Il regista e sceneggiatore Jeff
Wadlow ha rivelato i dettagli della sua trilogia sulla
X-Force, progetto commissionato dalla 20th Century
Fox che non ha mai visto la luce. Wadlow iniziò a lavorare ad un
film sulla X-Force nel 2013, dopo l’uscita nelle sale di
Kick-Ass 2.
Tuttavia, il progetto faticava a decollare e il grande successo di
Deadpool nel
2016 spinse la Fox a cambiare i suoi piani.
In occasione della promozione del
suo nuovo film, Fantasy Island, Wadlow ha
parlato con ComicBookMovie sei
suoi piani originale riguardanti il debutto della
X-Force sul grande schermo. La sua trilogia
sarebbe iniziata con una versione più tradizionale del team di
personaggi (molto fedele ai fumetti) e piano piano si sarebbe
trasformata in qualcosa che avrebbe richiamato la serie sulla
X-Force di Rick Remender. La storia si sarebbe concentrata su quei mutanti meno
privilegiati, quelli che non avevano avuto la possibilità di
studiare con Wolverine o con il
Professor X: al
contrario, la X-Force di Wadlow sarebbe stata composta da mutanti
della “scuola pubblica”, coloro che non sono mai stati cercati da
un benefattore. Alla fine Cable (una versione molto diversa del
personaggio che abbiamo visto in Deadpool 2
interpretato da Josh
Brolin) si sarebbe presentato come un mentore
decisamente più oscuro.
Wadlow ha dichiarato: “Ho
tracciato questo arco narrativo lungo tre film che
ha preso ispirazione da quello che la X-Force era negli anni ’90
con Rob Liefeld, una banda di ragazzini che lotta per ciò in cui
crede. E poi, al terzo film, il gruppo sarebbe cresciuto, cambiato
e avrebbe perso e raccolto alcuni nuovi membri. Sostanzialmente, si
sarebbe trasformato nella versione della X-Force di Rick Remender
nei primi anni 2000. Era una squadra di successo molto più oscura e
una squadra OPS di colore che aveva perso la strada nel corso dei
tre film.”
Al Comic-Con di San
Diego dello scorso anno, Kevin
Feige aveva rivelato che i Marvel Studios hanno in programma di includere
gli X-Men nel proprio
Universo Cinematografico. Tuttavia, considerata la recente
evoluzione della struttura del MCU, con le serie tv destinate a
Disney+ che saranno
collegate ai film in arrivo sul grande schermo, potrebbe
trascorrere ancora diverso tempo prima che ciò
accada.
Daniel
Radcliffe, l’attore britannico che ha raggiunto la
fama mondiale grazie al ruolo di Harry Potter
nell’omonimo franchise cinematografico, ha rivelato che al momento
non ci sono piani che prevedono un suo ipotetico ritorno nei panni
del maghetto occhialuto. In una recente intervista con Variety in
occasione della promozione del film Escape from
Pretoria, Radcliffe ha parlato proprio del suo
coinvolgimento nei film della saga di Harry Potter,
rivelando di non avere alcuna fretta di ritornare nel magico mondo
creato da J.K.
Rowling.
Quando è stato chiesto all’attore se
tornerà nei panni di Harry in uno dei prossimi capitoli della saga
di Animali Fantastici, l’attore ha
spiegato di non essere ancora interessato a rivisitare il suo
iconico ruolo, sottolineando quanto la nuova saga stia procedendo
alla grande anche senza il coinvolgimento degli attori del
franchise originale. L’attore ha poi aggiunto che nonostante ci sia
la possibilità di tornare a vestire i panni del maghetto occhialuto
in futuro, al momento preferisce concentrarsi sulla
“flessibilità” della sua attuale carriera.
La saga di Animali
Fantastici è un prequel al franchise originale che ha
visto protagonista Daniel
Radcliffe. Il secondo film, Animali Fantastici: I
Crimini di Grindelwald, ha visto nel cast
Jude
Law nei panni di un giovane Albus Silente. Anche se si
conoscono ancora pochissimi dettagli sull’annunciato terzo film, la sua
uscita nelle sale è prevista per il 21 novembre 2021. Gli eventi
della storia avranno luogo a Rio de Janeiro, in Brasile.
Fresco della sua prima nomination
all’Oscar, Antonio
Banderas si unisce a Tom
Holland e Mark
Wahlberg nel cast dell’adattamento di Unchartedtargato
Sony. Con lui si uniscono al cast del
film anche Sophia Ali e Tati
Gabrielle, secondo Variety.
Ruben Fletcher
(Venom) dirigerà
il film, dopo una serie di abbandoni e una firma del contratto che
risale allo scorso gennaio. Il progetto, ormai in cantiere da
diversi anni, segue Nathan Drake, un cacciatore di tesori che
viaggia in tutto il mondo per scoprire vari misteri storici. Non è
stato reso noto quali saranno i personaggi interpretati da
Banderas, Ali e Gabrielle nel film.
Tom
Holland resta collegato al progetto nei panni di
Nathan Drake, così come Mark Wahlberg in
quelli di Sully Sullivan. Non tutti sanno che, inizialmente,
Wahlbergavrebbe dovuto
interpretare l’eroe del titolo anni fa quando David O.
Russell era coinvolto nel progetto, mentre negli anni
la Sony ha deciso di sviluppare il film come una origin
story.
La sceneggiatura è stata firmata da
Art Marcum, Matt Holloway e Rafe Judkins, e racconterà le avventure
del protagonista Nathan Drake nei suoi anni giovanili mentre
diventa il cacciatore di tesori che tutti conosciamo.
Vi ricordiamo che Uncharted sarà
la prima produzione cinematografica di Sony PlayStation
Productions, divisione interna della Sony fondata lo scorso anno da
Asad Qizilbash e Carter Swan in collaborazione con PlayStation
Productions, Chuck Roven, Avi Arad, Alex Gartner e Ari Arad.
Compiendo un passo avanti verso la
rappresentazione completa della diversità, la Pixar ha introdotto
il primo personaggio Disney apertamente gay nel suo ultimo film,
Onward – Oltre la magia. Tuttavia, la
scena con il personaggio, molto breve in realtà, è stata cambiata
in fase di traduzione dall’inglese al russo.
La scena del film mostra una donna
ciclope poliziotta di nome Ufficiale Spectre, che
a un certo punto afferma di avere una ragazza. Per coloro che
vedranno Onward in Russia, la parola
“fidanzata” è stata cambiata in “partner”, stando a quanto riporta
The Moscow Times. La
filiale russa della Disney non ha rilasciato alcuna informazione
sul perché abbiano deciso di cambiare la parola in fase di
doppiaggio.
In passato, la Russia ha censurato
scene di personaggi LGBT. In una situazione simile a quella di
Onward, anche un dialogo in una scena di
Avengers:
Endgame è stato cambiato, apparentemente per
nascondere che un personaggio era gay.
L’agente Spectre è stato doppiato
nel film da Lena Waithe, che è apparsa in diversi
programmi televisivi molto amati, tra cui Master of
None, Westworld, Dear White People, Transparent e
This is Us.
Il 21 febbraio 2020, Onward è stato
presentato alla 70° edizione del Festival Internazionale del Cinema
di Berlino. Chris
Pratt e Tom
Holland doppiano i due protagonisti del film che
racconta il viaggio di due fratelli che cercano di trascorrere un
ultimo giorno con il padre.
Scritto e diretto da Dan
Scanlon, il doppiaggio originale di Onward –
Oltre la magia vede coinvolte anche Julia
Louis-Dreyfus e Octavia Spencer. Il film,
previsto inizialmente per il 5 marzo in Italia, arriverà il 16
aprile a causa delle numerose posticipazioni delle uscite in sala a
causa della chiusura delle sale cinematografiche del Nord del Paese
per paura del contagio da coronavirus.
Nelle scorse settimane, Mark
Ruffalo è tornato sugli schermi italiani con
Cattive Acque, il film di Todd
Haynes che lo vede protagonista. L’attore, che vanta un
curriculum ricco e vario per genere e qualità, sarebbe vicinissimo
ad entrare nel cast della serie tv dedicata a Parasite,
il film di Bong
Joon-Ho che ha vinto il premio Oscar come migliore
film nell’edizione 2020 del premio.
Parlando del suo coinvolgimento
nella serie su Parasite,
l’attore non ha fatto mistero che sarebbe in trattative per
interpretare il padre della famiglia di “parassiti”, mentre ha
espresso il desiderio di vedere un film Marvel Studios diretto dal regista coreano
premio Oscar.
Ian Joyner, Visual
Development Supervisor presso i Marvel Studios, ha diffuso tramite il suo
account Instagram un concept degli
Skrull, realizzato per Captain
Marvel, che prevedeva alieni molto più spaventosi
rispetto al look che è stato poi scelto per il film.
Nel concept, che potete vedere di
seguito, gli Skrull compaiono con una specie di armatura da
battaglia e un aspetto molto più minaccioso rispetto a quello che
poi i registi hanno scelto per il film con Brie
Larson.
Talos, interpretato da Ben
Mendhelson, potrebbe ricomparire in futuro nei prossimi
film Marvel Studios, probabilmente
proprio accanto a Carol Danvers/Captain Marvel, ora che è stato annunciato il
seguito che forse vedrà addirittura
Henry Cavill nei panni di Wolverine. Questa
ipotesi, poco più di un rumor circolato in rete nei giorni scorsi,
si rivela molto poco fondato, soprattutto considerato che le
avventure di Carol Danvers la porteranno nella galassia profonda,
molto lontana dalla Terra dove invece si trova il Mutante
Artigliato.
