In una nuova intervista, Quentin Tarantino ha spiegato perché il suo
film dedicato a Luke Cage non ha mai
visto la luce. Negli ultimi anni, il personaggio dei fumetti
Marvel creato Roy
Thomas, George Tuska, Archie Goodwin e John
Romita Sr. è balzato all’attenzione del pubblico
mainstream grazie all’omonima
serie targata Netflix.
La fama del personaggio a livello
mondiale, però, sarebbe potuta esplodere già nel corso degli anni
’90 proprio grazie a Tarantino, che in seguito al successo de
Le Iene e Pulp Fiction aveva pensato di dirigere un film basato
proprio sul supereroe mercenario.
Adesso, in una recente intervista in
occasione del
podcast di Amy Schumer (via
Screen Rant), il regista ha spiegato i motivi che lo hanno
spinto a non realizzare più un film basato su “Luke Cage:
Hero for Hire“, serie a fumetti del 1972 che segnò il
debutto del personaggio.
Come spiegato da Tarantino, non si
trattò all’epoca di problemi con la Marvel, né di problemi di
produzione, ma bensì di una mera questione legata al casting: gli
amici appassionati di fumetti del regista, infatti, continuavano a
dirgli che il protagonista sarebbe dovuto essere Wesley Snipes – attore molto in voga negli
anni ’90 -, mentre Tarantino voleva affidare la parte a Laurence Fishburne:
“Tutti i miei amici continuavano
a dirmi: ‘No, no, no, amico. Deve essere Wesley Snipers’. E io
dicevo ogni volta: ‘Sentite, a me piace Wesley Snipes, ma voglio
dire… Laurence Fishburne è praticamente Marlon Brando. Penso che
‘Fish’ sia la persona giusta’.”
Tarantino ha rivelato che la sua
idea di un film dedicato a Luke Cage è nata tra la fine della
post-produzione de Le Iene e l’inizio della produzione di
Pulp Fiction. All’epoca,
Wesley Snipes era certamente più popolare di
Laurence Fishburne, nonostante quest’ultimo avesse già recitato
in film molto acclamati come Il colore viola e Boyz n
the hood. Tarantino ha ammesso di aver pensato a Fishburne per
il ruolo di Luke Cage dopo averlo visto recitare in King of New
York di Abel Ferrara del 1990.
Lo scorso weekend la Disney ha
finalmente annunciato la nuova data di uscita di
Black Widow,
che dal 1° maggio è stato ufficialmente posticipato al prossimo 6
novembre. Sappiamo che il film con Scarlett Johansson sarà ambientato tra gli
eventi di Captain America: Civil War e quelli di
Avengers: Infinity War: adesso, sappiamo anche
che il cinecomic rivelerà cosa ha fatto Natasha quando non
l’abbiamo vista negli altri film del MCU.
Nell’ultimo speciale di Total Film (via
Screen Rant) dedicato al film, Kevin Feige, il boss dei Marvel Studios,
ha anticipato nuovi dettagli a proposito dell’affascinante
backstory di Natasha che verrà raccontata nel film, spiegando che
“la storia di Natasha è stata soltanto accennata negli altri
film. Ci siamo approcciati ad essa in un modo completamente
inaspettato. Natasha ha sempre fatto tanto, anche quando non
l’abbiamo vista negli altri film del MCU, e molte di queste cose
lasceranno davvero sorpreso il pubblico.”
Dalle parole di Feige sembra quindi
che il film permetterà ai fan di scoprire le gesta eroiche di
Natasha al di là delle avventure che hanno avuto luogo tra gli
eventi di Civil War e
Infinity War.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà una
pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff
dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini.
Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di
sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di
spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che
diventasse un membro degli Avengers.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Mondo ha appena rilasciato la nuova
cover del vinile della colonna sonora di Avengers:
Endgame e si tratta di un disegno dal gusto
pittorico che rappresenta un grande omaggio a Captain America.
Il film è stato diretto da
Joe e Anthony Russo con la sceneggiatura di
Christopher Markus e Stephen McFeely. Il film ha
concluso l’arco narrativo di una storia durata 22 film del MCU che è iniziato nel 2008 con
Iron Man.
Incaricandosi di svolgere la sua
ultima missione dopo la sconfitta di Thanos (Josh
Brolin) e il sacrificio di Iron Man (Robert
Downey Jr.), Captain America (Chris
Evans) torna indietro nel tempo per restituire tutte e
sei le Gemme dell’Infinito usate nel corso della storia, proprio
come Smart Hulk (Mark
Ruffalo) promette all’Antico (Tilda
Swinton).
Ritorna quindi nel 2023, consegnando
a Sam Wilson (Anthony
Mackie) il suo scudo e passandogli effettivamente le
responsabilità e il titolo di Captain America. Lì, i fan hanno
appreso che dopo aver completato la sua missione, Steve si è
riunito con Peggy (Hayley
Atwell) e ha vissuto una vita piena con lei. Il
momento che svela questa celta, insolita per il personaggio di Cap,
è una delle scene più memorabili di Endgame ed è ora immortalata
nel magnifico Mondo Poster che fa da copertina al vinile.
La colonna sonora di Endgame è stata
distribuita in digitale lo stesso giorno in cui il film è uscito
nelle sale il 26 aprile 2019, a questa uscita ha fatto seguito la
distribuzione “fisica” il 24 maggio. Composta da Alan
Silvestri, contiene 35 brani. Silvestri è l’uomo dietro
l’ormai iconico tema dei Vendicatori, che ha debuttato per la prima
volta nel film The Avengers del 2012
diretto da Joss Whedon.
Fu sostituito da Brian
Tyler e Danny Elfman per
Avengers: Age of
Ultron, ma alla fine tornò a lavorare su
Avengers: Infinity War e
il suo sequel. Non sappiamo se il prossimo vinile di Mondo conterrà
tutte e 35 le composizioni di Silvestri o solo i 23 brani
selezionati dall’uscita fisica.
Un libro ed un coltello, sono questi
i due oggetti che meglio descrivono Il
Buco, nuovo film Netflixche segna l’esordio alla regia
dello spagnolo Galder
Gaztelu-Urrutia. Due oggetti che si pongono in
contrapposizione per il loro valore metaforico, e che possono
essere facilmente utilizzati per riassumere le due forze che si
danno battaglia all’interno di un discorso sulla lotta di classe
qui particolarmente esplicito. Presentato in anteprima mondiale al
Toronto International Film Festival, la pellicola spagnola si è
infatti distinta per il suo intreccio tra fantascienza distopica e
horror, ed è ora disponibile al pubblico sulla celebre piattaforma
streaming.
Protagonista del film è un uomo di
nome Goreng (Iván Massagué), il quale si risveglia
in quello che viene chiamato il buco. Questo edificio, che
si estende in verticale, è composto di innumerevoli livelli, i
quali presentano un foro rettangolare al centro. Da qui, una volta
al giorno, passa una piattaforma che si rivela essere una tavola
imbandita. Il meccanismo è semplice: chi sta più in alto ha la
possibilità di sfamarsi, chi si trova ai livelli inferiori finirà
invece con l’avere da mangiare solamente gli scarti.
Il Buco: la legge del coltello e la
sapienza del libro
All’interno del film non esiste
altra ambientazione se non quella rinominata il buco.
Questo non è altro se non una prigione infernale, dove i detenuti
possono portare con sé un solo oggetto di propria scelta. Per
Goreng, il protagonista, si tratta del romanzo Don Chisciotte
de la Mancia, per il suo compagno di livello, il viscido
Trimagasi, è invece un affilatissimo coltello. Nella loro scelta si
ritrova così da subito la lotta tra la forza bruta e l’intelletto,
in una dialettica che si articolerà per l’intera narrazione.
Compreso infatti il meccanismo che porta chi sta sopra a vivere a
discapito di chi sta sotto, il protagonista cercherà di usare il
cervello per cambiare quell’ordine innaturale delle cose, ottenendo
tuttavia scarso successo.
Si parla di lotta di classe, dunque,
e l’esordiente regista e sceneggiatore spagnolo sceglie di farlo
attraverso un ambiente probabilmente fin troppo esplicito a
riguardo, ma che viene arricchito da quei dettagli che rendono la
visione più interessante di tante altre opere a riguardo. Questo
perché all’interno di un film che fa della metafora il proprio
strumento di comunicazione prediletto, Gatzelu-Urrutia costruisce
una serie di indizi, riferimenti e chiavi di lettura che stimolano
lo spettatore, introducendolo in una serie di perversi meccanismi
dai quali è difficile uscire.
Se Il Buco è in
modo anche ovvio una gigantesca rappresentazione dell’inferno
dantesco, con i suoi gironi e personaggi raccapriccianti, ciò che
emerge realmente è l’utilizzo di un genere popolare per trattare un
tema sociale oggi particolarmente presente al cinema. Difficile non
pensare all’ormai iconico Parasite, di
Bong
Joon-Ho, mentre in questa variante spagnola del tema
si ritrova un occhio meno imparziale e più pronto al giudizio di
quanti fanno prevalere la propria individualità a discapito dei
meno fortunati.
Il Buco: la recensione del
film
Il nuovo film Netflix si inserisce
all’interno di un catalogo dove distopia e tematiche sociali non
mancano di certo, e sembrano anzi essere particolarmente sostenute
dall’azienda di streaming. Ciò che, al di là dei diversi
riferimenti biblici, letterari o sociali, appare interessante
all’interno della pellicola è l’abilità dell’autore nell’affermare
la propria regia. Pur trovandosi all’interno di un unico, minimale
ambiente, risulta infatti difficile avvertire una sensazione di
stanchezza nel corso della visione.
Gatzelu-Urrutia è attento a
costruire una grande varietà nelle inquadrature, permettendo così
allo spettatore di non assistere a qualcosa di troppo ripetitivo,
ma al contrario catturandone l’attenzione con una messa in scena
stimolante, dove non manca una generale claustrofobia, essenziale
per sostenere il tono orrorifico che il film assume con il
procedere della narrazione.
Con
Il Buco, lo
spettatore ha sul piatto molto di cui poter riflettere, con la
pellicola che non manca di arrivare a proporre una propria
interpretazione del problema e delle sue possibili soluzioni. E se
in parte a penalizzare il film può essere la costruzione visiva
della metafora trattata, che rischia di essere didascalica per il
tema, è nella costruzione della messa in scena che si possono
fortunatamente ritrovare le idee più brillanti, che conferiscono un
carattere unico all’intero lungometraggio.
I nuovi concept art di Black
Panther mostrano dei bozzetti non utilizzati per
il costume di Erik Killmonger, interpretato da Michael B. Jordan.
Black
Panther / T’Challa (con il volto di Chadwick Boseman) è stato presentato nel
MCU in Captain America: Civil War, nel 2016,
e due anni dopo ha avuto il suo film da protagonista. Black
Panther è stato un enorme successo per la
Marvel, incassando oltre $ 1,3 miliardi in tutto il mondo e
diventando il primo film basato su un personaggi dei fumetti ad
essere nominato agli Oscar nella categoria miglior film.
La storia segue le peripezie di
T’Challa all’indomani di Civil War e della morte
del re, suo padre, nel momento in cui si trova lui a dover gestire
il regno e ad imparare ad essere re. Lo scorso anno è stato
annunciato ufficialmente un sequel previsto per maggio 2022, che
riporterà Boseman nei panni del protagonista e alla regia di nuovo
Ryan Coogler.
Uno dei punti più alti di Black
Panther è stato senza dubbio la
rappresentazione del villain, Killmonger. Jordan è stato ampiamente
elogiato per la sua interpretazione e Killmonger è diventato
istantaneamente uno dei migliori cattivi dell’MCU.
Questo perché questo villain in
particolare ha delle motivazioni comprensibili a tutti e con lui si
può entrare in relazione. Alla fine, Killmonger muore dopo uno
scontro con T’Challa, e sebbene T’Challa si sia offerto di
salvarlo, lui rifiuta il suo aiuto per irmanere fedele ai suoi
ideali. Molti sperano che Killmonger tornerà in qualche modo in
Black Panther 2, anche se nulla è stato
confermato. Tuttavia, Jordan riprenderà il ruolo nella serie
animata Disney+What If
…? che ci mostrerà un futuro alternativo per il
personaggio.
