Prime
Video ha svelato oggi il trailer ufficiale di Pensati
Sexy, la nuova commedia al femminile diretta da
Michela Andreozzi con protagonista una spassosa
Diana Del Bufalo. Con la sceneggiatura di
Daniela Delle Foglie, il film ha un cast corale
con
Raoul Bova, Alessandro Tiberi, Angela Finocchiaro, Camilla
Filippi, Jenny De Nucci, Fabrizio Colica e Valentina
Nappi. Prodotto da Fabula Pictures, Pensati
Sexy sarà disponibile in esclusiva su Prime
Video in tutto il mondo dal 12 febbraio 2024. Pensati
Sexy è l’ultima novità per i clienti Amazon
Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte
esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di
€49,90/anno o €4,99/mese.
La trama di Pensati
Sexy
Maddalena ha 30 anni e
zero autostima. È la pecora nera della sua famiglia molto cattolica
e gli uomini con cui esce sembrano essere tutti fuori dalla sua
portata. La sua esistenza è precaria come il suo contratto di
lavoro fino a quando, a seguito di un appuntamento andato male,
Maddalena si convince di non essere abbastanza sexy e di dover fare
di tutto per diventarlo! Da quel momento, un angelo custode molto
particolare entra nella sua vita: la pornostar Valentina Nappi, che
la porterà a fare un divertente e tragicomico viaggio dentro se
stessa alla scoperta delle sue potenzialità come donna e come
scrittrice.
Pensati
Sexy si unirà a migliaia di film e serie già presenti nel
catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original
No Activity – Niente da segnalare, Elf Me, Gigolò per
caso,AMAZING – FABIO DE LUIGI, Everybody Loves Diamonds,
The Bad Guy, Prisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más,
Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie S1
e S2, The Ferragnez: Sanremo special, All or Nothing: Juventus,
Anni da cane, Dinner Club S1 e S2, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity
Hunted – Caccia all’uomo S1, S2 e S3, e LOL: Chi ride è fuori S1,
S2 e S3;
le serie pluripremiate
The Marvelous Mrs. Maisel e Lizzo’s Watch Out for the
Big Girls, la serie satirica sui supereroi The
Boys e grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Citadel, Jack Ryan di
Tom Clancy, Un matrimonio esplosivo, Samaritan, Tredici Vite, The
Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio, oltre a
contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori
nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle migliori
partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che
della Supercoppa UEFA, fino alla stagione 2026/27. Altri titoli
Original italiani già annunciati sono la serie Sul più bello –
La serie, lo show LOL Talent Show: Chi fa ridere è
dentro, oltre ai rinnovi per nuove stagioni di
Prisma, Sono Lillo e Celebrity Hunted –
Caccia all’uomo. È stata inoltre annunciata la serie
Citadel: Diana, il capitolo italiano dell’universo
Citadel.
Disney+ ha diffuso il trailer
di Suncoast, scritto e diretto da Laura
Chinn, con Nico Parker,
Laura Linney e
Woody Harrelson. Il film originale è stato presentato
in anteprima mondiale al Sundance Film Festival il 21 gennaio 2024
e sarà disponibile in streaming in esclusiva in Italia dal 9
febbraio su Disney+.
Il film si basa sulla storia
semiautobiografica di un’adolescente (Nico Parker) che, mentre si
prende cura del fratello insieme all’audace madre (Laura
Linney), stringe un’improbabile amicizia con un
eccentrico attivista (Woody
Harrelson) che protesta contro uno dei più importanti
casi medici di tutti i tempi.
Searchlight Pictures presenta
Suncoast, una produzione Freestyle
Picture Company e 7 Deuce Entertainment. Il film scritto e diretto
da Laura Chinn è prodotto da Jeremy Plager, Francesca Silvestri,
Kevin Chinoy e Oly Obst. I produttori esecutivi sono Chris Stinson,
Amy Greene e Anna Schwartz. Nel cast ci sono Laura Linney,
Nico Parker, Matt Walsh, Keyla Monterosso Mejia, Scott MacArthur,
Ella Anderson, Daniella Taylor, Amarr, Ariel Martin e Woody
Harrelson.
Apple TV+
ha svelato oggi il trailer di Constellation, il
nuovo thriller psicologico composto da otto episodi intepretato da
Noomi Rapace (“Millennium – Uomini che odiano
le donne”, “Non sarai sola”, “Lamb”, “Seven Sisters”) e dal
candidato all’Emmy Jonathan Banks (“Breaking Bad”,
“Better Call Saul”). La serie
Constellation farà il suo debutto su Apple
TV+ il 21 febbraio con i primi tre episodi seguiti da un
episodio a settimana, fino al 27 marzo.
Creata e scritta da Peter
Harness (“Il Wallander”, “The War of the Worlds”),
“Constellation” ha come protagonista Noomi Rapace nel ruolo di Jo,
un’astronauta che torna sulla Terra dopo un disastro nello spazio e
scopre che alcuni pezzi fondamentali della sua vita sembrano essere
scomparsi. La serie è un’avventura spaziale ricca di azione che
esplora i lati più oscuri della psicologia umana e segue la
disperata ricerca di una donna nel tentativo di svelare la verità
sulla storia dei viaggi spaziali e di recuperare tutto ciò che ha
perso.
https://youtu.be/gSFYd6n2fVk
Nel cast della serie figurano anche
James D’Arcy (“Agent Carter”, “Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”, “Mallorca Crime”), William
Catlett (“A Thousand and One”, “Coppia diabolica”), Barbara Sukowa
(“Passioni violente”, “Hannah Arendt”) e con la partecipazione di
Rosie e Davina Coleman nel ruolo di Alice. Diretta dalla vincitrice
del premio Emmy Michelle MacLaren (“Shining Girls”, “The Morning
Show”, “Breaking Bad”), dal candidato all’Oscar Oliver Hirschbiegel
(“La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “The Experiment –
Cercasi cavie umane”) e dal candidato all’Oscar Joseph Cedar
(“Footnote”, “Our Boys”).
Prodotta da Turbine Studios e Haut
et Court TV, “Constellation” è prodotta esecutivamente da David
Tanner (“Small Axe”), Tracey Scoffield (“Small Axe”), Caroline
Benjo (“No Man’s Land”), Simon Arnal (“No Man’s Land”), Carole
Scotta (“No Man’s Land”) e Justin Thomson (“Liaison”). MacLaren
dirige i primi due episodi ed
è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs
(“Shining Girls”) e al co-produttore esecutivo Jahan Lopes per
conto della MacLaren Entertainment. Harness è produttore esecutivo
attraverso la Haunted Barn Ltd. La serie è stata girata
principalmente in Germania ed è stata prodotta da Daniel Hetzer
(“Monaco – Sull’orlo della guerra”) per Turbine Studios,
Germania.
Dopo le
prime anticipazioni, arriva la line up completa del
Festival di Berlino 2024, che si svolgerà nella
capitale tedesca dal 15 al 24 febbraio. Ecco di seguito il
programma completo:
INTERNATIONALCOMPETITION
“Small
Things Like These” by Tim Mielants
“Another End” by Piero Messina
“Architecton” by Victor Kossakovsky
“Black
Tea” by Abderrahmane Sissako
“La
Cocina” by Alonso Ruizpalacios
“Dahomey” by Mati Diop
“A
Different Man” by Aaron Schimberg
“L’Empire (The Empire)” by Bruno Dumont
“Gloria!” by Margherita Vicario
“Hors
du temps (Suspended Time)” by Olivier Assayas
“In
Liebe, Eure Hilde (From Hilde, With Love)” by Andreas Dresen
“Keyke
mahboobe man (My Favourite Cake)” by Behtash Sanaeeha and Maryam
Moghaddam
“Langue
Etrangere” by Claire Burger
“Me el
Ain (Who Do I Belong to)” by Meryam Joobeur
“Pepe”
by Nelson Carlos De Los Santos Arias
“Shambhala” by Min Bahadur Bham
“Sterben” by Matthias Glasner
“Des
Teufels Bad (The Devil’s Bath)” by Severin Fiala and Veronika
Franz
“Vogter
(Sons)” by Gustav Moller
“Yeohaengjaui pilyo (A Traveler’s Needs)” by Hong Sangsoo
ENCOUNTERS
“Arcadia” by Yorgos Zois
“Cidade; Campo” by Juliana Rojas
“Demba”
by Mamadou Dia
“Direct
Action” by Guillaume Cailleau and Ben Russell
“Dormir
de olhos abertos (Sleep With Your Eyes Open)” by Nele Wohlatz
“The
Fable” by Raam Reddy
“Une
famille (A Family)” by Christine Angot
“Favoriten” by Ruth Beckermann
“Ivo”
by Eva Trobisch
“Khamyazeye bozorg (The Great Yawn)” by Aliyar Rasti
“Kong
fang jian li de nv ren (Some Rain Must Fall)” by Qiu Yang
“Maos
no fogo (Hands in the Fire)” by Margarida Gil
“Matt
and Mara” by Kazik Radwanski
“Through the Graves the Wind Is Blowing” by Travis Wilkerson
Lo scorso aprile, Warner
Bros. Discovery ha annunciato ufficialmente il progetto di
portare Harry
Potter in televisione. Da quel poco che sappiamo, il
piano attuale è di raccontare l’amata serie di romanzi di
J.K. Rowling in un formato
seriale, probabilmente con ogni stagione che adatta un libro,
dando così maggiore profondità a quanto fatto con i film.
Questa cosa potrebbe portare a delle
complicazioni nelle stagioni successive alle prime tre, dato
l’aumento del numero di pagine dei capitoli successivi (ma magari
questo potrebbe significherà solo l’aggiunta di qualche episodio in
più), ma con l’avvicinarsi del 25° anniversario dell’uscita de
La pietra filosofale/Sorcerer’s Stone, probabilmente ci
aspetta un reboot.
Il noto sito americano Deadline ha
appreso che il lavoro sulla serie ha iniziato a scaldarsi, con Max
che sta attualmente accettando le proposte di diversi scrittori,
tra cui Martha Hillier, Kathleen Jordan, Tom Moran e
Michael Lesslie.
Si tratta di un mix di scrittori
britannici e americani, ognuno dei quali è stato incaricato di
creare delle bozze per questa nuova versione di Harry
Potter, che daranno allo streamer un’idea più precisa
di come affrontare la proprietà.
Una prima serie di incontri ha avuto
luogo la scorsa settimana a Los Angeles e i migliori selezionati si
dirigeranno poi nel Regno Unito dove presumibilmente incontreranno
la Rowling (che avrà voce in capitolo nel processo
decisionale).
È possibile che alla fine vengano
scelti più sceneggiatori, anche se il sito aggiunge che “Max è
aperta alla possibilità di sviluppare più di un’idea basata su
Harry Potter“. Quindi, potrebbero arrivare anche degli
spin-off!
Martha Hillier è
nota soprattutto per il suo lavoro in The Last
Kingdom e ha un passato nella televisione britannica dopo
aver lavorato in soap opera come Eastenders e Holby City.
Kathleen Jordan ha creato Teenage Bounty
Hunters per Netflix e sta sviluppando The
Decameron con la creatrice di Orange is the New
BlackJenji Kohan.
L’anno scorso, il produttore di
lunga data del franchise di Harry
Potter, David Heyman, ha dichiarato:
“Per Harry Potter è ancora presto. Non abbiamo ancora assunto
uno scrittore per iniziare a scrivere. È un po’ presto. Ma speriamo
che sia qualcosa di molto speciale, che ci dia l’opportunità di
vedere i libri e di goderci una serie che li esplori più a
fondo“.
Quando si è diffusa la notizia che
questa serie tv Harry
Potter era in lavorazione, il presidente e
amministratore delegato di HBO e Max Content Casey
Bloys ha confermato che il budget dello show sarebbe stato
in linea con quello di Il
trono di spade (Game of Thrones) e House
of the Dragon (la prima stagione di quest’ultimo è
costata 125 milioni di dollari, quindi si tratterà di un impegno di
oltre 1 miliardo di dollari in 10 anni).
Cosa sappiamo sulla serie tv di
Harry Potter?
