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Cannes 2019: Kechiche e Noé annunciati nel programma ufficiale

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Sono stati annunciati gli ultimi titoli ufficiali del programma completo del Festival di Cannes 2019, e dopo il già sospettato Quentin Tarantino con C’Era una Volta a… Hollywood, nella line-up del festival sono stati confermati nomi molto interessanti del panorama mondiale.

In concorso, oltre a Tarantino, è stato annunciato Mektoub, My Love: Intermezzo, il seguito dell’omonimo film (Canto 1) che Abdellatif Kechiche aveva portato a Venezia 74. Il film durerà 4 ore.

Nella sezione Proiezioni di mezzanotte è stato aggiunto Lux Æterna di Gaspar Noé, della durata di 50 minuti. Per Un Certain Regard si fa strada invece l’Italia, con Lorenzo Mattotti che presenta La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1 hr 22), film d’animazione che adatta il libro per bambini di Dino Buzzati, e poi Odnazhdy v Trubchevske di Larissa Sadilova (1h30).

Le proiezioni speciali, invece, si arricchiscono di Chicuarotes, film diretto da Gael Garcia Bernal, di La Cordillera de los sueños di Patricio Guzmán, di Ice on Fire di Leila Conners, e di 5B by Dan Krauss.

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Cannes 2019: il programma con Malick, Almodóvar e 13 registe donne

Spider-Man: Far From Home, gli indizi sul film che arrivano da Endgame

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

spider-man far from home

In attesa del nuovo trailer di Spider-Man: Far From Home che arriverà, molto probabilmente, la prossima settimana, è già tempo di bilanci su quanto abbia svelato del film Avengers: Endgame, il penultimo titolo della Fase 3 e atto finale della saga delle gemme dell’infinito.

Ecco allora tutti gli indizi su Far From Home individuati nel cinecomic dei fratelli Russo:

I compagni di scuola di Peter sono stati colpiti dalla Decimazione

Spider-man: far from home

Come mostrato dall’epilogo di Endgame, Peter tornerà a scuola dopo essere stato resuscitato dallo schiocco del guanto di Tony Stark. Insieme a lui, sullo schermo, abbiamo visto anche Ned Leeds, il suo migliore amico, ma questi non sono gli unici due personaggi riportati in vita.

Di fatto già il primo trailer di Far From Home aveva confermato che la maggior parte del cast sarebbe tornato in scena dopo gli eventi del capitolo precedente diretto dai Russo.

Le persone che sono sopravvissute allo schiocco sono più vecchie di cinque anni, al contrario delle vittime” ha raccontato Joe Russo durante un Q&A, “E la ragione per cui Spider-Man vede Ned a scuola è perché lui, come altri, è rimasto polverizzato. Ovviamente ci sono persone della sua età che non sono morte e che forse ora sono già al college“.

Sarà il vero “finale” della Fase 3

Contrariamente a quanto affermato nei mesi scorsi, Avengers: Endgame non sarà l’ultimo film della Fase 3 del MCU, bensì il penultimo, e a chiudere il sipario sarà Spider-Man: Far From Home. A confermarlo è stato il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige durante un evento di promozione legato a Endgame a Shangai:

Si, Far From Home sarà la fine della Fase 3, ed è la prima volta che lo dico pubblicamente“.

Questo significa che toccherà a Peter Parker e alle sue avventure in Europa contro Mysterio e gli Elementali mettere un punto definitivo sulla terza fase dell’universo condiviso, iniziata nel 2016 con Captain America: Civil War (il film del debutto ufficiale del personaggio, interpretato da Tom Holland).

Non ci sarà Tony Stark

avengers endgame

È triste dirlo, ma visto il destino di Tony Stark in Endgame è evidente che il personaggio non tornerà nel sequel di Homecoming e non sarà più la figura paterna di Peter, cambiando radicalmente una dinamica che si era stabilita a partire da Civil War.

La morte di Iron Man compromette così il piano di rivedere nel MCU il bellissimo rapporto tra i due, ma è possibile che l’eroe si ripresenti in forma di flashback, o di sogno…di certo sarà difficile sostituirlo.

Nick Fury sta cercando i nuovi Vendicatori

samuel l. jackson

Una cosa è chiara: dopo Avengers: Endgame Nick Fury avrà bisogno di una nuova squadra di supereroi che possa proteggere la Terra dagli attacchi nemici, e il primo della lista potrebbe essere proprio Peter Parker, raggiunto durante le vacanze scolastiche in Europa.

E se in Iron Man del 2008 Fury si era avvicinato a Tony di soppiatto nella scena post credits, lo rivediamo fare lo stesso nel trailer di Far From Home; inoltre sappiamo che gli Elementali hanno invaso il pianeta, e reclutare Spider-Man dovrebbe essere solo la fase zero di un futuro progetto…

Happy Hogan giocherà un ruolo nella vita di Peter

Happy Hogan era già apparso in Spider-Man: Homecoming ed è tornato anche nel primo trailer di Spider-Man: Far From Home, dettaglio che ci porta a considerare l’idea che questo personaggio giocherà un ruolo importante nella vita di Peter.

E come Happy ha giurato di prendersi cura della famiglia di Tony alla fine di Avengers: Endgame, potrebbe fare lo stesso con il “pupillo” dell’eroe, magari raccogliendo l’eredità di mentore e guida…oppure sarà il nuovo fidanzato di zia May?

Il film è ambientato nel 2023

spider-man far from home

In molti si sono chiesti quanto tempo trascorrerà da Avengers: Endgame a Far From Home, e che punto della timeline sono state inserite le nuove avventure di Peter Parker, e una risposta abbastanza esaustiva è arrivata da Joe Russo nei giorni scorsi.

Se ricordate, nel primo trailer del film veniva mostrato brevemente il passaporto del protagonista, che deve partire per l’Europa con la scuola, e se avevate fatto attenzione, il documento era sprovvisto della data di rilascio. O meglio, c’era scritto “9 Luglio”, ma non l’anno di scadenza. Errore o scelta consapevole? Probabilmente la seconda.

Ora però abbiamo la conferma: l’anno di Far From Home è il 2023, e torneremo alla realtà cinque anni dopo la Decimazione, e a quanto pare Peter Parker e i personaggi colpiti dalla Decimazione hanno vissuto in una specie di letargo senza invecchiare di un giorno: “Quelle persone non avevano idea di cosa fosse successo, ed è come se si fossero appena svegliate da un lungo sonno.” ha raccontato Russo.

CORRELATO – Spider-Man: Far From Home, le teorie ancora non confermate

Fonte: ScreenRant

C’era una volta a… Hollywood sarà in concorso a Cannes 2019, ufficiale

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Alla fine Quentin Tarantino ce l’ha fatta, il suo C’era una volta a… Hollywood (qui il trailer) sarà presentato in anteprima mondiale e in concorso al Festival di Cannes 2019, esattamente 25 anni dopo il suo esordio sulla Croisette con Pulp Fiction.

Il delegato generale del festival, Thierry Frémaux ha dichiarato: “Avevamo paura che il film non sarebbe stato pronto, visto che non sarà distribuito fino a luglio prossimo, ma Quentin Tarantino, che non ha lasciato la sala di montaggio per quattro mesi, è un vero, leale e preciso figlio di Cannes! Come per Bastardi senza Gloria, sarà sicuramente qui, a 25 anni dalla Palma d’Oro per Pulp Fiction, con un film finito e proiettato in 35 mm insieme al suo cast (Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Brad Pitt). Il suo film è una lettera d’amore per la Hollywood della sua infazia, un tour rock del 1969, e un’ode al cinema tutto. Oltre a ringraziare Quentin e la sua crew per aver passato giorni e notti al montaggio, il Festival vuole ringraziare in maniera speciale la Sony Pictures che ha reso tutto ciò possibile.”

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Cannes 2019: il programma con Malick, Almodóvar e 13 registe donne

Fonte: Deadline

Il Trono di Spade 8: 7 curiosità dall’episodio 3

Winter is coming, e non è solo un modo di dire. Con l’ottava stagione de Il trono di Spade si chiuderà finalmente il cerchio aperto ormai diversi anni anni fa.

Alcuni colpi si scena sono già arrivati, ma sicuramente sono ancora tante le questioni da risolvere e i colpi di scena che arriveranno e che saranno sicuramente molto intensi e disseminati lungo la stagione.

Ecco, intanto, 7 curiosità dall’episodio 3 deIl trono di Spade.

ATTENZIONE – PERICOLO SPOILER

Ci sono volute 55 notti

il trono di spadePer dare vita a La lunga notte de Il trono di Spade è stato necessario effettuare le riprese in 55 notti e un numero sconosciuto di prove giornaliere, con qualcosa come 750 persone tra membri del cast e della crew.

Diversi attori hanno descritto l’episodio come una delle cose più difficili che avessero mai fatto. Maisie Williams ha riportato, durante un intervista con Entertainment Weekly, “Niente ti può prepare di quanto questo sia prosciugante. È notte dopo notte, e ancora e ancora, e non finisce. Non puoi ammalarti, e devi stare attento per te stesso perché c’è così tanto da fare che non può farlo nessun altro… ci sono momenti in cui ti senti a pezzi come un qualsiasi essere umano e vorresti solo piangere”.

Iain Glen (Jorah Mormont) lo ha descritto come un “vero test”, davvero infelice. Ti addormenti alle sette del mattino e quando ti svegli a mezzogiorno sei ancora così stanco che non riesci a fare nulla, e poi torni a fare ancora il tutto quanto. Non hai una vita al di fuori di esso”. Rory McCann (The Hound) ha ammesso: “tutti pregano di non doverlo fare mai più”.

La preparazione con scene cinematografiche

Durante la preparazione, per poter dare poi il via alle riprese, il regista Miguel Sapochnik ha provato a cercare delle sequenze di lunghe battaglie realizzate per il grande schermo, senza essere in grado di traovarle.

Mentre scrivevano l’episodio, D. B. Weiss e David Benioff volevano che quella che si vede diventasse la sequenza di battaglia più lunga mai vista e presentata di un film o sul piccolo schermo. Una delle sequenze più vicine allo scopo prefissato, e trovata da Sapochnik, è stata quella dei 40 minuti de La battaglia del fosso di Helm in Il Signore degli Anelli – Le due torri (2002).

Il regista ha studiato questa sequenza per determinare quando e se il pubblico avrebbe avuto della “fatica da battaglia”, cioè se lo spettatore si potesse in qualche modo annoiare o disinteressare da un’azione troppo priva di significato. Ironicamente, la sua conclusione è stata “meno combattenti  si possono avere in una sequenza specifica, e meglio è”.

Miguel Sapochnik è stato fortemente voluto

il trono di spadePer realizzare questo La battaglia del fosso di Helm de Il trono di Spade, David Benioff e Dan Weiss ha espressamente chiesto al regista Miguel Sapochnik di ritornare dopo il successo de La Battaglia dei Bastardi e La Battaglia di Hardhome avuto negli anni precedenti.

La richiesta era quella che Sapochnik tornasse a dirigere un episodio sia della stagione sette che dell’ottava: il regista, però, aveva dichiarato che non sarebbe riuscito a fare entrambe le cose e, quindi, si è deciso di mantenere l’accordo per la stagione 8.

Anche dopo che le sceneggiature erano già pronte per l’ultima stagione e il piano originale prevedeva che il regista avrebbe diretto gli episodi 3,4 e 5, Miguel aveva poi deciso di lasciare perdere la 8×03.

Tuttavia, David e Dan hanno insistito affinchè fosse lui a dirigere anche quel specifico episodio e che avrebbe avuto tutti i mezzi necessari a disposizione, ritenendo che fosse il migliore regista per dare vita ad una battaglia così grande, essendo anche la più ambiziosa e logisticamente complicata della serie.

Non ci sono storie parallele

Così come è accaduto nel 2012 per la puntata L’assedio (2×09) e nel 2014 per Il coraggio di pochi (4×09), questo episodio, The Long Night, è stato realizzato interamente in una sola location, Winterfell, per coprire ogni singola battaglia e non include alcuna storia parallela.

È la quarta volta che avviene questo fatto, cioè di avere un singolo luogo in cui svolge l’intero episodio: oltre ai due precedentemente citati, vi è anche l’episodio Un cavaliere dei Sette Regni (8×02).

Tra le altre cose, bisogna considerare che questo episodio realizzato in una sola location, senza storie parallale, si sviluppa in qualcosa come 82 minuti, rendendolo l’episodio più lungo dell’intera serie.

