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Superman: Legacy, James Gunn offre aggiornamenti sul costume e la colonna sonora

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Non c’è da aspettarsi che un primo sguardo al protagonista di Superman: Legacy arrivi tanto presto, idealmente potrebbe essere svelato qualcosa al Comic-Con di San Diego del prossimo luglio, ma fortunatamente lo sceneggiatore e regista James Gunn non manca di fornire sempre nuovi aggiornamenti sul film e in un recente post sul social Threads ha ora dato – sempre a modo suo – qualche indicazione in più proprio sul costume che Superman indosserà nel film. Quando gli è stato chiesto se il costume sarà “più classico, moderno o qualcosa di totalmente nuovo e diverso“, Gunn ha risposto “tutte queste opzioni”.

Fortunatamente ha poi speso qualche parola in più, aggiungendo che “il costume è per lo più fatto, ma stiamo ancora andando avanti e indietro su alcuni elementi. Gran parte della colonna sonora, forse anche la maggior parte dei temi principali, sono già stati scritti”. Oltre ai lavori attualmente in corso sul costume, dunque, sappiamo che buona parte delle musiche per il film sono stati scritti. Ciò non vuol dire che siano anche stati composti, poiché ad oggi non è noto chi sarà il compositore della colonna sonora e su tale punto Gunn ha affermato di dover ancora chiudere l’accordo.

So che sembra assurdo visto che gran parte della colonna sonora è già stata scritta, ma quando si cavalca l’onda dell’ispirazione, come si fa? Ho scritto la maggior parte di Peacemaker e tutto Creature Commandos prima di avere un contratto chiuso! Non è comune, ma ho scritto le partiture prima che i film venissero girati – suoniamo la musica sul set – fino a Super“. La cosa certa è che il lavoro riguardo la realizzazione del film continua spedito, con il set vero e proprio che stando a quanto riportato dovrebbe avere inizio intorno a marzo 2024. A quel punto, idealmente, arriveranno sempre maggiori notizie su Superman: Legacy.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi. Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. María Gabriela De Faría sarà il villain “The Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas Hoult sarà invece Lex Luthor.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori e ciò ha permesso al film di non subire particolari ritardi. Ad oggi, infatti, è confermato che Superman: Legacy rispetterà la data di uscita prevista, arrivando in sala l’11 luglio 2025.

Supergirl: Woman of Tomorrow, Madelyn Cline sarebbe la prima candidata al ruolo

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Sebbene molti fan sperano che l’attrice di The Flash, Sasha Calle, possa tornare a vestire i panni di Supergirl nel DCU con il film Supergir: Woman of Tomorrow, un recente rapporto ha indicato che James Gunn starebbe pianificando il casting di una nuova Kara Zor-El ed ora sarebbe anche emerso il nome della prima concorrente al ruolo. Secondo quanto riportato da John Rocha nell’ultimo episodio di The Hot Mic, l’attrice Madelyn Cline potrebbe essere in trattative per interpretare Supergirl o il suo sarebbe in ogni caso un nome che Gunn e la Warner Bros. stanno tenendo d’occhio per la parte.

L’attrice venticinquenne è nota ai più per la serie Outer Banks di Netflix, ma ha anche interpretato Whiskey in Glass Onion ed è apparsa in Stranger Things, The Originals e Boy Erased – Vite cancellate. Per il momento, anche in questo casoo, si tratta solo di voci ancora non confermate ma da quando queste sono emerse in molti hanno notato come effettivamente Cline sarebbe l’interprete ideale per il ruolo. Sappiamo che Supergirl: Woman of Tomorrow, il film che vedrà il ritorno del personaggio sul grande schermo è nelle prime fasi di sviluppo, ma sembra certo che Supergirl fara il suo debutto già in Superman: Legacy.

Di certo, i lavori sul progetto stanno continuando e con l’emergere di questi nuovi rumor non è da escludere che un annuncio ufficiale riguardo il cast del film possa essere fatto molto presto. Rocha ha anche saputo che Gunn sarà presente al Comic Con del prossimo anno per presentare il primo teaser di Superman: Legacy. Se non prima, in quell’occasione ci sarà sicuramente spazio per fare una serie di annunci anche sugli altri film in lavorazione, tra cui The Brave and the Bold e la serie Creature Commandos. Sempre in quell’occasione si potrebbe scoprire chi avrà l’onore di interpretare Supergirl sul grande schermo.

Jason Momoa dubbioso sul futuro di Aquaman: “non sembra essere dei migliori”

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Mentre si attende l’arrivo in sala di Aquaman e il Regno Perduto, dal 20 dicembre, il protagonista del film Jason Momoa non si sente più troppo ottimista riguardo al ruolo di Aquaman e al suo futuro cinematografico. “Non vorrei necessariamente che sia la fine… ma non credo che ci sia davvero, come dire, una possibilità di scelta“, ha detto Momoa a Entertainment Tonight riguardo a se ci saranno ulteriori occasioni per il suo Aquaman di tornare sul grande schermo. Momoa ha osservato che James Gunn e Peter Safran vogliono “iniziare una loro nuova attività“.

L’attore ha però aggiunto che “la verità è che se il pubblico amerà Aquaman e il Regno Perduto, allora c’è una possibilità. Ma al momento sono del parere che il futuro di Aquaman non sembra essere dei migliori. Amo questo personaggio e vorrei interpretarlo ancora per molto tempo“, ha continuato Momoa. “Vorrei vedere dove può arrivare. E anche nei prossimi 10 anni o giù di lì, ci sono un sacco di cose interessanti che si possono fare. E mi piace il ruolo e il suo mondo. Quindi, voglio dire, si tratta solo di capire se la gente lo ama“. Mentre il futuro di Aquaman sembra incerto, l’attore ha confermato di aver incontrato Gunn e Safran subito dopo l’acquisizione dei DC Studios nel 2022.

Da tempo circolano voci secondo cui Momoa potrebbe abbandonare Aquaman per interpretare un altro supereroe (si è parlato molto di Lobo) nel nuovo Universo DC. In quell’occasione Momoa non ha voluto confermare nulla, ma ha lasciato intendere che “potrebbero esserci altri personaggi” in arrivo per lui nell’universo DC. Sembra però molto improbabile che Aquaman, al momento, possa essere uno di quei personaggi già apparsi sul grande schermo che Gunn sceglierà di includere nel suo DCU rendendoli ufficialmente parte del canone.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman e il Regno Perduto

Non essendo riuscito a sconfiggere Aquaman la prima volta, Black Manta, ancora spinto dal bisogno di vendicare la morte di suo padre, non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggere Aquaman una volta per tutte. Questa volta Black Manta è più formidabile che mai, poiché brandisce il potere del mitico Tridente Nero, che scatena una forza antica e malvagia. Per sconfiggerlo, Aquaman si rivolgerà al fratello Orm, l’ex re di Atlantide e imprigionato alla fine del primo film, per stringere un’improbabile alleanza. Insieme, dovranno mettere da parte le loro differenze per proteggere il loro regno e salvare la famiglia di Aquaman e il mondo dalla distruzione irreversibile.

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo seguito, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film. David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema il 20 dicembre.

Raw – Una cruda verità: tutto quello che c’è da sapere sul film

Raw – Una cruda verità: tutto quello che c’è da sapere sul film

Prima di vincere la Palma d’Oro al Festival di Cannes con il film Titane e confermarsi come una delle voci del cinema più interessanti degli ultimi anni, la regista Julia Ducournau ha esordito con un film altrettanto sconvolgente che aveva già fatto parlare molto di sé. Si tratta di Raw – Una cruda verità, presentato nella sezione Settimana internazionale della critica al Festival di Cannes del 2016, dove ha vinto il premio FIPRESCI. Si tratta di uno di quei film che si è soliti definire “disturbanti” ed è proprio questo l’effetto che la regista voleva ottenere, non ritenendo Raw un horror bensì un film che scava in modo anticonvenzionale nella natura umana.

Per via di scene particolarmente violente ed esplicite ed il tema generale del cannibalismo quale metafora di un processo di crescita, Raw – Una cruda verità è decisamente un film per stomaci forti, ma anche una visione che oltre a non lasciare indifferenti propone un approccio insolito a tematiche proprie a tutti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Raw – Una cruda verità

Protagonista del film è Justine, una giovane matricola e studentessa modello, proveniente da una famiglia di veterinari e ferventi vegetariani. Quando arriva all’università, non immagina che ad attenderla ci sono dei riti di iniziazione a dir poco estremi. Sua sorella maggiore Alexia, anche lei studentessa della facoltà di veterinaria, non le aveva mai detto nulla a riguardo. Justine scopre così di essere finita in un mondo dominato dal nonnismo, dove le reclute vengono sottoposte a prove folli e feroci. Una tra queste è mangiare carne cruda, ma dopo averlo fatto, la ragazza inizia scoprire di provare un gusto perverso per la carne e una disinibizione fuori dal suo controllo.

Raw - Una cruda verità Garance Marillier

Il cast di Raw – Una cruda verità

Ad interpretare Justine vi è l’attrice Garance Marillier, la quale per il suo personaggio ha dovuto lavorare molto sulla sua fisicità. La regista ha infatti voluto che l’attrice lavorasse sul suo corpo e sulla sua postura, per evidenziare il drastico cambiamento visibile tra l’inizio e la fine del film. La postura di Garance Marillier cambia dunque con la trasformazione del suo personaggio. Per quanto riguarda la carne che le si vede mangiare nel film, la maggior parte di qeusta era in realtà fatta di zucchero. Accanto a lei, nel ruolo della sorella Alexia vi è invece l’attrice Ella Rumpf, mentre Rabah Naït Oufella interpreta Adrien, mentre Laurent Lucas e Joana Preiss sono i genitori di Justine.

La spiegazione del finale di Raw – Una cruda verità

Verso il finale del film, le macabre abitudini alimentari di Justine la portano a passare a un’alimentazione pesante a base di carne (cotta e cruda), con una fame famelica e insaziabile che la distrae dalla scuola, dalla crescente amicizia/relazione con Adrien e con i compagni di classe e dalla sua salute e benessere generale. Avendo capito dal momento in cui Justine si è mangiata un dito che condividono la stessa condizione, Alexia porta la sorella in un giro vorticoso e devastante, attaccando un’auto in corsa, uccidendo il ferito all’interno, mangiando le sue cervella dal cranio incrinato e offrendo persino alla sorella un pezzo di cervello fresco con inquietante facilità.

Le condizioni di Justine peggiorano quando la sua sete di sangue diventa un’ossessione violenta e la situazione precipita definitivamente quando una notte di festa si trasforma in un tormento grafico in cui Justine, in stato di ebbrezza e dall’aspetto malaticcio, tenta di mordere un cadavere con Alexia, provocando il bullismo di decine di altri studenti che registrano l’incidente. Quando Adrien mostra il video demenziale a Justine, questa aggredisce la sorella. A lite conclusa le due si curano le ferite a vicenda, prima che Justine vada a dormire in camera sua, per poi svegliarsi al fianco del cadavere di Adrien. Disperata perché convinta di averlo divorato lei stessa, la ragazza si rende tuttavia conto che la responsabile dell’accaduto è Alexia.

Raw - Una cruda verità

La sorella viene dunque arrestata per l’omicidio e Justine torna a vivere a casa, dove sua madre la obbliga a riprendere una dieta interamente vegetariana. A quel punto, nel tentativo di ristabilire un minimo di normalità, il padre svela il suo torso abbondantemente morso e sfregiato, che spiega essere il risultato della stessa condizione di ibrido zombie-vampiro vissuta dalla madre delle ragazze e da loro poi ereditata. Con questo finale, Raw – Una cruda verità affronta dunque esperienze di una ragazza in una fase della vita in cui si è alla ricerca del proprio posto nel mondo, con il bisogno di sviluppare una propria personalità facendo ogni più disparata esperienza.

Sfuggendo a ciò che i genitori le avevano sempre imposto, dunque, Justine imparerà a trovare la vera sé stessa, oltre ad un mondo completamente differente da quello che aveva imparato a conoscere. Alla fine del suo percorso, scoprirà di non essere poi così diversa dai suoi genitori e in particolare da sua madre, la quale a suo tempo sembra aver vissuto le stesse selvagge esperienze vissute ora da Justine, la quale può dunque in un certo senso smettere di sentirsi diversa, sporca, per quanto compiuto, riconoscendo dunque sua madre come sua simile. Da qui, si presume, avrà inizio un nuovo percorso di crescita.

Il trailer di Raw – Una cruda verità e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Raw – Una cruda verità grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 15 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

The Family Plan: il trailer del film con Mark Wahlberg e Michelle Monaghan

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Da venerdì 15 dicembre, sarà disponibile su Apple TV+ The Family Plan, il nuovo film Apple Original con Mark Wahlberg e Michelle Monaghan diretto da Simon Cellan Jones.

Dan Morgan (Mark Wahlberg) ama la sua tranquilla vita di periferia come marito devoto, padre di tre figli e venditore di auto di successo. Ma questa è solo metà della storia. Decenni prima, era un assassino governativo d’élite incaricato di eliminare i soggetti più minacciosi e letali del mondo. Quando i nemici del suo passato lo rintracciano, Dan prende l’ignara moglie (Michelle Monaghan), la figlia adolescente e arrabbiata, il figlio adolescente e gamer professionista e l’adorabile bambino di 10 mesi e parte per un viaggio improvvisato attraverso il paese, fino a Las Vegas. Deciso a proteggere la sua famiglia, regalandole al contempo la vacanza della vita, Dan deve mettere in atto le sue abilità, da tempo sopite, senza rivelare la sua vera identità.

