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Maledetto Modigliani, recensione del documentario di Valeria Parisi

Ricordato come uno dei più celebri e affascinanti artisti del Novecento, Amedeo Modigliani era consapevole del potere indiscusso degli occhi. Nei suoi ritratti, infatti, questi sono ricolmi di colore. Un particolare capace di turbare, ma che sembra permettere di scrutare l’anima dei suoi personaggi, proprio come vorrebbe il celebre aforisma. Allo stesso modo, con il documentario Maledetto Modigliani, diretto da Valeria Parisi, ci si addentra nella travagliata vita del celebre pittore, scoprendone passioni, affanni e desideri. In sala soltanto dal 12 al 14 ottobre, il film arriva in occasione del centenario della morte di Modigliani, avvenuta nel 1920 per le su precarie condizioni di salute.

La sua vita e le sue opere sono qui narrate con quello stesso impeto che caratterizzava il pittore. A raccontarle è l’inedito punto di vista di Jeanne Hébuterne, l’ultima amante di Modigliani, a cui lui giurò amore eterno. È proprio a partire dalla figura di lei, qui ricostruita anche grazie alla presenza di un’attrice, che prendono forma i principali eventi accaduti all’artista nel corso della sua breve esistenza. Modigliani arriva infatti a Parigi nel 1906, a 22 anni, iniziando a dar sfogo alla propria creatività. Nel giro di breve si guadagnerà il soprannome di “maledetto”, per poi trovare la morte nel 1920 a soli 35 anni, all’apice del successo. La Hébuterne, straziata dal dolore, lo seguirà suicidandosi due giorni dopo, all’età di 21 anni e con il loro figlio in grembo.

Modigliani, tra la vita e l’eccesso

Tentare di mettere ordine riguardo a quanto si sa della vita di Modigliani non è compito facile. Pur avendo avuto una breve esistenza, all’artista sono attribuiti eventi, curiosità ed opere spesso poi smentiti nel tempo. Consapevole di tale difficoltà, la Parisi si affida alla testimonianza dell’amante di lui, certa che tramite i suoi diari sarà possibile comprendere nuove sfumature della vita del pittore. Si scopre così un uomo tutt’altro che “maledetto”, perfettamente conscio della bellezza della vita e desideroso di viverla fino all’ultimo respiro. Per giungere a tale consapevolezza è sì necessario seguire un ordine cronologico, dalla tubercolosi contratta durante la giovane età fino al viaggio verso Parigi; dall’esordio artistico fino al successo postumo. Ma a parlare più di questi fatti, come spesso accade, sono proprio le opere del pittore.

Attraverso l’analisi dei suoi ritratti più conturbanti si può infatti riscoprire l’animo dell’artista. Figure semplici, quasi elementari, caratterizzate dal lungo collo e dagli occhi vacui. In esse sembra racchiudersi l’anima di Modigliani, qui riscoperta pezzo dopo pezzo. A guidare in questo percorso di scoperta vi sono ovviamente preziose immagini e video di repertorio, come anche l’intervento di alcuni dei maggiori esperti d’arte a livello mondiale. Si annovera anche la partecipazione del regista Paolo Virzì, che condivide con Modigliani la città di nascita, Livorno. L’autore di film come Il capitale umano e La pazza gioia svela la sua profonda passione per il pittore, che arriva a definire “artista arcaico e ultra moderno”.

Una modernità tutta racchiusa nella semplicità delle sue forme e nella potenza dell’invisibile. Ed è proprio il discorso sulla semplicità del suo tratto che apre uno dei capitoli più affascinanti del documentario, quello relativo alle copie. Risulta infatti che Modigliani sia uno degli artisti più copiati della storia. Numerosi falsi sono nei decenni stati spacciati per veri, dando vita a numerosi dibattiti circa gli strumenti per riconoscere gli uni dagli altri. Tale curiosità permette una volta di più di comprendere l’influenza nella storia dell’arte di questo autore. Ancora oggi molto di lui rimane un mistero, molte delle sue opere un vero e proprio arcano. Grazie a questo documentario, e ai contributi in esso presenti, un po’ più di luce è certamente stata fatta su Modigliani.

Maledetto Modigliani

Maledetto Modigliani: la recensione

Maledetto Modigliani è così un documentario che gioca con le forme, intrecciando storie e ricercando la loro origine in modo originale. Ciò che ne emerge è un ritratto appassionato, proprio come fosse realizzato dall’artista in questione. La sua vita viene spogliata delle leggende per far spazio all’uomo che dipinse e amò fino alla fine, e che seppe trarre da queste attività risultati ancora oggi insuperati. Il tono si accende dunque di epica, di quell’energia che solo le grandi storie hanno la capacità di possedere. Il documentario della Parisi dà dimostrazione concreta della possibilità di raccontare vicende e vite conosciute in modo originale e sempre nuovo. La regista riesce infatti ad andare oltre la maschera di Modigliani, proprio come egli cercava di andare oltre la maschera dei personaggi ritratti.

Maledetto Modigliani è una vera e propria lettera d’amore. La Parisi ridà vita e voce alla Hébuterne affinché questa possa parlare direttamente al suo amato. A colui che ha promesso di ritrovare anche oltre la morte. Basando il racconto del film su questo amore fortissimo, si costruisce un documentario che ha la capacità non solo di educare e far scoprire elementi nuovi, ma anche di emozionare sinceramente. Si rimane avvolti dalla meraviglia che una vita tanto breve ha saputo muovere, e si rimane quasi delusi nel momento in cui il racconto termina. Ma dove termina il film può iniziare una nuova scoperta. Merito del film è infatti quello di non lasciare indifferenti, ma anzi di suscitare un genuino interesse nei confronti di un artista tanto chiacchierato quanto in realtà misterioso.

 

 

Il destino di un cavaliere: trama e cast del film con Heath Ledger

Il film Il destino di un cavaliere è stato uno dei primi titoli a far conoscere al mondo il talento dell’attore Heath Ledger. Questi si sarebbe infatti affermato di lì a poco come uno dei migliori interpreti della sua generazione, fino a vincere l’Oscar postumo per la sua interpretazione del Joker in Il cavaliere oscuro. Nel film scritto e diretto da Brian Helgeland, egli è invece William Thatcher, scudiero dalle grandi aspirazioni. Realizzato nel 2001, questo è uno dei primi grandi film dell’attore, che ha qui potuto sfoggiare doti comiche e una buona presenza scenica, richiesta per le epiche scene presenti nella storia.

Il film è ambientato nella seconda metà del 1300, ma si avvale di una narrazione anacronistica. Il regista scelse infatti di utilizzare un linguaggio molto moderno, avvalendosi anche di una colonna sonora comprendente celebri brani rock degli anni Settanta. Tali elementi contribuirono al successo del film, che si affermò negli anni come un vero e proprio cult. Al momento della sua uscita, infatti, Il destino di un cavaliere guadagno un totale di oltre 117 milioni a fronte di un budget complessivo di circa 65. Tale risultato permise al film di diventare un dei titoli più forti del suo anno.

Il titolo scelto da Helgeland, inoltre, si riferisce ad uno dei racconti contenuti in Canterbury Tales, la raccolta di scritti di Geoffrey Chaucer, composta sul finire del 1300. La trama non ha però nulla a che fare con tale racconto, seguendo piuttosto una propria storia originale. Diverse sono le curiosità legate a questa, dall’ambientazione fino al ricco cast di attori. Di seguito sarà possibile scoprire le principali di queste, come anche le piattaforme dove è possibile ritrovare in streaming il film.

Il destino di un cavaliere: la trama del film

Ambientato sul finire del 1300, il film ha per protagonista il giovane William Thatcher, giovane scudiero che sogna per sé grandi avventure. L’occasione di dimostrare il proprio valore arriva nel momento in cui il suo padrone muore improvvisamente nel bel mezzo di una giostra medievale. Il ragazzo si trova così a cogliere l’opportunità decidendo di indossare l’armatura del defunto e terminare per lui il torneo a cui stava partecipando. Vincere questo comporterebbe infatti ottenere un ricco premio, con cui il giovane potrebbe concretamente dare una svolta alla propria vita. Aiutato dagli amici Wat e Roland, egli riesce infine ad ottenere quanto sperato. Tale evento lo carica di emozioni e adrenalina, e lo porta a voler partecipare ad altri tornei per poter diventare un vero e proprio cavaliere.

C’è solo un problema che può frenare le sue aspirazioni: le sue origini non sono nobili. Sulla strada verso una nuova sfida, egli si imbatte casualmente nel poeta Geoffrey Chaucer. Questi, in cambio di farsi mantenere come araldo, promette al giovane di fornirgli una falsa patente di nobiltà. Egli acquisisce così il nome di Sir Ulrich Von Lichtenstein. Giunto in Inghilterra per partecipare ad un nuovo importante torneo, l’aspirante cavaliere incontra la bella damigella Jocelyn, di cui si innamora subito. Prima di ottenere quanto desidera, però, dovrà sfidarsi con il conte Adhemar, il quale sembra essere a conoscenza del suo segreto.

Il destino di un cavaliere cast

Il destino di un cavaliere: il cast del film

All’epoca delle riprese del film, il giovane Heath Ledger era pressocché sconosciuto presso il grande pubblico. L’attore aveva infatti da poco iniziato a recitare e si stava formando una reputazione solo in quello stesso periodo. Il regista, infatti, rimase colpito dalla forza della sua interpretazione in Il patriota, del 2000, e decise di offrirgli il ruolo del protagonista nel suo film. Affascinato dal personaggio, Ledger iniziò a studiare il ruolo del cavaliere di quel periodo, al fine di poter essere più realistico nella sua rappresentazione. Egli imparò inoltre ad eseguire una serie di complesse acrobazie, come anche ad eseguire quanto richiesto dai giochi dei tornei. Fu proprio durante una simulazione di questi che Ledger finì con il colpire con una finta lancia il regista, rompendogli un dente.

Accanto all’attore sono poi presenti una serie di altri celebri interpreti statunitensi ed europei. Paul Bettany, oggi noto per il ruolo di Visione nel Marvel Cinematic Universe, ricopre il ruolo del poeta Geoffrey Chaucer. Questo venne scritto appositamente pensando a Bettany, e il regista dichiarò che non avrebbe girato il film se questi non avesse acconsentito a partecipare. Per interpretare il personaggio, però, l’attore finì con il contrarre una forte laringite, dovuta alle numerose scene in cui era richiesto che urlasse. L’attrice Shannyn Sossamon interpreta invece il ruolo della damigella Jocely, che conquista il cuore del protagonista. Rufus Sewell, invece, noto per la serie The Man in the High Castle, dà vita al perfido conte Adhemar. Infine, si ritrovano anche Alan Tudyk nei panni di Roland e Bérénice Bejo in quelli di Christiana.  

Il destino di un cavaliere: la colonna sonora, il trailer, e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, all’interno del film sono presenti diversi brani di genere rock, il più dei quali appartenenti agli anni Settanta del Novecento. Tra questi si annoverano Golden Years di David Bowie, You Shook Me All Night Long degli AC/DC e Crazy on You degli Heart. È inoltre presente una cover di We are the Champions realizzata dal cantante Robbie Williams. Celebre è invece il brano We Will Rock you dei Queen, udibile durante il primo torneo del protagonista. Il regista dichiarò che la decisione di usare tali brani invece di musiche ispirate all’epoca in cui è ambientato il film è dovuta al desiderio di far trasparire in modo più chiaro le emozioni provate dai personaggi.

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Il destino di un cavaliere è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per sabato 10 ottobre alle ore 21:15 sul canale La7.

Fonte: IMDb

I vitelloni: trama, cast e curiosità del film di Federico Fellini

Dopo aver diretto Lo sceicco bianco nel 1952, il grande Federico Fellini torna al cinema con una storia particolarmente personale. I vitelloni è infatti il racconto di un gruppo di amici alle prese con una piatta esistenza nella città di Rimini, dove il regista nacque. Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film vinse il Leone d’argento, affermandosi da subito per la sua forza narrativa e comunicativa. Con il tempo sarebbe infatti diventato uno dei più acclamati titoli nella filmografia del celebre regista, e uno di quelli che meglio di altri riesce a racchiuderne la poetica.

I vitelloni ottenne importanti riconoscimenti anche all’estero, dove si affermò come un grandissimo successo. Oltre a ricevere una nomination al premio Oscar per la miglior sceneggiatura, il film venne indicato dalla critica statunitense come uno dei migliori film dell’anno. In molti riconobbero la nascita di un nuovo autore, destinato a fare grandi cose all’interno del panorama cinematografico mondiale. Con questo film, infatti, Fellini iniziò ad ottenere numerosi ammiratori in ogni parte del mondo, ispirando generazioni di registi.

Sono molte le curiosità relative al film, dal casting alla sceneggiatura e fino al titolo del film. Questo infatti non andava a genio ai produttori, ma Fellini insistette per mantenerlo. Vitellone indicava infatti un buono a nulla, e sembra fosse il modo in cui Fellini venne apostrofato dalla vittima di un suo scherzo. Un titolo semplice ma che racchiude tutto il senso del film e dei suoi personaggi protagonisti. Continuando nella lettura, sarà possibile scoprire tutto ciò che c’è da sapere sul film, come anche dopo è possibile ritrovarlo in streaming.

I vitelloni: la trama del film

Protagonisti del film sono un gruppo di cinque amici romagnoli, ognuno con le proprie particolarità ma tutti accomunati da una certa noia nei confronti della vita di provincia e dalla ribellione verso ogni forma di responsabilità. Questi sono l’intellettuale Leopoldo, il donnaiolo Fausto, il maturo Moraldo, l’infantile Alberto e l’inguaribile giocatore Riccardo. Le loro vite si snodano attraverso una serie di episodi nell’amata e odiata città di Rimini. Il gruppo tenta in tutti i modi di inseguire il divertimento ad ogni costo, ma dovranno ben presto scontrarsi con la necessità di entrare a far parte del mondo adulto.

Alberto, in particolare, si ritrova a doversi cercare un lavoro dopo che la sorella, unica della casa a lavorare, abbandona lui e la madre. Fausto, invece, finisce con il mettere incinta la fidanzata Sandra, ritrovandosi così a dover onorare l’amore nei suoi confronti portandola all’altare. Allo stesso modo anche gli altri tre si renderanno conto che forse è giunto il momento di cercare il proprio posto nel mondo. Tra scorribande e goliardiche feste, si ritroveranno ad avvertire la fine di un periodo importante della loro vita. L’unica possibilità di salvezza potrebbe allora essere il lasciare la città, oppure rimanere e continuare la vita di sempre.

I vitelloni film

I vitelloni: il cast del film

Per dar vita al suo gruppo di vitelloni, Fellini decise di affidarsi ad una serie di attori con cui aveva già collaborato, i cui nomi erano però ancora pressocché sconosciuti all’epoca. Egli affidò infatti a Franco Interlenghi il ruolo di Moraldo, a Franco Fabrizi quello di Fausto, a Leopoldo Trieste quello di Leopoldo e a suo fratello Riccardo Fellini quello di Riccardo. Il ruolo di Alberto venne invece interpretato dall’amico Alberto Sordi, con cui Fellini aveva già collaborato per il precedente film. Tali scelte portarono il regista a scontrarsi duramente con il produttore Lorenzo Pegoraro. Questi lamentava infatti l’assenza di un attore di fama nel cast. L’unico più noto, Sordi, si era invece rivelato un fiasco al botteghino con i film precedenti, e rappresentava dunque un rischio.