Il concept artist in forze alla
Marvel, Rodney
Fuentebella, ha condiviso due progetti inutilizzati
per Killmonger su Instagram. Il primo mostra una versione accurata
rispetto ai fumetti della maschera e il secondo un costume tattico
di Killmonger che Fuentebella ha descritto come un “look mimetico
avanzato”.
Sebbene non siano del tutto uguali
al suo outfit su carta, i due disegni presentano alcune somiglianze
con l’originale. Eccoli di seguito:
La Marvel ha assunto Jeff
Loveness per lavorare alla sceneggiatura di Ant-Man 3, a riferirlo è
THR. Secondo il
report, lo sceneggiatore della serie del blocco Adult Swim,
Rick e Morty, affiancherà Paul
Rudd nella stesura del copione di quello che dovrebbe
confermarsi essere il franchise più leggero trai vari titoli che
compongono il MCU.
Già in precedenza, le avventure di
Scott Lang sono state applaudite dal pubblico come un leggero
divertissement, che ha aiutato a stemperare l’emozione forte di
titoli come Infinity War, ad esempio, che
si conclude con la sconfitta degli
Avengers.
Anche se Ant-Man 3 è attualmente
senza una data di uscita ufficiale, i Marvel Studios stanno facendo
delle mosse per spingere in avanti la produzione del titolo in cui
Lang e la sua banda torneranno a fare danni.
Secondo quanto riferisce The
Hollywood Reporter, Leveness ha firmato questo accordo proprio nel
momento in cui il mondo del cinema è completamente bloccato, a
testimonianza che nonostante la difficoltà del momento, si pensa
già al futuro.
L’ultimo film di questo franchise
che abbiamo visto al cinema è stato Ant-Man and the
Wasp, diretto da Peyton Reed. Il
cast del film comprende Paul Rudd, Evangeline Lilly, Bobby
Cannavale, Michael Pena, Judy Greer, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer,
Laurence Fishbourne, Hannah John-Kamen e Walton
Goggins.
Ieri la Disneyha annunciato tutte
le nuove date di uscita dei prossimi titoli blockbuster.
L’emergenza coronavirus ha ovviamente imposto allo Studio di
posticiparne le uscite ma anche di posticipare la lavorazione di
molti degli altri progetti in cantiere.
In particolare, tutti i nuovi film
Marvel Studios, sotto l’enorme
ombrello Disney, sono stati posticipati e sembra che Scott
Derrickson, regista di Doctor
Strange che però ha lasciato la regia del sequel, sia
molto felice di questo spostamento.
La ragione è presto detta:
posticipare la produzione effettiva del film significa lasciare più
tempo e spazio alla scrittura che, non importa quanto sia grande il
film, dovrebbe rimanere la parte più importante del processo.
Ecco cosa scrive su Twitter il
regista: “Il ritardo dell’uscita di tutti questi grandi film
blockbuster migliorerà la loro qualità, ci sarà più tempo per la
sceneggiatura e per lo sviluppo dell’aspetto visivo.
Blade Runner ha quell’aspetto
incredibile perché Ridley Scott e il suo team lavorarono un intero
anno, dal ’80 al ’81 con gli attori e gli sceneggiatori per
perfezionare l’aspetto visivo del film.”
E poi aggiunge: “Inoltre,
abbiamo ritardato l’uscita di Doctor Strange di cinque mesi pur di
avere Benedict Cumberbatch. Se non lo avessimo fatto, non avremmo
avuto quel tempo per la sceneggiatura o per capire come gestire al
meglio gli effetti visivi”
Senza dubbio la posizione del
regista è artisticamente condivisibile, ma resta sicuramente
difficile per Disney e Marvel Studios gestire questa situazione
senza precedenti che mette in ginocchio l’industria
cinematografica.
Tutti i film Marvel in programma
saranno spostati. Ecco le nuove date: Black
Widow 6 novembre, Gli
Eterni 12 febbraio 2021, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci
Anelli 7 maggio 2021, Doctor Strange
2 5 novembre 2021. Questi spostamento spingono
Thor: Love And Thunder
al 18 febbraio 2022. La data del 6 maggio 2022 di Black
Panther 2 è invariata, mentre il Capitano
Marvel 2 si sposta di due settimane all’8 luglio
2022.
Affermatosi come uno dei più
interessanti interpreti degli anni Ottanta, William
Hurt ha guadagnato celebrità ruolo dopo ruolo, arrivando
ad ottenere alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti
dell’industria statunitense. Negli anni non ha mai smesso di
prendere parte a quelli che si sono rivelati grandi successi
cinematografici, mettendo continuamente in mostra la sua duttilità
d’interprete. Ecco 10 cose che non sai di William
Hurt.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
William Hurt: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1980 con il
film Stati di allucinazione, con cui ottiene una prima
notorietà. Si afferma poi come interprete grazie a pellicole come
Brivido caldo (1981), Il grande freddo (1983),
Il bacio della donna ragno (1985), Dentro la
notizia (1987) e Alice (1990). Successivamente recita
anche in La peste (1992), Jane Eyre (1996),
Dark City (1998), Sunshine (1999), A.I. –
Intelligenza artificiale (2001), Ipotesi di reato
(2002), A History of Violence (2005), con Viggo
Mortensen, Syriana (2005), Into the
Wild (2007), di Sean
Penn, L’incredibile Hulk (2008), Robin Hood
(2010), Captain America:
Civil War (2016), con Chris
Evans e Robert Downey
Jr., Avenger: Infinity
War (2018), Avengers:
Endgame (2019) e Black
Widow (2020), con Scarlett
Johansson.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Hurt
non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo
ad esempio in film come Varian Fry – Un eroe dimenticato
(2001) e Too Big to Fail – Il crollo dei giganti (2011),
con anche l’attore Paul
Giamatti. Negli ultimi anni ha invece recitato nelle
serie Frankenstein (2004), Incubi e deliri
(2006), Damages (2009), Moby Dick (2011),
Bonnie & Clyde (2013), Humans (2015),
Golia (2016) e Beowulf: Return to the Shieldlands
(2016).
8. È stato più volte
nominato all’Oscar. Ad oggi Hurt vanta ben quattro
nomination al premio Oscar. Alla sua prima candidatura, nel 1986,
ha vinto il prestigioso premio come miglior attore per Il bacio
della donna ragno. Viene nominato nella medesima categoria
anche nel 1987 per Figlio di un dio minore, e nel 1988 per
Dentro la notizia. Nel 2006 viene invece nominato come
miglior attore non protagonista per A History of
Violence.
William Hurt: i figli
dell’attore
7. Ha avuto diversi figli da
più relazioni. L’attore diventa padre per la prima volta
nel 1982, quando dà alla luce un bambino dalla relazione avuta con
la sceneggiatrice Sandra Jennings. Successivamente, dal matrimonio
con Heidi Henderson, diventa padre di altri due figli, nati
rispettivamente nel 1989 e nel 1991. Nel 1994 nasce l’ultima
figlia, avuta dalla sua relazione con l’attrice Sandrine Bonnaire,
conosciuta sul set del film La peste.
William Hurt: il suo 2019
6. Ha recitato in diversi
film. Il 2019 è stato un anno particolarmente ricco per
l’attore. Non solo questi è apparso sul grande schermo nuovamente
nei panni del Generale Ross in Avengers:
Endgame, ma ha anche preso parte alle riprese del film
Black
Widow, con Scarlett Johansson, dove
comparirà nuovamente nei panni del personaggio.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
William Hurt in L’incredibile
Hulk
5. Ha interpretato un
celebre personaggio. L’attore diventa noto all’interno del
Marvel Cinematic Universe per aver
dato vita al Generale Ross, uno dei principali opponenti di Bruce
Banner e Hulk. Originariamente l’attore Sam
Elliott chiese di poter ricoprire nuovamente il ruolo,
avendolo interpretato nell’Hulk del 2003, ma la produzione
preferì assegnarlo ad un nuovo volto, scegliendo quello di
Hurt.
4. Si è ispirato ad un
celebre personaggio della letteratura. Per dar vita al suo
Generale Ross, l’attore ha affermato di essersi ispirato al celebre
capitano Achab, che nel romanzo Moby Dick dà la caccia
alla celebre balena bianca. Per Hurt, Ross dà vita allo stesso modo
ad un’ossessiva caccia al celebre gigante verde.
3. È l’unico attore del film
ad aver ripreso il suo ruolo. Del cast del film, composto
tra gli altri dall’attore Edward
Norton, Hurt è l’unico che avrebbe ripreso il proprio
ruolo anche per successivi film Marvel. È infatti poi ricomparso in
Captain America: Civil War, in Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame.
William Hurt in Avengers
2. I registi lo hanno voluto
nel film. Dopo essere comparso in L’incredibile
Hulk, Hurt torna a vestire i panni del Generale Ross soltanto
dopo diversi anni. I registi Anthony e Joe Russo
hanno infatti espresso il desiderio di poter includere l’attore nei
film Marvel da loro diretti, poiché pensavano che il personaggio
fosse stato ingiustamente dimenticato.
William Hurt: età e altezza
1. William Hurt è nato a
Washington, Stati Uniti, il 20 marzo 1950. L’attore è alto
complessivamente 188 centimetri.
Mickey Rourke è
stato uno degli attori più popolari degli anni ’80, caduto però poi
nel silenzio anche per via della sua turbolenta vita al di fuori
dello schermo. Riportato a nuova vita dal film The
Wrestler, Rourke è riuscito ad affermare nuovamente
la propria figura, fondata sul ruolo dell’antieroe dal carattere
ruvido e solitario. Si è così trovato a vivere una seconda
giovinezza cinematografica, dimostrando ancora di poter essere
quell’interprete drammatico di grande levatura, il quale nasconde
talento dietro ad ogni cicatrice.
Ecco 10 cose che non sai di
Mickey Rourke.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Mickey Rourke: i film in cui ha
recitato
10. Ha avuto una lunga
carriera con celebri lungometraggi. Rourke esordisce al
cinema con un ruolo nel film 1941 – Allarme a Hollywood
(1979), per poi prendere parte a celebri pellicole come I
cancelli del cielo (1980), Brivido caldo (1981),
Rusty il selvaggio (1983), L’anno del dragone
(1985), 9 settimane e ½ (1986) e Angel Heart
(1987), con Robert De
Niro. Negli anni successivi l’attore vive un forte
declino, che lo porterà anche ad abbandonare temporaneamente le
scene. Torna alla ribalta soltanto nel 2008, quando viene scelto
come protagonista del film The Wrestler, dove recita
accanto a Marisa
Tomei e Evan Rachel
Wood. Da quel momento vive una nuova parentesi di
popolarità, che lo porta ad apparire in film come Iron Man 2
(2010), con Robert Downey
Jr., IMercenari (2010), di Sylvester
Stallone, Immortals (2011)
e Sin City – Una donna
per cui uccidere (2014), con Eva
Green.
9. Ha scritto alcune
sceneggiature. Nel corso della sua carriera Rourke non si
è limitato soltanto alla recitazione, collaborando anche alla
scrittura di alcuni soggetti e sceneggiature di film a cui si è
dichiarato particolarmente legato. Tra queste si annoverano il
drammatico Homeboy (1988), incentrato sul pugile Johnny
Walker, F.T.W. – Fuck The World (1994), la cui vicenda
ruota intorno ad un cowboy accusato d’omicidio, e Bullet
(1995), con protagonista un ex detenuto in cerca di riscatto.
Rourke è poi apparso in qualità di protagonista all’interno di
questi film.
8. È stato nominato
all’Oscar. Nel 2008 l’attore ottiene grandi attenzioni
all’interno di Hollywood per il suo ruolo in The Wrestler.
Grazie a questo film non solo rilancia la propria carriera, ma
inizia a ricevere sempre più riconoscimenti durante la stagione dei
premi. Arriva infine ad ottenere la sua prima nomination come
miglior attore ai prestigiosi premi Oscar. Qui viene tuttavia
sconfitto dall’amico Sean
Penn, ma grazie a tale fortunata stagione Rourke
ottiene la possibilità di rientrare a far parte dell’industria,
ottenendo nuovi ruoli di rilievo in importanti film.
