La presenza di Johnny Depp in Animali
Fantastici 3 potrebbe essere di nuovo in discussione,
proprio come accaduto nei mesi successivi all’uscita del secondo
capitolo dopo le accuse di violenza rivolte dall’ex moglie
Amber Heard. E a quanto pare le ultime
dichiarazioni dell’attrice raccolte da The Post avrebbero
seriamente preoccupato la Warner Bros., indecisa se continuare a
lavorare con Depp o riconsiderare l’accordo stabilito.
Ricorderete il processo di
diffamazione vinto dall’attore (con un risarcimento di 50 milioni
di dollari) secondo cui la denuncia di abuso fisico faceva parte di
un elaborato piano per far progredire la carriera della compagna,
ma di recente la Heard ha risposto alla causa esponendo delle prove
grafiche delle violenze tramite il The Post, affermando che Depp
diventava un vero e proprio “mostro” quando era ubriaco e che
spesso non ricordava nemmeno di ciò che aveva fatto.
Il gioco di accuse di abuso
reciproco continua, e secondo quanto riferito da alcune fonti
vicine allo studio, la preoccupazione sarebbe alle stelle riguardo
il futuro del franchise:
“I dirigenti della
Warner Bros. si stanno chiedendo come affrontare il contraccolpo
della questione Depp sulla serie di Animali Fantastici.Sono
estremamente preoccupati all’idea di lavorare con Depp per il
messaggio che questa scelta invierebbe al pubblico, specialmente
dopo la partenza del CEO Kevin Tsujihara. […] Questo è un altro
duro colpo per il morale delle dipendenti donne dello studio.Se la
Warner Bros. continuerà ad essere fedele a Depp, tutto ciò
rivelerebbe molto sui valori che la società ritiene
importanti.”
Tempo fa anche
J.K.Rowling aveva rotto il silenzio in merito e
difeso il casting di Depp spiegando che “Quando Johnny è stato scelto per interpretare
Grindelwald, ho pensato che sarebbe stato fantastico nel ruolo.
Tuttavia, quando è stato il momento di girare la sua scena nel
primo film, la stampa ha cominciato a scrivere storie sul suo conto
che hanno preoccupato me e tutte le persone coinvolte nella
lavorazione del franchise […]I
fan di Harry Potter si sono posti domande legittime
e dubbi sulla nostra decisione di continuare a lavorare con Johnny
Depp. Come già detto da David Yates, abbiamo naturalmente
considerato la possibilità di un recasting e capisco perché alcuni
siano rimasti sorpresi e arrabbiati che non sia
successo.“
La seconda delle cinque nuove
avventure della saga, Animali Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald, è disponibile in
DVD, Blu-rayTM e 4k UHD da oggi, 14 Marzo. Nel
cast Johnny Depp, Eddie
Redmayne, Jude
Law, Katherine
Waterston, Dan
Fogler, Alison
Sudol, Ezra Miller, Zoë
Kravitz, Callum
Turner, Claudia
Kim, William
Nadylam, Kevin
Guthrie, Carmen
Ejogo e Poppy Corby-Tuech. Il
film è stato diretto da David
Yates, sceneggiato da J.K.
Rowling e prodotto da David Heyman, J.K.
Rowling, Steve Kloves e Lionel
Wigram.
Animali
Fantastici 3 vedrà il ritorno di Eddie
Redmayne (Newt Scamander), Jude
Law (Albus Silente), Johnny
Depp (Gellert Grindelwald), Ezra
Miller (Credence/Aurelius Silente), Alison
Sudol (Queenie Goldstein), Dan
Fogler (Jacob Kowalski) e Katherine
Waterston (Tina Goldstein) insieme alla new
entry Jessica Williams, già apparsa
brevemente ne I
Crimini di Grindelwald, nei panni di Eulalie ‘Lally’
Hicks, insegnante presso la Scuola di Magia e Stregoneria di
Ilvermorny.
Nel film i personaggi viaggeranno
verso Rio de Janeiro, Brasile, raccontando la vita dei maghi nel
più grande paese del Sud America all’inizio del XX
secolo. David Yates tornerà alla regia
mentre J.K.
Rowling, oltre a figurare come produttrice, sarà
co-sceneggiatrice al fianco dell’ormai fidato Steve
Kloves, qui alla sua prima esperienza nella saga
di Animali Fantastici dopo l’ottimo lavoro svolto con
Harry
Potter. L’uscita nelle sale è fissata
al 12 novembre 2021, esattamente tre anni
dopo quella di Animali
Fantastici: I Crimini di Grindelwald.
Non sorprende che il
Festival di Cannes 2019 abbia deciso di omaggiare
Agnès Varda con il suo poster per la 72° edizione.
L’immagine raffigura la regista sul set di La Pointe
Courte, in un momento dal dietro le quinte.
È l’agosto del 1954: siamo nel
quartiere di Pointe Courte a Sète, nel sud della Francia. Nella
luce abbagliante dell’estate, Silvia Monfort e
Philippe Noiret esplorano il loro fragile amore,
circondati da pescatori in difficoltà, donne vivaci, bambini che
giocano con i gatti randagi.
Ambientazioni naturali, macchina
leggera, budget ridotto: con La Pointe Courte (presentato a Cannes
nel 1955), il fotografo Jean Vilar sta aprendo la
strada a un nuovo cinema, del quale LEI rimarrà l’unica regista
donna. Come un manifesto, questa foto del set riassume tutto su
Agnès Varda: la sua passione, la sua disinvoltura
e la sua malizia.
Come amava sottolineare lei stessa,
Agnès Varda non è una regista donna: Agnès
Varda è un regista. Ha partecipato spesso al Festival di
Cannes per presentare i suoi film: 13 volte nella selezione
ufficiale. È stata anche membro della giuria nel 2005 e presidente
della Caméra d’or Jury nel 2013.
Quando ha ricevuto la Palma
d’Oro onoraria, nel 2015, l’ha dedicata “a tutti i
cineasti coraggiosi e creativi, quelli che creano il cinema
originale, che si tratti di fiction o documentari, che non sono
sotto i riflettori, ma che continuano.” Avanguardia ma popolare,
intima ma universale, i suoi film hanno aperto una strada. E
così, arroccata su questa piramide, sorvegliando la spiaggia di
Cannes, giovane ed eterna, Agnès Varda sarà la
luce ispiratrice di questa 72esima edizione del Festival!
L’annuncio della Selezione Ufficiale
2019, di Pierre Lescure, Presidente del Festival
di Cannes e Thierry Frémaux, Delegato generale,
sarà annunciata in diretta giovedì 18 aprile dalle 11:00 su
YouTube, Dailymotion, Facebook, Twitter e
www.festival-cannes.com.
Phoebe
Waller-Bridge sta vivendo il periodo più ricco ed
entusiasmante della sua carriera: lo scorso anno è stata
protagonista di Solo: A Star Wars
Story nel memorabile ruolo del droide L3-37; la
seconda stagione di Fleabag, serie tratta dalla
sua piece teatrale, ha debuttato da poco sulle reti della BBC e
sarà presto disponibile su Amazon Prime Video; infine Killing
Eve, la serie vincitrice di numerosi Emmy Awards di cui è
stata showrunner, è un successo di pubblico e critica. E a quanto
pare il prossimo passo verso l’affermazione sarà Bond
25.
Secondo quanto riportato dal The
Guardian, la MGM avrebbe assunto la Waller Bridge per “ravvivare”
lo script del venticinquesimo film del franchise ancora senza
titolo ufficiale, sotto speciale richiesta di Daniel Craig, per portare nel progetto
l’humor e l’intelligenza tipiche dello stile della
sceneggiatrice.
L’attore, attualmente residente a
New York con la moglie Rachel Weisz, sarebbe un
accanito fan di Fleabag e di Killing Eve, entrambe opere sviluppate
dalla Waller-Bridge, e diverse fonti dicono sia stato lo stesso
Craig a suggerire una revisione della storia di Bond 25 prima
dell’inizio effettivo delle riprese (ora in corso in Norvegia).
Dopo l’addio di Sam
Mendes alla saga di 007, lo studio aveva trovato in
Danny Boyle un degno successore, con il regista
impegnato a sviluppare uno script con il collaboratore di lunga
data John Hodge. Tuttavia alcune divergenze creative hanno portato
Boyle fuori dal film lasciando spazio a Neil Purvis e Robert Wade,
con Cary Fukunaga dietro la macchina da presa.
Dunque la Waller Bridge sarebbe, a questo punto, la terza persona a
mettere mani su Bond 25. Come evolverà la situazione in casa
MGM?
Vi ricordiamo che Bond
25 sarà diretto da Cary
Fukunaga (il primo regista non britannico che siede
dietro la macchina da presa di un film di 007), mentre la
sceneggiatura sarà riscritta da Scott Z.
Burns (The Bourne Ultimatum, Contagion).
Una parte importante delle riprese
si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per
2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe
diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento
di apertura di Spectre a Città del
Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
Gli ultimi due film
di James
Bond sono stati diretti da Sam
Mendes che ha incassato con i suoi film
rispettivamente 1,1 miliardo di dollari
per Skyfall (il Bond di maggior successo
di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni
con Spectre. Dato il successo che Mendes ha
raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più
diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si
sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.
La prima clip ufficiale
di Avengers:
Endgame diffusa pochi giorni fa dai Marvel Studios sembra aver rivelato
una leggera tensione tra Rhodey aka War
Machine e la nuova arrivata al quartier generale dei
Vendicatori, Carol Danvers, finora impegnata a
proteggere l’universo e richiamata sul pianeta Terra da Nick Fury
dopo lo schiocco di Thanos alla fine di Infinity
War.
Ma perché il colonnello Rhodes non
si fida dell’eroina? Una risposta esaustiva è stata fornita da
Don Cheadle nell’intervista concessa a EW dove si
è parlato del film, del percorso del suo personaggio e della
possibilità di uno standalone dedicato a War Machine:
“Penso che in questo momento non
sai mai con chi hai a che fare. Rhodes vede tutto il lavoro che i
Vendicatori hanno svolto finora, gli amici che sono morti, e poi
questa donna che entra e dice come dovrebbero agire… Non lo
chiamerei sospetto, quanto piuttosto cautela riguardo ad una nuova
persona a cui si chiede un motivo per ascoltarla“.
