Il regista di Deadpool &
Wolverine Shawn Levy ha rilasciato un intrigante
aggiornamento sul suo prossimo film di Star
Wars, mentre si vocifera che le riprese
potrebbero iniziare nel settembre 2025. Il film di Shawn Levy su
Star
Wars è rimasto in “sospeso ” per anni, inizialmente
ritardato a causa dello sciopero degli sceneggiatori. Levy è
passato ad altri impegni, tra cui Deadpool e Wolverine, ma
di recente sono circolate voci di movimento sul
prossimo film di Star Wars.
Interrogato in merito in una
conversazione con IndieWire, Levy è sembrato alludere al fatto che il
suo prossimo progetto sarà Star Wars o un’altra
collaborazione con Hugh Jackman e
Ryan Reynolds, un film sulla Boy Band che Reynolds sta
scrivendo.
“Poiché ‘Deadpool & Wolverine’ è stato così appagante, sono
felicemente aperto a qualsiasi cosa ci sia dopo.E sì, c’è
un film di “Star Wars” che sto sviluppando, in realtà con il nostro
sceneggiatore di “Adam Project” Jonathan Tropper.Non si sa
mai cosa diventerà innegabile e verrà realizzato in
seguito”.
Il commento di Levy arriva subito
dopo le recenti notizie riportate da Jeff Sneider, insider di
Hollywood, secondo cui Levy avrebbe tenuto aperto uno spiraglio per
iniziare le riprese di Star Wars nel settembre 2025.
Secondo altre voci, il film di Levy sarebbe il film misterioso
previsto per il dicembre 2027.
I commenti di Shawn Levy si
adattano alle intriganti voci sul suo film di Star Wars
Le ultime dichiarazioni di Levy
alimenteranno certamente le speculazioni sul fatto che il suo film
sarà il prossimo a uscire dal cancello, ora che The
Mandalorian & Grogu hanno terminato le riprese. Secondo
Sneider, la Rey di Daisy Ridley tornerà come personaggio di sfondo,
una figura di mentore nel Nuovo Ordine Jedi. La Ridley è nota per
essere la chiave delle speranze di Lucasfilm in Star Wars,
e si dice che sia considerata l’unica risorsa cinematografica
comprovata dopo che i personaggi della trilogia originale sono
stati uccisi durante i sequel.
Ma i commenti di Levy introducono
anche una nota di cautela. Ha molti altri impegni ed è del tutto
possibile che finisca per girare prima Boy Band, il che
significherebbe che Star Wars subirà un altro ritardo. È
lecito supporre che una decisione sarà presa entro la Star Wars
Celebration, quando ci sarà sicuramente un annuncio ufficiale.
Basandosi sull’omonimo romanzo di
Agatha Christie, Kenneth Branagh è tornato
con Assassinio
sul Nilo(qui
la recensione) a dirigere il secondo film che lo vede
protagonista nei panni del famoso detective Hercule
Poirot. Ambientato nel 1937, il film segue Hercule Poirot
in vacanza in Egitto. Dopo aver riallacciato i rapporti con il
vecchio amico Bouc (Tom Bateman),
viene invitato a partecipare a una crociera sul Nilo per celebrare
il matrimonio di Simon Doyle (Armie
Hammer) e Linnet
Ridegway (Gal
Gadot) un’ereditiera. Dopo che però Linnet viene
uccisa e la sua collana rubata, Poirot si mette alla ricerca del
responsabile della sua morte e delle sue motivazioni.
La spiegazione del finale di
Assassinio sul Nilo
Poirot ci ha messo
un po’ ad arrivare in fondo al mistero perché era impegnato a
indagare sulla storia di Rosalie per conto di
Euphemia. Alla fine, però, l’investigatore scopre
che è stato Simon Doyle, il marito di
Linnet, a ucciderla. Voleva i suoi soldi più di
ogni altra cosa, ed è per questo che l’ha amata, ha lasciato
pubblicamente Jacqueline e l’ha sposata così in
fretta. Lavorare per Linnet come agente immobiliare non era però
sufficiente: Simon voleva molto di più e per ottenerlo era disposto
a diventare un assassino. Era stato visto da
Louise, motivo per cui lei era la prossima vittima
della lista. Tuttavia, Simon non lavorava affatto da solo.
Il motivo per cui c’erano due
assassini era che Jacqueline non poteva resistere
ad aiutare Simon. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, anche se
questo significava complottare per uccidere la sua amica. Mentre
Simon ha ucciso Linnet, è stata Jacqueline a uccidere sia
Louise che Bouc, la prima perché
aveva visto Simon e il secondo perché aveva visto Jacqueline
uccidere Louise. Simon doveva mantenere la sua innocenza e, poiché
era presente durante l’interrogatorio di Poirot, non poteva
compiere l’omicidio o tradirsi. Simon e Jacqueline hanno
pianificato tutto fin dall’inizio ed è possibile che l’avrebbero
fatta franca se Poirot non fosse stato presente per scoprire la
verità.
Mentre Poirot li smaschera e risolve
il caso, Simon afferra l’arma del delitto, ma con la sua zoppia
Jacqueline sapeva che non sarebbero andati lontano. C’erano troppe
persone a bordo da uccidere, così ha premuto il grilletto, sparando
un proiettile a entrambi. Il film si conclude così lasciando tutti,
a loro modo, in lutto. Andrew promette di smettere
di essere corrotto e di fare buon uso dell’impero di Linnet;
Linus dice che andrà a lavorare in Africa,
utilizzando le sue capacità mediche in onore di Linnet. Anche
l’amante di Bouc, Rosalie, sua zia
Salomè e la madre di Bouc vengono lasciate in
lutto, stordite dal ricorso al crimine per guadagnare denaro.
Jacqueline mostra a Poirot la sua
pistola prima della morte di Linnet
È interessante notare che
Jacqueline rivela a Poirot di avere una pistola,
la stessa che Simon ha poi usato per uccidere
Linnet. A quel punto di Assassinio sul
Nilo, Jacqueline sembrava già tra i possibili colpevoli e
Linnet stessa temeva che la donna l’avrebbe uccisa perché Simon
l’aveva lasciata per sposarla. Allora perché mostrare a Poirot la
pistola? Seguire Simon e Linnet come una stalker avrebbe dovuto
essere sufficiente, no? Anche se Jacqueline ha la colpa di aver
complottato per uccidere, è possibile che abbia mostrato la pistola
a Poirot perché una parte di lei si sentiva in colpa per aver
cercato di uccidere Linnet.
Dopo tutto, lei e Linnet erano
amiche e l’ereditiera aveva chiarito che Jacqueline era una delle
poche persone a cui non era mai importato del suo denaro. Forse
c’era una parte di lei che voleva che Poirot vedesse la pistola
nella speranza che cercasse di portargliela via, impedendo la serie
di eventi che si sono susseguiti. Naturalmente il film non ci dice
se l’intento fosse realmente questo, anche se l’atteggiamento di
Linnet sembra tradire una certa paura. L’investigatore, tuttavia,
non ha preso la pistola e le conseguenze non hanno tardato a
manifestarsi.
Anche Bouc, Andrew ed Eufemia sono
a loro modo colpevoli
Andrew non avrà
avuto successo, ma ha tentato di uccidere Linnet e
Simon mentre si trovavano nei templi di Abu
Simbel. Ha anche cercato di far firmare a Linnet dei documenti che
lo avrebbero tenuto in carica più a lungo, il che significa che
avrebbe continuato a ricevere i suoi soldi, in un momento in cui
lei era agitata e non era concentrata su ciò che era scritto.
L’unica ragione per cui Poirot lascia andare Andrew è la promessa
che sistemerà le cose con i conti di Linnet.
Poirot avrebbe anche lasciato andare
Bouc per aver rubato la collana di Linnet, ma è
morto prima che ciò potesse accadere. Bouc era così desideroso di
iniziare la sua nuova vita con Rosalie che pensò
prima alla loro vita insieme invece di rivelare che Linnet era
stata uccisa. Il furto della collana ha così messo in pericolo
anche lui. Se non avesse cercato di nasconderla o di rimetterla a
posto, Bouc probabilmente non avrebbe mai visto Simon parlare con
Louise.
L’aver preso la collana ha quindi
complicato le cose più del necessario, causando altre morti.
Tuttavia, Bouc potrebbe non aver rubato la collana se
Eufemia avesse semplicemente accettato la
relazione del figlio con Rosalie. L’assunzione di Poirot ha
complicato le cose e ha involontariamente messo Bouc sulla sua
strada. Motivo per cui, oltre ai due effettivi assassini, si hanno
anche altre personaggi macchiatisi di alcuni “crimini”, più o meno
evidenti, che li rendono parte di questo intricato caso.
Il perché dei baffi di Poirot (e
perché alla fine li ha tagliati)
Gran parte di ciò che rende Poirot
famoso sono i suoi lunghi baffi, incurvati alle estremità e curati
con precisione. Assassinio sul Nilo rivela che la
ragione dei suoi baffi è in realtà un’idea della sua defunta
moglie, che gli suggerì di farseli crescere per coprire le
cicatrici di guerra. Da allora, egli porta i baffi. Alla fine del
film, tuttavia, Poirot si è rasato completamente i baffi.
Inizialmente può sembrare che l’abbia fatto per impressionare
Salomè Otterbourne (Sophie
Okonedo), ma il motivo è molto più profondo: Poirot si
nascondeva dietro il suo lavoro e il suo ego.
La morte di Bouc
gli ha fatto capire di aver perso l’unico amico che aveva davvero,
uno che era disposto a lottare per amore, mentre Poirot teneva le
persone a distanza. Dopo che Rosalie, la nipote di
Salomè, gli ha “letto l’animo”, Poirot ha capito che aveva ragione:
si è nascosto. I suoi baffi sono una parte importante di questo, e
lo proteggono dalle domande sul suo passato, nonostante i molti
commenti che riceve al riguardo. Rimuoverli dimostra che è disposto
a vivere la sua vita in modo più aperto per il futuro. Andare a
vedere Salomè senza la maschera, in un ambiente in cui non sta
lavorando, dimostra che vuole vivere senza maschere e che tagliarsi
i baffi è un inizio.
Il vero significato del finale di
Assassinio sul Nilo
Assassinio sul Nilo
può essere incentrato sul mistero dietro un omicidio, ma il suo
nucleo centrale riguarda gli innamorati senza speranza. Tutti nel
film sono alimentati dal loro amore appassionato per qualcun altro.
Anche il nascondersi dietro certe cose – cure, denaro, lavoro – è
un tema importante del film. In definitiva, ogni personaggio
indossa una maschera. All’esterno, la ricchezza di Linnet fa ombra
a molte relazioni difficili che si celano sotto la superficie.
L’amore, in molti modi, mostrava la bruttezza che si celava dietro
tutti i loro comportamenti; è anche ciò che li spingeva agli
estremi.
L’amore li ha costruiti, ma li ha
anche resi dei mostri. In definitiva, coloro che avevano il cuore
al posto giusto stavano combattendo per qualcosa che andava oltre
l’avidità nel mistero dell’omicidio. Altri, come Simon, lo facevano
solo per i soldi. L’amore, a quanto pare, fa fare alle persone cose
sfortunate e irrazionali e Assassinio sul Nilo ne
è la prova. Ma il messaggio del film è che le persone, a
prescindere da tutto, dovrebbero cercare di amare a prescindere da
tutto e tutti.
La Collection De
Filippo è un ambizioso progetto della Rai che porta sul
piccolo schermo i capolavori teatrali di Eduardo De
Filippo, personalità che non ha bisogno di presentazioni e
che ha saputo raccontare l’Italia con comicità e inquietudine,
offrendo un ritratto amaro e ironico della società. Sotto
l’apparente leggerezza dei suoi testi si cela l’analisi dell’animo
umano e delle dinamiche sociali, che rendono i suoi lavori
universali e sempre attuali. Ad oggi sono già stati realizzati
Natale in casa Cupiello, Nonti pago(entrambi con Sergio Castellitto), Napolimilionaria!, Sabato, domenica e
lunedì e Filumena Marturano. A questi si aggiunge ora
Questi fantasmi!.
Il film, che è diretto da Alessandro Gassmann, è dunque basato
sull’omonima Commedia scritta nel 1945 da Eduardo De
Filippo, che debuttò il 7 gennaio 1946 al Teatro Eliseo di
Roma, con la Compagnia “Il Teatro di Eduardo con Titina De
Filippo”. Si tratta inoltre della quarta trasposizione per lo
schermo di quest’opera dopo un film omonimo, diretto da Eduardo
stesso e interpretato nel 1954, seguito nel 1962 da un altro
adattamento per la tv diretto e interpretato dallo stesso De
Filippo e da un film per il cinema del 1967 diretto da
Renato Castellani, e con protagonisti
Vittorio Gassman e Sophia
Loren.
Alessandro Gassmann ha dunque ripreso in mano
un’opera con cui si era già confrontato anche suo padre e attua un
adattamento che mira a far scoprire anche alle nuove generazioni la
costante attualità di Eduardo. In questo articolo, approfondiamo
dunque alcune delle principali curiosità relative a Questi
fantasmi!. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
significato dell’opera. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Pasquale Lojacono, un uomo in difficoltà
economiche, che si trasferisce insieme alla moglie
Maria in un ampio e decadente appartamento situato
in un vecchio palazzo napoletano. La loro permanenza nell’immobile
è frutto di un insolito accordo con il proprietario: in cambio
dell’affitto gratuito, Pasquale deve dissipare le dicerie che
dipingono la casa come infestata da fantasmi, restituendo così alla
proprietà il suo valore e la sua reputazione. Con il passare dei
giorni, strani avvenimenti sembrano confermare la presenza di
entità sovrannaturali.
Il protagonista si trova infatti a
ricevere regolarmente misteriose somme di denaro, che attribuisce
alla generosità di spiriti benevoli. Convinto della solidarietà
ultraterrena, Pasquale si immerge in una sorta di sogno ad occhi
aperti, ignaro che dietro questa apparente fortuna si nasconde una
realtà ben più terrena: il denaro proviene infatti da
Alfredo, l’amante di Maria, che trama nell’ombra
per mettere a tacere il marito e organizzare una fuga con lei.
Questo intricato triangolo amoroso
si arricchisce di una vivace galleria di personaggi:
Raffaele, il portiere del palazzo, e sua sorella
Carmela, sempre pronti a sfruttare a loro
vantaggio la leggenda della casa infestata; la famiglia di Alfredo,
coinvolta indirettamente nei piani dell’uomo; e soprattutto
il professor Santanna che, dalla finestra
dell’appartamento di fronte, assiste agli eventi con un misto di
ironia e critica pungente. Tra equivoci, inganni e riflessioni
sulla credulità umana, la vicenda si snoda svelando poco a poco i
desideri, le paure e le debolezze dei suoi protagonisti.
Ad interpretare il protagonista
Pasquale Lojacono vi è l’attore Massimiliano Gallo, oggi
celebre per la fiction Vincenzo Malinconico, avvocato
d’insuccesso ma già protagonista in TV di un’opera di De
Filippo con Napoli milionaria!. Accanto a lui, nel
ruolo della moglie Maria, vi è invece l’attrice Anna Foglietta, già diretta da Alessandro Gassmann in Il
premio. Recitano poi nel film anche Alessio Lapice
– visto nel film Il primo re e nella fiction
Imma Tataranni – Sostituto procuratore – nel ruolo
di Alfredo Marigliano.
Completano il cast Gea
Martire nel ruolo di Carmela, Maurizio Casagrande
nel ruolo di Raffaele, il portiere, Viviana Cangiano in quello di
Armida e Tony Laudadio in quello di Gastone Califano. Lello
Serao è il Barone Carlo De Nittis, mentre Flavia
Lieto e Rosa Nunzi sono
rispettivamente la prima e la seconda figlia di Alfredo.
Luciana Zazzera è la padrona di casa e
Vincenzo Castellone è il barbiere. Mariano
Rigillo, infine, è la voce del professor Santanna.
Il significato dell’opera di Eduardo De
Filippo
Questi fantasmi!
affronta uno dei temi principali della produzione eduardiana,
ovvero l’imposizione di una maschera da parte dei personaggi
dettata unicamente dalle circostanze. Dai toni scherzosi della
commedia si passa infatti alla riflessione sull’autenticità degli
uomini e al tentativo della riappropriazione della dignità di un
uomo in crisi lavorativa e coniugale. Questo è Pasquale Lojacono,
il quale porta gli spettatori a nutrire il dubbio se egli sia
realmente un ingenuo o un abile opportunista, intenzionato a
sfruttare le condizioni che gli si presentano anche quando ne è in
realtà una vittima o, volendo, il fantasma del titolo.
Dove vedere il film in streaming e
in TV
Il film è presente nel palinsesto
televisivo di lunedì 30 dicembre alle ore
21:30 sul canale Rai 1. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Il coinvolgimento di Charlie Cox in un importante progetto futuro
del Marvel Cinematic Universe
potrebbe essere stato rivelato. Cox ha ricevuto ampi
consensi per la sua interpretazione di Matt
Murdock/Daredevil nella serie Daredevil di
Netflix, che è stata bruscamente cancellata dopo la
terza stagione. Ora ha ripreso il ruolo in Spider-Man:
No Way Home, She-Hulk: Attorney at Law, Echo e
nell’attesissima Daredevil:Born Again, che debutterà su Disney+ nel 2025.
Come condiviso da DFRNT Health &
Fitness su Instagram, Cox si sta allenando per un
filmsugli
Avengers. Se è vero, è probabile che
Cox appaia come Daredevil in Avengers:Doomsday o Avengers:Secret Wars. È anche possibile che Cox si stia
allenando per Daredevil:Born Again stagione 2.
Tuttavia, il coinvolgimento di Cox in Avengers:Doomsday e Avengers:Secret Wars non è
ancora stato confermato ufficialmente, così come
Daredevil:Born Again avrà una seconda stagione.
Leggete il post qui sotto:
Daredevil potrebbe avere un ruolo importante in Doomsday o
Secret Wars
Se Cox si sta allenando per
Avengers:Doomsday o Avengers:Secret Wars, questo ha potenzialmente importanti
implicazioni per le prossime storie. Daredevil potrebbe avere un
ruolo significativo e persino entrare a far parte della formazione
dei Vendicatori in Doomsday. Si tratterebbe del
ruolo più importante di Cox in un film del MCU, poiché, a parte una
scena in cui aiuta Peter Parker (Tom Holland) a risolvere un
problema legale in Spider-Man: No Way Home, per il
MCU è stato esclusivamente un
personaggio televisivo.
Poiché le trame di
Doomsday e Secret Wars sono profondamente
radicate nel multiverso, è anche possibile che Cox
interpreti una versione di Daredevil e Murdock diversa da quella
che ha interpretato finora nel MCU. Cox potrebbe anche
interpretare una versione più cattiva del Diavolo di Hell’s
Kitchen. Questo si baserebbe sul casting confermato e scioccante di
Robert Downey Jr. che interpreta il malvagio Dottor Destino
invece dell’eroico Tony Stark/Iron Man in Doomsday e
Secret Wars.
In base alla storia delle
cancellazioni della CBS, potrebbe esserci la possibilità che il
network stacchi la spina a NCIS. La lunga
serie procedurale è già un’istituzione non solo per l’emittente, ma
anche per la televisione di rete, essendo giunta alla sua 22esima
stagione. Attualmente, è la terza serie televisiva statunitense in
onda con sceneggiatura e live-action più longeva, superata solo da
Law & Order della NBC e da
Dick Wolf, Special Victims Unit e Law & Order della
NBCe di Dick Wolf,che
stanno trasmettendo rispettivamente la 26esima e la 24esima
stagione. Certo, è difficile immaginare la televisione
senza NCIS, ma potrebbe essere vicina alla sua fine.
Sarebbe un eufemismo dire che
NCIS ha subito molti cambiamenti nel corso della sua
storia. Come la maggior parte delle serie di lunga durata, ha detto
addio a diversi membri del cast e ne ha accolti di nuovi. La
perdita più grande è stata il ritiro del personaggio di Mark
Harmon, Leroy Jethro Gibbs, nella stagione 19 di NCIS, che
ne era stato il volto fin dall’inizio. Tuttavia, il procedurale ha
affrontato i cambiamenti, con l’arrivo di Alden Parker,
interpretato da Gary Coleman, che ha assunto la direzione del
MCRT. Sebbene la transizione sia stata più fluida di
quanto inizialmente ipotizzato, le nuove informazioni potrebbero
essere motivo di preoccupazione per il futuro di NCIS.
