Il Thor di Chris
Hemsworth è sempre stato una presenza affascinante
all’interno del MCU, anche se solo in
Thor: Ragnarok di
Taika Waititi abbiamo visto il personaggio brillare grazie ad
una narrativa totalmente inedita per il Dio del Tuono. Waititi ha
intuito quanto Hemsworth sia un attore incredibilmente divertente,
mettendo il suo personaggio al centro di una vera e propria
commedia. Il regista ha quindi dato nuova vita all’eroe, spianando
la strada al popolarissimo Bro Thor che abbiamo poi visto in
Avengers: Endgame.
La prossima
apparizione cinematografica del Dio del Tuono sarà nell’annunciato
Thor: Love and
Thunder, che arriverà al cinema nel 2022. Al momento,
tutte le informazioni sul film indicano che Thor avrà un ruolo di
supporto rispetto al personaggio di Jane Foster interpretato da
Natalie Portman: il film, infatti, adatterà un recente
arco dei fumetti (“The Mighty Thor”) e vedrà Foster raccogliere
l’eredità del suo innamorato ed impugnare il Mjolnir. Quale sarà,
quindi, il destino del figlio di Odino?
Grazie ai fumetti, sappiamo che Thor
scende a patti con la perdita del suo mantello e del suo titolo.
Pur essendo noto come il figlio di Odino, l’eroe sceglie di vagare
per la galassia, apparentemente senza una meta precisa. Esistono
buone probabilità che ciò accade anche nel MCU: la cosa, infatti,
potrebbe lasciare una porta aperta ad Hemsworth per un potenziale
ritorno nei panni del personaggio. Nel frattempo, la nuova Thor
femmina, ossia Jane Foster, potrebbe apparire in più di un film
dell’universo condiviso: diverse voci, infatti, la vorrebbero anche
in Captain
Marvel 2.
Anche Beta Ray Bill raccoglierà
l’eredità di Thor nel MCU?
Eppure, Jane Foster potrebbe non
essere l’unico successore di Thor. Uno dei personaggi dei fumetti
preferito dai fan, ossia Beta Ray Bill, è già stato anticipato nel
MCU, precisamente in
Thor: Ragnarok, e da tempo si vocifera che il
personaggio possa apparire nella quarta avventura dedicata al Dio
del Tuono. Se ciò dovesse accadere, potremmo assistere di nuovo ad
un passaggio di mantello, poiché nei fumetti Bill si è più volte
dimostrato degno dell’eredità di Thor. Per ora si tratta di una
mera speculazione: speriamo che non appena comincino le riprese, le
prime immagini dal set saranno in grado di fornirci maggiori
dettagli in tal senso.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è
fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Bryan Cranston,
l’amatissimo Walter White della popolare serie tv Breaking
Bad, ha rivelato di aver avuto il Coronavirus. L’attore ha
rivelato la sua diagnosi attraverso un post condiviso via Instagram,
sottolineando di essere in via di guarigione, di aver sviluppato
gli anticorpi e di aver deciso di donare il suo plasma a favore
della ricerca.
Nel video condiviso online, infatti,
Cranston ha spiegato a tutti i suoi follower in che cosa consiste
il processo di donazione del plasma: “Voglio annunciare di aver
avuto il Covid-19 qualche tempo fa. Sono stato fortunato, i sintomi
erano molto leggeri. Così ho pensato che, forse, avrei potuto fare
qualcosa. Ho iniziato un programma alla UCLA: spero che attraverso
la donazione del plasma io possa aiutare altre persone”.
L’attore ha spiegato di aver trascorso l’ora necessaria al processo
di donazione guardando Un volto nella folla di
Elia Kazan.
Nella didascalia che ha accompagnato
il video, si legge: “Ciao. Probabilmente, in questo momento, vi
sentite un po’ legati a causa delle limitazioni e, come me, siete
stanchi di tutto questo!! Bene, vorrei incoraggiarvi ad avere
ancora un po’ di pazienza. Ho rispettato con una certa attenzione i
protocolli eppure… Ho contratto il virus. Sì. Sembra scoraggiante,
adesso, sapere che oltre 150,000 americani sono morti a causa di
questo virus. Io sono stato uno dei fortunati. Sintomi leggeri.
Ringrazio il cielo e vi invito a continuare a indossare quella
dannata mascherina, lavarvi le mani e rispettare il distanziamento
sociale. Possiamo vincere questa battaglia, ma SOLO se rispettiamo
le regole tutti insieme. Riguardatevi”. Potete vedere il video
cliccando sull’immagine di seguito:
Dal 31 luglio in esclusiva su Prime Video – Versione
originale, sottotitolata in inglese
Shakuntala Devi è il
primo film biografico in lingua indiana a debuttare su Prime Video.
La protagonista del film è Vidya Balan (Kahaani, Tumhari
Sulu, The Dirty Picture) nel ruolo di Shakuntala Devi,
divenuta famosa con il soprannome “computer umano” per la sua
incredibile capacità di eseguire operazioni matematiche complesse a
mente. Shakuntala Devi è un film biografico che narra
la vita straordinaria del genio della matematica, autrice e
astrologa Shakuntala Devi. Diretto da Anu Menon
(Waiting, Four More Shots Please S1) e
prodotto da Sony Pictures Networks Productions e Vikram
Malhotra (Abundantia Entertainment), il film vanta
nel cast anche Sanya Malhotra(Photograph,Dangal,
Badhaai Ho), che ricoprirà il ruolo della figlia di Shakuntala
Devi, con cui il genio aveva un complicato ma straordinario
rapporto. Gli attori Jisshu Sengupta (Piku, Mardaani 2,
Barfi) eAmit Sadh (Breathe, Kai Po
Che, Gold) hanno anch’essi un ruolo centrale nella storia. La
sceneggiatura è stata scritta daAnu Menon e Nayanika
Mahtani, mentre i dialoghi sono stati curati da Ishita
Moitra. Nel cast del film è presente anche l’attore italiano
Luca Calvani.
The Last Narc
Dal 31 luglio in esclusiva
su Prime Video,Versione originale,
sottotitolata
The Last Narc la
nuova provocatoria docuserie in 4 episodi che racconta
l’assassinio, il rapimento e l’omicidio, nel 1985, dell’agente
della DEA (Drug Enforcement Administration) Enrique “Kiki”
Camarena. The Last Narc è la storia di un eroe
caduto, degli uomini che lo hanno ucciso, dell’uomo che ha
rischiato tutto per scoprire cosa fosse realmente successo e il
perchè. Il decorato agente speciale Hector Berellez, a cui era
stata assegnata l’indagine sull’omicidio di Camarena, esamina tutti
gli strati del mito e della propaganda per rivelare la spaventosa
verità su un complotto che spazia dai “killing field” messicani ai
palazzi del potere a Washington, D.C. La testimonianza di Berellez
sarà affiancata dalle dichiarazioni della vedova di Camarena e
dalle testimonianze di tre infiltrati nei cartelli di
Guadalajara.
The Last Narc è diretto da Tiller Russell ed è una
produzione Amazon Studios e The Intellectual Property Corporation
(IPC) di Industrial Media. Eli Holzman e Aaron Saidman di IPC sono
i produttori esecutivi.
The Head
È arrivato l’inverno al Polo Sud.
Il sole presto scomparirà per i successivi sei mesi. Un piccolo
team, noto come ‘I Winterers’, si prepara a rimanere alla stazione
di ricerca antartica Polaris VI per continuare la loro ricerca
innovativa, cruciale per la lotta contro il cambiamento
climatico sotto la guida del famoso biologo Arthur Wilde
(John Lynch). Con l’avvento della primavera, però, il capo progetto
estivo Johan Berg (Alexander Willaume) ritorna alla stazione
constatando che tutti i membri del team sono morti o dispersi. C’è
un killer a piede libero e Annika (Laura Bach), la moglie di Johan,
è dispersa. Se la vuole ritrovare in vita dovrà fidarsi di Maggie
(Katharine O’Donnelly), la giovane dottoressa che è
profondamente scossa dagli avvenimenti e che pare essere l’unica
sopravvissuta del gruppo… o c’è anche qualcun
altro?
The Head è una produzione internazionale di The
Mediapro Studio, in collaborazione con Hulu Japan e HBO Asia,
diretta da Jorge Dorado e con sceneggiatura di Àlex and David
Pastor con Isaac Sastre. Il cast presenta una varietà di star
internazionali tra cui John Lynch, Katharine O’Donnelly, Alexandre
Willaume, Laura Bach, Tomohisa Yamashita, Richard Sammel, Chris
Reilly, Sandra Andreis, Amelia Hoy, Tom Lawrence, con la
partecipazione speciale di Álvaro Morte.
World’s Toughest Race:
Eco-Challenge Fiji
World’s Toughest Race:
Eco-Challenge Fiji debutterà su Prime Video il
14 Agosto. Questa avventura in 10 episodi presentata da Bear
Grylls e prodotta da Mark Burnett, è il racconto di una
gara estrema in cui 66 squadre provenienti da 30 paesi si
sfideranno non-stop per 11 giorni, 24 ore al giorno attraverso
centinaia di miglia sui terreni delle Fiji tra montagne, giungle e
oceani.
Girata lo scorso anno alle Fiji, World’s Toughest
Race: Eco-Challenge Fiji è una sfida per 330 concorrenti
(uniti in gruppi da 5 complessivi di atleti e un
assistente) a raggiungere il traguardo finale. Tuttavia
i veri avversari non sono i team rivali bensì gli
impervi 671 km del percorso. Gli spettatori vedranno la
resistenza fisica e mentale testata come mai prima d’ora. In fin
dei conti il cuore dello show è proprio la perseveranza.
La serie, prodotta da MGM Television in collaborazione con gli
Amazon Studios, è il frutto del lavoro di un team televisivo
premiato agli Emmy che include il presentatore ed executive
producer Bear Grylls (Man vs
Wild, Running Wild), la showrunner
ed executive producer Lisa
Hennessy (Eco-Challenge, The Biggest
Loser), e gli executive producer Mark
Burnett (Survivor, The
Voice), Eric Van
Wagenen (Survivor, The Amazing
Race), Barry Poznick degli MGM Studios,
e Delbert Shoopman, partner di produzione di Grylls.
Chemical Heart
Dal 21 agosto in esclusiva su Prime
Video
Il diciassettene Henry Page
(Austin Abrams) non si è mai innamorato. Si ritiene un romantico
solo che non ha ancora incrociato “l’amore della vita” in cui
spera. Ma il primo giorno dell’ultimo anno delle superiori incontra
una studentessa appena trasferitasi, Grace Town (Lili
Reinhart) e improvvisamente sembra che la situazione sia destinata
a cambiare. Quando Grace ed Henry vengono entrambi scelti per
dirigere il giornale della scuola, lui si ritrova immediatamente
coinvolto dalla vita della nuova arrivata. Con la scoperta del
segreto che ha cambiato la vita di lei, Henry se ne innamora, o per
lo meno si innamora della persona che lui pensa lei sia.
Chemical
Hearts è scritta e diretta da Richard
Tanne (Southside with You), basata sul romanzo
Our Chemical Hearts di Krystal Sutherland. Il
film è prodotto da Tanne e Alex Saks (The
Florida Project, Thoroughbreds) e annovera nel
cast Lili Reinhart (Riverdale, Hustlers), Austin
Abrams (Paper Towns, Brad’s Status), Bruce Altman
(Mr. Robot, Law & Order), Adhir Kalyan (Paul
Blart: Mall Cop, Rules of Engagement), Sarah Jones
(For All Mankind, Damnation), Coral Peña (The
Post, 24: Legacy) and Kara Young (Hair Wolf, The
Punisher).
NUOVI FILM E DOCUMENTARI IN
ARRIVO
Puoi Baciare lo Sposo | 1 agosto
Una Festa Esagerata | 7 agosto
Upgrade | 10 agosto
Escobar – Il fascino del male | 19 agosto
Amabili Resti | 20 agosto
Made in Italy | 21 agosto
#OPS – L’evento | 26 agosto
Kids in Love | 21 agosto
Il Regno | 28 agosto
Amiche in affari | 28 agosto
NUOVE SERIE IN ARRIVO
24 – 8 stagioni | 1 agosto
Misfits 5 stagioni | 1 agosto
Top Gear – dalla stagione 15 alla 22 in versione
doppiata | 1 agosto
FILM IN SCADENZA
Jurassic World: Fallen Kingdom | fino all’8
agosto
American Sniper | fino all’8 agosto
Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’Anello | fino al 15
agosto
Il Signore degli Anelli: Le Due Torri | fino al 15 agosto
Grande, Grosso e… Verdone | fino al 19 agosto
Peppermint | fino al 28 agosto
Pixar Animation
Studios ha annunciato oggi che la sua prossima uscita
cinematografica sarà Luca.
Diretto dal candidato all’Oscar Enrico Casarosa
(La Luna) e prodotto da Andrea Warren
(Lava, Cars
3), Luca arriverà nei cinema statunitensi il 18
giugno 2021.
Ambientato in una splendida città
di mare della Riviera italiana, Luca.,
l’originale film d’animazione è la storia di un giovane ragazzo che
vive un’esperienza di crescita personale durante un’indimenticabile
estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in
scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore
amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto
profondo: lui in realtà è un mostro marino di un altro mondo
situato appena sotto la superficie dell’acqua.
“Questa è una storia
profondamente personale, non solo perché è ambientata nella Riviera
italiana dove sono cresciuto, ma perché al centro di questo film
c’è la celebrazione dell’amicizia. Le amicizie infantili spesso
stabiliscono la rotta di chi vogliamo diventare e sono proprio quei
legami ad essere al centro della nostra storia in Luca”, ha
dichiarato il regista Enrico Casarosa. “Così, oltre alla
bellezza e al fascino del mare italiano, il nostro film racconterà
un’avventura estiva indimenticabile che cambierà radicalmente
Luca”.
Dopo
il trailer ufficiale01 Distribution
ha diffuso una clip di
After 2, sequel del film campione d’incassi nei cinema
italiani dal 2 settembre 2020.
In
After 2 dopo la loro rottura, Hardin
(Hero Fiennes Tiffin) e Tessa (Josephine Langford)
cercano di andare avanti ognuno per la propria
strada. Mentre Hardin torna a perdersi in cattive
abitudini, Tessa, forte della sicurezza acquisita, inizia a
frequentare lo stage dei suoi sogni alla casa editrice Vance dove
attira l’attenzione del suo collega Trevor (Dylan
Sprouse), il ragazzo perfetto col quale intraprendere una
relazione. Trevor è intelligente, spiritoso, attraente ma
soprattutto è affidabile. Tessa, nonostante questo nuovo incontro,
non riesce a togliersi dalla testa Hardin. Dopotutto lui è l’amore
della sua vita e al di là dei loro fraintendimenti e delle
difficoltà, non può negare ciò che prova. Vorrebbe essere in grado
di andare avanti per la sua strada, ma non è così semplice.
