In una recente intervista
con The Hollywood
Reporter, la candidata
all’Oscar Melissa
McCarthy ha parlato della sua preparazione
per interpretare la malvagia Ursula
nell’adattamento live-action della Disney de
La
Sirenetta. L’attrice ha rivelato che
le drag queen sono state una delle sue principali ispirazioni per
la strega del mare preferita dai fan.
“C’è qualcosa in Ursula,
è quell’umorismo irriverente, è quel morso, è la sua vulnerabilità,
è il suo dolore, è come ti copri, come qual è la tua
armatura“, ha spiegato
McCarthy. “Penso che Ursula sia il suo trucco, è la
sua posizione, la sua postura, il suo spirito acerbo“, ha
detto la star. “Penso che sia ciò che il drag fa così bene
e penso che lo facciamo dall’inizio dei tempi, quindi di certo non
voglio fermarmi ora.”
McCarthy non è sola nel suo confronto tra drag. In
effetti, la stessa Ursula è stata ispirata dalla
famosa drag queen, Divine.
La sirenetta, la trama e
il cast del film
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una
bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la
figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera
scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la
superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle
sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il
suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di
suo padre.
Il film è interpretato dalla
cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato
all’Oscar Rob Marshall (Chicago, Il
Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due
volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di
Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle
canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award Alan
Menken (La Bella e la
Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i
nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award Lin-Manuel
Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy Marc
Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease:
Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore
dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic)
e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è
il produttore esecutivo.
Focus
Features ha rilasciato il poster ufficiale
di Asteroid
City per il prossimo
film di Wes Anderson. Il
manifesta presenta l’incredibile cast ricco di stelle
di Asteroid
City che include Jason Schwartzman,
Tom Hanks,
Scarlett Johansson,
Bryan Cranston e altri. La commedia drammatica
romantica arriverà in sale selezionate il 16 giugno, seguita da
un’ampia uscita il 23 giugno.
Asteroid
City aveva originariamente ricevuto una valutazione R
dalla Motion Pictures Association of America per “breve nudità”.
Tuttavia, Anderson e Focus
Features sono stati in grado
di appellarsi con successo contro la
decisione. La sua attuale valutazione ufficiale è
PG-13 per “per brevi nudità esplicite, fumo e
materiale suggestivo”.
Asteroid
City si svolge in un’immaginaria città americana nel
deserto nel 1955. Sinossi: L’itinerario di una convention di
giovani astronomi e cadetti spaziali (organizzata per riunire
studenti e genitori di tutto il paese per una competizione
accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da
eventi che cambiano il mondo.
La premessa agghiacciante per
l’imminente thriller horror, Il morso
del coniglio (Run Rabbit Run),
pongono una domanda inquietante: e se le persone che amiamo
potessero tornare dopo la morte? Prima della premiere del film che
debutterà il 28 giugno, Netflix
ha rilasciato il trailer ufficiale del thriller diretto
dalla regista nominata agli EmmyDaina
Reid.
Logline
Una specialista in fertilità si trova a mettere in discussione i
propri valori e a combattere fantasmi del passato quando nota gli
strani comportamenti della figlia.
La trama del film
Sarah è una specialista in
fertilità e ha una profonda conoscenza del ciclo della vita. Ma
quando è costretta a dare un senso ai comportamenti sempre più
strani della figlia deve mettere in discussione le proprie
convinzioni e combattere i fantasmi del passato. Con Sarah
Snook (Succession,
The Beautiful Lie), Lily LaTorre, Damon Herriman (Thai
Cave Rescue – Salvati dalla grotta, The Serpent, C’era una volta a…
Hollywood) e Greta Scacchi (Darby & Joan,
Shepherd).
Diretto da Daina Reid (Shining
Girls, The Handmaid’s Tale, The Outsider) e
sceneggiato da Hannah Kent, (La donna del bosco, Devotion, Ho
lasciato entrare la tempesta), il film è prodotto da Sarah
Shaw e Anna McLeish (Relic, Partisan, Snowtown). La
produzione esecutiva è di Nate Bolotin, Maxime Cottray, Nick Spicer
e Aram Tertzakian di XYZ Films, Deanne Weir, Olivia Humphrey, Jack
Christian, D.J. McPherson, Daina Reid, Sarah Snook, Jake Carter e
Katie Anderson. Il morso
del coniglio (Run Rabbit Run) è una produzione
Carver Films, con importanti investimenti da parte di XYZ Films e
Screen Australia, in collaborazione con Film Victoria, South
Australian Film Corporation, Soundfirm, Storyd Group e Fulcrum
Media Finance. Il capitale investito da XYZ Films proviene dal suo
fondo di produzione finanziato da IPR.VC.
Guardiani della Galassia Vol. 3 ha riservato
molte sorprese come ultima avventura della squadra originale nel
MCU. Sebbene
i Guardiani della Galassia
del MCU si
siano riuniti per la prima volta come un’improbabile squadra di
fuorilegge spaziali, sono rimasti uniti anche di fronte a diverse
minacce universali e sono diventati una famiglia. Dopo aver
combattuto contro Ronan, Ego e
Thanos e aver reclutato Nebula,
Mantis, Kraglin e
Cosmo, i Guardiani si sono stabiliti a
Knowhere, dove hanno pianificato di rimanere a
tempo indeterminato. Tuttavia, Adam Warlock e l’Alto
Evoluzionario hanno cambiato i loro piani.
Che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarebbe stato
la fine del franchise dei Guardiani era noto da
tempo, ma il modo in cui la squadra avrebbe detto addio al suo
pubblico di fedelissimi era rimasto un mistero. Morti multiple o
una rottura irreparabile erano possibilità probabili, in quanto
avrebbero significato un modo definitivo per porre fine alla
squadra dei Guardiani come la conosciamo per sempre. Tuttavia,
Guardiani della Galassia Vol. 3 adotta un
approccio inaspettato rispetto all’addio della squadra e offre
diverse rivelazioni scioccanti alla fine del film.
Nessuno dei membri della squadra di
Guardiani della Galassia muore
Nessuna delle morti che
ci si aspettava da Guardiani della Galassia Vol. 3 si verifica:
tutti i membri della squadra sono vivi dopo aver sconfitto il
cattivo di Chukwudi Iwuji, l’Alto
Evoluzionario. I Guardiani trovano un modo per salvare
Rocket Raccoon dalle ferite che Adam Warlock gli ha inflitto,
Groot ricrea il suo corpo più velocemente del suo
predecessore, Drax sopravvive ai colpi ricevuti
alla OrgoCorp e Adam Warlock si riscatta salvando
Star-Lord dalla morte per congelamento nello
spazio. Inoltre, i Guardiani riescono a salvare i soggetti dei test
dell’Alto Evoluzionario, compresi gli animali
utilizzati dal cattivo per creare creature antropomorfe come Rocket
Raccoon.
La squadra originale dei Guardiani
della Galassia si divide
Sebbene tutti i
Guardiani della Galassia sopravvivano agli eventi
di Guardiani della Galassia Vol. 3, la storia
della squadra così come la conosciamo giunge comunque al termine:
Rocket Raccoon, Groot,
Mantis, Star-Lord e
Gamora si separano. Un ormai maturo Star-Lord
prende l’iniziativa e si reca sulla Terra per ricongiungersi con il
nonno, mentre Mantis parte per le sue avventure e Rocket Raccoon
diventa il leader dei nuovi Guardiani della
Galassia. Nel frattempo, Drax rimane a
Knowhere per proteggere i suoi nuovi “figli” con il supporto di
Nebula, Cosmo,
Kraglin e con l’improbabile aiuto di un Adam Warlock redento.
Star-Lord torna sulla Terra e fa di
Rocket il leader dei Guardiani
Quando
Star-Lord annuncia il suo ritorno sulla Terra,
Rocket Raccoon si chiede cosa succederà ai
Guardiani della Galassia. Avendo scoperto la
storia di Rocket e sapendo quanto fosse coraggioso anche prima di
fondare la squadra, Star-Lord non esita a
nominarlo nuovo leader. I Guardiani sono d’accordo all’unanimità e
Rocket accetta il suo nuovo ruolo. Nella scena post-credits di
Guardiani della Galassia Vol. 3,
Rocket Raccoon è già a capo di una nuova squadra
di Guardiani.
Gamora ha una nuova vita con i
Ravagers
I tentativi di
Star-Lord di riaccendere il suo amore con la nuova
variante multiversale di Gamora non hanno successo
per la maggior parte di Guardiani della Galassia Vol. 3, ma il suo
amore per i suoi amici e il suo sacrificio fanno sì che Gamora
acquisti un grande rispetto per lui. Anche se alla fine inizia a
capire perché la Gamora originale provava qualcosa per
Star-Lord, gli chiarisce che lei è diversa e si
allontana da coloro che considera la sua famiglia dopo aver
trascorso del tempo con loro tra gli eventi di
Avengers: Endgame e Guardiani della Galassia Vol. 3 . Lo
Stakar Ogord di Sylvester
Stallone e il resto dei Ravagers la accolgono a casa e
continuano le loro avventure con lei.
Nebula diventa il nuovo leader di
Knowhere
Proprio come i suoi amici,
Nebula decide di perseguire i propri obiettivi
alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 3. Mentre
Star-Lord, Mantis,
Gamora, Rocket e
Groot vanno per la loro strada, Nebula sceglie di
proteggere Knowhere e i suoi abitanti, che considera il suo nuovo
popolo. Questo permette a Nebula di lasciarsi alle
spalle il dolore psicologico che Thanos le ha
inflitto e di continuare a crescere come persona nonostante
l’assenza dei Guardiani. Anche
Drax, Cosmo,
Kraglin e Adam Warlock sono presenti per aiutarla e
sostenerla.
Drax diventa di nuovo padre – o
quasi
Drax il
Distruttore non è mai riuscito a vendicarsi personalmente
per la morte della moglie e della figlia, ma ora riceve un giusto
risarcimento. Drax è l’unico Guardiano in grado di
comunicare con le cavie dell’Alto
Evoluzionario grazie alla sua comprensione del loro
linguaggio. Si lega a una bambina in particolare,
Phyla, che lo convince a diventare una figura
paterna per i nuovi abitanti di Knowhere. Sebbene
nei fumetti Marvel Comics la figlia di Drax sia
originariamente il Guardiano della Galassia
Moondragon, il MCU adotta un
approccio diverso e fa dell’eroina cosmica
Phyla-Vell la nuova figlia adottiva di Drax, che
si unisce alla nuova squadra di Rocket Raccoon
nella scena post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3 .
Mantis parte per un viaggio alla
scoperta di se stessa
La decisione di
Star-Lord di lasciare i Guardiani della
Galassia motiva Mantis a fare lo stesso.
Mantis annuncia che intraprenderà il proprio viaggio alla scoperta
di se stessa senza alcuna pressione esterna, poiché non ha mai
avuto l’opportunità di essere indipendente. Libera da
Ego e dai Guardiani per la prima
volta nella sua vita, Mantis rifiuta l’offerta di
Drax di accompagnarla e prende i tre Abilischi con
cui ha fatto amicizia per viaggiare verso destinazioni sconosciute.
Dopotutto, non ha nulla di cui preoccuparsi, visto quanto è
diventata letale da quando è stata introdotta in
Guardiani della Galassia vol. 2.
Viene introdotta una nuova squadra
di Guardiani della Galassia
Qualche tempo dopo che
Star-Lord ha nominato Rocket
Raccoon nuovo leader dei Guardiani della
Galassia e la squadra originale si è sciolta, Rocket guida
già la nuova versione del gruppo. Come mostra la prima scena
post-credits di Guardiani della Galassia Vol.
3, la nuova squadra dei Guardiani della Galassia è composta da
Rocket, Groot,
Cosmo, Adam Warlock, Kraglin e
Phyla. A questo punto, Groot è molto più grande
del solito, Kraglin padroneggia già la freccia di
Yondu e Adam Warlock è tornato in forma.
Phyla si unisce ai Guardiani della
Galassia
Phyla non solo diventa la
figlia adottiva di Drax in Guardiani della Galassia Vol. 3, ma diventa
anche un membro dei nuovi Guardiani della Galassia
di Rocket Raccoon. Phyla è una
creazione più avanzata dell’Alto
Evoluzionario rispetto a Rocket Raccoon, poiché è
stata progettata per non aver bisogno di cibo o di dormire e per
non stancarsi mai. Basata sul personaggio dei fumetti
Phyla-Vell, personaggio di Captain Marvel, è possibile che
Phyla nel MCU si incroci con
Carol Danvers, Monica Rambeau o
Kamala Khan. Nella scena post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3, Phyla
brandisce una misteriosa energia viola che potrebbe essere spiegata
nei futuri film o show cosmici del MCU.
Michael Rooker torna per un breve
cameo come Yondu
Insieme a Nathan
Fillion e Jennifer Holland,
Michael Rooker è uno dei collaboratori abituali di
James
Gunn che tornano in Guardiani della Galassia Vol. 3 Questa volta,
lo Yondu Udonta di Michael Rooker
appare come una visione per aiutare il suo amico Ravager
Kraglin, che è finalmente in grado di armare la freccia di
Yondu dopo aver lottato a lungo per controllarla. Mentre combatte
contro gli scagnozzi dell’Alto
Evoluzionario a Knowhere, la visione
di Yondu gli dice di usare il suo cuore per
guidare la freccia, cosa che Kraglin riesce a fare per proteggere
Knowhere.
