Ci sono voluti solo due anni perché Wes
Anderson tornasse alle competizioni per la Palma d’Oro
dopo The French Dispatch, il suo mosaico di storie
francesi nel XX secolo. Il regista dallo stile così particolare
torna indietro nel tempo presentando in Asteroid
City il ritratto di una città degli anni ’50 e
dei suoi abitanti.
Nel mezzo del deserto, nel
sud-ovest degli Stati Uniti, si trova Asteroid
City. Questa minuscola città, caratterizzata dal suo
cratere meteoritico e dal suo osservatorio astronomico, ospita
questo fine settimana del 1955 il convegno Junior Stargazer.
Militari, scienziati e genitori di tutto il paese si riuniscono per
scoprire le spettacolari invenzioni di bambini dotati. Mentre
Augie Steenbeck (Jason Schwartzman) incontra l’attrice Midge
Campbell (Scarlett
Johansson), gli alieni vengono alla festa…
Inquadrature simmetriche,
fotografia pastello e recitazione minimalista: il tocco del regista
texano si avverte fin dalle prime inquadrature di Asteroid
City. Dopo il mondo degli scout, degli hotel di lusso o
del giornalismo, Wes Anderson affronta l’ovniologia attraverso
questa storia di fantascienza pensata come una storia
d’amore. Il film dall’estetica retrò è musicato dal
pluripremiato compositore Alexandre Desplat,
che ha collaborato con Anderson sin da Fantastic Mr.
Fox (2009). Asteroid City uscirà al cinema il
23 giugno 2023.
Considerato uno dei mostri
cinematografici per eccellenza, Godzilla ha fatto la sua prima comparsa al cinema
nel 1954, e da quel momento una lunga serie di film a lui dedicati
gli hanno permesso di acquisire fama mondiale. Inevitabile dunque
che anche l’industria hollywoodiana si interessasse al personaggio,
acquisendone i diritti per un film.
Godzilla (qui la recensione),
distribuito al cinema nel 1998, è così divenuto il primo film
dedicato alla creatura realizzato interamente da uno studio
cinematografico. A dirigerlo vi è il regista Roland
Emmerich, celebre per i suoi film catastrofici come
Independence
Day e The Day After
Tomorrow.
La produzione del film si rivelò
però lunga e complessa. Le maggiori divergenze si ebbero
sull’aspetto del celebre kaijū. Lo studio di produzione
giapponese Toho, celebre per aver prodotto tutti i film di Godzilla
fino a quel momento realizzati, suggerì infatti delle linee guida
per il design della creatura. Emmerich, però, preferì non seguire
tali direttive, giudicando stupida la figura originale del
personaggio. Egli, quindi, diede ordine di stravolgere Godzilla,
che finì per perdere molte delle proprie caratteristiche
antropomorfe per assomigliare maggiormente ad un’iguana gigante.
Per il regista l’importante era che Godzilla fosse in grado di
correre, così da poter contribuire ad un ulteriore dinamismo nel
film.
L’aver stravolto in modo tanto
radicale il personaggio, però, si rivelò una mossa sbagliata.
Nonostante l’ottimo guadagno di circa 380 milioni a livello
globale, il film venne infatti pesantemente criticato dai fan del
personaggio. Questi non ritrovarono nulla dell’originale Godzilla
nella nuova creatura realizzata. La stessa Toho finì con il
prendere le distanze da esso, rinominando la nuova versione con il
solo nome di “zilla”, volendo distinguerlo dall’originale.
Nonostante ciò, con gli anni il film è diventato un classico dei
grandi blockbuster hollywoodiani degli anni Novanta, e molte delle
sue scene sono oggi particolarmente celebri e apprezzate per la
loro forza comunicativa.
Godzilla: la trama del
film
Alla base della storia del film vi
sono una serie di esperimenti nucleari condotti su disabitati
atolli nell’oceano. Su di essi, in realtà, si trovavano gruppi di
iguane. Colpite dalle radiazioni, queste hanno iniziato
trasformarsi in una nuova specie di mostri giganteschi. L’unico
sopravvissuto di questi si manifesta inizialmente affondando un
peschereccio giapponese, e in seguito uscendo allo scoperto tra le
strade di New York. Rinominato “Godzilla“, il
mostro è estremamente minaccioso, violento e inarrestabile, tanto
che le armi dell’esercito sembrano non potere nulla contro di lui.
Per cercare di trovare una soluzione, entra nella squadra il
biologo esperto di radiazioni Nick Tatopoulos.
Collaborando con l’esercito
americano, egli inizia a studiare la creatura e le sue abitudini,
ricercando un modo per fermarla. Godzilla però sembra inarrestabile
e ogni piano proposto finisce con un nulla di fatto. Ci sono però
verità di cui Tatopoulos non è al corrente. Nel momento l’esercito
lo allontana con l’accusa di fuga di notizie, si ritroverà
coinvolto nei servizi segreti francesi. Questi, capitanati da
Philippe Roaché, dimostrano di saperne molto di
più sulla creatura. Conducendo il biologo nella New York
sotterranea, scopriranno infatti il tesoro che Godzilla custodisce
gelosamente, e che potrebbe rivelarsi la loro arma migliore contro
di lui.
Godzilla: il cast del
film
A capitanare il variegato cast,
comprendente anche diversi attori francesi, vi è Matthew
Broderick. Il ruolo di Nick Tatopoulos è stato scritto
proprio pensando all’attore, che negli anni precedenti aveva
ottenuto notorietà per diverse commedie. I produttori, infatti,
ritennero che la sua presenza avrebbe permesso di alleggerire il
tono cupo del film. Affascinato dal progetto, Broderick accettò la
parte senza neanche leggere la sceneggiatura, che in quel momento
era ancora in fase di scrittura. Tuttavia, a progetto ultimato,
l’attore affermò di non aver gradito l’esperienza sul set, e di non
aver apprezzato il risultato finale del film. Ancora oggi Broderick
lo considera una grande macchia nella sua carriera da
interprete.
Allo stesso tempo, per il ruolo di
Phillipe Roaché venne scelto l’attore francese Jean
Reno. Egli si era reso celebre per film come
Léon e Mission: Impossible, e sembrava essere il
volto giusto per un film di questo genere. L’attore accettò di
partecipare, essendosi dichiarato un fan di Godzilla, ma finì anche
lui con il disprezzare il film per il suo risultato poco
convincente. Nel cast vi è poi l’attrice Maria
Pitillo nei panni della giornalista Audrey Timmonds, ex
fidanzata di Tatopoulos. Originariamente il ruolo era stato pensato
per l’attrice Sarah Jessica
Parker, in seguito divenuta moglie di Broderick, ma
questa rifiutò.
Per la carriera della Pitillo il
film si rivelò un brutto colpo. L’attrice vinse infatti il Razzie
Awards come peggior attrice non protagonista, e pochi anni dopo
decise di ritirarsi dalla recitazione. Infine, nel cast si ritrova
anche la presenza di Hank Azaria, nel ruolo del
video-reporter Victor Palotti. Azaria è meglio noto come
doppiatore, e in particolare nella serie animata I Simpson
ha dato voce a numerosi dei personaggi principali, come il
commissario Winchester, Apu e Boe Szyslak.
I sequel di Godzilla, il
trailer e dove vedere il film completo in streaming
Quando la casa di produzione TriStar
acquisì i diritti sul personaggio, l’intenzione era quella di
realizzare un’intera trilogia dedicata a Godzilla. Ancor prima di
iniziare le riprese del primo film, Emmerich aveva infatti già
commissionato la scrittura del sequel. Stando a quanto riportato,
questo avrebbe dovuto narrare dell’ultimo figlio di Godzilla,
sopravvissuto alle esplosioni del precedente film, e ora intento a
lottare contro un insetto gigante nella città di Sydney. A causa
dello scarso entusiasmo nei confronti del film del 1998, però, lo
studios decise di abbandonare definitivamente il progetto. Venne
tuttavia realizzato Godzilla: The Series, serie animata
che, riprendendo personaggi ed eventi del primo film, funge da suo
sequel diretto.
Per gli amanti del film, o per chi
volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Godzilla è infatti
presente nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google
Play, Apple
Tv+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Con
l’abbonamento generale, inoltre, non si avranno limiti temporali
entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di martedì 23 marzo alle ore
21:15 sul canale Cielo.
Ecco il secondo trailer di
Asteroid
City dall’imminente commedia drammatica romantica
di Wes Anderson, la cui premiere è prevista per il
16 giugno in sale selezionate. Seguirà un’ampia distribuzione il 23
giugno. I primi due video danno entrambi un’anteprima del
personaggio di Scarlett Johansson, una famosa attrice con una
figlia. Un terzo presenta un piccolo sguardo ai personaggi di
Tom Hanks,
Liev Schreiber e Hope Davis, mentre discutono dei
piani dell’esercito.
Asteroid
City aveva originariamente ricevuto una valutazione R
dalla Motion Pictures Association of America per “breve nudità”.
Tuttavia, Anderson e Focus Features sono stati in grado
di appellarsi con successo contro la decisione. La sua
attuale valutazione ufficiale è PG-13 per “per
brevi nudità esplicite, fumo e materiale suggestivo”.
Asteroid
City si svolge in un’immaginaria città americana nel
deserto nel 1955. Sinossi: L’itinerario di una convention di
giovani astronomi e cadetti spaziali (organizzata per riunire
studenti e genitori di tutto il paese per una competizione
accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da
eventi che cambiano il mondo.
Come accade nella maggior parte dei
blockbuster – per non dire in tutti – anche Fast
X presenta una scena post-credits dopo i titoli di
coda. Al cinema, perciò, è bene rimanere seduti sulla poltroncina
fino a quando le luci in sala non si accendono, al fine di non
perdersi una scena molto interessante, che segna un grande – e
attesissimo ritorno – nella saga.
È un volto familiare, uno di quelli
che il fanbase di Fast & Furious ha sperato di rivedere per anni, quello
presente nelle immagini del post-credits e che segue lo spiazzante
cliffhanger finale. Ma di cosa si tratta e, soprattutto, di chi
stiamo parlando? Di seguito, lo svelamento del personaggio e
la spiegazione del post-credits.
La scena post-credit
Per suscitare stupore ed entusiasmo,
Fast X si affida a una sola scena dopo i
titoli di coda, talmente potente da bastare per due. Iniziamo
subito col dire che questa si allontana dal cliffhanger conclusivo,
focalizzandosi invece su una missione che vede come protagonista il
tanto amato Luke Hobbs impersonato
dall’indimenticabile Dwayne
Johnson. Il quale era stato visto per l’ultima volta nello
spin-off Hobbs & Shaw.
Hobbs, insieme alla sua squadra, fa
irruzione in un magazzino abbandonato, nel quale trova una serie di
monitor che mostrano Dominic Toretto e tutta la Fast Family nel
corso degli anni. Ad un certo punto, il telefono squilla, e
dall’altra parte del telefono c’è Dante, che gli confessa di star
cercando Toretto per quello che è successo al padre anni prima, ma
che in realtà a premere il grilletto e ucciderlo è stato proprio
lui, Hobbs, che è perciò presente nel piano di vendetta del
villain.
Il ritorno di Hobbs prepara il
terreno di Fast & Furious 11
L’aver fatto tornare un personaggio
che può essere etichettato come storico, segna un cambiamento
imminente per l’evoluzione della storia che si concluderà con
l’undicesimo capitolo. È chiaro che, la presenza di Hobbs,
rimescola le carte e definisce meglio la trama della seconda parte
di Fast X, che a questo punto si rivelerà
molto più esplosiva. Il suo ritorno potrebbe portare a un livello
successivo l’energia del
film, se questo avesse come nuovo punto di riferimento la
vendetta di Dante contro Hobbs.
Nel
decimo capitolo, il villain si è concentrato totalmente su Dom
e la sua famiglia, e quindi l’incursione del personaggio di
The Rock potrebbe portare un’aria più fresca e nuova, non
facendo spegnere così l’adrenalina. Ma non solo: il fatto che Dante
sia anche contro Hobbs, potrebbe segnare un’alleanza fra
quest’ultimo e Dominic, avendo entrambi un nemico comune che vuole
sconfiggerli. Una cosa che, tutto il pubblico, si aspettava da
tempo.
Con il ritorno di Hobbs finisce la
faida fra The Rock e Vin Diesel?
La presenza di Dwayne
Johnson in Fast X e – sicuramente –
in Fast & Furious 11, potrebbe essere il segnale concreto della
fine della faida fra lui e Vin Diesel, di cui se ne è parlato per
diversi anni. Fra i due “alfa” – così li definì Diesel in
un’intervista a GQ – non scorreva buon sangue dietro le quinte,
proprio per questa loro natura di leader. In realtà, Diesel e The
Rock hanno sempre avuto due approcci diversi a lavoro, e anche
questo ha influenzato – e alimentato – la loro disputa. Johnson,
dopo averlo visto per l’ultima volta in The Fate and the
Furious, aveva dichiarato che non sarebbe più tornato nel
franchise ma, con la scena post-credits, le cose sembrano
cambiate.
