Il regista Roland
Emmerich, ha un’idea per Independence Day
3. Molto tempo dopo il primo film,
Independence Day, è arrivato in sala il
sequel, Independence Day – Rigenerazione,
e sembrava che l’idea di una terza parte fosse morta e sepolta,
data l’accoglienza riservata al film. Tuttavia, Emmerich
afferma di aver pensato ad un terzo film, un “viaggio
intergalattico”.
Il primo Independence
Day è uscito nel 1996, con protagonisti Will
Smith, Jeff Goldblum, Bill
Pullman, e racconta la storia di un gruppo di persone che
cercano di mettersi in salvo quando si verifica un’invasione
aliena. Nel film, la gente reagisce e vince la propria battaglia
contro la razza extraterrestre. Il film è stato un grande successo
di pubblico ed è diventato un successo cult degli anni ’90. Il film
ha anche incassato oltre $ 817 milioni in tutto il mondo a fronte
di un budget di $ 75 milioni.
Il sequel del 2016, tuttavia, non ha
raggiunto le stesse vette del suo predecessore. Ambientato venti
anni dopo il primo film, Rigenerazione
racconta la storia di un’altra invasione aliena, solo che questa
volta si verifica dopo che le Nazioni Unite credono di aver creato
un programma che li proteggerà dagli attacchi alieni. Il film è
stato criticato per essere prevedibile, contenente buchi di trama e
anche perché, per spiegare l’assenza di Smith, hanno deciso di
uccidere il suo personaggio (fuori dallo schermo). Tuttavia, ora il
padre del franchising sembra avere un’idea di una terza
puntata.
In un’intervista con Screen Rant durante
la promozione del suo film Midway,
Emmerich ha parlato delle varie proprietà della Fox che Disney è
ora intenzionata a riavviare, come Il Pianeta delle Scimmie e Mamma
ho perso l’aereo. Quando gli è stato chiesto se fosse interessato a
lavorare a Independence Day 3 con la Casa
di Topolino, Emmerich ha risposto dicendo: “Sì, assolutamente.
In realtà ho una grande idea per un sequel.”
Anche se la serie di film sugli
X-Men di Fox è quasi finita, l’attrice di
X-Men:
ApocalypseLana Condor ha
espresso l’interesse di tornare a vestire i panni di
Jubilee. I fan erano molto felice all’idea di
vedere il personaggio per la prima volta in primo piano in un film
live action, tuttavia, il ruolo di Jubilee nel film si è rivelato
essere molto piccolo, poco più di un cameo.
Alcune scene con Condor sono state
eliminate dal montaggio finale, ed è stata esclusa da Dark Phoenix,
nonostante tutto il resto del giovane cast è tornato nel film
arrivato in sala nella scorsa stagione cinematografica.
Da allora, Condor è diventata un
nome familiare al grande pubblico al suo ruolo di Lara Jean
Covey nel film NetflixTutte le volte che ho scritto ti
amo. Il sequel P.S. Ti Amo
Ancora è stato presentato in anteprima sullo streamer
la scorsa settimana e il terzo e ultimo film della serie è già
stato girato. Di recente, Condor ha ammesso di voler interpretare
una Spider-Man al femminile.
Allo stesso tempo, Condor non è
ancora disposto a rinunciare a Jubilee. Durante un’intervista con
The Wrap,
Condor ha confessato di avere ancora la speranza che Jubilee possa
fare un’altra apparizione sul grande schermo. Ha anche rivelato che
le piacerebbe rendere giustizia al personaggio.
“Penso che ora sia un buon
momento e mi piacerebbe davvero renderle giustizia perché non
cinque anni fa non ha avuto giustizia, e non è mai successo. È un
personaggio fantastico e ora penso sia il momento perfetto per
darle quello che merita, quindi mi piacerebbe tornare indietro e
fare qualcosa con lei.
Non ho [sentito nulla dalla
Disney], ma ho visto alcuni dei cineasti alla [festa degli Oscar di
Vanity Fair] l’altra sera e ho detto loro di non dimenticarsi di
lei”.
Il futuro degli
X-Men è ora nelle mani della Disney, che
distribuirà The New
Mutants e poi si avvierà lungo il cammino di un
reboot che dovrebbe portare i mutanti Marvel nel
MCU.
L’attore britannico Jeremy
Irons, presidente della giuria internazionale di
quest’anno al Festival del cinema di Berlino, ha
parlato delle precedenti controversie relative alle sue presunte
opinioni su abusi sessuali, matrimonio tra persone dello stesso
sesso e aborto.
Irons ha aperto la conferenza stampa
della giuria, definendolo un “privilegio” quello di essere stato
nominato presidente, ed ha colto l’occasione per rispondere ad una
serie di polemiche emerse nel momento in cui è stata annunciato che
sarebbe stato lui il Presidente dell’edizione numero 70 della
Berlinale.
“Vorrei, non come presidente
della giuria, ma a livello personale, rispondere a vari commenti
che ho fatto in passato e che sono riemersi in alcune sezioni della
stampa nelle ultime settimane. Vorrei non dover dedicare tempo a
questo aspetto, ma non voglio che le polemiche siano una
distrazione dalla Berlinale”, ha detto ai giornalisti.
Irons ha affermato in un’intervista
del 2011 con Radio Times Regno Unito che “se un uomo mette una
mano sul sedere di una donna, qualsiasi donna degna del proprio
valore può affrontare la cosa”, aggiungendo: “È
comunicazione. Non possiamo essere amichevoli?”
L’attore ha anche difeso il diritto
della Chiesa a chiamare l’aborto un peccato e ha suggerito in
un’intervista del 2013 con l’Huffington Post che legalizzare il
matrimonio gay potrebbe incoraggiare i padri a sposare i loro figli
al fine di evitare le tasse di successione.
Dopo aver dichiarato di essersi già
scusato per tali commenti, Irons ha affermato di voler affrontare i
temi dell’abuso sessuale, del matrimonio tra persone dello stesso
sesso e dell’aborto. “Consentitemi di chiarire una volta
per tutte le mie opinioni su questi argomenti particolari. In primo
luogo, sostengo con tutto il cuore il movimento globale per
affrontare la disuguaglianza dei diritti delle donne e per
proteggerle dalle molestie abusive, dannose e irrispettose, sia a
casa che sul posto di lavoro”.
“In secondo luogo, applaudo alla
legislazione sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, ovunque
sia stata raggiunta, e spero che tale legislazione illuminata
continuerà a diffondersi in sempre più società. E in terzo luogo,
sostengo con tutto il cuore il diritto delle donne ad abortire,
qualora lo decidessero (…) Questi tre diritti umani sono, credo,
passi fondamentali verso una società civile e umana, per la quale
tutti dovremmo continuare a lottare. Ci sono molte parti del mondo
in cui questi diritti non esistono ancora, in cui tali modi di
vivere portano alla prigionia e persino alla morte”.
Ha continuato: “Spero che alcuni
dei film che guarderemo risolveranno questi problemi, tra molti
altri che dovremo affrontare nel nostro mondo, e non vedo l’ora di
guardare film nella Berlinale di quest’anno che ci stimoleranno a
mettere in discussione atteggiamenti, pregiudizi, e percezioni
mondiali della vita come la conosciamo. Spero che abbia messo a
letto i miei commenti precedenti.”
Megan
Fox, che ha trovato la fama mondiale con il franchise
di Transformers, ha firmato per recitare
in Aurora, il nuovo thriller per il quale
Arclight Films avvierà le vendite in tutto il mondo all’European
Film Market di Berlino.
Aurora, diretto da Lazar
Bodroža (A.I. Rising), racconta
la storia di un’astronauta di stanza nello spazio per monitorare le
tempeste solari che mettono in pericolo la Terra. L’astronauta
scopre che le onde d’urto delle tempeste solari stanno piegando il
tempo, spingendo la donna ad affrontare una lotta emotiva e
psicologica con il suo passato e presente.
La Arclight, guidata da Gary
Hamilton, ha unito le forze con Jordan Gertner (“Spring Breakers”,
“The Virgin Suicides”) e Toby Gibson (“The Lego Movie”) per
produrre e finanziare il film. La sceneggiatura è scritta da Pete
Bridges, Toby Gibson e Stuart Willis (“Restoration”). Tim Peternel
sarà produttore esecutivo. La produzione inizierà a maggio in
Serbia.
“Aurora è un progetto visivamente
molto bello, ricco d’azione e ambientato nello spazio e Megan è
perfetta per interpretare un personaggio in lotta contro i demoni
del suo passato”, ha dichiarato Hamilton.
Il progetto potrebbe rappresentare
un rilancio per la carriera di attrice di Megan
Fox, che di recente si è concentrata maggiormente nella
sua attività di designer di biancheria intima femminile.
A due anni da La stanza delle meraviglie e a
quattro da
Carol, quello che è uno dei suoi migliori film,
Todd Haynes torna dietro alla macchina da presa
con una storia che sembra stonare con la sua filmografia
precedente, ma nella quale infonde il suo rigore e la sua capacità
di scavare con occhi vigile oltre la superficie dei fatti
raccontati: Cattive Acque.
Cattive Acque, la storia vera di
Robert Bilot
Il film racconta della lunga
battaglia processuale dell’avvocato Robert Bilot, interpretato da
Mark
Ruffalo, che si ritrova a fare causa al colosso
dell’industria chimica DuPont. La storia comincia infatti
nel momento in cui Bilot diventa socio di un prestigioso studio
legale che difende le compagnie come la DuPont.
