Diversi anni prima che il Marvel Cinematic Universe
diventasse una realtà consolidata, alcuni dei suoi supereroi già
calcavano autonomamente il grande schermo. Tra questi si annoverano
Spider-Man, X-Men,
Fantastici 4 e Blade, arrivato al cinema nel
1998. Diretto da Stephen Norrington,
quest’ultimo si afferma come un avvincente film di carattere
horror, con il protagonista impegnato nello scontro con una
potente e malvagia razza di vampiri.
Per certi versi, il film sembra oggi
molto lontano dalle caratteristiche dei film Marvel, apparendo come un’opera
decisamente cupa e riservata ad un pubblico di adulti. L’idea, nata
già nei primi anni Novanta, ottenne poi il consenso di Stan
Lee, che affermò di aver ritrovato nella sceneggiatura
tutte le principali caratteristiche del personaggio e della sua
storia. Per le riprese, inoltre, si scelse di avvalersi di alcune
innovazione tecniche per conferire ulteriore spettacolarità al
film. Una di queste è la bullet time, poi resa celebre da
Matrix.
Al momento della sua uscita in sala,
il film si dimostrò un grande successo, anticipando il grande
interesse del pubblico verso i supereroi. Tale riscontro spinse
ovviamente i produttori a realizzare un sequel, convincendo anche i
Marvel Studios a dar vita ad altri film basati
sui suoi supereroi. Blade fu dunque da questo
punto di vista un precursore, che a suo modo contribuì a gettare le
basi per il grande impero cinematografico che oggi tutti
conosciamo.
La vicenda si apre alla fine degli
anni Sessanta, dove una donna incinta viene attaccata e morsa da un
vampiro. I medici riescono a salvare il bambino, ma la madre di
questo muore in seguito ad un’infezione. Trent’anni dopo, quel
bambino è ora cresciuto ed è diventato un letale cacciatore di
vampiri. Si fa chiamare Blade, e da quel morso
indiretto che ricevette mentre era nel grembo di sua madre ha
ereditato una serie di poteri speciali. Possiede infatti la stessa
forza, velocità e le abilità rigenerative dei vampiri, ma non le
loro debolezze.
Egli è infatti in grado di muoversi
anche con la luce del sole, e per questo viene chiamato “Il
Diurno”. Ora, egli è sulle tracce del pericoloso Diacono
Frost, uno spietato vampiro che aspira a diventare la
creatura più potente mai esistita. Per riuscirvi sta organizzando
un antico rito, che gli conferirà poteri illimitati. Fermarlo prima
che ciò avvenga è l’unica possibilità per Blade di scongiurare
quella che si preannuncia essere una vera e propria apocalisse.
Potrà ad ogni modo contare sull’aiuto del suo mentore
Abraham Whistler e di una donna di nome
Karen.
Il cast del film
Quando il progetto per il film venne
sottoposto per la prima volta ai produttori, questi indicarono
soltanto tre nomi possibili per il ruolo del protagonista:
Denzel Washington,
Laurence
Fishburne e Wesley
Snipes. Per lo sceneggiatore David S.
Goyer, però, l’interprete ideale era sempre e solo stato
quest’ultimo. Convintosi ad accettare il ruolo, Snipes chiese però
che il film venisse dotato del tipo di azione tipica delle
pellicole di Hong Kong, da lui molto amate. La sua performance nel
film gli permise di consacrarsi a livello mondiale, ottenendo una
grande popolarità.
Accanto a lui si ritrova poi
l’attore Stephen Dorff nei panni del malvagio
vampiro noto come Diacono Frost. Per dar vita al villain, l’attore
dichiarò di essersi ispirato ad altri celebri cattivi del cinema,
tra cui il Joker di Jack
Nicholson. L’attrice N’Bushe Wright
interpreta invece l’ematologa Karen, alleata di Blade. Nel film si
ritrova poi Kris Kristofferson, noto per i suoi
numerosi film di successo, che recita nei panni del mentore di
Blade, Abraham Whistler. L’attrice spagnola Arly
Jover è invece presente nei panni di Mercury, fidanzata di
Frost.
Dato il grande successo del film, i
produttori decisero di realizzare un primo sequel intitolato
Blade II, uscito nel 2002 e avvalsosi della regia di
Guillermo Del Toro. Questo viene indicato come il
miglior capitolo della trilogia, e si affermò anche come quello dal
maggior successo con un incasso globale di circa 155 milioni. A
questo seguì il terzo film, uscito nel 2004 con il titolo di
Blade: Trinity. Al film si aggiungono noti interpreti
come Jessica
Biel, Natasha
Lyonne e Ryan
Reynolds. Tale capitolo concluse così le avventure di
Blade al cinema.
Ad oggi un nuovo film dedicato a
Blade
è effettivamente in programma, ma si tratta di un reboot dove ad
interpretare il personaggio sarà il premio Oscar Mahershala
Ali. Questo progetto, però, sin dal suo annuncio è
stato tormentato da problemi di produzione, passando attraverso una
serie di registi e scrittori. Si vocifera che Ali fosse
insodisfatto dalle prime versioni della sceneggiatura e che abbia
richiesto approfondite riscritture. Ad oggi non è noto quando
inizieranno le riprese, anche se dovrebbero avere luogo entro la
fine dell’anno.
Il trailer di Blade e dove vedere il film streaming e
in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Blade è infatti disponibile nel catalogo
di Rakuten TV, Apple TV, Google Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 11 giugno alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
L’attore Antony
Starr è attivo tra cinema e TV da ormai circa trent’anni,
avendo iniziato a recitare sin da giovanissimo. In questo lasso di
tempo ha messo a segno diverse interpretazioni molto convincenti,
partecipando ad alcuni progetti – principalmente seriali – che gli
hanno conferito la notorietà che merita. È però grazie alla serie
The Boys che si è infine
consacrato, divenendo un attore da tutti noto e ora particolarmente
richiesto.
Antony Starr: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in noti
film. Starr debutta al cinema con il film Skin &
Bone (2003), per poi recitare in In My Father’s Den
(2004), Without a Paddle – Un tranquillo week-end di
vacanza (2004), Indian – La grande sfida (2005),
No. 2 (2006), After the Waterfall (2010) e
Wish You Were Here (2012), di Zach Braff. Torna poi al cinema nel 2019 con
il film Gutterbee (2019), seguito poi da The Covenant (2023), con Jake Gyllenhaal, e Cobweb (2023).
Prossimamente sarà tra i protagonisti del thriller d’azione
G20, affianco a Viola
Davis.
2. È celebre per alcune
serie TV. Ad aver reso celebre Starr sono però state in
particolare alcune serie TV. L’attore inizia infatti a recitare per
il piccolo schermo in Xena: Principessa guerriera
(1995-1996), per poi prendere parte alla serie Mercy Peak
(2001-2004), seguita da Outrageous Fortune (2005-2010),
che gli conferisce maggiore notorietà. Recita poi nelle serie
Banshee (2013-2016) e Banshee Origins
(2013-2014). In seguito, ha recitato in American Gothic
(2016), arrivando poi ad ottenere il ruolo di Homelander
in The Boys (2019-in corso),
dove recita accanto a Karl Urban. Con il ruolo di Homelander è
apparso anche nella serie spin-off Gen V
(2023).
Antony Starr è Homelander in The Boys
3. Ritiene semplice
interpretare Homelander. Nella popolare
serie The Boys l’attore ricopre il ruolo di
Homelander (in italiano noto come Patriota). Si tratta di un
supereroe estremamente potente ma tutt’altro che buono. Riguardo
all’interpretarlo, Starr ha dichiarato che: “A volte è
semplice, si tratta di chieders cosa farebbe Superman e fare il
contrario. Mi piace molto poter capovolgere questo concetto ed
esplorare la confusione di quella che è probabilmente una visione
più realistica dei supereroi”.
Antony Starr è Homelander in The Boys
4. Ha studiato i movimenti
in volo di Homelander. Per prepararsi al ruolo di
Homelander in The Boys, Antony Starr ha consultato
YouTube e ha guardato molti video di come supereroi come Superman e
ha studiato come i loro attori, come
Christopher Reeve, decollavano per volare. Così facendo ha
ricercato un modo per rendere credibile i movimenti del proprio
personaggio mentre è in volo.
Antony Starr ha recitato in Xena
5. Ha avuto un ruolo nella
celebre serie. In quanto neozelandese, Starr ha
naturalmente avuto modo di partecipare alla serie Xena:
Principessa guerriera (1995), recitando in due episodi in due
ruoli diversi. “La prima volta ero un centauro di nome Mesas,
con barba e lunghe ciocche fluenti, poi, dopo, mi hanno
fatto tornare per essere il Davide che si scontra con Golia”.
L’attore ha anche definito la sua recitazione in quegli episodi
come pessima.
Antony Starr in The Covenant
8. Ha avuto un ruolo nel
film di Guy Ritchie. Nel film del 2023 The Covenant, diretto da Guy Ritchie
e con protagonista Jake Gyllenhaal, Starr ricopre il ruolo di
Eddie Parker, un amico del protagonista. Era solo questione di
tempo prima che Starr cominciasse a ottenere ruoli in film
importanti, visto che si è guadagnato infiniti elogi per il suo
ruolo del supereroe malvagio Homelander in The Boys.
Antony Starr e il ruolo di Wolverine
7. Per i fan sarebbe un
ottimo Wolverine. Alcune fan art emerse in rete nel 2020
hanno offerto un’idea di come potrebbe apparire Starr nel ruolo di
Wolverine. Da quel momento, l’attore è diventato una delle scelte
preferite dai fan qualora il celebre mutante dovesse essere
affidato ad un nuovo attore diverso da Hugh Jackman. Starr, tuttavia, ha offerto una
vaga risposta a riguardo, che sembra lasciar intendere il suo non
particolarmente forte interesse verso questo ruolo: “Mi fanno
male le ossa solo a pensare alle acrobazie da dover
compiere!“
Antony Starr nel ruolo di David in Xena: Principessa
guerriera
Antony Starr è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo seguito
attualmente da 1.9 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha
ad oggi pubblicato oltre duecento post, tutti relativi alle sue
attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere
aggiornati sulle sue attività.
Antony Starr ha una moglie?
9. Non è sposato.
Starr è molto riservato riguardo la propria vita privata e sono
pochi i dettagli relativi al suo stato sentimentale. L’ultima
persona con cui è stato confermato che Antony Starr aveva una
relazione era la costumista neozelandese di nome Lucy
McLay, conosciuta apparentemente tra il 2005 e il 2008. I
due si sarebbero però separati da tempo ormai e attualmente non è
noto se l’attore sia coinvolto in un’altra relazione.
Antony Starr: età e altezza dell’attore
10. Antony Starr è nato il
25 ottobre del 1975 a
Wellington, in NuovaZelanda. L’attore è
alto 1,80 metri.
In occasione dell’arrivo della
quarta stagione di The
Boys, dal 13
giugno su Prime Video, lo showrunner Eric
Kripke ha annunciato che la serie si concluderà con una
quinta e ultima stagione. “La settimana della première della
Stagione 4 di The Boys è un buon momento per annunciarlo: La
Stagione 5 sarà la Stagione Finale!” ha dichiarato Kripke in
un post su X martedì,
accompagnato da uno screenshot di una copia redatta del copione del
finale della Stagione 4.
“È sempre stato il mio piano,
dovevo solo essere cauto finché non ho avuto l’ok finale da Vought.
Sono entusiasta di portare la storia a un culmine cruento, epico e
umido”. Guardate la Stagione 4 tra 2 GIORNI, perché la fine è
iniziata!“. Data questa notizia, è lecito aspettarsi un finale
col botto per la quarta stagione di The
Boys, che condurrà poi agli eventi della quinta
stagione, dove dunque tutto dovrà risolversi una volta per
tutte.
#TheBoys Season 4 Premiere Week is a good time to announce:
Season 5 will be the Final Season! Always my plan, I just had to be
cagey till I got the final OK from Vought. Thrilled to bring the
story to a gory, epic, moist climax. Watch Season 4 in 2 DAYS,
cause the end has begun! pic.twitter.com/3p7Wt4jGA6
Nella quarta
stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria
Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo
di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a
cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di
Becca sia il suo ruolo di leader dei The
Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie.
La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare
un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo
tardi.
Il cast di The
Boys vede protagonisti
Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T.
Usher, Laz Alonso,
Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie,
Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la
quarta stagione anche Susan Heyward,
Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.
The
Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal
New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in
veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive
producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer
si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James
Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig
Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed,
Meredith Glynn e Michaela Starr. The
Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures
Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises,
Original Film e Point Grey Pictures.
Dopo aver visto su Netflix i film
Rebel Moon – Parte
1: Figlia del Fuoco (qui
la recensione) e Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice
(qui
la recensione), gli utenti della piattaforma e fan del regista
Zack Snyder attendono ora il rilascio delle
promesse director’s cut, che non solo conterranno molto materiale
in più rispetto ai due film visti, ma saranno anche vietate ai
minori. A quasi due mesi di distanza dal rilascio del secondo dei
due film, Snyder ha ora finalmente fatto sapere tramite Twitter quando potremo vedere
tali versioni di Rebel Moon: il 2
agosto.
Entrambe le director’s cut verranno
dunque rilasciate su Netflix lo stesso giorno ed entrambe
presenteranno titoli diversi da quelli finora conosciuti. Il primo
capitolo, originariamente intitolato Figlia del
Fuoco, sarà ora Chalice of Blood (Calice
di Sangue). Il secondo capitolo, precedentemente intitolato
La Sfregiatrice, debutterà invece come
Curse of Forgiveness (Maledizione del Perdono).
Questo dovrebbe aiutare Snyder e Netflix a separare le versioni più
lunghe, sanguinose e vietate ai minori da quelle più mainstream già
pubblicate.
Non si sa ancora se le due
director’s cut di Rebel Moon debutteranno
contemporaneamente alle versioni in bianco e nero di cui si
vocifera, o se ci sarà un terzo rilascio più avanti nel tempo.
Oltre all’annuncio dei titoli e delle date, Zack
Snyder ha rilasciato anche alcune nuove immagini
promozionali, che si possono vedere nel post di Twitter qui
riportato. Non resta a questo punto che attendere il 2 agosto per
scoprire cosa hanno in più da offrire queste due nuove versioni,
che idealmente doneranno maggior valore a questa epica saga di
fantascienza.
REBEL MOON – THE DIRECTOR’S CUTS
Chapter One: Chalice of Blood
Chapter Two: Curse of Forgiveness
Rebel Moon: la sinossi delle director’s cut di
Zack Snyder
È Netflix a riportare la sinossi
delle due versioni director’s cut: “Approfondite la mitologia e
la follia dell’epica saga fantascientifica di Zack Snyder nel mondo
ferocemente più sexy e sanguinario di Rebel Moon– Capitolo 1: Chalice of
Blood e Rebel Moon– Capitolo
2:Curse of Forgiveness. Nella director’s
cut di Snyder, un pacifico insediamento su una luna ai confini
dell’universo si trova minacciato dagli eserciti del tirannico
reggente Balisarius e Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera che vive tra gli
abitanti del villaggio, diventa la loro migliore speranza di
sopravvivenza.
