Disney+ ha diffuso il trailer
ufficiale di
Gli amici delle vacanze, il nuovo film Star Original,
canale per adulti di Disney+ in arrivo. Il film
arriverà in streaming sulle piattaforme Direct-to-Consumer Disney
come Hulu Original negli Stati Uniti e come Star Original su
Disney+ a livello internazionale.
Gli amici delle vacanze è un il film targato 20th
Century Studios che arriverà il 27 agosto come Hulu Original negli
Stati Uniti e come Star Original su Disney+ in Italia e nei mercati
internazionali selezionati. Il film è interpretato da
John Cena (Fast & Furious 9 – The Fast Saga, The Suicide
Squad – Missione suicida), Lil Rel Howery (Scappa – Get Out,
Judas and the Black Messiah), Yvonne Orji (Insecure, La scuola
serale), Meredith Hagner (Search Party, Palm Springs – Vivi come se
non ci fosse un domani), Robert Wisdom (L’alienista, Ballers),
Andrew Bachelor (The Babysitter, Holidate) e Lynn Whitfield
(Greenleaf, Riunione di famiglia con pallottole). Gli amici delle
vacanze è il primo film 20th Century Studios a debuttare in
contemporanea mondiale sulle piattaforme streaming Hulu e Disney+.
In questa commedia irriverente, i
morigerati Marcus ed Emily (Lil Rel Howery, Yvonne Orji) fanno
amicizia in un resort in Messico con Ron e Kyla (John Cena,
Meredith Hagner), festaioli e sempre alla ricerca di nuove
emozioni. Lasciandosi trasportare dal momento, la coppia
solitamente rigorosa vive una settimana di divertimento
disinibito e sregolatezza con i loro nuovi “amici delle vacanze”.
Mesi dopo la loro vacanza fuori dagli schemi, Marcus ed Emily
rimangono sconvolti quando Ron e Kyla si presentano senza invito al
loro matrimonio, creando il caos e dimostrando che ciò che accade
in vacanza, non necessariamente rimane in vacanza.
Diretto da Clay Tarver (Silicon Valley), Gli
amici delle vacanze è stato scritto da Tom Mullen & Tim
Mullen, Clay Tarver e Jonathan Goldstein & John Francis
Daley. Todd Garner (Prendimi!, Non si
scherza col fuoco) e Timothy M. Bourne (Tuo,
Simon, Il coraggio della verità – The Hate U
Give) sono i produttori, mentre Steve Pink e Sean Robins sono
gli executive producers.
Il film sarà disponibile anche in America Latina all’interno del
nuovo servizio direct-to-consumer Star+ che verrà lanciato il 31
agosto.
Le riprese di Black
Adam sono terminate di recente e ora, grazie alla
promozione di Jungle
Cruise, è molto probabile che
Dwayne Johnson rivelerà diversi dettagli a proposito
dell’attesissimo cinecomic DC, anche se le rivelazioni più corpose
avverranno probabilmnete in occasione del prossimo DC FanDome ad
ottobre (nella speranza di vedere le prime immagini ufficiali o,
magari, un primo teaser).
Di recente, The Rock è stato
intervistato da
The Hollywood Reporter insieme a Emily Blunt (sua co-star in Jungle
Cruise) e ha parlato di cosa i fan dovranno aspettarsi dal
debutto sul grande schermo del celebre antieroe. “Black Adam ha
tutti i poteri di Superman, ma la differenza è che è benedetto
dalla magia”, ha spiegato l’ex wrestler. “Inoltre, secondo
un codice etico interno al mondo dei supereroi, questi non uccidono
i cattivi, invece Black Adam lo fa. C’erano moltissimi elementi
tipici del genere che mi hanno fatto capire che si trattava di una
grossa opportunità. Ho avuto come la sensazione che tutto quello
che avevo fatto in passato, nella mia carriera, anche le cose che
non sono andate bene, alla fine dovevano portarmi a questo ruolo…
dovevano portarmi a Black Adam.”
Sappiamo, invece, che Emily Blunt non è attratta dai film di
supereroi, cosa che l’attrice ha più volte chiarito in passato
quando numerose testate e siti le hanno chiesto dei rumor sempre
più insistenti in merito al ruolo di Sue Storm nel reboot dei
Fantastici Quattro. Ancora una volta,
l’attrice ha toccato la questione, ribadendo la sua posizione nei
riguardi dei cinecomics: “Capisco che i film di supereroi
siano come una religione per molte persone. Lo capisco davvero. Ma
su di me non esercitato quello stesso tempo di fascino. Non ho
questo desiderio impellente di dover interpretare un supereroe ad
ogni costo.”
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Joe Pytka, regista
del primo Space Jam uscito nel 1996, si è
scagliato contro il sequel Space Jam:
New Legends, che in Italia arriverà il prossimo 16
settembre. Il film è già uscito in America (nelle sale e su HBO
Max) lo scorso 16 luglio ed è stato accolto in maniera contrastante
dalla critica.
Parlando con
TMZ, Pytka ha spiegato di aver trovato il film noioso e di
essere riuscito a vederlo soltanto a spezzoni, dividendo la visione
in cinque parti. Il regista dell’originale ha poi sottolineato
quanto il problema principale sia la presenza di LeBron
James in qualità di protagonista: “La verità è che
LeBron non è Michael Jordan”, ha detto.
Ha poi definito la colonna sonora
del sequel “insignificante”, scagliandosi anche contro le
interpretazioni degli attori “in carne ed ossa”, per nulla
paragonabili, dal suo punto di vista, a quelle di Bill Murray e dei cestisti dell’NBA nel primo
film, e contro la nuova versione di Bugs Bunny: “Sembrava una
di quelle bambole soffici che compri in un negozio di articoli da
regalo all’aeroporto e che porti a tuo figlio quando sai che farai
tardi per via di un viaggio di lavoro”.
Tutto quello che sappiamo su Space Jam: A New Legacy
Space Jam:
New Legends, diretto da Malcolm D.
Lee, è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che
punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i
propri figli. Quando LeBron James e il suo giovane
figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una
malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare
a casa sani e salvi guidando Bugs Bunny, Lola Bunny e l’intera
banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la
vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati
dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket
piena di professionisti all stars mai vista prima.
Tunes contro Goons nella sfida con
la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame
tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se
stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni,
sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King”
James con il loro modo di giocare. Nel cast anche Don
Cheadle, Khris Davis, Sonequa Martin-Green, Cedric Joe, Jeff
Bergman e Zendaya.
Aquaman and
the Lost Kingdom arriverà nelle sale a dicembre del
prossimo anno, ma le riprese del sequel DC sono attualmente in
corso. Molto poco è stato rivelato sulla trama, ma sappiamo che i
riflettori saranno ancora una volta puntati sui personaggi di
Arthur Curry, Mera, Black Manta e Orm.
Parlando con
IGN, il regista James Wan ha spiegato che è stata proprio
l’opportunità di tornare a raccontare quei personaggi il motivo che
lo ha spinto ad accettare di dirigere il sequel di
Aquaman. Rivelando che il suo obiettivo era quello di
“trovare una storia che ritenesse degna, se non addirittura
migliore di quella del primo film”, Wan ha aggiunto: “Ho
contribuito a creare e plasmare questi personaggi di cui alla fine
mi sono innamorato. Mi sento come se non avessi ancora finito con
loro. Proprio per questo, sento di dover loro un’altra storia da
parte mia.”
Il regista ha poi spiegato di essere
sempre stato entusiasta all’idea di continuare il prossimo capitolo
della storia di Arthur Curry, Orm, Mera e Black Manta, attribuendo
allo sceneggiatore David Leslie Johnson-McGoldrick
il merito di “aver trovato una storia davvero fantastica per
riportare indietro tutti questi personaggi, farli crescere ed
evolvere, spingerli verso il prossimo capitolo delle loro
vite.”
Wan ha chiaramente dei piani molto
ambiziosi per Aquaman and
the Lost Kingdom, e si pensa che il regno perduto del
titolo possa essere Necrus, un dominio governato da un cattivo
particolarmente oscuro, Mongo. Tuttavia, il grande villain al
centro del film dovrebbe comunque essere
Black Manta, dal momento che il primo Aquaman ha preparato il terreno per un coinvolgimento
molto più ampio del personaggio interpretato da Yahya
Abdul-Mateen II nel sequel.
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and
the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
L’ultimo episodio di
Assembled, lo speciale Disney+ che ci porta dietro le quinte
delle serie Marvel, è ovviamente dedicato a
Loki, la serie con Tom Hiddleston conclusasi di recente e che
tornerà ufficialmente con una seconda stagione.
Gli ultimi minuti dell’episodio in
questione sono dedicati al debutto di Jonathan
Majors nei panni di Colui Che Rimane. L’attore ha spiegato
di essersi ispirato ai protagonisti di classici come Il mago di
Oz, Viale del tramonto, Quarto potere e anche Willy
Wonka
e la fabbrica di cioccolato per dare vita al suo
personaggio, rivelando che il suo obiettivo è stato quello di
attingere “all’archetipo del mago che quando si annoia diventa
un imbroglione”.
“Penso che quando incontriamo
Colui Che Rimane per la prima volta, il personaggio si trovi
davvero al confine tra queste due identità, quella del mago e
quella dell’imbroglione”, ha spiegato l’attore. “Non sai
veramente dove si trova e penso che quest’ambiguità di fondo sia
uno degli aspetti più incredibili della sua personalità.”
“Colui Che Rimane esiste
praticamente da sempre”, ha aggiunto Majors. “Una delle
cose più interessanti che ho avuto modo di sperimentare con il
nostro costumista è che ogni pezzo che abbiamo scelto del suo look
proveniva da un posto diverso. Il mantello che indossa è dell’era
vittoriana. Le scarpe sono di Gengis Khan. Il pantaloni della
Mongolia, ecc. Basta mescolare tutte queste cose insieme e già è
possibile dare un’idea di chi sia questo personaggio.”
Colui Che Rimane da Loki ad Ant-Man
and the Wasp: Quantumania
Sappiamo che l’attore interpreterà
una delle varianti di Kang in Ant-Man and the Wasp: Quantumania. A tal
proposito, l’attore ha anticipato che qualsiasi versione potrebbe
differire da Colui Che Rimane: “Interpretare Colui Che Rimane
significa fare appello ad una vasta gamma di interpretazioni. Detto
ciò, quando Kang inizia ad alzare la testa e a compiere le sue
azioni, non può che essere in opposizione con Colui Che Rimane, non
può che essere diverso da lui. Questa è stata la cosa che mi ha
catturato e che mi ha spinto ad accettare il ruolo. Il fatto che
Kang vive in così tante iterazioni.”
In altre parole, sembra che dovremmo
aspettarci che Kang sia un personaggio molto diverso da Colui Che
Rimane; aveva chiaramente perso la testa durante le innumerevoli
vite trascorse a governare la TVA, e considerato quanto fosse
spaventato dalle sue varianti, qualcosa ci dice che tutte queste
altre iterazioni non saranno altrettanto affabili.