Proprio nel momento in cui la sua
carriera appare florida e in ascesa, l’uomo si troverà di fronte ad
un conflitto personale ed etico: un fattore del West
Virginia, dove lui stesso è nato e cresciuto, gli chiede
aiuto contro il colosso della chimica, che da anni, impunito,
scarica rifiuti altamente tossici nelle falde acquifere di tutto lo
Stato. L’uomo decide di mettere da parte sicurezza economica,
serenità familiare e carriera per rincorrere la giustizia, e si
troverà solo, per 19 anni, a combattere contro un sistema che lo
ostacola e contro l’omertà del mercato che consapevolmente ha
avvelenato migliaia di famiglie americane.
Un film voluto da Ruffalo
Mark Ruffalo,
ambientalista convinto, ha sottoposto la storia ad Haynes che si è
lasciato coinvolgere, adottando un occhio particolarmente acuto e
fuggendo dal film processuale, preferendo invece i toni del
thriller, tesi e oscuri. Insieme a questa perizia di linguaggio,
che nella giustapposizione di ritmi e di tempi dilatati trova la
sua massima efficacia, Haynes si avvale anche di un protagonista
che ancora una volta conferma di essere capace di dare dignità
all’uomo comune, all’eroe di tutti i giorni.
Ruffalo è l’attore che meglio di
tutti i suoi colleghi, nel panorama odierno, riesce a dare spessore
a questi eroi di tutti i giorni. E il suo Robert non fa eccezione:
è la rappresentazione dell’eroe americano come non viene più
raccontato, nelle sue fallibilità e nei suoi momenti di sconforto,
ma mosso dalla sete di giustizia e del sentimenti di rivalsa contro
chi volontariamente crea danni (molto gravi) alla salute di quella
classe americana di periferia, che abita in case bianche e
fatiscenti, ai margini di ciò che in genere il cinema mostra.
L’America nascosta, il Midwest
Proprio questo contrasto tra
l’America nascosta e quella lussuosa di grattacieli e corporazioni
viene messo al centro di un discorso sociale che Haynes porta
avanti, un discorso che prende corpo nel confronto tra il Paese
reale, quello che denuncia l’avvelenamento delle falde acquifere
nel Midwest, e l’istituzione governativa, lontana e inefficace,
distante dalle necessità e dalle verità che affliggono il popolo.
In mezzo a questi due poli che non trovano un punto di incontro né
di comunicazione, si inserisce l’industria, la corporazione, quella
che da una parte avvelena i proprio operai e dall’altra fornisce
spazi, servizi, palliativi ad una situazione di vita insostenibile
che, alla fine, porterà alla morte (non di certo naturale) di
quegli stessi operai.
Contro questi tre vertici che
coesistono nel loro vizioso equilibrio si staglia l’eroe comune,
Robert Billot, che per 19 anni ha portato avanti la sua battaglia
per la giustizia, una motivazione rarissima eppure potente che ha
permesso all’uomo di mettere con le spalle al muro la DuPont.
Accanto a Mark
Ruffalo, nel cast compare anche Anne
Hathaway, nei panni della moglie di Bilot. Il ruolo,
per quanto apparentemente marginale, simboleggia quello a cui il
nostro eroe è costretto a rinunciare per portare avanti la sua
lotta, e questo lo rende addirittura più umano e “sacrificato” alla
sua causa.
Cattive Acque, oltre il dramma
processuale
Di film come questi ce ne sono
molti, anche nel recente passato del cinema, come
Promised Land di Gus Van
Sant, ma in Cattive AcqueTodd Haynes, con il sostegno fondamentale di
Ruffalo, riesce ad andare oltre il dramma processuale e il rischio
ambientale, disegnando una parabola di vita che si erge ad esempio
e monito in mezzo alle brutture del mondo.
Bilot è un eroe che paga sulla
propria pelle la sua sete di giustizia, un uomo solo contro un
sistema avverso, in difesa degli ultimi e di quell’ambiente che
ormai in maniera imperativa dovrebbe rappresentare la priorità di
ogni governo ed essere umano.
L’arrivo di Black Widow
nelle sale di tutto il mondo è sempre più vicino: i vari trailer
che continuano a stuzzicare la curiosità dei fan, si sovrappongono
ormai alle varie teorie su ciò che potrebbe effettivamente
raccontare la prima avventura in solitaria di Natasha
Romanoff.
Di seguito abbiamo raccolto le
teorie dei fan più accreditate, quelle che potrebbero davvero
trovare un senso in riferimento alla possibile trama del film con
Scarlett
Johansson, e quelle invece che risultano estremamente
improbabili:
Una timeline alternativa (Fan Theory improbabile)
Ci sono
molte speculazioni sul fatto che Black Widow possa essere
ambientato in una timeline alternativa, in cui Vedova Nera è
sopravvissuta agli eventi di Endgame. La fan theory in
questione suggerisce che alla fine del film un personaggio
proveniente da una diversa linea temporale riporterà Natasha alla
timeline principale.
Tuttavia,
sembrerebbe essere un modo fin troppo elaborato e a tratti anche
pericoloso ai fini narrativi per il ritorno del personaggio.
Un’espediente del genere potrebbe davvero rendere le cose troppo
confuse per lo spettatore, dal momento che Black Widow –
almeno dalle info in nostro possesso ad oggi – non dovrebbe seguire
la continuity del MCU.
Più incarnazioni di Taskmaster (Fan Theory probabile)
Nella tradizione fumettistica,
l’eredità di Taskmaster viene raccolta da un singolo personaggio,
ossia Anthony “Tony” Masters. Tuttavia, seconda una fan theory, in
Black Widow si saranno più personaggi che indosserano la
maschera del supercriminale.
Taskmaster è noto per i suoi
“riflessi fotografici”, che gli permettono di imitare perfettamente
i movimenti di chiunque, a prescindere dalla difficoltà. Il fatto
che altri personaggi appaiano nelle vesti del mercenario
spiegherebbe perché gli stessi hanno una varietà di abilità tra le
quali poter scegliere. Ciò spiegherebbe anche perché Red Guardian
in un momento può combattere contro Taskmaster, e in quello
successivo può usare lo scudo mentre sfoggia l’elemetto a forma di
scheletro.
La rinascita di Vedova Nera (Fan Theory improbabile)
Ci sono molti fan che sperano che
Black Widow possa in qualche modo portare alla rinascita
di Natasha Romanoff. Alla fine di Endgame, Steve Rogers è tornato
indietro nel tempo per mettere al loro posto tutte le Gemme
dell’Infinito, cosa che potrebbe in qualche modo aver riportato in
vita Nat: in realtà, è molto più probabile che la morte del
personaggio sia definitiva.
Black Widow è ambientato
molti anni prima degli eventi che hanno condotto alla morte di
Natasha, quindi sarà più una sorta di prequel che si svolgerà
durante l’era degli Accordi di Sokovia. Una rinascita di Nat
ridurrebbe l’impatto che la sua morte ha avuto sugli eventi
raccontati in Endgame.
Un cameo di Occhio di Falco (Fan Theory probabile)
Alcuni dei momenti migliori di
Vedova Nera nel MCU sono legati alla sua relazione con Occhio di
Falco. È quel tipo di amicizia che ha contribuito a rendere
quest’universo cinematografico così unico, concedendo a determinate
situazioni una profondità forse inaspettata per il tipo di
franchise. Il legame emotivo che esiste tra i due personaggi ha
giocato un ruolo chiave anche nella morte di Natasha.
Dal momento che Clint Barton ha
avuto un ruolo così importante nella sua vita, avrebbe senso una
piccola apparizione del personaggio in Black Widow. E ci
sono molti modi in cui l’inserimento dell’arciere nella storia
potrebbe essere giustificato…
Natasha non è morta (Fan Theory improbabile)
Mentre alcuni fan vogliono che
Natasha Romanoff venga riportata in vita, altri pensano che in
realtà non sia veramente morta. Ci sono diversi modi in cui un eroe
del MCU può sopravvivere ad un attacco apparentemente mortale.
L’uso degli Skrull potrebbe essere
una delle opzioni, così come i “life model decoy” già introdotti in
passato. Un’altra alternativa potrebbe essere la maschera facciale
in grado di cambiare l’aspetto di un eroe e renderlo completamente
diverso. È probabile, però, che nulla di tutto ciò verrà
effettivamente utilizzato come espediente in Black
Widow.
I flashback di Budapest (Fan Theory probabile)
Nel MCU viene menzionato in più di
un’occasione il fatto che Clint e Natasha hanno combattuto insieme
a Budapest: prima o poi, una testimonianza tangibile di tutto ciò
dovrà essere mostrata al pubblico. Quale occasione migliore se non
il film in solitaria su Vedova Nera?
È una teoria che può avere
completamente senso. In che modo? Potrebbero essere introdotti nel
film alcuni flashback di Budapest, forse con i due personaggi
intenti a combattere alcuni dei nemici più pericolosi di Natasha, o
magari facendo giocare a quel periodo storico un ruolo
assolutamente rivelante all’interno della trama.
Un crossover con gli altri Avengers
(Fan Theory improbabile)
Trattandosi
dell’Universo Cinematografico Marvel, c’è sempre la possibilità che
in un film siano presenti dei camei. Dal momento che sembra quasi
certa l’apparizione di Tony Stark, molti fan hanno ipotizzato che
in realtà in Black Widow saranno presenti tutti i
Vendicatori originali.
Tuttavia, ciò
potrebbe distogliere l’attenzione da una delle questione principali
legate al film, e cioè il fatto che Vedova Nera ha finalmente
“ottenuto” il suo standalone. Sembra strano, quindi, che i Marvel
Studios decidano di riunire tutti gli altri eroi per l’occasione.
Inoltre, a questo punto della continuity, gli Accordi di Sokovia
sono già entrati in vigore…
Un traditore all’interno del team (Fan Theory probabile)
Molte teorie dei fan in
circolazione speculano sul fatto che ci sia un traditore nella
squadra di Nat, qualcuno che forse agirà per conto di Taskmaster.
