Dopo il successo di
The
Sandman, arriva su NetflixDead Boy
Detectives, la nuova serie ispirata all’universo
dell’omonimo comic book di Neil Gaiman. Demoni,
fantasmi e personaggi dell’universo di The
Sandman, tra cui Morte, ritornano nella serie – di cui
da oggi è disponibile il trailer – in arrivo solo su Netflix dal 25
aprile.
I Dead Boy
Detectives sono sono Edwin Payne (George Rexstrew) e
Charles Rowland (Jayden Revri), ovvero “il cervello” e “i muscoli”
dell’agenzia Detective defunti. Adolescenti nati a decenni di
distanza che si incontrano nell’aldilà, Edwin e Charles sono
migliori amici e fantasmi…che si occupano di risolvere misteri.
Insieme affrontano folli avventure, incluso sfuggire a streghe
malvagie, all’inferno e alla Morte stessa. Con l’aiuto di una
sensitiva di nome Crystal (Kassius Nelson) e della sua amica Niko
(Yuyu Kitamura) riescono a risolvere alcuni dei casi paranormali
più complessi del mondo dei mortali.
Dead Boy
Detectives è stata sviluppata da Steve Yockey (che ha
rivestito il ruolo di co-showrunner insieme a Beth Schwartz) ed è
stata prodotta da Greg Berlanti. Anche Jeremy Carver e Sarah
Schechter si occupano della produzione esecutiva.
Nel cast della serie
George Rexstrew e Jayden Revri nel ruolo
rispettivamente di Edwin e Charles, Kassius Nelson nel ruolo della
sensitiva Crystal e Yuyu Kitamura in quello della sua amica Niko.
Oltre a loro anche Jenn Lyon, Briana Cuoco, Lukas Gage, David
Iacono e Ruth Connell.
Definito, non senza
esagerazione, come il film rivelazione della Mostra del Cinema di
Venezia 2023, arriva al cinema Tatami,
film diretto dal regista di origine israeliana Guy
Nattiv (Premio Oscar per Skin) e dalla
regista e attrice franco-iraniana Zar Amir
(Miglior Attrice a Cannes per Holy Spider) che il
Direttore Alberto Barbera ha definito “un
thriller di forza politica impressionante” inserendolo nella
sezione Orizzonti di Venezia 80. Una storia molto attuale, nel suo
raccontare del divieto agli atleti iraniani a incontrare gli
avversari israeliani in occasione di eventi internazionali e della
rinuncia di molti di quelli ai propri sogni, o alla propria vita.
Variety, anche per questo, ne aveva parlato come di un film
“straordinario potente, glorioso” e “destinato a fare la storia”,
ora saranno gli spettatori italiani a poter giudicare, in sala,
dove BiM lo distribuisce dal 4 aprile.
Tatami, la trama
Arrivata ai campionati
mondiali di judo con la convinzione di far bene, dopo i primi
incontri vittoriosi la judoka iraniana Leila Hosseini
(Arienne Mandi) e la sua allenatrice Maryam
Ghanbari (Zar Amir) ricevono l’ordine da parte
della Federazione nazionale e dalla ‘Guida Suprema’ della
Repubblica islamica di ritirarsi dalla che competizione. Leila
dovrà fingere un infortunio per non incontrare l’avversaria
israeliana (Lir Katz) e non essere vista come
traditrice dello Stato, ma soprattutto per non vedere minacciata la
propria libertà e quella della sua famiglia. Terrorizzata per la
sorte del marito, del figlio piccolo e degli anziani genitori,
Leila non vuole però obbedire al regime, come la sua allenatrice la
implora di fare, e rinunciare a quell’oro per il quale ha
sacrificato tanto.
Il
primo film co-diretto da un’iraniana e un
israeliano
“La storia che
raccontiamo in questo film è la storia di troppi atleti iraniani
che hanno perso le opportunità della vita e sono stati talvolta
costretti a lasciare il proprio Paese e i propri cari a causa del
conflitto tra governi“, ha dichiarato Zar
Amir-Ebrahimi, che con il collega ricompone dietro la
macchina da presa un’accoppiata che sana idealmente il conflitto
mostrato sullo schermo e si propone di omaggiare la memoria delle
varie Sadaf Khadem (prima pugile iraniana a
rifugiarsi in Francia, dove è diventata promotrice dei diritti
delle donne) Elnaz Rekabi (l’arrampicatrice su
roccia che ha gareggiato senza indossare la hijab, consapevole di
rischiare la morte al suo ritorno), Kimia Alizadeh
(ragazza prodigio del taekwondo iraniano che ha lasciato il paese
insieme al marito a causa delle minacce governative), e molte
altre.
Tatami è un invito alla fratellanza che arrivano
in un momento in cui il prolungato massacro in corso nella Striscia
di Gaza rischia di portare a una escalation pericolosa, dopo
l’attacco a Damasco di questi giorni e la reazione iraniana. Due
modi diversi di fare la storia, che i registi sottolineano anche
con il racconto sullo schermo, girato “a due ore di distanza da Tel
Aviv e da Tehran, a Tbilisi, in Georgia”, al crocevia tra Asia ed
Europa, dove si svolgono i Campionati Mondiali teatro del
dramma.
Forma e sostanza di un dramma moderno e
contemporaneo
Che sin dall’inizio punta
a combinare immagini ricche di significati con una forma capace di
sostenerle e sottolinearle. Come per il bianco e nero scelto per
evidenziare la polarizzazione e il radicalismo della realtà
rappresentata (e che a qualcuno ricorderà certo Von Trier o i
vecchi Coen, anche per i primi piani insistiti e le riprese di
dettagli ‘secondari’, anche fisici). O come per la circolarità e
compiutezza che suggeriscono le immagini iniziale e finale,
speculari e insieme assolutamente opposte e contrarie, e la scelta
di ritirarsi a osservare da lontano, in alcuni casi da dietro una
porta, con una visuale ridotta, che evidenzia – anche oltre il
necessario – il ruolo del regista e la sua distanza dall’oggetto,
spostando il punto di vista dello stesso spettatore e invitandolo a
considerarne di diversi.
Foto di Juda Khatia Psuturi
C’è una sorta di
didascalismo in queste esagerazioni (per esempio, nella difficoltà
di respirare della protagonista durante i quarti di finale) del
quale si sarebbe potuto fare a meno, ma che non indebolisce la
drammaturgia generale. Anzi. Più variazione sul tema del
courtroom drama che film sportivo tout court, nonostante
ambientazione e cliché, Tatami guarda all’epica oltre che al
cinema politico, sempre riuscendo a far convivere anime tanto
diverse approfittando di flashback e linee parallele (con gli
accenni alla sorte di familiari e amici rimasti in Iran). Elementi
– apparentemente inessenziali – che aggiungono dinamismo alla
storia, ma che pur interrompendo la sostanziale unità di tempo
(tutto si svolge in una notte) e luogo scelta non allentano la
tensione né distraggono dal racconto principale, grazie anche al
fondamentale apporto della fotografia di Todd
Martin e del montaggio di Yuval Orr.
Una
guerra senza vincitori
Il resto, lo fanno le due
intense protagoniste, la judoka e l’allenatrice, e in generale le
tante donne che circondano la stessa Leila, dalla sua ipotetica
avversaria Shani (con la quale il rapporto umano sarebbe diverso se
non fosse condizionato dalle politiche di nazioni che continuano
guerre senza fine, a meno di non sterminare intere etnie) alle
rappresentanti dell’istituzione sportiva (ma è facile vedere nella
Federazione mondiale di Judo una ipotetica ONU), costrette a
scontrarsi tra loro da un sistema che le priva della libertà e le
sfrutta. L’impotenza, la paura e ancor più la rabbia che esprimono
– anche fisicamente, con un linguaggio del corpo notevole o con
alcuni gesti simbolici (come il rifiuto del velo) – e che emerge
dall’evolversi degli eventi e della determinazione delle due donne,
danno al film una forza allegorica e narrativa che raggiunge
comunque lo spettatore con durezza. E alla quale la traduzione di
“tools” con “marionette”, nel ridondante e un po’ retorico finale,
toglie qualcosa, soprattutto considerata la difficoltà di molti a
riconoscere come “strumento” in mano a interessi superiori tanto
chi perpetra certi crimini, quanto chi continua a subirli come
vittima innocente.
Silvio
Cambonifirma il manifesto della decima
edizione di ARF!
Festival del Fumetto, che celebra il suo talento
attraverso una specialissima mostra che lo racconta
autorialmente a tutto tondo, sottolineandone il respiro
internazionale: dalle sue storie per
il Topolino settimanale – che lo hanno visto
disegnare anche su testate di culto come Mickey Mouse
Mistery Magazine e X-Mickey – ai due
splendidi volumi Mickey e l’Oceano
Perduto e Mickey e la Terra degli
Antichi di quella incredibile collana francese
Disney/Glénat su cui ARF! aveva già puntato i propri
riflettori con l’esposizione Mickey by Glénat del
2018.
In questo excursus dal
titolo !, tra layout, matite digitali e tavole definitive
che esplodono in tutto il loro colore, si passerà dalle avventure
de Il Viaggio Straordinario (di cui Panini
Comics ha già tradotto e pubblicato i primi 9 capitoli) alle tavole
ancora inedite in Italia di Prima Spatia, la nuova
saga fantascientifica che lo vede ancora una volta “trasformare” in
spettacolari disegni i testi di Denis-Pierre
Filippi, lo sceneggiatore che – non a caso, come nella
maggior parte del percorso artistico d’Oltralpe di Camboni – è la
penna di altre opere in mostra tratte
da Gargouilles e da Les mondes
cachés. Il viaggio sarà davvero straordinario!
«Nel rinnovare la suggestione della
favola di Cappuccetto Rosso (fil rouge di tanti manifesti delle
prime 9 edizioni del Festival – n.d.r.) che cavalca una sorta
di Pterodattilo (citazione esplicita all’Arzach di Moebius –
n.d.r.),ella vola sopra sopra una Roma post-atomica dove la
vegetazione si sta riprendendo tutti i suoi diritti: il Ponte
dell’Industria è invaso da liane e rampicanti, così come il
Gazometro, che sembra avere addirittura radici,
quasi si fosse trasformato in albero metallico anch’esso. Si
riconoscono i pini parasole romani; il Tevere è incorporeo,
riflette il cielo senza esitazioni, e sembra non esistere più,
un vuoto più che un pieno.» Silvio Camboni
La decima edizione di
“ARF! – Festival di Storie, Segni &
Disegni” si
terrà a
Roma dal 24 al 26 maggio 2024 negli
spazi del Mattatoio La Pelanda e della Città dell’Altra
Economia.
Silvio
Camboni (Santadi, Cagliari, 1967) mentre è ancora
studente di Architettura al Politecnico di Milano, nel 1988 inizia
la sua attività professionale da fumettista con la Walt Disney,
pubblicando regolarmente su Topolino (su cui
esordisce nel n. 1778) e altre testate disneyane. Ma è dal 2001 che
comincia quello che sarà il suo lungo e acclamato percorso
fumettistico in Francia, in coppia con lo
sceneggiatore Denis-Pierre Filippi, con il
quale firmerà la saga
dei Gargouilles e Les mondes
cachés per Les Humanoïdes Associés
e Nefesis per l’editore belga Dupuis.
Comincia poi a collaborare per Vents
d’Ouest/Glénat; dopo un unico libro di Willie
Wonder (2010) sui testi di Francesco
Artibani, dall’anno seguente – nuovamente insieme al
sodale Filippi – illustra la lunga serie Le voyage
extraordinaire, giunta al suo 12° volume (pubblicata in Italia
da Panini Comics); in casa Glénat, per la splendida collana del
cosiddetto Mickey Mouse d’autore, firma i disegni dei due
volumi Mickey et l’Océan perdu (2018)
e Mickey et la Terre des Anciens (2020),
entrambi tradotti e pubblicati anche in italiano nel 2021. La sua
più recente fatica è l’opera fantascientifica Prima
Spatia (inedita in Italia), giunta già al secondo volume.
Tra le tante curiosità in ambito
fumettistico, insieme a Bepi Vigna ha
creato il personaggio Baby Legs (pubblicata su Legs
Waver #50 del gennaio 2000, Sergio Bonelli Editore) e,
sui testi di Tito Faraci, ha anche disegnato
una storia del Bone di Jeff
Smith per Macchia Nera; nella primavera del 2020,
durante il lockdown pandemico, è stato inoltre uno degli autori che
hanno partecipato al progetto benefico COme VIte
Distanti curato da ARF! Festival.
Alla straordinaria carriera nel
fumetto, che lo hanno visto pubblicare anche per Source/La Sirène,
IDW Publishing ed Egmont, Camboni affianca molteplici attività di
architetto e giornalista, animatore (ha diretto Dopo
trent’anni prima del 2006 e i cortometraggi Mosca,
W la neve e Santa Notte per
l’Antoniano di Bologna e Rai Cinema), docente, curatore editoriale,
autore e conduttore radiofonico e televisivo sulle emittenti sarde
Radiolina e Videolina.
Abbiamo sentito voci secondo cui il
nuovo Uomo d’Acciaio (David
Corenswet) affronterà una minaccia fisica oltre a Lex
Luthor (Nicholas
Hoult) nel Superman di
James
Gunn, e una nuova voce potrebbe dare sostanza a questa
speculazione.
