gli farà vincere un David di Donatello come miglior regista
esordiente. Nel 2016 realizza la sua opera seconda, il film
Tommaso. Stuart ha inoltre partecipato alla scrittura del
film Vallanzasca – Gli angeli del male, di cui è anche
interprete.
Kim Rossi Stuart: chi è sua
moglie
4. È sposato. Dal
marzo del 2019 Stuart è sposato con l’attrice e conduttrice
televisiva Ilaria Spada, nota per aver recitato in
film e serie TV come Questa notte è ancora nostra e
Don Matteo. Non si hanno notizia riguardo l’inizio della
loro relazione, poiché la coppia ha sempre mantenuto lontana la
propria vita privata dai riflettori della celebrità. È tuttavia
risaputo che hanno avuto un figlio, nato nel novembre del 2011.
Kim Rossi Stuart: il suo
incidente
5. Ha avuto un incidente
motociclistico. Nell’ottobre del 2005, a Roma, l’attore è
vittima di un incidente con la propria moto, tamponato da un’auto.
Dopo una prognosi riservata, l’attore fa sapere di stare bene e non
essere in pericolo di vita. Dopo alcuni mesi di riabilitazione si
ristabilisce correttamente.
Kim Rossi Stuart è Lucignolo
6. Ha interpretato il
celebre personaggio. Nel 2001 l’attore viene scelto per
ricoprire il ruolo di Lucignolo nel film Pinocchio,
adattamento cinematografico dell’opera di Collodi per mano di
Roberto
Benigni. Come risaputo, nel film il personaggio di
Stuart stringe amicizia con il burattino protagonista, portandolo
sulla cattiva strada per il paese dei balocchi.
Kim Rossi Stuart dirige
Tommaso
7. È la sua opera seconda da
regista. Nel 2016 l’attore presenta fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, il film Tommaso, da lui
scritto, diretto e interpretato. Il film è incentrato sul giovane
protagonista, un attore giovane e bello che, appena lasciatosi con
la sua ultima fidanzata, sente di potersi aprire ad una sconfinata
libertà di avventure sentimentali.
8. Ha scavato nella propria
emotività. Nel momento in cui decise che voleva girare un
nuovo film, l’attore era indeciso sulla storia da raccontare. Come
dichiarato in un’intervista, alla fine decise che la cosa più sana
fosse cercare qualcosa dentro di sé. L’attore ha così scavato nella
propria emotività raccontando una storia che avvertiva come molto
personale.
Kim Rossi Stuart: i suoi film del
2020
9. Tornerà al cinema da
protagonista. Nel 2020 l’attore tornerà al cinema con il
film Gli anni più belli, diretto da Gabriele
Muccino e dove reciterà accanto agli attori
Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, e
Micaela Ramazzotti. La storia del film segue
quella di quattro amici, raccontando il loro rapporto nell’arco di
40 anni, con sullo sfondo i cambiamenti dell’Italia nel corso del
tempo.
Kim Rossi Stuart: età e
altezza
10. Kim Rossi Stuart è nato
a Roma, in Italia, il 31 ottobre 1969. L’attore è alto
complessivamente 187 centimetri.
Searchlight
Pictures ha annunciato che le riprese del film
Nightmare Alley sono iniziate questa
settimana a Toronto, in Canada. Il film è interpretato dal
candidato all’Academy Award
Bradley Cooper (A Star is Born, American
Sniper), dall’attrice premio Oscar
Cate Blanchett (Blue Jasmine,
Elizabeth), dalla candidata all’Oscar Toni Collette (Cena con delitto – Knives
Out, Unbelievable), dal candidato all’Oscar
Willem Dafoe (The Lighthouse, Van Gogh –
Sulla soglia dell’eternità), dal candidato all’Oscar
Richard Jenkins (La Forma dell’Acqua – The
Shape of Water, L’Ospite Inatteso), dalla candidata
all’Oscar Rooney Mara (Carol,
Millennium – Uomini che odiano le donne), Ron
Perlman (Pacific Rim, Hellboy) e dal
candidato all’Academy Award David Strathairn
(Lincoln, Good Night, and Good Luck.).
Nightmare
Alley è diretto dal premio Oscar Guillermo del
Toro (La Forma dell’Acqua – The Shape of Water,
Il Labirinto del Fauno) e scritto dallo stesso del Toro
insieme a Kim Morgan (The Forbidden Room). Il film è
prodotto da Guillermo del Toro e dal vincitore
dell’Academy Award J. Miles Dale
(Antlers, La Forma dell’Acqua – The Shape of
Water) ed è basato sul romanzo di William Lindsay
Gresham. Il film sarà supervisionato dai Presidents of
Production for Film and Television di Searchlight Pictures
David Greenbaum e Matthew Greenfield e dal
Vicepresidente Senior DanTram Nguyen.
Il regista e sceneggiatore
Guillermo del Toro ha dichiarato: “Sono ispirato e felice di
lavorare con questo magnifico cast. Io e Kim Morgan abbiamo
lavorato con grande passione per portare sullo schermo il mondo
oscuro e crudo e il linguaggio di William Gresham e ora siamo
affiancati da un eccezionale gruppo di artisti e tecnici per dargli
vita”.
“Considerato lo spessore di
questo incredibile cast, è per me un privilegio lavorare a fianco
di tutti loro con il supporto dei nostri partner di Searchlight.
Sarà una gioia vedere questi attori di fama mondiale e Guillermo
migliorarsi a vicenda in questa nuova interpretazione del romanzo
di Gresham”, ha affermato il produttore Dale.
Nightmare Alley: la trama del film
In Nightmare
Alley, un giovane e ambizioso giostraio (Bradley
Cooper) con un talento nel manipolare le persone con poche parole
ben scelte frequenta una psichiatra (Cate Blanchett) che è ancora
più pericolosa di lui. Al luna park lavorano anche Molly
(Rooney Mara), il capo imbonitore Clem (Willem Dafoe) e Ron Perlman
nei panni di Bruno the Strongman. Richard Jenkins fa parte del
pubblico dell’alta società nel ruolo del ricco industriale Ezra
Grindle.
“È per noi un’emozione
fortissima nonché un onore collaborare ancora una volta con
Guillermo. Ha creato quella che è a tutti gli effetti una squadra
di attori e talenti creativi da sogno, per contribuire a portare la
sua eccezionale visione di Nightmare Alley sul grande
schermo”, hanno dichiarato Greenbaum e Greenfield.
Si uniscono a del Toro anche alcuni
dei suoi collaboratori di lunga data come lo scenografo
Luis Sequeira (La Forma dell’Acqua – The Shape
of Water, La madre), il direttore della fotografia
Dan Laustsen, ASC, DFF (La Forma dell’Acqua –
The Shape of Water, John Wick 3 – Parabellum), il
supervisore agli effetti speciali Dennis Berardi
(La Forma dell’Acqua – The Shape of Water, Crimson
Peak), la production designer Tamara Deverell
(Star Trek: Discovery, The Strain) e il montatore
Cam McLauchlin (La Forma dell’Acqua – The
Shape of Water, The Strain). Searchlight
distribuirà la pellicola in tutto il mondo.
Searchlight
Pictures è una società cinematografica specializzata che
finanzia e acquisisce film e che fa parte di The Walt Disney
Studios.
Apprezzata interprete
cinematografica e televisiva, Maggie Q ha avuto
modo negli anni di consolidare la propria carriera partecipando a
saghe per il cinema come Divergent, ma anche con ruoli da
protagonista in serie come Nikita e Designated
Survivor. Così facendo, ha potuto raggiungere un ampio
pubblico, ottenendone le attenzioni. In attesa del ruolo che possa
consacrarla definitivamente, l’interprete è pronta a tornare sul
grande schermo con diversi annunciati progetti.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Q.
Maggie Q: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film hollywoodiani. L’attrice debutta al cinema nel 2001
recitando in Colpo grosso al drago rosso – Rush Hour 2,
per poi prendere parte a film come Il giro del mondo in 80
giorni (2004), Mission: Impossibile III (2006),
Die Hard – Vivere o morire (2007), Sex List – Omicidio
a tre (2008), New York, I Love You (2009), e
Priest (2011). Ottiene maggior popolarità ricoprendo il
ruolo di Tori nella saga composta dai film Divergent
(2014), The Divergent Series:
Insurgent (2015) e The Divergent Series:
Allegiant (2016). Recita poi in Slumber – Il demone del
sonno (2017) e La truffa è servita (2018). Nel 2020
tornerà al cinema con i film Fantasy Island e The
Argument.
2. È celebre per i suoi
ruoli televisivi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo
importante nel 2010, nel momento in cui diventa protagonista della
serie Nikita. Interpreterà il ruolo della brutale
assassina del titolo fino al 2013. Dal 2014 al 2015 è invece tra i
protagonisti della serie Stalker, mentre nel 2016 ricopre
un ruolo di rilievo in Designated Survivor. Qui interpreta
Hannah Wells, personaggio a cui darà vita fino al 2019. L’attrice
ha inoltre partecipato, tra il 2012 e il 2019, alla serie animata
Young Justice, dando voce al personaggio di Wonder
Woman.
