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Joel Edgerton svela il personaggio del MCU che ha quasi interpretato

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La ricerca di Star-Lord da parte dei Marvel Studios non ha suscitato la stessa attenzione di altri ruoli del MCU. Tuttavia, la decisione di arruolare Chris Pratt come protagonista del franchise Guardiani della Galassia ha generato molte discussioni tra i fan.

Non gli ci è voluto molto per dimostrare che James Gunn aveva fatto una scelta perfetta scegliendolo per interpretare Star-Lord. Tuttavia, in un’intervista a The Playlist, la star di Obi-Wan Kenobi e Dark Matter, Joel Edgerton, ci ha lasciati a chiederci “E se…?” rivelando di aver fatto anche lui il provino per interpretare Peter Quill.

Star-Lord è un bel personaggio, in realtà, perché io, a differenza di Chris [Pratt], non ho capito bene il tono del film come lo ha capito lui e come lo hanno capito quei ragazzi“, ha spiegato l’attore. “E non ero sicuro di poter far parte di quel tono. E penso davvero che il mondo sia un posto migliore se non sono Star-Lord, anche se ne ho avuto l’opportunità o ho fatto un provino abbastanza buono, perché è così che deve essere“.

E non c’è mai stata una vera conversazione sul fatto che sarei stato sicuramente io. È solo che ho avuto l’opportunità di fare un provino“, ha continuato Joel Edgerton. “Solo che non l’ho capito bene”.

È un po’ difficile immaginare Joel Edgerton come Star-Lord, soprattutto ora che  Chris Pratt ha fatto suo il personaggio.

Molti di voi avranno probabilmente cliccato su questo articolo pensando che abbiamo commesso un errore citando Spider-Man a proposito di Jennifer Connelly. Dopo tutto, l’attrice è probabilmente conosciuta dai fan dei fumetti per aver interpretato Betty Ross in Hulk del 2003.

Tuttavia, ciò che potreste aver dimenticato è che Jennifer Connelly ha doppiato Karen, la voce all’interno della tuta del Wall-Crawler in Spider-Man: Homecoming del 2017. Non abbiamo più visto Karen, ma l’attrice si è detta disponibile a tornare nel MCU se le venisse chiesto.

Lavorerei assolutamente con loro“, ha dichiarato al sito. “Penso che facciano film fantastici e mio marito si è trovato benissimo a lavorare con tutti loro e hanno un gruppo di attori davvero fantastico che lavora con loro. Lo farei assolutamente“.

Alla fine di Spider-Man: No Way Home, Peter Parker ha abbandonato la Stark Tech e si è costruito da solo la sua tuta, quindi non ci aspettiamo di sentire di nuovo la voce di Karen. Per quanto riguarda Joel Edgerton, non è chiaro se sarebbe interessato a un altro ruolo da supereroe, ma ci sono molte opzioni per lui.

Tom Hiddleston nel biopic sul primo uomo che ha scalato l’Everest

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La compagnia indipendente vincitrice dell’Oscar See-Saw Films (Il discorso del re, Il potere del cane) sta preparando un film biografico su Tenzing Norgay, il leggendario alpinista nepalese-indiano che scalò il Monte Everest con Sir Edmund Hillary nel 1953, diventando uno dei primi uomini a salire sulla cima del mondo.

Variety ha appreso che “Tenzing” avrà come protagonisti Tom Hiddleston nel ruolo di Hillary e Willem Dafoe nel ruolo del leader della spedizione inglese, il colonnello John Hunt. È attualmente in corso una ricerca per scegliere il ruolo principale di Norgay. Il film verrà presentato agli acquirenti a Cannes con Rocket Science che lancerà le vendite. UTA Independent Film Group e Cross City Films di See-Saw stanno co-rappresentando gli Stati Uniti.

“Tenzing” sarà diretto dall’acclamata regista Jennifer Peedom (“Solo”, “Sherpa”) che ha i diritti esclusivi di raccontare la storia di Tenzing perché ha uno stretto rapporto con la comunità Sherpa e la sua famiglia.

Norgay, nato in Tibet, e l’alpinista neozelandese Hillary, entrambi outsider di una spedizione britannica, sfidano difficoltà insormontabili per ottenre ciò che una volta si pensava impossibile, raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, il Monte Everest. Dopo sei tentativi precedenti, Tenzing rischia tutto per un’ultima impresa. Dovrà affrontare politiche insidiose e condizioni meteorologiche pericolose mentre si imbarca nella scalata più significativa della sua vita. In tutto questo, lo fa con umorismo, calore e generosità verso i suoi compagni alpinisti, ma anche con profonda riverenza e rispetto per la sacra Dea Madre della sua Montagna, Chomolungma.

Mothers’ Instinct, recensione del film con Jessica Chastain e Anne Hathaway

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Distribuito in sala da Vertice360 dal 9 maggio, Mothers’ Instinct è il remake del film belga Doppio sospetto che l’affermato direttore della fotografia Benoit Delhomme ha scelto per il suo esordio dietro alla macchina da presa. Ad accompagnarlo in questo grande passo due muse d’eccezione: i premi Oscar Jessica Chastain e Anne Hathaway che si prestano a interpretare Alice e Celine, due amiche che si troveranno a confrontarsi con la parte più oscura del loro essere madri.

Mothers’ Instinct, la trama

La storia è essenziale e si concentra sulla relazione tra due famiglie e sulla trasformazione della loro amicizia quando il film di Celine muore a seguito di un incidente. Alice, che si incolpa per non essere riuscita a intervenire per salvare il bimbo, entra presto in una voragine di inquietudine e sospetto, quando si rende conto che nel suo intimo, Celine la incolpa per l’incidente. La relazione tra le donne si incrinerà e le conseguenze saranno inaspettate.

Mothers’ Instinct ha una natura mutevole. Sebbene da subito sia evidente la natura thriller del film, per determinate scelte di regia e di ambientazione, il film cambia tono e intenzione. Inizia con un segmento in cui ci vengono presentate le due coppie protagoniste, potrebbe essere quasi un thriller erotico, ma vengono seminati molti indizi, molti dettagli apparentemente inutili vengono raccontati con estrema dedizione, come se il regista volesse predisporre tutti i pezzi in campo per poi permettere alle due protagoniste di spostarli, portandosi dietro l’attenzione e la comprensione dello spettatore.

Un thriller mutevole

E il gioco a scacchi funziona benissimo, almeno nella prima parte. Il thriller cede il passo a un dramma sull’elaborazione del lutto, che cerca di riflette anche cosa diventano dei genitori che perdono un figlio, in che modo la loro vita può andare avanti e come si gestisce non solo la perdita, ma anche il sospetto, il senso di colpa e il desiderio di vendetta. Di questo invece racconta la parte centrale del film, quella più riuscita, in cui l’istinto materno del titolo non è quello amorevole e di cura che viene raccontato e tramandato dalla tradizione, ma un pozzo di dolore e vendetta che spinge i personaggi a percorrere sentieri oscuri.

Ed è altrettanto interessante come, nel rincorrersi di cacciatore e preda, al centro delle supposizioni e delle mezze verità, le due protagoniste siano entrambe messe in discussione e il loro punto di vista non sia mai lucido e oggettivo. Questo elemento della storia è il cuore del racconto che, una volta svelato e chiarito agli occhi dello spettatore, fa perdere al film il suo fascino derivante dal dubbio. Così Mothers’ Instinct si trasforma ancora una volta nell’ultima parte e diventa, purtroppo, la peggiore declinazione di sé, camminando sul filo del grottesco.

Una regia cauta

Forse per il suo retaggio da DOP, Delhomme è più interessato a mettere bene in luce location e attori piuttosto che destreggiarsi a dare un punto di vista particolare alla storia. Si limita a costruire diligentemente una suburbia dai colori pastello in un’America in cui si facevano strada Kennedy e Signora, davanti agli occhi di una popolazione che si limitava a seguire gli schemi della società patriarcale, apparentemente con appagamento e felicità di tutti.

Jessica Chastain e Anne Hathaway si prestano molto bene ai ruoli drammatici e mutevoli che vengono loro affidati, anche se corrono il rischio di strafare, e rappresentare dubbio, dolore, paura e cattiveria in eccesso, riducendo le loro interpretazioni a macchiette poco ispirate.

Mothers’ Instinct è un remake diligente, un compito svolto bene, che però rinuncia ad avere un’anima propria senza approfondire il contesto e la contemporaneità in cui la storia è calata.

Young Sheldon è arrivato a quel momento straziante: “I finali sono sempre molto difficili”.

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Sapevamo che sarebbe successo – visto che era stato predetto in “The Big Bang Theory” – ma questo non ha reso più facile dire addio a uno dei membri originali del cast di “Young Sheldon“. Negli ultimi istanti del secondo dei due episodi andati in onda in contemporanea il 9 maggio, la famiglia Cooper ha ricevuto la notizia che il patriarca bisbetico George Cooper (Lance Barber) è morto per un attacco di cuore.

Il destino della morte di George a questo punto del viaggio di Sheldon Cooper risale a “The Big Bang Theory”, in cui abbiamo appreso che Sheldon adulto (interpretato da Jim Parsons, che è il narratore di “Young Sheldon” e apparirà nell’episodio finale della prossima settimana insieme a Mayim Bialik) ha perso il padre all’età di 14 anni. Questa è l’età attuale del prodigio Sheldon (Iain Armitage) nella serie prequel, e sebbene i produttori avessero detto che questa morte importante sarebbe stata affrontata nella stagione finale dello show, non avevano detto esattamente quando sarebbe avvenuta.

Ora che questa straziante perdita si è verificata, “Young Sheldon” dirà addio a se stesso in due episodi in onda il 16 maggio, oltre ad affrontare il compito di dire addio al resto del cast (anche se lo spin-offGeorgie and Mandy’s First Marriage” andrà in onda in autunno sulla CBS) – e di mandare Sheldon verso il suo futuro alla Caltech. “Il modo in cui abbiamo concluso la serie è emozionante“, afferma il produttore esecutivo Steve Holland. “Mi sono emozionato nel farlo. È emozionante per i personaggi. È emozionante guardarlo di nuovo“.

Qui Holland racconta anche come gli sceneggiatori hanno deciso come (e quando) rappresentare la morte di George, come Barber ha preso la notizia della morte del suo personaggio e quali altre informazioni di “The Big Bang Theory” dovevano essere rispettate.

L’avete già fatto in passato, quando avete concluso “The Big Bang Theory”, ma quanto è stato difficile ottenere tutti i punti che volevate prima della fine della serie?

È sempre una sfida, e credo che i finali siano sempre molto difficili. Ci sono molte aspettative sui finali, e a un certo punto devi mettere da parte quello che pensi che il pubblico voglia vedere e concentrarti solo sul finale che pensi sia buono, e sperare che anche loro lo apprezzino. Questa stagione è stata un po’ più impegnativa perché abbiamo avuto una stagione ridotta per sciopero, quindi invece di 22 episodi, abbiamo dovuto fare tutto quello che volevamo fare e farlo in 14 episodi. Ma non credo che ci sia qualcosa che volevamo raggiungere e che alla fine non abbiamo raggiunto.

Dato che ve lo hanno chiesto negli ultimi sette anni, pianificando la morte di George, sapevate già che avreste voluto suonare così? O è stato qualcosa su cui avete continuato a discutere?

Abbiamo sempre saputo che avremmo affrontato la questione in questa stagione. Abbiamo sempre saputo che saremmo arrivati al funerale in questa stagione. E abbiamo sempre saputo che la morte di George sarebbe avvenuta fuori dallo schermo, che non volevamo assistere. Si trattava solo di decidere quando. C’era una versione, come ne abbiamo parlato in precedenza, in cui sarebbe stato così: Il finale sarebbe stato la morte e il funerale. Credo che sia stato Chuck [Lorre, produttore esecutivo] a dire: “Questo è per lo più uno show positivo ed edificante. Non lasciamo il pubblico immerso nel suo dolore. Guardiamo la famiglia che inizia a ricomporsi e concludiamo con un po’ di speranza”. Così abbiamo cambiato il momento in cui dovevamo farlo.

Le migliori frasi pronunciate da Spider-Man

Le migliori frasi pronunciate da Spider-Man

Anche prima degli anni Duemila, Spider-Man era tra i supereroi più popolari e riconoscibili. È emerso durante la Silver Age dei fumetti, quindi non ha l’età di quelli che hanno debuttato durante la Golden Age (come Batman, Superman e Capitan America), ma ha raggiunto rapidamente questi ultimi nella cultura pop in generale. A causa della sua giovinezza e del suo status di personaggio sfavorito, Peter Parker/Spider-Man ha qualcosa di intrinsecamente simpatico e perfino di simpatico, e queste qualità si sono trasferite nei film del personaggio.

Ci è voluto un po’ di tempo prima che il personaggio ottenesse film che gli rendessero giustizia, ma dal 2002 in poi i film che portano il nome di Spider-Man sono stati in gran parte dei successi. Con una ricca storia di fumetti da cui attingere materiale (che risale ai primi anni Sessanta) e su cui basarsi, la scrittura è stata generalmente forte nei 10 film sull’Uomo Ragno usciti finora nel XXI secolo. Non tutti sono stati creati allo stesso modo, ma tutti hanno almeno una manciata di battute memorabili – siano esse emotive o umoristiche – e le migliori citazioni di ciascun film sono riportate di seguito, in ordine cronologico. Ecco tutte le migliori frasi pronunciate da Spider-Man.