Questo induce a pensare che il
rapporto con Diesel sia più disteso rispetto a prima,
presumibilmente per permettere alla saga di avere il suo epico
finale. Quello che infatti ci si aspetta dall’ultimo capitolo è
l’unione fra Hobbs e Dominic, un lavorare insieme per poter
eliminare Dante. Il materiale narrativo presente
suggerisce che si potrebbe procedere in questa direzione, seppur ci
siano alcuni dubbi sull’inserimento di scene in cui Vin Diesel e
Dwayne Johnson sono insieme. Questo, però, sarebbe il miglior modo
per dare a Fast & Furious un epilogo indimenticabile. Dom e Hobbs
dovrebbero, per l’ultima volta, combattere fianco a fianco.
Come gli altri film dei
Guardiani della Galassia,
anche Guardiani della Galassia Vol.
3 riesce a funzionare da solo senza trascurare il
fatto che fa parte di un universo più ampio. Il terzo capitolo di
questa saga capitanata da James Gunn si concentra sul passato,
approfondendo la storia di Rocket Raccoon, ma getta anche le basi per il
futuro della squadra nel MCU, cambiandone persino il tono.
Guardiani della Galassia
Vol. 3 è l’ultimo lavoro di Gunn nel MCU prima di passare alla direzione di
DCU. Il film ha funzionato come epilogo per la
squadra originaria dei Guardiani ma ha fatto anche da trampolino
per il futuro. Ciò significa che questo Vol. 3 è pieno di
riferimenti a ciò che potrebbe accadere nel MCU.
Il ritorno di Howard il Papero
Howard il Papero ha debuttato per la prima
volta nel MCU durante Guardiani della
Galassia come parte del Museo del Collezionista, ma ha
avuto altri camei nei film una volta che i Guardiani lo hanno
salvato. In Guardiani della Galassia Vol. 3 non si
fa eccezione. Il film lo vede in un piccolo cameo mentre gioca a
poker con i Ravagers.
I fan erano preoccupati per la breve
permanenza di Howard il Papero nel MCU. Il nuovo film di Gunn ha riportato questo
personaggio per la gioia di tutti. Questo apre la porta ai Marvel Studios per dare a Howard una serie
tutta sua o una futura presentazione speciale su Disney+.
MCU non più per bambini
Da Guardiani della
Galassia, Gunn ha dimostrato di essere in grado di
mescolare un incredibile senso dell’umorismo e alcune delle
emozioni più profonde di sempre. Guardiani della Galassia
Vol. 3 è il suo film più crudo del MCU. Tra le morti strazianti di Lylla, Floor e Teefs e il volto dell’Alto
Evoluzionario dopo l’attacco di Rocket, è difficile
credere che questo film sia adatto ai bambini.
I fan sperano che la natura più
matura del Vol. 3, unita all’imminente film di Deadpool nel MCU, sia il primo segno di un cambiamento di
classificazione in questo universo. Finora, l’atmosfera orientata
ai bambini è una delle maggiori critiche mosse al MCU.
Linguaggio (cit. Capitan
America)
Quando i Guardiani arrivano per la
prima volta sulla Contro-Terra, una famiglia di
antropomorfi li aiuta e presta loro la macchina. In un momento
umoristico prima dell’epico climax, Star-Lord cerca di spiegare a
Nebula come aprire la portiera dell’auto, finendo
per sentirsi frustrato e urlare: “Apri la porta del
ca**o!“.
Questa battuta segna un primato del
MCU: la prima parolaccia. Considerando che
Deadpool 3 sarà sicuramente ricco di umorismo
maturo, questo dialogo apre la porta a un cambiamento del rating
del MCU, ma non solo per quanto
riguarda la violenza sullo schermo.
Gamora
Guardiani della Galassia
Vol. 3 ha finalmente risolto la storia di
Gamora nel MCU. Dopo che la Gamora originale è morta a
Vormir e la sua versione alternativa dal passato ha viaggiato nel
presente, molti fan credevano che lei e Peter avrebbero trovato un
modo per ravvivare la loro relazione. Non è stato così.
Il film ha stabilito che la
Gamora del 2014 è diventata una
Ravager. Anche se si affeziona a Peter e alla
squadra, è ovvio che ha trovato la sua famiglia con la banda. È
improbabile che sia di nuovo un Guardiano della Galassia del
MCU.
Phyla-Vell
Quando hanno salvato tutti i ragazzi
dalla nave dell’Alto
Evoluzionario hanno chiesto l’aiuto di una delle
ragazze per comunicare con l’intera comunità. Questa ragazza è
riapparsa nelle scene post-credit come membro del nuovo roster dei
Guardiani della Galassia. Rocket Raccoon ha
sorpreso i fan Marvel più accaniti rivolgendosi a
lei come Phyla, come Phyla-Vell, la creazione di Captain Marvel.
Il MCU ha introdotto molti giovani
eroi potenti in progetti precedenti, come Kate
Bishop in Hawkeye o America Chavez in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Ora Phyla si aggiunge alla schiera dei possibili
membri di un futuro superteam di adolescenti del MCU.
La squadra si scioglie dopo
Guardiani della Galassia Vol 3
Guardiani della Galassia Vol
3 è il canto del cigno di Gunn nel MCU, è logico che segni la fine di un’era.
Questo film segue l’ultima avventura del roster originale dei
Guardiani. Per esempio, alla fine del film, Mantis parte per
ritrovare se stessa e Nebula e
Drax rimangono a Knowhere per crescere i bambini
salvati.
Questi addii costituiscono alcuni
dei finali più tristi del MCU. Tuttavia, aprono anche la
porta a nuovi inizi. I fan amano Nebula, Drax e Mantis. Anche se
Dave Bautista ha già detto addio al ruolo,
questi tre personaggi potrebbero tornare in futuro per un altro
progetto.
Alla fine del film, i
Guardiani della Galassia riescono a sfuggire
all’Alto
Evoluzionario e a salvare tutte le sue vittime umane e
animali. Tuttavia, il film è piuttosto ambiguo riguardo al destino
finale del cattivo. Dal momento che i Guardiani lo hanno
abbandonato, potrebbe essere ancora vivo.
Guardiani della Galassia Vol
3 ha consacrato l’Alto Evoluzionario come uno dei peggiori
cattivi del MCU. I fan hanno
immediatamente odiato il suo atteggiamento narcisistico e le sue
tendenze alla crudeltà verso gli animali. È perfetto per una trama
più lunga. Sarebbe deludente se i Marvel Studios non sfruttassero
questo personaggio.
Adam Warlock
I Marvel Studios hanno fatto diverse
anticipazioni su Adam Warlock prima del suo debutto il
Guardiani della Galassia Vol 3. Questa creazione
artificiale dell’Alto Evoluzionario funge da cattivo secondario e
ingenuo che sta ancora trovando il suo posto nel mondo. Alla fine
del film, Warlock è un membro ufficiale dei
Guardiani della Galassia.
Data l’importanza di
Warlock nell’Universo Marvel, sarebbe deludente sapere
che il film di James Gunn sarà la sua unica apparizione nel
MCU. Che si tratti di un
membro dei Guardiani o di un’avventura in solitaria, Will Poulter dovrebbe riprendere presto questo
ruolo.
Alla fine del Vol. 3, dopo la
battaglia finale, Star-Lord annuncia che tornerà sulla Terra per
trascorrere del tempo con suo nonno. Dopodiché, affida la guida del
gruppo a Rocket Raccoon. Guardiani della Galassia Vol
3 si concentra molto sulla storia e sullo sviluppo del
personaggio di Rocket, questo ha perfettamente senso.
Ora che Rocket guida la squadra,
ogni futura apparizione di Guardiani della
Galassia sarà diversa da quella che i fan già conoscono.
Il cambiamento nel roster e nella leadership apre un regno di nuove
possibilità per la squadra e offre ai Marvel Studios la possibilità di un
rinfrescante cambiamento.
Il leggendario Star-Lord dopo
Guardiani della Galassia Vol. 3
Dopo l’addio di Peter Quill ai Guardiani, la seconda scena
post-credit lo vede fare colazione con il nonno in un momento
esilarante e domestico. Tuttavia, questa potrebbe non essere la
fine per Star-Lord nel MCU. Il film si conclude
con un avvertimento: Il leggendario Star-Lord tornerà.
Finora i fan non hanno idea di cosa
significhi. Il lato di Peter come eroe senza i Guardiani non è
ancora stato esplorato, ma tutti sono entusiasti della possibilità
che Chris Pratt riprenda il suo ruolo in una
futura avventura tutta sua.
Diverse teorie offrono possibili
strade che la Marvel potrebbe intraprendere con Adam Warlock dopo la sua introduzione in
Guardiani della Galassia Vol.
3. Dopo essere stato inizialmente presentato in una
delle scene post-credits di Guardiani della Galassia Vol.
2, il Gladiatore d’Oro ha fatto il suo atteso debutto
nel MCU nel sequel del 2023 di
James Gunn. Le notevoli abilità del
personaggio sono state messe in mostra in modo significativo nei
fumetti Marvel, ma Will Poulter ha fornito una versione molto
diversa dell’eroe in Guardiani della Galassia Vol.
3.
Nonostante il debutto di Adam Warlock nel MCU fosse molto atteso, Guardiani
della Galassia Vol. 3 ha dato al pubblico solo un assaggio
di ciò che è in grado di fare. Il film si è concentrato
principalmente sulla missione dei Guardiani per
sconfiggere l’Alto Evoluzionario e salvare la vita
di Rocket. Adam Warlock ha interpretato un
antagonista minore come galoppino dell’Alto
Evoluzionario. Prima dell’uscita di Guardiani
della Galassia Vol. 3, il regista James Gunn ha confermato che Adam Warlock avrà molto spazio per crescere
nel MCU e molte altre storie da raccontare. Ecco
dieci teorie su quale potrebbe essere il futuro di Adam dopo il
film.
Adam Warlock dopo Guardiani della
Galassia Vol. 3
Sebbene sia stato introdotto come
presenza antagonista in Guardiani della Galassia Vol.
3 – causando addirittura le gravi ferite di Rocket nei momenti iniziali del film –
Adam Warlock si è unito ai ranghi della
squadra dei Guardiani. Questo ha portato il personaggio
interpretato da Will Poulter a diventare un membro ufficiale
dei nuovi Guardiani della Galassia del MCU nella scena dei titoli di coda del
film.
Dopo lo scioglimento della
formazione ufficiale dei Guardiani, il nuovo gruppo si compone da
Rocket, Groot, Kraglin, Cosmo e il nuovo arrivato
nel MCUPhyla,
interpretato da Kai Zen. Questo significa che, se
i Guardiani della Galassia dovessero vedere
ulteriori progetti nel MCU, Adam Warlock dovrebbe
essere presente come membro cruciale della squadra, dando ai
Marvel Studios ampie opportunità di sviluppare
ulteriormente la sua storia.
The Magus nei fumetti
Uno degli sviluppi più interessanti
della storia di Adam Warlock nei fumetti è stata
l’introduzione del Magus, una versione futura e
malvagia di Adam, resa folle dall’uso prolungato
della Gemma dell’Anima. Il Magus
ha conferito al personaggio di Adam un certo
livello di complessità ed è diventato uno degli avversari più
formidabili di Adam, grazie alla loro parità di
forza.
Se la storyline del Magus di
Adam Warlock verrà esplorata nei futuri progetti
del MCU, il franchise potrebbe vedere il debutto
di uno dei suoi cattivi più potenti e scatenati, creando forse
alcuni dei momenti più drammatici e intensi nel futuro cosmico del
MCU.
La Chiesa Universale della
Verità
L’introduzione del Magus nel
MCU potrebbe aprire la strada al debutto della
Chiesa Universale della Verità, un impero cosmico
religioso e corrotto i cui seguaci venerano il Magus. La Chiesa
Universale della Verità predica la pace e l’armonia, ma se le
civiltà si rifiutano di inchinarsi al suo dogma, la Chiesa le
“purifica”, costringendole a sottomettersi o sradicando quelle che
non lo fanno.
La Chiesa Universale della Verità
potrebbe essere un brillante cattivo unico per un futuro capitolo
di Guardiani della Galassia, in particolare ora
che Adam Warlock fa parte della squadra, poiché
rappresenta una minaccia simile a quella di Ego o dell’Alto
Evoluzionario di Guardiani della Galassia Vol.
3.
