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World War Z 2: David Fincher rivela che sarebbe stato come The Last of Us

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Il regista di Fight Club e Zodiac, David Fincher, ha rivelato alcune delle idee che aveva avuto per World War Z 2, il il sequel di World War Z che avrebbe dovuto dirigere, e da quello che sembra alcune di essere erano particolarmente affini ad un’altra proprietà post-apocalittica.

Nessun fungo in World War Z 2

Durante una bella intervista con GQ, prima dell’uscita del suo ultimo film The Killer, con Michael Fassbender, a Fincher è stato chiesto cosa avesse pianificato qualcosa per l’ormai defunto sequel di World War Z e lui ha rivelato che il film avrebbe avuto qualcosa in comune con The Last of Us, in particolare l’adattamento HBO di Craig Mazin.

Beh, era un po’ come The Last of Us. Sono contento di non aver fatto quello che stavamo facendo, perché The Last of Us ha molto più spazio per esplorare le stesse cose“, dice Fincher, “Nella sequenza dei titoli, avremmo usato il piccolo parassita … l’hanno usato nella sequenza dei titoli, e in quella meravigliosa apertura con il talk show in stile Dick Cavett, David Frost.”

Fincher prosegue suggerendo che qualunque versione del film la Paramount stia realizzando ora, forse sarà più vicina al romanzo originale di Max Brooks. Fincher sta promuovendo la sua ultima collaborazione con NetflixThe Killer. Vede Michael Fassbender interpretare un eccentrico sicario che è ossessionato dai dettagli e medita sugli Smiths. Il film uscirà nei cinema questo venerdì prima di fare il suo debutto in streaming su Netflix il 10 novembre 2023.

Samaritan 2 in sviluppo per Amazon, Sylvester Stallone pronto al ritorno

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Samaritan 2, un sequel di Samaritan del 2022 è in lavorazione presso gli Amazon MGM Studios con il ritorno di Sylvester Stallone come protagonista del film, a darne conferma è stato il noto sito americano The Hollywood Reporter .

Il sequel del film sui supereroi vedrà Sylvester Stallone tornare come produttore (come parte della sua Balboa Productions) e recitare nel film. Prima dello sciopero SAG-AFTRA in corso, Stallone aveva raggiunto un accordo per tornare, ha fatto notare THR.

Anche lo sceneggiatore del primo film, Bragi F. Schut, tornerà per scrivere il sequel. Tuttavia, al momento non è chiaro se il regista Julius Avery tornerà anche come regista del film. Diffuso originariamente nel 2022 come esclusiva Prime Video, il film è stato un successo a sorpresa per Amazon. Secondo THR, il film è stato il titolo numero uno su Prime Video per tre settimane consecutive dopo la sua uscita.

Di cosa parlava Samaritan?

“In Samaritan, il tredicenne Sam Cleary sospetta che il suo misterioso e solitario vicino, il signor Smith, sia in realtà una leggenda nascosta in bella vista”, si legge nella sinossi. “Vent’anni fa, il vigilante superpotente di Granite City, Samaritan, fu dato per morto dopo un’infuocata battaglia in un magazzino con il suo rivale, Nemesis. Molti credono che Samaritan sia morto nell’incendio, ma alcuni in città, come Sam, sperano che sia ancora vivo. Con la criminalità in aumento e la città sull’orlo del caos, la missione di Sam è convincere il suo vicino a uscire allo scoperto per salvare la città dalla rovina”.

Samaritan è stato prodotto da Stallone e Braden Aftergood, con Scut, David Kern, Adam Rosenberg e Guy Riedel come produttori esecutivi.

Spider-Man: Homecoming, il libro Marvel sull’MCU risolve l’errore della timeline

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Un nuovo libro sulla timeline del Marvel Cinematic Universe ha ricollegato un errore di continuità che si è verificato in Spider-Man: Homecoming del 2017.

L’errore di continuità si presenta all’inizio di Spider-Man: Homecoming quando, dopo un primo flashback ambientato nel 2012, il film passa al 2016 con una carta che dice “8 anni dopo”. Il libro, The Marvel Cinematic Universe – An Official Timeline dei Marvel Studios, colloca correttamente gli eventi di Homecoming nel 2016 con il flashback ambientato nel 2012.

Nel libro, Miss Minutes di Loki tenta di spiegare la discrepanza come il risultato di un file smarrito. Allerta linea rossa! Ciao di nuovo! Adrien Toomes dice che la battaglia di New York è avvenuta otto anni fa, ma quell’evento è avvenuto solo quattro anni prima. Questo è un vero grattacapo per noi: penso che un analista abbia smarrito il fascicolo del caso.

Spider-Man: Homecoming dei Marvel Studios è stato originariamente distribuito nelle sale nel 2017. È stato il primo film solista di Tom Holland su Spider-Man dopo aver fatto il suo debutto nel MCU in Captain America: Civil War del 2016.

“Entusiasta della sua esperienza con i Vendicatori, il giovane Peter Parker torna a casa per vivere con sua zia May“, si legge nella sinossi del film. Sotto l’occhio vigile del mentore Tony Stark, Parker inizia ad abbracciare la sua ritrovata identità di Spider-Man. Cerca anche di tornare alla sua normale routine quotidiana, distratto dal pensiero di dimostrare di essere qualcosa di più di un semplice supereroe di quartiere. Peter dovrà presto mettere alla prova i suoi poteri quando il malvagio Avvoltoio emerge per minacciare tutto ciò che ha di più caro.

La Sirenetta: Sofia Coppola rivela perché ha lasciato il film

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La Sirenetta: Sofia Coppola rivela perché ha lasciato il film

Forse non tutti ricordano che oltre al Live Action Disney La Sirenetta, era in sviluppo nel 2014 un secondo film su La Sirenetta presso la Universal Pictures che doveva essere diretto da Sofia Coppola. Ebbene oggi la regista che ha iniziato a promuovere il suo prossimo film in uscita ha finalmente fatto luce sulla verità dietro al suo abbandono in qualità di regista di quel progetto.

Nel 2014, Sofia Coppola aveva firmato per dirigere un adattamento live-action de La Sirenetta di Hans Christian Andersen. Il progetto, tuttavia, non è mai stato realizzato, poiché Coppola ha abbandonato il progetto nel 2015 a causa di differenze creative tra lei e lo studio. Parlando dell’accaduto con Rolling Stone, Sofia Coppola ha spiegato quale fosse stato il suo “punto di rottura” nel progetto.

Ero in una sala riunioni e un ragazzo dello sviluppo ha detto: ‘Cosa attirerà questo uomo di 35 anni tra il pubblico?’ E semplicemente non sapevo cosa dire“, ha ricordato. “Non ero nel mio elemento. Mi sento come se fossi stata ingenua, e poi mi sono sentita molta simile al personaggio della storia, cercando di fare qualcosa fuori dal mio elemento, ed è stato un parallelo divertente della storia per me.

Quando le è stato chiesto se si è imbattuta spesso in questo atteggiamento da parte degli studios, Coppola ha detto: “Succede spesso perché di solito le persone che finanziano le cose sono uomini eterosessuali. Quindi non è lo stesso punto di vista, ma stai cercando di spiegare, tipo: “Gente, non a tutti piacerà quello che piace a te“, ma volevo solo creare cose che mi attraessero ed esprimerlo.

La Sirenetta di Sofia Coppola sarebbe stata più cupa della versione Disney

Coppola aveva precedentemente dichiarato a IndieWire nel 2017 che il progetto non sarebbe stato come la versione Disney de La Sirenetta e, invece, sarebbe stato come “la fiaba originale, che è molto più oscura”.

Ha anche detto che inizialmente avrebbe voluto girare il film sott’acqua, ma si è resa conto che sarebbe stato un “incubo”. Ha spiegato: “Abbiamo anche fatto alcuni test. Non era molto realistico, quell’approccio. Ma è stato interessante pensarci.

L’ultimo film di Coppola, Priscilla, vede protagonisti Cailee Spaeny e Jacob Elordi. Basato sul libro di memorie del 1985 Elvis and Me di Priscilla Presley, il film riceverà uscirà negli USA il 3 novembre 2023. Noi lo abbiamo visto e recensito alla Mostra d’Arte cinematografia di Venezia.

Le ultime novità di Ottobre in sala: la Palma d’oro Anatomia di una caduta

In quest’ultime novità di ottobre al cinema ci sono sono vari titoli tra cui anche l’atteso debutto alla regia di Paola Cortellesi. In sala intanto è già possibile vedere il decimo capitolo di Saw, decisamente uno dei franchise horror più longevi di sempre che debuttò nel lontano 2004.

Questa pellicola intitolata Saw X è ambientata tra gli eventi del primo e secondo film dove il protagonista è un malato John Kramer che si reca in Messico per una procedura medica rischiosa e sperimentale nella speranza di curare il suo cancro, solo per poi scoprire che l’intera operazione era una truffa. ll famigerato serial killer detto “L’Enigmista“, quindi con l’aiuto sua allieva Amanda, rapirà i truffatori e si vendicherà, alla sua maniera, con trappole e giochi sadici.

Vediamo insieme le ultime novità di ottobre in sala

Anatomia di una caduta

Anatomia di una caduta Sandra HüllerIl film che ha vinto quest’anno il festival di Cannes Anatomia di una caduta arriva finalmente nei cinema italiani dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Questo dramma francese è interpretato da Sandra Hüller e segue la storia di una famiglia che vive in un chalet di montagna isolato sulle Alpi francesi vicino a Grenoble. La loro vita viene sconvolta quando Samuel, il padre che di lavoro è un insegnante, muore in circostanze misteriose. La moglie scrittrice Sandra viene subito accusata di omicidio e il giovane figlio Daniel, ipovedente di 11 anni, arriva al banco dei testimoni. La pellicola Palma d’oro 2023 diretta dalla regista Justine Triet è un thriller psicologico che scava nei segreti di una coppia e mette al centro un ritratto di donna provocatorio e fuori dagli schemi.

C’è ancora domani

C'è ancora domani recensione

C’è ancora domani è l’unico titolo italiano di quest’ultime novità di ottobre ed il primo diretto dalla comica Paola Cortellesi. La storia del film girato in bianco e nero ci porta nel 1946 in pieno Dopoguerra a Roma quando la Seconda Guerra Mondiale è finita. La città è libera da due anni ma nelle strade c’è ancora la presenza dei militari americani e nelle case purtroppo c’è tanta povertà e ancora la cultura patriarcale di stampo fascista. La protagonista è Delia, interpretata dalla stessa regista e attrice, una donna semplice del popolo, succube del marito con una vita piuttosto monotona, divisa tra le facende casalinghe e il lavoro con cui guadagna poco. Tutto cambia quando un giorno riceve una lettera misteriosa e trova il coraggio per prendere una direzione inaspettata creando da sola un futuro migliore di quello a cui è destinata. Il cast è composto da molti volti noti del nostro cinema come Valerio Mastandrea nei panni del marito Ivano, Vinicio Marchioni ex amante di Delia, Emanuela Fanelli e il giovane Francesco Centorame.

Petites – La vita che vorrei… per te

Petites – la vita che vorrei… per te è l’opera prima di Julie Lerat-Gersant, che porta al cinema la sua esperienza di osservatrice nei centri francesi di accoglienza per madri adolescenti e i loro neonati. Questo film racconta il difficile viaggio tormentato di Camille, un’adolescente alle prese con una gravidanza inaspettata che stravolge la sua vita e la porta a riflettere sul senso di responsabilità che comporta l’essere madre. La giovane protagonista quindi viene mandata dal giudice minorile in un centro di accoglienza per giovani gestanti dove stringe amicizia con Alison, una ragazza un po’ immatura che vive con la piccola figlia Diana nella casa famiglia e anche con Nadine, l’educatrice del centro. Questi due incontri finiranno per cambiare definitivamente per sempre la sua vita.

Retribution

Retribution film 2023Questo film si tratta di un remake dell’acclamata pellicola spagnola intitolata El Desconocido. Retribution vede Liam Neeson nei panni di è Matt Turner, un uomo che sta attraversando la città di Berlino in auto con i suoi due figli quando si ritrova nel mezzo di un fatto tanto assurdo quanto inquietante. Un misterioso personaggio gli comunica via telefono che sotto i sedili dell’automobile su cui stanno viaggiando c’è una bomba. Per concludere questo film è diretto da Nimród Antal regista anche di un episodio della quarta stagione di Stranger Things.

Yuku e il fiore dell’Himalaya

Yuku e il fiore dell’Himalaya è un film d’animazione belga dello studio cinematografico Enclume Animation. La favola racconta che in cima alle montagne più alte della terra vive una pianta che si nutre della luce più pura: si chiama… fiore dell’Himalaya. La topolina Yuku lascia la sua famiglia per cercare questo fiore magico e regalarlo alla nonna, che ha annunciato che presto dovrà seguire la piccola talpa cieca nelle profondità della terra. Ma per trovarlo ci sarà un lungo viaggio da fare, pieno di ostacoli. Bisognerà attraversare il terribile regno dei ratti del castello, il prato dei corvi crudeli, una foresta incantata dove si rischia di perdersi e il ponte della paura sorvegliato dal lupo. La piccola protagonista sulla sua strada per il regalo, grazie alla musica e alle canzoni, si farà anche molti amici.

Comme un fils: recensione del film di Nicolas Boukhrief – #RoFF18

Il regista Nicholas Boukhrief porta alla Festa di Roma Comme un fils, regalando di nuovo a Vincent Lindon un ruolo che ne esalta le caratteristiche di attore intenso e misurato al tempo stesso. Boukhrief, prima sceneggiatore – Assassin(s) di Mathieu Kassovitz, con il regista stesso – poi anche regista – Made in France, Tre giorni e una vita – lascia il thriller per raccontare una storia di avvicinamento tra due solitudini: un uomo disilluso e demotivato e un ragazzo che vuole qualcosa dalla vita, ma ancora non sa cosa. Contesti diversissimi, età diverse, il racconto di una realtà sociale complessa, spesso ai margini, come quella del popolo rom.

La trama di Comme un fils

Jacques, Vincent Lindon, è un insegnante disilluso, che dopo uno scontro con uno studente, decide di prendersi un anno di aspettativa. Non sa se tornerà a insegnare, non crede più nel suo mestiere. Poi nella sua vita irrompe Victor, Stefan Virgil Stoica, adolescente rom. L’inizio del loro rapporto non è dei migliori. Jacques sorprende Victor a rubare in un negozio. Da questo incontro-scontro iniziale nascerà uno scambio, in cui Jacques cercherà di aprire a Victor un orizzonte esistenziale che va oltre il campo in cui vive, grazie alle sue doti umane, oltre che di insegnante. Victor, dal canto suo, aiuterà Jacque a ritrovare l’amore per il suo lavoro e anche il coraggio di pensare a una nuova vita.

Assenza di giudizio

Oltre a un bravissimo Vincent Lindon, che fa apprezzare ancora una volta al pubblico la sua capacità di veicolare emozioni pur attraverso le piccole fessure di un registro, qui, sempre misurato, i pregi di Comme un fils risiedono nell’assenza di giudizio da parte del regista, nei confronti dei suoi personaggi. La realtà rom, con le sue contraddizioni anche feroci, viene osservata, nel tentativo di comprenderla, non giudicata. Non lo fa il protagonista, il quale cerca di fare qualcosa per Victor e non contro qualcuno. Chiede spiegazioni, ma ha un atteggiamento sempre costruttivo. Questa è senz’altro una grande lezione del film e uno spunto di riflessione.

