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Isabella Ferrari: 10 cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari: 10 cose che non sai sull’attrice

Apprezzata e pluripremiata, Isabella Ferrari è considerata una delle grandi interpreti della sua generazione. Distintasi grazi a ruoli in film di particolare successo, l’attrice ha negli anni guadagnato sempre più consensi, affermandosi per carisma e versatilità. Nel corso della sua carriera, non ha mancato di recitare anche per la televisione, in alcune note serie televisive.

Ecco 10 cose che non sai di Isabella Ferrari.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari figli

Isabella Ferrari: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con Sapore di mare (1983), con cui diventa subito una celebrità. Negli anni successivi continua a confermare il proprio talento con titoli come Dagobert (1984), Appuntamento a Liverpool (1988), Willy signori e vengo da lontano (1990), Romanzo di un giovane povero (1995), con cui si consacra. Negli anni successivi recita in Vite in sospeso (1998), La lingua del santo (2000), Saturno contro (2006), con Pierfrancesco Favino, Caos calmo (2008), Due partite (2008), con Paola Cortellesi, E la chiamano estate (2012), La grande bellezza (2013), con Toni Servillo, La vita oscena (2014), con Cristiano Caccamo, Diva! (2017), Napoli velata (2017), con Alessandro Borghi, Euforia (2018) e Sotto il sole di Riccione (2020), con Ludovica Martino.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. La Ferrari ottiene popolarità in televisione ricoprendo il ruolo del commissario Giovanna Scalise in Distretto di polizia (2000), Distretto di polizia 2 (2001) e Distretto di polizia 3 (2002), con Ricky Memphis. In seguito, ha recitato nella serie Cuore contro cuore (2004-2005), nei film Liberi di giocare (2007), Nel bianco (2010), Storia di Laura (2011) e nella terza stagione di Una grande famiglia (2015), con Alessandro Gassmann. Dal 2018 ricopre il ruolo di Simonetta nella serie Netflix Baby, recitando accanto ad Alice Pagani, Benedetta Porcaroli, Claudia Pandolfi e Lorenzo Zurzolo.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera la Ferrari ha ottenuto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti cinematografici a livello italiano. Il primo di questi, vinto nel 1995 alla Mostra del Cinema di Venezia, è la Coppa Volpi come miglior attrice non protagonista per Romanzo di un giovane povero. È stata poi nominata ai David di Donatello come miglior attrice non protagonista per i film Arrivederci amore, ciao e Caos calmo. Nel 2008, di nuovo alla Mostra di Venezia, le viene invece conferito il Premio Pasinetti alla miglior attrice per Un giorno perfetto.

Isabella Ferrari è su Instagram

7. Ha un profilo personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo attualmente seguito da 181 mila persone. Qui la Ferrari, ad oggi, ha pubblicato oltre 600 post, principalmente relativi a propri momenti di svago o di luoghi da lei visitati. Non mancano però anche su curiosità e fotografie scattate sui set di film in cui ha partecipato. Così facendo, l’attrice ha anche modo di promuovere il proprio lavoro tramite il social, aggiornando i propri fan sui suoi attuali e futuri progetti.

Isabella Ferrari ha dei figli

6. È mamma di tre figli. Nel 2002 l’attrice si è sposata con il regista Renato De Maria, conosciuto grazie al film Hotel paura (1996) e con il quale ha poi lavorato anche per Amatemi, La vita oscena e la prima stagione di Distretto di polizia. Dalla loro relazione sono poi nati due figli. La Ferrari aveva però già avuto una figlia, chiamata Teresa, da una precedente relazione con l’imprenditore Massimo Osti. L’attrice si è sempre dimostrata giustamente protettiva nei confronti dei figli, evitando che potessero essere soggetti ad un’eccessiva esposizione mediatica.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari Baby

Isabella Ferrari in Baby

5. Non condivide l’umanità del suo personaggio. Nell’acclamata serie Baby, l’attrice ricopre il ruolo di Simonetta, madre di Ludovica. Nel raccontare il proprio personaggio, da lei molto amato, l’attrice non ha nascosto di aver particolarmente faticato nel comprendere il suo concetto di umanità. Dal momento in cui rimane muta davanti alle prove della prostituzione della figlia, tra l’attrice e il personaggio si è infatti generato un divario incolmabile, che ha richiesto alla Ferrari un grande sforzo di immedesimazione.

4. Accettò il ruolo convinta dal regista. Tra i principali motivi che l’attrice ha indicato per la sua scelta di accettare il ruolo nella serie vi è stata la possibilità di lavorare con il regista Andrea De Sica. La Ferrari aveva infatti visto il suo film d’esordio, I figli della notte, rimanendone particolarmente colpita. Dopo aver incontrato il regista, e aver letto la sceneggiatura, si convinse inoltre della qualità del progetto, decidendo perciò di ricoprire il ruolo di Simonetta.

Isabella Ferrari in Sotto il sole di Riccione

3. Ha un ruolo nel nuovo film italiano di Netflix. A luglio 2020 arriva sulla piattaforma Netflix il film Sotto il sole di Riccione, scritto da Enrico Vanzina, che è un omaggio ai film balneari degli anni Ottanta, in primis a quel Sapore di mare, che segnò proprio il debutto della Ferrari. In questa nuova pellicola l’attrice interpreta Irene, madre possessiva di Vincenzo, che finirà poi per vivere la sua storia d’amore con il bodyguard Lucio, interpretato da Luca Ward.

2. Il personaggio le ha ricordato il suo ruolo in Sapore di mare. Nel dar vita ad Irene in Sotto il sole di Riccione, l’attrice ha affermato di aver ritrovato in lei molto della sua Selvaggia, personaggio da lei ricoperto in Sapore di mare. Per la Ferrari, infatti, entrambi condividono uno sguardo malinconico. Nonostante le somiglianze, le è stato però più semplice interpretare Irene, ritrovandosi nel suo carattere di madre ossessiva e apprensiva.

Isabella Ferrari: età e altezza

1. Isabella Ferrari è nata a Ponte dell’Olio, in Emilia-Romagna, Italia, il 31 marzo 1964. L’attrice è alta complessivamente 162 centimetri.

Fonte: IMDb

Venezia 77: Nomadland di Chloé Zhao presentato anche a Toronto, Telluride e New York

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La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia è lieta di condividere la presentazione, con i Festival di Toronto, Telluride e New York, di Nomadland, il terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao (Songs my Brothers Taught me, The Rider – Il sogno di un cowboy), prodotto e  interpretato dall’attrice premio Oscar® Frances McDormand, tratto dal libro Nomadland: un racconto d’inchiesta (2017) della giornalista Jessica Bruder. Searchlight Pictures ha acquisito i diritti internazionali del film.

Nomadland sarà presentato alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia venerdì 11 settembre in Sala Grande al Palazzo del Cinema del Lido.

“Le strade americane mi affascinano. Sono di una bellezza sconvolgente e complessa.” – ha dichiarato la regista Chloé Zhao – Le ho  percorse per molti anni nei miei viaggi e ho sempre sperato di poterne catturare una visione particolare. Sono molto felice di aver potuto realizzare Nomadland, ed emozionata che il pubblico potrà seguire Fern (Frances McDormand) nelle sue avventure”.

“È un grande piacere oltre che un onore contribuire a dar visibilità internazionale al nuovo, sorprendente film di Chloé Zhao – ha dichiarato il direttore artistico della Mostra di Venezia, Alberto Barbera –  Nomadland è un viaggio coraggioso e toccante dentro un mondo sconosciuto, lontano dalla nostra coscienza sociale, che acquista un significato del tutto particolare in questo periodo di isolamento causato dalla pandemia, e che dimostra come alcuni valori quali la solidarietà reciproca e il forte senso di comunità possono salvarci dalla solitudine, dal fallimento e dalla disperazione. Sono felice di condividere l’opportunità di supportare questo film eccezionale assieme agli amici dei festival di Telluride, Toronto e New York: è questo un segno concreto di solidarietà e collaborazione in un periodo di grande difficoltà”.

Nomadland è un autentica scoperta” – dichiarano i presidenti di Searchlight Pictures Nancy Utley e Steve Gilula – “Siamo grati a Chloé e a tutta la troupe di Nomadland, oltre alla comunità dei festival che è di fondamentale importanza per il successo dei film indipendenti”.

Nomadland segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio, Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio, The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

Avengers 5: gli eroi che potrebbero rivelarsi membri degli Illuminati

Nei giorni scorsi è arrivata la notizia – chiaramente non confermata – che i Marvel Studios avrebbe intenzione di realizzare un film dedicato agli Illuminati, il gruppo di personaggi della Marvel Comics creati da  Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni). È innegabile quanto un ipotetico Avengers 5 possa trasformarsi nell’occasione ideale per introdurre i personaggi, o almeno scoprire quali eroi del MCU potrebbero segretamente far parte della società segreta. The Direct ha ipotizzato quali personaggi del MCU potrebbero far parte degli Illuminati nel quinto film dedicato Vendicatori: 

Doctor Strange

Nei fumetti, Tony Stark è stato colui che ha formato gli Illuminati a causa della sua mente futurista e della sua tendenza a prepararsi per potenziali minacce. Tuttavia, con Stark ormai morto, è una scommessa aperta che Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) potrebbe eventualmente prendere il posto di Stark nel condurre il gruppo contro minacce imminenti. Vale la pena sottolineare che il Maestro delle Arti Mistiche è stato colto di sorpresa dell’attacco di Thanos sulla Terra durante Infinity War: perciò avrebbe senso che Strange abbia voluto escogitare un piano per evitare di sperimentare la stessa cosa.

A questo punto, Strange ha acquisito familiarità con la maggior parte degli eroi più potenti della Terra. Detto questo, Strange potrebbe benissimo reclutare gli eroi che ritiene degni di prendere parte agli Illuminati. Le conoscenze dello stregone circa il regno mistico dovrebbe rivelarsi utile agli scopi generali della squadra, con il Sanctum di New York che potrebbe facilmente essere la sede del team per le loro riunioni segrete. Inoltre, l’avventura dello stregone nel sequel The Multiverse of Madness potrebbe addirittura fornire ulteriore supporto dietro la formazione della squadra. Tutto sommato, il coinvolgimento e la potenziale leadership di Stephen Strange rappresentano la combinazione perfetta per una squadra segreta come gli Illuminati.

Captain Marvel

Captain Marvel 2Un altro ipotetico eroe che potrebbe avere far parte degli Illuminati è Carol Danvers (Brie Larson). La familiarità del personaggio con il cosmo dovrebbe rivelarsi utile al gruppo nascosto per identificare e sottomettere terrificanti minacce aliene. Inoltre, la lunga esperienza dell’eroina nello spazio potrebbe giustificare il fatto che la stessa è stata esposta a diversi cattivi e a diverse guerre. In un certo senso, Danvers potrebbe aiutare gli eroi della Terra ad avere la meglio nelle battaglie contro nemici sconosciuti, mettendo in atto una strategia basata su una risposta coordinata.

Parte del divertimento nel vedere insieme grandi eroi è la presenza di conflitti, e gli Illuminati non ne sono certamente estranei. In diverse occasioni, i membri del gruppo non sono stati d’accordo, con alcune discussioni che hanno persino portato ad uno scontro fisico. La relazione di Danvers con gli Skrull potrebbe essere vitale se il MCU decidesse di portare avanti la trama di “Secret Invasion”: una storyline molto interessante che potrebbe essere affrontata tra le fila degli Illuminati e che potrebbe anche portare all’inevitabile scontro tra gli eroi.

Sersi

Gli Eterni introdurrà un nuovo ed intrigante set di eroi ai fan del MCU. Il team di esseri simili a Dio fornirà risposte alla storia dell’universo raccontato nel MCU, fornendo anche le basi per storie future e connessioni passate con la mitologia del franchise. In questo caso, c’è motivo di credere che un membro degli Eterni alla fine si unirà agli Illuminati. Tra la lunga lista dei suoi membri, Sersi (Gemma Chan) è la prima candidata a far parte della squadra segreta grazie alla sua connessione con la squadra dei Vendicatori e alla vasta esperienza del personaggio nella storia della Terra.

È interessante notare che Sersi, insieme a Dane Whitman, si dice che sarà la protagonista de Gli Eterni in termini di trama, suggerendo che un ruolo enorme sarà in serbo in futuro per il personaggio. Le foto sul set hanno rivelato che Sersi si è mescolata con gli umani, e questo potrebbe significare che è più che consapevole dei principali eventi che nel MCU sono già stati affrontata. Unendosi agli Illuminati, la conoscenza della storia da parte di Sersi potrebbe essere considerata utile, mentre la passione del personaggio per gli umani dovrebbe servire da bussola morale per questo gruppo di eroi clandestino.

Bestia

In ogni iterazione degli Illuminati, il Professor X è stato il rappresentante dei mutanti. Nonostante ciò, il MCU è noto per cambiare alcuni elementi dai fumetti, come evidenziato da alcune scelte fatte in alcuni film, come ad esempio Stark che ha creato Ultron al posto di Hank Pym o l’assenza del personaggio di Morte durante la vittoria di Thanos. Tenendo ben in mente ciò, è ipotizzabile che Charles Xavier non si unirà agli Illuminati (o almeno, non all’inizio!), e che un degno sostituto possa essere Hank McCoy/Bestia.

Non dovrebbe sorprendere troppo che l’intelletto così geniale di McCoy e l’esperienza con i mutanti possano rivelarsi utili nel gestire minacce incombenti. Semmai, il ruolo attivo di McCoy nella promozione dei diritti dei mutanti ha il potenziale per ampliare la prospettiva della squadra quando si tratta di proteggere degli ostili incompresi.

Shuri

Il coinvolgimento di Shuri con gli Illuminati potrebbe risultare discutibile per alcuni, che magari preferirebbero vedere T’Challa al suo posto. Tuttavia, l’inclusione di Shuri ha davvero senso poiché si tratta dell’eroe più intelligente del MCU. Insieme alla grande quantità di risorse a Wakanda a cui Shuri ha accesso, Doctor Strange potrebbe reclutarla per affidarle il compito di principale mente scientifica del gruppo.