Di recente i Marvel Studios hanno
ufficialmente annunciato il sequel di
Captain Marvel, che vedrà il
ritorno di Brie
Larson nei panni di Carol Danvers. Al momento non
sappiamo ancora chi si occuperà della regia, ma pare che la Casa
delle Idee sia interessata ad affidare il film ad una sola regista
donna.
Il genere coming-of-age è
tanto popolare nella letteratura quanto al cinema. La narrativa di
formazione (per dirla in italiano!) segue un personaggio principale
– in genere un bambino o un’adolescente – che deve scendere a patti
con l’arrivo dell’età adulta o con alcuni aspetti più specifici del
processo di crescita. Per quanto riguarda la letteratura, il
romanzo cardine del genere è indubbiamente “Il giovane Holden” di
J.D. Salinger, mentre per il cinema, non si può
non pensare ai classici degli anni ’80 The Breakfast
Clube Sixteen Candles.
Ecco di seguito 10 film appartenenti
al genere coming-of-age movie che forse non avete visto e
che dovete assolutamente recuperare:
Noi siamo infinito
Noi siamo
infinito è l’adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo di Stephen Chbosky, che del film è anche
regista e sceneggiatore. La storia segue il personaggio di Charlie,
una matricola che cerca di comprendere se stesso in relazione alla
vita e agli altri.
Il film, che segue Charlie durante
il suo primo anno di liceo, affronta con profonda delicatezza il
tema degli abusi e delle malattie mentali, nonostante queste non
vengano mai esplicitamente mostrate. Nel cast anche
Emma Watson
e Ezra
Miller.
Lady Bird
Lady
Bird, esordio alla regia di Greta
Gerwig, racconta la storia di una ragazza di nome
Christine McPherson, soprannominata – appunto – Lady Bird. Vive con
la sua famiglia a Sacramento, ma sta cercando di essere ammessa in
almeno una delle numerose università al di fuori della California,
dove sente possano esserci per lei maggiori opportunità.
Christine un
rapporto decisamente teso con sua madre ed il suo comportamento
mette quasi sempre a dura prova le sue relazioni con gli amici, con
le suore della scuola cattolica che frequenta e con i diversi
fidanzati che ha. Nel corso del film, vediamo Lady Bird,
interpretata da Saoirse
Ronan, imparare di più su se stessa, sulla sua
famiglia e sul concetto di gratitudine.
Le donne vere hanno le curve
Le donne vere hanno le
curve con America Ferrara (qui al
suo esordio cinematografico), racconta la storia di Ana Garcia,
un’adolescente messicana che vive nella zona ad est di Los Angeles.
Mentre la ragazza frequenta la Beverly Hills High School, dove si
distingue come un’ottima studentessa, lavora in condizioni di
degrado e sfruttamento presso la sartoria di sua sorella affiancata
da sua madre, che considera tale impiego la massima vocazione per
la sua figlia minore.
Ana deve tentare di equilibrare la
visione tradizionale femminile di sua madre con la sua e, al
contempo, accettare la propria immagine corporea e sperimentare una
nuova storia d’amore. Un film d’emancipazione che potrebbe
certamente ispirare tutti coloro che non sentono di soddisfare gli
ormai sempre più insostenibili standard di bellezza imposti dalla
società odierna.
La ragazza delle balene
La ragazza delle
balene racconta la storia di Paikea, figlia unica del
leader del suo villaggio Maori. Le tradizioni della tribù impongono
che il figlio primogenito del leader cavalchi sulla schiena di una
balena per ereditare il ruolo del padre. Paikea ebbe un fratello
gemello, che morì insieme alla madre durante il parto. La ragazza
viene lasciata crescere da suo nonno, convinta che non spetti a lei
diventare il nuovo leader della tribù.
Paikea si impegnerà con tutte le sue
forze per dimostrare di essere degna di guidare il suo villaggio e
che non dovrebbe essere trattata con condiscendenza per il semplice
fatto di essere se stessa. Diretto da Niki Caro,
regista dell’atteso live action di
Mulan.
Come l’acqua per il cioccolato
Come l’acqua per il cioccolato è un
film del messicanoAlfonso Arau,
basato sull’omonimo romanzo. Segue la storia di
Tita, il membro più giovane della sua famiglia. Dalla morte di suo
padre, Tita è stata scelta per prendersi cura di sua madre e non si
è ancora sposata, secondo quanto avrebbe invece voluto la
tradizione.
Nonostante non sia
in grado di sposarsi, si innamora di due uomini diversi e
incoraggia la nipote – che è anche la figlia di uno dei suoi amanti
– a non seguire le tradizioni familiari. Il film usa il realismo
magico e la passione per la cucina come espedienti narrativi. La
trama alza costantemente la posta in gioco, con Tita, personaggio
con il quale è impossibile non identificarsi, liberarsi dagli
elevanti e insostenibili standard della sua famiglia.
Stand by Me
Stand By
Me racconta il bellissimo viaggio di Gordie e di
tre suoi amici mentre si avventurano alla ricerca del corpo di Ray
Brower, un ragazzo del posto. Durante il viaggio, i ragazzi
dovranno fare i conti con loro stessi e con le loro vite,
rapportandosi con l’età adulta, lo spauracchio della morte e le
loro figure genitoriali, emotivamente assenti. Tutti questi eventi
vengono narrati dalla versione adulta di Gordie, che adesso è uno
scrittore affermato.
Considerato un classico da pubblico
e critica, è anche un must per i tutti i fan di Stephen King
(che ha scritto il racconto su cui si basa il film), oltre ad
essere un piccolo gioiello della cinematografica anni ’80 che
semplicemente non si può non conoscere.
La rivincita delle sfigate
La rivincita delle
sfigate, esordio alla regia di Olivia
Wilde, segue la storia di due migliori amiche, Molly e
Amy, la sera prima del giorno del diploma. Hanno trascorso gli anni
del liceo pensando solo allo studio (nella speranza di essere
ammesse al college) e senza mai divertirsi. L’ultimo giorno di
scuola decidono di andare ad una festa per cercare di non
rimpiangere troppo quegli anni che non ritorneranno più.
A metà tra commedia
e dramma, siamo di fronte ad uno dei migliori coming-of-age degli
ultimi anni, adatto tanto ad un pubblico di adolescenti che di
adulti.
Il coraggio della verità
Ne Il coraggio della
verità viene messa in luce la violenza gratuita
della polizia americana e le relazioni spesso tese che esistono tra
la comunità afroamericana e l’autorità. Inoltre, il film di
George Tillman
Jr. prova a sviscerare anche cosa vuol dire essere
adolescente di colore vittima di un’oppressione sistemica che però
sceglie di combattere.
Nel film, Starr assiste all’omicidio
di un suo caro amico per mano di un poliziotto: l’episodio la
spinge a reagire e a far sentire la sua voce all’interno della
comunità. Imparerà non solo che persona è e che tipo di persona
vuole diventare, ma inizierà anche ad accettare l’inevitabile
responsabilità che comporta il diventare adulti.
Eighth Grade
Eighth Grade segue la storia di
Kayla, uno studentessa di terza media che si prepara a frequentare
il suo primo anno di liceo. Il film si svolge durante la sua ultima
settimana alle medie e racconta dei suoi tentativi di adattarsi e
di farsi accettare dai suoi coetanei in vista del cambiamento di
scuola, dando attraverso i social un’immagine di sé che in realtà
non corrisponde alla realtà.
Durante il film,
Kayla acquista grande consapevolezza di sé, comprende che è proprio
la sua autenticità a renderla unica, migliora i rapporti con suo
padre e riesce anche a farsi degli amici che la apprezzano per
quella che realmente è.
Moonlight
Moonlight di
Barry Jenkins, premiato con l’Oscar al miglior
film, racconta la vita di Chirone attraverso tre fasi: infanzia,
adolescenza ed età adulta. Durante queste fasi, il ragazzo lotta
contro sé stesso e contro la sua sessualità, è vittima di bullismo
ed è trascurato dai non solo dai suoi amici, ma anche dalla sua
famiglia. Durante tutto il film incontrerà alcune figure chiave che
avranno un ruolo fondamentale nel suo percorso di
crescita.
Un film scritto
benissimo e girato magnificamente. Gli elementi della storia, la
fotografia e la regia di Jenkins conferiscono il giusto carico
emotivo al film, rispecchiando a pieno le malinconiche e spesso
tragiche esperienze di Chirone durante tutta la sua
vita.
Dopo aver aperto la 51esima
Quinzaine des Réalisateurs del 72° Festival di
Cannes ed essere presentato al Toronto
International Film Festival, arriva nelle sale
italiane Doppia
Pelle (Le Daim), eccentrica black comedy
scritta, diretta e montata da Quentin Dupieux,
apprezzato regista di opere particolarmente originali come
Rubber e Réalité e conosciuto sulla scena
musicale europea come Mr. Oizo.
A prestare il volto al protagonista
Georges, uomo stravagante e ossessionato dalla sua giacca di pelle
di daino, è il Premio Oscar Jean Dujardin, affiancato dal Premio César
Adèle Haenel (Ritratto della giovane in
fiamme; 120 battiti al minuto; La ragazza senza
nome) nel ruolo di Denise, una cameriera appassionata di
montaggio. Tra realtà e finzione cinematografica, la coppia darà
vita a delle situazioni bizzarre e inverosimili, ai limiti della
vera follia.