Marginalità sociale in Comme un fils

Per quel che riguarda i temi del film, qui c’è marginalità sociale, ma non c’è l’immigrazione clandestina, come era stato in Welcome – film del 2009 di Philippe Loiret, al cui centro era il rapporto tra un adulto, francese, interpretato da Lindon, e un ragazzo curdo arrivato a Calais nel tentativo di raggiungere l’Inghilterra. Ciò rende le contraddizioni mostrate nel film, se possibile, ancora più stridenti. Victor, rumeno, rivendica il suo status di europeo. La condizione di marginalità, però, di fatto non cambia.

L’assenza delle istituzioni

Evidente è anche una critica del regista alle istituzioni, che non si fanno carico del ragazzo, come invece chiede a più riprese Jacques. Istituzioni assenti che non fanno che alimentare l’isolamento di un gruppo, anziché promuoverne l’integrazione. Una speranza arriva invece dal mondo del volontariato, rappresentato dalla figura dell’operatrice, interpretata da Karole Rocher.

Jacques e Victor

Comme un fils si regge però su un rapporto che si fa poco a poco più stretto, che si consolida di giorno in giorno. È in questo lento ma inesorabile crescendo, fatto di sguardi, piccoli gesti e poche parole, che sta la forza del film. Nella voglia che Jacques ha, anche per vocazione, di andare verso l’altro, di comprenderlo e di trasmettergli qualcosa che possa essergli utile per il futuro. Jacques allarga l’orizzonte di Victor, gli mostra quello che potrebbe fare ed essere e che il ragazzo non avrebbe osato neanche immaginare. Dal canto suo, Jacques è dolente, spento, ha sofferto ed è stanco. Non si aspetta più niente dalla vita. Il ragazzo non si aspetta già niente. Questo è ciò che li accomuna. Entrambi si ricredono e costruiscono insieme qualcosa di diverso. La trama è semplice, ci si può facilmente aspettare ciò che l’insegnante farà: mettersi a disposizione, aiutare. Questo però non affievolisce la componente emotiva del film.

Una sottile tensione e una grande umanità

L’andamento di Comme un fils non è certo quello di un thriller o di un action movie. Si può dire però che ci sia una costante e sottile tensione a percorrere il lavoro. Vi è un susseguirsi di allontanamenti e avvicinamenti tra i due protagonisti, come una molla che si allunga e si accorcia. A coinvolgere lo spettatore è la profonda umanità di entrambe le figure al centro della storia.

Un film sobrio ed essenziale

Anche visivamente, il film è curato, ma sobrio ed essenziale, dominato dal colore grigio. Se dunque rispetto a un lavoro come Welcome, Comme un fils è più minimalista e meno d’impatto, funziona però ugualmente, lavorando lo spettatore ai fianchi, in modo lento ma costante e riuscendo a toccarne corde anche profonde, oltre che a stimolare una riflessione senz’altro costruttiva.

Cento Domeniche: recensione del film di Antonio Albanese – #RoFF18

Alla sua quinta regia, Cento Domeniche, Antonio Albanese scatta una desolante e sconcertante fotografia del sistema finanziario italiano. In questo suo ultimo film, che va inserendosi nella cornice della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, il regista ne compie una denuncia schietta ed esplicita, condannandolo attraverso un espediente narrativo estremo ma molto realistico. Le banche da sempre custodiscono i nostri tesori, quei risparmi messi da parte per una vita intera con sudore, sacrifici e fatica, dai quali attingiamo per realizzare i nostri sogni. Gli stessi che a causa di un organismo fallace, come ci dimostrerà Cento Domeniche, possono essere persi all’improvviso, senza che si possa avere una chance di agire o attutire il colpo in qualche modo.

Albanese in quest’opera decide dunque di analizzare uno spaccato di realtà del Bel Paese non facile da digerire, che coinvolge e logora molti cittadini (più di quelli che si possa immaginare) nel cui sistema hanno riposto la loro massima fiducia. Ma la triste verità è che, fruendolo, il racconto portato sullo schermo dal regista/attore si scopre essere universale, oltre che specchio attraverso cui riflettersi, poiché se si volge lo sguardo oltre la nostra penisola, ci si accorge di quanto situazioni simili siano comuni anche in altre parti del mondo. Cento Domeniche arriva in sala dal 23 novembre distribuito da Vision Distribution.

La trama di Cento Domeniche

Antonio è un operaio andato in prepensionamento, che abita con la madre anziana e conduce una vita normale e regolare. Separato dalla moglie ha con lei una sola figlia, Emilia, con la quale giocava a portarla all’altare sin da quando aveva cinque anni. Fino a che quel passatempo ad un certo punto non diventa realtà: Emilia sta davvero per convolare a nozze con Chicco, e Antonio è così entusiasta di star realizzando il suo (e anche il proprio) sogno che si offre subito di pagare tutto il matrimonio. È questo il suo regalo, qualcosa a cui l’uomo tiene molto e non vuole rinunciare. Le spese però sono molto alte, e così decide di recarsi in banca per prelevare i risparmi che fino a quel momento ha messo da parte.

Arrivato nella sua filiale di fiducia, Antonio si trova a parlare con il suo nuovo direttore, un certo Luca Gilardi, il quale gli dice che le obbligazioni che credeva di avere sono in realtà azioni, suggerendogli di continuare a investirci su e nel frattempo, per le nozze, chiedere un prestito. Dopo un primo tentennamento, l’uomo decide di seguire un consiglio che, poco tempo dopo, si rivelerà disastroso. La banca, infatti, va in crisi. Nonostante molti gli dicano che non possa essere vero e che sono piccoli problemi di passaggio, Antonio scoprirà che sta perdendo tutti i suoi soldi. E con essi anche il sogno di rendere felice la sua Emilia.

Cento Domeniche Antonio Albanese

Dentro un sistema corrotto

Il crac finanziario. Il fallimento, la crisi. La codardia di un apparato che regge in piedi un Paese intero. In Cento Domeniche Antonio Riva deve scontrarsi con tutto questo quando scopre che le sue azioni – che lui credeva fossero obbligazioni – stanno crollando. Nessuno gli dà spiegazioni. I dipendenti della banca alla quale lui si è affidato, come suo padre ancor prima, sono evasivi e criptici. “Va tutto bene”, gli dicono, “non c’è da preoccuparsi”. Ma nel frattempo Antonio i suoi soldi, risparmi per cui “ha lavorato tutta una vita”, li vede sempre più lontani, quasi trasparenti. Fino a quando non scompaiono. E con essi la sua ragione. Albanese dipinge un ritratto atroce ma al tempo stesso lucido di quella che è l’Italia oggi, con le sue menzogne e contraddizioni. Un’Italia che dovrebbe essere dalla parte del popolo, ma che qui ne diventa nemica in trincea, corrotta, che assiste freddamente alla sua depressione. A rappresentarla c’è un solo uomo, per l’appunto Antonio, il quale diventa canale preferenziale attraverso cui esplicitarne le tematiche, e al quale Albanese si affida, interpretandolo, per farlo essere la voce della comunità.

Antonio è un padre umile. Un uomo perbene che non ha mai mancato un giorno di lavoro, che si è sempre speso per la sua famiglia e ha un sogno nel cassetto da sempre: portare la figlia all’altare e pagarle il matrimonio che tanto immaginavano insieme quando era piccola. Ma che alla fine si trasforma, indotto da un sistema che nel momento del bisogno lo inganna e tradisce. Fino a spingerlo al limite, in una vera e propria odissea, portandolo all’esasperazione perché non in grado di assumersi le proprie responsabilità. La felicità di Antonio lentamente va spegnendosi per lasciare il posto al turbamento, alla frustrazione, all’ira, tutti sentimenti ed emozioni che Albanese fa suoi per restituirci un protagonista affranto e addolorato, che pur non volendo si smarrisce. La tenerezza e la gioia che si rintracciavano all’inizio nei suoi occhi, occhi di un padre che ama la figlia e vuole per lei solo il meglio, scompaiono gradualmente, spazzate via dall’indifferenza e dalla falsità non solo di chi lo ha preso in giro, ma anche da quegli amici che lo rassicuravano quando invece erano più che consapevoli della sua disastrosa condizione. Ma essendo ricchi, non potevano ammettere di essere stati privilegiati.

Antonio Riva siamo tutti noi

Ed è così che Antonio Albanese nel suo acuto discorso disegna uno scenario disarmante in cui è compresa anche una riflessione sulle classi sociali, i suoi dislivelli, il grande gap che vi è fra queste e le ingiustizie radicate. La sua regia è netta, così come la sceneggiatura che cura insieme a Piero Guerrera: niente è lasciato in sospeso, ma soprattutto alcuna sequenza gioca sull’eccesso o la teatralità. Il picco emotivo Albanese lo confina nel climax finale, sentito, giusto nei tempi, forte, accorato e commovente, in cui si concentra tutto il senso del film e il malessere del protagonista che, di riflesso, invade anche lo spettatore. Il quale, inevitabilmente, dopo il crescendo di tensione e apprensione, è più capace di assorbirlo. Come se fosse lui. E in fondo lo è. Perché Cento Domeniche non è un film dedicato solo a coloro che sono finiti nel vortice del crac. È dedicato a tutti gli italiani che, sostanzialmente, hanno perso la fiducia. E questa concretezza, questo realismo dell’opera, non possono che fare male.

Mortal Kombat: tutto quello che c’è da sapere sul film reboot

Mortal Kombat: tutto quello che c’è da sapere sul film reboot

I videogiochi di genere picchiaduro sono da sempre particolarmente apprezzati e popolari tra i gamer, sia per la varietà dei loro personaggi che per le possibilità offerte dai combattimenti. Serie come Tekken e Mortal Kombat sono senza dubbio i due titoli più celebri di sempre, che hanno negli anni espanso la loro fama anche al cinema. Proprio la seconda delle due ha ottenuto una sua prima trasposizione cinematografica nel 1995 con Mortal Kombat, seguita poi nel 1997 da Mortal Kombat – Distruzione totale. Il franchise è poi tornato al cinema solo nel 2021 con un reboot intitolato semplicemente Mortal Kombat, diretto da Simon McQuoid.

La differenza principale di questo nuovo film rispetto ai due precedenti, ma anche all’intera saga videoludica, sta proprio nel Mortal Kombat. Questo è il torneo di arti marziali che viene organizzato ogni generazione e a cui prendono parte combattenti di tutto il mondo, ognuno con l’intenzione di diventarne il campione assoluto. Nei videogiochi, il torneo si rivela in realtà essere molto più di una semplice competizione, bensì è il mezzo tramite il quale l’antagonista Shang Tsung cerca di impossessarsi del regno della terra. Nel film del 2021, nonostante venga citato e sia un elemento fondamentale per la trama, il torneo non viene rappresentato in nessuna scena.

Il film infatti si concentra maggiormente sugli eventi che ruotano attorno a esso e sulle dinamiche che l’evento mette in moto. Questa scelta da parte del regista è dovuta alla sua volontà di discostarsi dai film precedenti e dal videogioco stesso, creando un prodotto più romanzato e narrativo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Mortal Kombat

Il film è ambientato a Earthrealm, ovvero il regno della Terra, e racconta la storia di Cole Young, campione di MMA, perseguitato dai Cryomancer e da Sub Zero, il miglior guerriero dell’impero. In verità, la ragione si nasconde nella sua eredità, che Young ignora, e su quel marchio del drago che ha sin dalla nascita. Inoltre, è proprio l’Imperatore dell’Outworld, Shang Tsung, a volerlo morto ed è per questo che Cole, preoccupato che possa accadere qualcosa di terribile alla sua famiglia, decide di mettersi in viaggio alla ricerca di Jackson Briggs, Maggiore delle Forze Speciali, nato anch’egli con il marchio.

Successivamente Cole si reca nel tempio dedicato a Lord Raiden, un antico Dio che protegge l’Earthrealm, sotto cui si rifugiano tutti coloro che hanno sulla pelle il marchio del drago. Qui l’uomo fa la conoscenza di Liu Kang, Kung Lao e Kano, guerrieri esperti che si allenano nel tempio e con cui Cole inizia a esercitarsi per combattere contro l’Outworld così da salvare la sua famiglia. Ma riuscirà a liberare il suo arcana, il grande potere celato nella sua anima, in tempo non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per sconfiggere Outworld una volta per tutte?

Jax Mortal Kombat

 

Il cast di Mortal Kombat

Ad interpretare il combattente di strada Cole Young, personaggio ideato appositaamente per questo film, vi è l’attore Lewis Tan, il quale si è personalmente cimentato in tutti i combattimenti previsti per il suo personaggio. Ludi Lin interpreta invece il monaco Shaolin Liu Kang, mentre Hiroyuki Sanada interpreta Hanzo Hasashi alias Scorpion, spettro creato per vendetta dallo stregone del regno dell’inferno, Quan Chi. Joe Taslim interpreta invece Bi-Han alias Sub-Zero, uno dei personaggi simbolo del franchise, nonché personaggio preferito da Taslim quando era bambino. Inizialmente, il suo costume era così pesante che l’attore non riusciva a muoversi e fu dunque necessario alleggerirlo.

Raiden, il Dio del tuono e il protettore del regno terrestre, è interpretato da Tadanobu Asano, mentre Max Huang interpreta Kung Lao. L’attrice Jessica McNamee dà vita a Sonya Blade, soldato delle forze speciali al servizio di Jackson Briggs, il quale è invece interpretato da Mehcad Brooks. McNamee ha raccontato di non aver avuto nessuna esperienza con i videogiochi prima di essere scelta per il film. Successivamente ha dunque approfondito la mitologia di Mortal Kombat per comprendere meglio il proprio personaggio. Fanno poi parte del cast anche Josh Lawson nei panni del trafficante d’armi Kano, Sisi Stringer in quelli della guerriera Mileena e Chin Han in quelli dello stregone Shang Tsung.

Mortal Kombat film

Mortal Kombat 2: il sequel

Dopo l’uscita del film, uscito contemporaneamente sia in sala sia in streaming, il produttore del film Todd Garner in un’intervista ha dichiarato che c’era la possibilità di realizzare un sequel qualora questo primo capitolo avesse ottenuto risultati economici soddisfacenti. Cosa poi verificatasi, grazie ad un incasso di circa 83 milioni di dollari a livello globale. Nel gennaio del 2022, dunque, New Line ha ufficialmente dato il via libera a un sequel. Mortal Kombat 2 vedrà il ritorno di quasi tutto il suo cast originale, portando anche Karl Urban nei panni di Johnny Cage, Tati Gabrielle nei panni di Jade e Adeline Rudolph nei panni di Kitana.

Il cast di Mortal Kombat 2 si è poi espanso con l’aggiunta di Martyn Ford, Desmond Chiam, Ana Thu Nguyen e Damon Herriman. Ford interpreterà l’iconico cattivo Shao Kahn, Herriman il famoso antagonista Quan Chi, Chiam nei panni del re edeniano Jerrod e Nguyen nei panni della regina Sindel. Al momento, tuttavia, non sono stati forniti ulteriori dettagli sulla trama, né una data di uscita del film. Le riprese sono iniziate nel giugno del 2023, ma si sono bloccate poco dopo per via dello sciopero degli attori. Al momento dunque la produzione del film è ferma e non potrà ripartire fino a quando lo scioperò non si sarà concluso.