Dato l’elevato numero di personaggi in ballo, questo plot
twist potrebbe essere addirittura scontato.
È difficile immaginare che nel film
non ci sia davvero qualcuno pronto a tradire Natasha. La vera
domanda è, dunque, un’altra: chi sarà il traditore?
Collegamenti con Stranger Things
(Fan Theory improbabile)
Il primo
teaser trailer ufficiale della quarta stagione di Stranger
Things ci ha mostrato il personaggio di Jim Hopper lavorare
per la Russia. Ciò ha dato vita ad una nuova speculazione: essendo
David Harbour interprete sia di Hopper che di Red Guardian in
Black Widow, sono in molti ad essere convinti che in
realtà si tratta della stessa persona.
Ci sono molte teorie divertenti sul
fatto che sia proprio Jim Hopper a nascondersi
dietro Red Guardian e che il Sottosopra possa essere
introdotto nel MCU. Questo, naturalmente, non accadrà mai!
Una nuova Vedova Nera (Fan Theory probabile)
Quasi sicuramente Black
Widow imposterà parte del futuro del MCU. Soprattutto, è quasi
certo che il film introdurrà ufficialmente la nuova Vedova Nera. La
contendente principale al titolo è, ovviamente, Yelena Belova, che
ha raccolto l’eredità di Natasha già nei fumetti.
Interpretata da Florence Pugh,
sembra che tra Yelena e Natasha si verranno a creare le dinamiche
necessarie a far sì che la prima diventi la nuova Vedova Nera e
possa continuare ad agire al posto della seconda nel MCU.
Dopo aver spaventato
milioni di spettatori in The Boy, la bambola
Brahms è tornata, pronta a seminare nuovamente terrore, in
The
Boy – La maledizione di Brahms. Ecco il trailer
ufficiale.
The Boy – La maledizione di Brahms, la trama
Ignara della terrificante
storia della villa in cui si è trasferita, una giovane famiglia è
pronta a iniziare una nuova vita. Qui il piccolo Jude trova un
amico: una bambola di porcellana apparentemente innocua, che però
prende vita ogni qualvolta le sue regole non vengono rispettate. Il
legame tra il bimbo e la bambola si fa di giorno in giorno più
morboso, fino a quando Liza (Katie Holmes) capisce che dietro quel
volto lucido e sempre sorridente si nasconde in realtà una presenza
oscura.
Riuscirà a risalire
all’origine degli eventi inspiegabili e inquietanti che si
manifestano nella casa e svelare la maledizione di Brahms? Nel cast
del film The Boy – La
maledizione di Brahms diretto da William Brent
Bell: Katie Holmes, Christopher Convery, Ralph Ineson, Owain
Yeoman, Anjali Jay, Joely Collins.
Grazie a Just Jared, arrivano
online nuove immagini dal set di The
Suicide Squad, l’atteso cinecomic DC scritto e
diretto da James
Gunn, che riporterà sul grande schermo la celebre Task
Force X dei fumetti dopo l’iterazione del 2016 ad opera di
David Ayer.
Nelle nuove immagini è possibile
notare, oltre ad Harley Quinn (Margot Robbie),
Ratcatcher (Daniela Melchior), Polka-Dot Man
(David Dastmalchian) e Idris Elba
(che dovrebbe interpretare Vigilante), è possibile dare anche un
primissimo sguardo a Steve Agee con la tuta per il
mo-cap necessaria alla creazione in digitale del personaggio di
King Shark.
Potete vedere tutte le foto cliccando sul tweet di seguito:
More photos from the set of
#TheSuicideSquad are rolling in – see Margot Robbie, Idris Elba
in character, and the first glimpse of Polka-Dot Man! https://t.co/eizfY4rN1k
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squadcomprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika
Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker
Savant.
Dopo la fine dell’accordo che aveva
seminato il panico tra i fan dell’Universo Cinematografico Marvel, la Sony
Pictures e i Walt Disney Studios sono
riusciti a trovare un nuovo accordo per far sì che il personaggio
di Spider-Man potesse continuare ad “esistere”
all’interno del MCU per almeno un altro standalone e un altro film
che dovrebbe vedere riuniti ancora una volta i Vendicatori sul
grande schermo.
In occasione di una recente
roundtable organizzata da THR, il boss della
Sony Tom Rothman e il boss della Disney
Alan Horn hanno discusso di ciò che stava
accadendo quando sembrava che Spidey fosse destinato a lasciare
l’Universo Cinematografico Marvel:
“La fanbase, che è importante
per tutti noi, sembrava aver risposto in maniera positiva a ciò che
Tom Holland e il team di Spider-Man avevano fatto fino a quel
momento”, ha spiegato Alan Horn. “Hanno
amato il personaggio e il fatto che Kevin Feige e il MCU fossero
coinvolti. Quando abbiamo sentito i loro feedback, il fatto che
volevano che unissimo nuovamente le forze, abbiamo pensato che
probabilmente era una buona idea.”
Naturalmente, per i fan è bello
sapere che Spidey continuerà ad esistere all’interno del MCU, ma
gli stessi sono anche consapevoli che si tratterà di qualcosa che
non durerà nel tempo, dal momento che dopo i due film citati
all’inizio dell’articolo, i diritti di sfruttamento del personaggio
torneranno esclusivamente alla Sony.
Per quanto possa valere, Tom
Rothman ha così risposto in merito alla possibilità che
l’accordo con la Disney prosegua anche dopo l’uscita di
Spider-Man
3: “Io lo spero. Penso che quest’ultimo accordo sia
stata una vittoria per tutti. Una vittoria per la Sony. Una
vittoria per la Disney. Un vittoria per tutti gli spettatori.
L’unica cosa che vorrei dire è che le notizie e la durata di certe
negoziazioni si sovrappongono inevitabilmente… credo che saremmo
arrivati comunque ad un accordo, solo che le voci e i rumor hanno
preceduto tutto.”
Tom Holland si
è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è
diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è
apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma
anche in due standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro
film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
Netflix ha acquistato i diritti di Don’t
Look Up, la nuova commedia satirica di Adam
McKay (regista de La grande
scommessa e Vice – L’uomo
nell’ombra) che avrà come protagonista il premio Oscar
Jennifer Lawrence.
La notizia è stata riportata in
esclusiva da Variety. Il film, che
vedrà McKay coinvolto anche in qualità di sceneggiatore, racconterà
la storia di due astronomi che intraprendono un tour mediatico per
avvisare l’umanità dell’avvicinamento alla Terra di un asteroide
che potrebbe distruggere il pianeta.
“Sono veramente emozionato
all’idea di fare questo film con Jennifer”, ha dichiarato
McKay. “Lei è ciò che il pubblico del 17° secolo era solito
chiamare ‘uno spettacolo eccezionale’. E il fatto che Netflix veda
questo film come una commedia adatta a tutti alza ancora di più le
aspettative per me e per il mio team, in un modo emozionante e
motivante.”
Le riprese di Don’t Look
Up dovrebbero partire il prossimo aprile. McKay si
occuperà anche della produzione del film insieme a Kevin Messick e
alla sua Hyperobject Industries.
Salita alla ribalta grande al
franchise di Hunger Gamaes,
Jennifer Lawrence si è imposta all’attenzione di
pubblico e critica anche grazie al ruolo di Mystica nella saga di
X-Men e ai ruoli in Un gelido
inverno, Il lato positivo, American Hustle e
Joy, tutti film che le hanno regalato una
candidatura agli Oscar (l’ambita statuetta è arrivata nel 2013 per
Il lato positivo). Prossimamente la vedremo nel dramma
Red, White and Water di Lila
Neugebauer, attualmente in fase di post-produzione, in cui figurerà
anche come produttrice.
Dopo le prime immagini
ufficiali di Robert Pattinson con il nuovo
costume del Crociato di Gotham, il regista Matt
Reeves ha deciso di continuare a stuzzicare la curiosità
dei fan in merito a The Batman, questa
volta senza condividere nuovo materiale del suo film in uscita il
prossimo anno, ma fornendo nuovi indizi sulla possibile trama.
Il 19 febbraio è il giorno del
compleanno di Bruce Wayne, e poche ore fa è stato lo stesso Reeves
a festeggiare l’avvenimento attraverso un post che ha subito dato
il via a tutta una serie di speculazioni. Il regista, infatti, ha
condiviso una tavola di “Batman: Anno Uno“, la
miniserie a fumetti che narra le origini dell’Uomo
Pipistrello, scritta da Frank Miller e
disegnata da David Mazzucchelli.
Ora, non sappiamo se il film di
Matt Reeves sarà un adattamento fedele di
“Anno Uno“: forse, il regista ha voluto indicare
quali saranno in linea generale le atmosfere che seguirà la sua
pellicola. È interessante notare come la tavola in questione, che
appare a pagina 10 della miniserie a fumetti, raffigura il ritorno
di Bruce Wayne a Gotham dopo anni di addestramento all’estero,
mentre si prepara ad una missione di ricognizione nell’East End,
una dele zone più malfamate della città.
Inoltre, la tavola in questione
ricorda tantissimo il film Taxi Driver di
Martin Scorsese, tra le principali fonti d’ispirazione del Joker di Todd
Phillips. La domanda sorge dunque spontanea: Reeves ha voluto
anticipare non solo che il suo film sarà ispirato ad “Anno Uno”, ma
anche che sarà molto simile – per toni e atmosfere – al cinecomic
campione d’incassi con Joaquin Phoenix?
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Continuano a San Francisco le
riprese dell’attesissimo Venom
2. I nuovi video dal set emersi su Twitter nelle ultime ore ci mostrano il
personaggio di Carnage (non Woody
Harrelson, ma presumibilmente uno stunt con una tuta per
il motion capture) fare a pezzi la macchina di Eddie Brock, mentre
lo sfortunato giornalista inveisce contro la nemesi dalla finestra
del suo appartamento.
