Dopo aver rivelato di non essere a
favore delle Director’s Cut,
Leigh Whannell, regista del nuovo adattamento de
L’Uomo
Invisibile con Elisabeth
Moss (che in Italia è stato rimandato a causa della
chiusura dei cinema in seguito all’emergenza Coronavirus), ha
rivelato che amerebbe realizzare un reboot dedicato al personaggio
di Dracula.
In una recente intervista con
Bloody Disgusting,
Whannell – noto per aver lavorate alle saghe horror di Saw e di
Insidious – ha
parlato di quanto gli piacerebbe realizzare una versione moderna
della classica storia dell’iconico personaggio partorito dalla
mente di Bram Stoker, optando per un processo molto simile a quello
messo in atto per L’Uomo Invisibile.
“Penso che proverei ad arrivare
all’essenza di ciò che rende Dracula così spaventoso”, ha
dichiarato Leigh Whannell. “Per me, ciò che lo
rende tale è la sua totale assenza di pietà e compassione. Per fare
un parallelismo con la vita reale… alla fine si tratta di uno
psicopatico. È a ciò che vorrei ricondurre la mia
versione. Vorrei fare di Dracula il ritratto di uno psicopatico.
Forse potrebbe ancora bere sangue, ma di certo nella mia versione
non ci sarebbero il mantello, la nebbia, i lupi… soltanto uno
psicopatico che ha bisogno di bere sangue.
L’Uomo
Invisibile è stato un grande successo al box office
americano, quindi non è da escludere che la Universal decida di
affidare proprio a Leigh Whannell un’altra
rivisitazione di uno dei suoi Classici Mostri: e se toccasse
davvero all’Impalatore più famoso della letteratura?
L’Uomo
Invisibile è il film del 2020 diretto
da Leigh
Whannell con Elisabeth Moss, Storm Reid,
Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge e Harriet
Dyer.
Nel film Cecilia scappa nel cuore
della notte e scompare, vivendo nascosta con l’aiuto della sorella
(Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e la sua
figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando il violento ex di
Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della sua vasta
fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia solo una
messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze
diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la
sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca
disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che
nessuno può vedere.
Un nuovo fan trailer riunisce
insieme le ultime tre incarnazioni cinematografiche dell’iconico
personaggo di Joker: quella del compianto Heath
Ledger ne Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, quella di Jared
Leto in Suicide
Squad e la più recente, quella di Joaquin
Phoenix nel film di Todd
Phillips, premiata – al pari di quella di Ledger – con un premio
Oscar.
Si tratta di un’idea affascinante,
ma che in realtà proviene dalle tavole dei fumetti: in
“Justice League #42“, uscito nel 2015,
Batman viene in contatto con la potente ed onnisciente sedia di
Mobius creata da Metron. Quando chiede chi sia veramente Joker, il
Crociato di Gotham riceve una risposta che non si aspetta: in
origine, c’erano tre diversi Joker. La storyline, partorita dalla
mente di Geoff John e Jason Fabok, verrà approfondita in
“Batman: Three Jokers“, miniserie in tre parti che
esplorerà in che modo queste tre versioni della nemesi dell’Uomo
Pipistrello coesistono all’interno dell’Universo DC.
Cinematograficamente parlando,
l’incarnazione di Leto è stata forse la più controversa. Nel caso
di Ledger, invece, si è trattato di una performance tanto
inquietante ed ossessiva quanto memorabile, mentre grazie alla
performance di Phoenix abbiamo avuto la possibilità di vedere
l’iconico Clown Principe del Crimine ancora sotto una nuova veste,
a conferma di quanto il personaggio di presti a continue
rivisitazioni capaci ogni volta di intraprendere percorsi narrativi
differenti.
Nel fan trailer “Batman: The Three
Jokers” realizzato da Eli Q, che immagina proprio
una versione cinematografica della miniserie a fumetti di prossima
uscita, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) torna a
Gotham City dopo essere stato rilasciato dall’Arkham Asylum. Sembra
essere un uomo nuovo, tuttavia verrà presto coinvolto in una guerra
tra bande capitanate da due menti criminali (Heath
Ledger e Jared Leto) che, in sua assenza,
hanno raccolto l’eredità di “Joker”.
Batman: The Three Jokers, il
fan trailer riunisce Ledger, Leto e Phoenix
Una delle più grandi differenze tra
la versione di Spider-Man di Sam
Raimi e il personaggio di Peter Parker nei fumetti è
che nei film del regista de La Casa, lo spararagnatele è
organico, ed esce fuori dai polsi dello stesso Peter; nelle tavole
originali, invece, si tratta di un’invenzione del ragazzo (come
visto anche nei film di Marc Webb o in quelli del
MCU con Tom
Holland). Ma qual è stato il motivo dietro
quest’importante cambiamento?
Prima che Sam Raimi
venisse scelto per dirigere il primo film di
Spider-Man, il progetto è passato da uno studio
all’altro per diversi anni, e ad un certo punto è finito anche
nelle mani di James
Cameron, che arrivò addirittura a scrivere un
soggetto. David Koepp venne successivamente
ingaggiato per lavorare alla prima sceneggiatura del film, usando
come base la bozza di Cameron, con Raimi che in seguito venne
ufficializzato come regista.
In seguito, Scott
Rosenberg venne assunto per rivisitare il materiale di
Koepp: l’unico elemento ad essere rimasto costante durante tutto il
processo era lo “spararagnatele organico”, presente nel
soggetto di Cameron.
Raimi decise di tenere questo grande
cambiamento rispetto ai fumetti dal momento che sosteneva che aveva
molto più senso che le ragnatele uscissero dai polsi di Peter
piuttosto che essere un qualcosa creato da lui stesso; secondo il
regista, quest’elemento serviva a sottolineare ancora di più la
natura della sua trasformazione nell’Uomo Ragno.
In un’intervista con Fangoria, Raimi dichiarò che Spider-Man
“si attacca alle pareti, può saltare”, quindi non c’era
alcun motivo per cui avrebbe dovuto inventare un proprio
“fluido di ragnatele”, così lo hanno trasformato
“quanto bastava in un vero ragno capace di produrre
ragnatele.”
Non tutti all’epoca
accolsero bene questo importante cambiamento rispetto ai fumetti: a
posteriori, è innegabile quanto abbia contribuito a rendere la
trasformazione di Peter nel simpatico arrampicamuri ancora più
credibile.
Un rumor decisamente inaspettato
suggerisce che Ben Stiller potrebbe avere un ruolo
in Fast and Furious 9, il nuovo
capitolo della celebre saga action che arriverà nelle sale italiane
a partire dal 21 maggio.
Come riportato infatti da PageSix, Ben
Stiller si unirà al cast del nono capitolo del celebre
franchise action in un ruolo che non è stato ancora svelato.
Secondo la fonte, Stiller inizierà a girare le sue scene “molto
presto”. Page Six dichiara anche di aver contattato i rappresentati
di Stiller per una conferma, ma non ha ricevuto risposta.
Se il casting di Stiller dovesse
essere confermato ufficialmente, siamo quasi certi che si tratterà
di una breve cameo amichevole: è decisamente bizzarro, infatti,
immaginare il celebre attore e comico statunitense all’interno di
un franchise come quello di Fast and Furious, dal momento
che poche sono state le volte in cui Stiller si è cimentato con il
genere action (sempre mescolato alla commedia) durante la sua
fortunata carriera.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin Diesel, Charlize Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
al 22 maggio 2020 (inizialmente il film
sarebbe dovuto arrivare al cinema quest’anno). Non sono state
fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma
è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà
di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office
possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto
attesi.
Ricoriamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a
seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa
informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia
pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.
Rivelata l’identità dell’attore che
interpreta brevemente il ruolo del Joker in
Birds of Prey al posto di Jared
Leto. La presenza di Mr J aleggia nel film soprattutto
all’inizio della storia, nonostante il cinecomic di Cathy
Yan con Margot
Robie si focalizzi essenzialmente su Harley Quinn e
sulla sua epica squadra tutta al femminile.
In Birds of
Prey il personaggio del Joker appare brevemente in
due scene del film, ma ovviamente non è interpretato da Leto: a
vestire i panni del Clown Principe del Crimine è questa volta il
cantante indie/rock americano Johnny
Goth. A rivelarlo è stato proprio quest’ultimo in
un’intervista con Joblo.
Goth ha spiegato di essersi
ritrovato coinvolto nel film per caso: conosceva alcune persone che
lavoravano sul set e ha sentito che c’era bisogno di uno stand-in
per il personaggio del Joker. A quel punto, la produzione si è resa
conto che Goth si adattava perfettamente al costume di Mr J e che
le sue mani erano delle stesse dimensioni di quelle di Leto: tutte
queste caratteristiche lo hanno reso lo stand-in perfetto per le
due brevi sequenze flashback del cinecomic in cui era prevista la
presenza del supercriminale.
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.”
Prima Linea
Productions, uno degli studi cinematografici dedicati
all’animazione più importanti del panorama europeo, ha chiuso i
battenti. Lo studio è andato in liquidazione il 7 febbraio scorso,
stando al report di Le film
français (via Cartoon Brew).
