Di recente, abbiamo sentito notizie
contrastanti sulla trilogia di Star
Wars di Rian Johnson, ma sembra che
il progetto stia ancora nelle prime fasi di sviluppo.
IMDb.com conferma che il regista è al lavoro sulla
sceneggiatura di una trilogia di Star Wars, ma non ci sono molte
nuove conferme in merito a questo progetto che, già sulla carta, fa
arrabbiare i fan che già avevano odiato
Gli Ultimi Jedi. Sono passati più di due anni
dall’uscita del film, ma l’acredine intorno a quella storia non si
è ancora sopita.
Di contro, l’accoglienza mista
riservata al film successivo, L’Ascesa di Skywalker, ha messo sul tavolo un
discorso ancora diverso, ovvero quello che ha considerato il film
diretto da J.J.Abrams come una
lunga retcon a ciò che invece aveva fatto Johnson, seguendo il
motto del “lasciare morire il passato” e portare Star Wars in una
nuova direzione. In questo scenario, la Trilogia sequel della
Disney è irredimibile, principalmente a causa del fatto che le
decisioni prese da Johnson non sono state seguite da J.J.
Abrams, che ha fatto marcia indietro.
Rian Johnson crea la sua mitologia di Star Wars
Dato il malcontento del pubblico, è
stranissimo che la Disney abbia affidato proprio a Rian Johnson una
nuova trilogia, della quale però non si sa nulla da gennaio scorso,
quando lo stesso sceneggiatore e regista aveva aggiornato il
pubblico sul suo progetto. Ora, fonti vicine a We Got This Covered,
riferiscono che Johnson ha già risolto il problema legato alla sua
traccia narrativa portante. E anche se non è ancora chiaro se la
trilogia proposta sarà mai prodotta o meno, sembra che il regista
almeno sappia esattamente che storia vuole raccontare.
Da quello che si è detto, la trama
ruoterà attorno al ragazzo sensibile alla Forza che abbiamo visto
alla fine de
Gli Ultimi Jedi e si svolgerà in un arco temporale
successivo a L’Ascesa di Skywalker. Ora ci sono molti Jedi
nella galassia e Rey sarà il mentore per il ragazzo di cui sopra.
La figlia di Rey, d’altra parte, sarà il nuovo maestro dei Sith, a
capo dell’equivalente dell’Impero in quell’epoca.
Certo, probabilmente ci vorrà un po’
di tempo prima di avere altre notizie certe sulla trilogia di
Star Wars di Johnson, ma questo tono suona
sicuramente in linea con la visione originale di George
Lucas per ogni narrazione che sarebbe seguita alla sua
originale, dove ogni storia funziona in rima con l’ultima
raccontata.
Il concept artist Alexei
Bricklatt ha diffuso via Instagram alcuni concept
inediti che raffigurato Tom Hiddleston nel costume di Loki per
Thor:
Ragnarok. Nel film, il personaggio compare e combatte,
non solo. Come sua abitudine, riesce a sopravvivere e il film
finisce con l’asgardiano d’adozione sulla nave arca che trasporta i
sopravvissuti alla distruzione del regno.
Il look di Loki si è trasformato
molto nel corso degli anni, e in Thor:
Ragnarok poteva apparire molto diverso rispetto a come
lo abbiamo visto. Bricklatt ha proposto una versione molto glamour
per il costume alternativo di Loki, pur ammettendo lui stesso che
si tratta di un look troppo simile a quello che potrebbe indossare
“un altro eroe che vive sott’acqua”, riferendosi a Namor,
ovviamente. Ecco di seguito il concept:
Thor
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano il premio
OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel.
La trama di Thor
Ragnarok – “In Marvel Studios’ Thor Ragnarok, Thor è
imprigionato dall’altro lato dell’universo senza il suo formidabile
martello e si trova in una corsa contro il tempo per tornare a
Asgard per fermare il Ragnarok, la distruzione della sua casa e la
fine della civiltà asgardiana, dalle mani di una nuova e potente
minaccia, la spietata Hela. Ma prima deve sopravvivere a una
mortale lotta tra gladiatori che lo metterà contro uno dei suoi
amici Avengers, l’incredibile Hulk.
Il franchise di Matrix
tornerà ufficialmente sul grande schermo a ben 19 anni di distanza
dall’uscita dell’ultimo capitolo della trilogia. Anche se le
riprese dell’annunciato Matrix
4 sono state momentaneamente bloccate a causa della
pandemia di Covid-19, il film è ancora atteso nelle sale per il
prossimo anno. Nel cast torneranno
Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss,
Jada Pinkett Smith e Lambert Wilson,
rispettivamente nei panni di Neo, Trinity, Niobe e del
Mervovingio. Quali sono invece i personaggi che non rivedremo
sicuramente? Scopriamoli insieme grazie a Screen
Rant:
L’Oracolo
L’Oracolo è stato una figura fondamentale in
tutti e tre i film di Matrix.
Se da un punto di vista narrativo la sua funzione principale è
stata quella di profetizzare la venuta dell’Eletto, il personaggio
si poi rivelato una parte integrante della natura dello stesso
universo e dell’esistenza all’interno di esso.
È difficile
immaginare cosa Matrix
4 possa raccontare senza la presenza dell’Oracolo, dal
momento che il personaggio rappresenta “la madre di Matrix”,
presentatasi agli umani dall’inizio della resistenza contro il
sistema.
Seraph
Se in
Matrix
4 non rivedremo l’Oracolo, naturalmente non tornerà
neanche la sua fedele guardia del corpo Seraph,
nonostante l’ultima volta che lo abbiamo visto, Matrix:
Revolutions, il personaggio fosse vivo e vegeto.
Interpretato da
Collin Chou nei due sequel del 2003, Seraph agisce
come una sorta di portale che garantisce l’accesso all’Oracolo:
chiunque desideri parlare con lei, deve dimostrare di possedere
certe abilità di combattimento.
L’Architetto
L’Architetto è il
creatore di Matrix e
rappresenta la fredda logica delle macchine, operando in qualità di
amministratore principale del sistema. Di conseguenza, un
personaggio come l’Architetto non potrebbe tornare senza l’Oracolo,
e viceversa, dato che la struttura del potere nell’universo
concepito dalla saga è basata sulla filosofia dello Yin e dello
Yang.
Inoltre, lo stesso franchise può
essere interpretato come una battaglia tra il libero arbitrio
(rappresentato dall’Oracolo) e il determinismo (rappresentato
invece dall’Architetto). Se l’atteso Matrix 4 decidesse
davvero di lasciarsi alle spalle questi due personaggi, dovrebbe
trovare una filosofia completamente nuova su cui basarsi.
Morpheus
Nonostante sia un personaggio
chiave della saga, al pari di Neo (Reeves) e Trinity (Moss),
Laurence Fishburne non è stato confermato in
Matrix
4; tuttavia ci sono diverse voci su un possibile
ritorno di Neo, probabilmente in una versione più giovane di se
stesso.
Operatore di Sion e figura
spirituale ampiamente rispettata dai cittadini della città, Morfeo
ha avuto un ruolo cruciale nella trilogia originale in quanto
combattente per la libertà, credente nella profezia e mentore di
Neo. Se una versione più giovane di Morfeo dovesse essere
confermata, l’attore Yahya Abdul-Mateen II (Aquaman) si rivelerebbe
la scelta perfetta.
Sati
Sati (Tanveer K.
Atwal) ha iniziato la sua vita in qualità di programma in
esilio, ma ben presto L’Oracolo avrebbe presto la ragazzina sotto
la sua ala, facendole credere di avere un ruolo importante nel
futuro di Matrix.
Anche se il personaggio non è
ancora stato confermato nel quarto film, non è escluso che non
possa farvi ritorno. Magari la produzione vuole mantenere il
segreto circa un suo eventuale ritorno… e chissà, forse potremmo
rivederla in versione adulta, magari interpretata da Priyanka Chopra, da tempo confermata nel
cast.
Ghost
Dato che il ritorno di Jada Pinkett
Smith nei panni di Niobe è stato confermato, avrebbe senso che
anche Anthony Wong tornasse a vestire i panni di
Ghost, nonostante il suo ritorno non sia stato
annunciato.
Ghost era il Primo Compagno, nonché
cannoniere, della nave Logos, uno dei soli tre membri
dell’equipaggio, che includeva anche il capitano Niobe e
l’operatore Sparks. Ha anche avuto una stretta relazione con
Trinity, altro celebre personaggio che tornerà in Matrix
4.
Persephone
Con Lambert
Wilson che ha confermato il suo ritorno nei panni del Merovingio in
Matrix 4, non sarebbe una sorpresa se anche sua moglie
Persefone, interpretata da Monica Bellucci, apparisse nel nuovo
film.
Sebbene il loro
matrimonio sia infelice e Persefone abbia precedentemente tradito
suo marito per aiutare la Resistenza, li abbiamo ancora visti
insieme nel Club Hel dopo che entrambi avevano aiutato Neo,
suggerendo così che il loro matrimonio avesse superato il
tradimento.Sarebbe quindi abbastanza strano
se il Merovingio tornasse da solo in Matrix
4, anche se forse troverà un’altra partner.
Acclamato come uno degli interpreti
più istrionici della sua generazione, James
Gandolfini ha guadagnato nel giro di due decenni una
popolarità invidiabile all’interno di Hollywood. Grazie al cinema,
e ancor di più alla televisione, ha potuto mettere alla prova le
proprie abilità, il proprio carisma e la capacità di rendere
affascinante qualunque personaggio.
Ecco 10 cose che non sai di
James Gandolfini.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Gandolfini: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore ha debuttato sul grande schermo
con il film Una estranea fra noi (1992), per poi recitare
in titoli come Milionario per caso (1993), Una vita al
massimo (1993), Allarme rosso (1995), con Denzel
Washington, Il giurato (1996), She’s So
Lovely (1997), e A Civil Action
(1998). Nel 2001 recita poi nei film The Mexican – Amore senza
la sicura e L’uomo che non c’era, con Frances
McDormand. Negli anni seguenti continua ad affermarsi
grazie a ruoli di sempre maggior rilievo in film come Romance &
Cigarettes (2005), di John
Turturro, Tutti gli uomini del re (2006),
Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana (2009), con John
Travolta, Cogan – Killing Them
Softly (2012), con Brad
Pitt, Zero Dark
Thirty (2013), con Jessica
Chastain, The Incredible Burt Wonderstone
(2013), Non dico
altro (2014) e Chi è senza
colpa (2014), con Tom
Hardy.
9.È noto per una celebre
serie TV. Dopo aver recitato nel film televisivo La
parola ai giurati (1997), nel 1999 Gandolfini viene scelto per
ricoprire il ruolo di Tony Soprano, potente boss criminale soggetto
ad attacchi di panico, nella serie I Soprano. Andata in
onda fino al 2007, la serie ha significativamente contribuito al
rinnovamento del linguaggio televisivo, facendo inoltre del proprio
protagonista una vera e propria celebrità.