L’Alto Evoluzionario ha ucciso gli
amici d’infanzia di Rocket
Le morti più importanti
di Guardiani della Galassia Vol. 3 riguardano gli
amici d’infanzia di Rocket Raccoon, che si scopre
essere morti quando Rocket era ancora prigioniero
dell’Alto Evoluzionario. Nonostante gli sforzi di
Rocket per aiutarli a fuggire, l’Alto Evoluzionario e i suoi
scagnozzi sparano agli amici di Rocket e Rocket si vendica
strappando la faccia dell’Alto
Evoluzionario dalla sua testa. Mentre Rocket agonizza,
si riunisce brevemente con Lylla,
Floor e Teefs nell’aldilà, ma
torna in vita dopo che Lylla gli dice che il suo
tempo non è ancora arrivato.
Adam Warlock è stato rimosso
precocemente dal suo ruolo dall’Alto Evoluzionario
Adam
Warlock è così potente da lasciare Rocket
Raccoon in punto di morte, da distruggere il corpo di
Groot e da spezzare l’intero corpo di Nebula.
Tuttavia, Guardiani della Galassia Vol. 3 rivela che
l’Adam
Warlock del MCU non è così
potente come avrebbe potuto essere, poiché è stato rimosso dal suo
bozzolo prima che fosse completamente sviluppato. Questo significa
che, oltre ad avere una forza e una capacità energetica inferiori,
Adam Warlock è anche un po’ immaturo e
innocente, cosa che finisce per giocare a favore dei
Guardiani, visto che abbandona la sua missione
originale e finisce non solo per aiutarli, ma anche per unirsi alla
nuova squadra di Guardiani di Rocket
Raccoon.
Guardiani della Galassia Vol. 3 introduce un
altro fantastico cattivo nel Marvel Cinematic
Universe: il Dr. Robert Wyndham, alias
l’Alto
Evoluzionario, interpretato da Chukwudi
Iwuji. Un folle in cerca di creare il prossimo passo
nell’evoluzione, l’Alto
Evoluzionario è direttamente collegato alla storia di
Rocket Raccoon e al capitolo finale del viaggio
dei Guardiani della Galassia.
Grazie soprattutto alla scrittura di James
Gunn e all’interpretazione di Iwuji,
l’Alto
Evoluzionario si rivela un antagonista irresistibile
che incute una genuina paura nel pubblico. Tuttavia, nonostante i
punti di forza dell’Alto
Evoluzionario, diversi cattivi del MCU sono stati
sicuramente dei villain migliori: vediamoli assieme.
Gorr il Macellatore di Dei
Il Gorr
Macellatore di Dei di Christian Bale è stato l’antagonista
principale di
Thor: Love and Thunder, per il resto un film poco incisivo.
Impugnando la potente Necrosword, Gorr si scatena uccidendo
divinità di vari pantheon religiosi fino a raggiungere Eternità.
Una delle cose migliori di Gorr era il suo contegno agghiacciante e
al contempo pacato, che è rimasto per lo più costante per tutto il
film. Mentre l’Alto
Evoluzionario alla fine si trasforma in un pazzo
urlante, l’umanità di Gorr rimane una parte vitale del suo
personaggio in
Love and Thunder. Anche se sarebbe stato bello vederlo apparire
in progetti successivi, è un peccato che Gorr sia stato ucciso così
presto.
Il Barone Zemo
Il Barone
Zemo fa la sua prima apparizione in Captain America: Civil War, interpretato da
Daniel Bruhl. Nonostante non abbia
superpoteri, Zemo si è dimostrato straordinariamente efficace,
sfruttando i segreti e le insicurezze dei Vendicatori per
distruggere la squadra dall’interno. Per tutto il tempo,
Zemo è rimasto calmo e raccolto, senza mai
vacillare nel suo piano malvagio.
Il Barone Zemo
aveva sempre un piano chiaro che eseguiva alla perfezione. D’altra
parte, l’Alto
Evoluzionario aveva aspirazioni elevate che intendeva
realizzare così disperatamente da oscillare tra qualsiasi piano gli
sembrasse migliore. Questo naturalmente provocava dubbi e
insubordinazioni tra i ranghi dell’Alto Evoluzionario,
indebolendolo di conseguenza.
Green Goblin
Spider-Man:
No Way Home ha visto il Green Goblin
di Willem Dafoe dei film di Sam
Raimi sull’Uomo Ragno fare il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe.
Combattendo contro tutti e tre gli Spider-Man in carne e ossa, il
Green Goblin ha dimostrato di essere forte e folle
come sempre, riuscendo persino a uccidere la variante di
Zia May del MCU.
Il Green Goblin di Willem Dafoe è davvero uno dei più grandi
supercriminali mai portati sullo schermo. La sua straordinaria
capacità di vedere attraverso un eroe e di colpirlo al cuore rimane
ineguagliata da qualsiasi cattivo del MCU. Mentre
l’Alto
Evoluzionario era troppo preso dalle sue aspirazioni
malvagie per sfruttare appieno le debolezze del suo nemico, non c’è
punto vulnerabile che il Green Goblin non riesca a
trovare in un supereroe.
Namor
Tenoch
Huerta ha fatto la sua prima apparizione nel MCU in Black Panther: Wakanda Forever, interpretando
Namor, il re della città sottomarina di Talokan. Utilizzando le
loro armi al vibranio, Namor e i
Talokanil hanno mosso guerra al Wakanda,
dimostrando di essere una minaccia enorme. Namor si è dimostrato
all’altezza della Pantera Nera di
Shuri, confermando quanto sia forte come
mutante.
Se l’Alto
Evoluzionario è un cattivo irresistibile,
Namor è in realtà un personaggio simpatico. Anche
se il mutante commette atti veramente efferati nella sua prima
apparizione, il pubblico conosce sempre lo scopo dietro ogni sua
azione. L’Alto
Evoluzionario, invece, è un personaggio estremamente
antipatico che sostiene di voler cambiare le cose in meglio, ma che
nel frattempo rovina volontariamente delle vite.
Scarlet Witch
Un tempo uno dei membri
più fedeli dei Vendicatori, la Scarlet Witch di
Elizabeth Olsen è diventata uno dei
supercriminali più letali del MCU durante gli
eventi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Nel disperato tentativo di riavere i suoi figli, Wanda ha provocato
una distruzione su scala multiversale, uccidendo decine di stregoni
e gli Illuminati della Terra-838. Per quanto le azioni di Wanda
siano state orribili, ha agito solo per dolore e rabbia, in parte a
causa della corruzione provocata dal Darkhold. Inoltre, una volta
liberata dalla sua morsa, Wanda ha rimesso le cose a posto,
sacrificando la sua vita per farlo. D’altro canto, l’Alto
Evoluzionario era talmente gonfio di orgoglio e
arroganza che non avrebbe mai potuto capire gli errori
commessi.
Ego
Ego il Pianeta
Vivente era l’antagonista principale di Guardiani della Galassia Vol.
2. Interpretato da Kurt Russell, Ego era un essere celestiale che
cercava di creare qualcuno come lui con cui poter riformare
l’universo a sua immagine e somiglianza. Nel corso del film e delle
successive puntate del MCU viene rivelato
che Star-Lord e Mantis sono
entrambi suoi figli. Sia Ego che l’Alto
Evoluzionario ricoprono il ruolo di una figura paterna
abusiva rispettivamente per Star-Lord e Rocket
Raccoon. Nonostante la sua malvagità, è chiaro che Ego
voleva davvero una relazione con suo figlio, anche se alle sue
condizioni. L’Alto Evoluzionario non voleva nulla del genere. Non
gli importava nulla delle sue creazioni, purché lo venerassero come
un dio.
Killmonger
Michael
B. Jordan interpreta Killmonger,
l’antagonista del primo film di
Black Panther. Killmonger è il cugino di
T’Challa e Shuri, che crede che
il Wakanda stia gestendo male le sue risorse. Nel disperato
tentativo di rimediare ai torti del Wakanda,
Killmonger organizza un colpo di stato, salendo al
trono e proclamandosi la nuova Pantera Nera. Come molti dei
migliori cattivi del MCU, le azioni di
Killmonger erano indubbiamente sbagliate, ma
avevano comunque un minimo di giustificazione. L’Alto
Evoluzionario credeva pienamente di rientrare in
questa categoria, ma era innegabilmente fuorviato nelle sue azioni.
La sua ricerca di sbloccare il prossimo stadio dell’evoluzione ha
portato solo dolore al mondo. Peggio ancora, il cattivo era ben
consapevole del male che la sua missione aveva portato, ma
semplicemente non gli importava.
Loki
Il Loki
di Tom Hiddleston è stato uno dei tanti cattivi
del MCU che
alla fine è diventato un eroe, ma le sue azioni malvagie precedenti
non possono essere trascurate. È stato l’antagonista principale sia
in Thor che in The Avengers, dimostrando di essere un degno
avversario per tutti i più potenti eroi della Terra. La malvagità
di Loki derivava tipicamente da un luogo di
insicurezza, in quanto cercava costantemente l’amore della sua
famiglia. Le apparizioni successive dimostrarono che poteva anche
essere redento, nelle giuste circostanze. L’Alto
Evoluzionario è molto più monodimensionale, con poche
o nessuna possibilità di redenzione in questo cattivo insensibile e
scortese.
Thanos
Il Titano Pazzo
Thanos è uno dei più importanti cattivi del MCU di tutti i
tempi. In attesa di cogliere l’opportunità di impadronirsi di tutte
e sei le Gemme dell’Infinito, Thanos ha cercato di
salvare l’universo spazzando via la metà della vita terrena. Ha
avuto successo nella sua impresa durante gli eventi di Avengers: Infinity War, completando il Guanto
dell’Infinito e cancellando trilioni di vite.
Thanos non è solo uno dei cattivi
più avvincenti, ma anche uno dei personaggi più intriganti del
MCU. Come
l’Alto
Evoluzionario, credeva che ciò che faceva fosse un
bene per l’universo. Tuttavia, Infinity War ha
dimostrato che Thanos è disposto a fare sacrifici personali per
portare avanti la sua missione. L’Alto
Evoluzionario chiaramente non lo era, e ha fatto di
tutto per preservare la sua vita al di sopra di ogni altra
cosa.
La storia completa di
Kang non è ancora stata scritta nel MCU, ma è già un
personaggio molto più avvincente dell’Alto
Evoluzionario. Il profondo dolore radicato nel suo
passato lo rende molto più interessante dell’Alto Evoluzionario, il
cui passato è appena accennato in Guardiani della Galassia Vol. 3 Inoltre,
le innumerevoli varianti di Kang aggiungono un
ulteriore grado di mistero al personaggio, la cui presenza sembra
parte integrante di ogni linea temporale del vasto multiverso.
Dopo aver svestito i panni
dell’agente segreto Nadia in Citadel, spy story di Amazon Prime Video in catalogo da
aprile, Priyanka Chopra Jonas è pronta a cambiare
pelle per dare carattere a Mira in Love
Again, commedia a tinte
drama scritta e diretta da Jim Strouse. Se già il titolo anticipa
una trama che, bene o male, seguirà stilemi e dettami del genere,
non risultando dunque qualcosa di contenutisticamente inedito,
attorno al film l’attenzione è comunque alta ed è tutta rivolta al
debutto cinematografico della cantante pop Céline
Dion.
Nessun personaggio fittizio è stato
scritto per lei, Dion interpreta se stessa e porta i suoi
meravigliosi testi – che alla fine sono la parte più interessante
di tutta l’opera – per comporre una colonna sonora armoniosa e
commovente, in cui spicca una delle sue canzoni più celebri,
It’s All Coming Back To Me Now, il cui titolo sarebbe
dovuto essere lo stesso del film per renderle omaggio, prima di
essere ribattezzato con il nome attuale. Love
Again arriva nelle sale cinematografiche
dall’11 maggio ed è distribuito da Sony
Pictures.
Love Again, la trama
Dopo aver perso il compagno in un
incidente ed essere stata due anni lontana da casa, Mira (Priyanka
Chopra Jonas), sotto la spinta di sua sorella Suzy
(Sofia Barclay), decide di far ritorno a New York
per riprendere in mano la sua vita. Il dolore, però, è ancora
profondo e così la donna, per sentirsi ancora vicina al fidanzato
defunto, inizia a mandargli dei messaggi. Ma quel numero non è più
il suo, appartiene a Rob (Sam Heughan), un critico
musicale fra l’altro impegnato a scrivere un pezzo su Céline Dion.
Quando inizia a ricevere gli sms di Mira, Rob è colpito dalle sue
parole, tanto che si innamora di lei senza neppure conoscerla
davvero. A quel punto l’uomo fa di tutto per poterla incontrare e,
alla fine, i due iniziano a frequentarsi nonostante lui non riesca
a confessarle il suo segreto. Nel frattempo, mentre cerca di
trovare il coraggio, Rob si rivolge a Céline Dion per chiederle
consigli d’amore.
Quando l’amore non emoziona
I generi, volente o nolente, fondano
il loro discorso narrativo seguendo una specifica traccia in grado
di distinguerli l’uno dall’altro. Le loro caratteristiche interne
non mutano, mentre invece cambia il modo in cui queste vengono
rappresentate, sottostando a una visione precisa e chiara di uno
sceneggiatore o di un regista. Nel caso della commedia
sentimentale, la strada da perseguire è una ed è totalmente
focalizzata sulla love story che si va a strutturare. Ciò
che rende una comedy di questo stampo originale è il modo
in cui viene arricchita e riformulata, per dare al suo pubblico
qualcosa di inedito, che però ha al suo interno codici
riconoscibili, volti a non fargli perdere la sua identità.