La svolta inaspettata di Maisie Williams

Maisie Williams, come altri dei suoi colleghi, si era prefissata di leggere la sceneggiatura di volta in volta per poter vivere l’esperienza di questa ultima stagione in maniera intensa, sicchè aveva letto soltando qualche parte della sceneggiatura dell’intera stagione de Il Trono di Spade.

In sintesi, aspettava di poter leggere insieme lo scrip con il resto del cast alla conference room a Belfast. Come lei stessa racconta, “stavo arrivando a lavoro e tutti stavano parlando dell’episodio 3 e il regista mi chiese se lo avessi già letto”.

Quando hanno iniziato le riprese di GoT lei ancora non aveva letto l’episodio e quando lo ha dovuto fare per dare vita alla 8×03 ha capito quanto il suo personaggio diventasse protagonista di una svolta monumentale in maniera del tutto inaspettata.

L’episodio mostra Jon Snow fallire

il trono di spade

Per il regista dell’episodio, Miguel Sapochnik, ha fatto il fatto di non mostrare ai fan la convinzione che Jon Snow (Kit Harington) potesse uccidere Night King, “ho pensato, se vedo Arya correre allora so che sta per accadere qualcosa.

Così è come arrivare quasi a perderla dalla storia e poi arriva a soprendere tutti e a far cadere tutte le speranze riposte in Jon, che è sempre stato il ragazzo del momento. Così, il punto è che si arriva a seguire Jon in maniera continua, così da indurre il pubblico a pensare “Jon lo sta per fare, Jon lo sta per fare…” e poi fallisce. Fallisce all’ultimo minuto. Quindi, spero che sia un’interessante cambiamento che nessuno si aspetta”.

Il lavoro è iniziato nel giugno del 2017

Il regista dell’episodio ha lavorato sulla vicenda che si sviluppa nel corso degli 82 minuti dal giugno del 2017: “Sto lavorando da sette mesi e mezzo, che sono circa 130 giorni, praticamente un processo che è quasi più lungo della maggior parte dei film che vengono realizzato.

Quindi, in termini di lavoro, sono quasi 6/7 giorni a settimana, dalle 16 alle 18 di lavoro al giorno e, sì, è tanto. Sapevo fosse pesante quando sono salito a bordo. Mi sentito più tranquillo perché c’è un formato per approciarsi agli episodi e per poterli realizzare. Come tipio, le sceneggiature sono ricche, più di quanto si possa effettivamente realizzate.

Il processo di ridimensionalmente ha richiesto diverso tempo questa volta, perché David e Dan volevano ci fosse tutto. Tutti vogliamo tutto ma bisogna andare incontro alla realtà dei fatti e di quello che si può realmente fare. Ciò per cui ci ho messo molto tempo risiede nell’episodio 3, e cioè nel fatto di non annoiare il pubblico dopo 20 minuti di battaglia”.

Fonti: IMDb, Entertainment Weekly

Sophie Turner e Joe Jonas si sono sposati a Las Vegas

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Nella sua vita “seriale” non è stata troppo fortunata in amore, mentre nella vita reale sembra che le cose le vadano decisamente meglio. Sophie Turner si è sposta a sorpresa a Las Vegas con Joe Jonas, il suo fidanzato dall’ottobre del 2017.

A differenza di quanto si potesse immaginare, i due innamorati sono convolati a nozze dopo la cerimonia dei Billboard Music Awards 2019, che si è tenuta a Las Vegas la scorsa notte. Siamo sicuri che i due avranno in programma una cerimonia adeguata al loro status di star, ma per adesso si sono già promessi amore eterno davanti a… Elvis!

A questo link i video delle nozze di Sophie Turner e Joe Jonas

Mentre Joe Jonas è noto per il suo lavoro in campo musicale con i Jonas Brothers, Sophie Turner ha conosciuto la fama grazie a Games of Thrones, lo show HBO in cui interpreta Sansa Stark.

Come accennato, il destino coniugale di Sansa, nella serie è molto più tragico rispetto a quello di Sophie, per fortuna. Promessa sposa a Re Joffrey, la fanciulla viene poi ceduta a Tyrion Lannister, che per fortuna si rivela un marito gentile e rispettoso. Scappata dalla capitale e da quel matrimonio che comunque lei odiava, viene gettata in pasto ai Bolton e al folle Ramsay, che abusa di lei in ogni modo possibile, fino a che non si libera da sola e assiste, con un certo gusto, alla morte del suo marito aguzzino.

Oltre alla stagione conclusiva della serie, Sophie Turner sarà protagonista, a partire dal 6 giugno in sala, di Dark Phoenix, il prossimo film sugli X-Men che la vede tornare nei panni di Jean Grey.

MCU: le teorie sul futuro del franchise dopo Endgame

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

mcu fase 4

La fine della Fase 3 del MCU è ormai alle porte: dopo Avengers: Endgame, che chiude definitivamente la saga delle gemme dell’infinito, sarà Spider-Man: Far From Home (in uscita a luglio) a capitolare questa prima grande epopea targata Marvel Studios. E dopo, quali sono i piani di Kevin Feige e co. per la Fase 4?

Ecco alcune teorie sul futuro del franchise:

Il futuro è nel cosmo

captain marvel

Ancor prima dell’uscita di Endgame, era stato proprio Kevin Feige ad anticipare il ruolo sempre più importante che avrebbe ricoperto il lato “cosmico” del MCU nella Fase 4. Le basi di questo salto nell’universo esistono, costruite a partire dal franchise di Thor, fino ai due capitoli di Guardiani della Galassia e, recentemente, con i viaggi nello spazio di Captain Marvel.

Di certo film come Gli Eterni e i possibili sequel con Carol Danvers suggeriscono che sarà il cosmo l’ambientazione principale del futuro, e ora che i personaggi della Fox sono tornati sotto il controllo della Marvel, ci sono infinite direzioni di trama da esplorare.

Passaggio di testimone

Come molti fan avevano ipotizzato, Avengers: Endgame ha visto sfaldarsi la formazione originale dei Vendicatori favorendo l’ingresso in prima linea dei personaggi considerati “secondari”. E ora che Iron Man e Vedova Nera sono fuori dai giochi, Captain America è invecchiato e Thor ha preso la via dello spazio con i Guardiani, chi prenderà il loro posto nel MCU?

Il finale di Avengers: Endgame, almeno per quanto riguarda il destino di Captain America e la sua eredità è tutt’altro che emblematico: tornato dal viaggio nel Regno Quantico invecchiato, Steve cede lo scudo a Sam Wilson lasciando intendere che sarà lui il prossimo supereroe a stelle e strisce. E Bucky invece? Giocherà il ruolo di spalla?

La figlia di Clint Barton potrebbe sostituire Occhio di Falco, Valchiria sarà al posto di Thor la guida di Asgard, e Morgan Stark o Harley Keener raccoglieranno il testimone di Iron Man?

A-Force

Una scena chiave della battaglia finale di Endgame mostra riunite tutte le supereroine del MCU, da Captain Marvel a Wasp, insieme a Okoye e Valchiria, mentre fanno fronte comune, ed è un momento davvero emozionante se pensiamo che è la prima volta che il MCU propone una soluzione del genere.

Già durante la promozione di Captain Marvel, primo titolo dell’universo Marvel ad avere una supereroina come protagonista, Brie Larson si era detta disposta al 100% a partecipare ad un progetto collettivo con le altre eroine,così come Tessa Thompson ed Evangeline Lilly si sono sempre mostrate entusiaste all’idea.

Dunque è possibile che quella scena abbia anticipato l’arrivo dell’A-Force al cinema? Nei cinquant’anni di storia dei fumetti Marvel, questa è la prima volta che una formazione degli Avengers si presenta interamente al femminile…

I nuovi Avengers

captain marvel

Sul ruolo di Captain Marvel nel futuro dell’universo cinematografico Marvel si è detto molto, a partire dal livello dei suoi poteri per nulla paragonabili a quelli dei suoi colleghi Vendicatori fino alla capacità di attraversare Terra e Spazio in grande facilità. Abbiamo scoperto le origini dell’eroina, il suo viaggio personale e la ricerca della propria identità nel film con Brie Larson, ed è chiaro che i Marvel Studios penseranno ad un sequel (o addirittura ad un franchise) in cui raccontare le sue imprese.

Ma guardando il quadro generale, è possibile che Carol diventi la nuova leader degli Avengers, sostituendo Tony Stark e Steve Rogers alla guida del team? Difficile a dirsi. Alla fine di Endgame compare da sola, al funerale di Tony, e non è chiaro se tornerà a difendere i pianeti di cui parla a War Machine o se invece resterà sulla Terra.

Eroi altrettanto famosi, come Black Panther, Doctor Strange, Spider-Man, Ant-Man e Wasp sembrerebbero pronti a entrare nella nuova squadra…

Asgardiani della Galassia

La fine di Avengers: Endgame sembra indicare che il futuro di Thor sia insieme ai Guardiani della Galassia, lui che apostrofa la nuova squadra come gli “Asgardiani della Galassia”, che è il nome di un team di eroi apparso nei fumetti.

Questo significa che il Dio del Tuono è ora un membro permanente dei Guardiani? La sceneggiatura di James Gunn per il Volume 3 ha sempre incluso il personaggio? E se è così, Thor ha il potenziale per cambiare l’intera dinamica di questo franchise?

Prequel

vedova nera

Chi pensava che il film su Vedova Nera attualmente in sviluppo avrebbe ripreso le avventure di Natasha Romanoff dopo gli eventi di Endgame, è stato presto smentito dal film conclusivo della Infinity Saga che invece ha confermato il contrario: il cinecomic fungerà da prequel, visto che nel terzo atto Natasha muore sacrificandosi per ottenere la gemma dell’anima e risparmiando la vita dell’amico Clint Barton.

Dunque è evidente che Vedova Nera sarà a tutti gli effetti un viaggio nel “passato” del MCU (come Captain Marvel, ambientato in un’epoca mai esplorata all’interno dell’universo condiviso), riprendendo le sorti dell’agente Romanoff quindici anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica negli Stati Uniti, forse in un momento della timeline antecedente a Iron Man 2.

Realtà alternative

loki

I viaggi nel tempo sono un concetto assai complesso e problematico, e Endgame non ha reso il compito facile per lo spettatore. Soprattutto perché nelle sequenze in cui gli eroi tornano nel passato per recuperare le gemme ci hanno introdotto un ulteriore snodo narrativo, ovvero l’idea di realtà alternative esistenti.

Uno dei momenti più divertenti di Avengers: Endgame arriva quando i Vendicatori tornano nel 2012 in tempo per la Battaglia di New York cercando di procurarsi il Tesseract, che invece finisce nelle mani di Loki. Il Dio dell’Inganno coglie l’occasione e fugge via, e di lui non si hanno più tracce.

Cosa significa esattamente questo per Loki? È ancora morto? È vivo? Questa scelta sembrerebbe aver causato un flusso di tempo parallelo che è diverso da quello attuale, dunque ora c’è una linea temporale in cui il personaggio è scappato con una delle gemme dell’infinito. Potrebbe essere questo il presupposto della nuova serie su Loki di Disney +?

Nuovi personaggi

captain britain marvel studios

La voce secondo cui i Marvel Studios erano al lavoro per portare nella prossima fase del MCU le avventure di Captain Britain, alter ego di Brian Braddock e personaggio creato da Chris Claremont nel 1976, si era diffusa nei mesi scorsi e all’epoca si era parlato di un possibile coinvolgimento del regista Guy Ritchie e della presenza di Black Knight, lo storico e ricorrente alleato dei fumetti.

Ora però sembra che Avengers: Endgame abbia confermato questa ipotesi.

Nel film, quando Steve Rogers e Tony Stark tornano indietro nel tempo agli anni ’70 per recuperare il Tesseract, i due visitano la sede originale dello S.H.I.E.L.D. intravedendo, tra gli altri, anche Peggy Carter nel bel mezzo della sua giornata lavorativa. E in quel momento, la frase pronunciata dal grande amore di Cap – sottovoce però, quindi poco chiara – potrebbe aver posto le basi per l’ingresso di Captain Britain nella Fase 4 del Marvel Cinematic Universe. Peggy parla infatti di un agente invisibile chiamato “Braddock” che “non ha effettuato il check-in“: forse si tratta proprio di Brian Braddock, o di suo suo padre?