Fellini fu però irremovibile riguardo la scelta degli attori. Pegoraro gli chiese allora di bilanciare la cosa coinvolgendo almeno un noto attore. Il regista allora si rivolse al celebre Vittorio De Sica, offrendogli la parte dell’anziano attore di teatro Sergio Natali. De Sica si dimostrò interessato al ruolo, salvo poi rifiutare. Al suo posto venne allora scelto Achille Majeroni, il quale vantava una buona fama. Nel film si ritrovano poi anche Leonora Ruffo nei panni di Sandra e l’attrice austriaca Claude Farell in quelli di Olga, sorella di Alberto. Nel film è inoltre presente un inaspettato cameo di Fellini. La sua voce doppia infatti l’ultima battuta di Moraldo alla fine del film. Ciò sottolineo il carattere autobiografico del momento della sua partenza dalla città natale.

I vitelloni: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. I vitelloni è infatti disponibile su Infinity. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale, avendo poi accesso a questo come a tutti gli altri titoli del catalogo. Una soluzione di questo tipo permetterà di non avere tempi di scadenza sul titolo, e di poterlo dunque vedere ogni volta che lo si vorrà. Il film è inoltre in programma in televisione per sabato 10 ottobre alle ore 21:10 sul canale Rai Storia.

Fonte: IMDb

 

Iain Glen ospite a sorpresa del Social World Film Festival

Iain Glen ospite a sorpresa del Social World Film Festival

Iain Glen ha illuminato con il suo sorriso il Social World Film Festival. La nota kermesse, giunta con successo alla decima edizione, ha luogo nella magnifica cornice di Vico Equense nel cuore della penisola sorrentina. Il festival del cinema sociale si svolge, di solito, in piena estate; quest’anno , però, in seguito alla pandemia da Covid-19 è slittato ad ottobre. L’organizzazione, guidata dal direttore Giuseppe Alessio Nuzzo coadiuvato dal coordinatore artistico Gaetano Affinito, ha optato per un’edizione ibrida, a metà strada tra eventi in presenza e dirette streaming. La formula sembra funzionare perché riesce ad accontentare tutti gli appassionati permettendo di vedere online anche l’intera selezione dei film in concorso.

Ad arricchire il già fitto programma è stato annunciato a sorpresa Iain Glen, l’attore scozzese è stato il protagonista indiscusso della giornata di giovedì 8 ottobre, ricevendo il Golden Spike Award per la sua incredibile carriera. Dopo essersi concesso ampiamente agli scatti dei fotografi che lo hanno immortalato sulla splendida terrazza di Castello Giusso, Iain Glen non si è risparmiato in conferenza stampa rispondendo con entusiasmo e dedizione a tutte le domande.

Iain Glen, annunciato a sorpresa al Social World FIlm Festival

D: “ Tra gli ultimi lavori di Iain c’è il Batman di Titans? Com’è stato interpretare uno dei personaggi più famosi e più amati dal pubblico?”

R: “ È stato divertente, è stato bello! Quando cominci a lavorare in una serie che è già iniziata da tempo sei sempre un po’ preoccupato ma ho guardato la prima stagione e loro volevano un Bruce Wayne piuttosto vecchio, ho letto la sceneggiatura e mi è piaciuta. Ho capito che è inutile preoccuparsi troppo perché se si pensa al ruolo dell’attore puoi divertirti come un matto.”

D: “ Lei vanta una ricca carriera tra teatro, cinema e televisione ma è entrato in contatto con il giovane pubblico grazie al personaggio di Jorah Mormont di Game of Thrones. Come si è approcciato a questo personaggio e come è stata questa esperienza in una delle serie televisive più importanti?”

R: “ Ehm… quando abbiamo cominciato non sapevamo che sarebbe diventata una cosa così grande, non ne avevamo la percezione. Anzi c’era molta agitazione perché il genere fantasy funzionava al cinema ma non attirava molto in TV e poi anche il pilot non andò molto bene. Poi è stata realizzata la prima stagione e ha riscosso un discreto successo. Quando ho avuto la parte ero felice di averla ottenuta ma allo stesso tempo ero nervoso per come sarebbe andata la serie. Mentre lavori ad un progetto non ti rendi conto ma guardandomi indietro sono molto contento di come è andata. A volte però capita che metti tanto in un personaggio che credi arrivi al successo e non succede. Sono molto orgoglioso di questo personaggio e di questa serie anche perché hanno incontrato il favore di un pubblico giovane e a 50 anni conquistare le nuove generazioni mi ha colpito!”

D: “ Oggi lei riceve un importante premio alla carriera e proprio all’inizio di questa ha recitato nel film di Tom Stoppard Rosencrantz e Guildenstern sono morti, cosa le ha insegnato quell’esperienza e come ha influenzato il prosieguo della sua carriera?”

R: “ Uh… Rosencrantz e Guildenstern sono morti, ti è piaciuto il film? ( si soprattutto il suo particolare Amleto) Quando ho interpretato  Rosencrantz e Guildenstern sono morti ero molto giovane. Avevo interpretato Amleto a teatro e Tom Stoppard, il regista e sceneggiatore, mi aveva visto recitare in quel ruolo e mi chiese di partecipare al film a cui stava lavorando. Girammo nell’ex- Jugoslavia con Gary Oldman e Tim Roth che erano entrambi molto “difficili”, mi piacciono tanto ma ne ero consapevole. Sapevo che erano agitati per me perché io avevo recitato molto Shakespeare a teatro ed ero abbastanza bravo e, invece, per loro era la prima volta. Quindi, mentre io giravo la mia scena, loro sbirciavano sul monitor quello che stavo facendo e Tom mi disse: « Sono molto agitati perché sei bravo!». Questo mi rendeva felice perché loro sono due bravissimi attori. Ho bei ricordi di quel film e Tom Stoppard sarà un amico per sempre.”

D: “ Nel 2009 ha interpretato un ruolo nel film di Faenza Il caso dell’infedele Klara, cosa ricorda di quell’esperienza e se le piacerebbe ritornare a lavorare in Italia?”

R: “ Si certo mi piacerebbe molto. Avevo già lavorato con Faenza nel film Prendimi l’anima dove interpretavo lo psicanalista Carl Gustav Jung, il film andò molto bene soprattutto in Italia. Fu un bel periodo della mia vita e, quindi, fui felice di tornare anche per il secondo film. Con Roberto Faenza tutti i dettagli erano curati: la regia, la fotografia, i costumi… tutte le sfaccettature del progetto mi piacevano. Mi ritengo fortunato perché ho avuto la possibilità di venire in Italia e di recitare in inglese cosa che non viene permessa agli attori italiani all’estero”.

L’amore per il teatro, Game of Thrones e Downton Abbey

Sui complimenti all’Italia e in particolare agli attori italiani, che Glen ritiene più predisposti all’introspezione, l’attore è tornato anche nel corso della serata di premiazione. Accolto con un bel videotributo che ha celebrato tutte le tappe fondamentali del suo percorso artistico, Iain Glen si è concesso ad un’altra breve intervista in cui si è citata anche la sua partecipazione a Downton Abbey, altra serie televisiva di punta, mettendo in relazione il suo Sir Richard Carlisle proprio con il suo Jorah Mormont di Game of Thrones. Entrambi i personaggi, come ha sottolineato lo stesso attore, sembrano due facce della stessa medaglia, ambedue servitori fedeli di una donna potente. Però, mentre il primo non si distingue per correttezza, il personaggio di Jorah riabilita la sua vita proprio in funzione di quello che è disposto a compiere per la sua Daenerys.

Glen ha, infine, parlato del suo grande amore per il teatro e della nostalgia per le tavole del palcoscenico che un po’ per pigrizia e un po’ per esigenze familiari ha trascurato negli ultimi anni della sua carriera, dichiarando la sua forte intenzione di tornare a calcare le scene.

Al termine della cerimonia di premiazione Iain Glen non si è sottratto all’affetto dei fan giunti a Vico Equense per incontralo, sempre però nel rispetto delle distanze di sicurezza secondo la normativa anti-covid.

Patch Adams: la trama, il cast e la storia vera dietro al film con Robin Williams

Incentrato sull’ideatore della clownterapia, Hunter Doherty “Patch” Adams, il film del 1998 con protagonista Robin Williams ripercorre i momenti salienti della vita del medico, fino al momento della sua massima popolarità. Patch Adams è diretto da Tom Shadyac, autore di celebri commedie degli anni Novanta, e mescola umorismo a momenti di grande drammaticità. La storia, infatti, contiene tematiche forti, come la malattia e la morte, ma trattate con il sorriso che Adams ha sempre professato quale arma migliore.

La sceneggiatura scritta da Steve Oedekerk è basata su ricerche condotte sulla vita di Adams ma anche sul libro da lui scritto e intitolato Salute! Curare la sofferenza con l’allegria e l’amore, al cui interno si racchiude la sua filosofia. La pellicola, però, non ricevette una buona accoglienza da parte della critica. Le maggiori accuse vennero rivolte al marcato sentimentalismo, che finisce con il risultare fuori luogo rispetto alla storia di Adams. Ciò non impedì però al film di affermarsi come un grande successo al box office. Con un budget stimato di 90 milioni, Patch Adams arrivò infatti ad incassarne oltre 200 a livello mondiale.

Il film riuscì inoltre ad ottenere diversi importanti riconoscimenti nel corso della stagione dei premi. La colonna sonora firmata da Marc Shaiman ottenne infatti una nomination all’Oscar, mentre Williams fu candidato ai Golden Globe come miglior attore in un film commedia. Ancora oggi Patch Adams è ricercato da molti come una delle più toccanti interpretazioni dell’attore, e permette di conoscere di più del celebre medico e della sua idea di medicina. Proseguendo nella lettura, si potranno scoprire altre curiosità legate al cast e alla storia vera a cui il film si ispira.

Patch Adams: la trama del film

La storia di Hunter “Patch” Adams ha inizio con il suo tentativo di suicidio. Questo arriva a conclusione di un periodo particolarmente drammatico nella vita dell’uomo, che però fortunatamente fallisce nel suo intento. Compreso il suo precario stato mentale, Adams decide dunque di auto-internarsi in un istituto mentale, sperando di trovare aiuto. Qui inizia a sperimentare l’umorismo come rimedio ai mali che lo affliggono e attanagliano anche i suoi nuovi amici all’interno della struttura. Desideroso di diffondere le proprie idee e fare del bene agli altri, Adams decide di uscire dall’istituto e iscriversi all’Università per diventare medico. Qui fa la conoscenza di diversi colleghi di corso, dal serioso Mitch Roman alla bella Carin Fisher, devota all’arte della medicina.

Le sue teorie circa la necessità del dottore di sviluppare un rapporto umano con i pazienti portano però Adams ad inimicarsi il decano Walcott. Duro e insensibile, questi non vede di buon occhio le pratiche dell’aspirante medico e farà di tutto per farlo espellere. Nel frattempo, Adams realizza il suo sogno aprendo una sua clinica di medicina in un cottage immerso nel verde. Qui aspira a curare i suoi pazienti grazie alle sue teorie sugli effetti benefici del sorriso. Più il suo nome e i suoi metodi acquistano fama, però, più egli dovrà inevitabilmente scontrarsi con l’austerità del mondo accademico e medico. Adams, inoltre, scoprirà sulla sua pelle che non sempre il sorriso è praticabile, e i momenti difficili sono talvolta più difficili del previsto da superare.

Patch Adams cast

Patch Adams: il cast del film

Per il ruolo di Patch Adams erano stati considerati diversi noti attori di Hollywood. Tra questi vi sono anche Bill Murray e Tom Hanks. Entrambi però rifiutarono la parte, con Hanks che preferì recitare in Salvate il soldato Ryan. Il ruolo fu allora offerto a Robin Williams, che proprio in quel periodo stava ottenendo grandi successi grazie a Will Hunting – Genio ribelle. L’attore fu da subito affascinato dal personaggio, sentendolo vicino alle proprie corde. Egli studiò dunque a lungo la vita del vero Adams, così da potersi calare meglio nella parte. Inoltre, non mancò di dar sfogo alle proprie capacità di improvvisazione. Nei momenti in cui le riprese si facevano più stressanti, infatti, egli si esibiva in sketch comici per tirare sul morale al cast con una risata.

Nel film è poi presente anche l’attore Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Mitch Roman. Questi è il compagno di stanza di Adams alla scuola di medicina, e si afferma come un impeccabile studente modello. L’attrice Monica Potter, invece, recita nel ruolo di Carin Fisher, compagna di studi di Adams e in seguito anche sua amante. Bob Gunton, infine, è il decano Walcot. L’attore era diventato particolarmente celebre grazie al ruolo del direttore del carcere del film Le ali della libertà. Nel film sono inoltre presenti diversi bambini realmente malati di cancro. I produttori del film, come anche lo stesso Williams, lavorarono infatti a stretto contatto con la fondazione Make-A-Wish, permettendo loro di partecipare alle riprese.

Patch Adams: la storia vera

Come ogni film tratto da una storia vera, anche Patch Adams presenta delle inevitabili differenze rispetto a quanto realmente accaduto. I punti salienti della vita di Adams sono effettivamente presenti nel film, ma talvolta in forma rivista per fini cinematografici. Il medico, infatti, tentò davvero il suicidio a causa di un periodo difficile della sua vita, e decise realmente di internarsi presso una clinica. Qui fondò le proprie idee, arrivando in seguito ad iscriversi alla scuola di medicina. Nel film tutto ciò viene visto accadere ad un Patch Adams adulto, ma nella realtà egli sperimentò tutto ciò avvenne tra i 22 e i 26 anni. Lo spostamento in avanti nell’età del personaggio è dato naturalmente dalla necessità di adattare questo all’età di Williams, che al momento delle riprese aveva 47 anni.

Differente rispetto a quanto narrato nel film è anche ciò che riguarda la sua attività di medico. Egli, infatti, aprì la sua struttura, battezzata come Gesundheit Institute, soltanto dopo la laurea, nel 1971, e non prima come mostrato nel film. Qui ha poi offerto assistenza sanitaria gratuita a circa 15 mila persone. Una consistente differenza rispetto al film è quella che riguarda il personaggio di Carin. Benché vagamente ispirata alla vera moglie di Adams, questa non esiste nella realtà, e serve nel film solo per dar vita ad un’ulteriore evoluzione nell’animo del personaggio. Nonostante tali libertà narrative, e l’aver affermato di non aver gradito il film, il vero medico disse di essere soddisfatto dall’interpretazione di Williams, e che ritrovava in essa i valori da lui sempre perseguiti.

Patch Adams: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Patch Adams è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Netflix e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per venerdì 9 ottobre alle ore 21:10 sul canale TV 2000.

Fonte: IMDb, ChasingtheFrog

Teheran – Serie Tv: trama, cast, trailer e streaming

Teheran – Serie Tv: trama, cast, trailer e streaming

A volte erroneamente pensiamo che alcuni paesi siano migliori di altri nello sviluppo di serie tv di successo. Gli Stati Uniti, per esempio, da anni detengono il primato delle serie action, spy, crime ma adesso tutto sta cambiando. Non è più solo l’America a sfornare prodotti televisivi interessanti. Uno dei titoli che sta spopolando al momento è infatti quello di Teheran, nuova serie di spionaggio prodotta in Israele.

Creata da Moshe Zonder e Omri Shenhar per il network israeliano Kan 11, la serie, diretta da Daniel Syrkin, ha come protagonista un’agente segreto del Mossad e racconta del conflitto tra Israele e Iran da un inedito punto di vista. Da più di dieci anni, infatti, in Medio Oriente c’è una guerra in atto di cui si sente spesso parlare ma di cui non si conosce bene l’origine.