Sembrerebbe una sequenza
apparentemente comica, con Carnage che urlerebbe ad Eddie:
“Vuoi che mi faccia avanti e ti mostri cosa vuol dire
combattere veramente?”. Data la mancanza di ulteriori
dettagli, è molto difficile stabilire cosa stia accadendo davvero
tra i due personaggi e definire un contesto preciso. Al di là di
quanto potrebbero essere “paradossali” i toni di questo sequel
(considerando anche la natura del primo film), ciò che emerge da
questi video è il fatto che il personaggio di Carnage – anche a
causa della sua corporatura – sarà un nemico da non sottovalutare.
Potete vedere i video di seguito:
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom 2 assisteremo
allo scontro tra il simbionte e Cletus
Kasady, aka Carnage, uno degli antagonisti più
celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast del sequel
anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Double Tap) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo
dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
Le riprese di Spider-Man
3 dovrebbero iniziare ufficialmente quest’estate. In
occasione del red carpet della premiere mondiale di Onward, il nuovo film
Disney/Pixar in cui Tom Holland figura in qualità
di doppiatore, IGN ha chiesto all’attore
aggiornamenti in merito al futuro dell’Uomo Ragno sul grande
schermo.
Naturalmente, Holland non ha potuto
rivelare nulla, ma quando gli è stata posta una domanda alquanto
bizzarra, il giovane attore ha dato una risposta decisamente…
controversa! All’ultima incarnazione del simpatico arrampicamuri,
infatti, è stato chiesto quale personaggio del MCU vorrebbe riportare in vita se
ne avesse la possibilità: Ben Parker (quindi suo
zio) o Tony Stark (il suo mentore)?
Peter Parker ha scelto Iron Man. Il
motivo? Tom Holland amerebbe lavorare ancora una
volta con Robert Downey Jr. Se da un lato la
risposta potrebbe aver riempito di gioia il cuore di certi fan,
dall’altro ha scatenato le ire dei puristi dei fumetti: su Reddit, ad esempio,
non tutti sembrano aver gradito la risposta data dall’attore.
Sempre in occasione della premiere
mondiale, Variety ha chiesto ad
Holland quali sono stati i colleghi che gli hanno dimostrato
maggiore supporto durante la momentanea fine dell’accordo tra Sony e
Disney. Questa la sua risposta:
“Sono stati tutti d’aiuto.
Davvero, tutti. Soltanto che io e Chris Pratt eravamo insieme
dietro le quinte prima di essere chiamati sul palco del D23 per
promuovere Onward. Gli avevo appena detto della notizia. Lui non
l’aveva ancora saputo. Continuava a ripetere: ‘No, non accadrà.
Troveranno una soluzione. E anche se non ci riusciranno, le cose
andranno alla grande per te. Starai bene’.”
“È stato davvero bello averlo
con me in quel momento”, ha aggiunto Holland. “Si tratta
di una persona che rispetto e apprezzo tantissimo. Sono felice che
siamo buoni amici.”
Tom Holland si
è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è
diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è
apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma
anche in due standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo
accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro
film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man
3– e per un altro film in cui lo ritroveremo al
fianco degli altri eroi del MCU.
In occasione della premiere mondiale
di Onward, il nuovo film
Disney/Pixar in cui Chris Pratt figura in qualità
di doppiatore, all’interprete di Star Lord è stato chiesto di
aggiornare – seppur brevemente – in merito all’attesissimo
Guardiani della Galassia Vol. 3.
Nel corso dell’intervista, è stata
fatta una domanda alquanto “provocatoria” all’attore: IGN, infatti, ha dato per
scontato – nonostante il finale di Avengers: Endgame – che il personaggio
di Thor non apparirà nel film.
La risposta di Chris
Pratt è stata naturalmente “diplomatica”: “Come fate a
dire che Thor non sarà nel terzo Guardiani? Non lo abbiamo ancora
girato!”, ha detto ironicamente l’attore, per poi aggiungere:
“Potrebbe far parte del terzo Guardiani. Non lo sappiamo. Non
c’è ancora una risposta definitiva in merito.”
Thor: Love and Thunder
arriverà al cinema prima di Guardiani della Galassia
Vol. 3, quindi è probabile che nel film di
Taika Waititi vedremo il Dio del Tuono separarsi
momentaneamente dal resto del team; al contrario, potremmo invece
vedere il personaggio di Thor ai margini della storia, proprio
perché impegnato a fare squadra con Star Lord & co.
Da quello che sappiamo,
Thor: Love and Thunder dovrebbe ruotare
attorno all’ascesa di Jane Foster come nuova Dea del Tuono seguendo
la run di Jason Aaron, ma anche al ruolo di Valchiria come erede al
trono di Asgard. Tempo fa abbiamo provato ad analizzare 10 teorie sul ruolo
che il Dio del Tuono potrebbe avere nel film.
Scritto e diretto
da James
Gunn, Guardiani della Galassia Vol.
3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le
riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio
2021.
Il romanzo di Jack
London, Il Richiamo della
Foresta, trova una nuova trasposizione
cinematografica grazie all’occhio della macchina da presa guidata
da Chris Sanders. Lo scrittore statunitense vanta
infatti una fama sempre attuale che suscita costante interesse in
chi si occupa di cinema: si pensi a Zanna
Bianca, al recente Martin
Eden che è valso la Coppa Volpi a Venezia a
Luca Marinelli, o al capitolo All Gold
Canyon episodio del film Ballata di
Buster Scruggs dei fratelli
Coen.
Il selvaggio West, e tutto il
filone delle storie legate ai cercatori d’oro, è un elemento
fondante della storia americana, ed è diventato parte integrante
del nostro immaginario, in ogni sua sfumatura, stile narrativo e
tematiche suscitate, grazie alla costante rappresentazione che se
n’è fatta.
È per questo che si ha un senso di
profonda familiarità nel seguire le vicende del cane Buck,
protagonista de Il Richiamo della
Foresta, interamente creato in CGI, insieme a tutti
gli altri personaggi del film appartenenti al regno animale.
Il Richiamo della Foresta, la trama
La storia segue per grandi linee
quella del romanzo, e ripercorre la crescita e la “formazione” del
vivace quadrupede, partendo dai primi anni da nababbo, nutrito
abbondantemente e con accondiscendenza dal personale della villa di
un magistrato, nella soleggiata California, per poi virare nella
seconda parte arrivando al cuore della narrazione.
Buck viene rapito proprio con lo
scopo di essere sfruttato per trainare le slitte di trafficanti
d’oro, vittime loro stesse di quella febbre dell’oro esplosa negli
Stati Uniti, e si ritrova perciò catapultato nel gelo del Canada,
appena oltre il confine con l’Alaska. Lì farà la conoscenza del suo
futuro salvatore John Thornton (Harrison
Ford) e della simpatica coppia di postini interpretata
da Omar Sy e Cara Gee. A questo
punto del film, l’atmosfera divergerà molto da quella descritta da
Jack London, in maniera tutto sommato
comprensibile.
Il regista Chris
Sanders ha una lunga esperienza come sceneggiatore e
regista di film d’animazione: da La Bella e la
Bestia, Aladdin, Il Re Leone,
Mulan, Lilo e Stitch, fino ad arrivare a
I Croods e Dragon Trainer della Dreamworks. È evidente,
quindi, che la sfumatura che il regista dà al racconto è
chiaramente virata ai toni più leggeri per un pubblico molto
giovane.
Il Richiamo della Foresta
per famiglie
Buck lotta per la propria
sopravvivenza, nella storia d’inizio Novecento, difendendosi al
prezzo del sangue di tante vite umane e animali, proprio come
accadeva realmente in quell’epoca. La durezza di quelle terre così
inospitali e il valore della propria unicità, erano costantemente
in guerra, ed era talmente facile soccombere che la legge del più
forte era ciò che di più scontato ci potesse essere.
Oggi Il Richiamo della
Foresta ha tutt’altro senso. Partendo dal
presupposto che l’intento di Chris Sanders sia
senz’altro quello di rivolgersi a delle famiglie, ciò che il
protagonista scopre via via è il valore profondo della vita, ma,
questa volta, dal punto di vista esistenziale, non biologico.
Il selvaggio
Richiamo del titolo parla oggi
dell’importanza della (ri)scoperta di chi Buck sia veramente, quale
sia la sua specificità, senza schiacciare gli altri, ma sfruttando
le ingiustizie subite per permettersi di emergere.
È quasi inevitabile che ogni racconto, per quanto antico, una
volta riletto, venga riscritto con un filtro adatto ai bisogni del
tempo presente. Ed è ciò che più affascina delle storie,
soprattutto di quelle per bambini.
È passato molto tempo da quando
Harry, Hermione e Ron sono riusciti a trovare e distruggere tutti
gli Horcrux di Voldemort e salvare il mondo magico di
Harry
Potter. Ma solo perché tutto è finito bene, non
significa che i fan non abbiano ancora domande sugli oggetti
adibiti a contenere un pezzo dell’anima dei Maghi Oscuri.
Ecco di seguito alcune domande che ancora non hanno trovato
risposta sugli Horcrux:
Perché Tom Riddle non ha cercato
prima la Pietra Filosofale?
All’epoca del primo libro di
Harry Potter, Voldemort era quasi morto, una forma
incorporea che cercava di mettere le sue mani sulla Pietra
Filosofale per tornare in vita completamente. Ma perché non l’ha
cercata prima? Per un mago oscuro intenzionato a diventare
immortale, sembrerebbe stato logico provare ad eliminare Nicolas
Flamel quando era ancora un giovane forte e in ascesa.