Secondo Can We Get Some
Toast, l’Uomo di domani combatterà davvero con un
clone/doppelgänger di se stesso, ma non si chiamerà Bizzaro! Se
questa voce dovesse essere accurata, il riavvio della DCU introdurrà una versione di Ultraman quando
Luthor utilizzerà parte del DNA di Superman per creare un clone
esatto dell’iconico eroe.
Diversi personaggi hanno preso
questo soprannome nei fumetti nel corso degli anni, ma sembra che
questa versione di Ultraman sarà basata principalmente sulla
versione Silver Age Earth-Three.
Non sarebbe la prima volta che
vediamo Superman scontrarsi con una sorta di duplicato (anche
Doomsday è stato reinventato come un mostruoso clone in
Batman V Superman: Dawn of
Justice), ma siamo fiduciosi che James Gunn
possa portare qualcosa di nuovo alla conversazione.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Nuove foto e filmati dal set di
Daredevil:
Born Again sono arrivate online e finalmente possiamo
dare uno sguardo approfondito a Jon Bernthal nei panni di The
Punisher.
L’attore sembra uscito direttamente
dalla sua serie TV Netflix e, nonostante le speculazioni secondo cui i
Marvel Studios potrebbero non incorporare il
logo di Frank Castle a causa di come è stato utilizzato nel mondo
reale, lo vediamo qui in tutto il suo splendore. Bernthal
chiaramente non ha perso un passo dall’ultima volta che ha
interpretato Frank Castle nel 2019, e nel filmato girato sul set
del revival, vediamo lui e l’Uomo senza paura di Charlie Cox
dirigersi insieme in battaglia. Entrambi si stanno coprendo le
orecchie per qualche motivo mentre un nemico sconosciuto sembra
sparare ai due.
Lo sceneggiatore di The Punisher,
Dario Scardapane, sarebbe salito a bordo come nuovo showrunner
della serie Daredevil:
Born Again, ma la notizia non è ancora stata
ufficializzata.
I dettagli specifici della trama
sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil:
Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil
(Charlie
Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi
Kingpin (Vincent
D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New
York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per
la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a
tale carica quando la storia prenderà il via.
Non è previsto che la serie
Daredevil:
Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente
annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe
andare in onda per 9 (forse 6)
episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil:
Born Again non ha ancora una data di uscita
ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della
Disney per il 2024.
Come c’era da aspettarsi, C’è ancora domani di
Paola Cortellesi porta a casa il maggior numero
di nomination ai 69.mi Premi David di Donatello.
Nominata per l’esordio alla regia ma anche in tutte le altre
categorie è effettivamente il titano da battere, mentre gli altri
film, pure con molte candidature (Io Capitano 15 e
La
chimera 13, ad esempio), seguono a ruota.
Queste le candidature, per i 69.mi
Premi David di Donatello, dei film usciti al
cinema dal 1˚ gennaio al 31 dicembre 2023, in ordine alfabetico,
votate dal 1° al 14 marzo 2024 dai componenti la Giuria
dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile
Vincenzo Papi. Le comunica alla stampa Piera
Detassis, Presidente e Direttrice Artistica
dell’Accademia.
Il premio al miglior cortometraggio viene assegnato da una
commissione composta da Domenico Dinoia, Mauro Donzelli, Francesco
Giai Via, Marzia Gandolfi, Paola Jacobbi, Maria Grazia Mattei,
Claudia Panzica, Marina Sanna, Maria Carolina Terzi.
Joker:
Folie à Deux è stato classificato R
dalla Motion Picture Association. Il sequel musicale di
Joker del 2019, con Joaquin Phoenix e Lady Gaga, è stato classificato R per “una
certa violenza forte, linguaggio, un po’ di sessualità e una breve
nudità completa”, secondo il bollettino di valutazione
giornaliero della MPA. Questo giudizio è in linea con l’originale
Joker, che è stato classificato R per “forte
violenza sanguinosa, comportamento inquietante, linguaggio e brevi
immagini sessuali”.
Joker: Folie à Deux, quello che
sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del
cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie
di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Il sequel di Joker
sarà conosciuto come un progetto Elseworlds,
secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione
sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti
Elseworlds includono The
Batman – Parte II e la serie ThePenguin.
L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4
ottobre 2024.
Debutterà mercoledì 3 Aprile 2025
il nuovo episodio di Vanina – Una vice questore a
Catania, la
serie tv una coproduzione RTI – PALOMAR. La seconda puntata è
sceneggiatura di Leonardo Marini con la collaborazione di Cristina
Cassar Scalia e tratta dal romanzo “Sabbia nera” di Cristina Cassar
Scalia edito da Giulio Einaudi editore.
La trama del secondo episodi di
Vanina – Una vice questore a Catania
Nel secondo episodio che si
intitola “Sabbia Nera” A Sciara, in una villa disabitata da
decenni, Alfio, nipote e futuro erede dell’anziana e ricchissima
Teresa Burrano, trova il cadavere mummificato di una donna chiuso
dentro la cabina di un montavivande. Vanina non è in grado di
risalire all’identità della donna, ma ben presto scopre che in
quella casa, cinquant’anni prima, era morto assassinato Gaetano
Burrano, marito di Teresa. Un delitto che all’epoca fu risolto fin
troppo frettolosamente.
Vanina fiuta subito che si tratta
tutt’altro che di una coincidenza, ma, soprattutto, malgrado il
capo della Mobile Tito Macchia cerchi di dissuaderla, è determinata
a risolvere quel delitto avvenuto decenni fa, perché vuole dare
giustizia a quella povera donna assassinata in modo orribile, della
quale nessuno aveva mai neppure denunciato la scomparsa. E con le
sue indagini scoprirà un terribile passato che era rimasto sepolto
per tanti anni insieme a quel cadavere, un passato che tornerà più
vivo che mai e provocherà ancora morte e dolore.
La fiction, prodotta da Palomar per
RTI e diretta da Davide Marengo, vanta nel cast anche Claudio
Castrogiovanni, Orlando Cinque, Corrado Fortuna, Dajana Roncione,
Giulio Della Monica, Danilo Arena, Paola Giannini e Alessandro Lui.
La serie è tratta dai romanzi di Cristina Cassar Scalia e scritta
da Leonardo Marini.
Quest’ultimo ha lavorato con lo
sceneggiatore Michael Waldron e, nonostante la
natura disordinata del sequel, ha dimostrato di essere un
professionista nel gestire cast corali.
La regia di Avengers:
Secret Wars potrebbe dare a Raimi la possibilità
di riunirsi con Tobey Maguire, ed è difficile immaginare che
qualcuno si arrabbi se i Marvel Studios lo scelgono per dirigere forse
il più grande film sui Vendicatori di tutti i tempi.
Raimi era presente al WonderCon
questo fine settimana per discutere del suo nuovo film, Boy
Kills World, ed è stato interpellato da Screen Geek sulla
possibilità di dirigere il finale della Saga del Multiverso.
“Amo il 90% degli eroi Marvel che ho letto nei grandi
fumetti dell’Universo Marvel di Stan Lee”, ha detto
al sito. “Mi piacerebbe lavorare di nuovo con la Marvel. Non mi hanno
ragionevolmente chiesto di farlo. Spero che abbiano avuto una buona
esperienza con me. Non me l’hanno ancora chiesto. Spero che lo
facciano“.
Sam
Raimi dunque è disposto a farlo, ma resta da vedere
se i Marvel Studios lo vogliono.
Originariamente previsto per il
2025, Avengers:
Secret Wars è stato posticipato al 2027 a causa dei
ritardi di produzione causati dagli scioperi di Hollywood insieme
ad Avengers 6. Entrambi i film
non hanno ancora un regista. Si tratta del sesto capitolo della
serie di film di successo Avengers. Dovrebbe
concludere la Fase 6 del Marvel Cinematic
Universe e la
Saga del Multiverso. I fan attendono da tempo la notizia di un
potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti,
che vede vari eroi e cattivi Marvel essere
catturati da un’entità cosmica nota come Beyonder, dove
poi si scontrano su un pianeta chiamato
Battleworld.
Dopo l’uscita di Road
House, Amazon MGM Studios ha concluso un accordo
triennale di prima visione con Nine Stories la
società di produzione di Jake Gyllenhaal. In base all’accordo,
Amazon MGM Studios avrà la precedenza sui
lungometraggi narrativi realizzati dalla casa di produzione
dell’attore. L’accordo prevede l’uscita nelle sale cinematografiche
e in streaming.
Jake Gyllenhaal ha recentemente recitato in
Road
House (La recensione),
un remake del film cult di Patrick Swayze, che è stato distribuito sul
servizio di streaming di Amazon, Prime Video. Il film ha debuttato il 21 marzo e
ha raggiunto oltre 50 milioni di spettatori in tutto il mondo sul
servizio. In precedenza, Jake Gyllenhaal ha recitato in “The
Covenant” di Guy Ritchie, che lo studio
ha distribuito nelle sale l’anno scorso.
Jake Gyllenhaal ha fondato Nine Stories nel
2015 con Riva Marker. Di recente, Nine Stories ha prodotto
“The Guilty” di Antoine Fuqua,
interpretato da Jake Gyllenhaal e debuttato su Netflix. Ha prodotto anche “Wildlife“,
che ha segnato il debutto alla regia di
Paul Dano con Carey Mulligan; “Stronger” di
David Gordon Green, con Gyllenhaal nel ruolo del sopravvissuto
all’attentato alla maratona di Boston Jeff Bauman; e il gotico
sudista “The Devil All the Time” di Antonio
Campos. Altri film in uscita sono “Joe Bell” di
Reinaldo Marcus Green e “Breaking News in Yuba
County” di Tate Taylor. Per il palcoscenico, Nine Stories
ha prodotto “We’re Only Alive for a Short Amount of Time”
del drammaturgo David Cale, mentre Jake Gyllenhaalè stato produttore di
“Sea Wall/A Life” e “Slave Play” di Jeremy O.
Harris. Marker ha lasciato la compagnia per unirsi alla Linden
Entertainment nel 2022.
Tra i titoli più famosi da attore
di Jake Gyllenhaal figurano “Jarhead”,
“Brokeback Mountain”, “Prisoners” e “Spider-Man: Far From
Home”. È stato candidato agli Oscar e ai Tony
Award.
“Jake è un talento unico nel
suo genere, la cui passione e il cui occhio per il cinema lo
rendono un narratore potente sia davanti alla macchina da presa che
dietro le quinte“, ha dichiarato Julie
Rapaport, responsabile della produzione e dello sviluppo
di Amazon MGM Studios. “Dopo il successo
record di ‘Road House’, non potevamo immaginare un momento migliore
per consolidare ufficialmente il nostro rapporto. Jake è stato un
partner incredibile e non vediamo l’ora di collaborare con lui e
con il team di Nine Stories per creare film avvincenti e
coinvolgenti di registi visionari“.
Gli anni Novanta hanno regalato agli
appassionati di cinema numerosi film cult, opere al loro tempo non
propriamente riuscite ma che con il passare degli anni si sono
guadagnate tale status, che sia per l’estremizzazione di certi
risvolti narrativi o per la trattazione di tematiche bizzarre. Tra
i tanti titoli che si potrebbero citare a riguardo, uno dei più
interessati è certamente Sex Crimes – Giochi
pericolosi, film del 1998 diretto da JohnMcNaughton, regista noto anche per il
thriller Henry, pioggia di sangue e il poliziesco
Crocevia per l’inferno. Con questo lungometraggio egli si
è invece concentrato su una storia a sfondo
erotico.
Sin dalla sua uscita il film ha
acquisito notorietà per le sue scene di sesso – tra cui una scena
di lesbismo tra le due protagoniste femminili, e un’altra
raffigurante un trio tra le due attrici e il protagonista maschile.
Queste erano particolarmente più esplicite di quanto si vedesse
tipicamente nelle principali produzioni di Hollywood, suscitando
non poca attenzione e scandalo. Anche per questo
motivo Sex Crimes – Giochi pericolosi ottenne
un buon successo di critica e pubblico, affermandosi come un film
che non si prende troppo sul serio ma capace di offrire uno
spensierato intrattenimento e colpi di scena quanto mai
imprevedibili ed estremi.
Grazie a tale popolarità sono poi
stati realizzati ben tre sequel, tutti però
riservati direttamente al mercato dell’home video. Ovviamente
questi non vantavano lo stesso cast, né ebbero lo stesso successo,
ma contribuirono a dotare l’originale di ulteriore fama e mistero.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a Sex Crimes – Giochi
pericolosi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Sex Crimes – Giochi pericolosi
Protagonista del film è Sam
Lombardo, mite insegnante di un liceo in Florida che vede
la sua vita improvvisamente stravolta dalle accuse di stupro
ricevute da due sue studentesse. Queste sono Kelly Van
Ryan e Suzie Toller, quest’ultima affetta
da problemi di tossicodipendenza ed alcolismo. L’accusa rovina la
reputazione e l’esistenza di Sam che viene dapprima allontanato
dalla scuola e successivamente messo sotto processo, rischiando il
carcere. Nel tentativo di riabilitarsi e provare la propria
innocenza, egli decide di rivolgersi all’avvocato Ken
Bowden, l’unico dimostratosi disposto ad accettare il
caso.
