DreamWorks Animation ha da poco
diffuso il primo trailer ufficiale di Trolls World
Tour, sequel del film d’animazione uscito nel 2016 e
basato sulle bambole ideate da Thomas Dam. Anche stavolta i
personaggi principali, Poppy e Branch, saranno doppiati da
Anna Kendrick e Justin
Timberlake mentre le new entry del cast vocale sono
Rachel Bloom, Ozzy Osbourne,
Kelly Clarkson, Sam Rockwell,
Flula Borg, Jamie Dornan,
Mary J. Blige e molti altri.
Questa la sinossi:
Poppy e Branch scoprono di
essere solo una delle sei diverse tribù di Troll sparse in sei
diverse terre a loro volta dedite a sei diversi tipi di musica:
Funk, Country, Techno, Classical, Pop e Rock. Il loro mondo sta per
diventare quindi molto più grande e molto più forte di quanto si
aspettassero. Membro della nobiltà reale, la regina Barb aiutata
dal padre King Thrash, vuole distruggere tutti gli altri tipi di
musica per far sì che il rock regni sovrano. Con il destino del
mondo in gioco, Poppy e Branch, insieme ai loro amici – Biggie,
Chenille, Satin, Cooper e Guy Diamond – partono per visitare tutte
le altre terre e unificare i Troll in armonia con Barb.
Trolls World Tour arriverà nelle sale il
17 aprile 2020.
Mentre continuano le riprese del
film tra Londra e Budapest Variety conferma che Ray
Winstone (The Departed, Sexy Beast, Noah) è
entrato nel cast di Vedova Nera in un ruolo ancora
misterioso.
Il film attualmente vedrà Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2,
e secondo le ultime indiscrezioni Florence Pugh
(Fighting with My Family, Midsommar) interpreterà
Yelena Belova, un alter ego dell’eroina nei
fumetti.
Vi ricordiamo che il titolo di
lavorazione del film è “Blue Bayou” e che in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non
sono stati ancora rivelati.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la
Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff
presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare
un membro del team dei Vendicatori.
Il nuovo breve spot in lingua
originale de Il Re
Leone ci offre la possibilità di ascoltare quello che,
musicalmente parlando, è uno dei momenti più attesi del remake in
live action del classico film Disney
d’animazione.
Si tratta di una brevissima
preview, un assaggio di Can You Feel The Love
Tonight cantata da Beyoncé che nel film
presterà la sua voce al personaggio di Nala. Di seguito, potete
ascoltare la popstar in coppia con Donald Glover,
che darà invece la voce a Simba. Anche Glover, con il nome di
Childish Gambino, ha una carriera musicale
parallela a quella di attore.
Basato su una sceneggiatura scritta
da Jeff Nathanson, il film è stato
realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata
utilizzare per portare alla luce Il Libro della
Giungla (2016). Jon
Favreau, che dirige anche questo secondo live
action Disney, dovrà questa volta affrontare
una sfida in più, visto che in questo caso non ci sarà nessun
personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.
Nel cast de Il Re
Leone figurano Donald Glover,
nel ruolo di Simba, e James Earl
Jones, che torna a
essere Mufasa. Seth
Rogen e Billy Eichner
doppieranno
Pumba e Timon. Nel cast
anche John Kani, visto in Civil War, che darà
voce a Rafiki e Alfre
Woodard, che
sarà Sarabi. Chiwetel
Ejiofor sarà Scar.
Sappiamo da tempo che Luke
Skywalker tornerà nel capitolo finale della nuova trilogia di
Star
Wars, L’Ascesa di Skywalker, ma il
modo in cui lo farà è sempre stato un mistero fino ad oggi. Grazie
infatti alle parole di Mark Hamill, intervistato sul red carpet di
La bambola assassina (Child’s Play),
l’attore ha infatti parlato del suo coinvolgimento nel franchise e
di un “aspetto particolare” del mito di Guerre Stellari che entrerà
in gioco per permettere a Luke di rivivere ancora una volta.
Forse gli appassionati di Star
Wars avranno già intuito a cosa si riferisce Hamill, ma ecco
cosa ha risposto ad AP Entertainment: “Spero davvero che questo
sia il mio ultimo film di Star Wars. Avevo una chiusura in Gli
Ultimi Jedi, ma il fatto di essere ancora coinvolto nella storia è
solo dovuto a quell’aspetto peculiare della mitologia che permette
ai Jedi di tornare come un fantasma della forza“.
Dunque è questa la riposta alla
domanda? Luke tornerà in Episodio IX nella forma
di un fantasma della forza, esattamente come Obi-Wan Kenobi e suo
padre Anakin Skywalker in Episodio VI? Sarebbe
sicuramente una perfetta chiusura dell’arco narrativo del
personaggio ricollegandosi ad un momento iconico della saga
familiare. Che ne pensate?
Vi ricordiamo che Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar
Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, le teorie sul significato del titolo
È stato annunciato ieri dalla
Marvel Comics che J.J.
Abrams, il regista sceneggiatore e produttore reso noto
dal mondo della serie tv (Lost e
Fringe) e poi prestato al cinema, scriverà una
nuova serie su Spider-Man insieme al figlio
Henry.
Abrams lavorerà al fumetto che sarà
semplicemente intitolato Spider-Man, e sarà una
miniserie di 5 numeri disegnata da Sara
Pichelli, la fumettista italiana più famosa del mondo
alla quale si deve il design di Miles Morales, il nuovo Uomo Ragno
arrivato anche sul grande schermo con Spider-Man: Un
Nuovo Universo.
“Abbiamo scritto un fumetto di
Spider-Man. Ne ho discusso con Marvel per un lungo periodo. Sono
davvero eccitato, e c’è un pazzo nuovo criminale di nome
Cadaverous”. Così dichiara J.J. Abrams in un
video diffuso dal sito ufficiale Marvel Comics, in cui
compare accanto al figlio, co-autore, Henry.
Il primo numero arriverà negli USA
il prossimo settembre, mentre non sappiamo se e come questa nuova
storia che coinvolge un nome di grande richiamo per il cinema potrà
avere qualche sbocco nel nuovo corso cinematografico dell’Uomo
Ragno.
Il prossimo appuntamento di Abrams
con il grande schermo sarà il prossimo dicembre con il nono
Episodio della saga della Lucasfilm, Star
Wars: l’Ascesa di Skywalker, film che concluderà la
saga della famiglia di Luke e Leia, ma che non concluderà il
franchise, già aperto al futuro.
L’arrivo degli Elementali in Europa è
la missione con cui Peter Parker dovrà confrontarsi in Spider-Man: Far
From Home aiutato da Mysterio, Nick Fury e Maria Hill.
Ma cosa sappiamo davvero di queste misteriose creature e
soprattutto, da dove vengono e qual è il loro scopo?
In attesa che queste domande
vengano risolte, sono state diffuse due nuove clip tratte dal film
che mostrano proprio l’attacco di uno degli antagonisti annunciati,
Hydro-Man, alla laguna di Venezia (dove parte del
cinecomic è stata girata) e un impacciato appuntamento romantico
fra Peter e MJ che si interrompe a causa degli impegni da eroe del
ragazzo.
Vi ricordiamo che gli Elementali,
introdotti nel numero Supernatural Thrillers #8 nel 1974,
hanno incrociato la strada di Mrs. Marvel e di Spider-Man come gruppo
antico presumibilmente esiliato dal proprio universo a causa del
mancato tentativo di conquistare l’antico Egitto. In seguito questi
personaggi tornarono ai giorni nostri insieme alla Mummia Vivente
con i poteri da cui derivano i nomi Hellfire, Hydron, Magnum e
Zephyr.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Si intitola Arrivederci,
Professore, il nuovo film con protagonista Johnny Depp che arriva nelle sale italiane il
20 giugno distribuito da Notorious. Scritto e
diretto da Wayne Roberts, il film racconta la
storia di Richard, un professore universitario che scopre di avere
un cancro e pochi mesi di vita.
Dalla presa di coscienza di questa
ineluttabile verità, l’uomo stravolge le sue abitudini di vita,
cominciando a divorare ogni ora, concedendosi vizi di ogni tipo,
follie mai provate prima, droga, alcol e sesso, sbattendo in faccia
a tutti la verità, a partire dai suoi studenti a cui recrimina
posizioni politiche radicali, abbigliamento improprio per una
università, ideologie e cattive abitudini.
