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Pokémon: Detective Pikachu, trama, cast e sequel del film

Pokémon: Detective Pikachu, trama, cast e sequel del film

Quello dei Pokémon è uno dei franchise più celebri e redditizi di sempre, noto in particolare per i tantissimi videogiochi che lo caratterizzano e arricchiscono. Nel corso degli anni sono poi state numerose le incursioni dei piccoli mostri tascabili tanto in televisione quanto nel cinema. Tutte le opere audiovisive a loro dedicate, però, sono sempre state caratterizzate per la tecnica dell’animazione. Nel 2019, invece, è arrivato il primo film in live-action dedicato a questi personaggi e al loro mondo. Si tratta di Pokémon: Detective Pikachu (qui la recensione), diretto da Rob Letterman e co-prodotto dagli Stati Uniti con il Giappone.

Oltre a basarsi sul franchise in generale, il film è tratto dall’omonimo videogioco della Nintendo uscito per la prima volta nel 2016. Questo si configurò come uno spin-off della serie, dove il giocatore si trova a lavorare con un Pikachu parlante per risolvere vari misteri. Poiché si trattava di un videogioco particolarmente incentrato sulla narrativa, questo si presentò da subito come il titolo ideale da adattare per il grande schermo. Nel realizzarlo, si è poi deciso di avvalersi di una tecnica mista, che ha consentito la realizzazione animata dei vari pokémon presenti, potendoli così raffigurare nel modo più fedele a come sono conosciuti dai fan.

Con un incasso globale di 433 milioni di dollari a fronte di un budget di 150, Pokémon: Detective Pikachu ha così confermato il grande interesse verso questo universo narrativo, qui trattato in modo originale, divertente e particolarmente appassionante per spettatori di ogni età. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Pokémon: Detective Pikachu, la trama del film

La storia inizia quando il geniale detective privato Harry Goodman scompare misteriosamente, costringendo il figlio di 21 anni Tim a scoprire cosa sia successo. Il giovane, che aveva da sempre desiderato diventare un allenatore di Pokémon si trova dunque ora alle prese con qualcosa di molto più grande e pericoloso del previsto. Ad aiutarlo nelle indagini, vi è però proprio un Pokémon ed ex compagno di Harry, il Detective Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio super-investigatore che sorprende tutti, persino sé stesso. Dato che Tim è l’unico essere umano in grado di parlare con Pikachu, i due decidono di unire le loro forze in un’avventura elettrizzante per svelare l’intricato mistero.

I due si trovano così ad inseguire gli indizi lungo le strade illuminate al neon di Ryme City, una moderna e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco in un iperrealistico mondo live-action. Pikachu, tuttavia, non ha memoria di cosa sia accaduto al padre di Tim e dovrà dunque indagare attivamente con lui per scoprire cosa si nasconde dietro quella morte misteriosa. Nel corso delle loro indagini incontreranno una serie di Pokémon, alcuni pacifici altri meno, scoprendo una trama sconvolgente che potrebbe distruggere la loro coesistenza pacifica con gli umani e minacciare l’universo stesso dei Pokémon.

Pokémon Detective Pikachu cast

Pokémon: Detective Pikachu, il cast del film

Ad interpretare il giovane umano Tim Goodman vi è l’attore Justice Smith, già apparso nei film Città di carta e Jurassic World – Il regno distrutto. Egli è stato il primo nome confermato del cast ed è anche l’attore che più di ogni altro nel film interagisce con i Pokémon. Essendo questi realizzati in CGI, egli si trovava dunque spesso a recitare da solo. Per questo ha raccontato che le sue scene preferite sono quelle dove ha modo di confrontarsi con altri esseri umani. Smith, inoltre, è cresciuto con il franchise dei Pokémon ed ha affermato che il suo personaggio preferito è Totodile. Nei panni di suo padre Harry compare brevemente l’attore Ryan Reynolds, celebre per il personaggio di Deadpool.

Pur comparendo solo per poco in carne ed ossa, Reynolds è in realtà presente nel film sotto altre sembianze. È infatti lui a dare la voce al celebre Pikachu, avendo accettato la parte così da poter partecipare ad un film che anche i suoi figli piccoli avrebbero potuto vedere. A dare voce italiana a Pikachu è invece Francesco Venditti, voce ufficiale di Reynolds. Nel film è poi presente Kathryn Newton nel ruolo di Lucy Stevens, giovane reporter che aiuterà Tim. Ken Watanabe, attore giapponese noto per i film L’ultimo samurai e Godzilla, interpreta invece il detective Hideo Yoshida. Bill Nighy è Howard Clifford, titolare della multinazionale Clifford Enterprises, mentre Suki Waterhouse è Mrs. Norman, guardia del corpo di Howard.

Pokémon: Detective Pikachu, il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nel gennaio 2019, quattro mesi prima dell’uscita del film, la Legendary Pictures ha annunciato che un sequel è in fase di sviluppo con Oren Uziel (sceneggiatore di The Cloverfield Paradox e Mortal Kombat) impegnato a dar vita ad una nuova storia. Nonostante nel maggio dello stesso anno sia stato annunciato un sequel anche del videogioco omonimo, il film dovrebbe prendere un percorso autonomo rispetto a questo, di cui non si sa ancora nulla. Dato il grande successo di questo primo lungometraggio, è estremamente probabile il ritorno di molti dei membri del cast, tra cui Reynolds come voce di Pikachu.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Pokémon: Detective Pikachu è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 16 agosto alle ore 21:15 sul canale Premium Cinema.

Fonte: IMDb

The Founder: trama, cast e curiosità sul film con Michael Keaton

The Founder: trama, cast e curiosità sul film con Michael Keaton

Non c’è alcun dubbio sul fatto che il McDonald’s sia oggi uno dei principali simboli della globalizzazione e del consumismo contemporaneo. La più nota catena di ristoranti fast food al mondo è oggi un simbolo riconosciuto in ogni dove. Non molti sanno che dietro tale successo globale si nasconde una storia particolarmente articolata, fatta di grandi sogni e altrettanto grandi tradimenti. A raccontarla, in modo particolarmente coinvolgente, è stato il film del 2016 The Founder (qui la recensione), diretto da John Lee Hancock. La sceneggiatura, firmata da Robert D. Siegel, è stata indicata come una delle migliori del suo anno.

Obiettivo del film è dunque quello di ripercorrere la biografia di Ray Kroc, spregiudicato imprenditore statunitense che ha intravisto il potenziale del McDonald’s e lo ha esportato in tutto il mondo. Per raccontare la sua storia, Siegel si è non solo basato su un’autobiografia ufficiale di Kroc, ma anche su una non autorizzata, dove vengono portati alla luce anche gli aspetti meno nobili dell’uomo in questione. The Founder riesce dunque a dar vita ad un protagonista sempre più accattivante ma anche sgradevole, continuamente al confine tra bene e male. Egli ha descritto la storia come un incrocio tra Il petroliere e The Social Network.

Accolto in maniera positiva dal pubblico e dalla critica, il film ha così dato risalto ad una storia non a tutti nota e che ritraae perfettamente lo spirito capitalista di cui Kroc è stato uno dei maggiori esponenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e la vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Founder: la trama del film

Il film, come anticipato, racconta di Ray Kroc, un venditore di frullatori i cui affari non vanno a gonfie vele. Ray crede che la colpa dell’insuccesso sia dovuto al metodo troppo antiquato di servire la clientela che, stanca delle lunghe attese, spesso perde interesse nel prodotto. Grazie al suo lavoro di venditore itinerante, Kroc ha modo di osservare attentamente le dinamiche dei ristoranti, in cui è costretto a mangiare, e quanto l’inefficienza degli impiegati sia deleteria per gli affari. Quando la sua collega June lo informa che il ristorante McDonald di San Bernardino ha intenzione di fare alla loro ditta un grande e costoso ordine, Kroc decide di recarsi personalmente sul luogo.

Giunto al ristorante, Ray rimane sorpreso nel constatare che il locale riesce a soddisfare gli ordini dei clienti in pochissimo tempo, offrendo cibo a prezzi stracciati. Dopo aver gustato il suo panino, l’uomo riesce a presentarsi al proprietario Mac McDonald, che gli mostra la maniacale organizzazione delle cucine e gli presenta il fratello Dick. Colpito dalle idee innovative dei McDonald, Kroc deciderà di cambiare vita e cercare di inserirsi nella nuova e dinamica realtà di ristorazione. Per farlo, si troverà a dover ideare una serie di ambiziosi progetti, che lo porteranno ad ottenere tanta ammirazione quanto odio.

The Founder: il cast del film

Per interpretare il protagonista Ray Kroc era inizialmente stato contattato l’attore Tom Hanks. Quando però egli rifiutò la parte, questa venne proposta a Michael Keaton, tornato in quegli anni alla ribalta grazie a Birdman e Il caso Spotlight. Per prepararsi al ruolo, Keaton ha poi avuto accesso ad una grande quantità di filmati e interviste del vero Ray Kroc, di cui molti inediti, potendo trarre da questi materiali dei riferimenti per la voce, il modo di parlare e tutti gli altri manierismi di Kroc. Keaton, inoltre, ha preso lezioni di piano dopo aver scoperto che all’imprenditore piaceva suonare tale strumento. L’attore ha inoltre affermato di aver tratto grande ispirazione dai film Wall Street, The Wolf of Wall Street e Jerry Maguire.

Accanto a lui, nel ruolo di sua moglie Ethel Fleming, vi è invece la premio Oscar Laura Dern, mentre Linda Cardellini è Joan Smith, seconda moglie di Kroc. Patrick Wilson, noto per i film di The Conjuring, recita invece nel ruolo di Rollie Smith, uno degli uomini che aiuterà Kroc nella sua scalata al potere. L’attore Nick Offerman, celebre per la sitcom Parks and Recreation interpreta Richard “Dick” McDonald, mentre l’attore John Carroll Lynch, celebre per il film Zodiac è il fratello Maurice “Mac” McDonald. Quest’ultimo si è preparato alla riprese memorizzando l’intera sceneggiatura come fosse un testo da recitare in teatro. Ciò gli ha permesso di essere sempre pronto per le sue scene.