Attraverso gli alti e i bassi della loro relazione, Tessa e Hardin
lotteranno per stare ancora insieme anche se l’intero universo
sembra tramare per tenerli separati.
Dopo il successo del primo film,
“After”, uscito ad aprile 2019, che ha incassato più di 6 milioni
di euro al boxoffice italiano, arriva prossimamente nei cinema
After 2, basato sul secondo capitolo del
romanzo best seller di Anna Todd con protagonisti Tessa Young
(Langford) e Hardin Scott (Tiffin), diventato un fenomeno
sensazionale come fan fiction su Wattpad. After 2 è diretto da Roger
Kumble e vede protagonisti
Josephine Langford, Hero
Fiennes-Tiffin, Dylan Sprouse,
Selma Blair, Charlie Weber.
Il vero cattivo di The New
Mutants potrebbe essere uno dei personaggi più famosi,
antichi e potenti della storia dei fumetti dei mutanti Marvel: Proteo, un mutante i cui
poteri deformano la realtà stessa. L’ultimo film di X-Men
realizzato da Fox, The New Mutants ha avuto una
sorte decisamente ostile. È stato soggetto a ritardi costanti, per
lo più al di fuori del controllo del regista Josh
Boone, per il quale questo film è stato un atto d’amore. È
attualmente previsto per agosto 2020, ma nessuno sarebbe sorpreso
di vederlo spostato di nuovo a causa della pandemia di
coronavirus.
Naturalmente, tutti questi ritardi
hanno portato a un numero impressionante di trailer e spot
televisivi, quindi gli spettatori possono essere perdonati per aver
creduto di avere una conoscenza abbastanza solida della trama. In
base a quanto trapelato, sembra che i protagonisti della storia
saranno Dani Moonstar (Blu Hunt), Magik
(Anya Taylor-Joy) e il mostruoso Demon Bear. Ma
Josh Boone ha lasciato intendere che tutto ciò
potrebbe rappresentare un depistaggio. “Ci sono cose che non
vedrete mai nei trailer, che sono parti importanti del film”, ha
detto a IGN nel 2017 il regista. Durante la stessa intervista, a
Boone è stato chiesto di Demon Bear e lui ha lasciato trapelare un
indizio sorprendente; ha rifiutato di affermare che si tratta del
cattivo principale del film. “Non vorrei spingermi fino in fondo,”
rispose con cautela. “Direi solo che è molto ispirato da quella
serie di fumetti.”
Eppure, nonostante tutto, l’ultimo
trailer esteso di The New Mutants – rilasciato
durante il Comic-Con@Home (qui
il panel) – potrebbe aver lasciato trapelare un indizio
importante, un Easter Egg che sembra davvero un indizio importante.
Vediamolo di seguito:
Un curioso riferimento ai nuovi mutanti
Il
trailer esteso di The New Mutants, rilasciato
all’SDCC, era oscuro e suggestivo, e comprendeva un inquietante
scorcio di quello che sembra essere un cimitero mutante. Il dialogo
della dott.ssa Cecilia Reyes (Alice Braga), che
dirige l’istituzione mutante, ha suggerito che i giovani mutanti
vengono affidati alle sue cure o seppelliti in questo cimitero.
Dato che il film sembra essere ambientato interamente attorno al
suo istituto, tuttavia, è ragionevole supporre che il cimitero
contenga effettivamente i corpi di adolescenti mutanti rinchiusi
per un po’ nell’istituto in questione. È un inquietante accenno al
destino che potrebbe essere in serbo per i New Mutants. Si noti che
non ci sono nomi sulle tombe, solo numeri, ad indicare che i
pazienti non hanno identità.
A prima vista, questi numeri
rivelano semplicemente quanti mutanti sono stati sepolti. Ma,
naturalmente, gli adattamenti dei fumetti tradizionalmente amano
nascondere sottili indizi nelle scene, quindi non sarebbe una
sorpresa se quei numeri parlassero più di quanto sembra. Non
possono indicare il numero di un fumetto di The New Mutants, la cui
serie è terminata dopo 100 numeri, quindi molto probabilmente si
riferiscono alla serie Uncanny X-Men. Non sorprende che tutti
questi numeri siano in realtà parte dell’iconica run di
Chris Claremont, che Josh Boone
ha spesso affermato di amare.
Uncanny X-Men #126 potrebbe essere
particolarmente importante. In quel numero, gli X-Men si recarono
al Mutant Research Center sull’isola di Muir, gestito dalla loro
amica Moira MacTaggert. Gli X-Men avevano sempre
creduto che questo fosse un posto sano e sicuro, ma conteneva un
oscuro segreto. Il figlio di Moira era un mutante, un cosiddetto
mutante di “livello Omega” il cui potere era fuori scala, che
possedeva la capacità di manipolare la realtà a piacimento.
Sfortunatamente quel tipo di potere ha un costo, perché una persona
che può manipolare il tessuto stesso della realtà non cresce o non
si sviluppa normalmente; Moira si rese rapidamente conto che suo
figlio era pericoloso e lo aveva imprigionato nel cuore dell’isola
di Muir per anni, tentando di trovare una cura per le sue
condizioni. Quando Proteo alla fine perse lo scontro contro gli
X-Men, era terribilmente instabile e gli X-Men sopravvissero a
malapena all’incontro; persino Wolverine fu lasciato traumatizzato
dallo scontro con Proteo.
Proteo potrebbe essere il vero cattivo di The New Mutants
La cellula di Proteo
sull’Isola di Muir corrisponde quasi perfettamente a quella
osservata in The New Mutants, suggerendo che
esiste una sorta di legame tra il film e Uncanny X-Men #126. Ciò
solleva l’intrigante possibilità che Proteo possa apparire nel film
e potenzialmente essere il cattivo principale. E,
sorprendentemente, ciò si adatterebbe molto bene con le indicazioni
apparentemente contraddittorie fatte nel trailer.
Tutto in The New
Mutants sembra suggerire che Dani Moonstar sia il vero
cattivo, in una sorta di trama a là Dark Phoenix in cui i suoi
poteri sono fuori controllo. Dopotutto, nei fumetti, Dani possiede
il potere di far prendere vita agli incubi delle persone. Ciò
spiegherebbe perché si manifestano anche le paure di altri mutanti;
Cannonball ricorda un incidente in miniera in cui i suoi poteri si
sono innescati per la prima volta, Magik affronta i misteriosi
Smiley Men e Wolfsbane si ritrova nel confessionale di una chiesa,
probabilmente un’allusione a suo padre violento, che era un
reverendo. Inoltre, in uno dei dialoghi chiave, Sunspot afferma che
è la casa stessa a far manifestare le loro peggiori paure – una
forza esterna che i Nuovi Mutanti non riconoscono, quindi non Dani.
Non tutto sommato.
La conclusione più probabile è
semplicemente che esiste un altro manipolatore della realtà
nell’istituto: Proteo. In effetti, i trailer potrebbero in realtà
aver sottilmente accennato all’esistenza di Proteo, perché ci sono
state un paio di scene che mostrano un misterioso essere di energia
oscura.
Come Proteo potrebbe adattarsi ai nuovi mutanti
Se Proteo è il cattivo,
allora The New Mutants è ispirato da Uncanny X-Men #126 come lo è
alla Demon Bear Saga – e ciò darebbe un senso ad alcune
altre stranezze. Questo istituto non è esattamente un luogo
piacevole per i mutanti, eppure è gestita da una di loro, Cecilia
Reyes, i cui poteri di campo di forza sono stati visti in azione
nelle foto trapelate e nei trailer. In effetti, Boone inizialmente
aveva pianificato che il posto doveva essere gestito da Tempesta,
degli X-Men. Ma perché un mutante dovrebbe gestire un istituto del
genere, sperimentando mutanti, monitorandoli attentamente e non
preoccupandosi se vivono o muoiono?
È possibile che Boone abbia fuso
Cecilia Reyes con Moira MacTaggert stessa. In tal caso, la
dottoressa Reyes sta lavorando per cercare una cura per suo figlio
mutante, Proteo, i cui poteri stanno diventando sempre più
instabili. Dani – che ha anche la capacità di manipolare la realtà
in una certa misura – sarebbe una cavia adeguata per lei, e in
effetti Reyes sembra concentrarsi incessantemente su Dani
nell’ultimo trailer. Sfortunatamente, la strategia di Reyes
fallisce e Proteo fugge. Nei fumetti, poteva possedere corpi ospiti
e quindi nascondersi in bella vista; questo potrebbe spiegare
perché c’è stato così poco accenno al viaggio del personaggio di
Sunspot nei trailer, perché Proteo potrebbe scegliere lui per
possederlo. In una scena chiave dei trailer, Sunspot è di fronte, e
questo misterioso essere oscuro allunga una mano verso di lui; la
scena ricorda l’attacco di Proteo a Fenice in Uncanny X-Men #125.
L’unica domanda da porsi è a questo punto come possano dei giovani
mutanti inesperti fermare Proteo, mutante di classe Omega che ha
terrorizzato persino Wolverine. Non ci resta che aspettare per
scoprirlo.
L’amicizia tra Tony Stark e Peter
Parker nell’Universo Cinematografico Marvel è una delle relazioni più
belle e divertenti della Saga dell’Infinito. Iron Man incontrò per
la prima volta Spider-Man in Captain
America: Civil War, diventando immediatamente un mentore
per il giovane eroe. Tony si è sempre preoccupato
per Peter: spesso, infatti, ha sostituito lo zio Ben in qualità di
figura paterna del ragazzo. Tuttavia, l’eroe non ha sempre preso le
migliori decisioni quando si è trattato del suo protetto.
Screen Rant ha raccolto tutte le volte in cui Tony Stark ha
saputo agire da figura paterna nei confronti di Peter, e tutte le
volte che invece ha fallito:
Rimandare a casa Peter dallo
spazio
Iron Man e Spider-Man
vengono entrambi richiamati all’azione quando, in Avengers:
Infinity War, l’Ordine Nero invade New York. Tony incarica
Peter di proteggere Doctor Strange da Ebony Maw, cosa che spinge il
giovane supereroe ad intraprendere il suo primo viaggio nello
spazio.
Prima di tentare di
rispedirlo sulla Terra, Tony salva la vita di Peter schierando la
tuta di Iron Spider. Proprio come un vero e proprio figlio ribelle,
Peter sfida il suo mentore e rimane a bordo dell’astronave di
Thanos.
Portare Peter in Germania
Iron Man ha incontrato
Spider-Man per la prima volta in Captain
America: Civil War, dove Tony ha reclutato il giovane eroe
per la lotta contro il team di Cap. Con il senno di poi, questa
presa da Tony è stata una decisione alquanto sbagliata, un esempio
del fatto che non sempre ha saputo comportarsi da padre nei
confronti del suo pupillo.
Nonostante le reticenze del ragazzo,
Iron Man porta uno Spider-Man di appena 14 anni in Germania. Agendo
in maniera decisamente irresponsabile, Tony mette in pericolo la
sicurezza di Peter e manipola il giovane eroe, spingendolo a
lottare per lui.
Sequestrare il costume di Spider-Man
In Spider-Man:
Homecoming vediamo un Tony molto protettivo nei confronti
di Peter. Dopo che il giovane eroe ha messo a rischio la vita di
persone innocenti, Iron Man arriva per cercare di rimediare agli
errore di Spider-Man, sequestrando il suo nuovo costume.
Giustamente, Tony
redarguisce il suo pupillo: “Se non sei niente senza questo
costume, allora non dovresti averlo”. Si tratta di un momento
estremamente importante per Peter, in quanto le parole del suo
mentore lo costringono a fare i conti con la sua dipendenza dal
costume e a rivendicare la sua vera identità.
Tenere Peter all’oscuro degli accordi di Sakovia
Tony ha commesso diversi
errori in Captain
America: Civil War: primo fra tutti, coinvolgere
Peter nella sua lotta contro Cap. Oltre a mettere in pericolo la
vita dell’adolescente portandolo in Germania, Tony non ha neanche
rivelato al giovane eroe tutta la verità sul conflitto, trascurando
di menzionare gli accordi di Sokovia.
La cosa è palese durante il
confronto tra Spider-Man e Captain America. Steve Rogers capisce
che Tony non ha raccontato a Peter tutta la storia. Il giovane eroe
lo conferma, riportando la vaga scusa che gli è stata fornita dal
suo mentore.
Invitare Peter ad unirsi agli Avengers
Tony riconosce le qualità
eroiche di Peter e alla fine di Spider-Man:
Homecoming gli regala il riconoscimento che merita. Iron
Man chiede a Spider-Man di unirsi ai Vendicatori, invitandolo a
vivere nell’Avengers Tower e a diventare un membro della squadra a
pieno titolo.
Peter però rifiuta l’offerta di
Tony, rendendosi conto che non è ancora pronto per essere un
Vendicatore. Non si sente ancora pronto a seguire le orme del suo
mentore, nonostante Tony riconosca già che Peter sia degno di
raccogliere la sua eredità.
Il costume con la modalità di uccisione istantanea
Tony potrebbe aver fatto un
regalo prezioso a Peter donandogli il costume di Spider-Man
aggiornato; parallelamente, ha commesso un terribile errore
nell’aggiungere la funzione di uccisione istantanea. Donando ad un
adolescente un’arma così micidiale, Iron Man si dimostra una figura
paterna irresponsabile.
Lo stesso Peter è scioccato dal
fatto che, in Spider-Man:
Homecoming, Tony aggiunga una funzione di
uccisione istantanea al suo costume. Anche se gli salva la vita in
Avengers:
Endgame, questa svista rimane un esempio di genitorialità
tutt’altro che ammirevole.
Viaggiare nel tempo per salvarlo
All’inizio di Avengers:
Endgame, Tony è riluttante ad aiutare gli Avengers a
mettere in atto il piano basato sui viaggi nel tempo. L’eroe in
pensione, significativamente provato dalla decimazione di Thanos in
Avengers:
Infinity War, teme di perdere sua figlia Morgan,
così rifiuta la richiesta di aiuto di Cap.
Alla fine, è proprio una fotografia
di Peter a far cambiare idea a Tony. Determinato a cercare di
salvare il suo protetto e la vita di miliardi di altre persone,
Iron Man completa l’equazione del viaggio nel tempo e si riunisce
con gli altri Vendicatori.
Tagliare i ponti con Peter in Homecoming
Uno dei più grandi errori
di Iron Man nel suo ruolo di mentore in Spider-Man è stato quando
ha abbandonato il giovane eroe dopo gli eventi di Captain
America: Civil War. Tony lascia a Peter i
contatti di Happy Hogan e sparisce per mesi.