Maggie Q è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 386 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non
mancano tuttavia curiosità dai set a cui prende parte, come anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Numerose
sono anche le foto scattate per importanti riviste di
spettacolo.
Maggie Q e Dylan McDermott
4. Hanno avuto una
relazione. Conosciutisi nel 2015 sul set della serie
Stalker, la Q e l’attore Dylan McDermotthanno
intrapreso una lunga relazione, che li stava per portare al
matrimonio. I due avevano anche confermato il desiderio di
sposarsi, ma in seguito non hanno più fornito informazioni a
riguardo. Nel febbraio del 2019, la coppia ha infine annunciato la
separazione, motivando la cosa per via delle inconciliabilità tra
le loro carriere lavorative.
Maggie Q in Mission: Impossible
III
5. Ha interpretato un ruolo
di rilievo. Nel film del 2006, diretto dal regista
J. J.
Abrams, e con protagonista Tom
Cruise, l’attrice interpreta Zhen Lei, abile spia che
entra a far parte della squadra del celebre Ethan Hunt, per
aiutarlo nel compiere la sua delicata missione.
Maggie Q: la sua dieta
6. Ha reso pubblica la
propria alimentazione. L’attrice è stata per molti anni
vegetariana, mentre dal 2008 è passata al veganesimo. Nel suo
impegno per la diffusione di una sana alimentazione, l’interprete
ha promosso una propria dieta, ritrovabile sul Web, particolarmente
dettagliata riguardo cosa e quando mangiare, accompagnata dalla
ruotine corretta per ottenere i migliori benefici.
Maggie Q: le sue serie TV
7. È la protagonista di
Nikita. Nel 2010 l’attrice diventa l’interprete di Nikita
nella serie a lei dedicata. Nell’ottenere ciò, la Q ottiene di
essere la seconda americana di origini asiatiche ad ottenere un
ruolo da protagonista in una serie americana. Ciò ha reso
particolarmente fiera l’attrice, che ha dichiarato di sperare ci
possano essere più opportunità per gli asiatici nel mondo dello
spettacolo.
8. Il suo personaggio è
stato ucciso in Designated Survivor. Il personaggio
interpretato dall’attrice si era sempre dimostrato un problema per
gli sceneggiatori, che non erano mai riusciti ad includerla nel più
ampio racconto generale. Per questo motivo, nella settima puntata
della terza stagione, questi è stato fatto morire, con
l’inevitabile conseguenza di costringere l’attrice a dire addio
alla serie.
Maggie Q: il suo 2019
9. Ha preso parte a diversi
progetti. Oltre ad aver recitato per l’ultima volta in
Designate Survivor, e aver doppiato Wonder Woman in
Young Justice, l’attrice ha partecipato alle riprese del
film Fantasy Island, adattamento cinematografico del
popolare show degli anni ’70, di genere horror. Qui l’attrice
ricopre il ruolo di Elena, una delle visitatrici della misteriosa
isola.
Maggie Q: età e altezza
10. Maggie Q è nata ad
Honolulu, nelle Hawaii, Stati Uniti, il 22 maggio 1979.
L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.
Sono iniziate le riprese
diQui Rido
Io, il nuovo film di Mario
Martone sul re dei comici napoletani, il grande
attore e commediografo Eduardo Scarpetta, che
saràinterpretato da Toni
Servillo. Scarpetta,che fu padre
naturale di Titina, Eduardo
e Peppino De Filippo, dedicò tutta la
sua vita al teatro, realizzando opere che sono diventate dei
classici intramontabili, come Miseria e
Nobiltà.
Ottenne straordinari
successi e fu protagonista della celebre disputa con Gabriele
D’Annunzio per Il figlio di Iorio, parodia dell’opera
del Vate, che fu oggetto di un memorabile processo. Le riprese del
film si svolgono in questi giorni al Teatro
Valle, storico teatro romano in cui nel 1889 debuttò
Miseria e Nobiltà. Dopo una prima parte a
Roma, il set si sposterà a
Napoli.
Qui Rido
Io scritto da Mario Martone e
Ippolita di Majo, è una coproduzione
italo-spagnola Indigo Film con Rai
Cinema per l’Italia e Tornasol per
la Spagna. La fotografia è firmata da Renato
Berta, il montaggio da Jacopo
Quadri, la scenografia da Giancarlo
Muselli, i costumi da Ursula
Patzak. Interpreti di Qui Rido
Io, insieme a
ToniServillo, sono Maria
Nazionale, Cristiana Dell’Anna, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta,
Paolo Pierobon, Lino Musella, Roberto De Francesco, Gianfelice
Imparato e Iaia Forte. La produzione
ringrazia il Teatro di Roma per la gentile
concessione del Teatro Valle e per aver individuato uno spazio
all’interno delle attività previste in un luogo così prestigioso e
importante per tutto il teatro nazionale.
Il commissario
Montalbano è uno di famiglia: molti di noi ormai si
sentono a casa tra le pareti del commissariato di Vigata, come tra
i muretti a secco, sulla terra arsa e gli ulivi, nelle tonnare
abbandonate, nei ristoranti sul mare e sulle terrazze con vista sul
tramonto.
Dopo aver raccolto oltre un
miliardo e
duecento milioni gli spettatori in vent’anni su
Rai1, in attesa del grande evento televisivo della primavera 2020,
il commissario, nato dalla penna di Andrea Camilleri – che
con le sue opere ha venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo – e
interpretato da Luca Zingaretti, arriva per la
prima volta al cinema per un evento straordinario in anteprima
assoluta.
Il nuovo attesissimo episodio della
collection evento si intitola “SALVO AMATO, LIVIA MIA” ed è
diretto da Alberto Sironi e Luca Zingaretti. Interpretato da
Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo,
Sonia Bergamasco, “SALVO AMATO, LIVIA MIA” arriverà al
cinema solo il 24, 25, 26 febbraio (elenco sale a breve su
www.nexodigital.it) in un evento
speciale e prossimamente sarà in onda su Rai1.
In questo nuovo episodio, il brutale
omicidio di Agata Cosentino, il cui cadavere viene ritrovato in un
corridoio dell’archivio comunale, non può lasciare indifferente
Montalbano. Perché la vittima era una cara amica di Livia, una
ragazza timida e riservata, che concedeva la sua amicizia e il suo
amore a poche persone. E su quelle si concentra l’indagine di
Montalbano, perché gli è presto chiaro che a uccidere Agata è stato
qualcuno che le era molto vicino. Si tratta forse una violenza
sessuale degenerata in omicidio, ma da subito questa ipotesi non
convince Montalbano, che inizia la sua indagine partendo proprio
dalle conoscenze della vittima.
Un’immagine inedita tratta da
Avengers:
Age of Ultron ci permette di dare uno sguardo
allo stand-in usato al posto di Brie Larson per
impersonare Captain Marvel prima che l’attrice
premio Oscar venisse ufficialmente ingaggiata dai Marvel Studios.
Sappiamo tutti che la Larson ha debuttato nei panni della
supereroina nel film omonimo diretto da Anna Fleck
e Ryan Boden e uscito nelle sale lo scorso anno.
Prima dell’uscita del cinecomic standalone, il personaggio non era
mai stato neanche menzionato all’interno del MCU, fatta eccezione
per la scena post-credit di Avengers:
Infinity War.
Già nel film di Joss
Whedon, infatti, avrebbe dovuto fare il suo debutto
Captain Marvel: dopo che Tony Stark e Clint Barton
si ritirano dagli Avengers, nella scena in cui Steve Rogers e
Natasha Romanoff si preparano ad addestrare un nuovo team di
Vendicatori composto da Rhodey Rhodes, Wanda Maximoff, Visione e
Sam Wilson, sarebbe dovuta apparire anche Carol Danvers,
interpretata naturalmente da un’altra attrice (da uno stand-in,
appunto) e non da Brie Larson.
Adesso, un’immagine della scena in
questione che è stata poi tagliata dal film, è sbucata online su
Reddit e ci permette
di dare un sguardo dettagliato alla controfigura che inizialmente
avrebbe dovuto impersonare Captain Marvel al
cinema.
L’idea di introdurre il personaggio
di Captain Marvel in Avengers:
Age of Ultron è venuta al regista Joss
Whedon. Tuttavia, Kevin Feige era contrario, poiché non
voleva introdurre il personaggio in quel modo, e dare così ai fan
un elemento in più su cui speculare.
Quella tra Steve Rogers e Bucky
Burnes è indubbiamente una delle “ship” più amate dal fandom del
MCU. Sebastian
Stan ha fatto il suo debutto nel MCU al fianco di
Chris Evans in Captain
America: Il Primo Vendicatore. Nonostante sembrava
che il suo personaggio fosse stato ucciso alla fine del film, lo
abbiamo visto fare ritorno in Captain America: The
Winter Soldier: il migliore amico di Steve era stato
manipolato dall’HYDRA e trasformato nel letale assassino noto come
Soldato d’Inverno; alla fine è stata proprio la profonda amicizia
con Cap (tra i fattori che portarono alla divisione dei Vendicatori
in Civil War) a salvargli la vita.