“È stato un personaggio
difficile a cui dare forma, quello di Hobbs. All’epoca il mio
approccio fu quello di usare le maniere forti per cercare di
portare la sua interpretazione esattamente dove doveva
essere”, aveva spiegato Diesel. “Da produttore mi
sentivo costretto a prendere Dwayne Johnson, associato al
wrestling, e farlo immergere in questo mondo senza dare al pubblico
l’impressione di conoscere già il suo personaggio.”
“Hobbs ti colpisce come un muro
di mattoni”, aveva aggiunto. “Sono molto fiero del
risultato finale, ma è servito tanto lavoro. Siamo dovuti arrivare
a quell’obiettivo e a volte è stato necessario ricorrere alle
maniere forti. Non parlo in senso felliniano, ma farei di tutto per
ottenere le interpretazioni che voglio nelle cose che
produco.”
Tuttavia, le parole di Vin Diesel sono state accolte con una certa
dose di scetticismo (e anche un pizzico di ilarità) da parte dei
fan della saga, e pare che la stessa reazione abbia avuto
Dwayne Johnson. Durante una recente intervista con
THR, infatti, la star dell’atteso Jungle
Cruise ha avuto modo di commentare le dichiarazioni del
collega e di confermare il suo addio al franchise.
“Ho riso. Ho riso veramente
tanto”, ha detto senza troppi giri di parole The Rock.
“Penso che si tutti si siano fatti una risata. Ma preferisco
lasciar perdere. Ho voluto molto bene a tutto il team. Auguro loro
ogni bene per Fast 9. E auguro loro ogni bene anche per Fast 10 e
Fast 11 e per tutti gli altri eventuali film della saga che faranno
senza di me.”
Il cast di Fast and Furious 9 e il
capitolo finale della saga
La fama di Kate Beckinsale è legata, innegabilmente, al
franchise di Underworld, iniziato nel 2003 con il primo
film diretto da Len Wiseman e proseguito fino al 2017, con ben tre
sequel e un prequel.
L’ultimo film,
Underworld: Blood Wars, è uscito nel 2017, e da allora non
abbiamo più avuto notizie in merito ad un eventuale nuovo capitolo.
Adesso, in occasione della promozione del suo ultimo film, l’action
Jolt (disponibile da domani su Amazon Prime Video), è stata proprio Beckinsale
ad affrontare la questione, affermando di dubitare fortemente che
la saga possa aver un prosieguo e, di conseguenza, un sesto
capitolo.
Tuttavia, parlando con
Variety, l’attrice ha ammesso di essere comunque desiderosa di
tornare nei panni di Selene e di sapere ancora dove sono gli ormai
iconici pantaloni di pelle sfoggiati dal personaggio nei vari film.
Inoltre, parlando sempre del futuro del franchise, Beckinsale ha
suggerito che sarebbe interessante un potenziale crossover con
Blade.
“Ho sempre voluto che facessero
un mashup Underworld-Blade, davvero”, ha spiegato l’attrice.
“Sarebbe un’accoppiata incredibile. E lo farei sicuramente, ma
penso che abbiamo voluto semplicemente riavviare il franchise di
Blade in quanto tale, quindi penso che non ci abbiamo nemmeno
provato.”
Le parole dell’attrice fanno
riferimento, ovviamente, all’annunciato reboot di Blade
ad opera dei Marvel Studios, che avrà come protagonista il
due volte premio Oscar Mahershala Ali. Al momento non sappiamo ancora
quando il film arriverà nelle sale, ma di recente abbiamo appreso
che Bassam Tariq è in trattative per occuparsi
della regia del film.
Arriva al cinema il 22 luglio
Sognando a New York, il film basato sul musical In
the Heights, di Lin Manuel Miranda, che partecipa anche alla
pellicola. Ecco la nostra intervista all’autore di Hamilton e a
Quiara Hudes.
Diretto da Jon M.
Chu, Sognando a New York è basato sull’omonimo
musical di Lin Manuel Miranda.
Candidata a 13 Tony Awards
(e vincitore di 4 tra cui Miglior Musical), l’opera segue un arco
narrativo di tre giorni ambientato nel quartiere di Washington
Heights a New York City e segue la storia di una serie di giovani
dominicani-americani visti attraverso gli occhi di Usnav (lo
stesso Miranda), il proprietario di una bottega.
Dopo le voci circolate
all’inizio di questa settimana, arriva la conferma che
Leslie Grace, che vedremo in Sognando a
New York, è stata scelta per interpretare Barbara Gordon
in Batgirl.
Proprio la partecipazione
dell’attrice al film basato sul musical di Lin Manuel Miranda
sembra aver giustificato la scelta che è dettata proprio
dall’ascesa di Grace. Lo studio non ha commentato.
Batgirl sarà diretto da Adil
El Arbi e Bilall Fallah su sceneggiatura di Christina Hodson.
Kristin Burr produce.
Al momento della sua uscita, il
romanzo Bianca come il latte, rossa come il
sangue diventa un vero e proprio caso editoriale. Con
oltre un milione di copie vendute e traduzioni in più di diciannove
lingue, l’opera prima di Alessandro D’Avenia è ad
oggi un best seller internazionale. Con questo successo, era solo
questione di tempo prima che tale libro venisse adattato in un film
per il grande schermo. Nel 2013 questo (qui la recensione del film) si
concretizza per la regia di Giacomo Campiotti,
celebre anche per la serie Braccialetti rossi. A scrivere
la sceneggiatura, invece, insieme a Fabio
Bonifacci si ritrova lo stesso D’Avenia.
Quello di Bianca come il latte,
rossa come il sangue è un romanzo di formazione, nel quale si
racconta la crescita del protagonista in rapporto alla malattia
della ragazza da lui amata. Amore e morte si mescolano così in un
viaggio emotivo che diventa lezione di vita. Particolarmente
struggente, coinvolgente ma anche divertente, il racconto di
D’Avenia è stato liberamente ispirato dalla vicenda di una ragazza
affetta da leucemia, la quale frequentava il liceo romano dove
l’autore a quel tempo insegnava. Trattando la malattia in modo che
fosse comprensibile e non facesse più paura, lo scrittore ha così
confezionato un’opera capace di parlare ad ogni tipologia di
lettore.
Allo stesso modo il film, pur se
presentando significative differenze rispetto al romanzo, in
particolare per quanto riguarda la cronologia degli eventi, ha
ottenuto un buon successo, specialmente tra le generazioni più
giovani. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Bianca come il latte, rossa come il
sangue: la trama del film
Protagonista del film è
Leo, un giovane liceale del terzo anno che ama le
chiacchiere tra amici e il calcetto. Ancor di più, però, nutre un
profondo amore per Beatrice, una ragazza più
grande di lui di un anno e che vede solo a scuola o alla fermata
dell’autobus. Leo ha anche una compagna di classe e migliore amica,
Silvia, che conosce dall’infanzia e che,
segretamente, è innamorata di lui da alcuni anni. Il ragazzo però
non ha occhi che per Beatrice, ma proprio quando arriva a
conoscerla meglio scopre una terribile realtà: la ragazza è
gravemente affetta da leucemia. Questa consapevolezza non lo farà
però desisteste, ma anzi lo sprona a voler stare accanto a lei
quanto più possibile.
Leo inizia dunque ad impegnarsi
quanto più possibile per rendere felice Beatrice, distogliendola
dalla sua malinconia. Confrontarsi con la malattia, però, sarà
difficile anche per lui, che ora come non mai avrà bisogno di
qualcuno su cui poter fare affidamento. Per sua fortuna, questo
qualcuno è il nuovo giovane professore di lettere, il quale lo
incoraggerà a non desistere e a credere fermamente nei suoi sogni.
Con il peggiorare della malattia di Beatrice, però, le cose si
faranno sempre più difficili, e Leo si troverà a doversi
confrontare con una serie di scelte che sperava di non dover mai
prendere. Mentre la sua vita sembra andare a rotoli, Leo dovrà
imparare a capire davvero le sue emozioni.
Bianca come il latte, rossa come il
sangue: il cast del film
Protagonista del film, nel ruolo di
Leo, è l’attore Filippo Scicchitano. Prima di
recitare in questo film, egli aveva già acquistato popolarità
grazie ai film Scialla! (Stai sereno) e Un giorno
speciale. In seguito ha ottenuto ruoli di rilievo anche in
Allacciate le cinture, Croce e delizia e Weekend.
In Bianca come il latte, rossa come il sangue, egli è poi
affiancato da Cecilia Dazzi, nei panni di Angela
la madre di Leo e da Flavio Insinna,
il quale è invece il padre Ettore. Aurora Ruffino,
attrice anche nota per le serie Questo nostro amore,
Braccialetti rossi e Un passo dal cielo 6, interpreta
qui Silvia, l’amica di Leo. Romolo Guerreri,
celebre per essere stato Nico in Quelli dell’intervallo, è
Niko. Ad interpretare il professore di lettere si ritrova invece
Luca Argentero,
mentre l’attrice francese Gaia Weiss è
Beatrice.
Bianca come il latte, rossa come il
sangue: il trailer e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Bianca
come il latte, rossa come il sangue è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV,Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Rai Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno mercoledì 21
luglio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
01 Distribution ha diffuso il
trailer ufficiale di Diabolik
dei Manetti Bros che arriverà al cinema il 16
dicembre 2021.
Il film, adattamento
cinematografico delle avventure del personaggio creato da
Angela e Luciana Giussani, è diretto dai Manetti
bros., scritto da Michelangelo La
Neve e Manetti bros., che hanno
firmato anche il soggetto insieme a Mario
Gomboli.
Oltre a Luca
Marinelli, Miriam Leone e Valerio
Mastandrea, nel cast anche Alessandro
Roia,Serena Rossi, Claudia
Gerini, Roberto Citran.
Sono state definite le Giurie
internazionali del Concorso Venezia 78, di Orizzonti e Venezia
Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della 78. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica (1–11 settembre
2021) della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.
La Giuria Venezia 78 assegnerà ai
lungometraggi in Concorso i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro
per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria,
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la
migliore interpretazione femminile, Coppa Volpi per la migliore
interpretazione maschile, Premio Speciale della Giuria, Premio per
la migliore sceneggiatura, Premio Marcello Mastroianni a un giovane
attore o attrice emergente.
Venezia 78: le personalità
chiamate a fare parte della Giuria del Concorso di Venezia 78
sono:
Bong
Joon-ho – presidente (Corea del Sud), regista e
sceneggiatore premio Oscar, è una delle voci più originali del
cinema contemporaneo. È autore di pietre miliari del cinema coreano
quali Memories of Murder (2003), The Host (2006) e Mother (2009).
Ha ottenuto la consacrazione definitiva a livello internazionale
nel 2019 grazie a Parasite, vincitore di una lunga serie di
prestigiosi riconoscimenti tra cui la Palma d’oro a Cannes, un
Golden Globe, un Critics Choice Award, due BAFTA e quattro Oscar
per il miglior film, miglior film internazionale, miglior regista e
miglior sceneggiatura originale.