  • Distribuito da:               Apple TV+
  • Regia:                            Simon Cellan Jones
  • Scritto da:                      David Coggeshall
  • Cast:                               Mark Wahlberg, Michelle Monaghan, Zoe Colletti, Van Crosby,
    Saïd Taghmaoui, Maggie Q, Ciarán Hinds
  • Produttori:                      David Ellison, Dana Goldberg, Don Granger, Mark Wahlberg,
    Stephen Levinson
  • Produttori esecutivi:     John G. Scotti

Barbra Streisand riceverà il premio alla carriera ai SAG Awards 2024

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Barbra Streisand è stata scelta come la 59esima destinataria del più alto tributo del SAG-AFTRA, il SAG Life Achievement Award per i risultati ottenuti in carriera e i risultati umanitari. L’onore le verrà consegnato in occasione della trentesima edizione degli Screen Actors Guild Awards, che sarà trasmessa in streaming in diretta su Netflix USA sabato 24 febbraio alle 20:00. ET/17:00 P.T. (alle 2 di notte in Italia). L’evento si svolgerà presso lo Shrine Auditorium e l’Expo Hall di Los Angeles.

Il SAG Life Achievement Award viene conferito a un attore che sostiene i “migliori ideali della professione di attore”. L’iconica cantante, attrice e regista ha vinto due Academy Awards, dieci Grammy, cinque Emmy Awards, tre Peabody Awards e un Tony Award, tra gli altri riconoscimenti. Streisand ha anche diretto diversi film tra cui “Yentl”,Il principe delle maree” e “Lo specchio ha due facce”, tutti nominati agli Academy Awards.

Il presidente di SAG-AFTRA, Fran Drescher, ha dichiarato: “Barbra Streisand è un’icona e un talento senza pari, una forza della natura che ha intrecciato perfettamente la sua genialità con il tessuto del nostro settore. Dai suoi primi giorni in cui affascinava il pubblico a Broadway ai suoi ruoli indimenticabili in classici del cinema come “Funny Girl”, “The Way We Were” e “A Star Is Born”, la capacità di Barbra di interpretare i suoi personaggi con autenticità è a dir poco straordinaria. “

Ha continuato: “La sua carriera duratura è una testimonianza delle sue performance autentiche, in grado di connettersi con il pubblico a un livello profondo. È un’icona colossale con un’etica del lavoro incessante, in evoluzione in ogni fase del suo straordinario viaggio. Celebriamo Barbra Streisand non solo per i suoi successi ma per l’eredità duratura che ha lasciato”.

La Streisand ha anche commentato il suo imminente riconoscimento alla carriera.

“Fin da quando ero una ragazzina seduta al Loew’s Kings Theatre di Brooklyn, sognavo di essere una di quelle attrici che vedevo sullo schermo. I film erano un portale verso un mondo che potevo solo immaginare. Anche se ero un candidato improbabile, in qualche modo il mio sogno si è avverato. Questo premio è particolarmente significativo per me perché viene dai miei colleghi attori, che ammiro moltissimo”.

La Streisand ha recentemente pubblicato il suo tanto atteso libro di memorie “My Name is Barbra”.

Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico

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Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico

Nascono i POP Awards: i Premi Online del Pubblico. Un sito per votare il meglio dell’anno tra le uscite cinematografiche e seriali, al cinema e su piattaforma. Stelline, pallini, asterischi, pollici, su base 10 o su base 5. In qualunque forma lo esprimiate, dare il voto a un film o a una serie tv è un elemento che unisce critica e pubblico, spettatori occasionali e cinefili appassionati, chi il cinema lo fa e chi lo vede. Diverso è il modo in cui ognuno lo esprime, ma per tutti è (o quantomeno dovrebbe essere) un gioco irresistibile, specie perché, per quanto pratica serissima, esprimere giudizi e classifiche di merito è soprattutto un modo per segnalare, consigliare, relazionarsi e giocare con le proprie passioni.

Generalmente la fine dell’anno è proprio quel momento in cui arrivano le classifiche con “il meglio di” proposto da critici, redazioni, esperti. Ma cosa ne pensa il pubblico? Quali sono i film che hanno segnato l’immaginario collettivo e resteranno nelle memorie esperienziali di questo 2023?

Per saperlo un network siti di cinema formato da CiakClub, Cinefilos, Cinemadvisor, CinemaSerieTV, Il Cineocchio, longtakeScreenWorld, che hanno deciso di mettere da parte la concorrenza reciproca e unire le forze per creare i POP Awards (Premi Online del Pubblico): non sono solo dei premi, ma un modo per stare insieme, collaborare e riconoscerci come parte di qualcosa, soprattutto di quella cultura pop che forma l’immaginario collettivo capace di unire persone, generazioni e culture differenti.

20 categorie per fare il punto sui personaggi, le scene e le storie che ci sono rimaste dentro, tra film e serie tv usciti in Italia dal 1° gennaio al 21 dicembre 2023 tra cinema, tv e piattaforme. Chiunque può partecipare ai POP Awards! Le nomination saranno annunciate il 21 dicembre sul sito www.popawards.it dovesi potrà votare dal 23 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024 scegliendo i propri preferiti per tutte o solo alcune tra le categorie classiche come miglior film, migliore serie, miglior interpretazione, e tra quelle più POP come miglior tormentone, miglior scena strappalacrime e miglior boomer.

Ogni voto conta ed esprimerlo ai POP Awards regala la possibilità di unire i flussi delle proprie passioni e consegnare a nominati e vincitori un importante premio che ne riconosce il forte impatto sul nostro immaginario collettivo. I vincitori dei POP Awards saranno annunciati il 15 gennaio 2024.

Il sito www.popawards.it è stato realizzato da Move Forward, agenzia di Digital Business che offre servizi di consulenza a 360 gradi nel mondo digitale, il cui focus è quello di soluzioni innovative e personalizzate per i loro clienti, basate su analisi, creatività e tecnologia. POP Awards ha già ricevuto l’endorsement di numerosi creator e il sostegno di Studio Méliès che ne ha realizzato il trailer.

Venite a votare con noi su www.popawards.it

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Reacher: recensione della seconda stagione della serie Prime Video

Avevamo lasciato Jack Reacher intento a riprendere il suo vagabondaggio attraverso gli Stati Uniti dopo aver risolto gli eventi legati ad una serie di omicidi e ad una cospirazione criminale nella prima stagione di Reacher, la serie di Prime Video basata sui libri di Lee Child. Sono passati quasi due anni da quel momento e finalmente il massiccio ex investigatore militare e pronto a tornare sul piccolo schermo con una seconda stagione basata stavolta sull’undicesimo romanzo della serie, Vendetta a freddo, pubblicato da Child nel 2007. Rispetto agli altri dedicati al personaggio, è questo un racconto particolarmente incentrato sui temi della nostalgia e del lutto, riproposti dunque anche dai nuovi episodi della serie.

La trama di Reacher: un amaro ritorno a casa

Tutto ha infatti inizio quando uno degli otto fidatissimi ex collaboratori di Jack Reacher (Alan Ritchson) nell’unità investigativa speciale dell’esercito viene trovato cadavere in mezzo ad un bosco. Frances Neagley (Maria Sten), pupilla di Jack nella vecchia squadra, convoca dunque a Los Angeles il suo vecchio boss e tutti gli altri veterani del gruppo, con l’obiettivo di scoprire cosa sia accaduto realmente. Oltre a Reacher e Neagley, però, solo si uniscono alla reunion solo Karla Dixon (Serinda Swan) e David O’Donnell (Shaun Sipos). Solo loro sembrano essere i sopravvissuti ad un’inspiegabile furia omicida che si sta riversando contro i membri di quell’ex unità investigativa.

Reacher Prime Video

Ne è passato di tempo, Reacher

Ha così inizio una nuova indagine per l’agente Jack Reacher, chiamato stavolta a confrontarsi con i propri fantasmi del passato, specialmente con quelli con cui non è mai venuto a patti. Per far ciò, lo spettatore viene portato a scoprire qualcosa di più sul passato del muscoloso agente, come sempre capace di passare dalla quiete alla furia omicidia in un battito di ciglia. Se dunque con la prima stagione si era già dimostrato l’interesse a fare di questa serie un prodotto fortemente legato all’aspetto investigativo del personaggio, anche a costo di sollevare il piede dal pedale dell’azione, con questa seconda stagione si ribadisce ulteriormente tale volontà, aggiungendo però delle sfumature più malinconiche al racconto.

Ciò è indubbiamente dovuto alla natura del romanzo a cui questa stagione si rifà – concepito da Child a seguito di nostalgiche riflessioni su tutte le persone conosciute e che non vedeva da tempo – ma di certo aiuta a rendere ulteriormente interessante tanto lo stesso protagonista quanto il suo percorso evolutivo. Perché Reacher è sostanzialmente un solitario, uno che non vuole essere coinvolto in affari altrui, come dirà egli stesso, e il poterlo vedere a confronto con aspetti intimi come la riunione con i suoi ex colleghi e amici lo costringe a far emergere aspetti di sé che decostruiscono la corazza che si porta sempre dietro, conquistando così ulteriormente l’interesse dello spettatore.

Reacher recensione

Ingredienti vincenti, non si cambiano

Questa malinconia, o più in generale l’attenzione all’intimità dei personaggi, è dunque un ingrediente molto gradito, che non va però a sostituire le indagini, l’azione e l’umorismo che già la prima stagione aveva ben definito. Anche stavolta c’è un caso particolarmente avvincente da risolvere, con quel tanto che basta di indizi forniti di episodio in episodio da incentivare il proseguimento della visione. Con gli elementi messi di volta in volta sul tavolo, lo spettatore è infatti attivamente chiamato a cercare di risolvere a sua volta il caso, idealmente anticipando le intuizioni e le mosse dei personaggi. Di fatto, dunque, non si viene lasciati fuori dall’evoluzione di quest’indagine.

Quando poi occorre, ovviamente, non ci si fa problemi a ricorrere ad un po’ di sana violenza che stupisce anche in questo caso per brutalità e totale mancanza di pietà. È in questi momenti che ci viene ricordato quanto Reacher possa essere un personaggio complesso, capace di grandi atti d’amore ma anche di uccidere a sangue freddo senza pensarci due volte (ovviamente sempre e solo chi lo “merita”). Ma anche i momenti più seriosi e cupi non rimangono mai tali a lungo, grazie ad un delicato umorismo che, tra battute verbali o gag fisiche, consente alla serie di dotarsi di una leggerezza che rende particolarmente più piacevole la visione.

Reacher è una serie con molto da offrire

Anche questa seconda stagione di Reacher conferma dunque il valore di questo prodotto di Prime Video, il quale non solo ha entusiasmato i fan ma ha fatto appassionare anche nuovi spettatori alle vicende del protagonista. Sarà per la capacità di Alan Ritchson di gestire al meglio il suo Jack Reacher tanto nei momenti più drammatici quanto in quelli più divertenti, sarà per i suoi brillanti scambi con la spalla Frances Neagley o sarà in questo caso per l’avvincente gestione del nuovo racconto e dei suoi toni, ma anche questi nuovi episodi sono la dimostrazione che questa è una serie con molto da offrire e la conferma che una terza stagione è in fase di realizzazione è da accogliere con grande entusiasmo.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: la spiegazione del finale del film

Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto film della saga diretto da James Mangold, segue l’amato archeologo interpretato da Harrison Ford mentre dà la caccia al Quadrante del Destino insieme a Helena, prima che cadà nelle mani dei nazisti. La ricerca della seconda metà del prezioso artefatto opera di Archimede li porta da New York al Marocco, alla Grecia e all’Italia. Dopo che la loro ricerca li ha condotti a Siracusa, Indy, Helena e Teddy, seguiti da vicino dalla banda di nazisti di Voller, il quale infine riesce a ottenere i due pezzi del quadrante e con le coordinate stabilite progetta di volare attraverso un varco nel tempo fino al 20 agosto 1939, per uccidere Hitler e correggere ogni suo errore commesso. Tuttavia, la deriva dei continenti li spedisce all’assedio di Siracusa, dove Indy incontra proprio Archimede.

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Indiana Jones viaggia nel tempo – e vuole rimanere nel passato

Nel finale del film, Indiana Jones viaggia nel tempo fino all’assedio di Siracusa, che vede i Romani catturare con successo la città e prendere il controllo della Sicilia. Come si è scoperto, il Quadrante del Destino li avrebbe mandati indietro nel tempo fino a quel momento in ogni caso: con la sua città sotto assedio, Archimede aveva bisogno di aiuto e aveva progettato il manufatto per fare ciò che riteneva necessario. Indy, dopo essere stato ferito, vuole vivere il resto dei suoi giorni al fianco di Archimede. Indiana Jones ha studiato la storia, ha vissuto numerose avventure per recuperare manufatti perduti, ma rimanere nel passato gli avrebbe dato l’opportunità di vivere davvero un grande evento storico.