Durante il processo, Suzie messa
sotto pressione cede e rivela la verità: non c’è stato nessuno
stupro e loro accuse sono state una farsa orchestrata ai danni
dell’insegnante. Sam si vede così assolto e riabilitato, nonché
risarcito per danni morali con una ricca somma di denaro. Il
detective RayDuquette, però, non
è convinto di come si siano svolte le cose e decide di indagare
personalmente sulla vicenda. Pedinando Sam e le due studentesse,
egli arriverà a scoprire una verità quanto mai inaspettata e
complessa, che lo renderà un testimone indesiderato e pertanto in
pericolo di vita.
Il cast del film
Sex Crimes è ricordato
anche per la presenza di diversi attori particolarmente noti, qui
impegnati a dar vita a personaggio complessi o ricchi di aspetti
imprevedibili. Per il ruolo dell’insegnante Sam Lombardo, i
produttori avevano inizialmente considerato l’attore Robert Downey
Jr., in quel periodo noto per i suoi problemi con la
droga, i quali lo rendevano però a suo modo perfetto per il ruolo.
Non potendo ottenere lui, la scelta ricadde su Matt Dillon.
Accanto a lui, nei panni di Suzie Toller, vi è l’attrice
Neve Campbell, in quegli anni popolare grazie ai
film di Scream. L’attrice accettò il ruolo in Sex
Crimes perché voleva mettersi alla prova con qualcosa di
diverso, evitando di venire identificata solo con determinati
personaggi. Per il film, però, ha stipulato una clausola che le
consentiva di non apparire interamente nuda.
Denise Richards è
invece l’altra studentessa, Kelly Van Ryan. L’attrice negoziò a
lungo la nudità a cui si sarebbe concessa per il film. Alla fine
finì con il non usare controfigure, ma affrontò le scene di sesso
bevendo molti margaritas insieme alla Campbell e a Dillon. Nei
panni del detective Ray Duquette vi è invece l’attore Kevin Bacon.
L’attore accettò la parte attratto dalla natura “trash”
del progetto e dai suoi continui colpi di scena. Anche lui si
avvalse di una clausola per non dover apparire nudo, ma alla fine
acconsentì a una sua scena senza vestiti. Nei panni dell’avvocato
Ken Bowden si può infine ritrovare l’attore Bill Murray.
Nonostante egli venga indicato come uno dei protagonisti, compare
nel film per appena venti minuti.
La spiegazione del finale di Sex Crimes – Giochi
pericolosi
Nel corso del film si scopre che Sam
e le due ragazze avevano un accordo per spartirsi i soldi del
risarcimento versato nei confronti del docente. Tuttavia,
l’improssiva scomparsa di Suzie porta il detective Duquette a
sospettare che Sam abbia ucciso la ragazza con l’obiettivo di
intascare l’intera somma. Nel tentativo di indagare a riguardo, si
reca ad interrogare Kelly, la quale tenta però di uccidere
Duquette, il quale per legittima difesa le spara a morte. Arriva
però a questo punto un ulteriore colpo di scena, che rivela che Sam
è in combutta con Ray. I due effettuano allora un uscita in barca
sulla barca per parlare di affari, ma Sam rivela il suo doppiogoco
tentando di uccidere Duquette.
Quando Ray tenta di reagire, viene
però colpito e ucciso con un fucile subacqueo da Suzie, che ha
inscenato il suo omicidio con Sam. Suzie rivela di essere stata
motivata a uccidere Ray per vendicare l’omicidio del suo migliore
amico, Davey, a cui Ray ha erroneamente sparato a morte e di cui si
è liberato come omicidio per legittima difesa. Sam, mentre guarda
Ray morire, accetta con riluttanza un drink da Suzie, che gli
assicura che ha chiuso con i doppi giochi. Tuttavia, scopriamo ben
presto che ha mentito, perché dopo averlo bevuto, Sam si rende
conto che è stato avvelenato. A quel punto Suzie lo butta in mare e
salpa verso il tramonto.
Una serie scene di mid-credits
rivelano a questo punto che è Suzie era la mente del complotto:
dopo aver scoperto che Sam e Kelly avevano una relazione sessuale,
Suzie ha ricattato Sam con delle fotografie che ritraevano i due
mentre facevano uso di droghe durante il sesso, convincendolo a
collaborare al suo piano. Suzie ha poi orchestrato l’incontro tra
Sam e Ray in un bar locale. In seguito, durante la messinscena del
suo omicidio sulla spiaggia, Suzie si è strappata i denti con una
pinza per far sembrare la sua morte legittima. Si scopre inoltre
che Ray ha sparato per primo a Kelly prima di spararsi alla spalla
per fingere di averla uccisa per legittima difesa.
Alla fine, con Kelly, Ray e Sam
tutti morti, Suzie viene raggiunta dall’avvocato Kenneth Bowden,
che le dà una valigetta piena di soldi e un assegno di milioni di
dollari. Mentre se ne va, le dice di “fare la brava” prima di
prendere il suo drink, il quale a questo punto è lecito immaginare
essere a sua volta avvelenato. Così facendo, Suzie si sarebbe
liberata anche dell’ultima persona rimasta a sapere la verità sulla
vicenda, non dovendo dunque più temere nessuno e potendosi guastare
la propria ottenuta vendetta fuggendo verso la libertà.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Sex Crimes – Giochi
pericolosi è infatti disponibile nel catalogo di
Prime Video. Per vederlo, basterà
noleggiare o acquistare il film. Si avrà così modo di guardarlo in
totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di martedì2 marzo alle ore 21:20 su
Rai 4.
Arriva da Variety la conferma che la serie
tv 9-1-1
è stata rinnovata per l’ottava stagione dalla ABC.
La notizia arriva circa due
settimane dopo la première della stagione 7, che ha segnato la prima stagione
del dramma sul primo soccorritore a debuttare sulla ABC dopo il
trasferimento dalla Fox. Inoltre, precede di
qualche giorno il 100° episodio della serie, che andrà in onda
giovedì alle 20.00 ET/PT sulla ABC e il giorno successivo in
streaming su Hulu.
Secondo la ABC, la première della
stagione 7 di “9-1-1”
ha ottenuto circa 11,8 milioni di spettatori multipiattaforma nei
suoi primi sette giorni di disponibilità, e lo show si è
classificato come la serie ABC più vista su tutte le piattaforme in
questa stagione.
9-1-1
è interpretato da
Angela Bassett, Peter Krause, Jennifer Love Hewitt, Oliver
Stark, Kenneth Choi, Aisha Hinds, Ryan Guzman e Gavin
McHugh. È stata creata da Ryan Murphy, Brad
Falchuk e Tim Minear. Tutti e tre sono produttori
esecutivi, mentre Minear è showrunner.
Angela Bassett e Krause sono anche produttori
esecutivi, insieme a John J. Gray, Brad Buecker, Kristen
Reidel, Juan Carlos Coto e Lyndsey Beaulieu. La serie è
prodotta dalla 20th Television in associazione con Ryan
Murphy Television e Brad Falchuk Teley-Vision.
Il rinnovo di 9-1-1
non sorprende più di tanto, vista non solo l’ottima performance
dello show, ma anche il desiderio della Disney di espandere il
proprio lavoro con Ryan Murphy dopo il suo recente
ritorno alla 20th Television in seguito alla fine
del suo accordo globale con Netflix.
La ABC ha recentemente dato il via
libera alla serie drammatica “Dr. Odyssey” di
Murphy e dei co-creatori Jon Robin Baitz e Joe
Baken, con Joshua Jackson come protagonista. Murphy,
Baitz e Baken stanno anche lavorando insieme alla serie FX
“Grostequerie” e a un legal drama di Hulu con
Kim Kardashian. Murphy ha anche la serie
“American Horror Story” e l’imminente prima serie
di “American Sports Story“, che sarà incentrata su
Aaron Hernandez.
Murphy, Minear e Falchuk sono
ancora impegnati in “9-1-1: Lone Star“, la serie
gemella di “9-1-1” che va ancora in onda su Fox.
Lo show è stato rinnovato per la quinta stagione nel maggio 2023,
ma la produzione è stata ritardata a causa del doppio sciopero
degli attori e degli sceneggiatori. La quinta stagione andrà ora in
onda su Fox in autunno.
Le
commedie romantiche, quando basate su premesse narrative
intriganti e particolari, ottengono sempre il giusto successo.
Nonostante ci siano infatti dei canoni ben precisi da seguire, più
si riesce ad essere originali nel raccontare la nascita di un
amore, più il pubblico sarà disposto a concedere il proprio tempo
al titolo di turno. Per riuscire in ciò, spesso il cinema si
rivolge alla letteratura e sono semplicemente innumerevoli i
romanzi di questo genere poi trasformati in altrettanto fortunati
film. Uno dei gli ultimi da poter aggiungere all’elenco è
Ti odio, anzi no, ti amo! (qui
la recensione), diretto nel 2021 da Peter Hutchings.
Già sceneggiatore di Sai
tenere un segreto?, ma anche regista di Alla fine ci
seitu, Hutchings adatta un libro bestseller di
Sally Thorne dando vita ad un racconto incentrato
sulla dinamica tra due personaggi che si odiano fino a quando non
scoprono che invece si amano alla follia. La realizzazione del
film, sfortunatamente, è stata resa difficile dal Covid-19, che ha
costretto a ridimensionari determinati aspetti del racconto (la
scena del matrimonio, ad esempio, è stata girata con meno invitati
di quanti inizialmente previsti), ma ha anche limitato la sua
successiva distribuzione.
La sua presenza in streaming, come
anche il suo passaggio televisivo, sono però l’occasione perfetta
per riscoprire questo titolo divertente, appassionante e che ci
ricorda quanto una bella commedia romantica faccia sempre bene
all’animo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Ti odio, anzi no, ti
amo!. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori
e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio
catalogo.
La trama e il titolo originale di Ti odio, anzi no, ti
amo!
Protagonisti del film sono
Lucy Hutton e Joshua Templeton
due colleghi rivali di una casa editrice, diametralmente opposti e
accomunati solo da una profonda insofferenza reciproca. Lucy è una
ragazza affabile e idealista, che crede nel proprio lavoro di
assistente editoriale e nel valore della letteratura. Al contrario,
Joshua è scostante e maniaco del controllo, interessato più al
fatturato che alla qualità dei romanzi che vengono pubblicati.
Costretti a lavorare uno di fronte all’altra, i due si ritroveranno
al centro di una vera e propria competizione quando si prospetterà
l’occasione, per uno di loro, di ottenere la posizione di prestigio
che entrambi desiderano.
Il titolo originale di Ti
odio, anzi no, ti amo! è The Hating Game,
che fa riferimento non solo all’odio reciproco esistente tra i due
protagonisti, ma anche alla sfida che i due intraprendono,
interamente basata sul disprezzo che provano l’uno per l’altro, che
prevede che chi non otterrà la promozione dovrà lasciare il posto
di lavoro. Un vero e proprio “gioco dell’odio”, dunque, con i due
che però non hanno ovviamente fatto i conti con i propri sentimenti
e quella che doveva essere un’accesa rivalità si trasforma ben
presto in una forte attrazione reciproca.
Il cast del film e il libro da cui è tratto
Ad interpretare i due protagonisti,
Lucy e Joshua, vi sono gli attori Lucy Hale e Austin Stowell.
Lei è nota soprattutto per aver interpretato Aria Montgomery nella
serie televisiva
Pretty Little Liars, ma vista anche nel horror Obbligo o verità. Lui, invece, si è fatto conoscere
con il ruolo di Jesse nella serie televisiva La vita segreta di
una teenager americana, per poi distinguersi con i film
L’incredibile storia di Winter il delfino e La battaglia dei sessi. Prima di questo film, Hale e
Stowell aveva già recitato insieme nel film Fantasy
Island. Inizialmente, però, il ruolo di Joshua era stato
offerto a Robbie Amell, il quale ha però dovuto
rinunciare per problemi di programmazione.
Questi due attori danno dunque vita
ai protagonisti di Ti odio, anzi no, ti amo!,
i quali sono tratta – come l’intero film ovviamente – dal romanzo
The Hating Game, scritto nel 2018 da
Sally Thorne e affermatosi come un bestseller
venduto in oltre 20 paesi. Tale libro è inoltre spesso identificato
come uno dei principali artefici del rinnovato boom delle commedie
romantiche in letteratura e che trovano poi fortuna anche grazie ad
adattamenti cinematografici. Una piccola curiosità proprio riguardo
tale libro e il film è che una copia del romanzo è visibile nella
vetrina di una libreria esattamente a 29 minuti dall’inizio del
film.
Ecco alcuni titoli simili a Ti odio, anzi no, ti amo!
Ti odio, anzi no, ti
amo! è sostanzialmente una classica commedia romantica con
due personaggi che inizialmente si detestano salvo poi capire di
essere pazzi l’uno per l’altro. Sono numerosi i film simili a
questo titolo del 2021, a partire dal recente Tutti tranne te (2023). Si possono poi citare La dura verità (2009), Amici,
amanti e…(2011), Mia moglie per
finta (2011), Ricatto
d’amore (2009), Two Weeks Notice – Due
settimane per innamorarsi (2002), La
competizione (2019),
Non succede, ma se succede…(2019) e, infine, Ti
odio, ti lascio, ti… (2006). Si possono però anche citare
alcuni film come questo ambientati sul posto di lavoro,
ovveroIl
diavolo veste Prada (2006) e Lo
stagista inaspettato(2015).
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Ti
odio, anzi no, ti amo! grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì2 aprile alle ore
21:30 sul canale Rai 1.
The
Shrouds di David Cronenberg è per ora avvolto nel
mistero, ma secondo un nuovo rapporto, il film sarà l’opera più
lunga del regista.