Le azioni di Tony fanno sì che Peter
commetta una serie di errori, dal momento che il giovane eroe opera
senza la necessaria guida. Iron Man avrebbe dovuto continuare a
supportare Spider-Man, soprattutto dopo aver coinvolto il
ragazzo nella lotta contro il team di Cap in Germania.
La reunion e l’abbraccio in Endgame
L’abbraccio simbolo della
riunione tra Tony e Peter in Avengers:
Endgame è probabilmente il momento più tenero che i
due personaggi hanno condiviso. Dopo cinque anni, Spider-Man e i
Vendicatori spazzati via da Thanos tornano a combattere per
l’ultima volta contro le forze del Titano Pazzo.
Tony e Peter si
riuniscono tra le rovine dell’Avengers Facility durante la
battaglia. Sollevato nel vedere nuovamente vivo il suo pupillo,
Tony cede alle sue emozioni e i due si scambiano un abbraccio che
forse in quel momento era decisamente necessario.
Concedergli di maneggiare armi mortali
Direttamente dalla tomba, Iron Man
prende un’altra decisione sconsiderata in Spider-Man:
Far From Home. Tony, infatti, ha lasciato in eredità a
Peter E.D.I.T.H., un sistema di intelligenza artificiale che
permette al giovane eroe l’accesso a tutti i sistemi di sicurezza
delle Stark Industries. Quando Peter, per errore, consegna gli
accessi di E.D.I.T.H. a Mysterio, naturalmente il disastro è dietro
l’angolo.
Tony pensava di fare del bene al
giovane eroe, ma dare ad un adolescente l’accesso ad armi così
pericolose è stata una svita decisamente imperdonabile.
Inavvertitamente, Peter invia un drone per uccidere il suo compagno
di classe, ammettendo ancora uan volta di non essere pronto a
raccogliere l’eredità di Iron Man. Tony potrebbe aver visto Peter
come una sorta di figlio surrogato, ma è palese quanto il
Vendicatore non abbia sempre fatto le migliori scelte per il suo
pupillo.
Nonostante non sia stato in grado di liberare tutta la potenza
delle Infinity Stones fino alla fine
di Avengers:
Infinity War, Thanos ha fatto buon uso delle gemme che aveva
per tutto il resto del film. Su Titano, ha combattuto
Iron Man, Spider-Man, Doctor Strange, Star-Lord, Drax,
Mantis e Nebula, riuscendo a
sopraffarli tutti.
Durante
lo scontro con Iron Man, Thanos usò le Pietre per trasformare alcuni
massi in pipistrelli, che poi mandò in volo sul Vendicatore
corazzato. Quella particolare scena è stata talmente breve che non
abbiamo avuto modo di vedere le creature nel dettaglio. Oggi però
grazie al al concept artist Jerad S. Marantz possiamo ammirare il
suo lavoro svolto proprio per dare sembianze a quelle creature. Il
risultato finale è strabiliante e sono innegabilmente terrificanti,
ed è sicuramente un peccato che non abbiano ottenuto un po’ più di
dettaglio nel film.
“Ho dovuto fare un paio di revisioni a questo
ragazzo” , spiega l’artista, “ed è stato
sorpreso di vedere come alla fine non riuscivi davvero vederli nel
film, ma questo succede molto spesso. Inizialmente queste
[creature] sarebbero dovute essere riprese con maggiore
dettaglio”. Al concept art di Avengers: Infinity War
di seguito:
L’attore Jon Cryer ha svelato un
aneddoto alquanto divertente in merito alla sceneggiatura originale
di Ritorno al
Futuro che finì nelle sue mani all’epoca del provino
che avrebbe dovuto sostenere per il film: come rivelato da Cryer,
per tornare indietro nel tempo, sarebbe stata necessaria… la
Coca-Cola!
Jon Cryer sostenne il provino per
interpretare il ruolo di Marty McFly, provino al quale si presentò
anche
Ben Stiller e ruolo che venne poi affidato – come sappiamo – a
Michael J. Fox. Oltre a confermare di aver
provato ad ottenere il ruolo del protagonista nel primo episodio
della celebre saga, Cryer ha anche rivelato via Twitter
che la sceneggiatura originale del film era molto diversa rispetto
a ciò che abbiamo poi visto sul grande schermo.
L’attore ha rivelato che in
originale la macchina del tempo non era una Delorean, ma una più
comune macchina del tempo. Ancora, l’ingrediente segreto che
avrebbe permesso alla macchina di funzionare era proprio la
Coca-Cola, la quale avrebbe attivato un processo di fusione
nucleare. Tuttavia, Mary avrebbe svuotato per sbaglio la bottiglia:
resosi conto che non sarebbe riuscito a sopravvivere alla
detonazione, si rifugia all’interno di un frigorifero rivestito di
piombo che lo riporta a casa, negli anni ’80.
Ritorno al Futuro e lo status di instant cult
Per fortuna, la sceneggiatura è
stata cambiata e, con tutto il rispetto per le rispettive capacità
recitative di Cryer e Stiller, alla fine Fox si è rivelato perfetto
per il ruolo di Marty. Il risultato finale è stato un instant
cult tanto credibile (nonostante la componente sci-fi) quanto
divertente, che ha contribuito a scrivere la storia del cinema
degli anni ’80.
Karl Urban ha rivelato di aver interpretato un
cameo segreto in
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker. L’attore
neozelandese, diventato famoso a Hollywood grazie al ruolo di Eomer
nella saga de Il Signore degli Anelli, è attualmente
protagonista della serie di supereroi di successo di Amazon Prime,
The
Boys, dove interpreta il sardonico e sgarbato Billy
Butcher. Ha anche recitato nei panni di Leonard McCoy nel reboot di
Star Trek ad opera di
J.J. Abrams e nei sequel Star Trek: Into Darkness e
Star Trek: Beyond.
Abrams è stato responsabile del
lancio della trilogia sequel di Star
Wars con
Il Risveglio della Forza, ed è tornato per chiudere la
saga degli Skywalker con
L’Ascesa di Skywalker, uscito nelle sale lo scorso
Dicembre. I film del franchise sono nascondere al suo interno
numerosi cameo di celebri attori, come ad esempio Daniel Craig, che proprio in
Episodio VII ha interpretato uno Stormtrooper.
Adesso, è stato
proprio Karl Urban a rivelare che anche il suo nome
può essere annoverato nella lunga schiera di star che hanno preso
parte al franchise attraverso un breve cameo. Intervistato da
Digital Spy, Urban ha confermato di aver interpretato anch’egli
uno Stormtrooper ne
L’Ascesa di Skywalker. L’attore ha spiegato che il cameo è nato
un giorno che era andato a trovare Abrams sul set. Il regista ha
spinto Urban ad apparire nel film, con l’attore che ha colto al
volo l’occasione irripetibile.
Karl Urban: “Ho sempre sognato
di interpretare uno Stormtrooper in Star Wars.”
“Ecco come sono
andate le cose”, ha spiegato
Karl Urban. “Ho avuto la fortuna di fare visita a
J.J. Abrams mentre girava L’Ascesa di Skywalker. Mentre ero lì, mi
ha messo addosso un uniforme da Stormtrooper e abbiamo trascorso
una giornata davvero divertente sul set. È sempre stato uno dei
miei obiettivi essere uno Stormtrooper, da tutta la vita, e
finalmente posso posso dire di esserci riuscito. Nel film potete
sentire la mia voce che esclama: “Cavalieri di Ren” mentre Kylo Ren
cammina lungo un corridoio al fianco di due Stormtrooper. Sono uno
di quei due Stormtrooper.”
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran,
con Ian McDiarmid e Billy
Dee Williams.
Seth Rogen ha
trovato il suo prossimo progetto, la cui regia è stata affidata a
Luca Guadagnino. Si tratta di un film basato sulla
vita di Scotty Bowers, a volte definito “Hollywood
Hustler”. La vita di Bowers è già stata al centro di un
documentario del 2017 diretto da Matt Tyrnauer, Scotty and
Secret History of Hollywood.
Deadline riporta che
Rogen scriverà la sceneggiatura del film, insieme al suo frequente
collaboratore Evan Goldberg. Luca
Guadagnino sarà il regista del film. Searchlight
Pictures è lo studio dietro il progetto produttivo, con
Point Gray Pictures (fondata da Rogen e Goldberg) e Tyrnauer stesso
tra gli altri.
Bowers è deceduto nell’ottobre 2019,
ma il fascino che circonda la sua colorita esistenza a Hollywood ha
continuato a interessare l’industria dell’intrattenimento. Nella
recente miniserie Netflix di Ryan Murphy,
Hollywood, Dylan McDermott ha interpretato un
personaggio vagamente basato su Bowers, Ernie West, un magnaccia
che lavora da una stazione di benzina, proprio come faceva Bowers
secondo le voci. McDermott è stato recentemente nominato per un
Primetime Emmy Award per la sua
interpretazione.
Rogen è noto soprattutto per la sua
carriera d’attore, ma è stato lo sceneggiatore di molte commedie,
tra cui Superbad, Pineapple
Express e Sausage Party. La vita di
Scotty Bowers è il materiale perfetto per
consentire a Seth Rogen di tornare a scrivere e
sicuramente un soggetto interessante da raccontare anche per
Guadagnino.
Cresce l’attesa per il debutto di
The Mandalorian 2, la serie sequel di The
Mandalorian targata Disney+ e
LucasFilm. Ebbene oggi l’attore Giancarlo Esposito ha rivelato che nella
seconda stagione verrà approfondito di più Moff Gideon e
il passato di Darksaber. Giancarlo Esposito in
un’intervista con Deadline ha
confermato che saranno toccati sia la storia di Gideon che quella
dell’arma.
“Saprete di più di Darksaber,
apprenderete la spiegazione di questa antica arma nel mondo
moderno, un mondo crollato”, ha rivelato Esposito dopo
aver ricevuto la sua nomination agli Emmy come miglior attore guest
in una serie drammatica per la serie Disney+. “Da dove
viene questa sciabola e come è stata rianimata? È la chiave della
nostra seconda stagione, che tornerà prima o poi.”“Darksaber è una chiave per apprendere di più dal passato
di Moff Gideon, che forse ha molto a che fare con la sua
provenienza e il suo desiderio di costruire un pianeta e riportarlo
in vita”, ha concluso.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The
Mandalorian racconta le difficoltà di un
pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia,
lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come
protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel cast
anche Gina
Carano (Deadpool, Fast
and Furious); Carl Weathers (Apollo
Creed nella saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
Inizialmente, la Warner Bros. voleva
che Il Cavaliere Oscuro rappresentasse una storia
di origini per il Joker interpretato da Heath Ledger. Il secondo film della trilogia
dedicata all’iconico Batman e diretta da Christopher Nolan è stato il film con il più
alto incasso del 2008 e ha ricevuto ampi consensi dalla critica, in
particolare per l’incredibile performance del compianto Ledger
(premiata anche con un Oscar postumo).
In occasione di un’intervista
durante il del Comic-Con@Home, il co-sceneggiatore de Il Cavaliere Oscuro, David S.
Goyer, ha rivelato che inizialmente la Warner Bros. ha
insistito affinché nel film venissero raccontate le origini del
Joker. Goyer ha fatto riferimento alle elaborate storie sulle
origini dei villain che di solito si vedono nei film di supereroi e
di come hanno scelto di intraprendere una direzione totalmente
diversa per l’iterazione del Clown Principe del Crimine da parte di
Ledger.
“Ricordo quando stavamo parlando
del film. Una volta esclamai: ‘Beh, cosa accadrebbe se il Joker non
avesse alcuna storia di origini?’. Anche dopo il successo di Batman
Begins, lo studio l’ha sempre considerata una questione molto
controversa. Abbiamo subito molte pressioni. Le persone erano
preoccupate.”
Le origini del Joker sul grande schermo
In tutti i diversi adattamenti del
Joker sul grande schermo, le origini del personaggio non si sono
mai allineate alla perfezione. Nel fumetto “Batman: The
Killing Joke” del 1988, Joker era un comico fallito che
divenne un criminale per sostenere la moglie incinta. Nel film di
Tim
Burton del 1989, Joker era un gangster di nome Jack
Napier, autore dell’omicidio dei genitori di Bruce Wayne che
durante uno scontro con Batman precipita in una vasca piena di
acido. Ancora, nel film di Todd
Philips è un clown vessato dalla sorte, vittima di
bullismo, che sogna di diventare un comico di successo, ma che
lentamente resta vittima della sua follia.
Considerando che il Joker sembra
avere una storia diversa in quasi ogni adattamento cinematografico,
la scelta degli sceneggiatori de Il Cavaliere Oscuro di rendere vaghe le
origini del personaggio appare in un certo senso molto coerente.
Sarebbe stato sicuramente interessante scoprire di più sul passato
del Joker di Ledger, ma è innegabile che il film ed l’iterazione
del personaggio siano perfettamente riusciti anche senza
un’adeguata origin story.
L’annunciata serie Disney+ su Obi-Wan
Kenobi sta letteralmente facendo impazzire i fan
dell’universo di Star Wars, e dopo
avervi rivelato che probabilmente Hayden Christensen apparirà
nello show. Oggi apprendiamo grazie al casting che
probabilmente due noti personaggi appariranno nella serie.
Pare infatti che le giovani
versioni di Luke Skywalker e Leila appariranno nella serie. Questa
notizia non sorprende poi tanto, soprattutto dopo aver constatato
il successo delle apparizioni di noti personaggi in nuove serie e
film.
Secondo i siti americano la
Lucasfilm è attualmente alla ricerca di un “(ragazza) caucasica,
8-11 anni, per interpretare una ragazza precoce” e un “(ragazzo)
caucasica, 8-11 anni, per interpretare un ragazzo precoce.” Anche
se questa voce è tutt’altro che una conferma, questi bambini
potrebbero effettivamente essere i giovani Anakin e Padme.
Mentre riguardo a Luke un recente aggiornamento ha rivelato che
Luke sarebbe apparso – dato che il compito di vegliare sul
nascente Jedi è il motivo per cui “Ben” si è esiliato su Tatooine,
dopotutto. Ma questo potrebbe voler significare che potrebbe essere
coinvolta anche sua sorella gemella. Quindi è probabile che vedremo
Kenobi lasciare Tatooine per visitare il suo vecchio alleato Bail
Organa e sua figlia adottiva ad Alderaan.
La produzione di Obi-Wan
Kenobi dovrebbe iniziare a Los Angeles il
prossimo marzo, quindi speriamo di ottenere una conferma ufficiale
del coinvolgimento dei gemelli Skywalker tramite
un annuncio di casting prima della fine dell’anno.
