Jim Carrey rivela i suoi pensieri in merito all’interpretazione di Paul Dano dell’Enigmista di The Batman. Caped Crusader della DC è stato reinventato ancora una volta sul grande schermo, questa volta dal regista Matt Reeves e dall’attoreRobert Pattinson. The Batman ha debuttato nelle sale all’inizio di questo mese e si è rapidamente affermato come il film di maggior successo del 2022. La versione cruda e oscura del personaggio è ambientata in un mondo separato dal DCEU e si concentra su un Bruce Wayne nel suo secondo anno da Cavaliere Oscuro di Gotham.
L’Enigmista di Dano è il cattivo principale di The Batman. Un mostro mascherato con una passione per “Ave Maria”, l’Enigmista mira a smascherare la corruzione di Gotham uccidendo uno per uno i suoi personaggi pubblici più importanti. Come molti di voi sapranno prima di Paul Dano, l’attore Jim Carrey ha regalato forse la performance più nota dell’Enigmista grazie alla sua interpretazione in Batman Forever. La versione del cattivo di Carrey è molto più banale e sempliciotta di quella di Dano naturalmente.
Ebbene durante la promozione del suo nuovo film Sonic 2 con UNILAD, a Carrey è stato chiesto se avesse visto The Batman e se avesse qualche idea su questo nuovo Enigmista. L’amato attore ha ammesso di non averlo ancora fatto, ma nel complesso ha dei sentimenti contrastanti riguardo al film e alla sua rappresentazione del cattivo. Carrey non ha voluto criticarlo apertamente, ecco le sue parole:
“Non l’ho visto. È una versione molto oscura. Ho emozioni contrastanti al riguardo. A ciascuno il suo e tutto il resto. Amo Paul Dano come attore, è un attore straordinario. Ma c’è qualcosa che mi preoccupa quando vedo pazzoidi con il volto coperto che fanno male alle persone …potrebbero incoraggiare le persone a fare lo stesso. Ci sono alcuni malati là fuori che potrebbero adottare quel metodo. “Ho una coscienza sulle cose che scelgo. Robotnik [il suo cattivo di Sonic 2] ha le bombe dei cartoni animati e nessuno si fa male. So che c’è un posto per questo, e non voglio criticarlo, ma non lo è il mio genere di cose… è molto ben fatto, quei film sono molto ben fatti”.
The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
La durata di Animali fantastici – I segreti di Silente, il terzo capitolo della serie di film prequel di Harry Potter, è stata ufficialmente rivelata. Dopo il primo film, Animali fantastici e dove trovarli, il secondo film, Animali fantastici: I crimini di Grindelwald, ha ricevuto un’accoglienza notevolmente scarsa. A causa di questo (e anche di un lockdown), questo nuovo terzo capitolo ha subito diversi ritardi nella produzione e un’importante riscrittura. Dopo quattro anni di attesa, il film uscirà finalmente il mese prossimo.
Dopo gli eventi del secondo film, Animali fantastici – I segreti di Silente vede il mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) ancora impegnato a ingaggiare seguaci, mentre il professore di Hogwarts Albus Silente (Jude Law) è ancora riluttante a combattere e porre fine alla minaccia lui stesso. In alternativa ad un suo intervento diretto, mette insieme una squadra che include il magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), il fratello di Newt, Theseus Scamander (Callum Turner), l’assistente di Newt Bunty (Victoria Yeates), la professoressa di Ilvermorny Lally Hicks (Jessica Williams), il tormentato mago Yusuf Kama (William Nadylam) e il No-Mag Jacob Kowalski (Dan Fogler) per dare la caccia a Grindelwald al suo posto.
Il BBFC (il British Board for Film Classification) ha rivelato che Animali fantastici: I segreti di Silente sarà la puntata più lunga della serie con 136 minuti (2 ore e 16 minuti). Dunque ancora due minuti in più rispetto ai capitoli precedenti: il primo durava 132 minuti e il secondo 134. Nello spettro più ampio del franchise generale di Harry Potter, questo rende il film l’ottavo più lungo dell’intera serie, subito dietro a Harry Potter e l’Ordine della Fenice del 2007 (138 minuti) ma prima di I Doni della Morte – Parte 2 del 2011 (130 minuti).
Animali fantastici – I segreti di Silente della Warner Bros. Pictures è la nuova avventura del Wizarding World creato da J.K. Rowling. Animali fantastici – I segreti di Silente presenta un cast guidato dal premio Oscar Eddie Redmayne (“La teoria del tutto”), il due volte candidato all’Oscar Jude Law (“Ritorno a Cold Mountain”, “Il talento di Mr. Ripley”), con Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol, Callum Turner, Jessica Williams, Katherine WaterstoneMads Mikkelsen.David Yates ha diretto Animali fantastici – I segreti di Silente, un film scritto da J.K. Rowling e Steve Kloves, basato su una sceneggiatura di J.K. Rowling. I produttori del film sono David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves, Lionel Wigram e Tim Lewis, mentre Neil Blair, Danny Cohen, Josh Berger, Courtenay Valenti e Michael Sharp sono i produttori esecutivi.
In Animali fantastici – I segreti di Silente Il professor Albus Silente (Jude Law) sa che il potente mago oscuro Gellert Grindelwald (Mads Mikkelsen) è intenzionato a prendere il controllo del mondo magico. Non essendo in grado di fermarlo da solo, Silente affida al magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) il compito di guidare un’intrepida squadra di maghi, streghe e un coraggioso Babbano pasticcere in una pericolosa missione, dove incontrano vecchie e nuove creature e si scontrano con la crescente legione di seguaci di Grindelwald. Con una posta in gioco così alta, quanto a lungo Silente potrà restare in disparte?
Il team creativo che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia George Richmond (“Rocketman”, “Kingsman: Il cerchio d’oro”), lo scenografo vincitore di tre Oscar® Stuart Craig (“Il paziente inglese”, “Le relazioni pericolose”, “Gandhi”, i film di “Harry Potter” e “Animali fantastici”) e lo scenografo Neil Lamont (“Solo: A Star Wars Story”, “Rogue One: A Star Wars Story”), la costumista vincitrice di quattro Oscar® Colleen Atwood (“Chicago”, “Memorie di una geisha”, “Alice in Wonderland”, “Animali fantastici e dove trovarli”) e il montatore che da tempo collabora con Yates, Mark Day (“Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, gli ultimi quattro film di “Harry Potter”). La musica è del nove volte candidato all’Oscar® James Newton Howard (“Notizie dal mondo”, “Animali fantastici: i crimini di Grindelwald”, “Defiance – I giorni del coraggio”, “Michael Clayton”, i film di “Hunger Games”).
La Warner Bros. Pictures presenta una produzione Heyday Films, un film di David Yates, Animali fantastici – I segreti di Silente. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, e l’uscita nelle sale italiane è prevista per il 13 Aprile 2022.
Le immagini appena diffuse offrono una prima occhiata all’interno dell’attrazione dei Guardiani della Galassia di Walt Disney World, Cosmic Rewind. L’attrazione intende mostrare le somiglianze e le differenze tra il pianeta immaginario di Xandar e le galassie della Terra. Xandar ha un ruolo importante nell’universo Marvel. Funge da base per gli ufficiali di protezione della galassia nel Nova Corps. Con Nova Coprs che presto si uniranno al MCU in un film o spettacolo cosmico in arrivo, è probabile che l’importanza diventi più chiara. Tuttavia, Xandar era già il punto d’incontro iniziale per quattro dei personaggi principali di Guardiani della Galassia.
L’avventura extraterrestre vedrà protagonisti il cast principale dei personaggi del franchise dei Guardiani della Galassia, tra cui Chris Pratt nei panni di Star-Lord, Zoe Saldaña nei panni di Gamora e Dave Bautista nei panni di Drax il Distruttore. Secondo la descrizione ufficiale di Guardians of the Galaxy: Cosmic Rewind rilasciata dalla Disney, dopo che gli ospiti iniziano il loro viaggio intergalattico visitando il Galaxarium e scoprendo le meraviglie di Xandar, la corsa prenderà una svolta, trasportando i frequentatori del parco in un’entusiasmante missione in cui sono chiamati ad agire per aiutare i Guardiani della Galassia.
Ebbene oggi, Disney D23, il fan club ufficiale della Disney, ha condiviso le foto dell’attrazione sulle montagne russe su Twitter, che sarà la prima corsa ispirata ai personaggi Marvel al parco a tema della Florida e arriva dopo l’annuncio della chiusura ufficiale dell’EPCOT Experience di Disney World. Il tweet descrive il “Galaxarium” che conterrà “ pianeti, stelle e altre meraviglie che collegano la Terra e Xandar “. Le foto rivelano uno scorcio dell’attrazione fuori dal mondo, che include paesaggi galattici apparentemente realistici dell’universo Marvel. Dai un’occhiata al post di D23 qui sotto:
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L’attrazione, che sarà adatta a ospiti di tutte le età, è il primo lancio inverso su montagne russe Disney ed è una delle giostre chiuse più lunghe del mondo. Anche i segmenti diretti dal regista di Guardiani della GalassiaJames Gunn saranno presenti nell’esperienza immersiva. Gunn è attualmente impegnato a The Guardians of the Galaxy Holiday Special, che uscirà esclusivamente su Disney+ nel 2022, e Guardiani della Galassia Vol. 3, che si dice sia l‘epilogo delle storie dei Guardiani come conosciuti dal pubblico. Quel film uscirà nei cinema a maggio 2023.
La Disney deve ancora rivelare la data esatta per l’apertura estiva del giro dei Guardiani della Galassia Cosmic Rewind , ma mentre continuano ad arrivare le immagini dell’attrazione, è chiaro che un annuncio potrebbe arrivare presto. Resta da vedere se coincida o meno con il rilascio di contenuti relativi a Guardians.
Jonathan Majors si è unito al cast di Creed 3 l’anno scorso e l’attore è chiaramente entrato in una forma incredibile per il ruolo. Le nuove foto dal set di Creed 3 mostrano la leggera trasformazione che Majors ha subito per il ruolo. Sebbene sia sempre stato estremamente in forma, Majors ora sembra notevolmente più grande e più simile a un pugile nella serie di foto. Non è chiaro per cosa siano state fatte le riprese, ma con Majors che lavora in una varietà di foto, potrebbe essere una sorta di montaggio o sequenza di allenamento per il personaggio di Majors, che reciterà al fianco di Michael B. Jordan. Guarda le foto del set di Creed 3 qui sotto:
Il ruolo segna un’altra parte importante per Majors, i cui crediti includono anche Da 5 Bloods, Jungleland, Captive State, The Last Black Man a San Francisco, White Boy Rick e When We Rise. Successivamente apparirà nel western drammatico di Jeymes SamuelThe Harder They Fall e nel film drammatico di guerra Devotion. Majors interpreterà anche Kang The Conqueror in Ant-Man and the Wasp: Quantumania dopo la sua apparizione in Loki dei Marvel Studios.
Creed 3 arriverà nelle sale il 23 novembre 2022. Oltre a guidare la nuova puntata, Creed 3 segnerà ufficialmente il debutto alla regia di Michael B. Jordan. I dettagli della trama sono ancora sconosciuti, ma la sceneggiatura è stata scritta da Keenan Coogler (Space Jam: A New Legacy) e Zach Baylin (King Richard) su una trama del co-sceneggiatore/regista originale Ryan Coogler (Black Panther).
