La città incantata è il capolavoro di Hayao Miyazaki. Per quanto ci possano essere tanti altri film, della filmografia del grande maestro giapponese che rientrano trai nostri preferiti, il film del 2001 è sicuramente il più complesso, riuscito, compiuto.
Da poche settimane, insieme a molta altra produzione dello studio Ghibli, La città incantata è disponibile su Netflix e si conferma uno dei film più visti degli ultimi giorni, complice anche la clausura necessaria a contrastare l’imperversare del coronavirus su territorio nazionale (mondiale!).
Proprio per questo, per apprezzare ancora di più il film e per carpirne qualche segreto nascosto, ecco quello che forse non sai su La città incantata:
La mancanza della sceneggiatura
Pur avendo una trama ricca di personaggi sviluppati, La città incantata non è stato realizzato con una sceneggiatura. In effetti, i film di Miyazaki non hanno mai avuto sceneggiature. “Non ho la trama finita e pronta quando iniziamo a lavorare a un film”, ha detto il regista a Midnight Eye. “Di solito non ho tempo. Quindi la storia si sviluppa quando inizio a disegnare gli storyboard. La produzione inizia molto presto, quando gli storyboard sono ancora in fase di sviluppo.” Miyazaki non sa dove lo porta il racconto, quando comincia a lavorare a un film, e lascia che sia la storia ad “accadere” organicamente. “Non sono io che realizzo il film. Il film si fa da solo e non ho altra scelta che seguire la storia”.
L’omaggio alla Pixar
Quando Chihiro arriva a casa di Zeniba, la lanterna che salta è un omaggio alla lampada simbolo del logo Pixar, con tanto di effetto sonoro.
Lo studio Ghibli e la Pixar rappresentano due poli di grandissima importanza per quello che riguarda il cinema d’animazione, due studi che apparentemente si dedicano in maniera opposta a quest’arte, ma che allo stesso modo contribuiscono alla sua grandezza e alla bellezza del mondo.
Lo studio della realtà
Per animare al meglio la scena in cui Chihiro somministra la medicina a forza a Haku nella sua forma di drago, Hayao Miyazaki ha fatto studiare ai suoi animatori la bocca di un cane mentre gli veniva dato da mangiare e un veterinario gli teneva la mascella inferiore.
Tratto da una storia vera
La scena che mostra la purificazione dello spirito fluviale si basa su un episodio di vita reale dello stesso Hayao Miyazaki in cui il regista ha partecipato alla pulizia del fondale di un fiume, rimuovendo, tra le altre cose, anche una bicicletta.
Doppiaggio da maiali
Per riprodurre la voce della madre di Chihiro mentre parla a bocca piena, l’attrice Yasuko Sawaguchi in realtà ha doppiato il dialogo (nella versione originale in lingua giapponese) mentre mangiava un pezzo di Kentucky Fried Chicken. L’attrice Lauren Holly ha fatto la stessa cosa nella versione inglese, mangiando però una mela.
Tagliare la linea!
Nella scena in cui Chihiro schiaccia con il piede il piccolo verme nero che abitava dentro ad Haku, Kamaji dice a Chihiro di “Tagliare la linea!”. Tagliare la linea è una specie di incantesimo porta fortuna giapponese eseguito facendo il gesto di un taglio attraverso gli indici collegati di un’altra persona.
Il rito scaramantico viene eseguito ogni volta che qualcuno viene considerato impuro e stando alle note di produzione, la doppiatrice di Chihiro, Rumi Hiiragi, all’epoca una bambina, non aveva familiarità con il rito, visto che si tratta di un gesto molto antico, caduto in disuso.
Record e Oscar
La città incantata è il primo anime ad essere nominato per un Oscar e a vincerlo. È anche il film più lungo di qualsiasi altro nominato o vincente nella categoria dedicata all’animazione (125 minuti). Ad oggi è l’unico film straniero, di produzione non anglofona, ad aver vinto per miglior film d’animazione ed è, infine, l’unico film d’animazione tradizionale a vincere l’Oscar di categoria, visto che gli altri vincitori, dal 2001 (anno in cui è stato istituito l’Oscar) a oggi, sono stato tutti film in CGI.
(L’immagine si riferisce al premio Oscar alla carriera assegnato a Hayao Miyazaki nel 2015).
Il gioco di parole nel titolo
Il titolo originale del film è Sen to Chihiro no kamikakushi che contiene un gioco di parole. L’inizio del titolo “sen to” (che significa “mille e”), se letto tutto attaccato, “sento”, in giapponese indica lo stabilimento balneare, location principale in cui è ambientato il film.
Una scena riciclata
La scena alla fine del film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena dell’inizio del film, solo invertita.
L’enigma dei nomi
I personaggi de La città incantata riflettono la loro essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia, “Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen” significa solo mille.
La città incantata streaming
Il film è disponibile in streaming su Netflix, insieme a tutto il catalogo Ghibli. La storia narra l’avventura di Chihiro, una bambina che, dopo aver perso i genitori in un incidente alquanto inquietante (a tratti disgustoso), intraprende un’avventura che la porterà a lavorare in uno stabilimento balneare, a incontrare streghe, draghi, misteriosi spiriti, fino a ritrovare i suoi genitori.