Saverio Costanzo
(Italia), regista e sceneggiatore, ha presentato a Venezia La
solitudine dei numeri primi (2010), il suo terzo film, tratto dal
romanzo omonimo di Paolo Giordano, nonché
Hungry Hearts (2014) con Alba Rohrwacher e Adam Driver, che si
sono aggiudicati le due Coppe Volpi per le migliori interpretazioni
femminile e maschile. Ha diretto poi l’adattamento italiano di In
Treatment stagione 1, 2 e 3, e la serie HBO L’amica geniale, da lui
anche scritta e ideata, tratta dai best seller di Elena Ferrante,
presentata a Venezia.
Virginie Efira
(Belgio/Francia), attrice, ha interpretato Tutti gli uomini di
Victoria, presentato nel 2016 a Cannes alla Settimana della
Critica, ricevendo gli elogi della critica. Ha quindi preso parte
al pluripremiato Elle (2016) di Paul Verhoeven e a Un amour
impossible (2018) di Catherine Corsini, per il quale è stata
nominata come miglior attrice ai César. Nella stessa edizione dei
César ha ricevuto una seconda nomination, stavolta come non
protagonista, nella commedia di successo 7 uomini a mollo (2018) di
Gilles Lellouche. Nel 2019 ha recitato nella commedia drammatica
Sibyl di Justine Triet, in concorso a Cannes, dove è tornata nel
2021 come protagonista del nuovo film di Paul Verhoeven,
Benedetta.
Cynthia Erivo
(Gran Bretagna) è attrice teatrale e cinematografica, cantante e
compositrice. Per la sua interpretazione nello spettacolo Il colore
viola ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui un Tony Award, un
Grammy Award e un Daytime Emmy Award. Nel 2018 ha esordito al
cinema con 7 sconosciuti a El Royale di Drew Goddard. Nello stesso
anno ha recitato in Widows – Eredità criminale di Steve McQueen,
presentato a Toronto. Nel 2019 è stata la protagonista di Harriet
di Kasi Lemmons, grazie al quale ha ottenuto due nomination ai
Golden Globe e due agli Oscar®, in entrambi i casi sia come
migliore attrice protagonista, sia per la miglior canzone, Stand
Up, di cui è co-autrice. Nel 2020 ha interpretato la detective
Holly Gibney nella miniserie HBO The Outsider, tratta dall’omonimo
romanzo di Stephen King. Nel 2021 è stata Aretha Franklin nella
terza stagione della serie Genius, per la quale è stata nominata
agli Emmy Awards.
Sarah Gadon
(Canada), attrice e produttrice canadese, ha ottenuto visibilità
internazionale grazie a A Dangerous Method di David Cronenberg,
presentato in concorso a Venezia nel 2011. Ha proseguito la
collaborazione con Cronenberg nei successivi Cosmopolis (2012) e
Maps to the Stars (2014). Ha ricevuto il Canadian Screen Award per
i suoi ruoli in L’altra Grace (2017), acclamata serie Netflix, ed Enemy (2013) di Denis Villeneuve. Sono
state molto apprezzate dalla critica le sue interpretazioni in The
Moth Diaries (2011) di Mary Harron, La ragazza del dipinto (2013)
di Amma Asante, La mia vita con John F. Donovan (2018) di Xavier
Dolan e Black Bear (2020) di Lawrence Levine.
Alexander Nanau
(Romania), regista fra i più significativi del cinema rumeno, ha
diretto a oggi quattro documentari presentati nei più importanti
festival internazionali. Nel 2019 ha presentato fuori concorso a
Venezia Collective, acclamato dalla critica internazionale, che si
è aggiudicato l‘European Film Award come miglior documentario,
oltre a una nomination ai BAFTA e, per la prima volta nella storia
del cinema rumeno, due storiche nomination agli Oscar® come miglior
film internazionale e miglior documentario.
Chloé Zhao
(Cina) è una regista, sceneggiatrice, montatrice e produttrice
cinese. E’ nata a Pechino ed è cresciuta anche a Brighton,
Inghilterra. Dopo essersi trasferita negli Stati Uniti, ha studiato
Scienze politiche al Mount Holyoke College e Film Production alla
NYU. Il suo debutto nel cinema, Songs My Brothers Taught Me, è
stato presentato nel 2015 al Sundance. Il suo secondo film The
Rider, era nel 2017 alla Quinzaine di Cannes e ha ottenuto l’Art
Cinema Award. Il suo lavoro più recente,
Nomadland, ha avuto nel 2020 l’anteprima a Venezia, dove ha
vinto il Leone d’oro. Il film e Chloé Zhao hanno ottenuto un enorme
successo vincendo Golden Globe , BAFTA, DGA, PGA Awards e 3 Oscar
, per miglior regista, attrice protagonista e miglior film. Chloé
Zhao ha diretto e co-sceneggiato Eternals (Marvel Studios), previsto per l’uscita il 5
novembre.
Orizzonti
La Giuria Orizzonti assegnerà –
senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti
per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio
Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior
interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la migliore
interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la miglior
sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.
La Giuria internazionale della
sezione Orizzonti è composta da:
Jasmila Žbanić –
presidente (Bosnia ed Erzegovina), regista e sceneggiatrice, è nata
a Sarajevo nel 1974. Agli inizi ha lavorato come marionettista e
come clown. Con il suo lungometraggio d’esordio Grbavica si è
aggiudicata l’Orso d’oro alla Berlinale 2006, così come il premio
dell’American Film Institute e altri. I suoi film, presentati ai
più importanti festival e distribuiti in tutto il mondo, sono stati
prodotti da Deblokada, un’associazione artistica di sua fondazione.
Nel 2020 ha presentato in concorso a Venezia Quo Vadis, Aida? da
lei scritto e diretto, nominato agli Oscar® e ai Bafta come miglior
film internazionale.
Mona Fastvold
(Norvegia), regista e sceneggiatrice, ha diretto il suo primo
lungometraggio The Sleepwalker nel 2014, presentato in anteprima al
Sundance. Il film è co-sceneggiato da Brady Corbet con il quale
collabora anche in L’infanzia di un capo (2015), vincitore del
premio Orizzonti per la miglior regia e del premio Venezia Opera
Prima “Luigi De Laurentiis” a Venezia. Ha scritto le sceneggiature
di Vox Lux (2018), insieme al regista Brady Corbet, e di The
Mustang (2019), insieme alla regista Laure de Clermont-Tonnerre.
Nel 2020 ha presentato in concorso a Venezia World to
Come.
Shahram Mokri
(Iran), regista, sceneggiatore e critico cinematografico, ha
diretto il suo primo lungometraggio nel 2008, Ashkan, the Charmed
Ring and other Stories, presentato al festival di Pusan. Nel 2013
il successivo Fish & Cat ha vinto il Premio Speciale Orizzonti per
il contenuto innovativo a Venezia. Nel 2018 ha presentato Invasion
a Berlino. Nel 2020 è tornato a Venezia con il suo terzo film,
Careless Crime. Il film ha ottenuto il premio Hugo d’argento al
Chicago Film Festival.
Josh Siegel
(USA) è curatore della sezione cinematografica del MoMA di New
York, per il quale ha organizzato numerose mostre. Nel 2007 ha
ricevuto il MoMA’s Lee Tenenbaum Award. Per il MoMA si è occupato
dell’acquisizione di molti film e numerose installazioni
artistiche, entrate a far parte della collezione permanente del
museo. Josh Siegel ha co-fondato To Save and Project: The MoMA
International Festival of Film Preservation, un festival che
presenta film restaurati da parte di filmmaker, distributori,
studios e archivi di tutto il mondo. Siegel attualmente fa parte
del direttivo di Cinema Tropical, un’associazione no-profit
dedicata al cinema latinoamericano negli Stati Uniti. È autore di
numerose pubblicazioni, saggi, cataloghi e monografie, ed è stato
membro di giuria in vari festival internazionali.
Nadia Terranova
(Italia), scrittrice, è autrice di numerosi romanzi e libri per
ragazzi tra cui: Gli anni al contrario (Einaudi 2015, premio
Bagutta Opera Prima e The Bridge Book Award), Addio fantasmi
(Einaudi 2018, finalista al premio Strega 2019) e Omero è stato qui
(Bompiani 2019, selezionato nella dozzina del Premio Strega
Ragazzi). I suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo.
Collabora con diversi giornali tra cui la Repubblica, Il
Foglio e cura la rubrica “Sirene” su Vanity Fair.
Premio Venezia Opera Prima “Luigi
De Laurentiis”
La Giuria del Premio Venezia Opera
Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere
prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive
della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele),
il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De
Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da
Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il
produttore.
La Giuria internazionale del Premio
Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, è
composta da:
Uberto Pasolini –
presidente (Italia), regista, sceneggiatore e produttore, ha
esordito alla regia con Machan (2008), vincitore di numerosi premi
internazionali. Still Life (2013) ha ottenuto il premio per la
miglior regia nella sezione Orizzonti, a Venezia nel 2013. Il suo
film più recente è Nowhere Special, con James Norton, anch’esso
presentato a Venezia nella sezione Orizzonti nel 2020. Pasolini ha
fondato nel 1993 la Red Wave Films, casa di produzione
cinematografica con la quale ha prodotto nel 1997 il film The Full
Monty, straordinario successo di pubblico in tutto il mondo.
Martin Schweighofer
(Austria), critico cinematografico, docente e direttore di
festival, dal 1992 ha diretto per tre anni il festival
cinematografico Diagonale di Salisburgo ed è stato poi direttore
esecutivo della AFC Austrian Films. Dal 2013 al 2019 è stato prima
vice-presidente e poi presidente della European Film Promotion
(EFP). Negli stessi anni ha insegnato all’Università delle arti
applicate di Vienna (Film, TV e produzione media) focalizzandosi
sul mercato internazionale del cinema e sui festival
cinematografici. È membro della European Film Academy e ha
partecipato in qualità di giurato a molti festival cinematografici
internazionali.
Amalia Ulman
(Argentina), artista e regista, ha presentato installazioni e opere
di video arte alla Tate Modern, al New Museum, alla Frieze Art
Fair, alla Evelyn Yard e alla Whitechapel Gallery. È stata definita
“la prima artista di Instagram” in seguito a Excellences &
Perfections (2014), una performance di quattro mesi condivisa sul
social network. Il suo lungometraggio di debutto El Planeta, è
stato acclamato dalla critica e presentato in anteprima al Sundance
nel gennaio 2021.
Sylvie ha debuttato in Loki come variante malvagia del Dio
dell’Inganno, ma presto è diventata qualcosa di più. Il suo passato
tormentato, sia nel MCU che nei fumetti, si riflette in
molti dettagli nascosti nel suo costume, dal momento che il suo
look rende omaggio alle tante fonti e personaggi che l’hanno
ispirata. Scopriamone insieme 10, grazie a Screen
Rant:
La corona spezzata
Ci sono diverse versioni di
Lady Loki nei fumetti e l’esclusiva corona spezzata di Sylvie nel
MCU è un omaggio proprio ad una di
queste. Questa versione del personaggio è apparsa nella trama del
fumetto del 2014 “The Tenth Realm”, che ha stabilito che Loki era
in realtà genderfluid.