Mickey Rourke: chi è sua
moglie
7. Si è sposato due
volte. Nel 1981 l’attore sposa Debra
Feuer, con la quale reciterà insieme nel film
Homeboy. Poco dopo aver girato la pellicola, tuttavia, i
due annunciano il divorzio nel 1989. Successivamente si sposa una
seconda volta con l’attrice Carré Otis, conosciuta
sul set del film softcore Orchidea selvaggia. Dopo una
turbolenta relazione, anche il secondo matrimonio di Rourke finisce
con il divorzio, annunciato nel 1998. Attualmente non è noto se
l’attore si impegnato in una relazione sentimentale o meno.
Mickey Rourke e la carriera da
pugile
6. Ha avuto una promettente
carriera nel pugilato. Prima di entrare nel mondo della
recitazione Rourke si è costruito una certa fama come pugile, con
un’attività dilettantistica che vantava 17 incontri vinti per KO su
20 totali. L’attore abbandona però lo sport, salvo riprenderlo nei
primi anni Novanta. Qui si riconferma ancora come un pugile
particolarmente forte, ma non riesce a raggiungere una caratura
sportiva di livello nazionale. Per tale motivo, dopo poco decide di
abbandonare per sempre la disciplina, affermando che tale periodo
gli è però servito per ritrovare la grinta giusta per recitare.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Mickey Rourke in The Wrestler
5. Si è realmente procurato
delle ferite. Nel mondo del wrestling è pratica diffusa
quella di procurarsi delle piccole ferite con dei rasoi per
aggiungere “colore” all’incontro, spargendo così del sangue sul
ring. Anche Rourke, nel ricoprire il ruolo del lottatore Randy
Robinson, decise di adottare tale stratagemma, ferendosi realmente
la fronte per aggiungere realismo alla scena. I tagli da lui
eseguiti sono sempre stati sotto controllo, ma hanno certamente
sconvolto gli spettatori per via della loro cruda realisticità.
4. Era la prima e unica
scelta per il ruolo. Quando il regista Darren
Aronofsky propose il film ai produttori, questi non erano
d’accordo con la scelta di Rourke per il protagonista, considerando
questi un attore ormai fuori dai radar dell’industria. Al suo posto
suggerirono l’attore Nicolas
Cage. Il regista, tuttavia, si oppose però in modo
ferreo a tale proposta, insistendo e infine riuscendo ad ottenere
che fosse chi diceva lui a ricoprire la parte. La scelta si rivelò
poi ovviamente vincente, e la performance di Rourke ha certamente
contribuito al successo del film.
3. Non era convinto di voler
accettare la parte. Nonostante fosse la prima ed unica
scelta del regista, Rourke si era inizialmente dimostrato restio
all’idea di accettare la parte, non apprezzando particolarmente né
la sceneggiatura né il mondo del wrestling. Pur di convincerlo,
Aronofsky gli permise allora di riscrivere insieme alcuni dialoghi
e scene, così da spingerlo ad accettare la parte. Rourke si dedicò
dunque a perfezionare il personaggio, rendendolo più vicino alle
proprie corde e al proprio vissuto. In seguito a ciò, si convinse
ad accettare la parte.
Mickey Rourke in Iron Man 2
2. Ha partecipato alla
costruzione del personaggio. Per ricoprire il ruolo del
villain Whiplash in Iron Man 2, l’attore ha richiesto di
poter lavorare personalmente sull’aspetto estetico del personaggio.
Diede così il suo parere su alcuni dei tatuaggi previsti per la
parte, così come sulla dentiera dorata e perfino sul pappagallino
che il personaggio porta sempre con sé. Ha poi preteso di poter
recitare metà delle sue battute in russo, sostenendo che questo
avrebbe conferito ulteriore carattere al personaggio e alla sua
interpretazione.
Mickey Rourke: età, altezza e dov’è
oggi
1. Mickey Rourke è nato a
Schenectady, New York, Stati Uniti, il 16 settembre 1952.
L’attore è alto complessivamente 180 centimetri. Dopo aver vissuto
una seconda possibilità all’interno di Hollywood, ad oggi l’attore
sembra essere tornato ad apparire prevalentemente in progetti di
scarso rilievo, mantenendo però una certa prolificità.
L’attore David
Dastmalchian ha negli anni collezionato partecipazioni da
caratterista in diversi celebri film. Così facendo ha potuto
guadagnare una buona notorietà agli occhi di pubblico e critica,
dimostrando inoltre la sua versatilità attraverso i generi, con una
particolare predilezione per il l’action e i cinecomic.
Ecco 10 cose che non sai di David
Dastmalchian.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
David Dastmalchian: i suoi film e
le serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Dastmalchian esordisce al cinema nel 2008,
ricoprendo un piccolo ruolo nel film Il cavaliere
oscuro, con protagonista Christian
Bale. Successivamente recita in The Horsemen
(2009), Prisoners
(2013), con Hugh
Jackman,Angry Video Game Nerd: The Movie
(2014), Animals (2014), Chronic (2015), Ant-Man
(2015), con Paul
Rudd, The Belko Experiment (2016), Blade Runner
2049 (2017), Ant-Man and the
Wasp (2018), A Million Little Pieces (2018) e
Bird Box (2018), con Sandra
Bullock. Prossimamente l’attore reciterà nei film
Dune (2020) e The Suicide Squad (2021).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore non ha perso occasione di comparire anche sul piccolo
schermo, partecipando ad alcune puntate di serie come E.R. –
Medici in prima linea (2008), Ray Donovan (2013),
CSI – Scena del crimine (2014), L’esercito delle 12
scimmie (2016) e MacGyver (2016-2019), dove ha
ricoperto il ruolo di Murdoc. Negli ultimi anni ha invece recitato
in Gotham (2017), The
Flash (2017), Twin Peaks (2017) e
Reprisal (2019).
8. Ha scritto e prodotto un
film. Nel 2014 l’attore si mette alla prova come
sceneggiatore e produttore del film indipendente Animals,
di cui è anche interprete. Questo narra la storia di Jude e Bobbie,
una giovane coppia divisa tra il vagabondaggio e la fantasia della
loro immaginazione. Nel momento in cui, per cercare di soddisfare
la propria dipendenza, uno dei due finisce in ospedale, la coppia
si troverà a fare i conti con la realtà della propria
situazione.
David Dastmalchian è su
Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 52,8 mila persone. All’interno
di questo Dastmalchian è solito condividere fotografie promozionali
dei suoi progetti da interprete, ma non mancano anche immagini
ritraenti momenti di svago, dove l’attore è in compagnia di amici,
colleghi o celebrità.
David Dastmalchian: il suo
patrimonio
6. È un attore ben
pagato. Nel corso degli ultimi anni l’attore ha
partecipato a sempre più progetti per il cinema o la televisione,
rendendosi particolarmente prolifico. Quest’accresciuta presenza
sullo schermo gli ha così permesso di raggiungere dei buoni
compensi, arrivando ad ottenere un patrimonio stimato tra l’uno e i
cinque milioni di dollari.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
David Dastmalchian in Il cavaliere
oscuro
5. Ha un piccolo ruolo nel
celebre film su Batman. Per il suo debutto cinematografico
l’attore ottiene una parte che gli permette di recitare a contatto
con i protagonisti del film. Egli è infatti uno degli scagnozzi del
Joker, personaggio interpretato da Heath
Ledger. Pur comparendo relativamente poco,
Dastmalchian ha potuto farsi notare anche grazie al suo
caratteristico volto.
David Dastmalchian in Gotham
4. Ha recitato nella serie
prequel sul cavaliere oscuro.Gotham è la serie
dedicata all’universo narrativo di Batman, ma ambientata quando il
celebre supereroe era ancora solo un bambino. In tutto ciò,
Dastmalchian fa la sua comparsa nel dodicesimo episodio della terza
stagione, ricoprendo il ruolo di Dwight Pollard. Il personaggio è
stato descritto dall’attore come una sorta di dr. Frankenstein,
impegnato nel dar nuova vita al deforme Jerome.
David Dastmalchian in Ant-Man
3. È uno degli aiutanti del
protagonista. L’attore è diventato poi noto grazie al
personaggio di Kurt nel film MarvelAnt-Man. Questi è
uno degli aiutanti del protagonista, Paul Rudd, e
nel lavorare con lui l’attore ha affermato di aver vissuto una
delle esperienze più stimolanti della sua carriera, continuamente
sorpreso dall’inventiva del collega.
David Dastmalchian sarà in
Dune
2. È entrato a far parte del
cast dell’atteso film di fantascienza. Dopo Blade
Runner 2049, l’attore tornerà a collaborare con il regista
Denis Villeneuve per l’atteso Dune. Qui
ricoprirà il ruolo di Peter De Vries. Questi si rivelerà essere un
mentat malvagio, ovvero un essere umano in grado di mettere in atto
nella propria mente funzioni di norma affidate ai soli
computer.
David Dastmalchian: età e
altezza
1. David Dastmalchian è nato
in Kansas, Stati Uniti, il 21 luglio 1977. L’attore è alto
complessivamente 185 centimetri.
Uno tra i volti più ricorrenti nel
panorama hollywoodiano è quello di Stanley Tucci,
attore che nella sua carriera ha dimostrato di poter passare con
abilità da un ruolo comico a personaggi complessi, cupi, talvolta
mostruosi. Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tra i più
celebri film del panorama statunitense, ottenendo di volta in volta
le lodi di critica e pubblico. Ecco 10 cose che non sai di
Stanley Tucci.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Tucci
non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo
in alcuni episodi di serie come Oltre la legge –
L’informatore (1988-1989), Murder One (1995-1996),
3 libbre (2006), E.R. – Medici in prima linea
(2007-2008) e Fortitude (2015). Nel 2017 si è invece fatto
apprezzare per il ruolo di Jack Warner nella miniserie
Feud. Nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di
Limetown.
8. È anche regista e
sceneggiatore. Negli anni Tucci ha dimostrato di non
essere interessato soltanto alla recitazione, compiendo infatti il
grande passo dietro la macchina da presa. Nel 1996 esordisce così
alla regia del film Big Night, da lui anche scritto.
Successivamente dirige Gli imbroglioni (1998), Il
segreto di Joe Gould (2000), Blind Date (2007) e il
recente Final Portrait –
L’arte di essere amici (2017), dove dirige l’attore
Armie
Hammer.
Stanley Tucci: chi è sua
moglie
7. È stato sposato.
Nel 1995 l’attore ha sposato Kathryn Louise Spath,
da cui ebbe due gemelli nati nel 2000, e una figlia nata nel 2002.
La coppia, tuttavia, annuncia la separazione nel 2003. Decidono
però di riconciliarsi, tornando insieme nel 2005, e rimanendo uniti
fino al 2009, anno in cui la donna viene a mancare per via di un
tumore.
6. Ha una nuova
moglie. Nel 2011 l’attore annuncia il fidanzamento con
Felicity Blunt, agente letterario e nota per essere la sorella
dell’attrice Emily
Blunt. I due si sposano l’anno successivo, dando poi
alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2018.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Stanley Tucci in Amabili resti
5. Si è trasformato il più
possibile. Dovendo interpretare il ruolo di un pedofilo
nel film Amabili resti, l’attore decise di camuffarsi il
più possibile poiché si sentiva a disagio all’idea di essere
associato a tale personaggio. Per questo motivo ha infatti
indossato dei denti finti, delle lenti a contatto azzurre, dei
baffi finti, delle imbottiture per apparire più corpulento e degli
occhiali da vista.
4. È stato nominato
all’Oscar. L’attore è risultato particolarmente credibile
e spaventoso nel suo ruolo, tanto da conquistare immediatamente le
lodi della critica, che ha indicato la sua come una delle
performance migliori dell’anno. Tucci ricevette infatti numerose
nomination a importanti premi nel corso della stagione, arrivando
poi a guadagnare la sua prima candidatura come miglior attore non
protagonista ai premi Oscar.
Stanley Tucci in Hunger Games
3. Ha avuto un ruolo chiave
nella saga. L’attore è presente in tutti e quattro i film
di Hunger Games, ricoprendo il ruolo di Caesar Flickerman,
il presentatore dei tributi e delle notizie sui giochi che danno il
titolo ai film. Sebbene egli appaia gentile, si rivela in realtà
essere un uomo presuntuoso, cinico ed egoista, dimostrando un
completo disinteresse nei confronti dei partecipanti al gioco.
