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Superman: Legacy, Rachel Brosnahan parla del look e della sua preparazione al ruolo

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Sono emerse altre interviste sul red carpet dei SAG Awards, dove Rachel Brosnahan ha risposto ad alcune domande relative al suo primo grande ruolo al cinema, con Superman: Legacy.

Deadline Hollywood ha chiesto come Rachel Brosnahan pensa che i fan risponderanno alla sua Lois Lane e l’attrice di The Marvelous Mrs. Maisel ha risposto:

Mi sto ancora preparando, sto parlando con alcuni giornalisti, sto leggendo molti fumetti. Ci sono così tanti fumetti che non avevo mai letto prima. È stato davvero divertente scavare in questo universo. Siamo appena stati ad Atlanta e abbiamo fatto la nostra prima table read. Ho visto il costume e sono rimasto a bocca aperta. Spero che anche i fan lo siano“.

Anche se le riprese inizieranno la prossima settimana, sembra che il look definitivo di Lois Lane sia ancora in fase di definizione.

Rachel Brosnahan ha dichiarato: “Ho provato molti costumi. Credo che James [Gunn] li stia esaminando in questo momento e stiamo definendo il look“.

Ovviamente, i vestiti che indosserà un giornalista del Daily Planet non sono così importanti come il design dell’abito di Superman, ma è interessante scoprire che alcune decisioni sono state prese proprio a ridosso dell’inizio della lavorazione. A volte, gli abiti che un personaggio indossa in un film possono essere molto utili per informare il pubblico sui suoi tratti inespressi.

Lois dovrebbe avere un look trasandato per far capire che è più interessata al suo lavoro di reporter che al suo aspetto agli altri? Oppure Lois dovrebbe avere un look provocante che usa per disarmare i soggetti delle sue indagini?

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU).

Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Il mio amico robot: recensione del film d’animazione di Pablo Berger

Nell’interessantissima – seppur limitata – filmografia del regista di Bilbao Pablo Berger, che comprende film come Torremolinos 73, Blancanieves e Abracadabra, emerge il desiderio di catapultarsi in mondi antichi, peculiari, o semplicemente lontani dalla realtà in cui ci muoviamo. Tuttavia, prima de Il mio amico robot, il cineasta spagnolo non si era mai spinto così in là nel tentativo di inventare un intero universo da zero e con una formula che non aveva ancora padroneggiato (animazione), eppure, non è finita qui: la vera sorpresa è che, riprendendo lo schema di Blancanieves, anche Il mio amico robot è un film muto!

Candidato agli Oscar 2024 nella categoria del miglior film d’animazione, Il mio amico robot si svela presto, in realtà, come un film pieno di parole, semplicemente scritte in maniera inedita: queste si aggrovigliano infatti nelle linee eleganti, precise e chiare che delimitano i personaggi e che si nascondono negli sfondi di paesaggi perfettamente riconoscibili. Berger decide di lavorare solo con le immagini, dando l’impressione di lasciare più spazio al pubblico per completare ciò che vede.

Il mio amico robot, la trama: morfologia alleniana

La New York degli anni ’80 in cui è ambientato Il mio amico robot è una città abitata da animali antropomorfi un po’ annoiati, dato che l’isolamento urbano non apre la strada a nessuna possibile amicizia. Tra questi c’è Dog, un cane solitario che, per porre fine alla sua solitudine, decide di costruirsi un amico robot, dal quale diventa presto inseparabile. Insieme, li vediamo fare una passeggiata con un sacchetto di Naranjito, la mascotte della Coppa del Mondo 82, e raggiungere Coney Island. Sulla spiaggia, il robot si incastra nella sabbia e non riesce a liberarsi: fa diversi tentativi, ma arriva l’autunno e il parco chiude fino a giugno. Il robot bloccato nella sabbia sogna mondi possibili, storie di felicità, mentre il cane cerca nuovi amici e aspetta che qualcosa finisca: il tempo passa e il rapporto si trasforma. Arriva l’inverno, arriva la neve e il robot rischia di diventare un semplice rottame; così, sulla falsariga di “Soul” della Pixar, Il mio amico robot sfrutta l’animazione come veicolo per riflettere su tematiche come l’amicizia e la solitudine.

Il mio amico robot (2024)
Dog e il suo amico robot in una scena de Il mio amico robot (Fonte: The Movie Database)

Mano nella mano alla scoperta del mondo

Pablo Berger è un regista che non si accontenta di girare in modo convenzionale, ma vuole giocare o sperimentare con altre possibili forme dell’immagine. Se con Blancanieves ha indagato il cinema muto, in Il mio amico Robot, adattamento di un fumetto di Sara Vanon, realizza un doppio omaggio. Da un lato, scrive una lettera d’amore per la New York che Berger ha vissuto in gioventù, dall’altro, si rifà al meglio dell’animazione contemporanea: il film non è infatti così lontano da Il mio vicino Totoro dello Studio Ghibli e l’uso dell’animazione senza dialoghi ricorda La tartaruga rossa di Michaël Dudok de Witt, ma ci sono anche echi di Ernest e Célestine di Stéphane Aubier.

Se è vero che, in modo obliquo, Il mio amico Robot parla della morte – o della separazione forzata tra due persone che si amano – Pablo Berger non cede alla creazione di un mondo sotterraneo pieno di anime perdute. La prima cosa da fare, naturalmente, è costruire un rapporto credibile, prezioso nella sua delicata empatia, in cui due solitudini – quella di un cane solo e senza legami e quella del suo animale domestico, un robot con un cuore da vendere – scoprono di essere fatte per condividersi. In secondo luogo, il cineasta non ha bisogno di altro che di un recinto invalicabile per definire l’impotenza della perdita di una persona cara. Da un lato della recinzione, il cane è pura azione, idea dopo idea per attraversare il confine; dall’altro, il robot, immobile e arrugginito, può solo sognare.

(Ri)vedersi nel segno animato

Berger gioca abilmente con il suono e con una splendida colonna sonora in cui il tema September degli Earth, Wind and Fire diventa una vera e propria icona di riferimento. Il mio amico robot si configura così come una storia per bambini all’interno della quale risiedono molte altre storie possibili, in cui proprio questo gioco di strati e di sogni finisce per dare vita a un film tenero e ricco di immaginazione.

La narrazione de Il mio amico robot si apre come un libro di segni in cui gli occhi dello spettatore, anziché limitarsi alla contemplazione estatica, leggono la propria vita sullo schermo, costruendo con la loro esperienza, con le loro paure, con i loro amori dimenticati, con la loro malinconia e persino con i loro rimpianti, un autentico miracolo senza età. È un film per bambini per la scoperta di alcune perdite che verranno, ed è un film per adulti per la ricostruzione di uno spazio quasi sacro di riconoscimento, identificazione, pienezza e mistero. Non sono cani, non sono robot, siamo semplicemente noi.

Andrea Laszlo De Simone è il primo italiano a vincere un premio Cesar

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Alla cerimonia della 49esima edizione dei Premi César, i più importanti premi del cinema francese, Andrea Laszlo De Simone ha vinto il Premio César per la migliore musica originale di Animal Kingdom (Le Règne Animal), film di genere di Thomas Cailley.

Un risultato ancora più importante se si pensa che Andrea è il primo italiano nella storia a ricevere un premio in questa categoria.

Anche per questo grande è stata la sorpresa quanto immensa la soddisfazione. Nelle parole di Andrea Laszlo De Simone che ritira il premio c’è tutta la sua emozione: Questo film è stata un’esperienza incredibile per me, è un film politico: c’è l’avventura, c’è il dramma, c’è tutto in questo film!  Grazie agli attori che mi hanno ispirato, non è facile da spiegare, non è semplice fare la musica per un film. È il mio secondo film ed è incredibile per me, sono davvero emozionato!

Animal Kingdom (Le Règne Animal) è stato il lungometraggio con più nomination – dodici in tutto – e ieri sera ha vinto altri quattro César. Dopo aver ottenuto un notevole successo al botteghino in Francia, arriverà nelle sale italiane dal 20 giugno.

L’umanità rappresentata nel film è immersa nel caos e assiste al risveglio del suo lato animale. L’intensità del lavoro risiede in un viaggio emotivo, divertente e al tempo stesso commovente, tra un padre e suo figlio.

Un film attraverso cui Thomas Cailley con la complicitá della musica di Andrea Laszlo De Simone eleva l’esperienza cinematografica verso nuovi orizzonti, lontani dalle solite distopie.

Una colonna sonora che fonde elementi acustici, elettronici e classici: una composizione musicale potente, condotta sulle tonalità del film, sul suo naturalismo e sulla narrazione di una mitologia universale.

Andrea anche questa volta ha prodotto, suonato e registrato nella poetica solitudine del suo Ecce Homo Studio di Torino completando il tutto con arrangiamenti per una piccola orchestra di archi, strumenti a fiato e voci.

Il risultato è una colonna sonora originale che è un’esperienza viva, sensuale e organica.

La colonna sonora di Le Règne Animal, uscita il 4 ottobre per Ekleroshock in Francia, Usa, Canada, Belgio e Uk e per 42 Records in Italia e nel resto del mondo, contiene anche “Il Regno animale” una nuova canzone del cantautore  diventato in questi anni un vero artista di culto non solo in Italia, ma anche in Francia. La versione fisica in una edizione limitata di 500 copie in vinile trasparente si può acquistare direttamente al link:  https://www.42records.it/prodotto/andrea-laszlo-de-simone-le-regne-animal

Festival di Berlino 2024: Mati Diop vince l’Orso d’Oro

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Festival di Berlino 2024: Mati Diop vince l’Orso d’Oro

Si è conclusa ieri sera la 74° edizione del Festival di Berlino 2024, con un Orso d’Oro che ha fatto la storia. La regista franco-senegalese Mati Diop è diventata la prima regista nera in assoluto a vincere il primo premio del festival, per il suo documentario Dahomey. Ha accettato il premio da Lupita Nyong’o, a sua volta la prima persona di colore in assoluto a presiedere la giuria del concorso del festival.

Ecco tutti i vincitori del Festival di Berlino 2024

COMPETITION

Golden Bear for Best Film: “Dahomey,” Mati Diop

Silver Bear Grand Jury Prize: “A Traveler’s Needs,” Hong Sangsoo

Silver Bear Jury Prize: “The Empire,” Bruno Dumont

Silver Bear for Best Director: “Pepe,” Nelson Carlos De Los Santos Arias

Silver Bear for Best Leading Performance: “A Different Man,” Sebastian Stan

Silver Bear for Best Supporting Performance: “Small Things Like These,” Emily Watson

Silver Bear for Best Screenplay: “Dying,” Matthias Glasner

Silver Bear for Outstanding Artistic Contribution: “The Devil’s Bath,” Martin Gschlacht, cinematography

ENCOUNTERS

Best Film: “Direct Action,” Guillaume Cailleau and Ben Russell

Best Director: “Cidade; Campo,” Juliana Rojas

Special Jury Award: (ex aequo) “The Great Yawn of History,” Aliyar Rasti; “Some Rain Must Fall,” Qiu Yang

BERLINALE DOCUMENTARY AWARD

Best Documentary: “No Other Land,” Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor

Special Mention: “Direct Action,” Guillaume Cailleau and Ben Russell

GWFF BEST FIRST FEATURE

Best First Feature: “Cu Li Never Cries,” Phạm Ngọc Lân

BERLINALE SHORTS

Golden Bear: “An Odd Turn,” Francisco Lezama

Silver Bear: “Remains of the Hot Day,” Wenqian Zhang

Special Mention: “That’s All From Me,” Eva Könnemann

Awards previously announced:

PANORAMA AWARDS

Panorama Audience Award: “Memories of a Burning Body,” Antonella Sudasassi Furniss
Second Prize: “Crossing,” Levan Akin
Third Prize: “All Shall Be Well,” Ray Yeung

Panorama Documentary Audience Award: “No Other Land,” Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor
Second Prize: “My Stolen Planet,” Farahnaz Sharifi
Third Prize: “Teaches of Peaches,” Philipp Fussenegger, Judy Landkammer

GENERATION AWARDS

Generation International Jury

Grand Prix for Best Film in Generation 14plus: “Who By Fire,” Philippe Lesage
Special Mention: “Maydegol,” Sarvnaz Alambeigi

Special Prize for Best Short Film in Generation 14plus: “A Bird Flew,” Leinad Pájaro De la Hoz
Special Mention: “Songs of Love and Hate,” Saurav Ghimire

Grand Prix for Best Film in Generation Kplus: “Reinas,” Klaudia Reynicke
Special Mention: “Through Rocks and Clouds,” Franco García Becerra

Special Prize for Best Short Film in Generation Kplus: “A Summer’s End Poem,” Lam Can-zhao
Special Mention: “Uli,” Mariana Gil Ríos

Youth Jury Generation 14plus

Crystal Bear for Best Film: “Last Swim,” Sasha Nathwani
Special Mention: “She Sat There Like All Ordinary Ones,” Qu Youjia

Crystal Bear for Best Short Film: “Cura Sana,” Lucía G. Romero
Special Mention: “Lapso,” Caroline Cavalcanti

Children’s Jury Generation Kplus

Crystal Bear for Best Film: “It’s Okay!,” Kim Hye-young
Special Mention: “Young Hearts,” Anthony Schatteman

Crystal Bear for Best Short Film: “Butterfly,” Florence Miailhe
Special Mention: “Soukun,” Dina Naser

INDEPENDENT JURY PRIZES

Ecumenical Jury Prizes
Competition: “My Favorite Cake,” Maryam Moghaddam and Behtash Sanaeeha
Panorama: “Sex,” Dag Johan Haugerud
Forum: “Maria’s Silence,” Dāvis Sīmanis
Special Mention: “Intercepted,” Oksana Karpovych

FIPRESCI Jury Prizes
Competition: “My Favorite Cake,” Maryam Moghaddam and Behtash Sanaeeha
Encounters: “Sleep With Your Eyes Open,” Nele Wohlatz
Panorama: “Faruk,” Aslı Özge
Forum: “The Human Hibernation,” Anna Cornudella Castro

Teddy Awards
Best Feature Film: “All Shall Be Well,” Ray Yeung
Best Documentary/Essay Film: “Teaches of Peaches,” Philipp Fussenegger, Judy Landkammer
Best Short Film: “Grandmamauntsistercat,” Zuza Banasińska
Jury Award: “Crossing,” Levan Akin
Special Teddy Award: Lothar Lambert

CICAE Art Cinema Award
Panorama: “Sex,” Dag Johan Haugerud
Forum: “Shahid,” Narges Kalhor

Guild Film Prize: “Dying,” Matthias Glasner

Label Europa Cinemas: “Sex,” Dag Johan Haugerud

Caligari Film Prize: “Shahid,” Narges Kalhor

Peace Film Prize: “Favoriten,” Ruth Beckermann

Amnesty International Film Award: “The Strangers’ Case,” Brandt Andersen

Heiner Carow Prize: “Ivo,” Eva Trobisch

AG-Kino Gilde Cinema Vision 14Plus: “Last Swim,” Sasha Nathwani
Special Mention: “Disco Afrika: A Malagasy Story,” Luck Razanajaona

OTHER PRIZES

Berliner Morgenpost Readers’ Jury Award: “Dying,” Matthias Glasner

Tagesspiegel Readers’ Jury Award: “A Family,” Christine Angot

DEVELOPMENT AWARDS

Kompagnon Fellowship: “The Shore,” Vladimir Beck; “Traversée,” Tizian Stromp Zargari

Artekino International Award: “Ich bin Marika,” Hajni Kis

Eurimages Co-Production Development Award: “Screaming Girl,” Antonio Lukich

VFF Talent Highlight Award: “Silence Sometimes,” Álvaro Robles
Honorable Mentions: “Astana Internet Stars,” Assel Aushakimova; “More Than a Hug,” Liselotte Persson

Talents Footprints (Masterd Enablement Program): “Radioxity Stop Motion Animation Academy,” Esther Kemi Gbadamosi; “Return to the Source: Film Workshop & Residency Programme,” Perivi John Katjavivi
Alumni Projects: “UnderCurrent,” Shuchi Talati; “Sunshine Cinema,” Sydelle Willow Smith

SAG Awards 2024: tutti i vincitori. Oppenheimer vola verso gli Oscar

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Oppenheimer continua la sua corsa inarrestabile in questa stagione dei premi a Hollywood, sbaragliando la concorrenza anche ai SAG Awards 2024 e vincendo il premio per il miglior cast, oltre a altre due statue per la performance principale di Cillian Murphy e per il lavoro di supporto di Robert Downey Jr. La strada verso gli Oscar 2024 è ormai spianata!