Su Rhodes, descritto come il vero
pacificatore del gruppo, Cheadle non ha dubbi:
“Penso che sia un buon modo per
definirlo. Ora fa saldamente parte degli Avengers, e tutti stanno
cercando di raccogliere i pezzi dopo Infinity War, capire cosa
dovrebbero fare, chi sono…Insomma è una fase piena di tensione per
l’intero gruppo […] Il suo mondo è cambiato, e una volta Thanos è
entrato in gioco arrivano anche nuove regole. E come abbiamo visto
nell’ultimo film, gli eroi stanno fondamentalmente discutendo il
concetto di “autorità”…Siamo noi quell’autorità e faremo ciò che
pensiamo sia giusto, ma stiamo anche affrontando qualcosa per cui
nessuno è stato preparato.“
Infine l’attore ha commentato
l’ipotesi di uno spin-off al quale stava lavorando lo sceneggiatore
di Black
Panther, Joe Robert Cole:
“Non so che tipo di storia
sarebbe stata. L’abbiamo presa in considerazione per un po’,
avremmo raccontato della tensione tra il suo lavoro di militare e
la fedeltà al codice che ha giurato di difendere, contro il mondo
che cambia. Penso che probabilmente queste due fazioni si sarebbero
scontrate…”
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Avengers:
Endgame, un indizio nascosto nella prima clip ufficiale?
Arrivano dallo Star
Wars Day le nuove foto della serie live action Mandalorian
– Star Wars Series. Come molti di voi già sapranno la
storia racconterà di Jango e Boba Fett, guerrieri
dell’universo di Star Wars. Durante il nuovo
evento inoltre è stato rivelato l’artwork title ufficiale.
The
Mandalorian è ambientato dopo la caduta dell’Impero e
prima dell’emergere del Primo Ordine. La storia ruota attorno il
travagliato percorso di un pistolero solitario nella parte esterna
della galassia, lontano dall’autorità della Nuova Repubblica.
Mandalorian – Star Wars Series
La serie sarà scritta e prodotta
dal produttore e attore candidato all’Emmy Jon
Favreau, come annunciato in precedenza, con Dave Filoni
( Guerre stellari: Guerre dei
cloni , Star Wars Rebels ) a dirigere
il primo episodio. Gli altri registi
sarannoDeborah Chow
( Jessica Jones), Rick Famuyiwa
( Dope ), Bryce Dallas Howard
( Solemates ) e Taika Waititi
( Thor:
Ragnarok ). Mandalorian – Star Wars
Series prodotto da Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist sarà il co-produttore
esecutivo.
Riguardo a Mandalorian: I
Mandaloriani erano un gruppo di persone che si basava su una
società formata da clan, composti da membri di diverse specie. La
loro cultura si era evoluta sui concetti di battaglia e guerra
visti come sorgente di onore e orgoglio nella comunità. Il capo dei
Mandaloriani prendeva il titolo di Mandalore. I Mandaloriani erano
spesso alleati con i Sith e con l’Impero Galattico. Durante gli
ultimi anni della vecchia Repubblica Galattica diventarono un
prototipo per i Clone Trooper sotto Palpatine.
Originalmente, la razza
Mandaloriana era composta da individui simili a umani, chiamati
Taung, che avevano una pelle di colore grigio e occhi gialli, e
provenivano da Coruscant. Con il tempo più razze si aggregarono ai
Taung, come umani, Twi’Lek e molti altri, e i guerrieri si
chiamarono Mandaloriani in onore della colonia planetaria
Mandalore. In seguito i Mandaloriani originali Taung si estinsero e
l’aggettivo Mandaloriano rimase per indicare la cultura, che si
tramandò nella maggiore componente umana del gruppo.
Il canale americano
HBO dopo le
foto e la data di uscita ha diffuso il teaser di
Big Little Lies 2, l’annunciata seconda
stagione di
Big Little Lies.
I primi episodi di
Big Little Lies 2 debutteranno a
Giugno del 2019. Big Little Lies 2 è prodotto
da
Nicole Kidman,
Reese Witherspoon, David E. Kelley, Andrea Arnold,
Jean-Marc Vallée, Bruna Papandrea, Per Saari, Gregg Fienberg,
Nathan Ross e Liane Moriarty.
https://youtu.be/4VV8u766E7Q
In Big
Little Lies 2 in superficie nella tranquilla località
balneare di Monterey, in California, tutto sembra uguale. Le
madri continuano a portare avanti le loro dote, i mariti
sostengono, i bambini rimangono adorabili e le case sono
altrettanto belle. Ma la notte della raccolta fondi della
scuola ha cambiato tutto, lasciando la comunità in un equilibrio
precario che continua a vacillare mentre i “Monterey Five” –
Madeline, Celeste, Jane, Renata e Bonnie – si uniscono per
raccogliere i pezzi delle loro vite distrutte.
Creato e scritto da David E. Kelley
su una storia di Kelley e Liane Moriarty, e basato sull’omonimo
romanzo dell’autrice di best-seller Liane Moriarty, BIG LITTLE LIES
2 torna per la sua seconda stagione di sette episodi a giugno,
esclusivamente su HBO. La nuova stagione esplora la malignità
delle menzogne, la durabilità delle amicizie, la fragilità del
matrimonio e, naturalmente, la feroce ferocia della sana
genitorialità.
Tutti e sette gli episodi sono
diretti e prodotti da Andrea Arnold (“Red Road”, “Fish Tank”,
“Wuthering Heights”, “American Honey”, premio Oscar per “Wasp”),
BIG LITTLE LIES 2 è stato scritto da David E. Kelley
(“Goliath”, “Mr. Mercedes”, 11 volte vincitore di Emmy per “Picket
Fences”, “LA Law”, “The Practice”, “Ally McBeal” e “Big Little
Lies”).
In
Big Little Lies 2 protagoniste
sono Reese Witherspoon (premio Oscar, Golden
Globe e SAG Award per “Walk the Line”; candidato Oscar, Golden
Globe e SAG Award per “Wild”); Nicole Kidman
(Emmy, Golden Globe e SAG Award per “Big Little Lies”, premio Oscar
per “The Hours”, vincitore del Golden Globe per “To Die For”,
“Moulin Rouge!” E “The Hours”); Shailene
Woodley (vincitore dell’Independent Spirit Award,
candidato al Golden Globe e al SAG Award per “The Descendants”;
“Adrift”, “The Fault in Our Stars”); Laura
Dern (candidata all’Oscar per “Wild” e “Rambling Rose”;
vincitrice del Golden Globe per “Big Little Lies”, “Enlightened”,
“Recount” e “Afterburn”; vincitore di Emmy per “Big Little
Lies”); Zoë Kravitz (“Animali fantastici e dove
trovarli”, “Alta fedeltà”, “Mad Max: Fury
Road”); Meryl Streep (21 nomination
all’Oscar, tre volte premio Oscar, per “Kramer vs Kramer”,
“Sophie’s Choice” e “The Iron Lady”, quattro volte vincitore del
Golden Globe Award, per “The Iron Lady, “” Julie & Julia “,” Il
diavolo veste Prada “e” Adattamento “, Emmy, Golden Globe e SAG
Award per HBO” Angels in America “; Adam Scott (”
Parchi e ricreazione “,” Black Mass “); James
Tupper (“Men in Trees”, “Revenge”); Jeffrey Nordling
(“Sully”, “Motive”) e Douglas Smith (“Big Love”
della HBO; “The Bye Bye Man”).
È stata ufficialmente presentata
alla Star
Wars Celebration di Chicago The
Mandalorian, la serie spin-off disponibile il prossimo
anno sulla piattaforma streaming Disney + scritta e prodotta da
Jon Favreau, insieme ad alcuni membri del
cast.
Come già anticipato nei mesi
scorsi, lo show sarà ambientato cinque anni dopo gli eventi de
Il Ritorno dello Jedi e prima dell’affermazione
del Primo Ordine: “La storia inizia in modo divertente, ma
progressivamente diventerà complicata, rivelando l’idea di un mondo
all’alba della nuova Repubblica che ha preso il sopravvento“,
ha spiegato Favreau al pubblico della Celebration. “Ci saranno
le tracce dell’Impero, i sopravvissuti, e il caos che si impossessa
della galassia.“
Presenta sul palco Pedro Pascal, che nella serie
interpreterà il protagonista – ancora senza nome – descritto come
“un cacciatore di taglie e un pistolero solitario con un
carattere morale discutibile che presto saràraggiunto da
Cara Dune,
il personaggio di Gina Carano, che è una ex
ribelle e membro degli Shock Trooper.” Anche l’attrice
apostrofa l’eroina come “Un po’ solitaria, e per lei
reintegrarsi nella società rappresenterà un problema“.
Accanto a questi due personaggi ci
sarà anche un terzo membro di quella che sembra essere una squadra
di mercenari, ovvero Grief Carga, interpretato sullo schermo da
Carl Weathers. “È il capo di questa gilda di
cacciatori di taglie“, spiega l’attore, “Sta cercando
qualcuno che possa portare un prigioniero ad a un cliente che vale
molto, ed è davvero prezioso. E indovinate chi troverà? Un
cacciatore di taglie di nome Mandalorian…lo assolderà per fare ciò
che deve essere fatto“.
Di seguito potete dare uno sguardo
al cast e i relativi ruoli insieme al primo poster ufficiale.
Vi ricordiamo che The
Mandalorian è scritta e prodotta dal produttore e
attore candidato all’Emmy Jon Favreau, come
annunciato in precedenza, con Dave Filoni (Guerre stellari:
Guerre dei cloni , Star Wars Rebels) a
dirigere il primo episodio. Gli altri registi coinvolti
sonoDeborah Chow
(Jessica Jones), Rick Famuyiwa
(Dope), Bryce Dallas Howard
(Solemates) e Taika Waititi
(Thor: Ragnarok ).