Tra i film più importanti prodotti
dallo studio francese, ricordiamo La tartaruga
rossa di Michaël Dudok de
Wit e La famosa
invasione degli Orsi in Sicilia di
Lorenzo Mattotti. Lo studio, nato con il semplice
nome di Prima Linea nel 1988, nasceva con lo scopo di sostenere
fumettisti, grafici e illustratori, nelle intenzioni dei fondatori
Valérie Schermann e Christophe Jankovic. Oltre alla collaborazione
“nostrana” per il film di Mattotti, nel 2016 lo studio aveva
collaborato con lo Studio Ghibli per la realizzazione de La
Tartaruga Rossa.
A quanto pare, proprio l’insuccesso
economico del film di Mattotti non ha certo contribuito a risanare
le casse dello studio. Costato 11 milioni di euro, il film non ha
richiamato sufficiente pubblico in sala, a dispetto del grande
successo di critica e dei grandi riconoscimenti ottenuti nel corso
della sua vita festivaliera.
Il romanzo basato su
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker conferma un
importante dettaglio a proposito del ritorno di
Palpatine nel film di J.J.
Abrams: quello che abbiamo visto sul grande schermo era in
realtà un clone del “vero” Signore Oscuro dei Sith.
Nonostante il romanzo non sia ancora
stato messo ufficialmente in commercio (negli Stati Uniti arriverà
il prossimo 17 marzo), la Lucasfilm Publishing ha deciso di
venderne anticipatamente alcune copie durante la convention nerd
C2E2 di Chicago lo scorso fine settimana.
Ovviamente, alcuni passaggi del romanzo sono già approdati
online.
Il libro conferma davvero che lo
spirito dell’Imperatore Palpatine è stato trasferito in un corpo
clonato. Quando Kylo Ren arriva su Exegol e
incontra Palpatine, osserva da vicino il
macchinario a cui l’Imperatore è fisicamente legato e lo riconosce
grazie ai suoi studi sulle Guerre del Cloni. Deduce, così, che lo
spirito del Lato Oscuro di Palpatine sia troppo forte per il corpo
clonato a cui è stato destinato: ciò gli sta causando una grave
degenerazione.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio,
mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Poche settimane fa ha spopolato in
rete un video
deepfake in cui Robert Downey
Jr. e Tom
Holland interpretano Doc e Marty in
Ritorno al futuro. Adesso, quasi come se
quel video fosse stato in qualche modo “profetico”, è stato lo
stesso Holland a confermare che ci sono state delle discussioni a
proposito di un ipotetico remake del cult del 1985 di
Robert Zemeckis.
Naturalmente, essendo
Ritorno al futuro una delle pietre
miliari della storia del cinema, nonché una pellicola amatissima
dagli spettatori di tutto il mondo, Tom Holland è
stato molto cauto nelle sue affermazioni, sottolineando che –
ovviamente – non c’è alcun reboot in cantiere, rivelando soltanto
che in passato ci sono state alcune discussioni sulla possibilità
di riportare l’incredibile viaggio di Doc e Marty “a spasso nel
tempo” sul grande schermo.
Intervistato da BBC Radio 1, Holland ha spiegato:
“Mentirei se dicessi che in passato non ci sono state
conversazioni a proposito di una sorta di remake, ma la verità è
che quel film è perfetto, è uno dei migliori film che siano mai
stati realizzati e che nessuno potrebbe fare meglio. Detto ciò, se
Robert Downey Jr. e io potessimo rifare, soltanto per divertimento,
quella scena ricreata per il deepfake – potrebbe pagare lui questa
volta, è pieno zeppo di soldi -, lo farei gratis, ma almeno
potremmo rifare quella scena. Penso che lo dobbiamo a chi ha
realizzato il vero deepfake, perché hanno fatto un lavoro
incredibile. Penso che parlerò con Robert e vedremo se riusciamo a
ricreare qualcosa in onore del deepfake.”
Le riprese principali di The
Suicide Squad sono ufficialmente terminate, e il
regista James
Gunn ha deciso di celebrare la fine della produzione
con un nuovo post condiviso attraverso il suo account Instagram. Il post in questione ritrae
un’immagine in cui è possibile vedere, oltre al logo ufficiale del
film, anche uno scatto che ritrae Gunn insieme al cast e alla crew
del film al completo.
Nella didascalia che ha
accompagnato la foto, il regista ha scritto: “Terminate le
riprese di The Suicide Squad. Mio padre è morto due settimane
prima che iniziassimo a girare e il mio cane è morto due settimane
prima della fine. È stato un momento davvero, davvero difficile
della mia vita, ma al tempo stesso uno dei momenti più appaganti
che ho mai avuto da quando faccio film. La professionalità, il
talento, la compassione e la gentilezza di questo cast e di questa
troupe mi hanno ispirato ogni giorno. Grazie a tutte le persone
coinvolte in questo film, in ogni fase del suo sviluppo, ogni
dipartimento. Vi sono grato dal profondo del mio cuore. Siete voi
il motivo per cui faccio film.” Potete vedere il post
originale di seguito:
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squad comprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika
Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker
Savant.
Arriva il primo trailer italiano di
Stargirl,
il nuovo original movie targato Disney+ che sarà disponibile
sulla piattaforma di streaming a partire dal 24 marzo 2020.
In Stargirl Leo
Borlock (Graham Verchere) è un normale studente della Mica High
School. Prende voti soddisfacenti, è membro della banda musicale
della scuola e ha sempre mantenuto un basso profilo. Ma tutto
questo cambia quando incontra Stargirl Caraway (Grace VanderWaal),
una nuova studentessa, allegra e sicura di sé, appassionata di
ukulele, che si fa notare. Lei è gentile, trova la magia in ogni
cosa e tocca le vite degli altri con gesti semplici. La sua
stravaganza e la sua personalità contagiosa affascinano Leo e
l’intero corpo studentesco e Stargirl passa dall’essere ignorata e
ridicolizzata, all’essere accettata e ammirata, trascinando Leo in
un carosello di emozioni. È una celebrazione dell’unicità, della
gentilezza e del potere dell’umanità.
Stargirl
è diretto da Julia Hart, la sceneggiatura è di Kristin Hahn e Julia
Hart con Jordan Horowitz ed è ispirata al romanzo omonimo di Jerry
Spinelli. Gli attori sono la cantautrice Grace VanderWaal –
vincitrice dell’undicesima edizione di America’s Got
Talent – al suo debutto cinematografico, Graham Verchere,
Karan Brar, Maximiliano Hernandez (Thor, The Avengers, Captain
America), Darby Stanchfield (Scandal) e Giancarlo
Esposito (Fa la cosa giusta, Breaking Bad, The
Mandalorian). Stargirl è prodotto da Ellen
Goldsmith-Vein, p.g.a, Lee Stollman, p.g.a., e Kristin Hahn,
p.g.a., con Jordan Horowitz, Jim Power, Jerry Spinelli, Eddie
Gamarra, Catherine Hardwicke e Jonathan Levin sono i produttori
esecutivi.
Alla fine del 2020, gli Stati Uniti
saranno di nuovo chiamati alle urne, a votare per il proprio
Presidente. E non è un caso che i membri di Hollywood, da sempre
schierati politicamente, si siano uniti, sotto la guida di W Magazine, per
invitare gli elettori al voto, o meglio a registrarsi alle liste
elettorali per poter votare.
Brad
Pitt, Scarlett
Johansson, Ellee
Dakota Fanning, Cynthia Erivo sono
solo alcuni dei nomi di star hollywoodiane che invitano i loro fan
a registrarsi per poter far sentire la loro voce.
Nel 2016, l’esito delle elezioni che
vide Hillary Clinton sconfitta da Donald
Trump lasciò il mondo senza parole, visto che la vittoria
della candidata democratica sembrava data per certa. Tutti i
personaggi più in vista della cultura americana parteggiavano per
lei e la percezione di quello che era in realtà il Paese Reale,
dall’esterno, era decisamente falsata, come poi ha dimostrato
l’esito delle elezioni.
L’ opera del regista iraniano
condannato agli arresti domiciliari per il suo impegno civile e
politico, ha conquistato la Giuria presieduta da
Jeremy Irons che ha annunciato il Premio con
grande entusiasmo, e il pubblico della 70°
Berlinale che ha accolto la proiezione ufficiale
con commozione e interminabili applausi.
THERE IS NO
EVIL del regista iraniano Mohammad
Rasolouf trionfatore a Berlino con L’ Orso d’ Oro come
Miglior film, uscirà nelle sale italiane con
Satine Film.
THERE IS NO EVIL è un dramma
in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la
libertà individuale quando si è di fronte a situazioni che vengono
imposte come obbligate e dove non vi è alcuna possibilità di
scelta.
“Un’opera protente e
profonda- dichiara Claudia Bedogni, titolare di Satine
Film– che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa
riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità
delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi
di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico
italiano”.
La giovane attrice
Josephine Langford è attualmente considerata una
delle giovani promesse del cinema, avendo dimostrato buone doti
recitative in alcuni film di grande successo. Doti che si immagina
matureranno con il tempo, permettendole di ottenere sempre più
ruoli di rilievo e importanti riconoscimenti. Attesa in progetti
che possano metterne alla prova la versatilità, l’attrice può
intanto godersi la popolarità di cui è stata investita grazie al
film After, tratto dall’omonimo romanzo.
Ecco 10 cose che non sai di
Josephine Langford.