Avengers: Endgame termina con
Captain America che ritorna nel 1940 in modo che Steve possa
finalmente vivere la sua vita insieme a Peggy Carter
(Hayley Atwell). Il vecchio Cap cede il suo scudo
in eredità a Sam Wilson (Anthony Mackie), mentre
Bucky assiste alla scena. Il momento – al di là della sua valenza
emotiva – ha in realtà preparato il terreno per quello che vedremo
nell’attesissima serie The Falcon
and the Winter Soldier, che debutterà
quest’anno su Disney+.
Molti fan hanno messo in discussione
la fine della storia di Captain America nel MCU, sostenendo quanto
fosse controintuitiva l’evoluzione dell’arco narrativo del
personaggio nella Fase 3, con Steve che decide di passare il resto
della sua vita con Peggy invece di continuare a combattere al
fianco degli altri eroi. E pare che lo stesso Sebastian
Stan sostenga questa tesi, come dimostrerebbe un recente
contenuto di Instagram.
Attraverso le sue storie, infatti,
l’attore ha condiviso lo screenshot di un thread di Twitter in cui
un fan della Marvel critica apertamente la Casa delle Idee per non
aver reso giustizia alla “relazione” fra i personaggi di Steve e
Bucky.
Potete vedere lo screen della storia di Stan di seguito:
Poco dopo la
pubblicazione della storia da parte di Stan, John
Boyega, interprete di Finn nella trilogia sequel di
Star
Wars, ha pubblicato un tweet per
manifestare tutto il suo sostegno verso la star del MCU.
In precedenza,
infatti, anche Boyega aveva criticato L’Ascesa di
Skywalker, l’ultimo capitolo della trilogia
sequel, per come era stato gestito il rapporto tra Rey
(Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam
Driver) nel film, scelta che ha suscitato le reazioni più
disparate tra i fan di Guerre Stellari.
Presumibilmente,
Boyega ha voluto dare – in maniera velatamente ironica, ma gettando
comunque benzina sul fuoco – il benvenuto a Stan all’interno di una
sorta di “club ristretto” che allude a tutti coloro che non hanno
paura di criticare, anche in maniera esplicita, alcune scelte
narrative legate a determinati personaggi nei
film.
Sarà BOMBSHELL la
voce dello scandalo, il film con Charlize Theron, Nicole
Kidman e Margot Robbie ad aprire,
il 21 marzo, l’undicesima edizione
del Bif&st. Il festival, quest’anno
dedicato a Mario Monicelli, si svolgerà a Bari dal 21
al 28 marzo e ospiterà l’anteprima italiana del film
di Jay Roach al Teatro Petruzzelli, nella sezione Anteprime
Internazionali.
Basato su fatti
realmente accaduti, BOMBSHELLla
voce dello scandalo racconta l’incredibile storia delle
donne che hanno spodestato l’uomo che ha contribuito a creare il
più potente e controverso impero dei media di tutti i tempi, Fox
News. Uno straordinario ritratto delle scelte coraggiose di tre
donne, molto differenti tra loro, che decidono di lottare contro un
sistema di potere e di abusi, che vigeva indisturbato.
Protagonisti del
film sono il premio Oscar® Charlize Theron,
il premio Oscar® Nicole Kidman,
il candidato Oscar® John Lithgow e
la candidata Oscar® Margot Robbie. È diretto
dal vincitore del premio Emmy® Jay
Roach ed è sceneggiato dal premio Oscar®
Charles Randolph.
BOMBSHELLla voce dello
scandalo è un’esclusiva per
l’Italia Leone Film Group in
collaborazione con Rai Cinema, e sarà in sala
dal 26 marzo con 01
Distribution. È una produzione Lionsgate in
associazione con Creative Wealth Media e Annapurna Pictures, una
produzione Bron Studios / Denver And Delilah / Gramsci / Lighthouse
Management & Media.
Il 2019 è stato un anno decisamente
fortunato per i live action della Disney, con Aladdin e
Il Re
Leone che hanno incassato complessivamente oltre
1 miliardo di dollari a testa al box office mondiale. Adesso, pare
che lo studio abbia cominciato i lavori sull’annunciato live action
di Peter Pan, il cui titolo sarà
Peter Pan and Wendy.
Stando a quanto rivelato da The
Illuminerdi (via ComicBookMovie),
sembra cheMargot Robbie, vista di recente in
C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino,
sia la favorita della Casa di Topolino per interpretare il ruolo di
Campanellino, la piccola fata alata, compagna
di Peter, nel film.
La fonte riporta che all’attrice è
già stato offerto il ruolo, ma che la stessa non ha ancora
accettato. Secondo la descrizione del personaggio offerta dalla
fonte, pare che la Campanellino del live action sarà molto simile a
quella che il pubblico ha imparato ad amare grazie al classico
d’animazione del 1953.
Diverso tempo fa, era stato
annunciato che la Disney aveva messo in cantiere un live action
dedicato a Campenllino, dal titolo Tinker
Bell, che avrebbe dovuto raccontare le origini della
piccola fata alata. All’epoca, il premio Oscar Reese
Witherspoon era stata associata al progetto. Al
momento è difficile immaginare che entrambi i film riescano a
vedere la luce: se il live action di Peter Pan dovesse
avere successo, è probabile che la Disney decida di portare avanti
i lavori sullo spin-off di Campanellino, chiaramente nella versione
eventualmente interpretata dalla Robbie.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Margot Robbie è tra le grandi
protagoniste della season award di quest’anno grazie ai
suoi ruoli in C’era una
volta a Hollywood e Bombshell:
proprio per quest’ultimo, infatti, ha ricevuto la sua seconda
nomination agli Oscar. Dal 6 febbraio la vedremo nelle nostre sale
con Birds of
Prey, in cui tornerà a vestire i panni di Harley
Quinn.
Le property Marvel sono da sempre state di
grande interesse per il cinema, anche da prima che il
Marvel Cinematic Universe facesse il suo debutto e
raccogliesse l’enorme successo che ha destato nel pubblico.
Allo stesso modo, sono molti i film
che hanno portato in sala personaggi Marvel Comics che però rimangono
esterni al MCU, anche in tempi recenti. Ecco di seguito i migliori
10.
Venom (2018)
Il giornalista
investigativo Eddie Brock entra in contatto con uno strano
simbionte proveniente dallo spazio. Dopo essersi unito a questa
specie senziente, Brock ottiene superpoteri e scopre un complotto
che riguarda proprio questi parassiti alieni.
Venom è ciò che si può considerare
un film dedicato esclusivamente ai fan, visto che è stato
realizzato con l’unico scopo di compiacere loro, e gli incassi
hanno dato ragione a questo proposito produttivo. Venom era
considerato l’arcinemico di Spider-Man, ma questo film ha cambiato
le cose trasformandolo in un antieroe e vale la pena guardare il
film anche solo per godere degli aspetti comedy che sono stati
inseriti nel film. La presenza di Tom Hardy, poi, sembra
assolutamente adatta al personaggio.
X-Men (2000)
Una ragazza sola trova in
un silenzioso e burbero canadese in compagno di viaggio. Un uomo
che ha vissuto la prigionia dei campi di concentramento medita la
sua vendetta contro il genere umano. Un altro uomo, forse più
saggio ma ugualmente potente, vuole fermarlo, proponendo la
convivenza tra uomini e… mutanti!
Nel 2000 Bryan Singer porta al
cinema i Mutanti Marvel, i personaggi che più di tutti, insieme a
Spider-Man, erano amati nel loro formato di carta e inchiostro. Il
film è stato una scommessa, un apripista, sicuramente un esempio di
come le storie si adattano allo schermo senza per questo tradire lo
spirito dei personaggi.
The Amazing Spider-Man (2012)
Mentre a scuola è un
ragazzo tranquillo e isolato, Peter Parker diventa intriso di
poteri da ragno dopo un incidente e deve affrontare l’ascesa di un
nemico rettile che minaccia l’intera città. The Amazing Spider-Man
è stato un degno riavvio di una serie già molto amata e si è
dimostrato all’altezza del compito.
Mentre lo sviluppo della sua trama
lasciava molto a desiderare, sarebbe difficile trovare un attore
che si adatta così bene al calco di Peter Parker al pari di Andrew
Garfield. La sua alchimia con il personaggio, ma anche con la Gwen
Stacy di Emma Stone, e il generale approccio moderno al supereroe
hanno reso The Amazing Spider-Man all’altezza del suo nome.
Men In Black (1997)
Un giovane agente della
polizia di New York viene reclutato nell’organizzazione Men in
Black, poiché si rende conto che l’universo ospita molti più esseri
di quanto non sia pubblicamente noto. In coppia con un veterano
esperto, i due agenti cercano di eliminare le minacce
extraterrestri.