Il trailer di Mortal Kombat e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Mortal Kombat grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 25 ottobre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Atto di fede: la vera storia dietro al film

Atto di fede: la vera storia dietro al film

Da sempre ci si interroga sui misteri della fede, su ciò che questa può significare e rappresentare, ma la sua natura intangibile e le innumerevoli forme che può assumere la rendono difficile da affrontare. Il cinema ha naturalmente una lunga tradizione di film che offrono una specifica visione della fede o che cercano di offrire delle risposte a riguardo. Solo di recente, titoli come Silence, First Reformed, Il prodigio o Corpus Christi hanno portato sul grande schermo queste tematiche, affrontando però la fede nei suoi aspetti più controversi. Molto più di parte, ma non per questo meno interessante, è invece Atto di fede.

Tale film è stato diretto nel 2019 da Roxanne Dawson (regista di numerose serie televisive qui al suo primo lungometraggio) ed è basato sul libro The Impossible: The Miraculous Story of a Mother’s Faith and Her Child’s Resurrection di Joyce Smith, dove si racconta di una vicenda realmente accaduta e del ruolo che la fede ha avuto in essa. La Dawson, fervente cristiana, ha dunque visto in questa storia l’occasione giusta per debuttare al cinema, parlando di quanto la fede possa realmente essere d’aiuto anche nelle situazioni più disperate. L’interpretazione che dunque il film dà di essa è estremamente positiva, quale faro di luce a cui potersi rivolgere e in grado di far arrivare le persone lì dove altrimenti non potrebbero.

Atto di fede è dunque un film che si rivolge indubbiamente ad uno specifico pubblico, ma che grazie alla sua toccante storia sui rapporti umani può arrivare a coinvolgere anche altre fasce di spettatori. Nell’ambito dei Premi Oscar 2020, il film ha ricevuto la candidatura nella categoria miglior canzone per I’m Standing With You, scritta da Diane Warren. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Atto di fede cast

La trama e il cast di Atto di fede

Il film racconta la storia del quattordicenne John Smith, che durante una mattina di inverno cade nel lago ghiacciato di St. Louis, nel Missouri, annegando. La rianimazione cardiopolmonare, praticata per quasi mezz’ora, non porta a nessun risultato e il ragazzo viene dichiarato morto. La sua famiglia è in preda alla disperazione, ma sua madre, Joyce Smith, non è ancora pronta a perdere suo figlio e, seduta ai piedi del suo capezzale, inizia a pregare ad alta voce affinché il figlio si risvegli e torni da lei.  Ma dopo essere morto per un’ora è possibile che il giovane sia ancora vivo?

Ad interpretare Joyce Smith vi è l’attrice Chrissy Metz, divenuta popolare grazie alla serie televisiva This Is Us, dove interpreta Kate Pearson, una dei protagonisti. Insieme alla regista, l’attrice è un devota cristiana e ha avuto un ruolo determinante affinché il film venisse realizzato. Josh Lucas è invece Brian Smith, mentre Marcel Ruiz interpreta John Smith. Sono poi presenti nel film l’attore Topher Grace, noto per i film Spider-Man 3 BlackKklansman, qui nei panni del reverendo Jason Noble. Mike Colter interpreta Tommy Shine, mentre Sam Trammell è il dott. Kent Sutterer e Dennis Haysbert il dott. Garrett.

Atto di fede storia vera

La vera storia dietro il film Atto di fede

Come anticipato, il film racconta una storia incredibile ma vera, che si svolge nel febbraio del 2015, quando l’adolescente John, della periferia di St. Louis, insieme a due amici, camminando irresponsabilmente sul lago St. Louise coperto di ghiaccio. Sotto il loro peso, questo si spezza facendo finire nell’acqua gelida i tre ragazzi. Uno di questi riesce a nuotare fino a riva mentre un altro si aggrappa al ghiaccio riuscendo a riemergere. Quando arrivarono i paramedici, però, John era rimasto sommerso per più di 15 minuti. Gli equipaggi hanno tentato la RCP per altri 15 minuti prima che i medici dell’SSM St. Joseph Hospital West continuassero la procedura per altri 27 minuti.

Durante questo periodo, tuttavia, il ragazzo non ha mostrato segni di vita e viene dichiarato morto. La madre di John, Joyce, non si dà però per vita ed entrando nella sala traumatologica dove si trovava il figlio inizia a pregare ad alta voce. Nel giro di pochi minuti, il cuore del ragazzo riprende miracolosamente a battere. La temperatura corporea dell’adolescente alto un metro e settanta era però di 88 gradi e i medici erano ancora preoccupati che potesse morire entro pochi giorni se non ore. John, però, non solo è sopravvissuto, ma le sue funzioni cerebrali sono tornate alla normalità.

L’unico fattore medico davvero a favore di John è che si è trattato di un annegamento in acqua fredda“, ha dichiarato il dottor Jeremy Garrett. I medici rimasero però sconcertati dal fatto che la sua funzione cerebrale sia stata preservata. In seguito all’incidente, il tenace adolescente si è dovuto comunque sottoporre a diverse settimane di terapia ambulatoriale ma il dottor Garrett ha detto che la guarigione di John rimane una cosa per lui mai vista prima, “un autentico miracolo“. Nel raccontare questa storia, gli autori del film si sono tenuti molto fedeli a come si sono svolti gli eventi, accentuando unicamente alcuni aspetti drammatici.

Il trailer di Atto di fede e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Atto di fede grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e RaiPlay. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 25 ottobre alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb, NBCNews, HistoryvsHollywood

Maestro: trailer del nuovo film di e con Bradley Cooper

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Maestro: trailer del nuovo film di e con Bradley Cooper

Netflix ha diffuso il trailer di Maestro, il nuovo film originale Netflix diretto e interpretato da Bradley Cooper, presentato in concorso alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Maestro è un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore.

Prodotto da Martin Scorsese, Bradley Cooper, Steven Spielberg, Fred Berner, Amy Durning e Kristie Macosko Krieger e scritto da Bradley Cooper e Josh Singer, il film vede protagonisti anche Carey Mulligan, Matt Bomer, Maya Hawke.

À la Recherche: recensione del film di Giulio Base con Anne Parillaud – #RoFF18

È il 1974 in À la Recherche, il nuovo film di Giulio Base. In quell’anno, le Brigate Rosse terrorizzano il Bel Paese, l’Italia al Campionato mondiale di calcio si scontra con la Polonia per qualificarsi alla fase successiva, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese vinconco al Festival di Cannes e Luchino Visconti gira il suo penultimo film, Gruppo di famiglia in un interno. Mentre questi e altri eventi scuotono – in positivo o in negativo – il mondo, all’interno di una villa tanto imponente quanto spettrale si aggirano Pietro e Ariane.

Sono rispettivamente uno sceneggiatore e un’attrice francese, accomunati da una carriera in fase di declino. Le vicende che li legano non sono però reali come quel fuori campo del mondo esterno che di tanto in tanto si intromette, ma in loro confluiscono tutte le paure, i vizi, le passioni, gli entusiasmi e le delusioni di quell’epoca che Giulio Base aspira a far rivivere sullo schermo con questa suo lungometraggio, girato in lingua francese e presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma.

La trama di À la Recherche, tra tempi andati e illusioni future

Isolatisi in questa decadente villa, Pietro (Giulio Base) e Ariane (Anne Parillaud) cercano disperatamente di invertire la rotta intrapresa dalle loro carriere artistiche realizzando un adattamento per il cinema di Alla ricerca del tempo perduto, il mastodontico romanzo di Marcel Proust, “cattedrale letteraria dell’Occidente”, nonché emblema del tema della memoria e dello scorrere inesorabile del tempo. Un adattamento che, stando a quanto dichiarato da Ariane, dovrebbe dirigere nientemeno che Luchino Visconti, uno degli uomini di cultura più influenti del Novencento.

Visconti, cantore di temi come la bellezza, la decadenza, la morte e la storia europea, senza dimenticare il declino della nobiltà e della borghesia (trattati in film come Senso, Il gattopardo e Ludwig) sarebbe infatti in cerca di un nuovo progetto cinematografico, con cui idealmente chiudere nel migliore dei modi la propria carriera. I due protagonisti del film si mettono dunque a lavoro, ma ben presto le riflessioni riguardanti l’opera di Proust saranno l’occasione per rimuginare anche sulle loro vite, sul contesto in cui vivono e sul loro futuro.

À la Recherche Anne Parillaud
Anne Parillaud e Giulio Base in À la Recherche

Un’accuratissima ricostruzione d’epoca

È un’opera contenuta ma ambiziosa il nuovo film di Base. Il tutto si svolge infatti in un unico luogo, con soli due personaggi chiamati a dar vita ad un duetto attraverso cui si diffonde in ogni stanza della lussuosa villa lo spirito del tempo. Uno spirito però decadente, che spinge a guardare al passato con una certa malinconia, al presente con diffidenza e al futuro con timore. È così che l’ambiente si fa dunque a sua volta personaggio, offrendo a Pietro e Ariane una cornice ideale entro cui muoversi nella misura in cui propone un’accuratissima ricostruzione d’epoca.

La fotografia di Giuseppe Riccobene, le scenografie di Walter Caprara e i costumi di Sabrina Beretta ricostruiscono infatti in modo sorprendente un’epoca in tutti i suoi colori, invitando lo spettatore ad immergersi in un ambiente dove l’oggettistica, i libri, i materiali degli indumenti e altro ancora, pur se intangibili per chi guarda, restituiscono ugualmente una forte dimensione tattile. Si entra dunque volentieri in questo contesto che, grazie anche alla varietà di stanze che offre, non diventa mai ripetitivo. Al contrario, a ben notare, ogni ambiente sembra pensato per essere il perfetto sfondo a quanto succede nel rapporto dei protagonisti.

Un progressivo avvicinarsi all’interiorità dei personaggi

I due si incontrano per scrivere, certo, ma è inevitabile che tra una pagina e l’altra, inizi ad emergere qualcosa di ambiguo nel loro rapporto, come ambigui sono i tempi che vivono. Il regista ce lo racconta ancor prima che tramite ciò che si dicono attraverso un progressivo avvicinamento nei loro confronti. Se all’inizio i due sono inquadrati con una serie di totali dell’ambiente o comunque sempre con una certa distanza, piano piano le inquadrature tendono a stringersi su di loro, fino ad offrirci dei primi e primissimi piani da cui può emergere tutto il loro mondo interiore.

Pietro e Ariane non sono solo alla ricerca del giusto modo per adattare l’apparentemente inadattabile romanzo di Proust (ed interessanti sono le riflessioni sul processo di adattamento), ma anche di un nuovo posto per sé stessi nel mondo. Sceneggiatore di film di genere lui (che gli permettono però di guadagnare e la precisazione è tanto importante quanto gradita), attrice semi dimenticata lei, entrambi si spogliano via via sempre di più, fino a far emergere tutte le loro ipocrisie, per giungere alla consapevolezza che sì, forse Alla ricerca del tempo perduto parla anche di loro.

À la Recherche Anne Parillaud Giulio Base
Anne Parillaud e Giulio Base in À la Recherche

Alla ricerca del tempo perduto e del tempo che verrà

Perché con À la Recherche non ci si risparmia nel mettere sul tavolo tanto il bene quanto il male di quell’epoca e dei suoi personaggi – così come ad esempio dello stesso Visconti si ricordano le sue contraddizioni – proprio come Proust fa all’interno della sua opera. Nel cercare di riportare su carta la decandenza raccontata dallo scrittore francese, Pietro e Ariane prendono dunque consapevolezza del proprio declino. Grazie poi alle interpretazioni dei due attori, con Base che gestisce in modo convincente la stravaganza del suo Pietro e Parillaud che dà vita ad una Ariane tanto seducente quanto spietata, tutto ciò emerge con ulteriore incisività.

Certo, nel corso di questo processo emergono anche tanti spunti di riflessione, forse troppi, e non tutti vengono approfonditi come avrebbero meritato. Ma nei suoi novanta minuti di durata il film di Base non sembra voler asprirare ad essere risolutivo nei confronti di tutto ciò, quanto piuttosto offrire un nostalgico sguardo ad un preciso periodo storico, sapendo però anche proporre riflessioni valide per il nostro presente, come ad esempio quella legata al ruolo dell’artista e dell’arte in tempi di guerre ed orrori. Forse perché, proprio come gli anni Settanta sono stati un periodo di passaggio, altrettanto lo saranno gli anni che stiamo vivendo.

Jonathan Majors a processo: l’udienza è fissata per il 29 novembre

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Jonathan Majors dovrà affrontare un processo con l’accusa di violenza domestica dopo che il giudice di New York ha respinto la mozione di archiviare il caso. La data del processo è stata fissata per il 29 novembre.

Majors è comparso questa mattina mattina in un’aula di tribunale di Lower Manhattan tramite Zoom perché è fuori dallo stato. Durante l’udienza, i suoi avvocati difensori hanno presentato una mozione per richiedere che le “prove contestate” rimangano sigillate e interdette alla vista del pubblico a causa della natura di “alto profilo” del caso e delle accuse contro Majors. L’avvocato difensore Seth Zuckerman ha detto al giudice Michael Gaffey che ritiene che “la divulgazione di informazioni sensibili limiterà il diritto del signor Majors a un processo equo”. Il giudice non si è ancora pronunciato sulla mozione e ha detto ai giornalisti presenti nella stanza che avrebbero potuto presentare documenti di opposizione entro il 6 novembre.

L’attore in forze alla scuderia Marvel è stato arrestato a Manhattan il 25 marzo e accusato di aggressione e molestie aggravate dopo una presunta lite domestica con la sua fidanzata dell’epoca, Grace Jabbari. Majors si è dichiarato non colpevole delle quattro accuse mosse contro di lui. Se condannato per reati minori di molestie e aggressioni, rischia fino a un anno di carcere.

L’avvocato difensore penale di Majors, Priya Chaudhry, sostiene di avere prove che scagionano Majors da qualsiasi illecito, incluso un video di sorveglianza che mostra Jabbari “completamente illesa” dopo la presunta aggressione dell’imputato. Ma la recente dichiarazione dell’accusa contrasta questa affermazione, affermando che “il video di sorveglianza a cui fa riferimento la difesa in realtà mostra la signora Jabbari visibilmente turbata, che piange e cerca aiuto da sconosciuti per prendere una Uber per tornare a casa”.

Ad aprile a Jabbari è stato concesso un ordine di protezione temporaneo, il che significa che le due parti non possono avere alcun contatto diretto o con terzi. L’ordinanza resta in vigore.

Sulla scia delle accuse, Jonathan Majors è stato escluso dai progetti cinematografici e abbandonato dal suo team di pubbliche relazioni presso la Lede Company, così come dal suo management, Entertainment 360. WME rappresenta ancora l’attore nominato agli Emmy e reciterà nel film drammatico Magazine Dreams, la cui uscita è ancora prevista per dicembre negli USA. Ha anche un ruolo di grande rilievo nel Marvel Cinematic Universe, nei panni del malvagio Kang il Conquistatore, presente anche in Loki Stagione 2, attualmente disponibile su Disney+.

High & Low: John Galliano, parla il regista del film Kevin MacDonald

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Per quasi 20 anni, John Galliano è stato il più influente fashion designer al mondo, prima di essere raggiunto dai propri demoni e perdere tutto. Licenziato da Dior, ostracizzato dall’intera industria della moda, abbandonato da tutti, per lui sembrava fosse arrivata la fine. Cosa è successo? Lo racconta Kevin MacDonald (The Mauritanian) in High & Low: John Galliano. Abbiamo raggiunto il regista alla Festa di Roma, e con lui abbiamo parlato del film documentario presentato alla manifestazione nella sezione Special Screenings.