Adam Warlock in Annihilation
Adam Warlock della
Marvel Comics ha avuto un ruolo importante nel
fumetto del 2007 di Annihilation: Conquest,
seguito dell’epico evento crossover Annihilation dell’anno
precedente. Il principale cattivo della storyline di Annihilation
era Annihilus, di cui si vociferava l’ingresso nel
MCU in un progetto futuro.
James Gunn ha persino rivelato su Twitter che
Annihilus era stato preso in considerazione per il
cattivo di Guardiani della Galassia Vol. 3. Anche
se questo non è avvenuto, il fatto che Adam Warlock sia ora nel
MCU significa che la trama di Annihilation può
essere sviluppata, il che potrebbe espandere le trame cosmiche del
MCU e permettere ai nuovi membri
della squadra dei Guardiani di ottenere uno sviluppo
necessario.
Silver Surfer e Adam Warlock
Si dice che Silver Surfer debutterà presto nel MCU, potenzialmente in una presentazione
speciale o nel prossimo progetto della Fase 6 sui Fantastici Quattro. Ora che Adam Warlock è
ufficialmente nel MCU, l’introduzione di
Silver Surfer potrebbe essere un passo più
vicina.
I due condividono un legame
intrinseco nei fumetti Marvel, poiché non solo si sono scontrati più
volte, ma hanno anche condiviso le loro anime. Adam
Warlock e Silver Surfer sono forse due degli eroi
cosmici più equilibrati dell’Universo Marvel, quindi la loro presenza sullo schermo
nel MCU potrebbe portare a un team-up di
proporzioni epiche.
Cosmic Avengers
I Cosmic Avengers
sono una delle squadre vendicatrici meno conosciute della Marvel Comics, formata da Loki in Infinity Wars #4 del 2018 nel tentativo di
impedire a Gamora di distruggere l’universo. Dopo
aver reclutato la mutante Emma Frost, Ms. Marvel, Kang il Conquistatore,
Ant-Man e Hulk, Loki si
rivolse ad Adam Warlock affinché si unisse alla squadra.
Ogni membro poteva resistere
brandendo una Pietra dell’Infinito, con Adam collegato alla Gemma
dell’Anima. Mentre l’Adam dei fumetti ha rifiutato di unirsi alla
squadra, il personaggio del
MCU potrebbe andare nella direzione opposta. Se ciò
dovesse accadere, Adam potrebbe avere una propria squadra di
Vendicatori da guidare nel futuro del MCU.
Contro-Terra
Durante la storyline Infinity War del 1992 nei fumetti Marvel, Adam
Warlock ha impugnato il Guanto
dell’Infinito e ha espulso le forze del bene e del male
dal suo corpo. Il lato malvagio formò il Magus,
mentre il bene creò l’entità nota come Dea. In seguito, la Dea
raccoglierà una serie di Cubi Cosmici e li userà per ricostruire la
Contro-Terra.
Gli esperimenti dell’Alto
Evoluzionario vengono uccisi in Guardiani
della Galassia Vol 3 quando distrugge la sua versione
della Contro-Terra, ma questo crea l’opportunità
per qualcuno – potenzialmente una versione di Adam
Warlock – di ricostruirla.
Adam Warlock era un agente del
Tribunale Vivente
I Marvel Studios hanno annunciato l’introduzione
del Tribunale Vivente durante la Fase 4 del MCU, in particolare in Doctor Strange nel Multiverso della Follia e
Thor: Love and Thunder,
entrambi con statue incombenti dell’entità cosmica. In una realtà
alternativa dell’Universo Marvel, Adam
Warlock ha involontariamente distrutto l’universo e, nel
trovare un accordo per ricostruirlo, è diventato il nuovo Tribunale
Vivente, dato che l’originale era stato ucciso dai Beyonders.
La funzione del Tribunale
Vivente era quella di salvaguardare il multiverso, quindi
il debutto di questa entità nella Saga del Multiverso avrebbe perfettamente
senso e potrebbe rappresentare un futuro interessante per
l’Adam
Warlock del MCU.
Eternals
Harry Styles e Patton Oswalt hanno debuttato nei panni di
Eros e Pip il Troll nella scena
post-credits di Eternals, causando una certa confusione sul
futuro degli Eternals nel MCU. L’introduzione di Adam
Warlock in Guardiani della Galassia Vol.
3 potrebbe rappresentare l’occasione perfetta per
sviluppare ulteriormente questa narrazione, dato che Adam e Pip
hanno vissuto molte avventure insieme nelle pagine dei fumetti
Marvel.
Pip ha debuttato in Strange
Tales #179 del 1975 come spalla del più serio Adam
Warlock, quindi è possibile che Adam e Pip facciano
squadra nel MCU, permettendo ad Adam
Warlock di essere il veicolo per espandere le trame
cosmiche del MCU.
Adam Warlock combatterà con gli
Avengers?
Anche se il futuro di Adam
Warlock nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol.
3 non è stato confermato, è probabile che la sua prossima
apparizione sia negli eventi crossover della Fase 6, Avengers: La dinastia Kang e Avengers: Secret Wars. Durante Avengers: Infinity War e Endgame, i Guardiani della
Galassia si sono uniti agli Avengers per combattere
Thanos.
È probabile che questo accada di
nuovo, soprattutto ora che Rocket è a capo della squadra e ha già
dei legami con gli Avengers sulla Terra. Questo sarebbe un ottimo
modo per i Marvel Studios di consolidare Adam
Warlock come una presenza fissa nel futuro del MCU.
Non è raro che il Festival di
Cannes ospiti in anteprima una serie molto attesa dal
pubblico. Un anno dopo Irma
Vep di Olivier Assayas, quest’anno è la volta di
The Idol dell’acclamatissimo
Sam Levinson, presentato Fuori Concorso.
The Idol si preannuncia come una serie
decisamente pop e sulfurea, come Euphoria,
anch’essa scritta da Sam Levinson, una delle serie più seguite
degli ultimi anni.
Dopo che un esaurimento nervoso ha
fatto deragliare il suo ultimo tour, Jocelyn (Lily-Rose
Depp) è decisa a riconquistare lo status che le spetta, quello
di più grande e sexy popstar d’America. A riaccendere le sue
passioni è Tedros (Abel “The Weeknd” Tesfaye), impresario di
nightclub dal passato sordido. Il suo risveglio romantico la
porterà a nuove gloriose vette o la farà precipitare nelle
profondità più oscure della sua anima?
Il cast include Abel “The
Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp, Troye Sivan. E
con Dan Levy, Da’Vine Joy Randolph, Eli Roth, Hari Nef, Jane Adams,
Jennie Ruby Jane, Mike Dean, Moses Sumney, Rachel Sennott, Ramsey,
Suzanna Son e Hank Azaria.
Sam Levinson, Abel “The
Weeknd” Tesfaye, Reza Fahim sono i co-creatori della
serie; produttori esecutivi Sam Levinson, Abel “The Weeknd”
Tesfaye, Reza Fahim, Kevin Turen, Ashley Levinson, Joseph Epstein,
Aaron L. Gilbert per BRON e Sara E. White; diretta da Sam
Levinson; scritta da Sam Levinson, Abel “The Weeknd”
Tesfaye, Reza Fahim. Prodotta in partnership con A24.
Ci sono voluti solo due film della
serie di Doctor Strangee finalmente Clea è entrata
a far parte del Marvel Cinematic Universe.
Introdotta nei momenti finali di Doctor Strange nel Multiverso
della Follia, la versione dell’MCU dell’amato personaggio
secondario del Maestro delle arti mistiche è stata interpretata da
Charlize Theron, la quale però, a quanto pare, non
sa cosa le riserverà il suo futuro nell’MCU. Durante un’intervista con
Josh Horowitz di MTV, in occasione delle premiere
a Roma di Fast X, l’attrice premio
Oscar ha rivelato che la Marvel deve ancora chiamarla per
apparire in un altro progetto.
“Io non ho ancora ricevuto una
chiamata… è un brutto segno? Lo è ?“, ha risposto la Theron
quando Horowitz le ha chiesto aggiornamenti a riguardo. Sappiamo
che attualmente c’è molta confusione e agitazione presso i Marvel Studios e che il futuro di molti
personaggi e linee narrative è difficilmente prevedibile. Data però
l’importanza che Clea, ora introdotta, sembra ricoprire ai fini
della protezione del Multiverso, è lecito immaginare che prima o
poi la si vedrà ricomparire sul grande schermo.
La Charlize Theron, entrata ufficialmente
nell’MCU con
questo cameo, non ha ancora avuto la possibilità di fare un tuffo
più approfondito nella storia del personaggio. Idealmente potrebbe
comparire in un ancora non annunciato Doctor Strange
3, ma sia lei che lo Stregone interpretato da
Benedict Cumberbatch potrebbero prima apparire
altrove, probabilmente in uno dei prossimi film di Avengers. Data la loro conoscenza del
Multiverso, si riveleranno certamente personaggi fondamentali
all’interno della saga. Di seguito, ecco il video dell’intervista
all’attrice, dove scherza riguardo il suo futuro nell’MCU.
Risale a più di un quarto
di secolo fa la prima volta di Aki Kaurismäki al Festival
di Cannes, dove il suo Kuolleet
Lehdet (il Fallen Leaves che
prossimamente vedremo anche in Italia, distribuito da Lucky Red in
associazione con Bim) concorre per la Palma d’Oro della 76°
edizione dopo quattro precedenti, tra il Nuvole in viaggio
del 1996 e l’ultimo Miracolo a Le Havre del 2011. Un grande
ritorno per un vecchio amico, non sempre interessato a sperimentare
un cinema nuovo e diverso, quanto piuttosto a raccontare le storie
che ama e nel modo che amiamo. Senza per questo rinunciare a
restare legato all’attualità, che permea tutta la storia, a partire
dalle condizioni di lavoro del mondo in cui viviamo fino
all’attenzione riservata alla guerra tra Russia e Ucraina che
ancora infuria.
Fallen Leaves: L’amore e le foglie morte
Ansa e Holappa
(Alma Pöysti, Jussi Vatanen) vivono a Helsinki, da
soli. Lei impiegata in un supermercato, dal quale viene licenziata
per aver permesso a dei senza tetto di mangiare il cibo destinato
alla discarica, lui in un cantiere, dove però viene scoperto a bere
sul lavoro, una notte i due si incontrano, per caso.
La speranza di trovare il
vero amore li avvicina, per poi svanire tra numeri di telefono
persi e l’impossibilità di riuscire a rintracciare la misteriosa
Ansa. Quando l’esito della reciproca ricerca sembra ormai scontato,
i due si ritrovano, salvo separarsi di nuovo a causa dei problemi
di alcolismo di Holappa. L’ennesimo – e forse definitivo – ostacolo
che una vita sempre più difficile sembra opporre a chi cerca la
felicità.
La
classe operaia nel Paradiso di Kaurismäki
Dopo Ombre nel
paradiso (1986), Ariel (1988)
e La fiammiferaia (1990), un ulteriore
capitolo prolunga la cosiddetta trilogia della classe operaia di
Aki Kaurismäki, che – come detto – conferma qui
l’attenzione per quanti vivono ai margini del mondo che ci piace
vedere. Un umanista gentile, tanto misurato quanto austero,
soprattutto nelle scelte formali. La geometria, l’uso degli spazi,
di colori netti ma non accesi e del silenzio sono quelle che da
sempre caratterizzano il suo cinema, come anche le speranze e la
lotta quotidiana della classe operaia.
Alla quale appartengono i
due protagonisti, senza nome per quasi tutto il film e
ostinatamente all’inseguimento di una speranza. Di un amore. Che li
risarcisca di tutte le delusioni e i dolori accumulati. Una critica
del capitalismo e una ricerca che il regista finlandese orchestra
con i suoi tempi, scelte musicali oculate, costruendole intorno un
contesto solo all’apparenza povero nel quale sono pochi – ma
fondamentali – gli elementi di spicco.
Quelli che segnano
l’avventura romantica dei suoi protagonisti, anche quelli
secondari, e di
Kaurismäki stesso, che qui e lì si diverte a fare il sentimentale.
Con le citazioni della prima volta di Superman, sulla copertina di
Action Comics, e quelle cinematografiche di Il continente
scomparso, Breve incontro e
Il disprezzo (nelle locandine sullo
sfondo), del Jarmusch di I morti non muoiono (il film scelto per
il primo appuntamento di Ansa e Holappa) e per i riferimenti
diretti a Il diario di un curato di
campagna di Robert Bresson e al
Bande à part di Jean-Luc
Godard che chiudono uno dei tanti dialoghi surreali e
divertenti di cui è fatto Fallen Leaves.