Stanley Tucci e BoJack
Horseman
2. Ha partecipato al
doppiaggio della serie animata. Negli anni Tucci si è
affermato anche in qualità di doppiatore, ed è ricordato in
particolare per aver prestato la voce al personaggio di Herb Kazzaz
nella serie animata NetflixBoJack Horseman. Questi fa la sua
comparsa nel quinto episodio della prima stagione, apparendo poi
sporadicamente più volte anche nelle stagioni successive. Si tratta
del migliore amico umano di BoJack, prima che questi lo tradì
lasciando che venisse licenziato dal network dove
collaboravano.
Stanley Tucci: età e altezza
1. Stanley Tucci è nato a
Peekskill, New York, Stati Uniti, l’11 novembre 1960.
L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Hugo Weaving è uno
di quei pochi attori a poter vantare nella propria filmografia una
serie di personaggi divenuti particolarmente iconici. Dal fantasy
alla fantascienza, senza dimenticarsi degli altri generi, Weaving
ha conquistato generazioni di spettatori, dimostrando una certa
predilezione per personaggi spietati o psicologicamente complessi.
Ecco 10 cose che non sai di Hugo Weaving.
9. Ha recitato in una
miniserie televisiva. Nel corso degli anni Weaving non ha
mancato di partecipare ad alcuni prodotti televisivi, ma la sua
incursione più significativa sul piccolo schermo è senza dubbio
quella per la miniserie Patrick Melrose (2018),
liberamente tratta dal ciclo narrativo I Melrose.
All’interno di questa, l’attore ricopre il ruolo di David Melrose,
padre del protagonista interpretato dall’attore Benedict
Cumberbatch.
8. Si è distinto come
doppiatore. In diverse occasioni Weaving si è dimostrato
un doppiatore di gran livello, ricoprendo per la prima volta il
ruolo per il film Babe, maialino coraggioso (1995).
Presterà poi la voce al personaggio di Noè l’anziano per i film
d’animazione Happy Feet (2006) e Happy Feet 2
(2011). Si è poi distinto per aver doppiato il personaggio di
Megatron in Transformers (2007), Transformers – La
vendetta del caduto (2009) e Transformers
3 (2011).
Hugo Weaving è Teschio Rosso
7. Non è entusiasta del
personaggio. Weaving ha ricoperto il ruolo di Teschio
Rosso, storico villain di Captain America nel film a lui dedicato.
Parlando della pellicola, l’attore si è detto felice per
l’esperienza ma che questo non è il genere di film che preferisce.
Ha inoltre affermato di non nutrire particolare interesse nel
personaggio ricoperto, e che per tanto non avrebbe voluto
riprendere il ruolo.
Hugo Weaving in Priscilla – La
regina del deserto
6. Il suo personaggio è
ispirato ad una persona realmente esistente. Nel 1994
l’attore ottiene fama internazionale recitando nel film
Priscilla – La regina del deserto. Qui ricopre il ruolo di
Anthony “Tick” Belrose, il quale assume i panni e il nome d’arte di
Mitzi Del Bra. Per la sua figura l’attore si è ispirato ad una
drag-queen realmente esistente a Sydney.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Hugo Weaving in Matrix
5. Ha lavorato molto sulla
voce del personaggio. Per dar vita all’agente Smith, forse
il suo ruolo più celebre, l’attore ha speso molto tempo nella
ricerca della giusta voce. Ha infatti lavorato per ottenere un tono
privo di qualunque accento, che non sembrasse né umano né robotico.
Tra le fonti di ispirazione vi è stata quella di un cronista degli
anni ’50.
4. Ha rischiato di perdere
il ruolo. Impossibile immaginare oggi un volto diverso per
l’agente Smith, eppure Weaving stava per essere sostituito in
seguito ad una frattura alla gamba subita durante il primo giorno
di riprese. Per sua fortuna, i registi decisero di rivedere il
calendario delle riprese, spostando le scene con l’attore alla
fine, così che egli avesse il tempo di rimettersi.
Hugo Weaving in Il Signore degli
Anelli
3. Aveva un’agguerrita
concorrenza per il ruolo. All’interno della trilogia di
Il Signore degli Anelli, l’attore ricopre il ruolo di
Elrond, signore di Gran Burrone e tra i più potenti Elfi dei Tempi
Antichi ad essere rimasto nella Terra di Mezzo. Il ruolo era
ovviamente molto ambito, e tra i candidati desiderosi di ricoprirlo
vi era anche David Bowie. Quest’ultimo fu tuttavia
bocciato dal regista, che preferì il volto di Weaving.
2. Ha avuto problemi con la
voce. Durante parte delle riprese l’attore era sotto
convalescenza da un’influenza. Riguardandosi in seguito, ha notato
come questa gli abbia fatto ottenere un’insolita voce roca. Il
regista decise tuttavia di non farlo doppiare trovando che questo
particolare tono esaltava le qualità della sua voce.
Hugo Weaving: età e altezza
1. Hugo Weaving è nato a
Ibadan, Nigeria, il 4 aprile 1960. L’attore è alto
complessivamente 188 centimetri.
L’attore Corey
Stoll è diventato negli ultimi anni un volto noto del
cinema e della televisione statunitense. Egli vanta infatti la
partecipazione a celebri film d’autore come anche ad alcuni
blockbuster, e in poco tempo si è affermato come caratterista ma
anche come interprete di alto livello. Tra le sue interpretazioni
più memorabili si annoverano quella nel film Midnight in
Paris e Ant-Man.Ecco 10 cose che
non sai di Corey Stoll.
9. È stato protagonista di
alcune serie TV. Nel corso della sua carriera Stoll non ha
mai smesso di recitare anche per la televisione, comparendo in
alcuni episodi di serie come CSI – Scena del crimine
(2004), Law & Order – I due volti della giustizia (2006),
The Good Wife (2009) e Law & Order: LA
(2010-2011). A partire dal 2013 al 2016 ricopre il ruolo di Peter
Russo in House of Cards, con Kevin
Spacey, mentre diventa ulteriormente popolare
recitando nel ruolo del protagonista nella serie horror The
Strain (2014-2017). Negli ultimi anni ha invece recitato in
The Deuce: La via del porno (2019), Baghdad
Central (2020), Billions (2020) e Ratched
(2020).
8. È stato nominato per
prestigiosi premi. Grazie al suo ruolo nella serie
House of Cards, l’attore ha ricevuto alcuni dei
riconoscimenti più importanti per un attore hollywoodiano. È
infatti stato nominato ai Critics Choice Television Awards, ai
Satellite Awards e ai Golden Globe come miglior attore non
protagonista per una serie televisiva. Pur non riportando la
vittoria, l’attore ha avuto così modo di ottenere una maggiore
visibilità.
Corey Stoll in House of Cards
7. Rimase stregato dal
personaggio. Stoll ha più volte dichiarato che quando
sostenne il provino per il personaggio pensava si trattasse del
solito ruolo stereotipato, e che ne capì la vera natura soltanto in
seguito. Nei mesi successivi all’audizione l’attore continuò
infatti a pensare e ripensare alla parte, convincendosi di dover
ottenere la possibilità di interpretarla. Decise così di richiamare
la produzione per avere notizie, scoprendo di aver vinto il
ruolo.
6. Conosceva le sorti del
personaggio. L’attore ha affermato di aver sempre saputo
quale sarebbe stato il destino del personaggio, ma di non sapere
concretamente come questo si sarebbe verificato. Quando gli poi
spiegato come si sarebbe concluso il suo arco narrativo, Stoll
affermò che era perfettamente coerente con il personaggio e
particolarmente emozionante.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Corey Stoll in Midnight in
Paris
5. Ha ricevuto i complimenti
da parte del regista. All’idea di interpretare il celebre
Ernest Hemingway l’attore era particolarmente nervoso, indeciso su
come affrontare la parte. Al termine della sua prima ripresa,
tuttavia, Stoll ricevette i complimenti del regista Woody
Allen, il quale è invece noto per non complimentarsi mai
con i propri attori.
4. Ha indossato una
parrucca. L’attore è notoriamente calvo, motivo per cui
per ricoprire il ruolo assegnatogli ha dovuto indossare una
parrucca, sottoponendosi ad un lavoro di trucco che rendesse la
cosa il più realistica possibile. Questo è stato uno dei pochi
ruoli in cui Stoll è stato chiamato a coprire la propria
calvizie.
Corey Stoll in Ant-Man
3. Non indossava un vero
costume. Nel film MarvelAnt-Man l’attore
ricopre il ruolo del villain Darren Cross, il quale acquisisce poi
l’alias di Calabrone. Rispetto al protagonista, tuttavia, durante
le riprese l’attore non indossava il costume del proprio
personaggio, poiché troppo complesso da riprodurre. Stoll indossava
invece una tuta per la motion capture, e il resto venne ricostruito
in seguito grazie alla CGI.
2. Considera il carattere
del suo personaggio molto simile a quello di uno dei
protagonisti. Nel descrivere Darren Cross, che si rivelerà
essere il villain del film, l’attore ha affermato che dal suo punto
di vista egli è una versione più oscura del personaggio di Hank
Pym, interpretato da Michael
Douglas. Entrambi sono infatti brillanti scienziati
che si spingono ai confini dell’etica.
Corey Stoll: età e altezza
1.Corey
Stoll è nato a NewYork, Stati Uniti, il
14 marzo 1976. L’attore è alto complessivamente 188 centimetri.
Zack Snyder ha
pubblicato sui suoi social una nuova foto di
Cyborg, il 3 aprile 2020, la data che
dall’inizio della pianificazione del naufragato DCEU doveva vedere
sbarcare al cinema il film con Ray Fisher
protagonista.
Come didascalia, il regista ha
scelto una frase molto semplice, ma che descrive bene il
personaggio: “Metà uomo e metà macchina, tutto cuore”.
Parallelamente, anche l’interprete
del personaggio, Ray Fisher, ha celebrato la data
della mancata uscita del film mai realizzato. Su Twitter, Fisher ha ringraziato
tutti quelli che hanno supportato il progetto, non importa quanto
complicato sin dall’inizio.
“Grazie a tutti quelli che hanno
condiviso amore e supporto per me e per tutto il progetto di
Cyborg, oggi! Nonostante l’esito del viaggio, sono fiero della
strada che abbiamo fatto insieme.”
Abbiamo visto il personaggio in
Justice
League. Nella versione cinematografica del film,
tutta la storia d’origine del personaggio si risolve in un
racconto, ma questa storia doveva essere approfondita in un film da
solista che poi non è mai stato realizzato ed è stato uno dei primi
progetti del DCEU a venire accantonato.
Le uscite di Mulan
e Black
Widow erano state spostate a data da destinarsi,
e ora la Disney ha annunciato la nuova schedule. I due film
usciranno, rispettivamente, il 24 luglio e il 6 novembre 2020,
mentre un altro film della casa di Topolino, previsto per la prima
parte di quest’anno, Jungle
Cruise, è stato spostato addirittura al 2021, il
30 luglio.
La conferenza dei vertici Disney di
questo pomeriggio ha svelato il destino dei film che sarebbero
dovuti uscire nei prossimi mesi e che sono stati ritirati dal
mercato a causa dell’emergenza da coronavirus.
Tra questi titoli, Artemis
Fowl, per esempio, uscirà direttamente su
Disney+, una mossa che non piace
certamente agli esercenti, ma che sembra condizionata dall’esigenza
dello studio di far uscire comunque dei prodotti.
Purtroppo la remunerativa stagione
estiva sarà pesantemente “tagliata” a causa della situazione
attuale e molte uscite saranno rimandate o dirottate sui canali
digitali.
Di conseguenza, anche tutti i film
Marvel in programma saranno
spostati. Ecco le nuove date: Black
Widow 6 novembre, Gli
Eterni 12 febbraio 2021, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci
Anelli 7 maggio 2021, Doctor Strange
2 5 novembre 2021. Questi spostamento spingono
Thor: Love And Thunder
al 18 febbraio 2022. La data del 6 maggio 2022 di Black
Panther 2 è invariata, mentre il Capitano
Marvel 2 si sposta di due settimane all’8 luglio
2022.