Questa terapia d’urto spingerà però
i ragazzi a migliorarsi, li stimolerà come nessuna lezione prima,
arrivando quasi a ricordare l’effetto del professor Keating de
L’attimo
fuggente sui suoi studenti. Richard adotterà questi
modi brutalmente onesti anche con la sua famiglia, con la figlia
lesbica a cui dà il suo totale appoggio, alla moglie fedifraga, a
cui rinfaccia con amarezza, il tradimento con il rettore
dell’università dove lui stesso lavora, fino ai suoi colleghi, che
tratterà con intransigente brutalità, per finire con il suo unico
vero amico, al quale da subito, unico, parlerà della sua
malattia.
Se tuttavia l’invito del
personaggio di Robin
Williams nel film di Peter Weir era a
mangiare la vita, la giovinezza e assaporarne “il midollo”
per costruire e costruirsi un futuro all’insegna della
realizzazione dei sogni e della soddisfazione personale, per
Richard la fame di vita assomiglia terribilmente a una crisi di
mezza età. Infatti, lungi dall’essere un cancer-movie,
Arrivederci, Professore è un invito a vivere con
intensità e onestà, non importa quale sia il prezzo delle verità
che diciamo alle persone.
Da questo punto di vista il film
mostra un lato divertente, ironico e inaspettato, date le premesse
drammatiche, che piano piano si trasforma in presa di coscienza del
vero valore della vita, al di là degli eccessi e della fame di
esperienze passeggere.
Mattatore del film è Johnny Depp, finalmente in forma, ancora
affascinante e bellissimo negli eleganti completi a tre pezzi del
suo professore. Completamente a suo agio nel ruolo sopra le righe,
non esce mai dai binari e possiamo affermare con sicurezza che, se
avesse avuto la possibilità di confrontarsi con un copione più
strutturato e approfondito per quanto riguarda la psicologia del
personaggio, avrebbe offerto una performance tra le migliori in
carriera.
Non dimentichiamo infatti che,
oltre ai grandi personaggi “in maschera”, Johnny Depp è prima di tutto un attore di grande
carisma che con il suo volto e le sue interpretazioni ha
comunicato grandi emozioni e profondissime inquietudini e
disperazioni.
Ischia Film
Festival e Artisti 7607, un connubio
quasi naturale, visto l’interesse che il festival codiretto da
Michelangelo Messina e Boris
Sollazzo ha sempre riposto nel lavoro dell’attore.
John Turturro, Carlo Verdone, Jean Sorel e
Claudia Cardinale, quest’anno i già annunciati
Michele Placido e Valerio
Mastandrea, sono solo alcuni dei grandi interpreti che il
festival ha premiato nel corso delle sue diciassette edizioni.
Artisti 7607 è una
collecting fondata tra gli altri da Elio
Germano e Claudio Santamaria, che
intermedia i diritti degli attori, noti o meno noti, ai primi passi
o di lungo corso, raccogliendo e distribuendo i proventi dei loro
diritti d’immagine (diritti connessi al diritto d’autore)
e promuove diverse attività di formazione e
sostegno per gli interpreti.
Ischia Film Festival ha
deciso quest’anno di dedicare una sezione specialedi cortometraggi diretti e interpretati da artisti
che hanno deciso di essere tutelati dalla collecting 7607. Questa
la lista delle opere selezionate:
FUORI CONCORSO – CORTI “Out
Of” 7607
“11” (Italia,
2019), di Piergiorgio Martena “In the bear” (Italia, 2018), di Lilian
Sassanelli “Non è una bufala” (Italia, 2018), di
Niccolò Gentili e Ignacio
Paurici “Partenze” (Italia, 2018), di Nicolas
Morganti Patrignani “Si è sempre fatto così” (Italia, 2018), di
Alberto Basalluzzo “Il viaggio di Sarah” (Italia, 2018), di
Antonio Losito
Una selezione variegata, che va
dalla storia di una ragazza italiana appena trasferitasi a Berlino
di In the Bear di Lilian Sassanelli, alle paranoie contemporanee di
un bravissimo Pier Giorgio Bellocchio, diretto dalla coppia
Gentili-Paurici di Non è una bufala. Il grottesco è una cifra
stilistica con cui si possono raccontare anche cose serissime, come
quello che subisce ancora oggi il corpo di una donna nel momento
del parto. Ci riesce benissimo Alberto Basalluzzo in Si è sempre
fatto così. La scelta di una donna, sebbene completamente diversa,
è anche al centro di Partenze, di Nicolas Morganti Patrignano, e
sempre al femminile sono i Il viaggio di Sarah di Antonio Losito e
il quanto mai attuale 11 di Piergiorgio Martena, storia di una
calciatrice alle prese con un calcio di rigore che è molto più
importante di un semplice goal.
La diciassettesima edizione
dell’Ischia Film Festival si terrà dal 29 giugno al 6 luglio 2019,
realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali – Direzione Generale Cinema, della Regione Campania, del
Comune d’Ischia, e con il sostegno di Campari, BPER Banca, Artisti
7607 e Mini.
Disney e 20th Century Fox hanno
annunciato il titolo ufficiale del prequel di
KingsmanSecret Service
annunciato lo scorso anno che sarà diretto da Matthew
Vaughn: il film si chiamerà The King’s
Man e arriverà nelle sale il 14 Febbraio
2020.
Questa la prima sinossi rivelata
dagli studios:
Mentre una raccolta dei
peggiori tiranni della storia e criminali si riunisce per
organizzare una guerra di proporzione mondiale, un uomo dovrà
correre contro il tempo per fermarli. Questo sarà infatti il
racconto delle origini dell’agenzia di intelligence indipendente
che tutti conosciamo con il nome di Kingsman.
Nel cast di The
King’s Man – Le Origini sono stati confermati
Ralph Fiennes, Matthew Goode
e Harris Dickinson, e la storia sarà ambientata
molto prima degli eventi narrati nel capitolo iniziale del
franchise tratto dai fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons.
Arriva al cinema Rapina a
Stoccolma, scritto e diretto da Robert
Budreau. Il film, con protagonisti Ethan Hawke,
Noomi Rapace e Mark Strong, racconta
della storia di una rapina alla Sveriges Kredit Bank di
Stoccolma, nel 1973. Proprio da questo fatto di cronaca deriva
l’espressione “sindrome di Stoccolma” ovvero un particolare stato
di dipendenza psicologica e/o affettiva che spinge chi è
maltrattato da un aggressore a provare sentimenti positivi per
l’aggressore stesso.
In Rapina a
Stoccolma Ed è quello che accade nel film a Bianca
(Noomi
Rapace) che comincia a provare simpatia, o forse
qualcosa di più, nei confronti di Lars Nystrom (Ethan
Hawke), criminale appena evaso dal carcere e che prende in
ostaggio lei, una sua collega e un cliente nella Banca centrale di
Stoccolma. A loro si unirà anche Gunnar Sorensson (Mark
Strong), come parte dell’accordo che Lars fa con la
polizia locale. Sorensson è infatti il migliore amico e compagno di
disavventure di Lars e i due cercano così di ricongiungersi per
poter scappare in Francia.
Tratto dall’articolo del New Yorker
che racconta il fatto di cronaca, il film di Budreau è una commedia
amara, sopra le righe, gridata e sfacciata, dove a farla da padrone
è un Hawke in overacting per tutto il tempo, con un risultato
davvero poco gradevole, soprattutto trattandosi di un attore che ha
sempre scelto con attenzione e cura i suoi ruoli. Fanno una figura
migliore la Rapace e Strong, in ruoli che forse consentivano loro
di non esagerare troppo con toni e gesti, e mantengono una
recitazione più contenuta.
Per quanto riguarda i toni e la
scrittura, il film si mantiene sul filo della commedia, con diversi
momenti realmente comici, soprattutto legati allo svolgersi assurdo
della vicenda, scivolando, consapevolmente (e giustamente diremmo),
in parentesi drammatiche che sottolineano i momenti di svolta della
vicenda.