The Founder cast

The Founder: le differenze tra il film e la vera storia

Nell’introdurre alla vicenda del McDonald’s, The Founder riporta fedelmente che i fratelli Richard e Maurice McDonald avevano aperto un ristorante drive-in barbecue e hamburger ad Arcadia, in California nel 1937. Questo ha avuto successo per otto anni, ma alla fine hanno deciso che il servizio era troppo lento e lo chiusero nell’autunno del 1948, riaprendo poi con un menu snello e un sistema più efficiente. Si sono infatti concentrati solo su hamburger, patatine fritte e bevande analcoliche, eliminando tutto ciò che richiedeva un tempo di preparazione troppo lungo. Come avviene nel film, nel 1954 i due fratelli contattarono Kroc per le sue macchine per frullati e da quel momento egli entrò in contatto con il mondo dei fast food.

Alla sua prima visita al locale dei McDonald, Kroc rimase sbalordito dai prezzi bassi e dall’efficacia delle operazioni messe in atto dai suoi proprietari. In particolare, Kroc è rimasto stupito dalla rapidità con cui il ristorante riusciva a soddisfare gli ordini dei un clienti. Come nel film The Founder, anche nella realtà Kroc ha proposto ai due di lavorare come loro agente in cambio di una piccolissima fetta dei profitti. L’idea di rendere il McDonald’s un franchise non fu però di Kroc, bensì degli stessi due fratelli, che nel 1954 possedevano già diverse sedi. Kroc prese però poi il controllo totale della catena, fino ad estromettere i due fratelli. Contrariamente a quanto mostrato nel film, però, i rapporti tra di loro sono stati meno amari nella realtà.

The Founder: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Founder è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 16 agosto alle ore 21:25 sul canale Rai 1.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Venezia 78: tre proiezioni speciali completano il programma

Venezia 78: tre proiezioni speciali completano il programma

Tre Proiezioni speciali integrano e completano il programma della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (1 – 11 settembre 2021) della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.

Venezia 78: annunciato il sontuoso programma della Mostra 2021

Due sono documentari che hanno al centro il tema dell’Architettura:

– Ricostruire insieme – Biennale Architettura 2021 di Graziano Conversano (Italia, 52’), produzione Rai Cultura, racconto degli argomenti, delle opere e dei protagonisti della 17. Mostra Internazionale di Architettura 2021 della Biennale di Venezia, intitolata How will we live together?, in corso ai Giardini e all’Arsenale fino al 21 novembre

– GES – 2 di Nastia Korkia (Russia, 77’), riflessione visiva sulla riqualificazione da parte del Renzo Piano Building Workshop di un’ex centrale elettrica nel centro di Mosca, dal 2014 della V-A-C Foundation

I due titoli entrano nel palinsesto della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica nel segno di quel dialogo stretto fra le diverse arti, che caratterizza sempre più la Biennale quale laboratorio permanente di ricerca sulla creatività contemporanea.

Il programma delle proiezioni prevede:

giovedì 2 settembre, Teatro Piccolo Arsenale
ore 16.30 Ricostruire insieme – Biennale Architettura 2021 di Graziano Conversano (Italia, 52’)
a seguire,
GES – 2 di Nastia Korkia (Russia, 77’)

Il terzo titolo è Pietro il grande di Antonello Sarno, omaggio a Pietro Coccia (1962-2018), uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano, con una carriera durata oltre trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore.

Programma delle proiezioni:

mercoledì 1 settembre, Sala Giardino, ore 11 / giovedì 2 settembre, Sala Giardino, ore 17 / venerdì 3 settembre, Teatro Piccolo Arsenale, ore 14.30

· Ricostruire insieme – Biennale architettura 2021 di Graziano Conversano
E’ il racconto dei temi e dei protagonisti della 17a Biennale di Architettura 2021, che il curatore Hashim Sarkis ha voluto compendiare in una domanda cruciale: “How will we live together?”. Saremo in grado di realizzare uno stile di vita pacifico e inclusivo per tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta e nel rispetto degli individui che chiedono equità, solidarietà, giustizia sociale, e naturalmente il rispetto dell’ecosistema?  La domanda echeggia in un mondo attraversato da una grande crisi globale, tra diseguaglianze economiche, il cambiamento climatico che fa sentire i suoi effetti catastrofici, in ogni parte del globo e naturalmente una grande pandemia che è ancora in corso. La crisi ci costringe a ripensare al modo in cui viviamo e sfruttiamo le risorse, e questo fa dell’attuale stagione della Biennale un luogo in cui provare a dare risposta ai maggiori interrogativi del nostro tempo. Con il contributo di architette e architetti provenienti da ogni luogo del
mondo, anche da aree un tempo non adeguatamente rappresentate, che portano alla ribalta sensibilità e proposte nuove. E’ una produzione Rai Cultura.

Graziano Conversano. Regista e sceneggiatore, laureato presso la Sapienza di Roma in Arti e scienze dello spettacolo. Negli ultimi anni ha diretto documentari e programmi televisivi, specializzandosi nella produzione di documentari a carattere storico/civile, focalizzando la sua attività sul docudramma, utilizzando attori nella drammatizzazione tra fiction ed immagini d’archivio.  Ha esordito nel 2001 con il cortometraggio Faiuno! Premiato con il Sacher d’argento di Nanni Moretti. Tra i suoi ultimi lavori per Rai: Maxi Il grande processo alla mafia; Alighieri Durante, detto Dante. Vita e avventure di un uomo del Medioevo; Io sono Venezia;  Ei fu. Vita, conquiste e disfatte di Napoleone Bonaparte.

· GES-2 di Nastia Korkia
Nel 2014, la V–A–C Foundation ha acquisito 20.000 mq di un’ex centrale elettrica, GES-2, incaricando il Renzo Piano Building Workshop della sua trasformazione. Nei successive cinque anni, le cineprese hanno seguito i lavori di riqualificazione insieme alle iniziative culturali della Fondazione. Nel film, questi eventi sono intrecciati in un singolare ordine non cronologico. “Ho passato cinque anni – dichiara Nastia Korkia –  in mezzo a una magica trasformazione: una centrale elettrica già usata per fornire energia al Cremlino, stava rigenerandosi per fornire energia culturale alla cittadinanza. Il film intende materializzare esperienze artistiche nei momenti più inaspettati. E’ assemblato come un caleidoscopio, dove episodi apparentemente non legati fra loro si fondono in un insieme di persone con  le più diverse ambizioni e aspirazioni, riunite in uno sforzo commune per realizzare una nuova istituzione culturale nel cuore di Mosca. La questione più importante per me
era illustrare questo grande evento attraverso piccoli accadimenti. Perché la vita non è possibile senza un tocco di assurdita”. Sentiamo ad esempio le parole di Francesco Bonami all’inizio del film, seduto in una vetrina del più grande emporio di Mosca: “Mentre mi stai filmando, sembra che io sia reale. Ma se fai due passi indietro, si comincia a capire che sono in una vetrina. Così, anch’io sono arte. Perché se collocate una cornice, una soglia fra la realtà e ciò che sta dentro la cornice, state forse creando un’opera d’arte.  Non tutti possono avere successo in questo, ma è importante iniziare creando un’invisibile cornice, o una soglia, fra la realtà e qualcosa d’altro”.

Nastia Korkia, è una regista che vive e lavora a Mosca. Laureata in Filologia all’Università Statale di Mosca, ha studiato regia alla Scuola del Nuovo Cinema di Mosca con Bakur Bakuradze, e l’arte del documentario con Werner Herzog a Cuba. I suoi film sono stati presentati, fra gli altri festival, al DOK Leipzig, al True/False, allo Sheffield DocFest.

· Pietro il grande di Antonello Sarno
Pietro Coccia (1962-2018) è stato uno dei più talentuosi fotoreporter del cinema italiano durante una carriera durata oltre trent’anni. Pietro il grande è l’omaggio al professionista e all’amico ultratrentennale di tutti i grandi protagonisti del nostro cinema, una carriera ricostruita in circa 400 scatti accompagnati da 8 grandi colonne sonore. Per ricreare – nello spazio di un breve film che abbraccia un artista e un uomo grande – la magia che più di ogni altra è quella propria di una fotografia che riesce a fermare l’incanto del cinema. Come Pietro sapeva fare. “Quando Pietro è scomparso, all’improvviso, da solo, a casa sua, appena rientrato da Cannes 2018 – spiega Antonello Sarno – ho pensato immediatamente di rendergli un omaggio approfittando del mio know-how di documentarista sul cinema. Essendo scomparso all’improvviso, come fossimo all’inizio di un mistery purtroppo reale, Pietro ha lasciato una quantità enorme di fotografie, stampe, diapositive, scatti di
gitali, computer densi di immagini ma senza password. L’amicizia con Pietro, che risale ai banchi di scuola, al Giulio Cesare di Roma, imponeva di affrontare la sfida: guardare decine di migliaia di foto per sceglierne le poche centinaia che sarebbero entrate nel documentario. Per questo ringrazio suo fratello Benedetto e Tiziana Rocca che con pazienza mi hanno accompagnato in questo lavoro”. Produzione: Istituto Luce Cinecittà e Agnus Dei – Tiziana Rocca Production. Montaggio: Stefano Farruggia. Una realizzazione SEa – Videoeuropa 2000 srl

Antonello Sarno, giornalista cinematografico da oltre 35 anni, è caporedattore cinema alle Reti Mediaset dove, per 8 anni e 320 puntate ha curato l’unica trasmissione sul cinema delle tv generaliste: Supercinema. Come regista ha realizzato oltre 30 documentari, tra cui anche alcuni lungometraggi usciti in sala, dei quali 12 già presentati alla Mostra del cinema e dedicati alla storia del festival più antico, bello e importante del mondo e vincendo i massimi premi cinematografici italiani e internazionali. Pietro il grande è il suo 13⁰ titolo “veneziano”.

Sex Education: le prime immagini ufficiali della terza stagione

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Sex Education: le prime immagini ufficiali della terza stagione

Netflix rilascia le nuove immagini della terza stagione di Sex Education, che sarà disponibile con otto nuovi episodi in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal 17 settembre 2021.

È un nuovo anno: Otis fa sesso occasionale, Eric e Adam hanno ufficializzato la loro relazione e Jean sta per avere un bambino. Nel frattempo, la nuova preside Hope (interpretata da Jemima Kirke) cerca di ripristinare gli standard di eccellenza della Moordale, Aimee scopre il femminismo, Jackson si prende una cotta, mentre un messaggio vocale perduto incombe ancora.

