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The Batman – Parte 2 è stato posticipato al 2027

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The Batman – Parte 2 è stato posticipato al 2027

Gli spettatori dovranno aspettare ancora un po’ per tornare a Gotham City, poiché il seguito di Matt Reeves a The Batman verrà posticipato al 2027. Il sequel del supereroe avrebbe dovuto uscire originariamente il 2 ottobre 2026, ma verrà posticipato di un anno e uscirà ora il 1° ottobre 2027 in Imax, ha annunciato giovedì la Warner Bros.

Questa scelta ha lasciato scoperta una data per il prossimo film di Alejandro G. Iñárritu e Tom Cruise che uscirà nei cinema nel 2026, proprio mentre inizia la corsa alla stagione dei premi. Il film, che non ha ancora un titolo, uscirà in Imax il 2 ottobre nella data in cui è stato lasciato vacante The Batman – Parte 2.

La Warner Bros. ha fatto alcune mosse aggiuntive alla sua prossima lista di uscite, scambiando le aperture di “Mickey 17” di Bong Joon-ho e “I Peccatori” di Ryan Coogler. Ora, “Mickey 17“, che ha come protagonista Robert Pattinson, uscirà il 7 marzo 2025, mentre “I Peccatori“, che riunisce Coogler con la sua star di “Black Panther” e “Fruitvale Station Michael B. Jordan, tornerà al 18 aprile 2025. Questa è la data in cui “Mickey 17” avrebbe dovuto debuttare originariamente, ma la nuova uscita consentirà al film di Bong di essere proiettato più a lungo in Imax, secondo fonti dello studio.

Il film di Cruise e Iñárritu è ​​avvolto nel mistero, ma secondo la sinossi ufficiale rilasciata dalla Warner Bros. segue “l’uomo più potente del mondo” mentre “si imbarca in una missione frenetica per dimostrare di essere il salvatore dell’umanità prima che il disastro che ha scatenato distrugga tutto”. Il cast stellare include Sandra Hüller, John Goodman, Michael Stuhlbarg, Jesse Plemons, Sophie Wilde e Riz Ahmed. È un cambio di passo per Cruise, impegnato a salvare il mondo in film d’azione più convenzionali come “Mission: Impossible” e “Top Gun: Maverick“.

Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim, recensione

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Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim, recensione

Rimaneggiare e toccare il mito de Il Signore degli Anelli è un’operazione rischiosa. J.R.R.Tolkien ha costruito un mondo così esaustivo e completo che immaginare storie “inventate” all’interno di quell’epica narrativa suona quasi come blasfemia, eppure Warner Bros ha osato farlo, portando al cinema Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim, in sala dal 1° gennaio.

I coraggiosi che hanno portato avanti l’impresa sono stati premiati dalla loro devozione a Tolkien stesso, perché se è vero che le avventure narrate nel film sono lo sviluppo, inventato, di alcuni personaggi marginali della mitologia della Terra di Mezzo, lo spirito con cui queste storie sono state pensate è fedelissimo alla poetica del Professore, giocando con l’epica cavalleresca e le leggende degli eroi guerrieri. Dal momento che il film è ambientato nel regno di Rohan, c’è poco spazio per la magia, gli elfi e gli Hobbit. Siamo nel regno degli Uomini.

Gaia Wise in Il Signore degli Anelli - La guerra dei Rohirrim (2024)
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – Un’Immagine dal film

Il film è dunque un interessante incontro tra una mitologia e dei toni tipicamente Occidentali e Centro Europei e uno stile che viene dalla Terra del Sol Levante, dal momento che il film è un vero e proprio anime, con personaggi che hanno tratti e movenze propri dell’animazione giapponese.

La guerra dei Rohirrim nella Terra di Mezzo

Ambientato 183 anni prima degli eventi narrati nella trilogia originale, La guerra dei Rohirrim si concentra sulle vicende di Helm Mandimartello, re di Rohan, e della sua famiglia. Al centro della narrazione troviamo Héra, la giovane e intraprendente figlia del re, decisa a sfuggire al destino tradizionalista che la vorrebbe confinata nelle mura di un castello, sposa, moglie e madre. La sua storia si intreccia con quella di Wulf, un pretendente alla sua mano in cui padre muore proprio per mano di Helm. Mosso da un desiderio inestinguibile di vendetta, Wulf raduna un esercito per assediare Helm e il suo popolo, costringendoli a rifugiarsi nella fortezza di Hornburg, destinata a diventare una delle location iconiche della Terra di Mezzo (i più svegli dovrebbero arrivarci con grande rapidità).

La scelta di raccontare una storia solo accennata nelle appendici e negli scritti di Tolkien è ambiziosa, ma si rivela vincente molto probabilmente grazie alla presenza nel team creativo di Philippa Boyens, collaboratrice storica di Peter Jackson. Questo prequel pone l’accento su una narrazione più umana e politica, riducendo l’elemento magico e fantastico per dare spazio alle relazioni, ai conflitti e alle emozioni dei personaggi. Nonostante ciò, il film mantiene viva l’essenza di Tolkien, evocando le sue atmosfere e arricchendo il mondo di Rohan con dettagli suggestivi.

Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim Héra
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – Un’Immagine dal film

Héra è la progenitrice di Eowyn, eroina tolkieniana

Protagonista della narrazione è Héra, unica figlia femmina di Helm, una donna volitiva e fiera, gentile e compassionevole ma mai sottomessa, che incarna il desiderio di libertà e indipendenza che aveva rappresentato molto bene una sua pro-pro-pro-nipote, quella Eowyn di Miranda Otto, la cui voce ci racconta prologo e epilogo di questa epica battaglia. La caratterizzazione del personaggio, pur essendo approfondita, non si discosta molto dalla tradizionale fanciulla guerriera, declinata in maniera ancora più moderna rispetto alla sua erede, la quale dopo le imprese di eroismo sul campo di battaglia, rientra negli schemi tradizionali del matrimonio. Una scelta, quella degli autori di Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim che si allinea molto bene con il racconto di una femminilità contemporanea indipendente e libera.

Un’animazione tra luci e ombre

Se il respiro epico, l’emozione, la storia e l’avventura sono debitori (per fortuna) dello stile tolkieniano, deludente è l’approccio tecnico al progetto. L’animazione diretta da Kenji Kamiyama, noto per il suo lavoro su Jin-Roh – Uomini e lupi e Ghost in the Shell, mescola stile di disegno anime a fondali pittorici di estrazione occidentale, con un linguaggio che non sposa quasi mai l’estetica giapponese, preferendo un punto di vista più tradizionale, con poche evoluzioni e idee di regia.

Le sequenze di combattimento, dinamiche e intense, sono tra i punti di forza visivi, ma adottano sempre un linguaggio canonico, che delude chi si aspetta dall’animazione un po’ di coraggio in più. Per gli spettatori abituati agli anime di alto livello, questa cautela potrebbe risultare spiazzante, anche se la qualità della scrittura e del tono riesce comunque a tenere alta l’attenzione.

Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim
Il Signore degli Anelli: La Guerra dei Rohirrim – Un’Immagine dal film

Un progetto riuscito ma audace solo nelle intenzioni

Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim si conferma un progetto audace che, nonostante i rischi di mettere mano a una mitologia così amata e nota, riesce a regalare una nuova pagina affascinante della storia della Terra di Mezzo. Ben costruita e con personaggi per cui è facile fare il tifo, questa vicenda umana e politica nel cuore di Rohan riesce a dare spessore a posteriori ad alcuni dei personaggi più affascinanti della trilogia originale, proprio gli uomini (e le donne) di Rohan, che tra elfi, nani, creature magiche e insolite forse sono sono stati mai amati abbastanza per il loro più grande valore: l’umanità, la mortalità, la consapevolezza di avere un tempo limitato per compiere grandi imprese, la responsabilità del potere e la compassione verso gli altri.

Nonostante la rinuncia a sfruttare il potenziale dell’animazione, il film dimostra ancora una volta l’incredibile potenziale dell’universo creato da Tolkien, capace di parlare al presente anche a settant’anni dalla sua pubblicazione e soprattutto mostra un’alternativa vincente alla rielaborazione di quel materiale, esempio che dovrebbero tenere presente coloro che sono intitolati alla produzione e scrittura della serie Gli Anelli del Potere. Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohirrim offre un’esperienza emozionante per i fan e un passatempo allettante anche per chi non avesse mai visto, letto o sentito nulla di Tolkien. Al cinema dal 1° gennaio 2025, questa pellicola segna un ulteriore capitolo nell’evoluzione del fantasy nell’audiovisivo, fondendo tradizione e innovazione. Non è un prodotto perfetto, ma è un omaggio sentito e appassionante a un mondo che continua a incantare generazioni di spettatori e anche una buona porta di ingresso alla Terra di Mezzo.

Il Signore degli Anelli - La guerra dei Rohirrim (2024)
Foto di Courtesy of Warner Bros. Pictures/Courtesy of Warner Bros. Pictu – © 2024

Obbligo o verità: dal cast al sequel, tutte le curiosità sul film horror

Prodotto dalla Blumhouse Productions di Jason Blum, specializzata in horror a basso budget ma dal concept molto forte, il film Obbligo o verità è stato uno degli slasher più popolari del suo anno, il 2018. Diretto da , già regista di Kick-Ass 2, questo propone infatti una versione mortale del celebre gioco, aggiungendovi però elementi orrorifici e soprannaturali, dando dunque vita ad un film capace di spaventare, divertire e tenere con il fiato sospeso. Pur non avendo ottenuto ampi consensi critici, il film si è come prevedibile affermato come un grande successo di pubblico.

Per vedersi finanziato il progetto, a Wadlow è bastato raccontare a Blum la scena iniziale e il titolo. Al produttore non è servito altro per capire che si trattava di un’idea forte, potenzialmente espandibile, su cui costruire un racconto capace di attirare tutti i fan del genere. Prendendo ispirazione da film vagamente simili come It Follows, The Ring e il romanzo di Donna Tartt Dio di illusioni, Obbligo o verità si configura dunque come un film che va ad adattare un fenomeno ludico diffuso tra i giovani, stravolgendolo però in chiave horror. Similmente a quanto fatto anche da film come Escape Room o Ouija.

Per tutti gli appassionati del genere, si tratta dunque di un film da non perdere, dotato di una propria personalità e contenente tutto ciò che si richiede da un’opera di questo tipo. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e all’atteso sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tyler Posey e Violett Beane in Obbligo o verità
Foto di © Blumhouse Productions

 

Il gioco a cui si ispira il film

Il gioco su cui si basa il racconto del film, Obbligo o verità, sembra esistere da secoli, con la sua testimonianza più antica risalente al 1712, dove si suggerisce che era praticato prevalentemente come passatempo natalizio. Nel tempo si è poi evoluto e perfezionato, ma la dinamica di base rimane quella per cui, in un gruppo di giocatori, a turno si è chiamati a scegliere tra il dover rivelare un segreto (verità) o il dover compiere un’azione (obbligo) scelto dagli altri partecipanti. Sono dunque infinite le possibilità di gioco, con risvolti più o meno impegnativi in base a ciò che si decide di rivelare o ciò che viene chiesto di eseguire.

La trama e il cast di Obbligo o verità

La giovane Olivia Barron e il suo gruppo di amici decidono di organizzare un viaggio in Messico, nell’esotica città di Rosarito. Con la ragazza ci sono la migliore amica Markie, Lucas, Tyson, Penelope e Brad. Giunti a destinazione, i giovani turisti si lasciano convincere dal misterioso Carter a visitare le rovine di una chiesa abbandonata per rilassarsi e passare una serata diversa dal solito. Qui iniziano a giocare ad ‘obbligo o verità’.  e, prima di sparire misteriosamente, confida ad Olivia che il gioco dovrà continuare. Mentre sono intenti a portare avanti quest’attività, però, Carter confida loro che da ora in poi non potranno più smettere di giocare.

Inizialmente nessuno dà peso alle parole di Carter, fino a quando però il gruppo inizia ad avere inquietanti visioni che li obbligano effettivamente a continuare il gioco. I ragazzi si ritrovano dunque costretti ad assecondare le violente richieste e le prove che gli vengono imposte da un’entità misteriosa, con regole tutte da scoprire loro malgrado. Nel tentativo di capire cosa sta effettivamente accadendo, il gruppo dovrà allora cercare di risalire alle origini di quel gioco, come ha avuto inizio e perché. Il tutto prima che sia troppo tardi e qualcuno di loro ci rimetta la vita.

 

Ad interpretare Olivia Barron vi è l’attrice Lucy Hale, nota per aver recitato nella serie Pretty Little Liars, mentre nei panni di Lucas si ritrova Tyler Posey, celebre per la serie Teen Wolf. Recitano poi nel film anche Violett Beane nei panni di Markie, Sophia Taylor Ali in quelli di Penelope Amari e Hayden Szeto in quelli di Brad. Landon Liboiron interpreta Carter, mentre Nolan Gerard Funk è Tyson e Aurora Perrineau è Giselle. Ognuno degli attori si è in particolare dovuto impratichire con il deforme sorriso – poi accentuato in post-produzione – che il demone fa acquisire a chi possiede. Il gruppo, inoltre, ha raccontato di essersi realmente cimentato nel gioco durante le pause sul set.

Tyler Posey, Nolan Gerard Funk, Sam Lerner, Lucy Hale, Sophia Ali, Landon Liboiron, Hayden Szeto e Violett Beane in Obbligo o verità
Tyler Posey, Nolan Gerard Funk, Sam Lerner, Lucy Hale, Sophia Ali, Landon Liboiron, Hayden Szeto e Violett Beane in Obbligo o verità. Foto di © Blumhouse Productions

Il sequel di Obbligo o verità

Considerando il finale del film, in cui l’intera popolazione mondiale viene potenzialmente coinvolta nel gioco, uno o più sequel/spin-off diventano facilmente concepibili. Nell’aprile 2018, in concomitanza con l’uscita del film in sala, il regista Jeff Wadlow ha infatti parlato di eventuali altri lungometraggi, affermando che “se il film avrà successo e mi verrà chiesto di trovare altre buone idee, ci sono sicuramente altre storie che potrebbero essere raccontate attraverso il gioco di obbligo o verità“. Tuttavia, nonostante il discreto incasso del film, di circa 95 milioni di dollari a fronte di un budget di 3 e mezzo, ad oggi non vi sono stati nuovi annunci riguardo sequel o spin-off.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Obbligo o verità grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Netflix, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 27 dicembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1, la spiegazione del finale

Il finale di Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 è forse il più stuzzicante ed emozionante dell’intero franchise cinematografico, in quanto riunisce diversi fili della trama che saranno risolti nella conclusione successiva. Harry, Ron e Hermione devono ancora trovare diversi Horcrux per sconfiggere Lord Voldemort, ma il suo esercito di fedeli Mangiamorte non sta certo rendendo loro le cose facili. La guerra è all’orizzonte e il finale dei Doni della Morte Parte 1 prepara perfettamente la scena per l’oscura ed emozionante battaglia che seguirà nel prossimo capitolo.

Nei Doni della Morte Parte 1, i personaggi principali della serie sono separati dal resto del mondo magico per la prima volta, abbandonati a se stessi in una missione segreta per trovare gli Horcrux nascosti di Voldemort e distruggerli prima che diventi troppo potente. La posta in gioco è più alta che mai e il finale del film segna una svolta degna di nota per questo franchise, che si trasforma da una spensierata storia per bambini in qualcosa di molto più cupo e maturo. Lord Voldemort è in ascesa e il destino dell’intero mondo magico è appeso alla ricerca di Harry, Ron ed Hermione.

Chi visita Voldemort nella cella?

Ralph Fiennes in Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010)
Foto di Warner Bros – © 2010 WARNER BROS. ENTERTAINMENT

Sebbene il pubblico abbia visto l’oggetto brandito dal Professor Silente per tutta la serie di Harry Potter , solo nei Doni della Morte – Parte 1 viene spiegato come Silente abbia ottenuto la Bacchetta di Sambuco. Questa bacchetta in particolare, essendo uno dei tre Doni della Morte, è considerata la più potente al mondo e Lord Voldemort crede che con questa bacchetta sarà imbattibile nella battaglia finale. Per questo motivo, fa visita a Gellert Grindelwald, il precedente proprietario della Bacchetta di Sambuco, anche se il suo viaggio non ha il successo sperato.

In tutta la Parte 1 dei Doni della Morte, ci sono diversi flashback che ripercorrono la ricerca della Bacchetta di Sambuco da parte di Lord Voldemort e, attraverso questi ricordi, è chiaro che la discendenza della bacchetta è estremamente complicata. La conversazione di Harry con Xenophilius Lovegood conferma che la bacchetta ha avuto inizio con i fratelli Peverell e, dopo essere stata tramandata di generazione in generazione, è arrivata a Gellert Grindelwald, un mago oscuro considerato in passato uno degli uomini più pericolosi del mondo dei maghi. Per scoprire il vero proprietario della Bacchetta di Sambuco, Voldemort fa visita a Grindelwald nella sua prigione di lunga data.

Perché Voldemort irrompe nella tomba di Silente?

Ralph Fiennes e Michael Gambon in Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010)
Foto di Warner Bros – © 2010 WARNER BROS. ENTERTAINMENT

Sebbene questo aspetto dei Doni della Morte Parte 1 differisca notevolmente dal materiale originale, l’adattamento cinematografico vede Gellert Grindelwald rivelare a Voldemort la vera ubicazione della Bacchetta di Sambuco. Spiega di aver perso la bacchetta molti anni fa con Albus Silente, con il quale l’oggetto è ancora sepolto. Dopo un momento di rabbia e panico, il Signore Oscuro lascia Grindelwald e si reca alla tomba di Silente, che rompe con noncuranza e vi trova nascosta la Bacchetta di Sambuco. Ora che si sente il proprietario della bacchetta più potente della storia, Voldemort si considera imbattibile e inizia a pianificare la caduta di Harry.

Ci sono diversi collegamenti tra i seguaci di Voldemort e Grindelwald, ma i due maghi sono in realtà molto diversi nella loro morale e nelle loro convinzioni, e le loro concezioni contrastanti della Bacchetta di Sambuco creano diversi problemi a Voldemort in futuro. La leggenda dei Doni della Morte avverte che la morte non può essere superata e che la Bacchetta di Sambuco non può essere semplicemente sottratta al suo legittimo proprietario, ma l’avidità e l’ambizione di Voldemort hanno semplicemente trascurato questa parte della storia. Sebbene il finale dei Doni della Morte Parte 1 possa sembrare cupo, c’è da trarre conforto dalla cieca fiducia di Lord Voldemort in una storia che non comprende appieno.

Perché Xenophilius Lovegood convoca i Mangiamorte?

Rupert Grint, Rhys Ifans, Daniel Radcliffe, and Emma Watson in Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010)
Foto di Warner Bros – © 2010 WARNER BROS. ENTERTAINMENT

Nonostante sia uno dei migliori film di Harry Potter, c’è stato un momento nei Doni della Morte Parte 1 che ha deluso alla prima visione. Dopo aver appreso l’importanza dei Doni della Morte, Harry Potter racconta di una collana che ha visto al collo di Xenophilius Lovegood al matrimonio di Bill e Fleur, una collana che raffigura il simbolo dei Doni. Nel tentativo di saperne di più sugli oggetti, Harry, Ron ed Hermione fanno visita a Xenophilius, ma non ricevono l’ospitalità che speravano. In uno strano colpo di scena, il signor Lovegood tradisce i tre eroi e avverte i Mangiamorte della loro posizione.

Lord Voldemort è forse il mago più pericoloso del mondo, quindi consegnargli gli amici di sua figlia sembra un po’ fuori dal personaggio di Xenophilius – ma c’è una risposta semplice. I Lovegood hanno sempre dichiarato un amore incondizionato per la loro famiglia, e Voldemort ha usato questo a suo vantaggio rapendo Luna e costringendo Xenophilius a un’alleanza segreta. Quando Harry Potter è apparso sulla soglia di casa sua, Xenophilius ha visto l’occasione per guadagnarsi la fiducia di Voldemort e reclamare la libertà di sua figlia. Sebbene non sia stata una scelta ideale, dimostra quanto i Mangiamorte possano essere pericolosi e minacciosi, il che alza la posta in gioco per il prossimo finale.

Come fanno Harry, Ron ed Hermione a fuggire da Malfoy Manor?

Helena Bonham Carter in Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1 (2010)
Foto di Warner Bros – © 2010 WARNER BROS.

Dopo essere stati catturati dai Mangiamorte fuori dalla residenza dei Lovegood, il Trio d’Oro viene portato a Malfoy Manor, dove saranno trattenuti fino al ritorno di Lord Voldemort dai suoi affari; da quando Harry Potter è sopravvissuto alla maledizione assassina di Voldemort, il Signore Oscuro ha giurato di essere lui a uccidere il ragazzo. L’assenza di Voldemort dal maniero è stato il primo miracolo degli eroi, ma il secondo è stato quello di Draco Malfoy stesso. Quando gli è stato chiesto di identificare Harry attraverso il suo incantesimo, Malfoy si è rifiutato di dire con certezza (nonostante una somiglianza schiacciante) che era davvero Harry Potter davanti a lui. Questo ha fatto guadagnare agli eroi un tempo inestimabile che hanno utilizzato per pianificare la loro fuga.