Cadere nei soli cliché, soprattutto
nel caso di un’opera romantica, è molto facile se la narrazione non
è sostenuta da un’idea valida che possa valorizzarla e renderla
attraente. Perché i topoi, come abbiamo ribadito in Book Club – The Next Chapter, saranno sempre inseriti
per far progredire la storia, ma se proposti funzionalmente e con
maestria, la loro presenza non appesantisce l’intero prodotto, ma
anzi può risultare piacevole. Tutti questi problemi, invece, si
riscontrano in Love Again da subito. Sin
dall’incidente scatenante si percepisce quale sarà l’aria
che tirerà all’interno del film:
pesantissima. Per poi risultare perfino
stucchevole in alcuni ridondanti passaggi. La colpa è
dell’impostazione del racconto, che dopo un incipit frettoloso,
continua la sua furiosa corsa per tutti i suoi centoquattro minuti,
disorientando lo spettatore e non permettendogli di respirare.
Una storia che arranca e
non splende
La storia d’amore fra Mira e Rob
nasce da un pretesto anche abbastanza interessante, ma poi si
sviluppa troppo velocemente da non risultare credibile. Non hanno
il tempo di conoscersi che subito si innamorano e altrettanto
subito vanno in crisi, con un finale praticamente telefonato. Sono
personaggi sostanzialmente vuoti e piatti i loro,
e trainano una narrazione altrettanto scialba e incolore. Il cui
coinvolgimento con il pubblico si perde fin da quando il regista
restituisce un assurdo e sfiancante primo piano di Chopra nella
scena dell’incidente del compagno, che tutto trasmette tranne che
compassione o emozione. Non c’è anima nel racconto, non c’è
l’intento del regista di affrontare un determinato argomento con il
pubblico. Considerato pure che manca di spunti di riflessione.
Non c’è neppure
la voglia di mettere a servizio della storia il proprio
sguardo artistico. Non sono serviti neanche gli incontri
fra Priyanka Chopra Jonas e Sam
Heughan prima delle riprese a dare un tono alla pellicola,
e la chimica che con tanto impegno hanno provato ad avere non
emerge sullo schermo, indi per cui risulta veramente impossibile
empatizzare con loro. L’unica ad animare il film è Dion, con la sua
carismatica presenza e lo struggente racconto del suo compianto
René Angélil, seppur ad un certo punto si
trasformi in Cupido e faccia psicoterapia di coppia (ma a lei
concediamo qualsiasi cosa).
Love Again
è un’opera che, a quanto pare, ha perso di vista l’obiettivo e
forse non ha mai avuto un vero e proprio intento. Non si abbellisce
di nessun messaggio da trasmettere, ma anzi al contrario fa
augurare allo spettatore che finisca tutto il prima possibile. Si
cristallizza nella spenta relazione dei due protagonisti, non dando
modo di approfondirne gli aspetti più stuzzicanti. Avrebbe potuto
avere del potenziale… se solo ci fosse stata la volontà di farla
splendere.
Henry Cavill non
tornerà a vestire i panni di Superman nel nuovo
Universo DC, ma il Clark Kent del DCEU ha vissuto alcuni momenti straordinari
che hanno alzato l’asticella per Superman: Legacy.
Poco dopo il ritorno di Cavill nei panni di
Superman per la scena post-credits di Black Adam, è stato annunciato un nuovo
Universo DC. I DC Studios stanno costruendo un
nuovo universo condiviso, di cui Superman: Legacy
di James Gunn sarà il primo film in sala.
Finora è stato confermato che solo
Viola Davis riprenderà il suo ruolo nel nuovo
franchise. L’Universo DC di James Gunn e Peter Safran dovrebbe essere un importante
reboot che introdurrà nuove versioni di personaggi come
Superman e Batman. Henry Cavill ha interpretato
Superman da Man of Steel del 2013 a Black Adam del 2022.
Superman: Legacy deve catturare la
magia di Superman
Sebbene il Superman
del DCEU sia stato spesso criticato per essere
troppo cupo, L’uomo d’acciaio aveva una delle scene di
Superman più ispirate mai messe sullo schermo. Il
momento in cui Clark Kent indossa per la prima volta la sua
tuta kryptoniana e impara a volare, si colloca in cima alla lista
delle migliori scene di Superman con Henry Cavill. Fino a quel momento, Clark aveva
vagato per il mondo cercando di saperne di più su chi fosse.
Clark Kent sapeva di non essere della Terra,
ma non aveva idea del perché fosse stato mandato lì.
Poco prima del suo “primo volo”,
Clark apprende il suo nome kryptoniano, Kal-El. Il
futuro Superman ha anche avuto modo di interagire con il fantasma
dell’intelligenza artificiale di Jor-El e di
sapere cosa è successo a Krypton. Mentre la storia
delle origini di Superman era già stata raccontata in
Superman (1978) e Smallville, L’uomo d’acciaio ha
portato qualcosa di unico all’eredità del personaggio.
Superman contro Faora-Ul: ecco
com’è il combattimento perfetto di Superman
I film di Superman diretti da
Christopher Reeve non potevano fare molto in
termini di azione, data la tecnologia disponibile all’epoca.
Superman Returns, d’altra parte, aveva un livello
d’azione deludente rispetto ad altri film di supereroi dei primi
anni 2000. Solo in Man of Steel Superman si è sentito potente
come la sua controparte a fumetti. L’aver fatto affrontare a
Clark i kryptoniani è stato d’aiuto, perché
Superman ha potuto usare la sua vera forza contro nemici così
formidabili.
L’uomo d’acciaio è il film di
Superman in live action più ricco di azione fino
ad oggi. Dal momento in cui i kryptoniani arrivano sulla Terra fino
alla morte del generale Zod, Man of Steel offre alcune grandi sequenze di
combattimento. In particolare, Superman contro
Faora-Ul e Nam-Ek sembra una combinazione di combattimenti da
fumetto e sequenze d’azione da anime.
Superman: Legacy deve mettere alla
prova il personaggio
Superman: Legacy
può essere un nuovo inizio per Superman sul grande
schermo. Tuttavia, il prossimo reboot di Superman
deve continuare a mettere alla prova il personaggio, in modo che il
nuovo Universo DC possa portare qualcosa di diverso
rispetto a Man of Steel.
Superman: Legacy dovrebbe essere una rivisitazione
più classica di Superman, soprattutto rispetto a Man of
Steel.
Man of Steel ha
avuto probabilmente il momento più controverso del film su
Superman, la morte del Generale Zod. Per quanto
l’uccisione di Zod da parte di Superman sia stata divisiva, quel
momento ha dato il tono al DCEU. Superman: Legacy e il
nuovo Universo DC devono trovare modi diversi per
esplorare il “codice di Superman” di Clark.
Clark che vede Jonathan Kent è la
dolcezza di cui Superman: Legacy ha bisogno
Batman v Superman: Dawn of Justice ha dato
un’interpretazione molto cupa alla storia di Superman, ha visto
come le persone hanno reagito in modo diverso a
Superman. Nonostante momenti cupi come il “Nessuno
rimane buono in questo mondo” di Clark, il film presenta una scena
molto dolce di Clark Kent. Dopo essere stato incastrato da
Luthor, Clark vola via verso una montagna
lontana e mette in discussione la sua missione di Superman.
Jonathan Kent, morto in Man of
Steel, appare a Clark in una scena breve ma
significativa.
Momenti come la visione di Clark del
suo defunto padre in Batman v Superman o la conversazione con la
madre sulla sua eredità kryptoniana in Man of
Steel sono stati essenziali per definire chi fosse
Kal-El. Superman: Legacy ha
alcune opzioni diverse per esplorare il rapporto di Clark Kent con la sua famiglia. Ad esempio,
nella linea temporale dell’Universo Animato DC,
Jonathan e Martha Kent erano ancora vivi dopo che Clark era
diventato Superman.
Il vestito di Superman nel film di
Snyder celebrava l’eredità di Clark
Il titolo di Superman:
Legacy suggerisce che il film si immergerà nell’eredità
della cultura pop del personaggio. Il titolo del prossimo reboot di
Superman funziona anche in termini di storia.
Superman avrà già un’eredità nel film, poiché
Clark sarà un supereroe affermato in questo nuovo
universo.
Mentre Superman si
preparava a volare di nuovo, si sentivano le voci di
Jonathan Kent e Jor-El. Quel momento ha celebrato
l’eredità di Superman nel DCEU, chiudendo il cerchio della trilogia DC
di Snyder.
Legacy deve mostrare il vero potere
di Superman
Il combattimento kryptoniano di
Man of Steel non è stato l’unico momento in cui il
DCEU ha mostrato il vero potere di Superman. In entrambe le
versioni di Justice League,
Superman è colui che sconfigge
Steppenwolf e salva la situazione. Nemmeno gli
sforzi congiunti di Wonder Woman, Cyborg, Aquaman, The Flash e Batman sono riusciti a fermare Steppenwolf e i
parademoni.
Tuttavia, a
Superman sono bastati pochi secondi per
distruggere il luogotenente di Darkseid. Superman
contro Steppenwolf ha dimostrato perché Superman è uno degli esseri
più forti dell’Universo DC. Un film su
Superman non ha bisogno solo di sequenze d’azione,
ma questi momenti sono estremamente importanti, soprattutto per una
nuova iterazione di Superman.
Jonathan Kent deve guidare Clark
(come nel discorso di Man of Steel)
Jonathan Kent di Man of Steel temeva che Clark
sarebbe stato in pericolo se il mondo avesse scoperto la verità su
di lui. Questo ha portato a uno dei momenti più controversi del
DCEU, in cui Jonathan Kent ha suggerito che
Clark non avrebbe dovuto aiutare a salvare i suoi
amici dopo l’incidente dell’autobus. Jonathan ha sempre cercato di
guidare suo figlio nel miglior modo possibile. Il padre di
Superman è morto perché Clark potesse tenere
nascosti i suoi poteri, il che ha reso la scelta di
Kal-El di diventare Superman
ancora più catartica.
I genitori di
Superman, sia quelli della Terra
che quelli di Krypton, sono essenziali per
qualsiasi storia di Superman. Sarà interessante vedere quanto i
Kent saranno diversi in Superman: Legacy rispetto a Man of Steel.
Superman: Legacy deve mostrare
Clark che salva persone normali (come sulla piattaforma
petrolifera)
In Man of Steel,
prima che Clark diventasse
Superman, il personaggio viaggiava per il mondo
aiutando le persone. Scene come quella della piattaforma
petrolifera di Man of Steel, in cui Clark
non combatte contro un mostro gigante ma salva le persone, sono
fondamentali per costruire il personaggio di Superman.
Il Superman di Henry Cavill ha dovuto affrontare kryptoniani,
nuovi dei e parademoni, ma Superman: Legacy potrebbe optare per
qualcosa di più piccolo. Superman non deve necessariamente
combattere Darkseid o Brainiac
perché Superman: Legacy sia caratterizzato da
scene eroiche.
Superman: Legacy deve mettere a
fuoco la relazione tra Lois e Clark
La relazione tra Clark Kent e Lois Lane è una parte centrale di entrambi i
personaggi. Tuttavia, non tutte le storie sono in grado di mettere
a fuoco la dinamica tra Superman e
Lois. Man of Steel ha optato per
qualcosa di diverso: Lois Lane ha scoperto chi era
Clark prima ancora che lui diventasse
Superman.
Nonostante abbia saltato il
passaggio “Lois scoprirà che Clark è Superman”, il
DCEU ha offerto una delle migliori versioni del
rapporto tra Lois e Clark. Lois
Lane dovrebbe apparire in Superman: Legacy, che
potrebbe vedere l’inizio della sua amicizia con Clark
Kent. Superman sarà relativamente giovane in
Superman: Legacy, il che significa che l’Universo
DC potrà costruire lentamente il rapporto tra Lois
e Clark.
Legacy deve mostrare l’impatto di
Superman sul mondo
Il nuovo Universo
DC dovrebbe abbracciare il lato fantastico dei
fumetti DC. Ad esempio, Batman: The Brave and the Bold avrà
come protagonista Robin; Creature
Commandos porterà sullo schermo oscuri personaggi horror
della DC e Authority avrà un film
tutto suo. Tuttavia, ciò non significa che questi personaggi non
possano sentirsi parte del mondo reale.
Il montaggio di Batman v Superman “Deve esserci un Superman”
ha mostrato perfettamente l’impatto di Superman sul mondo.
Superman: Legacy salta la storia delle origini di
Clark, quindi sarebbe interessante vedere quanto è
cambiato il mondo da quando Superman è volato in cielo per la prima
volta.
Verso la fine di Guardiani della Galassia Vol.
3, sentiamo Groot parlare e le teorie dei fan. Sin dalla
sua introduzione in Guardiani della Galassia Vol.
1, Groot ha sempre detto solo “Io sono Groot”.
Quando Star-Lord lo chiede a
Rocket, il procione gli dice: “Beh, non sa parlare
bene come me e te, quindi il suo vocabolario si limita a
questo”. Il vocabolario limitato di Groot è
spesso utilizzato per ottenere grandi effetti comici, come quando
incontra Capitan
America in Avengers: Infinity War e l’eroe di
Chris Evans risponde: “Io sono Steve
Rogers”.