La volontà di raccontare nei toni
della farsa la storia vera risulta goffo in più di un punto e
nonostante l’idea a monte poteva essere interessante da sviluppare,
lo svolgimento del compito è svogliato, sia nella regia senza
nessun guizzo particolare, che soprattutto nella direzione degli
attori.
Rapina a
Stoccolma, in sala dal 20 giugno, è distribuito da M2
Pictures.
Gli eventi di Avengers:
Endgame ci hanno lasciato con la morte definitiva di
Vedova Nera su Vormir, dove si era recata insieme
a Occhio di Falco per recuperare la gemma dell’anima. Tuttavia la
certezza che il personaggio tornerà nel suo standalone attualmente
in produzione ha aggiunto ancora più mistero sulla timeline del
film e sul modo in cui questo prequel (o presunto tale) potrebbe
influenzare il futuro del MCU.
Sull’argomento si è espresso
Kevin Feige, intervistato durante il tour
promozionale di Spider-Man: Far
From Home (l’ultimo titolo della Fase 3), spiegando
che c’è sempre del metodo nella pazzia con cui lo studio affronta
le sfide e che il divertimento è la base di ogni progetto.
“Esistono metodi per realizzare prequel che sono meno
istruttivi e che non rispondono alle domande che necessariamente ti
poni, e poi ci sono altri modi in cui impari tantissime cose che
non hai mai saputo prima“, ha raccontato il presidente dei
Marvel Studios.
Nessun dettaglio sulla storia di
Vedova Nera trapela dalle sue parole, ma è chiaro che le nuove
avventure di Natasha Romanoff avranno un qualche impatto
significativo nella gestione delle prossime Fasi (anche in
relazione alla continuity stravolta dai viaggi nel tempo di
Endgame).
“Guardo a Better Call Saul come
un meraviglioso esempio di prequel che riesce a distinguersi da
solo oltre Breaking Bad, perché in grado di informarti su tanti
aspetti dello stesso universo che prima non conoscevi. Quindi il
tempo ci dirà in che direzione siamo andati con la mossa di questo
standalone.”
Vi ricordiamo che il titolo di
lavorazione del film è “Blue Bayou” e che in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non
sono stati ancora rivelati.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la
Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff
presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare
un membro del team dei Vendicatori.
Dopo un anno di assenza i
Marvel Studios hanno
confermato la loro presenza al Comic-Con che si
terrà a San Diego dal 18 al 21 Luglio, e le aspettative sono
ovviamente alle stelle, considerando che tra poche settimane uscirà
nelle sale Spider-Man: Far
From Home (film conclusivo della Fase 3) e che
potrebbero essere annunciati i nuovi progetti della Fase 4.
Dunque cosa vorremmo ottenere dal prossimo panel del MCU? Ecco
qualche proposta:
1Nuovi personaggi
Abbiamo già menzionato Nova e Gli Eterni, ma
altri personaggi potrebbero avere un forte impatto sulla Fase 4.
Qualche proposta? Black Knight, Captain
Britain, Young Avengers o Norman
Osborn, suggeriti da tantissimi rumor trapelati negli
ultimi mesi.
Già elogiato dalla prime reazioni
della stampa americana, il rapporto tra Peter Parker e Quentin Beck
aka Mysterio sarà uno degli argomenti centrali di
Spider-Man: Far
From Home, il film che chiude definitivamente la Fase
3 portando il personaggio fuori dai suoi naturali confini.
E sono proprio loro i protagonisti
della nuova clip diffusa dai Marvel Studios che potete vedere
qui sopra.
I due infatti formeranno
un’insolita alleanza, non priva di qualche contraddizione, per
contrastare l’attacco degli Elementali, misteriose
creature provenienti dal Multiverso (e forse
dalla stessa dimensione natale di Beck) e spuntate in Europa
durante il viaggio scolastico dell’eroe.
Introdotti nel numero
Supernatural Thrillers #8 nel 1974, gli Elementali hanno
incrociato la strada di Mrs. Marvel e di Spider-Man
come gruppo antico presumibilmente esiliato dal proprio
universo a causa del mancato tentativo di conquistare l’antico
Egitto. In seguito questi personaggi tornarono ai giorni nostri
insieme alla Mummia Vivente con i poteri da cui derivano i nomi
Hellfire, Hydron, Magnum e Zephyr.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Sembrerebbe essere partita con il
piede sbagliato la produzione di Bond 25, nuovo capitolo
del franchise su James Bond ora in fase di riprese che nelle scorse
settimane aveva subito qualche ritardo sulla tabella di marcia a
causa dell’infortunio di Daniel Craig e di una
serie di esplosioni.
Ora invece, secondo quanto
riportato dal The Sun, il regista Cary Joji
Fukunaga avrebbe tardato di tre ore il suo arrivo sul set
perché impegnato in una sessione particolarmente intensa di
videogiochi. Questo comportamento avrebbe causato un effetto domino
di malcontenti e ulteriori problematiche riguardo la
programmazione, perché per non restare indietro con gli impegni e
recuperare il tempo perso aspettando Fukunaga, lo studio avrebbe
obbligato i lavoratori a fermarsi sulla location anche durante il
fine settimana, inclusa la festa del papà.
Le fonti del The Sun affermano che
la situazione si è presto tradotta in un vero e proprio
ammutinamento da parte di molti membri della troupe, apostrofando
il set di Bond 25 con l’appellativo “condannato”. Ovviamente se le
voci dovessero essere confermate, il regista dovrebbe rispondere
del suo comportamento poco professionale nei confronti di chi
lavora per lui.
Ma se ricordate, episodi del genere
si erano già verificati nel corso della sua carriera, come le
tensioni con il creatore di True Detective Nic
Pizzolatto e l’occasione mancata di dirigere l’adattamento
cinematografico di IT perché giudicato troppo
inaffidabile dallo studio.
Come annunciato lo scorso aprile,
la MGM ha assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto speciale
richiesta di Daniel Craig, grande fan di Fleabag e
Killing Eve, le due serie prodotte e scritte
dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con
Dr. No e From Russia With Love) che la casa
di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi
del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
Vi ricordiamo che insieme a Craig e
Malek figureranno anche Ralph Fiennes (M),
NaomieHarris (Eve Moneypenny),
Ben Whishaw (Q), Lea Seydoux (Dr.
Madeleine Swann), Rory Kinnear (Bill Tanner) e
Jeffrey Wright (Felix Leiter). Le new entry del
cast sono invece Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Una parte importante delle riprese
si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per
2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe
diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento
di apertura di Spectre a Città del
Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
Sono online i primi entusiastici
commenti della stampa americana su Spider-Man: Far
From Home, il capitolo che chiude definitivamente la
Fase 3 del MCU e che lancerà il futuro
dell’universo cinematografico in vista della Fase 4. Tra questi c’è
anche chi si sbilancia affermando che il sequel con Tom
Holland potrebbe scalzare dal trono Spider-Man
2 di Sam Raimi, considerato ad oggi il
miglior adattamento del personaggio sul grande schermo.
Sarà davvero così? Per saperlo
dovremo attendere ancora qualche settimana. Nel frattempo potete
leggere le reazioni qui sotto:
“Spider-Man: Far From Home è
sbalorditivo. La prima metà è molto divertente, grazie alle buone
vibrazioni del cast di Homecoming. Ma la seconda parte è
STRAORDINARIA, e offre le migliori scene d’azione di Spidey di
sempre“
“Spider-Man: Far From Home
gioca in casa, è molto divertente e significativo per il futuro del
MCU nei modi più sorprendenti. Tom Holland e Jake Gyllenhaal solo
una combinazione letale e fantastica!“
“Spider-Man: Far From Home ha
molto più della roba adolescenziale di Homecoming. Se alcune
commedie rimangono piatte, questa no, ma anzi il tono comico riesce
a distrarre dalle cose che non funzionano abbastanza“
“Far From Home ha detronizzato
Spider-Man 2 di Sam Raimi dal podio è ora il mio film preferito di
Spider-Man. Quello che è assurdo è che non posso nemmeno dirvi
perché sono così innamorato di questo film perché sarebbe uno
spoiler. Jake Gyllenhaal è incredibile. Tom Holland si riconferma
come il migliore Spidey fino ad oggi. Stupefacente.“
“Spider-Man: Far From Home mi
ha fatto sorridere dall’inizio alla fine. Ha enormi rivelazioni ed
emozionanti scenografie, ma il modo in cui si riallaccia a Endgame
per immergersi più a fondo nelle emozioni di Peter è davvero ciò
che lo rende memorabile. Anche Mysterio sale in cattedra.“
“Spider-Man: Far From Home è la
coda di cui avevamo bisogno dopo Endgame, un assaggio di come il
mondo appare ora che la polvere si è stabilizzata. Potrebbe forse
sembrare un po’ più duro per l’arco emotivo di Peter, ma è un film
pieno di calore, umorismo e con una goffa storia d’amore per
adolescenti.“
“Spider-Man: Far From Home è
una corsa divertente. Soprattutto la seconda metà, di cui non posso
assolutamente dire nulla. Per non parlare delle scene
post-credits…“
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Nelle scorse settimane era stato il
sito MCU Cosmic a rivelare che i Marvel Studios avrebbero consideratoKeanu
Reeves per un ruolo nel film sugli
Eterni, e che le trattative sarebbero state già in
corso. Ora però, nonostante non vengano forniti ulteriori dettagli
in merito, arriva la conferma del fatto che lo studio ha
effettivamente contattato l’attore ma più volte nel corso degli
ultimi anni e per vari personaggi.