Il film è prodotto da Charles Winkler, William Chartoff e David Winkler tramite Chartoff-Winkler Productions in associazione con Proximity Media insieme a Jonathan Glickman, Jordan e Coogler, mentre Adam Rosenberg, Sev Ohanian e Zinzi Coogler sono tutti produttori esecutivi.
Un nuovo video dietro le quinte offre uno sguardo inedito all’allenamento di Robert Pattinson per The Batman. Con 677 milioni di dollari incassati in tutto il mondo e oltre, The Batman è il film con il maggior incasso del 2022 fino a dora. Il grintoso film DC si svolge in un universo separato dal DCEU e introduce una Gotham che sta cadendo a pezzi. Bruce Wayne (Pattinson) ha adottato un approccio vendicativo per ripulire il crimine nei panni di Batman e, dopo due anni, non è chiaro se stia effettivamente aiutando la città o meno. The Batman presenta anche un cast stellare che include Zoe Kravitz, Paul Dano, Andy Serkis, Colin Farrell, Jeffrey Wright e John Turturro.
Mentre tutti aspettano altre notizie sul chiacchierato sequel film, sono stati diffuso dei video per dare una piccola sbirciatina al dietro le quinte. In un video condiviso sui social media da Erica Plano Arrias, Pattinson combatte con l’allenatore di combattimento Daniel Arrias. Il video in sé è molto breve, eppure Pattinson riesce a dare una grande quantità di pugni, mostrando parte del lavoro che ha dovuto fare per prepararsi per The Batman. Di seguito il video.
The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
L’attore Chris Pine commenta la possibilità che il suo personaggio Steve Trevor potrebbe tornare o meno in Wonder Woman 3. Pine ha interpretato per la prima volta Trevor in Wonder Woman del 2017, un soldato che cerca di reclutare una squadra per fermare il rilascio di armi a gas durante la prima guerra mondiale. Trevor è stato creato nel 1941 dal creatore di Wonder Woman, William Moulton Marston, e da allora ha agito come partner e amante di Diana Prince, nei fumetti.
Il Trevor di Pine è stato ucciso alla fine di Wonder Woman ma è riapparso nel sequel, Wonder Woman 84, quando Diana è stata in grado di “desiderare” di farlo tornare in vita per un breve periodo. Il ritorno di Trevor nell’84 è stato controverso, poiché il suo personaggio ha praticamente preso il controllo del corpo di un uomo vivente con solo Wonder Woman che lo vedeva come Trevor e tutti gli altri lo vedevano come un ragazzo a caso. La strana scelta della storia ha lasciato l’amaro in bocca ai fan e la sua partenza improvvisa e senza cerimonie dal sequel è stata ancora più sconvolgente, ma ha lasciato poco spazio al suo ritorno a qualsiasi titolo.
In una nuova intervista (tramite USA Today), a Chris Pine è stato chiesto cosa ha imparato lavorando con la regista di Wonder Woman Patty Jenkins con l’attore che ha rivelato di aver imparato “il modo con il quale acquisisce fiducia sulle sue opinioni e uno spirito collaborativo, che gli permette di ottenere ciò che vuole fare.” Per quanto riguarda Wonder Woman 3, tuttavia, Pine è meno fiduciosa nel vedere Steve Trevor tornare, dando una risposta piuttosto schietta a la domanda, dicendo “Penso che il povero Steve sia morto, ma auguro loro tutto il meglio per il terzo“.
Chris Pine ha una serie di progetti in lavorazione che non ruotano attorno ai supereroi, ma sta ancora puntando su film sia ad alto budget che a basso budget. Oltre a All The Old Knives e The Contractor,Pine reciterà nel secondo film di Olivia Wilde, Don’t Worry Darling, e reciterà nel prossimo tentativo di adattamento di Dungeons & Dragons, diretto da John Francis Daley e Jonathan Goldstein. Pine dovrebbe anche tornare nel ruolo che lo ha reso noto al grande pubblico, il Capitano Kirk in Star Trek 4.
Una nuova sinossi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia rivela il vero cattivo del film. Il prossimo film MCU dei Marvel Studios riporterà lo stregone di Benedict Cumberbatch sul grande schermo dopo Spider-Man: No Way Home, ma questa volta sarà un film standalone. Come molto di voi sapranno nel nuovo film Doctor Strange dovrà affrontare le ramificazioni delle sue azioni compiute in No Way Home mentre il suo incantesimo espone la Terra a minacce interdimensionali.
A circa un mese dall’uscita nelle sale di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, i Marvel Studios stanno intensificando gli sforzi di marketing per il film. Dopo l’uscita del trailer ufficiale, sono state rilasciate al pubblico maggiori informazioni sul progetto, in particolare per quanto riguarda la storia del film. Sono stati diffuso vari sguardi su un nuovo eroe del MCU, America Chavez (Xochitl Gomez), e anche il ruolo di Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) nella storia è stato preso in giro più volte. C’è anche l’aspetto tanto atteso della versione MCU degli Illuminati. Ma una cosa non è mai stata chiarita: chi sarà il cattivo del sequel?
Man mano che i biglietti per Doctor Strange nel Multiverso della Pazzia diventano disponibili in alcuni mercati internazionali, una catena di cinema nelle Filippine, SM Cinemas, ha pubblicato una nuova sinossi del film. Le nuove informazioni rivelano che il blockbuster diretto da Sam Raimi vedrà Doctor Strange collaborare con il suo fidato alleato, Wong (Benedict Wong), e persino Scarlet Witch per sconfiggere il vero cattivo, una versione alternativa di se stesso. Di seguito trovate la sinossi diffusa:
Il Dottor Stephen Strange lancia un incantesimo proibito che apre le porte al multiverso, inclusa una versione alternativa di se stesso, la cui minaccia per l’umanità è troppo grande per le forze combinate di Strange, Wong e Wanda Maximoff.
La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams(Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.
Arriva da Deadline la notizia che Apple Studios ha acquisito con successo i diritti di un altro progetto cinematografico di alto profilo: Project Artemis. Il film in uscita riunirà le star di Avengers: EndgameChris Evans e Scarlett Johansson, che hanno firmato per interpretare i ruoli principali della storia, con la star di Ozark Jason Batemanalla regia del film.
Il film Project Artemis
Project Artemis è scritto da Rose Gilroy e, secondo quanto riferito, sarà ambientato contro la corsa allo spazio. Ulteriori dettagli sulla trama e sui personaggi nono sono stati ancora rivelati. Secondo quanto riferito, l’accordo di acquisizione è costato ad Apple più di $ 100 milioni. Il progetto sarà prodotto da Jason Bateman attraverso la sua Aggregate Films insieme a Scarlett Johansson, Jonathan Lia e Keenan Flynn attraverso la loro società These Pictures.
Il romantico film d’azione e avventura di Apple Ghosted doveva inizialmente riunione di Chris Evans e Scarlett Johansson. Tuttavia, a causa di conflitti di programmazione, la Johansson ha dovuto abbandonare il film ed è stato sostituito da Ana de Armas, che sta attualmente sta girando Ghosted con Chris Evan.
Chris Evans e Scarlett Johansson
Project Artemis segna l’ultima collaborazione di Chris Evans e Scarlett Johansson con Apple. La star di Captain America ha già recitato nel film drammatico dello streamer Defending Jacob, mentre la star di Black Widow sta anche lavorando con Apple e A24 nel film drammatico di fantascienza Bride.
Prima di partecipare a ben sei film del Marvel Cinematic Universe, Chris Evans e Scarlett Johansson hanno recitato per la prima volta in due commedie: il film di rapina adolescenziale del 2004 The Perfect Score, che vedeva il duo di successo nei panni di studenti delle scuole superiori che cercavano di rubare le risposte ai loro esami SAT, e il film drammatico del 2007 da babysitter Il diario di una tata.
Il Joker di Barry Keoghan in The Batman potrebbe segnare un enorme allontanamento dalle iterazioni passate, ma la sua caratterizzazione onora fedelmente il tratto più importante del cattivo DC: un legame psicologico con il Cavaliere Oscuro. Quando The Batman di Matt Reeves introduce il suo Joker, viene relegato ad un piccolo spazio al ma in ogni caso sufficiente per rappresentarlo nel migliore dei modi. Barry Keoghan fa una figura oscura come prigioniero di Arkham, tendendo una mano di amicizia verso l’Enigmista di Paul Dano, ma pronuncia solo poche righe e non appare mai per intero. La Warner Bros. ha ora rilasciato una scena eliminata di 5 minuti di un incontro tra il Joker di Keoghan e il Batman di Robert Pattinson, offrendo uno sguardo maggiore alla sua personalità, al retroscena e ai modi di fare del nuovo Principe Clown.
Chi conosce bene il personaggio avrà compreso da subito che questo è un Joker mai visto prima, una caratterizzazione estetica che non ha nessun legame rispetto alle incarnazioni sul grande schermo del passato. Questo Clown soffre di una condizione congenita che costringe la sua bocca a sorridere (un dettaglio confermato da Matt Reeves). Il viso di Joker non è solo gravemente sfregiato, ma presente lesioni alla pelle che si estendono fino alle sue mani. Sebbene Keoghan riesca a fare una risata maniacale, anche il Joker di Batman mostra una personalità unica: un tipo di sadismo più casual, giovanile e sprezzante, che ci suggerisce come il personaggio non sia ancora il “Joker” maturo e formato, dunque calato alla perfezione al contesto rispetto al Batman di Robert Pattinson.
Sebbene sia impossibile negare che il Joker di Barry Keoghan rappresenti un netto allontanamento dalla norma, una caratteristica comune del cattivo DC traspare fortemente… ed è probabilmente il fattore più importante di tutti. Anche se il personaggio ha iniziato la sua storia sulla carta come poco più di un pagliaccio squilibrato, ma negli ultimi 80 anni, il Joker è diventato non solo l’avversario più famigerato di Batman, ma una sorta di immagine speculare dell’alter ego di Bruce Wayne. Gli scrittori di fumetti si sono dilettati nell’esplorare come Batman e Joker siano due metà della stessa medaglia, intimamente familiari l’uno con l’altro in modi che nessun altro cattivo, amico o persino un amante può essere. The Killing Joke di Alan Moore, The Batman Who Laughs, Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller e “Death of the Family” di Scott Snyder che utilizza anche la stessa ispirazione visiva) attingono a questa idea di dualità tra Batman e il Clown.
Durante la scena del Joker cancellata da The Batman, il prigioniero di Arkham impiega 4 minuti per dedurre come la sua nemesi incappucciata sia terrorizzata da una fastidiosa sensazione che l’Enigmista possa avere ragione e che le sue vittime meritano di morire. La straordinaria capacità di Joker non solo di leggere la mente e il pensiero di Batman, ma anche di prevedere quanto spaventi il vigilante, dimostra come, nonostante sia una versione molto radicale e precoce del personaggio, Joker conosca già Batman alla perfezione e abbia sviluppato un legame che diventerà indissolubile. Questa scena inoltre potrebbe anche indicare che il Crociato incappucciato cerca l’assistenza investigativa di Joker, il che rappresenterebbe una prova che la loro relazione è già in atto ed è già una strada a doppio senso. Anche dopo aver messo il cattivo dietro le sbarre, Batman è attratto da Joker, chiedendo il suo punto di vista su un caso completamente indipendente.