Anche se il pubblico e Steve Rogers non parlano la lingua di Groot, alcuni personaggi del Marvel Cinematic Universe riescono comunque a
comprenderlo. Ad esempio, Thor è in grado di capire le parole di
Groot al primo incontro. Nell’ultimo film,
tutti i personaggi principali, tranne Gamora, sono in grado di capire
Groot e, nel finale di Guardiani della
Galassia Vol. 3, anche lei impara. È alla fine del film
che Groot parla per la prima volta nel MCU, dicendo: “Vi amo
ragazzi”. Ci sono potenziali spiegazioni del perché
Groot parli per la prima volta, anche se una è
forse più probabile dell’altra.
In realtà Groot non parla in
Guardiani della Galassia Vol. 3
La decisione di far parlare
Groot è una scelta stilistica dello sceneggiatore
e regista James Gunn per Guardiani della
Galassia Vol. 1. Nel 2016, Gunn ha rivelato di aver dato a
Diesel una versione del copione di Guardiani della Galassia
Vol 2 che includeva le traduzioni in inglese delle battute
di Groot. Tuttavia, sono gli unici a sapere cosa
dice Groot, mentre il pubblico vede solo gli altri
personaggi che reagiscono al dialogo di Groot,
costringendo lo spettatore a utilizzare gli indizi del contesto per
determinare approssimativamente cosa è stato detto.
Per quanto riguarda la scena di
Guardiani della Galassia Vol. 3 in cui
Groot parla, è possibile che si tratti di un’altra
scelta stilistica fatta da
James Gunn per far finalmente sentire allo spettatore
quello che Groot sta effettivamente dicendo. Se
così fosse, l’impatto emotivo della scena aumenta, accogliendo lo
spettatore tra le fila dei Guardiani della
Galassia e permettendogli di sentire ciò che sentono gli
altri personaggi. James Gunn ha poi confermato su Twitter che
questa teoria è in realtà corretta.
L’influenza dei fumetti
Naturalmente, c’era un’altra
spiegazione per la battuta di Groot in
Guardiani della Galassia Vol. : Groot parla effettivamente nei fumetti. Quando
Groot è stato introdotto per la prima volta nei
fumetti Marvel Comics come cattivo, era in grado di
parlare fluentemente. Tuttavia, dopo essere stato riattrezzato come
eroe, il suo vocabolario si è ridotto alla frase “Io sono Groot”.
Più recentemente, nella serie a fumetti Infinity
Countdown del 2018, Groot è stato modificato per avere un
vocabolario molto più ampio.
Nel primo numero,
Groot viene distrutto e poi resuscitato come un
alberello. Quando il Giardiniere viene sconfitto, usa i suoi poteri
per riportare Groot al suo aspetto adulto e Groot
è in grado di parlare inglese, anche se si riferisce a se stesso in
terza persona. Quindi, ci sono un paio di casi in cui il
personaggio parla nei fumetti Marvel, il che significa che è possibile che
Groot parli davvero in Guardiani della
Galassia Vol. 3.
Perché Groot ha parlato per la
prima volta in Guardiani della Galassia Vol. 3
Per quanto riguarda il motivo per
cui James Gunn ha scelto di far parlare Groot per
la prima volta in Guardiani della Galassia Vol. 3
è probabile che si tratti di un motivo per aumentare l’impatto
emotivo della scena. Come già detto, il fatto che
Groot parli consente allo spettatore di entrare a
far parte della squadra, come con Gamora.
Gunn ha dichiarato
che questo nuovo Groot non è lo stesso della
versione introdotta nel Vol. 1 e ha rivelato che hanno personalità
diverse. Forse è possibile che il nuovo Groot
abbia una maggiore capacità di parlare altre lingue rispetto al
padre e che, essendo cresciuto tra i Guardiani della
Galassia, alla fine sia in grado di parlare anche lui.
Tuttavia, si tratterebbe di un grande cambiamento per il
personaggio, quindi è logico che James Gunn non abbia scelto questa strada e
l’abbia invece resa una decisione stilistica.
Groot parlerà ancora nel MCU?
Poiché Groot che parla in Guardiani della
Galassia Vol. 3 è stata una scelta stilistica fatta da
James Gunn per ottenere un impatto emotivo, è
improbabile che il pubblico lo senta parlare di nuovo, almeno per
qualche tempo. Dato che nei fumetti Groot è
passato da una lingua all’altra, è del tutto possibile che il
MCU
lo faccia evolvere. Tuttavia, dovrebbero spiegare come ciò sia
possibile, altrimenti rischiano di sminuire l’emozione della scena
di Groot in Guardiani della Galassia Vol.
3.
Con l’uscita di Guardiani
della Galassia Vol. 3,James Gunn chiude ufficialmente il suo periodo
di lavoro con questi personaggi – scambiando il MCU con il nuovo Universo DC – lo
stesso non si può dire di Groot. Le scene dei
titoli di coda di Guardiani della Galassia Vol. 3
hanno fatto sì che Groot tornasse in una nuova forma e, quando lo
farà, sarà un team creativo diverso a dargli vita. Il suo
personaggio potrebbe tornare in Avengers: Kang Dynasty e/o Avengers: Secret Wars.
La vendetta è una bestia
e Nikolaj
Coster-Waldau è pronto a
nutrirla. XYZ Films ha rilasciato il trailer
di God Is a Bullet, il nuovo film di
Nick Cassavetes che manca dalla scena dal 2015 che
vede il protagonista di Game
of Thrones interpretare un detective a
caccia di sua figlia che è stata rapita da un feroce
culto. Quella stessa setta gli ha anche strappato via la sua
ex moglie, e il contributo mostra che non ha scrupoli a piantare
una pallottola nella testa ad ogni membro se questo significa
salvare ciò che resta della sua famiglia in frantumi.
Il trailer si apre più come un film
dell’orrore che come un oscuro thriller d’azione mentre i
membri del culto irrompono nella casa dell’ex moglie del detective
Bob Hightower (Nikolaj
Coster-Waldau ), rapiscono sua figlia e uccidono
brutalmente sua madre mentre cerca di mettersi in
salvo. Hightower è sconvolto dalla tragedia e immensamente
frustrato dalle indagini fallite della polizia, ma trova un barlume
di speranza in Case Hardin (Maika
Monroe), l’unica donna fuggita dal culto. È
disposto a fare qualsiasi cosa ea fidarsi di chiunque se ciò
significa riavere sua figlia, quindi si allea con lei nonostante i
sospetti che circondano il suo coinvolgimento con il
gruppo. Per lei, questa missione consiste anche nel trovare
una chiusura ponendo fine al culto che l’ha portata via da
bambina.
God Is a Bullet vede
anche Jamie
Foxx nei panni del Traghettatore, un emarginato
della società che aiuta Hightower e Hardin con alcune informazioni
sulla figlia e sui tatuaggi di Hightower per aiutarli ad
avvicinarsi al culto e al suo leader, Cyrus (Karl
Glusman. Man mano che si conoscono, tuttavia, a
Hightower non piace quello che dice. Coster-Waldau interpreta bene
il ruolo del padre imperfetto e sconvolto mentre scopre che la
maggior parte dei bambini viene uccisa dal culto in modo
rituale. Che sua figlia sia viva o no, ha intenzione di
portare l’inferno nel culto. Gli ultimi secondi del trailer
mostrano Hightower e Hardin su tutte le furie mentre inviano
cultisti dementi al creatore, indipendentemente dal pericolo che
devono affrontare. God Is A Bullet uscirà nelle sale negli
USA il 23 giugno. Guarda il trailer qui sotto.
Oltre a riunire Cassavetes e
Coster-Waldau, il film completa il cast con January
Jones, Paul
Johansson e David
Thornton. La pellicola segna anche una
riunione per XYZ Films e Patriot Pictures che in precedenza hanno
unito le forze per il film con di Nicolas
Cage Prisoners of the
Ghostland. Hanno collaborato con il
neo nato distributore Wayward Entertainment, dando alla compagnia
la sua prima uscita nelle sale fino ad oggi.
In cento anni di storia la
Disney ha regalato al mondo del cinema, dei
fumetti e dell’animazione molti dei personaggi più noti nella
storia dell’entertainment. I personaggi Disney per
decenni hanno emozionato e fatto ridere milioni di spettatori. Ecco
una carrellata con le immagini dei personaggi Disney
più famosi.
Topolino
Personaggi e Walt
disney, trai i primi che vengono in mente quando si
pronunciano quelle due parole, balza in cima ai nostri pensieri
Topolini.Topolinonoto anche con il nome storico di
Mickey Mouse è un personaggio immaginario dei
fumetti e dei cartoni animati creato nel 1928 da Walt
Disney e Ub Iwerks e successivamente sviluppato da
Floyd Gottfredson. È fra i più famosi al mondo e icona
stessa della Walt Disney Company,
il più grande conglomerato mediatico al mondo in termini di
fatturato annuo. Secondo la storia Walt Disney, aveva
pensato di dare a Topolino il nome di Mortimer, ma sua moglie lo
convinse a chiamarlo Mickey Mouse.
Il debutto cinematografico del
personaggio avvenne il 18 novembre 1928 al Colony Theatre di New
York, nel cortometraggio Steamboat Willie,
proiettato insieme al film Gang War; il successo fu notevole
grazie anche alla presenza di trovate visive e sonore perfettamente
fuse tra loro. Il primo cortometraggio prodotto in cui compare il
personaggio è però L’aereo impazzito, sempre del 1928, ma
non riuscì a trovare un distributore fino al 1929. Nei fumetti il
personaggio debuttò il 13 gennaio 1930 con la storia Topolino
nell’isola misteriosa. Per la sua creazione Walt Disney vinse un
Premio Oscar onorario. Secondo Forbes, i
ricavi annuali di Topolino al 2004 erano di 5,8 miliardi di
dollari, facendone il personaggio di fantasia più redditizio della
storia.
PAPERINO – Personaggi
Disney
Trai personaggi Disney
maschili più noti, Paolino Paperino (Donald
Fauntleroy Duck), più noto come Paperino, è un
personaggio dei cartoni animati e dei fumetti della Disney il
cui esordito risale cortometraggio La gallinella
saggia (The Wise Little Hen) del 1934 e nello
stesso anno debutta sui fumetti della serie Sinfonie allegre
(Silly Symphonies).
Paperino è stato
protagonista di molti cortometraggi e di innumerevoli storie a
fumetti realizzate oltre che negli Stai Uniti in varie parti del
mondo come l’Italia e Brasile. Il successo del personaggio è tale
che presto diventa testimonial di molte iniziative in varie parti
del mondo e oggetto anche di un diffuso merchandising.
Secondo molti Paperino
è «l’antieroe per eccellenza, l’incarnazione
dell’uomo medio moderno, con le sue frustrazioni, i suoi problemi,
le sue nevrosi».
Trai personaggi
disney femminili più noti, Minni,
o Topolina (in inglese Minnie) è un personaggio dell’universo di Topolino
presente nei cartoni animati, nei fumetti e nelle pubblicazioni
della Walt Disney Company.
Debutta ufficialmente nella storia
a fumetti Topolino e il mistero delle collane di
Merrill De Maris e Floyd Gottfredson pubblicata in Italia nel
1946 nel quale si chiavama Minerva
Mouse, Minerva è stato da allora un nome ricorrente per
identificarla.
La precedente storia a fumetti
Topolino e il bel gagà (pubblicata in Italia nel 1936)
introduce suo padre Marcus Mouse e la sua madre innominata,
entrambi agricoltori. La stessa storia comprende fotografie dei
suoi nonni Marshall Mouse e Matilda. I suoi parenti più conosciuti
rimangono tuttavia lo zio Mortimer e le sue nipoti, Millie e Melody
In alcune apparizioni, Minni è presentata come una cara amica di
Paperina.
PAPERINA
Anch’essa trai
personaggi Disney femminili Paperina (Daisy Duck) è
un personaggio della Banda Disney, nota per essere la fidanzata di
Paperino.
a prima apparizione di una
controparte femminile di Paperino avviene nel 1937, nel
cortometraggio animato Don Paperino (Don Donald). In
esso appare Donna Duck; a parte l’aspetto e alcuni tratti
caratteriali, questa non ha però molto a vedere con Paperina, e
somiglia più che altro ad una vera e propria versione femminile
dell’irascibile papero, tanto più che la sua voce le è data da
Clarence Nash, lo stesso doppiatore di Paperino. Donna Duck non
doveva essere un personaggio ricorrente, almeno nel concept
originario: l’idea era di utilizzarla in un paio di cortometraggi
al massimo.
Al Taliaferro, che nel frattempo
cura le avventure a fumetti di Paperino, non è però dello stesso
avviso: l’idea di movimentare le storie con una vera e propria
partner del papero è molto allettante, e in alcune strisce a
fumetti torna a disegnare Donna Duck, proprio come rivale in amore
di Paperina.
PIPPO
Pippo è un
personaggio immaginario dei cartoni animati e dei
fumetti della Disney, ideato nel 1932 da Pinto Colvig e
dall’animatore Johnny Cannon come comprimario di Topolino in un
cortometraggio, ma viene caratterizzato definitivamente
dall’animatore Art Babbitt nel 1935 e successivamente
esordisce nei fumetti realizzati da Floyd Gottfredson che definisce
ulteriormente il personaggio dandogli spessore come spalla di
Topolino.
È apparso in centinaia di cartoni
animati come protagonista o comprimario e in migliaia di albi a
fumetti realizzati in vari paese del mondo.
Pippo abita nella città di
Topolinia ed è il migliore amico di Topolino. È un cane
antropomorfo, alto, dinoccolato e vestito da contadino; è goffo,
sbadato, smemorato, disordinato e dotato di una disarmante
irrazionalità, e quindi rappresenta la controparte ideale del
razionale ed efficiente Topolino
PLUTO
Pluto (Pluto, the
Pup) è un personaggio dei
fumetti Disney, ed è il cane domestico di
Topolino, spesso comprimario nelle avventure del suo
padrone.
