A pochi giorni dall’inizio della
76a Mostra del cinema di
Venezia (dove il film sarà presentato in concorso), Il Venerdì
di Repubblica dedica la sua nuova copertina a Joker, il film diretto
da Todd Phillips che vede protagonista Joaquin
Phoenix nei panni del clown principe del crimine di
Gotham.
Descritto come un cinecomic anomalo
rispetto ai titoli finora prodotti, Joker racconterà la parabola
discendente di Arthur Fleck, un uomo trascurato dalla società e
aspirante comico negli anni Ottanta, attraverso lo studio del
personaggio e l’analisi di tematiche quali la politica americana e
la sanità mentale.
Una delle caratteristiche peculiari
dell’antieroe è la sua risata, un elemento recitativo al quale
l’attore – per sua stessa ammissione – è arrivato studiando per ore
filmati su youtube, e un piccolo assaggio è presente già nel
trailer rilasciato mesi fa.
“Ho visto tantissimi
video di persone che soffrono di risate patologiche, un
disturbo neurologico che fa ridere in modo incontrollato le
persone.“, ha dichiarato Phoenix nell’intervista con il
Venerdì.
“Non abbiamo seguito nulla dei
fumetti, e questo farà arrabbiare tantissime persone“, aveva
dichiarato il regista in una recente intervista. “La nostra
versione del personaggio è stata riscritta ed è ciò che rendeva
interessante il progetto. E non è nemmeno la storia di Joker,
quanto la storia di un uomo che è diventato Joker.“
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher Nolan e
in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario
e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
A riportare l’indiscrezione è
l’Hollywood Reporter: a quanto pare Ewan McGregor
sarebbe ad un passo dal concludere le trattative per interpretare
di nuovo Obi-Wan Kenobi nella saga di
Star
Wars, e più precisamente nella serie di Disney + in
fase di sviluppo che arriverà sulla piattaforma streaming nei
prossimi anni. Vi ricordiamo che l’attore, finora apparso in tre
film del franchise (Episodio I, II e III), già nei mesi scorsi
aveva dichiarato di essere disponibile a tornare nei panni del
maestro jedi.
Lo show, secondo le fonti, si
prefigura come il terzo titolo di Star Wars che approderà su Disney
+ (il cui lancio è previsto in autunno) dopo The
Mandalorian, la serie prodotta da Jon Favreau, e un
progetto ancora senza titolo descritto come un prequel di
Rogue One del 2016 con protagonista Cassian Andor,
l’ufficiale dell’Alleanza Ribelle interpretato da Diego
Luna.
Non abbiamo però ulteriori dettagli
su Obi-Wan Kenobi, né informazioni utili sulla timeline e la storia
che potrebbe raccontare. Di certo la presenza di McGregor
assicurerebbe una sorta di continuità con la trilogia iniziale
offrendo al pubblico uno sguardo inedito sull’eroe che ha forgiato
Anakin Skywalker.
Vi ricordiamo che Obi-Wan
Kenobi è, ad oggi, l’unico personaggio della saga a
comparire in tutti e sei i film “tradizionali” in diverse vesti.
In Guerre Stellari è chiaramente il
vecchio Ben Kenobi, mentre ne L’Impero e
ne Il Ritorno appare in forma di
spirito, di Forza, a Luke, nei suoi momenti di difficoltà. In
questo caso ha le sembianze di Alec Guinness.
Nei tre prequel è interpretato, come detto, da Ewan
McGregor, fino al finale della Vendetta dei
Sith in cui mette in salvo i gemelli Skywalker.
Non tutti sanno che la voce di
Obi-Wan si può ascoltare anche ne Il Risveglio della
Forza, nel momento in cui Rey tocca per la prima volta la
spada di Luke.
La Biennale di
Venezia e Jaeger-LeCoultre annunciano che
è stato attribuito al grande regista francese di origine greca
Costa-Gavras (Z-L’orgia del potere, Missing,
Music Box) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the
Filmmaker 2019 della 76.Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica (28 agosto-7
settembre 2019), dedicato a una personalità che abbia segnato in
modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.
La consegna del premio a
Costa-Gavras avrà luogo sabato 31 agosto
2019 in Sala Grande (Palazzo del Cinema)
alle ore 22, prima della proiezione in prima mondiale Fuori
Concorso del nuovo film da lui scritto e diretto,
Adults in the Room (Francia, Grecia,
124’) con Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis, Ulrich Tukur.
A proposito di questo
riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto
Barbera ha dichiarato: “Sono molte le ragioni per le quali
Costa-Gavras merita di essere annoverato fra i
grandi registi della modernità, ma una prevale su tutte: l’aver
saputo fare della politica un tema affascinante, un soggetto come
un altro, da affrontare non fra iniziati consapevoli e già
convinti, ma da somministrare al grande pubblico, servendosi di
tutti i mezzi che il cinema fornisce per accedere al più grande
numero possibile di spettatori. Questo regista, schivo ma
determinato, sostiene da sempre che tutti film sono politici. Un
modo non solo di sfuggire all’etichetta di regista politico che da
sempre gli è stata attribuita – non di rado in maniera polemica e
riduttiva – ma per rivendicare la fedeltà tranquilla e sinceramente
democratica a un cinema popolare che non rinunci a far riflettere,
mettere in discussione, provocare emozioni profonde. Grazie
all’indignazione autentica che ispira i suoi film, all’umanesimo
profondo che li caratterizza e alla libertà che essi reclamano,
Costa-Gavras interroga le nostre debolezze e la nostra
arrendevolezza. Come è stato detto, “se ci eravamo addormentati, il
suo cinema ci risveglia. E se l’abbiamo perduta, i suo film ci
restituiscono la speranza”.
Sinossi
In Adults in the
Room, tratto dal libro omonimo di Yanis Varoufakis, a
porte chiuse si svolge una tragedia umana. Un tema universale: una
storia di persone intrappolate in una rete di potere. La cerchia
degli incontri dell’Eurogruppo, che impongono alla Grecia
l’austerità. Una trappola claustrofobica senza via d’uscita, che
esercita pressioni sui protagonisti e che alla fine li divide. Una
tragedia greca nel senso antico. I personaggi non sono buoni o
diabolici, ma guidati dalle conseguenze della loro stessa
concezione di ciò che è bene fare. Una tragedia dei nostri
tempi.
Jaeger-LeCoultre è
per il quindicesimo anno sponsor della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica, e per il dodicesimo del premio Glory to
the Filmmaker. Il premio è stato assegnato negli
anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008),
Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam
(2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013),
James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016),
Stephen Frears (2017), Zhang Yimou (2018).
In linea con lo spirito creativo
della sua storia, la Maison Jaeger-LeCoultre è
guidata dalla ricerca dell’eccellenza. Condividendo molti valori
con l’arte del cinema, la manifattura Jaeger-LeCoultre, con sede
nella valle di Joux, in Svizzera, ha elevato la realizzazione di
orologi a forma d’arte, unendo abilità tecniche e artistiche.
La 76. Mostra di
Venezia si terrà al Lido dal 28 agosto al 7 settembre
2019, diretta da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennale presieduta da Paolo
Baratta.
In una delle due scene post credits
di Spider-Man: Far
From Home Quentin Beck, aka Mysterio, rivelava al
mondo intero l’identità segreta di Peter Parker, evento scioccante
che avrà sicuramente delle ripercussioni sul futuro dell’eroe e del
franchise in generale.
Ma in che modo questa notizia
influenzerà la trama del sequel, e quali storia potrebbero essere
adattate al cinema? Ecco qualche idea:
Peter Parker scienziato
Dopo sette film in live action con
Spider-Man non abbiamo ancora visto Peter Parker
all’opera sfruttando tutto il suo potenziale scientifico, chi
conosce i fumetti saprà che il personaggio viene descritto come uno
scienziato brillante in grado di creare i suoi gadget. Questo lato
è emerso nel videogioco per la PS4 dove oltre a svolgere il suo
lavoro come fotografo al Daily Bugle, Peter indossa il camice da
laboratorio e mette a frutto tutto quel genio.
Peter Parker celebrità
La rivelazione dell’identità segreta
di Spider-Man potrebbe girare a favore dell’eroe invece che
alimentare il potere di Mysterio, visto che
nell’universo cinematografico Marvel questi dettagli non sono mai
stati un grosso problema (vedi Tony Stark e il
trattamento dei supereroi nella società, trattati come
celebrità).