Sebbene sia l’arrivo di Dobby a salvare inevitabilmente Harry e i suoi amici, le loro vite sarebbero probabilmente finite in quel maniero se Draco avesse identificato il suo nemico di sempre. Il fatto che non l’abbia fatto la dice lunga sul suo carattere e segna il vero inizio del potente arco di redenzione del personaggio. Draco non è suo padre, Lucius, e questo momento lo dimostra davvero. Ma nonostante ciò, è stato Dobby a salvare Harry in questo momento di oscurità, a sue spese. C’erano diversi personaggi di Harry Potter (come Edvige) che dovevano morire perché questo viaggio fosse completo, e purtroppo tra questi c’era anche il fedele elfo domestico di Harry.

Perché Dobby doveva morire?

Dobby

La penultima scena dei Doni della Morte Parte 1 vede il vecchio amico di Harry, Dobby, incontrare una morte prematura per mano di Bellatrix Lestrange, che scaglia indiscriminatamente un pugnale nel cuore della creatura. Questa scena è considerata da molti come una delle più tristi dell’intero franchise, e il peso emotivo è raddoppiato dalla natura poetica della sua morte: per tutta la sua vita, Dobby ha cercato di servire e proteggere Harry, ed è stata proprio questa lealtà a portarlo alla morte. Ma la morte del personaggio era in realtà necessaria a Harry per costruire l’umiltà e l’altruismo di cui aveva bisogno nell’imminente battaglia contro Voldemort.

La battaglia finale di Harry Potter differisce dai libri per molti aspetti, ma una cosa che rimane invariata è la volontà di Harry di sacrificare tutto per il bene dell’umanità. Senza vedere Dobby compiere l’estremo sacrificio a Malfoy Manor, Harry potrebbe non aver imparato il valore di queste caratteristiche in tempo per la conquista di Hogwarts da parte di Voldemort nel film successivo. Ogni morte tragica ha uno scopo e quella di Dobby è senza dubbio una delle più emozionanti, ma anche una delle più importanti e significative. Essa prepara la scena per l’imminente tempesta dei Doni della Morte Parte 2, segnando un punto di svolta verso il lato più oscuro di Harry Potter.

Come fa Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?

Come fa Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?

Silente era il principale detentore della bacchetta più potente del canone di Harry Potter: la Bacchetta di Sambuco. Ma come ha fatto Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco? Sebbene non fosse molto conosciuta nella storia di Harry Potter, la Bacchetta di Sambuco diventa uno degli oggetti più importanti e potenti del mondo magico verso la fine dei libri e dei film. Ricercata da Lord Voldemort, che la considera la sua migliore possibilità di sconfiggere definitivamente Harry, la bacchetta in sé è molto più grande di quanto Voldemort stesso si renda conto, poiché costituisce un terzo dei Doni della Morte insieme al Mantello dell’Invisibilità e alla Pietra della Resurrezione.

I Doni della Morte sono artefatti magici che hanno una storia estremamente sanguinosa e sono avvolti nel mistero. Anche se si dice che i Doni della Morte siano stati realizzati con la magia Thestral, con la Bacchetta di Sambuco che ha un nucleo di peli di coda Thestral, il canone di Harry Potter ha chiarito che gli oggetti sono misteriosi, anche nel mondo dei maghi. Prima di essere in possesso di Silente, il mago malvagio Grindelwald della serie Fantastic Beasts possedeva la Bacchetta di Sambuco. Voldemort ne viene a conoscenza in Harry Potter e i Doni della Morte e rintraccia l’anziano mago a Nurmengard. Ma come ha fatto Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?

Cos’è la bacchetta di sambuco e perché è così importante

Harry Potter Bacchetta di sambuco

La bacchetta ha una lunga e sanguinosa storia che risale al XIII secolo e ai fratelli Peverell: ogni proprietario deve essere sconfitto (e di solito ciò significa ucciso) perché cambi fedeltà. Nella linea temporale di Harry Potter, la Bacchetta di Sambuco appartiene per lo più ad Albus Silente; tuttavia, anche quando Voldemort prende la bacchetta dalla sua tomba, essa non si piega alla sua volontà. Al contrario, la Bacchetta di Sambuco passa da Silente a Draco Malfoy e poi a Harry stesso, che alla fine la distrugge. Ma come ha fatto Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?

La storia del suo possesso del Dono della Morte è già stata rivelata, anche se brevemente, in Harry Potter. Silente ha ottenuto la Bacchetta di Sambuco sconfiggendo Grindelwald nel loro leggendario duello del 1945, che vede Albus affrontare e sconfiggere una volta per tutte il suo ex amico diventato grande rivale e prendere la bacchetta per sé come suo legittimo nuovo proprietario. La domanda “come ha fatto Grindelwald a ottenere la Bacchetta di Sambuco?” viene esplorata brevemente nei film di Harry Potter quando un flashback mostra un giovane Grindelwald che la ruba a Gregorovich. Grindelwald usa la bacchetta durante la sua guerra contro il mondo dei maghi e dei babbani ed è uno dei suoi proprietari più noti.

Animali Fantastici non ha mai mostrato Silente che ottiene la Bacchetta di Sambuco

Animali Fantastici- I Segreti di Silente recensione

La domanda su come Silente ottenga la Bacchetta di Sambuco trova risposta nel canone di Harry Potter , ma probabilmente non si vedrà mai in Fantastic Beasts. Silente ha ottenuto la Bacchetta di Sambuco sconfiggendo Grindelwald nel suo famigerato duello del 1945 con il mago oscuro. Questa informazione finirà per essere memorizzata solo nella Carta della rana di cioccolato, dato che la serie di Fantastic Beasts non sembra continuare. Anche se Silente e Grindelwald hanno un discreto scontro alla fine di Fantastic Beasts: I segreti di Silente, il terzo film del franchise si svolge nel 1932, ben 13 anni prima del loro duello finale.

Non è chiaro quando Fantastic Beasts 4 avrebbe dovuto essere ambientato, ma è probabile che Fantastic Beasts 5 – il film che avrebbe dovuto chiudere il franchise – avrebbe mostrato sullo schermo la risposta a “Come fa Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?”. Tecnicamente, Grindelwald aveva già la Bacchetta di Sambuco alla fine de I segreti di Silente, non solo per il periodo temporale del film, ma anche perché Silente non ha mai disarmato il suo ex amante. Albus ha bloccato la Maledizione dell’Uccisione di Grindelwald contro Credence (cosa che ha retconnesso le regole della Maledizione dell’Uccisione) e i due hanno duellato. Tuttavia, Albus ottenne la Bacchetta di Sambuco disarmando e sconfiggendo Grindelwald nel loro duello del 1945.

La serie di Harry Potter della HBO può mostrare la storia completa della Bacchetta di Sambuco

Harry Potter serie tv

La risposta alla domanda “Come ha fatto Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?” potrebbe non essere mai mostrata sullo schermo sotto forma di duello tra Albus e Grindelwald. Tuttavia, la serie televisiva Harry Potter della HBO Max potrebbe mostrare una storia più approfondita del manufatto magico. Nei film di Harry Potter, i Doni della Morte sono stati una sorpresa per gli spettatori che non hanno letto i libri. Tuttavia, nel corso dei romanzi, i Doni sono stati preannunciati, in particolare attraverso l’unicità del Mantello dell’Invisibilità di Harry. Il fatto che il mantello di Harry sia diverso da tutti gli altri viene discusso numerose volte nel corso dei libri, facendo capire che si tratta di un oggetto magico unico.

La serie televisiva reboot di Harry Potter ha la possibilità di esplorare la trama dei Doni della Morte in modo più approfondito, rendendo la rivelazione della loro esistenza non così stridente. Questo include la sanguinosa storia della Bacchetta di Sambuco, che è il Dono della Morte più noto e probabilmente più importante per la trama. I film non hanno fatto un ottimo lavoro nello spiegare come la Bacchetta di Sambuco sia stata tramandata, rinunciando a rispondere completamente alla domanda “Come ha fatto Silente a ottenere la Bacchetta di Sambuco?” e dando una spiegazione approssimativa su Draco che disarma Silente e Harry che disarma Draco proprio alla fine. Si spera che il reboot televisivo di Harry Potter tenga conto di questa importante trama.

Frank Grillo sul perché gli piace più la DC che la Marvel: “È molto più personale”

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L’attore Frank Grillo, come noto, ha avuto il privilegio di interpretare un ruolo nel Marvel Cinematic Universe e nel nuovo DC Universe che James Gunn e Peter Safran stanno creando. L’attore ha infatti interpretato il ruolo di Brock Rumlow “Crossbones” nel MCU – comparendo in Captain America: The Winter Soldier e Captain America: Civil War -, e ora sta doppiando il personaggio di Rick Flag Sr. per la serie animata Creature Commandos. In una recente intervista, Grillo ha spiegato le differenze tra i due studios.

Sono molto diversi”, ha dichiarato a Entertainment Weekly. “La Marvel è una macchina diversa, ed è grandiosa di per sé, ma la cosa che amo della DC di James e Peter è che è molto più contenuta. È molto più personale e mi piace molto di più. Mi piace molto far parte di qualcosa in fase embrionale e poter crescere con esso e vederlo fiorire”.

L’attore, dunque, è ora alle prese con il personaggio di Rick Flag Sr. in Creature Commandos e continuerà a interpretarlo nell’Universo DC con apparizioni nella stagione 2 di Peacemaker e in Superman. “Con Creature Commandos e Peacemaker, Flag è una figura di spicco nelle storie. Con Superman, invece, è una sorta di comparsa”, ha dichiarato a EW.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

Avengers: Doomsday, rumor sui villain e sul ritorno di Scarlet Witch [SPOILER]

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Mentre Avengers: Doomsday è cambiato molto da quando era originariamente stato annunciato come Avengers: The Kang Dynasty, una voce è emersa continuamente: gli Eroi più potenti della Terra dovranno affrontare una schiera multiversale di doppelganger malvagi. In precedenza sono stati descritti come i “Maestri del Male” e, secondo lo scooper @MyTimeToShineH, l’ultima versione di Doomsday vedrà “i Vendicatori combattere contro versioni malvagie di loro stessi”.

Resta da capire se questo significhi che Chris Evans e Robert Downey Jr. faranno il doppio lavoro come Capitan America e Capitan Hydra e Iron Man e Dottor Destino. Tuttavia, questa sembra essere la direzione in cui si sta muovendo il film, ma al momento si tratta unicamente di rumor. A proposito di rumor, però, il leaker @BeyondReporter, ha ribadito le recenti notizie su Elizabeth Olsen che riprenderà il suo ruolo di Strega Scarlatta in Avengers: Doomsday.

Lo scooper è stato il primo a riportare che Creature Commandos era stato rinnovato per una seconda stagione, quindi per ora gli concediamo il beneficio del dubbio. Quando è iniziata la saga del Multiverso, questi erano i tipi di varianti che molti fan speravano di vedere, quindi i Marvel Studios potrebbero finalmente abbracciare una versione semplificata del concetto dopo precedenti tentativi andati a vuoto (come gli Illuminati del sequel di Doctor Strange).

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’universo Marvel ha realizzato un sogno di una vita e abbiamo scoperto un potente legame con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e l’intero team Marvel per portare questa epica avventura nella narrazione in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno affermato i fratelli Russo in una dichiarazione dopo il panel del SDCC.

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Altri Animali: recensione del documentario di Guido Votano

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Altri Animali: recensione del documentario di Guido Votano

Dalla cura degli animali da compagnia a quelli selvatici, alla ricerca sulle emergenze sanitarie: sono tanti gli ambiti in cui un medico veterinario può lavorare ed è quello che vuole raccontare Altri Animali. Questo docufilm italiano del giornalista e regista Guido Votano in 75 minuti svela e mostra le giornate tipiche che si posso vivere all’interno di una clinica veterinaria di Oristano, dove un team qualificato cura qualsiasi animale che ha bisogno d’aiuto, che sia con un padrone o un randagio anche in cerca di una casa.

Cosa racconta Altri Animali

Il documentarista italiano ha seguito per diversi mesi l’attività della clinica Duemari, una delle più grandi e note d’Italia, che fa da pronto soccorso ad ogni genere di animali, senza rifiutare nessuno, anche se non accompagnato dal proprietario. I narratori di questa missione sono Monica Pais e Paolo Briguglio, una coppia di colleghi e nella vita, che più di trent’anni fa hanno creato questo rifugio per i nostri amici a quattro zampe e non solo. Nel mentre che i due raccontano il loro primo incontro, avvenuto proprio all’università dove Monica era una delle poche donne che frequentava la facoltà di Medicina Veterinaria vengono mostrati filmati d’epoca di quando operavano per soccorre animali selvaggi dei boschi circostanti. Proseguendo poi i due veterinari spiegano come sono cambiate le cose dal lontano 1993, da quando hanno fondato la loro attività e come la tecnologia ha migliorato tutto sia per loro ma soprattutto per i loro pazienti.

Dopo questa parte introduttiva si inizia con riprese dentro la Duemari, dove l’uomo e la sua compagna con una squadra di giovani veterinarie toste e appassionate curano chiunque ne ha bisogno. Il documentario mostra proprio tutto quello che succede agli animali: da quando vengono accolti nella reception, al momento della Tac, le piccole o grandi operazioni chirurgiche ma anche bagnetto e il momento del cibo. Si vedono cani di tutte le taglie, gatti di razze diverse sterilizzati ma anche volpi, conigli, una tartaruga e rapaci con le ali spezzate. Nella clinica ci sono anche ospiti a quattro zampe in cerca di una nuova famiglia come il cane Winch, un pastore tedesco ex antidroga che finalmente si gode la pensione ed è stato adottato dalla coppia protagonista.

Altri Animali – una immagine dal film.

Una missione per gli animali

Altri Animali è decisamente un docufilm girato per mostrare quanto gli animali siano ormai un aspetto importante della vita di tutti i giorni di noi essere umani. Ormai chiunque in casa possiede o ha avuto un amico peloso, anche i due narratori hanno confermato che anche i padroni sono cambiati, perché una volta erano persone single e sole ora sono giovani coppie o famiglie già numerose. Uno degli aspetti più interessanti è che in questa clinica, la più importante in Sardegna, si pongono anche la missione di trovare un casa e soprattutto l’amore che fino a quel momento, dei randagi, non ha mai provato.

Nel documentario non si vedono solo storie a lieto fine, come quella di molti cavalli che dopo anni a gareggiare vengono accolti in un rifugio pensato solo per loro ma anche quella di un delfino ferito e morto su una spiaggia sarda. Per fortuna poi si cambia registro e si parla di come Paolo, grazie ad una diagnostica hi-tech, ogni tanto torna in campagna a dare una mano agli allevatori e si vede proprio un intervento d’emergenza su una pecora.

Monica, autrice anche del libro Palla: Storia del cane che mi ha cambiato la vita, con il grande aiuto del loro team non nega mai a nessun animale il proprio aiuto anche a quelli selvaggi. Nella parte finale si vede proprio come per loro è importante curare sia il cane da caccia ferito e il suo aggressore, un grosso cinghiale che poi più avanti dopo i controlli sanitari verrà liberato e fatto tornare nel suo habitat naturale. Il film si conclude con una grande festa dove tutti componenti e lavoratori della Duemari festeggiano il successo della loro clinica in compagni anche di molti animali che hanno curato.

Altri animali è un classico documentario che vuole mostrare, soprattutto ai tanti bambini che dicono “da grande farò il veterinario”, come è realmente questo lavoro fatto di sacrificio e tanta passione.

Nosferatu: la spiegazione del finale. Parlano Robert Eggers e Lily-Rose Depp

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La rivista FearHQ.com ha pubblicato una interessante intervista a Robert Eggers e Lily-Rose Depp in merito a Nosferatu, che arriverà in Italia dal 1° gennaio. In questa intervista, il regista e la protagonista parlano del finale del film, estremamente forte e evocativo. SEGUONO SPOILER!

Il film è già nelle sale americane e il suo finale, insieme al look del Conte Orlok, sta generando delle discussioni. Nel classico originale del 1922, Nosferatu: A Symphony of Horror, Ellen Hutter scopre che solo una donna dal cuore puro può distruggere un vampiro. Deve offrire liberamente il suo sangue al mostro e solo allora potrà ucciderlo. Dopo aver attirato il conte Orlok nella sua casa, lui si nutre di Ellen nel suo letto ed è così distratto che, quando sorge il sole, non ha tempo per nascondersi e viene distrutto in una nuvola di fumo. Ellen muore per le ferite.

In Nosferatu di Robert Eggers, armata della conoscenza del professor Albin Eberhart Von Franz (Willem Dafoe), Ellen (Lily-Rose Depp) decide ancora una volta di mettere in atto un piano che ucciderà il mostro che ha inavvertitamente portato nella sua vita da bambina quando l’ha erroneamente invocato come angelo custode. Sfortunatamente, quella scelta aprì la porta a un male soprannaturale e creò una connessione apparentemente indistruttibile con Orlok. Ancora una volta, il vampiro si nutre di lei e muore quando sorge il sole. Tuttavia, il Conte crolla e muore sopra Ellen anziché scomparire, anche se riesce a vedere Thomas Hutter un’ultima volta prima di morire.

Eggers ha detto che la vista dei loro corpi aggrovigliati era il suo omaggio al motivo rinascimentale “La morte e la fanciulla”. “Non esiste un dipinto specifico di ‘La morte e la fanciulla’ o un’incisione su cui si basa”, ha spiegato. “Ma è un motivo che è stato fatto così bene, così tante volte nella nostra storia che è stato divertente provarci”.

“Esattamente quella posa è stata qualcosa che è stata molto ponderata”, ha continuato. “[Il direttore della fotografia] Jarin Blaschke e io abbiamo progettato tutte le riprese. Abbiamo lavorato con uno storyboard artist per disegnarle. Ma questa è una che ho disegnato io stesso, molto, molto specificatamente. Lily-Rose Depp ha questo viso da bambola e il trucco di Bill è così severo, è davvero un bel contrasto”.

Nosferatu
Lily-Rose Depp stars as Ellen Hutter in director Robert Eggers’ NOSFERATU, a Focus Features release…Credit: Aidan Monaghan / © 2024 FOCUS FEATURES LLC..

Per Lily-Rose Depp, il sacrificio di Ellen in questa versione di Nosferatu è sia tragico che motivante (in particolare perché questa versione del personaggio salva il mondo uccidendo Orlok). “Ciò che è così bello del modo in cui finisce il mio personaggio è che è un finale tragico ma anche di grande potere”, ha rivelato. “C’è così tanto potere nella scelta che fa, eppure è una fine straziante. Ma penso che sia afflitta dalla sensazione di portare così tanta oscurità ovunque vada, che [essere] in grado di fare una buona azione e sentire che sta portando luce, in realtà, al mondo è una cosa meravigliosa”. A ben rifletterci, proprio nelle parole di Depp si nasconde tutta la modernità del film e dell’approccio al personaggio, che è totalmente auto-determinato e consapevole delle sue scelte.

Tutto quello che sappiamo su Nosferatu

Nosferatu è interpretato da Bill Skarsgård, che sostituisce il trucco da clown di Pennywise con le zanne affilate del Conte Orlock, nonché da Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin e Lily-Rose Depp. Il film riunisce inoltre Eggers con Willem Dafoe, che ha interpretato in modo memorabile un ex marinaio irascibile in The Lighthouse e che è apparso anche nel precedente film del regista, The Northman. L’epopea vichinga vedeva protagonista il fratello di Skarsgård, Alexander Skarsgård, nel ruolo di un guerriero norreno con una massa grassa impressionante e addominali formidabilmente cesellati.

Nosferatu è basato sul capolavoro espressionista tedesco del 1922 diretto da F. W. Murnau – la realizzazione di quel film ha ispirato il film del 2000, completamente fittizio, L’ombra del vampiro, che ha visto protagonista Dafoe, candidato all’Oscar, nel ruolo di un succhiasangue realmente esistito, arruolato per interpretare il ruolo di Orlock. Qui l’attore interpreta invece un assassino di vampiri. Nosferatu è stato anche rifatto nel 1979 da Werner Herzog come Nosferatu il vampiro, con il suo frequente collaboratore Klaus Kinski. Nosferatu arriverà al cinema a partire dal 1 gennaio.

What If… ?, 3×06: tutti gli easter eggs e la spiegazione del finale

L’episodio 6 di questa terza stagione di What If … ? è la cosa migliore al posto di un vero e proprio sequel di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli del 2021. Con Simu Liu nel ruolo dell’eroe cowboy “I Dieci Anelli” e Hailee Steinfeld nei panni della tiratrice Kate Bishop, alias Occhio di Falco, questo nuovo episodio ci porta in una realtà alternativa del MCU con ambientazione fissata all’anno 1872, presentando quindi un contesto western. Allo stesso modo, si inizia a preparare il grande finale di serie.

Non diversamente dal precedente episodio di What If…?, questo nuovo capitolo del multiverso MCU è un po’ più serio e concentrato rispetto ad alcuni dei capitoli più strambi di What If…? (ad esempio quello con Howard il Papero e l’uovo di Darcy Lewis). Per questo motivo, “E se1872?” presenta alcune sequenze d’azione molto belle e un emozionante cliffhanger alla fine. A tal fine, ecco la nostra analisi del sesto episodio della terza stagione di What If…?, con la spiegazione del finale e i maggiori easter egg e riferimenti presenti in esso.

Recap della trama di What If… ?, 3×06: E se… 1872?