  • Peter Parker: Qualunque cosa io faccia e per quanto mi sforzi, le persone che amo sono sempre quelle che pagano. Qualunque cosa la vita abbia in serbo per me, non dimenticherò mai queste parole: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. È il mio talento, e la mia maledizione. Chi sono io? Sono Spider-Man!
  • Spider-Man/Peter Parker: [Dopo aver salvato Mary Jane da un gruppo di teppisti ed essere apparso a testa in giù] Tu hai un talento per metterti nei guai! Mary Jane: E tu hai talento per salvarmi la vita! Ho idea di essere braccata da un supereroe… Spider-Man: Mi trovavo nei paraggi… Mary Jane: Tu sei… Stupefacente.
  • Spider-Man: C’è gente che non la pensa così.
  • Mary Jane: Ma è la verità.
  • Spider-Man: Fa piacere avere una fan!
  • Mary Jane: Riuscirò a dirti grazie questa volta? [Srotola mezza parte della maschera di Spider-Man e si baciano]
  • Peter Parker: Chi sono? Sicuri di volerlo sapere? La storia della mia vita non è per i deboli di cuore. Se qualcuno ha detto che era una bella favoletta, se qualcuno vi ha raccontato che ero solo un tizio normale senza una preoccupazione al mondo, quel qualcuno ha mentito. Ma ve l’assicuro: questa, come qualsiasi storia che valga il racconto, è a proposito di una ragazza. Questa ragazza. La ragazza della porta accanto: Mary Jane Watson. La donna che ho amato fin da prima di cominciare ad apprezzare le ragazze. Vorrei potervi dire che sono io quello accanto a lei.
  • “Senta, quando si riesce a fare le cose che faccio io…se non le fai… e poi succedono cosebrutte, succedono per causa tua.” – Civil War
  • “D’accordo, ve lo racconto un’ultima volta. Mi chiamo Peter Parker, sono stato morso da un ragno radioattivo e per dieci anni sono stato il solo e unico Spider-Man. Il resto lo sapete.” Spider-Man: Un nuovo universo
  • “Ci può essere chiunque dietro la maschera, anche voi, se prima non ci credevate ora forse sì, perché io sono Spider-Man e non sono il solo, neanche per sogno.” – Mike Morales Spider-Man: Un nuovo universo
  • “Da un grande potere derivano grandi responsabilità.” – Spider-Man
  • “Poliziotto: Quindi tu sarai il prossimo Iron Man? Spider-Man: Non ho tempo… Sono troppo occupato a fare il vostro lavoro! ” – Spider-Man: Far From Home
  • “- Spider-Man: Dev’esserci qualcun altro da chiamare… Per esempio Thor? – Nick Fury: Fuori portata. – Spider-Man: Captain Marvel. – Maria Hill: Indisponibile. – Spider-Man: Io sono solo un amichevole Spider-Man di quartiere. – Nick Fury: Ma per favore! Sei stato nello spazio!”  – Spider-Man: Far From Home
  • “Al mondo occorre un altro Iron Man.” – Spider-Man: Far From Home
  • “Qualunque cosa mi riservi la vita, non dimenticherò mai queste parole: ‘Da un grande potere derivano grandi responsabilità’. Questo è il mio dono, la mia maledizione. Chi sono io? Sono l’Uomo Ragno”. ‘Spider-Man’ (2002)
  • “Pizza time!” ‘Spider-Man 2’ (2004)
  • “Oh. Guarda il piccolo Goblin Junior. Sta per piangere?”. Spider-Man 3
  • “Adesso ti butto dalla finestra”. The Amazing Spider-Man’ (2012)
  • “Ti sbagli sul fatto che siamo su strade diverse. Non siamo su strade diverse. Tu sei la mia strada. E sarai sempre la mia strada”. The Amazing Spider-Man’ (2012)
  • Non puoi essere un amichevole Spider-Man di quartiere? Spider-Man Homecoming. (2017)
  • Miles Morales: “Quando saprò di essere pronto?”. Peter B. Parker: “Non lo saprai. È un atto di fede. Ecco cos’è, Miles. Un atto di fede”. Spider-Man: Into the Spider-Verse (2018)
  • “Ovunque vada, vedo il suo volto. Mi manca davvero tanto”. Spider-Man: Far From Home
  • Peter Parker 2: “Stai bene?” Peter Parker 1: “Oh, la mia schiena. È un po’ rigida a causa di tutte le oscillazioni, credo”. Peter Parker 2: “Oh sì, no, anch’io ho un problema al centro della schiena”. Spider-Man: Far From Home
  • “Tutti continuano a dirmi come dovrebbe andare la mia storia. No. Farò le mie cose”. Spider-Man: Across the Spider-Verse (2023)

Avengers: le 10 citazioni più sottovalutate dei film sui Vendicatori, in ordine di importanza

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Sebbene il franchise di film sia ricca di azione, si può affermare che ciò che fa funzionare così bene i film degli Avengers è la scrittura, in particolare le interazioni tra i personaggi piene di battute. Questi film non sono necessariamente delle commedie, ma possono essere molto divertenti, grazie alla consapevolezza di quanto possano essere stravaganti, di quanto siano estremi certi personaggi e di quanto sia alta la posta in gioco in questi film del MCU.

Oltre all’umorismo, però, c’è anche una buona dose di pathos, con molti dei momenti più intensi ed emotivi del MCU conservati per questi grandi film crossover/evento. Per quanto riguarda i film degli Avengers, finora ce ne sono stati quattro e tutti sono pieni di dialoghi memorabili. Le citazioni che seguono non saranno sempre le più famose, ma sono degne di attenzione e di essere ricordate. Va precisato che definire “sottovalutate” tutte le citazioni di un franchise così grande e popolare può sembrare una forzatura, ma comunque questi dialoghi tendono a essere ancora più citabili di quanto la maggior parte di loro non creda.

“Questo va oltre le tue possibilità, uomo di metallo. Loki affronterà la giustizia asgardiana”.

The Avengers (2012)

The Avengers

Thor, come film e come personaggio, ha più o meno lanciato la carriera di Chris Hemsworth, anche se c’è voluto un po’ di tempo prima che tutti gli si affezionassero, vista la serietà stucchevole del debutto del personaggio nel MCU. Tuttavia, è stato un film importante per la preparazione di The Avengers, in quanto ha introdotto non solo un membro fondamentale della squadra, ma anche il cattivo principale del primo film dei Vendicatori: 67, il fratello di Thor.

The Avengers del 2012 ha costruito bene la loro dinamica e ha fatto anche un po’ del lavoro di base necessario per umanizzare Thor come personaggio, visto che è un dio letterale e tutto il resto. L’umorismo era un buon modo per raggiungere questo obiettivo, e Thor che chiama Iron Man “uomo di metallo” è una battuta sottovalutata e divertente, che si perde in una sequenza d’azione movimentata ed emozionante, oltre a essere messa in ombra dalla battuta più memorabile di Tony Stark su “Shakespeare nel parco“.

“È come se un pirata avesse avuto un figlio da un angelo”.

Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War

Avengers: Infinity War è stato grandioso per molti motivi, uno dei quali è stato il fatto che ha portato i Guardiani della Galassia in un film crossover per la prima volta vera e propria, dopo le loro avventure più isolate nell’eccellente Guardiani della Galassia (2014) e nel solido seguito che è stato Vol. 2 (2017). Certo, il primo film del 2014 ha contribuito a costruire la minaccia di Thanos – il cattivo di Infinity War – ma è stato solo nel 2018 che i Guardiani stessi hanno potuto interagire con i membri degli Avengers.

Il film ha preso la saggia decisione di abbinare Thor ai Guardiani, con la squadra che lo salva dallo spazio, consentendo un’abbondante dose di umorismo e di emozioni (dato che i membri dei Guardiani della Galassia e Thor hanno tutti a che fare con perdite e/o crepacuore). Ma per concentrarci sulla commedia, Drax ha naturalmente alcuni dei momenti migliori, descrivendo piuttosto accuratamente Thor, quando lo vede, come una combinazione di un angelo e di un pirata.

Doctor Strange: “Sono tutti?” Wong: “Cosa, ne volevi di più?”.

Avengers: Endgame

Avengers: Endgame

Per quanto Infinity War sia stato monumentale, il suo seguito, Avengers: Endgame, è stato probabilmente ancora più grande, con una durata di mezz’ora in più e un incasso ancora più monumentale (il più alto del suo decennio). E nessuna scena di Endgame ha dimostrato l’impegno in scala del film come la battaglia culminante, che ha riunito un numero senza precedenti di supereroi in un’unica enorme sequenza, in lotta contro Thanos e le sue forze.

È una scena senza sosta, forse il più grande (e forse il migliore) atto finale degli anni 2010, almeno per quanto riguarda i blockbuster. C’è così tanto da vedere e così tante battute sparate in tutte le direzioni dai vari personaggi. Lo scambio tra il Dottor Strange e Wong enfatizza la grandezza della scena e risulta particolarmente divertente… anche se, se un futuro film dei Vendicatori riuscirà a superare Endgame per numero di personaggi e/o dimensioni della battaglia, allora forse il Dottor Strange che “vuole di più” non sembrerà così scandaloso col senno di poi.

“Sono Dei e hanno bisogno di qualcuno che li tenga con i piedi per terra”.

Avengers: age of ultron 2015

Avengers: Age of Ultron

Pochi direbbero che Age of Ultron è il loro film preferito dei Vendicatori e, in effetti, è il meno votato in assoluto dal punto di vista della critica. Tuttavia, nonostante la sua reputazione non proprio eccellente, non si tratta di un film di supereroi terribile, ma solo di un film incoerente. Non ha la portata di Infinity War o Endgame, né la semplicità e il fascino di The Avengers del 2012, ma ha i suoi momenti e serve bene alcuni personaggi.

Per esempio, è stato un film in cui Occhio di Falco ha iniziato a trovare la sua strada come personaggio e ha contribuito a renderlo un po’ meno un sacco da boxe della cultura pop. Qui ha molto più tempo sullo schermo, rispetto a The Avengers, e gli spettatori possono persino dare uno sguardo alla sua vita familiare. Anche sua moglie, Laura Barton, riassume in modo chiaro il suo scopo all’interno della squadra dei Vendicatori, sottolineando come possa contribuire a mantenere i Vendicatori – e i loro ego – con i loro poteri divini/fantastici/complessi che possono portare a disfunzioni e feroci rivalità.

“Non mi ha mai affrontato due volte”.

Avengers: Infinity War thor chris hemsworth

Tra Infinity War e Endgame, Thanos si inimica e distrugge gli spiriti di troppi personaggi per poterli contare, con le sue azioni nella scena di apertura di Infinity War che si rivelano particolarmente sconvolgenti per Thor. Il finale speranzoso di Thor: Ragnarök del 2017 è in qualche modo compromesso dalla scena premonitrice di metà film, decimato fuori campo poco prima dell’inizio di Infinity War e poi ulteriormente distrutto nei primi 10 minuti del film, soprattutto a causa del fatto che Thanos uccide Heimdall, uno stretto alleato di Thor, e Loki, suo fratello.

Thor discute della sua ricerca di vendetta con Rocket Raccoon, il quale lo corregge quando Thor afferma che Thanos non lo ha mai combattuto prima. Thor allora dice goffamente: “Non mi ha mai affrontato due volte” – una battuta che è divertente sul momento, ma che diventa pesante più avanti nel film, quando Thor si scontra effettivamente con Thanos ancora una volta… e Thor commette un errore fatale, non usando la sua testa né puntando a quella di Thanos.

A quanto pare sono volubile, ossessionato da me stesso e non gioco bene con gli altri

The Avengers Robert Downey jr

Iron Man (2008) ha dato il via al MCU con stile, presentando Tony Stark/Iron Man a un pubblico più vasto di quello che aveva mai avuto prima come personaggio dei fumetti. È stato un film che ha contribuito a inaugurare il dominio del genere supereroistico al botteghino e nella cultura pop, e il personaggio principale è stato immediatamente popolare, continuando a essere uno dei personaggi più arguti e sarcastici del MCU per oltre un decennio di film.

Tony Stark ha i suoi momenti di genuina gentilezza, sempre più frequenti nel corso della serie, ma The Avengers gli permette di essere in forma smagliante dal punto di vista del sarcasmo per la maggior parte del tempo. Affrontando il fatto che apparentemente non era qualificato per l’iniziativa dei Vendicatori all’inizio, Stark ammette di essere “volubile, ossessionato da se stesso e (non) gioca bene con gli altri“, il che è proprio azzeccato, anche se alla fine diventa un giocatore di squadra essenziale a modo suo nel corso del film.

“Hai il mio rispetto, Stark. Quando avrò finito, metà dell’umanità sarà ancora viva. Spero che si ricordino di te”.

avengers: infinity war 2018

Avengers: Infinity War

Thanos ha fatto alcune brevi apparizioni in una manciata di film precedenti del MCU, ma è stato solo in Avengers: Infinity War è emerso come uno dei migliori cattivi della storia recente del cinema. Rappresenta una vera e propria minaccia per l’intero universo, dato che il film lo vede determinato a ottenere tutte le Pietre dell’Infinito e a usarle in combinazione per spazzare via metà di tutte le forme di vita nell’universo per ridurre la sovrappopolazione su vasta scala.

Ha obiettivi chiari, è spietatamente efficiente e ha un forte codice morale e persino rispetto per i supereroi che cercano – invano – di fermare il suo piano. Lo rende evidente dopo aver battuto Iron Man in combattimento, ribadendo il suo desiderio di decimare metà dell’umanità e dicendo a Tony Stark – che sembra essere sul punto di morire a sua volta – che si spera che sarà ricordato da coloro che rimarranno.

“In realtà è lui il capo. Io pago tutto e disegno tutto, faccio sembrare tutti più fighi”.

avengers: age of ultron 2015

L’ambizioso Avengers: Age of Ultron ha continuato a mostrare Tony Stark al suo massimo splendore, e si è anche basato sui primi film degli Avengers continuando a mostrare un certo disagio tra lui e Steve Rogers/Captain America. I loro disaccordi sarebbero sfociati in qualcosa di più sostanziale in Captain America: Civil War del 2016, ma la loro alleanza, seppur traballante, resiste ancora in Age of Ultron.