Chiaramente, era a conoscenza
dell’esistenza della Pietra, perché si tratta di un oggetto magico
molto noto, e Flamel, nonostante fosse immortale, era già molto
vecchio e debole. Perché Riddle è andato prima alla ricerca degli
Horcrux?
Come ha fatto Harry a diventare un
Horcrux se c’era bisogno di un incantesimo?
J.K. Rowling non
ha mai descritto in modo esplicito l’incantesimo per creare un
Horcrux, come del resto ha fatto per altri incantesimi della
saga; eppure, esiste un vero e proprio incantesimo anche per dare
vita ad un Horcrux.
Tuttavia, quando Voldemort ha trasformato Harry in un Horcrux,
sappiamo che è stato un incidente. Ciò potrebbe essere accaduto a
causa del fatto l’anima del Lord era già divisa, ma come è potuto
accadere senza un vero e proprio incantesimo?
Chi commette un omicidio può
accidentalmente creare un Horcrux?
Se Voldemort è stato in grado di creare
accidentalmente un Horcrux grazie alla sua anima già divisa in
seguitoagli omicidi commessi, significa che
tutti coloro che commettono un assassinio hanno la possibilità di
creare accidentalmente degli
Horcrux?
L’omicidio è parte del processo che
conduce alla creazione di un Horcrux, e sicuramente ci sono molti
assassini nel mondo dei maghi. Stanno lasciando pezzi delle loro
anime in giro per l’universo, se l’incantesimo non è necessario per
danneggiare gravemente anime?
Come ha fatto Herpo il Folle a
morire se ha creato il primo Horcrux?
Nella saga di Harry
Potter, l’unico altro mago ad aver creato un
Horcrux si chiamava Herpo il Folle, ma non è mai stato chiarito
cosa gli sia successo. Gli
Horcrux rendono un mago potenzialmente immortale, quindi
perché Herpo non è più in circolazione e perché non ci sono prove
di come l’Horcrux
da lui creato sia stato distrutto?
Perché ha ricevuto una carta per
le sue Cioccorane?
Tutto ciò che sappiamo di Herpo, a
parte la creazione del primo Horcrux, è che stato anche il creatore
delle celebri cioccorane (il cioccolato a forma di rana), nonché il
primo ad allevare un Basilisco.
Si tratti di risultati
ragguardevoli, talmente notevoli da essere inseriti nei libri di
storia, ma è comunque sorprendente che l’inventore della magia più
oscura di tutte sia lo stesso alla quale è stata dedicata una carta
da collezione destinata ai bambini. Ha senso dal punto di vista di
coloro che ci intravedono un modo per la Rowling di insegnare ai
fan la storia dei maghi, ma sembra comunque qualcosa di molto
bizzarro.
Perché “I segreti delle Arti
Oscure” era reperibile nella libreria di Hogwarts?
L’unico libro in cui è contenuto
l’esatto incantesimo per la creazione di un
Horcrux è “I segreti dell’Arte Oscura” che apparentemente
faceva parte della collezione della biblioteca di Hogwarts. Silente
lo spostò dalla biblioteca al suo ufficio, ma chiaramente era
troppo tardi, visto che Tom Riddle riuscì a consultarlo. Ma anche
nell’ufficio del preside o nella Sezione Riservata (dov’era prima),
cosa diavolo ci faceva quel libro in una biblioteca scolastica?
Perché gli Horcrux di Voldemort si
comportano in maniera diversa?
I fan lo hanno sottolineato molte
volte, ma sembra che gli Horcrux di Voldemort si comportino in modo diverso a
seconda di ciò che viene raccontato nella storia. Il primo vero
Horcruz che il Trio incontra è il diario, ed è così potente che
è in grado di possedere Ginny e spingerla a comportarsi come un
automa.
Tuttavia, gli
Horcrux successivi iniziano ad avvelenare la mente della persona
che ne entra in possesso (come il medaglione con Ron), ma
occasionalmente sembrano non fare assolutamente nulla. Ciò è perché
alcuni di essi sono necessari per portare maggiormente avanti la
trama, anche se sarebbe necessaria una spiegazione più
esaustiva.
Quanti Horcrux possono essere
creati da una singola persona?
Sembra che
Voldemort abbia raggiunto il limite massimo di
Horcrux
realizzabili, dato che la sua anima si è “divisa” alla fine del suo
attacco a Harry e ai suoi genitori. Tuttavia, non è chiaro se
questo fosse un numero reale e, soprattutto, da cosa è
dipeso.
Inoltre, non è
chiaro se alcune persone possano essere in grado di gestire la
creazione di più Horcrux rispetto ad altre: la Rowling suggerisce
che è la natura intrinseca dell’omicidio ad essere al centro degli
Horcrux, ma questo vale per Voldemort, che scelse omicidi specifici per la
creazione dei suoi Horcrux. Quindi che dire degli altri
assassini?
L’artista italiano Maurizio
Campidelli ha realizzato dei coloring book molto
particolari, con protagonisti alcuni degli attori che compaiono tra
le liste degli uomini più desiderati del pianeta. Tra questi
compaiono Keanu Reeves e
Dwayne Johnson e ovviamente Jason Momoa, l’attore hawaiano che interpreta
Aquaman per
la DC/Warner Bros.
I nerboruti attori in questione sono
entrati nell’immaginario collettivo a suo di botte, tuttavia,
Campidelli li ritrae, con il suo tratto pulito, mentre sono intenti
a svolgere lavori domestici, in pose rilassate nella vasca da
bagno, dipingendo quello che sembra essere un immaginario
abbastanza comune tra le donne.
Si tratta di una variante molto
divertente degli antistress da colorare con le parolacce o gli
insulti. Si tratta di uno hobby abbastanza diffuso, che produce,
sembra, gli stessi benefici della meditazione. E adesso, oltre ai
classici intricati mandala o agli improperi, ci sono anche questi
omaccioni dal fisico statuario e il sorriso bonario.
Ecco alcuni esempi:
L’ultima volte che abbiamo visto
l’attore in azione, è stato in occasione dello spot del superbowl
in cui si “spogliava” dei suoi muscoli e dei suoi capelli. Qui potete
vederlo.
Quest’anno, Cannes Classics
celebrerà il 20° anniversario di In the Mood for
Love di Wong Kar-wai, prima della
sua uscita sul grande schermo nell’estate del 2020 in tutto il
mondo!
Presentato nella Selezione Ufficiale
e in Concorso nel 2000, In the Mood for
Love, diretto dal regista di Hong Kong Wong
Kar-wai, ha vinto il Premio Interpretazione maschile al
suo attore protagonista Tony Leung e si è
aggiudicato il Gran Premio della Commissione tecnica superiore.
Il restauro in 4K del film
realizzato dal negativo originale è stato condotto da Criterion e
L’Immagine Ritrovata sotto la supervisione di Wong
Kar-wai.
In the Mood for
Love, presentato per la prima volta il 20 maggio
2000, sarà proiettato al 73 ° Festival di Cannes, con la
partecipazione di Wong Kar-wai.
In the Mood for Love di Wong
Kar-wai con Tony Leung e Maggie Cheung. Direttore della fotografia: Christopher Doyle. Musica: Shigeru Umebayashi.
Restauro 4k dal negativo originale
supervisionato da Wong Kar-wai ed eseguito da Criterion (New-York)
e L’Immagine Ritrovata (Bologna).
Il film sarà distribuito in tutto il
mondo grazie a Janus Films (USA, Regno Unito, Australia / Nuova
Zelanda), The Jokers Films (territori di lingua francese), Koch
Films (territori di lingua tedesca), Avalon DA (Spagna), Leopando
Filmes ( Portogallo), Inoekino (CIS), Asmik Ace (Giappone),
Catchplay Inc. (Taiwan), NK Contents (Corea del Sud).
Winter
Ladies è una raccolta di illustrazioni originali
realizzate da venti artiste italiane alle quali è stato
chiesto di rappresentare ognuna una figura iconica femminile, reale
o di fantasia, in una ambientazione invernale o natalizia. Il
progetto nasce per sostenere le attività a sostegno delle donne in
difficoltà promosse da Lucha alla
Città e, in particolare la Casa
delle Donne Lucha Y Siesta, che da 11 anni provvede a dare
rifugio e sostegno a donne in difficoltà, che subiscono
discriminazioni e violenza di genere.
Un luogo materiale e simbolico di
autodeterminazione delle donne, un progetto femminista, nonché
punto di incontro tra casa rifugio, casa di semiautonoma e centro
antiviolenza.
Se raccolta fondi avrà
successo, la parentesi invernale sarà solo la prima parte di un
serie in quattro volumi dedicati a tutte le stagioni.
Il progetto dell’artbook è stato
ideato e promosso dalla Lovelace
– The Geek Ladies’ Allegiance, associazione
femminista sui generis, che si occupa della riscoperta e della
promozione della figura femminile nella cultura presente e
passata.
Per maggiori informazioni sugli
obbiettivi del comitato Lucha alla Città, consultate il
sito Luchaysiesta.com.
Per tutte le informazioni
necessarie e per partecipare al crowdfounding, clicca
qui.
È da un po’ di tempo che si parla
della possibilità che Matt Reeves possa introdurre
nell’attesissimo The Batman una nuova
versione del personaggio di Robin. Adesso, nuovi
dettagli in merito al casting del film suggeriscono che
l’indiscrezione potrebbe avere un fondo di verità.
Come apprendiamo da ComicBookMovie,
infatti, sembra che la Warner Bros. abbia indetto un casting call
per cercare attori e comparse con abilità circensi. La cosa fa
inevitabilmente pensare all’Haly’s Circus, il
circo legato alle origini di Dick Grayson e alla
sua successiva storia come Robin.
E se nel film con Robert
Pattinson vedremo davvero il celebre gruppo di trapezisti
noto come Flying Graysons, con Dick che si
appresta a diventare il primo pupillo di Bruce Wayne e –
magari in un eventuale sequel – l’originale Robin?