La serie di Harry
Potter sarà prodotta dalla Brontë Film and TV, la
società di produzione presieduta dall’agente della Rowling
Neil Blair, e dalla Warner Bros Television. La
coppia produrrà insieme all’amministratore delegato della Brontë,
Ruth Kenley-Letts, mentre David
Heyman, che ha prodotto i film, era in trattative per la
produzione esecutiva.
Ad aprile, l’amministratore delegato
di Warner Bros Discovery David Zaslav ha
dichiarato che Harry
Potter su Max sarà “un progetto decennale”. “Io e
mia moglie abbiamo letto [i libri di Harry Potter] a ciascuno dei
nostri tre figli…. È davvero commovente che per 10 anni consecutivi
la gente veda Harry Potter sulla HBO; voglio dire, è davvero
qualcosa“, ha detto.
Per Casey Bloys,
presidente e amministratore delegato di HBO e Max Content, si
tratta di un processo iniziato all’inizio del 2023. Ha dichiarato
che prima di annunciare ufficialmente il progetto in aprile,
l’azienda aveva “cercato di essere molto riservata“.
“Non ci siamo rivolti alle
agenzie. Abbiamo un nostro processo interno in cui abbiamo pensato
alle persone, ma non abbiamo voluto rivolgerci al mondo. Ora che la
notizia è stata diffusa, inizieremo a lavorare con la Blair
Partnership e inizieremo a rivolgerci alle aziende“.
Il mondo magico della Rowling, nato
dai sette libri bestseller di Harry
Potter che hanno venduto 600 milioni di copie in
tutto il mondo, comprende negozi al dettaglio, parchi a tema, uno
spettacolo teatrale globale e un franchise di 7,7 miliardi di
dollari di incassi globali, oltre ai film spinoff di
Animali fantastici da 1,8 miliardi di dollari.
La quinta e ultima stagione di
Star
Trek: Discovery debutterà su Paramount+
ad aprile, ma chi parteciperà al SXSW Film & TV
Festival a marzo potrà assistere alla prima della stagione
in anticipo. Il festival si svolge dall’8 al 16 marzo ad Austin, in
Texas.
La quinta stagione
di Star
Trek: Discovery segnerà l’ultima avventura del
Capitano Burnham e dell’equipaggio della
U.S.S. Discovery. La Paramount ha precedentemente
rivelato la sinossi della prossima stagione, anticipando un mistero
per l’equipaggio “che li manderà in un’epica avventura
attraverso la galassia per trovare un antico potere la cui stessa
esistenza è stata deliberatamente nascosta per secoli“. Ma
ci sono anche altri a caccia… nemici pericolosi che vogliono
disperatamente reclamare il premio per sé e non si fermeranno
davanti a nulla per ottenerlo“.
Negli ultimi due mesi sono stati
rilasciati diversi teaser per la quinta stagione di Star
Trek: Discovery. L’ultima clip esclusiva ha debuttato
al CCXP il mese scorso. La clip, ricca di azione, vede il Capitano
Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) e Cleveland “Book” Booker
(David Ajala) affrontare una pericolosa creatura che possiede
inaspettatamente la capacità di occultarsi.
Un precedente sneak peek condiviso
al San Diego Comic-Con 2023 ci ha portato nel bel mezzo di un
faccia a faccia tra il Capitano Burnham (Sonequa
Martin-Green ) e i due nuovi cattivi della Stagione 5,
Moll (Eve Harlow) e L’ak (Elias Toufexis). In uno dei momenti forse
più assurdi della storia di Star Trek, Burnham viene fatta
esplodere dall’astronave nello spazio, per poi vedersi
materializzare intorno una tuta spaziale mentre sale a bordo di una
nave nemica che si lancia a velocità di curvatura.
Oltre a Sonequa Martin-Green e David Ajala, Star
Trek: Discovery vede nel cast Doug
Jones (Saru), Anthony Rapp (Paul
Stamets), Mary Wiseman (Sylvia Tilly),
Wilson Cruz (Dr. Hugh Culber), Blu del
Barrio (Adira) e Callum Keith Rennie
(Rayner). La quinta stagione presenta anche le guest star
ricorrenti Elias Toufexis (L’ak) ed Eve
Harlow (Moll).
La serie Star
Trek: Discovery è prodotta da CBS Studios in
associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. I
co-showrunner di Star
Trek: Discovery Alex Kurtzman e Paradise sono produttori esecutivi insieme a Heather
Kadin, Aaron Baiers, Olatunde Osunsanmi, Frank Siracusa, John
Weber, Rod Roddenberry e Trevor Roth.
Il regista James Cameron ha dichiarato che non si sarebbe
dovuto preoccupare di sviluppare Avatar
3, 4 e 5 se
nessuno avesse visto Avatar:
La via dell’acqua. Ebbene ora possiamo dire che
James Cameron ha sicuramente un quarto e un
quinto film sulla sua lista di cose da fare dopo che Avatar:
La via dell’acqua ha fatto oltre 2 miliardi di dollari
al botteghino.
Tuttavia, deve ancora terminare
Avatar
3. La star del franchise Sam Worthington ha rivelato che le riprese di
Avatar 3
inizieranno il mese prossimo. “Torneremo a lavorarci tra un
mese e sarà una cosa grossa. È più grande di quanto si possa
immaginare“, ha detto
Worthington.
James Cameron ha recentemente parlato del
difficile processo di ripresa de La
via dell’acqua, che è stato interrotto a metà delle
riprese a causa della pandemia COVID-19. “Due, siamo stati
colpiti dalla pandemia nel bel mezzo delle riprese e siamo stati
interrotti, e poi abbiamo dovuto riavviare e riavviare la
produzione e tutto il resto. È stata un’impresa portare a termine
il film“, ha dichiarato Cameron.
Ha poi parlato del quarto film di
Avatar, che attualmente dovrebbe arrivare nelle sale nel 2029.
“Li vediamo e poi andiamo via per sei anni e torniamo. La parte
in cui torniamo è quella che non abbiamo ancora girato. Quindi
inizieremo a girarla dopo l’uscita del terzo film“.
Il primo film di Avatar è
uscito nel 2009 e ha incassato finora 2,923 miliardi di dollari in
tutto il mondo. Tredici anni dopo, nel 2022, è stato lanciato il
seguito, intitolato Avatar:
La via dell’acqua, che ha fruttato 2,32 miliardi di
dollari a livello globale.
Fortunatamente, le scene acquatiche
di Avatar 3
sono state girate contemporaneamente a quelle de La
via dell’acqua, il che significa che la lavorazione
del terzo film dovrebbe, in teoria, essere molto più avanti
rispetto a quando James Cameron ha iniziato a lavorare al
secondo film di Avatar.
Il franchise di Avatar ha
come protagonisti Sam Worthington nel ruolo di Jake Sully,
Zoe Saldaña nel ruolo di Neytiri, Sigourney Weaver nel ruolo di Kiri/Dr. Grace
Augustine, Stephen Lang nel ruolo del Colonnello
Miles Quaritch, Kate Winslet nel ruolo di Ronal, Cliff
Curtis nel ruolo di Tonowari, CCH Pounder
nel ruolo di Mo’at, Britain Dalton nel ruolo di
Lo’ak te, Jamie Flatters nel ruolo di Neteyam,
Edie Falco nel ruolo del Generale Frances
Ardmore.
Oona Chaplin,
Michelle Yeoh e David Thewlis sono stati confermati per
interpretare nuovi personaggi in Avatar
3. Salvo ritardi, Avatar 3
arriverà nelle sale il 19 dicembre 2025, mentre Avatar 4
è attualmente previsto per il 21 dicembre 2029.
Di film apparentemente narrati in
tempo reale o che comunque si svolgono in un lasso temporale
particolarmente breve è piena la storia del cinema. Da un classico
come Nodo alla gola di Alfred Hitchcock
passando per la commedia nera di
Martin ScorseseAfter Hour e fino a
titoli più recenti come
Locke,Good Times e 1917. Si tratta di titoli che proprio per questa loro
caratteristica puntano spesso sul generare una forte tensione nello
spettatoree, curioso di scoprire se il protagonista di turno
riuscirà nella propria impresa prima che il tempo scada ma
soprattutto come arriverà raggiungerà il proprio obiettivo. Su
Netflixarriva
ora un altro titolo appartenente a questa categoria: 60
Minuti.
Come il titolo lascia intuire, si
tratta di un film che si svolge nell’arco di circa 60 minuti, con
un protagonista chiamato ad una vera e propria corsa contro il
tempo, che naturalmente verrà ostacolata da numerosi fattori.
60
Minuti è un film di produzione tedesca diretto da
Oliver Kienle, già regista di Die
Vierhändige e Isi &Ossi, che si basa
tutto sull’intepretazione del protagonista e sulla crescente
tensione che si manifesta mano mano che il racconto procede.
Proprio per queste sue caratteristiche, sono bastati pochi giorni a
60
Minuti per diventare uno dei film più visti sulla
piattaforma Netflix.
Per gli appassionati di questo
genere di opere e per chi è in cerca di un film dal ritmo
sostenuto, che tiene col fiato sospeso fino alla fine, è dunque
questo un titolo da non lasciarsi sfuggire. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le procedure da
seguire per poter vedere 60
Minuti in streaming su Netflix.
La trama di 60 Minuti
Protagonista del film è
Octavio, un lottatore di arti marziali miste e
co-proprietario di una palestra di Berlino con seri problemi
finanziari. Problemi che cerca di risolvere continuando a salire
sul ring per fare ciò che sa fare meglio. Le arti marziali tuttavia
non sono l’unica cosa che egli ama. C’è anche sua figlia, con la
quale ha però un difficile rapporto. Ecco allora che quando prima
di un ennesimo combattimento la sua ex moglie lo chiama e gli
comunica che ha solo 60 minuti per presentarsi alla festa di
compleanno della bambina, altrimenti perderà per sempre
l’affidamento, Octavio sa bene cosa fare. Decide di non salire sul
ring a combattere ma di andare dall’amata figlia, intraprendendo
una corsa contro il tempo tra le strade di una Berlino piena di
nemici molto temibili.
Il cast di 60 Minuti
Ad interpretare il protagonista,
Octavio, vi è l’attore Emilio Sakraya, noto
prevalentemente in patria grazie a diversi film e serie. Al di
fuori della Germania, è conosciuto per aver preso parte al film
Warrior Nun e al recente Rheingold. Per il ruolo di Octavio l’attore si è
preparato allenandosi per diversi mesi prima delle riprese,
apprendendo ciò che occorreva sulle arti marziali e costruendo un
credibile fisico da lottatore. Il regista ha poi raccontato di aver
pensato sin da subito a Sakraya come protagonista del film. 60
Minuti è dunque un titolo che può significativamente
contribuire alla crescità della popolarità dell’interprete.
Il trailer di 60 Minuti e
come vedere il film in streaming su Netflix
È possibile fruire di
60
Minuti unicamente grazie alla sua presenza nel
catalogo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo
e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della
qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti
presenti nella piattaforma.
In una nuova intervista a The
Playlist, la Gugino ha confermato di aver avuto colloqui
con Flanagan per la partecipazione
all’adattamento, ma ha rifiutato di condividere ulteriori
dettagli.
“Si è parlato di ‘The Dark
Tower’, ma non ho altre informazioni da condividere. Spero che
tutto si risolva. So che è una cosa che lo appassiona moltissimo.
Voglio dire, penso che sia un grande interprete di Stephen King. Ma
ha anche una sua voce così forte che in qualche modo è bellissima,
sapete?
‘Il gioco di Gerald’ è così
fedele al libro, anche al punto che il finale, che credo sia
davvero imperativo, era una parte del libro a cui la gente
rispondeva davvero o non rispondeva. E Mike è stato così chiaro nel
dire: “Beh, comunque è così”. Eppure, mi è sembrato che l’abbia
fatto in modo così fluido“.
Cosa sappiamo sulla serie tv di
Flanagan sulla saga The Dark Tower
Secondo Flanagan, il piano per la
saga di The Dark Tower prevede cinque stagioni
televisive, che saranno seguite da due lungometraggi
indipendenti.