Sex Education 3 stagione
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education 3
Sex Education Season 3. Mimi Keene as Ruby Matthews in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Ncuti Gatwa as Eric Effiong, Connor Swindells as Adam Groff in Episode 2 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Tanya Reynolds as Lily Iglehart in Episode 2 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education 3
Sex Education Season 3. Aimee Lou Wood as Aimee Gibbs, Emma Mackey as Maeve Wiley in Episode 1 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Episode 5 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Sex Education Season 3. Ncuti Gatwa as Eric Effiong, Connor Swindells as Adam Groff, Mimi Keene as Ruby Matthews in Episode 3 of Sex Education Season 3. Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020
Cr. Sam Taylor/NETFLIX © 2020

Tra i nuovi membri del cast anche: Jason Isaacs nel ruolo di Peter Groff, il fratello maggiore, di maggior successo e decisamente poco modesto del padre di Adam; l’artista Dua Saleh, al debutto attoriale nel ruolo di Cal, un nuovo studente non binario della Moordale; e Indra Ové nel ruolo di Anna, la madre adottiva di Elsie, la sorellina di Maeve.

Sex Education vede protagonisti Asa Butterfield, Gillian Anderson, Ncuti Gatwa, Emma Mackey, Connor Swindells e Kedar Williams-Stirling.

Sex Education 3 è scritta e creata da Laurie Nunn e prodotta da Eleven. Il team di sceneggiatori comprende Sophie Goodhart, Selina Lim, Mawaan Rizwan, Temi Wilkey e Alice Seabright, con il contributo di Jodie Mitchell. La terza stagione è diretta da Ben Taylor e Runyararo Mapfumo. Laurie Nunn, Ben Taylor e Jamie Campbell sono i produttori esecutivi.

Sylvester Stallone è record: in testa al box office per sei decenni consecutivi

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Sylvester Stallone è stato protagonista di almeno un film che ha raggiunto la vetta del box office per ogni decade in cui ha lavorato come attore, in tutto sei, sessant’anni di carriera. Questo primato è stato coronato da The Suicide Squad – Missione suicida, in cui l’attore di Rocky interpreta King Shark.

Stallone si è fatto un nome con l’iconico film Rocky nel 1976, che è diventato il film con il maggior incasso di quell’anno e ha vinto come miglior film agli Oscar. Rocky alla fine è diventato un franchise che abbraccia più decenni e, in aggiunta a ciò, Stallone ha recitato in Rambo, film che ha fornito alla star dell’azione un altro amato franchise che gli è valso il successo di box per diversi decenni. Tuttavia, in tempi più recenti, l’intramontabile star del cinema action hollywoodiano si è costantemente reinventata, poiché ha lanciato il franchise di The Expendables, con The Expendables 4 che potrebbe essere annunciato a breve, e ha trovato la sua strada in progetti di supereroi come Guardiani della Galassia Vol. 2 e The Suicide Squad.

Nel weekend di apertura, The Suicide Squad ha guadagnato un totale di $ 26,5 milioni che, sebbene siano inferiori alla proiezione originale, sono stati comunque sufficienti a regalare al film la posizione numero uno del botteghino USA e a Stallone questo record originale e invidiabile.

Sul suo account Instagram, Sylvester Stallone ha condiviso un articolo di Deadline, sottolineando che con The Suicide Squad in testa al botteghino nel 2021, l’icona di Hollywood ha ora avuto un film al numero uno del botteghino in sei decenni consecutivi. Deadline scrive anche 20 dei film dell’attore hanno raggiunto il primo posto, con The Expendables e The Suicide Squad che lo hanno aiutato a guadagnare il primo posto negli ultimi due decenni. Nel suo post su Instagram, Stallone ha ringraziato i fan, così come il suo regista di The Suicide Squad, James Gunn che lo aveva fortemente voluto già in Guardiani della Galassia Vol. 2.

Johnny Depp commenta il boicottaggio da parte di Hollywood

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Johnny Depp commenta il boicottaggio da parte di Hollywood

Johnny Depp parla della sua battaglia legale in corso con l’ex moglie Amber Heard. I due si sono sposati nel 2015 dopo aver iniziato una relazione sul set di The Rum Diary – cronache di una passione nel 2009. Il matrimonio e la relazione hanno avuto un enorme impatto su Hollywood e sui fan, che li volevano insieme molto prima che i due ufficializzassero la relazione.

Sfortunatamente, il matrimonio non si è rivelato essere la favola che molti avevano sperato che fosse, con la Heard che ha chiesto il divorzio nel 2016 e ha accusato Depp di violenza domestica. Depp, tuttavia, ha negato tali accuse, insistendo sul fatto che Heard stava “tentando di ottenere una risoluzione finanziaria prematura accusandolo abusi”. Ne è seguita poi una battaglia legale, le cui ripercussioni continuano a farsi sentire ancora oggi.

Prima che il divorzio tra Depp e Heard fosse finalizzato nel 2017, la coppia ha raggiunto un accordo extragiudiziale di 7 milioni di dollari, dove Heard ha ritirato la sua richiesta di un ordine restrittivo per violenza domestica. Nei mesi successivi la coppia ha rilasciato anche una dichiarazione congiunta sulla loro separazione, oltre a firmare una clausola di non denigrazione che impediva loro di parlare male l’uno dell’altro.

Ma nel 2018, Heard ha scritto un editoriale per il Washington Post, dicendo che Depp l’aveva abusata fisicamente. La causa ha portato Depp a citare in giudizio la sua ex moglie per $ 50 milioni, e le indagini in merito sono ancora in corso. Nel frattempo, The Sun ha pubblicato un articolo definendo Depp un “picchiatore di mogli” in riferimento al suo precedente matrimonio. Depp ha quindi fatto causa a The Sun per diffamazione nel luglio 2020, ma nel novembre dello stesso anno il tribunale inglese si è espresso in favore del giornale.

Successivamente, la Warner Bros ha chiesto a Johnny Depp di dimettersi dal suo ruolo di Gellert Grindelwald nel prossimo film di Animali fantastici, ruolo che aveva interpretato con grande successo già in due film, e ora Mads Mikkelsen sarà il nuovo Grindelwald. Ora, per la prima volta dopo molto tempo, Depp ha parlato di come la sua battaglia legale con Heard e il tabloid britannico stia influenzando la sua carriera.

In una recente conversazione con il Sunday Times (tramite Comicbook), Depp ha affermato che Hollywood lo sta boicottando per i suoi problemi legali. L’attore ha fatto riferimento in particolare al suo ultimo lungometraggio, il dramma storico Minamata, che è stato presentato in anteprima nel Regno Unito venerdì ma deve ancora uscire negli Stati Uniti. Depp ha insinuato che il motivo per cui il suo film non è stato ancora distribuito negli Stati Uniti è la sua causa per diffamazione contro The Sun e il suo caso pendente contro Heard, che, a questo punto, rappresentano i principali ostacoli alla sua carriera. Depp ha dichiarato:

“Abbiamo guardato queste persone negli occhi e abbiamo promesso che non avremmo sfruttato la situazione. Che il film fosse rispettoso (in riferimento ai fatti reali che il film racconta, ndr) Credo che abbiamo mantenuto la nostra parte del patto, ma anche quelli che vengono dopo dovrebbero mantenere la loro.

Alcuni film toccano le persone. E questo riguarda quelle di Minamata e le persone che sperimentano cose simili. E per qualsiasi cosa… Per il boicottaggio di Hollywood nei miei confronti? Un uomo, un attore in una situazione spiacevole e disordinata, negli ultimi anni?

Mi sto muovendo verso dove devo andare per fare tutto questo… Per portare le cose alla luce”.

Shang-Chi: i genitori di Simu Liu non erano fieri del figlio, fino a che…

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Simu Liu è pronto a portare sul grande schermo Shang-Chi, il primo supereroe asiatico del Marvel Cinematic Universe, o più precisamente, il primo ad avere un film tutto suo, così come Chadwick Boseman aveva fatto, con un’eco enorme, per Black Panther.

Liu è certamente emozionato e il film, Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli, promette sicuramente una storia coinvolgente e tanta azione, oltre a costituire un importante pezzo del grande puzzle del MCU nella Fase 4.

Ora, sembra che tutti, nel mondo, fossero fieri e emozionati per Simu tranne i suoi genitori. Così almeno l’attore ha spiegato nella didascalia di una foto che ha condiviso su Instagram in cui mostra il poster cinese del film. Nella didascalia, l’attore scrive: “I miei genitori erano decisamente non impressionarsi per il mio lavoro in Shang-Chi, fino a che non ho mostrato loro il poster con le scritte in cinese. ORA sono orgogliosi.”

Al di là della gag divertente, la didascalia implica anche quanto sia importante la rappresentazione per ogni cultura ed etnia in ogni forma di arte ed espressione. In bocca al lupo, quindi, a Shang-Chi e a questa nuova avventura cinematografica della Marvel.

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli – il trailer ufficiale

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

James Gunn ringrazia i due attori che hanno lavorato in TUTTI i suoi film

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James Gunn ama lavorare con i suoi amici e la sua famiglia, lo dimostra quanto riesca sempre a coinvolgere il fratello Sean Gunn nei suoi film. Ma ci sono due attori, due amici, che hanno partecipato a tutti e cinque i film da lui diretti. Sono Nathan Fillion e Michael Rooker, e con The Suicide Squad in sala, il regista e sceneggiatore coglie l’occasione per ringraziarli entrambi attraverso uno scatto su Instagram:

“Ho diretto 5 film e questi due hanno partecipato a tutti, forse perché mi piace avere sulle spalle un piccolo angelo e un piccolo diavolo. (Ok, sì, so che Nathan era nel profondo background in Guardiani 2, ma comunque c’era).”

 

 

Crudelia: Emma Stone ha firmato per il sequel

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Crudelia: Emma Stone ha firmato per il sequel

Emma Stone ha sottoscritto l’accordo con la Disney per il sequel di Crudelia. L’attrice, che solo qualche giorno fa si diceva essere intenzionata a far causa alla Casa di Topolino per l’uscita in streaming del film, come aveva fatto Scarlett Johansson per il suo Black Widow, ha invece messo a tacere tali voci con la conferma che collaborerà di nuovo con lo studio, grazie ad un accordo che la vedrà più presente nella produzione, da un punto di vista creativo, e che le permetterà di trarre profitto anche da una eventuale replica della formula di distribuzione (che come sappiamo è stata distribuita tra sala e Disney+ con accesso VIP).