Non molti sanno che Men in Black è
stato adattato da una serie di fumetti della Marvel, eppure rimane
uno dei migliori film usciti dall’editore. La prima parte del
franchise, che ha visto nel tempo due sequel e un reboot
fallimentare lo scorso anno, è sicuramente la meglio riuscita.
Inoltre il duo formato da Will Smith e Tommy Lee Jones è una delle
migliori coppie del cinema action.
Deadpool (2016)
Wade Wilson,
un malato terminale di cancro, assume il soprannome di Deadpool per
cercare vendetta sulle persone che hanno deturpato per sempre il
suo aspetto fisico e attivato dentro di lui una mutazione che gli
rende impossibile la morte.
Deadpool ha fatto a pezzi tutti gli
X-Men, osando scrivere per se stesso un cammino personale, che ha
ridisegnato le regole. È fondamentalmente una commedia slasher sui
supereroi, e tutto funziona così alla perfezione che l’importante è
ridere ad ogni scena.
X-Men: Giorni di un futuro Passato
(2014)
In un futuro cupo, le Sentinelle
hanno messo in ginocchio i mutanti, portandoli quasi
all’estinzione, spingendo la resistenza (Xavier, Magneto, Kitty
Pride, Tempesta e pochi altri) a riportare la coscienza di
Wolverine negli anni ’70, dove cerca di impedire che il programma
delle Sentinelle venga messo a punto.
X-Men: Giorni di un Futuro Passato
ha riunito gli interpreti di entrambi i corsi dei Mutanti Marvel al
cinema, per un film emozionante sui viaggi nel tempo. È più oscuro
della maggior parte dei film sugli X-Men, ma è così che si apprezza
l’intensità della situazione difficile in cui versano degli eroi.
Con scene fantastiche che mostrano il meglio dei poteri dei mutanti
e il crossover tra personaggi giovani e vecchi, non c’è quasi nulla
di sbagliato in questo film.
Kingsman: The Secret Service
(2014)
Un eccentrico tentativo di
un supercattivo di provocare il caos globale porta al reclutamento
di un giovane di nome Eggsy in un’organizzazione spionistica
segreta. Con un agente esperto come suo mentore, Eggsy inizia a
diventare un improbabile eroe.
Kingsman è un’altra serie che non
molti sanno essere basata su fumetti Marvel, e forse questa
mancanza di associazione con il brand è ciò che ha reso The Secret
Service così eccezionale. A differenza dei film del MCU, questo ha
osato lasciarsi andare alla brutalità e ha mostrato un’azione
incredibilmente violenta abbinata a momenti comici esilaranti.
Logan (2017)
Nel futuro, l’uomo un tempo
noto come Wolverine ha iniziato a diventare un recluso dopo un
tragico evento che ha spazzato via la maggior parte del suo genere.
Minacciato ancora una volta dai cacciatori, coglie un’ultima
possibilità di fare la cosa giusta, aiutando una bambina
speciale.
Logan è il film di supereroi più
emozionante che sia mai stato realizzato, con una qualità di
scrittura che non si trova in nessuno dei film MCU. Ci offre un
Wolverine molto diverso da quello a cui eravamo stati abituati,
raccontandoci il suo viaggio finale, pieno di dolore, intensità e
uno sviluppo del personaggio che gli dà una conclusione
appropriata.
Spider-Man (2002)
Il recente diplomato Peter
Parker combatte le lotte della vita adulta adattandosi ai suoi
nuovi poteri, mentre il maniaco Green Goblin lo insegue. A guidarlo
in questa transizione è la convinzione che da un grande potere
derivano grandi responsabilità.
Spider-Man è stato un corso di
perfezionamento cinematografico per il suo tempo, essendo forse il
primo film del genere ad attirare un pubblico così vasto attraverso
l’uso di una narrazione di qualità con molti effetti speciali. Il
film è infatti pieno di lezioni di vita, ma anche di grande
intrattenimento e scene d’azione da manuale. A quasi due decenni di
distanza, il film è un classico del genere.
Spider-Man 2 (2004)
L’incapacità di Peter
Parker di accettare le responsabilità di essere Spider-Man lo porta
a perdere i suoi poteri, proprio quando il malvagio Doctor Octopus
minaccia la città con un esperimento scientifico che potrebbe
significare la fine di molte persone.
Spider-Man 2 potrebbe essere il film
di supereroi migliore che sia mai stato realizzato; in effetti,
potrebbe essere uno dei migliori film di tutti i tempi. La sua
perfezione deriva dall’equilibrio tra le lotte interiori di Peter
Parker e le sue battaglie con Doc Ock. Ogni scena ha un peso
significativo per tutti i personaggi, anche le sequenze d’azione
hanno un significato profondo che le associa ad ognuno di essi. Non
ci sono altri film basati sui fumetti Marvel raffinati come questo,
e tutto, dal dialogo alla regia, è pura classe.
È stata rivelata una terza armatura
che War Machine avrebbe dovuto indossare in
Avengers:
Endgame. Rhodey Rhodes è stato uno dei primi eroi
ad essere introdotto nel MCU, ma anche uno dei pochi
personaggi a subire un recasting: in Iron Man, infatti, il
personaggio è stato interpretato da Terrence
Howard, mentre a partire da Iron Man 2 l’attore è
stato sostituito dal collega Don Cheadle. L’ultima
volta che abbiamo visto il personaggio in azione è stato proprio
nel cinecomic campione d’incassi di Anthony e
Joe Russo.
Rhodey è uno dei sopravvissuti alla
decimazione di Thanos alla fine di Infinity War
e non ha mai abbandonato le sue responsabilità da eroe: quando i
Vendicatori decidono di tornare indietro nel tempo per recuperare
le Gemme dell’Infinito in Endgame, Rhodey torna nel 2014
con Nebula nella speranza di riuscire a recuperare la Gemma dello
Spazio dalle mani di Peter Quill. Nel cinecomic vediamo War Machine
sfoggiare ben due armature, ma in realtà il personaggio avrebbe
dovuto indossarne anche una terza.
In Endgame lo abbiamo visto
indossare l’armatura Mark VI su Morag e l’armatura War Machine/Iron
Patriot Mark VII durante la battaglia finale: in realtà, come
rivelato via Instagram da alcuni concept inediti dell’artista
Phil
Saudners, Rhodey avrebbe dovuto indossare la Mark V,
perché la battaglia finale doveva svolgersi nello spazio profondo.
I piani sono poi cambiati.
Come spiegato da Saunders,
l’armatura era dotata di due booster che ricordano molti i
propulsori aggiuntivi che Iron Man ha sfoggiato in Infinity
War.
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un
arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Linda Hamilton, che
abbiamo visto di recente tornare negli iconici panni di
Sarah Connor in Terminator: Destino
Oscuro, spera di “aver chiuso con il
personaggio”. Nonostante si tratti del ruolo che le ha
regalato la fama internazionale, a quanto pare l’attrice non
sarebbe disposta a tornare nuovamente a vestire i panni di uno dei
personaggi femminili più forti e grintosi che il cinema
fantascientifico abbia mai conosciuto.
In una recente intervista con
THR, infatti,
Linda Hamilton ha rivelato di non essere
interessata a tornare nei panni di Sarah Connor
per un eventuale nuovo film della saga di
Terminator. A tal proposito, l’attrice ha
spiegato: “Un prossimo eventuale film non dovrebbe essere
un’impresa finanziaria ad alto rischio, ma sarei abbastanza felice
di non tornare più. Quindi no, non sono fiduciosa, perché mi
piacerebbe davvero aver chiuso col personaggio.”
Le parole di Linda Hamilton fanno
chiaramente riferimento al flop di Terminator: Destino
Oscuro: nonostante sia stato accolto in maniera
generalmente positiva dalla critica, il film ha incassato circa 62
milioni di dollari in America e 198 milioni nel resto del mondo,
per un totale di 261 milioni di dollari incassati a livello
globale, a fronte di un budget superiore ai 185 milioni di
dollari.
Visti anche i diversi problemi che
ci sono stati durante la produzione del film tra il regista
Tim Miller e il produttore James Cameron, la Paramount Pictures
non ha ancora reso noti i suoi piani sul futuro della saga al
cinema. Per ora, è molto probabile che il franchise di
Terminator finisca nuovamente nel limbo,
proprio come accaduto dopo l’uscita di Genisys nel
2015.
Nelle ultime ore è spuntato online
lo screenshot di una scena eliminata da Captain
Marvel che rivela una
versione dell’Intelligenza Suprema ispirata al
design originale del personaggio nei fumetti. Nel film interpretato
da Brie
Larson, il personaggio in questione è stato
interpretato da Annette Bening, ma invece di
apparire sotto forma di gigantesca testa verde (esattamente come
nei fumetti), la vediamo usare le sue abilità per assumere una
forma umana, precisamente qualcuno legato proprio al passato di
Carol Danvers.