In particolare, Indy non pensava di avere nulla a cui tornare nel 1969. Marion lo aveva lasciato e suo figlio era stato ucciso in battaglia. Indy stava vivendo una vita infelice e non voleva tornare a quella sensazione. È possibile che credesse di poter aiutare davvero Archimede; per lo meno, Indy sarebbe stato in pace sapendo di essere morto nel bel mezzo di un evento che aveva studiato a lungo. Avrebbe dato un senso alla sua vita, soprattutto sapendo che la sua vita personale era un disastro.

Ma la figlioccia Helena (interpretata da Phoebe Waller-Bridge) sapeva che il suo padrino aveva ancora qualcosa per cui vivere, e quel momento le diede anche chiarezza. Voleva essere presente nella vita di Indy e si rese conto che lui aveva ancora molto da dare nel suo tempo. Inoltre, se Indiana Jones fosse rimasto nel passato, avrebbe alterato la storia e le ripercussioni sarebbero state troppo grandi per essere calcolate. Il fatto che Indy abbia capito che Helena lo voleva con sé gli ha fatto sentire che poteva ancora avere un impatto positivo sulla vita di qualcuno. Non poteva sostituire suo figlio, ma poteva ancora essere una figura paterna per lei.

La rottura e il ricongiungimento di Indiana Jones e Marion Ravenwood

Indiana Jones 5 Mutt WilliamsAll’inizio di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, viene rivelato che Indy e Marion Ravenwood (Karen Allen) sono in procinto di separarsi. Indiana, tuttavia, esita a firmare i documenti, ma è una parte importante del motivo per cui è così scontroso e triste. Il matrimonio di Marion e Indy si stava disintegrando a causa della morte del figlio. Il Mutt Williams di Shia LaBeouf si è arruolato nell’esercito ed è morto in azione. Indy dice che si è arruolato per farlo arrabbiare, il che probabilmente ha provocato un certo risentimento da parte di Marion. In definitiva, Marion era in lutto e Indiana Jones non sapeva come aiutarla. Questo mise a dura prova il loro matrimonio e li portò a lasciarsi.

Tuttavia, non tutte le speranze erano perdute. Anche se sembrava che fosse davvero finita per Indy e Marion, quest’ultima ricompare alla fine di Indiana Jones e il quadrante del destino. Il fatto che Marion abbia risposto alla chiamata di Helena, che probabilmente le ha raccontato l’accaduto, indica che Marion prova ancora qualcosa per Indy. È possibile che Marion non volesse divorziare da Indy, ma che la vedesse come l’unica soluzione. Eppure, il finale di Indiana Jones 5 li vede ricominciare da capo. Marion suggerisce che tutto fa ancora male, ma c’è la speranza che i due inizino a lavorare pian piano per ricucire il loro rapporto. È un lieto fine per Indiana Jones dopo un viaggio difficile e, secondo alcuni, un finale perfetto per il personaggio.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino parla di come scendere a patti con il tempo

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Helena ShawIl tempo cambia le cose – le persone, i luoghi, i sentimenti. Indiana Jones lo sa meglio di chiunque altro e Il Quadrante del Destino si propone di fare i conti con il tempo, sia esso presente o passato. Invecchiato e pieno di rimpianti, Indy crede che il suo tempo sia finito, che non ci sia più nulla per lui. Il tempo gli ha fatto capire che il passato non può essere cambiato e che deve invece fare i conti con esso. Il momento in cui Indy si trova sulla spiaggia di Siracusa ha chiarito questa idea, ma è ormai stanco e pronto ad arrendersi. Un aspetto pertinente del messaggio del film, tuttavia, è che il tempo non si ferma.

Indy può lasciare che il passato lo inghiotta, oppure può scegliere di andare avanti, imparando dai suoi errori ed essendo presente per le persone che ama. Jürgen Voller (interpretato da Mads Mikkelsen), invece, non si accontenta di andare avanti. È un cattivo che vuole plasmare il tempo a suo piacimento, credendo che possa essere modificato se ne prende il controllo, adattando il tempo alle sue esigenze piuttosto che lasciare che le cose siano come sono. Voller non ha fatto i conti con il fatto che i nazisti sono stati sconfitti e cerca di andare contro il tempo invece di accettare la sconfitta. Ogni personaggio insomma lotta contro il tempo a modo suo.

Cosa c’è nel futuro di Indiana Jones

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Harrison Ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm’s IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino si conclude con l’amato archeologo che appende il cappello al chiodo, letteralmente. Il quinto film del franchise di Indiana Jones segna anche l’ultima uscita di Harrison Ford nei panni dell’avventuriero con la frusta. Per come si è concluso il film, è possibile che Indiana Jones vada in pensione come professore e trascorra il resto del suo tempo con Marion, Helena, Teddy e Sallah. Indy ha una grande famiglia allargata e, considerando la sua battaglia con il tempo, Il Quadrante del Destino lo vede sistemarsi e vivere appieno la sua vita, il che suggerisce che non si dedicherà più a selvagge avventure archeologiche.

Ma il fatto che il tempo di Indy come archeologo sia finito non significa che Helena non possa prendere il suo posto per quanto riguarda la ricerca archeologica. Probabilmente Indy alimenterà la passione di Helena per la ricerca di oggetti antichi. All’inizio Helena voleva il Quadrante del Destino per saldare il suo debito, ma era ugualmente affascinata dalla storia del manufatto. Aveva un posto speciale nel suo cuore a causa dell’ossessione del padre per questo oggetto. Con Indiana Jones che appende il cappello al chiodo, Helena e Teddy possono prendere le redini di qualsiasi avventura. Indy si è più che guadagnato il diritto a un po’ di riposo.

Per quanto riguarda il franchise di Indiana Jones, c’erano piani per continuare la storia senza Ford. Si pensava a più film e a un prequel Disney+ de I predatori dell’arca perduta, ma alla fine tutti questi piani sono stati accantonati. L’ultima interpretazione di Ford è stata confermata come quella che chiude definitivamente il franchise di Indiana Jones. L’inquadratura finale di Indiana Jones e il quadrante del destino – il cappello di Indy su uno stendibiancheria – è ufficialmente il capolinea e chiude ottimamente il viaggio dell’archeologo.

Ambizione 2: recensione della seconda stagione della serie turca su Netflix

Il leone è il re della savana. Domina dalla terra e il suo trono è spesso soggetto a numerosi attacchi. C’è chi lo teme e chi è fiero di potergli stare accanto. Il falco sembra più fragile, ma il suo punto di forza è il cielo, da dove ha una visuale ottimale: osserva dall’alto e studia attentamente, fino a scendere in picchiata, grazie alla sua velocità, e fare stragi. Ma per quanto sia agile, il falco non può essere come il leone. Non ne possiede la fierezza e la saggezza, eppure sembra essersi cucito addosso un abito che gli somigli, spodestandolo. È la parabola di Ambizione 2, seconda stagione della serie turca creata da Meric Acemi e diretta da Koray Kerimoglu.

Al centro una guerra fra titani iniziata con la prima season, la generazione X e Z, rappresentata da Lale e Asli, due donne ambiziose con una visione diversa della vita e del lavoro. La prima è il leone: territoriale, determinata, avveduta. La seconda è il falco: furba, manipolatrice, velocissima, e segnata dal passato. Entrambe con molti scheletri nell’armadio. Ambizione 2 torna sulla piattaforma Netflix dal 14 dicembre, e segna anche il come back delle sue stelle: Birce Akalay (Lale), Miray Daner (Asli) e Ibrahim Celikkol (Kenan), da noi conosciuto ad oggi soprattutto per il ruolo di Mehdi, protagonista della dizi My Home My Destiny, in onda su Mediaset Infinity.

Ambizione 2, la trama: cosa è successo al leone?

La vita di Lale è cambiata completamente da quando la sua assistente, Asli, è riuscita a de-tronizzarla. Il newtork per cui lavorava l’ha lincenziata, e ora il programma di informazione giornaliero, Dall’altra parte, è nelle mani della giovane ragazza dal cuore duro. Il finale della prima stagione sembrava essere incisivo: abbiamo visto Lale lasciare la redazione dove per anni ha dato anima, corpo e sudore, con un sentito e caloroso applauso di tutti i colleghi, e ora, con l’inizio della seconda season, questo è condotto da qualcuno che dà notizie agli spettatori aggrappandosi alle tendenze sul web. Dove sono finite le vere notizie? Dov’è il giornalismo, quello puro e sincero? Fonte di assoluta verità?

Asli ha giocato le sue carte in maniera scorretta, amorale e anti etica, e ricorrendo a ciò che è virale ogni giorno sui social agisce secondo una comunicazione e dei linguaggi totalmente sballati, che se prima la portano in alto, l’attimo dopo la scaraventano giù. Nonostante abbia ottenuto ciò che vuole, Asli non sembra felice lo stesso. Pensa ancora a Lale, è ossessionata. Nel frattempo, Lale prova ad andare avanti come può, e l’occasione la raggiunge presto: il suo fidato Kenan lavora per un’altra azienda, e le propone di tornare in pista, più forti di prima, insieme. Ma ci sono troppi demoni all’orizzonte… e anche dietro. Quanto sarà alto il prezzo da pagare per tentare di nuovo il successo? E quanto si spingerà invece Asli per rimanere sul trono e non lasciarsi condizionare dai media e dalla figura, pur lontana, della sua più acerrima nemica?

Ambizione 2

Il problema sono i social media

La seconda stagione di Ambizione prosegue dritta nel suo discorso intrapreso nel 2022, e continua a fotografare alcune realtà – in primis quella lavorativa – in cui è presente, letteralmente, tutta quella melma che dall’esterno risulta (quasi) invisibile. Attraverso la metafora della savana, del leone e del falco, rappresentante come dicevamo lo scontro fra Lale e Asli, dove sono ancora le due generazioni – quella X e quella Z – a confrontarsi e affrontarsi, lo show affonda ancora più le sue radici nel terreno fertilissimo, andando ad approfondire tutte le tematiche lasciate in sospeso: le varie facce dei social media, gli ambienti aziendali nocivi, le sfumature aberranti che dominano l’essere umano. Se nella prima stagione era solo stato evidenziato quanto effettivamente l’uso che si faccia dei social sia spesso sbagliato, o di quanto ad oggi il giornalismo stia sempre più perdendo di credibilità per cedere il passo alla disinformazione e alle fake news, in Ambizione 2 vengono messi in risalto tutti i danni collaterali che ne derivano, e che contribuiscono a rendere malsana la nostra società.

Lo fa puntando ancora la luce sull’ambizione di Asli, la sua invidia e ossessione verso Lale, che le consumano l’anima e la portano a odiare tutti quelli che la circondano, impedendole di vivere. Questo dipende in primis dalla sua insicurezza, alimentata e derivante dall’impossibilità dei giovani di fare carriera, poiché intralciati dai “veterani” che neppure li guardano in faccia e non li credono all’altezza (seppur qui venga estremizzata). In secondo luogo dal fatto che le generazioni di oggi cercano di condurre la patinata vita che vedono filtrata dagli influencer sui social, ma quando provano a riprodurla nella loro realtà si accorgono non essere così semplice o veritiera, soccombendo alla frustrazione.

In questo contesto, Asli cerca di rimanere in pista svolgendo il suo lavoro da giornalista al network senza un minimo di etica e moralità, non dando il giusto valore alle notizie ma anzi cavalcando l’onda delle tendenze su twitter o instagram, e sugli hashtag circolanti, perché crede che solo così possa rimanere a galla. Venendo adulata o denigrata dall’audience o dai famosi “leoni da tastiera” in base poi a come arriva loro un determinato messaggio, che codificano e giudicano in base a ciò che è più virale in quel frangente. Ed è qui che la serie ci dimostra quanto il web possa essere fuorviante, uno strumento a doppio taglio volto a deformare la realtà con un clic, portando le persone a cambiare idea ogni secondo, alimentando modelli – o in tal caso news – inesistenti o inattendibili, fino a che queste non si lasciano assuefare dalle mode e dai trend.

Lasciarsi condizionare dal web

“La gente scrive solo quello che vuole dire in quel momento, e non quello che pensa nella realtà”, dirà Lale ad un certo punto ad Asli, in un confronto a maschere cadute fra le due, in una delle scene più potenti e struggenti. Sì, perché oltre il pericolo sull’abuso dei social media, lo show mette in guardia anche sull’influenza che questi hanno nella nostra vita. Con dialoghi pungenti, studiati al millimetro e mai fuori luogo e contesto, Ambizione 2 ne fa una netta e chiara denuncia. I social condizionano, anche quando non sembra. Modifichiamo la nostra intera esistenza e visione delle cose in base a quello che gli utenti digitano, e ci trasformiamo a seconda di ciò che pensano di noi. Siamo nelle mani delle app, eppure non ce ne rendiamo conto. E se sei un personaggio pubblico, come Lale o Asli, e non sai gestire l’ondata, possono distruggere.

Il pubblico dà e il pubblico toglie, e il consiglio è quello di dargli il giusto peso, non rendendolo la nostra realtà o l’unica fonte delle nostre soddisfazioni, ma sfruttandolo in maniera sana, attingendo da esso quando necessario e poi prendendo le giuste distanze. L’affidare a Lale tali parole ha uno scopo ben preciso: farci capire quanto le diverse generazioni non sono agli antipodi e non vanno incapsulate in una specifica definizione. La generazione X non è demodè o antiquata e quella Z non è frivola, superificiale o incapace; sono due mondi differenti, sì, ma possono essere intrinsechi. La prima può insegnare alla seconda attraverso la lucidità e l’esperienza il mestiere, e la seconda può insegnare alla prima tecniche e segreti dell’era dei social. Non costituiscono perciò l’una l’antitesi dell’altra, come spesso ci viene fatto credere, ma anzi l’una può essere d’aiuto all’altra, e Ambizione 2, in un’operazione chirurgica, ce ne dà prova con un racconto credibile e personaggi realistici.