L’incontro con Octavius
Uno dei rapporti più complicati del
canone Spider-Man è quello instaurato tra Peter Parker e
Otto Octavius, che poi è uno dei pochi personaggi
a riconoscere il genio del ragazzo trovandosi costantemente in
soggezione e forse anche invidioso del rivale. Ma se c’è qualcuno
che potrà credere all’innocenza di Peter Parker, quello è Octavius.
Non sarebbe interessante vederlo in azione nel MCU come un’altra
figura paterna per l’eroe?
Lo Spider-Man del filmato di
Mysterio è uno Skrull
Sappiamo che gli
Skrull sono tornati sulla Terra dopo gli eventi di
Captain Marvel per cercare le cellule dormienti dei Kree e sappiamo
che gli alieni mutaforma sono rimasti in contatto con Nick Fury
nello spazio, dunque è facile presumere che i personaggi possano
tornare nel terzo capitolo. Ma in che modo? Forse lo Spider-Man
visto nel filmato di Mysterio è uno Skrull e questo dimostrerà
l’innocenza dell’eroe?
Spider-Man criminale
La reazione più ovvia al filmato di
Mysterio è lo shock del pubblico e l’improvviso senso di timore nei
confronti di Spidey come nuova minaccia globale. Si aizzerà una
guerra contro l’amichevole eroe di quartiere e le autorità gli
daranno la caccia? Di tutte le trame, questa sarebbe sicuramente la
più avvincente da vedere al cinema.
Spider-Man contro Osborn
I cinecomic possono abbracciare la
sfera politica dell’attualità e sappiamo quanto la cultura pop
riesca a influenzare questi racconti; nel caso di Far From Home uno
dei temi portanti era il concetto di fake news e del modo in cui la
società ne viene negativamente influenzata, quindi è plausibile
immaginare un ritorno sull’argomento anche nel sequel grazie al
personaggio di J. Jonah Jameson o all’introduzione
di uno spietato sindaco Osborn deciso a debellare
il nuovo criminale di New York.
Il ritorno di Mysterio
Se da una parte l’intelligenza
artificiale E.D.I.T.H ha confermato che tutte le
illusioni di Mysterio sono state
disattivate alla fine di Far From Home, dall’altra il pubblico non
ha avuto l’assoluta certezza della morte del villain, abile
truffatore nei fumetti e al cinema. Con Spider-Man ritenuto un
criminale e un traditore, nessuno trarrebbe più beneficio dalla
situazione di Quentin Beck, quindi perché non sperare in un suo
ritorno sulle scene?
I Sinistri Sei
Uno dei membri dei Sinistri
Sei potrebbe essere stato già svelato in Far From
Home, così come il possibile obiettivo comune di questo gruppo di
criminali: Tony Stark, le cui azioni sembrano aver
condizionato tantissimi personaggi all’interno del MCU. Il suo
impero di armi e tecnologi ha sicuramente seminato successi e odio
dalle parti dei suoi avversari, invidiosi e pazzi di gelosia, e
sebbene uno di loro (Quentin Beck) abbia fallito nel suo intento,
ciò non toglie che saranno altri colleghi a denigrare l’eredità di
Stark, sconfiggendo Spider-Man e creando appunto il team di
villain.
Via da New York
Le avventure in Europa di Spider-Man
sono state un bel toccasana per il franchise, e vederlo lavorare in
incognito come fuggitivo renderebbe il sequel ancora più
interessante e divertente. Lasciare New York, aprirsi a nuove
possibilità di trama e incontrare personaggi in linea con
l’universo Marvel sempre più globale della Fase 4…
L’arrivo di Miles Morales
Un’altra gradita sorpresa per il
sequel di Far From Home sarebbe senza dubbio la comparsa di
Miles Morales, la cui esistenza nel MCU è stata
accennata dal personaggio di di Donald Glover in Homecoming. Dopo
la Decimazione Miles potrebbe tornare ed essere solo due anni più
giovane di Peter Parker…
Ecco tre clip da Crawl
–Intrappolati, il film diretto da
Alexandre Aja e prodotto da Sam
Raimi, al cinema a partire dal 15 agosto.
Dal regista Alexandre
Aja (Le colline hanno gli occhi) e dai produttori
Craig Flores (300), Sam Raimi (Man
in the Dark, La casa) e Alexandre Aja, Crawl
– Intrappolati è un thriller-horror innovativo e di
notevole efficacia che vede Barry Pepper e Kaja Scodelario,
protagonisti assoluti, e praticamente unici, assieme agli
alligatori, la principale minaccia nel film.
Enormi rettili in grado di muoversi
perfettamente sulla terraferma e capaci di una manovra rotante
ineludibile chiamata “death roll” per sottomettere e smembrare la
preda. Hanno una naturale visione notturna, possono rintracciare le
prede nell’oscurità totale e hanno ben 80 denti affilati come
rasoi. Il loro morso è uno dei più potenti del regno animale, con
una forza di 2,125 psi (Poundforce per pollice quadrato). Possono
raggiungere una velocità di 45 Km/h in rush estremamente brevi (si
stancano facilmente), mentre in acqua possono nuotare a 40 Km/h
senza stancarsi. L’alligatore medio è lungo 3 metri, ma può
crescere fino a 4 metri e mezzo e pesare fino a 450 kg. La maggior
parte delle prede viene digerita in due o tre giorni perché hanno
gli acidi dello stomaco con un pH inferiore a 2, pari al succo di
limone e all’aceto. Gli alligatori sono in circolazione da oltre 37
milioni di anni.
Il creatore di Thanos, Jim Starlin ha espresso la sua preoccupazione
per il suo personaggio in Avengers: Infinity War, dopo
aver visto Justice
League. Starlin è apparso anche in un cameo in
Endgame, e molte delle cose che abbiamo visto
sullo schermo in questi anni di MCU le dobbiamo proprio a loro.
“[Il co-regista] Joe Russo mi
ha chiamato circa un mese prima che uscisse Infinity War e diceva
mi ha detto ‘Beh, dobbiamo parlare di tutte quelle cose, di come ci
sia una storia di Thanos, perché il film sarebbe stato lungo due
ore e mezza e invece vogliono che sia lungo solo due ore'”. Il
timore di Starlin era quindi quella che il personaggio di Thanos
venisse tagliato per rientrare nei tempi desiderati dalla
produzione.
Jim Starlin ha poi
continuato: “Avevo commesso l’errore di guardare il film della
Justice League circa una settimana prima.
Quando Joe mi ha detto questo, ho iniziato a pensare: ‘Sarà proprio
come il Justice League, in cui Thanos entra e…’ ho pensato, oh mio
Dio!”
Nonostante questi suoi pensieri,
Starlin ha ammesso di aver ripristinato la sua fiducia nel progetto
dopo aver visto il lavoro che i Russo hanno fatto con
Captain America: Civil
War.
Starlin si riferisce probabilmente
al modo in cui Steppenwolf è stato gestito nel film sulla
Justice League e probabilmente temeva che Thanos
sarebbe stato ritratto in un modo altrettanto deludente. Per
fortuna, non è stato così, visto che comunque il personaggio era
stato abbondantemente anticipato nel corso dei film precedenti e il
Titano Pazzo si distingue come uno dei migliori cattivi dei
cinecomic ma anche uno dei migliori personaggi dei film di
supereroi.
Per come stanno le cose, bisogna
immaginare che lo scrittore di fumetti sia stato molto contento di
come sia Avengers:
Infinity War che Endgame hanno
trattato il suo personaggio!
Ci sono state molte conversazioni
intorno al remake di Candyman
affidato alla produzione di Jordan Peele, e dopo
l’annuncio che Yahha Abdul Mateen II (Aquaman)
sarebbe stato il protagonista, arrivano nuove indiscrezioni
sull’inizio della produzione.
La MGM ha informato che la
produzione è in stadio avanzato e il cast è stato confermato. Con
Mateen, ci saranno Teyonah Parris (Se la strada potesse
parlare), Nathan Stewart-Jarrett
(Misfits) e Colman Domingo
(Euphoria).
Yahha Abdul Mateen
II ha vestito i panni di Black Manta in
Aquaman, il cinecomic campione di incassi
targato DC e Warner Bros, ma si è fatto notare anche nella serie
The Get Down, prodotto originale Netflix, e lo abbiamo visto anche nel thriller
Noi
diretto dallo stesse Peele.
Per quanto riguarda
Candyman,
la regia è stata affidata a Nia Da Costa, mentre
lo studio ha annunciato che il film sarà un “sequel spirituale”
dell’originale e che si tornerà nel quartiere in cui è iniziata la
leggenda.