Incaricata di trovare
combattenti addestrati che si uniscano a lei per opporsi al
Motherworld, Kora mette insieme un piccolo gruppo di guerrieri –
outsider, insorti, contadini e orfani di guerra che condividono un
comune bisogno di redenzione e vendetta. Mentre l’ombra di un
intero Regno si abbatte sulla più improbabile delle lune, si forma
un nuovo esercito di eroi“.
Se c’è una serie strabiliante
dell’era
Lost della televisione di rete che dovreste
assolutamente rivedere, è Fringe. Questa potente
serie di mistero fantascientifico gioca con idee consolidate da
tempo nei fumetti, ma che (all’epoca) raramente arrivavano in
televisione.
Mutaforma meccanici, osservatori
che viaggiano nel tempo e mondi paralleli erano solo la punta
dell’iceberg di uno show così amabilmente bizzarro come
Fringe, eppure ci ha sempre fatto credere
nell’impossibile. Con Anna Torv nel ruolo dell’agente dell’FBI
Olivia Dunham,
Joshua Jackson nel ruolo di Peter Bishop e John Noble
nel ruolo del Dr. Walter Bishop, la divisione
Fringe affronta tutte le consuete stranezze
fantascientifiche, ma come finirà?
Cosa succede nell’ultima stagione
di Fringe?
Anche se non possiamo riassumere
l’intera stagione di Fringe in questa sede,
diciamo solo che la quarta stagione prende alcune
strane pieghe che portano alla quinta e ultima stagione, in
particolare con l’episodio “Lettere in transito”, che introduce
Henrietta “Etta” Bishop (Georgina Haig), la futura
figlia di Peter e Olivia.
L’episodio rivela anche che, nel
futuro del 2036, gli Osservatori hanno preso il sopravvento in modo
molto simile al 1984, e Etta e un gruppo di ribelli stanno cercando
un modo per invertire la tendenza.
Ma anni prima, mentre stavano
elaborando un piano per ripristinare la linea temporale, Walter,
Peter, Olivia e Astrid (Jasika Nicole) si sono
congelati nell’ambra, solo che Etta li ha trovati e liberati tutti
tranne Olivia. La quinta stagione continua questa
storia, con Olivia che viene ritrovata e si riunisce a Peter e alla
loro figlia. Solo che questi momenti felici vengono rapidamente
revocati.
Nel bel mezzo di questa situazione,
Etta viene uccisa dal capitano degli Osservatori Windmark
(Michael Kopsa) mentre il gruppo è alla ricerca
del piano segreto di Walter. Questo fa precipitare Peter in una
spirale che lo porta a utilizzare la tecnologia degli Osservatori
per perseguire la propria vendetta, diventando sempre più freddo e
calcolatore.
Fortunatamente, Olivia lo tira
fuori dal suo dolore e lo aiuta a riorientare i suoi sforzi per
aiutare la squadra a fermare gli Osservatori una volta per tutte.
Questo conduce la Divisione Fringe dell’O.G. a una figura
misteriosa di nome Donald (Michael Cerveris), che
in realtà è un September ormai umano, l’Osservatore originale che
aiutò Walter decenni prima. Donald si rivela essere il padre di
Michael (Rowan Longworth), un giovane Osservatore
perso nel tempo che si dà il caso sia la chiave per salvare il
mondo.
Il finale di serie in due parti di
Fringe, “Liberty” e “An Enemy of Fate“, è andato
in onda il 18 gennaio 2013. Per molti versi, si è trattato di una
celebrazione del passato dello show prima di riscrivere il futuro.
Tutto, dalla Terra alternativa con “Fauxlivia” e Lincoln Lee
(Seth Gabel) a una serie di vecchi casi della
Divisione Fringe, viene rivisitato qui nella battaglia finale
contro gli Osservatori.
Naturalmente, alla fine i nostri
eroi hanno la meglio e, sebbene i cattivi riescano a uccidere
Donald/September, Walter porta Michael nel lontano futuro per
impedire che l’invasione degli Osservatori avvenga. Grazie al suo
eroismo, Olivia e Peter tornano nel 2015 senza alcun ricordo di
questi eventi, dove la giovane Etta, così come tutti gli altri
alleati come Nina Sharp (Blair Brown) e Phillip
Broyles (Lance
Reddick), è viva e vegeta. Come una famiglia felice,
continuano a vivere le loro vite come se fossero normali.
Olivia e Peter trovano sempre la
strada per tornare l’uno dall’altra in Fringe
Il cuore di Fringe
è sempre stato il rapporto tra Peter e Olivia. Sembrava che questi
due fossero destinati a incontrarsi e a stare insieme, e la loro
storia d’amore ha contribuito a mediare la pace tra due universi in
guerra. Peter e Olivia si sono incontrati per la prima volta quando
erano bambini e Olivia era sottoposta a esperimenti da parte di
Walter nell’ambito della sperimentazione sul Cortexiphan, ma si
sono incontrati ufficialmente solo nel “Pilot”.
Da lì, ci è voluto un po’ di tempo
prima che i due iniziassero ufficialmente a frequentarsi, ma alla
fine della quarta stagione si sono finalmente ritrovati, solo
perché gli Osservatori si sono intromessi nella loro parata. Ma
nonostante ciò, questi due hanno sempre superato ogni sfida grazie
alla loro fiducia nell’altro, e questo vale anche in questo
caso.
La quinta stagione
mette Olivia e Peter di fronte alla loro crisi coniugale. A cavallo
tra l’enorme salto temporale della quarta e della quinta stagione,
i due si sono sposati e hanno dato alla luce una bambina. Sebbene
Etta sia cresciuta senza i suoi genitori, quando li ritrova tutti
si riuniscono e i tre si sentono quasi subito come un’unità.
Sfortunatamente, la morte di Etta
ha messo fine a tutto questo, ma anche dopo, Peter e Olivia hanno
trovato la strada per tornare l’uno dall’altra. Come ha notato una
volta September, lo faranno sempre. Anche se si potrebbe obiettare
che non riusciremo mai a vedere Olivia e Peter pienamente
realizzati come coppia normale (e questo potrebbe essere vero fino
a un certo punto), Fringe ci lascia con la
speranza che questi due possano avere una vera vita insieme al di
fuori degli orrori del mondo.
“An Enemy of Fate” si conclude con
Olivia, Peter ed Etta tutti insieme, che vivono la loro
vita nel modo più normale possibile. Possiamo supporre che Olivia
sia ancora a capo della Divisione Fringe e che Peter faccia ancora
da consulente in alcune occasioni, ma quello che vediamo qui è una
famiglia nucleare che nessuno dei due aveva sperimentato in
gioventù.
Ora possono fare alla figlia il
regalo più grande che potessero farle: due genitori stabili che la
amano e sono disposti a riscrivere letteralmente la storia per
assicurarle un futuro. Per certi versi, Fringe è
sempre stato questo, e concludere la serie in questo modo è la cosa
più giusta.
Il tulipano bianco di Fringe
simboleggia il perdono di Walter
Naturalmente, l’unica cosa che
manca in quei momenti finali è Walter stesso. John Noble
interpreta Walter Bishop in tutti gli impressionanti 100
episodi di Fringe e c’è un motivo per cui Walter è
forse il personaggio più riconoscibile della serie.
Il suo genio eccentrico, unito alla
sua complessa storia e al rapporto con il figlio, è affascinante e
Walter è uno di quei personaggi che non si può fare a meno di
amare, anche se forse non si dovrebbe. Ma nonostante non compaia
nei momenti finali della serie (ambientata nel 2015), la presenza
di Walter si fa comunque sentire attraverso un pezzo di posta
inviato a Peter. Nella busta non segnata c’è la semplice immagine
di un tulipano bianco.
I fan di lunga data di Fringe
riconosceranno il significato del tulipano per Walter. Peter e
Olivia si sono incontrati per la prima volta in un campo di
tulipani bianchi a Jacksonville, in Florida, ma la simbologia va
ben oltre. Nell’episodio della seconda stagione, giustamente
intitolato “Tulipano bianco“, Walter incontra un collega
scienziato, Alistair Peck (Peter Weller), che sta usando il proprio
corpo come macchina del tempo.
Ma quando Walter si confronta con
Peck sulla sua arroganza nel rubare Peter da un altro mondo, rivela
una verità sorprendente che diventa la base del finale della serie.
Walter osserva che sta cercando un segno specifico del perdono di
Dio nei suoi confronti, un tulipano bianco che appare fuori fiore.
“Se Dio può perdonare me, forse è possibile che anche mio
figlio possa perdonarmi“, spiega.
Negli ultimi istanti di “An
Enemy of Fate“, Peter riceve l’immagine di un tulipano bianco
e, sebbene possa essere un po’ confuso sul suo significato, i fan
lo capiranno subito. Qualche episodio prima, Peter e Walter si sono
finalmente riappacificati, portando all’ultimo saluto di Peter con
il suo padre adottivo, che ora può chiamare “papà” invece di
“Walter”.
Sapendo che il figlio lo ha
perdonato, il suo viaggio nel futuro (per impedire la creazione
degli Osservatori) funge da penitenza finale e riceve il perdono
che cercava da tempo. Il tulipano bianco è il suo ultimo messaggio
a Peter, che riconosce che Walter è finalmente in pace, ovunque si
trovi.
Fringe è stato un precursore della
televisione fantascientifica e avremmo voluto che ce ne fossero di
più
Per molti versi, Fringe era una
serie in anticipo sui tempi. Si tuffava settimanalmente in trame
che oggi potrebbero passare un’intera stagione a sviscerare. Che si
tratti di linee temporali alternative, mondi paralleli, superpoteri
indotti da droghe o macchine complesse che riscrivono la realtà,
Fringe, sotto molti aspetti, sembrava un fumetto
in carne e ossa.
Non c’è quindi da stupirsi che sia
pieno di piccoli cenni alla DC Comics in particolare. Purtroppo, la
produzione dello show era un po’ troppo costosa. Non c’è quindi da
stupirsi che, dopo quattro stagioni da 20 episodi, la quinta e
ultima stagione di Fringe sia stata composta da soli 13
episodi.
Tuttavia, vale la pena di rivedere
Fringe. Con 100 episodi pieni di storie eccitanti
e sconvolgenti da raccontare (e con personaggi immensamente
amabili), questo è uno di quegli show che resiste anche a distanza
di un decennio. Francamente, potrebbe andare in onda oggi su una
rete televisiva ed essere ancora bello come allora, il che è una
forte testimonianza per coloro che sono stati coinvolti.
Forse un giorno torneremo a parlare
con Peter, Olivia, Walter e la banda, ma se così non fosse,
Fringe si è concluso su note altissime, e non sono
molti gli show che possono dirlo al giorno d’oggi.
Fringe in streaming è disponibile sulle seguenti
piattaforme:
In Presunto
Innocente, Jake Gyllenhaal prende il posto di
Harrison Ford come nuovo Rusty Sabich e ci
trascina nel vortice del dubbio nell’indagine sulla morte violenta
di Carolyn Polhemus (Renate Reinsve). Basata
sull’omonimo romanzo del 1987 di Scott Turow, già
adattato per il cinema da Alan Pakula nel 1990
(con Ford, appunto), la serie Apple
TV+ disponibile in piattaforma dal 12 giugno con
i primi due episodi racconta di legami ossessivi, sensi di colpa e
sospetto, ma anche di famiglia, di valore della giustizia e della
possibilità che dovrebbe avere ogni uomo di avere giustizia.
Presunto
Innocente, un nuovo adattamento per Apple
TV+
La miniserie in otto
parti di David E. Kelley co-prodotta da
J.J. Abrams offre una prospettiva completamente nuova
e aggiornata, differenziandola dall’adattamento cinematografico del
’90. Gli elementi fondamentali della trama rimangono inalterati, ma
questa versione si aggiorna alla contemporaneità e tanto per
cominciare mette da parte3 l’esasperato sessismo che permeava il
film. Ne traggono giovamento i tre principali personaggi femminili:
la vittima Carolyn, la moglie di Rusty, Barbara, interpretata da
un’intensa
Ruth Negga, e l’investigatrice capo, Det. Alana
Rodriguez (Nana Mensah).
Tre figure differenti e
approfondite, tutte che cercano di gestire il caos generato dalle
scelte impulsive di Rusty. Il quale, nella versione di Gyllenhaal è
un uomo disperato
alle prese con la gestione di una vita privata che si rivela non
all’altezza dell’immagine pubblica che aveva offerto alla comunità
e alla sua famiglia. Molto diverso dalla versione granitica di
Ford.
Kingston Rumi Southwick, Chase Infiniti e Ruth Negga in “Presunto
innocente”, disponibile dal 12 giugno 2024 su Apple
TV+.
La serie si apre in una
giornata di sole, con un’immagine di quotidiana serenità familiare,
poco prima che imperversi la tempesta, la scoperta dell’omicidio di
Carolyn. Nel giro di una manciata di episodi, Rusty si ritrova da
marito e padre esemplare, incaricato delle indagini sull’omicidio
della collega, a fedifrago e padre degenere, principale indiziato
di un omicidio che sostiene di non aver commesso. Il risultato è
uno del legal drama migliori degli ultimi tempi.
Una galleria di personaggi ben caratterizzati
La carta vincente di
Presunto Innocente è la capacità di approfondire e
dare dignità a ogni singolo personaggio, principale e secondario.
David E. Kelley, maestro del legal drama, riesce a tracciare
con la stesso precisione e profondità gli aspetti più intimi della
storia, come le sedute dalla terapeuta di Barbara, oppure le
reazioni dei figli di Russi alle terribili rivelazioni riguardanti
la vita del padre, fino agli intrecci politici che si muovono
dietro alle indagini e alle rivalità personali tra Rusty e i suoi
colleghi.
Non si è mai sicuri di
ciò che pensa il protagonista realmente “presunto
innocente”, nonostante le modalità di narrazione e di
costruzione visiva del racconto non mettano mai in chiaro se la sua
colpevolezza sia reale o inventata. La serie mette costantemente in
discussione la verità, l’innocenza, la colpevolezza, e persino il
senso di colpa che esterna Rusty è di difficile definizione,
indeterminabile.
Jake Gyllenhaal e Bill Camp in “Presunto innocente”, disponibile
dal 12 giugno 2024 su Apple
TV+.
Il risultato è
avvincente, una prova d’attore solida e convincente per Jake Gyllenhaal e per tutto il cast, ma anche
una conferma per Kelly che conferma di riuscire a indagare la mente
umana con grande raffinatezza e precisione.
I primi due episodi
di Presunto Innocente saranno disponibili il 12
giugno su Apple
TV+, con nuovi episodi in arrivo ogni mercoledì.
Dire che The
Acolyte – La seguacesi apre con il botto è un
eufemismo. Dopo che il materiale promozionale della nuova serie di
Disney+ dedicata a Star
Wars ha sottolineato la presenza di Carrie-Anne Moss nel ruolo della Maestra
Jedi Indara (una frase che ha riempito i fan di gioia), la
creatrice e showrunner Leslye Headland ha fatto
una mossa veloce uccidendo il personaggio della Moss a meno di
sette minuti dalla prima.