8. È stato accreditato come
produttore per una nota serie. Nel 2012 l’attore era stato
contattato per prendere parte alla miniserie The Night Of –
Cos’è successo quella notte?. Tuttavia, a causa
dell’improvvisa scomparsa nel 2013 di Gandolfini, il progetto venne
messo in pausa. Nel 2016 venne infine realizzato e dedicato alla
sua memoria. Il nome di Gandolfini viene tuttavia citato come
produttore esecutivo, ruolo per il quale egli era riuscito a dare
un contributo prima della scomparsa.
James Gandolfini: moglie e
figli
7. Si è sposato due
volte. Gandolfini è sempre stato particolarmente riservato
circa la propria vita privata. È tuttavia noto che da un primo
matrimonio, avuto con una donna di nome Marcy Wudarski, ebbe il
primo figlio, nato nel 2000. Nel 2002, tuttavia, la coppia
divorzia. In seguito, Gandolfini sposa la modella Deborah Lin, nel
2008. Nel 2012 nasce la prima e unica figlia della coppia.
James Gandolfini: le sue
origini
6. Ha origini
italiane. Come può suggerire il cognome, l’attore
possedeva profonde radici italiane. Suo padre era infatti un
immigrato originario della provincia di Parma. Sua madre, invece,
pur essendo nata negli Stati Uniti era a sua volta figlia di
immigrati italiani. Gandolfini cresce così in un ambiente
profondamente radicato nella cultura italiana, imparando la lingua
dai suoi genitori, i quali la usavano continuamente all’interno
dell’ambiente domestico.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Gandolfini in I Soprano
5. Ricevette consigli da
veri boss criminali. Per il suo ritratto del boss Tony
Soprano, Gandolfini ricevette numerosi complimenti, molti dei quali
provenienti da veri criminali. Questi si complimentarono con lui
per l’autenticità del suo personaggio e della serie. Gli diedero
inoltre consigli e spunti di riflessione per perfezionarsi, tra cui
il suggerimento di non indossare mai più degli shorts, poiché non è
l’abbigliamento che si addice ad un boss.
4. Ha usato uno stratagemma
per alcune scene. Gandolfini era continuamente alla
ricerca di modi per poter sembrare più realistico possibile con il
suo ruolo. Nel momento in cui doveva interpretare una scena in cui
era arrabbiato o infastidito, ad esempio, era solito infilarsi dei
sassolini nelle scarpe. Ciò lo aiutava ad ottenere il turbamento
che gli occorreva. Nel momento in cui doveva apparire stanco in
volto, semplicemente rimaneva sveglio tutta la notte, andando poi
direttamente sul set per le riprese.
3. Ha diviso il proprio
salario con gli altri attori. Dopo la quarta stagione,
alcuni degli interpreti principali chiesero un aumento dello
stipendio. Ciò portò a degli scontri con la produzione che
rischiarono quasi di far terminare la produzione della serie. Per
risolvere la controversia, Gandolfini propose di dare di tasca
propria circa 33 mila dollari ad ognuno degli interpreti
principali.
James Gandolfini: il suo
patrimonio
2. Era uno degli attori più
ricchi della televisione. Per via dell’impatto culturale
che la serie ebbe sulla televisione, Gandolfini si ritrovò in breve
tempo ad essere una vera e propria celebrità, nonché uno degli
attori più richiesti di Hollywood. Apparso in ogni episodio di
I Soprano, egli arrivò ad ottenere una paga
particolarmente elevata, che lo portò a raggiungere un patrimonio
stimato di circa 70 milioni di dollari.
James Gandolfini: l’età, l’altezza
e la morte
1. James Gandolfini è nato a
Westwood, nel New Jersey, Stati Uniti, il 18 settembre
1961. È deceduto all’età di 51
anni a Roma, il 19 giugno del 2013. L’attore era alto
complessivamente 185 centimetri.
Ryan Reynolds ha
ammesso di non sapere quando avrà la possibilità di dedicarsi di
nuovo a Deadpool 3, nella sua “nuova casa” presso
i Marvel Studios, ma ciò non ha
impedito alle voci di internet di cominciare a valutare come e
quando rivedremo il Mercenario Chiacchierone. Soprattutto non ha
impedito congetture e fughe di notizie più o meno fondate in merito
al franchise con protagonista Deadpool.
Sembra che l’anno prescelto per il
ritorno di Deadpool al cinema possa essere il
2023, e per allora dovremmo anche avere un’idea molto più chiara di
come gli X-Men si adatteranno all’universo cinematografico Marvel.
La versione “riavviata” del team di supereroi mutanti da parte
dello studio non dovrebbe arrivare prima di una presunta Fase Sei,
ma data la stretta compenetrazione dei due franchise nei fumetti, è
possibile che Deadpool e X-Men si
incontrino propriamente molto prima.
In che modo Deadpool si inserirà nel MCU?
Abbiamo già appreso che il Deadpool
del MCU potrebbe rispecchiare la sua controparte
di carta e inchiostro e sviluppare un’ossessione malsana per lo
Spider-Man di Tom
Holland, ma ora sembra che Wade Wilson sarà oggetto di
molte altre questioni, forse più frivole ma sicuramente avvincenti.
Secondo le informazioni di We got this covered ,
l’Uomo Ghiaccio degli X-Men è pronto a sviluppare una cotta
importante nei confronti del mercenario chiacchierone, una
infatuazione che potrebbe essere unilaterale.
Naturalmente, Iceman è uno dei
personaggi gay più famosi dei fumetti, ha fatto “coming out
editoriale” nel 2015 e, secondo quanto riferito, il MCU sta
spingendo per presentare nei suoi film una maggiore diversità e
inclusione. Avrebbe quindi senso, per un riavvio efficace degli
X-Men, affidare un ruolo di primo piano all’Uomo Ghiaccio anche al
cinema. Tuttavia sappiamo anche che la Disney opererà queste scelte
in maniera molto cauta e che già ne Gli Eterni ci
dovrebbe essere spazio per personaggi chiaramente omosessuali.
Staremo a vedere come si svilupperà questa linea narrativa.
Se da un lato un discreto numero di
agenti di polizia ha espresso solidarietà con le proteste
riguardanti i diritti civili che hanno infiammato in questi giorni
gli Stati Uniti a seguito della morte di George
Floyd, la maggioranza sembra essere rimasta dalla parte
della “legge”, con alcuni membri delle forze dell’ordine che hanno
addirittura raddoppiato gli sforzi per cercare di tutelare la
propria immagine.
Di fronte alle
crescenti pressioni dei cittadini che – in teoria – sarebbero
chiamati a proteggere, sempre più poliziotti si stanno unendo al
#BlueLivesMatters, un contromovimento creato dai
sostenitori dei membri polizia che vengono perseguiti e condannati.
Poiché molti di loro hanno adottato il logo di The
Punisher, il celebre anti-eroe della Marvel, per indicare la loro
fedeltà alla nazione, la cosa sembra non essere andata giù a
diversi fumettisti, che pare ora stiano esortando la Disney a
perseguire un’azione legale contro coloro che si sarebbero
appropriati del logo senza alcun permesso.
La decisione degli ufficiali di
polizia di identificarsi con The Punisher è stata
accolta in maniera molto negativa. Conosciuto anche come Frank
Castle, Il Punitore è un vigilante che opera al di fuori della
legge e molte delle sue storie – tra cui una assai nota ai fan in
cui uccide diversi personaggi dell’Universo
Marvel – lo caratterizzano per possedere una
forza tanto cieca quanto eccessiva.
Gli ufficiali che utilizzano il
logo di The Punisher? “Una vergogna” per Gerry Conway
Gerry
Conway, co-creatore di The Punisher, ha
definito gli ufficiali che hanno utilizzato il logo del suo
personaggio “una vergogna”, anche se non è la prima volta
che lo stesso esprime la sua opinione in merito. Come ex membro del
Corpo dei Marines degli Stati Uniti, e in quanto vigilante senza
superpoteri, Frank Castle si trova sempre in contatto con
le forze dell’ordine e, in una particolare serie a fumetti, arriva
anche a minacciare esplicitamente alcuni poliziotti che tentano di
imitarlo.
Tuttavia, ogni giorno sembra che
un’altra grande personalità americana faccia sentire la sua voce e
si unisca alle miriadi di proteste contro la brutalità della
polizia e del razzismo sistematico. Registi come J.J. Abrams e attori come Michael B. Jordan hanno donato milioni di
dollari a enti di beneficenza affiliati al movimento #BlackLivesMatter.
Nel reboot di Fantastic 4 – I Fantastici Quattro del 2015,
il personaggio di Johnny Storm è stato interpretato da un attore di
colore, ossia Michael B. Jordan, mentre suo padre Franklin è
stato portato sul grande schermo dal compianto Reg E.
Cathey. Durante il film scopriamo che Sue Storm (figlia di
Red e sorella di Storm) è stata adottata: il personaggio è infatti
interpretato dall’attrice Kate Mara.
Una delle più grandi controversie
legate al film è stato proprio il fatto che il personaggio della
Torcia Umana venisse interpretato da un attore afroamericano.
All’epoca Stan Lee in persona rilasciò una
dichiarazione in merito a tutte le polemiche sorte, ricordando ai
fan dell’Universo Marvel che la stessa Casa delle
Idee è un posto concepito per accogliere la diversità e che i
personaggi non devono essere definiti in base al colore della pelle
o alla loro razza.
Eppure, durante una recente
intervista con Geeks of Color, il
regista Josh Trank ha rivelato che avrebbe voluto
ingaggiare un’attrice di colore per il ruolo di Sue Storm, ma che
la 20th Century Fox glielo impedì: “Ci furono parecchie
conversazioni molto controverse, dietro le quinte, riguardo la
possibilità che avessimo una Sue Storm di colore”, ha spiegato
Trank. “A me interessava molto avere un Johnny Storm nero, una
Susan Storm nera e un Franklin Storm nero. Quando lavori con uno
studio gigantesco ad un film come Fantastici Quattro, tutti
vogliono dimostrare di avere una mentalità aperta per quanto
riguarda le star che saranno coinvolte.”
Josh Trank sui Fantastici Quattro:
“Quando ci ripenso mi rendo conto che avrei solo dovuto lasciar
perdere e andarmene.”
Poi ha aggiunto: “Quando si è
arrivati a discutere dell’argomento, ho trovato un sacco di pareri
respingimenti, anche piuttosto pesanti, sul fatto che una donna di
colore si unisse al cast per interpretare quel personaggio. Quando
ci ripenso mi rendo conto che avrei solo dovuto lasciar perdere e
andarmene. Mi sento davvero in imbarazzo per tutto ciò, per non
essermene andato per una questione di principio. Questi non sono i
valori che perseguo nella mia vita, non sono mai stati i miei
valori.”