Dal regista Alexandre
Aja (Le colline hanno gli occhi) e dai produttori
Craig Flores (300), Sam Raimi (Man
in the Dark, La casa) e Alexandre Aja, Crawl
– Intrappolati è un thriller-horror innovativo e di
notevole efficacia che vede Barry Pepper e Kaja Scodelario,
protagonisti assoluti, e praticamente unici, assieme agli
alligatori, la principale minaccia nel film.
Ecco le interviste al regista, ai produttori e alla protagonista
Kaja Scodelario:
In Crawl
– Intrappolati Enormi rettili in grado di muoversi
perfettamente sulla terraferma e capaci di una manovra rotante
ineludibile chiamata “death roll” per sottomettere e smembrare la
preda. Hanno una naturale visione notturna, possono rintracciare le
prede nell’oscurità totale e hanno ben 80 denti affilati come
rasoi. Il loro morso è uno dei più potenti del regno animale, con
una forza di 2,125 psi (Poundforce per pollice quadrato). Possono
raggiungere una velocità di 45 Km/h in rush estremamente brevi (si
stancano facilmente), mentre in acqua possono nuotare a 40 Km/h
senza stancarsi. L’alligatore medio è lungo 3 metri, ma può
crescere fino a 4 metri e mezzo e pesare fino a 450 kg. La maggior
parte delle prede viene digerita in due o tre giorni perché hanno
gli acidi dello stomaco con un pH inferiore a 2, pari al succo di
limone e all’aceto. Gli alligatori sono in circolazione da oltre 37
milioni di anni.
Continuano ad emergere dettagli
nascosti e easter egg di Avengers:
Endgame, soprattutto ora che i fan possono
sbizzarrirsi nella ricerca guardando il film comodamente sul divano
di casa, ma questo pubblicato sul forum Reddit relativo ai viaggi
nel tempo suggerisce un’interessante teoria alla quale non avevamo
pensato.
Secondo l’utente, un indizio
all’interno della scena sembrerebbe confermare che uno degli eroi –
o una squadra – abbia raggiunto il 2988 (precisamente a gennaio,
come mostra l’immagine qui sotto). È del tutto possibile che i
Vendicatori o Thanos stesso si siano spinti nel futuro, eppure
quella data fa eco alla prima battaglia di Svartalfheim che ebbe
luogo proprio nel 2988 a.C. come raccontato durante gli eventi
Thor: The Dark World.
Se ricordate bene, in quello scontro
Bor era in possesso dell’etere e combatté contro
Malekith e i suoi Elfi Oscuri. Forse gli eroi
protagonisti hanno pensato di tornare in quell’anno preciso per
recuperare la gemma dell’infinito prima di rendersi conto che
sarebbe stato molto più facile palesarsi nel 2013? Ipotesi
plausibile, ma è altrettanto facile che si tratti di una sequenza
eliminata (o almeno di un dettaglio) dal montaggio finale.
Quanti di voi avevano notato
l’easter egg nella scena? Che ne pensate?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
È online la nuova immagine ufficiale
di Lilli e il Vagabondo, versione fotorealistica
in live action del classico d’animazione che sarà disponibile in
autunno su Disney +, la piattaforma streaming interamente dedicata
ai titoli originali della casa di Topolino.
Nel film i due protagonisti sono
doppiati dalla star di Men in Black: International e Thor: RagnarokTessa Thompson
e Justin Theroux, mentre nel cast vocale figurano
anche Sam Elliot (Fido), Janelle
Monáe (Peg), Ashley Jensen (Jock) e
Benedict Wong (Bull).
Diretto da Charlie
Bean, già regista di The Lego Nijago
Movie, Lilli e il vagabondo arriva dal team di produzione
che aveva lavorato ai nuovi adattamenti de Il re
leone, Il libro della giungla e ad
altri progetti Disney come Tomorrowland e Pirati dei Caraibi.
Arrivano nuovi aggiornamenti su
Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings,
terzo titolo della Fase 4 del MCU che porterà al cinema il primo
supereroe asiatico dell’universo condiviso Marvel, e stavolta le indiscrezioni
riguardano il misterioso personaggio affidato ad
Awkwafina.
A quanto pare infatti l’attrice
interpreterà un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il
villain del film sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono
ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee.
Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo
e che il suo superpotere è l’ipnosi.
Altri rumor suggeriscono invece che
Clive Reston farà la sua comparsa nel cinecomic
vestendo i panni di una spia dell’MI-6, oltre che stretto alleato
di Shang-Chi, e se ciò dovesse rivelarsi un dettaglio fondato,
allora è altrettanto probabile che sullo schermo vedremo anche
Leiko Wu, agente segreto e interesse amoroso del
protagonista.
Vi ricordiamo che Shang-Chi and The Legend Of The Ten Rings
uscirà il 12 febbraio 2021, e le riprese
dovrebbero iniziare a breve in quel di Sydney, in Australia. Questa
location dovrebbe ospitare anche la produzione di Thor: Love
and Thunder (che però uscirà alla fine del 2021).
Il protagonista di Shang-Chi sarà
interpretato dall’attore canadese Simu Liu, visto
di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a lui,
nel cast, figureranno anche Tony LeungChiu-wai nei panni del Mandarino.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e
The Glass Castle (prossimamente uscirà il suo ultimo
lavoro Just Mercy, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx, e
Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film
che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham
(The Expendables, Godzilla, Doom e Wonder Woman
1984).
Creato da Steve Englehart e Jim
Starlin, Shang-Chi esordisce sui fumetti Marvel
nel 1973 in quella che è considerata l’età del bronzo della
produzione editoriale. L’eroe è un noto esperto di arti marziali e
numerosi stili di combattimento oltre che futuro membro dei
Vendicatori. All’inizio della sua storia era considerato il figlio
di Fu Manchu, e non è chiaro se questa connessione verrà riadattata
nei film o se è qualcosa che lo studio eviterà del tutto.
Leggi anche – Shang-Chi And The
Legend Of The Ten Rings: tutto quello che sappiamo sul film
Universal Pictures ha da poco
diffuso il trailer ufficiale di Last Christmas, la
nuova commedia romantica diretta da Paul Feig
(Le amiche della sposa, Ghostbusters, Un piccolo favore)
che vede protagonisti la star di Game of ThronesEmilia
Clarke, Henry Golding (Crazy Rich
Asians) e Emma Thompson.
Atteso nelle sale il 15
novembre 2019, il presenterà nella colonna sonora alcuni
brani di George Michael.
La storia è quella di Kate,
interpretata dalla Clarke, una giovane ragazza londinese che si
guadagna da vivere vestendo i panni di un elfo natalizio in un
negozio della città. L’incontro con Tom l’aiuterà a rimettersi in
gioco dando senso alla sua vita e ponendola di fronte a nuove
consapevolezze su se stessa e i propri obiettivi.
È l’Hollywood Reporter a confermare
che le trattative della Disney con Harry Styles
non hanno avuto esito positivo e che il cantante britannico non
interpreterà il principe Eric nel nuovo adattamento in live action
de La
Sirenetta. Contrariamente alle aspettative, sembra che
l’ex membro degli One Direction abbia rifiutato la parte, ma non
vengono specificati i motivi di questa scelta.
Di recente Stiles era entrato nella
rosa di candidati al ruolo di Elvis Presley per il prossimo film di
Baz Luhrmann, personaggio che invece avrà il volto di Austin Butler.
Per quanto riguarda La Sirenetta,
progetto attualmente in sviluppo, sappiamo che vedrà protagonista
la giovane Halle Bailey, Javier
Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone),
Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida
strega del mare che ruba la voce ad Ariel), Jacob
Tremblay (Flounder) e Awkwafina
(Scuttle).
Questa versione del classico sarà
diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins
e Into The Woods, Rob Marshall, e
includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia
canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel
Miranda.
Sony Pictures ha pubblicato il
primo trailer ufficiale di Piccole Donne, nuovo
adattamento dell’omonimo romanzo di Louisa May Alcott scritto e
diretto da Greta Gerwig che arriverà in sala il 25
dicembre 2019.
Nel cast figurano Emma
Watson, che sarà Meg March, mentre le altre sorelle sono
state interpretate da Saoirse
Ronan (Jo), Florence
Pugh (Amy) e Eliza Scanlen
(Beth). Con loro, in scena, anche Meryl
Streep nei panni di zia March, Timothee
Chalamet in quelli di Theodore “Laurie” Lawrence
e Laura
Dern che sarà invece Marmee March.