Questo ha senso, dato che la saga
fantasy di King si estende su 8 libri: Il pistolero (1982), Il
disegno dei tre (1987), Le terre desolate (1991), Mago e vetro
(1997), Le piccole sorelle di Eluria (1998), I lupi della Calla
(2003), Il canto di Susannah (2004), La torre oscura (2004) e Il
vento dal buco della serratura (2012). È ispirato al poema Childe
Roland to the Dark Tower Came” del poeta e drammaturgo inglese
Robert Browning.
Durante lo sciopero della WGA e
della SAG-AFTRA nell’agosto dello scorso anno, Flanagan ha
dichiarato di essere soddisfatto dei progressi dell’adattamento e
che il progetto sarebbe diventato la sua massima priorità una volta
terminato lo sciopero.
Ha detto Flanagan: “Abbiamo dei
partner fantastici di cui non posso parlare, e abbiamo degli attori
davvero eccitanti che ci girano intorno e di cui non posso parlare,
e abbiamo degli approcci potenzialmente innovativi alla
realizzazione del film di cui non posso proprio parlare… ma quello
che posso dire è che i miei timori che qualsiasi slancio che
avevamo sviluppato sarebbe stato cancellato [dallo sciopero], beh,
non me ne preoccupo affatto“.
Il film è interpretato
da Gael
García Bernal (Golden Globe come miglior attore
per Mozart in the Jungle, Premio Marcello Mastroianni
alla Mostra del Cinema di Venezia per Y Tu Mamá
También), Renate Reinsve (premio per la
miglior attrice al Festival
di Cannes 2021 per La Persona Peggiore Del
Mondo), Bérénice Bejo (premio per la migliore attrice
al Festival di Cannes 2013 per Il Passato) e
Olivia Williams (premio per la migliore attrice ai
British Independent Film Awards per The Heart of Me).
Another
End è prodotto da Indigo Film con
Rai Cinema, in associazione
con TF1, in associazione
con Anton, in collaborazione
con Number 9 Filmse uscirà
nelle sale italiane il 21 marzo
distribuito da 01 Distribution. Le vendite
internazionali del film sono a cura di Newen
Connect.
La trama di Another End
Gli occhi svuotati di Sal sembrano
vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe, l’amore della sua
vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è
possibile ricomporre. Sua sorella Ebe, che guarda al fratello con
crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad Another End,
una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del
distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi
se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra
donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la
moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi.
Another End concede, infatti, a Sal del tempo per condividere
ancora un po’ di vita con Zoe, per amarla di nuovo, per esserne
amato, per riuscire a dirle infine addio. Ma è una gioia fragile,
effimera, insidiosa e, arrivato al termine del programma, Sal non
intende assistere docilmente alla dissoluzione del proprio amore,
alla perdita definitiva della moglie. Forse l’amore sopravvive
davvero e attraverso i corpi si promette eternità.
I fan temono che The
Batman – Parte 2 possa finire nel dimenticatoio.
All’apparenza sembra una preoccupazione infondata, ma con il
coinvolgimento di James Gunn, alcuni ritengono che l’interesse
verso questo universo alternativo potrebbe affievolirsi.
Il co-CEO dei DC
Studios ha smentito le voci e ha confermato che darà degli
appunti al regista Matt Reeves quando la sua
sceneggiatura per il sequel sarà terminata. Il regista e dirigente
ha anche confuso i fan
rivelando che la serie televisiva di Arkham, a
lungo rimandata, sarà ambientata nel DCU e non nel Batverse di
Matt Reeves.
Vedremo cosa succederà, ma il
lavoro su The
Batman – Parte 2, seguito di The
Batman è decisamente rallentato dopo gli scioperi di
Hollywood dello scorso anno. Parlando con ET Online, l’attore di
Jim GordonJeffrey Wright ha condiviso ciò che sa del
film. “Avete visto tanto della sceneggiatura quanto di me a
questo punto“, ha ammesso.
“Non voglio fare passi avanti.
Voglio solo andare avanti“. “Chiaramente, sono il tenente
Gordon alla fine del film, il primo film, quindi potremmo avanzare
nei ranghi, suppongo, ma non ho ancora visto nulla“, ha
continuato Wright. “Sono paziente, lascio che il [regista] Matt
Reeves faccia le sue cose – che saranno magiche e meravigliose – e
non vedo l’ora di rituffarmici quando sarà il momento“.
I DC Studios hanno
i loro piani per il loro Batman che sarà al centro della scena in
The Brave and the Bold. Andy
Muschietti, regista di The
Flash, è stato incaricato di dirigere il progetto, che
dovrebbe essere incentrato sull’addestramento del figlio
Damian da parte di Bruce Wayne come Robin
nel nuovo DCU.
Robert Pattinson riprenderà il ruolo del
Cavaliere Oscuro in The
Batman – Parte 2, ma poco altro è stato rivelato. Ci
sono state notizie contrastanti sui cattivi del film, con tutti
quelli che sono stati indicati come possibili, dal Joker a
Clayface.
Quali sono le ultime novità su The
Batman – Parte 2?
Nell’ultimo aggiornamento
sull’attesissimo seguito, le riprese di The
Batman – Parte 2 sarebbero state posticipate a
marzo 2024. La star principale Robert
Pattinson riprenderà il ruolo principale,
con Matt Reevesche
tornerà alla regia. Anche Mattson Tomlin
tornerà per scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La
data di uscita è attualmente fissata per il 3 ottobre
2025. Il primo film ha raggiunto più di 770 milioni di
dollari al botteghino, diventando il settimo film con il maggior
incasso del 2022 e ottenendo recensioni positive.
Nel cast di Batman c’erano anche
Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman,
Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del
GCPD, John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone,
Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore
distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel ruolo di Alfred Pennyworth e
Colin Farrell nel ruolo di Oswald
Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento
del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore,
però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far
parte del film.
Stiamo finalmente per sapere quali
attori vestiranno i panni della Prima Famiglia Marvel nel prossimo reboot
dei Fantastici
Quattro? I fan attendono da anni (letteralmente) di
scoprire chi interpreterà il quartetto di eroi nel debutto della
squadra nel MCU e, sebbene non sia la
prima volta che sentiamo dire che il cast è stato “bloccato”, un
nuovo rumor da fonte molto attendibile sostiene che i ruoli
principali sono stati ora definiti.
Secondo Daniel
Richtman, gli “accordi sono chiusi” per le quattro parti
principali di Reed Richards, Sue Storm, Ben Grimm e Johnny
Storm, con un annuncio ufficiale imminente. Lo scooper non fa
nomi, ma l’unico attore di cui si parla finora è Pedro Pascal, che si ritiene abbia firmato per
interpretare Richards, alias Mister Fantastic.
Siamo sicuri che molti di voi
staranno storcendo il naso di fronte all’ennesimo rumor relativo a
questo film, ma,
secondo quanto riferito, con le riprese previste tra luglio e
agosto, lo studio dovrà iniziare a prendere qualche decisione in
merito a questi ruoli, quindi questa volta un annuncio dovrebbe
essere davvero dietro l’angolo.
Per quanto riguarda gli altri
personaggi principali, si vocifera che sia Cillian Murphy (Oppenheimer)
che Mads Mikkelsen (Rogue
One) siano in cima alle preferenze per interpretare il
Dottor Destino, ma altri attori saranno
sicuramente in lizza.
Il nemico più prolifico della
squadra non dovrebbe avere un ruolo significativo nel reboot
(infatti, potrebbe comparire solo nella scena
post-credits), ma il cattivo potrebbe emergere come il nuovo
grande cattivo del Marvel Cinematic Universe
– soprattutto dopo la recente notizia che la Marvel ha deciso di separarsi
dall’attore
Jonathan Majors. che ha interpretato Kang il conquistatore.
Diverse fonti ben inserite hanno
affermato che Dottor Destino sarà uno dei cattivi principali
di Avengers:
Secret Wars. Javier Bardem sarebbe la prima scelta per
Galactus, ma i suoi impegni potrebbero impedirgli di
firmare. L’araldo del Divoratore di Mondi dovrebbe essere
Silver Surfer, ma con una versione femminile del
personaggio.
Secondo un recente rumor, Anya Taylor-Joy sarebbe stata scelta per
questo ruolo. Matt Shakman dirigerà Fantastici
Quattro da una sceneggiatura di Jeff Kaplan e Ian
Springer. I dettagli della trama non sono ancora stati resi
noti.
Negli ultimi anni si è parlato di
uno spin-off di Spider-Woman al
femminile; purtroppo, non sembra che la cosa sia andata in porto e
i piani della Sony per la sua scuderia di personaggi Marvel continuano a dividere le
opinioni. Si pensa che le serie televisive live-action
Silk e Spider-Man Noir siano in
lavorazione, mentre film come Madame Web,
Kraven – Il
Cacciatore e Venom 3
sono tutti all’orizzonte.
Oggi, una nuova indiscrezione
(condivisa per la prima volta da Toonado.com) suggerisce che la
Sony Pictures Animation stia progettando un nuovo film di
Spider-Man che avrà un rating R.
Si tratta di una mossa singolare da
parte dello studio, soprattutto perché si tratterebbe di
un’avventura animata e nemmeno a Venom è stato
concesso un rating R; Sia The Streamr che lo scooper @CanWeGetToast
hanno condiviso l’indiscrezione e raccomandiamo di prenderla con un
pizzico di sale per il momento.
Nessuno dei due menziona chi sarà
il protagonista del film, anche se possiamo dirvi che gli accenni
che avete visto sui social media sul fatto che si tratti di
Spider-Punk sono in linea con quanto si vocifera a
Hollywood. Il personaggio è probabilmente adatto a un
rating R e Daniel Kaluuya verrebbe presumibilmente
arruolato per riprendere il ruolo. È anche possibile che si tratti
di una versione completamente diversa del web-slinger
britannico.
Spider-Punk, il
cui vero nome è Hobie Brown, è apparso per la prima volta
in Edge of Spider-Verse #5 nel 2014. Nel suo
universo, è un punk rocker ribelle che ottiene i poteri di ragno
dopo essere stato morso da un ragno radioattivo. Incarnando lo
spirito della controcultura e della ribellione,
Spider-Punk sfoggia un’estetica punk rock
distintiva, con tanto di moicana, piercing e gilet di jeans ornato
da simboli ragneschi.
Conosciuto per il suo atteggiamento
anti-establishment, Spider-Punk combatte contro le
forze oppressive e le ingiustizie. In Spider-Man: Across the Spider-Verse, ha
iniziato come una sorta di rivale in amore di Miles
Morales, ma alla fine si è dimostrato un alleato del
Wall-crawler adolescente.
“Ero esausto“, ha detto
Daniel Kaluuya interpretando l’eroe l’anno
scorso.”Mi sono rivolto a Lord, Miller e Kemp e ho detto:
“Grazie per avermi permesso di farne parte, perché è una figata
pazzesca“. Sono una voce in Spider-Verse con un
personaggio malvagio che sembra esattamente come me, da dove vengo.
Ma dai! Vai dai più giovani della tua famiglia e fletti: ‘Sto
andando avanti, ma non dimenticatelo!‘”.
“Sono nato e cresciuto a
Camden, e questo personaggio viene da Camden, che è molto associata
al movimento punk, quindi penso che abbiano voluto appoggiarsi a
ciò che hanno gratuitamente con me“, ha aggiunto. “Mi
hanno chiesto: “Come parlano?” e io ho risposto: “Come me!”. Penso
che dia quell’autenticità, come se io dicessi: ‘Uomo come Pav!
Grande steppa! Mi sono sentito davvero rispettato“. Restate
sintonizzati per nuovi aggiornamenti su questo nuovo potenziale
film animato su Spider-Man.
Al box office del fine settimana
appena concluso ottiene il risultato migliore Pare
parecchio Parigi, scritto, diretto, prodotto e
interpretato dall’attore italiano Leonardo
Pieraccioni. La commedia incassa €617.237 a fronte di un
totale che già supera il milione di euro dal suo arrivo nelle sale
il 18 gennaio.