Nessuna strategia di marketing è
estranea all’idea di amplificare eccessivamente la presenza di un
personaggio preferito dai fan; se qualcosa aumenta l’interesse del
pubblico, è un lavoro ben fatto. Tuttavia, Moss è un colpo di
casting riconosciuto a livello internazionale e multigenerazionale,
tanto da rendere la rapida fine di Indara uno shock.
La mossa astuta – il piano di
Headland fin dall’inizio – è superbamente efficace in
molteplici contesti. La perdita di un personaggio promosso prima
dei titoli di testa sovverte le norme di Star
Wars, stabilisce una tensione elevata per un’epoca mai
vista prima e racconta una storia non detta attraverso l’eredità
cinematografica di Moss.
Carrie-Anne Moss porta i suoi
punti di forza in “The Acolyte
Prima della première di
The
Acolyte – La seguace, Leslye Headland aveva anticipato
che Indara era “molto ispirata a Trinity“. Per un
personaggio la cui morte dà il via al mistero della serie, la
Headland aveva bisogno di “qualcuno che entrasse in scena e ti
facesse subito pensare: “Oh, questa è la Jedi più potente nella
stanza“”.
Queste caratteristiche sono
evidenti nel momento in cui Carrie-Anne Moss gira
la testa per guardare Mae (Amandla Stenberg) in un
bar affollato. The
Acolyte si svolge alla fine dell’era dell’Alta
Repubblica, circa un secolo prima dell’ascesa dell’Impero e quando
i Jedi sono al massimo della loro potenza.
Naturalmente, qualsiasi Jedi
dell’Alta Repubblica ha un portamento più elegante rispetto alla
media degli utenti della Forza dell’era Skywalker. Anche
se hanno subito grandi perdite in passato, manovrano la galassia
con facilità. L’esperienza, sia addestrata che vissuta, va di pari
passo con la spada laser.
Tuttavia, a differenza del troppo
impaziente e pronto alla battaglia Yord (Charlie
Barnett), l’Indara di Moss irradia le qualità a cui ogni
Jedi dovrebbe aspirare e che troppi mancano al bersaglio. Tra la
bravura di Moss e le implicazioni culturali del suo casting,
traiamo delle ipotesi su Indara. Moss incarna queste aspettative.
C’è una nobiltà nel suo portamento, una saggezza nella sua presenza
e una forza studiatamente impiegata in ogni movimento. La
consapevolezza di Indara si fa sentire quando Mae si avvicina.
Anche se rifiuta gentilmente la
sfida a duello di Mae, rispetta questa donna e capisce che le sue
motivazioni devono essere prese sul serio. I compagni di tavolo di
Indara che ridono divertiti per qualcuno che vuole battersi con lei
la dicono lunga sulla sua reputazione, ma anche il Maestro Jedi che
li tranquillizza con un piccolo gesto. Moss conferisce a Indara
gravità, il peso di una lunga vita trascorsa in sintonia con la
volontà della Forza.
Mentre Mae istiga una rissa da bar,
Indara si alza lentamente, tenendo gli occhi vigili fissi sulla sua
aspirante avversaria. Interviene solo quando è chiaro che gli
avventori non hanno scampo: Mae sta vincendo spietatamente questa
rissa. Fermare i conflitti è il ruolo di Indara come custode della
pace galattica, e gli innocenti sono in pericolo. Tuttavia, non si
abbatte. Evade gli attacchi di Mae e i movimenti sono fluidi come
una danza conosciuta. La sua silenziosa fermezza è in contrasto con
lo sforzo di tutto il corpo e il respiro pesante di Mae.
Sebbene le abilità di Indara nel
Force-fu siano comode (dopotutto stiamo parlando di Trinità),
affidarsi a tecniche di combattimento diverse amplia il mondo di
Star Wars. I Jedi
dell’Alta Repubblica dovrebbero utilizzare la Forza con una
maggiore affinità e creatività. E, francamente, Indara che si mette
di traverso alle acrobazie di Mae è visivamente soddisfacente.
L’atmosfera di The Acolyte è riconoscibile come
Star Wars e offre
qualcosa di diverso in un franchise pieno di spade laser che
cercano di sostituire sceneggiature mediocri.
Indara è imperfetta ma nobile in
The Acolyte
Una volta che Indara riconosce Mae
come una minaccia legittima (un talentuoso utilizzatore della Forza
addestrato al di fuori dell’Ordine Jedi ha implicazioni
preoccupanti), passa all’offensiva. Il suo sguardo si affila,
passando da mediatrice a guardiana che dispensa misure
preventive.
Moss porta con sé oltre vent’anni
di competenza nel cambiamento, anche quando le azioni di Indara
continuano a deviare il bombardamento di Mae, senza istigare il
suo. La sua sorpresa è grave quando vede il volto di Mae, ma
tranquilla; Moss ha stabilito che sotto la superficie calma di
Indara c’è un’intensità ma non un temperamento focoso. La sua
reazione lascia spazio alla domanda se, come tutti gli altri,
Indara scambi Mae per la sorella gemella Osha, o se la Maestra Jedi
si senta sospettosa.
In ogni caso, poiché Indara era una
delle Jedi di stanza sul pianeta natale di Mae e Osha, le cose sono
diventate personali. Un fantasma del passato di Indara è tornato a
perseguitarla, un fantasma che si trattiene dal leggere nella mente
quando Mae distoglie la testa dalla mano di Indara che si avvicina.
Per Indara, le risposte non valgono la pena di ignorare il mancato
consenso di Mae. È un piccolo momento con una sostanza tematica più
grande. Altri Jedi nella sua posizione non esiterebbero a invadere
la mente di Mae.
Indara di The
Acolyte è la Jedi perfetta
Il fatto che Indara accenda la sua
spada laser solo quando è costretta a farlo mina le critiche di Mae
ai Jedi, almeno a questo particolare Jedi. Indara e il Maestro Sol
(Lee Jung-jae) sono paralleli arroganti e miopi,
che danno valore alle apparenze e alla moneta politica, o che
desiderano risolvere i problemi con le loro armi. Poiché i primi
apprezzano l’empatia e la diplomazia, rappresentano i veri principi
dell’Ordine.
Anche se Indara si avvicina a Mae
disarmata e con l’arma spianata, non riesce a sopraffare la donna
più giovane. Il suo avvertimento si trasforma in un consiglio e in
una supplica: una Maestra Jedi non è degna del suo titolo se le va
bene che la sua mano sia costretta a una violenza letale. Mae
sibila:
“Una Jedi non estrae la sua
arma se non è pronta a uccidere” e Indara abbassa l’arma
d’elite. Messa alla prova con le sue responsabilità giurate,
abbassa la guardia.
L’istinto di protezione degli
innocenti fa sì che Indara venga uccisa. Mae gioca sporco e sfrutta
le caratteristiche migliori di Indara lanciando un pugnale contro
l’innocente barista. Prima di questo episodio, Indara aveva
stabilito le sue priorità impedendo a una ragazza che cadeva di
colpire il pavimento. Ora, con un atto di auto-sacrificio, si
prende un pugnale nel cuore. Sebbene sia spaventata e in preda al
rimorso (per cosa, non lo sappiamo ancora e potremmo non
scoprirlo), salvando il barista, ha fatto la scelta attiva di
esporsi.
La Maestra Jedi Indara muore come
un eroe doveroso, emblema dello scopo dell’Ordine. Grazie alla
precisa interpretazione di Carrie-Anne Moss, è
anche una guerriera umana. Indara mostra difetti e una storia, non
solo una collezione di riconoscimenti da “vera Jedi”.
Carrie-Anne Moss è perfetta per
The Acolyte
Poiché la morte di Indara
rappresenta l’evento chiave di The Acolyte, la
posta in gioco non è mai stata così alta per una serie di Star
Wars. Uno dei tropi preferiti del franchise sono le
morti drammatiche, ma mai così rapidamente. Se riescono a far fuori
Carrie-Anne Moss, il nome più riconoscibile della
serie, le scommesse sono chiuse.
Non solo muore un Jedi prima dei
titoli di testa, ma è il Jedi della Moss: quello che alcuni fan
erano più ansiosi di vedere. La sua perdita è la versione di
Star
Wars del trucco di Scream con Drew Barrymore. Dopo Indara, nessun
personaggio dell’Accolito è al sicuro, né lo sono i valori
fatiscenti che i Jedi si sforzano di sostenere.
Leslye Headland ha
cercato una reazione del tipo “le cose sono cambiate“.
“Ho pensato che [la morte di Indara] fosse un buon tono per lo
show“, ha detto a
Variety. “Mostra che i Jedi subiranno delle perdite e che i
buoni e i cattivi non sono sempre quelli che si pensa che
siano“. L’Accolito spruzza questa introspezione in tutte le
due parti della première. Finora, la serie ha prefigurato la caduta
dei Jedi esplorando sia le persone imperfette all’interno
dell’Ordine sia il modo in cui l’istituzione si compromette.
Da parte sua, la Moss è stata
conquistata dalla visione di Headland e ha apprezzato il suo tempo
limitato nella serie. Ha dichiarato a
Empire: “Nella mia anima e nel mio spirito, interpretare
questo Maestro Jedi e allenarmi per la lotta è stata un’esperienza
straordinaria”. Anche se la Moss ha avuto poco tempo per
esercitarsi nello scontro con Amandla Stenberg, non sorprende che
la sempre accattivante Moss lo faccia sembrare senza sforzo,
intimidatorio e tragico.
La presenza dell’attrice potrebbe
durare solo sette minuti (senza contare le scene di flashback
anticipate dai trailer), ma l’enorme effetto a catena di
The Acolyte parla a Moss quanto a Indara. La scena
d’apertura è un gioco d’azzardo che combina il suo talento, le
nostre associazioni con lei e le nostre aspettative sul canone di
Star Wars.
È una tripletta che pochi, a parte
Moss, avrebbero potuto realizzare con l’impatto necessario.
The Acolyte non si compromette affidandosi al
cameo di un famoso interprete. La Moss infonde una vita
straordinaria al suo personaggio, amplificando i pochi momenti in
cui una Trinity più vecchia, matura e saggia brandisce una spada
laser verde in qualcosa da cui è impossibile distogliere lo
sguardo.
I nuovi episodi di The
Acolyte sono disponibili in streaming il martedì su
Disney+.
Per celebrare gli spettacoli
passati, presenti e futuri, l’account ufficiale di Apple TV+
X ha pubblicato un nuovo video promozionale e diverse foto in
anteprima di alcuni dei suoi spettacoli più attesi. Uno degli
spettacoli che hanno ricevuto un primo sguardo è Silo
Stagione 2, il dramma fantascientifico distopico
interpretato da
Rebecca Ferguson, Tim Robbins, Common
e altri.
Tra le immagini del primo look ci
sono diversi scatti di Juliette Nichols della
Rebecca Ferguson in piedi fuori dal
Silo ( la nostra
recensione) con la sua tuta per le pulizie, così come
Robert Sims di Common e Bernard Holland di
Robbins. Le nuove immagini non hanno una data di uscita
ufficiale, ma è possibile che l’attesissima seconda
stagione di Silo possa uscire prima della
fine dell’anno.
Apple
TV+ è diventata la casa dei migliori show di
fantascienza del mondo: attualmente è in corso la messa in onda di
Dark Matter, mentre di recente è stata completata la prima
stagione di Constellation, cancellata poco dopo il finale della
prima stagione.
La prima stagione di Silo è stata
apprezzata dalla critica e divisa dal pubblico, con un punteggio
dell’88% per la prima e del 64% per la seconda sul sito aggregato
Rotten Tomatoes. Sebbene non sia stata nominata agli Emmy Awards,
la serie ha vinto diversi BAFTA per la migliore scenografia e la
migliore musica originale di fiction, e ha visto la protagonista
Ferguson ricevere una nomination al Saturn Award per la sua
interpretazione di Juliette Nichols.
La star di Silo Rebecca Ferguson è in cima al mondo
L’attrice è già partita alla grande
nel 2024, interpretando Lady Jessica nel film più importante
dell’anno, Dune: Part
Two, accanto alle star Timothée Chalamete
Zendaya. Ha anche un progetto di fantascienza in
uscita nel 2025, intitolato Mercy, in
cui reciterà con
Chris Pratt e Annabelle Wallis.
Silo racconta la
storia di un gruppo di persone che vivono in un gigantesco silo
sotterraneo e sono state condizionate a credere di essere più
sicure all’interno. Quando qualcuno si comporta male nel silo,
viene mandato fuori a “pulire”, solo per non essere più visto,
mentre i suoi amici e la sua famiglia lo guardano mentre
“muore”.
Il finale della prima stagione di
Silo è stato caratterizzato da uno dei migliori colpi di scena
della storia della televisione e i fan attendono con ansia il
prossimo capitolo della storia di Juliette Nichols.
La seconda stagione di Silo non ha ancora una
data di uscita ufficiale. Guardate le prime immagini qui sopra e
guardate la prima stagione di Silo in streaming in esclusiva su
Apple
TV+.
Rey Skywalker (come decide di farsi
chiamare al termine di Star Wars: L’ascesa degli Skywalker) sta per tornare
nella galassia di Star Wars in un nuovo film del regista
Sharmeed Obaid-Chinoy. Daisy Ridley, come noto, riprenderà il suo
ruolo di eroina della trilogia sequel della Saga degli Skywalker
con il prossimo film che si svolgerà 15 anni dopo gli eventi di
Star Wars: L’ascesa degli Skywalker. C’è molto di cui
essere entusiasti quando si parla dell’atteso ritorno di Rey in
Star Wars, ma meglio non dare per scontato che Ridley sia pronta a
guidare un’altra trilogia.
In un nuovo episodio del podcast
Smartless, la Daisy Ridley ha dichiarato al co-conduttore
Sean Hayes che ha firmato per interpretare Rey solo in un altro
film di Star Wars. Almeno, questo è il caso “per ora”. Ha
anche detto che si aspetta di ricevere le prime pagine della
sceneggiatura del nuovo film di Star Wars “a breve”. “È molto
bello”, ha detto Ridley a proposito del film di Obaid-Chinoy
su Star Wars, “uno scrittore diverso, un regista
diverso. Immagino che sarà una sensazione molto diversa“.
Star Wars: L’ascesa degli Skywalker è stato accolto da
recensioni mediocri quando è uscito nel 2019 ed è noto come uno dei
film più deboli della Saga di Skywalker. Le critiche al film non
erano però rivolte a Ridley, che si è distinta come uno degli
aspetti più forti e coerenti dell’intera trilogia sequel. Il suo
ritorno nei panni di Rey non può dunque che essere positivo, anche
se si pensa che ci vorrà un po’ di tempo per ritrovare il ritmo che
ha sviluppato nei tre film precedenti.
Cosa sappiamo sul nuovo film di
Star Wars con Daisy Ridley?