L’esperienza di Josh
Trank con Fantastic
4 – I Fantastici Quattro è soltanto uno dei
numerosi esempi di registi che spesso si sono trovati a dover
lottare contro gli studi cinematografici, ma in tal senso ne
rappresenta sicuramente uno dei più estremi. Quanto accaduto con la
Fox ha inoltre spinto Trank ad accontonare il suo spin-off della
saga di Star
Wars dedicato a Boba
Fett e l’adattamento del
videogame Shadow of the Colossus. Il regista
ha ribadito di non essere più interessato a trasporre sul grande
schermo “videogame o proprietà di altro genere.”
Ricordiamo che l’ultima fatica
cinematografica di Josh
Trank è Capone, film
in cui Tom
Hardy interpreta Al Capone, il noto mafioso
statunitense di origine italiana. La pellicola è uscita negli Stati
Uniti, direttamente in VOD, lo scorso 12 maggio.
Considerata una delle più
carismatiche e versatili interpreti del cinema, Jane
Fonda si è affermata negli anni come vera e propria icona
per stile e personalità. Con due premi Oscar vinti, l’attrice ha
negli anni dato vita ad alcuni tra i più affascinanti personaggi
femminili che il grande schermo abbia mai visto, mentre al di fuori
dal set si è più volte resa nota per le sue battaglie sociali su
temi come l’ambientalismo, la politica e la religione.
Ecco 10 cose che non sai di
Jane Fonda.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jane Fonda: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ha esordito al cinema con il film
In punta di piedi (1960), per poi distinguersi in
pellicole come La caccia (1966), A piedi nudi nel
parco (1967), con Robert
Redford, Tre passi nel delirio (1968),
Barbarella (1968), e Non si uccidono così anche i
cavalli? (1969), con cui si consacra. Successivamente ottiene
sempre maggior popolarità grazie a film come Una squillo per
l’ispettore Klute (1972), Casa di bambola (1973),
Giulia (1977), Tornando a casa (1978), Il
cavaliere elettrico (1979), Sindrome cinese (1979),
Dalle 9 alle 5… orario continuato (1980), Sul lago
dorato (1981), Il mattino dopo (1986).
8. Ha preso parte a note
serie TV. Negli ultimi anni la Fonda si è dedicata
principalmente al piccolo schermo, recitando in ruoli di rilievo
nelle serie The Newsroom (2012-2014), Elena di
Avalor (2016-2018) e nella comedy Grace and Frankie,
dove dal 2015 ricopre il ruolo di Grace Hanson, la cinica e snob
protagonista della serie. Grazie a tale ruolo, nel 2017 l’attrice
ha vinto il premio come miglior attrice protagonista ai prestigiosi
Emmy Awards.
Jane Fonda e l’aerobica
7. Ha rivoluzionato il
settore del fitness. A partire dagli anni Ottanta, quando
era già una star affermata, l’attrice iniziò a diradare i propri
progetti cinematografici per concentrarsi invece su di una nuova
attività. Nel 1981, infatti, rilasciò il video Jane Fonda’s
Workout, reinventandosi insegnante di ginnastica aerobica.
Tale attività ebbe un inaspettato successo, con tale titolo
divenuto il video in ambito fitness più venduto di tutti i
tempi.
6. Ha realizzato numerosi
altri progetti. Ormai una celebrità dell’aerobica,
l’attrice ha negli anni dato vita ad oltre venti video di esercizi,
nonché svariate registrazioni solo audio e sette libri basati su
tale disciplina, dove si approfondivano le radici, gli esercizi e i
benefici dell’aerobica. Il suo è divenuto un modello spesso imitato
da molte altre attrici o personalità della televisione, arrivando a
diventare una delle caratteristiche culturali degli anni Ottanta e
Novanta.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Jane Fonda è Barbarella
5. È il suo unico film di
fantascienza. Nel 1968, ancora poco nota, l’attrice prende
parte al film Barbarella, ricoprendo la protagonista del
titolo. Questi è tutt’ora l’unico film di fantascienza a cui la
Fonda ha preso parte nel corso della sua carriera. La trama è
infatti incentrata sulle avventure di una giovane ragazza,
viaggiatrice del tempo con una missione da portare a termine.
Inizialmente, l’attrice voleva rifiutare la parte, ma il regista,
che all’epoca era anche suo marito, la convinse sottolineando la
grande importanze di quel genere all’interno di Hollywood.
4. Cercò di distaccarsi da
quel ruolo. Il personaggio di Barbarella permise
all’attrice di essere eletta come una delle icone sexy degli anni
Sessanta. La Fonda tuttavia non desiderava rimanere confinata in
tale stereotipo, e pertanto negli anni seguenti ricercò personaggi
totalmente diversi da quello di Barbarella e sempre più impegnati.
Parallelamente, si distinse anche come donna dalle acute
riflessioni politiche e sociali.
Jane Fonda: i suoi figli
3. Ha avuto due figli da
matrimoni diversi. Dal suo primo matrimonio, avvenuto nel
1965 con il regista Roger Vadim, l’attrice ebbe la prima figlia,
Vanessa, nata nel 1968. In seguito, dopo aver divorziato dal
marito, la Fonda sposò l’attivista Tom Hayden, con cui diede alla
luce, nel 1973, Troy O’Donovan Garity, anch’egli divenuto attore.
Nel 1982, invece, Fonda e Hayden hanno adottato un’adolescente di
origini afroamericane. Questa è divenuta così a tutti gli effetti
la terza figlia dell’attrice.
Jane Fonda: il suo patrimonio
2. Possiede un ampio
patrimonio. Ad oggi, grazie ai grandissimi successi
ottenuti tanto nel campo cinematografico quanto in quello del
fitness, l’attrice è una vera e propria leggenda vivente. Il suo
status, affermatosi sempre di più negli anni, l’ha portata a
distinguersi continuamente. Grazie a tale ricca carriera, ha così
potuto formare un patrimonio stimato di circa 200 milioni di
dollari.
Jane Fonda: età e altezza
1. Jane Fonda è nata a New
York, Stati Uniti, il 21 dicembre del 1937. L’attrice è
alta complessivamente 173 centimetri.
Per continuare a vivere il grande
cinema anche da casa, dall’11 giugno sarà
disponibile a noleggio su Infinity il film The Room –
La Stanza del Desiderio che debutterà direttamente in
streaming, un thriller dalle tinte dark che racconta di desideri
che si trasformano in terribili incubi quando si è costretti a
goderne solo dentro le mura domestiche.
Il film, con la regia di Christian Volckman, ha come
protagonisti Olga Kurylenko (che abbiamo visto sugli
schermi nel ruolo di bond girl in Quantum of Solace e al
fianco di Tom Cruise in Oblivion) e Kevin Janssens.
The Room – La Stanza
del Desiderio: la trama
Kate e Matt sono una giovane coppia
di trent’anni in cerca di una vita più autentica e sana. Poco dopo
essersi trasferiti in una grande casa abbandonata da tempo,
scoprono una stanza segreta che ha lo straordinario potere di
materializzare tutto ciò che desiderano. Dopo un primo periodo da
sogno – durante il quale la coppia si circonda di gioielli, opere
d’arte, soldi – Matt e Kate scoprono che dietro questo apparente
stato di felicità, si nasconde qualcosa di più oscuro: tutto ciò
che la stanza crea sopravvive solo all’interno della casa. Quando
la stanza offre loro ciò che stavano aspettando da sempre e che la
natura gli stava negando, presto capiscono che il loro più grande
sogno è destinato a essere il loro più terribile incubo…
Adler ha diffuso
il trailer ufficiale di L’Amore a domicilio, il
film diretto da Emiliano Corapi con Miriam Leone e Simone
Liberati.
L’amore
a domicilio prodotto da Andrea
Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e
in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un
cast tecnico d’eccezione, con la direzione della fotografia di
Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta
Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri
d’Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo
(due David di Donatello e tre Nastri d’Argento), le musiche di
Giordano Corapi, il montaggio di Marco
Costa, le scenografie di Luisa Iemma.
L’amore a domicilio: la trama del film
Sentimentalmente pavido, Renato si
è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero.
Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli
arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti
sempre temuti. In quella casa, dove è l’unico uomo, è convinto di
poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie
sicure e ben presto la situazione si complica…
J.K.
Rowling è tornata nell’occhio del ciclone dopo aver
commentato in maniera sarcastica, su Twitter,
un articolo della rivista Devex dal titolo: “Opinione: creare
un mondo più equo, dopo il Covid-19, per le persone che hanno le
mestruazioni”. La scrittrice della saga di Harry
Potter ha ritwittato l’articolo e ha aggiunto:
“Persone che hanno le mestruazioni… sono sicura che ci fosse
una parola per definire queste persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben?
Wimpund? Woomud?”
Sostanzialmente, la Rowling ha
contestato il fatto che nel titolo dell’articolo non venga
menzionata la parola “donne”, ma si parli di “persone che hanno le
mestruazioni”. La contestazione della scrittrice ha naturalmente
scatenato un putiferio sul web: la Rowling è stata infatti accusata
di transforbia, dal momento che anche le persone transgender
possono avere le mestruazioni.
Ovviamente la scrittrice britannica,
senza indorare la pillola, ha subito risposto alle accuse,
dichiarando: “Ho passato buona parte degli ultimi tre anni a
leggere libri, blog e pubblicazioni scientifiche di persone trans,
medici e specialisti di genere. So esattamente la differenza. Non
bisogna mai dare per scontato che siccome qualcuno la pensa in
maniera diversa da te, allora non ha le conoscenze.”
Poi ha aggiunto: “Rispetto il
diritto di tutte le persone trans di vivere in un modo che sia
autentico e confortevole per loro. Marcerei con voi se foste
discriminati per essere trans. Allo stesso tempo, la mia vita è
stata plasmata dall’essere femmina. Non credo esprima odio il fatto
che lo dica.”
Numerosi sono stati i commenti
critici anche da parte di diversi personaggi famosi, tra cui
Sarah Paulson, Jonathan Van Ness e anche
Katie Leung, che proprio nella saga
cinematografica di Harry
Potter ha interpretato il ruolo di Cho Chang, la
studentessa di Corvonero e cercatrice della squadra di
Quidditch, di cui Harry si innamora ne Il Calice di Fuoco, chiedendole di
accompagnarlo al Ballo del Ceppo. In realtà la Leung non ha
risposto direttamente alla Rowling, ma sulle scia delle polemiche
ha invitato i suoi follower a donare il più possibile alla
“Homeless Black Trans”, un’associazione che si occupa di sostenere
le persone trans, di colore e senzatetto:
Ricordiamo che non è la prima volta
che J.K.
Rowling viene accusata di transfobia: già nel
dicembre dello scorso anno, infatti, la scrittrice aveva fatto
parlare di sé ed era stata ampiamente critica per aver sostenuto la
ricercatrice Maya Forstater, che aveva perso il
lavoro a causa delle sue posizioni transfobiche.
Un nuovo report di
CBR suggerisce che la Disney starebbe valutando l’ipotesi di un
live action di Taron e la pentola magica, il 25°
classico secondo il canone ufficiale, uscito nel 1985 e diretto da
Ted Berman e Richard Rich. La voce sarebbe arrivata
da tale
Daniel Richtman, che non ha però fornito ulteriori dettagli in
merito all’eventuale progetto: non sappiamo dunque se il live
action sarà destinato al grande schermo o se arriverà direttamente
su Disney+, come accaduto con il recente
Lilli e il
Vagabondo.