Riguardo a The
Mandalorian: I Mandaloriani erano un gruppo di
persone che si basava su una società formata da clan, composti da
membri di diverse specie. La loro cultura si era evoluta sui
concetti di battaglia e guerra visti come sorgente di onore e
orgoglio nella comunità. Il capo dei Mandaloriani prendeva il
titolo di Mandalore. I Mandaloriani erano spesso alleati con i Sith
e con l’Impero Galattico. Durante gli ultimi anni della vecchia
Repubblica Galattica diventarono un prototipo per i Clone Trooper
sotto Palpatine.
Originalmente, la razza
Mandaloriana era composta da individui simili a umani, chiamati
Taung, che avevano una pelle di colore grigio e occhi gialli, e
provenivano da Coruscant. Con il tempo più razze si aggregarono ai
Taung, come umani, Twi’Lek e molti altri, e i guerrieri si
chiamarono Mandaloriani in onore della colonia planetaria
Mandalore. In seguito i Mandaloriani originali Taung si estinsero e
l’aggettivo Mandaloriano rimase per indicare la cultura, che si
tramandò nella maggiore componente umana del gruppo.
Lo scorso Dicembre era stato
Zachary Levi a spiegare in che modo Shazam! sarebbe
stato legato agli altri capitoli del DCEU, rispondendo alla domanda
di un fan su Twitter. Il film può funzionare da solo, ma
vedrete un sacco di piccoli accenni, omaggi e easter eggs che vi
divertiranno e che si riferiranno al DC
Extended Universe”, aveva scritto l’attore. Di fatto così
è accaduto, ma uno di questi dettagli potrebbe esservi
sfuggito…
A confermare la presenza
dell’ennesimo easter egg è il regista David F.
Sandberg, invitando gli spettatore a osservare meglio lo
sfondo di una scena in particolare. E come potete notare
nell’immagine qui sotto, alle spalle del supereroe compare il logo
della ACE Chemicals, un nome che gli appassionati ricorderanno
perché legato alla storyline di Gotham e Joker: è
qui infatti che il clown principe del crimine cade in una vasca di
soluzione chimica trasformandosi nel villain che conosciamo e che
amiamo.
Questo riferimento compare nella
scena in cui Freddy cerca di capire quanto siano estesi i nuovi
poteri dell’amico Billy Batson. Ma non finisce qui: c’è un altro
cenno all’universo DC nella location dove è stata girata la
sequenza, ovvero la stazione di Hearn appena fuori Toronto che è lo
stesso set utilizzato per i luoghi della ACE Chemicals durante le
riprese di Suicide Squad.
Shazam! è
nei nostri cinema dal 3 aprile. Nel
cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack
Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand,
Cooper Andrews, Marta Milans, Djimon Hounsou.
La Sinossi: Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si
trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago.
Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte
nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi
adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a
raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti
delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma
dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le
forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Si è spenta a 83 anni Bibi
Andersson, l’attrice musa del grande Ingmar
Bergman, protagonista di capisaldi del cinema mondiale
come Persona e Il Settimo
Sigillo. Esordisce a 15 anni con degli spot tv, girati
proprio da Bergman, che poi l’ha coinvolta nei suoi progetti.
Nel corso della sua carriera, la
Andersson ha lavorato con i più grandi registi all’epoca in
attività, tra questi ricordiamo John Huston e
Robert Altman, per un totale di oltre 90 film in
carriera.
Ha debuttato sul grande schermo nel
1953 con Dumbom, di Nils Pope, nei panni di
un’artista di circo, mentre due anni dopo Bergman la sceglierà per
un ruolo secondario di Sorrisi di una notte d’estate. Sempre
con Bergman ha lavorato in Il settimo sigillo, Il posto delle
fragole e Alle soglie della vita, mentre nel 1966 è
protagonista di Persona, al fianco di Liv
Ullman.
Ha avuto due mariti, nel 1960 si è
legata con Kjell Grede, mentre con Per
Ahimark nel 1978. Nel 2009 fu colpita da apoplessia, cosa
che le impediva di parlare.
Esordio alla regia in solitaria di
Eric Tosti, A spasso con Willy è
una simpatica avventura spaziale, indirizzata ai più piccoli, che
non manca di aspetti affascinanti che riescono a catturare anche
l’attenzione dei più grandi.
Willy è figlio di due esploratori
spaziali e il suo sogno è quello di seguire le orme dei genitori:
scoprire e catalogare nuove specie animali in giro per la galassia.
Giunti alla fine di una missione nello spazio, la famiglia è pronta
a rientrare alla base, ma una tempesta di asteroidi li colpisce.
Willy riesce a trovare rifugio in una capsula di salvataggio, ma
per i genitori non c’è niente da fare: l’astronave esplode, mentre
il bambino non può fare altro che guardare lo spettacolo da
lontano. La capsula approda su un pianeta misterioso, dove Willy è
completamente solo, con l’eccezione di Buck, robot tutto fare che
ha il compito di proteggerlo e garantirne l’incolumità. I due,
accompagnati da un simpatico animaletto che incontreranno sul
pianeta ignoto, vivranno tantissime avventure, fino a giungere al
felice epilogo della vicenda.
La caratteristica evidente di
A Spasso con Willy è che si presenta come un
prodotto per i più piccoli, un prodotto semplice ed efficace che
cerca di portare emozione e sorrisi ai più piccoli, con una trama
lineare e uno sviluppo scontato, ma non per questo noioso. Il
design e i colori delle location, soprattutto il pianeta misterioso
su cui Willy impara a prendersi cura di sé, sono accattivanti e le
scenografie fondono la fantascienza e il fantasy più puro.
Il film è una semplice storia di
maturazione, un rito di passaggio in cui il protagonista diventa un
giovane uomo e affronta le difficoltà che gli si presentano,
imparando a contare sulle sue forze ma anche a dare il giusto
valore all’amicizia.
È stato presentato in anteprima
mondiale al festival di Cannes 2018, nell’ambito delle proiezioni
speciali, ed ha vinto l’European Film Awards del 2018 per il
miglior film d’animazione, oltre ad essere stato presentato nel
concorso internazionale di Cartoons on the Bay
2019, dove è stato insignito della menzione speciale per
la regia, Ancora un giorno (Another Day of
Life), collaborazione tra il documentarista Raúl de la
Fuente e il regista d’animazione Damian Nenow, arriva in sala il 24
aprile.
Il film racconta la storia del
giornalista polacco Ryszard Kapuscinski, che nel
1975 partecipa in prima linea alla cronaca del processo di
indipendenza dell’Angola. Mettendo a rischio la sua vita, Ricardo,
come viene chiamato dai suoi amici in quei posti, decide di coprire
la resistenza del fronte socialista, sostenuto dall’URSS e più
avanti da Cuba, contro il fronte imperialista che usa il Sud Africa
come forza d’invasione. Nel processo, il giornalista si trova a
diventare custode insignito di raccontare delle storie importanti e
potenti: quella della guerrigliera Carlota, del comandante Farrusco
e di tutti quelli che sono disposti a dare il sangue e la vita per
l’indipendenza.
Il film si caratterizza, oltre che
per la potenza e l’importanza della testimonianza che offre sul
conflitto in Angola, per la fusione di registri cinematografici che
accosta le due anime dei filmmaker che firmano la regia: il
documentario e l’animazione. Il risultato è un racconto che si
scopre sia oggettivo, cronachistico, che emozionante e umano, in
quanto mostra in maniera molto chiara il la dedizione di
Kapuscinski e la volontà di ogni persona che incontra nel suo
viaggio.
Le scene animate di fiction si
alternano alle interviste ai protagonisti delle vicende narrate che
sono ancora in vita, con lo stile animato semplice, costruito sulla
motion capture, con linee di contorno spesse e colori piatti. A
questi due blocchi di immagini principali, si uniscono anche
immagini che ritraggono la vita reale in Angola oggi, con un
formato video anche differente da quello delle intervista o da
quello adottato dalle sequenze animate.
Il risultato di questo linguaggio
composito è l’eterna attualizzazione di ciò che la cronaca potrebbe
rendere passato e soltanto ricordo. In questo senso, Ancora
un giorno è non solo un’opera d’arte, ma anche un’ottimo
strumento informativo su una parte di storia che ha ancora
strascichi, fa ancora male, ma che è perlopiù dimenticata dal
mondo.
Michel Ocelot,
maestro dell’animazione francese, regista di
Kirikù e di Azul e Aznar, torna
al cinema, dal 24 aprile, con Dilili a Parigi, il
suo nuovo lungometraggio che, per la prima volta nella sua
filmografia, è ambientato nella sua città d’origine.
Presentato alla 23° edizione di
Cartoons on the
Bay e già vincitore del César come miglior film
d’animazione, Dilili a Parigi è una storia di
stupore, ricerca e curiosità, che sotto uno strato elegante che
mette a proprio agio lo spettatore, nasconde temi spinosi e
tremendamente attuali.
La storia racconta di Dilili, una
bambina kanak, troppo bianca per la Nuova Caledonia e troppo nera
per la Parigi della Belle Époque, che, in compagnia del suo amico
Orel, si avventura in una città a caccia dei maschi maestri,
un’associazione criminale che vuole sottomettere le donne e rapisce
le ragazzine della città.
Il film si immerge nell’art déco e
nello stile liberty di inizio ‘900, catapultando lo spettatore in
colori incredibili, personaggi e costumi che si muovono sullo
sfondo delle fotografie scattate dallo stesso Ocelot, per anni e
anni, a spasso per Parigi.
La bellezza di Dilili a
Parigi risiede nella capacità che ha di restituire lo
stupore della piccola protagonista, non solo per le vicende fuori
dall’ordinario che le capitano, ma per le piccole cose, per i
dettagli, e l’entusiasmo di Dilili per la vita contagia anche lo
spettatore. Inoltre, con questo film, Ocelot prosegue il suo
discorso che sottolinea l’importanza della parità tra uomo e donna,
tema che gli è molto caro visto che lo aveva introdotto già con
Kirikù e la strega Karabà, e lo aveva perfezionato in Principi e
Principesse, il film in cui rilegge in chiave femminista le fiabe
tradizionali.
Non sorprende quindi che la
protagonista eroina sia una giovane donna caparbia e brillante,
portatrice quindi non solo dello stupore tipico di un bambino che
scopre il mondo, ma anche di quella forza che risiede nelle
donne.