Il nome Pluto deriva, in originale,
dal nome del pianeta Plutone (in inglese Pluto), scoperto nel 1930,
lo stesso anno in cui venne introdotto il personaggio. Pluto fu uno dei primi
personaggi Disney a uscire dal modello “tubo flessibile e cerchio
di gomma” che veniva fino ad allora usato per il design dei vari
personaggi.
Esordisce nel cortometraggio
animato Topolino e lo scienziato pazzo (The Mad
Doctor) del 1933, anche se un cane simile a lui era già
comparso brevemente in “The Chain Gang” (La banda della catena,
1930). L’esordio nei fumetti avviene nella tavola domenicale di
Topolino del 10 gennaio 1932, dove inseguito da un gatto Pluto
viene salvato da Topolino. Ricompare nella tavola del 7 febbraio, e
da allora saranno spesso insieme.
Il cortometraggio “Porgimi la
zampa“, noto anche come “Qua la zampa” (“Lend a Paw”
1941), del quale era protagonista, ha vinto un premio Oscar.
CIP e CIOP
Cip & Ciop (Chip
‘n Dale) sono due personaggi immaginari dei cartoni animati,
creati dalla The Walt Disney Company e raffigurati come due
scoiattoli striati.
Il nome inglese Chip ‘n’
Dale è un gioco di parole basato sul nome “Chippendale”. Fu
suggerito da Bill “Tex” Henson, uno degli artisti della Walt
Disney.
Sebbene nella loro prima
apparizione (il cortometraggio Pluto soldato) fossero sia
fisicamente che psicologicamente molto simili, già dalla successiva
comparsa acquisirono ciascuno delle peculiarità specifiche. Cip ha
un piccolo naso nero e la voce più acuta, mentre Ciop ha un grande
naso rosso e due denti molto sporgenti; dal punto di vista
caratteriale, Cip è la “mente” del duo, prende sempre l’iniziativa
ed è l’ideatore dei piani; Ciop è invece pigro e imbranato, con
un’indole più ingenua e bonaria.
I due scoiattoli abitano
all’interno di un albero cavo alla periferia di Paperopoli, ma
qualche volta si spingono in città o nella fattoria di nonna
Papera. Dialogano fra di loro o con gli altri abitanti del bosco,
ma non hanno mai un contatto diretto con gli esponenti della Banda
Disney.
ZIO PAPERONE
Paperon de’
Paperoni (Scrooge McDuck), noto anche come Paperone o
Zio Paperone (Uncle Scrooge), è un personaggio dei fumetti e
dei cartoni animati della Disney, ideato da Carl Barks nel 1947. È
apparso come protagonista o comprimario in decine di cartoni
animati e in migliaia di storie a fumetti realizzate in vari paesi
del mondo. La rivista Forbes lo pone al 1º posto tra i
“personaggi di fantasia più ricchi del mondo” attribuendogli
un patrimonio di 65 miliardi di dollari.
È uno dei personaggi Disney più
amati e di maggior successo al mondo, nonostante il suo carattere
avaro, ricalcato sul modello di Ebenezer Scrooge, avido
protagonista del Canto di Natale di Charles Dickens, ne
abbia fatto alle origini un personaggio tutt’altro che simpatico.
Oltre al personaggio di Ebenezer Scrooge, la biografia di Paperone
è stata probabilmente ispirata anche dalla vita di Andrew Carnegie,
un miliardario americano emigrato dalla Scozia realmente
esistito.
Imprenditore, finanziere, manager,
magnate e banchiere, dotato di uno spiccato senso per gli affari, è
definito «il papero più ricco del mondo», è lo zio di Paperino e
appare per la prima volta nella storia Christmas on Bear Mountain
(l Natale di Paperino sul Monte Orso), pubblicata sul n° 178
di Four Color. Nella prima traduzione italiana della sua storia
d’esordio il nome del personaggio è stato tradotto in Paperone
de’ Paperini. Inoltre, in molte delle prime traduzioni il
cognome del personaggio è scritto “dei Paperoni”, anche se ci si
riferiva al nome della sua famiglia come “Paperoni”, senza
l’articolo.
QUI, QUO e
QUA
Qui, Quo e
Qua (Huey, Dewey e Louie) sono tre
personaggi immaginari dei fumetti e cartoni animati Disney. Ideati
da Al Taliaferro e Ted Osborne per la tavola domenicale del 17
ottobre del 1937, sono i tre nipoti di Paperino. Almeno in origine,
compaiono nel mondo di Paperino e dei paperi con caratteristiche
pressoché equivalenti a quelle di Tip e Tap, i nipoti di
Topolino.
Qui, Quo e Qua esordiscono
ufficialmente sul grande schermo nel cortometraggio del 1938 I
nipoti di Paperino.
Gemelli identici, sono presentati
come figli di Della Duck (sorella di Paperino) e di un padre
sconosciuto. Nel cortometraggio I nipoti di Paperino, i tre
paperi decidono di far esplodere un grosso petardo sotto la
poltrona del padre che per questo finisce all’ospedale. Della Duck
invia i tre piccoli monelli a casa di Paperino affinché li possa
ospitare fino a che il padre non termini le cure. Da allora Qui,
Quo, e Qua si trasferiscono definitivamente assieme allo zio a
Paperopoli e non si avranno più notizie della madre.
Ecco di seguito altri nomi dei personaggi Disney:
Acciuga
Al Popone
Amelia
Anacleto Faina
Anacleto Mitraglia
Archimede Pitagorico
Atomino Bip Bip
Azimuth Van Quack
Banda Bassotti
Battista
Brigitta McBridge
Bruto
Bum Bum Ghigno
Butch
Ciccio
Clarabella
Commissario Basettoni
Cuordipietra Famedoro
Dinamite Bla
Doctor Kranz
Doretta Doremì
Edi
Emily Paperett
Eta Beta
Figaro
Filo Sganga
Flip
Gaia
Gambadilegno
Gastone Paperone
Gennarino
Indiana Pipps
Inquinator
Iron Ciccius
Jet McQuack
John Rockerduck
Lith
Lupo
Lusky
Macchia Nera
Maga Magó
Manetta
Marchese Scarampola de’ Paperoni
Max
Melody
Merlock
Moby Duck
Nocciola
Nonna Papera
Nonno Bassotto
Orazio Cavezza
Ottoperotto
P.J.
Pacuvio
Paper Bat
Paper Hoog
Paperetta Yé Yé
Paperica
Paperinik
Paperinika
Paperoga
Pennino
Petunia
Pico de Paperis
Pieretto
Pierino
Quadrifoglio
Rock Sassi
Sgrizzo Papero
Superpippo
Tiburzio
Tip e Tap
Topesio
Trudy
Si è appena conclusa la cerimonia di
premiazione dei 68° Premi David di Donatello,
andata in onda in prima serata su RaiUno. A portare a casa il
maggior numero di statuette sono stati Esterno Notte, il grande favorito La
stranezza e Le Otto
Montagne che, a sorpresa ha portato a casa il premio
più prestigioso, Miglior Film.
MIGLIOR FILM –Le otto
montagne – Prodotto da Wildside una società del gruppo
Fremantle; Rufus; Menuetto; Pyramide Productions; Vision
Distribution; in collaborazione con Elastic; con la partecipazione
Canal+ e Ciné+; in collaborazione con Sky. Per la regia di Felix
Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
MIGLIOR REGIA – Marco Bellocchio per
il film
Esterno notte
MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA – Giulia
Louise Steigerwalt per il film Settembre
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE –
Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per il film La stranezza
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
– Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per il
film Le
otto montagne
MIGLIOR PRODUTTORE – Angelo
Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con
Medusa Film e Rai Cinema per il film La stranezza
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA –
Barbara Ronchi per il film Settembre
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA –
Fabrizio Gifuni per il film
Esterno notte
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA –
Emanuela Fanelli per il film Siccità
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA –
Francesco Di Leva per il film Nostalgia
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA –
Ruben Impens per il film Le otto
montagne
MIGLIORE COMPOSITORE – Stefano
Bollani per il film Il pataffio
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE –
“Proiettili (Ti mangio il cuore)” musica di Joan Thiele, Elisa
Toffoli, Emanuele Triglia, testi e interpretazione di Elodie, Joan
Thiele per il film Ti mangio il
cuore
MIGLIORE SCENOGRAFIA – Per la
scenografia: Giada Calabria – per l’arredamento: Loredana Raffi per
il film La
stranezza
MIGLIORI COSTUMI – Maria Rita
Barbera per il film La stranezza
MIGLIOR TRUCCO – Enrico Iacoponi per
il film
Esterno notte
MIGLIOR ACCONCIATURA – Desiree
Corridoni per il film L’ombra di Caravaggio
MIGLIORE MONTAGGIO – Francesca
Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni per il film
Esterno notte
MIGLIOR SUONO – Presa Diretta:
Alessandro Palmerini – Post-Produzione: Alessandro Feletti – Mix:
Marco Falloni per il film Le otto
montagne
MIGLIORI EFFETTI VISIVI – VFX –
Marco Geracitano per il film Siccità
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE – The
Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)
PREMIO CECILIA MANGINI AL MIGLIOR
DOCUMENTARIO – Il Cerchio di Sophie Chiarello
DAVID GIOVANI – L’ombra di
Caravaggio di Michele Placido
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO – Le
variabili dipendenti di Lorenzo Tardella
DAVID DELLO SPETTATORE – Il grande
giorno di Massimo Venier
DAVID ALLA CARRIERA – Marina
Cicogna
DAVID SPECIALE – Isabella Rossellini
– Enrico Vanzina
Non si sa molto sull’imminente
serie Disney+
Star Wars: Skeleton Crew, ma secondo la protagonista
Jude Law, non tutto sarà rosa e fiori.
Parlando con Empire, l’attore ha
scherzato sul suo ruolo imminente nella serie in cui interpreta un
Jedi, ma dice che il suo personaggio è molto più complicato e
spingerà il pubblico a chiedersi se sia un bravo ragazzo o
no.
“Hanno bisogno di una
guida, ma sono vulnerabili“, ha detto Jude Law del suo ruolo di qualcuno che aiuta a
guidare i giovani nella serie. “E così per tutto il tempo, le
persone che incontrano, le interroghi tutte. Il mio carattere
è simpatico? Non è vero? Vuoi solo che stiano bene e che
tornino a casa. Ma se conosci il lavoro di Jon e Chris, saprai
che i bambini non sono sempre al sicuro. Vedere questa
galassia, questo mondo che tutti noi siamo cresciuti amando, e il
pericolo, le divisioni, gli eroi, i cattivi, attraverso gli occhi
dei bambini, è fantastico.
Lo spin-off di “Star
Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars
Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I
dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione:
“Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione
post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la
stessa di “The
Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato
e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato
Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris
Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini,
di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm,
la serie viene descritta come una versione galattica dei classici
film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”
Apple TV+
ha rilasciato il trailer italiano di The Crowded
Room, l’avvincente serie limitata interpretata e prodotta
da Tom Holland e creata dallo sceneggiatore e
produttore esecutivo premio Oscar Akiva Goldsman (“A Beautiful
Mind”). Interpretata da un cast corale guidato dallo stesso
Holland, da Amanda Seyfried ed Emmy Rossum, The Crowded
Room farà il suo debutto il 9 giugno su Apple TV+
con i primi tre dei dieci episodi totali seguiti da un nuovo
episodio ogni venerdì, fino al 28 luglio.
https://youtu.be/ugRxeR6pJiM
La serie segue le vicende di Danny
Sullivan (Tom
Holland), un uomo che viene arrestato in seguito al
suo coinvolgimento in una sparatoria a New York nel 1979. In un
thriller avvincente, raccontato attraverso una serie di interviste
realizzate dalla curiosa Rya Goodwin (Amanda
Seyfried), la storia della vita di Danny si dipana
rivelando elementi del misterioso passato che lo ha plasmato e
colpi di scena che lo porteranno a una rivelazione che cambierà la
sua vita.
Oltre a
Holland, Seyfried e Rossum,
la serie è interpretata da
Sasha Lane, Will Chase e Lior Raz
insieme alle guest star
Jason Isaacs, Christopher Abbott, Thomas Sadoski e Zachary
Golinger.
“The Crowded Room” è una coproduzione tra Apple Studios e New
Regency. Akiva Goldsman è produttore esecutivo attraverso la sua
Weed Road Productions. La serie è prodotta anche da Alexandra
Milchan per EMJAG Productions e da Arnon Milchan, Yariv Milchan e
Michael Schaefer di New Regency. Kornel Mundruczo, anch’egli
produttore esecutivo, ha diretto diversi episodi, tra cui
l’episodio pilota.
In una recente intervista
con Empire
Magazine, la vincitrice
dell’Oscar Olivia
Colman ha finalmente parlato del suo
prossimo debutto nel Marvel Cinematic Universe
che avverrà nella serie
Secret Invasionche debutterà su
Disney+.Nella
serie, l’attrice ha espresso la sua delusione per non essere
riuscita a interpretare un personaggio con superpoteri.
“Continuavo a chiedere se potevo essere morsa da qualcosa o
cadere in una vasca di qualcosa“, ha detto. “Non ne
volevano sapere niente.”
L’attrice interpreterà il
ruolo dell’agente dell’MI6 Sonya Falsworth, che agirà sia
come alleata che come avversaria di Nick Fury a causa dei
loro diversi metodi nel gestire la lotta contro gli Skrull.