Ma che Joker sarà quello di Barry Keoghan?
Il Joker di Barry Keoghan potrebbe avere un aspetto più orribile, basato su protesi, e Matt Reeves potrebbe aver creato una storia di origine diversa che coinvolge una “malattia congenita” piuttosto che una vasca di acido, ma questa relazione simbiotica e radicata con Batman, dimostra ancora una volta che la nuova storia abbia radici profonde nei fumetti della DC. Le precedenti rappresentazioni hanno già approfondito questa famosa dinamica, in particolare Heath Ledger e Christian Bale ne Il cavaliere oscuro. Il joker di Jack Nicholson invece non ha approfondito questo aspetto, invece Jared Leto non ha avuto il tempo di approfondirla mentre Phoenix non aveva un Batman con cui confrontarsi. La visione di Reeves introduce molta più enfasi su Batman e Joker come una dicotomia disfunzionale, e questo non solo porta la fedeltà dei fumetti a The Batman su un altro livello, ma. è l’elemento che secondo il nostro avviso manterrà il pubblico incollato allo schermo ogni volta che riecheggia la caratteristica risata di Keoghan.
The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
Tom Cruise sarà presente a Cannes 2022, il 18 maggio, per la proiezione di Top Gun: Maverick, in uscita il 25 maggio in Europa e il 27 maggio negli Stati Uniti. Il Festival renderà anche un tributo speciale a Tom Cruise per la sua carriera.
L’eroe di Top Gun: Maverick tornerà nei cinema di tutto il mondo e Tom Cruise tornerà al Festival di Cannes dove aveva già fatto una apparizione: il 18 maggio 1992, per Cuori Ribelli di Ron Howard, film di chiusura di il 45° Festival. Quella sera aveva assegnato la Palma d’oro al regista Bille August per il suo film Con le migliori intenzioni.
Esattamente trent’anni dopo, il 18 maggio 2022, il Festival di Cannes gli renderà un omaggio eccezionale per i suoi successi nella vita. In quel giorno speciale, Tom Cruise avrà una conversazione sul palco con il giornalista Didier Allouch nel pomeriggio e salirà i gradini del Palais des Festivals per la proiezione serale di Top Gun: Maverick, diretto da Joseph Kosinski.
Sono bastati una manciata di ruoli all’attrice Simone Ashley per imporsi all’attenzione di tutti. Grazie a due delle più popolari serie di Netflix, ha infatti ottenuto una notorietà particolarmente importante, che la rende ora una delle attrici più richieste della sua generazione. Sempre più decisa a distinguersi e a dare prova delle sue tante sfumature come interpreti, la Ashley sembra avere davanti a lei un futuro particolarmente roseo.
Ecco 10 cose che forse non sai di Simone Ashley.
Simone Ashley: i suoi film e le serie TV
1 È celebre per alcune serie TV. La carriera da attrice della Ashley è iniziata sul piccolo schermo, con piccoli ruoli in alcuni episodi di serie come Wolfblood (2016), Guilt (2016), Strike (2017) e L’ispettore Coliandro (2017). Ottiene più attenzioni con la sua partecipazione a Broadchurch (2017), per poi conquistare maggior popolarità grazie alla serie Sex Education (2019-in corso), dove recita accanto agli attori Asa Butterfield e Emma Mackey. Ha poi recitato nella miniserie The Sister (2020), nel ruolo di Elise Fox, ed è ora protagonista della seconda stagione di Bridgerton (2022).
2. Ha recitato in alcuni film. La Ashley ha avuto in alcune occasioni di comparire anche sul grande schermo, in film però o di poco conto o che l’hanno vista apparire giusto per pochi secondi. Il suo primo titolo cinematografico è stata la commedia musicale Boogie Man (2018), dove ha interpretato Aarti, mentre ha poi recitato nella commedia d’azione Kill Ben Lyk (2018). Ha poi avuto un piccolo ruolo anche nel film Pokémon: Detective Pikachu (2019).
Simone Ashley in Bridgerton
3. È la protagonista della nuova stagione. Dopo una prima stagione con il botto, Bridgertonè tornata su Netflix con una seconda stagione. Se l’attore Regé-Jean Page, protagonista dei primi episodi, non è tornato a ricoprire il ruolo del Duca Simon Basset, la serie si arricchisce ora di un nuovo personaggio, ovvero la viscontessa Kate Sharma interpretata proprio dalla Ashley.
4. Tornerà anche nella prossima stagione. Kate Sharma è già tra i personaggi più iconici e adorati della serie, specialmente per il suo carattere forte. I fan potranno dunque tirare un sospiro di sollievo nel sapere che la viscontessa tornerà anche nella terza stagione della serie. La Ashley ha confermato la cosa, fugando dunque le paure di quanti credevano, come avvenuto per Simon Basset, di dover salutare anche questo personaggio al termine della nuova stagione.
Simone Ashley è su Instagram
5. Ha un profilo molto seguito. L’attrice ha un proprio account Instagram ufficiale che è seguito da qualcosa come 1,1 milioni di persone in tutto il mondo. Sulla sua bacheca, con appena 66 post, sono numerose le immagini che la ritraggono protagonista di copertine di moda o altri scatti che ne esaltano la bellezza. Diversi sono però anche i post relativi a momenti di lavoro e svago. Seguendola si potrà dunque rimanere sempre aggiornati sulle sue attività, lavorative o meno, scoprendo anche tante altre curiosità.
Simone Ashley in Broadchurch
6. Ha recitato in due episodi della serie. Prima di diventare la popolare attrice che è oggi, la Ashley ha preso parte a diverse produzioni in ruoli di poco o scarso rilievo. Tra le sue partecipazioni più note vi è però quella nella serie Broadchurch, dove nel 2017 ha recitato in due episodi della terza stagione, rispettivamente il quarto e il settimo, nel ruolo di Dana.
Simone Ashley in Pokémon: Detective Pikachu
7. Ha avuto un piccolo cameo nel film. Non tutti avranno notato la Ashley nel film Pokémon: Detective Pikachu, e ciò è dovuto al fatto che l’attrice compare in realtà soltanto per un breve cameo. È infatti la ragazza a cui il protagonista si rivolge per capire se è l’unico che comprende il linguaggio di Pikachu. Una comparsata dunque molto breve, che è però ritrovabile anche nel trailer ufficiale del film.
Simone Ashley in Sex Education
8. Ha un ruolo di rilievo nella serie. Nella popolarissima serie Netflix Sex Education l’attrice ricopre il ruolo di Olivia Hanan, la migliore amica di Ruby, il personaggio interpretato da Mimi Keene. Olivia, presente in tutte e tre le stagioni ad oggi realizzate, ha avuto diversi episodi in cui le sue problematiche affettive e sessuali sono state al centro delle attenzioni. Grazie a questa serie la Ashley ha così potuto ottenere una prima notorietà.
9. Non tornerà nella nuova stagione. Impegnata ora nella serie Bridgerton, per la quale è stata confermata anche per la terza stagione, la Ashley ha fatto intendere che non tornerà a riprendere i panni di Olivia nella quarta di Sex Education. L’attrice ritiene infatti che non ci sia più molto da raccontare sul suo personaggio e il parallelo impegno sul set di Bridgerton le rende difficile poter prendere parte ad entrambi i progetti. Una scelta per lei sofferta ma inevitabile.
Simone Ashley: età e altezza dell’attrice
10. Simone Ashley è nata il 30 marzo del 1995 a Camberley, nella contea del Surrey, Inghilterra. L’attrice è alta complessivamente 1.78 metri.
Chris Columbus ha dunque dichiarato apertamente che l’unico modo in cui il franchise potrebbe continuare sarebbe proprio un adattamento dell’opera teatraleHarry Potter e la Maledizione dell’erede. Dato che lo spettacolo si è già dimostrato molto popolare, è naturale che i fan desiderino poter dare uno sguardo alla vita del loro trio preferito, dopo la seconda guerra mondiale dei maghi, anche al cinema. Un adattamento dello spettacolo, sceneggiato da JK Rowling, Jack Thorne e John Tiffany, molto probabilmente catturerebbe l’attenzione di molti fan che forse non hanno potuto vedere la produzione dal vivo, e si sono dovuti accontentare di leggere “solamente” la sceneggiatura.
Chris Columbus vuole fare un film su “La maledizione dell’erede”
Chris Columbus ha menzionato per la prima volta il suo interesse nel fare un film su Harry Potter e la Maledizione dell’Erede durante un’intervista con Variety, in occasione della speciale celebrazione del 20° anniversario di Harry Potter e la Pietra Filosofale. Columbus ha dichiarato: “Mi piacerebbe dirigere “La Maledizione dell’Erede“. È una grande opera teatrale e i ragazzi hanno l’età giusta per interpretare quei ruoli. È una mia piccola fantasia”. Anche se è vero che il trio protagonista di Harry Potter può avere l’età giusta per interpretare le loro controparti adulte, l’intenzione di Columbus di cominciare a girare dipende dal fatto che il cast voglia o meno tornare in scena e rivisitare Hogwarts.
Un film de La Maledizione dell’Erede semplicemente non sarebbe lo stesso senza il cast originale, ed è improbabile che la Warner Bros. accetti di fare un film senza la loro partecipazione; detto questo, l’idea di fare il sequel di HP è assolutamente intrigante. Il prequel di Animali Fantastici (che non è necessariamente un prequel) ha ricevuto un sacco di critiche, quindi potrebbe essere un’idea migliore muoversi in avanti nella linea temporale, piuttosto che tornare indietro e proporre delle storie antecedenti al franchise di Harry Potter. Inoltre, ci sono stati molti fan della saga che non sono riusciti a vedere l’opera in prima persona, dunque La Maledizione dell’Erede potrebbe svettare con le prenotazioni al cinema, nel caso riuscissero a proporlo nelle sale.
Potrebbe esserci un adattamento cinematografico dell’opera “La maledizione dell’erede”?
Mentre JK Rowling e la Warner Bros. hanno entrambi negato, in passato, che Harry Potter e la maledizione dell’erede sarebbe mai stato adattato per il grande schermo, ci sono molte strade che un futuro progetto potteriano potrebbe prendere, compresa una serie sui Marauders o sulla carriera di Harry come Auror.
L’adattamento dell’opera teatrale in film sarebbe davvero una grandiosa possibilità per i Potterheads che non hanno potuto vedere l’opera teatrale dal vivo ma, tenendo conto che l’opera è stata suddivisa in due parti proprio a causa della sua lunghezza, molti sostengono che una versione cinematografica di Harry Potter e la maledizione dell’erede non funzionerebbe, e che il soggetto si adatterebbe molto meglio alla formula della serie tv. Guarda caso, lo studio ha annunciato un bando per scrittori per un potenziale spin-off show ambientato nel mondo di Harry Potter…
Il cast originale di Harry Potter tornerebbe?
Sebbene il recasting degli amatissimi attori protagonisti della saga di Harry Potter si rivelerebbe un’impresa impegnativa, lo studio potrebbe essere costretto a farlo per garantire la continuità della storia di Harry. I personaggi sono infatti considerevolmente più adulti nell’opera: Harry, Ron ed Hermione hanno più di trent’anni quando la trama si svolge, mentre i tre attori originali Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint sono tutti sulla trentina, ancora un po’ troppo giovani per dimostrarsi convincentemente a un passo dai 40. Tuttavia, se lo studio dovesse decidere di adattare Harry Potter e la maledizione dell’eredein futuro, basterà aspettare qualche anno perché il trio originale si adatti ai ruoli.