La stagione 22 di NCIS ha
registrato gli ascolti più bassi di tutti i tempi
Secondo un rapporto di TV Line, l’episodio 6 della stagione 22 di
NCIS, “Knight & Day”, è sceso a 4,92 milioni di
spettatori, pareggiando l’episodio “The Trouble with Hal” di tre
settimane fa. In base ai dati pubblici, tuttavia, l’anno in corso
registra anche gli ascolti più bassi nei suoi oltre vent’anni di
messa in onda. L’episodio 4 della stagione 22 di NCIS,
“Sticks & Stones”, ha registrato solo 4,76 milioni di spettatori,
il che, curiosamente, ha tacitato una delle storie più forti e
d’impatto della MCRT nella sua attuale durata.
In questa puntata, Parker e il
resto della squadra hanno lottato duramente per fermare la terza
guerra mondiale, mentre Jessica Knight e Jimmy Palmer hanno
finalmente parlato della loro relazione. Dal punto di vista della
storia, si è trattato di un episodio solido. Il caso settimanale è
stato avvincente, in quanto Parker, Tim McGee e Nick Torres hanno
sfidato gli ordini e si sono inimicati l’FBI, un
tema ricorrente nella storia dello show. Nel frattempo, è stata
anche presa la tanto attesa decisione sul destino di Knight e
Palmer come coppia.
Gli ascolti della stagione 22
di NCIS sono pari a quelli di NCIS: Hawai’i prima della sua
cancellazione.
Fortunatamente, la stagione 22 di
NCIS è stata in grado di riprendersi dopo il calo di
ascolti, ma gli spettatori degli episodi successivi sono rimasti
molto lontani dai numeri della stagione 21. NCIS è
un’istituzione della televisione di rete, quindi di solito questo
non dovrebbe essere motivo di preoccupazione, soprattutto perché
continua a registrare risultati superiori a quelli degli altri
procedurali di lunga durata. Detto questo, la cancellazione
diNCIS: Hawai’ida
parte della CBS ha creato un precedente, insinuando che
l’ammiraglia potrebbe non essere così sicura come si crede.
La CBS ha fornito varie spiegazioni
sul motivo per cui ha effettivamente cancellato NCIS:
Hawai’i, tra cui gli ascolti in relazione agli sforzi di
gestione dei costi e all’interesse di rinnovare la propria
programmazione. Se si considerano gli ascolti dello spinoff di
Vanessa Lachey nei primi 9 episodi della terza stagione e si
confrontano con i dati della stagione 22 di NCIS, i numeri
sono praticamente gli stessi.
È probabile che sia più costoso
girare alle Hawaii per la serie secondaria piuttosto che sui set
consolidati dell’ammiraglia, ma bisogna anche considerare gli
stipendi delle persone coinvolte. Sia Sean Murray che Brian Dietzen
fanno parte di NCIS da più di vent’anni, e questo comporta
ingenti compensi. Nel frattempo, nomi affermati come Gary Cole e
Wilmer Valderrama avrebbero tariffe più alte rispetto a quelle dei
giovani relativamente emergenti di NCIS: Hawai’i.
Il ritorno di Jason
Momoa nell’Universo DC in un ruolo da
sogno potrebbe essere finalmente confermato a più di un anno dalla
fine del franchise di Aquaman.
I
prossimi film del DCU sono in gran parte confermati, mentre il
reboot del franchise di
James Gunn prende il via. Come è evidente nel film di
James
Gunnsu Superman,
gli attori responsabili di dare vita alla Justice League stanno cambiando. Questo lascia
Jason Momoa fuori dal ruolo di Aquaman, ma l’attore potrebbe avere un altro ruolo in
programma come parte del
primo capitolo del DCU: Gods and Monsters.
Sull’account Instagram
personale di Jason Momoa, l’attore ha confermato che sono
in corso trattative tra lui e i DC Studios. L’attore ha postato sui
social media una vecchia notizia in cui parlava di un nuovo ruolo
di Lobo, un personaggio della DC che Momoa ha a lungo immaginato di
interpretare:
Il post Momoa riguarda i vecchi
commenti dell’attore, secondo cui se avesse ricevuto una chiamata
dalla DC per interpretare Lobo, avrebbe accettato immediatamente.
All’epoca, Momoa aveva confermato di non aver mai ricevuto una
chiamata di questo tipo dalla DC. Tuttavia, il repost del frammento
su Instagram di Momoa è accompagnato dalla didascalia “Hanno
chiamato”, a dimostrazione del fatto che il ritorno di Momoa
alla DC nel ruolo di Lobo è in programma a più di un anno di
distanza dall’aver appeso al chiodo il tridente di Arthur
Curry/Aquaman.
Proprio come per un ricco zio
tornato dall’America per le festività natalizie, i fan di tutto il
mondo hanno atteso con trepidazione e grandi aspettative il nuovo e
“lussuoso” regalo del geniale regista sudcoreano Hwang
Dong-hyuk. Finalmente, il 26 dicembre, dopo tre lunghi
anni di attesa, è approdata su Netflixla seconda stagione di Squid
Game, la serie che ha conquistato il globo
trasformandosi in un vero fenomeno culturale senza precedenti.
In poche ore, il nuovo capitolo –
composto da soli sette episodi – si è guadagnato
un posto d’onore nella prestigiosa Top 10 di
Netflix, confermando ancora una volta l’inarrestabile
richiamo della serie e il fascino della K-wave. Tuttavia, come
spesso accade con i regali tanto attesi sotto l’albero, non tutti
gli spettatori si sono mostrati pienamente soddisfatti del dono del
“caro zio” Dong-hyuk. Ma cosa racconta questa seconda stagione e
quale sarà il destino della serie?
Squid Game 2 trama
Nel 2021, il popolare drama si
concludeva con il caparbio e tormentato Seong Gi-hun (Lee Jung-jae), alias
Giocatore 456: dopo essere sopravvissuto agli
atroci giochi e aver accumulato una fortuna macchiata dal sangue
dei suoi compagni, Gi-hun si ritrova catapultato di nuovo nel mondo
reale, gravato da un profondo senso di colpa e animato da
un’irrefrenabile sete di vendetta.
Il secondo capitolo riprende
la narrazione tre anni dopo la vittoria di Gi-hun. Dopo
aver rinunciato a trasferirsi negli Stati Uniti con la sua
famiglia, l’uomo non ha mai smesso di dare la caccia al Front Man
(Lee Byung-hun), deciso a fermare i giochi e
impedire che altre vite vengano brutalmente sacrificate per il
divertimento dell’élite. Quando, grazie all’aiuto dell’ex
poliziotto Jun-ho (Wi Ha-joon), riesce finalmente
a trovare il famigerato Front Man, Gi-hun si ritrova ancora una
volta intrappolato nel misterioso gioco. Qui, altri
nuovi miserabili 455 concorrenti cercano disperatamente di
riscattarsi socialmente, mettendo in gioco la propria vita per
conquistare il premio di 45,6 miliardi di won.
Si può ancora sperare nell’umanità?
Se nella prima stagione la colorata
arena dell’orrore si svelava fin dalla prima puntata, la seconda
adotta un approccio più riflessivo. I primi due episodi di questo
nuovo capitolo si prendono il tempo per condurre il pubblico in
una consapevolezza più cruda e disillusa rispetto
a tre anni fa: quella che ha profondamente trasformato l’anima e la
vita di Gi-hun.
Il mondo al di fuori dell’arena, in
fondo, non è poi così diverso da ciò che accade su quella remota
isola, dove l’umanità si dissolve e i corpi vengono
lasciati indietro come gusci vuoti, intrappolati in quelle
emblematiche tute rosse e blu. Gi-hun lo sa, anche se tenta di
negarlo. E così torna sullo schermo con il volto segnato, il
sorriso infranto e uno sguardo cupo, carico di dolore e rabbia.
Decide di indossare ancora una volta quel numero, simbolo tanto
della sua vittoria quanto delle vite spezzate che ha visto cadere
per ottenerla. Ma se la prima volta cercava un riscatto sociale,
ora è mosso dal forte desiderio di vendetta e
redenzione: l’unico scopo che lo anima è fermare quei
giochi, nella speranza di dimostrare che, forse, esista ancora un
barlume di bontà nell’animo umano.
Nuovi personaggi disperati e… giochi ancora più
spietati
È stato semplice per il pubblico,
nella prima stagione, affezionarsi ai giocatori e alle loro storie:
dal dolce Alì (Anupam Tripathi), un immigrato
indiano arrivato in Corea del Sud con la sua famiglia in cerca di
una nuova vita, alla giovane fuggitiva nordcoreana Sae-Byeok
(Jung Ho-yeon), scappata dal regime dittatoriale
con il fratellino, a cui sogna di garantire un futuro migliore. E
ancora, la coraggiosa orfana Ji-yeong (interpretata da
Yoo-mi Lee, recentemente protagonista su Netflix
del commovente drama Mr. Plankton) e l’anziano Il-nam
(Oh Yeong-su), che troppo tardi si rivelerà essere
meno innocente di quanto sembrava. La prima stagione, dunque, ha
permesso con estrema facilità al pubblico di immedesimarsi ed
empatizzare con i volti e le vicende di quei poveri e ignari
giocatori.
Nel secondo capitolo, però, gli
spettatori si trovano di fronte a una visione più cinica e
distaccata. La natura brutale dei giochi, ormai ben nota,
rende difficile affezionarsi ai nuovi personaggi: il pubblico,
consapevole del tragico destino che li attende, si trova
inevitabilmente distaccato. In altre parole, ci si chiede: perché
investire emotivamente in figure che, alla fine, sono destinate a
soccombere? Ma al di là della rassegnazione che accompagna la
visione, il creatore Hwang Dong-hyuk fa del suo meglio per dare
nuova linfa alla storia. Ecco dunque che introduce nuovi giochi,
pur mantenendo l’indimenticabile “Un, due, tre, stella”, e
sostituisce i volti iconici della prima stagione con nuovi
protagonisti, capaci di catturare l’attenzione e, forse, il cuore
del pubblico.
Tra i nuovi volti, troviamo Jun-hee
(Jo Yu-ri), una ragazza madre indifesa;
Gyeong-seok (Lee Jin-wook), un padre disposto a
fare qualsiasi cosa per ottenere i fondi necessari alle cure della
figlia malata; e Hyun-ju, un ex soldato delle forze speciali e
donna transgender, che partecipa ai giochi per raccogliere il
denaro necessario a completare la sua transizione chirurgica.
Quest’ultimo personaggio, in particolare, ha suscitato un acceso
dibattito ancor prima del debutto della stagione, soprattutto per
la scelta dell’attore cisgender Park Sung-hoon per
il ruolo. Nonostante le polemiche, però, il suo personaggio è per
ora uno dei migliori presentati dalla serie: trattato con grande
delicatezza e rispetto, attraverso Hyun-ju il regista solleva
riflessioni importanti sulla rappresentazione e sull’inclusività
della comunità LGBTQIA+, ancora troppo spesso vittima di
discriminazioni e silenzi in Corea del Sud.
Tra cringe e sadismo
Nella seconda stagione fanno il loro
ingresso anche due personaggi che hanno subito catturato
l’attenzione del pubblico: lo stravagante Giocatore 230 e la
giovane nordcoreana No-eul. Il primo, noto come
Thanos, è un eccentrico rapper ispirato al celebre
villain della Marvel. Interpretato dalla
star del K-pop T.O.P (ex membro dei BigBang, Choi
Seung-hyun), Thanos si presenta come un personaggio ridicolo e
narcisista, quasi una parodia in carne e ossa del platinato mondo
dello spettacolo. Proprio come l’antagonista della prima stagione,
il criminale Deok-su, Thanos porta scompiglio e divisioni
tra i giocatori nell’arena, destabilizzando il già
precario equilibrio del gruppo.
Il secondo personaggio viene
introdotto al pubblico già nei primi episodi ambientati nel mondo
esterno. No-eul, interpretata dall’attrice
Park Gyu-young (nota per i suoi ruoli nei drammi
It’s Okay to Not Be Okay e Sweet Home), è una
soldatessa disertore della Corea del Nord che, rifugiata da anni in
Corea del Sud, è alla disperata ricerca della figlia lasciata in
patria. Dopo anni di ricerche infruttuose e aver tentato invano di
ottenere aiuto da un broker locale, No-eul, ormai rassegnata e
affranta, accetta di lavorare come cecchina in tuta rossa
nell’arena di Squid Game. Nel corso della
narrazione, il regista pone più volte l’accento sulla sua figura,
invitando il pubblico a riflettere sulla sua psicologia e sul suo
passato: una madre in fuga, costretta a separarsi dalla sua
bambina, che ora appare quasi intorpidita emotivamente di fronte
alla morte. La sua storia lascia intravedere una complessità che
suggerisce un possibile ruolo chiave nel prossimo capitolo.
C’è chi l’ha definita noiosa,
ripetitiva e fallimentare, e chi, invece, è riuscito a intravedere
un barlume di speranza in vista di un finale soddisfacente. Che
apparteniate al primo gruppo o al secondo, la verità è che
è ancora troppo presto per decretare il fallimento di questo
angosciante drama.
Dopo l’inaspettato e travolgente
successo mondiale della prima stagione, Hwang Dong-hyuk si è
trovato di fronte alla sfida di proseguire una storia che,
in realtà, sembrava già completa. Partendo da zero, ha
dovuto costruire un nuovo capitolo con personaggi inediti, giochi
mai visti prima e, soprattutto, con il peso di aspettative
gigantesche, dettate da una prima stagione che ha segnato un’epoca
e che difficilmente potrà essere replicata in termini di impatto
culturale e mediatico.
Tuttavia, questo secondo
capitolo di Squid Game richiede ulteriore pazienza da
parte del pubblico. Non si limita a ripercorrere gli
schemi del passato, ma getta le basi per un epilogo che promette di
risolvere i nodi lasciati in sospeso, riportando al centro la
storia di Gi-hun e Jun-ho. Tra introspezioni psicologiche e un
crescendo di tensione, la serie sembra voler preparare il
terreno per un finale che potrebbe rivelarsi all’altezza delle
aspettative, pur dovendo fare i conti con l’eredità
monumentale del suo predecessore.
Better Man, in
uscita il 1° gennaio 2025, è il nuovo attesissimo biopic musicale
diretto da Michael Gracey, già noto per il
successo di The Greatest
Showman. Il film esplora la vita di Robbie
Williams, soffermandosi sulle principali tappe del
percorso artistico e personale del cantante divenuto una delle
icone più rappresentative degli ultimi trent’anni di musica
pop.
La pellicola si avvale di un cast
ricco e variegato, con nomi del calibro di Jonno
Davies, Steve Pemberton, Alison
Steadman, Kate Mulvany, Frazer
Hadfield, Damon Herriman,
Raechelle Banno, Tom Budge e
Jake Simmance. Allo stesso modo il comparto
tecnico vanta nomi di rilievo, come dimostrano il direttore della
fotografia Erik Wilson e i montatori
Martin Connor e Lee Smith, i
quali, iniseme alla sceneggiatura firmata dallo stesso
Gracey, contribuiscono a creare un prodotto
visivamente impattante, a cui va ad aggiungersi l’accompagnamento
musicale di Batu Sener.
Distribuito da Lucky
Red e prodotto da Big Red Films e
McMahon International, Better Man
si propone nei termini di una vera e propria esperienza
cinematografica, che tra umanità ed esigenze di spettacolo, tenta
di mostrare il carattere animale del suo protagonista.
La trama di Better Man
La storia di Robbie
è quella di un uomo comune, nato a Stoke-on-Trent
con un sogno e deciso a lottare con determinazione per realizzare i
propri obiettivi. Better Man racconta la vita e la carriera di
quest’uomo, celebre cantante britannico, di cui la pellicola
ripercorre il percorso artistico. Dai primi traguardi raggiunti con
la boyband dei Take That, al successo come artista
solista; sottolineando il carisma naturale di Williams e la sua
capacità di trasformare i concerti in veri spettacoli.
Dotato di talento, forza di volontà
e un pizzico di testardaggine, Robbie ha infatti
costruito la sua carriera affrontando più di una fragilità.
Destreggiandosi tra insicurezze, depressione, tossicodipendenza e
disturbi mentali, ma al contempo mostrando come queste sfide
abbiano contribuito a rendere autentico il suo percorso verso il
successo. Un successo coronato dalla vendita di oltre 80 milioni di
dischi e dal raggiungimento dello status di icona della musica pop
degli anni Novanta e Duemila.
Better Man: lo showman “mascherato”
Ha in parte il sapore del ritorno a
casa il nuovo film di Michael Gracey. Di quelli
particolarmente attesi. Sì perché se ormai 8 anni or sono il
regista australiano aveva saputo allietare il grande pubblico sulle
note e le coreografie di The Greatest Showman –
affidando al corpo e alla voce di Hugh Jackman il
compito di portare in scena la storia e le meraviglie circensi del
noto P.T. Barnum, la nuova creatura Better Man
rappresenta l’ideale prosecuzione di un discorso che, seppur segua
traiettorie ancor più biografiche, sembra non aver alcuna
intenzione di abbandonare un linguaggio, quello musicale, divenuto
ormai marchio di fabbrica.
Fatta questa premessa – e
considerato il materiale narrativo che Gracey si è
ritrovato a modellare – appare dunque quasi paradossale dover
constatare quanto Better Man, nel suo pur
comprensibile desiderio di risultare fresco e innovativo, disperda
consapevolmente gran parte del potenziale derivante proprio dalla
sua natura di musical. Ammiccando in più di un’occasione a un
linguaggio irriverente (o presunto tale) che, al di là delle
sembianze scimmiesche di Robbie e unito a una
messa in scena talvolta insipida di alcune delle tappe di vita del
protagonista, pare spesso dimenticarsi di quella magia che il
genere d’appartenenza del film sfrutta da sempre per mescolare
liberamente sogno e realtà.
Better Man: occasione sprecata
Badate bene, ad alcune buone
intuizioni il progetto di Gracey riesce
fortunatamente a ritagliare spazio. Delegando al classicismo del
musical (la parentesi She’s the one) e all’intimità di
precisi e delicati frangenti – le sequenze con protagonista la
nonna di Robbie in primis – le possibilità di una
liberazione trascinante dell’immagine. Che culminano in quel
delirante pre-finale che, proposto inizialmente come una sorta di
copia carbone del “concerto cinematografico” di Bohemian Rhapsody, se
ne affranca invece dopo pochi minuti per lasciare spazio a una
violenza folle e animalesca.
Trattasi però di momenti isolati.
Parziali inversioni di rotta di un’opera costretta nella ricerca
spasmodica di una estraneità innecessaria. Che avrebbe tutte le
carte in regola per approfondire una interessante riflessione sul
confronto generazionale con vecchie icone musicali – una su tutte
Frank Sinatra, più volte evocato e rispetto al
quale Williams rappresenta il simbolo di una
totale inversione di tendenza (la sua musica non fa dimenticare i
problemi, ma li porta a galla, li mette in risalto) – ma preferisce
piuttosto abbandonarsi a un finale conciliatorio che, purtroppo,
sembra riuscire ad emozionare solo grazie alle sonorità del gigante
di My Way.
Lucky Red ha
diffuso due featurette di Better
Man per scoprire la vera storia di
Robbie Williams e come è stato realizzato il film diretto da
Michael Gracey.
“Sono Robbie Williams, sono una
delle più grandi pop star al mondo. Ma la mia storia non può essere
raccontata in modo ordinario. Mi sono sempre visto un po’ meno
evoluto… quindi è così che mi vedrete.“
Con queste parole inizia il viaggio
attraverso la fulminea ascesa, la drammatica caduta e la
straordinaria rinascita della superstar del pop britannico Robbie
Williams nella featurette “La storia”.
“L’intero film è un sogno impossibile” – ha dichiarato
il regista Michael Gracey. “Nonostante sia stato presente
durante la maggior parte delle riprese, ancora non ho capito come
hanno fatto!” – Robbie Williams Questo e molto altro nella
featurette “Effetti visivi” di Better
Man!
Better Manuscirà al
cinema in Italia, distribuito da Lucky Red, dal
1° gennaio 2025 e in anteprima il 31 dicembre con le speciali
proiezioni “sing along” per cantare tutte le canzoni
del film in versione karaoke!