La
corona che Sylvie indossa nella serie è praticamente la stessa
della versione a fumetti, tranne per il fatto che non ha le guardie
che si estendono alle guance. I rigidi tratti angolati della
versione a fumetti sono stati resi più morbidi nella versione
cinematografica.
Echi di Loki
La tunica di pelle che
Sylvie indossa nel MCU ricorda alcuni del costumi di
Loki nel MCU, soprattutto per quanto
riguarda i motivi asgardiani verdi e dorati. Questo è ancora più
evidente nelle insegne dorate a forma di U sulla tunica, che
ricorda quella dei vecchi costumi di Loki nei film (in particolare,
Thor: The
Dark World).
Ha anche qualcosa dei costumi di
Lady Loki nei fumetti, in particolare la versione presente in “The
Tenth Realm”, dove la stessa tipologia di motivo dorato tipico di
Asgard è in mostra in entrambi i costumi di Loki, sia nella
versione maschile che in quella femminile.
Lame nascoste
Tutto ciò che indossa
Sylvie è pratico, compresa la sua tunica, che presenta un fodero
nascosto sulla schiena per un’eventuale spada. Sebbene indossi un
fodero sulla cintura, Sylvie è in grado di nascondere le lame anche
dietro la schiena.
Questo diventa evidente solo
nell’episodio finale, in cui possiamo vedere il retro del suo
costume durante il confronto con Colui Che Rimane. Il fodero della
lama si trova sul lato sinistro della tunica, una necessità pratica
in quanto sembra che Sylvie non possa evocare le lame come fa Loki
con la sua magia.
Il mantello verde
Sylvie indossa un mantello
verde per nascondere la sua identità all’inizio della serie, ma in
realtà lo stesso include alcuni indizi proprio sulla sua identità.
La fodera interna del mantello è formata da un tessuto verde chiaro
che ricorda i verdi vibranti dei costumi passati di Loki nel
MCU.
Il mantello è anche composto da
linee ornate che suggeriscono che potrebbe effettivamente provenire
da Asgard. È tuttavia improbabile che provenga dalla sua Asgard,
poiché la cronologia di Sylvie è stata falciata dalla Time Variance
Authority dopo essere stata rapita dall’organizzazione quando era
una bambina.
Le rune della spada
Un grande dettaglio
nascosto sono le rune incise nella lama della spada di Sylvie.
Sebbene l’esatta natura e il significato delle rune siano aperti a
varie interpretazioni, sembrerebbe che siano di origine
asgardiana.
Ciò suggerirebbe anche che Sylvie ad
un certo punto abbia visitato un Asgard alternativo per ottenere il
suo costume e la sua arma. La spada presenta anche una serie di
decorazioni che sono maggiormente visibili quando il giudice
Ravonna Renslayer mette la spada tra i trofei nel suo ufficio.
Guanti senza dita
Tutto nel costume di
Sylvie, a differenza dei molti di Loki, riguarda la funzionalità.
Ciò riguarda anche i suoi guanti senza dita. Non se li toglie mai
nella serie, e la scelta dei guanti sembra avere molto a che fare
con l’uso dell’incantesimo.
La
principale tattica offensiva di Sylvie contro la Time Variance
Authority è incantare le guardie, e potrebbe aver bisogno di
esporre le dita per farlo. Tuttavia, ha bisogno dei guanti per il
combattimento e data la sua incredibile abilità nel campo, Sylvie
si classificherebbe probabilmente tra i migliori artisti marziali
della Marvel.
Stivali pratici
L’unico aspetto ornamentale
del costume di Sylvie risiede nei suoi pochi svolazzi dorati. Tutto
il resto, compresi i suoi stivali, sono al suo servizio. Indossa un
paio di stivali chiaramente progettati per l’uso in qualsiasi
ambiente o situazione.
Le
suole degli stivali sono spesse, come hanno scoperto ripetutamente
le guardie della TVA quando ha preso a calci molti di loro in
battaglia. Gli stivali sono anche molto pratici, con una cerniera
che le permette di toglierseli in fretta, se necessario. Non usa la
magia per cambiare il suo aspetto come fa Loki.
I vestiti di Kid Sylvie sono gli stessi
Proprio per la sua unicità,
Sylvie è una delle migliori varianti di Loki nella serie. Questo si
estende anche alla sua infanzia, dove il suo abbigliamento reale
asgardiano prefigura, in realtà, il suo eventuale costume da
adulta.
La
sua armatura condivide molti elementi di design con i suoi abiti
adulti, tra cui la tunica di pelle e gli accenti dorati. La forma
della tunica, che è senza maniche, è esattamente la stessa della
sua versione adulta. Ciò riflette in qualche modo il blocco dello
sviluppo di Sylvie, come viene raccontato da Colui Che Rimane nel
finale di stagione.
Il vambrace
La sua tunica è senza maniche, ma a distanza
potrebbe non sembrare così. Ad un’analisi più attenta, Sylvie
indossa effettivamente dei vambrance che le corrono lungo le
braccia. Non arrivano però a coprire la spalla e sono separati
dalla tunica.
Le
finiture dorate accentuano la parte superiore degli avambracci, ma
non la parte inferiore. Le fornirebbero un ulteriore livello di
protezione in un combattimento ravvicinato, ma non sono neanche
lontanamente imbottiti come l’armatura delle guardie della Time
Variance Authority.
I pannelli di Incantatrice
I fan dei fumetti sanno che Incantatrice è
stata una grande fonte dispirazione per la Sylvie del MCU. Questo era ovvio grazie al suo
nome e ai suoi poteri, ma anche grazie a un dettaglio nascosto nel
suo costume.
Nel quinto episodio, lo schema circolare
congiunto tipico dell’Incantatrice dei fumetti è chiaramente
visibile sui vambrance di Sylvie quando è in macchina con
Mobius.Questo modello
imita il simbolismo iconico del costume della prima Incantatrice
dell’Età dell’Argento, conosciuta come Amora. Nei fumetti, Amora e
Sylvie si sono scontrate ad un certo punto: questa è una trama dei
fumetti che potrebbe potenzialmente svolgersi nella seconda
stagione della serie.
Benvenuti a Space Jam! Warner Bros.
Entertainment Italia è lieta di annunciare che Fedez,
Carlton Myers, Gianluca Gazzoli, Cecilia Zandalasini e Flavio
Tranquillo faranno parte della squadra delle voci
italiane di “Space Jam: New
Legends”, in arrivo al cinema dal 23
settembre.
Fedez presterà la
voce a Wet-Fire, membro della Goon Squad
interpretato nella versione originale da Klay
Thompson, e versione digitale super potenziata del
giocatore, capace di creare ostacoli meteorologici sul campo,
sparare fiamme o schizzare onde d’acqua contro la squadra
avversaria.
Carlton Myers,
leggenda del basket italiano, sarà la voce di The
Brow, giocatore della Goon Squad doppiato nella versione
originale da Anthony Davis, veloce, forte, con 9
metri di ali blu brillanti per elevarsi al di sopra degli avversari
in campo.
Cecilia Zandalasini
doppierà White Mamba, giocatrice della Goon Squad
interpretata nella versione originale dalla star del basket
Diana Taurasi, capace di trasformarsi in un vero
mamba mortale, in grado di scivolare, avvolgere e colpire come mai
prima d’ora.
Gianluca Gazzoli e
Flavio Tranquillo siederanno in prima fila, al
tavolo dei commentatori, nella partita più pazza della vita di
LeBron James e della Tune Squad, prestando la propria voce ai
telecronisti interpretati nella versione originale rispettivamente
da Lil Rel Howery ed Ernie Johnson
Jr.
Nel film evento di
animazione/live-action “Space Jam: New Legends”, diretto
da Malcolm D. Lee, con un team di filmakers innovativi come Ryan
Coogler e Maverick Carter, il campione NBA e icona globale LeBron
James vive un’epica avventura a fianco dell’intramontabile Bugs
Bunny.
Quest’avventura di trasformazione
è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto
possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri
figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono
intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza
Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi
guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente
indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco,
contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza
Artificiale: una super potente squadra di basket piena di
professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons
nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che
ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il
potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono
le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo
anche “King” James con il loro modo di giocare.
James è protagonista accanto al
candidato all’Oscar® Don Cheadle (i film di “Avengers”, “Hotel
Rwanda”), Khris Davis (“Judas and the Black Messiah”, “Atlanta” per
la TV), Sonequa Martin-Green (“The Walking Dead” per la TV, “Star
Trek: Discovery”), l’esordiente Cedric Joe, Jeff Bergman (“Looney
Tunes Cartoons”), Eric Bauza (“Looney Tunes Cartoons”) e Zendaya
(l’imminente “Dune”,
“Malcolm & Marie”).
Lee (“Girls Trip”, “Night School”)
dirige da una sceneggiatura di Juel Taylor & Tony Rettenmaier &
Keenan Coogler & Terence Nance e Jesse Gordon e Celeste Ballard,
storia di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence
Nance. Basato su “Space Jam”, scritto da Leo Benvenuti & Steve
Rudnick e Timothy Harris & Herschel Weingrod. Il film è prodotto da
Ryan Coogler, LeBron James, Maverick Carter e Duncan Henderson, i
produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Allison
Abbate, Jesse Ehrman, Jamal Henderson, Spencer Beighley, Justin
Lin, Terence Nance e Ivan Reitman.
Il team creativo dietro la cinepresa
include il direttore della fotografia Salvatore Totino (“Spider-Man: Homecoming”), il
produttore animazioni Troy Nethercott (“Wonder Park”), gli
scenografi Kevin Ishioka (“The Mule”), Akin McKenzie ( “When They
See Us” per Netflix) e Clint Wallace (l’imminente “Eternals”), il montatore Bob Ducsay (“Godzilla: King of the Monsters”, “Star
Wars Episode VIII – The Last Jedi”) e la costumista Melissa
Bruning (“Rampage”, “War for the Planet of the Apes”). Le musiche
sono di Kris Bowers (“Greenbook”, “Bridgerton” per Netflix).
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Proximity/The SpringHill Company Production, un film di
Malcolm D. Lee, “Space Jam: New Legends”. Il film sarà distribuito
in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures e arriverà in Italia al
cinema dal 23 settembre.
Detiene il primato dell’unico
blockbuster che ha visto la sala in tutto il mondo nel 2020 e anche
il merito di aver dato regalato un poco di ossigeno, alla fine
dell’estate scorsa, a quelle strutture che erano rimaste chiuse
dalla primavera precedente. Parliamo di Tenet,
l’ultimo film di Christopher Nolan che si può ammirare on
demand su Sky e in streaming su NOW.
Il film, che vede protagonisti
John David Washington e Robert Pattinson, è caratterizzato da un
intreccio molto complesso, da basi fanta-scientifiche e da continui
tentativi di Nolan di forzare la dimensione del tempo nella
narrazione cronologica, così come secoli di storia hanno insegnato
a fruirla, per creare nuovi paradossi temporali nei quali il
regista sguazza, e che si posizionano costantemente al centro
dell’interesse degli spettatori, detrattori o fan che siano. Ma
quanti segreti nasconde il film? Quante curiosità dietro alla
imponente macchina produttiva di Christopher Nolan sono stati rivelati?