Come mai ha scelto di raccontare la storia di John Galliano?

Stavo cercando un modo per fare un film sul perdono e sulla cancel culture, perché mi sembrano argomenti molto importanti per la contemporaneità. Molte persone, per un motivo o per l’altro, negli ultimi tempi, hanno subito una cancellazione. E mi sono chiesto cosa è accaduto a queste persone, se hanno trovato il perdono. E così qualcuno mi ha suggerito di parlare con John Galliano, così l’ho raggiunto e ne abbiamo parlato. Lui aveva intenzione di fare il film, ma non era sicuro che volesse proprio me per realizzarlo. Quindi ho passato diversi anni a intessere un rapporto con lui, a parlargli, e soltanto alla fine lui ha accettato, così sono andato da lui per intervistarlo e scoprire se riusciva ad essere onesto, ma anche interessante e carismatico, e ho pensato che lo fosse molto. E proprio in quel momento abbiamo ottenuto i fondi dal distributore francese.

Come ha collaborato con Galliano?

Lui è stato sempre incredibilmente generoso con il suo tempo, mi ha dato tutto il tempo di cui avevo bisogno. Ho girato l’intervista in 6 giorni e poi si è fatto seguire per due settimane, mentre faceva le sue cose. Lui non ha mai avuto il controllo del film e io ho avuto l’ultima parola sul montaggio finale, si è dovuto fidare di me, del fatto che io facessi un film che fosse onesto. Mi ricordo che quando gli ho mostrato il film la prima volta ero molto nervoso per quello che avrebbe potuto dire. Ma lui venne da me in lacrime, era profondamente turbato, ma non mi ha rivolto nessuna critica, non ha provato in alcun modo a farmi cambiare il film. Mi disse: “Non è il mio lavoro fare film, è il tuo, tu sei il regista. Non ti lascerei mai dirmi come disegnare i miei vestiti, quindi non ti dirò come fare il film”. E non ha mai neanche provato di manipolare il prodotto finale.

Sia la moda che l’arte sono due espressioni artistiche. Mentre realizzavi questo film, ha mai riflettuto sul fatto che stava usando una forma d’arte per raccontarne un’altra?

Sì, certo. Una delle cose interessanti di John in quanto stilista, è che molte delle sue influenze sono cinematografiche. Ecco perché nel film uso molte clip di altri film, in particolare di Napoleon di Abel Gance, che racconta una parabola molto simile a quella della storia che ho proposto io nel documentario. John ha sempre detto che le immagini e i sentimenti del cinema sono la principale ispirazione per il suo lavoro.

Galliano parla di impulso creativo urgente, riguardo alla moda. Può dire lo stesso del cinema, per lei?

Credo di non avere la disperata esigenza fisica di fare film come lui ce l’ha di creare abiti. Credo che invece per me il cinema sia un modo di comprendere il mondo, ponendo domande incontrando persone da parti diverse del mondo e con abitudini diverse, in particolare per quanto riguarda i miei film documentari. Per me l’arte è un mezzo verso la conoscenza, per John Galliano è qualcosa che semplicemente sente il bisogno di fare.

Sapeva già quale vip o personaggio famoso avrebbe contattato all’inizio della lavorazione per testimoniare? C’è qualcuno che ha detto di no per via di quello che Galliano aveva fatto?

Ci sono state alcune persone che non hanno voluto partecipare al film, ma non dirò i loro nomi. Per alcune di queste persone, la scelta è stata fatta da agenti o agenzie, perché pensavano che sarebbe stato rischioso per loro esporsi, dato quello che era successo con Galliano. Sono stato molto più sorpreso dal fatto che molte delle persone a cui abbiamo chiesto non vedevano l’ora di partecipare, e credo che fosse così perché provano un vero affetto per John, e quindi per loro valeva la pena correre il rischio. Persone come Naomi Campbell, Kate Moss o Charlize Theron, hanno partecipato davvero come atto d’amore e amicizia verso di lui.

Secondo lei, come mai spesso un grande artista è turbolento e preda di dipendenze?

Credo che questa sia una domanda troppo grande a cui dare una risposta. Credo che abbia a che fare con il fatto che spesso i grandi artisti sono persone con un tormento psicologico, che possa essere un trauma o un’esperienza particolare. E spesso l’arte è un mezzo per affrontare e superare questi irrisolti. Inoltre, gli artisti amano scuotere il pubblico, ma quello che mi preoccupa del mondo contemporaneo, è che gli artisti adesso hanno timore a scuotere e scioccare il pubblico perché non sanno a cosa porteranno le loro scelte. Alcune scelte potrebbero anche porre fine alla loro carriera. Non sto suggerendo che John Galliano abbia fatto i suoi commenti antisemiti per scioccare, ma credo che nel corso della sua carriera abbia puntato molto sull’aspetto della sorpresa.

Lucca Comics & Games 2023: ecco gli eventi su prenotazione!

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Lucca Comics & Games 2023: ecco gli eventi su prenotazione!

Disponibile sul sito di Lucca Comics & Games l’elenco di tutti gli eventi gestiti da Lucca Comics & Games ai quali si potrà accedere solo tramite prenotazione su Eventbrite .

I link di prenotazione mediante Eventbrite si trovano all’interno dei singoli eventi riportati sul sito di Lucca Comics & Games.

È possibile prenotarsi:

  • tramite LuccaCG23 Assistant, la APP ufficiale di Lucca Comics & Games e il relativo collegamento dell’account Eventbrite (basta memorizzare utente e password all’interno del profilo). C’è una sezione specifica “Eventi prenotabili” con un pulsante per ciascun evento che si vuole prenotare. Le prenotazioni fatte sono visibili all’interno della stessa sezione (e nel proprio profilo Eventbrite);
  • tramite il sito di Lucca Comics & Games 2023 cliccando sul pulsante “Prenota” all’interno del singolo evento all’interno del programma. La prenotazione sarà visibile sia all’interno dell’App che sul proprio profilo Eventbrite;
  • dalla piattaforma Eventbrite cercando la pagina di Lucca Comics & Games 2023 selezionando l’evento di interesse. La prenotazione sarà visibile sia all’interno del LuccaCG23 Assistant (la APP di Lucca Comics & Games) sia sul proprio profilo di Eventbrite.

Per prenotare è necessario essere in possesso del biglietto/abbonamento di Lucca Comics & Games 2023, il cui Sigillo Fiscale (codice S.F. indicato sul biglietto) deve essere inserito nell’apposito spazio riportato nel form di prenotazione.

Si ricorda che il Family Palace allestito negli spazi del Real Collegio è ad ingresso gratuito per tutti, adulti e bambini, senza necessità di aver acquistato il biglietto di Lucca Comics & Games. Alcuni eventi nel programma Junior sono su prenotazione. In questo caso la prenotazione Eventbrite non prevede l’inserimento del codice del biglietto corrispondente.

È necessario presentarsi almeno 15 minuti prima per consentire la verifica della validità della prenotazione. Chiunque si presentasse 15 minuti dopo l’inizio dell’evento perde il diritto di prelazione, la prenotazione non sarà più valida e sarà consentito l’ingresso ad eventuali visitatori in coda. È importante ricordare che:

  • verranno effettuati controlli elettronici (tramite l’applicazione di Eventbrite) all’ingresso di ciascun evento, per cui è necessario avere a disposizione il QR Code della prenotazione direttamente sul cellulare oppure stampato.
  • Chi ha prenotato un evento ma non potrà partecipare dovrà cancellarsi tempestivamente. La mancata presenza all’evento inciderà negativamente sulle future prenotazioni che l’utente effettuerà sia nella presente edizione della manifestazione sia in quelle future.
  • Si ricorda che una prenotazione cancellata disattiva la validità del QR Code generato (quindi si rende nullo il biglietto cartaceo dopo averlo cancellato online).
  • Le prenotazioni fatte dai Level Up Fan verranno verificate manualmentedallo staff dedicato.
  • Il personale alla porta avrà un palmare per la scansione dei biglietti per l’ingresso “standard”i e “Level Up Fan”, per la Stampa e per i Disabili verrà dato un numero massimo di persone da far entrare (appunto in percentuale rispetto alla capienza della sala).

RIEPILOGO DEGLI EVENTI SU PRENOTAZIONE (elenco in aggiornamento)

All’EX Caffetteria Palazzo Ducale Di Lucca

  • Firmacopie Enzo Rizzi Heavy Bone – SOLD OUT
  • Firmacopie Mandrake
  • Firmacopie Amélie Fléchais –  SOLD OUT
  • Firmacopie Andrea Broccardo e Barbara Nosenzo –  SOLD OUT
  • Firmacopie Matteo Bussola e Emilio Pilliu
  • Firmacopie Barbascura X –  SOLD OUT
  • Firmacopie Alexandra Bracken
  • Firmacopie Jonathan Stroud

Nello Spazio Workshop Carducci

  • Alibi: la cena con delitto è servita! –  SOLD OUT
  • Aziende in gioco – Progettare workshop con i giochi da tavolo –  SOLD OUT
  • Brividi In Arda – Le Rappresentazioni Dell’orrore Nell’opera Di JRR Tolkien –  SOLD OUT
  • Come avviare un’impresa creativa? –  SOLD OUT
  • Come nasce un gioco di ruolo? Parliamone con gli autori –  SOLD OUT
  • Corpi in gioco: presentazione e ruolo dei corpi queer nei giochi –  SOLD OUT
  • Costruire reti e spazi di gioco accoglienti per le persone LGBTQIA+ e non solo –  SOLD OUT
  • Il diritto d’autore nei giochi. Cos’è e come si può tutelare –  SOLD OUT
  • Il giardino segreto: documentazione, divulgazione e istituzionalizzazione del live action role-play in Italia –  SOLD OUT
  • Rob Daviau: design intuitivi e rivoluzionari –  SOLD OUT
  • Together: l’arte di giocare insieme – Ristrutturiamo il gioco in un laboratorio interattivo –  SOLD OUT
    Tony DiTerlizzi: Drawn to fantasy –  SOLD OUT
  • Will Swing: perché trovare casa è difficile? –  SOLD OUT

Nel Signing Booth del Padiglione Carducci

  • Firmacopie Joe Manganiello

Nella Sala Incontri di Lucca Junior al Real Collegio (Si10)

  • Firmacopie con Jennifer Puddu
  • Firmacopie con Roby – L’Accademia del Caos – SOLD OUT
  • Firmacopie con Max Random – Maxino e la torre dei mostri
  • Firmacopie Arex e Vastatore – Cacciatori di fantasmi
  • Firmacopie Glitter & Candy – Magici ricordi
  • Firmacopie con BellaFaccia – Lo scontro dei mondi
  • Disegna il tuo Pokémon e acchiappali tutti! – SOLD OUT

Sala Incontri Primo Chiostro Real Collegio

  • Firmacopie con Giovanni Muciaccia – SOLD OUT
  • Milena insegnami la felicità – firmacopie con Megi Bulla e Fiore Manni – SOLD OUT

Sala laboratori 3 Real Collegio

  • Incontro e firmacopie con Arianna Craviotto – Il segreto della bussola magica – SOLD OUT
  • Laboratorio di disegno con W.I.T.C.H. – Il cuore dell’amicizia – SOLD OUT

Teatro del Giglio

  • Dungeons & Deejay puntata speciale live @ Lucca Comics & Games SOLD OUT
  • D&D ALL STARS LIVE: sessione di gioco SOLD OUT
  • Noi siamo leggenda – anteprima assoluta con la presenza del cast
  • Max Forever. Con Max Pezzali e Roberto Recchioni. Introduce Emanuele Vietina.
  • Graphic Novel Theatre – Blankets
  • Pera Toons: Come nasce una freddura? Come riescono a farci ridere?
  • Colazione con Frank Miller. Modera Simone Bianchi.
  • Talk with Hiro Mashima. Con Hiro Mashima, Mara Famularo
  • Avengers & X-Men: il 60° anniversario dei più grandi team del mondo. Con Douglas Wolk, Mara Famularo, Stefano Caselli, Elena Casagrande, Simone Bianchi e C.B. Cebulski, modera Marco Rizzo.
  • Naoki Urasawa live show! Con Naoki Urasawa, modera Emanuele Vietina.
  • Voci di mezzo Horror Edition. Con i doppiatori Carlo Valli, David Chevalier, Domitilla D’Amico, Emiliano Coltorti, Laura Lenghi e la colonna sonora dei Raggi Fotonici.
  • Igort, Jim Lee, Naoki Urasawa: creatori di mondi.

Auditorium San Romano

  • Foodmetti, Foodmovie, Foodmanga. Con Frank Miller, CB Cebulski, Silenn Thomas

Cinema Astra

  • A Lucca con Gondry – incontro Michel Gondry
  • Five Nights at Freddy’s – anteprima – SOLD OUT
  • One Piece Gear Fifth
  • Il Ragazzo e L’airone – anteprima nuovo film del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki

Cinema Centrale

  • PreCure All Star F.
  • One Piece Gear Fifth

Padiglione San Martino

  • Firmacopie Alexandra Bracken
  • Firmacopie Christelle Dabos
  • Firmacopie Benjamin Lacombe

Auditorium San Girolamo

  • Igniting The Spark: anteprima italiana del documentario su Magic: The Gathering SOLD OUT
  • Joe Manganiello, una star al servizio del gioco! – SOLD OUT
  • Batman: Europa – Una storia di resilienza. Con Jim Lee, Giuseppe Camuncoli e Matteo Casali, modera Nicola Peruzzi.

Auditorium del Suffragio

  • Scrivere l’America. Con Garth Ennis, Joe Kelly e Howard Chaykin, modera Marco Rizzo.
  • Un mondo in subbuglio – I fumetti raccontano le guerre (e la pace). Con Garth Ennis, Gianluca Costantini, Olga Grebennik, Alec Trenta, Francesca Torre, Margherita “LaTram” Tramutoli e Simonetta Gola, modera Marco Rizzo.
  • A Tribe of Two Con Asaf Hanuka, Tomer Hanuka, Cosimo Lorenzo Pancini, Guido Martini.
  • Doctor Newtron. La scienza nel fumetto. Con Dario Bressanini.
  • Chiedimi se sono un fumettista felice. Con Eldo Yoshimizu, Zerocalcare, Flavia Biondi, Teresa Radice e Stefano Turconi e Jordi Lafebre, modera Caterina Marietti.

Auditorium San Francesco

  • Gigaciao: un anno dopo. Con Sio, Dado, Fraffrog e Bevilacqua.
  • Naoki Urasawa Maxi Showcase. Con Naoki Urasawa, modera Luca Valtorta.
  • Dario Moccia: le mie carte collezionabili sui mostri
  • 30 strisce in 30 minuti! Con Sio, modera Fabio Antonelli.
  • Elisa True Crime – SOLD OUT
  • Meet Naoki Urasawa. Modera Dario Moccia.
  • Showcase: Pera Toons. Modera Mario Moroni
  • Showcase: Jim Lee. Modera Andrea Rock.
  • Showcase Hiro Mashima. Modera Alessandro Apreda.
  • Power Pizza – Power Point Battle pt.II. Con Sio, Nick & Lorro

Sala Tobino

  • Showcase Pretty Cure. Con Aki Murase, Itaoka Nishiki e Yuta Tanaka, modera Emanuela Pacotto.
  • Showcase: Mingwa. Con Caterina Bonomelli, Georgia Cocchi Pontalti.
  • Showcase: Keigo Shinzo. Modera Dario Moccia
  • Showcase Asaf e Tomer Hanuka. Con Cosimo Lorenzo Pancini.