Josephine Langford: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Dopo un piccolo ruolo nel film
Pulse (2017), la Langford inizia a farsi notare con la
pellicola Wish upon (2017). Il vero successo arriva però
grazie al film After (2019), dove ricopre il ruolo della
protagonista Tessa Young. Nel film recita condividendo la scena con
l’attore Hero
Fiennes-Tiffin, e i due riprenderanno i rispettivi
ruoli nell’atteso sequel intitolato After 2,
previsto per l’aprile del 2020.
2. Ha preso parte ad alcune
serie televisive. Prima di diventare celebre grazie al
personaggio di Tessa, l’attrice si era ulteriormente distinta
recitando nei panni di Emma Webber negli episodi Journey e
Outback, facenti parte della seconda stagione della serie
horror Wolf Creek. Nel 2019 recita invece nel ruolo di
Clair nella serie Hulu Into the Dark, precisamente
nell’episodio They Come Knocking, della prima
stagione.
3. Ha ottenuto un
importante riconoscimento. Nel 2019 l’attrice viene
candidata come miglior attrice di un film drammatico per il suo
ruolo in After ai Teen Choice Award, i premi dove a
decretare i vincitori sono propri i giovani spettatori. Questi
hanno premiato la Langford permettendole di vincere l’ambito
riconoscimento.
Josephine Langford è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 2,2 milioni di persone.
All’interno di questo la Langford è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, o ancora foto
dei luoghi da lei visitati. Non mancano infine anche foto
realizzate per servizi di moda e immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete.
Josephine Langford e sua
sorella
5. È la sorella di una nota
attrice. Come suggerisce il cognome, l’attrice è la
sorella di Katherine
Langford, divenuta celebre per il ruolo di Hannah
Baker nella serie NetflixTredici. Le due sono ad oggi una
delle coppie di sorelle attrici più promettenti e seguite del
cinema, apprezzate per le loro doti da interpreti.
Josephine Langford è
fidanzata?
6. Ha smentito le voci su
una sua relazione. Durante un’intervista, l’attrice ha
categoricamente smentito le voci secondo cui avrebbe avuto una
relazione con il suo partner di scena nel film After. La
Langford ha infatti dichiarato che tra lei e Fiennes-Tiffin scorre
solo una buona amicizia, e che non ha ancora avuto modo di vivere
un amore travolgente, lasciando intendere che al momento sia
single.
Josephine Langford in After
7. Aveva già letto alcuni
capitoli del romanzo. Prima di venire pubblicato su carta,
il romanzo After era stato rilasciato sulla piattaforma
Wattpad. Proprio su questa la Langford ha dichiarato di aver letto
i primi capitoli, anni prima che venisse posta in produzione una
trasposizione cinematografica e lei ottenesse la parte.
8. Non è stata la prima
scelta per il ruolo. Originariamente per il ruolo di Tessa
Young era stata scelta l’attrice Julia Goldani
Telles, nota per il suo ruolo nella serie The
Affair. Tuttavia, per via di alcuni conflitti con le riprese
di altri progetti, fu costretta a rinunciare al ruolo. Fu a questo
punto che la produzione chiamò la Langford a sostituirla,
assegnandole la parte che l’avrebbe resa celebre.
9. Ha avuto poco tempo per
prepararsi al ruolo. Per via del suo casting tardivo,
l’attrice ebbe a disposizione soltanto una settimana per prepararsi
al ruolo. Le riprese erano infatti imminenti, e in quel breve tempo
la Langford completò la lettura dei romanzi e della sceneggiatura,
iniziando a costruire dentro di sé l’emotività del personaggio.
Josephine Langford: età e
altezza
10. Josephine Langford è
nata a Perth, in Australia, il 18 agosto 1997. L’attrice è
alta complessivamente 167 centimetri.
L’attore Don
Cheadle ha negli anni dimostrato di potersi
tranquillamente destreggiare tra grandi blockbuster hollywoodiani e
più piccoli progetti di stampo autoriale. Cheadle ha così costruito
la propria carriera affermandosi per la sua versatilità, che lo ha
portato tanto a ricoprire ruoli continuamente diversi, quanto ad
ottenere alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti
dell’industria. Ecco 10 cose che non sai di Don
Cheadle.
Don Cheadle: i suoi film
1. Ha preso parte a celebri
lungometraggi. L’attore inizia a lavorare per il cinema
nel 1985, quando recita nel film Scuola guida. Negli anni
successivi recita in pellicole come Colors – Colori di
guerra (1988), Cosa fare a Denver quando sei morto
(1995), Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), Out
of Sight (1998), The Family Man (2000),
Traffic (2000), Mission to Mars (2000),
Codice: Swordfish (2001), Ocean’s Twelve (2004),
Crash – Contatto fisico (2004) e Hotel Rwanda
(2004), che lo rende particolarmente popolare. Negli anni
successivi continua a recitare in pellicole di rilievo come
Ocean’s Thirteen (2006), Brooklyn’s Finest
(2009), Iron Man 2
(2010), Flight
(2012), Iron Man 3
(2013), Avengers: Age of
Ultron (2015), Miles Ahead (2015), Captain America:
Civil War (2016), Avengers: Infinity
War (2018) e Avengers:
Endgame (2019).
2. Ha recitato per la
televisione. All’inizio della sua carriera l’attore ha
preso parte ad alcuni episodi di celebri serie come Saranno
famosi (1986), Willy, il principe di Bel-Air (1990),
con l’attore Will
Smith, e ancora Cuori al Golden Palace
(1992-1993), Mr. Cooper (1993), La famiglia Brock
(1993-1995), e E.R. – Medici in prima linea (2002). Nel
2012 assume invece il ruolo di Marty Kaan per la serie House of
Lies, dove recita fino al 2016. Nel 2019 è poi nella serie
Black Monday, tutt’ora in corso, mentre nel 2020 è atteso
in Ratched.
3. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Nel 2015 Cheadle esordisce
alla regia di un lungometraggio con il film Miles Ahead,
da lui anche scritto e prodotto, incentrato sulla vita del
trombettista Miles Davis. Tra gli altri film
prodotti dall’attore si annoverano poi Crash – Contatto
fisico e St. Vincent, come anche le serie Crash,
House of Lies e Black Monday.
Don Cheadle in Willy, il principe
di Bel-Air
4. Ha recitato nella celebre
serie comedy. Nel 1990 l’attore prende parte all’episodio
Homeboy, Sweet Homeboy, della prima stagione della serie,
ricoprendo il ruolo di Ice Tray. Questi era il miglior amico di
Willy a Philadelphia, il quale va ora a trovarlo nella nuova
dimora. Qui conosce Hilary, la cugina del protagonista, con cui
inizia un flirt, attirandosi le antipatie degli zii di Willy.
Don Cheadle è War Machine
5. Ha sostituito un altro
attore. Nel primo film dedicato ad Iron Man,
il ruolo del colonnello James Rhodes era stato affidato all’attore
Terrence Howard, il quale tuttavia si rifiutò di
riprendere la parte per via di una disputa legata al salario. A
sostituirlo fu allora Cheadle, che da quel momento assunse i panni
di Rhodes e di War Machine anche per i successivi film Marvel.
6. Si è ispirato
all’interpretazione del precedente attore. Cheadle ha
affermato che inizialmente la sua intenzione era quella di dare una
nuova interpretazione originale del personaggio, ma che in seguito
decise di ispirarsi alla performance di Howard, così da non dar
vita ad evidenti differenze tra un film e l’altro.
7. Ha avuto poco tempo per
decidere. Dato l’inizio imminente delle riprese, la
produzione aveva bisogno di una risposta rapida da Cheadle, per
sapere se avrebbe accetto o meno il ruolo. L’attore ebbe così solo
un’ora per decidere, e infine acconsentì a ricoprire la parte,
stimolato anche dalla difficoltà per le persone di colore
nell’ottenere ruoli da supereroe.
Don Cheadle in Avengers
8. Ha svelato la sua scena
preferita. All’interno del film Avengers: Endgame l’attore ha
ricoperto nuovamente il ruolo di War Machine. Cheadle ha inoltre
svelato quale delle tante scene girate è la sua preferita. Si
tratta di quando Scott Lang, alias Ant-Man è intento a mangiare un
taco, venendo tuttavia interrotto dall’arrivo di Nebula, Rocket e
infine di War Machine, il cui arrivo fa spaventare il povero
Lang.
Don Cheadle è su Twitter
9. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network Twitter,
dove ha un totale di 826 mila followers. Qui l’attore è solito
condividere post riguardanti i suoi progetti da interprete, ma è
anche il luogo dove l’attore può manifestare il suo attivismo,
fornendo la propria opinione sui più importanti eventi d’attualità,
dalla politica ai diritti umani.
Don Cheadle: età e altezza
10. Don Cheadle è nato a
Kansas City, nel Missouri, Stati Uniti, il 29 novembre
1964. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Tra le più affermate interpreti
italiane, Valeria Solarino si è negli anni
distinta per le sue partecipazioni cinematografiche e televisive,
dove ha potuto dar prova delle sue doti attoriali. Apprezzata da
critica e pubblico, la Solarino ha inoltre ottenuto importanti
riconoscimenti, arrivando anche a lavorare con celebri attori e
registi, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di Valeria Solarino.