Il cast di Succession della HBO è stato eletto vincitore per il miglior ensemble in una serie drammatica, mentre The Bear di FX ha guadagnato un premio per la migliore serie comica corale. È stata una notte a ruota libera, piena di sorprese, cose certe e tante bombe f, poiché molti dei vincitori hanno parlato con franchezza delle lotte e dei sacrifici che caratterizzano una vita artistica.

Intanto, la protagonista di Killers of the Flower Moon Lily Gladstone ha fatto la storia, diventando la prima attrice indigena a vincere il premio. “Portiamo empatia in un mondo che ne ha bisogno”, ha detto ai suoi colleghi artisti, esortando gli attori nella stanza a “continuare a dire la vostra verità”.

I SAG Awards, che tradizionalmente vanno in onda sulla televisione via cavo, sono stati trasmessi in diretta su Netflix per la prima volta. Anche se la serata era celebrativa, i premi sono stati consegnati in un momento tumultuoso a Hollywood, con la rivoluzione dello streaming in gran parte responsabile di un periodo di intenso conflitto sindacale e di crisi economica. I membri del sindacato degli attori, così come la Writers Guild of America, hanno trascorso mesi in sciopero nel 2023, arrabbiati per il modo in cui lo streaming aveva ridotto le royalties che una volta guadagnavano quando i film e gli spettacoli in cui apparivano venivano concessi in licenza. A novembre è stato raggiunto un nuovo accordo, con gli attori che hanno ricevuto aumenti salariali e residui più elevati. Il patto prevedeva anche protezioni contro l’uso dell’intelligenza artificiale. Ma l’interruzione del lavoro ha portato a ritardi nella produzione e a perdite di reddito.

Alla premiazione, Fran Drescher, che ha supervisionato lo sciopero di 118 giorni in qualità di presidente della SAG-AFTRA, ha elogiato i membri per la loro solidarietà, affermando che i loro sforzi hanno portato a un patto “storico”. “Voi siete i campioni”, ha detto Dreshcer. “Siete sopravvissuti allo sciopero più lungo della storia del nostro sindacato con coraggio e convinzione”.

Una vincitrice è entrata alla cerimonia di sabato pienamente consapevole che avrebbe tenuto un discorso. Barbra Streisand, la leggendaria cantante, attrice, produttrice e regista, ha ricevuto l’onoreficenza alla carriera del SAG, salendo sul palco mentre suonava il tema di Come eravamo“Non mi piaceva la realtà”, ha detto. “Volevo essere nel cinema.”

Di seguito, ecco i vincitori dei SAG Awards 2024

Migliore Performance da un cast in un film

Oppenheimer

Migliore Performance di un attore protagonista

Cillian Murphy – “Oppenheimer” 

Migliore Performance di un’attrice protagonista

Lily Gladstone – “Killers of the Flower Moon

Migliore Performance di un attore non protagonista

Robert Downey Jr. – “Oppenheimer

Migliore Performance di un’attrice non protagonista

Da’Vine Joy Randolph – “The Holdovers – lezioni di vita

Migliore Performance da un cast in una serie drama

Succession

Migliore Performance da un cast in una serie comedy

The Bear

Migliore Performance di un attore protagonista in una serie drama

Pedro Pascal – “The Last of Us

Migliore Performance di un’attrice protagonista in una serie drama

Elizabeth Debicki – “The Crown

Migliore Performance di un’attrice protagonista in una serie comedy

Ayo Edebiri – “The Bear

Migliore Performance di un attore protagonista in una serie comedy

Jeremy Allen White – “The Bear

Migliore Performance di un’attrice protagonista in una serie limitata

Ali Wong – “Beef”

Migliore Performance di un attore protagonista in una serie limitata

Steven Yeun – “Beef”

Migliore Performance da un cast di stunt in una serie

The Last of Us

Migliore Performance da un cast di stunt in un film

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One

Road to Oscar 2024: miglior attore non protagonista

Road to Oscar 2024: miglior attore non protagonista

Domenica scorsa a Londra si sono svolti i BAFTA 2024, presentati dall’attore David Tennant, e dove a dominare tra i vincitori è stato ovviamente Oppenheimer di Christopher Nolan. Un risultato che si prevede verrà replicato agli Oscar 2024. Trai premi portati a casa dal film del regista britannico, spicca quello per il miglior attore non protagonista andato a Robert Downey Jr. che è sempre più vicino all’ambita statuetta che racchiuderebbe la consacrazione della sua lunga carriera. Ma il Tony Stark dei film Marvel non è l’unico che vuole portarsi a casa l’Oscar 2024, nella stessa categoria ci sono anche Sterling K. Brown, Robert De Niro, Ryan Gosling e Mark Ruffalo.

Di seguito, ecco i candidati agli Oscar 2024 per la categoria miglior attore non protagonista

Sterling K. Brown, American Fiction

In American Fiction, il protagonista è l’attore Jeffrey Wright che interpreta Monk, uno scrittore e professore represso che deve abbattere i propri muri. Sterling K. Brown è suo fratello Cliff, che ha già percorso questa strada: dopo anni di matrimonio l’uomo ha dichiarato di essere gay e si lascia andare con sesso e droga. Questa commedia drammatica, ispirata al romanzo Erasure di Percival Everett, diretta e scritta dall’esordiente Cord Jefferson ha ricevuto ben cinque nomination per gli Oscar 2024. Oltre alla già citata per miglior attore non protagonista di Sterling K. Brown, troviamo anche quella per sceneggiatura non originale, per miglior attore protagonista, miglior colonna sonora e la più importante di tutte cioe per miglior film.

Per Brown, già star della serie di successo This is us, con cui si è aggiudicato diversi premi come Golden Globe e un Emmy Awards, potrebbe davvero sorprendere se nella Notte degli Oscar fosse lui, il più outsider di questa categoria, a sollevare il premio più importante del cinema?

Robert De Niro, Killers of the flower moon

Robert De Niro William Hale Killers of the Flower Moon
Gentile concessione di © 01 Distribution

Mentre il collega più giovane Leonardo DiCaprio, è stato snobbato dall’Academy quest’anno, il veterano Robert De Niro è arrivato alla sua ottava candidatura. De Niro, che oggi ha 80 anni, è stato nominato come miglior attore non protagonista in riconoscimento della sua interpretazione del vero boss del crimine dell’Oklahoma William King Hale, al centro degli eventi di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

Per l’attore italo-americano si tratta di un nuovo incredibile record di longevità con i Premi Oscar, dato che questa nomination arriva a ben 49 anni dalla sua prima candidatura, quella ottenuta per Il Padrino: Parte II del 1975, per la quale vinse il suo primo Oscar come miglior attore non protagonista. L’Oscar invece come migliore attore protagonista è arrivato solo qualche anno dopo nel 1981, grazie all’interpretazione del pugile Jake LaMotta in Toro Scatenato. Sarà forse di nuovo, grazie all’amico Scorsese, che De Niro può iniziare a sognare di portarsi a casa la sua terza statuetta?

Robert Downey Jr., Oppenheimer

robert-downey-jr-as-lewis-strauss-seated-and-looking-serious-in-oppenheimerRobert Downey Jr. attualmente è il favorito per questo premio da tutti, e i premi precedenti lo confermano come anche il recente Bafta Awards e il SAG Awards. Figlio d’arte e attore fin da bambino, ha ricevuto la sua prima candidatura nel 1993 con l’interpretazione di Charlie Chaplin nel film Charlot. Nel 2000 si è unito al cast della serie TV Ally McBeal, grazie alla quale ha ricevuto un Golden Globe per miglior attore non protagonista in una serie e lo Screen Actors Guild Award per il miglior attore in una serie commedia. Il suo personaggio è stato eliminato dalla serie quando è stato licenziato, a causa di due arresti per droga avvenuti tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001. Rinato delle sue ceneri, come una fenice, nei primi Duemila è scelto per essere Iron Man, il supereroe che gli ha ridato la notorietà e le chiavi di Hollywood.

Robert Downey Jr. con Oppenheimer, ci ha regalato decisamente una delle interpretazioni migliori della sua carriera. Il suo personaggio, l’ex-ammiraglio e presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti d’America, Lewis Strauss è sfaccettato, diabolico e capace anche di grandi silenzi. Tutto questo è grazie al talento dell’attore, che è riuscito a donargli sia una sorta di strana purezza iniziale, per poi svelarne la vera natura, riuscendo a bilanciare alla perfezione compostezza e rabbia. Ora bisogna solo aspettare la notte più lunga dell’anno per la consacrazione di un’intera stagione degli Awards.

Ryan Gosling, Barbie

Barbie Ryan Gosling sylvester stalloneSe l’Academy americana ha voglia di sconvolgere tutti, durante la cerimonia, il premio andrebbe immediatamente all’attore Ryan Gosling, arrivato alla sua terza canditatura. L’attore canadese appena dopo aver ricevuto la nomination ha subito dichiarato, con un comunicato stampa, che era molto deluso delle mancate candidature alla co-star Margot Robbie e alla regista di Barbie: “Non c’è Ken senza Barbie e non c’è film su Barbie senza Greta Gerwig e Margot Robbie, le due persone più responsabili per questo film che ha fatto la storia”.

Dopo il “quasi furto” del 2017, in cui per poco non ha vinto con Sebastian, il sognatore e amante del jazz di La La Land, sarà Ken ha donargli il suo primo Oscar? Certo la serata di premiazione potrebbe essere ancora più sorprendente del previsto, perchè c’è la possibilità che Gosling si esibisca dal vivo sul palco con la canzone, simbolo e manifesto della Ken-Energy, il pezzo di Mark Ronson intitolato “I’m Just Ken”

Mark Ruffalo, Poor things

Mark RuffaloIl personaggio interpretato da Mark Ruffalo in Povere Creature! di Yorgos Lanthimos, Duncan Wedderburn, ha spaventato non poco l’attore, tanto che il cast scherzava sul fatto che sarebbe stato sostituito dall’amico Oscar Isaac. Ruffalo per la prima volta, nella sua fantastica carriera, porta sul grande schermo un meschino e affascinante avvocato che seduce, almeno all’inizio della storia, la protagonita Bella Baxter.

Questo ruolo “oscuro” arriva dopo una carriera in cui ha interpretato principalmente padri di famiglia, uomini fondamentalmente buoni e con una giusta morale. Intanto Ruffalo, alla sua ben quarta nomination, può gia cantar vittoria, visto che recentemente si è guadagnato la sua stella sulla Walk of Fame, situata al 6777 di Hollywood Boulevard.

Miglior attore non protagonista… chi vincerà ? 

Oscar 2024Inutile ripetere che durante la 96ª edizione dei premi Oscar, che si terrà a Los Angeles al Dolby Theatre nella notte tra il 10 e 11 marzo 2024, almeno in questa categoria non ci saranno grandi sorprese. Perché il Bafta come miglior attore non protagonistaRobert Downey Jr. lo conferma, per chi sottovaluta questi premi, come un evento laterale e troppo lontano da Hollywood, fa un grosso sbaglio perchè molti dei membri votano sia per la British Academy che per l’Academy americana. Ora non ci resta che aspettare e magari sperare in un bel colpo di scena, che potrebbe arrivare solo dal bambolotto Ken di Gosling o dal sexy Duncan di Ruffalo.

Hangman – Il gioco dell’impiccato: la spiegazione del finale del film

I film incentrati sulla figura dei serial killer sono da sempre particolarmente affascinanti, per via dei “giochi” a cui sottopongono i protagonisti e gli stessi spettatori, chiamati a cercare di risolvere il puzzle di enigmi a cui gli assassini di turno sottopongono i propri rivali. Film come Seven, Copycat, Zodiac o Il silenzio degli innocenti sono solo alcuni tra i titoli più celebri di questo genere. Un titolo recente che propone un nuovo assassino e le sue perverse attività è Hangman – Il gioco dell’impiccato, che come si può intuire dal titolo è incentrato sul celebre gioco.

Diretto nel 2017 da , il film è dunque un altro affascinante film di questo genere per gli appassionati di queste storie. Anche in questo caso, tutti gli indizi sono sotto gli occhi, occorrerà solo individuarli correttamente per poter risolvere il mistero proposto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Hangman – Il gioco dell’impiccato

Il film segue le indagini del criminologo e profiler Will Ruiney e dell’esperto detective Ray Archer, costretti a seguire le tracce di un nuovo serial killer che sta sconvolgendo al città con una serie di brutali omicidi, ispirati al gioco per bambini L’Impiccato. Ogni cadavere è dunque accompagnato da un indizio criptato e ogni messaggio viene fatto seguire da un omicidio ancora più efferato. Con l’aiuto della reporter Christi Davies, Archer e Ruiney cercheranno allora di prevedere le prossime mosse dell’assassino, nella speranza di catturarlo prima che possa continuare a fare del male.

Ad interpretare il detective Ray Archer vi è l’attore premio Oscar Al Pacino, il quale per la nona volta nella sua carriera interpreta questo tipo di ruolo. Le altre otto volte è stato per: Sfida senza regole (2008), The Son of No One (2011), Insomnia (2002), Heat – La sfida (1995), Seduzione pericolosa (1989), 88 minuti (2007), Cruising (1980) e Serpico (1973). Accanto a lui, nel ruolo del detective Ruiney vi è invece Karl Urban, oggi noto per il ruolo di Butcher nella serie The Boys. Brittany Snow è la reporter Christi Davies, mentre Joe Anderson è l’assassino noto come Hangman. Sarah Shahi è invece il capitano Lisa Watson.

Hangman - Il gioco dell'impiccato cast

La spiegazione del finale di Hangman – Il gioco dell’impiccato

Negli ultimi istanti del film, Christi, la giornalista che stava aiutando i due detective a risolvere il caso, viene rapita dall’assassino. Quando i detective cercano indizi nella sua casa, Archer trova un ciondolo che rimanda al prologo del film. Utilizzando questo ciondolo, riesce a dedurre chi sia l’assassino. Anche se non lo spiega, riesce anche a capire dove si trova l’assassino e lo raggiunge prima che Christi venga uccisa. A questo punto il film rivela un flashback in cui una versione più giovane di Archer entra in una casa e trova un uomo appeso con un cappio intorno al collo.

In un angolo, vede un bambino, seduto lì tutto turbato dal suicidio del padre. Questo flashback rivela dunque che l’assassino è quel bambino ora cresciuto. Nel flashback si vede anche un avviso di sfratto che giace sul pavimento della casa. Questo spiega che il padre del ragazzo si era ucciso dopo aver ricevuto tale avviso. Dopo che quel giorno Archer aveva abbandonato il ragazzo, quest’ultimo ha iniziato a nutrire rancore nei suoi confronti per non avergli evitato all’epoca di essere affidato agli assistenti sociali. Inoltre, il trauma della morte del padre e il dolore per essere stato cacciato dalla casa della sua infanzia lo hanno reso l’assassino che è.

Inoltre, per quanto riguarda la cronologia degli omicidi, sembra esserci un lungo intervallo tra il primo e i successivi. Questo può essere spiegato sempre ricordando la scena in cui Archer trova un ciondolo a forma di teschio nella casa di Christi. Il ciondolo era infatti lo stesso che Archer aveva notato nell’auto di un automobilista in corsa nel prologo del film. Se si uniscono i puntini, diventa evidente che l’autista in eccesso di velocità non era altri che l’assassino. All’epoca non era sospettato di omicidio, ma era stato mandato in prigione per aver infranto il codice della strada.