“È come se fosse la mia
autobiografia”, ha dichiarato la Gerwig a Vanity Fair.
“Succede quando vivi attraverso un libro e quello diventa il
paesaggio della tua vita interiore. Diventa parte di te, in un modo
profondo.“
Il primo romanzo di Piccole Donne
racconta la storia delle quattro sorelle March – Meg, Jo, Beth e
Amy Alcott. Loro padre è un sacerdote partito per il fronte come
cappellano durante la Guerra di Secessione
americana, lasciando a casa le figlie e la moglie a cura della
casa. Le ragazze, con i loro pregi e i loro difetti, pur essendo
povere e con i problemi tipici dell’adolescenza, imparano a
crescere e diventare ragazze responsabili e pronte a difendersi da
qualsiasi vicissitudine.
Uno degli ultimi adattamenti dal
romanzo era stato firmato da Gillian
Armstrong e vantava un cast di attori e attrici di
grande rilievo, con Winona Ryder, Susan Sarandon,
Claire Danes e Kirsten
Dunst, ma anche Christian
Balee Gabriel Burne.
Il misterioso video pubblicato sulla
pagina Facebook di TBS, il network di proprietà di Warner Bros.,
sembrava preannunciare l’arrivo di gradite sorprese per festeggiare
il 25° anniversario della messa in onda del primo episodio di
Friends, ricorrenza che cade il 22 settembre 2019.
Così è stato, e dopo l’annuncio di una mostra a tema che si terrà a
New York e dell’edizione speciale dei LEGO arriva
un’altra gradita notizia: il 23 e 28 settembre e il 2
ottobre verranno proiettati dodici degli episodi più amati
della sit-com in oltre 1,000 sale cinematografiche
statunitensi.
La serie cult creata da
David Crane e Marta
Kauffman che vede protagonisti David
Schwimmer, Courteney
Cox, Matthew
Perry, Lisa
Kudrow, Matt
LeBlanc e Jennifer Aniston
rivivrà in questa occasione unica per i fan dove saranno proiettati
non soltanto le puntate prescelte, ma anche diversi contenuti
inediti, interviste al cast e scene dal dietro le quinte.
“L’impatto culturale
che Friends continua ad avere, 25 anni dopo la messa in onda
del primo episodio, è sorprendente” ha dichiarato la
presidente e capo marketing di Warner Bros. Television Group Lisa
Gregorian in un comunicato ufficiale. “Si tratta di una vera
testimonianza del genio di Marta Kauffman, David Crane, Kevin
Bright e del cast ed è davvero bello vedere che la serie continua a
riunire persone di tutte le età. Non potremmo essere più entusiasti
di offrire questi episodi rimasterizzati digitalmente al cinema –
per la prima volta in assoluto – affinché tutti i suoi fan più
fedeli, insieme, in un’esperienza condivisa, possano godersi alcune
delle loro scene preferite di Friends in modo nuovo“.
Personaggio carismatico e non privo
di contraddizioni, l’Iron Man ritratto da
Robert Downey
Jr. nel MCU è stato il leader indiscusso
delle prime tre fasi dell’universo cinematografico. il suo
carattere, l’acume e il potere economico l’hanno reso un eroe da
amare e ammirare, anche se quelle sue stesse caratteristiche, unite
a parecchia presunzione, lo hanno spinto, qualche volta, troppo
lontano, fino a fargli compiere azioni non proprio nobili.
Ecco perché ci sono almeno
10 motivi che potrebbero renderlo il vero “cattivo
del MCU. Scopriamo di seguito quali:
L’incidente dell’Helicarrier
The
Avengers è stato il primo film collettivo ad essere
prodotto dai Marvel Studios, presentando al pubblico la squadra dei
supereroi come fronte di difesa della terra contro l’attacco di
Loki e del suo esercito.
Ma sappiamo che le
cose non sono sempre filate lisce per i Vendicatori: nel film
infatti vediamo Tony mentre continua a “provocare” Bruce
Banner, così da ottenere da lui la trasformazione in
Hulk.E considerando
quanto siano incredibilmente distruttivi i poteri del gigante
verde, non è stata proprio la mossa più intelligente.
Il tradimento di Tony
Sempre durante The
Avengers assistiamo al primo vero atto di tradimento di
Tony, quando il personaggio arriva sull’Helicarrier per iniziare a
lavorare con lo S.H.I.E.L.D. e i Vendicatori. Poco dopo inizia a
introdursi nei sistemi di controllo governando la tecnologia e
hackerando i file governativi sicuri.
Così facendo riesce a scoprire i
piani oscuri di Nick Fury legati al Tesseract, ma si tratta
comunque di un palese inganno con conseguenze importanti.
Le dipendenze
Bere e mettersi al
volante può mettere in pericolo se stessi e gli altri, ma cosa
succede se alzare troppo il gomito viene associato ad una delle
“qualità” di un supereroe, ovvero il volo?
Questo è
esattamente ciò che fa Tony in Iron Man 2: avrebbe
potuto schiantarsi causando danni irreparabili a se stesso, o
avrebbe potuto perdere il controllo della armatura, e dare fuoco a
persone o edifici perché si sentiva un po’ brillo…
La creazione di A.I.M.
Iron Man
3 ha mostrato le conseguenze del passato di Tony
Stark e le cattive scelte di comportamento nei confronti
di un ex collega, ora trasformatosi nel ricco e potente
Aldrich Killian.
In effetti, da ciò
che ci veniva raccontato nel film, il villain del film è stato
vittima di bullismo da parte di Stark, e anche se non possiamo
affermare che Killian sia totalmente innocente, Tony appare crudele
senza motivo…insomma, dopo Ultron un altro antagonista “creato” dal
protagonista.
Ultron
L’atto
forse peggiore che Tony Stark abbia mai compiuto,
qualcosa che lo fa avvicinare pericolosamente al “rivale” Thanos, è sicuramente l’aver creato
Ultron.
Se
ricordiamo bene, in Avengers: Age of Ultron
Bruce Banner era apparso alquanto titubante riguardo il progetto,
con Tony invece sicuro di sé e determinato ad andare a fondo.
Certo, la vita dell’androide non è stata così determinante per il
futuro dell’umanità e i Vendicatori sono riusciti ad evitare la
catastrofe, ma cosa sarebbe successo in caso contrario?
Il reclutamento di Spider-Man
Un parte dei fan
della Marvel era entusiasta all’idea di vedere Tony
Stark che portava nel suo team Spider-Man
per combattere la Guerra Civile contro Captain
America. Per altri invece si è trattata di una scelta
sconsiderata, dal momento che Peter Parker è
soltanto un adolescente che non ha mai affrontato responsabilità
del genere.
Così, l’atteso
ritorno dell’uomo ragno “a casa” nella sua prima vera apparizione
nel MCU, è stata accompagnata da commenti più che positivi e al
tempo stesso contraddittori.Se poi
pensiamo cheTom
Holland ha davvero un volto immacolato, quasi
infantile, il fatto che Tony lo abbia reclutato per gettarsi nel
bel mezzo di una guerra è davvero assurdo.
La vendetta contro Bucky
Civil War non ha
sicuramente messo in mostra il meglio di Tony Stark, costretto a
prendere una serie di decisioni discutibili nel film a causa del
suo bisogno di vendetta contro Bucky Barnes, l’assassino dei
genitori e attentatore dell’amico Rhodey.
Non solo si lancia su Falcon dopo
che l’eroe alato aveva schivato un attacco di Visione, lasciando
paralizzato War Machine, ma il suo tentativo di uccidere Bucky (e
Cap) potrebbe apparire un atto tutt’altro che eroico.
L’etica delle Stark Industries
Il primo
film su Iron Man si apre proprio con Tony che
capisce quanto sia sbagliata la filosofia dell’azienda Stark e
decide successivamente di smantellare tutto il sistema per favorire
invece lo sviluppo di nuove tecnologie.
Non
dimentichiamo che la Stark Industries ha ricavato
la sua fortuna fabbricando armi incredibilmente distruttive
vendendole al miglior offerente, spesso usate in guerra. Si
potrebbe comunque pensare che Tony abbia soltanto “ereditato” il
business di famiglia e che non fosse a conoscenza della distruzione
che la società (e Obadiah Stane) stava
causando.
C’è da
dire che, anche se fosse stato così, Stark ha continuato ad
incassare le conseguenze di un patrimonio inestimabile, sperperando
denaro, organizzando feste, e solamente quando è diventato Iron Man
ha intrapreso la strada verso la redenzione.