A svelarlo è Kevin
Feige in una recente intervista con Comicbook, e queste
sono state le sue parole sull’argomento:
“In pratica parlavamo con Keanu
per quasi tutti i film che abbiamo realizzato. Non so se e quando
si unirà al Marvel Cinematic Universe, ma vogliamo davvero capire
il modo giusto per farlo accadere“.
Feige ha poi confrontato il rapporto
stabilito con Reeves a quello andato a buon fine con Jake
Gyllenhaal, spiegando che prima di ingaggiare la star
per interpretare Mysterio in Spider-Man: Far
From Home ci sono state più conversazioni con
l’obiettivo di individuare il personaggio perfetto.
Vi ricordiamo che Reeves è stato ad
un passo dal vestire i panni di Yon-Rogg in Captain
Marvel, ruolo poi affidato a Jude Law,
rinunciando all’occasione per problemi di concomitanza con i lavori
su John Wick 3 (il nuovo capitolo del franchise
ora nelle sale). Questo significa che, prima o poi, lo vedremo
vestire i panni di un supereroe – o di un villain – nel MCU?
Marvel Studios e Sony Pictures si
contendono da anni i diritti sui personaggi relativi alla storia
editoriale di Spider-Man, ma l’arrivo del
personaggio principale nel MCU datato 2015 sembra aver rimesso in
gioco la possibilità di vedere uniti nello stesso film icone come
Peter Parker e Eddie Brock aka Venom (evento già
accaduto dodici anni fa in Spider-Man 3 di Sam
Raimi, film comunque precedente all’era dei nuovi cinecomic).
Sull’argomento e il sogno di un
futuro crossover tra questi due è tornato a parlare anche Kevin
Feige, ora impegnato con la promozione dell’ultimo capitolo della
Fase 3 Spider-Man: Far From Home, dichiarandosi aperto ad ogni
soluzione:
“Penso che probabilmente tutto
dipenda dalla Sony. Lo studio possiede i diritti di entrambi quei
personaggi e adesso ha Venom nel loro mondo. Non so quali siano i
loro piani per un sequel sul simbionte o se lo stiano già
progettando, ma un crossover mi sembrerà probabile ad un certo
punto“.
Lo scorso maggio il commento non
ufficiale di Roger Wardell (lo stesso utente di Twitter che aveva
svelato dettagli attendibili su Avengers: Endgame)
aveva svelato i “reali” piani della Marvel per le prossime fasi in
vista del recente accordo con la Fox, e tra i possibili candidati
ad entrare nell’universo condiviso c’era Venom. Il
rumor suggeriva che la Sony sarebbe stata intenzionata a far
apparire Eddie Brock nel sequel di Spider-Man: Far
From Home.
Per quanto riguarda Venom, sappiamo
che un sequel è ufficialmente in sviluppo e, secondo gli ultimi
aggiornamenti, la trama dovrebbe ruotare intorno al confronto tra
il simbionte di Eddie Brock e Carnage, il personaggio introdotto
nella scena finale del primo film e interpretato da Woody
Harrelson.
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From Homearriverà nelle sale il 2
Luglio (invece che il 5). Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli
di Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il
film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony
Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon),
gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente
della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei
Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Mine vaganti è un
film di Ferzan Ozpetek del 2010 che ha conquistato critica e
pubblico grazie alla tematiche affrontate e al talento degli
interpreti. Non solo apprezzato in Italia, questo film ha avuto
ampi consensi anche all’estero, tanto da vincere numerosi premi sia
italiani che internazionali. Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Mine vaganti.
Mine vaganti film
1. Ha vinto 4 Globi
d’oro. Questo film è riuscito a portarsi a casa ben
quattro premi della stampa internazionale, vincendo quelli per il
Miglior Film, Miglior Sceneggiatura, Migliore Fotografia e Attrice
Rivelazione a Nicole Grimaudo.
2. È un film molto
personale. Lo stesso regista del film, Ferzan Ozpetek, ha definito questo film come
molto personale. Oltre al fatto di averlo ambientato a Lecce, luogo
che ricorda Istanbul, Mine Vaganti è stato dedicato al padre e
rappresenta l’esigenza di ripensare al quel rapporto che esisteva
tra il regista e i suoi genitori.
3. Ritornano i temi cari al
regista. In questo film, inevitabilmente ritornano quei
temi che hanno sempre caratterizzato i film di Ozpetek. Tematiche
come l’amore, la felicità, la morte e il perdono si evolvono e
creano sempre degli sconvolgimenti nella narrazione, così come
nella vita reale. Un film che si posiziona a metà tra un dramma e
la commedia, in cui si ride di cose che non piacciono.
Mine vaganti streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse rivedere Mine
vaganti, o scoprirlo per la prima volta, è possibile farlo
grazie alla sua presenza sulle varie piattaforme di streaming
digitale legale come Google Play e iTunes.
Mine vaganti cast
5.
Elena Sofia Ricci si è dovuta imbruttire. L’attrice ha
espresso di sentirsi onorata nell’interpretare il personaggio che
unisce le tre zie della vita reale del regista. Tuttavia, per
interpretare il zia Luciana ci sono volute due ore di trucco tutti
i giorni.
6.
Ennio Fantastichini non condivideva nulla con il suo
personaggio. Durante il momento di presentazione del film
alla stampa nel 2010, l’attore ha ammesso di sentirsi molto lontano
dal suo Vincenzo e di non condividere l’atteggiamento morale di un
paese che tanto amava, oltre che rifiutare l’utilizzo del termine
omosessuale in quanto possiede, in maniera intrinseca, una
connotazione razzista.
7.
Riccardo Scamarcio voleva dare empatia al suo
personaggio. L’attore ha rivelato di aver avuto paura che
il suo Tommaso non fosse capito, che il pubblico non riuscisse ad
entrare in empatia con lui. Perciò, per dare vita al personaggio,
ha dovuto lavorare sulla sua passività e sul suo non reagire alle
situazioni.
Mine vaganti frasi
8. Un film fatto di frasi
indimenticabili. Mine vaganti non poteva non essere un
film generatore di frasi memorabili e atte a rimanere nella memoria
collettiva. Ecco qualche esempio:
Gli amori impossibili non
finiscono mai. Sono quelli che durano per sempre. (La
nonna)
Non devi aver paura di lasciare,
perché quello che conta non ti lascia mai.
(Tommaso)
Tommaso, sei stato bravo a
resistere. Fai così. Sbaglia sempre per conto tuo. (La
nonna)
Tommaso, se uno fa sempre quello
che gli chiedono gli altri, non vale la pena di vivere. (La
nonna)
È più faticoso stare zitti che
dire quello che si pensa. (zia Luciana)
Invece è vero, sono strana. Non
riesco ad avvicinarmi agli altri, tengo tutto a distanza e poi sono
piena di fissazioni e di manie. (Alba)
Mine vaganti trama
9. Andare dove porta il
cuore. Il film si apre facendo conoscere al pubblico la
figura di Tommaso che torna a casa, nel suo Salento, perché si è
finalmente deciso, anche grazie al consiglio della nonna, di
combattere per le proprie scelte, anche a costo di scontrarsi con
la sua famiglia. Una famiglia stravagante e numerosa, proprietaria
di un pastificio in Puglia, di buon cuore ma ristretta dalle
convenzioni.