Chiesa San Giovanni

  • Garth Ennis: quei cattivi ragazzi. Con Garth Ennis ed Emiliano Pagani, modera Nicola Peruzzi.
  • Garth Ennis: Till The End of His Words. Con Garth Ennis, Goran Sudzuka, Mark&Tanya Dillon, Alessandro”DocManhattan” Apreda e Luca Bitonte.
  • Leo Ortolani presenta “Tarocchi”. Con Leo Ortolani, Lita Pirazzoli, Sara D’Imporzano

Fargo: la quinta stagione dal 22 Novembre su SKY e NOW

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Fargo: la quinta stagione dal 22 Novembre su SKY e NOW

Acclamata per il suo stile eccentrico e il suo impareggiabile black humor, nonché per le sue atmosfere ispirate a quelle dell’omonimo film dei Fratelli Coen, FARGO è una delle serie cult per eccellenza. Candidata a ben 55 Emmy Awards, vincitrice come miglior miniserie nel 2014 per poi ripetersi l’anno successivo ai Golden Globe Awards, la serie antologica Sky Exclusive creata e prodotta – tra gli altri – dal pluripremiato Noah Hawley (Bones, Legion) torna con la quinta attesissima stagione in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 22 novembre, in contemporanea con gli Stati Uniti, come annunciato dai teaser appena rilasciati.

Protagonisti del nuovo ciclo di episodi sono Juno Temple (Ted Lasso) e Jon Hamm (Mad Men), per una storia ambientata stavolta in Minnesota, nel 2019.

In FARGO Dopo che una serie di eventi inaspettati fa finire Dorothy “Dot” Lyon (Juno Temple) nei guai con le autorità, questa apparentemente tipica casalinga del Midwest ripiomba improvvisamente in una vita che pensava di essersi lasciata alle spalle. Lo sceriffo del North Dakota Roy Tillman (Jon Hamm) sta infatti cercando Dot da molto tempo. Allevatore, predicatore e uomo di legge, Roy crede di essere al di sopra di chiunque e per dare la caccia a Dot si fa aiutare dal figlio Gator (Joe Keery), fedele ma incapace e da Ole Munch (Sam Spruell), un losco vagabondo dalle origini misteriose. Con i suoi segreti più profondi che iniziano a venire a galla, Dot tenta di proteggere la sua famiglia dal suo passato, dimostrando una volta per tutte perché non si dovrebbe mai provocare una Lyon.

Nel cast di FARGO insieme a Juno Temple e Jon Hamm anche Joe Keery (Stranger Things), Sam Spruell (Legend), David Rysdahl (No Exit), Lamorne Morris (New Girl), Jennifer Jason Leigh (The Hateful Eight), Richa Moorjani, Lukas Gage, Jessica Pohly, Nick Gomez.

Il produttore esecutivo vincitore dei premi Peabody ed Emmy Noah Hawley (showrunner/sceneggiatore/regista), e la sua società di produzione 26 Keys, guidano il team creativo dell’ultimo nuovissimo capitolo della pluripremiata crime story. Warren Littlefield (The Handmaid’s Tale, The Old Man), e la sua società di produzione The Littlefield Company sono produttori esecutivi insieme a Steve Stark, Kim Todd e Joel & Ethan Coen. Fargo è prodotta da MGM Television e FX Productions, con MGM Television che funge da studio principale e Amazon e MGM Studios Distribution che supervisionano la distribuzione internazionale.

The Estate: trailer della commedia con Toni Collette

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The Estate: trailer della commedia con Toni Collette

E’ stato diffuso trailer italiani di The Estate, la divertente commedia targata Sky Original, in esclusiva da mercoledì 15 novembre su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.

Diretto da Dean Craig, il film vede la partecipazione di un cast stellare che comprende Toni Collette, Anna Faris, David Duchovny, Rosemarie DeWitt, Ron Livingston, Keyla Monterroso Mejia e Kathleen Turner.

La trama di The Estate

Macey e Savanna non hanno molto, ma hanno il piano perfetto. Con un bar sgangherato, che vacilla sull’orlo del fallimento, e le loro vite che non vanno da nessuna parte, le due sorelle cospirano per conquistare la loro zia Hilda, malata terminale – la matriarca prepotente e burbera della famiglia – nella speranza di diventare le beneficiarie della sua vasta proprietà. Ma, come Macey e Savanna scoprono presto, potrebbero esserci altri parenti che hanno avuto la stessa identica idea.

John Carney, l’intervista al regista di Flora and Son

John Carney, l’intervista al regista di Flora and Son

Sono ormai più di quindici anni che l’irlandese John Carney continua a conquistare il pubblico desideroso di storie di tutti i giorni e soprattutto buona, buonissima musica. Once (Oscar per la miglior canzone), Begin Again, Sing Street rappresentano un percorso artistico personale ed emozionante, completato a suo modo anche dalla dolcezza umana della serie Modern Love per Prime Video. Proprio con Carney abbiamo discusso del suo ultimo, taccante Flora and Son disponibile in streaming su Apple TV+, film ancora una volta capace di arrivare dritto al cuore grazie anche alle interpretazioni di Eve Hewson, Joseph Gordon-Levitt e Jack Reynor. Ecco cosa Carney ci ha raccontato del suo ultimo, riuscito lavoro.

Partiamo dal concepimento di Flora and Son: cosa l’ha spinta a mettere in scena il rapporto complesso tra una madre e suo figlio?

A un certo punto ho iniziato a sentire il bisogno di raccontare una storia diversa, qualcosa che non fosse semplicemente la descrizione di un rapporto romantico. Ho appena avuto un bambino e questo mi ha portato a pensare più spesso al ruolo di padre e ai miei genitori, quindi ho deciso di esplorare una relazione diversa ma ugualmente potente. In qualche modo ho tentato di fare i conti con una figura per me complessa ma fondamentale come mia madre, colei che a suo modo mi ha portato ad amare la musica. È stata lei a regalarmi la mia prima chitarra quando proprio non poteva permettersi di comprarla.

Come nei suoi film precedenti anche questo trova un equilibrio notevole tra dramma umano e toni più leggeri. Qual è il segreto per ottenerlo?

Ci sono delle persone che affrontano il dramma vero colpendolo con l’ironia. È un bisogno connaturato in un certo tipo di psicologie in cui mi riconosco, a cui più o meno appartengo. È una qualità specifica di noi irlandesi, puoi trovare questo atteggiamento nei pub quando le persone sono leggermente ubriache. È un modo di vedere la vita, non si può essere sempre, costantemente seri! Non siamo in politica, produciamo intrattenimento!

Le canzoni del film sono state scritte in fase di sceneggiatura o in seguito? magari durante le riprese?

Per questo film avevamo ben  chiaro dove volevamo piazzare le canzoni nel corso della storia in modo che la supportasse, per questo le abbiamo scritte prima di iniziare le riprese. Poi magari la notte prima di girare una scena apportavamo qualche piccolo aggiustamento, ma il grosso è stato fatto prima di girare. Abbiamo fatto qualche ripresa aggiuntiva e sistemato alcuni momenti musicali.

A proposito di canzoni che supportano la storia, quanto è importante per lei adoperare la musica non semplicemente come strumento di raccordo?

Per me è fondamentale, non riuscirei a concepire il suo uso in altro modo. In questo film i personaggi tentano di trovare loro stessi, capire cosa manca e su cosa invece possono contare, anche attraverso le canzoni che compongono. Era un rischio a livello di costruzione del film, dovevamo rendere ogni momento coerente.Ma non sono il solo a farlo, altri colleghi abbracciano questa idea. Io ad esempio sono un grande fan di School of Rock di Richard Linklater: la scena in cui Jack Black canta Back in Black dei Deep Purple ai giovani studenti ha regalato un nuovo senso a una canzone già potente. Mi piace questo modo di adoperare la musica in maniera creativa, non soltanto per un montaggio ad effetto. Un altro film che secondo me possiede questa qualità narrativa è A proposito di Davis dei fratelli Coen. la scena in cui Oscar Isaac canta quella bella canzone per tre minuti e alla fine F. Murray Abraham gli dice: “Non ci vedo soldi…” spiega perfettamente come mi piace usare le canzoni all’interno di un film.

Può parlare del casting di Flora and Son? Eve Hewson, Joseph Gordon-Levitt e Jack Reynor sono perfetti nei loro ruoli…

Oggi l’entertainment è fatto di azione, effetti speciali e grandi spettacoli, mentre io cerco sempre di raccontare esperienze umani reali, nella loro semplicità. Abbiamo cercato attori che pensavamo sarebbero stati capaci di veicolare al pubblico. Ewe, Joseph e Jack rispondono perfettamente a questo tipo di artista, mettono sempre un po’ di anima nei personaggi che interpretano. La prima volta che ho notato Ewe è stato in un film di Nicole Holofcener intitolato Enough Said, dove interpretava la figlia di James Gandolfini. Si poteva già capire che sapeva fondere il lato divertente del personaggio con quello piû intimo, piû vero. È incredibile il modo in cui riesce a padroneggiare il suo personaggio in Flora and Son, sa rendere credibile ogni aspetto di questa donna dalle molte contraddizioni.

Monarch: Legacy of Monsters: recensione della serie Apple TV+

Monarch: Legacy of Monsters: recensione della serie Apple TV+

Con sole tre puntate la nuova serie scaturita dalla collaborazione tra Legendary e Apple TV+ regala al pubblico quello che gli ultimi film su Godzilla, King Kong e i loro giganteschi compagni di scorribande non erano riusciti a fornire: trepidazione e senso della meraviglia.

Monarch: Legacy of Monsters, la trama

La narrazione delle vicende si svolge su due piani temporali, entrambi relegati nel passato; Monarch: Legacy of Monsters comincia infatti nel Giappone di un non troppo lontano 2015, in un mondo che si sta riprendendo dagli attacchi catastrofici di Godzilla. Per raccontare la nascita della Monarch e i suoi primi incontri con i mega-animali la storia salta invece più indietro, ovvero nel 1959, e questa per il momento è senza dubbio la parte più divertente della serie.

I creatori Chris Black e Matt Fraction scelgono giustamente di puntare sull’attesa, di centellinare le apparizioni dei vari mostri privilegiando al contrario la suspense allo spettacolo gratuito. Ecco allora che le varie puntate propongono la bellezza di scenari naturali in cui i vari personaggi si scambiano battute da commedia sofisticata mentre cercano di scoprire la verità su ciò che sta accadendo. Il tono è scanzonato, almeno nel passato, mentre nella finestra temporale che possiamo considerare contemporanea la protagonista Cate Randa (Anna Sawai) non riesce a superare il trauma del primo attacco di Godzilla a San Francisco, città in cui viveva.

Uno sguardo sulle vittime

Il fatto che Monarch: Legacy of Monster getti finalmente uno sguardo verso le “vittime”, fin troppo spesso dimenticate dentro la spettacolarità delle scene catastrofiche, approfondisce lo spessore emotivo dell’intera operazione. Ma come già accennato in precedenza la carta vincente sta nel proporre uno spettacolo mai roboante, che non fa degli effetti speciali o dell’action scatenata il suo fulcro principale, tutt’altro. Ed ecco allora che quando Godzilla o qualcuno degli altri animali giganti fa il suo ingresso in scena, allora lascia davvero il segno come accade ad esempio in una notevole sequenza della terza puntata, a livello estetico e spettacolare forse il momento migliore in questo universo cinematografico dai tempi del Godzilla diretto da Gareth Edward.

Una classica storia di avventura

Con Monarch: legacy of Monsters si torna alle basi dell’idea, ovvero costruire una storia di avventura, ricerca, scoperta in cui il “mostro” serve come supporto spettacolare ma non necessariamente primario a storia e contenuto. Al centro di questo show ci sono il mistery, l’avventura, il sentimento, le relazioni tra i personaggi, non certo quei mostri che sono comunque il fulcro principale della narrazione. E non si pensi che la produzione sembri voler risparmiare sugli effetti speciali per contenere il budget, perché dalle location magnifiche e dalla ricostruzione scenografica si capisce chiaramente che si tratta di uno sforzo produttivo notevole da parte di Legendary e Apple TV+.

Nella zona delle serie televisive che possono garantire prima di tutto svago e uno spettacolo in grado di accontentare tutti, Monarch: Legacy of Monsters si distingue per lungimiranza produttiva e una visione molto equilibrata di quello che vuole mettere in scena. Esplicitamente conscio che la fruizione su schermi minori rispetto alla sala cinematografica non può garantire la stessa spettacolarità, lo show ovvia a questa limitazione attraverso un gioco molto proficuo col pubblico.

Trama spigliata, montaggio fluido ma mai inutilmente isterico, ambientazioni esotiche sfruttate la meglio offrono il giusto appeal per costruire un senso di meraviglia e anticipazione un po’ alla vecchia maniera, così quando poi le creature giganti arrivano a distruggere o minacciare, ecco che l’effetto si fa ancor più efficace. Le prime tre puntate sono seriamente divertenti, propongono personaggi sufficientemente ben delineati e uno spettacolo che si lascia apprezzare per la sua varietà, e questo è davvero un notevole passo avanti rispetto a quanto l’universo di King Kong, Godzilla e compagni ha saputo offrire nell’ultimo decennio.

L’amore dimenticato: recensione del film Netflix

L’amore dimenticato: recensione del film Netflix

L’esordio alla regia di Michal Gazda è segnato da una commovente storia di amore, paternità e grande umanità. L’amore dimenticato – disponibile dallo scorso 27 settembre su Netflix – è entrato a gamba tesa nel catalogo della celebre piattaforma come uno dei gioiellini cinematografici provenienti dalla Polonia, tanto da guadagnarsi fin da subito il suo posto nella classifica Top10 Netflix.

Scritto da Marcin Baczynski e Mariusz Kuczewski, L’amore dimenticato è il nuovo adattamento di The Quack di Tadeusz Dołęga-Mostowicz, romanzo che negli anni si è affermato nel panorama europeo come un celebre cult melodrammatico della letteratura polacca e fonte di ispirazione per tantissimi registi. Infatti, quello di Gazda è il secondo remake del classico di Mostowicz: il primo, considerato anch’esso un’opera iconica del cinema polacco e diretto da Jerzy Hoffman, risale al 1982.

Trama de L’amore dimenticato

Polonia, primi anni del Novecento. Rafał Wilczur (interpretato da Leszek Lichota) è uno stimato e illustre chirurgo che non riesce ad ignorare i più deboli e meno fortunati. La sua determinazione è tale da convincere anche i piani alti del prestigioso istituto privato in cui lavora, così da assicurare un aiuto medico anche ai pazienti dei ceti più poveri. Oltre ad essere un uomo di grande generosità, è anche un padre presente ed amorevole, perdutamente innamorato della sua piccola Marysia. Ma, proprio quando gli sembra di avere tutto (o quasi), la vita di Rafał prende una piega inaspettatamente tragica e dolorosa: la moglie lo lascia, portando via con sé la bambina. Oramai solo e affranto, si mette alla ricerca della sua famiglia finché una notte si ritrova coinvolto in una violenta rapina in cui perde la memoria. È così che, mentre tutti in città credono che il dottor Wilczur si sia suicidato per il dolore della separazione, Rafał vaga senza ricordi di villaggio in villaggio alla ricerca della propria identità e dell’amore dimenticato.