Inoltre, Samuel
L. Jacksonha anche suggerito quanto fosse
eccitato durante il suo primo giorno di riprese quando ha visto la
Colman, che ammira già da molto tempo.
“Ho pensato, ‘Quanto
posso essere fortunato a sapere che oggi sarà finalmente il giorno
in cui potrò recitare con Olivia Colman?‘”, ha aggiunto
Jackson. “La prossima cosa che sai, ci stavamo divertendo
il più possibile, seduti lì fingendo di essere queste due persone
che hanno avuto una lunga relazione vedendosi di nuovo per la prima
volta da anni.”
Tutto
quello che sappiamo su Secret Invasion
Samuel L. Jackson e
Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli
rispettivamente di Fury e Talos, e saranno
affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà
un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno
raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di
Gravik. Ne cast di Secret
Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill,
Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes
e Martin Freeman nei panni di Everett K.
Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The
Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle
Bradstreet (Mr. Robot).
Secret
Invasion sarà presentata in anteprima il 21 giugno
2023 su Disney+ e vede la
partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di
Skrull Talos,
Olivia Colman,
Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e
Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette
in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati
sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse
foto Marvel tra cui
Spider-Man: Far From Home,
Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers.
Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione
di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.
Ali Selim dirige
la serie e ne è produttore esecutivo, insieme agli altri produttori
esecutivi Kevin Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito,
Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim,
Kyle Bradstreet e Brian Tucker. Bradstreet è anche la
scrittrice principale e Jennifer L. Booth, Allana Williams e Brant
Englestein sono co-produttori esecutivi.
Secondo Deadline, la
star di The White
LotusTheo
James è stata scelta per essere il protagonista del prossimo
adattamento di una storia di
Stephen King, The
Monkey. Il progetto proviene
dal creatore di The Conjuring James Wan,
che produrrà il film attraverso il suo società Atomic Monster.
“Stephen King è il padrino del
genere horror. Ha avuto un’enorme influenza su di me da
bambino e per tutta la mia carriera, ed è sempre stato un sogno
contribuire a dare vita a una delle sue storie“, ha dichiarato
Wan in una nota. “The Monkey è
uno dei miei preferiti, con la sua presunzione semplice, iconica e
incredibilmente commerciabile. E non riesco a immaginare
nessuno migliore di un fan del genere visionario e da una vita come
Osgood per dare vita a questo.
Questo è la seconda notizia di un
adattamento di Stephen King in una
settimana. Tom
Hiddleston e Mark Hamill
hanno firmato per
recitare in The Life of Chuck di Mike
Flanagan, basato su un altro racconto di King. Il film
Monkey sarà scritto e diretto dall’attore-regista
Osgood Perkins. Perkins è meglio conosciuto
per il suo lavoro su film horror come The Blackcoat’s
Daughter, I Am the Pretty Thing That Lives in
the House e Gretel &
Hansel. La storia è incentrata su due fratelli
gemelli le cui vite cambiano dopo aver scoperto una misteriosa
scimmia giocattolo che suona i piatti. Il casting è ancora in
corso per il progetto.
“Quando i fratelli gemelli Hal e Bill scoprono la vecchia
scimmia giocattolo del padre in soffitta, intorno a loro iniziano
una serie di morti raccapriccianti”, si legge nella sinossi.
“I fratelli decidono di buttare via la scimmia e andare avanti
con le loro vite, allontanandosi nel corso degli anni. Ma
quando le morti misteriose ricominciano, i fratelli devono riunirsi
per trovare un modo per distruggere la scimmia per sempre prima che
tolga la vita a tutti quelli a loro vicini.
The Monkey è prodotto da Brian
Kavanaugh-Jones, Fred Berger, Chris Ferguson, Peter Luo, Nancy Xu e
John Friedberg. Proviene da Atomic Monster, Stars Collective e
Black Bear International, con C2 Motion Picture Group che
finanzia il progetto.
Pedro Pascal, il protagonista diThe
Last of Usdella HBO, ha
firmato per recitare
in Weapons, il nuovo
progetto cinematografico dei cineasti dietro l’horror di
successoBarbarian.New
Line è alla base del lungometraggio, che ha una sceneggiatura
scritta da Zach Cregger, l’attore diventato
regista che è anche seduto sulla sedia del regista.
Cregger produrrà anche insieme al suo
team di produttori Barbarian, Roy Lee
di Vertigo e JD Lifshitz e Raphael Margules di BoulderLight
Pictures. Produce anche Miri Yoon di Vertigo.
I dettagli della trama non sono stati
al momento resi noti, maWeaponsè descritto come un’epopea horror a più livelli interconnessa
e ricorda dal punto di vista dei toniMagnoliadel regista Paul Thomas
Anderson. I dettagli del personaggio per Pascal
non sono stati rivelati.Le riprese dovrebbero
iniziare in autunno.
Weapons è stato oggetto di
un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli studi e gli
streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la possibilità di
lavorare con Cregger, il cui
Barbarian,prodotto per soli 4,5
milioni di dollari, è diventato un successo non solo di pubblico e
di critica ma anche all’interno della stessa industria. La New Line
ha vinto l’asta che si è venuta a creare concludendoun accordo che includeva, tra le altre
clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale
garantita.
Pedro Pascal è apparso in serie comeNarcos e Game
of Thrones prima di interpretare il
ruolo del cacciatore di taglie con l’elmetto Din Djarin
nella serie di Star
WarsThe Mandalorian. E
mentre il volto dell’attore non è stato visto spesso nello
spettacolo, la popolarità di
Mandalorianha aumentato il fascino galattico di
Pascal. Quest’anno ha recitato in The
Last of Us, l’adattamento della HBO
del videogioco Sony. Interpretando la figura paterna spezzata
e dal cuore di pietra che guida una giovane donna testarda in
un’America postapocalittica, lo spettacolo ha sfidato le
aspettative del genere zombie per concentrarsi sul dramma e sulle
relazioni.
MUBI, il
distributore globale, servizio di streaming e società di
produzione, annuncia l’uscita di Medusa Deluxe,
primo lungometraggio del regista e sceneggiatore Thomas
Hardiman, che sarà in esclusiva su MUBI dal
4 agosto 2023. Da oggi disponibili anche
trailer e manifesto.
Quando, durante un
concorso di styling, un parrucchiere viene trovato morto, i
concorrenti rimasti cercano di scoprire l’assassino durante il
corso della serata. Le rivalità e le diffidenze aumentano quando il
gruppo di concorrenti inizia a sospettare che qualcuno stia
cercando di truccare la gara, eliminando in modo raccapricciante i
partecipanti. Nel cast Clare Perkins (Segreti e
Bugie, Censor, Eastenders), Kae Alexander
(Fleabag, Maleficent 2 – Signora del Male), Harriet
Webb (I May Destroy You, Big Boys), Darrell
D’Silva(Informer) e Luke Pasqualino
(Skins, Snowpiercer, Shantaram).
La splendida fotografia
di Medusa Deluxe è del candidato al Premio Oscar Robbie
Ryan (La Favorita, American Honey). Le folgoranti
acconciature sono opera del rinomato stylist Eugene Souleiman e
della hair e make-up designer Scarlett O’Connell,
il cui lavoro è valso al film il premio per il miglior make-up &
hairstyle ai British Independent Film Awards 2022. La colonna
sonora è di Koreless. Candidato per i premi al
Miglior Regista Esordiente e per la Miglior Scenografia ai British
Independent Film Awards dello scorso anno.
Il film è prodotto da
Michael Elliott, Louise Palmkvist Hansen e Lee Groombridge ed è una
produzione EMU Films. Il film è stato sviluppato e finanziato dal
BFI, che ha assegnato i fondi della National Lottery, e della BBC
Film, e finanziato in associazione con Time Based Arts. I
produttori esecutivi sono Eva Yates per BBC Film, Lizzie Francke
per BFI e Jim Mooney e Walli Ullah per EMU.
Il Museo Nazionale del
Cinema propone Stefano Bessoni. La Mole delle
Meraviglie, a cura di Stefano Bessoni e
Domenico De Gaetano,la prima grande
mostra dedicata al genio creativo del regista,
illustratore e animatore, ospitata dal 10 maggio all’11 settembre
2023 al piano di accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso
libero negli orari di apertura del museo.
1 di 17
Stefano Bessoni
Stefano Bessoni e Domenico
De Gaetano
Le oltre 150 opere
esposte – per lo più provenienti dall’archivio privato di Bessoni e
dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema – raccontano gli
ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al
mondo della scienza, dalle illustrazioni all’animazione
stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino
al grande amore per il cinema.
Tra fantastico e fiabesco, in un
percorso popolato da burattini, illustrazioni, filmati, reperti e
preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel mondo di Stefano
Bessoni, un’affascinante Wunderkammer
all’interno della più maestosa e imponente fra le “camere delle
meraviglie” torinesi, la Mole Antonelliana.
Oltre alla mostra sono previste una
serie di iniziative che vedono protagonista Stefano Bessoni
e la sua arte.
Venerdì 12 maggio 2023 alle ore
10:00 nella sala Blu del Palazzo del Rettorato, Stefano Bessoni
dialogherà con Domenico De Gaetano nel corso della
MasterclassStop-motion. L’anima nera
dell’animazione, realizzata dal Museo Nazionale del
Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e
la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla mostra
(partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).
Sempre venerdì 12 maggio al
Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il
lungometraggio Krokodyle, che sarà
introdotto dal regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo
Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.
Sono inoltre previsti, nei mesi di
giugno e luglio, una serie di workshop organizzati
dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Scuola Holden in
collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.
La politica di Apple
TV+ di portare sul piccolo schermo trasposizioni di
romanzi di successo continua con Città in fiamme,
ispirato dall’omonimo romanzo d’esordio di Garth Risk Hallberg
pubblicato nel 2015. La storia ruota intorno a un crimine: una
giovane donna viene trovata a Central Park in fin di vita, colpita
da un proiettile. Chi le ha sparato? L’indagine della polizia
coinvolge ben presto i personaggi più disparati, alcuni
appartenenti alla scena musicale underground della Grande Mela ma
anche esponenti estremamente elevati dell’alta società della
metropoli.
Città in fiamme, l’ambientazione della serie
I creatori di
Città in fiammeJosh Schwartz e
Stephanie Savage hanno scelto un nuova
ambientazione temporale rispetto al testo letterario di partenza,
passando dagli anni ‘70 al 2003. Questo ha decisamente semplificato
i problemi di messa in scena che una ricostruzione d’epoca avrebbe
comportato, rivelandosi al tempo stesso una mossa piuttosto
efficace per creare l’atmosfera giusta
della serie. La New York in cui si dipanano infatti gli eventi
che ruotano intorno al crimine risulta una città ostile, pervasa da
un senso di minaccia incombente. Il trauma dell’11 settembre 2001
risulta ancora tangibile nelle strade che questa serie mostra,
arterie notturne e feroci di un enorme girone infernale in cui le
anime perse dello show si aggirano quasi senza meta.
Questo si presenta
decisamente come il pregio migliore di Città in
fiamme, produzione che altrimenti possiede poche frecce
nell’arco al fine di intrattenere il pubblico. Il doppio universo
in cui i personaggi principali sono relegati non si fonde mai
pienamente in una narrazione omogenea, e questo rende Città
in fiamme una
serie altalenante, la quale non possiede un vero centro
tematico, o meglio indebolisce eccessivamente la detection
principale raccontando le vicende e i rapporti tra figure piuttosto
stereotipate.
Il dramma non
coinvolge
Il dramma che i
personaggi principali vivono risulta in molti momenti piatto, non
emotivamente coinvolgente. Questo non aiuta interpreti come
Jemima Kirke, Ashley Zukerman o
John Cameron Mitchell a esprimere il meglio delle
proprie potenzialità. Il che alla fine risulta un errore piuttosto
evidente poiché sono proprio i due poliziotti incaricati delle
indagini la cosa maggiormente interessante di Città in
fiamme: lo sviluppo delle psicologie del detective Parsa
(Omid Abtahi) e del detective McFadden
(Kathleen Munroe) risulta scandito con
precisione.
Quando lasciano
entrare i loro
problemi personali e una vita privata non sempre appagante dentro
il lavoro che stanno svolgendo per scoprire il colpevole, ecco
che diventano figure drammatiche di rilievo, decisamente meglio
raccontate e meno superficiali rispetto a quelle che dovrebbero in
teoria trainare storia ed attenzione del pubblico. L’alchimia tra
Abtahi e Munroe poi permette loro di sviluppare due personalità
molto diverse che interagiscono con efficacia proprio in virtù di
tali differenze. La coppia di investigatori diventa in questo modo
un altro motivo valido per vedere Città in
fiamme.
Città in fiamme non convince fino in
fondo
Probabilmente il
materiale di partenza non era facilissimo da trasporre in un
prodotto seriale, rimane comunque il fatto che Città in
fiamme rimane troppo sfilacciato e disomogeneo per
convincere pienamente. Allo stesso tempo però questo non significa
che non abbia alcuni punti di interesse: come già scritto
l’ambientazione temporale e spaziale di una New York post-attacco
alle Torri Gemelle funziona a dovere, così come la trama legata
alle indagini riguardanti il crimine che fa partire la vicenda. Il
resto però è un mix mal amalgamato di storie e personaggi già
visti, già delineati con maggiore forza o originalità da qualche
altra parte. Peccato, le premesse per uno show avvincente potevano
esserci…
James Gunn ha risposto a decine di domande dei
fan su Guardiani della Galassia Vol
3. Il tanto atteso debutto del film conclusivo della
trilogia di Guardiani della
Galassia di Gunn ha finalmente permesso al pubblico di
vedere come finisce la trilogia e dove lascia i personaggi
principali. Ma ha anche lasciato delle domande sul film stesso, tra
cui cosa succederà a Rocket, Star-Lord e agli altri dopo le scene post-credits di Guardiani della
Galassia.