Tuttavia, Tony Stark non vuole concedere a Capitan America nessuna vittoria troppo facilmente, ammettendo sorprendentemente che Capitan America è il leader dei Vendicatori, ma che in realtà è lui a fare la maggior parte delle cose “fighe”. È un esempio di battute in un film che secondo alcuni ne ha troppe, ma come sempre le battute di Robert Downey Jr. sono azzeccate, a dimostrazione di come Tony Stark sia un personaggio che sembra nato per interpretare.

“È arrabbiato. Pensa di aver fallito. E naturalmente lo ha fatto, ma sa, ci sono molte cose che girano, non è vero?”.

Avengers: Endgame 2019 Rocket Raccoon

Avengers: Endgame

Certo, Avengers: Endgame vede il MCU al massimo della sua grandezza e della sua epicità, ma la prima metà del film è sorprendentemente dominata dall’attenzione per i personaggi e da alcune scene più intime e deprimenti. Dopo tutto, prima dell’emozionante climax che inevitabilmente resuscita molti di coloro che sono andati perduti durante la Infinity War, tutti i personaggi devono elaborare le loro intense emozioni e il fatto di aver fatto parte della parte perdente nella battaglia più importante che abbiano mai combattuto.

Rocket Raccoon e Thor hanno avuto una grande dinamica quando sono stati insieme per gran parte di Infinity War, potendo entrambi discutere l’uno con l’altro del tipo di perdite che hanno affrontato e del dolore che hanno provato. Naturalmente, dopo Infinity War vengono spinti ancora di più nella disperazione, con Thor che non riesce a sferrare un colpo mortale a Thanos e Rocket che deve fare i conti con tutti gli altri membri della sua squadra uccisi da Thanos. Rocket sottolinea questo senso di fallimento generale con brutale onestà e spiega perché Thor si senta particolarmente in colpa per tutto questo.

“Mi sono abbassato. Non vedevo la fine, così mi sono messo un proiettile in bocca e l’altro l’ha sputato”.

the avengers 2012 Mark Ruffalo

The Avengers

A volte, il rifacimento di un ruolo importante funziona, come dimostra la sostituzione di Mark Ruffalo con Hulk dopo che Edward Norton lo aveva interpretato in quello che era (più o meno) un film precedente del MCU: L’incredibile Hulk del 2008. Norton è un grande attore nel ruolo giusto, ma o non si adattava al personaggio di Bruce Banner/Hulk in modo ideale, o semplicemente non aveva un buon materiale con cui lavorare come Mark Ruffalo.

In ogni caso, Mark Ruffalo si è calato nel ruolo con facilità e ha fatto un’ottima impressione in The Avengers. Nel complesso, il film ha reso giustizia al personaggio di Bruce Banner in un modo che Hulk del 2003 e il già citato L’incredibile Hulk non erano riusciti a fare. Il miglior esempio di ciò è la battuta sorprendentemente intensa di Banner sull’angoscia che prova per la sua condizione e l‘ammissione di aver tentato di togliersi la vita è piuttosto cupa per gli standard del MCU. Tuttavia, si tratta di un momento forte e di un forte promemoria di quanto sia difficile la vita di Banner, visto che è diviso tra due persone/esseri molto diversi.

Un uomo vero di Netflix è basato su una storia vera?

Un uomo vero di Netflix è basato su una storia vera?

Mentre Jeff Daniels indossa un folto strascico del Sud e una giacca e cravatta nitida nella serie limitata di Netflix, Un uomo vero (A Man in Full), è facile credere che la serie sia basata su eventi reali. Dalla storia concreta alla fotografia pulita, A Man in Full ha l’aria di essere un racconto di eventi reali, ma è completamente fittizio. Detto questo, la serie è un adattamento libero dell’omonimo romanzo di Tom Wolfe del 1998, ma il creatore David E. Kelley ha tradotto l’Atlanta di fine anni ’90 del libro ai giorni nostri. In questo modo, la serie modernizza le questioni sociali presentate nel romanzo, comprese le lotte per il potere finanziario e razziale che sono in primo piano. Questa sensazione di realismo si ritrova anche nel personaggio di Jeff Daniels, l’avido agente immobiliare Charlie Croker, che in realtà si ispira a molti veri magnati di Atlanta. Questa modernizzazione non è l’unico allontanamento dal romanzo di Wolfe, che si conclude in modo molto diverso dal finale selvaggio a cui assistiamo sullo schermo.

Un uomo vero (A Man in Full) è uno sguardo realistico sull’avidità aziendale

Sebbene Un uomo vero (A Man in Full) non sia basato su una storia vera, è innegabile che la rappresentazione dell’avidità aziendale sia realistica. L’esempio più evidente di questo realismo è la narrazione generale della lotta di Croker per tenersi stretta la sua enorme ricchezza e le sue preziose proprietà abbassandosi a livelli che sembra assolutamente a suo agio, il che indica che potrebbe esserci già stato in passato. Ma i momenti più piccoli, come il recarsi a malincuore a eventi di beneficenza per salvare le apparenze o il fatto che la persona con cui interagisce di più sia il suo nemico e il suo autista, sottolineano quanto possano essere isolanti e denigranti i livelli più alti del mondo aziendale. Anche l’avvocato più onorevole di Croker, Roger White (Aml Ameen), esprime presto la sua insoddisfazione per la sua carriera, ma è radicato al suo posto a causa dello stile di vita della sua famiglia.

Pur condannando l’avidità e i pericoli dell’eccesso di successo, la serie non ha il tradizionale atteggiamento “mangia i ricchi”. Nonostante la morale sgradevole di Croker, il suo atteggiamento brutale e il suo comportamento da avente diritto, ci ritroviamo a fare il tifo per lui a malincuore grazie ai momenti di legame con il figlio, strategicamente collocati. Può essere l’esempio di tutto ciò contro cui si batte il tema “mangia i ricchi”, ma la sua incapacità di accettare la sconfitta e la tenerezza con cui tratta i suoi collaboratori lo rendono stranamente ammirevole. In questo modo, la serie è davvero un’esplorazione degli orpelli della ricchezza, presentati con un realismo inappuntabile e un tocco di umanità.

Charlie Croker è un uomo d’affari ricco e realistico

Così come il sistema aziendale costruito nel film è radicato nel realismo, lo è anche il nostro principale uomo d’affari in crisi, Croker. Egli incarna tutti i tratti e la morale necessari per creare un magnate immobiliare atlantico della sua statura. Fin dal primo confronto con la banca, si percepisce la sua mentalità di grande diritto, in quanto è assolutamente indignato dal fatto che la banca gli chieda di ripagare i suoi miliardi di dollari di debiti. Questo, unito ai suoi vari consiglieri che mette costantemente sotto pressione, al suo stile di vita esuberante e al suo forte attaccamento a un trofeo simbolico, lo rende un tradizionale magnate di Atlanta. La storia di Croker ricorda anche quella di alcuni uomini d’affari di Atlanta, tra cui Taz Anderson e Charles Loudermilk, che giocavano entrambi a football nell’illustre college Georgia Tech e si infortunarono al ginocchio.

Tuttavia, le richieste palesemente dirette di Croker, l’uso prolifico di un linguaggio esplicito e i comportamenti quasi barbari sono più probabilmente dovuti alla durezza stereotipata del Sud distillata nel suo personaggio. Ciò si riflette anche nel suo stravagante interesse per la proprietà di una piantagione e per la caccia alle quaglie, passatempi a cui molti magnati di Atlanta si sono concessi (via Atlanta Magazine). Il suo tradizionale stereotipo di “sudista” e i suoi valori conservatori sono incarnati nel suo tentativo malriuscito di corteggiare un investitore angelo portandolo in un ranch per rafforzare la sua virilità. Il potenziale angel investor e sua moglie erano membri della PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), ma questo non ha impedito a Croker di affrontare un serpente a dorso di diamante e di esclamare con entusiasmo “questa è la vita”, mentre osservavano due cavalli che copulavano con forza. Incauto potrebbe essere stato un eufemismo.

Un uomo vero (A Man in Full) esplora problemi reali in un’Atlanta immaginaria

Un uomo vero A Man in Full

Sebbene le trame dello show non siano reali, le questioni sociali che trattano o a cui alludono lo sono certamente. Kelley ha creato una versione più moderna dello show non solo attraverso l’ambientazione, ma anche attraverso le pietre miliari che sono associate principalmente a due delle trame. Roger White è un avvocato aziendale che cerca di difendere il marito della receptionist di Croker, Conrad (Jon Michael Hill), condannato per aver aggredito un agente di polizia. Mentre cercava di impedire che la sua auto venisse rimossa, Conrad è stato violentemente trattato da un agente di polizia, che lo ha spinto a reagire istintivamente, provocandone l’arresto. Con tutti i commenti razzisti lanciati in aula, questo caso allude assolutamente ai reali problemi di brutalità della polizia evidenziati dopo la morte di George Floyd. La parte più irrealistica di questa storia è la sua brusca risoluzione, mentre il suo punto di forza è la straziante esperienza di Conrad in prigione, dove cerca di essere un buon samaritano ma viene punito per questo.

Inoltre, il movimento MeToo viene citato nello show anche attraverso la sottotrama di Joyce (Lucy Liu), poco sviluppata. Dopo un losco accordo con il sindaco, Croker cerca di costringere Joyce ad ammettere di essere stata aggredita sessualmente dall’avversario del sindaco, ma lei si rifiuta. Lo show si immerge momentaneamente nel tema degli uomini e delle donne che hanno subito violenze sessuali e che sono in grado di possedere le loro esperienze e di divulgarle solo se decidono di farlo. Tuttavia, questo aspetto del realismo è stato tagliato, poiché è stato usato semplicemente per propagandare lo sviluppo del personaggio di Crocker. In confronto, la trama di Conrad è stata pienamente sviluppata, ma è sembrata disgiunta da quella principale. Si potrebbe affermare che le due storie principali si sono contrapposte, in quanto hanno mostrato le lotte di un uomo che aveva a disposizione risorse illimitate e di uno che non ne aveva.

Un uomo vero (A Man in Full) è molto diverso dal romanzo da cui trae ispirazione 

A Man in Full differenze romanzo

A Man in Full non sarà ispirato a una storia vera, ma è ispirato al romanzo di Wolfe. Tuttavia, ci sono notevoli differenze rispetto al materiale di partenza, in particolare nel finale. Mentre il finale della serie Netflix era rumoroso e chiassoso, il finale del romanzo era tranquillo, ma altrettanto assurdo. Il finale di Wolfe non vede Croker e Peepgrass (Tom Pelphrey) morire alla fine attraverso una lotta di potere intima; al contrario, entrambi finiscono con una vita felice. Croker decide di voltare le spalle alla fortuna e alla notorietà, adottando invece la filosofia dello stoicismo che predica nel suo stesso film televisivo. Peepgrass finisce per sposare l’ex moglie di Croker e i due vivono felici con i soldi ricevuti dall’accordo di divorzio. Dopo un terremoto, Conrad evade di prigione, si ritrova a fare da badante a Croker quando il suo ginocchio cede, e poi torna felicemente in prigione dopo aver trovato la pace dentro di sé. Considerando questa bizzarra alternativa, non possiamo certo biasimare Kelley per l’assurdità e la mancanza di continuo realismo del finale di Netflix.

Fast and Furious: tutti i film della saga e l’ordine di visione

Fast and Furious: tutti i film della saga e l’ordine di visione

Da quando si sono accesi i motori di Fast and Furious, nel lontano 2001, la saga è cresciuta film dopo film, arrivando ad essere uno dei franchise più redditizi della storia del cinema. Inizialmente incentrata sulle corse d’auto, la serie ha progressivamente mutato le proprie caratteristiche, aggiungendo elementi che l’accomunano sempre di più ai fortunati filoni di film action e di spionaggio.

Ormai iconica, la saga ha negli anni visto crescere l’apprezzamento del pubblico, il quale attende come un vero e proprio evento l’uscita di ogni nuovo capitolo. Dal primo capitolo, che guadagnò poco più di 200 milioni, si è infatti passati con gli ultimi titoli ad incassi che superano il miliardo. Ad oggi, la saga vanta un incasso complessivo di quasi 6 miliardi di dollari.

Sembra però che la saga, o almeno la sua vicenda principale, stia per arrivare alla sua conclusione. L’annunciato decimo capitolo dovrebbe infatti rappresentare la conclusione delle avventure di Dominc Toretto (Vin Diesel) e della sua famiglia. Non mancano però diversi spin-off in lavorazione, come anche una serie animata, cortometraggi e videogiochi, che hanno espanso e continuano ad ampliare la storia di Fast and Furious.

La grande diffusione di questa saga attraverso media diversi non fa dunque che confermare la grande importanza che ormai detiene a livello di immaginario culturale e che gli permetterà di rimanere nei cuori dei suoi fan anche ben oltre la sua conclusione.

Fast and Furious: l’ordine cronologico della saga

Fast and Furious: l'ordine cronologico della saga
© Universal Pictures

Nell’affrontare la saga, si può optare per un ordine di visione basato sull’uscita in sala dei singoli film. Tale sequenza, tuttavia, presenta lievi differenze rispetto all’ordine di visione basato sulla cronologia degli eventi narrati. Uno dei film, infatti, anche se uscito prima di altri capitoli, narra eventi accaduti soltanto anni dopo di questi. Di seguito, si riportano i due ordini nei quali è possibile vedere i film. Sta dunque allo spettatore scegliere in totale autonomia quale dei due seguire.