Dopo quindici anni di vagabondaggio, Rafał – conosciuto con il nome di Antoni Kosiba – si stabilisce in un piccolo villaggio, accolto dalla tanto gentile quanto scorbutica Zoska (Anna Szymanczyk). Pur non ricordando nulla della sua vita, Rafał continua ad esercitare inconsciamente il suo dono di medico, divenendo in poco tempo il guaritore del villaggio. È proprio grazie alla sua umanità e propensione all’aiutare il prossimo che incontra nuovamente la figlia Marysia, una giovane donna indipendente e audace che non ha mai davvero dimenticato il proprio amato padre.

“L’amore dimenticato” di Michał Gazda | In foto a partire da sinistra: Ignacy Liss e Maria Kowalska.

Un melò classico

L’amore dimenticato di Michal Gazda affonda le sue radici in un grande classico dell’est Europa, trasportando il pubblico nell’idilliaca campagna polacca degli anni ’30. In questa coinvolgente atmosfera, ricreata il più fedelmente possibile, si distingue un cast di talenti con i quali risulta difficile non empatizzare. Notevole è soprattutto l’interpretazione dell’attore Leszek Lichota che riesce a trasmettere, anche semplicemente attraverso il suo sguardo intenso e profondo, tutto lo smarrimento, l’umiltà e la ricchezza d’animo del protagonista.

In 2 ore e 20 minuti Gazda racconta non solo la storia di Rafał e quella di Marysia, ma a queste due intreccia anche quelle di tanti altri personaggi minori. Delle microstorie, per così dire, a cui dà il giusto spazio e valore e che contribuiscono a rendere l’opera il più ricca. Proprio per questo motivo, nonostante la lunghezza del lungometraggio, il pubblico sarà catturato da un susseguirsi di scene che daranno quasi l’illusione di essere in “modalità binge-watching”. A facilità la fluidità della visione è anche il mix di dramma (con una punta di giallo) e commedia romantica che conduce, senza troppe pause narrative, ad un epilogo scontato ma gratificante.

L’amore: tra ricerca e lotta

Anche se l’amore incondizionato ed immenso tra padre e figlia ha un’importanza preponderante nel racconto, non è sicuramente l’unico che il film narra. L’amore è, infatti, mostrato nelle sue mille sfumature: i primi amori, passionali e irresponsabili, e quelli più maturi, meditati e coltivati. E, ancora, l’amore affettuoso e sincero che lega due amici, e quello più personale e valoroso per il proprio lavoro.

Ma non c’è solo romanticismo. L’amore dimenticato tratta anche temi come la lotta di classe, le prime spinte femministe e la quotidianità contadina della Polonia poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Il tutto arricchito da un forte messaggio di speranza e solidarietà nelle avversità della vita.

Un film emozionante che non si decide ad essere un capolavoro

L’amore dimenticato è, dunque, un gran bel film che però non riesce ad affermarsi come un vero capolavoro del genere. Se la durata non penalizza la godibilità della visione, la sua eccessiva prevedibilità finisce per deludere, in parte, le aspettative del pubblico. Gazda non apporta alla storia nulla di davvero rivoluzionario e originale, limitandosi così a creare una buona ed emozionante trasposizione del classico polacco che, con un pizzico di audacia, sarebbe potuta essere davvero un’opera da “non dimenticare”.

Spider-Man 4, novità allettanti ma tempi lunghissimi

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Spider-Man 4, novità allettanti ma tempi lunghissimi

Quando Tom Holland era impegnato nel tour per promuovere Spider-Man: No Way Home e Uncharted, ha ripetutamente chiarito che non era vincolato a nessun futuro film di Spider-Man e stava riflettendo se fosse il momento giusto per lasciare il ruolo.

Sembrava una tattica di negoziazione pubblica e che apparentemente ha dato i suoi frutti poiché, all’inizio di quest’anno, Holland ha lasciato intendere che era molto vicino a firmare un accordo per Spider-Man 4 prima dell’inizio dello sciopero della WGA. Il successivo sciopero degli attori SAG-AFTRA ha poi interrotto qualsiasi altra comunicazione.

Con la notizia che un prossimo Spider-Man 4 si farà e sarà scritto da Chris McKenna ed Erik Sommers, sembra che il progetto possa cominciare ad avanzare. Tuttavia è innegabile che il film non sarà quello che era stato inizialmente pensato. Da quello che riportano rumors non confermati, sembra che Spider-Man 4 sarà un sequel della serie Disney+ Daredevil: Born Again, e che Peter Parker, ormai l’amichevole Spider-Man di quartiere dei fumetti, si unirà all’Uomo senza paura per la sua lotta contro Wilson Fisk.  Se questa fosse davvero la premessa del film, allora sarebbe difficile lamentarsi.

Sfortunatamente, sembra che aspetteremo molto tempo prima di scoprirlo perché un nuovo aggiornamento dello scooper Daniel Richtman afferma che Spider-Man 4 dovrebbe entrare in produzione soltanto alla fine del 2024. Considerato che gli attori a Hollywood sono ancora in sciopero, la notizia non sorprende.

Per quanto riguarda il cast tecnico e artistico del film, dopo aver lasciato i Fantastici Quattro, Jon Watts dovrebbe tornare per Spider-Man 4 insieme alle star Tom Holland e Zendaya. Nessuna data di uscita è stata annunciata, anche se supponiamo che non sarà prima del 2026.

Zhang Yimou parla di come la Pandemia ha “drammaticamente” cambiato il pubblico

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“La pandemia è finalmente passata e il cinema è tornato alla normalità, ma il modo in cui la gente pensa è cambiato radicalmente”, ha concluso il regista cinese Zhang Yimou intervistato da Deadline sul cinema post-Covid 19 durante una breve chiacchierata al Tokyo Film Festival (TIFF ), occasione in cui è stato insignito del premio alla carriera.

“Le persone ora apprezzano ancora di più una vita pacifica e sana”. Zhang, uno dei registi cinesi più longevi, è a Tokyo per ricevere il premio onorario alla carriera e ha suonato il gong lunedì alla cerimonia di apertura del TIFF tenutasi al Teatro Takarazuka di Tokyo.

“Questo è come un nuovo inizio per me”, ha detto Zhang, ritirando il premio. Ha aggiunto di essere già stato al Tokyo Film Festival due volte, ma il premio alla carriera è sembrato la scintilla di un nuovo capitolo nella sua carriera. Ma con quello che Zhang ha descritto come un cambiamento drammatico nella mentalità del pubblico, è cambiato il suo approccio al cinema?

“Nessun cambiamento particolare”, ha detto a Deadline. “Se ci sono abbastanza sceneggiature, posso tenere il ritmo di un film all’anno. Tuttavia, questo ritmo può essere facilmente interrotto. Mancano buone sceneggiature, quindi devo scrivere io anche la sceneggiatura, ma ci vogliono almeno tre anni per elaborare una buona sceneggiatura.”

Zhang ha aggiunto: “In Cina c’è un detto che significa ‘guardare avanti e vivere con moderazione’. La mia situazione ideale è girare un film mentre mi aspetta un’altra buona sceneggiatura. Questo è il mio ritmo ideale”.

“Per un regista, ogni film è come un figlio e li ama tutti, ma ovviamente ci sono film buoni e film brutti, e spetta alla fortuna decidere quali sono buoni e quali no”, ha detto Zhang della sua vasta filmografia. “Ci sono anche molte difficoltà che un individuo non può superare. Questo mi fa dire che il mio prossimo film sarà il miglior film”.

Zhang Yimou, considerato parte della “quinta generazione” di registi cinesi, ha avuto una carriera straordinaria che ha portato avanti per oltre tre decenni. Il suo primo film da regista è stato Sorgo Rosso, al quale hanno fatto seguito film di un’ampia gamma di generi, tra cui Lanterne Rosse (1991), La storia di Qiu Ju (1992), Vivere! (1994), La strada verso casa (1999), La foresta dei pugnali volanti (2004), La Grande Muraglia (2016) e Cliff Walkers (2021).

Il regista ha dichiarato a Deadline di aver recentemente completato il suo prossimo film, Article 20. “Uscirà nel febbraio 2024”, ha detto. “Se dovessi pensare a dopo il prossimo film, ci sarebbe il problema di ‘guardare avanti e vivere con moderazione’. Al momento non abbiamo una sceneggiatura ideale, quindi penso che dovrò scriverla da solo”.

Guardiani della Galassia: la co-sceneggiatrice ha organizzato un “Si f*tta James Gunn Party”, ecco perché

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Sono stati rivelati nuovi dettagli dal backstage dei Marvel Studios nel libro MCU: The Reign of Marvel Studios. Alcuni di queste rivelazioni riguardano la compilazione dei crediti di Guardiani della Galassia e in particolare l’inserimento in essi del nome di Nicole Perlman, co-sceneggiatrice del film.

La sceneggiatrice Nicole Perlman (Detective Pikachu, Captain Marvel) ha poi ricevuto un credito come co-autrice del primo film dei Guardiani della Galassia, ma a quanto pare ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per ottenerlo. Alcuni altri estratti dal nuovo libro MCU: The Reign of Marvel Studios sono stati condivisi online (tramite Games Rant) e non sembrano dipingere il regista James Gunn in una luce particolarmente positiva.

Apparentemente, Gunn voleva essere riconosciuto come l’unico scceneggiatore di GOTG e presumibilmente usò “tattiche di bullismo” nel tentativo di mantenere il nome di Perlman fuori dai titoli di coda del film. Perlman in realtà ha scritto il trattamento della storia originale prima della riscrittura di Gunn, ma molte delle sue idee – tra cui “il retroscena di Star Lord e la passione per la musica retrò” sono rimaste, il che le ha dato assolutamente diritto a qualche riconoscimento. Alla fine Perlman ha vinto la battaglia, ma chiaramente non è rimasta molto contenta dell’intera esperienza.

Ci sono state segnalazioni di alcuni drammi dietro le quinte quando il film era in produzione, ma sembra che le cose siano diventate molto più controverse di quanto pensassimo. Secondo l’amico e collega sceneggiatore di Perlman, Zack Stentz: “Nicole ha dovuto lottare con i coltelli per i suoi crediti in Guardiani della Galassia. Ma ora è probabilmente la più eminente scrittrice d’azione femminile perché è stata la prima donna ad avere il suo nome non solo su un film Marvel, ma su un film Marvel che la gente ama davvero.”

“Ha organizzato una festa quando è uscito il film chiamata letteralmente festa ‘Si f*tta James Gunn’ perché aveva vinto quell’arbitrato sul credito che le aveva causato molto dolore”, ha aggiunto. “La cosa di cui sono ancora arrabbiato, e lo dico da fan di James Gunn come regista, è che lui stava chiaramente facendo trapelare selettivamente cose ai suoi amici e ai circoli mediatici dei fan per minare il suo credito. Quando Matthew Vaughn ha deciso di arrabbiarsi per il fatto che abbiamo ottenuto crediti cinematografici [su X-Men: L’inizio], almeno lo ha fatto con il suo nome.”

Vale la pena notare, però, che Perlman stessa non conferma nulla di tutto ciò nel libro, e nell’unica citazione direttamente attribuita a lei, “attribuisce merito a tutti nel film, incluso James, per averlo reso così bello”. James Gunn, che recentemente ha assunto la carica di co-CEO di DC Studios insieme a Peter Safran, non ha ancora risposto a questa storia, ma potrebbe farlo a breve, magari tramite i suoi social.

Iron Man: Kevin Feige rivela finalmente perché Tom Cruise non ha interpretato Tony Stark

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È stato finalmente rivelato il motivo per cui Tom Cruise non ha interpretato Iron Man. Sappiamo che la star di Mission: Impossible era associata a una versione del film molto prima che i Marvel Studios decidessero di rendere l’Armored Avenger il primo supereroe del MCU, ma non è chiaro quanto il suo casting sia arrivato vicino a realizzarsi realmente.

Per molti fan, si tratta di una di quelle possibilità da sogno che semplicemente non si sono mai verificate. In realtà, però, era proprio a metà degli anni ’90 che la 20th Century Fox stava sviluppando un progetto su Iron Man. Ovviamente, questo accadde molto prima che arrivasse Robert Downey Jr.

Nel nuovo MCU: The Reign of Marvel Studios, viene spiegato che Cruise, allora 34enne, “flirtò con l’idea di interpretare [Tony] Stark”. Non ci è mai stata data una spiegazione in merito al motivo per cui questo “flirt” non ha avuto successo oltre al fatto che il progetto era in anticipo sui tempi in termini di effetti visivi necessari per dare vita a Iron Man.

Tuttavia, ora è stato rivelato che Kevin Feige avrebbe detto agli autori che “la tariffa richiesta da Cruise all’epoca era superiore a quella che uno studio redditizio come Fox era disposto a rischiare su una proprietà di supereroi non testata”. Sembra che lo stesso criterio sia stato applicato quando è arrivato il momento per i Marvel Studios di lanciare Iron Man poiché, secondo quanto riferito, non potevano permettersi nessuna star di Serie A, incluso Johnny Depp (che era trai nomi che si diceva fossero in corsa). Ecco perché hanno invece preso in considerazione artisti del calibro di Timothy Olyphant, Jim Caviezel e Robert Downey Jr.

Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 circolavano voci secondo cui i Marvel Studios volevano che Tom Cruise facesse un cameo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia come una variante malvagia di Iron Man. Rispondendo a queste affermazioni l’anno scorso, lo sceneggiatore Michael Waldron disse: “Sì, è stato completamente inventato. Voglio dire, non ci sono filmati tagliati di Tom Cruise! Adoro Tom Cruise, e ad un certo punto ho detto a Kevin Feige, ‘Potremmo avere Iron Man di Tom Cruise?’ Ha aggiunto. Non credo proprio che sia mai stata un’opzione, a causa della disponibilità.”

Intanto però Tom Cruise non ha mostrato alcun reale interesse nell’interpretare un supereroe e indossare per qualche minuto un costume di Iron Man – senza effetti pratici folli – probabilmente non gli piacerà. Tuttavia, non escluderemo la possibilità che appaia in Avengers: Secret Wars poiché cose più strane sono sicuramente accadute durante questa saga del Multiverso.

SUBURRÆTERNA: trailer della serie in arrivo su Netflix

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SUBURRÆTERNA: trailer della serie in arrivo su Netflix

Debutta oggi il trailer di SUBURRÆTERNA, la serie tv in 8 episodi che espande l’universo Suburra con la nuova storia originale prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios, in arrivo solo su Netflix dal 14 novembre, negli oltre 190 Paesi in cui il servizio è attivo.

I primi due episodi debutteranno in anteprima il 29 ottobre nella serata di chiusura della Festa del Cinema di Roma, e verranno proiettati a Lucca Comics & Games il 2 novembre alla presenza di Giacomo Ferrara.

La serie è scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli, che ricoprono anche il ruolo di Head Writers, Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani e Giulia Forgione. Ciro D’Emilio è alla regia dei primi quattro episodi, mentre Alessandro Tonda degli ultimi quattro. Gina Gardini è la showrunner della serie che è tratta dall’opera letteraria Suburra scritta da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi Editore.