Valeria Solarino: i suoi film
1. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema con il film
La felicità non costa niente (2002), per poi prendere
parte a Fame chimica (2003) e Che ne sarà di noi
(2003). L’anno della consacrazione è il 2005, quando prende parte
al film La febbre, recitando nel ruolo di Linda accanto a
Fabio Volo. Grazie a questo film ottiene una
maggiore popolarità, che le permette di recitare in Viaggio
segreto (2006), Valzer (2007), Signorina
Effe (2007), Italians (2009), Viola di mare
(2009), Vallanzasca – Gli angeli del male (2010),
Manuale d’amore 3 (2011), Smetto quando
voglio (2014), Una donna per amica (2014), La
terra dei santi (2015), La scelta (2015), Era
d’estate (2016), Smetto quando voglio
– Masterclass (2017), Smetto quando voglio
– Ad honorem (2017), A casa tutti
bene (2018) e Moschettieri del re –
La penultima missione (2018).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. La prima incursione televisiva per
la Solarino avviene per il film televisivo Anita Garibaldi
(2012), dove interpreta proprio la protagonista, recitando accanto
all’attore Giorgi Pasotti. Nello stesso anno
recita in Signorina Giulia (2012), per poi tornare in TV
con la serie Una grande famiglia (2013-2015), dove
recita con l’attore Alessandro
Gassmann. Altre serie a cui partecipa sono Maltese
– Il Romanzo del Commissario (2017), con Kim Rossi
Stuart, e Rocco Schiavone (2019), con
Marco
Giallini.
3. È stata nominata per un
importante premio. Nel corso della sua carriera l’attrice
ha dato vita a più di un’apprezzata interpretazione. È divenuta
però particolarmente famosa per il ruolo di Emma nel film
SignorinaEffe, che le ha permesso di ottenere
una nomination come miglior attrice protagonista ai David di
Donatello nel 2008.
Valeria Solarino è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 59,8 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago o di luoghi da lei visitati. Non mancano,
naturalmente, immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete, come anche diverse foto realizzate per servizi di
moda.
Valeria Solarino: chi è il suo
compagno
5. Ha una relazione con un
noto regista. Durante le riprese del film Che ne sarà
di noi, l’attrice intreccia una relazione con il regista,
Giovanni Veronesi. Da quel momento i due non si
sono più lasciati, dando vita ad una delle coppie più durature
dello spettacolo italiano. Particolarmente riservati, i due hanno
negli anni mantenuto un profilo piuttosto riservato, evitando così
un’eccessiva intromissione dei media nella loro vita privata.
6. Non pensano al
matrimonio. In diverse occasioni la coppia ha affermato di
non avere in progetto il matrimonio, almeno nel breve tempo, con la
Solarino pronta a dichiarare di sognare tale cerimonia solo quando
saranno anziani, perché ciò significherebbe coronare l’amore di una
vita. Anche per quanto riguarda i figli i due si sono mostrati
piuttosto riservati, affermando semplicemente che arriveranno
quando arriveranno.
7. Hanno lavorato insieme
diverse volte. Dopo averla diretta in Che ne sarà di
noi, Veronesi ha voluto nuovamente la compagna nel cast di
alcuni suoi film. La Solarino è infatti comparsa nel ruolo di Haifa
in Italians, in quelli di Sara in Manuale d’amore
3, nei panni di Anna in Una donna per amica, e come
Cicognac in Moschettieri del re – La penultima
missione.
Valeria Solarino e il tennis
8. È una grande
appassionata di questo sport. L’attrice non ha mai
nascosto la sua passione per il tennis, che più che una passione la
Solarino ha descritto come una vera e propria ossessione. Per
questo è solita allenarsi nei momenti di pausa tra un lavoro e
l’altro, praticando quello sporto che, a detta dell’attrice, è un
pensiero costante all’interno della sua vita.
Valeria Solarino ha una cicatrice
sul naso
9. Ha imparato ad
accettarsi così com’è. La Solarino è unanimemente
considerata una delle donne più belle del cinema italiano.
Tuttavia, proprio lei aveva difficoltà ad accettare una cicatrice
presente sul suo naso sin da quando era bambina. L’attrice ha
dichiarato che un tempo la trovava anti-estetica, ma che con il
tempo ha imparato ad accettarla, poiché è un elemento che la rende
unica.
Valeria Solarino: età e
altezza
10. Valeria Solarino è nata
a Morro de Barcelona, in Venezuela, il 4 novembre 1978.
L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.
Divenuto popolare grazie a diverse
celebre serie TV a cui ha preso parte, l’attore Pietro
Sermonti vanta anche molteplici e importanti
collaborazioni cinematografiche. Nel corso degli anni ha infatti
saputo affermarsi tanto per i suoi ruoli comici quanto per parti
più drammatiche. Ciò gli ha permesso di dimostrare le proprie doti,
guadagnando la stima di critica e pubblico. Ecco 10 cose
che non sai di Pietro Sermonti.
Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti
Pietro Sermonti: i suoi film e le
fiction
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film
Piccoleanime (1998), per poi tornare al cinema
in SoloMetro (2007) e ancora Sweet Sweet Marja
(2007), Roulette (2007), Amore, bugie e calcetto
(2008), Sleepless (2009) e Boris – Il
film (2011), che gli permette di ottenere una buona fama
anche sul grande schermo. Da quel momento recita infatti in film
come Smetto quando
voglio(2014), Confusi e
felici (2014), Sei mai stata sulla
Luna? (2015), Smetto quando voglio
– Masterclass (2017), Smetto quando voglio
– Ad honorem (2017), Lasciati
andare(2017), Terapia di coppia per
amanti (2017), Bentornato Presidente (2019) e
Bangla (2019).
2. Ha preso parte a celebri
serie TV. Dopo aver recitato nella serie
Carabinieri (2002), l’attore ottiene una discreta
popolarità grazie a Elisa di Rivombrosa (2003-2004) e
La moglie cinese (2006). Grande notorietà gli è però data
dalla serie Un medico in famiglia, dove dal 2001 al 2009
recita nel ruolo di Guido Zanin. Conferma poi il suo successo
recitando nella popolare serie Boris (2007-2010), dove dà
vita all’iconico Stanis La Rochelle. Negli anni successivi torna in
televisione per recitare in Nero Wolfe (2012) e Tutto
può succedere (2015-2018).
Pietro Sermonti e Margot
Sikabonyi
3. Ha avuto una relazione
con la collega di set. Durante le riprese della fiction
Un medico in famiglia, l’attore ha modo di conoscere
Margot Sikabonyi, che ricopre il personaggio di
Maria Martini. I due sviluppano in breve tempo un feeling, dando
vita ad una relazione che si protrae per diverso tempo. Si lasciano
poi senza fornire particolari motivazioni, con l’attrice ha
affermato che quello vissuto è stato il suo primo vero amore, ma
che non permetterà più di innamorarsi sul set.
Pietro Sermonti ha una moglie?
4. Non è sposato.
Attualmente l’attore sembra essere single, avendo terminato da poco
la relazione con l’attrice Margherita Vicario. Tra le altre storie
d’amore celebri di Sermonti vi è stata anche quella con la
conduttrice televisiva Alessia Marcuzzi. Tuttavia, l’attore non ha
mai fornito ulteriori dettagli sulla propria vita privata,
preferendo tenere i media lontani da questa.
Pietro Sermonti e il calcio
5. Voleva diventare un
calciatore. Da ragazzo, Sermonti aveva come sogno quello
di diventare un calciatore. Inizia ad allenarsi giocando nelle
giovanili della Juventus, ma per problemi fisici è costretto ad
abbandonare. Ciò non gli impedisce però di praticare tale sport a
livello amatoriale, prendendovi infatti parte a scopi benefici,
giocando ad esempio per alcuni anni nella Nazionale Italiana
Attori.
Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti
Pietro Sermonti in Un medico in
famiglia
6. Ha abbandonato la
serie. Dopo aver recitato nelle stagioni 3, 4 e 6,
l’attore ha confermato che non sarebbe tornato a recitare nella
celebre fiction, poi protrattasi fino al 2016. Sermonti giudicava
infatti completo l’arco narrativo del proprio personaggio, e ha
ulteriormente motivato la scelta con il desiderio di intraprendere
nuove strade nel campo della recitazione.
Pietro Sermonti in Boris
7. Nella serie interpreta un
attore che interpreta un medico. Per un incredibile
coincidenza, nella serie Boris, dove l’attore ricopre
il ruolo di Stanis La Rochelle, si è ritrovato a dar vita
nuovamente ad una parte legata al mondo della medicina. Sermonti ha
affermato di essersi divertito molto a dar vita a questo
personaggio, potendo prendere in giro in modo ironico e affettuoso
quanto fatto invece con serietà in Un medico in
famiglia.
8. Il ruolo è stato scritto
per lui. Amico da anni con gli sceneggiatori di
Boris, Sermonti ha affermato di aver particolarmente
apprezzato il ruolo che questi avevano scritto per lui. Data la
profonda amicizia, gli sceneggiatori hanno infatti potuto assegnare
all’attore una parte che ne liberasse le vene più deliranti della
sua personalità, ottenendone un personaggio particolarmente
comico.
9. Si ritiene ben diverso
dal suo personaggio. Stanis La Rochelle è una personalità
prevalentemente sgradevole, ricca di presunzione ed egocentrismo.
Sermonti ha ribadito di non ritrovarsi affatto in questi aspetti,
ma che dargli voce è stata una delle sfide più entusiasmanti,
poiché si è visto costretto ad attingere ad un repertorio che non
gli è proprio. Mettendosi alla prova, l’attore ha così potuto
svelare nuove sfumature del suo talento.