Secondo un recente annuncio del
distributore francese Pyramide Films (via World of
Reel), The
Shrouds non solo uscirà a settembre, ma dovrebbe anche
durare 119 minuti. Se ciò dovesse essere vero, questo sarebbe il
film di David Cronenberg più lungo, battendo Dead
Ringers del 1988 e Naked Lunch del 1991 (116 minuti).
Il prossimo film horror sarà
interpretato daVincent
Cassel e Diane
Kruger quest’ultima in tre ruoli. Il film è
interpretato anche da
Guy Pearce, Sandrine Holt, Elizabeth Saunders,
Jennifer Dale, Eric Weinthal e Steve Switzman.
Di cosa parla The Shrouds?
“Karsh, un uomo d’affari
innovativo e vedovo in lutto, costruisce un dispositivo per
connettersi con i morti all’interno di un sudario“, si legge
nella sinossi. “Installato nel suo controverso cimitero
all’avanguardia, il dispositivo permette a lui e ai suoi clienti di
guardare i loro cari defunti decomporsi in tempo reale”. L’attività
rivoluzionaria di Karsh è sul punto di fare breccia nel mainstream
internazionale quando diverse tombe del suo cimitero, tra cui
quella di sua moglie, vengono vandalizzate e quasi distrutte.
Mentre lotta per scoprire un chiaro movente per l’attacco, il
mistero di chi ha compiuto questo scempio, e perché, lo spinge a
rivalutare la sua attività, il suo matrimonio e la fedeltà alla
memoria della moglie defunta, e lo spinge a nuovi inizi.”
In precedenza,
Diane Kruger aveva confermato di interpretare tre
diversi personaggi in The
Shrouds. Ha dichiarato a Deadline Hollywood nel
dicembre 2023: “È probabilmente il film più personale di David,
perché tratta della perdita della moglie, morta di cancro. Con il
particolare modo di David di raccontare la storia e il dolore, è un
film che affronta il tema della perdita e del lutto, dell’essere
stati in coppia per così tanto tempo, di una relazione così lunga e
di cosa sia il vero amore. Io interpreto la moglie, sua sorella, e
un avatar che lui ha creato in sua memoria“. The Shrouds non
ha ancora una data di uscita ufficiale.
AMC ha rilasciato
una clip di Daryl
Dixon Stagione 2, il prossimo episodio dello
spin-off di The Walking Dead, interpretato da
Norman Reedus. Lo sneak peek offre ai fan
un assaggio di ciò che ci aspetta nella seconda stagione, quando
Carol continuerà la sua intensa ricerca per trovare
Daryl. Il ritorno della serie è previsto per
l’estate.
“La nuova stagione riprende da dove
The Walking Dead: Daryl Dixon ha lasciato, seguendo i
personaggi preferiti dai fan, Daryl Dixon e Carol Peletier.
Entrambi affrontano vecchi demoni mentre lei lotta per ritrovare il
suo amico e lui lotta con la sua decisione di rimanere in Francia,
causando tensioni al Nido”, si legge nella logline di The Book of
Carol.
Chi è coinvolto in The Walking Dead: Daryl Dixon?
The Walking Dead: Daryl
Dixon ruota attorno all’amato personaggio di
Norman Reedus, che si ritrova perso in un luogo
sconosciuto. Insieme a Norman Reedus e Melissa
McBride, nello spin-off recitano anche
Clémence Poésy, Adam Nagaitis, Anne Charrier,
Eriq Ebouaney, Laika Blanc Francard, Romain Levi, il nuovo
arrivato Louis Puech Scigliuzzi e altri
ancora.
Basato sull’omonima serie a
fumetti, il dramma-horror è prodotto esecutivamente dallo
showrunner David Zabel. I produttori sono
Reedus, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, Brian Bockrath,
Angela Kang e Daniel Percival.
La Warner Bros. ha
rilasciato un primo poster di Joker:
Folie à Deux, l’atteso sequel di
Joker con
Joaquin Phoenix nuovamente nei panni di Arthur Fleck e
con Lady Gaga nel ruolo di Harley Quinn. In
quest’immagine, i due personaggi sono mostrati mentre danzano
amabilmente, ribadendo dunque la forte componente musical che
sembra caratterizzerà il film. Sappiamo che il primo trailer
arriverà il 9 aprile, per cui non resta che
attendere ancora qualche giorno prima di poter scoprire qualcosa in
più su questo attesissimo film, facente parte come noto
dell’Elsewhere della DC. Di seguito, ecco il poster:
Joker: Folie à Deux, quello che
sappiamo sul film
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il ruolo del
cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno di Sophie
di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.
Il sequel di Joker
sarà conosciuto come un progetto Elseworlds,
secondo il co-presidente dei DC Studios James Gunn. I film con questa denominazione
sono al di fuori della continuità principale del DCU. Altri progetti
Elseworlds includono The
Batman – Parte II e la serie ThePenguin.
L’uscita in sala del sequel è attualmente fissata al 4
ottobre 2024.
Quello del film
d’avventura è sostanzialmente un macrogenere all’interno
del quale si possono ritrovare opere dalle sfumature e
caratteristiche sempre diverse. Un film d’avventura può essere
anche fantasy, di fantascienza, horror, d’azione o romantico, senza
dimenticare la commedia d’avventura. Quale che sia la combinazione,
in questi film non mancano protagonisti eroici, grandi antagonisti,
epiche battaglie, missioni da portare a compimento, tesori da
recuperare ad ogni costo e la vittoria delle forze del bene su
quelle del male. Ci sono numerosissimi film
d’avventura da poter vedere, ma qui di seguito riportiamo
quelli che riteniamo essere i migliori di sempre.
I migliori film d’avventura da vedere
I film d’avventura
sono innumerevoli, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri
tratti distintivi all’interno di canoni prestabiliti. Qui di
seguito, si riportano i 20 migliori film
d’avventura di tutti i tempi, con la consapevolezza che ci
sono tanti altri titoli che potrebbero rientrare in questo elenco.
I film qui citati, tuttavia, sono veri e propri capisaldi di questo
genere, avendo contribuito alla sua definizione e al suo continuo
rinnovamento attraverso sfumature sempre diverse.
Il mago di Oz (1939). Il film racconta le
avventure della piccola Dorothy e del suo cagnolino Totò, in un
mondo fantastico in cui sono stati trasportati da un ciclone. Qui
faranno la conoscenza di simpatici amici ma anche di grandi
pericoli e ognuno dovrà cercare di ottenere quel che desidera di
più. Grande classico del cinema in generale, questo film con
protagonista Judy Garland è un’avventura che
ancora oggi stupisce ed emoziona.
L’isola del tesoro
(1950). Il giovane Jim Hawkins scopre la mappa in grado di rivelare
dove si nasconda il tanto ambito tesoro del celebre pirata Flint.
In suo aiuto giungono il dottor Livesy e ed il cavalier Trelawney,
i quali preparano il ragazzo per il lungo viaggio. Lungo il
percorso, Long John Silver incrocia il cammino della banda e fa di tutto per arrivare per primo al
bottino. Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Louis
Stevenson del 1883, è il primo film completamente in
live-action prodotto dalla Walt Disney Productions, nonché il primo
adattamento de L’isola del tesoro girato a
colori.
Il giro del mondo in 80
giorni (1956). Per vincere una scommessa fatta con i
membri del suo club, Phileas Fogg e il suo maggiordomo devono
riuscire a fare il giro del mondo entro ottanta giorni. Liberamente
tratto dall’omonimo romanzo di Jules Verne, questo
film vinse cinque Premi Oscar (tra cui Miglior film) su otto
candidature e presenta camei di attori famosi del tempo, tra i
quali Fernandel, Peter Lorre, Frank Sinatra, John
Carradine, Marlene Dietrich e Buster
Keaton.
Viaggio al centro della terra (1959). Un
geologo di fama ed il suo assistente partono per una spedizione
verso il centro della Terra. Lungo il percorso, la vedova di un
defunto collega si unisce a loro. Molti pericoli li attendono, e
non tutti legati all’asprezza della natura. Si tratta naturalmente
di un film ispirato al romanzo omonimo di Jules
Verne e al suo interno vengono utilizzati effetti speciali
e rappresentazioni fantastiche (come i dinosauri) inconsueti per la
Hollywood dell’epoca.
Star
Wars (1977). Con l’aiuto di fedeli robot e altri
preziosi alleati, il giovane Luke Skywalker deve salvare la
principessa ribelle Leila e sconfiggere l’Impero che costringe la
galassia sotto il suo controllo. Grande classico della
fantascienza, questo film di George Lucas è a sua
volta uno dei film d’avventura più celebri ed iconici di sempre,
così come i diversi sequel usciti nel corso del tempo. (Qui
la recensione)
Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta
(1981). L’archeologo Indiana Jones affronta serpenti e nazisti per
scovare l’arca dell’alleanza e le tavole di Mosè. Si tratta del
primo film della saga di Indiana Jones, con Harrison Ford nel ruolo dell’iconico
protagonista. Ideato da George Lucas, il film è
poi stato diretto da Steven Spielberg ed è ancora oggi indicato
come uno dei migliori film d’avventura mai realizzati, tra i
maggiori contributori alla definizione di questo genere
cinematografico.
All’Inseguimento della Pietra Verde (1984).
Una scrittrice di romanzi rosa si addentra nella giungla
sudamericana con un avventuriero per poter riscattare la sorella in
cambio di un gioiello leggendario. Diretto da Robert
Zemeckis e interpretato da
Michael Douglas e Kathleen Turner, il
film è un perfetto esempio del genere avventuroso, dove però alla
componente avventurosa si propone anche una forte connotazione come
commedia romantica.
Mr. Crocodile Dundee (1986). Mick Dundee,
soprannominato Mr. Crocodile, per la sua professione di guida e di
cacciatore di coccodrilli nelle selvagge savane dell’Australia, in
una delle sue spedizioni viene attaccato da un coccodrillo che gli
distrugge l’imbarcazione e lo ferisce gravemente a una gamba. Una
giornalista di New York giunge a quel punto nella savana per
intervistare il famoso cacciatore. Peter Faiman
dirige questo grande classico d’avventura interpretato da
Paul Hogan e candidato al premio Oscar per la
Miglior sceneggiatura originale. Il film ottenne poi due
sequel.
Grosso guaio a Chinatown (1986). Un camionista
viene immerso in uno strano mondo sotterraneo, popolato di antiche
creature demoniache, dopo che la fidanzata del suo amico viene
rapita su commissione di un potente stregone. Con questo film,
interpretato da Kurt Russell, il regista
John Carpenter rielabora la figura dell’eroe
cinematografico e va contro i canoni del genere d’avventura,
realizzando un film atipico e memorabile.
Robin Hood – Principe dei ladri (1991). Robin
di Locksley torna dalle Crociate e trova il proprio regno usurpato
dall’arrogante sceriffo di Nottingham, che ha ucciso suo padre.
Decide allora di reclutare un gruppo di ribelli per combattere il
tiranno e riprendersi ciò che gli appartiene. Il film, interpretato
da Kevin Costner, riporta sul grande schermo la
figura del leggendario eroe popolare che ruba ai ricchi per darei
ai poveri.
Jurassic Park (1993). Due paleontologi e un
matematico sono tra le persone selezionate per partecipare a un
giro organizzato a un parco a tema. Quando i dinosauri si animano e
prendono il sopravvento, però, la visitasi trasforma presto in un
incubo. Diretto da Steven Spielberg, il film è basato
sull’omonimo romanzo scritto da Michael Crichton
ed è il primo capitolo di una fortunatissima saga che è ad oggi
composta da ben sei film compreso questo primo lungometraggio.
La mummia (1999). Nel 1719 Ac, a Tebe in
Egitto, il gran sacerdote Imhotep suscita l’ira degli dei e viene
condannato ad essere sepolto vivo. Nel 1923,
dei giovani avventurieri sono alla ricerca del suo favoloso tesoro.
Ma provocano il risveglio della Mummia. Ambientazione esotica,
gruppo di protagonisti iconici – su cui spiccano
Brendan Fraser e Rachel Weisz – e un mistero da risolvere, sono
questi gli elementi che hanno reso La mummia un altro
grande classico di questo genere.
Cast Away (2000). Un ingegnere informatico è l’unico
sopravvissuto da un incidente aereo avvenuto al largo di un’isola
deserta del Pacifico e deve fare di tutto per sopravvivere e
tornare a casa dalla famiglia. Tom Hanks è un moderno Robinson Crusoe in
questo film diretto da Robert Zemeckis, dove
all’avventura si mescola una toccante riflessione sui ritmi della
vita e lo scorrere del tempo.
Lara Croft: Tomb Raider (2001). L’esperta
esperta archeologa e predatrice di tombe Lara Croft intraprende a
ricerca del Triangolo della Luce, antico manufatto di grande
valore, per impedire che finisca in mani sbagliate. Nel corso della
sua avventura, però, avrà modo di scoprire molte cose su sé stessa
e suo padre. Interpretato da Angelina Jolie e tratto dalla serie di
videogiochi Tomb Raider, è un lungometraggio d’avventura
che porta per la prima volta sul grande schermo l’eroina virtuale
Lara Croft ed è stato definito il primo blockbuster di successo
tratto da un videogioco.