Ecco di seguito 5 curiosità su Tenet!
TENET è disponibile suNOWe anche on demand su Sky.Iscriviti a soli 3
europer il primo mese e guarda
il film e molto altro.
Gli effetti
visivi ridotti all’osso
Tutti sanno che Christopher Nolan è un “regista analogico”,
venera la pellicola e sceglie di girare sempre sul prezioso
supporto, allo stesso modo, pur non risparmiandosi acrobazie ed
esplosioni ad alto contenuto di adrenalina, preferisce sempre
utilizzare gli effetti speciali rispetto agli effetti visivi.
Questo vuol dire “sì” grandi esplosioni e edifici fatti saltare in
aria appositamente per i suoi film (vedi Il cavaliere Oscuro), e “no” alla computer
grafica.
Per Tenet,
Nolan ha scelto di usare pochissimi effetti digitali. Questo ha
significato realizzare tutto dal vivo, con tecniche che quasi
appartengono al cinema di Méliès. Per le scene di inversione
temporale, Nolan ha realizzato due riprese della stessa, con gli
attori che facevano tutto al contrario.
Paradossalmente, Tenet
ha meno effetti visivi di una qualunque commedia romantica
contemporanea. Nel complesso della filmografia di Nolan, questo è
il film con meno inquadrature manipolate al computer, appena 280,
contro le 650 de Il cavaliere Oscuro, le 500 di Inception e le 429 di Dunkirk.
L’inseguimento in
inversione
Si è parlato molto della
scena di Tenet
in cui un Boeing 747 si schianta contro un hangar, e ormai tutti
sanno che quel Boeing è stato comprato dalla produzione
appositamente per essere schiantato. Quello che invece non tutti
sanno è che quella non è stata di certo la sequenza più difficile
da realizzare del film. Questo posto spetta all’inseguimento in
macchina in inversione per cui sono state necessarie ben tre
settimane di riprese.
Il povero Robert Pattinson, che era convinto di
cavarsela con poco, è stato per tre settimane a contatto con
esperti stunt driver provenienti da tutto il mondo, oltre che con
un team di venti piloti di Los Angeles. Per realizzare questa
famosa scena, Christopher Nolan ha coinvolto la
leggenda Jim Wilkey, quello che, per capirci, ha
fatto ribaltare il rimorchio di un camion (fisicamente) per
Il cavaliere Oscuro (su YouTube ci sono
diversi video del backstage di questa prodezza!). Uno sforzo che è
valso sicuramente il risultato finale, travolgente!
Il
cioccolatino negato
Questa curiosità su Tenet
è così bizzarra che ha il sapore di leggenda metropolitana… e di
cioccolato! Robert Pattinson ha vinto un processo di
casting sicuramente competitivo, ma durante le interviste per la
promozione del film, ha raccontato che dopo il suo primo colloquio
con Nolan era convinto di aver perso il ruolo.
Secondo l’attore, la prima
chiacchierata con il regista è durata tre ore, che sono state così
intense che alla fine Robert era sul punto di avere un mancamento.
Ha così chiesto a Christopher se potesse mangiare quel cioccolatino
lì, che era tra di loro sul tavolo al quale erano seduti. A quel
punto, Nolan ha interrotto il colloquio e ha congedato il
pretendente alla parte. Robert Pattinson ha sicuramente
conquistato il ruolo, ma non sapremo mai perché quel cioccolatino
gli è stato negato!
La censura britannica su
Tenet
Per quanto possa
sembrare ancora assurdo, ogni film, in ogni Paese, anche
nell’Occidente progressista, prima di uscire in sala viene
sottoposto al visto censura. E Tenet
non ha fatto eccezione, e in particolare nel Regno Unito è stato
sottoposto alla BBFC – British Board of Film Classification,
organo deputato ad assegnare il rating ai film in uscita sul suolo
britannico.
Così, in fase di post produzione,
la distribuzione di Tenet
ha fornito a ogni ente di censura e rating una copia del film,
specificando che avrebbero voluto una classificazione 12A, ovvero
per un film vietato ai minori di 12 anni non accompagnati (il
corrispettivo del PG13 americano). Si tratta di una votazione
estremamente favorevole, dal momento che estromette dalla
possibilità di vedere il film una fascia di pubblico che
probabilmente già non sarebbe andata a vederlo.
A visione del montato, la BBFC
riferì che voleva vietare il film ai minori di 15 anni a causa di
una scena in particolare, ovvero quella in cui Sator
(Kenneth Branagh) colpisce con un calcio Kat
(Elizabeth
Debicki). Di fronte a questa presa di posizione, la
produzione ha eliminato la breve scena dalle copie distribuite in
Gran Bretagna e ha ottenuto il rating 12A. Nel Regno Unito,
Tenet dura 9 secondi in meno!
La recensione di Tenet di
Quentin Tarantino
Quentin Tarantino sul set di C’era una volta a
Hollywood
Quentin Tarantino è un regista e uno sceneggiatore molto
apprezzato, ma è anche uno spettatore esigente e famelico, tanto
che le sue classifiche di film preferiti fanno sempre tanto
discutere e sono sempre tenute in grande considerazione. Durante la
recente promozione del suo libro “C’era una volta a… Hollywood”
tratto dal suo omonimo film, Tarantino ha commentato brevemente
Tenet, dicendo: “Credo di doverlo rivedere.
Credo di doverlo rivedere”.
A questa affermazione, tutt’altro
che poco lusinghiera, Tarantino ha fatto seguito con una
spiegazione più esaustiva, raccontando che per capire ed apprezzare
Dunkirk, il precedente film di
Christopher Nolan, aveva dovuto guardarlo per ben
tre volte, perché la prima volta era rimasto sopraffatto
dall’esperienza cinematografica e non aveva capito il meccanismo di
dilatazione e contrazione del tempo che il regista aveva dispiegato
per raccontare la storia. Figuriamoci quanto più avvincente e
complicato deve essere confrontarsi con un film come
Tenet, che ha un intreccio molto più complicato
rispetto a quello di Dunkirk! Nel caso in cui Quentin volesse
davvero rivedere Tenet per capirlo e apprezzarlo
meglio, può farlo on demand su Sky, e in streaming su NOW!
Alcune settimane fa avevamo appreso
la
notizia di un progetto senza alcuno scopo di lucro, creato da
alcuni fan, e intitolato The Dreamscapes
of Justice League: A
Motion Comic, che avrebbe provato a dare vita agli altri
sequel dedicati ai personaggi DC che Zack Snyder aveva in mente di realizzare,
sfruttando gli storyboard emersi online a cui il regista aveva
lavorato con Jim Lee.
La notizia è stata data dagli
organizzatori ufficiali del progetto attraverso il loro account
Twitter, che subito dopo, però, è stato cancellato. Alcune tavole
del motion comic erano state diffuse online ma avevano suscitato
diverse polemiche, dal momento che erano state tacciate di essere
molto simili ai disegni di vari artisti della DC. Nel comunicare la
loro decisione di accantonare ufficialmente il progetto, i
realizzatori hanno dichiarato (via
CBM) che alla base della scelta c’erano “un diffuso
malcontento del pubblico nei confronti del progetto, alcuni rari
episodi di molestie verso i membri del team, le innumerevoli
questioni legali che abbiamo affrontato, e infine i nostri errori
su alcune parti del progetto.”
Il motion comic sarebbe dovuto
uscire entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di supportare il
movimento
#RestoreTheSnyderVerse e l’American Foundation for Suicide
Prevention. Inoltre, The Dreamscapes of Justice League: A Motion Comic
avrebbe incluso nuove illustrazioni originali di Mariano De Venezia
e dell’artista esperto di VFX Luis Bedregal.
L’attore Ray
Porter, che interpreta Darkseid nella versione
di Justice
League ad opera di Snyder, avrebbe dovuto prestare la sua
voce in qualità di narratore, e nel progetto era stato coinvolto
anche Harry Lennix, interprete di Martian
Manhunter.
Zack
Snyder’s Justice Leagueè uscito in streaming il
18 marzo 2021 su HBO Max in America e, in contemporanea, su Sky
e TV in Italia. Il film ha una durata 242 minuti (quattro ore
circa) ed è diviso in sei capitoli e un epilogo.
Ainbo – Spirito dell’Amazzonia, il
film d’animazione diretto da Jose
Zelada e Richard Claus che racconta la
storia di una ragazzina pronta a tutto pur di salvare la
foresta dall’avidità dell’uomo, sarà proiettato in
anteprima a #Giffoni50Plus giovedì 22 luglio e arriverà
al cinema il 18 novembre 2021 con BiM
Distribuzione.
Ainbo vive nella giungla
più profonda dell’Amazzonia, un paradiso terrestre, che è stato
preso di mira da uomini avidi e pronti a distruggerlo pur di
arricchirsi. Ainbo sa di non potere restare a guardare, così decide
di fare la sua parte per salvare l’Amazzonia. Ad aiutarla ci sono i
suoi spiriti guida: Dillo, un divertente e simpatico armadillo, e
Vaca, un robusto tapiro. Ainbo lotta contro l’avidità dell’uomo,
contro lo sfruttamento della terra da parte di minatori fuorilegge
e soprattutto contro lo “Yacaruna”, lo spirito maligno che vive in
Amazzonia. Ma Ainbo non si arrende, è determinata a salvare
la sua casa, anche perché a guidarla in questo viaggio è lo spirito
di sua madre…
“Una tartaruga
gigante che porta l’Amazzonia sulla schiena, animali parlanti che
insegnano i segreti della foresta pluviale, spiriti vegetali e
alberi madri, maledizioni e demoni… Queste sono le storie che
nostra madre ci raccontava da bambini e che hanno alimentato la mia
immaginazione” –ha dichiarato il regista Jose Zelada,
nato nella regione dell’Amazzonia– “Oggi l’Amazzonia
è in grave pericolo. L’estrazione mineraria e il disboscamento
hanno fatto sparire gran parte della foresta. Ci siamo chiesti:
come possiamo dare un messaggio ai ragazzi, per le generazioni
future? E come ritrarre una realtà così apocalittica in un modo più
piacevole? Ci siamo resi conto che bisognava realizzare un
lungometraggio d’animazione.“
Ainbo – Spirito dell’Amazzonia con
leggerezza e divertimento racconta la complessa situazione in cui
versa l’Amazzonia e invita ciascuno a riflettere sull’importanza di
ogni piccolo gesto utile a salvare il pianeta.
Il personaggio di
Starro farà il suo debutto sul grande schermo in
The
Suicide Squad. Nei fumetti DC, il “folle kaiju” è
conosciuto come Starro il Conquistatore e, in origine, proviene
dallo spazio.
All’inizio, in molti pensavano che
il personaggio fosse una scelta alquanto strana nel contesto di una
storia dedicata alla Task Force X, ma ora è stato proprio James Gunn a spiegare perché ha scelto la
grande stella marina aliena come antagonista principale del
film.