Di tutti gli attori di Harry Potter, Tom Feltonè quello che, molto probabilmente, tornerebbe senza alcun dubbio: in un’intervista con People, Felton non ha infatti mostrato altro che positività sulla possibilità di tornare nella famiglia Malfoy: “Qualsiasi possibilità di essere di nuovo un Malfoy sarebbe molto ben accetta dalla mia parte”. Afferma anche che l’idea che qualcun altro “riempia” il ruolo dell’antagonista minore Draco Malfoysarebbe difficile da mandare giù, dato che si ritiene (giustamente) responsabile di aver plasmato e forgiato il personaggio nel corso di un decennio. Gli altri membri del cast di Harry Potter non sono stati altrettanto disponibili sulla prospettiva di riprendere i loro rispettivi ruoli. Emma Watson ha fondamentalmente dichiarato che non è davvero pronta ad essere di nuovo Hermione, mentre Rupert Grint e Bonnie Wright sarebbero disposti a tornare soltanto se tutti gli altri lo facessero. Matthew Lewis tornerà, ma “solo se la trama sarà valida, non nostalgica per il gusto di esserlo”. Lo stesso Harry Potter, Daniel Radcliffe, ha dato la risposta più sorprendente di tutto il cast.
Daniel Radcliffe non farà un film su “La Maledizione dell’erede”…per ora
Daniel Radcliffe non tornerà per un film su Harry Potter e la maledizione dell’erede: di tutto il cast, è stato infatti il più categorico sul fatto che non è ancora pronto a tornare nel suo ruolo titolare. È comprensibile, dato che il Radcliffe ha inizialmente faticato ad avviare una seconda fase della sua carriera, post-Harry Potter, e ha “appena” iniziato a liberarsi del personaggio nel suo complesso.
L’idea è stata proposta all’attore durante un’intervista con il New York Times, in cui ha ammesso: “Sto arrivando ad un punto in cui sento di essere uscito bene da Potter, e sono davvero felice di dove sono ora”. Ha poi continuato a paragonare il suo ruolo a quello di Mark Hamill come Luke Skywalker e Harrison Ford come Han Solo, dicendo fondamentalmente che gli sono stati concessi almeno 30 anni prima di tornare alle loro iconici ruoli. Questo dovrebbe almeno dare speranza al pubblico sul fatto chhe, anche se Daniel Radcliffe non è interessato a fare un altro film di Harry Potter a breve, potrebbe comunque essere aperto a questa possibilità in futuro.
La trama di “La maledizione dell’erede”
La trama di Harry Potter e La maledizione dell’erede prende il via quando Albus Potter e Rose Granger-Weasley salgono sull’espresso per Hogwarts per la prima volta. Il primo incontro di Albus si rivela determinante proprio come fu per Harry: il giovane Potter sceglie infatti di sedersi vicino al malvisto Scorpius Malfoy, figlio di Draco, generando del malcontento da parte di Rose. Come è già noto ai più, l’intreccio vede tanto Albus quanto Harry tentare di gestire il loro rapporto: una relazione che è sempre stata a dir poco difficile. E mentre Albus deve affrontare la “prova” del cappello parlante e i successivi anni nella scuola di magia con l’eredità del padre a gravargli sulle spalle, Harry, Hermione e altri personaggi ben noti agli amanti della saga dovranno gestire il ritrovamento di un potente artefatto illegale e prendere decisioni difficili nei confronti degli ex-alleati di Voldemort.
La data di uscita di Harry Potter e la maledizione dell’erede non è ancora confermata
Dal momento che nulla è stato confermato né dalla Warner Bros. né da JK Rowling, non c’è modo di prevedere quando un nuovo film o uno serie televisiva a tema Harry Potter potrebbe essere rilasciata. Tuttavia, un adattamento di Harry Potter e la maledizione dell’erede non è del tutto fuori questione: è vero che il franchise di Animali Fantastici ha apparentemente “indebolito” l’universo di Harry Potter, ma riportare Watson, Radcliffe e Grint nei loro iconici ruoli, potrebbe invogliare i fan a dare una possibilità a nuovi contenuti del mondo di Hogwarts. Che Chris Columbus possa o meno vivere la sua fantasia realizzando Harry Potter e la Maledizione dell’erede, o qualche altro nuovo contenuto, dipenderà interamente dalla disponibilità del trio originale di HP a voler tornare a Hogwarts, e ciò non accadrà molto presto.
Il cinema di fantascienza è ben consolidato: non solo si lega al più antico genere narrativo, ma esiste in modo embrionale anche negli elementi fantastici del cinema delle origini. La settima arte, si pensi al cinema di Méliès, nasce con l’intento di portare sullo schermo qualcosa di alternativo alla realtà tangibile e quotidiana: vuole sorprendere, generare meraviglia, visualizzare i sogni del genere umano. In una frase, rendere possibile l’impossibile.
Affermatosi come genere a sé stante a partire dagli anni Cinquanta – con film come Radiazioni BX: distruzione uomo (The Incredible Shrinking Man, 1957) e La cosa da un altro mondo (The Thing from Another World, 1951), oggi il cinema di fantascienza punta principalmente sull’azione e sugli effetti speciali. Nell’enorme calderone del genere, c’è un aspetto costante, riscontrabile in Star Wars quanto nell’MCU: l’elemento tecnologico cool.
Anche se oggi abbiamo a disposizione qualsiasi gadget tecnologico, quelli inventati nei mondi fantascientifici non perdono il loro fascino. Vediamo, secondo Reddit, quali sono le tecnologie più interessanti e quali il pubblico vorrebbe fossero reali.
J.A.R.V.I.S. (Iron Man)
Iron Man è uno degli eroi Marvel più amati. Non a caso, è lui a lanciare l’MCU nel 2008 con il film che prende il suo nome. Come ogni grande supereroe fantascientifico, Iron Man possiede un tecnologia speciale in grado di supportarlo: J.A.R.V.I.S. La sigla sta per “Just a Really Very Intelligent System” (Solo un Sistema Davvero Molto Intelligente) ed indica l’Intelligenza Artificiale che gestisce l’intera casa di Tony Stark. Nei fumetti, Jarvis è una persona reale, è Jon Favreau ad avere l’idea di renderlo un A.I. nel primo grande blockbuster dell’MCU.
L’utente di Reddit ImNotLudi crede che avere un AI come J.A.R.V.I.S. porterebbe le nostre esistenze ad un livello superiore. In realtà, oggi è possibile inserire qualcosa di molto simile nelle nostre abitazioni: da Google Home ad Alexa, non mancano gli assistenti virtuali anche nella realtà. Certo, non hanno nulla a che vedere con la fantascienzaJ.A.R.V.I.S.
Psychic Paper nella serie di fantascienza Dottor Who
La serie di fantascienza della BBCDoctor Who ha reso possibili innumerevoli fantasie e tecnologie che probabilmente non vedranno mai la luce del mondo reale. Per quanto assurde possano sembrare, alcune invenzioni potrebbero essere portate a compimento in futuro. La Psychic Paper di Who è tra queste, visto il recente successo degli schermi flessibili.
Per l’utente OctarineRacingStripe la Psychic Paper sarebbe ”game-changer”: ”Un pezzo di carta che sembra quello che vuoi. Di solito, qualsiasi documento ufficiale è in grado di trasmettere autorevolezza a chi lo guarda. Ma non provare a convincere nessuno di essere un adulto responsabile”.
La serie di fantascienza per eccellenza: Star Trek e il Replicatore
Il bello delle tecnologie della fantascienza è che rendono istantaneamente possibile uno specifico desiderio di chi le utilizza. Esemplare in ciò è il Replicatore. Coniata in Star Trek, questa macchina riorganizza la materia in qualsiasi cosa l’operatore richieda: di solito si tratta di cibo.
Sì, stampare un pasto in 3D è un’ottima idea, ma l’utente di Reddit RustyCutlass immagina un uso più umanitario dela tecnologia: ”Qualunque cosa tu voglia fuoriesce, mentre la spazzatura torna dentro! Nessuno spreco, nessun problema. Tutti sono nutriti.” Addio fame nel mondo!
La serie di fantascienza per eccellenza: Star Trek e l’FTL Drive
Bellissimo il Replicatore, ma l’intera serie di Star Trek si basa sulla possibilità di viaggiare ”più veloce della luce”(come ricorda Iarwain_ben_Adar and Legion2024): per arrivare all’ultima frontiera, Plutone, i personaggi devono riuscire ad infrangere la velocità della luce. La possibilità di muoversi ”Faster Than Light” è, al momento, fantascienza pura.
Star Wars e le Bacta Tanks
L’utente Salvidor_Deli suggerisce che sono le Bacta Tanks la tecnologia della fantascienza di cui abbiamo bisogno nella vita reale. Le Bacta Tanks compaiono già nei film di Star Wars, ma assumono rilievo con la serie Disney+The Book of Boba Fett. Essenzialmente, la tecnologia crea una vasca di deprivazione sensoriale che può guarire completamente chi la utilizza da quasi tutte le ferite o malattie. Detto ciò, è difficile non concordare con l’utente Reddit.
Teletrasporto
Adesso qui, tra un secondo da tutt’altra parte: il teletrasporto è una delle tecnologie più sfruttate e ricreate della fantascienza. La scienza sta lavorando per renderlo reale ma, al momento, le invenzioni sono in grado di creare soltanto una copia della materia originale: la strada sembra essere ancora lunga.
Forse è una buona idea aspettare che tutti i problemi (culturali e scientifici) siano risolti prima che il teletrasporto reale arrivi al mercato pubblico. L’utente Reddit TNerdy, scherzando dice: “Immaginate per un errore di calcolo teletrasportarsi nel corpo di qualcun altro!“.
L’idea di fantascienza in Altered Carbon
Il problema della morte riguarda tutti (e tutti generi). La fantascienza ha provato in diversi modi a risolverlo: fin dagli inizi, la maggior parte delle storie raccontate punta sulla possibilità di ringiovanire. Originale è la soluzione proposta dalla serie NetflixAltered Carbon: “E se potessimo semplicemente scaricare noi stessi?“. L’utente Scottrix propone su Reddit un’idea simile e parla della possibilità di ”riservarsi un altro corpo”.
Con Neural Link, scaricare la coscienza su un computer potrebbe presto diventare realtà e non essere una cosa solo di fantascienza. Mentre l’immortalità non è esattamente il suo scopo, se questa nuova tecnologia finisce per avere successo chissà che tipo di altre applicazioni potrebbero sorgere in futuro.
Computer a ologrammi
L’idea del computer a ologrammi ha attraversato diversi mondi fantascientifici: da quello di Tom Cruise in Minority Report a quello di Tony Stark in Iron Man. La capacità di controllare uno schermo olografico con le proprie mani è una possibilità davvero cool.
L’utente Gwarrenster concorda sul fatto che questa tecnologia meriterebbe di esistere, ma dice anche che il mondo non ha davvero capito ancora come funziona l’interfaccia del computer in Minority Report. ”Ci sono alcune tecnologie che cercano di imitarla, ma fanno ancora affidamento a periferiche indossabili: averla nel mondo reale non sarà affatto semplice.”