10. Un film ricco di colpi
di scena. Sebbene Tommaso sia mosso da buone intenzione,
sarà suo fratello che anticipa i motivi tale per cui egli sia
tornato in Puglia. Una serie di segreti e colpi scena faranno in
modo che il protagonista si trovi nella condizione di rimanere
l’unico uomo di famiglia a gestire il pastificio, riuscendo a
svolgere l’attività anche grazie alla sua amicizia con la giovane
Alba.
Quando Tony Stark diventò
Iron Man nel MCU, lo fece nel nome di suo padre,
in nome di un’industria che poteva essere diversa rispetto
all’apparenza, in modo da non meritare il titolo di “mercante di
morte”. In Avengers:
Endgame, grazie al viaggio nel tempo, abbiamo visto
Tony incontrare il padre Howard Stark e, inconsapevolmente per il
secondo, sistemare qualcosa che nel loro rapporto era andato
storto. Tuttavia, da quella scena si potrebbe anche dedurre che
Tony è in realtà stato adottato e non
è figlio biologico di Howard e Mary Stark.
La paternità, biologica e non, è un
tema fondamentale per il film dei Fratelli Russo,
e nel caso di Howard e Tony Stark, assume il duplice ruolo di
paternità riferita a invenzioni e paternità dei figli veri e
propri, Tony e Morgan, rispettivamente. Ma una battuta, nel film,
fa pensare che Tony, in realtà, sia stato adottato, proprio come
accade nei fumetti! Vediamo perché.
PERCHÉ AVENGERS: ENDGAME TORNA AL
1970
Sappiamo, grazie al file di Tony
Stark che vediamo in Iron Man 2, che l’eroe è nato
il 29 maggio 1970. Tornando indietro al suo anno di nascita, Tony
sa esattamente che in quel momento in quel posto c’erano sia Hank
Pym che il Tesseract. La scelta del posto è abbastanza semplice da
comprendere: Camp Lehigh, il luogo di nascita dello S.H.I.E.L.D.
che Steve e Natasha visitano in Captain America: The Winter
Soldier. Ma la data è ciò che suscita curiosità, infatti
Steve non è convinto quando Tony dice che ha un’idea “esatta” del
giorno a cui devono ritornare. Quando partono dal 2012 durante la
Battaglia di New York per tornare ancora più indietro nel tempo,
Tony spiega: “So per certo che erano lì e so come lo
so”.
In realtà non ci viene data nessuna
spiegazione in merito a come Tony sa quello che sa, ma il suo
incontro con suo padre ci dà una probabile spiegazione. E lancia
anche un indizio importante sul fatto che la data di nascita di
Tony potrebbe non essere quella che lui crede.
AVENGERS: ENDGAME FA DEI
RIFERIMENTI AL COMPLEANNO DI TONY
Sarebbe stato abbastanza semplice
dire che studiando il lavoro di suo padre sul Tesseract, Tony aveva
notato che ci lavorava a Lehigh nei mesi precedenti la sua nascita,
o precisamente intorno al 7 aprile 1970. Ha anche senso che, se
Howard avesse lavorato con Hank Pym poco prima della nascita di
Tony, sarebbe venuto fuori nel corso del MCU, e le due cose
potevano essere collegate per offrire alla coerenza dell’Universo
condiviso un’ipotesi plausibile. Col senno di poi, sembra strano
che gli sceneggiatori di Endgame non abbiano fatto in modo che Tony
tornasse al suo vero compleanno – un modo più netto per spiegare
come “sa quello che sa”. Ma il film potrebbe affrontare
quell’esatta contraddizione quando Tony e Howard si incontrano
davvero.
I fan ricorderanno per lo più le
sagge parole pronunciate dai due Stark quando si separano, ma il
momento chiave arriva prima, quando la coppia sale sull’ascensore
di Camp Lehigh. Tony chiede informazioni su “fiori e crauti” che
Howard sta portando, suggerendo che ha “un appuntamento romantico”.
Howard spiega rivelando che “Mia moglie se lo aspetta… troppo tempo
in ufficio”. La rivelazione non è il desiderio di Maria Stark… ma
la reazione di Tony.
Con gli occhi spalancati, congelati
in un istante, Tony chiede immediatamente a Howard – senza il
minimo accenno di conversazione casuale – “quanto manca” a sua
madre. Howard non dà una risposta esatta, ma qui è la domanda ad
essere importante. Perché Tony dovrebbe chiedere quanto manca a
Maria? E perché sarebbe sorpreso di sapere che suo padre le sta
portando i fiori e i crauti il 7 aprile, sette settimane prima
che lui nascesse? Qualunque sia la teoria, non ha alcun senso che
l’improvvisa confusione e le domande di Tony siano dovute al fatto
che “non si rende conto” che è tornato indietro un mese prima della
sua nascita. Sono i fiori e il cibo a stordire Tony, e lo spingono
a verificare quanto manca al parto.
Ci stanno dicendo che Howard che
compra fiori per Maria è un gesto insolito? O che lo faceva di
frequente? Maria era in ospedale prima del parto? Beh, in realtà…
questo si adatterebbe alle risposte un po’ fredde di Howard fino ad
ora, magari l’uomo è preoccupato. Ma potrebbe esserci un’altra
spiegazione, il che spiegherebbe perché l’Howard del 1970 è molto
più affettuoso di colui che ha effettivamente poi cresciuto Tony… e
perché le date che circondano la sua nascita lasciano Tony
interdetto.
TONY STARK È STATO ADOTTATO (COME I
FUMETTI)?
Tutte queste domande trovano una
risposta plausibile soltanto se si accetta che Tony Stark è stato
adottato da sempre, così come accade nei fumetti Marvel. Dopo che
il loro figlio biologico nacque con una malattia terribile e
degenerativa, gli Stark adottarono un altro figlio, Tony, e lo
allevarono senza mai dirgli la verità. La trama è stata rivelata
nei fumetti di Kieron Gillen del 2013, con
l’adozione e la “sostituzione” di una trama aliena più ampia.
Ovviamente, la trama del fumetto non poteva essere proposta
integralmente nei film, ma Tony può comunque essere stato adottato
dopo che il primo bambino di Stark è morto appena nato.
Confrontando Endgame con i
precedenti film Marvel, un riferimento alla data di nascita di Tony
che non corrisponde alla gravidanza di Maria è esattamente il tipo
di cosa che i fan dei fumetti notano. Per quelli che sanno che la
data di nascita di Tony non corrisponderebbe alla gravidanza di
Maria, è un suggerimento interno accattivante. Non solo per la
confusa scoperta di Tony della sua vera parentela, ma anche per un
fratello Stark potenzialmente vivo e vegeto nel MCU.
I fan probabilmente non dovrebbero
aspettarsi l’apparizione di Arno Stark, il fratello brillante di
Tony nel nuovo universo cinematografico Marvel. Ma il potenziale
esiste e la Marvel ha già trasformato piccoli suggerimenti e semi
sparsi in futuri eventi per il MCU. A prescindere dal risultato, i
fan potranno per sempre godere di questa scena Endgame – non solo
per la riunione tra Tony e Howard, ma anche per il sottile
suggerimento che l’adozione di Tony nei fumetti sia stata onorata,
indipendentemente dal fatto che il pubblico lo abbia capito o
meno.
Vanity Fair ha pubblicato in
esclusiva le prime immagini ufficiali di Piccole
Donne, nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Louisa
May Alcott scritto e diretto da Greta Gerwig che
arriverà in sala il 25 dicembre 2019.
Nel cast figurano Emma
Watson, che sarà Meg March, mentre le altre sorelle sono
state interpretate da Saoirse
Ronan (Jo), Florence
Pugh (Amy) e Eliza
Scanlen (Beth).
Con loro, in scena, anche
Meryl Streep nei panni di zia
March, Timothee
Chalamet in quelli di Theodore “Laurie” Lawrence
e Laura Dern che sarà invece Marmee
March. James Norton, Bob Odenkirk, Chris Cooper, Louis
Garrel e Abby
Quinn completano il cast.