Ma poiché era in prigione, dunque, la sua serie di omicidi è stata interrotta subito dopo il primo omicidio. Uscito dal carcere, ha dunque ricominciato con i propri delitti. L’assassino gioca inoltre a questo gioco dell’impiccato solo per avere un senso di controllo sui suoi omicidi e alla fine l’impiccato diventa anche la sua “firma”. Inoltre, nei momenti finali, si scopre che la parola del gioco dell’impiccato che si cercava di risolvere era “EVICTIONEM”. Si tratta di una parola di origine latina che significa “sfratto”.

Hangman - Il gioco dell'impiccato spiegazione finale

Nella sua testa, dunque, l’assassino stava semplicemente rivivendo il suo ricordo d’infanzia, in cui suo padre si era suicidato dopo aver ricevuto l’avviso di sfratto. Così, con la sua mentalità infantile, spesso incideva la lettera della parola sulle sue vittime e rievocava il suicidio del padre appendendole a un cappio. Nel finale, dunque, mentre Ruiney e Archer si scontrano con l’assassino, questi ultimi due rimangono uccisi. La vicenda sembra risolta, anche se conclusasi con la morte del detective. Al funerale di questi, però, Ruiney riceve un pezzo di carta su cui è disegnato un altro gioco dell’impiccato.

Questo impiccato sembra avere dieci lettere, con la quarta che è una “A”. È molto probabile che anche in questo caso si tratti di una parola latina, quindi non si può certo prevedere di cosa si tratti. Tuttavia, il finale del film sembra suggerire che l’assassino aveva probabilmente anche un partner. Questo partner potrebbe essere un fratello o semplicemente qualcuno che ha una mentalità perversa simile e desidera emulare quanto compiuto dall’assassino di questo film. Per Ruiney, dunque, ha inizio un nuovo caso.

Hangman – Il gioco dell’impiccato: ci sarà un sequel?

Nonostante questo finale particolarmente aperto, ad oggi non sembra esserci in programma un sequel di Hangman – Il gioco dell’impiccato. Ad aver influito su tale mancanza di seguito c’è sicuramente stato lo scarso riscontro economico ottenuto dal film, come anche il parere negativo espresso dalla critica nei confronti di quest’opera. Nonostante ciò, chi ha apprezzato il film non ha mancato di esprimere online il proprio desiderio di vedere un nuovo racconto dedicato a questo particolare assassino e al suo gioco dell’impiccato. Ad oggi, però, queste richieste non hanno sortito alcun effetto.

Il trailer di Hangman – Il gioco dell’impiccato e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Hangman – Il gioco dell’impiccato grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 24 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Formula per un delitto: trama, cast e la vera storia dietro il film

Quello del thriller è da sempre uno dei generi più popolari e amati del cinema. Film appartenenti a questo si sono visti declinati in tutti i modi possibili, pur mantenendo sempre le stesse caratteristiche di base. Ci sono poi opere che traggono ispirazione da eventi realmente accaduti, e tra questi si colloca Formula per un delitto, diretto nel 2002 da Barbet Schroeder, regista candidato all’Oscar per il film Il mistero Von Bulow. Con questo suo film, uno degli ultimi da lui diretti, si è così confrontato con la storia scritta da Tony Gayton, incentrata su di un omicidio apparentemente perfetto ma che, come ogni delitto, presenta in sé anche le cause del proprio smascheramento.

Come accennato, la vicenda qui narrata è ispirata ad un fatto di cronaca realmente accaduto negli anni Venti del Novecento, ovvero l’omicidio perpetrato dagli studenti Leopold e Loeb. Un evento che ha avuto un grande impatto nella cultura di massa, divenendo in più occasioni oggetto di rielaborazione per opere cinematografiche. Tra le più celebri si ricordano Nodo alla gola, diretto dal maestro Alfred Hitchcock, e Funny Games di Michael Haneke. Con il film del 2002 si riporta dunque al cinema tale storia, adattata ovviamente al proprio tempo. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Formula per un delitto non ottenne da subito un particolare favore di critica e pubblico, passando in sordina al suo debutto in sala.

Con gli anni ha però acquisito lo status di cult, ed è divenuta un’opera che tutti gli amanti del genere riguardano con piacere, ritrovandovi tutti gli elementi più classici relativi all’omicidio e alle relative indagini. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia che ha ispirato il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Formula per un delitto cast

La trama di Formula per un delitto

Protagonisti del film sono Richard Haywood e Justin Pendleton, compagni di scuola i quali nutrono il desiderio di mettere in pratica le regole per commettere l’omicidio perfetto, quello che nessun potrà mai risolvere. Dopo aver studiato e preparato tutto nei dettagli, i due giovani passano così al rapire un’innocente e casuale vittima. Per evitare che il delitto possa essere ricondotto a loro, fanno in modo che la colpa ricada sul bidello Ray Feathers, il quale non è nuovo allo spaccio di marijuana tra gli studenti. Quando il corpo della vittima viene ritrovato in un sacco, le indagini hanno inizio.

Per i due ragazzi, convinti dell’accuratezza di quanto fatto, sorge così il più grande degli imprevisti. A gestire il caso è infatti la detective Cassie Mayweather, esperta e assolutamente non disposta a scedere a compromessi. Questa, infatti, individua da subito una serie di tracce che farebbero ricadere la colpa sui due ragazzi, sopravvalutatisi nelle rispettive capacità. A causa dell’influenza dei genitori di Richard, però, Cassie si vede privata del caso. Dovrà a questo punto operare in autonomia, trovando il modo di smascherare quelli che ritiene i veri colpevoli del caso.

Formula per un delitto: il cast del film

Ad interpretare la determinata detective Cassie Mayweather vi è l’attrice premio Oscar Sandra Bullock. Questa non era nuova a film di questo genere, ma era prevalentemente conosciuta per diverse commedie romantiche. Con questo ruolo contribuì dunque una volta di più a dimostrare le proprie capacità anche con personaggi e storie diverse da quelle a cui era solita partecipare. L’attrice dovette inoltre raggiungere una notevole forma fisica, necessaria per poter eseguire alcune delle scene più complesse previste per lei. Nel ruolo del suo collega, il detective Sam Kennedy vi è invece l’attore Ben Chaplin, noto per film come La sottile linea rossa, The New World e The Water Horse. Chris Penn, noto per Le iene e America oggi, interpreta qui il bidello Ray Feathers.

Nei panni dei due ragazzi omicidi, Justin Pendleton e Richard Haywood, si ritrovano rispettivamente gli attori Michael Pitt e Ryan Gosling. Pitt, noto per film come The Dreamers e Last Days, ha poi avuto modo qualche anno dopo di recitare in un altro dei film ispirati al reale omicidio, ovvero il già citato Funny Games. Gosling, invece, era qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici, e raccontò in seguito di aver avuto molta difficoltà ad interpretare alcune scene del film. In particolare, quella in cui i due protagonisti commettono l’omicidio lo ha portato ad uno stato di stress tale da culminare nel vomito. Il set fu però per lui anche un nido d’amore, dato che proprio qui conobbe la Bullock, con cui ebbe poi una relazione per circa un anno.

Formula per un delitto

La vera storia che ha ispirato il film Formula per un delitto

Come anticipato, il film è ispirato ad un reale caso di cronaca verificatosi nel 1924, e che ha visto protagonisti gli studenti Nathan Freudenthal Leopold Jr. e Richard A. Loeb. Ricchi e provenienti da agiate famiglie dell’alta borghesia, i due si conobbero nel 1919, e trovarono da subito nel proprio status, nella passione per i crimini e nel disprezzo per le donne i loro interessi in comune. Da subito iniziarono a commettere alcuni furti e vandalismi per spezzare la noia delle loro vite borghesi. Con il passare del tempo, però, iniziarono a diventare sempre più ambiziosi, fino a progetterare quello che consideravano il piano perfetto per un delitto.

I due studiarono per mesi ogni dettaglio affinché non potessero essere identificati e catturati. Il 21 maggio del 1924 misero infine in atto il loro piano, rapendo e uccidendo il quattordicenne Bobby Frank, figlio di un ricco imprenditore. Dopo averlo deturpato con l’acido, si sbarazzarono del corpo gettandolo in un canale. Successivamente, inviarono una lettera ai genitori di Bobby con la richiesta di riscatto. A tradirli, tuttavia, fu un semplice paio di occhiali. Rinvenuti sul luogo del ritrovamento del cadavere, questi presentavano una speciale montatura, indossata da sole tre persone a Chicago.

Leopold, il proprietario di questi, venne così interrogato, e con l’emergere di ulteriori indizi questi fu costretto a confessare. Grazie ad un esperto avvocato i due ragazzi riuscirono ad evitare la pena di morte, venendo però condannati all’ergastolo. Il delitto scosse l’opinione pubblica del periodo per vari motivi: per l’efferatezza dell’omicidio, per lo status sociale dei ragazzi, e per l’aver ucciso un innocente per tedio e per il solo gusto di farlo e provare le proprie abilità. La cosa sollevò dunque accesi dibattiti, spingendo a riflettere sul ruolo delle nuove generazioni.

Il trailer di Formula per un delitto e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Formula per un delitto grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 24 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Avatar – La leggenda di Aang, la spiegazione del finale

Avatar – La leggenda di Aang, la spiegazione del finale

Ci sono voluti anni, ma la serie live-action Avatar – La leggenda di Aang di Netflix è finalmente arrivata. Lo streamer ha pubblicato tutti gli otto episodi contemporaneamente e i fan ora hanno la tanto attesa opportunità di tornare a uno dei franchise più amati della cultura pop. Anche se una seconda stagione non è ancora confermata, questo primo gruppo di episodi lascia sicuramente la porta aperta per altri, offrendo un finale che rispecchia quello della serie originale animata di Nickelodeon. Mentre Aang (Gordon Cormier), Katara (Kiawentiio) e Sokka (Ian Ousley) raggiungono la Tribù dell’Acqua del Nord dopo un viaggio lungo e pericoloso, la Nazione del Fuoco si avvicina a loro sotto il comando dell’avido e spietato Ammiraglio Zhao (Ken Leung). Ma cosa succede una volta iniziata la battaglia?

In Avatar – La leggenda di Aang, Team di Avatar e i Dominatori dell’Acqua uniscono le forze contro la Nazione del Fuoco

Nell’episodio 7 di Avatar – La leggenda di Aang, intitolato “Il Nord“, Aang, Sokka e Katara arrivano alla capitale della Tribù dell’Acqua del Nord, Agna Qel’a, e iniziano immediatamente a prepararsi per la loro imminente battaglia contro la Nazione del Fuoco. Katara scopre i poteri curativi del Dominio dell’Acqua ma viene rifiutata quando chiede al Maestro Pakku di addestrarsi come guerriero. Secondo lui le donne non possono combattere e devono usare le loro capacità solo come guaritrici. Quando lei lo sfida a duello, lui vince, ma lei riesce comunque a dimostrare la sua abilità di guerriera.

Nel frattempo, Sokka si lega alla principessa Yue (Amber Midthunder). Spiega che è quasi morta quando era bambina ed è stata salvata dallo Spirito della Luna, che le ha trasferito parte della sua energia vitale. Aang, a sua volta, entra finalmente in comunione con Avatar Kuruk (Meegwun Fairbrother), che gli dice che essere un Avatar significa essere solo e fare scelte impossibili quando si tratta di sacrificarsi, ma si rifiuta di aiutarlo ulteriormente.

Quando inizia l’episodio 8 di Avatar – La leggenda di Aang, intitolato “Legends“, i Gaang guidano una missione di ricognizione verso la flotta della Nazione del Fuoco, ma ripiegano quando vedono che ci sono centinaia di navi. Il piano della Nazione del Fuoco consiste in un attacco frontale al Muro di Ghiaccio di Agna Qel’a e un pallone aerostatico nascosto che lo sorvola e atterra nell’Oasi Sacra della Tribù dell’Acqua del Nord. L’ammiraglio Zhao intende trovare gli spiriti della Luna e dell’Oceano, che sono la fonte dei poteri dei Dominatori dell’Acqua, e ucciderli prima, impedendo così del tutto alle persone di dominare l’Acqua. Zio Iroh (Paul Sun-Hyung Lee) cerca di convincere Zhao a rinunciare a questo piano perché getterebbe il mondo intero nello scompiglio, ma Zhao rifiuta. Nel frattempo, Zuko (Dallas Liu), che Zhao pensava fosse morto, si infiltra in Agna Qel’a per riprendere la sua ricerca dell’Avatar .

Una volta iniziata la battaglia in Avatar – La leggenda di Aang, Avatar Kuruk appare ad Aang per avvertirlo della vicinanza del suo coltello, il che significa che qualcosa di terribile sta per accadere agli spiriti della Luna e dell’Oceano. Katara guida un intero battaglione di studenti di Dominio dell’Acqua dopo che il Maestro Pakku accetta di lasciare combattere anche le donne, mentre Sokka e Yue hanno il compito di tenere le persone lontane dal Muro di Ghiaccio. Tuttavia, mentre li proteggono dalla caduta dei detriti, Momo, il lemure volante, viene ferito a morte. Per aiutarlo, Yue rivela a Sokka l’Oasi Sacra, dove può curare Momo e proteggere gli spiriti della Luna e dell’Oceano, che sono lì come carpe che nuotano nello stagno.

L’ammiraglio Zhao raggiunge il suo obiettivo ma deve affrontare conseguenze

Nel disperato tentativo di proteggere gli spiriti della Luna e dell’Oceano, Aang prende Katara e si precipitano verso l’Oasi Sacra ma vengono intercettati da Zuko. Katara decide di trattenere Zuko e iniziano a duellare, mentre Aang incontra Sokka e Yue all’Oasi Sacra. Inizia uno stallo quando Aang e Zhao si affrontano dai lati opposti dello stagno dell’Oasi Sacra, con Zhao che tiene la carpa catturata dello Spirito della Luna in una borsa. Mentre si provocano a vicenda, Iroh attacca Zhao, che lascia cadere lo Spirito della Luna. Aang cerca di recuperarlo usando il suo Dominio dell’Aria ma fallisce poiché Zhao riesce ad alzarsi e pugnalare lo spirito .

Il cielo diventa improvvisamente rosso mentre la luna svanisce nel nulla e i Dominatori dell’Acqua perdono improvvisamente i loro poteri. La Nazione del Fuoco quindi fa breccia nel Muro di Ghiaccio e inizia a saccheggiare Agna Qel’a. Arrabbiato e disperato, Aang si tuffa nello stagno dell’Oasi Sacra e si consegna allo Spirito dell’Oceano. Insieme diventano un colossale mostro fatto d’acqua, e Yue spiega a Sokka che non esiste più un Avatar e che Aang è stato consumato dallo Spirito dell’Oceano, il quale ora è destinato a vagare per gli oceani del mondo alla ricerca del suo partner, il Moon Spirit, ma senza mai trovarlo. Il mostro acquatico procede quindi ad attaccare violentemente la flotta della Nazione del Fuoco.

Zhao, Iroh e gli altri soldati della Nazione del Fuoco fuggono dall’Oasi Sacra e Iroh trova Zuko appena fuori dal santuario di Avatar Kuruk. Zuko vede Zhao scappare e si arrabbia, ingaggiandolo immediatamente in un combattimento su un ponte. Il principe è arrabbiato per il modo in cui Zhao ha complottato per ucciderlo e portargli via tutto, al che l’ammiraglio lo schernisce ulteriormente dicendo che ha avuto aiuto dalla stessa principessa Azula (Elizabeth Yu) e che il Signore del Fuoco Ozai (Daniel Dae Kim) non avrebbe mai voluto riavere Zuko come suo erede. Sconvolto, Zuko libera Zhang, che sta per colpire il principe da dietro, ma viene fermato quando un attacco di Iroh lo fa cadere dal ponte e nell’acqua gelata, uccidendolo.