Al secondo posto troviamo
Perfect days, emozionante pellicola giapponese diretta
da Wim
Wenders. Il film, candidato alla palma d’oro e vincitore
del premio come miglior attore a Cannes, ha conquistato il pubblico
con la sua semplicità. Perfect days raggiunge un incasso di
€389.204 nel fine settimana e sfiora i 3 milioni di euro dal suo
arrivo nelle sale italiane il 4 gennaio.
Terzo classificato è
The Holdovers- lezioni di vita, commedia diretta da
Alexander Payne. Il film, candidato ai BAFTA e ai Critics choice
awards come miglior regia, raggiungono un buon risultato in fatto
di incassi al primo week end nei cinema italiani, incassando
€240.164.
Box office: il resto della classifica
Al quarto e quinto posto si
stabiliscono rispettivamente
Wonka, prequel sulla storia del personaggio Willy
Wonka,
e
Il ragazzo e l’airone, ultimo film prodotto dal noto
studio Ghibli e diretto da
Hayao Miyazaki. Wonka incassa €197.685 nel fine settimana e
supera i 14 milioni di euro dal suo arrivo nei cinema il 14
dicembre. Il ragazzo e l’airone invece raggiunge un incasso di
€184.874 a fronte di un totale di 6 milioni di euro dall’uscita in
Italia il primo gennaio. Al sesto posto ritroviamo
The beekeeper, un action movie con Jason Statham, il
quale incassa €177.670.
Settimo e ottavo classificato al box
office del week end appena concluso sono
Wish, nuovo cartone Disney con il quale gli studios
festeggiano i loro cento anni, e Il
fantasma di Canterville, riadattamento in versione
animata del racconto di Oscar Wilde. Wish
incassa €163.862 a fronte di un totale di più di 9 milioni di euro
dal suo arrivo nelle sale il 21 dicembre, mentre Il fantasma di
Canterville raggiunge un incasso di €159.333.
Negli ultimi due posti nella
classifica box office ritroviamo rispettivamente
Succede anche nelle migliori famiglie, commedia
scritta, diretta e interpretata da Alessandro Siani, e
Enea, pellicola di Pietro Castellitto
presentata al festival di Venezia. Succede anche nelle
migliori famiglie incassa €141.303 a fronte di un totale di 5
milioni e mezzo di euro, mentre Enea raggiunge un guadagno di
€120.089.
Il debutto di Aquaman e il
Regno Perduto non è stato dei migliori nel mercato
americano, il che ha portato molti a considerarlo un’altra vittima
della crisi dei supereroi. Tuttavia, il sequel di James
Wan ha ottenuto risultati sorprendentemente buoni (almeno
in termini relativi) nelle ultime settimane e si sta avvicinando a
un importante traguardo globale.
Secondo gli ultimi aggiornamenti
del box office, Aquaman
2 ha incassato 396,2 milioni di dollari in tutto il
mondo, superando Black
Adam (393 milioni di dollari) e diventando il film
della Warner Bros. Discovery/DC Studios che ha incassato di più lo
scorso anno.
Una vittoria piccola ma necessaria,
anche se probabilmente non farà molta differenza per il franchise
in un senso o nell’altro. Aquaman e il
Regno Perduto segna l’ultimo film dell’era
DCEU post James
Gunn e Peter Safran, il che significa che un terzo
film sarebbe stato improbabile anche se questo fosse andato molto
meglio. Il monitoraggio degli incassi a lungo termine non è mai
stato molto forte, ma le recensioni negative probabilmente non
hanno aiutato.
Aquaman e il
Regno Perduto è attualmente fermo al 35% su Rotten
Tomatoes, anche se ha un migliore Audience Score del 79%.
Aquaman e il
Regno Perduto si sta rivelando uno dei film del DCEU
di maggior successo degli ultimi tempi. Il film ha recentemente
superato la soglia dei 330 milioni di dollari di incassi globali e,
secondo le stime, il sequel dovrebbe concludere la sua corsa nelle
sale a 400 milioni di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben
lontana dagli 1,15 miliardi di dollari del primo film. Ora i fan di
Aquaman si chiedono se il re di Atlantide abbia un
posto nel nuovo universo cinematografico di James Gunn.
La star Jason Momoa, che continua a collaborare con la
WB/DC nel ruolo di Lobo, sembra essere al momento
uno dei segreti peggio custoditi di Hollywood. Se Lobo avrà un
ruolo di primo piano, è difficile prevederlo ad oggi ma è difficile
immagine l’attore in entrambi i ruoli.
Nel 1978 esce al cinema
Il cacciatore, opera seconda di
Michael Cimino. La guerra in Vietnam si è conclusa
da appena tre anni ed è ancora una ferita apertissima per gli Stati
Uniti, nonché sostanzialmente un tabù. Per quanto già durante lo
svolgersi del conflitto ci siano stati film che hanno cercato di
affrontare tale evento, è solo a guerra conclusa che si ha avuto
modo di avere una più completa visione d’insieme su quanto accaduto
e sul suo lascito. Prendono dunque vita a partire dalla seconda
metà degli anni Settanta le opere che meglio hanno saputo mostrare
ciò che davvero questo conflitto ha causato, specialmente a livello
psicologico.
Il film di Cimino (che vincerà poi
di 5 Premi Oscar incluso quello come Miglior film) non solo è tra
queste, ma è anche un primo significativo tassello nella
filmografia di un regista che con ogni sua opera ha sfidato
platealmente la mitologia delle origini del suo Paese, il
successivo tradimento da esso perpetrato verso gli ideali su cui si
fondava e il suo lascito nei confronti delle nuove generazioni. Una
sfida che ha dunque inizio con un’opera tanto imponente quanto
controversa, che si fa metafora degli Stati Uniti cogliendo il
Paese nel suo passaggio da un periodo di spensieratezza – in realtà
solo apparente – ad uno irrimediabilmente segnato da un generale e
profondo senso di smarrimento.
Prepararsi alla guerra
Un passaggio ben evidente in Il
cacciatore, film a cui viene talvolta rivolta la critica di
avere un primo atto troppo prolisso. Si tratta grossomodo della
prima ora delle tre totali del film, in cui facciamo la conoscenza
dei protagonisti, apprendiamo che lavorano in una acciaieria, che
sono dediti agli scherzi, alle scommesse spericolate e che uno di
loro, Steven (John Savage), è ad un passo dal
matrimonio. Proprio questo evento occupa la maggior parte di questa
prima ora, con una festa chiassosa, che sembra non finire mai e che
ad un occhio distratto potrebbe sembrare – appunto – eccessivamente
prolissa. Ma è proprio questa prima ora “preparatoria” che permette
poi di far acquisire un senso a quanto verrà dopo, costruendo le
basi per un contrasto ancora oggi in grado di ammutolire.
Steven, insieme a Mike (Robert
De Niro) e Nick (Christopher Walken,
che per questa sua interpretazione vincerà l’Oscar come Miglior
attore non protagonista) sono infatti in procinto di partire per il
Vietnam. Per loro, membri della comunità russo-americana, sarà un
modo in più per dimostrare il proprio amore per gli Stati Uniti,
quasi come se quest’esperienza potesse fargli guadagnare la
possibilità di considerarsi americani a tutti gli effetti. Con loro
ignari del proprio futuro, questa prima parte del film è dunque
segnata dalla spensieratezza, dalle risate, da quel sano cazzeggio
che è parte integrante della natura dei protagonisti.
Lo ribadisce con maggior forza la
sequenza ultima di questo primo atto, quella della caccia al cervo,
che non solo dà al film il suo titolo originale – The Deer
Hunter – ma ripropone tutti gli elementi fino a quel momento
messi in gioco. Il gruppo di amici protagonisti si reca in
montagna, chiassosi come non mai, dividendosi tra scherzi e alcol,
ma sapendo perfettamente quando è il momento di tacere e lasciar
parlare i fucili. In un attimo, dunque, si passa dalla gioia al
senso di morte. E ancora, quando una volta conquistato il proprio
trofeo tornano in città per festeggiare, quel clima di festa è
interrotto da uno struggente brano suonato al pianoforte da uno di
loro, che spegne le risate e ammutolisce tutti. La festa è
finita.
Christopher Walken in una scena di Il cacciatore
La morte dell’innocenza
Da lì ha inizio il racconto
dell’esperienza in Vietnam di tre dei protagonisti, partiti per
servire e difendere il proprio amato paese. Quel senso di morte,
tanto anticipato da piccoli segnali nel corso della fondamentale
prima ora (quell’inferno che è l’acciaieria, il silenzioso veterano
alla festa di matrimonio, le taciute tensioni sentimentali tra i
protagonisti) esplode ora in tutta la sua brutalità sullo schermo.
Ma non è un vero e proprio scenario di guerra quello che Cimino
vuole mostrarci, spostando quasi subito la propria attenzione sul
raccontare il conflitto attraverso la nota metafora della roulette
russa, a cui i soldati americani sono costretti a partecipare.
È attraverso questa che Cimino dona
presenza scenica all’insensatezza del morire in guerra, dell’essere
alla mercé del caso, del non sapere mai quando arriverà la propria
ora. Ogni colpo che va a vuoto è motivo sia di sollievo sia di
nuova tensione, generata dal non sapere quanto ancora la fortuna
sarà dalla propria parte. Ecco allora che quanto fino a quel
momento visto, anche grazie alla sua ampiezza capace di restituire
un contesto apparentemente idilliaco, risulta congeniale a quanto
segue, che è non un film di guerra bensì un film sugli orrori che
questa (come tutte le guerre, d’altronde) può generare in chi ne fa
esperienza diretta.
Il cacciatore, insieme a
Taxi Driver (1976) e Tornando a casa (1978), si è
infatti imposto come uno dei più significativi esempi di film
incentrati sulla difficile esistenza dei reduci di guerra, incapaci
e impossibilitati a reinserirsi nella società dopo aver assistito
ad orrori che non si possono spiegare a parole. Mike, tornato in
patria, non riuscirà mai a condividere con l’amata Linda (Meryl
Streep) ciò che ha visto, che gli è stato inflitto e
che ha a sua volta inflitto. Cosa che lo fa naturalmente sentire
incompreso e turbato. Tutto il resto del film rifletterà dunque su
tale dinamica, proponendo attraverso i tre protagonisti tre diversi
modi di rapportarsi con quanto accaduto che hanno però un unico
risultato: la disillusione nei confronti di un American
Dream al quale non è più possibile credere.
Michael Cimino racconta l’altra
faccia degli Stati Uniti
È questa una consapevolezza su cui
Cimino è tornato più volte nel corso della propria carriera,
segnata da noti alti e bassi (più economici che non artistici) e
sul quale si potrebbe dire si fondi la sua intera poetica. Due anni
dopo Il cacciatore, dove si proponeva dunque come un
drammatico ritratto di una generazione tradita da quel paese in cui
riponeva cieca fiducia, Cimino realizza I cancelli del cielo. Un’altra opera monumentale, con
cui va più indietro nel tempo, alla fine dell’Ottocento, per
individuare un ancor precedente tradimento nei confronti di quella
fiducia. Una comunità di immigrati europei diviene qui l’obiettivo
di uno sterminio in quanto colpevole dei continui furti di
bestiame. Furti dovuti però alle estreme condizioni di povertà a
cui venivano costretti dai ricchi baroni locali.
O ancora, in L’anno del
dragone (1985) il veterano di guerra interpretato da Mickey Rourke porta avanti un’accesa battaglia
contro la comunità cinese di New York, mentre in Verso il
sole (1996) – suo ultimo lungometraggio – un giovane navajo
affetto da un tumore incurabile rapisce un medico (interpretato da
Woody Harrelson) affinché lo accompagni in un
luogo mistico che è convinto potrà guarirlo. In tutti questi casi,
Cimino propone una contrapposizione tra culture diverse, facendo
emergere da questo contrasto la disillusione verso un sogno
americano che non ha offerto la libertà che invece prometteva.
Meryl Streep e Robert De Niro in una scena di Il
cacciatore
Sopravvivere all’American
Dream
C’è dunque uno sguardo malinconico
che attraversa l’intera opera del regista, che tramite i suoi
personaggi – più o meno coinvolti nell’attuarsi di questo
tradimento – mira a riflettere su cosa ne è stato di quella terra
delle opportunità, macchiata in più occasioni dal sangue di quanti
vi riponevano fiducia o capace di mandare a morire senza troppi
scrupoli i propri figli in una giungla dall’altra parte del mondo.