Il caso Mysterio
Jake Gyllenhaal is Mysterio in Columbia Pictures’ SPIDER-MAN: FAR
FROM HOME.
Diversamente dai fumetti, il Quentin
Beck di Far From
Home non è solo un esperto di effetti speciali che ha
sposato il “lato oscuro”, ma uno dei tanti inventori che lavorarono
con Tony Stark alla creazione della tecnologia
BARF (la cui dimostrazione veniva fornita
all’inizio di Captain America:
Civil War).
In realtà, ci dice il film, fu
proprio Beck a ultimare gli studi sugli ologrammi e non Stark, e il
fatto che il Vendicatore si sia preso i meriti di qualcun altro
sembra aver scatenato la sua rabbia tanto da essere licenziato per
il carattere “instabile”. Da qui il piano escogitato per rubare la
gloria di Tony dopo la sua morte in Avengers:
Endgame.
Un cattivo mentore?
Tony
Stark è stato a tutti gli effetti un padre putativo e un
mentore per il pupillo Spider-Man nel MCU. Eppure
certe sue azioni lasciano intendere il contrario, o almeno, che sia
in realtà un pessimo insegnante per il ragazzo.
Lascia che Peter
torni a New York dopo la Guerra Civile e si ripresenta solo per
rimproverarlo, non ha un piano per la sua “fuga” dalla battaglia,
lo getta nella mischia senza considerare gli alti rischi…e flirta
senza vergogna con sua zia!
Da quando esiste l’universo
cinematografico DC, concetto in fase di cambiamento che sembra aver
abbandonato l’idea di intreccio tra un film e l’altro,
Batman è apparso in tre titoli del franchise,
ovvero Batman v Superman: Dawn Of
Justice, Justice League e Suicide Squad. In quest’ultimo
Ben
Affleck recitava in un piccolo cameo inseguendo Joker
e Harley Quinn tra le strade di Gotham City, e c’è chi si chiede
già se il personaggio tornerà in azione anche nel sequel,
intitolato The Suicide
Squad, affidato a James
Gunn.
La risposta, seppur vaga, arriva
proprio dal regista e sceneggiatore del film, chiamato dalla Warner
Bros. a risollevare le sorti della squadra dopo il tentativo di
David Ayer non molto apprezzato dalla critica: “Potrete dare
un’occhiata a Batman in The Batman, che esce nel giugno 2021.
The Suicide Squad presenterà principalmente
il team della Suicide Squad.“, scrive Gunn su Instagram
commentando le domande dei fan.
A quanto pare infatti non rientra
nei piani dello studio né del regista inserire un altro cameo di
Bruce Wayne nel sequel/reboot, mentre l’attenzione si sposterà
unicamente sui personaggi del team, vecchi e nuovi, lasciando che
sia il cinecomic di Matt Reeves con
Robert Pattinson a trattare le
avventure del crociato di Gotham.
Vi ricordiamo che nel cast di
The
Suicide Squad è stato confermato il ritorno nel cast
di Viola Davis (che interpreterà di nuovo
Amanda Waller) insieme a Joel
Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il
leader della task force), così come Jai
Courtney sarà ancora Captain Boomerang
e Margot
Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo.
Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle
ultime settimane, non sostituirà Will
Smith per interpretare Deadshot ma che la
produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per
ora ignoto) all’attore.
Sempre sul reboot Justin Kroll di
Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili,
che Dave Bautista non parteciperà al progetto come
ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo
piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del
cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista
nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si
tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher
Smith.
Secondo quanto riferito nelle
ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà
molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il
riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da
introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali
dei fumetti a cui si ispira.
Dopo la prima immagine
ufficiale che raffigurava tutto il cast, Zack
Snyder ha diffuso una foto dal backstage di Army
of the Dead, il suo nuovo zombie movie che lo vedrà
tornare dietro alla macchina da presa dopo le turbolente vicende
legate a Justice League.
Nella foto, pubblicata sull’account
Twitter di Zack Snyder, il regista è seduto sul
retro di quella che sembra essere un’auto guasta. Girando in pieno
giorno e circondato da apparecchiature per le riprese, il regista
non sembra badare ai due cadaveri decomposti nel sedile anteriore.
Il tweet è tra i primi relativi ad Army Of The
Dead, che arriverà su Netflix nel corso del 2020.
Il film sarà uno
zombie-horror-thriller prodotto insieme alla moglie,
Deborah Snyder, e alla neonata compagnia
The Stone Quarry.
Nel frattempo è trapelata in rete la
prima sinossi ufficiale, che a quanto pare prende le distanze
dall’idea della sceneggiatura originale (lì i protagonisti erano
uomini zombie che violentavano le donne umane per generare degli
eredi) presentata nel 2008 come remake di The
Thing di Matthijs van Heijningen Jr:
“L’avventura è ambientata
durante un’epidemia di morti viventi a Las Vegas, quando un uomo
decide di radunare un gruppo di mercenari per compiere un ultimo
grande colpo nella zona di quarantena e mettere a segno la più
grande rapina mai tentata.“
Nel cast del film ci sono
Dave Bautista, Ella Purnell, Garret Dillahunt, Ana de la
Reguera, Theo Rossi, Nora Arnezeder e Chris
D’Elia.
A poche settimane dall’inizio delle
riprese di A
Quiet Place 2, sequel del caso cinematografico della
scorsa stagione, Deadline conferma che Djimon Hounsou sostituirà nel cast
Brian Tyree Henry. La star della serie
Atlanta è stato costretto ad abbandonare la produzione a
causa di altri impegni lavorativi lasciando spazio all’attore visto
di recente in Shazam!, Captain Marvel e
Serenity.
Vi ricordiamo che nel film
torneranno Emily
Blunt, Millicent Simmonds e
Noah Jupe, mentre secondo le ultime indiscrezioni
Cillian
Murphy dovrebbe vestire i panni di un misterioso
personaggio con cattive intenzioni che si unirà al clan familiare
sopravvissuto agli eventi del primo film.
“Una piccola idea è diventata
più grande, e mentre la maggior parte dei sequel parla del ritorno
di un cattivo o del ritorno di un eroe, non volevo che il mio
andasse in questa direzione.” ha spiegato Krasinski in
un’intervista. “Di A
Quiet Place 2 abbiamo un mondo, e il resto
della popolazione che sta attraversando esattamente quella stessa
esperienza. Ci sono altri sopravvissuti? Cosa possiamo esplorare
ancora? Cosa accadrà dopo?“.
A Quiet Place Part
II (questo il titolo ufficiale) è atteso nelle sale il
15 Maggio 2020.
Le vicende del primo capitolo
seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel
silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono
attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni
minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono
determinati a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre
tentano disperatamente di contrattaccare.
All’inizio di settembre arriva al
cinema IT: Capitolo Due e così Pennywise tornerà
sul grande schermo a terrorizzare gli spettatori. Sappiamo però che
il suo primo obbiettivo sono i Perdenti, che nel primo film,
arrivato in sala nell’autunno 2017, lo hanno affrontato e battuto,
ma non sconfitto.
Questo nuovo spot televisivo ci dà
un’idea agghiacciante di come il malefico clown intende procedere,
contro i ragazzini, ora adulti, di Derry. Sebbene la maggior
parte dello spot sia tratto dal clip del trailer recentemente
pubblicato, ci sono anche alcuni nuovi momenti che mostrano il
pagliaccio demoniaco che insegue la sua preda – inclusa
un’anteprima di una scena in cui Bev (Jessica Chastain) incontra
Pennywise (Bill Skarsgård) nella sua forma
“umana”.
Vi ricordiamo che l’uscita
nelle sale di IT: Capitolo
Due è fissata al 6 settembre
2019. Nel cast figurano, oltre a McAvoy,Jessica Chastain nei panni di Bev, mentre
Jay Ryan sarà
Ben, Isaiah
Mustafa Mike, Bill
Hader Richie, James
Ransone Eddie, Andy Bean Stan,
e Bill Skarsgård tornerà a interpretare
Pennywise il Clown Ballerino.
Amazon Studios ha diffuso il
trailer ufficiale di Honey
Boy, il film biografico ispirato alla vita di
Shia LaBeouf dove l’attore vestirà i panni di
suo padre. Al suo fianco, nel ruolo del protagonista, ci sarà
Lucas Hedges (Manchester By The Sea, Lady Bird,
Tre manifesti a Ebbing, Missouri).
LaBeouf ha firmato la sceneggiatura
basandosi sulle sue esperienze di vita, dall’infanzia turbolenta
alla carriera che l’ha visto debuttare giovanissimo e crescere sul
grande schermo, arrivando al cuore del racconto, il rapporto con il
padre e i problemi di salute mentale.