Altri nuovi personaggi potrebbero venire dalla galleria prima in mano alla Fox, senza considerare gli Eterni, Shang-Chi, Namor e Black Knight.

Il prossimo villain

I tempi in cui si lamentava la mancanza di un degno villain nel MCU sono finiti grazie all’arrivo di Thanos e alla sua bellissima analisi inserita in Infinity War, ma adesso che il progetto del Titano Pazzo è giunto al termine, quale sarà il prossimo grande cattivo dell’universo condiviso?

Sempre sul versante cosmico, personaggi come Kang il Conquistatore e Galactus sono al centro di molte teorie popolari, mentre sulla Terra è interessante considerare nomi del calibro di Norman Osborne e Doctor Doom.

CORRELATO – Avengers: Endgame, 15 curiosità dal film che non sapete

Fonte: ScreenRant

Avengers: Endgame diventa un cocktail, l’Iron Man-go Punch

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Il film del momento, il film dell’anno, il film del decennio, a chiudere un ciclo, ad aprirne uno nuovo, Avengers: Endgame. Anche il mondo del beverage, fatto di appassionati di cinecomics, si adegua e applica la propria creatività al mondo degli spiriti. Nicholas Pinna, barmanager dell’Hotel Locarno di Roma e grande appassionato del genere e dei personaggi Marvel, ha ideato un drink inedito ispirato proprio a uno dei personaggi della saga che maggiormente hanno influenzato l’immaginario collettivo dei fan in tutto il mondo. Ne risulta Iron Man-go Punch, un drink con spoiler: chi lo beve, alla fine… ne ordinerà un altro!

Si prepara con pochi ingredienti: 6 cl di Gosling’s Rum, 4 cl di purea di mango, 1.5 cl di sciroppo ananas e rooibos (il tè rosso africano), 2.25 cl di succo di lime, Angostura bitter e dello Champagne Jacquart.

Nell’iron shaker tutto si consuma: dramma, commedia e momenti epici, con finale in climax crescente di gusto. Il Gosling’s Rum si unisce alla squadra della purea di mango dal classico costume giallo, con quindi il succo di lime, inizialmente acerbo, ma raddolcito dallo sciroppo di ananas e rooibos. L’angostura bitter si sacrifica per tutti e arriva il top delle bollicine di Champagne Jacquart a risolvere la situazione e il combattimento finale. Shakerare il tutto vigorosamente, aggiungendo una garnish virata al rosso, con frutti come ribes e ciliegia, omaggio al personaggio interpretato da Robert Downey Jr. Iron Man-Go è un amico fedele, che non tradisce, dalla corazza rigida e il cuore leggero.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, ecco perché Captain Marvel ha una piccola parte nel film

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L’avvento di Captain Marvel nel Marvel Cinematic Universe ha cambiato le carte in tavola, non soltanto perché ha introdotto un personaggio simbolico e rappresentativo di una nuova generazione di fan, la prima donna titolare di un film tutto suo in casa Marvel, ma anche perché Carol Danvers ha scombinato la scala dei valori e dei poteri tra eroi e villain.

Alla fine della visione di Captain Marvel, tutto il mondo dei fan del MCU ha pensato la stessa cosa: Thanos è spacciato!”. Ma le cose sono andate diversamente in Avengers: Endgame.

Il film infatti ha ritagliato per l’eroina galattica un ruolo quasi marginale, che si concentra nel prologo e poi nel terzo atto, durante la mischia, momento in cui Carol è decisiva solo per abbattere l’astronave di Thanos che sta infierendo con un attacco aereo. Il suo confronto diretto con Thanos la vede chiaramente all’altezza dell’avversario, se non fosse che lui, in quel momento, possiede le Gemme (e si libera di Carol con un magistrale uso della Gemma del Potere).

Ma se gli sceneggiatori di Endgame avevano questo asso nella manica, perché non lo hanno usato per spazzare via Thanos in un batter d’occhio? È una domanda che in molti si sono posti e alla quale proprio gli sceneggiatori hanno risposto, durante un’intervista con New York Times.

Christopher Markus e Stephen McFeely hanno spiegato che Carol ha degli obblighi con gli altri pianeti in giro per la Galassia, pianeti che lei cutodisce e difende da un ventennio, ormai. Lo dice lo stesso personaggio nel film, spiegando che “passerà un po’ di tempo prima che mi rivediate”.

Le motivazioni che giustificano questa scelta sono molteplici e sicuramente gli obblighi di Carol verso i popoli che non hanno i Vendicatori sono tanti. Tuttavia ci sono stati anche dei motivi tecnici che hanno impedito al personaggio di essere presente nel film.

Prima di tutto, stando a quanto dichiarato dagli sceneggiatori, questa era la storia degli Original Six, dei sei vendicatori originali, la loro parabola conclusiva, ed era giusto che fossero loro ad avere il centro della scena. Carol rappresenta il nuovo del MCU, e Iron Man, Cap, Thor, Occhio di Falco, Hulk e Vedova Nera il vecchio, erano loro che avevano bisogno di una conclusione.

In secondo luogo, non dimentichiamo che Avengers: Endgame è stato girato Back to Back con Infinity War, quindi prima di Captain Marvel. Gli sceneggiatori hanno spiegato che non hanno avuto molto tempo per assecondare le tempistiche di produzione. Infinity War e Endgame sono stati girati durante le riprese sia di Black Panther che di Captain Marvel e, mentre le produzioni di questi due film da solisti sono cominciate e finite, quelle dei due film corali sono andate avanti. Per questo motivo è stato complicato inserire i personaggi in un contesto che non avevano ancora maturato. Per esempio, stando a Markus e McFeely, “abbiamo girato le scene con Brie Larson prima che lei girasse il suo film. Stava recitando battute per il suo personaggio ambientate 20 anni dopo la sua storia di origini che non era stata ancora scritta per intero. È stato da pazzi.”

Si tratta di un’ulteriore conferma della capacità organizzativa dei Marvel Studios, e della sincronizzazione perfetta del loro metodo di lavoro.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, la battuta finale di Tony Stark è stata una scelta last minute

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Nel 2008, “Io sono Iron Man” fu la perfetta chiusura dello standalone con Robert Downey Jr. che lanciava ufficialmente il Marvel Cinematic Universe. Un azzardo, premiato dal pubblico, che ha condotto il progetto di Kevin Feige al successo di Avengers: Endgame, culmine narrativo della saga che coincide con l’addio a uno dei personaggi più amati dai fan.

E tra tutti i richiami al passato del MCU, la frase pronunciata da Tony Stark prima di morire è forse il migliore: siamo negli ultimi momenti del film, con Thanos che tuona “Io sono ineluttabile” e l’eroe, che nel frattempo ha rubato le gemme dell’infinito e sta per schioccare le dita, risponde fiero “E io sono Iron Man“.

Di quella scena in particolare hanno parlato i registi Joe e Anthony Russo spiegando che la battuta non era nemmeno nella sceneggiatura iniziale ma che è stata aggiunta all’ultimo minuto grazie al suggerimento del montatore durante la post-produzione:

Tony non avrebbe dovuto dire nulla in quel momento, ma eravamo nella sala di montaggio chiedendoci se dovesse farlo. D’altronde si trattava di un personaggio vissuto e morto dicendo battute…Non riuscivamo a trovare una soluzione, c’erano tantissime frasi diverse, poi il nostro editor Jeff Ford, che ha lavorato con noi in tutti i quattro film dei Marvel Studios, ha detto “Perché non ci limitiamo a chiudere il cerchio facendogli dire Io sono Iron Man?”. Non abbiamo perso tempo e siamo andati a girare subito la scena“.

L’avreste mai immaginato?

Avengers: Endgame, cosa pensa Robert Downey Jr. del destino di Iron Man?

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Spider-Man: Far From Home, ecco quando arriverà il nuovo trailer

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Il nuovo trailer di Spider-Man: Far From Home è stato ufficialmente classificato, durerà circa 2 minuti e 38 secondi e arriverà, molto probabilmente, nel corso della prossima settimana. E se il primo diffuso lo scorso gennaio era stato poco chiaro sull’ambientazione e il ruolo dei personaggi (soprattutto Mysterio), forse possiamo aspettarci qualche risposta da quello in arrivo?

Si, Peter Parker è sopravvissuto agli eventi di Avengers: Endgame, e il sequel riprenderà dopo il eventi del film uscito nelle sale poche settimane fa e in cui abbiamo visto anche Ned, il suo migliore amico, proprio nelle scene finali. Dunque la speranza è ottenere ulteriori dettagli sulla trama che i Marvel Studios tengono ancora nascosta: chi sono gli Elementali? Perché si trovano nelle maggiori capitali europee? Quale sarà il ruolo di Mysterio? È un alleato del supereroe protagonista o tradirà la fiducia di Nick Fury?

Comicbookmovie inoltre riporta che è stata classificata anche una versione più breve del trailer, quindi è probabile che verrà rilasciata una versione internazionale con footage aggiuntivi.

Spider-Man: Far From Home, Joe Russo chiarisce la timeline del film

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, tutte le risposte che vorremmo dal film

Fonte: CBM

La bambola assassina: il poster è una “minaccia” a Toy Story?

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Il nuovo teaser poster de La Bambola Assassina sembra rievocare un preciso franchise che vedremo tornare al cinema la prossima estate. Si tratta di Toy Story della Pixar, che arriverà il 27 giugno con il suo quarto capitolo.

L’uscita del nuovo poster del remake del classico horror ci riporta alla mente il teaser poster di Toy Story 4 che ci mostrava il nuovo Woody, lo sceriffo protagonista. Solo che in questo caso, sullo stesso sfondo, vediamo una mano di pezza abbandonata accanto a un cappello da cowboy e una gambetta in jeans e scarpette rosse che esce di scena.

A confermare l’accostamento è stato anche Mark Hamill, che sarà la voce di Chucky per il film in originale. Ecco invece di seguito il poster de La Bambola Assassina:

I due franchise erano già stati accostati tempo fan, ovviamente a causa del fatto che in maniera molto diversa sono entrambi ambientati nel mondo dei giocattoli, grazie a un video mash-up in cui Toy Story diventava un vero e proprio horror. A questo link potete vedere il video.

Chucky, la bambola più spietata della storia del cinema, sta per tornare. Il film sarà nelle sale cinematografiche da mercoledì 19 giugno, distribuito in anteprima mondiale da Midnight Factory, etichetta horror di Koch Media.

La bambola assassina, first look

Realizzato dai produttori di IT e diretto da Lars Klevberg (Polaroid) è un prodotto targato Orion Pictures Corporation, società MGM. Chucky è molto più di un giocattolo…è il tuo migliore amico.

Avengers: Endgame, un grafico spiega la timeline interna del film

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È stato chiaro da subito che Avengers: Endgame avrebbe dedicato una parte importante della sua durata ai viaggi nel tempo. Le teorie si sono da subito affollate in rete e anche le foto trapelate dai vari set del film testimoniavano che la storia avrebbe riportato gli eroi sui loro passi, alle battaglie già condotte e vinte negli anni precedenti allo scontro diretto con Thanos.

Tuttavia, ogni volta che si parla di viaggio nel tempo, si rischia di confondere le idee, con i paradossi temporali, le linee temporali, gli incontri con i se stessi del passato. Insomma, la filmografia pop è piena di esempi del genere, e gli Avengers hanno dovuto fronteggiare, aggirare, esorcizzare e sbeffeggiare ognuno di quei paradossi e di quegli impedimenti per compiere la loro missione.