Davanti a questa consapevolezza, sembra rimanere poco da poter
fare, come il ricercare un senso di comunità a cui aggrapparsi.
Ecco allora che Il cacciatore si conclude con i
protagonisti sopravvissuti che intonano “God Bless
America”.
Una scelta, quella di questo brano,
che all’occorrenza è stata vista con intenti patriottici o
satirici. Sembra facile propendere per quest’ultima lettura, con i
personaggi che continuano a celebrare – come dei novelli Giobbe –
quell’America che ha però tolto loro ogni cosa. Cimino, nel corso
di una lunga intervista rilasciata nel
2007, ha però offerto una chiave interpretativa più profonda e
ambigua. “Quando le persone sono in difficoltà, hanno bisogno
di fare qualcosa insieme. In questo caso si tratta di emettere un
suono. E cantano questa canzone perché è una canzone che ogni
bambino americano conosce a memoria. E quella canzone li riunisce
come una famiglia”.
“Mentre cantano, è una prima
colazione quella che stanno consumando, non un’ultima cena”,
conclude Cimino. Quel canto diventa dunque il modo con cui
i personaggi cercano di ritrovarsi, di ristabilire un contatto e da
lì voltare insieme pagina. Sembrerebbe dunque esserci uno spiraglio
di speranza per il futuro nel finale di Il cacciatore, ma
per quanto ciò possa essere vero, non cancella l’orrore
verificatosi, che ha spezzato per sempre l’innocenza di questi
personaggi e con loro di un Paese intero. Il film, che si apre con
un matrimonio, non può allora che chiudersi con un funerale. Mike,
Steve, Linda, gli altri e gli Stati Uniti andranno avanti con le
loro vite, ma non saranno mai più gli stessi.
Uno dei documentari più attesi in
anteprima al Sundance Film Festival 2024 è
“Super/Man: The Christopher Reeve Story“, che
ripercorre l’ascesa dell’omonima star a icona di Hollywood e
l’incidente quasi fatale a cavallo del 1995 che lo ha lasciato
paralizzato dal collo in giù. I figli di Christopher Reeve – Will, Matthew e Alexandra
– appaiono come soggetti nel film e si sono uniti al Variety Studio
presentato da Audible per parlare dell’eredità del padre.
Alexandra ha
definito il documentario un “bellissimo regalo” perché è
raro “vedere la vita di un genitore raccontata nella sua
totalità… vedere una vita ben vissuta sullo schermo e nella sua
piena complessità. Volevamo che la gente vedesse gli alti e i
bassi, la facciata pubblica e ciò che accade a casa“.
“È un dono. Siamo così
fortunati“, ha aggiunto Matthew. “Non solo abbiamo i suoi
film da guardare, ma anche una collezione di filmati casalinghi da
recuperare e da esaminare e interviste di lui su YouTube da
consultare. Vedere cose che non avevo mai visto prima non ha
cambiato la mia percezione di lui, ma l’ha migliorata… come una
rara intervista australiana del 1977 che è stata caricata e di cui
non conoscevo l’esistenza. È stato molto bello vederle e scoprire
molto più materiale di quello che conoscevamo“.
Ai figli di Christopher Reeve è stato chiesto cosa ne
pensano dell’apparizione del padre nel film della Warner Bros.
“The
Flash“. Lo studio ha utilizzato in modo controverso la
CGI per ricreare le sue sembianze per un cameo in cui la sua
iterazione di Superman viene avvistata dal Flash di
Ezra Miller nel multiverso. Nessuno di loro ha
mai guardato “The
Flash” e non sono stati coinvolti in quel cameo.
Quando gli è stato chiesto quale
fosse il ruolo di Christopher Reeve più sottovalutato dopo che
la sua carriera è stata dominata da Superman, Will
non ha esitato a rispondere.
“Nella nostra città natale,
Bedford, New York… il cinema locale ha subito un rebranding qualche
anno fa“, ha detto Will. “La persona responsabile di quel
turno mi ha contattato e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto che
proiettassi un film a mia scelta tra quelli di mio padre. Ho
risposto: “Certo, ma non Superman. Faremo “Remains of the Day Quel
che resta del giorno””. Era così orgoglioso del suo ruolo in quel
film. Non è un ruolo importante. È un ruolo importante nel film. Ha
potuto mostrare un lato completamente diverso di sé. Sapevo quanto
fosse orgoglioso di questo. Non che non fosse orgoglioso di
Superman… ma se fosse qui non sceglierebbe Superman, sceglierebbe
“Quel che resta del giorno”. Non penso tanto ai film di Superman
quanto alle oscillazioni che gli sono state fatte al di là di
questo ruolo di grande importanza“.
Spesso il cinema tende a imitare
alla realtà, presentandola sul grande schermo in maniera più
articolata o romanzata, così da attirare maggiormente il pubblico.
Tuttavia, ci sono dei casi in cui la realtà sembra quasi imitare il
cinema: questo è proprio il caso di All
american nightmare: Rapimento in California. La serie,
strutturata in soli tre episodi, ognuno da circa 50 minuti,
racconta dei fatti realmente accaduti nello stato americano tra il
2009 e il 2015. L’evento centrale è il rapimento di Denise
Huskins, una giovane fisioterapista americana portata via
dalla propria casa nel cuore della notte in un quartiere di
Vallejo.
All American Nightmare:
l’inizio di un incubo
Marzo 2015, notte fonda:
Aaron e la sua fidanzata Denise dormono
pacificamente nella loro casa in una zona residenziale di Vallejo,
in California. I due vengono svegliati da una forte luce che gli
viene puntata addosso e qui inizia l’incubo: Aaron viene legato e
poi drogato fino a perdere conoscenza. Al suo risveglio Denise è
scomparsa, è stata rapita. I rapitori intimano al ragazzo di non
rivolgersi alla polizia, chiedendo un riscatto di 15 mila dollari
per riavere la fidanzata indietro, per questo motivo Aaron contatta
la polizia solo diverse ore dopo il rapimento.
La polizia non riesce a credere ad
una storia così surreale e complicata come quella raccontata da
Aaron e presume subito che il caso sia un ennesimo femminicidio: la
coppia ha una lite sfuggita di mano e il fidanzato, per non
ammettere a sé stesso e alla polizia di aver ucciso Denise, inventa
il rapimento.
Circa 48 ore dopo la scomparsa di
Denise, questa viene ritrovata nella zona di Huntington Beach,
vicino alla casa dei genitori. Allora i pregiudizi della polizia
virano su di lei, colpevolizzandola: un finto rapimento per
vendetta, simile a quello presentato nel noto film
Gone girl diretto da David Fincher,
con
Rosamund Pike (Saltburn)
e
Ben Affleck (Air),
uscito nelle sale l’anno prima di questi avvenimenti.
La paura di subire ripercussioni dai
rapitori, l’inefficienza della polizia e la gogna mediatica non
fanno che rendere a Aaron e Denise la vita impossibile.
L’abituale inefficienza della
polizia
“Che cosa deve succedere ad una
donna perché venga creduta? Sembra che non ci siano speranze.” –
Denise Huskins
Uno degli elementi focali di
All American Nightmare è la noncuranza delle forze
di polizia riguardo le testimonianze di Aaron e Denise, bollate da
subito come non veritiere. In particolare, la questione sembra
essere anche più profonda di così: rapimenti o irruzioni simili,
con forme di molestie o tentati stupri si sono susseguiti dal 2009
nello stato della California, in città a pochi chilometri di
distanza l’una dall’altra. Ciononostante, la polizia ha continuato
a ignorare i problemi, screditando talvolta le testimonianze delle
donne che riportavano gli eventi accaduti (Sicura non sia stato
un brutto sogno?). La mancanza di professionalità ha permesso
all’aggressore di continuare ad agire indisturbato per ben 6 anni:
se si fosse intervenuto subito, la stessa Denise Huskins sarebbe
stata salvata da un’esperienza così traumatica.
Tale problema tende a non riguardare
solamente gli Stati Uniti: le donne, nel momento in cui denunciano,
non vengono credute o i casi di molestie, stupri o femminicidi non
sono trattati con la dovuta attenzione. Ne sono di esempio i tanti,
troppi casi di cronaca: uno in particolare è l’omicidio di Vanessa Ballan, la
cui precedente denuncia è stata ignorata.
The Gone Girl Case:
l’influenza cinematografica
Nel vedere raccontata la storia di
Aaron e Denise in All American Nightmare un
cinefilo esperto non può che collegare le vicende a quelle di
Gone
girl. Tutto sembra inizialmente combaciare: la ragazza
scopre una possibile infedeltà da parte del fidanzato, in questo
caso un continuo interesse verso l’ex, Andrea, e per vendicarsi
finge un rapimento in modo tale che sia proprio il ragazzo infedele
ad essere il primo sospettato e incolpato, per poi ritornare
miracolosamente a casa.
La storia sembra identica, peccato
che questa sia la realtà e non una brillante pellicola di Fincher.
Denise è stata veramente rapita, ma anche la stessa polizia non
riesce a superare la visione iniziale di una possibile imitazione
del modus operandi di Amy, la protagonista del film.
Questo è un altro dei motivi per cui
la polizia non ha approfondito le indagini, bollando subito il caso
come “Gone Girl Case” e condannando Denise e Aaron
per la perdita di tempo e fondi della comunità per seguire un finto
rapimento.
La gogna mediatica
La polizia, nel lavorare su questo
caso, non si limita a screditare le testimonianze di due vittime,
Aaron e soprattutto Denise, o a prendere come esempio per le loro
indagini un thriller di Hollywood, ma è anche la miccia per
l’esplosiva gogna mediatica che colpirà la ragazza. Il capo della
polizia, nel bollare il caso come uno spreco di fondi pubblici
della comunità, porta tanto odio a riversarsi ingiustamente su
Denise, in una tempesta di continui messaggi vessatori sui social e
attacchi da parte di giornalisti.
All American
Nightmare riesce in soli tre episodi a raccontare un caso
complesso, denso di tematiche di importanza sociale e attuale,
attirando l’attenzione del pubblico internazionale su queste strane
e tristi vicende di cronaca.
Variety ha
confermato che la star di Doctor WhoMillie
Gibson verrà sostituita dopo una stagione. L’attore di
Jurassic
World: il DominioVarada Sethu
reciterà al fianco di Ncuti Gatwa come compagna
del Dottore nella quindicesima stagione dello show.
La Gibson, finora nota per aver
interpretato Kelly Neelan nella soap britannica
“Coronation Street“, ha debuttato nella serie
fantascientifica di lunga durata nello
speciale natalizio di dicembre. Ha interpretato la compagna
Ruby Sunday accanto a Ncuti Gatwa, che
interpreta il Quindicesimo Dottore.
La Gibson tornerà a vestire i panni
di Ruby nell’imminente 14ª stagione, che sarà
trasmessa a maggio dalla BBC nel Regno Unito e da
Disney+ a
livello internazionale.
Ma per la stagione 15, le cui
riprese sono attualmente in corso in Galles, Varada
Sethu interpreterà la compagna di Ncuti
Gatwa, come ha confermato una fonte. Non sono stati
rivelati altri dettagli sul suo ruolo. Sethu è già apparso in
“Andor” e
“Mrs Sidhu Investigates”.
Gatwa, che ha recitato anche in
“Barbie“,
resterà nei panni del Dottore. Lo showrunner Russell T
Davies, che ha rilanciato la serie di culto nel 2005, è
tornato a scrivere e produrre le nuove stagioni, che sono
co-prodotte da Bad Wolf.
Tra le guest star della stagione 14
figurano Yasmin Finney (“Heartstopper”), la
cantante Bonnie Langford, Jonathan Groff di “Glee”
e Indira Varma (“Obsession”). Doctor
Who ha celebrato il suo 60° anniversario lo scorso
novembre.
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Mediaset Infinity la nuova serie turca
Dreams and Realities – La forza dei sogni(Hayaller ve Hayatlar).