Crudelia, la recensione del film con Emma Stone

Crudelia è interpretato da Emma Stone, Emma Thompson, Joel Fry, Paul Walter Hauser, Emily Beecham, Kirby Howell-Baptiste e Mark Strong. Il film è diretto da Craig Gillespie, da una sceneggiatura di Dana Fox e Tony McNamara e da un soggetto di Aline Brosh McKenna e Kelly Marcel & Steve Zissis, basato sul romanzo “La carica dei 101” di Dodie Smith. Crudelia è prodotto da Andrew Gunn, Marc Platt e Kristin Burr, p.g.a., mentre Emma Stone, Michelle Wright, Jared LeBoff e Glenn Close sono i produttori esecutivi.

The Suicide Squad: il fumettista Jim Lee omaggia il film

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The Suicide Squad: il fumettista Jim Lee omaggia il film

Il fumettista Jim Lee ha realizzato un omaggio a The Suicide Squad, un disegno in cui ha ritratto alcuni dei suoi personaggi preferiti che compaiono nel film di James Gunn.

Nella didascalia al disegno, Lee ha scritto che parte del divertimento di guardare il film è stato quello di rintracciare tutti i disegni che lo hanno ispirato, cogliendo tutti i riferimenti alle tavole a fumetti. “In quello spirito – scrive Jim Lee – ho disegnato questa immagine con alcuni dei miei personaggi preferiti del film”. Nell’immagine di seguito vediamo Starro, T.D.K., Polka Dot-Man e King Shark.

The Suicide Squad, leggi la recensione del film

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Tom Holland sostituito agli Spider-Man precedenti, il video deepfake

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Sebbene sia l’ultimo arrivato in “casa Spider-Man“, Tom Holland è sicuramente molto amato dai fan dell’Uomo Ragno cinematografico, perché oltre ad essere davvero un ottimo Peter Parker /Spider-Man, è anche abbastanza giovane da coinvolgere il nuovo pubblico e tenersi comunque caro il vecchio.

Forse proprio per questo, lo Youtuber stryder HD ha realizzato due video con la tecnica del deep fake in cui il volto di Tom Holland viene sovrapposto a Andrew Garfield e a Tobey Maguire in alcune scene dei film di Sam Raimi e di Marc Webb che li hanno visti protagonisti negli anni passati. Eccoli di seguito!

Rivedremo Tom Holland nei panni di Peter Parker / Spider-Man in Spider-Man: No Way Home, che chiude la prima trilogia dei film che la SONY ha realizzato insieme ai Marvel Studios.

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Il film è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17 dicembre 2021.

Suicide Squad: Harley Quinn bacia Deadshot in una foto dalla Ayer Cut

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L’account Instagram ReleaseTheAyerCut ha condiviso una foto tratta dalla Ayer Cut di Suicide Squad in cui Harley Quinn, con le braccia intorno al collo di Deadshot, lo bacia, ricambiata. La scena dovrebbe essere contenuta nella Ayer Cut, appunto, la versione del film di David Ayer, il regista, che la Warner non avrebbe fatto uscire, imponendosi in fase di montaggio.

Dopo l’uscita della Snyder Cut di Justice League, la rete si sta mobilitando per promuovere anche la director’s cut di Suicide Squad, del 2016, proprio nel momento in cui The Suicide Squad, il suo sequel pensato e diretto da James Gunn, è in sala. Ecco di seguito lo scatto:

https://twitter.com/RTAyerCutSS/status/1426245110484901895?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1426245110484901895%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2Fcinema%2Farticoli%2Fsuicide-squad-deadshot-e-harley-quinn-si-baciano-in-unimmagine-dellayer-cut%2F

Suicide Squad: la Ayer Cut in arrivo su HBO Max? David Ayer smentisce

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel KinnamanJai Courtney, Cara DelevingneViola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.

The Flash: Michael Keaton commenta il suo ritorno nei panni di Batman

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Per alcuni è l’unico vero Batman cinematografico, ed è stato ovviamente il primo a dare viso e corpo all’eroe della DC Comics sul grande schermo, ma adesso Michael Keaton tornerà, come sappiamo, a interpretare il Crociato di Gotham in The Flash, attualmente in fase di riprese.

Durante la promozione del suo nuovo film, The ProtegèMichael Keaton si è trovato a rispondere proprio a delle domande sul suo ritorno nei panni di Batman, e la risposta non poteva essere che perfetta! In risposta alla domanda “Com’è stato tornare?”, Keaton ha risposto “come andare in bicicletta!”. Lui sì che sa come scaldare i fan che non vedono l’ora di rivederlo nei panni del Pipistrello di Gotham!

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

The Hanging Sun: il nuovo film Sky Original tratto dal romanzo di Jo Nesbø

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Sky annuncia un nuovo film Sky Original, The Hanging Sun, un progetto internazionale prodotto da Sky con Cattleya e Groenlandia. La regia è di Francesco Carrozzini (Franca: Chaos and Creation, 1937, Wierszalin), regista nominato agli Emmy e fotografo di fama internazionale. Scritto da Stefano Bises (Gomorra, The New Pope), il film è tratto dal romanzo “Sole di mezzanotte” di Jo Nesbø. Le riprese della coproduzione italo-britannica inizieranno a settembre in Norvegia, tra Oslo e Alesund. La fotografia è di Nicolaj Bruel (Dogman, Pinocchio).

Nel cast Alessandro Borghi (Sulla mia pelle, Diavoli, Il Primo Re, Suburra)Jessica Brown Findlay (Brave New World, Harlots, Hamlet), Sam Spruell (Small Axe: Mangrove, Outlaw King – Il re fuorilegge, Biancaneve e il cacciatore).

The Hanging Sun è un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell’estate norvegese dove il sole non tramonta mai, la vita e la morte si intrecciano, presente e passato si sovrappongono.

The Hanging Sun, la trama

John (Alessandro Borghi) è in fuga. Trova riparo nel fitto della foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino curioso e dal cuore puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione, John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta.

Il regista Francesco Carrozzini ha dichiarato: “Il mio primo film è un sogno che si avvera. Il viaggio per arrivarci è stato lungo, ma sono stato accompagnato da un meraviglioso gruppo di creativi che amano il cinema quanto lo amo io”.

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia ha dichiarato “Siamo felici di annunciare The Hanging Sun, un film Sky Original internazionale.  È un progetto in cui convivono tutti quegli elementi che  definiscono la qualità e l’originalità delle nostre produzioni: la matrice letteraria di Jo Nesbø, uno tra gli autori contemporanei più apprezzati al mondo, una storia di grande presa capace di parlare a un pubblico globale, la sinergia con partner consolidati come Cattleya e Groenlandia, il talento brillante e creativo di Francesco Carrozzini, di Stefano Bises, e un cast eccellente, in cui siamo particolarmente felici di ritrovare un interprete straordinario come Alessandro Borghi. Un nuovo racconto targato Sky nel segno dell’originalità e dell’eccellenza”. 

Riccardo Tozzi, Fondatore e Co-CEO di Cattleya, ha commentato: “The Hanging Sun è un progetto in cui crediamo moltissimo. Uno Sky Original internazionale, tratto dal romanzo noir di un autore del calibro di Jo Nesbø, che segna l’esordio al cinema di un giovane regista appassionato e dalla grande sensibilità estetica. È un film di genere ma, come piace a noi, parla di qualcosa che riguarda tutti: la paternità, e specificamente la paternità sbagliata. Grazie a queste premesse e al dialogo sempre aperto e creativo con i team di Groenlandia e Sky, crediamo di poter proporre al pubblico una storia intrigante e di grande valore produttivo.”

Matteo Rovere, CEO di Groenlandia ha dichiarato: “The Hanging Sun è un progetto che ci ha entusiasmato da subito, e rappresenta tutto ciò che ci piace fare con Groenlandia: una storia di genere con una componente autoriale forte, sostenuta da una grande produzione internazionale tratta dal bestseller di uno scrittore formidabile, e caratterizzata da sentimenti forti e profondamente umani. Avremo un cast unico, con un’equipe europea di grandissimi talenti, guidati da un regista visionario, che speriamo possa parlare agli spettatori di tutto il mondo. In più, la sinergia ormai consolidata tra Sky, Cattleya e Groenlandia è ulteriore motivo di soddisfazione, e ci dà la sicurezza di poter portare al pubblico un film capace di intrattenere, emozionare e affrontare argomenti molto vicini al sentire contemporaneo”.

The Hanging Sun arriverà prossimamente al cinema e poi disponibile in prima assoluta su Sky e NOW. Il distributore internazionale del film è NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.

 

Free Guy: la Disney vuole ufficialmente il sequel

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Free Guy: la Disney vuole ufficialmente il sequel

Se ne era scherzato in conferenza stampa e alla fine arriva la notizia ufficiale che la Disney vuole il sequel di Free Guy – Eroe per Gioco. A dirlo è Ryan Reynolds sul suo account Twitter, in cui promuove l’uscita del film e annuncia che la Casa di Topolino ha dichiarato di volere il sequel di una IP originale.

https://twitter.com/VancityReynolds/status/1426644118504153093?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1426653713687629828%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2Fcinema%2Farticoli%2Ffree-guy-ryan-reynolds-rivela-che-la-disney-vuole-ufficialmente-un-sequel%2F

Chi ha visto il film sa che la notizia genera ilarità, dal momento che proprio dentro la storia, per mezzo del personaggio di Taika Waititi, si dice che i sequel sono ciò che la gente vuole perché sono sicuri e pigri e non mettono a rischio niente. Naturalmente gli eroi protagonisti della storia lo smentiranno, ma la realtà è più crudele, o forse semplicemente realistica, e così arriverà un sequel di Free Guy, anche se non sappiamo come o quando!

Guy – Eroe per gioco, la recensione del film con Ryan Reynolds

Diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds, la nuova entusiasmante commedia d’azione 20th Century Studios Free Guy – Eroe per Gioco arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.

In Free Guy – Eroe per Gioco, un impiegato di banca che scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open world decide di diventare l’eroe della propria storia e di riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.

Interpretato da Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar e Taika Waititi, Free Guy – Eroe per Gioco è diretto da Shawn Levy da un soggetto di Matt Lieberman e una sceneggiatura di Lieberman e Zak Penn.

Free Guy, l’incontro con il cast del film

GDA 2021: Free Hugs – L’arte dell’abbraccio, la mostra

GDA 2021: Free Hugs – L’arte dell’abbraccio, la mostra

Abbiamo tutti scolpiti nella memoria certi abbracci, sia privati che cinematografici. Le Giornate degli Autori dopo molti mesi di privazioni, di distanza forzata e volti filtrati, vogliono idealmente restituire il gesto più semplice del mondo al pubblico del Lido, dentro e fuori il cinema.