Il Signore degli Anelli (trilogia)
(2001-2003). Un giovane hobbit e un variegato gruppo, composto da
umani, un nano, un elfo e altri hobbit, partono per un delicata
missione, guidati dal potente mago Gandalf. Devono distruggere un
anello magico e sconfiggere così il malvagio Sauron. I tre
film di questa trilogia –
La Compagnia dell’Anello,
Le due torri e Il ritorno del re – contribuirono alla rinnovata
popolarità del genere d’avventura, mescolato in questo caso con
evidente elementi fantasy.
La maledizione della prima luna (2003). La figlia del
governatore viene rapita da un pirata malvagio. Will Turner, amico
d’infanzia della ragazza segretamente innamorato di lei, si unisce
a Jack Sparrow, un pirata vagabondo, per portare in salvo la
fanciulla. Primo capitolo della saga dei Pirati dei
Caraibi, il film fu un enorme successo e non solo
contribuì a consolidare i nomi di Johnny Depp e
Orlando Bloom, ma lanciò anche la carriera di
Keira
Knightley.
King Kong (2005). Il regista indipendente Carl
Denham tenta di risollevare le sorti della propria carriera girando
un documentario nella sconosciuta Skull Island, al largo di
Sumatra. Parte per la spedizione accompagnato dall’attrice Ann
Darrow e dal drammaturgo Jack Driscoll. Giunti a destinazione, il
gruppo si imbatte in tribù selvagge, animali
preistorici ma soprattutto in un enorme gorilla, King Kong, il
quale sembra avere, però, un feeling particolare con la bella
donna. Ancora Peter Jackson, che riporta sul
grande schermo uno dei mostri cinematografici più amati di
sempre.
The
Lost City (2022). La scrittrice solitaria Loretta Sage
scrive di luoghi esotici nei suoi famosi romanzi d’avventura con un
bellissimo modello di copertina, Alan. Mentre è in tournée per
promuovere il suo nuovo libro, viene rapita da un eccentrico
miliardario. Liberamente ispirato a All’inseguimento della
Pietra Verde, questo film ha per protagonisti Sandra Bullock e ChanningTatum, oltre
all’irresistibile presenza di Brad Pitt. (Qui
la recensione).
Uncharted
(2022). Nathan Drake e il suo compagno di avventure Sully si
lanciano in una pericolosa ricerca per trovare il più grande tesoro
perduto, mentre seguono anche gli indizi che potrebbero portare al
fratello di Nathan, scomparso da tempo. Adattamento dell’omonimo
videogioco, il film è interpretato da
Tom Holland e Mark Wahlberg. (Qui
la recensione).
Jungle
Cruise (2021). Frank, capitano di un battello
fluviale, viene ingaggiato per accompagnare in una missione nella
giungla due fratelli esploratori. La spedizione deve vedersela con
i pericoli della foresta e con pericolosi rivali. Basato
sull’omonima attrazione dei parchi Walt Disney, questo film ha
riportato l’avventura esotica vecchio stile sul grande schermo, con
protagonisti due divi odierni quali Dwayne
Johnson e
Emily Blunt. (Qui
la recensione)
Film d’avventura per ragazzi
I film d’avventura
principalmente dedicati ai ragazzi presentano prossocché le stesse
caratteristiche degli altri film di questo genere, ma presentano
nel più dei casi dei giovani protagonisti chiamati a grandi
imprese. Imprese che spesso e volentieri si rivelano essere
metafore del delicato periodo della vita che stanno vivendo e che
dunque contribuiscono a rendere questi film ancor più emozionanti.
Di seguito, ecco i 3 migliori film d’avventura per
ragazzi.
I Goonies (1985).
Un gruppo di ragazzi trova la mappa del tesoro di Willie l’Orbo, un
pirata del XVII secolo, e decide quindi di ritrovarne l’oro per
salvare il quartiere dal progetto di riqualificazione urbana che
sta per separarli. Diretto da Richard
Donner, questo film basato su un soggetto di Steven
Spielberg, produttore del film, è uno dei grandi
classici d’avventura per ragazzi, dove i giovani protagonisti si
trovano a dover affrontare un mondo fantastico nel tentativo di
salvare il loro status quo.
Stand by Me – Ricordo di un estate (1986).
Estate 1959, Oregon: quattro ragazzini partono per un’escursione
lungo la ferrovia affrontando varie avventure e scoprendo il
cadavere di un ragazzo scomparso giorni prima. Tratto da un
racconto di Stephen King, è questo uno dei film
d’avventura per ragazzi più amati di sempre, dove al di là di
quanto compiuto in apparenza dai giovani protagonisti, in gioco c’è
la loro amicizia e una serie di profonde riflessioni sulla crescita
e le inaspettabili strade che essa porta ad interprendere.
Jumanji (1995).
Due bambini scoprono un magico gioco da tavolo nella loro soffitta.
Mentre giocano, evocano animali feroci e un uomo pazzo, Alan,
scomparso ventisei anni prima durante una partita, il quale dovrà
cercare di rimettere le cose a posto. Interpretato da Robin Williams, il film è un altro grande
classico del cinema d’avventura per ragazzi, con i suoi elementi
esotici e quel senso del fantastico che emoziona sempre.
Film avventura del 2023
Il 2023 è stato un anno
particolarmente fortunato per il genere d’avventura, che ha
riempito le sale con titolo molto attesi, tra grandi ritorni ed
opere originali, tra adattamenti di celebri romanzi a quelli di
acclamati giochi della cultura popolare. Di seguito, i migliori
film d’avventura del 2023.
Indiana
Jones e il Quadrante del Destino. Il temerario
archeologo Indiana Jones lotta contro il tempo per recuperare un
quadrante leggendario che può cambiare il corso della storia.
Accompagnato dalla sua figlioccia, si scontra con Jürgen Voller, un
ex nazista che lavora per la Nasa. Quinta e ultima (?) avventura
cinematografica per Jones, interpretato naturalmente
da Harrison
Forde qui affiancato da Phoebe
Waller-Bridgee Mads
Mikkelsen. (Qui
la recensione).
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente. Molti anni prima di diventare Presidente di
Panem, il giovane Coriolanus Snow viene scelto come mentore del
Distretto 12 nei nuovi Hunger Games. Qui usa il suo fascino, la sua
astuzia e la sua inventiva per aiutare la sua candidata a vincere.
Prequel della
saga di Hunger Games, questo nuovo film basato
sull’omonimo romanzo ha per protagonisti Rachel Zegler e Tom Blyth.
(Qui
la recensione).
La
sirenetta. Una giovane sirena fa un patto con una
strega del mare, per scambiare la sua bella voce con gambe umane in
modo che possa scoprire il mondo sopra l’acqua e impressionare un
principe. Adattamento in live action del classico d’animazione
Disney, con l’attrice Halle Bailey chiamata ad interpretare la
sirenetta Ariel e Melissa McCarthy la diabolica Ursula.
(Qui
la recensione).
65 – Fuga dalla
terra. Dopo essere precipitati su un pianeta
sconosciuto, due sopravvissuti scoprono di essere rimasti bloccati
sulla Terra, 65 milioni di anni fa. Con una sola possibilità di
salvezza, i sopravvissuti devono affrontare delle creature
preistoriche. Adam Driver è il protagonista di questo film
d’avventura che porta a fare un viaggio nella preistoria, dove ci
si deve confrontare con gli innumerevoli pericoli di un territorio
ostile. (Qui
la recensione).
I tre moschettieri – D’Artagnan e
I tre moschettieri –Milady. Dal
Louvre a Buckingham Palace, in un regno diviso dalle guerre di
religione e minacciato dall’invasione dell’Inghilterra, un manipolo
di uomini e donne incrocia le spade e lega il proprio destino a
quello della Francia. La pellicola è tratta dal celebre romanzo
I tre moschettieri (1844) di Alexandre
Dumas, il quale è stato suddiviso in due film,
D’Artagnan e Milady, interpretati da
François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris
e Eva Green. (Qui
la recensione).
Aquaman e il
Regno Perduto. In questa nuova avventura Aquaman si trova a dover provare ogni mezzo possibile
per salvare la città sottomarina di Atlantide e il resto del
pianeta da un imminente disastro. Per ridurre al minimo i danni,
dovrà sforzarsi di stringere un’alleanza difficile con un
improbabile alleato. Sequel di Aquaman,
questo nuovo film dedicato al supereroe DC Con protagonista
Jason Momoa è uno spassoso film d’avventura.
(Qui
la recensione).
Dungeons
& Dragons – L’onore dei ladri. Un ladro dotato di
grande fascino si unisce a un gruppo di improbabili avventurieri
per intraprendere un’epica e pericolosa missione, ovvero il
recupero di un’antica reliquia. Basato sul celebre gioco da tavolo,
il film è un perfetto film d’avventura, con luoghi sbalorditivi,
personaggi aderenti ai canoni del genere e pericolose missioni da
portare a termine. Divertentissimo e avvincente al punto giusto, il
film ha tra i suoi protagonisti gli attori Chris Pine, Michelle Rodriguez e Hugh Grant. (Qui
la recensione)
Peter
Pan & Wendy. La giovane Wendy Darling incontra Peter
Pan, un ragazzo che si rifiuta di crescere. Wendy, i suoi fratelli
e Campanellino viaggiano con Peter nel magico mondo dell’Isola che
non c’è, dove incontreranno però un malvagio capitano pirata che
vuole renderli suoi prigionieri. Il film, remake in live action
dell’opera animata della Disney del 1953, riprone dunque le
avventure di Peter Pan, raccontando però il tutto attraverso gli
occhi di Wendy. Ad interpretare Capitan Uncino, si ritrova invece
Jude Law. (Qui
la recensione).
Film d’avventura da vedere su
Netflix
Sono innumerevoli i film
d’avventura che si possono ritrovare su Netflix, dai
grandi classici a quelli per tutta la famiglia. Qui di seguito,
però, si riportano esclusivamente gli Originali Netflix, titoli che non si possono trovare da
nessun’altra parte se non su tale piattaforma.
Love
and Monsters (2020). Un giovane adolescente deve
sopravvivere in un mondo post-apocalittico invaso da pericolosi
mostri con l’aiuto di un esperto cacciatore. In questo film,
candidato agli Oscar nella categoria Migliori effetti speciali, si
ritrova non solo tanta avventura, ma anche divertimento e
romanticismo, oltre ad un cast composto da Dylan
O’Brien, Jessica Henwick e Michael Rooker. (Qui
la recensione).
The Water Man
(2020). Nel disperato tentativo di salvare sua madre, un bambino di
11 anni si avventura in una remota foresta alla ricerca di una
figura leggendaria che si narra sia in grado di ingannare la morte.
Nel cast del film, oltre al protagonista Lonnie
Chavis, si ritrovano gli attori David
Oyelowo, Rosario Dawson e Alfred Molina.
We
Can Be Heroes (2020). Quando i supereroi della Terra
vengono catturati dagli alieni, i loro figli dovranno imparare il
gioco di squadra per salvare i genitori e il loro pianeta. Questo
film, diretto da Robert Rodriguez, vanta un cast
composto da attori del calibro di Priyanka Chopra, Pedro Pascal, Boyd Holbrook e Haley
Reinhart ed è il sequel di Le avventure di Sharkboy e
Lavagirl in 3-D del 2005. (Qui
la recensione).
Damsel
(2024). Una giovane donna accetta di sposare un bel principe, solo
per scoprire che era tutta una trappola. Viene infatti gettata in
una grotta con un drago sputafuoco e deve fare affidamento solo sul
suo ingegno e sulla sua volontà per sopravvivere. Protagonista di
questo film d’avventura, che rielabora la figura della damigella in
pericolo, è l’attrice Millie Bobby Brown, affiancata da Nick
Robinson, Angela Bassett e Robin Wright. (Qui
la recensione).
Mowgli – Il figlio della giungla (2018). Il cucciolo
di uomo Mowgli viene allevato da un branco di lupi nelle giungle
dell’India, sotto la tutela dell’orso Baloo e della pantera
Bagheera. La temibile tigre Shere Khan, tuttavia, lo vede come una
preda e non tarderà a reclamarlo. Nuovo adattamento del classico
della letteratura di Rudyard Kipling, il film è
diretto da
Andy Serkis e si basa sulla compresenza di un attore
in carne ed ossa (Rohan Chand) e di animali
realizzati in CGI, a cui danno voce in lingua originale gli attori
Christian Bale, Cate Blanchett e Benedict Cumberbatch. (Qui
la recensione).
Slumberland
– Nel mondo dei sogni (2022). Una giovane ragazza
scopre una mappa per il mondo dei sogni di Slumberland, e con
l’aiuto di un eccentrico fuorilegge, attraversa i sogni e fugge
dagli incubi, nella speranza di poter rivedere il suo defunto
padre. Protagonisti assoluti di questo toccante film d’avventura
sono gli attori Marlow Barkley e Jason Momoa.
Paramount+ ha annunciato oggi che è in
corso la produzione dell’attesissima seconda stagione della
serie originaleTulsa King,
interpretata dal candidato all’Oscar Sylvester Stallone. Ideata dal candidato
all’Oscar Taylor Sheridan, la serie sarà girata in
Oklahoma e ad Atlanta, con il pluripremiato Craig
Zisk (Weeds, The Larry Sanders Show) alla regia e alla
produzione esecutiva. Il candidato all’Oscar Terence
Winter (The
Wolf of Wall Street, I Soprano) tornerà come sceneggiatore
e produttore esecutivo. TULSA KING è prodotto da MTV
Entertainment Studios e 101 Studios in esclusiva per
Paramount+.