Taron e la pentola
magica è basato sui primi due libri della serie
“Le cronache di Prydain” di Lloyd
Alexander. Il film appartiene all’epoca del Medioevo Disney ed è
ancora oggi considerato il film più dark mai realizzato
dalla compagnia statunitense: si tratta, infatti, del primo
classico ad aver ottenuto un rating. All’epoca della sua uscita in
sala fu un autentico flop, ma nel corso negli anni – anche a causa
della sua storia così “unica e particolare” – è diventato un
piccolo cult.
Taron e la pentola
magica racconta la storia di Taron, l’aiutante
dell’anziano guardiano di maiali Dallben che sogna di diventare un
guerriero e di impossessarsi della leggendaria pentola magica.
Tuttavia, deve mettere da parte i suoi sogni quando la maialina che
gli è stata affidata, Ewy (in realtà un oracolo), viene rapita da
un malvagio stregone Lich, Re Cornelius, il quale sta cercando
la pentola magica per dominare il mondo.
Oltre Taron e la pentola magica: i
prossimi live action Disney in arrivo
Di recente abbiamo appreso che anche
Robin Hood ed Hercules avranno i loro adattamenti in live
action: il primo sarà destinato al servizio di streaming Disney+, mentre il secondo arriverà al
cinema e sarà prodotto da Anthony e Joe
Russo, registi di Avengers:
Endgame. Ricordiamo tra i prossimi live action in
cantiere figurano anche Cruella con Emma
Stone, Pinocchio di Robert
Zemeckis, ma anche Biancaneve
e i sette nani, Bambie
La spada nella roccia. Ancora incerto, invece, il
futuro dell’atteso Mulan:
dopo essere stato posticipato a causa della pandemia di Covid-19,
il film dovrebbe adesso arrivare al cinema il prossimo luglio. Sarà
davvero così?
Quando Zack
Snyder ha scelto Ray
Fisher come interprete di Cyborg in Justice
League, l’attore statunitense era praticamente
sconosciuto al grande pubblico e noto soltanto per i suoi ruoli in
numerosi spettacoli teatrali. A quanto pare, Fisher sembra essere
molto grato a Snyder per avergli concesso tale opportunità, ma
forse nel legame tra l’attore e il regista c’è qualcosa di molto
più profondo…
Nelle ultime ore, infatti, Ray
Fisher ha condiviso via
Twitter una foto inedita di Cyborg tratta dalla Snyder
Cut di Justice
League (che arriverà il prossimo anno su HBO
Max), scrivendo: “Non voglio lodare Chris Terrio e Zack Snyder
per avermi semplicemente fatto recitare in Justice League. Voglio lodarli per avermi dato
potere (un uomo di colore senza alcuna esperienza cinematografica)
attraverso un posto al tavolo dei creativi, ascoltando i miei
spunti prima ancora che ci fosse una sceneggiatura.”
Sembra quindi che Fisher abbia
contribuito alla delineazione dei caratteri del personaggio di
Cyborg, cosa che a quanto pare è stata confermata dallo stesso
Zack
Snyder. In risposta proprio al tweet dell’attore,
infatti, il regista ha esclamato: “Ray… tu sei il cuore del
film!”.
La Snyder Cut di Justice League
arriverà sul servizio di streaming HBO Max il prossimo anno
Vi ricordiamo che la Justice
League Snyder Cut uscirà
nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner
Bros HBO MAX che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Una possibile sinossi ufficiale di
Godzilla
vs. Kong è arrivata online nelle ultime ore,
anticipando una battaglia decisiva che incoronerà il nuovo “Re dei
Mostri”. L’attesissimo nuovo capitolo del MonsterVerse ad opera
della Legendary Pictures è probabilmente uno dei titoli della
Warner Bros. più attesi dell’anno. Ciononostante, sul film sappiamo
ancora poco o nulla.
Di recente abbiamo appreso che il
film è stato ufficialmente classificato come PG-13: sarà, cioè,
vietato ai minori di 13 anni per “intense scene di violenza e
distruzione e linguaggio volgare”. Se il film è stato
classificato dalla MPAA, ossia la Motion
Picture Association of America, l’associazione che si
occupa di associare il divieto alle pellicole distribuite negli
Stati Uniti, significa che è stato completato: ciononostante,
ancora non abbiamo visto nulla di ufficiale riguardo la
pellicola…
Adesso, come riportato da ComicBook, via IMDb è
emersa online una nuova sinossi del film, che anticipata un
importante dettaglio in merito all’attesissimo crossover. Se in
passato una prima sinossi del film aveva anticipato una
cospirazione che avrebbe potuto “spazzare via l’intera vita dal
pianeta Terra”, questa nuova sinossi mette in luce il
conflitto tra Godzilla e Kong, che dovrebbe culminare con
l’elezione di uno dei due a nuovo “Re dei Mostri”. La nuova sinossi
recita: “Mentre il gigantesco Kong incontra l’inarrestabile
Godzilla, il mondo osserva per scoprire chi di loro diventerà il Re
dei Mostri.”
Godzilla vs. Kong: quale mostro
trionferà sul grande schermo?
La cosa da tenere bene a mente è
che questa nuova sinossi di Godzilla
vs. Kong non è ancora stata confermata dalla Legendary
Pictures, e che naturalmente IMDB non è una fonte ufficiale dello
studio. Tuttavia, la sinossi in questione sembra allinearsi con le
premesse intrise già nel titolo ufficiale del film. La storia del
personaggio ci insegna che Godzilla è praticamente impossibile da
battere. C’è soltanto un altro celebre mostro che potrebbe
sconfiggerlo: King Kong, appunto. Sarà proprio quest’ultimo ad
avere la meglio in uno degli scontri cinematografici più attesi di
sempre?
A quanto pare, sembra che Kenneth Branagh non sappia se sarà
effettivamente lui ad interpretare l’antagonista principale di
Tenet.
L’ultima fatica di Christopher Nolan si preannuncia già come il
film più criptico della carriera del regista britannico, a tal
punto che neanche gli stessi attori che vi hanno preso parte
sembrano conoscere i dettagli sulla trama.
L’ultimo
trailer ufficiale del film ci ha mostrato anche il personaggio
interpretato da Branagh: nonostante il filmato non abbia rivelato
molto sulle motivazioni dello stesso, sembra che il regista e
attore britannico interpreterà il villain della storia, nei cui
piani dovrebbe esserci essenzialmente lo scoppio di una fantomatica
Terza Guerra Mondiale.
Quello legato al personaggio di
Kenneth Branagh è solo uno dei tanti misteri
che circondano Tenet,
che stando a quelle poche informazioni in nostro possesso dovrebbe
giocare con i tradizionali canoni del genere spionistico e
rivoluzionare – da un punto di vista narrativo – il concetto di
“inversione del tempo”. Un altro grande interrogativo che circonda
l’attesissimo nuovo film di Nolan è la data di uscita: ad oggi il
film è ancora fissato per il prossimo 17 luglio, ma è solo
questione di giorni prima che la Warner Bros. ne annunci
ufficialmente il rinvio.
Kenneth Branagh sulla complessità
che circonda l’operazione Tenet e sull’evoluzione del suo
personaggio
In una recente intervista con Total
Film (via SYFY Wire), è stato
proprio Kenneth Branagh ad affrontare il tema della
complessità che circonda l’intero progetto, dichiarando: “Non
vi sto prendendo in giro: ho letto la sceneggiatura del film più
volte di quanto abbia mai letto qualsiasi altra cosa a cui abbia
mai lavorato. Immagino fosse come fare il cruciverba del Times,
ogni giorno”. Quando si è parlato della possibilità di
interpretare l’antagonista principale della storia, Branagh ha
spiegato:
“Data la natura del film, e
considerato che Chris – in larga parte – sta reinventando un
genere, molte persone iniziano ad interagire con il personaggio di
John David Washington nei modi previsti… quindi potreste aspettarvi
che sia io l’antagonista. La storia, però, non segue esattamente il
corso che ci si potrebbe aspettare mentre la stessa storia si
svolge…”
Branagh ha poi aggiunto: “Le
mie conversazioni con Nolan a proposito del mio personaggio sono
state costanti, perché la sua evoluzione non è stata impostata. È
stata una serie di continue sorprese”. Le dichiarazioni
dell’attore e regista non chiariscono ovviamente la natura del suo
personaggio, ma è innegabile che suggeriscano una serie di colpi di
scena che lo coinvolgeranno durante la narrazione.
Il dibattito che ha accompagnato
l’uscita di The
Irishman è stato uno degli aspetti più
affascinanti dell’ultimo grande film di Martin Scorsese, soprattutto per quel che
riguarda la tecnica di ringiovanimento utilizzata nel film. Ma c’è
anche un altro aspetto che ha tenuto alta l’attenzione sul film,
ovvero il suo costo di produzione. Con un cast di primissimo piano
e un minutaggio di oltre 200 minuti, è stato chiaro fin da subito
che la pellicola rappresentasse un titolo a grosso budget e
sapevamo già che la produzione avrebbe avuto un sostegno
finanziario da film di fascia alta (dichiarati circa 160
milioni).
Ebbene oggi però apprendiamo grazie
ad un nuovo articolo di The Hollywood
Reporter, che il film è costato ben oltre la cifra dichiarata.
Infatti il sito ha riferito che la cifra attuale supera i 225
milioni di dollari spesi e considerato che la pellicola non ha mai
avuto un percorso di distribuzione tradizionale come tutti i film
di fascia alta, lo rende ancora più straordinario. Ora non sappiamo
esattamente come funzioni l’economia di Netflix ma questa cifra è certamente un esborso
economico dal quale rientrare in qualche modo.
Ma mentre per altri film di fascia
alta come Blade
Runner 2049 o Avengers:
Endgame, un budget considerevole è visibile ad occhio
nudo, con tutti gli effetti speciali presenti. In un film come
The
Irishman, la questione è molto più sottile. Per
cominciare un cast come quello presente
Al Pacino,
Robert De Niro, Joe Pesci e
Martin Scorsese probabilmente ha imposto una pesante
base di partenza. Senza contare tutta la post produzione per
ringiovanire gli attori, tecnica che ha obbligato il regista ad
utilizzare due cineprese sul set, cosa che ha imposto quindi
l’utilizzi di grandi set concepiti per poter garantire dei
movimenti di macchina e lasciare tutta la libertà possibile al
regista, notoriamente un talento a cui piace un certo virtuosismo.
Dunque il film oltre ad essere stato un successo di notiziabilità
per NETFLIX rappresenta certamente un capitolo
ancora aperto alla voce ENTRATE, e la cosa
potrebbe ripetersi con il
nuovo film del regista Killers of the
FlowerMoon, annunciato da poco che sarà
finanziato nientemeno che da APPLETV+, guarda
caso un concorrente diretto di NETFLIX.