Nei fumetti, i 


Uno degli aspetti più interessanti de 

























Maghi, incantesimi, signori oscuri e amici dotati di ingegno, bontà e coraggio. La formula ideale per una lunga avventura, ben otto film, e diverse ore occupate da duelli, lezioni, amori adolescenziali e un tocco di dramma, con la certezza che tutto andrà bene, alla fine.
Sono ben undici i film che compongono il canone completo del franchise Lucasfilm, con tanto di spin-off che contribuiscono ad un ottimo intrattenimento domestico, un ripasso dovuto di quella che è una delle saghe più amate di sempre. E anche se il finale della saga degli Skywalker non è piaciuto a tutti, è chiaro che si tratta di una conclusione all’insegna della speranza.
Il fantasy per eccellenza racconta della sfida dei più piccoli contro il Male assoluto. Nelle versioni estese, i tre film di Peter Jackson possono fare sicuramente ottima compagnia in una condizione di reclusione forzata. Inoltre il film consegna ai suoi spettatori e fan un messaggio di grande positività, di senso di squadra e di coraggio, anche nelle situazioni più difficili.
Non sono gli anni, sono i chilometri. La
Se si parla di saghe divertenti, che tirano su l’umore e ci permettono di rasserenare gli animi in tempi così cupi, sicuramente Zemeckis e compagnia sono tra le prime cose che vengono in mente ai fan, e si tratta di un suggerimento tanto banale quanto prezioso. Sempre alla conquista del tempo, del futuro e del bene delle generazioni future (e passate!).
Se la reclusione forzata dovesse prolungarsi oltremodo e se fosse necessario per i cittadini sani e responsabili dover rimanere in casa più tempo del previsto, una bella maratona di Gilmore Girls potrebbe senza dubbio aiutare a far passare il tempo in serenità. Le avventure delle ragazze Gilmore sono un toccasana per l’umore e la qualità di scrittura di Amy Sherman-Palladino invecchia straordinariamente bene!
JD, Turk e tutti gli infermieri e chirurghi dell’Ospedale Sacro Cuore sono sempre lieti di accogliere e riaccogliere pazienti e spettatori. Sarà per la grande leggerezza con cui si affrontano anche i momenti difficili, sarà per il divertimento folle che questa serie promette e regala, ma ci sembra un modo davvero adatto di passare il tempo in periodi cupi-
Una storia d’amore lunga una serie: un padre che impiega ben nove stagioni per chiedere ai figli il permesso di uscire con la loro “zia”. In molti hanno storto il naso per la scelta finale della serie, che in originale si intitola How I Met Your Mother, eppure un rewatch potrebbe convincere tutti che gli eventi finali sono stati preparati nel corso di tutte le esilaranti stagioni, e che la conclusione era l’unica giusta e possibile.
Fanno parte della famiglia, loro si che sono davvero vecchi amici, sapere che esistono 10 stagioni da 24 episodi l’una che ci possono far compagnia in questi giorni difficili per tutti rende già l’animo più leggero. Gli amici, quelli veri, non passano mai di moda e non importa quante volte li vedi e fanno le stesse battute, è sempre un piacere ritrovarli.