Chadwick Boseman,
interprete protagonista di Black Panther, produrrà
e sarà il volto del personaggio principale nella storia di samurai
Yasuke, ambientata nel Giappone del XVI
secolo.
Doug Miro,
co-creatore di Narcos, firmerà la sceneggiatura, che si concentra
su un uomo africano che arriva in Giappone nel 1579 al servizio di
un gesuita italiano, per servire sotto a un signore della guerra
giapponese, Oda Nobunaga. Viene catturato in battaglia nel 1582.
Secondo la leggenda, Yasuke è stato l’unico non asiatico a
diventare un samurai.
Il film sarà prodotto dalla appena
nata Picturestart di Erik Feig, da Michael
De Luca e dalla De Luca Productions, da Stephen
L’Heureux con la sua etichetta Solipsist
e dalla Xception Content di Boseman e Logan
Coles.
Chadwick Boseman
sarà il protagonista dopo aver partecipato a Black Panther,
42, Get On Up, Marshall, sarà presto in 21
Bridges, prodotto dai Fratelli Russo, che lo hanno diretto
in Avengers: Infinity War e in Avengers:
Endgame.
Prima che il titolo ufficiale del
quarto capitolo sui Vendicatori venisse annunciato in concomitanza
con l’uscita del primo trailer, diversi nomi erano trapelati in
rete tra cui Avengers: Annihilation e
Avengers Assemble, ovviamente smentiti dalla
conferma di Avengers: Endgame, che faceva eco al termine utilizzato
sia da Tony Stark in Age of Ultron che alle parole
pronunciate da Doctor Strange in Infinity War.
Ora che l’embargo per gli spoiler è
scaduto e i realizzatori possono parlare liberamente del film,
stanno iniziando ad emergere dettagli interessanti sulla produzione
e lo sviluppo creativo, incluso il titolo originale di Endgame
svelato dai fratelli Russo in una recente intervista. E a quanto
pare sarebbe stato Avengers: Infinity Gauntlet,
cambiato in corso per ragioni non ancora chiare.
Se ricordate già nel 2017 Zoe
Saldana, la star di Guardiani della Galassia, si riferì al film con
Infinity Gauntlet, ma all’epoca questa dichiarazione venne
interpretata come un lapsus o un modo per intendere Infinity War.
Forse l’attrice si stava davvero riferendo al primo titolo ed è
probabile che in seguito a quell’involontario spoiler i Marvel Studios abbiano deciso di
optare per un’altra soluzione.
D’altronde tutte le speculazioni e
le teorie che hanno anticipato l’arrivo di Avengers:
Endgame sono state parte integrante della geniale
campagna di marketing, rendendo l’attesa per la release del teaser
ancora più febbricitante. E considerati gli eventi del film, con i
Vendicatori che riescono a collezionare le gemme viaggiando nel
tempo e a costruire il loro guanto dell’infinito, Infinity Gauntlet
sarebbe stato un titolo alquanto appropriato…
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Mackenzie Foy e
Kate Winslet saranno le protagoniste
dell’adattamento in chiave contemporanea di Black
Beauty, film prodotto dalla Constantin film e diretto da
Ashley Avis, che ha anche firmato la
sceneggiatura.
Black Beauty è un
romanzo bestseller, scritto da Anna Sewell, che
racconta del legame duraturo tra una ragazza di 17 anni e un
cavallo selvaggio che la aiuta a superare il trauma della perdita
dei genitori. La Foy, che ha partecipato agli ultimi due capitoli
di Twilight, a Interstellar e a
Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni, sarà Jo, la
protagonista, mentre la Winslet darà la voce al cavallo.
Black Beauty è
prodotto da Jeremy Bolt e Robert
Kulzer, che hanno già collaborato nel franchise di
Resident Evil. Martin Moszkowicz
è il produttore esecutivo.
L’ultima volta in cui abbiamo visto
Kate Winslet sul grande schermo è stato ne
La Ruota delle Meraviglie di Woody
Allen, mentre sappiamo che l’attrice ha collaborato con
James Cameron di nuovo nella realizzazione di
Avatar
2, che arriverà in sala nel 2021.
Il secondo trailer
ufficiale di Spider-Man: Far
From Home diffuso lunedì dai Marvel Studios ha confermato la
teoria dell’esistenza del Multiverso, grande novità per il futuro
del MCU a cui si lega il personaggio di Mysterio,
interpretato sullo schermo da Jake Gyllenhaal.
Nel frattempo la prima clip tratta
dal film è arrivata online e mostra proprio la new entry
dell’universo cinematografico Marvel presentarsi e spiegare a Peter
Parker le sue origini: “Ci sono più realtà, e questa è la
dimensione di Terra-616. Io vengo da Terra-833. Condividiamo lo
stesso livello delle costanti fisiche per la simmetria.“
Probabilmente i fan dei fumetti
sull’Uomo Ragno avranno riconosciuto l’omaggio a Earth-833, il
pianeta che è stato la casa di Spider-UK / Billy Braddock in alcune
serie. Terra-616 invece fa parte della continuity di molti
supereroi e storie chiave della Marvel Comics. Che sia semplicemente un
easter egg o l’anticipazione di ciò che vedremo nel film
(e nella Fase 4 del MCU)?
Nel trailer è Nick
Fury a rivelare che lo schiocco avvenuto in Endgame ha
“squarciato” la dimensione spazio tempo creando una realtà
alternativa, la stessa da cui proviene Quentin Beck aka Mysterio. A
quanto pare quindi esiste un altro pianeta speculare al nostro…
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
La star di Game of
Thrones e Bodyguard,Richard
Madden, è in trattative per entrare nel cast de
Gli Eterni, il prossimo progetto Marvel Studios che vedremo nei
prossimi anni. Nel film sono già stati confermati Angelina Jolie e Kumail
Nanjiani.
L’attore interpreterà
Ikaris, un memrbo della razza di discendenza umana
nota come Gli Eterni, appunto.
Creato da Jack
Kirby nel 1976, il fumetto è ambientato milioni di anni
nel passato, quando gli esseri cosmici noti come i Celestiali,
conducevano esperimenti genetici sugli umani, per creare individui
dotati di superpoteri, noti come Gli Eterni, insieme ai loro
nemici, i Devianti. I due gruppi si scontrarono nel corso della
storia. Gli Eterni, nel corso della storia, hanno anche combattuto
con Greci, Romani e divinità Nordiche, prima di lasciare la Terra
ed esplorare le stelle.
Chloe Zhao dirigerà
il film da una sceneggiatura di Matthew e Ryan
Firpo, mentre alla produzione, ovviamente, ci sarà
Kevin Feige dei Marvel Studios.