Pietro Sermonti: età e altezza
10. Pietro Sermonti è nato a
Roma, Italia, il 25 ottobre 1971. L’attore è alto
complessivamente 183 centimetri.
Si è appena conclusa la
Berlinale 2020 con un palmares davvero vincente
per l’Italia che ha presenziato al Festival. Sia il film di
Giorgio Diritti, Volevo Nascondermi, che Favolacce, dei fratelli
D’Innocenzo, sono andati a premio, con Elio Germano che vince il premio per il
migliore attore e i D’Innocenzo per la migliore
sceneggiatura.
L’Orso d’Oro è andato invece a
There is no evil dell’iraniano
Mohammad Rasoulof, sulla pena di morte, in quattro
parti. Ecco di seguito tutti i premi che ha assegnato la giuria
presieduta da Jeremy Irons (in cui c’era anche
Luca Marinelli).
Orso d’oro per il miglior film: There Is No Evil di Mohammad Rasoulof
Orso d’argento Gran Premio della Giuria: Never Rarely Sometimes Always di Eliza
Hittman
Premio 70° Berlinale per l’innovazione: Delépine e Kervern per Effacer
l’historique
Orso d’argento per la miglior regia: Hong Sang-Soo per The Woman Who Run
Orso d’argento per la migliore attrice: Paula
Beer per Undine
Orso d’argento per il miglior attore:
Elio Germano per Volevo
nascondermi
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura:
Fabio e Damiano
D’Innocenzo per Favolacce
Orso d’argento per il miglior contributo
tecnico:
per la fotografia di DAU. Natasha
Premio per la migliore opera prima: Los Conductos di Camilo Restrepo
Premio per il miglior documentario Irradiés di Rithy
Panh Menzione speciale: Notes from the Underworld, di Tizza
Covi e Rainer Frimmel
Panorama – Premio del Pubblico, fiction
1°Otac di
Srdan Golubovic
2° Futur
Drei(Stitches) di
Faraz Shariat
3° Hap di Maria Sodahl
Panorama – Premio del Pubblico,
documentari:
1° Welcome to Chechnya di David
France
2° Saudi Runaway di Susanne Regina
Meures
3° Petite Fille di Sebastien
Lifshitz
Si è svolta la scorsa notte la 45°
cerimonia di premiazione dei César 2020, nella
lussuosa cornice della Salle Pleyel. Tuttavia,
come preannunciavano le agitazioni di qualche giorno fa, la
cerimonia ha avuto più di un fuori programma, a cominciare
dall’ingresso in sala.
Un gruppo di femministe ha
manifestato con fumogeni sul tappeto rosso, la causa del loro
disappunto sono le 12 candidature a L’Ufficiale e
la Spia, il bellissimo film di Roman
Polanski, già Leone d’Argento a Venezia 2019. Il regista,
di recente travolto di nuovo dallo scandalo e dalle accuse di
molestie sessuali, aveva già deciso nelle ore precedenti alla
cerimonia di non partecipare, per proteggere la sua famiglia,
moglie, figli e se stesso, ovviamente, da insulti e attacchi.
Questo però non è bastato. Oltre
alle proteste esterne alla sala, anche durante la cerimonia, quando
è stato annunciato il premio alla regia a Polanski, l’attrice
Adèle Haenel ha lasciato la sala in segno di
protesta, urlando “vergogna”. Con lei, anche altri presenti hanno
abbandonato la cerimonia, compresa Céline Sciamma,
regista di Ritratto di
una giovane in fiamme, anche lei nominata nella
categoria per la migliore regia.
Il trambusto che ha fatto da
cornice alla cerimonia rischia però di far perdere di vista i veri
protagonisti della serata, i film e i vincitori, che potete leggere
di seguito:
Miglior suono: per Wolf
Call
Miglior montaggio: Flora Volpelière per Les
Misérables
Miglior colonna sonora originale: Dan Lévy per Dov’è il
mio corpo
Miglior film d’animazione: Dov’è il mio corpo di Jérémy
Clapin
Miglior fotografia: Claire Mathon per Ritratto della
giovane in fiamme
Sembra tutto troppo bello per essere
vero, e infatti si tratta di un rumor tanto insistente da essere
diventato virale: sembra che Henry Cavill possa interpretare un mutante
famoso in Captain Marvel 2, il film con
Brie Larson che sarà presto messo ufficialmente in
produzione presso i Marvel Studios.
Cavill sarebbe stato chiamato ad
interpretare Wolverine, il personaggio che ha accompagnato per 19
anni di carriera l’australiano Hugh Jackman e che
nel 2017 è morto sul grande schermo in
Logan, di James
Mangold.
La fusione tra Fox e Disney ha
portato i Mutanti Marvel, i cui diritti erano in possesso di Fox,
nelle mani della Casa di Topolino, sotto la quale si trovano anche
i Marvel Studios, per cui per gli X-Men è arrivato il momento di
unirsi al Marvel Cinematic Universe.
Non sappiamo quali saranno le
tempistiche di questa unione cinematografica, ma sappiamo che se lo
studio volesse cominciare a reintrodurre gli X-Men
nel MCU cominciare da un mutante come Wolverine, amatissimo e ben
strutturato nei ricordi degli spettatori, si tratterebbe di una
decisione azzardata.
Dal canto suo, Henry Cavill non è nuovo al mondo dei
cinecomics, visto che ha interpretato Superman per Zack
Snyder in L’Uomo d’Acciaio, Batman v
Superman e Justice League. Tuttavia, le
sorti avverse del DCEU lo hanno fatto allontanare dal ruolo e,
sebbene non sia ufficiale che l’attore britannico abbia appeso il
mantello al chiodo, all’orizzonte non ci sono ancora progetti per
il suo ritorno nella parte.
Di recente, Henry
Cavill è stato però protagonista di un nuovo successo,
rappresentato da The Witcher, la serie
Netflix basata sull’omonima serie di romanzi. Se la
sua partecipazione a Captain Marvel 2 nei
panni di Wolverine dovesse essere confermata, l’attore reciterà
accanto a Brie Larson.
Divenuta celebre grazie alla sua
partecipazione ad un noto reality show statunitense, l’attrice
Jaina Lee Ortiz ha in breve tempo raggiunto una
buona fama come interprete prendendo parte a note serie TV. La
Ortiz ha così avuto modo negli ultimi anni di sfoggiare una buona
versatilità, lasciando intendere che la sua potrebbe essere una
carriera in crescendo, in attesa soltanto del ruolo che possa
metterne totalmente in risalto le qualità. Ecco 10 cose che
non sai di Jaina Lee Ortiz.
Parte delle cose che non sai di Jaina Lee Ortiz
Jaina Lee Ortiz: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in un film
per il cinema. Nel 2012 l’attrice debutta al cinema con il
lungometraggio dal titolo Misfire, dove ricopre il ruolo
di I.C. all’interno di un duello tra assassini composti di sole
donne. Successivamente, nel 2017, recita in Il viaggio delle
ragazze, dove grazie ad un piccolo ruolo, ha modo di recitare
accanto all’attrice Jada Pinkett
Smith. Queste sono per ora le uniche incursioni
cinematografiche che la Ortiz ha all’attivo, data la sua più attiva
partecipazione a progetti televisivi.
2. È nota per le serie
TV. La Ortiz debutta nel mondo della televisione con la
serie TV The Shop (2016), dove ricopre il ruolo di Petrona
per sei episodi. In seguito, recita nel film The After
(2014), ma la vera popolarità arriva grazie alla serie
Rosewood, dove dal 2015 al 2017 ricopre il ruolo di
Annalise Villa. Terminata la serie ha poi preso parte a
Shooter (2017) e Grey’s Anatomy (2018-2019), dove ha
interpretato Andy Herrera.
3. Attualmente è
protagonista di una serie. Il ruolo di Andy Herrera in
Grey’s Anatomy ha ottenuto un tale buon riscontro di
pubblico, che i produttori hanno pensato bene di scrivere una serie
spin-off interamente dedicata a lei. È così nata Station
19, dove dal 2018 la Ortiz ha ripreso la parte, che ricopre
tutt’ora, e che le ha permesso di ottenere un ruolo da protagonista
in una serie di alto profilo.
Jaina Lee Ortiz è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 286 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma molto presenti sono anche
curiosità dai set a cui prende parte e immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Jaina Lee Ortiz e Bradley
Marques
5. È sposata. Da
circa dieci anni l’attrice è sposata con l’autore televisivo
Bradley Marques. I due hanno da sempre mantenuto
un profilo di coppia riservato, cercando di tenere lontani i
riflettori che il loro lavoro porta inevitabilmente con sé. In
diverse interviste, l’attrice ha dichiarato di essere profondamente
legata a suo marito, che la aiuta in ogni nuova sfida, ma di
sentirsi anche indipendente nel poter affrontare le difficoltà.
Parte delle cose che non sai di Jaina Lee Ortiz
Jaina Lee Ortiz in Station 19
6. Ha ricevuto importanti
consigli dalle produttrici. Al momento di dar vita alla
serie spin-off Station 19, l’attrice ha ricevuto semplici
ma importanti consigli dalle due produttrici, Shonda
Rhimes ed Ellen Pompeo. Dato che la serie
si concentra in particolare sul suo personaggio, le è stato infatti
detto di farsi trovare sul set sempre riposata, dormendo il più
possibile durante la notte, così da avere l’energia per affrontare
le riprese.