Tuttavia, lo spettatore medio è rimasto forse confuso dai vari intrecci e viaggi, e così, grazie a Heroic Hollywood, possiamo avere accesso a un diagramma che ci dà una mano a orientarci in tutti questi salti. Eccolo:

E a seguire, la legenda per comprendere meglio i vari punti nel tempo:

  1. Tre squadre di Avengers lasciano la piattaforma del tempo nel 2023 (MT, t1);
  2. Nel 2014, Vedova Nera e Occhio di Falco arrivano su Vormir, e Nebula e War Machine su Morag;
  3. …creando la Timeline 1 (BT1, T1);
  4. Occhio di Falco e War Machine separatamente tornano nel 2023 (BT1, t2);
  5. La Nebula buona del futuro viene catturata, la Nebula cattiva torna nel 2023 al suo posto (BT1, t3);
  6. Thor e Rocket arrivano nella Asgard del 2013;
  7. …creando la Timeline 2 (BT2, t1);
  8. Rocket e Thor ritornano nel 2023;
  9. Iron Man, Ant-Man, Captain America e Hulk arrivano a New York nel 2012, durante la Battaglia;
  10. …creando la Timeline 3 (BT3, t1);
  11. Ant-Man e Hulk ritornano nel 2023;
  12. Iron Man e Captain America vanno nel 1970 alla base dello Shield;
  13. …creando la Timeline 4 (BT4, t1);
  14. Iron Man e Captain America ritornano nel 2023;
  15. War Machine, la Nebula cattiva, Occhio di Falco, Thor, Rocket, Ant-Man, Iron Man e Captain America tornano tutti al 2023 nella MT, t2;
  16. La Nebula cattiva porta Thanos dalla BT1, t3 alla MY, t3;
  17. Captain America nella MT, t4 si reca a restituire le Gemme;
  18. Alla BT1, t5 restituisce le Gemme di Potere e Anima;
  19. Poi salta dalla BT1, t6;
  20. Alla BT2, t3 dove restituisce la gemma della Realtà;
  21. Poi salta dalla BT2, t4;
  22. Alla BT3, t3, dove restituisce le gemme di Mente e Tempo;
  23. Poi salta dalla BT3, t4;
  24. Alla BT4, t3, dove restituisce la gemma dello Spazio;
  25. Poi salta dalla BT4, t4;
  26. all’America degli anni Cinquanta, invece di tornare al 2023, creando la Timeline 5 (BT5, t1);
  27. Dopo circa settant’anni ritorna dalla BT5, T2;
  28. Alla MT, t5, per consegnare lo scudo a Sam Wilson.

Tutto chiaro?

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, cosa pensa Robert Downey Jr. del destino di Iron Man?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Con Avengers: Endgame si chiude un ciclo e i Marvel Studios dicono addio per sempre al suo attore più rappresentativo, colui che c’è stato fin dall’inizio, quando Iron Man diede vita a questo intricato e appassionante universo condiviso: Robert Downey Jr. Alla fine del film Tony Stark impugna il guanto dell’infinito, ruba tutte le gemme a Thanos, e schiocca le dita riportando l’equilibrio nell’universo; purtroppo è lui a dover sacrificare la sua vita in cambio di quella dei compagni, e l’eroe cade sul campo di battaglia prima di essere raggiunto dall’amata Pepper Potts.

Ma qual è stata la reazione di Downey Jr. una volta appreso il destino del personaggio? A rivelarlo è uno dei registi, Anthony Russo, in un’intervista con l’Hollywood Reporter:

Una volta deciso che volevamo questo tipo di finale per il personaggio, dovevamo sicuramente assicurarci che Robert fosse a suo agio, proprio per il suo enorme contributo al MCU […]

[…] Molti attori non sono convinti di ciò che facciamo. Ma a loro piace il fatto che siamo in grado di controllare queste storie e che li stiamo guidando dove il racconto dovrebbe andare, perché la visione ci è chiara e hanno fiducia in questo. Penso che Downey abbia avuto delle emozioni contrastanti riguardo alla direzione in cui sarebbe andato Tony Stark…ma credo che, in fin dei conti, lo abbia totalmente accettato.

È evidente che dopo undici anni trascorsi nei panni di Iron Man, il progetto di doverli abbandonare definitivamente non sarà stato facile da accettare. Tuttavia niente è scontato nel MCU, e cosa impedirebbe a Kevin Feige di rigiocarsi le sue carte nel futuro del franchise? Endgame segna davvero l’addio di Downey?

Avengers: Endgame – La recensione

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Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

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Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: THR

Avengers: Endgame, i Russo sulla mancata scena post credits. Ecco cos’è quel rumore

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Dal 2008, i Marvel Studios ci hanno abituati ad aspettare la fine dei titoli di coda dei loro film, per scoprire cosa sarebbe accaduto. La scena post credits, sin da Iron Man con Samuel L. Jackson che parlava di Iniziativa Avengers, è sempre stata fonte di emozione e rivelazioni, un’anticipazione di quello che sarebbe venuto dopo. Avengers: Endgame ha interrotto questa tradizione.

Parlando con USA Today, Joe e Anthony Russo, registi del film, hanno commentato la scelta di non inserire una post credits scene e nemmeno una mid credits: “Non è mai stata in programma. Il film si chiama Endgame (la fine dei giochi) per un motivo. Tutto qua. Questa è la fine. Il libro è chiuso per quanto riguarda quel capitolo dell’universo Marvel e un nuovo libro verrà scritto.”

“È stato il primo film Marvel a cui abbiamo lavorato senza pensare al futuro.” Hanno spiegato i registi, che per Marvel hanno diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, e per ogni film hanno lavorato pensando a ciò che sarebbe arrivato dopo. Ma non questa volta.

“Non esiste un futuro, adesso – ha spiegato Anthony Russo o meglio, ci sarà, ma non è nostra responsabilità.” 

Una storia chiusa, con buona pace di chi avrebbe voluto vedere ancora gli stessi personaggi al cinema. Tuttavia, sappiamo che alla fine dei titoli di coda qualcosa in effetti c’è: il suono metallico di un martello, come avevamo detto, la rievocazione di qualcosa che conosciamo bene, il rumore di Tony Stark che costruisce la sua prima armatura.

I fratelli Russo hanno fugato ogni dubbio: si tratta di “un’eco del passato”, soltanto un omaggio al modo in cui sono cominciate le cose. “Un piccolo segnalibro, comincia e finisce.” Così, i registi fanno chiarezza anche su quell’ultimo dubbio, invitandoci a non sperare più in altre storie di Iron Man, almeno per come lo conosciamo.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

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The Suicide Squad: Daniela Melchior sarà Ratcatcher nel film di James Gunn

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Continuano gli aggiornamenti su The Suicide Squad, il reboot del franchise targato Warner Bros. che vedrà alla regia James Gunn, e dopo la conferma dell’ingresso nel cast di David Dastmalchian arriva quella di Daniela Melchior, star televisiva portoghese, che nel film interpreterà Ratcatcher.

Nei fumetti originali viene presentato come alter ego di Otis Flannegan, criminale di Gotham City e antagonista di Batman, rinchiuso nel penitenziario di Blackgate per aver commesso aggressioni, rapimenti e rapine. Il suo più grande potere? Saper comunicare con i topi e addestrarli come servi mentre indossa una maschera antigas.

È evidente che la versione di Gunn non sarà un uomo ma una donna, e secondo quanto riporta Variety il personaggio verrà collegato a quello di Idris Elba (ancora ignoto). Dastmalchian entrerà invece nei panni di Polka-Dot Man, nome in codice di Abner Krill, un truffatore di basso livello che cerca di farsi un nome con crimini e un costume dagli effetti speciali, come macchie che si trasformano in seghe e dischi volanti, mentre John Cena dovrebbe interpretare Peacemaker.

The Suicide Squad: un attore del MCU entra nel cast

Per quanto riguarda il reboot, è stato confermato il ritorno nel cast di Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda Waller) insieme a Joel Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il leader della task force), così come Jai Courtney sarà ancora Captain Boomerang e Margot Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo. Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle ultime settimane, non sostituirà Will Smith per interpretare Deadshot ma che la produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per ora ignoto) all’attore.

Sempre sul reboot Justin Kroll di Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili, che Dave Bautista non parteciperà al progetto come ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher Smith.

Secondo quanto riferito nelle ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali dei fumetti a cui si ispira.

Fonte: Variety

Jonas Rivera, produttore di Toy Story 4, racconta il ritorno di Woody & Co

Jonas Rivera è entrato a far parte della famiglia Pixar dall’inizio, all’epoca della realizzazione di Toy Story. Era il 1995, e il giovane Jonas portava i caffè ai boss dello studio. A distanza di 24 anni, Rivera è arrivato a Milano per presentare il prossimo film della Pixar, in cui è coinvolto in veste di produttore: Toy Story 4.

Certo, il nuovo film del franchise sui giocattoli non è il primo prodotto da Rivera, che vanta nel CV già un premio Oscar per Inside Out, sempre alla Pixar, che divide con Pete Docter. Tuttavia, per chi lavora in questo studio, partecipare a un film di Toy Story ha un che di magico e primordiale, come toccare l’origine, il punto vitale dello Studio stesso.

Toy Story 3 ha chiuso alla perfezione il racconto della trilogia, accomiatandosi dall’infanzia e passando il testimone ad altre storie. I giocattoli di Andy continuano ad avere un’utilità e allo stesso tempo Andy, con gratitudine, andrà avanti senza di loro. Forse proprio per la perfezione di questa conclusione, l’annuncio di Toy Story 4 ha destato qualche perplessità. Come si è trovata una storia che potesse davvero valer la pena di raccontare?

“Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo film, abbiamo deciso che la storia doveva davvero essere valida, sapendo che il finale di Toy Story 3 era un finale meraviglioso. La cosa di cui più abbiamo discusso erano i personaggi, perché le avventure sono importanti solo ai fini dello svolgimento di una trama, in realtà quello che abbiamo analizzato è stato il personaggio di Woody, riflettendo sul fatto che valesse la pena continuare a raccontare il suo personaggio anche dopo i suoi anni con Andy. Abbiamo pensato che fosse possibile esplorare ulteriormente questo personaggio.”

In occasione della presentazione, sono stati mostrati anche 20 minuti del film, in esclusiva, in cui si nota subito che alcune scene, come nella migliore tradizione di Toy Story, sono decisamente cupe (in questo caso la scena ambientata nel negozio di antiquariato) e con riferimenti cinefili ben precisi. Dettagli troppo difficili per i bambini a cui il film è destinato?

“In realtà noi facciamo i film per noi stessi, questo perché siamo in realtà dei bambini e ci comportiamo come tali, ma al tempo stesso siamo dei cinefili alla Pixar e quindi amiamo tutto il cinema. Tutto questo lo riversiamo nei film che facciamo. Ovvio che poi ci auguriamo che quello che facciamo possa piacere anche a tutto il pubblico. Ripensando alle scene che vi abbiamo mostrato oggi hanno dei toni noir, ma c’è anche molta commedia. Io ho tre figli di 13 10 e 7 anni e sono loro il mio riferimento perché reagiscono a quello che gli mostro, e questo mi insegna molto su ciò che può funzionare meglio o peggio.

Tra l’altro, ogni volta che si parte con un progetto nuovo, ad esempio è accaduto con Inside Out, qualcuno si è chiesto se fosse troppo esoterico o filosofico, troppo giocato sulle emozioni. In realtà poi scopriamo che i bambini capiscono molto meglio degli adulti, il nostro è un pubblico intelligente. È chiaro che vedendo una scena con un riferimento a Viale del tramonto un bambino non può riconoscere quel riferimento cinematografico, però capirà che si trova davanti a una situazione di pericolo o a una situazione più comica, divertente. Ci sono più livelli sui quali lavoriamo.”

La più grande novità del film è quella legata a Bo Peep, un personaggio che abbiamo incontrato ne primi film e che poi è sparito dal terzo, una lampada della sorellina di Andy che aveva un legame speciale con Woody. La ritroviamo profondamente cambiata in questo film.

“Siamo stati molto fortunati ad avere con noi, nel team, delle donne che erano responsabili del personaggio, sia da un punto di vista dell’animazione, sia da quello dello sviluppo della storia. Lo abbiamo rinominato il team Bo, era la squadra dedicata a lei e quando si è trattato di lavorarci su, hanno chiesto a noi uomini di uscire, di non interferire, e hanno deciso loro come si doveva muovere, come doveva essere vestita e come si doveva comportare. Non si volevano gli stereotipi o le scelte e scontate. Hanno realizzato un personaggio deciso e forte, e da questo è venuto fuori il personaggio che vedrete nel film.”

Toy Story 4: presentati in anteprima 20 minuti. La descrizione delle scene

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In occasione della presentazione di Toy Story 4 a Milano, con Jonas Rivera (qui l’intervista), produttore del film Pixar, come ospite d’onore, sono stati proiettati 20 minuti del nuovo film Pixar che arriverà nelle sale il prossimo 27 giugno.

Ecco di seguito la descrizione delle scene che vedono tornare al cinema Woody, Buzz, Jesse e tutti gli altri avventurosi giocattoli che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli ultimi 24 anni, da quando, nel 1995, è arrivato sul grande schermo il primo Toy Story.