La serie segue il capo della mafia
newyorkese Dwight “Il Generale” Manfredi, appena uscito di prigione
dopo 25 anni e esiliato senza complimenti dal suo capo per
stabilirsi a Tulsa, in Oklahoma. Rendendosi conto che la sua
famiglia mafiosa potrebbe non avere a cuore i suoi interessi,
Dwight costruisce lentamente una squadra composta da un gruppo di
personaggi improbabili che lo aiutano a stabilire un nuovo impero
criminale in un luogo che per lui potrebbe davvero essere un altro
pianeta.
Tutte le novità della seconda stagione di Tulsa King
Le guest star della prima stagione
Annabella Sciorra e Tatiana Zappardino sono
diventate series regular per la seconda stagione, insieme a un
incredibile cast che comprende Andrea Savage, Martin Starr,
Max Casella, Domenick Lombardozzi, Vincent Piazza e Jay Will, con
Garrett Hedlund e Dana Delany.
Il creatore e candidato all’Oscar
Taylor Sheridan torna come produttore esecutivo.
Tra i produttori esecutivi di TULSA KING anche Sylvester Stallone, David C. Glasser, Terence
Winter, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin e Braden Aftergood.
Oltre a TULSA KING, il crescente palinsesto
di contenuti creati da Sheridan su Paramount+ comprende 1883
e MAYOR OF KINGSTOWN, attualmente in produzione con la
terza stagione, SPECIAL OPS: LIONESS, LAWMEN: BASS
REEVES, 1923, che entrerà in produzione con la seconda
stagione nel corso dell’anno, e la prossima serie inedita
LANDMAN, con Billy Bob Thornton.
UN
MONDO A PARTE di Riccardo Milani,
con 131.324 spettatori, anche il giorno di
Pasquetta è il film più visto. Il film interpretato da
Antonio Albanesee
Virginia Raffaele cresce rispetto alla giornata di
Pasqua, sfiorando 1 milione di euro (€ 935.597). Il
totale, dopo 5 giorni, è di quasi 2.8 milioni di euro (€
2.765.744) con 394.556 spettatori.
Dichiara Giampaolo
Letta, AD di Medusa Film che
distribuisce il film: “Il successo di UN
MONDO A PARTE fa bene a tutti! Un segnale positivo per
il cinema italiano che ci fa capire sempre di più l’interesse del
pubblico per le storie vere e di sentimenti che raccontano della
nostra cultura italiana. Riccardo Milani ci ha regalato un altro
film divertente, emozionante, commovente e poetico che racconta con
garbo e nobile leggerezza temi importanti quali lo spopolamento dei
piccoli paesi di montagna ed il rischio di chiusura delle scuole
per mancanza di studenti, l’integrazione e l’inclusione. Si ride e
si riflette grazie anche alla grande professionalità dei due
straordinari protagonisti Antonio Albanese e Virginia Raffaele che
insieme al regista stanno incontrando in questi giorni il pubblico
di ragazzi, adulti, famiglie e bambini in un tour che sta
attraversando tutta l’Italia”.
“Siamo molto felici dell’ottima partenza di UN MONDO A
PARTE – aggiunge Mario Gianani che
con Lorenzo Gangarossa ha prodotto il film per
Wildside società del gruppo Fremantle – Riccardo
Milani conferma la sua capacità di trattare con estrema sensibilità
temi che sanno coinvolgere emotivamente un largo pubblico. Antonio
Albanese e Virginia Raffaele sono due straordinari attori e,
insieme, formano una coppia inedita eppure già molto affiatata. La
strada del film è appena iniziata e con Medusa lo accompagneremo il
più lontano possibile”.
“Sono molto contento del successo del film –
dichiara Riccardo Milani – e in
particolare che la storia di una comunità così piccola, con
protagonisti sette bambini e due maestri delle scuole elementari,
abbia raggiunto il cuore di tante persone. Credo sia un bel segnale
che arriva forte dai piccoli centri del nostro Paese, un segnale di
resistenza umana e culturale di un’Italia che non vuole arrendersi
e non vuole abituarsi al peggio”.
Paramount Pictures
presenta il cast di voci di IF – Gli Amici
Immaginari, l’atteso nuovo film di John Krasinski prodotto da Allyson
Seeger, Andrew Form, Ryan Reynolds, John Krasinski. Una
produzione Sunday Night / Maximum Effort.
Scritto e diretto da John
Krasinski, IF – Gli Amici
Immaginari è l’incredibile e magica storia di una
bambina e della sua capacità di vedere gli IF, cioè gli amici
immaginari di tutte le persone. Grazie a questo suo insolito
superpotere, si imbarcherà in una magica avventura per
ricongiungere gli IF dimenticati con i loro bambini.
IF – Gli Amici
Immaginari è interpretato da Ryan Reynolds, John
Krasinski, Cailey Fleming, Fiona Shaw. A dare le voci agli IF,
personaggi meravigliosamente unici che riflettono l’incredibile
potere dell’immaginazione di un bambino, saranno Phoebe
Waller-Bridge, Louis Gossett Jr. e Steve Carell, e molti
altri ancora.
Apple TV+
ha svelato oggi il trailer della seconda stagione di
Jane, la serie per bambini e famiglie, già
vincitrice di un Emmy, ispirata al lavoro dell’etologa e
conservazionista di fama mondiale, la dottoressa Jane
Goodall, DBE, fondatrice del Jane Goodall Institute e
Messaggero di Pace delle Nazioni Unite.
Prodotta dal vincitore dell’Emmy
J.J. Johnson (“Dino Dana”, “Endlings”, “Lo scrittore fantasma”), da
Sinking Ship Entertainment e dal Jane Goodall Institute, la nuova
stagione di cinque episodi farà il suo debutto il 19 aprile su
Apple
TV+.
Ava Louise Murchison (“Reacher”) interpreta Jane Garcia, un’ambientalista in
erba di 9 anni che cerca di salvare animali in via di estinzione.
Usando la sua potente immaginazione, Jane, insieme ai suoi migliori
amici David, interpretato da Mason Blomberg (“Shameless”), e lo scimpanzé Greybeard sarà
protagonista di mirabolanti avventure per aiutare a proteggere gli
animali selvatici in tutto il mondo perché, secondo il suo idolo,
la dottoressa Jane Goodall: “Solo se capiamo, ci importerà. Solo se
ci teniamo, li aiuteremo. Solo se li aiutiamo, potranno essere
salvati”.
«Credo nel valore e nell’importanza
di una serie come “Jane” per ispirare i bambini e le loro famiglie.
L’impegno costante di Apple
TV+ e di Sinking Ship Entertainment nella narrazione
ecologica garantisce che un numero sempre maggiore di giovani sia
incoraggiato ad agire per salvare il proprio mondo», ha dichiarato
la dottoressa Goodall.
Jane segna la seconda serie Apple Original
prodotta da Sinking Ship Entertainment, unendosi alla serie
vincitrice del Daytime Emmy Award “Lo scrittore fantasma”. Da
Sinking Ship Entertainment, è una serie live-action/CGI ideata da
JJ Johnson, che è partner della compagnia e produttore esecutivo
insieme a Christin Simms, Blair Powers, Matt Bishop e Andria
Teather del Jane Goodall Institute.
La serie ha recentemente vinto un
Children’s and Family Emmy Award per gli eccezionali effetti visivi
per un programma in live action ed è stata premiata dall’Annual
Environmental Media Association Awards nella categoria Children’s
Television.
Il cast di Gen
V di Prime Video ha condiviso una
dichiarazione congiunta sui social media rendendo omaggio al loro
defunto co-protagonista Chance Perdomo,
morto in un incidente motociclistico a 27 anni. Perdomo è stato
un personaggio regolare nella serie spin-off di The
Boys e ha interpretato Andre Anderson
nella sua prima stagione.
“I nostri cuori sono con i cari
di Chance mentre piangiamo questa perdita scioccante”, si
legge nella dichiarazione. “Ricorderemo i momenti speciali che
abbiamo vissuto insieme, il suo sorriso contagioso che poteva
illuminare ogni stanza, i suoi calorosi abbracci e l’autenticità
che portava sempre con sé. Riposa in pace caro amico, ci mancherai
profondamente. Con amore, il cast di “Gen V”. La dichiarazione
è stata condivisa sui social media dai membri del cast
Maddie Phillips, Derek Luh, Asa Germann, Lizze Broadway,
Sean Patrick Thomas e altri. Molti attori hanno incluso le
foto che hanno scattato a Perdomo dietro le quinte della produzione
della prima stagione.
Altri membri del cast di Gen
V hanno pubblicato ulteriori tributi a Perdomo sui
social media. Patrick Schwarzenegger ha scritto su
X: “Questo fa male. Molto. Che attore giovane e talentuoso e
che grande amico: se n’è andato troppo presto. È stato un piacere
lavorare con lui in ‘Gen V.’ RIP Chance”.
Broadway ha scritto il suo tributo
su Instagram prima di condividere la dichiarazione congiunta del
cast, scrivendo: “Ricordando il mio amato amico e compagno di
cast, Chance Perdomo, la cui scomparsa ha lasciato un profondo
vuoto nel mio cuore. Chance possedeva così tanti doni di cui ho
fatto tesoro profondamente. È stato una parte vitale della mia
crescita come individuo, il suo spirito gentile mi ha sollevato
quando ne avevo più bisogno. Per me è stato e sarà sempre il mio
supereroe. Sono sotto shock e soffro profondamente la sua perdita.
Riposa in pace, caro Chance. Avrai per sempre un posto speciale nel
mio cuore. Ti voglio bene.”
Perdomo era noto anche per aver
interpretato Ambrose Spellman in Le terrificanti avventure di Sabrina di
Netflix. In Gen
V, Andre Anderson di Perdomo è uno studente della
Godolkin University che sfrutta le capacità di manipolazione
magnetica. Il suo addetto stampa ha confermato la morte dell’attore
britannico-americano il 30 marzo.
“Non riusciamo a capacitarci.
Per quelli di noi che lo conoscevano e lavoravano con lui, Chance
era sempre affascinante e sorridente, un’entusiasta forza della
natura, un artista incredibilmente talentuoso e, più di ogni altra
cosa, semplicemente una persona molto gentile e adorabile. Anche
scrivere di lui al passato non ha senso. Siamo così dispiaciuti per
la famiglia di Chance e siamo addolorati per la perdita del nostro
amico e collega. Abbracciamo i tuoi cari stasera.”
La produzione della seconda stagione
di Gen V è stata ritardata in seguito alla sua
morte.
Ogni paese ha, cinematograficamente
parlando, il proprio letale e inarrestabile assassino. Se gli Stati
Uniti hanno ora il John Wick di Keanu Reeves, il Sudafrica ha invece ora
trovato in Zuko Khumalo colui in grado di assumere
questo ruolo. Ecco allora che il nuovo film Netflix,
Codice:Cacciatore, presenta
un’avventura nei territori dello Stato africano tra complotti e
brutali combattiimenti. Con questo nuovo lungometraggio prende
dunque vita un racconto adrenalinico e ricco di azione, che si
snoda attraverso ambienti particolarmente affascinanti e dimostra
di non avere nulla da invidiare ai suoi simili occidentali.
Regista del film è Mandla Dube, già
autore di Kalushi: The Story of Solomon
Mahlangu e L’assedio di Silverton. Per gli
appassioanti del genere, è dunque questo un film da non lasciarsi
sfuggire. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Codice:
Cacciatore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove è stato girato. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è Zuko
Khumalo, un letale assassino sudafricano ora ritiratosi
per condurre una vita tranquilla, diviso tra un umile lavoro come
meccanico e la propria famiglia. La sua pace, tuttavia, viene
spezzata quando il suo vecchio amico e mentore,
Johnny – un politico caduto in disgrazia – chiede
a Zuko di avventurarsi in tutto il Sudafrica per far emergere le
orribili azioni di cui il candidato presidenziale Daza
Mtima si è macchiato. Johnny gli assicura che, se svelata
la cospirazione politica, l’intera catena di comando del Sudafrica
potrebbe sgretolarsi. Ma lui non può farlo da solo e ha bisogno
dell’aiuto di Zuko, che si ritroverà costretto ad accettare quella
che è però una missione estremamente pericolosa.
Ad interpretare Zuko Khumalo vi è
l’attore Bonko Khoza, noto per il ruolo di Boma
nel film
The Woman King (2022), con protagonista Viola Davis. Accanto a lui recitano
Connie Ferguson nel ruolo di Molebogeng Kwena,
direttore dell’Intelligence presidenziale, e Masasa
Mbangeni in quello di Malibe Mambi, fidanzata di Zuko.
L’attore Tim Theron ricopre invece il ruolo di
Tiger de Klerk, un agente tattico che lavora per Mo. Peter
Butler è Johnny Klein, ex collaboratore di Zuko ed ex
direttore generale delle Relazioni Internazionali, mentre
Connie Chiume (visto in Black Panther) è Thandiwe Makeba, l’ex ministro degli
Affari esteri. Sisanda Henna, infine, è il
candidato presidente Daza Mtima.
Il film, come anticipato, è
l’adattamento dell’omonimo romanzo del 2003 dello scrittore e
giornalista sudafricano Deon Meyer. Ci sono però
diverse differenze tra le due opere, a partire dal nome del
protagonista, che nel romanzo non è Zuko Khumalo
bensì Tiny Mpayipheli. Questi, inoltre, non è
propriamente un ex assassino bensì un pistolero su commissione del
governo. Diverso è anche il motivo che lo richiama all’azione, che
a differenza del film, nel libro è il rapimento di un suo vecchio e
fidato amico, per liberare il quale ha a disposizione solo
settantadue ore. Restano però simili il complotto e le numerose
forze avverse con cui il protagonista si trova costretto a
confrontarsi.