Sky
Cinema inaugura il 2025 con una prima TV
eccezionale: Dune – Parte
Due, in onda mercoledì 1° gennaio alle
21:15 su Sky Cinema Uno, in
streaming suNOWe disponibile on
demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand
anche in 4K.
Il pluripremiato
regista Denis Villeneuve torna dietro la macchina
da presa per il secondo capitolo della saga ispirata al celebre
romanzo Dune di
Frank Herbert. Il film, prodotto da Warner Bros. Pictures e
Legendary Pictures e candidato come miglior film
drammatico e per la migliore colonna sonora
originale ai Golden Globe Awards 2025, è
l’attesissimo seguito dell’acclamato “Dune”, vincitore nel 2021 di
sei Premi Oscar.
Insieme agli
amati protagonisti del primo capitolo – TimothéeChalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin
e Dave Bautista – troviamo un cast ancora più
ricco con numerose nuove star internazionali, tra queste: il
candidato all’Oscar Austin Butler, la candidata
all’Oscar Florence Pugh, il Premio Oscar
Christopher Walken, LéaSeydoux, SouheilaYacoub e con StellanSkarsgård, la candidata all’Oscar
Charlotte Rampling e il vincitore dell’Oscar
Javier Bardem. Dune – Parte Due continua la storia
del film precedente, ma alza la posta in gioco offrendo al pubblico
un’esperienza completamente nuova, aumentando l’esperienza visiva
con immagini ancora più sorprendenti e grandi sequenze d’azione,
insieme a personaggi nuovi e avventure più intricate.
La trama di Dune – Parte Due
Paul Atreides e
sua madre Jessica si trovano tra i Fremen insieme al leader di un
loro clan, Stilgar, e alla guerriera Chani. Dovranno però imparare
a farsi accettare dall’intero popolo Fremen e soprattutto Paul, che
Stilgar crede essere l’atteso Messia di Dune promesso dalle Bene
Gesserit, dovrà concretizzare la propria profezia, per guadagnare
uno sterminato e micidiale esercito e con esso avere la possibilità
di vendicare suo padre, il Duca Leto. Ma la profezia che vede Paul
non è solo un sogno di vittoria bensì un massacro di inaudite
proporzioni, una guerra santa che incendierà l’intera galassia. Il
barone Harkonnen intanto continua a tramare per prendere il
controllo dell’impero e, di fronte ai fallimenti di Rabban contro i
Fremen, decide di affidarsi a un altro più letale rampollo:
Feyd-Rautha, che le Bene Gesserit ritengono possa dare alla luce la
loro attesa bambina suprema.
Disney+ ha diffuso il trailer
della prossima serie originale Marvel Animation Il
Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere. La serie
animata di 10 episodi debutterà il 29 gennaio 2025, in esclusiva su
Disney+.
Il Vostro Amichevole Spider-Man
di quartiere segue Peter Parker nel suo percorso per
diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e uno stile che
celebra le radici del personaggio nei fumetti.
Il cast vocale
Nella versione originale, il ricco
cast vocale comprende Hudson Thames, Colman Domingo, Eugene
Byrd, Grace Song, Zeno Robinson, Hugh Dancy e Charlie Cox.
Head writer è Jeff Trammell e Mel Zwyer è il supervising director.
Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Dana
Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive producer.
Il cavaliere oscuro
(qui
la nostra recensione) ha rivoluzionato la figura di Batman, già in evoluzione con il precedente
Batman
Begins (2005), messo alle strette dalla tremenda
figura del
Joker. Diretto da Christopher
Nolan, questo film ha appassionato milioni di
spettatori, che hanno subito amato il film, i suoi personaggi, ma
anche la sua cupa atmosfera, il racconto e i temi di cui esso si fa
portatore.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Il cavaliere oscuro.
La trama di Il cavaliere oscuro
Debellare il crimine, questo è il
principio secondo cui vive Bruce Wayne, che grazie
al suo alter ego Batman
si impegna dunque ad eliminare il crimine organizzato di Gotham
City, grazie anche all’aiuto del tenente Jim
Gordon e del Procuratore Distrettuale Harvey
Dent. Presto, però, i tre diventano le vittime del
pericoloso Joker e della sua sete di caos.
Stavolta Batman si troverà dunque in una posizione di confine tra
il dover essere un eroe o un giustiziere notturno, continuamente
messo di fronte ai suoi limiti dal Joker, pronto a fare a pezzi la
sua immagine e il suo corpo.
Il cast di Il cavaliere oscuro
1.
Heath Ledger è stato scelto per una precisa qualità.
Ledger e Nolan si erano incontrati durante il processo di casting
di Batman
Begins (2005) per il ruolo di Bruce Wayne/Batman, ma
Nolan e Ledger erano d’accordo che non fosse la parte giusta per
lui. Durante il casting per il ruolo di Joker, Nolan ha incontrato
diversi altri attori prima di Ledger, ma li ha trovati riluttanti
ad accettare il ruolo a causa della popolarità dell’interpretazione
di Jack Nicholson in Batman (1989). Dopo un nuovo incontro con
Ledger, Nolan lo ha riconosciuto come la scelta perfetta per la
parte. Quando gli fu chiesto il motivo di questo casting
inaspettato, Nolan rispose semplicemente: “Perché è senza
paura”.
2. Christian Bale non ha modificato
il suo fisico. L’attore ha dichiarato di non aver dovuto
accumulare particolare peso muscolare per interpretare il suo
personaggio, come invece aveva dovuto fare per Batman
Begins (2005). La sua scelta è stata dovuta, in parte,
al nuovo design del nuovo costume di Batman, più snello e
flessibile. Lo stesso costume, inoltre, è leggermente diverso
rispetto a quello visto nel precedente film, da Bale mal sopportato
in quanto gli limitava i movimenti. Con il nuovo costume si è
invece risolta tale scomodità.
3. Un’attrice del primo film
è stata sostituita. Anche se Christopher
Nolan le ha offerto di riprendere la parte, Katie Holmes ha deciso di non tornare nel suo
ruolo di Rachel, ricoperto in Batman
Begins. Ha invece scelto di recitare insieme a
Diane Keaton e Queen Latifah
in 3 donne al verde (2008) nello stesso anno.
Sarah Michelle Gellar, Isla Fisher, Emily Blunt e Rachel McAdams erano state prese in
considerazione per il ruolo prima che Maggie Gyllenhaal ottenne la parte.
4.
Aaron Eckhart si è preparato in vari modi al suo
ruolo. Aaron Eckhart dice di aver modellato la sua
interpretazione di Harvey Dent in parte su quella di Robert
F. Kennedy, sia per quanto riguarda il suo aspetto
inizialmente curato e affascinante, sia per la sua preoccupazione
per la vendetta. Per prepararsi al ruolo di Due Facce, invece,
Eckhart ha studiato cosa succede psicologicamente alle vittime di
ustioni. Il regista Christopher
Nolan ha poi chiesto ad Eckhart di non eseguire tic o
rumori di bocca nel ruolo di Due Facce per rendere il personaggio
meno “appariscente”.
5. Il film è stato girato
tra gli Stati Uniti e Hong Kong. Il film è stato girato in
particolare in due città importanti, entrambe sono perfette per
rappresentare Gotham City. In buona parte, le riprese si sono
svolte a Chicago, dove si riconoscono ad esempio il Richard
J. Daley Center, location delle imprese Wayne,
Addison Street e l’Old Chicago Main Post
Office, divenuto il Gotham National Bank che il Gotham
Police Department.Lo skyline di Marina City è
invece lo sfondo di molte scene. Alcune riprese sono però state
svolte anche ad Hong Kong, tra grandezzza dei grattacieli e la
bellezza della baia Victoria Harbor ma anche
degli edifici International Finance Centre,
Lyndhurst Terrace e PeninsulaHotel.
Il Joker di Heath Ledger
6. Per prepararsi al ruolo,
Ledger si è isolato per sei settimane. Durante questo
prolungato soggiorno di isolamento, l’attore ha approfondito la
psicologia del personaggio. Si è dunque dedicato allo sviluppo di
ogni tic del Joker, così come la sua voce e la risata dal suono
sadico (per la voce, l’obiettivo di Ledger era quello di creare un
tono che non riecheggiassee il lavoro che Jack Nicholson ha fatto nella sua performance
del Joker nel 1989). Per quanto riguarda l’aspetto, Ledger si è
concentrato sull’aspetto caotico e disordinato del punk rocker
Sid Vicious, combinato con i manierismi psicotici
di Alex De Large di Arancia
Meccanica (1971).
Alcune curiosità sulle riprese di Il cavaliere
oscuro
7. Una nota scena è stata
improvvisata. La scena del
film in cui il
Joker batte la mani nella cella, plaudendo in modo beffardo e
sardonico alla promozione di Gordon, è stata improvvisata da
Heath Ledger. L’applauso, infatti, non era
incluso nella sceneggiatura, ma Christopher Nolan ha subito incoraggiato
l’equipaggio a continuare le riprese e la sequenza è stata poi
inclusa nel montaggio finale.
8. La scena dell’autobus è
stata più difficile del previsto. L’autobus che si
schianta all’indietro in banca nella sequenza di apertura si è
rivelata molto più difficile di quanto inizialmente previsto.
L’autobus doveva essere smontato e rimontato all’interno
dell’edificio (un ufficio postale in disuso), nascosto dietro una
grande parete falsa e, quindi, spinto all’indietro con un cannone
ad aria.
9. Meglio la computer
grafica della protesi. Per la sfregiatura di Due Facce, si
è preferito optare per un lavoro di grafica computerizzata
piuttosto che utilizzare delle protesi. Lo stesso Nolan ha pensato
che, indipendentemente da quanto fosse bello il trucco, c’era da
aggiungere un qualcosa di intrinseco sul volto dell’attore, visto
che l’aspetto del personaggio richiede che parte della sua faccia
venga bruciata. La CGI ha dunque permesso di ottenere l’effetto
voluto, più “malleabile” rispetto a quanto il trucco
permettesse.
Il sequel Il cavaliere oscuro – Il
ritorno
10. Ha avuto un
sequel. Quattro anni dopo l’uscita del film, nel 2012,
Nolan ha portato al cinema il sequel di Il cavaliere
oscuro, nonché capitolo conclusivo della sua trilogia su
Batman. Si tratta di Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, dove Batman si trova a dover fare i conti con
la minaccia rappresentata da Bane, un terrorista
fisicamente invincibile, dietro il quale sembra però nascondersi
una minaccia ancora più grande. Nel film, oltre a Bale, vi sono gli
attori Tom Hardy,
Marion Cotillard e
Anne Hathaway
nel ruolo di Catwoman.
Le migliori frasi di Il
cavaliere oscuro
Frasi destinate a rimanere
iconiche. Un film come questo non poteva non dare vita a
delle frasi pronte e restare nell’immaginario collettivo per molto
tempo a venire. Ecco qualche esempio:
Certi uomini non cercano
qualcosa di logico, come i soldi. Non si possono né comprare né
dominare, non ci si ragione né ci si tratta. Certi uomini vogliono
solo vedere bruciare il mondo. (Alfred)
Vuoi sapere come mi sono fatto
queste cicatrici? Mio padre era… un alcolista. E un maniaco. E una
notte dà di matto ancora più del solito. Mamma prende un coltello
da cucina per difendersi; ma a lui questo non piace. Neanche… un…
pochetto. Allora, mentre io li guardo, la colpisce col coltello.
Ridendo mentre lo fa. Si gira verso di me, e dice: «Perché sei così
serio?». Viene verso di me con il coltello… «Perché sei così
serio?!» E mi ficca la lama in bocca. «Mettiamo un bel sorriso su
quel faccino!» (Joker)
La follia, come sai, è come la
gravità: basta solo una piccola spinta.
(Joker)
Io credo semplicemente che
quello che non ti uccide, ti rende più… strano!
(Joker)
O muori da eroe, o vivi tanto a
lungo da diventare il cattivo. (Harvey
Dent)
A volte la verità non basta. A
volte la gente merita di più. A volte la gente ha bisogno che la
propria fiducia venga ricompensata.
(Batman)
Batman è l’eroe che Gotham merita, ma quello di cui ha
bisogno (Gordon)
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
cavaliere oscuro grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes, Now, Tim
Vision, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 30
dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
L’episodio 8 della terza stagione di
What
If…? è l’epico finale della serie animata del MCU, iniziata nel 2021. Lo show si
conclude con una nota emozionante, con Uatu
l’Osservatore (Jeffrey
Wright) che finalmente risponde delle molte volte in
cui ha infranto il suo giuramento solo per osservare il multiverso.
Allo stesso modo, l’episodio finale è ricco di emozionanti varianti
nel multiverso che faranno desiderare anche ai critici più accaniti
dello show che questa non sia la stagione finale, in modo da poter
esplorare anche le loro storie.
Come già visto nel precedente
episodio 7 di questa stagione, i Guardiani del
Multiverso e Infinity Ultron si stavano
preparando ad accedere alla Quinta Dimensione, sede del
Piano di Osservazione e degli
Osservatori. Dopo aver salvato Uatu e
Peggy Carter/Captain Carter in
questo nuovo episodio, si scatena una grande rissa cosmica che
chiude in modo soddisfacente l’intera serie. Con queste premesse,
ecco la nostra analisi del settimo episodio della terza stagione di
What
If…?, con la spiegazione del finale e i maggiori
easter egg e riferimenti presenti in esso.
Recap della trama di What
If… ?, 3×08: E se… e se?
Uatu viene mostrato
nel passato mentre presta il suo giuramento per la prima volta,
mentre l’Eminenza conferma la sua grande fiducia
nel suo allievo stellare. Nel presente, Uatu è costretto a
rispondere delle sue eresie, avendo infranto più di una volta il
suo giuramento per aiutare gli eroi e salvare il multiverso.
Peggy Carter rappresenta la più grande
trasgressione di Uatu, da cui la sua recente cattura da parte degli
altri Osservatori che intendono giustiziare sia Peggy che Uatu.
Infinity Ultron, però, attacca gli Osservatori,
tenendoli a bada mentre gli altri eroi salvano Uatu e Peggy.
Il gruppo cerca di raggiungere il
nuovo universo di Strange Supreme, dove il potere
degli Osservatori sarà annullato, ma Infinity Ultron viene ucciso e
il piano va alla deriva. Dopo aver distrutto la loro nave, gli
Osservatori si preparano a uccidere anche Uatu e gli altri, ma Uatu
condivide il giuramento degli Osservatori con i suoi alleati per
pareggiare le probabilità. Con gli eroi ora impregnati del potere
degli Osservatori, una grande rissa cosmica porta alla fusione
dell’Eminenza con l’Incarnato e
l’Esecutore.
L’Eminenza inizia così a cancellare
ogni variante degli eroi da ogni universo prima che Peggy si
sacrifichi, salvando i suoi amici prima di trasportarli tutti
nell’universo di Strange Supreme. Lì il loro potere è annullato, ma
Uatu risparmia la vita dei suoi compagni Osservatori e si offre di
insegnare loro a vedere piuttosto che limitarsi a guardare, per
trovare e preservare la vera bellezza del multiverso, e l’Eminenza
accetta. Infine, gli eroi celebrano un funerale per Peggy sul Piano
di Osservazione, prima che Uatu concluda la serie MCU con una narrazione finale,
mentre vengono mostrate diverse emozionanti varianti.
La spiegazione del grande
sacrificio di Captain Carter nel Multiverso (e perché Uatu ha
risparmiato l’Eminenza)
Dopo che Uatu ha fatto pronunciare
ai suoi alleati il giuramento degli Osservatori per ottenere i loro
poteri, ciò che segue è un’intensa rissa cosmica di proporzioni
epiche. Dopotutto, l’Eminenza, l’Incarnato e l’Esecutore credevano
di non avere altra scelta se non quella di infrangere i loro
giuramenti per distruggere Uatu e i Guardiani del Multiverso al
fine di ristabilire l’ordine, tanto che vengono mostrati mentre si
fondono come un’unica entità per cancellare simultaneamente ogni
variante degli eroi esistenti in ogni universo. Tuttavia, Peggy si
rifiuta di perdere altri amici.
Grazie alla pura volontà e al suo
nuovo potere cosmico di Osservatore, Peggy si lancia contro
l’Eminenza, ponendo fine al suo attacco cosmico e salvando i suoi
amici e le loro varianti. Inoltre, trasporta tutti nell’universo
vivente di Strange Supreme, che annulla i poteri degli Osservatori.
Tuttavia, questo è stato l’ultimo atto di eroismo di Captain
Carter, come dimostrato quando gli eroi sopravvissuti hanno tenuto
un funerale con lo scudo di Peggy nel Piano di Osservazione proprio
alla fine della terza stagione di What
If…?.
Fortunatamente, il sacrificio di
Captain Carter non è stato vano. Uatu è riuscito a contattare i
suoi compagni Osservatori dopo aver risparmiato loro la vita,
offrendosi di insegnare all’Eminenza tutto ciò che ha imparato su
come vedere veramente il multiverso e la sua bellezza. Pur avendo
infranto il suo giuramento per preservare tale bellezza, non ha mai
abbandonato del tutto la missione e i modi di fare della sua
specie.
La spiegazione della scena finale
della stagione 3: ci sono un sacco di varianti del MCU davvero
fantastiche
Come anticipato, nella scena finale
dell’episodio vengono mostrate diverse varianti interessanti,
mentre Uatu chiude la serie con una narrazione che rispecchia le
introduzioni degli episodi. Ecco tutte le emozionanti varianti del
MCU che siamo riusciti a
individuare alla fine di questo episodio di What
If…? (alcune appaiono piuttosto rapidamente):
Sersi che balla in abito da ballo con Dane Whitman
Deadpool con una quantità pazzesca di armi da fuoco
Una giovane Hela con il Mjolnir (da What
If…? – An Immersive Story)
Shang-Chi come Star-Lord (che rispecchia lo Star-Lord di
T’Challa della stagione 1 di What
If…?)
Sceriffo Loki
Infinity Witch (da What If…? – An Immersive
Story)
Carol Danvers come Nova Centurion (da What If…? – An
Immersive Story)
Una variante di Doctor Strange (è difficile capirne le
caratteristiche).
Alcune di queste varianti incluse,
come la giovane Hela, Infinity Witch e Carol Danvers Nova
Centurion, sono state viste per la prima volta in What If… ? –
An Immersive Story, un videogioco in realtà mista spin-off di
Marvel e ILM Immersive per Apple
Vision Pro.
Tutti gli easter egg e riferimenti
nell’episodio 3×08 di What If…?
Le molte trasgressioni
dell’Osservatore: Oltre alle volte in cui
l’Osservatore ha infranto il suo giuramento per
Peggy Carter, Stange Supreme, Riri Willaims e
Kwai Jun-Fan, l’Eminenza conferma che Uatu ha
infranto il suo giuramento anche fuori dallo schermo per
Reed Richards, Nick Fury e persino per
Madisynn di She-Hulk (con due “n” e una “y”).
Uatu condivide il suo
nome: Scegliendo di essere qualcuno piuttosto che nessuno
che semplicemente osserva, Uatu condivide per la prima volta il suo
nome con i suoi alleati.
Kirby Krackle: Il
potere degli Osservatori viene mostrato in tutta la sua forza, con
i classici effetti energetici visti nei fumetti conosciuti come
“Kirby Krackle” dall’artista Jack Kirby. La cosa risulta
appropriata, dato che Uatu è stato creato da Kirby e Stan
Lee.
I temi classici di Peggy e
Storm: Durante la battaglia con gli Osservatori, si
sentono i temi di Captain America e X-Men
’97 per Peggy e Tempesta.
L’universo vivente di
Strange Supreme: L’Eminenza viene sconfitta una volta
portata nell’universo vivente dello Stregone Supremo, che si rivela
essere composto dallo spirito e dall’essenza dell’ex mago.
Al di là delle numerose varianti che
compaiono proprio alla fine di questo episodio di What
If…?, il potere combinato degli Osservatori minaccia
di cancellare ogni variante di Tempesta,
Kahori, Byrdie e
Peggy esistente nel multiverso prima che Captain
Carter si sacrifichi per fermare il loro attacco. Ecco tutte le
varianti che siamo riusciti a identificare:
Capitano Carter
Cavaliere Nero:
Una variante sembra essere una versione di Peggy che diventa il
Cavaliere Nero, ma potrebbe anche indossare una generica armatura
medievale.
Sabretooth: Una
variante di Peggy che, per qualche motivo, è una versione del
classico cattivo degli X-Men.