Che ogni tanto ci riporta
alla realtà, soprattutto con le notizie che sentiamo alla radio –
in tutte le case, dove nessuno ha la televisione, ma si usa il
telefono a disco – e che raccontano l’inizio della guerra tra
Russia e Ucraina. Un indizio evidente che il mondo che stiamo
vedendo non è così lontano da poter essere affrontato con
nostalgia, che il dramma non svanisce con i sorrisi e la dolcezza
di una tragicommedia che sembrava perduta, ma che nonostante tutto
c’è sempre spazio per l’amore, la redenzione, la felicità.
Nonostante al termine di Thor: Love and Thunder
una scritta conferma che “Thorritornerà“,
Chris Hemsworth
sembra incerto riguardo il suo interpretare di nuovo Thor nel
Marvel Cinematic Universe,
in un possibile Thor 5 o altrove. Nell’attuale MCU, ora impegnato con la Multiverse Saga
e nella formazione della prossima generazione di Vendicatori, non
vi sono infatti piani ufficiali per il ritorno di Thor, annunciato
sì ma senza ulteriori specificazioni. Proprio questa mancanza di
notizie starebbe ora facendo dubitare lo stesso Hemsworth, che nel
mentre ha girato Tyler Rake2,
sequel del fortunato Tyler Rake disponibile
su Netflix.
Proprio parlando con Total Film Magazine
dell’esperienza vissuta sul set di questo sequel, Chris Hemsworth
ha detto di aver affrontato alcune degli stunt più impegnativi
della sua carriera, esprimendo poi appunto il desiderio di poter
fare qualcosa del genere anche per un film Marvel, se mai ci sarà l’occasione.
“È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. Non sto
esagerando. Alla fine di una ripresa, risucchi aria come non hai
mai fatto prima e tutti cadono in ginocchio per la stanchezza. Ma è
molto più gratificante. Mi piacerebbe prendere questo stile e
integrarlo in un film Marvel, se mai dovessi farne un
altro”.
Sebbene Chris Hemsworth non stia
dando certezze riguardo il suo aver finito di interpretare Thor,
egli non conferma nemmeno un ritorno, lasciandolo solo come una
potenziale possibilità. Ciò solleva alcune domande su quando
potrebbe effettivamente tornare Thor. Love and Thunder ha
lasciato la porta aperta al ritorno del supereroe. La scena
post-crediti del film ha persino gettato l’idea per un Thor
5 con una sfida tra il dio nordico e il semidio greco
Hercules, interpretato da Brett Goldstein. I
commenti di Hemsworth potrebbero indicare solamente che al momento
non c’è alcun accordo tra l’attore e i Marvel Studios, ma è lecito aspettarsi la
presenza di Thor in Avengers: The Kang
Dynasty o Avengers: Secret Wars.
Una delle proposte più interessanti
del concorso del Festival
di Cannes2023 arriva direttamente
dalla Tunisia e corrisponde al titolo di Four
Daughters (Les Filles d’Olfa), della
regista Kaouther Ben Hania. Istinto protettivo e
ribellione sono le forze oppositive che attraversano la
quotidianità di tante famiglie arabe con figli. Un’educazione
all’insegna del rigore e che vieta la discussione di argomenti tabù
è ciò che ha segnato la crescita di chi è genitore ancora oggi e
che ha impartito alla prole. Un retaggio che connota profondamente
un sistema sociale, politico ed educativo e che, se perpetuato, può
portare a conseguenze irreversibili, come nel caso della famiglia
di Olfa.
Four Daughters, un esperimento
inedito di racconto
La vita di Olfa, donna tunisina e
madre di 4 figlie, oscilla tra luci e ombre. Un giorno, le due
figlie maggiori scompaiono. Per colmare la loro assenza, la regista
Kaouther Ben Hania arruola due attrici
professioniste e mette in piedi uno straordinario spettacolo
cinematografico per svelare la storia di Olfa e delle sue figlie.
Un viaggio intimo pieno di speranza, ribellione, violenza,
trasmissione intergenerazionale e sorellanza, che metterà in
discussione le fondamenta stesse delle nostre società.
Four Daughters
riflette sul concetto di mancanza giocando con la presenza. Siamo
di fronte a un esperimento di dialogo interattivo, in cui la
direzione artistica si fonde con il ricordo e il regista non è più
solo chi si pone fuori dal quadro ma anche, e soprattutto, chi
dentro a quel quadro vi ha vissuto. La regista Ben
Hania trasfigura l’assenza nei corpi di attrici che sono,
anzittutto, donne arabe. La recitazione e, dunque, la comprensione
vanno di pari passo nella riconsiderazione di un quadro familiare,
di una storia di vita che è anche la storia di innumerevoli
famiglie arabe, almeno nelle sue radici.
Four Daughters
diventa così anche un dialogo sul linguaggio cinematografico, sul
modo in cui le immagini possono raccontare qualcosa di vero
servendosi degli espedienti della finzione. Le ragazze diventano
attrici, le attrici sono figlie. Olfa è un doppio: è la madre che è
stata nel passato, ha un’attrice che la aiuta nel presente e
interviene nelle scene emotivamente più impegnative, ma è anche
un’Olfa che deve comprendere una nuova forma di racconto per la sua
storia, istruire le maschere che interpreteranno i ruoli. Al
contempo, la stessa attrice a cui è stato affidato il ruolo di Olfa
interviene, fa considerazioni sul suo modo di educare le figlie, dà
voce anche ai pensieri dello spettatore.
Essere figlie della Tunisia
Le figlie di Olfa sono figlie della
Tunisia, figlie di un paese che ha avuto una rivoluzione, ma che
queste non hanno vissuto in quanto troppo piccole. La loro
rivoluzione arriverà col tempo, seguendo il regolare corso
dell’adolescenza e al contempo distruggendola, pur di andare contro
all’essere una figlia di Olfa. Eya,
Tayssir le “finte” Rahma e
Ghofrane, forse, compiono la loro rivoluzione
prestandosi al progetto di Ben Hania,
avvicinandosi all’idea di due sorelle che se ne sono andate tramite
i loro doppi. A volte è doloroso, altre si tramuta in un gioco, in
più di un istante ci perdiamo anche noi nella finzione. Sono
quattro sorelle solo nella messa in scena, eppure Rahma e Ghofrane
per noi rimangono loro – nonostante l’inserimento di alcune foto e
materiale video delle stesse.
Four Daughters
riesce ad arrivare al cuore di un problema formativo e mettere in
bocca questa verità alle persone effettivamente coinvolte. Una
consapevolezza che diventa parola e che, unendo i margini della
realtà con quelli del racconto filmico, non ha paura di scavare
nella crepe e nelle zone più buie di un nucleo familiare distrutto
per riportare una dura verità sul come si viene educati in questi
paesi, sul tipo di confronto che c’è tra genitori e figli, su come
ogni piccolo atto di ribellione possa definire un percorso di vita
e allontanarlo non solo dagli affetti ma anche dalla ragione.
Il film di Ben
Hania è anche un racconto sul concetto di femminilità, su
come questa possa essere nascosta o esaltata nei paesi arabi, su
quanto l’aspetto estetico sia uno dei primi tramiti per dare voce a
una ribellione. Truccarsi, diventare goth, scegliere di indossare
l’hijab: qualsiasi cosa pur di non appartenere, di svincolarsi da
un territorio già battuto. Da questo punto di vista, è ancora più
interessante il fatto che Four Daughters renda le
vere Olfa, Eya e Tayssir delle attrici e che giochi
consapevolmente, sfruttando soprattutto la fotografia, con la loro
bellezza, i tratti fisionomici, messi ancora più in risalto
dall’abbigliamento total black che indossano per gran parte del
girato, per confondere ancora di più i confini tra realtà e
finzione, persona e personaggio. Il nero del niqāb viene tagliato e
ricucito per adattarsi ai corpi di giovani donne che, raccontando
una storia dolorosa, stanno anche crescendo. Sono divise tra
passato e presente, tra sorelle perdute e ritrovate sulla scena,
tra la Tunisia che hanno conosciuto e quella che verrà. Ma di una
cosa sono certe: sono figlie di Olfa.
Per celebrare l’arrivo
dell’attesissimo sequel, Spider-Man: Across the
Spider-Verse, in sala dal 1
giugno, ecco una nuovissima clip con Miles
Morales e Gwen Stacy intenti a discutere
del destino della loro relazione. La clip presenta i due personaggi
mentre siedono a testa in giù sullo sfondo dello skyline di New
York City, dove discutono delle loro potenziali difficoltà
relazionali, con Gwen che solleva un po’ di dubbi. “In ogni
altro universo, Gwen Stacy si innamora di Spider-Man, e in ogni
altro universo, non finisce bene“, dice lei a Miles.
Per tutti i fan di Spider-Man, i
commenti di Gwen sono ragionevolmente accurati, con le precedenti
interpretazioni del personaggio che in genere portano verso
risvolti piuttosto negativi. L’esempio più notevole è il destino
del personaggio alla fine di The Amazing Spider-Man 2, dove è
interpretato da Emma Stone. Tuttavia, Miles
contrasta la sua affermazione con una visione più ottimistica,
affermando: “Beh, c’è una prima volta per tutto, giusto?“.
Di seguito, ecco la clip in questione:
Resta da vedere se la loro relazione
avrà qui un lieto fine o cadrà nello stesso destino di altre
interpretazioni dei personaggi, ma è certo che Spider-Man:
Across the Spider-Verse continuerà ad espandere la loro
dinamica e aggiungere anche qualche conflitto in più con
l’introduzione di Spider-Punk, doppiato da Daniel
Kaluuya. Dato che il personaggio è un musicista, lo
Spider-Punk stringerà un’amicizia con Gwen, il che creerà un po’ di
gelosia da parte di Miles Morales e potrebbe servire come
interessante punto di conflitto tra il personaggio e i tanti
Spider-Men che saranno introdotto nel film.
Tutto quello che c’è da sapere su
Spider-Man: Across the Spider-Verse
“Miles Morales ritorna per il
nuovo capitolo della saga di Spider-Verse, Spider-Man: Across the Spider-Verse“, si
legge nella sinossi. “Dopo essersi riunito con Gwen Stacy,
l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato
attraverso il Multiverso, dove incontra una squadra di
Spider-People incaricata di proteggere la sua stessa esistenza. Ma
quando gli eroi si scontrano su come gestire una nuova minaccia,
Miles si ritrova a confrontarsi con gli altri Spider e deve
ridefinire cosa significa essere un eroe in modo da poter salvare
le persone che ama di più”.
Il film è diretto da Joaquim
Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson. Nel
cast Shameik Moore nei panni di Miles Morales,
Hailee Steinfeld nei panni di Gwen Stacy.
Spider-Man: Across the Spider-Verse
introdurrà poi non solo l’anticipato villain La Macchia, doppiato
da Jason Schwartzman, ma anche oltre 200 varie
iterazioni dell’eroe titolare. Chris Miller, uno dei produttori del
film ha dichiarato nell’aprile 2022 che “in mezzo a questo
multiverso ci sono 240 personaggi unici … ma sono per lo più
personaggi minori o secondari“. Vedremo allora Jake Johnson nei panni di Peter B. Parker,
Issa Rae nei panni di Spider-Woman, Daniel
Kaluuya Spider-Punk, Karan Soni nei panni
di Spider-Man India, Oscar Isaac nei
panni di Spider-Man 2099, Brian Tyree Henry nei
panni di Jefferson Davis, Luna Lauren Velez nei
panni di Rio Morales, Greta Lee nei panni di Lyla.
Nel cast vocale originale anche Andy
Samberg , Rachel Dratch, Jorma Taccone, Shea
Whigham e altri.
Spider-Man: Across the Spider-Verse è
prodotto da Phil Lord, Chris Miller, Amy Pascal, Avi Arad e
Christina Steinberg con Alonzo Ruvalcaba. Aditya
Sood e il regista del primo film, Peter
Ramsey, sono i produttori esecutivi.
Mentre si attendono novità riguardo
Jonathan Majors
e il suo futuro nell’MCU, un insider ha fornito quello
che, se confermato, sarebbe una sorprendente cambiamento nella
politica dei Marvel Studios. Questi, infatti, avrebbe
completamente cambiato i propri progetti a lungo termine per la
Multiverse Saga
dopo aver visto la performance di Majors nei panni di Colui che
rimane nel finale della prima stagione di LOKI.
L’attore, che ha poi interpretato Kang il
Conquistatore in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, avrebbe dunque convinto tutti a fare di lui
il nuovo elemento centrale dell’MCU.