L’ordine di visione secondo l’uscita in sala:

  1. Fast and Furious (2001)
  2. 2 Fast 2 Furious (2003)
  3. The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006)
  4. Fast & Furious – Solo parti originali (2009)
  5. Fast & Furious 5 (2011)
  6. Fast & Furious 6 (2013)
  7. Fast & Furious 7 (2015)
  8. Fast & Furious 8 (2017)
  9. Fast & Furious – Hobbs and Shaw (2019)
  10. Fast & Furious 9 – The Fast Saga (2021)
  11. Fast X (2023)

L’ordine di visione secondo la cronologia degli eventi:

  1. Fast and Furious (2001)
  2. 2 Fast 2 Furious (2003)
  3. Fast & Furious – Solo parti originali (2009)
  4. Fast and Furious 5 (2011)
  5. Fast & Furious 6 (2013)
  6. The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006)
  7. Fast & Furious 7 (2015)
  8. Fast & Furious 8 (2017)
  9. Fast & Furious – Hobbs and Shaw (2019)
  10. Fast & Furious 9 – The Fast Saga (2021)
  11. Fast X (2023)

Fast and Furious (2001)

Il primo capitolo della saga introduce lo spettatore a quelli che sono e saranno alcuni dei protagonisti dell’intero franchise. Tutto ha inizio con Brian (Paul Walker), agente della polizia di Los Angeles con il compito di incastrare la banda di Dominic Toretto (Vin Diesel), operante nel settore delle gare clandestine di automobile. Per farlo, si infiltrerà all’interno di questa, conquistando la fiducia di Toretto e anche quella della sorella Mia.

Con il nuovo arrivato, la banda progetta l’assalto ad un portavalori, il cui ricavato servirà a sostenere le spese per i pezzi di ricambio dei loro veicoli da corsa. Durante la rapina, tuttavia, una serie di imprevisti portano Brian a decidere di salvare i suoi nuovi compagni, rinunciando al distintivo e diventando un ricercato insieme alla banda di Toretto.

2 Fast 2 Furious (2003)

Unico capitolo della saga a non presentare il personaggio di Toretto, il secondo è infatti incentrato prevalentemente su Brian e sulla sua nuova vita da ricercato. Ricongiuntosi con il vecchio amico d’infanzia Roman Pearce (Tyrese Gibson), il quale a sua volta non è nuovo alla vita criminale, i due dovranno infiltrarsi nella squadra del facoltoso ricercato Verone.

Questi, per testarne le capacità, li sottopone ad una gara d’auto. Brian e Roman, però, non sanno che già da mesi un altro infiltrato mina l’interno del gruppo di Verone. Si tratta di Monica Fuentes (Eva Mendes). Nel momento in cui tutti e tre verranno inevitabilmente scoperti, la fuga sembra essere l’unica possibilità di sopravvivenza. Ma sfuggire al potente criminale si rivela essere più rischioso e difficile del previsto.

The Fast and the Furious: Tokyo Drift (2006)

Con l’uscita in sala del terzo film, gli appassionati della saga si ritrovano davanti a qualcosa di inaspettato e apparentemente scollegato da quanto fino a quel momento visto. Con un drastico cambio di location, il film risulta infatti essere ambientato nel 2015, presentando personaggi ed eventi inediti. Sean Boswell, il protagonista, è un ragazzo che cerca di affermarsi nelle corse illegali d’auto.

Per evitargli di finire in carcere, la madre decide di mandarlo a Tokyo dal padre. Anche qui, però, Sean non può resistere alla sua passione, e grazie a nuove conoscenze viene introdotto nel mondo delle corse clandestine giapponesi. Come prevedibile, i guai non tarderanno ad arrivare e per il ragazzo si renderà necessario dar prova di tutte le sue capacità. Curiosità, in una recente intervista il regista Christopher Nolan ha rivelato di essere un grande fan della saga e in particolare proprio di Tokyo Drift.

Fast and Furious – Solo parti originali (2009)

Come suggerisce anche il titolo, con Solo parti originali si torna al cuore della saga, rappresentato dal duo Brian O’Conner e Dominic Toretto. I due, anni dopo il loro incontro, sono costretti a fare nuovamente squadra per cercare di incastrare il trafficante noto come “Braga“.

A motivarli vi è anche la morte della compagna di Toretto, di cui è responsabile uno degli scagnozzi del criminale. In cerca di vendetta, Toretto riuscirà tramite un informatore a far infiltrare sé stesso e la propria banda all’interno del giro di Braga. Da qui, tuttavia, le cose si complicheranno non poco per loro. Per l’occasione del film, torna a recitare anche un’altra delle attrici simbolo della saga, Michelle Rodriguez, facente parte della squadra di Toretto. Vi è inoltre la partecipazione di Gal Gadot, membro del gruppo di Braga.

Fast and Furious 5 (2011)

Considerato uno dei migliori capitoli della saga, Fast and Furious 5 deve molto del suo successo anche all’introduzione del personaggio dell’agente Luke Hobbs, interpretato dal carismatico Dwayne Johnson. Questi si mette sulle tracce della banda di Toretto in seguito ad una loro rapina ad un treno.

Durante questa, Toretto e Brian vengono inoltre assoldati per recuperare un chip nascosto nell’autoradio di una macchina rubata. Tale chip contiene una serie di dati relativi ai traffici illegali del mandante della missione, i quali valgono milioni di dollari. Toretto e Brian decidono però di tentare un ultimo colpo, rubando per sé stessi i dati e il relativo valore economico. Per riuscirci, avranno però bisogno di ricomporre la squadra, permettendo così il ritorno di personaggi già visti nei precedenti film.

Fast and Furious 6 (2013)

Giunti al sesto capitolo della saga (qui la recensione), i motori sono ormai collaudati per quella che si rivela essere una formula continuamente vincente. A dare il via alla nuova vicenda è l’agente Hobbs, ormai membro fisso del cast, che chiama a rapporto Toretto e la sua squadra.

A questi, offre la completa amnistia se accetteranno di recarsi a Londra con lui per dare la caccia ad un pericoloso mercenario, Owen Shaw (Luke Evans). Pur consci del pericolo, Toretto e il suo gruppo non riescono a resistere all’allettante offerta. La missione ha così inizio, rivelandosi da subito come una delle più complesse per la squadra. Shaw è infatti uno spietato assassino, nonché uno dei migliori villain affrontati nel corso della saga.

Fast and Furious 7 (2015)

Il settimo capitolo, Fast and Furious 7, è ad oggi il più grande successo di pubblico della saga. Gli spettatori si sono infatti riversati in massa nelle sale per rendere omaggio all’attore Paul Walker, tragicamente scomparso durante le riprese del film. Tale evento, ha inevitabilmente reso il film anche uno dei più emotivamente coinvolgenti, con quello che è unanimemente considerato il finale più bello della saga.

Le vicende hanno luogo in seguito agli eventi del precedente film. Deckard Shaw (Jason Statham) è in cerca di vendetta per quanto accaduto al fratello Owen. Questi si rivela essere ancor più pericoloso, e non avrà pace finché Toretto, Hobbs e gli altri membri della squadra non saranno eliminati. Ora più che mai, il gioco di squadra sarà fondamentale per sopravvivere. Del cast fa parte anche l’attore Kurt Russell.

Fast and Furious 8 (2017)

Con l’uscita di scena del personaggio di Brian, ufficialmente allontanatosi dall’ambiente per vivere in tranquillità con la propria famiglia, tutti i membri della squadra sembrano aver trovato un nuovo equilibrio. Questo dura però ben poco, spezzato dall’arrivo di Cipher, letale terrorista con il volto dell’attrice premio Oscar Charlize Theron. Ricattando Toretto affinché la aiuti in una missione, la donna sarà così il principale obiettivo della squadra, ora capitanata da Hobbs. Fermarla, significherà anche salvare Toretto. Per riuscirci, saranno però costretti a chiedere aiuto ad un altro spietato assassino: Deckard Shaw, nemesi del precedente film.

Fast and Furious – Hobbs & Shaw (2019)

Primo spin-off ufficiale della saga, Fast & Furious – Hobbs & Shaw si concentra unicamente sui due personaggi del titolo. Pur sopportandosi mal volentieri, i due sono infallibili armi da guerra, e si troveranno a dover nuovamente unire le forze per fermare un nemico estremamente potente: Brixton Lore, interpretato da Idris Elba. Questi presenta infatti impianti cibernetici che gli consentono di eseguire azioni sovrumane.

Questi è a caccia di un virus chiamato “Fiocco di Neve”, in grado di decimare gran parte della popolazione umana. A rendere personale la questione, vi sarà anche il coinvolgimento della sorella di Shaw, Hattie. Nel film vi sono inoltre due illustri cameo: quello di Ryan Reynolds come agente della CIA, e quello di Kevin Hart come agente di un Air Marshal statunitense.

Fast & Furious 9 – The Fast Saga (2021)

Dopo lo spin-off dedicato a Hobbs e Shaw, la saga è tornata al suo nucleo madre. Nel 2021 è infatti arrivato al cinema il nono capitolo della saga, con il titolo Fast & Furious 9 – The Fast Saga. Questo vede Toretto cercare di condurre una vita tranquilla fuori dal giro, con Letty e suo figlio, il piccolo Brian. Il pericolo è però sempre in agguato al di là del loro pacifico orizzonte.

Questa volta, una nuova minaccia costringerà Dom a confrontarsi con i peccati del suo passato, se vuole salvare coloro che più ama. La sua squadra si dovrà dunque riunire nuovamente per fermare un complotto a risonanza mondiale guidato dal più abile assassino e pilota ad alte prestazioni che abbiano mai incontrato: il fratello rinnegato di Dom, Jakob, interpretato da John Cena.

Fast X: il capitolo finale della saga

Nel maggio del 2023 è arrivato in sala Fast X (recensione), prima parte del capitolo conclusivo della saga. In esso l’assassina Cypher, insieme al sadico Dante (interpretato da Jason Momoa), cerca di sferrare l’attacco finale a Toretto e la sua famiglia. Questi ultimi potranno però contare sull’aiuto della misteriosa Tess, che sarà interpretata dalla premio Oscar Brie Larson.

Tra grandi ritorni e nuovi entrati nel cast, Fast X regala grande intrattenimento ed un finale emotivamente esplosivo. L’undicesimo capitolo è invece atteso al cinema per la primavera del 2024. Diesel, tuttavia, ha anticipato che il racconto conclusivo potrebbe essere diviso in tre anziché in due film, cosa che porterebbe dunque la saga principale ad un totale di 12 capitoli.

Fast X: Part 2

Nel 2024 è stato annunciato un sequel di Fast X, dal titolo provvisorio Fast X: Parte 2 che sarà diretto da Louis Leterrier. Il film vedrà protagonisti gran parte degli attori del decimo film, con l’aggiunta del ritorno già confermato di Dwayne Johnson nei panni di Hobbs (preannunciato dalla scena post credits di Fax X) e quello di Gal Gadot. L’attore e produttore della saga Vin Diesel ha già annunciato e confermato che sarà il suo ultimo film. La pellicola è attualmente in pre produzione e l’uscita è prevista il giugno 2026.

Questo non sarà il film finale del franchise. Vin Diesel vuole che Robert Downey Jr. interpreti l'”antitesi” di Dominic Toretto in questo film. Il franchise potrebbe concludersi con un finale in tre parti invece che in due. Sarebbe la terza volta che gli attori Jason Momoa e Gal Gadot lavorano insieme dopo Justice League (2017) e Nelle mani di Dante (2024). Se Dwayne Johnson avrà un ruolo in questo film, sarà anche la quarta volta che lui e Gal Gadot lavoreranno insieme dopo Fast Five (2011), Fast and Furious 6 (2013) e Red Notice (2021).

Si dice che Cody Walker interpreterà suo fratello Paul Walker in CGI nel ruolo di Brian O’Conner in questo film. Fast X Part 2 potrebbe riportare il franchise alle origini.
Inizialmente Dwayne Johnson non voleva tornare nel franchise a causa della sua faida nella vita reale con Vin Diesel. Vin Diesel ha dichiarato: “Non è stato un compito facile, perché è stato creato così tanto in questo universo“. Ha inoltre dichiarato: “Per chiudere tutte queste storie, questo personaggio doveva tornare nella mitologia“.

Fast and Furious: dove vedere in streaming la saga

La saga è disponibile nella sua quasi interezza, oltre che su piattaforme di noleggio come Chili Cinema, Rakuten TVGoogle Play Apple iTunes, anche sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video. A mancare, attualmente, è solo il capitolo numero 8. Lo spin-off dedicato a Hobbs e Shaw è invece presente su Netflix. Per poter accedere ai titoli, sarà dunque sufficiente sottoscrivere un abbonamento alla piattaforma. Su Netflix è inoltre possibile trovare anche la serie animata intitolata Fast and Furious: Piloti sotto copertura

Fonte: IMDb, Insider

L’arte della Gioia: trailer della serie con Valeria Golino in anteprima al Festival di Cannes

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In anteprima mondiale alla 77ª edizione del Festival di Cannes, si mostra oggi nelle immagini del trailer ufficiale, a 100 anni esatti dalla nascita di Goliarda Sapienza, la serie Sky Original di Valeria Golino L’arte della Gioia, liberamente adattata dall’omonimo romanzo postumo della scrittrice siciliana (edito da Einaudi), rifiutato per tanto tempo dalle case editrici italiane fino a raggiungere il successo all’estero.

Prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film, la serie racconta la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto.

https://youtu.be/CfFStoRuTYA

L’arte della Gioia: quando esce e dove vederla

L’arte della Gioia sarà lanciata da Vision Distribution in tutte le sala cinematografiche italiane in due parti: la prima dal 30 maggio, la seconda dal 13 giugno.

Vincitrice del David di Donatello, del Nastro d’Argento, del Globo d’oro, del Ciak d’Oro e della Colpa Volpi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Valeria Golino è già stata a Cannes con i suoi film da regista, “Miele” e “Euforia”, entrambi selezionati nella sezione Un Certain Regard rispettivamente nel 2013 e nel 2018.

La trama e il casti di L’arte della Gioia

Scritta da Valeria Golino, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo, L’arte della Gioia racconta la drammatica e avventurosa vita di Modesta, nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, in una terra ancora più povera. Fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora.

Il suo cammino la conduce poi alla villa della Principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.