“È come se fosse la mia
autobiografia”, ha dichiarato la Gerwig a Vanity Fair.
“Succede quando vivi attraverso un libro e quello diventa il
paesaggio della tua vita interiore. Diventa parte di te, in un modo
profondo.“
La pellicola è prodotta dalla Sony, che aveva già scelto la
Gerwig come sceneggiatrice e che ha deciso di affidarle anche la
regia dopo il successo di Lady Bird.
1 di 11
Il primo romanzo di Piccole
Donne racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo,
Beth e Amy Alcott. Loro padre è un sacerdote partito per il fronte
come cappellano durante la Guerra di Secessione
americana, lasciando a casa le figlie e la moglie a cura della
casa. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo
povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a
crescere e diventare ragazze responsabili e pronte a difendersi da
qualsiasi vicissitudine.
Uno degli ultimi adattamenti dal
romanzo era stato firmato da Gillian
Armstrong e vantava un cast di attori e attrici di
grande rilievo, con Winona Ryder, Susan Sarandon,
Claire Danes e Kirsten
Dunst, ma anche Christian
Bale e Gabriel Burne.
Il titolo, per quanto inaspettato,
non mente: i Marvel Studios sono pronti a
tornare in sala con un’edizione “aggiornata” di Avengers:
Endgame e destinata unicamente alle sale americane.
Cosa la rende diversa da quella vista nei cinema ad aprile? Una
misteriosa scena post-credits inserita alla fine del film, e a
confermarlo è stato Kevin Feige nelle ultime ore
durante il tour promozionale di Spider-Man: Far
From Home.
“Endgame tornerà il 28 giugno.
Non si tratta di una extended cut, ma di una versione per il grande
schermo con alcune novità dopo i titoli di coda. Se rimarrete fino
alla fine, vedrete una scena eliminata, un piccolo omaggio e alcune
sorprese.“
Ovviamente si attendono ulteriori
aggiornamenti in merito, e la speranza è che questi contenuti
arrivino anche da noi in Europa. Forse si tratta di una strategia
di marketing per pubblicizzare il sequel di Spider-Man sfruttando
l’ondata positiva del precedente cinecomic? Che ne pensate?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Calato il sipario su Game of Thrones
e il franchise di X-Men, Sophie Turner è pronta ad
affrontare le sfide di una carriera sempre più in ascesa provando
ad eguagliare quanto fatto finora con i personaggi di Sansa Stark e
Jean Grey. E se il prossimo ruolo fosse stato già suggerito da una
star della musica mondiale, la cui vita sarà presto tradotta sul
grande schermo in un film?
Ospite del programma radiofonico
australiano Nova’s Fitzy e Wippa, il frontman dei Culture Club
Boy George ha infatti rivelato la sua profonda
ammirazione per la star britannica spiegando che sarebbe perfetta
per interpretare se stesso da giovane:
“Ho ricevuto alcuni suggerimenti
davvero interessanti, e tra questi il migliore era Sophie Turner.
Le persone diranno che una donna non può interpretare me stesso, ma
sapete cosa? Quando avevo diciassette anni, mi sarebbe piaciuto
essere come lei“.
Tempestiva è arrivata la replica
dell’attrice, che si è detta assolutamente disponibile. Qualche
studio cinematografico o produttore avrà preso nota?
Vi ricordiamo che il progetto,
annunciato lo scorso maggio, vedrà alla regia Sacha Gervasi
(Hitchcock, November Criminals), che curerà anche la
sceneggiatura, e proverà a sfruttare l’ondata positiva dei biopic
musicali lanciata da Rocketman e Bohemian
Rhapsody.
Sophie Turner è ora nelle sale con
X-Men: Dark
Phoenix, apostrofato dal regista Simon Kinberg come
l’inizio di un nuovo capitolo per la serie di film
di X-Men.
Nel cast tornano James
McAvoy, Sophie Turner, Jennifer
Lawrence, Nicholas Hoult e
Michael Fassbender. La new entry del cast è
Jessica Chastain, nei panni di un aliena
misteriosa che prenderà il controllo della Fenice.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Oggi interpretare un
supereroeMarvel è diventato un
grande privilegio, oltre che un’immensa responsabilità nei
confronti del pubblico (specialmente dei fan dei fumetti); tuttavia
non tutti gli attori a cui è stata offerta la possibilità di farlo
si sono comportati nella stessa maniera. Alcuni di loro hanno
deciso di rifiutare per motivi professionali, altri per ragioni
legate ai propri gusti o scelte di carriera. Ma quali sono i più
celebri fra questi?
Ecco di seguito 10
attori che sono “quasi” entrati nel MCU nella Fase
2:
1Saoirse Ronan (Scarlet
Witch)
non era esattamente ciò che i
fan si aspettavano per il casting di Scarlet
Witch, eppure l’attrice è riuscita a sorprendere tutti
grazie alla sua intensa interpretazione. Ma la prima scelta di
Joss Whedon per Avengers: Age of
Ultron era Saoirse
Ronan, l’irlandese all’epoca nota per
Espiazione e
Hanna.
A quanto pare
sembrava interessata al ruolo, come testimoniano diverse
interviste, anche se poi decise di declinare l’offerta per non
impegnarsi in un franchise a lungo termine. Per lo stesso motivo
rifiutò anche il ruolo di Jean Grey in X-Men:
Apocalisse.
Negli ultimi undici anni di
MCU abbiamo visto cambiare
non soltanto l’aspetto dei costumi indossati dai supereroi, ma
anche le loro personalità e il modo in cui hanno reagito alle varie
esperienze della vita. Così facendo il Tony Stark del film del 2008
non è lo stesso ammirato sul finale di Avengers:
Endgame, come il Thor shakespeariano del 2011 sembra
ormai un ricordo lontano se paragonato alla versione depressa e
sovrappeso del 2019.
Ma quali sono allora i personaggi ad
aver subito i maggiori cambiamenti nel corso dell’universo
cinematografico Marvel?
Introdotto nel 2011 nel MCU grazie
all’adattamento shakespeariano di Kenneth Branagh,
Thor è uno dei pochi personaggi dell’universo
Marvel ad aver subito un vero e proprio “riavvio”, ribaltando così
l’impressione del pubblico e donando nuova linfa ad un arco
narrativo che sembrava essersi piegato dopo The Dark
World.
È
stato infatti Ragnarok, e la mano di
Taika Waititi, a mettere tutto in discussione,
portando il Dio del Tuono verso il territorio della commedia poi
calcato anche dagli sceneggiatori di Infinity War
e Endgame.
A partire dal 10 luglio,
Spider-Man: Far From Home chiuderà la Fase
3 del Marvel Cinematic Universe,
e i Marvel Studios avranno davanti un’enorme
spazio bianco da riempire con un nuovo progetto cinematografico a
lunga scadenza, che possa almeno eguagliare in qualità e
pianificazione gli ultimi undici anni (che poi sono anche i primi
della sua produzione) di lavoro.
I piani futuri per il Marvel
Cinematic Universe potrebbero presto essere svelati, visto
che i Marvel Studios stanno pianificando di
tornare al Comic-Con di San Diego, il prossimo
luglio. Lo Studio ha infatti annunciato che dopo un anno di assenza
tornerà a partecipare alla Convention con un panel nel padiglione
H.
Negli anni passati, il capo dei
Marvel Studios, Kevin Feige, ha
affermato che le decisioni di mancare alla convention erano
giustificate dal fatto che lo studio non aveva abbastanza progetti
o materiale da mostrare i fan.
Secondo Deadline, i
Marvel Studios terranno un panel al SDCC
2019. Non ci sono per ora informazioni su chi sarà
presente, quali tipi di annunci saranno fatti, o anche quando si
svolgerà. Tuttavia, la storia di SDCC indica che la Marvel ottiene
in genere il panel di primo piano nella giornata del sabato.
Potrebbe essere questo il momento in cui Feige annuncia la Fase 4
del MCU, ancora sotto stretto riserbo.