Elektra: E se
Captain Carter diventasse invece Elektra?
Deathlok: Un
Captain Carter cyborg che assomiglia a Deathlok della Marvel Comics.
Asgardiano: Un
Captain Carter che indossa l’armatura asgardiana.
Kahori
Apocalisse: E se
Kahori diventasse il principale cattivo degli X-Men,
Apocalisse?
Western: Kahori
indossa un costume più vecchio e più occidentale.
Capitan America:
Una variante di Capitan America della nazione dei Mohawk.
Mantello: Questa
variante di Kahori potrebbe essere una versione del Mantello della
Marvel.
Costume classico degli
X-Men: Questo Kahori indossa il classico giallo e blu
degli X-Men.
Byrdie
Nova Corps: E se
Byrdie fosse stato reclutato dai Nova Corps su Xandar?
Cartoon Byrdie:
Una variante più classica del papero dei cartoni animati.
Tempesta
Black Panther: Si
ricollega alla storia di Tempesta nei fumetti, quando era la moglie
di T’Challa e la regina del Wakanda.
Da sempre impegnato a portare al
cinema storie di carattere fantascientifico e catastrofico come
Independence Day,The Day After Tomorrow,2012 o il recente Moonfall, il regista
tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo per il
grande schermo di distruzione, invasione aliena o attacchi
terroristici. Nel corso della sua carriera si è però distinto anche
per altre tipologie di opere, tra cui spicca il bellico
Midway (qui la recensione), ispirato ad
aventi realmente avvenuti. Certo, anche in esso sono contenute
esplosioni e sequenze d’azione di grande impatto, ma si tratta di
elementi ben diversi da quelli a cui il regista ha abituato il suo
pubblico nel corso degli anni.
Il film era un progetto che Emmerich
desiderava realizzare da tempo, ma per via di problemi
nell’ottenere un sostegno finanziario ci vollero anni prima che
questo si concretizzasse. Nel dargli vita, Emmerich
dovettenaturalmente prendersi alcune licenze artistiche, ma si
assicurò di rimanere quanto più fedele possibile alla realtà degli
eventi. Gli storici e alcuni veterani di guerra si sono poi detti
stupiti dal risultato, indicando Midway come un’opera
estremamente realistica per quanto riguarda le battaglie navali e
su ciò che accadde in quel preciso conflitto bellico della Seconda
guerra mondiale.
La trama e il cast di
Midway
In Midway
si racconta la storia degli accadimenti militari che si sono svolti
nell’arco temporale dal 1941 al 1942 durante la Seconda Guerra
Mondiale. Dopo l’improvviso bombardamento della base americana a
Pearl Harbor, avvenuto nel ’41 da parte della Marina Imperiale
Giapponese, l’esercito degli Stati Uniti accusa sensibili perdite
in termini di mezzi e uomini, evento che alimenta la fierezza
dell’Impero Giapponese. La flotta americana organizza però una
controffensiva concretizzata per gradi ed episodi distinti – che
determineranno la cosiddetta Guerra del Pacifico – sotto il comando
dell’ammiraglio Chester Nimitz a cui era stato
affidato l’incarico proprio in conseguenza del disastro di Pearl
Harbor.
Aaron Eckhart in Midway
A recitare nel film si ritrovano
numero celebri attori, a partire da Woody Harrelson
nei panni dell’ammiraglio Chester Nimitz. Vi sono poi Ed Skrein nel
ruolo dell’aviatore Richard “Dick” Best, Patrick Wilson
nei panni di Edwin T. Layton e Luke Evans in quelli
dell’aviatore Wade McClusky. L’attore Aaron Eckhart
interpreta il generale Jimmy Doolittle, mentre Nick
Jonas è Bruno Gaido e Mandy Moore
Anne Best. Dennis Quaid
ricopre invece il ruolo di William Halsey, ammiraglio statunitense.
Completano poi il cast gli attori Mark Rolston nel
ruolo dell’ammiraglio Ernest King, Jake Weber in
quello dell’ammiraglio Raymond Spruance ed Etsushi
Toyokawa nei panni dell’ammiraglio Isoroku Yamamoto.
La vera storia su cui si basa il film
La Battaglia di
Midway ha avuto inizio il 4 giugno del
1942, esattamente sette mesi dopo l’inizio delle ostilità
tra Stati Uniti e Giappone a seguito dell’attacco a Pearl
Harbor. In quell’attacco, l’esercito giapponese riuscì ad
arrecare fortissimi danni alle navi statunitensi, ma le portaerei
furono poste in salvo. Proprio questo dettagli si rivelò cruciale
al momento della Battaglia di Midway. Oltre a questo evento, il
Giappone mise a segno nel breve periodo una lunga sequenza di
attacchi agli avversari, dimostrandosi pressocché infallibile. In
realtà, i generali giapponesi sapevano che nel lungo periodo le
scarse risorse economiche del paese non avrebbero più potuto
sostenere il loro ruolo in guerra e pertanto dovevano ottenere
quanto prima quanti più risultati possibile.
Nel tentativo di schiacciare del
tutto gli Stati Uniti, il Giappone inviò la propria flotta ad
attaccare l’atollo di Midway, una sperduta isola
nel mezzo del Pacifico che rappresentava l’ultima difesa prima
delle Hawaii. L’obiettivo, con questo attacco, era quello di
attirare le portaerei fuori da Pearl Harbor così da poterle
distruggere definitivamente. Ciò avrebbe reso del tutto indifesa la
costa occidentale degli Stati Uniti, i quali avrebbero dovuto a
quel punto arrendersi. L’attacco, tuttavia, in quanto frettoloso si
rivelò mal pianificato e potendo gli Stati Uniti leggere molte
delle comunicazioni cifrate dei giapponesi, riuscirono ad attirare
il Giappone in una trappola anziché finire nella loro.
Woody Harrelson in Midway
All’alba del 4 giugno, la flotta
giapponese lanciò la prima ondata di aerei contro la base di
Midway, riuscendo a danneggiare pesantemente la base, con la pista
di decollo che rimase però operativa. Al momento del secondo
attacco, che sarebbe dovuto essere decisivo, la flotta statunitense
aveva però individuato le posizioni delle portaerei giapponesi e
lanciando un centinaio di aerei ebbero modo di colpire i ponti di
volo dei nemici, su cui si trovavano velivoli, carburante, bombe e
altri armamenti. In breve, tre delle quattro portaerei furono
abbattute, con la quarta, chiamata Hiryu,
affondata poi nel pomeriggio.
Si concluse così la Battaglia delle
Midway, che vide distruggersi la parte migliore e più pericolosa
della flotta aeronavale giapponese. Il numero di velivoli e di
piloti persi in quell’attacco rese le loro due portaerei più
grandi, che non avevano partecipato alla battaglia, inutilizzabili.
Da quel momento, l’esercito giapponese subì una dura botta di
arresto, con gli Stati Uniti che invece iniziarono a riconquistare
quanto vinto dall’esercito giapponese nel corso dei mesi. Per il
resto della guerra, la flotta giapponese avrebbe subito solo
sconfitte, superata da quella statunitense non solo in numero ma
anche in tecnologie utilizzate.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming o in TV
È possibile fruire di
Midway grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Now, Tim
Vision e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 28
dicembre alle ore 21:25 sul canale
Rete 4.
L.A. Confidential,
diretto da Curtis Hanson, ha
riportato sul grande schermo il noir della Hollywood classica
quando è uscito nel 1997. Ambientato all’inizio degli anni
Cinquanta, il film fa rivivere il decennio con un’accuratezza
sbalorditiva e vanta un cast all-star che ricorda a punto i
classici del cinema noir degli anni Trenta e Quaranta. Con le
interpretazioni di Russel Crowe, Danny DeVito, Guy Pierce, Kevin Spacey, Kim Basinger e altri ancora, L.A.
Confidential è stato un successo al botteghino, incassando
oltre 126 milioni di dollari, ed è stato candidato a nove premi
Oscar, tra cui quello per il Miglior film. Il film è anche
ricordato per il suo finale con colpo di scena, di cui forniamo qui
una spiegazione dettagliata.
La trama di L.A. Confidential
Nella Los Angeles del 1953, il boss
del crimine Mickey Cohen (Paul
Guilfoyle) viene finalmente eliminato e, poco dopo, i
poliziotti sul suo libro paga vengono assassinati. La corrotta
polizia di Los Angeles è coinvolta in una serie di accuse di
corruzione, che danno al cavaliere bianco Ed Exely
(Guy
Pierce) l’opportunità di scalare i ranghi come uno
degli unici poliziotti puliti della città. Ed viene rapidamente
promosso dopo aver apparentemente risolto l’omicidio della
caffetteria Nite Owl, ma non crede di aver fatto centro. Insieme al
sergente Jack Vincennes (Kevin
Spacey) e all’agente Bud White (Russel
Crowe) scopre una cospirazione che arriva fino ai
vertici, coinvolgendo il capitano Dudley Smith
(James Cromwell).
La spiegazione del finale del film:
perché Exley accetta di partecipare alla cospirazione?
Per tutta la durata del film, il
giovane e brillante agente di polizia Ed Exley è
stato mostrato come un poliziotto che non accettava alcuna forma di
corruzione o concussione. Tuttavia, dopo la sparatoria culminante
con Smith e i suoi uomini, cambia completamente la
sua posizione e asseconda la loro cospirazione per incastrare
l’intera sparatoria come l’eroica ultima resistenza di Smith contro
il crimine organizzato. Oltre a essere uno scioccante colpo di
scena da film noir, questo episodio offre anche uno sguardo su
quali fossero le reali motivazioni di Exley nella sua ricerca di
essere l’unico benefattore della polizia di Los Angeles. In un
certo senso era eroico, ma alla fine era anche per se stesso.
Uno degli aspetti più forti di
L.A. Confidential era che nessun personaggio era
veramente innocente e che la corruzione della politica di Los
Angeles aveva macchiato ognuno di loro. Exley sembrava il più
lontano dal male, ma si scopre che il suo personaggio di cavaliere
bianco era solo il suo modo di fare politica per arrivare ai
vertici del dipartimento fin dall’inizio. Ha usato il suo potere di
testimone per ottenere una promozione quando ha testimoniato contro
Stensland e, accettando l’insabbiamento di Smith
da parte del dipartimento, ha anche negoziato un posto migliore per
sé. Exley non voleva davvero aiutare nessuno, voleva solo
consolidare una posizione migliore per sé.
Spesso ricordato come uno dei
migliori film di Kim Basinger, L.A.
Confidential le ha permesso di calarsi nel ruolo di una
classica regina del glamour hollywoodiano e Lynn
Bracken è stata molto più complicata della solita “femme
fatale” (in un singolare stravolgimento di vecchie formule, si è
dimostrata innocente). Tuttavia, c’è stato un momento che l’ha
coinvolta che ha sollevato alcune domande. Nella scena in cui
l’agente Exley affronta Bracken a
casa sua per ottenere informazioni, viene rivelato che lei lo ha
sedotto, probabilmente su richiesta di Patchett,
in modo che le fotografie del loro incontro possano essere scattate
da Sid Hudgens (Danny
DeVito) e utilizzate per mettere Bud
White contro Exley.
Sebbene il finale riveli la vera
natura di Exley, le sue azioni nella scena con Bracken sembrano
fuori dal personaggio. La seduzione era un tropo comune nei film
gialli e nei noir, ed Exley si è ripetutamente dimostrato al di
sopra della corruzione, ma è stato facilmente sedotto da Bracken in
un piano di ricatto nel momento peggiore. Le vere motivazioni di
Exley sono da ricercare nel suo desiderio di infastidire
Bud White, un agente con cui si scontra
ripetutamente prima di fare squadra. Exley ha fatto fuori il
partner di White, Stensland, e il loro precedente
scontro ha dimostrato che pensava poco di White e del suo marchio
di “giustizia” violenta.
Il mistero di Rollo Tomasi
Ogni personaggio del film aveva le
proprie motivazioni per le sue azioni, e il sergente
Exley ha rivelato le sue a Jack
Vincennes quando ha raccontato la storia dell’omicidio di
suo padre. Sebbene il nome di Rollo Tomasi fosse
un’invenzione per dare forma all’ignoto assassino di suo padre, lo
spettro di questa persona fittizia aleggiava sul film e costituiva
un mistero a sé stante. Il brillante colpo di scena di Rollo
Tomasi, che rivela la corruzione di Smith nei confronti di Exley, è
stato un’opera cinematografica straordinaria, ma potrebbe anche
aver puntato il dito contro DudleySmith come vero assassino dell’anziano Exley.
Il film non ha mai dichiarato
esplicitamente che Smith fosse il cosiddetto Tomasi, ma il suo
confronto finale con Exley nel motel abbandonato ha certamente
creato un parallelismo tra i due. Smith ricorreva spesso
all’omicidio dei suoi stessi compatrioti per coprire le sue trame,
ed era del tutto possibile che il padre di Exley fosse un
poliziotto che ostacolava Smith nella sua ascesa al potere. Anche
se Smith non era il Rollo Tomasi, rappresentava l’idea
dell’assassino senza volto che faceva tutto il necessario per
andare avanti, lasciando dietro di sé una serie di case distrutte.
Exley ha così potuto uccidere il suo Tomasi personale quando ha
ucciso Smith.
Il ruolo di Patchett e Sid Hudgens
nella cospirazione
Interpretato dall’impareggiabile
David Strathairn in uno dei suoi ruoli migliori,
Pierce Morehouse Patchett era una componente
chiave del complotto del capitano Dudley Smith per
sostituire Mickey Cohen. Patchett gestiva il
servizio di escort Fleur-de-lis, che veniva usato per fare leva su
politici importanti, come il procuratore distrettuale Ellis
Loew (Ron Rifkin), ed è stato coinvolto
nel complotto quando Susan Lefferts (Amber
Smith) è stata uccisa nella caffetteria Night Owl. Anche
la sua guardia del corpo, Leland Meeks, è stata
uccisa a causa del legame con la banda della Smith, ma il ruolo di
Patchett non era così chiaro come quello di tutti gli altri.
Il servizio di escort di Patchett
veniva usato come fonte di ricatto nei confronti dei politici, e
lui ovviamente prendeva una parte dei profitti per aumentare il
proprio potere e il proprio status. Come il film Chinatown
era parzialmente basato sulla realtà, una scena di L.A.
Confidential rivela il coinvolgimento di Patchett nello
sviluppo corrotto della Santa Monica Freeway. Patchett, Smith e
Sid Hudgens hanno lavorato insieme per riempire il
vuoto lasciato da Mickey Cohen, finché Patchett e Hudgens non sono
diventati un peso eccessivo per il capitano Smith, che li ha uccisi
per coprire le sue tracce.
Il vero significato del finale di
L.A. Confidential
Ridurre il significato del finale di
L.A. Confidential a una semplice storia sulla
corruzione della polizia sarebbe un disservizio alla complessità
della storia e alle sfumature dei personaggi. Pur trattandosi di un
film sulla legge e sulla giustizia, si tratta piuttosto della
natura ineluttabile della corruzione e di come fosse impossibile
per Exley partecipare al sistema e uscirne pulito. Exley era senza
dubbio il poliziotto più onesto della polizia, ma alla fine la sua
facciata di principi incorruttibili era solo uno strumento per
elevare il proprio status.
Il film è pieno di cenni nostalgici
agli anni Cinquanta, ma ricorda anche costantemente allo spettatore
quanto fosse difficile quell’epoca per molti, soprattutto per le
persone di colore e le donne. La maggior parte dei film polizieschi
cade da una parte o dall’altra quando si tratta della questione
dell’integrità della polizia, ma il finale di L.A.
Confidential si colloca intenzionalmente in una zona
grigia, più fedele alla realtà. Exley, Vincennes e White
rappresentavano tutti un lato della giustizia imperfetta e della
corruzione, ed erano tutti avidi a modo loro. Il finale implica che
la corruzione non è finita con la morte di Smith, ma è solo
diventata più intelligente e adattabile, avvalendosi della politica
invece che della forza bruta.
Willem Dafoe è uno
degli attori più prolifici della storia del cinema. Conosciuto per
la sua versatilità e per il suo inconfondibile viso, lotta per far
sì che i film indipendenti possano godere di una più ampia
distribuzione. Dafoe ha lavorato con registi del calibro di
Martin Scorsese, David Lynch, Oliver Stone, Kathryn
Bigelow e Wes Anderson, dando vita a
tanti diversi personaggi a cui, l’attore americano, è riuscito a
dare profondità.
Ecco 10 cose che forse non sai di Willem
Dafoe.
I film di Willem Dafoe
I film da giovane di Willem Dafoe
1. Ha recitato in moltissimi
film. In circa 40 anni di carriera, Dafoe ha partecipato
ad oltre cento film, affermandosi come un attore particolarmente
prolifico. Il suo primissimo ruolo, dopo essere stato licenziato da
Michael Cimino in I cancelli del cielo, risale a The Loveless
(1982). Successivamente ha recitato in film come Miriam si
sveglia a mezzanotte (1983), Strade di
fuoco (1984), Vivere e morire a Los Angeles
(1985), Platoon (1986), L’ultima tentazione di
Cristo (1988), Nato il quattro luglio (1989), Cuore
Selvaggio (1990), Lo spacciatore (1992), Il paziente inglese (1996). Gli anni Duemila sono
costellati da titoli come American Psycho
(2000), L’ombra del vampiro (2000), Spider-Man (2002), Le avventure acquatiche di
Steve Zissou (2004), The Aviator (2004), Inside
Man (2006), Antichrist (2009), My Son, My Son,
What Have Ye Done (2009), Nynphomaniac –
Vol. 1 e
2 (2013), La spia – A Most Wanted Man (2014),
Grand
Budapest Hotel (2014), Colpa delle stelle (2014), The Great Wall (2016), Assassinio sull’Orient Express (2017), Un
sogno chiamato Florida (2017), Aquaman (2018) e Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità (2018) e
The
Lighthouse (2019).
2. È stato candidato più
volte all’Oscar. Grazie alle sue interpretazioni,
Dafoe si è guadagnato il rispetto dell’industria e degli
appassionati di cinema. In quattro occasioni, è stato anche
candidato al premio Oscar, rispettivamente come Miglior attore
protagonista per Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità e come Miglior
attore non protagonista per Platoon, L’ombra del
vampiro e Un sogno chiamato Florida.
Willem Dafoe è Green Goblin in Spider-Man
Willem Dafoe è Goblin in Spider-Man
3. Ha eseguito il 90% dei
suoistunt. Per poter dare un maggior
realismo al personaggio di Green Goblin, Dafoe si impose con la
produzione rifiutando determinatamente di farsi sostituire dagli
stuntman durante le scene più pericolose, perché non sarebbe stato
naturale. L’attore ha quindi ottenuto di poter girare tali scene
egli stesso, arrivando alla fine ad eseguire circa il 90% delle
acrobazie previste per il personaggio, tra combattimenti e voli
sull’aliante. Per consentirgli di far ciò, venne scartato il più
corazzato design originale del costume in favore di uno più snello
e atletico.
4. Ha indossato delle
protesi dentarie. Per il film Willem Dafoe dovette essere
dotato di protesi dentarie quando assunse il ruolo di Norman
Osbourne. I produttori non ritenevano che una persona ricca come
Osbourne non potesse permettersi di farsi raddrizzare i denti. I
veri denti di Dafoe si vedono tuttavia nella scena in cui Osbourne
parla con se stesso allo specchio. Un elemento in più che distingue
Osburne dalla sua parte malvagia, che si manifesta a punto come
“più sgraziata”.
Willem Dafoe in Nosferatu
5. Ha costruito il
personaggio da zero. Per interpretare il
prof. Albin Eberhart von Franz, una rivisitazione
del celebre Abraham Van Helsing, l’attore ha raccontato di non
essersi basato su nessuna delle precedenti versioni
cinematografiche di esso, in quanto ritiene il Nosferatu
di Eggers molto diverso, motivo per cui insieme al regista si è
volutamente allontanato da tutta una serie di caratteristiche
attribuite a questo personaggio nel corso del tempo per dare invece
vita ad un personaggio più profondamente basato sul folclore e i
miti di un tempo.