Pensate che secondo le prime
notizie APPLE che si è aggiudicato il
finanziamento del film battendo proprio NETFLIX e
la MGM,Killers of theFlower avrà un costo di partenza simili a quello
di The
Irishman. Pare che l’attuale costi di produzioni sia
proprio 225 milioni di dollari, motivo che ha indotto la Paramount
ad abbandonare il progetto. Parte dell’alto budget sarà
dedicato al costo del cast. Leonardo DiCaprio è un attore da 20 milioni di
dollari, e Scorsese guadagna una cifra simile al protagonista.
Robert De Niro, che è anche a bordo per
recitare nel film, riceverà un ingaggio da 15 milioni. Dunque il
solo coinvolgimento di questi tre pone il budget sopra la linea a $
55 milioni di partenza. Quindi sembra che il prossimo film di
Martin Scorsese, Killers of the Flower
Moon, non sarà diverso da The
Irishman, almeno per quel che riguarda l’aspetto
economico.
Oltre ad essere stato il primo
protagonista del primo film, il Tony Stark di Robert Downey Jr. è stato senza dubbio il
volto principale del Marvel Cinematic
Universe in tutta la
saga Infinity, con tutte le principali trame collegate a lui.
Ora però che il suo Iron Man è ormai uscito di
scena degnamente, la domanda che sorge spontanea è quella legata
alla sua eredità. Senza dimenticare che il secondo personaggio più
popolare e carismatico dell’MCU, Steve Rogers, è uscito di scena allo stesso modo in
ENDGAME.
Molto probabilmente lo studios è
tutt’ora alla ricerca di un nuovo “leader” che diventi centro
narrativo sul quale costruire la nuova fase. In un primo
momento si è ipotizzato che questo personaggio potesse essere
Captain Marvel, considerato da molti il volto
futuro di tutto il MCU.
Ma proprio l’evoluzione che il personaggio ha avuta negli ultimi
due capitoli ha lasciato molti dubbi su questa ipotesi, dato che il
ruolo alla fine stato trattato palesemente cone un contorno anziché
assumere le sembianze di potenziale riferimento e leader. Nell’arco
dell’ultimo anno inoltre più volte è stata lanciata l’ipotesi che
questo eroe potesse essere Spider-Man, ma anche
qui i dubbi sono tanti e sopratutto sono legati tutti alla giovane
età del personaggio, che è bel lontano dall’essere un uomo
maturo.
Ebbene oggi la stessa fonte che ha
rivelato il
riavvio della saga su Percy Jackson e sul sequel Extraction in
casa NETFLIX, ha diffuso un report che aggiunge
alla lista di pretendenti un nuovo nome, ovvero WOLVERINE, un eroe già dalla fama consolidata
e che proprio grazie all’acquisizione
di 20th Century FOX è tornato alla casa madre. Pare
che il report confermi che il piano attuale vede proprio
WOLVERINE come personaggio che alla fine si affermerà
come nuovo eroe leader del Marvel Cinematic
Universe.
Ma quale potrà essere il percorso di WOLVERINE, personaggio da
introdurre nel MCU?
Secondo il report la
Marvel ha tutta
l’intenzione di giocare con LOGAN e all’inizio
avrà solo un ruolo minore nella loro versione degli X-MEM, ma col tempo le intenzioni sono quelle
di far diventare il personaggio uno dei principali volti di tutto
il Marvel Cinematic
Universe, un po’ come accaduto alla versione
interpretata magistralmente da Hugh Jackman, il
cui ultimo acuto LOGAN è considerato uno dei migliori film di
supereroi mai usciti al cinema. Tuttavia è del tutto logico che
Kevin Feige abbia tutta l’intenzione di
procedere a piccoli passi con il personaggio, dato che la
performance di Hugh Jackman non verrà facilmente dimenticata,
ma il mutante con il corpo di adamntium è ancora uno dei personaggi
più riconoscibili e popolari che hanno a disposizione.
A questo si aggiunge il fatto che
secondo la fonte Carol Danvers ha un ruolo enorme da svolgere
nell’immediato futuro del franchise, nonostante la battuta
d’arresto avuta nelle ultime due puntate, ma i Marvel Studios
coglieranno al volo l’occasione di sfruttare pienamente la
popolarità di Wolverine e, lungo la strada, il
personaggio sarà posizionato allo stesso livello di Captain Marvel e Spider-Man e diventerà uno dei tre nomi di
principali della MCU.
Vi ricordiamo che i prossimi film
in uscita del Marvel Cinematic Universe saranno in
ordine di uscita Black
Widow, Gli
Eterni e Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings. Due
dei quali serviranno ad introdurre potenzialmente nuovo
“carismatici personaggi”.
La regia
di Black Widow è
stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna
Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow,
quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo
passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro
delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà
davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la
sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in
sospeso anni prima che diventasse un membro degli
Avengers.
Esce il 10 giugno
prossimo, distribuito da Adler Entertainment in
esclusiva direttamente su Prime
Video,
L’amore a domicilio, commedia del regista
Emiliano Corapi, già autore del pluripremiato
Sulla strada di casa, con un ricco cast formato da
Miriam Leone, Simone Liberati, Fabrizio Rongione, Anna
Ferruzzo, Antonio Milo, Valeria Perri, Eleonora Russo e
con la partecipazione di Renato Marchetti e
Luciano Scarpa.
L’amore a domicilio prodotto da Andrea
Petrozzi per la World Video Production, con Rai Cinema e
in collaborazione con Frame by Frame e Marvin Film, si avvale di un
cast tecnico d’eccezione, con la direzione della fotografia di
Vladan Radovic (David di Donatello per Anime Nere), i costumi di Nicoletta
Taranta (vincitrice di un David di Donatello e due Nastri
d’Argento), la presa diretta di Maricetta Lombardo
(due David di Donatello e tre Nastri d’Argento), le musiche di
Giordano Corapi, il montaggio di Marco
Costa, le scenografie di Luisa Iemma.
L’amore a domicilio: la trama del film
Sentimentalmente pavido, Renato si
è sempre tenuto lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero.
Ma quando scopre che Anna, conosciuta per caso, è reclusa agli
arresti domiciliari, decide di lasciarsi andare ai sentimenti
sempre temuti. In quella casa, dove è l’unico uomo, è convinto di
poter controllare la situazione. In amore, però, non esistono vie
sicure e ben presto la situazione si complica…
L’amore a domicilio: le note del regista
Credo che la capacità di mettersi
in gioco nelle relazioni affettive e sentimentali sia un tema che
tocchi la vita di gran parte delle persone; qualcosa con cui tutti
si trovino a fare i conti prima o poi, nel bene e nel male. Quando
ho avuto l’idea de “L’amore a domicilio” ho pensato che questa
potesse esplorare in maniera originale e divertente proprio questo
tema e il suo dilemma fondamentale, vale a dire se sia meglio
lasciarsi andare, rischiando di soffrire, o tenersi alla larga da
ogni coinvolgimento, rinunciando però a una parte fondamentale
della vita.
La storia, infatti, si incentra
sull’impresa maldestra di una persona convinta di poter aggirare
quest’antitesi, approfittando della reclusione domiciliare della
donna di cui si è invaghito. Avendone la piena disponibilità ed
essendo l’unica presenza maschile nella sua casa, pensa di poter
superare angosce e insicurezze profonde, che in un contesto normale
lo avrebbero fatto fuggire. Ovviamente l’idea, oltre che meschina,
è ingenua sino a rasentare l’idiozia. Anche perché – e non è un
caso – la donna in cui si è imbattuto è pericolosa, non solo
socialmente, ma anche sentimentalmente, avendo risolto il problema
in questione con un atteggiamento autarchico che la rende
impermeabile agli affetti.
Proprio per la presenza di questi
elementi, ho pensato che il film potesse mescolare bene dramma e
commedia attraverso una rappresentazione tra favola metropolitana e
realtà, dove personaggi pronti a tutto, si muovono, giocando
vigliaccamente i propri opportunismi e le proprie debolezze, salvo
poi trovarsi a fare i conti con la loro parte migliore, risvegliata
proprio da quei sentimenti che pensavano di poter gestire. Nei
rapporti, infatti, non ci sono scorciatoie, e una volta che si è
deciso di giocare, non è possibile tornare indietro.
L’Italia si sta piano piano aprendo,
per l’inizio della Fase 3, dopo il totale lockdown della scorsa
primavera. Adesso tocca al resto del mondo e nelle scorse ore ha
fatto parlare di sé il primo ministro irlandese,
LeoVaradkar, che nel
discorso alla nazione in occasione dell’inizio della loro Fase 2,
ha citato il discorso di Sam Gamgee in Il Signore degli Anelli – Le due Torri.
Dopo aver introdotto le nuove norme
di circolazione, Varadkar ha concluso il suo discorso con una
citazione letterale: “Alla fine è solo una cosa passeggera,
quest’ombra, anche l’oscurità deve passare, arriverà un nuovo
giorno, e quando il sole splenderà sarà ancora più luminoso”.
Di seguito l’originale, a partire dal secondo 37, la citazione
precisa:
L’ultima volta che abbiamo parlato
del film di Peter Jackson, è stata la scorsa
settimana, quando grazie a Reunited Apart di Josh
Gad, abbiamo assistito alla reunion del cast de Il
Signore degli Anelli quasi al completo.
In occasione
della XXVIII Giornata Mondiale degli
Oceaniindetta dall’ONU,
lunedì 8 giugno Sky proporrà una programmazione
dedicata per sensibilizzare il pubblico sul tema della
salvaguardia dei mari. Prosegue dunque l’impegno di Skynella difesa
degli oceani con la campagna Sky Ocean Rescue,
grazie alla quale ha eliminato la plastica monouso dalle sedi e dal
packaging dei propri prodotti, e più in generale nella salvaguardia
dell’ambiente, con la campagna Sky 0, con cui si
impegna a divenire la prima azienda media e di intrattenimento
net zero carbon in Europa entro il 2030.
Diversi contenuti saranno sui
canali della piattaforma durante tutta la giornata, mentre sarà
disponibile on demand su Sky e NOW TV una
collezione dedicata con film, documentari e approfondimenti sul
tema.
Oltre a ricordare la giornata con
servizi e interviste ad esperti, Sky TG24,
proporrà alle 21.00 il documentario “Plastic
Busters”. Prodotto dalla testata all news e
realizzato da Daniele Moretti, il doc racconta gli
effetti della presenza di plastica e microplastica nel santuario di
Pelagos, un’area del Mediterraneo con una incredibile biodiversità.
Al seguito dei ricercatori impegnati sul campo del progetto Plastic
Busters, promosso dal Dipartimento di Scienze fisiche, della Terra
e dell’Ambiente dell’Università di Siena in collaborazione con un
consorzio di partner internazionali, il documentario mostra gli
sforzi degli studiosi per analizzare le conseguenze delle micro e
macro-plastiche sulla flora e la fauna marina e sulle specie a
rischio di estinzione e cerca di spiegare non solo quale sia la
situazione presente nell’area, ma anche come la ricerca provi a
combattere questo preoccupante
fenomeno.