Diretto dalla pluripremiata regista
Alma Har’el (Bombay Beach, LoveTrue), Honey Boy
vede nel cast anche Noah Jupe (A Quiet Place) e
arriverà nelle sale americane il prossimo 8 novembre.
Nuovi possibili spoiler su
Star
Wars: L’Ascesa Di Skywalker, tra cui la durata del
film, potrebbero esser stati rivelati da Don
Williams, direttore d’orchestra, compositore e
percussionista che ha lavorato regolarmente nel corso degli anni
con suo fratello Jon durante un panel dedicato a Jurassic Park lo
scorso weekend.
“Jon sta lavorando al nuovo Star
Wars“, ha spiegato il musicista, “Anzi, siamo appena
entrati nella nostra ultima settimana. Deve comporre ben 135 minuti
di musica per il film, quindi questo dettaglio potrebbe anticiparvi
la durata [ride]. Finora abbiamo preparato circa 34 minuti, ci
saranno nuovi temi musicali, ovviamente, e in quest’ultima colonna
sonora sarà presente ogni tema che avete sentito nella saga. Da
quello di Leia, a quello di Yoda, Darth Vader, etc“.
“E come in ogni
lavoro di John, questi temi saranno “nascosti” ha continuato
Williams. “Dovrete cercarli, anche se non sarà difficile
trovarli, vedrete il film scorrere e sentirete due battute di un
tema facendovi trascinare lontano. È qualcosa che mi capita spesso
con la sua musica, mi distraggo da quello che dovrei fare, che è
contare, tenere il tempo e intervenire al momento giusto. Ha
un’energia incredibile, e ha 87 anni ed è ancora in grado di
resistere sei ore di fila dirigendo l’orchestra.”
L’Ascesa di
Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia
del franchise diretto da J.J. Abrams,
arriverà nelle sale a dicembre 2019.
Nel cast Daisy
Ridley, Oscar Isaac, John
Boyega, Kelly Marie
Tran, Naomi
Ackie, Joonas Suotamo,Adam
Driver, Anthony Daniels, Billy
Dee WilliamsLupita Nyong’o, Domhnall
Gleeson, Billie Lourd e il veterano del
franchise Mark Hamill. Tra le new entry
c’è Richard E. Grant.
Il ruolo di Leia Organa sarà
interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del
girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della
Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie
Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato
una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la
sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né
mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la
benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di
onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX,
usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio
VII.”
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, le teorie sul significato del titolo
Captain Marvel ha
sicuramente segnato un momento importantissimo nella storia dei
Marvel Studios e in quella
del blockbuster di supereroi, ancora di gran voga, nonostante
quella che sembra una saturazione del mercato.
Come per ogni film di questo genere,
il processo creativo che ha portato i personaggi del fumetto sul
grande schermo è stato lungo, e ha visto molti passaggi intermedi
nelle decisioni relative a look, costumi e personaggi. E così,
grazie ai concept art scartati di metà lavorazione, possiamo dare
uno sguardo a quelle che potevano essere altre possibilità di
rappresentazione per i protagonisti del film:
Captain Marvel, la
spettacolare avventura che, grazie a ai super poteri della
protagonista Carol Danvers, ha elettrizzato e ispirato il pubblico
di tutto il mondo superando il miliardo di dollari al box office
globale è disponibile sulle piattaforme digitali
(Itunes,GooglePlay,Chili,RakuteneTimVision)
enei migliori negozi fisici e online in DVD,
Blu-ray, Blu-ray 4K Ultra-HD e SteelBook Blu-ray 3D.
Moltissimi i contenuti extra che
includono featurette sul percorso di crescita e trasformazione di
Brie Larson (Captain Marvel) e sull’impatto che il suo
personaggio ha avuto sugli spettatori. Non mancheranno focus
sull’influenza di Nicky Fury (Samuel
L. Jackson) all’interno del Marvel Cinematic
Universe, sull’intesa perfetta tra i registi Anna
Boden & Ryan Fleck, il conflitto sempre acceso tra Skrull e Kree e
l’incredibile talento felino del gatto che interpreta Goose.
Imperdibili anche le sei scene tagliate, i commenti dei registi, i
titoli di coda con divertenti sorprese, i bloopers e le creatività
mai viste prima insieme a foto di produzione inedite.
Quentin Tarantino
sale in cattedra e difende la sua personale versione di Bruce Lee mostrata in C’era una volta a
Hollywood dopo le polemiche avanzate dalla
figlia dell’attore, Shannon Lee relativamente
al ritratto infelice del padre nel film. Sullo schermo, lo stuntman
interpretato da Brad
Pitt, Cliff Booth, ha uno scambio di battute e insulti
con Lee (che ha il volto di Mike Moh), e i due concordano di
sfidarsi sul set dello show televisivo “The Green Hornet”.
Da qui il commento dell’erede di
Lee, che di recente aveva descritto la scena “scoraggiante” per il
modo in cui viene rappresentato il personaggio, ovvero un
“arrogante sbruffone, e in verità, mio padre era un
asiatico-americano nella Hollywood degli anni ’60 che ha dovuto
lavorare molto più duramente degli altri per riuscire a guadagnarsi
il rispetto“.
Tarantino ha poi replicato in
un’intervista con Indiewire, motivando le sue scelte in merito alla
rappresentazione della star: “Bruce
Lee era una specie di ragazzo arrogante. Il
modo in cui parla nel film non l’ho inventato, anzi, molto proviene
da ciò che gli ho sentito dire. Se chiedi alla gente, quella ti
risponderà che Lee ha affermato di poter picchiare Muhammad Ali.
Non solo lo ha detto, ma sua moglie, Linda Lee, l’ha confermato
nella sua prima biografia che ho letto“.
E sulla scena dello scontro tra Lee
e il personaggio di Pitt, il regista ha spiegato: “Cliff
potrebbe battere Bruce Lee? Brad di sicuro non sarebbe in grado
di farlo, ma Cliff si. Se mi chiedi chi vincerebbe in un
combattimento tra Bruce Lee e Dracula, il concetto sarebbe lo
stesso. Si tratta di un personaggio immaginario, e se penso che
Cliff possa sconfiggere Bruce Lee, è del tutto frutto di fantasia. Ma
la realtà del film è questa: Cliff è un veterano, ha ucciso molti
uomini nella seconda guerra mondiale in combattimenti corpo a
corpo, e Lee ammira i guerrieri.“
L’uscita nelle sale
di C’era
una volta a Hollywood è fissata al 18
settembre 2019. Di seguito la prima sinossi:
La storia si svolge a Los Angeles nel 1969, al
culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due
protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie
televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad
Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che
non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto
famoso…Sharon Tate.
Nel cast di C’era una volta a Hollywood anche
Damian Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth,
Kurt
Russelle Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen
Beaty e Victoria Pedretti.
Infine Damon Herriman sarà Charles Manson. Il
film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
A quanto pare lo straordinario
risultato registrato al box office da Aladdin,
nuova versione in live action del classico d’animazione, avrebbe
convinto i vertici della Walt Disney Pictures a considerare l’idea
di un sequel (proprio come nella serie animata), anche in vista del
potenziale lasciato in sospeso alla fine del film. Il futuro del
franchise è ancora tutto da scrivere e ad accennarne qualcosa è il
produttore Dan Lin intervistato da Comicbook
sull’argomento:
“Ora abbiamo delle idee.
Sicuramente quando abbiamo lavorato al primo film l’obiettivo era
realizzare il miglior live action possibile per il pubblico, che
però lo lasciasse con la voglia di averne ancora. E direi che la
risposta è stata positiva. Le persone hanno visto Aladdin più
volte, abbiamo letto molte lettere di fan che sono tornati a
vederlo portando i loro amici e le loro famiglie. Quindi sentiamo
che c’è più di una storia da raccontare e che ogni cosa sarà
trattata allo stesso modo in cui abbiamo trattato il film
originale. Posso dire che, senza dire troppo, stiamo sicuramente
capendo dove possiamo andare con questo franchise“.
Vi ricordiamo che Aladdin è
stato diretto da Guy Ritchie e ha visto
Mena Massoud nel ruolo dell’affascinante furfante
Aladdin, Naomi Scott nel ruolo della
bellissima e indipendente principessa Jasmine
e Will
Smith nei panni dell’incredibile Genio con il potere
di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua
lampada magica.