Gli unici dettagli ad oggi
confermati su questo progetto che sarà diretto da
Obaid-Chinoy e sarà ambientato 15 anni dopo gli
ultimi eventi della
Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia
della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei poteri che si
ergono per abbatterlo. Ad oggi il film è noto proprio come
Star Wars: New Jedi Order, anche se questo non è
ancora stato confermato come il titolo ufficiale. Per il momento,
Daisy Ridley è l’unico nome confermato del
cast e non è noto se altri personaggi della trilogia sequel
torneranno o meno in questo sequel.
The Acolyte, l’ultima novità della collezione di
contenuti originali di Star Wars di Disney+, ha fatto un grande
successo sulla piattaforma di streaming, ma non è un debutto così
grande come quello di un’altra serie di Star
Wars, Ahsoka.
Disney ha rivelato il numero di
visualizzazioni che
The Acolyte (la
nostra recensione) ha
ricevuto nei primi cinque giorni dalla prima del 4 giugno, con
un totale di circa 11,1 milioni di visualizzazioni. Si tratta di
circa 3 milioni in meno rispetto al lancio che Ahsoka
ha ricevuto al suo
debutto, che è stato di circa 14 milioni di visualizzazioni.
Tutto ciò nonostante
The Acolyte abbia battuto un record per Disney+, diventando la prima più vista
sullo streamer per il 2024 con 4,8 milioni di visualizzazioni.
La nuova serie ambientata nell’Alta
Repubblica che si svolge al di sotto di Ahsoka non è
incredibilmente sorprendente, dal momento che
The Acolyte è più incentrata su un cast di
personaggi nuovi di zecca che su quelli già consolidati. Non solo
il pubblico ha conosciuto la protagonista dello show (Rosario
Dawson) in The Mandalorian Season 2 e The Book of Boba Fett, ma Ahsoka e i
suoi co-protagonisti hanno anche una lunga storia nell’animazione
di Star Wars, quindi il loro debutto in
live-action ha reso la serie una delle più attese di
Disney+.
Questo non vuol dire che
The Acolyte non abbia ancora qualcosa da offrire ai
fan di Star Wars, perché la serie ambientata nell’Alta Repubblica
sta già aggiungendo un contesto intrigante all’universo precedente
alla Minaccia Fantasma.
Cosa significano i numeri degli
spettatori di “The Acolyte” per il futuro di “Star Wars” su
Disney+?
Probabilmente non sapremo con
esattezza l’andamento di
The Acolyte su Disney+ fino alla conclusione della
Stagione 1, il 16 luglio. La conclusione della
serie permetterà agli spettatori di capire meglio se è prevista una
seconda stagione. Ma qual è il futuro degli show di Star
Wars su Disney+?
Non è un segreto che la Disney si
stia lentamente allontanando dal rilasciare troppi progetti
televisivi sulla piattaforma, in particolare per quanto riguarda
Star Wars e Marvel. Questo è
indicativo del fatto che la quarta stagione di The
Mandalorian sia stata messa in attesa a favore di un
film per il cinema, The
Mandalorian & Grogu.
Questo non significa che Disney+ sia stato abbandonato del
tutto. Più avanti nel corso dell’anno, i fan dovrebbero aspettarsi
l’uscita di una nuova serie live-action intitolata Skeleton
Crew del regista di Spider-Man Jon Watts,
che si concentrerà su un gruppo di bambini abbandonati mentre
navigano nella dura galassia di Star Wars. Sono in
cantiere anche una seconda stagione di Ahsoka e
una seconda stagione di Andor.
I primi due episodi di
The Acolyte sono disponibili ora su Disney+, mentre i nuovi episodi saranno
trasmessi ogni martedì alle 18:00 PT.
Il destino di 9-1-1: Lone
Star è tutt’altro che certo, e i segnali indicano che
questa sarà la sua ultima stagione, ma due delle star dello show
stanno offrendo messaggi di speranza ai fan preoccupati.
Rafael Silva, che
interpreta l’agente di polizia Carlos Reyes, e Ronen
Rubinstein, che interpreta il medico T.K. Strand – e
marito di Silva sullo schermo – hanno affrontato direttamente le
voci, assicurando ai fan che non è stata presa alcuna decisione
definitiva sul futuro della serie. Entrambi sono intervenuti su
Instagram per cercare di dissipare i timori.
Tuttavia, nessuno dei due attori ha
commentato l’altra notizia importante: Sierra
McClain, che interpreta Grace Ryder, non tornerà
come series regular nella quinta
stagione. “Ovunque la nave salpi, [sono]
grato per la famiglia che ho creato in questo show“, ha
scritto Silva, mentre Rubenstein ha aggiunto:
“In nessun punto di
quell’articolo si affermava un destino certo per il nostro show. Ma
una cosa che so per certo è che continueremo a versare il nostro
sangue, sudore e lacrime in questi ultimi episodi e vi consegneremo
la nostra stagione più speciale di sempre. Spero di vedervi tutti a
settembre“.
Negli ultimi anni, il cast e la
troupe di 9-1-1: Lone Star hanno affrontato
diverse sfide.
Secondo
Deadline, due anni fa i rappresentanti degli attori hanno
cercato di negoziare un aumento prima della quarta
stagione. Normalmente, i series regular firmano contratti
di sei anni con piccoli aumenti di stipendio incorporati. Gli show
di successo spesso rinegoziano per ottenere aumenti sostanziali in
cambio del prolungamento dei contratti.
Tuttavia, lo studio ha rimandato
queste trattative a dopo la quarta stagione e, quando è stato
contattato di nuovo, ha rifiutato di rinegoziare, lasciando
intendere che la quinta stagione sarebbe stata l’ultima della
serie. Agli attori sono stati invece offerti dei bonus, che secondo
alcune fonti sarebbero stati insufficienti.
L’uscita di scena di
McClain, tra le voci sulla possibile fine della
serie, ha acuito il dramma dietro le quinte. Le controversie
contrattuali e i cambiamenti nel cast hanno creato tensioni, e
Robyn Lively, che interpreta Marlene Harris, ha
aumentato le speculazioni pubblicando – e rapidamente cancellando –
un messaggio criptico sulla stagione finale.
Questo ha portato i fan e i membri
del cast a interrogarsi sul futuro dello show e, secondo Deadline,
molti personaggi fissi della serie stanno già cercando nuovi ruoli,
lasciando intendere che credono che la quinta stagione sarà
l’ultima.
Per ora, i fan di 9-1-1:
Lone Star devono aspettare per vedere se la quinta
stagione segna la fine dello show o se c’è speranza di continuare.
Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questo dramma
che si svolge sia sullo schermo che fuori.
Nel 1993
Johnny Depprecita nel ruolo del protagonista
in Edward
mani di forbice, il film di Tim
Burton, che gli aprirà definitivamente le porte di
Hollywood, rendendolo una star con pochi eguali. Il film ha inoltre
dato il via al fortunato sodalizio tra Depp e Burton, che avrebbero
poi lavorato insieme in diversi altri progetti. L’attore, però, non
era la prima scelta per il ruolo ma ha rivelato di essersi dovuto
scontrare con una forte competizione, riuscendo però infine a far
suo il ruolo del tenero Edward.
Secondo quanto riportato da People, durante le riprese di
una docuserie senza titolo su Burton,
Johnny Depp ha rivelato alla regista Tara
Wood di aver battuto nomi del calibro di Tom Hanks, Tom Cruise e persino MichaelJackson. Ha
poi aggiunto che Cruise “non era molto lontano
dall’interpretare davvero Edward mani di forbice. Storia
vera”. L’attore ha poi dichiarato che la sceneggiatura di
Burton e Caroline Thompson “ha attraversato
ogni cosa, qualsiasi cosa, solida ed è andata al cuore di ciò che
sono. La scrittura era bellissima. Il personaggio era bellissimo.
Ciò che suppongo mi abbia attratto emotivamente è che Edward ero
io“.
“Era esattamente quello che
volevo fare”, ha aggiunto Johnny Depp. Ma vista la stella nascente di
Burton nonché l’interesse di Hollywood per il progetto, l’attore ha
pensato: “Non mi scritturerà mai quando tutti a Hollywood
vogliono la parte”. “Tim si stava davvero destreggiando
perché viene contatto dal suo agente, dallo studio, da tutti. Così
ho chiamato la mia agente dopo aver letto il copione e le ho detto:
‘Per favore, cancella l’incontro, non ci vado’“, ha ricordato
Depp. “Lei mi ha risposto: ‘Sei impazzito?’”.
“È stato strano perché c’è
sempre quel bastardo nel tuo cranio che ti dice: ‘Dai, amico. Sei
un attore televisivo“. Perché all’epoca si trattava quasi
di una scelta o l’una o l’altra“, ha spiegato
Johnny Depp. Dopo aver “finalmente ceduto” e
aver incontrato Burton, Depp ha dunque battuto i nomi
precedentemente rivelati, ottenendo la parte che gli è valsa la
prima nomination ai Golden Globe e lo ha reso tra gli attori più
richiesti da quel momento in poi.
Una scena dal film Edward mani di forbice
Johnny Depp protagonista di Edward mani di
forbice
La storia si svolge in un ridente e
colorato quartiere di periferia, a cui si contrappone un tetro e
tenebroso castello. Qui, da orma troppo tempo, vive in completa
solitudine il giovane Edward, creatura quasi
umana, la cui imperfezione lo costringe ad isolarsi dal resto del
mondo, timoroso di affacciarsi ad una società poco incline ad
accettarlo. Edward, ha infatti delle forbici per mani, a causa
della prematura morte del suo creatore. Scoperto però dalla gentile
Peggy, rappresentante Avon alla disperata ricerca
di clienti, Edward si troverà ora per la prima volta a lasciare
quel tetro ambiente, trovando ospitalità nella cittadina fino a
quel momento temuta.
Qui egli sviluppa una straordinaria
capacità creativa che gli varrà un’iniziale amicizia dell’intero
vicinato. La grande voglia di Edward di conoscere una realtà
diversa da quella sino ad allora vissuta non basterà però perché il
quartiere si liberi definitivamente di quei pregiudizi tanto temuti
dal giovane. Ben presto, infatti, egli sarà costretto a rapportarsi
e scontrarsi con il bigottismo e l’ipocrisia, a causa dei quali si
sentirà sempre più smarrito. Per sua fortuna a rassicurarlo ci sarà
la bella figlia di Peggy, Kim, grazie alla quale
Edward scoprirà l’esistenza di un sentimento mai conosciuto prima:
l’amore.
Sono ormai diversi anni che si parla
di un film o di una serie televisiva sugli Young
Avengers e il finale di The
Marvels sembra finalmente anticipare il loro arrivo.
Nelle scene finali del film, intatti, Ms. Marvel recluta Kate Bishop/Occhio
di Falco in una squadra che si dice ha iniziato ad assemblare. In
una nuova raccolta di indiscrezioni condivisa da The Cosmic Circus, Alex Perez
sostiene ora che gli Young Avengers
probabilmente arriveranno prima di film come Thor
5, suggerendo dunque che i Marvel Studios stanno finalmente facendo sul
serio nel riunire questi eroi.
Per quanto riguarda la possibilità
che il progetto unisca finalmente Wiccan e
Hulkling, una coppia LGBTQ+ molto popolare nei
fumetti, Perez sembra sicuro che accadrà. “Billy non è ancora
il Wiccan. Ma siate pazienti“, stuzzica. “Mi aspetto che
si incontrino nel prossimo film degli Young Avengers”.
Sappiamo che incontreremo Billy Kaplan per la prima volta in
Agatha
All Along e, in un’altra parte di questo rapporto, si dice
che il personaggio aprirà le porte all’esplorazione di “un lato
più sconosciuto del MCU con le streghe e un’altra forma
di magia” capace di influenzare i progetti futuri.
Per quanto riguarda gli altri eroi
adolescenti dell’Universo Marvel, Perez afferma che al
momento non ci sono piani per Cloak e
Dagger o per i Runaways,
personaggi che in passato sono stati protagonisti degli show in
streaming della Marvel Television. Per quanto
riguarda i possibili compagni di squadra,
recentemente Iman
Vellani – interprete di Ms Marvel, aveva dichiarato:
“Ironheart sarebbe divertente. Vorrei anche dire Kid Loki,
perché è l’unico che mi viene in mente. Beh, lui e Patriot, credo.
E forse Billy e Tommy, anche se non sono ancora stati approfonditi
nel MCU. Non vedo l’ora di vedere se
una di queste storyline andrà avanti“.
Gli Young Avengers
debuttano nell’universo Marvel nel 2005
grazie ad Allan Heinberg e Jim Cheung, i quali danno vita a questo
gruppo di supereroi adolescenti che ha un solo sogno:
seguire le orme degli Eroi più potenti della Terra. Il
team viene assemblato da Iron Lad, ossia Nathaniel
Richards, figlio di Reed e Sue (alias Mr. Fantastic e
Donna Invisibile) il quale aveva attraversato il flusso temporale
nella speranza di prevenire sia un’apocalisse che il suo destino di
diventare Kang. Ad oggi, un progetto su questo
gruppo sembra sempre più probabile, dunque non resta che attendere
maggiori notizie.
Fin dall’inizio, si diceva che il
film Deadpool &
Wolverine avrebbe avuto a che fare con le conseguenze
di Doctor Strange nel Multiverso della Follia e, più
specificamente, con l’attacco di Scarlet Witch alla Terra-838. Il
film avrebbe dovuto mostrarci cosa ne è stato di quel mondo dopo
che Wanda ha ucciso gli Illuminati, con un “futuro distopico
guidato da una manciata di individui imparentati con i membri
deceduti degli ex Illuminati”.
La loro intenzione sarebbe poi stata
quella di muovere guerra alla Terra-616, con il Magneto di Sir
Ian McKellen a guidare la carica. Non siamo
sicuri di quale fosse l’idea, ma è possibile che questo sia
collegato ai piani dell’ex sceneggiatore di Avengers
5, Jeff Loveness. Comunque sia,
secondo The Cosmic Circus – il sito che
ha originariamente dato la notizia sulla presenza di Scarlet Witch
e Magneto – entrambi i personaggi non fanno più parte di
Deadpool &
Wolverine.
Vengono così ribadite le precedenti
affermazioni riguardo il loro taglio durante lo sviluppo del
progetto. “No, non fanno parte del film, per quanto ne
so”, spiega Alex Perez del sito. “Quello che sapevo erano
idee che venivano discusse approfonditamente e concetti che erano
interessati ad esplorare. Sfortunatamente, la maggior parte di
questi concetti non si è concretizzata e dovrete aspettare il film
per vedere a cosa mi riferisco“.