Nel cast Tecla Insolia (La bambina che non voleva cantare, 5 minuti prima) nei panni della giovanissima Modesta, protagonista spregiudicata, sensuale e coraggiosa; Jasmine Trinca (Fortunata, Marcel!, Supereroi, La dea fortuna) in quelli di Leonora, madre superiora del convento in cui Modesta verrà accolta ancora bambina; Guido Caprino (Il Miracolo, Fai bei sogni, 1992-1993-1994) interpreta Carmine, l’uomo che gestisce le terre della villa dei Brandiforti; Alma Noce (Brado, La ragazza ha volato, Gli anni più belli) nei panni di Beatrice, la più giovane della famiglia Brandiforti, guidata dalla principessa Gaia, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi (I villeggianti, Forever Young – Les Amandiers, Estate ’85, La pazza gioia). Nel cast anche Giovanni Bagnasco(Finalmente l’alba) che nella serie è Ippolito, figlio di Gaia e unico vero erede dei Brandiforti, e Giuseppe Spata (La mafia uccide solo d’estate – Parte II, La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, Tutta colpa di Freud) nei panni di Rocco, autista dei Brandiforti.

L’Arte della Gioia è stata realizzata con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission e del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes: trailer dell’anime in arrivo al cineam

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A un mese esatto dall’arrivo in sala, Anime Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio dell’offerta anime, cinematografica e home video, in collaborazione con MangaYo!, hanno svelato il trailer italiano ufficiale del pluripremiato film anime The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes. Il nuovo film, scritto e diretto da Tomohisa Taguchi (Akudama Drive, Digimon Adventure: Last Evolution Kizuna, Bleach: Thousand-Year Blood War), arriverà al cinema in Italia in un evento speciale di tre giorni, il 10, 11 e 12 giugno 2024.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes è un emozionante racconto mystery sci-fi dai toni romantici, ispirato all’omonimo e acclamato romanzo dell’autore giapponese Mei Hachimoku. Il trailer ufficiale mette in risalto gli aspetti fondamentali che caratterizzano il titolo, fra cui il legame speciale tra i protagonisti, Kaoru e Anzu, due adolescenti accomunati dalla volontà di superare rimorsi dolorosi e dare forma alle proprie ambizioni. La già toccante colonna sonora di Harumi Fuuki (Il castello invisibile) è arricchita di ulteriore carica emotiva dalle note di Finale., brano dell’artista giapponese eill,, nota per aver interpretato anche Koko de Iki wo Shite, “ending theme” della serie Tokyo Revengers.

Realizzato dallo studio di animazione giapponese CLAP (Pompo, la cinefila), The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes ha conquistato il favore di pubblico e critica aggiudicandosi alcuni tra i premi più prestigiosi dedicati al mondo dell’animazione, come il Paul Grimault Award al Festival di Annecy 2023 e il riconoscimento come miglior film agli Anime Trending Awards 2024.

The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes è pronto a conquistare il pubblico italiano grazie ad Anime Factory, che porterà questo emozionante e coinvolgente lungometraggio al cinema con un evento imperdibile dal 10 al 12 giugno.

La trama di The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes

Secondo una leggenda, il tunnel di Urashima consente, attraversandolo, di ottenere ciò che il proprio cuore desidera… ma a un caro prezzo: pochi secondi trascorsi all’interno si trasformano in diverse ore nella vita reale! Quando Kaoru si imbatte nel tunnel della leggenda, il ragazzo pensa a Karen, sorellina che ha perso anni prima in un incidente. Indeciso sul da farsi, a convincerlo a sfidare spazio e tempo è Anzu, studentessa appena trasferitasi. Ma cosa vorrà la giovane da Kaoru? E cosa rimarrà a quest’ultimo, dopo che il tunnel avrà finito con lui?

 

Festa del Cinema di Roma: l’edizione 2024 sarà dedicata a Marcello Mastroianni

Il 28 settembre 1924 nasceva uno dei più grandi interpreti della storia della settima arte, Marcello Mastroianni: la diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 16 al 27 ottobre, sarà dedicata al pluripremiato attore, tre volte candidato all’Oscar, vincitore di due Golden Globes, premiato per le sue interpretazioni in tutti i principali festival internazionali.
Per celebrare la carriera di Mastroianni, la Festa del Cinema realizzerà una lunga serie di iniziative ed eventi. Fra queste, un’ampia retrospettiva di film, alcuni in versione restaurata, che l’hanno visto collaborare con registi come Federico Fellini, Vittorio De Sica, Ettore Scola, Pietro Germi; documentari sulla vita e le opere del grande interprete; mostre ed esposizioni che saranno allestite fra l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e la Casa del Cinema; e un incontro con l’attrice Chiara Mastroianni – figlia dell’attore e di Catherine Deneuve – a cui la Festa dedicherà uno speciale omaggio. Infine, Marcello Mastroianni sarà il protagonista dell’immagine ufficiale della diciannovesima edizione.

Alberto Barbera confermato alla guida della Mostra del Cinema di Venezia fino al 2026

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Alberto Barbera rimarrà al timone della Mostra del Cinema di Venezia fino al 2026 in qualità di direttore artistico. Il consiglio di amministrazione dell’organizzazione madre del festival, la Biennale di Venezia – presieduta dal nuovo presidente Pietrangelo Buttafuoco – ha annunciato di aver approvato la nomina di Barbera a direttore artistico “per gli anni 2025 e 2026”.

La Biennale prolunga l’attuale mandato di Alberto Barbera, che scade dopo la prossima edizione del 2024, per altri due anni. Ciò non esclude la possibilità che Barbera possa successivamente ottenere un altro mandato a pieno titolo e restare in carica ancora più a lungo. “Con Alberto Barbera ho sentito un’intesa immediata”, ha detto Buttafuoco in una nota. “E ho grande rispetto per la competenza, la professionalità e la passione che ha dimostrato negli anni in cui ha diretto la Mostra del Cinema di Venezia, che hanno accresciuto il prestigio del festival cinematografico più antico del mondo. Sono estremamente felice che la Biennale continui su questa strada con lui”, ha poi sottolineato il titolare della Biennale.

Alberto Barbera, che è il direttore artistico più longevo del festival, è stato al timone del Lido consecutivamente dall’edizione del 2012 e in precedenza ha ricoperto la stessa posizione tra il 1998 e il 2001.

Sotto la sua guida, la Mostra del Cinema di Venezia si è trasformata nel trampolino di lancio più sistematicamente efficace per il circuito dei premi cinematografici internazionali. L’elenco dei film del festival autunnale che hanno raggiunto la cerchia dei premi negli ultimi anni include, più recentemente Povere Creature e, in ordine casuale, Gravity“, “Birdman“, “Spotlight”, “La La Land“, “La forma dell’acqua“, “Roma“, “Joker“, “Nomadland e Il potere del cane.

L’81a edizione della Mostra del Cinema di Venezia si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre.

I Dannati, trailer del film di Roberto Minervini presentato a Cannes 2024 in Un Certain Regard

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I Dannati è un film diretto da Roberto Minervini, anche autore del soggetto e della sceneggiatura. Il film verrà presentato nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2024.

Direttore della fotografia Carlos Alfonso Corral, montaggio Marie-Hélène Dozo, fonico di presa diretta Bernat Fortiana Chico, montaggio del suono Ingrid Simon, musiche originali Carlos Alfonso Corral, mix Thomas Gauder, colorist Natalia Raguseo, production designer Denise Ping Lee, line producer Francesca Vittoria Bennett Biliana Grozdanova. Prodotto da Paolo Benzi per Okta FilmDenise Ping Lee Roberto Minervini per Pulpa FilmPaolo Del Brocco per Rai Cinema, coprodotto da Alice Lemaire e Sébastian Andres per Michigan Films. Una produzione Okta Film e Pulpa Film con Rai Cinema in coproduzione con Michigan Films e VOO OBE BeTVShelter Prod, in associazione con Stregonia Moonduckling Films, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e AudiovisivoCentre du cinéma et de l’audiovisuel | Fédération Wallonie-BruxellesFondo Audiovisivo Friuli Venezia-Giulia, Film Commission Torino PiemonteTax shelter du Gouvernement féderal de BelgiqueTaxshelter.be e INGCavco – Federal tax credit program of CanadaSodec – Provincial tax credit program of Québec, in collaborazione con Kaibou Production. Distribuzione italiana: Lucky Red. Distribuzione internazionale: Les Films du Losange

I Dannati, la trama

Inverno 1862. Nel pieno della guerra di Secessione, una compagnia di volontari dell’esercito degli Stati Uniti viene inviata a presidiare le terre inesplorate dell’Ovest. La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del proprio viaggio verso la frontiera.

Dopo molti film nati in quello spazio ibrido che è il “documentario di creazione”, I Dannati rappresenta per me una sfida nuova: un film di finzione, storico, in costume, senza sacrificare il realismo, l’immediatezza e l’intimità dei miei lavori precedenti. Spero che I Dannati al Festival di Cannes possa essere una sorpresa come lo è stato per noi che lo abbiamo realizzato. (Roberto Minervini)

Roberto Minervini è nato a Fermo, nelle Marche. Vive e lavora negli Stati Uniti. I suoi film sono stati presentati e premiati nei maggiori festival internazionali. I Dannati è il suo sesto film.

Orlando Bloom ha cancellato Troy dalla sua mente: “Non volevo interpretare quel personaggio”

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Orlando Bloom ha un bel ricordo di film come “Pirati dei Caraibi e Il Signore degli Anelli“, ma l’epopea storica “Troy” di Wolfgang Petersen del 2004 è una storia diversa. Durante un’intervista per la serie di video “Know Their Lines” di Variety, Orlando Bloom non ha capito una delle battute pronunciate dal suo personaggio di “Troy“, Paride (pensava che dovesse essere tratta da “Le crociate – Kingdom of Heaven” o “Il Signore degli Anelli“) e ha ammesso di aver cancellato il film dalla sua mente.

Oh mio Dio, “Troy”. Wow… Credo di aver appena cancellato quel film dal mio cervello“, ha detto Orlando Bloom. “Molte persone amano quel film, ma per me interpretare quel personaggio è stato come [tagliare la gola]. Mi è permesso dire tutte queste cose? Non volevo fare quel film. Non volevo interpretare questo personaggio”.

Il film era fantastico. C’era Brad [Pitt]. C’erano Eric [Bana] e Peter O’Toole“, ha aggiunto Orlando Bloom. “Ma come faccio a interpretare questo personaggio? Era completamente contrario a tutto ciò che sentivo nel mio essere. A un certo punto si dice che Paris striscia sul pavimento dopo essere stato picchiato da qualcuno e tiene la gamba di suo fratello. Pensavo: “Non sarò in grado di farlo”. Uno dei miei agenti all’epoca mi disse: “Ma questo è il momento che lo renderà possibile!”. E io mi sono completamente innamorata di quella frase dell’agente. Credo sia per questo che l’ho cancellato dalla mia mente“.

Troy” è uscito nell’estate del 2004 e ha incassato quasi 500 milioni di dollari al botteghino mondiale. Liberamente basato sull’Iliade di Omero, il film si avvaleva di un cast molto ampio che comprendeva Bloom, Pitt, Bana, O’Toole, Diane Kruger, Brian Cox, Sean Bean, Brendan Gleeson e altri ancora. Il personaggio di Bloom, Paride, è il principe di Troia la cui relazione con la regina Elena (Kruger) scatena la guerra di Troia.

Lo scorso autunno, la Kruger è balzata agli onori della cronaca per aver dichiarato che la lavorazione di “Troy” è stata “esaltante, ma anche un circo. I set erano enormi, i paparazzi volavano in elicottero in attesa di Brad Pitt. È stato pazzesco! Quando il film è uscito, la stampa in Germania è stata molto, molto dura con me. Hanno trovato mio padre, che non vedevo da quando avevo 13 anni. Si sono inventati delle storie. È stato davvero duro“.

L’attore Orlando Bloom ha aggiunto che quando il film è stato presentato in anteprima a Cannes, si sentiva “molto insicuro e molto triste“. “Pensavo: “È così che sarà, per sempre? Non riesco a sopportarlo“. Brad vedeva che ero sconvolta“, ha aggiunto. È venuto in camera mia e mi ha detto: “Ho sentito delle cose e voglio che tu sappia che ora sei uno di noi. Non lasciare che ti facciano arrabbiare’. È stato incredibilmente gentile. Ha davvero cambiato molte cose per me“.

Troy è arrivato in un momento cruciale della carriera di Orlando Bloom, che era reduce dal mega successo della trilogia de “Il Signore degli Anelli” e aveva anche realizzato il primo blockbuster “Pirati dei Caraibi“.

Shonda Rhimes parla del futuro di Bridgerton

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Shonda Rhimes parla del futuro di Bridgerton

È risaputo che nella sua decennale carriera Shonda Rhimes – l’autrice di successi televisivi come “Grey’s Anatomy“, “Scandal” e “Bridgerton” – ha distrutto i dilaganti tropi razzisti del casting e, così facendo, ha cambiato il volto letterale della televisione, sia che si trattasse di far ruotare “Scandal” attorno all’antieroe Olivia Pope di Kerry Washington, sia che si trattasse di elevare Regé-Jean Page alle altezze di un duca nero nell’Inghilterra della Reggenza in “Bridgerton“.

Ciò di cui si parla meno è come Shonda Rhimes abbia cambiato il modo di parlare della gente. Qualsiasi genitore di un adolescente che abbia sentito l’uso derisorio di “pick me” da Meredith “Pick me! Scegli me! Amami!” di Meredith nella seconda stagione di “Grey’s Anatomy” – usato per descrivere, secondo l’Urban Dictionary, “una donna che è disposta a fare qualsiasi cosa per l’approvazione maschile” – può dirvi del potere duraturo della Shonda Rhimes. Soprattutto perché quell’orazione è stata pronunciata nel 2005 e ha trovato nuova vita su TikTok.