Shang-Chi aka I Dieci Anelli e il suo partner tiratore scelto Occhio di Falco sconfiggono una banda guidata da John Walker nel 1872. Quest’ultimo indirizza poi il duo verso Point Pegasus mentre cercano di consegnare The Hood alla giustizia. L’Osservatore rivela che Xu Xialing è immigrata negli Stati Uniti, solo per trovare i suoi connazionali immigrati cinesi oppressi dal signore del crimine noto come Hood. Xu Xialing è scomparsa proprio dandogli la caccia, motivando Shang-Chi a dargli la caccia insieme a Kate Bishop (che ha perso i genitori a causa del signore del crimine). I Dieci Anelli e Occhio di Falco trovano un ragazzo di nome Jun-Fan la cui intera città è stata rapita da Hood su un “treno fantasma”.

What If 3x06 The Hood

Il mezzo si rivela essere un treno sospeso senza binari progettato da Tony Stark, pieno di munizioni e degli immigrati rapiti che sono tutti in trance ipnotica. A bordo ci sono Sonny Burch e una squadra al completo, che confermano di essere in combutta con The Hood. Burch accetta di portare I Dieci Anelli e Occhio di Falco dal signore del crimine. Hood si rivela essere Xu Xialing, che ha ucciso il signore del crimine originale e ne ha preso il mantello, costruendo un esercito per colpire e “liberare” il selvaggio West. Sonny si rivela però come colui che ha ucciso i genitori di Kate e la rinchiude nella stessa trance ipnotica, dopo aver rubato la loro fortuna per finanziare l’esercito di The Hood.

Jun-Fan suona però dieci volte una campana, rompendo la trance e permettendo a Occhio di Falco di sconfiggere Burch. Shang-Chi, invece, si rifiuta di combattere la sorella, costringendo Occhio di Falco a uccidere il nuovo Hood corrotto quando lei tenta di ucciderlo. Dopo aver aiutato gli immigrati cinesi a reinsediarsi, I Dieci Anelli e Occhio di Falco si allontanano verso il tramonto alla ricerca di altri pericoli e persone da aiutare. L’episodio si chiude però con L’Osservatore che viene catturato dall’Eminenza, dal Boia e dall’Incarnato per pagare i suoi frequenti interventi e la rottura del suo giuramento.

Come Shang-Chi ha sconfitto gli Hood e la spiegazione della loro identità

Il finale del sesto episodio della terza stagione di What If…? rivela quindi che Xu Xialing ha ucciso l’Hood originale prima di prendere il suo mantello – presumibilmente posseduto da un demone – come proprio. Cercando di radunare un esercito di immigrati contro l’Occidente per “renderlo ciò che gli era stato promesso”, Xialing non riesce a capire che sta schiavizzando gli innocenti e deformando le loro menti. Sfortunatamente, era troppo deformata e corrotta dal potere di The Hood per vedere in modo diverso, e così Occhio di Falco è costretta ad ucciderla, dopo che Shang-Chi si rifiuta di combatterla.

L’Osservatore conferma che la storia si conclude meglio di quanto avrebbe potuto, visto che lui stesso ha eliminato uno degli uomini di Burch che avrebbe ucciso Jun-Fan. Invece, Jun-Fan è vivo e contribuisce a salvare la situazione con Occhio di Falco e I Dieci Anelli. Tuttavia, questo si rivela un intervento di troppo per il trio di altri Osservatori visti nell’episodio precedente, che sono venuti ora a prendere Uatu per farlo rispondere finalmente delle tante volte che ha infranto il suo giuramento. Questa resa dei conti finale sarà probabilmente al centro degli ultimi due episodi di questa terza stagione di What If…?.

What If 3x06 Osservatori

Tutti gli easter egg e riferimenti nell’episodio 3×06 di What If…?

Naturalmente anche in questo episodio ci sono alcuni riferimenti al MCU, easter eggs vari e apparizioni piuttosto folli. Ecco qui di seguito più importanti che abbiamo trovato:

  • Pellicola in fiamme: Il nuovo episodio What If…? si apre con un effetto di pellicola in fiamme, una transizione classica vista in molti film western.
  • I dieci anelli: Shang-Chi viene chiamato “I dieci anelli”, poiché secondo le leggende appare quando si suona dieci volte una campana (invece di avere le potenti armi del padre).
  • Bandana di Shang-Chi: La bandana di Shang-Chi è rossa con scaglie di drago bianche, un cenno al “Grande Protettore” del MCU visto in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli del 2021.
  • John Walker: Il John Walker di Wyatt Russell guida una posse contro i Dieci Anelli, noto anche come Agente degli Stati Uniti nel MCU principale, che apparirà in Marvel’s Thunderbolts* nel 2025.
  • Occhio di Falco di Kate Bishop: Il partner dei Dieci Anelli non è altro che l’Occhio di Falco di Kate Bishop, un impressionante tiratore scelto.
  • Hood: I Dieci Anelli e Occhio di Falco danno la caccia a Hood, che si rivela essere la sorella di Shang-Chi, Xu Xialing. Tuttavia, l’Hood originale è Parker Robbins, che debutterà presto nel MCU principale interpretato da Anthony Ramos nella serie Ironheart del 2025.
  • Punto Pegasus: John Walker punta I Dieci Anelli in direzione di Punto Pegasus, un cenno al Progetto Pegasus dello SHIELD visto in Avengers e Captain Marvel.
  • Tema di Shang-Chi: Il tema principale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli del 2021 può essere ascoltato brevemente in questo episodio dal compositore originale Joel P. West.
  • Stravaganti universi alternativi del MCU: L’Osservatore cita alcune realtà molto strane del multiverso, tra cui una che ospita Throg e Croki, Crossbones che capitana una banda di pirati del mare e persino una in cui Ultron è stato programmato per eseguire brani di spettacolo.
  • Titani dell’industria del MCU: Salendo a bordo del treno high-tech senza binari di The Hood, I Dieci Anelli e Occhio di Falco scoprono i negozi di Stark Munitions, Hammer Steel e Cross Manufacturing. Queste sembrano essere le controparti del Vecchio West delle Stark Industries, Hammer Industries e Cross Technologies del MCU principale.
  • Sonny Burch: Sonny Burch si rivela lavorare con The Hood, il trafficante di armi del mercato nero interpretato da Walton Goggins e visto per la prima volta in Ant-Man and the Wasp del 2018.
  • “Pugni di furia”: Sonny Burch si riferisce alla mano di Shang-Chi come ‘pugni di furia’, lo stesso nome del classico film di Bruce Lee.
  • Ipnotismo russo?: Burch usa una forma di ipnotismo che ha imparato da un russo per soggiogare tutti i lavoratori cinesi delle ferrovie per l’esercito di The Hood. Questo potrebbe essere un riferimento al lavaggio del cervello del Soldato d’Inverno o forse alle tecniche di ipnosi del Dottor Faustus viste in Agent Carter.
  • “Pugni di ferro”: Occhio di Falco dice che Jun-Fan ha i ‘pugni di ferro’, un riferimento al guerriero di kung fu Iron Fist del MCU (che molti sperano possa un giorno fare squadra con Shang-Chi).
  • “Sun’s Getting Real Low”: L’episodio si conclude con Shang-Chi che pronuncia la stessa frase usata per calmare l’Hulk di Bruce Banner, sentita per la prima volta in Avengers: Age of Ultron.

Spider-Man 4: la sceneggiatura potrebbe essere sottoposta a una profonda revisione

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Sembra che Spider-Man 4 possa essere in condizioni peggiori di quanto si possa immaginare. A questo punto, diversi scooper hanno affermato di aver sentito da fonti affidabili che la storia non è ancora pronta, indicando che la sceneggiatura potrebbe essere sottoposta a una profonda revisione a causa di divergenze di opinione tra la star Tom Holland e il capo dei Marvel Studios Kevin Feige. Ora Daniel Richtman è intervenuto con un aggiornamento.

Secondo l’insider, il film “è ancora lontano dall’inizio della produzione” perché “non c’è ancora una bozza di ripresa definitiva”. “Con aspettative altissime dopo il successo di No Way Home, Feige e la Sony hanno sentito la pressione di dover fare un salto di qualità e offrire qualcosa di ancora migliore. Ho sentito che il team di sceneggiatori sta lavorando duramente alla rielaborazione della trama per affrontare questi problemi e migliorare la storia”.

Già qualche giorno fa un altro scooper, MTTSH, aveva riportato che Feige non sarebbe soddisfatto dell’attuale sceneggiatura e che “ora la stanno riscrivendo e cambiando tutto”. La sceneggiatura non è ancora pronta e non lo sarà per un po’”. Al momento si tratta unicamente di rumor non confermati, motivo per cui bisognerà attendere ancora un po’ per scoprire se il film riuscirà a rispettare la propria tabella di marcia o entrare in un giro di complicazioni come accaduto all’ancora incerto Blade.

Cosa sappiamo su Spider-Man 4?

Precedenti indiscrezioni hanno affermato che Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, hanno avuto dei disaccordi per quanto riguarda la storia di Spider-Man 4, con quest’ultimo che sperava di ridimensionare il Multiverso per un’avventura più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Più di recente, abbiamo sentito che entrambi gli studios si sono accordati su una storia prevalentemente terrestre con alcuni elementi multiversali, anche se il film viene ancora descritto come un “evento di livello Avengers”. Oltre a Tom HollandZendaya dovrebbe riprendere il suo ruolo di MJ in Spider-Man 4. Si dice inoltre che Sydney Sweeney potrebbe interpretare Black Cat, mentre è stato ampiamente riportato – ma non confermato – che Charlie CoxVincent D’Onofrio e Paul Rudd potrebbero a loro volta apparire come Daredevil, The Kingpin e Ant-Man.

Si ritiene però che Holland sia “sempre più diffidente” nei confronti del ruolo dell’iconico eroe, per cui questa potrebbe essere la sua ultima uscita da solista nei panni del wall-crawler – anche se quasi certamente avrà un ruolo in uno o entrambi i prossimi film degli Avengers. Gli sceneggiatori di No Way Home, Chris McKenna e Erik Sommers, stanno scrivendo la sceneggiatura. Mentre a dirigere il progetto vi sarà Destin Daniel Cretton, già regista di Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli.

Spider-Man 4 uscirà al cinema il 26 luglio 2026.

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Doctor Who: il trailer della seconda stagione presenta una nuova compagna

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È stato pubblicato un nuovo teaser trailer della seconda stagione del nuovo Doctor Who con Ncuti Gatwa nei panni del Quindicesimo Dottore. Nella prossima stagione, il Dottore di Gatwa sarà affiancato da una nuova compagna, come già riportato in precedenza.

Il primo teaser, condiviso da Disney+ a Natale, introduce Varada Sethu come nuova compagna del Dottore. Una breve scena del teaser la vede gridare al Dottore: “Devi riportarmi a casa!”. In particolare, mentre una nuova compagna fa il suo ingresso nella mischia, Ruby Sunday di Millie Gibson rimane, visto che anche lei fa un’apparizione nel video. Questo smentisce le voci secondo cui la Gibson sarebbe stata completamente sostituita da Sethu. La nuova stagione arriverà nel 2025, ma per il momento i fan possono guardare il nuovo trailer qui sotto.

Il titolo ufficiale della nuova stagione, secondo Disney+, recita: “Il Dottore incontra Belinda Chandra e inizia un’epica missione per riportarla sulla Terra. Ma una forza misteriosa impedisce il loro ritorno e la squadra del TARDIS che viaggia nel tempo deve affrontare grandi pericoli, nemici più grandi e terrori più grandi che mai”.

Una nuova compagna entra nella serie Doctor Who

Il trailer è stato presentato dopo il nuovo speciale natalizio di Doctor Who, intitolato “Joy to the World”. Con Gatwa nei panni del Quindicesimo Dottore, la star di Bridgerton Nicola Coughlan è apparsa come ospite speciale nel ruolo di Joy. Si è trattato di una reunion di Barbie, dato che Gatwa e Coughlan sono apparsi entrambi nel film di successo di Greta Gerwig. Questo ha reso ancora più facile il coinvolgimento della Coughlan.

“È stata un’offerta molto semplice e un’accettazione molto semplice. Che donna deliziosa”, ha dichiarato a THR lo showrunner Russell T Davies. “Era adorabile. È stato un set meraviglioso con lei. Era molto, molto felice. Ncuti l’ha adorata; sono state delle riprese molto belle. È stato molto gentile da parte sua lasciarci per poi diventare due volte più famosa. (Ride) Abbiamo apprezzato molto l’impegno che ha messo in questo gioco pubblicitario”.

Per quanto riguarda il futuro dello show dopo la seconda stagione di Gatwa, nulla è garantito. In vista del ritorno dello show nel 2025, non è stato annunciato ufficialmente un rinnovo, ma l’intenzione è quella di continuare almeno per un’altra stagione. Davies ha già sottolineato come questa decisione sia fuori dal suo controllo, ma il team di Doctor Who si sta preparando ad andare avanti. Nel frattempo, è prevista anche la realizzazione di una serie spinoff incentrata sui Sea Devils.

“È una decisione dell’industria, è come qualsiasi attività commerciale – queste cose richiedono tempo”, ha detto Davies riguardo al futuro dello show, secondo GamesRadar. “Penso che la decisione arriverà dopo la trasmissione della seconda stagione. È quello che ci aspettiamo, è quello verso cui ci siamo sempre diretti”.

Doctor Who è in streaming su Disney+.

Cobra Kai: Netflix rivela la data della première e il primo teaser degli episodi finali

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La fine di un’era sta arrivando: Cobra Kai si concluderà all’inizio del prossimo anno. Netflix ha appena condiviso un nuovo sneak peek della terza e ultima parte degli episodi della Stagione 6, che include l’annuncio di una data di première.

Come si legge nel video, la stagione 6, parte 3, di Cobra Kai debutterà su Netflix il 13 febbraio 2025. “Quattro decenni di storia hanno portato a questo momento”, dichiara una voce fuori campo nel trailer di annuncio. Si sente anche la frase: “Questa può essere la fine, ma Cobra Kai non muore mai”. Un breve sguardo alle battaglie finali dello show viene mostrato nell’anteprima, che può essere guardata qui sotto.

“Tutti i grandi cattivi sono ancora in gioco”, ha dichiarato a Tudum il co-creatore della serie Hayden Schlossberg a proposito di ciò che accadrà nei cinque prossimi episodi. “Ci sono ancora Kreese, Silver, Sensei Wolf, il maestro Kim Da-Eun. Tutti sono ancora sulla scacchiera. Nulla è stato risolto. Abbiamo in serbo un sacco di divertimento con tutti i personaggi lasciati a pezzi alla fine dell’episodio 10”.

Anche la star della serie William Zabka, che interpreta Johnny Lawrence, ha parlato del finale a Variety: “Questo è il momento giusto per concludere e il modo giusto per farlo. [I produttori hanno fatto atterrare la serie in un modo inaspettato, edificante e onesto… È un gran finale per tutti, e siamo così grati di aver avuto sei stagioni per raccontare l’intera storia”.

“È necessario toccare il fondo per risalire, e questo è il punto in cui ci troviamo”, ha aggiunto Ralph Macchio, che interpreta Daniel LaRusso dal 1984. “Sono molto eccitato. È impostato per abbracciare quel grande finale da film degli anni ’80 che ho la sensazione che troveremo e andremo avanti. Mi sembra giusto far atterrare l’aereo, Cobra Kai propriamente detto… [e che] questo capitolo si stia concludendo”.

La stagione 6, parte 3, concluderà la storia di Cobra Kai

Il primo dei tre capitoli della Stagione 6 è stato rilasciato su Netflix il 18 luglio. La Stagione 6, Parte 2 seguirà il 15 novembre. Si sapeva che la parte finale degli episodi sarebbe stata rilasciata nel 2025, anche se la data specifica è stata appena annunciata. I fan sanno anche che c’è ancora molto da fare per il franchise, anche se questo significa che la serie sta per finire. Questo include potenziali spinoff che seguiranno i personaggi introdotti in Cobra Kai.

Nel frattempo, il franchise tornerà presto sul grande schermo. Macchio si è unito a Jackie Chan per apparire nel prossimo sequel Karate Kid: Legends, che vede Ben Wang nel ruolo del nuovo “Karate Kid”. Il film arriverà nelle sale il 30 maggio 2025, pochi mesi dopo la fine di Cobra Kai.

Cobra Kai è in streaming su Netflix e gli episodi finali debutteranno il 13 febbraio 2025.

Il CEO della Sony Pictures incolpa la critica per il flop di Madame Web e Kraven: “Non sono film terribili”

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Anche se potrebbe esserci ancora un po’ di vita nello Spider-Man Sony’s Universe della Sony Pictures, il franchise sarà sottoposto a una profonda revisione (come minimo) dopo l’abissale performance al botteghino dell’ultimo spin-off di Spider-Man senza Spider-Man, Kraven – Il cacciatore. Tuttavia, non è certo quanto la nuova versione del franchise sarà effettivamente migliorata, poiché non sembra che il CEO dello studio sia disposto ad ammettere che la qualità dei film abbia qualcosa a che fare con il loro fallimento al botteghino.

Parlando con il Los Angeles Times, il CEO della Sony Pictures Tony Vinciquerra ha ammesso che quello di Kraven – Il cacciatore è “probabilmente il peggior lancio che abbiamo avuto” nei quasi otto anni in cui è stato allo studio. “Ancora non capisco”, ha aggiunto. “Perché il film non è un brutto film”. Il 15% di Rotten Tomatoes indica però che la maggior parte dei critici non è d’accordo. A parte i film di Spider-Man con Tobey Maguire e Andrew Garfield, nessuno dei film live-action dello studio basati sulla Marvel è stato un successo di critica, anche se i primi due film di Venom sono stati un successo al botteghino e il recente Venom: The Last Dance ha ottenuto risultati migliori di Kraven, Morbius e Madame Web.

Parliamo un attimo di Madame Web”, continua Vinciquerra. “Madame Web ha avuto un rendimento insufficiente nelle sale perché la stampa lo ha crocifisso. Non era un brutto film, e su Netflix è andato benissimo. Per qualche motivo, la stampa ha deciso che non voleva che facessimo questi film su Kraven e Madame Web, e la critica li ha distrutti. Lo hanno fatto anche con Venom, ma il pubblico ha amato Venom e ne ha fatto un grande successo. Non si tratta di film terribili. Sono stati solo distrutti dalla critica della stampa, per qualche motivo”.

Ad ogni modo, gli addetti ai lavori della Sony hanno dichiarato che lo studio sarà “più perspicace nel decidere quali – se del caso – personaggi della scuderia di Spider-Man dovranno essere elevati a franchise cinematografico proprio”, ma Vinciquerra è chiaramente convinto che la critica sia prevenuta nei confronti di questi film e che non darebbe una giusta considerazione a eventuali futuri episodi di SSU. “È una morsa di serpenti. Se ne facciamo uscire un altro, verrà distrutto, non importa quanto sia buono o cattivo”.

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Tutto quello che sappiamo sul film Kraven – Il Cacciatore

Dopo il successo di Venom: La furia di Carnage e Spider-Man: No Way Home, Sony continua ad espandere il suo universo Marvel e Kraven – Il Cacciatore si unisce a una lista che include anche Madame Web con Dakota Johnson e il progetto Spider-Woman di Olivia Wilde.

Kraven – Il Cacciatore è la storia viscerale di come e perché è nato uno dei cattivi più iconici della Marvel. Ambientato prima della sua famigerata vendetta contro Spider-Man, Aaron Taylor-Johnson interpreta il personaggio principale in questo film vietato ai minori”. Basato sull’omonimo personaggio della Marvel Comics, prodotto dalla Columbia Pictures in associazione con la Marvel Entertainment, il film è stato diretto da J. C. Chandor e scritto da Art Marcum, Matt Holloway e Richard Wenk.

Oltre ad Aaron Taylor-Johnson nel ruolo del protagonista, Ariana DeBose interpreterà Calypso, una sacerdotessa voodoo e interesse amoroso occasionale di Kraven (almeno nei fumetti); Fred Hechinger sarà Dmitri Smerdyakov, alias il Camaleonte, fratellastro di Kraven; Alessandro Nivola vestirà i panni di Aleksei Sytsevich, alias il Rinoceronte, e Christopher Abbott interpreterà un altro cattivo noto come lo Straniero.

Il film è stato classificato come R per “forte violenza sanguinosa e linguaggio” ed è al cinema dal 13 dicembre 2023 distribuito da Sony Pictures Italia e Warner Bros.

The Batman – Parte II, Matt Reeves accenna alla storia: “È molto più simile al nostro mondo attuale”

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Dopo la notizia, diffusa a dicembre, dell’imminente stesura della sceneggiatura di The Batman: Parte II, Matt Reeves si è aperto su ciò che i fan dovranno aspettarsi dal nuovo film. Secondo Collider, Reeves, che ha diretto anche The Batman del 2022, ha anticipato il nuovo film, dicendo che i fan devono aspettarsi una Gotham più caotica e più “grigia” nel film, che dovrebbe uscire nell’ottobre 2026.

C’è molto disordine e c’è molto clamore a causa delle rivelazioni di ciò che scopriamo alla fine del (primo) film”, ha detto Reeves. “C’è agitazione nelle strade per dire: “Beh, come è possibile?”. L’idea che questa corruzione si estenda così in profondità”. Nel primo film, Batman vede le cose in modo molto semplicistico, vede le cose in bianco e nero. Cosa può rappresentare e come può influire”, ha aggiunto Reeves.