Come
molto di voi sapranno Inception di Christopher Nolan ritornerà al cinema ad
Agosto per celebrare il decimo anniversario del film, con una lunga
anteprima esclusiva di film selezionati dei nuovi titoli in arrivo
targati Warner Bros. Ebbene oggi proprio in
merito al contenuto di quest’anteprima esclusiva abbiamo appreso
(via Trailer
Track ) che includerà filmati di Tenet
e Wonder
Woman 1984, insieme al primo atteso trailer di
Dune.
Un nuovo trailer del sequel
di Wonder
Woman di Patty Jenkins è atteso
da tempo. Invece c’è tantissima attesa all’adattamento di
Denis Villeneuve del romanzo culto di Frank
Herbert. Al momento però no sembrano esserci dei piani ufficiali
per un rilascio online di questi contenuti ed è molto probabile che
dovremo aspettare l’evento
DC FANDOME del 22 Agosto per vederli.
Wonder Woman
1984 è il film del 2020 diretto
da Patty Jenkins con
protagonisti Gal
Gadot, Kristen
Wiig, Pedro
Pascal, Chris
Pine, Connie Nielsen. È il sequel del primo film
di successo Wonder
Woman del 2017. Charles Roven,
Deborah Snyder, Zack Snyder, Patty Jenkins, Stephen Jones e Gal
Gadot sono i produttori del film. Rebecca Roven
Oakley, Richard Suckle, Wesley Coller, Geoff Johns e Walter Hamada
ne sono i produttori esecutivi.
Il regista Ron Howard ha dichiarato che non ci sono
piani per un sequel di
Solo: A Star Wars Story, negando così i recenti rumor
emersi attorno al futuro del franchise. Uscito nel 2018, il film
prequel è stato il secondo esperimento della serie di spin-off
della celebre saga fantascientifica dopo il successo ottenuto
da
Rogue One di Gareth Edwards.
Anche se entrambi i film hanno
attraversato produzioni alquanto tumultuose, Solo
è passato alla storia per i problemi che ci sono stati sul set,
incluso un cambio di regia praticamente all’ultimo minuto, con i
registi Phil Lord e Christopher
Miller che sono stati sostituiti da Howard.
Solo: A Star Wars Story ha introdotto ai fan la
versione più giovane dell’iconico Han Solo, interpretata da
Alden Ehrenreich. Nel film recitavano anche
Donald Glover nei panni di un giovane Lando
Calrissian, Emilia
Clarke nei panni di Qi’ra, Paul Bettany nei panni di Dryden Vos e
Woody Harrelson nei panni di Tobias Beckett.
In una recente intervista con
Radio Andy (via
ComicBook), al regista premio Oscar Ron Howard è stato chiesto se ci fossero
effettivamente dei piani per un sequel Solo,
qualcosa che tutti i fan che hanno apprezzato la pellicola
originale sperano ormai da parecchio tempo. Sfortunatamente, Howard
ha spento qualsiasi tipo di entusiasmo, rivelando che – a dispetto
dei rumor – non ci sono piani per far proseguire le avventure del
celebre contrabbandiere: “Non c’è un sequel in
programma al momento. Quello che posso dire è che è sorprendente
far parte della saga di Star
Wars ed aver diretto un film che sembra essere stato apprezzato
col tempo. Un film che non è stato quello che ti aspettato. È stato
un viaggio veramente strano lavorare a quel film.”
Nonostante le
recenti dichiarazioni di Alden Ehrenreich,
sembra proprio che un sequel di
Solo: A Star Wars Story non sia nei piani della Disney
e della Lucasfilm. Il film è passato alla storia per essere
diventato il primo flop al box office della saga, anche se ciò
potrebbe essere attribuito a fattori che non hanno nulla a che fare
con l’effettiva qualità del film, come ad esempio il fatto che sia
uscito nelle sale a pochissimi mesi di distanza da Star
Wars: Gli Ultimi Jedi e poco dopo grandissimi successi
come Avengers:
Infinity War e Deadpool
2.
Perché i fan vogliono un sequel di Solo?
Al di là dei problemi nati durante
la realizzazione del film, Solo
si è rivelato un discreto spin-off, sorretto da alcune buone
interpretazioni e, soprattutto, da una rivelazione finale
decisamente sconvolgente: alla fine del film, infatti, ha fatto la
sua apparizione noto personaggio della trilogia sequel della
saga, ossia Darth Maul, signore oscuro dei Sith apparso per la
prima volta in Episodio
I: La minaccia fantasma. Anche a causa della presenza del
celebre antagonista i fan hanno iniziato a chiedere a gran voce un
sequel di Solo, proprio per avere la possibilità di scoprire come
il personaggio avrebbe potuto influenzare una nuova ipotetica
storia.
Di recente è stato annunciato che
Spider-Man 3 è stato nuovamente posticipato (anche
se di poco): inizialmente previsto per Novembre 2021, il film
arriverà adesso a Dicembre dello stesso anno. Si dice che le
riprese inizieranno una volta che sarà terminata la produzione di
Uncharted (orientativamente, tra Settembre e Ottobre),
e che le stesse proseguiranno fino a Febbraio del 2021 (almeno,
questo è ciò che avrebbe anticipato Tom
Holland di recente).
Al momento sono ancora pochi i
personaggi dei primi due film che sono stati confermati nel sequel
di Spider-Man: Far
From Home, che non ha ancora un titolo ufficiale:
naturalmente, Tom
Holland tornerà nei panni di Peter Parker, così
come Zendaya, che sarà ancora una volta MJ.
Considerata la scena post-credit di Far
From Home, è probabile – ma non ancora
certo – che nel terzo film dedicato allo Spider-Man del MCU possa fare la
sua apparizione anche il J. Jonah Jameson di J.K.
Simmons (di
recente l’attore premio Oscar aveva anticipato che la sua
prossima apparizione era già stata girata e che ne era prevista
ancora un’altra).
Anche il regista
Jon Watts è stato riconfermato dietro la macchina
da presa, e adesso un nuovo report sembra indicare che anche uno
dei compagni di classe di Peter tornerà in Spider-Man
3. Grazie ad un nuovo report di
Deadline, infatti, apprendiamo che l’attore Tony
Revolori sarà prossimamente impegnato con le riprese della
seconda stagione della serie Servant (la serie Apple di M.
Night Shyamalan) e con il “prossimo film del franchise di
Spider-Man”: ciò significa che in Spider-Man 3
ritroveremo Eugene “Flash” Thompson (rivale di Peter), personaggio
già interpretato da Revolori sia in Homecoming sia in Far
From Home.
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più
accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà
costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di
Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe
sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di
fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo
film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto
diversa dalle precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni
di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe
chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre
film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Circa un mese fa Anthony Mackie, interprete di Falcon
nell’Universo Cinematografico Marvel, si era duramente scagliato
contro i Marvel Studios, criticando
l’atteggiamento dello studio nei confronti della diversità, non
solo in riferimento al cast dei film, ma anche e soprattutto alla
troupe, quindi a tutte le persone che lavorano sul set.
Le dichiarazioni della star (che
potete recuperare
qui) avevano ricevuto molta risonanza, tant’è che anche
Anthony e Joe Russo, registi di Avengers:
Infinity War e Avengers:
Endgame, avevano in qualche modo appoggiato il
pensiero dell’interprete di Sam Wilson nell’universo condiviso (per
recuperare le dichiarazioni dei due registi, cliccate
qui).
Adesso, in una recente intervista
con
Fatherly, Anthony Mackie è tornato proprio su
quelle dichiarazioni, cercando di chiarire meglio la sua posizione
e sottolineando che le sue parole non erano in alcun modo collegate
al razzismo: “Mi limiterò a dire questo: non penso che ciò che
sta accadendo sia un problema di razzismo.”, ha spiegato
l’attore. “Penso che sia un problema di inconsapevolezza. Credo
che la Marvel e la maggior parte delle aziende pensano che questa
sia la cosa giusta da fare. Ma questo non basta, nella maniera più
assoluta.”
Mackie – che prossimamente
ritroveremo nella serie The Falcon and the Winter Soldier – ha poi
aggiunto: “Ho una proposta: più fatti e meno parole. Non puoi
scegliere un attore nero per interpretare uno dei supereroi
principali e non aspettarti che la cosa porti ad un dibattito. È
nel mio DNA parlare di queste cose. Far parte dell’universo Marvel
è per me una grande occasione, quindi il mio compito è assicurarmi
che quest’universo sia il migliore possibile.”
La diversificazione all’interno del
MCU
A partire da Black
Panther, i Marvel Studios hanno iniziato ad
abbracciare sempre di più il concetto di diversificazione
all’interno delle loro produzioni: a tre donne è stata affidata la
regia di tre cinecomics (Anna Boden ha co-diretto Captain
Marvel, Cate Shortland ha diretto Black
Widow e Chloé Zhao ha diretto Gli
Eterni), mentre due registi non caucasici hanno
diretto due cinecomics (di nuovo Chloé Zhao per Gli
Eterni e Destin Daniel Cretton ingaggiato invece
per Shang-Chi
and the Legend of the Ten Rings).
Andrà in onda su Rai 1 in prima
serata Scusate se esisto!, il film del 2014
diretto da Marco Milano con
protagonisti Paola
Cortellesi,
Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Marco Bocci, Ennio
Fantastichini, Cesare Bocci, Stefania Rocca.
Il film è una commedia scritta da Paola
Cortellesi, insieme a Furio Andreotti, Riccardo
Milani e Giulia Calenda. Prodotto da Italian
International Film e Rai
Cinema.
Scusate se esisto!: la trama
Il film racconta di Serena Bruno
proviene da un paesino abruzzese, è laureata in architettura con il
massimo dei voti, ha un master e conosce molte lingue straniere.
Lavora a Londra, dove il suo talento e la sua dedizione sono
adeguatamente apprezzati. Ma la nostalgia di casa è tanta, e Serena
decide di tornare in Italia: naturalmente a Roma non trova un
impiego nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva in
Inghilterra, e si arrabatta facendo tre lavori ben al di sotto
delle sue capacità e competenze – arredatrice presso il Paradiso
della cameretta, designer di cappelle funerarie per ricchi cafoni,
e cameriera in un ristorante di lusso.
Protagonisti sono Paola Cortellesi nel ruolo di Serena Bruno,
Raoul Bova come Francesco, Corrado Fortuna nel ruolo
di Pietro, Lunetta Savino nel ruolo di Michela, Marco Bocci come
Nicola, Ennio Fantastichini nel ruolo del Dott. Ripamonti, Cesare
Bocci nel ruolo di Volponi, Stefania Rocca nel ruolo di Maria e
Armando De Razza come Ennio Tintozzi.
In attesa di scoprire se Black Widow verrà
ufficialmente posticipato al 2021 o se manterrà la sua release
originale (fissata per il prossimo novembre), arriva una nuova
interessantissima conferma per quanto riguarda il cinecomic
Marvel che avrà come protagonista
Scarlett
Johansson.
Come riportato da Anton Volkov via
Twitter, in occasione di
una riunione con gli azionisti, la IMAX Corporation ha annunciato
che il cinecomic interamente dedicato al personaggio di Vedova Nera
conterrà ben 30 minuti di sequenze nel formato IMAX: ciò significa
che circa mezz’ora del film che sarà diretto da Cate
Shortland sarà nel formato 1.90:1.
È probabile che l’impiego delle
apparecchiature IMAX in Black Widow sarà
riservato alle grandi scene d’azione del cinecomic, come ad esempio
la sequenza della fuga dalla prigione che abbiamo già avuto modo di
vedere nei vari trailer diffusi fino ad ora.
Black Widow verrà posticipato al 2021?
Di recente abbiamo appreso che
Black Widow
potrebbe essere nuovamente posticipato, questa volta direttamente
al 2021. Se la cosa dovesse essere confermata, è probabile che il
film andrà ad occupare l’attuale slot pensato per Gli
Eterni: è ipotizzabile, quindi, il 12 Febbraio 2021
come nuova data di uscita. Naturalmente, ciò significherebbe un
ritardo di un intero anno, che avrebbe un effetto a catena sul
resto della Fase 4 del MCU, con ogni titolo successivo che
arriverebbe dopo circa 9/10 mesi.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Disney+ ha annunciato oggi che
l’adattamento contemporaneo del romanzo classico del XIX secolo di
Anna Sewell, Black Beauty, arriverà in
anteprima sulla piattaforma di streaming entro la fine dell’anno.
Black Beauty è una cavalla di razza
mustang nata libera nell’America occidentale. Quando viene
catturata e portata via dalla sua famiglia, la sua storia si
intreccia con quella della diciassettenne Jo Green, anche lei in
lutto per la perdita dei genitori. Le due sviluppano lentamente un
legame che si basa sull’amore, il rispetto e la cura reciproca.
La vincitrice dell’Oscar Kate Winslet (The Reader – A voce
alta) presta la voce a Black Beauty; il film è interpretato da
Mackenzie Foy (Interstellar)
nel ruolo di Jo Green; Iain Glen (Il Trono di
Spade) in quello di John Manly; e Claire
Forlani (Vi presento Joe Black) nel ruolo di Mrs.
Winthorp.
Black
Beauty è diretto da Ashley Avis
(Adolescence) che ha anche scritto la sceneggiatura.
Jeremy Bolt (Polar, Monster Hunter) di JB
Pictures e Robert Kulzer (Polar) di Constantin Film sono i
produttori, mentre Martin Moszkowicz, Edward Winters e Jon Brown
sono i produttori esecutivi. Dylan Tarason è un co-produttore e
Genevieve Hofmeyr (Mad Max: Fury Road), presidente della
Moonlighting Films, è la produttrice per il Sud Africa. Black
Beauty è prodotto da Constantin Film e JB Pictures.
Scoperta in seguito ad un provino
televisivo, l’attrice Nicole Grimaudo è oggi
un’apprezzata interprete di cinema e teatro, distintasi grazie a
ruoli e generi spesso diversi tra loro. Tra le sue collaborazioni,
si annoverano in particolare quelle avute con importanti registi o
autori, esperienze dalla quali ha dimostrato di aver appreso molto,
maturando come interprete. Oggi, attiva prevalentemente in
televisione, continua a regalare interpretazioni degne di nota.
Ecco 10 cose che non sai di
Nicole Grimaudo.
Nicole Grimaudo: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
Tu ridi (1998), diretto da Paolo e
Vittorio Taviani. Negli anni successivi, si
afferma grazie alle sue partecipazioni a Jolly Blu (1998),
Ferdinando e Carolina (1999), Liberi (2003),
Perdutoamor (2003), Un giorno perfetto (2008), di
Ferzan
Özpetek, Baarìa
(2009), Mine vaganti
(2010), con Riccardo
Scamarcio, Baciato dalla
fortuna (2011), Workers – Pronti a tutto (2012),
con Francesco
Pannofino, All’ultima spiaggia (2012),
Buongiorno
papà (2013), di Edoardo
Leo con Raoul
Bova, e Le leggi del
desiderio (2015).