Spade laser e la fantascienza di Star Wars
Dal momento in cui Star Wars è stato rilasciato nel 1977, ci sono state un sacco di persone che hanno desiderato possedere una spada laser. L’idea stessa è così cool: è impossibile negare il fascino di una spada con una lama indistruttibile fatta interamente di energia. La tecnologia è stata copiata nella fantascienza e nella cultura pop fin dalla sua concezione, ma nessuno l’ha mai duplicata.
Come RevanSal sottolinea, è un cliché necessario. Le spade laser sono molto più di un’arma da Jedi, come sottolinea scherzosamente Adwordswizz, “Può tostare il pane mentre lo tagli!“. Sono veramente il più acclamato strumento di fantascienza dell’Universo.
Molti fan considerano i film di Captain America come la migliore trilogia del MCUe una delle ragioni per cui questi tre film sono così amati sono i suoi personaggi, molti dei quali introdotti fin dal primo film dedicato all’eroe, Captain America – il Primo Vendicatore.
Ma mentre protagonisti del calibro di Steve Rogers, Bucky Barnes e Peggy Carter hanno contribuito a dare il via alla trilogia, i sequel hanno introdotto altri interessanti personaggi nel MCU. Anche se alcuni di loro li abbiamo poi visti approdare in altri franchise, comprese le loro avventure da solisti, è giusto ricordare che è grazie ai sequel di Capitan America che li abbiamo conosciuti.
Batroc
Batroc Il Saltatore non è mai stato il villain più imponente dei fumetti di Captain America, ma il MCUpossiede un talento naturale nel rendere memorabili persino i personaggi più strambi. Il personaggio di Batroc viene dunque reinventato come terrorista internazionale che Cap affronta nell’emozionante sequenza d’apertura di Captain America: The Winter Soldier.
Anche se non stiamo parlando di una partecipazione considerevole all’economia del film, è comunque un ottimo cattivo secondario. Riesce persino a tenere testa a Cap in combattimento, meglio di quanto abbia fatto la maggior parte degli altri criminali in passato.
Everett Ross
Quando Cap e gli altri infrangono gli accordi di Sokovia, Everett Ross è l’uomo a cui sono costretti a rispondere. Si tratta di un impiegato governativo senza fronzoli, vice comandante della Task Force, che lavora con Thaddeus Ross, e non ha alcuna pazienza per i piantagrane.
L’apparizione di Everett in Captain America: Civil War è in qualche modo messa in ombra dal massiccio cast di supereroi, e funge soprattutto da introduzione al personaggio, prima che ritorni in Black Panther; tuttavia, la sua rigidità e severa compostezza ci hanno davvero impressionati.
May Parker
Non solo uno degli eroi più amati della Marvel è stato finalmente inserito nel MCUgrazie a Captain America: Civil War, ma anche una delle figure chiave del suo universo è stata inclusa. Infatti, anche se appare solo in una scena (non considerando quella post-credit), i fan sono stati deliziati con una nuova versione di Zia May.
Marisa Tomei interpreta una versione più giovane della zia di Peter Parker, con cui Tony Stark non si esime dal flirtare, mentre cerca di reclutare Peter Parker per la sua squadra. Anche se la vediamo molto più in azione nei film da solista, il personaggio di zia May si è rapidamente consolidato come premuroso e di grande supporto nella vita di Peter.
Brock Rumlow / Crossbones
In Captain America: The Winter Soldier, Steve Rogers si trova circondato da persone di cui non sa se può fidarsi: una di queste è Brock Rumlow, il suo presunto alleato allo SHIELD che, naturalmente, dimostra rapidamente di non essere così amichevole come lascia intendere.
Brock guida l’attacco a Cap nella famosa sequenza di lotta in ascensore dimostrando, da quel momento in poi, quanto possa essere spietato come nemico e, anche se il suo ritorno in Captain America: Civil Warè una breve comparsata, ci viene presentato come un nemico ancora più formidabile nella sua modalità Crossbones.
Alexander Pierce
Vedere la leggenda di Hollywood Robert Redford in un film di Captain America è stata una grande emozione, specialmente data l’atmosfera da thriller paranoico che Captain America: The Winter Soldier presentava.
Redford porta molta gravitas al suo ruolo di alto dirigente dello SHIELD Alexander Pierce, ma la parte davvero interessante è il momento in cui viene rivelata la fedeltà di Pierce all’Hydra, svelando quindi la parte “da villain” del personaggio: Redford rimane sempre affascinante, ma acquista anche sfumature davvero intimidatorie, che lo rendono indubbiamente uno dei cattivi più sottovalutati del MCU.
Sharon Carter
È vero che l’arrivo di Sharon Carter nei sequel ha un po’ complicato la storia d’amore tra Steve e Peggy Carter, ma è comunque diventata un personaggio chiave a tutti gli effetti. Anche se inizialmente viene presentata come un’altra persona di cui Steve non può fidarsi, che si finge vicina a lui ma lo sta in realtà tenendo d’occhio, si dimostra un membro dello SHIELD molto leale.
Il suo coraggio traspare in alcuni grandi momenti eroici ed è un personaggio sempre presente per Steve nel momento del bisogno. Sarà interessante vedere la direzione che prenderà il personaggio dopo le recenti rivelazioni di The Falcon e Winter Soldier.
Zemo
Anche se non ha superpoteri, Zemo può vantarsi di essere uno dei pochi cattivi che hanno effettivamente sconfitto i Vendicatori; alimentato dal suo desiderio di vendetta dopo aver perso la famiglia a Sokovia, mette in atto ferocemente il suo complesso piano per distruggere i Vendicatori.
Zemo è un altro cattivo formidabile poiché le sue motivazioni sono condivisibili, ma i suoi metodi e i mezzi con cui tenta di raggiungerle sono terrificanti; combatte questi potenti eroi servendosi di arguzia e intelligenza, piuttosto che utilizzando la forza.
Sam Wilson / The Falcon
La sequenza in cui Steve Rogers passa davanti a Sam Wilson e dice “Alla tua sinistra” è diventata iconica nel MCU, rivelandosi inoltre come l’inizio di una bellissima amicizia. La connessione che questi due uomini formano è istantanea e Sam si dimostra un eroe rischiando volentieri la sua vita per aiutare Cap in seguito.
Come The Falcon, Sam diventa un membro molto apprezzato dei Vendicatori, che non è un super soldato ma dimostra costantemente coraggio e lealtà, e vedere Sam in seguito assumere il mantello di Capitan America chiude il cerchio della loro amicizia meravigliosamente.
Peter Parker / Spider-Man
Se un tempo l’idea di vedere Spider-Man approdare nel MCU sembrava ridicola, Captain America: Civil War l’ha trasformata in realtà; l’esordiente Tom Holland si è calato nel ruolo dell’eroe teenager lancia-ragnatele e ha immediatamente incantato il pubblico.
Anche se non è un personaggio cruciale nel film, è rapidamente in grado di impostare un’inedita versione di Spider-Man, estremamente divertente e desideroso di far parte del mondo dei supereroi, dimostrando che valeva la pena rivitalizzare il personaggio in questo nuovo universo.
T’Challa / Black Panther
Mentre il suo stand-alone sarebbe è diventato un successo planetario che è riuscito a cambiare le carte in tavola per l’MCU, la prima apparizione di T’Challa in Captain America: Civil War rimane il fiore all’occhiello di questa mastodontica produzione. Presentato come un uomo stoico e devoto alla cultura e ai costumi del Wakanda, prima di debuttare anche come Pantera Nera, ha contribuito a rendere ancora più esaltante lo scontro fra i Vendicatori.
Ritratto anche come eroe interessante e complesso, determinato nella sua ricerca di vendetta, ma anche in grado di individuare gli sbagli nel suo atteggiamento verso la fine del film: grazie a queste caratteristiche, è diventato una dei personaggi più importanti del MCU.
Film, serie TV, calcio, animazione: il 2022 prosegue con le innumerevoli novità della Pay TV, da godersi davanti al piccolo schermo.
Una passione senza fine per grandi e piccini. Uno sguardo attento alla programmazione di marzo e aprile ci permette di scoprire interessanti anticipazioni, e svelare i palinsesti targati Netflix, Disney + e DAZN.
Garantirsi l’abbonamento su misura non è difficile, un aiuto fondamentale ci arriva delle propostePay TV su Facile.it che semplificano la ricerca della soluzione più conveniente, perfettamente allineata alla tipologia di programmi preferiti.
Netflix, tante sorprese in serbo nella programmazione di aprile
Fra film e serie TV, l’offerta Netflix assicura una programmazione straordinariamente interessante, con soluzioni a misura, in grado di soddisfare le aspettative dei tanti fan.
Aprile svela due appuntamenti straordinari, messi a calendario il 1° e il 22. Si tratta rispettivamente di The Bubble e Along of the Ride.
Per chi ama le serie TV su Netflix, ad aprile arrivano Anatomy of a Scandal (15 aprile 2022) e la seconda parte della quarta stagione di Ozark (29 aprile 2022).
Marvel e Disney+ un connubio di successo
Disney Plus riunisce in un’unica piattaforma tutti i contenuti Marvel, con un’ampia scelta di serie TV e film. Una proposta che si arricchisce con continuità di nuovi titoli, per offrire alla nutrita schiera di fan tanti personaggi e un ampio ventaglio di storie, fra cui scegliere quelle più amate.
Il mese di marzo porta in dono ai clienti di Disney + due graditi ritorni grazie ai nuovi episodi delle serie TV Grey’s Anatomy, a partire dal 23 marzo, e di The Resident dal 30 marzo.
Ancora tanto spazio per la programmazione delle serie TV con la terza stagione di Better Things, e di 911: Lone Star, e l’undicesima di Bob’s Burgers. Prima stagione al via per Star, Bless this Mess, Week-end in Famiglia e Moon Knight.
A fine marzo l’attenzione è tutta puntata sul finale della prima stagione di Queens – Regine dell’Hip Hop.
Dal grande schermo alla prima visione in TV il passo è breve, prova ne è l’arrivo a marzo di tre grandi proposte per Disney Plus. Parliamo di West Side Story, Gli occhi di Tammy Faye e La fiera delle Illusioni.
DAZN svela date e orari della Serie A TIM 2021/2022 fino alla 30ª giornata
Per chi non desidera perdere neppure un minuto del campionato di calcio DAZN offre in esclusiva le competizioni della Serie A TIM 2021/2022, disponibili sulla piattaforma in streaming live e on demand.
Con l’avvio del mese di marzo DAZN svela date e orari della Serie A TIM 2021/2022 fino alla 30ª giornata.
Chi si è perso qualche incontro della stagione, o desidera rivedere una partita, può farlo accedendo sull’area che DAZN dedica alla Serie A TIM, oppure semplicemente scrivendo il nome delle due squadre che si sono affrontate nella competizione, inserendole nella barra della ricerca e cliccando sull’evento.