Il viaggio di Dilili, per Ocelot, è
anche un buon pretesto per raccontare la Belle Époque, la Parigi
pullulante di menti eccezionali, brillanti artisti, scienziati,
ricercatori, straordinari uomini e donne che hanno segnato la
storia dell’umanità, contribuendo a formare e strutturare la
cultura occidentale, l’antidoto alle brutture del mondo, secondo il
regista.
Si è conclusa la 23° edizione del
Cartoons on the Bay, il festival internazionale
del crossmediale e della tv per ragazzi promosso da Rai e
organizzato da Rai Com a Palazzo Carignano a Torino. Il podio vede
vincitori Francia e Italia, con la Rai che porta a casa ben tre
premi.
Ecco tutti i vincitori dei Pulcinella Award 2019:
Categoria Upper Preschool
Vince “Gigantosaurys” di Olivier Lelardoux per
Cyber Group Studios (in collaborazione con Rai Ragazzi)
Tv Series Kids “Arthur and the
children of the round table” di Jean-Luc Francois per Blue
Spirit Productions
Interactive Media Vince il videogioco
”Detroit: become human”
Live Action Trionfa “Jams”
di Alessandro Celli, prodotta da Rai Ragazzi e Stand by me
Tv Pilots
“Freek Quartier” per Grid Animation
Tv Series Preschool
“Becca’s Bunch” di Alan Shannon per Jam Media
Short Film
“The Fox” di Sadegh Javadi per Iran-Documentary &
Experimental Film Center
Animated Feature Film
“Mirai” di Mamoru Hosoda e prodotto da Studio Chizu srl
menzione speciale regia per il film polacco “Another day of
life”
menzione speciale colonna sonora per il film cinese
“Fishboy”
menzione speciale per l’animazione per l’estone “Captain
Morten and the spider queen”
menzione speciale anche per il film russo “Planet
Humra“
Tre premi
Pulcinella, il concorso internazionale del festival
dell’animazione cross-mediale e della tv dei ragazzi
Cartoons on the Bay che si è chiuso ieri a Torino,
sono andati ad altrettante serie coprodotte da Rai
Ragazzi.
Per la Giuria internazionale
la miglior serie per ragazzi dell’anno è “Jams”, la
serie di Rai Gulp che affronta il tema delle molestie ai
minori.
“Jams”, una serie di 10 episodi
coprodotta da Rai Ragazzi e Stand by Me, è la prima serie europea
destinata ai ragazzi che parla di molestie sui minori. La
serie, realizzata con il supporto di un team di specialisti,
è dedicata alle ragazze e ai ragazzi di 9-13 anni, per
aiutarli a comprendere i rischi delle molestie sessuali, rilevare
quando qualcosa non va come dovrebbe, superare la vergogna e la
solitudine e chiedere l’aiuto degli amici e l’intervento degli
adulti. Attraverso la storia di Joy, una ragazzina di 11 anni
e del suo gruppo di amici di prima media, Alice, Max e Stefano, la
serie coinvolge, informa, sensibilizza su un soggetto drammatico ma
con un racconto pieno di emozioni, umorismo, amicizia e musica. La
sigla “Un istante di te” è interpretata da Ruggero Pasquarelli,
giovane talento amatissimo dai ragazzi. Guest star, lo chef
Alessandro Borghese nel ruolo di sé stesso.
Andata da poco in onda con successo
su Rai Gulp, “Jams” ha aperto una campagna di
sensibilizzazione (hashtag ufficiale #MeglioParlarne) che continua
con le repliche, sui social e nelle scuole. Le prossime tappe del
road tour in collaborazione con il Miur saranno il 29 aprile a
Napoli, il 6 maggio a Roma e il 7 a Firenze.
La serie animata
“Gigantosaurus”, che vedremo su Rai Yoyo, ha invece vinto
il Pulcinella quale migliore serie prescolare. Sviluppata in 2D e
CGI dallo studio francese Cyber Group per il Disney Channel e
per Rai Yoyo, vede le avventure di quattro giovani amici dinosauri
che crescono nel periodo Cretaceo fra nuovi vulcani che spuntano in
continuazione, brachiosaurie enormi
triceratopi che vagano liberi, piogge di meteoriti e un grande
cattivo Gigantosauro che regna su tutto.
Vedremo prossimamente invece
su Rai Gulp, la serie “Artù e i Bambini della Tavola
Rotonda”, una commedia epica piena d’azione e di mistero
con una banda di bambini impegnata a proteggere la magica spada
Excalibur. La serie prodotta dalla Blue Spirit Productions in
collaborazione con Rai Ragazzi, ha vinto il Premio per la migliore
serie per bambini.
Rai Ragazzi presenta a
Cartoons on the Bay, nell’ultimo giorno del
festival dedicato all’animazione e alla tv dei ragazzi, una ricca
selezione di nuovi titoli di coproduzione.
Si tratta essenzialmente di cartoni
animati per Rai Yoyo, il canale per bambini più seguito in Italia,
mentre per Rai Gulp, che si rivolge ai ragazzi tra gli 8 e i 14
anni, l’offerta di animazione si accompagna a quella di nuove serie
di fiction per ragazzi.
Un’offerta ampia e innovativa, che
vede anche produzioni originali girate in studio, e che conferma il
ruolo della Rai come leader italiano nella produzione di serie e
programmi per bambini e ragazzi, nonché uno dei principali editori
a livello europeo.
Live action per Rai
Gulp
“Club 57” è il
nuovissimo titolo che andrà in onda su Rai Gulp dal 15
aprile in prima serata (dal lunedì al venerdì alle ore
20,35) e subito dopo in tutto il mondo.
Dopo il successo di “Maggie e Bianca
Fashion Friends”, la nuova serie live di Rainbow e Rai è una
coproduzione internazionale con Nickelodeon, girata in Puglia e
negli studi Viacom di Miami. Una serie con una forte
ispirazione almusical e ai mitici anni
’50, per trasmettere ai ragazzi di oggi tutta l’energia di
quegli anni, con un divertente e anche istruttivo confronto con la
società di quando erano i loro nonni ad essere giovani. La passione
per la scienza e soprattutto per la scoperta e l‘avventura
proietterà nel passato i nostri protagonisti, che si ritroveranno
di colpo sul palcoscenico di un famoso show televisivo, il Club
57.
Altre due produzioni originali di
serie live andranno in onda su Rai Gulp dall’autunno: la
coinvolgente “Cercami a Parigi”, ambientata
all’Opera di Parigi, tra danza classica e rap contemporaneo, e
l’attesa seconda stagione di “Penny on M.A.R.S.”.
M.A.R.S. (Musical Arts Reiner School) è un prestigioso liceo
musicale dove sono state ammesse la 14enne Penny e la sua amica del
cuore Camilla che affronteranno nuove sfide in questa serie di
nuovo girata in lingua inglese a Milano e dintorni, ma tutta
italiana, prodotta in collaborazione con Disney Channel dalla
3zero2.
Musica e danza sono una chiave
privilegiata per raccontare ai ragazzi storie e tematiche
contemporanee di attualità. Ma l’offerta di Rai Gulp è più
ampia.
“Jams”, la prima
serie per ragazzi che parla di molestie sui minori, ha aperto una
campagna di sensibilizzazione che continua con le repliche, sui
social e nelle scuole. Altri progetti sulla stessa linea sono in
preparazione.
Nel contesto di una rinnovata
collaborazione tra tv pubbliche europee, su Rai Gulp è appena
arrivata (dall’8 aprile tutti i giorni alle ore 12.55 e alle 19.05)
la serie “Jamie Johnson”, prodotta dalla BBC,
nella quale un ragazzino di 11 anni, che vive per il calcio e ha il
sogno di diventare un calciatore professionista, si trova ad
affrontare gli ostacoli dello sport, della scuola,
dell’adolescenza.
Nuovi Cartoni animati
di produzione per Rai Yoyo e Rai Gulp
Numerosi i nuovissimi
progetti in animazione coprodotti da Rai Ragazzi: “Klincus
Corteccia”, “Alice &Lewis”, “Il piccolo lupo cattivo” e tanti
altri.
Klincus Corteccia è
un ragazzino orfano che vive in una città costruita sugli alberi,
nato dalla penna dell’autore piemontese Alessandro Gatti e dalla
matita dell’illustratore lombardo Matteo Piana. Già protagonista
dell’omonima collana di libri edita da Mondadori, Klincus Corteccia
avrà la sua versione animata in CGI (26 x 22’), destinata a Rai
Gulp, grazie a Showlab di Torino e Grid Animation (già coproduttori
della serie Rai “Yoyo” di cui è in arrivo la seconda stagione).
Moderna trasposizione di
“Alice nel Paese delle Meraviglie”,“Alice &
Lewis” segue le avventure di una bambina di 6 anni che ha
trovato una chiave magica in grado di aprire la porta verso un
mondo parallelo: il Paese delle Meraviglie. Qui Alice ha conosciuto
Lewis, un tenerissimo coniglietto. Nonostante la stramba e
collerica Regina di Cuori che regna sul Paese delle Meraviglie,
Alice ama andarci a giocare con Lewis e i suoi amici. D’altronde,
quale bambino non ha mai sognato di visitarlo? 52 episodi da 11
minuti realizzati dall’italiana MoBo, (nuova società che riunisce
lo Studio Bozzetto e Movimenti Production di Milano) in
coproduzione con lo studio francese Blue Spirit Productions. La
serie è per Rai Yoyo.
“Il piccolo
lupo cattivo” è un’altra coproduzione italo-francese tra
la Maga Animation (Monza) e la parigina Xilam. Il giovane lupo di
nome Lupin sogna di essere un eroe delle favole. Lupin è stufo del
fatto che i lupi siano sempre i cattivi! Così, si intrufola nelle
fiabe e assume le identità degli eroi, convinto di poter fare le
cose altrettanto bene… Peccato che però vadano sempre storte, ma
Lupin è disposto a imparare dai suoi errori. Una serie divertente e
coinvolgente per Rai Yoyo.