Peter Craig, che è anche co-sceneggiatore di The Batman, sta co-scrivendo il sequel del film che vedeva Robert Pattinson nel ruolo di Batman/Bruce Wayne, oltre a Zoë Kravitz, Paul Dano, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard, Andy Serkis e Colin Farrell. Per ora, Pattinson è confermato per la Parte II. Wright, Serkis e Farrell sono stati confermati per tornare rispettivamente nei ruoli di Jim Gordon, Alfred Pennyworth e Oz Cobb/Il Pinguino. Non è ancora chiaro se Dano tornerà nel ruolo dell’Enigmista o se Barry Keoghan tornerà nel ruolo di Joker.

Questo Batman avrà molte più zone “grigie”

Matt Reeves sul set di The Batman
Foto di Jonathan Olley/Jonathan Olley – © 2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Reeves ha anche detto questo sul prossimo capitolo di The Batman: “Quando entreremo nel prossimo film, ci sarà molto più grigio. Ci sono molte più persone in conflitto. C’è molta più divisione in città. È molto più simile al nostro mondo di adesso, c’è molto scompiglio perché le persone sono nei loro campi e non comunicano”.

“Come si inserisce Batman in tutto questo? Dove si inserisce? Non è così chiaro come dire: ‘Oh sì, sono un cattivo, do la caccia ai cattivi’. E quando le cose sono grigie, diventa molto difficile essere Batman, quindi questa è una parte della sfida che stiamo affrontando”, ha detto Reeves a proposito del nuovo film.

Una sceneggiatura è quasi finita, secondo Reeves

In una precedente intervista a Variety, Reeves ha confermato che la sceneggiatura di The Batman Part II è quasi ultimata e che la produzione del film inizierà nel 2025. Nella stessa intervista, Kravitz ha dichiarato che Reeves è stato “incredibilmente meticoloso ” nel mettere insieme le cose per il sequel.

Kravitz ha detto a Reeves: “Ti ho appena chiesto come sta andando con la scrittura (dellaParte II), e tu hai risposto ‘Lentamente’, e penso che sia una qualità meravigliosa perché ci tieni molto”. Al che Reeves ha risposto: “È meraviglioso, tranne che per la velocità di portare a termine qualcosa. Il fatto è che per me non è una scelta. Sento sempre che non lo farei mai nel modo in cui lo sto facendo, ma è l’unico modo in cui so farlo”.

James Gunn sullo stato del film

Il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha dichiarato di recente di non aver ancora ricevuto una sceneggiatura per The Batman: Part II e si è espresso sui social media per smentire le voci di cancellazione. Il film è già stato posticipato di un anno, avendo originariamente una data di uscita per l’ottobre 2025.

Labyrinth: Robert Eggers alla regia del remake?

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Labyrinth: Robert Eggers alla regia del remake?

Il regista Robert Eggers ha avuto successo con Nosferatu, il suo nuovo film ispirato al classico film sui vampiri. Secondo un nuovo rapporto, ora sta puntando gli occhi su un altro celebre film del passato da rebootare.

Secondo l’esperto di cinema Jeff Sneider di The InSneider, Eggers ha collaborato con la Sony e la Jim Henson Company per il reboot del film Labyrinth del 1986 . Negli ultimi anni si è parlato di un nuovo film di Labyrinth, anche se i precedenti tentativi si sono sempre arenati nell’inferno dello sviluppo. L’aggiunta di Eggers al nuovo progetto di Labyrinth potrebbe dare al reboot lo slancio di cui ha bisogno per essere finalmente avviato, visto che molti critici hanno definito il nuovo Nosferatu uno dei migliori film del 2024.

All’inizio di quest’anno, il presidente della Jim Henson Company (e figlio del defunto regista di Labyrinth Jim Henson) Brian Henson ha parlato dei piani della compagnia per realizzare un nuovo sequel di Labyrinth. Pur non potendo condividere alcun dettaglio specifico, come ad esempio chi potrebbe essere coinvolto o quale sarebbe la storia, Henson ha osservato: “È un progetto che ci entusiasma molto”, secondo ComicBook.com. Non è chiaro se il progetto di cui si parla con Eggers sarà un sequel o una rivisitazione completa nel filone di Nosferatu, ma il regista starebbe scrivendo la sceneggiatura oltre a dirigere.

I precedenti tentativi di realizzare un sequel di Labyrinth si sono arenati

Ci sono stati piani allentati per realizzare un nuovo film di Labyrinth per diversi anni, anche se questo crea certamente un grosso problema quando si tratta di realizzare un sequel diretto senza la presenza di David Bowie, scomparso nel 2016. A un certo punto, Fede Álvarez, regista di Alien: Romulus, aveva in programma di dirigere il film prima di annunciare, nel 2020, il suo abbandono. All’epoca, è stato riferito che il progetto stava ancora andando avanti con il regista di Doctor Strange Scott Derrickson al timone.

Tuttavia, nell’ottobre del 2023, Derrickson ha rivelato che il progetto aveva fatto pochissimi progressi, non arrivando mai al punto di avere una sceneggiatura finita. “Non so cosa stia succedendo”, ha detto Derrickson. “Non siamo mai riusciti a portare la sceneggiatura fino al punto in cui lo studio voleva realizzarla, ma sono stato molto orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto”.

Jim Henson ha diretto Labyrinth e ha ideato la storia con Dennis Lee, mentre Terry Jones ha scritto la sceneggiatura. L’amato film fantasy era caratterizzato da pupazzi creati dal Creature Shop di Jim Henson, mentre David Bowie interpretava Jareth, il Re dei Goblin. Jennifer Connelly ha interpretato Sarah, un’adolescente che si imbarca in una ricerca fantastica per salvare il suo fratellino dopo averlo accidentalmente regalato a Jareth. Il film ha generato un franchise ed è stato a lungo considerato uno dei migliori film fantasy realizzati.

Steven Spielberg: il nuovo film sugli UFO riceve un nuovo aggiornamento sulle riprese

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Il prossimo film drammatico sugli UFO di Steven Spielberg, The Dish, avrebbe ricevuto un aggiornamento sui tempi di produzione e sui luoghi di ripresa.

Secondo Production Bulletin, l’attesissimo film, interpretato da Emily Blunt, dovrebbe iniziare la produzione nel febbraio 2025, con le riprese principali previste ad Atlanta, in Georgia. La Blunt ha già girato ad Atlanta per il film d’avventura Disney Jungle Cruise, dove ha recitato accanto a Dwayne “The Rock” Johnson. È tornata in città anche per il dramma criminale Pain Hustlers, con Chris Evans, protagonista di The Avengers. Inoltre, secondo quanto riferito, le riprese di The Dish si svolgeranno nel New Jersey, anche se i luoghi specifici non sono ancora stati annunciati.

Cosa sappiamo finora di The Dish

Oltre alla Blunt, The Dish vanta un cast impressionante che include Colin Firth, celebre per il suo ruolo ne Il discorso del re, e Josh O’Connor, conosciuto soprattutto per The Crown. Ad aggiungere ulteriore potenza alle star, anche l’attore candidato all’Oscar Colman Domingo e la star di Thunderbolts Wyatt Russell. Sebbene la trama sia stata tenuta in gran parte segreta, si dice che un elemento importante della storia del film riguardi gli UFO. The Dish riunisce inoltre Spielberg con uno dei suoi più grandi collaboratori, David Koepp, già autore del classico blockbuster di Spielberg Jurassic Park.

Steven Spielberg: Un maestro della fantascienza e non solo

Spielberg è uno dei registi più influenti e acclamati della storia del cinema, con una carriera che ha definito più generazioni di registi. Conosciuto per la sua capacità di intrecciare meraviglia e umanità nei suoi film, Spielberg ha una profonda attrazione per i temi extraterrestri. Film come Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. l’extra-terrestre non solo hanno plasmato il genere fantascientifico, ma hanno anche esplorato domande profonde sulla connessione e la scoperta. Con The Dish, Spielberg ritorna a questi temi, creando una nuova storia che probabilmente combinerà la sua genialità cinematografica con una nuova visione della curiosità dell’umanità verso l’ignoto.

Emily Blunt: una carriera versatile

Emily Blunt attrice
Emily Blunt durante il 68° Festival di Cannes. Foto di Denis Makarenko via Depositphotos.com

Emily Blunt si è affermata come una delle attrici più versatili e celebrate di Hollywood, con una carriera che spazia dal dramma all’azione e alla commedia. Nel 2023, la Blunt ha ottenuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione di Katherine Oppenheimer, acclamata dalla critica, in Oppenheimer di Christopher Nolan, dove si è distinta per la sua performance accanto a Cillian Murphy, frequente collaboratore di Nolan.

La Blunt è stata anche una delle favorite in ruoli d’azione, recitando in film come The Fall Guy con Ryan Gosling e A Quiet Place, diretto da suo marito, John Krasinski. In futuro, si riunirà con Dwayne Johnson in The Smashing Machine, un dramma biografico sulla vita del lottatore di MMA Mark Kerr. Nota per la sua capacità di affrontare sia ruoli emotivamente complessi che performance ricche di azione, la Blunt continua a consolidare la sua reputazione di attrice protagonista tra le più versatili di Hollywood.

I fan potranno vedere l’attesissimo The Dish di Spielberg quando arriverà nelle sale il 15 maggio 2026.

È proibito: Denis Villeneuve spiega il divieto di usare i cellulari sui set cinematografici

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Denis Villeneuve ha una regola ferrea quando si tratta di lavorare sul set dei suoi film: niente cellulari. Il regista di Dune ha commentato la decisione di vietare l’uso dei cellulari all’inizio delle riprese, spiegando come questi servano a distrarre dall’arte che il cast e la troupe stanno lavorando insieme per creare.

Gli esseri umani sono governati dagli algoritmi in questo momento”, ha detto Villeneuve di recente a proposito della moderna correlazione tra persone e tecnologia, secondo il L.A. Times. “Ci comportiamo come circuiti di intelligenza artificiale. I modi in cui vediamo il mondo sono binari ristretti. Ci stiamo disconnettendo l’uno dall’altro e la società si sta sgretolando per certi versi. È spaventoso”.

Questo non vuol dire che Villeneuve non passi molto tempo al telefono. Come ha osservato, “c’è qualcosa che crea dipendenza nel fatto di poter accedere a qualsiasi informazione, a qualsiasi canzone, a qualsiasi libro. È compulsivo. È come una droga. Sono molto tentato di disconnettermi. Sarebbe una boccata d’aria fresca”.

Denis Villeneuve non permette l’uso dei telefoni cellulari sul set

Tuttavia, Villeneuve non userà il cellulare sul set dei suoi film, né permetterà a nessuno del cast e della troupe di farlo. Come il regista di Oppenheimer Christopher Nolan, Villeneuve vieta l’uso dei cellulari sul set. Al di là dell’ovvio rischio di far trapelare spoiler, il regista ritiene che l’uso del cellulare disgiunga le persone da ciò che stanno facendo e che sia importante per tutti rimanere concentrati sul film.

Il cinema è un atto di presenza”, ha spiegato Villeneuve. “Quando un pittore dipinge, deve essere assolutamente concentrato sul colore che sta mettendo sulla tela. È lo stesso per il ballerino quando fa un gesto. Nel caso di un regista, bisogna fare lo stesso con una troupe, e tutti devono concentrarsi ed essere completamente nel presente, ascoltandosi l’un l’altro, entrando in relazione l’uno con l’altro. Per questo i cellulari sono vietati anche sul mio set, fin dal primo giorno. È vietato. Quando si dice “stop”, non si vuole che qualcuno vada al suo telefono per guardare il suo account di Facebook”.

Quando si dice tagliare, non si vuole che qualcuno vada al suo telefono per guardare il suo account Facebook”.

Un’altra cosa che Villeneuve ha in comune con Nolan è la preferenza a non sedersi mai durante la regia. Villeneuve ha chiarito che non pretende che gli altri stiano sempre in piedi durante la produzione, ma nel suo caso, personalmente, ritiene che sia meglio per il suo corpo se non sta seduto così tanto quando chiama l’azione.

Quando ho girato Blade Runner, ho avuto problemi alla schiena perché stavo molto seduto”, ha spiegato il regista. “Così per i film di Dune, il mio direttore della fotografia, Greig Fraser, e io abbiamo deciso di stare in piedi, di avere un’impronta minima per poter essere flessibili e andare veloci, per far scorrere il sangue, per essere svegli. Niente sedie per noi. Forse per i produttori del video village”.

Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re, la spiegazione del finale del film

Il finale de Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re conclude la storia di Frodo e dell’Unico Anello in modo adeguatamente drammatico e malinconico. Nel terzo film della saga diretto da Peter Jackson, Gandalf, Aragorn e gli altri eroi della Terra di Mezzo sconfiggono Sauron a Minas Tirith e poi marciano verso la Porta Nera. Questo espediente dà a Frodo e Sam il tempo di raggiungere il Monte Fato con l’Anello ed evitare che le armate di Mordor blocchino loro la strada. La resa sullo schermo di questa risoluzione ha portato questo ad essere ampiamente considerato come uno dei migliori film di tutti i tempi.

Non sarebbe mai stato semplice concludere una serie di film che in totale comprende quasi 9,5 ore di schermo nella sua versione cinematografica, ma Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re è stato un film da record, premiato con 11 Oscar, per dare un addio appropriato ai suoi personaggi e chiudere la storia sulla “Guerra dell’Anello”. Un tema de Il Signore degli Anelli è il costo profondo che i personaggi devono sostenere per proteggere le persone e i luoghi che amano e come saranno cambiati per sempre nonostante la vittoria. Il lungo finale del film mostra dunque come il viaggio abbia influenzato gli eroi e qui di seguito lo esploriamo punto per punto.

LEGGI ANCHE: Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, le differenze tra libro e film

Sauron e l’Unico Anello vengono distrutti

Dopo tre film di viaggio verso Mordor, il terzo atto de Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re vede Frodo e Sam raggiungere il Monte Fato. È in quel momento, quando l’Anello è al massimo della sua potenza, che riesce finalmente a sopraffare Frodo e a corrompere l’hobbit. Il pubblico ha visto Frodo lottare per liberare se stesso e il mondo dall’Unico Anello, diventando ogni giorno più debole, ma riuscendo sempre a non soccombere. Il fatto che l’Anello lo vinca all’ultimo momento dimostra quanto sia stato pesante per il giovane hobbit l’intero viaggio.

Questo è un momento di svolta della serie. Ne Le due torri, Frodo aveva salvato Gollum e ora Gollum – involontariamente – aiuta Frodo a distruggere l’Anello. È appropriato che siano i due personaggi più strettamente legati all’Anello a metterci le mani sopra e ad essere il tramite della sua distruzione alla fine del film. La distruzione dell’Unico Anello da parte di Gollum e Frodo illustra l’idea che anche le persone più piccole del mondo possono avere il massimo impatto su di esso. In un mondo pieno di re, maghi ed elfi, due hobbit decidono il destino della Terra di Mezzo.

Elijah Wood in Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Elijah Wood in Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re © 2003 – New Line Cinema

Aragorn viene incoronato re di Gondor e sposa Arwen

Aragorn ha trascorso la sua vita evitando il suo destino di diventare Re di Gondor. Nelle sue vene scorre il sangue dei Re, ma egli vede la debolezza di Isildur che non è stato in grado di distruggere l’Anello. Ne Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re, Aragorn viene infine spinto ad accettare la sua corona. Quando accetta il suo dovere, il suo potere e la sua influenza si elevano a nuovi livelli. La fine della sua storia è un classico finale epico, in cui l’eroe solitario diventa re. La sua sola presenza al Nero Cancello è sufficiente a far sentire vulnerabile un male grande come Sauron.

Dopo la distruzione dell’Anello, si ha dunque una cerimonia di incoronazione di Aragorn a cui partecipano tutti i principali personaggi dei film. Per la prima volta nella serie, c’è una scena di giubilo senza alcuna ombra di oscurità. Aragorn ha trascorso la serie evitando il suo destino e il finale del film mostra quali belle cose possono accadere quando qualcuno decide di diventare chi è destinato a essere. Inoltre, Elrond dà finalmente la sua benedizione ad Arwen e Aragorn, permettendo loro di sposarsi.

Gli Hobbit tornano alla Contea e alle loro vite

I quattro hobbit principali de Il Signore degli Anelli tornano invece da Mordor alla Contea in un viaggio lungo e fortunatamente privo di eventi. Arrivati nella Contea, gli altri hobbit non possono fare a meno di notare che il quartetto ha un aspetto più regale e ricco dopo la loro partenza. Il messaggio è chiaro: il loro viaggio li ha cambiati notevolmente, mentre la loro casa e le persone a loro più vicine sono rimaste sostanzialmente le stesse e ignorano i pericoli che hanno evitato per un soffio.

Per molto tempo gli hobbit sono stati fuori dal loro elemento, lontani dalla Contea, ma al loro ritorno si ritrovano di nuovo fuori posto. Gli occhi indiscreti degli altri hobbit non preoccupano più i quattro eroi. Le cose che prima li preoccupavano non sembrano avere la stessa importanza. I membri della Compagnia si comportano in modo diverso dopo il loro viaggio e Sam si avvicina a una donna con cui non avrebbe mai parlato prima. Gli hobbit sono diversi ora, più saggi e coraggiosi. Sono anche consapevoli di un mondo più ampio al di fuori della sicurezza della Contea.

Viggo Mortensen in Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Viggo Mortensen in Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re © 2003 – New Line Cinema

Frodo parte per Valinor con Gandalf e Bilbo

Quando il film si avvicina alla sua conclusione, Frodo rivela il “Libro Rosso dei Confini Occidentali”. Questo libro è un’idea centrale della serie. J.R.R. Tolkien ha creato le sue storie basandosi sull’idea che stesse traducendo un tomo dimenticato noto come “Libro Rosso dei Confini Occidentali” che conteneva le storie del Signore degli Anelli. L’inclusione del libro è un modo elegante per alludere all’idea originale di Tolkien per il Signore degli Anelli, che i fan di lunga data riconosceranno immediatamente. È anche un simbolo di come Frodo stia consegnando le sue storie a qualcun altro.

Frodo parla di cosa significa andare avanti quando gli altri non possono farlo con te. È uno sguardo toccante su come il suo fardello nella serie di film abbia avuto un peso maggiore su di lui che su chiunque altro nella Terra di Mezzo. Ha portato a termine la sua missione e ha compiuto un destino che nessun altro è stato in grado di compiere, ma il prezzo da pagare è stato quello di non poter più far parte della Terra di Mezzo. Frodo salva la Terra di Mezzo per tutti, a costo di salvare se stesso. C’è solo un posto in cui può guarire, ed è a Valinor, dove potrà vivere in pace.

Sauron è davvero morto?

Nonostante la distruzione dell’Unico Anello, Sauron non muore realmente ne Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re. In quanto essere immortale, la sua anima e la sua mente continuano a vivere in qualche forma di esistenza, ma è stato privato del potere che gli permetterebbe di riprendere forma o di fare qualcosa al mondo. Quindi, essenzialmente, non potrà mai essere distrutto in modo definitivo, ma è così lontano dall’essere qualcosa che non è un problema per la popolazione rimanente della Terra di Mezzo.

Sebbene non sia canonico rispetto ai film o ai libri, la stagione 2 de Gli Anelli del Potere di Amazon Prime offre un assaggio di come apparirebbe un Sauron sconfitto dopo che la sua forma fisica è stata distrutta nei flashback della fine della Prima Era. Se non fosse stato per la quantità di anima e di essere che ha riversato nella creazione dell’Unico Anello, forse sarebbe stato in grado di tornare in una forma simile, ma ha investito così tanto di sé nella creazione di questo oggetto che dopo la distruzione dell’Anello, Sauron non è praticamente più nulla.

Sean Astin, Ian Holm, Elijah Wood, Cate Blanchett, Ian McKellen, Billy Boyd, Marton Csokas, Dominic Monaghan, Hugo Weaving e Michael Elsworth in Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Sean Astin, Ian Holm, Elijah Wood, Cate Blanchett, Ian McKellen, Billy Boyd, Marton Csokas, Dominic Monaghan, Hugo Weaving e Michael Elsworth in Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re © 2003 – New Line Cinema

Cosa succede a ciascun personaggio principale dopo Il Signore degli Anelli

Dato che la maggior parte dei personaggi sopravvive alla Guerra dell’Anello, essi continuano la loro vita dopo gli eventi del film. Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re di Peter Jackson fornisce alcune spiegazioni sul futuro dei personaggi, ma nei libri ci sono molte più informazioni. L’aspetto principale dei film è che Frodo Baggins è ancora tormentato dagli effetti dell’Unico Anello e non riesce a trovare la gioia nella Terra di Mezzo. Frodo è in grado di viaggiare verso Valinor perché era un portatore d’anello, ma c’è ancora di più nella sua storia oltre a questo.