Il prologo

TOY STORY 4

La prima sequenza presentata è il prologo del film, l’unica scena che è stata mostrata ad essere completa al 100% di effetti e dettagli. La scena ci mostra la casa di Andy sotto un forte temporale, con Woody che cerca di salvare la macchinina telecomandata che Andy ha dimenticato in giardino, nella canaletta di scolo. La forte pioggia ha infatti creato un fiumiciattolo che rischia di trascinare via il giocattolo.

Per salvare il suo amico, lo sceriffo si fa aiutare dagli altri giocattoli, tra cui Bo Peep, la pastorella che, più che un gioco, è la decorazione di una lampada in camera della sorellina di Andy. La bambina ha però deciso che non ha più paura del buio, quindi Bo Peep, le sue pecorelle e la sua lampada, non servono più, imballate e pronte per essere spedite via.

Woody però è sconvolto, si infila nello scatolone di Bo e cerca di convincerla a tornare in casa e di nascondersi tra gli altri giocattoli, ma la pastorella ha il cuore spezzato, come tutti i giocattoli accantonati dai bambini, e resta dov’è. Woody è dispiaciuto, ma capisce il dolore della sua amica. I due si separano.

Bonnie e Forky

TOY STORY 4

La seconda sequenza ci riporta nel presente. Alla fine del terzo capitolo abbiamo visto che Andy lasciava i suoi giochi alla piccola Bonnie, e lì ritroviamo tutti loro, con la bimbetta di 5 anni che ha costretto i giochi ad adattarsi a una nuova routine, che però è diversa da quella a cui erano abituati, visto che i giochi di Bonnie sono da bambina e spesso li lasciano esclusi. Questo lascia Woody un po’ infelice, visto che era abituato ad essere il preferito di Andy, mentre con Bonnie finisce sempre nelle retrovie, in mezzo alla polvere, fino a quando, addirittura, Bonnie stacca la stella dal suo petto di sceriffo e la appunta su quello di Jessie!

Nel film sembra quindi chiaro che Woody dovrà cercare una nuova prospettiva. Solo che lui ancora non lo sa e si ostina a voler aiutare Bonnie a tutti i costi, soprattutto adesso che la bambina dovrà andare in una scuola tutta nuova. Si infila così nel suo zainetto e va a scuola con lei. Bonnie però sembra non ambientarsi bene nel nuovo ambiente, così l’intervento di Woody le sarà molto utile. Lo sceriffo si getta nel cestino dei rifiuti, raccoglie quello che può e lo lancia sul tavolo di Bonnie, la bambina, creativa e ricettiva, coglie l’occasione per costruirsi da sé un giocattolo che chiamerà Forky. Sarà lui il nuovo arrivato a casa, tra gli altri giocattoli, ma la sua autostima ha qualche problema: essendo stato costruito da oggetti buttati via, da spazzatura, il giocattolo avrà sempre la tendenza a considerarsi tale e a cercare il “suicidio” nel secchio dell’immondizia.

L’intervento di Woody sarà ancora una volta determinante. Lo sceriffo è convinto che il giocattolo nuovo, creato da Bonnie, sarà fondamentale per farla tornare serenamente all’asilo, e così vuole tenerlo “in vita” a tutti i costi, riuscendo a evitare che questo si ricicli.

Il negozio di antiquariato

TOY STORY 4

La scena successiva vede un momento del film che viene un po’ più avanti. La famiglia di Bonnie parte per le vacanze in camper. Nel luogo di villeggiatura dove sono diretti c’è un negozio di antichità, un antiquario, che vende anche costosi giocattoli vintage. Proprio in questo posto, affascinante e inquietante, Woody e Forky andranno alla ricerca di una vecchia amica.

Questa scena è stata definita da Rivera una miniera d’oro di Easter Eggs, per via del fatto che l’affollamento di oggetti in quel negozio ha permesso ai geni della Pixar di inserire molteplici riferimenti alla cultura pop e anche alla stessa Pixar al suo interno.

La scena assume da subito delle tinte da thriller: un vecchio grammofono viene fatto partire e il vinile suona la musica della sala da ballo di Shining. Arriva Gaby Gaby, una bambola vintage a grandezza naturale, creata negli anni ’50 e con lo stesso meccanismo che consente a Woody di parlare tirando la corda (Ho un serpente nello stivale, cit.).

La bambola richiama chiaramente il personaggio di Norma Desmond in Viale del Tramonto, la diva d’altri tempi dimenticata a causa della modernità e del tempo che scorre. Da Woody, Gaby Gaby vuole il meccanismo vocale, che lo sceriffo ha ancora intatto. Il suo piano si manifesta subito diabolico: smontare Woody pezzo per pezzo.

Il ritorno di Bo Peep

TOY STORY 4

Fuggito dal negozio di antiquariato, Woody perde di vista Forky, e mentre pensa a un modo per recuperarlo, il parco giochi dove ha trovato rifugio viene invaso dai bambini. In quel momento, viene “salvato” da quella che si rivelerà essere Bo Peep.

La pastorella di porcellana è cambiata in tutti questi anni: al posto dell’ampia gonna indossa quelli che sembrano essere solo i mutandoni che indossava già sotto, un abbigliamento più comodo per facilitare i movimenti. E sì, perché la nuova Bo è una specie di eroina super agile, ha modi schietti ed è diventata un po’ cinica. La nuova Bo si muove a bordo di una macchinina elettrica mimetizzata con una specie di pelle di puzzola, che le consente di tenere lontani i bambini del parco giochi e ha una nuova amica, oltre alle sue tre pecorelle. Bo sarà una delle protagoniste di questa quarta avventura, che darà possibilità a Woody di completare la sua parabola. La nuova amica di Bo Peep è Giggle McAlly una specie di Polly Pocket, il giocattolo più piccolo mai apparso in Toy Story.

Il cambiamento più grande che Woody riscontra in Bo è però quello caratteriale, la dolce pastorella è adesso una specie di guerriera cinica, che non ha più fiducia nei bambini, come era già accaduto a Lotso, l’orso viola del terzo film. Ma Woody, rievocando l’aiuto che Bo ha dato alla sorellina di Andy per imparare a combattere la paura del buio, riesce a convincere la sua amica ad aiutarlo: il suo scopo è rientrare nel negozio di antichità e salvare Forky.

Per farlo hanno però bisogno di Duke Kaboom, un nuovo personaggio divertentissimo, doppiato da Keanu Reeves in originale. Duke si trova nel ritrovo dei giochi senza padrone, dove Bo viene accolta da vera star. Incontrato il nuovo personaggio, anche lui ha una storia da raccontare: regalato per Natale ad un bambino, è stato subito dimenticato perché non riusciva a compiere davvero le acrobazie che prometteva lo spot tv che lo pubblicizzava.

Al Luna Park

TOY STORY 4

Mentre Woody cerca di recuperare Forky, il resto dei giocattoli che Bonnie ha portato con sé in vacanza cerca di ritardare la partenza della famiglia, per evitare di lasciare indietro lo sceriffo. Così Buzz pensa di andare a cercare l’amico, ma si ritrova in un lunapark dove viene catturato da un giostraio che, senza pensarci troppo, lo lega a una bamcarella trasformandolo in un premio.

In questa occasione, lo space ranger incontra Ducky e Bunny, due peluche uniti per la zampina che da anni sperano di essere vinti. I due, costretti a una convivenza forzata e annoiati dalla loro vita senza libertà ed emozioni, cominciano a deridere il nuovo arrivato.

Non sono un assassino: recensione del film con Riccardo Scamarcio

Non sono un assassino non è il classico film che cerca di trattare una tematica processuale oppure di mostrare una lista di intersecati eventi e parlare del tema della giustizia. In questo film è l’investigazione la reale protagonista, figlia di sospetti e sotterfugi che sembra guardare oltre, andando al di là della convezione da thriller, cercando di scavare nel fondo dell’animo umano, delle sue modificazioni, delle sue condotte e dei suoi punti di non ritorno, opponendosi alla purezza.

Non sono un assassino è proprio questo, il capire come l’ego di una persona sia capace di disegnare un uomo perfetto, affascinante e ricco di qualità solo all’apparenza, per poi scoprire che non fa che rivelare di essere l’opposto di quello che realmente è, un uomo perso nei suoi vorticosi meccanismi, capace di salvaguardare se stesso e le proprie apparenze, meno capace di farlo con chi gli vuole davvero bene: un bene che Francesco Prencipe (interpretato da Riccardo Scamarcio) non ha nemmeno nei confronti di se stesso.

Perché Prencipe è un inattaccabile vice questore che risulta essere l’unico indagato e l’unico responsabile dell’omicidio del giudice e amico Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), incontrato la mattina della morte di quest’ultimo e risultando l’ultima persona ad averlo visto vivo. Ogni indizio ritiene Francesco responsabile dell’omicidio e di questo viene accusato dalla PM (Claudia Gerini) che conosce il suo passato e che si trova a sostenere l’accusa che viene respinta e contrattaccata dall’avvocato e amico dell’imputato Giorgio (Edoardo Pesce).

Il film di Andrea Zaccariello, che è anche co-sceneggiatore del film insieme a Paolo Rossi, ha cercato di mettere per immagini il diario interiore del protagonista del film descritto nell’omonimo libro di Francesco Caringella, diventando per lo più una lezione di montaggio attuata da Massimo Quaglia. Infatti, è grazie a questo, all’alternarsi dei numerosi flashback e salti temporali, che è stato possibile raccontare la vita del protagonista, del legame che lo univa con Giovanni e che sembra unirlo ancora con Giorgio, spaziando dall’adolescenza agli anni della gioventù, da quando avevano trent’anni fino ai cinquanta. Tre amici per la vita con ognuno le proprie scelte che ne determinano il presente e che ne hanno determinato le proprie ombre.

Non sono un assassino aveva tutte le carte in regola per poter diventare un ottimo giallo d’introspezione, salvo risultarlo solo per metà e rinunciare a quel possibile poker d’assi calato sul tavolo. Se la trama funziona, così come i suoi intrecci, sono i suoi personaggi a risultare quasi fin troppo esasperati e snaturati, dando l’apparenza di non far più parte di un thriller melò, ma di un giallo che strizza involontariamente l’occhio alla comedy, andando oltre quello su cui ci si dovrebbe focalizzare: i sogni di tre uomini che, facendo il giro di boa delle loro vite, si accorgono di aver vissuto in sogni che non rimasti altro che quello.

Scrubs: 10 cose che non sai sulla serie cult

Scrubs è una di quelle serie che è rimasta nell’immaginario collettivo per molti anni e vi rimane ancora. E questo grazie alla sua ironia, all’originalità nel trattare argomenti di diverso tipo e per aver accopagnato i suoi spettatori per diversi anni.

Ormai la serie si è conclusa da nove anni ma ancora viene ricordata, così come vengono ricordati i suoi interpreti che hanno regalato delle meravigliose interpretazioni. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Scrubs.

Scrubs, gli episodi

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1. Titoli ordinari fino alla nona stagione. Una delle caratteristiche di Scrubs, che anche aiutato a farla diventare una serie ormai cult, risiede nei titoli. Infatti, se ci si fa caso, per le prime otto stagioni, quasi ogni titolo di un episodio inizia con la parola “My”. Sono state fatte delle eccezioni notevoli solo per gli episodi che iniziano per La sua storia, La sua storia II, La sua storia III e La sua storia IV. Ognuno di questi episodi conteneva la narrazione intena di un personaggio diverso da J.D. (ad esempio Dr. Cox, Turk, Elliot, Carla, The Janitor e Dr. Kelso). C’è anche La loro storia in cui si ascoltano i pensieri di Ted, Todd e Jordan. In La loro storia II vengono seguiti i pensieri di tre stagisti. A partire dalla stagione 9, ogni titolo dell’episodio inizia con “Our”.

2. La serie è andata avanti per nove stagioni. Durante la prima stagione il creatore della serie e il cast pensavano che Scrubs sarebbe stata cancella entro la fine della stagione e, quindi, hanno messo in atto un colpo di scena che avevano previsto in caso la serie non avrebbe ottenuto il successo sperato. Questo plot twist fece notare che The Janitor (Neil Flynn) non ha mai parlato direttamente e che sarebbe una figura immaginata da J. D. (Zach Braff). Questa idea è stata mantenuta nella seconda stagione, fino a quando Flynn ha chiesto a Bill Lawrence (creatore della serie) di poter finalmente interagire con un altro membro del cast.