Anche se è sorprendente che un giovane eroe come Shuri possa prendere parte a una società segreta come quella degli Illuminati, la cosa potrebbe spianare la strada ad un ruolo più ampio per il personaggio nel futuro dell’universo condiviso. L’aggiunta di una mente più giovane e profondamente intelligente al gruppo potrebbe spostare le dinamiche della squadra in diversi modi, e questo offrirebbe a Shuri l’opportunità di professarsi come rappresentante delle giovani generazioni di eroi che arriveranno nel MCU.

Falcon

anthony-mackie-falcon ant-manUn’aggiunta interessante alla versione del MCU degli Illuminati potrebbe essere Sam Wilson. Con il personaggio che diventerà il nuovo Captain America del franchise, non è così assurdo immaginare il coinvolgimento di Wilson nella squadra. Con così tanti conflitti che si troverà ad affrontare in futuro, la bussola morale e l’integrità dell’eroe potrebbero giovare un ruolo chiave nel processo decisionale del gruppo, soprattutto quando si tratterà di dover trovare la soluzione giusta per tutti.

Non si sa ancora molto del ruolo di Wilson nel più ampio quadro narrativo del MCU, ma è un dato di fatto che emulerà ciò che Steve Rogers ha fatto con il personaggio di Captain America. In un certo senso, Wilson che funge da rappresentante dei Vendicatori (e degli eroi legati alla Terra) offre al personaggio l’opportunità di farsi avanti e prendere il comando della squadra. Se Wilson dovesse davvero assumere il ruolo di guida degli Avengers durante il quinto film dedicato al team, è probabile che il destino del personaggio sarà già scritto, anche in termini di sicurezza della Terra; a questo punto, il suo coinvolgimento con gli Illuminati potrebbe rivelarsi essenziale.

Constantine: svelati dettagli inediti sul film e sul possibile sequel

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In occasione del Comic-Con@Home è stato organizzato un panel dedicato al 15esimo anniversario di Constantine, il film di Francis Lawrence del 2005, basato sull’omonimo personaggio della DC e interpretato da Keanu Reeves. Al panel hanno partecipato sia Lawrence sia Reeves che il produttore Akiva Goldsman: i tre – via Collider – hanno rivelato un sacco di dettagli inediti sulla lavorazione del film.

Francis Lawrence ha parlato del rating imposto al film dall’MPAA e di quanto la notizia del divieto venne accolta male dalla produzione: “La Warner decise che doveva essere un film vietato ai minori di 13 anni per tutti i soldi che erano stati spesi. Per questo motivo seguimmo alcune linee guida relativa a ciò che era consentito o meno in un film PG-13. Seguimmo quelle regole alla lettera: quante volte potevi dire “ca**o”, la nudità, il sangue, la violenza… tutte queste cose. Mostrammo il film all’MPAA: ricordo che dopo soli cinque minuti scrissero nei loro appunti che il film era assolutamente da vietare ai minori per il ‘tono’. Un aspetto che, tra l’altro, non era in quelle linee guida.”

Il regista ha poi aggiunto: “Credo che avessero giustificato la cosa con un ‘senso di timore opprimente’ dalla scena di apertura in poi. Non credevano che potessimo fare nulla per cambiare le cose. Praticamente avevamo tra le mani un film PG-13 con un visto censura R. La cosa mi uccise, perché se avessi saputo del divieto ai minori, avrei girato un film davvero vietato ai minori. Avremmo potuto insistere con l’intensità, la violenza, il linguaggio, e invece da quel punto di vista restammo praticamente fregati. Cercammo di lottare, ma non vincemmo la battaglia.”

Il regista e Akiva Goldsman hanno poi rivelato che esiste una scena dei titoli di coda alternativa, rivelando che quella originale – in cui il personaggio di Shia LaBeouf esce dalla sua tomba – non  era stata girata durante le riprese principali. Si è poi parlato del taglio del personaggio che avrebbe dovuto interpretare Michelle Monaghan, ossia Ellie, un mezzo demone che avrebbe intrapreso una relazione con John Constantine:

“Abbiamo avuto alcune buone ragioni per farlo, soprattutto pratiche. L’interpretazione di Michelle Monaghan non c’entra assolutamente nulla con il taglio del personaggio: lei è un’attrice fantastica e aveva apprezzato davvero tanto il lavoro che aveva fatto. Abbiamo però deciso che Constantine stava meglio da solo, senza una compagna a cui appoggiarsi in qualche modo, sia in termini emotivi sia passionali.”

Un sequel di Constantine vedrà mai la luce?

Sempre nel corso del panel, Goldsman ha confermato che tutti e tre hanno sempre voluto realizzare un sequel vietato ai minori, come confermato in passato già dallo stesso Lawrence: “Volevamo fare un sequel fin dall’inizio in realtà, un sequel vietato ai minori”, ha spiegato il produttore. “Penso che, dopo tutti questi anni, lo faremmo anche domani se ne avessimo la possibilità. Credo che per gli studi che lo hanno realizzato, ovvero Village Roadshow e Warner Bros., fu un film davvero strano. Non aveva l’azione che si aspettavano, forse. Non è un film di genere: aveva diverse sfumature, e forse è stata questa caratteristica a far sì che comunque si distinguesse. Per quanto riguarda il sequel, ne abbiamo parlato e abbiamo avuto diverse idee. Avevamo pensato anche ad un incontro fra Constantine e Gesù… Abbiamo davvero approfondito l’idea di un sequel”.

Morta Olivia de Havilland, l’attrice di Via Col Vento aveva 104 anni

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La leggendaria attrice Olivia de Havilland, star di Via col vento e due volte vincitrice del premio Oscar, è morta all’età di 104 anni. La notizia è stata riportata da Variety. De Havilland era l’unica dei quattro attori protagonisti del capolavoro di Victor Fleming ancora in vita, nonché una delle ultime star dell’era d’oro di Hollywood.

L’attrice si è spenta il 26 luglio a Parigi, per cause naturali. Sorella maggiore di Joan Fontaine, ha esordito al cinema nel 1935 in Sogno di una notte di mezza estate, per poi prendere parte ad una serie di film diretti da Michael Curtiz, tra cui Capitan BloodLa carica dei seicentoLa leggenda di Robin Hood. Nel 1939 arriva la fama a livello mondiale grazie al ruolo della dolce e coraggiosa Melania Hamilton in Via col vento, accanto a Clark Gable, Vivien Leigh e Leslie Howard.

Quel ruolo resterà la sua interpretazione più celebre e ricordata, nonostante i due Oscar vinti come migliore attrice nel 1947 e nel 1950, rispettivamente per A ciascuno il suo destino e L’ereditiera. Nel 1949 aveva ricevuto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile grazie a La fossa dei serpenti. De Havilland si ritirò definitivamente dal cinema nel 1979, mentre la sua ultima partecipazione in un film televisivo risale al 1988.

I matrimoni di Olivia de Havilland e la causa contro FX

Olivia de Havilland è stata sposata due volte: nel 1946 con lo scrittore Marcus Goodrich e nel 1955 con il giornalista francese Pierre Galante. Dal 2004, dopo la morte dell’attrice Luise Rainer, De Havilland era la più anziana vincitrice dell’Oscar ancora in vita. Nel 2017 era balzata all’attenzione dei media per aver fatto causa all’emittente tv FX: l’attrice sosteneva di essere stata ritratta in maniera fuorviante nella serie Feud creata da Ryan Murphy, in cui il suo personaggio era interpretato da Catherine Zeta Jones.

L’Uomo d’Acciaio: la morte di Zod e il finale alternativo

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Sono passati sette anni da quando L’Uomo d’Acciaio è arrivato al cinema, ma ancora oggi i fan discutono a proposito del finale del film in cui Superman si trova costretto a spezzare il collo del generale Zod – uccidendolo! – per fermare il cattivo una volta per tutte. Mentre in Batman v Superman: Dawn of Justice abbiamo visto che il corpo del villain è stato utilizzato per dare vita a Doomsday, nulla è stato invece rivelato o spiegato a proposito delle motivazioni che hanno spinto Kal-El a compiere un tale gesto.

Durante un’intervista con Collider, lo sceneggiatore de L’Uomo d’Acciaio, David S. Goyer, ha spiegato che Superman, costretto ad uccidere Zod, avrebbe dovuto dimostrare che l’eroe era stato messo alle strette, incapace di poter optare per un’altra soluzione. Spiegando che si trattava di un Superman che aveva da poco abbracciato la sua vera natura, Goyer ha chiarito che l’eroe non era ancora sceso a patti con le regole che da sempre contraddistinguono la sua morale (a differenza della sua controparte fumettistica).

“Non è affatto consapevole dell’entità dei suoi poteri”, ha spiegato Goyer. “Si è imbattuto in qualcuno che ha detto:” Non mi fermerò. Non puoi mandarmi in prigione. Non mi fermerò mai’. Volevamo metterlo in stallo”. Per quanto controversa possa essere stata, la morte di Zod avrebbe dovuto significare che Superman non avrebbe mai più ucciso. “Si trovava in una posizione terribile e ha giurato di non poterlo fare mai più. Non è uscito dalla rabbia, è stato costretto a farlo.”

La Fortezza della Solitudine nel finale alternativo de L’Uomo D’Acciaio

Goyer ha anche parlato di un finale alternativo, che è stato scritto ma che alla fine è stato scartato: “L’idea era che Superman avrebbe… c’era uno di quei tipi di criptopod sulla nave che si sarebbe trasformata nella Fortezza della Solitudine. Superman avrebbe messo Zod dentro a questo Pod per poi rispedirlo nello spazio”, ha spiegato. “Ne abbiamo parlato e forse alcune persone ne sarebbero state anche felici, ma mi è sembrato soltanto un pretesto in riferimento alla storia che stavamo raccontando”. 

Guillermo del Toro pensa ancora alla sua trilogia di Frankenstein

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Guillermo del Toro, leggenda dei monster movie, ha rivelato che se gli fosse stato offerto il giusto sostegno finanziario, avrebbe già iniziato a lavorare su una trilogia dedicato a Frankenstein, il celeberrimo romanzo di Mary Shelley entrato nell’immaginario collettivo anche grazie ai numerosi adattamenti sia cinematografici sia televisivi.

L’opera immortale di Mary Shelley è uno dei libri preferiti di Del Toro e negli anni il regista de La Forma dell’Acqua – The Shape of Water non ha mai nascosto il suo desiderio di trasporre il romanzo in un film. Ci sono stati almeno 75 adattamenti cinematografici basati sulla classica storia horror fantascientifica, molti dei quali non sono mai stati in grado di coprire l’intera portata del romanzo originale. Del Toro desidera avere l’opportunità di coprire tutte quelle parti inesplorate del testo originale che nei vai film non sono mai state raccontate, realizzando una vera e propria trilogia.

Durante un panel dedicato al film Antlers in occasione del Comic-Con@Home a cui ha partecipato insieme al regista Scott Cooper, a Guillermo del Toro è stato chiesto su quale film avrebbero immediatamente iniziato a lavorare se avesse avuto il budget necessario a disposizione. Del Toro ha dato due risposte: la prima è stata l’adattamento di “Le Montagne della Follia” di H.P. Lovecraft (che il regista stava per portare al cinema anni fa); la seconda è stata proprio “Frankenstein“. Del Toro ha spiegato che avrebbe realizzato il film in due o tre parti perché “per afferrare totalmente il senso di un libro come quello, si deve necessariamente cambiare il punto di vista. Si tratta di un processo complicato, di un esercizio difficile.”

Guillermo del Toro aggiorna sulle riprese di Nightmare Alley, il suo prossimo film

Sempre in occasione del medesimo panel, Guillermo del Toro ha avuto anche la possibilità di aggiornare su Nightmare Alley, il suo nuovo film le cui riprese sono state interrotte a causa della pandemia di Covid-19: “Fortunatamente abbiamo un cast meraviglioso, ma le difficoltà di riorganizzare il calendario sono davvero enormi, perché ogni attore ha le sue richieste e bisogna lavorare tenendo conto degli impegni di tutti. Penso che per ogni problema, in un film, ci sia sempre un’ottima soluzione. A volte, però, non riusciamo a vederla. Credo di aver trovato la soluzione giusta, anche se non è facile. Non è semplice riuscire a prevedere come si sposterà il set, anche per via delle precauzioni. In pratica è come se lavorassimo in una sala operatoria. Bisogna creare ambienti sterili, far sì che tutte le persone coinvolte siano disinfettate… e poi bisogna anche mettere in scena il film. È un approccio totalmente diverso.”

Shazam!: la verità sul “tema di Superman” nella scena finale

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Shazam!: la verità sul “tema di Superman” nella scena finale

Come tutti ricorderete, nella scena finale di Shazam! appare il personaggio di Superman per fare una sorpresa al piccolo Freddy. L’eroe kryptoniano in questione non è interpretato da Henry Cavill, ma da uno stunt, ed il personaggio infatti viene inquadrato soltanto dal collo in giù. Nella scena in questione, però, si sente in sottofondo il tema di Superman realizzato da John Williams, e non quello più recente di Hans Zimmer.

Di recente, è stato proprio chiesto al regista di Shazam!, David F. Sandberg, come mai nel suo film abbia deciso di utilizzare il tema originale del supereroe e non quello che si sente nei film del DCEU con protagonista Cavill. La risposta di Sandberg – via Twitter – è stata la seguente: “È un tema fantastico che ti dà la carica, ma pensavo che non fosse riconoscibile per il pubblico quanto quello di Williams. Specialmente quando devi usare soltanto poche note. Se ci fosse stata un’intera scena con Superman che arrivava per combattere, allora avrebbe spaccato con Zimmer.”

Sandberg ha poi aggiunto: “Ad essere sinceri, quando ho fatto quel video sul collo lungo per scherzo e ho usato il tema di Zimmer, ho davvero apprezzato le sensazioni che ha scatenato, ma avremmo avuto bisogno di Cavill per dargli davvero un senso”. Il video sul “collo lungo” a cui fa riferimento il regista è uno scherzo realizzato tempo fa su Twitter, in risposta alle numerose richieste da parte dei fan di aggiungere il Superman di Henry Cavill alla sequenza finale di Shazam!.

Ricordiamo che Shazam! avrà ufficialmente un sequel, che arriverà nelle sale americane il 1 aprile 2022. Il sequel sarà sceneggiato da Henry Gayden e vedrà di nuovo David S. Sandberg impegnato dietro la macchina da presa e Zachary Levi nei panni dell’eroe protagonista. Al momento non sappiamo quando partiranno le riprese.