Il panel MCU si
svolgerà sulla scia di Spider-Man: Far
from Home – l’ultimo film della Fase 3 – che uscirà
all’inizio di luglio. Il tempismo sembra perfetto e la visione del
film potrebbe essere fondamentale per gli annunci che verranno
fatti. Plausibilmente, la Marvel potrebbe anche mostrare dei
contenuti dal film su Vedova Nera, che è
attualmente in fase di riprese.
Dan Aykroyd torna
a parlare di Ghostbusters 3 e lo fa in una
breve intervista con Gamespot, rivelando qualche dettaglio sul
terzo capitolo del franchise le cui riprese partiranno a breve e
che vedrà alla regia Jason Reitman (figlio di
Ivan, autore dei primi due film). L’attore, come confermato di
recente, tornerà nei panni di Raymond “Ray” Stantz insieme a
Bill Murray e Sigourney
Weaver.
“Jason è venuto da me con questa
idea, ed era così buona da far capire a tutti che dovevano
realizzarla subito. Inoltre il film sarà profondamente collegato al
primo capitolo, meglio di ogni altra cosa” ha raccontato
Aykroyd, che figura tra i produttori di Ghostbusters 3.
“Al tempo stesso è una storia
molto diversa dai precedenti film. In questo vedremo una nuova
generazione e una nuova direzione calda, sentita e, addirittura,
abbastanza spaventosa quando affronta determinate
tematiche“.
Vi ricordiamo che le riprese di
Ghostbusters 3, che ha “Rust
City” come titolo di lavorazione, inizieranno il 25 Giugno
a Calgary e proseguiranno per circa 15 settimane. La produzione non
ha diffuso ulteriori informazioni sulla pellicola, che come saprete
sarà il sequel diretto dei due Ghostbusters diretti da Ivan Reitman
senza nessun collegamento con il reboot al femminile di
Paul Feig del 2016.
Nei giorni scorsi Reitman aveva
definito il progetto come “una lettera d’amore ai fan, che
sinceramente, fino a qualche tempo, fa non credevo fosse
possibile…d’altronde ero solo un ragazzo che girava pellicole
indipendenti per il Sundance. E poi è arrivato questo
personaggio, una ragazzina di dodici anni. Non sapevo chi fosse, o
perché mi fosse saltata in testa, ma l’ho vista con un pacchetto di
protoni e la storia ha cominciato a formarsi“.
La trama del film dovrebbe ruotare
attorno alle vicende della giovane protagonista interpretata da
Mckenna Grace, e della sua famiglia formata dalla
madre (Carrie Coon) e dal fratello (Finn
Wolfhard).
“Abbiamo contattato tutti gli
attori del cast originale, la troupe, insomma le persone che hanno
contribuito a realizzare Ghostbusters, proprio per conservare lo
spirito della saga.” ha spiegato il regista. “Non posso
dirvi niente, tranne che sarà una storia nuova, con nuovi
personaggi e una nuova location. Spero solo che i fan li
amino quanto me, perché sono straordinari, e non vedo l’ora di
presentarveli“.
È stato diffuso un nuovo spot tv di
Spider-Man: Far From Home, in cui sembra chiaro
che anche Mysterio si unirà… agli Avengers! Nello
spot capiamo che Nick Fury ha bisogno di un nuovo team e si rivolge
all’Uomo Ragno per portare a casa la vittoria e salvare il
mondo.
Peter, dal canto suo, non si sente
pronto per una responsabilità così grande, visto che fino a questo
momento è stato “soltanto” un aiutante. Chiede a Fury se non
possono intervenire Thor,Doctor
Strange o Captain Marvel, ma alla fine è lui
che viene prescelto per salvare la situazione.
Quello che stupisce, è che ad un
certo punto, Spider-Man dà a Mysterio il benvenuto nei….
Vendicatori! C’è da aspettarsi sicuramente qualche colpo di scena,
visto che questo genere di film è noto per nascondere per bene i
dettagli salienti della trama, intanto ecco lo spot:
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Alien Covenant è
il secondo capitolo della trilogia prequel di
Alien, ennesimo lavoro portato avanti dall’ormai
instancabile
Ridley Scott. Questo film, che dovrebbe dare origine
ad un ulteriore sequel, ha una grande impronta visiva, oltre che un
indiscutibile cast stellare, confermando come non ci si riesca a
stancare mai di una saga come quella di Alien. Ecco,
allora, dieci cose da sapere su Alien Covenant.
Alien Covenant film
1. Il film si svolge
diversi anni prima di Alien. Questo
lungometraggio si svolgerebbe in un percorso temporale che
inizia il 5 dicembre del 2104 e che terminerebbe alcune settimane
dopo, nell’anno 2105. In sostanza, si svolgerebbe ben diciassette
anni prima di Alien (1979) che ha luogo nel 2122.
2. Personaggi creati su
sembianze umane. Il disegno degli Xenomorfi era basato su
quello di un’ecorca (scultura di una figura umana con la pelle
rimossa per mostra le muscolatura), mentre i suoi movimento erano
basati su quelli di una mantide religiosa e di un babbuino.
3. Ci sono molti
riferimenti a Blade Runner. La prima inquadratura del film
è sull’occhio aperto di David che guarda direttamente in camera,
esattamente come le inquadrature iniziali di
Blade Runner e Blade Runner 2049.
Alien Covenant streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere
Alien: Covenant, è possibile farlo grazie alla sua
presenza sulle varie piattaforme di streaming digitale come Chili,
Google Play, Infinity, iTunes e Tim Vision.
Alien Covenant sequel
5. Non ci sono indicazioni
su un possibile sequel in lavorazione. Fino all’uscita di
Covenant, il regista aveva dichiarato di aver programmato un
sequel, forse due. Tuttavia, non si è più sentita nessuna
notizia a riguardo e pare che Alien: Awakening non abbia
nessuna data di inizio produzione: ciò sarebbe dovuto al fatto che
Covenant non avrebbe incassato quanto sperato.
Alien Covenant cast
6. Ezra Miller ha aiutato
inconsapevolmente il film. L’acconciatura che Daniels
(Katherine Waterson) ha fatto con questo film, è
basata sulla parrucca indossata da Miller, suo co-protagonista in
Animali fantastici e dove trovarli (2016). L’attore,
infatti, ha contribuito a filmare il video delle audizioni della
Waterston. Durante queste riprese ha notato la parrucca che
indossava per il suo personaggio Credence, e gli ha chiesto se
avrebbe potuto provarla, perché pensava che fosse cool. Ciò ha
contribuito a fare in modo che l’attrice ottenesse il ruolo.
7. La pellicola ha segnato
il ritorno di Guy Pearce. L’attore ha ripreso il ruolo di
Peter Weyland nel prologo di apertura, segnando a prima apparizione
di Pearce nella serie, interpretando il suo personaggio senza
trucco per farlo sembrare più vecchio. L’attore era già stato
scelto per Prometheus (2012) perché si cercava un attore che
potesse interpretare Peter Weyland sia inversione anziana che in
quella di mezza età. Alla fine, le scene con il personaggio giovane
sono state tagliate e l’attore è apparso solo in quella della
vecchiaia.
8. Ci sarebbe potuta essere
Rebecca Ferguson. L’attrice
era stata considerata per il ruolo di Daniels, ma ha rinunciato per
realizzare Life, un altro film horror in tema Alien girato nello
stesso anno.
Alien Covenant trama
9. Secondo episodio della
trilogia prequel. Questo film è ambientato dieci anni dopo
gli eventi narrati in Prometheus e racconta della missione di
colonizzazione su larga scala del pianeta Origae-6 da parte
dell’astronave Covenant. Qui si trovano duemila persone
addormentate in maniera artificiale e su di loro veglia l’androide
Walter.
10. Una missione pronta a
deragliare. All’improvviso, l’esplosione di una stella fa
sì che l’equipaggio, o quel che ne rimane, si trovi su un paradiso
inesplorato, potenzialmente valido per ospitarli. Ma essi non
potranno mai conoscere il pericolo che si nasconde dentro una
carcasse di una nave aliena schiantata dove si trovano loro.
È Paola Cortellesi,
per la capacità di parlare al grande pubblico all’insegna della
qualità, di utilizzare l’ironia pop per sottolineare i tic del
nostro tempo, e per il coraggio di rimettersi in gioco tra grande e
piccolo schermo, la vincitrice del SuperCiak d’Oro
come protagonista del 2019.