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. Particolarmente nota per i ruoli interpretati
in televisione, l’attrice debutta sul grande schermo con il film
Sorellina e il principe del sogno (1996), per poi recitare
nella miniserie Racket (1997) e nei film Ultimo
(1998), L’amore oltre la vita (1999). A consacrarla sono
però le serie Questa casa non è un albergo (2000), Il
bello delle donne (2001), Giulio Cesare (2002), e
R.I.S. – Delitti imperfetti (2005-2006), dove interpreta
il tenente Anna Giordano. Negli anni successivi ha poi recitato in
Il mostro di Firenze (2009), Medicina generale
(2007-2010), con Marco
Giallini, Dov’è mia figlia (2011),
Immaturi – La serie (2018), con Ricky
Memphis, Nero a metà (2019), Ognuno è
perfetto (2019) e Passeggeri notturni (2020), con
Claudio
Gioè.
8. Ha recitato a teatro per
un noto regista. Attiva anche a teatro, l’attrice si è
resa inizialmente nota per aver recitato nello spettacolo Il
giardino dei ciliegi, di Anton Cechov, diretto da
Gabriele Lavia. La Grimaudo vanta poi la
collaborazione con il celebre regista premio Oscar Roman
Polánski, il quale la scelse per recitare nel suo
spettacolo Amadeus, basato sulla pièce teatrale di Peter
Shaffer. L’attrice recitò per questa sia nel debutto del 1999 sia
in alcune repliche del 2001.
Nicole Grimaudo: il fidanzato e il
figlio
7. È molto
riservata. L’attrice ha in più occasioni fatto sapere di
essere particolarmente intenzionata a mantenere un netto distacco
tra la propria vita lavorativa e quella privata. Di lei, al di
fuori delle scene, si sa infatti molto poco. Solo di recente ha
rivelato il nome del compagno, Francesco, il quale lavora come
giornalista per la Rai. Dalla loro relazione è poi nato Pietro, nel
2014. Per tale occasione, l’attrice prese una pausa dai set di
circa due anni, per potersi così dedicare esclusivamente alla
famiglia.
Nicole Grimaudo non è su
Instagram
6. Non possiede un profilo
personale. Tenendo fede al suo principio di riservatezza,
l’attrice ha affermato di non possedere un profilo personale sul
social network Instagram. Sembra infatti non essere attratta dal
funzionamento della piattaforma, la quale inevitabilmente rischia
di esporre la propria vita ad un ampio numero di persone. Senza
l’utilizzo di questa, l’attrice riesce più facilmente a conciliare
il desiderio di mantenere una vita privata lontana dai
riflettori.
Nicole Grimaudo in Mine
vaganti
5. Ha sostituito un’altra
attrice. Nel film Mine vaganti, del 2010,
l’attrice ricopre il ruolo di Alba Brunetti, una delle protagoniste
principali. Originariamente, tuttavia, il ruolo era stato affidato
all’attrice Alba Rohrwacher, la quale dovette però
rinunciare per via di altri impegni precedentemente presi. Furono
dunque prese in considerazioni altre attrici come Cristiana
Capotondi e Micaela Ramazzotti, ma la
scelta ricadde infine sulla Grimaudo, che aveva già lavorato con il
regista turco nel suo precedente film.
4. Ha vinto un prestigioso
premio. Il ruolo di Ambra si è rivelato particolarmente
importante per l’attrice, poiché le ha permesso di affermarsi
ulteriormente a livello nazionale arrivando a vincere diversi premi
per la sua interpretazione. In particolare, le venne conferito
dalla stampa internazionale il prestigioso Globo d’Oro come miglior
attrice rivelazione. Fu l’unica del ricco cast a ricevere tale
premio.
Nicole Grimaudo in Non è la
Rai
3. Sostenne un provino per
caso. All’età di 15 anni l’attrice si ritrova a Roma per
fare visita alle sorelle, le quali frequentavano l’Università lì.
Girando per la capitale, la madre decide di accompagnarla ad un
provino per il programma Non è la Rai, al quale la
Grimaudo decise di partecipare desiderosa di vedere Cinecittà. Il
provino andò poi particolarmente bene, e così la giovane si ritrovò
a partecipare al programma, diventando una delle ragazze più amate
di questo. In diverse occasioni, ebbe anche l’occasione di condurre
diverse puntate di questo.
2. Ha dovuto imparare a
rimanere “con i piedi per terra”. Grazie al successo
derivato da Non è la Rai, l’attrice divenne in breve tempo
una vera e propria celebrità, con numerosi fan al suo seguito. Per
lei, all’epoca giovanissima, fu un’esperienza unica e allo stesso
tempo travolgente. La Grimaudo ha in particolare ricordato
l’episodio di un ragazzo che si tatuò il suo nome sulla fronte. Una
fama come questa poteva essere pericolosa, ma come affermato
dall’attrice, grazie al supporto della famiglia ha potuto viverla
mantenendo i piedi per terra.
Nicole Grimaudo: età e
altezza
1. Nicole Grimaudo è nata a
Caltagirone, in Sicilia, Italia, il 22 aprile del 1980.
L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Diventato famoso per il suo sguardo
sexy e glaciale, Val
Kilmer è stato uno dei Batman più amati del
grande schermo. La sua è stata una carriera lunghissima, fatta di
alti e bassi e di tanti successi.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Val Kilmer, ripercorrendo
tutte le tappe più importanti della sua carriera.
Val Kilmer film: gli inizi della
sua carriera
10. Nato a Los
Angeles, in California, Stati Uniti, Val Edward
Kilmer è il secondo di tre figli. Dopo il divorzio dei suo
genitori, a otto anni Val si trasferisce a San Fernando Valley con
il padre, il fratello maggiore Mark e il fratello minore Wesley,
mentre la madre si trasferisce in Arizona e inizia a lavorare come
hostess.
Ma la vita a San Fernando Valley
per Val diventa un vero incubo. Nel 1977 suo fratello minore muore
annegato a soli 15 anni e nel 1993 tocca a suo padre, che viene a
mancare quando Val ha poco più di trent’anni.
Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan e Frank Whaley in The Doors –
Fonte: IMDB
9. E’ proprio in
questo periodo molto difficile della sua vita, dopo la morte del
fratello Wesley, che Val Kilmer si avvicina alla Chiesa
Cristiano Scientista. Oltre a frequentare lo stesso liceo
di Kevin
Spacey e Mare Winningham, dopo il
diploma, Val viene accettato alla Julliard School,
famosa scuola di arte drammatica. Qui Kilmer studiare recitazione e
comincia a sperimentare con il suo talento.
Durante i suoi anni alla Julliard,
Val Kilmer si unisce alla compagnia teatrale, scrivendo e recitando
in vari spettacoli. Grazie al suo talento di attore e giovane
autore, viene notato dal regista Francis Ford
Coppola che, nel 1983, gli offre una parte nel film
I Ragazzi della 56a Strada, ruolo che Val rifiuta
per non abbandonare il suo gruppo di teatro.
Val Kilmer nel film The Doors – Fonte: IMDB
Quello stesso anno, partecipa a uno
spettacolo a Broadway, dal titolo The Slab
Boys, insieme a Kevin
Bacon e Sean
Penn e in più appare in un episodio della serie tv
ABC Afternoon Specials al fianco di Michelle
Pfeiffer. Ispirato dall’incontro con la giovane
Michelle, qualche anno più tardi Val Kilmer pubblica un suo libro
di poesie dal titolo My Edens After
Burns, attualmente in vendita su Amazon per quasi
2500 euro.
Val Kilmer filmografia
8. Finalmente nel
1984 Val Kilmer debutta al cinema all’età di 24 anni nel film
Top secret!, commedia diretta da Jim Abrahams,
David Zucker e Jerry Zucker. Nel film Val interpreta il ruolo del
protagonista, Nick Rivers, una star del rock americano che per
sbaglio viene invitato a un festival musical nella Germania Est, in
pieno clima di Guerra Fredda.
A quel primo film, negli anni
ottanta, ne seguirono molti altri. In questo periodo Val Kilmer
recita in Scuola di Geni (1985),
Willow (1988), Killing Me Again
(1989) e ovviamente Top Gun (1985).
7. Diretto da Tony Scott e
prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top
Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del
cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il
pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom
Cruise e Anthony Edwards.
Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley e Barry Tubb in Top Gun –
Fonte: IMDB
7. Diretto da Tony
Scott e prodotto dal grande Jerry
Bruckheimer, Top Gun è un film
d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni
ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman”
Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.
Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich e Adrian
Pasdar in Top Gun – Fonte: IMDB
Il film racconta la storia di Pete
‘Maverick’ Mitchell (Tom
Cruise), pilota della marina militare americana,
scelto insieme al suo Navigatore Nick ‘Goose’ Bradshaw (Anthony
Edwards) a partecipare alla famosa e prestigiosa
scuola Top Gun. La pellicola di Tony Scott segue tutte le fasi
della formazione di Mavercik, dal durissimo addestramento fino al
fatale incidente durante le esercitazioni e l’abbattimento degli
aerei nemici. A movimentare i mesi di duro lavoro di Maverick ci
sono i suoi compagni di viaggio e una storia d’amore molto speciale
con una delle sue istruttrici, Charlotte “Charlie” Blackwood
(Kelly
McGillis).
Val Kilmer in Batman Forever
6. Negli anni
novanta, Val Kilmer gira numerosi film tra cui The
Doors (1991), Cuore di Tuono (1992),
Una Vita al Massimo (1993), Una Bionda
Tutta d’Oro (1993), Tombstone (1993),
Le Ali del Coraggio (1995), Heat
(1995) e ovviamente Batman Forever.
Terzo capitolo in ordine
cronologico nella “saga” dei film dell’uomo pipistrello,
Batman
Forever, diretto nel 1995 da Joel
Schumacher, segna la svolta nella carriera di Val
Kilmer.
Val Kilmer e Pat Hingle in Batman Forever – Fonte:
IMDB
Nel film siamo in una Gotham City
funestata dall’arrivo di due nuovi malvagi criminai, Due Facce e
l’Enigmista. Il primo è l’ex procuratore distrettuale Harvey Dent
(Tommy Lee
Jones) ferito da un getto d’acido che ha lasciato il
suo volto deturpato; mentre il secondo è Edward Nygma (Jim
Carrey), ex dipendente della Wayne Enterprises, nonché
inventore di uno strano apparecchio chiamato The Box, capace di
manipolare le onde cerebrali delle persone. Entrambi hanno giurato
di distruggere Gotham City, la città che li ha fagocitati e poi
risputati, e di vendicarsi di Batman.
Val Kilmer in Batman Forever – Fonte: IMDB
Non sapendo come fermare questi due
inarrestabili criminali, il detective James Gordon (Pat
Hingle) chiede aiuto all’Uomo Pipistrello che, per
l’occasione potrà avvalersi di un aiuto in più. Si tratta di Robin,
alias Dick Grayson (Chris
O’Donnell), giovane protetto di Bruce Wayne la cui
famiglia è stata decimata dal perfido Due Facce. Il ragazzo,
aiutato dal maggiordomo di casa Wayne, Alfred (Michael
Gough), si trasforma in Robin, un secondo giustiziere
mascherato, correndo in soccorso di Batman.
Jim Carrey e Tommy Lee Jones in Batman Forever – Fonte:
IMDB
Il film, pur non essendo
all’altezza dei primi due capitoli della saga,
Batman e Batman Il
Ritorno, entrambi diretti da Tim
Burton, diventa comunque un grande successo e
quell’anno porta a casa ben tre candidature agli Oscar per miglior
fotografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.
Val Kilmer in Il Santo
5. Gli anni
novanta continuano senza sosta per Val Kilmer che continua a
passare da un progetto a un altro. In questo periodo l’attore
recita in film come Heat – La Sfida (1995),
Dead Girl (1996), L’Isola Perduta
(1996), Spiriti nelle Tenebre (1996), A
Prima Vista (1999), Joe The King (1999) e
in ultimo Il Santo.
Diretto da Phillip
Noyce nel 1997, Il Santo è un film d’azione diventato
negli anni un vero cult di genere. Il suo protagonista è ispirato
al personaggio letterario di Simon Templar, detto
appunto il Santo, nato nel 1928 dalla penna di
Leslie Charteris con il romanzo giallo
Meet The Tiger.
Val Kilmer e Elisabeth Shue in The Saint – Fonte: IMDB
Il film racconta la storia di Simon
Templar (Val Kilmer), un ladro molto astuto e dai
modi sofisticati che opera su scala internazionale ed è in grandi
di depistare chiunque lo insegua grazie alla sua straordinaria
abilità nel cambiare identità.
Lavorando su commissione, Simon è veloce e non commette errori e
passa continuamente da un lavoro all’altro viaggiando per il mondo.
In uno dei suoi lavori sotto falso nome incontra la dottoressa Emma
Russell (Elisabeth Shue) che travolgerà la sua
perfetta routine criminale.
4. Negli anni duemila Val
Kilmer continua la sua scalata dell’impero hollywoodiano,
un film alla volta. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo
Pollock (2000), The Missing
(2003), Nella Mente del Serial Killer (2004),
Alexander (2004), Kiss Kiss Bang
Bang (2006), Conspiracy (2008),
ll cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans
(2009), MacGruber (2010) – commedia in cui recita
al fianco di Will
Forte – Mister Vendetta (2010),
Twixt (2011),
Wyatt Earp – La Leggenda (2012), Song to
Song (2017), L’uomo di
neve (2017) e ovviamente Top Gun:
Maverick (2020).
Val Kilmer in Top Gun 2
3. A distanza di
trentacinque anni dal primo film Val Kilmer nel 2020 si trova
nuovamente a interpretare il ruolo di Tom “Iceman” Kazinsky nel
sequel di Top Gun, dal titolo Top Gun –
Maverick.
Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun – Maverick – Fonte:
IMDB
A più di trent’anni dalla scomparsa
di Goose, suo compagno di volo, Maverick (Tom
Cruise) è diventato uno dei nuovi istruttori della
scuola di piloti Top Gun. Tra le nuove reclute dell’accademia,
trova anche Bradley (Miles
Teller), figlio del defunto Goose, che cerca di
diventare pilota proprio come suo padre. Sarà quindi compito di
Maverick addestrarlo e fargli da mentore durante la sua
formazione.
Al cast del film, diretto da
Joseph Kosinski, oltre a Tom
Cruise e Val Kilmer che riprendono i
loro vecchi ruoli, si aggiungono anche Miles
Teller,Jennifer
Connelly, Glen Powell e il grande
Ed
Harris.
Miles Teller in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB
Nonostante le riprese di Top Gun –
Maverick siano finite ormai già lo scorso anno, a causa della
pandemia di Corona Virus ancora in corso, l’uscita del film,
prevista per il 2020, è stata posticipata di un altro anno, al
2 luglio del 2021.