La romantic comedy a tinte thriller prodotta
da NGM, in 26 episodi, vede come protagoniste Özge
Gürel (nota al pubblico italiano per i suoi ruoli in
Mr. Wrong – Lezioni d’amore, Bitter Sweet –
Ingredienti d’amore e Cherry Season), Aybüke Pusat,
Melisa Aslı Pamuk, Yeşim Ceren
Boz e Beyza Sekerci.
Le protagoniste sono cinque giovani
donne in carriera, ben istruite, che provengono dai quartieri
medio-bassi di Istanbul. A differenza delle famiglie tradizionali
del loro quartiere, hanno tutte grandi sogni… tuttavia i sogni non
sempre corrispondono alla vita reale.
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dei sogni: quando esce e dove vederla in streaming
Dreams and Realities –
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dal 29 gennaio, gratis e in esclusiva, su
Mediaset Infinity con la pubblicazione di
un episodio al giorno, da lunedì a venerdì.
Dreams and Realities – La forza
dei sogni: la trama
Dicle(Özge
Gürel) ha sempre voluto conquistare il mondo
dell’editoria e scrive un blog da anni, ma intanto lavora come
produttrice di insegne. Güneş (Aybüke
Pusat) ha studiato per diventare un avvocato affermato, ma per
ora si occupa solo di pignoramenti. Setenay(Melisa Aslı Pamu) vorrebbe diventare una curatrice
d’arte, ma lavora in una galleria di seconda classe.
Melike (Melisa Aslı Pamu) sogna di
costruire eleganti residenze, ma nel frattempo fatica a sbarcare il
lunario affittando case. E infine Meryem che
sogna una casa ai piani alti di Istanbul, ma vive nel sottostrada e
lavora come contabile in uno studio legale. Cinque donne, cinque
sogni da realizzare, la ricerca dell’amore e un omicidio che
cambierà tutte le prospettive.
Dreams and Realities – La forza
dei sogni, il cast
A completare il cast maschile
troviamo: Serkay Tütüncü (Ozan Dinçer in Mr Wrong – Lezioni d’amore), Yusuf
Çim, Ekin Mert Daymaz, Alican
Aytekin (Seyfi di Love
is in The air) e Halil Ibrahim Kurum. A
firmare la sceneggiatura Yesim Citak (già
sceneggiatrice per Daydreamer – Le ali del sogno e
Love is in the air, due grandi successi firmati Canale 5)
e Yelda Eroglu.
Recentemente il regista del film Wyatt
Russell
ha rivelato che le riprese di Thunderbolts
cominceranno proprio nel 2024, tra marzo e aprile. Dunque le parole
ora di
Sebastian Stan confermano quella notizia. Ecco cos’ha
detto l’attore in merito al suo prossimo impegno con i
Marvel Studios.
“Sono emozionato. Tornerò
praticamente tra un mese o giù di lì. Mi è mancato. È un
cast eccezionale”, ha detto
Sebastian Stan prima di alludere alle recenti
difficoltà della Marvel al botteghino. “La media
di battuta è così alta che è difficile mettere a segno sempre tutto
e subito. È sempre stata una bellissima esperienza. Con
questo in particolare, penso che ci siano molte cose
buone”.
Cosa sappiamo su Thunderbolts?
Harrison Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross, che potrebbe finire per trasformarsi in Red
Hulk. Nel cast sono stati annunciati anche Ayo
Edebiri, in un ruolo ancora non stato
rivelato.
Il roster di Thunderbolts è
attualmente composto da Red Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell), Sentry (Steven
Yeun) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto abbiamo appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Prima del Sundance Film Festival è
arrivata la notizia che la Paramount sta sviluppando
Top Gun 3, un terzo film sul ormai franchise
Top Gun e sequel diretto di
Top Gun: maverick, che riunirà Glen
Powell con Tom Cruise e
Miles Teller.Glen Powell tutt’ora
impegnato a promuovere
Hit Man ha detto che quando la notizia dello sviluppo
del terzo film è arrivata online, ha iniziato a ricevere molti
messaggi di testo con punti interrogativi.
“La gente mi guardava come se
sapessi cosa stava succedendo“, ha detto Glen
Powell prima di offrire un’anticipazione di “Top
Gun 3“: “Ci saranno cose divertenti che verranno
annunciate presto… ma per me era una cosa riservata. Parlo sempre
con [Joseph] Kosinski, Cruise e Jerry [Bruckheimer]. C’è qualcosa
che sta accadendo e sembra molto eccitante. Non so quando tornerò…
sono sicuro che c’è un jet che mi aspetta in futuro“.
Cosa sappiamo su Top Gun 3?
Top Gun 3, seguito
ufficiale di Top
Gun: Maverick, è ufficialmente in lavorazione, secondo
un nuovo rapporto, con Tom
Cruise e altre due star che tornano nel franchise.
Cruise ha ripreso il ruolo di Pete “Maverick” Mitchell dopo più di
tre decenni per Top
Gun: Maverick, protagonista del sequel che sarebbe
diventato il secondo film di maggior incasso del 2022
dietro Avatar:
La Via dell’Acqua.
Le speculazioni su un seguito di
Top
Gun: Maverick sono aumentate di nuovo negli ultimi
giorni, dato l’annuncio del nuovo accordo di
Tom Cruise per recitare in grandi progetti di successo
per la Warner Bros. Nell’immediato periodo successivo, molti
si sono chiesti cosa avrebbe significato l’accordo per la
Paramount, consolidata compagnia dell’attore e di franchise come
Top Gun.
Matt Belloni
conferma che la Paramount sta ufficialmente andando avanti con
Top Gun 3. Cruise tornerà nei panni di Pete
Mitchell, così come Glen Powell e
Miles Teller, che hanno avuto ruoli di spicco come
Hangman e Rooster, rispettivamente, nel tanto atteso sequel del
2022. Belloni aggiunge che il co-sceneggiatore di Top
Gun: Maverick, Ehren Kruger, sta già scrivendo la
sceneggiatura, con Joseph Kosinski che
potrebbe tornare sia alla regia che alla produzione.
A Real
Pain di Jesse Eisenberg, uno dei film più interessanti
presentati finora al Sundance Film Festival di
quest’anno, è stato venduto alla Searchlight con
un enorme accordo da 10 milioni di dollari.
Vista la calorosa accoglienza a
Park City, il film ha scatenato una guerra di offerte
durata tutta la notte tra diverse distribuzioni per aggiudicarsi i
diritti globali, e l’accordo si è concluso domenica mattina
presto.
Jesse Eisenberg ha diretto A Real
Pain oltre a recitare con Kieran
Culkin. I due interpretano dei cugini il cui tour
attraverso la Polonia in onore della nonna scatena una seria
rivalità familiare. Tra i loro co-protagonisti figurano
Will Sharpe, Jennifer Grey, Kurt Egyiawan, Liza Sadovy e
Daniel Oreskes.
“A Real
Pain” è uno dei due film di cui Eisenberg è
protagonista al festival di quest’anno – l’altro è la stravagante
commedia di Bleecker Street“Sasquatch
Sunset“. L’attore afferma che “A Real
Pain” è una storia molto personale. Nel film, i cugini
finiscono per unirsi a un tour dell’Olocausto e, a un certo punto
del film, visitano una casa non descritta per cercare un po’ di
conforto.
“La casa alla fine è la casa
della mia famiglia“, ha detto Eisenberg al pubblico durante la
prima. “Sono stati portati via da lì nel 1939“.
Searchlight Pictures prevede di distribuire
“A
Real Pain” nelle sale quest’anno.
“Siamo rimasti sbalorditi dalla
visione e dal mestiere di Jesse nel raccontare questo film
esilarante e profondo“, hanno dichiarato i presidenti della
Searchlight Matthew Greenfield e David Greenbaum.
“Racconta una storia profondamente personale e la rende
universale. Non vediamo l’ora di portarlo al pubblico di tutto il
mondo“.
Jesse Eisenberg ha aggiunto in un comunicato:
“Realizzare ‘A Real
Pain‘ è stato un vero lavoro d’amore, ed è stato così
emozionante presentarlo in anteprima al Sundance. Non potrei essere
più onorato di lavorare con Searchlight e di portare questa storia
a un pubblico più vasto“.
Il film è stato prodotto da
Dave McCary, Ali Herting,
Emma Stone per Fruit Tree, Jennifer Semler e
Ewa Puszczynska.
“Crediamo fermamente in Jesse come
voce creativa e siamo stati entusiasti di collaborare nuovamente al
suo secondo film con una portata e dei temi così ambiziosi”, ha
dichiarato la Fruit Tree della Stone in un comunicato. “Avere a
bordo un altro amico e amato collaboratore, il singolare Kieran
Culkin, era più di quanto potessimo chiedere, così come lavorare
con l’incredibile team della Searchlight”.
I produttori esecutivi sono
Ryan Heller, Jennifer Westin e Michael Bloom dei
Topic Studios, oltre a Kevin Kelly. “Non potremmo
essere più orgogliosi di Jesse e di questo bellissimo film e siamo
assolutamente entusiasti di collaborare nuovamente con David,
Matthew e i nostri amici di Searchlight per la sua uscita“, ha
dichiarato Ryan Heller, vicepresidente esecutivo del settore film e
documentari di Topic Studios.
La terza stagione di “Big
Little Lies” sta procedendo bene. “Ci stiamo
lavorando“, ha detto Nicole Kidman a Variety domenica sera alla
prima newyorkese della sua nuova serie “Expats“.
Nicole Kidman ha detto che lei e Reese Witherspoon “si mandano messaggi ogni
giorno” sulla terza stagione di Big Little Lies. “C’è una linea temporale
e la stiamo realizzando“. Quando le è stato chiesto di fornire
ulteriori dettagli, ha riso. “Non possiamo dire altro“, ha
detto la Kidman. “Dobbiamo iniziare a tenere la bocca chiusa…
Dobbiamo abbottonarla””.
Una reunion di “Big
Little Lies” ha suscitato ulteriore scalpore quando il
presidente/CEO di HBO e Max content Casey Bloys ha confermato a
Variety di aver sentito “parlare un po’ dell’idea“. Bloys
ha detto a Michael Schneider di Variety che Nicole Kidman e Reese Witherspoon sono state in contatto con
l’autrice di “Big
Little Lies” Liane Moriarty e si aspetta che venga
coinvolto anche David E. Kelley.
Cos’è Expats?
“Expats” è una serie limitata in sei parti per
Amazon Prime Video. Diretta da Lulu Wang
e basata sul romanzo best-seller “The Expatriates” di Janice Y. K.
Lee, la serie è interpretata da Nicole Kidmaninsieme a Sarayu Blue,
Ji-young Yoo, Brian Tee e Jack Huston. La sceneggiatura è
incentrata sulle donne che vivono a Hong Kong nel
2014, le cui vite si incrociano dopo un’improvvisa tragedia
familiare.
“Sono così fortunata ad avere l’opportunità di poter
sostenere questo tipo di registi“, ha dichiarato la Kidman a
Variety. “Sono così felice che mi sia stata data la possibilità
di farlo e di poterlo condividere“.
“Il suo ruolo di produttrice è così diverso da quello di un
attore”, ha detto Wang a proposito della Kidman. “Come produttore
parliamo di un quadro generale del cast, del programma e della
visione complessiva. E come attore, non vuole sapere nulla di
queste cose… Vuole essere plasmata dal regista. Come attrice arriva
sul set completamente aperta e pronta ad affrontare qualsiasi
viaggio lei e io decidiamo di fare quel giorno“. Expats debutterà il 26 gennaio su Prime
Video.
Kayla Cromer
(Everything’s Gonna Be Okay) e Wavyy Jonez
(Unsolved) si uniranno a The
Good Doctor7 della ABC nella sua
settima e ultima stagione.
Kayla Cromer
interpreterà Charlene ‘Charlie’ Lukaitis, una
studentessa di medicina al terzo anno che è entusiasta sia di
questo turno che della possibilità di lavorare con il suo eroe, il
dottor Shaun Murphy (Freddie
Highmore). Come Shaun, anche lei ha un disturbo dello
spettro autistico e lo idolatra da quando ha visto per la prima
volta il video virale di lui che salvava la vita di un ragazzo
all’aeroporto di San Jose. Potente ed energica, la sua passione per
la chirurgia può essere eguagliata solo dal suo amore per Taylor
Swift.