Adesso, MCU Cosmic ha
condiviso l’immagine di una scena tagliata da Captain
Marvel che ha come protagonista proprio
l’intelligenza artificiale. Nell’immagine è possibile vedere Carol
Danvers al cospetto dell’Intelligenza Suprema in una forma
estremamente fedele alla versione dei fumetti partorita dalla mente
di Jack Kirby.
È un vero peccato che questa
versione sia stata scartata dal film. Nulla esclude però che possa
tornare in futuro, magari proprio nell’annunciato sequel di
Captain Marvel che probabilmente arriverà
al cinema già nel 2022.
I Marvel Studios hanno ufficialmente
messo in cantiere il sequel di Captain
Marvel, il cinecomic con protagonista il premio
Oscar Brie
Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box
office mondiale. Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa
serie WandaVision, si
occuperà di curare lo script del nuovo film dedicato alle avventure
di Carol Danvers.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto
pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia
del nuovo film ad una sola regista donna. Boden e Fleck potrebbero
essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in
sviluppo e destinate a Disney+.
Nessun dettaglio sulla trama del
sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe
spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri.
Naturalmente, Brie Larson tornerà nei
panni di Carol Danvers.
Arriva da
Deadline la conferma che la ABC ha dato un ordine
diretto alla serie drammatica TheBig
Sky, creata e prodotta da David E.
Kelley.
La nuova serie è basato su The
Highway, il primo libro della serie di romanzi Cassie Dewell di CJ
Box, e proviene da A + E Studios, che produrrà in associazione con
20th Century Fox Television, parte di Disney TV
Studios.
Scritto da Kelley, The Big
Sky è un thriller procedurale, in cui il detective
privato Cassie Dewell collabora con l’ex poliziotto Jenny Hoyt alla
ricerca di due sorelle che sono state rapite da un camionista in
una remota autostrada nel Montana. Quando scoprono che queste
non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono correre
contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra donna
venga presa.
Dodici anni dopo la fine
del franchise di The Practice-Boston
Legal su ABC , David E. Kelley sta tornando a
lavorare con la ABC. The Big Sky
è nato da un’idea di Kelley che A + E Studios ha acquisito
circa due anni fa per essere trasmesso su Epix. Tuttavia il
progetto non è andato avanti mentre Kelley e A + E Studios
lavoravano a The Lincoln Lawyer per la ABC hanno
approfittato per riproporlo alla ABC.
Stando a quanto rivelato da Charles
Murphy di Murphy’s
Multiverse (via ComicBookMovie),
sembra che durante le riprese del film Disney Jungle Cruise,Emily Blunt (Edge of Tomorrow, La
ragazza del treno) abbiamo incontrato i Marvel Studios per
discutere a proposito di un ruolo ancora top secret in uno dei
prossimi film della Casa delle Idee.
Stando alle prime speculazioni, in
molti credono che la Blunt possa essere stata considerata per il
ruolo di Clea in Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, mentre altri fan – ma
quest’ipotesi è decisamente più remota – sono convinti che
all’attrice sia stato offerto il ruolo di Sue Storm in un’eventuale
reboot dei Fantastici
Quattro (che i Marvel Studios – tra l’altro – non
hanno ancora annunciato ufficialmente).
Per il momento si brancola nel buio,
ma non è la prima volta che il nome di Emily Blunt viene associato
all’Universo Cinematografico Marvel: già in passato l’attrice è
stata in lizza per un ruolo secondario in Iron Man
3, così come è stata ad un passo dall’ottenere
sia il ruolo di Natasha Romanoff che quello di
Peggy Carter.
Cosa ne pensate? Vi piacerebbe
vedere Emily Blunt nel MCU?
In attesa di nuovi aggiornamenti,
ricordiamo che Jungle Cruise è la nuova
entusiasmante avventura Disney ispirata all’omonima storica
attrazione di Disneyland, in California. Nel film recitano
Dwayne Johnson e Emily
Blunt. Diretto da Jaume Collet-Serra, il
film arriverà nelle sale italiane quest’estate.
A poche settimane dall’inizio della
Berlinale 2020, il Festival di
Berlino ha ufficialmente sospeso uno dei premi assegnati
annualmente dalla giuria internazionale proprio in occasione della
kermesse cinematografica. Il riconoscimento in questione è il
Premio Alfred Bauer, dedicato alla memoria
dell’omonimo storico del cinema, direttore della Berlinale dal 1951
al 1976.
Il premio è stato sospeso in seguito
ad alcune rivelazioni secondo le quali Bauer era un attivo nazista
di alto rango, strettamente coinvolto in un’organizzazione di
propaganda istituita da Josef Goebbels, ex politico e giornalista
tedesco le cui tecniche di propaganda furono uno dei fattori
che consentirono nel 1933 l’ascesa al potere in Germania del
Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.
Il controverso passato di Bauer è
emerso grazie ad un articolo del celebre settimanale tedesco
Die Zeit: alcune ricerche storiche
avrebbero rivelato che Bauer era sia un membro del partito nazista
sia un membro delle Sturmabteilung (o SA), il primo
gruppo paramilitare del Partito Nazista. Sembra,
inoltre, che Bauer fosse uno dei membri del “Reichsfilmintendanz”
di Goebbels, un ente istituito dal ministero della propaganda nel
1942 per controllare l’industria cinematografica.
In un verbale redatto per il partito
nazista, Bauer viene descritto come un “fanatico appartenente
alle SA, dalle attitudini politiche impeccabili”.
Alla luce di quanto riportato da Die
Zeit, il Festival di Berlino ha sospeso ufficialmente il Premio
Alfred Bauer, che veniva conferito a film ritenuti particolarmente
innovativi, capaci di aprire nuove prospettive sull’arte
cinematografica. In una nota ufficiale, il Festival ha dichiarato:
“L’interpretazione di queste fonti suggerisce che
Bauer aveva ricoperto posizioni significative durante il periodo
nazista. Alla luce di queste nuove scoperte, la Berlinale
sospenderà il Premio Orso d’argento Alfred Bauer con effetto
immediato. Accogliamo con favore la ricerca e la sua pubblicazione
su Die Zeit e cogliamo l’occasione per iniziare una ricerca più
approfondita sulla storia del Festival con il supporto di esperti
esterni.”
La Berlinale 2020
si svolgerà dal 20 febbraio al 1 marzo. Il film d’apertura sarà
My Salinger
Year dello
scrittore-regista Philippe Falardeau, con
Sigourney Weaver e Margaret
Qualley.
Primo teaser ufficiale di
ULTRAS, film originale Netflix in associazione con
Mediaset, prodotto da Indigo
Film, che uscirà in alcuni cinema selezionati
il9, 10 e 11 marzo e sarà
disponibile su Netflix dal 20 marzo.
Alla regia Francesco Lettieri, autore di oltre
sessanta videoclip (per Liberato, Calcutta, Emis Killa,
Thegiornalisti, Motta e molti altri che hanno ottenuto 160 milioni
di visualizzazioni complessive) e qui al suo esordio con un
lungometraggio.
Il film è scritto dallo stesso Lettieri insieme a Peppe
Fiore, e ha come protagonisti Aniello Arena, Ciro
Nacca, Simone Borrelli, Daniele Vicorito, Salvatore
Pelliccia e Antonia Truppo. Le
musiche di Ultras sono di
Liberato.
Ultras: la trama
Napoli. A quasi
cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di
ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di
violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un
Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano
a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita
normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha
incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente.
Angelo ha sedici anni e
considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la
persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto
anni prima durante gli scontri di una trasferta. ULTRAS è la storia
della loro amicizia, di una fede e di un amore scanditi dalle
ultime settimane di un campionato di calcio. E dell’inevitabile
incontro di entrambi con il proprio destino.
Alla mia piccola
Sama, che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti
nei principali festival di tutto il mondo (tra questi L’Oeil d’Or
al Festival di
Cannes e il premio agli EFA come Miglior Documentario), è
distribuito da Wanted Cinema con il patrocino di
Amnesty International Italia e nella versione
italiana vede la preziosa partecipazione di
Jasmine Trinca.
Alla mia piccola
Sama è una lettera d’amore della regista a sua figlia,
nata ad Aleppo sotto i bombardamenti dei missili e dei barili
bomba, per spiegarle la scelta di restare in Siria a rischio della
loro vita.
Alla mia piccola
Sama è un viaggio intimo nell’esperienza femminile della
guerra. In forma di video diario la storia di Waad inizia nel 2012,
quando da studentessa alla Aleppo University decide di scendere in
piazza per protestare contro la terribile dittatura di Bashar
al-Assad. Da quel momento, per cinque anni, documenta con la
macchina da presa gli anni della rivolta, la sua vita, quando si
innamora, si sposa e dà alla luce Sama. Tutto questo mentre intorno
esplode il conflitto. La sua camera raccoglie storie tragiche di
perdita ma anche incredibili momenti in cui protagonista è la vita
che continua, la sopravvivenza. Il dubbio di Waad pervade tutto il
film: partire o restare. Fuggire significherebbe proteggere la vita
di sua figlia ma anche abbandonare la lotta per la libertà per la
quale ha già sacrificato così tanto.