Val Kilmer e la malattia: lotta
contro il cancro
2. Guardando alla
carriera di Vale Kilmer dagli inizi ad oggi, si nota una
sostanziale discrepanza in termini quantitativi tra gli anni
ottanta-novanta e gli anni duemila. La carriera dell’attore
‘losangelino’ ha infatti subito un rallentamento causato da una
terribile malattia.
Nel 2014, a Val Kilmer è stato
diagnosticato un tumore aggressivo alla gola,
notizia che lo stesso attore ha reso nota via social. Così come
racconta nel suo libro di memoria, dal titolo I’m Your
Huckleberry, l’attore aveva disturbi alla gola già da
tempo, segnali che ha trascurato fino quasi al punto di non
ritorno. Una notte, infatti, racconta di essersi svegliato
all’improvviso iniziando a tossire sangue; dopo aver chiamato il
911 è stato portato in ospedale dove gli esami hanno evidenziato
una massa cancerosa proprio alla gola.
Val Kilmer ha
combattuto per anni quel cancro così aggressivo affidandosi alla
medicina e alla chemioterapia ma anche alla preghiera; l’attore è
sempre stato molto religioso e crede siano state proprio le
costanti preghiere sue e dei suoi cari a farlo guarire. Oggi Val
Kilmer, all’età di sessant’anni, ha l’aspetto segnato dal tempo e
dalle sofferenze causate dalla malattia, eppure continua a lottare
e a fare quello che gli riesce meglio, recitare.
1. Per restare
sempre aggiornati sulla vita professionale e privata di Val Kilmer,
seguite il suo profilo Instagram
ufficiale.
Il pubblico italiano, sempre più
appassionato di serie tv, fiction e soap opera straniera, sembra
avere una nuova eroina televisiva. Si tratta dell’attrice turca
Demet Özdemi conosciuta per aver interpretato il
ruolo della protagonista in alcune serie di successo come
DayDreamer, al fianco di Can
Yaman.
Ma adesso scopriamo insieme
tutto quello che c’è da sapere su Demet
Özdemi.
Demet Özdemi biografia
10. Nata a İzmit,
in Turchia, il 26 febbraio del 1992, Demet Özdemi viene da una
famiglia di origini miste. Sua nonna emigrò dalla Bulgaria alla
Turchia quando era ancora giovane per poi trasferirsi nuovamente,
insieme a suo fratello, in Germania.
Dopo il divorzio dei suoi genitori,
all’età di sette anni, Demet, la più piccola di tre figli,
si trasferisce a Istanbul con la madre, il
fratello Volkan e la sorella Derya.
9. Attratta da
sempre dal mondo dell’intrattenimento, inizia da piccola a
studiare danza. Per Demet, anche in età adulta, questa
disciplina, più che un lavoro è una vera e propria espressione
artistica ed emotiva. La sua carriera nello mondo dello spettacolo
inizia, infatti, proprio come ballerina.
8. Grazie alla
danza, Demet ottiene il suo primo lavoro come ballerina della
cantante pop turca Bengü Ergen, meglio conosciuta solo
come Bengü. In
questo periodo partecipa anche alla realizzazione del video
musicale della cantante, dal titolo Hodri
Meydan.
Questo ingaggio le dà molta
visibilità e le procura nuove opportunità lavorative.
Successivamente, infatti, si unisce ai ballerini del gruppo
Efes
Kizlari, una crew di ballo tutta al femminile il cui
look strizza l’occhio a quello alle cheerleader americane.
7. Il talento di
Demet non passa inosservato e in breve tempo la sua carriera di
ballerina prende il volo. Qualche anno dopo, infatti, la vediamo
tra il corpo di ballo del video musicale Ateş Et Ve
Unut di Mustafa Sandal,
popolare cantante turco.
Demet Özdemi serie tv
6. Dopo aver
lavorato per anni come ballerina, Demet Özdemi decide a un certo
punto di cambiare ambiente lavorativo e di provare a intraprendere
la carriera di attrice. Il suo primo ingaggio televisivo risale
solo al 2013 quando viene scelta da Fox Turchia
per la serie Sana Bir Sir Verecegim.
Demet Özdemi in Sana Bir Sir Verecegim – Fonte: IMDB
La serie, una sorta di supernatural
teen drama, racconta la storia di Aylin (Demet
Özdemi) e Tilki (Ekin Koç), due ragazzi
dotati di poteri sovrannaturali. Aylin può controllare
l’elettricità e servirsene come arma, mentre Tilki ha il dono
dell’invisibilità. Ma questi poteri causano non pochi problemi ai
ragazzi che vorrebbero solo condurre una vita normale; i due
infatti non possono avere nessun contatto diretto, non possono
abbracciarsi né tanto meno baciarsi, limitazioni che rendono
frustrante il loro rapporto.
5. L’anno
successivo al suo debutto televisivo, Demet ottiene una parte
seppur minore in un’altra serie tv turca dal titolo Kurt
Seyit ve Sura, andata in onda per 2 stagioni e 21 episodi
dal 2014 al 2015.
Kivanç Tatlitug e Farah Zeynep Abdullah in Kurt Seyit ve Sura –
Fonte: IMDB
La serie racconta della drammatica
ma intensa storia d’amore sbocciata tra Kurt Seyit (Kıvanç
Tatlıtuğ), un maggiore dell’esercito e Sura (Farah
Zeynep Abdullah), una ragazza russa di nobili origini,
durante la Prima Guerra Mondiale. A causa della rivoluzione russa,
i due amanti sono costretti a lasciarsi le loro rispettive vite e
famiglie alle spalle e fuggire verso Istanbul, in cerca di un porto
sicuro.
Demet Özdemi in DayDreamer
4. Negli anni
successivi, Demet continua la sua scalata nel mondo televisivo
turco, partecipando a serie tv come Çilek Kokusu
(2015) e Room Number: 309 (2016). Tuttavia, solo
nel 2018, Demet raggiunge il vero successo quando viene scelta per
il ruolo della protagonista nella serie DayDreamer – Le Ali
del Sogno.
Demet Özdemir e Can Yaman in DayDreamer – Fonte: IMDB
La serie racconta la storia di
Sanem Aydin (Demet Özdemir), una ragazza che sogna
di fare la scrittrice e di vivere alle Galapagos ma che, per
sfuggire a un matrimonio combinato, inizia a lavorare in un’azienda
pubblicitaria, insieme alla sorella Leyla (Öznur
Serçeler), segretaria di Emre (Birand
Tunca), secondogenito del capo Aziz (Ahmet
Somers).
Demet Özdemir e Can Yaman in DayDreamer – Fonte: IMDB
Mentre Emre è un uomo d’affari
senza scrupoli, suo fratello maggiore Can Devit (Can
Yaman) è il suo opposto; è un spirito libero e gira il
mondo facendo il fotografo. Quando Aziz scopre di essere gravemente
malato, richiama il figlio Can per affidargli le redini
dell’azienda e l’arduo compito di scovare la talpa che vende
informazioni private sulla compagnia alla sua concorrente. Essere
spodestato dal fratello maggiore rende furioso Emre che farà di
tutto per estromettere Can e continuare con i suoi loschi affari.
Nel frattempo Sanem incontra Can e tra i due nasce un rapporto che
presto diventa ben più profondo di una semplice collaborazione
lavorativa…
La serie in Turchia è andata in
onda per una sola stagione da 51 episodi, ognuno
dei quali da 120-140 minuti. Dal 10 giugno 2020,
DayDreamer è approdata anche qui in Italia,
su Canale 5, ma con una differente divisione
degli episodi che saranno 152 e da 40-50 minuti
ciascuno.
Demet Özdemi per Pantene:
curiosità e vita privata
3. Demet Özdemi in
Italia è diventata famosa grazie alla serie tv di successo
DayDreamer ma a quanto pare nella sua Turchia,
l’attrice è una vera e proprio star. Come Chiara Ferragni in
Italia, in Turchia, invece, Demet è diventata il nuovo volto
ufficiale di Pantene.
A dicembre dello scorso anno è
stato realizzato uno spot pubblicitario poi diventato virale.
2. Passiamo ora a
un po’ di sano gossip. La vita sentimentale di Demet, come accade
per quasi tutte le star del cinema e della televisione, è
costantemente monitorata dai giornali scandalistici.
Sappiamo che l’attrice, fidanzata
dal 2018 con l’attore e presentatore turco Seckin
Ozdemir, ha interrotto da poco la sua relazione e
cancellato ogni traccia del suo ex dai suoi account social.
Nonostante l’attrice non abbia
fornito dettagli sulla rottura don Seckin, per alcuni il motivo di
questo repentino cambio di rotta sarebbe imputabile a una
‘simpatica’ nata tra Demet e il suo collega Can
Yaman. Entrambi gli attori, però, hanno più volte
smentito chiarendo che tra loro c’è solo una bella amicizia.
Ma quindi Demet Özdemi con chi è fidanzata? Al
momento la sua vita sentimentale è avvolta nel mistero…
1. Se volete
seguire le avventure sentimentali e professionali della bella e
brava Demet Özdemi, vi consigliamo di seguire i suoi account social
e in particolare il suo profilo Instagram, sempre aggiornato
e pieno di contenuti interessanti.
La recensione di The
Umbrella Academy 2 che state per leggere è, naturalmente,
senza spoiler. Tornano il 31 luglio su Netflix i fratelli Hargreeves, i sette
supereroi cresciuti dallo scienziato pazzo Reginald che formano il
gruppo noto come The Umbrella Academy e nati dalla
mente di Gerard Way
e Gabriel
Bá. La serie si conferma un buon prodotto di
intrattenimento che riesce anche a mantenere una certa coerenza
nello sviluppo dei personaggi, il che già rappresenta un elemento
di grande valore, dato il livello medio dell’ultima produzione
Netflix.
Ma andiamo con ordine. Alla fine
della prima stagione, i nostri eroi si rendono conto che Vanya,
Numero Sette, non è disarmata e senza poteri, come loro hanno
sempre creduto. Tutt’altro! Alla fine della stagione Luther, Klaus,
Diego, Allison e Ben, guidati da Numero Cinque, hanno dovuto far
fronte proprio alla sua rabbia e all’esplosione del suo potere che
causa l’Apocalisse. All’inizio della seconda stagione, i sette
eroi, fratelli non di sangue ma per circostanza, si trovano catapultati negli anni
Sessanta, ognuno in un anno diverso.
Costretti a stare da soli, ognuno
cerca di fare del proprio meglio con gli strumenti che ha. Solo
Cinque si trova di fronte ad una terribile verità: il loro
viaggiare indietro nel tempo causa la fine del mondo,
letteralmente. Dopo aver assistito alla fine del mondo, il fratello
Hargreeves rimasto bambino ma più scaltro degli altri, viaggia nel
tempo per chiamare a raccolta la famiglia e cerare di impedire che
questa seconda Apocalisse abbia luogo. Naturalmente niente è
semplice per questa famiglia sui generis e anche il compito di
Cinque viene reso difficile dalle personalità, le strade, gli
approcci diversi che gli altri fratelli hanno adottato nel corso
del tempo trascorso in solitudine in questo tempo a cui non
appartengono.
The Umbrella Academy
2 spinge i protagonisti fuori dalla loro confort zone,
ogni personaggio si trova da solo ad affrontare un mondo che non
conosce e tutti trovano una loro dimensione, cercando di sfruttare
il proprio dono o potere. Luther, che ha sempre cercato la guida di
una figura paterna, profondamente ferito dal comportamento del
padre nei suoi confronti, diventa una specie di combattente
invincibile al soldo di un uomo senza scrupoli. Allison trova
l’amore ma anche la vocazione civile, in un periodo storico, gli
anni ’60 appunto, in cui la popolazione di colore non poteva vivere
liberamente. Diego, votato all’eroismo, decide di impedire
l’assassinio di Kennedy, con il risultato di farsi rinchiudere in
una clinica psichiatrica, dove fa un incontro molto particolare.
Klaus sfrutta la sua capacità di comunicare con i morti e fonda
addirittura un culto al cui centro dell’adorazione c’è proprio lui.
Vanya, vittima di una forte amnesia, trova rifugio presso una
famiglia in una fattoria, dove si reinventa baby sitter ed instaura
un legame speciale con la moglie e madre e con suo figlio, un
bambino affetto da una forma grave di autismo. La nuova normalità
di ognuno di loro viene turbata da Cinque, che come un uragano
arriva a scuoterli dal loro torpore e a coinvolgerli nel tentativo
disperato di salvare ancora una volta il mondo.
Gli eroi si svincolano dalla paternità di Reggie
Profondamente diversa per ritmo e approccio rispetto al primo
ciclo, The Umbrella Academy 2 si concentra
principalmente sull’obiettivo unico e condiviso della squadra di
eroi. Se in un primo momento i sei fratelli hanno dovuto affrontare
la presa di coscienza della loro individualità,
l’autodeterminazione del loro essere non solo una squadra il cui
leader era l’eccentrico Reggie Hargreeves, ma anche singoli
individui con un cuore e una testa, non definiti dai loro poteri ma
dal loro essere persone a tutto tondo, la seconda stagione li mette
nella condizione di ritrovare quello spirito di squadra e questa
volta di farlo per scelta, non per imposizione da parte di un padre
padrone che, sembra, non ha voluto loro mai davvero bene.
Chiaramente le storie che si
fondano sui viaggi nel tempo pagano ad un certo punto il prezzo di
paradossi temporali, loop, “errori” e accavallamenti di linee che
potremmo anche fingere di non notare per gettarci anima e corpo
dentro questa girandola di emozioni ed avvenimenti concentrata in
soli 10 giorni, quelli che precedono l’omicidio di Kennedy.
L’evento storico diventa il filo rosso intorno al quale gravitano
gran parte delle scelte e delle decisioni prese dal gruppo, un
evento tragico nella storia di un Paese che i nostri credono di
dover impedire, dal momento che si trovano nella condizione di
poter intervenire e “fare la cosa giusta”. Tuttavia si renderanno
presto conto che il loro compito è un’altro e tra avversità,
emozioni, sensazioni e conflitti riusciranno a trovare il modo e la
motivazione per lavorare insieme e fare di nuovo gli eroi.