Una nuova serie per Rai Gulp è
“Berry Bees”,
protagoniste tre ragazzine che conducono una vita apparentemente
normale, almeno quando non sono impegnate a salvare il mondo per
conto della B.I.A., un’agenzia segreta che le ha scelte per tutte
quelle missioni in cui gli agenti adulti non possono intervenire.
Prodotta da Atlantyca e liberamente tratta dall’omonima serie di
libri pubblicata da Fabbri Editore, un cartoon a forte tasso di
azione tra misteriosi criminali, cospirazioni e intrighi
internazionali, dove non c’è spazio per la noia.
A questi titoli si aggiungono due
progetti in produzione per Rai Yoyo particolarmente innovativi.
“Lampadino e
Caramella”, ilprimo cartone
animato, forse al mondo, accessibile a tutti i bambini.
Venti episodi di cinque minuti ciascuno ideati da Animundi, lo
studio di animazione romano che per tante stagioni ha divertito i
bambini con “I Saurini”, in onda dal prossimo autunno. Grazie alla
collaborazione di strutture specializzate nel sostegno alle diverse
disabilità sensoriali, sono stati introdotti espedienti narrativi
come una voce narrante, sottotitoli strutturati con specifiche
codifiche, interpreti della lingua dei segni (LIS), una grafica e
uno stile di animazione studiati per essere non invasivi. Tutti
elementi che permettono anche ai bambini non udenti, non
vedenti e affetti da autismo, di seguire le avventure dei
piccoli protagonisti in un’ottica finalmente inclusiva.
“Giù dal Nido”,
primo esperimento di produzione in animazione a 360 gradi
di Rai Ragazzi, realizzato da L&C. Un progetto per i
più piccoli con un duplice modo di fruizione: su Rai Yoyo sarà una
deliziosa serie che ha per protagonista un uccellino blu che deve
imparare a volare. In modalità non lineare invece, come Rai Play
Yoyo, sarà fruibile anche a 360 gradi, un’innovativa tecnologia in
cui è lo spettatore a decidere l’inquadratura. Il prodotto è
straordinario: un video in cui lo spettatore diventa l’attore
principale.
Dai fumetti alla
tv
Insieme a tanti nuovi protagonisti
non mancano i classici, che arrivano con nuovissime avventure. Come
i 52 episodi di 11 minuti di
“BarbapapàLa Nuova
Serie”, una coproduzione internazionale di Rai Ragazzi
realizzata dallo studio francese Normaal animation in
collaborazione con Alice e Thomas Taylor, i figli della coppia di
creatori Annette Tison et Talus Taylor. A vent’anni dall’ultima
serie animata sulla celebre famiglia nata dai fumetti, “Barbapapà
La Nuova Serie”, destinata a Rai Yoyo, porterà i valori dei
personaggi, primo fra tutti quello dell’ecologia, ai bambini di
oggi.
Inoltre, un progetto speciale. Una
grande serie fantasy per Rai Gulp in coproduzione con Sergio
Bonelli Editore.
Nasce dal romanzo a fumetti di Luca
Enoch e Stefano Vietti il progetto per l’omonima serie tv animata
“Dragonero” che, in attesa dell’inizio della
produzione, è già diventata un fumetto per ragazzi con il titolo
“Dragonero Adventures”, perché anche i più grandi
eroi sono stati ragazzini. Un titolo di grande successo cresciuto
nel tempo, dal mensile a fumetti, sia nella versione regolare che
in quella per ragazzi, alla serie parallela “Senzanima” venduta in
libreria. Il Varliedarto Ian Aranill, l’orco Gmor, l’elfa Sera e il
loro immaginario mondo sono anche i protagonisti a Torino di una
mostra dedicata,fino al 15 maggio al
Centro Produzione Rai di via Verdi.
Cartoni di prossima
programmazione
Nell’attesa, sono pronte per la
messa in onda numerose serie animate prodotte con la collaborazione
della struttura editoriale di Rai Ragazzi.
A quindici anni dalla prima serie,
con una grafica rinnovata, una nuova avventura aspetta le Winx.
Su Rai Yoyo dal 15aprilein prima serata (alle ore 20,25 dalla domenica al
venerdì) tornano le celebri fatine create da Iginio Straffi. Per
l’ottava, nuovissima serie Rainbow di “Winx Club”,
le magiche fate festeggiano il 15° anniversario dalla prima messa
in onda – era il 28 gennaio del 2004 il debutto su Rai2 – con un
nuovo look in 2D. Quindici anni di avventure, amicizia, coraggio, e
successi nei quali le fatine hanno saputo evolversi e reinventarsi
per stare al passo con i tempi (se non perfino anticiparli), fino a
diventare un evergreen di portata internazionale. In questo ottavo
capitolo della saga, tutte le stelle del cielo, una ad una, si
stanno misteriosamente spegnendo, gettando nell’oscurità i vari
mondi dell’Universo Magico: nessuno sa che dietro questa terribile
minaccia si nasconde il ritorno di Valtor. Anche la stella che
illumina e scalda il pianeta di Magix si sta spegnendo e le fate di
Alfea sono preoccupate. Le Winx sono destinate a una nuova
missione, più importante e delicata delle precedenti.
Anche il nuovo cartoon
“Ricky Zoom” ha tutte le potenzialità per
diventare un fenomeno globale. Dai creatori di “Peppa
Pig”, una produzione di Rai Ragazzi con eOne e lo studio
italiano Maga Animation, un’avvincente sfida tra motociclette in 52
episodi di 11 minuti in CGI, a settembre su Rai Yoyo. Un nuovo
mondo a due ruote per i bambini in età prescolare che promuove
l’amicizia e il lavoro di squadra alimentando l’immaginazione.
Nel cinquecentenario della
morte inoltre, non poteva mancare una serie suLeonardo da Vinci. Ambientata nel 1467 a Firenze,
“Leo da Vinci” racconta in 52 episodi di 13 minuti
le avventure del giovane artista e scienziato toscano, che troviamo
al lavoro come apprendista pittore nella bottega del maestro
fiorentino Verrocchio, e dei suoi amici Lisa e Lollo. I tre
dovranno fermare la più grande congiura mai ordita a Firenze contro
i Medici. Una produzione internazionale del Gruppo Alcuni in
co-produzione con Rai Ragazzi, Hr, Cosmos Maya, All Rights
Entertainment con la regia di Sergio Manfio, di prossima
programmazione su Rai Gulp.
In autunno su Rai Gulp arriverà
anche lo strampalato e grottesco gruppo di amici di
“OPS-Orrendi per sempre” (52 episodi da 12
minuti), una nuova serie dello Studio Campedelli con Movimenti
Production e Cosmos Maya. Tutti noi, almeno una volta, abbiamo
sognato di avere a fianco amici con cui ridere e scherzare, amici
che ci aiutassero a superare ogni ostacolo. Albein, il protagonista
di OPS, un bambino di 7 anni con l’intelligenza di un premio Nobel
ma che non può camminare, questi amici li ha trovati: tre ragazzini
fuori dal comune come Kripta, Macabro e Scossa. Insieme non si
sentiranno mai più soli, perché ora sono gli ‘Orrendi per Sempre’,
un gruppo unico e inseparabile, un po’ sopra le righe, ma con le
stesse piccole grandi emozioni di tutti i bambini, e imparare a
crescere non è mai stato così divertente.
Un nuovo avvincente cartoon dai
creatori di “Extreme Football” e “Max & Maestro” è già pronto.
Coinvolgenti gare di biglie magiche attendono i bambini su
Rai Gulp a Pasqua: dal 19 aprile tutti i
giorni alle ore 7,45, 11,35 e 16,40 la più grande competizione ha
inizio. E’ “Marblegen”, una nuova serie action di
26 episodi da 22 minuti che porta a un livello decisamente
superiore le classiche partite giocate sulla spiaggia.
All’interno invece di una fascia di
prodotti pensati per favorire l’apprendimento dell’inglese
da parte dei bambini più piccoli, Rai Yoyo presenterà
“Fumbleland”. Un programma che narra le avventure
di una classe di bambini alle prese con i fumbles (gli errori di
ortografia) che essi generano a scuola. Ciascun episodio vede la
folle e imprevedibile maestra Mrs
Spelling(Teresa Pascarelli,
autrice e protagonista) alle prese con un fumble diverso
in ogni puntata.
Ma già dal 14 aprile tutti i
giorni alle ore 17,25arriverà “Dixi Simple
Songs”, un cartoon musicale sia in italiano che in inglese
– entrambe le serie anche in versione karaoke – con il tenero
elefantino bianco creato da Andrea Zingoni (T-Rex Digimation).
13 episodi da 2 minuti in cui Dixi e i suoi amici affrontano
avventure basate sui testi di note canzoni, arrangiate
appositamente per conferire agli episodi le sonorità adeguate ai
bambini in età prescolare.
Fra i cartoni di
acquisto, inoltre, stanno per debuttare due prodotti di
grande qualità su Rai Yoyo. Dal 15 aprile, tutti i giorni
alle ore 18, dalla Russia arriva la serie animata in CGI
“Leo e Tig”. La nuova “Masha & Orso” è ambientata
nella taiga siberiana, dove due cuccioli diversissimi tra loro
riescono a trovare un’intesa che fa la loro forza: Leo, un cucciolo
curioso e instancabile di leopardo dell’Estremo Oriente e Tig un
cucciolo timido e impacciato di tigre siberiana. Insieme esplorano
il mondo che li circonda e ammirano le sue bellezze,
sperimentandone i pericoli e imparando dalle vecchie leggende
narrate da Mapa Pandiga, il grande saggio orso bruno.
Sempredal
15 aprile, tutti i giorni alle ore 21.10, debutta anche un
delizioso cartone francese: “La Famiglia
Volpitassi”, su un’accogliente famiglia di tassi – papà,
due gemelli e una sorellina – dove arriva un giorno l’incantevole
signora Volpe e la sua adorabile figlioletta, portando di nuovo la
gioia e l’allegria. Ma avere nuovi fratelli porta anche un bel po’
di inevitabili cambiamenti…
Game show per
bambini
Infine, dal 29 aprile su Rai
Gulp alle 17,55 andrà in onda il game show
“Rob-o-cod”, un format originale di 28 puntate di mezz’ora
realizzato in collaborazione con il Crits (Centro ricerche
innovazione tecnologica e sperimentazione Rai) sul “coding”. Di
cosa si tratta? Il coding è il programma scolastico più alla moda
per i bambini di oggi, che si estende ben oltre il laboratorio
informatico per sostenere linee di giocattoli innovative, nuovi
programmi TV e un’ampia varietà di offerte digitali per insegnare
ai bambini i primi rudimenti del pensiero
logico-computazionale.