Doppia Pelle: la trama
Georges (Jean Dujardin) guida tutto il giorno per raggiungere
un’anonima località di montagna e comprare una giacca. Pelle di
daino 100%. Per soddisfare la sua ossessione, Georges ha dato fondo
al conto e alla sua vita coniugale. Morbida, decorata di frange, la
giacca lo innamora fino a possederlo e precipitarlo in un delirio
criminale. Ad assecondare la sua follia c’è Denise (Adèle Hanel),
cameriera con la mania del ri-montaggio di film famosi. Deciso a
girare un film che celebri la sua giacca di daino, Georges si arma
di camera digitale e sbaraglia la concorrenza. Ogni altra giacca
sulla faccia della terra non è che una mera imitazione e va
eliminata. Ad ogni costo e con ogni mezzo.
Diretto da Kenneth Branagh e ispirato al primo
libro dell’omonima serie firmata da Eoin Colfer,
il film Disney Artemis
Fowl arriverà nelle sale italiane il 27 maggio.
Artemis
Fowl porterà sul grande schermo la straordinaria e
fantastica avventura del geniale dodicenne Artemis Fowl coinvolto
in una battaglia che richiederà tanta forza e furbizia contro una
potente razza segreta di fate, possibili responsabili della
scomparsa di suo padre.
“Disney e Kenneth Branagh hanno
trovato un modo magico per estrarre la mia immaginazione,
mescolarla con un pizzico di magia Disney e proiettare, come
d’incanto, questa miscela sul grande schermo – ha dichiarato Eoin
Colfer, autore della serie di libri “Artemis Fowl”. – “Non vedo
l’ora che il pubblico veda il film”.
“Eoin Colfer ha creato
un’importante serie di libri e un universo completamente originale
di personaggi – afferma il regista Kenneth Branagh. – “La
nostra speranza è che i fan di questo carismatico antieroe si
uniscano anche ad un nuovo pubblico in sala per godersi un mare di
sorprese, astuti risvolti e colpi di scena, in tipico stile Artemis
Fowl. Le sue avventure irlandesi sono mozzafiato,
coinvolgenti e piene di energia. Ispirati dalla sua leggendaria
sfrontatezza e dal suo umorismo, abbiamo avuto il privilegio di
portare il mito dalla pagina al grande schermo, con la speranza di
creare un nuovo eroe. È stata una vera gioia far parte di questo
progetto.”
Discendente di una lunga stirpe di
menti criminali, il geniale dodicenne Artemis Fowl è protagonista
di un’avventura fantastica e avvincente mentre tenta di ritrovare
il padre misteriosamente scomparso. Con l’aiuto della sua fedele
guardia del corpo Leale, Artemis parte per ritrovarlo e così
facendo scopre l’esistenza di un’antica civiltà nascosta: il mondo
incredibilmente avanzato delle fate. Ipotizzando che la scomparsa
di suo padre sia collegata in qualche modo a questo mondo segreto,
lo scaltro Artemis escogita un piano pericoloso che lo coinvolgerà
in un duello di astuzia contro le potentissime fate.
Artemis
Fowl è interpretato da Ferdia Shaw, Lara
McDonnell, Josh Gad, Tamara Smart, Nonso Anozie, Josh McGuire,
Nikesh Patel e Adrian Scarborough, con
Colin Farrell e
Judi Dench. Artemis
Fowl è prodotto da Kenneth Branagh e Judy Hofflund,
mentre Angus More Gordon e Matthew Jenkins sono i produttori
esecutivi. La sceneggiatura è firmata da Conor McPherson e Hamish
McColl.
Dopo aver rivelato di non essere a
favore delle Director’s Cut,
Leigh Whannell, regista del nuovo adattamento de
L’Uomo
Invisibile con Elisabeth
Moss (che in Italia è stato rimandato a causa della
chiusura dei cinema in seguito all’emergenza Coronavirus), ha
rivelato che amerebbe realizzare un reboot dedicato al personaggio
di Dracula.
In una recente intervista con
Bloody Disgusting,
Whannell – noto per aver lavorate alle saghe horror di Saw e di
Insidious – ha
parlato di quanto gli piacerebbe realizzare una versione moderna
della classica storia dell’iconico personaggio partorito dalla
mente di Bram Stoker, optando per un processo molto simile a quello
messo in atto per L’Uomo Invisibile.
“Penso che proverei ad arrivare
all’essenza di ciò che rende Dracula così spaventoso”, ha
dichiarato Leigh Whannell. “Per me, ciò che lo
rende tale è la sua totale assenza di pietà e compassione. Per fare
un parallelismo con la vita reale… alla fine si tratta di uno
psicopatico. È a ciò che vorrei ricondurre la mia
versione. Vorrei fare di Dracula il ritratto di uno psicopatico.
Forse potrebbe ancora bere sangue, ma di certo nella mia versione
non ci sarebbero il mantello, la nebbia, i lupi… soltanto uno
psicopatico che ha bisogno di bere sangue.
L’Uomo
Invisibile è stato un grande successo al box office
americano, quindi non è da escludere che la Universal decida di
affidare proprio a Leigh Whannell un’altra
rivisitazione di uno dei suoi Classici Mostri: e se toccasse
davvero all’Impalatore più famoso della letteratura?
L’Uomo
Invisibile è il film del 2020 diretto
da Leigh
Whannell con Elisabeth Moss, Storm Reid,
Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge e Harriet
Dyer.
Nel film Cecilia scappa nel cuore
della notte e scompare, vivendo nascosta con l’aiuto della sorella
(Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e la sua
figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando il violento ex di
Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della sua vasta
fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia solo una
messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze
diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la
sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca
disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che
nessuno può vedere.
Un nuovo fan trailer riunisce
insieme le ultime tre incarnazioni cinematografiche dell’iconico
personaggo di Joker: quella del compianto Heath
Ledger ne Il cavaliere oscuro – Il
ritorno, quella di Jared
Leto in Suicide
Squad e la più recente, quella di Joaquin
Phoenix nel film di Todd
Phillips, premiata – al pari di quella di Ledger – con un premio
Oscar.
Si tratta di un’idea affascinante,
ma che in realtà proviene dalle tavole dei fumetti: in
“Justice League #42“, uscito nel 2015,
Batman viene in contatto con la potente ed onnisciente sedia di
Mobius creata da Metron. Quando chiede chi sia veramente Joker, il
Crociato di Gotham riceve una risposta che non si aspetta: in
origine, c’erano tre diversi Joker. La storyline, partorita dalla
mente di Geoff John e Jason Fabok, verrà approfondita in
“Batman: Three Jokers“, miniserie in tre parti che
esplorerà in che modo queste tre versioni della nemesi dell’Uomo
Pipistrello coesistono all’interno dell’Universo DC.
Cinematograficamente parlando,
l’incarnazione di Leto è stata forse la più controversa. Nel caso
di Ledger, invece, si è trattato di una performance tanto
inquietante ed ossessiva quanto memorabile, mentre grazie alla
performance di Phoenix abbiamo avuto la possibilità di vedere
l’iconico Clown Principe del Crimine ancora sotto una nuova veste,
a conferma di quanto il personaggio di presti a continue
rivisitazioni capaci ogni volta di intraprendere percorsi narrativi
differenti.
Nel fan trailer “Batman: The Three
Jokers” realizzato da Eli Q, che immagina proprio
una versione cinematografica della miniserie a fumetti di prossima
uscita, Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) torna a
Gotham City dopo essere stato rilasciato dall’Arkham Asylum. Sembra
essere un uomo nuovo, tuttavia verrà presto coinvolto in una guerra
tra bande capitanate da due menti criminali (Heath
Ledger e Jared Leto) che, in sua assenza,
hanno raccolto l’eredità di “Joker”.
Batman: The Three Jokers, il
fan trailer riunisce Ledger, Leto e Phoenix
Una delle più grandi differenze tra
la versione di Spider-Man di Sam
Raimi e il personaggio di Peter Parker nei fumetti è
che nei film del regista de La Casa, lo spararagnatele è
organico, ed esce fuori dai polsi dello stesso Peter; nelle tavole
originali, invece, si tratta di un’invenzione del ragazzo (come
visto anche nei film di Marc Webb o in quelli del
MCU con Tom
Holland). Ma qual è stato il motivo dietro
quest’importante cambiamento?
Prima che Sam Raimi
venisse scelto per dirigere il primo film di
Spider-Man, il progetto è passato da uno studio
all’altro per diversi anni, e ad un certo punto è finito anche
nelle mani di James
Cameron, che arrivò addirittura a scrivere un
soggetto. David Koepp venne successivamente
ingaggiato per lavorare alla prima sceneggiatura del film, usando
come base la bozza di Cameron, con Raimi che in seguito venne
ufficializzato come regista.
In seguito, Scott
Rosenberg venne assunto per rivisitare il materiale di
Koepp: l’unico elemento ad essere rimasto costante durante tutto il
processo era lo “spararagnatele organico”, presente nel
soggetto di Cameron.
Raimi decise di tenere questo grande
cambiamento rispetto ai fumetti dal momento che sosteneva che aveva
molto più senso che le ragnatele uscissero dai polsi di Peter
piuttosto che essere un qualcosa creato da lui stesso; secondo il
regista, quest’elemento serviva a sottolineare ancora di più la
natura della sua trasformazione nell’Uomo Ragno.
In un’intervista con Fangoria, Raimi dichiarò che Spider-Man
“si attacca alle pareti, può saltare”, quindi non c’era
alcun motivo per cui avrebbe dovuto inventare un proprio
“fluido di ragnatele”, così lo hanno trasformato
“quanto bastava in un vero ragno capace di produrre
ragnatele.”
Non tutti all’epoca
accolsero bene questo importante cambiamento rispetto ai fumetti: a
posteriori, è innegabile quanto abbia contribuito a rendere la
trasformazione di Peter nel simpatico arrampicamuri ancora più
credibile.