Il potere virale di Shonda Rhimes e della sua società Shondaland è aumentato da quando, nel 2017, ha concluso un accordo globale con Netflix, che ha lanciato l’universo di “Bridgerton” ambientato in Inghilterra (che comprende due stagioni complete e l’imminente terza stagione, che debutterà su Netflix il 16 maggio e il 13 giugno), il prequel “Queen Charlotte” dell’anno scorso, nonché una linea di prodotti di consumo che comprende servizi da tè, specchi ornati, trucchi e persino abiti da sposa. Nonostante il tempo necessario per la realizzazione di ogni stagione di “Bridgerton” (la terza stagione debutterà più di due anni dopo la seconda), Shonda Rhimese la sua partner di lunga data nella produzione, Betsy Beers, si sono impegnate a portare sullo schermo tutti gli otto romanzi di Julia Quinn. “Sarò una nonnina che si mangia il cibo“, dice la Beers a proposito di quanto tempo ci vorrà, “ma vogliamo assicurarci che ci sia ‘Bridgerton’ per tutti noi che lo amiamo“.

Cosa ha detto Shonda Rhimes su Brigerton

Shonda Rhimes interrogata su una potenziale seconda stagione di Queen Charlotte ha ammesso: “Mi sembra di avere una conversazione con Netflix! Mi fanno sempre questa domanda! Sto ancora cercando di capirlo. Non voglio raccontare una storia che non ha bisogno di essere raccontata, capite cosa intendo? Non voglio fare una seconda stagione di “Queen Charlotte”, e voi direte: “Beh, non è stato così bello“.

In marito al suo futuro nella televisione la produttrice e scrittrice ha rivelato: È un paesaggio completamente diverso, un paesaggio completamente diverso. E mi sembra che quando guardo avanti, non ne ho idea. Mi è molto chiaro che i miei figli vogliono guardare solo cose così lunghe, grazie a YouTube o a qualsiasi altra cosa. [Sedersi e guardare un film è molto raro per loro. Non è più come per noi. Tutto sta cambiando. Penso che la narrazione ci sarà sempre, solo che non so quale forma assumerà.

Ho lasciato Los Angeles, il che aiuta molto, perché non si può essere sempre in ufficio se non si è nello stesso stato, giusto? Vivo a metà strada tra Los Angeles e Londra, il che rende le cose più facili. Quindi, sì, è stato meglio. Ho molto più tempo creativo per scrivere e pensare.

Cosa ha detto Shonda Rhimes in merito al lavoro con Netflix?

Durante l’intervista con Variety alla creatrice è stato chiesto cosa comportasse lavorare con il colosso dello streaming Netflix. La domanda le ha provocato grosse risate ha rivelato: Sto ridendo perché dovrei letteralmente lavorare su un documento “Cos’è uno show di Shondaland per Netflix?” per il mio staff!

Sì. Mi chiedo: “Se sapessi la risposta…”. Ci sto letteralmente pensando in questo momento. Quello che mi piace di Netflix è che non c’è un solo show. So che ci piace raccontare storie che siano legate alla realtà. Possiamo essere nell’Inghilterra della Reggenza, ma deve comunque avere un senso nella realtà dell’essere donna. Possiamo fare della fantascienza, ma deve avere un fondamento nella realtà del XXI secolo. Ma non ci pongo limiti; non credo proprio che ci sia una sola cosa da fare. E Netflix non ci ha ancora disturbato, il che è positivo.

Alla domanda “Senti che Netflix è un punto di arrivo per te?” ha risposto  Cosa intendi per fine corsa? Non morirò lì! Ecco la cosa interessante: Non mi sto preoccupando del futuro, il che è un ottimo segno, perché sono molto felice. Stiamo realizzando i progetti che vogliamo realizzare e abbiamo il controllo creativo che volevamo avere. Finché sarò felice lì, ci resterò.

Parthenope: il poster del film di Paolo Sorrentino

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Parthenope: il poster del film di Paolo Sorrentino

Ecco il poster di Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino che concorrerà in Concorso a Cannes 2024. Ecco la suggestiva immagine:

Nel cast, in ordine alfabetico, Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli Alfonso Santagata.

Il film, girato tra Napoli e Capri, è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Un film Fremantle prodotto da The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, e Pathé in associazione con Numero 10, in associazione con PiperFilm e Saint Laurent. I produttori sono Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società di Fremantle; Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathé. Douglas Urbanski è il produttore esecutivo.

Il direttore della fotografia è Daria D’antonio, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni.

Pathé cura le vendite internazionali del film e lo distribuirà anche in Francia e Svizzera. A24 distribuirà il film in Nord America.

Baby Reindeer: la vera Martha nega le accuse di stalking a Piers Morgan

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La donna ritenuta ispiratrice del megahit di Netflix Baby Reindeer di Richard Gadd ha negato di essere una stalker. Fiona Harvey, che si dice abbia ispirato il personaggio di Martha, la stalker di Gadd, è apparsa al talk show di Piers Morgan su YouTube “Piers Morgan Uncensored” in un’intervista preregistrata giovedì sera, ora del Regno Unito, in cui ha detto a Morgan che sta intraprendendo un’azione legale sia contro Netflix che contro Richard Gadd e che la verità verrà fuori durante il processo legale.

Non gli ho scritto io le e-mail“, ha detto a Morgan, negando di aver inviato oltre 41.000 e-mail e 100 lettere a Gadd mentre lo perseguitava. Alla domanda di Morgan su chi avesse inviato le e-mail a Gadd, Harvey ha risposto: “Penso che probabilmente le abbia inventate lui stesso, non ne ho idea“.

Ha anche descritto la situazione come “oscena” e “orrenda“, anche se ha detto di non aver guardato il programma, ma di averne sentito parlare dai suoi amici e da alcuni giornalisti che l’hanno avvicinata. “È un’opera di finzione, un’opera di iperbole“, ha detto Fiona Harvey durante lo speciale di un’ora, che ha attirato oltre 500.000 spettatori sul canale di Morgan quando è stato trasmesso per la prima volta.

Fiona Harvey ha ammesso di conoscere Richard Gadd, avendolo incontrato nel famigerato pub Hawley Arms di Camden (noto soprattutto per essere il pub preferito di Amy Winehouse), dove Harvey dice di aver ordinato una limonata invece della Diet Coke che Martha chiede nello show.

Ha anche ammesso di aver soprannominato Richard Gaddbaby renna“, che secondo lei è diventato uno “scherzo” ricorrente dopo che lui si è “rasato la testa“, e che una volta lui le ha fatto una proposta offrendosi di “appendere le sue tende“, una scena che viene rappresentata quasi alla lettera nello show.

Sebbene Fiona Harvey abbia ripetutamente negato di aver inviato a Richard Gadd decine di migliaia di e-mail (“Quanto tempo ci vorrebbe per scriverle?“, ha chiesto), a un certo punto ha ammesso: “Credo che ci siano state un paio di e-mail“.

Baby Reindeer, lanciata su Netflix il mese scorso e salita rapidamente in cima alla lista degli show più popolari dello streamer, è una serie limitata di Clerkenwell Films. Si basa su uno spettacolo dal vivo di Richard Gadd in cui racconta la storia vera dei suoi tentativi di passare da barman a comico, compreso il modo in cui ha finito per essere perseguitato per sei mesi da un cliente ed è stato aggredito sessualmente da un uomo dell’industria dello spettacolo che sperava gli facesse da mentore.

Richard Gadd ha affermato di aver cambiato abbastanza dettagli sulla sua stalker, chiamata Martha nella serie e interpretata da Jessica Gunning, per assicurarsi che non venisse riconosciuta, ma i fan hanno subito iniziato a setacciare Internet e hanno identificato una donna di nome Fiona Harvey come possibile candidata.

Nella serie Martha è ritratta come una fantasista scozzese che sostiene di essere un avvocato di alto livello con impressionanti contatti politici, ma nella vita reale era una figura pietosa con una condanna per stalking. Nel corso di sei mesi invia al personaggio di Gadd, Donny, migliaia di e-mail, prende di mira i suoi genitori e aggredisce la sua ragazza.

Fiona Harvey, che è scozzese e ha studiato legge, avrebbe ricevuto un ammonimento dalla polizia per stalking. Harvey ha detto a Morgan durante l’intervista: “Anche se la storia delle e-mail fosse vera, il resto non lo è“, aggiungendo che non ha mai distrutto un bar né è mai stata condannata per stalking, come fa Martha nello show.

Ha detto di aver capito per la prima volta di essere al centro del lavoro di Richard Gadd quando ha visto una pubblicità del suo spettacolo al Festival di Edimburgo (su cui si basa “Baby Reindeer“) in cui lui reggeva un articolo di giornale su un precedente episodio di stalking in cui Harvey sarebbe stato coinvolto e lei ha visto il nome dello spettacolo.

Morgan ha sottolineato che, dato che Fiona Harvey era stato identificato quasi subito dopo l’uscita dello show su Netflix, il dovere di diligenza dello streamer e di Richard Gadd nei confronti di Harvey era stato “un fallimento spettacolare”.

Sebastian Stan e Lily James protagonisti dell’horror Let the Evil Go West

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Sebastian Stan e Lily James torneranno a collaborare per recitare nel prossimo thriller horror psicologico Let the Evil Go West. La coppia, che di recente ha recitato insieme nella serie Pam & Tommy di Hulu, sarà protagonista del prossimo film del regista Christian Tafdrup (Speak No Evil).

Il film seguirà “un operaio delle ferrovie che si imbatte in una fortuna in circostanze profondamente inquietanti. Mentre visioni e manifestazioni terrificanti lo spingono verso la follia, sua moglie si convince che una presenza maligna si è attaccata alla loro famiglia“.

Sebastian Stan e Lily James hanno avuto anni importanti

Sebastian Stan sarà il prossimo protagonista del film drammatico di A24A Different Man” e interpreterà Donald Trump insieme a Jeremy Strong nel film biografico di prossima uscita “The Apprentice“.

Lily James sarà la prossima protagonista di Greedy People, accanto a Joseph Gordon-Levitt, che debutterà a maggio. Recentemente ha recitato in The Iron Claw di A24 e nel film drammatico italiano Finalmente l’alba.

Tafdrup dirigerà il progetto da una sceneggiatura scritta da Xc Vs. Let the Evil Go West sarà prodotto da Tim e Trevor White con la loro Star Thrower Entertainment, mentre Mark Fasano e Nathan Klingher produrranno per Gramercy Park Media.

Alice Rohrwacher al BFF42: “La fiaba è il passo indietro sul reale”

Nella prima giornata del 42° Bellaria Film Festival si è tenuta la masterclass “Vedere l’invisibile”, tenuta dalla regista Alice Rohrwacher, riconosciuta poi anche con il premio Filmidee per il suo film La chimera (qui la recensione), presentato alla scorsa edizione del Festival di Cannes e reduce dalle 13 nomination ai David di Donatello. Successivamente alla masterclass, la regista si è fermata a parlare con la stampa, approfondendo alcuni aspetti della sua poetica e del ruolo della fiaba nel suo cinema, ma anche di giovani, di pubblico e di ciò che occorre per fare un buon film.

“Spesso quando pensiamo alla parola fiaba, – esordisce Rohrwacher – abbiamo una specie di pregiudizio, come si parlasse di un altrove. Invece ogni fiaba nasce da un’attenta osservazione del reale. La fiaba è il passo indietro sul reale, ovvero la capacità di guardare il racconto di un personaggio che non è solo un individuo, ma è l’eroe della fiaba. Permette dunque di non farti acchiappare soltanto dalle vicissitudini del singolo ma di vedere in esse il destino di una collettività”.

“Se io metto nei miei film delle tematiche, come l’ambiente, lo faccio come cittadina, non come regista. Lo faccio perché ho gli occhi aperti e vedo quello che accade intorno a me e non posso far finta di niente. Non posso mettermi a raccontare una storia senza coinvolgere il mondo che mi sta attorno dentro quella storia. Ecco, secondo me la cosa più bella che può succedere è quando fai un film e dici non l’ho fatto io, nel senso che è oltre me.

La guerra degli autori

La regista approfondisce poi il discorso affermando che: “Credo che per troppo tempo si sia cercato di soffiare sul fuoco dell’autorialità, per separare i registi, per fargli pensare che è una guerra uno contro uno. Questa roba ha proprio stufato, penso che possiamo andare oltre e spegnere questo incendio. È chiaro che ho bisogno di fare dei film col mio nome perché magari riesco a mettere insieme un’economia grazie al fatto che sono un’autrice, però poi mi interessa quello che c’è dopo il film”.

“Io trovo che oggi che ci sia molta più vicinanza tra gli autori. Pietro Marcello ha scritto il soggetto de La Chimera con me, Jonas Carpignano è la prima persona a cui mando tutto quello che scrivo per sapere che cosa ne pensa. Con Francesco Munzi ci sentiamo spessissimo. C’è una generazione che mi sembra vada oltre la guerra degli autori. Ma che importa, dico io? Stiamo parlando del destino di uno o del destino di molti? Stiamo parlando di qualcosa che ha un impatto sulla società o è solo un modo per non pagare lo psicologo e raccontare il proprio dramma interiore attraverso un film? No, stiamo parlando di qualcosa che va oltre”.

Per quanto riguarda me, – conclude la Rohrwacher – con i miei film faccio film che vanno contro le etichette. Ad esempio sono curiosa di sapere quando La chimera verrà proposto su una piattaforma come lo collocheranno, perché è un po’ un dramma, un po’ una commedia, un po’ un’avventura, un po’ per famiglie, un po’ per adulti… questo per far capire che la vita è un’esperienza molto più complessa, che non si può classificare. Io penso ci siano film morti e film vivi, forse è questa l’unica classificazione che si può fare”.

La Chimera film 2023
Josh O’Connor e Alice Rohrwacher sul set di La chimera. © 01 Distribution.