Aladdin
vanta una colonna sonora composta dall’otto volte Premio Oscar
Alan Menken(La Bella e la
Bestia, La
Sirenetta), che comprende nuove versioni dei brani
originali scritti da Menken e dai parolieri, vincitori
dell’Oscar, Howard Ashman (La
Piccola Bottega degli Orrori) e Tim
Rice (Il Re Leone), oltre a due brani
inediti realizzati dallo stesso Menken e dai compositori vincitori
dell’Oscar e del Tony Benj Pasek e Justin
Paul (La
La Land, Dear Evan Hansen).
Il cast di Aladdin vede
inoltre la presenza di Marwan
Kenzari nel ruolo del potente stregone Jafar,
mentre Navid Negahban veste i panni del
Sultano, preoccupato per il futuro di sua
figlia; Nasim Pedrad è Dalia,
la migliore amica e confidente della principessa
Jasmine, Billy Magnussen interpreta il
principe Anders, il bellissimo e arrogante pretendente di Jasmine,
e Numan Acar è Hakim, braccio destro di Jafar
e capitano delle guardie del palazzo.
Arriva in sala il 22 agosto
Il Signor Diavolo, il nuovo film di Pupi
Avati con cui il regista non solo torna alla regia per il
cinema a cinque anni da Un ragazzo d’oro ma torna anche ai toni
dell’horror che hanno caratterizzato molta della sua produzione più
interessante.
Autunno 1952. Nel nord est è in
corso l’istruttoria di un processo sull’omicidio di un adolescente,
considerato dalla fantasia popolare indemoniato. Furio Momentè,
ispettore del Ministero, parte per Venezia leggendo i verbali degli
interrogatori. Carlo, l’omicida, è un quattordicenne che ha per
amico Paolino. La loro vita è serena fino all’arrivo di Emilio, un
essere deforme figlio unico di una possidente terriera che avrebbe
sbranato a morsi la sorellina. Paolino, per farsi bello, lo umilia
pubblicamente suscitando la sua ira: Emilio, furioso, mette in
mostra una dentatura da fiera. Durante la cerimonia delle Prime
Comunioni, Paolino nel momento di ricevere l’ostia, viene
spintonato da Emilio. La particola cade al suolo costringendo
Paolino a pestarla. Di qui l’inizio di una serie di eventi
sconvolgenti.
Con Il Signor
Diavolo, Pupi Avati mette in scena uno
scontro tanto tradizionale quanto ancora oggi vivo e valido, quello
tra fede e superstizione, ambientando il film in un anno ben
preciso ma regalando al racconto una patina di astrattismo che
slega la storia dal tempo, facendola diventare estranea alle
indicazioni cronologiche e geografiche, nonostante le implicazioni
politiche che sono parte integrante della trama e dell’innesco
dell’indagine.
Il registro di Avati si mantiene
sull’ambiguità di tutto ciò che viene mostrato, sembra anzi che lo
spettatore sia portato ad identificarsi con il personaggio di Furio
Momentè, che cerca di mantenere lucida la sua indagine, il suo
occhio imparziale e lontano da qualsiasi ombra di superstizione.
Tuttavia, i toni sono così inquietanti e l’atmosfera così nebbiosa,
proprio come il paesaggio padano, che i dubbi si insinuano nel
personaggio come nello spettatore.
Avati si conferma un profondo
indagatore dell’animo umano, e un preciso critico del mondo
ecclesiastico e delle brutture che ha causato nel tempo, rendendo
comunque attuale il confronto tra ciò che è reale e ciò che lo
diventa per convinzione collettiva.
Il Signor Diavolo è
un prezioso esempio di questa dote di analisi del regista, che nel
finale aperto turba più che mai lo spettatore, impedendogli di
rimanere distaccato rispetto alla sua storia e ai suoi
personaggi.
Niente entusiasma il pubblico in
sala come un’ottima sequenza di inseguimento, e in questi ultimi
undici anni i Marvel Studios sono stati abili nel
creare momenti d’azione indimenticabili da spalmare in tutto il
MCU.
Ma quali sono le migliori viste finora? Ecco qualche
suggerimento:
Spider-Man insegue il furgone degli
aiutanti di Avvoltoio
Lasciata la festa a casa di Liz,
Peter Parker fa di tutto per impedire il losco
affare di armi in mano agli aiutanti di Avvoltoio,
e mentre i nemici procedono spediti a bordo del loro furgone,
Spidey gli corre dietro utilizzando anche le porte del mezzo come
tavola da surf per la strada. E tra un omaggio a Ferris Bueller e
spettacolari momenti d’azione, la scena si conclude con Shocker che
quasi spazza via l’eroe con un lanciarazzi alieno.
I Sovereign inseguono i Guardiani
della Galassia
Guardiani della Galassia Vol.
2 segna un passo importante nello sviluppo del
personaggio di Rocket, e all’inizio del film
vediamo il personaggio che ruba alcune batterie dalla scorta dei
Sovereign mentre la flotta di veicoli spaziali insegue il Benatar.
I nostri eroi ne escono vivi per miracolo, ma la sequenza è
visivamente incredibile e dal ritmo sorprendente.
Gli agenti dell’HYDRA inseguono
Nick Fury
Captain America: The Winter
Soldier è probabilmente uno degli episodi action più
interessanti del MCU, e la regia dei fratelli Russo ha spostato il
cinefumetto verso atmosfere da thriller politico degli anni ’70
all’interno di una cospirazione tra S.H.I.E.L.D. e HYDRA. Proprio
quest’ultima si mette alla caccia di Nick Fury nel
primo atto del film, e la scena si tramuta in un elettrizzante
inseguimento da cardiopalma.
I jet inseguono Iron Man
Nel suo primo film solista
Tony Stark si ritrova in una situazione difficile
dopo aver perfezionato l’armatura, dirigendosi all’estero per
vendicarsi di alcuni terroristi e pentirsi degli anni trascorsi a
trarre profitto dalla Guerra. Ma non essendo ancora noto al mondo,
i militari statunitensi lo considerano una minaccia straniera e
Rhodey inconsapevolmente spedisce un paio di aerei
da combattimento per far saltare in aria il suo migliore amico. La
scena è oltremodo entusiasmante sotto ogni punto di vista.
L’inseguimento a New York di Doctor
Strange
L’unica cosa più eccitante di una
sequenza di inseguimento per le strade di New York è una sequenza
che inizia nella città e poi sfreccia attraverso un mucchio di
dimensioni diverse, aprendo portali pieghevoli con i personaggi a
cavallo dell’uno e dell’altro. Accade in Doctor
Strange, una sorta di Inception per il
MCU, dove Stephen Strange si lancia alla rincorsa di un treno
ritrovandosi faccia a faccia con Stan Lee.
Captain Marvel insegue uno Skrull
nella metro
Ciò che rende iconica la scena di
inseguimento in Captain Marvel, dove seguiamo
Carol Danvers in corsa per acchiappare uno Skrull,
è proprio la capacità degli alieni di cambiare forma e di
rimescolare le carte in gioco. L’eroina si confonde e arriva a
picchiare anche una vecchia signora, incontrando sulla metro Stan
Lee e lanciandosi alla volta del tetto con grande agilità e
sfoderando i suoi pugni fotonici.
Black Panther insegue Ulysses Klaue
nella Corea del Sud
Lasciato momentaneamente il Wakanda,
re T’Challa si reca in Corea del Sud, dove tenta
di incastrare Ulysses Klaue in un casinò aiutato
da altre spie sotto copertura. Si tratta di una delle scene più
entusiasmanti del MCU, con una fotografia mozzafiato ed effetti
speciali incredibili realizzati su strade illuminate al neon.
Nebula insegue Gamora sul pianeta
di Ego
Questa scena particolare di
Guardiani della Galassia Vol. 2 mostra quanto sia
tosta Nebula e quanto sia complicato il rapporto
con la sorella Gamora: l’eroina aveva
precedentemente promesso che sarebbe fuggita per poi ucciderla
rimanendo fedele alla sua parola, e per farlo collabora con i
Ravager volando sul pianeta di Ego. Qui insegue a bordo della sua
nave Gamora in una sequenza indimenticabile.
L’inseguimento in auto di
Ant-Man
Il secondo film di
Ant-Man era strutturato sulla base dei classici
heist movie americani, solo travestito da cinecomic, con il regista
Peyton Reed bravo nel rendere sullo schermo tutte le
caratteristiche del genere. C’è poi quel bellissimo inseguimento in
auto che coinvolge il duo del titolo, Luis e i ragazzi della banda,
Sonny Burch e la sua squadra difficile da dimenticare, tra le
strade di San Francisco. Elettrizzante è dir poco!