Un rumor decisamente inaspettato
suggerisce che Ben Stiller potrebbe avere un ruolo
in Fast and Furious 9, il nuovo
capitolo della celebre saga action che arriverà nelle sale italiane
a partire dal 21 maggio.
Come riportato infatti da PageSix, Ben
Stiller si unirà al cast del nono capitolo del celebre
franchise action in un ruolo che non è stato ancora svelato.
Secondo la fonte, Stiller inizierà a girare le sue scene “molto
presto”. Page Six dichiara anche di aver contattato i rappresentati
di Stiller per una conferma, ma non ha ricevuto risposta.
Se il casting di Stiller dovesse
essere confermato ufficialmente, siamo quasi certi che si tratterà
di una breve cameo amichevole: è decisamente bizzarro, infatti,
immaginare il celebre attore e comico statunitense all’interno di
un franchise come quello di Fast and Furious, dal momento
che poche sono state le volte in cui Stiller si è cimentato con il
genere action (sempre mescolato alla commedia) durante la sua
fortunata carriera.
In Fast and Furious
9 reciteranno i veterani del
franchise Vin Diesel, Charlize
Theron, John
Cena, Michelle
Rodriguez, Jordana
Brewster, Ludacris, Tyrese
Gibson e Helen Mirren. Nel cast
anche Michael
Rooker e Cardi B.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
al 22 maggio 2020 (inizialmente il film
sarebbe dovuto arrivare al cinema quest’anno). Non sono state
fornite spiegazioni ufficiali che hanno motivato questa scelta, ma
è evidente che nei piani della Universal Pictures ci sia la volontà
di garantire alla saga il miglior posizionamento al box office
possibile in una stagione già ricchissima di blockbuster molto
attesi.
Ricoriamo che il decimo capitolo
della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il
capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie
principale Fast and Furious, a
seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa
informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia
pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.
Rivelata l’identità dell’attore che
interpreta brevemente il ruolo del Joker in
Birds of Prey al posto di Jared
Leto. La presenza di Mr J aleggia nel film soprattutto
all’inizio della storia, nonostante il cinecomic di Cathy
Yan con Margot
Robie si focalizzi essenzialmente su Harley Quinn e
sulla sua epica squadra tutta al femminile.
In Birds of
Prey il personaggio del Joker appare brevemente in
due scene del film, ma ovviamente non è interpretato da Leto: a
vestire i panni del Clown Principe del Crimine è questa volta il
cantante indie/rock americano Johnny
Goth. A rivelarlo è stato proprio quest’ultimo in
un’intervista con Joblo.
Goth ha spiegato di essersi
ritrovato coinvolto nel film per caso: conosceva alcune persone che
lavoravano sul set e ha sentito che c’era bisogno di uno stand-in
per il personaggio del Joker. A quel punto, la produzione si è resa
conto che Goth si adattava perfettamente al costume di Mr J e che
le sue mani erano delle stesse dimensioni di quelle di Leto: tutte
queste caratteristiche lo hanno reso lo stand-in perfetto per le
due brevi sequenze flashback del cinecomic in cui era prevista la
presenza del supercriminale.
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.”
Prima Linea
Productions, uno degli studi cinematografici dedicati
all’animazione più importanti del panorama europeo, ha chiuso i
battenti. Lo studio è andato in liquidazione il 7 febbraio scorso,
stando al report di Le film
français (via Cartoon Brew).
Tra i film più importanti prodotti
dallo studio francese, ricordiamo La tartaruga
rossa di Michaël Dudok de
Wit e La famosa
invasione degli Orsi in Sicilia di
Lorenzo Mattotti. Lo studio, nato con il semplice
nome di Prima Linea nel 1988, nasceva con lo scopo di sostenere
fumettisti, grafici e illustratori, nelle intenzioni dei fondatori
Valérie Schermann e Christophe Jankovic. Oltre alla collaborazione
“nostrana” per il film di Mattotti, nel 2016 lo studio aveva
collaborato con lo Studio Ghibli per la realizzazione de La
Tartaruga Rossa.
A quanto pare, proprio l’insuccesso
economico del film di Mattotti non ha certo contribuito a risanare
le casse dello studio. Costato 11 milioni di euro, il film non ha
richiamato sufficiente pubblico in sala, a dispetto del grande
successo di critica e dei grandi riconoscimenti ottenuti nel corso
della sua vita festivaliera.
Il romanzo basato su
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker conferma un importante dettaglio a
proposito del ritorno di Palpatine nel film di
J.J. Abrams: quello che abbiamo visto sul grande
schermo era in realtà un clone del “vero” Signore Oscuro dei
Sith.
Nonostante il romanzo non sia ancora
stato messo ufficialmente in commercio (negli Stati Uniti arriverà
il prossimo 17 marzo), la Lucasfilm Publishing ha deciso di
venderne anticipatamente alcune copie durante la convention nerd
C2E2 di Chicago lo scorso fine settimana.
Ovviamente, alcuni passaggi del romanzo sono già approdati
online.
Il libro conferma davvero che lo
spirito dell’Imperatore Palpatine è stato trasferito in un corpo
clonato. Quando Kylo Ren arriva su Exegol e
incontra Palpatine, osserva da vicino il
macchinario a cui l’Imperatore è fisicamente legato e lo riconosce
grazie ai suoi studi sulle Guerre del Cloni. Deduce, così, che lo
spirito del Lato Oscuro di Palpatine sia troppo forte per il corpo
clonato a cui è stato destinato: ciò gli sta causando una grave
degenerazione.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris Terrio,
mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Poche settimane fa ha spopolato in
rete un video
deepfake in cui Robert Downey
Jr. e Tom Holland interpretano
Doc e Marty in Ritorno al futuro. Adesso,
quasi come se quel video fosse stato in qualche modo “profetico”, è
stato lo stesso Holland a confermare che ci sono state delle
discussioni a proposito di un ipotetico remake del cult del 1985 di
Robert Zemeckis.
Naturalmente, essendo
Ritorno al futuro una delle pietre
miliari della storia del cinema, nonché una pellicola amatissima
dagli spettatori di tutto il mondo, Tom Holland è
stato molto cauto nelle sue affermazioni, sottolineando che –
ovviamente – non c’è alcun reboot in cantiere, rivelando soltanto
che in passato ci sono state alcune discussioni sulla possibilità
di riportare l’incredibile viaggio di Doc e Marty “a spasso nel
tempo” sul grande schermo.
Intervistato da BBC Radio 1, Holland ha spiegato:
“Mentirei se dicessi che in passato non ci sono state
conversazioni a proposito di una sorta di remake, ma la verità è
che quel film è perfetto, è uno dei migliori film che siano mai
stati realizzati e che nessuno potrebbe fare meglio. Detto ciò, se
Robert Downey Jr. e io potessimo rifare, soltanto per divertimento,
quella scena ricreata per il deepfake – potrebbe pagare lui questa
volta, è pieno zeppo di soldi -, lo farei gratis, ma almeno
potremmo rifare quella scena. Penso che lo dobbiamo a chi ha
realizzato il vero deepfake, perché hanno fatto un lavoro
incredibile. Penso che parlerò con Robert e vedremo se riusciamo a
ricreare qualcosa in onore del deepfake.”
Le riprese principali di The
Suicide Squad sono ufficialmente terminate, e il
regista James
Gunn ha deciso di celebrare la fine della produzione
con un nuovo post condiviso attraverso il suo account Instagram. Il post in questione ritrae
un’immagine in cui è possibile vedere, oltre al logo ufficiale del
film, anche uno scatto che ritrae Gunn insieme al cast e alla crew
del film al completo.
Nella didascalia che ha
accompagnato la foto, il regista ha scritto: “Terminate le
riprese di The Suicide Squad. Mio padre è morto due settimane
prima che iniziassimo a girare e il mio cane è morto due settimane
prima della fine. È stato un momento davvero, davvero difficile
della mia vita, ma al tempo stesso uno dei momenti più appaganti
che ho mai avuto da quando faccio film. La professionalità, il
talento, la compassione e la gentilezza di questo cast e di questa
troupe mi hanno ispirato ogni giorno. Grazie a tutte le persone
coinvolte in questo film, in ogni fase del suo sviluppo, ogni
dipartimento. Vi sono grato dal profondo del mio cuore. Siete voi
il motivo per cui faccio film.” Potete vedere il post
originale di seguito:
Il cast ufficiale
di The Suicide
Squad comprende i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry
Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika
Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane
sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker
Savant.
Arriva il primo trailer italiano di
Stargirl,
il nuovo original movie targato Disney+ che sarà disponibile
sulla piattaforma di streaming a partire dal 24 marzo 2020.
In Stargirl Leo
Borlock (Graham Verchere) è un normale studente della Mica High
School. Prende voti soddisfacenti, è membro della banda musicale
della scuola e ha sempre mantenuto un basso profilo. Ma tutto
questo cambia quando incontra Stargirl Caraway (Grace VanderWaal),
una nuova studentessa, allegra e sicura di sé, appassionata di
ukulele, che si fa notare. Lei è gentile, trova la magia in ogni
cosa e tocca le vite degli altri con gesti semplici. La sua
stravaganza e la sua personalità contagiosa affascinano Leo e
l’intero corpo studentesco e Stargirl passa dall’essere ignorata e
ridicolizzata, all’essere accettata e ammirata, trascinando Leo in
un carosello di emozioni. È una celebrazione dell’unicità, della
gentilezza e del potere dell’umanità.