Tra gli altri cambiamenti
nell’impero cinematografico Disney, il film con Ryan
Reynolds Free Guy della Fox è stati spostato dal
3 luglio all’11 dicembre di quest’anno. Anche West
Side Story di Steven Spielberg e The
Last Duel di Ridley Scott sono stati spostati,
rispettivamente il 18 dicembre e il 25 dicembre.
The French Dispatch di Wes
Anderson uscirà il 16 ottobre invece del 14 luglio, in
prossimità della stagione dei premi. Anche la produzione di
Indiana Jones 5 si sposta, con l’uscita
ora prevista per il 29 luglio 2022.
David Copperfield, Antlers, Woman in the Window e
The New Mutants non hanno ancora altre
date ufficiali.
Marion Cotillard nel ritirare
l’Oscar come miglior
attrice protagonista per La vie en rose
nel 2007 ha ringraziato con parole commosse il regista
Olivier Dahan: “Maestro Olivier, hai davvero
sconvolto la mia vita!”. Dal canto suo, anche Dahan deve molto
all’attrice che gli ha permesso di emergere nettamente dopo I
fiumi di porpora 2 – Gli angeli dell’apocalisse ed ha aperto
la strada alle sue future esplorazioni dell’universo femminile,
come quella in Grace di Monaco. L’Academy ha premiato anche il
trucco di Didier Lavergne e Jan
Arcibald, che ha trasformato il volto dell’interprete
affinché si avvicinasse il più possibile alla Piaf.
La vie en
rose, i premi vinti
Non è stata solo l’Academy a
premiare
Cotillard, che ha ottenuto il Golden Globe e il BAFTA
per la sua potente performance di attrice. BAFTA anche per il
trucco, i costumi di Marit Allen e la colonna
sonora di Christopher Gunning. In patria il film
ha fatto incetta di César con il premio per
Marion Cotillard come miglior attrice protagonista,
per la fotografia di Tetsuo Nagata , la
scenografia di Olivier Raoux e i costumi.
Olivier Dahan e la sua Piaf
lontana dal mito
Dahan non vuole fare della Piaf un
mito. La sua Piaf è una donna minuta nel fisico, fragile dal punto
di vista emotivo, proprio come il suo nome d’arte suggerisce –
Piaf: passerotto. Una donna che ha sperimentato il dolore, le
difficoltà di un’infanzia e una giovinezza difficili, la vita di
strada. La sua età adulta è segnata da grandi amori – nel film
soprattutto di quello per il pugile Marcel Cerdan (Jean
-Pierre Martins), morto tragicamente – e grandi delusioni,
oltre che dalla malattia e dalla conseguente dipendenza da farmaci.
Tuttavia, Piaf è anche una donna piena di energia, di passione che
mette al servizio della sua dote più grande: il canto, magnetico e
intenso grazie a una voce potente e ad una capacità di interpretare
che proprio dalla sua travagliata esistenza trae forza.
Dahan coglie e palesa questo
contrasto, conducendo lo spettatore tra gli alti e bassi della vita
della cantante, cui attinge liberamente. Mai schiavo dell’ordine
cronologico, ma neppure vittima di un errare caotico, sceglie
accuratamente i momenti e le figure più significativi,
posizionandoli ad hoc con abile uso del flashback. Tra le figure
centrali, Gerard Depardieu nel ruolo di Louis
Leplée, primo impresario della giovane Edith, che sceglierà per lei
il nome di “Piaf”.
L’interpretazione di
Marion Cotillard ne La vie en
rose
Una prova difficile ed
emotivamente intensa per l’attrice francese, che però ha saputo
condurla con sicurezza, svolgendo un grande lavoro sul corpo: non
solo sul volto, che ha richiesto lunghe sedute di trucco, senza
però intaccare la capacità espressiva dell’attrice, ma sulla
postura, via via sempre più curva a causa dell’artrite deformante
di cui Piaf soffriva, sulle movenze, che ha reso estremamente
credibile il personaggio. Lavoro che non ha risparmiato la voce,
con la scelta di un timbro piuttosto sporco, retaggio dei
bassi da cui la cantante proveniva.
L’adesione di
Cotillard al personaggio l’ha condotta, come ha
dichiarato, alla difficoltà ad abbandonarlo: “E’ stata la prima
volta in cui ho avuto problemi nel liberarmi dal personaggio”. “
Avevo trascorso sei mesi con lei e sono entrata davvero in un’altra
dimensione”. “Quando fai un film passi tanto tempo con questa
persona (il personaggio ndr). In un certo senso te ne
innamori. Poi, arriva l’ultimo ciack e non condividerai più la tua
vita con lui. A volte può essere brutale”.
Piaf e Jil Aigrot cantano
Piaf
L’interpretazione dell’attrice non
è per nulla sminuita dal fatto che non sia lei a cantare. A darle
voce al microfono con straordinaria adesione è l’interprete
francese Jil Aigrot, in tutti i brani di cui non è
stato possibile utilizzare una versione cantata dalla stessa Piaf.
La voce originale della Piaf si può apprezzare in brani come La
vie en rose, L’hymne a l’amour, Non, je ne
regrette rien, Milord tra gli altri. Così
Cotillard parla di questo aspetto del lavoro in
un’intervista: “E’ stata la parte più dura della preparazione”.
“Ho voluto prendere lezioni di canto, anche se nel film non avrei
cantato. Volevo imparare la sua tecnica, come posizionare la
lingua, come posizionarmi sul palco, la respirazione e così via.
Perché doveva essere realistico. Se non credi che io stia cantando,
allora puoi gettare il film nella spazzatura”. Un
rischio che La vie en rose non corre.
Non, je ne regrette rien e
l’invito ad amare
Non, je ne regrette rien è
indubbiamente il brano più toccante, vero e proprio testamento di
Edith Piaf, che guardando indietro alla propria vita, segnata dal
dolore ma anche dal successo e da una popolarità senza precedenti,
rivendica le proprie scelte con forza, sempre confidando
nell’amore. E’ proprio questo il messaggio che la protagonista
lascia in una delle sue ultime interviste: “Che consiglio
darebbe a una donna?” “Ama” “A una ragazza?” “Ama” “A una bambina?”
“Ama”.
Sull’onda di questo invito,
Olivier Dahan affida a Marion Cotillard la costruzione di un finale
commovente per La vie en rose, un film
che svela la Piaf donna accanto all’idolo della canzone,
coinvolgendo lo spettatore con la sua umanità.
Emma è bella, intelligente
e ricca. Emma non sbaglia mai, è
sempre gentile e spiritosa e trova divertente “combinare”
matrimoni, visto che, tra le altre doti, si attribuisce anche un
acume fuori dal comune e grande intuito.
Emma è una delle protagonista austeniane
più singolari ma anche leggere, oseremmo dire frivole, se non fosse
che dietro di lei si nasconde pure sempre una delle autrici più
dotate e importanti della storia della letteratura.
Emma è disponibile on demand
Emma sarebbe dovuto arrivare al
cinema, purtroppo l’emergenza sanitaria mondiale ha spinto il film
direttamente in streaming, su Chili dal 20 marzo, e disponibile per
la visione a tutti i quarantenati che cercano, ogni giorno,
diversivi e intrattenimento per andare avanti, senza impazzire, un
giorno alla volta.
Come da originale, il film racconta
la storia di Emma Woodhouse, una giovane donna di buona
famiglia, molto bella, intelligente, ma un pò viziata, che vede
l’amore romantico come un’idea molto lontana da lei. La giovane
donna non mostra alcun interesse per i sentimenti dell’altro sesso,
troppo impegnata, invece, a combinare matrimoni per gli altri.
Questa sua convinzione di possedere un talento per accoppiare le
persone la porterà a commettere alcuni errori che, alla fine della
sua parabola nella storia, la porteranno a rivedere molte delle sue
posizioni.
A dirigere questo ennesimo
adattamento austeniano c’è Autumn de Wilde,
talentuosa fotografa ritrattista che nella messa ins cena e nella
scelta delle inquadrature riversa tutto il suo talento e il suo
gusto per l’immagine. Coadiuvata da una scenografia e dei costumi
che non rispecchiano perfettamente l’epoca me che conferiscono un
tocco di modernità e audacia ai personaggi, la regista confeziona
un’opera prima davvero elegante, che paga il suo tributo a chi,
prima di lei, si è cimentato negli adattamenti dai romanzi di
Jane Austen, primo tra tutti Joe
Wright.
Nel cast, ad interpretare i giovani
alle prese con corteggiamenti goffi, delusioni e primi palpiti, ci
sono un gruppo di attori dal sicuro fascino, tra cui spicca,
ovviamente, Anya Taylor-Joy, vista in Split e Glass e che con i suoi lineamenti
aggraziati e insoliti ci regala un ritratto moderno e frizzante di
Emma. Accanto a lei il sempre istrionico
Bill Nighy, nei panni di suo padre, il Signor
Woodhouse, Mia Goth, che abbiamo visto in Suspiria, insieme a Josh
O’Connor, lo splendido Carlo di The Crown, Callum
Turner, il fratelli di Newt Scamander in Animali
Fantastici: i Crimini di Grindelwald
e Gemma Whelan, una irriconoscibile Yara
Greyjoy di Game of
Thornes.
Emma è un adattamento fedele e
intelligente
Emma di
Autumn de Wilde è un adattamento fedele,
intelligente e scritto con grande acume dalla sceneggiatrice, anche
lei al suo primo lungometraggio, Eleanor Catton.
Nella sua semplicità, Emma (e con lei la
Austen) ha ancora qualcosa da insegnare a chi sa guardare a questo
tipo di storie con occhio acuto, a chi si prende troppo sul serio,
a chi non riesce a guardare oltre il suo naso, a chi, convinto
delle proprie posizioni, perde delle opportunità che avrebbero
potuto arricchirlo.
La
Disney ha sempre fatto un ottimo lavoro quando si è
trattato di definire narrativamente i personaggi principali dei
suoi film d’animazione, ma ciò non significa che tali personaggi
siano sempre stati i più memorabili. Molto spesso, infatti, sono
state le loro spalle a rubare la scena.
Ecco 5 volte in cui le spalle di un
classico
Disney hanno superato – in termini di
caratterizzazione – l’eroe principale e 5 volte in cui, purtroppo,
non sono state all’altezza di brillare al pari del
protagonista:
Grillo Parlante – Pinocchio
Pinocchio è uno dei primi titoli realizzati dalla
Disney, nonché uno dei Classici più amati. Il burattino di legno è
sicuramente un personaggio eccezionale, ma è innegabile come venga
oscurato in numerosi passaggi narrativi dal saggio Grillo Parlante,
personificazione della voce della coscienza di Pinocchio, che cerca
di orientare l’ingenuo burattino verso le scelte giuste. La lealtà
del personaggio e l’iconica canzone che contraddistingue la sua
figura nonché la sua filosofia (“Give
A Little Whistle”) hanno contribuito ad accrescere la sua
popolarità tra i fan della Casa di Topolino e all’interno della
stessa multinazionale, che ha spesso usato la sua voce e il suo
personaggio in numerosissimi altri media.
Flounder – La sirenetta
Da un classico all’altro: La sirenetta è l’ennesimo esempio di quanto la Disney
ami inserire al fianco dei personaggi principali delle spalle
indimenticabili, anche quando la storia riguarda una Principessa.
Sfortunatamente per Flounder, però, il tenero pesciolino
combinaguai finisce per essere offuscato da un fatto molto
semplice: ci sono tantissimi altri grandi personaggi secondari nel
film. Inoltre, nel film Ariel può contare non su una, ma su ben tre
spalle: oltre a Flounder, infatti, ci sono anche Sebastian e
Scuttle, le cui personalità sono di gran lunga più incisive.
Flounder occuperà sempre un posticino speciale nel cuore di tutti
noi, ma come riescono a brillare nella storia Sebastian e Scuttle è
un’altra storia…
B.E.N. – Il pianeta del tesoro
Il pianeta del tesoro è sicuramente uno dei titoli
meno popolari del vastissimo catalog Disney, il che è un
grandissimo peccato. Il film contiene al suo interno diversi grandi
aiutanti che intervengono a sostegno del protagonista: tra questi,
a rubare la scena è indubbiamente il robot B.E.N., rendendosi da
solo il centro di alcuni grandi momenti. Porta un sacco di umorismo
e di cuore alla storia, e la amicizia con Jim è davvero in grado di
alzare la qualità del livello narrativo.