Si sentiva sempre più forte muoversi nell’aria, investire i pronostici, balzare nelle scommesse, e alla fine l’ipotesi si è fatta realtà, concretizzandosi nella lettura dell’agognata busta. Dopo tre ore e mezza di una cerimonia fiacca, meccanica e poco sentita, CODA – I segni del cuore vince il premio Oscar 2022 come miglior film; una vittoria annunciata, criticata, apprezzata, sintomo di un senso di inclusione e sensibilità da parte dell’Academy per dei tempi che cambiano. Ed è proprio partendo da quest’ultimo spunto che, a mente fredda, quel premio nasconde alle spalle un moto anticipatore, una predizione imbastita da scelte pregresse, vittorie precedenti, che hanno indirizzato la vittoria verso un ambito più politicamente corretto, che ancora una volta si ripetono. CODA è un film godibile, di cuore, che affonda in ogni gesto un passo in avanti verso l’interiorità dei propri spettatori. Ed è proprio all’ombra di quei gesti, di quelle bocche che si aprono senza emettere suono che si celano i motivi che hanno portato alla vittoria finale.
Prima di stilare le motivazioni che hanno portato l’opera di Sian Heder (remake del francese La famiglia Bélier) a trionfare in ben tre categorie (Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior attore non protagonista a Troy Kotsur, primo attore non udente a vincere tale premio), è bene sottolineare una situazione tanto scottante, quanto molto spesso sottovalutata: il cinema è una finestra sulla nostra realtà, parla di noi anche in quei generi che appaiono del tutto lontani dalla nostra contemporaneità come la fantascienza o l’horror. Eppure, è in quel discorso anticipatore puntato sul futuro che si parla del presente: i mostri, gli alieni, i robot, non sono altro che contenitori metaforici di moniti di denuncia nei confronti della società a loro contemporanea. Attraverso la lente di una cinepresa, una realtà finzionale viene sfruttata per parlare di un’altra realtà, quella vera, quella che prende, modella, e influisce la vita dei propri spettatori.
Nel buio della sala il pubblico viene investito di storie e moniti circa la propria condizione sociale e culturale, ed è proprio lanciandosi verso questa direttrice di significato che l’Academy si è sempre più allineata, finendo per premiare opere fortemente sensibili e inclusive, che prediligano aspetti politici, piuttosto che artistici.
Ed ecco che un film come CODA si inserisce perfettamente in questa galleria di pellicole intrise di argomenti politically-correct, personaggi e storie inclusive e immersive, sebbene ignorando e mettendo in secondo piano l’aspetto più tecnico e artistico. Sono film che puntano a unire, piuttosto che a dividere, abbracciare il giudizio unanime, piuttosto che quello separatista.
La trama di CODA – I Segni del cuore
Al centro del film vi è la diciassettenne Ruby, una ragazza, figlia udente di un’intera famiglia di persone sorde. Ogni mattina, prima di andare in classe, la giovane aiuta i genitori e il fratello a gestire l’attività di pesca, facendosi al contempo referente principale per contrattare la vendita del pesce. Ma tra le lezioni e le uscite in barca, Ruby ha tempo anche per alimentare la sua grande passione: il canto. Entra così nel coro della scuola diretto dal maestro Bernardo Villalobos che nonostante la sua severità riconosce nella ragazza un grande talento più unico che raro, tanto da prepararla per l’audizione a una prestigiosa scuola. Ruby si trova ora a un bivio: seguire i propri sogni o continuare ad aiutare la sua famiglia?
Basta dare una veloce lettura alla sinossi per comprendere perché CODA è riuscito a salire sul palco nel momento più importante della serata degli Oscar vincendo come “miglior film”. Perché è un film innanzitutto semplice, senza pretese, che riesce a parlare in maniera diretta al cuore del proprio spettatore senza mezzi termini o attraverso narrazioni e strumenti linguistici complessi. Sfruttando la potenzialità di una regia altrettanto semplice, canonica, perlopiù statica perché improntata su inquadrature fisse e prive di virtuosismi tecnici, e di un montaggio altrettanto lineare, poco composito, fatto soprattutto di campi e controcampi, CODA comunica in maniera diretta a uno spettatore che non ha più bisogno di elucubrazioni mentali, o processi complessi di interpretazione per comprendere il senso del film.
Lontano da una struttura pluri-semantica, quello che CODA mostra corrisponde perfettamente a ciò che racconta, facilitando l’immedesimazione spettatoriale e il processo di condivisione affettiva tra il mondo dentro e fuori la cornice cinematografica. Posti sullo stesso piano dei personaggi sullo schermo si crea tra spettatore e la sua controparte filmica un rapporto privilegiato e di complicità, il che va a confermare – enfatizzando – il secondo motivo che ha permesso a CODA di trionfare sul palco dei Dolby Theater: la componente emotiva. Lo stretto rapporto tra Ruby (Emilia Jones) e la sua famiglia, ha innescato nello spettatore quella parte più emotiva di animale sociale che a seguito di un periodo complicato come quello della pandemia, e poi quello drammatico della questione bellica tra Ucraina e Russia era venuto meno. Ci stavamo dimenticando di essere umani, di essere persone bisognose di sentimenti, di calore pronto a scorrere nelle vene bruciando il cuore, e una pellicola come quello diretta da Heder non ha fatto altro che ripristinare il processo fino a bagnare le guance di lacrime dolci e riempire l’anima di speranza.
Ponendo al centro della storia una famiglia sordo-muta (CODA non è altro che l’acronimo di “Children Of Deaf Adults”, cioè, “figli di genitori sordi”) il film si discosta inoltre da quell’immagine di perfezione mediatica impostaci e suggerita dalle mode di una società bombardata sui social-media. Un’agiografia della diversità mai retorica, ma onesta, che senza orpelli narrativi e suggerita da performance sincere, di uomini e donne che a causa dei propri deficit gli ostacoli della vita li affrontano con coraggio tutti i giorni (gli attori sono veramente sordo-muti), colpiscono ancora più al cuore.
Un elemento che di certo non passa inosservato, soprattutto agli occhi di un meccanismo alimentato da un’attenzione al giudizio degli altri, con fare a volte ipocrita e bigotto come quello dell’Academy.
Il sacrificio della celebrazione dell’arte
In tutta questa giostra di buoni sentimenti e inclusione, che tanto piace ai membri dell’Academy perché permette loro di perorare un discorso di inclusione verso gli inascoltati e gli emarginati, continua a sussistere un grande e gigantesco “ma”. Abbagliando il proprio metro di giudizio da questo fumo di stampo politico, si sacrifica uno dei motivi che sta alla base dell’istituzione stessa degli Oscar: la celebrazione dell’arte. Stabilire quale sia in maniera netta e oggettiva il migliore film della stagione è pressoché impossibile. Essendo un film un’opera d’arte, è oggetto alla sensibilità soggettiva del gusto personale di ogni spettatore/votante.
Eppure, se è vero che sussiste sempre una componente di giudizio soggettivo, ne esiste un’altra più oggettiva, basata su elementi e strumenti tecnici che permettono la valutazione dell’opera da un punto di vista prettamente obiettivo. Fotografia, regia, montaggio, sonoro, si elevano pertanto a strumenti di giudizio che aiutano a comprendere la fattura artistica di un’opera cinematografica, a cui si andrà ad aggiungere la sua controparte più sentimentale. In CODA a prevalere nettamente è la sua componente emotiva, il cuore che batte più veloce di quanto la mente possa creare e pensare. Questo comporta un dislivello che finisce per rivestire l’intera pellicola di un anonimato che a lungo andare rischia di farla cadere nel dimenticatoio di quei film apprezzati nello spazio di una visione, ma pronti a essere sostituiti da altri più immersivi, più coinvolgenti, perché più in equilibrio tra tecnica ed emozione, anima e corpo, corpo e mente.
Morbius è uno dei cattivi di Spider-Man. Apparso per la prima volta nel fumetto nel 1971, è stato rievocato dalla Sony sulla scia di Venom del 2018, la quale ai tempi aveva pensato ad una serie di film a sé stanti, che quindi non s’integrassero con il Marvel Cinematic Universe, per poi rinegoziare tutto e partecipare alla grande festa che l’anno scorso è convogliata con Spider-Man: No Way Home.
Morbius fa dunque parte di quell’idea originaria della Sony di creare film meno organici tra loro, in cui dare libero sfogo a generi e sottogeneri, per quanto poi dovessero far parte della stessa famiglia allargata. E così sorge l’eco vampiristica del personaggio succhia sangue che dovrebbe aprire a scenari oscuri, e forse anche horror, chissà. Sicuramente gli effetti speciali, le scelte sui colori dominanti nella messa in scena e le note di neon ad intermittenza, creano la perfetta suggestione da Transilvania cyber. E se potessero essere questi gli elementi protagonisti della storia, sarebbe l’ideale.
Morbius allarga lo Spider-verse SONY
Diretto da Daniel Espinosa (Child 44 – Il bambino numero 44 del 2015 e Life – Non oltrepassare il limite del 2017) e scritto da Matt Sazama e Burk Sharpless (già sceneggiatori di Dracula Untold, Gods of Egypt e Power Rangers), Morbius è decisamente un film debole, poggiato su un impianto estetico ben fatto, efficace e che sfrutta egregiamente slow motion, suoni tremanti, angoscianti e tutto il carrozzone, ma che dilania la pazienza dello spettatore quasi di più degli artigli del dottor Michael Morbius.
Morbius, la trama
Michael (Jared Leto) è affetto da una rara malattia del sangue che lo costringe a continue trasfusioni fin da bambino, per cui passa tutte le sue giornate in un letto d’ospedale, facendo amicizia con Milo (Matt Smith) compagno della stessa patologia. Da grandi, Milo diventa il facoltoso finanziatore del laboratorio di ricerca di Michael, che nel frattempo ha studiato raggiungendo il titolo di medico illustre, che ha avuto persino l’ardire di rifiutare il Premio Nobel, ma che ancora non ha trovato la cura della malattia che tanto affligge lui e il suo caro amico, ma forse, forse, gli viene in mente un’idea.
Sotto gli occhi della sua affasciante collega Martine Bancroft (Adria Arjona) inizia a pensare alle proprietà dei vampiri – i veri animaletti volanti simili ai pipistrelli – dando il via a qualche rapido esperimento e, a colpi di provetta, in men che non si dica tira fuori la fiala decisiva con l’antidoto tanto agognato.
Purtroppo, però, non va tutto come previsto. E non certo rispetto alla trama – magari – bensì alla resa della storia, il suo sviluppo, la successione delle scene (se non le scene stesse), la stesura dei dialoghi e, in ultima analisi, ma non per importanza, la scrittura dei personaggi.
Troppa libertà a Jared Leto?
Dr. Michael Morbius (Jared Leto) in Columbia Pictures’ MORBIUS.
Il problema di Jared Leto è stato analizzato da tempo, ed egli continua instancabilmente a confermarlo. Il lavoro facile per un regista è avere degli attori che diano carattere e stile al film, se questa è la sua personale scelta rispetto ad esso. Se, viceversa, è necessario che l’impianto base del film venga da altrove (una storia preesistente, una forte idea caratterizzante, o il semplicissimo fatto che non possa ruotare tutto attorno ad un solo attore), chi tiene le redini della baracca ha l’infelice compito di suonare poderose vergate a chi, invece, insiste nel voler fare di testa propria.
La faccenda, purtroppo, è molto semplice. Jared Leto ha un suo apporto ai personaggi che incarna che è estremamente definito e, per così dire, accurato. Sarebbe stato un dottor Morbius senza sbavature se fosse stato guidato a dovere, ma così non è stato. Il flusso della personalità del film gli viene lasciata follemente in mano, concedendo ai suoi lunghi ciuffi corvini, e alla sua svenente asessualità, di prendere delle vie che né si compiono – figuriamoci – né si definiscono. Come se attirasse l’attenzione su di sé promettendo fascino a palate, per poi girarsi sui tacchi e andarsene. Morbius non è un film fatto male, è solo inconsistente.
ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del primo episodio di Moon Knight
È arrivata su Disney+ l’ultima meraviglia dell’MCU: stiamo parlando della serie Moon Knight. Il protagonista è Oscar Isaac: l’attore di Scene da un matrimonio e Dune interpreta Steven Grant, un gentile commesso del negozio di souvenir della National Art Gallery di Londra. Steven, inizialmente dice di “vagare” nella notte ma, come si scopre più avanti nell’episodio, la sensazione è data da un Disturbo Dissociativo dell’Identità: “Steven Grant” rappresenta solo una delle molteplici identità interne al personaggio. Le altre personalità sono decisamente più eccentriche: una di queste è il formidabile mercenario conosciuto come Marc Spector (o Moon Knight). Nei panni di Spector, Isaac si muove da Londra alle Alpi, passando per l’antico Egitto.
Come si può intuire, Moon Knightnon è il tipico prodotto MCU – e questo vale anche per la filosofia della serie nei confronti dei riferimenti al resto del mondo Marvel. Diversamente da ciò a cui i fan della Marvel sono abituati a vedere, nel primo episodio dello show i riferimenti a figure ed eventi passati dell’MCU sono davvero sporadici.
Se non fosse per il titolo introduttivo, lo spettatore comune non avrebbe idea di star guardando una creazione Marvel. Tuttavia, con uno sguardo più attento, le avventure di Steven Grant rimandano comunque ai fumetti e ai personaggi del franchise e non escludono interessanti anticipazioni. Ecco gli Easter Eggs e le references rintracciabili nell’episodio 1 di Moon Knight, l’inquietante ”Il pesce mono-pinna; Una presenza ingombrante; Amnesie”
Il primo riferimento alla Marvel Comics: le scarpe piene di vetro di Arthur
L’intro di Moon Knight ruota attorno al criminale interpretato da Ethan Hawke, Arthur Harrow. Il personaggio, distrugge un bicchiere e si riempie le scarpe con i vetri, per poi indossarle.
Questa sequenza introduttiva è probabilmente un riferimento alla controparte di Harrow dai fumetti Marvel. Introdotto nel 1985 con Moon Knight#2, Dr. Harrow è uno scienziato esperto in “teoria del dolore” (studia come bloccare la risposta neurale al dolore). L’uomo è anche affetto da una patologia debilitante e incurabile che gli provoca costante agonia. Per ora, la professione di Arthur Harrow non viene menzionata in Moon Knight. La prova delle scarpe piene di vetro potrebbe però indicare l’origine del personaggio nei fumetti: anche nella serie, Harrow sembra essere uno scienziato ossessionato dal dolore.
Una reference di Namor il Sub-Mariner in Moon Knight?
Ancora una volta, l’MCU inserisce in un suo prodotto un riferimento a Namor il Sub-Mariner, il personaggio della Marvel Comics proveniente da Atlantide. In Moon Knight, si vede un negozio chiamato “Atlantis” quando Steven corre per Londra cercando di prendere il suo autobus.
Il luogo immaginario è stato già citato in Iron Man 2 (con la mappa SHIELD) e in Avengers: Endgame (con i “terremoti sotterranei” di Okoye), e si dice che il personaggio di Namor potrebbe essere una presenza significativa in Black Panther: Wakanda Forever. Forse allora il negozio che si vede in Moon Knight è un’altro sassolino in questo percorso?
Donna è l’adattamento di un personaggio dei fumetti?
Il supervisore di Steven Grant nel museo è Donna (Lucy Thackeray). L’attrice forse non colpisce immediatamente gli spettatori, ma il suo nome deriva da Donna Kraft. Il personaggio della Marvel Comics ha debuttato nel 1992 con Moon Knight #39 come agente di Marc Spector. La versione live-action condivide poco con Kraft, ma è divertente il fatto che Moon Knight trasformi Donna da dipendente di Marc a capo di Steven.
Moon Knight cita l’Ennead, gruppo di divinità egizie
Moon Knight include nel primo episodio diversi riferimenti all’Ennead – un “super-gruppo” che include le nove divinità della mitologia egizia che incarnano tutte le forze presenti nell’universo. L’idea esiste all’interno della vera mitologia egizia, ma i fumetti Marvel hanno adattato l’Ennead nel fumetto del 1950 Marvel Tales #96.
Questo stormo di divinità originariamente proveniene da una dimensione conosciuta come Eliopoli Celeste, ma può viaggiare sulla Terra attraverso un portale: la porta si apre nell’antico Egitto e crea un rapporto simile a quello tra la Norvegia e gli Asgardiani: i visitatori diventano dei adorati dalla gente del posto. L’enfasi posta sull’Ennead nell’episodio 1 di Moon Knight suggerisce che la storyline nata nei fumetti potrebbe essere trasposta in live-action.
La statua vivente di Moon Knight è un personaggio Marvel
Non è solo la performance di Oscar Isaac a conquistare lo spettatore di Moon Knight. C’è anche un altro personaggio, Crawley, un artista di strada, una statua vivente vestita d’oro e muta. Interpretato da Shaun Scott, la figura è il miglior amico di Steve.
La scelta non è casuale: Crawley è preso direttamente dalle avventure di Moon Knight nei fumetti Marvel. Nello specifico, è un riferimento a Bertrand Crawley – un senzatetto che funge da informatore di Marc Spector. Nella serie, il personaggio passa da vivere per strada ad essere un’artista di strada, similmente al passaggio di Donna da dipendente di Marc a datore di lavoro di Steve: in entrambi i casi, la serie onora il materiale d’origine pur prendendo una direzione unica e nuova.
Layla di Moon Knight è Marlene Alraune della Marvel Comics
Quando Steven Grant scopre il telefono usa e getta di Marc Spector, vede che il suo alter-ego sta ricevendo molte chiamate da una donna: Layla. Anche se il nome è diverso, Layla (che sappiamo negli episodi futuri sarà interpretata da May Calamawy) è molto probabilmente la versione live-action di Marlene Alraune. Il personaggio debutta nei fumetti Marvel nel 1976: Marlene Alraune è un’archeologa ed è la compagna di Marc Spector. Anche se non è ancora apparsa sullo schermo, in Moon Knight Layla sembra legata romanticamente all’alter-ego di Marc ed è anche qui un’archeologa.
Moon Knight e l’Easter Egg di ”Duchamp”
Nell’elenco delle chiamate perse di Marc Spector, l’unico altro nome che compare è quello di un certo ”Duchamp”. Decisamente più facile da decifrare di Layla, Duchamp deve essere un riferimento a Jean-Paul Duchamp – uno degli alleati di Moon Knight nei fumetti. Questo ex membro della legione straniera francese, non dovrebbe apparire nella serie: fino ad ora non è stato annunciato nessun attore per la parte.
Forse il nome in rubrica che si vede nell’episodio 1 è solo un Easter Egg per i fan dei fumetti, o forse è il preludio per un’apparizione a sorpresa di uno dei più popolari personaggi di Moon Knight?
Lo specchio in Moon Knight prefigura la trasformazione di Marc
Moon Knight si affida fortemente alle immagini e al simbolismo per alludere ai poteri interiori di Steven Grant – a volte sottilmente, a volte apertamente. Steven indossa vestiti bianchi a letto e copre il pavimento di sabbia. All’esterno si vede costantemente la luna, mentre il suo appartamento è attraversato da un cerchio bianco.
L’esempio migliore del simbolismo della serie, tuttavia, arriva nel momento in cui Steven Grant sente per la prima volta la presenza di Marc Spector. Il mercenario appare al suo alter-ego in uno specchio rotondo, circolare e bianco che ricorda molto la luna: una bella rappresentazione visiva del segreto che Spector sta nascondendo.
Arthur Harrow parla di Thanos (ma non lo nomina)
Alcuni riferimenti mancanti in Moon Knight sono studiati apposta per far pensare al resto dell’MCU. Esemplare è il discorso di Arthur Harrow che, nel tentativo di convincere Steven Grant delle virtù di Ammit, sostiene che se Ammit fosse stata libera, avrebbe evitato l’ascesa di Hitler e la distruzione che ha compiuto, ma anche Nerone, il genocidio armeno, il Pol Pot…
Sentendo ciò, non si può che pensare a Thanos: il cattivo non ha raccolto ogni singola Gemma dell’Infinito e non ha spazzato via metà di tutta la vita sull’universo per essere lasciato fuori dalla lista. Non menzionare il Titano Pazzo mantiene saggiamente, almeno in questa fase iniziale, Moon Knight separato dalla più ampia MCU, ma è abbastanza strano sentire un personaggio Marvel snocciolare i momenti peggiori dell’umanità e tralasciare gli eventi di Avengers: Infinity War.
Steven Grant inserisce Avatar nell’MCU
Pochi istanti dopo il mancato discorso su Thanos, Ethan Hawke si riferisce al fatto che Ammit venga tradito dal suo “avatar”. Steven risponde con ironia ”Gli Avatar, le persone blu, adoro quel film.” L’ovvio cenno al blockbuster del 2009 diJames Cameron è un dettaglio affilato e sottile se si pensa che la Disney, a seguito della sua acquisizione di Fox, ora possiede Avatar.
Ancora, quando Harrow cerca di spiegare cosa intenda veramente, Steven lo interrompe con: “Intendi l’anime?“. Questa battuta fa cenno ad un altro Avatar: la serie animata La leggenda di Aang.
Il regista di Ambulance (in queste settimana la cinema) Michael Bay, ha rivelato che la leggenda di Hollywood Steven Spielberg gli ha consigliato di smettere di girare i film di Transformers. Ambulanceè l’ultima avventura del regista nei film d’azione. Il film, basato sul film danese scritto da Laurits Munch-Petersen e Lars Andreas Pedersen, racconta la storia di due rapinatori che rubano un’ambulanza come veicolo di fuga dopo che una delle loro rapine in banca è andata terribilmente male. Ambulance è interpretato da Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul-Mateen II ed Eiza González.
Bay è uno dei più grandi nomi del cinema d’azione e forse conosciuto meglio che per i suoi filmTransformers basati sulle famose action figure e sugli omonimi cartoni animati. Tra il 2007 e il 2017, Bay ha diretto un totale di cinque film di Transformers, con i primi tre con Shia LaBeouf e gli ultimi due con Mark Wahlberg. Sebbene la maggior parte degli spettatori sia d’accordo sul fatto che i film siano diminuiti di qualità dopo il terzo film, Bay ha continuato a sfornare sequel, che a loro volta hanno continuato a fare grandi incassi al botteghino nonostante tutto. Successivamente Bay ha lasciato il timone del regista dopo il quinto film, mentre la serie è proseguita con uno spin-!off intitolato Bumblebee, diretto dalregista Travis Knight.