7. Si è esercitata a lungo
per il ruolo. Per dar vita al personaggio di Andy Herrera,
vigile del fuoco protagonista della serie, ambientata in una
stazione dei pompieri a Seattle, l’attrice ha affermato di essersi
allenata duramente. Tra le altre esercitazioni compiute vi è stata
quella di essersi arrampicata più volte su una scala con diversi
chili sulle spalle. Tutto ciò le ha permesso di ottenere il fisico
necessario per la parte. L’attrice ha inoltre conseguito con
successo un test per pompieri, così da poter acquisire quelle
conoscenze per essere maggiormente realistica nella parte.
8. Si è ispirata a suo
padre. La Ortiz è figlia di un detective della omicidi del
Bronx, ora in pensione. Per dar vita al vigile Andy, l’attrice ha
dichiarato di essersi ispirata in buona parte a lui, al suo modo di
fare, alla sua sicurezza e al suo rispetto per le regole e le
persone. Qualità riscontrabili all’interno della serie dal suo
personaggio.
Jaina Lee Ortiz in Grey’s
Anatomy
9. Ha recitato nella nota
serie TV. Prima di ottenere una serie tutta per sé,
l’attrice era apparsa per la prima volta nel ruolo di Andy Herrera
nell’episodio You Really Got a Hold on Me, il tredicesimo
della quattordicesima stagione. Qui il personaggio si faceva notare
per aver salvato un giovane da una casa in fiamme, accompagnandolo
poi fino all’ospedale dove sarebbe stato sottoposto ad urgenti
cure. La parte interpretata dalla Ortiz ha ricevuto una così
calorosa accoglienza da fargli ottenere uno spin-off a lei
dedicata.
Jaina Lee Ortiz: età e
altezza
10. Jaina Lee Ortiz è nata
a Fort Ord, in California, Stati Uniti, il 20 novembre
1986. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
L’attrice Asia Kate
Dillon è nota per alcune importanti partecipazioni
televisive, ma ancor di più per aver generato all’interno
dell’industria accesi dibattiti sul gender degli attori.
Considerando sé stesso come genderqueer, infatti, l’attrice negli
anni contribuito a spianare la strada verso una maggior diversità
all’interno dell’industria. Grazie ai suoi ruoli di rilievo ha poi
potuto affermarsi anche grazie alle sue doti da interprete, che ne
hanno decretato il vero successo. Ecco 10 cose che non sai
di Asia Kate Dillon.
Parte delle cose che non sai di Asia Kate Dillon
Asia Kate Dillon: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in un
celebre film d’azione. Dillon esordisce al cinema grazie
al film John Wick 3 –
Parabellum, dove ricopre il ruolo di La Giudicatrice. Nel
film ha modo di recitare in un ruolo di rilievo accanto all’attore
Keanu
Reeves. Prossimamente è atteso al cinema con il film
The Outside Story, dove darà vita al personaggio di
Inez.
2. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Dopo aver recitato nei film televisivi
Hitting the Wall (2011) e Marcus Garlard: A Necessary
Option (2011), l’attrice prende parte ad alcuni episodi delle
serie Younger (2015), Opus for All (2015), e
Master of None (2015). Il vero successo arriva però grazie
a Orange Is the New Black (2016-2017), dove recita nel
ruolo di Brandy Epps. Ulteriore popolarità arriva poi con la serie
Billions (2017-in corso), dove recita accanto agli attori
Paul Giamatti, Damian
Lewis e Maggie
Siff.
3. Ha ricevuto importanti
nomination. Per il suo ruolo nella
serie Billions, la Dillon è stata candidato
rispettivamente nel 2018, nel 2019 e nel 2020 come miglior attore
non protagonista ai Critics Choice Awards, senza tuttavia riportare
vittorie. Il posizionamento in tale categoria è la volontà della
Dillon di contribuire ad abbattere le distinzioni tra attore uomo e
attore donna.
Asia Kate Dillon è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 104 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere fotografie scattate in momenti di
svago, in compagnia di amici o colleghi. Particolarmente presenti
sono poi anche foto realizzate per servizi di moda, ma anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Asia Kate Dillon: il significato
dei suoi tatuaggi
5. Ha tatuaggi dai precisi
significati. Nelle sue apparizioni pubbliche, o nei suoi
post su Instagram, l’attrice ha sfoggiato due tatuaggi, ma
attualmente non si sa se sul suo corpo ve ne sono di più. Il primo
dei due in questione è una rosa tatuata sul polpaccio sinistro,
mentre il secondo è una scritta tedesca sul collo, “einfühlung”, il
cui significato è “empatia”.
Parte delle cose che non sai di Asia Kate Dillon
Asia Kate Dillon: il suo
gender
6. Non si riconosce né nel
genere femmine né in quello maschile. Sin da giovane
l’attrice ha dichiarato di non riconoscersi nelle tradizionali
categorie di gender, pertanto rifiutandole in toto. Dillon ha
infatti affermato di preferire la definizione di “non binario”, e
per riferirsi a sé stesso ha sostituito ai pronomi “lei” o “lui”
quello di “loro”. Pur essendo nato con caratteristiche di sesso
femminile, inoltre, Dillon preferisce la definizione di “attore”,
poiché più generica di quella di “attrice”, che invece si riferisce
alle sole donne.
7. Ha stabilito un
importante primato. Nel 2017 l’attrice viene scelta per
interpretare Taylor Mason nella serie Billions. Il
personaggio è unanimemente considerato come il primo non-binario
della storia della televisione americana. Dillon si è dichiarato
entusiasta di poter essere il rappresentante di una maggior
inclusività e diversità all’interno dell’industria televisiva e
cinematografica.
Asia Kate Dillon in John Wick
3
8. Ha accettato il ruolo
senza aver letto la sceneggiatura. Grande fan dei primi
due capitoli della trilogia con Keanu Reeves,
l’attrice ha dichiarato di aver accettato il ruolo dopo aver
incontrato il regista Chad Stahelski, con il quale
ha stabilito da subito un’ottima intesa. Ancor prima che questi
potesse inviarle la sceneggiatura, l’attrice aveva già accettato la
parte.
9. Non ha lavorato ad un
background del personaggio. Le origini de La Giudicatrice
non vengono rivelate nel film, e l’attrice ha ammesso di non aver
lavorato ad una personale backstory, cercando di focalizzarsi
maggiormente sulle motivazioni che spingono il personaggio a
compiere quanto si può vedere nel film.
Asia Kate Dillon: età e
altezza
10. Asia Kate Dillon è nata
a Ithaca, nello stato di New York, Stati Uniti, il 15
novembre 1984. L’attrice è alta complessivamente 173
centimetri.
Forse non tutti sanno (o ricordano)
che Phoebe Waller-Bridge, star di Killing
Eve e Fleabag, figura tra gli sceneggiatori di
No Time to Die,
l’attesissimo Bond 25 che
segnerà l’ultima apparizione di Daniel Craig nei panni dell’iconico
agente segreto. In una recente intervista emersa grazie a The Independent,
l’attrice, sceneggiatrice e commediografa ha rivelato nel dettaglio
qual è stato il suo effettivo apporto allo script del film diretto
da Cary Joji Fukunaga.
L’attrice ha parlato di un
intervento sui dialoghi e su diverse scene, menzionando anche uno
scambio continuo di opinioni con Daniel Craig,
coinvolto in tutte le fase del progetto, incluso il brano portante
della colonna sonora affidato a Billie
Eilish:
“Mi è stato chiesto di scrivere
dei dialoghi brillanti e di proporre alcune modifiche”, ha
spiegato Phoebe Waller-Bridge. “Mi hanno
consegnato diverse scene dicendo: ‘Puoi scrivere un’alternativa per
questa? Hai un’altra idea? Come potrebbero svolgersi o come
potrebbero chiudersi?’. Il mio compito era quello di fornire una
serie di opzioni, poi loro avrebbero considerato quelle che
ritenevano più adatte. C’erano molte persone impegnate in questo
processo di scrittura, come il regista. E prima di me c’erano stati
altri che avevano lavorato alla storia.”
All’inizio la sceneggiatura di
Bond 25 era stata affidata dagli
“storici” Neal Purvis e Robert
Wade. In seguito al coinvolgimento di Danny
Boyle nel progetto, è subentrato alla sceneggiatura
John Hodge. Dopo l’uscita di scena del regista di
Traninspotting, Purvis e Wade sono stati richiamati dalla
produzione a rimaneggiare lo script insieme al nuovo regista
ingaggiato, ossia Fukunaga. Successivamente, venne approvata una
riscrittura completa da Paul Haggis (Casino
Royale e Quantum of Solace) e poi da Scott Z.
Burns. L’ingresso della Waller-Bridge nel team per un
nuovo processo di riscrittura – ingresso fortemente voluto da Craig
– risale ad aprile dello scorso anno.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James
Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Il regista Roman
Polanski ha confermato all’AFP che questa sera non
parteciperà alla cerimonia di premiazione dei César
Awards, gli Oscar francesi. L’ultimo film del regista,
L’Ufficiale e la
Spia, ha ottenuto quest’anno il maggior numero di
candidature al prestigioso riconoscimento: ben 12, incluso
miglior film e miglior regia.