Stargirl
è diretto da Julia Hart, la sceneggiatura è di Kristin Hahn e Julia
Hart con Jordan Horowitz ed è ispirata al romanzo omonimo di Jerry
Spinelli. Gli attori sono la cantautrice Grace VanderWaal –
vincitrice dell’undicesima edizione di America’s Got
Talent – al suo debutto cinematografico, Graham Verchere,
Karan Brar, Maximiliano Hernandez (Thor, The Avengers, Captain
America), Darby Stanchfield (Scandal) e Giancarlo
Esposito (Fa la cosa giusta, Breaking Bad, The Mandalorian). Stargirl è
prodotto da Ellen Goldsmith-Vein, p.g.a, Lee Stollman, p.g.a., e
Kristin Hahn, p.g.a., con Jordan Horowitz, Jim Power, Jerry
Spinelli, Eddie Gamarra, Catherine Hardwicke e Jonathan Levin sono
i produttori esecutivi.
Alla fine del 2020, gli Stati Uniti
saranno di nuovo chiamati alle urne, a votare per il proprio
Presidente. E non è un caso che i membri di Hollywood, da sempre
schierati politicamente, si siano uniti, sotto la guida di W Magazine, per
invitare gli elettori al voto, o meglio a registrarsi alle liste
elettorali per poter votare.
Brad
Pitt, Scarlett
Johansson, Ellee
Dakota Fanning, Cynthia Erivo sono
solo alcuni dei nomi di star hollywoodiane che invitano i loro fan
a registrarsi per poter far sentire la loro voce.
Nel 2016, l’esito delle elezioni che
vide Hillary Clinton sconfitta da Donald
Trump lasciò il mondo senza parole, visto che la vittoria
della candidata democratica sembrava data per certa. Tutti i
personaggi più in vista della cultura americana parteggiavano per
lei e la percezione di quello che era in realtà il Paese Reale,
dall’esterno, era decisamente falsata, come poi ha dimostrato
l’esito delle elezioni.
L’ opera del regista iraniano
condannato agli arresti domiciliari per il suo impegno civile e
politico, ha conquistato la Giuria presieduta da
Jeremy Irons che ha annunciato il Premio con
grande entusiasmo, e il pubblico della 70°
Berlinale che ha accolto la proiezione ufficiale
con commozione e interminabili applausi.
THERE IS NO
EVIL del regista iraniano Mohammad
Rasolouf trionfatore a Berlino con L’ Orso d’ Oro come
Miglior film, uscirà nelle sale italiane con
Satine Film.
THERE IS NO EVIL è un dramma
in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la
libertà individuale quando si è di fronte a situazioni che vengono
imposte come obbligate e dove non vi è alcuna possibilità di
scelta.
“Un’opera protente e
profonda- dichiara Claudia Bedogni, titolare di Satine
Film– che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa
riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità
delle nostre scelte”. Un’ opera che siamo davvero molto orgogliosi
di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico
italiano”.
La giovane attrice
Josephine Langford è attualmente considerata una
delle giovani promesse del cinema, avendo dimostrato buone doti
recitative in alcuni film di grande successo. Doti che si immagina
matureranno con il tempo, permettendole di ottenere sempre più
ruoli di rilievo e importanti riconoscimenti. Attesa in progetti
che possano metterne alla prova la versatilità, l’attrice può
intanto godersi la popolarità di cui è stata investita grazie al
film After, tratto dall’omonimo romanzo.
Ecco 10 cose che non sai di
Josephine Langford.
Josephine Langford: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Dopo un piccolo ruolo nel film
Pulse (2017), la Langford inizia a farsi notare con la
pellicola Wish upon (2017). Il vero successo arriva però
grazie al film After (2019), dove ricopre il ruolo della
protagonista Tessa Young. Nel film recita condividendo la scena con
l’attore Hero
Fiennes-Tiffin, e i due riprenderanno i rispettivi
ruoli nell’atteso sequel intitolato After 2,
previsto per l’aprile del 2020.
2. Ha preso parte ad alcune
serie televisive. Prima di diventare celebre grazie al
personaggio di Tessa, l’attrice si era ulteriormente distinta
recitando nei panni di Emma Webber negli episodi Journey e
Outback, facenti parte della seconda stagione della serie
horror Wolf Creek. Nel 2019 recita invece nel ruolo di
Clair nella serie Hulu Into the Dark, precisamente
nell’episodio They Come Knocking, della prima
stagione.
3. Ha ottenuto un
importante riconoscimento. Nel 2019 l’attrice viene
candidata come miglior attrice di un film drammatico per il suo
ruolo in After ai Teen Choice Award, i premi dove a
decretare i vincitori sono propri i giovani spettatori. Questi
hanno premiato la Langford permettendole di vincere l’ambito
riconoscimento.
Josephine Langford è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 2,2 milioni di persone.
All’interno di questo la Langford è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi, o ancora foto
dei luoghi da lei visitati. Non mancano infine anche foto
realizzate per servizi di moda e immagini promozionali dei suoi
progetti da interprete.
Josephine Langford e sua
sorella
5. È la sorella di una nota
attrice. Come suggerisce il cognome, l’attrice è la
sorella di Katherine
Langford, divenuta celebre per il ruolo di Hannah
Baker nella serie NetflixTredici. Le due sono ad oggi una
delle coppie di sorelle attrici più promettenti e seguite del
cinema, apprezzate per le loro doti da interpreti.
Josephine Langford è
fidanzata?
6. Ha smentito le voci su
una sua relazione. Durante un’intervista, l’attrice ha
categoricamente smentito le voci secondo cui avrebbe avuto una
relazione con il suo partner di scena nel film After. La
Langford ha infatti dichiarato che tra lei e Fiennes-Tiffin scorre
solo una buona amicizia, e che non ha ancora avuto modo di vivere
un amore travolgente, lasciando intendere che al momento sia
single.
Josephine Langford in After
7. Aveva già letto alcuni
capitoli del romanzo. Prima di venire pubblicato su carta,
il romanzo After era stato rilasciato sulla piattaforma
Wattpad. Proprio su questa la Langford ha dichiarato di aver letto
i primi capitoli, anni prima che venisse posta in produzione una
trasposizione cinematografica e lei ottenesse la parte.
8. Non è stata la prima
scelta per il ruolo. Originariamente per il ruolo di Tessa
Young era stata scelta l’attrice Julia Goldani
Telles, nota per il suo ruolo nella serie The
Affair. Tuttavia, per via di alcuni conflitti con le riprese
di altri progetti, fu costretta a rinunciare al ruolo. Fu a questo
punto che la produzione chiamò la Langford a sostituirla,
assegnandole la parte che l’avrebbe resa celebre.
9. Ha avuto poco tempo per
prepararsi al ruolo. Per via del suo casting tardivo,
l’attrice ebbe a disposizione soltanto una settimana per prepararsi
al ruolo. Le riprese erano infatti imminenti, e in quel breve tempo
la Langford completò la lettura dei romanzi e della sceneggiatura,
iniziando a costruire dentro di sé l’emotività del personaggio.
Josephine Langford: età e
altezza
10. Josephine Langford è
nata a Perth, in Australia, il 18 agosto 1997. L’attrice è
alta complessivamente 167 centimetri.
L’attore Don
Cheadle ha negli anni dimostrato di potersi
tranquillamente destreggiare tra grandi blockbuster hollywoodiani e
più piccoli progetti di stampo autoriale. Cheadle ha così costruito
la propria carriera affermandosi per la sua versatilità, che lo ha
portato tanto a ricoprire ruoli continuamente diversi, quanto ad
ottenere alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti
dell’industria. Ecco 10 cose che non sai di Don
Cheadle.
Don Cheadle: i suoi film
1. Ha preso parte a celebri
lungometraggi. L’attore inizia a lavorare per il cinema
nel 1985, quando recita nel film Scuola guida. Negli anni
successivi recita in pellicole come Colors – Colori di
guerra (1988), Cosa fare a Denver quando sei morto
(1995), Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997), Out
of Sight (1998), The Family Man (2000),
Traffic (2000), Mission to Mars (2000),
Codice: Swordfish (2001), Ocean’s Twelve (2004),
Crash – Contatto fisico (2004) e Hotel Rwanda
(2004), che lo rende particolarmente popolare. Negli anni
successivi continua a recitare in pellicole di rilievo come
Ocean’s Thirteen (2006), Brooklyn’s Finest
(2009), Iron Man 2
(2010), Flight
(2012), Iron Man 3
(2013), Avengers: Age of
Ultron (2015), Miles Ahead (2015), Captain America:
Civil War (2016), Avengers: Infinity
War (2018) e Avengers:
Endgame (2019).
2. Ha recitato per la
televisione. All’inizio della sua carriera l’attore ha
preso parte ad alcuni episodi di celebri serie come Saranno
famosi (1986), Willy, il principe di Bel-Air (1990),
con l’attore Will
Smith, e ancora Cuori al Golden Palace
(1992-1993), Mr. Cooper (1993), La famiglia Brock
(1993-1995), e E.R. – Medici in prima linea (2002). Nel
2012 assume invece il ruolo di Marty Kaan per la serie House of
Lies, dove recita fino al 2016. Nel 2019 è poi nella serie
Black Monday, tutt’ora in corso, mentre nel 2020 è atteso
in Ratched.
3. È anche regista,
sceneggiatore e produttore. Nel 2015 Cheadle esordisce
alla regia di un lungometraggio con il film Miles Ahead,
da lui anche scritto e prodotto, incentrato sulla vita del
trombettista Miles Davis. Tra gli altri film
prodotti dall’attore si annoverano poi Crash – Contatto
fisico e St. Vincent, come anche le serie Crash,
House of Lies e Black Monday.