Sempre lunedì 8 giugno, Sky
Cinema Family trasmetterà alcuni film a tema ambientale,
incentrati sulla salvaguardia dell’oceano e delle creature che lo
abitano: si parte alle 16.25 con Echo il mio amico
delfino, il film ambientato su un’isola paradisiaca che
celebra l’amicizia tra un bambino e uno splendido delfino; si
prosegue alle 18.00 con l’avventurosa animazione Il
Delfino nel variopinto mondo degli abissi, seguita alle 19.30
da Bernie il delfino, la fiaba ambientata sulle spiagge
della Florida che vede protagonista una giovanissima studiosa
dell’oceano, in grado di parlare con i delfini. In prima serata
alle 21.00, appuntamento con Qualcosa di straordinario, la
storia vera in cui John Krasinski e Drew Barrymore interpretano un
reporter e una volontaria di Greenpeace che si mobilitano per
salvare tre balene intrappolate nei ghiacci. Chiude la giornata sul
canale il film Flipper, la commedia ecologista tratta
dalla famosa serie tv che vede protagonista un giovane Elijah
Wood.
Infine, anche i canali
Discovery Channel e National Geographic
Wild proporranno una programmazione speciale dedicata alla
Giornata Mondiale degli Oceani. In particolare, Discovery
Channel lunedì 8 giugno trasmetterà alle 21.55,
Missione pianeta pulito, lo speciale con Zac Efron, in cui la star hollywoodiana
viaggia in giro per il mondo alla scoperta di gruppi di volontari
che si sono organizzati per ripulire alcuni dei mari e territori
più inquinati del mondo. Un viaggio emozionante che lancia un
messaggio di sensibilizzazione in merito al tema dell’inquinamento
da rifiuti e come tutti noi possiamo fare qualcosa per ridurre
questo fenomeno disastroso.
Su National Geographic
Wild, invece, la programmazione dedicata alla salvaguardia
degli oceani inizierà il 10 giugno e si prolungherà per tutto il
mese. Ogni mercoledì alle 21.10, verrà proposta una selezione
di titoli nei quali si andrà alla scoperta delle barriere
coralline, di luoghi esotici e di bizzarre e straordinarie creature
che vivono in fondo agli abissi. Tra i titoli in programmazione:
Le meraviglie dell’oceano, Balene assassine,
Meraviglie dagli abissi, Abissi: Animali assassini e
Monster Fish: Squali mortali.
Anche l’Italia ha la sua scuola di
magia, si chiama Torrebruma e si trova in un luogo imprecisato
accessibile solo a maghi e streghe provenienti da famiglie tanto
del mondo magico quanto di quello babbano. Questa è la premessa di
Torrebruma Online, il nuovo format
ispirato alla saga di Harry Potter proposto dall’associazione
culturale Eryados ai ragazzi dagli 11 ai 13 e dai 14 ai 17
anni.
Torrebruma
Online è un LARP, acronimo per Live Action
Role-Playing, ovvero un’attività di interpretazione di un
personaggio all’interno di una cornice narrativa. Per definizione
queste attività avvengono dal vivo, ma Eryados ha deciso di
proporre un format alternativo per continuare a raccontare e vivere
storie emozionanti insieme ai partecipanti, pur restando a
casa.
Smistati nelle quattro case italiane
Cervomanto, Forteguscio, Lestapiuma e Scorpioscuro, i ragazzi
interpreteranno il ruolo di uno studente di Torrebruma e ne
vivranno le avventure. Seguiranno le lezioni delle materie della
scuola – Erbologia, Incantesimi, Pozioni, Storia della Magia ecc. –
si sfideranno nella Coppa delle Case ed intervisteranno il Ministro
della Magia italiano, il comandante degli Auror e perfino un mago
oscuro. Se il format è nuovo, non lo è l’Arcaniverso,
l’universo narrativo originale creato per i cinque capitoli della
serie blockbuster LARP Arcaniversitas e per i tre di Magicampus che
hanno riscosso grande successo di pubblico e critica.
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Oltre all’attività ludica, i ragazzi
parteciperanno a workshop che li introdurranno alle tecniche del
LARP, all’interpretazione del ruolo, allo studio del personaggio e
alla scrittura creativa. Il calendario delle lezioni – che si
svolgono sulla piattaforma Zoom – è già partito ed è in continuo
aggiornamento, dato che è possibile inserirsi in Torrebruma
Online in qualunque momento successivo.
Per partecipare non occorre avere
predisposizioni particolari, l’unico requisito è la voglia di
divertirsi e la consapevolezza di non sentirsi del tutto
babbani. L’associazione culturale Eryados organizza i LARP
Arcaniversitas, Magicampus e Stranger Town. Gli organizzatori sono
sceneggiatori, registi, LARP designer, game designer e docenti,
impegnati da anni su base volontaria nello sviluppo di esperienze
dal vivo (e online) di storytelling condiviso.
Per ulteriori informazioni e richiesta foto ad alta
risoluzione:[email protected]
Presentato allo Slamdance Festival
2019, dove si è aggiudicato il Premio del pubblico, e poi di scena
al Toronto International Film Festival,
The Vast of Night – L’immensità della
notte, opera prima di Andrew
Patterson è un lavoro totalmente indipendente, prodotto
dall’etichetta del regista, la Ged Media
Production, che recupera atmosfere anni ’50 per
ambientarvi un thriller fantascientifico ricco di suspense e
stilisticamente molto curato.
The Vast of
Night, la trama
Alla fine degli anni ’50 in una
tranquilla cittadina del New Mexico, una notte la giovane
centralinista Fay, Sierra McCormick, e il suo
amico Everett, Jake Horowitz, conduttore
radiofonico, scoprono una strana frequenza audio, che emette un
segnale sconosciuto. Everett decide di trasmettere il segnale nel
suo programma alla radio per sapere se qualcuno riesce ad
identificarlo. Mentre i due cercano di capire di più, accade
qualcosa di inaspettato: la linea che cade più volte al centralino
dove Fay lavora, un blackout elettrico, un uomo, Billy,
Bruce Davis, che dice di sapere cosa sia quel
suono e racconta una storia inquietante, un’anziana donna,
Gail Cronauer, che vuole dare la sua
testimonianza. Intanto, nel cielo di Cayon si avvertono strane
presenze.
Lo stile di Andrew
Patterson e il tributo ai classici della fantascienza
The Vast of
Night è senza dubbio un tributo alle pietre miliari
del mondo fantascientifico, ai primi film sugli alieni, come
Ultimatum alla Terra di Robert
Wise (1951) o Incontri ravvicinati del terzo
tipo di Steven Spielberg (1977). Per far
tornare lo spettatore indietro a quelle atmosfere, il regista
sceglie un’ambientazione anni ’50, immaginando che si guardi il
film attraverso una delle prime tv in bianco e nero, magari da un
salotto d’epoca. Ecco quindi la scelta del bianco e nero sgranato
per alcune parti del film, che cede poi il passo al colore e a
un’immagine più nitida nel momento in cui si vuole che lo
spettatore sia partecipe ed entri nel vivo della narrazione. La
resa stilistica è molto efficace e ben curata e riesce davvero a
trasportare indietro nel tempo.
A contribuire a queste
atmosfere rétro e rendere credibile la messa in scena, l’utilizzo
di apparecchi d’epoca che riportano istantaneamente la mente dello
spettatore indietro nel tempo. Si è già detto dei primi televisori,
ma un ruolo hanno anche i vecchi telefoni – Fay lavora in un
centralino – e la radio. Tutto rigorosamente analogico e
apparentemente lontano anni luce dal mondo di oggi. Un’epoca
quella, verso cui il regista nutre forse una certa nostalgia e che
indubbiamente ama, vista la cura con cui la ricrea.
The Vast of
Night, un racconto semplice ma
intrigante
Un altro elemento chiave
del racconto è il buio della notte, come si evince dal titolo
stesso. Un buio nel quale tutto può accadere. Il film segue un filo
narrativo molto semplice e si sviluppa in un’unità di tempo breve,
ovvero nell’arco di una sola notte. Il regista preferisce
concentrarsi sull’organizzare bene una materia circoscritta
piuttosto che rischiare di perdersi in qualcosa di troppo
complesso. La scelta si rivela saggia, anche se in un primo momento
il materiale può apparire davvero troppo esiguo. Il film riesce
però man mano a coinvolgere creando una buona dose di mistero.
Come in un noto classico più recente
della serialità televisiva di fantascienza, che pure torna alla
mente, X-Files, si punta a creare la
suspense suggerendo una misteriose presenze che non vengono quasi
mai mostrate. Il regista crea questa sensazione perturbante anche
attraverso abili movimenti di macchina, utilizzandola in modo
originale ed espressivo.
Ad accrescere la suspense e a
catturare lo spettatore con un effetto quasi ipnotico, poi, alcune
parti del film, come l’intenso monologo dell’anziana madre
ottimamente interpretata da Gail Cronauer –
JFK, Boys don’t
cry. Scelte efficaci che si debbono alla
sceneggiatura, curata da James Montague e
Craig W. Sanger.
I protagonisti Sierra
McCormic e Jake Horowitz
The Vast of
Night conta su due giovani e capaci protagonisti:
Sierra McCormic e Jake Horowitz.
La prima è nota per aver interpretato il ruolo di Olive Doyle nella
serie tv A.N.T. Farm – Accademia Nuovi
Talenti . È poi approdata al cinema con il genere
thriller, essendo tra i protagonisti de L’odio che
uccide- Some kind of hate e Sorelle di
sangue. Jake Horowitz, dopo aver
esordito in teatro e partecipato alla serie tv
Manifest e a diversi cortometraggi è
stato recentemente protagonista di Adam
Bloom per la regia di Noah David
Smith. Qui entrambi si mettono alla prova rendendo
Fay e Everett una coppia di amici che mentre affrontano un mistero
più grande di loro si scoprono più vicini.
The Vast of
Night è un lavoro dalla trama semplice, ma ben
costruito, stilisticamente valido e ben recitato, che guarda ai
classici tra nostalgia e originalità, svelando il talento di un
regista già capace di guidare lo spettatore nel suo mondo e
coinvolgerlo. Distribuito da Amazon Studios, il film è disponibile
in streaming su Amazon Prime Video.
Jennifer Connelly è stata scelta per essere la
protagonista femminile di Top
Gun: Maverick, il sequel del film culto degli anni ’80
che vedrà
Tom Cruise tornare nei panni del pilota
scavezzacollo che ha fatto innamorare una intera generazione di
spettatrici. L’attrice premio Oscar ha di recente raccontato la sua
esperienza sul set e la sua collaborazione con Cruise.
Connelly ha raccontato di non aver
mai lavorato accanto ad un partner così preparato e così
intenzionato, in ogni singola occasione, a dare sempre il massimo.