Al momento si tratta soltanto di un rumor. Vi terremo
aggiornati.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Spider-Man:
Far From Home ci ha regalato una rivisitazione
alquanto sorprendente del personaggio di Mysterio
interpretato da Jake Gyllenhaal. Alla fine del
film il personaggio di Quentin Beck muore, ma trattandosi del
Maestro dell’Illusione, un suo eventuale ritorno sul grande schermo
non dovrebbe sorprendere più di tanto i fan.
Apprendiamo infatti da The
Illuminerdi che la Sony Pictures vorrebbe nuovamente
Jake Gyllenhaal per uno standalone interamente
dedicato a Mysterio, un’idea che lo studio aveva
accarezzato ancor prima che l’attore candidato all’Oscar venisse
ingaggiato per il ruolo del villain nel sequel di Spider-Man:
Homecoming.
Nessun ulteriore dettaglo sul
possibile spin-off è stato rivelato: tra film in solitaria prossimi
alla release (Morbius), altri in
fase di produzione (Venom
2) e alcuni sul cui sviluppo circolano voci
insistenti (Kraven il
Cacciatore), sembra che la Sony stia
effettivamente preparando il terreno per un’eventuale film dedicato
ai Sinistri Sei, un progetto al quale lo studio
sta lavorando da anni.
Ovviamente, non
sarebbe necessario esplorare la storia delle origini di Mysterio,
dal momento che è stato già fatto; tuttavia, uno standalone
potrebbe tranquillamente raccontare del suo ritorno dall’aldilà e
dei suoi piani per vendicarsi di Spider-Man.
Al momento, comunque, si tratta soltanto di un rumor. Vi terremo
aggiornati.
Ana de Armas è la
protagonista della cover del nuovo numero di Vanity Fair e nel
pezzo che ha accompagnato il bellissimo servizio fotografico,
l’attrice cubana (reduce dal successo di Cena con delitto –
Knives Out) ha rivelato nuovi dettagli sul personaggio che
interpreterà in No Time to Die,
l’attesissimo 25esimo capitolo della saga di James
Bond in arrivo nelle nostre sale il prossimo 9 aprile.
“Quando mi hanno ingaggiata non
la smettevo di saltare da una parte all’altra, ero molto
emozionata”, ha rivelato l’attrice. “Ma dovevo essere
sicura che non avrebbe messo a rischio il lavoro che stavo facendo,
che non rovinasse tutto. E le donne di Bond, per me, sono sempre
state dei personaggi in cui non mi sono mai identificata.”
Alla rivista Daniel
Craig ha rivelato di aver amato la performance di Ana in
Blade Runner
2049 e di essere stato davvero
entusiasta all’idea di lavorare di nuovo con l’attrice dopo
Cena con
delito – Knives Out di Rian Johnson:
“Dovrei essere sempre così
fortunato da lavorare con una donna così”, ha detto Craig a
proposito della collega. “Questo è un film dove succedono un
sacco di cose, c’è tanta grande recitazione, che riguarda anche me
stesso, ma è lei a brillare perché è lei la grande scommessa. Ha
dei tempi comici straordinari. Non ha una parte grandissima, ma è
arrivata e subito è riuscita a farla sua.”
“Non si è mai preoccupata di
quello che è successo durante la produzione: le sceneggiature
riscritte, i continui cambiamenti che le venivano letteralmente
scaraventati addosso. Non era mai preoccupata”, ha continuato
Craig.
“Non c’era un’altra
scelta”, ha spiegato la storica produttrice del franchise
Barbara Broccoli. “Era Ana che volevamo tutti.
Il suo personaggio è qualcuno che ha appena cominciato a lavorare
per la CIA, e quindi si suppone abbia delle abilità che sono minime
quando incontra Bond. Ci si aspetta che non sia l’agente più abile
del mondo, ma diciamo che… sa come agire.”
“C’erano quest’umorismo e questa
natività così specifici”, ha dichiarato la de Armas ricordando
la prima volta che ha letto la sceneggiatura del film. “Il mio
personaggio è una donna vera. Ma sapete, noi possiamo evolverci,
crescere, incorporare la realtà, ma Bond è una fantasia. Alla fine,
si tratta sempre di prendere qualcosa e di provare a non
snaturarla.”
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Carl Lumbly, già
apparso in Supergirl e nel recente film
Doctor Sleep, si è unito al cast di The Falcon e The
Winter Soldier che è attualmente in lavorazione ad Atlanta e sarà
presentato in anteprima sul servizio di streaming in abbonamento ad
agosto.
Come accade spesso con i Marvel
Studios non sono stati rivelati ulteriore dettagli in merito al
personaggio che l’attore dovrà interpretare, dunque non resta che
aspettare ulteriori notizie.
The Falcon and The Winter Soldier è la serie di
prossima uscita nel quale
Anthony Mackie e Sebastian Stan riprenderanno i loro
ruoli nei panni del titolo Falcon (alias Sam Wilson) e The Winter
Soldier (alias Bucky Barnes) che sarà diretta da Kari Skogland.
Vi ricordiamo che nel cast di
The Falcon and The Winter Soldier è
previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo
cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e
Civil War e Daniel Bruhl, nei panni
del Barone Zemo. Per quanto concerne la serie di
The Falcon and The Winter Soldier, il lancio è fissato
in autunno 2020 e Kari Skogland (The
Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The
Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings,
The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i
sei episodi.
Probabile, visti gli esiti di
Avengers:
Endgame, che lo show si concentrerà sulla
dinamica del rapporto tra le due figure più vicine a Captain
America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per
garantire la sicurezza mondiale.
Una recente immagine promozionale di
Black Widow, il cinecomic Marvel dedicato al personaggio di
Natasha Romanoff/Vedova Nera, ci permette di dare un nuovo sguardo
– sicuramente più dettagliato – al costume del personaggio di
Taskmaster. A pochi mesi dall’uscita del film
nelle sale di tutto il mondo, i Marvel Studios continuano a
mantenere segreta la vera identità del villain.
Fortunatamente, il marketing del
film ha permesso ai fan di poter già dare uno sguardo al look del
personaggio, come ad esempio i vari trailer che hanno già rivelato
che il personaggio (un lui o una lei?) si scontrerà contro Nat e i
suoi alleati. Adesso, una nuova immagine promozionale proveniente
da una serie di carte da collezione dedicate al film, diffusa
online da Topps (via Marvel Stuff), ci
permette di dare un sguardo ancora più dettagliato al costume blu e
arancio che il villain (o la villain?) sfoggerà nel film di
Cate Shortland.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel,
mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi
da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Lo scorso dicembre abbiamo appreso
la notizia che un nuovo
film del franchise de IlPianeta delle
Scimmieè stato ufficialmente messo in fase di
lavorazione. Trattandosi del primo dei classici Fox a subire il
trattamento di riqualificazione da quando la Disney ha acquisito la
maggior parte dello studio e dei suoi titoli, in molti hanno subito
pensato che il nuovo film sarebbe stato l’ennesimo reboot della
saga.
In realtà, non sarà così! Nella
giornata di ieri, un report di DiscussingFilm
sosteneva che il nuovo film della saga de Il Pianeta
delle Scimmie affidato a Wes Ball
(regista di Maze Runner) sarebbe stato un vero e proprio
reboot. A poche ore di distanza dalla diffusione della notizia,
però, è arrivata la smentita di Ball in persona via Twitter: il nuovo
film porterà avanti la storia di Cesare, il protagonista della
serie reboot (interpretato da Andy Serkis)
iniziata 2011 con L’alba del pianeta delle
scimmie e proseguita nel 2014 e nel 2017
rispettivamente con Apes Revolution – Il pianeta delle
scimmie e The War – Il pianeta delle
scimmie.
Attraverso il suo profilo Twitter
ufficiale, in risposta ad un fan che ha sottoposto alla sua
attenzione la presunta “conferma” del reboot, Wes
Ball ha dichiarato:
“Non è mai stato più facile per
un giornalista di cinema entrare direttamente in contatto con le
vere persone che conoscono davvero i fatti… ma forse il punto,
oggigiorno, non è proprio la mancanza di un controllo dei
fatti?
Non importa. Non preoccupatevi.
Non voglio in alcun modo rovinare la sorpresa, ma posso
tranquillamente dire che l’eredità di Cesare continuerà…”
(Photo: Twitter / @wesball)
Wes Ball sarà
anche a capo della produzione del film, con il suo partner alla
Oddball Entertainment, Joe Hartwick.
Il pianeta delle
scimmie (Planet of the Apes) è una media franchise
composto da nove film, due serie televisive e vari libri, fumetti e
videogiochi. È basato sul romanzo “Il pianeta delle scimmie (La
Planète des Singes)” di Pierre Boulle, pubblicato
per la prima volta nel 1963 in cui gli esseri umani si scontrano
per il controllo della terra con scimmie intelligenti (Simius
sapiens).
L’adattamento cinematografico del
1968, Il pianeta delle scimmie, è stato un successo per la
critica e per il pubblico, iniziando una serie di sequel, tie-in e
opere derivate. Originariamente in mano a Arthur P. Jacobs,
produttore dei primi film della serie, dal 1973 i diritti della
serie sono andati alla 20th Century Fox.
Sin dal suo debutto cinematografico,
l’attore Dev Patel si è affermato come un
promettente interprete, dotato di carisma e versatilità.
Caratteristiche che sfoggia nuovamente nel corso della sua
carriera, dimostrando una continua maturazione. Ad oggi
Patel è considerato uno dei migliori attori della
sua generazione, pronto a reinventarsi attraverso ruoli sempre
differenti, cosa che gli ha fatto guadagnare le attenzioni della
critica. Ecco 10 cose che non sai di Dev
Patel.