Meglio noto per la sua
interpretazione di Robb Stark ne Il Trono di
Spade, Richard Madden ha cominciato a
trovare le prime soddisfazioni professionali autentiche quest’anno,
quando ha recitato in Bodyguard, la serie Netflix
che gli ha fatto vincere il suo primo Golden Globe in carriera.
Oltre a diversi altri ruoli
cinematografici, l’attore è adesso atteso in
Rocketman, il film sulla vita di Elton
John con Taron Egerton nei panni della
rockstar inglese. Madden, nel film di Dexter
Fletcher, interpreta il manager di John. Il film sarà
proiettato in anteprima mondiale al prossimo Festival di
Cannes.
La Grande Bellezza
è uno dei film che ha segnato la storia del cinema italiano e
mondiale, capace di affascinare tutto il mondo con lo sfondo
romano, le tematiche affrontate e le interpretazioni di attori
brillanti.
Se su tutti gli attori c’è
Toni Servillo, alla regia c’è un Paolo
Sorrentino in pieno stato di grazia, con il suo stile
maturo e capace di attirare l’attenzione americana, tanto da
vincere anche l’Oscar per il Miglior Film Straniero.
Ecco, dunque, dieci cose da
sapere su La Grande Bellezza.
La Grande Bellezza film
1. Flaubert ha ispirato il
film. Una delle ispirazioni di Paolo Sorrentino per il
film è stata la famosa affermazione di Flaubert che voleva
scrivere un romanzo sul nulla. Sorrentino affermò “Per niente
intendeva le voci e i pettegolezzi, i mille modi in cui perdiamo
tempo, le cose che ci irritano o ci deliziano, ma che sono così di
breve durata che ci fanno dubitare del senso della vita. “Niente”
costituisce l’intera vita di molte persone”.
2. Poteva avere un altro
titolo. In un’intervista condotta a Radio 2, Paolo
Sorrentino ha ammesso che, ad un certo punto della produzione,
stava pensando di chiamare il film L’apparato Umano. Questo è anche
il titolo del romanzo di fantasia scritto dal protagonista del
film, Jep Gambardella, interpretato da Toni Servillo.
3. Si ispira ad un romanzo
di André Breton. Nel film, durante una conversazione, Jep
dice:”Chi sono io? C’è un romanzo che inizia così”. Questo romanzo
non è altro che Nadja di Breton e la parte centrale del film, che
tratta della relazione tra Jep e Ramona, attinge in maniera estesa
a questo romanzo.
La Grande Bellezza trama
4. Le occasioni
perse.La Grande Bellezza è ambientato nella Roma
estiva che si concede ai turisti, quando la città è al massimo
della sua bellezza. Jep ha sessantacinque anni e gode ancora di un
fascino magnetico ed innato che non accenna a diminuire, che vive
nella mondanità dell’alta società romana, fatta di rapporti
inconsistenti e di vere occasioni umane perdute.
5. La sfilata di un’umanità
vuota. Jep è un giornalista affermato che si trova ad
assistere alle intrepide ed infinite sfilate di uomini e donne
vuote, tutti distratti da un divertimento astratto. E se Jep ritrae
Roma, Roma ritrae Jep: li ferma, bellissima ed immobile, pronta a
guardare gli altri con indifferenza, come se fosse una diva
morta.
La Grande Bellezza frasi
6. Generatore di frasi
iconiche.La Grande Bellezza è un
film destinato a rimanere un cult nel corso degli anni, grazie
anche al fatto che possiede della frasi memorabili. Ecco qualche
esempio:
La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver
compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a
fare cose che non mi va di fare. (Jep
Gambardella)
Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato
abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che
potrebbe essere definito “il vortice della mondanità”. Ma Io non
volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei
mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il
potere di farle fallire. (Jep Gambardella)
Ma cosa avete contro la nostalgia? È l’unico svago che resta a
chi è diffidente verso il futuro. (Romano)
A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la
stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle
case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più
veramente nella vita?” Ero destinato alla sensibilità. Ero
destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep
Gambardella.(Jep Gambardella)
Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua
forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è
tutto inventato.
La Grande Bellezza cast
7. Per Servillo, la
sceneggiatura è “apparsa per caso”.Toni Servillo e Paolo Sorrentino sono molto
amici anche nella vita reale, oltre che in quella lavorativa. Pare
che, tra i due, ci sia l’usanza di porgere nuove sceneggiature nei
momenti più improbabili ed è successo anche per La Grande
Bellezza, quando Sorrentino lo ha chiamato in punto in bianco
per dirgli di leggere la sceneggiatura appena scritta.
La Grande Bellezza: versione integrale
8. La versione integrale ha
30 minuti aggiuntivi. Quando uscì al cinema La Grande
Bellezza, la sua durata complessiva era di 142 minuti. A tre
anni dall’uscita, e a due anni dagli Oscar, la Nexo Digital a
distribuito per tre giorni la
versione integrale del film, della durata totale di 172
minuti.
9. Ci sono delle scene
tagliare. Nella versione distribuita del film, le scene
con gli attori Giulio Brogi e Fiammetta
Baralla sono state tagliate, tanto che, nei titoli di
coda, sono stati inseriti dei ringraziamenti. Queste scene, però,
compaiono nella versione integrale.
La Grande Bellezza streaming
10. Il film è disponibile
in streaming digitale. Chi desiderasse vedere per la prima
volta, o rivedere il film, è possibile farlo grazie alle
piattaforme digitali legali Rakuten Tv, Chili, Tim Vision, che
danno possibilità di visione anche in originale.
A seguito del successo travolgente
di Avengers:
Endgame, la Disney ha annunciato diverse uscite
Marvel, tra cui, finalmente
The New Mutants, con la star di Game of
Thrones, Maisie Williams, spostato ufficialmente dal 2
agosto 2019 al 3 aprile 2020. Intanto, Gambit è stato rimosso dalla
sua data d’uscita prevista, il 13 marzo 2020.
Inoltre, la Buena Vista ha spostato
l’uscita di Ad
Astra, di James Gray con Brad
Pitt, al 20 settembre 2019. Il film non aveva ancora
cominciato la fase di promozione, nonostante fosse atteso per il
Memorial Day, quindi lo spostamento era già nell’aria.
“Siamo
entusiasti di presentare una lista solida e diversificata che getta
le basi della nostra strategia a lungo termine, riunendo una vasta
gamma di film da Disney, Pixar, Marvel, Lucasfilm, Fox, Fox
Searchlight e Blue Sky Studios percreare una straordinaria collezione di esperienze
cinematografiche per il pubblico di tutto il mondo –ha dichiarato Cathleen
Taff, presidente della distribuzione cinematografica dello
studio–Con titoli forti già a partire dalla prossima estate, siamo
ansiosi di cavalcare questo slancio nei prossimi anni grazie a una
fonte creativa di storie audaci e fantasiose provenienti dai nostri
studi di livello mondiale – tra cui diversi nuovi capitoli di due
franchise venerati, Avatar
e Star Wars.”