Parlando al podcast The Big
Picture, la scrittrice e autrice del libro in uscita
MCU: The Reign of Marvel StudiosJoanna
Robinson ha affermato che durante il suo lavoro le è stato
detto che non era mai stata intenzione dei Marvel Studios fare di Kang il
centro dell’MCU, ma quella performance di
Majors ha fatto cambiare idea a tutti. “Mi è stato detto da
qualcuno che lavora per la Marvel che non era nei piani fare
di Kang il centro di tutto fino a quando non hanno visto la sua
performance in LOKI
e Quantumania, la quale era così forte che hanno detto, “Eccola
qui. Questa è la strada da percorrere. Abbiamo perso la nostra
squadra di eroi, ma mettiamoci attorno a questo ragazzo e a questo
personaggio a cui così tante persone stanno reagendo”
“È una cosa senza precedenti
per la Marvel, non hanno mai affidato così
tanto di un franchise a un attore, come hanno cercato di farlo con
Jonathan Majors. Di solito non si attaccano così tanto a una
persona come hanno fatto in questo caso. E questo li ha messi in
difficoltà. Non sappiamo cosa faranno. Ho sentito storie
contrastanti sul fatto se lo sostituiranno o meno”, ha
concluso poi la Robinson. Come confermato dalle sue parole, dunque,
Kang è davvero il centro di questa nuova fase dell’MCU e i suoi problemi legali
rappresentano ora un grosso problema per i Marvel Studios. C’è di certo che
rivedremo Major in Loki 2 e forse questa
seconda stagione fornirà maggiori indizi sul suo futuro,
in attesa di un verdetto al suo processo.
Nella serata di ieri si è svolta
una proiezione dei fan di The
Flashe alcune
reazioni sono state ora condivise online. Leggendo i commenti si
denota un coro estremamente positive su questo film, e anche se è
improbabile che questo particolare pubblico sia un pubblico
ritenuto particolarmente severo, questi ultimi Tweet suggeriscono
che la Warner Bros. potrebbe davvero avere un enorme successo tra
le mani.
Il primo monitoraggio al botteghino
indica che la prima uscita da solista di The
Flash potrebbe incassare fino a $ 140
milioni nel corso del suo weekend di apertura, ma dovremmo ottenere
un aggiornamento più accurato nelle prossime due settimane. Dai
un’occhiata alle reazioni di seguito insieme a un nuovo trailer con
un sacco di nuovi filmati, inclusa un’apparizione di Jeremy Irons nei panni di Alfred.
After all the delays, all the frustration and all nonsense that
DCEU fans have had to put up with, this film was absolutely worth
the wait!
It’s nothing short of one giant emotional love letter to the
character and DC itself. pic.twitter.com/cpvkMT8rln
— The Moonlight Warrior 🌙 (@BlackMajikMan90)
May 23, 2023
#TheFlash is not just PHENOMENAL it’s a full on celebration of
DC . An emotional action packed ride FULLY FOCUSED on Barry Allen!
Supergirl & Keaton’s Batman complement the film w/ applauded worthy
moments but this is a FLASH story. The good towers way over the
bad. I LOVED IT. pic.twitter.com/4YIPKhub08
Can’t believe I’m saying this… but it’s
true.
#TheFlash is FANTASTIC. Not only is this one of the most fun
comic book movies I’ve ever seen, but it is full to the brim with
SO much heart. This is one of the best DC films I’ve seen in a
while, and a MUST SEE in theaters! pic.twitter.com/YdxhHTbVmE
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
La regina Padmé Amidala ha
svolto un ruolo fondamentale nella trilogia
prequel diStar
Wars, prima di morire dando alla
luce i gemelli Luke e Leia alla fine di
Star Wars: Episodio III – La vendetta dei
Sith. La sua morte è ciò che
alla fine ha spinto Anakin Skywalker ad abbandonare completamente
il sentiero degli Jedi e a rivolgersi al lato
oscuro della Forza.
Gli spettacoli Disney+Star
Wars ci hanno permesso di rivisitare le
linee temporali precedenti nella Galassia Lontana Lontana, e
sebbene abbiamo visto sia Ewan McGregor che Hayden Christensen riprendere i rispettivi
ruoli di Obi-Wan Kenobi e Anakin/Darth Vader, Padmé
deve ancora fare un’apparizione. Amidala è apparsa nella
serie animata di The Clone Wars e in diversi romanzi di
Star
Wars, ma non l’abbiamo vista in live-action dai tempi
di ROTS.
Onestamente, il personaggio non era
davvero necessario per la storia raccontata dalla serie
di Obi-Wan
Kenobi, ed è difficile immaginare un nuovo
spin-off o prequel incentrato su Padmé.
Anche così, sembra che Natalie Portman potrebbe essere interessata a
tornare se si presentasse l’opportunità. Durante un’intervista con
GQ, la vincitrice dell’Oscar ha affermato che non le è stato
chiesto di riprendere potenzialmente il ruolo, ma sarebbe “aperta”.
Amidala potrebbe mai tornare per una trama attuale? Supponiamo
che Lucasfilm non si spinga fino al punto di resuscitarla (non
vogliamo un altro momento “in qualche modo, l’Imperatore è
tornato”), ma un Force Ghost è una
possibilità? Padme non era una Jedi,
ovviamente, ma ciò non significa che non potesse presentarsi in una
sorta di visione o sogno. È una forzatura, lo sappiamo bene,
ma se Natalie Portman vuole tornare nei panni di Padme, diciamo
questo potrebbe essere un buon modo per riportarla
indietro!
Dopo essere tornato sul grande
schermo con Beau ha
paura di Ari Aster e in
attesa di poterlo vedere in Napoleon e
Joker 2, il premio
Oscar Joaquin Phoenixha
un altro progetto in lavorazione particolarmente interessante. Si
tratta di una storia d’amore gay diretta da ToddHaynes, regista di Carol attualmente in
concorso al Festival
di Cannes con May December. Proprio
in occasione del festival il regista ha avuto modo di fornire
qualche dettaglio in più, dichiarando che “il prossimo film è
basato su una sceneggiatura originale che ho sviluppato con Joaquin
Phoenix, sulla base di alcuni pensieri e idee che mi ha
suggerito”, ha spiegato Haynes a IndieWire.
“Fondamentalmente l’abbiamo
scritto con anche lui come sceneggiatore. Io, Jon Raymond e Joaquin
Phoenix condividiamo quindi il merito della storia. E speriamo di
girarla all’inizio del prossimo anno. È una storia d’amore gay
ambientata nella Los Angeles degli anni ’30”, afferma Haynes,
aggiungendo anche che “Joaquin mi ha anche spinto verso nuovi
confini dicendomi ‘No, andiamo oltre’. Questo sarà un film
NC-17”. Nel sistema di classificazione dei film della Motion
Picture Association (MPA), NC-17 è il punteggio più alto, che vieta
la visione ad un pubblico di meno di 18 anni.
Joaquin Phoenix non è estraneo a
ruoli intensi che si spingono oltre i limiti della recitazione,
mentre per quanto riguarda Haynes, tra Carol, Lontano
dal paradiso, Poison, Velvet Goldmine e il
suo ultimo May December, il regista non è estraneo al
dramma d’epoca romantico, né al film queer. Non resta dunque che
attendere maggiori informazioni riguardo questo loro nuovo
progetto, che dovrebbe dunque entrare in produzione all’inizio del
2024. Con l’approssimarsi di quel momento, potrebbe essere reso
noto il titolo, una prima sinossi e ulteriori membri del cast.
May December al Festival di Cannes
Presentato in concorso al
Festival di
CannesMay December, del regista
americano Todd Haynes riunisce Natalie Portman e Julianne Moore in un dramma romantico
introspettivo sul passato sulfureo di una coppia famosa. Per
prepararsi al suo nuovo ruolo, Elisabeth (Natalie
Portman), una famosa attrice, incontra Gracie
(Julianne
Moore), che interpreterà sullo schermo. Quest’ultima aveva
infiammato la stampa scandalistica e affascinato il paese due
decenni prima mantenendo una relazione con Joe (Charles
Melton), 23 anni più giovane di lei. Il film è vagamente
basato sullo scandalo americano di Mary Kay
Letourneau.
Sotto l’impulso della sceneggiatura
di Samy Burch, Todd Haynes mette in discussione le
scelte di due donne in due momenti della loro vita. Un doloroso
ritorno al passato per un’ex idolo sessantenne che vuole voltare
pagina, di fronte a una sincera e pericolosa ricerca della verità
per una star di Hollywood all’apice della sua carriera. Tra i due,
il personaggio maschile di Charles Melton
intreccia sottilmente i legami tra le due. Sul versante musicale,
le composizioni di Marcelo Zarvos si
alternano alle melodie di Michel
Legrandcomposte per la prima volta
per Le Messenger di Giuseppe Losey.
Prima
che Steven
Spielberg dirigesse il classico dramma
storico del 1993 Schindler’s List, era originariamente nelle
mani di Martin Scorsese. In occasione del festival di
Scorsese è tornato a parlare del film e del perché alla fine ha
riconsegnato il film a Spielberg.Parlando
con Deadlinein un profilo esclusivo, al leggendario regista è stato
chiesto del film, e perché Steven Spielberg gli ha offerto la possibilità
di dirigerlo. Mentre Scorsese ci è quasi riuscito, alla fine ha
restituito il progetto a Steven Spielberg e ha citato l’accoglienza del
suo film del 1988 L’ultima tentazione di Cristo come uno
dei fattori della sua decisione.
“Per Schindler’s List, ho
assunto Steve Zaillian, e io e Steve abbiamo lavorato alla
sceneggiatura”, ha detto Scorsese. “Stavo per
dirigerlo. Ma a un certo punto ho avuto delle
riserve. Non dimenticare, questo è il 1990, direi. Ho
fatto L’ultima tentazione di Cristo nel 1988. Il punto centrale di
quel film era iniziare un dialogo su qualcosa che è ancora
importante per me, che è la natura – la vera natura – dell’amore,
che potrebbe essere dio, potrebbe essere Gesù . Non sono
culturalmente ambivalente qui, è quello che c’è in noi. Dio è
in noi? Sono davvero così; Non posso farci
niente. Mi piace esplorarlo”.Scorsese ha
continuato dicendo che sentiva che la storia di Schindler’s List
sarebbe stata probabilmente meglio raccontata da un vero
ebreo.
“Nel caso di Schindler’s
List, il trauma che avevo attraversato era tale che mi sentivo di
affrontare quell’argomento… Sapevo che c’erano persone ebree
sconvolte dal fatto che lo scrittore de Il diario di Anna Frank
fosse gentile“, ha detto Scorsese. “Ho sentito che
c’erano persone che si lamentavano di Schindler, che usava i
detenuti per fare soldi con loro. Ho detto: ‘Aspetta un
attimo.’ Potrei… beh, non difenderlo, ma discutere chi
fosse. Penso che fosse un uomo straordinario, ma non sapevo se
ero attrezzato per questo in quel momento. Non avevo la
conoscenza. Ricordo che Steve Spielberg, nel corso degli anni,
me ne parlava sempre. Ha mostrato il libro mentre eravamo su
un aereo diretto a Cannes e ha detto: ‘Questo è il mio film oscuro
e lo farò‘”.
“Ho usato la frase in
quel momento, “non sono ebreo“. Quello che
intendevo era, è la vecchia storia secondo cui il viaggio doveva
essere intrapreso da una persona ebrea attraverso quel mondo, e
penso che anche Steven l’abbia imparato. Veniva da… [pausa] dov’è
ambientato The Fabelmans,
Phoenix? Mi ha detto che c’erano solo 200 ebrei a Phoenix. Non
potevo crederci. Perché vengo dal Lower East Side e sono cresciuto
con la comunità ebraica. Non ero altruista, ma per me aveva senso
che fosse lui la persona che avrebbe dovuto affrontare tutto
questo. Ero preoccupato di non essere in grado di rendere giustizia
alla situazione“.
Focus
Features ha rilasciato tre clip di Asteroid
City dall’imminente commedia
drammatica romantica di Wes Anderson, la cui
premiere è prevista per il 16 giugno in sale selezionate. Seguirà
un’ampia distribuzione il 23 giugno.I primi due video
danno entrambi un’anteprima del personaggio di Scarlett Johansson, una famosa attrice con una
figlia. Un terzo presenta un piccolo sguardo ai personaggi di
Tom Hanks,
Liev Schreiber e Hope Davis, mentre discutono dei
piani dell’esercito.
Asteroid
City aveva originariamente ricevuto una valutazione R
dalla Motion Pictures Association of America per “breve nudità”.
Tuttavia, Anderson e Focus Features sono stati in grado
di appellarsi con successo contro la decisione. La sua
attuale valutazione ufficiale è PG-13 per “per
brevi nudità esplicite, fumo e materiale suggestivo”. Dai
un’occhiata alle clip di Asteroid City qui sotto
Asteroid
City si svolge in un’immaginaria città americana nel
deserto nel 1955. Sinossi: L’itinerario di una convention di
giovani astronomi e cadetti spaziali (organizzata per riunire
studenti e genitori di tutto il paese per una competizione
accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da
eventi che cambiano il mondo.