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

MCU: Katherine Langford vorrebbe tornare nei panni di Morgan Stark

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Katherine Langford ha interpretato la versione adulta di Morgan, la figlia di Tony Stark, in una scena di Avengers: Endgame che è stata poi tagliata dal montaggio finale del film. Adesso, l’attrice di Tredici ha parlato del suo coinvolgimento nell’Universo Cinematografico Marvel in una recente intervista con Smallzy.

Quando è stato chiesto alla giovane attrice cosa provasse per essere stata tagliata dal cinecomic di Anthony e Joe Russo, Langford non è apparsa turbata dalla cosa: “Anche se sono stata tagliata dal film… alla fine posso comunque dire di essere stata tagliata dall’ultimo cinecomic sui Vendicatori”, ha spiegato l’attrice. “Sono semplicemente felice di aver fatto quell’esperienza. Soltanto girare quella scena è stato incredibile. Poi Disney+ l’ha comunque distribuita, e devo ammettere che è stata una delle cose più cool che abbia mai fatto. Quindi sono felice ugualmente.”

Katherine Langford, che di recente abbiamo visto in Cursed, nuova serie targata Netflix, ha poi ribadito che le piacerebbe tornare ad interpretare Morgan Stark in un nuovo film del MCU. A quel punto le è stato chiesto se ci fossero delle trattative in atto, ma l’attrice ha spiegato che, anche se qualcosa fosse davvero in corso, non potrebbe comunque rivelarlo: “L’universo Marvel è qualcosa di veramente segreto ed ero spaventata dopo aver girato la mia scena perché non potevo veramente dirlo a nessuno. Se tornassi, non so se mi sarebbe concesso dirlo. Sicuramente mi piacerebbe.”

Il significato della scena con Tony e Morgan Stark tagliata da Avengers: Endgame

La scena con protagonista Robert Downey Jr. e Katherine Langford è molto toccante, perché mostra un Tony Stark tanto speranzoso quanto disilluso, e per lui, trovare la figlia adulta, conoscerla, e sentirle dire che è felice, vale tutti i patrimoni del mondo. In questa scena c’è la consacrazione di Tony ad eroe ma anche a uomo, a padre, e non c’è niente di più lontano da quel playboy filantropo che abbiamo conosciuto all’inizio dell’avventura del MCU.

https://www.youtube.com/watch?v=OcMPjlHa1vo&feature=emb_title

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman svela l’inizio delle riprese

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Di recente è stato il regista Taika Waititi a parlare di Thor: Love and Thunder, anticipando che il film sarà una vera e propria storia d’amore. Adesso, arriva dall’attrice premio Oscar Natalie Portman un nuovo piccolo aggiornamento sulla tanto attesa quarta avventura del Dio del Tuono nel MCU.

Durante una diretta Instagram in compagnia di Serena Williams, la Portman ha parlato del suo ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel e di quanto sia entusiasta all’idea di tornare a vestire i panni di Janes Foster che, come sappiamo ormai da diverso tempo, nel nuovo film raccoglierà l’eredità del figlio di Odino e solleverà il Mjolnir. L’attrice ha inoltre confermato che le riprese del film partiranno in Australia all’inizio del 2021.

A parte il fatto che Jane Foster assumerà l’identità di Mighty Thor proprio come nei fumetti, i dettagli sulla trama di Thor: Love and Thunder sono ancora piuttosto scarsi. Secondo quanto riferito negli ultimi mesi il premio Oscar Christian Bale interpreterà l’antagonista principale del film; inoltre, è stato confermato che il personaggio di Valchiria interpretato da Tessa Thompson andrà alla ricerca della sua “Regina” dopo essere stata nominata nuovo re di Asgard. 

In Thor: Love and Thunder si parlerà anche della malattia di Jane Foster?

Sempre a proposito dell’amore terreno del Dio del Tuono, al momento non sappiamo neanche se Thor: Love and Thunder affronterà il tema del cancro al seno di Jane Foster, come accaduto nei fumetti. Tempo fa, in merito alla questione, Taika Waititi aveva dichiarato: “Non lo sappiamo. Quell’arco narrativo nei fumetti è stato di grande ispirazione e ha influenzato le prime bozze della sceneggiatura. Ma alla Marvel, cambiamo sempre tutto. Potrei dire una cosa adesso, e tra due anni sarebbe completamente l’opposto, addirittura quella cosa potrebbe non esistere più. Continuiamo a scrivere  anche in fase di post-produzione.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Venezia 77: ecco le giurie, Cate Blanchett presidente

Sono state definite le composizioni delle quattro Giurie internazionali (Venezia 77OrizzontiPremio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual Reality) della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2–12 settembre 2020), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

Le personalità chiamate a fare parte della Giuria del Concorso di Venezia 77 sono:

  • Cate Blanchett – presidente (Australia), attrice internazionalmente acclamata e pluripremiata, nonché  produttrice, filantropa e attiva protagonista della comunità artistica. Le sue numerose, straordinarie interpretazioni cinematografiche le hanno fatto ottenere due Oscar (The Aviator, 2004, e Blue Jasmine, 2013), tre Golden Globe (Elizabeth, 1998, Io non sono qui, 2007, Blue Jasmine, 2013), tre premi Bafta e numerose altre nomination. Alla Mostra di Venezia è stata interprete dei film Elizabeth (1998) di Shekhar Kapur e Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice. Il suo più recente successo è Che fine ha fatto Bernadette? (2019) di Richard Linklater.
  • Veronika Franz (Austria)regista e sceneggiatrice, inizia come giornalista di cinema per il quotidiano viennese Tageszeitung Kurier. Dal 1997 segue il lavoro del regista Ulrich Seidl come collaboratrice artistica, di cui è co-sceneggiatrice per Dog Days (Hundstage, 2001), Import Export (2007) e la trilogia PARADISE (2012/3). Il documentario Kern (2012) è sia il suo debutto come regista, sia il primo film realizzato insieme al regista Severin Fiala, a cui segue il suo primo lungometraggio di finzione, Goodnight Mommy (Ich seh Ich seh, 2014), co-diretto insieme a Fiala e presentato a Venezia Orizzonti. Il film ottiene numerosi premi e rappresenta l’Austria agli Oscar. I due registi realizzano poi il loro primo film in inglese, The Lodge, presentato al Sundance Film Festival 2019.
  • Joanna Hogg (Gran Bretagna), regista e sceneggiatrice, considerata oggi fra le più importanti del suo Paese. Il primo lungometraggio, Unrelated (2008), con Tom Hiddleston, vince il premio della Fipresci al Festival di Londra. Il secondo film, Archipelago (2010), ottiene una Menzione speciale al Festival di Londra e un considerevole successo di pubblico. Nel 2013 realizza Exhibition, con il chitarrista degli Slits, Viv Albertine, e l’artista britannico Liam Gillick. Il più recente The Souvenir, produttore esecutivo Martin Scorsese, viene presentato al Sundance Film Festival 2019 dove vince il Gran premio della Giuria.
  • Nicola Lagioia (Italia), scrittore, dal 2016 è direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Ha pubblicato i romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi) (minimum fax 2001, premio Lo Straniero), Occidente per principianti (Einaudi 2004), Riportando tutto a casa (Einaudi 2009, premio Vittorini, premio Volponi, premio Viareggio), La Ferocia (Einaudi 2014, Premio Strega, Premio Mondello). È una delle voci di Pagina3, rassegna stampa quotidiana di Radio3. Scrive per testate quali «Repubblica», «Il Venerdì», «Internazionale», «La Stampa». I suoi libri sono tradotti in 15 Paesi.
  • Christian Petzold  (Germania), regista e sceneggiatore fra i più significativi del cinema tedesco, è stato premiato tre volte dai critici tedeschi per il miglior film con Die innere Sicherheit (2000), presentato a Venezia, Gespenster (2005) e Yella (2007), presentati a Berlino. Nel 2008 è a Venezia in concorso con Jerichow, per cui nel 2009 vince il Deutscher Filmpreis come miglior regista. Con La scelta di Barbara nel 2012 ottiene l’Orso d’argento a Berlino, dove nel 2018 consegue un grande successo critico con La donna dello scrittore (Transit). Sempre a Berlino, nel 2020 vince il premio della Fipresci con Undine.
  • Cristi Puiu (Romania), regista e sceneggiatore, debutta nella regia nel 2001 con il road-movie a basso costo Marfa şi bani (Stuff and Dough), presentato alla Quinzaines a Cannes e considerato il film che dà inizio al Nuovo cinema rumeno. Nel 2005 il suo secondo lungometraggio, la commedia nera La morte del signor Lazarescu, è un successo critico e ottiene il Prix Un certain Regard a Cannes. Analogo successo consegue Sieranevada, presentato nel 2016 in concorso a Cannes. Nel 2020 Malmkrog vince il Premio per la miglior regia nella sezione Encounters della Berlinale.
  • Ludivine Sagnier (Francia), attrice, appare per la prima volta sul grande schermo nel 1989 in Voglio tornare a casa! di Alain Resnais. Nel 1990 partecipa al kolossal Cyrano de Bergerac. Nel 2003 è protagonista di due film presentati a Cannes, La petite Lili e Swimming Pool, e interpreta in Peter Pan di P. J. Hogan il personaggio di Campanellino. Recita spesso nei film del regista francese François Ozon: Gocce d’acqua su pietre roventi8 donne e un mistero e Swimming Pool, diventando una delle attrici francesi più apprezzate e note al pubblico. Fra le sue ultime interpretazioni, La vérité di Hirokazu Koreeda, film d’apertura della Mostra di Venezia 2019, e la seconda serie di Paolo Sorrentino The New Pope.

La Giuria Venezia 77 assegnerà ai lungometraggi in Concorso i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti è composta da:

  • Claire Denis – presidente (Francia), regista, sceneggiatrice e attrice francese, nasce a Parigi ma cresce in Africa fino ai 13 anni. Si laurea nel 1972 all’IDHEC e lavora come assistente di Jacques Rivette, Costa-Gavras, Jim Jarmusch, Wim Wenders. Il suo film d’esordio Chocolat (1988), riflessione sul colonialismo, conquista la critica. Seguono Al diavolo la morte (S’en fout la mort) (1990), in concorso a Venezia, US Go Home (1994), Nénette e Boni (Nénette et Boni) (1996), Beau Travail (1999), presentato a Venezia, Cannibal Love – Mangiata viva (2001) e Venerdì sera (Vendredi soir) (2002). Il successivo White Material (2009) è in concorso a Venezia. Nel 2018, High Life viene premiato al Festival di San Sebastián.
  • Oskar Alegria (Spagna), regista spagnolo, dal 2013 al 2016 è stato direttore della rassegna Punto de Vista di Pamplona. Il suo primo film, La casa Emak Bakia (2012), documentario alla ricerca della casa sulla costa basca dove Man Ray girò il suo Emak Bakia, viene presentato in numerosi festival internazionali, tra cui Telluride e San Sebastián, ottenendo molti riconoscimenti. Nel 2019 ha presentato in Orizzonti a Venezia il documentario Zumiriki, sulla propria esperienza di quattro mesi vissuta in una capanna isolata su un fiume.
  • Francesca Comencini (Italia), regista, sceneggiatrice, scrittrice, figlia del grande regista Luigi e sorella di Paola e Cristina. Dirige in Francia, dove vive per 18 anni, il suo primo film Pianoforte (1984), storia di due giovani tossicodipendenti, vincitore del Premio De Sica a Venezia. Collabora col padre alla sceneggiatura di Un ragazzo di Calabria. Si avvicina al documentario con Elsa Morante (1995), Shakespeare a Palermo (1997), Carlo Giuliani, ragazzo (2002), presentato a Cannes, e In fabbrica (2007). Tra i suoi film di finzione, Le parole di mio padre (2001), Lo spazio bianco (2009) e Un giorno speciale (2012) in concorso a Venezia, Amori che non sanno stare al mondo (2017), presentato a Locarno. Dal 2014 dirige 15 episodi di Gomorra – La serie, trasposizione tv dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano.
  • Katriel Schory (Israele), produttore israeliano, fonda nel 1974 la compagnia Belfilms, che ha prodotto più di 150 film e spettacoli televisivi, inclusi lungometraggi, documentari e coproduzioni internazionali. Dal 1999 al 2019 è Direttore esecutivo dell’Israel Film Fund, dove ha autorizzato più di 300 lungometraggi, molti dei quali sono stati selezionati nei maggiori festival vincendo prestigiosi premi, fra i quali Leoni d’oro e d’argento a Venezia, Orsi d’oro e d’argento a Berlino, Camera d’or a Cannes e quattro nomination agli Oscar.
  • Christine Vachon (Usa), produttrice statunitense vincitrice dell’Independent Spirit Award e del Producer Award del Gotham Independent Film Award. Ottiene il suo primo successo con la produzione del film d’esordio di Todd Haynes, Poison, Gran Premio della Giuria al Sundance. Nel 1995 fonda, insieme a Pamela Koffler, la compagnia di produzione cinematografica e televisiva Killer Film, che vince l’Oscar con Boys Don’t Cry di Kimberley Peirce. Produce alcuni dei film indipendenti più acclamati, ottenendo nomination agli Oscar con i capolavori di Todd Haynes Lontano dal Paradiso, Io non sono qui e Carol.

La Giuria Orizzonti assegnerà –  senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, è composta da:

  • Claudio Giovannesi – presidente (Italia), regista, sceneggiatore e musicista. Il suo film La paranza dei bambini (2019), tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e presentato in concorso a Berlino, ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura ed è stato distribuito in oltre 20 Paesi. Fiore (2016), in concorso nella Quinzaine a Cannes, ha ricevuto il Nastro d’argento speciale. Alì ha gli occhi azzurri (2012), Premio Speciale della Giuria al Festival di Roma, è stato presentato in concorso al Tribeca. Il documentario Fratelli d’Italia (2009), ha avuto la Menzione speciale della giuria al Festival di Roma. Per la televisione ha diretto due episodi della seconda stagione della serie Gomorra.
  • Remi Bonhomme (Francia), direttore e programmatore di festival internazionali, è il nuovo direttore artistico del Festival del film di Marrakech e direttore degli Atlas Workshops, la piattaforma industriale del Festival che sostiene il cinema del continente africano e del Medio Oriente. Dal 2009 al 2020 è stato coordinatore generale della Semaine de la Critique al Festival di Cannes e direttore di Next Step, un workshop per registi di cortometraggi che si accingono a girare il loro primo lungometraggio.
  • Dora Bouchoucha (Tunisia), produttrice e direttrice di festival, dal 1994 ha prodotto numerosi lungometraggi, cortometraggi e documentari tunisini e di altri Paesi con la sua società Nomadis Images. I suoi film sono stati selezionati ai festival di Venezia, Cannes e Berlino. Ha creato l’Atelier de Projets alle Giornate cinematografiche di Cartagine, di cui è stata direttrice nel 2008, 2010 e 2014. Nel 2017 ha fatto parte della Giuria internazionale del Festival di Berlino. Dal 2018 è direttrice del festival mediterraneo di Manarat.