Don Cheadle in Willy, il principe
di Bel-Air
4. Ha recitato nella celebre
serie comedy. Nel 1990 l’attore prende parte all’episodio
Homeboy, Sweet Homeboy, della prima stagione della serie,
ricoprendo il ruolo di Ice Tray. Questi era il miglior amico di
Willy a Philadelphia, il quale va ora a trovarlo nella nuova
dimora. Qui conosce Hilary, la cugina del protagonista, con cui
inizia un flirt, attirandosi le antipatie degli zii di Willy.
Don Cheadle è War Machine
5. Ha sostituito un altro
attore. Nel primo film dedicato ad Iron Man,
il ruolo del colonnello James Rhodes era stato affidato all’attore
Terrence Howard, il quale tuttavia si rifiutò di
riprendere la parte per via di una disputa legata al salario. A
sostituirlo fu allora Cheadle, che da quel momento assunse i panni
di Rhodes e di War Machine anche per i successivi film Marvel.
6. Si è ispirato
all’interpretazione del precedente attore. Cheadle ha
affermato che inizialmente la sua intenzione era quella di dare una
nuova interpretazione originale del personaggio, ma che in seguito
decise di ispirarsi alla performance di Howard, così da non dar
vita ad evidenti differenze tra un film e l’altro.
7. Ha avuto poco tempo per
decidere. Dato l’inizio imminente delle riprese, la
produzione aveva bisogno di una risposta rapida da Cheadle, per
sapere se avrebbe accetto o meno il ruolo. L’attore ebbe così solo
un’ora per decidere, e infine acconsentì a ricoprire la parte,
stimolato anche dalla difficoltà per le persone di colore
nell’ottenere ruoli da supereroe.
Don Cheadle in Avengers
8. Ha svelato la sua scena
preferita. All’interno del film Avengers: Endgame l’attore ha
ricoperto nuovamente il ruolo di War Machine. Cheadle ha inoltre
svelato quale delle tante scene girate è la sua preferita. Si
tratta di quando Scott Lang, alias Ant-Man è intento a mangiare un
taco, venendo tuttavia interrotto dall’arrivo di Nebula, Rocket e
infine di War Machine, il cui arrivo fa spaventare il povero
Lang.
Don Cheadle è su Twitter
9. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network Twitter,
dove ha un totale di 826 mila followers. Qui l’attore è solito
condividere post riguardanti i suoi progetti da interprete, ma è
anche il luogo dove l’attore può manifestare il suo attivismo,
fornendo la propria opinione sui più importanti eventi d’attualità,
dalla politica ai diritti umani.
Don Cheadle: età e altezza
10. Don Cheadle è nato a
Kansas City, nel Missouri, Stati Uniti, il 29 novembre
1964. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.
Tra le più affermate interpreti
italiane, Valeria Solarino si è negli anni
distinta per le sue partecipazioni cinematografiche e televisive,
dove ha potuto dar prova delle sue doti attoriali. Apprezzata da
critica e pubblico, la Solarino ha inoltre ottenuto importanti
riconoscimenti, arrivando anche a lavorare con celebri attori e
registi, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di Valeria Solarino.
Valeria Solarino: i suoi film
1. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attrice esordisce al cinema con il film
La felicità non costa niente (2002), per poi prendere
parte a Fame chimica (2003) e Che ne sarà di noi
(2003). L’anno della consacrazione è il 2005, quando prende parte
al film La febbre, recitando nel ruolo di Linda accanto a
Fabio Volo. Grazie a questo film ottiene una
maggiore popolarità, che le permette di recitare in Viaggio
segreto (2006), Valzer (2007), Signorina
Effe (2007), Italians (2009), Viola di mare
(2009), Vallanzasca – Gli angeli del male (2010),
Manuale d’amore 3 (2011), Smetto quando
voglio (2014), Una donna per amica (2014), La
terra dei santi (2015), La scelta (2015), Era
d’estate (2016), Smetto quando voglio
– Masterclass (2017), Smetto quando voglio
– Ad honorem (2017), A casa tutti
bene (2018) e Moschettieri del re –
La penultima missione (2018).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. La prima incursione televisiva per
la Solarino avviene per il film televisivo Anita Garibaldi
(2012), dove interpreta proprio la protagonista, recitando accanto
all’attore Giorgi Pasotti. Nello stesso anno
recita in Signorina Giulia (2012), per poi tornare in TV
con la serie Una grande famiglia (2013-2015), dove
recita con l’attore Alessandro
Gassmann. Altre serie a cui partecipa sono Maltese
– Il Romanzo del Commissario (2017), con Kim Rossi
Stuart, e Rocco Schiavone (2019), con
Marco
Giallini.
3. È stata nominata per un
importante premio. Nel corso della sua carriera l’attrice
ha dato vita a più di un’apprezzata interpretazione. È divenuta
però particolarmente famosa per il ruolo di Emma nel film
SignorinaEffe, che le ha permesso di ottenere
una nomination come miglior attrice protagonista ai David di
Donatello nel 2008.
Valeria Solarino è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 59,8 mila persone. All’interno
di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago o di luoghi da lei visitati. Non mancano,
naturalmente, immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete, come anche diverse foto realizzate per servizi di
moda.
Valeria Solarino: chi è il suo
compagno
5. Ha una relazione con un
noto regista. Durante le riprese del film Che ne sarà
di noi, l’attrice intreccia una relazione con il regista,
Giovanni Veronesi. Da quel momento i due non si
sono più lasciati, dando vita ad una delle coppie più durature
dello spettacolo italiano. Particolarmente riservati, i due hanno
negli anni mantenuto un profilo piuttosto riservato, evitando così
un’eccessiva intromissione dei media nella loro vita privata.
6. Non pensano al
matrimonio. In diverse occasioni la coppia ha affermato di
non avere in progetto il matrimonio, almeno nel breve tempo, con la
Solarino pronta a dichiarare di sognare tale cerimonia solo quando
saranno anziani, perché ciò significherebbe coronare l’amore di una
vita. Anche per quanto riguarda i figli i due si sono mostrati
piuttosto riservati, affermando semplicemente che arriveranno
quando arriveranno.
7. Hanno lavorato insieme
diverse volte. Dopo averla diretta in Che ne sarà di
noi, Veronesi ha voluto nuovamente la compagna nel cast di
alcuni suoi film. La Solarino è infatti comparsa nel ruolo di Haifa
in Italians, in quelli di Sara in Manuale d’amore
3, nei panni di Anna in Una donna per amica, e come
Cicognac in Moschettieri del re – La penultima
missione.
Valeria Solarino e il tennis
8. È una grande
appassionata di questo sport. L’attrice non ha mai
nascosto la sua passione per il tennis, che più che una passione la
Solarino ha descritto come una vera e propria ossessione. Per
questo è solita allenarsi nei momenti di pausa tra un lavoro e
l’altro, praticando quello sporto che, a detta dell’attrice, è un
pensiero costante all’interno della sua vita.
Valeria Solarino ha una cicatrice
sul naso
9. Ha imparato ad
accettarsi così com’è. La Solarino è unanimemente
considerata una delle donne più belle del cinema italiano.
Tuttavia, proprio lei aveva difficoltà ad accettare una cicatrice
presente sul suo naso sin da quando era bambina. L’attrice ha
dichiarato che un tempo la trovava anti-estetica, ma che con il
tempo ha imparato ad accettarla, poiché è un elemento che la rende
unica.
Valeria Solarino: età e
altezza
10. Valeria Solarino è nata
a Morro de Barcelona, in Venezuela, il 4 novembre 1978.
L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.
Divenuto popolare grazie a diverse
celebre serie TV a cui ha preso parte, l’attore Pietro
Sermonti vanta anche molteplici e importanti
collaborazioni cinematografiche. Nel corso degli anni ha infatti
saputo affermarsi tanto per i suoi ruoli comici quanto per parti
più drammatiche. Ciò gli ha permesso di dimostrare le proprie doti,
guadagnando la stima di critica e pubblico. Ecco 10 cose
che non sai di Pietro Sermonti.
Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti
Pietro Sermonti: i suoi film e le
fiction
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film
Piccoleanime (1998), per poi tornare al cinema
in SoloMetro (2007) e ancora Sweet Sweet Marja
(2007), Roulette (2007), Amore, bugie e calcetto
(2008), Sleepless (2009) e Boris – Il
film (2011), che gli permette di ottenere una buona fama
anche sul grande schermo. Da quel momento recita infatti in film
come Smetto quando
voglio(2014), Confusi e
felici (2014), Sei mai stata sulla
Luna? (2015), Smetto quando voglio
– Masterclass (2017), Smetto quando voglio
– Ad honorem (2017), Lasciati
andare(2017), Terapia di coppia per
amanti (2017), Bentornato Presidente (2019) e
Bangla (2019).
2. Ha preso parte a celebri
serie TV. Dopo aver recitato nella serie
Carabinieri (2002), l’attore ottiene una discreta
popolarità grazie a Elisa di Rivombrosa (2003-2004) e
La moglie cinese (2006). Grande notorietà gli è però data
dalla serie Un medico in famiglia, dove dal 2001 al 2009
recita nel ruolo di Guido Zanin. Conferma poi il suo successo
recitando nella popolare serie Boris (2007-2010), dove dà
vita all’iconico Stanis La Rochelle. Negli anni successivi torna in
televisione per recitare in Nero Wolfe (2012) e Tutto
può succedere (2015-2018).