Ambizione 2 -

Personaggi stratificati

E in fondo sono proprio i protagonisti a funzionare. Efficaci, autentici e tridimensionali. Aggiungono spessore e profondità alla storia, solida e ben costruita, e pur con qualche eccesso non sono né stereotipati né fittizi. Ognuno di loro incarna sia il bene che il male, mostrandoci i loro chiaroscuri, là dove la luce e l’oscurità non sempre sono in equilibrio. Sono individui stratificati, come lo siamo tutti, con debolezze, insicurezze, traumi, ossessioni, sogni e desideri, che cercano di andare avanti come possono, combattendo persino contro se stessi, e nel farlo ci mostrano tutti i colori dell’essere umano, sia quelli grigi che quelli sgargianti.

Ad attribuire valore ad ognuno di loro un cast di bravissimi attori dalla grande presenza scenica: Birce Akalay, Miray Daner e Ibrahim Celikkol incarnano deliziosamente Lale, Asli e Kenan, personaggi ambigui, dalle mille sfumature caratteriali, e a volte amorali. Le loro interpretazioni sono calibrate, enfatizzate al punto giusto e mai istrioniche, in grado di restituire allo spettatore i loro diversi punti di vista, affinché dall’altra parte si sviluppi un’empatia totale con ognuno di essi. Ambizione 2 si conferma perciò, nel panorama seriale turco, ma anche sulla piattaforma Netflix, un prodotto di valore, ben lavorato e per nulla scontato. Che aveva urgenza di parlarci di un male che si annida nella nostra società nella maniera più cruda e schietta possibile, e non poteva proprio aspettare.

SUPERSEX: la serie Netflix su Rocco Siffredi debutterà il 6 marzo 2024

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La serie SUPERSEX, in 7 episodi, creata e scritta da Francesca Manieri, è prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, una società del gruppo Fremantle, e da Matteo Rovere per Groenlandia, società del gruppo Banijay,

Diretta da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, SUPERSEX, di cui da oggi è disponibile il teaser poster, è liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi. La sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l’amore, un racconto profondo che attraversa la sua vita fin dall’infanzia e ci svela come e perché Rocco Tano – un semplice ragazzo di Ortona – è diventato Rocco Siffredi la pornostar più famosa al mondo.

Alessandro Borghi interpreta Rocco Siffredi, Jasmine Trinca è Lucia, un personaggio femminile di finzione che rappresenta la sintesi di molte donne con cui Rocco ha avuto una relazione nella sua vita, Adriano Giannini interpreta Tommaso, il fratellastro di Rocco, mentre Saul Nanni veste i panni di Rocco ragazzo. Nel cast anche Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Jade Pedri (Sylvie) e Linda Caridi (Tina).

Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

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Prime Video: tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024

Prime Video ha confermato i titoli che debutteranno in esclusiva sulla piattaforma streaming in Italia il prossimo anno, tra cui le serie Citadel: Diana, capitolo italiano nello Spyverse di Citadel, No Activity – Niente da segnalare e Antonio, la serie dramedy in sei episodi e molto altro. Ecco tutti i film e le serie tv in arrivo nel 2024 su Prime Video.

Citadel: Diana – Serie Original italiana

Citadel: Diana Matilda De Angelis

Arriva nel 2024 il capitolo italiano nello Spyverse di Citadel. La serie, creata, prodotta e girata in Italia, ha per protagonista Matilda De Angelis. Con lei nel cast anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Giordana Faggiano, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Regia di Arnaldo Catinari.

No Activity – Niente da segnalare Serie Original italiana 18 gennaio

Due criminali in attesa di un carico importante, due poliziotti in appostamento, due operatrici della centrale pronte a inviare i rinforzi. Ma il carico non arriva e tutti sono costretti a trovare un modo per ammazzare il tempo. Con Rocco Papaleo, Fabio Balsamo, Luca Zingaretti, Alessandro Tiberi, Carla Signoris, Emanuela Fanelli.

Antonia Serie Original italiana

Un’ironica serie dramedy in sei episodi con Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea. Una giovane donna in fuga dal dolore e da se stessa, al suo 33esimo compleanno, scopre di avere l’endometriosi. La malattia sarà l’occasione per conoscersi e smettere di scappare. La serie è ideata da Chiara Martegiani e diretta da Chiara Malta.

LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro

Comici professionisti, amatoriali e artisti di ogni genere si esibiranno davanti a una giuria d’eccezione per giocarsi la loro chance di entrare a far parte del cast della quarta stagione di LOL: Chi ride è fuori. Elio, Katia Follesa e Angelo Pintus, saranno i giurati di questo show, mentre Mago Forest, il presentatore.

LOL: Chi ride è fuori S4 Show Original italiano

Torna lo show dei record con un cast di professionisti della risata: Diego Abatantuono, Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica. Con loro un comico non professionista da LOL Talent Show: Chi fa ridere è dentro.

Celebrity Hunted – Caccia all’uomo S4 Show Original italiano

Nella quarta stagione del reality thriller si daranno alla fuga per cercare di non farsi catturare da un team di “cacciatori” otto personaggi di spicco del panorama italiano: Raoul Bova in coppia con la moglie Rocío Muñoz Morales, Belen Rodriguez in coppia con la sorella Cecilia Rodriguez, Guè, Ernia, Herbert Ballerina e Brenda Lodigiani.

Sono Lillo S2 Serie Original italiana

Grazie a Posaman, Lillo gode ormai di enorme popolarità. Ma sul set americano del suo prossimo film, scopre che Sergio (Pietro Sermonti) ha ceduto i suoi diritti d’immagine per un kolossal su Posaman supereroe camorrista.

Falla Girare 2 Film Original italiano

Giampaolo Morelli torna alla regia e come interprete in questo secondo capitolo dopo Falla Girare. Nel cast con lui anche Ciro Priello, Fabio Balsamo, Giovanni Esposito, Desirée Popper, Gianfranco Gallo, Livio Kone, Valeria Angione e con Christopher Lambert.

Gli Addestratori Film Original italiano

Nel cast Lillo Petrolo, Geppi Cucciari, Giovanni Vernia, Francesca Agostini, Massimo De Lorenzo, Bianca Nappi, Paolo Mazzarelli, con Anita Caprioli, e con la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino. Diretto da Andrea Jublin, e scritto da Michele Abatantuono e Lara Prando.

Fallout Serie Global Original 12 aprile

Fallout Prime Video

Basata su una delle più grandi serie di videogiochi di tutti i tempi, Fallout è la storia di chi ha e chi non ha in un mondo in cui non c’è quasi più nulla da avere. 200 anni dopo l’apocalisse, i gentili abitanti dei lussuosi rifugi antiatomici sono costretti a tornare nell’infernale paesaggio irradiato che i loro antenati si sono lasciati alle spalle e sono scioccati nello scoprire un universo incredibilmente complesso, allegramente bizzarro e incredibilmente violento che li aspetta.

The Boys S4 Serie Global Origina

The Boys 4

The Boys è una visione divertente e irriverente di ciò che accade quando i supereroi – che sono popolari come le celebrità, influenti come i politici e venerati come le divinità – abusano dei loro superpoteri invece di usarli per il bene.

Those About to Die Serie Global Original

Roma nel 79 d.C. è la città più ricca del mondo. La popolazione, annoiata, inquieta e sempre più violenta, è tenuta in riga principalmente da cibo gratuito e intrattenimento spettacolare, sotto forma di corse di carri e combattimenti di gladiatori. Protagonista Anthony Hopkins. Diretta da Roland Emmerich e Marco Kreuzpaintne.

Foe Film Global Original 5 gennaio

La storia segue Hen (Saoirse Ronan) e Junior (Paul Mescal) mentre coltivano un terreno isolato, ma la loro vita tranquilla viene messa in subbuglio quando uno sconosciuto non invitato (Aaron Pierre) si presenta alla loro porta con una proposta sorprendente.

Hazbin Hotel Serie Global Original 19 gennaio

Charlie, la principessa dell’Inferno, persegue il suo obiettivo apparentemente impossibile di riabilitare i demoni per ridurre pacificamente la sovrappopolazione del suo regno. La serie musical comedy d’animazione per adulti è prodotta da A24 e da Bento Box Entertainment di FOX Entertainment e creata da Vivienne Medrano.

Mr. & Mrs. Smith Serie Global Original 2 febbraio

Mr. & Mrs. Smith

Adattamento in serie dell’action movie del 2005. Vi presentiamo gli Smith, interpretati da Donald Glover e Maya Erskine: due sconosciuti che hanno rinunciato alla propria identità per essere uniti come partner – nello spionaggio e nel matrimonio.

Expats Serie Global Original 26 gennaio

Ambientata nel contesto complesso dei residenti di Hong Kong, Expats di Lulu Wang ritrae un gruppo di donne dalle mille sfaccettature dopo che un singolo incontro dà il via a una catena di eventi che cambiano la vita. Con Nicole Kidman, Sarayu Blue e Ji-young Yoo.

Road House Film Global Original

In questa adrenalinica rivisitazione del classico cult degli anni ’80, l’ex lottatore dell’UFC Dalton (Jake Gyllenhaal) accetta un lavoro come buttafuori in un locale delle Florida Keys, solo per scoprire che questo paradiso non è tutto ciò che sembra.

Marry My Husband Serie Global Original 1 gennaio

La serie K-drama racconta la storia di una donna malata terminale, Ji-won, che scopre la relazione illecita della sua migliore amica Jung Su-min e di suo marito Park Min-hwan, il quale la uccide. Per una serie di eventi, Ji-won torna indietro di 10 anni e progetta la sua vendetta.

Role Play Serie Global Original 12 gennaio

Emma ha un marito meraviglioso e due figli nella periferia del New Jersey, ma ha anche una vita segreta come sicaria, un segreto che suo marito David scopre quando la coppia decide di rendere più piccante il loro matrimonio con un piccolo gioco di ruolo.

Drag Den con Manila Luzon S2: La vendetta Show Original filippino 18 gennaio

La nuova stagione del famoso reality drag filippino presenta un nuovo gruppo di regine, promette di essere ancora più grande, con una nuova tana, una nuova serie di regole e una nuova rosa di giudici. Le 10 nuove regine si sfidano per essere incoronate nuove “Drag Supreme”.

Clarkson’s Farm S3 Serie UK Original

La terza stagione segue Jeremy, Lisa, Kaleb, Gerald e Charlie mentre si imbarcano in altre avventure agricole, con umorismo e progetti agricoli ingegnosi.

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari: la tragica storia vera della Mille Miglia del 1957

Ferrari di Michael Mann è da oggi nelle sale italiane, dopo il passaggio in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Il film, con Adam Driver protagonista nei panni di Enzo Ferrari, mette in luce un periodo di turbolenze personali e aziendali per la leggendaria casa automobilistica italiana. Nello specifico, la sceneggiatura si sofferma sul 1957, anno in cui la vita personale e aziendale di Ferrari si sta sempre più sgretolando, tra la rivelazione di un figlio illegittimo avuto dalla relazione extra-coniugale con Lina Lardi e l’azienda che si avvia verso il fallimento. Imperterrito, Ferrari spera che la vittoria alla Mille Miglia del 1957, una corsa di 1.000 miglia attraverso le strade d’Italia, possa svoltare le sorti della sua azienda. In realtà, l’evento non fece altro che aumentare lo scompiglio nella vita del magnate, come vi raccontiamo in questo approfondimento sulla tragedia che si consumò al volante e all’interno dell’impero automobilistico dell’epoca.

Le umili origini

Nel suo libro del 2009 Go Like Hell: Ford, Ferrari, and Their Battle for Speed and Glory at Le Mans, il giornalista A.J. Baime racconta che Enzo, nato il 18 febbraio 1898 a Modena, perse il padre e il fratello a causa dell’influenza durante la Prima Guerra Mondiale e rimase senza soldi. Sebbene fosse relativamente poco istruito, aveva un talento innato nel riparare cose, in particolare le automobili. Nel 1923 divenne meccanico e pilota dell’Alfa Romeo e, nel 1929, fondò la Scuderia Ferrari che divenne la divisione corse dell’azienda. Nel 1923 sposò Laura Garello e nel gennaio 1932 nacque il loro unico figlio, Alfredo detto “Dino“. Secondo Baime, la nascita del figlio spinse Ferrari ad abbandonare le corse e a costruire un’eredità che sarebbe durata oltre la sua vita: non sarebbe però successo con l’Alfa Romeo, che lasciò nel 1939.

Dopo la sua permanenza all’Alfa Romeo, Ferrari decise di investire in una propria azienda automobilistica, fondando nello stesso anno a Modena la Auto Avio Costruzioni. Durante la Seconda Guerra Mondiale ampliò l’attività con un nuovo stabilimento a Maranello per la produzione di macchine utensili e, dopo il conflitto, si dedicò alle corse. La sua prima auto, la 125, debuttò nel maggio 1947 e vinse una gara nel giro di due settimane. Dopo la vittoria alla 24 Ore di Le Mans nel 1949, la domanda di Ferrari aumentò in tutta Europa. L’azienda iniziò quindi a offrire vetture da turismo, la prima delle quali raggiunse gli Stati Uniti nel giugno del 1949.