La trama della serie SUBURRÆTERNA

Roma, 2011. Il governo rischia di cadere, il Vaticano è in crisi e le piazze della città sono letteralmente date alle fiamme. Nel mondo di mezzo Cinaglia (Filippo Nigro) ha raccolto l’eredità di Samurai e, insieme a Badali (Emmanuele Aita), continua a gestire gli affari criminali della città, con l’aiuto di Adelaide (Paola Sotgiu) e Angelica (Carlotta Antonelli), rimaste a capo degli Anacleti, e di Nadia (Federica Sabatini), che le aiuta a gestire le piazze di Ostia.

Ma c’è chi questo sistema non lo accetta più. Nuovi protagonisti scenderanno in campo, stravolgendo gli equilibri di Roma: inizia così una rivoluzione che, dalla Chiesa al Campidoglio e fino alle spiagge di Ostia, si espande velocemente per cancellare tutto ciò che rappresenta il passato.

Spadino (Giacomo Ferrara) sarà dunque costretto a tornare a casa, per evitare che la sua famiglia venga messa in pericolo insieme a tutto il resto, e a cercare nuovi alleati, anche laddove non avrebbe mai pensato di trovarli… Ma la guerra è guerra e in palio c’è il controllo di Roma.

Il cast della serie SUBURRÆTERNA

Nel cast Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino e Filippo Nigro in quello di Amedeo Cinaglia, mentre Carlotta Antonelli e Federica Sabatini tornano a vestire i panni rispettivamente di Angelica e Nadia, così come Paola Sotgiu e Alberto Cracco quelli di Adelaide e Nascari. Accanto a loro nuovi personaggi stravolgeranno gli equilibri di Roma: Marlon Joubert è Damiano Luciani, Aliosha Massine è Ercole Bonatesta, Federigo Ceci è Armando Tronto,  Yamina Brirmi e Morris Sarra sono Giulia e Cesare Luciani (fratelli gemelli di Damiano),  mentre Giorgia Spinelli interpreta Miriana Murtas e Gabriele di Stadio il giovane Victor Anacleti.

CREDITS

Cast artistico, tecnico e di produzione

  • Una serie Netflix

  • Una produzione Cattleya

  • Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo

  • Scritta da Ezio Abbate e Fabrizio Bettelli – che ricoprono anche il ruolo di Head Writers – Andrea Nobile, Camilla Buizza, Marco Sani, Giulia Forgione

  • Tratta dall’opera letteraria Suburra di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – che curano anche lo story editing – edita da Giulio Einaudi Editore

  • Basata sul film di Stefano Sollima

  • Regia di Ciro D’Emilio (ep. 1-4), Alessandro Tonda (ep. 5-8)

  • Cast: Giacomo Ferrara, Filippo Nigro, Carlotta Antonelli, Federica Sabatini, Marlon Joubert, Aliosha Massine, Alberto Cracco, Federigo Ceci, Giorgia Spinelli, Morris Sarra, Yamina Brirmi, Paola Sotgiu, Gabriele Di Stadio

  • Prodotta da: Riccardo Tozzi, Gina Gardini, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz

  • Produttore esecutivo: Matteo De Laurentiis

  • Produttore delegato: Giulia Forgione

  • Organizzatore generale: Katia Franco

  • Fotografia: Tani Canevari (ep. 1-4), Salvatore Landi (ep. 5-8)

  • Montaggio: Patrizio Marone (ep. 1-2, 7-8), Mattia Montanari (ep. 3-6)

  • Scenografia: Daniele Frabetti

  • Costumi: Marina Roberti

  • Fonico: Lavinia Burcheri

  • Casting: Davide Zurolo, Florinda Martucciello

  • Musiche: Ariel Lerner e Elisa Zoot

Un’estate fa: le anticipazioni dal settimo e ottavo episodio, il finale di serie

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È finalmente il momento di dare un senso a un mistero che ha legato con un filo rosso sangue tre decenni della vita dei ragazzi, ormai adulti, al centro di Un’estate fa, la nuova serie Sky Original prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures. Da domani disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW i due nuovi, ultimi, episodi (settimo e ottavo) che andranno in onda domani, venerdì 27 ottobre in prima serata, su Sky Atlantic (e saranno disponibili anche on demand).

I primi due episodi della serie hanno ottenuto, dal debutto ad oggi, quasi 900mila spettatori medi (870k). Nel dettaglio, la prima puntata ha ottenuto 876mila spettatori, mentre la seconda ne ha raggiunti 864mila, mostrando una tenuta fortissima tra i due episodi (solo -1%). Con questi dati, Un’Estate Fa si attesta quale terzo miglior debutto per una serie Sky Original negli ultimi due anni (ottobre 2021-ottobre 2023).

Mentre l’ispettore Zancan continua instancabilmente ad avvicinarsi alla verità, nel presente Elio (Lino Guanciale) dopo una violenta lite con Filippo (Giovanni De Giorgi) cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita professionale e personale e tenta disperatamente, di riuscire a tornare ancora una volta a quell’estate del ‘90 per salvare Arianna (Antonia Fotaras). Al camping L’Onda, intanto, la situazione precipita e ogni azione di Elio (Filippo Scotti) sembra portare inesorabilmente al peggio…

Oltre che da Lino Guanciale, Filippo Scotti e Antonia Fotaras, la serie è interpretata anche da Claudia Pandolfi, Nicole Grimaudo, Paolo Pierobon, Alessio Praticò, Tobia De Angelis, Martina Gatti, Luca Maria Vannuccini, Sofia Iacuitto, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Alessio Piazza, Ginevra Francesconi, Francesco Foti, Denis Fasolo, Luciano Scarpa, Massimo De Santis, Francesco Della Torre, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Giulio Turbolente, Giovanni De Giorgi, Eleonora Giovanardi, Claudio Bigagli, Paolo Triestino, Elisabetta De Palo, Agnese Nano, Massimo Dapporto.

Un’Estate Fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Realizzata con il contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia.

Durante le varie fasi della produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto sull’ambiente, riducendo così le emissioni di gas serra e al fine di ottenere l’ambita certificazione di sostenibilità Albert. Una scelta in linea con l’impegno del gruppo Sky che, con la campagna Sky Zero, punta a essere la prima media company in Europa a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.

La trama dell’episodio 7 di Un’estate fa

L’indagine di Zancan lo avvicina sempre più alla verità di quanto accaduto quell’estate. Nel 1990, tra Elio e Costanza si crea tensione a causa dei sentimenti che lei prova per l’amico, mentre Arianna viene sorpresa dal ritorno al campeggio di Filippo. Lo stesso Filippo, nel presente, costringe Elio ad una sanguinosa resa dei conti.

La trama dell’episodio 8 di Un’estate fa

Elio prova disperatamente a tornare nel passato, nonostante le precarie condizioni di salute. Al campeggio, la situazione precipita in fretta: Elio tenta il tutto per tutto per salvare la vita ad Arianna, senza rendersi conto che proprio le sue azioni danno l’avvio ad una impensabile serie di conseguenze. Nel presente, Elio cerca di rimettere insieme i pezzi della sua esistenza familiare e professionale.

Jonathan Majors: il punto sul caso per violenza domestica

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Jonathan Majors: il punto sul caso per violenza domestica

Il giorno prima di un’udienza in tribunale che potrebbe determinare se il caso di violenza domestica contro Jonathan Majors andrà avanti e passerà a processa, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha lanciato accuse contro la difesa e ha anche affermato che la polizia britannica ora fa parte dell’accusa.

I dettagli del report della polizia metropolitana di Londra di oltre un anno fa non sono noti. Tuttavia, “cartelle cliniche del Regno Unito, fotografie scattate da operatori sanitari e corrispondenza con [un] operatore sanitario” relative a un incidente del settembre 2022 sono tra le nuove prove acquisite dai pubblici ministeri, secondo un recente deposito nel procedimento penale di New York. Majors sta affrontando accuse di reato minore derivanti da un incidente avvenuto dentro e intorno al suo appartamento di Chelsea il 25 marzo. Sebbene sia stato Majors a chiamare i servizi di emergenza in quel momento, gli agenti della polizia di New York sulla scena hanno trovato sull’ormai ex fidanzata Grace Jabbari una serie di segni, “una lacerazione” e un dito fratturato. Hanno proceduto quindi con l’arresto di Majors. È stato rilasciato poche ore dopo un’udienza davanti a un giudice e si è dichiarato non colpevole.

Jonathan Majors rischia fino a un anno dietro le sbarre se ritenuto colpevole di accuse perseguite dal procuratore distrettuale Alvin Bragg. Al momento non è noto se Majors sarà presente, virtualmente o di persona, nell’aula del giudice Michael Gaffey.

Rifiutando una mozione della difesa per archiviare la questione, Bragg e l’assistente D.A. Keli Galaway ora accusano anche la squadra di difesa di Majors, Priya Chaudhry, Seth Zuckerman e David Winkler per accuse “fittizie” e “prive di merito” contro il loro ufficio nel tentativo di portare il caso fuori strada. Accusano anche la difesa di diffondere disinformazione su riprese video inesistenti dell’incidente di marzo e di sostenere che Jabbari avrebbe presumibilmente attaccato il loro cliente. L’ufficio del procuratore distrettuale aggiunge che gli avvocati difensori di Majors hanno distribuito un “volantino di ricerca” contro Jabbari nel tentativo di spostare l’attenzione dal fuoco dell’accusa.

“Anche se l’imputato sostiene che il Popolo non ha indagato sulla signora Jabbari, è stata condotta un’indagine approfondita sui fatti di questo caso e, così facendo, il Popolo ha scelto di perseguire Jonathan Majors”, ha affermato l’ufficio del procuratore distrettuale nella sua dichiarazione, che è stata fatta il 13 ottobre. “Semplicemente perché l’avvocato difensore non è d’accordo con l’uso della discrezionalità dell’accusa da parte del Popolo, non ne consegue che non sia stata condotta un’indagine.”

Nonostante l’attivazione di una tessera investigativa da parte della polizia, l’ufficio del procuratore distrettuale afferma di aver fortemente raccomandato agli investigatori della polizia di New York di non arrestare Jabbari, una cittadina britannica, sulla base della denuncia incrociata di Majors a giugno. Ha aggiunto che se i poliziotti avessero arrestato Jabbari, la cosa non sarebbe andata da nessuna parte. “L’8 e il 12 settembre 2023, l’accusa ha informato la polizia di New York che il popolo avrebbe rifiutato di perseguire qualsiasi accusa avanzata dalla polizia di New York contro la signora Jabbari in relazione alle tardive accuse avanzate dall’imputato riguardo all’incidente del 25 marzo, 2023.”

Jabbari è destinata a testimoniare per l’accusa nel processo, molto ritardato, e il procuratore distrettuale ha detto oggi che il suo ufficio sta pagando il suo volo dal Regno Unito. Pagherà anche il suo alloggio mentre si trova negli Stati Uniti per il processo, non appena questo inizierà concretamente.

Anche se Majors appare nella seconda stagione di Loki di Disney+, l’attore è stato abbandonato dalla società di gestione Entertainment 360 e dal pubblicista The Lede Company ad aprile. Anche varie campagne pubblicitarie con le major rappresentate dalla WME, come quella per i Texas Rangers diretti alle World Series, sono state rapidamente interrotte subito dopo il suo arresto.

A questo punto, comunque andranno le cose, la probabilità di una campagna per l’Oscar da parte della Searchlight Pictures per la sua acclamata interpretazione nel film presentato al Sundance Magazine Dreams sembra sempre più improbabile.

LOKI: il produttore sfida Martin Scorsese: “Sfido chiunque guardi a dire che [LOKI] non è cinematografico”

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Continuano a provocare delle reazioni le parole che spesso Martin Scorsese riserva al cinecomics e al mondo dei prodotti audiovisivi basati sui supereroi. Il regista acclamato in questi giorni nelle sale con il suo ultimo film Killers of the Flower Moon, ha più volte ammesso di non amare quel tipo di film e che non considera vero cinema. Li ha paragonati più a delle giostre o parchi a tema.

D’accordo o in disaccordo con la valutazione del leggendario regista, sia i talenti della Marvel che quelli della DC hanno reagito alle parole di Martin Scorsese  negli ultimi anni e oggi arriva anche la reazione del produttore esecutivo della serie tv Loki Kevin Wright che ha commentato la vicenda durante un’intervista con Geeks of Color. 

[Loki] è stato costruito con molto amore e cura, e con un occhio per il cinema“, ha commentato il produttore. Ognuno di questi spettacoli, ognuno di questi film, qualsiasi cosa in questo mondo riguarda la creazione di una storia incentrata sui personaggi con cui il pubblico possa connettersi. Sfiderei chiunque guardi a dire che [questo spettacolo] non è cinematografico e non è costruito con la massima maestria e cura.” Francamente, la gente vuole solo vedere belle storie. Se costruisci qualcosa di bello, [il pubblico] si divertirà, che si tratti di uno spettacolo come questo o di un film indipendente.”

LEGGI ANCHE: Loki Stagione 2 episodio 3: Easter Egg e riferimenti

Mentre un dirigente dei Marvel Studios ovviamente difenderanno a spada tratta le offerte dell’MCU, è difficile criticare la presa di posizione di Wright. In ogni caso, è improbabile che commenti come questi facciano cambiare idea a Scorsese. Anche se non ha avuto molto da dire sugli adattamenti dei fumetti mentre promuoveva il suo ultimo film, il regista li ha precedentemente definiti un “pericolo” per la nostra cultura e ha esortato i suoi colleghi registi a “reagire”.

La serie tv LOKI

Tom Hiddleston è tornato nel ruolo del dio del male nella seconda stagione di Loki, insieme alle star della prima stagione come Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Tara Strong e la nuova aggiunta Ke Huy Quan.

Eric Martin è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo della seconda stagione. Tom Hiddleston è anche produttore esecutivo insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige e Stephen Broussard, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Kevin R. Wright, Justin Benson e Aaron Moorhead e Michael Waldron. Trevor Waterson è co-produttore esecutivo. Benson & Moorhead, Dan Deleeuw e Kasra Farahani sono stati i registi della stagione. I nuovi episodi di Loki debuttano giovedì alle 21:00 ET/18:00 PT su Disney+.

Lucca Comics & Games 2023: gli appuntamenti dell’area movie

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Lucca Comics & Games 2023: gli appuntamenti dell’area movie

Si arricchisce di preziose novità il programma dell’area MOVIE di Lucca Comics & Games, sezione dedicata a cinema, serie tv e entertainment ideata e organizzata da QMI. Al calendario di imperdibili appuntamenti si aggiunge lo special screening di Thanksgiving, horror movie diretto da Eli Roth e interpretato da Patrick Dempsey, Addison Rae, Milo Manheim, Jalen Thomas Brooks, Nell Verlaque, Rick Hoffman e Gina Gershon (giovedì 2 novembre ore 20.00, Cinema Astra). Thanksgiving segue la storia di un misterioso killer che semina orrore e morte nella piccola città di Plymouth durante il Giorno del Ringraziamento. Dopo l’anteprima esclusiva a Lucca Comics & Games 2023, il film uscirà nelle sale italiane il 16 novembre con Eagle Pictures.