Il conflitto tra Israele e Iran, che va avanti già da molto tempo, negli ultimi anni è degenerato anche a causa degli accordi sul nucleare fatti con gli Stati Uniti. Durante l’amministrazione Obama, USA e Iran nel 2015 hanno firmato un patto anti proliferazione degli armamenti nucleari. Questo ha permesso agli USA di dare un taglio agli equipaggiamenti dell’Iran che però ha cominciato la sua politica espansionista aggressiva in tutto il Medio Oriente. E Israele, preoccupato per l’avanzamento delle truppe iraniane, ha cominciato a rispondere al fuoco nemico. [fonte: Panorama]

In questo clima di assoluto caos, prende vita la serie Teheran che segue le vicende di una spia dei servizi segreti israeliani a cui è affidata un’importante missione…

Teheran serie tv episodi e trama

La protagonista della serie è Tamar Rabinyan (Niv Sultan), una giovane donna ebrea, nata in Iran ma cresciuta in Israele, arruolata dal Mossad, i servizi segreti israeliani, come hacker. Grazie alla sua capacità di infiltrarsi in qualunque sistema operativo, Tamar viene inviata in missione segreta nella capitale iraniana con l’obbiettivo di disarmare uno dei reattori nucleari. Nello specifico, la sua missione è quella di neutralizzare la difesa aerea dell’Iran, cosi da permettere agli aerei da guerra israeliani di bombardare gli impianti nucleari nemici, fermando la loro corsa agli armamenti.

La missione di Tamar è molto pericolosa poiché, a causa delle tensioni tra i due paesi, i controlli sono sempre più serrati. Il governo iraniano è in allerta costante e i servizi segreti sono sempre alla ricerca di spie nemiche. Tamar arriva quindi a Teheran, assumendo l’identità di Zhila Gorbanifar, un’impiegata musulmana della compagnia elettrica locale. Grazie alla sua posizione, l’agente del Mossad riesce a collegarsi alla rete di computer della società per manomettere così il flusso di energia elettrica.

Tamar tenta quindi di bloccare tutti i generatori di corrente della città e di manomettere il sistema elettrico che alimenta i radar iraniani. Questo dovrebbe facilitare l’attacco israeliano. Purtroppo però, proprio nel momento più delicato e decisivo della missione, il capo di Tamar la aggredisce e tenta di violentarla. La ragazza si difende con le unghie e con i denti e uccide l’uomo.

Avendo fallito nella sua missione e ucciso un uomo a mani nude, Tamar è costretta a fuggire e a nascondersi. Durante la sua fuga riscopre così i luoghi della sua infanzia e le sue radici iraniane ed entra in contatto con alcuni attivisti democratici. Nel frattempo però Faraz Kamali (Shaun Toub), capo dei Guardiani della rivoluzione, ovvero le milizie iraniane, è sulle sue tracce.

Teheran serie tv recensione e polemiche

Nel panorama televisivo internazionale, Teheran è senza dubbio uno dei prodotti più audaci e rivoluzionari degli ultimi anni. La serie sfida i signori della guerra e della politica e fornisce al pubblico una nuova visione del conflitto tra Israele e Iran.

Pur essendo solo serie tv, Teheran è riuscita a bucare lo schermo e a compromettere ancora più profondamente i rapporti tra i due paesi. La serie, infatti, è stata creata in Israele e dipinge l’Iran come un paese che approfitta della situazione per i propri interessi personali. Inoltre, la protagonista è di fatto una donna nata in Iran ma cresciuta in Israele e che difende il suo paese adottivo lavorando per il Mossad.

A causa quindi di conflitti ideologici, religiosi e politici, in Iran la serie è stata censurata e definita dai media iraniani come un vero affronto. Nonostante l’atteggiamento di totale chiusura dell’Iran, la serie ha ottenuto il rispetto e l’approvazione del pubblico e della critica internazionale. L’attore Navid Negahban – che nella serie interpreta il contatto iraniano del Mossad – ha dichiarato:

“In persiano esiste un proverbio che dice che si possono chiudere le vie di una città, ma non si può chiudere la bocca ad una persona ”.

Anche per il regista Daniel Syrkin, la serie segna un punto di svolta sia per le produzioni israeliane.

“Tehran è forse la produzione più ambiziosa che il cinema israeliano abbia mai visto […] Vedere un attore musulmano che recita la parte del traditore della patria impegnato ad aiutare il Mossad, e un attore ebreo che recita invece la parte dell’agente iraniano che vede nell’esistenza dello Stato d’Israele il male assoluto, è di per sé una conquista” [fonte: BET Magazine Mosaico]

Teheran serie tv streaming

Per il momento la serie Teheran è disponibile in streaming solo ed esclusivamente sulla piattaforma a pagamento di Apple TV+. I primi 5 episodi, degli 8 totali, sono già disponibili per lo streaming mentre le restanti 3 puntate andranno in onda ogni venerdì.

Vi lasciamo ora all’entusiasmante trailer di Teheran. Enjoy!

 

Fonte: Wiki, IMDB, Panorama, BET Magazine Mosaico

Non solo Electro: 10 personaggi pre-MCU che vorremmo rivedere

Non solo Electro: 10 personaggi pre-MCU che vorremmo rivedere

L’eccitante notizia che l’Electro di Jamie Foxx apparso in The Amazing Spider-Man 2 apparirà nel prossimo film dedicato a Spider-Man e collegato al MCU ha generato una serie di onde d’urto in tutto il fandom. Al momento pochi dettagli sul ritorno di Electro sono stati rivelati, ma la sua presenza nel film sembra suggerire la possibilità di un Multiverso che andrà poi a caratterizzare le successive Fasi del franchise, qualcosa già già anticipato nel titolo ufficiale del sequel di Doctor Strange. Electro apre quindi la porta al possibile ritorno di altri personaggi di altri franchise Marvel. Dopotutto, J.K. Simmons nei panni di J. Jonah Jameson è già tornato in Spider-Man: Far From Home, quindi nulla – in teoria – impedisce il ritorno nel MCU anche di altri personaggi agli altri. Screen Rant ha raccolto 10 personaggi Marvel che probabilmente molti fan vorrebbero vedere tornare nel MCU:

La Cosa (I Fantastici Quattro)

Davvero poco ha realmente funzionato dei film dedicati ai Fantastici Quattro e realizzati dalla Fox. Detto questo, una delle cose migliori dei due film dei Fantastici Quattro usciti nei primi anni 2000 è sicuramente Michael Chiklis nei panni di Ben Grimm, noto anche come La Cosa.

La versione MCU del personaggio sarà probabilmente realizzata tramite la CGI, come lo è stata la versione del disastroto reboot del 2015. Ciò non significa che Chiklis non possa tornare a dare la voce al personaggio e ottenere una sorta di riscatto su quella che è stata indiscutibilmente una versione promettente de La Cosa.

Peter Parker (The Amazing Spider-Man)

Una cosa che la maggior parte del pubblico ha apprezzato del franchise The Amazing Spider-Man ha apprezzato è stato sicuramente Andrew Garfield nei panni di Peter Parker. Ha enfatizzato gli aspetti più nerd di Peter, mantenendo allo stesso tempo quel tocco irriverente che ha Spider-Man, lanciando anche alcune rimonte spiritose nel bel mezzo dei combattimenti.

Inoltre, l’attore aveva anche una grande chimica con Emma Stone nei panni di Gwen Stacy. Garfield potrebbe non essere il migliore Spider-Man in assoluto, ma in un’epoca in cui tutto e tutti vengono considerati per determinati ruoli (anche improbabili), sarebbe bello concedergli una seconda possibilità con un personaggio in cui può palesemente eccellere.

Quicksilver (Il franchise di X-Men)

Uno dei momenti salienti di X-Men: Giorni di un futuro passato è sicuramente la scena in cui compare Quicksilver. Si tratta di uno dei migliori film degli X-Men di sempre, ma un ringraziamento speciale è doveroso riservarlo proprio alla comparsata di Quicksilver (Evan Peters), anche perché la scena che lo vede protagonista può tranquillamente essere considerata un classico per il genere.

I sequel hanno provato a ripetere quella scena con risultati ovviamente minori. Ciononostante, Evan Peters si è dimostrato straordinario nei panni del personaggio, candidandosi con estrema facilità ad un ipotetico crossover nel Multiverso.

Mary Jane Watson (La trilogia di Spider-Man)

Una Mary Jane Watson più anziana si è dimostrata una figura fondamentale nell’eccezionale film d’animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo, e lo stesso concetto potrebbe funzionare in un live-action. Una delle cose migliori della trilogia originale di Sam Raimi su Spider-Man era proprio Kristen Dunst nei panni di Mary Jane.

La versione del personaggio di Dunst ha reinventato radicalmente Mary Jane. È diventata l’amica d’infanzia di Peter Parker (si sono incontrati da adolescenti nei fumetti) e le loro storie sono diventate molto intrecciate. Sarebbe bello vedere come i due vissero felici e contenti… o forse no.

Peter Parker (La trilogia di Spider-Man)

Vedere Kristen Dunst di nuovo nei panni di Mary Jane sarebbe certamente un motivo per includere anche Tobey Maguire come Spider-Man. La versione cinematografica originale dell’iconico personaggio rimane nel cuore dei fan di tutto il mondo, e se Michael Keaton può tornare nei panni di Batman in un nuovo film DC, anche Tobey Maguire può farlo.

La sua interpretazione di Peter Parker che scopre il suo potere e la sua responsabilità rimane un punto di riferimento per i film Marvel in generale. Un Peter Parker più anziano e più saggio potrebbe creare una storia interessante all’interno del MCU, come già fatto in Spider-Man: Un Nuovo Universo

Gwen Stacy (The Amazing Spider-Man)

Un grande vantaggio del concetto di Multiverso che apre le porte ad altri franchise cinematografici è l’opportunità di rimediare agli errori del passato. I film del franchise The Amazing Spider-Man della Sony hanno lottato con troppe idee ed una cattiva resa, ma hanno caratterizzato un’eccezionale Emma Stone nei panni di Gwen Stacy. Proprio come accaduto nei fumetti, Gwen è tragicamente morta alla fine del secondo film.

Ciò non significa, però, che la sua storia sia necessariamente finita. Tra le molte altre cose, Spider-Gwen è diventata una delle nuove eroine più popolari nei fumetti e potrebbe persino essere il soggetto del prossimo film di Olivia Wilde. O la morte di Gwen potrebbe essere annullata nel MCU, o Emma Stone potrebbe avere la possibilità di interpretare il personaggio in modo diverso. 

L’originale Howard il Papero

Una versione di Howard il Papero più fedele ai fumetti è già apparso nel MCU grazie ai Guardiani della Galassia, ma se possono esserci più versioni di Spider-Man in giro, possono esserci anche più versione del celebre papero. Il personaggio preferito dai fan è stato protagonista nel classico cult del 1986, Howard e il destino del mondo, ed è stato quasi il soggetto di una serie televisiva Marvel.

Questa versione animatronica/live-action di Howard sarebbe meravigliosa da rivedere nel MCU, anche in un breve cameo. Includiamoci anche Lea Thompson e sarebbe la gioia di tutti i fan nostalgici!

Sandman (Spider-Man 3)

L’inclusione dell’Electro di The Amazing Spider-Man 2 nel MCU suggerisce molte cose. Una di questa è che l’arrivo dei Sinistri Sei è proprio dietro l’angolo. La squadra originale nei fumetti era composta da Electro, Mysterio, Vulture, Doctor Octopus, Kraven il Cacciatore e Sandman. Fortunatamente, nei film esiste già un grande Sandman.

Thomas Hayden Church ha reso Sandman un cattivo empatico e avvincente in Spider-Man 3. In effetti, era una delle cose migliori del sequel e sarebbe un candidato ideale per un crossover nel MCU. Tutto ciò, insieme alla CGI usata per portare il personaggio in vita, sono state tra le cose più impressionanti di quel film.

Deadpool

L’acquisizione di Fox da parte di Disney è stata fantastica per i fan della Marvel sotto molti aspetti. Finalmente porta gli X-Men e i Fantastici Quattro potranno coesistere sotto lo stesso tetto. Tuttavia, non è un accordo privo di svantaggi, e uno di questi è rappresentato proprio da Deadpool.

L’esilarante Mercenario Chiacchierone che rompe la quarta parete si è rivelato un successo per Fox, ma il suo destino è purtroppo ancora in una sorta di limbo dopo la fusione. La preoccupazione sembra essere tanto il modo in cui un personaggio  R-Rated possa essere inserito nel MCU (i cui film sono generalmente vietati ai minori di 13 anni), ma anche come la meta-prospettiva di Deadpool possa funzionare nel contesto di un universo cinematografico che non è consapevole di sé come lo è stato Deadpool 2. Data la prospettiva del del Multiverso, tuttavia, la sua inclusione avrebbe più senso.

Wolverine (Il franchise di X-Men)

L’unico personaggio che i fan hanno voluto vedere nel MCU fin dai primi sussurri dell’acquisizione della Fox è certamente Wolverine. Hugh Jackman è Logan e sebbene si sia effettivamente ritirato dal ruolo, ha suggerito che sarebbe tornato per avere la possibilità di collaborare con i Vendicatori. Fortunatamente, c’è un modello già pronto se il MCU volesse farlo.

Anche se è probabile che il Wolverine del MCU sarà un nuovo attore, sarebbe un regalo appropriato per i fan vedere Jackman consegnare la torcia e gli artigli a chiunque prenderà il suo posto. Anche una breve apparizione di Jackman che sfoggia per l’ultima volta gli artigli di adamantio sarebbe più che sufficiente per i fan.

Soul, anche in Italia direttamente su Disney+, la conferma

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Soul, anche in Italia direttamente su Disney+, la conferma

Arriva la conferma via social ufficiali di Disney e Pixar, che Soul salterà l’uscita in sala anche in Italia. Il nuovo film di Pete Docter arriverà direttamente in streaming su Disney+, in abbonamento, senza costi aggiuntivi.

Soul, il nuovo film Pixar che sarà l’apertura della Festa di Roma 2020, salterà negli States l’uscita in sala e finirà direttamente su Disney+ in tempo per Natale. La fonte di Variety riferisce, testualmente, che “nei paesi in cui Disney Plus non è disponibile, il film sarà distribuito in sala in date da determinare”. Questo dovrebbe lasciare intendere che, visto che in Italia Disney+ c’è, il film arriverà in piattaforma.

Soul era inizialmente pianificato per giugno, ma è stato poi spostato a novembre 2020 a causa della pandemia.

Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

Soul è prodotto da Dana Murray, nominata all’Academy Award® per il cortometraggio Lou, e codiretto dal drammaturgo Kemp Powers (“One Night in Miami”). Il film ospita alcune composizioni jazz firmate dal celebre pianista Jon Batiste mentre ai vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network) dei Nine Inch Nails è affidata la colonna sonora originale.

“Ritengo che la Pixar rappresenti una delle novità più entusiasmanti e rivoluzionarie avvenute nel cinema negli ultimi trent’anni – ha detto Antonio Monda – Sono orgoglioso ed estremamente felice di poter inaugurare la quindicesima edizione della Festa del Cinema con un film straordinario che riesce a parlare a tutti: Soul esalta la dimensione internazionale che abbiamo dato in questi anni alla Festa. Ancora una volta, la Pixar riesce a commuovere, divertire, far riflettere e, soprattutto, a raggiungere la profondità nella leggerezza”.

Ballo ballo di Nacho Álvarez sarà il film d’apertura del 38° Torino Film Festival

Ballo ballo di Nacho Álvarez sarà il film d’apertura del 38° Torino Film Festival, l’esordio alla regia di Nacho Álvarez è una sfavillante commedia musicale,  una celebrazione in technicolor della  libertà d’espressione  attraverso  i più grandi successi di Raffaella Carrà.