Dietro le quinte, la vita personale di Ferrari era meno rosea. Pur dimostrandosi sempre un padre devoto nei confronti di Dino, ebbe diverse relazioni durante il suo matrimonio, molti anni prima che la legge sul divorzio in Italia venisse ufficializzata. Secondo il Guardian, iniziò a frequentare Lina Lardi (interpretata da Shailene Woodley nel film) negli anni Venti e i due mantennero una relazione per decenni. Nel 1945 ebbero un figlio di nome Piero. A causa della natura scandalosa della loro relazione, Piero non fu riconosciuto pubblicamente come figlio di Ferrari fino alla morte di Laura nel 1978.

Ferrari Penelope Cruz
Penelope Cruz nei panni di Laura Garello in Ferrari

La perdita del figlio

Il mondo di Ferrari andò in frantumi nel giugno del 1956 con la morte del figlio di soli ventiquattro anni, con il quale, secondo Baime, aveva un legame fortissimo. All’inizio dell’adolescenza, Dino aveva iniziato a soffrire di strani disturbi. Alla fine i medici gli diagnosticarono una distrofia muscolare, come la maggior parte degli storici concorda, anche se alcuni sostengono che potesse essere affetto da leucemia o addirittura da sifilide trasmessa dalla madre alla nascita. Nel 1955, Dino era costretto a letto nella casa di famiglia a Modena; Enzo prendeva appunti meticolosi sulle condizioni del figlio, realizzando tabelle e grafici che tenevano conto dell’apporto calorico e della diuresi.

Tuttavia, questo non aveva impedito a Ferrari di preparare Dino come apprendista costruttore di automobili. Dino si diplomò in ingegneria, imparò a parlare inglese e aveva un ufficio tutto suo accanto a quello del padre. Anche nelle sue condizioni peggiori, amava parlare con i piloti e gli ingegneri della scuderia Ferrari. Si dice che abbia aiutato il padre e l’ingegnere Vittorio Jano a progettare il rivoluzionario motore da corsa da 1,5 litri sul letto di morte. Dopo la morte di Dino, avvenuta il 30 giugno, Enzo scrisse le ultime quattro parole sul suo taccuino: “La partita è persa“.

Nel suo ufficio in fabbrica, montò un ritratto del figlio sopra una lampada a muro, come se stesse costruendo un santuario. In questo periodo divenne anche piuttosto solitario e si allontanò da Laura, secondo quanto riportato dalla rivista GQ. Affranto, Ferrari dichiarò che le corse non avevano più senso e che le avrebbe abbandonate completamente. Un pensiero che, però, rimase valido solo per sei mesi: nel dicembre del 1956, Enzo Ferrari formò infatti una squadra di sette piloti da Gran Premio con stelle del mondo delle corse, puntando alla Mille Miglia.

Ferrari Mille Miglia 1957
Una scena della Mille Miglia nel film Ferrari

La tragedia delle Mille Miglia

Fu proprio un’auto Ferrari a vincere l’insidiosa corsa su strada, ma a un costo terribile. Il 12 maggio 1957, il pilota Alfonso de Portago, un aristocratico spagnolo molto amato e campione di bob che guidava per la Ferrari, ebbe un guasto a un pneumatico nel villaggio rurale di Guidizzolo. La sua auto colpì un palo del telefono e sbandò contro una folla di spettatori prima di finire in un fosso. Secondo Baime, l’impatto uccise istantaneamente de Portago. Morirono anche il copilota Edmund Nelson e nove spettatori, tra cui cinque bambini. Il giorno seguente i giornali pubblicarono titoli che chiedevano l’abolizione della corsa, che era stata un punto fermo dell’Italia per tre decenni. Enzo fu accusato di omicidio colposo e di “aver causato gravi danni fisici per negligenza“, scrive Baime.

I documenti sostengono che abbia usato pneumatici da corsa non attrezzati per gestire la velocità delle sue auto. Anche se fu dichiarato innocente, l’incidente avrebbe continuato a perseguitare Ferrari e la sua squadra per anni, con la morte di altri piloti, tra cui Luigi Musso e Peter Collins (interpretato nel film da Jack O’Connell) nel 1958 e Wolfgang von Trips nel 1961. All’epoca quasi tutte le auto da corsa erano poco sicure, in quanto sempre più leggere – e l’idea di indossare una cintura di sicurezza, ha detto Baime, era considerata poco virile – ma Ferrari era visto come il più insensibile dei capi squadra.

Quando guidi per la Ferrari, sei diretto in una sola direzione: verso quella piccola scatola sotto terra“, disse il pilota rivale Harry Schell nel 1959. In modo inquietante, Schell morì solo un anno dopo mentre si allenava per una gara sul circuito britannico di Silverstone. Sebbene il film si concentri su uno degli anni più duri della vita di Ferrari, la sua storia era tutt’altro che finita. Sentendosi come se il suo Paese lo avesse tradito bollandolo come assassino, minacciò nuovamente di abbandonare le corse. Ma, ancora una volta, il fascino della vittoria impedì a Ferrari di portare avanti questo pensiero.

Adam Driver Enzo Ferrari
Adam Driver è Enzo Ferrari. Foto di Lorenzo Sisti

 

Ferrari dopo gli anni ’50

Nel 1961, il programma di corse della Ferrari aveva conquistato il dominio, vincendo i Campionati piloti e costruttori di Formula 1 e il Campionato del Mondo per vetture sportive. Tuttavia, il malcontento veniva ora dall’interno della fabbrica di Maranello. A quanto si dice, frustrato dal coinvolgimento di Laura negli affari dell’azienda e dalla cattiva pubblicità che accompagnava la morte di ogni pilota, il direttore commerciale di lunga data Girolamo Gardini minacciò di andarsene. Un Enzo indignato licenziò Gardini, così come l’ingegnere capo Carlo Chiti, il responsabile dello sviluppo di auto sportive sperimentali Giotto Bizzarrini e una manciata di altre persone, secondo la Pittsburgh Vintage Grand Prix Association. All’epoca si pensava che la “Rivolta di Palazzo” fosse un potenziale colpo mortale, ma si rivelò una benedizione sotto mentite spoglie.

Il nuovo ingegnere Mauro Forghieri e il designer della carrozzeria Sergio Scaglietti completarono il lavoro sulla nuova 250 GTO, che diventò una delle auto sportive più famose della storia. Il successo in pista continuò e la fusione del 1969 con la Fiat, che acquistò il 50% delle azioni, contribuì a stabilizzare l’azienda dal punto di vista finanziario. Enzo si dimise dalla carica di presidente nel 1977 e morì 11 anni dopo, mentre Piero assunse il controllo della quota rimanente del padre. Oggi è vicepresidente e proprietario del 10% dell’azienda. La Ferrari è uno dei marchi più riconoscibili del mondo automobilistico e, secondo i dati dell’azienda, l’anno scorso ha venduto più di 13.000 auto di lusso anche se, come ci racconta questa storia, non sono mancate le difficoltà lungo il percorso.

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Lo storico Cinema Fossolo di Bologna riapre il 20 dicembre 2023

Il fascino del Cinema Fossolo risuona nuovamente tra le strade di Bologna, annunciando la sua riapertura in grande stile grazie all’integrazione in Circuito Cinema. La rinascita dello storico cinema è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Centro Ricreativo Fossolo e Circuito Cinema, una realtà consolidata nel mondo dell’intrattenimento cinematografico e che ha abbracciato la sfida di ridargli vita, rendendolo palcoscenico di nuove storie e un punto di riferimento per gli amanti del grande schermo.

558 posti, aree comuni rinnovate, nuovo impianto audio e proiettore laser. L’obiettivo è quello di rimettere il cinema Fossolo al centro dell’attività sociale della città, con una programmazione cinematografica di qualità che sarà curata da Circuito Cinema e affiancata da incontri e iniziative editoriali affinché la sala possa tornare ad essere luogo di crescita e di scambio culturale. Si parte mercoledì 20 dicembre con l’attesissimo “Wonka” di Paul King, prequel del romanzo di Roald DahlLa fabbrica di cioccolato”.

David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars, ecco i vincitori della prima edizione del premio

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Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello sono i vincitori della prima edizione del premio “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars”, il nuovo riconoscimento dedicato agli attori emergenti, nato dalla collaborazione dell’Accademia del Cinema Italiano con l’Area Cinema di Fondazione Sistema Toscana.

I nomi dei sei interpreti under 28 saranno annunciati oggi, venerdì 15 dicembre 2023, presso il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, straordinario scenario d’arte che ospita la celeberrima statua in bronzo del David di Donatello. L’evento, a cui parteciperanno le tre attrici e i tre attori, giunge a conclusione della “50 Giorni di Cinema a Firenze”, la manifestazione di cinema internazionale in programma da settembre a dicembre nel capoluogo toscano.

I vincitori sono stati scelti per la qualità del loro lavoro dalla Presidenza del David e dal Consiglio Direttivo composto da Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Francesco Giambrone, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti, Francesco Rutelli. La preselezione è stata realizzata dall’Unione Italiana Casting Director U.I.C.D. in dialogo con le associazioni di agenti A.S.A. e L.A.R.A. Il nuovo “David Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” è così frutto della collaborazione tra varie e importanti professioni dell’industria del cinema, sotto l’egida del Ministero della Cultura avvalendosi della prestigiosa collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze con Fondazione CR Firenze e Camera di Commercio di Firenze.

Nel corso del prossimo anno, i sei attori saranno protagonisti di un percorso di formazione con una serie di mentori d’eccezione che metteranno a loro disposizione l’esperienza e la professionalità maturata nel corso degli anni: fra questi, Jasmine Trinca, una delle attrici italiane più note e celebrate; Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera e autore del celebre “Dizionario dei film”; Elisabetta Sgarbi, editrice, regista e organizzatrice culturale; Nicoletta Maraschio, Presidente onoraria dell’Accademia della Crusca; Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo Strozzi; Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale di Anica Academy; Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, creatore del Centro Nazionale di Produzione che porta il suo nome.

A conclusione di questo percorso a loro dedicato, Cecilia Bertozzi, Domenico Cuomo, Michele Eburnea, Leonardo Maltese, Fotinì Peluso e Yile Vianello riceveranno la speciale statuetta David di Donatello realizzata appositamente per le “Rivelazioni Italiane – Italian Rising Stars” da Bulgari, storico partner del Premio autore delle prime statuette assegnate dal 1956 all’eccellenza nel cinema.

Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il film di Zack Snyder divide la critica

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Mentre si attende l’uscita su Netflix di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, il nuovo film di Zack Snyder e primo capitolo di una saga di fantascienza pronta ad espandersi nel tempo, sono ora arrivate online le prime reazioni della critica al film. Come avvenuto per i precedenti lungometraggi del regista, anche questo suo nuovo lavoro ha fortemente diviso quanti lo hanno visto in chi lo ha amato e chi lo ha odiato, ma sembra esserci posto anche per delle vie di mezzo. Tra i giudizi negativi spicca sicuramente quello di Eric Italiano di BroBible ha ammesso che Rebel Moon è stato “il primo film dal quale sono uscito prima della fine da molto, molto tempo”, criticandone la “cattiva recitazione” e suggerendo che il film è “un banchetto per chi odia Zack Snyder.”

Di un parere simile è anche Matt Neglia di Next Best Pictures, che ha scritto che “il film avrebbe dovuto allinearsi con la mia predilezione per la narrazione epica, ma mi ha lasciato distaccato. L’esecuzione goffa di Zack Snyder rende anche il dramma in modo elementare fino a renderlo quasi noioso. Fantascienza derivata con azione al rallentatore insignificante e personaggi noiosi”. Brandon Davis di ComicBook.com riporta invece che “volevo amare Rebel Moon”, ma di aver percepito che “la storia ambiziosa avrebbe potuto essere raccontata meglio”, affermando però anche che “la versione estesa probabilmente lo migliorerà. Ha un grande stile, ma quest’ambiziosa storia avrebbe potuto essere raccontata meglio.”

C’è però anche chi ha apprezzato il film, come Molly Edwards di GamesRadar, che scrive: “Ok, #RebelMoon è semplicemente epico. Grandi proporzioni, bellissime immagini (ovviamente), azione fantastica e una mitologia davvero affascinante. Ci sono un sacco di entusiasmanti anticipazioni per quello che verrà, ma è comunque molto soddisfacente come film a sé stante. Jimmy mi ha rubato il cuore.” Di un parare simile è Kirsten Acuna di Insider, che ha descritto il film come come una “lettera d’amore a Star Wars. Riesco a vedere i riferimenti. Volevo di più di alcuni personaggi (Djimon Hounsou), ma Ed Skrein ruba la scena in ogni momento”.