La squadra di The Umbrella
Academy si conferma vincente
Come nella prima stagione, il cast
di The Umbrella Academy si rivela vivace e in
parte, con un occhio di riguardo verso Aidan
Gallagher al quale viene affidato il personaggio più
complesso e consapevole, Cinque, e una nota di demerito a
Tom Hopper che sembra calcare troppo la mano su
una presunta stupidità di Luther, in contrapposizione alla sua
forza fisica. Grande rivincita invece per Diego e Ben, che
acquistano uno spazio molto più importante nella trama generale,
mentre il Klaus di Robert Sheehan perde un po’ del
brio che aveva caratterizzato la sua presenza nella prima stagione,
senza però perdere fascino. Sempre molto equilibrato e volitivo il
personaggio interpretato da Emmy Raver-Lampman, la
sua Allison è una donna solida e devota, coraggiosa e impegnata,
con le idee chiare e il cuore al posto giusto. Sboccia
definitivamente la timida Vanya di Ellen
Page; a tutti gli effetti la superstar del cast della
serie, era rimasta in ombra per la maggior parte della prima
stagione per poi trovare il suo giusto spazio alla fine della
stessa e nel corso di tutta la seconda.
Con una scrittura divertente, dei
personaggi che non si prendono mai troppo sul serio e un ritmo
coinvolgente, The Umbrella Academy 2 conferma la
buona qualità della prima stagione, replicandone il finale aperto,
agganciando la curiosità dello spettatore e fidelizzando il suo
pubblico.
Considerato uno dei più interessanti
registi attualmente operanti in Italia, Ferzan
Özpetek ha negli anni conquistato sempre più lodi grazie
ai suoi film ricchi di sentimenti e intrecci narrativi. Nato in
Turchia ma naturalizzato italiano, il regista ha portato la propria
cultura nel cinema del Bel Paese, dando vita ad un’unione
particolarmente apprezzata da critica e pubblico. I suoi film,
attesi con particolare entusiasmo, vantano sempre un cast di grandi
attori, attraverso i quali Özpetek lascia trasparire i temi a sé
cari.
9. Ha diretto i videoclip di
celebri cantanti. Oltre al cinema, Özpetek ha portato la
propria passione per la regia anche nella direzione di alcuni
recenti videoclip per i brani di noti cantanti italiani. Il primo
di questi è per la canzone È l’amore, del 2016, di
Mina e Adriano Celentano, per il
quale ha svolto le riprese in Turchia. Ha poi realizzato il
videoclip per Luna diamante, cantata da
Mina e Ivano Fossati, brano
presente nel suo ultimo film, La dea fortuna. Nel marzo
del 2020 ha invece firmato la regia del video di Ho amato
tutto, brano presentato da Tosca al Festiva
di Sanremo.
8. È stato aiuto regista di
Massimo Troisi. Nella sua formazione Özpetek vanta una
collaborazione con il celebre Massimo Troisi. Il
suo primo lavoro nel cinema fu infatti quello di aiuto regia per la
commedia Scusate il ritardo (1982). Negli anni successi ha
continuato a formarsi collaborando con altri noti nomi del cinema
italiano, come Maurizio Ponzi, Sergio
Citti e Francesco Nuti. Nel 1996
collabora con Ricky Tognazzi per il film Vite
strozzate, che sarà il suo ultimo lavoro come aiuto regista.
L’anno seguente, infatti, Özpetek debutta alla regia del suo primo
lungometraggio.
Ferzan Özpetek: i suoi libri
7. Ha scritto diversi
libri. Parallelamente alla carriera cinematografica, il
regista ha continuato a coltivare anche la passione per la
scrittura. Dopo aver firmato le sceneggiature dei suoi film, nel
2013 debutta con il suo primo romanzo, intitolato Rosso
Istanbul e pubblicato con Mondatori. Dato il buon successo di
questo, Özpetek porta avanti tale attività dando vita nel 2015 a
Sei la mia vita. Dopo una pausa di cinque anni, nel 2020
pubblica il suo nuovo romanzo, intitolato Come un respiro,
thriller incentrato sulla misteriosa figura di una donna fuggita
anni prima dall’Italia e ora tornata con indicibili segreti.
6. Ha tratto un film dal suo
primo romanzo. Nel 2017 il regista realizza un adattamento
cinematografico del suo primo romanzo, Rosso Istanbul.
Questo è l’occasione per tornare a girare nella sua terra natale,
con attori del luogo e nella lingua turca. La storia del film, che
segue fedelmente il romanzo, è incentrata sulle peripezie di un
giovane alle prese con un celebre regista turco e i preparativi per
il suo nuovo film. A partire da questo, però, il giovane si troverà
a dove fare i conti con il proprio passato e con quella terra
lasciata tanti anni prima.
Ferzan Özpetek: chi è il suo
compagno
5. Ha sposato il suo
compagno di lunga data. Özpetek è notoriamente riservato
circa la propria vita privata, ma è noto che dai primi anni del
2000 vive una relazione con Simone Pontesilli, che definisce il suo
“compagno di vita”. Di questi si sa ben poco, essendo una
personalità schiva, non presente sui social e lontana dai
riflettori dello spettacolo. I due, dopo anni di relazione, hanno
infine deciso di unirsi civilmente il 27 settembre del 2016, nella
sala consiliare del Campidoglio di Roma.
4. Ha dedicato a lui diverse
opere. A testimoniare il forte legame che li lega, Özpetek
ha negli anni dedicato al compagno alcune delle sue opere. Prima è
venuto il romanzo Sei la mia vita, interamente incentrato
su di lui, e il cui titolo trae ispirazione proprio da un messaggio
che l’uomo inviò al regista. In seguito, invece, gli ha dedicato il
suo ultimo film La dea fortuna, ambientato nel comune di
Palestrina, di cui Pontesilli è originario.
Ferzan Özpetek dirige La dea
fortuna
3. Ha raccontato una storia
molto personale. Nell’approcciarsi al suo nuovo film, il
regista di origini turche ha dichiarato di aver voluto realizzare
un’opera estremamente personale, riponendo in essa tutta la sua
vita e il suo mondo. Per realizzare La dea fortuna ha
infatti cercato di eliminare da sé ogni timore logico, lasciandosi
andare all’emozione e all’imprevedibilità dell’evoluzione del
progetto. Così facendo, ha raccontato di essere riuscito ad
emozionare prima di tutto sé stesso, capendo di essere riuscito a
gestire al meglio il progetto.
2. Voleva costruire una
storia sul destino. La scelta del titolo del film è un
rimando al Santuario della Fortuna Primigenia, che si trova a
Palestrina. Il regista ha raccontato di aver scelto tale titolo per
la volontà di raccontare una storia sulla fortuna e il destino di
tutti i giorni. Özpetek ha infatti raccontato come questo influenzi
molto le vite di ognuno di noi, e partendo da tale influenza ha
costruito le storie dei suoi personaggi, guidate o meno da tale
concetto filosofico.
Ferzan Özpetek: le frasi più belle
dei suoi film
1. I suoi film sono ricchi
di frasi poetiche. Dotato di grande sensibilità, Özpetek è
noto anche per le poetiche frasi scritte per i personaggi dei suoi
film. Da scrittore, infatti, ha affermato di curare molto questo
aspetto, ricercando le parole migliori per descrivere le emozioni e
farle nascere nello spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle
tratte dai suoi film:
– Non devi avere paura di
lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai. (Mine
vaganti)
– Resta così, non ti svegliare.
Finché dormi sei il mio segreto, da sveglio sarai vero e di
tutti. (Magnifica presenza)
– La memoria costituisce la
nostra più vera identità, ci aiuta a capire chi siamo e anche chi
saremo. (La finestra di fronte)
– L’unico modo per smettere un
vizio è iniziarne un altro. (Saturno contro)
Tra gli attori italiani più validi
della nuova generazione, Filippo Nigro è senza
dubbio uno dei pià amati sia dal pubblico che dalla critica. Molto
attivo sia al cinema che in televisione, è riuscito con il suo
talento a fare breccia nel cuore di molti spettatori.
Ma scopriamo insieme adesso
tutto quello che c’è da sapere su Filippo Nigro e
la sua incredibile carriera.
Filippo Nigro serie tv
10. Nato a Roma il
3 dicembre del 1970, Filippo Nigro è rimasto nella Capitale per
tutta la durata dei suoi studi. Dopo il liceo si iscrive
all’università La Sapienza dove studia Storia Medievale;
successivamente però si iscrive al Centro Sperimentale di
Cinematografia per studiare recitazione. Qui finalmente
trova la sua dimensione e gode di un’insegnante d’eccezione, la
grande Lina
Wertmuller.
9. I suoi primi
passi nel mondo dello spettacolo risalgono agli anni novanta quando
inizia a lavorare in televisione in varie serie tv e soap opera
come I Ragazzi del Muretto (1992), Un
Posto Al Sole (1996), La Dottoressa Giò
(1997-1998) e Il Maresciallo Rocca (1998).
Filippo Nigro in RIS Delitti Imperfetti
Ma il primo ingaggio televisivo
importante arriva nel 2005 quando viene scelto nel cast della serie
tv crime RIS – Delitti Imperfetti.
La serie, andata in onda dal 2005 al
2009 per 5 stagioni e 89 episodi, racconta la storia reparto
investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Parma. In ogni
episodio la squadra del Capitano Riccardo Venturi (Lorenzo
Flaherty), cerca di risolvere intricati delitti partendo
dalle prove sulla scena del crimine.
Filippo Nigro in Suburra – La
Serie
8. Dopo il grande
successo di RIS – Delitti Imperfetti, nel 2017 il bel Filippo dagli
occhi azzurri entra a far parte del cast della fortunata serie
Suburra.
Filippo Nigro in Suburra – La Serie
Distribuita in Italia da
Netflix, la serie è ambientata a Roma nel
2008, anno delle dimissioni del sindaco e soprattutto anno di lotte
e contrattazioni illecite per l’assegnazione degli appalti per la
costruzione del Porto turistico di Ostia. Ci sono molti interessi
in ballo e non solo dal punto di vita edilizio; quello di Ostia è
infatti un punto strategico per il traffico di droga a cui la
criminalità organizzata non vuole rinunciare.
Nella serie, tra tanti criminali e
personaggi poco raccomandabili, Filippo Nigro interpreta Amedeo
Chinaglia, uno dei pochi politici onesti in circolazione nonché
membro della Commissione Edilizia, incorruttibile e idealista.
7.
Contemporaneamente a Suburra Filippo Nigro nel 2018 lavora anche ad
un altro progetto televisivo che ha fatto strage di ascolti. Si
tratta della serie I Medici – Lorenzo Il
Magnifico, una mega produzione italo-britannica, in cui
Filippo interpreta Luca Soderini, recitando al fianco di attore
come Richard
Madden, Dustin
Hoffman, Sean
Bean, Alessandro
Preziosi, Raoul
Bova, Alessandra
Mastronardi e molti altri ancora.
Filippo Nigro Film
6. La carriera di
Filippo Nigro, tuttavia, non si limita solo alla televisione.
L’attore, attivo sul grande schermo sin dagli anni novanta,
partecipa a tantissimi film di successo come ad esempio Le
Fate Ignoranti di Ferzan
Ozpetek (2011), regista con il quale instaura un
rapporto lavorativo assai duraturo.
Filippo Nigro in Le Fate Ignoranti – Fonte: IMDB
Il film dell’ormai lontano 2011,
racconta la storia di una donna, Antonia (Margherita
Buy), affranta per la prematura morte del marito che
scopre pian piano una lunga serie di segreti. Non solo scopre che
il suo defunto consorte aveva un amante uomo, Michele (Stefano
Accorsi), ma che per anni le ha nascosto tutto un
mondo fatto di libertà sessuale, personaggi bizzarri e pieno di
vita.
5. Due anni dopo il
successo de Le Fate Ignoranti, Ozpetek arruola nuovamente Filippo
Nigro per il suo nuovo film dal titolo La Finestra di
Fronte.
Filippo Nigro nel film La Finestra di Fronte
Il film racconta la storia di
Giovanna (Giovanna
Mezzogiorno) e Filippo (Filippo
Nigro), una giovane coppia di sposi in crisi che un giorno
incontra un uomo vecchio e solo che sembra aver perso la memoria. I
due decidono di ospitare l’uomo e aiutarlo a ritrovare la strada di
casa. In soccorso di Giovanni arriva Lorenzo (Raoul
Bova), un giovane bancario che vive di fronte e che la
donna spia in segreto da mesi. Ben presto Giovanna capisce che la
sua cotta verso Lorenzo è ricambiata e tra i due comincia una breve
ma intensa relazione.
La Finestra di Fronte, divenuto poi
un classico del cinema italiano e uno dei film di Ozpetek più amati
dal pubblico, nel 2003 fa strage di premi a porta a casa ben
quattro David di Donatello.
Filippo Nigro Filmografia
4. Negli anni
successivi la carriera di Filippo Nigro nel cinema prosegue con
film come A Luci Spente (2004), Ho voglia
di te (2007), Amore, bugie e calcetto
(2008) Un gioco da ragazze (2008), Diverso
da chi (2009), Dalla vita in poi
(2010), E La chiamano estate (2012),
In fondo al
bosco (2015), La dea fortuna
(2019) – diretto da Ferzan Özpetek – e in ultimo The Book of
Vision (2020).
Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Filippo Nigro, Jasmine Trinca, Serra
Yilmaz e Sara Ciocca in La dea fortuna – Fonte: IMDB
Il film racconta la storia di Arturo
(Stefano
Accorsi) e Alessandro (Edoardo
Leo), insieme ormai da più di quindici anni. Arturo è
un traduttore mentre Alessandro lavora come idraulico; tra i due
ormai le cose non funzionano più e quella che sembrava una crisi
passeggera potrebbe invece essere la fine del loro rapporto. Le
cose però cambiano quando Annamaria (Jasmine
Trinca), una loro amica, chiede a entrambi di
occuparsi dei suoi figli. Questo inaspettato tuffo nella paternità
forzata, stravolgerà le carte in tavola.
Filippo Nigro è su Instagram
2. Come tantissimi
attori, anche Filippo Nigro è una persona molto riservata e
preferisce tenere privati alcuni dettagli della sua vita. Tra le
informazioni già conosciuto riguardo il suo privato, sappiamo che
l’attore è sposato ormai da tanti anni con Gina
Gardini, una produttrice cinematografica.
La coppia ha tre
figli, Alessandro di 11 anni, Olivia di 5 anni e Claudio
di 3 anni, ma pare che anni fa la povero Gina abbia perso un
bambino intorno a settimo mese di gravidanza. La tragedia, seguita
da un lungo periodo di lutto e isolamento, non è riuscita però a
distruggere la coppia oggi più salda che mai.
1. Se volete essere
sempre aggiornati sulla vita privata e professionale di Filippo
Nigro, seguiti i suoi account social, Instagram, Facebook e Twitter.
Con una carriera divisa tra il
cinema e la televisione, Benjamin Bratt ha negli
anni costruito la sua fama recitando in noti titoli per il grande e
il piccolo schermo, guadagnando le lodi della critica e del
pubblico. Ad oggi, viene in particolare apprezzato per i suoi ruoli
action, ma grazie alla versatilità sfoggiata negli anni, Bratt ha
potuto ricoprire ruoli sempre diversi e sempre con grande
naturalezza.