Con Fast X
(qui la recensione) attualmente
in sala, la star del franchise di Fast &
Furious, Vin Diesel, conferma
ulteriori spin-off e un lungometraggio “femminile” in lavorazione.
Parlando con Variety, Diesel ha dichiarato quanto segue: “Ho
iniziato a sviluppare lo spin-off femminile… nel 2017, insieme con
altri spin-off. Prima consegno il finale della saga, prima posso
lanciare tutti gli altri progetti“. Diesel, che di recente ha
rivelato che i due film a conclusione della saga saranno in realtà
tre, anticipa dunque ulteriori progetti, che permetteranno ai fan
di ritrovare alcuni dei personaggi amati anche oltre il capitolo
conclusivo di Fast & Furious.
“Guardate quanti personaggi e
quanto grande talento c’è nel film… Questi personaggi sono
attraenti e dobbiamo vederne di più”, ha affermato l’attore.
Le voci su uno spin-off di Fast & Furious guidato da un
cast prevalentemente femminile circolano in realtà da anni a
Hollywood. La principale star del film dovrebbe essere Michelle
Rodriguez, il cui nome è stato associato a una tale
possibile produzione già nel 2019 con il suo personaggio Letty
Ortiz, tra i più popolari della saga, comparso sin dal primo film
del 2001. Ad oggi, come noto, l’unico spin-off arrivato al cinema è
Hobbs &
Shaw, nel 2019, ma sembra che le cose potranno
cambiare ben presto.
Tutto quello che c’è da sapere su Fast X
Fast
X è uscito nelle sale il 18 maggio
2023 ed è diretto dal regista di
TransporterLouis Leterrier, che ha raccolto il
timone dopo che Justin Lin ha improvvisamente abbandonato il
progetto a causa di divergenze creative. Il film è scritto da
Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin Lin ancora impegnato come
produttore del film.
La fine della corsa ha inizio.
Fast
X, il decimo film della
saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli
finali di uno dei più leggendari e popolari franchise
cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto
dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso
di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto
(Vin
Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia,
coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro
cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che
abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle
ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a
disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i
suoi cari.
In Fast & Furious 5 del
2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della
droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte
di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di
Reyes, Dante (Jason
Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha
passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a
Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia
di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra
e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e
torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo
figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry,
Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di
Dante.
Con Fast X
(qui la recensione), decimo
capitolo della saga di Fast & Furious
finalmente in sala, emergono ora nuove notizie riguardo alla sua
genesi. Tra le varie voci emerse, ve ne è una, riportata
dall’attore Alan Ritchson, che nel film interpreta
Aimes, capo di The Agency nonché uno dei principali villain del
film, secondo il quale tale ruolo era inizialmente stato offerto a
Keanu Reeves.
“È stato solo un piccolo colpo di fortuna e un buon
tempismo“, ha detto Ritchson parlando dell’occasione di
recitare nel film. “Stavo lavorando ad un altro film
quandoho ricevuto una telefonata che mi informava che le
cose erano cambiate con Keanu Reeves, che penso fosse
originariamente destinato a recitare la mia parte.“
Il ruolo è così stato assunto da
Ritchson, ma non è la prima volta che si vocifera di Reeves come
possibile membro del cast di un film di Fast & Furious. Lo
sceneggiatore del franchise, Chris Morgan, ha
infatti condiviso in passato che Reeves era in trattative per
unirsi al film spin-off Hobbs & Shaw del 2019, dove
avrebbe interpretato la voce responsabile dell’organizzazione
Eteon. Il mancato accordo per portare Reeves in Fast X
potrebbe essere stato dovuto all’impegno dell’attore con
John Wick: Capitolo 4, uscito nei cinema
a marzo. Chissà però che l’attore non trovi il modo di comparire in
uno dei due prossimi annunciati film, che rappresenteranno anche la
conclusione della saga.
Tutto quello che c’è da sapere su Fast X
Fast
X è uscito nelle sale il 18 maggio
2023 ed è diretto dal regista di
TransporterLouis Leterrier, che ha raccolto il
timone dopo che Justin Lin ha improvvisamente abbandonato il
progetto a causa di divergenze creative. Il film è scritto da
Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin Lin ancora impegnato come
produttore del film.
La fine della corsa ha inizio.
Fast
X, il decimo film della
saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli
finali di uno dei più leggendari e popolari franchise
cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto
dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso
di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto
(Vin
Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia,
coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro
cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che
abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle
ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a
disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i
suoi cari.
In Fast & Furious 5 del
2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della
droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte
di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di
Reyes, Dante (Jason
Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha
passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a
Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia
di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra
e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e
torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo
figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry,
Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di
Dante.
L’attrice Sydney Sweeney,
che recita al fianco di Dakota Johnson
nell’imminente Madame Web della
Sony Pictures, è tornata a parlare proprio di tale
attesa pellicola, elogiando le sue co-protagoniste: la già citata
Johnson, che interpreta la protagonista Cassandra Web/Madame Web,
Isabela Merced e Celeste
O’Connor, che appaiono nel film in ruoli attualmente
sconosciuti. “Non vedo l’ora di poter essere accanto alle
ragazze con cui ho girato: Dakota, Isabela e Celeste”, ha
detto Sweeney. “Ci siamo divertite così tanto insieme. E sono
davvero entusiasta che il mondo potrà finalmente vedere la squadra
di donne toste presente nel film”.
Il cast di Madame Web include però anche
Adam Scott ed Emma Roberts.
Mentre entrambi interpretano ruoli sconosciuti, la Roberts ha
almeno confermato che non interpreta un supereroe. “È davvero
diverso da qualsiasi altro film Marvel, è super radicato“, ha
detto. “Adoro il fatto che abbia così tante grandi attrici, è
davvero guidato dalle donne, e penso che non sarà quello che la
gente si aspetta“. La Sweeney recita invece in Madame
Web nei panni di Julia Carpenter, conosciuta
nell’Universo Marvel come la seconda Spider-Woman
che ha assunto il ruolo che era di Jessica Drew.
Creato da Jim
Shooter e Mike Zeck, il personaggio ha
debuttato in Secret Wars n. 6 del 1984 ed è anche
conosciuto come il successore dell’originale Madame Web. Nella
stessa intervista, Sweeney ha spiegato che è cresciuta andando a
vedere film di supereroi nei cinema. “I supereroi sono stati
tutta la mia vita!” ha detto, “penso di aver visto The
Avengers probabilmente più di 30 volte.” La Madame Web del
titolo è invece stata ideata dallo scrittore Denny
O’Neil e dall’artista John Romita Jr., ed
è una mutante chiaroveggente, malata terminale, dipendente da un
sistema di supporto vitale che ricorda una ragnatela.
La sua incarnazione originale della
Marvel Comics, Cassandra Webb, è ritratta come
una donna anziana ed è apparsa per la prima volta in The Amazing Spider-Man #210 nel
1980. Con il suo arrivo sul grande schermo, il personaggio si unirà
all’universo cinematografico dei personaggi Marvel gestito dalla Sony, che
attualmente include film come Venom, Venom: La furia di Carnage e Morbius. La Sony ha però in cantiere
anche
Kraven il Cacciatore con la star Aaron
Taylor-Johnson. Atteso in sala per il 16
febbraio2024, Madame Web deve ancora mostrarsi con un
primo trailer o immagini ufficiali e c’è dunque molta attesa a
riguardo, per un film che a quanto pare avrà una forza femminile
indiscutibile.
Festival
di Cannes ha sostenuto il cinema di Jessica
Hausner sin dal suo inizio. Il suo film scolastico
Inter-view ha ricevuto una Menzione Speciale
alla Cinéfondation nel 1999, il suo primo lungometraggio
Lovely Rita è stato selezionato per Un
Certain Regard nel 2001, e il suo primo ingresso in Concorso risale
al 2019 con Little Joe. Il regista austriaco è di
nuovo candidato alla Palma d’Oro con Club
Zero. Sulla croisette per l’occasione arriva
tutto il cast del film: Mia Wasikowska, la danese Sidse Babett
Knudsen, l’egiziana Amir El-Masry e la
francese Elsa Zylberstein. Di seguito tutte le
foto della sera ti ieri, in attesa della conferenza di oggi!
In un liceo privato, da qualche
parte, non sappiamo quando. La nuova arrivata nel team, Miss Novak,
offre un nuovo tipo di corso nutrizionale. I suoi studenti
diventeranno suoi adepti, sotto l’influenza, tutti riuniti nel
misterioso Club Zero. Jessica Hausner
continua qui a interrogare il nostro tempo. Nel sottotesto del
suo film c’è la responsabilità degli adulti nei confronti dei
bambini. Quella dei genitori da un lato, cui manca il tempo
dedicato alla prole, e dall’altro la fiducia delegata al corpo
insegnante, spesso svalutata. Il regista osserva una società
che stabilisce standard per il lavoro e il successo.
Per rafforzare la disconnessione
con i genitori, Jessica Hausner decide di mettere
i suoi studenti in un collegio. Club
Zero mette in discussione anche questioni
adolescenziali come il rapporto con il cibo e l’effetto
gang. Il film vuole essere fuori dal tempo, fuori dallo
spazio, effetto accentuato dalla scelta della lingua inglese,
universale, e da un cast internazionale. In cartellone, tra
gli altri: l’australiana Mia Wasikowska, la danese Sidse
Babett Knudsen, l’egiziana Amir
El-Masry e la francese Elsa
Zylberstein.
È arrivato il primo trailer del film
Il colore viola, secondo adattamento del
romanzo dopo l’iconico film di Steven
Spielberg del 1985. In esso si segue la lotta per
tutta la vita di una donna afroamericana nel sud all’inizio del
1900 che subisce abusi da suo padre e suo marito. Con Blitz
Bazawule di Black Is King che assume il ruolo di
regista, il cast di Il colore viola comprende la
vincitrice di American IdolFantasia
Barrino, Colman Domingo di Euphoria, la candidata all’Oscar Taraji
P. Henson, Corey Hawkins di Straight
Outta Compton, Danielle Brooks di
Peacemaker, Aunjanue Ellis-Taylor di
King Richard, il vincitore dell’Emmy Jon
Batiste e Halle Bailey,
protagonista di La sirenetta.
Presentato come una “nuova
interpretazione audace dell’amato classico“, il trailer di
Il colore viola si concentra sulla straordinaria
sorellanza condivisa dalle tre donne al centro della storia: Celie,
Nettie e Sofia. Il trailer mostra anche il cast di star del film,
alcuni dei quali stanno riprendendo i ruoli interpretati nella
versione teatrale dell’opera a Broadway. Il film è previsto per
un’uscita in sala il giorno di Natale, quasi 40 anni dopo
l’adattamento del 1985. A produrre questa nuova versione spiccano
inoltre lo stesso Steven Spielberg e Oprah
Winfrey, che nel film originale interpretava Sofia.
Con Bazawule al timone, il trailer
di Il colore viola presenta diversi
momenti visivamente sorprendenti, che offrono una visione della
prospettiva unica di Celie e del legame indissolubile condiviso
dalle tre donne nella storia. Arricchito da tutti gli elementi
maestosi di un film musicale, il trailer mostra infatti anche
molteplici numeri musicali e un design di produzione
impressionante. Il colore viola potrebbe facilmente
affermarsi come un nuovo grande successo, lanciando ulteriormente
la carriera della Bailey e presentandosi da come uno dei principali
concorrenti alla prossima stagione degli Oscar.
A partire dal 22 maggio
2023 sono finalmente disponibili in pre-order le esclusive edizioni
Home Video di Avatar: La via dell’acqua di James Cameron, il sequel del film campione
mondiale d’incassi del 2009, vincitore di un Premio Oscar, di un
BAFTA e candidato a due Golden Globes. Ambientato più di un
decennio dopo gli eventi del primo film, Avatar:
La Via dell’Acqua sarà disponibile nei formati
DVD, Blu-Ray a due dischi, 4K Ultra HD (con due dischi Blu-ray + un
disco UHD) e una Steelbook 4K da collezione sempre in edizione a
tre dischi. Le edizioni Blu-ray, 4K Ultra HD e Steelbook saranno
arricchite da oltre 3 ore di contenuti extra, tra cui numerose
featurette che mostrano le ricerche compiute da
James Cameron e dal team di artisti per costruire il mondo di
Pandora con nuovi personaggi, creature, clan e ambienti, svelando
inoltre i passi in avanti compiuti dalla tecnologia nell’ideazione
dell’ecosistema e delle creature marine del sequel.