La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco

La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

Thor 5: Gareth Edward risponde ai rumor sul suo coinvolgimento come regista del film

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Thor 5 sarebbe sempre più una certezza presso i Marvel Studios, ma mentre deve ancora arrivare l’ufficialità riguardo tale progetto, sappiamo già che Taika Waititi non sarà alla guida di tale progetto. Si starebbe dunque cercando un nuovo regista per la quinta (e forse ultima) avventura cinematografica del personaggio interpretato da Chris Hemsworth, e il primo nome saltato fuori per questo ruolo è quello di Gareth Edwards, regista di Godzilla, Rogue One: A Star Wars StoryThe Creator. Il podcast BroBible’s Post Credit ha ora parlato proprio Edwards del fatto che il suo nome è stato accostato a tale progetto Marvel.

Ho visto anch’io quelle voci. – ha dicharato Edwards – L’ho visto e l’ho mandato scherzosamente alla mia ragazza. Le ho mandato il link e le ho detto: ‘Non volevo che lo scoprissi in questo modo’“. Edwards è poi passato a parlare seriamente di Thor 5, affermando che “amo questi film. Amo la Marvel, molti miei amici lavorano nei film Marvel”, ma specificando anche che al momento preferisce dedicarsi a progetti più personali. “Personalmente, sono molto eccitato per il futuro del cinema. Sento che tutto ciò che abbiamo fatto di diverso con The Creator è probabilmente la parte più forte del film. E voglio spingere le cose ancora più in là, quindi avere la libertà e la possibilità di rischiare, di fallire.

“Credo che tutto questo sia una parte importante di ogni creatività e quindi sono molto eccitato all’idea di fare un altro film tutto mio. Ma amo tutti gli altri film e franchise, li vado a vedere e possiedo i dvd dei loro film, ma ora voglio davvero continuare a perseguire una mia fantascienza originale. È una risposta molto politicamente corretta questa? In ogni caso, mai dire mai. Nelle giuste circostanze, assolutamente sì“. Edwards rivela dunque di non essere in trattative con i Marvel Studios e di voler dare precedenza a suoi progetti originali. Tuttavia, il regista non esclude la possibilità di unirsi al franchise Marvel in futuro, quindi tutte le porte sono da considerarsi ancora aperte.

Best of Enemies: Christian Bale e Bradley Cooper protagonisti del film Amazon

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Come riportato da Deadline, Amazon e MGM Studios si sono aggiudicati i diritti di Best of Enemies, un adattamento dell’omonimo romanzo di genere thriller spionistico e che avrà come protagonisti Bradley Cooper e Christian Bale, con Eric Warren Singer alla sceneggiatura e Charles Roven di Atlas Entertainment alla produzione. Tutti e tre hanno già lavorato insieme al titolo candidato come Miglior film nel 2013, American Hustle. Cooper, che ha ricevuto apprezzamenti per la sua ultima regia, Maestro, è inoltre possibile che diriga il film, ma la decisione non è ancora stata presa.

Il film, come si accennava, è basato sul libro Best of Enemies: The Last Great Spy Story of the Cold War di Eric Dezenhall e Gus Russo. Pubblicato dall’imprinting Hachette Twelve nel 2018, il libro racconta la storia dell’agente della CIA Jack Platt (che sarà interpretato da Cooper) e dell’agente del KGB Gennady Vasilenko (che avrà invece il volto di Bale), una coppia di spie della Guerra Fredda che hanno sviluppato un’improbabile amicizia in un momento in cui avrebbero dovuto essere nemici. Platt e Vasilenko erano nuovi arrivati sulla scena dei servizi segreti di Washington nel 1978: il primo lavorava nell’ufficio di controspionaggio della CIA e il secondo nell’ambasciata sovietica.

È notevole che i due abbiano instaurato un forte legame personale, anche dopo che ciascuno dei due era stato inviato a sedurre l’altro per indurlo a tradire il proprio Paese. I due furono poi coinvolti nella risoluzione di alcune delle più famose storie di spionaggio del XX secolo, tra cui l’individuazione della talpa sovietica Robert Hanssen. Vasilenko ha trascorso un periodo in una prigione sovietica dopo che il governo ha scoperto che lavorava come agente doppiogiochista per gli Stati Uniti, ma alla fine è stato liberato con l’aiuto della CIA durante lo Scambio di Spie del 2010. Un soggetto dunque quantomai adatto ad un film, su cui ora si attendono maggiori informazioni.

The New Look: prime foto della nuova dramedy con Glenn Close

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The New Look: prime foto della nuova dramedy con Glenn Close

Apple TV+ ha svelato oggi che la tre volte vincitrice dell’Emmy e candidata all’Oscar Glenn Close interpreterà Carmel Snow, la leggendaria direttrice dell’iconica rivista di moda Harper’s Bazaar, nella dramedy storica The New Look, di Todd A. Kessler, e ha rilasciato le prime immagini del suo personaggio. Il ruolo segna il primo incontro tra la Close e il creatore Kessler dopo la loro pluripremiata collaborazione nell’acclamata serie “Damages“.

Glenn Close si unisce a un cast stellare guidato dal vincitore dell’Emmy Ben Mendelsohn nel ruolo di Christian Dior, insieme al premio Oscar Juliette Binoche nel ruolo di Coco Chanel, Maisie Williams nel ruolo di Catherine Dior, John Malkovich nel ruolo di Lucien Lelong, Emily Mortimer nel ruolo di Elsa Lombardi e Claes Bang nel ruolo di Spatz.

The New Look: quando esce e dove vederla in streaming

The New Look farà il suo debutto il 14 febbraio 2024 su Apple TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio ogni mercoledì fino al 3 aprile.

La trama di The New Look

Ispirata a fatti realmente accaduti e girata interamente a Parigi, “The New Look” racconta la vita e la carriera di Christian Dior, Coco Chanel e degli stilisti a loro contemporanei che hanno affrontato gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e lanciato la moda moderna.

Ambientata durante l’occupazione nazista di Parigi nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la serie si concentra su uno dei momenti più cruciali del XX secolo, quando la capitale francese ha riportato in vita il mondo grazie a un’icona della moda: Christian Dior. Mentre Dior sale alla ribalta con la sua rivoluzionaria e iconica impronta di bellezza e influenza, il primato di Coco Chanel come stilista più famosa del mondo viene messo in discussione. La saga intreccia le storie sorprendenti di personaggi contemporanei e antagonisti di Dior: dalla Grand Dame Coco Chanel a Pierre Balmain, Cristóbal Balenciaga e altri ancora e offre una visione straordinaria dell’atelier, dei disegni e degli abiti creati da Christian Dior grazie alla collaborazione con la Maison Dior.

Barbie: Timothee Chalamet svela come sarebbe potuto essere il suo cameo scartato

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Barbie, di Greta Gerwig, è diventato una pietra miliare della cultura popolare nel 2023, incassando oltre un miliardo di dollari al botteghino mondiale e dando vita a un fenomeno culturale. Per chi conosceva già la filmografia della Gerwig, però, l’assenza dei camei dei suoi frequenti collaboratori Saoirse Ronan e Timothee Chalamet, con i quali aveva già lavorato nei suoi film Piccole donne e Lady Bird, è stata sorprendente. Mentre la Gerwig ha già parlato del fatto che il cameo inizialmente previsto per i due è stato tagliati dal film, Chalamet ha ora rivelato quanto poco sapesse di come tale cameo si sarebbe dovuto svolgere.

Durante una recente apparizione al Tonight Show, l’attore ha infatti parlato del fatto di non essere apparso in Barbie e ha ipotizzato scherzosamente che il suo cameo sarebbe stato una versione “francese rifiutata” di Ken. “C’era l’idea di fare un cameo con Saoirse Ronan“, ha rivelato Chalamet. “Non so quale sarebbe stato il cameo. Penso che sarebbe stato uno dei Ken o delle Barbie rifiutati. Non Alan! Forse ce n’era uno francese scartato lungo la strada“. Come noto, però, la regista ha rivelato che il tutto non si è potuto concretizzare per via di conflitti di programmazione. “Entrambi non hanno potuto farlo e io ero così infastidita. Ma li amo così tanto. Ma mi sembrava di fare qualcosa senza i miei figli”, ha dichiarato Gerwig.

Chi c’era nel film di Barbie?

Barbie è stato diretto da Greta Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di dollari, diventando così il film di maggior incasso del 2023.

Il film è interpretato da Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell, Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora. La colonna sonora originale è attualmente candidata a 11 Grammy, tra cui Record of the Year, Song of the Year e Best Song Written for Visual Media, con Ryan Gosling che ha ricevuto la sua prima nomination ai Grammy per “I’m Just Ken”.

Star Wars: Hayden Christensen non vede l’ora di tornare nel franchise

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Dopo quasi due decenni di assenza dal franchise di Star Wars, Hayden Christensen ha avuto modo di riprendere i ruoli di Darth Vader e Anakin Skywalker prima per la serie Obi-Wan Kenobi dell’anno scorso e poi di nuovo per Ahsoka quest’anno. In base all’attuale lista di progetti di Star Wars all’orizzonte, sembra non esserci la certezza per Christensen di apparire di nuovo in live-action nei panni del personaggio che lo ha reso celebre, ma l’attore stesso ha comunque recentemente espresso il suo interesse per un ritorno, che sia in una seconda stagione di Ahsoka o in un’altra avventura.

Mi piacerebbe fare di più, mi piacerebbe continuare con Star Wars. Vedremo“, ha detto Christensen al podcast The Dagobah Dispatch. “Non so cosa ci riservi il futuro, se si presenterà un’opportunità del genere, sarò lì con un grande sorriso sul volto. In caso contrario, mi sento davvero grato di poter tornare e fare il lavoro che ho fatto, sia in Obi-Wan che in Ahsoka“. L’apprezzamento dei fan nei confronti di Christensen come interprete di Anakin Skywalker è oggi molto alto, ma non è sempre stato così. Quando l’attore venne scelto per Star Wars: L’attacco dei cloni, erano in molti a non ritenerlo adatto al ruolo.

Con il tempo, però, anche quei film prequel hannno ottenuto sostegno e lodi da parte degli appassionati della saga, soprattutto da parte di quelli più giovani, tanto che Christensen ha ricevuto un’enorme manifestazione d’amore da parte dei fan quando ha iniziato a partecipare alla Star Wars Celebration. Questo è poi culminato nel suo ritorno al franchise live-action e con questi recenti commenti l’attore implica ora che il suo ritorno nella galassia lontana lontana potrebbe non essersi già concluso.

Charlie Hunnam conferma di aver rifiutato il ruolo di Green Arrow per lo Snyderverse

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La star di Papillon e King Arthur, Charlie Hunnam, è stata a lungo la scelta preferita dai fan per interpretare Green Arrow sul grande schermo. L’Arciere di Smeraldo non è però mai entrato a far parte dello Snyderverse. L’occasione per Hunnam per lavorare con Zack Snyder è però poi arrivata grazie a Rebel Moon, dal 20 dicembre su Netflix. Proprio durante una recente intervista per promuovere questo nuovo film, all’attore è stato però chiesto se il regista di Justice League gli avesse mai offerto la possibilità di vestire i panni di Green Arrow nel DCEU.

Con sorpresa di molti, Hunnam ha rivelato che qualcuno della Warner Bros. glielo ha effettivamente proposto. “Non ne ho mai parlato con Zack“, ha esordito Hunnam, “onestamente, non ricordo chi me lo abbia proposto. Sono state alcune persone in giacca e cravatta a portarmi l’idea e a pensare che sarebbe stato terribilmente eccitante per me interpretare Green Arrow. Peccato che io non condividevo il loro entusiasmo“. Per quanto riguarda il motivo per cui non si è sentito interessato al ruolo, Hunnam ha aggiunto: “Non so chi sia Green Arrow, quindi non voglio offendere nessuno”.

“Ho guardato una foto e mi sono detto: “Non sono sicuro che il verde sia il mio colore e sono abbastanza sicuro che lo spandex non sia il materiale giusto per me”. Al di là di questo, con una sola immagine mi sono detto: ‘Grazie, non sono interessato’“. Il motivo del rifiuto sarebbero dunque da ricondurre a motivi estetici e anche se i fan del personaggio non vedranno mai Charlie Hunnam in tali panni, James Gunn ha anticipato che Green Arrow sarà presente nel suo DC Universe, dunque non resta che attendere per scoprire chi verrà scelto per tale ruolo, sperando che possa essere gradito ai fan.

Spider-Man 4: il film potrebbe includere due importanti personaggi Marvel

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Il 2023 ha avuto il suo Spider-Man cinematografico grazie a Spider-Man: Across the Spider-Verse, ma ora potrebbe volerci un po’ prima che si possa rivedere l’amato supereroe sul grande schermo. Mentre sappiamo che il capitolo conclusivo della trilogia animata della Sony, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse richiede ancora un lungo lavoro di post-produzione, anche per lo Spider-Man dell’MCU i tempi sembrano essere piuttosto lunghi. L’interprete di questo Spider-Man, Tom Holland, ha infatti dichiarato di volersi prendere una pausa dal personaggio, cosa che ha portato lo Spider-Man 4 del MCU ad essere un progetto ancora da confermare.

Sembra però inevitabile che questo film venga prima o poi realizzato, specialmente considerato il ruolo che Peter Parker ha assunto all’interno del Marvel Cinematic Universe. Lentamente, dunque, sembra che i lavori di sviluppo del progetto stiano iniziando e con essi la diffusione di alcuni primi rumor. Finora, la voce più diffusa è che in Spider-Man 4, Spider-Man farà squadra con Daredevil per combattere il signore del crimine, Wilson Fisk alias Kingpin. A riportare tale voce è lo scooper Daniel Richtman, in passato già dimostratosi fonte affidabile.