Il mostro acquatico distrugge la flotta della Nazione del Fuoco ma non ferma la sua furia mentre Katara cerca inutilmente di farsi ascoltare da Aang. All’Oasi Sacra, Sokka si chiede se esiste un modo per riportare in vita lo Spirito della Luna, e Yue si rende conto che esiste. Poiché lei ha in sé parte dell’energia vitale dello Spirito della Luna, la soluzione è che lei prenda il posto dello spirito e diventi lei stessa la Luna. Entra nello stagno e scompare in una pozza di luce, mentre la Luna si riaccende nel cielo. Il mostro acquatico si gira a guardare la Luna, realizzando che il suo partner è tornato, e si scioglie nell’oceano. Lo Spirito dell’Oceano viene domato e Aang, che si era perso, ritorna.

Ci sarà una seconda stagione di Avatar – La leggenda di Aang?

All’indomani della battaglia, Aang e Katara piangono le numerose morti tra la Tribù dell’Acqua, e Sokka viene confortato dal capo Arnook (Nathaniel Arcand), il padre di Yue, che è orgoglioso di sua figlia e grato a Sokka per averla protetta. Katara viene ringraziata anche dal Maestro Pakku, che le regala una bottiglia contenente l’acqua dell’Oasi Sacra e la invita a restare e ad insegnare ai giovani Dominatori dell’Acqua. Lei rifiuta perché c’è uno studente più importante che ha bisogno della sua guida: Aang. Insieme, Aang, Katara e Sokka decidono di continuare il loro viaggio insieme.

Lontano, nella Nazione del Fuoco, il Signore del Fuoco Ozai viene a sapere della loro sconfitta ma non vede alcun problema. Mentre il mondo era preoccupato per la Tribù dell’Acqua del Nord, mandò Azula a conquistare Omashu, la seconda roccaforte più grande del Regno della Terra, lasciando libero solo Ba Sing Se. Apprende anche dal Grande Saggio (François Chau) che la cometa di Sozin sta per tornare dopo il suo ciclo di 100 anni, promettendo di trasformare la Nazione del Fuoco in un nemico ancora più mortale.

I 10 principali misteri di Avengers: Infinity War e Endgame che il MCU non ha risolto

Dall’uscita di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame sono passati rispettivamente sei e cinque anni, un tempo abbastanza lungo in cui i Marvel Studios non sono ancora riusciti a risolvere alcuni misteri presenti al loro interno. I due film sappiamo aver concluso la Saga dell’Infinito e gettato le basi per quella del Multiverso, e perciò sono stati colmi di eventi e dinamiche, alcune delle quali rimaste “in sospeso”. Questo ha di conseguenza non solo portato nel corso degli anni a varie ipotesi da parte dei fan, ma ha anche aumentato il desiderio di avere delle spiegazioni in merito. Scopriamo perciò quali sono i principali misteri del MCU che devono ancora essere risolti.

L’avvertimento dell’Antico

l'Antico

Quando in Avengers: Endgame assistiamo alla sequenza del furto nel tempo dei Vendicatori, contemporaneamente vediamo anche Smart Hulk andare a New York City nel 2012 per acquisire la Gemma del Tempo dall’Antico. Tuttavia il mago esita a consegnargliela, avvertendolo che la sua rimozione dalla linea temporale, essendo la principale arma contro le forze dell’oscurità, avrebbe permesso al mondo di essere invaso. In quel momento però non si capisce bene a cosa si riferisca con precisione, e Bruce Banner sembra anche dimenticarsi dell’avvertimento. Nella linea temporale che sta venendo trattata adesso non ci sono più le Gemme dell’Infinito, eppure il mondo non è stato invaso come invece l’Antico aveva detto. Un punto che invece si sarebbe dovuto chiarire.

La posizione di Kraglin

Guardiani della Galassia

Un personaggio di cui alcune dinamiche non sono state chiarite è Kraglin. Quando Infinity War uscì, James Gunn fu interrogato sulla sua posizione, in quanto Kragilin si era unito ai Guardiani della Galassia alla fine del Vol. 2, film uscito prima di Avengers: Infinity War, ma in quest’ultimo era stato assente. Il regista aveva affermato, secondo quanto riportato da Reddit, che il personaggio stava “facendo qualcosa di importante”, eppure tutto questo non è mai stato rivelato né in Avengers: Infinity War né in Endgame, né tantomeno è stato menzionato o accennato qualcosa in Guardiani della Galassia Vol. 3. Essendo il loro futuro incerto dopo il passaggio di Gunn alla DC, non sappiamo se il MCU risolverà il mistero.

I dubbi sul vecchio Steve Rogers

Chris Evans

Il Captain America di Steve Rogers è stato uno degli Avengers più amati dell’intera saga, e molti hanno vissuto con commozione e dispiacere il passaggio del testimone con Sam Wilson. Facendo un passo indietro, torniamo alla fine di Avengers: Endgame, quando Steve Rogers intraprende la sua missione in solitaria per riportare le Gemme dell’Infinito nelle rispettive linee temporali. Invece di tornare immediatamente nel presente, però, egli coglie l’occasione per andare nel passato e ricominciare con Peggy Carter, avendo il suo happy ending come ci viene mostrato.

Nonostante questo, Rogers riappare in una delle ultime sequenze del film per poter dare, come dicevamo prima, il suo scudo. In quella circostanza lo vediamo invecchiato, il tempo trascorso è evidente sul suo volto, eppure non conosciamo i dettagli su come abbia fatto ritorno perché non sono mai stati spiegati. Inoltre, non è chiaro se Steve Rogers sia ancora vivo nell’attuale continuità del MCU, quindi è possibile avere anche un suo come back.

Chi è Braddock?

Hayley Hatwell Peggy Carter Avengers: Infinity War

Restando su Avengers: Endgame, c’è un momento in cui dopo aver perso il Tesseract, Tony Stark e Steve Rogers viaggiano ancora più indietro nel tempo per prendere la Gemma dello Spazio di un altro periodo temporale. Vanno così nel 1970, a Camp Lehigh, dove è stato istituito lo SHIELD, e mentre Stark rintraccia il Tesseract, Rogers va alla ricerca di altre Particelle Pym che gli permettano di far ritorno a casa. In quel momento, però, l’Avenger intravede Peggy, e possiamo sentirla chiedere cosa sia successo a un uomo di nome Braddock. Nei fumetti Marvel Comics, Brian Braddock è Capitan Bretagna, e pur avendo avuto un ruolo incisivo nelle storie del multiverso, questo personaggio non è ancora apparso nel MCU.

Thanos e la Gemma del Potere

Thanos Guanto dell'Infinito

Torniamo ad Avengers: Infinity War, ed esaminiamo la scena in cui Thor incontra i Guardiani della Galassia. È in quella occasione che l’Avenger rivela che Thanos, una settimana prima, aveva decimato Xandar per reclamare la Gemma del Potere, conservata al sicuro presso i Nova Corps (come avevamo appreso nel primo Guardiani della Galassia). Questa è l’unica Gemma dell’Infinito che gli spettatori non hanno mai visto effettivamente reclamare da Thanos sullo schermo, e molti chiedono che sia mostrato nel MCU. Nonostante non si conoscano i dettagli, è iniziata a circolare l’ipotesi che la serie Nova dei Marvel Studios possa finalmente mostrarlo.

Che fine fa il Teschio Rosso?

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Nel finale di Captain America – Il Primo Vendicatore si vedeva il Teschio Rosso essere spinto nello spazio dopo aver impugnato il Tesseract, e in Avengers: Infinity War scopriamo che era stato mandato su Vormir per custodire la Gemma dell’Anima. Una maledizione apparentemente ineluttabile, eppure l’MCU non ha mai rivelato cosa gli sia successo dopo che questa viene presa prima da Thanos, nella sequenza straziante della morte di Gamora, e dopo da Clint Barton in Avengers: Endgame. Potrebbe anche essere che la Gemma dell’Anima sia stata presa per liberare il Teschio Rosso, permettendogli di tornare nel futuro del MCU, ma da allora di lui non si è saputo più niente.

La morte del Collezionista

Marvel-Collezionista-in-Thor-the-Dark-World

Conosciamo per la prima volta il Collezionista nella scena post-credits di Thor: The Dark World, dove viene presentato come un collezionista di ogni specie bizzarra, al quale è stato affidato il compito di conservare la Gemma della Realtà. Ed è proprio perché ne è il custode che in Avengers: Infinity War diventa un bersaglio per Thanos, il quale si reca a Knowhere per reclamarla. Una volta ottenuta, il destino del Collezionista non si conoscerà mai, anche se si è ipotizzato che i Guardiani della Galassia abbiano acquistato Knowhere da lui prima che arrivasse il loro Speciale Vacanze. Non è detto però che sia sopravvissuto all’attacco del Titano.

Dov’è Harley Keener?

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Chi si ricorda di Harley Keener, il bambino con cui Tony Stark fa amicizia in Tennessee in Iron Man 3? Ebbene, in quell’occasione il ragazzino aiuta l’Avenger a tornare in azione, e con il suo ritorno – oramai cresciuto – al funerale di Stark avvenuto in Avengers: Endgame, capiamo molto bene che il loro rapporto era forte, o comunque Keener aveva avuto sulla vita del Vendicatore un grande impatto. Il suo cameo nel film, che ha lasciato molti felicemente sorpresi, aveva fatto ipotizzare un suo ruolo più incisivo nel futuro del MCU, ma al momento non è apparso da nessun altra parte, quindi non è chiaro il suo destino nella saga.

La TVA e le linee temporali alternative

Loki eventi TVA ordine cronologico

Prima che debuttasse la serie tv Loki, le linee temporali ramificate e le realtà alternative non erano molto comuni all’interno del MCU. Con esso, invece, vediamo ufficialmente l’Autorità per le Variazioni Temporali portare queste linee temporali ramificate per cancellare qualsiasi variante di Kang il Conquistatore. L’esistenza della TVA ha fatto nascere alcuni dubbi sul fatto che abbia portato o meno le linee temporali create durante il Time Heist in Avengers: Endgame. In Loki, Ravonna Renslayer rivela che gli Avengers avrebbero dovuto viaggiare nel tempo, e ciò implica che la TVA non abbia tagliato queste realtà. Nonostante questo, con alcuni grandi cambiamenti apportati, come l’assenza di Thanos, Steve Rogers che sa che Bucky è vivo e il furto del Tesseract, la TVA non può averli ignorati totalmente.

Captain America e le Gemme dell’Infinito

Captain America Chris Evans

Concludiamo con uno dei misteri forse più importanti sia di Avengers: Infinity War che di Avengers: Endgame, e che riguarda ciò che è accaduto durante la missione di Steve Rogers per restituire le Gemme dell’Infinito. Dopo aver sconfitto Thanos, l’Avenger viaggia nel tempo per riportare sia queste che Mjolnir nella loro linea temporale. Tuttavia, la Gemma dello Spazio non è più nel Tesseract, quella del Potere non è nell’Orb, quella della Realtà non è liquida, quella della Mente non è nello scettro di Loki e restituire quella dell’Anima al Teschio Rosso sarebbe stata un’interazione interessante. Noi non vediamo come Captain America faccia a riportarle tutte al loro posto, e sebbene molti vogliano vedere questo viaggio, rimane un mistero assoluto.

Gareth Edwards ha “lasciato tutto” per dirigere il nuovo film Jurassic World

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Le cose stanno veloce ancora una volta per uno dei più grandi franchise più redditizi della storia del cinema. È stato appena annunciato che il regista di Rogue One e The CreatorGareth Edwards, prenderà le redini della regia di Jurassic World 4, il prossimo film della serie Jurassic World, e sembra che sia entusiasta dell’incarico, qualcosa che lo ha allontanato dal lavorare sui propri progetti originali per cogliere tale opportunità.

All’evento FYC di Collider per The Creator ieri sera, moderato da Steve Weintraub , Edwards ha potuto parlare un po’ dell’ottenimento del lavoro, che lo pone accanto a grandi del settore come Colin TrevorrowJA Bayona e Steven Spielberg. Dato che la notizia è venuta fuori così in fretta, dice di aver tentato di avvisare la sua famiglia prima che arrivasse su Internet, anche se è un compito difficile al giorno d’oggi. “Ho fatto del mio meglio per contattare mia madre e dirglielo prima che la notizia fosse pubblicata su Internet”, dice, “e ho fatto lo stesso con mia sorella. Ho svegliato mia sorella per dirglielo. Ho lasciato un messaggio a mio padre, ma a causa della differenza di fuso orario sta dormendo. Quindi spero che non guarderà su Internet quando si sveglierà”.

Edwards si unisce a un franchising iconico

Come fa di solito ogni regista, Gareth Edwards ha anche elogiato molto il regista originale di Jurassic Park Steven Spielberg, che cita come “la ragione per cui [lui] ha sempre voluto diventare un regista“. L’opportunità di lavorare sul franchise è stata una di quelle che ha colto al volo immediatamente, anche se era destinato ad allontanarsi dal cinema per un po’ dopo la corsa agli Oscar per The Creator :

“Stavo per prendermi una pausa e ho iniziato a scrivere la mia prossima idea per un film e questo è l’unico film che mi farebbe mollare tutto come un sasso e tuffarmi dentro. Adoro Jurassic Park. Penso che il primo film sia un capolavoro cinematografico… quindi questa opportunità è come un sogno per me. E lavorare con Frank Marshall, la Universal e David Koepp, che sta scrivendo la sceneggiatura, penso che siano tutte leggende. Quindi sono semplicemente molto emozionato”.

Edwards è il secondo regista ad avere il suo nome associato al nuovo film di Jurassic World , dopo che il regista di The Fall Guy, David Leitch, è stato per un breve periodo in trattative con il regista. David Koepp, responsabile sia della sceneggiatura di Jurassic Park che del suo seguito, Il mondo perduto, scriverà la sceneggiatura, e sembra che le cose stiano andando in una direzione positiva per il sequel, nonostante abbia una data di uscita nel 2025 e nessuna cast o finestra delle riprese già impostata. Steven Spielberg produrrà anche Jurassic World 4 attraverso la sua Amblin Entertainment, insieme a Frank Marshall, ma nessuna stella di Jurassic Park o Jurassic World tornerà per il nuovo sequel.

Il sequel Jurassic World 4, ancora senza titolo, segnerà il settimo capitolo della serie Jurassic Park, senza contare la serie spin-off animata di NetflixJurassic World: Camp Cretaceous. L’ultimo film della serie, Jurassic World – Il Dominio, è uscito nel 2022, è stato in gran parte un successo finanziario, incassando oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, con il ritorno (che provoca nostalgia) di Sam Neill , Laura Dern e Jeff Goldblum, con protagonista accanto a Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, tra gli altri.

Dakota Johnson e Sean Pean nel primo trailer del film Daddio

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Dakota Johnson e Sean Pean nel primo trailer del film Daddio

Sony Pictures Classics ha appena pubblicato il trailer di Daddio, l’ultimo film con Dakota Johnson e si spera, per la star, che questo sarà accolto meglio della sua attuale uscita cinematografica, Madame Web. Il film, presentato lo scorso anno al Toronto International Film Festival, racconta la storia di una corsa in taxi che cambia la vita dall’aeroporto John F. Kennedy di New York al cuore di Manhattan. Dakota Johnson è il passeggero, mentre Sean Penn guida il taxi nel lungometraggio d’esordio alla regia della scrittrice e regista Christy Hall.

In particolare, il film è anche il primo dramma “con i piedi per terra” a utilizzare la tecnologia “WALL” di The Mandalorian, girato interamente in teatri di posa con scorci di strada proiettati sullo schermo. La cabina era circondata da pannelli LED ad alta risoluzione, utilizzando lenti anamorfiche depotenziate per un look vintage, che aggiungeva un’aria di autenticità al prodotto finale del film.

Il film è un un film a doppio gioco, con Johnson e Penn gli unici membri del cast coinvolti, che danno al film un’aria di teatralità, e c’è chiaramente un enorme livello di recitazione molto alto in quello spazio ristretto di un iconico taxi giallo.  Sean Penn ha detto – tramite Hall, l’anno scorso – che il film gli aveva fatto venire voglia di calcare le scene e salire sul palco ancora una volta. “Hanno davvero realizzato lo spettacolo perché sono entrambi gente di teatro“, ha spiegato Hall, “Sean è stato a Broadway; ha lavorato con Sam Shepherd per molti anni, originando gran parte del suo lavoro a San Francisco. Dakota ha fatto teatro prima di diventare la gloriosa star del cinema che è. Quindi l’abbiamo semplicemente trattato come una commedia.