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore.

La Giuria internazionale della sezione Venice Virtual Reality è composta da:

  • Celine Tricart – presidente (USA), regista e sceneggiatrice, esperta di Realtà virtuale e 3D nota in tutto il mondo per la forza emotiva delle sue storie e il particolare stile visivo. I suoi lavori sono stati presentati in festival internazionali quali Venezia, Sundance, Tribeca, SXSW. A Venezia nel 2019 ha vinto con The Key il Gran premio della Giuria per la migliore opera Vr immersiva. Al Tribeca ha ottenuto lo Storyscapes Award. Ha fondato la Lucid Dreams Productions, specializzata nell’utilizzo delle nuove tecnologie per creare storie innovative e per incrementare il ruolo delle donne e delle voci minoritarie nel fare cinema.
  • Asif Kapadia (Gran Bretagna) è un regista di film e documentari noto per lo stile visuale e per le scelte di personaggi estremi da raccontare. Il suo Amy, presentato in prima mondiale a Cannes nel 2015, che narra la storia della cantante Amy Winehouse, ha vinto l’Oscar come migliore documentario. Il film è stato il più grande successo al box office in Gran Bretagna per un documentario, vincendo anche il Bafta, l’Efa e un Grammy. Nel 2001 ha co-sceneggiato e diretto il proprio debutto nel film narrativo, The Warrior, girato nel deserto del Rajasthan e fra le nevi dell’Himalaya. Nel 2010, nel documentario Senna, ha raccontato la storia del campione brasiliano di Formula Uno Ayrton Senna. Nel 2017 ha diretto due episodi della serie Netflix Midhunter. Nel 2019 ha presentato a Cannes il documentario Maradona, nominato ai Bafta.
  • Hideo Kojima (Giappone) è un autore di videogiochi noto in tutto il mondo per aver allargato i confini della creatività in questo campo. E’ considerato il padre del genere stealth, videogioco d’azione basato sull’abilità del giocatore di evitare di essere rilevato dal nemico. Nel 2015 fonda la società Kojima Productions, adottando il motto From sapiens to ludens. Nel 2019 la società realizza il suo primo titolo, Death Stranding, per PlayStation 4. Dalla sua uscita, Death Stranding ha ottenuto numerosi premi e un successo mondiale.

La Giuria Venice Virtual Reality assegnerà i seguenti premi: Gran Premio della Giuria per la Migliore opera VR immersiva, Migliore esperienza VR immersiva e Migliore storia VR immersiva.

Fonte: Biennale

Lorenzo Zurzolo: 10 cose che non sai sull’attore

Lorenzo Zurzolo: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie ad una serie di titoli di buon successo, l’attore Lorenzo Zurzolo è oggi principalmente noto per il ruolo di Niccolò nella serie Netflix Baby. In attesa di poterlo rivedere nella terza ed ultima stagione, il giovane interprete ha continuato a recitare in film che gli hanno permesso di ottenere una sempre maggior visibilità, in attesa del ruolo che possa consacrarlo definitivamente. Ecco 10 cose che non sai su Lorenzo Zurzolo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Lorenzo Zurzolo Baby

Lorenzo Zurzolo: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi. Il primo ruolo di rilievo al cinema per l’attore arriva nel 2012, quando interpreta Angelo in Una famiglia perfetta, con Sergio Castellitto, Carolina Crescentini e Marco Giallini. Recita poi nelle commedie Outing – Fidanzati per sbaglio (2013) e Sconnessi (2018), con Fabrizio Bentivoglio e Ricky Memphis. Nel 2019 è tra i protagonisti di Compromessi sposi, mentre nel 2020 interpreta Vincenzo nel film Sotto il sole di Riccione, distribuito sulla piattaforma Netflix. Nel 2020 è stato tra i protagonisti del thriller Weekend, con Alessio Lapice. Il 2021 tornerà al cinema diretto da Federico Zampaglione in Morrison.

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. All’inizio della carriera dell’attore si annoverano partecipazioni a serie come Don Matteo (2008), I liceali (2009), Ho sposato uno sbirro (2010) e Un passo dal cielo (2012). Ottiene poi grande notorietà recitando nel ruolo di Nino Ferrari nella miniserie Questo è il mio paese (2015), mentre nel 2018 torna in televisione per Una pallottola nel cuore. La sua fama è però dovuta al ruolo di Niccolò Rossi Govender nella serie Netflix Baby, dove dal 2018 recita accanto a Benedetta Porcaroli, Alice Pagani e Claudia Pandolfi.

8. Ha recitato in uno spot con Francesco Totti. La carriera dell’attore ha avuto inizio nel momento in cui, all’età di 7 anni, viene selezionato dopo numerosi provini per recitare in uno spot pubblicitario con il celebre calciatore romano Francesco Totti. Per il giovane Zurzolo, da sempre tifoso della Roma, è stata un’occasione unica, che ha consacrato il suo amore per la squadra e gli ha permesso di scoprire il fascino del mondo dello spettacolo.

Lorenzo Zurzolo è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 837 mila persone. All’interno di questo Zurzolo è solito condividere diversi post relativi a suoi momenti di svago, come anche curiosità a lui legate o luoghi visitati. Essendo lui anche modello, non mancano poi diverse immagini relative a suoi lavori a riguardo, che lo vedono immortalato per copertine di riviste o più generici servizi fotografici.

6. Promuove il proprio lavoro tramite il social. Instagram si è rivelato negli anni un ottimo canale attraverso cui promuovere il proprio lavoro, e anche l’attore di Baby non si è lasciato sfuggire tale occasione. Nel suo profilo si possono infatti ritrovare diverse foto relative ai suoi progetti da interprete, siano esse poster, trailer o semplici scatti realizzati sui set a cui ha preso parte. Così facendo, Zurzolo permette ai suoi fan di rimanere continuamente aggiornati sulle sue novità lavorative.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Lorenzo Zurzolo Instagram

Lorenzo Zurzolo non è fidanzato

5. È single. Da quando è diventato particolarmente famoso e seguito sui social, l’attore ha sempre dimostrato una certa attenzione nei confronti di ciò che condivide della propria vita privata. Sui suoi profili social traspare infatti molto poco a riguardo, ed è pertanto difficile stabilire se egli sia o meno impegnato in una relazione sentimentale. Attualmente, tuttavia, sembra certo il suo essere single, ma nessun’affermazione è arrivata da parte dell’attore a riguardo.

Lorenzo Zurzolo non è in Skam

4. Non recita nella celebre serie. Per via della sua frequente partecipazione a film o serie di carattere “teen”, l’attore viene spesso associato a prodotti nei quali non ha in realtà mai recitato. Il più noto di questi è probabilmente la serie Skam Italia, distribuita anch’essa sulla piattaforma Netflix. Zurzolo viene spesso erroneamente scambiato con l’attore Ludovico Tersigni, protagonista e personaggio ricorrente della serie nel ruolo di Giovanni, ma ad oggi non ha ancora mai partecipato neanche ad uno solo degli episodi di questa.

Lorenzo Zurzolo in Baby

3. Si riconosce nel proprio personaggio. Divenuto celebre per il ruolo di Niccolò, uno dei protagonisti della serie Baby, l’attore ha in più occasioni affermato di apprezzare molto il suo personaggio, giudicandolo complesso e con continui aspetti da scoprire. In particolare, Zurzolo ha dichiarato come, pur con le dovute differenze, riesca a riconoscersi in molte delle caratteristiche di Niccolò, condividendo la consapevolezza di possedere aspetti privati di sé e di volere che questi restino tali.

Lorenzo Zurzolo non è realmente cieco

2. Ha interpretato un ragazzo non vedente. Nel nuovo film italiano targato Netflix, Sotto il sole di Riccione, l’attore ha interpretato il ruolo di Vincenzo. Questi è un ragazzo non vedente che grazie ad un suo amico ha modo di scoprire l’amore per la prima volta. Zurzolo non è realmente non vedente, ma la sua performance è stata così convincente da spingere molti a pensare che lo fosse. L’attore si è dichiarato grato per questo ruolo, nel quale ha riposto molta preparazione, affermando che permette ulteriormente di avvicinarsi al “diverso”, che tale in realtà non è.

Lorenzo Zurzolo: età e altezza

1. Lorenzo Zurzolo è nato a Roma, Italia, il 21 marzo del 2000. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Ludovica Martino: 10 cose che non sai sull’attrice

Ludovica Martino: 10 cose che non sai sull’attrice

Oggi popolarissima, la giovane Ludovica Martino è diventata in breve tempo una dei volti di riferimento per l’adolescenza al cinema e in televisione. Interprete di titoli di grande successo, ha dimostrato doti da attrice che la rendono spontanea e incisiva, in grado di catturare l’attenzione di un pubblico variegato. Attualmente impegnata in diversi progetti di rilievo, il suo è sicuramente uno dei nomi su cui puntare per il futuro.

Ecco 10 cose che non sai di Ludovica Martino.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Ludovica Martino Instagram

Ludovica Martino: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato per un film targato Netflix. L’esordio sul grande schermo per l’attrice arriva nel 2019, quando ricopre il ruolo di Alessia nel film Il campione, con Stefano Accorsi. Ulteriore notorietà arriva però grazie a Sotto il sole di Riccione, film distribuito nel luglio del 2020 sulla piattaforma Netflix, dove ha modo di recitare accanto a Cristiano Caccamo e Lorenzo Zurzolo. Prossimamente, l’attrice tornerà invece sul grande schermo per recitare nel thriller Security, con Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio Bentivoglio e Marco D’Amore.

9. È celebre per i suoi ruoli televisivi. La carriera dell’attrice ha inizio grazie alla serie di Rai Uno Tutto può succedere, andata in onda dal 2015 al 2018. Qui l’attrice ha recitato nel ruolo di Emilia accanto agli attori Pietro Sermonti, Benedetta Porcaroli e Matilda De Angelis. Successivamente, recita in due episodi della fiction Che Dio ci aiuti (2017), con Elena Sofia Ricci, e in uno di Don Matteo (2018). Il vero successo arriva però grazie alla serie Skam (2018-in corso), dove interpreta il ruolo di Eva Brighi. Nel 2019 ricopre ruoli di rilievo anche nelle serie Liberi tutti e Passeggeri notturni, con Claudio Gioè.

8. Ha iniziato recitando in alcuni spot. Da sempre appassionata di recitazione, l’attrice inizia sin da giovanissima a frequentare stage e corsi per poter perfezionare il proprio talento. Le prime occasioni lavorative arrivano nel 2013, quando ha morto di comparire in alcuni spot pubblicitari per gli Internazionali d’Italia. Nel 2016, invece, quando è già un volto ben più noto, ottiene di recitare accanto a Pif per due spot pubblicitari per la TIM.

Ludovica Martino è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 559 mila persone. All’interno di questo la Martino è solita condividere diversi post relativi a suoi momenti di svago, come anche curiosità a lei legate o luoghi visitati. Non mancano poi anche diverse immagini relative alla sua attività di modella, che la vedono immortalata per copertine di riviste o più generici servizi fotografici.

6. Promuove il proprio lavoro tramite il social. Instagram si è rivelato negli anni un ottimo canale attraverso cui promuovere il proprio lavoro, e anche l’attrice di Skam non si è lasciata sfuggire tale occasione. Nel suo profilo si possono infatti ritrovare diverse foto relative ai suoi progetti da interprete, siano esse poster, trailer o semplici scatti realizzati sui set a cui ha preso parte. Così facendo, la Martino permette ai suoi fan di rimanere continuamente aggiornati sulle sue novità lavorative.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Ludovica Martino Sotto il sole di Riccione

Ludovica Martino è laureata

5. Ha portato a termine i suoi studi. L’attività di attrice non ha impedito alla Martino di portare avanti anche i propri studi, iniziati dapprima con il liceo classico e proseguiti poi all’Università. Qui, l’attrice si è laureata in interpretariato e traduzione, sua altra grande passione. Sul suo profilo Instagram, a riguardo, si possono ritrovare le immagini relative a quell’evento, condiviso dalla Martino insieme ai suoi cari.

Ludovica Martino è fidanzata?

4. Ha avuto una relazione con un collega. Grazie al set della serie Skam, l’attrice conosce Luca Grispini, che ricopre il ruolo di Federico, e con il quale intraprende poi una relazione. Benché molto riservati, i due non hanno mancato di condividere diversi scatti che li ritraggono insieme, come ad esempio quelli relativi alla laurea di lei. Ad oggi, tuttavia, non si hanno notizie su di loro, lasciando intendere una possibile separazione. Se così fosse, l’attrice potrebbe essere adesso single.

Ludovica Martino in Sotto il sole di Riccione

3. Ha studiato molto per il suo personaggio. Per prepararsi al ruolo di Camilla in Sotto il sole di Riccione, l’attrice ha raccontato di aver studiato a lungo il personaggio, ricercando i suoi obiettivi più profondi e sperimentando nell’improvvisazione delle sue scene. Insieme alla sua coach di recitazione, ha così avuto modo di identificare le caratteristiche del ruolo, facendole proprie. Inoltre, ha raccontato di aver visto molti film da cui poter trarre ispirazione.

2. È rimasta entusiasta dal valore del film. Raccontando del film, l’attrice ha affermato di aver particolarmente apprezzato il modo in cui il film tratta la gioventù di oggi, ritrovandosi in molti degli aspetti e delle tematiche affrontate. L’idea di assumere un’eredità come quella dei film balneari di Vanzina, inoltre, è stata da lei accolta con quanta più “incoscienza” possibile, poiché, come da lei dichiarato, era necessario non sentire il peso dell’influenza di tali film affinché si potesse realizzare la nuova versione di quelle storie balneari.