Alla mia piccola Sama: il film
Questo non è solo un film per
me, è la mia vita – ha spiegato la regista – Ho iniziato a
raccontare la mia storia personale senza avere un piano, solo
filmando le proteste in Siria sul mio cellulare, come facevano
tanti altri attivisti. Non avrei mai immaginato dove mi avrebbe
portato il mio viaggio. Ho continuato a vivere la mia vita. Mi sono
sposata e ho avuto una figlia. Mi sono ritrovata a cercare di
bilanciare diversi ruoli: Waad madre, attivista, giornalista,
cittadina e regista.
Tutte queste parti di me hanno
incarnato e portato avanti la mia storia, che non è così diversa da
quella che hanno vissuto la maggior parte dei miei concittadini.
Centinaia di migliaia di siriani hanno vissuto e continuano ancora
oggi a vivere le medesime esperienze. Colui che ha commesso questi
crimini è ancora al potere e sta uccidendo persone innocenti. La
nostra lotta per la giustizia è rilevante oggi, come lo era quando
è iniziata la rivoluzione.
Realizzare il film è stato
davvero difficile, ma ho avvertito una grande responsabilità verso
la città, la sua gente e i nostri amici affinché le loro storie non
venissero mai dimenticate e nessuno potesse mai distorcere la
verità rispetto a ciò che abbiamo vissuto.
Cinefilos.it in
collaborazione con Notorious Pictures mette in
palio 5 ingressi omaggio per due persone per vedere Judy a Milano, nel circuito
Stardust, il film nominato all’Oscar in uscita
oggi. Per aggiudicarsi l’invito omaggi che vi verrà recapitato a
casa occorre scrivere a eventi[@]cinefilos.it (la chiocciola senza
parentesi quadre).
I primi cinque fortunati
riceveranno una risposta di conferma, per tutti coloro che non
riceveranno conferma vorrà dire che non avrete vinto e vi invitiamo
a seguirci per le prossime proiezioni omaggio. Vi invitiamo inoltre
a iscrivervi alla nostra
newsletter per ricevere in anticipo inviti e anteprime
omaggio.
Scopri a questo
link l’elenco dei cinema Stardust
dove poter usufruire dei biglietti per tutto il periodo di
programmazione di JUDY, attenzione il buono è valido solo per il
film JUDY.
L’emozionante biopic con Renée Zellweger nel ruolo dell’iconica
Judy
Garland arriva nelle sale italiane da oggi, distribuito da
Notorious Pictures.
In JUDY Era il 1939 quando il mondo
veniva stregato dalle magiche note di“Over
the Rainbow”e
dalla voce della dolce e sognatrice Dorothy, protagonista del cult
generazionaleIl
Mago di Oz. Di lì a breve, quel film avrebbe consacrato alla
storia del cinema una delle più grandientertainermai
esistite:Judy
Garland. Oggi, la vita pubblica e privata di una vera e
propria icona non solo del cinema, ma anche della musica e del
glamour, rivive sul grande schermo nel biopicJudy,
in arrivo da giovedì oggi nelle sale italiane
distribuito daNotorious
Pictures. Abilità vocali eccelse, grande presenza scenica,
vitalità irresistibile: sono solo alcune delle caratteristiche
della vulcanica personalità di Judy Garland che le hanno permesso
di conquistare il cuore di milioni di fan in tutto il mondo e di
imporsi come una delle artiste più venerate della storia del
cinema. Il biopicJudyprova
a raccontare la donna che si cela dietro la leggenda: una donna dal
carattere indomito, forse incapace di gestirsi, che nonostante la
fama e il successo non ha mai smesso di rincorrere un’ideale di
vita normale, circondata dall’amore e dalla famiglia.
Protagonista indiscussa del film,
nei panni iconici di Judy Garland, è ilpremio
Oscar Renée Zelleweger(Chicago,
Ritorno a Cold Mountain, la saga diBridget
Jones), candidata come
miglior attrice protagonista agli
Oscar 2020.
Judy, diretto dal
regista britannicoRupert
Goold(True
Story), è basato sul dramma teatrale “End of the Rainbow” di Peter
Quilter, che racconta delle ultime apparizioni pubbliche della
Garland: nel dicembre del 1968, la diva accettò di tenere a Londra
una serie di concerti tutto esaurito al celebre night club “Talk of
the Town”, per una durata di cinque settimane.
Dopo l’annuncio della sua
partecipazione in concorso alla Berlinale
2020, ecco il primo trailer di
Favolacce, il nuovo film dei
Fratelli D’Innocenzo (La terra
dell’abbastanza).
La sinossi di Favolacce
C’era una volta una favola nera,
ambientata nella periferia sud di Roma, tra la malinconica
litoranea brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude.
Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la
scuola. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il
sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la
passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti. Ma
soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli,
incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e
scorre veloce verso la sconfitta di tutti.
Nel cast del film ci sono:
Elio Germano, Tommaso Di Cola, Giulietta Rebeggiani,
Gabriel Montesi e Justin
Korovkin.
Favolacce arriverà nelle sale
italiane il 16 aprile.
Stiamo finalmente per scoprire
qualcosa in più a proposito di Star
Wars: Project Luminous, il misteriosissimo progetto
che svelerà finalmente al fandom i piani sul futuro della celebre
saga di Guerre Stellari. Per adesso i dettagli sul
progetto sono veramente pochissimi: sappiamo soltanto che la
Lucasfilm ha intenzione di collegare tra loro le future storie del
celebre universo fantascientifico, andando a creare una sorta di
grande crossover tra i film, le serie, i videogiochi e
persino i fumetti.
Quasi sicuramente, la Disney e la
Lucasfilm avranno inviato alla stampa americana gli inviti per la
conferenza stampa di presentazione del progetto. Ecco perché poche
ore fa Clayton Sandell, corrispondente di ABC
News, ha fatto sapere attraverso il suo account Twitter che i
dettagli sul misteriosissimo Star Wars: Project
Luminous arriveranno a partire dal prossimo 24
febbraio.
Dalle prime indiscrezioni emerse,
Project Luminous potrebbe rendere il futuro della
saga di Star Wars non molto diverso dall’Universo
Cinematografico Marvel, con storie e film
profondamente connessi tra loro.
Pare infatti che la Lucasfilm sia
intenzionata a lanciare una nuova ondata di storie ambientate
nell’universo di Guerre Stellari attraverso
fumetti, romanzi, videogiochi e film che saranno ambientate 300-400
anni prima della Saga degli Skywalker.
La trama generale di questo
ambizioso progetto ruoterà attorno ad un gruppo di Jedi
intenzionati ad esplorare le regioni sconosciute della Galassia:
tali esplorazioni li condurranno a numerosi conflitti con diversi
tipi di nemici, inclusa un’antica forza del male descritta come una
sorta di “Dio dei Sith”; sembra inoltre che la storia in questione
servirà a raccontare le origini della rivalità tra Jedi e Sith, in
un’epoca definita come “Alta
Repubblica”.
Questa recensione di
Judy è di parte. Chi scrive ha un
rapporto particolare con l’eroina (è il caso di definirla così)
protagonista e questo rende il giudizio sempre fallibile, non
imparziale. Ma si farà del proprio meglio, soprattutto alla luce
del fatto che, il film, al cinema dal 30 gennaio, è uno dei
protagonisti della stagione dei premi, grazie all’interpretazione
di Renée
Zellweger.
Il film, diretto da Rupert
Goold e basato sul dramma teatrale End of the
Rainbow di Peter Quilter, è il racconto delle
ultime settimane di vita della Garland, il periodo dei concerti
londinesi, una serie di spettacoli nel corso di cinque settimane al
The Talk of the Town. La storia però non procede
come un normale biopic, ma si concentra, oltre che sul
presente, su due elementi importanti della vita di Judy
Garland: da una parte l’adolescenza a Hollywood;
dall’altra la sua esigenza di essere una donna normale, una madre
single lavoratrice che lotta per avere il tempo e i soldi per stare
con i figli.
Judy denuncia il lato oscuro dello
showbiz
L’intenzione polemica di Goold è
chiara, sia in difesa della protagonista che in accusa di un intero
sistema. La Hollywood degli anni d’oro, quella che sfornava stelle
e divinità dello showbusiness, era una trappola oscura in
cui molti, tra cui anche la piccola Garland, sono
caduti. Il personaggio viene dunque scritto con precisione: il
desiderio di accettazione, la paura di fallire e di essere
dimenticati, il bisogno di essere apprezzata ed amata, la voglia di
continuare ad esprimere la sua arte e l’immenso e innegabile
talento che ne ha costituito anche, purtroppo, la condanna. Judy
era tutto questo, ma desiderava anche essere una donna autentica,
una madre, una persona normale amata non solo dai fan ma anche
dagli affetti normali.