Dakota Johnson e Sean Penn sono i produttori di “Daddio”

Hall ha detto a Perri Nemiroff di Collider l’anno scorso che sia Sean Penn che Dakota Johnson sono alleati fondamentali da avere al suo fianco, non solo come star, ma anche come produttori del progetto, riponendo la loro fiducia in lei come la persona giusta per dirigere il film nonostante la sua inesperienza nel cinema.

Essendo il mio primo lungometraggio, ho alzato la mano per alcune delle mie sceneggiature e, molte volte, mi è stato detto di no. Avevo davvero bisogno che le persone mi circondassero, e Sean e Dakota hanno riposto la loro fiducia in me, hanno riposto la loro fiducia in questa sceneggiatura e hanno detto: “No, Christy è quella che dirigerà questo film e noi aiuteremo. Sarà lei a spingere questo masso su per la montagna.’”

Frankenstein di Guillermo del Toro: iniziate le riprese del film con Jacob Elordi

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Frankenstein di Guillermo del Toro è ad un passo dal diventare realtà, con il regista che annuncia attraverso i suoi account sui social media che le riprese per il suo prossimo progetto sono iniziate. Con un selfie in mezzo a un campo innevato, Guillermo del Toro ha fatto sapere al pubblico che le riprese hanno preso il via per l’ultimo adattamento della storia senza tempo scritta da Mary Shelley. Frankenstein  segnerà il primo film di del Toro dall’uscita di Pinocchio, poiché il regista distingue la sua versione della storia dei mostri dagli adattamenti precedenti grazie al suo stile visivo caratteristico e all’amore per i misteri irrisolti.

Frankenstein è rimasto per molto tempo un progetto che ha appassionato Guillermo del Toro, e il regista messicano ha finalmente riunito un cast potente per dare vita alla storia. Jacob Elordi ha recentemente sostituito Andrew Garfield nel ruolo del mostro, unendosi a Oscar Isaac, Mia Goth e Christoph Waltz come parte del cast. Oscar Isaac interpreterà lo stesso Dottor Victor Frankenstein, uno scienziato che spinge i confini tra la vita e la morte con i suoi esperimenti non convenzionali. Il resto dei personaggi del film non sono stati ancora rivelati e, a giudicare dai luoghi freddi che il regista ha visitato durante la ricerca dei luoghi delle location, sembra che la storia del Dottor Frankenstein e della sua creazione sarà ambientata in un luogo lontano e misterioso.

Chi c’è nel cast del Frankenstein di Guillermo del Toro?

Guillermo del Toro scrive, dirige e produce Frankenstein insieme a J. Miles Dale, che è stato produttore di Guillermo del Toro’s Cabinet Of Curiosities per Netflix. Il romanzo classico di Mary Shelly segue la storia di Victor Frankenstein, uno scienziato brillante ma egoista che dà vita a una creatura in un mostruoso esperimento che alla fine porta alla distruzione sia del creatore che della sua tragica creazione. Del Toro sta sviluppando il progetto Frankenstein da diverso tempo e da tempo desiderava realizzare un film incentrato sull’iconica storia di Shelley, ma non si sa ancora quale sarà il suo punto di vista sul racconto classico.

Nel film Oscar Isaac interpreterà Victor Frankenstein, mentre Mia Goth sarà la protagonista femminile, ma il suo ruolo effettivo è ancora sconosciuto. Così come è sconosciuto il ruolo che avranno Christoph Waltz e Charles DanceAndrew Garfield era inizialmente stato scelto per interpretare la Creatura, ma ha dovuto rinunciare al film per via di altri impegni, venendo sostituito da Jacob Elordi. Le riprese del film dovrebbero svolgersi nel corso dei prossimi mesi, con una distribuizione prevista su Netflix per il 2025.

Vin Diesel conferma che il prossimo film sarà l’ultimo film di Fast and Furious

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Vin Diesel ha inviato un messaggio a tutti i membri della famiglia Fast and Furious, facendo sapere al mondo che il prossimo capitolo del franchise sarà davvero l’ultimo. Sebbene Vin Diesel avesse già accennato in precedenza all’estensione del franchise oltre Fast XI – o Fast X: Part Two come potrebbe essere conosciuto – questo è quanto di più definitivo.

Nella dichiarazione rilasciata su Instagram, Vin Diesel fa molteplici riferimenti al “finale” della serie e invia un messaggio ai fan di Fast and Furious, ringraziandoli per il loro entusiasmo, passione e supporto nel corso degli anni. La dichiarazione completa di Vin Diesel può essere trovata di seguito:

Abbiamo appena concluso il nostro incontro di fine settimana con gli scrittori e l’intero team… dire che l’eccitazione per il nostro finale è stata incredibilmente potente è un eufemismo. Oh. Così emozionante…

Mentre tutti si avviavano verso il fine settimana carichi ed emozionati, ho pensato a tutti voi… ricordando gli innumerevoli momenti in cui il vostro entusiasmo e la vostra passione sono diventati la forza trainante del nostro viaggio creativo. Il tuo impegno per la nostra saga ha avuto un impatto unico sul suo successo e sulla sua evoluzione… come direbbe la mia figlia più giovane, è profondo.

Grazie per essere la spina dorsale di questa saga globale che, grazie a te, trascende lo schermo.Questo gran finale non è solo un finale; è una celebrazione dell’incredibile famiglia che abbiamo costruito insieme.

Spero di renderti orgoglioso!

DI seguito il post originale

 

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Dove eravamo rimasti con Fast X? 

Alla conclusione di Fast X, siamo rimasti con un cliffhanger quando Dante di Jason Momoa sembrava andarsene con il sopravvento su Dominic Toretto di Vin Diesel, dopo aver tentato di raggiungere il figlio di Dom, Brian, tramite l’aiuto del voltagabbana Aimes ( Alan Ritchson). Il fratello di Dom, Jakob (John Cena), si sacrifica per salvare Brian e portarlo in salvo. Dom e Brian si gettano in acqua, ovviamente, da una diga e sopravvivono a malapena. Nel frattempo, Letty (Michelle Rodriguez) si ritrova in una prigione artica insieme a Cipher di Charlize Theron, prima che Gisele di Gal Gadot, presumibilmente morta dopo gli eventi di Fast and Furious 6, arrivi in ​​un sottomarino per aiutare.

Una scena a metà titoli rivela che anche Dwayne Johnson tornerà nel franchise per il finaleDopo essere stato etichettato come criminale, Hobbs è stato al lavoro per rintracciare i suoi obiettivi e scoprire una delle reti di sorveglianza di Dante. Dante promette che anche Hobbs sarà un obiettivo, creando una potenziale faida che potrebbe estendersi anche a un altro film spin-off in cui Dwayne Johnson sarà il protagonista, una volta che la sua attuale storia in WWE sarà terminata.

Tony Stark: le citazioni più divertenti nel MCU

Tony Stark: le citazioni più divertenti nel MCU

Non ci sono personaggi nel Marvel Cinematic Universe come Tony Stark: irriverente e mordacemente sarcastico, è una di quelle persone che sarebbe molto facile non amare ma, poiché è così incredibilmente affascinante, la sua aura riesce a colpire chiunque in modo sorprendente. Per di più, è anche colui che compie il più grande sacrificio nella battaglia contro Thanos e la sua intenzione di piegare l’universo alla sua volontà. Oltre a tutto il resto, ha anche un senso dell’umorismo molto acuto e alcune sue citazioni sono diventate assolutamente iconiche!

“Dammi uno scotch. Sto morendo di fame”.

Tony Stark non ha certamente paura di dire in maniera sfacciata ciò che vuole, e questo include l’essere sincero…anche quando vuole bere qualcosa. In questo caso, ciò che rende la citazione così divertente è che sta essenzialmente ammettendo che, piuttosto che mangiare effettivamente qualcosa, vuole soltanto gustarsi uno scotch per concludere al meglio la giornata. Tony può non essere il miglior modello di comportamento a volte, ma almeno si conosce abbastanza bene da capire cosa desidera in un dato momento.

“Tieniti forte, Legolas”.

Tony Stark si autocompiace nell’insultare le persone in modi che sa che li infastidiranno, e non c’è nessuno che sia immune dal suo sarcasmo. Questo include Occhio di Falco, che è più volte bersaglio delle battute di Tony. Naturalmente, non aiuta il fatto che Tony stia paragonando Occhio di Falco all’attraente Legolas de Il Signore degli Anelli, sebbene a suo modo sia anche un complimento (dato che Legolas era un arciere molto rinomato: questo è sicuramente considerato come uno degli insulti più divertenti del MCU.

“Te l’ho detto. Non voglio unirmi alla tua boyband super segreta”.

Ci vuole coraggio smisurato per andare contro a Nick Fury (uno dei migliori ruoli di Samuel L. Jackson), ma è proprio quello che Tony fa con questa battuta impertinente.

Naturalmente, deve dimostrare, a se stesso come a Nick, che vede i Vendicatori come non degni di essere presi sul serio, ed è per questo che decide di riferirsi a loro come una boy band piuttosto che utilizzando un epiteto che ne trasmetta l’eroismo.

“Sono un grande fan del modo in cui perdi il controllo e ti trasformi in un enorme mostro verde di rabbia”.

Ogni volta che Tony Stark incontra qualcuno per la prima volta, sembra incapace di esimersi dal fare una battuta o un commento sarcastico, di solito riuscendo a colpire direttamente i punti sensibili dell’interlocutore. In questo caso, quando incontra Hulk, e anche se sembra ammirare la sua (in)capacità di Banner di controllare la rabbia, è chiaro che sta facendo una battuta a spese del supereroe.

E’ sicuramente una battuta molto divertente, ma mostra anche che c’è sempre un limite all’approccio di Tony con gli altri.

”Iron Man.” Accattivante, suona bene. Non è tecnicamente preciso. L’armatura è in lega di oro e titanio, ma è un nome evocativo, simbolico”

Oltre ad avere un malvagio senso dell’umorismo sui difetti e le manie degli altri, Tony Stark ha anche la tendenza ad essere pedante. È una “libertà” che si prende e gli si può anche riconoscere, dato che è innegabilmente un genio e merita credito per le sue capacità di leadership.

Per di più, è difficile non ridere di Tony che fa notare che il nome Iron Man, che è diventato iconico come la tuta stessa è, in effetti, un nome fuorviante.

“Vostra madre sa che indossate le sue vesti?”

Se c’è una persona per cui Tony dovrebbe avere almeno un po’ di rispetto, dovrebbe essere Thor che, dopo tutto, è uno dei personaggi più forti del MCU. Tuttavia, questo non impedisce a Tony di prenderlo in giro con toni shakespeariani e, dato il rapporto di Thor con sua madre, è una battuta abbastanza infelice.

Ma visto che è Tony che lo pronuncia, non risulta così crudele come potrebbe essere se fosse qualcun altro a scagliare questo particolare insulto.

“Il signor Stark esibisce narcisismo da manuale?”.

Tony Stark è molte cose, ma non è cieco ai suoi difetti e alle sue imperfezioni, che è precisamente ciò che rende questa citazione sia molto divertente che, a suo modo, tragica. Riconosce di mostrare i tratti che si associano al narcisismo e, piuttosto che difendersi o arrabbiarsi, ammette semplicemente che è la verità.

I fan non possono fare a meno di ammirare che qualcuno con i suoi poteri e le sue capacità sia disposto ad ammettere i propri difetti caratteriali.

“Tu sei Spider-ino… il ragno che combatte il crimine. Sei Spider-Boy?”

Uno dei rapporti più sinceramente toccanti nel MCU è quello tra Tony Stark e Peter Parker: è chiaro che Parker ammira davvero Stark, così come è chiaro che Stark riconosce con affetto l’innocenza giovanile di Parker e il suo desiderio di essere una brava persona e un eroe.

Tuttavia, questo non impedisce a Stark di esibire il suo consueto senso dell’umorismo quando incontra Peter Parker, riferendosi a lui, in modo piuttosto sprezzante, come “Spider-Boy”. È un Tony Stark da manuale, ed è questo che la rende una citazione iconica: la loro è sicuramente una delle migliori amicizie del MCU.

“E’ lui il capo, io metto solo i soldi, i progetti e faccio sembrare tutto più affascinante!”

Anche se ha la tendenza ad essere disinvoltamente brutale con quasi tutti, bisogna dire che Tony non è più gentile quando si tratta di se stesso. Infatti, ammette un rispetto piuttosto rancoroso per Capitan America, come dimostra questa battuta.

Allo stesso tempo, non resiste all’occasione di far capire che paga davvero tutto lui e che ha un glamour da rock star che innegabilmente gli appartiene, il che aumenta l’impatto cool dell’immagine dei Vendicatori.

“Meglio essere temuti, o rispettati?… Io dico: è troppo chiedere entrambe le cose?”

Questa è una domanda che ha ossessionato i leader per secoli, e quindi ovviamente anche Tony si perde a rifletterci. Essendo Tony Stark, tuttavia, non potrà mai schierarsi solo da una parte o dall’altra.

In questa battuta molto umoristica, mette in chiaro, ancora una volta, che non ha intenzione di accontentarsi di niente di meno di ciò che vede come suo dovere, e se qualcuno nel MCU è destinato ad essere sia temuto che rispettato, è proprio lui.

Naruto: il film live action ha finalmente un regista!

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Naruto: il film live action ha finalmente un regista!

Credeteci! La serie di anime e manga Naruto, famosa in tutto il mondo, ha finalmente trovato il regista e lo sceneggiatore che daranno vita a Konoha sul grande schermo. Lionsgate ha affidato il progetto a Destin Daniel Cretton, regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, per cercare finalmente di far decollare l’adattamento.

Oltre a scrivere la sceneggiatura e a passare dietro la macchina da presa, Destin Daniel Cretton sarà anche produttore insieme a Jeyun Munford sotto la sua società Hisako. La mossa riunirà il regista e lo studio dopo la loro precedente collaborazione per Il castello di vetro.

Un film su Naruto è in lavorazione presso la Lionsgate da diverso tempo, essendo stato annunciato per la prima volta nel 2015. Da allora, il progetto è rimasto in sospeso fino all’arrivo della sceneggiatrice Tasha Huo alla fine dello scorso anno. Con l’aggiunta di Cretton, tuttavia, la storia del giovane ninja Naruto Uzumaki dovrebbe iniziare a muoversi molto più velocemente verso la produzione. Non è chiaro se Huo sia ancora coinvolta in qualche modo, ma il film vede ancora la presenza di Avi Arad, Ari Arad ed Emmy Yu della Arad Productions, il team dietro il prossimo film di Borderlands, nel team di produzione insieme a Jeremy Latcham.

Creato dal leggendario mangaka Masashi Kishimoto, Naruto segue le avventure del suo protagonista, un giovane ninja eternamente entusiasta e motivato, che insegue il sogno di diventare Hokage, il leader del suo villaggio, the Hidden Leaf Village. Dentro di lui, però, c’è una bestia a nove code che ha attaccato la sua casa anni prima, rendendolo un emarginato tra gli abitanti del villaggio. La serie segue la sua crescita da emarginato immaturo a ninja rispettoso e potente che combatte insieme ai suoi amici per proteggere Konoha da una serie di minacce con poteri malvagi propri. Nella rivista giapponese Weekly Shonen Jump, Naruto ha avuto un periodo di grande successo dal 1999 al 2014, vendendo 250 milioni di copie di volumi raccolti in 60 paesi e territori in tutto il mondo e generando diverse serie animate, tra cui il popolare sequel Boruto.