La sera del 2 settembre (alle 21.00 in Sala Laguna, nuovo spazio co-gestito dalle Giornate degli Autori e Isola Edipo) sarà presentata un’anteprima di “FREE HUGS”, mostra sugli abbracci raccontati attraverso i fumetti, un modo per scoprire le tante forme dell’abbraccio e una panoramica sulla varietà stilistica e sulla grande energia creativa del disegno contemporaneo, italiano ed internazionale: da Gipi a Manuele Fior, da Davide Reviati alle personalità emergenti del graphic novel (tra cui ZuzuAntonio Pronostico e Alice Socal), dall’umorismo corrosivo di Maicol e Mirco alla riscrittura dell’immaginario fantascientifico operata da LRNZ; dal ricordo di maestri come Will Eisner e Jacovitti fino al raffinato intimismo di Bianca Bagnarelli, matita del “New York Times”.

È morta Piera degli Esposti

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È morta Piera degli Esposti

Si è spenta a 83 anni Piera degli Esposti, attrice di cinema, televisione e teatro. Degli Esposti era malata ed è morta a seguito di complicazioni cardiache.

Nel corso della sua lunga carriera, cominciata ufficialmente nel 1969 con Medea di Pier Paolo Pasolini, insieme a Maria Callas, ha collaborato con i grandi del nostro cinema. Tre film con Lina Wertmüller (Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, Il decimo clandestino e Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica) ma anche Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Giovanni Veronesi e Riccardo Milani, con cui ha lavorato anche in televisione.

La sua ultima apparizione cinematografica è del 2017, quando ha partecipato a Favola, con Filippo Timi, di Sebastiano Mauri.

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto: recensione del film

Arriva al cinema, e per ora esclusivamente al cinema, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, seguito della fortunatissima commedia che ha infiammato le sale italiane all’inizio a cavallo tra il 2017 e il 2018. Il film, in cantiere da molto e pronto per la distribuzione, è “rimasto fermo ai box” per molto tempo, in attesa di ricevere una distribuzione adeguata alle ambizioni al box office del film di Riccardo Milani. La pandemia ha infatti ritardato i piani di distribuzione, e adesso sembra finalmente arrivato il momento giusto per far arrivare in sala il film. Appuntamento quindi in anteprima nazionale a Ferragosto, e poi dal 26 in tutti i cinema. 

Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, la trama

In Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto tre anni dopo, mentre Alessio e Agnese si rincontrano in un pub di Londra, a Roma Monica finisce in carcere per colpa delle gemelle che nascondevano merce rubata nei fusti dell’olio di “Pizza e Samosa”, e chiama Giovanni (Antonio Albanese) in cerca di aiuto. Il nostro “pensatore”, ora legato alla giovane e rampante Camilla (Sarah Felberbaum), è impegnato in un progetto di recupero di uno spazio in periferia. Per far uscire Monica di prigione, Giovanni riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata da Don Davide (Luca Argentero), tanto bello quanto pio. È così che le vite di Monica e Giovanni si intrecciano nuovamente ma questa volta, pur con le solite differenze del caso e i mille guai in cui si cacceranno, tra i due sembra nascere una vera storia d’amore. Intenzionati a rivelare al mondo la loro relazione, organizzano un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, compresi Sergio (Claudio Amendola), Luce (Sonia Bergamasco) e ovviamente i due ragazzi. Ma è proprio qui che succede l’impensabile…

Il regista Riccardo Milani si è lasciato ispirare dall’accoglienza e dalla semplicità di una piccola parrocchia, per creare il giusto contesto che raccontasse la necessità di avvicinarsi umanamente l’un l’altro, con buona pace del distanziamento.

Come un gatto in tangenziale 2

Un ritorno a casa

Come per il primo film, anche Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto si costruisce tutto intorno alla splendida alchimia tra Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che si fanno centro di un gruppo colorato e vivacissimo, arricchito da una serie di nuovi personaggi che non mancano di regalare sorprese e sorrisi. Un film che si colloca perfettamente dentro ad un filone cinematografico nostrano rassicurante e pacioccone, come un’anziana zia di paese. Chiaramente Milani lo sa, ed è precisamente quel tipo di prodotto che vuole offrire agli italiani, anche perché gli riesce perfettamente, con garbo e stile.

Con quella giusta quantità di risate, dovuta ovviamente all’indubbia bravura di due ottimi protagonisti, Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto non impegna nessun tipo di riflessione o di coinvolgimento emotivo. Resta però la sensazione di essere affezionati a Monica e Giovanni, alle loro differenze e alle loro affinità (poche), come a due vicini di casa chiassosi ma simpatici.

Hawkeye: 10 domande a cui la serie deve necessariamente rispondere

Hawkeye, la nuova serie dei Marvel Studios destinata a regalare a Clint Barton il suo momento di gloria in qualità di protagonista assoluto, debutterà il prossimo novembre su Disney+. Nonostante affronti una nuova storia, in cui Occhio di Falco addestrerà la new entry Kate Bishop a seguire le sue orme, ci sono ancora molte cose legate al passato del personaggio che devono essere risolte (anche in base a ciò che è stato impostato dalla scena post-credits di Black Widow). Screen Rant ha raccolto le 10 domande a cui la serie con Jeremy Renner deve necessariamente fornire una risposta:

Quando è diventata un’assassina Yelena?

La scena post-credits di Black Widow ha impostato il futuro di Yelena Belova nel MCU, poiché ha rivelato che l’ex spia è ancora attiva dopo la morte di Natasha. Tuttavia, quella scena lascia anche intendere che Yelena, nei cinque anni successivi agli eventi del film, è diventata una pericolosa assassina, anche se il motivo non è stato rivelato.

Ciò permette a Hawkeye di essere il progetto ideale in cui colmare questo divario nella linea temporale del personaggio. Non solo è lo scenario più plausibile, ma senza dubbio i fan saranno infastiditi se la serie Disney+ scegliesse deliberatamente di trascurare una spiegazione su tale questione, poiché Yelena era finalmente riuscita a liberarsi dall’essere un’assassina proprio in Black Widow.

Quali organizzazioni ha eliminato Ronin durante i suoi anni da vigilante?

Dopo aver assunto l’identità di Ronin, Clint Barton ha iniziato a prendere di mira le organizzazioni criminali come forma di estremo vigilantismo dopo lo Snap di Thanos. Prima che Vedova Nera lo rintracciasse, Ronin aveva da poco spazzato via il cartello messicano e lo stesso aveva fatto con la Yakuza.

Eppure, ciò era solo quello che era accaduto nel 2023, il che significa che il film ha lasciato senza una spiegazione i precedenti cinque anni di attività di Ronin. Era implicito che fosse stato in altri posti in giro per il mondo, lasciando alla serie Hawkeye il compito di spiegare nel dettaglio quali sono state le altre vittime di Ronin, dal momento che Clint si considerava irredimibile all’epoca in cui voleva sacrificarsi su Vormir.

Perché Occhio di Falco non ha raggiunto gli Avengers durante il Blip?

Le conseguenze immediate dello Snap per Occhio di Falco sono state mostrate in Avengers: Endgame, ma non è mai stato spiegato come è arrivato a scoprire chi era Thanos e cosa ha fatto dopo aver realizzato che metà del mondo era stato disintegrato.

Inoltre, il film non spiega perché il primo impulso di Occhio di Falco non fosse quello di entrare in contatto con gli Vendicatori, visto che erano i suoi unici alleati. La serie Disney+ avrà bisogno di un flashback relativo allo stato psicologico in cui si trovava Clint subito dopo lo Snap, insieme alle sue ragioni per cui non si è incontrato con gli altri Avengers.

Quando si è sposato Occhio di Falco?

La rivelazione dell’esistenza di una famiglia per Occhio di Falco in Avengers: Age of Ultron è stata molto significativa, in quanto ha dimostrato che anche Clint aveva una vita normale al di là degli Avengers e dello S.H.I.E.L.D. Tuttavia, i film non hanno mai parlato di come ha incontrato Laura, dal momento che Occhio di Falco era un assassino internazionale la cui identità doveva rimanere segreta.

Oltre a ciò, la serie tv dovrebbe fare riferimento alle circostanze riguarda il matrimonio di Clint, poiché questo colmerà il grande vuoto circa il suo passato prima dell’incontro con i Vendicatori. Inoltre, fornirebbe una cronologia per le sue attività dopo l’incontro con Natasha e la sua prima apparizione nel MCU.

Qual è stato il contributo di Occhio di Falco nella missione di Budapest?

Queste sono informazioni che nemmeno i fan dei fumetti conoscono su Occhio di Falco, poiché è stato il MCU ad adattare la storia dell’attacco di Natasha a Dreykov. Black Widow ha mostrato che questo è stato il suo più grande rimpianto da quando ha usato la figlia di Dreykov, Antonia, per far saltare in aria la sua residenza (sebbene il ruolo di Occhio di Falco nel processo fosse ambiguo).

Sappiamo che l’ha accompagnata durante questa missione e che alla fine sono riusciti a fuggire, ma il suo ruolo nell’attaccare l’innocente Antonia suona come qualcosa di molto lontano dal personaggio. Ora che il punto di vista di Natasha nell’evento è noto, è ora che la serie Disney+ spieghi finalmente quale sia stato il ruolo di Occhio di Falco in questa missione.

Come ha affrontato Occhio di Falco le conseguenze del controllo mentale di Loki?

Il più grande fardello di Occhio di Falco è stato il suo ruolo nell’aiutare Loki in The Avengers, quando quest’ultimo ha usato il suo controllo mentale su Clint per uccidere le persone. Questo senso di colpa è stato il suo fattore trainante nella battaglia di New York, sebbene non fosse ancora in grado di superare quella “nota rossa sul registro”, anche dopo aver sconfitto Loki.

La sua successiva apparizione, in Avengers: Age of Ultron, è avvenuta tre anni dopo, il che significa che il film non ha esplorato il suo trauma, con lo stesso Occhio di Falco che vi ha fatto solo un piccolo riferimento. Poiché la serie tv è destinata a mostrare la sua caratterizzazione in modo più dettagliato, dovrebbe essere esplorata anche la sua psicologica in seguito al controllo mentale di Loki.