È lui a sostenere che il Daredevil di Charlie Cox, già brevemente introdotto in Spider-Man: No Way Home, avrà un ruolo importante in Spider-Man 4 (almeno nell’attuale iterazione della sceneggiatura). Si dice però che i Marvel Studios stiano considerando di aggiungere al mix anche l’Ant-Man di Paul Rudd, il quale ha da poco concluso la sua trilogia cinematografica. Ad oggi, però, si tratta di notizie assolutamente non confermate, che anche se vere potrebbero facilmente essere scartate con successivi sviluppi della sceneggiatura. Sembra però che qualcosa riguardo Spider-Man 4 stia iniziando a muoversi.

Doctor Who: teaser trailer dello speciale “The Church on Ruby Road”

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Le festività sono arrivate in anticipo: in vista del debutto del 25 dicembreDisney+ ha diffuso un teaser per l’attesissimo speciale natalizio di Doctor Who, “The Church on Ruby Road”.

Lo speciale di Natale dà il benvenuto a Ncuti Gatwa (Sex Education) nel ruolo del Quindicesimo Dottore e a Millie Gibson in quello della sua nuova compagna, Ruby Sunday.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Doctor Who e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Molto tempo fa, alla Vigilia di Natale, un bambino fu abbandonato nella neve. Oggi Ruby Sunday incontra il Dottore, bambini rubati, folletti e forse il segreto della sua nascita.

Doctor Who è prodotto da Bad Wolf con BBC Studios, per BBC e Disney Branded Television. Tra i produttori esecutivi figurano Davies (scrittore e showrunner), Jane Tranter, Julie Gardner, Joel Collins e Phil Collinson.

Lo scorso lunedì 11 dicembre, Gatwa e Gibson hanno premuto il pulsante per accendere il London Eye con i colori dell’iconico vortice temporale di Doctor Who per celebrarne il debutto. Inoltre, presso il British Film Institute, a Southbank, si è tenuta una proiezione in anteprima mondiale dello speciale natalizio con tanto di Q&A con Gatwa, Gibson e lo showrunner Russell T Davies.

I nuovi episodi di Doctor Who saranno disponibili su Disney+ in tutto il mondo (ad eccezione di Regno Unito e Irlanda).

Museo Nazionale del Cinema: presentato il libro di Stefano Bessoni “Tim, l’eterno fanciullo di Burbank”

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In contemporanea con la mostra Il mondo di Tim Burton, l’offerta del Museo Nazionale del Cinema si arricchisce di due volumi editi da Museo Nazionale del Cinema di Torino, in collaborazione con la casa editrice Bakemono Lab: due libri dedicati al genio creativo di Tim Burton che affiancano gli approfondimenti già offerti nel catalogo ufficiale.

Il primo è Moondance. Tim Burton, un alieno a Hollywood, una raccolta di saggi critici sulla poetica dell’artista che percorre, attraverso voci diverse, un excursus nei suoi temi ricorrenti (il macabro, l’infanzia, il corpo, la deformità, l’amore e i mostri) alla scoperta di nuovi elementi e aspetti poco battuti della sua vena espressiva. Dopo un vuoto editoriale che dura dal 2007, Moondance costituisce il primo volume di approfondimento aggiornato dedicato a Tim Burton, nato da una coedizione tutta italiana. Dieci autori, introdotti da una prefazione di Stefano Bessoni, che raccontano altrettante tematiche portando alla luce una molteplicità di punti di vista che indagano il cuore dell’universo espressivo burtoniano. Prezzo di copertina: 20 euro. Copertina flessibile. Pagine: 280

Mentre vi è pi Tim, L’eterno fanciullo di Burbank, un albo illustrato che mette in luce gli aspetti più eccentrici e profondi del regista, attraverso un’accurata analisi del suo immaginario e della sua ricerca, compiute da un altro regista, illustratore e artista: Stefano Bessoni. Una biografia illustrata a base di scarabocchi, dove Bessoni propone la propria versione dei personaggi strambi e grotteschi di Burton, in un gioco di prospettive che omaggia il lato più ironico e fanciullesco del grande regista americano.

Un taccuino di appunti e scarabocchi dedicati a Tim Burton. Un modo molto personale per compiere un viaggio nell’universo macabro e romantico di uno degli artisti più importanti della scena contemporanea e per fissare nella mente concetti e immagini. Certo, è strambo – afferma Stefano Bessonidisegnare i suoi personaggi alla mia maniera, ma è certamente un processo catartico e queste pagine sono il mio piccolo sentito omaggio al suo mondo incantato”.

Secondo il Direttore del Museo Nazionale del Cinema, Domenico De Gaetano, “questo libro di Stefano Bessoni è la guida più originale e creativa che si possa concepire sull’universo meraviglioso di Tim Burton. Sicuramente perché è scritto da un regista-artista-illustratore e non da un critico o uno storico del cinema di professione. Inoltre, Bessoni possiede uno sguardo incantato e fanciullesco che ha molti punti in comune con quello esuberante e universalmente conosciuto di Burton. Ma, soprattutto, il libro consente di ripercorrere la carriera artistica del regista americano attraverso un racconto accurato e coinvolgente, impreziosito da una serie di illustrazioni che sono esse stesse affascinanti interpretazioni dei personaggi burtoniani”. Prezzo di copertina: 26 euro. Copertina rigida. Edizione bilingue italiano e inglese. 

Entrambi i volumi sono disponibili per l’acquisto presso il bookshop del Museo Nazionale del Cinema o sul sito della casa editrice www.bakemonolab.com

George Clooney e Adam Sandler protagonisti del nuovo film di Noah Baumbach

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Variety ha confermato che George Clooney e Adam Sandler faranno coppia in un nuovo film di Noah Baumbach per Netflix, ancora senza titolo. Baumbach ha scritto la sceneggiatura insieme all’attrice Emily Mortimer, che ha anche creato la serie “Doll and Em“, con il regista che sarà anche produttore del film insieme a Amy Pascal e David Heyman. Ricordiamo che nell’ambito del suo accordo esclusivo con Netflix, Baumbach ha già realizzato The Meyerowitz Stories, in cui ha recitato anche Sandler, nonché il film candidato agli Oscar Storia di un matrimonio, con Adam Driver e Scarlett Johansson.

Successivamente, sempre per Netflix, Baumbach ha realizzato White Noise, adattato dal romanzo di Don DeLillo e interpretato da Drive e Greta Gerwig. Ad oggi, questo è dunque l’ultimo lungometraggio realizzato come regista da Baumbach, che sempre però dunque pronto a tornare alla regia di un nuovo lungometraggio di cui però, ad oggi, oltre ai due attori protagonisti, non sono state fornite altre informazioni. Netflix non ha infatti rilasciato commenti a riguardo per ora, ma Scott Stuber, capo della società, aveva precedentemente descritto il prossimo film di Baumbach come una “divertente ed emozionante storia di adulti che arrivano all’età adulta“.

Si potrebbe dunque ipotizzare un film sullo stile e i toni di Giovani si diventa, la pellicola di Baumbach interpretata da Ben Stiller in cui quest’ultimo si scontra con l’avanzare dell’età anche a partire dal confronto con il più giovane personaggio interpretato da Adam Driver. In ogni caso, questo nuovo film sarebbe la prima collaborazione di George Clooney con Baumbach come regista, anche se i due si erano già conosciuti grazie a Fantastic Mr. Fox, il film di Wes Anderson scritto da Baumbach e doppiato proprio da Clooney. Non resta ora che attendere maggiori informazioni su questo nuovo progetto.

Cinematografo Awards, tutti i vincitori

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Cinematografo Awards, tutti i vincitori

Alice Rohrwacher, Alba Rohrwacher, Roberto Andò, Maria Chiara Giannetta, Greta Gasbarri, Tommaso Santambrogio, Santi Pulvirenti, Domenico Monetti, Luca Pallanch, saranno presenti venerdì 15 dicembre alle 20 al Cinema Barberini di Roma per i Cinematografo Awards.

I riconoscimenti sono attribuiti ai protagonisti del mondo del cinema, della serialità e della cultura dai giornalisti e critici della Rivista del Cinematografo (il più antico magazine italiano di critica cinematografica) che sostiene e guarda con particolare attenzione alla produzione italiana, sia riconoscendone gli sforzi sia promuovendone i temi, le storie e i personaggi. La cerimonia di premiazione annuale valorizza quelle opere che, al di là degli indubbi meriti artistici, hanno lasciato il segno stimolando riflessioni che fanno parte della storia e dell’idea di cinema che la Rivista porta avanti.

Durante la cerimonia, viene consegnato anche il Premio Toni Bertorelli Controluce, il riconoscimento nato per rendere omaggio a un attore raffinato e a un interprete ricordato spesso per la particolarità del suo volto e la profondità delle sue memorabili interpretazioni sia al cinema che in teatro e in televisione. Istituito nel 2017, il premio è assegnato a interpreti italiani ritenuti in qualche modo affini a Toni Bertorelli, quindi fuori dai canoni consueti sia estetici che di recitazione e che, indipendentemente dal fatto di essere o meno protagonisti, abbiano dato prova di interpretazioni particolarmente significative e originali.

I premiati di quest’anno sono Fausto Russo Alesi e Linda Caridi. I vincitori sono stati designati da un comitato di amici e colleghi che con Toni Bertorelli hanno condiviso alcune esperienze della loro vita artistica: Marco Bellocchio, Valeria Ciangottini, Steve Della Casa, Fabio Ferzetti, Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Davide Milani e Luca Pallanch, con la supervisione di Barbara Chiesa. I premi sono appositamente realizzati dall’attore e artista Giorgio Crisafi.

I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI

Premio Navicella Cinema Italiano – La chimera di Alice Rohrwacher

Un domani si parlerà del “cinema di Alice Rohrwacher” come oggi facciamo riferendoci ai maestri che furono, rinvenendo l’idea di un universo iconico e riconoscibile, capace di suscitare rimandi non solamente “visivi” ma anche appigli inerenti gli altri sensi. Un cinema di terra e polvere, di natura e vuoto, popolato da personaggi fatti di carne e anima, sbilenchi ma veri, radicati eppure errabondi. Con La chimera, la regista scava ancora una volta nelle pieghe di un cinema sospeso, tra presente e passato: archeologa dell’immagine – e della sua assenza – sa riesumare l’essenza di quel legame indissolubile tra il sopra di oggi, di ieri e il sotto di epoche remote ancora custodite nel sottosuolo, quel chimerico equilibrio che ogni giorno tentiamo di stabilire tra l’esistente e l’esistito, tra il visibile e l’invisibile. Alla ricerca di quel filo rosso che li unisce per sempre.

Premio speciale insieme dell’opera – Roberto Andò

Letteratura, cinema, teatro, lirica e televisione, non c’è campo che Roberto Andò non abbia dissodato, provando il piacere di essere un altro rimanendo sé stesso. Il grande pubblico l’ha incontrato con La stranezza, che prendendo da Pirandello ha restituito la sua cifra costante: l’umanesimo. Tra memoria e volontà, con libertà – anzi, Viva la libertà – e dignità, ha asseverato una poetica laterale, di scorcio e di sguincio, sugli affari antropici, le suggestioni intellettuali, le sprezzature dotte. Eternando il primo privilegio d’uomo, dare il nome alle cose, s’è prodotto Sotto falso nome, ha rivendicato Una storia senza nome, sempre confidando nelle sorti magnifiche e progressiste del racconto. Tra palco e realtà, proiezione e atto, il suo garbo rimanda passione, che è “una parola chiave non solo per la politica, anche per la vita”.

Premio Navicella Serie – Blanca di Jan Maria Michelini e Michele Soavi con Maria Chiara Giannetta

Grazie a una protagonista femminile carismatica e fragile, sfrontata e introspettiva, magistralmente interpretata da Maria Chiara Giannetta, Blanca affronta il tema della disabilità rifuggendo ogni facile sentimentalismo. Nell’universo narrativo della serie trovano spazio la capacità di dover accettare gli eventi negativi e la potenza salvifica delle seconde possibilità. Ribaltando i canoni della fiction italiana, Blanca è una serie di rottura, capace di innovare nel solco della tradizione.

Premio Migliore Interpretazione – Alba Rohrwacher per Mi fanno male i capelli di Roberta Torre

La perdita della memoria, dei ricordi, ma soprattutto la possibilità di una continua interazione con i fantasmi del nostro immaginario: imitare Monica Vitti sarebbe impossibile, Alba Rohrwacher, la sua Monica – personaggio creato per lei da Roberta Torre – ne insegue piuttosto il senso, catturandone il mito. Donna che sta perdendo se stessa, si ritrova nella donna che in fondo ha interpretato tutte le donne possibili e immaginabili, senza stereotipi, con infinita umanità. Stabilendo con lei un legame non solo teorico, che trascende il film stesso.

Premio Migliore Opera Prima – Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio

Tommaso Santambrogio prende l’omonimo cortometraggio che lo aveva lanciato alla Sic e lo dilata ben oltre la sua durata. Non c’è solo la bella love story tra Alex ed Edith, ma altre linee narrative che moltiplicano le risonanze affettive e le note dolenti di un unico, lungo addio. Una lettera d’amore a Cuba piena di rimpianto e di cinema, di fotografia e di disperazione della materia. Un’opera prima che conferma la vitalità degli expat italiani e suggerisce che il futuro del nostro cinema potrebbe forse iniziare altrove.