Ludovica Martino: età e altezza

1. Ludovica Martino è nata a Roma, Italia, il 26 febbraio 1997. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Zack Snyder “distruggerebbe” il film piuttosto che usare filmati di Joss Whedon

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Tra i momenti più curiosi ed esilaranti della Justice Con, la video call con Zack Snyder in merito alla sua Justice League c’è stato il momento in cui gli è stato chiesto se userà anche qualche scende del fim girata da Joss Whedon.

Zack nel rispondere non ci è andato troppo leggero e probabilmente ne ha tutte le ragioni:  Non c’è alcuna possibilità che io utilizzi inquadrature che non siano state girate da me. Distruggerei l’intero film e gli darei fuoco se ci fosse anche solo una scena non girata da me. Farei saltare tutto, letteralmente. Ma sappiate che qualsiasi cosa vi ricordi il film uscito nel 2017 (che io non ho MAI visto), in qualche modo vi tornerà alla memoria, perché originariamente l’avevo girata io così. Al cinema è uscito una specie di mostro di Frankenstein. QUI TUTTI I DETTAGLI RIVELATI DAL REGISTA NELLA VIDEOCALL

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Justice League Snyder Cut: ecco tutti i dettagli svelati da Zack Snyder

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Durante il panel della notte alla Justice Con, la live tenutasi con il regista Zack Snyder e dedicata alla sua versione della Justice League in arrivo su HBO MAX nel 2021, oltre a svelare una clip dal film, il regista ha commentato e svelato numerosi dettagli sul film.

Prima di tutto ha confermato che il montaggio a cui stanno lavorando è il suo editing ultimato alla fine del 2017. Ha poi aggiunto che è una versione superlunga e nei mesi successivi insieme al team lavorarono ad accorciare la durata secondo le indicazioni della Warner, ma quel taglio non fu mai applicato. Quindi ora secondo le sue indicazioni sono tornati a lavorare su quel gigantesco montaggio originale.

Ha poi aggiunto che: “Ogni giorno lavora al montaggio. Reinserire Steppenwolf comporta tantissimo lavoro. Ad ogni inquadratura originale bisogna valutare come cambiare gli effetti visivi, quindi si tratta quasi di un restauro perché ci sono così tanti effetti visivi. Ci sono moltissime scene aggiuntive che hanno molti effetti da fare da zero.” Ha inoltre ammesso di divertirsi moltissimo in questo processo perché è come ritrovare il film originale e già all’epoca pensava a come mostre quella lunga versione, perché un film di 4 ore non era poi così necessario uscisse al cinema.

Nella video call ha poi confermato che Steppnwolf avrà il design originale che trova un personaggio davvero spaventoso e figo. Inoltre avendolo già usato nei materiali della previsualizzazione non è difficile reperirlo nel montaggio. “Non sarà umanoide e non avrà alcuna empatia e farà ciò che vuole per raggiungere il suo scopo”. 

Riguardo al titolo ha ammesso che è d’accordo con i fan: “Zack Snyder’s Justice League“, e il regista sta lavorando in questo senso: “Anche noi vorremmo chiamarlo Zack Snyder’s Justice League, ma c’è un impedimento legale per cui non sarà possibile. Stiamo cercando una soluzione per aggirare questa cosa. In merito a Junkie XL: “Sta lavorando tantissimo proprio in questo momento. Diverse parti le avevamo già fatte, ma moltissime scene vanno musicate da zero. Ho parlato con lui questa mattina, lavoriamo benissimo insieme e siamo perfettamente allineati.

In merito al formato invece ha rivelato che il primo estratto pubblicato di HBO MAX è il suo film originale, ovvero quello girato in un formato inedito: 1.43:1. La sua intenzione era quella di rendere possibile la proiezioni nelle sale IMAX. Il restauro a cui faceva riferimento verte proprio su questo, recuperare quelle scene danneggiate dal crop fatto per la versione finale non pensata come è stata girata. Secondo il regista si tratta di un’estetica completamente diversa e nelle scene viste nelle versione in 35 molte porzioni dell’immagine sono state semplicemente tagliate.

ECCO il video del panel:

CORRELATE:

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Justice League Snyder cut: ecco Superman in nero nella nuovo breve clip

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Come anticipato nei giorni scorsi il regista Zack Snyder ha partecipato alla Justice con nel quale ha mostrato un breve estratto dalla Snyder Cut di Justice League. Nella brevissima clip possiamo vedere Superman indossare il famoso costume nero.

La scena è una sequenza tagliata nel quale Superman incontra Alfred. La clip è stata già vista ma nella sequenza mostra Superman indossava il vestito classico, ora nella Snyder Jut lo vediamo invece in nero:

https://youtu.be/4elaJ6m5xAw

La versione vista precedentemente:

 

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Venezia 77: Molecole di Andrea Segre sarà la pre-apertura

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Venezia 77: Molecole di Andrea Segre sarà la pre-apertura

Il nuovo film del regista veneziano Andrea Segre (Io sono Li, L’ordine delle cose, Il pianeta in mare), il documentario Molecole (68’) realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato nella serata di Pre-apertura di martedì 1 settembre della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.

Tra febbraio e aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti. Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.

“Per fare un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per MOLECOLE non c’è stato nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo prevedere. MOLECOLE è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.”

Andrea Segre

Molecole

regia: Andrea Segre sceneggiatura: Andrea Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella musica: Teho Teardo produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film   Italia 2020, 68’

La 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica si terrà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre 2020 diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

Andrea Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue verde (2010, presentato alle Giornate degli Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli Autori).

Sinistri Sei: 10 membri del team che dovrebbero apparire nel MCU

Sinistri Sei: 10 membri del team che dovrebbero apparire nel MCU

Non sappiamo ancora con certezza quali siano i piani della Sony Pictures per i personaggi dei Sinistri Sei, così come non sappiamo se il gruppo di supercriminali farà prima o poi il suo esordio nell’Universo Cinematografico Marvel. In attesa di una qualche conferma ufficiale, ComicBookMovie ha raccolto 10 villain della formazione che in un ipotetico film non dovrebbero mancare:

Uomo Sabbia

Uomo Sabbia è ben lungi dall’essere il membro più brillante dei Sinistri Sei, ma la sua dose di muscoli potrebbe sicuramente essere un punto a suo favore! Il tormentato Flint Marko ha combattuto dalla parte sia del bene sia del male nel corso degli anni, ma quasi sempre si  è ritrovato ad aiutare i suoi compagni criminali nelle battaglie contro Spider-Man.

L’unico aspetto negativo nel riportare Uomo Sabbia al cinema è che Sam Raimi è riuscito a coprire tutta la storia del personaggio quando lo ha portato sul grande schermo nel 2007 in Spider-Man 3, e quindi su di lui non ci sarebbe molto altro da raccontare. Tuttavia, alcuni recenti fumetti gli hanno dato la possibilità di creare più versioni di se stesso, e questo potrebbe rappresentare senza dubbio una sfida abbastanza interessante per l’Uomo Ragno. 

Rhino

The Amazing Spider-Man 2 ci ha fatto conoscere una versione terribilmente deludente di Rhino, interpretato da Paul Giamatti. In poche parole, Marc Webb ha sprecato una grande occasione con il personaggio.

Rhino è tendenzialmente stupido, ma è un vero bruto dotato di forza straordinaria e capace di incutere davvero paura. Tuttavia, negli ultimi anni, gli è stata attribuita anche una certa personalità, cosa che gli ha permesso di non essere considerato più come l’ennesimo nemico di Spider-Man. Avere la possibilità di unirsi ai Sinistri Sei darebbe finalmente al personaggio la possibilità di brillare sul grande schermo.

Camaleonte

Indipendentemente dal fatto che si affrontino con Spider-Man in un film a loro interamente dedicato o in una nuova avventura in solitaria per l’Uomo Ragno, è importante che la squadra non sia troppo potente. Ecco perché è importante che la formazione includa qualcuno come Camaleonte; un essere umano normale con un potere che può essere ancora estremamente utile alla sua squadra.

Dmitri Smerdyakov è stato il primo cattivo che Spidey ha combattuto e utilizza una combinazione di tecnologie diverse per mascherarsi con mezzi nefasti. Camaleotone si è persino travestito da Peter Parker, provocando il caos nella del ragazzo, senza mai rendersi conto che in realtà era il vero Uomo Ragno! Il personaggio, come Dmitri Smerdyakov, è già apparso nel film Spider-Man: Far from Home

 Electro

Nel corso degli anni, Electro è stato uno dei membri più fedeli dei Sinistri Sei, apparendo in quasi tutte le iterazioni del gruppo. Sfortunatamente, la Sony Pictures ha perso una grande occasione con il personaggio in The Amazing Spider-Man 2, anche a causa di Jamie Foxx che ha offerto una performance davvero deludente.

Ciò non significa che Max Dillon non possa essere riscattato al cinema: se i Marvel Studios volessero davvero ribaltare le cose, potrebbero addirittura usare la versione femminile del villain, ossia Francine Frye. Al di là del genere, sarebbe comunque doverosa un’accurata rappresentazione del costume di Electro più fedele ai fumetti.

Avvoltoio

Avvoltoio è un altro membro del team che è apparso in quasi tutte le iterazioni dei Sinistri Sei, e vedere Spidey combattere contro il nemico sui grattacieli di New York sarebbe davvero qualcosa di speciale (anche in considerazione di ciò che abbiamo visto in Spider-Man: Homecoming).

Avvoltio è stato un nemico formidabile nel corso degli anni: ad un certo punto ha anche catturato un Spidey ferito dal suo letto d’ospedale, smascherandolo e rendendosi conto che non aveva idea di chi fosse il ragazzo sotto la maschera. Sappiamo già che Morbius includerà l’Adrian Toomes del MCU, quindi è chiaro che la Sony ha grandi progetti per il personaggio. 

Kraven il Cacciatore

Quando i fan hanno discusso su quale cattivo avrebbero voluto vedere in Spider-Man 3, il nome di Kraven il Cacciatore è quello che è emerso più e più volte, così come non è un segreto che il regista Jon Watts sia un fan del personaggio.

Naturalmente, il fatto che la sua battaglia finale con il simpatico arrampicamuri nella run “L’Ultima Caccia di Kraven” sia considerata un classico dei fumetti, potrebbe essere alla base dell’amore dei fan nei confronti del villain. È una storia certamente oscura, ma sarebbe bello vederlo portato sul grande schermo grazie ai Marvel Studios.

Mysterio

Mysterio potrebbe essere “morto” alla fine di Spider-Man: Far from Home, ma data la sua padronanza nel creare illusioni, l’uomo che ha svelato l’identità segreta dell’Uomo Ragno potrebbe tranquillamente fare ritorno in qualche modo. In effetti, sembra proprio inevitabile che tornerà dopo quello che ha fatto a Peter Parker.

Onestamente, non sarebbe troppo sorprendente se il Mysterio del MCU dovesse davvero guidare la nuova iterazione dei Sinistri Sei, dal momento che il personaggio detiene, ad oggi, la più grande vittoria su Spidey.

Venom

Nonostante ci siano alcuni collegamenti tra l’Universo Cinematografico Marvel e l’Universo dei personaggi Marvel ad opera della Sony Pictures, è difficile dire, ad oggi, se i Marvel Studios faranno mai uso di Venom.

Naturalmente, se la Sony dovesse decidere di andare avanti con il proprio spin-off dedicato ai Sinistri Sei, è inevitabile che l’Eddie Brock di Tom Hardy ne faccia parte (anche se la storia del personaggio con la squadra è parecchio limitata). D’altra parte, questa potrebbe essere l’occasione per la Sony di far incontrare finalmente Spider-Man e Venom sul grande schermo.

Dottor Octopus

Per anni, Green Goblin è stato considerato il più grande cattivo di Spider-Man, ma quel titolo probabilmente appartiene ora al Dottor Octopus, dal momento che alcuni anni fa riuscì addirittura ad uccidere Peter Parker scambiando le loro menti: il ragazzo morì nel corpo di Otto Octavius, mentre il villain divenne un nuovo Spider-Man, più violento e scontroso.

Il personaggio potrebbe essere stato interpretato perfettamente da Alfred Molina in Spider-Man 2, ma si trattava comunque di una versione piuttosto originale del personaggio: i Marvel Studios hanno ora la possibilità di scegliere tra un’infinità di storie dei fumetti per dare vita ad un’iterazione molto diversa.

Green Goblin

Nel corso degli anni, Green Goblin non è stato molto coinvolto nelle avventure dei Sinistri Sei, ma una volta ha guidato una squadra composta da dodici cattivi assetati del sangue di Spidey! Nell’universo Ultimate, tuttavia, ha guidarto il gruppo di criminali nella ricerca per uccidere Peter Parker (costringendolo anche ad unirsi a loro ad un certo punto), con la tensione tra Goblin e il resto della squadra è stata spesso affascinante da vedere.

Questo è sicuramente una trama sulla quale potrebbe concentrarsi un possibile film: anche se il personaggio è già apparso diverse volte al cinema, è necessaria una nuova iterazione. Con un po ‘di fortuna, un nuovo film potrebbe significare anche un costume molto più accurato e fedele ai fumetti, senza considerare il fatto che si tratta di un cattivo talmente iconico che potrebbe avere un futuro sullo schermo – e nel MCU – al di là dei Sinistri Sei.

Deadpool 3, Rob Liefeld: “Non abbiamo bisogno del film”

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Deadpool 3, Rob Liefeld: “Non abbiamo bisogno del film”

Ryan Reynolds e gli sceneggiatori dei primi due film sono piuttosto certi che Deadpool 3 si farà, anche se ad oggi non sappiamo ancora quali siano i piani della Disney e della Marvel in merito all’eventuale ingresso del Mercenario Chiacchierone nel MCU. Chi ha invece sempre sostenuto che il film potrebbe non vedere mai la luce è Rob Liefeld, creatore del personaggio di Wade Wilson.