In questo nuovo
avventuroso capitolo della saga ritroviamo i due protagonisti Jake
Sully e Neytiri ancora insieme e con figli al seguito, pronti ad
esplorare nuove vette e profondità sconosciute sempre all’interno
dello sconfinato mondo di Pandora. Quando una vecchia, familiare
minaccia torna ad affacciarsi per terminare quel che era stato
iniziato un tempo, Jake dovrà nuovamente collaborare con Neytiri e
l’esercito dei Na’vi per proteggere il loro incredibile pianeta.
Jake e Neytiri saranno pertanto costretti a lasciare la loro casa
ed esplorare varie regioni di Pandora, facendo la conoscenza dei
Tulkun, maestose creature marine dell’oceano.
Il cast corale di
Avatar:
La via dell’acquarivede nei
panni degli iconici protagonisti
Sam Worthington e
Zoe Saldaña, mentre tra i nuovi personaggi spicca il
nome della straordinaria Kate Winslet che torna sul set di James Cameron a quasi venticinque anni di
distanza da “Titanic”. Con ben 2 miliardi di incassi a livello
globale, Avatar:
La via dell’acqua si posiziona al terzo posto nella
classifica dei film con il miglior boxoffice di sempre.
Infine, sarà
prossimamente disponibile in pre-order anche “AVATAR REMASTERED”,
la spettacolare versione rimasterizzata del film del 2009, che
arriverà in Home Video a luglio negli esclusivi formati Blu-Ray
Remastered e 4K Ultra HD (con doppio disco Blu-ray + UHD), entrambi
contenenti un ulteriore disco con gli imperdibili contenuti
speciali.
Dopo lo straordinario successo che
ha segnato le prime tre stagioni della serie prodotta da Rai
Fiction e Picomedia, iniziano oggi le riprese della quarta
stagione di Mare
Fuori 4. Il cast torna a girare a Napoli, diretto
nuovamente da Ivan Silvestrini. La serie, una coproduzione Rai
Fiction – Picomedia e prodotta da Roberto Sessa, è nata da un’idea
di Cristiana Farina scritta con Maurizio Careddu.
Con un cast ricchissimo tra cui
Carolina Crescentini, Carmine
Recano, Nicolas Maupas,
Massimiliano Caiazzo, Valentina
Romani e Maria Esposito, la serie tv
targata Rai, diretta da Ivan Silvestrini, ha
iniziato il suo percorso in sordina nel 2020. Nel corso degli anni
ha raggiunto record pressoché inaspettati con milioni di
visualizzazioni sulla piattaforma italiana e un target di
spettatori al di sotto di venticinque anni. Così come il
giovanissimo gruppo di attori che vive ogni emozione portandola
alle estreme conseguenze, con tutto quello che può conseguirne:
considerando che l’ambientazione è sempre l’Istituto di detenzione
minorile.
Mare Fuori, coprodotta da
Rai Fiction e Picomedia, è la
serie italiana che ha appassionato il pubblico young adult italiano
e internazionale risultando tra le più apprezzate degli ultimi
anni. La terza stagione ha debuttato sulla piattaforma RaiPlay il 1
febbraio ed è stata trasmessa in prima serata su Rai2 dal 15 dello
stesso mese. Con risultati travolgenti: “Mare
Fuori 3” su RaiPlay al 1 marzo ha totalizzato 110 milioni di
visualizzazioni, con 47 milioni di ore viste, pari ad un ascolto
medio device di 3,7 milioni. Complessivamente, tra tv e online,
l’intera serie viaggia dunque sui 5 milioni di ascolto medio e le
visualizzazioni on demand non accennano a fermarsi.
“Non c’è cosa che
quest’uomo non faccia” dice una delle concorrenti del gioco
televisivo nel quale l’ospite misterioso era proprio il
protagonista del
film diretto da Mary Harron che Plaion Pictures
distribuisce nei cinema italiani dal 25 maggio. Il suo
Dalíland era stato già presentato al Toronto
International Film Festival 2022 e fuori concorso al 40° Torino
Film Festival, sollevando interesse e curiosità sul biopic
interpretato dal Premio Oscar Ben Kingsley, con Barbara
Sukowa,
Ezra Miller, Christopher Briney e la
modella trans Andreja Pejić, nei panni della musa
dell’artista e icona pop del nostro secolo Amanda Lear.
Vita
e opere di Salvador Dalì, o una minima parte di
esse
Siamo nel 1974, appena
arrivato a New York dall’Idaho, James lavora presso la galleria
d’arte Dufresne che ospiterà la prossima esibizione del genio
Salvador Dalí. Quando l’artista in persona gli propone di diventare
suo assistente, il ragazzo sogna di coronare il sogno della sua
vita, per accorgersi presto che non è tutto oro quel che luccica.
Dietro allo stile di vita sgargiante, al glamour e ai party
sontuosi, un grande vuoto consuma l’ormai anziano pittore, divorato
dalla paura di invecchiare e dal dolore per il rapporto logoro con
la dispotica moglie Gala, un tempo sua musa e ora circondata da
giovani amanti e ossessionata dal denaro.
Luci
e ombre di Dalíland
Sul “Benvenuto a
Dalíland” del segretario di Salvador Dalí, la porta si apre su
un mondo difficile, quasi impossibile, da rappresentare. Ma un
genio strabordante ed egocentrico e come quello del poliedrico
artista di Figueres merita ogni omaggio possibile, per quanto
parziale e naturalmente limitato nel rendere il suo immenso amore
per la vita e la passione che metteva in ogni manifestazione del
suo talento. Un’impresa che forse non andava affidata a uno
sceneggiatore come John Walsh, attivo soprattutto
nel corto, e che l’esperta Mary Harron (American
Psycho) sembra aver affrontato più per piacere
personale, dopo aver inseguito in passato Andy
Warhol (1996), Bettie Page (2005) e
Charles Manson (2018).
Al netto del filtro
offerto dal James di Christopher Briney (testimone
della storia, come il Zac Efron di Me and OrsonWelles o l’Eddie
Redmayne del Marilyn di
Simon Curtis), il film – presentato come biopic –
rischia in partenza di spiazzare lo spettatore, concentrato com’è
su una porzione ben precisa della vita di Salvador Dalì. Vera icona
senza tempo alla quale Ben Kingsley rende giustizia con una
interpretazione fin troppo mimetica ma funzionale e riuscita, pregi
che purtroppo non si trovano nella versione giovanile dell’artista
affidata a
Ezra Miller (che la regista sembra volesse a
tutti i costi, nonostante lo si veda molto poco), anche a causa di
una forma discutibile che sembra cercare l’originalità a tutti i
costi.
Forse sentito come
obbligo, visto il tema trattato, oltre a certe scelte di casting
(ma non sarebbe stato facile per nessuno interpretare
Amanda Lear) è spesso la messa in scena a
convincere meno e a indebolire il complesso. Che certo avrebbe
tratto vantaggio dal mostrare qualcuna delle opere del pittore, se
i produttori ne avessero avuta la possibilità, piuttosto che
suggerirne l’ispirazione in maniera piuttosto goffa e
stilisticamente poco omogenea. Più interessante – insieme al
tentativo di rendere l’importanza e il temperamento della moglie
russa Gala e le citazioni di Buñuel, Magritte, Paul
Éluard e Alice Cooper – è l’accenno alla
collaborazione tra Dalì e Walt Disney, conosciutisi alla fine della
Guerra e rimasti per sempre amici, della quale ci resta il progetto
“Destino” rispolverato dopo la morte di entrambi e
trasformato in un corto da Roy Disney.
I film della saga Fast &
Furious non si erano mai conclusi – fin’ora – con un
cliffhanger. In Fast X,
decimo e penultimo capitolo del franchise, il pubblico si trova
davanti a un finale sospeso e sconvolgente. Questo artificio
narrativo è servito a Louis Leterrier per poter costruire un ponte
fra il film attualmente nelle sale e Fast & Furious 11, ossia la
seconda parte di Fast X. Il regista,
insieme a Justin Lin che firma la sceneggiatura, ha portato sullo
schermo uno dei migliori villain del franchise, Dante, protagonista
proprio del cliffhanger con Dominic Toretto e suo figlio Brian.
La costruzione dell’ultima –
sbalorditiva – scena mette a punto quello che lo spettatore
potrebbe aspettarsi nell’ultima corsa della Fast Family. C’è tutto,
nell’atto conclusivo: morte, pericolo, tradimenti. Un’esplosione di
dinamiche al limite dell’assurdo, accompagnate da un’ultima
sequenza adrenalinica che chiude Fast X
con una domanda: cosa accadrà e come si spiegano gli eventi
mostrati? Per capirlo, bisogna analizzare ogni situazione
affrontata nel
film e ogni ritorno, per arrivare alla spiegazione del
cliffhanger e del suo impatto su Fast & Furious 11.
Il piano di Dante Reyes
Iniziamo proprio da Dante, il nuovo
– insuperabile – villain di Fast X.
Determinato, sopra le righe, squilibrato quanto il
Joker, Dante per più di dieci anni ha messo a punto il suo
piano di vendetta contro Dominic Toretto dopo che questi, in
seguito ad una rapina con Brian O’ Conner a Rio de Janeiro, ha
ucciso il padre.
Compito di Dante nel decimo capitolo
è quello di sparpagliare la Fast Family in giro per il mondo, al
fine di indebolirla e impoverirla, fino a dare loro la caccia con
dei mercenari. Quello che però risulta essere realmente lo scopo di
Dante è voler dimostrare a Dominic di riuscire ad essere sempre un
passo avanti a lui, non importa cosa faccia, schernendolo e
beffeggiandosene, prima di ucciderlo.
Jakob è morto?
Il fratello ritrovato di Dom, che
nel nono capitolo era diventato il nemico, diventa un grande
alleato in Fast X. Nella scena finale,
prima del citato cliffhanger, Jakob si sacrifica per poter mettere
in salvo il nipote, Brian. Usa il tubo del carburante della sua
auto customizzata per poterla incendiare e subito dopo girare in
direzione di alcune altre macchine appartenenti a uno dei gruppi di
Dante, in modo tale da farle saltare in aria.
Così facendo, Jakob elimina alcune
delle minacce di Dom, affinché quest’ultimo possa essere
avvantaggiato per mettere al sicuro il figlio. In quella scena, il
pubblico può notare che l’uomo stringe fra le mani la collana con
la croce di Dom prima che l’auto esploda e perciò, con molta
probabilità, Fast & Furious 11 potrebbe rivelare la sua
sopravvivenza.
Perché Aimes ha tradito
l’Agenzia?
Sempre nel finale, vediamo anche il
tradimento di Aimes, leader dell’Agenzia. Il personaggio di Aimes
in Fast X è molto stratificato e agisce
gradualmente contro Dominc, tanto da disorientare lo spettatore.
Proprio all’inizio del
film, Aimes vuole eliminare tutta la Fast Family dopo gli
avvenimenti di Roma, e li etichetta come terroristi. Ma dopo che
Dominc gli dà prova della loro “innocenza”, dimostrandogli di
essere stati ingannati, Aimes decide di collaborarci, aiutandoli
nella lotta contro Dante.
È però proprio in uno degli ultimi
inseguimenti del terzo atto che, inaspettatamente, Aimes si rivela
cambiando le carte in tavola. Tradendo Dominic, vuole mandargli un
messaggio: non tutti possono diventare una famiglia. Fra l’altro,
come si vede in una delle sequenze finali, Aimes collaborava con i
Reyes già da molti anni, praticamente dai tempi di Fast
Five, e seppur non ne venga spiegata la ragione, la
motivazione più plausibile può essere la ricerca del potere. Oltre
che del denaro.
Il ritorno di Gisele
Nel finale di Fast X ci sono poi dei ritorni a sorpresa
decisamente inaspettati, che hanno lasciato molti fan a bocca
aperta e con tanto entusiasmo. Fra questi c’è il personaggio
interpretato da Gal Gadot, Gisele, la quale si scopre lavorare
per Chiper. Quando lei e Letty si trovano nel carcere segreto
dell’Agenzia in Antartide, Gisele arriva con un sottomarino per
salvarle. Ma come mai lo shock è così grande?
Il personaggio era morto alla fine
di Fast & Furious – Solo parti originali, dopo che lei era
caduta per salvare Han. Anche quest’ultimo, in realtà, era stato
ucciso, ma poi la saga è riuscita a trovare un escamotage per farlo
“resuscitare”, e un’operazione simile viene fatta con Gisele.
Potrebbe infatti essere che Gisele, alla fine, sia stata salvata da
Chiper e, in cambio, le abbia giurato fedeltà. Fast & Furious 11
chiarirà sicuramente tali dinamiche.