Ecco 10 cose che non sai di
Benjamin Bratt.
Benjamin Bratt: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore inizia a farsi notare al cinema
grazie ai film Patto di sangue (1993), Sotto il segno
del pericolo (1994) e Sai che c’è di nuovo? (2003).
Negli anni seguenti ha poi guadagnato sempre maggior popolarità
grazie a titoli come Catwoman
(2004), con Halle
Berry, The Great Raid – Un pugno di eroi
(2005), L’amore ai tempi del colera (2007), con Javier
Bardem, Trucker (2008), Snitch –
L’infiltrato (2013), Un poliziotto ancora in
prova (2016), con Kevin
Hart, Special Correspondents (2016), di
Ricky
Gervais, The Infiltrator (2016), Doctor
Strange (2016), con Benedict
Cumberbatch, e La fratellanza (2017).
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Parallelamente all’attività per il grande
schermo, Bratt recita anche per la televisione, dove ha dato vita
ad alcuni dei suoi personaggi più noti. Il primo di questi è il
detective Ray Curtis di Law & Order – I due volti della
giustizia (1995-2009). In seguito, ha recitato anche nelle
serie E-Ring (2005-2006), The Cleaner
(2008-2010), Modern Family (2010-2020),
Private Practice (2011-2013), con Caterina
Scorsone, e in 24: Live Another Day (2014),
con Keifer
Sutherland.
8. È anche
doppiatore. Negli ultimi anni l’attore si è distinto anche
per la sua attività di doppiaggio. Ha infatti prestato la propria
voce per alcuni noti film d’animazione. Tra questi si annoverano
Piovono polpette (2009) e Piovono polpette 2 – La
rivincita degli avanzi (2013), dove interpreta Manny,
Cattivissimo Me 2 (2013), nel ruolo di El Macho, e
Coco (2017), il film della Pixar premiato con l’Oscar al
miglior film d’animazione, dove Bratt dà voce al personaggio di
Ernesto de la Cruz.
Benjamin Bratt è su Instagram
7.Ha un
account personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 218 mila persone. All’interno
di questo egli è solito condividere in prevalenza immagini o video
promozionali dei suoi progetti futuri come interprete. Diverse a
riguardo sono anche le foto di backstage scattate sui set a cui ha
preso parte. Non mancano però anche diversi post relativi a luoghi
visitati o momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi.
Molto presenti sono inoltre le immagini legate alla sua
famiglia.
Benjamin Bratt: chi è sua
moglie
6. Ha sposato
un’attrice. Nell’aprile del 2002 Bratt si sposa per la
prima volta con l’attrice Talisa Soto, con cui aveva una relazione
dal 2001. I due si erano però conosciuti per la prima volta durante
i provini per il film Patto di sangue. Da quel momento,
rimasti in contatto, si sono frequentati di tanto in tanto,
arrivando però a concretizzare la loro relazione soltanto durante
le riprese del film Piñero. La coppia ha ad oggi due
figli, nati rispettivamente nel 2002 e nel 2005, di cui si possono
ritrovare alcune foto sul profilo Instagram dell’attore.
Benjamin Bratt e Julia
Roberts
5. Ha avuto una relazione
con la celebre attrice. A partire dal 1998, Bratt ha avuto
una relazione con l’attrice Julia
Roberts. I due, molto legati, si sono ben presto
affermati come una delle coppie più in voga ad Hollywood, e fu
proprio lui ad accompagnare la Roberts alla cerimonia dei premi
Oscar nel 2001, dove lei vinse il premio come miglior attrice. In
quello stesso anno, tuttavia, i due hanno annunciato la loro
separazione, senza chiarire il motivo di tale decisione.
Benjamin Bratt in Modern
Family
4. Ha interpretato un ruolo
ricorrente. Nel corso della celebre sit-comedy Modern
Family, l’attore ha partecipato a diversi episodi nel ruolo di
Javier, l’ex marito di Gloria e il padre biologico di Manny. Questi
ha fatto la sua prima comparsa nell’episodio Up All Night,
l’undicesimo della prima stagione, ed è apparso negli anni
in un totale di sei episodi, ovvero Lifetime Supply, Flip Flop,
Patriot Games, The Graduates e Dead on a Rival,
dell’undicesima stagione.
3. Ha sostituito un altro
attore per il ruolo. Originariamente, il ruolo di Javier
avrebbe dovuto essere interpretato dall’attore Alfred
Molina. Tuttavia, poiché i produttori desideravano dare al
personaggio delle origini sudamericane, il casting di questo venne
ripensato, e la parte andò infine a Bratt, il quale avendo origini
peruviane corrispondeva meglio al profilo del personaggio.
Benjamin Bratt in Law & Order
2. Ha ricevuto una
nomination ai premi Emmy. Nel 1999 Bratt ottiene una
nomination agli Emmy Awards come miglior attore non protagonista.
Diventa così uno degli unici cinque interpreti principali della
serie a ricevere tale riconoscimento. Tuttavia, ciò non fece
cambiare idea all’attore circa la sua volontà di lasciare la serie,
desideroso di lavorare maggiormente per il cinema. Tornerà però a
recitare in un episodio della serie nel 2009, apparendo come guest
star.
Benjamin Bratt: età e altezza
1. Benjamin Bratt è nato a
San Francisco, in California, Stati Uniti, il 16 dicembre
del 1963. L’attore è alto complessivamente 187 centimetri.
I film horror hanno molteplici
influenze. Alcuni sono basati su leggende, come le classiche storie
di lupi mannari, vampiri e zombi. Altri, invece, sono basati sulla
fervida ed iperattiva immaginazione degli sceneggiatori. Eppure, ci
sono molti film horror che si basano su persone realmente esistite,
in alcuni casi ancora più spaventose dei mostri iconografici che
hanno turbato i nostri sogni.
Screen Rant ha raccolto 10 cattivi di altrettanti celebri film
horror che son stati ispirati da persone della vita reale:
L’insaziabile (1999)
Nel 1999, la regista
Antonia Bird ha diretto
L’Insaziabile (in originale Ravenous),
divenuto negli anni un vero e proprio cult tra gli appassionati del
genere. Il film è interpretato da
Guy Pearce, Robert Carlyle e David
Arquette, e racconta una storia di cannibalismo ambientata
nella California del 1840.
La storia si basa
sulla vita vera dei delitti di Alfred Packer che della fallita
Spedizione Donner. Packer faceva parte di un gruppo che viaggiava
attraverso il Colorado e che venne colpito da una tempesta di neve:
per sopravvivere, ricorse al cannibalismo.
Henry, pioggia di sangue (1986)
Il film Henry,
pioggia di sangue (in originale Henry: Portrait of a
Serial Killer) vede Michael Rooker (che anni dopo avrebbe
interpretato Yondu Udonta nel franchise Guardiani
della Galassia) nei panni di un serial killer di nome
Henry.
Si tratta di un film che offre una
prospettiva davvero scomoda: anziché narrare i fatti secondo un
punto di vista oggettivo, Henry, pioggia di sangue
mostra le vicende basandosi sulle confessioni del killer. Il film è
infatti ispirato alla vita del serial killer Henry Lee Lucas,
condannato per l’omicidio di 11 persone, che confessò erroneamente
di averne uccise circa 100.
Wolf Creek (2005)
Wolf
Creek, horror australiano del 2005 che ha generato una
serie tv e anche un sequel, racconta una storia molto
efficace che la maggior parte degli spettatori ha però odiato (il
film ha anche ricevuto una F su CinemaScore), e questo a causa
delle scene cruente e dello stato di desolazione alla base della
storia.
Il film parla di tre turisti che
vengono rapiti e poi perseguitati dal serial killer Mick Taylor ed
è basato sulla storia vera di due diversi serial killer molti noti
in Australia: il primo, Ivan Milat, che negli anni ’90 uccise sette
turisti muniti di zaino e sacco a pelo; il secondo, Bradley
Murdoch, che nel 2001 che ha ucciso una persona.
Psyco (1960)
Siamo tutti d’accordo sul
fatto che Alfred Hitchcock fosse il maestro del
brivido e dei film di suspense: nel 1960 si è addirittura messo
alla prova con il genere horror. Il risultato fu
Psyco, basato sul romanzo di Robert
Bloch. Hitchcock ha usato il libro come riferimento, ma ha
fatto comunque suo il film, che è la storia di un proprietario di
un motel che in realtà è anche un serial killer.
Come molti altri film horror usciti
sia prima che dopo, anche
Psyco è stato influenzato dalla storia di Ed Gein, un
serial killer del Wisconsin, noto per essere stato anche un
profanatore di tombe. Anche Non aprite quella porta e Il silenzio
degli innocenti hanno usato la figura di Gein come
riferimento rispettivamente per Leatherface e Buffalo Bill.
Scream (1996)
Negli anni ’90, quando il
genere horror era fortemente in crisi, Wes Craven ha contribuito a rivitalizzarlo
ancora una volta dando vita alla saga di Scream. Il primo film può essere considerato a
tutti gli effetti un gioiello, soprattutto per il modo in cui ha
saputo ribaltare le regole non scritte del genere e, al tempo
stesso, prendersene gioco.
Insieme a tutti gli
omaggi ai grandi classici del genere horror, anche il personaggio
dell’iconico Ghostface è stato ispirato da una persona realmente
esistita, ossia Danny Rolling, noto come lo squartatore di
Gainesville, un serial killer che nel 1990
uccise cinque studenti in Florida.
Il silenzio degli innocenti (1991)
Prima della serie
Hannibal, c’è stato Il Silenzio degli
Innocenti, film vincitore di ben 5 premi Oscar (tutti
nelle principali categorie), ancora oggi considerato uno dei
migliori thriller della storia del cinema. Il film vede Jodie Foster nei panni di un’agente dell’FBI
che viene incaricata di intervistare un serial killer affetto da
cannibalismo, noto come Hannibal Lecter (Anthony
Hopkins), nel tentativo di ricevere aiuto circa la
cattura di un altro omicida, Buffalo Bill.
Mentre Bill era basato sul già
citato Ed Gein, lo scrittore Thomas Harris,
creatore del personaggio di Lecter, aveva basato l’ex
psichiatra e criminologo su un medico serial killer realmente
esistito di nome Alfredo Balli Trevino, un uomo che lo stesso
Harris aveva intervistato in prigione quando era un giovane
reporter.
IT (2017/2019)
Stephen
King ha scritto il romanzo IT nel
1986, e da allora è stato adattato ben due volte: la prima volta
per la tv e la seconda per il cinema. Nel romanzo, un mostro si
presentava ogni 27 anni per uccidere i bambini nella città di
Derry, nel Maine. Nel romanzo, Pennywise, il clown ballerino, è uno
dei tanti alter ego del mostro, nonché la forma attravers cui si
mostra ai bambini per attirarli a sé ed ucciderli.
L’idea del pagliaccio assassino si
basa sul serial killer realmente esistito John Wayne Gacy, che
venne proprio soprannominato “Killer Clown”. Gacy venne condannato
a morte per aver
rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33
vittime, tutte adolescenti e di sesso maschile.
Dracula (1939)
Dracula
è un mostro creato nel romanzo horror seminale di Bram Stoker e da allora è diventato il più
famoso dei mostri/vampiri nei racconti di fiction e nei film.
Tuttavia, vi fu una chiara influenza sulla creazione dell’iconico
Conte, influenza con la quale il personaggio condivide persino il
nome: Vlad l’Impalatore.
Vlad era un sovrano che guidò una
grande guerra e saccheggiò i villaggi sassoni, impalando tutti
coloro che aveva catturato. Ha massacrato decine di migliaia di
persone prima della sua morte, sulla quale esistono differenti
teorie.
Misery non deve morire (1990)
Stephen
King scrisse Misery nel 1987. La storia racconta di uno
scrittore di romanzi famoso in tutto il mondo che rimane coinvolto
in un incidente e viene salvato da un’infermiera di nome Annie
Wilkes, una donna che si professa la sua “ammiratrice numero uno”,
ma che in realtà è soltanto una psicopatica che lo tiene
prigioniero e gli ordina di scrivere un nuovo libro soltanto per
lei, incapace di distinguere la realtà dalla finzione.
Il personaggio della Wilkes
(interpretato dall’immensa Kathy Bates) era basato su un infermiera
realmente esistita, Genene Jones, una donna che ha ucciso
innumerevoli persone con letali iniezioni di droghe.
Le colline hanno gli occhi (1977)
I mostri de Le colline hanno gli occhi di Wes Craven non sembrano essere basati su
persone realmente esistite. Nel film una famiglia viene catturata e
uccisa da un gruppo di persone mutate da alcune radiazioni in una
collina nel Nevada. Il film era piuttosto grottesco e pieno di
personaggi terrificanti. Tuttavia, anche questo film è stato
influenzato dalla vita reale.
La sceneggiatura, infatti, era
basata sul cannibale Sawney Bean, il capo di un clan che durante il
16° secolo uccise e cannibalizzò oltre 1.000 persone in 25 anni.
Quando l’identità e le atrocità di Bean vennero rivelate, i
cittadini locali uccisero brutalmente sia lui che la sua famiglia.
Anche se non ci sono prove sufficienti che confermano o negano
l’esistenza di Bean, il suo mito persiste ancora oggi…
EL CHICANO, diretto
da Ben Hernandez Bray (stuntman con una carriera
di 25 anni alle spalle) e scritto con Joe Carna
(regista e autore di The Grey, Narc, A- Team), sarà
disponibile dal 6 agosto (distribuito da Cloud 9
Film) sulle migliori piattaforme digitali: SKY
PRIMAFILA, CHILI, RAKUTEN, TIM VISION, APPLE TV, INFINITY TV,
GOOGLE PLAY, CG DIGITAL e THE FILM CLUB.
EL CHICANO è un
film d’azione old school, un tuffo nella Los Angeles dei latinos,
delle gang immersa nei rituali, nei combattimenti e nelle vendette
vecchio stile.
Il cast è interamente latino
americano; gli interpreti principali sono Raúl
Castillo(Quando eravamo Fratelli),Aimee
Garcia(Dexter serie TV) eGeorge
Lopez.
SINOSSI
Quando al detective del
dipartimento della polizia di Los Angeles, Diego Hernandez
(interpretato da Raul Castillo), viene assegnata un’indagine su un
pericoloso cartello della droga messicano, si scoprono i legami col
presunto suicidio di suo fratello e contemporaneamente affiora una
lotta in atto per il territorio che sta devastando il suo
quartiere. Combattuto tra il dovere di attenersi alle regole e le
ricerca della giustizia, Diego fa risorgere la leggenda di El
Chicano e innesca una sanguinosa guerra per difendere la sua città
e vendicare l’omicidio di suo fratello.