Wendy Molyneux e
Lizzie Molyneux-Logelin erano state ingaggiate per
scrivere la sceneggiatura del film nel 2020, ma poi Ryan Reynolds, Rhett Reese,
Paul Wernick, Zeb Wells e
Shawn Levy ci hanno rimesso mano. Come ci si può
aspettare, è probabile che in questo lasso di tempo siano stati
apportati grandi cambiamenti ed è possibile immaginare che i piani
originali prevedessero che Deadpool provenisse dalla Terra-838. Per
scoprire se tutto ciò troverà conferma, non resta che attendere
l’uscita in sala del film.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free
Guy e
The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso
progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da
parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano
svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce
recente afferma che anche Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Deadline, nel dedicare un
approfondimento sulla nuova serie Man On Fire, con
Yahya Abdul-Mateen II, ha riportato anche che la
serie MarvelWonder
Man – di cui sempre Abdul-Mateen II sarà protagonista,
sarà composta da 10 episodi. Si tratta di un piccolo aggiornamento
su questo progetto ancora in fase di sviluppo e su cui al momento
si dispone di pochi dettagli ma che ci conferma
che Wonder
Man non sarà composto solo da 6 episodi come avvenuto
per la maggior parte delle serie Marvel ma avrà invece una durata
più canonica.
Yahya Abdul-Mateen II in Aquaman
Cosa sappiamo sulla serie TV
Wonder Man?
Wonder
Man ha arruolato Andrew Guest come
capo sceneggiatore e Cretton ha diretto i primi due episodi.
Durante gli scioperi dell’anno scorso si era vociferato che la
serie fosse stata cancellata; tuttavia, come per Daredevil:
Born Again, crediamo che la serie sia stata invece
revisionata e migliorata dal punto di vista creativo.
La star di Aquaman e Il RegnoPerduto, Yahya Abdul-Mateen
II interpreterà il protagonista, mentre Sir
Ben Kingsley riprenderà il ruolo di Trevor Slattery in
Iron Man 3 e Shang-Chi e la leggenda dei
dieci anelli. Lo scorso aprile è stata confermata la
presenza di Demetrius Grosse nel ruolo del Tristo
Mietitore, mentre si vocifera la presenza di numerose star, tra cui
Ed Harris,
Bob Odenkirk e Courtney Cox.
Wonder
Man ha fatto il suo debutto nei fumetti Marvel Comics nelle
pagine di Avengers #9 nel 1964. Inizialmente un cattivo, fu poi
ritrasformato in un eroe (e in un Vendicatore) negli anni Settanta.
Il Tristo Mietitore è suo fratello e le sue onde cerebrali sono
state utilizzate da Ultron come base per la Visione; in seguito, si
è unito ai Vendicatori della Costa Ovest ed è diventato una star di
Hollywood.
Wonder Man non ha ancora una data di
messa in onda confermata.
The
Boys torna per la sua
quarta stagione il 13 giugno, promettendo un’estate piena di
nuovi Supes, tanta violenza e il ritorno di uno dei cattivi più
terrificanti della TV. Da un numero musicale ispirato a
Judy Garland al famigerato episodio “Herogasm”, la terza
stagione ha avuto molti momenti salienti, ma con così tante parti
in movimento, può essere difficile ricordare dove ci siamo lasciati
alla fine della stagione.
Nella
terza stagione, i Ragazzi si separano temporaneamente, in
quanto in disaccordo sulla linea d’azione da seguire riguardo
all’uccisione di Patriota (Antony Starr) da parte
di Soldier Boy (Jensen
Ackles), ma si riuniscono nel finale, aggiungendo un
nuovo membro alla squadra: Starlight/Annie (Erin
Moriarty). Dopo l’uscita della terza stagione nel 2022, è
stata realizzata una nuova serie spin-off, Gen V (la nostra
recensione), che si ricollega agli eventi della prossima
stagione. Ecco cosa dovete ricordare in quella che sarà sicuramente
un’esplosiva
stagione 4 di The
Boys.
Patriota è più terrificante che
mai
Sebbene Patriota
(Homelander) sia sempre stato malvagio, nelle prime due
stagioni ha cercato di mantenere una facciata eroica nei confronti
del pubblico, ma la terza stagione lo vede andare ancora più fuori
di testa. Dopo che Starlight l’ha smascherato via livestream
nell’episodio 6 e poi di nuovo nell’episodio 8, Patriota ha
iniziato a insinuare pubblicamente pericolose cospirazioni sul
fatto che Starlight sia un trafficante di esseri umani.
La scoperta che suo padre è Soldier
Boy non fa che aumentare la sete di sangue di Patriota, che alla
fine della terza stagione ha persino convinto suo figlio Ryan
(Cameron Crovetti) a unirsi a lui, nella speranza
di avere con Ryan il rapporto che non ha mai avuto con Soldier
Boy.
Nella scena finale della terza
stagione di The Boys, Patriota presenta Ryan a una
folla di suoi sostenitori fuori dalla Vought
Tower. Quando un manifestante pro-Starlight colpisce Ryan
con una lattina di soda, Patriota usa la sua visione termica per
ucciderlo sul posto. Dopo un lungo silenzio, i suoi sostenitori
scoppiano in un applauso, che Kripke ha poi confermato essere un
riferimento all’affermazione dell’ex presidente Trump del 2016,
secondo cui avrebbe potuto sparare a qualcuno in pieno giorno senza
perdere voti.
La reazione dell’Patriota, che è
diventata un momento fondamentale della serie fino ad ora, lo
mostra mentre si rende conto di poter abbandonare la facciata e
abbracciare pubblicamente il suo vero io omicida, perché i suoi
sostenitori lo acclameranno a prescindere. Vediamo anche Ryan che
lentamente si apre in un sorriso, suggerendo che la quarta stagione
potrebbe vederlo seguire le orme distruttive del padre.
L’arco narrativo di Victoria
Neuman
La
seconda stagione ha introdotto Victoria Neuman
(Claudia Doumit), una giovane politica anti-Vought
ispirata alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, ma la terza
stagione l’ha vista evolversi completamente in un’altra importante
antagonista, le cui capacità di spaccare la testa rappresentano una
minaccia ancora maggiore man mano che acquisisce potere.
La terza stagione ha fornito la
storia di Neuman, compreso il periodo trascorso al Red River
Institute di proprietà della Vought – lo stesso orfanotrofio in cui
Marie Moreau (Jaz Sinclair) di Gen V avrebbe poi
trascorso la sua infanzia – fino all’adozione da parte dell’ex
amministratore delegato della Vought Stan Edgar (Giancarlo
Esposito).
Nonostante si schieri pubblicamente
a favore della regolamentazione delle attività dei Supe con
l’Ufficio Federale per gli Affari Superumani, Neuman è segretamente
una Supe lei stessa, con il potere di manipolare il sangue. È
Hughie a scoprirlo per primo quando, a sua insaputa, assiste
all’esplosione della testa di qualcuno in un vicolo.
Nel penultimo episodio della
terza stagione, “Here Comes a Candle to Light
You to Bed“, Neuman si offre di dire a Patriota dove è
nascosto Ryan in cambio dell’uccisione di uno dei suoi rivali
politici. Patriota esternalizza la richiesta di Neuman, incaricando
The Deep di uccidere il compagno di corsa del candidato
presidenziale Robert Singer (Jim Beaver),
permettendo a Neuman di intervenire.
Con l’appoggio di Patriota, il
percorso di Singer/Neuman verso la vittoria è chiaro e la corsa
presidenziale costituirà uno sfondo interessante per la prossima
stagione. In caso di vittoria, Neuman sarebbe a una sola testa
esplosa dalla presidenza. Un altro dettaglio importante da
ricordare è che Neuman ha iniettato il composto V anche a sua
figlia Zoe (Olivia Morandin) ed è stato confermato
che Zoe avrà un ruolo maggiore nella prossima stagione. Non è
ancora chiaro quali siano esattamente i suoi poteri, ma nel trailer
della quarta stagione appare brevemente con quattro tentacoli che
le escono dalla bocca.
Tre personaggi importanti sono
stati uccisi (più o meno)
Alla fine della terza stagione, i
Sette si sono completamente disgregati. Starlight ha rinunciato al
suo posto nella squadra, ma Black Noir (Nathan
Mitchell) e Queen Maeve (Dominique
McElligott) non sono stati altrettanto fortunati. Black
Noir, che ha una lunga storia e un profondo odio per Soldier Boy,
torna alla Vought Tower per unire le forze con Patriota e ucciderlo
definitivamente. Ma Patriota cambia idea dopo aver scoperto che
Black Noir sapeva che Soldier Boy era suo padre
da sempre e lo uccide a sangue freddo.
Sebbene questa versione di Black
Noir sia definitivamente morta, la sua ricomparsa nel
teaser trailer della Stagione 4 è stata sorprendente.
Fortunatamente per Vought, un eroe silenzioso e senza volto come
Black Noir è facile da sostituire senza che il pubblico se ne
accorga e, secondo Kripke, Mitchell tornerà per interpretare “un
personaggio diverso che indossa il costume di Black Noir”.
Mitchell è stato l’uomo dietro
l’imperscrutabile maschera nera per le prime tre stagioni, ma il
suo volto non è mai stato mostrato in The Boys
(Fritzy-Klevans Destine interpreta il giovane Black Noir quando
viene brevemente smascherato nella terza stagione, episodio 3).
Quindi, anche se Mitchell tornerà, in futuro interpreterà una
versione diversa di Black Noir.
Un Supe che molto probabilmente non
tornerà nella quarta stagione è la regina Maeve, che si è
sacrificata nel finale della terza stagione per salvare New York
dall’ira di Soldier Boy. Dopo una resa dei conti con Patriota,
Maeve affronta Soldier Boy, lanciandoli entrambi fuori dalla Vought
Tower prima che lui esploda un’esplosione che avrebbe ucciso tutti
i presenti.
Secondo Vought, il sacrificio di
Maeve li ha uccisi entrambi, ma in seguito vediamo un filmato della
telecamera di sicurezza in cui i ragazzi soccorrono Maeve dopo
l’esplosione. Anche se l’esplosione non l’ha uccisa, Maeve perde i
suoi poteri (e un occhio), ma ha comunque un lieto fine. Ashley
(Colby Minifie) cancella il filmato di sicurezza e
l’ultima volta che vediamo Maeve si è riconciliata con la sua
ragazza Elena (Nicola Correia-Damude) e le due
lasciano New York per iniziare una nuova vita tranquilla in una
fattoria. Maeve passa la proverbiale torcia a Starlight nella
ricerca apparentemente infinita di uccidere finalmente Patriota, ma
la sua sopravvivenza alla fine della terza stagione lascia ancora
aperta la porta per un potenziale ritorno in futuro.
Il finale di stagione ci fa anche
credere che Maeve sia riuscita a portare con sé il Soldatino, ma
una rivelazione dell’ultimo minuto mostra che anche lui è
sopravvissuto all’attacco. Soldier Boy viene rimesso in un sonno
criogenico, questa volta monitorato da Grace Mallory (Laila
Robins), e Kripke ha praticamente confermato che tornerà
in futuro, dicendo a
Entertainment Weekly: “Non posso immaginare che la serie
finisca senza che Soldier Boy faccia un’altra apparizione“. Ha
già fatto un cameo nell’episodio 6 di Gen V come proiezione nella
mente di Cate (Maddie Phillips), e il tempo ci
dirà quando tornerà in futuro.
I Sette si arricchiscono di nuovi
membri nella quarta stagione e si incrociano con “Gen V”
Il finale della terza stagione ha
visto i Sette ridotti ai soli Patriota, A-Train (Jessie T.
Usher) e The Deep (Chace
Crawford). Con Queen Maeve “morta” e
Starlight dichiarata nemico pubblico numero uno, la quarta
stagione introdurrà due nuove donne nei Sette: Sorella Sage
(Susan Heyward) e Firecracker (Valorie
Curry). Sorella Sage, la prima donna nera dei Sette, ha
un’intelligenza sovrumana e potrebbe essere un’alleata molto
pericolosa per Patriota. Firecracker, secondo Kripke, è
essenzialmente una Supe dell’alt-right che “rappresenta sia i
membri dei movimenti cospirazionisti che i media super-estremisti
di destra”.
Il trailer della quarta stagione
offre anche uno sguardo a due personaggi della Gen V, Cate Dunlap e
Sam Riordan (Asa Germann), che, in base al finale
di stagione della Gen V, lavoreranno con Patriota in futuro. Cate
ha il potere di controllare gli altri toccandoli, mentre Sam ha una
superforza e una durata simile ai poteri di Kimiko (Karen
Fukuhara). Dopo l’attacco all’Università di Godolkin, di cui Vought
incolpa Marie e i suoi amici, Cate e Sam vengono nominati nuovi
“Guardiani di Godolkin”. Non è chiaro quale ruolo avranno Cate e
Sam nella quarta stagione, ma i loro poteri rappresentano
sicuramente una grande minaccia.
Butcher non ha più molto tempo a
disposizione
Nel finale della terza stagione,
viene rivelato che Butcher ha i giorni contati, non per il
tentativo di Supes di ucciderlo, ma per gli effetti nocivi del Temp
V. Nonostante Annie lo abbia avvertito che il Temp V è dannoso per
il cervello umano, Butcher continua a prenderlo, perché è la sua
migliore possibilità di affrontare Patriota.
Dopo l’attacco di Soldier Boy alla
Vought Tower, Butcher finisce in ospedale, dove un medico lo
informa che gli restano circa 12-18 mesi di vita a causa dei danni
provocati dal Temp V al suo cervello, alzando ulteriormente la
posta in gioco per Butcher, che è ancora deciso a uccidere
Patriota. Non essendo uno che mostra debolezza, Butcher non dice a
Hughie (Jack Quaid) o al resto dei Boys delle sue condizioni, ma
sembra più che mai intenzionato a far fuori Patriota, Vought e ora
Victoria Neuman.
Starlight si unisce ufficialmente
ai The Boys
Starlight, che in precedenza aveva
cercato di apportare cambiamenti positivi dall’interno della
Vought, ha agito come doppiogiochista prima di denunciare
completamente i Sette nella terza stagione, smascherando Patriota e
la Vought in generale. Dopo aver reso pubblica la loro relazione
all’inizio della terza stagione, Hughie diventa insicuro con
Starlight, che deve sempre venire in suo soccorso.
Anche Annie è fortemente contraria
all’uso della Temp V da parte di Hughie e i due si lasciano dopo
Herogasm, ma si riconciliano nel finale di stagione. Nonostante la
resistenza di Butcher, che diffida di tutti i Supes, Annie si
ingrazia costantemente il gruppo, legando sia con Kimiko che con
Mother’s Milk (Laz Alonso). Dopo aver gettato il suo costume da
Starlight nello scivolo della spazzatura, i ragazzi votano
all’unanimità per rendere Annie un membro ufficiale del gruppo.
Con la
quinta stagione già confermata – e una
seconda stagione di Gen V in produzione – The
Boys e il suo universo esteso non andranno da nessuna
parte tanto presto. Se le ultime tre stagioni sono indicative, la
prossima stagione sarà ricca di momenti sconvolgenti, morti
terribilmente creative e riferimenti a problemi della vita
reale.
The Boys in
streaming è disponibile su Prime Video negli
Stati Uniti e i primi tre episodi della quarta stagione usciranno
il 13 giugno.