3. La stagione otto sarebbe dovuta essere l’ultima. Pare, infatti, che questa stagione era stata pianificata come l’ultima, ma il creatore Bill Lawrence decise di aggiungere una nona stagione e di non dare vita a spin-off. Come risultato, lo show è cambiato in maniera significativa. La nona stagione ha cambiato persino titolo in Scrubs: Med School, J.D. non era più il protagonista principale, furono aggiunti nuovi attore e attrici al cast e titoli degli episodi iniziavano con Our invece che My.

Scrubs: il Cast

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4. Zach Braff è stato protagonista assoluto. Scrubs è una serie diventata molto famosa ed è rimasta nell’immaginario collettivo grazie anche al contributo dell’attore protagonista Zach Braff. L’attore americano ha saputo dare un apporto unico alla serie, improvvisando anche diverse battute che sono state tenute in fase di montaggio degli episodi. Tra le altre cose, è stato sempre a lui a dare vita, ai fan della serie, a qualche possibile speranza che il cast possa ritornare insieme: “Forse se fosse un film per la televisione, o qualcosa di simile, sarei interessato”.

5. La serie è conosciuta anche per i suoi camei. Una delle serie che ha fatto del cameo un’opera è d’arte è certamente Scrubs, che ha ospitato diversi attori che sono apparsi in ruoli minori. Tra i tanti, si ricordano Michael J. Fox che veste i panni del dottor Kevin Casey, Mike Schwartz nel ruolo del fattorino Lloyd e R. Lee Ermey che interpreta il padre dell’inserviente.

Scrubs frasi

6. Scrubs è un cult grazie alla sue frasi. Non è raro che una serie rimanga nell’immaginario collettivo, anche a  distanza di anni, e che avvenga grazie anche alle sue frasi. Non a caso, Scrubs è comunemente molto citata, ed ecco qualche esempio di frasi più diffuse:

  • Mi serve un caffè bollente che mi dia sprint alla falcata e che mi trascini le chiappe sul water! (Dr. Kelso)
  • Il sesso è uno sport. Come il racketball: ci dai dentro per mezz’ora, sudi un sacco e speri di non perderci un occhio. (Dr. Cox)
  • Io ti amo. Mi secchi più di quanto abbia ritenuto mai possibile ma… voglio passare ogni irritante minuto con te. (Turk)
  • Diamo uno sguardo alla mia vita privata: io sto insieme a una donna che odio, mio figlio di due anni mi chiama Perry e… soprattutto, quello che ancora non sono mai riuscito a confessare a nessuno, è che il sabato sera mi piace indossare un bel vestito da donna e andare in giro coi tacchi alti per i bar a farmi chiamare “la merciaia”. (Dr. Cox)
  • Perché le ragazze giuste hanno sempre fidanzati gonorroici, ma non puoi dirglielo perché sei il medico di lui? (J.D.)

Scrubs curiosità

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7. Come un live action dei Simpson. Ancora prima che i live action diventassero di moda, il creatore della serie, Bill Lawrence, ci aveva già pensato. In più interviste, infatti, ha dichiarato che voleva che questo show fosse una sorta di live action de I Simpson, non solo nello stile dell’umorismo, ma anche con i numerosi ospiti di alto profilo e un cast abbastanza ampio fatto di personaggi ricorrenti. In un episodio del 2006, JD ha commentato che Grey’s Anatomy (2005) era così realistico che “è come se qualcuno stesse guardando la nostra vita e l’ha messa in televisione”, una battuta presa in prestito da un episodio degli anni ’90 de I Simpson (1989), e lo stesso di Dinosauri (1991).

8. L’esperimento dell’alta definizione. Il finale della quinta stagione, My Transition, è stato completato e trasmesso in alta definizione, attuando una sorta di esperimento. Quello che ne è venuto fuori, è che Scrubs risultò essere il primo spettacolo a completare una modifica online in Final Cut Pro SD e, con questo episodio, diventò il primo spettacolo ad essere realizzato in alta definizione in Final Cut Pro. In ogni caso, lo spettacolo ha continuato a essere prodotto in definizione standard.

9. La serie è stata girata in un vero ospedale. Scrubs è una serie che potrebbe non sembrare, ma è stata girata in un vero ospedale. L’edificio in questione è il Medical Center of North Hollywood che ha consentito al cast e alla troupe di utilizzare il terzo piano che era vuoto. Così, tutti quanti si sono trasferiti lì, diventando il luogo delle riprese. Pare, poi, che dopo la fine della nona e ultima stagione, terminata nel 2010, l’edificio sia stato demolito nel 2011.

Scrubs streaming

10. Tutte le stagioni di Scrubs in streaming sono disponibili sul canale Star di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Scrubs e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Fonti: IMDb, eonline,

Avengers: Endgame, che fine ha fatto Goose?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Il ruolo tutto sommato marginale di Captain Marvel nella trama di Avengers: Endgame avrà sicuramente deluso chi si aspettava un ritorno in scena più decisivo e “prepotente” (almeno viste le aspettative cresciute dopo la scena post credits di Infinity War), eppure resta il rammarico di non aver inserito nel quarto capitolo sui Vendicatori altri personaggi del franchise di Carol Danvers – escluso Nick Fury – come gli Skrull o la sua adorabile e pericolosissima gatta Goose.

La “vera” star del film con Brie Larson, un alieno Flerken sotto copertura, avrebbe potuto svolgere un ruolo nella battaglia degli Avengers contro Thanos, e da tempo circolavano diverse teorie circa il suo contributo che evidentemente non si sono realizzate. Sullo schermo abbiamo visto Carol salvare Tony Stark e Nebula nello spazio, riportare indietro i due eroi al quartier generale dei Vendicatori, aggiornare Natasha Romanoff sulla situazione critica dell’universo post-schiocco, infine intervenire nel conflitto decisivo disintegrando la nave del nemico e proteggendo il guanto dell’infinito poi passato nelle mani di Iron Man.

Purtroppo di Goose non c’è stata traccia, e ogni indizio ci porta a pensare che non sia nemmeno vivo al momento. D’altronde dagli anni Novanta è trascorso più di un decennio, quindi è possibile che il gatto abbia trovato la sua fine nel periodo che intercorre tra Captain Marvel e questo film; inoltre, se ragioniamo sulla schedule dei Marvel Studios e sul fatto che il cinecomic su Carol sia stato scritto e girato dopo Endgame, è facile ipotizzare che i Russo e gli sceneggiatori Stephen McFeely e Christopher Markus non sapevano nemmeno dell’esistenza di Goose o quanto sarebbe diventato popolare tra i fan.

Questo non significa che non rivedremo il personaggio nel sequel di Captain Marvel…

CORRELATO – Goose: tutti i segreti sul gatto di Captain Marvel

Leggi anche:

Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: Comicbook

Avengers: Endgame, il mistero di Cap e della sua ultima missione

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Alla fine di Avengers: Endgame, quando Thanos è stato sconfitto e le cose sono state ripristinate secondo la volontà degli eroi, nonostante le perdite, Steve Rogers viene incaricato di restituire le Gemme dell’Infinito al rispettivo posto nel flusso del tempo, esattamente dal punto dove ognuno di loro le aveva prese.

In questo modo la linea temporale principale del MCU viene ripristinata, stando almeno a ciò che viene spiegato nel film e viene anticipato dall’Antico di Tilda Swinton. Nell’idea dei Vendicatori, Steve sarebbe dovuto andare nel passato, compiere le sua missione e tornare indietro. Tuttavia, come ben sappiamo, non torna indietro, almeno non subito. Sceglie di rimanere nel passato, con Peggy Carter, finalmente!

Porta con sé anche il Mjölnir di Thor, che aveva impugnato nella battaglia contro Thanos, in una delle scene più epiche del terzo atto, in cui, a colpi di scudo e martello, Cap è sul punto di sopraffare il Titano. Il martello dei Dio del Tuono, così come le Gemme, va riportato nella sua linea temporale, ai fatti di The Dark World.

La sua scelta però avrebbe dovuto creare un’intera linea temporale nuova, in cui esiste un Cap congelato e uno che torna a casa da Peggy. Oppure no? Dove si è fermato il “nostro” Steve? I registi del film hanno commentato proprio questo mistero:

“Se Cap dovesse tornare nel passato e vivere lì, creerebbe una realtà ramificata – ha spiegato Joe Russo – Allora la domanda diventa: come è tornato in questa realtà per consegnare lo scudo a Sam?”

“Domanda interessante, vero? – continua Joe – Forse c’è una storia da raccontare. Ci sono molti strati incorporati in questo film e abbiamo passato tre anni a rifletterci sopra, quindi è divertente parlarne e, si spera, riempire buchi per le persone in modo che capiscano bene a cosa stiamo pensando.”

Ma in quella scena ci sono altre domande, altre curiosità che emergono dal salto temporale di Steve. Le reazioni di Bucky, l’eredità di Sam, ad esempio. I Russo hanno confermato che, nel momento in cui Steve si appresta a partire, Bucky ha già intuito l’intenzione del suo amico di rimanere indietro nel tempo. Probabilmente è questo che giustifica il dialogo che i due hanno prima della partenza. Ma come fa Bucky a sapere cosa ha intenzione di fare Steve? Può essere che il Soldato d’Inverno ha già incontrato lo Steve “alternativo” in un’altra linea temporale? Sembra che la risposta sia sì, stando a quanto fanno capire i Russo.

Per quanto riguarda Sam, invece, sembra proprio che Falcon non avesse alcun indizio di quelle che erano le intenzioni di Steve, come spiega Joe Russo: “Sam non sa nulla”. Falcon non ha idea di Old Cap, ed è per questo che Bucky lo spinge ad andare a parlare con l’ormai anziano Steve Rogers seduto su quella panchina. Bucky ha già la risposta alle domande che Sam sta per fare. Sappiamo che entrambi i personaggi torneranno nella serie Disney +, al momento in fase di lavorazione, e immaginiamo, a questo punto, che Sam Wilson porterà con sé anche lo scudo che Cap gli affida a fine film.

Lo scudo che Steve dà a Bucky è quello che viene dal passato, visto che quello del presente viene distrutto durante la lotta contro Thanos. Il passaggio di consegna è ufficiale dal momento che è lo stesso Captain America in carica a consegnare l’oggetto al successore.

Potrebbe anche essere, però che nella timeline con Old Cap possa esistere un momento in cui lo scudo non è più di Steve ma già di Sam, anche se il giovane amico di Rogers non lo sa. In questo modo, Steve sta solo restituendo lo scudo al legittimo proprietario. Ma se così fosse, cosa ne è stato di Sam, dal momento che lo scudo è stato portato a questa linea temporale?

Si tratta di domande molto valide sollevate da quell’unica scena finale, e secondo i Russo le risposte che potrebbero esigere i fan non sono state ancora scritte, e magari c’è una storia, da qualche parte, che aspetta di essere ancora raccontata.

Quando Steve vecchio saluta Sam, notiamo tutti la fede nuziale al suo dito, tutti sappiamo che sta ad indicare che Steve ha scelto finalmente di vivere la sua vita con Peggy, e Sam gli chiede di lei. Ma Old Cap risponde: “No … no, non credo che lo farò (parlarti di lei)”.

Sappiamo che Steve è tornato indietro e che è andato a vivere in una timeline secondaria. Tuttavia, molti fan si chiedono se si tratti di una disattenzione. Steve Rogers potrebbe aver trovato un modo per riallineare le timeline? Se è così, ciò gli permetterebbe di vivere nell’ombra come il “marito segreto” di Peggy, che è stato riconosciuto ma non è stato identificato finora nell’universo cinematografico Marvel. Ciò sembra improbabile sulla base del fatto che Joe Russo ha detto che una delle domande più ovvie è “come è tornato in questa realtà?”

La presenza pacifica e nascosta di Steve nella realtà principale crea anche molti paradossi: perché non riesce ad arginare l’infiltrazione di Hydra nello SHIELD? Perché non avverte i Vendicatori della prossima invasione aliena nel 2012? Perché non interferisce in tutte le principali tragedie e conflitti che conosciamo?

Forse lui agisce, ma sarebbe comunque in un universo alternativo, non certo nel principale. Quando rifiuta educatamente di parlare a Sam di sua moglie, potrebbe essere un suggerimento anche al pubblico: non potete sapere tutto, almeno non ancora.