Ecco la lista completa dei titoli (datazione inglese
mese/giorno/anno):
Gli spettatori fan di James
Cameron e delle sue creature blu dovranno aspettare un po’
più a lungo per tornare su Pandora, almeno stando alle nuove
informazioni che diffonde Disney.
Il tanto atteso seguito di
Avatar diretto da James Cameron è
stato rinviato di un altro anno. Avatar
2 arriverà nelle sale il 17 dicembre 2021 invece del
18 dicembre 2020 come inizialmente previsto. La decisione implica,
dunque, che Avatar 3 arriverà il 22 dicembre 2023
rispetto al 17 dicembre 2021 mentre Avatar 4 sarà
distribuito il 19 dicembre 2025 invece del 20 dicembre 2024.
La notizia arriva come parte di un
più ampio cambiamento nelle date di uscita svelate da Walt
Disney Studios. La compagnia sta modificando le date
d’uscita dei vari film che ha ereditato dopo aver acquistato la
maggior parte delle risorse cinematografiche e televisive della
21st Century Fox in un mega-accordo da 71,3
miliardi di dollari.
A integrare queste notizie di
slittamento per l’uscita in sala dei 4 film di
Avatar, la Disney ha anche annunciato che a
partire dal 2022 arriverà al cinema una nuova trilogia di
Star
Wars, i cui secondo e terzo capitolo arriveranno
invece nel 2024 e nel 2026.
Arriva al cinema il 9 maggio
Il
Grande Spirito, il nuovo film diretto e interpretato
da Sergio Rubini, con Rocco Papaleo,
Bianca Guaccero e Ivana Lotito. Di
seguito la nostra intervista a Rubini e Lotito.
[brid video=”411693″ player=”15690″ title=”Il Grande Spirito
intervista a Rubini e Lotito”]
Sergio
Rubini (Dobbiamo parlare, L’uomo nero, L’anima
gemella) presenterà in anteprima al Bif&st 2019 Il
Grande Spirito, la sua nuova commedia che racconta il
rocambolesco incontro sui tetti della periferia di Taranto tra un
rapinatore malmesso, lo stesso Rubini, e un eccentrico individuo
che vede il mondo a suo modo, interpretato da Rocco
Papaleo (Moschettieri del re – La penultima
Missione, The Place, Basilicata coast to coast).
Dopo il successo del film Dobbiamo
parlare Rubini dirige un’originale action comedy in cui due anime
molto diverse, ma entrambe emarginate, cercano una via di fuga. A
fare da cornice i vecchi lavatoi e le terrazze dei palazzi di
periferia che diventano un insolito rifugio e il teatro di
un’amicizia inaspettata. Nel cast anche Ivana Lotito,
Bianca Guaccero e Geno Diana.
In un quartiere della periferia
di Taranto, durante una rapina, uno dei tre complici, un
cinquantenne dall’aria malmessa, Tonino (Sergio Rubini)
approfittando della distrazione degli altri due, ruba tutto il
malloppo e scappa.
La corsa di Tonino, inseguito
dai suoi complici sempre più infuriati, procede verso l’alto, di
tetto in tetto fino a raggiungere la terrazza più elevata, oltre la
quale c’è lo strapiombo, che lo costringe a cercare rifugio in un
vecchio lavatoio. Lì trova uno strano individuo (Rocco Papaleo)
dall’aspetto eccentrico: porta una piuma d’uccello dietro
l’orecchio, sostiene di chiamarsi Cervo Nero, di appartenere alla
tribù dei Sioux.
Tonino si trova sotto assedio:
il quartiere è presidiato dai suoi inseguitori e gli angoli delle
strade controllate. In questa immobilità forzata a Tonino rimane
un’unica disperata alternativa: allearsi con lo squilibrato che si
comporta come un pellerossa e che, proprio perché guarda il mondo
da un’altra prospettiva, potrà forse fornirgli la chiave per uscire
dal vicolo cieco in cui è finito.
Gigi Proietti sarà la voce italiana del
Sultano di Agrabah nel nuovo film Disney live action Aladdin,
nelle sale italiane dal 22 maggio. Sovrano dell’immaginaria città
portuale in cui era ambientato anche il Classico d’animazione del
1992, il Sultano è un leader saggio e rispettato. Con sua figlia,
la Principessa Jasmine, è un padre affettuoso e devoto ma troppo
protettivo: il suo obiettivo è trovare per lei un marito
adeguato.
“Il mio personaggio in questo
film è il caratteristico sultano delle favole”, ha commentato
Gigi Proietti.“È un uomo buono
ma al tempo stesso severo, sa essere autorevole ma anche
autoritario, a seconda di ciò che richiedono circostanze. Ha una
grande responsabilità: un giorno qualcuno dovrà ereditare il
sultanato, ma a quei tempi non poteva essere una donna e lui ha una
sola figlia. Alla fine lui troverà una soluzione, che naturalmente
non posso rivelare! Quello che posso dire è che oggi c’è molto
bisogno di favole e questa è senza dubbio la più classica, traendo
ispirazione da ‘Le Mille e una Notte’, arricchita da una tecnologia
incredibile”.
Rivisitazione in chiave live action
del celebre Classico d’animazione Disney, Aladdin è
diretto da Guy Ritchie e vede Mena Massoud
nel ruolo dell’affascinante furfante Aladdin, Naomi
Scott nel ruolo della bellissima e indipendente
principessa Jasmine e Will Smith nei panni dell’incredibile Genio
con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in
possesso della sua lampada magica.
Il cast di Aladdin
vede inoltre la presenza di Marwan Kenzari nel ruolo del potente
stregone Jafar, mentre Navid Negahban veste i panni del Sultano,
preoccupato per il futuro di sua figlia; Nasim Pedrad è Dalia, la
migliore amica e confidente della principessa Jasmine, Billy
Magnussen interpreta il principe Anders, il bellissimo e arrogante
pretendente di Jasmine, e Numan Acar è Hakim, braccio destro di
Jafar e capitano delle guardie del palazzo.
La colonna sonora è composta
dall’otto volte Premio Oscar® Alan Menken (La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori dell’Oscar®,
Howard Ashman (La Piccola Bottega degli Orrori) e Tim Rice
(Il Re Leone), oltre a due brani inediti realizzati dallo
stesso Menken e dai compositori vincitori dell’Oscar® e del
Tony® Benj Pasek e Justin Paul (La La Land, Dear
Evan Hansen).
Tutto il mio folle amore è il nuovo
titolo del film di Gabriele Salvatores liberamente
tratto dal romanzo Se ti Abbraccio non aver paura di
Fulvio Ervas edito da Marcos y Marcos.