Il rapporto con
l’industria e i creativi
Nel segno dell’apertura anche a
nuovi soggetti, presto sarà online un portale per la presentazione
di nuovi progetti per ragazzi dove chiunque potrà presentare le
proprie idee. Nel frattempo, Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi,
ha annunciato a Torino l’avvio di “call for
proposal” per progetti specifici rivolta a studi di
animazione e produttori.
La prima Call riguarda uno special a
cartoni animati su un tema di valore sociale, coerente con le linee
editoriali del servizio pubblico, rivolto ai ragazzi di età
scolare. Le indicazioni operative verranno pubblicate la prossima
settimana.
Una seconda Call riguarderà progetti
di giovani autori sotto i 30 anni e verrà lanciata il prossimo
mese.
Prodotti che abbiano la capacità di
aiutare i bambini a crescere divertendosi, stimolando la fantasia,
la curiosità, il gusto per il bello, per l’illustrazione, per la
musica. Per avvicinare alla lettura, allo sport, promuovendo valori
di tolleranza, di amicizia, di rispetto per la natura e per gli
altri. Programmi che aiutino ad aver fiducia in sé stessi, non
abbattersi di fronte alle difficoltà, saper cercare aiuto e aiutare
quando serve. Quello che fanno da sempre tutti i prodotti Rai dai
grandi o piccoli budget, declinati nelle più diverse tecniche di
animazione o in live action, per coinvolgere anche un pubblico più
ampio.
Ospite d’onore e vincitore del
Premio alla Carriera al Cartoons on the Bay 2019,
Michel Ocelot ha presentato al festival dedicato
all’animazione che si svolge a Torino il suo ultimo lungometraggio,
Dilili a
Parigi, una storia che racconta in maniera pura e
originale la violenza sulle donne, filtrata dallo sguardo della
giovane protagonista, Dililì, una bambina metà kanaki e metà
francese che vive nella Parigi della Belle Époque.
Al regista abbiamo chiesto come mai
ha scelto di raccontare di una setta maschilista che tenta di
sottomettere le donne, un argomento che è estremamente attuale.
“È la cosa di cui si deve
parlare oggi e sempre – ha risposto Ocelot – Il numero di
donne e bambine uccise solo perché donne è superiore rispetto al
numero di morti che fa una guerra. Questo accade in tutti i paesi,
ed è un argomento che era necessario trattare.”
È la prima volta che
ambienta un film a Parigi. Il tema è collegato alla storia della
città e della Francia?
“Non ha nulla a che
vedere con l’attualità, ma ho scelto la Belle Époque per diverse
ragioni. Ho sempre cercato di raccontare luoghi interessanti in
tutto il pianeta e alla fine ho scelto anche Parigi, dove vivo, e
ho scelto la Belle Époque. Quello che mi piace di quest’epoca sono
i vestiti delle donne! Per far sognare le persone ci vogliono gli
abiti lunghi, immaginate Sarah Bernhardt con i
pantaloncini!”
Ride divertito, il regista di
Kirikù e la strega Karabà, ma poi approfondisce:
“Oltre alle ragioni superficiali, ho capito che era quella che
mi serviva perché mostra gli orrori peggiori commessi dall’uomo ma
anche l’antidoto ad essi: la civiltà. In particolare, la civiltà
occidentale che ritengo sia la migliore, fino ad oggi. Per Parigi,
i primi 20 anni del ‘900 sono eccezionali e mi hanno dato
l’opportunità di mostrarvi donne e uomini eccezionali che hanno
fatto grandi cose per l’umanità, senza avere il bisogno di
sopraffare gli altri. Perciò non è un ritratto utopico, ma storico.
Ritengo che la cultura occidentale sia la migliore perché è aperta
ad altri. Da quello che so, alla Sorbona la cattedra di arabo ed
ebraico esiste dal quindicesimo secolo, Le mille e una notte sono
stati scoperti da un professore francese di arabo, che aveva
tradotto prima il Corano, e poi ha tradotto le famose fiabe
orientali. Non tutte le civiltà sono in grado di aprirsi allo
stesso modo. In questo risiede la grandezza di questa
civiltà.”
Oggi abbiamo ancora questo
fervore culturale, questo ‘antidoto’?
“La maggior parte di queste
persone, all’epoca in cui ho ambientato il film, erano sconosciute.
Lo stesso Picasso, il più importante pittore del ‘900, era ancora
uno sconosciuto all’epoca. Venne scoperto da una donna americana
che intuì il suo talento, e acquistò i suoi quadri.”
La scelta di una
protagonista bambina e straniera offre la chiave di lettura del
film: la realtà va scoperta con un doppio grado di
stupore?
“Più che al buon selvaggio di
Rousseau, preferisco pensare a Voltaire e a uno sguardo innocente
che scopre la nostra realtà. E poiché volevo parlare in difesa di
donne e ragazze, la protagonista non poteva che essere una
donna!”
Il primo teaser trailer di
Star
Wars: The Rise Of Skywalker – diffuso ieri dopo il
panel alla Star Wars Celebration – non ha soltanto rivelato il
titolo del film, l’ultimo della nuova trilogia, ma anche
indirizzato i fan verso gli eventi che vedremo sul grande schermo
il prossimo dicembre.
E in caso ve li foste persi, ecco di seguito tutti i dettagli
più importanti:
1La pistola di Han
Un
ulteriore dettaglio emerge osservando il costume di Rey e la
fondina legata alla cintura che contiene la pistola di Han
Solo. L’eroe sarà anche morto, ma la sua presenza è
ancora viva nel franchise.
Inoltre questo potrebbe essere un indizio del
fatto che Rey non è il tipico cavaliere jedi, ma una guerriera in
grado di combattere sia con la spada laser che con altre armi
solitamente disprezzare dall’ordine.
Un’attenta analisi del primo
teaser trailer di
Star
Wars: The Rise of Skywalker, presentato ieri durante
la Star Wars Celebration di Chicago, potrebbe aver individuato un
importante spoiler sulle misteriose origini di
Rey. Ma come?
Se ricordate bene, in Episodio VII: Il
Risveglio della Forza, avevamo visto brevemente la
nave che ha lasciato la ragazza su Jakku (quella
nella foto qui sotto) e che presentava due motori nella parte
posteriore. Un modello simile compare anche nel teaser di Episodio
IX, ma invece di dirigersi verso il deserto del pianeta citato
sopra, sembra stia volando verso un luogo lussureggiante e avvolto
nella nebbia.
Ora, sappiamo che in Gli Ultimi
Jedi è stato Kylo Ren a spiegare a Rey che i suoi
genitori non erano persone speciali, dimostrando così che l’eroina
non è una discendente della della famiglia Skywalker, tuttavia non
è stato ancora rivelato dalla nuova trilogia chi ha abbandonato Rey
su Jakku o se Kylo le ha detto la verità sul suo passato…
È possibile allora che il teaser
abbia anticipato il ritorno di questa nave? In un’altra scena
troviamo Rey, Poe Dameron e Finn
mentre osservano le rovine della Morte Nera ormai in
decomposizione, e sebbene la loro posizione esatta non sia stata
rivelata, è probabile che si tratti della seconda base distrutta
sulla Luna boscosa di Endor in Il Ritorno dello
Jedi. Se la teoria fosse fondata, allora quella nave si
sta dirigendo proprio lì…
E se invece
fosse la prima Morte Nera? Forse il relitto potrebbe trovarsi sulla
quarta luna di Yavin, dove è natoPoe e
menzionato durante il panel di The Rise of
Skwalker alla Celebration di ieri, e inoltreconosciamo i genitori di Poe grazie alla
miniserie Marvel Shattered Empire e
sappiamo che la sua famiglia ha preso parte alla Battaglia di
Endor.
Tutti questi indizi porteranno a scoprire le vere origini di
Rey? Che ne pensate?
Star Wars: The Rise Of
Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del
franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà
nelle sale a dicembre 2019.
Nel
cast Daisy Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa
sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Universal Pictures e Blumhouse
hanno finalmente trovato il sostituto di Johnny Depp per il ruolo di protagonista
nel nuovo reboot di The Invisible Man, pellicola
uscita nel 1933 e tratta dall’omonimo romanzo di
H.G.Wells: sarà infatti Elisabeth Moss, star delle serie
MadMen e The Handmaid’s
Tale e ora nelle sale con Noi di
Jordan Peele, l’interprete principale del film
affidato alla regia di Leigh Whannell.
Lo scorso gennaio, in concomitanza
con l’annuncio del fallimento del progetto di universo condiviso e
del proseguimento sulla strada dell’autonomia, era stato rivelato
che Depp non sarebbe più apparso nel film. Un mese dopo il nome
della Moss era entrato nella shortlist dei possibili
candidati al ruolo.
Questa è la seconda collaborazione
tra l’attrice e la Blumhouse, dopo l’acclamato horror politico di
Peele che la vede nel cast insieme a Lupita
Nyong’o e Winston Duke.
Come riportato da Variety nelle
ultime settimane, The Invisible Man segna il primo
passo di una strategia “editoriale” che riporterà sul grande
schermo i mostri della Universal affidando le prossime produzioni
solo a registi creativi con visioni uniche nel panorama sui
personaggi classici.
Invisible Man – al via il
reboot
“Nel corso della storia del
cinema, i classici mostri della Universal sono stati reinventati
attraverso lo sguardo di tanti registi“, ha dichiarato il
presidente degli studios Peter Cramer, “E siamo entusiasti di
adottare un approccio più personale per il loro ritorno sullo
schermo, guidato da creatori che hanno storie appassionanti da
raccontare”.
Questa affidata
a Whannell sarà la sesta versione
cinematografica dell’Uomo Invisibile dopo il classico del 1933,
Il ritorno dell’uomo invisibile del 1940 con
Vincent Price, La donna invisibile del
1940, L’agente invisibile del 1942
e La rivincita dell’uomo invisibile del
1943.