The Boys in streaming è
disponibile sulle seguenti piattaforme:
Il regista francese Thomas Cailley ha aperto la sezione Un
Certe Regarde di Cannes 2023 con il suo The Animal
Kingdom. che arriva nelle sale italiane il 13 giugno con I
Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection. Il genere umano è
in piena mutazione, un virus sta trasformando gli uomini in
animali. Queste creature però non sono considerate malvagie, anzi
fin da subito il film di Cailley racconta una certa integrazione tra le
due parti. Queste creature però sono accompagnate in un percorso di
adattamento in dei centri specializzati.
Queste mutazioni sono lente e
imprevedibili e colpiscono gli esseri umani di qualsiasi età. È
quanto accaduto alla mamma di Émile (interpretato
da Paul Kircher) e suo padre,
François (interpretato Romain Duris) che cercano di gestire la
situazione facendo vedere alla donna – ormai completamente
trasformata in un lupo – che è tutto normale. Non si conosce
l’entità delle mutazioni, né se sono contagiose, ma una cicatrice
sulla guancia di Émile, si trasforma presto in un
problema da risolvere.
The Animal
Kingdom, la trama
Il film di Cailley
cambia immediatamente prospettiva quando un furgone con a bordo le
creature deraglia. Émile e
François si recano subito sul posto per apprendere
la notizia: la madre era sul furgone e adesso è scappata. Padre e
figlio iniziano la ricerca con il tentativo maldestro di
comprendersi meglio l’un l’altro. François però non sa che il
figlio è in fase di trasformazione. The Animal
Kingdom attraverso la mutazione da uomo ad animale
racconta del passaggio di Émile all’età adulta,
mischiando finzione e realtà in quello che si presenta come un film
fantasy.
Per questo una parte della
pellicola è dedicata anche al rapporto teen tra
Émile e Nina (interpretata da
Billie Blain) e tra François e
Julia (interpretata da Adèle Exarchopoulos). Due rapporti diversi e
generazioni nati dalla disperazione della ricerca di una via di
fuga dalla realtà anche se nel film verrà approfondito maggiormente
il primo. Due rapporti che devono lottare contro il tempo perché
più passa più le trasformazioni si evolvono, non lasciando la
possibilità alla parte umana di emergere. Per Émile il destino è
già segnato. Volutamente il regista ci mostra le parti più crude
della sua trasformazione: gli artigli, la forza e l’olfatto
potenziati.
I mutanti
Oltre alla madre che vediamo
riapparire in seguito, gli altri mutanti protagonisti di
The Animal Kingdom mostra l’uomo-uccello
mutante (interpretato da Tom Mercier), Fix (come
si fa chiamare) l’uccello che imparerà a volare. Insieme a lui
Froggy, una ragazza che si arrampica sugli alberi
e sembra trasformarsi in un camaleonte. Ma non sono i soli, esiste
tutta una comunità nel bosco – creata proprio dopo il deragliamento
del furgone – dove vive anche la madre di
Émile.
Ma sul finale, The Animal
Kingdom si perde anche quella che doveva essere la
premessa originaria del film del rapporto tra uomo e natura. L’idea
che queste creature possano coesistere con gli esseri umani viene
lasciata all’immaginazione dello spettatore, senza concretezza,
perché alla fine questa convivenza non si concretizza. Per il resto
il film porta alta la bandiera del coming of age senza
esitazione e anzi la trasformazione di Émile e i
suoi cambi repentini di umore, dalla rabbia alla gioia,
costituiscono un punto a favore della narrazione nel romanzo di
formazione che fa Cailley con The Animal
Kingdom. La mutazione è trama
fantastica ma è anche metafora del cambiamento che l’adolescente
affronta.
Contrariamente a quanto circolato in
rete nei mesi scorsi, sembra che il tanto chiacchierato film live
action degli X-Men, che segnerà il loro ingresso a
tutti gli effetti nel MCU, potrebbe non avvenire in tempi
brevi. Ad aprile era infatti circolata la notizia secondo cui
le
riprese potrebbero svolgersi verso la fine del prossimo anno,
con un’uscita in sala a quel punto prevista per il 2026.
Alex Perez di The Cosmic Circus,
però, riporta ora di aver saputo che gli X-Men faranno il loro
debutto nel MCU solo dopo Avengers:
Secret Wars. Se la notizia fosse esatta, sarebbe
dunque in contraddizione con le precedenti notizie secondo cui gli
eroi mutanti avrebbero fatto parte del film evento. Il sito
aggiunge che il motivo per cui la squadra sarà introdotta dopo
Secret Wars “sarà spiegato in Deadpool & Wolverine”.
Qualora ciò si rivelasse vero,
vorrebbe dire che gli X-Men non compariranno in tutto il loro
splendore sul grande schermo prima del 2027, anno di uscita di
Avengers:
Secret Wars. Risulta difficile da credere, visto anche
il
colpo di scena nella scena post-credits di The
Marvels, che sembra proprio rendere gli X-Men parte di
eventi che culmineranno nel sesto film dedicato agli Avengers. Non
resta però a questo punto che attendere Deadpool &
Wolverine per scoprire se offrirà davvero la risposta
a questa domanda.
Hugh Jackman e Ryan Reynolds in una scena di Deadpool &
Wolverine.
Quando arriverano gli X-Men nel
MCU?
I film dedicati ai mutanti Marvel hanno
cominciato la loro corsa cinematografica nel 2000 con il primo film
di Bryan Singer, seguito nel 2003 dal secondo
capitolo. Nel 2006 è uscito Conflitto finale
diretto da Brett Ratner. Nel 2009 è stata
inaugurata la trilogia dedicata a Wolverine che ha percorso le sale
parallelamente con la tetralogia prequel: del 2009 è X-Men
le origini – Wolverine, del 2011 X-Men:
l’inizio, del 2013 Wolverine
– l’immortale, del 2014 Giorni di un futuro passato, del 2016
Apocalisse,
del 2017 Logan:
The Wolverine e del 2019 Dark
Phoenix.
I due film dedicati a
Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati
ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e
Wolverine porterà nel MCU i due eroi del
titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso
l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non
sappiamo quando arriveranno ufficialmente con il film tutto loro
che è stato annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la
recente serie animata X-Men ’97 il loro debutto potrebbe
ormai sempre imminente.
Recentemente la pagina Instagram di
Atlanta Filming ha condiviso una foto dell’attore di
Doctor StrangeBenedict Wong con la
didascalia “perché uno stregone dovrebbe essere in Cap
4?”. Come ci si potrebbe aspettare, la notizia si è
trasformata in un rumor secondo il quale lo stregone Wong avrebbe
fatto la sua apparizione in
Captain America: Brave New World, ma sembra che
l’attore – recentemente visto anche in Il problema dei 3
corpi – si trovasse semplicemente in città per girare un
altro progetto mentre il film del MCU era in fase di reshooting.
“Sì, è in città”, ha
chiarito il fotografo in un nuovo post. “La gente l’ha visto
camminare in centro. Ma per sapere se sta facendo una stregoneria o
meno dovrete aspettare. Sta girando un altro progetto, ma questo
non significa che stia girando o meno per il Cap 4. Se volete
immaginare una trama con o senza di lui, per me va bene. Ma non ho
intenzione di dirvi che avete ragione o torto“.
Lo stesso scooper MTTSH ha poi affermato che no,
Wong non sarà presente in
Captain America: Brave New World. L’assenza dello
stregone e delle sue magie è in realtà coerente con quello che il
progetto sembra voler essere, ovvero un film prevalentemente
realistico nel suo raccontare di problematiche “da strada” e
intrecci politici. Sappiamo che ci saranno alcuni personaggi
sovrumani, ma ciò sembra non priverà il film delle caratteristiche
fino ad oggi comunicate.
Benedict Wong in una scena di Doctor Strange nel Multiverso della
Follia
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the Winter
Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The
Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un
“thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno
del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la
sua trasformazione radioattiva alla fine deL’incredibile
Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la
cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà
degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà
il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come
già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad
ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti
della Fase
5.
Anthony
Mackie ha recentemente dichiarato che questo film
è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il
nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“,
ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale
comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui
ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America:
The Winter Soldier“.
Mentre continua la produzione di
The
Peacemaker – Stagione 2, abbiamo notizie di due nuove
aggiunte al cast della serie spin-off di The Suicide Squad di James Gunn. THR riporta infatti che l’attrice
Sol Rodriguez di Picard
e David Denman, attore di The Office,
hanno entrambi firmato per ruoli di supporto, e almeno uno di loro
interpreterà un personaggio affermato della DC Comics.
Mentre i dettagli sul ruolo di
Denman sono stati tenuti nascosti, Rodriguez è stata scritturato
per il ruolo di Sasha Bordeaux, che ha fatto il
suo debutto come alleato di Batman nel n. 751 di Detective
Comics del 2000. Introdotta per la prima volta come giovane
artista marziale assunta come guardia del corpo di Bruce Wayne da
Lucius Fox, il Cavaliere Oscuro ha in realtà addestrato la Bordeaux
come sua nuova apprendista prima che venisse incastrata per
l’omicidio di Vesper Fairchild e mandata in prigione. In seguito si
è unita all’agenzia governativa Checkmate.
La Rodriguez ha interpretato la
dottoressa Teresa Ramirez nella seconda stagione di Picard
ha anche diretto la commedia romantica di Netflix Holiday in
the Vineyards. Tra gli altri suoi crediti figurano il reboot
di Party of Five di Freeform e la serie Devious
Maids di ABC Signature/Lifetime. Denman è invece probabilmente
noto per aver interpretato Roy in The Office della NBC, e
in precedenza ha lavorato con Gunn in
L’angelo del male – Brightburn. È apparso anche in
13 Hours, Big Fish, Bosch: Legacy e nell’attuale serie
di Netflix Eric.
John Cena è Peacemaker in una scena di The Suicide
Squad
Chi ci sarà in Peacemaker – Stagione 2?
La prima stagione di James Gunn ha visto protagonisti John Cena nel ruolo di Peacemaker,
Danielle Brooks nel ruolo di Leota Adebayo,
Jennifer Holland nel ruolo di Emilia Harcourt,
Freddie Stroma nel ruolo di Adrian
Chase/Vigilante, Steve Agee nel ruolo di John
Economos, Chukwudi Iwuji nel ruolo di Murn,
Robert Patrick nel ruolo di Auggie Smith/White
Dragon, Frank Grillo sarà Rick Flag, Sr. e altri
ancora.
L’agenzia conferma inoltre che Gunn
sarà il regista di tre episodi della seconda stagione. I dettagli
sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag
Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione di suo figlio Rick Jr.
da parte di Peacemaker in The Suicide Squad.
Il cast del film biopic su
Bruce Springsteen, dal titolo Deliver Me
From Nowhere, sta continuando ad arricchirsi: secondo le
fonti di Deadline, Paul Walter
Hauser (Richard
Jewell, Tonya, Crudelia) è
in trattative per unirsi al film. Anche se non è stato confermato,
le fonti dicono che interpreterà il tecnico della chitarra di lunga
data Mike Batlan in questo film prodotto dai 20th
Century Studios.
Batlan era il tecnico che agli inizi
della carriera di Springsteen costruì uno studio di registrazione
nella camera da letto dell’appartamento della rockstar a Colts
Neck, nel New Jersey. Alla fine sarebbe diventato uno dei
principali tecnici di Springsteen nei tour degli anni Settanta e
Ottanta. Questo nuovo progetto va dunque ad aggiungersi ad un
elenco di impegni particolarmente importanti per l’attore.
Dopo aver vinto l’Emmy per la sua
interpretazione nella miniserie Black Bird di Apple
TV+, Hauser interpreterà Chris Farley nel nuovo biopic The
Chris Farley Show. Il pacchetto, che vede lui protagonista e
Josh Gad alla regia, è stato venduto alla New Line
all’inizio di quest’anno in un accordo eccezionale che mette Hauser
in fila per un’altra possibile stagione di premi. Recentemente ha
anche ottenuto un ruolo segreto nel film dei Marvel StudiosThe Fantastic
Four. Hauser avrà anche
un ruolo nel remake di Una pallottola spuntata.
Kathy Bates, Sam Rockwell, Paul Walter Hauser in Richard Jewell.
Foto di Claire Folger.
Deliver Me From
Nowhere: tutto quello che sappiamo sul biopic su Bruce
Springsteen
Come noto, Jeremy Allen White – star
di The
Bear– interpreterà Springsteen e Scott
Cooper dirigerà il biopic, che racconta la storia della
realizzazione del classico album di Springsteen Nebraska.
è in trattative per interpretare il manager di lunga data di
Springsteen, Jon Landau. Cooper sta anche
scrivendo il film, basato sul libro di Warren Zane
del 2023 “Deliver Me From Nowhere: The Making of Bruce
Springsteen’s Nebraska”.
In aprile, lo studio ha chiuso un
accordo per finanziare e distribuire il film, che segue l’icona del
rock ‘n’ roll che, dopo aver lottato con i suoi demoni personali e
aver cercato di diventare una superstar globale, ha scritto e
registrato Nebraska, l’album del 1982 che rivaleggia con
Blue di Joni Mitchell come uno degli
album più emotivamente crudi, oscuri e onesti della storia della
musica recente.
Scott Stuber, nella sua prima mossa
dopo aver lasciato il ruolo di responsabile di Netflix Film, sta
producendo con Ellen Goldsmith-Vein ed Eric Robinson del Gotham
Group. Springsteen e Landau sono coinvolti nella realizzazione del
film, le cui riprese dovrebbero iniziare in autunno. “È un
onore irripetibile collaborare con Bruce Springsteen, un artista
stimolante e incomparabile che rappresenta così tanto per così
tanti”, ha dichiarato il presidente di Disney Live Action e
20th Century Studios David Greenbaum il mese
scorso quando il progetto è stato annunciato.
La produttrice Stacey
Sher sarà premiata con il Raimondo Rezzonico Award durante
la prossima edizione del Locarno Film
Festival. Il prestigioso riconoscimento, dedicato a
personalità eccezionali che hanno svolto un ruolo di primo piano
nella produzione cinematografica internazionale, celebra una figura
chiave del cinema indipendente americano, una donna che, con
tenacia e lungimiranza, ha introdotto alcune fra le opere più
emblematiche di registi come
Quentin Tarantino e
Steven Soderbergh nell’immaginario dei cinefili di
tutto il mondo.
Pochi produttori possono dire di
aver trasformato radicalmente il panorama del cinema indipendente
americano e di aver al contempo definito il tono di un’intera epoca
attraverso i loro film. Stacey Sher è una di loro.
Insieme ai co-produttori Danny DeVito e Michael
Shamberg, ha realizzato alcuni dei più grandi film cult
degli anni Novanta:
Pulp Fiction (1994), Get Shorty (1995), Matilda 6
mitica (1996),
Gattaca – La porta dell’universo (1997) e Out of
Sight (1998).