  • Frodo: Viaggia verso Valinor e vive i suoi giorni in pace, guarendo dalla sua esperienza con l’Unico Anello.
  • Sam: sposa Rosie Cotton, diventa sindaco della Contea e, dopo la morte della moglie, parte per Valinor.
  • Merry: Sposa Estella Bolger, diventa Maestro di Buckland e alla fine muore e viene sepolto da Aragorn a Gondor.
  • Pipino: Sposa Diamante di Long Cleeve, ha un figlio di nome Faramir Took e alla fine torna a Gondor per i suoi ultimi giorni, dove viene sepolto insieme a Merry.
  • Gandalf: Ritorna a Valinor e torna alla sua forma di Maiar, avendo raggiunto il suo scopo nella Terra di Mezzo.
  • Aragorn: riunisce il Regno di Gondor in un’epoca di prosperità, dando alla luce il suo erede, Eldarion, che diventa re dopo di lui.
  • Legolas: compie molti viaggi con Gimli, si adopera per ripristinare i boschi della Terra di Mezzo dopo la guerra e alla fine parte a sua volta per Valinor.
  • Gimli: fonda un nuovo insediamento nanico dietro il Fosso di Helm, nelle Caverne Scintillanti, poi diventa il primo nano a partire per Valinor.
  • Faramir: Diventa Principe di Ithilien, diventando uno dei nobili più importanti di Aragorn. Lui ed Éowyn si sposano e hanno figli insieme.
  • Éowyn: sposa Faramir e ha un figlio e un nipote da lui.
  • Éomer: Incoronato Re di Rohan, giura fedeltà e amicizia a Gondor e aiuta la Terra di Mezzo in una nuova era di prosperità.
  • Elrond: Lascia la Terra di Mezzo con gli altri portatori dell’anello, salpando verso Valinor.
  • Arwen: Sposa Aragorn, vive i suoi giorni come regina di Gondor e muore di crepacuore poco dopo la sua morte.
  • Galadriel: salpa con Elrond verso Valinor, tornando finalmente da dove era venuta.
Elijah Wood, Viggo Mortensen, Ian McKellen, Orlando Bloom, Billy Boyd, Dominic Monaghan e John Rhys-Davies in Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Elijah Wood, Viggo Mortensen, Ian McKellen, Orlando Bloom, Billy Boyd, Dominic Monaghan e John Rhys-Davies in Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re © 2003 – New Line Cinema

Il vero significato del finale di Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re

La conclusione de Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re non è solo la fine di un film, ma la fine di una saga. Dopo innumerevoli lotte, Frodo e la Compagnia hanno portato a termine il giuramento, dimostrando i meriti dell’amicizia e del cameratismo. Nonostante Sauron sia stato sconfitto, il finale della trilogia non è tutto da festeggiare. Uno dei temi principali del Signore degli Anelli è che la magia, sia quella buona che quella cattiva, sta lasciando la Terra di Mezzo. Frodo è riuscito a impedire che il mondo diventasse oscuro sotto Sauron, ma sta comunque cambiando e anche Frodo dovrà lasciare la Terra di Mezzo.

La fine del film è quindi intrisa di questa malinconia. L’avventura è finita per gli hobbit e ciò significa il ritorno a una vita semplice. Personaggi come i Portatori dell’Anello e il mago Gandalf devono salpare per poter ritrovare la pace. Per il resto degli abitanti della Terra di Mezzo, le loro vite sono state restituite e, per la prima volta dopo molti anni, possono rivolgersi felicemente alle loro famiglie, come fa Sam, e dire: “Beh, sono tornato”. Si conclude così uno dei più appassionanti e commoventi ritorni a casa della storia del cinema.

Cast Away: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film con Tom Hanks

Cast Away (qui la recensione) è uno di quei film diventato un cult ed entrato, ormai, nell’immaginario collettivo. La storia di Chuck Noland, uomo di mezza età e dalla vita sedentaria, schiavo del lavoro, che rimane solo per cinque lunghi anni su un’isola deserta, ha straziato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Diretto nel 2000 dal premio Oscar Robert Zemeckis, celebre per aver diretto anche Ritorno al futuro e Forrest Gump, il film è dunque una rilettura contemporanea del mito di Robinson Crusoe, che riflette sui ritmi della vita e sullo stato odierno dell’animo umano.

Questo film ha infatti totalmente ridefinito la figura del naufrago, analizzando la psicologia dell’uomo, il rapporto con la sua solitudine e la sua rinascita fisica e mentale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e molto altro. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Cast Away

Protagonista del film è Chuck Noland, un ingegnere di Memphis che lavora per la compagnia FedEx. La sua vita è praticamente perfetta: ha un lavoro che lo appaga ed è fidanzato con Kelly con cui ha intenzione di sposarsi. Eppure Chuck un problema ce l’ha ed è l’essere totalmente assorbito dal lavoro. Per via di questo la sua vita è anche molto frenetica e proprio il giorno di Natale deve urgentemente partire per la Malesia. Tuttavia, l’aereo su cui si trova precipita nell’Oceano Indiano e lui rimane l’unico sopravvissuto, naufrago su un’isola deserta. Da quel momento la sua vita assume dunque nuove forme, lontana dai ritmi a cui era abituato. Nel tentativo di sopravvivere e forse tornare a casa, Noland dovrà ora fare affidamento soltanto su sé stesso.

Tom Hanks e Helen Hunt in Cast Away
Tom Hanks e Helen Hunt in Cast Away

Il cast del film, da Tom Hanks a Wilson

Come anticipato, in Cast Away, Tom Hanks interpreta Chuck Noland, un dirigente della FedEx che pensa soltanto al lavoro e che vive una vita piuttosto sedentaria. Per realizzare il film e, quindi, le parte in cui Hanks recita la parte di Noland prima nella vita quotidiana e poi in quella di naufrago, ci sono voluti due periodi di tempo separati per le riprese. L’attore americano è ingrassato circa 23 kg per dare vita al Noland di mezza età tutto casa e lavoro: i primi ciak furono battuti nel gennaio del 1999 e le riprese si concentrarono sulla vita civile del protagonista.

Successivamente, si è aspettato fino all’inizio dell’anno successivo per far si che Hanks perdesse i chili presi in fase di pre-produzione e mantenuti per la prima parte delle riprese, facendo in modo che ne perdesse poi altri per interpretare la parte di Noland dopo il naufragio. Hanks accettò subito di partecipare al progetto, asserendo che era giunto il tempo di ridefinire il concetto di “essere bloccati su un’isola deserta”: secondo l’attore fino a qual momento l’associazione che veniva fatta al concetto di naufrago era limitata a Robinson Crusoe e a L’isola di Gilligan mentre c’era lo spazio per un nuovo personaggio, che fosse radicato nei tempi moderni.

Accanto a lui, memorabile è il “personaggio” di Wilson. Questo non è altro che un pallone da pallavolo che Noland decide di chiamare con lo stesso nome della marca, disegnandogli un volto con l’impronta della sua mano insanguinata. Wilson diventa dunque un vero e proprio compagno di vita, un amico e un confidente, pur essendo un oggetto inanimato. Per Wilson, furono utilizzati ben 3 palloni e uno di essi è poi stato venduto all’asta per circa 18.400 dollari, a conferma di quanto tale oggetto sia divenuto estremamente celebre in seguito all’uscita del film.

Oltre a loro, nel film compaiono anche alcuni personaggi umani, specialmente nella prima parte. Tra questi vi sono Kelly Frears Lovett, la donna amata da Noland, interpretata da Helen Hunt, e Stan, il migliore amico di Noland, interpretato da Nick Searcy. Chris Noth, noto per essere stato Big nella sitcom Sex and the City, interpreta Jerry Lovett, il nuovo marito di Kelly. Lari White è invece Bettina Peterson, la donna che spedisce il pacco mai aperto della FedEx. Vince Martin, infine, interpreta il pilota Albert Miller, seppellito da Noland sull’isola.

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Tom Hanks in Cast Away

La storia vera dietro il film

Contrariamente a quanto immaginato da molti, dietro Cast Away non vi è una storia vera. O meglio, non nei termini in cui è raccontata nel film. La vicenda di un ingegnere della FedEx che si ritrova naufrago per cinque anni su di un’isola disabitata è una pura invenzione narrativa degli autori del film. Vi sono però degli ovvi riferimenti al romanzo Robinson Crusoe, scritto da Daniel Dafoe nel 1719, il quale sarebbe stato ispirato alla vicenda del corsaro britannico Alexander Selkirk. Questi visse da naufrago per quattro anni e quattro mesi, dall’ottobre 1704 al 2 febbraio 1709, dopo essere stato abbandonato dal suo capitano nei mari del sud dell’oceano Pacifico su un’isola deserta facente parte dell’arcipelago Juan Fernández.

Rimasto sull’isola con null’altro se non alcuni vestiti, un moschetto, della polvere da sparo, un’accetta e alcuni strumenti da falegname, un coltello, un piatto da cucina, una Bibbia, un materasso, Selkirk iniziò ad adattarsi procurandosi il cibo, esplorando l’isola e sfruttando le risorse che essa offriva. L’uomo fu poi salvato da una nave arrivata sull’isola nel 1709 e ben presto la sua storia si diffuse rapidamente in tutta l’Inghilterra, ispirando Dafoe nella scrittura del suo romanzo. Se dunque bisogna ricercare una storia vera dietro il film Cast Away, questa è certamente quella di Selkirk, uno dei più noti naufraghi di cui si è a conoscenza.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Cast Away grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Paramount+, Tim Vision, Now e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26 dicembre alle ore 21:15 sul canale Rete 4.

Fonti: IMDb, quora

The Northman: la spiegazione del finale del film

The Northman: la spiegazione del finale del film

Con i film The Witch e The Lighthouse, il regista Robert Eggers si è affermato come uno dei cineasti più interessanti del momento, con una forte visione autoriale e la capacità di costruire ogni suo progetto con una cura e un’attenzione ai dettagli particolarmente lodevoli. In attesa di vedere questo Natale il suo nuovo lungometraggio, Nosferatu, il suo terzo lungometraggio, The Northman (qui la recensione), non è stato da meno in termini di ricostruzioni storiche e mitologiche.

Per questo film Eggers ha infatti collaborato con degli storici e ha svolto una meticolosa ricerca sul periodo dei vichinghi, per rendere le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena il più autentici possibile, tornando al tempo stesso a un periodo precedente all’influenza del cristianesimo sulla cultura vichinga. Offre così un ritratto non stereotipato di queste popolazioni, portando sul grande schermo la leggenda che ha poi dato vita al celebre Amleto di William Shakespeare.

Per chi è diventato un grande fan di Eggers dopo aver visto i suoi primi film o per chi è appassionato del genere, è dunque questo un film da non perdere e in questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a The Northman. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Northman cast

La trama e il cast di The Northman

Ambientato all’inizio del X secolo, il film racconta la storia del giovane Amleth. Il ragazzo, figlio del re Aurvandil, assiste all’uccisione del padre per mano di suo zio, Fjölnir. Amleth riesce a scappare, ma da quel momento attenderà l’occasione giusta per fare ritorno nella sua terra natia per vendicare il padre e salvare anche sua madre, la regina Gudrún. Nel viaggio per raggiungere le fredde coste che non tocca da anni, Amleth incontrerà poi Olga, una maga slava, che diverrà sua alleata.

Ad interpretare Amleth vi è l’attore Alexander Skarsgård, il quale da tempo desiderava realizzare un film sui vichinghi e trovò infine in Eggers la persona giusta con cui realizzarlo. Accanto a lui, nel ruolo di sua madre Gudrún vi è l’attrice Nicole Kidman mentre re Aurvandil è interpretato da Ethan Hawke. L’attore Claes Bang interpreta lo zio Fjölnir mentre Anya Taylor-Joy è Olga. Recitano poi nel film anche Willem Dafoe nel ruolo di Heimir e Björk in quello della Veggente.

La spiegazione del finale del film

The Northman si conclude con Amleth che uccide Fjölnir e, dopo essere stato pugnalato mortalmente dallo zio durante la lotta, ascende al Valhalla. Sebbene il film si concluda in un modo piuttosto scontato, vale la pena esplorare alcuni aspetti della storia narrata, a partire dal perché il protagonista ci ha messo tanto a compiere la sua vendetta. Non appena suo padre Aurvandill viene assassinato, Amleth giura infatti di vendicarlo, salvare sua madre e uccidere suo zio.

Tuttavia, ci vuole molto tempo prima che Amleth potesse mettere in atto questo piano. Trascorre infatti anni lontano dal suo villaggio, in quanto non ancora pronto ad affrontare Fjölnir. In gioventù, infatti, Amleth non ha le capacità o i mezzi necessari per attaccare lo zio e senza gli elementi soprannaturali, compreso l’aiuto della Veggente, avrebbe probabilmente fallito. Il suo primo istinto è stato dunque quello di nascondersi e aspettare.

The Northman cast
Alexander Skarsgard e Anya Taylor-Joy in The Northamn. Foto di Aidan Monaghan / © 2021 Focus Features, LLC.

Quando poi Amleth riceve la visita della Veggente, capisce di essere pronto ad affrontare Fjölnir. Prima dello scontro finale, però, Amleth ha una visione della Valchiria che lo porta nel Valhalla su un cavallo alato. Si tratta di un segno di morte, ma in questa scena è più un presagio. Averla vista infatti prima dello scontro con lo zio, gli ha fatto capire che solo portando a termine la sua missione si sarebbe guadagnato il suo posto nel Valhalla.

Uno dei maggiori colpi di scena di The Northman, però, si ha quando si apprende che la regina Gudrún non è estranea alla caduta del marito, ma anzi ne è l’artefice. Esplorando il passato di Gudrún capiamo però che la donna era schiava del re vichingo e che la stessa nascista di Amleth è frutto di uno stupro. Re Aurvandill, dunque, è venerato solo da Amleth, ma l’apprendere la sua vera natura modifica la vendetta di Amleth in modi prima imprevisti. Si sviluppa dunque una certa comprensione nei confronti di Gudrún e la vendetta di Amleth diventa più controversa.

Il reale rapporto tra Gudrún e Aurvandill viene in realtà anticipato già dalle prime scene. Quando il re torna dalla guerra, non ha attenzioni per la moglie. Quando lei prova a chiedere se vuole fare sesso, lui la respinge. In particolare, durante la scena del banchetto, Fjölnir interviene in difesa di lei quando il suo nome e il suo onore vengono infangati da qualcuno nella sala. Aurvandill, invece, non fa nulla per prendere le sue difese. Uno sguardo tra Gudrún e Fjölnir lascia poi intendere che il loro piano di omicidio è già stabilito.

The Northman trama film

Ad ogni modo, la Veggente e lo stregone Heimir sono dalla parte della regalità e per questo si recano da Amleth nel tentativo di aiutarlo a realizzare i suoi obiettivi. Heimir, in particolare, aveva un attaccamento personale ad Aurvandill, ed è sua intenzione garantire che la discendenza portasse avanti il regno. È per questo che guida Amleth verso la spada che avrebbe poi usato per uccidere Fjölnir, nella speranza di vedere sul trono il legittimo re.

Il film, dunque, è un po’ più profondo di ciò che si potrebbe pensare. Amleth può essere alimentato dall’odio per lo zio e le sue azioni, ma sta anche cercando di trovare il proprio scopo nella vita. Il suo viaggio, per molti versi, consiste nel reclamare ciò che un tempo aveva perso, nel trovare una nuova famiglia in mezzo a quella che non ha mai potuto avere e nel compiere il destino a cui è sempre stato destinato, anche se ciò significa rendere la propria vita.

Il trailer del film e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Northman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Squid Game 3 uscirà molto prima di quanto pensiate

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Squid Game 3 uscirà molto prima di quanto pensiate

Squid Game 3, la terza stagione di Squid Game è confermata e non ci vorrà molto perché venga trasmessa su Netflix. Dopo tre anni di attesa, la stagione 2 di Squid Game è finalmente arrivata. Il secondo capitolo della storia che ha conquistato il mondo nel 2021 ha richiesto un bel po’ di tempo per uscire, cosa non rara per i drammi K a grande budget. Squid Game è diventato rapidamente lo show più visto di tutti i tempi di Netflix al momento della sua uscita nel dicembre 2021, ed era facile prevedere che la serie sarebbe stata rinnovata per una seconda stagione.

Sebbene la maggior parte dei personaggi della prima stagione di Squid Game sia morta, Squid Game 2 è la diretta continuazione della prima stagione e vede il ritorno di Gi-gun (Lee Jung-jae) alla competizione, mentre cerca di distruggere i giochi una volta per tutte. Visto quanto accade nel finale della seconda stagione di Squid Game, non sorprende che la terza stagione di Squid Game sia già stata confermata e abbia una data di uscita. Fortunatamente, gli spettatori non dovranno aspettare a lungo per vedere come andrà a finire.

Squid Game 3 è in post-produzione e uscirà nel 2025

Nell’agosto del 2024, Netflix ha annunciato che, oltre alla seconda stagione, Squid Game sarebbe tornato per una terza e ultima stagione. Lo streamer ha anche rivelato che la terza stagione di Squid Game uscirà nel 2025, anche se non è stata indicata una data di uscita specifica. Sebbene Squid Game sia stato ufficialmente rinnovato per la seconda stagione solo nel 2022, si può presumere che la seconda e la terza stagione siano state girate back-to-back. Questa non è una strategia insolita per i drama K originali di Netflix, e lo stesso è stato fatto per Sweet Home.

Il fatto che le stagioni 2 e 3 di Squid Game escano a distanza relativamente breve l’una dall’altra aiuta a spiegare perché lo show abbia impiegato così tanto tempo a tornare dopo la prima stagione. Gli show in streaming che impiegano più anni per rilasciare nuove stagioni non sono una novità, ma sapere che Netflix stava sviluppando due stagioni di Squid Game allo stesso tempo rende l’attesa di tre anni degna di nota. La terza stagione di Squid Game, in uscita nel 2025, rende anche i principali cliffhanger della seconda stagione più facili da digerire, visto che non ci vorrà molto per risolverli.

Le stagioni 2 e 3 di Squid Game sono state scritte come un’unica grande storia

Gi-hun Squid Game - Stagione 2

A Deadline, il creatore di Squid Game Hwang Dong-hyuk ha spiegato di aver scritto le stagioni 2 e 3 di Squid Game come un’unica grande storia. Hwang ha spiegato di aver scritto entrambe le stagioni nello stesso momento e che anche la produzione delle stagioni 2 e 3 è avvenuta contemporaneamente. Visto il successo di Squid Game nel 2021, è logico che Netflix abbia dato il via libera a due ulteriori stagioni una volta che Hwang Dong-hyuk ha confermato di avere un’altra storia da raccontare. Tuttavia, solo ora è stato confermato che le stagioni 2 e 3 erano effettivamente in produzione nello stesso periodo.

L’episodio più lungo della seconda stagione di Squid Game è stato l’episodio 5, della durata di 76 minuti.

Si tratta praticamente della stessa strategia utilizzata da Netflix per Sweet Home, la cui prima stagione è uscita nel 2020 ed è diventata la prima serie coreana a raggiungere le classifiche mondiali sulla piattaforma di streaming. Netflix ha rinnovato Sweet Home per due stagioni e, mentre la seconda stagione ha impiegato tre anni per arrivare, la terza e ultima stagione è uscita sei mesi dopo. Utilizzando Sweet Home come parametro, potrebbe essere necessario meno di un anno per l’ uscita della stagione 3 diSquid Game.

La data di uscita di Squid Game 3 spiega il numero di episodi più breve della Stagione 2

Red Light, Green Light

La stagione 2 di Squid Game ha sette episodi, due in meno rispetto alla prima stagione. Sebbene possa essere frustrante che Squid Game sia tornato con soli sette episodi dopo un’attesa di tre anni, il modo in cui le stagioni 2 e 3 sono state pianificate lo giustifica. Hwang ha sottolineato che, mentre scriveva la sceneggiatura della seconda stagione, si è reso conto che l’episodio 7 era un buon punto di svolta per la storia e il posto giusto per fermarla prima della terza stagione. Si tratta di una strategia in qualche modo simile alla recente strategia di Netflix di dividere le stagioni in due o tre parti, anche se non è esattamente la stessa cosa.

Netflix non ha ancora rivelato quanti episodi avrà la terza stagione di Squid Game. Considerando che le stagioni 2 e 3 sono state scritte e prodotte nello stesso periodo, non sarebbe sorprendente se Squid Game 3 avesse lo stesso numero di episodi della seconda stagione. La differenza è che questa volta i prossimi episodi di Squid Game non tarderanno ad arrivare come nella seconda stagione. Anche se la stagione 3 di Squid Game ha un numero relativamente breve di episodi, il ritmo potrebbe funzionare bene visto che la stagione 2 ha lasciato le cose in sospeso.

Squid Game – stagione 2: la spiegazione di ogni gioco della seconda stagione

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Molti dei giochi per bambini della stagione 1 di Squid Game ritornano nella stagione 2, che vede anche l’aggiunta di nuovissimi giochi mortali. Dopo tre anni di attesa, la stagione 2 di Squid Game ha debuttato su Netflix il 26 dicembre 2024. Lee Jung-jae torna nei panni del vincitore di Squid Game, Seong Gi-hun, che ora cerca di fermare la competizione dall’interno. Tuttavia, questo significa che deve affrontare di nuovo i giochi.

La fine della stagione 1 di Squid Game aveva confermato che Gi-hun era ora in missione contro gli organizzatori dei giochi. Sebbene la seconda stagione sia stata ricca di azione e abbia visto Gi-hun collaborare con mercenari e sicari per abbattere i giochi, Squid Game non ha perso di vista ciò che aveva reso la prima stagione così interessante. I giochi erano letali come sempre, e la seconda stagione includeva sia i giochi visti nella prima stagione di Squid Game che nuove sfide.

Ddakji

Ddakji squid game 2

Episodio 1

Ddjaki è il gioco che il venditore (Gong Yoo) fa in entrambe le stagioni di Squid Game 1 e 2 per reclutare potenziali giocatori per lo Squid Game. Secondo la Biblioteca della Contea di Los Angeles, “ilDdakji è un gioco tradizionale sudcoreano giocato con tessere di carta piegate, chiamate anche ddakji”. Nel mondo di Squid Game è giocato solo dal venditore ed è punito con schiaffi in faccia quando il giocatore perde e non può ripagare i suoi debiti.