Probabilmente si tratterà del prossimo passo, della narrazioni delle famiglie a diversi livelli temporali, con il racconto delle realtà alternative delle famiglie degli eroi. Ad esempio, all’intera domanda “Dove è andato Cap?” potrebbe essere data risposta nella serie animata di What If che la Marvel sta sviluppando per Disney +.

Il primo titolo annunciato esplora cosa accadrebbe se fosse stata Peggy Carter la protagonista dell’esperimento in cui Steve ha ricevuto il siero del Super-Soldato. E se quel mondo fosse quello in cui Steve è andato ad abitare? Con Peggy che fa la supereroina e lui che è un “normale” marito?

L’ultimo dettaglio della scena è invece una curiosità tecnica che i fratelli Russo hanno svelato a EW: l’uomo anziano, nel film, era effettivamente Chris Evans invecchiato con make up e CGI. “Ovviamente, se non avesse funzionato perfettamente, poteva minare le intenzioni emotive della scena – afferma Anthony Russo Abbiamo usato un sacco di effetti pratici, quindi è stato un lavoro di makeup molto elaborato che è stato poi perfezionato con il CG, perché ci sono alcune cose che non puoi fare con il trucco per rendere credibile quell’età sul volto di un uomo giovane”.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Spider-Man: Far From Home, Joe Russo chiarisce la timeline del film

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Spider-Man: Far From Home chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU, tuttavia resta irrisolto uno dei misteri principali sul film anche a pochi mesi dall’uscita: quando è ambientato? Quanto tempo è trascorso da Avengers: Endgame? A che punto della timeline sono inserite le nuove avventure di Peter Parker.

In merito alla questione è intervenuto Joe Russo durante un Q&A, spiegando che Peter tornerà a scuola dopo essere stato resuscitato dallo schiocco del guanto di Tony Stark avvenuto sul finale di Endgame. Insieme a lui, sullo schermo, abbiamo visto anche Ned Leeds, il suo migliore amico, ma questi non sono gli unici due personaggi riportati in vita; di fatto il trailer di Far From Home ci conferma che la maggior parte del cast tornerà esattamente come loro, cinque anni dopo gli eventi del capitolo precedente diretto dai Russo.

Le persone che sono sopravvissute allo schiocco sono più vecchie di cinque anni, al contrario delle vittime” ha raccontato il regista, “E la ragione per cui Spider-Man vede Ned a scuola è perché lui, come altri, è rimasto polverizzato. Ovviamente ci sono persone della sua età che non sono morte e che forse ora sono già al college“.

Per quanto riguarda Peter Parker e i personaggi colpiti dalla Decimazione, per cinque anni hanno vissuto in una specie di letargo senza invecchiare di un giorno: “Quelle persone non avevano idea di cosa fosse successo, ed è come se si fossero appena svegliate da un lungo sonno. L’unico a conoscenza del tempo trascorso è Doctor Strange, perché aveva visto il futuro mentre meditava e lottava contro Thanos su Titano […] Penso che l’abbraccio tra Peter e Ned sia un momento commovente, perché ti fa capire come ci siano persone che sono andate avanti e altre no, ma questo ormai è un mondo complicato…

Spider-Man: Far From Home, anticipata la data di uscita

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, tutte le risposte che vorremmo dal film

Fonte: Reddit

Wonder Woman 1984: Patty Jenkins condivide una foto inedita di Gal Gadot

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In occasione del compleanno di Gal Gadot, la regista Patty Jenkins ha condiviso su Twitter un’immagine inedita dell’attrice sul set di Wonder Woman 1984, secondo capitolo delle avventure di Diana Prince al cinema in uscita a giugno 2020.

La foto vede l’eroina nei suoi panni “civili”, con un completo bianco che suggerisce un ritorno ad un momento specifico della storia a fumetti, verso la fine fine degli anni ’60, epoca in cui Diana viene privata di tutti i suoi poteri.

Nel 1969 infatti, l’autore Denny O’Neil prese le redini di Wonder Woman con il numero #178 cambiando radicalmente le sorti del personaggio sia nell’aspetto che nella trama: in quelle pagine Diana rinuncia ai superpoteri e al suo lignaggio, abbracciando la sua identità “umana” di esperta di arti marziali, proprietaria di un negozio, e donna alla moda.

Che sia questa foto l’anticipazione di ciò che vedremo in Wonder Woman 1984? La Jenkins avrà scelto i fumetti di O’Neil come maggiore ispirazione del film?

wonder woman 1984

Wonder Woman 1984come tornerà Steve Trevor?

Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale”, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendo Wonder Woman 1984 “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

Vi ricordiamo inoltre che l’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman.

Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal, in un ruolo ancora misterioso.

Avengers: Endgame, un personaggio di Captain Marvel spunta nelle scene finali?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

L’uscita di Avengers: Endgame è stata accompagnata, come di consueto, da dettagliate analisi di tutti i riferimenti, gli indizi, gli easter egg e i cameo inseriti nel film che legano il capitolo finale della Infinity Saga al resto del Marvel Cinematic Universe. Eppure sembra che ci sia un ulteriore dettaglio, nelle scene finali, che potrebbero anticipare gli eventi della Fase 4 e il ritorno di un personaggio comparso di recente nello standalone su Captain Marvel.

A rivelarlo è un fan, secondo il quale nella breve sequenza ambientata al liceo di Peter Parker ci sarebbe anche Talos, il leader degli alieni mutaforma Skrull interpretato da Ben Mendelsohn, non perfettamente a fuoco e alle spalle di Tom Holland in lontananza.

L’attore, almeno secondo questa teoria, vestirebbe i panni di un professore (o preside?) che sta accogliendo gli studenti al rientro dopo gli eventi della Decimazione. Come saprete, se avete visto Endgame, lo schiocco del guanto da parte di Tony Stark ha ripristinato l’equilibrio dell’universo e riportato indietro tutte le vittime polverizzate da Thanos in Infinity War. Tra queste c’erano anche Peter e il suo amico Ned, entrambi presenti nella scena finale.

Per quanto riguarda Talos, non sappiamo esattamente che fine abbia fatto dopo gli anni Novanta e se, come gli altri eroi, non è sopravvissuto alla Decimazione. Forse nel periodo che precede Avengers: Endgame ha girovagato insieme a Carol Danvers in cerca di un pianeta sicuro, oppure si è insediato sulla Terra con il popolo Skrull assumendo le sembianze di esseri umani.

Questo mistero accende ancora più dubbi alla luce della Fase 4 del MCU, dove speriamo di rivedere in azione gli alieni e Captain Marvel. Magari nello scenario di Secret Invasion, che è una delle trame crossover dei fumetti più entusiasmanti e complesse da adattare.

Nel frattempo trovate qui sotto la clip “incriminata”.

Talos in Peter’s School

Leggi anche – Avengers: Endgame, la recensione

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Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh BrolinChris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: Imgur

Guardiani della Galassia Vol.3: quando inizieranno le riprese?

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Calato il sipario sulla Fase 3 del MCU (che tecnicamente terminerà con Spider-Man: Far From Home a Luglio), è tempo di guardare avanti e ragionare su quali titoli andranno a comporre la quarta fase dell’universo condiviso. Già confermati il film sugli Eterni, il prequel standalone su Vedova Nera (con il ritorno di Scarlett Johansson), i sequel di Black Panther e Doctor Strange, il capitolo dedicato a Shang-Chi (primo supereroe asiatico del franchise) e infine, Guardiani della Galassia Vol.3.

Proprio su quest’ultimo progetto sappiamo pochissimo, e lo scorso marzo si era detto che la produzione non sarebbe iniziata prima del 2021. Tuttavia un report dell’Hollywood Reporter fa sapere che le riprese potrebbero essere state anticipate addirittura al 2020 (ma non è chiaro a quale mese ci si riferisca). È possibile inoltre che la data di uscita del film venga fissata alla fine del 2020, dunque sembra che i fan dovranno attendere meno tempo del previsto per rivedere i propri eroi sul grande schermo.

Ovviamente nei mesi che precedono l’inizio dei lavori con i Marvel Studios James Gunn si occuperà della regia di The Suicide Squad, reboot che rilancia le sorti della squadra di supercriminali del DC Extended Universe. Qui invece le riprese dovrebbero partire a settembre 2019, con una release prevista per agosto 2021.

Guardiani della Galassia Vol.3: gli indizi sul film in Endgame

Vi ricordiamo che Gunn è tornato alla regia di Guardiani della Galassia vol. 3 dopo il licenziamento avvenuto la scorsa estate.

La decisione di riassumere Gunn – allontanato dalla produzione del film a luglio a causa di vecchi tweet satirici rivenuti nel feed del suo profilo Twitter in merito a temi molto delicati tra cui stupro e pedofilia – è stata varata negli uffici della casa di Topolino in seguito a diverse conversazioni con la dirigenza e il team dei Marvel Studios.

A quanto pare, subito dopo il licenziamento, è stato il presidente degli Walt Disney Studios, Alan Horn, ad incontrare direttamente Gunn per discutere della situazione e, convinto dalle scuse dell’accusato e dal modo in cui stava gestendo la situazione, avrebbe scelto di riportarlo al timone del progetto.

Fonte: THR

Cannes 2019: i membri della giuria di Un Certain Regard

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Dopo la giuria del Concorso Ufficiale di Cannes 2019, è stata annunciata anche la Giuria di Un Certain Regard, la sezione collaterale che quest’anno sarà valutata da Nadine Labaki e dai suoi colleghi membri.

Ecco di seguito i nomi che formano la giuria:

Nadine Labaki

Regista e Attrice / Libano

Marina Foïs

Attrice/ Francia

Nurhan Sekerci-Porst

Produttore/ Germania

Lisandro Alonso

Regista/ Argentina

Lukas Dhont

Regista/ Belgio

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria di Un Certain Regard sarà Nadine Labaki mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Dark Phoenix: character poster del film Fox

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Sono stati diffusi i character poster ufficiali italiani di Dark Phoenix, il nuovo film sui Mutanti Marvel che arriverà in sala il prossimo 6 giugno e che racconterà la Saga di Fenice Nera.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, il nuovo episodio è interpretato da Sophie Turner, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

CORRELATE:

Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

Vedova Nera, il volto migliore del MCU

Attenzione – l’articolo contiene spoiler su Avengers: Endgame

Sono passati sette anni dall’uscita di The Avengers, eppure la scena dell’interrogatorio di Natasha Romanoff che cerca di estorcere informazioni ad un boss mafioso russo rimane forse la più significativa del viaggio di Vedova Nera attraverso il MCU e assume, alla luce di Endgame, un’importanza che almeno all’epoca avevamo sottovalutato. “La famosa Vedova Nera, che alla fine non è altro che un bel faccino” è un po’ la sintesi del pensiero comune rivolto a questa eroina senza superpoteri, innegabilmente ammiccante e sexy, dotata di un’abilità molto specifica, l’autocontrollo, che l’infanzia difficile e un passato di abusi fisici e psicologici le hanno insegnato; l’unica donna all’interno di un collettivo maschile meritevole di occupare un posto di rilievo al fianco di arroganti playboy, soldati fuori dal tempo, dei con problemi genitoriali, geni in lotta con il proprio temperamento. Quella scena è il vero punto di partenza di un discorso sulla rappresentazione femminile nel Marvel Cinematic Universe, senza cui non ci sarebbero state le varie Captain Marvel, Gamora e Valchiria, oltre che la continuazione del percorso iniziato in Iron Man 2, dove Scarlett Johansson esordiva nei panni dell’agente sotto copertura dello S.H.I.E.L.D.