6. Dafoe sarebbe potuto
essere Joker. Dafoe
ha dichiarato che avrebbe potuto interpretare il Joker nel
Batman di Tim Burton del 1989. L’attore venne contattato
dallo sceneggiatore del film Sam Hamm ed era
rientrato nella rosa di candidati finali al ruolo. Tuttavia, non
gli venne mai formulata un’offerta definitiva, andata invece a
Jack Nicholson, che accettò la parte. Ancora
oggi, per Hamm e per un nutrito gruppo di fan, Dafoe sarebbe stato
fisicamente perfetto per il ruolo
Willem Dafoe ha recitato con Johnny
Depp
7. Ha condiviso lo schermo
con Johnny Depp. Agli inizi della sua carriera, con il
film Platoon, Dafoe ha avuto modo di recitare insieme a
Johnny Depp. Nel film Dafoe interpreta il sergente
Elias K. Grodin, mentre Depp ha il ruolo secondario del soldato
Gator Lerner. I due si sono poi ritrovati brevemente a dividere il
set anche in Cry Baby (1990) e C’era una
volta il Messico (2003). A distanza di quasi 40 anni,
Dafoe ha poi avuto modo di recitare con un altro Depp, ovvero
Lily-Rose Depp, con il film Nosferatu.
I meme su Willem Dafoe
8. È il protagonista di
tanti meme. Alcuni dei ruoli ricoperti da Dafoe hanno
trovato fortuna anche come meme, con precisi momenti dei film di
cui sono protagonisti divenuti oggetto di questa forma di
intrattenimento. In particolare, si ricordano i meme con il suo
Norman Osbourne/Green Goblin di Spider-Man
e quello con il Vincent Van Gogh di Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità.
Willem Dafoe in Povere creature!
La moglie di Willem Dafoe
9. È sposato con
un’italiana. Willem Dafoe è sposato da diversi anni con
una regista romana, Giada Colagrande. I due, che
non hanno figli, hanno 20 anni di differenza e si sono sposati il
25 marzo del 2005, circa un anno dopo essersi conosciuti. La loro
vita è davvero molto privata e si sa ben poco di loro. Entrambi
collaborano ai propri progetti e, dal 2005 in poi, Dafoe ha
partecipato a quasi tutti quelli realizzati dalla moglie. È
comparso nei suoi film Before it Had a Name (2005),
Una donna – A Woman (2010), Bob Wilson’s Life & Death
of Marina Abramovic (2012) e Padre (2016), mentre la
moglie è apparsa nel film Pasolini (2014).
Willem Dafoe parla italiano
Avendo sposato un’italiana e vivendo
per buona parte dell’anno in Italia, Dafoe parla di conseguenza
anche un po’ di italiano. Ha raccontato di averlo imparato con le
canzoni di Battiato e sono diverse le interviste in cui ha
dimostrato di padroneggiare anche questa lingua. Inoltre, nel film
Finalmente
l’alba recita proprio in italiano.
Dove vive Willem Dafoe?
Willem Dafoe è un cittadino italiano e
vive in via Merulana a Roma. Possiede però anche una fattoria in
campagna, sempre vicino Roma, dove trascorre il tempo libero.
L’attore, naturalmente, possiede anche abitazioni a Los Angeles e
New York, così da mantenere forti i rapporti con l’industria
cinematografica statunitense.
L’età e l’altezza di Willem
Dafoe
10. Willem Dafoe è nato il
22 luglio 1955 ad
Appleton, Wisconsin, Stati Uniti.L’attore è alto complessivamente 1,70
metri.
Celebre figlia d’arte,
Lily-Rose Depp si è conquistata negli ultimi anni
una buona fama come modella e attrice, recitando in film di alto
profilo passati per prestigiosi festival cinematografici. Con
quello che si prevede essere un ricco futuro cinematografico, la
Depp è oggi una delle personalità più richieste e apprezzate del
momento.
Ecco 10 cose che forse non
sai di Lily-Rose Depp.
I film di Lily-Rose Depp
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice ha debuttato al cinema con un
piccolo ruolo nel film Tusk (2014), dove recita anche
Johnny
Depp. Recita poi con un primo ruolo da protagonista in
Yoga Hosers – Guerriere per sbaglio (2016) e Io
danzerò (2016). Maggior popolarità la ottiene però grazie a
Planetarium
(2016), dove recita accanto a Natalie
Portman. Nel 2018 torna al cinema in L’uomo
fedele, di Louis
Garrel, mentre nel 2019 recita in Il re, accanto
agli attori Timothée
Chalamet e Robert
Pattinson. Successivamente ha recitato in Confini
e dipendenze (2021) con Gary
Oldman, in Voyagers (2021) con ColinFarrell, Silent Night (2021) con
Keira
Knightley, e Wolf (2021) con George
MacKay. Nel 2024 è invece protagonista di Nosferatu.
2. Ha recitato in una
controversa serie TV. Nel 2023 la Depp è protagonista
della serie The Idol, dove interpreta Jocelyn, una giovane
stella del pop che in seguito all’esaurimento nervoso dovuto alla
morte della madre intreccia una relazione con Tedros, losco
proprietario di un club di Los Angeles e leader di una setta assai
segreta. Composta da soli 5 episodi, la realizzazione della serie è
stata caratterizzata da diversi problemi e infine la HBO l’ha
cancellata dopo una sola stagione a seguito di recensioni
estremamente negative e di polemiche sulle condizioni di
lavoro.
Lily-Rose Depp canta One of the Girls
3. Ha inciso un celebre
singolo. Proprio per la serie The Idol, la Depp
si è cimentata anche come cantante insieme al cantante canadese
The Weeknd per il brano One of the Girls.
La canzone si lega ovviamente alla trama di The Idol e
affronta i temi del controllo, della fama, del desiderio e della
sindrome di Stoccolma. Oltre ad averla cantata, la Depp è anche
autrice del testo insieme allo stesso The Weeknd e a Sam
Levinson, autore della serie.
Abel “The Weeknd” Tesfaye, Lily-Rose Depp in The Idol
1×01
Lily-Rose Depp in Nosferatu
4. Ha sostituito una nota
attrice.Harry Styles e Anya Taylor-Joy erano stati inizialmente
scritturati per i ruoli principali in Nosferatu.
Styles si è però ritirato a causa di “conflitti di programmazione”
e il progetto è stato ritardato, cosa che ha portato anche
Taylor-Joy a ritirarsi in seguito, poiché all’epoca stava girando
Furiosa: A
Mad Max Saga (2024). A quel punto, lLily-Rose Depp ha
preso il posto di Taylor-Joy nel ruolo di Ellen Hutter.
5. Si è ispirata ad una
precisa interpretazione. In una recente intervista, Depp
ha dichiarato a IndieWire che, mentre l’interpretazione di
Isabelle Adjani di Ellen Hutter nel film di
Werner Herzog del 1979 Nosferatu, il principe
della notte è stata senza dubbio una pietra di paragone per la
sua interpretazione del personaggio, è stata la performance della
Adjani in Possession – il thriller di Andrzej Żuławski del
1981 – a ispirarla più profondamente per il suo ruolo in Nosferatu.
Chi è il fidanzato di Lily-Rose Depp?
Ha avuto una relazione con Timothée Chalamet
6. Ha avuto una relazione
con un noto attore. Nel corso del 2018 viene resa nota la
relazione della Depp con il giovane attore TimothéeChalamet. I due sono
più volte stati avvistati insieme, e con i loro baci hanno
indirettamente confermato la loro relazione. Hanno poi avuto modo
di recitare insieme nel film Il re, presentandosi poi sul
red carpet della Mostra di Venezia come coppia. Nei primi mesi del
2020, tuttavia, Chalamet afferma di essere di nuovo single,
annunciando di fatto la fine della relazione.
Lily-Rose Depp e 070 Shake
Dal 2023 c’è un nuovo amore nella
vita di Lily Rose Depp, ovvero la rapper 070
Shake. A renderlo ufficiale è stata la stessa attrice con
una storia su Instagram in compagnia della sua nuova fidanzata. Già
in passato l’attrice aveva dichiarato di non essere etero al 100%,
definendo anzi la sua sessualità come fluida. Di questa sua nuova
relazione non si sa però molto, poiché sta attenta a tenerla quanto
più riservata possibile.
7. È la figlia del noto
attore. Come il cognome può far intuire, l’attrice è la
figlia del celebre Johnny Depp. I due hanno da sempre un rapporto
particolarmente stretto e prezioso, e celebre è il tatuaggio con il
nome di Lily-Rose che Johnny porta sul petto, sopra al cuore. La
figlia, invece, da bambina regalò al padre un braccialetto, dal
quale lui non si separa mai. Per i primi titoli della sua carriera,
l’attrice ha avuto modo di recitare, seppur brevemente, accanto al
padre. I due compaiono infatti nel cast di Tusk e Yoga
Hosers. Lily-Rose ha però affermato che le piacerebbe molto
poter recitare in modo più approfondito con suo padre.
Sua madre è una nota attrice
e cantante. La Depp è inoltre figlia dell’interprete
francese Vanessa Paradis, che fu compagna di
Johnny per circa 14 anni. Grazie a sua madre, l’attrice ha avuto
modo di inserirsi nel mondo dello spettacolo imparando a
riconoscerne insidie e pregi. Ha poi dichiarato che è grazie alla
Paradis se ha imparato a non aver timore del proprio corpo, ma a
sfoggiarlo invece con consapevolezza.
Lily-Rose Depp è su Instagram
8.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da ben 8,3 milioni di persone e dove attualmente si possono
ritrovare circa 400 post. Questi sono principalmente immagini
relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro
le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma
non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha
preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque
rimanere aggiornati su tutte le sue novità.
Lily-Rose Depp ha sofferto di una diffusa malattia
9. Ha sofferto di
anoressia. All’inizio della sua carriera di modella,
l’attrice ha ricevuto diverse critiche per la sua fisicità
giudicata “troppo magra”. La Depp ha in seguito dichiarato in
alcune interviste di aver sofferto di anoressia in passato,
lottando contro tale disturbo alimentare. Attualmente, per sua
fortuna, sembra essersi lasciata alle spalle tale problema.
L’età e l’altezza di Lily-Rose
Depp
10. Lily-Rose Depp è nata a
Parigi,in Francia, il 27 maggio 1999.
L’attrice è alta complessivamente 1,65 metri.
L’episodio 7 della terza stagione di
What
If…? è l’inizio della fine della serie animata del
MCU. Culminando con un finale di
serie in due parti, questo nuovo capitolo vede Captain
Carter alla guida di una nuova squadra di protettori
multiversali che viene a sapere che l’Osservatore
è stato rapito ed è in pericolo. Questo dà il via a una missione di
salvataggio cosmica che si conclude con un cliffhanger e una nuova
sorprendente alleanza.
Come si vede alla fine dell’episodio
6 di questa stagione di What
If…?, l’Osservatore sembra aver infranto il suo
giuramento ed essere intervenuto per l’ultima volta nella vita di
coloro che avrebbe dovuto solo osservare. Preso in custodia dai
suoi colleghi Osservatori, i frammenti del Piano di
Osservazione si sono staccati come conseguenza,
permettendo ai suoi alleati mortali di venire in suo aiuto in
questo nuovo episodio. Ecco quindi la nostra analisi del settimo
episodio della terza stagione di What
If…?, con la spiegazione del finale e i maggiori
easter egg e riferimenti presenti in esso.
Recap della trama di What
If… ?, 3×07: E se… l’Osservatore fosse
scomparso?
Partendo dalla realtà vista per la
prima volta nella stagione 2 di What
If…?, in cui Nebula è diventata
Nova Prime, Captain Carter arriva
nella Sfera del Tempo di Kang il Conquistatore
insieme alla sua nuova squadra di protettori multiversali per
salvare questo Xandar alternativo dal mostro
calamaro interdimensionale noto come Campione
dell’Idra (visto per la prima volta nella stagione 1 di
What
If…?). Tra gli alleati di Captain Carter ci sono
Kahori, Byrdie the Duck (la
potente figlia di Howard e Darcy)
e Tempesta, Dea del Tuono e il suo potente
martello Mjolnir. Dopo aver sconfitto il Campione dell’Hydra, dal
cielo cadono frammenti del Piano di Osservazione,
avvertendo la squadra che l’Osservatore è nei
guai.
L’Eminenza prende
il posto della narrazione dell’Osservatore, confermando che lui e i
suoi compagni hanno giurato di proteggere il loro ordine (non solo
di osservare). Gli alleati dell’Osservatore pagheranno per la loro
eresia se cercheranno di salvarlo. Progettando di accedere al Piano
di Osservazione situato nella quinta dimensione, la squadra di eroi
riadatta i frammenti usando diversi pezzi di tecnologia avanzata
per servire come fonte di energia per la loro nave, oltre a usare
il potere divino di Tempesta, ma entrambi i tentativi
falliscono.
Con un solo frammento rimasto, la
squadra decide di trovare una variante di Infinity
Ultron (l’unico essere che è riuscito ad accedere alla
quinta dimensione), che ha cancellato il suo universo usando le
Infinity Stones, ma non ha mai sentito la voce dell’Osservatore.
Temendo di perdere i suoi amici, Peggy affronta Infinity Ultron da
sola, per poi essere catturata dall’Eminenza. Rendendosi conto di
ciò che Peggy ha fatto, Kahori, Storm e Byrdie affrontano e
attaccano Ultron, che alla fine spiega cosa è successo a Peggy e
accetta di aiutarli ad accedere al Piano di Osservazione.
Perché Infinity Ultron accetta di
aiutare i nuovi Guardiani del Multiverso (e perché gli Osservatori
hanno preso Peggy)
Dopo che l’episodio 7 della terza
stagione di What
If…? racconta come Infinity Ultron ha
distrutto il suo universo, Captain Carter trova una variante che è
esistita per eoni nel nulla da lui creato, non avendo mai sentito
le parole dell’Osservatore in questa realtà. Programmato per
credere che “la pace sia l’assenza di conflitto”, Infinity
Ultron si è reso conto che il mondo vuoto che ha creato non è
pacifico, poiché non c’è vita (che è intrinsecamente portatrice di
conflitto). Concludendo che deve combattere per la pace una vita
alla volta, Ultron decide di dare seguito al suo ritrovato
desiderio di redenzione aiutando Kahori, Storm e Byrdie.
Assorbendo così il potere
dell’ultimo frammento per amplificare la nave in modo che possa
entrare nel Piano di Osservazione. Inoltre, Captain Carter è stata
probabilmente presa dall’Eminenza come punizione per le molte volte
che l’Osservatore ha infranto il suo giuramento nel corso di questa
serie del MCU. Potrebbero quindi ritenere che
lei debba condividere le conseguenze dei suoi interventi, visto che
Peggy è stata coinvolta in molti di essi dal momento in cui è stata
reclutata nella stagione 1 di What
If…?. Dopotutto, all’inizio dell’episodio l’Eminenza
si riferisce a Captain Carter come a “una minaccia
multiversale”.
Tutti gli easter egg e riferimenti
nell’episodio 3×07 di What If…?
Naturalmente anche in questo
episodio ci sono alcuni riferimenti al MCU, easter eggs
vari e apparizioni piuttosto folli. Ecco qui di seguito più
importanti che abbiamo trovato:
Nebula come Nova Prime
dalla stagione 2 di What
If…?: – Questa realtà ha debuttato per la prima volta
nel primo episodio della stagione 2 di What
If…?.
E se…? Campione dell’Hydra
della stagione 1: Il Campione dell’Hydra è la bestia
interdimensionale simile a un calamaro che il Capitano Carter ha
combattuto nel portale durante la Seconda Guerra Mondiale, prima di
uscire 70 anni dopo nel presente della sua linea temporale di
origine (visto in What
If…?, stagione 1).
Sfera temporale di
Kang: Anche se non viene rivelato dove o come l’abbia
ottenuta, Peggy viene mostrata mentre pilota la Sfera temporale di
Kang, vista per la prima volta in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania.
Natasha Lyonne dà la voce a
Byrdie The Duck: L’attrice Natasha Lyonne dà la voce alla potente
Byrdie the Duck, la figlia adulta di Howard e
Darcy che ha debuttato come bambina nel
quarto episodio della stagione. Lyonne sarà anche protagonista
di The
Fantastic Four: First Steps in un ruolo misterioso,
anche se si vocifera che doppierà il robot HERBIE o forse Alicia
Masters. Chi lo sa? Forse interpreterà Byrdie anche nel
live-action?
X-Men
’97 suona per il debutto di Tempesta con Mjolnir:
Rivelata come la potente Dea del Tuono che brandisce gli elementi
cosmici, il tema classico di X-Men ’97 suona in sottofondo
durante il debutto di Tempesta.
Una nuova introduzione
oscura per l’Osservatore: Con la voce del sinistro
Jason Isaacs, l’introduzione di What
If…? è stata rielaborata per questo episodio in bianco
e nero e presenta una narrazione più cupa da parte di Eminenza,
anziché dell’Osservatore di Jeffrey Wright come ci si aspettava (poiché è
stato imprigionato).
Personaggi Marvel multipli del
biliardino: Diversi personaggi sono rappresentati come
giocatori di biliardino a bordo della nave di Byrdie. Tra questi
Thanos, Luke Cage, Iron Fist, Teschio Rosso, Kang, Hela,
Pantera Nera, Scarlet Witch, Zemo, Mystica, Magneto, Rogue,
Wolverine, She-Hulk, Capitan America, Galactus, Loki, Dottor
Destino, Donna Invisibile, Iron Man, Beta Ray Bill e,
soprattutto, Infinity Ultron.
Guardiani del
Multiverso: Prima di partire per affrontare Ultron da
sola, Peggy guarda una foto che ritrae non solo la sua nuova
squadra, ma anche i suoi compagni originali della stagione 1 di
What
If…?: Party Thor, Gamora, Vedova Nera
e lo Star-Lord di T’Challa.
Cariche di reset della
TVA: Possedendo cariche di reset della Time Variance
Authority, sembra che il Capitano Carter e la sua squadra abbiano
interagito con l’organizzazione in passato, un rapporto che
potrebbe dare i suoi frutti nel prossimo finale di serie.
Se c’è una saga che negli ultimi
cinque anni ha messo d’accordo grandi e piccoli, è quella di
Sonic. Con tre film (un
quarto in lavorazione) e una serie spin-off
(Knuckles), le avventure del celebre personaggio dei
videogiochi SEGA e dei suoi colorati amici continuano ad
entusiasmare più generazioni di spettatori. La cosa non sorprende
dal momento che gli autori hanno trovato, dopo alcuni passi falsi
iniziali, la formula giusta per intrattenere su più fronti, pur
riproponendo sostanzialmente la medesima struttura di film in film.
È così che dopo un secondo capitolo che aveva visto il riccio blu
protagonista alle prese con il proprio passato, arriva
Sonic 3, in cui egli è chiamato a difendere la
propria famiglia.
Diretto anch’esso da Jeff
Fowler – ormai del tutto a suo agio con la regia
di questa saga – il film aggiunge
infatti nuovi elementi a quella medesima struttura poc’anzi citata,
permettendole così di trovare grossomodo una propria unicità.
Questi elementi sono dati dal qui più marcato concetto di famiglia,
vista come “luogo” amorevole e sicuro ma che richiede anche di
imparare a rapportarsi con chi ci è intorno. Si parla però anche di
“famiglia” come ambiente responsabile di ciò che si diventa
crescendo (e che non necessariamente dovrebbe definire chi
realmente si è o si vorrebbe essere). Un terzo capitolo, insomma,
che aggiunge qualcosa in più al processo di crescita che Sonic
compie film dopo film.
In questo terzo capitolo,
Sonic, Knuckles e
Tails sono ormai una squadra (o Team Sonic, come
il riccio blu vorrebbe si facessero chiamare), ma la cosa non
impedisce loro di avere alcune divergenze sul come affrontare
avventure e problemi. Devono però imparare a farlo quanto prima,
poiché un nuovo e formidabile nemico è tornato in circolazione:
Shadow (voce originale di Keanu Reeves), un misterioso villain con
poteri incredibili mai visti prima e con un obiettivo ben preciso.
Con le loro abilità messe alla prova in ogni modo, il “Team Sonic”
dovra cercare un’alleanza inaspettata per fermare Shadow e
proteggere il pianeta.