Pascal – Rapunzel: L’intreccio della torre
Pascal è un
personaggio molto divertente all’interno di
Rapunzel – L’intreccio della torre, specialmente
all’inizio del film, quando si prende gioco di Flynn Rider.
Tuttavia, a mano a mano che la storia si evolve, Pascal viene
coinvolto sempre meno, con altri personaggi che scavalcano ed
oscurano la sua presenza. È infatti Maximus, il cavallo capo della
Guardia Reale, a risultare – alla fine – la spalla migliore del
film, nonostante neanche lui sia in grado mettere in ombra il
carisma, la gioia di vivere e la comicità di Rapunzel.
Terk – Tarzan
Tarzan è un
altro fantastico Classico Disney che presenta alcuni dei più grandi
personaggi di tutto l’intero canone, anche se il vero protagonista
è il giovane gorilla Terk. È il migliore amico di Tarzan:
l’ignoranza del giovane uomo è ciò che gli impedisce di parlare;
paradossalmente, la parola non è certamente ciò che manca a Terk.
Dispettosa, arrogante e maleducata, ma dotata di un grande cuore,
il personaggio apporta una quantità sconfinata di energia al film;
ciò che in fondo manca a Tarzan, semplicemente a causa della natura
del suo personaggio. Proprio per questo, non sorprende che Terk sia
diventato un personaggio così amato, divenuto col tempo – forse –
anche più popolare dello stesso protagonista.
HeiHei – Oceania
Un’altra spalla che non ha avuto
chissà quale impatto, tanto a livello narrativo quanto a livello
culturale, è sicuramente Hei Hei, il gallo presente in Oceania.
Nonostante contribuisca al lato più comico della storia grazie al
suo essere eccessivamente svampito, in realtà il personaggio
aggiunge molto poco all’avventura della protagonista. Non fa che
combinarne una dopo l’altra: sicuramente è protagonista di alcuni
momenti molto divertenti, ma è innegabile quanto non abbia
l’impatto che hanno avuto altre spalle decisamente più
leggendarie.
Ray – La principessa e il ranocchio
Nessuna spalla ha avuto un impatto
emotivo paragonabile a quello della lucciola Ray ne
La principessa e il ranocchio. Nonostante sia un
personaggio piccolissimo da un punto di vista di dimensioni, Ray è
pieno di vita ed ha un cuore enorme. Fin da subito è utilissimo a
Tiana e Naveen, e non avrebbe nessuna ragione per essere così
disponibile. Il fatto che abbia perso l’amore della sua vita
aggiunge ancora più carica emotiva al suo personaggio. Il suo
essere così estroso, il suo romanticismo e la sua dolcezza finisco
davvero per rubare la scena…
Cri-Kee – Mulan
Mulan è un Classico che vanta al suo interno una delle
più grandi spalle di sempre: il draghetto Mushu, così amato dai fan
anche grazie al bellissimo lavoro di doppiaggio svolto da Eddie
Murphy nella versione originale. Purtroppo, lo stesso non si può
dire di Cri-Kee, il grillo consegnato a Mulan dalla nonna come
portafortuna, che diventa un fedele compagno di avventura per Mulan
e, soprattutto, anche per Mushu. Tuttavia, Cri-Kee ha sempre
faticato ad imporsi nell’immaginario collettivo, non apportando
davvero alcun momento significato o memorabile alla storia.
Il Genio – Aladdin
A scanso di equivoci, Aladdin è un
personaggio straordinario ed è senza alcun dubbio il Principe più
carismatico della Disney. Tuttavia, non si può negare che alla fine
venga oscurato dal Genio, diventato uno dei migliori personaggi
della Disney, se non uno dei più iconici (forse). Gran parte di ciò
è da attribuire principalmente all’incredibile performance che
Robin Williams, che ha regalato al personaggio tutta la sua
creatività, passione e – soprattutto – le due doti
d’improvvisazione. L’energia, i numerosi colorati e sfarzeschi, il
suo ego sconfinato… tutte questi elementi sono talmente grandi e
travolgenti che a volte risulta davvero difficile non vedere
Aladdin senza pensare al film come ad un unico e
grande one-man-show del Genio.
Giac e Gas – Cenerentola
Cenerentola
è considerato un classico Disney immortale, ma al tempo stesso è un
film che manca di spalle che possano davvero ritenersi tali. Se è
vero che Giac e Gas fanno sicuramente la loro figura, soprattutto
nell’aiutare Cenerentola a raggiungere il ballo, è altrettanto vero
che il loro reale scopo si esaurisce quasi subito. È la Fata
Madrina, probabilmente, la migliore spalla del film, ma anche in
questo caso le sue azioni sono abbastanza limitate. Probabilmente,
a ben rifletterci, Cenerentola è semplicemente una storia
che non necessita di grandissimi personaggi secondari…
Il celebre artista BossLogic
ha voluto celebrare attraverso Avengers:
Endgame tutti gli sforzi dei medici e del
personale sanitario che, a livello mondiale, si stanno impegnando e
sacrificando in prima linea per cercare di arginare il più
possibile i contagi da Coronavirus e per assistere la popolazione
colpita dalla terribile malattia.
BossLogic
ha chiamato in causa proprio i Vendicatori, reimmaginando la
celebre ed epica scena del cinecomic di Anthony e
Joe Russo in cui, attraverso i portali
di Doctor Strange, tutti i vendicatori si
schierano accanto a Steve Rogers, sul campo
di battaglia, per fronteggiare l’esercito di Thanos.
Ecco la nuova fan art al grido “Avengers,
uniti!”:
Ricordiamo che Endgame è il
film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo
dei Marvel Studios, che con l’avventura
diretta da Anthony e Joe
Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11
anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.
Endgame ha ottenuto
un grande successo di critica e pubblico, stabilendo numerosi
record al botteghino, diventando il maggior incasso nella storia
del cinema, e venendo candidato a svariati premi
cinematografici, tra i quali l’Oscar ai migliori effetti
speciali.
In queste settimane di reclusione
forzata a causa della pandemia di Coronavirus, il regista
David F. Sandberg non sta soltanto completando i
lavori sulla sceneggiatura di Shazam 2
(come
rivelato dallo stesso), ma si è anche dedicato alla
realizzazione di un nuovo corto horror insieme alla moglie
Lotta Losten.
Il corto, intitolato
Shadowed, è stato definito da
David F. Sandberg via
Twitter una sorta di “fratello” di Lights Out (corto dello stesso
regista che aveva riscosso un incredibile successo sul web e che
aveva ispirato anche
il film omonimo). Il regista ha anche promesso che a breve
pubblicherà un backstage per spiegare come il corto è stato
realizzato durante la quarantena.
Shadowed,
della durata di circa tre minuti, ha come protagonista una donna
(interpretata dalla Losten, la moglie di Sandberg) che continua a
vedere alcune strane e misteriose “ombre” nella sua casa. Queste
ombre non sembrano appartenere ad una creatura reale e ben presto
le cose diventeranno sempre più spaventose…
Potete gustarvi il corto di seguito:
Shadowed, il nuovo corto horror del regista di
Shazam!, realizzato durante la quarantena
A proposito di Shazam
2, il regista David F. Sanberg
ha aggiornato di recente sui lavori attorno al sequel e parlato di
un ipotetico slittamento dell’inizio della produzione. Sandberg ha
rivelato che lui e il suo team creativo sono ancora alle prese con
la pre-produzione, impegnati a terminare la sceneggiatura:
“Vedremo come si metteranno le cose… dovremmo iniziare a girare
quest’anno”, ha dichiarato il regista.
Il primo Shazam!
è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
La Paramount Pictures ha annunciato
la nuova data di uscita di A
Quiet Place 2, inizialmente previsto per
lo scorso 20 marzo e posticipato a causa della pandemia di
Covid-19. L’attesissimo sequel arriverà adesso nelle sale americane
il prossimo 4 settembre.
Insieme alla nuova uscita di
A
Quiet Place 2, la Paramount ha anche annunciato
di aver posticipato da giugno a dicembre 2020 l’uscita al cinema di
Top Gun: Maverick, l’attesissimo sequel
del cult con protagonista Tom
Cruise.
La stampa americana aveva già avuto
modo di vedere A Quiet Place
2, proprio in vista della release originale
fissata per marzo.
Le reazioni emerse online all’inizio del mese scorso hanno
parlato di un sequel ancora più entusiasmante del predecessore:
sono stati elogiati i toni e le atmosfere del film, il ritmo, le
interpretazioni del cast e il lavoro di John Krasinski tanto in qualità di
sceneggiatore quanto in quello di regista.
Le vicende del primo capitolo
seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel
silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono
attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni
minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily
Blunt) e Lee (John
Krasinski) sono determinate a trovare un modo per
proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
John Krasinski ha spiegato che il sequel
affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo
l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily
combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di
vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era
sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza.
Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere
come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily
combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia
forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di
vivere era davvero troppo pericolosa…”
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker contiene una
scena flashback con i giovani Luke e Leia intenti ad allenarsi con
le spade laser. Inizialmente, Leia era destinata a diventare un
Jedi come suo fratello e suo padre: le cose cambiarono quando una
sorta di premonizione le suggerì che suo figlio Ben sarebbe morto
se avesse portato a termine il suo addestramento.
La storia
dell’addestramento Jedi di Leia è iniziata nel romanzo antologico
“From A Certain Point of View”, che rivelava che Yoda
volesse in realtà addestrare Leia, non Luke. Yoda preferiva Leia,
in parte, perché credeva che la Principessa di Alderaan avesse
l’autocontrollo necessario per diventare un grande Jedi, mentre non
era così sicuro di Luke. Purtroppo, Luke fu l’ultimo Jedi
addestrato dal Gran Maestro prima della sua morte ne
Il Ritorno dello Jedi.
Il film di J.J. Abrams ha poi
rivelato che Luke aveva fatto sua l’eredità di Yoda e trasmesso
così alla sorella tutto ciò che aveva davvero
imparato. Adesso, il romanzo di Rae Carson basato su
L’Ascesa di Skywalker aggiunge
un ulteriore dettaglio alla backstory dell’addestramento del
Generale, rivelando che Leia ha ricevuto un addestramento
aggiuntivo dai Fantasmi di Forza sia di Yoda che di Obi-Wan
Kenobi.
Un estratto dal romanzo, infatti,
recita: “Leia non era un maestro Jedi, ma aveva imparato dai
migliori. E non solo da Luke; negli anni aveva sentito di tanto in
tanto la voce di Obi-Wan Kenobi attraverso la Forza e, ancora più
raramente, quella di Yoda. Alcuni giorni sembrava che avesse
imparato dalla Forza stessa.”
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da
J.J. Abrams e prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle
Rejwan, Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J.
Abrams e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
In Grey’s Anatomy
16×21 che si intitolerà “Put on a Happy Face” Link
cerca di convincere Amelia a prendersela comoda durante l’ultima
fase della sua gravidanza. Hayes pone a Meredith una domanda
sorprendente, e Owen fa una scoperta scioccante, in un episodio
completamente nuovo di Grey’s Anatomy, che andrà in onda
giovedì 9 APRILE sulla ABC.
Le guest star di Grey’s
Anatomy 16×21 sono Debbie Allen nel ruolo di Catherine
Fox, Stephanie Spampinato nel ruolo di Carina DeLuca, Richard Flood
come Cormac Hayes, Jaicy Elliot come Taryn Helm, Caroline Basu come
Daya, Raoul Bhaneja come Samar e Chris Meyer come CJ Madison. “Put
on a Happy Face” è stato scritto da Mark Driscoll e Tameson Duffy e
diretto da Deborah Pratt.
Nella sedicesima stagione
di Grey’s
Anatomy ritorneranno i personaggi Meredith Grey
(stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev
(stagioni 1-in corso), interpretato da
Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in
corso), interpretato da
James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8,
15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in
corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson
(stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce
(stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCreary, Greg Germann come Tom Koracick, Benjamin
Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7),
interpretato da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti e
Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Top
Gun: Maverick è l’ultimo film in ordine di tempo
a subire gli effetti della pandemia di Covid-19: anche l’uscita
dell’attesissimo sequel del cult con
Tom Cruise è stata posticipata a dicembre. Come
apprendiamo grazie a
ScreenRant, infatti, la Paramount Pictures ha fatto slittare la
data di uscita del film nelle sale americane dal 24 giugno al
prossimo 23 dicembre, giusto in tempo per Natale.
