Lo scorso 21 febbraio ha debuttato su Amazon Prime Video la serie Hunters, prodotta da Jordan Peele (Scappa – Get Out, Noi) e interpretata da “gigante” Al Pacino (visto di recente nell’acclamato The Irishman di Martin Scorsese).
Ambientato nella New York del 1977, Hunters racconta di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti che ha scoperto come centinaia di ufficiali nazisti di alto rango si nascondano tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti. L’eclettico team si avventura in una sanguinosa ricerca per assicurare i nazisti alla giustizia e ostacolare il loro nuovo piano genocida.
Ecco di seguito 5 buoni motivi per non perdere la serie:
I richiami ai film d’exploitation

Hunters prende ovviamente spunto dallo stile dei film d’exploitation e dai b-movie degli anni ’70 (epoca in cui è ambientato anche lo stesso show). L’estetica e i toni della serie sono coerenti e al tempo stesso intrigante. L’elemento kitsch e la presenza di una certa dose di violenza sono scelte stilistiche ponderate tanto quanto la complessità della trama. Se mettiamo per un attimo da parte le implicazioni storiche, concentrandoci esclusivamente sul linguaggio dello show come veicolo espressivo per richiamare eventi passati, la serie potrebbe essere considerata – soltanto per questo motivo – un grandissimo successo.
Il cast
Al Pacino, Logan Lerman, Josh Radnor e Carol Kane compongono il talentuoso cast di Hunters. Naturalmente, il gigante Al Pacino è il vero fiore all’occhiello della serie. Josh Radnor, nei panni di Lonny Flash, si cimenta con un ruolo mai affrontato prima. Carol Kane è capace di infondere allo show la giusta dose di umorismo e di emotività. È davvero un ensemble portentoso: se gli attori sono uno dei motivi che in genere vi spingono a guardare un film o una serie, allora i cacciatori di Hunters meritano necessariamente la vostra attenzione.
I collegamenti storici

Sebbene Hunters sia essenzialmente una storia di finzione, alcuni eventi e alcuni personaggi presenti nello show hanno davvero avuto luogo o sono davvero esistiti durante la Seconda Guerra. Dalla visita all’ufficio di Simon Wiesenthal alla sua presentazione al direttore della NASA Wernher von Braun e alla sua indagine sulla vera operazione Paperclip, in più di un’occasione Hunters spinge lo spettatore a documentarsi su Google dopo aver assistito a determinate immagini: se una serie riesce a fare questo, allora può davvero definirsi riuscita.
Mindy e Murray

Di tutti i Cacciatori presenti nello show, incluso il Meyer Offerman di Al Pacino, la coppia di personaggi più interessante è quella costituita dalla coppia Mindy e Murray Markowitz, marito e moglie sopravvissuti all’Olocausto. La loro storia e il loro prezioso contributo al gruppo di Cacciatori vengono delineati in maniera sempre chiara e definita. Due personaggi isterici, segnati dalle ferite di un passato doloroso, ma nonostante tutto amorevoli. Sicuramente, i personaggi più intimamente connessi con la realtà e con la Storia di tutta la serie.
Capire di cosa si tratta…

Sta allo spettatore decidere, in totale autonomia, se uno spettacolo vale o meno la visione, e l’unico modo per farlo è… beh, guardandolo, ovviamente! Se Hunters non dovessi piacerti, almeno sarai in grado di partecipare attivamente e in virtù di una certa consapevolezza alle tante conversazioni esplose sul web proprio a proposito della serie.
Fonte: ScreenRant














I Am Not Okay with This non è certamente l’unica serie disponibile su Netflix ad essere tratta da una graphic novel. Se siete degli appassionati di “romanzi a fumetti”, sulla piattaforma di streaming potete trovare anche Daybreak (basata sull’omonima serie a fumetti di Brian Ralph),

Pur avendo una trama ricca di personaggi sviluppati, La città incantata non è stato realizzato con una sceneggiatura. In effetti, i film di Miyazaki non hanno mai avuto sceneggiature. “Non ho la trama finita e pronta quando iniziamo a lavorare a un film”, ha detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ho tempo. Quindi la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli storyboard. La produzione inizia molto presto, quando gli storyboard sono ancora in fase di sviluppo.” Miyazaki non sa dove lo porta il racconto, quando comincia a lavorare a un film, e lascia che sia la storia ad “accadere” organicamente. “Non sono io che realizzo il film. Il film si fa da solo e non ho altra scelta che seguire la storia”.
Quando Chihiro arriva a casa di Zeniba, la lanterna che salta è un omaggio alla lampada simbolo del logo Pixar, con tanto di effetto sonoro.
Per animare al meglio la scena in cui Chihiro somministra la medicina a forza a Haku nella sua forma di drago, Hayao Miyazaki ha fatto studiare ai suoi animatori la bocca di un cane mentre gli veniva dato da mangiare e un veterinario gli teneva la mascella inferiore.
La scena che mostra la purificazione dello spirito fluviale si basa su un episodio di vita reale dello stesso Hayao Miyazaki in cui il regista ha partecipato alla pulizia del fondale di un fiume, rimuovendo, tra le altre cose, anche una bicicletta.
Per riprodurre la voce della madre di Chihiro mentre parla a bocca piena, l’attrice Yasuko Sawaguchi in realtà ha doppiato il dialogo (nella versione originale in lingua giapponese) mentre mangiava un pezzo di Kentucky Fried Chicken. L’attrice Lauren Holly ha fatto la stessa cosa nella versione inglese, mangiando però una mela.
Nella scena in cui Chihiro schiaccia con il piede il piccolo verme nero che abitava dentro ad Haku, Kamaji dice a Chihiro di “Tagliare la linea!”. Tagliare la linea è una specie di incantesimo porta fortuna giapponese eseguito facendo il gesto di un taglio attraverso gli indici collegati di un’altra persona.
La città incantata è il primo anime ad essere nominato per un Oscar e a vincerlo. È anche il film più lungo di qualsiasi altro nominato o vincente nella categoria dedicata all’animazione (125 minuti). Ad oggi è l’unico film straniero, di produzione non anglofona, ad aver vinto per miglior film d’animazione ed è, infine, l’unico film d’animazione tradizionale a vincere l’Oscar di categoria, visto che gli altri vincitori, dal 2001 (anno in cui è stato istituito l’Oscar) a oggi, sono stato tutti film in CGI.
Il titolo originale del film è Sen to Chihiro no kamikakushi che contiene un gioco di parole. L’inizio del titolo “sen to” (che significa “mille e”), se letto tutto attaccato, “sento”, in giapponese indica lo stabilimento balneare, location principale in cui è ambientato il film.
La scena alla fine del film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena dell’inizio del film, solo invertita.
I personaggi de La città incantata riflettono la loro essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia, “Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen” significa solo mille.




Nei fumetti, i 


Uno degli aspetti più interessanti de 