In una recente intervista con IGN in occasione del Comic-Con@Home, Liefeld è tornato a parlare proprio del futuro di Deadpool sul grande schermo, rivolgendosi ai fan e attaccando senza troppi giri di parole la Disney e il suo modello produttivo: “Lo sto per dire: f*****o i film! F*****o tutto questo discorso sul prossimo film di Deadpool, va bene?”, ha dichiarato Liefeld. “Ecco cosa direi io: ‘Hey, Disney. Ciao, sono Rob. Hai speso 70 miliardi di dollari per compare la Fox. Ok? Hai speso 70 miliardi di dollari. Non riesci più a gestire i tuoi parchi a tema, che rappresentano il 50% dei tuoi guadagni complessivi, e sono anche stati chiusi per cinque mesi. Non hai neanche modo di portare in sala i tuoi film da tre miliardi di dollari. Nessun Mulan, nessun Black Widow, nessun Gli Eterni. Gli animatori possono lavorare da casa. Gli artisti digitale anche. I cartoni animati di Deadpool, i videogiochi di Deadpool: è su questo che vi dovreste concentrare. Iger, chiunque stia guidando adesso la nave… cosa state facendo per ottenere un ritorno concreto da questi 70 miliardi?”

Il fumettista statunitense continua: “Certo che dovrebbero creare più videogiochi di Deadpool, certo che dovrebbero creare più serie animate di Deadpool. Che diavolo! Kevin Feige, ti voglio bene amico mio, sei un genio, ma ne esistono anche altri di geni. I ragazzi che hanno realizzato Spider-Man: Un Nuovo Universo, ad esempio. Sono dei geni! E la Disney non ha avuto nulla a che fare con quel film. La Disney non ha avuto nulla a che vedere con Deadpool, Deadpool 2, Logan. Lascia che questi altri luogotenenti ti rendano un ritorno nei tuoi investimenti. Non ho bisogno di un altro film su Deadpool, né io né i fan. Ne abbiamo già due fantastici. Sono perfetti. Naturalmente c’è una richiesta, e spero che riescano a soddisfarla, ma non sono certo che lo faranno.”

Per Rob Liefeld la Disney non dovrebbe puntare a Deadpool 3, ma bensì ad uno spin-off su Cable

Di recente Rob Liefeld aveva anche dichiarato che la Disney dovrebbe concentrarsi su uno spin-off dedicato a Cable, personaggio interpretato da Josh Brolin in Deadpool 2 che il fumettista considera assolutamente meritevole di un film in solitaria: “Se Deadpool è stato in circa 330 fumetti, Cable è stato in circa 520. Sì, ho contato!”, aveva spiegato Liefeld. “Durante la lavorazione di Deadpool 2, sia durante la pre-produzione che durante la post-produzione, mi sono avvicinato molto a Josh. Ed era molto entusiasta all’idea di esplorare Cable in possibili sequel.”

Black Widow: il film potrebbe essere posticipato al 2021

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Black Widow: il film potrebbe essere posticipato al 2021

Come tutti ormai sapranno, l’industria cinematografica di trova a fronteggiare una situazione parecchio complicata, dal momento che la pandemia di Covid-19 ha costretto non soltanto i cinema alla chiusura ma anche le case di distribuzione a rivedere continuamente il calendario delle uscite in sala. Numerosi sono i grandi blockbuster che sono stati più e più volte posticipati: proprio ieri abbiamo appreso delle nuove date di uscita di Star Wars e di Avatar, e adesso la medesima sorte potrebbe toccare anche a Black Widow, l’atteso cinecomic Marvel che inaugurerà ufficialmente la Fase 4 del MCU.

Il film interamente dedicato a Vedova Nera, atteso da anni da parte dei fan del personaggio interpretato da Scarlett Johansson, sarebbe dovuto arrivare in sala lo scorso Maggio, ma l’uscita è stata poi posticipata al prossimo novembre: trattandosi del film che darà il via alla Fase 4, ovviamente l’intero calendario delle uscite Marvel ha subito delle profonde variazioni, con Gli Eterni – ad esempio – che è stato posticipato da Novembre 2020 a Febbraio 2021. Ora che però la situazione in merito alla riapertura delle sale negli Stati Uniti continua ad essere sempre più incerta, sembra proprio che i Marvel Studios stiano valutando la possibilità di far uscire Black Widow direttamente il prossimo anno.

L’indiscrezione è stata riportata su Twitter (via We Got This Covered) da Grace Randolph, creatrice del format YouTube Beyond the Trailer, secondo la quale il cinecomic Marvel potrebbe essere posticipato al 2021, insieme ad una serie di altri titoli molto attesi, tra qui Wonder Woman 1984, Dune e No Time to Die, il 25esimo capitolo della saga di James Bond. Anche se dovesse arrivare a novembre, l’uscita di Black Widow segnerà comunque il più ampio divario tra le release di due film del MCU, dal momento che l’ultimo titolo in ordine di uscita, ossia Spider-Man: Far From Home, risale a luglio dello scorso anno.

Black Widow potrebbe andare ad occupare l’attuale slot pensato per Gli Eterni?

Se Black Widow dovesse essere nuovamente posticipato, è probabile che il film andrà ad occupare l’attuale slot pensato per Gli Eterni: è ipotizzabile, quindi, il 12 Febbraio 2021 come nuova data di uscita. Naturalmente, ciò significherebbe un ritardo di un intero anno, che avrebbe un effetto a catena sul resto della Fase 4 del MCU, con ogni titolo successivo che arriverebbe dopo circa 9/10 mesi. Non ci resta che attendere una conferma ufficiale dai parte dei Marvel Studios.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Captain Marvel: Brie Larson celebra l’anniversario del suo casting

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Il 24 luglio di quattro anni fa, in occasione del Comic-Con di San Diego, veniva rivelato che Brie Larson avrebbe interpretato Captain Marvel nell’Universo Cinematografico Marvel. Due anni dopo, il cinecomic sarebbe arrivato ufficialmente nelle sale, riscuotendo un ottimo successo di critica e pubblico, arrivando ad incassare oltre un miliardo di dollari al box office mondiale.

Adesso, in occasione dell’anniversario di quel grande annuncio, è stata proprio Brie Larson a celebrare la cosa condividendo attraverso il suo account Twitter dei nuovi scatti dal backstage del film diretto da Anna Boden e Ryan Fleck: tra le varie immagini diffuse dall’attrice, un selfie con l’elmetto di Carol Danvers, un dispenser di dolci a tema Captain Marvel, una toppa con il nome dell’attrice, una serie di scatti dalla première del film, un poster ufficiale e anche una foto di Larson insieme ad alcuni Skrull.

Brie Larson sarà ancora Carol Danvers in Captain Marvel 2

Quello di Captain Marvel è stato certamente un ruolo che ha cambiato la vita sia privata che professionale di Brie Larson. Più volte l’attrice ha dichiarato di aver inizialmente nutrito dei dubbi in merito alla parte, ma dopo aver accettato di entrare a far parte della grande famiglia Marvel ha anche spiegato che il personaggio l’ha aiutata a diventare più forte. Ricordiamo che l’attrice tornerà nei panni di Carol Danvers nell’annunciato Captain Marvel 2, di cui però non si hanno ancora molti dettagli: sappiamo soltanto che il film arriverà al cinema l’8 luglio 2022.

Shining: svelati i dettagli sul prequel mai realizzato

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Shining: svelati i dettagli sul prequel mai realizzato

Glen Mazzara ha rivelato i dettagli sulla trama di Overlook Hotel, prequel di Shining che non è mai stato realizzato. Il progetto risale al lontano 2013, quando venne rivelato che lo sceneggiatore e il produttore esecutivo di serie come The Shield e The Walking Dead aveva scritto un prequel del celeberissimo film di Stanley Kubrick basato sul romanzo omonimo di Stephen King.

Overlook Hotel era basato su un prologo inedito del romanzo originale di King, intitolato “Before the Play”: tal prologo delineava la storia dell’Overlook e degli eventi che lo avevano portato ad essere occupato Jack, Wendy e Danny Torrance in Shining. Nonostante l’interesse per il progetto nel corso degli anni, alla fine la Warner Bros. ha deciso di cancellare il film e di realizzare al suo posto Doctor Sleep, basato sull’omonimo romanzo sequel e interpretato da Ewan McGregor nei panni di un Danny Torrance ormai adulto (il film è uscito nelle sale lo scorso anno, e nonostante sia stato accolto particolarmente bene dalla critica, non è stato un grande successo di pubblico).

In una recente intervista con Bloody Disgusting, Mazzara ha approfondito i dettagli della sua sceneggiatura e del perché crede che al progetto non sia ancora stato dato il via libera. Overlook Hotel, ambientato all’inizio del XX secolo, seguiva la storia di Bob T. Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande hotel sulle Montagne Rocciose. Il figlio più giovane di Bob, Richard (che sembra possedere la Luccicanza, anche se nella sceneggiatura il suo potere non viene indicato come tale), iniziava a vedere i fantasmi della famiglia di Delbert Grady dopo essersi addentrato nel bosco, cosa che scatena una serie di eventi a dir poco strazianti, tra cui una pioggia torrenziale che uccide quasi l’intera squadra di costruttori.

Il resto della sceneggiatura descrive una serie di eventi raccapriccianti che avvengono durante i primi giorni di apertura dell’hotel, tra cui la tragica morte del figlio maggiore di Bob, Boyd, durante una tracheotomia mal riuscita, e sua moglie Sarah che cade da una scala e si paralizza dopo aver visto il fantasma del figlio morto. Col passare del tempo e con l’arrivo dell’inverno, il resto della famiglia Watson vive isolata nell’hotel e per Bob inizia una discesa nella follia simile a quella che colpirà Jack Torrance di Shining: affoga la moglie paralizzata nella vasca da bagno della stanza 217 (modificata in 237 nell’adattamento di Kubrick) e tenta di uccidere suo figlio minore prima che entrambi muoiano apparentemente a causa di un incendio che sembra distruggere l’hotel. Nell’epilogo, l’Overlook è riaperto e aperto sotto una nuova gestione, con i fantasmi della famiglia Watson intrappolati nell’edificio sotto forma di fattorini, cameriere e servitori.

Glen Mazzara e la sfida più grande in relazione al prequel mai realizzato di Shining

Durante l’intervista, Glen Mazzara ha parlato anche di quanto sia stato importante restare fedele al romanzo di King sia al film di Kubrick (nonostante lo stesso King abbia più volte ammesso di non aver mai amato l’adattamento del regista!), e al tempo stesso provare a creare una storia originale ed avvincente con personaggi completamente nuovi. Le difficoltà che atto di bilanciamento come questo possono comportare sono state una delle principali critiche mosse contro il Doctor Sleep di Mike Flanagan, in particolare al terzo atto del film, troppo votato alla nostalgia e all’omaggio. 

Di recente è stato annunciato che HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel, affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente Overlook. L’esatta natura dello show non è ancora stata rivelata, così come non sono stati confermate eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.

Tom Cruise e Brad Pitt dovevano recitare in Le Mans ’66

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Tom Cruise e Brad Pitt dovevano recitare in Le Mans ’66

Dopo Intervista col vampiro del 1994, Tom Cruise e Brad Pitt sarebbero potuti tornare a lavorare insieme in Le Mans ’66 – La grande sfida. Uscito lo scorso anno, il film di James Mangold che racconta della rivalità tra le scuderie Ford e Ferrari nella fatidica gara, è stato un grandissimo successo di critica e pubblico, arrivando ad incassare 225 milioni di dollari a livello mondiale e ottenendo anche quattro candidature agli Oscar 2020 (e vincendo nelle categorie miglior montaggio e miglior montaggio sonoro).

Naturalmente, uno dei motivi che hanno contribuito al grande successo del film è stata la presenza nel cast di due fuoriclasse come Matt Damon e Christian Bale. Durante gli anni in cui Le Mans ’66 era ancora in sviluppo, quindi molto prima che il film arrivasse sul grande schermo, né Mangold né Damon e Bale erano coinvolti nel progetto: inizialmente, la regia del film era stata affidata a Joseph Kosinski, regista di Tron: Legacy, Oblivion e dell’attesissimo Top Gun: Maverick, il quale aveva in mente altri due attori nei panni dei due protagonisti.

Intervistato da Collider in occasione del Comic-Con@Home, Kosinski ha spiegato che all’epoca del suo coinvolgimento in Le Mans ’66 – La grande sfida avrebbe voluto nel cast Tom Cruise e Brad Pitt: “Un progetto a cui penso sempre e che alla fine non ho realizzato è Go Like Hell, che poi è stato realizzato ed uscito in sala come Ford v Ferrari (titolo originale di Le Mans ’66, NdR). Ho sempre voluto fare un film sulle corse, ma purtroppo per giustificare la realizzazione di un film del genere c’è bisogno di una storia a dir poco straordinaria alla base.”

Tom Cruise e Brad Pitt protagonisti ideali di Le Mans ’66 per il regista Joseph Kosinski

Il regista ha poi aggiunto: “In quel caso si trattava di una grande storia d’amicizia, di un’amicizia e al tempo stesso di una rivalità incredibili. Non ci siamo mai avvicinati alla produzione del film, ma siamo arrivati al punto in cui una volta ci siamo ritrovati al tavolo con Tom Cruise e Brad Pitt, che hanno letto la sceneggiatura insieme. È stato un momento davvero fantastico. Purtroppo non siamo riusciti ad ottenere il budget necessario.”

Vincitore di due premi Oscar per il miglior montaggio e il miglior montaggio sonoro, Le Mans ’66 – La grande sfida ha conquistato in pieno sia il pubblico che la critica, raccontando con successo una storia realmente accaduta. Il film è basato sull’incredibile storia vera del visionario designer di automobili Carroll Shelby (Matt Damon) e dell’intrepido pilota britannico Ken Miles (Christian Bale), che insieme si batterono contro l’interferenza delle corporation, le leggi della fisica e i loro demoni personali per costruire una rivoluzionaria auto da corsa per la Ford Motor Company e sfidare le imbattibili auto di Enzo Ferrari alla 24 Ore di Le Mans in Francia nel 1966.

Andrea Carpenzano: 10 cose che non sai sull’attore

Andrea Carpenzano: 10 cose che non sai sull’attore

Una nuova generazioni di talentuosi attori si sta affermando nel panorama cinematografico italiano. Tra questi nuovi talenti in ascesa c’è anche Andrea Carpenzano, un giovanissimo attore romagnolo diventato famoso per la serie Immaturi.

Ma adesso scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Andrea Carpenzano.

Andrea Carpenzano filmografia

10. Nato il 24 agosto 1995 a Lugo, in provincia di Ravenna, in Emilia Romagna, Andrea Carpenzano intraprende la sua carriera nel mondo del cinema e della tv quasi per caso. Nel 2015 accompagna un’amica alle audizioni per un ruolo minore in un film e viene notato dal regista che offre invece a lui una parte.