Captain America insegue Black
Panther (e Bucky)
Questo inseguimento a tre visto in
Captain America: Civil
War è già un classico del MCU e vede protagonista
Steve Rogers, T’Challa e Bucky Barnes rincorrersi tra le strade
ognuno mosso da motivazioni differenti. Cap salta su una macchina,
la supera, rotola avanti ad essa, in una sequenza di eventi
spettacolari prima di essere fermati da War Machine.
Sapevate che per creare alcuni dei
più iconici personaggi della Disney gli animatori
si sono ispirati alle fattezze e agli atteggiamenti di alcune
persone dello star system e non solo? Prendendo spunto dalla
versione in carne e ossa, ecco i casi più famosi individuati nel
corso della storia dell’animazione:
Mortimer Mouse – Walt Disney
Il rivale in amore di Topolino si
ispira nientemeno che al papà di Mickey Mouse, Walt
Disney. La leggenda narra che durante una sessione di
storyboard, uno degli animatori disegnò una caricatura di Disney in
forma di topo e fu lui ad approvarla visto che adorava il design,
presentandolo poi come avversario di Topolino nel cortometraggio
Mickey’s Rival.
Chernabog – Bela Lugosi
La sequenza di Fantasia che vede
protagonista il demone Chernabog è uno dei momenti
più oscuri e iconici della storia dell’animazione, e per dare forma
a questa identità che chiama a sé gli spiriti degli inferi la
Disney si ispirò a Bela Lugosi, l’attore ungherese
celebre per aver interpretato Dracula nel 1931.
Edna Mode – Edith Head
Edna Mode è
diventata in breve tempo uno dei personaggi più amati dal pubblico,
oltre che un’icona dell’universo Pixar, e la fonte di ispirazione
maggiore è stata Edith Head, costumista
pluripremiata nell’età d’oro di Hollywood, che ha disegnato abiti
per star del calibro di Mae West, Bette Davis e Julie Andrews.
Christopher Robin – Christopher
Robin Milne
Christopher Robin,
uno dei personaggi della serie di Winnie the Pooh,
si basa sul figlio dell’autore, Milne, e sui giochi con cui si
intratteneva insieme ai suoi famosi animali di peluche. Contrario
alla commercializzazione della sua immagine, l’uomo rifiutò persino
i diritti di proprietà di suo padre a favore di altri
interessi.
Scat Cat – Louis Armstrong/Scatman
Crothers
Scat Cat, il gatto
musicista jazz degli Aristogatti, trae ispirazione
da Louis Armstrong e dal doppiatore
Scatman Crothers, che ha avuto un ruolo anche
nello sviluppo del personaggio. Il ruolo doveva essere inizialmente
doppiato dallo stesso Armstrong, ma la malattia glielo impedì
favorendo l’ingresso di Crothers.
Uku e Lele – Israel e Marlene
Kamakawiwo’ole
Una delle più belle storie d’amore
della Pixar viene raccontata nel corto Lava dove
due vulcani, Uku e Lele, cantano in pieno stile hawaiano come le
due star a cui si ispirano, Israele “Iz”
Kamakawiwo’ole e sua moglie Marlene.
Avvoltoi – Beatles
La Disney è stata ad un passo
dall’avere i Beatles in un proprio film
d’animazione: in origine infatti, John, Paul, George e Ringo
avrebbero dovuto doppiare e cantare nel ruolo degli Avvoltoio nel
Libro della Giungla del 1966, ma a causa di
conflitti di programmazione, Lennon declinò l’offerta per la band.
Il design dei personaggi però rimane quello dei Fab Four!
Mr. Big – Marlon Brando
Questo parallelismo è abbastanza
ovvio, ma è giusto menzionare che Mr. Big, il boss
mafioso di Zootropolis, è stato ispirato da Don Vito Corleone, il
personaggio interpretato da Marlon Brando ne
Il Padrino. Avevate riconosciuto le tipiche
sopracciglia folte e la calata italoamericana nel tono di voce?
Genio – Robin Williams
Saprete sicuramente che il ruolo del
Genio venne specificamente progettato sul modello
di Robin Williams, e ancor prima che il casting
fosse deciso, l’animatore Eric Goldberg diresse
l’animazione di prova del personaggio basandosi sulle movenze
dell’attore. Inoltre quasi tutte le battute, i riferimenti e le
battute provengono dalla star, così come la struttura del viso e le
espressioni.
Aladdin – Tom Cruise
Concludiamo la lista ancora con
Aladdin, il cui protagonista è stato modellato su
un’icona di Hollywood: Tom
Cruise. Gli animatori Disney hanno dato all’eroe la
sua stessa spavalderia, gli occhi, i capelli e il grande sorriso da
un milione di dollari che da anni caratterizzano l’attore.
Interpretare un supereroe è un
privilegio e una responsabilità, ma non è da trascurare il potere
che questa scelta esercita sul futuro professionale delle star. E
se alcune di loro sono entrate nel meraviglioso mondo dei cinecomic
Marvel quando erano poco
più che sconosciuti, e altri si sono risollevati dopo anni di
anonimato, c’è chi invece ha scelto deliberatamente di non farne
parte come Amanda
Seyfried.
L’attrice, intervistata da MTV in
occasione dell’uscita di The Art of Racing in the
Rain (film che la vede protagonista al fianco di
Milo Ventimiglia) ha infatti confessato di essere
stata contattata anni fa da Kevin Feige e che il ruolo offertole – quello di
Gamora in Guardiani della Galassia
Vol.1 – fu rifiutato per diverse ragioni:
“Una volta rifiutai una parte in
un film di supereroi e da allora non mi hanno più richiamata. Ed è
stato un grande successo. Non me ne pento perché non volevo essere
verde per sei mesi ogni anno. Hollywood sa raccontare bellissime
storie attraverso i supereroi, e ora mia figlia è davvero
ossessionata da questi personaggi quindi una parte di me vorrebbe
aver accettato quella parte, mentre l’altra parte di me ha
preferito vivere la mia vita felicemente.”
Il personaggio, come saprete, è
stato poi affidato a Zoe
Saldana, che interpreta l’eroina dal primo film dei
Guardiani e che tornerà, molto probabilmente, anche nel terzo
capitolo annunciato del franchise ora in fase di sviluppo.
Gli ultimi aggiornamenti su
Supergirl e Batgirl, progetti
messi in cantiere dalla Warner Bros. per espandere il proprio
universo cinematografico, risalgono rispettivamente a settembre
2018 e giugno 2019, con le prime indiscrezioni relative
alla trama del film e del possibile casting di
Daisy Ridley. Ora è invece è Heroic Hollywood a riportare che –
secondo diverse voci – il film su Barbara Gordon è diventato la
priorità assoluta dello studio, attualmente impegnato nella ricerca
di un nuovo regista dopo l’abbandono di Joss Whedon.
Il sito riporta inoltre che la
produzione di Supergirl potrebbe iniziare già all’inizio del 2020,
non prima che vengano sviluppati e terminati i lavori su
Batgirl. Sappiamo che esiste già una sceneggiatura
firmata da Christina Hodson (che di recente ha
firmato e Birds of Prey, altro spin-off della DC
con Margot Robbie in uscita a gennaio
2020) e che la Warner sarà impegnata nei prossimi mesi con lo
standalone su The
Flash, Green Lantern Corps,
Black
Adam e New Gods, pellicola affidata a
Ava DuVernay, ma a quanto qualsiasi titolo verrà scavalcato in
ordine di riprese da quello meno quotato, almeno finora.
Diverse fonti hanno riportato che lo
studio sarebbe ormai prossimo ad annunciare il casting della
protagonista di Batgirl, e che Daisy
Ridley (Rey nel franchise di Star
Wars) è tra le candidate al ruolo insieme a Katherine
Langford. Ovviamente si tratta soltanto di rumor non
ufficiali, quindi vi invitiamo a prendere la notizia con la dovuta
cautela.
Vi ricordiamo che la versione della
Hodson sarà sicuramente sarà differente dalla prima stesura firmata
Whedon. Inoltre sembra chiaro che, dopo il successo di
Wonder Woman, la DC
Films e la Warner Bros stiano
puntando su un franchise al femminile con vari spin-off.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In prima
linea ci sono Michelle McLaren,
Katheryn Bigelow e Susanne
Bier. Fuori quota ma sempre papabili, ci
sono Reed Morano e Ana Lily
Amirpour.