«Uno dei protagonisti del film,
il padre naturale del ragazzo, è un cantante. Canta le canzoni di
Domenico Modugno nei matrimoni e nelle feste in giro per la
Dalmazia. Il testo di una di queste canzoni, “Cosa sono le nuvole”,
è stato scritto da Pier Paolo Pasolini. Una frase di quel testo mi
ha colpito particolarmente: “E tutto il mio folle amore lo soffia
il vento, così.” Ho sempre pensato al nostro ragazzo protagonista
come a un “fool” di Shakespeare, uno di quei folli buffoni che
riescono a tirarsi dietro re e regine costringendoli a fare i conti
con se stessi. E, nel nostro caso, a far ricorso a tutto l’amore
che hanno ancora a disposizione. “Folle” e “Amore”. Ecco il titolo
del film. “Tutto il mio folle amore”». Gabriele
Salvatores.
Tutto il mio folle amore è una
produzione Indiana Production con Rai
Cinema in co-produzione con EDI Effetti Digitali
Italiani, distribuito da 01
Distribution.
Intervistato da Fandango in
concomitanza con l’arrivo del nuovo trailer, il
regista di Spider-Man: Far
From Home Jon Watts ha risposto ad alcuni dei quesiti
sul film, sempre evitando di rivelare troppo sulla trama (come
vuole la politica di segretezza dei Marvel Studios).
Ecco i dettagli più importanti emersi nell’articolo:
1Spider-Man prenderà il posto di Iron
Man?
Uno
dei temi principali del nuovo trailer è il tentativo di Peter
Parker di riempire il vuoto lasciato dalla morte di Iron
Man. Dunque la domanda è: può l’eroe prendere il posto di
Iron Man nel MCU?
“Il mondo gli sta chiedendo di
intervenire, eppure Peter non è ancora sicuro. È davvero pronto per
questo livello di responsabilità? Stiamo parlando di un
ragazzino di 16 anni del Queens, e ricordo la sensazione di quando
sei piccolo e vuoi essere trattato come un adulto…quando succede ti
rendi conto che forse era meglio quando venivi trattato da bambino.
Una volta superata questa soglia, non si può tornare indietro.
“
Coppia d’assi per Jane
Campion, che tornerà dietro la macchina da presa a sei
anni dalla serie Top of The Lake con The Power Of
The Dog: saranno infatti Benedict
Cumberbatch e Elisabeth Moss i due
protagonisti del nuovo film della regista di Lezioni di Piano,
adattamento cinematografico del romanzo di Thomas Savage pubblicato
nel 2005, come conferma in esclusiva Variety.
La Campion ha firmato anche la
sceneggiatura, e il progetto sarà prodotto dalla See-Saw Films
insieme alla Cross City Films, mentre i lavori dovrebbero iniziare
alla fine di quest’anno.
The Power Of The
Dog segue le vicende di due ricchi fratelli del Montana,
Phil (che sarà interpretato da Cumberbatch e George Burbank. E se
il primo è un uomo brillante e crudele, l’altro è al contrario
meticoloso e gentile. Insieme gestiscono il più grande ranch della
loro valle, e quando George sposa segretamente la vedova locale
Rose (il personaggio della Moss), Phil inizia una guerra
implacabile per distruggerla usando suo figlio Peter come
pedina.
“Questo è un romanzo sublime che
meritava di avere una vita sul grande schermo” ha dichiarato
la Campion, “Non riuscivo a smettere di pensare alla storia, mi
tormentava davvero. I temi della mascolinità, della nostalgia e del
tradimento sono un mix inebriante, ed è anche raro trovare una
storia in cui i temi, la trama e i personaggi creano tensione
quando si rivelano e dove persino il finale è soddisfacente e
inaspettato. Per la prima volta lavorerò con un protagonista
maschile, il che è eccitante, su un personaggio carismatico e
complesso“.
Scaduto l’embargo per evitare
spoiler sulla trama di Avengers:
Endgame, registi, attori e realizzatori sono
finalmente liberi di dialogare a tutto campo sul film, i segreti
del processo creativo, le scelte che hanno portato alla conclusione
di una saga epica durata undici anni e ventidue cinecomic.
Tra questi ci sono anche i due
sceneggiatori Christopher Markus e Stephen
McFeely, che nella lunga intervista con il Los Angeles
Times hanno toccato vari argomenti, alcuni dei quali più frivoli e
leggeri rispetto alle questioni morali dietro il sacrificio di Iron
Man e Vedova Nera o il percorso di
trasformazione di Thor.
L’ironia, lo sappiamo, fa parte del
registro dei Marvel Studios, quindi non
sorprende che anche nell’atto finale del racconto sulle gemme
dell’infinito siano state inserite battute divertenti come quella
sul “fondoschiena più bello d’America” di Steve
Rogers. Ma qual è la vera storia dietro questo momento divertente?
A rivelarlo sono stati proprio Markus e McFeely:
“È un discorso un po’ meta.
Chris Evans non è mai stato a suo agio con il costume del primo
film sugli Avengers del 2012. Così quello scherzo era un modo per
ammiccare a come era allora, e com’è adesso, durante il confronto
tra lo Steve del passato e quello del presente. Quando siamo
arrivati alla scena del combattimento in cui il vecchio Cap viene
sconfitto, c’era il suo sedere a terra che ci suggeriva quella
battuta“.
A quanto pare la frase in questione
non è stata appositamente scritta per il film, ma semplicemente
estrapolata da una conversazione reale avvenuta tra Chris
Evans e il team creativo. Di fatto la versione del
costume di Steve in The Avengers appare molto più
fumettistica delle successive viste in The Winter
Soldier e Civil
War, dalle tonalità accese e meno gadget, insomma in
netto contrasto con l’equipaggiamento tattico che ha mostrato nella
seconda metà del MCU.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Secondo quanto dichiarato dai
Fratelli Russo, l’immaginario “bando degli
spoiler” su Avengers: Endgame è caduto e da adesso
in avanti è possibile fare spoiler sul film, senza dimenticare però
di essere comunque gentili verso il prossimo. Ebbene, l’account
Youtube Brick
FORCE Studios ha realizzato la scena clou del film in versione
LEGO, in cui si vede l’ultimo confronto di Tony Stark contro
Thanos, nel momento in cui l’eroe ruba le Gemme al Titano e compie
il sacrificio ultimo per salvare il mondo e la galassia.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Grazie ad alcuni concept art
diffusi da @AquamanUniverse su Twitter,
abbiamo la conferma che in Aquaman
di James Wan era previsto un cameo di Batman, ad
un certo punto della storia. La scena in questione, che vedeva in
origine l’intervento del Crociato di Gotham, era quella di un
attacco marino a Sidney, in Australia.