Questo desiderio costante l’ha
condotta ai 5 matrimoni, all’abuso di alcol e droghe (che l’hanno
consumata fisicamente), all’affannato bisogno di avere i figli con
sé, ma anche in ultimo all’estrema solitudine in cui ha vissuto da
sempre. Vista da subito come una miniera d’oro, alla ragazza venne
rubata l’adolescenza, e in definitiva la possibilità di avere una
vita normale.
Judy è un omaggio all’artista e alla
donna
Il film di Rupert
Goold vuole quindi essere non solo un biopic, ma
una denuncia ad una Hollywood che sembra per fortuna essere sempre
più diversa da quei modelli produttivi, e anche un omaggio,
accorato, delicato, intimo ad una delle figure del mondo dello
spettacolo che ancora oggi rappresentano la storia.
Negli Stati Uniti, Judy
Garland è un mito, un’icona (non solo per la comunità
LGBT), un esempio per chi vuole fare spettacolo e un vero e proprio
simbolo. Considerare questo aspetto, per il pubblico non
statunitense, potrebbe rendere più chiara la portata di questo film
in patria, e soprattutto l’importanza di una performance come
quella della Zellweger che davvero si trasforma in Judy, non solo
attraverso trucco, postura, voce (parlata e cantata), ma anche
perché riesce a metterne in scena i turbamenti profondi, le ferite,
i traumi, in una performance che effettivamente rende degno di nota
un film altrimenti assolutamente trascurabile.
Renée è davvero Judy
È chiaro l’impegno del regista di
dire la propria su un lato oscuro del mondo dello spettacolo e di
celebrare la donna, raccontando come gli anni dell’infanzia hanno
plasmato la sua età adulta e le sue carenze affettive, tuttavia è
innegabile che Judy sia completamente
sulle spalle della sua interprete, che riesce a reggere tutti gli
insistiti primi piani con cui viene raccontata la storia.
In Judy,Renée Zellweger si trasforma completamente in
un’eroina tragica alla fine della sua parabola di vita. Lasciata
completamente sola, quella che fu la piccola Dorothy ancora cerca
la strada per casa, un posto che in vita, forse, non ha mai
trovato, ma che in morte trova ancora oggi, tra quel pubblico che
la ama tanto da alzarsi in piedi e cantare per lei, quando anche la
sua voce la stava abbandonando.
È da un po’ di tempo che non
avevamo aggiornamenti sul nuovo adattamento cinematografico de
La Piccola Bottega degli Orrori,
film del 1960 di Roger Corman che ispirò il
celebre musical di Alan Menken e Howard
Ashman e la versione cinematografica del 1986 di
Frank Oz. Adesso, sembra che due grandi star di
Hollywood siano pronte ad entrare a far parte del cast del nuovo
film.
Come riportato da Full Circle Cinema
(via ComicBook), pare che
Taron
Egerton (di recente vincitore di un Golden Globe
grazie alla sua interpretazione di Elton John nel biopic musicale
Rocketman), sa
in trattative per interpretare il ruolo del protagonista Seymour,
che nel film di Oz aveva le fattezze dell’iconico Rick Moranis. Ma
non è tutto: per quanto riguarda la co-protagonista femminile, come
spifferato da Jeff Sneider di Collider via Twitter, sembra che il ruolo di Audrey
(l’interesse amoroso di Seymour, interpretato nel film del 1986 da
Ellen Greene) sia stato offerto nientemeno che a Scarlett Johansson, tra le grandi
protagoniste della season award di quest’anno grazie a
Storia di un
matrimonio e JoJo
Rabbit.
In attesa di scoprire se i due
attori entreranno ufficialmente a far parte del progetto,
ricordiamo che un reboot de La Piccola Bottega degli
Orroriè stato annunciato nel 2016:
all’epoca Greg
Berlanti avrebbe dovuto dirigere il nuovo film per
conto della Warner Bros. basandosi su una sceneggiatura di
Matthew Robinson.
La prima versione
de La Piccola Bottega Degli
Orrori era una dark comedy a budget ridotto
diretta da Richard Corman nel 1960 che
raccontava le vicende di una pianta carnivora gigantesca coltivata
da un timido fiorista. Il film divenne poi un musical a Broadway
nel 1982 e, nel 1986, Frank Oz diresse
un remake con Rick Moranis nei panni di
Seymour ed Ellen Greene nelle vesti di
Audrey.
Il colosso dello streaming
Netflix
ha acquisito da New Regency i diritti in tutto il mondo di
His House, il nuovo atteso horror che è
stato presentato il 27 gennaio alla Midnight section del
Sundance Film Festival 2020.
His
House segna il debutto di Weekes alla regia di un
lungometraggio. Weekes è stato tra i fondatori di Tell No One,
squadra di produzione specializzata in brevi video sperimentali. I
suoi cortometraggi e le sue campagne promozionali hanno raccolto
milioni di visualizzazioni, vincendo numerosi riconoscimenti, tra
cui un premio al Leone di Cannes, arrivando fino a proiezioni in
festival cinematografici e prestigiose gallerie d’arte in tutto il
mondo, come il Guggenheim di New York e la National Gallery di
Londra. A fianco dell’attività con Tell No One, Weekes ha diretto
il suo primo cortometraggio, Tickle Monster,
commissionato da Film4 per Channel4. Negli USA questa pellicola ha
debuttato al SXSW Film Festival, dove è stata accolta con
recensioni entusiaste.
Il film è stato
scritto da Felicity Evans, Toby Venables e Remi Weekes e prodotto
da Arnon Milchan per New Regency; Roy Lee per Vertigo
Entertainment; Martin Gentles ed Edward King per Starchild
Pictures; Aidan Elliott; in collaborazione con BBC.
Produttori esecutivi sono Yariv Milchan, Michael
Schaefer e Natalie Lehmann per New
Regency;Eva Yates per BBC Films;
Stuart Manashil e Steven Schneider.
His House: trama e cast
Protagonisti di His
House sono Wunmi Mosaku (Animalifantasticiedovetrovarli) e
Sope Dirisu(Il
cacciatore e la regina di ghiaccio). Nel film dopo una
difficile fuga dal Sudan del Sud in guerra, una giovane coppia di
profughi cerca con fatica di adattarsi a una nuova vita in una
cittadina inglese dove si nasconde un male indicibile.
Una delle star de
Gli
Eterni,Kumail Nanjiani, ha
ricevuto un abbonamento gratuito a Pornhub della
durata di dieci anni grazie alle immagini del suo fisico
scultorio (risultato di un duro allenamento in vista delle
riprese del film Marvel) che in breve tempo sono
diventate virali sul web.
L’eccezionale forma fisica
dell’attore pakistano ha lasciato letteralmente a bocca aperta il
popolo della rete: Nanjiani non era certamente noto per il suo
corpo, ma principalmente per le sue capacità di attore comico in
film e serie tv quali Silicon Valley, The Big Sick e
Stuber. In seguito alla diffusione delle immagini
attraverso il suo account Instagram, che testimoniavano i risultati
raggiunti dall’attore per prepararsi al meglio alla produzione de
Gli Eterni, lo stesso ha scoperto che
quelle foto sono state utilizzate da Pornhub in una delle sezioni
del noto sito a luci rosse, diventando così virali.
Adesso, ospite dello show di Conan
O’Brien, è stato lo stesso Kumail a rivelare che il più grande sito
di porno free al mondo gli ha regalato un abbonamento gratuito
della durata di ben dieci anni: “Mi hanno regalato questo
abbonamento gratuito per dieci anni a Pornhub Premium”, ha
spiegato divertito l’attore. “Le persone continuano a
chiedermi: ‘Perché hai bisogno di pagare per il porno?’, ma vi
assicuro che non lo faccio. Non lavoro per Pornhub. Non mi hanno
mai pagato per tutto questo, eppure mi hanno dato l’accesso ad un
nuovo mondo. Il porno gratis è ok, ma quando hai accesso ad una
versione Premium… potrei sviluppare gusti fetish e so che per i
prossimi 10 anni loro si prenderanno cura di me.”
Gli
Eterni, diretto da Chloe
Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh).
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
La Searchlight Pictures (ex Fox
Searchlight) ha annunciato finalmente la data di uscita di The
French Dispatch, il decimo film di Wes
Anderson. La pellicola arriverà nelle sale americane il
prossimo 24 luglio 2020. Insieme alla release, è stato diffuso
online anche il teaser poster ufficiale del film, che conferma il
cast completo:
Benicio del Toro, Adrien Brody,
Tilda Swinton, Léa
Seydoux,
Frances McDormand,
Timothée Chalamet, Lyna Khoudri,
Jeffrey Wright, Mathieu Almaric, Stephen Park, Bill
Murray e Owen Wilson.