Videogiochi, cultura pop e tanto umorismo
Partiamo con il dire che se già
Sonic
2 presentava
diverse sequenze più esplicitamente basate sui videogiochi e sulle
loro regole e dinamiche, questo terzo capitolo alza ancor di
più il tiro. Tratto per alcune parti da Sonic Adventure 2
(2001) e Shadow the Hedgehog (2005), Sonic
3 getta subito il pubblico nel pieno dell’azione, con una
sequenza giapponese che manifesta non solo il grande dinamismo che
caratterizza l’intero film ma anche la sua voglia citazionistica,
estesa anche al di là del franchise videoludico di
Sonic. Sono dunque tante (forse anche troppe) le
battute, i riferimenti e le scene debitrici della cultura pop a
tutto tondo. Elementi che di certo faranno la gioia degli esperti
conoscitori di questo mondo, ma concepiti in modo da non lasciare
perplessità in chi invece non vi è avvezzo.
Il primo film (qui
la recensione) della saga era sostanzailmente un buddy
movie con Sonic e il Tom di
James Marsden in viaggio per ritrovare gli anelli
magici, mentre il secondo (qui
la recensione) portava il protagonista a confrontarsi con le
proprie origini. Questo terzo capitolo, come anticipato, è invece
un’ode alla famiglia in tutte le sue sfumature. Vi è quella
“aliena” composta da Sonic, Knuckles e Tails, ma anche quella
“umana” che lega il riccio blu a Tom e Maddie; vi è quella del
dottor Ivo Robotnik (Jim
Carrey) che ritrova suo nonno Gerald (sempre Jim Carrey); e vi è quella di Shadow strappato
via dall’amata Maria (oltre ad altre declinazioni secondarie di
questo tema).
Si viaggia dunque sui binari di
argomenti molto toccanti e potenzialmente commoventi, con almeno un
paio di momenti ben preparati e assestati che conferiscono valore a
questo nucleo tematico e scaldano il cuore dello spettatore. Giunti
al terzo film e con un gruppo di personaggi sempre più ricco, il
parlare di questi argomenti e dunque della necessità di abbandonare
ogni velleità da eroe solitario è ben accetta, ma ancor di più è
lodevole il messaggio che – in un film per grandi e piccini – si
riesce a trasmettere sulle tante forme che una famiglia può
assumere, senza per questo scadere in stucchevoli retoriche.
Sonic 3 rappresenta
dunque un degno proseguimento del franchise, che deve però
dimostrare di poter evolvere, non solo aggiungendo qualcosa di
nuovo ma anche proponendo traiettorie diverse. Questo terzo
capitolo, apprezzabile sotto i punti di vista fin qui esposti,
manifesta però in certi momenti anche una certa stanchezza, che ad
ora rimane lieve. Ma non tutti i momenti comici funzionano e alcuni
passaggi narrativi appaiono meno convincenti del dovuto, portando
dunque a stabilire la necessità di introdurre una serie di
variazioni in un franchise che proprio perché tanto amato e seguito
deve ora essere capace di smarcarsi dal senso di già visto.
Di certo, a tenere ad un valido
livello il ritmo e l’atmosfera del film c’è Jim Carrey, la cui sensazione è che non riceva
le lodi che meriterebbe per la sua interpretazione di Robotnik. Qui
anche in doppia veste, l’attore regala diversi momenti
particolarmente spassosi (la sequenza del ballo a due tra Ivo e
Gerald in primis), cimentandosi con un personaggio che ha
egregiamente contribuito a ridefinire. Lui, insieme ad un dolente e
affascinante Shadow, sono la ciliegina sulla
torta di un film che ancora una volta riesce dunque a parlare al
suo pubblico di riferimento. Un pubblico che però sta crescendo e
che chiede dunque alla saga di fare altrettanto. Ma sarà un
“problema” di cui dovrà occuparsi il quarto capitolo, potendo ora
godere dell’umorismo e degli elementi vincenti di questo
Sonic 3.
Il franchise di Sonic the
Hedgehog ha regalato a
Jim Carrey la migliore serie di voti su Rotten
Tomatoes di tutta la sua carriera. Sebbene Carrey sia più noto per
i suoi successi degli anni ’90, tra cui Ace Ventura:
l’acchiappanimali, The Mask,
Bugiardo bugiardo e The Truman
Show, la sua carriera ha incontrato un lungo momento di
difficoltà, per circa 10 anni. Con Dr. Robotnik, l’attore è tornato
alla sua caratteristica commedia fisica e da cartone animato,
dimostrando di avere ancora quel fascino e quel talento che hanno
conquistato il cuore delle persone tanto tempo fa.
L’impegno dell’attore nei confronti
del franchise è stato reso evidente più e più volte, poiché
Jim Carrey ha ripetutamente infranto le regole della
carriera per Sonic the Hedgehog in modo da poter
tornare a riprendere il suo ruolo ormai iconico. Considerato uno
dei film che hanno definito la carriera di Carrey, Sonic
the Hedgehog e i suoi sequel (Sonic 3 – Il
Filmarriva in Italia il 1° gennaio,
qui la nostra recensione) continuano a essere un dono
che continua a fare al suo pubblico. Hanno facilitato il ritorno
dell’attore al suo amore per il mestiere, gli hanno permesso di
catturare vecchi e nuovi spettatori e questi gli hanno regalato la
migliore serie di voti su Rotten Tomatoes della sua carriera.
Sonic The Hedgehog ha regalato a
Jim Carrey la più lunga serie di successi su Rotten Tomatoes della
sua carriera
Jim Carrey è stato cinque anni
senza un film “Marcio”
Anche se quasi tutti i film di
Jim Carrey sono stati un classico istantaneo, non sono
noti per avere punteggi alti su Rotten Tomatoes. Sorprendentemente,
film amati come Il Grinch, Una settimana
da Dio e Dick & Jane – Operazione furto
hanno in realtà recensioni piuttosto basse. Considerando che la
filmografia di Carrey è ricca di umorismo irriverente e infantile,
è logico che i critici facciano fatica a prenderlo sul serio
nonostante la sua comprovata capacità di affascinare il pubblico di
tutto il mondo e produrre successi al botteghino.
Jim Carrey’s Best Movies RT Scores And Box
Office
Title
Year
RT Score
Audience Score
Box Office
Sonic the Hedgehog 3
2024
88%
97%
$60.1M (so far)
Sonic the Hedgehog 2
2022
69%
96%
$190.7M
Sonic the Hedgehog
2020
64%
93%
$146.7M
Disney’s A Christmas Carol
2009
52%
58%
$137.9M
Dr. Seuss’ Horton Hears a Who!
2008
79%
73%
$154.5M
Fun With Dick and Jane
2005
30%
49%
$110.3M
Lemony Snicket’s A Series of Unfortunate Events
2004
72%
63%
$118.6M
Eternal Sunshine of the Spotless Mind
2004
92%
94%
$34.1M
Bruce Almighty
2003
48%
57%
$242.6M
How the Grinch Stole Christmas
2000
49%
59%
$260.4M
Man on the Moon
1999
64%
79%
$34.6M
The Truman Show
1998
94%
89%
$125.6M
Liar Liar
1997
83%
75%
$181.4M
Dumb & Dumber
1994
67%
84%
$127.2M
The Mask
1994
80%
68%
$119.9M
Ace Ventura: Pet Detective
1994
47%
57%
$71.2M
D’altro canto, le acclamate
performance dell’attore in progetti come Se mi lasci ti
cancello e Man on the Moon non hanno
necessariamente guadagnato molto dalla loro uscita nelle sale. Il
franchise di Sonic the Hedgehog, tuttavia, ha
ottenuto qualcosa che solo alcuni dei film di Carrey hanno fatto, e
lo ha fatto in tempi record. I film popolari hanno avuto un grande
successo al botteghino e con la critica, e ora che Sonic 3 – Il
Film è già uscito negli USA, ha ottenuto il punteggio
più alto su Rotten Tomatoes e ha regalato al suo attore cinque anni
consecutivi senza un film “Marcio”, qualcosa che Carrey non aveva
mai ottenuto prima.
Il film del 2018 Obbligo o
verità – diretto da Jeff Wadlow e prodotto
dalla Blumhouse Productions, la società di film
horror dietro a franchise di successo come Paranormal
Activity e successi come Black
Phone e M3gan – segue
un gruppo di studenti universitari in vacanza di primavera che
vengono trascinati da uno sconosciuto in una versione pericolosa
del gioco del titolo. Quando tornano a casa, gli amici si rendono
conto che il gioco non gli permette di smettere di giocare, e se ci
provano muoiono.
Olivia (Lucy
Hale) e i suoi amici devono quindi trovare un modo per
spezzare la maledizione o continuare a giocare, cosa che comporta
comunque rischi mortali. Nel corso di Obbligo o
verità, il mistero del gioco maledetto si svela e non solo
vengono spiegate le regole basilari ma mortali di esso, ma Olivia
scopre anche la fonte della maledizione e come spezzarla. Tuttavia,
il finale è inaspettato e cambia tutto ciò che gli spettatori
pensavano di sapere sui personaggi principali e sui loro possibili
destini.
La spiegazione della maledizione di
Obbligo o verità
Le regole del gioco sono stabilite
all’inizio del film, con Carter che spiega a Olivia che una persona
muore se si rifiuta di dire la verità, di accettare un obbligo o di
giocare. Tuttavia, un’altra regola viene introdotta
successivamente: se due persone di fila scelgono la verità, la
persona successiva deve scegliere obbligo. Questa regola proviene
dal gruppo che ha iniziato a giocare. Si scopre che il vero nome di
Carter è Sam e che lui e i suoi amici sono stati il gruppo che ha
dato il via a tutto dopo essersi imbattuto nella Chiesa
della Missione di Rosarito in Messico.
Il gioco di questo gruppo viene
maledetto dopo che Sam distrugge la chiesa e rompe un vaso che
contiene un demone ingannatore di nome Calax.
Nella mitologia del film, i demoni possono possedere persone,
luoghi, oggetti o idee. In questo caso, Calax possiede il gioco.
Quando il gruppo di amici di Sam muore e rimangono solo lui e una
ragazza di nome Giselle (Aurora
Perrineau), il ragazzo ha il coraggio di portare nuove
persone nel gioco. Trova così Olivia e i suoi amici e, affermando
di chiamarsi Carter, li porta in chiesa e li introduce al
gioco.
Una volta che ognuno di loro fa un
turno, sono dentro. Anche dopo aver lasciato la chiesa, il gioco li
segue, costringendoli a continuare a giocare nello stesso ordine. I
vecchi giocatori restano in gioco, anche se non è chiaro quando Sam
abbia il suo turno, dato che scompare fino al finale. L’entità
demoniaca che ha posseduto il gioco è molto intelligente e Olivia
capisce subito che non c’è modo di superare Calax in astuzia.
Inoltre, il gioco costringe ciascuno dei suoi giocatori a fare il
proprio turno con visioni tortuose.
Olivia, ad esempio, vede la scritta
“Obbligo o Verità?” in vari punti, ma la situazione si aggrava fino
a far sì che Lucas (Tyler Posey)
veda la domanda addirittura incisa sul suo braccio. Calax è inoltre
in grado di inviare anche messaggi attraverso dispositivi
elettronici. Giselle, ad esempio, riceve una sfida nell’incipit del
film quando la cassiera di un’area di servizio risponde al
telefono. Il fatto che il gioco possa passare attraverso i
dispositivi elettronici è fondamentale per comprendere il
finale.
Nella sua ricerca di un modo per
rompere la maledizione del gioco Obbligo o Verità, Olivia fa
risalire Calax a un massacro avvenuto nella chiesa della Missione
di Rosarito due generazioni fa. Olivia e Lucas rintracciano
Inez Reyes, una donna sopravvissuta al massacro.
Inez rivela a Olivia e Lucas che la chiesa era un convento dove lei
e altre ragazze vivevano. A loro piaceva giocare a nascondino, ma
anche il sacerdote della chiesa giocava e la ragazza che trovava
veniva sottomessa al suo stesso gioco.
Così, una ragazza usò un incantesimo
per evocare un demone, che si rivelò essere Calax. Calax possedette
la ragazza e giocò al suo stesso gioco, facendo a pezzi il
sacerdote e nascondendolo in giro per la chiesa, in un modo
contorto di giocare a nascondino. Tuttavia, dopo la morte del
prete, Calax non volle smettere di giocare. Ha costretto le ragazze
a continuare a giocare a un gioco pericoloso in cui la maggior
parte di loro è morta. La ragazza che ha evocato Calax riesce
infine ad intrappolarlo ripetendo sette volte un incantesimo e
sigillandolo con un sacrificio in una pentola con la cera.
Inez, infine, rivela di essere
proprio la ragazza che ha evocato e intrappolato Calax e che, per
completare l’incantesimo, ha dovuto tagliarsi la lingua come
sacrificio. Come dice Inez a Olivia, solo chi ha rotto il vaso che
ha liberato Calax può intrappolarlo di nuovo. Poiché è stato Sam a
rompere la pentola quando ha distrutto la chiesa prima che lui e i
suoi amici giocassero a Obbligo o Verità, è l’unico in grado di
porre fine al gioco. Tuttavia, il piano di Olivia per convincere
Sam a rompere la maledizione non va come previsto.
Olivia, Lucas e Markie riportano Sam
alla Chiesa della Missione di Rosarito per concludere il gioco
intrappolando Calax. Tuttavia, Lucas deve fare il suo turno mentre
Sam recita l’incantesimo. Viene sfidato a uccidere Olivia o Markie.
Al suo rifiuto, Calax lo possiede e lo costringe a uccidere Sam
prima che possa completare il rituale e infine lo costringe a
uccidersi. Sam, che aveva iniziato a tagliarsi la lingua come
sacrificio, muore quindi prima di poter finire. Poiché doveva
essere lui a intrappolare Calax, nessuno può ora completare il
rituale.
Successivamente, Markie rifiuta il
suo turno e Calax la possiede. Tuttavia, si tratta di un tranello,
perché Olivia usa il turno di Markie come verità e costringe Calax
a dirle come concludere il gioco. Calax, però, rivela che non c’è
modo di concluderlo. Olivia, dunque, si rende conto che l’unico
modo per concludere il loro Obbligo o Verità è che Olivia e Markie
muoiano senza coinvolgere nessuno. Invece di uccidersi, però,
Olivia e Markie caricano online un video in cui spiegano la
maledizione del gioco. La ragazza conclude il video chiedendo:
“Obbligo o verità?”.
Poiché Calax ha già usato Internet
per diffondersi e continuare il gioco, una volta che una persona
viene invitata a partecipare al gioco, ne fa parte. Dunque,
chiunque guarderà il video – che con buona probabilità diventerà
virale – fino alla fine si unirà suo malgrado al gioco maledetto
senza possibilità di scelta. In sostanza, Olivia sacrifica milioni
di persone per salvare la sua migliore amica.
Il vero significato del finale di
Obbligo o verità
L’introduzione di Olivia in
Obbligo o verità rivela che lei mette sempre gli
altri al di sopra di sé stessa. Aveva in programma di costruire
case con Habitat for Humanity durante le vacanze di primavera, ma
Markie l’ha convinta a fare un viaggio divertente, che le ha
condannate entrambe. Pur essendo leggermente egoista, questa scelta
ha portato al grande finale in cui Olivia ha fatto qualcosa di
ancora peggiore. Pur sostenendo di voler aiutare il mondo, Olivia
ha sempre preferito la sua amica Markie a chiunque altro, ed è
quello che ha fatto alla fine.
Questa decisione mostra anche la sua
ipocrisia. All’inizio del film, a Olivia viene chiesto se avrebbe
salvato i suoi amici o li avrebbe sacrificati per salvare il mondo
da un’invasione aliena. Lei risponde che sacrificherebbe i pochi
per salvare il mondo, cosa che crede sia vera. Alla fine di
Obbligo o verità, tuttavia, Olivia dimostra che si
trattava di una bugia, prolungando la vita sua e quella di Markie
ma costringendo il mondo intero a morire nel gioco. Le due ragazze
scelgono quindi sé stessi al posto del mondo, anche se alla fine –
seppur dopo un tempo idealmente molto lungo – tornerà ad essere il
loro turno di giocare.
Jim Carrey è uscito dal ritiro dalla recitazione
per l’allettante impresa di interpretare sia Ivo
che Gerald Robotnik in Sonic 3 – Il
Film (qui
la recensione). Sebbene l’attore avesse
precedentemente affermato che si sarebbe ritirato dopo il secondo
capitolo, il produttore Toby Ascher e il regista
Jeff Fowler lo hanno convinto a tornare con una
storia sentita e una sfida di recitazione. La sua disponibilità e i
suoi sforzi hanno poi dato i loro frutti, poiché le recensioni del
film hanno mostrato una abbondanza di elogi per la doppia
interpretazione di Carrey come nonno e nipote.
Nonostante Robotnik apparentemente
soccomba nel primo sequel, Carrey fa un sorprendente ritorno nel
cast del threequel. Non solo riprende il suo ruolo di
divertente cattivo, ma incarna anche l’afflitto Gerald Robotnik,
mostrando il suo talento nell’interpretare parti comiche e
drammatiche. Le sorprendenti differenze tra Ivo e suo nonno si
influenzano efficacemente a vicenda e raggiungono il culmine con
l’epico finale di Sonic 3 – Il
Film, il che diventa ancora più sorprendente se si
considera come è stato il processo di ripresa di Carrey nel dare
vita alla dinamica tra Ivo e Gerald.
Jim Carrey interpreta Ivo e Gerald Robotnik in Sonic 3 – Il
Film
Jim Carrey ha infranto diverse regole di carriera per
il franchise di Sonic, l’ultima delle quali è che ora ha
preso parte a un altro sequel, anche se aveva decisamente
cercato di evitarlo con i suoi film precedenti. Nell’interpretare
Ivo e Gerald Robotnik, l’attore ha accettato una nuova
sfida di recitazione. Sebbene questa non sia la prima
volta che Carrey ha avuto più ruoli in un film, non ha mai recitato
nei panni di più personaggi live-action che interagiscono tra
loro.
L’unica altra volta in cui Carrey ha
lavorato in uno scenario simile è stato in A Christmas
Carol, dove ha interpretato Scrooge, il fantasma del
Natale passato e del Natale presente. Tuttavia, la meccanica del
doppiaggio rende più facile per gli attori incarnare diversi
personaggi senza bisogno di una reazione dal vivo.
In un intelligente cambiamento di
storia, Sonic 3 introduce il 110enne Gerald
Robotnik come antagonista principale e lo accoppia con suo nipote,
Ivo. Per le loro scene insieme, Carrey ha recitato con una
controfigura “meravigliosa” che ha interpretato entrambi i ruoli, a
seconda di chi l’attore protagonista interpretasse quel giorno.
Carrey ha dato al suo collega attore, Brendan
Murphy, degli appunti su come avrebbe forse interpretato
Ivo/Gerald quando fosse stato il suo turno, ma, per lo più, si è
affidato a una registrazione vocale della sua performance del
giorno prima che gli ha ricordato a cosa avrebbe dovuto
reagire.
Parlando con Screen Rant, Jim
Carrey ha risposto all’interpretazione della famiglia
Robotnik. Ha detto che era “una cosa molto difficile da fare
tecnicamente“, poiché ha dovuto considerare le differenze tra
Ivo e Gerald, verso cosa si stava sviluppando la loro relazione e
anche immaginare che la sua “voce disincarnata” avesse un
corpo fisico con cui interagire. Sebbene il famoso attore fosse
certamente scioccato dal fatto che “recitare oggigiorno
richiede un sacco di immaginazione e un sacco di pantomima“,
ha affermato che si sta “divertendo moltissimo” a far
parte del franchise e ama la tradizione e i fan.
Sonic fa il suo
ritorno al cinema con l’avventura più emozionante di sempre. Sonic,
Knuckles e Tails si ritrovano a dover fronteggiare un nuovo e
formidabile nemico: Shadow, un misterioso villain con poteri
mai visti prima. Con le loro abilità messe alla prova in ogni modo,
il Team Sonic deve cercare un’alleanza inaspettata per fermare
Shadow e proteggere il pianeta.
Il regista Jeff Fowler torna insieme
al cast all-star che comprende
Jim Carrey, Ben Schwartz,
James Marsden, Tika Sumpter,
Idris Elba, Colleen O’Shaughnessey, Natasha Rothwell, Shemar
Moore, Adam Pally, Lee Majdoub, i nuovi arrivati
Alyla Browne e Krysten Ritter, mentre Keanu Reeves si unisce al franchise nel ruolo
di Shadow the Hedgehog.
Prodotto da Neal H.
Moritz, p.g.a., Toby Ascher, p.g.a.,Toru Nakahara, Hitoshi Okuno.
Produttori esecutivi Haruki Satomi, Shuji Utsumi,
Yukio Sugino, Jeff Fowler, Tommy Gormley, Tim Miller.