Lo stesso
Tom Cruise ha commentato la notizia della nuova
release del film attraverso il suo account Twitter,
indirizzando il seguente messaggio a tutti i suoi fan: “Lo so
che molti di voi hanno aspettato 34 anni. Sfortunatamente, dovrete
aspettare ancora un po’. Topo Gun: Maverick arriverà nelle sale a
Dicembre. Restate al sicuro, tutti.”
Dopo più di trent’anni di servizio
come aviatore della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom
Cruise) è nel posto che gli appartiene, spingendo
l’acceleratore nelle vesti di un coraggioso pilota collaudatore,
mentre ha schivato l’avanzamento di grado che lo avrebbe radicato
nel corpo. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento dei
diplomati di Top Gun per una missione specializzata che nessun
pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley
Bradshaw (Miles Teller), segnale di chiamata: “Rooster”, il figlio
del defunto amico di Maverick e ufficiale di intercettazione radar
Ten. Nick Bradshaw, alias “Goose”. Di fronte a un futuro incerto e
confrontandosi con i fantasmi del suo passato, Maverick viene
coinvolto in uno scontro con le sue paure più profonde, che culmina
in una missione che richiede il massimo sacrificio a coloro che
saranno scelti per volarci incontro.
Zachary Levi, star di Shazam! che
ritroveremo nell’annunciato sequel, spera in un epico combattimento
con il Black
Adam di Dwayne
Johnson. Antico guerriero dagli antichi poteri,
Black
Adam ha una lunga storia con Shazam all’interno delle pagine
dei fumetti DC. I due personaggi condividono quasi gli stessi
poteri, con Black Adam che funge da simbolo di corruzione e Shazam
che rappresenta invece la speranza e la giustizia. Prima di
volgersi al male e di essere bandito attraverso il cosmo, Black
Adam ricevette persino i poteri che alla fine andarono al giovane
Billy Baston.
Più volte in passato
Zachary Levi aveva dichiarato di non essere molto
fiducioso circa uno scontro immediato tra Shazam e
Black Adam sul grande schermo. Tuttavia, l’attore
è sicuramente entusiasta al pensiero di un’ipotetica resa dei conti
cinematografica, come rivelato dallo stesso durante una diretta su
Instagram. Levi
ha sottolineato ancor auna volta che non apparirà in Black
Adam e che adesso è totalmente concentrato sullo sviluppo di
Shazam 2,
le cui riprese dovrebbero partire quest’anno (salvo slittamenti
dell’ultima ora causa pandemia di Coronavirus).
Ciononostante, l’attore ha
continuato ad esprimere tutto il suo entusiasmo per la possibilità
che, un giorno, i due personaggi possano essere i protagonisti di
un grande scontro: “Forse potremo trarre qualche vantaggio da
tutte quelle battaglie epiche e da tutte quelle storyline su
Captain Marvel/Black Adam tratte dai
fumetti”, ha detto l’attore.
Il riferimento di Levi è al fatto
che la versione originale di Black Adam esordì in una storia di
Capitan Marvel, l’originale alter ego di Billy Batson apparso nei
fumetti della Fawcett Comics, prima che il personaggio venisse
acquistato dalla DC Comics: quest’ultima poi decise di cambiarne il
nome in Shazam per via dell’omonimia con il personaggio della
Marvel Comics.
Nonostante le perplessità di Levi,
non è da escludere che uno scontro tra Shazam e Black Adam possa
avvenire dopo l’uscita dello standalone con “The Rock” e del sequel
del cinecomic di David F. Sandberg, magari in un
eventuale Shazam 3 che potrebbe vedere la
luce sulla scia di un eventuale successo al box office del nuovo
film.
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro
di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso
di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! –
affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel
Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino
all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione
adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe
con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i
compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità
con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare
rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male
controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
In attesa dei primi materiali
ufficiali di Venom 2, è
arrivato online un bellissimo fan poster del sequel che omaggia i
fumetti attraverso i personaggi di Carnage e di Eddie Brock. Il
sequel è stato ufficializzato in seguito al grande successo al
botteghino del primo Venom, che è riuscito a conquistare
855 milioni di dollari a livello mondiale. Il personaggio condivide
lo stesso universo narrativo del Morbius di Jared Leto e dello
Spider-Man di Tom Holland.
Nonostante l’attuale pandemia di
Covid-19 che ha costretto tante distribuzioni a posticipare le
uscite dei film e a bloccare le riprese dei titoli in produzione,
al momento la data di uscita di Venom 2 sembra
confermata per il prossimo 2 ottobre. In attesa di poter dare uno
sguardo ai primi materiali ufficiali, ecco che via Instagram è
arrivato un nuovo fan poster ispirato al sequel grazie all’utente
Yadvender Singh Rana.
Come fatto notare dall’utente, il
fan poster – che ritrae i personaggio di Carnage e di Eddie Brock
nelle fattezze di Tom
Hardy – è un omaggio alla
cover del fumetto “Venom: Carnage Unleashed” realizzata da
Andrew Wildman.
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom
2assisteremo allo scontro tra il simbionte
e Cletus Kasady, aka Carnage, uno
degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast
del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo dopo
l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
La Fase 4 del MCU ritarderà ufficialmente a
partire, dal momento che Black Widow è
stato posticipato a data da destinarsi (il film era inizialmente
previsto per il 1° maggio nelle sale americane). Nonostante le
numerose voci di una possibile release del film direttamente in
digitale e in streaming su Disney+, sono in molti ad essere ancora
fermamente convinti che il primo film interamente dedicato a Vedova
Nera arriverà comunque nelle sale.
Per adesso, il marketing e la
promozione del film continuano, con Scarlett Johansson che ha rilasciato una
recente intervista a Total
Film in cui ha parlato del tono del film: sappiamo ormai
da diverso tempo che Black Widow affronterà
le “dinamiche familiari” che intercorrono tra Natasha e i suoi ex
collaboratori della Stanza Rossa, e l’attrice candidata all’Oscar
per Storia di un matrimonio e JoJo Rabbit ha anticipato che il tono del film
sarà molto diverso rispetto a tutti gli altri titoli del MCU che
abbiamo visto fino ad ora. Queste le sue dichiarazioni:
“Penso che parte
del genio di Kevin Feige sia che pensa sempre a ciò che i fan
si aspettano da questi film e poi dà loro qualcosa che non
avrebbero mai potuto sognare”,ha detto
la Johansson.“L’idea di Natasha
Romanoff al centro di un dramma familiare è la cosa meno attesa di
tutte. Ho dovuto abituarmi all’idea di ciò che sarebbe successo,
perché c’è un cambiamento nel tono di questo film davvero
importante.”
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
Una lista dei Funko Pop che verranno
prodotti in occasione dell’uscita nelle sale de Gli
Eternipotrebbe aver anticipato che
nel film vedremo anche il personaggio di Kro, il leader dei
Devianti. Al momento non sappiamo quando la Fase 4 del MCU partirà ufficialmente, dal
momento che l’uscita di Black Widow è stata posticipata a
data da definirsi. Ciononostante, l’uscita de Gli Eterni sembra confermata
per il prossimo novembre.
Grazie ad una lista dei possibili
Funko Pop che verranno realizzati per la promozione del film –
diffusa online da Pop O’Clock (via
Full Circle) – sembra che nel film farà la sua apparizione
anche il personaggio di Kro, il leader dei
Devianti, gli esseri sovrumani e quasi immortali che si oppongono
agli Eterni del titolo, entrambi creati dai Celestiali.
Nella lista di possibili Funko che
arriveranno entro la fine del 2020 – proprio in concomitanza con
l’arrivo del film in sala – figura anche il nome di
Kro, che nei fumetti è uno degli antagonisti
principali degli Eterni; ciò potrebbe indicare che il personaggio
avrà lo stesso ruolo anche nel cinecomic con protagonisti – tra gli
altri – Gemma Chan, Angelina
Jolie e Richard
Madden.
Kro è stato creato
da Jack Kirby nel 1976. Nonostante la sua eredità Deviante,
possiede una serie di tratti sovrumani caratteristici di un Eterno:
mantiene un controllo mentale praticamente indistruttibile sui
processi e sulla struttura del suo corpo, anche quando è
addormentato o incosciente. Di conseguenza, la sua aspettativa di
vita – che dura già da 20.000 anni – è molto alta. È anche immune
alle malattie e all’invecchiamento.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Nonostante siano passati 18 anni
dall’uscita del primo film, la
trilogia di Spider-Man di Sam
Raimi continua a rappresentare per gli appassionati di
cinema e fumetti un esempio da seguire.
Certo non si tratta di film privi di
difetti, ma ci sono alcune cose che Sam Raimi, con
l’aiuto di Tobey Maguire, Kirsten Dunst e James Franco, ha fatto meglio di chiunque
altro. Ecco alcuni
esempi:
Spider-Man 3
Lo humor
Sebbene molte persone considerino
Spider-Man 3 un disastro, ci sono molti che credono che sia un film
divertente una volta che lo si guarda con il giusto atteggiamento.
Con un occhio più rilassato e permissivo, il terzo film di Raimi è
molto divertente.
Ad esempio, quell’imbarazzante scena
di ballo di Peter potrebbe effettivamente essere abbastanza
divertente se ci pensiamo ora, soprattutto alla luce di un
linguaggio da cinecomic consolidato nella parte più leggera del
Marvel Cinematic Universe! Alcune
scene e situazioni in cui si trovano i personaggi sembrano essere
state tratte per una commedia, quindi è logico vederle in quel
modo.
L’amicizia
Quando si tratta di persone
importanti nella vita di Peter Parker, Harry Osborn è uno dei primi
nomi che viene in mente, dopo gli zii e gli amori storici. Sebbene
Harry possa sembrare a prima vista un tipico ragazzino ricco e
viziato, in realtà in lui c’è molto di più, e questo lo scopriamo
nel corso della trilogia.
Ma il film che dà davvero alla sua
storia la conclusione di cui ha bisogno è il terzo, in cui
l’amicizia tra Peter e Harry si fa critica. Harry si sacrifica per
lasciare vivere Peter dopo aver combattuto contro di lui.
Il lato oscuro di Peter
Uno degli errori più comuni che si
possa commettere, nel ritrarre un eroe dei fumetti, è quello di
proporre un personaggio senza lati oscuri, un uomo o una donna
intoccabile, integro e puro. Ecco perché vedere il lato oscuro di
Peter è così importante per capire che tipo di persona avrebbe
potuto essere se avesse ceduto a cattive tendenze.
Vediamo la sua relazione con MJ
sotto pressione anche nel secondo film, ma la sua vita assume una
svolta molto negativa nel terzo film dopo che si è lasciato
controllare dal simbionte. Sembra più sicuro di sé, ma la fiducia
non va di pari passo con la buona natura, quindi Peter diventa
praticamente un “coglione”.
Spider-Man 2
La storia d’amore
Parlando della relazione di Peter
con MJ, il secondo film è stato senza dubbio quello che ha
raccontato meglio la loro storia d’amore. Questo è il film in cui
finalmente si rendono conto di ciò che provano veramente l’uno
verso l’altra – o meglio, finalmente danno via libera ai propri
sentimenti reciproci.
Nonostante sia fidanzata con un
altro uomo che può garantirle una vita sicura, MJ sceglie di stare
con Peter che si rivela anche essere Spider-Man. Ciò non significa
solo che probabilmente avranno problemi economici, ma anche che
dovranno preoccuparsi costantemente l’uno dell’altro più di quanto
farebbero le persone normali.
L’azione
Un altro motivo per cui Spider-Man 2
è il più amato della trilogia è che l’azione in questo film è senza
dubbio superiore alle altre due pellicole. Sicuramente, i
combattimenti nel primo film sono grandiosi e il terzo ha cercato
di renderli ancora più articolati e coinvolgenti, ma l’azione nel
secondo film è quella che davvero resta impressa nella memoria.
Si prenda come esempio la scena del
treno e la battaglia tra Pietro e Octopus che la precede. Un altro
buon esempio sarebbe la scena in cui i medici tentano di rimuovere
i tentacoli meccanici dalla schiena di Otto, i quali però si
difendono e attaccano gli stessi medici.