Per celebrare l’uscita del film e
fare chiarezza James Gunn ha risposto alle domande su
Guardiani della Galassia Vol 3 che circolavano in
rete facendo un Q&A su Twitter. Ha
dedicato molto tempo a rispondere a varie domande sullo sviluppo
del film e sulle decisioni relative alla storia, su cosa significhi
per il futuro del Marvel Cinematic Universe e altro ancora.
Senza dover scorrere tutti i tweet a cui ha risposto, ecco
le 37 domande su Guardiani della Galassia Vol 3 a
cui James Gunn ha risposto.
Guardiani della Galassia Vol 3:
James Gunn risponde alle domande
In un modo o nell’altro, James Gunn ha forgiato i Guardiani
della Galassia Vol 3. Il regista lascia il franchise del
MCU ma prima di farlo risponde a delle domande
riguardo il futuro del mondo Marvel. In particolare, si è esposto riguardo
il casco di Peter Quill nell’ultimo capitolo. “C’è un
motivo per cui Quill non ha il suo casco in Guardiani 3?” e
“C’è una spiegazione in-universo del perché Quill abbia
abbandonato l’elmetto e gli stivali a razzo?“. La risposta del
regista non è mancata ad arrivare: “Hanno il jet pack. Gli
stivali a razzo, in confronto, fanno schifo. Sembrano roba da poco
che si trova nella versione intergalattica di Radio Shack. E Chris
non avrebbe mai potuto fare quelle incredibili mosse nei corridoi
con il casco“.
Un punto importante che ha
incuriosito i fan è il mondo della Contro-Terra e
in particolare della popolazione che lo abita. Le domande si
concentrano sul linguaggio: “Sono MOLTO curioso di sapere come
mai Drax conosceva il JOOB JOOB e Mantis no essendo la traduttrice
di Ego?”,James Gunn risponde: “Drax conosceva la
lingua fin dalla sua infanzia. Non è nei traduttori di nessuno. È
una cultura di clausura. Sarebbe normale non avere la loro lingua
umana nei traduttori“. Scongiurando qualsiasi rumors su
possibili altri film dei Guardiani della Galassia,
James Gunn risponde alla domanda su un
prossimo film con il team protagonisti: non ci sarà un Vol
4 e non ci sarà una versione estesa del film. Aggiungendo
qualcosa al futuro, il regista ha parlato dei precedenti film
commentando le scelte compiute: James
Gunn ha sempre avuto le idee chiare sulla conclusione del
franchise fin da quando ha girato Guardiani della Galassia
Vol 1.
Le più grandi rivelazioni di
Guardiani della Galassia 3 fornite da James Gunn
Gran parte delle risposte
fornite da James Gunn su Guardiani della Galassia
3 riguardano la sua collaborazione con i Marvel Studios per la realizzazione del film.
In particolare, alla domanda su chi avesse scelto la nuova squadra
di Guardiani della Galassia del MCU, ha risposto che è stato lui a scegliere
la formazione, non i Marvel Studios. Sebbene il
fatto che Rocket, Groot, Kraglin,
Adam Warlock,
Cosmo e Phyla-Vell facciano parte del
nuovo gruppo segni l’ultima volta che Gunn darà
forma al futuro della squadra, ha anche confermato di aver parlato
con la Marvel di come vogliono
utilizzare i Guardiani dopo Guardiani
della Galassia Vol 3.
James Gunn ha anche risposto ad alcune domande
su Guardiani della Galassia Vol 3 che alcuni
ritenevano sviste o buchi nella trama. Gunn ha anche rivelato che
la Disney non si è opposta alle scene più cupe
del film, come i momenti legati a chi morirà o le parolacce.
Comprensibilmente, molte delle altre domande su Guardiani
della Galassia Vol 3 a cui James Gunn ha risposto riguardano la fine
della sua collaborazione con il franchise. Ha confermato che non ci
sono finali alternativi per il film. Tutto ciò contribuisce a
segnalare che Guardiani della Galassia Vol 3 è la
fine del suo viaggio nel MCU, in quanto diventerà co-CEO dei DC Studios per i prossimi anni.
Ritorno a
Seoul è
diretto da Davy Chou, regista quarantenne
franco-cambogiano che ha iniziato la sua carriera prima con i
cortometraggi e poi, nel 2012, con un documentario sugli anni d’oro
del cinema cambogiano degli anni ’60 e ’70 intitolato Le Sommeil
d’or. Nel 2016 gira il suo primo lungometraggio di finzione,
Diamond Island, presentato alla Settimana della Critica
durante il Festival
di Cannes di quello stesso anno. Proprio come
Ritorno a Seoul, selezionato sempre per
Cannes
l’anno scorso nella sezione Un Certain Regard. Diversi sono i riconoscimenti che
Davy Chou consegue nel corso degli anni, anche e
soprattutto grazie al suo fine sguardo registico sulla realtà del
suo Paese e non solo. Tanto che questa sua ultima pellicola è stata
scelta come rappresentante della Cambogia per la candidatura a
Miglior film internazionale agli
Oscar 2023.
Ritorno a Seoul, dalla Francia
Ritorno a
Seoul, in sala dall’11 maggio, è infatti la storia di
Frédérique Benoît (Park Ji-Min), una 25enne coreana che
vive in Francia e che viene adottata quando è ancora molto piccola
da una coppia francese, appunto. Mossa da un’iniziativa presa più o
meno d’impulso, decide di partire alla volta della capitale della
sua patria d’origine alla ricerca dei suoi genitori biologici,
senza però condividerlo con quelli adottivi.
L’idea di questa
specifica storia al regista è venuta a partire dalla vita personale
di una sua cara amica e di un particolare episodio accaduto nel
2011 nel quale è stato direttamente coinvolto. Laure Badufle –
questo il nome della vera protagonista dei fatti – aveva chiesto a
Davy Chou di accompagnarla in Corea a conoscere i suoi genitori
naturali che tanti anni prima l’avevano affidata ad un orfanotrofio
dal quale poi sarebbe partita con i suoi nuovi mamma e papà per
crescere in Francia. Assistere a un tale sconvolgimento
esistenziale ha così toccato Chou che ha deciso di farne un
film.
Ogni dettaglio dipinto
nel film è dunque un condensato dell’esperienza diretta dei suoi
veri interpreti principali: iniziando dalle emozioni che
contrastano tra i passionali toni europei e quelli asiatici
accennati, a volte carichi di slanci sacrificali, fino alle
descrizioni degli spazi, i luoghi e i colori.
Ritorno a
Seoul, il cui titolo inizialmente avrebbe dovuto
essere All the people I’ll never be, racconta quindi con
grazia e un’ottima consapevolezza dell’uso della macchina da presa
e del flusso narrativo, il tentativo disperato di una ragazza di
cercare le proprie radici e un’identità.
Davy
Chou descrive otto anni a partire dall’arrivo di
Frédérique per la prima volta a Seoul, scorrendo lungo una serie di
momenti che scandiranno i disorientati percorsi che lei proverà a
intraprendere nella speranza di arrivare finalmente a conoscere chi
è e da dove viene. E la descrizione, Chou, la fa con grandi stacchi
temporali, a volte anche rispetto alla trama, dettando una
corrispondenza nel ritmo sincopato con gli stati d’animo sempre
borderline che lei prova, accompagnato dalle grandi differenze tra
i posti e le esperienze che Frédérique vive.
Un film profondamente delicato
L’attrice Park
Ji-Min è poi incredibilmente brava a rendere la glaciale
disperazione della sua Frédérique, che non conosce mezze misure,
vaga senza meta per poi trovarsi spesso a sbattere a ripetizione
come una mosca contro un vetro. E curiosamente coincide anche con
la sua di storia personale: Park Ji-Min è davvero una coreana
cresciuta in Francia, anche se con suoi genitori biologici, quindi
non adottata, ma ben consapevole di quello smarrimento congenito di
chi non sente salde le proprie radici.
Davy
Chou è dunque estremamente abile nell’uso delle luci e dei
suoni, che conducono sempre la protagonista e le sue emozioni, e se
ne lascia condurre a sua volta, seguendola nelle sue pungenti
ostinazioni. Il taglio che il regista riesce a dare ad ogni
sequenza è profondamente delicato, calibrato e molto chiaro nel
racconto della storia: differenziando sempre il ritmo e usando la
pazienza e l’attenzione necessarie a lasciar trapelare dolore,
disagio e la necessità di sapere che chi ti ha messo al mondo l’ha
fatto desiderandoti sul serio.
ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU Guardiani della Galassia Vol. 3
Guardiani della Galassia Vol. 3 si conclude
con una scena molto emozionante, allegra ma allo stesso tempo
malinconica, con in sottofondo una canzone dei Florence &
The Machine, “Dog Days Are Over”, e la cantante
della band, Florence Welch, ha reagito a quel
momento in maniera molto emozionata.
Su TikTok, @indiemixtape ha
condiviso la reazione di Florence Welch al momento
in cui si sente “Dog Days Are Over” di Florence & The
Machine. Si può vedere il cantante emozionarsi per l’uso della
canzone nel finale del film. La scena con “Dog Days Are
Over” è stata molto importante per il film, poiché è arrivata
dopo che la squadra ha battuto l’Alto Evoluzionario e ha deciso di
sciogliersi. La canzone è stata usata per un momento celebrativo
del viaggio dei Guardiani, con i personaggi che prendono strade
diverse e si mettono a ballare al ritmo del brano su
Ovunque.
Basato sul manga giapponese creato
da Yukito Kishiro, l’adattamento live-action di
Alita: Battle Angel del 2019 era originariamente
destinato a generare più sequel, anche se questi piani sono stati
successivamente messi in dubbio a seguito all’acquisizione della
20th Century Fox da parte della Disney. Le speranze per la
continuazione della serie, tuttavia, sono state recentemente
riaccese quando Landau ha suggerito che stava parlando attivamente
con Rodriguez e la protagonista, Rosa Salazar, del
potenziale ritorno per un sequel.
Durante una recente intervista con
Collider, a Robert
Rodriguez è stato chiesto dei suoi piani per
Alita: Battle Angel 2 e a che punto si trovava
attualmente il progetto. Ammettendo che inizialmente non era sicuro
che un sequel sarebbe mai stato realizzato, il regista rivela che
le sue speranze per un ritorno alla PI sono state sostenute grazie
al fatto che anche altri progetti della Fox erano andati avanti.
Tuttavia, conferma che i colloqui sono attualmente in corso e,
sebbene non ci siano notizie più definitive di queste, rimane
fiducioso.
“Non ero sicuro che sarebbe mai
successo perché anche quando è uscito il primo film, la Disney
aveva appena comprato la Fox, quindi anche i nostri addetti al
marketing, tutti, se n’erano andati quando è uscito quel film. E
poi non sono stati realizzati film della Fox per anni perché la
Disney era ancora impegnata a realizzare le proprie cose Disney. Ma
ora ho visto uscire alcuni film della Fox, quindi questo mi ha dato
speranza. E poi quando Jon [Landau, produttore] ne ha parlato, e
poi [James Cameron]
e io abbiamo parlato del fatto che avremmo sempre voluto fare un
sequel di ‘Alita’. Ha delineato, molto accuratamente, un secondo e
un terzo film, quindi c’è già del materiale lì. Quindi sì, speriamo
che ciò accada. Ma non c’è niente di definitivo.”
Uscito nel 2019, Alita – Angelo della
Battagliaaveva
ottenuto un buon successo di pubblico, ma non abbastanza da far
subito confermare un suo sequel. Dato anche il finale aperto del
film, i fan per anni hanno chiesto a gran voce di poter avere
almeno un altra pellicola dedicata alla letale cyborg. Il successo
di Avatar – La via dell’acqua sembra
dunque aver ora favorito il riprendere dei lavori su tale
sequel, che potrà a quanto pare benificiare anche dei nuovi
traguardi tecnologici raggiunti dal film diretto da Cameron. Come
sempre, non resta ora che attendere nuovi aggiornamenti, che
forniscano maggiori dettagli sui progressi nello sviluppo del
film.
Ecco il primo trailer di
Denti da
squalo, opera prima di Davide
Gentile, con Virginia Raffaele,
Claudio Santamaria, Edoardo Pesce
e, per la prima volta sul grande schermo, il giovane protagonista
Tiziano Menichelli.
Da un’idea di Valerio Cilio e
Gianluca Leoncini che firmano soggetto e sceneggiatura vincitori
del Premio Solinas, un racconto di formazione poetico e
avventuroso. Prodotto da Goon Films, Lucky
Red, Ideacinema con Rai
Cinema, in collaborazione con Prime Video. Il film vede per la prima
volta alla regia Davide Gentile, classe 1985, già autore del
pluripremiato cortometraggio “Food for Thought”.
La trama del film
Questa è la storia di Walter e della
più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e Walter,
13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente
senza meta per il litorale romano, è un luogo affascinante e
misterioso a catturare la sua attenzione: una villa abbandonata con
una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è
incustodita e inizierà per lui un
viaggio indimenticabile.
Una nuova clip di La
Sirenetta offre offre uno sguardo ravvicinato al
granchio Sebastian. Si tratta di una clip che rievoca l’iconica
In fondo al mar, la canzone più rappresentativa del film
originale.