Parte delle cose che non sai di Dev Patel
Dev Patel: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Patel ottiene grande notorietà con il suo
film di debutto, The Millionaire (2008), di cui è
protagonista. Successivamente recita nei film L’ultimo dominatore
dell’aria (2010), Marigold
Hotel (2011), About Cherry (2012), Viaggio
verso la libertà (2014), Humandroid (2015), Ritorno al Marigold
Hotel (2015), L’uomo che vide l’infinito (2015),
e Lion – La strada
verso casa (2016), con cui si consacra come interprete.
Successivamente prende parte a Attacco a Mumbai – Una vera
storia di coraggio (2018), The Wedding Guerst – L’ospite
sconosciuto (2018), The Personal History of David
Copperfield (2019) e The Green Knight (2020).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. L’attore debutta nel mondo della
recitazione con la serie Skins (2007-2008), dove
interpreta il ruolo di Anwar Kharral. Ottiene poi ulteriore
notorietà grazie alla serie The Newsroom (2012-2014), con
il ruolo di Neal Sampat, mentre nel 2019 recita in due episodi
della serie antologica Modern Love.
3. È anche
produttore. Nel corso degli anni, con l’esperienza
acquisita, Patel si è distinto per aver figurato come produttore di
due film da lui anche interpretati. Questi sono Attacco a
Mumbai, basato sui reali attentati avvenuti nella città
indiana il 26 novembre 2008, e The Wedding Quest, thriller
ambientato in Pakistan.
4. Ha doppiato un noto film
d’animazione. Nel 2019 l’attore ha prestato la propria
voce per il personaggio Naoufel, protagonista del film d’animazione
francese Dov’è il mio corpo?, presentato durante il
Festival di Cannes e che ha raccolto consensi critici così
entusiasti da arrivare ad ottenere la nomination come miglior film
d’animazione agli Oscar.
Dev Patel: chi è la sua
fidanzata
5. Ha avuto una relazione
con una collega. Dal 2009 l’attore ha avuto una relazione
con l’attrice Freida Pinto, conosciuta sul set del film
The Millionaire. Dopo quasi sei anni di relazione,
mantenuta particolarmente riservata, la coppia annuncia la
separazione nel 2014.
Parte delle cose che non sai di Dev Patel
6. Sul set di un film ha
conosciuto la nuova compagna. Nel marzo del 2017 l’attore
annuncia una relazione con l’attrice australiana Tilda
Cobham-Hervey, conosciuta qualche mese prima sul set del film
Attacco a Mumbai. Da quel momento i due si sono più volte
fatti vedere insieme durante eventi di gala, ma allo stesso tempo
hanno mantenuto un velo di riservatezza sulla loro storia
d’amore.
Dev Patel in The Millionaire
7. Dopo il film ha faticato
ad ottenere altri ruoli validi. Con il ruolo di Jamal
Malik, protagonista di The Millionaire, Patel ha imposto
su di sé l’attenzione di Hollywood, ma l’attore ha affermato che
dopo tale film sono passati anni prima che trovasse un altro ruolo
valido. La maggior parte di ciò che gli veniva offerto prevedeva
che egli fosse la spalla imbranata di qualcuno, e così l’attore
racconta di aver inizialmente fatica ad ottenere un ruolo di cui
fosse soddisfatto.
Dev Patel in Lion
8. Si è preparato a lungo
per questo film. Entusiasta di aver ottenuto il ruolo di
Saroo Brierley nel film Lion, Patel si è dedicato molto
alla preparazione necessaria. Per mesi si è allenato duramente in
palestra al fine di ottenere il fisico necessario, e in seguito ha
studiato per imparare un corretto accento australiano. Ha inoltre
compiuto lunghi viaggi in India per poter comprendere meglio il
passato del personaggio e poterlo interpretare con maggior
realisticità.
9. Ha ottenuto una
nomination all’Oscar. Per il suo ruolo nel film, l’attore
ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui un Bafta per il
miglior attore non protagonista. È stato inoltre nominato per la
prima volta al premio Oscar nella medesima categoria, divenendo
insieme a Lucas
Hedges il primo attore nato dopo il 1990 ad essere
nominato al premio.
Dev Patel: età e altezza
10. Dev Patel è nato a
Londra, Inghilterra, il 23 aprile 1990. L’attore è alto
complessivamente 187 centimetri.
Oggi attrice particolarmente
popolare, Octavia Spencer vanta una lunga
filmografia con partecipazioni a lungometraggi nei quali il più
delle volte riusciva ad affermarsi anche con ruoli minori.
Apprezzata da critica e pubblico per le sue doti comiche, la
Spencer ha dato prova di saper portare sulle proprie spalle anche
impegnativi ruoli drammatici, che le hanno permesso di affermarsi
come attrice versatile e meritevole dei riconoscimenti ricevuti.
Ecco 10 cose che non sai di Octavia Spencer.
Parte delle cose che non sai di Octavia Spencer
Octavia Spencer: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema nel 1996 con
il film Il momento di uccidere, per poi recitare in ruoli
minori in pellicole di successo come Mai stata baciata
(1999), Essere John Malkovich (1999), Big Mama
(2000), Spider-Man (2002), Babbo bastardo (2003),
Miss F.B.I. – Infiltrata speciale (2005), Sette
anime (2008), Drag Me to Hell (2009), Il
solista (2009), Halloween II (2009), e A cena con
un cretino (2010). Nel 2011 la sua carriera ha una svolta nel
momento in cui recita nel film The Help,
ottenendo numerosi riconoscimenti. Successivamente continua a
partecipare a celebri film come Snowpiercer
(2013) Prossima fermata Fruitvale Station (2013), Get
on Up – La storia di James Brown 2014), The Divergent Series:
Insurgent (2015), Padri e figlie
(2015), Il diritto di
contare (2016), La forma
dell’acqua (2017), Ma (2019) e Luce
(2019).
2. È anche
doppiatrice. La Spencer si è distinta negli anni anche
come brillante doppiatrice, ricoprendo tale ruolo per la prima
volta nel 2016, quando doppia il personaggio di Mrs. Otterton nel
film d’animazione Zootropolis. Nel 2020 è tra i doppiatori
del film Dolittle,
dove dà voce alla papera Dab-Dab. Sempre nel 2020 è invece tra i
doppiatori del film Onward: Oltre la magia, atteso nuovo
film Pixar.
3. Ha prodotto alcuni
film. Con l’esperienza acquisita negli anni, l’attrice ha
ricoperto in diversi casi anche il ruolo di produttrice. La prima
volta avviene per il film Prossima fermata Fruitvale
Station, e in seguito per il film premiato agli Oscar Green Book
(2018). Ha inoltre prodotto il film horror Ma, e le serie
Truth Be Told e Self Made: Inspird by the Life of
Madam C.J. Walker.
Octavia Spencer: le sue serie
TV
4. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice si è inoltre fatta notare per la sua partecipazione ad
alcuni episodi di celebri serie TV, come E.R. – Medici in prima
linea (1998), X-Files (1999), Malcolm
(2000), The Chronicle (2001-2002), Ugly Betty
(2007), The Big Bang Theory (2008), Avvocati a New
York (2009), Mom (2013-2015), Red Band
Society (2014-2015) e Thruth Be Told, dove dal 2019
ricopre il ruolo di Poppy Scoville-Parnell. Nel 2020 sarà invece
tra i protagonisti della serie Self Made: Inspird by the Life
of Madam C.J. Walker.
Octavia Spencer: la sua vita
privata
5. Ha numerosi
fratelli. Particolarmente riservata circa la sua vita
privata, la Spencer ha raramente rilasciato informazioni sulla sua
infanzia e adolescenza. È tuttavia risaputo che l’attrice rimase
orfana dei genitori quando era in età adolescenziale, avendo però
la compagnia di sei fratelli, di cui due sorelle, a cui è
particolarmente legata.
Parte delle cose che non sai di Octavia Spencer
Octavia Spencer è su Instagram
6. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un profilo seguito da 809 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, come anche curiosità quotidiane. Non mancano
inoltre immagini promozionali dei suoi progetti da interprete e
foto tratte dagli eventi di gala a cui ha preso parte.
Octavia Spencer in The Help
7. È il film che l’ha resa
celebre. Nel film The Help l’attrice ricopre il
ruolo di Minny Jackson, domestica con la reputazione di essere la
miglior cuoca del Mississippi. Nel film il personaggio lavora
subisce in diversi casi i soprusi delle famiglie bianche per cui si
trova a lavorare, dimostrandosi però sempre più insofferente,
rifiutandosi di rimanere ulteriormente in silenzio per il modo in
cui lei e la sua gente viene trattata.
Octavia Spencer e gli Oscar
8. Ha vinto l’ambito
premio. Nel 2012 l’attrice ottiene la sua prima nomination
ai premi Oscar come miglior attrice non protagonista per The
Help, riportando poi la vittoria. Verrà candidata altre due
volte, negli anni seguenti, per Il diritto di contare, nel
2017, e per La forma dell’acqua, nel 2018. Anche in questi
due casi è nominata come attrice non protagonista.
Octavia Spencer in Ma
9. Il ruolo è stato
riscritto per lei. Nel 2019 l’attrice recita nel film
horror Ma, dove interpreta la protagonista Sue Ann.
Inizialmente il ruolo era pensato per un attrice bianca, ma in
seguito all’interessamento dell’attrice, il personaggio fu
riscritto per poter essere interpretato da un’attrice
afroamericana.
Octavia Spencer: età e altezza
10. Octavia Spencer è nata a
Montgomery, in Alabama, Stati Uniti, il 25 maggio 1972.
L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.