Le location del film: ecco dove è stato girato
Codice: Cacciatore
si svolge grossomodo in tutto il Sudafrica, ma in
particolare a Waterkloof – sobborgo
benestante della città di Pretoria, nella provincia di Gauteng –
Pretoria – capitale amministrativa del Sudafrica,
anche nota come Tshwane -,
Vlottenburg, Città del Capo – di
cui in particolare vediamo il City Hall e il V&A Waterfront – e
la città di Maseru, del Lesotho,
Stato dell’Africa Meridionale. Location particolarmente
affascinante sono invece le MontagneSwartberg, situate nella parte ovest del paese e
che possono essere viste prevalentemente sullo sfondo di alcune
scene.
Il trailer del film e come vederlo in streaming su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Codice: Cacciatore unicamente grazie alla sua
presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente
è al 2° posto della Top 10 dei film più
visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà
dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma
scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare
il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video,
avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel
catalogo.
Mentre promuoveva la sua ultima
serie Twisted Metal nel Regno Unito, Anthony
Mackie ha paragonato il progetto alla sua
esperienza nella realizzazione di film Marvel e ha detto a Radio Times che
in quella occasione c’era molta più libertà narrativa rispetto alle
produzioni del MCU.
“Direi che la Marvel è completamente diversa,
proprio perché è uno spazio di intrattenimento controllato. Ad
esempio, c’è poco che puoi fare”, ha osservato Mackie.
“C’è un certo limite alla creatività che puoi mettere sul
tavolo, perché Stan Lee ci ha dato così tanti contenuti. Mentre con
questo [‘Twisted Metal’], era come, ‘C’è un ragazzo e una ragazza…
Vai!’ Quindi siamo stati davvero in grado di costruire il mondo
attorno alla premessa.”
Mackie concorda sul fatto che un
progetto come Twisted Metal ha la libertà di
introdurre e uccidere i personaggi a piacimento, cosa che non è
qualcosa che il Marvel Cinematic Universe può
intrattenere così facilmente. “Questa è la cosa difficile
dell’universo Marvel. È come se non potessi
davvero uscire dagli schemi di quei fumetti”, ha detto
l’attore. “Sapete, quando abbiamo introdotto il Falcon e
l’evoluzione del personaggio in Capitan America, tutto ciò doveva
coincidere con ciò che Stan ci aveva già dato. Quindi è un gioco di
destrezza interessante far parte di quel mondo. In questo caso
invece era più come, ‘Divertiamoci e scopriamolo man mano che
procediamo.'”
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
Tra le tante voci a favore e contro
il Barbie di Greta
Gerwig, il parere sul film di Shakira
sembra destinato a creare scompiglio. La cantante colombiana ha
conversato con Allure e in questa occasione ha avuto modo di
esprimersi sul film in termini abbastanza inaspettati.
Patricia Alfonso Tortolani di
Allure ha chiesto a Shakira se
avesse visto Barbie. E la cantante ha risposto che
l’ha visto con i suoi due figli: “I miei figli lo hanno odiato
assolutamente. Sentivano che era castrante. E sono d’accordo, in
una certa misura. Sto crescendo due ragazzi. Voglio che anche loro
si sentano potenti [pur] rispettando le donne. Mi piace la cultura
pop quando tenta di dare potere alle donne senza privare gli uomini
della loro possibilità di essere uomini, di proteggere e
provvedere.” Ha spiegato la cantante, continuando: “Credo
nel dare alle donne tutti gli strumenti e la fiducia, possiamo fare
tutto senza perdere la nostra essenza, senza perdere la nostra
femminilità. Penso che gli uomini abbiano uno scopo nella società e
che le donne ne abbiano anche un altro. Ci completiamo a vicenda e
questo complemento non dovrebbe andare perduto”.
La posizione di
Shakira, pur controversa agli occhi di chi vede in
Barbie un moderno manifesto pop del
femminismo, si basa sull’assunto che a parità di diritti e di
considerazione umana, uomini e donne sono effettivamente diversi, e
sarebbe sano se questa complementarità fosse rispettata e mantenuta
nella società. Non è un punto di vista così tanto sbagliato…
Ci sono alcuni ruoli cinematografici
che diventano così memorabili grazie alla performance dell’attore
che li interpreta che è difficile immaginare un altro viso in
quella parte. A volte, può essere persino difficile accettare
l’idea che l’attore che associamo così profondamente a quel ruolo
abbia dovuto fare un’audizione per ottenerlo e che avrebbe potuto
essere sostituito da qualcun altro. L’elenco dei ruoli/attori che
hanno fatto storia è lunghissimo, non potremmo immaginare nessun
altro nel ruolo del T-800 di Terminator o in quello della Sposa di
Kill Bill se non Arnold Shwarzenegger o
Uma Thurman.
Due personaggi che appartengono
sicuramente a questa lista sono Jack Dawson e Rose Dewitt Bukater
di Titanic, interpretati
meravigliosamente da Leonardo
DiCaprioe Kate Winslet. La
tragica storia d’amore di Jack e Rose è così profondamente radicata
nella nostra memoria collettiva che può essere difficile
immaginarli come semplici persone immaginarie interpretate da
attori diversi. Ma, per quanto riguarda Rosa, siamo andati molto
vicini a vederla con un altro volto. Gwyneth Paltrow era infatti la
prima scelta.
Gli spettatori al giorno d’oggi non
hanno problemi a immaginare Kate
Winslet in ruoli più moderni. Dopo Rose in
Titanic, la parte più memorabile dell’attrice è
probabilmente quella di Clementine dai capelli blu nel romance di
fantascienza del 2004 Eternal Sunshine of a Spotless
Mind. Ancora più recentemente, l’attrice ha ricevuto
nomination agli Emmy e ai BAFTA per il ruolo di una detective di
provincia nella serie della HBO Mare of Easttown.
Ma non molto tempo fa, Kate Winslet era una di
quelle artiste che gli spettatori avevano difficoltà a immaginare
con qualcosa che non fosse un corsetto e una gonna a cerchio.
All’inizio della sua carriera, l’attrice si è fatta un nome
recitando in ricostruzioni d’epoca ispirati a William
Shakespeare e Mark Twain.
Il grande successo cinematografico
di Kate
Winslet risale al thriller del 1994
Creature del cielo, diretto da Peter
Jackson. Nel film, l’attrice recita al fianco di
Melanie Lynskey come parte di una coppia di
inseparabili amiche adolescenti che alla fine vengono spinte
all’omicidio quando i genitori cercano di porre fine alla loro
amicizia. La storia è basata sull’omicidio Parker-Hulme che scosse
la Nuova Zelanda all’inizio degli anni ’50. E, per un po’, questo
sarà il ruolo più “contemporaneo” della Winslet.
Subito dopo, l’attrice ha
interpretato il ruolo di una principessa medievale in A Kid
in King Arthur’s Court di Michael Gottlieb, una commedia
liberamente ispirata a A Connecticut Yankee in King Arthur’s Court
di Mark Twain. Dalla Tavola Rotonda, la Winslet è passata alla
Reggenza inglese, interpretando Marianne Dashwood in
Ragione e sentimento di Ang Lee,
un adattamento del classico romanzo omonimo di Jane
Austen. Poi ha interpretato il ruolo di una liberale
britannica del XIX secolo in Jude di
Michael Winterbottom e Ofelia di
Amleto nella versione di Kenneth
Branagh dell’opera di Shakespeare.
Tutta questa carriera nei film
d’epoca dovrebbe rendere Kate
Winslet perfetta per il ruolo di una socialite
dell’inizio del XX secolo che si innamora di un ragazzo povero a
bordo della più famigerata nave da crociera mai esistita, giusto?
Beh, non secondo James Cameron
del 1997. In un’intervista con la rivista GQ, James
Cameron rivela che secondo lui scegliere Winslet
come protagonista sarebbe stata una mossa estremamente ovvia.
Secondo Cameron, la Winslet stava sviluppando una sorta di
reputazione per i suoi film storici, all’epoca, che le valse il
soprannome di Corset Kate.
“Così ho pensato ‘Oh, amico,
sembrerà il casting più pigro del mondo”, ha detto il regista.
Tuttavia, ha accettato di incontrarla e alla fine le ha dato la
parte. Come tutti noi ormai sappiamo, era semplicemente fantastica
nel ruolo, quindi non c’era altra scelta per il giovane
James Cameron. Tuttavia, prima dell’audizione di
Winslet, il regista aveva quasi scelto qualcun altro per il ruolo:
Gwyneth Paltrow, vincitrice dell’Oscar come
migliore attrice in Shakespeare in Love.
Gwyneth Paltrow si
era già fatta un nome come attrice di film d’epoca quando uscì
Titanic per la prima volta. Nel 1996, ha recitato
nel suo adattamento di Austen, interpretando il personaggio
principale di Emma di Douglas
McGrath, ma il suo curriculum era notevolmente più
diversificato rispetto a quello di Winslet. Il ruolo per cui è
diventata famosa è stato quello della moglie di Brad
Pitt nel thriller contemporaneo Se7en,
diretto da David Fincher, un film che molto
probabilmente è l’esatto opposto di un dramma storico. Anche se
anni dopo, nel 1999, sarebbe diventata ancora una volta sinonimo di
ruoli d’epoca per la sua interpretazione in Shakespeare in
Love di Joh Madden, aveva una serie di
ruoli moderni al suo attivo, in film che spaziavano dalle commedie
romantiche ai thriller. Quindi Paltrow sarebbe stata memorabile
quanto la Winslet nel ruolo di Rose? È difficile da dire,
sicuramente sarebbe stata una scelta meno ovvia.
Il premio Oscar Christian Bale si è guadagnato una solida
reputazione di interprete solido e dedito ai suoi ruoli grazie
anche alle ormai proverbiali trasformazioni fisiche a cui si è
sempre sottoposto.
Nonostante sia sceso a una massa
corporea malsana in The Fighter e L’Uomo
senza sonno, Bale è stato in grado di aumentare il suo
peso per interpretare figure (letteralmente) sovradimensionate in
American Hustle – L’apparenza inganna e Vice – L’uomo nell’ombra. Tuttavia, questa ua grande
dedizione e la sua capacità di aumentare e diminuire il suo peso
con grande disciplina ha rappresentato un problema in Batman
Begins.
Dopo aver perso 60 chili per
interpretare Trevor Reznik in L’Uomo senza sonno,
il corpo di Bale era più vulnerabile di quanto non fosse mai stato
prima. Bale seguiva una dieta a base di una mela, caffè e acqua al
giorno e aveva iniziato a fumare e bere whisky per perdere ancora
più peso. Ciò finì per essere estremamente dannoso per la sua
salute, e il problema crebbe al punto che i produttori del film
erano preoccupati per la forma fisica della loro star dopo aver
completato la produzione del film. Prima di L’Uomo senza
sonno, Bale aveva dimostrato di poter raggiungere i
massimi livelli di forma fisica per American Psycho, e aveva bisogno di tornare a un peso
normale se avesse mai voluto recitare in un altro film.
Oltrettutto, Bale avrebbe dovuto rafforzarsi ancora di più se
voleva essere convincente nei panni del Cavaliere Oscuro di Gotham
City.
Il ruolo di Bruce Wayne in
Batman
Begins era uno di quelli che molti dei più importanti
uomini di Hollywood stavano cercando. Billy Crudup
e Jake Gyllenhaal erano tra i migliori contendenti
per assumere il ruolo in quello che sarebbe stato il primo film di
Batman live-action da Batman & Robin del 1997.
Anche Christopher Nolan si stava dimostrando uno
dei registi più talentuosi del settore e, dopo il successo di
Memento e Insomnia, gli attori
erano ansiosi di lavorare con lui. Da parte sua, Bale stava
lavorando con i più grandi registi, e Nolan era il prossimo sulla
sua lista. E così ha lavorato duro per ottenere il ruolo, ma
sfortunatamente ha lavorato… un po’ troppo.
Bale doveva essere in grado di
adattarsi realisticamente al costume di Batman e apparire
realistico durante le scene in cui Bruce si allena con la Lega
delle Ombre e Ra’s Al Ghul (Liam Neeson). Bale si
è allenato nel Wing Chun Kung Fu con l’allenatore di arti marziali
Eric Oram e ha imparato l’arte del combattimento per prepararsi
alle scene di allenamento e alle sequenze d’azione estese nel film.
Tuttavia, alla fine ha guadagnato 45 chili in più di massa
muscolare, che si sono rivelati una decina di troppo rispetto a
quello che aveva in mente Nolan. Così, ha dovuto perdere peso prima
dell’inizio delle riprese. Il risultato è stato perfetto, e
l’attore ha consegnato al mondo una grande performance, sia fisica
che emotiva di Bruce Wayne/Batman.
Da allora, è stato una fisarmonica.
È diventato obeso per lavorare con David O.
Russell per American Hustle – L’apparenza inganna, e ha aggiunto i
muscoli per Exodus: Gods and Kings di
Ridley Scott. Ha ripreso peso per il ruolo di Dick
Cheney in Vice – L’uomo nell’ombra, poi è andato ben oltre la
perdita di peso per
Le Mans ’66 – La Grande Sfida. Il suo co-protagonista
Matt Damon ha notato che Bale aveva “una
disciplina da monaco che è davvero impressionante da vedere”.