Annunciato ieri durante l’evento
della Star
Wars Celebration, il titolo ufficiale di Episodio IX – Star Wars: The
Rise Of Skywalker – ha subito generato una serie di
domande relative al significato nascosto e a ciò che questi termini
suggeriscono sulla trama del film.
Alcuni dubbi sono stati risolti da
J.J. Abrams, che in un’intervista con ET ha
spiegato le ragioni dietro questa scelta e ciò che possiamo
aspettarci dall’ultimo atto della saga familiare:
“Ci sembrava il titolo giusto
per questo episodio. So che è provocatorio, e che vi pone davanti
ad una serie di domande, ma credo che quando vedrete il film
capirete cosa intende e cosa significa“.
“Devo ammettere che nel processo
di scelta dei titoli, questo è stato assalito da una responsabilità
molto importante” ha continuato Abrams. “Non soltanto
doveva segnare la fine di una trilogia, ma di una saga di nove
film, e l’idea di dover incorporare le storie che sono venute
prima, stranamente, è la storia del film […] Che si tratti dei
peccati commessi dai loro genitori, o della saggezza che hanno
acquisito, ci stiamo chiedendo se la nuova generazione sia
all’altezza del compito. Possono resistere a tutto ciò che devono
affrontare? In questo senso ho sentito la stessa pressione.
Possiamo farlo? In fondo è una domanda che ci poniamo ogni
giorno“.
E da quanto confermato nel teaser (la risata
malefica alla fine non tradisce), The Rise Of
Skywalker prevede il ritorno in scena dell’Imperatore
Palpatine (interpretato ancora da Ian
McDiarmid).
“Il film non riprende
immediatamente dopo Episodio VIII. In realtà è passato un po’ di
tempo“, ha confessato il regista al pubblico della
Celebration. “Questo episodio sarà più un’avventura di gruppo
che i personaggi intraprenderanno insieme. D’altronde una delle
cose migliori su cui ho potuto lavorare è dare vita alla dinamica
tra di loro, perché sono incredibili insieme, ed è qualcosa che
sono entusiasta di farvi vedere.”
Star Wars: The Rise Of
Sywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del
franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà
nelle sale a dicembre 2019.
Nel
cast Daisy Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa
sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Come confermato nelle ultime ore da
Deadline, MGM e Warner Bros sono ufficialmente al lavoro sul sequel
di Tomb Raider, riavvio del franchise ispirato al
videogioco del 2014 e che ha visto protagonista nei panni di una
giovane Lara Croft il premio oscar Alicia
Vikander.
La sceneggiatura del secondo
capitolo è stata affidata a Amy Jump, nota per la
sua collaborazione di lunga data con il regista e partner
Ben Wheatley, con il quale ha co-scritto la
pellicola d’azione Free
Fire (che vedeva nel cast Brie
Larson, Cillian Murphy e
ArmieHammer), Kill
List, A Field In England,
Sightseers e High-Rise.
Ovviamente si tratta del primo vero
aggiornamento sul sequel, di cui sappiamo davvero poco riguardo la
direzione della trama e le prossime avventure di Lara Croft al
cinema. Di certo lo sguardo femminile della Jump e l’esperienza
maturata nel campo del genere action fanno sperare in un progetto
entusiasmante, e quanto pare le idee hanno già convinto la
Vikander.
Vi ricordiamo che il film del 2018
si era chiuso con un cliffhanger, quindi aspettiamoci il ritorno
della protagonista contro l’oscura organizzazione Trinity che si è
infiltrata nella Croft Holdings, l’azienda di famiglia lasciatole
in eredità dal padre.
Questa la sinossi del reboot:
“Sette anni dopo la scomparsa
del padre, Lara, 21 anni, ha rifiutato di prendere le redini del
suo impero di affari. Lavora invece come corriere in bicicletta a
Londra, mentre frequenta il college. Dopo un po’ decide di scoprire
cosa è accaduto a suo padre e viaggia verso la sua ultima posizione
conosciuta: una tomba su un’isola da qualche parte sulla costa del
Giappone. D’improvviso, la posta in gioco non può essere più alta
per Lara, che, contro gli auspici e armata solo della sua mente
affilata, della sua cieca fede e dell’innato spirito testardo, deve
imparare a spingersi oltre i suoi stessi limiti nel suo viaggio
verso l’ignoto. Se dovesse sopravvivere a questa pericolosa
avventura, potrebbe trattarsi della sua realizzazione, e
guadagnarsi il nome di tomb raider.”
Sono stati presentati ieri durante
la Star
Wars Celebration di Chicago il titolo ufficiale
di Episodio IX, Star Wars: The Rise Of
Skywalker, e il primo teaser trailer del
film che chiude la nuova trilogia e la saga familiare e
che uscirà nelle sale a dicembre 2019.
Presenti sul palco della
Wintrust Arena il regista J.J.Abrams, la
direttrice generale della Lucasfilm Kathtleen
Kennedy, Anthony
Daniels, Billy Dee
Williams, Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi Ackie
e Joonas Suotamo. Insieme a loro sono state
mostrate al pubblico una manciata di nuove foto ufficiali che
sembrano suggerirci qualcosa sulla trama del film…
1Jannah
Uno
dei nuovi personaggi del franchise è stato presentato ieri durante
il panel di Star Wars: The Rise of Skywalker,
ovvero Jannah, che sullo schermo è interpretata da
Naomi Ackie.
Non
sappiamo molto sulla misteriosa eroina, tranne alcuni indizi del
suo look (unico e particolare rispetto agli altri), e ci sono già
diverse teorie che ipotizzano un legame di parentela con
Lando Calrissian (forse è sua figlia?) ma staremo
a vedere…
Minnie è uno dei
personaggi Disney più famosi in assoluto. Insieme agli altri suoi
colleghi, e soprattutto con il fidanzato Topolino, ha fatto
compagnia a milioni di bambini e ragazzini (ma anche di adulti) con
le sue avventure.
Pur avendo 90 anni, Minnie non ha
mai perso le sue energia, il suo spirito è rimasto sempre uguale,
così come il suo carattere e le sue passioni.
Ecco, allora, tutto quello
che c’è da sapere su Minnie.
Minnie Mouse
Minnie è da sempre
conosciuta come la storica compagna di
Topolino, ma di lei si dovrebbe sapere molto di più.
Chiamata anche con il nome di Minni, Minnie o Minnie
Mouse (il suo nome originale), si contraddistingue subito
dagli altri personaggi Disney per il suo essere una sognatrice e
una gran romanticona, per la sua allegria e determinazione.
È sensibile ai problemi
sociali della sua città, la sempre cara Topolinia, ed è molto
attenta al mondo della moda, che lei ama seguire (e tutti
i suoi cambi di outfit nel corso degli anni non sono passati
inosservati).
Tuttavia, durante i primi tempi
della sua esistenza, Minnie era stata creata come contraltare di
Topolino, sin dalla sua prima apparizione cinematografica in
L’aereo impazzito (1928): insomma, per diverso tempo ha
vissuto all’ombra del suo fidanzato, tanto da essere anche
erroneamente chiamata Topolina.
Nel corso degli anni, però, a
Minnie è stata riconosciuta una perfetta autonomia del personaggio,
con i tratti del suo carattere delineati e anche un con background,
datole da Floyd Gottfredson durante le strisce di
Mickey Mouse (la sua prima apparizione nei fumetti risale
nelle strisce di Lost in a desert island di
Walt Disney, Ub Iwerks e Win Smith,
pubblicate sui quotidiani americani nei primi mesi del 1930).
Se fisicamente Minnie risalta per
la sua spiccata femminilità, date da lunghe ciglia, dagli abiti che
indossa e dall’inseparabile rossetto sulle labbra, anagraficamente
e genealogicamente il suo nome completo è Minerva
Mouse, figlia di Marcus Mouse e sua
moglie (della qualche non è conosciuto il nome), entrambi contadini
per nulla benestanti e, anzi, con diversi debiti, perciò figlia
anche del periodo della grande depressione americana. Tra i suoi
parenti, i più conosciuti sono lo zio Mortimer e
le nipotine Millie e Melody Mouse.
Minnie e Topolino
Minnie e Topolino sono
insieme da più di 90 anni e la loro relazione non ha mai conosciuto
crisi, tanto da essere diventata simbolo di amore eterno.
I due, infatti, hanno debuttato insieme nel cortometraggio animato
intitolato L’aereo impazzito, uscito nel maggio del 1928:
in questo film, Topolino costruisce un aeroplano con materiali di
fortuna, poiché il primo che aveva costruito era andato distrutto,
e chiede a Minnie di fare con lui il primo, in quando lei gli
aveva regalato un ferro di cavallo portafortuna.
Una volta saliti sul veivolo,
Topolino cerca di baciare Minnie più volte, fino a che, dopo averla
gettata fuori dall’aereo e ripresa al volo per rubarle un bacio, la
stessa Minnie si paracaduta con i suoi calzoncini, mentre Topolino
perde il controllo del mezzo e si schianta contro un albero. Oltre
a questo corto, i due sono apparsi insieme anche nei corti animati
successivi, come Topolino gaucho e Steamboat
Willie (entrambi del 1928).
Ma se all’inizio sembra che tra i
due non ci sia una vera e propria relazione, lo status di coppia
arriva con il corpo Le follie di Topolino (1929), in cui
Topolino dedica a lei una canzone, stabilendo che i due siano
fidanzati. Rispetto alla loro relazione, non è mai stato
chiaro se i suoi siano solo fidanzati o se si siano
sposati, dato che sia nei film animati che nei fumetti non
si sono mai viste scene di matrimonio, o non sono mai state nemmeno
menzionate.
Ebbene, a ciò ha pensato lo
stesso Walt Disney: pare, intatti, che in
un’intervista da lui rilasciata nel 1933, abbia rivelato che i due
topi più famosi del mondo non erano altro che una coppia
sposata.
Minnie anni
A vederla non lo si direbbe, eppure
Minnie, così come il suo fidanzato topolino, ha 90 anni tondi
tondi. In questi anni non ha dato mai a vedere di essere
invecchiata, soprattutto nello spirito che è rimasto quello della
Minnie carina e civettuola.