Pietro Sermonti e Margot
Sikabonyi
3. Ha avuto una relazione
con la collega di set. Durante le riprese della fiction
Un medico in famiglia, l’attore ha modo di conoscere
Margot Sikabonyi, che ricopre il personaggio di
Maria Martini. I due sviluppano in breve tempo un feeling, dando
vita ad una relazione che si protrae per diverso tempo. Si lasciano
poi senza fornire particolari motivazioni, con l’attrice ha
affermato che quello vissuto è stato il suo primo vero amore, ma
che non permetterà più di innamorarsi sul set.
Pietro Sermonti ha una moglie?
4. Non è sposato.
Attualmente l’attore sembra essere single, avendo terminato da poco
la relazione con l’attrice Margherita Vicario. Tra le altre storie
d’amore celebri di Sermonti vi è stata anche quella con la
conduttrice televisiva Alessia Marcuzzi. Tuttavia, l’attore non ha
mai fornito ulteriori dettagli sulla propria vita privata,
preferendo tenere i media lontani da questa.
Pietro Sermonti e il calcio
5. Voleva diventare un
calciatore. Da ragazzo, Sermonti aveva come sogno quello
di diventare un calciatore. Inizia ad allenarsi giocando nelle
giovanili della Juventus, ma per problemi fisici è costretto ad
abbandonare. Ciò non gli impedisce però di praticare tale sport a
livello amatoriale, prendendovi infatti parte a scopi benefici,
giocando ad esempio per alcuni anni nella Nazionale Italiana
Attori.
Parte delle cose che non sai di Pietro Sermonti
Pietro Sermonti in Un medico in
famiglia
6. Ha abbandonato la
serie. Dopo aver recitato nelle stagioni 3, 4 e 6,
l’attore ha confermato che non sarebbe tornato a recitare nella
celebre fiction, poi protrattasi fino al 2016. Sermonti giudicava
infatti completo l’arco narrativo del proprio personaggio, e ha
ulteriormente motivato la scelta con il desiderio di intraprendere
nuove strade nel campo della recitazione.
Pietro Sermonti in Boris
7. Nella serie interpreta un
attore che interpreta un medico. Per un incredibile
coincidenza, nella serie Boris, dove l’attore ricopre
il ruolo di Stanis La Rochelle, si è ritrovato a dar vita
nuovamente ad una parte legata al mondo della medicina. Sermonti ha
affermato di essersi divertito molto a dar vita a questo
personaggio, potendo prendere in giro in modo ironico e affettuoso
quanto fatto invece con serietà in Un medico in
famiglia.
8. Il ruolo è stato scritto
per lui. Amico da anni con gli sceneggiatori di
Boris, Sermonti ha affermato di aver particolarmente
apprezzato il ruolo che questi avevano scritto per lui. Data la
profonda amicizia, gli sceneggiatori hanno infatti potuto assegnare
all’attore una parte che ne liberasse le vene più deliranti della
sua personalità, ottenendone un personaggio particolarmente
comico.
9. Si ritiene ben diverso
dal suo personaggio. Stanis La Rochelle è una personalità
prevalentemente sgradevole, ricca di presunzione ed egocentrismo.
Sermonti ha ribadito di non ritrovarsi affatto in questi aspetti,
ma che dargli voce è stata una delle sfide più entusiasmanti,
poiché si è visto costretto ad attingere ad un repertorio che non
gli è proprio. Mettendosi alla prova, l’attore ha così potuto
svelare nuove sfumature del suo talento.
Pietro Sermonti: età e altezza
10. Pietro Sermonti è nato a
Roma, Italia, il 25 ottobre 1971. L’attore è alto
complessivamente 183 centimetri.
Si è appena conclusa la
Berlinale 2020 con un palmares davvero vincente
per l’Italia che ha presenziato al Festival. Sia il film di
Giorgio Diritti, Volevo Nascondermi, che Favolacce, dei fratelli
D’Innocenzo, sono andati a premio, con Elio
Germano che vince il premio per il migliore attore e i
D’Innocenzo per la migliore sceneggiatura.
L’Orso d’Oro è andato invece a
There is no evil dell’iraniano
Mohammad Rasoulof, sulla pena di morte, in quattro
parti. Ecco di seguito tutti i premi che ha assegnato la giuria
presieduta da Jeremy Irons (in cui c’era anche
Luca Marinelli).
Orso d’oro per il miglior film: There Is No Evil di Mohammad Rasoulof
Orso d’argento Gran Premio della Giuria: Never Rarely Sometimes Always di Eliza
Hittman
Premio 70° Berlinale per l’innovazione: Delépine e Kervern per Effacer
l’historique
Orso d’argento per la miglior regia: Hong Sang-Soo per The Woman Who Run
Orso d’argento per la migliore attrice: Paula
Beer per Undine
Orso d’argento per il miglior attore:
Elio Germano per Volevo
nascondermi
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura:
Fabio e Damiano
D’Innocenzo per Favolacce
Orso d’argento per il miglior contributo
tecnico:
per la fotografia di DAU. Natasha
Premio per la migliore opera prima: Los Conductos di Camilo Restrepo
Premio per il miglior documentario Irradiés di Rithy
Panh Menzione speciale: Notes from the Underworld, di Tizza
Covi e Rainer Frimmel
Panorama – Premio del Pubblico, fiction
1°Otac di
Srdan Golubovic
2° Futur
Drei(Stitches) di
Faraz Shariat
3° Hap di Maria Sodahl
Panorama – Premio del Pubblico,
documentari:
1° Welcome to Chechnya di David
France
2° Saudi Runaway di Susanne Regina
Meures
3° Petite Fille di Sebastien
Lifshitz
Si è svolta la scorsa notte la 45°
cerimonia di premiazione dei César 2020, nella
lussuosa cornice della Salle Pleyel. Tuttavia,
come preannunciavano le agitazioni di qualche giorno fa, la
cerimonia ha avuto più di un fuori programma, a cominciare
dall’ingresso in sala.
Un gruppo di femministe ha
manifestato con fumogeni sul tappeto rosso, la causa del loro
disappunto sono le 12 candidature a L’Ufficiale e
la Spia, il bellissimo film di Roman
Polanski, già Leone d’Argento a Venezia 2019. Il regista,
di recente travolto di nuovo dallo scandalo e dalle accuse di
molestie sessuali, aveva già deciso nelle ore precedenti alla
cerimonia di non partecipare, per proteggere la sua famiglia,
moglie, figli e se stesso, ovviamente, da insulti e attacchi.
Questo però non è bastato. Oltre
alle proteste esterne alla sala, anche durante la cerimonia, quando
è stato annunciato il premio alla regia a Polanski, l’attrice
Adèle Haenel ha lasciato la sala in segno di
protesta, urlando “vergogna”. Con lei, anche altri presenti hanno
abbandonato la cerimonia, compresa Céline Sciamma,
regista di Ritratto di
una giovane in fiamme, anche lei nominata nella
categoria per la migliore regia.
Il trambusto che ha fatto da
cornice alla cerimonia rischia però di far perdere di vista i veri
protagonisti della serata, i film e i vincitori, che potete leggere
di seguito:
Miglior suono: per Wolf
Call
Miglior montaggio: Flora Volpelière per Les
Misérables
Miglior colonna sonora originale: Dan Lévy per Dov’è il
mio corpo
Miglior film d’animazione: Dov’è il mio corpo di Jérémy
Clapin
Miglior fotografia: Claire Mathon per Ritratto della
giovane in fiamme
Sembra tutto troppo bello per essere
vero, e infatti si tratta di un rumor tanto insistente da essere
diventato virale: sembra che Henry Cavill possa interpretare un mutante
famoso in Captain Marvel 2, il film con
Brie Larson che sarà presto messo ufficialmente in
produzione presso i Marvel Studios.
Cavill sarebbe stato chiamato ad
interpretare Wolverine, il personaggio che ha accompagnato per 19
anni di carriera l’australiano Hugh Jackman e che
nel 2017 è morto sul grande schermo in
Logan, di James
Mangold.
La fusione tra Fox e Disney ha
portato i Mutanti Marvel, i cui diritti erano in
possesso di Fox, nelle mani della Casa di Topolino, sotto la quale
si trovano anche i Marvel Studios, per cui per gli
X-Men è arrivato il momento di unirsi al Marvel Cinematic
Universe.
Non sappiamo quali saranno le
tempistiche di questa unione cinematografica, ma sappiamo che se lo
studio volesse cominciare a reintrodurre gli X-Men
nel MCU cominciare da un mutante come
Wolverine, amatissimo e ben strutturato nei ricordi degli
spettatori, si tratterebbe di una decisione azzardata.
Dal canto suo, Henry
Cavill non è nuovo al mondo dei cinecomics, visto che ha interpretato Superman per
Zack Snyder in L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman e
Justice League. Tuttavia, le
sorti avverse del DCEU lo hanno fatto allontanare dal ruolo e,
sebbene non sia ufficiale che l’attore britannico abbia appeso il
mantello al chiodo, all’orizzonte non ci sono ancora progetti per
il suo ritorno nella parte.
Di recente, Henry
Cavill è stato però protagonista di un nuovo successo,
rappresentato da The
Witcher, la serie Netflix basata sull’omonima serie di romanzi. Se la
sua partecipazione a Captain Marvel 2 nei panni di
Wolverine dovesse essere confermata, l’attore reciterà accanto a
Brie Larson.
Divenuta celebre grazie alla sua
partecipazione ad un noto reality show statunitense, l’attrice
Jaina Lee Ortiz ha in breve tempo raggiunto una
buona fama come interprete prendendo parte a note serie TV. La
Ortiz ha così avuto modo negli ultimi anni di sfoggiare una buona
versatilità, lasciando intendere che la sua potrebbe essere una
carriera in crescendo, in attesa soltanto del ruolo che possa
metterne totalmente in risalto le qualità. Ecco 10 cose che
non sai di Jaina Lee Ortiz.