Sembra esserci un limite al suo impegno. Durante la campagna
promozionale per
Le Mans ’66 – La Grande Sfida, Bale ha ammesso che avrebbe
smesso di trasformare il suo corpo a causa del prezzo che avrebbe
pagato sulla sua salute fisica e mentale.
A
Paola Cortellesi e al suo esordio alla regia
C’è ancora domani è spettato il compito di
aprire la sezione Progressive Cinema, Concorso, della
diciottesima
Festa del Cinema di Roma. Dopo tanti ruoli da
interprete dal talento evidente e versatile, capace di unire comico
e drammatico, avendo all’attivo una carriera ormai consolidata da
sceneggiatrice,
Paola Cortellesi arriva dunque alla sua prima regia
cinematografica.
Lo fa con un lavoro tra commedia e
dramma, dai toni spesso amari, anche molto amari, ma ricco di
momenti leggeri. Parla di donne nella Storia e con le loro storie
di vita quotidiana. Accanto a lei, che sceglie per sé il ruolo
della popolana Delia,
Valerio Mastandrea, Giorgio
Colangeli, Emanuela Fanelli,
Vinicio Marchioni, oltre a un manipolo di talentuosi
giovani e giovanissimi attori.
La storia di Delia in C’è ancora
domani
Seconda metà degli anni Quaranta.
Delia,
Paola Cortellesi, vive con il marito Ivano, Valerio Mastandrea, e i tre figli in un
palazzo popolare di Roma. Si dà da fare da mattina a sera con mille
lavoretti, oltre che mandare avanti la casa, occuparsi dei figli e
del suocero, il bisbetico Sor Ottorino, Giorgio
Colangeli, mentre il marito lavora fuori tutto il giorno.
Ivano è il padrone di casa, in tutti i sensi, decide e dispone
tutto ciò che si fa in famiglia.
Per rimarcare la sua autorità, non
manca di dispensare alla moglie sberle e cinghiate, ogni qualvolta
sia a suo avviso, necessario. Delia può confidarsi solo con l’amica
Marisa, Emanuela Fanelli, con cui si concede i
pochi momenti di svago. Ora che Marcella, Romana Maggiora
Vergano, la figlia maggiore, la sua prediletta, è in
procinto di sposarsi con Giulio, Francesco
Centorame, figlio di proprietari di un ben avviato bar,
Delia è felice che almeno per la figlia il futuro prospetti
qualcosa di diverso. Marcella, dal canto suo, non vede l’ora di
sistemarsi e lasciare miseria e violenze. Inaspettata, arriva però
una lettera per Delia e le fa pensare che forse un futuro diverso è
ancora possibile anche per lei.
Atmosfere anni ’40, senza
nostalgia
C’è ancora domani
si propone da un lato il non facile compito di riportare lo
spettatore indietro nel tempo, di immergerlo nelle atmosfere della
Roma anni Quaranta, del dopoguerra, quando la città brulicava di
speranza, ma faceva ancora i conti con la fame e gli stenti patiti
durante la guerra. Ma anche una città in cui c’era un forte senso
di comunità.
Quella di Cortellesi non è, però,
un’operazione nostalgia, come non lo è l’uso del bianco e nero. La
fotografia di Davide Leone si può pensare filologica rispetto al
periodo trattato, ma è anche austera e sobria come la sua
protagonista. Delia sembra non pensare mai la sua vita a colori.
Cortellesi mostra di sapere dove guardare per ricostruire, da
romana, quell’ambiente, oltre ad aver fatto un accurato lavoro di
approfondimento, trasferito poi in sceneggiatura, assieme a
Furio Andreotti e Giulia
Calenda.
I diritti delle donne e l’impegno
civile
Quella di C’è ancora
domani è piuttosto un’operazione memoria, che ricorda a
tutti, ma soprattutto alle donne, vere protagoniste del film – non
solo Delia – da dove si è partiti e dove ci si trova oggi. Il tema
della condizione femminile e dei diritti delle donne è infatti il
fulcro del film. Sebbene sia oggi ampiamente trattato, forse anche
abusato,
Paola Cortellesi è riuscita a proporlo con la sua
sensibilità. Non si è tirata indietro di fronte all’impegno civile,
affrontandolo con passione, come già aveva fatto da attrice
tratteggiando ruoli di donne capaci di lottare per i propri diritti
– l’architetto Serena Bruno di Scusate
se esisto!, o l’operaia de Gli
ultimi saranno ultimi, ad esempio. Lo fa ora interpretando
con coinvolgimento e aderenza Delia, ma anche con il suo sguardo
dietro la macchina da presa.
Accanto a lei, un cast di ottimi
attori, a partire da certezze come Valerio Mastandrea, cui è
affidato l’ingrato compito di interpretare Ivano, uomo qualunque,
dietro la cui facciata apparentemente goffa e a tratti ridicola, si
nasconde violenza. Ci sono anche Emanuela Fanelli, Vinicio
Marchioni e Girogio Colangeli, tutti in parte, ma una menzione
speciale va ai giovani: in particolare a Romana Maggiora
Vergano, che interpreta con intensità la giovane
Marcella.
Cortellesi regista in C’è ancora
domani
La regia di
Paola Cortellesi mescola ironia, sarcasmo e commedia
pura a una durezza e amarezza drammatiche, anche se la violenza
viene lasciata intuire dietro una porta chiusa, o mimata in una
sorta di danza macabra con suggestioni da musical. Sceglie in
sostanza di essere più poetica che cruda. Il ricorso al ballo e
alla musica come elementi trainanti in alcune sequenze è peculiare,
ma non sempre azzeccato.
Lo è sicuramente, ad esempio, nella
sequenza finale del film. Anche nel filone “romantico” della
storia, che coinvolge Delia e Nino, Vinicio Marchioni, un suo
vecchio spasimante, alcune soluzioni che vogliono essere poetiche,
risultano un po’ melense e forse retoriche. Nonostante ciò, il
lavoro resta coeso ed efficace.
Un ponte fra passato e presente che
parla a tutti
C’è ancora domani è
un film fortemente legato al presente. Parla alle donne di ieri, ma
soprattutto di oggi, e anche agli uomini. Riesce a far riflettere
su un fenomeno come quello della violenza di genere che è dilagante
al punto da far dubitare che così tanta strada sia stata percorsa
dal dopoguerra ai giorni nostri.
Sa coniugare la Storia con la “S”
maiuscola con le storie delle tante donne che, come Delia, in ogni
luogo e in ogni tempo, sembrano non trovare il coraggio di far
sentire la propria voce, ma poi si riscattano. Lo spettatore si
interroga sull’oggi, ma non si nascondono neanche le ombre del
passato.
Il risultato è un lavoro
complessivamente efficace e d’impatto, in cui si legge una costante
preoccupazione, un’urgenza verso le nuove generazioni di donne. È a
loro che si rivolge essenzialmente questo buon esordio. C’è
ancora domani appare senz’altro adatto per la fruizione da
parte delle scuole.
C’è ancora molto mistero attorno a
With Love, il film che vedrà il ritorno di
Ke Huy Quan sul grande schermo dopo la sua
acclamata interpretazione in Everything Everywhere All At
Once. Ma secondo Deadline, è stato confermato che
Daniel Wu si è unito al cast del film. Al momento,
però, non sono stati rivelati dettagli sul suo personaggio.
Il film sarà anche una riunione per
Daniel Wu e Ke Huy Quan, che sono
stati visti di recente insieme in American Born
Chinese. Wu ha avuto anche un ruolo ricorrente nella
quarta stagione di Westworld.
Il film segna il primo ruolo da
protagonista di Huy Quan da quando ha vinto
l’Oscar come miglior attore non protagonista, e vede alla
produzione Kelly McCormick e David
Leitch di 87North, che hanno anche prodotto Atomic
Blonde, Nobody e il prossimo film che si
annuncia un siccesso, The
Fall Guy.
Il film è sceneggiato da
Josh Stoddard, Luke Passmore e Matthew
Murray. Anche Guy Danella produce per
87North. Al suo debutto alla regia cinematografica con With
Love c’è l’acclamato stuntman veterano e coordinatore dei
combattimenti Jonathan Eusebio. I dettagli della
trama sono tenuti nascosti.
Il vicepresidente esecutivo dello
sviluppo della produzione della Universal Jay
Polidoro e il direttore dello sviluppo della produzione
Tony Ducret supervisioneranno il progetto per
conto dello Studio.
Nel cast del film è stata confermata
anche Ariana DeBose.
Quando si tratta delle
classificazioni dei film emesse dalla MPAA, non è sempre chiaro al
pubblico il motivo per cui alcuni titoli finiscono con le
valutazioni che hanno. È facile capire perché la nudità e la
violenza influiscono sulla valutazione di un film, ma cosa succede
quando una singola ma importante inquadratura inserisce il tuo
progetto nella temuta categoria NC-17 (vietato ai minori di 17)?
Durante un’intervista con Collider, la regista di Omen –
L’Origine del Presagio,Arkasha Stevenson ha rivelato che ha dovuto
affrontare proprio quella situazione per riportare il film horror
nella classificazione R.
Durante l’intervista, Stevenson ha
detto che la causa di tutto il fastidio era… una vagina. La regista
ha rivelato che “era davvero importante per noi non feticizzare
o sessualizzare questo orrore corporeo e umanizzare davvero
l’anatomia femminile”, ma la MPAA non lo ha permesso. È stato
allora che il team si è reso conto che avrebbe dovuto trovare un
compromesso se voleva restare fedele alla propria visione e
mantenere comunque la classificazione R:
“Sono sempre titubante nel
cercare di capire il loro processo. Inizialmente, era solo questa
ripresa frontale di questa mano che usciva dalla vagina. E la
ripresa inizia da prima che iniziamo a vedere questa mano
demoniaca. E il compromesso è stato di passare all’immagine
frontale solo dopo che l’elemento soprannaturale è già apparso
nell’immagine. Quindi quello che ho capito era che non era ciò che
stava accadendo al corpo ad essere offensivo (la mano demoniaca che
viene partorita), era il corpo, l’immagine della vagina, che era
offensivo. Eppure, sai, è il 2024. C’è molta nudità frontale
maschile, c’è molta nudità femminile, ma la nudità femminile è
sempre vista in una luce sessuale. Ed era interessante che questo
fosse ciò che avrebbe oltrepassato il confine. Ma una volta che ci
siamo resi conto che quello sarebbe stato il campo di battaglia,
penso che tutti fossero totalmente dalla nostra parte, compreso lo
studio, per far passare davvero questa immagine”.
Inoltre, Stevenson ha rivelato che i
montaggi di Omen –
L’Origine del Presagio“sono andati avanti e
indietro, credo, cinque volte” finché non sono riusciti
finalmente a trovare una versione che assicurasse il rating R meno
severo. Ciò che pensava fosse strano, tuttavia, è che, nella sua
percezione, la scena è risultata “stranamente più grafica”
nella versione finale. Un’altra cosa che ha sconcertato la regista
è che l’inquadratura frontale della vagina era l’unica cosa che ha
davvero infastidito la MPAA, dicendo: “Abbiamo un film
piuttosto cruento, abbiamo molta violenza, abbiamo molto body
horror. E abbiamo anche un fallo demoniaco, e niente di tutto ciò
ha attivato una classificazione NC-17.”
Stevenson ha aggiunto che questo
“è abbastanza indicativo di dove siamo adesso e, penso, di dove
dobbiamo arrivare”. Ciò ha portato la regista a sottolineare
l’importanza di riscrivere la storia per quanto riguarda il modo in
cui i film horror si avvicinano e rappresentano il corpo femminile:
“C’era un piccolo muro tra me e l’orrore perché per la maggior
parte del tempo avevo la sensazione che la violenza raffigurata era
feticizzata quando si trattava di donne. E quindi questo è stato un
vero esercizio nel cercare di rendere l’obiettivo puramente
attraverso la paura. E quando parli di argomenti così intensi,
credo, come la nascita, la riproduzione forzata e l’aggressione
sessuale, penso che sia davvero importante non rifuggire
dall’immaginario e umanizzare ciò che di solito viene
immaginato.”
Di cosa parla Omen – L’Origine del
Presagio?
Quando una giovane donna americana
viene mandata a Roma per iniziare una vita al servizio della
chiesa, incontra un’oscurità che la porta a mettere in discussione
la sua stessa fede e a scoprire una terrificante cospirazione che
spera di far nascere l’incarnazione del male. Omen –
L’Origine del Presagio è interpretato da Nell
Tiger Free (Servant), Tawfeek
Barhom (Maria Maddalena), Sonia
Braga (Il bacio della donna ragno), Ralph Ineson
(The Northman), Nicole Sorace (The
Good Mothers), Andrea Arcangeli (Il Divin
Codino), con Charles Dance (Il Trono di
Spade) e Bill Nighy (Living).
Il film è diretto da Arkasha
Stevenson ed è basato sui personaggi creati da David
Seltzer (Il presagio), con un soggetto di Ben Jacoby
(Bleed) e una sceneggiatura di Tim Smith & Arkasha
Stevenson e Keith Thomas (Firestarter). David S. Goyer
(Hellraiser) e Keith Levine (The Night House – La casa
oscura) sono i produttori, mentre Tim Smith, Whitney Brown
(Rosaline) e Gracie Wheelan sono i produttori
esecutivi.