“Sono entusiasta di presentare la mia opera prima in Italia, in particolare al prestigioso Torino Film Festival. Con “Ballo Ballo” vorrei rendere omaggio, con uno sguardo latinoamericano, a quella straordinaria donna che gli italiani sono così fortunati ad avere. Questo film è un inno alla libertà e alla gioia di vivere, due cose che purtroppo quest’anno abbiamo perso ma che è tempo di ritrovare!  Olé Raffaella, Olé Ballo Ballo!” – Nacho Álvarez

Una commedia musicale con i grandi successi di Raffaela Carrà

Ballo ballo è una commedia musicale ambientata negli sfavillanti anni ’70 in Spagna, periodo segnato però anche da una rigida censura dei costumi. Maria è una ragazza piena di vita e voglia di libertà, con la grande passione del ballo. Dopo avere abbandonato il suo promesso sposo davanti all’altare di una chiesa di Roma, torna a Madrid per scoprire cosa vuole davvero dalla vita. Va a vivere con la sua amica Amparo e con un colpo di fortuna riesce a entrare nel corpo di ballo del programma di maggior successo del momento, “Las noches de Rosa”. Lì si innamora di Pablo, figlio del temibile censore televisivo Celedonio, che sta seguendo le orme del padre nell’emittente televisiva. Accompagnati dai più grandi successi di Raffaella Carrà, in un turbinio di musiche e di coreografie in technicolor, scopriremo se vale davvero la pena andare contro ogni regola e avere il coraggio di cambiare radicalmente la propria vita.

Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani: trailer del film

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I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano di Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, in arrivo nei cinema italiani a partire dal 22 ottobre e presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. La commedia è diretta da Max Barbakow e vede protagonisti Andy Samberg, Cristin Milioti, J. K. Simmons, Meredith Hagner, Camila Mendes, Tyler Hoechlin e Peter Gallagher.

Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani è diventato in breve tempo un cult negli USA, forte del successo di critica e pubblico raccolto in occasione del Sundance Film Festival, dove la pellicola è stata acquistata per oltre 17 milioni e mezzo di dollari da Neon e Hulu, segnando il record storico di vendita per un film al Sundance. La scatenata commedia sarà presentata alla quindicesima Festa del Cinema di Roma per poi arrivare sugli schermi italiani dal 22 ottobre grazie ad I WONDER PICTURES.

Romantica e divertente, Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani, segue le vicende di due sconosciuti, Nyles (Andy Samberg) e Sarah (Cristin Milioti), che si incontrano casualmente a un matrimonio a Palm Springs e restano bloccati in un loop temporale tra amore, disillusione e confusione.

SINOSSI: Mentre è bloccato a un matrimonio a Palm Springs, Nyles (Andy Samberg – Brooklyn Nine-Nine, SNL) incontra Sarah (Cristin Milioti – How I Met Your Mother, Modern Love), damigella d’onore e pecora nera della famiglia. Dopo essere stata salvata da un brindisi disastroso, Sarah inizia ad essere attratta da Nyles e dal suo nichilismo insolito. Ma quando il loro incontro improvvisato è ostacolato da un’interruzione surreale, anche Sarah deve cominciare ad abbracciare l’idea che nulla ha davvero importanza e cominciare a… vivere come se non ci fosse un domani!

KIKO Milano Wonder Woman Collection: la collezione limited-ed. in attesa dell’80esimo anniversario

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Preparati ad incontrare la supereroina che è in te. Warner Bros. Entertainment Italia e KIKO Milano annunciano la nuova “KIKO MILANO Wonder Woman Collection” in arrivo dal 9 ottobre negli store europei e dal 12 ottobre su www.kikocosmetics.com. Un tributo alla powerful beauty, una nuova linea limited edition per viso, labbra, occhi, prodotti per la cura della pelle e accessori che potenzierà l’energia e la bellezza, offrendo colori intensi e texture ad alte prestazioni, perfette per una warrior princess.

Sono queste le nuove armi di bellezza create da KIKO Milano in collaborazione con Warner Bros., in attesa dell’80esimo anniversario di Wonder Woman che ricorrerà nel 2021, quando la più amata supereroina di tutti i tempi, simbolo per eccellenza dell’empowerment femminile sarà la protagonista di un anno di festeggiamenti e celebrazioni. Il packaging rosso regale, blu e oro sovrano con l’iconico logo Wonder Woman veste tutti i nuovi prodotti di collezione, l’aggiunta perfetta all’arsenale di bellezza di tutte le supereroine.

LA COLLEZIONE

Pronti all’azione

È il momento di prepararsi per la giornata che inizia, a cominciare dalla pelle. Aumenta la tua luminosità applicando Brightening Gold Prep Face Mask, la maschera viso personalizzata con il logo blu di Wonder Woman che andrà a posizionarsi esattamente sulla tua fronte, approfittane, scatta una foto per il tuo Insta e dimostra che fai sul serio. A questo punto, usa la crema viso Dazzling Glow arricchita di perle per illuminare la pelle e donarle un aspetto sano e radioso. Quindi, usa Power Fierce Prep Face Primer per sfumare le imperfezioni e uniformare il tono dell’incarnato.

Feroce, impavida … impeccabile

Fai partire di slancio tutta la tua bellezza con una base che non si muoverà, indipendentemente dalle sfide che la giornata ti pone. Afferra il fondotinta Born To Last 24H e usa il Duo Face Brush per sfumarlo su tutto il viso e ottenere una coprenza leggera dal finish naturale che durerà tutto il giorno. Successivamente, aggiungi un colore morbido e dona definizione agli zigomi e alle labbra con una piccola quantità di Power Flush Lips and Cheeks nelle nuances Think Pink, Brave Allure o Paradise Island, mescola la texture setosa per avere un accenno di colore mat. Coprilo con una spolverata di Starlight Blush in Natural Attitude, Charming Rose o Athena Strategy usando sempre il nostro Duo Face Brush. A questo punto, usa Water Resistant Face & Body Highlighter nella calda tonalità Powerful Gold o nella fredda Beam Of Light per evidenziare i punti più alti del tuo viso e del tuo corpo, creando un look che è infuso di luminosità metallica. Fissa il tuo look etereo con due leggere applicazioni di Stardust Make Up Fixer, uno spray fissante arricchito con perle dorate. Il suo sottile bagliore inonderà la tua pelle di luce e farà chiedere ai comuni mortali quale sia il tuo segreto. Tonalità Born To Last Foundation: Ivory, Porcelain, Light Beige, Honey, Almond, Caramel, Hazelnut, Cocoa

Contatto Visivo

Prepara ed evidenzia le tue palpebre con Metal Power Liquid Eyeshadow, tamponando delicatamente con la punta delle dita. Quindi, enfatizza la bellezza dei tuoi occhi con le sfumature metalliche e opache a lunga durata della palette di ombretti From Another Planet, con lei potrai sperimentare i toni di rame e marrone ad alte performance in Fierce Lady o l’oro freddo e il blu navy in Warrior Princess. Definisci la linea delle ciglia con Power Last Eyeliner e Kajal per un’intensità gradualmente sfumata o crea l’effetto dramma con un tocco di Wonder Look Lasting Eyemarker in Audacious Black o Heroic Blue con i suoi pigmenti puri e duraturi che danno potere agli occhi e addirittura a tutto il viso. A questo punto, utilizza l’applicatore in morbida fibra volumizzante del Wonder Last Volume Mascara 16H per incorniciare il tuo sguardo con l’effetto panoramico di ciglia a ventaglio. L’estremo volume così ottenuto e la speciale formulazione per ottenere un effetto allungante amplificano il potere naturale dei tuoi occhi e allo stesso tempo nutrono e ispessiscono le tue ciglia, ipnotizzerai chiunque con uno sguardo. Crea sopracciglia audaci per incorniciare il tuo viso con Power Last Duo Define & Fix Brows, utilizzando l’estremità microblading potrai ottenere sopracciglia dai tratti forti ma dall’aspetto naturale, infine, potrai fissare il tutto con l’applicatore in gel.

  • Tonalità Metal Power Liquid Eyeshadow: Majestic Mauve, Brave Burgundy, Great Gold, Strong Bronze
  • Tonalità Power Last Eyeliner & Kajal: Golden Age, Timeless Brown, Seductive Blue, Back To Black
  • Tonalità Power Last Duo Define & Fix Brows: Blond, Auburn, Brunette, Raven

Un bacio super

Assicurati che le tue labbra siano quelle di un altro pianeta con un colore intenso e brillante che ne esalta il volume. Scegli tra tre prodotti, ciascuno progettato per creare un effetto diverso. Per metter su un broncio potente, applica sulle tue labbra una calda tonalità metallica di Metal Power Lasting Lip Paint, una formula a lunga durata che risulta leggera e confortevole. Per labbra più piene e dai colori intensi, prova Power Shine Explosion Lip Stylo, una penna a scatto che offre un colore brillante con un sacco di pigmenti vividi e cremosi. Per un tocco di colore straordinario e sovrumano, applica Flash Of Light Lipgloss in Fine Brown, Sublime Rose o Epic Peach, esaltando le labbra con perle luminose e una lucentezza ad alta tensione.

  • Tonalità Metal Power Lasting Lip Paint: Precious Beige, Perfect Rose, Memorable Mauve, Valorous Moka, Daring Red, Intrepid Wine
  • Tonalità Shine Explosion Lip Stylo: Magnificent Nude, Glorious Cappuccino, Special Mauve, Gorgeous Rose, Proud Red, Legendary Burgundy

Lampi di luce

Completa il tuo look con accenti sfolgoranti che catturano gli sguardi e mostrano al mondo chi sei veramente. Afferra il tuo illuminante Water Resistant Face & Body Highlighter e applicalo con attenzione sulle clavicole e sulle spalle per definirle, quindi dai sfogo alla creatività con gli adesivi per viso e corpo Starry Sky Face & Body Stickers. Posiziona i gioiellini sfavillanti sotto gli occhi o sulle guance, oppure applicali sulla fronte tra le sopracciglia per rievocare il potente diadema di Wonder Woman. Sei forte, bella e indistruttibile: è ora di conquistare il mondo.

MCU: perché la maggior parte degli eroi non ha un’identità segreta?

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Un nuovo report di Screen Rant prova a fare luce sul perché il MCU non fornisce ai suoi eroi delle identità segrete. Nel 2018 i Marvel Studios hanno lanciato quello che sarebbe diventato il primo di una lunga serie di film che avrebbero poi dato vita all’universo cinematografico che oggi tutti noi conosciamo e amiamo: Iron Man.

All’epoca il personaggio non godeva ancora del riconoscimento che ha poi acquisito con gli anni, ma poiché la maggior parte dei diritti sui personaggi più importanti della Marvel, come Spider-Man e gli X-Men, erano stati venduti ad altri studi, Kevin Feige e il suo team decisero comunque di correre il rischio, iniziando proprio con la storia di Tony Stark a tessere una trama che col tempo si sarebbe rivelata molto più interconnessa del previsto. Naturalmente il successo del film con Robert Downey Jr. è stato dovuto a molteplici fattori, incluse tutta una serie di scelte non convenzionali che vennero prese dalla Marvel e dal regista Jon Favreau, come il fatto che Tony Stark abbia annunciato al mondo che è lui a nascondersi dietro l’armatura di Iron Man.

Ciò ha stabilito in maniera alquanto efficace una verità: il MCU non avrebbe mai fatto diventare le identità segrete dei supereroi un grosso problema. Bruce Banner (Edward Norton) è uscito allo scoperto come Hulk ne L’incredibile Hulk; Thor (Chris Hemsworth) non ha assunto l’identità di Don Blake quando è arrivato sulla Terra; Steve Rogers (Chris Evans) era già praticamente conosciuto come Captain America. Da allora, il MCU ha scelto di non affrontare il tradizionale tropo dei fumetti su larga scala, fino a quando non è arrivato Spider-Man (Tom Holland). Anche se la scena a metà dei titoli di coda di Spider-Man: Far From Home mette efficacemente questo problema al centro della storia di Peter Parker, il giovane eroe non è mai stato davvero entusiasta di tenere nascosto il suo alter ego, in particolare quando ha iniziato ad essere circondato dagli altri eroi del MCU.

Il MCU e il “problema” relativo alle identità segrete dei supereroi

Ora, dopo più di un decennio e dopo 23 film realizzati, i Marvel Studios restano ancora indifferenti alle identità segrete dei supereroi e, finora, le cose sono sempre andate bene. È un qualcosa che non li ha mai trattenuti in termini di adattamento delle storie tratte dai fumetti che si sono concentrate sulla questione. Un esempio? Civil War. Il fumetto ha introdotto il “Superhero Registration Act”, che impone a tutti gli eroi di rivelare i loro alter ego per una maggiore responsabilità. I registi Anthony e Joe Russo sono stati comunque in grado di affrontare quella trama in Captain America: Civil War del 2016, ma hanno sostituito il “Superhero Registration Act” con gli accordi di Sokovia. Qual è stata la vera ragione dietro questa scelta creativa?

Tutto risale a Iron Man del 2008 e all’inclinazione di Downey per l’improvvisazione. Il momento del film che ha cambiato le sorti dell’interno franchise, in cui Stark rivlea di essere Iron Man, non era presente nella sceneggiatura ed è stata una battuta che l’attore ha detto a caso durante le riprese di una scena. Il feedback dei fan è stato così positivo da spingere i Marvel Studios ​​a rinunciare al problema dell’identità segreta dei supereroi del MCU. In un’intervista del 2013 con Bleeding Cool, Kevin Feige ha fornito una spiegazione adeguata sulla mancanza delle identità dei supereroi nell’universo condiviso, dichiarando: “Ho pensato che si fosse esagerato per molto tempo, motivo per cui abbiamo fatto uscire Tony Stark allo scoperto alla fine del suo primo film. Stavamo in qualche modo annunciando al pubblico che non avremmo più seguito quella strada nei film.

Col senno di poi, impedire ai supereroi di avere delle identità segrete si è rivelato vantaggioso per il MCU. Ha permesso al franchise di differenziarsi da altre saghe dedicate ai supereroi che sono venute sia prima che dopo. Come ha sottolineato Feige, il problema era in un tropo decisamente abusato e rinunciare ad affrontarlo ha permesso allo studio di essere maggiormente creativi in relazione ai conflitti personali degli eroi.

Il Sesto Senso: Haley Joel Osment su un possibile film “collegato”

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Il sesto senso – The Sixth Sense non è solo il film che ha dato lanciato l’incredibile carriera di M. Night Shyamalan, facendolo conoscere subito a livello internazionale, ma è anche universalmente riconosciuto come uno dei migliori thriller/horor mai realizzati nella storia del cinema.

Nel 2016 il regista indiano ha stupito tutti con la sequenza finale del film Split in cui appariva David Dunn, il personaggio interpretato da Bruce Willis in Unbreakable – Il predestinato del 2000. Si è così scoperto che i film erano collegati e lo scorso anno è uscito nelle sale Glass, sequel e crossover di entrambe le pellicole.

Sulla base di ciò, molti fan dell’opera di Shyamalan hanno cominciato a chiedersi se non potesse esistere anche un universo basato su Il sesto senso – The Sixth Sense e, di conseguenza, un nuova pellicola collegata alla storia alla storia dello psicologo Malcolm Crowe e del piccolo Cole Sear.