Di seguito potete vedere l’art che
si intitola: L’Arrivo di Batman.
Non si sa quanto il
regista James Wan e il team dietro al film
stessero considerando di includere davvero nel film questa
sequenza. Considerando però quanto sarebbe stato impegnativo
mettere in piedi una sequenza del genere, è improbabile che la
scena stessa sia mai stata filmata se non per usarla.
Il film non mostra mai gli eserciti
atlantidei che invadono la superficie e attaccano la città
australiana come mostrato dai concept, quindi ciò che mostra questa
concept art sembra far parte sin dall’inizio del processo di
sviluppo del film, un’idea che poi è stata scartata mentre la
visione di Wan prendeva forma.
Mentre l’idea di Batman
protagonista di un cameo in Aquaman
suona davvero bene sulla carta, è stato probabilmente meglio per il
film con Jason Momoa che non sia mai avvenuto. Non
solo infatti l’incertezza che circondava all’epoca il personaggio
di Batman interpretato da Ben Affleck avrebbe reso
le cose confuse, ma in questo modo il film di Wan è riuscito ad
avere uno spazio tutto suo, isolato dal franchise.
Il prodotto finale non ha infatti
presentato nessun cameo di Batman o di altri memrbi della
Justice League, cosa che comunque non sembrava
affatto interessare a Wan, tuttavia poteva essere divertente
comunque avere la possibilità di almeno un’altra scena sul grande
schermo tra Affleck e Momoa.
Con Matt Reeves
incaricato di ridare linfa a Batman, con una
versione più giovane e più incentrata sull’aspetto investigativo
del personaggio, potrebbe passare molto tempo prima che il
personaggio compaia di nuovo al cinema.
Come rivelato da Nick
Fury nel nuovo trailer di
Spider-Man: Far
From Home, lo schiocco avvenuto in Endgame ha
“squarciato” la dimensione spazio tempo creando una realtà
alternativa, la stessa da cui proviene Quentin Beck aka Mysterio. A
quanto pare quindi esiste un altro pianeta speculare al nostro che
conferma l’esistenza di un Multiverso, che è
concetto fin troppo familiare ai fan dei fumetti.
Ma quali misteri si celano dietro
questa importantissima svolta per il MCU? Ecco alcune ipotesi:
1Se il Multiverso fosse
reale
E
se invece il Multiverso fosse reale? Cosa
comporterebbe una scelta del genere per il futuro del Marvel
Cinematic Universe? Abbiamo contemplato per unidici anni il
concetto di saga legata da un unico filo conduttore, le gemme
dell’infinito e il piano di Thanos, ma ora questa idea
dell’esistenza di più realtà contemporanee rimette in discussione
ogni cosa.
Mysterio potrebbe essere l’eroe che sostiene
di essere, o il cattivo che sospettiamo che sia, e l’introduzione
del Multiverso potrebbe essere il motivo per cui Far From Home è
considerato il capitolo finale della Fase 3 del MCU invece che il
primo della Fase 4. Forse i Marvel Studios intendono chiudere la
Infinity Saga con un’indicazione di ciò che verrà
e che vedremo prossimamente?
Di
certo ora è il momento giusto per farlo, aprendo le porte al
racconto di più storie simultanee e al ritorno di volti noti del
MCU scomparsi da tempo.
Diretto ancora una volta da Jon
Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di
seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Joe Russo,
co-regista di Avengers:
Endgame insieme al fratello Anthony, vorrebbe dirigere
un film su Batman, nel caso in cui venisse invitato a portare sullo
schermo un personaggio della DC Comics.
Dopo Happy Endings,
Arrested Development e ovviamente
Community, la carriera televisiva di Joe
Russo, sempre in coppia con il fratello
Anthony, si è bruscamente interrotta a causa
dell’avvento di Captain America: The Winter
Soldier.
Da allora in poi, i due sono
diventati stretti collaboratori di Kevin Feige e
dei Marvel Studios, portando a
compimento la Fase 3 del progetto MCU con Avengers:
Endgame, in questi giorni in sala. Il film ha guadagnato
in soltanto due settimane oltre 2 miliardi di dollari!
Sia Joe che Anthony hanno più volte
dichiarato che il loro coinvolgimento con la Marvel si chiude con
Endgame, per cui è lecito immaginare che adesso i due registi, in
coppia o singolarmente, stiano cercando nuovi stimoli e nuovi
progetti. E così Joe Russo ha rivelato di essere
interessato a dirigere un adattamento del Crociato di Gotham, visto
che è cresciuto con la passione per questo personaggio.
La competizione tra DC e Marvel al
cinema è sempre stata smentita dai vertici produttivi delle due
aziende, per cui è improbabile che i Marvel
Studios o Kevin Feige vogliano impedire a
Joe di approcciarsi al personaggio di Batman. Oltretutto al momento
il personaggio è nelle mani di Matt Reeves che sta
cercando di rimettere insieme i pezzi di un franchise che si è
rovinosamente schiantato contro un box office impietoso e contro un
fandom arrabbiato, dopo il naufragio di Justice League e
l’abbandono di Ben Affleck.
Non sarebbe però il primo caso di
un regista che dalla Marvel passa alla DC. Prima c’è stato
Joss Whedon, che dopo il successo di The
Avengers e dopo la tiepida accoglienza di Age of
Ultron, ha diretto proprio Justice
League, e James Gunn che da Guardiani della
Galassia 1 e 2 è passato a dirigere The Suicide
Squad, per poi tornare a dirigere il terzo film del
franchise con Star Lord.
Uno dei misteri irrisolti di
Avengers:
Endgame è stato finalmente affrontato da
Anthony e Joe Russo durante la nuova puntata del
podcast di Josh Horowitz (Happy Sad Confused), dove i registi hanno
parlato più approfonditamente del film e del processo creativo
dietro l’epico finale della Infinity Saga.
Nella chiacchierata con il volto di
MTV News viene infatti svelato il motivo dell’assenza di
Katherine Langford, la star della serie 13
Reasons Why confermata ufficialmente nel cast lo scorso
ottobre e il cui ruolo non era mai stato specificato. In Endgame
poi non c’è traccia dell’attrice, cosa che ha spinto gli spettatori
a chiedersi dove fosse finita e se esistesse una scena eliminata
dal montaggio.
“Avevamo questa idea che vedeva
Tony entrare in una sorta di universo metafisico, lo stesso in cui
si è trovato Thanos dopo aver schioccato le dita in Infinity War.
Lì ci sarebbe stato l’incontro con la versione futura di sua
figlia“, hanno raccontato i registi.
“Presto ci siamo resi conto che
mancava quel legame emotivo con Morgan adulta, e la scena non
funzionava né risuonava a livello di emozione, ed è per questa
ragione che abbiamo deciso di eliminarla e di allontanarci da
quell’idea“.