Intervistato da
ComicBook, Gunn ha dichiarato di aver sempre voluto come
cattivo un grande villain DC che i fan non si sarebbero mai
aspettati di vedere. Ha poi spiegato di aver sempre trovato Starro
particolarmente terrificante quando era bambino, citando la
copertina di “Justice League n. 190” pubblicata nel 1981,
che mostrava Starro sul volto di Superman e di vari altri membri
della Justice League.
“Beh, volevo soltanto un grande
cattivo DC che fosse un grande cattivo DC che la gente non si
aspetterebbe di vedere in un film. E poi ho sempre amato
Starro”, ha raccontato James Gunn. “Da bambino lo trovavo
assolutamente terrificante. L’idea di questa stella marina gigante
con un ragazzone che gli spara fuori queste cose che prendono il
controllo del cervello delle persone, come quelle vecchie foto di
Superman con lui in faccia, mi ha sempre spaventato a
morte.”
“Si trattava di prendere
qualcuno che era completamente, o che sembrava completamente
ridicolo, metterlo a zonzo per le grintose strade di Colón, nel
Panama, e permettergli di fare tutte le sue cose spaventose. E poi
è un personaggio completamente oltraggioso. Quel mix di cose
sembrava perfetto per la mia estetica”, ha concluso il
regista.
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2,
Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita
di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Nei fumetti, Victor von Doom
proviene dalla Latveria, uno stato immaginario in cui risiede come
Leader Supremo. Il Dottor Destino, che indossa una
maschera di ferro e un’armatura a causa di alcune cicatrici, è
meglio conosciuto come l’arcinemico dei Fantastici
Quattro. Dal momento che la prima grande famiglia Marvel farà il suo debutto nel
MCU prossimamente, è chiaro che,
prima o poi, i Marvel Studios inizieranno a gettare le basi
per il loro debutto.
Se questi piani includono o meno il
cattivo più iconico del gruppo rimane ad oggi un mistero, poiché il
reboot dei Fantastici Quattro è ancora agli inizi del processo di
sviluppo. Tuttavia, Black Widow, il cinecomic
con Scarlett
Johansson attualmente disponibile in sala e su
Disney+ con Accesso Vip, doveva
contenere proprio un easter egg sul Dottor Destino. A rivelarlo è
stato lo sceneggiatore Eric Pearson durante
un’intervista con
IGN.
Pearson ha spiegato che la sua
iterazione originale della sceneggiatura includeva un riferimento a
Latveria. “Potrei aver inserito un riferimento alla
Latveria”, ha detto. “Potrei averlo fatto, ma non lo so.
In ogni caso, non è durato a lungo. Cerco sempre di infilare la
Latveria da qualche parte, in qualche modo. È come quando vorresti
essere il primo a dire qualcosa su Instagram o roba del
genere.”
Il Dottor Destino è apparso diverse
volte sul grande schermo, interpretato da Julian
McMahon in I Fantastici Quattro del 2005 e nel sequel I Fantastici Quattro e Silver Surfer del 2007. Nel
2015, Toby Kebbell ha interpretato il ruolo
nell’odiato reboot Fantastic 4 – I Fantastici Quattro ad opera di Josh
Trank. Dal momento che è probabile che possa apparire ad un certo
punto nel MCU, non sorprende che un
riferimento a Doom non fosse consentito in Black Widow. La Marvel pianifica meticolosamente i
suoi film (e ora anche le serie), gettando le basi dove necessario
e “trattenendosi” quando lo ritiene opportuno.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
L’acclamato regista Quentin Tarantino è, da sempre, un grande
sostenitore dell’esperienza della sala cinematografica.
Proprio di recente, ha acquistato il Vista Theatre di Los Angeles,
secondo cinema di proprietà del regista dopo il New Beverly, che
possiede dal lontano 2007.
Tarantino ha sempre fatto sentire la
sua voce e di recente ha voluto dire la sua in merito ai film che
escono direttamente in streaming e saltano l’uscita in sala.
Secondo
Screen Crush, (via
ReelBlend), Tarantino trova questa scelta “deprimente”. Il
regista ha anche ammesso di sentirsi davvero fortunato che
C’era una volta a Hollywood sia stato distribuito nel
2019, poco prima dello scoppio della pandemia di Covid-19.
“Penso che sia deprimente. Sono
contento di lavorare con Sony, che non si occupa di questo”,
ha dichiarato il regista. “Non hanno seguito quella strada… mi
fa davvero pensare al 2019, quando siamo usciti con C’era una volta
a Hollywood. Mi fa davvero pensare al fatto che io, Joker, 1917…
eravamo come uccelli che stavano per volare via da una finestra
proprio quando la finestra si stava per chiudere, sbattendo.
Praticamente, le penne delle nostre code stavamo per rimanere
incastrate. Ma siamo riusciti a volare via in tempo.”
Tarantino si inserisce nel dibattito “Cinema vs.
streaming”
Di recente, gli esercenti americani
hanno criticato la decisione della Disney di far uscire Black Widow in contemporanea anche su Disney+ con Accesso Vip, sostenendo che
la scelta ha generato un calo significativo negli incassi durante
il secondo weekend di programmazione. Il dibattito tra visione in
sala e streaming è aumentato in maniera considerevole a seguito
della scoppio della pandemia.
Tarantino non è certamente il primo
regista a condividere questo tipo di sentimento. Già Christopher Nolan, in passato, aveva criticato
pubblicamente la
Warner Bros., lo studio con cui ha lavorato per ben 18
anni, per aver scelto di distribuire i titoli relativi al 2020/2021
in contemporanea al cinema e su HBO Max. Ancora, vari dipendenti
della
Pixar sarebbero rimasti assai delusi dalla scelta
della Disney di far uscire
Soul e Luca
esclusivamente su Disney+ invece che nei cinema.
Secondo alcune voci emerse di
recente, il personaggio di Licantropus (Werewolf
by Night, in originale) potrebbe fare il suo debutto ufficiale nel
MCU nella serie Moon
Knight. Anche se al momento di tratta soltanto di un
rumor, sembra che ci siano davvero dei piani per il
personaggio.
Ospite del podcast FatMan
Beyond (via
ComicBook), il regista Kevin Smith ha parlato della collaborazione
con l’ormai defunta Marvel Television a proposito della
serie su Howard il papero (poi cancellata). Quella serie avrebbe
dovuto far parte di un’intera lista di show animati in arrivo su
Hulu, ma quando i Marvel Studios hanno poi deciso di
concentrarsi sulle serie collegate direttamente al MCU, la maggior parte di quei
progetti sono stati cancellati.
Smith ha poi spiegato che stava
cercando di includere Licantropus nello show, ma gli venne stato
detto dall’ex presidente della Marvel Television, Jeph Loeb, che
era un personaggio “off-limits” a causa dei piani dei Marvel Studios. “Ho contattato
Walter Flanagan di Comic Book Men e gli ho detto che avrei voluto
fare un tentativo con tutti quei f*****i personaggi degli anni
’70”, ha spiegato Smith.
“Walt mi stava dando dei
suggerimenti e Licantropus era nella lista, assolutamente. Nella
mia testa, quando ho iniziato a costruire la mia stagione, era
tipo: ‘Va bene. Episodio 5. Licantropus’. L’idea alla base della
nostra storia era che Howard fosse intrappolato qui e stesse
cercando di ottenere pagine del Darkhold, che gli avrebbero
permesso di tornare indietro. Poi sono andato da Jeph e gli ho
detto cosa volevo fare, ed è stato allora che hanno detto: ‘Non
puoi usare Licantropus’. Allora ho chiesto perché. Mi hanno detto
che i Marvel Studios avevano dei
piani.”
Licantropus debutterà nella serie Moon Knight?
Visto che i Marvel Studios stanno per
introdurre i vampiri grazie al reboot di Blade, non dovrebbe sorprendere più di tanto
che anche un personaggio come Licantropus, ossia un lupo mannaro,
possa debuttare nel MCU.
Introdotto per la prima volta nelle
pagine di “Marvel Spotlight #2” del 1972,
Licantropus ha una storia leggendaria nell’Universo Marvel e il personaggio di Moon
Knight è stato effettivamente introdotto nelle pagine di
“Werewolf by Night #32”. Ecco perché la serie con Oscar Isaac potrebbe rivelarsi il progetto
ideale in cui introdurre Jack Russell.
In una recente intervista con
Collider, il premio Oscar Alicia Vikander ha confermato che l’annunciato
sequel di Tomb Raider non ha ancora ricevuto il
via libera ufficiale, ma che nonostante ciò il nuovo film è ancora
in fase di sviluppo.
Ad oggi, le sole informazioni in
nostro possesso circa il sequel sono che, oltre al ritorno di
Vikander nei panni di Lara Croft, la regia e la sceneggiatura sono
state affidate a Misha Green, nota per aver ideato
la serie Lovecraft
Country – La terra dei demoni, basata sull’omonimo romanzo
di Matt Ruff e prodotta da J.J.
Abrams e Jordan Peele.
Nel corso dell’intervista, Alicia Vikander ha spiegato che la pandemia ha
rallentato i lavori sul sequel e che, tecnicamente, il progetto non
ha ancora ricevuto il via libera ufficiale. Tuttavia, l’attrice
sembra entusiasta all’idea di tornare nei panni dell’iconica
archeologa, dal momento che la sua speranza è quella di riuscire,
prima o poi, a iniziare a girare il film.
“Prima del Covid, avrei detto di
sì. Ora penso che sia ancora un sì”, ha spiegato l’attrice in
merito allo stato del sequel. “Manca ancora il via libera, ma
stanno lavorando sulla sceneggiatura e penso che tutti siano
eccitati all’idea. Mi piacerebbe molto rivisitare Lara. Ora che il
mondo è di nuovo operativo e che la sceneggiatura è in fase di
scrittura, non vedo l’ora di poter leggere qualcosa, spero il prima
possibile.”
Tomb Raider 2
rappresenterà il debutto di Green alla regia di un lungometraggio.
La regista e sceneggiatrice aveva confermato il suo coinvolgimento
nel progetto attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale. Green sostituirà Ben
Wheatley, regista di High-Rise, Free
Fire e del più recente Rebecca,
che inizialmente era stato collegato al sequel e che invece sarà
impegnato con la regia di un altro seguito, quello di Shark
– Il primo squalo con Jason Statham.
Di cosa parlerà il sequel di Tomb
Raider?
In merito alla trama del sequel, ad
oggi sappiamo davvero poco riguardo la direzione delle prossime
avventure di Lara Croft al cinema. Vi ricordiamo che il film
del 2018 si era chiuso con un cliffhanger, quindi aspettiamoci il
ritorno della protagonista contro l’oscura organizzazione Trinity
che si è infiltrata nella Croft Holdings, l’azienda di famiglia
lasciatole in eredità dal padre.