Cretton ha l’approvazione di Kishimoto per ‘Naruto’

Grazie a Shang-Chi, Cretton si è guadagnato un meritato riconoscimento sia come sceneggiatore che come regista, continuando a lavorare all’adattamento della serie Disney+ American Born Chinese e sviluppando un sequel del film diretto da Simu Liu. Anche gli altri suoi lungometraggi, Short Term 12 e Just Mercy, sono stati premiati. Soprattutto, quando si tratta di adattare qualcosa di così amato e con un’ampia tradizione come Naruto, Cretton ha anche ricevuto un voto di fiducia da Kishimoto dopo averlo incontrato a Tokyo. Il creatore del manga ha detto di Cretton:

Quando ho saputo dell’ingaggio di Destin, è successo subito dopo aver visto un suo film d’azione di successo, e ho pensato che sarebbe stato il regista perfetto per Naruto. Dopo aver apprezzato gli altri suoi film e aver capito che il suo forte è creare solidi drammi sulle persone, mi sono convinto che non c’era altro regista per Naturo. Incontrando Destin, l’ho trovato un regista di mentalità aperta, disposto ad accogliere i miei suggerimenti, e ho sentito che saremmo stati in grado di collaborare insieme nel processo di produzione“.

Restate sintonizzati qui su Cinefilos.it per ulteriori informazioni sul film live-action di Naruto, man mano che Cretton si metterà al lavoro.

Avatar – La leggenda di Aang di Netflix raccoglie recensioni negative

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Avatar: L’ultimo dominatore dell’aria è un’amata serie televisiva animata con una fanbase devota e, dopo il deludente adattamento live-action del 2010 di M. Night Shyamalan, la pressione sull’annunciata serie Netflix Avatar – La leggenda di Aang erano tante.

I fan hanno trovato fin dall’inizio motivi per lamentarsi di questa trasposizione della serie, che si sono intensificati nelle ultime settimane con la rivelazione di ulteriori dettagli (in particolare su come lo show differirà dalla sua controparte animata). Ad aumentare ulteriormente le preoccupazioni è stato il fatto che l’embargo sulle recensioni di Avatar – La leggenda di Aang non è stato revocato fino alla première dello show, avvenuta oggi.

Ebbene, la prima ondata di verdetti è stata emessa e sono innegabilmente contrastanti, se non del tutto negativi.

Anche le recensioni positive di Avatar – La leggenda di Aang non sono esattamente entusiasmanti e, per la maggior parte, sembra che i fan della serie originale rimarranno delusi da questa nuova versione live-action di Avatar – La leggenda di Aang.

L’importantissimo punteggio di Rotten Tomatoes è attualmente pari al 58% sulla base di 40 recensioni e lo terremo d’occhio nei prossimi giorni.

Per ora, potete dare un’occhiata a un campione di recensioni di Avatar – La leggenda di Aang qui sotto .

Alla fine, è difficile dire a chi si rivolga esattamente questa versione di Avatar. I fan dell’originale rimarranno delusi dalla rivisitazione senza fascino e da una sorta di “valle del mistero” del mondo che conoscono e amano. I nuovi arrivati potrebbero essere scoraggiati in generale. [C- – AV Club]

[La maggior parte di queste critiche non saranno importanti per gli spettatori che si avvicinano al mondo di Avatar per la prima volta. Per coloro che sono aperti a prendere il remake al valore nominale, c’è molto da divertirsi, e questo vale anche per i fan di lunga data che si avvicinano alla serie con una mente aperta – anche se alcuni pezzi potrebbero sembrare fuori luogo. [3/5] – Digital Spy

In definitiva, Avatar: L’ultimo dominatore dell’aria di Netflix è una versione peggiore della commedia in-universale “Il ragazzo nell’iceberg” dell’episodio “I giocatori dell’isola di Ember” della serie originale. [1,5/5] – Discussing Film

Questo adattamento è in bilico tra due impulsi: si fida del suo pubblico meno di quanto facesse uno show per bambini, pur cercando di essere “L’ultimo dominatore dell’aria per adulti”. Alcune scelte di casting azzeccate non riescono a salvare la serie da un lavoro poco stimolante e da una confusione tonale. [2/5] – Empire

Dato che l’Avatar originale è stato acclamato da più parti (compresa questa) come una delle migliori serie degli ultimi decenni, essere all’altezza della sua memoria sarebbe stato un traguardo quasi impossibile da raggiungere per qualsiasi reboot o adattamento.
Ma i difetti che affliggono questo Avatar sono interamente suoi, separati dal peso insostenibile delle aspettative dei fan. – L’Hollywood Reporter

La serie live-action Avatar: The Last Airbender arricchisce la storia originale con nuovo materiale significativo, ma il ritmo incalzante, i dialoghi ricchi di esposizioni e gli effetti poco efficaci non sono esattamente in equilibrio. [7/10] – IGN

Migliore di Cowboy Bebop, meno godibile di One Piece, Avatar: The Last Airbender si colloca nel mezzo degli adattamenti live-action di Netflix, proprio come i suoi predecessori. In un modo strano, la sua qualità riflette uno dei principi fondamentali di Avatar: l’equilibrio. Né terribile né sorprendente, è semplicemente… bello. – Mashable Dimenticate la minaccia di Zuko o i dubbi di Aang che affliggono ogni passo del suo viaggio: la sfida più grande di Avatar si rivela essere niente meno che il modello stesso di streaming. [4/10] – Slash Film

La serie live-action Avatar: L’ultimo dominatore dell’aria di Netflix ha i suoi punti di forza, come il remix intelligente delle trame della serie animata originale e un cast e una troupe diversi, ma il tentativo di accontentare sia i fan che i nuovi arrivati rende l’adattamento mediocre e spesso sconcertante. [2,5/5] – Total Film

Non doveva essere così. Forse non c’era un modo migliore per adattare questa storia, ma forse non era necessario adattarla. L’originale “Avatar” non mancava; non c’era bisogno di rifarlo, se non per l’insaziabile avidità di Hollywood. [1/4] – USA Today

Più di ogni altra cosa, il ritmo del nuovo Avatar è ciò che lo fa sentire fuori posto, non solo per la velocità con cui la serie si muove, ma anche per il modo in cui quella velocità crea un senso di urgenza che non sembra emanare da molti dei personaggi stessi.

Con un po’ più di spazio per respirare, le sottotrame dello show avrebbero potuto essere più ricche e i suoi eroi centrali più avvincenti – e aiutare Netflix ad avere un altro One Piece invece di un Cowboy Bebop. – The Verge

Nel complesso, l’ambizioso “Avatar” di Netflix si presenta come un accattivante passaggio di testimone – onorando i fan dell’acclamato originale e iniziando una nuova generazione al suo intricato mondo. Speriamo che il finale sia solo il primo capitolo di una saga live-action. – The Wrap

Superman: Legacy, James Gunn rivela il ruolo di Terence Rosemore

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Superman: Legacy, James Gunn rivela il ruolo di Terence Rosemore

Il regista di Superman: Legacy James Gunn ha rivelato che il suo prossimo reboot del DCU introdurrà una nuova versione della spalla pasticciona di Lex Luthor.

All’inizio di oggi, il regista ha condiviso una foto dell’intero cast principale del film poco dopo aver completato la prima lettura del tavolo, e ora è emerso che Terence Rosemore, apparso in tutti e tre i film di Guardiani della Galassia, interpreterà una nuova versione di Otis.

L’imbranato scagnozzo è stato interpretato dal compianto Ned Beatty in Superman: The Movie di Richard Donner e ha ripreso il ruolo per Superman II. Una nuova incarnazione del personaggio è stata poi introdotta nelle pagine della serie a fumetti Smallville: Stagione 11.

Non è ancora chiaro in che modo questa nuova versione di Otis si inserirà nella storia di Superman: Legacy, ma è probabilmente lecito supporre che sarà in qualche modo affiliato al cattivo megalomane di Nicholas Hoult.

L’inizio delle riprese è previsto per l’inizio la prossima settimana ad Atlanta, quindi c’è la possibilità di vedere alcuni di questi attori in costume, anche se pensiamo che James Gunn si assicurerà che la sicurezza sia molto alta sul set. Potete dare un’altra occhiata alla foto del dietro le quinte qui.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU).

Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

César Awards 2024: trionfa Anatomia di una caduta

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César Awards 2024: trionfa Anatomia di una caduta

Nessuno è rimasto sorpreso, ai César Awards 2024, quando Anatomia di una caduta e Justine Triet, sua regista e co-sceneggiatrice, hanno fatto incetta di premi. Il film francese, che ha stregato anche Hollywood e l’Academy, si avvia con le sue 5 nomination agli Oscar a una serata davvero indimenticabile, forte anche del sostegno di casa.

Tra gli altri vincitori, Adèle Exarchopoulos per All Your Faces e il documentario nominato agli Oscar Four Doughters, la cui regista ha pronunciato un appassionato discorso condannando il massacro dei bambini a Gaza.

Ecco la lista completa dei vincitori dei César Awards 2024:

Best Film
Anatomia di una caduta di Justine Triet

Best Director
Justine Triet, Anatomia di una caduta

Best Actor
Arieh Worthalter, The Goldman Case

Best Actress
Sandra Hüller, Anatomia di una caduta

Best Supporting Actress
Adèle Exarchopoulos, All Your Faces

Best Supporting Actor
Swann Arlaud, Anatomia di una caduta

Female Revelation
Ella Rumpf, Marguerite’s Theorem

Male Revelation
Raphaël Quenard, Junkyard Dog

Best Original Screenplay
Justine Triet, Arthur Harari, Anatomia di una caduta

Best Adapted Screenplay
Valérie Donzelli, Audrey Diwan, Just the Two of Us

Cinematography
David Cailley, The Animal Kingdom

Best Costumes
Ariane Daurat, The Animal Kingdom

Best Production Design
Stéphane Taillasson, The Three Musketeers (Parts 1 & 2)

Best Sound
Fabrice Osinski, Raphaël Sohier, Matthieu Fichet, Niels Barletta, The Animal Kingdom

Best First Film
Junkyard Dog di Jean-Baptiste Durand

Best Animated Feature
Chicken For Linda! di Chiara Malta & Sébastien Laudenbach

Best Visual Effects
Cyrille Bonjean, Bruno Sommier, Jean-Louis Autret, The Animal Kingdom

Best Original Music
Andreas Laszlo de Simone, The Animal Kingdom

Best Editing
Laurent Sénéchal, Anatomia di una caduta

Best Documentary
Four Daughters di Kaouther Ben Hania

Best Foreign Film
La natura dell’amore di Monia Chokri

The Crow: il reboot del Corvo ha una data di uscita, rivelata la sinossi ufficiale

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Dopo numerose false partenze, il reboot de Il Corvo, dal titolo originale The Crow ha finalmente una data di uscita ufficiale. Abbiamo perso il conto del numero di volte in cui una nuova versione della graphic novel gotica è stata sviluppata per poi essere accantonata o accantonata per un motivo o per l’altro, ma nel 2022 abbiamo saputo che un reboot stava andando avanti con la star di It, Bill Skarsgård nel ruolo principale di Eric Draven e il regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell Rupert Sanders dietro la macchina da presa.

Ora, Deadline riporta che The Crow prenderà il volo il 7 giugno di quest’anno negli USA.La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

Va sottolineato che questo film non è un vero e proprio remake, bensì un nuovo adattamento dall’omonima graphic novel. Sembra che questa versione possa apportare alcune modifiche all’iconica serie a fumetti di James O’Barr, incentrata su un uomo di nome Eric Draven che, insieme alla sua fidanzata, viene brutalmente ucciso da una banda di teppisti. Un anno dopo, viene resuscitato da una forza mistica sotto forma di corvo e si mette in viaggio per vendicarsi.

Anche in questo caso, diversi registi hanno tentato di riproporre questo racconto gotico e, mentre alcuni fan saranno sicuramente felicissimi di sapere che questo riadattamento ha ricevuto una nuova vita, la notizia potrebbe non essere accolta con particolare entusiasmo da tutti.

Molti ritengono che il film di Alex Proyas del 1994, interpretato dal compianto Brandon Lee, abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook.

The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

Superman: Legacy, le riprese inizieranno ufficialmente prossima settimana

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Avevamo sentito dire che le riprese di Superman: Legacy sarebbero iniziate all’inizio di marzo e, durante la telefonata di venerdì dedicata ai guadagni del quarto trimestre, il CEO di Warner Bros. Discovery David Zaslav ha rivelato che le riprese del reboot del DCU inizieranno ufficialmente la prossima settimana.

La conferma arriva poco dopo che il regista James Gunn ha condiviso una foto dietro le quinte del cast principale dopo la prima lettura del tavolo.

Sebbene Zaslav si sia detto ottimista riguardo a Superman: Legacy e al futuro del nuovo DCU in generale, ha ammesso che lo studio non ha ottenuto i risultati sperati. “In definitiva, lo studio ha avuto un rendimento insufficiente, anche alla fine dell’anno, quando abbiamo avuto qualche difficoltà, ma siamo molto ottimisti per l’anno in corso, che ci ha dato la possibilità di avere molti vantaggi nei prossimi due anni“.

Gunnar Wiedenfels, CFO di Warner Bros. Discovery, ha anche osservato che lo studio ha dovuto affrontare “sfide” per quanto riguarda la produzione di supereroi.

Per quanto riguarda i film, è ovvio che continuerà ad essere un’attività guidata dai successi. L’anno scorso è stato un grande esempio, con il più grande successo nella storia dello studio cinematografico, e alcune sfide reali in tutto il settore sul lato dei supereroi. Il colore viola” e il sequel di supereroi “Aquaman e il regno perduto” non hanno avuto grandi risultati“.

Ecco la fan art che dopo avervi rivelato quello che potrebbe essere il nuovo logo, ci da un’idea di come potrebbe essere il nuovo superman:

 

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Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU).

Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, e Nathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Animali Fantastici: I segreti di Silente: tutti gli easter egg, i riferimenti e i richiami a Harry Potter

Il terzo spin-off di Harry Potter, Animali fantastici – I segreti di Silente (qui la recensione), aveva promesso un’espansione del mondo magico di J.K. Rowlings ricca di riferimenti, e così è stato. L’ambientazione negli anni ’30 può rendere impossibile un cameo del trio di protagonisti di Harry Potter, ma è subito evidente che il ritratto della storia d’amore e dell’esplosiva spaccatura tra Silente e Grindelwald sa esattamente a quale mondo appartiene. E nonostante le recensioni negative del film è assolutamente un miglioramento rispetto a I crimini di Grindelwald. Ci sono comunque molti riferimenti, richiami e battute interessanti che strizzano l’occhio allo spettatore fan di Harry Potter. Ecco tutti gli easter egg del mondo magico in Animali fantastici: I segreti di Silente.

L’orologio magico di Silente

Mentre i film di Harry Potter hanno scelto di omettere l’orologio magico da tasca di Albus Silente, nonostante la sua apparizione in due dei libri originali di JK Rowlings, esso compare nel film. Ne I segreti di Silente, l’insegnante di Hogwarts (Jude Law) lo usa per trovare la posizione di Credence, dopo averlo usato per la prima volta nei libri di Harry Potter per capire che Hagrid era in ritardo nel consegnare il neonato Harry Potter al 4 di Privet Drive.

Il cameo di Minerva McGonagall

A causa della collocazione di Animali Fantastici: I Segreti di Silente nella linea temporale di Harry Potter, non ci sono molte apparizioni di personaggi potteriani, ma la Minerva McGonagall di Fiona Glascott appare di nuovo, dopo il suo debutto ne I Crimini di Grindelwald.

Lo specchio magico di Aberforth Silente

animali fantastici

La rivelazione che Credence Barebone è in realtà il figlio di Aberforth Silente ne I segreti di Silente non si concilia del tutto con il colpo di scena de I crimini di Grindelwald, ma rappresenta una conclusione più soddisfacente per la sua storia. La loro relazione viene rivelata nel corso del film con un legame inedito che li vede comunicare tra specchi incantati, scrivendo messaggi sul vetro smerigliato. Sebbene sia una variazione leggermente diversa rispetto a I Doni della Morte, nel complesso, si tratta di un buon modo per far sì che la storia di Credence con Silente si inserisca maggiormente nel mondo.