9. Il suo primo vero ingaggio, infatti, risale proprio al 2015 quando viene scelto dal regista Francesco Bruni per il suo nuovo film Tutto Quello Che Vuoi.

Andrea Carpenzano in Tutto Quello Che Vuoi
Andrea Carpenzano in Tutto Quello Che Vuoi

Il film, tratto dal romanzo Poco Più di Niente di Cosimo Calamini, racconta la storia di Alessandro (Andrea Carpenzano), un ragazzo di ventidue anni, che accetta il lavoro di accompagnatore di un anziano poeta di ottantacinque anni, Giorgio (Giuliano Montaldo), malato di Alzheimer. I due hanno più di sessant’anni di differenza, appartengono a generazioni lontane anni luce tra loro e vedono il mondo in modo completamente diverso. Eppure, nonostante siano così anagraficamente lontani, i due trovano il modo di comunicare, trovando affetto e conforto l’uno nell’altro. Alessandro grazie ai consigli di Giorgio riesce a riavvicinarsi al padre e Giorgio trascorre serenamente gli ultimi giorni di vita che gli restano.

Quella di Tutto Quello Che Vuoi è una storia dolce e struggente, un ottimo debutto per Andrea Carpenzano che per la sua interpretazione, riceve il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri D’argento 2017.

Andrea Carpenzano film e serie tv

8. Nello stesso anno d’uscita di Tutto Quello Che Vuoi (2017), il giovane Andrea lavora anche a un altro progetto molto importante. Viene infatti scelto da Claudio Amendola in persona per partecipare al suo nuovo film dal titolo Il Permesso – 48 Ore Fuori.

Il film racconta la storia di Luigi (Claudio Amendola), Donato (Luca Argentero), Rossana (Valentina Bellè) e Angelo (Giacomo Ferrara), quattro detenuti che, ottenuto un permesso speciale, escono dal carcere di Civitavecchia per sole 48 ore allo scadere delle quali dovranno tornare dietro le sbarre; se non lo faranno saranno considerati degli evasi. Durante questi due giorni di libertà, impariamo a conoscere le loro storie, i loro drammi familiari, gli amici e gli amori perduti e sopratutto il motivo per cui sono finiti al fresco.

Andrea Carpenzano e Max Tortora in La Terra dell'Abbastanza
Andrea Carpenzano e Max Tortora in La Terra dell’Abbastanza

7. Nel 2018, un anno dopo il suo debutto cinematografico, Andrea Carpenzano recita in altre due produzioni italiane. La prima riguarda un cortometraggio, diretto da Valerio Rufo, dal titolo Via Lattea; il secondo progetto è invece un film, dal titolo La Terra dell’Abbastanza, diretto da Fabio e Damiano D’Innocenzo.

Opera prima dei fratello D’Innocenzo, presentata a Festival di Berlino 2018 nella sezione Panorama, la pellicola racconta la storia di Mirko (Matteo Olivetti) e Manolo (Andrea Carpenzano), due migliori amici che vivono alla periferia di Roma. Vivono entrambi con genitori single e in condizioni ai limiti della povertà; vanno ancora a scuola e si arrangiano con lavoretti occasionali per sbarcare il lunario. Tuttavia i ragazzi condividono lo stesso sogno, una vita fatta di agi, piena di soldi e donne bellissime, una vita completamente diversa da quella che sembrano destinati a vivere. Una sera, tuttavia, i ragazzi si trovano invischiati in un brutto affare; mentre fanno una rapina a mano armata, uccidono un uomo e vengono coinvolti con la mafia locale. Quell’omicidio consegna i due ragazzi nelle mani del boss di zona che li usa per i suoi loschi affari. La loro vita quindi cambia ma in peggio e presto i ragazzi si ritrovano intrappolati in una spirale di sangue e oscurità.

Andrea Carpenzano in Il Campione

Andrea Carpenzano nel film Il Campione
Andrea Carpenzano nel film Il Campione

6. L’ultimo progetto cinematografico a cui Andrea Carpenzano ha lavorato è il film Il Campione, del 2019, esordio alla regia di Leonardo D’Agostini.

Il film racconta la storia di Christian (Andrea Carpenzano), un giovane calciatore di talento ma dal temperamento assai imprevedibile. Dopo il suo ultimo colpo di testa, il coach decide di assegnargli un tutor che lo assista e tenga a bada il suo brutto carattere. Ecco che a Christian viene assegnato Valerio (Stefano Accorsi), un professore un po’ timido e solitario, l’esatto opposto del giovane campione. Tra i due, così diversi tra loro, volano subito scintille ma ben presto la loro relazione si trasforma il reciproco affetto e rispetto.

Questo è senza dubbio il ruolo che ha consacrato il talento cinematografico di Andrea, nonché quello più amato dal pubblico, soprattutto dai giovani. Si tratta, infatti, di un film di formazione, profondo ed emotivo, un film che parla d’amicizia e di crescita interiore.

Andrea Carpenzano in Immaturi

Andrea Carpenzano in Immaturi - La Serie
Andrea Carpenzano in Immaturi – La Serie

5. Oltre a essere diventato una delle nuove stelle del cinema italiano, Andrea è riuscito a sfondare anche sul piccolo schermo. Nel 2018 ha partecipato alla serie televisiva Immaturi – La Serie, diretta da Rolando Ravello.

Ispirata al primo film Immaturi, diretto da Paolo Genovese, la serie racconta di un gruppo di ex compagni di scuola che alla soglia degli quarantanni si trova a dover ripete l’esame di maturità, annullato dal Ministero della Pubblica Istruzione. L’intera classe dovrà quindi rifrequentare l’anno scolastico e prepararsi all’esame, mantenendo allo stesso tempo immutate le proprie vite. Il gruppo di quarantenni si trova quindi a dover fare un tuffo obbligato nel passato e a dover anche interagire con le nuove generazioni di adolescenti.

Nella serie, insieme al giovanissimo Andrea Carpenzano, ci sono attori molti famosi del cinema e della televisione come Ricky Memphis, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Nicole Grimaudo, Maurizio Mattioli, Sabrina Impacciatore e Daniele Liotti. Immaturi – La Serie, nonostante il grande cast, è stata purtroppo cancellata dopo una sola stagione da otto episodi.

Andrea Carpenzano vita privata e curiosità

4. Nonostante la sua giovane età, Andrea Carpenzano è molto diverso dai suoi coetanei. All’età di soli 25 anni, Andrea ama la tranquillità e il silenzio; se l’idea di svago dei ragazzi della sua età è la discoteca, per il giovane Carpenzano non c’è niente di meglio di una lunga passeggiata nella natura.

3. Sappiamo che la sua carriera è iniziata un po’ per caso ma in realtà ad Andrea il mondo del cinema è sempre piaciuto. In più di un’occasione, infatti, l’attore ha dichiarato di non aver mai pensato di poter fare un giorno l’attore ma di aver immaginato invece di finire a lavorare dietro la macchina da presa. Andrea da ragazzo sognava di lavorare come montatore.

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2. Un po’ come tutti gli artisti, anche Andrea non ha mai avuto un bel rapporto con la scuola. Nonostante abbia sempre fatto in modo di superare l’anno scolastico, studiare non è mai stato nelle sue corde. Ciò che l’ha aiutato ad arrivare al diploma è stato principalmente il rapporto con i professori; nonostante non fosse una cima a scuola, ha sempre avuto insegnanti dediti al proprio lavoro che l’hanno aiutato a superare i momenti difficili.

1. Tra le sue passione, oltre ovviamente al cinema, c’è il calcio e la Roma. Andrea Carpenzano è un tifosissimo della Magica e ovviamente dell’ex capitano Totti, suo unico grande eroe.

Segui la vita privata e professione di Andrea sul suo profilo ufficiale Instagram.

 

Fonte: Wiki, IMDB, Cinematographe

The Flash: c’è ancora spazio per il Batman di Jeffrey Dean Morgan?

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Jeffrey Dean Morgan è noto a tutti gli amanti della cultura pop per il ruolo del villain Negan nella popolare serie The Walking Dead. I fan della DC, però, lo ricorderanno sicuramente anche per aver interpretato il padre di Bruce Wayne, Thomas, nella scena iniziale di Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack Snyder.

Nonostante il personaggio sia morto, negli ultimi mesi si è parlato a lungo della possibilità che Jeffrey Dean Morgan potesse tornare nel DCEU. Tali rumor, però, hanno iniziato ad affievolirsi dopo il recente annuncio che Michael Keaton sarebbe in trattative per tornare nei panni di Batman in The Flash, il cinecomic dedicato al Velocista Scarlatto, interpretato nel DCEU da Ezra Miller.

Durante una recente intervista, ComicBook ha colto l’occasione per chiedere a Jeffrey Dean Morgan un commento circa il ritorno di Keaton nei panni del Cavaliere Oscuro e, soprattutto, in merito ad un suo eventuale ritorno nel DCEU: “Michael Keaton è arrivato all’improvviso e mi ha rubato la scena. No, scherzo: penso che sia veramente fantastico! Da quando Zack Snyder ha abbandonato Justice League… è come se anche io me ne fossi andato con lui. Tuttavia, ci sono sempre conversazioni in corso. Quindi, vedremo!”

Molti fan speravano di vedere Morgan riprendere il ruolo di Thomas Wayne in The Flash, visto che il film dovrebbe adattare la celebre miniserie “Flashpoint”. Si tratta di una famosa run in cui Barry Allen torna indietro nel tempo per evitare la morte di sua madre, creando al tempo stesso una linea temporale alternativa: in questa nuova realtà, Thomas Wayne diventa Batman per vendicare l’omicidio di suo figlio. È ovvio, dato anche il coinvolgimento di Keaton, che ciò non accadrà, ma le parole di Morgan fanno intuire che forse potrebbe esserci ancora una porta aperta nel futuro del DCEU per il suo personaggio… 

The Flash con Ezra Miller al cinema nel 2022

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 1 luglio 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Star Wars IX: per Colin Trevorrow è stato un addio “traumatico”

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Star Wars IX: per Colin Trevorrow è stato un addio “traumatico”

Inizialmente Colin Trevorrow, regista di Jurassic World, avrebbe dovuto dirigere Star Wars Episodio IX, ma a causa di alcune divergenze creative con la Lucasfilm, a settembre del 2017 venne ufficialmente annunciato che Trevorrow aveva abbandonato il progetto. Per portare a compimento la trilogia sequel, venne ingaggiato nuovamente J.J. Abrams, regista de Il Risveglio della Forza, che si occupò della realizzazione de L’Ascesa di Skywalker che abbiamo tutti visto nelle sale a dicembre dello scorso anno.

Da allora, grazie a vari concept art e a numerosi dettagli sulla storia originale, abbiamo avuto la possibilità di scoprire come sarebbe dovuta essere la versione di Episodio IX ad opera di Trevorrow, ad oggi nota come “Duel of the Fates“. La versione del film di Trevorrow era molto diversa da quella di Abrams: tra le principali differenze, c’era il fatto che l’antagonista principale del film non sarebbe dovuto essere Palpatine, ma bensì Kylo Ren.

In una recente intervista con Collider, Colin Trevorrow ha parlato nuovamente della sua “separazione” dalla Lucasfilm, spiegando che lui e la casa di produzione si erano avvicinate al finale della saga degli Skywalker intraprendendo “percorsi totalmente differenti”, e aggiungendo: “È stata una di quelle esperienze che, come potete immaginare, può rivelarsi particolarmente traumatica, soprattutto quando in ballo c’è qualcosa a cui tieni tanto e sulla quale hai investito tanto.”

Colin Trevorrow sull’addio a Star Wars: “Bisogna accettare le delusioni”

Il regista ha poi dichiarato: “Ad ogni modo, è una delle cose che sei disposto ad accettare quando lavori ad un film del genere, soprattutto quando diventi uno storyteller: sai che il cuore di qualcuno si potrà spezzare. Sai che ci possono essere delusioni schiaccianti, così come sai che ci possono essere enormi vittorie. Alla fine speri soltanto che i due aspetti si bilancino.”

È certamente un peccato non aver avuto la possibilità di vedere sul grande schermo la visione di Star Wars: Episodio IX ad opera di Colin Trevorrow. Forse, chissà… una campagna #ReleaseTheTrevorrowCut (sulla scia della Snyder Cut di Justice League) potrebbe spingere la Disney, prima o poi, a dare il via libera per la realizzazione di “Duel of the Fates”, magari da far uscire direttamente in home video. Voi cosa ne pensate?

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Tenet potrebbe uscire quest’estate, ma solo in Europa?

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Tenet potrebbe uscire quest’estate, ma solo in Europa?

Warner Bros. sta contattando gli espositori internazionali per un possibile lancio di fine agosto per Tenet di Christopher Nolan. Se si verificasse, ciò significherebbe che il thriller di spionaggio, che dovrebbe essere tra le uscite estive più redditizie dello studio, avrà un debutto estero durante la stagione dei popcorn-movie, l’estate, appunto.

Agli espositori nel Regno Unito, in Francia e in Spagna è stato chiesto dallo studio di pianificare un’uscita dal 26 al 28 agosto. Le date non sono confermate, anche se le fonti indicano che i colloqui sono positivi. Resta inteso che lo studio punta a distribuire il film anche in Asia, con gli espositori della regione che prevedono di ricevere una nuova comunicazione per una data nei prossimi giorni. Vale la pena notare, tuttavia, che data la natura in rapida evoluzione della crisi sanitaria globale, questi piani potrebbero cambiare repentinamente.

Tenet era originariamente programmato per il 17 luglio, ma è stato posticipato in prima battuta al 31 luglio e poi il 12 agosto, in riferimento alle date USA. Tuttavia, è arrivata poi la notizia che la Warner Bros aveva sospeso il film a data da destinarsi, eliminandolo dal cartellone delle uscite prossime.

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Fonte: Variety

Jake McLaughlin: 10 cose che non sai sull’attore

Jake McLaughlin: 10 cose che non sai sull’attore

A volte bisogna imboccare strade alternative per arrivare al traguardo. Ne sa qualcosa Jake McLaughlin che, dopo aver servito l’esercito degli Stati Uniti, è diventata una star del cinema e della televisione.

Scopriamo insieme oggi tutto quello che c’è da sapere su Jake McLaughlin e la sua incredibile carriera.