La preparazione di Fast & Furious
11
Arriviamo così al finale
sconvolgente di Fast X, che conclude la
sua
decima corsa con un cliffhanger da fiato sospeso e battito
cardiaco accelerato. La posta in gioco per la Fast Family non è mai
stata così alta, considerato che adesso in pericolo è proprio il
figlio di Dominic, l’unico – vero – innocente. Nella punch line,
tutti i componenti della famiglia sono arrivati al loro punto di
non ritorno, e sono tutti appesi al filo del rasoio. Quello che
Fast X lascia a Fast & Furious 11 è il
dover rispondere a tutte le domande su come ognuno di loro riuscirà
a uscirne vivo dalla lotta contro Dante. La Fast Family non è mai
stata così impotente e spaventata, e la partita che si andrà a
giocare nell’ultimo capitolo sarà decisiva e irreversibile.
Stando alle scene conclusive, si può
dire che Chiper e Letty fuggono con Gisele dalla prigione e, in
quel caso, l’ipotesi più accreditata è che si rechino da Dominic,
riorganizzandosi per poter dare la caccia a Dante e sconfiggerlo.
Un’altra supposizione, data dalla scena post-credits di
Fast X, è che Dom e Hobbs decidano di
allearsi per sconfiggere il nuovo – temuto – nemico. Il ritorno del
Signor Nessuno è un’altra tesi valida, se si considera il
tradimento di Aimes. Fast & Furious 11 avrà l’arduo compito di
risolvere ogni trama lasciata in sospeso, decidendo sul destino di
alcuni personaggi.
Cosa significa il cliffhanger di
Fast X?
La saga di Fast &
Furious, come dicevamo in apertura, non si era mai conclusa
con un cliffhanger. Il finale sospeso, questa volta, è funzionale
perché prepara il terreno all’ultima partita che si giocherà nel
capitolo conclusivo. La trama di Fast X,
infatti, si divide in due parti e sarà solo l’ultimo film a mettere
un punto e trovare una risoluzione. Come è accaduto per altri
franchise – Harry
Potter, Hunger Games per citarne alcuni – il cliffhanger è uno
stratagemma volto a incuriosire (e assicurarsi) il pubblico che, al
rilascio della seconda parte, dovrebbe così tornare al cinema per
vedere come finisce la storia.
Nel cliffhanger di Fast
X c’è tutto quello che dovrebbe esserci in un
espediente del genere: tensione, adrenalina, anticipazione di
quello che potrebbe essere. E suggerisce anche qualcosa di
spaventoso: Dante ha vinto, almeno per adesso. Facendo così
immaginare al pubblico che, in Fast & Furious 11, i personaggi
potrebbero ribellarsi ancora di più per distruggerlo e porre fine
alla sua follia. In un’ultima battaglia all’ultimo sangue.
The Weeknd e
Lily-Rose Depp sono stati i protagonisti
dell’ultimo red carpet di giornata del Festival
di Cannes 2023, in occasione della presentazione di
The Idol, la nuova serie ideata da Sam
Levinson(Euphoria) insieme a Abel “The
Weeknd” Tesfaye.
Con parallelismi neanche troppo
velati (sembra chiaro il riferimento alla storia di Britney Spears,
secondo Variety), la serie è la prima, quest’anno, a esordire sulla
croisette, e mette in scena, nei primi due episodi proiettati, foto
di fluidi corporei sul viso di Depp, masturbazione con cubetti di
ghiaccio, artisti della truffa proprietari di locali notturni e
vili adulatori di Hollywood.
La serie si incentra sul
personaggio di Lily-Rose Depp, un’icona pop che esce da una
crisi psicotica dopo la morte di sua madre. Parallelamente, un
branco di manipolatori succhiasangue (favolosamente interpretati da
Jane Adams, Hank Azaria e Eli
Roth) sono alla disperata ricerca di un nuovo album e di
un tour. Mentre la giovane donna si sfoga in uno squallido locale
di Hollywood, incontra il personaggio di Tesfaye, che interpreta il
proprietario del locale, che presto rivela ambizioni molto più
grandi per la sua carriera e i suoi profitti. Il personaggio di
Tesfaye, Tedros, è anche un leader di una setta moderna.
La produzione di The Idol è stata accompagnata da segnalazioni
di turbolenze sul set a causa di un ambiente di lavoro scadente,
riscritture della sceneggiatura dell’ultimo minuto e problemi di
budget. La regista Amy Seimetz ha lasciato la
produzione nell’aprile 2022 con diversi episodi già girati a causa
di un cambio di direzione creativa. Sembra che Tesfaye ritenesse
che la serie si appoggiasse troppo a una “prospettiva femminile”,
sebbene la pop star abbia negato tali affermazioni.
In una dichiarazione inviata a
Variety all’epoca, HBO ha sottolineato che “l’approccio
iniziale allo show e la produzione dei primi episodi,
sfortunatamente, non soddisfacevano gli standard HBO, quindi
abbiamo scelto di apportare un cambiamento”.
“Durante tutto il processo, il
team creativo si è impegnato a creare un ambiente di lavoro sicuro,
collaborativo e reciprocamente rispettoso e l’anno scorso il team
ha apportato modifiche creative che riteneva fossero nel migliore
interesse sia della produzione che del cast e della troupe”,
ha aggiunto la rete, confutando le affermazioni secondo cui la
produzione era un ambiente di lavoro tossico.
Difendendo Levinson da quelle
stesse accuse, Lily-Rose Depp ha dichiarato: “Sam è,
per tanti motivi, il miglior regista con cui abbia mai lavorato.
Non mi sono mai sentita più supportata o rispettata in uno spazio
creativo, o il mio contributo e le mie opinioni più apprezzate.
Lavorare con Sam è una vera collaborazione in ogni modo: per lui
conta, più di ogni altra cosa, non solo ciò che i suoi attori
pensano del lavoro, ma anche come ci sentiamo nel recitarlo. Assume
persone di cui stima il lavoro e ha sempre creato un ambiente in
cui mi sono sentita vista, ascoltata e apprezzata”.
The Idol arriverà in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW dal 5 giugno
Ray Stevenson,
l’attore irlandese che ha recitato in film come Punisher:
War Zone, King Arthur, i film di Thor e
l’imminente serie Ahsoka, è morto. Lo apprendiamo da Variety
che ha avuto la notizia dall’addetto stampa dell’attore. Aveva 58
anni. Non ci sono informazioni o dettagli sulla causa della morte,
per il momento.
Stevenson ha iniziato la sua carriera apparendo in programmi
televisivi negli anni ’90, quindi ha iniziato a recitare, a partire
dagli anni 2000, in film che prediligevano l’action. Il suo primo
ruolo cinematografico importante è stato nel film d’avventura di
Antoine Fuqua del 2004 King
Arthur, dove interpretava Dagonet, uno dei Cavalieri della
Tavola Rotonda. Nel film, il suo personaggio si sacrifica in
battaglia per aiutare Arthur (Clive Owen) e la sua
confraternita di guerrieri.
Nel 2008, Stevenson ha ottenuto un
ruolo da protagonista nel film Marvel, Punisher: War
Zone, dove ha interpretato il mercenario titolare, alias
Frank Castle. Il film è stato distribuito da Lionsgate in Nord
America, prima che la Disney acquisisse i diritti dell’universo
Marvel e successivamente
reintroducesse il personaggio nella serie NetflixDaredevil.
Negli anni 2010, è apparso in film
d’azione come The Book of Eli, G.I. Joe:
Retaliation e franchise come Thor
della Marvel e l’adattamento
Divergent della Lionsgate. Nel suo secondo ruolo
Marvel, Ray
Stevenson ha interpretato l’eroe asgardiano Volstagg, uno
dei Tre Guerrieri alleati del Thor di
Chris Hemsworth. È apparso nei primi tre film della
serie prima di essere ucciso da Hela di
Cate Blanchett in Thor:
Ragnarok.
Di recente, Stevenson è apparso nel
film di Tollywood candidato all’Oscar RRR nei
panni del malvagio governatore Scott Buxton. Apparirà anche nella
serie Disney + Star
Wars di questa estate Ahsoka nei
panni di un Jedi di nome Baylan Skoll, che si rivolge al lato
oscuro ed è un alleato del diabolico Grand’ammiraglio Thrawn.
Dopo aver lasciato il ring di
wrestling per il cinema, e aver recitato nei grandi successi Il
Re Scorpione e Il tesoro
dell’Amazzonia, Dwayne Johnson ha nel
2004 preso parte ad un nuovo importante progetto basato su una
storia vera. Si tratta del film A testa
alta, diretto da Kevin Bray, crime
d’azione incentrato su un uomo deciso a portare ordine e pulizia
nella sua città natale, invasa da criminalità e corruzione. Una
storia che si presentava dunque da subito particolarmente adatta a
Johnson, che con il suo fisico imponente ha sfoggiato una volta di
più una gran presenza scenica.
Come accennato, il film è basato
sulle vicende riguardanti lo sceriffo della contea di McNairy, nel
Tennessee, anch’egli ex wrestler come Johnson. Questi è infatti
noto per la sue ferrea battaglia contro la prostituzione, il gioco
d’azzardo e altri vizi simili presenti nel suo territorio. Le sue
vicende divennero così note da aver ispirato libri, canzoni, serie
TV e diversi film, tra cui il più famoso è Un duro per la
legge, del 1974, di cui A testa alta è un
esplicito remake. Nonostante ciò, sono diversi gli elementi
differenti tra le due opere. In particolare, l’ambientazione è
naturalmente stata portata alla contemporaneità, con il
protagonista ora intento a combattere contro un traffico di
droga.
A testa alta si affermò
come un buon successo al momento della sua uscita, ottenendo un
guadagno di quasi 60 milioni di dollari. Per gli appassionati dei
film di questo genere, con il celebre The Rock come protagonista,
si tratta ancora oggi di un titolo imperdibile. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
A testa alta: la trama del film
Protagonista del film è
Chris Vaughn Jr., soldato in congedo delle forze
speciali che decide di ritornare al proprio paese natale per
ricominciare una nuova vita. Tuttavia, per il tempo che è stato
lontano le cose sono profondamente cambiate in città, la cui
atmosfera è ora particolarmente più cupa e meno piacevole. La
segheria dove lavorava il padre di Chris è ora stata chiusa e al
suo posto è stato istituito un ricco casinò, principale fonte di
reddito della città. Questo è gestito da Jay
Hamilton, vecchio rivale e compagno di liceo di Chris. Ben
presto, il protagonista si renderà conto di quanto profonda e
marcia sia l’influenza di Jay sulla città.
Non solo scopre che la sua ex fiamma
Deni lavora come spogliarellista sottopagata
all’interno del casinò, ma che in questo oltre al gioco d’azzardo
si commercia anche droga. Proprio a causa di questa sua nipote
Pete si riduce in fin di vita. È la goccia che fa
traboccare il vaso, e che spingerà Chris ad intraprendere una vera
e propria guerra contro Jay e il suo casinò. Consapevole del fatto
che anche gli uomini di legge sono dalla parte di quest’ultimo,
Chris potrà fare affidamento solo sulla propria forza. Deciso a
farsi eleggere come nuovo sceriffo, egli potrà solo così aver la
possibilità di sgominare dall’interno quel luogo di perdizione.
A testa alta: il cast del film
Protagonista del film, nei panni di
Chris Vaughn Jr. è dunque l’ex wrestler Dwayne Johnson.
All’epoca delle riprese di questo film egli era però ancora solito
calcare il ring, e l’allenamento che ciò gli richiedeva gli tornò
utile anche in vista delle riprese. L’attore poté però fare
affidamento su suo cugino, il quale partecipò come controfigura per
le scene più pericolose. Johnson ha in seguito raccontato di aver
accettato il ruolo poiché sentiva che era la cosa giusta da fare.
Grazie a questo ha potuto guadagnare ulteriore fama nel cinema,
ottenendo sempre più ruoli di rilievo.
Accanto a lui, nei panni del rivale
Jay Hamilton vi è invece l’attore Neal McDonough,
noto per le serie Justified, Arrow e Legends of
Tomorrow.Johnny Knoxville, noto per essere
la star principale della serie televisiva Jackass, è qui
presente nei panni di Ray Templeton, amico fidato del protagonista.
Michael Bowen è invece presente nel ruolo dello
sceriffo Stan Watkins, mentre Kevin Durand è
Booth, capo della sicurezza del casinò. John
Beasley interprete Chris Vaughn Sr., Kristen
Wilson è Michelle Vaughn e Barbara
Tarbuck è Connie Vaughn. Il nipote Pete è interpretato da
Khleo Thomas, mentre Deni ha il volto di
Ashley Scott. Il film segna inoltre l’esordio di
Cobie Smulders,
qui indicata come “Bellezza Esotica”.
A testa alta: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Prima di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
A testa alta è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple iTunes e Now. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
22maggio alle ore 21:30
sul canale TV8.