“Fa tutto ciò che è in suo potere per dare il meglio” ha
detto l’attrice, confessando anche di essere stata leggermente
sotto pressione per le sue battute di fronte a tanta dedizione e
preparazione. La cosa non ci sorprende, per quanto sia un
personaggio bizzarro nella sua vita reale, Cruise è un attore
dedito e metodico, sicuramente un ottimo collega di set e un
partner stimolante.
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom
Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo
l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore,
mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato
nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei
diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun
pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley
Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio
del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar
Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e
confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene
coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina
in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che
saranno scelti per volarci incontro.
Tom Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick” Mitchell e Tom
“Iceman” Kazinsky. Insieme a loro anche Jennifer
Connelly, Jon
Hamme Miles
Teller. Il film arriverà al cinema il 23 dicembre
2020.
Hailee Steinfeld,
che ha prestato al voce a Spider-Gwen in
Spider-Man: Un Nuovo Universo, non sa se lo
spin-off sull’amatissimo personaggio è ancora in produzione. Il
film è stato un travolgente successo per SONY, che ha addirittura
vinto il premio Oscar per il miglior film d’animazione, e, anche
prima dell’uscita in sala, lo studio ha capito che aveva in mano un
prodotto che avrebbe potuto generare molti derivati e spin-off. In
particolare, il personaggio di Spider-Gwen,
amatissimo, era davvero efficace a schermo e poteva essere un
ottimo punto focale di un nuovo film.
Da allora, la produttrice
Amy Pascal ha confermato che lo spin-off al
femminile includerà (almeno) Cindy Moon aka Silk e Jessica Drew aka
Spider-Woman, oltre a Gwen Stacy. È stato anche riferito che il
veterano dell’animazione Lauren Montgomery
(Voltron, Batman: Year One) dirigerà il film, con
Bek Smith sta già scrivendo la sceneggiatura.
Tuttavia, non ci sono stati aggiornamenti importanti per diverso
tempo, e anche Steinfeld è nell’oscuro sullo stato attuale del
progetto.
Durante una recente intervista, ET
ha chiesto a Steinfeld se lo spin-off su Spider-Gwen sta ancora
andando avanti, e la cantante e attrice ha risposto: “Non che io
sappia, non sono al corrente di queste cose.” Ha poi aggiunto che
le piacerebbe davvero tanto se il film si facesse e che, data la
situazione di stop in tutto il mondo a causa della pandemia,
bisognerà soltanto pazientare per capire in che modo si
svilupperanno questi progetti.
Henry Gayden,
sceneggiatore di Shazam!,
film ambientato nel DC
Extended Universe e uscito nel 2019, ha raccontato di una serie
di scene cancellate del film tramite Twitter mentre, in cambio dei
suoi racconti, prova a raccogliere donazioni per le organizzazioni
collegate a Black Lives Matter. Gayden ha scritto il film sul
supereroe, che vede come protagonista Zachary
Levi, con Darren Lemke, e tornerà a
scrivere il sequel ancora senza titolo, che uscirà nel 2022.
Shazam!
faceva parte del progetto che avrebbe dovuto riportare in
carreggiata il DCEU, che sembrava completamente deragliato dopo gli
insuccessi di Suicide Squad del 2016 e
Justice League del 2017. Da quel
momento in poi, in effetti, sia critica che pubblico si sono posti
con rinnovata fiducia nei confronti di questi prodotti, visto che
Wonder Woman (2017) Aquaman (2018) e Shazam! sono stati bene
accolti.
Ora Gayden sta raccontando di volta
in volta su Twitter una serie di scene tratte dalla sceneggiatura
del film. Non si tratta di scene eliminate al montaggio, che ci
aspettiamo di vedere come contenuto extra di un’edizione in Home
Video, ma sono scene scritte che non sono state girate. Gayden ha
finora svelato due scene e dice che ne pubblicherà sette in totale
nella prossima settimana. La prima scena non realizzata vedeva
Shazam saltare in un grattacielo e spaventare un gruppo di persone
in riunione prima di fare uno scherzo. La seconda scena vedeva
invece Shazam sollevare un bulldozer da terra con una mano.
1 di 2
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro
di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso
di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! –
affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel
Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino
all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione
adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe
con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i
compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità
con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare
rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male
controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
Un artista portoghese, che sui
social si fa chiamare datrinti, ha realizzato un concept
definitivo per Cheetah, il personaggio dei fumetti DC che vedremo
per la prima volta al cinema in Wonder Woman 1984.
Secondo quanto scrive l’artista, nella didascalia del concept
condiviso su Instagram, il design del personaggio
che ha realizzato è il risultato di tutte le promo art e dei gadget
ufficiali diffusi e trapelati fino a questo momento.
Il personaggio dei fumetti è l’alter
ego di Barbara Ann Minerva, che sarà interpretata nel film di
Patty Jenkins da Kristen Wiig, e
che si troverà a scontrarsi con la Diana Prince di Gal
Gadot, che tornerà a vestire i panni della
protagonista, dopo l’esordio da solista nel 2017. Ecco di seguito
il disegno che mostra una fusione perfetta tra essere umano e
animale, esattamente come il personaggio compare nei comics:
Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un sequel
“inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio
grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli
eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero
aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima
iterazione della supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justice per poi tornare al vecchio secolo
con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Quando si parla di
fumetto si parla di cultura e si parla anche di editoria,
industria, imprenditoria, artigianalità, creatività,
professionalità, filiera. I più importanti festival
dedicati alla nona arte uniscono oggi le loro
forze con l’obiettivo di far riconoscere il valore
culturale dei fumetti e di tutto il mondo che vi gravita attorno,
per promuovere il linguaggio fumettistico e
stabilire un dialogo duraturo e proficuo con le
Istituzioni.
L’Emergenza Covid-19 ha messo a dura
prova tutti i comparti economici e produttivi del Paese. Il settore
che sembra più lontano dalla previsione di una ripresa, e ancora
privo di politiche per la sua tutela e sviluppo, è proprio quello
degli eventi, in particolare quello degli eventi dinamici, ovvero
delle manifestazioni affollate – come i festival – che si
alimentano principalmente della specificità aggregativa degli
assembramenti; l’attuale emergenza sanitaria e le misure di
contenimento a breve termine aprono pochi spiragli di possibilità
organizzative.
Le perdite economiche subite dai
festival di fumetto italiani nel 2020 sono un dato già evidente,
determinate come sono da: mancata vendita dei biglietti, mancato
introito di contributi e sponsorizzazioni, mancati emolumenti a
dipendenti e professionisti che a vario titolo collaborano con le
strutture organizzative, mancato supporto al volontariato
fondamentale nella realizzazione della maggior parte degli eventi
culturali. Ecco perché le manifestazioni più importanti d’Italia
richiedono misure urgenti, puntuali e dedicate, e
auspicano un dialogo con le Istituzioni preposte
ad affrontare l’impatto economico della pandemia nei diversi
settori dell’economia e della cultura.
Le azioni da porre in essere
dovrebbero contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria su
una filiera apparentemente ‘invisibile’ che, tuttavia, contribuisce
allo sviluppo dei territori e continua a dare lustro all’Italia nel
panorama delle industrie culturali creative
internazionali, così come lo fanno le industrie delle arti
visive (cinema e teatro, infatti, sono stati esplicitamente
considerati nel testo che riguarda il Fondo Cultura del Decreto
Rilancio).
Questo appello è sottoscritto da
ARF! Festival (Roma), Be Comics! (Padova), B-Geek (Bari),
BilBOlBul (Bologna), Cesena Comics & Stories, COMICON (Napoli),
Etna Comics (Catania), Lanciano nel Fumetto, Le Strade del
Paesaggio (Cosenza), Lucca Comics & Games, Lucca
Collezionando, Mostra Mercato del Fumetto ANAFI (Reggio Emilia),
Palermo Comic Convention, Pescara Comix & Games, Rapalloonia!
Mostra Internazionale dei Cartoonists (Rapallo), Riminicomix, San
Beach Comix (San Benedetto del Tronto),TCBF Treviso Comic
Book Festival, Teramo Comix, Tiferno Comics (Città di Castello),
Torino Comics, Varchi Comics (Montevarchi), Venezia Comics,
23 manifestazioni di respiro nazionale e
internazionale, con un bagaglio storico importante, ben
radicate nei propri territori, in dialogo con amministrazioni
locali, nazionali ed europee, che ogni anno offrono una pluralità
di eventi capaci di attirare un pubblico numeroso ed eterogeneo,
che va oltre il milione di presenze con un indotto
economico e una ricaduta sui territori intorno ai trecento
milioni di euro.
Come i festival di approfondimento
culturale, o come quelli dedicati al cinema, al teatro e alla
musica, i festival dedicati al fumetto rappresentano dunque
una realtà solida e strutturata in Italia, un
insieme di appuntamenti che durante l’anno contribuisce a comporre
un fitto calendario di iniziative culturali, editoriali e
commerciali, occasioni significative e uniche per frequentare
determinati luoghi o scoprirli proprio grazie a specifici programmi
di eventi.
In questo senso, i festival di
fumetto non sono assimilabili solo a fiere o a eventi collaterali:
sono vere e proprie piattaforme culturali in grado di attirare
energie creative, aggregare operatori commerciali e pubblico (un
pubblico variegato e trasversale composto da famiglie, ragazzi,
studenti, appassionati, turisti). Sono peraltro soggetti
essenziali allo sviluppo socio-economico delle
città, delle regioni e dell’intero sistema dell’industria
culturale in Italia. Trascurarli significherebbe vanificare
investimenti pluriennali, annientare i risultati raggiunti sino
ad
oggi e danneggiare irreversibilmente
una filiera produttiva, con il rischio di impoverire uno degli
asset creativi che contraddistinguono il nostro Paese. Un
patrimonio di manifestazioni al servizio della valorizzazione di un
linguaggio e di un settore produttivo di cui l’Italia è da
tempo uno dei leader mondiali, e primo produttore europeo
per numero di titoli all’anno. Un patrimonio festivaliero che
intende riaffermare la propria capacità di guardare avanti,
sollecitando le Istituzioni a difenderla e sostenerla nella fase di
complessa ricostruzione che attende tutta la filiera.
Dal 6 all’11 ottobre 2020 torna
il Carbonia Film Festival, appuntamento con
il cinema di qualità legato a due tematiche centrali nel dibattito
contemporaneo oltre che profondamente radicate nel territorio che
ospita il festival, ovvero migrazioni e lavoro. Da sempre il
festival, oltre al focus sulle narrazioni tematiche, dà spazio a
opere che si contraddistinguono per sperimentazione e ricerca
linguistica con un’attenzione ai talenti più promettenti del cinema
internazionale.
La manifestazione è organizzata dal Centro Servizi Culturali
Carbonia della Società Umanitaria, Fabbrica del Cinema e Cineteca
Sarda, insieme alla Regione Autonoma della Sardegna e al comune di
Carbonia, con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission e
la direzione artistica di Francesco Giai
Via.