Jake McLaughlin film: da soldato ad attore

10. Nato il 7 ottobre del 1982 a Paradise, nella Contea di Mono, in California, Stati Uniti, Jacob Adam McLaughlin, detto Jake, intraprende la carriera d’attore un po’ più tardi rispetto ai suoi colleghi. Prima di pensare alla recitazione, infatti, Jake decide di arruolarsi nell’esercito americano e nel 2003 viene mandato a combattere in Iraq. Nonostante le ferite riportate in guerra, riesce a tornare a casa e si trasferisce a Chico, sempre in California.

9. Il rientro per Jake non è facile. Oltre a dover curare le sue ferite di guerra, fisiche ed emotive, McLaughlin deve anche riadattarsi a una normale routine da civile e pensare al futuro. In questo periodo lavora come guardia di sicurezza e nel frattempo studia per diventare attore.

Jake McLaughlin filmografia

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8. Dopo aver interpretato ruoli marginali in piccole produzioni, nel 2007 finalmente arriva il suo primo ruolo in una produzione internazionale. Si tratta del film Nella Valle di Elah, diretto da Paul Haggis.

Hank Deerfield (Tommy Lee Jones), ex marine in pensione, riceve una telefonata sconvolgente; suo figlio, tornato dalla guerra in Iraq, è scomparso e nessuno sa dove sia finito. Iniziano quindi delle convulse indagini delle forze dell’ordine e dell’investigatore Emiy Sanders per scoprire cosa sia successo.

Nonostante McLaughlin interpreti un ruolo minore nel film di Haggis, l’attore ha la possibilità di confrontarsi con un set decisamente più impegnativo e con attori del calibro di Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Susan Sarandon e James Franco.

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7. A quella prima esaltante esperienza ne sono seguite tante altre. Jake McLaughlin ha partecipato anche a film come Ultimatum alla Terra (2008), Super 8 (2011), Warrior (2011), Safe House – Nessuno è al sicuro (2012), Le belve (2012) e Pain (2014).

L’ultimo film girato da McLaughlin s’intitola Home e purtroppo il progetto pare sia ancora fermo in post-produzione a causa dell’epidemia di Corona Virus.

Jake McLaughlin serie tv

Jake McLaughlin in Crash
Jake McLaughlin in Crash – Fonte: IMDB

6. Parallelamente alla sua carriera nel cinema, Jake McLaughlin coltiva anche il suo potenziale per la tv. Nei primi anni della sua carriera, lo vediamo con piccoli ruoli o semplici ‘comparsate’ in serie tv molto famose come CSI – Scena del crimine (2007), The Unit (2007), CSI: Miami (2008), Leverage – Consulenze illegali (2008), Heroes (2009), Cold Case – Delitti irrisolti (2009) e Criminal Minds (2008).

5. Nel 2009, però, arriva finalmente per Jake un progetto molto importante per il piccolo schermo. Quell’anno, infatti, l’attore viene scelto per il cast della nuova serie prodotta da Starz Entertainment dal titolo Crash, basata sull’omonimo film del 2004 diretto da Paul Haggis e vincitore del Premio Oscar.

La serie è ambientata a Los Angeles e segue le vicende di molteplici personaggi, che cercano di andare avanti in un mondo che corre troppo veloce. C’è uno spietato discografico, un poliziotto dalla complicata vita sentimentale, un immigrato sudamericano irregolare, un’aspirante attrice in cerca di fortuna e un detective dal temperamento violento.

Crash è andata in onda per due stagioni, dal 2009 al 2010 ed è stata purtroppo cancellata a causa della morte di Dennid Hopper, protagonista della serie.

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4. Dopo la chiusura improvvisa di Crash, Jake continua la sua scalata televisiva un passo alla volta. In questi anni partecipa a serie come NCIS: Los Angeles (2010), Grey’s Anatomy (2010), The Mentalist (2011) In Plain Sight – Protezione testimoni (2011), Believe (2014), Scorpion (2014) e Quantico (2015).

Una delle comparsate più famose è senza dubbio quella di Jake McLaughlin in Grey’s Anatomy. L’attore ha infatti interpretato un ruolo di Aaron Karev, fratello di Alex Karev (Justin Chambers), nella puntata 6×19 dal titolo “Sympathy for the Parents“.

Jake McLaughlin in Quantico

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3. Ma il vero successo televisivo per Jake McLaughlin arriva nel 2015 quando viene scelto come co-protagonista per la nuova serie spy-crime della ABC dal titolo Quantico.

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La serie racconta la storia di Alex Parrish (Priyanka Chopra Jonas), una delle nuove reclute dell’FBI che comincia la formazione a Quantico. Ognuno di essi sembra avere delle capacità differenti ma nessuno è speciale come Alex, forse solo Ryan Booth (Jake McLaughlin). Ex agente della CIA reclutato da Liam O’Connor (Josh Hopkins) per lavorare sotto copertura, Ryan finisce al mescolare la sua vita privata a quella professionale, mettendo a rischio l’intera operazione. Azione, segreti e colpi di scena, vi terranno col fiato sospeso…

La serie è andata in onda per 3 stagioni e 57 episodi, dal 2005 al 2018.

Jake McLaughlin moglie e figli

2. La vita privata di Jake è abbastanza noiosa secondo gli standard della Hollywood di oggi. L’attore infatti pare sia uno degli ultimi bravi ragazzi rimasti in circolazione….beh non troppo in circolazione. Dal 2004 infatti Jake McLaughlin e Stephanie McLauglin sono ufficialmente sposati.

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Non sappiamo molto del loro passato e di come si siano conosciuto ma il loro è un amore vero e profondo, che raramente si incontra al giorno d’oggi. La coppia, ormai sposata da ben sedici anni, ha ben quattro figli, tre femmine, Rowan, Reagan e Freya, e un maschio, Logan.

Jake McLaughlin è su Instagram

1. Se volete essere costantemente aggiornati sulla vita personale e professionale dell’attore, seguite il suo account ufficiale Jake McLaughlin Instagram.

 

Fonte: IMDB, Fandom

Paola Minaccioni: 10 cose che non sai sull’attrice

Paola Minaccioni: 10 cose che non sai sull’attrice

Si parla tanto di attori e attrici d’oltreoceano e troppo poco delle star che abbiamo qui a due passi da casa. Il cinema italiano, così come la televisione, straripano di talenti e oggi vi parliamo proprio di uno di questi, l’attrice, comica e conduttrice Paola Minaccioni.

Venite a scoprire con noi, quindi, tutto quello che c’è da sapere su Paola Minaccioni.

Paola Minaccioni biografia e formazione

10. Nata a Roma il 25 settembre del 1971, Paola Minaccioni ha sempre avuto una grande passione per la recitazione. Dopo aver avuto una formazione prettamente classica, la Minaccioni entra al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel frattempo frequenta il laboratorio di Serena Dandini. Qui Paola si destreggia tra cinema, teatro, televisione e cabaret, imparando a muoversi tra i vari generi e tecniche recitative.

9. Della sua vita privata si parla poco poiché l’attrice pare sia una persona molto riservata. Sappiamo a oggi che Paola Minaccioni non ha né marito né figli ma potrebbe esserci un grande amore nella sua vita che l’attrice vuole tenere privato. All’età di quasi cinquant’anni, la Minaccioni si gode la vita e ricerca la felicità da sola. In una recente intervista per Vanity Fair, l’attrice ha dichiarato:

“ […] Anche se il mio motore della mia è stato sempre quello di vivere le vite degli altri. Ma oggi non cerco altre strade. Il mio obiettivo? Migliorare la mia vita, viverla al meglio. […] (La mia idea di felicità è) L’esercizio di stare da sola, l’imparare a stare da sola. Non che non mi voglia aprire a una relazione, a un amore, ma in questo momento il traguardo è quando mi sveglio al mattino piena di gioia. Da sola e senza un motivo apparente. Quando si diventa grandi, non si può più sprecare il tempo a stare male”. [Fonte Vanity Fair]

Paola Minaccioni film: tra cinema e tv

8. Dopo aver fatto il suo debutto in teatro nei primi anni novanta, Paola Minaccioni prosegue la sua carriera tra cinema e tv. Il suo primo film per il grande schermo risale al 1993 quando viene scelta per il cast di Le Donne Non Vogliono Più, diretto da Pino Quartullo.

7. Parallelamente al cinema, la Minaccioni comincia anche a muovere i suoi primi passi in tv. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni del duemila, l’attrice partecipa a trasmissione televisive come Avanti Un Altro (1994), Due Sul Divano (2002), Visitors (2003) e Bulldozer (2003-2005).

6. Ma l’avvenimento che cambia radicalmente la vita e sopratutto la carriera di Paola Minaccioni è l’incontro con Ferzan Ozpetek. Nel 2003, infatti, l’attrice entra nel cast del film Cuore Sacro, uno se non il suo primo vero progetto importante per il grande schermo.

5. La collaborazione con Ozpetek, tuttavia, non si limita solo a Cuore Sacro. Negli anni successivi la Minaccioni continua a lavorare per il regista a film di successo come Mine Vaganti (2010), Allacciate le Cinture (2014) e Magnifica Presenza (2012).

Il film Magnifica Presenza racconta la storia di Pietro (Elio Germano), un giovane pasticciere gay di Catania, che decide di lasciare la Sicilia alla volta di Roma per realizzare il suo sogno nel cassetto: diventare un attore. Pietro quindi parte e si trasferisce nella Capitale, ospitato dalla cugina Maria (Paola Minaccioni), e comincia a lavorare in un panificio per contribuire alle spese. Dopo poco, Pietro riesce a lasciare casa della cugina e prende in affitto un piccolo appartamento che più tardi scoprirà essere infestato dai fantasmi…

E’ proprio questo strano film tragicomico a portare la Minaccioni alla gloria. L’attrice riceve ben due candidature come miglior attrice non protagonista per il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro.

Paola Minaccioni filmografia

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5. Naturalmente portata per il genere comedy, Paola Minaccioni ha collaborato con tantissimi registi, alcuni dei quali hanno accompagnato tutta la sua carriera. Oltre ad Ozpetek, l’attrice ha lavorato molto con Fausto Brizzi a film come Notte Prima degli Esami – Oggi (2007), Ex (2009) e Pazza di Me (2013). Anche Carlo Vanzina è stata una figura registica molto presente nella carriera della Minaccioni che ha recitato in film come Un’estate Al Mare (2008), Un Matrimonio da Favola (2014), Torno Indietro e Cambio Vita (2015) e Miami Beach (2016).

4. Uno dei progetti più interessanti della carriera di Paola Minaccioni risale al 2012 quando Matteo Garrone le offre una parte, seppur minore, nel suo nuovo film dal titolo Reality.

Il film racconta la storia di Luciano (Aniello Arena), un pescivendolo napoletano, con un grande sogno nel cassetto: diventare una star della televisione. Abituato a esibirsi spesso davanti alla su pescheria e in occasione di cerimonie, un giorno Luciano, spinto anche da amici e parenti, decide di partecipare ai provini per il Grande Fratello. Ma l’attesa diventa per lui una vera e propria tortura; prigioniero di uno stato di completa ossessione e paranoia, Luciano comincia a confondere realtà e finzione fino a perdere completamente il lume della ragione.

L’ultimo progetto di Paola Minaccioni risale al 2019, anno in cui partecipa al film di Riccardo Milano dal titolo Ma Cosa Ci Dice il Cervello.

Paola Minaccioni in Il ruggito del coniglio

3. Gli amanti della radio e delle strisce d’intrattenimento, di sicuro conoscono Il Ruggito del Coniglio. In onda dal 1995 su Radio 2, la trasmissione, condotta da Antonello Dose e Marco Presta, tiene compagnia a tutti i radioascoltatori reinterpretando le maggiori notizie quotidiane con tanta ironia. Il programma, in onda tutti i giorni – dal lunedì al venerdì dalle 7:50 fino alle 10:30 e il sabato e la domenica dalle 10:37 alle 11:30 – si serve degli interventi esterni dei radioascoltatori che spesso vengono invitati a commentare il diretta o a raccontare le proprie esperienze, senza dimenticare un tocco di humor.

Dopo aver condotto RTL 102.5 per anni, adesso Paola Minaccioni fa parte della grande famiglia de Il Ruggito del Coniglio. Grazie alla trasmissione, l’attrice ha potuto sperimentare tutto il suo repertorio comico. La Minaccioni, infatti, si occupa di una piccola porzione di programma chiamata Ada Magic in cui dà improbabili consigli per gli acquisti; inoltre, Paola spesso interviene in trasmissione con i suoi numerosi sketch comici, interpretando vari personaggi.

Paola Minaccioni personaggi

2. Se la comicità è un’arte, Paola Minaccioni è molto vicina all’essere definita un’artista. Famosa sia al cinema che in tv, l’attrice però dà il meglio di sé proprio alla radio. Grazie a Radio 2 e Il Ruggito del Coniglio, la Minaccioni ha portato in radio alcune delle sue imitazioni migliori. Tra queste ricordiamo quella di Sabrina Ferilli, Melania Trump, Giorgia Meloni, Irene Pivetti e molte altre ancora.

In più, Paola ha anche dato vita a personaggi del tutto inediti come Ada Magic, un’improbabile televenditrice, Niculina, un’operatrice call center dall’accento bizzarro, Putrida, una rapper romana un po’ troppo naif e tanti altri.

Paola Minaccioni è su Instagram

1. Per restare sempre informati sulla vita privata e professionale di Paola Minaccioni, vi invitiamo a seguire il suo account Instagram, costantemente aggiornato e pieno di riflessioni quotidiane e di stralci di cinema e tv.

Fonte: Wiki, IMDB, RaiPlayRadio, Vanity Fair

The New Mutants: ecco il panel del Comicon@Home

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The New Mutants: ecco il panel del Comicon@Home

La FOX ha reso disponibile il panel del ComicCon@Home con il regista e sceneggiatore Josh Boone, le star di The New Mutants, tra cui Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt e Henry Zaga, e il disegnatore Bill Sienkiewicz, è ora disponibile. Incluso nel panel di 30 minuti, moderato da Ira Madison III, anche uno sguardo esclusivo alla sequenza di apertura del thriller originale con sfumature horror. Disponibili da oggi anche le emoji Twitter dei personaggi, i poster ispirati dai fan e uno speciale poster disegnato da Sienkiewicz, il celebre artista che ha iniziato a illustrare la graphic novel dei Nuovi Mutanti nel 1984.

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

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