Come ha fatto Occhio di Falco ad accettare gli arresti domiciliari dopo essere evaso dal Raft?

Occhio di Falco era scomparso nel conflitto contro Thanos a causa degli arresti domiciliari. Tuttavia, il finale di Captain America: Civil War e Black Widow hanno chiarito che era evaso, il che significa che probabilmente ha incontrato Thaddeus Ross per contrattare in merito all’accordo. È difficile capire perché Ross non abbia semplicemente rispedito in prigione Occhio di Falco o non lo abbia interrogato su dove fosse la fazione rimanente di Capitan America.

La serie tv dovrebbe chiarire su questo, soprattutto perché Ross era sulle tracce di Natasha in Black Widow. Non sembrava avere alcuna intenzione di toccare l’argomento, cosa che senza dubbio aveva fatto, invece, con Occhio di Falco.

Perché Valentina vuole eliminare Occhio di Falco?

La prima apparizione di Valentina in The Falcon and the Winter Soldier l’ha vista avvicinarsi a John Walker con l’intenzione di usarlo come supereroe. Tuttavia, questo è entrato in conflitto con il suo ruolo in Black Widow, dove ha dato a Yelena il compito di uccidere Occhio di Falco.

Non è chiaro quali siano le intenzioni di Valentina, poiché in precedenza era stata definita come un antieroe che sarebbe poi diventata un villain. Deve esserci, in lei, una ragione più profonda per volere che Occhio di Falco venga eliminato, dal momento che la Contessa non aveva alcun collegamento con Natasha e Clint dovrebbe essere comunque in pensione.

Cosa ci faceva Occhio di Falco all’Avengers Facility nel primo Thor?

Associando principalmente la sua caratterizzazione a quella di Natasha, questo è uno degli errori che il MCU ha commesso con Occhio di Falco, poiché le sue relazioni con altri Vendicatori non sono molto conosciute. In Thor, ad esempio, Occhio di Falco ha fatto la sua prima apparizione (un cameo non accreditato), quando ha preso di mira l’eroe del titolo durante i suoi tentativi di sollevare il Mjolnir.

Occhio di Falco non è stato mostrato prima o dopo questa scena, rendendo poco chiaro quale fosse il suo ruolo nel complesso, soprattutto perché era l’agente più abile presente in scena. La serie tv deve confermare come Occhio di Falco è venuto a conoscenza dell’iniziativa dei Vendicatori e quale era il suo ruolo nel periodo in cui tutti i membri del team hanno iniziato ad emergere.

Quando si è unito allo S.H.I.E.L.D. Occhio di Falco?

I fatti riguardanti lo S.H.I.E.L.D., di solito, sono domande relative a Nick Fury, ma anche il passato di Occhio di Falco con l’organizzazione è ancora un mistero. A differenza di Natasha, il cui reclutamento è stato rivelato, non si sa come Occhio di Falco sia arrivato nei ranghi di un agente.

C’è un punto interrogativo più grande sulla questione di quanto non fosse quello di Natasha, visto che Occhio di Falco stava già lavorando per lo S.H.I.E.L.D. quando i due sono diventati amici. Dal momento che la serie Hawkeye esplorerà il passato del personaggio, ha senso che lo show risponda anche a come Clint sia entrato in contatto con Nick Fury.

Time Is Up: il trailer del nuovo film di Elisa Amoruso

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Time Is Up: il trailer del nuovo film di Elisa Amoruso

Ecco il trailer di Time Is Up, il nuovo film di di Elisa Amoruso che torna alla fiction dopo Maledetta Primavera, lei che da anni ci ha regalato interessantissimi documentari (Strane Straniere, Bellissime). Il film uscirà in sala il 25, 26 e 27 ottobre.

Il film, scritto da Amoruso stessa con Lorenzo Ura e Patrizia Fiorellini, è una produzione Lotus Production una società di Leone Film Group con Rai Cinema e sarà distribuito da01 Distribution. Nel cast Bella Thorne e Benjamin Mascolo.

La trama di Time Is Up

Vivien (Bella Thorne) e Roy (Benjamin Mascolo) sono due adolescenti dalle personalità apparentemente opposte. Vivien è una studentessa talentuosa con la passione per la fisica e il desiderio di entrare in una prestigiosa università americana. Vive la sua vita come una formula matematica che la spinge a rimandare al futuro la propria felicità. Roy invece è un ragazzo problematico, tormentato da un trauma vissuto da bambino, che sembra rincorrerlo inesorabilmente e mandare continuamente in fumo tutti i suoi sogni. Ma anche le scienze esatte hanno le loro variabili e, come sempre accade, la vita riesce a intrecciare i suoi eventi in modi sorprendenti e inaspettati.

Nel cast insieme a Bella Thorne (Il sole di mezzanotte – Midnight Sun, Sei ancora qui – I Still See You, The babysitter, Famous in love) e Benjamin Mascolo, al suo debutto come attore, Sebastiano Pigazzi (We are who we are) Bonnie Baddoo (Ruthless, Doctors), Giampiero Judica (The App, Uno di famiglia, Succede, All the Money in the World), Roberto Davide (Dr. Who, Rome), Nikolay Moss (vincitore di un Emmy Award per il suo ruolo da protagonista nella serie TV The Cobblestone Corridor) e Giulio Brizzi (Curon).

Mondocane, il trailer ufficiale del film in uscita il 3 settembre

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Ecco il trailer ufficiale di Mondocane, il film diretto da Alessandro Celli, che sarà presentato in concorso alla Settimana della Critica 36 in occasione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2021, che si svolgerà al Lido dall’1 all’11 settembre.

MONDOCANE è una produzione Groenlandia e Minerva Pictures con Rai Cinema, prodotto da Matteo Rovere, coprodotto da Santo Versace – Gianluca Curti.

Nel cast Dennis Protopapa, Giuliano Soprano, Alessandro Borghi, Barbara Ronchi, Ludovica Nasti, Federica TorchettiJosafat Vagni, Francesco Simon.

Il film uscirà nelle sale il 3 settembre distribuito da 01 Distribution.

Mondocane, il poster ufficiale

mondocane poster

Loki: il creatore di Queer as Folk e It’s a Sin commenta la bisessualità del Dio dell’Inganno

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Nel terzo episodio di Loki, intitolato “Lamentis”, viene finalmente chiarito che il Dio dell’Inganno è bisessuale. Nonostante si tratti di un breve momento, è comunque qualcosa che ha significato molto per tanti fan del MCU e per la comunità LGBTQ+.

Tuttavia, le critiche non sono mancate, dal momento che molti hanno sottolineato che, in realtà, la scelta non ha apportato chissà quale cambiamento in termini di rappresentanza all’interno del MCU, soprattutto perché, in seguito, il personaggio di Loki si sarebbe poi “innamorato” di una donna, ossia Sylvie, una delle sue varianti.

Tra colo che non hanno apprezzato la questione della bisessualità del Dio dell’Inganno c’è anche Russell T. Davies, ex showrunner di Doctor Who e creatore di serie a tematica gay come Queer as Folk e It’s a Sin. Parlando della posizione che occupano le storie LGBTQ+ nel mondo dello streaming, Davies ha preso di mira la serie dei Marvel Studios, dichiarando:  “Penso che ultimamente stiano risuonando degli enormi campanelli d’allarme, specialmente per quanto riguarda i giganti dello streaming come Netflix e Disney+. Penso che sia un motivo di grande preoccupazione. Loki fa un riferimento all’essere bisessuale una volta, e tutti esclamano: ‘Oh mio dio, è una serie pansessuale.'”

È solo una parola”, ha aggiunto Davies. “Allora per aver sentito dire la parola principe, dovremmo tutti dire: ‘Grazie Disney, sei meravigliosa?’. È un gesto debole e ridicolo sia nei confronti della politica sui diritti umani che delle storie che dovrebbe essere raccontate”. Davies ha anche dichiarato che quel momento è stato un tentativo “patetico” di rappresentazione queer, quindi è chiaro che la scena in questione non lo ha minimamente convinto.

La Disney sta facendo piccoli grandi passi in merito ad una maggiore presenza di personaggi e storie LGBTQ+ nei suoi film; nel MCU, ad esempio, Eternals dovrebbe presentare una coppia gay, mentre Thor: Love and Thunder promette di esplorare la ricerca, da parte di Valchiria, della sua regina. È abbastanza? La discussione è ovviamente aperta!

Tuttavia, la bisessualità di Loki significa molto per tantissimi fan del MCU e la speranza è non solo che questa venga maggiormente approfondita in futuro, ma anche che tematiche e argomenti legati alla sfera LGBTQ+ vengano affrontati con maggiore frequenza all’interno non solo dell’universo condiviso, ma anche di tutti i progetti targati Disney.

Scarlett Johansson vs Disney: il CEO dello studio difende la distribuzione congiunta

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Scarlett Johansson ha intentato una causa contro la Disney nel tentativo di recuperare i soldi che – secondo lei – avrebbe perso in seguito all’uscita di Black Widow in contemporanea nelle sale e su Disney+ con Accesso Vip. Dal canto suo, lo studio sostiene di aver gestito i profitti in modo da non arrecare alcun danno economico all’attrice. Tuttavia, le cose sono diventate sempre più aspre tra le due parti nelle ultime settimane.

Sappiamo che l’ex CEO della Disney Bob Iger e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige non sono contenti del modo in cui la questione è stata gestita e ora, in una riunione con gli investitori (via CBM), è stato Bob Chapek, attualmente CEO della multinazionale, a giustificare la strategia distributiva. “L’anno scorso, alla luce della natura prolungata e imprevedibile della pandemia, avevamo bisogno di trovare modi alternativi per portare i nostri film al pubblico mentre i cinema erano chiusi”, ha spiegato.

“Una volta che hanno iniziato a riaprire, c’era ancora una diffusa riluttanza a tornare in sala. Pertanto, abbiamo adottato una strategia su tre fronti per la distribuzione dei nostri film che prevedeva un’uscita al cinema, una su Disney+ e una ibrida, ossia in sala e sulla piattaforma di streaming. Lo abbiamo fatto con Crudelia, Jungle Cruise e anche con Black Widow, il film con il maggiore incasso al box office nazionale da quando è scoppiata la pandemia.”

L’amministratore delegato ha poi deciso di porre fine alle speculazioni che lui e Iger si sarebbero scontrati nelle ultime settimane proprio in merito all’affaire Black Widow. A tal proposito, ha aggiunto: “Bob Iger ed io, insieme ai leader dei nostri team creativi e di distribuzione, abbiamo deciso che questa fosse la strategia giusta perché ci avrebbe consentito di raggiungere il più ampio pubblico possibile.”