In questo modo, il ddjaki funge da prefigurazione delle circostanze reali dello Squid Game. Il venditore che schiaffeggia i giocatori che reclutano se perdono è una sorta di manovra di ammonimento che lascia intendere che i giocatori che perdono il gioco sono vulnerabili a farsi male e, peggio ancora, a finire morti.

Sebbene il ddjaki sia un semplice gioco per bambini che consiste nel lanciare una busta colorata e cercare di far cadere a terra l’altra busta, viene utilizzato come gioco principale per reclutare giocatori per il Gioco dei Calamari. È anche il modo in cui Gi-hun e i suoi soci riescono a trovare il Venditore anni dopo.

Bread And Lottery

Bread And Lottery

Episodio 1

“Pane e lotteria” è il titolo dell’episodio 1 della stagione 2 di Squid Game ed è un nuovo gioco di reclutamento utilizzato dal Venditore nell’episodio di apertura della nuova stagione. Il Venditore acquista 100 pasticcini e 100 biglietti della lotteria e li offre a persone apparentemente casuali in pubblico, in pieno giorno. Secondo il tipico processo ricorrente del Venditore, egli prende di mira persone che sembrano essere in grande svantaggio finanziario, alcune delle quali potrebbero essere senzatetto. Si avvicina a loro e offre la possibilità di scegliere tra cibo a base di pane e un biglietto del gratta e vinci.

Molte persone prendono il biglietto della lotteria e lo grattano immediatamente, per poi scoprire di aver preso la decisione sbagliata quando il loro biglietto della lotteria non valeva nulla e, di conseguenza, si sono ritrovate senza niente. Il commesso sottolinea questo punto calpestando tutti i pasticcini non scelti, che erano perfettamente buoni e commestibili, ma che spesso erano considerati meno preziosi dei biglietti della lotteria.

Il punto che il venditore fa con il suo gioco della rottura e della lotteria è che le persone spesso scelgono il rischio con una ricompensa più alta rispetto a una garanzia di valore inferiore, anche quando sono disperate. Mostra quanto facilmente la speranza possa essere commercializzata e venduta senza alcun risultato, il che è essenzialmente la radice di tutti i giochi d’azzardo.

Jokenpô

Jokenpô

Episodio 1

Il terzo gioco introdotto nella stagione 2 di Squid Game avviene verso la fine del primo episodio, quando il venditore costringe il signor Kim e Woo-seok a giocare per determinare chi di loro sopravviverà. Jokenpô, altrimenti noto come Sasso carta forbice, si spiega da sé. Tuttavia, il commesso aggiunge un tocco in più. Giocano a “Jokenpô meno uno”, dove inizialmente giocano due mani contemporaneamente e devono rimuovere una delle loro scelte a ogni turno.

Il signor Kim lascia vincere Woo-seok, scegliendo di morire per salvare la vita del suo amico.

Ciò che rimane risulta in un pareggio o in un vantaggio rispetto alla scelta dell’altro. La carta copre il sasso, il sasso rompe le forbici e le forbici tagliano la carta. È uno dei giochi per bambini più elementari e comuni. Woo-seok batte tragicamente il suo capo, il signor Kim, in Jokenpô, e il commesso uccide il signor Kim e risparmia Woo-seok dopo aver sorpreso entrambi a seguirlo.

Roulette russa

Roulette russa

Episodio 1

La roulette russa è un altro gioco estremamente comune e conosciuto che non è assolutamente un gioco per bambini, poiché è incredibilmente pericoloso. Il commesso introduce questo gioco a Gi-hun per determinare, o meglio lasciare che sia il “destino” a decidere, come dovrà finire il loro conflitto in Squid Game, stagione 2, episodio 1. Il commesso lo fa anche in Squid Game, stagione 2, episodio 2. Il Commesso gioca anche a questo gioco insieme a Jokenpô con il signor Kim e Woo-seok all’inizio dell’episodio.

Gi-hun e il Venditore sparano a turno con un revolver calibro 6 alla propria testa con un solo proiettile caricato. Il colpo iniziale ha una probabilità di 5/6 di non essere caricato, ma man mano che il gioco prosegue, le probabilità che il proiettile sia carico aumentano. Il commesso e Gi-hun giocano con onore, il che porta a 5 colpi a salve e all’ultimo proiettile carico che viene sparato dal commesso, uccidendolo. In questo modo Gi-hun riesce a mettersi in contatto con l’Uomo di Fronte e a rientrare nel Gioco dei Calamari.

Luce rossa, luce verde

Red Light, Green Light

Episodio 3

Gli spettatori della prima stagione diSquid Game riconosceranno immediatamente l’iconico gioco Red Light, Green Light. Come primo gioco cerimoniale del Gioco dei Calamari, le regole sono molto semplici: muoversi da un lato all’altro della mappa mentre la musica suona e dopo l’annuncio delle parole “Luce verde”. All’annuncio del comando “Semaforo rosso”, i giocatori devono smettere di muoversi e rimanere completamente immobili per rimanere in gioco.

Nel mondo di Squid Game, i giocatori che non riescono a rimanere completamente immobili durante le fasi di “Luce rossa” vengono colpiti e uccisi all’istante dai cecchini delle guardie rosa. Un rilevatore di movimento nella bambola gigante all’estremità della mappa scansiona i giocatori e determina chi si muove e quindi chi viene eliminato a ogni turno. Il gioco ha una politica di tolleranza zero per qualsiasi tipo di movimento durante le fasi a luce rossa, quindi molti giocatori vengono immediatamente uccisi per aver inciampato, scosso o addirittura spinto da altri giocatori.

Pentathlon a sei zampe

Pentathlon a sei zampe Episodi 4-5

Episodi 4-5

Uno dei nuovi giochi della stagione 2 di Squid Game è un pentathlon a sei gambe che prevede diversi mini-giochi. Come seconda prova di questa versione attuale di Squid Game, che nella stagione 1 era Dalgona, i giocatori devono formare squadre di cinque persone e designare un giocatore per ogni mini-gioco. Le squadre di cinque persone vengono poi separate dalle loro gambe, da cui il termine “sei gambe”, che le costringe a camminare insieme in cerchio da una stazione all’altra. Le squadre hanno cinque minuti per completare tutti e cinque i mini-giochi del pentathlon e tagliare il traguardo per rimanere in vita, mentre i perdenti vengono uccisi a vista in caso di fallimento.

  • Gioco 1 – Ddakji: Il gioco a due buste che il commesso fa per reclutare i giocatori negli episodi precedenti è il primo gioco del pentathlon a sei gambe.
  • Gioco 2 – Pietra volante: Questo gioco consiste nel rovesciare una pietra verticale a terra con un’altra pietra da una distanza di circa 3 metri.
  • Gioco 3 – Gong-gi: Questo gioco, chiamato anche fante coreano, richiede che i giocatori prendano dei sassolini o delle pietre di plastica attraverso una serie di livelli, terminando con l’atterraggio di tutti e cinque i sassi sul dorso della mano del giocatore e prendendoli tutti per completare il gioco.
  • Gioco 4 – Trottola: questo gioco richiede che il quarto giocatore avvolga una corda sottile intorno a una trottola di metallo e la rilasci sul pavimento. Il giocatore vince se la trottola gira.
  • Gioco 5 – Jegi: Il quinto e ultimo gioco è probabilmente il più facile. I giocatori devono calciare il giocattolo in aria, come un sacco a pelo, per cinque volte consecutive.

Mescolare

Mingle squid game 2

Episodi 5-6

Mingle è il terzo gioco ufficiale della stagione 2 di Squid Game ed è un altro gioco nuovo di zecca della serie. Le regole, come la maggior parte degli altri giochi della serie, sono piuttosto semplici. I giocatori si mettono insieme su una piattaforma gigante tipo giostra finché non si ferma e viene chiamato un numero attraverso l’interfono.

A questo punto, i giocatori si dividono in gruppi in base al numero annunciato e cercano rifugio nelle varie piccole camere che circondano la stanza. I giocatori che non riescono a raggiungere una porta o che non soddisfano i requisiti numerici esatti per ogni round vengono uccisi a vista dalle guardie rosa armate. Poiché si prendono decisioni in una frazione di secondo, in Mingle si verificano diversi tradimenti.

Turno speciale (Luci spente)

Special Round (Lights Out)

Episodi 6-7

Il gioco dei calamari della seconda stagione viene interrotto a causa della rivolta guidata da Gi-hun e da altri concorrenti. Ma prima c’è stato il consueto “Special Round”. Il Gioco Speciale, o Lights Out, non è ufficialmente regolamentato ma fa parte delle dinamiche del Gioco dei Calamari. I giocatori ricevono delle forchette con i loro pasti dopo che una votazione ha portato a un pareggio e a una nuova votazione che si sarebbe svolta il giorno successivo.

Piuttosto che permettere ai concorrenti di dormire sulle loro decisioni, i supervisori di Squid Game permettono ai giocatori di tenere le loro forchette, che molti usano per tendere agguati e uccidere i concorrenti avversari durante la notte. Poiché è l’unico gioco che i concorrenti non sono costretti a fare nella stagione 2 di Squid Game, è il più raccapricciante da guardare, poiché si tratta fondamentalmente di un omicidio di massa.

Ted Lasso: la storia della quarta stagione è stata definita dal co-creatore “un’auto-riproduzione”

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La storia della quarta stagione di Ted Lasso viene aggiornata dal co-creatore Bill Lawrence. A più di un anno dalla chiusura del terzo capitolo della dramedy calcistica, ad agosto è stato riferito che si stavano mettendo in atto i piani per far partire la quarta stagione di Ted Lasso. Warner Bros. TV, lo studio dietro la serie di successo di Apple TV+, avrebbe contattato gli attori e verificato la loro disponibilità nella speranza di mettere in piedi una writers’ room. Ma i dirigenti della WB TV, così come il cast e la troupe, sono stati riluttanti a confermare l’effettivo ritorno della serie.

In un’intervista rilasciata al Los Angeles Times per discutere alcuni dei suoi recenti progetti televisivi, tra cui il finale della seconda stagione di Shrinking, Lawrence ha dato la risposta più sincera sulla quarta stagione. Lo scrittore veterano, che ha creato Ted Lasso insieme a Jason Sudeikis, Brendan Hunt e Joe Kelly, chiarisce di non essere la voce creativa principale dello show e che sarà Sudeikis a condividere i dettagli del prossimo episodio. Tuttavia, nella citazione che segue, Lawrence descrive la quarta stagione di Ted Lasso come un “auto-riavvio” e non contesta il fatto che stia accadendo:

Sono sempre molto attento ad assicurarmi che non venga mai fuori dalla mia bocca che si tratta del mio show, perché sono molto orgoglioso di farne parte. Ma è Jason a guidarlo. Ma l’unica cosa su cui è sempre stato molto chiaro, senza divulgare nulla, è che la storia che abbiamo ideato per le prime tre stagioni era “Ted Lasso” con un inizio, una parte centrale e una fine; senza dubbio aveva una fine, lo si vedeva saltare e andare a casa. Questo mi ha aiutato a consolidare i miei pensieri e non voglio parlare per lui, ma sarebbe interessante vedere che c’è sempre un’altra storia da raccontare con personaggi che piacciono alla gente, ma è una storia diversa. È quasi un auto-riavvio. Credo che lui [Jason] abbia sempre avuto in testa un’altra storia da raccontare.

Cosa potrebbero significare i commenti di Lawrence per Ted Lasso

Ted Lasso, come Shrinking, è stato concepito come una storia in tre parti. Quando è stato trasmesso il finale della terza stagione, la storia del protagonista Ted si è conclusa ed è tornato negli Stati Uniti per stare con la sua famiglia. I commenti di Lawrence potrebbero significare che, come ipotizzato, la presenza sullo schermo di Sudeikis nei panni dell’allenatore Lasso passerà in secondo piano, poiché la quarta stagione si concentrerà su una squadra di calcio femminile. Potrebbe anche significare che il focus sulla squadra centrale dell’AFC Richmond continua, anche se senza che Lasso sia un punto focale.

Da quando è stata diffusa la notizia che la Warner Bros. TV sta lavorando per realizzare la quarta stagione, non c’è stato molto movimento su quello che sarà il futuro della serie, a parte il fatto che Phil Dunster non tornerà come membro principale del cast di Ted Lasso a causa dei suoi impegni con altre serie, anche se potrebbe comunque fare delle apparizioni come ospite. Le osservazioni di Lawrence sottolineano il fatto che il prossimo capitolo dello show non sarà una semplice continuazione di ciò che è venuto prima, ma una nuova idea.

I migliori cartoni animati anni ’70 da vedere

I migliori cartoni animati anni ’70 da vedere

Ogni generazione ha i propri cartoni animati di riferimento. Titoli con cui è cresciuta e che hanno saputo insegnare importanti valori attraverso un intrattenimento il più universale possibile. Questo tipo di opere, spesso sottovalutate, rimangono però nel cuore degli spettatori, indicando periodi della propria vita in cui bastava guardare qualche puntata del proprio cartone preferito per sentirsi felici. Molti dei protagonisti di questi prodotti sono spesso considerati veri e propri amici, dai quali è sempre bello tornare. Per chi è cresciuto nei primi anni Settanta (ma non solo), ecco allora un elenco dei migliori cartoni animati anni ’70, da recuperare e riscoprire!

I migliori cartoni animati anni ’70 da vedere

Negli anni ’70 i cartoni animati hanno iniziato ad avere sempre più spazio e successo in televisione, permettendo l’arrivo di titoli provenienti da ogni parte del mondo. Se il Giappone è ovviamente stato in prima linea in ciò, offrendo alcuni dei cartoni più iconici e popolari di sempre, anche cartoni provenienti dagli Stati Uniti e dall’Italia hanno avuto il loro successo. Molti dei titoli mandati in onda in questo decennio si sono poi affermati come cartoni animati estremamente popolari ancora a distanza di anni dalla loro distribuzione. Ecco di seguito i titoli da non perdere!

Serie e personaggi a cartoni animati anni ’70

Cartoni animati anni '70 elenco

Negli anni ’70 la Disney non aveva ancora dato vita alla propria divisione focalizzata sui cartoni animati per la televisione. A contrapporsi all’invasione di prodotti giapponesi, dunque, dovettero pensarci alcuni prodotti statunitensi divenuti poi particolarmente celebri. In questo decennio, però, si sono affacciate sulla televisione anche alcuni dei primi cartoni animati italiani. Titoli che sono ancora oggi dei gioielli in quanto a concezione e realizzazione. Ecco i titoli da non perdere.

  • Mio Mao. Mio Mao, è una serie televisiva in animazione stop motion per bambini ideata negli anni settanta da Francesco Misseri. Questa aveva come protagonisti due gattini curiosi, uno rosso e uno bianco, che giocando in giardino incontravano ogni volta animali diversi con i quali fare amicizia. Composta da 26 episodi, fu una delle prime serie animate trasmesse dalla Rai.
  • Josie e le Pussycats. È questa una serie televisiva animata prodotta da Hanna-Barbera dal 1970 al 1971 e basata sull’omonima serie a fumetti, Josie and the Pussycats, edita dalla Archie Comics. La storia è quella di una band musicale pop formata da tre ragazze, la chitarrista Josie, la tamburellista Valerie e la batterista Melody che, durante le pause dei loro tour, si imbattono in misteri e strane avventure.
  • Calimero. Calimero è un anime televisivo italo-giapponese, basato sul celebre personaggio di Calimero originariamente creato da Nino e Toni Pagot, composto di due serie realizzate in collaborazione con la Toei Animation nel 1972. Composta da 47 episodi la serie andò in onda dal 1972 al 1975, contribuendo a rendere iconico il suo protagonista.
  • La famiglia Addams. La famiglia Addams è una serie animata, con protagonista la famiglia Addams creata da Charles Addams, prodotta dalla Hanna-Barbera nel 1973. Composta da appena 16 episodi, questa è stata la prima serie animata dedicata alla famiglia più spaventosa di sempre. Un grande successo che ha contribuito alla realizzazione di tante altre opere dedicate agli Addams.
  • La linea. La Linea è il personaggio ideato da Osvaldo Cavandoli, protagonista di un cartone animato e di fumetti. Il cartone animato è costituito da un omino che percorre una linea virtualmente infinita e di cui è anch’esso parte integrante. Il personaggio incontra nel suo cammino numerosi ostacoli e spesso si rivolge al disegnatore affinché gli disegni la soluzione ai suoi problemi.
  • The Tom & Jerry Show. Il gatto e il topo più conosciuti di tutti i tempi tornano in una nuova serie di esilaranti avventure in questa che è la prima serie televisiva basata sui cortometraggi di cui erano stati protagonisti. La serie è nota per presentare i due protagonisti come amici (sebbene spesso in competizione), in modo da rimuovere la controversa violenza dei corti e adattarsi agli standard televisivi.
  • Quaq Quao. Quaq Quao è una serie d’animazione televisiva italiana per bambini di 26 episodi da 5 minuti ciascuno, che racconta le avventure di un anatroccolo bianco alla scoperta del mondo e degli altri animali, ciascuno dei quali si esprime emettendo un proprio verso peculiare. La serie, una delle prime produzioni italiana, è realizzata in stop-motion.
  • The Scooby-Doo Show. The Scooby-Doo Show è la terza serie televisiva animata di Scooby-Doo prodotta da Hanna-Barbera. La serie narra le avventure di quattro adolescenti ed un Alano parlante che hanno la passione per i misteri e l’occulto. Quando i ragazzi si allontanano per visitare luoghi come musei, case abbandonate ecc. vengono coinvolti in un mistero, avendo come antagonisti fantasmi, mostri, vampiri e molte altre creature.
  • Le nuove avventure di Braccio di Ferro. Il marinaio più famoso del mondo, Braccio di Ferro, la sua amata fidanzata Olivia e il perfido Bruto vivono mille avventure in cui il bene trionfa grazie ad una porzione di spinaci in scatola. In onda dal 1978 al 1983 con 65 episodi, questa serie ha portato in televisione l’amato personaggio dei fumetti.
  • Flash Gordon. Flash Gordon è una serie televisiva a cartoni animati prodotta nel 1979 dalla Filmation composta da 32 episodi. È una serie avventurosa fantascientifica ispirata al personaggio di Flash Gordon, ideato nel 1934 da Alex Raymond come striscia a fumetti. Precipitato sul pianeta Mongo in compagnia della bella Dale Arden e del Dottor Zarkov, Flash Gordon comincia il suo viaggio per terre aliene e fantastiche. Il suo obiettivo diventerà ben presto quello di sconfiggere Ming il Crudele, lo spietato tiranno del pianeta Mongo.

Serie, personaggi e sigle dei cartoni animati anni ’70 giapponesi

Cartoni animati anni '70 giapponesi

Il Giappone è noto per le sue opere d’animazione, conosciute con il nome di Anime. Oltre ai tanti lungometraggi, negli anni sono tantissime le serie anime arrivate in Italia, contribuendo a formare intere generazioni di spettatori. Tra titoli estremamente popolari e altri meno noti ma altrettanto validi, ecco un elenco di cartoni da recuperare assolutamente.