I premi all’eccellenza del cinema
italiano assegnati annualmente da Ciak,
la rivista italiana del cinema, vengono assegnati stasera, per il
terzo anno consecutivo, nel complesso monumentale della
Link Campus University, ricco di storia, arte
e cultura, ex residenza estiva di Papa Pio V e che oggi ospita
un’università che fa dell’innovazione e della creatività i suoi
tratti distintivi. A condurre la serata il giornalista
Alessio Viola. Sarà anche l’occasione per
presentare il nuovo direttore di Ciak,
Flavio Natalia.
“Dogman”
di Matteo Garrone conquista la giuria del pubblico
e dei critici aggiudicandosi ben 6 Ciak d’Oro:
Miglior Film, Miglior Attore non
protagonista a Edoardo Pesce, Migliore
sceneggiatura a Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Ugo
Chiti; Miglior Montaggio a Marco Spoletini e
Miglior Scenografia a Dimitri Capuani. La
redazione di Ciak ha assegnato inoltre a
Marcello Fonte il Ciak d’Oro come
Personaggio più Sorprendente dell’anno per la sua
interpretazione.
Il Ciak d’Oro per
la Miglior Regia va a Mario
Martone per “Capri-Revolution” e
il Ciak d’Oro per la Migliore
Attrice alla intensissima Marianna
Fontana.
Riceve il Ciak
d’Oro come Miglior Attore Alessandro
Borghi, protagonista del film “Sulla
mia Pelle”, diretto da Alessio Cremonini. Al
regista va il Ciak d’Oro per l’Opera
Prima. Il Ciak d’Oro al Miglior
Produttore va a Luigi e Oliva
Musini di Cinemaundici e Andrea
Occhipinti di Lucky Red per
“Sulla mia Pelle”.
Il Ciak d’Oro come Miglior Attrice non
protagonista va a Marina Confalone per
“Il Vizio della speranza”. Due
Ciak d’Oro vanno a Enzo Avitabile
che si aggiudica, sempre per “Il Vizio della
speranza”, la Miglior Colonna Sonora
e la Miglior Canzone originale, con
“A Speranza”.
Tre Ciak d’Oro vanno anche a “La
Paranza dei bambini”: a Daniele
Ciprì per la Miglior Fotografia, a
Emanuele Cicconi, Maximiliano Angelieri ed Enrico Medri per il
Miglior Suono in presa diretta e al giovane
Francesco Di Napoli quello come
Rivelazione dell’anno assegnato dalla
redazione.
Il Ciak d’Oro Bello & Invisibile, destinato
alle pellicole meritevoli di attenzione ma trascurate al
botteghino, votato dalla giuria dei 100 critici e giornalisti, va a
Costanza Quatriglio per “Sembra mio
figlio”.
Torna per il settimo anno Ciak Alice Giovani,
il Ciak d’Oro speciale nato dalla collaborazione tra il mensile
Ciak e Alice nella Città, sezione
autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, che premia i
film che si rivolgono ai ragazzi e raccontano il loro mondo.
Quest’anno è assegnato a
“Manuel” di
Dario Albertini. A “Suspiria”
il Ciak d’Oro per i
Costumi a Giulia Piersanti e
quello per il Miglior Manifesto.
IL MECCANISMO DEI
PREMI
I tre premi votati direttamente dal pubblico sono quelli al
Miglior Film, Miglior Regista e Migliori AttoriProtagonisti, senza vincoli di nomination, tra
tutti i titoli italiani usciti in sala dal 1° maggio 2018 al 30
aprile 2019. I premi agli attori non protagonisti
e alle categorie tecniche sono stati votati da una
giuria di 100 giornalisti e critici di cinema, a partire dalle
cinquine proposte dai giornalisti di Ciak.
I CIAK D’ORO DELLA REDAZIONE DI CIAK
Assegnati anche i Ciak d’Oro della redazione del
mensile del cinema italiano: il Ciak d’Oro Classic
alla carriera va a Nanni Moretti, che con il film
documentario “Santiago, Italia” ha saputo
illuminare una vicenda poco conosciuta della storia recente, civile
e politica, del nostro Paese, tornando a frequentare il genere
documentario 18 anni dopo “La cosa”.
Il Ciak d’Oro Colpo di Fulmine va a
Valeria Golino per la regia di
“Euforia”,
in cui ha saputo mostrare il tramonto di ogni stereotipo sulla
differenza di genere, raccontando magistralmente il rapporto, i
sogni, le speranze infrante di due uomini, fratelli diversissimi e
profondamente legati.
I Ciak d’Oro Rivelazione dell’Anno, per la
categoria maschile e per quella femminile, vanno rispettivamente a
Francesco di Napoli per
“La Paranza dei Bambini”
e ad Alice Pagani per
“Loro” e
“Baby”.
IlCiak d’Oro Speciale Serial Movie,
che premia la miglior serie tv dell’anno, e che allarga lo sguardo
alla serialità d’autore, va a Saverio
Costanzo per “L’Amica
Geniale”, adattamento televisivo dell’omonima serie
letteraria di Elena Ferrante, premiato sia dal pubblico, sia dalla
critica, sia dal mercato internazionale.
Il Ciak d’Oro Coppia dell’Annosullo
schermo va a Fabio De Luigi e
Valentina Lodovini per
“10 giorni senza
mamma”.
Il Ciak d’Oro speciale per la Migliore Performance italiana
della stagione Natalizia va a
“Amici come
prima”, di Medusa film diretto da
Christian De Sica, mentre quello per la
Miglior Performance italiana di sempre nella stagione
Pasquale va a “Ma cosa ci
dice il cervello”, di Vision
Distribution, diretto da Riccardo
Milani.
Un Ciak d’Oro Speciale è riservato a
Domenico Procacci per i 30 anni di attività di
Fandango, che hanno contribuito a rendere migliore
il cinema italiano.
Per il primo anno un Ciak d’Oro viene assegnato per un
film straniero. Va a 20th Century Fox Italia
per Bohemian Rhapsodhy”, premiata
per il MigliorLancio Italiano di un
blockbuster internazionale.
I Ciak d’Oro 2019 sono realizzati con la
partecipazione di Acqua Minerale San Benedetto, Ancorotti
Cosmetics, Damilano Barolo, Fabbroni, K-way, Pasta Rummo, Rue des
Mille, azienda orafa di gioielli prêt-à-porte,
Unopiù, con il supporto come sponsor tecnico
di Glitter Make up by Kost. Per
brindare ai vincitori, l’iconico champagne
Moët & Chandon Impérial en magnum, che festeggia
il 150esimo anniversario dalla sua creazione.
PREMI CIAK
D’ORO
Questi i Ciak d’Oro 2019 secondo i
lettori di Ciak e la giuria di critici e giornalisti
cinematografici. I lettori hanno votato per Miglior film, Miglior
regia, Miglior attore e attrice protagonista. Le altre categorie
sono state votate dalla giuria professionale. Assegnati anche i
premi speciali della redazione.
CIAK D’ORO MIGLIOR
FILM
DOGMAN – Matteo Garrone
CIAK D’ORO MIGLIOR REGIA
MARIO MARTONE – Capri-Revolution
CIAK D’ORO MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
ALESSANDRO BORGHI – Sulla mia Pelle
Sono stati diffusi i character
poster di Downton
Abbey, in cui vediamo tutti i protagonisti della serie
che torneranno sul grande schermo, dal 20 settembre, per un’ultima
emozionante puntata.
Questo sarà l’ultimo capitolo della
“saga” familiare dei Crawley e del personale al loro servizio,
esplorata già nell’omonima serie tv e ambientata nel suggestivo
contesto della loro casa in stile edoardiano situata nella campagna
inglese. Nel corso delle sei stagioni Downton
Abbey ha ottenuto 3 Golden Globes, 15 Emmy, 69 candidature
complessive agli Emmy, diventando il programma televisivo
non-americano più nominato nella storia degli Emmy.
Tornano nel cast Downton
AbbeyMaggie Smith, Hugh Bonneville, Laura
Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth McGovern più
alcune new entry come Tuppance Middleton, Simon Jones e
Imelda Staunton.
Scritto da Julian
Fellow, il creatore dello show, Downton Abbey – Il
Film è stato diretto da Michael
Engler.