Basato sul videogioco SEGAStoria
di Pat Casey & Josh Miller Sceneggiatura
di Pat Casey & Josh Miller e John Whittington
Regia di Jeff Fowler.
L’ultimo film della trilogia animata
Spider-Verse della Sony Pictures, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, era
originariamente previsto per il 29 marzo 2024 prima di essere
cancellato dal calendario lo scorso luglio, e lo studio non ha
ancora annunciato una nuova data di uscita. Recentemente abbiamo
appreso che Bob Persichetti e Justin K.
Thompson
saranno i registi del film, ma non sappiamo ancora quando
arriverà sul grande schermo.
Durante un’intervista con Variety,
alla star Brian Tyree Henry, che nei film
interpreta il padre di Miles, Jefferson Morales, è stato ora
chiesto se poteva condividere un aggiornamento sullo stato di
Beyond the Spider-Verse. “A tempo debito. Dobbiamo concluderlo.
Deve essere concluso. Vi immaginate se dicessimo: “È finita. È in
un portale e basta”. Quindi, è sicuramente in arrivo… prima o
poi!”.
Henry ha poi parlato di come si
concluderà la trilogia e, pur non rivelando alcun dettaglio
specifico, i suoi commenti accennano a un potenziale spoiler.
“Sentite, ci vuole tempo, ma dobbiamo farvi aspettare un po’.
Capite cosa intendo? Ma sta arrivando. Sta arrivando. Non ci sarà
un occhio asciutto in casa. Te lo dico io. Buona fortuna. Le cose
non si chiuderanno in un bel fiocco”.
Di cosa parla Spider-Man: Beyond
the Spider-Verse?
Il film affronterà le conseguenze
del finale cliffhanger di Spider-Man: Across the Spider-Verse, con Miles
Morales (Shameik Moore) bloccato in un universo
alternativo con una versione più cattiva di se stesso
(Jharrel Jerome). “Ecco cosa posso promettere,
e l’ho detto a proposito del secondo quando eravamo nel mezzo: Phil
Lord, Chris Miller, tutti, i produttori di questo film, i registi
che porteranno… Quello che hanno fatto nel primo è che tutti i
registi sono diventati produttori esecutivi. Quindi continuano ad
aggiungersi. Quello che posso promettere è che non si fermeranno
finché non sarà eccellente”, ha confermato a ComicBook.com
l’attore di Peter B. Parker, Jake Johnson.
“E se questo significa che
ci vuole un po’ più di tempo, se questo significa che è ancora più
grande, se questo significa che è più lungo – non giocano secondo
le regole di nessuno. Lavorano molto duramente. Come attori, siamo
sempre scioccati quando ci chiamano per registrare l’ultimo film.
Credo che sia stato un mese prima della proiezione, quando non
riuscivamo a credere che stessimo ancora registrando. Quindi non
hanno intenzione di mollare fino a quando non sarà grandioso e non
ho altro che fiducia in loro. Ma per quanto riguarda la possibilità
di svelare qualcosa [sulla storia], non posso farlo”.
Spider-Man: Beyond the
Spider-Verse non ha al momento una data di uscita.
Il classico della Disney
Aladdin, distribuito nel 1992, è ancora oggi uno
dei più amati lungometraggi d’animazione realizzato dal celebre
studios nel corso della sua storia. Con l’ondata di remake in live
action che ha visto titoli come Alice in Wonderland, Il libro della giungla e
La bella e la bestia
venire riproposti in carne ed ossa, anche Aladdin
ha avuto la sua occasione di tornare sul grande schermo sotto tale
forma e per la regia di Guy Ritchie. Il
suo Aladdin (qui la recensione), arrivato in
sala nel 2019 si è affermato come un successo straordinario, con
oltre un miliardo di dollari di incasso in tutto il mondo.
Ciò a conferma di come la storia
ideata dalla Disney, a partire dal racconto persiano Aladino e
la lampada meravigliosa contenuto nella raccolta di novelle
orientali Le mille e una notte, susciti un forte fascino
anche oggi. Merito degli elementi magici ma anche di una storia
d’amore e rivalsa sociale che supera ogni barriera culturale e
temporale. Naturalmente, questo remake del 2019 apporta diverse
modifiche alla storia originariamente presentata nel film
d’animazione del 1992, compreso un finale molto diverso da quello
che alcuni si aspettano.
Nel tipico stile Disney, questi
rifacimenti sono rimasti molto vicini agli amati film originali, ma
hanno anche tentato di aggiustare, arricchire e aggiornare alcuni
aspetti. Questo è il caso anche di Aladdin, che
include infatti momenti e canzoni iconici, aggiungendo però anche
nuovi risvolti basati sulle sensibilità contemporanee. In questo
articolo, si ritroveranno dunque i dettagli relativi alla
trama e al cast di attori ma
anche a tutto ciò che accade nel nuovo finale e come si differenzia
dall’originale del 1992. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Aladdin, un giovane ladruncolo ad Agrabah,
importante città orientale. Qui, accompagnato dalla fedele
scimmietta Abu, egli cerca di guadagnarsi da
vivere come può, fino a quando non si imbatte nella principessa
Jasmine, figlia del Sultano
fuggita a Palazzo poiché mal sopporta l’idea di dover andare in
sposa ad un nobile pretendente. Quando Aladdin si intrufola nella
reggia per rincontrarla, viene catturato da Jafar
il malvagio Gran Visir, che trama alle spalle del Sultano per
prendere il suo posto. Riconoscendo in Aladdin un abile ladro,
Jafar decide di graziarlo solo se egli accetterà di rubare per lui
un oggetto particolarmente importante.
Si tratta di una mitica lampada
magica, nascosta nella Caverna delle Meraviglie. Introdottosi in
essa, Aladdin si imbatte però nel mitico Genio che
vive all’interno della lampada. Il magico essere afferma di avere
tre desideri a disposizione per il giovane, che riconosce ora come
proprio padrone. Allettato dalle possibilità che l’imprevista
situazione gli offre, Aladdin deciderà di utilizzare al meglio i
propri desideri per poter conquistare la bella Jasmine e
abbandonare per sempre la vita di strada. Per riuscirci, però,
dovrà scontrarsi proprio con Jafar, il quale non è affatto
intenzionato ad essere messo da parte e punta invece a regnare su
tutto e tutti.
Il cast del film
Per il ruolo di Aladdin la Disney
era inizialmente interessata ad affidare il ruolo agli attori
Dev Patel o
Riz Ahmed, ma
ha in seguito preferito scegliere un attore meno conosciuto.
Mena Massoud, attore egiziano, è in seguito stato
scelto per il ruolo, che gli ha conferito ovviamente grande
popolarità. Per il ruolo di Jasmine, invece, erano state
considerate le attrici Tara Sutaria e Naomi Scott,
quest’ultima già vista in Power Rangers. La Sutaria era
data per certa per il ruolo, ma il regista decise infine di
affidarlo alla Scott in quanto trovò una maggior sintonia tra lei e
Massoud. Anche cantante, la Scott ha personalmente eseguito i brani
che Jasmine canta nel film.
Naturalmente molta dell’attenzione è
rivolta nei confronti del Genio, per il quale alla fine è stato
scelto Will Smith come
interprete. L’attore oggi premio Oscar ha detto di essere stato
inizialmente terrorizzato all’idea di dar vita a tale personaggio,
ma di aver poi trovato il modo di dar vita ad una sua versione di
esso e di rendere allo stesso tempo omaggio a Robin Willams,
doppiatore del Genio nell’originale d’animazione. Anche Smith, noto
per le sue doti canore, ha personalmente cantato i brani previsti
per il suo personaggio. Completano poi il cast l’attore
Marwan Kenzari nei panni di Jafar e Navid
Negahban in quelli del Sultano. Quest’ultimo, in Italia, è
doppiato da GigiProietti.
Il film d’animazione originale si
concludeva con Aladdin che inganna Jafar e lo fa diventare un genio
riuscendo così ad intrapporlarlo in una lampa, Aladdin che libera
poi il suo Genio e le leggi di Agrabah cambiate per permettere ad
Aladdin e Jasmine di sposarsi. Il film del 2019 rimane per lo più
fedele a questo finale, ma apporta alcune modifiche lungo il
percorso. Jasmine accetta volontariamente di diventare la moglie di
Jafar per salvare suo padre e la sua ancella, invece di diventare
la sua serva. Aladdin è ancora in grado di ingannare Jafar
chiedendo più potere e Genio sfrutta la zona grigia di questo
desiderio per legarlo per sempre a una lampada.
Genio propone poi ad Aladdin di
usare il suo ultimo desiderio per cambiare la legge sul matrimonio
di Agrabah, ma Ali sceglie comunque di liberarlo. Tuttavia, Aladdin
e Jasmine si sposano, solo dopo che si sono verificati eventi
diversi. Per quanto riguarda Genio, nel film d’animazione egli usa
la sua libertà per viaggiare per il mondo. Nell’Aladdin del 2019,
invece, diventa un essere umano a tutti gli effetti e il suo
cambiamento fisico significa che perde la sua forma blu e le sue
abilità magiche, il che lo porta ad assumere una vita completamente
nuova. Questa nuova vita lo vede ancora viaggiare per il mondo, ma
con un tocco in più.
Ora che è un normale essere umano,
Genio chiede alla serva di Jasmine, Dalia, di diventare sua moglie,
dopo un flirt durato mezzo film. Lei accetta e i due navigano per
gli oceani su una nave di dimensioni moderate con il figlio e la
figlia. Dopo che Genio e Dalia si lasciano alle spalle Agrabah,
sono Jasmine e Aladdin a guidare la nazione in futuro. Tuttavia,
questo potrà accadere solo dopo che le leggi sul matrimonio saranno
cambiate. La legge prevede che una principessa debba sposare un
principe di un altro Paese e che il suo nuovo marito diventi il
nuovo Sultano. Aladdin non proviene da una famiglia reale, a
prescindere dai desideri che Genio potrebbe concedergli, e questo
rende impossibile per Aladdin e Jasmine sposarsi secondo i decreti
attuali.
Nel film originale, è il padre di
Jasmine, il Sultano di Agrabah, ad abolire questa legge e a
permettere loro di sposarsi. Sebbene l’originale non specifichi che
Aladdin diventerà il nuovo Sultano, implica che sia così, con
Jasmine come sua Regina. Non è però quello che accade
nell’Aladdin del 2019. Alla fine, Jasmine diventa
il primo sultano donna nella storia del Paese per decreto del padre
e cambia le antiche leggi in modo che lei e Aladdin possano
sposarsi. Prima che ciò avvenga, deve prima inseguirlo dopo che lui
ha lasciato il palazzo, credendo che il suo sogno di stare con lei
non si realizzerà mai. Lo raggiunge e i due si baciano per strada.
Mentre il film si conclude, Jasmine è ora pronta a governare
Agrabah con Aladdin al suo fianco.
Questi cambiamenti possono sembrare
di poco conto, ma aiutano a portare le storie di Aladdin, Jasmine e
Genio a una conclusione più adeguata. Per quanto riguarda Genio, in
particolare, il fatto di renderlo un umano con una famiglia alla
fine invece di un essere ultrapotente dalla mente libera aiuta a
chiarire l’incipit del film. Proprio come nel film d’animazione,
Aladdin si apre con uno spettatore casuale che racconta la storia
del film. Questo espediente di inquadratura si concentra su un
mercante che anche nel film originale era doppiato da Robin Williams. Il secondo ruolo di Williams
ha portato alcuni a chiedersi se il mercante potesse essere una
delle tante forme di Genio.
Il film live-action fa un ulteriore
passo avanti, con un Will Smith dall’aspetto umano su una barca che
parla con due bambini e che alla fine si rivela essere Genio che
vive la sua nuova vita. Per quanto riguarda gli aggiustamenti alla
storia di Jasmine, è innegabile che il finale per il suo
personaggio sia più forte di quello che aveva ricevuto in
precedenza. Il film live-action spiega molto di più la sua storia e
le sue motivazioni rispetto al film d’animazione, principalmente
incentrate sulla sua convinzione di dover essere la prossima
sovrana. Come nel film originale, Jasmine non ama che gli altri le
dicano cosa deve fare o dire, ma il fatto di essere diventata il
Sultano le conferisce una maggiore autonomia come personaggio.
Anche l’effetto a cascata su Aladdin
non è enorme: può ancora stare con Jasmine e non ha il compito di
governare una nazione, cosa per la quale non ha esperienza. Questi
cambiamenti in Aladdin sono abbastanza
significativi da sorprendere i fan del film d’animazione, ma non
sono tali da alterare il significato del quadro generale. Il lieto
fine è ancora intatto, solo che ora Genio ha chiuso la sua storia e
i cambiamenti per Jasmine non fanno che migliorare il suo arco
narrativo. Nel complesso, il nuovo finale è una gradita conclusione
della storia, che lascia Aladdin, Jasmine e Genio in ruoli diversi
da quelli che avevano prima, con nuovi potenziali archi futuri.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Aladdin grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim
Vision, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 27 dicembre alle ore
21:30 sul canale Rai 1.
I migliori live action Disney secondo Cinefilos.it
Il film Codice
d’onore scritto da Aaron
Sorkin e diretto da Rob Reiner è un
racconto precauzionale di indottrinamento istituzionale che si basa
sulla spinta degli scambi serrati tra i personaggi e sulla
performance stellare del cast principale. Basato su un’opera
teatrale del 1989 dello stesso Sorkin, Codice
d’onore si è affermato come uno dei migliori legal drama
di tutti i tempi. Senza dubbio, il film ha lasciato un impatto che
viene amplificato dalla consapevolezza che gli eventi del film sono
stati ispirati da episodi e personalità vere, cosa che non fa che
accrescere l’eredità di questa pellicola.
La trama e il cast di
Codice d’onore
Il film segue la corte marziale di
due marine americani accusati dell’omicidio di un loro compagno
nella base navale di Guantánamo Bay a
Cuba. Il tenente Daniel Kaffee
(Tom
Cruise) e il tenente comandante Joanne
Galloway (DemiMoore), insieme al tenente Sam
Weinberg (Kevin Pollak), intervengono in
difesa del caporale Harold W. Dawson
(Wolfgang Bodison) e del soldato semplice
Louden Downey (James Marshall),
che rischiano di essere congedati con disonore dai Marines se
saranno riconosciuti colpevoli del crimine. Il processo racconta di
come l’istituzionalità accechi anche i più coraggiosi e li porti a
credere in un “codice” che ha la meglio sulla moralità personale
nella maggior parte delle occasioni, a volte con gravi
implicazioni.
La storia vera dietro il film: il
soldato William Santiago è ispirato a un vero marine
Codice d’onore
stabilisce rapidamente la trama con la scena d’apertura che ritrae
un attacco a un marine di nome William Santiago
(Michael DeLorenzo) nella base navale degli Stati
Uniti di Guantanamo Bay, famosa anche per l’omonimo campo di
detenzione. La scena successiva mostra il capitano di corvetta
Joanne Galloway che informa i suoi superiori sulla morte del
soldato semplice William Santiago, avvenuta un’ora dopo l’attacco
del caporale Dawson e del soldato semplice Downey. La Galloway dice
loro che ritiene che si tratti di un caso di “Codice Rosso”, una
forma di punizione extragiudiziale eseguita all’interno
dell’esercito senza approvazione legale.
Il personaggio del soldato William
Santiago è stato ispirato dal soldato William
Alvarado, che avrebbe scritto delle lettere a un deputato
lamentando le cattive condizioni di vita nella base. Si lamentava
anche del fatto che i Marines sparavano illegalmente attraverso la
linea di confine con Cuba. Nel film, si dice che Santiago abbia
nominato Dawson nella sua lettera come colui che ha commesso la
sparatoria sul fenceline. Il motivo principale della lettera del
soldato Alvarado era, tuttavia, quello di chiedere il trasferimento
dalla base.
L’ufficiale comandante della base,
il colonnello Samuel Adams, avrebbe però deciso di
non trasferire Alvarado nonostante le preoccupazioni riguardo il
fatto che quell’audace denuncia di Alvarado avrebbe potuto
effettivamente metterlo in pericolo. Tuttavia, non c’è nulla che
suggerisca che Samuel Adams, a differenza del colonnello
Jessup (interpretato da Jack
Nicholson, candidato poi all’Oscar per la sua
performance), abbia incitato un gruppo di ufficiali noti come “I
Dieci” a eseguire un “Codice Rosso” su Alvarado per aver fatto la
spia sui suoi compagni.
Il codice rosso si riferisce a un
incidente avvenuto nel 1986
Il marine David Cox
era uno dei membri dei “Dieci” che orchestrarono il “Codice Rosso”
sul soldato Alvarado. È possibile che Cox abbia ispirato il
personaggio di Dawson. Come mostrato in Codice
d’onore, Cox e gli altri nove Marines entrarono nella
stanza di Alvarado per trattenerlo e aggredirlo come parte del
“Codice Rosso”. Lo immobilizzarono e gli infilarono una federa in
bocca prima di aggredirlo e trascinarlo fuori dalla stanza. L’idea
era quella di incolpare Alvarado per la vergogna che aveva portato
al Corpo. La punizione di Alvarado per la condotta disonorevole fu
interrotta quando iniziò a soffocare e a sputare sangue.
I Marines si sono a quel punto
fermati e hanno cercato aiuto alla vista di Alvarado che cadeva a
terra privo di sensi. Fortunatamente, Alvarado ha avuto un destino
più clemente di quello del soldato Santiago nel film, poiché si è
ripreso più tardi, anche se i suoi polmoni si erano effettivamente
riempiti di liquido durante l’attacco. Nel film, viene mostrato che
Santiago aveva una condizione medica di cui gli ufficiali non erano
a conoscenza, anche se rimane solo un punto di speculazione da
parte di Kaffee per disconoscere l’accusa dell’opposizione che
Santiago sia morto per avvelenamento intenzionale. In seguito a
questo incidente, i membri dei “Dieci” furono arrestati.
David Cox non si è arreso
facilmente, proprio come Dawson
Sette dei dieci membri che hanno
eseguito il “Codice Rosso” hanno accettato l’offerta di un “congedo
non onorevole” dai Marines. Ma, proprio come Dawson, David Cox ha
rifiutato di accettare l’accordo, ritenendo di non essere dalla
parte del torto per aver semplicemente eseguito un ordine dei suoi
superiori. Nel tentativo di continuare a prestare servizio nei
Marines, Cox decise di difendersi dalle accuse anche a rischio di
una corte marziale e di 20 anni di carcere. Fu difeso da un
avvocato di nome Don Marcari che adottò lo stesso
approccio di Daniel Kaffee.
Quando Cox lo incontrò, anche
Marcari era un avvocato della Marina appena agli inizi, come
Kaffee. Don Marcari utilizzò la difesa dell’“obbedienza agli
ordini” per sostenere il caso del suo imputato, stabilendo di
fronte alla giuria che Cox e gli altri stavano semplicemente
eseguendo un ordine di un ufficiale superiore, rappresentato nel
film dal Primo Tenente Jonathan James Kendrick
(Kiefer
Sutherland), che a sua volta eseguiva gli ordini del
Colonnello Jessup. Quello è diventato il primo grande caso di
Marcari, anche se negli anni successivi all’uscita di
Codice d’onore, diversi individui hanno affermato
di essere l’ispirazione per Kaffee. Tuttavia, Sorkin ha respinto
tutte queste affermazioni dichiarando che Kaffee è un personaggio
completamente inventato.
A differenza di Dawson e Downey nel
film, Cox ha avuto un successo maggiore nel processo di quattro
giorni, in quanto non è stato giudicato colpevole di percosse
aggravate ed è stato accusato solo di aggressione semplice, che
comporta una pena di 30 giorni. È importante notare che a Cox è poi
stato permesso di riprendere la sua carriera nei Marines, a
differenza di Dawson e Downey, che sono stati congedati con
disonore dai Marines – una forma di giustizia cinematografica
voluta da Sorkin. Cox ha poi continuato a servire nei Marines in
Corea del Sud, Panama e North Carolina prima di essere congedato
come caporale.