Sulla base degli eventi raccontati
in Black Widow,
Yelena Belova dovrebbe diventare la nuova Vedova primaria del
MCU, anche se la
scena post-credits del film ha anticipato che prenderà di mira
Clint Barton nella serie Hawkeye, prima
di diventare – probabilmente – un eroe in piena regola.
Durante un recente Q&A
attraverso i canali social ufficiali dei Marvel Studios (via
CBM), Kevin Feige ha risposto a una serie di
domande dei fan, confermando che, prossimamente, scopriremo se il
personaggio di Florence
Pugh è rimasto vittima del Blip dopo l’invasione di
Thanos. Feige non ha voluto rivelare altro (cosa che non dovrebbe
sorprendere), ma di certo sarà interessante scoprire cosa è
successo davvero alla “sorella” di Natasha Romanoff dopo il finale
di Black
Widow e prima della scena post-credits.
Feige ha anche anticipato la
possibilità che Guardiano Rosso, il personaggio di David
Harbour, incroci la strada del nuovo Captain America
del MCU, ossia il Sam Wilson di
Anthony Mackie. “Mi piacerebbe vedere uno
scontro del genere… e a voi ragazzi?”, ha chiesto il boss
della Casa delle Idee. Tuttavia, Feige ha sottolineato che Cap era
congelato nel ghiaccio quando Alexei ha affermato di aver
combattuto contro Steve Rogers.
Se i sovietici avevano la loro
versione del Super soldato, non è da escludere che un nuovo Captain
America sia stato mandato in azione in gran segreto nei decenni che
seguirono la scomparsa di Steve (proprio come successo alla
controparte fumettistica). Se è davvero così che sono andate le
cose, Guardiano Rosso potrebbe aver combattuto e sconfitto una
brutta imitazione del vero Cap durante l’apice della sua
carriera.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film è uscito nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Presentato fuori concorso alla
Mostra del Cinema di Venezia, nel 2018, Una storia
senza nomeutilizza il mezzo
cinematografico per raccontare una storia criminale realmente
avvenuta e mai risolta. Diretto da Roberto
Andò, regista anche noto per Viva la
libertà e Le confessioni, il film si
configura dunque non solo come un resoconto storico, ma anche come
una riflessione sul potere del cinema di ridare dignità a storie
dimenticate, contribuendo a rinvigorire il dibattito su queste al
fine di giungere ad una degna conclusione. Nelle parole del
regista, si tratta di un atto di fede sulle capacità della settima
arte di investigare la realtà e trascenderla.
Quello qui raccontato è soltanto
uno dei tantissimi crimini impuniti che costellano la storia
d’Italia. Si tratta però di un caso particolarmente importante e
complesso: il furto del celebre dipinto di Caravaggio, La
natività. Questo, con un valore oggi attestato intorno ai 20
milioni di dollari, è stato trafugato la notte tra il 17 e il 18
ottobre 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo e ad oggi non è
ancora stato recuperato. Sul luogo non vi erano misure di sicurezza
e il crimine si stabilì poi essere stato commissionato dalla mafia.
Negli anni sono state numerose le teorie circa il destino
dell’opera, che rimane però ancora senza certezze.
Andò utilizza dunque tale vicenda
per calarla in un contesto in cui il cinema diventa mezzo primario
per ridare valore a questo tipo di storie senza nome. Il cinema,
come numerosi esempi dimostrano, può davvero essere un mezzo
particolarmente potente anche a tale scopo. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo
qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori
dettagli relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Una storia senza nome: la trama del film
Protagonista del film è
Valeria Tramonti, giovane segretaria di un
produttore cinematografico, la quale vive appartata sullo stesso
pianerottolo della madre. Qui scrive in incognito per uno
sceneggiatore di successo, Alessandro Pes, per il
quale è sempre in cerca di nuove storie. Un giorno la donna viene
avvicinata da un misterioso poliziotto in pensione che le vuole
raccontare una storia criminale tanto incredibile quanto
affascinante. Valeria, inizialmente scettica, decide di ascoltarlo,
imbattendosi in qualcosa di impensabile. Quando torna a casa usa
quello che ha udito per scrivere un soggetto: sarà la prossima
sceneggiatura di Alessandro Pes, di cui i produttori attendono da
tempo la consegna.
Il soggetto piace molto, al punto
che a finanziare il film entrano anche dei gruppi stranieri e per
dirigerlo viene ingaggiato un regista americano un po’ anziano ma
di culto. Tuttavia, nel momento in cui diventa di dominio pubblico,
quel soggetto si rivela essere particolarmente pericoloso: la
Storia senza nome, questo il titolo datogli da Valeria,
racconta infatti il misterioso furto di un celebre quadro di
Caravaggio, La Natività, avvenuto nel 1969 a Palermo per
mano della mafia. Le conseguenze non tarderanno ad arrivare e
Valeria si troverà ad assumere un ruolo per lei insolito.
Una storia senza nome: il cast del film
Ad interpretare il ruolo della
protagonista, Valeria Tramonti, vi è l’attrice Micaela
Ramazzotti, resa celebre da film come Tutta la
vita davanti e La pazza gioia. Prima donna
protagonista di un film di Andò, lei era anche la prima scelta per
il ruolo, subito accettato. Ad affascinare la Ramazzotti, in
particolare, c’era la possibilità di calarsi nei panni di chi
inventa storie per professione. Per risultare ancor più realistica,
ha lavorato a stretto contatto con lo stesso regista, anche
sceneggiatore del film, cercando di rubare da lui comportamenti,
modi di vedere le cose e le persone e abitudini narrative. Nel
ruolo di Alessandro Pes, lo sceneggiatore per cui Valeria fa da
ghost writer, vi è invece Alessandro
Gassmann.
Nel ruolo di Alberto Rak, il
poliziotto in pensione che racconta la storia del furto a Valeria,
si ritrova invece Renato
Carpentieri. L’attore, che ha di recente lavorato con
la Ramazzotti anche in La tenerezza, ha ritrovato nel suo
personaggio quelle passioni che ti segnano per tutta la vita,
elemento per lui interessante da interpretare. Nel ruolo di Jerzy
Kunze, il regista chiamato a dirigere il film scritto da Valeria,
vi è il vero regista polacco Jerzy Skolimowski.
Questi è noto per film come Il vergine e
Moonlighting. Per tale ruolo, Andò desiderò da subito
poter lavorare con un regista e Skolimowski si rivelò la scelta più
giusta. Nel film sono poi presenti anche Laura
Morante nei panni di Amalia Roberti e Antonia
Catania in quelli di Massimo Vitelli.
Una storia senza nome: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Una storia
senza nome è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì
20 luglio alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Ideato nel 1967 dal celebre mangaka
Monkey Punch ispirandosi all’elegante ladro
gentiluomo Arsène Lupin ideato da Maurice Leblanc,
Lupin III è stato per anni al centro di
una nutrita produzione di anime di successo e oggetto di un
ricchissimo merchandising, che lo ha eletto a personaggio cult per
diverse generazioni. Già portato al cinema in un film live action
nel 1974 da Takashi Tsubojima (Lupin III – La
strategia psicocinetica), il personaggio è diventato nel 2014
protagonista di un secondo lungometraggio. Si tratta di
Lupin III – Il film, per la regia del
poliedrico Ryūhei Kitamura, autore giapponese noto
soprattutto per le incursioni horror-splatter di Versus
(2000), Prossima fermata: L’inferno (2008) e No One
Lives (2012).
Questo nuovo film si configuera
come una origin story che presenta i suoi personaggi in un
contesto modernizzato e segue il protagonista mentre nella
formazione della sua banda di ladri per rubare una preziosa
collana. Naturalmente, non mancheranno gli imprevisti, che fanno
del film tanto un avvincente heist movie quanto anche un
prodotto ricco di umorismo. Nella concezione del film, gli autori
hanno deciso di non basarsi su nessuna delle opere già esistenti,
prendendo soltanto gli iconici personaggi per inserirli in contesti
nuovi. Dopo diversi anni di lavoro a riguardo, il film ha infine
visto la luce, ricevendo la benedizione dello stesso Punch.
Accolto come un buon successo di
critica e pubblico, nonostante alcuni risvolti narrativi non del
tutto apprezzati, Lupin III si è affermato come una valida
reinterpretazione del celebre personaggio. Il suo mito viene qui
rielaborato e rinnovato, senza che perda le sua caratteristiche più
iconiche. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Lupin III – Il film: la trama del film
Protagonista del film è
Lupin III, ultimo discendente del celebre
Arsenio Lupin e universalmente riconosciuto
come uno dei ladri più famosi del mondo, tanto da far parte
dell’organizzazione The Works. A capo di questo gruppo di ladri,
c’è il veterano Dawson. Quest’ultimo, però,
viene ucciso da una banda di criminali nel corso di una rapina che
ha come obiettivo un’antica collana, che a sua volta un tempo
conteneva la preziosa pietra “Cuore rosso cremisi di Cleopatra”.
Nel momento in cui i due elementi si ricongiungeranno, questi
formeranno un unico gioiello dal valore inestimabile, a cui tutti
ambiscono.
La morte di Dawson scatena
l’anarchia nell’organizzazione, facendo emergere Michael
Lee come nuovo spietato criminale locale. Nel tentativo di
contrastare le sue attività, Lupin e i suoi amici – l’infallibile
pistolero Jigen, il maestro della spada
Goemon e l’affascinante Fujiko –
cercheranno di impossessarsi per primi del Cuore di Cleopatra. Per
farlo dovranno espugnare L’Arca di Navarone, la gigantesca
cassaforte di massima sicurezza in cui il gioiello è custodito. Il
loro ingegnoso piano, però, sarà ostacolato dall’instancabile
ispettore Zenigata. Egli è pronto a tutto pur di
arrestare Lupin, che continua a prendersi gioco di lui e dei suoi
sforzi per consegnarlo alla giustizia.
Lupin III – Il film: il cast del film
Ad interpretare il celebre Lupin
III, iconico protagonista del film, vi è l’attore Shun
Oguri, noto in Giappone per diversi film e ruoli da
doppiatore. Nel 2021 egli ha poi debuttato a Hollywood con il film
Godzilla vs Kong, dove
interpreta Ren Serizawa, figlio del dottor Ishiro Serizawa,
comparso nei film precedenti della saga. Quello di Lupin è però il
ruolo che gli ha permesso di ottenere riconoscimenti
internazionali. Una parte a cui egli si è preparato con grande
dedizione, allenandosi per oltre 10 mesi al fine di raggiungere una
forma fisica ideale e poter interpretare da sé molte delle scene
più complesse. Accanto a lui, nei panni di Fujiko Mine vi è invece
l’attrice e cantante Meisa Kuroki.
Tetsuji Tamayam è
invece l’interprete di Daisuke Jigen, conosciuto in Italia grazie
al ruolo di Takumi Ichinose nei live action dell’anime
Nana. Go Ayano è invece il samurai
Goemon Ishikawa XIII. Per il suo personaggio si era inizialmente
pensato di utilizzare abiti contemporanei, invece dei suoi classici
vestiti da tradizionale samurai giapponese. Alla fine, però, si
optò per mantenere questi ultimi. Nel film sono poi presenti anche
gli attori Tadanobu Asano nei panni di Koichi
Zenigata, Jerry Yan in quelli di Michael Lee e
Nick Tate come Thomas Dawson. Monkey
Punch, ideatore di Lupin, compare con un cameo nei panni
di un passeggero dell’aereo che si vede nel film.