Jonez interpreterà
Dominick “Dom” Hubank, un altro studente di medicina al terzo anno
che spera che questa rotazione chirurgica sia solo una casella da
spuntare sulla strada per diventare il medico di famiglia della sua
comunità poco servita. Ma l’ex giocatore di football scopre di non
essere così forte come sembra quando sviene alla vista del sangue.
Troppo grande per fallire, Dom deve superare l’emofobia appena
scoperta e per farlo avrà bisogno del suo coetaneo e amico
Charlie.
L’ultima stagione di
The Good
Doctor debutta il 20 febbraio. David Shore e Liz
Friedman sono produttori esecutivi e co-showrunner. La serie è
prodotta da Sony Pictures Television e ABC Signature.
The Good Doctor, las erie tv
The
Good Doctor, prodotto da ABC Signature e Sony Pictures
Television Series, è interpretato da Freddie Highmore nel ruolo del dottor Shaun
Murphy, Richard Schiff nel ruolo del dottor Aaron
Glassman, Fiona Gubelmann nel ruolo della
dottoressa Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo
del dottor Alex Park, Christina Chang nel ruolo
della dottoressa Audrey Lim, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo,
Bria Samoné Henderson nel ruolo della dottoressa
Jordan Allen e Noah Galvin nel ruolo del dottor
Asher Wolke. David Shore e Liz Friedman sono
produttori esecutivi e co-showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn,
Thomas L. Moran, David Hoselton, Peter Blake, Jessica Grasl,
Garrett Lerner, Mike Listo, Freddie Highmore, Shawn Williamson,
David Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.
“Non potremmo essere più
entusiasti che Chuku rientri nella famiglia di The Good Doctor e
che il pubblico scopra cosa ha fatto il dottor Kalu da quando ha
lasciato il St. Bon“, ha dichiarato Friedman quando Modu è
tornato nella scorsa stagione.
Dopo la sua permanenza in The
Good Doctor, Modu ha partecipato alle ultime due
stagioni di The 100 della CW, l’ultima delle quali
come series regular, ed è apparso in Captain Marvel. Recentemente è stato visto
nella serie Amazon The Peripheral di Jonathan
Nolan e Lisa Joy e ha recitato nel film The
Origin.
HBO ha diffuso il trailer e la
trama di True Detective: Night Country 4×03,
l’atteso terzo episodio che si intitola “Part 3” di
True
Detective: Night Country.
In “Part 3” Quando cala la notte a
Ennis, in Alaska, gli otto uomini che gestiscono la stazione di
ricerca artica Tsalal scompaiono senza lasciare traccia; per
risolvere il caso, le detective Liz Danvers ed Evangeline Navarro
dovranno affrontare l’oscurità che portano dentro di sé.
La quarta stagione di True
Detective è creata, scritta e diretta da Issa
López e vede nel cast il premio Oscar Jodie Foster, per la prima volta protagonista
sul piccolo schermo, e Kali Reis (Catch the
Fair One), a formare la coppia di investigatrici al centro
dell’indagine raccontata nei nuovi episodi. Nel cast anche
Fiona Shaw (Harry Potter),
Christopher Eccleston (Doctor Who) e John Hawkes
(candidato agli Oscar per Un Gelido Inverno).
Fra thriller, horror e
soprannaturale, True Detective: Night Country racconta una
storia avvincente e ricca di suspense che prende il via durante
l’ultimo giorno di sole dell’anno in Alaska. Atmosfere cupe e
misteriose per un nuovo e agghiacciante mistero da indagare, con
richiami al passato del franchise che faranno la gioia di tutti
quanti hanno amato la serie fin dalla prima stagione. E con al
centro due donne, due detective diversissime ma fatte della stessa
pasta, ruvide e inaccessibili, accomunate da un doloroso trascorso
e sole in un mondo di quasi soli uomini.
Quando la lunga notte polare scende
su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano all’interno della
Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia.
Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) e
Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi con il loro
lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che giacciono
sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective ritroveranno i
corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi messaggi e
rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio, sciogliendosi,
riporti in superficie gli orrori del passato. Come ama ripetere la
detective Danvers: qual è la domanda giusta da porsi?
Issa López è
showrunner, creatrice, regista ed executive producer di True Detective: Night Country. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è
anche executive producer insieme a Barry Jenkins, Adele
Romanski, Mark Ceryak di PASTEL e Alan Page
Arriaga. Per Anonymous Content executive producers
Mari Jo Winkler,
Matthew McConaughey,
Woody Harrelson, Cary Joji Fukunaga e Nic
Pizzolatto.
A
Different Man, un’agghiacciante storia di identità e
ossessione con un cupo senso dell’umorismo, ha debuttato al
Sundance con un’apprezzata anteprima domenica sera
all’Eccles Center.
Il film A
Different Man di A24 è
interpretato da
Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson e
racconta la storia di un attore che si sottopone a un intervento di
ricostruzione facciale e deve fare i conti con il fatto che un
ruolo teatrale basato sulla sua vita viene affidato a un altro
attore.
Durante la proiezione, il pubblico
del Sundance è stato rapito dall’attenzione per la
sceneggiatura contorta, che includeva una strana e perversa scena
di sesso che ha lasciato le persone a contorcersi sulle loro sedie,
così come un po’ di gore realistico che si è guadagnato le urla del
pubblico.
Dopo la prima, lo scrittore e
regista Aaron Schimberg si è unito a
Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam
Pearson sul palco per un Q&A per approfondire i temi
del film. A un certo punto, Pearson, affetto da neurofibromatosi,
ha discusso di come sia riuscito a trovare un terreno comune con
Sebastian Stan, che per una parte del film è truccato
in modo estremo per ottenere un aspetto simile.
“Questo è stato l’aggancio che
abbiamo dato a Sebastian“, ha detto. “Non sai cosa
significhi avere una sfigurazione, ma sai cosa significa non avere
privacy e avere la tua vita costantemente invasa. Diventi una
proprietà pubblica“.
Sebastian Stan ha anche raccontato che di tanto in
tanto andava in giro per New York con le protesi che aveva sul set
e osservava come la gente lo trattava, pensando che avesse davvero
una menomazione.
“Ho interagito con le persone
ed è stato davvero interessante“, ha detto. “È stato
spaventoso vedere quanto sia limitata l’interazione tra due
estremi: non affrontarlo o compensarlo eccessivamente. Le uniche
persone più oneste sono state i bambini. Ho avuto un’interazione
con una bambina, e sua madre cercava di fare la cosa giusta, ma nel
fare la cosa giusta in realtà impediva alla bambina di vivere
semplicemente un’esperienza. È stata coraggiosa e audace, e questi
sono i bambini, giusto? Vogliono solo sapere, non vogliono
giudicare. È stata una lezione per me“.
A24 non ha ancora fissato una data
di uscita nelle sale per A
Different Man che non ha ancora una distribuzione
in Italia.
La carriera di Taylor
Sheridan ha avuto inizio negli anni Novanta con alcuni
lavori come attore, ma è ricoprendo il ruolo di sceneggiatore che
ottiene grande fama. Nel 2015 firma infatti la sceneggiatura di
Sicario, seguito poi da
Hell or High Water e
I segreti di Wind River (qui la recensione). Questi tre
film, distinti tra loro, formano una trilogia sul tema della
moderna frontiera americana. L’ultimo dei tre, uscito nel 2017, è
inoltre diretto proprio da Sheridan, che si dimostra anche un abile
regista. Tale film, infatti, è stato giudicato come uno dei
migliori in assoluto del suo anno.
Anche in questo caso ci si confronta
con un vero e proprio western, inserito nel contesto contemporaneo.
Il racconto, infatti, ripropone oltre alla frontiera anche il
desiderio di giustizia e vendetta tipico di quel genere di opere,
dimostrando come problematiche come la diversità etnica sia ancora
oggi vigente e tristemente manifestata. Portando alla luce tale
contesto, Sheridan si propone dunque di dar vita ad un’opera di
denuncia, conclusione perfetta per la sua personale trilogia.
Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival
di Cannes, I
segreti di Wind River è dunque un duro racconto di voci
inespresse a cui è tempo di dare risalto.
Un film decisamente da non perdere,
specialmente per gli appassionati di questo genere di storie. Il
successo di critica e pubblico conferma il grande interesse a
riguardo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, alla vera storia e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
I segreti di Wind River:
la trama del film
Protagonista del film è un
cacciatore solitario di nome Cory Lambert. Durante
un’escursione tra le nevi, egli s’imbatte nel cadavere di una
giovane ragazza nativa americana di nome Natalie
Hanson. In seguito all’autopsia, i suoi sospetti più
temuti vengono confermati: la ragazza è stata dapprima stuprata,
per poi morire in seguito ad un’emorragia polmonare in mezzo al
gelo. Mosso da un passato personale misterioso, Cory decide di
unirsi alla giovane agente FBIJane Banner per dar vita ad una pericolosa caccia
all’assassino. Nell’apparente silenzio dei ghiacci, però, si
nasconde una sconvolgente verità, che né Cory né Jane potrebbero
essere pronti ad affrontare.
I segreti di Wind River:
la storia vera dietro il film
Anche se gli eventi narrati nel film
sono una pura invenzione di Sheridan, lo sceneggiatore e regista ha
affermato di essersi fortemente basato su reali casi di questo
tipo. Il suo obiettivo era infatti quello di aumentare la
consapevolezza del problema dell’alto numero di donne indigene che
vengono continuamente violentate e uccise, sia dentro che fuori le
riserve statunitensi. Quello del Missing and Murdered Indigenous
Women (MMIW) è definito come una vera e propria crisi nazionale e
genocidio. Numerose manifestazioni tentano ogni anno di evidenziare
l’alto tasso di crimini di questo tipo, il più dei quali resta
impunito.
Secondo alcuni dati, tra gli anni
1980 e 2012, le donne e le ragazze indigene hanno rappresentato il
16% di tutti gli omicidi femminili in Canada, mentre costituivano
solo il 4% della popolazione femminile canadese. Un rapporto del
2014 del RCMP, intitolato “Donne aborigene scomparse e
assassinate: una panoramica operativa nazionale“, ha rilevato
che più di 1.000 donne indigene sono state uccise nell’arco di 30
anni. Dal 2001 al 2015, il tasso di omicidi per le donne indigene
in Canada è stato quasi sei volte superiore al tasso di omicidi di
altre donne.
I segreti di Wind River:
il cast del film
Per interpretare il ruolo di Cory
Lambert, Sheridan aveva pensato da subito all’attore Jeremy Renner.
Poiché questi era impegnato sul set di Arrival,
però, il regista si trovò a dover valutare altri attori. Quando
nessuno sembrava poter assumere il ruolo, Renner si liberò dei suoi
impegni e poté assumere la parte del protagonista di I
segreti di Wind River. Accanto a lui, nel ruolo
dell’agente Jane Banner, vi è l’attrice Elizabeth
Olsen. I due attori hanno poi recitato insieme anche
in Avengers:
Age of Ultron e Captain
America: Civil War. Per la Olsen il set non fu una
passeggiata. Girando in ambienti innevati, l’attrice sperimentò
infatti un breve accecamento da neve.
Nel ruolo della sfortunata Natalie
Hanson vi è l’attrice Kelsey Chow, nota per le
serie One Tree Hill e Teen Wolf. Il suo
fidanzato, Matt Rayburn, è invece interpretato da Jon Bernthal,
celebre per la serie The Walking Dead e per aver
interpretato il protagonista in The Punisher. Sono poi
presenti gli attori Graham Greene nei panni di Ben
Shoyo, il capo della polizia, e Gil Birmingham in
quelli di Martin Hanson, padre di Natalie. Julia
Jones interpreta Wilma Lambert, ex moglie di Cory, mentre
l’attore nativo americano Apesanahkwat è il padre
di Wilma. L’attore James Jordan interpreta
invece Pete Mickens.