In una recente intervista con ComicBook, è stato proprio Haley Joel Osment (che proprio grazie al ruolo di Cole ricevette una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista) a parlare di questa possibilità, ammettendo che sarebbe assolutamente disposto ad interpretare una versione adulta di Cole Sear in un eventuale film collegato a Il sesto senso. 

“Dubito che realizzerebbe un terzo crossover, ma ogni volta che Night chiama, quello è il suo universo, quindi sarei certamente disponibile a tuffarmi con lui nel progetto”, ha spiegato Osment. “È folle: abbiamo festeggiato il ventesimo anniversario del film lo scorso autunno, abbiamo fatto una proiezione all’Hollywood Forever. È davvero incredibile che siano trascorsi così tanti anni.”

Il sesto senso – The Sixth Sense è uno dei più grandi incassi della storia del cinema, nonché il film horror dal maggior successo di sempre al botteghino fino al 2017, quando è stato superato da IT di Andy Muschietti. Il film è uscito nelle sale statunitensi il 6 agosto 1999 e nelle sale italiane il 29 ottobre 1999. Ha ottenuto 6 candidature agli Oscar e nel 2007 l’AFI lo ha inserito nella classifica dei migliori cento film americani di tutti i tempi.

MCU: Doctor Strange sarà il nuovo mentore di Peter Parker?

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MCU: Doctor Strange sarà il nuovo mentore di Peter Parker?

Molto probabilmente, Doctor Strange sostituirà Iron Man come nuovo mentore di Peter Parker in Spider-Man 3, e adesso un nuovo report di Screen Rant fa luce sul perché si tratterebbe di una scelta particolarmente azzeccata. Lo Spider-Man del MCU è diverso da qualsiasi altra iterazione del simpatico arrampicamuri apparsa sullo schermo, in quanto esiste nel contesto di un universo condiviso. Peter Parker è stato ispirato da supereroi ben più affermati di lui – come Iron Man, appunto – e si è sempre ritrovato ad essere attratto dal loro mondo.

Proprio in base a questo assunto, in ogni film di Spider-Man ambientato nel MCU abbiamo visto delle guest star d’eccezione. Il Tony Stark di Robert Downey Jr. ha svolto un ruolo importante in Spider-Man: Homecoming, aiutando Peter a gettare le basi per l’arco narrativo del personaggio in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Samuel L. Jackson è tornato nei panni di Nick Fury in Spider-Man: Far From Home, in un ruolo che ha in  qualche modo anticipato che nel futuro del MCU avrà una parte ancora più predominate. Giusto ieri, invece, abbiamo appreso che il Doctor Strange di Benedict Cumberbatch apparirà ufficialmente in Spider-Man 3 (ancora senza un titolo ufficiale). Secondo quanto riferito, lo Stregone Supremo adempirà al ruolo di nuovo mentore di Peter Parker.

Nel MCU, la magia è stata descritta come “il codice sorgente che plasma la realtà”. I Maestri delle Arti Mistiche sono i difensori giurati del Multiverso: sfruttano l’energia da altre dimensioni e proteggono la Terra dalle minacce extradimensionali come Dormammu. Se Doctor Strange sarà davvero il nuovo mentore di Spider-Man, allora è chiaro che nella prossima avventura cinematografica dell’Uomo Ragno si esplorerà ufficialmente il Multiverso. Ciò è anche in linea con la sorprendente notizia che Jamie Foxx tornerà a vestire i panni di Electro nel film, ruolo che aveva precedentemente interpretato in The Amazing Spider-Man 2 insieme alla versione di Peter Parker ad opera di Andrew Garfield. Il coinvolgimento di Foxx nel film potrebbe aver anticipato la creazione di un vero e proprio “Spider-Verse” in live action (simile a quanto visto nel film d’animazione Spider-Man: Un Nuovo Universo) dalla trama “interdimensionale”.

Il rapporto tra Doctor Strange e Spider-Man, dai fumetti al MCU

Non sarebbe una sorpresa vedere Spider-Man diventare un personaggio dalla storia multiversale. Anche se per definizione è noto come “l’amichevole Spider-Man di quartiere”, Peter Parker è in realtà uno dei personaggi multiversali più importanti della Marvel. In effetti, il suo “Senso di Ragno” – che ha padroneggiato soprattutto in Spider-Man: Far From Home – è collegato alla “Rete della Vita e del Destino”, la forza che lega insieme tutto il tempo e lo spazio. Parallelamente, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha più volte suggerito che lo Spider-Man del MCU potrebbe viaggiare attraverso le varie dimensioni in futuro, spiegando anche perché il personaggio di Tom Holland possa essere condiviso tanto dai Marvel Studios quanto dalla Sony Pictures. “Spider-Man è l’unico eroe con il superpotere di attraversare gli universi cinematografici”, aveva detto Feige. “Così, mentre la Sony continua a sviluppare il proprio Spider-Verse, non si sa quali sorprese potrebbero arrivare in futuro.”

Naturalmente, c’è molto di più oltre al Multiverso. Nei fumetti, il rapporto tra Spider-Man e Doctor Strange è particolarmente forte: lo Stregone Supremo, infatti, è uno dei pochi supereroi a capire veramente il fardello che Peter Parker porta sulle sue spalle. In effetti, Doctor Strange ha svolto un ruolo chiave in alcune delle più importanti storie di Spider-Man, tra cui lo speciale per l’anniversario “Amazing Spider-Man #500”. Inoltre, hanno anche lavorato insieme in alcune avventure meno importanti ma ugualmente divertenti. Uno dei loro team-up più stravaganti è avvenuto in “Doctor Strange #390”, con Doctor Strange che ha dato a Spider-Man la possibilità di chiacchierare con un vero ragno. Il potenziale sul grande schermo di questa alleanza è stato già dimostrato da Avengers: Infinity War, e sia Tom Holland che Benedict Cumberbatch si sono divertiti a lavorare insieme, esprimendo entrambi speranza per questa nuova ipotetica alleanza.

C’è un’ultima ragione per cui il cameo di Doctor Strange in Spider-Man 3 suona alquanto logico. Guardando tutti i cameo precedenti, si è sempre trattato di grandi nomi del MCU che stavano per diventare ancora più importanti all’interno della storia generale. Tony Stark è passato direttamente da Spider-Man: Homecoming ad Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame; il cameo di Nick Fury in Spider-Man: Far From Home è stato impostato per la serie a lui dedicata che debutterà su Disney+, e in cui molto probabilmente lo vedremo nei panni del direttore dello SWORD. Allo stesso modo, Doctor Strange in the Multiverse of Madness è ad oggi il titolo più intrigante e promettente della Fase 4 del MCU, e il cameo dello Stregone Supremo in Spider-Man 3 può servire come una sorta di “antipasto” per quello che arriverà prossimamente sul grande schermo.

Star Trek: Discover 3, prima clip dalla nuova stagione

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Star Trek: Discover 3, prima clip dalla nuova stagione

CBS ha diffuso la prima clip di Star Trek: Discover 3, l’attesissima terza stagione di Star Trek: Discovery, la serie di successo basata sul noto franchise di fantascienza. I primi episodi di Star Trek: Discovery 3 debutteranno giovedì 15 ottobre 2020 come annunciato dal nuovo inedito promo:

Star Trek: Discovery 3

Star Trek: Discovery 3 è la terza attesa stagione della serie tv Star Trek: Discovery creata da Bryan Fuller e Alex Kurtzman per il network americano della CBS, in Italia trasmessa da Netflix. La terza stagione della serie televisiva americana Star Trek: Discovery segue l’equipaggio della USS Discovery mentre viaggiano per il futuro, oltre 900 anni dopo gli eventi del originale di Star Trek serie . La stagione è prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment, con Alex Kurtzman e Michelle Paradise come showrunner .

In Star Trek: Discovery 3 protagonisti sono Sonequa Martin-Green come Michael Burnham, Doug Jones nel ruolo di Saru, Anthony Rapp come Paul Stamets, Mary Wiseman nel ruolo di Sylvia Tilly, Wilson Cruz nel ruolo di Hugh Culber, David Ajala nel ruolo di Cleveland “Book” Booker. Nei ruoli ricorrenti troviamo Adil Hussain, mentre tra le guest star confermata Michelle Yeoh come Philippa Georgiou.

Start Trek, uno degli show più iconici del mondo televisivo mondiale, torna 50 anni dopo la première di Star Trek: Discovery. Nella serie vedremo una nuova navicella, nuovi personaggi e missioni, ritrovando però gli stessi valori e la stessa speranza per il futuro che ha ispirato una generazione intera di sognatori.

Star Trek: Discovery è prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout di Alex Kurtzman, Living Dead Guy Production di Bryan Fuller e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Bryan Fuller, Heather Kadin, Gretchen J. Berg & Aaron Harberts, Akiva Goldsman, Rod Roddenberry e Trever Roth sono i produttori esecutivi.

 

Johnny Depp ricorda Jack Sparrow: “La Disney era terrorizzata”

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Johnny Depp ricorda Jack Sparrow: “La Disney era terrorizzata”

Di recente Johnny Depp è stato ospite del Zurich Film Festival durante il quale ha presentato Crock of Gold, un documentario su Shane MacGowan, leader dei The Pogues, in cui figura in qualità di produttore. Naturalmente, l’occasione si è trasformata in una ghiotta opportunità per ripercorrere l’illustre carriera dell’attore statunitense.

Durante l’incontro, Johnny Depp ha svelato un dettaglio assai curioso sul Jack Sparrow, probabilmente uno dei personaggi più iconici e amati che l’attore abbia mai portato al cinema, protagonista della saga di successo di Pirati dei Caraibi. Deep ha infatti spiegato che, inizialmente, la Disney era terrorizzata dalla visione che l’attore aveva del Capitano e dal taglio che avrebbe voluto conferirgli.

“Erano spaventati a morte. Erano nervosi, perché avevano paura che nessuno avrebbe capito una sola parola di quello che usciva dalla bocca di Jack”, ha spiegato Johnny Depp (via EuroNews). “Ricevevo sempre delle telefonate in cui mi chiedevano: ‘È ubriaco? Sei ubriaco? Cosa fai con quelle mani?’. Tuttavia, non ero minimamente scoraggiato da quelle reazioni, anzi mi davano ancora di più la carica. Sapevo che le loro preoccupazioni erano in realtà un segno che stavo facendo bene il mio lavoro. Ogni volta che mi diceva di moderarlo, io facevo esattamente l’opposto.”

L’attore ha anche ricordato i suo esordi con Cry Baby di John Waters e Edward mani di forbice di Tim Burton, rivelando: “Cry Baby prima e Edward mani di forbice dopo hanno in qualche modo segnato la direzione che volevo intraprendere come attore. Al mio agente non piaceva, a me sì! E più mi abituavo a questo processo, più mi interessavo ad esso.”

In merito al futuro della saga di Pirati dei Caraibi, al momento sappiamo che in cantiere è stato messo un nuovo film che avrà come protagonista Margot Robbie. Il film non sarà uno spin-off, ma uno storia originale ambientata nello stesso universo che ha visto protagonista Jack Sparrow. Il film sarà sceneggiato da Christina Hodson, autrice dello script di Birds of Prey, sempre con protagonista Robbie.

Soul della Pixar su Disney+, negli USA

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Soul della Pixar su Disney+, negli USA

Soul, il nuovo film Pixar che sarà l’apertura della Festa di Roma 2020, salterà negli States l’uscita in sala e finirà direttamente su Disney+ in tempo per Natale. La fonte di Variety riferisce, testualmente, che “nei paesi in cui Disney Plus non è disponibile, il film sarà distribuito in sala in date da determinare”. Questo dovrebbe lasciare intendere che, visto che in Italia Disney+ c’è, il film arriverà in piattaforma.

Soul era inizialmente pianificato per giugno, ma è stato poi spostato a novembre 2020 a causa della pandemia.

Soul: il trailer del nuovo film Pixar diretto da Pete Docter

Soul è prodotto da Dana Murray, nominata all’Academy Award® per il cortometraggio Lou, e codiretto dal drammaturgo Kemp Powers (“One Night in Miami”). Il film ospita alcune composizioni jazz firmate dal celebre pianista Jon Batiste mentre ai vincitori dell’Oscar® Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network) dei Nine Inch Nails è affidata la colonna sonora originale.

“Ritengo che la Pixar rappresenti una delle novità più entusiasmanti e rivoluzionarie avvenute nel cinema negli ultimi trent’anni – ha detto Antonio Monda – Sono orgoglioso ed estremamente felice di poter inaugurare la quindicesima edizione della Festa del Cinema con un film straordinario che riesce a parlare a tutti: Soul esalta la dimensione internazionale che abbiamo dato in questi anni alla Festa. Ancora una volta, la Pixar riesce a commuovere, divertire, far riflettere e, soprattutto, a raggiungere la profondità nella leggerezza”.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman conferma che si parlerà del cancro di Jane?

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Nella giornata di ieri vi abbiamo riportato le dichiarazioni di Natalie Portman attraverso cui l’attrice premio Oscar ha confermato di aver iniziato ad allenarsi in vista dell’inizio della produzione di Thor: Love and Thunder. Tali dichiarazioni erano state fatte dall’attrice durante una chiacchierata con Yahoo, ma nel corso della medesima intervista pare che sia emerso un dettaglio sul film ancora più interessante.

Sappiamo ormai da diverso tempo che in Thor: Love and Thunder il personaggio di Jane Foster sarà molto, molto diverso. Il film di Taika Waititi, infatti, sarà fortemente ispirato all’acclamata run di Jason Aaron, in cui Jane raccoglie l’eredità del Figlio di Ordino e si trasforma in Mighty Thor. Tuttavia, i fan più esperti sapranno benissimo che in quella serie Jane sta anche combattendo contro un cancro al seno.

In passato Waititi ha più volte toccato l’argomento, senza mai confermare ufficialmente se nel suo film si sarebbe parlato di quella tematica, ma adesso è stata la stessa Natalie Portman a confermare che nell’atteso quarto capitolo dedicato alle avventure del Dio del Tuono si parlerà anche della malattia di Jane. L’attrice non ha potuto rivelare alcun dettaglio sulla storia, tuttavia si è lasciata “sfuggire” la seguente dichiarazione: “Il film è basato sulla graphic novel ‘Mighty Thor’. Jane sta lottando contro il cancro e per di più si trasformerà in un supereroe.”

È difficile dire con certezza se Portman stesse parlando effettivamente del film o facendo soltanto un riferimento a ciò che accade nei fumetti, ma in ogni caso ci sono buone probabilità che l’adattamento dei Marvel Studios rimanga abbastanza fedele al materiale originale per quanto riguarda la battaglia di Jane Foster contro il cancro.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Forever – la serie tv: trama cast e dove vederla in streaming

Forever – la serie tv: trama cast e dove vederla in streaming

Quello della televisione è un mondo davvero spietato dove non tutto e tutti riescono a sopravvivere nel tempo. A causa, infatti, dell’abbondanza di contenuti sempre nuovi sfornati dai network, se una serie non fa il boom d’ascolti fin da subito, è molto probabile che venga rimpiazzata. Non sempre il fallimento di una serie però è imputabile alla qualità del prodotto ma spesso e volentieri è causato da un miscuglio di fattori. Talvolta anche la tempistica gioca un ruolo fondamentale e spesso la serie si trova in onda nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Molte serie negli anni sono state ingiustamente eliminate dai network e tra queste c’è anche Forever.

Creata da Matthew Miller per la ABC, Forever è una serie fantasy crime andata in onda dal 2014 al 2015, purtroppo solo per una stagione. Trasmessa in Italia prima su Premium Crime – canale a pagamento di Mediaset – e poi in chiaro su Top Crime, la serie è tutta incentrata sul personaggio di Henry Morgan, un medico legale con un oscuro segreto.