L’origine della parola d’ordine dell’ufficio di Silente

Nonostante il fatto che Silente e Jacob non abbiano un rapporto abbastanza buono da permettere al primo di partecipare al matrimonio del secondo (per qualche motivo poco chiaro), c’è un accenno al fatto che il babbano ha significato per il futuro preside di Hogwarts più di quanto possa sembrare. Ne I segreti di Silente, Jacob viene ingannato da un gruppo di studenti Serpeverde e costretto a mangiare dei grappoli di scarafaggi, come Albus rivela con orrore. In un futuro di Harry Potter di circa 50 anni dopo, Silente usava “Cluster di scarafaggi” come una delle parole d’ordine del suo ufficio a Hogwarts. Forse come tributo?

La Stanza delle Necessità

Animali fantastici - I segreti di Silente film fantasy 2022

A rigor di logica, Silente avrebbe potuto usare la Stanza delle Necessità per creare magicamente le false valigie incantate che il suo gruppo di eroi porta in Bhutan, ma la logica non è sempre il punto forte di Animali Fantastici. In ogni caso, la famigerata Stanza delle Necessità di Hogwarts gioca un ruolo chiave nel complotto contro Grindelwald, poiché ospita una gigantesca campana-chiave che porta Newt e il gruppo alla resa dei conti con Grindelwald.

Il ritorno dei libri dei mostri

Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald recensione film

Durante il finale di Animali Fantastici: I Segreti di Silente in Bhutan, quando i seguaci di Grindelwald aprono le valigie false, vengono rivelati i loro incantesimi. Una delle valigie sembra contenere solo libri, finché la verità non viene rivelata e ogni tomo si rivela essere un Libro dei Mostri, scatenando un attacco di massa ai cattivi maghi. Il libro dei mostri è apparso per la prima volta in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, quando Hagrid lo introduce nella sua lista di letture per la Cura delle Creature Magiche.

Il ritorno del Deluminatore di Silente (con un tocco)

Animali fantastici - I segreti di Silente

Il Deluminatore di Albus Silente ha avuto un ruolo importante ne I Doni della Morte, quando ha permesso al Ron Weasley di Rupert Grint di riconnettersi con Harry e Hermione durante la loro ricerca dei Doni. Prima di allora, era stato mostrato mentre esercitava i suoi poteri magici, per lo più previsti, di accendere e spegnere le luci. E ora, Animali Fantastici: I Segreti di Silente rivela un nuovo potere del Deluminatore, che Silente sembra usare per teletrasportare se stesso e Credence nella versione del Mondo Magico del Sottosopra.

Il segno dei Doni della Morte

Animali fantastici - I crimini di Grindelwald film

Stranamente, i fan di Harry Potter si sono appropriati del segno dei Doni della Morte in un modo che lo ha allontanato dal suo significato nella tradizione del Mondo Magico, scegliendolo come un simbolo frequentemente usato dal fandom. In Animali Fantastici: i Segreti di Silente, il simbolo si intravede brevemente sopra una porta del quartier generale del castello di Grindelwald. In un nuovo sviluppo, Grindelwald introduce anche il proprio simbolo, incorporando elementi dei Doni della Morte insieme alle sue iniziali per creare una sorta di logo politico.

L’origine del Boccino d’Oro di Harry Potter?

Animali fantastici - I segreti di Silente

Dopo che il Quidditch è stato abbandonato dai film di Harry Potter, riappare brevemente in Animali Fantastici: I Segreti di Silente: la prima sequenza di Hogwarts si apre con due Cercatori che inseguono un Boccino d’Oro sopra le torri della scuola. In seguito, una delle valigie incantate nella sequenza del Bhutan contiene un set di palle da Quidditch, con il Bludger che crea scompiglio. Durante la sequenza, Silente recupera il Boccino e lo mette in tasca: potrebbe essere lo stesso Boccino che in seguito diventerà così importante nei film di Harry Potter? Dopotutto, Silente era un sentimentale e avrebbe potuto scegliere di usare nella prima partita di Quidditch di Harry lo stesso Boccino usato per sconfiggere Grindelwald.

“Sempre”

Animali-fantastici

Dato il suo arco di redenzione, Animali Fantastici: I Segreti di Silente cerca chiaramente di trasformare il Credence Barebone di Ezra Miller in una nuova versione di Piton, aggiungendo tragedie e traumi alla sua storia. Come ultimo cenno a questa trasformazione, quando Credence rivela ad Aberforth di essere in fin di vita, chiede al padre se ha pensato a lui. La risposta di Aberforth è un semplice “Sempre”, in un evidente richiamo al tributo di Piton a Lily Potter che da allora è diventato un simbolo duraturo del fandom del mondo magico.

Oceania 2: emergono nuovo dettagli su come il progetto sia passato da serie tv a film

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L’amministratore delegato della Disney Bob Iger ha recentemente annunciato i piani per Oceania 2, un nuovo film su Oceania, che arriverà nelle sale il prossimo luglio (meno di un anno dopo averne appreso l’esistenza). Se da un lato la notizia ha generato entusiasmo tra i fan della Disney Animation, dall’altro ha lasciato molte persone perplesse.

Già nel 2020 era stata annunciata una serie TV Disney+ su Moana, con l’idea di fungere da seguito libero come i sequel di Big Hero 6, Zootopia e Cars.

Quindi, cosa è cambiato?

Secondo The Wrap, tutto ciò fa parte della strategia Disney per aumentare le entrate dopo l’impatto che COVID e la gestione dell’amministratore delegato Bob Chapek hanno avuto sui profitti dello studio.

Durante il suo mandato, per aumentare gli abbonamenti a Disney+ è stato sviluppato un flusso apparentemente infinito di contenuti costosi e molti film, soprattutto quelli della Pixar, hanno saltato completamente le sale.

Gli addetti ai lavori rivelano che l’evoluzione di Oceania 2 è stata avviata solo pochi mesi fa, quando i dirigenti Disney hanno avuto l’opportunità di guardare gli episodi quasi finiti della serie.

Lo sceneggiatore e regista David G. Derrick Jr. deve aver superato le aspettative, perché si è deciso di unire gli episodi in un unico racconto per il grande schermo. Si dice che lo studio abbia “lottato” con l’idea, tenendo libero lo slot del Giorno del Ringraziamento 2024 nel caso in cui uno dei suoi altri film – Zootopia 2, per esempio – potesse occuparlo.

Parte della ragione di questo cambiamento inaspettato è il guadagno che la Disney può creare al di là della semplice vendita dei biglietti; tornando a franchise già collaudati, si spera di aumentare l’interesse per le nuove attrazioni del parco a tema e, in ultima analisi, di incrementare le vendite di merchandising (che saranno inevitabilmente più alte per un film che per una serie TV che passa su Disney+ un mercoledì a caso).

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Sarà molto interessante vedere se questa strategia andrà a buon fine; ci risulta difficile credere che la versione per il piccolo schermo avrebbe arruolato Dwayne Johnson per più di un cameo, visto quanto è costoso il suo tempo, ma probabilmente le cose saranno cambiate ora che Oceania 2 è un film.

Sicuramente questo ha portato a cambiamenti radicali nella storia e alla necessità di creare nuove scene in fretta e furia.

Cosa sappiamo su Oceania 2?

Oceania 2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Moana, Maui e un nuovo equipaggio di improbabili marinai.

Dopo aver ricevuto un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Moana deve viaggiare verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai affrontato.

Diretto da Dave Derrick Jr. con le musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed Emily Bear, del candidato al Grammy Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda non tornerà), Oceania 2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.

Dune: Parte Due potrebbe essere un successo al box office molto più grande del primo film

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Dune: Parte Due non ha ancora debuttato nelle sale di tutto il mondo, ma solo in base alle prevendite dei biglietti, il sequel di Denis Villeneuve, acclamato dalla critica, si preannuncia un successo molto più grande del film precedente.

Il primo film è uscito durante la pandemia, debuttando nelle sale e in streaming nello stesso periodo. Questo, insieme alla durata di oltre 2 ore e mezza, ha fatto sì che le aspettative fossero un po’ più ridimensionate, ma il film è riuscito comunque a incassare oltre 400 milioni di dollari al botteghino globale (niente di spettacolare se paragonato alla media dei film del MCU, è stato abbastanza da giustificare un seguito).

Ora, Erik Davis di Fandango riporta che Dune: Parte Due si è già affermata come la più grande prevendita del regista Denis Villeneuve fino ad oggi, superando Blade Runner 2049 e Arrival allo stesso punto del ciclo di vendita e vendendo il doppio dei biglietti di Dune: Parte Uno.

Naturalmente, Dune: Parte Due avrebbe sempre beneficiato del fatto di essere uscito dopo la pandemia e di essere la diretta continuazione del suo apprezzato predecessore. Anche le recensioni stellari dovrebbero aiutare (il punteggio su Rotten Tomatoes è ora del 98%).

Dune è senza dubbio la grande saga di fantascienza dei nostri tempi (assieme ad Avatar di James Cameron). Lo è per le ambizioni che Villeneuve dimostra nelle sue idee di messa in scena; per la sua ostinata fedeltà al romanzo di Herbert; per la sua ricerca dell’elemento materiale accanto all’effetto speciale in CGI;” –  si legge nella nostra recensione “...per il suo pretendere il meglio dal comparto del sonoro, della scenografia, della fotografia e da ogni altro aspetto tecnico; per il suo dimostrare i forti richiami al presente di un racconto composto ormai circa sessant’anni fa; ma soprattutto per il suo essere un’opera con precisi intenti autoriali rivolta però ad un pubblico di massa“.

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune: Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune: Parte Due  uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024!

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune: Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Blade e Fantastici Quattro: rumors rivelano ulteriori dettagli sui piani della Marvel

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Blade è passato attraverso diversi team creativi e date di uscita, portando alla convinzione diffusa che il film abbia incontrato serie difficoltà.

Dopo tutto, è passato quasi mezzo decennio da quando è stato annunciato, anche se la pandemia può aver provocato almeno una parte dei ritardi.

Sembra che i Marvel Studios stiano lottando per il ritorno sul grande schermo del Daywalker, anche se ora abbiamo un aggiornamento positivo da parte dello scooper Daniel Richtman.

Smentitre le recenti affermazioni secondo cui il premio Oscar Mahershala Ali starebbe pensando di lasciare Blade e conferma che Michael Green (Blade Runner 2049) sta riscrivendo la sceneggiatura. Mahershala Ali sarebbe soddisfatto delle modifiche apportate e sembra che sarà il regista Yann Demange a portare il film al traguardo.

L’informatore ha anche menzionato che Midnight Sons è ancora in lavorazione presso i Marvel Studios, con l’idea attuale che la squadra sarà composta da personaggi che non si sono riuniti al fianco dei Vendicatori. Di conseguenza, è improbabile che Doctor Strange compaia.

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Per quanto riguarda i Fantastici Quattro, Richtman conferma le recenti affermazioni di Jeff Sneider, secondo cui Javier Bardem è l’attuale è l’attore in trattative per interpretare Galactus, e fa notare che i Marvel Studios sperano di ingaggiare almeno altri due cattivi.

Per quanto riguarda il casting del robotioc H.E.R.B.I.E., si sta cercando un comico – uomo o donna – per assumere il ruolo e questo ha spinto Ricky Gervais a scrivere un post su X:

L’uscita del film Fantastici Quattro nelle sale è prevista per il 25 luglio 2025. Per quanto riguarda Blade, l’uscita è ancora prevista per il prossimo novembre, ma dovrebbe slittare al 2026. Potrebbe arrivare anche più tardi, naturalmente, ma i Marvel Studios hanno davvero bisogno di premere il grilletto su questo film prima che passi troppo tempo!

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il Blade di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade.

Tom Hiddleston risponde alle voci sulla sua partecipazione a Deadpool & Wolverine

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Nel finale della seconda stagione di Loki, il Dio dell’inganno è diventato il Dio delle storie quando ha salvato il Multiverso ponendosi al centro di esso. Ora tiene insieme i tanti fili della realtà, condannandosi a un’infinità di tempo trascorso da solo mentre ogni linea temporale esistente prospera.

Naturalmente, il Multiverso non sarà al sicuro per molto tempo, poiché la minaccia incombente delle incursioni e di Kang (o forse di Beyonder) è ancora in agguato. Loki è destinato a tornare e, in Deadpool & Wolverine, faremo di nuovo visita all’Autorità per le variazioni temporali.

Sappiamo che ora sorvegliano tutte le diverse linee temporali (invece di tagliarle), ma cosa vogliano dal Mercante con la Bocca larga resta da vedere.

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Inutile dire che è molto probabile che Loki venga citato in qualche modo, ma Tom Hiddleston potrebbe essere tra gli attori che faranno un cameo? Se non altro, ci aspettiamo di incontrare il cattivo diventato eroe in una scena post-credits.

Alla domanda se apparirà in Deadpool & Wolverine durante una recente convention, Tom Hiddleston ha risposto: “Non lo so, e se lo sapessi… potrei non essere autorizzato a dirvelo. Non lo so davvero, la Marvel protegge correttamente le sue informazioni“.

Si dice che questo film porti direttamente ad Avengers 5, quindi una sorta di tessuto connettivo con la più ampia saga del Multiverso è sicuramente inevitabile. Date un’occhiata ai commenti di Tom Hiddleston per intero qui sotto e, come sempre, restate sintonizzati con noi per ulteriori informazioni sul MCU.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Doc – Nelle tue mani 3: recensione degli episodi 11 e 12 del medical drama

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Finalmente Doc – Nelle tue mani 3 ha deciso di prendere lezioni dalle serie d’oltre oceano lasciando il suo fedele pubblico a bocca aperta. Se l’undicesimo episodio è molto classico e negli standard della fiction, il dodicesimo invece punta sul “disaster episode” in perfetto stile Grey’s Anatomy, in cui il Policlinico Ambrosiano viene colpito da una calamità naturale che colpisce tutta Milano.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 11

L’undicesimo episodio della serie Doc – Nelle tue mani 3 intitolato “Lontani” si focalizza su Doc, Luca Argentero, di nuovo in crisi e questa volta è colpa di Diana. La donna che Andrea vedeva giovane, come una sorta d’allucinazione qualche puntata fa, e che ora si trova nell’ospedale perchè la figlia sta male. Intanto in reparto c’è una crisi di letti, che deve risolvere la caposala Teresa, invece Giulia, Matilde Gioli, è a Roma per la sua ricerca per il futuro trasferimento. Nelle stesse ore viene ricoverata Elisabetta, la giovane donna seguita dal dottore Damiano Cesconi, affetta da la porpora, una malattia rara che sta curando da anni e che prima seguiva la dottoressa Giordano.

Federico, l’attore Giacomo Giorgio e Lin continuano a vivere inisieme, nel frattempo poi appare, per la prima volta nella serie, il padre del ragazzo che invita il figlio a visitare la sua clinica oculistica. Nel frattempo Martina è andata a chiedere aiuto ad un avvocato e Riccardo, Pierpaolo Spollon, ha ricevuto la proposta ufficiale di diventare medico sportivo della squadra paraolimpica di pallanuoto di cui fa parte Laura.

Il finale dell’undicesimo episodio di Doc – Nelle tue mani 3 è forse quello che più fa riflettere, mostrando una realtà troppo nota e che sentiamo ogni giorno alla televisione. In realtà la figlia di Diana è stata ricoverata per delle complicazioni a furia di ricevere le botte dal suo compagno, quello che per tutti era il classico bravo ragazzo, che invece come ci insegna la cronaca non era. La causa di questa violenza era perchè la giovane donna non riusciva a rimanere incinta, ma per fortuna Andrea Fanti scopre tutto, il fidanzato viene denunciato e Diana si scusa con Doc.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 12

Eccoci qui con “La scossa”, il “disaster episode” e quello che si può ritenere il più riuscito e più bello di tutte le tre stagioni fino ad ora. La prima scena svela subito il momento più drammatico e da cardio palma dell’intero episodio, per poi tornare indietro a ben 48 minuti prima. Sono le 8.00 del mattino e il dottore Fanti è pronto per il suo turno, solo che avviene una scossa improvvisa, ammettiamolo un po’ lunghina per essere successa a Milano, ma che per fortuna non crea danni, a parte che Doc rimane bloccato dentro un ascensore con un infermiera diretta alla sala parto in compagnia di una paziente incinta.