Il finale di I segreti di Wind River
Nel finale del fil, tramite un
flashback, viene sciolto il mistero sulla morte di Natalie e Matt:
erano stati i colleghi di quest’ultimo, guidati da Pete,
visibilmente ubriachi, a picchiare i due. Natalie, dopo essere
stata violentata, era riuscita a scappare grazie a Matt, prima che
questi venisse finito. Tornati al presente, Cory rintraccia Pete,
stordendolo e portandolo in un posto sperduto in mezzo alla neve.
Si fa raccontare la verità per poi liberarlo dandogli le stesse
possibilità che aveva avuto Natalie, ovvero camminare scalzo nella
neve per raggiungere l’autostrada. Naturalmente, Pete muore poco
dopo. Cory visita infine Martin, raccontandogli che ha finito
l’assassino di sua figlia, e i due si uniscono ancora una volta nel
dolore delle rispettive perdite.
I segreti di Wind River:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. I segreti di Wind River è infatti disponibile
nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV,
Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
20 gennaio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
La Seconda guerra mondiale fornisce
da sempre al cinema numerosi spunti per racconti diversi, il più
dei quali avvenuti realmente. Tra i più recenti e affascinanti vi è
quello di La signora dello zoo di Varsavia,
pellicola del 2017 diretta da NikiCaro, regista neozelandese recentemente tornata
sul grande schermo con Mulan.
Ispirato ad una storia vera, il film si basa anche sul libro
Gli ebrei dello zoo di Varsavia, scritto da Diane
Ackerman e a sua volta ispirato ai diari di Antonina
Żabiński, la protagonista nel film interpretata da JessicaChastain. Se in
Schindler’s List Oscar Schindler si impegnava a salvare
vite umane dai campi di sterminio, in questo film la protagonista
si occupa di salvare quanti più animali possibili dalla furia
devastatrice dell’esercito nazista.
Il racconto si concentra dunque
sulla necessità da parte dell’uomo di proteggere il mondo animale,
essenziale per la salvaguardia dell’intero pianeta. Accolto in modo
positivo da critica e pubblico, La signora dello zoo di Varsavia è dunque un titolo da
recuperare se si è appassionati di questa tipologia di storie.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alla storia vera
dietro il film. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
titolo nel proprio catalogo.
La signora dello zoo di
Varsavia: la trama e il cast del film
Il film è ambientato durante i primi
anni della Seconda guerra mondiale. Antonina
Żabiński e suo marito Jan dirigono
insieme lo zoo di Varsavia. Questo è popolato da numerose specie
animali, tra cui molte rare ed esotiche. L’incombere della guerra e
l’invazione tedesca in Polonia rischiano però di minacciare questo
fragile ecosistema. Ben presto, Antonina si trova a doversi
relazionare con l’alto ufficiale nazista e capo zoologo
Lutz Heck, il quale decide di appropriarsi di
molti degli animali per condurre degli esperimenti. Allo stesso
tempo, egli nutre un profondo interesse per Antonina, che dovrà
saper sfruttare tale situazione per poter salvare quanti più
animali possibile.
Per interpretare Antonina è stata
scelta la candidata all’Oscar Jessica
Chastain, nota per i film Zero Dark Thirty e Molly’s
Game. Accanto a lei, nel ruolo del marito Jan vi è
Johan Heldenberg, mentre Daniel Bruhl è
Lutz Heck. Quest’ultimo è noto principalmente per film come
Rush e Captain
America: Civil War. Compaiono poi anche Michael
McElhattonn nei panni di Jerzyk e Iddo
Goldberg in quelli di Maurycy Fraenkel. L’attrice Shira Haas,
divenuta celebre grazie alla miniserie Unorthodox, è
infine Urszula. Tutti gli animali che si possono vedere nel film,
inoltre, sono veri. La regista ha infatti deciso di non avvalersi
di CGI, permettendo così agli attori di interagire con veri
animali.
La signora dello zoo di
Varsavia: il libro e la vera storia dietro il film
La signora dello zoo di Varsavia è basato sull’omonimo
libro di saggistica di Diane Ackerman, che si
basava molto sui diari di Antonina Żabińska,
pubblicati in Polonia come Ludzie i zwierzęta (tradotto
come: Persone e animali), nel 1968. La sceneggiatura del
film segue dunque da vicino la storia di Antonina e di suo marito
Jan. Entrambi hanno lavorato allo zoo di Varsavia, di cui lui era
direttore. Durante l’occupazione nazista della Polonia, lo zoo fu
però gravemente colpito dai bombardamenti e molti degli animali
furono uccisi o fuggirono. Antonina e suo marito Jan, tuttavia,
riuscirono a trasferire molti esemplari, salvando dunque loro la
vita.
Trasformarono poi lo zoo in un
rifugio per ebrei perseguitati, nascondendoli e fornendo loro
documenti falsi. Riuscirono a salvare la vita di circa 300 persone
durante il periodo dell’Olocausto. Durante quel periodo buio,
offrirono però rifugio non solo agli ebrei, ma anche a persone in
fuga. Antonina e Jan agirono in modo discreto e coraggioso,
rischiando la loro vita per salvare gli altri. Dopo la guerra,
Antonina continuò ad essere coinvolta nella gestione dello zoo, poi
ripopolatosi, e dedicò parte della sua vita alla conservazione
degli animali. Nel 1968, ricevette la medaglia dei Giusti tra le
nazioni, un riconoscimento conferito da Israele a coloro che hanno
aiutato a salvare gli ebrei durante l’Olocausto.
La devastazione provocata
dall’attacco a Varsavia e dal successivo saccheggio dello zoo è ben
documentata all’interno del film, come anche le azioni di Lutz Heck
e i suoi esperimenti di allevamento di animali sono a loro volta
comprovate da documentazione storica, sebbene l’intima relazione
tra la protagonista, Antonina, e l’antagonista, Heck, sia nel film
esagerata rispetto alla realtà. Tuttavia, la sfida all’occupazione
nazista e, infine, il salvataggio di oltre 300 ebrei dal ghetto di
Varsavia sono stati descritti con precisione.
La signora dllo Zoo di
Varsavia: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È comunque possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La signora dello zoo di Varsavia è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,Google Play, Infinity+, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 20 gennaio
alle ore 21:25 sul canale Rete
4.
I film tratti da storie vere che
ruotano attorno a situazioni disperate, dove però la perseveranza
umana fa la differenza, sono da sempre molto apprezzati, perché ci
ricordano di cosa può essere capace l’uomo quando si trova davanti
a situazioni apparentemente insormontabili. Film come Tredici vite,
127
ore,
The Impossible o il più recente La
società della neve sono solo alcuni esempi di tale filone.
A questo appartiene anche Infinite Storm,
il film del 2022 diretto dai registi polacchi Małgorzata Szumowska e
Michał Englert – registi anche di Non cadrà
più la neve e Kobieta Z… -, incentrato su una storia
di coraggio e resistenza ma anche di accettazione del proprio
passato.
Il film è l’adattamento
cinematografico dell’articolo High Places: Footprints in the
Snow Lead to an Emotional Rescue di Ty Gagne,
apparso sul New Hampshire Union Leader nel 2020, e racconta della
storia vera di Pam Bales. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di attori alle location e altro ancora
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Infinite Storm
Protagonista del film è Pam
Bales, una scalatrice esperta che, durante un’escursione
in soltaria sul Monte Washington da sola, si vede costretta a
tornare indietro a causa di una bufera imminente. Durante la
discesa, però, scopre un altro escursionista, disteso privo di
coscienza nella neve. Pam decide di aiutarlo ma lo sconosciuto si
dimostra poco collaborativo, non rivelandole neanche il suo nome né
perché si trovi lì. Con l’avvicinarsi della notte, la situazione si
fa sempre più drammatica e ritrovare la via di strada diventa una
vera e propria impresa. Il desiderio di salvare quell’uomo,
motivato da un trauma passato, spingerà però Pam a non
demordere.
Ad interpretare Pam vi è l’attrice
candidata agli Oscar Naomi Watts, nota per film come
Mulholland Drive,
21 grammi,
King Kong e il già citato The Impossible. Accanto a lei, nel ruolo del
misterioso uomo rinominato John, vi è invece l’attore Billy
Howle, visto nei film Dunkirk,
Chesil Beach – Il segreto di una notte e Star Wars: L’Ascesa di Skywalker. Completano poi il
cast del film gli attori Denis O’Hare – noto per i
suoi vari ruoli nella serie antologica American Horror
Story – qui nel ruolo di Dave, Parker Sawyers
in quello di Patrick, Eliot Sumner nel ruolo di
Will e la cantante Joshua Rollins nel ruolo di
Finn.
La vera storia dietro Infinite Storm
Come anticipato, quella raccontata
in Infinite Storm è una storia vera, che dimostra come la
perseveranza umana possano essere fonte di atti altrimenti ritenuti
impossibili. Protagonista di questa vicenda è appunto Pam
Bales, un’infermiera nonché guida alpina esperta in
escursioni solitarie, che nel 2010 durante un’uscita in solitaria
sul Monte Washington, nello stato americano del New Hampshire, si
imbatte improvvisamente in una tempesta. Le temperature iniziarono
rapidamente a scendere, mentre i venti aumentarono fino a 140 km/h.
Quel drastico cambiamento climatico la convinse a tornare indietro,
ma è a quel punto che si imbatte in un estraneo.
L’uomo non reagiva e se ne stava
semplicemente appollaiato fuori dal Grande Golfo Pam capì che
qualcosa non andava e andò in suo soccorso. Dopo avergli applicato
dei cuscinetti termici e avergli prestato i vestiti di ricambio che
aveva portato in valigia, decise di chiamarlo
John. Insieme a lui, rianimatosi nel mentre, Pam
iniziò a ripercorrere i suoi passi per scendere dalla montagna. Fu
questo un percorso lungo e complesso, reso ulteriormente pericoloso
dal clima avverso. Dopo aver camminato per circa sei ore nel bel
mezzo della tempesta, i due arrivarono all’auto dell’uomo, con la
quale egli ripartì senza aggiungere nulla.
Nei mesi successivi, Pam continuò a
chiedersi chi quell’uomo fosse e cosa ci facesse lassù da solo.
Diversi mesi dopo, tuttavia, il presidente della sua
organizzazione, la Pemigewasset Valley Search and Rescue
Team, ricevette una lettera anonima dove lo scrivente,
che desiderava rimanere anonimo, ringraziava Bales e
l’organizzazione per aver contribuito a cambiare la sua vita.
“Domenica 17 ottobre sono andato sul mio sentiero preferito,
Jewell, per porre fine alla mia vita. […] Per tutto il tempo [Pam]
mi ha trattato con compassione, autorità, fiducia e con
l’impressione che io contassi qualcosa.
“Con tutto quello che è andato
storto nella mia vita, per me non contavo nulla, ma per Pam
sì“, c’era scritto nella lettera. Bales rimase molto colpita
da quella sua esperienza e da quel momento si è impegnata a
celebrare la propria vita e quella altrui. In seguito, ha cresciuto
quattro figli e ha lasciato il New Hampshire per svolgere attività
di volontariato in vari parchi nazionali. Nonostante le esperienze
strazianti che ha vissuto, Bales è sempre stata in grado di
riconoscere gli aspetti positivi esistenti in quella “tempesta
infinita” che è la vita.
Le location di Infinite
Storm: ecco dove è stato girato il film
Le riprese del film si sono svolte
non negli Stati Uniti, dove è ambientato il racconto, bensì a
Kamnik, in Slovenia, che si trova
14 miglia a nord della capitale Lubiana. La
maggior parte del film è stata dunque girata all’interno e nei
dintorni della città. Per quanto riguarda le scene in montagna, le
riprese si sono svolte sulla Velika Planina, un
sentiero naturale sopra Kamnik. Il cast e la troupe hanno girato
anche alcune riprese nella valle di Kamniska
Bistrica, che si trova vicino alla sorgente del fiume
Kamnik Bistrica. Alcune scene, infine, sono state
girate al Centro internazionale di picnic (Pri
Jurju) nella stessa regione.
Il trailer di Infinite
Storm e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Infinite Storm grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.