Il villain
C’è un consenso generale sul fatto
che Doctor Octopus sia il miglior cattivo della trilogia, anche se
la rappresentazione di Green Goblin di Willem Dafoe è ormai divenuta leggendaria.
Sia Green Goblin che Doctor Octopus
hanno un legame personale con Peter, ma Otto Octavius è anche la
persona a cui Peter guarda e ammira in molti modi, un legame molto
più profondo rispetto a quello che il ragazzo ha con Norman Osborn,
che invece è di rispetto e riguardo. Oltre a tutto ciò, Doctor
Octopus ha anche un arco narrativo di redenzione tutto personale,
motivo per cui alla fine è un cattivo pienamente sviluppato e per
il quale, nel finale, si simpatizza.
Spider-Man
Zio Ben
Dato che per la maggior parte della
sua vita non ha avuto i suoi genitori naturali (essendo rimasto
orfano molto piccolo), Peter considera zio Ben e zia May, a tutti
gli effetti, suoi genitori. Sono la cosa più vicina a una famiglia
che abbia mai conosciuto, quindi è ovvio che lo zio Ben ha un ruolo
così importante nella vita di Peter. E sebbene sia stato raccontato
in ogni film, in qualche forma, l’originale rimane quello che lo ha
ritratto al meglio.
Nel film di Raimi e proprio zio Ben
che insegna a Peter il valore della responsabilità in relazione
alle proprie capacità, e questo, per il personaggio di Spider-Man,
è fondativo.
Green Goblin
Quando si tratta di grandi
personaggi della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, la maggior
parte di essi si concentra nei primi due film. Norman Osborn, in
seguito noto come Green Goblin, è uno dei personaggi più
memorabili, principalmente grazie a ciò che i costumisti sono
riusciti a fare e grazie alla recitazione di Willem Dafoe.
Il motivo principale per cui il
Green Goblin è considerato un classico villain di Spider-Man è a
causa della sua iconicità. Inoltre, Norman è anche il padre del
migliore amico di Peter, il che rende più intrigante lo sviluppo
del personaggio di Harry e delle sue relazioni con l’eroe.
Storia d’origine
Cosa sarebbe un supereroe senza una
storia di origine ben sviluppata? Più si vuole che l’eroe
protagonista sia interessante, più sarà complesso mettere in scena
la sua storia d’origine. Ecco perché Spider-Man fa un ottimo lavoro
nel raccontare la storia delle origini dell’eroe.
Vediamo Peter prima e a dopo la sua
trasformazione in supereroe. Vediamo cambiare il suo rapporto con
le persone intorno a lui. Diventa una persona più matura e
responsabile che non sogna più di impressionare MJ con una bella
macchina e decide invece di concentrarsi sulle cose importanti,
tipo salvare il mondo. Questo è un vero eroe.
Disponibile su Disney+, Chi ha incastrato
Roger Rabbit? è uno di quei titoli culto che, con il
passare degli anni, non sono invecchiati di un giorno. E se questo
è vero per molti film contemporanei al capolavoro di Robert
Zemeckis, vale ancora oggi per un film in cui lo sforzo
tecnico per rendere su pellicola la coesistenza di cartoni animati
e elementi reali in carne ed ossa è ancora credibile.
Gli effetti speciali del film, e
anche molti elementi al suo interno, come la conturbante Jessica
Rabbit, hanno fatto la storia del cinema e della cultura popolare,
ma di seguito, ecco alcuni segreti, storie e curiosità sul
Chi ha incastrato Roger Rabbit?, disponibile su
Disney+.
Bob Hoskins non è stata la prima
scelta
I fan di Chi
ha incastrato Roger Rabbit? possono essere tutti
d’accordo sul fatto che Bob Hoskins è stato l’attore perfetto per
interpretare il ruolo dell’investigatore privato Eddie Valiant, in
quanto il suo aspetto burbero nasconde un’indole molto divertente,
e questo mix si è rivelato perfetto per il personaggio. È difficile
immaginare come sarebbe stato il film con un altro Eddie
Valiant.
Bob Hoskins non è stata però la
prima scelta a interpretare il ruolo del protagonista in carne e
ossa. I creatori di Chi ha incastrato Roger
Rabbit? stavano cercando di ingaggiare Harrison Ford, che però alla fine degli anni
’80 era decisamente troppo costoso per una produzione che già
avrebbe investito tantissimo in effetti speciali. Oltre a Ford, la
produzione tentò di contattare Bill Murray, che però non fu
raggiungibile.
È basato sul libro Chi ha censurato
Roger Rabbit?
Quando hanno visto per la
prima volta Chi ha incastrato Roger
Rabbit?, non tutti gli spettatori sapevano che non si
tratta di una storia originale, ma si basa su un libro.
Si tratta del romanzo del 1981 Who
Censored Roger Rabbit? scritto da Gary Wolf. Spoiler Alert: Roger
in realtà muore nel libro. Probabilmente non si tratta della trama
più adatta ai bambini. Quindi i creatori hanno dovuto modificare un
po’ la storia in diversi punti.
Bob Hoskins è diventato un po’
matto
Ogni grande artista deve
soffrire per il suo lavoro ad un certo punto. Mentre i fan possono
vedere a tutti gli effetti, grazie all’incredibile lavoro di post
produzione, tutti i personaggi dei cartoni animati nel prodotto
finito, per otto mesi Bob Hoskins ha dovuto semplicemente
immaginare che questi fossero lì.
L’attore ha dichiarato che dopo aver
fatto finta di parlare e vedere personaggi dei cartoni animati per
otto mesi, ha sentito alterata la sua salute mentale quando, dopo
molto tempo, ha visto i personaggi nel prodotto finito. Ha
raccontato che per un certo periodo era come se avesse avuto un
certo numero di amici immaginari.
Christopher Lloyd non è stata la
prima scelta
Il giudice Doom è uno dei
personaggi più minacciosi della storia di Cartoonia, con i suoi
folli occhi rossi e la sua voce terribilmente acuta. Christopher
Lloyd ha fatto un ottimo lavoro nell’interpretare il giudice Doom,
dal momento che è risultato inquietante ma non eccessivamente
spaventoso da impedire ai bambini di guardare e godersi il
film.
Anche se Christoper Lloyd è stato un
ottimo interprete, non è stata la prima scelta dei creatori. Prima
di scegliere la star di Ritorno al
futuro, hanno considerato Tim Curry, che però era
troppo spaventoso (e di lì a poco, con il film tv su IT lo sarebbe
diventato ancora di più per i bimbi di tutto il mondo) e John
Cleese che non lo era abbastanza spaventoso. Gli spettatori sono
tutti d’accordo sul fatto che i creatori abbiano fatto la scelta
giusta con Christopher Lloyd.
Non c’erano immagini di
computer
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? ha segnato il record del film più costoso
della storia del cinema fino a quel momento. Nel 1988, è costato 70
milioni di dollari, ovvero circa 150 milioni di dollari nel mondo
di oggi. Una grande quantità di lavoro è stata dedicata
all’integrazione tra parti animate e parti in live action, in
quanto non sono stati utilizzati molti mezzi e trucchi per ottenere
l’effetto finale.
Ci sono volute quasi 800 persone per
portare Chi ha incastrato Roger Rabbit?
sul grande schermo in quanto non c’è una sola immagine
computerizzata in tutto il film, il che significa che ogni volta
c’era un movimento fatto da uno dei personaggi dei cartoni animati,
anche se si trattava di un piccolo gesto come cambiamento di luce a
causa di un urto di una lampada, c’è stato un disegnatore che lo ha
disegnato a mano. I creatori pensavano che le immagini generate al
computer avrebbero danneggiato l’effetto Anni ’40 che volevano
invece conservare per il look del film.
La prima collaborazione tra Disney
e Warner Bros
Chi ha incastrato Roger
Rabbit? rappresenta un passo enorme in avanti nella
tecnologia da film e nella produzione dei cartoni animati, ma non
solo. Il film è anche il risultato della prima titanica
collaborazione tra Warner Bros e Walt Disney. Il film include
infatti personaggi animati di entrambi gli universi cartooneschi,
ma anche altre proprietà intellettuali appartenenti ad altri studi,
come Paramount Pictures, MGM, Universal Studios.
Oltre 30 anni dopo, Chi
ha incastrato Roger Rabbit? è ancora l’unico film ad
avere il personaggi simbolo della Disney, Topolino, e Bugs Bunny,
icona di Warner Bros. non solo nello stesso film, ma anche nella
stessa inquadratura. Questo non è stato un compito facile in quanto
ha richiesto molto lavoro da parte di Steven Spielberg, poiché è stato lui a
contattare personalmente gli studi per convincere tutti ad
accettare di concedere i propri personaggi per il film.
Charles Fleischer è davvero entrato
nel personaggio
Bob Hoskins può aver
sofferto di allucinazioni a causa delle riprese di Chi
ha incastrato Roger Rabbit?, ma non è detto che fosse
il più folle sul set del film. Charles Fleischer, che ha doppiato
il protagonista animato, ha preso molto sul serio il suo ruolo di
Roger Rabbit. Talmente sul serio che, sebbene non viene mai stato
visto in macchina, ha insistito per avere un costume da Roger
Rabbit.
Charles Fleischer era così devoto al
film che sembra abbia indossato il suo costume di Roger Rabbit ogni
giorno per riuscire ad entrare nel personaggio e doppiare al meglio
le sue battute. Credeva che non solo lo aiutasse ad entrare nel
personaggio, ma aiutava anche la sua costar Bob Hoskins a
immaginare che un coniglio bianco in tuta rossa fosse reale.
La Salamoia uccide i
personaggi dei cartoni animati
Per decenni, i fan dei
cartoni animati hanno visto i loro personaggi preferiti sfuggire
alla morte innumerevoli volte. Quante volte il Coyote è caduto da
una scogliera o si è fatto esplodere per tentare di acchiappare il
suo Road Runner? I cartoni animati sono noti per essere in grado di
sopravvivere a qualsiasi cosa e questo include un frigorifero
caduto in testa 23 volte.
Tuttavia, in Chi ha
incastrato Roger Rabbit? sembra che i cartoni non
siano così invincibili come si pensa. Il minaccioso intruglio
soprannominato Salamoia (Dip in originale) può
distruggere qualsiasi personaggio a cartoni animati, e questo è un
dato di fatto. Si tratta di una miscela di trementina, acetone e
benzene che in realtà sono diluenti per vernici. Questo significa
che la Salamoia può davvero “uccidere” i personaggi dei
cartoni, cancellandoli dalla pagina.
Roger Rabbit è un miscuglio di
diversi personaggi
Roger Rabbit è un
personaggio piuttosto unico non solo per la sua personalità
originale, ma anche per il suo comportamento completamente fuori
dagli schemi. Questo famoso coniglio ha il suo stile che è in
realtà una combinazione di molti altri stili di personaggi dei
cartoni animati.
L’animatore di Roger,
Richard Williams, è stato ispirato dai grandi nomi
dei personaggi dei cartoni animati degli anni ’40, tra cui Tex
Avery, Disney e Warner Bros. La faccia di Roger è come quella di un
Looney Toones mentre i suoi capelli arancioni imitano Droopy Dog e
le sue guance sono in stile Bugs Bunny. Mentre il suo vestito
rappresenta più classici della Disney come i suoi guanti gialli
simili a Topolino e le sue tute oversize ispirate a Pippo.
Ha vinto diversi premi Oscar
Chi ha incastrato Roger
Rabbit è un film prezioso in quanto la trama è divertente ed
accattivante, e mesi di duro lavoro di quasi 800 persone hanno
permesso la realizzazione di uno dei film più amati degli anni ’80,
ancora oggi. Questo duro lavoro non è passato inosservato.
Nel 1989, Chi ha
incastrato Roger Rabbit? ha portato a casa 4 premi
Oscar per il miglior montaggio cinematografico, i migliori effetti
speciali, montaggio sonoro. Insieme a questi premi, l’animatore di
Roger Rabbit, Richard Williams, ha vinto lo Special Achievement
Award. I fan possono essere tutti d’accordo sul fatto che questi
prestigiosi premi cinematografici siano stati meritati dalla
talentuosa e laboriosa troupe del film!