Forever serie tv cast e trama

A New York opera il dottor Henry Morgan (Ioan Gruffudd), un eccezionale medico legale, incredibilmente affascinante, dall’irresistibile accento british e con una maledizione che pende sulla sua testa. Henry è immortale ed è in vita ormai da oltre duecento anni. Ogni volta che prova a mettere fine alla sua vita, il suo corpo rinasce ed Henry ricompare nudo nelle acque dell’East River.

Dopo aver visto morire tutti i suoi cari, negli anni Henry ha fatto ricerche su ricerche per spezzare la maledizione, senza nessun risultato. Grazie ai suoi studi, nel tempo Herny ha però acquisito una vastissima conoscenza che spazia dalla medicina alla musica, dalla fisica alla letteratura, e che lo rende imbattibile nel suo lavoro.

Il suo immenso sapere unito alle sue capacità deduttive fanno di lui un medico legale incredibile e un detective formidabile. Herny collabora infatti con la Polizia di New York e in particolare con la detective Jo Martinez (Alana de la Garza), donna forte e intraprendente, attirata dal fascino del bel dottore e dalla sua aura di mistero. Nonostante tra i due ci sia un bel feeling, però, Henry tende a tenere a distanza Jo per evitare che scopra il suo segreto.

L’unico a conoscere la verità è Abraham Morgan (Judd Hirsch), detto Abe, proprietario di un negozio di antiquariato e dell’appartamento al di sopra di esso, dove vive con Henry. I due che per tutti sono semplicemente amici, sono in realtà padre e figlio. Abe è stato adottato da Henry e sua moglie nel secondo dopoguerra e da allora i due non si sono più separati.

A turbare la tranquillità di Henry, un giorno arriva una telefonata di un uomo misterioso di nome Adam (Burn Gorman) che non solo sembra conoscere il suo segreto ma pare condivida con lui anche il dono dell’immortalità.

Forever serie tv stagione 2: perché è stata cancellata?

Un po’ dr. House e un po’ Sherlock Holmes, Ioan Gruffudd con il suo brillante Henry Morgan era riuscito a conquistare il pubblico televisivo…o almeno così sembrava! Dopo il suo debutto, che fa strage di ascolti negli States, Forever comincia lentamente a perdere colpi. Il protagonista è irresistibile, la serie è un perfetto mix di dramma, mistero e commedia, eppure non sembra convincere del tutto il pubblico che gradualmente perde interesse.

La prima stagione di Forever, l’unica andata in onda, è di ben 22 episodi ognuno dei quali della durata di circa 40 minuti. La struttura degli episodi è più o meno sempre la stessa; in ogni puntata Henry e Jo lavorano a un caso misterioso che tentano di risolvere cercando di rimettere insieme tutti i tasselli del puzzle. Grazie alle storie auto conclusive e alle accurate indagini del team, lo spettatore impara a conoscere Henry, le sue capacità e il suo passato. La serie ricorre, infatti, spesso a flashback che mostrano stralci delle vite passate del protagonista e delle persone che ne hanno fatto parte.

Allo stesso modo, nei primi episodi della serie impariamo a conoscere anche i personaggi secondari, che fanno da spalla a Henry nelle sue avventure. Oltre a Abe, l’unico a conoscere il suo segreto, c’è anche Lucas Wan (Joel David Moore), assistente di laboratorio di Henry, buffo e pasticcione ma con un cuore d’oro e un bizzarro senso dell’umorismo.

Ogni personaggio è ben delineato e la storia funziona, mescolando un pizzico di fantasy alle atmosfere tipicamente crime. A creare problemi, tuttavia, è la quantità di puntate filler che rallentano il ritmo della serie. Le puntate in cui la storyline principale – ovvero quella di Henry contro Adam – non è presente, a lungo andare finiscono col sembrare tutte uguali e ben presto la noia prende il sopravvento.

Forever serie tv streaming

Insomma, dopo una sola stagione, ricca di mistero, colpi di scena, flirt e tante risate, Forever viene cancellata dalla ABC. A dare per prima la notizia è Alice Evans, moglie di Ioan Gruffudd, su twitter, tra l’incredulità dei fan della serie. Poco dopo, ai saluti finali, si unisce anche il protagonista su Instagram che, senza nascondere la sua tristezza, ringrazia tutti coloro che hanno creduto nel progetto.

https://www.instagram.com/p/2aMT5WyLQf/?utm_source=ig_web_copy_link

Pur non mancando materiale per una seconda stagione e senza avere una vera conclusione della storia, il cammino di Forever purtroppo si interrompe. Per mesi, dopo la cancellazione, gli autori – anche con il sostegno dei fan – hanno provato a sottoporre il progetto Forever ad altri network ma senza successo.

Un anno più tardi, in occasione dell’uscita del dvd della serie, Matthew Miller ha rivelato alcune delle cose che gli spettatori avrebbero visto in un’ipotetica seconda stagione di Forever. La serie, oltre infatti a concludere le situazioni lasciate in sospeso, avrebbe approfondito il passato di Henry e il suo rapporto con Abe. Grazie sempre ai flashback, avremmo rivissuto il momento della scoperta del segreto dell’immortalità di Henry e della reazione di suo figlio.

Inoltre pare fosse in programma anche un nuovo interesse sentimentale per il protagonista, una donna ‘mortale’ molto più giovane di lui. Anche il personaggio di Jo avrebbe avuto il suo spazio nella seconda stagione di Forever. Miller ha condiviso con TVLive alcuni dettagli del passato di Jo e della sua famiglia di ‘fuoriliegge’. Pare infatti sia stata proprio la condotta criminale del padre a spingere Jo a diventare una detective.

Un gran peccato davvero che questa seconda stagione non sia stata mai realizzata. Intanto, se siete curiosi di recuperare la prima stagione di Forever, la trovate in streaming sulla piattaforma a pagamento di Infinity.

Vi lasciamo adesso al trailer ufficiale di Forever. Enjoy!

Fonte: Wiki, IMDB, TvLine

Le Regole del Delitto Perfetto 6: trama, finale, spoiler e dove vederla

Esistono prodotti televisivi che non conoscono mai crisi. Uno tra questi è la serie Le Regole del Delitto Perfetto, arrivata ormai alla sua sesta stagione. Creata dalla regina delle televisione americana, nostra signora degli incidi d’ascolto, Shonda Rhimes, la serie della ABC continua a fare strage di telespettatori.

In onda dal 2014 e con 6 stagioni e 90 episodi al suo attivo, Le Regole del Delitto Perfetto (titolo originale How To Get Away With Murder), è sola una delle famose serie dell’universo Shondaland. HTGAWM segue le vicende di Annalise Keating (Viola Davis), famoso avvocato e professoressa di diritto penale, e della sua cerchia di fedeli assistenti e studenti.

Nel corso delle sei stagioni, Annalise e i suoi sono costretti ad affrontare molte sfide in campo professionale e non. Tutto il team si muove spesso ai confini della legge, infrangendola per cercare di tirarsi fuori da situazione spiacevoli o pericolose. E a rimettere insieme i pezzi è sempre lei, Annalise, che ad un certo punto, oppressa dalle mille responsabilità, finisce per crollare. Tra omicidi, casi irrisolti, criminali a piede libero, intrighi e tradimenti, ne Le Regole del Delitto Perfetto non c’è mai un minuto di noia.

Le Regole del Delitto Perfetto 6 trama

Essere Annalise Keating non è mai stato facile e negli anni l’avvocato ne ha passate davvero tante, andando dritta all’inferno e ritorno. Per proteggere i suoi studenti, i suoi collaboratori e i suoi assistiti, la Keating ha commesso tantissimi errori, cadendo in una spirale di solitudine e autodistruzione. Tutto questo l’ha portata sempre più vicina all’alcol, da cui ormai è completamente dipendente.

[SPOILER ALERT]

Nonostante i suoi numerosi sforzi per ripulirsi e riabilitare il suo nome, dopo la morte di Emmett (Timothy Hutton) e la misteriosa scomparsa sia di Laurel (Karla Souza) che di Christopher (Alfred Enoch), Annalise ritorna alle sue bottiglie e viene rispedita in un centro di riabilitazione. Dopo aver completato il suo periodo di disintossicazione da alcolici, la Keating torna a Philadelphia dove ad aspettarla trova una situazione quasi disastrosa.

Quando Annalise è andata fuori città per la riabilitazione, ha lasciato dietro di se una lunga serie di drammi. La presenza di Gabriel Maddox (Rome Flynn), presunto figlio di Bonnie (Liza Weil), e Vivian (Marsha Stephanie Blake), sua madre adottiva, si fa sempre più ingombrante e Michaela (Aja Naomi King) sembra essere sempre più fuori controllo. La ragazza ha infatti scoperto di essere la figlia biologica di Solomon Vick (Ray Campbell), un ricco uomo d’affari nonché vecchia fiamma di Annalise.

Nel frattempo Nate (Billy Brown) continua a indagare sul governatore e sui Castillo, la pericolosa famiglia di Laurel. Allo stesso tempo Frank (Charlie Weber), sulle tracce della Laurel, viene rapito e torturato proprio da uno dei membri del suo clan, Xavier Castillo (Gerardo Celasco). Tutto questo scatenerà una serie di reazioni a catena che porteranno al dissotterramento di alcune scomode verità.

Le Regole del Delitto Perfetto sesta stagione cast

In questo clima di totale follia e incertezza, i ragazzi arrivano finalmente alla fine del loro percorso di studi e al conseguimento della laurea. La notte prima della cerimonia del loro diploma Michaela (Aja Naomi King), Connor (Jack Falahee), Oliver (Conrad Ricamora), Bonnie (Liza Weil) e Frank (Charlie Weber), fanno una sorprendente scoperta che riguarda Asher (Matt McGorry). Il ragazzo ha per mesi fornito di nascosto informazioni ai federali contro Annalise.

[SPOILER ALERT]

Il team al completo si reca a casa di Asher per affrontarlo e per capire quando danno abbiano già fatto le sue dichiarazioni all’FBI ma quando arrivano al suo appartamento lo trovano già morto. Il ragazzo pare sia stato uccido da un attizzatoio da camino proveniente dalla casa di Connor e Michaela. Questo ingegnoso piano per incolpare i ragazzi è stato messo in atto da Sara Gordon che, lavorando per il governatore e i Castillo, è riuscita a infiltrarsi nelle indagini dei federali spacciandosi per l’agente Denise Pollock.

Connor e Michaela vengono quindi arrestati con l’accusa di omicidio e poi costretti a fare un accordo con i federali in cambio della libertà. Nel frattempo Annalise tenta la fuga dal paese con l’aiuto di Solomon (Ray Campbell) ma viene riacciuffata dalla polizia e riportata a Philadelphia. A causa quindi delle prove raccolte dall’FBI, viene istruito un processo contro la Keating che stavolta dovrà rispondere a una lunga serie di capi d’accusa.

Durante il processo molti dei segreti di Annalise e del suo team vengono a galla; si parla del doloroso passato di Bonnie, dell’infanzia di Frank, degli insabbiamenti della Keating e della sua condotta ai limiti del criminale. A causa dell’accordo fatto con i federali, Connor e Michaela forniscono testimonianze a favore dell’accusa. Bonnie, Frank, Laurel, Nate invece si schierano dalla parte di Annalise.

Le Regole del Delitto Perfetto 6 finale

Il processo è lungo ed estenuante e Annalise non riesce a trovare insieme al suo team un appiglio procedurale per cavarsela ancora una volta. Nonostante, infatti, i suoi metodi poco convenzionali, tutte le sue azioni passate, anche quelle più discutibili, hanno sempre avuto come obiettivo la protezione del suo team, la sua seconda famiglia.

[SPOILER ALERT]

Mentre le testimonianze contro la Keating continuano ad accumularsi, Frank lavora nell’ombra cercando prove che possano scagionare il suo capo. I veri responsabili sono i Castillo e Frank è intenzionato a fargliela pagare. A salvare Annalise in corner è il ritrovamento di una testimonianza fornita da Wes (Alfred Enoch), ucciso da un incendio in casa della Keating anni prima. Il ragazzo aveva conservato tutto in una cassetta di sicurezza, rubata da Xavier Castillo, poi recuperata da Nate e restituita ad Annalise come prova della sua innocenza.

Grazie quindi all’aiuto di tutti i suoi collaboratori, la Keating, scagionata da tutte le accuse, riesce ancora una volta a evitare la reclusione. Purtroppo però Connor, che aveva firmato un accordo di immunità con i federali, a causa del rilascio di Annalise, finisce in carcere. Durante il suo periodo dietro le sbarre, il ragazzo chiede il divorzio da Oliver (Conrad Ricamora), il suo compagno, e finisce di scontare la sua pena.

Leggi anche: Selena: La serie, quando esce, trama, cast, trailer e dove vederla

Alla fine del processo, durante una conferenza stampa, Frank spara al governatore per vendicarsi dei Castillo ma, durante il conflitto a fuoco muore insieme alla povera Bonnie, colpita da una pallottola vagante.

Diversi anni più tardi, Laurel e suo figlio Christopher, Connor e Oliver si ritrovano al funerale di Annalise, morta anziana di vecchiaia. I ragazzi sono gli univi a essere rimasti in contatto dall’ultimo processo mentre gli altri anno preso strade diverse. Michaela, assente al funerale, è infatti riuscita a buttarsi il passato alle spalle e a diventare un brillante giudice. Anche Nate, grazie alla ricompensa da 20 milioni di dollari ottenuta per la sua testimonianza in tribunale, ha aperto un centro di assistenza per le famiglie dei detenuti, in onore di suo padre.

Anche il giovane Christopher Castillo, figlio di Laurel e Wes, ormai cresciuto, ha trovato la sua strada. Seguendo le orme del suo mentore, il ragazzo si laurea in legge e diventa successivamente docente di diritto penale alla Middleton University.

Le Regole del Delitto Perfetto 6 dove vederla

Le prime cinque stagioni de Le Regole del Delitto Perfetto sono disponibili sulla piattaforma di streaming a pagamento di NetflixLa sesta e ultima stagione della serie, in onda negli States sul canale della ABC, arriverà su Netflix Italia, presumibilmente, solo nel 2021. Nel frattempo, gli abbonati Sky, potranno gustarsi le ultime puntate della serie in onda su Fox Italia.

https://www.youtube.com/watch?v=buUuev4yu_8&ab_channel=ABC

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

The Social Network 2: Aaron Sorkin favorevole, ma a una condizione

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Aaron Sorkin ha parlato della possibilità di un sequel di The Social Network, il dramma biografico diretto nel 2010 da David Fincher, che racconta la nascita di Facebook ad opera di Mark Zuckerberg durante il suo soggiorno ad Harvard e che proprio di recente ha festeggiato i dieci anni dall’uscita in sala.

La sceneggiatura del film, grazie alla quale Sorkin ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, era basata sulla biografia “The Accidental Billionaires” di Ben Mezrich: nel film, in particolare, Sorkin si è concentrato sulle controversie legali nate tra i co-fondatori del celebre social network in seguito alla sua inaugurazione e al suo conseguente successo.

In una recente intervista con Josh Horowitz in occasione del podcast Happy Sad Confused, Aaron Sorkin ha parlato della possibilità di un sequel di The Social Network, anticipando che sia lui che il produttore Scott Rudin sarebbero entusiasti all’idea di realizzare un nuovo film. Tuttavia, lo sceneggiatore premio Oscar ha specificato che un sequel vedrà davvero la luce soltanto se David Fincher accettasse di tornare alla regia.