Chapek ha poi chiarito in merito alle distribuzioni dei titoli della multinazionale: “Giusto per essere chiari: le decisioni in merito alla distribuzione vengono prese film per film, in base alle condizioni del mercato globale e al comportamento dei consumatori”, ha aggiunto. “Continueremo, in futuro, a utilizzare tutte le opzioni disponibili. Impariamo dagli insight relativi ad ogni nuova uscita. Ci regoliamo di conseguenza, cercando di fare sempre ciò che crediamo sia meglio per il film e per il nostro pubblico.”

La battaglia legale in merito a Black Widow non è ancora finita: in base a come andranno le cose, potrebbe avere un impatto importante sul modo in cui gli studi decideranno di gestire i loro talent quando si tratterà di distribuzione nell’era dello streaming.

Aquaman 2: Yahya Abdul-Mateen II anticipa un ruolo più grande per Black Manta

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Dopo il successo riscosso grazie all’acclamata serie Watchmen, Yahya Abdul-Mateen II sarà il protagonista dell’horror Candyman, ma prossimamente tornerà anche a vestire i panni di Black Manta nell’attesissimo Aquaman and the Lost Kingdom.

Nel primo film del 2018, Black Manta aveva un ruolo relativamente minore all’interno della storia, anche se la scena post-credits aveva comunque anticipato che lo stesso sarebbe diventato molto più grande in futuro. Ora, in una recente intervista con The Hollywood Reporter, è stato proprio Abdul-Mateen II a parlare di cosa dovranno aspettarsi i fan dal nuovo film, non solo in relazione a Black Manta ma anche al suo alter ego, David Kane.

“Penso che la sceneggiatura sia migliore di quella del primo film. Dà agli attori molti bei momenti di storytelling”, ha anticipato l’attore. “In Aquaman abbiamo avuto soltanto un breve assaggio di Black Manta e di alcune delle sue motivazioni. Nel sequel, esploreremo ancora di più il mio personaggio.”

Tuttavia, il sequel di Aquaman non è l’unico grande ruolo all’orizzonte per Abdul-Mateen II. L’attore, infatti, farà anche parte del cast dell’attesissimo Matrix 4 in un ruolo non ancora svelato (secondo i più, dovrebbe interpretare un giovane Morpheus). Nella stessa intervista l’attore ha parlato della sua esperienza sul set, circondato dalle star più iconiche del franchise.

“Ricordo Keanu e la sua prima battuta. Ho alzato lo sguardo e ho detto, ‘Oh m***a, sono davvero in Matrix'”, ha ricordato l’attore. “Per non parlare della tecnologia impiegata da Lana e della realizzazione del film in generale, per il quale sono state usate attrezzature che non avevo mai visto prima. È davvero ambizioso. È stato davvero interessante girarlo in un momento in cui il mondo deve fare i conti con una realtà così distorta.”

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman and the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

Lanterna Verde, il regista ammette: “Non avrei mai dovuto dirigerlo”

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All’epoca della sua uscita in sala, Lanterna Verde si rivelò un disastro su tutta la linea, stroncato della critica e quasi del tutto ignorato dal pubblico, arrivando ad incassare solo 219,8 milioni di dollari a fronte di un budget di 200 milioni. Sulla scia di tale clamoroso insuccesso, nel corso degli anni il film è diventato uno degli adattamenti tratti dai fumetti più famigerati della storia, al punto che lo stesso Ryan Reynolds ha più e più volte ironizzato sul suo ruolo e sul progetto in generale.

Ora, in una recente intervista con Screen Rant, è stato il regista Martin Campbell a parlare del film, rivelando che non avrebbe mai dovuto dirigere un film di supereroi. “No, non sono interessato alla distribuzione di una mio taglio del film”, ha detto Campbell. “Diciamo che l’ho già avuto. Il punto è questo: proprio all’inizio del film, c’era un’intera sequenza in cui Hal è un bambino di 11 anni. È così che suo padre muore nell’incidente aereo… quella era una sequenza davvero buona. Ma il capo della produzione, all’epoca, decise che voleva che la morte del padre si interrompesse con Hal che si tuffava dall’aereo, e con tutti quei flashback. Era una cosa che non mi piaceva molto.”

“Ma sai una cosa? Il film non ha funzionato. Questo è il punto, e ne sono in parte responsabile. Non avrei dovuto farlo”, ha ammesso Campbell. “Perché con Bond, ad esempio, avevo guardato tutti i film della saga prima di dirigerlo. Amo i film di James Bond. I film di supereroi non fanno per me, e per questo motivo, non avrei dovuto farlo. Ma i registi devono sempre portare il peso del fallimento. Come è che dicono? Il successo ha molti padri, il fallimento ne ha uno. E in questo caso sono io.”

In una sessione AMA su Reddit, invece, Martin Campbell ha ribadito di non essere più interessato a dirigere un film di supereroi. Quando gli è stato chiesto se gli piacerebbe dirigere un cinecomic Marvel, il regista di GoldenEye e Casino Royale ha dichiarato: Marvel? Lascia perdere! Ho un fatto un casino una volta, mai più.”

Il cast di Lanterna Verde

Ricordiamo che in Lanterna Verde recitarono, oltre a Reynolds, anche Mark Strong, Peter Sarsgaard, Temuera Morrison, Jon Tenney, Taika Waititi, Tim Robbins, Angela Bassett e Blake Lively. Quest’ultima, in particolare, aveva il ruolo di Carol Ferris ed è proprio sul set del film che ha conosciuto Reynolds: i due si sono sposati nel 2012 e oggi hanno tre figlie, nate rispettivamente nel 2014, nel 2016 e nel 2018.

The Marvels: Samuel L. Jackson ha anticipato il ritorno di Nick Fury?

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Nella giornata di ieri, Samuel L. Jackson aveva condiviso un post su Instagram che sembrava aver anticipato il suo ritorno nel MCU nei panni, ovviamente, di Nick Fury. Inizialmente, i fan credevano che quel post fosse un riferimento alla serie Secret Invasion, ma dal momento che quella produzione non è ancora iniziata, subito hanno cominciato a circolare teorie secondo cui, in realtà, quel post poteva riferirsi a The Marvels.

Ora, la cosa sembra essere stata confermata dallo stesso attore, che ha condiviso un nuovo post in cui, tra gli hashtag che hanno accompagnato l’immagine (che non è direttamente collegata né al MCU né al film), è presente anche quello relativo al titolo dell’atteso sequel di Captain Marvel.

Ricordiamo che Samuel L. Jackson non è stato annunciato ufficialmente come membro del cast, ma dopo aver interpretato una parte fondamentale nel primo film, un suo ritorno nella nuova misteriosa avventura dedicata a Carol Danvers (Brie Larson) ha perfettamente senso.

Clicca qui per vedere il post originale

Tutto ciò che sappiamo su The Marvels

The Marvels, il sequel del cinecomic Captain Marvel con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel, infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista di CandymanNel cast ci saranno anche Iman Vellani (Ms. Marvel, che vedremo anche nell’omonima serie tv in arrivo su Disney+) e Teyonah Parris (Monica Rambeau, già apparsa in WandaVision). L’attrice Zawe Ashton, invece, interpreterà il villain principale, del quale però non è ancora stata rivelata l’identità.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel arriverà l’11 novembre 2022.

Thor: The Dark World, il regista parla della sua versione originale

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Ad oggi, Thor: The Dark World è considerato uno dei titoli meno riusciti e apprezzati dell’intero MCU. Il regista Alan Taylor ha sempre dichiarato, nel corso degli anni, di non aver mai considerato il risultato finale soddisfacente.

Ora, in una recente intervista con The Hollywood Reporter, ha spiegato perché venne assunto dai Marvel Studios e cosa, secondo lui, è andato storto con il secondo capitolo delle avventure dedicate al Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth.

“Kevin Feige è sempre stato intelligente e ha sempre osservato ciò che aveva funzionato e ciò che non aveva funzionato nell’ultima iterazione, cercando sempre di riorganizzare il tutto”, ha detto. “Diciamo che mi hanno ingaggiato nella speranza per portassi al franchise un po’ di Game of Thrones”.

“La versione da cui ero partito aveva un senso di meraviglia molto più infantile; c’era questa immaginazione dei bambini, che aveva dato il via a tutto. C’era una qualità leggermente più magica. C’erano cose strane che accadevano sulla Terra a causa della convergenza che aveva permesso alcune di queste cose tipiche del realismo magico”, ha continuato Taylor. “E c’erano importanti differenze di trama che sono state invertite in sala di montaggio e con le riprese aggiuntive: personaggi come Loki che erano morti, in realtà non erano morti, i personaggi che si erano lasciati, alla fine si ritrovavano. Penso che mi piacerebbe, un giorno, vedere la mia versione.”

Il regista ha poi ammesso di ammirare registi come James Gunn e Taika Waititi che sono stati in grado di portare la loro “visione molto personale… riuscendo a combinarla con le grandi richieste dello studio”, ma ha anche osservato che “le mie competenze potrebbero essere diverse.”

Taylor ha anche parlato del flop di Terminator: Genisys, film ancora più odiato di Thor: The Dark World. “Avevo perso la voglia di fare film”, ha spiegato in merito a quell’esperienza. “Per un lungo tempo ho perso la voglia di lavorare come regista. Non sto incolpando nessuno per questo, ovviamente. Semplicemente, le cose non sono andate bene nel mio caso. Così, per un certo periodo, mi sono dovuto allontanare per riscoprire la gioia di fare film”.

Alan Taylor è tornato di recente dietro la macchina da presa per occuparsi della regia de I molti santi del New Jersey, il tanto atteso prequel della pluripremiata serie HBO I Soprano, che arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da Warner Bros. Pictures.

What If…? Episodio 1: i migliori momenti

What If…? Episodio 1: i migliori momenti

ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL PRIMO EPISODIO DI WHAT IF…?

Nella giornata di ieri è finalmente arrivato su Disney+ il primo episodio di What If…?, che contiene non solo alcuni momenti che hanno cambiato il MCU così come lo conosciamo, ma anche altri che potrebbero aver stuzzicato il futuro del Multiverso. ComicBookMovie ha raccolto i sei migliori momenti presenti nell’episodio “E se… Captain Carter fosse stata il Primo Vendicatore?“.