Ma la differenza, rispetto al film di John Favreau del 2010, è che stavolta lo sguardo su Vedova Nera è quello di Joss Whedon, un alfiere del female empowerment nell’intrattenimento con un punto di vista sempre originale su cosa significhi essere donne e eroine nella società contemporanea. Come Buffy l’ammazzavampiri, anche Natasha è stata strappata dalla sua gioventù per farsi carico di responsabilità che non aveva chiesto né voluto; addestrata per diventare una spietata assassina, manipolata mentalmente, addirittura sterilizzata (perché un figlio sarebbe stata una “distrazione”), cresciuta con metodi estremamente violenti e brutali che spesso utilizzava contro i suoi avversari. E in questa condizione di “prescelta”, o predestinata, ha maturato dentro di sé un vuoto. Perché questo comporta un lavoro del genere: solitudine, malinconia, freddezza nei confronti degli altri.

vedova nera

Autocontrollo è la facilità con cui risponde a chi la sta interrogando “Davvero mi trovi carina?” o quando dice a Phil Coulson che non può tornare alla base perché “sta lavorando”, sospesa ai bordi di un precipizio. E quel combattimento con le mani legate (“Ho sempre combattuto con le mani legate dietro la schiena, ma cosa succederà quando le avrò completamente libere?” esclamerà Carol Danvers nel film del 2019 con Brie Larson), la bellezza dei movimenti e il dettaglio delle scarpe con il tacco che Whedon riprende alla fine della scena sono diapositive indimenticabili, oltre che descrittive del personaggio: forte e sensuale, può essere entrambe le cose e non per questo passare per frivola e superficiale. Sarà lei, guarda caso, ad andare da Hulk e a convincere il “big guy” a unirsi ai Vendicatori. Non Nick Fury, non Tony Stark, ma lei.

Il bel faccino di Iron Man 2 cambia pelle (e look), fedele alla controparte dei fumetti e in grado di conservare la sua femminilità sia sul campo che fuori servizio. Prima il tubino nero – quello dell’interrogatorio – poi il completo retrò del party di Age of Ultron, per non parlare del taglio di capelli ogni volta diverso (retaggio dei suoi anni da spia), le divise succinte ma soprattutto pratiche (perché Natasha deve muoversi in fretta) e la naturale confidenza nel proprio corpo che solo un’attrice come la Johansson poteva comunicare. Ma è una trasformazione progressiva che tocca insieme la sensibilità e l’umanità, territori repressi in un contesto nuovo, quello della squadra, dove la parole d’ordine è “condivisione” dello stesso spazio.

Con gli Avengers, Vedova Nera cresce, o forse scopre finalmente la sua vera sé, quella migliore, materna, sentimentale, fragile; l’unica in grado di calmare la rabbia di Hulk che però rinuncia all’amore (con Bruce Banner) e cerca in ogni modo, sotto traccia, di conciliare due fazioni divise da un’ideologia cieca (in Civil War, quando lascia fuggire Steve e Bucky dall’aeroporto tradendo Tony). La ritroviamo in disparte, quasi marginale rispetto alla trama, in Infinity War, dove prende a calci il nemico e respinge ogni tipo di coinvolgimento emotivo. Un passaggio cruciale che la porterà alla piena consacrazione e al culmine del suo arco narrativo in Endgame.

vedova nera

Il suo viaggio, nella nostra mente, sarebbe giunto alla fine solo se Natasha fosse riuscita a riunire i Vendicatori. È cresciuta in un ambiente terribile che ha abusato di lei, le hanno controllato il cervello, e quindi, quando arriva su Vormir e ha un’unica possibilità di riportare indietro la sua famiglia, non ci pensa due volte”, ha raccontato lo sceneggiatore Stephen McFeely in un’intervista con il New York Times. “Avevamo paura che il pubblico, a quel punto del film, non sarebbe stato pronto o abbastanza triste… stavamo perdendo un grande personaggio, e come saremmo riusciti a onorarlo?”.

Di fatto Iron Man e Vedova Nera sono i due personaggi più importanti che non sopravvivono agli eventi del film; lui, figura pubblica, ha il suo funerale, il cordoglio dei cari, i riflettori puntati, lei, una spia, nessuna scena eclatante tranne lo sgomento negli occhi e nelle parole dei compagni quando scoprono la sua assenza di ritorno dal Regno Quantico.

È una scelta coerente con il basso profilo tenuto dall’eroina in un questo universo, che non significa aver offerto allo spettatore un’icona passiva, invisibile e debole, ma un modello di femminilità esemplare, oltre che mai scontato e sempre affascinante; capace di alternare il registro della donna di potere con quello della madre, sorella, compagna, amante compassionevole. Dunque visto il destino riservatole dai Marvel Studios e il sentiero calpestato fino ad oggi, siamo convinti che Natasha Romanoff sia riuscita a cancellare “quella nota rossa sul registro” e a risultare molto più che un bel faccino, dopo tutto. Per noi, il volto migliore del MCU.

Sonic The Hedgehog: il primo trailer ufficiale

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Ecco il primo trailer di Sonic The Hedgehog, che conferma le prime immagini trapelate dal film il mese scorso. Nel video possiamo vedere anche Jim Carrey nel panni di Dr. Robotnik.

Il film è basato sull’omonimo franchise e segue la storia di un delinquente, Sonic the Hedgehog, che unisce le sue forze a quello di un poliziotto, Tom Wachowski, per fermare i piani di dominio sul mondo intero architettati da Dr. Robotnik.

Nel film ci sarà James Marsden nei panni di Tom Wachowski, mentre Carrey è il villain Dr. Eggman/Dr. Ivo Robotnik. Nel cast ci sono anche Tika Sumpter, Neal McDonough Adam Pally. Ben Schwartz doppia Sonic.

A dirigere è stato chiamato Jeff Fowler, alla sua prima regia di lungo, e la sceneggiatura è stata firmata da Pat Casey e Josh Miller.

Avengers: Endgame, i momenti più emozionanti del film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Degna conclusione della Infinity Saga e culmine narrativo di una trama iniziata nel 2008 con Iron Man, Avengers: Endgame mette il sigillo sulla saga che ha riunito sul grande schermo i Vendicatori dell’universo Marvel e le loro personali battaglie.

Ma quali sono stati i momenti più emozionanti del film? Di seguito trovate le nostre scelte:

Occhio di Falco perde la sua famiglia

Avevamo già visto moltissimi dei personaggi principali del MCU polverizzati alla fine di Avengers: Infinity War, eppure la scena iniziale di Endgame, con la morte della famiglia di Occhio di Falco, è una delle cose più strazianti mai raccontate nell’universo condiviso.

I Russo ci danno giusto il tempo di adattarci al clima rilassato della scena quando, di colpo, moglie e figli di Clint scompaiono nel silenzio più assordante.

Il messaggio di Tony a Pepper

Questo momento era stato parzialmente rivelato nel primo trailer di Avengers: Endgame, tuttavia l’impatto emotivo della scena completa è più forte di quanto ci aspettassimo. Tony Stark, lontano da casa, senza alcuna speranza e ad un passo dalla morte, registra un messaggio per Pepper Potts: “Nei miei sogni ci sei sempre tu“, dice con la voce strozzata.

La crisi di Tony

Tornato sulla Terra grazie al salvataggio di Captain Marvel, Tony sembra esausto e traumatizzato dall’esperienza vissuta su Titano, dove si è tenuta la battaglia contro Thanos prima dello schiocco.

Ma l’atmosfera, al quartier generale dei Vendicatori, non è più la stessa, e Tony incolpa Steve per tutto ciò che è successo. “Tu non c’eri quando ho avuto bisogno di te“, gli urla dolorante, alzandosi da una sedia a rotelle e incapace di elaborare il suo dolore.

Il gruppo di sostegno

Avengers: Endgame

Il cameo del co-regista Joe Russo è forse uno dei momenti meno rumorosi e comunque più toccanti del film, inserito durante la sequenza in cui Steve Rogers conduce un gruppo di sostegno per i sopravvissuti alla Decimazione che piangono i loro cari.

Russo interpreta un uomo che ha perso il suo partner che confessa ai presenti quanto sia difficile ricominciare a vivere e aprirsi all’amore dopo che lo schiocco gliel’ha strappato via. È triste, ma anche pieno di speranza quando racconta dell’appuntamento che ha appena avuto.

Vedova Nera fatica ad andare avanti

avengers endgame

La prova di Scarlett Johansson in Endgame è una delle migliori offerte nel MCU dall’attrice, particolarmente sentita nelle scene iniziali in cui Natasha fa i conti con le conseguenze della tragedia e con la difficoltà di andare avanti come se nulla fosse accaduto.

Per sopravvivere cerca di mantenere il mondo al sicuro, perché questo è tutto ciò che sa fare, oltre che qualcosa che deve alle persone.

Ti voglio bene 3000

Ti voglio bene 3000” sono le bellissime parole che la figlia di Tony Stark, Morgan, dice al padre in uno dei momenti più intimi, nella sua camera da letto prima di andare a dormire.

Tony, l’ex miliardario egocentrico e playboy, ha davvero cambiato vita, è diventato grande,  accettando finalmente l’amore che tutti speriamo di avere nella nostra vita: quello di un bambino, di nostro figlio.

Scott riabbraccia Cassie

A proposito di genitori e figli, anche l’abbraccio tra Scott Lang – riemerso dal Regno Quantico cinque anni dopo la Decimazione – e la figlia ormai adolescente Cassie, è una scena che ricorderemo a lungo.

La paura di averla persa si trasforma in felicità mentre scopre che Cassie è viva e sta bene. Lì un’ondata di sollievo si riversa sul personaggio e sul pubblico.

Rocket parla della sua “famiglia”

Rocket Raccoon è senza dubbio uno dei personaggi più belli e insieme tragici del MCU, e quando lo ritroviamo in Avengers: Endgame offre un’ulteriore dimostrazione della sua saggezza.

Il procione si reca ad Asgard per recuperare la gemma della realtà, e per farlo ha bisogno di consolare Thor, scrollargli di dosso la depressione: così decide di parlargli della sua vera famiglia, i Guardiani della Galassia, e quanto significa per lui questa missione disperata.

D’altronde la famiglia che scegli è altrettanto importante della famiglia in cui sei nato, e il discorso che fa a Thor è davvero toccante.

Thor e Frigga

Sempre riguardo Asgard e il passato di Thor, Avengers: Endgame sancisce l’importanza del rapporto tra Thor e la madre Frigga, dopo che l’eroe ha perso il fratello Loki e il padre Odino nei precedenti film.

Rivederla scatena nell’eroe un sentimento di gioia misto a rammarico, e ricevere il suo perdono è ciò che lo spinge ad andare avanti.

Tony parla con suo padre

Tutti i migliori supereroi della storia hanno un problema con le loro figure paterne, e Tony Stark non fa eccezione. Ma è bello vederlo riconciliarsi con il padre Howard in un modo originale.

Il rapporto tra i due è sempre stato complicato, e solo la morte del fondatore delle industrie Stark ha mosso qualcosa nel cuore del figlio: ora Tony è in grado di capire le sue scelte e apprezzare ciò che gli ha insegnato perdonandogli i suoi errori.

La morte di Vedova Nera

Prima dell’uscita Endgame, mai avremmo scommesso sulla morte di Vedova Nera, quindi l’evento in sé ci ha lasciati abbastanza sorpresi. Tuttavia il percorso fatto dall’eroina ha senso e il suo arco narrativo non poteva che concludersi in questo modo: con un sacrificio.

Natasha, la vera “madre” dei Vendicatori, sacrifica la sua vita per ottenere la gemma dell’anima e salvare Clint Barton, l’amico che ha una famiglia da cui tornare…

Il funerale di Tony

Tony Stark ha dato inizio al MCU ed è un po’ il padrino di tutto il franchise, quindi non stupisce che la scena della sua morte, unita al funerale, abbia fatto scoppiare in lacrime tutti gli spettatori in sala.

Difficile trattenere le lacrime poi quando i fratelli Russo decidono di riesumare la famosa targa che recita “La prova che Tony Stark ha un cuore“, realizzata da Pepper in Iron Man del 2008…

Cap passa lo scudo a Sam

Ci siamo chiesti a lungo che cosa sarebbe successo dopo l’eventuale morte di Steve Rogers e se lo scudo di Cap sarebbe passato a Sam Wilson o a Bucky Burnes, come aveva fatto nei fumetti.

Ora che Endgame è finalmente uscito, sappiamo che Steve ha scelto Falcon come suo erede nel MCU, e questa scena è stata mostrata con grande tenerezza, oltre che nostalgia nei confronti di un personaggio che non ci sarà più (almeno non nel modo in cui l’abbiamo conosciuto).

Il ballo di Steve e Peggy

Non potevamo che chiudere questa lista con la scena finale di Endgame, un momento che i fan aspettavano da sempre e che ci sembra la conclusione perfetta del percorso di Captain America: il tanto agognato ballo con Peggy, il suo grande amore.

Cap è sempre stato un uomo fuori dal tempo, ma è riuscito ogni volta a trovare uno scopo, tranne forse la vera felicità; quindi vederlo stretto tra le braccia di Peggy è un sogno che si realizza.

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