Ma altrettanto notevoli sono le
opere che ha prodotto nel corso del nuovo millennio, grazie
all’approfondimento e all’espansione del sodalizio con
Quentin Tarantino e Steven Soderbergh, oltre alle
numerose collaborazioni artistiche con Oliver Stone,
Cate Blanchett,
Bradley Cooper,
Liam Neeson,
Chris Pine e molti altri nomi di spicco dell’industria
cinematografica. Il lavoro di Sher non si limita al cinema: ha
prodotto anche serie TV di successo – fra cui Reno 911! e
Mrs. America (2020) – e guidato la società di videogiochi
Activision nei suoi primi passi nel mondo degli adattamenti
cinematografici. Insieme a Soderbergh, Sher ha inoltre prodotto la
93esima cerimonia degli Oscar.
Giona A. Nazzaro,
Direttore artistico del Locarno Film Festival: “Il lavoro di
Stacey Sher ha profondamente ridefinito la nostra concezione di
cinema indipendente. Gli anni Novanta sono stati segnati in modo
indelebile dal suo sesto senso e dalla sua visione di produttrice.
Sotto la sua guida, il decennio ha infatti dato vita ad alcuni dei
film più significativi della storia del cinema americano. La sua
collaborazione con cineasti come Tarantino e Soderbergh testimonia
la sua visione e dedizione all’arte cinematografica. Che sia in
film come Gattaca (1997) di Andrew Niccol o Man on the Moon (1999)
di Miloš Forman, il suo desiderio di sfidare i limiti di ciò che è
possibile fare nel cinema è evidente. Onorare e celebrare i
notevoli traguardi di Stacey Sher al Locarno Film Festival con il
rinomato Raimondo Rezzonico Award è per noi un privilegio e una
gioia, oltre che un regalo agli amanti del cinema di tutto il
mondo.”
Il programma dell’omaggio
Stacey Sher riceverà il Raimondo
Rezzonico Award in Piazza Grande la sera di giovedì 8 agosto.
L’omaggio includerà la proiezione di due dei titoli più importanti
della sua carriera:
Venerdì 9 agosto alle 10.30 il
pubblico avrà la possibilità di incontrare la produttrice
cinematografica durante una conversazione che si terrà al Forum
@Spazio Cinema.
Il Raimondo Rezzonico Award,
offerto dal Comune di Minusio, è stato istituito nel 2002 in
memoria del Presidente del Festival tra il 1981 e il 1999.
La 77esima edizione del
Locarno Film Festival si terrà dal 7 al 17 agosto
2024.
Stacey Sher – Biografia
Stacey Sher ha prodotto molti film
di grande successo, raggiungendo quasi 2,2 miliardi di dollari di
incassi al botteghino. Tra le sue numerose produzioni
cinematografiche, tanto stimate dalla critica quanto popolari, si
annoverano classici come Pulp Fiction (1994), Django Unchained
(2012) e The Hateful Eight (2015) di Quentin Tarantino; Out of
Sight (1998), Erin Brockovich (2000) e Contagion (2011) di Steven
Soderbergh; o ancora Giovani, carini e disoccupati (1994), Get
Shorty (1995), La mia vita a Garden State (2004) e Respect
(2021).
Sher è stata nominata due volte
agli Oscar, per Django Unchained di Quentin
Tarantino (con Jamie Foxx, Leonardo DiCaprio, Christoph Waltz,
Samuel L. Jackson e Kerry Washington) ed Erin Brockovich di
Steven Soderbergh (con Julia Roberts e Albert Finney).
Attualmente, Sher ha un accordo televisivo “first look” con FX e
ABC Signature Productions. Nel 2020, ha prodotto la miniserie di FX
Mrs. America (2020), che ha ottenuto 10 nomination agli Emmy.
Ha inoltre co-prodotto la 93esima
edizione degli Oscar, insieme a Steven Soderbergh e a Jesse
Collins, ottenendo anche in questo caso una nomination agli Emmy.
Più recentemente, Sher ha prodotto Heretic, il thriller di prossima
uscita targato A24 con protagonista Hugh Grant, e il debutto alla
regia di Chris Pine, Poolman (2023), con Chris Pine, Danny DeVito e
Annette Bening.
Sher ha ricevuto numerosi
riconoscimenti, in particolare dall’American Civil Liberties Union
(ACLU) per il suo impegno in progetti cinematografici e televisivi
stimolanti, ricchi d’ispirazione e profondamente riflessivi, che
trattano temi che vanno dalla sicurezza pubblica all’istruzione,
dalla giustizia sociale alla censura. Sher è inoltre membro di
numerose organizzazioni cinematografiche, tra cui l’Academy of
Motion Pictures Arts and Sciences, la BAFTA, l’Academy of
Television Arts and Sciences e la Producers Guild of America.
La scorsa settimana,
un’indiscrezione di The Cosmic Circus ha suggerito
che Peter Parker si scontrerà con due dei suoi cattivi più iconici
nella nuova trilogia di Spider-Man che si dice sia
in lavorazione presso i Marvel Studios e la Sony Pictures, e ora
potremmo essere stato rivelato chi sono questi villain. Si dice
infatti che il piano prevede che Spidey incontri nuovamente
Green Goblin e Doctor Octopus nei
nuovi film, ma questo non significa che saranno Norman Osborn e
Otto Octavius.
Il sito lascia infatti intendere che
altri due personaggi assumeranno tali vesti. “So che molte
persone sono curiose di sapere come faranno esattamente Doc Ock e
Green Goblin quando sarà il momento. Vorrei solo far sapere a tutti
che il mondo intero ha guardato il combattimento finale durante No
Way Home. E potrebbe o meno aver ispirato un paio di persone nel
MCU“. Non si tratterebbe
dunque di varianti di Terra-616 bensì di emulatori, che potrebbero
però rivelarsi non meno pericolosi degli originali.
Ad oggi non ci sono notizie certe né
su Spider-Man 4 né sui successivi capitoli di
questa nuova annunciata trilogia. Ma Alex Perez di The Cosmic
Circus ha condiviso anche altre informazioni su Spider-Man
4. Secondo l’insider, l’annuncio ufficiale è previsto per
quest’anno e il film non dovrebbe includere elementi multiversali,
a parte il simbionte Venom rimasto in questa realtà da Spider-Man:
No Way Home. Secondo Perez, invece, a non comparire nel
film sarà Gatta Nera, che si vociferava potrebbe essere
interpretata da Sydney Sweeney.
Si riporta infine che gli eventi di
Daredevil:
Born Again avranno un impatto “pesante” sull’Uomo
Ragno e che il film potrebbe muoversi proprio a partire da dove la
serie si concluderà. Per il momento si tratta però di rumor, per
cui sarà necessario attendere notizie certe. Di certo sarebbe
interessante vedere Green Goblin e il Doctor Octopus fare il loro
ritorno in scena, anche se interpretati da attori che non sono
Willem Dafoe e Alfred Molina. Un’eredità pesante da assumere,
ma che potrebbe generare ulteriore interesse nei confronti del
film.
Alfred Molina è Doctor Octopus in Spider-Man: No Way
Home
Cosa sappiamo su Spider-Man
4?
Sembra che il piano sia quello di
riportare Spider-Man alle sue radici, con una storia a livello
della strada che, secondo quanto riferito, vedrà Peter
“seppellire completamente la vita che aveva come Peter Parker e
sostituirla con il mantello di Spider-Man, poiché è perseguitato
dalla sua colpa commessa in [Spider-Man:
No Way Home].”
Oltre a
Tom Holland,
Zendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ. Si
vocifera che Sydney Sweeney possa interpretare Gatta Nera,
mentre Scorpion e persino gli Spider-Slayers sono stati presi in
considerazione come cattivi del prossimo film. Al momento, il ruolo
di
The Kingpin sembra essere certo, se si crede agli scoop dei
social media.
Per quanto riguarda i dettagli della
trama, di recente si è parlato della possibilità che Peter Parker
indossi la tuta aliena introdotta per la prima volta alla fine di
Spider-Man: No Way Home e che Venom appaia in qualche
veste. Come sempre, restate sintonizzati per gli aggiornamenti su
Spider-Man 4 non appena li avremo.
Dopo 26 anni le donne Owens
ritornano. La Warner Bros. ha annunciato un film sequel al classico
del 1998, Amori e Incantesimi, con Sandra Bullock e Nicole Kidman in trattative per tornare.
Il primo film vedeva Bullock e
Kidman nei panni delle streghe sorelle Owens, che vengono travolte
da una maledizione soprannaturale dopo che Bullock
(involontariamente) droga e uccide l’ex fidanzato violento di
Kidman (Goran Višnjić) costringendole a rianimare
il suo cadavere. Diretto da Griffin Dunne e
adattato dall’omonimo romanzo del 1995 di Alice
Hoffman, il film originale rappresenta un punto fermo per
le persone che amano davvero la stregoneria.
I fan hanno iniziato a
parlare del futuro di Amori e Incantesimi
domenica, quando a mezzanotte è stato fatto un annuncio su TikTok –
un cenno alla scena dei “margarita di mezzanotte” del primo film –
che riportava che il film era ora disponibile in digitale e
disponibile per lo streaming su MAX, ma la grande notizia è stata
riservata a lunedì mattina, quando è stato annunciato che
Amori e Incantesimi 2 era ufficialmente in
lavorazione.
Il film segue le donne della
famiglia Owens, un gruppo di donne incantatrici con inclinazioni
magiche, benedette dal dono soprannaturale ma maledette dalla loro
matriarca. Dopo essere stata abbandonata dal suo amante, incinta e
sola, Maria Owens ha lanciato un incantesimo su se stessa per non
provare mai più l’agonia dell’amore.
Il film originale è pieno di magia,
dalla colonna sonora perfetta di Alan Silvestri
(il primo omaggio alla Warner Bros. anticipato all’inizio di questa
settimana online) al modo in cui Dunne ha filmato gli atti
paranormali delle Owens. Un sequel potrebbe essere un’operazione
davvero interessante per le due attrici che, in questi anni, sono
diventate tra le più ricercate e potenti di Hollywood.
Luc Jacquet,
l’esploratore e regista che ha vinto l’Oscar per La marcia
dei Pinguini nel 2006, porta la sua macchina fotografica e
il suo amore per il Polo Sud in un viaggio in un luogo dove bastano
pochi passi per circumnavigare il globo. Un viaggio prima di tutto
interiore che va a decifrare il fascino di Jaquet
per un continente magnetico: l’Antartide. Con Viaggio al
Polo Sud, nelle sale italiane dal 13 giugno con Movies Inspired, Luc
Jaquet condivide con il pubblico la lunga strada verso
l’Antartide; dalla Terra del Fuoco e da Capo Horn, ci mostra che
raggiungere questa terra ostile richiede una grande forza di
volontà e di sacrificio.
Viaggio al Polo Sud: il ritorno a
casa di Luc Jaquet
Con Viaggio al Polo
Sud, presentato alla scorsa edizione del Locarno Film
Festival, Luc Jacquet torna nelle terre
australi sotto forma di diario di viaggio introspettivo. Sin dalla
sua prima visita, il continente bianco ha agito come una calamita
per il regista, che non è riuscito a staccarsene una volta tornato
dalla sua spedizione. Il viaggio dell’esploratore inizia in
Patagonia, sulla punta delle Ande. Lì ritrova l’atmosfera e i suoni
di un tempo: il sussurro delle ali dei condor sopra la sua testa,
lo scricchiolio del ghiaccio al passaggio della barca. Il decennio
trascorso lontano dall’Antartide rivela l’impronta dannosa
dell’uomo sulla natura: dove un tempo c’era una foresta, ora la
terra è arida e decimata.
In ogni momento, sente la presenza
dei grandi esploratori che hanno compiuto il viaggio prima di lui,
come Magellano e la sua squadra nel XVI secolo. A Capo Horn, il
documentarista si imbatte nelle balene blu. La barca ha fatto il
suo primo scalo su una terra vergine: il ghiacciaio Larsen, che un
tempo si estendeva per chilometri, è praticamente
scomparso. Arrivato nel cuore dell’Antartide, Luc
Jacquet incontra i tanto attesi pinguini imperatore, che
non vedeva da 10 anni. Con questo nuovo film sul continente
australe, il documentarista non enfatizza più le sue percezioni
fisiche, ma concentra la narrazione sulle sue sensazioni emotive.
Guidato dalle sue emozioni, racconta in modo esoterico la nostalgia
del viaggiatore che non smette di voler tornare in Antartide per
vedere l’animale che lo ha reso un successo.
Come non rimanere
affascinati dall’andatura goffa dei pinguini –
Papua, Adélie o
Imperatore? Questi abitanti non hanno altra verità
da proclamare che la loro capacità di domare questi territori dove
l’uomo rimane una presenza intermittente; da qui, la necessità di
accettare ciò che la natura è disposta a dare loro.
Jaquet si racconta viaggiando
Viaggio al Polo Sud
di Luc Jacquet è un lungometraggio molto
personale, raccontato con le parole e la voce del regista, che lo
dirige in prima persona. Esattamente trent’anni dopo aver messo
piede per la prima volta in Antartide, l’uomo che ha ottenuto un
enorme successo e ha vinto l’Oscar per il miglior documentario nel
2006 con La marcia dei pinguini torna a cercare di
spiegare la sua dipendenza emotiva dal continente magnetico.
Così, Jaquet torna
a viaggiare nelle profondità del Polo Sud, in questi spazi superbi,
tanto temibili quanto fragili, dove solo le specie animali abituate
al freddo estremo riescono a sopravvivere. Il viaggiatore
accompagna il suo racconto in barca e poi in slitta con una pagina
di letteratura accurata, dove le parole si fondono con i paesaggi
sontuosi. Questo viaggio interiore nel cuore di una natura
inaridita è come un ritorno all’infanzia e una riconciliazione con
i demoni che rodono il regista.
Quello di Viaggio al Polo
Sud è un viaggio a senso unico attraverso le sue emozioni,
girato in un bianco e nero artistico e talvolta astratto, scelta
che permette alla natura di respirare e al suo silenzio di farsi
sentire. Luc Jacquet segue i suoi desideri
piuttosto che un copione stabilito: nessuna erudizione o grandi
discorsi in quest’ora e venti minuti in terra incognita, ma le
parole di un uomo che riesce a condividere la sua passione e i suoi
pensieri sullo stato del pianeta.
A stretto contatto con la fauna dei
ghiacci, Luc Jacquet si meraviglia della tenerezza
dei pinguini e della nascita di una giovane foca leopardo.
Viaggio al Polo Sud è un’esperienza orale e intima
che richiede una certa sensibilità e che potrebbe tenere a distanza
chi desidera lasciarsi incantare in silenzio dalla poesia delle
immagini. Un male minore che non toglie nulla alla grazia di questo
continente magnetico e al messaggio ecologico di Luc
Jacquet.
In una recente intervista, la star
di Thunderbolts*Julia Louis-Dreyfus ha confermato di aver
terminato le riprese delle scene in cui interpreta l’intrigante
Contessa Valentina Allegra de Fontaine, ma ha esitato a parlare del
film in modo più dettagliato. Tuttavia, l’attrice è stata un po’
più disponibile parlando con il New York Times, suggerendo
che Thunderbolts*
potrebbe essere più incentrato sui personaggi di quanto ci si
aspetta.