L’appuntamento per l’edizione 2020
con il Carbonia Film Festival sarà online grazie all’accordo con un
partner importante come Festival Scope,
piattaforma internazionale che negli anni si è imposta come un
attore importante nell’industria cinematografica e che durante
l’emergenza Covid-19 è stata partner di quei festival come CPH:DOX
e Vision du Réel che per primi, nel periodo del lockdown, hanno
deciso di proporre un’edizione online.
Anche l’edizione 2020 di Carbonia Film Festival sarà realizzata in
partnership con Festival Scope e Shift72,
piattaforma leader per i servizi di video streaming che vanta
collaborazioni con festival importanti tra cui Marché du film di
Cannes e SXSW.
La programmazione del Carbonia Film
Festival varca i confini regionali e sarà fruibile in streaming
gratuitamente su tutto il territorio nazionale, anche se non
mancherà una selezione di appuntamenti pensati appositamente per la
città. La struttura del festival rimane invariata, con i due
concorsi internazionali lungometraggi e cortometraggi e una serie
di eventi speciali. Parallelamente alla selezione dei film gli
spettatori potranno accedere anche ad un ricco calendario di
incontri e masterclass online realizzato in partnership con Eja
TV.
“Viviamo una fase in cui i
limiti del nostro agire quotidiano sono sottoposti costantemente ed
in modo spesso imprevedibile a variazioni, aggiustamenti e
cambiamenti repentini. Come festival lavoriamo da sempre con
costanza sulla costruzione di forme di partecipazione del pubblico
e oggi queste vanno forzatamente ripensate con il massimo della
creatività e della flessibilità possibile”dichiara Francesco
Giai Via, direttore artistico del festival “Per spirito e
attitudine preferiamo guardare ai limiti come base per la
costruzione di nuove opportunità ed è in quest’ottica che abbiamo
deciso di costruire quello che sarà Carbonia Film Festival 2020, un
evento ibrido in cui conviveranno proiezioni e incontri online con
un gruppo di eventi pensati e costruiti per il pubblico della
nostra città. Un festival radicato nella sua storia ma che, non
solo per obbligo ma anche per scelta, vuole guardare al futuro e
alle sue possibilità”.
L’esperienza con Festival Scope non
si esaurirà nei giorni del festival, bensì il CSC Carbonia Società
Umanitaria – Fabbrica del Cinema e la Cineteca Sarda, insieme al
Centro Servizi Culturali di Alghero, hanno deciso di promuovere una
programmazione online per 12 mesi, così da proporre le proprie
iniziative a tutto il territorio nazionale, in un’importante
occasione di sperimentazione e promozione del proprio lavoro e
patrimonio.
“Le condizioni imposte dalle
restrizioni dovute alla pandemia rappresentano il triste riflesso
di quanto stiamo vivendo ma, al tempo stesso, un’opportunità di
crescita e sviluppo” aggiunge Paolo Serra, Direttore
del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società
Umanitaria“Se da un lato Festival Scope permetterà
un’esperienza sicura e di qualità per il pubblico a casa,
dall’altro avremo la possibilità di superare i confini territoriali
imposti dall’insularità coinvolgendo un numero potenziale di
appassionati cinefili molto più ampio di quanto fatto fin ad oggi.
La nostra proposta si articolerà nell’arco di 12 mesi e sarà
condivisa con gli altri Centri di Servizi Culturali di Cagliari e
Alghero con i quali programmare lo streaming di film e contenuti
allo scopo di valorizzare le nostre attività e il contenuto
dell’archivio regionale, la Cineteca Sarda. La programmazione
online non sostituirà le attività in presenza di pubblico ma sarà
l’occasione di promuovere al meglio servizi e attività proposte dai
Centri e capitalizzare l’investimento della Regione
Sardegna.”
Il manifesto dell’edizione 2020 del
Carbonia Film Festival è firmato da Sarah
Mazzetti, illustratrice e fumettista bolognese che
vanta collaborazioni prestigiose con testate quali The New York
Times, The New Yorker e The Guardian, nel 2017 ha pubblicato il suo
primo fumetto per bambini, “I gioielli di Elsa”, per Canicola
edizioni, ha vinto nel 2019 il prestigioso Premio
Internazionale di Illustrazione Bologna Children’s Book Fair –
Fundación SM.
Una ragazza rivolge lo sguardo e la sua immaginazione ad un cielo
pieno di astri, mentre dalle fondamenta del passato germoglia come
una nuova vita una natura coloratissima. Questa l’immagine potente
ed evocativa realizzata da Sarah Mazzetti per l’edizione 2020, in
cui le dicotomie del Carbonia Film Festival, terra e cielo,
memoria e ricerca, radici e sperimentazione prendono vita.
Dopo essere stato uno tra i film più
visti nelle principali piattaforme VOD – come primo lungometraggio
italiano ad alto budget ad uscire direttamente in streaming,
contribuendo alla campagna #iorestoacasa –
Un figlio di nome Erasmus approda anche nelle sale
a partire dal primo di luglio. Una spinta a sostegno di questa non
semplice ripartenza, dunque, ma anche un’opportunità per rivedere,
o vedere per la prima volta sul grande schermo, la prima produzione
cinematografica targata Eagle Pictures con
protagonisti Luca Bizzarri, Paolo
Kessisoglu, Ricky Memphis e
Daniele Liotti.
In quest’opera emozionante e un po’
nostalgica, quattro amici quarantenni si ritrovano in Portogallo, a
distanza di 20 anni dall’Erasmus fatto a Lisbona, per affrontare un
viaggio inaspettato alla scoperta di un segreto che potrebbe
completamente cambiare la vita a uno di loro. Alberto
Ferrari (Tra due donne, La terza stella)
dirige il poker di protagonisti, affiancati da un astro nascente
del cinema portoghese, Filipa Pinto (L’uomo
che uccise Don Chisciotte) e da un affascinante ritorno sul
grande schermo, Carol Alt.
Un figlio di nome
Erasmus sarà distribuito a partire dal 1º luglio
2020 da Eagle Pictures.
Consacratasi come una delle
interpreti di punta della sua generazione, Diane
Keaton ha negli anni dato vita a iconici personaggi,
protagonisti di altrettanto celebri film. Tra i titoli che più
l’hanno resa nota si annoverano senza dubbio quelli del regista
Woody Allen, con il quale l’attrice ha stretto un fortunato
sodalizio.
Ecco 10 cose che non sai di
Diane Keaton.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Diane Keaton: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il
film Amanti ed altri estranei (1970), per poi ottenere
grande popolarità con i film Il padrino
(1972), con Marlon
Brando e Al
Pacino, Provaci ancora,
Sam (1972), e Il padrino – Parte II (1974). Negli
anni seguenti recita in titoli come Reds
(1981), Il padrino – Parte III (1990), Il club
delle prime mogli (1996), La stanza di Marvin (1996),
Avviso di chiamata (2000), Tutto può succedere
(2003), con Jack
Nicholson, Perché te lo dice mamma (2007),
Big Wedding
(2013), Mai così
vicini (2014), Ruth & Alex
(2014), Appuntamento al
parco (2017),e Book Club
(2018)
9. Ha recitato in una nota
serie TV. Nel 2016 l’attrice torna a recitare per il
piccolo schermo, dopo anni di assenza, per la serie ideata e
diretta da Paolo Sorrentino, The Young
Pope. Qui ricopre il personaggio di Suor Mary, ricorrente in
ogni episodio. Prendendo parte alla serie, l’attrice ha così avuto
modo di recitare anche accanto agli attori Jude Law e
Silvio
Orlando.
8. È anche regista.
Nel corso degli anni Ottanta l’attrice ha iniziato ad interessarsi
all’arte della regia, dirigendo inizialmente diversi videoclip o
documentari. La grande occasione arriva nel momento in cui dirige
l’episodio numero quindici della seconda stagione di Twin
Peaks (1991). Dopo quell’esperienza, debutterà alla regia di
lungometraggi, come Fiore selvaggio (1991), Eroi di
tutti i giorni (1995) e Avviso di chiamata
(2000).
Diane Keaton e Woody Allen
7. Ha recitato in diversi
film del noto regista. A rendere popolare l’attrice
all’interno dell’industria hollywoodiana furono in particolare i
film girati con il regista e sceneggiatore Woody Allen. I due si conobbero sul set di
Provaci ancora, Sam (1972), e strinsero un sodalizio che
li portò a recitare in altri sette film. Questi sono Il
dormiglione (1973), Amore e guerra (1975),
Io e Annie
(1977), Interiors (1978), Manhattan (1979),
Radio Days (1987) e Misterioso omicidio a
Manhattan (1993).
6. Ha vinto un Oscar grazie
ad un film di Allen. Grazie al ruolo di Annie Hall in
Io e Annie, il quale fu scritto appositamente pensando a
lei, la Keaton ricevette una nomination come miglior attrice ai
premi Oscar del 1978. Durante la cerimonia, si aggiudicò infine il
prestigioso premio, che ad oggi rimane l’unico da lei vinto.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Diane Keaton e Al Pacino
5. Ha avuto una relazione
con il noto attore. La storia che lega la Keaton al premio
Oscar Al Pacino è lunga e travagliata.
Conosciutisi durante il set de Il Padrino, i due diedero
vita ad una relazione protrattasi in modo fortemente discontinuo
fino al 1990, quando recitarono nel terzo ed ultimo capitolo della
trilogia. Da quel momento si separarono definitivamente, ma
rimanendo in buoni rapporti.
Diane Keaton in Il Padrino
4. Si ispirò alla moglie del
regista per il suo ruolo. All’interno della trilogia di
Il Padrino, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kay
Adams. Questa finisce con l’essere la moglie di Michael Corleone,
il quale eredita dal padre Don Vito il ruolo di capofamiglia. Per
il suo ruolo, la Keaton affermò di essersi ispirata alla moglie del
regista Francis Ford Coppola, Eleanor,
identificando nei due la storia di Michael e Kay.
3. Il regista la volle per
una sua qualità. All’epoca del primo film, datato 1972,
l’attrice era ancora pressoché sconosciuta. Al suo attivo aveva
sporadiche apparizioni televisive e diversi spettacoli teatrali.
Ciò è bastato per farle ottenere una discreta fama nel mondo dello
spettacolo, in particolare come personalità eccentrica. Fu per
questa sua caratteristica che Coppola la selezionò per il film,
convinto che avrebbe potuto rendere più umano il suo
personaggio.
2. Credeva che il film
sarebbe stato un disastro. È noto che le riprese del film
si rivelarono particolarmente complesse ed estenuanti, tanto per la
troupe quanto per il cast. Dato il modo in cui si svolgevano i
lavori, l’attrice era convinta che il film si sarebbe rivelato un
disastro, e che avrebbe posto fine alla sua carriera. Per sua
fortuna, avvenne esattamente l’opposto.
Diane Keaton: età e altezza
1. Diane Keaton è nata a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, il 5 gennaio del
1946. L’attrice è alta complessivamente 169 centimetri.