Parte delle cose che non sai di Jaina Lee Ortiz
Jaina Lee Ortiz: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in un film
per il cinema. Nel 2012 l’attrice debutta al cinema con il
lungometraggio dal titolo Misfire, dove ricopre il ruolo
di I.C. all’interno di un duello tra assassini composti di sole
donne. Successivamente, nel 2017, recita in Il viaggio delle
ragazze, dove grazie ad un piccolo ruolo, ha modo di recitare
accanto all’attrice Jada Pinkett
Smith. Queste sono per ora le uniche incursioni
cinematografiche che la Ortiz ha all’attivo, data la sua più attiva
partecipazione a progetti televisivi.
2. È nota per le serie
TV. La Ortiz debutta nel mondo della televisione con la
serie TV The Shop (2016), dove ricopre il ruolo di Petrona
per sei episodi. In seguito, recita nel film The After
(2014), ma la vera popolarità arriva grazie alla serie
Rosewood, dove dal 2015 al 2017 ricopre il ruolo di
Annalise Villa. Terminata la serie ha poi preso parte a
Shooter (2017) e Grey’s Anatomy (2018-2019), dove ha
interpretato Andy Herrera.
3. Attualmente è
protagonista di una serie. Il ruolo di Andy Herrera in
Grey’s Anatomy ha ottenuto un tale buon riscontro di
pubblico, che i produttori hanno pensato bene di scrivere una serie
spin-off interamente dedicata a lei. È così nata Station
19, dove dal 2018 la Ortiz ha ripreso la parte, che ricopre
tutt’ora, e che le ha permesso di ottenere un ruolo da protagonista
in una serie di alto profilo.
Jaina Lee Ortiz è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 286 mila persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma molto presenti sono anche
curiosità dai set a cui prende parte e immagini promozionali dei
suoi progetti da interprete.
Jaina Lee Ortiz e Bradley
Marques
5. È sposata. Da
circa dieci anni l’attrice è sposata con l’autore televisivo
Bradley Marques. I due hanno da sempre mantenuto
un profilo di coppia riservato, cercando di tenere lontani i
riflettori che il loro lavoro porta inevitabilmente con sé. In
diverse interviste, l’attrice ha dichiarato di essere profondamente
legata a suo marito, che la aiuta in ogni nuova sfida, ma di
sentirsi anche indipendente nel poter affrontare le difficoltà.
Parte delle cose che non sai di Jaina Lee Ortiz
Jaina Lee Ortiz in Station 19
6. Ha ricevuto importanti
consigli dalle produttrici. Al momento di dar vita alla
serie spin-off Station 19, l’attrice ha ricevuto semplici
ma importanti consigli dalle due produttrici, Shonda
Rhimes ed Ellen Pompeo. Dato che la serie
si concentra in particolare sul suo personaggio, le è stato infatti
detto di farsi trovare sul set sempre riposata, dormendo il più
possibile durante la notte, così da avere l’energia per affrontare
le riprese.
7. Si è esercitata a lungo
per il ruolo. Per dar vita al personaggio di Andy Herrera,
vigile del fuoco protagonista della serie, ambientata in una
stazione dei pompieri a Seattle, l’attrice ha affermato di essersi
allenata duramente. Tra le altre esercitazioni compiute vi è stata
quella di essersi arrampicata più volte su una scala con diversi
chili sulle spalle. Tutto ciò le ha permesso di ottenere il fisico
necessario per la parte. L’attrice ha inoltre conseguito con
successo un test per pompieri, così da poter acquisire quelle
conoscenze per essere maggiormente realistica nella parte.
8. Si è ispirata a suo
padre. La Ortiz è figlia di un detective della omicidi del
Bronx, ora in pensione. Per dar vita al vigile Andy, l’attrice ha
dichiarato di essersi ispirata in buona parte a lui, al suo modo di
fare, alla sua sicurezza e al suo rispetto per le regole e le
persone. Qualità riscontrabili all’interno della serie dal suo
personaggio.
Jaina Lee Ortiz in Grey’s
Anatomy
9. Ha recitato nella nota
serie TV. Prima di ottenere una serie tutta per sé,
l’attrice era apparsa per la prima volta nel ruolo di Andy Herrera
nell’episodio You Really Got a Hold on Me, il tredicesimo
della quattordicesima stagione. Qui il personaggio si faceva notare
per aver salvato un giovane da una casa in fiamme, accompagnandolo
poi fino all’ospedale dove sarebbe stato sottoposto ad urgenti
cure. La parte interpretata dalla Ortiz ha ricevuto una così
calorosa accoglienza da fargli ottenere uno spin-off a lei
dedicata.
Jaina Lee Ortiz: età e
altezza
10. Jaina Lee Ortiz è nata
a Fort Ord, in California, Stati Uniti, il 20 novembre
1986. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
L’attrice Asia Kate
Dillon è nota per alcune importanti partecipazioni
televisive, ma ancor di più per aver generato all’interno
dell’industria accesi dibattiti sul gender degli attori.
Considerando sé stesso come genderqueer, infatti, l’attrice negli
anni contribuito a spianare la strada verso una maggior diversità
all’interno dell’industria. Grazie ai suoi ruoli di rilievo ha poi
potuto affermarsi anche grazie alle sue doti da interprete, che ne
hanno decretato il vero successo. Ecco 10 cose che non sai
di Asia Kate Dillon.
Parte delle cose che non sai di Asia Kate Dillon
Asia Kate Dillon: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in un
celebre film d’azione. Dillon esordisce al cinema grazie
al film John Wick 3 –
Parabellum, dove ricopre il ruolo di La Giudicatrice. Nel
film ha modo di recitare in un ruolo di rilievo accanto all’attore
Keanu
Reeves. Prossimamente è atteso al cinema con il film
The Outside Story, dove darà vita al personaggio di
Inez.
2. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Dopo aver recitato nei film televisivi
Hitting the Wall (2011) e Marcus Garlard: A Necessary
Option (2011), l’attrice prende parte ad alcuni episodi delle
serie Younger (2015), Opus for All (2015), e
Master of None (2015). Il vero successo arriva però grazie
a Orange Is the New Black (2016-2017), dove recita nel
ruolo di Brandy Epps. Ulteriore popolarità arriva poi con la serie
Billions (2017-in corso), dove recita accanto
agli attori Paul Giamatti, Damian
Lewis e Maggie
Siff.
3. Ha ricevuto importanti
nomination. Per il suo ruolo nella
serie Billions, la Dillon è stata candidato
rispettivamente nel 2018, nel 2019 e nel 2020 come miglior attore
non protagonista ai Critics Choice Awards, senza tuttavia riportare
vittorie. Il posizionamento in tale categoria è la volontà della
Dillon di contribuire ad abbattere le distinzioni tra attore uomo e
attore donna.
Asia Kate Dillon è su
Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 104 mila persone. All’interno
di questo è solita condividere fotografie scattate in momenti di
svago, in compagnia di amici o colleghi. Particolarmente presenti
sono poi anche foto realizzate per servizi di moda, ma anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Asia Kate Dillon: il significato
dei suoi tatuaggi
5. Ha tatuaggi dai precisi
significati. Nelle sue apparizioni pubbliche, o nei suoi
post su Instagram, l’attrice ha sfoggiato due tatuaggi, ma
attualmente non si sa se sul suo corpo ve ne sono di più. Il primo
dei due in questione è una rosa tatuata sul polpaccio sinistro,
mentre il secondo è una scritta tedesca sul collo, “einfühlung”, il
cui significato è “empatia”.
Parte delle cose che non sai di Asia Kate Dillon
Asia Kate Dillon: il suo
gender
6. Non si riconosce né nel
genere femmine né in quello maschile. Sin da giovane
l’attrice ha dichiarato di non riconoscersi nelle tradizionali
categorie di gender, pertanto rifiutandole in toto. Dillon ha
infatti affermato di preferire la definizione di “non binario”, e
per riferirsi a sé stesso ha sostituito ai pronomi “lei” o “lui”
quello di “loro”. Pur essendo nato con caratteristiche di sesso
femminile, inoltre, Dillon preferisce la definizione di “attore”,
poiché più generica di quella di “attrice”, che invece si riferisce
alle sole donne.
7. Ha stabilito un
importante primato. Nel 2017 l’attrice viene scelta per
interpretare Taylor Mason nella serie Billions. Il
personaggio è unanimemente considerato come il primo non-binario
della storia della televisione americana. Dillon si è dichiarato
entusiasta di poter essere il rappresentante di una maggior
inclusività e diversità all’interno dell’industria televisiva e
cinematografica.
Asia Kate Dillon in John Wick
3
8. Ha accettato il ruolo
senza aver letto la sceneggiatura. Grande fan dei primi
due capitoli della trilogia con Keanu Reeves,
l’attrice ha dichiarato di aver accettato il ruolo dopo aver
incontrato il regista Chad Stahelski, con il quale
ha stabilito da subito un’ottima intesa. Ancor prima che questi
potesse inviarle la sceneggiatura, l’attrice aveva già accettato la
parte.
9. Non ha lavorato ad un
background del personaggio. Le origini de La Giudicatrice
non vengono rivelate nel film, e l’attrice ha ammesso di non aver
lavorato ad una personale backstory, cercando di focalizzarsi
maggiormente sulle motivazioni che spingono il personaggio a
compiere quanto si può vedere nel film.
Asia Kate Dillon: età e
altezza
10. Asia Kate Dillon è nata
a Ithaca, nello stato di New York, Stati Uniti, il 15
novembre 1984. L’attrice è alta complessivamente 173
centimetri.