Nel teaser poster ufficiale non
vengono menzionati Saoirse Ronan, Kate Winslet, Elisabeth
Moss, Jason Schwartzman, Christoph Waltz
e Rupert Friend, precedentemente annunciati
nel cast: al momento non sappiamo se gli attori in questione
appariranno comunque nel film o se i loro personaggi sono stati
tagliati dal montaggio finale.
The French
Dispatch sarà una lettera d’amore al giornalismo,
ambientata nella sede parigina di un quotidiano americano, e
ruoterà intorno a tre diverse linee narrative. La raccolta di
storie pubblicate sulla rivista prenderà vita grazie alla visione
di Wes Anderson.
La pellicola arriva a due anni
da L’isola dei
Cani, candidato come miglior film d’animazione ai
Golden Globe e agli Oscar 2019.
Di recente Wes
Anderson è stato tra gli ospiti della quattordicesima
edizione della Festa del Cinema
di Roma dove ha consegnato il Premio alla Carriera a
Bill Murray, moderando l’Incontro Ravvicinato con
il pubblico durante il quale l’attore ha ripercorso le tappe
principali della sua carriera artistica.
Nel cast anche
Saoirse Ronan,
Kate Winslet,
Elisabeth Moss, Jason Schwartzman,
Christoph Waltz e Rupert Friend,
precedentemente annunciati nel cast: al momento non sappiamo se gli
attori in questione appariranno comunque nel film o se i loro
personaggi sono stati tagliati dal montaggio finale.
Nonostante sia un film della saga
degli X-Men a tutti gli effetti, in
TheNew Mutants non
vedremo i ragazzi protagonisti della storia all’interno della
X-Mansion, la dimora di Charles
Xavier che lo stesso mutante dotato di poteri
telepatici ha trasformato in una scuola privata per
giovani dotati. E c’è un motivo ben preciso dietro questa
scelta…
La storia di
TheNew
Mutants segue un gruppo di cinque adolescenti
alle prese con la scoperta dei loro poteri e delle loro abilità
mentre sono intrappolati in una struttura segreta. Questa struttura
segreta è molto lontana dalla X-Mansion di Charles Xavier, che i
fan degli X-Men – anche grazie ai film, non solo ai fumetti – hanno
sempre riconosciuto come una sorta di vera e propria oasi felice
per bambini e adolescenti mutanti. Questa struttura segreta invece
– si tratta del Medfield State Hospital di
Medfield (Massachusetts) – sembra essere molto più pericolosa.
In occasione della visita di
ScreenRant al set, il
regista Josh Boone ha spiegato le ragioni dietro
la scelta di cambiare ambientazione: “Questi ragazzi si trovano
in un posto che è come una sorta di psico-rifugio per mutanti che
sono troppo pericolosi per vivere nella X-Mansion. Vorrei poter
dire di più, ma ci sono un sacco di colpi di scena… ad ogni modo,
ci sarà un dottore in questa struttura che li aiuterà mentre
saranno impegnati a fare le loro cose. Questo è film è a metà tra
un horror, Ragazze Interrotte e Qualcuno volò sul nido del
cuculo.”
Qualche dettaglio in più a proposito
della struttrua segreta è stato rivelato dalla scenografa
Molly Hughes: “Abbiamo scelto il Medfield
State Hospital perché è un posto bellissimo e al tempo stesso
isolato. Abbiamo buttato giù tante mura per creare i nostri
interni: non potevamo lasciare le cose così com’erano e iniziare a
girare. Molte di queste stavano già cadendo. Adoro i mattoni rossi,
le finestre… gli alberi tutti attorno. Ha quel tocco tipico del New
England, del periodo dei processi alle streghe di Salem, che gioca
con l’immagine della X-Mansion e la ribalta completamente. E così
che siamo finiti qui.”
Sempre in occasione della visita al
set del film, ScreenRant ha avuto
la possibilità di intervistare anche Alice Braga,
che nel film avrà il ruolo della Dottoressa Cecilia
Reyes. L’attrice ha parlato della produzione del film,
rivelando che Boone e il co-sceneggiatore Knate
Lee non sono mai arrivati impreparati sul set: ecco perché
ci sono stati pochissimi reshoot e pochissime riscritture del
copione in fase di riprese. Proprio per questo motiv, Boone e Lee
hanno avuto modo di lavorare scrupolosamente al tipo di atmosfera
che doveva permeare l’intera pellicola, cercando di sfruttare al
massimo le potenzialità del Medfield State Hospital (già utilizzato
da Martin
Scorsese per la produzione del suo acclamatissimo
thriller Shutter
Island).
Nello specifico, la Braga ha
spiegato: “Josh era davvero preparato. Lui e Knate erano sempre
in anticipo su tutto, a partire dalla sceneggiatura. Ecco perché
non ci sono state molte riscritture durante la realizzazione. Erano
molto concentrati sull’ambiente, sulle atmosfere e sull’energia che
doveva esserci sul set. Quel luogo è davvero incredibile… hanno
girato Shutter Island lì, il film di Scorsese. Puoi davvero
percepire delle cose…”
The New
Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone e Knate
Lee, il film vede nel cast la presenza
di Maisie Williams, Anya Taylor-Joy, Charlie Heaton,
Alice Braga, Blu Hunt e Henry
Zaga. TheNew
Mutants è prodotto da Simon
Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
In maniera assolutamente scherzosa,
Robert Pattinson ha ritrattato le
sue precedenti dichiarazioni su The
Batman, l’attesissimo cinecomic di Matt
Reeves che vedrà l’attore negli iconici panni del Crociato
di Gotham. Di quali dichiarazioni si tratta? A dicembre dello
scorso anno, Pattinson aveva rilasciato
un’intervista a Today nella quale aveva dichiarato che dal suo
punto di vista Batman non è un supereroe: “Lui non conta come
supereroe – aveva detto l’attore – devi avere dei
poteri magici per essere un supereroe, e lui non li ha”.
All’intervistatore che gli aveva poi fatto notare che il
personaggio in effetti indossa un mantello, Pattinson aveva
risposto: “Ok, il mantello, ti concedo quello.”
Adesso, intervistato da
Time Out, Robert Pattinson è ritornato proprio
su quei commenti che, ovviamente, avevano scatenato le reazioni più
disparate del fandom. L’attore ha spiegato che fino al momento
dell’intervista non era a conoscenza del polverone che le sue
parole avevano alzato; nella speranza di placare gli animi di tutti
coloro che si sono sentiti “offesi”, Pattinson ha scherzosamente
ritrattato le sue dichiarazioni iniziali:
“Non ero istruito
sull’argomento. Le persone si sono molto arrabbiate per questo. È
bizzarro. Non riesco ancora a comprendere il punto della questione.
Okay, è un supereroe. Mi dispiace! Il prossimo titolo sui giornali
sarà: ‘Pattinson ritratta: ‘Batman è, in effetti, un supereroe’.
Ritira ciò che ha detto’.”
Al di là dello scherzo, però,
Pattinson ha poi ammesso di tenere molto a cuore il giudizio del
pubblico, ma al tempo stesso di preoccuparsene sinceramente
soltanto dopo l’uscita del film in sala: “Mi preoccuperà
soltanto quando alle persone piacerà il film una volta che uscirà
al cinema. Per ora, possono dire quello che vogliono”, ha
dichiarato.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert Pattinson nei panni di Bruce
Wayne, ci saranno anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell (Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero
sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
Arriva da Deadline la conferma che il colosso dello
streaming
Netflix ha dato il via libera a ONE
PIECE, una serie live action basata su uno dei titoli
manga più venduti di tutti i tempi.
La serie tv sarà scritta e prodotta
in qualità di showrunner dal veterano Steven Maeda
(Lost,
The X-Files), affiancato da Matt Owens (Agents of
SHIELD, Luke Cage). La serie di 10 episodi sarà prodotta
da Tomorrow Studios in collaborazione con
l’editore di One Piece Shueisha. Tomorrow
Studios è anche dietro un altro adattamento della serie Netflix live-action di una classica proprietà manga,
l’imminente Cowboy Bebop.
Marty Adelstein e Becky Clements of
Tomorrow Studios ( Cowboy Bebop, Snowpiercer, Hanna )
sono produttori esecutivi al fianco di Eiichiro Oda, l’autore della
serie manga. One Piece segue le avventure di
Monkey D. Luffy e il suo equipaggio pirata mentre esplorano un
mondo fantastico di infiniti oceani e isole esotiche alla ricerca
del tesoro finale del mondo noto come “One Piece” per diventare il
prossimo re dei pirati.
One Piece è una
coproduzione tra Netflix e Tomorrow Studios, una partnership tra
Adelstein e ITV Studios. Netflix gestirà la produzione fisica.
La serie ha venduto oltre 460 milioni di copie pubblicate in tutto
il mondo. La serie ha anche fatto la storia nel 2015 ottenendo il
titolo di Guinness World Record per avere il maggior numero di
copie pubblicate per la stessa serie di fumetti da un singolo
autore.