Le cose da qui si complicano, certo l’ospedale non cade anche perchè è un edificio antisismico, ma ovviamente i pazienti sono spaventati anche per delle possibile altre scosse di assestamento. Andrea rinchiuso scopre che la gestante soffre di una bolla d’aria, che potrebbe complicare la situazione il parto imminente, quindi con i pochi mezzi che trova nella borsa della collega effetua un piccolo intervento chirurgico alla futura madre. Intanto Federico supera una prova con se stesso, pratica una tracheotomia ad una donna che rischia di soffocare, operazione che il giovane non riusciva mai a superare quando faceva le prove con il manichino.

Quando sembra che tutto si sia risolto arriva una seconda scossa, Doc e l’infermiera fanno partorire la donna, Riccardo porta in braccio in sala operatoria una signora che deve essere operata d’urgenza e Giulia dirige il reparto. Nel momento che viene fatto funzionare l’ascensore, siamo al momento più drammatico dell’intero episodio, la paziente che ha appena dato alla luce il suo primo figlio, che sta benissimo, va in arresto cardiaco e Doc per fortuna prima con un continuo massaggio cardiaco e poi con l’aiuto di un defibrillatore riesce a salvarla. L’episodio di Doc – Nelle tue mani 3 poi si conclude nei migliori dei modi, cioè con un bacio appassionato tra Andrea e Giulia.

L’episodio 12 un grande esempio di serialità

In “La scossa” si cerca di mostrare come anche in Italia si possa osare, senza troppo traumatizzare il pubblico della Rai, non rischiando mai il famoso “salto dello squalo”, che ormai i medical drama americani hanno purtroppo superato da tempo. Per concludere il secondo episodio di questa sesta serata di Doc – Nelle tue mani 3 è un ottimo esempio di come si scrive una sceneggiatura in grado di tenere il respiro, il pubblico a casa sul divano, fino all’ultimo minuto.

Scarlett Johansson compone il cast del suo primo film da regista

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Scarlett Johansson compone il cast del suo primo film da regista

Scarlett Johansson sta componendo il cast per il suo debutto alla regia e stando a quanto riportato da Variety i primi nomi ad unirsi al progetto sono quelli di June Squibb, l’attrice candidata all’Oscar per “Nebraska“, Chiwetel Ejiofor, candidato all’Oscar per “12 anni schiavo“, la veterana di Broadway Jessica Hecht e da Erin Kellyman. Il film, intitolato “Eleanor the Great“, ha per protagonista Eleanor Morgenstein (Squibb), una donna di 90 anni che cerca di ricostruire la sua vita dopo la morte della sua migliore amica. Per questo motivo, si trasferisce di nuovo a New York City dopo aver vissuto in Florida per decenni.

La sceneggiatura è stata scritta da Tory Kamen, mentre TriStar Pictures e Sony Pictures Classics, che collaborano per la prima volta, distribuiranno il film nelle sale in una data ancora da definire. La Johansson produce anche il film con Jonathan Lia e Keenan Flynn per la These Pictures, Kara Durrett e Jessamine Burgum per la Pinky Promise e Celine Rattray e Trudie Styler della Maven Screen Media. Questo è il secondo ruolo da protagonista per la Squibb, dopo la commedia nonagenaria “Thelma“. Ejiofor lo si potrà invece vedere prossimamente nei film The Life of Chuck e Venom 3.

Eleanor the Great” riunirà poi Scarlett Johansson con Hecht dopo che le due hanno recitato nella commedia di Broadway “A View From The Bridge” (che è valsa a entrambe una nomination ai Tony). Recentemente la Hecht è poi tornata sul palcoscenico, al fianco di Laura Linney, nella commedia “Summer, 1976“. Ora che il cast del film si sta dunque formando, non resta che attendere informazioni riguardo alle riprese, così da poter poi poter stabilire anche la data di uscita del film. Al momento, questo è quanto noto del film, che rappresenterà dunque un momento importante nella carriera di Johansson.

The Father – Nulla è come sembra: perché più attori del cast interpretano lo stesso ruolo?

Uno dei grandi protagonisti della stagione dei premi cinematografici del 2020/2021 è stato il film The Father – Nulla è come sembra (qui la recensione), opera d’esordio del drammaturgo francese Florian Zeller basata su un suo testo teatrale già portato sul grande schermo da Philippe Le Guay con il film francese Florida (2015). Con questo adattamente in lingua inglese, Zeller ha poi vinto il premio Oscar come Miglior sceneggiatura non originale, diventando il 16esimo scrittore a vincere un Oscar per l’adattamento di una propria opera.

Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale di Zeller il quale ha poi incaricato Sir Christopher Hampton di adattare l’opera per il cinema e di tradurla in inglese. Hampton, come Zeller, è un drammaturgo, ma è diventato noto anche come sceneggiatore di film come Espiazione (2007) e Le relazioni pericolose (1988). Nel lavoro di adattamento, i due hanno in particolare dovuto ridurre la quantità di dialoghi. Ciò si riflette nelle numerose scene in cui il protagonista Anthony Hopkins si guarda intorno sconcertato. Invece di far parlare il personaggio, ci si è dunque affidati all’abilità facciale dell’attore per raccontare la storia.

Un film dunque incentrato fortemente sulle interpretazioni dei protagonisti, chiamati a dar voce a personaggi estremamente complessi e ricchi di sfumature, attraverso i quali si affrontano temi delicati come la malattia, i ricordi e i legami famigliari. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Father - Nulla è come sembra cast

La trama di The Father – Nulla è come sembra

Protagonista del film è Anthony, un uomo di 80 anni, che nonostante l’età avanzata e la necessità di cure rifiuta l’assistenza di sua figlia Anne. A causa della demenza senile, però, la mente di Anthony vacilla sempre di più, fino a portarlo a perdere la percezione stessa della realtà, che davanti ai suoi occhi inizia a mutare in qualcosa di estraneo. Giorno dopo giorno, Anthony atica a riconoscere anche la stessa Anne, che gli appare diversa e sconosciuta e inizia a dubitare della sua mente, dei suoi cari e di tutto ciò che ha intorno. Per padre e figlia ha così inizio un viaggio alla riscoperta del loro rapporto, ora segnato dalla malattia.

Il cast del film: perché più attori interpretano gli stessi ruoli?

Nel film il nome del personaggio principale è Anthony perché il ruolo è stato scritto appositamente per Sir Anthony Hopkins. Florian Zeller ha dichiarato che il suo grande sogno è diventato finalmente realtà. Per la sua interpretazione, Hopkins ha poi vinto il suo secondo Oscar come Miglior attore protagonista. Accanto a lui, nel ruolo della figlia Anne, vi è la premio Oscar Olivia Colman, che per la sua interpretazione è poi stata nominata all’Oscar come Miglior attrice non protagonista. Completano il cast Rufus Sewell nel ruolo del compagno di Anne, Paul, Mark Gatiss in quelli di Bill e Imogen Poots in quelli di Laura, mentre Olivia Williams è l’infermiera Catherine.

Per quanto riguarda il cast, il team creativo ha fatto una scelta di unica e sorprendente quando ha deciso di far interpretare lo stesso personaggio a più attori. Uno dei modi principali in cui The Father – Nulla è come sembra aiuta il pubblico a vedere il mondo attraverso gli occhi di Anthony è quello di far interpretare a più attori lo stesso personaggio, in modo che anche il pubblico non sia mai del tutto sicuro di chi sia. All’inizio del film, Olivia Colman (The Crown) interpreta la figlia di Anthony, Anne, che è la sua principale custode, e gli dice che si sta trasferendo a Parigi per stare con un uomo.

The Father - Nulla è come sembra spiegazione finale

La mattina dopo, Anthony trova un uomo di nome Paul, interpretato da Mark Gatiss (Sherlock), che vive nella sua casa e dice di essere il marito di Anne. Questa volta, quando Anne ritorna, è interpretata da un attrice completamente diverso, Olivia Williams (An Education). La stessa dinamica si verifica con Imogen Poots (French Exit), che appare per la prima volta nel ruolo della nuova badante Laura, che ricorda ad Anthony l’altra figlia, Lucy. In seguito, anche la Williams assume il ruolo di Laura, prima della sua ultima apparizione come infermiera dell’ospedale.

Più avanti, quando Anthony è convinto che l’infermiera gli abbia rubato l’orologio e che la figlia gli stia rubando l’appartamento, Paul è interpretato da un altro attore, Rufus Sewell (L’uomo nell’alto castello). Poi, Gatiss torna nel ruolo di un altro infermiere di Anthony, Bill, in ospedale. Se tutto questo scambio di ruoli è confuso, è perché è stato pensato per esserlo. Il pubblico può probabilmente intuire che la Colman è la “vera” Anne, ma non si chiarisce mai chi siano i “veri” Paul, Laura, Lucy, ecc. Chi guarda questo film si chiede, con una strana sensazione di essere sospeso nella realtà e nel tempo, cosa sia “vero” e cosa “inventato”. Questo rispecchia il fatto che Anthony perde il contatto con la realtà nel corso del film, non sapendo mai a cosa credere.

Il trailer di The Father – Nulla è come sembra e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Father – Nulla è come sembra grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 23 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Attacco a Mumbai: la storia vera dietro il film con Dev Patel

Attacco a Mumbai: la storia vera dietro il film con Dev Patel

Uno degli episodi più sconvolgenti di terrorismo svoltosi dal 2000 ad oggi è quello avvenuto a nella capitale indiana Mumbai, nel 2008. Un episodio così drammatico e in cui persero la vita così tante persone che all’inizio sembrava impossibile raccontarlo in modo onesto. A farlo ci ha però poi pensato, nel 2018, l’esordiente Anthony Maras, rimansto impressionato dai tanti esempi di coraggio emersi nel corso di quell’attacco, da volervi a tutti i costi rendere omaggio, celebrando così le gesta di quanti si sono opposti al male per preservare l’umanità. È così nato il film Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio.

Maras si è infatti concentrato su uno specifico episodio di quelle tre giornate infernali, che hanno contribuito a scuotere ulteriormente il precario equilibrio dell’India ma anche del mondo intero, portando avanti l’intento di essere quanto più fedele possibile a quanto avvenuto. Per riuscirci, ha avuto accesso alle trascrizioni originali delle chiamate intercettate tra i vari terroristi, ma portando avanti anche ore e ore di interviste ai sopravvissuti a quell’evento. Il regista, anche sceneggiatore John Collee, ha così potuto dar forma sì all’orrore verificatosi ma anche al coraggio che vi si è opposto.

Attacco a Mumbai è dunque un film capace di riproporre quanto avvenuto affinché non venga dimenticato, rispolverando dunque la sempre valida capacità del cinema di immortalare per sempre pagine della storia per tramandarle ai posteri. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si ripercorrerà poi la vera storia e le sue differenze con il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama e il cast di Attacco a Mumbai

Basato sulla storia vera del devastante attacco terroristico al Taj Mahal Palace Hotel nel 2008, in cui diversi terroristi diffusero odio e morte per la città, il film si concentra sul personale dell’hotel che gli ospiti chiamati a compiere sacrifici impensabili per proteggersi e tenere tutti al sicuro, in attesa dei soccorsi. Tra questi vi sono lo chef Hemant Oberoi e un umile cameriere sikh di noem Arjun, che cercheranno di organizzarsi per mettere in salvo quanti più individui possibile trovando una via di fuga. Accomunati nient’altro che dal destino, uomini e donne di diversa provenienza ed estrazione sociale si ritroveranno dunque uniti nella lotta per la sopravvivenza.

L’attore Dev Patel, noto per i film The Millionaire Lion, ricopre il ruolo di Arjun. Patel, di origini indiane, all’epoca dell’attacco rimase particolarmente sconvolto dalla vicenda e quando ha saputo che era in fase di sviluppo un film su tale drammatico evento ha fatto di tutto pur di poter ottenere un ruolo. Ad interpretare lo Chef Hemant Oberoi vi è invece Anupam Kher, il quale ha poi ricevuto i complimenti dal vero Oberoi per l’interpretazione data di lui.  L’attore Armie Hammer interpreta David, mentre Nazanin Boniadi è sua Zahra Kashani, ed entrambi sono tra gli ostaggi del Taj Mahal. Recitano poi nel film anche Tilda Cobham-Hervey nel ruolo di Sally e Jason Isaacs in quello di Vasili.

Attacco a Mumbai storia vera

Attacco a Mumbai: la storia vera e le differenze con il film

Come accennato, il film si propone di raccontare i drammatici attentati di Mumbai, svoltisi il 26 novembre 2008. Alle 21.30 di quel giorno, a Mumbai hanno avuto luogo una serie di attacchi verso cittadini stranieri, concentrati principalmente nel quartiere turistico e nella stazione ferroviaria. Tutti gli attacchi, tranne quello alla periferia nord di Mumbai che ha visto l’esplosione di un’autobomba, sono stati caratterizzati da sparatorie per mezzo di fucili AK-47, lancio di granate e presa di ostaggi. Il più grave degli attacchi ha avuto luogo nella sala d’aspetto della stazione, dove uomini armati hanno sparato e lanciato granate contro la folla.

Successivamente sono stati poi presi d’assalto gli hotel di lusso della città con la presa di numerosi ostaggi. Gli hotel assaltati sono stati: Oberoi, Taj Mahal e Trident. Al Taj Mahal, in particolare, si sono registrate numerose esplosioni e incendi. In ognuno di questi casi, testimoni hanno riferito che i terroristi cercavano persone con passaporto britannico o statunitense, ma tra i vari obiettivi vi era anche un centro di studio ebraico dove hanno perso la vita il rabbino, sua moglie e altri ostaggi. Circa 400 soldati dei reparti speciali dell’Esercito e 300 appartenenti allo Special Action Group della Guardia di Sicurezza Nazionale sono stati mandati a Mumbai per prestare soccorso.

Questi corpi di élite sono infatti stati protagonisti di numerose operazioni per stanare i terroristi e liberare gli ostaggi sia negli hotel che nel centro ebraico. In seguito, gli attentati sono stati rivendicati dai Deccan Mujahideen, un’organizzazione terroristica fino a quel momento poco conosciuta. Nella mattina del 29 novembre, a circa 60 ore dall’inizio degli attentati, il blitz ha fine, con gli ultimi tre terroristi asserragliati dentro il Taj Mahal che vengono uccisi. Le operazioni vengono a quel punto dichiarate concluse, ma a quel punto 195 persone hanno perso la vita negli attacchi, e più di 300 hanno riportato ferite.

Attacco a Mumbai film

Le differenze tra il film e la storia vera

Il film di Maras si concentra in particolare proprio sugli eventi svoltisi all’interno del Taj Mahal, l’ultimo degli hotel ad essere liberato. Benché la rappresentazione di ciò che avvenne all’interno della struttura segue fedelmente quanto realmente avvenuto, il personaggio Arjun è in realtà l’amalgama di due persone reali: un cameriere in uno dei ristoranti del Taj e una guardia di sicurezza disarmata che ha aiutato a stabilire la posizione dei quattro terroristi. Allo stesso modo gli altri ostaggi non sono basati su specifiche persone reali, ma molti dei loro tratti e azioni sono basati su quelli di chi venne realmente reso ostaggio quel giorno.

Per il regista, la scelta di romanzare questi personaggi è sembrata più rispettosa della privacy di coloro che sono sopravvissuti agli attacchi, così come della memoria di coloro che non sono sopravvissuti. L’unico personaggio ispirato ad una reale persona è lo Hermant Oberoi, che ha servito come chef esecutivo al Taj per decenni ed è conosciuto come una delle principali stelle della cucina indiana. Si tratta di una persona così famosa che non c’era modo di romanzarla, in quanto tutti avrebbero colto che ci si stava riferendo proprio a lui. In generale, comunque, Maras cercò di rimanere fedele nella rappresentazione del coraggio mostrato dallo staff del Taj Mahal nel difendere gli ospiti dell’hotel.

Il trailer di Attacco a Mumbai e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Seven grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 23 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb, Time

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