Lupin III – Il film: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Lupin III
– Il film è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Infinity+, Tim Vision e
Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 20
luglio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Dopo un silenzio durato vent’anni,
il misterioso e iconico regista Terrence Malick è
tornato al cinema nel 1998 con La sottile linea rossa.
Da quel momento ha intrapreso un nuovo percorso artistico
profondamente incentrato sullo studio dell’interiorità umana, sulle
emozioni, sul rapporto con la vita, la morte e la spiritualità.
Summa di tutto ciò si ritrova in The Tree of
Life (qui la recensione), ancora oggi
capolavoro artistico insuperato, all’interno del quale confluiscono
una grande quantità di tematiche, riflessioni filosofiche e
simbolismi di varia natura. Presentato in anteprima nel concorso
del Festival
di Cannes del 2011, il film ha qui vinto la prestigiosa Palma
d’Oro.
Tale progetto, a cui Malick
lavorava da anni, si configurava inizialmente come una complessa
ricerca cronologica del senso della vita attraverso le epoche, da
quella preistorica a quella contemporanea, con personaggi calati
nel caotico contesto odierno. Nel corso del suo sviluppo, il film
ha poi inglobato sempre più elementi, comprendendo anche l’origine
dell’universo conosciuto e della vita sulla terra, andando così a
giustapporre elementi macroscopici ad altri microscopici, come
appunto l’esistenza della famiglia protagonista. Tanto complesso
quanto seducente, il film si affermò non solo come uno dei più
importanti del suo anno, ma dell’intera storia del cinema.
Ancora oggi, a dieci anni dalla sua
uscita, è un’opera particolarmente studiata e apprezzata, capace di
generare continue riflessioni sugli elementi che lo compongono,
tanto nelle sue tematiche quanto per le particolarità di
realizzazione. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
sua spiegazione. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
The Tree of Life: la trama e il cast del film
Il film racconta la storia di
Jack O’Brien, ragazzo che cresce nel Texas degli
anni Cinquanta, diviso tra l’odio per un padre severo e
irremovibile e l’amore per la madre, eterea creatura, amabile, di
impalpabile sostanza e di ineffabile bellezza. Una volta diventato
adulto, Jack non riesce più a trovare il senso della sua esistenza.
Il dolore per la prematura morte di uno dei suoi due fratelli,
inoltre, è un peso indicibile che non riesce a metabolizzare. Nel
tentativo di mettere ordine tra le sue emozioni, egli intraprende
un percorso interiore incentrato sulla memoria, alla ricerca di
risposte valide. Così facendo, tenterà di riavvicinarsi al padre,
alla madre, all’esistenza e a Dio.
Ad interpretare il ruolo di Jack
O’Brien da giovane vi è l’attore Hunter McCRaken,
mentre per la versione adulta si ha il premio Oscar Sean Penn.
Questi, che aveva già lavorato con Malick in La sottile linea
rossa, affermò di non aver realmente compreso il film né di
averlo pienamente apprezzato. Nel ruolo del signor O’Brien, il
severo padre di Jack, vi è invece Brad Pitt. Nei
panni della signora O’Brien, si ha la candidata all’Oscar Jessica
Chastain. L’attrice ha in seguito dichiarato di
ricordare l’esperienza del film e del suo personaggio come una
delle più importanti nella sua vita, al punto da non riuscire a
riguardare il film in quanto per lei troppo emozionante. In ultimo,
nei panni degli altri due fratelli di Jack, si ritrovano
Laramie Eppler per R. L. e Tye
Sheridan in quelli di Steve.
The Tree of Life: la spiegazione e
la filosofia del film
Il film di Malick si configura come
un’opera tanto universale sull’essere umano, quanto anche
profondamente personale. Molto di quanto si racconta è infatti
basato su esperienze biografiche dello stesso regista, cresciuto in
Texas e profondamente scosso dalla perdita del fratello. A partire
dalla morte costruisce dunque una serie di personaggi in profondo
conflitto con questa. La morte di uno dei figli della famiglia
O’Brien è infatti un evento che si ripercuoterà in vario modo
sull’esistenza dei membri di questa. La presenza delle parole di
Giobbe a Dio, “Quando io ponevo le fondamenta del mondo, tu
dov’eri?”, esprimono pienamente il senso di abbandono provato
dagli esseri umani qui protagonisti. Di fronte ad uno dei drammi
più atroci per un nucleo famigliare, Dio rimane in silenzio.
Da qui iniziano a vacillare le
convinzioni tanto del capofamiglia quanto di Jack, che svilupperà
una forte crisi religiosa e spirituale. Una crisi che nel film è
ulteriormente accentuata anche da un altro conflitto, quello tra il
padre e la madre. I due rappresentano l’eterna lotta tra la Natura
e la Grazia. Queste due anime, e i loro relativi insegnamenti,
vivranno per sempre in Jack, generando una serie di impulsi tanto
dolorosi quanto confortanti. Attraverso la riflessione interiore e
il pensiero agonico di Jack, egli intraprende un percorso di
redenzione che lo porta infine a riconciliarsi con i genitori, la
morte del fratello e la vita. Tutto ciò, contrapposto (per analogie
e/o differenze) all’evoluzione del macrocosmo universale, durante
il quale nascono la violenza, la pietà e l’amore.
The Tree of Life: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Tree
of Life è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision,
Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, in base
alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 20
luglio alle ore 23:50 sul canale
Rai Movie.
Diretto da Ridley Scott, The
Last Duel è un’appassionante storia di tradimento
e vendetta che racconta la brutalità e l’oppressione femminile
nella Francia del XIV secolo e uscirà in Italia il 14 ottobre.
Targato 20th Century Studios, il film storico vede protagonisti il
vincitore dell’Oscar Matt Damon e il due volte candidato
all’Academy Award Adam Driver nei panni di due uomini,
entrambi nobili di nascita, che devono affrontarsi in un duello
all’ultimo sangue per risolvere i propri rancori. The Last
Duel vede nel cast anche la vincitrice dell’Emmy
Jodie Comer e il vincitore di due Premi Oscar
Ben Affleck.
Malignant
è l’ultima creazione dell’architetto dell’Universo The
Conjuring, James
Wan (“Aquaman”, “Fast & Furious 7”). Questo nuovo
horror/thriller originale segna il ritorno del regista Wan alle sue
radici.
Malignant
è interpretato da
Annabelle Wallis (“Annabelle”, “La Mummia”),
Maddie Hasson (“Impulse” di YouTube Originals,
“Mr. Mercedes” per la TV), George Young
(“Containment” per la TV), Michole Briana White
(“Black Mafia Family”, “Amiche per la morte”), Jacqueline
McKenzie (“Palm Beach”, “Reckoning” per la TV),
Jake Abel (“Supernatural” per la TV, i film di
“Percy Jackson”), e Ingrid Bisu (“The Conjuring:
Per Ordine Del Diavolo”, “The Nun: la vocazione del male”).
Wan (“Aquaman”,
“Fast & Furious 7”) ha diretto il film da una sceneggiatura di
Akela Cooper (“M3GAN”, il prossimo “The Nun 2”), tratta da una
storia di James Wan & Ingrid Bisu e Cooper. Il film è prodotto da
Wan e Michael Clear, con Eric McLeod, Judson Scott, Bisu, Peter
Luo, Cheng Yang, Mandy Yu e Lei Han come produttori esecutivi.
Per il team dietro le quinte, Wan
si è avvalso dei suoi collaboratori abituali, il direttore della
fotografia Don Burgess e il montatore Kirk Morri (“Aquaman”, “The
Conjuring 2 Il Caso Enfield”), la scenografa Desma Murphy (art
director di “Aquaman”, “Fast & Furious 7”), ed alla costumista Lisa
Norcia (“Insidious: L’ultima chiave”). La musica è di Joseph
Bishara che ha composto, tra le altre, la colonna sonora per tutti
e sette i film dell’Universo The Conjuring.
New Line Cinema presenta, in
associazione con Starlight Media Inc. e My Entertainment Inc., An
Atomic Monster Production, un film di James Wan, Malignant,
uscirà nelle sale italiane il 2 settembre 2021 e sarà distribuito
da Warner Bros. Pictures.
Ecco la nostra intervista a
M. Night Shyamalan e a Alex Wolff
e Thomasin McKenzie, rispettivamente regista e
protagonisti di Old,
il nuovo film del regista di Philadelphia che arriva in sala il 21
luglio.
Old è
interpretato da un notevole cast internazionale che include il
vincitore del Golden Globe Gael García Bernal (Mozart in the Jungle),
Vicky Krieps (Il filo nascosto), Rufus
Sewell (L’uomo nell’alto castello), Ken
Leung (Star
Wars: Episode VII — Il risveglio della Forza), Nikki
Amuka-Bird (Jupiter – Il destino dell’universo),
Abbey Lee (Lovecraft Country), Aaron
Pierre (Krypton), Alex Wolff
(Hereditary), Embeth Davidtz (Millennium – Uomini
che odiano le donne), Eliza Scanlen (Piccole
Donne), Emun Elliott (Star Wars: Episode VII — Il
risveglio della Forza), Kathleen Chalfant (The
Affair) e Thomasin McKenzie (Jojo Rabbit).
Old è
una produzione Blinding Edge Pictures, diretta e prodotta da M.
Night Shyamalan, da una sceneggiatura basato sulla graphic novel
Sandcastle di Pierre Oscar Lévy e Frederik Peeters. Il film è anche
prodotto da Ashwin Rajan (Glass, Servant) e Marc Bienstock (Glass,
Split). Il produttore esecutivo è Steven Schneider.
Ecco la nostra intervista a Henry Golding, interprete del personaggio
titolare di Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini,
nuovo film Paramount che rilancia il franchise di G.I.
Joe. Il film esce in sala il 21 luglio.
Snake Eyes: G.I. Joe Le Origini, vede Henry Golding
nei panni del solitario Snake Eyes che viene accolto in un antico e
segreto clan giapponese chiamato Arashikage, dopo aver salvato la
vita del suo erede legittimo. Una volta arrivato in Giappone, Snake
Eyes impara dagli Arashikage le vie del guerriero ninja, trovando
anche quello che più desiderava: un posto da potere chiamare casa.
Ma, quando i segreti del suo passato vengono svelati, l’onore e la
lealtà di Snake Eyes saranno messi a dura prova, rischiando di
incrinare la fiducia di coloro che gli sono stati più vicino.
Basato sull’iconico personaggio dei G.I. Joe, Snake Eyes: G.I. Joe
Le Origini vede anche Andrew Koji nei panni di Storm Shadow, Úrsula
Corberó in quelli de La Baronessa; Samara Weaving è invece
Scarlett, Haruka Abe è Akiko, Tahehiro Hira è Kenta e Iko Uwais è
Hard Master.