A causa delle nuove accuse che hanno
reso ancora più turbolento l’ultimo periodo della vita del regista,
le 12 candidature del film ai César hanno scatenato l’indignazione
di numerosi gruppi femministi francesi, spingendo ben 21 membri
dell’Académie des arts et techniques du cinéma
(l’organizzazione che sovrintende i premi) a dimettersi in massa
dopo aver ricevuto diverse critiche in merito alle loro pratiche di
assegnazione delle nomination.
Nella giornata di ieri, Polanski ha
rilasciato la seguente dichiarazione ufficiale: “Per tanti giorni, la gente mi ha posto questa domanda:
parteciperò o non parteciperò alla cerimonia dei César? La domanda
che faccio adesso io è questa: come potrei?”
“Come andranno
le cose quella notte, lo sappiamo già”, ha detto Polanski.
“Gli attivisti mi hanno già minacciato di linciaggio pubblico,
altri hanno annunciato proteste di fronte alla Salle Pleyel. Altri
ancora intendono trasformare la cerimonia in una piattaforma per
denunciare l’organo di governo. Promette di sembrare più un
simposio che una celebrazione del cinema. “
Polanski ha spiegato che intende non
presenziare alla cerimonia in modo da proteggere i suoi
collaboratori, sua moglie ed i suoi figli, che “sono stati
costretti a subire ingiurie e affronti”.
In riferimento al recente scandalo
mediatico che ha portato alle dimissioni in massa del consiglio di
amministrazione dei César, Polanski ha aggiunto: “La stampa e i
social media hanno presentato le nostre 12 nomination come se ci fossero stati offerti regali dal consiglio di
amministrazione dell’Accademia, come alcuni gesti autoritari
che avevano forzato le dimissioni. Ciò mina il voto segreto dei
4.313 professionisti che decidono da soli le nomination e degli
oltre 1,5 milioni di spettatori che sono venuti a vedere il
film.”
Il regista ha anche accennato alle
nuove accuse di molestie sessuali mosse contro di lui negli ultimi
anni. Proclamando la sua innocenza, si è espresso in toni aspri
contro “gli attivisti che brandivano questo numero di 12 donne
che presumibilmente ho aggredito mezzo secolo fa”, definendo
le recenti accuse come “fantasie di menti malsane… una bugia
raccontata 1.000 volte alla fine diventa una verità”.
I personaggi femminili all’interno
del Marvel Cinematic Universe
non sono certo i più rilevanti ma, dalla sua nascita a oggi, le
eroine del MCU sono state spesso determinanti per le svolte che la
storia ha preso, fino all’ultimo capitolo, che ha visto la
sconfitta di Thanos.
Da Sharon Carter che ha aiutato Cap
nel momento del bisogno, a Pepper Potts che ha letteralmente
salvato la vita a Tony Stark, fino a Natasha/Vedova Nera il cui
sacrificio ha permesso la confitta definitiva del Titano Pazzo, le
eroine del MCU sono sicuramente personaggi
interessanti che meriterebbero più spazio.
L’arco narrativo di
Sharon Carter all’interno del MCU è estremamente
limitato, e c’è da dire che non è stato gestito nel migliore dei
modi. In realtà l’Agente 13 potrebbe essere un personaggio davvero
interessante, come mostrano i fumetti.
Nel film, Sharon è stata
prevalentemente identificata come l’interesse amoroso di Steve
Rogers, nemmeno troppo importante, visto che lo “spettro” di
Peggy Carter, invece, è stato sempre più
importante e presente, come dimostra anche la conclusione dell’arco
narrativo di Steve stesso.
Sharon apparirà di nuovo in The Falcon
and the Winter Soldier e quindi, forse, avremo
una possibilità di vedere riscattato il suo ruolo all’interno del
MCU, con lo sviluppo e la cura che il suo personaggio merita.
Gamora
Gamora è
un personaggio interessantissimo in molti modi: è sicuramente una
combattente formidabile, un personaggio complesso e sfaccettato, ma
anche una persona dalla biografia molto interessante. Per cui è
stato un peccato che il franchise l’abbia eliminata, in un certo
senso, dopo averla raccontata solo in film corali
(Guardiani e Avengers).
In primo luogo, è stata una delle
poche persone a morire davvero in Infinity
War, quando Thanos l’ha uccisa per ottenere la
Gemma
dell’Anima su Vomir. E nonostante il fatto che la
rivediamo in Endgame, si tratta di una
versione del personaggio che viene dal passato, quindi senza
l'”educazione sentimentale” che ha subito stando insieme ai
Guardiani.
Sarebbe divertente vedere un film, o
una serie in cui seguiamo Gamora nelle sue avventure in solitaria,
magari a cavallo tra passato a futuro, alternando la sua formazione
da villain, da cattiva e assassina, alla sua trasformazione in
eroina, pentita delle sue azioni e affiliata ai Guardiani.
Nonostante sia un personaggio
secondario, Okoye è sicuramente uno di quelli che ha subito
catturato l’attenzione perché nasconde una grande complessità e
probabilmente anche grazie al carisma e alla bellezza di Danai
Gurira, che la interpreta.
Il suo impatto sul pubblico in
Black
Panther è stato travolgente ed è chiaro che il
personaggio meriterebbe più spazio, soprattutto alla luce dei suoi
rapporti personali, così viscerali con i personaggi che la
circondano, in primis il suo Re T’Challa.
L’abbiamo intravista anche in
Endgame, e
sempre in primo piano sul campo di battaglia. Tuttavia non è il
solo aspetto del personaggio che conta e le sue storie potrebbero
essere un ottimo spunto per una serie che possa essere avvincente
ma anche inclusiva e rappresentativa di una larga fascia di
pubblico.
Natasha Romanoff
Dato che Vedova Nera è
stata la prima tra le eroine del MCU e l’unica donna trai sei
Vendicatori, è scioccante il modo in cui è stato gestito l’arco
narrativo del suo personaggio. Il fatto che sia stata lei a morire
su Vormir in Endgame invece
di Occhio di Falco è triste, eppure giustificato.
Il personaggio non ha avuto un
funerale come Tony, ma solo una discreta scena di commemorazione,
il che, se vogliamo, si allinea con la natura misteriosa e
sfuggente dell’ex spia russa. A breve, ci sarà un film che ne
approfondirà le origini, un’occasione per lo Studio di fare ammenda
e di porre il suo dovuto omaggio al personaggio che forse più di
tutti ha contribuito alla solida formazione dei Vendicatori.
Il contributo di Natasha nelle
occasioni di crisi è sempre stato fondamentale ed è sempre stato
offerto utilizzando gli strumenti che le erano più congeniali: il
ragionamento, l’intelletto, la furbizia. Nat ha salvato la sua
famiglia anche il MCU, e il film che è in arrivo è
un pallido e tardivo ma dovuto omaggio alla sua eroica figura.
Peggy Carter
L’arco narrativo di
Peggy Carter sembrava fare molte promesse allo
spettatore, quando l’abbiamo conosciuta ne Il Primo
Vendicatore. Nel film di presentazione di Captain
America era uno dei personaggi principali, per poi trasformarsi in
un personaggio secondario, al quale è stata però dedicata una serie
tv di due stagioni sulla ABC.
La serie ha approfondito il suo
personaggio, consegnando al grande pubblico tutta la sua potenza di
donna e di eroina. L’abbiamo anche vista in Endgame, alla fine del
film, un vero e proprio premio per Steve Rogers, anche se non le è
stata affidata nemmeno una battuta.
Inutile dire che non ci stancheremmo
mai di conoscere e approfondire questa donna così straordinaria,
così incredibile ed eroica, pur senza poteri straordinari o mezzi
incredibili. Nelle sue doti naturali risiede la sua grandezza, e
soprattutto il suo valore, del quale è ben consapevole.
La celebre commedia
Blithe Spirit (in italiano Spirito
Allegro) del commediografo inglese Noël
Coward è stata adattata per il teatro e per il grande
schermo tantissime volte in passato. Adesso, Dan Stevens,
Judi Dench, Isla Fisher
e Leslie
Mann fanno parte del cast che compone il nuovo
adattamento cinematografico ad opera di Edward
Hall che arriverà nelle sale britanniche il 1 maggio.
La storia di Blithe
Spirit è quella del celebre romanziere poliziesco
Charles (interpretato da Dan Stevens), che sta
lottando con un catastrofico blocco dello scrittore ed una
stressante scadenza riguardo la sua prima sceneggiatura. La sua
seconda moglie Ruth (interpretata da Isla
Fisher) sta facendo del suo meglio per mantenere alta
la concentrazione del marito, nella speranza di realizzare il suo
sogno di andare ad Hollywood.
La disperata ricerca di
un’ispirazione porta Charles ad invitare Madame Arcati
(interpretata da Judi Dench), una medium
recentemente accusata di frode, per tenere una seduta spiritica in
casa sua. Arcati, però, rievoca accidentalmente lo spirito della
defunta prima moglie di Charles: l’infuocata e gelosa Elvira
(interpretata da Leslie Mann), intenta ad uccidere
Charles in modo da poter finalmente trascorrere l’eternità
insieme.
La sceneggiatura del film è opera di
Nick Moorcroft, Meg Leonard e Piers Ashworth. Il regista Edward
Hall e Dan Stevens avevano già lavorato insieme nella popolare
serie Downton
Abbey.