Amante della moda, Minnie è
diventata essa stessa un’icona, tanto da ispirare nuove
collezione di abiti, borse e accessori in tutti questi anni che la
separano dal suo esordio (soprattutto negli ultimi), diventando un
personaggio di tendenza tra i più giovani e i meno giovani.
Sì, perché Minnie Mouse ha
accompagnato tante generazioni, milioni di bambini in tutto il
mondo che hanno riso con lei e insieme a lei si sono visti
protagonisti di molte avventure. E finalmente, 90 dopo il suo
debutto, questo personaggio ha avuto la soddisfazione di ricevere
la sua preziosa stella sulla Walk of Fame di Hollywood.
Cartoni di Minnie
Dopo aver debuttato nel 1928
insieme a Topolino con L’aereo impazzito, Minnie
continuerà ad apparire in altri cortometraggi animati insieme al
suo fidanzato e, spesso e volentieri, apparendo anche come la
protagonista contesa tra Topolino e Pietro
Gambadilegno.
Tra i cartoni da ricordare vi sono
The Barn Dance (o I due cavalieri di Minni,
1929), Le follie di Topolino (1929), Il treno di
Topolino (1929), Topolino ballerino (1930), The
Grocery Boy (1932) e Puppy Love (1933), per poi
apparire sempre meno dalla metà degli anni ’30 in poi. In seguito,
infatti, appare negli anni ’40 in film come The Little
Whirlwind (1941), Pluto’s Sweater (1949) e negli anni
’50 in Pluto and the Gopher (1950) e Pluto’s Christmas
Tree (1952).
Per tornare sullo schermo, Minnie
dovrà aspettare 30 anni, quando riappare in Canto di Natale di
Topolino (1983) e poi in Topolino e il cervello in
fuga (1995), Topolino e la magia del Natale (1999),
Il bianco Natale di Topolino – È festa in casa Disney
(2001), Topolino e i Cattivi Disney (2002), Topolino,
Paperino, Pippo: I tre moschettieri (2004) e Topolino:
Strepitoso Natale! (2004).
Inoltre, Minni appare anche, con
altri personaggi Disney, nelle serie televisive come Il club di
Topolino, Mickey Mouse Works, House of Mouse – Il Topoclub e
La casa di Topolino.
Dopo l’annuncio ufficiale del
titolo, ecco arrivare
direttamente dalla Star
Wars Celebration di Chicago anche il primo teaser trailer di
Star Wars: The Rise Of Sywalker, capitolo
conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da
J.J. Abrams.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi Ackie, Joonas
Suotamo,Adam Driver, Anthony
Daniels, Billy Dee Williams Lupita
Nyong’o, Domhnall Gleeson,Billie Lourd e il
veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new
entry c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa
sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Come promesso, è stato
annunciato durante la Star
Wars Celebration di Chicago il titolo ufficiale di
Episodio IX: il film che chiude la nuova trilogia
e la saga degli Skywalker si chiamerà STAR WARS: THE RISE
OF SKYWALKER e uscirà nelle sale a dicembre 2019.
Presenti sul palco della
Wintrust Arena il regista J.J.Abrams, la
direttrice generale della Lucasfilm Kathtleen
Kennedy, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams, Daisy Ridley, Oscar
Isaac, John Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi Ackie e Joonas
Suotamo.
Nel cast torneranno anche
Adam Driver, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson,Billie
Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra
le new entry c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa
sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Nel cast
torneranno Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega,
Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran,
Joonas Suotamo e Billie
Lourd insieme ai veterani del
franchise Mark
Hamill e Anthony
Daniels. Le new entry sono invece Matt
Smith, Naomi Ackie e Richard E.
Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher,
usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
I figli del fiume
giallo di Jia Zhangke – già acclamato
autore di Al di là delle montagne e del Leone
D’Oro Still Life – è FILM DELLA CRITICA per
IL SINDACATO DEI CRITICI ITALIANI con la seguente motivazione:
«L’ingresso
della Cina nel XXI secolo raccontato attraverso gli occhi di una
donna. Il nuovo film di Jia Zhangke usa il melodramma e il
film di gangster (la protagonista è la donna di un boss) per
raccontare i rischi che il «progresso» causa al suo Paese, dove le
domande delle persone non trovano risposte, gli anziani muoiono
soli e persino le «leggi» della malavita si sgretolano. E lo fa
mettendo a confronto un’eroina romantica e determinata con un mondo
che sembra indifferente a ogni cambiamento».
Presentato in
Concorso all’ultimo Festival di Cannes, e passato poi al Torino
Film Festival, “I figli del fiume giallo” racconta la storia di
Qiao (interpretata da Zaho Tao), una ballerina innamorata di un gangster, Bin
(Liao Fan), che, trovandosi coinvolta in un combattimento tra
bande locali, per difenderlo spara un colpo di pistola. Per questo
finirà cinque anni in carcere. Dopo il suo rilascio Qiao cercherà
Bin per riprendere la sua vita con lui ma non tutto è rimasto come
prima.
Scrive il regista:
«Il film si apre in Cina all’inizio del XXI secolo e si chiude
nel 2018. Ho sempre amato le storie che si sviluppano su un ampio
arco temporale: il tempo detiene i segreti della vita, le storie e
le esperienze. […] Oggi ho 48 anni di esperienza
di vita e desidero utilizzarli per raccontare una storia d’amore
ambientata nella Cina contemporanea che ha attraversato
trasformazioni epiche e drammatiche. Mi fa sentire di aver vissuto
tutto questo io stesso e di continuare a viverlo».
In sala dal 9
maggio, distribuito
da Cinema di Valerio De
Paolis.
Robert Downey Jr. si è preso gioco
di Captain America in merito al fatto di restituirgli il suo scodo
in tempo per Avengers: Endgame. Nel ruolo di
Tony Stark / Iron Man, l’attore ha dato il via al franchise del
MCU nel 2008 con il film diretto da
Jon Favreau. E nel corso degli anni, è diventato
il poster boy per l’universo condiviso.
Nel corso delle storie e dei film,
Stark ha attraversato alti e bassi, incluso il conflitto con lo
Steve Rogers di Chris Evans in Captain America:
Civil War in cui quest’ultimo ha lasciato lo scudo al
figlio di Howard Stark. I due restano separati durante gli eventi
di Avengers: Infinity War ma
sappiamo che la tanto attesa reunion ci sarà in
Endgame.
Endgame sarà il
culmine della Infinity Saga del
MCU, l’arco di 22 film iniziato più di dieci anni
fa. I dettagli della trama sono stati tenuti segreti, ma con la
riunione del nucleo dei sei Vendicatori originali arriva anche
l’idea che questo potrebbe potenzialmente essere la loro ultima
volta come una squadra, visto che alcuni di loro potrebbero non
uscire vivi da Endgame.
Considerando che Stark e Cap sono
due dei componenti della trinità dell’universo (l’altro è Thor),
molti non vedono l’ora che i due seppelliscano l’ascia per un
obiettivo specifico: sconfiggere Thanos e vendicare coloro che sono
caduti dopo la Decimazione. Accanto alla loro inevitabile riunione
c’è anche l’idea che Cap riacquisterà il suo scudo dopo averci
rinunciato in Infinity War.
Ma adesso lo scudo è nelle mani di
Stark, e Steve può riottenerlo solo se sarà lui a darglielo. Così,
l’attore, sul suo account ufficiale Instagram, ha scherzato sul
dare al soldato superstite il suo scudo mentre si trovava di fronte
a una statua enorme che riproduce l’iconica arma di Cap.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Avengers:
Endgame, un indizio nascosto nella prima clip ufficiale?
Cartoons on the Bay
mantiene le sue promesse, e se l’edizione del 2018 è servita da
lancio per il progetto Hall of fame, quella del 2019 ha visto
concretizzarsi il progetto con l’inaugurazione dello spazio
virtuale dedicato alle personali dei più grandi maestri mondiali
dell’animazione, sul modello delle walk of fame
hollywoodiane.
Il primo grande maestro ospite di
questa galleria virtuale è Bruno Bozzetto, scelta
che l’organizzazione definisce un atto doveroso da parte di un
Festival e che è stato apprezzato e condiviso da tutto il mondo
dell’animazione.
Le sale Bruno
Bozzetto della Hall of Fame di
COTB, ricche di immagini, filmati e note
biografiche del celebre creatore del “Signor Rossi,” sono state
inaugurate il giorno di apertura di Cotb 2019, l’11 aprile, e sono
accessibili da www.cartoonsbay.rai.it/bruno-bozzetto.
I settanta anni di Topolino e la
storia editoriale di Dragonero sono in mostra al Centro produzione
Rai, eventi imperdibili e apripista della 23° edizione del
Cartoons on the Bay, che si svolge a Torino per il
terzo anno consecutivo.
Le mostra fanno parte del programma
pubblico della manifestazione dedicata all’animazione e sono state
inaugurate l’11 aprile presso il Centro di produzione Rai (via
Verdi 14 a; ingresso su via Verdi, angolo via Rossini), dove
saranno visitabili fino al 15 maggio, con ingresso libero nei
giorni del Festival (11-13 aprile), su prenotazione e solo per le
scuole dal 15 aprile al 15 maggio.
La prima mostra è dedicata all’icona
Disney, Topolino, che compie i suoi primi settanta anni. La mostra
si intitola e ne celebra il compleanno concentrandosi sulla
nascita e l’evoluzione grafica del personaggio, partendo dalle
pubblicazioni periodiche originali dell’inizio del secolo scorso,
fino alla produzione moderna, con la testata dell’anniversario,
passando per tutta la produzione di cortometraggi dedicati a
Topolino e alle sue avventure.
La mostra dedicata a
Dragonero ha una natura differente, essendo
diverso il materiale in questione. Si tratta infatti dell’ambiziosa
iniziativa Bonelli che prevede un progetto cross-mediale che
prevede graphic novel, lo sviluppo della serie a fumetti e di
quella televisiva. In viaggio nell’immaginario e nell’immaginazione
che i più giovani troveranno sicuramente stimolante.