La fatidica decisione di Peggy Carter

Il primo episodio di What If…? chiarisce fin da subito che anche la più piccola decisione può cambiare tutto, e questo viene chiarito quando Peggy decide di tenere d’occhio la trasformazione di Steve. Di conseguenza, la bomba era un po’ più vicina, e sia Steve che il colonnello Phillips hanno rischiato di essere uccisi prima che il primo potesse essere trasformato in Captain America.

Fortunatamente, Rogers è sopravvissuto, ma è stata Peggy a prendere il siero del Supersoldato al suo posto e a diventare l’eroe noto come Captain Carter. Da questo momento, è chiaro che What If…? rivelerà cosa succede quando viene apportata anche solo una piccola modifica alla storia. Tuttavia, non possiamo fare a meno di chiederci cosa succede quando si tratta di qualcosa di molto più importante!

Bucky Barnes non diventa il Soldato d’Inverno

Con il Tesseract che cade leggermente prima nelle mani degli Alleati, il treno su cui Captain Carter guida l’attacco ha uno scopo diverso: è una bomba in movimento destinata a uccidere lei e Steve Rogers. Tuttavia, poiché l’HYDRA Stomper subisce l’urto di quell’esplosione, mentre Peggy e il resto degli Howling Commandos sopravvivono. Tra questi c’è anche Bucky, che non cede mai alla sua morte apparente, e di certo non finisce nelle mani di HYDRA per essere sottoposto al lavaggio del cervello e trasformato nel loro Soldato d’Inverno.

Non sappiamo se Arnim Zola abbia comunque eseguito alcuni di quei suoi primi esperimenti su Bucky, ma sembra che questo sia un mondo che non avrà mai un Soldato d’Inverno. Ciò potrebbe indebolire notevolmente l’infiltrazione dell’HYDRA nello S.H.I.E.L.D. e nel governo degli Stati Uniti e potrebbe anche significare che Bucky ha semplicemente avuto modo di vivere una vita normale.

L’originale Iron Man

Con il Tesseract in suo possesso, Howard Stark escogita un modo per dare a Steve l’opportunità di essere ancora un eroe. Costruendo un’armatura alimentata dalla Gemma dell’Infinito, il padre di Tony Stark crea “Iron Man” decenni prima della nascita di suo figlio. Supponiamo che Steve abbia continuato ad entrare in azione come il quasi indistruttibile HYDRA Stomper negli anni che seguirono l’apparente scomparsa di Peggy… che tipo di impatto avrebbe avuto questo su Tony? Forse non sarebbe mai stato rapito dai Dieci Anelli in questa linea temporale e probabilmente ci sarebbero state diverse conseguenze concatenate rispetto alla creazione di Howard che, di fatto, avrebbe annullato l’esistenza del “vero” Iron Man.

Dato quanto fosse cruciale ai giorni nostri, sembra che il mondo di Captain Carter possa subire le conseguenze dell’esistenza dell’HYDRA Stomper. Questo potrebbe spiegare perché, nei vari trailer, l’abbiamo vista proteggere una desolata New York City insieme a un gruppo sconosciuto di Vendicatori.

La morte di Teschio Rosso

Con un piano molto diverso dalla sua controparte del MCU, questo Teschio Rosso sceglie invece di usare il Tesseract per portare una misteriosa creatura sulla Terra, riferendosi a lei come al “campione” dell’HYDRA. Sfortunatamente per il cattivo, il suo piano fallisce e viene prontamente ucciso. Non c’è possibilità di ritorno, ed è chiaro che questo Teschio Rosso non è mai stato inviato a Vormir per diventare il riluttante guardiano della Gemma dell’Anima.

I Marvel Studios non hanno mai spiegato le circostanze dietro a ciò, o se qualcuno ha ricoperto quel ruolo prima di Teschio Rosso, ma ciò potrebbe rivelarsi significativo per questo mondo. La Gemma dell’Infinito potrebbe ora non essere protetta e senza un custode che faccia rispettare la regola di “un’anima per un’anima”… beh, questo potrebbe significare tantissime cose diverse. In ogni caso, questo Teschio Rosso non è destinato a lasciare un impatto duraturo, mentre la creatura che evoca molto probabilmente lo avrà.

Shuma Gorath?

Shuma Gorath è una creatura demoniaca che in molti ritengono sarà l’antagonista principale di Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Apparentemente, Gorath ha messo gli occhi su America Chavez perché vuole usare i suoi poteri per avere il controllo completo sul Multiverso del MCU. Chavez ha il potere di viaggiare liberamente tra le realtà, e per una creatura onnipotente come questa, essere in grado di piegare la realtà stessa alla sua volontà viaggiando da un mondo all’altro lo renderebbe ovviamente una forza inarrestabile che, forse, nemmeno lo Stregone Supremo e Scarlet Witch potrebbero fermare.

Quello che ci chiediamo, però, è se il “campione” del Teschio Rosso sia davvero Shuma Gorath! Le somiglianze sono impossibili da ignorare e il leader dell’HYDRA potrebbe aver inconsapevolmente portato il mostro sulla sua Terra ora che le pareti tra le dimensioni sono state indebolite dalla rinascita del Multiverso. Questo potrebbe anche essere ciò che ha alterato il demone nell’esistenza di altri mondi!

Un nuovo Primo Vendicatore

Decenni dopo, Nick Fury e Occhio di Falco usano il Tesseract non per portare Loki sulla Terra, ma per recuperare Captain Carter da ovunque sia stata per tutto questo tempo. Non è invecchiata di un giorno e sembra non sapere che sono passati decenni, ma è possibile che la sua lotta con quel mostro sia continuata per almeno alcuni istanti prima di essere “congelata”. Cosa avrebbe potuto vedere in quel periodo?

Non saremmo sorpresi se Carter avesse avuto il tempo di incrociare il cammino di Doctor Strange e Scarlet Witch, cosa che spiegherebbe i rumor circa un presunto cameo live-action nel sequel. Essendo il nuovo Primo Vendicatore di questo MCU, chiaramente Captain Carter tornerà ancora in futuro. Nei trailer della serie è stata mostrata interagire con altri eroi, quindi la lotta di questo soldato non è ancora finita. Oltre a ciò, ricordiamo che è stato confermato che nella seconda stagione sarà un’alleata inaspettata dell’Osservatore.

Free Guy – Eroe per Gioco: intervista a Joe Keery

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Free Guy – Eroe per Gioco: intervista a Joe Keery

Arrivato al successo grazie a Stranger Things, Joe Keery fa parte del cast principale di Free Guy – Eroe per Gioco, dall’11 agosto al cinema. Ecco la nostra intervista.

Free Guy – Eroe per gioco, la recensione del film con Ryan Reynolds

Diretta da Shawn Levy e interpretata da Ryan Reynolds, la nuova entusiasmante commedia d’azione 20th Century Studios Free Guy – Eroe per Gioco arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuita da The Walt Disney Company Italia.

In Free Guy – Eroe per Gioco, un impiegato di banca che scopre di essere un personaggio all’interno di un videogioco open world decide di diventare l’eroe della propria storia e di riscrivere il suo personaggio. In un mondo senza limiti, il protagonista è determinato a diventare colui che salverà il suo mondo a modo proprio…prima che sia troppo tardi.

Interpretato da Ryan Reynolds, Jodie Comer, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar e Taika Waititi, Free Guy – Eroe per Gioco è diretto da Shawn Levy da un soggetto di Matt Lieberman e una sceneggiatura di Lieberman e Zak Penn.

Free Guy, l’incontro con il cast del film

GDA 2021: Premio SIAE al talento creativo a Elisa Fuksas e Francesco Lettieri

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In occasione della diciottesima edizione delle Giornate degli Autori, SIAE raddoppia gli omaggi al cinema del presente che, come da tradizione, conferisce ad autori capaci di superare i confini della creatività. Sono due i premi a giovani talenti che, attraverso il cinema, dialogano con le altre arti, questa volta soprattutto la musica.

Per il 2021, SIAE ha individuato ben due giovani autori presenti nel programma delle Giornate degli Autori da sostenere con il Premio al Talento Creativo. “In un anno complesso come quello che stiamo vivendo”, dicono Giorgio Gosetti e Gaia Furrer, Delegato Generale e Direttrice Artistica delle Giornate, “la scelta della SIAE è certamente indice di una promessa di ripartenza per l’autorialità italiana. Questo premio va a due personalità molto diverse tra loro, ma che sono unite nel segno della musica.”

Elisa Fuksas – di formazione architetto, per vocazione scrittrice e regista – torna per il secondo anno alle Giornate: dopo il personalissimo flusso di coscienza autobiografico di iSola del 2020, arriva con Senza fine, un ritratto intimo ma universale di una icona della canzone italiana come Ornella Vanoni.

Quella di Francesco Lettieri è decisamente un’altra musica più simile alle nuove sonorità indipendenti degli ultimi anni che hanno le voci di Calcutta, Liberato, Motta e Carl Brave. Dopo numerosissimi video clip  musicali, veri e propri film scritti e diretti per tanti musicisti italiani, il regista napoletano presenta alle Giornate Lovely Boy, suo secondo lungometraggio che racconta la rapida caduta di una promessa musicale e che SIAE ha scelto di mettere in evidenza con questo speciale riconoscimento.

Elisa Fuksas e Francesco Lettieri raccolgono il testimone di autori originali e trasversali che, tra teatro, fotografia, spettacolo e antropologia, hanno portato al cinema visioni contemporanee del cinema italiano aperto al mondo, tra cui: Elisabetta Sgarbi per Extraliscio – Punk da balera(2020), Gianfranco Pannone e Ambrogio Sparagna per Scherza con i fanti (2019), Francesco Zizola per As If We Were Tuna, (2018), Claudio Santamaria per The Millionairs (2017) e Pippo Delbono per Vangelo (2016). Una “walk of talent” che dimostra l’impegno di SIAE, in collaborazione con le Giornate degli Autori, per la promozione del cinema che dialoga con le altre espressioni, si evolve e riesce a essere vincente nelle sale di Venezia ed oltre.

La consegna del riconoscimento a Elisa Fuksas e Francesco Lettieri avverrà il 10 settembre alle ore 19.00 nel corso della Cerimonia di premiazione delle Giornate presso la Casa degli Autori (via Pietro Buratti 1, Lido).

Le Giornate degli Autori, promosse da ANAC 100autori, sono una sezione indipendente della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

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