“È molto ben organizzato. Molto
metodico. E non lo dico in senso negativo“, ha detto la
Louis-Dreyfus parlando del suo periodo di lavoro nel team-up dei
Marvel Studios. “In particolare in questo
film, sono molto concentrati, francamente, sulla storia umana, che
ci crediate o no. Stanno cercando di tornare alle loro radici, per
così dire. E quindi si concentrano molto su questo aspetto. Stanno
cercando di evitare il più possibile la CGI o altro, in modo che le
acrobazie siano ovunque.
“E infatti ne ho dovute fare un
paio“, afferma l’attrice di Thunderbolts*.
Louis-Dreyfus ha rifiutato di rispondere a una domanda sulla
possibilità di fare le sue acrobazie nell’intervista precedente, ma
sembra che Val vedrà davvero un po’ di azione. “Lo sto facendo
sembrare come se volassi in aria come Capitan America o altro, ma
non è così”, ha aggiunto prima di chiarire: “È solo
un’acrobazia molto, molto, molto, molto breve”.
Julia Louis-Dreyfus in The Falcon and the Winter
Soldier
Tutto quello che sappiamo su
Thunderbolts*
Durante il panel dei Marvel Studios al
D23 2022, il presidente dei Marvel
StudiosKevin
Feige ha svelato il cast del prossimo film
Thunderbolts*,
che sarà una squadra composta principalmente da supercriminali e
antieroi. Comprende la Contessa Valentina Allegra de
Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah Jon-Kamen), US Agent
(Wyatt
Russell), Taskmaster (Olga
Kurylenko), Yelena Belova/Black Widow
(Florence
Pugh) e Il Soldato d’Inverno (Sebastian
Stan). Secondo quanto appreso la contessa Valentina
Allegra de Fontaine metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry.
Harrison Ford – ammesso che sia ancora
presente – sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Thunderbolts*
è attualmente previsto nelle sale il 2 maggio
2025. Il film sarà diretto da Jake
Schreier, la cui storia come regista non è estremamente
ampia, avendo lavorato solo a Robot & Frank del 2012,
Paper Towns del 2015 e alla versione filmata del 2021 di
Chance the Rapper’s Magnificent Coloring World Tour.
A partire dal 12 giugno è
disponibile in streaming su Netflix Ricchi a tutti i costi,
una commedia irriverente, come la piattaforma l’ha definita,
prodotta nel 2024 e sceneggiata e diretta da Giovanni
Bognetti, qui al suo quarto lungometraggio. La stessa
firma di Natale a tutti i costi, il film campione di incassi del
2022, remake italiano della pellicola francese Mes très chers
enfants diretta da Alexandra Leclère nel 2021: un film
che parla di sé attraverso le cifre, dal momento che dalla sua
uscita ha totalizzato circa 22 milioni di spettatori. Ricchi a
tutti i costi riprende tutti i personaggi di questo film per
trasportali in un sequel ‘estivo’ della storia. Ritroviamo infatti
la famiglia Delle Fave al completo: il padre Carlo, interpretato da
Christian De Sica, la madre Anna, a cui presta il volto
Angela Finocchiaro, e i due figli, Emilio e Alessandra,
interpretati da Claudio Colica e Dharma Mangia
Woods.
Ricchi a tutti i costi: caldo
estivo e toni noir
La commedia assume stavolta toni
noir, ribaltando il copione del precedente film di Bognetti: dalle
atmosfere del Natale si passa infatti al caldo di una delle più
belle e vacanziere isole del Meditarraneo e da un plot improntato
alla separazione scopriamo in Ricchi a tutti i costi una famiglia
più unita che mai. Fin troppo, verrebbe da dire, dal momento che la
copiosa dose di cinismo che caratterizza i Delle Fave stavolta
potrebbe portare addirittura a un omicidio.
La famiglia si riunisce
intorno a uno dei meccanismi più classici (e più belli) utilizzati
dal cinema per innescare ua storia e l’arco di cambiamento dei
personaggi, ovvero il viaggio. Ma andiamo per ordine: i sei milioni
di euro ereditati dalla nonna Giuliana (Fioretta Mari) nel
primo film non sono più al sicuro. L’anziana ereditiera, infatti, è
stata circuita da Nunzio, un latin lover tanto rampante quanto
sospetto interpretato da Nini Bruschetta, una vecchia fiamma
di Anna con un passato fumoso e due mogli decedute alle spalle. La
coppia ha annunciato alla famiglia di voler convolare a nozze
nell’isola di Minorca per poi trasferirsi in Brasile.
Quale che sia la natura della
preoccupazione dei familiari, la vita della nonna o i sei zeri del
suo conto in banca, la miccia ha preso fuoco e con essa la
girandola di gag più o meno riuscite. A compattarle e dare loro una
consistenza che rappresenta poi il vero punto forte della trama, è
il doppio binario che innesta la follia di un piano omicida, ovvero
eliminare Nunzio per proteggere la nonna (e i sei zeri del conto in
banca) da un matrimonio fatale, sulle relazioni veritiere di una
famiglia che non smette mai di essere vera, quotidiana.
Lo sfondo di insanìa, infatti,
rimane sempre in equilibrio con le dinamiche padri-figli, il
divario generazionale, le difficoltà legate alla ricerca del lavoro
e l’insoddisfazione che spesso caratterizza i giovani adulti di
oggi. E su tutto, la mamma chioccia italiana, che come nel primo
film percorre contro tutto e tutti ogni possibilità di unione
anche, come in questo caso, la più malsana: “Era dalla vacanza in
Grecia che non facevamo qualcosa tutti e quattro insieme”, esclama
felice. Il desco familiare è riunito sotto l’egida del crimine,
alla ricerca di un modo ‘pulito’ per far fuori Nunzio.
Ricchi a tutti i costi Ph.Loris T. Zambelli
Il genere commedia: le gag e il
politically correct
Ricchi a tutti i costi si sviluppa
intorno agli stessi argomenti che avevano decretato il successo del
primo film, ovvero quel rapporto di odio-amore che anima tutte le
famiglie e che coinvolge gli spettatori in una carambola di liti
quotidiane e situazioni paradossali, alla ricerca di una comicità
tuttavia standardizzata: si lavora di sponda per affilare battute e
dialoghi nell’ambito di un tipo di scrittura che il politically
correct ha reso oggi, se possibile, ancora più complesso rispetto
alla trasparente audacia degli autori degli anni Cinquanta e
Sessanta, la cui libertà ha fatto della commedia all’italiana un
vero e proprio genere.
The
Batman – Parte 2 doveva originariamente uscire il 3
ottobre 2025, ma con l’arrivo del 2024, pochissimi aggiornamenti
ufficiali e scioperi potenzialmente dannosi per la produzione, le
speculazioni hanno fatto pensare che un ritardo potesse essere
inevitabile e infatti il film è stato poi ufficialmente
posticipato di quasi un anno intero al 2 ottobre
2026.
La mancanza di notizie negli ultimi
mesi ha fatto temere che il sequel di Matt Reeves
potesse essere cancellato del tutto, ma i dirigenti della Warner
Bros. e dei DC Studios hanno assicurato che tutto era ancora in
pista. Ora, nella notte, ha iniziato a circolare un rumor molto
interessante che affermava che le riprese di The
Batman – Parte 2 inizieranno l’anno prossimo e che un
terzo capitolo di questo franchise sarebbe stato girato
back-to-back.
Considerando il tempo trascorso
nello sviluppo del sequel e i precedenti commenti di Reeves
sull’espansione del “BatVerse”, la cosa sembrava abbastanza
plausibile, ma il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha ora smentito la notizia tramite
Threads. Ad un utente che gli
chiedeva se tale rumor fosse vero, Gunn ha semplicemente risposto
che no, non lo è. Non resta dunque che attendere notizie ufficiali,
con le riprese del film che dovrebbero però
iniziare ormai non prima del prossimo anno.
James Gunn debunks a recent rumor that 'THE
BATMAN' Part 2 & 3 will be shooting back to back next year pic.twitter.com/DQkzU1cG8r
In The
Batman – Parte 2, Robert Pattinson riprenderà il ruolo
principale, con Matt
Reevesche tornerà alla
regia. Anche Mattson Tomlin tornerà per
scrivere la sceneggiatura insieme a Reeves. La data di uscita è
attualmente fissata per il 2 ottobre 2026, ovvero
un anno dopo rispetto a quanto precedentemente comunicato. Un
rinvio che ha dunque apparentemente confermato i lavori ancora
profondamente in corso sullo sviluppo del film. Il primo
lungometraggio ha raggiunto più di 770 milioni di dollari al
botteghino, diventando il settimo film con il maggior incasso del
2022 e ottenendo recensioni positive.
Nel cast di Batman c’erano anche
Zoë Kravitz nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman,
Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon del
GCPD, John Turturro nel ruolo di Carmine Falcone,
Peter Sarsgaard nel ruolo del procuratore
distrettuale di Gotham Gil Colson, Andy Serkis nel ruolo di Alfred Pennyworth e
Colin Farrell nel ruolo di Oswald
Cobblepot/Penguin. Restano invece dubbi riguardo il coinvolgimento
del Joker, introdotto nel primo film con Barry Keoghan nel ruolo. Proprio l’attore,
però, ha lasciato intendere che l’arcinemesi di Batman potrebbe far
parte del film.
Ora, uno dei principali gruppi
commerciali del settore dell’intelligenza artificiale si sta unendo
a questo appello, sollecitando il Congresso ad approvare una
legislazione che protegga gli artisti dall’uso non autorizzato
delle loro sembianze.
Microsoft, che ha investito 13
miliardi di dollari in OpenAI, è uno dei membri chiave della BSA
Software Alliance. In una dichiarazione politica rilasciata lunedì,
il gruppo commerciale ha chiesto la creazione di un nuovo diritto
federale per prevenire l’uso improprio delle repliche digitali.
“Gli artisti dovrebbero avere il diritto di impedire la
diffusione commerciale non autorizzata di qualsiasi replica
digitale che sia così realistica da essere ragionevole per
l’osservatore scambiarla per il nome, l’immagine, la somiglianza o
la voce dell’artista reale”, ha detto il gruppo in una
nota.
Il Congresso sta prendendo in
considerazione una serie di regolamenti sull’intelligenza
artificiale, anche se gli osservatori sono scettici sul fatto che
si possa legiferare questo aspetto a breve termine.
SAG-AFTRA, il sindacato degli
attori, si è mobilitato a sostegno del No Fakes
Act, che renderebbe illegale la produzione o la
distribuzione di repliche digitali non autorizzate. Il senatore
Chris Coons, D-Del., uno degli autori, dovrebbe
rilasciare una versione aggiornata nei prossimi giorni.
BSA, che rappresenta anche aziende
come Adobe e Oracle, sta spingendo per un approccio più ristretto,
che incoraggerebbe la rimozione delle repliche digitali esentando
le piattaforme dalla responsabilità legale per la condotta degli
utenti.
Il gruppo commerciale vuole inoltre
che il Congresso metta fuori legge gli strumenti software il cui
“scopo primario” è creare falsi non autorizzati, senza ostacolare
le tecnologie di intelligenza artificiale che hanno usi legittimi e
vantaggiosi.
“Ci saranno alcuni cattivi
attori che compariranno e faranno cose che non dovrebbero
fare”, ha affermato Aaron Cooper,
vicepresidente della politica globale presso BSA. “Ciò è
dannoso per la reputazione dell’intero settore… Maggiore è la
fiducia che possiamo aggiungere al sistema, meglio è per tutti”. “È
semplicemente migliore e più efficiente a tutti i livelli, che tu
sia un artista o qualcuno che sta cercando di creare cose, avere un
sistema armonizzato”, ha detto Cooper.
Il Congresso sta anche prendendo in
considerazione una legislazione più restrittiva che metterebbe
fuori legge i deepfake pornografici e impedirebbe l’uso dei
deepfake basati sull’intelligenza artificiale per influenzare le
elezioni. Quando a gennaio sono circolati online falsi espliciti di
Taylor Swift, i leader di tutti gli schieramenti
hanno chiesto una risposta rapida. “Dobbiamo agire”, disse
all’epoca il CEO di Microsoft Satya Nadella.
“Penso che tutti trarremo vantaggio dal fatto che il mondo
online sarà un mondo sicuro.”
La premessa originale di The Rookie seguiva John Nolan (Nathan
Fillion), la più vecchia recluta della polizia di Los
Angeles. Dopo sei stagioni, Nolan ha fatto progressi nella sua
carriera e non è più una recluta. Per mantenere il titolo della
serie attuale, lo show ha introdotto Celina Juarez (Lisseth
Chavez), una nuova recluta sotto l’ala di Nolan. Celina si
diplomerà presto e la serie sentirà la mancanza della sua
recluta.
In una conversazione con TV Line, lo showrunner Alexi
Hawley ha rivelato di voler aggiungere una nuova recluta
nella stagione 7 per far sì che le cose si muovano correttamente in
quella direzione. Hawley ha parlato della fine della permanenza di
Celina come esordiente e di ciò che lo show ha in serbo per quel
reparto, affermando:
“Stiamo guardando alla fine dei
13 mesi di Celina, per così dire, ad un certo punto della
[prossima] stagione, quindi penso che sia giusto dire che ci
potrebbero essere uno o due nuovi esordienti ad un certo
punto“.
Questo aggiornamento non rivela
molto su ciò che i fan possono aspettarsi, ma nei prossimi mesi
arriveranno notizie su chi saranno i nuovi esordienti.
Hawley ha rivelato che la produzione dello show
inizierà questo mese e che saranno pronti abbastanza episodi per il
ritorno nel 2025. La stagione 7 di The Rookie si
occuperà dei principali cattivi che sono fuggiti nel finale della
stagione 6, cosa di cui Hawley è ben consapevole e sa che “hanno
delle grandi scarpe da riempire dopo la sesta stagione”.
The Rookie riporterà i personaggi di The Rookie: Feds
personaggi
Il finale della sesta stagione ha
rivelato il destino dei personaggi di The Rookie:
Feds dopo che i problemi legati allo sciopero hanno
portato alla cancellazione dello show. È stato rivelato che Gaza e
la sua squadra sono ancora in attività e combattono il crimine dove
necessario. Hawley ha dichiarato di amare i personaggi e di volerli
utilizzare nei prossimi episodi. Ha anticipato il problema
dell’inserimento delle guest star, dicendo: “. . . c’è una parte
del mio lavoro che consiste nel fare telefonate: “Ehi, sto
pensando di usarli negli [episodi] 5 e 6, sono disponibili?” e
poi le cose potrebbero cambiare o le date spostarsi”.
Ha detto che voleva usarli quando i
loro personaggi avrebbero avuto il maggiore impatto per non far
perdere tempo agli attori. “Voglio assolutamente usarli quando
la storia ha un impatto maggiore. Non voglio sprecare il loro tempo
e farli apparire per una sola scena. Ma sì, mi piacerebbe usarli
per il resto della nostra vita come Rookie“, ha detto quando
gli è stato chiesto se sarebbero apparsi nelle prossime
puntate.