Premio Rivelazione dell’Anno – Greta Gasbarri per Mia di Ivano De Matteo

Al debutto sul grande schermo, Greta Gasbarri colpisce al cuore con un’interpretazione sorprendente: un’adolescente come tante, figlia amatissima e amica fedele, convinta di vivere il sogno del primo amore e in realtà intrappolata nell’incubo di una relazione tossica, dominata da crudeltà, manipolazione, possesso e violenza. Così autentica e profonda da impreziosire un film urgente, necessario, tristemente contemporaneo.

Premio Colonna Sonora – Santi Pulvirenti per L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano

Respiri affannosi e battiti, echi di polizieschi e horror anni ’70, la partitura concepita da Santi Pulvirenti per il crime thriller notturno diretto da Andrea Di Stefano accompagna ed esalta la cifra asfissiante e misteriosa del film, in un crescendo vorticoso fatto di clavicembali e archi, synth e prog che non lascia indifferenti. Con la vetta straordinaria di The Mechanics of Amore, traccia che diventa personaggio aggiunto nella scena clou all’interno del tunnel, climax massimo dell’intero film.

Premio Diego Fabbri – Per i soldi o per la gloria: storie e leggende dei produttori italiani dal dopoguerra alle tv private di Domenico Monetti, Luca Pallanch (ed. Minimum Fax e Centro Sperimentale di Cinematografia)

Nazisti in parata e cessi poliziotteschi, Nanni Moretti “simpatico” e la Coca (Cola) di Aurelio De Laurentiis, psichiatri presi a botte e il film di Marco Bellocchio con… Richard Gere. Sono le storie e leggende dei produttori italiani dal Dopoguerra alle tv private, censite e raccontate in uno – non esageriamo – dei più bei libri-intervista di cinema mai realizzati: Per i soldi o per la gloria, firmato dagli studiosi del Centro Sperimentale di Cinematografia Domenico Monetti e Luca Pallanch.

The Twilight Saga: New Moon, tutte le curiosità sul film

The Twilight Saga: New Moon, tutte le curiosità sul film

La Twilight Saga è stata uno dei maggiori fenomeni cinematografici degli scorsi due decenni. Con i suoi cinque film, questa ha infatti rappresentato il principale concorrente al successo di Harry Potter. Le due storie sono in realtà molto differenti tra loro, e al centro dei film tratti dalla saga letteraria di Stephen Meyer vi è l’amore tra una giovane ragazza umana e un affascinante e secolare vampiro di nome Edward. Iniziata nel 2008 con Twilight, questa è poi proseguita nel 2009 con il primo sequel intitolato New Moon.

Diretto da Chris Weitz, già regista di un fantasy come La bussola d’oro, il film si è caratterizzato come un primo approccio più maturo alla storia, concentrandosi come avviene nel libro sul rapporto tra la protagonista Bella e il lupo mannaro Jacob. Il vampiro Edward ha qui un ruolo minore, non mancando però di comparire in tutto il suo fascino verso il finale. Con il primo capitolo affermatosi come un grande successo, questo sequel confermò l’interesse degli spettatori nei confronti di questa storia. New Moon arrivò infatti a guadagnare ben 712 milioni di dollari in tutto il mondo.

Ciò permise naturalmente di far proseguire la saga, la quale si sarebbe poi arricchita con Eclipse, Breaking Dawn – Parte 1 e Breaking Dawn – Parte 2. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location. Infine, si elencheranno anche le principali differenze con il libro e le piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

New Moon: la trama del film

In New Moon Edward e Bella sono più innamorati che mai. Il giorno del compleanno di lei viene organizzata una festa a casa Cullen, dove però qualcosa va storto. Bella, infatti, si ferisce con della carta perdendo del sangue. Questo naturalmente la pone subito in pericolo in una casa di vampiri, se non fosse che Edward riesce a far controllare gli istinti e proteggere la sua amata. Quell’episodio, però, gli fa comprendere di quanto lei sia in pericolo con lui o i suoi simili intorno e pertanto decide di partire insieme alla sua famiglia senza lasciare più traccia della loro presenza. Bella si troverà dunque a vivere momenti bui e sconfortanti, nei quali continuerà ad amare Edward e a sentire la sua presenza vicina.

Solamente l’amicizia con il ritrovato amico Jacob, che le svelerà il suo più grande segreto, la aiuterà a superare le crisi. Bella però non si sente indifferente neanche a lui, il quale a sua volta inizia a provare per la ragazza dei sentimenti che vanno ben oltre l’amicizia. Tutto cambia quando per una serie di malintesi Edward si convince della morte di Bella e decide di andare a scatenare in Italia l’ira dei Volturi, la più importante famiglia di vampiri, per poter morire a sua volta. Inizia così il disperato tentativo di Bella per salvare il suo amato. Lungo il percorso, però, dovrà affrontare numerosi pericoli.

New Moon: il cast e le location del film

Per il terzo film della serie vengono ovviamente riconfermati gli attori Robert Pattinson nel ruolo del vampiro Edward Cullen, Taylor Lautner nei panni del licantropo Jacob Black, e Kristen Stewart in quelli di Bella Swan. Accanto a loro si ritrovano poi anche Peter Facinelli, nel ruolo di Carlisle Cullen, il capofamiglia, Ashley Green con il personaggio di Alice Cullen, e Kellan Lutz nei panni di Emmett Cullen. Altri attori presenti sono Jackson Rathbone nel ruolo di Jasper Hale e Nikki Reed in quello di Rosalie Hale. Billy Burke è invece ancora una volta il padre di Bella, mentre Jamie Campbell Bower interpreta Caius.

Elizabeth Reaser è Esme Cullen, mentre Christian Serratos e Anna Kendrick riprendono invece brevemente i loro ruoli di Angela Weber e Jessica Stanley, amiche di Bella. Dakota Fanning, infine, è la potente vampira Jane, mentre Michael Sheen è il volturro Aro. Per quanto riguarda invece le location del film, come noto alcune riprese, specialmente quelle legate alle scene finali del film, si sono svolte anche in Italia, a Montepulciano. Questa viene però nel film indicata come Volterra, in provincia di Pisa, dove hanno dimora i Volturri. Il resto delle riprese si è invece svolto a Vancouver, in Canada.

New Moon libro

New Moon: le differenze tra il libro e il film

Nonostante si siano impegnati a rimanere quanto più fedeli possibile al romanzo della Meyer, gli autori del film hanno comunque dovuto dar vita ad alcune modifiche, al fine di rendere più cinematografico il racconto. Una prima modifica riguarda la partenza di Edward, che nel film avviene la mattina seguente la festa di compleanno di Bella. Nel libro, invece, il vampiro aspetta 3 notti prima di partire, valutando ogni aspetto di quella sua difficile decisione. Questa partenza causa poi una profonda depressione in Bella, che spende molto tempo ad interrogarsi sul suo rapporto con Edward. Quanto di ciò mostrato nel film è in realtà molto più breve rispetto a quanto viene descritto nel romanzo.

Differenze si ritrovano anche nella trasformazione di Jacob in lupo. Nel libro, infatti, Jacob si trasforma in lupo nel bosco, quando Paul parla con Bella. Nel film, invece, ciò avviene quando Bella prende a schiaffi Paul, il quale si infuria e si trasforma in un lupo pronto ad aggredirla. È a questo punto che Jacob si trasforma e corre in soccorso della ragazza. Ulteriore elemento di differenza rispetto al film è poi legato ai pensieri di Bella. Se nel libro questi possono essere espressi con dei monologhi interiori, nel film invece lei confida ciò che prova a delle email destinate ad Alice Cullen. In ultimo, anche il finale differisce sensibilmente. Nel film lo scontro con i Volturri è arricchito di diversi momenti di azione, mentre nel film è un momento quasi del tutto affidato al dialogo.

New Moon: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in reteThe Twilight Saga: New Moon è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now, Netflix e Tim Vision. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno giovedì 14 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Fonte: IMDb

Natale a Londra: tutte le curiosità sulla commedia romantica

Natale a Londra: tutte le curiosità sulla commedia romantica

Con l’arrivo del Natale, i film e le serie ambientate in questo speciale momento dell’anno tornano ad essere scoperte da spettatori in cerca di quel calore e di quei sentimenti puri proprio di queste festività. Ecco allora che i cataloghi di piattaforme come Netflix, Prime Video e Disney+ si arricchiscono di film e serie che presentano la Vigilia di Natale o il Natale stesso come ambientazione. Anche la programmazione televisiva non è però da meno, proponendo diversi titoli, più o meno noti, appartenenti a tale filone. Ecco allora arrivare su Rai 2 il film Natale a Londra, commedia romantica diretta nel 2022 da Jonathan Wright.

Si tratta del primo film prodotto dalla Hallmark realizzato a Londra. La Hallmark, per chi non lo sapesse, è una produzione televisiva specializzata in particolare in pellicole di genere sentimentale, dove si raccontano dunque storie di personaggi che il più delle volte si trovano a compiere percorsi articolati e imprevedibili prima di cascare definitivamente l’uno nelle braccia dell’altro. Molti altri titoli della Hallmark, la maggior parte dei quali dedicati proprio al periodo natalizio, si possono ritrovare su Prime Video, ma grazie al passaggio in chiaro di Natale a Londra (il cui titolo originale è Jolly Good Christmas) è possibile goderne senza particolari requisiti.

Per gli appassionati di questa tipologia di film, dunque, Natale a Londra è un appuntamento imperdibile, sia per la sua dolce storia d’amore sia per il fascino che la capitale inglese vanta durante il periodo natalizio. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Natale a Londra

Protagonista del film è David Burnside, architetto newyorkese che decide di passare il suo primo Natale a Londra in compagnia della sua fidanzata Charlotte, figlia del suo capo Simon Fitzsimmons. L’uomo, desideroso di fare colpo sulla ragazza ma soprattutto sul suo futuro suocero, è ora alla ricerca del regalo perfetto. Durante il suo girovagare per le strade dello shopping londinese, finisce però con l’incontrare Anji Patel, un’aspirante scrittrice che si mantiene facendo la personal shopper.

Dopo averlo dissuaso dall’optare per un banale buono regalo, la donna si vede inaspettatamente assunta da David per esplorare insieme a lui le affollate strade di Londra alla ricerca del regalo perfetto. La loro missione li porterà a vivere una serie di avventure e disavventure inaspettate. E mentre Anji è combattuta tra le sue aspirazioni di scrittrice e le aspettative dei suoi genitori che vorrebbero rilevasse un giorno l’azienda di famiglia, tra lei è David nasce piano piano un’intesa speciale che potrebbe cambiare per sempre le vite di entrambi.

Natale a Londra location

Il cast di Natale a Londra e le location del film

Ad interpretare il protagonista, David, vi è l’attore Will Kemp, visto anche in The Midnight Man, Slumber: Il demone del sonno, Principessa per caso e nelle serie Girlfriend’s Guide to Divorce e Spinning Out. Nonostante interpreti un newyorkese, Kemp è in realtà inglese ed ha dunque dovuto mascherare il proprio accento nel recitare per tale film. Accanto a lui, nel ruolo di Anji vi è Reshma Shetty, nota per aver partecipato alla serie Royal Pains. Accanto a loro, si ritrovano Sophie Hopkins nel ruolo di Charlotte, James Faulkner è invece il padre di lei, Simon, mentre Su McLaughlin è Nalini.

Per quanto riguarda le location del film, questo può naturalmente vantare alcuni dei luoghi più incantevoli di Londra nel periodo natalizio. In particolare, gli esterni sono stati girati in alcuni dei luoghi più iconici per quanto riguarda lo shopping, come Covent Garden, la Burlington Arcade vicino a Piccadilly, Cecil Court e Marylebone Road. Si tratta di luoghi che durante le feste di Natale si illuminano di luci e colori, si riempiono di prodotti tipici di questo periodo e si animano grazie alle tante persone che vi si recano ogni giorno per turismo o compere personali, contribuendo all’atmosfera di calore natalizio.

Il trailer di Natale a Londra e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di giovedì 14 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 2. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Pensati Sexy: le prime foto della serie Prime Video con Diana Del Bufalo

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Prime Video ha svelato oggi le prime immagini di Pensati Sexy, la nuova commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi con protagonista una divertente e a tratti ingenua Diana Del Bufalo nei panni di “Maddalena, 30 anni e zero autostima!”. Con la sceneggiatura di Daniela Delle Foglie, il film ha un cast corale con Raoul Bova, Alessandro Tiberi, Angela Finocchiaro, Jenny De Nucci, Fabrizio Colica e Valentina Nappi.

Pensati Sexy, la trama

Maddalena è la pecora nera della sua famiglia molto cattolica e gli uomini con cui esce sembrano essere tutti fuori dalla sua portata. La sua esistenza è precaria come il suo contratto di lavoro fino a quando, a seguito di un appuntamento andato male, Maddalena si convince di non essere abbastanza sexy e di dover fare di tutto per diventarlo! Da quel momento, un angelo custode molto particolare entra nella sua vita: la pornostar Valentina Nappi, che la porterà a fare un divertente e tragicomico viaggio dentro se stessa alla scoperta delle sue potenzialità come donna e come scrittrice.