Sul futuro dei giovani e il ruolo del pubblico

La masterclass tenuta dalla Rohrwacher ha visto una forte prevalenza di giovani tra il pubblico e proprio pensando a loro la regista afferma che: “Siamo alla fine di qualcosa, di un’epoca, di una civiltà. Ci sono così tante cose che hanno perso significato. I giovani, ad esempio, sono in pericolo perché prede di un sistema economico che li vuole colonizzare. Sono terre su cui tutti hanno messo gli occhi. Ma nonostante la loro fragilità sono anche più liberi di quello che si crede e quindi io sono proprio curiosa di vedere cosa faranno”.

“Certo, durante la pandemia hanno visto ridursi i loro scambi. Ma ora vedo in loro un’apertura diversa, una necessità diversa! Un po’ come quando mangi un cibo che ti fa male e ad un certo punto lo guardi e non lo vuoi più, ne sei esausto. La cosa bella è che le cose brutte dopo un po’ si esauriscono, lo spirito di sopravvivenza è più forte. Io cerco di dare un messaggio di speranza ma come dice Gramsci: “il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”. Parlo con la mia volontà, che è positiva. La ragione però è pessimista perché penso a chi in questo momento tiene le redini dei desideri e dei bisogni della società”.

Proprio parlando di società, la Rohrwacher rivolge un pensiero anche al pubblico cinematografico, dichiarando che: “Io soffro dell’idea che si rimprovera sempre il pubblico se i cinema sono vuoti, si rimproverà il cittadino se c’è la crisi ecologica, si rimproverà il contadino se le campagne sono abbandonate. Ma quelli che comandano non si rimproverano mai? Non hanno nessuna responsabilità? Non si va al cinema perché il cinema non è stato considerato importante all’interno di una società e con questa idea ci si cresce”.

“Ci vuole innanzitutto la necessità di riconsiderare l’intelligenza del pubblico e di considerare tutti come pubblico. Da qui si sviluppa anchel a pochezza immaginativa della distribuzione, – afferma la regista – che si basa su una idea di pubblico vecchia. La Chimera, ad esempio, è stato considerato over 65 nella strategia e non era neanche stato inserito tra i film candidabili per il David Giovani, appunto perché giudicato come ‘un film da vecchi’”.

In conclusione, rispondendo alla domanda su cosa occorra per fare un buon film, Alice Rohrwacher non ha dubbi: “Per fare un buon film bisogna nutrirsi bene. Il film fa parte, secondo me, della categoria nutrimenti, per l’occhio e per l’anima e va di pari passo ad un buon nutrimento del corpo. Una società che mangia male, nel senso che perde il contatto con la materia prima, che non sa da dove viene, inevitabilmente vivrà male”.

Orphan Black: Echoes, trailer mostra Krysten Ritter che incontra il suo clone più giovane

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AMC+ ha rilasciato un nuovo trailer di Orphan Black: Echoes per il suo prossimo thriller fantascientifico spin-off di Orphan Black, guidato dalla star di Jessica Jones Krysten Ritter.

Il video mostra il personaggio di Krysten Ritter che inizia a mettere in discussione la sua vita e la sua identità, dopo aver scoperto che qualcuno vuole ucciderla. Nella sua ricerca di risposte, incontra inaspettatamente la versione adolescente di se stessa. La serie debutterà negli USA il 23 giugno 2024 su AMC, AMC+ e BBC America.

Ambientato in un futuro prossimo, lo spin-off fa un tuffo profondo nell’esplorazione della manipolazione scientifica dell’esistenza umana“, si legge nella sinossi. “Segue un gruppo di donne che si intrecciano nelle rispettive vite e intraprendono un viaggio emozionante, svelando il mistero della loro identità e scoprendo una storia straziante di amore e tradimento“.

Chi c’è nel cast di Orphan Black: Echoes?

Orphan Black: Echoes ha come protagonisti Ritter nel ruolo di Lucy, una donna con una storia d’origine inimmaginabile; Keeley Hawes nel ruolo di una scienziata perspicace ma sensibile che si trova in contrasto con il proprio codice morale; Amanda Fix nel ruolo di Jules, un’adolescente salata che cerca di trovare se stessa; Avan Jogia nel ruolo del fidanzato di Lucy, Jack, un ex medico dell’esercito dalla voce dolce e padre single; Rya Kihlstedt nel ruolo della brillante neuroscienziata Eleanor; James Hiroyuki Liao (Barry) nel ruolo del miliardario che si è fatto da solo Darros; e Reed Diamond (Better Call Saul) nel ruolo del capo della sicurezza Tom.

La serie di 10 episodi è creata, scritta e prodotta esecutivamente dalla showrunner Anna Fishko (Pieces of Her, The Society). È diretta e prodotta esecutivamente dal co-creatore della serie originale John Fawcett. I produttori esecutivi sono David Fortier, Ivan Schneeberg, Nick Nantell, Kerry Appleyard e Katie O’Connell Marsh.

Adagio in streaming su NOW e in tv su SKY CINEMA

Adagio in streaming su NOW e in tv su SKY CINEMA

Arriva in prima TV su Sky il nuovo film di Stefano Sollima Adagio, in onda lunedì 13 maggio alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema Suspense), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Presentato in concorso all’80. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e vincitore del David di Donatello 2024 per il Miglior Compositore consegnato ai Subsonica, Adagio (recensione) di Stefano Sollima è una crime story ambientata a Roma con un cast straordinario capitanato da Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini, e con Gianmarco Franchini, Francesco Di Leva, Lorenzo Adorni e Silvia Salvatori. Soggetto e sceneggiatura sono firmati da Stefano Bises e Stefano Sollima. Il film è una produzione The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution, società del gruppo Sky e Alterego.

La trama di Adagio

Manuel, un ragazzo di sedici anni, cerca di godersi la vita come può, mentre si prende cura dell’anziano padre. Vittima di un ricatto, va a una festa per scattare alcune foto a un misterioso individuo ma, sentendosi raggirato, decide di scappare. Si ritrova così inseguito dai ricattatori che si rivelano essere estremamente pericolosi e determinati a eliminare quello che ritengono uno scomodo testimone. Manuel capisce di essere invischiato in qualcosa che è più grande di lui e sarà costretto a chiedere protezione a due ex-criminali, vecchie conoscenze del padre.

Tornando a Est: al via le riprese del sequel di Est – Dittatura Last Minute

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La casa di produzione Stradedellest è lieta di annunciare l’avvio delle riprese di Tornando a Est, sequel del fortunato Est – Dittatura Last Minute, il road-movie tratto da una storia vera che fin dall’esordio a Venezia nel 2020 aveva conquistato il plauso della critica e l’interesse internazionale, ottenendo numerosi riconoscimenti in Italia e nel mondo e ottimi risultati di box-office.

Squadra che vince non si cambia: anche Tornando a Est è scritto e diretto da Antonio Pisu che torna a dirigere il trio originale – Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantininei panni di Rice, Pago e Bibi. Nel nuovo cast figurano anche Cesare Bocci, Caterina Gabanella e Pier Paolo De Mejo. Il film è prodotto da Stradedellest Produzioni – i cui soci fondatori Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi sono gli autori e protagonisti della storia originale – in associazione con Victoria Cinema di Modena e Davide Pedrazzini e con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

Tornando a Est è ancora una volta un road-movie che si svolge 2 anni dopo gli eventi del primo film, nel 1991, quando il muro di Berlino è ormai crollato ma le tensioni internazionali continuano ad esistere. I tre amici di Cesena intraprenderanno un nuovo viaggio, questa volta in Bulgaria, dove per una serie di strane circostanze verranno scambiate per spie internazionali. Coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena che permetterà al pubblico di scoprire un passato recente ancora poco conosciuto in un paese altrettanto poco noto.

Tornando a Est, la trama

A due anni dalla caduta del muro di Berlino, Pago, Rice e Bibi sono tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima: Pago continua il suo lavoro di guida turistica trascorrendo gran parte del suo tempo nella Repubblica di San Marino; Rice lavora presso una piccola banca mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya che non ha mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro. Incoraggiato dagli amici, parte insieme a loro per un viaggio verso Sofia con l’intento di conoscere finalmente la ragazza, ma giunti nella capitale bulgara verranno scambiati per spie internazionali pedinati persino dai servizi segreti italiani: coinvolti nuovamente in una serie di sfortunate coincidenze vivranno ancora una volta un viaggio ricco di incontri, emozioni e colpi di scena.

STRADEDELLEST Produzioni srl, è una società di Cesena costituita nel 2018 per produrre il primo lungometraggio dal titolo EST – dittatura last minute, diretto da Antonio Pisu e la cui sceneggiatura è tratta dal romanzo scritto dai soci fondatori Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi dal titolo “Addio Ceausescu” Al suo attivo ha inoltre diverse collaborazioni e produzioni di documentari. Tornando a Est e’ il secondo lungometraggio realizzato.

Star Wars: Skeleton Crew, Jon Watts condivide nuovi dettagli sulla serie tv di Star Wars

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Star Wars: Skeleton Crew è probabilmente uno dei progetti di Star Wars più intriganti in arrivo, con pochissime informazioni su come la serie si inserirà nella più ampia Galassia lontana, lontana (non abbiamo saputo quasi nulla da quando i partecipanti alla Star Wars Celebration sono stati trattati con un breve sneak peek lo scorso aprile).

Quello che sappiamo è che la serie Disney+ è incentrata su un gruppo di ragazzi che si perdono nello spazio, con Jude Law nel ruolo principale di un misterioso Jedi. Con un’ambientazione confermata dopo Il Ritorno dello Jedi, prevediamo anche che si leghi in qualche modo a The Mandalorian e Ahsoka.

Collider ha recentemente parlato con il regista e produttore esecutivo Jon Watts e ha appreso che Star Wars: Skeleton Crew sarà lanciato durante le festività natalizie. Ciò significa presumibilmente un lancio a dicembre.

Il regista ha anche condiviso una nuova descrizione della serie. “Parla di un gruppo di ragazzi che trovano un misterioso segreto sul loro pianeta e si perdono accidentalmente nella galassia, ed è la storia di loro che cercano di ritrovare la strada di casa“.

Non è necessario avere una conoscenza pregressa di Star Wars per apprezzarlo. Ma se lo sapete, potrete apprezzarlo a molti livelli“, ha aggiunto Watts, suggerendo che la serie sarà relativamente indipendente.

In un’altra parte dell’intervista, Watts ha rivelato come Star Wars: Skeleton Crew fonderà le moderne tecniche di regia con la magia cinematografica che ha reso così speciali i film originali di Star Wars. Considerando che il regista della trilogia di Spider-Man è cresciuto con la trilogia originale, questo non dovrebbe sorprendere.

Nel mio ultimo spettacolo su Star Wars ho potuto usare tutte le cose più belle. Abbiamo avuto il pre-viz, il MOCAP, abbiamo girato sul volume, abbiamo fatto tutto. Ma la parte più divertente è che abbiamo usato anche tutte le tecniche della vecchia scuola“, ha spiegato.

Abbiamo chiesto a Phil Tippett di fare lo stop-motion. Abbiamo realizzato dei dipinti opachi, come dei veri e propri dipinti opachi vecchio stile“. “Abbiamo fatto uscire dalla pensione un pittore della ILM per farlo. Quindi, per me, tutte queste cose sono divertenti, ma sono solo un altro strumento e dipende da come lo si usa“.

Di cosa parla Star Wars: Skeleton Crew ?

Come abbiamo riportato ad aprile dopo aver appreso dell’anteprima a Londra, tutto inizia in una scuola e seguiamo un paio di ragazzi dello show mentre guidano uno speeder attraverso la foresta. Desiderano avventure fuori dalla classe e, quando i loro genitori tornano a casa una notte, se ne vanno. Una delle ragazze indossa una visiera che riporta alla memoria un certo altro franchise con la parola “Star” nel titolo, e sono stati riportati anche visto molti flash di loro mentre esploravano insieme la Galassia.  Il cattivo mandaloriano Vane fa una fugace apparizione e sembra che i pirati siano quelli che minacciano questo gruppo di ragazzi. I ragazzi sono decisamente al di sopra delle loro capacità e alla fine si ritrovano dietro le sbarre. Fortunatamente, una chiave fluttua verso la porta e uno esclama: “È uno Jedi!” Il Jedi in questione si toglie il cappuccio e, sì, si rivela essere il personaggio senza nome di Jude Law.

Tutto quello che sappiamo su Star Wars: Skeleton Crew

Lo spin-off di “Star Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione: “Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la stessa di “The Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm, la serie viene descritta come una versione galattica dei classici film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”

Star Wars: Skeleton Crew vanta un talentuoso team di registi, tra cui i registi premio Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert, il duo dietro Everything Everywhere All at Once, e il regista di The Green Knight David Lowery. Watts e Ford saranno i produttori esecutivi di Star Wars: Skeleton Crew insieme a Jon Favreau e Dave Filoni, due delle menti di Star Wars dietro The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka.

Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, ecco il “divertente” trailer onesto

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Sapevamo che era solo questione di tempo, e Screen Junkies ha rilasciato un “Honest Trailer” per il secondo film della saga sci-fi di Zack Snyder ispirata a Star Wars, Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice, ovvero “Harvest Moon 2: Pain and Grain“.

I ragazzi non hanno dovuto faticare molto per trovare cose da prendere in giro (sì, le scene di raccolta del grano al rallentatore sono le più criticate), ma questo si rivela comunque uno degli Honest Trailer più divertenti che abbiamo visto da un po’ di tempo a questa parte.

C’è anche un accenno al “ripristino dello SnyderVerse“, ma come spesso accade, le risate più grandi vengono probabilmente dal cambio di nome dei personaggi (“Phone-In the Barbarian“) proprio alla fine. Date un’occhiata al trailer onesto di Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice qui sotto.

Cosa ne sarà in futuro di Rebel Moon?