  • Le avventure di Lupin III. Si tratta della prima serie televisiva anime basata sul manga Lupin III di Monkey Punch. Arsenio Lupin III, nipote del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, è un ladro ricercato a livello internazionale, che insieme a Daisuke Jigen, Fujiko Mine e Goemon Ishikawa XIII compie numerosi furti di grande valore. La sigla italiana dal titolo “Planet O” è stata scritta da N. Cohen, con musica di S.Woods/F, ed è cantata da Daisy Daze and the Bumble Bees.
  • Ippotommaso. Ippotommaso è una serie animata giapponese prodotta da Tatsunoko per un totale di 300 episodi di soli cinque minuti. Composto da soli due personaggi, i quali vivono sempre nuove avventure, . La sigla italiana è Ippo Tommaso, cantata da Corrado Castellari e Le Mele Verdi. Il testo è di Mitzi Amoroso, la musica di Corrado Castellari e l’arrangiamento di Silvano D’Auria.
  • Doraemon. La trama segue le avventure del giovane e sfortunato Nobita Nobi, il quale, con l’aiuto di un gatto robot di nome Doraemon, cerca di cambiare il suo futuro e diventare una persona migliore. Tratto dall’omonimo manga, è questo uno degli anime più conosciuti di sempre, divenuto un vero e proprio fenomeno culturale senza tempo. La sigla italiana “Doraemon” è cantata da Cristina D’Avena.
  • Barbapapa. Barbapapa è stato il primo anime giapponese ad arrivare sulle televisioni italiane. Questa è tratta dai libri per bambini scritti da Annette Tison e Talus Taylor e per quanto indirizzata ad un pubblico infantile, le vicende affrontano temi complessi come quelli della diversità e dell’ecologia. La prima sigla italiana della serie “La famiglia dei Barbapapà” è interpretata da Roberto Vecchioni e dal gruppo Le Mele Verdi.
  • Heidi. Heidi, bambina orfana di cinque anni, si trasferisce dal nonno nelle montagne svizzere. Qui conosce Peter, un pastorello che ogni giorno porta al pascolo le capre degli abitanti e i due diventano subito grandi amici, vivendo innumerevoli avventure. La sigla italiana, tra le più conosciute tra tutte quelli dei cartoni animati, è stata scritta da Franco Migliacci ed interpretata dalla cantante Elisabetta Viviani.
  • L’ape Maia. Le avventure della piccola ape Maia, che lascia l’alveare in cui è nata per scoprire il mondo in compagnia dei propri simpatici amici insetti: Will, Flip, Kurt, Tecla e Alessandro. Un altro dei più popolari cartoni animati giapponesi di sempre, L’ape Maia è composto da 52 episodi e la sua celebre sigla stata scritta da Danilo Ciotti (Dancio), con musica di Marcello Marrocchi, arrangiamento di Gianni Mazza, ed è cantata da Katia Svizzero.
  • Jeeg Robot d’acciaio. Durante alcuni scavi archeologici il professor Shiba riporta alla luce un’antica campana di bronzo, che decide di nascondere nel petto di suo figlio Hiroshi, divenuto un cyborg in seguito ad un grave incidente. Quest’ultimo sarà così destinato a difendere l’umanità dai perfidi mostri Haniwa, trasformandosi nel robot Jeeg. Della celebre sigla esistono tre versioni: una cantata dal Mal, una da Fogus e una interpretata dai Superobots.
  • Ufo Robot Goldrake. Ufo Robot Goldrake è un anime giapponese, prodotto dal 1975 al 1977. L’anime si basa sul manga omonimo di Gō Nagai del 1973. Composto da 74 episodi, è questo un altro dei più celebri cartoni animati degli anni Settanta, con protagonista il robot Goldrake. In Italia l’anime ebbe notevole successo di pubblico e anche le versioni italiane delle sigle furono fra i singoli più venduti del 1978 con oltre settecentomila copie il primo e oltre un milione il secondo.
  • Candy Candy. La storia è quella di Candy, un’orfana che si vede adottata da una potente famiglia aristocratica. Tale evento la porterà a confrontarsi con contesti nuovi, che le offriranno tante sfide quante gioie. La sigla italiana “Candy Candy” è stata scritta da Lucio Macchiarella, con musica di Mike Fraiser e Bruno Tribaldi, con arrangiamento di Douglas Meakin, ed è stata cantata dai Rocking Horse.
  • Remì – Le sue avventure. Composto da 51 episodi, Remì – Le sue avventure è uno dei più struggenti cartoni animati degli anni Settanta. La storia è quella di un bambino sottratto alla sua famiglia, che da quel momento si trova a crescere passando di tutore in tutore, facendo sempre nuove esperienze e sperando un giorno di ritrovare i suoi veri genitori. La sigla italiana “Remì le sue avventure” è stata scritta da Vince Tempera ed è cantata da “I ragazzi di Remì“.
  • Yattaman. In assoluto uno dei cartoni animati giapponesi più celebri degli anni Settanta. Composto da 108 episodi, Yattaman vede il “Trio Drombo” seguire le istruzioni del Dottor Dokrobei, con il compito di ritrovare dei misteriosi frammenti per ottenere il gran filone d’oro. Ma i tre non hanno fatto i conti con i paladini della giustizia, gli Yattaman, che scoprono i loro piani e li inseguono con i loro robot a forma di animali. La celebre sigla italiana è stata scritta da Riccardo Zara e incisa dal gruppo I Cavalieri del Re.
  • Conan il ragazzo del futuro. Dopo una catastrofe nucleare, il pianeta è quasi interamente coperto dalle acque. Il giovane Conan, che vive insieme al nonno su un’isola sperduta, un giorno trova sulla spiaggia una ragazza svenuta di nome Lana. Quando i soldati di Indastria la rapiscono, Conan cercherà di salvarla, dando vita ad un’avventura che cambierà il destino stesso del mondo. Prodotto nel 1978, Conan – Il ragazzo del futuro è uno dei primi lavori di Hayao Miyazaki, leggenda dell’animazione giapponese. La sigla è cantata da Georgia Lepore, testo di Lucio Macchiarella, musica di Massimo Buzzi e arragiamenti di Mario Scotti. 
  • Capitan Harlock. La popolare serie di fantascienza è stata trasmessa in Giappone dal 1978 al 1979, per un totale di 42 episodi. Protagonista è il capitano Harlock, un militare emarginato diventato pirata, continuamente in giro per la Galassia in cerca di nuove avventure. La sigla italiana “Capitan Harlock” è scritta da Luigi Albertelli, su musica e arrangiamento di Vince Tempera e interpretata dal gruppo “La banda dei bucanieri”. Ha ricevuto diversi adattamenti al cinema, il primo film è datato il 2013.
  • Anna dai capelli rossi. Protagonista di questa serie animata, composta da 50 episodi, è Anna, una ragazza caratterizzata dalle tante lentiggini e i capelli rossi. Rimasta orfana, si trova a dover affrontare un’infanzia molto dura, vivendo numerose avventure. È l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, che ha attinto a piene mani dai ricordi della propria infanzia. La sigla italiana “Anna dai capelli rossi” è stata scritta da Luigi Albertelli, con musica e arrangiamento di Vince Tempera, ed è stata cantata dai Ragazzi dai Capelli Rossi e da Paola Orlandi. Netflix ha prodotto anche una serie Originale Netflix dal titolo Anna dai capelli rossi
  • Lady Oscar. Distribuita nel 1979 con un totale di 41 episodi, questo popolarissimo cartone animato narra la vita della regina Maria Antonietta dall’arrivo in Francia fino alla sua morte. A lei si affianca il personaggio immaginario Oscar François de Jarjayes, una donna cresciuta come un soldato, che stringe una profonda amicizia con la regina, ma aderirà al popolo nei tumulti antecedenti la Rivoluzione francese. La celebre sigla italiana “Lady Oscar” è stata composta da Riccardo Zara e dai Cavalieri del Re.
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Squid Game: la spiegazione del finale della stagione 2

Squid Game: la spiegazione del finale della stagione 2

Il finale della seconda stagione di Squid Game lascia gli spettatori su un cliffhanger ancora più grande di quello della prima stagione, dato che il torneo non è ancora finito quando il finale si conclude. Gli eventi dell’episodio finale della stagione 2, Amici o nemici, prendono una piega violenta, anche se non del tutto inaspettata. Sulla scia del voto di parità dell’episodio 6 per porre fine al torneo, la tensione è più alta che mai tra i giocatori rimasti. Una rissa mortale nel bagno degli uomini porta poi la situazione a un nuovo livello, uccidendo cinque persone, tra cui il personaggio di T.O.P., Thanos.

Al termine della rissa, i giocatori che votano per la fine dei giochi hanno la meglio: perdono solo due giocatori, mentre l’altra parte ne perde tre. Tuttavia, Gi-hun (interrpetato da Lee Jung-Jae) sospetta giustamente che gli avversari li attaccheranno mentre dormono. Propone così un piano per sopravvivere a questo scontro incombente e fuggire comunque dal torneo. Dopo aver trascorso gran parte di questa stagione cercando di ostacolare le persone che stanno dietro al torneo, Gi-hun suggerisce di usare l’inevitabile caos a loro vantaggio. Insieme ad altri personaggi colpisce coloro che gestiscono i giochi. Sfortunatamente, l’azione si ritorce contro di loro in modo spettacolare.

La spiegazione del piano di Gi-hun nel finale della seconda stagione di Squid Game

Il piano di Gi-hun nel finale della seconda stagione è semplice, anche se un po’ ingenuo. Dice ai suoi alleati di nascondersi sotto le cuccette quando scoppia la violenza notturna, poiché questo li proteggerà dai giocatori decisi a ridurre i numeri della loro squadra, ma darà loro anche l’elemento sorpresa. Gi-hun prevede che gli Uomini Mascherati arriveranno per sedare gli scontri non appena questi sfuggiranno di mano. Dopo tutto, i VIP hanno bisogno di qualcosa da guardare e i giochi non possono continuare se tutti loro muoiono.

Quando gli Uomini Mascherati arrivano, Gi-hun e i suoi alleati si fingono morti. Una volta che gli Uomini Mascherati si avvicinano abbastanza per controllarli, Gi-hun e i suoi alleati si fanno sotto. Mettono al tappeto gli Uomini Mascherati e rubano le loro armi, raccogliendo queste ultime per organizzare una rivolta. Non tutti i personaggi principali della seconda stagione accettano di combattere, ma Gi-hun guida una squadra fuori dal dormitorio verso la sala di controllo. Tuttavia, non arrivano molto lontano prima che gli Uomini Mascherati salgano su di loro e la maggior parte dei giocatori della squadra di Gi-hun muore durante la missione.

Anche Gi-hun e Jung-bae non raggiungono mai la sala di controllo, perché finiscono le munizioni prima che gli Uomini Mascherati e The Front Man li affrontino. Quest’ultimo riprende la sua vera identità nel bel mezzo della rivolta, anche se non rivela la verità a Gi-hun. Egli usa il suo walkie-talkie per far credere a Gi-hun di essere tra i morti, poi indossa la sua maschera prima di affrontarlo. Uccide tragicamente Jung-bae per la loro bravata e la seconda stagione si conclude con Gi-hun che piange accanto al corpo senza vita del suo amico.

Il commesso muore giocando alla roulette russa contro Gi-hun

 

Perché il piano di Gi-hun di inscenare una rivolta fallisce

Il piano di Gi-hun fallisce per diverse ragioni, la più importante delle quali è che The Front Man è coinvolto e chi gestisce i giochi è chiaramente preparato a ciò che sta per accadere. Ecco perché gli Uomini Mascherati vengono chiamati a raccolta per un “gioco speciale”. I capi li mettono sulla linea di fuoco, sapendo che questo sarà divertente per i VIP. Il fatto che orchestrino questo scontro fatale dimostra che per loro la vita degli Uomini Mascherati non vale molto di più di quella dei giocatori. Nonostante ciò, gli Uomini Mascherati continuano a fare ciò che gli viene detto.

Anche la squadra messa insieme da Gi-hun è impreparata, poiché ci sono molti più Uomini Mascherati che giocatori disposti a combattere. Anche con l’esperienza militare di Hyun-ju, sono totalmente in inferiorità numerica e non hanno abbastanza munizioni per lanciare con successo la loro rivolta. Dae-ho torna al dormitorio per prendere altre munizioni, ma non riesce a portarle agli altri giocatori. Durante il confronto finale, diventa evidente che non è un marine, almeno non uno che abbia mai combattuto prima. Naturalmente, il piano di Gi-hun sarebbe fallito anche senza la codardia di Dae-ho.

Anche The Front Man che fa il doppio gioco con Gi-hun gioca un ruolo importante, in quanto convince Gi-hun e Jung-bae dell’arrivo della cavalleria. Poi uccide i loro rinforzi e li tradisce, dimostrando che non c’è mai stata la possibilità che la missione di Gi-hun andasse a buon fine. Purtroppo, i giocatori avrebbero avuto maggiori possibilità di fuggire attraverso il processo di votazione del torneo, e il finale della seconda stagione di Squid Game lo dimostra. Probabilmente, però, è proprio questo il punto che The Front Man vuole raggiungere, rendendo il finale della seconda stagione ancora più tragico.

L'Uomo del Fronte uccide Jung-bae, amico di Gi-hun, e pone fine all'insurrezione
Lee Byung-hun è Front Man in Squid Game S2 Cr. No Ju-han/Netflix © 2024

 

La vera fedeltà del Capitano Park e il motivo per cui tradisce Jun-ho

Sebbene la maggior parte del finale della seconda stagione si concentri su Gi-hun e gli altri giocatori, il finale include un colpo di scena devastante per Jun-ho. Jun-ho e Gi-hun si uniscono all’inizio della seconda stagione e il loro piano consiste nel rintracciare Gi-hun sull’isola e aiutarlo a fermare i giochi. Questo non si realizza mai, perché il localizzatore di Gi-hun viene rimosso una volta portato al torneo. Jun-ho, Woo-seok e il Capitano Park trascorrono il resto della stagione alla ricerca dell’isola, ma c’è un buon motivo per cui non la trovano mai: il Capitano Park è compromesso.

L’episodio finale della seconda stagione di Squid Game rivela che il Capitano Park lavora per l’organizzazione che sta dietro al torneo e che sta guidando di proposito Jun-ho e Woo-seok nella direzione sbagliata. Questo almeno offre una spiegazione al fatto che abbia salvato Jun-ho dopo il finale della stagione 1. Ha senso che il Capitano Park lo trovi in acqua vicino all’isola, visto che è coinvolto nei giochi. È possibile che In-ho abbia mandato il capitano a cercare suo fratello, anche se non sappiamo ancora quale sia il ruolo del capitano Park.

Il Capitano Park uccide poi uno degli uomini di Jun-ho per non far trapelare il suo tradimento e gli altri non hanno ancora capito cosa sta facendo quando la seconda stagione si conclude. La rivelazione viene quindi lasciata alla terza stagione, che potrebbe mettere Jun-ho e Woo-seok in ulteriore pericolo quando scopriranno la verità.

Il capitano Park, soccorritore di Jun-ho, lavorava segretamente per i giochi per tutto il tempo
Lee Jung-jae è Seong Gi-hun, Wi Ha-jun è Hwang Jun-ho in Squid Game S2 Cr. No Ju-han/Netflix © 2024

Perché The Front Man lascia vivere Gi-hun alla fine della seconda stagione?

Per la terza stagione di Squid Game si prevede anche la rivelazione che The Front Man si è infiltrato nei giochi e ha finto di lavorare al fianco di Gi-hun e degli altri giocatori. In-ho non si rivela a Gi-hun durante il loro scontro, indossando invece la sua maschera nera quando uccide Jung-bae. In particolare, lascia Gi-hun vivo, quindi è probabile che il protagonista dello show lo affronti di nuovo nel corso della stagione finale. Non è però del tutto chiaro cosa intenda fare con Gi-hun dopo averlo catturato, ma il motivo per cui lo risparmia è evidente.

L’intero scopo di The Front Man nella stagione 2 di Squid Game è quello di far cedere Gi-hun, convincendolo che non ha senso ribellarsi alle potenti élite che stanno dietro ai giochi. Non è in grado di farlo durante il torneo stesso, ma l’uccisione di Jung-bae sembra poterlo fare. Uccidendo l’amico di Gi-hun per la sua rivolta, The Front Man mostra al leader cosa succede quando si prende posizione.

Egli fa ricadere la colpa sulle spalle di Gi-hun, sperando che la paura di sporcarsi le mani di sangue gli impedisca di compiere simili azioni in futuro. The Front Man conosce Gi-hun abbastanza bene da capire che non gli importa più di perdere la vita. È un rischio che è disposto a correre e lo rende evidente nel finale di questa seconda stagione. Costringerlo a convivere con le conseguenze della sua fallita rivolta è una punizione più grande, e The Front Man lo sa.

Lee Byeong-hun nel ruolo di Hwang In-Ho - The Front Man in Squid Game
Lee Byung-hun nel ruolo di Front Man in Squid Game S2 Cr. No Ju-han/Netflix © 2024

 

Qualcuno vince il torneo del gioco del calamaro? Cosa significa il risultato per la terza stagione

Con la rivolta di Gi-hun che funge da culmine della stagione 2 di Squid Game, il finale non rivela l’esito dell’ultimo torneo. Dopo la cattura di Gi-hun e Jung-bae, gli Uomini Mascherati uccidono gli altri giocatori coinvolti nella rivolta. Chiunque si trovi ancora nei loro alloggi – compresi coloro che sono tornati a prendere altre munizioni – viene presumibilmente autorizzato a votare se continuare o meno i giochi. Dato che il piano di Gi-hun uccide molti dei personaggi che erano contrari ad andare avanti, è lecito pensare che il torneo vada avanti.

La scena di metà titoli di coda lo conferma ulteriormente, anche se non è chiaro se a Gi-hun sia ancora permesso di partecipare al torneo. Molte delle questioni in sospeso che riguardano i giochi veri e propri dovrebbero essere risolte quando la terza stagione debutterà nel 2025. Fino ad allora, dovremo aspettare per conoscere il destino di alcuni dei migliori personaggi della stagione 2 di Squid Game.

Quali personaggi principali sono ancora vivi in vista della terza stagione?

Non è chiaro se ci sarà un salto temporale tra le stagioni 2 e 3 di Squid Game, ma molti dei personaggi principali di questa serie sono ancora vivi quando si conclude. Le morti più importanti del finale sono quelle di Thanos, Jung-bae e Gyeong-seok, anche se, dato che Gyeong-seok è stato colpito da un proiettile nella parte centrale, la serie potrebbe ancora sorprenderci. Dae-ho e Hyun-ju sopravvivono invece al piano di Gi-hun ed entrambi tornano al dormitorio per prendere altre munizioni. È lì che si trovano quando gli Uomini Mascherati ristabiliscono l’ordine, quindi sembra che parteciperanno ancora al torneo.

La coppia madre-figlio Geum-ja e Yong-sik sopravvive alla seconda stagione, ma non si unisce a Gi-hun nella sua missione per distruggere i giochi. Lo stesso vale per la giocatrice incinta Jun-hee e per il padre di suo figlio, Myung-gi. Alla fine della seconda stagione di Squid Game, inoltre, sono ancora vivi alcuni importanti giocatori favorevoli alla continuazione dei Giochi, tra cui Jeong-dae, Nam-gyu e Seon-nyeo. Non è chiaro se la terza stagione riprenderà esattamente dal finale, ma c’è la possibilità che alcuni di loro sopravvivano al secondo gioco Red Light Green Light.

Due scontri tra i votanti O e i votanti X
Choi Seung-hyun è Thanos in Squid Game S2 Cr. No Ju-han/Netflix © 2024

La spiegazione della scena a metà dei titoli di coda

La stagione 2 di Squid Game presenta una breve scena a metà dei titoli di coda, che mostra i giocatori rimasti che tornano nello spazio in cui si gioca a Red Light Green Light. Sembra che il gioco si ripeta, ma questa volta con un colpo di scena: c’è un nuovo pupazzo maschio, apparentemente intento a osservarli da dietro. Questo probabilmente spiega perché i giocatori si mettono in fila per vincere la partita, cosa che Gi-hun incoraggia a fare all’inizio della stagione.

In generale, la seconda partita di Red Light Green Light della seconda stagione di Squid Game sembra uno schiaffo a Gi-hun, poiché più giocatori possono vincere. Questo significa che le persone morte durante la sua rivolta avrebbero potuto avere una possibilità, anche se i voti erano a favore della continuazione. Purtroppo, potrebbero esserci altri giochi dopo questo, e la seconda bambola rende le cose molto più difficili. La serie lascia in sospeso l’esito del torneo, quindi dovremo aspettare per sapere chi sopravviverà a questo capitolo.

Tutti gli approfondimenti sulla Stagione 2 di Squid Game

Biancaneve: una clip rivela uno sguardo più ravvicinato alla nuova canzone di Rachel Zegler

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Una nuova clip del film Disney Biancaneve offre uno sguardo ravvicinato a una nuova canzone originale. Il cast di Biancaneve è guidato da Rachel Zegler, che interpreta la principessa titolare, mentre la star di Wonder Woman Gal Gadot interpreta la Regina Cattiva. Diretto da Marc Webb e con una sceneggiatura scritta da Greta Gerwig, Biancaneve si aggiunge al crescente numero di remake live-action della Disney. L’uscita del film era inizialmente prevista per il marzo 2024, ma è stata posticipata al 21 marzo 2025 a causa degli scioperi della SAG-AFTRA e della WGA.

Su X (ex Twitter), la Disney ha condiviso un’anteprima di “Waiting On a Wish”, una nuova canzone originale interpretata da Zegler e scritta per il film del 2025. La canzone inizia con un testo che racconta di come a Snow sia stato detto dal padre di essere nata durante una terribile tempesta di neve, che è la base del nome del personaggio in questa versione della storia. Nel prosieguo della canzone, Snow canta di volersi lasciare alle spalle le mura del castello e di attendere un miracolo per diventare chi è destinata a essere. Guardate la clip qui sotto:

Cosa significa per Biancaneve della Disney

La clip lascia intendere che la recitazione della Zegler e la sua performance vocale saranno tra i maggiori punti di forza del remake diBiancaneve. I migliori film di Rachel Zegler – TheHunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, West Side Story e Spellbound– sono tutti di successo quando i suoi personaggi cantano. Probabilmente sarà così anche in Biancaneve. La Zegler ha un talento fenomenale nel canto e nella recitazione, entrambi messi in mostra in “Waiting On a Wish”, scritta da Benji Pasek e Justin Paul.

Pur adattando molti elementi classici del film d’animazione Biancaneve uscito nel 1937, il film ha trovato il modo di aggiornare e migliorare la storia. “Waiting On a Wish” sembra essere un esempio lampante di ciò, in quanto la canzone non solo rivela dettagli sul passato di Biancaneve, ma aiuta ad approfondire il suo conflitto interiore e le motivazioni generali. Questo è uno dei tanti modi in cui la versione di Zegler di Snow sarà più sviluppata rispetto alla versione del 1937 del personaggio.

I 10 migliori meme del MCU del 2024, in ordine di importanza

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I 10 migliori meme del MCU del 2024, in ordine di importanza

Mentre il 2024 volge al termine, è tempo di raccogliere alcuni dei migliori meme in assoluto provenienti dai social media che hanno immortalato momenti del fandom del Marvel Cinematic Universe (MCU). I meme sono diventati uno dei più grandi linguaggi d’amore su Internet per i fan che esprimono la loro affinità e il loro legame con spettacoli, film, franchise, attori, personaggi e molto altro. Considerando la popolarità del MCU, il film ha naturalmente attirato l’attenzione di utenti intelligenti dei social media che hanno fornito spunti di riflessione che hanno risuonato con il resto della fanbase.