“Mi piacerebbe vedere un sequel. E anche Rudin vorrebbe vederlo”, ha spiegato Sorkin. “Credo che anche il pubblico voglia vederlo, perché quello che abbiamo scoperto è il lato oscuro di Facebook. Voglio scrivere quel film? Sì, lo voglio. Ma lo scriverei soltanto se David accettasse di dirigerlo. Anche se Billy Wilder tornasse in vita e volesse dirigere il film, io accetterei comunque soltanto se fosse coinvolto anche David.”

A quanto pare, Aaron Sorkin non è l’unico a volere un sequel di The Social Network. Già diverso tempo fa Jesse Eisenberg, che è stato nominato come miglior attore protagonista agli Oscar grazie al suo ritratto di Zuckerberg, aveva dichiarato a IndieWire che era aperto a fare un sequel del film e stava solo aspettando che arrivasse la telefonata da Fincher.

Il dottor Dolittle: trama e cast dei film con Eddie Murphy

Il dottor Dolittle: trama e cast dei film con Eddie Murphy

Nel corso degli anni Novanta l’attore Eddie Murphy era uno dei re della commedia, ed ha portato sul grande schermo personaggi divenuti iconici. Tra questi si annovera anche quello di John Dolittle, protagonista del film Il dottor Dolittle, uscito nei cinema di tutto il mondo nel 1998. Dato il grandissimo successo della pellicola, nel 2001 è stato realizzato un sequel semplicemente intitolato Il dottor Dolittle 2, sempre con Murphy nei panni del dottore in grado di parlare con gli animali. Questa non è la prima volta che il personaggio viene portato al cinema, essendo già stato protagonista di un film nel 1967. La versione di Murphy vanta però una particolarità che lo rende unico.

Il personaggio del dottor Dolittle nasce dalla serie di storie per bambini scritte da Hugh Lofting nel 1920. Il film con Murphy, tuttavia, hanno in comunque con queste soltanto il personaggio protagonista. Contrariamente al film del 1967, questi due nuovi film dedicati a Dolittle sono infatti delle complete rivisitazioni della storia originale, e non utilizzano nella loro trama nessuno degli elementi presenti nei libri. Ciò ha permesso ai produttori e agli sceneggiatori di avere a disposizione una maggiore libertà creativa. Molto dei film si basa anche sulla semplice presenza di Murphy, vero e proprio mattatore in grado di garantire il successo delle pellicole.

Insieme i film vantano infatti un budget complessivo di circa 140 milioni di dollari, molti dei quali investiti negli effetti speciali, ed un guadagno a livello mondiale di oltre 470 milioni. Tale successo spinse lo studios di produzione, la Davis Entertainment, a realizzare ben tre sequel. Murphy però non volle riprendere i panni di Dolittle, e così questi si concentrarono sulla figura della figlia del celebre dottore, la quale possiede i suoi stessi poteri. Concentrandosi però sui due veri e propri film della serie, si possono ritrovare numerose curiosità. Di seguito, inoltre, si vedrà dove è possibile trovare in streaming i due film.

Il dottor Dolittle: la trama dei film

Il dottor Dolittle (1998)

Protagonista del film è John Dolittle, il quale sin da ragazzo si ritrova con la straordinaria capacità di poter comunicare con gli animali. I genitori, però, sono spaventati dalla cosa, e decidono di far esorcizzare il figlio. Questi finisce così per dimenticare tale potere, crescendo come un ragazzo come un altro. Diventato adulto, Dolittle è ora uno stimato chirurgo di San Francisco, sposato e con due figlie. La sua vita è ricca di successi, ma prende una direzione inaspettata nel momento in cui, rischiando di investire un cane, riscopre il potere dimenticato da tempo. In breve, le sue capacità diventano note tra gli animali della zona, i quali iniziano a rivolgersi a lui in cerca di aiuto.

Notando strani comportamenti in lui, la famiglia prende la dolorosa decisione di far rinchiudere John in una clinica psichiatrica. Qui questi ha modo di riflettere sulle sue mancanze nei confronti della famiglia, e una volta uscito di lì si ripromette di essere un marito e un padre migliore. Mantenere la promessa diventa però complesso nel momento in cui una tigre si rivolge a lui in cerca di aiuto per la sua terribile emicrania. Dolittle dovrà dunque venire a patti con il suo dono, accettando la missione di salvare la vita ai suoi nuovi inaspettati amici.

Il dottor Dolittle 2 (2001)

Divenuto ormai celebre per la sua capacità di parlare con gli animali, Dolittle è sempre più indaffarato nel suo lavoro. Ciò lo porta a trascurare la famiglia, e in particolare la figlia Charisse. La crisi definitiva con questa arriva nel momento in cui si trova a dover rimandare i festeggiamenti per potersi recare ad un appuntamento di lavoro. Durante questo, però, Dolittle viene più volte interrotto da un procione ed un opossum, che gli chiedono di seguirli nel bosco. Attratto da quel mistero, il dottore arriva nel cuore di questo e si ritrova ad essere chiamato ad una nuova missione. Gli animali lì presenti, infatti, lo informano che la foresta sta per essere distrutta da un’azienda di legname.

L’unico modo che Dolittle sembra avere per poter impedire il disboscamento, e il conseguente sfollamento degli animali, è approfittare della presenza dell’orsa Ava. Questa appartiene infatti ad una rarissima sottospecie del grizzly. Trattandosi dell’ultimo esemplare della sua specie, va assolutamente protetta. Ottenuta dunque l’ingiunzione dal tribunale per far fermare i lavori, Dolittle deve però ora assicurarsi che la specie sopravviva. Per ottenere ciò, va alla ricerca di un orso con cui poter far accoppiare Ava. Lo trova in Archie, maschio della stessa specie cresciuto in un circo. L’unico problema è che questo non è mai stato in una foresta, e non sa come relazionarsi né con l’ambiente né con Ava.

Il dottor Dolittle: il cast dei film

Scelto per interpretare il ruolo del protagonista, Eddie Murphy rivelò soltanto un piccolo grande problema. L’attore era infatti terrorizzato all’idea di recitare insieme a veri animali, e richiese perciò che quanto più possibile questi venissero realizzati digitalmente. Quando ciò non era possibile, l’attore faceva lo sforzo di condividere la stanza con questi, ma ognuna di queste scene è riconoscibile poiché termina con Murphy in preda alle grida. Tale sforzo fu però ricompensato, poiché grazie al dottor Dolittle Murphy ebbe modo di consolidare ulteriormente la propria popolarità anche presso un pubblico di piccoli spettatori. Nonostante ciò, dopo aver recitato anche nel sequel, l’attore preferì non riprendere ulteriormente il ruolo, preferendosi dedicare ad altri progetti.

Accanto all’attore, si ritrovano poi gli interpreti Kristen Wilson in quelli di Lisa Dolittle, Kyla Pratt nel ruolo di Maya Dolittle, e Raven-Symoné per Charisse Dolittle. Peter Boyle dà invece vita al personaggio di Calloway, Olive Platt recita nei panni di Mark Weller, Paul Giamatti è Blaine Hammersmith, e Jeffrey Tambor ricopre il ruolo del dottor Fish. Nel primo film a dar voce agli animali protagonisti sono invece Norm MacDonald per il cane Lucky, Chris Rock per il maialino della Guinea Rodney, Albert Brooks per la tigre Jacob, John Leguizamo dà voce ad un topo e Jenna Elfman ad un gufo. Nel sequel, invece, l’orso Archie ha la voce di Steve Zahn, mentre l’orsa Ava è doppiata in originale da Mandy Moore e in italiano da Luciana Littizzetto.

Il dottor Dolittle cast

Il dottor Dolittle: dove vedere i film in streaming e in TV

Per gli appassionati dei film, o per chi desidera vederli per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla loro presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. I due film de Il dottor Dolittle sono infatti presenti su Google Play, Infinity, Tim Vision e su Disney+. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il dottor Dolittle 2 è inoltre in programma in televisione per giovedì 8 ottobre alle ore 21:10 sul canale Paramount Channel.

Fonte: IMDb

 

Wonder Woman 1984: per Patty Jenkins è un film pensato per la sala

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L’industria cinematografica non sta passando un bel periodo a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Probabilmente, fino a quando non sarà disponibile un vaccino, è improbabile che la situazione cambi. La pandemia ha avuto un effetto a dir poco devastante sulle uscite cinematografiche, con la maggior parte dei blockbuster più attesi della stagione che sono stati posticipati al prossimo anno.

A resistere, tuttavia, sembra essere ancora Wonder Woman 1984, l’atteso sequel diretto ancora una volta da Patty Jenkins, che vedrà il ritorno di Gal Gadot nei panni della guerriera amazzone. Il sequel, nonostante sia stato posticipato già tre volte (da Giugno ad Agosto e poi da Agosto a Ottobre), arriverà adesso nelle sale americane a Dicembre, salvo ovviamente imprevisti dell’ultimo minuto.

In una recente intervista con Reuters, Patty Jenkins ha parlato della possibilità che il sequel arrivi direttamente in streaming, saltando ufficialmente l’uscita in sala, come accaduto già a diversi titoli usciti quest’anno. Tuttavia, la regista ha escluso tale possibilità, dichiarando che Wonder Woman 1984 è sempre stato e sempre sarà un film concepito per l’esperienza sul grande schermo.

Patty Jenkins su Wonder Woman 1984: “Siamo favorevoli al 100% all’esperienza cinematografica.”

“Non si tratterà di un processo reversibile”, ha spiegato Jenkins. “Potremmo perdere il cinema e le sale per sempre. Potrebbe accadere quanto già successo all’industria musicale, in cui un intero settore è crollato e automaticamente ha smesso di essere redditizio. Credo che nessuno voglia vivere in un mondo in cui l’unico modo per far vedere un film ai tuoi figli è nel salotto di casa, senza un posto dove andare perché hai fissato un appuntamento. Spero davvero che saremo tra i primi a tornare e a riportare il cinema nella vita di tutti.”

In seguito all’intervista, Patty Jenkins ha ribadito via Twitter che la Warner Bros. non ha mai preso in considerazione l’idea di far uscire WW84 direttamente in streaming: “Un debutto in streaming non è stato mai preso in considerazione. Siamo favorevoli al 100% all’esperienza cinematografica per Wonder Woman 1984 e decisi a sostenere le nostre amate sale cinematografiche.”

Wonder Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

La battaglia dei sessi: la trama, il cast e la storia vera dietro al film

Più volte il tennis è stato protagonista al cinema, specialmente in casi recenti come con il film Borg McEnroe. Sport particolarmente avvincente, questo vanta infatti scontri entrati nella storia tanto per il loro valore culturale quanto per quello simbolico. Uno di questi è proprio quello rappresentato nel film La battaglia dei sessi, diretto nel 2017 da Jonathan Dayton e Valerie Faris. Al centro della trama vi è la celebre partita avvenuta nel 1973 tra i campioni Bobby Riggs e Billie Jean King. Uno scontro entrato negli annali per la sua importanza circa i discorsi sulla parità di genere.

Scritto dalla sceneggiatrice premio Oscar Simon Beaufoy, il film punta così a raccontare i retroscena dietro il celebre incontro, evidenziando la sua importanza al di là del tennis. Dopo essere stato presentato al Telluride Film Festival, il titolo ha iniziato a raccogliere consensi da parte della critica, che ha in particolare elogiato l’interpretazione dei due attori protagonisti. Nonostante ciò, il film si rivelò uno scottante insuccesso al box office. A fronte di un budget di circa 25 milioni di dollari, il film arrivò ad incassarne solo 18 in tutto il mondo. Un risultato nettamente al di sotto delle aspettative, considerando il potenziale della pellicola.

Al di là dello scarso successo economico, il film contribuì a riportare alla luce una storia particolarmente importante e sempre attuale. La battaglia dei sessi si è infatti inserito in una serie di discorsi sulla parità di genere, tematica sempre più centrale nella società odierna. Il film vanta inoltre diverse curiosità, sia per quanto riguarda quelle legate al cast quanto per quelle relative al rapporto con la vera storia dietro al lungometraggio. Vederlo o rivederlo è una buona occasione per scoprire qualcosa di più su uno dei grandi incontri sportivi della storia.

La battaglia dei sessi: la trama del film

È il 1973 e il tennis è uno degli sport più seguiti e popolari del momento. Merito anche di campioni come Bobby Riggs e la giovane Billie Jean King. Il primo, anche se di mezz’età, continua a macinare successi, rivelandosi un grande intrattenitore. I media e il pubblico lo adorano e lui si gode la propria popolarità con fare provocatorio. La King, invece, è molto più riservata e devota alla pratica dello sport tanto amato. La giovane campionessa è però anche una devota guerriera nella lotta contro il sessismo. A far entrare in competizione i due sono infine alcune provocatorie battute di Riggs sul ruolo della donna sul campo di tennis. Egli è infatti sicuro che nessuna tennista potrebbe mai batterlo, e sfida le campionesse del momento a provarci.

È così che nasce lo scontro con la King, la quale inizialmente rifiuta di prestarsi al suo gioco, ma accetta non sopportando più l’arroganza del rivale. I due iniziano così a prepararsi per la grande sfida. Più si avvicina l’incontro, però, più la pressione si fa alta. Lo stress, inevitabilmente, inizia a ripercuotersi anche sulla vita privata di Billie Jean. La giovane si trova infatti in piena crisi di identità, divisa tra il marito e un nuovo amore verso una donna appena conosciuta. Un tale segreto, se rivelato, potrebbe compromettere la sua carriera. Battere Riggs, per lei, diventa allora l’unico modo per dimostrare che le donne meritano pari trattamenti, poiché perfettamente pari all’uomo.

La battaglia dei sessi cast

La battaglia dei sessi: il cast del film

Per dar vita ai personaggi principali del film, la produzione si assicurò la partecipazione di due tra i principali attori del momento. Ad interpretare Billie Jean King è infatti la premio Oscar Emma Stone. Questa al momento di girare il film aveva 28 anni, uno in meno rispetto a quanti ne aveva la King all’epoca dell’incontro. Per poterle assomigliare di più, però, oltre a sfoggiare un’inedita capigliatura la Stone si impegnò per guadagnare circa 6 chili di muscoli. Inoltre, praticò il tennis per diversi mesi, al fine di poter recitare senza l’utilizzo di controfigure le scene previste a riguardo. In origine, però, l’attrice stava rischiando di perdere il ruolo a causa di altri impegni. Fortunatamente, riuscì infine a liberarsi e recitare nel film.

Ad opporsi a lei nei panni di Bobby Riggs vi è invece Steve Carell. L’attore aveva dato prova di grandi capacità drammatiche negli anni precedenti grazie a film come Foxcatcher e La grande scommessa. Egli venne così scelto per dar vita al carismatico tennista, vero e proprio mattatore del film. Come la Stone, anche Carell aveva al momento delle riprese quasi la stessa età che Riggs aveva al momento dell’incontro. Anche l’attore, inoltre, venne affiancato da un giocatore professionista per poter imparare a praticare lo sport nel modo più corretto e credibile. Lodato per la sua interpretazione, Carell venne poi candidato al Golden Globe come miglior attore protagonista.

Accanto a loro si ritrovano poi anche altri noti nomi di Hollywood. Questi sono Andrea Riseborough, nei panni di Marilyn Bernett, amante della King, Sarah Silverman in quelli di Gladys Heldman, fondatrice della rivista World Tennis, e Alan Cumming, nei panni dello stilista Ted Tinling. Jessica McNamee interpreta invece Margaret Court, altra nota tennista dell’epoca, mentre Bill Pulman è il tennista Jack Kramer. Infine John C. McGinley, celebre per aver interpretato il personaggio del dottor Cox nella serie Scrubs, appare qui nei panni di Herb, uno degli amici più stretti di Riggs.