Martin Scorsese si appresta finalmente a
girare un western. Il regista, infatti, ha svelato i primi dettagli
sul suo prossimo progetto cinematografico,
Killers of the Flower Moon, adattamento
cinematografico del romanzo del giornalista del New
Yorker, David Grann, uscito nel
2017.
In una lunga intervista concessa a
Cahiers du Cinéma (via Premiere), Scorsese –
reduce dal successo di The
Irishman (candidato a 10 premi Oscar) – ha
parlato per la prima volta del suo nuovo film, rivelando:
“Posso dire che sarà un
western. È ambientato in Oklahoma tra il 1921 e il 1922. Ci saranno
dei cowboy, che avranno sia delle vetture che dei cavalli. Il film
racconterà soprattutto degli Osage, una tribù indiana alla quale
viene donato questo territorio orribile: loro amavano questo
territorio, perché pensavano che ai bianchi non sarebbe mai
interessato. Poi ci hanno scoperto il petrolio e, per circa dieci
anni, gli Osage sono diventati il popolo più ricco della Terra.
Poi, come accaduto nello Yukon e nelle regioni minerarie del
Colorado, sbarcarono gli avvoltoi, i bianchi, arrivarono gli
europei, e tutto andò perduto. Laggiù, avevano così tanto potere e
un tale controllo su tutto che era più probabile andare in prigione
per avere ammazzato un cane che un indiano.”
Killers of the Flower Moon vedrà recitare per la prima
volta insieme, in un film di Scorsese, Leonardo
DiCaprio e Robert De Niro. A tal
proposito, il regista ha spiegato:
“Leonardo DiCaprio avrà il
ruolo principale, Robert De Niro sarà invece William Hale, il re
delle colline di Osage, il responsabile della maggior parte delle
morti. Gli altri saranno tutti attori nativi americani. È davvero
interessante riflettere sulla mentalità che ha portato a tutto
questo. La storia della civiltà risala alla Mesopotamia. Gli Ittiti
vengono invasi da un altro popolo, scompaiono e in seguito si dice
che siano stati assimilati, o meglio, assorbiti. È affascinante
vedere come questa mentalità viene riprodotta in altre culture,
attraverso due guerre mondiali. Penso sia qualcosa destinato a
durare nel tempo. Questo è il film che proveremo a fare.”
Per Martin Scorsese e Leonardo
DiCaprio si tratterà della sesta collaborazione, dopo
Gangs of New York, The Aviator, The Departed, Shutter
Island e The Wolf of Wall
Street.
Per Scorsese e Robert De
Niro, invece, sarà la decima collaborazione, dopo
Mean Streets, Taxi Driver, New York, New York, Toro
scatenato, Re per una notte, Quei bravi ragazzi, Cape Fear,
Casinò e The Irishman.
Prima che Matt
Reeves venisse ufficializzato come regista di
The Batman, il progetto era nelle mani di
Ben Affleck, che sarebbe dovuto tornare nei panni
dell’Uomo Pipistrello dopo Batman v Superman e
Justice League, occupandosi anche della
sceneggiatura e della regia del film. Adesso, l’attore/regista ha
finalmente spiegato i motivi che lo hanno spinto ad abbandonare
l’idea di tornare nei panni del Crociato di Gotham, rivelando che i
problemi sorti durante la produzione di Justice League
hanno progressivamente spento l’entusiasmo nei confronti del suo
film targato DC.
In seguito all’uscita del cinecomic
di Zack Snyder, Affleck ha dovuto affrontare una
lunga battaglia personale legata ai suoi problemi con l’alcol, un
momento estremamente delicato della sua vita che si riflette
(almeno in parte) in Tornare a
Vincere, pellicola che lo vedrà tornare sul
grande schermo in qualità di protagonista, e che racconta di un ex
cestista promettente con un passato da alcolista, al quale viene
chiesto di allenare la squadra di basket del suo vecchio liceo.
In una lunga intervista concessa al
New York Times in cui
Affleck ha parlato tanto della sua vita privata quanto della sua
vita professionale, l’attore/regista ha ricordato anche il periodo
in cui ha vestito i panni del Crociato di Gotham sul grande
schermo:
“Ho mostrato a qualcuno la
sceneggiatura di The Batman”, ha spiegato Affleck. “Mi
hanno detto: ‘Penso che lo script sia buono. Ma penso anche che
finirai col bere fino alla morte se affronti un’altra volta ciò che
hai già affrontato in passato.”
Parole indubbiamente forti quelle
che sono state riservate a Ben Affleck, che a
quanto pare sembra aver riflettuto a lungo tanto sulla sua vita
quanto sulla sua carriera, prima di prendere la decisione più
coraggiosa e sicuramente più giusta prima per l’uomo e poi per
l’artista.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League,
Wonder Woman e del sequel Wonder Woman
1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25
giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Tra le più affermate personalità
dedite alla regia in Italia, Cristina Comencini Ha
negli anni consolidato la propria notorietà realizzando alcuni dei
più apprezzati film del panorama nazionale, alcuni dei quali hanno
anche oltrepassato i confini italiani raccogliendo consensi anche
dalla critica estera. Negli ultimi anni la Comencini ha continuato
a realizzare film di rilievo all’interno della cinematografia
italiana, collaborando con celebri attori e portando sul grande
schermo storie originali e coraggiose. Ecco 10 cose che non
sai di Cristina Comencini.
Parte delle cose che non sai di Cristina Comencini
Cristina Comencini: i suoi
film
1. Ha diretto lungometraggi
particolarmente apprezzati. La Comencini esordisce alla
regia nel 1988 con il film Zoo, a cui poi seguiranno I
divertimenti della vita privata (1990), La fine è
nota (1993), Va’ dove ti porta il cuore (1996),
Matrimoni (1998), Liberate i pesci! (2000) e
Il più bel giorno della mia vita (2002). Nel 2005
conquista un particolare prestigio con il film La bestia nel
cuore, con protagonista l’attrice Giovanna
Mezzogiorno, che arriva ad ottenere importanti
riconoscimenti. In seguito realizzerà i film Bianco e nero
(2008), Quando la
notte (2011), Latin Lover
(2015), Qualcosa di
nuovo (2016), Sex Story (2018) e Tornare
(2019).
2. È anche
sceneggiatrice. Oltre ad aver scritto le sceneggiature dei
propri film, la Comencini ha ricoperto tale ruolo anche per opere
altrui. In particolare ha incominciato la propria carriera
collaborando alla scrittura delle serie Cuore (1984) e
La storia (1986), per poi dedicarsi ai film Buon
Natale… buon anno (1989), Due partite (2009) e
La donna della mia
vita (2010). Nel 2017 è invece autrice della miniserie
Di padre in figlia.
Cristina Comencini: chi è suo
marito
3. È sposata con un
produttore. Dal 2001 la Comencini è sposata con il
produttore Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya,
il quale durante gli anni si è occupato degli aspetti produttivi
dei film della regista. La coppia ha inoltre avuto una figlia, e ha
negli anni mantenuto un profilo di vita riservato, evitando che
venissero diffuse notizie su di loro che non riguardassero l’ambito
lavorativo.
Cristina Comencini e Calenda
4. Ha un figlio
politico. Nel 1973, all’età di soli 17 anni, la Comencini
dà alla luce Carlo Calenda, noto per essere un politico ed ex
ministro italiano, avuto con l’economista Fabio Calenda, poi
divenuto suo marito. Pur se in seguito i due divorzieranno,
manterranno un buon rapporto, mostrandosi insieme durante alcuni
eventi di lavoro.
5. Suo figli ha recitato in
una serie da lei scritta. All’età di dieci anni Carlo
Calenda prende parte alla serie Cuore, sceneggiata dalla
madre e diretta dal nonno Luigi Comencini. Qui
ricopre il ruolo dello scolaro protagonista, Enrico Bottini.
Successivamente però Calenda decide di non proseguire la carriera
d’attore, preferendo il mondo della politica.
Parte delle cose che non sai di Cristina Comencini
Cristina Comencini dirige La bestia
nel cuore
6. È basato su un suo
romanzo. Nel 2005 la Comencini realizza il suo più grande
successo, La bestia nel cuore. Questo è la trasposizione
dell’omonimo romanzo scritto dalla Comencini, dove si narra la
storia di Sabina, la cui vita normale viene sconvolta da una serie
di avvenimenti, che trovano radici nella sua infanzia.
7. È stato nominato
all’Oscar. Il film viene scelto come rappresentante
dell’Italia per la categoria “miglior film straniero” dei
prestigiosi premi Oscar. La pellicola della Comencini ottiene un
buon riscontro critico, arrivando a rientrare nella cinquina finale
dei nominati. Non vincerà il premio, ma viene ricordato per essere
l’unico caso di film italiano, insieme a La grande
bellezza, ad ottenere questo riconoscimento dal 2000 ad
oggi.
Cristina Comencini: Tornare
8. È il suo nuovo
film. Nel 2019 la Comencini presenta alla Festa del Cinema
di Roma il suo nuovo film da regista, intitolato Tornare,
e basata sulla storia di Alice, giornalista quarantenne che,
tornata a Napoli per i funerali del padre, si trova a ricordare la
propria infanzia e il percorso che l’ha portata ad essere quella
che è oggi.
Cristina Comencini: i suoi
libri
9. Ha scritto diversi
romanzi. Parallelamente alla sua professione di regista,
la Comencini si afferma anche come scrittrice, pubblicando romanzi
come La bestia nel cuore (2004), Due partite
(2006), Quando la notte (2009), Lucy (2013),
Voi non la conoscete (2014) e Essere vivi (2016).
Alcuni di questi sono in seguito stati trasposti al cinema.
Cristina Comencini: l’età della
regista
10. Cristina Comencini nasce
a Roma, Italia, l’8 maggio 1956, ed è figlia di
Luigi Comencini, tra i più noti registi della
commedia all’italiana.