Tuttavia, le cose non sono finite
poi così bene per David Cox, che scomparve misteriosamente nel
gennaio 1994. Il suo cadavere è poi stato scoperto da un canoista
nell’aprile dello stesso anno vicino al fiume Charles. Cox fu
trovato con indosso la sua giacca militare e gli investigatori
ritennero che dietro l’omicidio ci fosse qualcuno a lui vicino,
respingendo le voci secondo cui la sua morte avrebbe avuto a che
fare con l’incidente del “Codice Rosso” che lo rese famoso (o
famigerato) grazie al film. Per oltre 25 anni, l’identità del
mandante dell’omicidio di David Cox è rimasta un mistero. Il caso
dell’omicidio di Cox è apparso anche nella stagione 8 di
Misteri irrisolti.
Secondo quanto riferito, prima della
sua morte, Cox avrebbe dovuto iniziare il suo primo lavoro civile a
tempo pieno e aveva anche deciso di unirsi a una causa, intentata
contro i realizzatori di Codice d’onore, da cinque
ex-marine, che facevano parte del gruppo che aggredì Alvarado. La
causa sostiene che Aaron Sorkin sia venuto a
conoscenza dell’incidente del 1986, che ha ispirato gli eventi del
film, dalla sorella Debra Sorkin, che ha difeso
uno dei marines in tribunale. Sorkin avrebbe poi preso la storia
per usarla come base per la sua opera teatrale del 1989, che ha poi
ispirato l’omonimo film. La storia vera rivela che la
rappresentazione altrimenti scioccante del film è però solo un
riflesso di ciò che è accaduto nella vita reale.
Sebbene la morte del soldato William
Santiago nel film rimanga un’esagerazione degli eventi reali, c’è
un merito nel fatto che il “Codice Rosso” rimase una pratica attiva
nonostante fosse contro il codice legale. Forse, le conseguenze
della pratica del codice sono sepolte sotto il peso del sistema,
come viene rappresentato nel film, con il colonnello Jessup che
simboleggia un sistema che prospera sulla segretezza e sulla
subordinazione morale. Anche se rimarrà un segreto il
coinvolgimento di una “autorità superiore” dietro il famigerato
incidente del “Codice Rosso”, i veri eventi
dietro Codice d’onore dimostrano che ciò che
è accaduto sullo schermo non è al di fuori della possibilità o
della realtà.
La notizia che Andy
Muschietti avrebbe diretto
The Brave and the Bold è arrivata proprio mentre
The Flash arrivava nelle sale. Era un segno di fiducia
nel regista o una distrazione da quello che si sarebbe rivelato un
disastroso weekend di apertura? Probabilmente non lo sapremo mai,
anche se molti fan hanno messo in dubbio la decisione di James Gunn di riportare Muschietti all’ovile.
Il regista potrebbe cavarsela meglio sotto un nuovo regime – e
senza tutti i reshoots che è stato costretto a realizzare – ma se
sia la persona giusta per raccontare le storie di Batman e Robin è
ancora oggetto di dibattito.
Tuttavia, le scene di Michael Keaton nei panni del Crociato
incappucciato in The Flash sono state probabilmente tra i momenti
migliori del film. Ora, in una nuova intervista, a
Muschietti è stato chiesto a che punto sono le cose con il film e
ha risposto: “Il progetto di Batman [The Brave and The Bold] è stato un po’
posticipato, quindi potrei fare un altro film prima di
quello”. Questo suggerisce ancora una volta che il film è ben
lontano dal diventare realtà. Come noto, anche l’altro atteso film
su Batman, The Batman
– Parte 2, è
appena stato rimandato ulteriormente, con una data di uscita
ora fissata al 1° ottobre 2027.
“Non c’è una tempistica
prestabilita per nulla”, aveva detto tempo fa Gunn a proposito
dell’approccio dei DC Studios al casting del Batman del DCU. “L’unica cosa che ho cercato di chiarire
alle persone fin dall’inizio, nel modo in cui spero che siamo
diversi, è che tutto nella DC si baserà sugli scrittori. Finché non
avremo una sceneggiatura di cui sono totalmente soddisfatto, quel
film non si farà, qualunque cosa sia”. La sceneggiatura di
The Brave and the Bold, dunque, potrebbe richiedere
ancora del tempo per essere completata, cosa che avrebbe spinto a
posticipare la realizzazione del film.
Tutto quello che sappiamo su
The Brave and the Bold
Parlando l’anno scorso dei piani dei
DC Studios per
The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è
l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di
Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo
l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato
cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo
figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato
sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di
Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi
giorni“.
Il co-CEO dei DC Studios, Peter
Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio
che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’
allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori
dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“. Alla
sceneggiatura, oltre a Muschietti, dovrebbe esserci anche
Rodo Sayagues, noto per aver firmato le
sceneggiature di
La casa,
Man in the Dark e Alien:
Romulus.
Sonic 3 – Il
Film (qui
la recensione) aveva originariamente un destino più oscuro per
il padre adottivo di Sonic (Ben Schwartz), Tom
(James
Marsden). Nel terzo capitolo, Sonic, Knuckles
(Idris
Elba) e Tails (Collen O’Shaughnessey)
affrontano i loro nemici più pericolosi. Dopo 50 anni di prigionia,
Shadow the Hedgehog (Keanu
Reeves) scappa e si allea con il nonno del Dottor
Eggman (Jim
Carrey) in una missione per distruggere la Terra.
Mentre combatte per ottenre la chiave per lanciare un’arma mortale,
Shadow mette Tom in condizioni critiche. Il suo destino rimane
sconosciuto fino alla fine del film.
Parlando con GamesRadar+, gli autori del
terzo capitolo, Pat Casey e Josh Miller, hanno
ammesso che a un certo punto volevano uccidere
Tom. Miller spiega che l’idea alla base era di mettere
Sonic “in una posizione simile di rabbia e desiderio di vendetta
come Shadow”. Tuttavia, alla fine hanno deciso di abbandonare
l’idea perché così facendo avrebbero alienato il pubblico. Casey
chiarisce che “nessuno vuole davvero vedere Tom morire” e farlo
sarebbe stato “un ponte troppo lungo”. Guarda cosa ha detto di
seguito:
Il personaggio di James Marsden in
Sonic 3 poteva morire
Miller:Si è
sicuramente parlato di come alzare la posta in gioco. Sapevamo che
volevamo che la fine del film riguardasse Sonic che si ritrova in
uno stato d’animo di rabbia e desiderio di vendetta come Shadow.
Quindi, era un po’ come, cosa avrebbe potuto spingerlo a quel
punto?
Casey:Alla
fine nessuno vuole davvero vedere Tom morire. Vogliamo che le
persone siano felici alla fine di questo film. Penso che farlo
sarebbe stato forse un passo troppo lungo. Voglio dire, anche prima
di essere sceneggiatori di film, eravamo fan dei film, e spesso mi
ha fatto davvero arrabbiare quando un personaggio viene ucciso
quando non era necessario, specialmente all’inizio di un sequel,
quando prendono il tuo personaggio preferito dal precedente e lo
uccidono nella prima scena. Lo fanno per aumentare la posta in
gioco, ma in realtà non fanno altro che farmi incazzare.
Sonic fa il suo
ritorno al cinema con l’avventura più emozionante di sempre. Sonic,
Knuckles e Tails si ritrovano a dover fronteggiare un nuovo e
formidabile nemico: Shadow, un misterioso villain con poteri
mai visti prima. Con le loro abilità messe alla prova in ogni modo,
il Team Sonic deve cercare un’alleanza inaspettata per fermare
Shadow e proteggere il pianeta.
Il regista Jeff Fowler torna insieme
al cast all-star che comprende
Jim Carrey, Ben Schwartz,
James Marsden, Tika Sumpter,
Idris Elba, Colleen O’Shaughnessey, Natasha Rothwell, Shemar
Moore, Adam Pally, Lee Majdoub, i nuovi arrivati
Alyla Browne e Krysten Ritter, mentre Keanu Reeves si unisce al franchise nel ruolo
di Shadow the Hedgehog.
Prodotto da Neal H.
Moritz, p.g.a., Toby Ascher, p.g.a.,Toru Nakahara, Hitoshi Okuno.
Produttori esecutivi Haruki Satomi, Shuji Utsumi,
Yukio Sugino, Jeff Fowler, Tommy Gormley, Tim Miller.
Basato sul videogioco SEGAStoria
di Pat Casey & Josh Miller Sceneggiatura
di Pat Casey & Josh Miller e John Whittington
Regia di Jeff Fowler.
Sonic – Il
film 3 (Sonic the Hedgehog 3) (qui
la recensione) ha portato sul grande schermo il popolare
personaggio di Shadow, ma resta ancora da capire da dove provenga
esattamente il misterioso riccio. Il terzo capitolo del franchise
cinematografico di Sonic
introduce Shadow the Hedgehog (Keanu
Reeves), due anni dopo la sua breve apparizione alla
fine di Sonic 2, e funge da antagonista di Sonic
(Ben Schwartz), Tails (Colleen
O’Shaughnessey) e Knuckles (Idris Elba).
Nel corso del film, Shadow lavora al fianco di Gerald e Ivo
Robotnik, interpretati da Jim Carrey in un doppio ruolo, per
ottenere l’equipaggiamento necessario ad attivare il Cannone
Eclissi e a distruggere la Terra.
Dalla sua uscita nelle sale,
Sonic 3 ha battuto i record di pubblico
su Rotten Tomatoes ed è stato citato da molti critici come il
miglior film del franchise di Sonic . Keanu
Reeves, in particolare, ha ricevuto grandi elogi per il suo lavoro
vocale nel ruolo di Shadow, e il regista Jeff Fowler ha
paragonato lo Shadow di Reeves alla sua performance nel franchise
di John Wick.Sonic 3 offre una visione
sorprendente del passato di Shadow the Hedgehog e di come sia
arrivato a nutrire risentimento nei confronti dell’umanità, ma è
ancora un mistero come sia arrivato sulla Terra e da dove provenga
esattamente.
È probabile che Shadow provenga
dalla Cometa Nera in Sonic 3
In Sonic
3, gli spettatori scoprono le origini di Shadow the
Hedgehog e gli viene mostrata la sua vita nel laboratorio di Gerald
Robotnik. Grazie ai flashback, Shadow è stato sottoposto a vari
test nell’ambito del Progetto Shadow e ha stretto un legame con la
nipote di Robotnik, Maria (Alyla Browne). Il Progetto Shadow viene
infine chiuso con la forza dal G.U.N., dopo essere stato ritenuto
troppo pericoloso per continuare, e Maria rimane uccisa in
un’esplosione; la sua morte porta Shadow a desiderare vendetta.
Shadow arriva al laboratorio di Robotnik dopo essersi
schiantato sulla Terra con un meteorite, che molto probabilmente
proviene dalla Cometa Nera vista nei giochi di
Sonic .
Nel gioco spinoff di Shadow del
2005, Shadow the Hedgehog, viene rivelato che Gerald
Robotnik ha fatto un accordo con Destino Nero, il signore della
Cometa Nera; l’accordo prevedeva che i due avrebbero lavorato
insieme per creare la Forma di Vita Definitiva, che Destino Nero
voleva usare per ottenere i Chaos Emerald quando la cometa sarebbe
tornata dopo 50 anni (via Sonic Retro).
Il sangue di Destino Nero è stato utilizzato anche per la creazione
di Shadow. Tuttavia, Gerald si rivoltò contro Destino Nero e
progettò il Cannone a Eclissi per distruggere la Cometa Nera quando
sarebbe tornata in futuro.
Sonic The Hedgehog 3 collega
l’asteroide di Shadow a Destino Nero per aiutare il futuro
Il finale diSonic 3 vede Shadow e il Dottor Robotnik
distruggere l’Eclipse Cannon e salvare la Terra dalla distruzione.
Sebbene inizialmente sembri che Shadow sia scomparso, la scena
post-credits mostra che è sopravvissuto all’esplosione del cannone,
indicando il suo ritorno nel sequel del 2027. Il potenziale
ritorno di Shadow inSonic 4potrebbe portare alla
comparsa di Black Doom come prossimo cattivo dopo
l’apparente scomparsa del Dottor Robotnik. La serie spinoff
Knuckles ha già accennato alla futura apparizione di Black
Doom e il legame di Shadow con l’Eclipse Cannon descritto in
Sonic 3 aiuta il futuro del franchise.
Come descritto nel videogioco,
Destino Nero ha contribuito alla creazione di Shadow con il
progetto di usarlo per localizzare i Chaos Emerald sulla Terra. Nel
gioco, Destino Nero approfitta dell’amnesia di Shadow per
assicurarsi che trovi gli Smeraldi; in Sonic – Il film
3 (Sonic the Hedgehog 3), Shadow conserva i suoi
ricordi del passato, il che potrebbe avere un impatto sui piani per
la trama del sequel. Tuttavia, i legami di Shadow con la Cometa
Nera potrebbero essere esplorati nel sequel e potrebbero permettere
a Destino Nero di diventare il nuovo spettacolare cattivo del
franchise di Sonic .
Sonic 3 – Il
Film (qui
la recensione) uscirà nei cinema italiani il 1° gennaio 2025 e
l’ultima avventura del velocista blu potrebbe essere la migliore.
Il franchise di Sonic è stato uno dei più famosi
nella storia dei videogiochi, con l’omonimo riccio blu che
rivaleggia con personaggi come Mario in termini di popolarità.
Sonic the Hedgehog
è uscito nel 2020 con recensioni positive prima di diventare
l’adattamento cinematografico di un videogioco con il maggior
incasso di tutti i tempi in Nord America. Il successo ha portato a
Sonic 2, uscito nel 2022. Il sequel ha visto Sonic
fare squadra con Tails per fermare il Dr. Robotnik e il suo nuovo
compagno, Knuckles. Il sequel ha trovato un’accoglienza leggermente
migliore da parte della critica e dei fan, e sono iniziate subito
le speculazioni su un terzo film. Ora, Sonic 3 – Il
Film ha ampliato le possibilità di un film basato sui
videogiochi.
Continuando lo slancio stabilito dal
primo sequel, Sonic 3 è riuscito a migliorare
l’accoglienza della critica dei suoi predecessori. Ottenendo un
punteggio della critica vicino al 90% su Rotten Tomatoes, non è
stato solo un divertente film per famiglie, ma ha anche ottenuto
ottimi voti dalla critica.
IGN ha espresso entusiasmo per la
doppia performance di
Jim Carrey e il consenso è che il sequel pieno di
azione brilla per quanto sia riuscito a infilare nel film
riferimenti e omaggi, senza sacrificare una solida storia. Per
quanto riguarda il lato finanziario delle cose, Sonic 3 ha vinto il
suo weekend di apertura, battendo Mufasa: Il re
leone con un impressionante $ 60 milioni (tramite Box
Office Mojo).
Cast di Sonic 3
Jim Carrey e Keanu Reeves guidano
un cast costellato di star
Il cast di Sonic
3 ha preso forma e molti dei giocatori affermati del
franchise sono tornati. Come nei primi due episodi, Ben
Schwartz è tornato a dare voce al personaggio principale,
Sonic the Hedgehog. A completare l’iconico trio
c’erano Colleen O’Shaughnessey nel ruolo di Miles
“Tails” Prower e
Idris Elba nel ruolo di Knuckles the Echidna.
Jim Carrey è tornato nel ruolo del Dr. Robotnik
nonostante il suo “ritiro” di alto profilo dalla recitazione.
Insieme al ritorno di Carrey,
Sonic 3 ha aggiunto una serie di nuovi membri del
cast al suo cast, tra cui Krysten Ritter nel ruolo
del regista Rothwell e Cristo Fernández. Anche
James Wolk, Jorma Taccone e Sofia
Pernas hanno arricchito il cast umano. Dopo anni di
speculazioni, Shadow è stato finalmente scelto con la star di John
Wick Keanu Reeves che ha interpretato il classico
ruolo di Sonic.
Trailer di Sonic The Hedgehog
3
Guarda i trailer completi qui
https://youtu.be/Z0zdHtrl4kU
A pochi mesi dalla première del
film, la Paramount ha rivelato un trailer completo per
Sonic
3 – Il Film. Il trailer si apre con un riassunto di
Sonic e della sua nuova famiglia in Tails e Knuckles. Questo è poi
accostato alla dura vita che Shadow ha vissuto, e lo si vede
liberarsi dai suoi legami per scatenare il caos nel mondo. Dopo
aver fallito nel tentativo di abbatterlo in uno scontro diretto,
Sonic e i suoi amici devono rivolgersi al Dr. Robotnik per fermare
l’ira di Shadow.
Dopo il trailer precedente, a
novembre 2024 è stato rilasciato uno sguardo completo a
Sonic
3 – Il Film. Il trailer inizia con Sonic, Knuckles e
Tails che si divertono in Giappone, con quest’ultimo paragonato al
detective Pikachu. All’improvviso, vengono attaccati da due
Robotnik e dal loro oscuro alleato, Shadow. Ne consegue una serie
di sequenze d’azione esplosive ed è chiaro che Sonic e i suoi amici
avranno bisogno di tutto l’aiuto possibile per salvare la
situazione.
Il finale di Sonic
3 è stato opportunamente grandioso, ma non si è nemmeno
impantanato in un’azione insensata. Mentre sembra che alcuni
personaggi potrebbero non tornare mai più per i futuri sequel, il
finale e varie sequenze di titoli di coda hanno contribuito a
preparare il terreno per l’arrivo di alcuni nuovi personaggi che
sono familiari a coloro che hanno giocato ai giochi di Sonic.
Nonostante questo ovvio cenno al sequel, la conclusione di Sonic 3
non sembra affrettata e ha un suo peso emotivo.
Proprio come i suoi predecessori,
Sonic 3 ha usato il suo finale per anticipare ciò
che accadrà in Sonic 4. Mentre il finale
dell’ultimo film introduce nuovi personaggi, fornisce anche al
fourquel una direzione narrativa ovvia e anche un cattivo.
Ora, è stato confermato che un altro film di Sonic è all’orizzonte,
e gli è stata persino data una finestra di distribuzione
provvisoria.
È stato fissato l’anno di ritorno
di
The Night Manager. Lo show di BBC One, trasmesso
negli Stati Uniti su AMC, ha debuttato nel 2016 e segue Jonathan
Pine (Tom
Hiddleston), un ex soldato britannico che gestisce un hotel al
Cairo e che viene contattato per una missione sotto copertura per
catturare il trafficante d’armi Richard Roper (Hugh
Laurie). Nell’aprile del 2024 è stato annunciato a sorpresa che
la seconda e la terza stagione diThe Night Manager erano state
rinnovate contemporaneamente come coproduzione tra BBC e Amazon,
con Hiddleston destinato a riprendere il suo ruolo.
Secondo The Hollywood Reporter, la BBC ha confermato che la
seconda stagione diThe Night
Managersarà trasmessa su BBC iPlayer e BBC
One nel 2025. Sebbene la data esatta non sia ancora stata
rivelata, il rapporto conferma anche che Olivia Colman e Alistair
Petrie torneranno accanto a Hiddlestone, riprendendo i rispettivi
ruoli di Angela Burr, responsabile della task force del Foreign
Office, e Lord Sandy Langbourne, collaboratore di Roper. Leggete la
sinossi della nuova stagione qui sotto:
The Night Manager riprenderà con
la spia preferita di tutti, Jonathan Pine (Tom Hiddleston), otto
anni dopo l’esplosivo finale della prima stagione.
Cosa significa questo per The
Night Manager
Sebbene non si conosca ancora il
mese esatto in cui debutterà la nuova stagione, il fatto che lo
show con Tom Hiddleston sia confermato per il 2025
chiarisce finalmente quanto sarà lunga la pausa tra le stagioni. Lo
show era in produzione all’inizio di quest’anno, come confermato in
un post su Instagram dell’ottobre 2024 dalla co-protagonista di
Hiddleston, Camila Morrone, che si è unita alla serie nel ruolo di
Roxana Bolaños. Questo potrebbe significare che sarà pronta a
debuttare nella prima metà dell’anno, ma anche se non dovesse
arrivare prima di dicembre, l’attesa tra una stagione e
l’altra non supererà i nove anni.
Il cast della seconda stagione di
The Night Manager comprende anche Diego Calva di
Babylon e Indira Varma di
Doctor Who.
Al momento in cui scriviamo,
non si sa nemmeno quando verrà presentata la terza
stagione. Tuttavia, il fatto che entrambe le stagioni
siano state rinnovate contemporaneamente implica che l’attesa sarà
molto più breve. Sebbene le serie moderne – tra cui Loki,
lo show di Hiddleston nel Marvel Cinematic Universe – possano
talvolta avere delle pause di due o tre anni, questo rappresenta
comunque un tempo molto più rapido rispetto all’attesa tra le prime
due stagioni.