La battaglia dei sessi: la vera storia dietro al film

Nel riproporre sul grande schermo lo scontro tra Billie Jean King e Bobby Riggs, la sceneggiatrice del film si assicurò di essere il più fedele possibile al reale svolgersi degli eventi. È così che, anche se in forma romanzata, è possibile ritrovare nel film quanto realmente accaduto. È vero infatti che prima di sfidare la King, Riggs ebbe modo di confrontarsi con la tennista Margaret Court. Questa venne sconfitta dall’uomo, il quale uso quella vittoria per vantarsi della sua superiorità. Fu solo in seguito alla sconfitta della collega che la King accettò di scontrarsi con Riggs. Questi aveva infatti proposto sin da subito un incontro alla King, che aveva però rifiutato. Pur di dimostrare che le affermazioni dell’avversario erano errate, si dimostrò infine disponibile a dar vita all’incontro.

Anche quanto riportato nel film circa le affermazioni sulle donne fatte da Riggs è vero. Il tennista era infatti noto per le sue battute molto poco corrette nei confronti dell’altro sesso, e ciò portò al suo desiderio di dimostrare che quanto diceva era vero. Sfortunatamente per lui, l’incontro con la King dimostrò la netta superiorità di questa, che ebbe così modo di rivendicare il valore delle donne nel tennis e nella società. Riggs e la King ammisero comunque di non essersi mai realmente odiati, ma anzi rimasero amici dopo il loro scontro. Tra i due nacque infatti un legame di profondo rispetto, e i loro contatti proseguirono fino alla scomparsa di lui. Nel realizzare il film, inoltre, è bene notare che molta dell’accuratezza circa gli eventi è data dal coinvolgimento della vera Billie Jean King, dichiaratasi soddisfatta dalla realisticità con cui il film ritrae la sua storia.

La battaglia dei sessi: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. La battaglia dei sessi è infatti presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Amazon Prime Video, e Tim Vision. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre in programma in televisione per giovedì 8 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Benedict Cumberbatch torna ad essere Doctor Strange in Spider-Man 3

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Mentre dovrebbe essere al lavoro sul sequel del suo film, Benedict Cumberbatch è in trattative per riprendere il ruolo di Doctor Strange in Spider-Man 3, il terzo film della nuova trilogia sull’Uomo Ragno che vede protagonista Tom Holland e alla produzione gli sforzi congiunti di SONY e Marvel. Jon Watts tornerà alla regia.

Deadline riferisce che il piano è che Cumberbatch compaia prima a Spider-Man e poi in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, che Sam Raimi sta attualmente preparando. L’idea è di avere Cumberbatch nel ruolo che Robert Downey Jr. aveva ricoperto in Spider-Man: Homecoming.

Marvel e Sony non hanno commentato la notizia e non è stato possibile raggiungere i rappresentanti di Cumberbatch per un commento. L’accoppiamento sembra naturale dato che i due hanno collaborato con Stark e Star Lord in Avengers: Infinity War e sembravano avere chimica sin dall’inizio.

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU. Nel cast di Spider-Man 3 ci sono confermati  Tom HollandMarisa TomeiJon FavreauZendaya.

Mank: il teaser ufficiale del film di David Fincher

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Mank: il teaser ufficiale del film di David Fincher

A sei anni dal suo ultimo film, Gone Girl – L’Amore Bugiardo, David Fincher sceglie Netflix per tornare alla regia e racconta Mank, la storia dietro alle quinte di Quarto Potere. Dopo aver lanciato brand del calibro di House of Cards e Mindhunter, David Fincher torna a lavorare con Netflix. Il regista dirigerà Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, che racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto Potere.

A interpretare lo sceneggiatore, Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard Fincher il padre defunto di David. Il film dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva essere il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.

Mankiewicz è stato uno degli sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood e ha lavorato con Orson Welles per Quarto Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker, Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle otto, L’idolo delle folle e The Pride of St. Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film diretto da Steven Soderbergh The Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che include Meryl Streep e Antonio Banderas. Sempre per Netflix, David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death & Robots.

Il Rito Delle Streghe: trailer del film in arrivo al cinema

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Il Rito Delle Streghe: trailer del film in arrivo al cinema

Sony Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale di Il Rito Delle Streghe, il nuovo film di Zoe Lister-Jones con  Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone e Zoey Luna. il film sarà nelle sale italiane da giovedì 29 ottobre distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Quattro aspiranti giovani streghe riescono ad ottenere più di quanto desiderano grazie a poteri occulti con i quali, però, dovranno fare i conti. Scritto e diretto da Zoe Lister-Jones, nel cast Cailee Spaeny, Gideon Adlon, Lovie Simone, Zoey Luna, Nicholas Galitzine, con Michelle Monaghan e David Duchovny. Blumhouse e Red Wagon Entertainment sono i produttori del film per Columbia Pictures.

Ben 10 Il Film: Minaccia alla Terra, una clip esclusiva

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Ben 10 Il Film: Minaccia alla Terra, una clip esclusiva

BEN 10 sbarca nello spazio. Il celebre bambino-eroe amato in tutto il mondo torna protagonista sul piccolo schermo in un film inedito, che lo vedrà alle prese con una imperdibile avventura intergalattica: appuntamento sabato 10 ottobre alle ore 19.40 con “BEN 10 IL FILM: MINACCIA ALLA TERRA”, in onda su Cartoon Network (canale 607 di Sky) in prima TV assoluta. 

In questo nuovo film Ben 10 sarà di nuovo alle prese con il malvagio Vilgax, uno dei più temuti alieni dell’universo e spietato conquistatore intergalattico, pronto a minacciare ancora una volta il pianeta Terra. L’eroico Ben 10, con l’aiuto del suo inseparabile orologio Omnitrix che riesce a trasformarlo da ragazzo qualunque in tanti alieni diversi e potentissimi, partirà per un viaggio interstellare per combattere ancora una volta il suo acerrimo nemico, mentre suo nonno Max e la cugina Gwen faranno squadra con Kevin 11 per proteggere la Terra durante l’assenza di Ben. Ma quando il giovane eroe verrà scambiato per un fuorilegge dello spazio, sarà costretto a tornare sulla Terra per difendersi nel processo del secolo… L’amatissimo Ben 10 si prepara così per una nuova ed emozionante avventura in un film ricco di azione e divertimento, in cui dovrà affrontare la sfida più grande di sempre: nello spazio!

In questa avventura intergalattica Ben 10 assumerà delle inedite forme aliene: quella del temibile Omosauro, che con un colpo della sua coda potenziata riesce a provocare onde d’urto potentissime e del potente Inferno, in grado di volare nello spazio profondo e sferrare pugni fiammeggianti.

Nel film ritroveremo tutti i personaggi più amati dello show televisivo: accanto a Ben, ci saranno il suo energico nonno Max, sempre pronto per nuove avventure, e la cugina Gwen, una bambina di 10 anni intelligente e matura. Insieme a loro ci sarà anche Kevin 11, un ragazzo molto intelligente che ha costruito l’Anti-trix, una versione personalizzata dell’orologio Omnitrix, attraverso il quale può creare nuove versioni alternative degli eroici alieni di Ben. La squadra dovrà vedersela con il nemico numero uno di Ben 10, il terribile Vilgax, il cui principale obiettivo è quello di impossessarsi del potente Omnitrix per poter dominare il mondo intero.

Prodotta da Cartoon Network Studios e creata da Man of Action Entertainment (Big Hero 6), la serie originale di BEN 10 è andata in onda per la prima volta su Cartoon Network nel gennaio del 2006, riscontrando fin da subito l’apprezzamento da parte di critica e pubblico.

La serie è diventata rapidamente uno dei brand per ragazzi più forti a livello globale. Ben 10 è infatti uno degli show più seguiti ed amati dai ragazzi ed è anche uno dei franchise di maggior successo a livello mondiale di Cartoon Network.

The Right Stuff: Uomini veri, la recensione della nuova serie Disney+

L’industria cinematografica e televisiva statunitense da sempre ripercorre le grandi gesta dei suoi astronauti e delle loro conquiste spaziali. Da Apollo 13 con Tom Hanks fino al più recente Il primo uomo con Ryan Gosling, l’esplorazione dello spazio è uno dei motivi di vanto degli Stati Uniti, ma ancor di più lo è il raccontare i retroscena di queste avventure. Con la serie The Right Stuff: Uomini veri, disponibile sulla piattaforma Disney+ a partire dal 9 ottobre, si compie un ulteriore passo in questa direzione. Prodotta da National Geographic e dalla Appian Way di Leonardo DiCaprio, questa si compone di otto episodi che mirano a raccontare le vere storie dei primi astronauti d’America, dai sacrifici per diventarlo alle ripercussioni che ciò ha avuto sulle loro vite private.

La serie è inoltre tratta dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1979 dallo scrittore Tom Wolfe, già trasportato al cinema nel 1983 con il plurinominato all’Oscar Uomini veri, interpretato da Sam Shepard, Ed Harris e Dennis Quaid. Anche qui la trama ruota intorno ai sette astronauti chiamati a far parte del Progetto Mercury, una delle prime operazioni spaziali realizzate dalla NASA. Questi sono Alan Shepard (Jake McDorman), Gus Grissom (Michael Trotter), John Glenn (Patrick J. Adams), Scott Carpenter (James Lafferty), Wally Schirra (Aaron Staton), Gordon Cooper (Colin O’Donoghue) e Deke Slayton (Micah Stock). Questi sono destinati a diventare delle vere e proprie leggende, ma ciò avrà ovviamente un prezzo.

The Right Stuff: costruire il mito

Alla base della serie vi è la volontà esplicita di riproporre alle nuove generazioni il racconto di quegli uomini che per primi hanno dato vita alle esplorazioni dello spazio. Su di loro si è infatti fondato e basato molto del progresso di una nazione, e di conseguenza dell’intero mondo. Il contesto in cui tutto ciò avviene è ovviamente legato in modo assai stretto ai motivi che hanno spinto verso queste operazioni. Ci si trova infatti nel 1961, nell’apice della Guerra Fredda, e come si apprende già dal primo episodio, i russi hanno ottenuto importanti traguardi nell’avanscoperta dello spazio. Ciò spinge naturalmente gli americani a voler stabilire nuovi primati a riguardo, e dal desiderio di primeggiare nascono proprio le più grandi conquiste.

Pur se in modo romanzato, la presenza tra i produttori di National Geographic garantisce una certa fedeltà agli eventi storici narrati, permettendo così di affidarsi al racconto di quegli uomini e delle loro gesta. Proprio come un astronauta lo spettatore ha modo di esplorare la loro vita pubblica e privata, assistendo al modo in cui l’una influenza l’altra, e viceversa. The Right Stuff, infatti, non va guardata aspettandosi sbalorditivi viaggi nello spazio, bensì l’accurata preparazione a questi. La preparazione fisica, la comunicazione pubblicitaria, lo studio nei minimi dettagli delle missioni e degli elementi indispensabili per la loro riuscita. Questi sono gli elementi ricorrenti nei primi due episodi visti in anteprima, ma che lasciano presagire saranno anche il nucleo centrale dell’intera serie.

Si potrebbe definire il lato non spettacolare della vita dell’astronauta, eppure The Right Stuff sembra mirare a sfatare questo mito. Questo aspetto viene ulteriormente reso interessante dal suo intrecciarsi con la vita famigliare dei protagonisti, qui particolarmente fondamentale. Sull’insegnamento di Il primo uomo, che esplorava il privato di Neil Armstrong, anche qui gli astronauti trovano maggior approfondimento nel momento in cui sono mostrati tra le mura domestiche. Il divario tra pubblico e privato diventa dunque necessario per poter capire i sacrifici compiuti da questi uomini veri. Questi sono tali non perché astronauti. Ma perché capaci di gestire la responsabilità che tale ruolo porta con sé, tanto all’interno della NASA quanto al di fuori di essa.

The Right Stuff recensione

The Right Stuff: la recensione

Quanto avviene nei primi due episodi della serie è certamente un primo assaggio di quanto poi troverà più ampia esplorazione con lo svolgersi della storia. Come detto, questa di per sé potrebbe non racchiudere eventi particolarmente spettacolari. L’impostazione è difatti molto classica, quasi austera, e ciò genera un tono che facilmente può appesantire la visione. Pur non essendo un documentario, l’intento è proprio quello di riproporre quasi con tale impostazione quanto avvenuto, e ciò potrebbe come sempre rivelarsi un arma a doppio taglio. Il pubblico ideale è infatti un pubblico affascinato da queste storie e i loro retroscena, mentre potrebbe risultare più complesso attrarre spettatori diversi da questi.

In complesso, la serie promette di avere le carte in regola per affermarsi come un titolo particolarmente interessante all’interno della piattaforma Disney. In un catalogo pensato prevalentemente per un pubblico di piccoli o giovani, The Right Stuff può in effetti risultare fuori posto. Eppure, la sua qualità didattica non è da sottovalutare. Già da quanto potuto vedere nei primi due episodi, infatti, le storie degli astronauti protagonisti hanno il potenziale per essere fonte d’ispirazione a livello universale. La promessa, e la speranza, è che questo elemento possa sempre più essere sottolineato nello svolgersi della serie.

 

100%Lupo dal 29 ottobre al cinema

100%Lupo dal 29 ottobre al cinema

Debutterà dal 29 ottobre al cinema 100%Lupo, il film d’animazione diretto da Alexs Stadermann e con le voci italiane di Captain Blazer e Ninna & Matti.

100%Lupo,  film d’animazione tratto dal libro omonimo, scritto dall’autrice di Perth Jayne Lyons. La narrazione esplora l’imbarazzo di diventare un adolescente, in particolare quando sei un po’ diverso … ok, nel caso di Freddy … molto diverso! E’ una commedia dark con uno spiccato senso dell’umorismo, perfetta per le notti di luna piena…sarà nelle sale italiane per Halloween.

Freddy è un outsider che sta lottando per identificarsi con il suo “branco” di licantropi, ma durante la sua prima trasformazione di luna piena qualcosa è andato storto e si ritrova ad essere, un batuffolosso e ridicolo barboncino rosa! A prenderlo in giro ci pensano i suoi cugini invidiosi, i gemelli Harriet & Chariot, a cui hanno dato voce Ninna & Matti (Mattia Stagni e Corinna Navoni), coppia nella vita e su YouTube, che tra challenge e scherzi divertenti hanno conquistato oltre mezzo milione di giovani followers). E poi c’è Captain Blazer (Samuele Matteini) che nella vita è il guru dellla community di Fortnite Italia con i suoi 1.32mln di fan su YouTube, qui interpreta il mentore Bruno, leale, onesto e risoluto. Tutti e tre sono rappresentati dalla casa di produzione What The Factory.

100%Lupo, la trama

Freddy Lupin, erede alla guida di un’orgogliosa linea familiare di lupi mannari. E’ certo di diventare il lupo mannaro più temibile di sempre, ma allo scoccare del suo 14° compleanno, durante il rito della sua prima trasformazione qualcosa va storto e Freddy si trova trasformato in un feroce… barboncino. Isolato dagli anziani del branco, Freddy ha tempo fino al prossimo sorgere della luna per dimostrare di avere il cuore di un lupo, o rischiare di essere cacciato per sempre. Con l’aiuto di un improbabile alleato, un randagio di strada chiamato Batty, Freddy deve superare il suo aspetto rosa e soffice per dimostrare di essere ancora al 100% Lupo.

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