Nel podcast viene inoltre spiegato
che la versione del film con la sequenza che vedeva protagonista la
Langford era stata mostrato al pubblico durante i test-screening,
tuttavia la mancanza di reazioni positive e la confusione generale
hanno spinto i Marvel Studios a procedere in
un’altra direzione.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il canale
americano Starz ha diffuso un teaser
promo di Outlander 5, l’atteso quinto
stagione di Outlander.
Il cast e la troupe di
Outlander 5 sono al lavoro per portare a
compimento la quinta stagione che è ora in produzione. Nel teaser
promo protagonisti sono Caitriona Balfe, Sam Heughan, Sophie
Skelton e altri.
Outlander 5 è la
quinta stagione della serie tv creata da Ronald
D. Moore per il canale americano
Starz.
Outlander 5
Nella quinta stagione di
Outlander ritorneranno
Claire Elizabeth Randall/Fraser, nata Beauchamp (stagione 1-in
corso), interpretata da Caitriona
Balfe, James “Jamie” Alexander Malcolm MacKenzie
Fraser (stagione 1-in corso), interpretato da Sam
Heughan, Edward “Ned” Gowan (stagioni 1, 3-in corso),
interpretato da Bill Paterson, Frank
Randall/Jonathan “Black Jack” Randall (stagioni 1-3), interpretato
da Tobias Menzies, Janet “Jenny” Fraser
Murray (stagione 1-in corso), interpretata da Laura
Donnelly, Ian Murray (stagione 1-in corso),
interpretato da Steven Cree, Roger
Wakefield (stagione 2-in corso), interpretato
da Richard Rankin, Brianna “Bree”
Randall Fraser MacKenzie (stagione 2-in corso), interpretata
da Sophie Skelton, Lord John William
Grey (stagione 3-in corso), interpretato da David
Berry, Marsali MacKimmie Fraser (stagione 3-in
corso), interpretata da Lauren Lyle,Claudel
“Fergus” Fraser (stagione 3-in corso), interpretato
da César Domboy e Capitano Raines
(stagione 3-in corso), interpretato da Richard
Dillane.
È arrivato ieri, come promesso, il
secondo trailer
ufficiale di Spider-Man: Far
From Home, il film che chiuderà definitivamente la
Fase 3 e riprenderà subito dopo gli eventi di Avengers:
Endgame. Tanti i riferimenti (e gli spoiler) sul
capitolo del MCU che ha visto morire Iron Man e
Vedova Nera, in questa avventura in giro per il mondo che porterà a
conoscere Mysterio e i minacciosi Elementali.
Ma procediamo con ordine e analizziamo tutti i segreti di questo
trailer:
1Gli occhiali di Tony
Questo è un dettaglio che non sarà sfuggito ai
fan più accaniti di Tony Stark: Peter Parker
indossa gli occhiali del supereroe, un vero e proprio marchio di
fabbrica, oltre che gadget tecnologico super avanzato.
Non
sappiamo a cosa serviranno e se si tratta di un regalo da parte di
Tony al ragazzo (come una specie di testamento o un’eredità), ma la
presenza di Robert Downey
Jr. sembra ancora viva nel MCU anche grazie a questi
piccoli easter egg.
Ci sono diversi eroi responsabili
del risultato di Avengers: Endgame, ma il vero
eroe è qualcuno che nessuno aveva previsto. Dopo la fine di
Avengers: Infinity War, il Marvel Cinematic Universe
è finito in una posizione in cui solo gli originali sei Vendicatori
e pochi altri amici sono rimasti in vita, con la missione di
annullare gli effetti dello schiocco di Thanos.
I sei Vendicatori originali –
Iron Man, Captain America, Thor, Vedova Nera, Hulk e Occhio
di Falco – hanno tutti giocato un ruolo fondamentale nel
piano per sovvertire il nuovo ordine. A loro si sono uniti
Nebula, che era rimasta su Titano con Iron
Man, mentre Rocket e War Machine facevano
parte dei sopravvissuti sulla Terra. Nel frattempo, Captain
Marvel è sopravvissuta ed è tornata sulla Terra, a seguito
del SOS di Nick Fury, ed è riuscita a salvare Tony
e Nebula dalla loro deriva spaziale.
L’altro membro del team con un ruolo
molto importante è stato Ant-Man, tanto importante
che il suo viaggio nel salto quantico ha dato il via al piano per
poter tornare indietro nel tempo e recuperare le Gemme
dell’Infinito dal passato.
In molti, dunque, potrebbero
immaginare che è proprio l’ex ladro Scott Lang ad essere l’eroe di
Endgame, eppure sappiamo che l’eroe non sarebbe mai tornato dal suo
accidentale viaggio nel Reame Quantico se non fosse stato per un
aiuto dall’esterno. E infatti Scott deve la sua vita a quel ratto
che ha riattivato la macchina per il viaggio quantico.
Senza il ratto in questione,
Ant-Man non sarebbe tornato, non sarebbe andato da
Steve Rogers e non si sarebbe ipotizzata nessuna
tecnica di viaggio nel tempo per tornare a sistemare le cose.
Potrebbe quindi considerarsi anche lui come uno degli eroi che ha
salvato la galassia dalla Decimazione.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Ecco un’intervista a Ryan
Reynolds in occasione dell’uscita di Detective
Pikachu, in sala dal prossimo 9 maggio.
[brid video=”411271″ player=”15690″ title=”Detective Pikachu
intervista a Ryan Reynolds”]
Il mondo dei Pokémon prende vita!
La prima avventura Pokémon
live-action,
Pokémon Detective Pikachu, nella sua versione
originale vede Ryan Reynolds dare la voce a Pikachu, il volto
iconico del fenomeno globale Pokémon, uno dei marchi di
intrattenimento multigenerazionale più popolari al mondo ed il
franchise multimediale di maggior successo di tutti i tempi.
I fan di tutto il mondo potranno
vedere Pikachu sul grande schermo come mai visto prima, nel ruolo
del Detective Pikachu, un Pokémon come nessun altro. Il film mostra
anche una vasta gamma di amati personaggi Pokémon, ognuno con le
sue abilità e personalità singolari ed uniche.
Pokémon Detective Pikachu, la trama
La storia inizia quando il geniale
detective privato Harry Goodman scompare misteriosamente,
costringendo il figlio di 21 anni Tim a scoprire cosa sia successo.
Ad aiutarlo nelle indagini l’ex compagno Pokémon di Harry, il
Detective Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio
super-investigatore che sorprende tutti, persino se stesso.