Con la cantante Halle Bailey
nei panni della principessa sirena Ariel, l’adattamento live-action
del 2023 è basato sull’omonimo classico del 1989, che a sua volta è
stato ispirato dalla fiaba del 1837 di Hans Christian
Anderson. La star di Wonder e
HamiltonDaveed Diggs interpreta
il minuscolo granchio, un fedele servitore del re Tritone
(Javier Bardem) e
compositore musicale per la corte del re.
Entertaiment Tonight ha recentemente
diffuso una nuova clip dal remake live-action de La
Sirenetta della Disney che porta Sebastian
al centro della scena. Guarda il video qui di seguito:
La
Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e
vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più
giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più
sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si
innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato
interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e
stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le
offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma,
mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.
Il film è interpretato
dalla cantante e attrice Halle Bailey
(grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah
Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo
del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno
di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art
Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di
Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non
è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due
volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy
(Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di
Ursula.
La
Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob
Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary
Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato
all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno
per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal
pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la
Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i
nuovi testi del tre volte vincitore del Tony
Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte
vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in
Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due
volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An
American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver
(Il Re Leone) è il produttore esecutivo.
Dopo molte voci e tanti
annunci, finalmente Warner Bros ha diffuso una data ufficiale
d’uscita per
Beetlejuice 2, che vedrà trai protagonisti Jenna Ortega,
attrice della nuova serie di Scream diventata famosa grazie al
personaggio di Mercoledì di
Netflix.
Il film arriverà al cinema il 6
settembre 2024, e Tim Burton e Michael Keaton torneranno a fare
coppia per raccontare di nuovo in sala lo spiritello che tanto
amato dal pubblico degli anni Ottanta.
Beetlejuice 2 dovrebbe anche riunire i membri del cast
originale, oltre a Michael Keaton nei panni del
“bio-esorcista” Betelgeuse, anche Winona Ryder in
quelli Lydia, e Catherine O’Hara nel ruolo della
matrigna di Lydia, Delia Deetz. Nel febbraio 2022, inoltre, si
riportava che tale sequel sarebbe stato prodotto dalla Plan B di
Brad Pitt. Al di là di queste indiscrezioni, però,
non ci sono ancora conferme sull’effettiva realizzazione di questo
sequel, atteso ormai da oltre 30 anni. Inoltre è stato anche
confermato che Justin Theroux è entrato nel cast
del film.
Tim Burton
tornerà a dirigere la storia, e farà anche da produttore, insieme a
Tommy Harper, Plan B, Marc Toberoff e
David Geffen, con Alfred Gough e Miles Millar che
sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura.
15 anni dopo che Iron
Man ha dato il via al Marvel Cinematic Universe, ci sono
ancora parti del film che i fan non hanno mai visto. In una recente
intervista con Screen
Rant, il produttore Jeremy Latcham ha
descritto una delle
scene tagliate del film, rimaste inedite. Nell’era dell’home
video e dello streaming, molti film metteno a disposizione dei fan
le scene cancellate dei film. Tuttavia, c’è una scena
apparentemente così brutta, che il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige
non vuole che venga distribuita.
Latcham dice che ci sono tre o
quattro
scene cancellate così brutte di Iron Man che
non pensa che verranno mai rilasciate. Una scena eliminata riguarda
i Dieci Anelli, l’organizzazione che ha catturato Tony Stark
(Robert
Downey Jr.) all’inizio del film. I Dieci Anelli
vogliono che Tony costruisca un missile per loro. Secondo Latcham,
Tony doveva fare anche il bucato per i Dieci Anelli. “Ricordo
che Kevin mi ha detto nel 2012, ‘Dovremmo far uscire le scene
cancellate di Abu che fa il bucato?’ E Kevin ha detto, ‘No. Non
potremo mai farlo’,” ha detto Latcham. “La gente saprà che
non sapevamo cosa stavamo facendo. Sarà imbarazzante se vedranno
queste scene”. Ma c’era un intero rullo in Iron Man in cui
Tony Stark faceva il bucato e non credo che sia mai stato visto in
giro”.
Nel film, mentre i Dieci Anelli
pensano che Tony stia costruendo un missile, in realtà sta
costruendo il primo costume di Iron Man con le risorse che ha a
disposizione. Più avanti nel film, quando Obadiah Stane
(Jeff Bridges) chiede agli scienziati di creare
un’armatura per lui, dice loro che Tony ha costruito il suo abito
“con una scatola di scarti”. La scena cancellata mostrava Tony che
approfittava del momento in cui faceva il bucato dei Dieci Anelli.
“Tony sta facendo il bucato per i rapitori, ma sta davvero
rompendo la lavatrice e rubando parti da essa per costruire la tuta
Mark 1”, ha detto Latcham. “È così assurdo. È
selvaggio.”
Se Kevin Feige ha
paura che il suo eroe più amato possa apparire ridicolo, forse è
giusto che queste scene non vengano mai diffuse, tuttavia è
innegabile che i fan, curiosi e innamorati di Tony Stark,
amerebbero anche le scene più buffe che lo vedono protagonista.
La strada verso la guarigione di
Jeremy Renner ha portato a una parziale reunion
di The Avengers. Il mese scorso,
Scarlett Johansson e Chris Evans hanno fatto un viaggio a Los
Angeles per far visita a Renner, che è stato coinvolto in un
incidente quasi fatale il 1° gennaio quando è stato schiacciato da
un gatto delle nevi da 7 tonnellate. L’interprete di Occhio di
Falco si è rotto
più di 30 ossa e ha subito lesioni ortopediche e un trauma
toracico mentre cercava di raggiungere suo nipote che era bloccato
in un cumulo di neve.
“Onestamente ero così
fottutamente felice di vederlo. Non sapevo se l’avrei mai più
rivisto”, racconta la Scarlett Johansson a Variety in una cover
story sui suoi 30 anni di carriera che include otto film Marvel, molti dei quali insieme a
Renner. “Non solo vederlo di nuovo, ma vederlo prosperare e in
uno stato mentale così sereno. È una persona molto spirituale in
generale e una persona molto piena di sentimento. E puoi vederlo
nel suo lavoro. Si sente. Ha una tale profondità. Ed ero così
felice di vedere che è pieno di vita e luce, ed è anche divertente.
Abbiamo riso un sacco.”
Evans, che ha iniziato a lavorare
con Johansson quando era un’adolescente in The Perfect
Score, offre alcuni dettagli di ciò che è accaduto quando
i tre si sono ritrovati per una riunione, che non è stata
pubblicizzata. “Niente lacrime. Un sacco di risate, sorrisi e
abbracci”, dice Evans. “Lascia che sia Jeremy a prendere
qualcosa di così potenzialmente tragico e trasformarlo in qualcosa
di così stimolante.”
Il giorno dell’incidente,
Scarlett Johansson stava girando il prossimo film
della Apple Project Artemis con Channing
Tatum quando si è svegliata con la notizia che il suo
co-protagonista di Avengers, Renner, è stato quasi
ucciso in un incidente.
“Ero molto arrabbiata”,
ricorda. Ma mentre la prognosi di Renner migliorava rapidamente,
lei e i suoi compagni Vendicatori hanno cominciato a scherzare con
il loro compagno in convalescenza. “Sulla catena di messaggi di
Avengers, siamo tipo, ‘OK, ci hai battuti tutti. Questo è tutto.
Hai vinto”, dice. (il gruppo di messaggistica include i sei
Vendicatori originali: Johansson, Evans, Renner,
Robert Downey Jr.,
Chris Hemsworth e
Mark Ruffalo.) “È come una vera roba da supereroi.
È incredibile.”
L’attrice Caterina
Murino condurrà le serate di apertura e di chiusura
dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, diretta da Alberto
Barbera.
Caterina
Murino aprirà l’80. Mostra nella serata di mercoledì
30 agosto 2023, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al
Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la
cerimonia di chiusura sabato 9 settembre, in occasione della quale
saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’80.
Mostra.
Nata a Cagliari, Caterina
Murino ha studiato recitazione nel laboratorio
teatrale della Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio.
Diventa volto e testimonial di molte campagne pubblicitarie. Dino
Risi la vuole nella fiction tv Le ragazze di Miss Italia
(2002).
Il suo debutto sul grande schermo
avviene grazie al primo film dello scrittore cileno Luis Sepulveda
Nowhere (2002), che in Francia riscuote successo di critica.
Qualche anno dopo inizia la sua carriera francese con il film Il
bandito corso (2004) con Christian Clavier e Jean Reno. In seguito
al successo della pellicola, le arrivano molte proposte tra Italia
e Francia.
Ma è nel 2006 che diventa famosa in
tutto il mondo come nuova Bond Girl al fianco di Daniel
Craig, nel ruolo di Solange in Casinò
Royale. In seguito gira la commedia inglese Le ragazze del
St.Trinian’s – La scuola può essere uno sballo
(2007), per poi tornare in Italia per il film Non pensarci (2007)
di Gianni Zanasi.
La incontriamo poi nei panni della
protagonista ne Il seme della discordia (2008) di Pappi Corsicato
presentato alla 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Impegnata su numerosi set tra il Canada e la
Francia, è nel cast, tra gli altri, di XIII – Il
Complotto, (2008) e Antigang – Nell’ombra
del crimine (2015), in quest’ultimo al fianco di
Jean Reno. Gira per la BBC accanto a Rufus
SewellLe inchieste dell’ispettore Zen
(2011) una miniserie TV che racconta le indagini di Aurelio
Zen, brillante ispettore di polizia che lavora a Roma.
Successivamente, tesserà la tela in attesa del suo amato disperso,
nella serie di Stéphane GiustiIl ritorno
di Ulisse. Torna in Italia e partecipa all’ultimo lavoro
del regista d’inchieste Renzo Martinelli,
Ustica (2016) e all’opera prima del regista sardo
Cesare FuresiChi salverà le
rose? (2017). Attrice versatile, nel 2017, la vediamo nel
cast di due film, La voce della pietra di
Eric D. Howell, e Agadah di
Alberto Rondalli.
Nel 2018 interpreta
Benedetta nel film Se son rose di
Leonardo Pieraccioni. L’anno successivo è nella
serie campioni di ascolti in Francia Le Temps est
assassin, uscita anche su Canale 5 con il titolo
L’ora della verità.
Nel 2020 Davide
Livermore la sceglie per interpretare Triboulet di
Le Roi s’amuse di Victor Hugo per
la prima del Teatro alla Scala di Milano A Riveder le
Stelle… Per Netflix è nel film di Roberto
Capucci prodotto da Lotus Film dal titolo Mio
Fratello Mia Sorella (2021). Nel 2022 esce con il nuovo
film di Alex de la Iglesia Veneciafrenia. Nel
maggio 2023 partirà con le riprese del film The
Opera! per la regia di Davide Livermore e
Paolo Gep Cucco con Vincent
Cassel e Rossy De Palma.
Jack RyandiTom Clancy ritorna per un’ultima
adrenalinica stagione! La quarta e ultima stagione della serie
distintiva del servizio streaming con John Krasinski debutterà il 30 giugno su
Prime Video con due episodi disponibili ogni
venerdì fino all’epico finale il 14 luglio. La quarta stagione è
disponibile a soli sei mesi dal debutto dell’emozionante terza
stagione, per soddisfare i fan impazienti di conoscere il
proseguimento della storia di Jack. La stagione in sei episodi sarà
disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
La quarta stagione di
Jack RyandiTom Clancy: data di
uscita e dove vederla in streaming
Gli appassionati possono recuperare
le prime tre stagioni della serie già disponibili su Prime
Video. La quarta stagione di Jack Ryan di Tom
Clancy è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in
Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e
intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al
costo di €49,90/anno o €4,99/mese
Jack Ryan di Tom Clancy 4: Trama e
cast
La quarta e ultima stagione di
Jack RyandiTom Clancy vede il
protagonista affrontare la sua missione più pericolosa fino ad ora,
alle prese con un nemico sia esterno che interno. Nel nuovo ruolo
di Acting Deputy Director della CIA, Jack Ryan deve portare alla
luce la corruzione interna; nella sua indagine scopre una serie di
operazioni clandestine che potrebbero esporre la vulnerabilità del
Paese. Nell’investigare fino a che punto si è infiltrata la
corruzione, Jack e il suo team scoprono una realtà molto peggiore –
la convergenza di un cartello della droga con un’organizzazione
terroristica – che rivela quanto la cospirazione sia molto più
vicina a loro di quanto pensassero, mettendo alla prova la fiducia
del nostro eroe nel sistema che ha protetto e per cui ha sempre
combattuto.
Il cast della serie vede John Krasinski nel ruolo di Jack Ryan,
Wendell Pierce nei panni di James Greer,
Michael Kelly come Mike November, e Betty
Gabriel nel ruolo di Elizabeth Wright, Acting Director
della CIA, con Abbie Cornish di nuovo nei panni di Cathy
Mueller. Si uniscono al cast per questa nuova stagione
Michael Peña nei panni di Domingo Chavez e Louis
Ozawa nel ruolo di Chao Fah.
Jack Ryan di Tom Clancy è coprodotta
da Amazon Studios, Paramount Television Studios e Skydance
Television, con gli executive producer Allyson Seeger, Andrew Form,
John Krasinski, Brad Fuller, Michael Bay e John Kelly. A loro si
uniscono come executive producer della quarta stagione Tom Clancy e
David Ellison, Dana Goldberg e Matt Thunell di Skydance Television
insieme a Vaun Wilmott, Mace Neufeld e Carlton Cuse.