Al 66 di Perrie Street, Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda stanno sorseggiando un vino rosso mentre guardano una performance sessuale che si sta consumando nell’appartamento di fronte. Commentano, criticano, analizzano. Danno persino i voti. Nel 2019, molti anni dopo questa scena di Sex & The City, quattro donne di terza età sono intente a fare la stessa cosa, sempre con un calice di rosso, ma a Santa Monica e davanti al libro più chiacchierato del 2011: Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James. Sono Vivian, Diane, Sharon e Carol e siamo in Book Club – Tutto può succedere. Qualche ruga e acciacco più tardi, le quattro spassose amiche, che sono letteralmente la versione old delle newyorchesi sopracitate, portano il loro club del libro, la loro ironia e il loro filosofeggiare sul sesso per le strade del Bel Paese, fra rossi, rosé e bianchi. Book Club – Il capitolo successivo è il sequel che probabilmente nessuno si aspetta, lo diciamo subito. Perché di solito, l’operazione sui secondi capitoli molla sempre un po’ la presa sull’idea avuta all’inizio, e non è detto che il risultato rimanga piacevole.
Ma per questo film, sempre diretto da Bill Holderman e scritto a quattro mani con Erin Simms, il discorso è quasi inverso. Ci troviamo davanti a un sequel migliore dell’originale, che porta a un livello superiore il concetto di divertimento, pronto a far ridere di gusto e desiderare di essere lì, con quelle quattro stilosissime donne, baciate e abbracciate da un’Italia sì edulcorata e da cartolina, ma incredibilmente suggestiva e romantica. Book Club – Il capitolo successivo arriva al cinema dall’11 maggio distribuito da Universal Pictures.
Book Club – Il capitolo successivo, la trama

Il lockdown ha reso la vita di Vivian (Jane Fonda), Diane (Diane Keaton), Carol (Mary Steenburgen) e Sharon (Candice Bergen) molto difficile. Costrette a ritrovarsi tramite webcam, le quattro donne si sono dovute reinventare mandando avanti nel frattempo il loro club del libro. In attesa di incontrarsi nuovamente di persona e potersi riabbracciare. Quando finalmente si rivedono, fra una chiacchiera e un calice di vino rosso, le quattro decidono che è arrivato il momento di intraprendere il famoso viaggio in Italia programmato tantissimi anni prima, trasformandolo in seguito nell’addio al nubilato di Vivian, che a breve convolerà a nozze con il suo Arthur (Don Johnson). Le tappe nel Bel Paese saranno tre: Roma, Venezia e la Toscana. La loro permanenza in Italia sarà piena di eventi bizzarri, e fra nuovi incontri e vecchie fiamme ritrovate, le quattro vivranno un’avventura davvero magica.
Ridere del tempo, ridere di se stesse
Il non prendersi sul serio delle quattro protagoniste è stato il leitmotiv del primo capitolo, e continua ad esserlo anche del secondo, ma caricato all’ennesima potenza. Quattro donne, tutte sopra i sessant’anni, che riscoprono le bellezze del sesso, del diletto sotto le lenzuola e delle avventure di coppia era ciò che aveva reso Book Club – Tutto può succedere, un film tenero e romantico al punto giusto, pur presentando tutti i cliché della commedia e avendo quattro figure archetipiche. L’ironia, il senso di libertà, la voglia di rilanciarsi grazie alle fantasie erotiche di Christian e Anastasia erano riuscite a oscurare i luoghi comuni presenti nella storia, mostrandone solo lo spirito frizzantino, burlesco e vivacissimo.
E così, dopo aver affrontato situazioni improbabili, amori dal passato e bollori riaccesi, le quattro amiche sono pronte a intraprendere un nuovo viaggio, alla volta dell’Italia, il cui addio al nubilato di Vivian funge solo da pretesto per calare in pentola una serie di esilaranti dinamiche in cui si troveranno invischiate. Se il primo film poneva al centro della narrazione la volontà di reinventarsi e non soccombere al tempo che passa ma anzi, sfruttare quello che resta per viverlo al meglio, il secondo cerca di mantenere saldi gli obiettivi raggiunti dalle donne, rafforzando non solo il loro rapporto ma le scelte fin lì compiute. Book Club – Il capitolo successivo porge da una parte molto più il fianco al romanticismo fiabesco, fatto di dichiarazioni d’amore al limite del diabete e corse in elicottero per raggiungere e baciare il principe azzurro.
Ma dall’altro si infarcisce di maggiore sarcasmo, quello presente sulla bocca di chi riconosce lo scorrere del tempo, ma lo gestisce con humor intelligente, facendosi persino beffa di lui. L’essere scanzonate, i continui inside jokes nei dialoghi di Vivian, Carol, Diane e Sharon, la loro instancabile verve, hanno un solo obiettivo: sdoganare il concetto che, in terza età, non si possa godere della propria esistenza, lussuriosa o amorosa che sia, senza vergognarsene. Non è mai troppo tardi per viaggiare, spassarsela, sposarsi e vivere. Perché è solo quando ci si impone dei divieti, facendo della propria età anagrafica un limite, che si diventa davvero vecchi. Discorso iniziato nel primo film e che trova la sua conclusione nel secondo.
Un’Italia da cartolina più azzeccata che mai
Come accennavamo in apertura, è un’Italia molto magica a far da cornice alla storia. Anche se mostrata sempre nella solita versione standard e patinata: il Colosseo, la Vespa, l’Altare della Patria, le vie del centro romane indorate dalla luce del sole, poi Piazza San Marco e la gondola veneziana avvolte dal cielo stellato, fino al consueto road trip da quadretto verso la Toscana. Non da meno la colonna sonora, che raccoglie le solite hit nostrane oramai datate, già riproposte in altri prodotti mainstream il cui sfondo è lo stivale. Basti pensare a Felicità di Albano che è fra le canzoni di chiusura.
Eppure, quest’immagine per l’appunto solita (e americana) che si ha del Bel Paese si scopre essere azzeccatissima al contesto . È vero, insieme alle protagoniste anche lo spettatore sembra fare un ennesimo tour del Bel Paese, ma in questo caso non è un problema. La fotografia che si ha dell’Italia, con le sue atmosfere da La dolce vita, si sposa con il tono della pellicola e il mood delle quattro donne, come se fosse trasposizione paesaggistica delle loro emozioni. E quindi… calza a pennello. Almeno questa volta.
Book Club – Il capitolo successivo è dunque un sequel da guardare senza troppe pretese. Si ride ai doppi sensi, si ironizza, a volte si storce il naso, ma non si smette mai di divertirsi. Non vanterà chissà quale sofisticata o intricata sceneggiatura, ma le poche operazioni sulle battute che si scambiano le quattro amiche bastano a renderla una pellicola animata, piena di brio, che vuole intrattenere totalmente, senza mai far spegnere il sorriso. Perché bisogna ricordarsi che non sempre c’è bisogno di una grande trama per rendere piacevole l’esperienza al cinema (e ne abbiamo avuto conferma con Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri o Super Mario Bros. – Il film, per citarne due recenti). A volte basta che il film possieda un’anima briosa e un maestrante che sappia valorizzarla. E il gioco è fatto!




















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