A sorpresa anche lo speciale fan screening di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e il serpente, nuovo attesissimo film della saga di Hunger Games che arriverà al cinema il 15 novembre con Notorious Pictures (domenica 5 novembre ore 20.00, Cinema Astra).  L’Italia sarà quindi uno dei primi paesi al mondo dove il film diretto da Francis Lawrence debutterà sul grande schermo e lo special fan screening a Lucca Comics & Games sarà l’evento di chiusura dell’area Movie. Ambientato 64 anni prima della saga, Hunger Games – La ballata dell’usignolo e il serpente  è un prequel ispirato all’omonimo romanzo di Suzanne Collins.

Atteso a Lucca il premio Oscar Michel Gondry, acclamato regista di Se mi lasci ti cancello. Artista dal talento eclettico e visionario, che nella sua carriera ha spaziato tra regia, sceneggiatura, animazione e videoclip, sarà a Lucca Comics & Games protagonista di una masterclass in occasione dell’uscita del suo ultimo film, Il libro delle soluzioni, nelle sale italiane dal 1 novembre distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. Nel corso della masterclass dal titolo A Lucca con Gondry (mercoledì 1 novembre dalle ore 14.00, Cinema Astra) moderata dallo scrittore Manlio Castagna, si ripercorrerà la carriera di questo maestro dell’immaginario anche attraverso clip in anteprima dal film Il libro delle soluzioni, e dai documentari a lui dedicati firmati da Francois Nemeta, Michel Gondry, Do It Yourself e A letto con Michel Gondry.

Speciale sarà anche la proiezione di 300, cult movie diretto da Zack Snyder e tratto dalla graphic novel di Frank Miller, grazie alla collaborazione con Star Comics, Warner Bros. Discovery e Mediaset Infinity (sabato 4 novembre ore 19.30, Cinema Astra). In occasione del 25 anniversario della pubblicazione dell’iconico fumetto, Frank Miller sarà a Lucca Comics & Games dove, tra i vari appuntamenti, introdurrà in sala la proiezione del film.

Non mancheranno le sorprese per i giovani spettatori. I piccoli fan dell’universo DC non potranno perdere l’appuntamento che Cartoonito (canale 46 del DTT) ha in serbo per loro. Dal 1° al 5 novembre – dalle 10.00 alle 19.00 presso Piazza Guidiccioni – i bambini e le famiglie potranno vivere un’emozione unica e coinvolgente – e a zero emissioni! – nel circuito automobilistico interamente brandizzato Batwheels. La serie, in onda in esclusiva Prima TV free su Cartoonito dal 30 ottobre tutti i giorni alle 19.00, è il nuovo e primo imperdibile show targato DC dedicato al pubblico prescolare con protagonista una squadra di giovani veicoli superpotenti che difendono Gotham City dal crime insieme ad una schiera di iconici eroi quali Batman, Robin e Batgirl.

Sempre dedicato ai più piccoli l’appuntamento con Metamostri, nuovo programma Youtube di Ciaopeople dedicato a bambine e bambini dai 3 ai 7 anni disponibile su YouTube e YouTube kids dal 31 ottobre. I giovani spettatori potranno incontrare i protagonisti del programma presso il Family Palace (venerdì 3 novembre ore 12.45) e scoprire insieme a loro il primo episodio della serie.

Appuntamento con il cinema italiano con la proiezione speciale di Diabolik chi sei?, capitolo conclusivo della trilogia cinematografica dedicata al Re del Terrore ispirato a  uno degli albi più iconici della serie (venerdì 3 novembre ore 20.00, Cinema Astra). A presentare il film, nelle sale italiane dal 30 novembre per 01 Distribution, saranno a Lucca i Manetti bros.

Arriva a Lucca anche l’anteprima assoluta del primo episodio della seria Noi Siamo Leggenda, teen drama a tinte fantasy per la regia di Carmine Elia in onda da mercoledì 15 novembre in prima serata su Rai 2 e Rai Play. Insieme al regista saranno a Lucca Emanuele di Stefano, Giulio Pranno, Margherita Aresti, Milo Roussel, Sofya GershevichNicolas Maupas, Valentina Romani, Giulia Lin, Giacomo Giorgio, Beatrice Vendramin, che saluteranno il pubblico sul community carpet della manifestazione e presenteranno la serie nella splendida cornice del Teatro del Giglio (domenica 5 novembre ore 16.30).

Tra gli ospiti dell’area Movie anche Francesco Mandelli, protagonista a Lucca di un panel su Quante scene, podcast realizzato da Chora Media con Universal Pictures International Italy dedicato ai film che ci hanno segnato la vita (giovedì 2 novembre ore 15.30, Cinema Astra). Francesco Mandelli insieme a Marco Villa (Editorial Content Lead di Chora Media) parlerà di film, aneddoti, storie e curiosità dal mondo del cinema da una prospettiva assolutamente personale, raccontando perché la settima arte è così importante nelle vite di tutti noi.

Al centro dell’incontro con Pablo Trincia moderato da Omar Schillaci, il progetto editoriale di Sky Italia e Sky TG24 realizzato da Chora Media sulla scomparsa e l’uccisione di Elisa Claps, fra i casi più oscuri della storia del nostro Paese (mercoledì 1 novembre ore 14.30, Auditorium San Francesco). Dopo il successo del podcast Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps – e pensata come un suo sviluppo naturale – arriva la docuserie Sky Original con Pablo Trincia, scritta da Riccardo Spagnoli, che ne è anche il regista, e lo stesso Trincia. Disponibile lunedì 13 e martedì 14 novembre su Sky TG24, su Sky Crime e in streaming su NOW.

Per gli appassionati della grande animazione giapponese, in programma a Lucca la proiezione di Il ragazzo e l’airone, nuovo film del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki a dieci anni dal suo ultimo lungometraggio Si alza il vento (domenica 5 novembre ore 14.30, Cinema Astra). L’attesissimo film, che ha già conquistato il box office delle sale giapponesi, arriverà al cinema dal 1 gennaio 2024 con Lucky Red. Ad affiancare la proiezione, anche uno speciale panel dal titolo Un film lungo una vita: due generazioni a confronto su Hayao Miyazaki in cui Dario Moccia e Luca Raffaelli ripercorreranno la storia e la carriera del grande maestro (sabato 4 novembre ore 11.30, Auditorium San Francesco). Ma gli appuntamenti proseguono anche con un panel interamente dedicato allo Studio Ghibli dal titolo Studio Ghibli, andata e ritorno: il futuro prossimo dello studio d’animazione giapponese in Italia moderato da Gianmaria Tammaro (venerdì 3 novembre ore 10.00, Auditorium San Francesco). Nel Loggiato Pretorio di piazza San Michele sarà inoltre presente uno stand dedicato dove tutti gli appassionati potranno trovare il merchandising ufficiale Studio Ghibli.

Anche quest’anno RaiPlay ospiterà una sezione nella quale saranno pubblicati in esclusiva una serie di contenuti original made in Lucca, ideati e realizzati ad hoc da LC&G per questa edizione. Tra i contenuti esclusivi: il documentario Garth Ennis –  Till the Ends of his Words, ideato da Luca Bitonte e Alessandro Apreda, sulla figura del mitico sceneggiatore che ha cambiato il volto dei comics; Io porto una piuma, documentario su AkaB (Gabriele di Benedetto), fumettista prematuramente scomparso all’età di 43 anni, qui raccontato attraverso le testimonianze e i ricordi di amici, artisti e colleghi che hanno condiviso il suo coraggioso percorso; 25 anni di Area Performance -The Artist Playground, ovvero la storia dell’artist playground di Lucca Comics & Games narrata direttamente da  Emanuele Vietina, direttore del festival e Cosimo Lorenzo Pancini director of art di Lucca Comics & Games.

Jason Isaacs diventa Cary Grant nella nuova immagine di Archie

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Jason Isaacs diventa Cary Grant nella nuova immagine di Archie

E’ stata diffuso nuova immagine di Archie e vede Jason Isaacs diventare Cary Grant. Condiviso da Empire Magazine, un nuovo sguardo ad Archie, una miniserie in quattro numeri scritta da Jeff Pope di Philomena, e vede Jason Isaacs di Harry Potter trasformarsi in Grant.

Di cosa parla Archie?

Archie esplora la vita di Cary Grant (il cui nome di nascita era Archibald Alexander Leach), l’iconico attore noto per aver recitato in film come Susanna! del 1938,La signora del venerdì del 1940, Notorious – L’amante perduta del 1946, Intrigo internazionale del 1959 e molti altri.

Archie racconta la storia dell’infanzia travagliata del giovane Archibald Alexander Leach e di come l’estrema povertà, l’adulterio di suo padre e la perdita del fratello maggiore John abbiano distrutto la famiglia e mandato la sua amorevole madre in una spirale discendente di dolore e depressione”, si legge nella sinossi. legge. “Le sceneggiature di Jeff Pope rivelano come l’inganno, la crudeltà e una menzogna opprimente hanno plasmato la vita di Archie.”

Jesse Plemons: 10 cose che non sai sull’attore

Jesse Plemons: 10 cose che non sai sull’attore

Fattosi inizialmente notare grazie ad alcune serie particolarmente note, l’attore Jesse Plemons ha poi negli anni costruito una carriera di tutto rispetto, che lo ha visto collaborare con importantissimi autori del cinema ma anche spaziare tra generi diversi. Plemons ha dunque dimostrato una versatilità non comune a tutti, che gli ha permesso di arrivare oggi ad essere uno degli attori più richiesti, popolari e talentuosi della sua generazione.

Ecco 10 cose che non sai su Jesse Plemons.

Jesse Plemons: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a popolari serie TV. Prima di diventare un attore noto, Plemons ha partecipato come guest star a diverse serie TV, tra cui Walker Texas Ranger (2000), Sabrina, vita da strega (2001), CSI – Scena del crimine (2004) e Grey’s Anatomy (2006). Ottiene poi una prima popolarità grazie a Friday Night Lights (2006-2011), per poi farsi conoscere ulteriormente grazie a Breaking Bad (2012-2013), dove recita accanto a Bryan Cranston e Aaron Paul. In seguito è apparso nelle serie Olive Kitteridge (2014), Fargo (2015), Black Mirror (2017) e Love & Death (2023).

2. Ha recitato in celebri film. Dopo essersi fatto conoscere in televisivione, Plemons ha iniziato ad ottenere sempre più ruoli per il cinema. Ha così recitato nei film Battleship (2012), The Master (2012), The Homesman (2014), Black Mass – L’ultimo gangster (2015), The Program (2015), Il ponte delle spie (2015), di Steven Spielberg, Barry Seal – Una storia americana (2017), Hostiles – Ostili (2017), The Post (2017), Vice – L’uomo nell’ombra (2018), The Irishman (2019), di Martin Scorsese, Sto pensando di finirla qui (2020), Judas and the Black Messiah (2021), Jungle Cruise (2021), Il potere del cane (2021), Antlers – Spirito insaziabile (2021), Windfall (2022) e Killers of the Flower Moon (2023).

Jesse Plemons in Breaking Bad

3. È stato uno degli antagonisti più cattivi della serie. Nella quinta stagione di Breaking Bad Plemons ha interpretato Todd Alquist, uno dei principali antagonisti della stagione. Parlando del personaggio, Plemons ha raccontato di essere rimasto affascinato dalla sua ambiguità che lo fa talvolta sembrare un giovane a modo solo per poi svelare una natura profondamente crudele. In un articolo online del 2013 di Bustle, Todd è infatti stato poi classificato come il terzo personaggio più malvagio della serie, superato solo da Tuco Salamanca e suo zio Jack Welker.

Jesse Plemons Breaking Bad
Jesse Plemons con Aaron Paul e Bryan Cranston in Breaking Bad

4. Ha ripreso il ruolo in El Camino. In El Camino – Il film di Breaking Bad, ambientato successivamente agli eventi della serie, Plemons ha ripreso il ruolo di Todd, il quale appare in alcuni flashback. Tuttavia, poiché dopo Breaking Bad Plemons ha dovuto prendere peso per i suoi ruoli in Black Mass – L’ultimo gangster e per la seconda stagione di Fargo, il suo aspetto come Todd in El Camino è molto diverso da quello avuto durante l’ultima stagione di Breaking Bad.

Jesse Plemons in Black Mirror

5. Ha ottenuto importanti riconoscimenti per la sua interpretazione nella serie. Plemons è protagonista del primo episodio della quarta stagione di Black Mirror, intitolato USS Callister. Qui interpreta Robert Daly, un programmatore brillante ma socialmente impacciato che ha creato il gioco Infinity, un MMORPG a tema fantascientifico giocato tramite realtà virtuale e nel quale egli si rifugia per dar sfogo alle proprie frustrazioni. Per questa interpretazione, Plemons ha ricevuto ampi consensi ed ha ottenuto la sua seconda canditura al Premio Emmy come migliore attore in una miniserie o film televisivo.

Jesse Plemons in Killers of the Flower Moon

6. Nel film interpreta il ruolo inizialmente ricoperto da Leonardo DiCaprio. Per il film Killers of the Flower Moon, Leonardo DiCaprio era stato inizialmente scelto per interpretare l’agente dell’FBI Tom White, che indaga sugli omicidi che si svolgono nel film. Dopo che Scorsese ha però deciso di spostare il focus del film sulla relazione tra Mollie ed Ernest, DiCaprio ha cambiato ruolo e per la parte di Tom White è stato allora scelto Plemons, tornato così a collaborare con il regista dopo The Irishman.

Jesse Plemons in Grey’s Anatomy

7. Ha recitato in un episodio della celebre serie. All’età di 18 anni Plemons ha ottenuto un ruolo nell’episodio Yesterday, il diciottesimo della seconda stagione di Grey’s Anatomy. In tale episodio ha interpretato Jake Burton, un adolescente ricoverato in ospedale con un tumore al cervello causato dalla leonite. Per interpretare tale personaggio l’attore si è sottoposto ad ore di trucco prostetico, così da ottenere il viso deformato dai tumori che caratterizza il giovane Jake. Tale personaggio è poi divenuto uno dei più apprezzati pazienti della serie e ha permesso a Plemons di ottenere una maggiore notorietà.

Jesse Plemons Kirsten Dunst Il potere del cane
Jesse Plemons e Kirsten Dunst in Il potere del cane

Jesse Plemons e la somiglianza con Matt Damon

8. Ha una vaga somiglianza con il noto attore. Da quando è diventato più popolare, grazie alla serie Breaking Bad, l’attore è stato accostato al collega Matt Damon per via di una certa somiglianza tra loro. I fan di Breaking Bad, ad esempio, lo hanno soprannominato “Meth Damon” proprio per questo motivo. L’attore ha poi raccontato di essere a conoscenza di questo soprannome, ma di non sentirsene particolarmente disturbato. In ogni caso, con il crescere della sua popolarità è poi riuscito a smarcarsi da questa somiglianza.

Jesse Plemons e sua moglie Kirsten Dunst

9. È sposato con la nota attrice. Nel 2016, l’attore ha stretto una relazione con la collega Kirsten Dunst, conosciuta sul set della serie televisiva Fargo. Riguardo al loro innamoramento, proprio l’attrice ha dichiarato che “Ci siamo innamorati prima in modo creativo. Era come un’anima gemella creativa per me e per il modo in cui entrambi lavoravamo. Sul set Fargo, l’ho capito dopo due settimane. La coppia ha poi avuto due figli nati nel 2018 e nel 2021. Nel luglio 2022, invece, si sono ufficialmente sposati.

Jesse Plemons: età e altezza dell’attore

10. Jesse Plemons è nato il 2 aprile 1988 a Dallas, Texas, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri.

Fonti: IMDb, GQ, Elle, ScreenRant

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