Nonostante siano stati criticati dalla critica, i film di Rebel Moon hanno attirato molti spettatori e hanno ottenuto ottimi risultati per Netflix, il che significa che molto probabilmente vedremo dei sequel. Snyder ha già confermato di avere in programma ben sei film in tutto.

Quattro o sei film, dipende… Credo che la questione sia se ogni volta che facciamo uno di questi film ne facciamo due“, ha detto Snyder al Radio Times in una recente intervista. “Ne stavamo parlando l’altro giorno e mi chiedevo se il pubblico sarebbe rimasto deluso se avesse avuto un solo film da Luna Ribelle? Direbbero: ‘Oh, è uno solo adesso? Fantastico‘”.

Spider-Man 4: James Wan alla regia e Black Cat nel cast?

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Spider-Man 4: James Wan alla regia e Black Cat nel cast?

Mentre la Sony Pictures e i Marvel Studios continuano la ricerca di un regista che sostituisca Jon Watts in Spider-Man 4, un nuovo rumor sostiene che entrambi gli studios potrebbero essere d’accordo su un regista che prenda il timone dell’attesissimo sequel di No Way Home.

Secondo MyTimeToShineHello, James Wan è uno dei registi in lizza per dirigere il film. Non è chiaro se questo significhi che abbia effettivamente discusso di salire a bordo del progetto. Wan ha già diretto film come The Conjuring, Malignant, Insidious ed entrambi i film di Aquaman per la Warner Bros. Lo scooper sostiene inoltre che Felicia Hardy, alias Black Cat  (Gatta Nera), farà il suo debutto nel film.

Felicity Jones ha interpretato Hardy nei film di The Amazing Spider-Man, ma non ha mai vestito i panni del suo alter ego in costume. Anne Hathaway – che ha interpretato Catwoman in The Dark Knight Rises – era pronta a debuttare nei panni di una versione precedente del personaggio nel quarto film di Sam Raimi sull’Uomo Ragno, prima che venisse staccata la spina.

A parte le indiscrezioni, sappiamo ancora molto poco su come si sta delineando Spider-Man 4. Si ritiene che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, abbiano avuto delle divergenze per quanto riguarda la trama generale, con quest’ultimo che spera di ridimensionare gli elementi del Multiverso per una storia più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Tom Holland tornerà ovviamente a vestire i panni di Spidey nel MCU insieme a Zendaya nel ruolo di MJ, ma si ritiene che l’attore sia “sempre più diffidente” nei confronti dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno dei due prossimi film degli Avengers.

Abbiamo i migliori del settore che lavorano per qualsiasi storia“, ha dichiarato Tom Holland in una recente intervista. “Ma finché non l’avremo risolta, abbiamo un’eredità da proteggere”, ha spiegato Holland. “Il terzo film è stato così speciale per tanti aspetti che dobbiamo essere sicuri di fare la cosa giusta“.

Gli sceneggiatori di Spider- Man: No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno attualmente lavorando alla sceneggiatura, ma non sappiamo ancora quali dei temibili nemici di Wall-Crawler causeranno problemi a Peter e co. La maggior parte dei principali cattivi di Spidey sono già stati utilizzati nei film precedenti (Green Goblin, Doctor Octopus, ecc.), ma un recente rumor ha affermato che il sequel, ancora senza titolo, presenterà un cattivo che non abbiamo ancora visto in live-action.

X-MEN ’97: lo showrunner parla di quel finale, del destino di [SPOILER] e di un colpo agli X-MEN di Bryan Singer

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Proprio quando pensavamo che X-Men ’97 non avrebbe potuto sconvolgerci di nuovo, il capitolo centrale del finale in tre parti “La tolleranza è l’estinzione” ci ha consegnato uno dei cliffhanger più sbalorditivi della serie.

Potete leggere il nostro riassunto completo qui, ma in un confronto esplosivo sull’Asteroide M, Magneto ha strappato l’adamantio dallo scheletro di Wolverine, un momento che, anche se probabilmente familiare ai fan dei fumetti, promette di essere una svolta per Logan nella seconda stagione.

L’ex showrunner di X-Men ’97 Beau DeMayo è intervenuto su X (via Toonado.com) per condividere alcune informazioni sull’episodio, a partire dalla battaglia tra Wolverine e il Maestro del Magnetismo…

DeMayo ha anche chiarito perché Ciclope ha impedito al Professor X di prendere il controllo di Magneto, spiegando che doveva evitare che le Prime Sentinelle venissero riattivate quando Jean Grey si trovava già in una situazione pericolosa per combattere contro il Cable controllato da Mister Sinister. Per quanto riguarda la possibilità che Jean sia uscita viva da quella battaglia, DeMayo non ha voluto svelare nulla, lasciando intendere un’altra possibile morte per l’ex Fenice.

Infine, ha commentato l’attacco ai costumi di pelle nera del franchise degli X-Men in live-action. Abbiamo sentito per la prima volta questa battuta in uno dei trailer di X-Men ’97 e sembra che DeMayo non abbia resistito alla tentazione di prendere di mira i film di Bryan Singer sugli X-Men (nonostante abbia dichiarato di esserne un fan).

X-Men ’97 rivisita l’era iconica degli anni ’90: gli X-Men, un gruppo di mutanti che usa i propri doni straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, sono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato. Nove episodi di X-Men ’97 sono ora disponibili in streaming su Disney+ e il finale è previsto per mercoledì prossimo.

Captain America: in sviluppo una nuova serie con Captain America e ruoli per Liam Neeson e Donald Glover

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Da un po’ di tempo si vocifera che i Marvel Studios abbiano grandi progetti per il Capitan America di Chris Evans nel MCU. Abbiamo già sentito parlare di un cameo della Torcia Umana in Deadpool & Wolverine (per non parlare dell’atteso ritorno dell’attore come Steve Rogers in Avengers: Secret Wars), ma che ne dite di una serie televisiva?

Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, è in fase di sviluppo una serie limitata per Disney+ che ruoterà attorno a Capitan America che riporta le Pietre dell’Infinito al loro giusto posto nel tempo dopo gli eventi di Avengers: Endgame.

Si tratta di una storia che i fan dicono di voler vedere da tempo e uno show del genere sarebbe un buon modo per far sì che l’offerta di streaming dei Marvel Studios torni a essere un evento televisivo imperdibile (come è successo quando WandaVision e The Falcon and The Winter Soldier sono stati lanciati nel 2021).

Abbiamo già sentito parlare di possibili piani per questo show televisivo, quindi speriamo che finalmente si vada avanti. Se i rapporti che abbiamo letto in passato sono attendibili, potrebbe anche essere il misterioso progetto Marvel prodotto da Scarlett Johansson.

Ma questa non è l’unica indiscrezione che abbiamo da condividere oggi: secondo quanto riferito, l’icona di Taken e Star Wars: La minaccia fantasma, Liam Neeson, si sarebbe unito al MCU in un ruolo misterioso.

Comprensibilmente, si è già speculato sul fatto che sia stato scritturato per interpretare il Dottor Destino o Galactus nei Fantastici Quattro, ma al momento non è stato ufficializzato nulla, compreso il casting di Neeson. Per quanto ne sappiamo, sarà lui a dare la voce a H.E.R.B.I.E. con il suo caratteristico umorismo senza peli sulla lingua!

Anche Donald Glover, che ha interpretato Aaron Davis in Spider-Man: Homecoming, è in attesa di un ritorno nel MCU. Tuttavia, piuttosto che interpretare Prowler, sembra che Kevin Feige sia desideroso di arruolare le capacità dell’attore come scrittore.

Janelle Monàe, nota soprattutto per il suo lavoro in Glass Onion: A Knives Out Mystery e Moonlight, è anch’essa nel mirino dei Marvel Studios, anche se per un ruolo da attrice. Vedremo cosa succederà.

Lo scorso novembre, Chris Evans è stato interrogato sulle voci che lo vorrebbero in procinto di interpretare Capitan America e ha risposto: “Sai, anch’io vedo sempre queste notizie, e per me è una novità“. “Penso che ogni due mesi qualcuno dica che stanno per prendere Downey, e [Chris] Hemsworth, e Scarlett [Johansson], e tutti stanno tornando!”. E ha aggiunto: “Nessuno me ne ha parlato. E guardate, non direi mai, ma sono molto protettivo. È un ruolo molto prezioso per me, quindi dovrebbe essere giusto“.

Disney e Warner Bros. Discovery uniscono le forze per un nuovo pacchetto di streaming

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Due dei più grandi studios del mondo si stanno unendo nel tentativo di ottenere il massimo profitto dalle rispettive piattaforme direct-to-consumer. Disney e Warner Bros. Discovery lanceranno quest’estate un nuovo pacchetto di streaming che combinerà i servizi di streaming Disney+, Hulu e Max. I prezzi specifici sono ancora da definire, ma il bundle sarà disponibile sia in versione ad-free che ad-supported.

Dopo il grande successo del lancio di Hulu su Disney+, questo nuovo bundle con Max offrirà agli abbonati una scelta e un valore ancora maggiori“, ha dichiarato Joe Earley, presidente del settore direct to consumer di Disney Entertainment. “Questa nuova incredibile partnership mette gli abbonati al primo posto, offrendo loro l’accesso a film di grande successo, a film originali e a tre enormi librerie con i migliori marchi e il miglior intrattenimento oggi disponibile in streaming”.

Questa nuova offerta offre ai consumatori la più grande collezione di intrattenimento per il miglior valore nello streaming e contribuirà a incrementare gli abbonati e a rafforzare la fidelizzazione“, ha aggiunto JB Perrette, CEO e presidente dello streaming globale e dei giochi di Warner Bros Discovery. “L’offerta di questo valore di intrattenimento senza precedenti per i fan attraverso tutti i generi complementari che questi tre servizi offrono, presenta una nuova e potente tabella di marcia per il futuro del settore“.

Il servizio includerà contenuti di ABC, CNN, Discovery, Disney, FX, HBO, HGTV, Hulu, Pixar, Searchlight e, naturalmente, programmi Marvel e DC. In pratica… come ai tempi della TV via cavo tradizionale! Entrambe le società dovrebbero presentare i loro programmi ai media buyer e agli inserzionisti la prossima settimana.

In una notizia correlata (e probabilmente pertinente), Warner Bros. Discovery ha comunicato oggi i suoi guadagni del primo trimestre 2024, rivelando di aver raggiunto 99,6 milioni di abbonati allo streaming a pagamento. Sebbene questo rappresenti una crescita di quasi 2 milioni di abbonati tra HBO e gli streamer Max e Discovery+ dalla fine del 2023, la perdita netta complessiva della società per il primo trimestre del 2024 è stata di 966 milioni di dollari.

Siamo soddisfatti dei progressi compiuti nel primo trimestre, come dimostrano gli ottimi risultati ottenuti in importanti KPI“, ha dichiarato l’amministratore delegato David Zaslav in una lettera agli azionisti. “Abbiamo registrato una crescita significativa nella nostra attività di streaming, con una bella accelerazione nelle vendite di annunci pubblicitari, generando quasi 90 milioni di dollari di EBITDA positivo nel trimestre. Presto introdurremo Max in 29 Paesi in Europa e il programma di contenuti per Max per il prossimo anno è uno dei nostri più forti di sempre“.

Rosso, bianco e sangue blu: il sequel è in lavorazione!

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Rosso, bianco e sangue blu: il sequel è in lavorazione!

Il tanto atteso sequel della commedia romantica di successo del 2023 Rosso, bianco e sangue blu è ufficialmente in sviluppo presso Amazon MGM Studios, con il ritorno delle star Nicholas Galitzine e Taylor Zakhar Perez. Matthew López, che ha co-scritto e diretto il primo film, tornerà a scrivere la sceneggiatura insieme a Casey McQuiston, autore dell’omonimo romanzo best seller. Il cast e i realizzatori hanno dato l’annuncio dopo una proiezione speciale del film a Culver City, in California.

Il film originale racconta come il Primo Figlio degli Stati Uniti, Alex Claremont-Diaz (Perez), e il Principe Henry (Galitzine), terzo in linea di successione al trono britannico, percorrono la classica traiettoria di trasformazione da acerrimi nemici in amanti appassionati, pur dovendo evitare che la loro relazione diventi pubblica e causi scalpore nei media internazionali. Ovviamente i due innamorati vengono scoperti e devono gestire pregiudizi e resistenze per poter portare avanti la loro storia d’amore.

Fantastici Quattro: scelto l’attore che interpreterà Galactus

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Fantastici Quattro: scelto l’attore che interpreterà Galactus

L’attore britannico Ralph Ineson (Omen – l’Origine del presagio, The Witch) si è unito al cast dei Fantastici Quattro della Marvel, nei panni di Galactus, il cattivo cosmico divoratore di mondi.

Introdotto per la prima volta in un numero di “Fantastici Quattro” del 1966, Galactus è un’entità divina che sopravvive solo nutrendosi di interi pianeti e di ogni anima vivente che lo abita. È stato progettato da Stan Lee e Jack Kirby per distinguersi dai furfanti standard legati alla Terra che avevano popolato i fumetti fino a quel momento, e servì da modello per altri antagonisti cosmici apocalittici come Thanos, Kang, Dormammu e Ego il Pianeta vivente, tutti incontrati nel MCU.

Ralph Ineson è in questi giorni al cinema in Omen – l’Origine del presagio, per la 20th Century. Lo vedremo prossimamente protagonista di Nosferatu di Robert Eggers al fianco di Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, Bill Skarsgård e Willem Dafoe, che uscirà entro la fine dell’anno attraverso Focus. Attualmente è al lavoro sul set di Frankenstein di Guillermo del Toro insieme a Jacob Elordi, Oscar Isaac, Mia Goth e Christoph Waltz.

Ralph Ineson è già apparso nei franchise di Harry Potter, Star Wars e Kingsman, e il suo ruolo di Galactus non sarà in realtà la sua prima apparizione nel MCU: in precedenza ha interpretato un pilota devastatore in Guardiani della Galassia.

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich e Ralph Ineson.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

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