Avendo scoperto che i due sono
equipaggiati per comunicare tra loro in modo singolare, dato che
Tim è l’unico essere umano in grado di parlare con Pikachu,
uniscono le loro forze in un’avventura elettrizzante per svelare
l’intricato mistero. Si trovano così ad inseguire gli indizi lungo
le strade illuminate al neon di Ryme City, una moderna e
disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco
in un iperrealistico mondo live-action. Qui incontreranno una serie
di Pokémon, scoprendo una trama sconvolgente che potrebbe
distruggere la loro coesistenza pacifica con gli umani e minacciare
l’universo stesso dei Pokémon.
Pokémon Detective Pikachu: cast
Fanno parte del cast di
Pokémon Detective Pikachu anche Justice
Smith (“Jurassic
World: il regno distrutto”) nel ruolo di Tim; Kathryn
Newton (“Lady
Bird,” “Big Little Lies – piccole grandi bugie” in TV) nei
panni di Lucy, una giovane reporter alle prese con la sua prima
storia importante; al fianco di Suki Waterhouse
(“Insurgent”), Omar Chaparro (“Overboard”), Chris
Geere (“Modern Family” in TV), il candidato all’Oscar Ken
Watanabe (“Godzilla”, “L’ultimo
Samurai“) e Bill Nighy (“Harry
Potter e i Doni della Morte Parte 1“).
Saranno Olivier
Nakache e Eric Toledano a chiudere il
Festival di Cannes 2019 con la proiezione di The
Specials, titolo che si aggiunge come ultimo film nella
selezione ufficiale della kermesse e che sarà proiettato sabato 25
maggio nel Grand Théâtre Lumière, durante la
cerimonia di chiusura.
Il film non sarà più nominato “di
chiusura” ma sarà “l’ultima proiezione”, e il titolo originale del
film, Dernière séance, è lo stesso del titolo francese del film di
Peter Bogdanovich, L’ultimo
spettacolo.
Rinominando il film di chiusura
“Ultima proiezione”, il Festival di Cannes intende riconnettersi
con la sua tradizione di proiezioni finali, come è avvenuto con le
memorabili serate in cui è stato proiettato E.T. –
l’extraterrestre di Steven Spielberg,Thelma e Louise (nella nuova, nel 1991) o
L’uomo che uccise Don Chisciotte di Terry
Gilliam l’anno scorso.
Quest’anno, il 72° Festival di
Cannes si concluderà con un grande evento: la prima del nuovo film
di Olivier Nakache e di Eric
Toledano, The Specials, con
Vincent Cassel e Reda Kateb.
Avengers: Endgame regge saldamente in
testa al box office italiano, seguito da Stanlio e Ollio e Ma cosa
ci dice il cervello. Distribuito da sole due
settimane, l’ultimo capitolo della saga degli Avengers continua a
macinare incassi e a dominare incontrastato al botteghino italiano.
Infatti Avengers: Endgame regge in testa alla
classifica incassando 3,9 milioni di euro in circa mille sale con
cui supera la bellezza di 26 milioni totali.
Stanlio e Ollio apre in seconda
posizione con 1 milione di euro raccolto da mercoledì a domenica
ottenendo una discreta media per sala pari a 2300 euro.
Ma che ci dice il cervello scende al
terzo posto raccogliendo 608.000 euro con cui arriva a quota 4,4
milioni. Attacco a Mumbai esordisce in
quarta posizione con 428.000 euro incassati in 279 sale a
disposizione, mentre la new entry italiana Non sono un assassino debutta con
303.000 euro in 320 copie.
Segue I Fratelli Sisters che debutta con
254.000 euro e una media per sala pari a 1030 euro. Le pellicole
per il target infantile Wonder Park
(163.000 euro) e A spasso con Willy (154.000 euro)
giungono rispettivamente a 1,8 milioni complessivi e 854.000 euro
globali. La Llorona – Le Lacrime del Male
precipita al nono posto con altri 147.000 euro con cui arriva a 1,8
milioni totali. Chiude la top10 Dumbo che con altri 142.000 euro
supera il tetto dei 10 milioni complessivi.
Come promesso ecco arrivare online
il nuovo trailer di Spider-Man: Far
From Home, sequel che vedrà ancora protagonista l’eroe
interpretato da Tom Holland al fianco di
Samuel L. Jackson e Jake
Gyllenhaal.
Ovviamente il footage è ricco di
spoiler su Avengers:
Endgame. Durante le battute finali del film infatti
abbiamo visto Peter Parker tornare a scuola dopo essere stato
resuscitato dallo schiocco del guanto di Tony Stark.
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From Home
arriverà nelle sale il 2 Luglio (invece che il 5).
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli
di Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il
film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony
Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon),
gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente
della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei
Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Ora che la Infinity Saga si è
conclusa, grazie ad Avengers:
Endgame, e il percorso di alcuni eroi del MCU è giunto
al termine, è tempo di concentrarsi sulla prossima ondata di film
che arriveranno dai Marvel Studios.
Ma quali sono i fumetti a cui
attingeranno? Quali storie dovremmo rileggere per arrivare
preparati? Ecco 10 suggerimenti:
1Annihilation
Annihilation è la saga di fumetti
pubblicata nel 2006 ideata da Keith Giffen sviluppando alcune idee
dalla miniserie dedicata Drax il
Distruttore del 2005.
La trama prende piede dopo un’evasione di
massa alle Kyln, le prigioni intergalattiche più antiche del Big
Bang, quando una flotta di astronavi a forma di insetti attacca le
celle distruggendole. Xandar, il pianeta natale dei Nova
Corps, non esiste più e l’universo è nel caos: l’unico
sopravvissuto è Richard Rider, Nova Primo, che entra in possesso di
tutta la forza Nova.
Dopo questi attacchi l’onda Annilathion
colpirà l’impero Skrull, passando poi a
quello dei Kree, con la scoperta che il vero
comandante della flotta è Annihilus e che Thanos è il suo
alleato.
Mial Vision ed Europictures
annunciano l’arrivo nelle sale italiane a partire dal 13
giugno di CLIMAX, l’ultimo film di Gaspar
Noé con Sofia Boutella presentato alla
Quinzaine des Réalisateurs della 71° edizione del Festival di
Cannes.
Dopo il film scandalo
Love e l’ipnotico Enter the
Void, Noé mescola ora coreografie, colori, e incubi in
un viaggio lisergico che porta lo spettatore verso un climax
visivo e sonoro.
Climax vede protagonisti un
ensemble di eccezionali ballerini, tutti professionisti, e una
colonna sonora strepitosa in pieno clima anni ’90, con brani dei
Daft Punk, Rolling Stones, Giorgio Moroder, Aphex Twin e tanti
altri. Dopo aver scosso pubblica e critica con le sue sequenze
visive al limite tra follia, sogno e delirio, Climax arriva
finalmente nelle sale italiane dal 13 giugno.