Arriva da The Wrap la notizia che
Ellen Hollman, attrice americana nota per le serie
Spartacus e Into the Badlands, si è unita
ufficialmente al cast di Matrix 4, le cui riprese sono attualmente
in corso a San Francisco. I dettagli sul ruolo che l’attrice
interpreterà nel film non sono stati rivelati, ma stando alle prime
indiscrezioni la Hollman potrebbe interpretare una versione più
giovane di Trinity.
Dato il ritorno di Carrie
Ann-Moss, tale speculazione appare improbabile, ma non
essendo ancora stati rivelati dettagli sulla trama, qualsiasi
congettura potrebbe essere valida. Inoltre, è da tempo che si
vocifera che nel film appariranno le versioni più giovani di alcuni
celebri personaggi della saga, come ad esempio Morpheus,
che dovrebbe essere interpretato da Yahya Abdul-Mateen
II, noto per aver interpretato Black Manta
in Aquaman di
James Wan.
Matrix
4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu
Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada
Pinkett-Smith al fianco delle new
entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris,
Jonathan Groff, Jessica
Henwicke Toby
Onwumere.
Il nuovo capitolo del franchise
sarà diretto da Lana Wachowski. La
sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar
Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le
riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte
delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a
proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono
molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata
per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti
amici“, ha detto la Wachowski.
“Non potremmo essere più
entusiasti di rientrare in The Matrix con Lana“, ha dichiarato
Toby Emmerich, presidente della Warner Bros, “Lana è una vera
visionaria, una regista creativa e originale e siamo entusiasti che
stia scrivendo, che dirigerà e produrrà questo nuovo capitolo
dell’universo di Matrix“.
Un nuovo concept inedito di
Avengers: Infinity War
ha rivelato una collocazione alternativa per la Gemma
dell’Anima. Le Gemme dell’Infinito hanno giocato un ruolo
fondamentale in tutta la “Saga dell’Infinito” dell’Universo
Cinematografico Marvel, soprattutto in
Infinity War e nel suo sequel
Endgame.
Nel caso della Gemma dell’Anima,
questa viene trovata da Thanos su Vormir dopo che il Titano Pazzo ha costretto
sua figlia Gamora a rivelargli la sua collocazione in cambio della
salvezza di sua sorella Nebula. Dopo essere fuggita, Nebula si
unisce ai Guardiani della Galassia. Una volta giunti su Vormir,
Thanos e Gamora scoprono che Teschio Rosso è il guardiano della
Gemma dell’Anima, il quale li rivela che Thanos deve uccidere
qualcuno che ama per recuperare la Gemma. Il Titano Pazzo uccide
Gamora e lascia Vormir con la sua conquista.
Un nuovo concept dell’artista del
MCU Stephen Schirle
rivela che inizialmente la collocazione della Gemma dell’Anima
doveva essere su Vormir, ma che il pianeta aveva un aspetto molto
diverso rispetto a ciò che abbiamo visto nel film. In Avengers:
Infinity War, Vormir viene rappresentata come una scogliera
rocciosa a sé stante, ricoperta di neve e piena di cenere
nell’aria. Nelle immagini di Schirle, la collocazione della Gemma
dell’Anima è un pianeta molto più colorato, con foglie e fiori
estremamente visibili; inoltre, Gamora viene gettata da Thanos in
una sorta di buia caverna anziché da una scogliera.
Avengers: Infinity
War è uscito al cinema cinema il 4 Maggio
2018. Christopher Markus e Stephen
McFeely si sono occupatidella sceneggiatura del film,
mentre la regia è stata affidata
a Anthony e Joe
Russo.
Il cast del film al momento è
composto da Cobie Smulders, Benedict Cumberbatch,
Chris Pratt, Vin Diesel, Scarlett Johansson, Dave Bautista, Karen
Gillan, Zoe
Saldana, Brie Larson, Elizabeth Olsen, Robert Downey Jr., Sebastian Stan, Chris Hemsworth, Chris Evans, Tom
Holland, Bradley Cooper, Samuel L. Jacksson, Jeremy Renner,
Paul Rudd, Peter Dinklage, Mark Ruffalo, Josh Brolin, Paul Bettany,
Benedict Wong, Pom
Klementieff e Chadwick
Boseman.
Sono comparse su Twitter le prime
immagini dal set di The Last
Duel, il film in costume diretto da Ridley Scott che vede schierato un cast
di superstar, a partire da Ben Affleck e Matt Damon, di nuovo insieme sul grande
schermo. Con loro, nelle immagini, anche Adam Driver, reduce da una candidatura agli
Oscar per Storia di un
Matrimonio.
The
Last Duel è interpretato da Matt Damon, Adam Driver, Jodie
Comer e Ben Affleck con la regia di
Scott. La sceneggiatura è di Ben Affleck, Matt
Damon e Nicole Holofcener.
Jennifer Fox produce al fianco di Scott,
Kevin Walsh e Nicole Holofcener.
Damon e Affleck saranno i produttori esecutivi con Drew
Vinton e Kevin Halloran.
Ambientato nella Francia del 14°
secolo, il film è un racconto epico di tradimento e giustizia,
raccontato da tre punti di vista distinti: due cavalieri (Damon e
Driver) il cui legame è messo alla prova dal tradimento e una
giovane donna (Comer) costretta a vivere nella brutale e oppressiva
cultura dell’epoca per sopravvivere. Lo studio ha anche assegnato
una data d’uscita al thriller con Ben Affleck,
Deep Water, che è diretto da
Adrian Lyne, andandolo a piazzare il 13 novembre
2020.
The
Last Duel è interpretato anche da Ana De
Armas e si basa su un romanzo omonimo del 1957 di
Patricia Highsmith. La storia segue una coppia di
una piccola città che vive in un matrimonio senza amore in cui la
moglie è autorizzata ad avere degli amanti, purché non diserti mai
i suoi obblighi familiari. Tuttavia, sorgono complicazioni quando
il marito si interessa all’omicidio irrisolto di uno degli ex
amanti della moglie.
Quando è stato annunciato
ufficialmente il casting del live action di
Mulan, i fan sono rimasti particolarmente
delusi dall’assenza nel film del personaggio del Generale
Li Shang, uno dei personaggi chiave del classico
d’animazione del 1998, entrato nei cuori degli spettatori non solo
per il suo aspetto fisico e per il suo carisma, ma anche per le sue
abilità nelle arti marziali.
In una recente intervista con
Collider, il
produttore Jason Reed ha motivato l’assenza
dell’iconico personaggio nel live action di Niki Caro, rivelando
che in realtà lo stesso è stato “scisso” in altri due
personaggi:
“Abbiamo scisso il personaggio
di Li Shang in due personaggi: uno è diventato il Comandante Tung
(Donnie Yen), che serve da padre surrogato e da
mentore di Mulan durante il corso del film; l’altro è Honghui
(Yoson An), un pari della ragazza all’interno
della squadra.”
Reed ha poi citato il movimento
#MeToo come motivo che li ha spinti ad eliminare
il personaggio di Li Shang dal live action: “Penso che in
un’epoca come quella del movimento #MeToo, avere un ufficiale al
comando che è anche un interesse amoroso e sessuale potesse mettere
a disagio. Pensavamo non fosse appropriato.”
Li Shang non è l’unico personaggio
del Classico originale che non apparirà nel live action: anche
Mushu, lo spiritello
degli avi della famiglia di Mulan con le sembianze di un draghetto
rosso, non sarà presente.
Liu
Yifei (Il Regno Proibito, Once Upon
a Time) interpreta la protagonista del film
DisneyMulan, che vede nel cast
anche Donnie Yen (Rogue One: A
Star
Wars Story) nel ruolo del Comandante
Tung, Jason Scott Lee (Crouching
Tiger, Hidden Dragon: Sword of Destiny) nel ruolo di Böri Khan
e Yoson An (Shark – Il Primo
Squalo) nel ruolo di Cheng Honghui, con la partecipazione
di Gong Li (Memorie di una
Geisha, Lanterne Rosse) nel ruolo di Xianniang e
di Jet Li (Shao Lin
Si, Arma Letale 4) nel ruolo dell’Imperatore. La
sceneggiatura è firmata da Rick Jaffa & Amanda Silver e da
Elizabeth Martin & Lauren Hynek.
Quando l’Imperatore della Cina
decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi nell’Armata
Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di invasori
provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
Dopo il teaser di poche ore
fa, ecco il trailer di Candyman,
il “sequel spirituale” del piccolo cult horror del 1992 (noto in
Italia col titolo Candyman – Terrore dietro lo
specchio), sceneggiato e prodotto da
Jordan Peele, acclamato regista di
Scappa – Get
Out e Noi.
Il cast di
Candyman annovera Yahha Abdul
Mateen II (Aquaman), Teyonah Parris (Se
la strada potesse parlare), Nathan Stewart-Jarrett
(Misfits) e Colman Domingo (Euphoria).
Yahha Abdul Mateen
II ha vestito i panni di Black Manta
in Aquaman, il
cinecomic campione di
incassi targato DC e Warner Bros, ma si è fatto notare
anche nella serie The Get Down,
prodotto originale Netflix, e lo abbiamo visto anche nel
thriller Noi diretto
dallo stesse Peele.
Per quanto
riguarda Candyman, la regia è stata
affidata a Nia Da Costa, mentre lo studio ha
annunciato che il film sarà un “sequel spirituale” dell’originale e
che si tornerà nel quartiere in cui è iniziata la leggenda.
L’uscita nelle sale americane è
prevista il 12 Giugno 2020.