Nel 2024, spettacoli come Echo hanno ricevuto ascolti inferiori, con il nuovo personaggio che non è riuscito a generare molta attenzione online. Tuttavia, X-Men ’97 ha colpito una nota nostalgica per molti, portando a un grande impegno da parte dei fan. Dopo questo successo, Deadpool & Wolverine ha raddoppiato con un film che ha consegnato una lettera d’amore ai film Marvel che hanno preceduto il MCU, e Agatha All Along ha concluso l’anno con un grande successo, creando una delle storie più visivamente sorprendenti e uniche del MCU fino ad oggi.

Billy Maximoff ha problemi con la mamma

Agatha All Along ha visto diversi personaggi lottare con la loro percezione di chi sono. Con streghe i cui poteri erano andati perduti da decenni e un ragazzo che si sentiva come se stesse vivendo la vita di qualcun altro, la serie ha trascorso molto tempo a esplorare l’identità e le origini. Tuttavia, alla fine Billy Maximoff ha appreso la sua vera identità, ma gli ci è voluto un po’ di tempo per abituarsi a questa nuova conoscenza.

Shawn Levy, regista di Deadpool & Wolverine, ha rivelato che il film del MCU era originariamente impostato per rivelare che Deadpool e Wolverine erano sopravvissuti al finale quasi immediatamente. Tuttavia, una nota di Blake Lively ha fatto sì che venisse aggiunta più tensione al momento, con Paradox che faceva un discorso prima dell’arrivo degli eroi. Mi piace di più il finale del film, perché il pensiero che uno o entrambi gli eroi potessero essere davvero morti ha reso più epico ed emozionante il momento in cui sono apparsi sani e salvi.

Dopo aver scoperto chi è sua madre, Billy lotta ancora per accettare la verità. E questo tumulto interiore, con Billy che dichiara di avere una madre, ha portato a questo gioiello di meme. Wanda ha lottato con la perdita dei suoi amati figli e, nonostante li abbia creati con la magia, ha cercato in lungo e in largo un modo per riportarli indietro. Agatha All Along rivela ora che Billy è effettivamente sopravvissuto, solo per fargli rifiutare la madre che gli ha dato la vita.

Il carosello di camei in Deadpool e Wolverine

The Boys è uno show che si vanta della sua capacità di parodiare il genere dei supereroi e di mettere a nudo alcuni degli elementi più deboli di questa parte in evoluzione del cinema. Tuttavia, a volte i film di supereroi principali finiscono per ripetere alcuni aspetti dello show in un esilarante scherzo del destino. Questa scena, utilizzata come base del meme, traccia un parallelo esilarante tra The Boys e Deadpool & Wolverine grazie all’abbondante uso di camei.

Il fatto è che Deadpool & Wolverine ha fatto un lavoro straordinario nell’inserire decine di camei in modo soddisfacente, ma si è sentito come una carrellata di eroi e cattivi Marvel. Il film ha una scrittura brillante e una storia multiverso che prepara tutti questi camei, ma il confronto è comunque esilarante ed è uno dei meme più divertenti dell’anno. E si sente subito che almeno quattro dei cammei apparsi in Deadpool 3.

Il crossover MCU/DC che abbiamo sempre sognato

X-Men ’97 è stato un eccezionale tuffo nel passato, in quanto ha riportato in vita il classico cartone animato degli anni ’90. Lo show è un aggiornamento fedele, che riprende da dove la serie originale si era interrotta e matura insieme al pubblico che è cresciuto dopo la messa in onda, ma ci sono stati alcuni cambiamenti evidenti. In particolare, l’aggiornamento dell’animazione per un pubblico più moderno e la consapevolezza del modo in cui presenta le figure femminili, Rogue sembra aver subito una riduzione.

Ovviamente si tratta di una piccola parte di un cartone animato, ma il modo in cui Internet si è attaccato alla riduzione del derriere di Rogue in X-Men ’97 è stato assolutamente esilarante. Di conseguenza, questo meme, che vede scontrarsi l’Universo DC e il MCU, è incredibile sotto molti punti di vista. Prendere il modello popolare che proviene dal Cavaliere Oscuro di Christian Bale e applicarlo all’adattamento virale è stato ispirato e si è imposto come uno dei migliori del 2024.

Era una scena piuttosto sexy…

Si è pensato seriamente di lasciare questa sezione alla sufficienza, ma vale la pena di approfondire l’idea. Deadpool & Wolverine è stato uno dei migliori film della Fase 5 della Marvel e si è rivelato efficace su diversi fronti. La nostalgia, l’omaggio ai vecchi film Marvel, la crescita di Deadpool da eroe finito a star del MCU sono tutti elementi incredibili. Ma un elemento su tutti ha reso questo film quello che è, e cioè gli eroi, Deadpool e Wolverine, che finalmente appaiono insieme sullo schermo.

Sebbene ci siano molte scene che fanno girare il motore, la scena in cui Deadpool e Wolverine si scatenano in auto è di un altro livello. L’aspra rivalità, la tensione di fondo e le battute comiche senza sosta sono spettacolari e rappresentano una grande vittoria per il film nel suo complesso.

Agatha parla da sempre direttamente al pubblico

Non c’è dubbio che Agatha All Along sia stata una serie eccezionale che ha avuto una grande risonanza tra i fan, nonostante alcuni spettatori non sapessero cosa aspettarsi. La serie aveva aspettative inferiori, a causa del cast di personaggi minori provenienti dal background del MCU, ma Agatha All Along ha lottato e si è guadagnata il suo posto. E lungo la strada ha trovato una fanbase dedicata nella comunità queer.

Kathryn Hahn ha recentemente parlato del suo periodo in Agatha All Along. Sebbene l’attrice abbia detto che le piacerebbe continuare a interpretare Agatha Harkness e che non sa cosa le riserverà il futuro, la Hahn ha dichiarato di aver affrontato la serie del MCU come un “modo soddisfacente per dire addio a questo incredibile personaggio”. Considerato il successo della serie MCU e il fatto che Agatha e Billy Maximoff hanno una nuova missione davanti a loro, sono convinto che rivedremo Agatha, e i commenti della Hahn sono semplicemente una sorta di scenario peggiore.

Mentre la Disney e la Marvel sono state criticate in passato per la loro mancanza di rappresentazione, Agatha All Along presentava un cast prevalentemente femminile, con diversi personaggi queer, e ha fatto molto per rappresentare questa comunità nello show. E con il personaggio principale, Agatha Harkness, così audace e sicuro nell’esprimere la propria sessualità, è stato uno spasso vederla interagire con gli altri personaggi e affermare la propria identità.

Dogpool vuole ciò che Dogpool vuole

Un altro brillante utilizzo di un popolare modello di meme, questa volta sostituendo la testa del popolare rapper/cantante Drake con quella di Dogpool. Deadpool & Wolverine ha esplorato la relazione incrinata tra Wade e Vanessa, ma una storia d’amore molto più potente del film è stata quella tra Deadpool e Dogpool. Tra i due è nato un legame immediato che non può essere negato e questo meme fa un ottimo lavoro nel mostrare il dramma.

Dogpool era in realtà l’animale domestico della variante di Deadpool, Nicepool, e adorava il cucciolo che gli stava sempre vicino. Tuttavia, Dogpool sembra essersi subito interessato al Deadpool originale e corre tra le sue braccia a ogni occasione. Anche se inizialmente Deadpool è costretto a restituire il cucciolo, alla fine i due si ritrovano e il loro rapporto dura nel tempo.

Non c’è bisogno di spiegazioni: Agatha, l’abbiamo capita

Tornando per un attimoad Agatha All Along, la grande rivelazione sul personaggio di Aubrey Plaza è stata un momento iconico. Rio Vidal non era altro che la mietitrice in persona, la Morte. Le immagini di quel momento sono state incredibili e vedere il volto di Morte è stato un momento che ha importanti implicazioni per il futuro del MCU. Tuttavia, è stato anche un momento che ha chiarito alcuni dettagli su Agatha Harkness e sul suo misterioso passato.

Fin dall’inizio della serie è stato dimostrato che Agatha ha avuto una storia d’amore con Rio, ma quando la vera identità di Rio viene svelata, potrebbero sorgere dei dubbi sulle sue scelte profondamente discutibili. Il fatto è che Aubrey Plaza ha fatto faville in questo ruolo e forse non ha mai avuto un aspetto migliore o un’aria più seducente. Agatha ha catturato i sentimenti per ovvie ragioni, e anche questa è stata un’esperienza che la maggior parte del pubblico ha potuto vivere in prima persona.

Questo meme ha fatto il giro dei fan delusi

Per contestualizzare il meme precedente relativo al posteriore rotondo di Rogue, questo è uno dei meme che ha dato vita a quel momento. Il Wolverine dei classici cartoni animati sui supereroi è diventato un meme virale, ma vederlo struggersi per ciò che ha perso in questo contesto è un altro livello di meme iniziale per il cartone. È vero, ci sono elementi evidenti di questo cartone animato per bambini che sono problematici e probabilmente malsani, ma è strano che quando il cartone è cresciuto, le risorse sono scomparse.

Per la maggior parte, la fanbase che si è impegnata in questo momento capisce che l’approccio è inteso con leggerezza e buon umore, ma un disegno era chiaramente più accurato dell’altro. Questo modello con Wolverine sdraiato sul letto è cresciuto in popolarità anche grazie a diversi personaggi famosi che lo hanno ripreso e portato avanti. A partire dall’uomo che ha affrontato il ruolo in live-action.

Hugh Jackaman è stato coinvolto e ha ricreato il meme!

 

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Un post condiviso da Hugh Jackman (@thehughjackman)

Hugh Jackman è un talento straordinario che ha offerto performance sorprendenti in musical, teatro dal vivo, film e molto altro ancora, ma il ruolo più grande e duraturo di Hugh Jackman deve essere l’interpretazione di Wolverine. L’attore può anche venire da Down Under, ma non si può negare che sia diventato un tesoro nazionale grazie ai suoi contributi a Hollywood nel corso dei decenni. Il suo ultimo e più grande successo nel 2024 è stato il ritorno al ruolo di Wolverine in Deadpool & Wolverine.

Dopo l’incredibile successo del film e una corsa da record al botteghino che ha portato il film al primo posto in diversi modi, tra cui il film con rating R di maggior incasso di tutti i tempi e il film più popolare per diverse settimane di fila, Jackman ha reso omaggio al successo del film con questa bellezza assoluta. Nella classica tuta gialla e blu, ha ricreato il meme e lo ha usato per dichiarare il successo di Deadpool & Wolverine con un effetto spettacolare. Ben fatto Hugh!

Ryan Reynolds e Deadpool sono sicuramente la stessa persona in questo momento

 

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Un post condiviso da Ryan Reynolds (@vancityreynolds)

Ma naturalmente, Hugh Jackman ha davvero postato sui social media se Ryan Reynolds non è in agguato da qualche parte nelle vicinanze? I due hanno un’amicizia molto pubblica che viene spesso mostrata pubblicamente attraverso gli scambi sui social media tra i due, prendendosi affettuosamente in giro a vicenda. E in questa occasione è successo esattamente lo stesso.

Ryan Reynolds ha deciso di rubare un po’ dell’attenzione di Hugh Jackman per i propri social, indossando il costume rosso attillato e fissando amorevolmente (e accarezzando?) la foto di Hugh su Instagram. L’apprezzamento di Deadpool per la sua co-star, il palese desiderio e piacere di Ryan nel vedere questo meme portato in vita e la gioia collettiva provata da tutti coloro che l’hanno visto ne fanno il chiaro vincitore del miglior meme del MCU del 2024.

I migliori film del 2024 secondo la redazione di Cinefilos.it

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I migliori film del 2024 secondo la redazione di Cinefilos.it

E’ il gioco di fine anno che tutti i cinefili amano fare, e così anche noi di Cinefilos.it proponiamo i migliori film del 2024, un passatempo divertente e appassionante per i fan della settima arte, un modo per confrontarsi sui gusti personali, per riscoprire titoli che ci sono sfuggiti, per continuare a fare quello che amiamo di più: parlare di cinema.

La redazione di Cinefilos.it propone una Top 10 per ogni redattore. Lo scopo principale è dare voce e risalto alle singole unicità che compongono la nostra famiglia, ma soprattutto offrire anche il maggior numero di film “notevoli” che sono stati distribuiti in Italia dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023.

Che sia sala o piattaforma, ogni redattore ha compilato la sua Top 10 seguendo questa unica regola (con l’eccezione di Adriano Ercolani che, essendo “inviato a New York”, ha fatto riferimento alla distribuzione USA) per offrire ai nostri lettori più possibilità di scovare, tra titoli acclamati e imprescindibili, piccole curiosità e perle nascoste da recuperare nelle prossime settimane. Ecco le Top 10 dei membri della redazione di Cinefilos.it (in ordine alfabetico):

Agnese Albertini

Anora
Anora recensione – Cortesia di Universal Pictures International Italy
  1. Anora di Sean Baker
  2. The Substance di Coralie Fargeat
  3. I Saw the TV Glow di Jane Schoenbrun
  4. The Warrior – The Iron Claw di Sean Durkin
  5. Hit Man di Richard Linklater
  6. La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  7. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  8. Challengers di Luca Guadagnino
  9. La nostra terra di Hugh e DK Welchman
  10. Gloria! di Margherita Vicario

Dario Boldini

Estranei film 2024

  1. Estranei di Andrew Haigh
  2. Perfect Days di Wim Wenders
  3. Challengers di Luca Guadagnino
  4. Giurato numero 2 di Clint Eastwood
  5. Look Back di Kiyotaka Oshiyama
  6. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  7. Trap di M. Night Shyamalan
  8. Past Lives di Celine Song
  9. Civil War di Alex Garland
  10. La sala professori di İlker Çatak

Gianmaria Cataldo

  1. Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
  2. L’innocenza di Kore’eda Hirokazu
  3. Hit Man di Richard Linklater
  4. Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis
  5. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  6. Conclave di Edward Berger
  7. La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  8. Trap di M. Night Shyamalan
  9. Perfect Days di Wim Wenders
  10. The Warrior – The Iron Claw di Sean Durkin

Ilaria Denaro

Past Lives Greta Lee Teo Yoo

  1. Past Lives di Celine Song
  2. Parthenope di Paolo Sorrentino
  3. Troppo azzurro di Filippo Barbagallo
  4. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  5. Povere creature di Yorgos Lanthimos
  6. Megalopolis di Francis Ford Coppola
  7. Estranei di Andrew Haigh
  8. Inside Out 2 di Kelsey Mann
  9. Perfect Days di Wim Wenders
  10. Deadpool e Wolverine di Shawn Levy

Adriano Ercolani

  1. Il Seme del Fico Sacro di Mohammad Rasoulof
  2. A Complete Unknown di James Mangold
  3. Wicked di Jon M. Chu
  4. Horizon: An American Saga – Capitolo 1 di Kevin Costner
  5. Monkey Man di Dev Patel
  6. Anora di Sean Baker
  7. La ragazza del mare di Joachim Rønning
  8. Piccole cose come queste di Tim Mielants
  9. Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis
  10. Il Giorno dell’Incontro di Jack Huston

Annarita Farias

Povere Creature Emma Stone

  1. Povere creature di Yorgos Lanthimos
  2. Parthenope di Paolo Sorrentino
  3. Vermiglio di Maura Delpero
  4. Oceania 2 di Dana Ledoux Miller, Jason Hand, David Derrick Jr.
  5. Deadpool e Wolverine di Shawn Levy
  6. Past Lives di Celine Song
  7. La nostra terra di Hugh e DK Welchman
  8. Wonderland di Kim Tae-yong
  9. Confidenza di Daniele Luchetti
  10. Anora di Sean Baker

Chiara Guida

Perfect Days recensione film

  1. Perfect Days di Wim Wenders
  2. Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
  3. L’innocenza di Kore’eda Hirokazu
  4. Vermiglio di Maura Delpero
  5. Past Lives di Celine Song
  6. La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  7. Civil War di Alex Garland
  8. Piccole cose come queste di Tim Mielants
  9. Anora di Sean Baker
  10. No more trouble – Cosa rimane di una tempesta di Tommaso Romanelli

Valeria Maiolino

Past Lives recensione film

  1. Past Lives di Celine Song
  2. Wicked di Jon M. Chu
  3. Civil War di Alex Garland
  4. La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  5. La stanza accanto di Pedro Almodovar
  6. Confidenza di Daniele Luchetti
  7. Inside Out 2 di Kelsey Mann
  8. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  9. Chien de la Casse di Jean-Baptiste Durand
  10. Finalmente l’alba di Saverio Costanzo

Lidia Maltese

Wicked
Wicked il film – Cortesia di Universal Pictures
  1. Wicked di Jon M. Chu
  2. Anora di Sean Baker
  3. Vermiglio di Maura Delpero
  4. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  5. American Fiction di Cord Jefferson
  6. Challengers di Luca Guadagnino
  7. Estranei di Andrew Haigh
  8. Hit Man di Richard Linklater
  9. Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
  10. L’innocenza di Kore’eda Hirokazu

Mattia Pasquini

Perfect Days recensione

  1. Perfect Days di Wim Wenders
  2. Anora di Sean Baker
  3. Piccole cose come queste di Claire Keegan
  4. Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
  5. Estranei di Andrew Haigh
  6. L’innocenza di Kore’eda Hirokazu
  7. Vermiglio di Maura Delpero
  8. Confidenza di Daniele Luchetti
  9. La zona d’interesse di Jonathan Glazer
  10. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne

Scilla Santoro

Iddu recensione film Elio Germano

  1. Iddu di Antoni Piazza e Fabio Grassadonia
  2. Dostoevskij dei Fratelli D’Innocenzo
  3. Berlinguer – La grande ambizione di Andrea Segre
  4. Gloria! di Margherita Vicario

Simona Tavola

Wicked
L to R: Cynthia Erivo is Elphaba and Ariana Grande is Glinda in WICKED, directed by Jon M. Chu
© Universal Studios. All Rights Reserved.
  1. Wicked di Jon M. Chu
  2. Povere creature di Yorgos Lanthimos
  3. Challengers di Luca Guadagnino
  4. Dune – Parte Due di Denis Villeneuve
  5. Past Lives di Celine Song
  6. Priscilla di Sofia Coppola
  7. The Apprentice – Alle origini di Trump di Ali Abbasi
  8. The Holdovers – Lezioni di vita di Alexander Payne
  9. Gloria! di Margherita Vicario
  10. Inside Out 2 di Kelsey Mann

The Six Triple Eight: Tyler Perry rivela se il saluto al battaglione è storicamente avvenuto (la risposta è scioccante)

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Tyler Perry si chiede se il saluto alla fine di The Six Triple Eight sia realmente accaduto. Il film diretto da Perry racconta la storia del 6888° battaglione, l’unica unità tutta nera e tutta femminile a servire oltreoceano durante la Seconda Guerra Mondiale. In meno di 90 giorni smistarono milioni di pezzi di posta arretrati da anni, assicurandosi che la posta raggiungesse finalmente i destinatari. Durante il finale di The Six Triple Eight, quando i membri del battaglione tornano dalla guerra, vengono salutati e acclamati dai soldati maschi bianchi, che sono grati per il loro prezioso contributo.

Parlando con Today, Perry ha rivelato che le donne del 6888° battaglione non sono state salutate al loro ritorno, sottolineando che il loro riconoscimento è arrivato solo molti anni dopo. Ha spiegato che si tratta di una libertà creativa che si è preso per rappresentare che tutte le 855 donne avrebbero dovuto essere riconosciute e celebrate. Leggete la spiegazione di Perry qui sotto:

Quel saluto non è avvenuto. È avvenuto solo molti, molti, molti anni dopo. Quindi la libertà che mi sono presa alla fine è stata quella di salutare tutte loro. Vengono salutati tutti quando entrano, perché per me rappresentano tutti gli 855. E li si vede attraversare questa porta verso una nuova vita, verso un nuovo futuro.

In un’intervista separata con Entertainment Weekly, Perry racconta come, oltre a non essere riconosciuti, i membri del 6888° battaglione non abbiano parlato del loro eroismo a causa delle voci che erano state diffuse su di loro.

Non è successo. Non sono stati celebrati. La maggior parte di loro si vergognava di essere stata nell’esercito; non per quello che avevano fatto, ma per le voci che erano state diffuse su di loro – che l’unico motivo per cui erano state mandate in Europa era di essere concubine per i soldati neri. C’era vergogna. Molti dei loro figli non sapevano nemmeno che avevano prestato servizio. Non ne hanno mai parlato.

Cosa significa questo per The Six Triple Eight

La spiegazione di Perry aggiunge ulteriore peso al finale di The Six Triple Eight. Alla fine del film c’è un filmato della vera Lena Derriecott King che spiega che il duro lavoro del 6888° battaglione non fu riconosciuto e che furono trattati meglio in Europa che al loro ritorno negli Stati Uniti. Le sue osservazioni sono ancora più sconfortanti se si considera che Perry ne spiega i motivi, rivelando le profondità del razzismo e della misoginia che contribuirono ai maltrattamenti subiti negli anni successivi alla guerra.

La storia vera di The Six Triple Eight è una testimonianza di Lena e di tutti gli eroi non celebrati del 6888° battaglione che non sono stati riconosciuti per troppo tempo. Anche se il passato non può essere cambiato, è un potente gesto simbolico vedere Lena (Ebony Obsidian), il Maggiore Charity Adams (Kerry Washington) e gli altri membri del battaglione salutati e acclamati dai soldati al di fuori dei loro ranghi. In questo caso, il simbolismo è più importante dell’accuratezza storica.

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