Ispirato a un fatto di cronaca,
siamo nel 1996. Una compagnia di ballerini si ritrova in una sala
prove isolata, vicino una foresta, non ci sono ancora né cellulari,
né internet. Alla fine delle prove i ragazzi decidono di fare una
festa per rilassarsi ma qualcuno ha versato una strana sostanza
nella sangria. Da qui un tuffo nella follia e nell’orrore, in un
delirio collettivo da trance, tutti saranno condotti verso il
caos.
Dopo la grande battaglia di
Grande Inverno, è arrivato il momento per il cordoglio e per la
commemorazione di chi si è sacrificato per tutti: Game of
Thrones 8×04 comincia proprio così, con pire funerarie che
bruciano alte, riportando alla cenere gli uomini e le donne degli
eserciti che, seppure differenti, hanno combattuto fianco a fianco
per la luce e la vita, contro il Re della Notte.
Tuttavia, considerando quello che
si sta profilando ora all’orizzonte, sembra che ci sia molto più da
temere dai vivi che dai morti dagli occhi blu. La puntata infatti
mostra, nella scena subito successiva ai funerali dei caduti, il
banchetto di celebrazione, in cui ogni personaggio che ha un minimo
di connessione emotiva con il pubblico si espone e mette in piazza
la propria fede, il proprio schieramento. Perché una volta
sconfitto il nemico comune, è inevitabile che le tensioni già
accennate in apertura di stagione, tornino a farsi sentire, acute e
apparentemente inconciliabili.
La situazione ci si profila in
Game of Thrones 8×04, nel grande disegno politico
e strategico per il futuro di Westeros, è la seguente: Daenerys è
ufficialmente colei che vanta la presa sul trono più forte, se non
fosse per la rivelazione sui veri genitori di Jon (Kit
Harington), che ne fa in automatico il legittimo erede
al trono di spade; dall’altro lato ci sono Sansa (Sophie
Turner), Bran e Arya (Maisie
Williams), Gli ultimi Stark, così come recita il
titolo dell’episodio, che chiedono a Jon di non dimenticare il loro
legame. Sansa in particolare sembra essere in feroce attrito con la
Regina dei Draghi (Emilia
Clarke), e sembra che questo disappunto vada al di là
della frivola invidia tra donne, anzi, Lady Stark sembra essere al
corrente di ciò che Dany può diventare, se solo spinta nella
direzione sbagliata dai suoi impulsi, e legge questa possibilità
nella paura che prova Tyrion (Peter
Dinklage). Per la prima volta, dalla stagione 4, il
nano Lannister teme la sua regina, perché si sta accorgendo che
potrebbe effettivamente rendere onore alla tradizione di famiglia e
lasciare andare la follia sanguinaria che cova dentro.
Tra i timori di Sansa per
il Nord e la fretta di Daenerys per andare a conquistare il Sud, si
erge Jon, perennemente attanagliato dal dubbio, dall’onore,
dilaniato tra ciò che è giusto, ciò che gli impone il dovere, ciò
che vorrebbe il suo cuore. Il legittimo erede al trono di spade
però fa più di un passo falso, da una parte non può fare a meno di
essere leale con la sua famiglia, che accoglierà con esiti
pericolosissimi la verità sulla sua nascita, dall’altra rimarrà
fedele al suo giuramento e al suo cuore, continuando a indicare
Dany come legittima erede. Il mezzo Stark e mezzo Targaryen
abbandona tutto, persino l’amato Spettro, sopravvissuto alla
battaglia, per la sua Regina.
Tuttavia l’incertezza di Dany
persiste. Ed è fondamentale capire il suo nodo psicologico in
questo passaggio dello show: dall’essere al comando del più grande
esercito che il mondo abbia mai visto, con tre draghi e una ferrea
rivendicazione del trono, al perdere tutto, dai draghi (solo Drogon
è rimasto in vita a seguito dell’imboscata di Euron), all’esercito
(durante la battaglia a Grande Inverno), fino alla pretesa al trono,
per i motivi che ben sappiamo.
Alla destrutturazione della regina
dei draghi, corrisponde la costruzione e la rinascita di un’altra
regina, l’essere spregevole rinchiusosi nella fortezza rossa, in
attesa che i suoi nemici bussino alla sua porta: Cersei. La
leonessa cerca il confronto, il contatto, vuole sentire il polso
dell’avversario e il suo battito che accelera per la paura di
trovarsi di fronte l’ultima Lannister a ruggire. E questa
spregevole cattiveria raggiunge il Nord, e Jaime, che nonostante la
piega gratuita della sua vicenda personale, non riesce a tagliare
il legame con la sorella/amante, e ancora una volta corre verso di
lei, questa volta, forse, con intenzioni ostili.
Game of Thrones
8×04 offre tanti spunti di riflessione, visto che dopo la
mischia dell’episodio precedente, ora sono i personaggi e le loro
emozioni a parlare e da Brienne di Tarth, a Gendry Waters (o meglio
Baratheon!) ognuno comincia ad avviarsi verso la conclusione della
sua parabola. Come per i bruti, che non scenderanno più a sud di
Grande Inverno, e torneranno nel vero nord, dopotutto la loro
alleanza era con Jon, non con Dany e a loro poco importa chi siede
sul trono di spade.
L’attenzione ora si sposta nel sud,
tutti sono diretti ad Approdo del Re. Non solo gli eserciti di
Daenerys e di Jon, ma anche Arya e il Mastino, di nuovo fianco a
fianco lungo la Strada del Re, e Jaime, che cercherà di raggiungere
la sorella. Rimane a Grande Inverno Sansa, con il suo bagaglio di
timori e perplessità, e il desiderio di un Nord forte e
indipendente.
Quello che sembra si stia
profilando come un plausibile sviluppo, vedrà Daenerys alle prese,
una volta per tutte, con la sua sanità mentale, mentre l’ultima
incitazione della sua amica e consigliera, Missandei, rimbomba
nelle orecchie degli spettatori: fuoco e sangue.
Come accaduto nei precedenti
adattamenti dei fumetti Marvel per il grande schermo, anche
in Avengers:
Endgame sono presenti alcune differenze sostanziali
rispetto alle storie originali, non sempre tradotte letteralmente
ma comunque fedeli allo spirito degli autori.
Ecco allora i 10 cambiamenti più importanti rilevati nel film
dei fratelli Russo:
1I Vendicatori caduti
Sapevamo che le morti di Avengers:
Infinity War non sarebbero state permanenti e che gli eroi
sarebbero tornati in Endgame.
Ma
a differenza dei fumetti, nel film la vittoria dei protagonisti
contro Thanos richiede un prezzo da pagare: il sacrificio di due
membri originali degli Avengers, ovvero Iron Man e Vedova
Nera.