Ebbene oggi arriva un interessante retroscena. Infatti, durante il tour promozionale dell’ultimo film da regist, Michael Bay ha parlato del suo passato alla guida dei Transformers e ha ammesso di pensare la stessa cosa in merito alla qualità dei film e che avrebbe dovuto limitarsi ad una trilogia, come suggerito dal regista premio Oscar. Secondo Bay, Spielberg gli consigliò di “fermarsi alle tre opere”, cosa che inizialmente Bay aveva accettato. Tuttavia, quando lo studio gli ha chiesto di tornare per una quarta puntata di Transformers, ha accettato contro il suo buon senso e il film ha incassato 1 miliardo di dollari, risultato che lo ha ispirato a realizzare Transformers 5. Tuttavia Bay in seguito ha convenuto che “avrebbe dovuto fermarsi” , ammettendo però che i film erano “ancora divertente da fare.”. Di seguito le sue parole:
“Ne ho fatti troppi. Steven Spielberg ha detto: ‘Basta fermarsi alle tre pellicole’. E ho detto che mi sarei fermato. Lo studio mi ha pregato di farne un quarto, e poi anche quello ha fatto un miliardo. E poi ho detto anche a loro che mi sarei fermato qui. E mi implorarono di nuovo. Avrei dovuto fermarmi. Sono stati divertenti da fare”.
L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha mosso i primi passi verso un’azione disciplinare contro Will Smith per il suo comportamento agli Oscar. La star di King Richard che ha vinto il suo primo Oscar ha rovinato la sua serata ancor prima di avere in mano la statuetta, quando ha aggredito Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar del 2022. Come molti di voi sapranno, dopo aver preso in giro la moglie di Smith, l’attrice Jada Pinkett Smith per la sua testa rasata, Rock è stato aggredito sul palco da Will Smith che l’ha schiaffeggiato, difronte a tutto il pubblico presente generando sia dal vivo che a casa quello che potremmo definire uno shock collettivo.
Jada Pinkett Smith ha l’alopecia, una condizione che impedisce la crescita dei peli sul corpo o provoca la caduta dei capelli esistenti. In passato, si è dimostrata aperta riguardo alle sue difficoltà, ma il tentativo di Chris Rock di fare dell’umorismo sulla questione non è certamente andato bene né a lei né a suo marito. Da quando ha aggredito Rock, Will Smith si è rivolto ai social media per scusarsi direttamente con il comico, cosa che non ha fatto dopo aver vinto l’Oscar come miglior attore. C’è stato anche un susseguirsi di reazioni da parte delle celebrità, la maggior parte delle quali sembra ritenere che Will Smith abbia avuto un atteggiamento sconsiderato e che avrebbe dovuto gestire la situazione con un maggiore grado di maturità e professionalità. Allo stesso tempo, una domanda ha continuato ad aleggiare nell’ambiente: Smith affronterà qualche effettiva conseguenze dell’Accademia per le sue azioni?
Ebbene oggi per la prima volta da quando Smith ha schiaffeggiato Rock, si è iniziato a parlare che l’attore possa andare in contro a qualche ripercussione in seguito alla condotta. Infatti, come riporta Variety, il Consiglio dei governatori dell’Academy ha rilasciato una dichiarazione che annuncia che si stanno prendendo in considerazione diverse possibilità per questa situazione, tra cui “sospensione, espulsione o altre sanzioni consentite”. Il rapporto chiarisce anche che a Will Smith è stato chiesto di lasciare il teatro dopo l’aggressione, ma si è rifiutato di farlo. La decisione finale sulla linea d’azione dell’Accademia sarà rivelata in una riunione del consiglio il 18 aprile.
In aggiunta a quanto sopra, la dichiarazione rilasciata rinnova delle scuse a Chris Rock per il comportamento di Smith, nonché ad altri candidati, ospiti e spettatori. Dato che la situazione è piuttosto senza precedenti nella storia della cerimonia di premiazione, è difficile determinare dove questa situazione potrebbe portarci. Da un lato, è difficile vedere l’Academy vietare a una delle più grandi star di Hollywood di partecipare a una cerimonia degli Oscar o di essere nominata di nuovo. D’altra parte, tuttavia, lo status di Smith come una delle più grandi star del mondo comporta alcune responsabilità. Una star del suo calibro che prende a schiaffi uno dei comici più famosi del mondo per uno scherzo, senza subire conseguenze potrebbe mandare un messaggio sbagliato.
Ebbene oggi James Gunn ha rivelato che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà “la fine” per questa squadra di Guardiani, e questo dato di fatto ha il sapore di una missione agrodolce per il cast, la troupe e gli stessi fan. Anche Dave Bautista ha fatto eco alle sue parole riguardo a questo aspetto agrodolce del film, ma ha anche detto che non vede l’ora di concludere il viaggio lungo 10 anni per interpretare il personaggio della serie. Zoe Saldana ha anche risposto alla dichiarazione di Gunn su Guardiani della Galassia Vol. 3, sottolineando che le emozioni sono già iniziate, ma sottolineando anche il fatto che arriveranno a finire il viaggio tutti insieme è una gioia aggiungendo che Gunn sta dando a tutti loro un finale davvero “bellissimo”.
Recentemente via Twitter a Gunn è stato chiesto quali vibes regnassero sul set, domanda a cui il regista ha dato una risposta molto onesta, dicendo le vibrazioni provate sono “fantastiche” sottolineando perà che c’è ancora tristezza nell’aria. Il regista ha aggiunto che ci sono “lacrime quasi quotidiane” poiché il cast e la troupe sanno bene che “questo è l’ultimo film dei Guardiani per la maggior parte di loro“. Questo è lo stesso sentimento che Gunn condivide da quando è iniziata la produzione. Ecco il tweet di James Gunn:
Honesty they’re great, I love this cast and crew, but there is also a lot of sadness and near-daily tears knowing this is the last Guardians movie for most of us. #gotgvol3https://t.co/FfsqQLu3rP
Mentre Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe essere l’ultima volta che il pubblico vedrà insieme quella particolare squadra, c’è ancora la questione del Guardians of the Galaxy Holiday Special, che Gunn ha recentemente affermato essere la cosa più bella che abbia mai fatto in vita sua. Il regista ha detto che sarà “diverso da qualsiasi cosa qualcuno abbia mai visto prima“, di cui il pubblico sarà testimone quando debutterà su Disney+ durante le festività natalizie. Vi ricordiamo che Star-Lord di Chris Pratt apparirà in Thor: Love and Thunder, quindi c’è almeno un’apparizione aggiuntiva per il suo personaggio anche nell’MCU, ma non è chiaro quale destino attende il resto di questo gruppo di Guardiani.
Chris Rock ha rotto il suo silenzio sull’incidente tanto discusso accaduto agli Academy Awards la scorsa domenica, quando Will Smith è salito sul palco e lo ha schiaffeggiato con sorpresa del pubblico. Il comico era sul palco per presentare l’Oscar al miglior documentario quando ha fatto una battuta sulla moglie di Smith, Jada Pinkett-Smith. La battuta non è stata accolta molto bene da Smith che ha reagito alzandosi e andando sul palco per dargli uno schiaffo per poi tornando al suo posto continuando a gridare ad alta voce: “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca! “
Da quando si è verificato l’incidente, molte celebrità hanno espresso le loro opinioni in merito. La co-conduttrice degli Oscar Amy Schumer ha spiegato di essere ancora sotto shock dopo l’accaduto, Jim Carrey ieri ha rivelato di essere “disgustato” rispetto a quanto è successo e Adam Sandler ha espresso il suo sostegno a Rock dopo l’incidente. La madre di Will Smith ha anche commentato l’accaduto, ammettendo di essere sorpresa quanto il pubbliche e di non aver mai visto suo figlio comportarsi in quel modo prima d’ora. Tuttavia, lo stesso Rock non ne ha parlato, fino ad ora.
Le parole di Chris Rock
Ebbene oggi Variety riporta le parole del comico che ha affrontato l’accaduto per la prima volta da quando prima di iniziare il suo spettacolo dal vivo a Boston mercoledì sera. Nell’occasione Rock sul palco del teatro ha fatto riferimento all’incidente, spiegando che sta ancora cercando di elaborare la cosa, ma che ne discuterà ancora solo quando si sentirà pronto. Di seguito riportiamo le sue parole:
“Non ho un mucchio di cazzate da dire su quello che è successo, quindi se vieni per sentire cosa ho da dire su questo beh … ho un intero spettacolo che ho scritto prima di questo fine settimana. Sto ancora elaborando quello che è successo. Quindi, a un certo punto parlerò di quella merda. E sarà serio e divertente”.
Sebbene la risposta di Rock sia stata breve, è del tutto comprensibile che il comico abbia ancora bisogno del tempo necessario per elaborare tutto. Per quanto inaspettato sia stato lo schiaffo per i membri del pubblico e per coloro che guardavano a casa, possiamo solo lontanamente immaginare come si sia sentito Rock prima, durante e dopo quel momento. Smith da allora si è scusato e sarà interessante vedere se Rock ritornerà sull’argomento questo in modo specifico.
Divenuto celebre di recente grazie alla serie NetflixBridgerton, l’attore Regé-Jean Page è oggi una star dello schermo estremamente richiesta. Prima di questo titolo, però, egli aveva già preso parte a diversi titoli di particolare rilievo, dimostrando di essere un interprete capace di distinguersi tra ruoli e generi diversi e lasciando dunque intravedere per lui un futuro particolarmente ricco di occasioni.
Ecco 10 cose che non sai su Regé-JeanPage.
Regé-Jean Page: i suoi film e le serie TV
1. È noto per alcune serie TV. La carriera dell’attore ha inizio nel 2001, quando recita con il ruolo di Tanaka nella serie Gimme 6. In seguito ricopre piccoli ruoli in alcuni episodi di serie come Casualty (2005), Fresh Meat (2013) e Waterloo Road (2015). Ottiene sempre maggior successo grazie alle serie Radici (2016) e For the People (2018-2019), fino a consacrarsi poi con Bridgerton(2020). Nel 2014 aveva invece avuto modo di recitare nel film TV Space Ark.
2. Ha recitato in celebri film. La prima apparizione di rilievo sul grande schermo per l’attore è avvenuta nel 2015 con il film Survivor, thriller d’azione conMilla Jovovich, dove interpreta Robert Purvell. In seguito ha ottenuto il ruolo di Captain Khora nel film fantasy Macchine mortali (2018), per poi recitare da protagonista in Bridgerton (2020), con il ruolo di Chico Sweetney. Prossimamento tornerà al cinema con i film The Gray Man, con protagonista Ryan Gosling, e Dungeons & Dragons, con Chris Pine.
3. È stato candidato ad importanti premi. Per il suo ruolo in Bridgerton, l’attore è stato candidato ai prestigiosi Emmy Awards (gli Oscar per la televisione) in qualità di miglior attore protagonista in una serie drammatica. Per questo stesso titolo ha poi ricevuto anche candidature agli Screen Actors Guild Award, ai Satellite Award e agli MTV Movie & TV Awards, dove ha poi vinto come miglior performance rivelazione.
Regé-Jean Page in Harry Potter
4. Ha recitato in un capitolo della saga. Prima di diventare celebre per Bridgerton, Page ha debuttato sul grande schermo con un cameo nel film Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1. Egli può infatti essere brevemente visto alle spalle di Hermione Granger, interpretata da Emma Watson, nel momento in cui Kingsley manda il suo Patronus durante il matrimonio. Un semplice cameo come invitato al matrimonio, per quello che ora è invece un celebre attore protagonista.
Regé-Jean Page e la fidanzata Emily Brown
5. Ha una fidanzata non famosa. A differenza di tanti altri suoi colleghi, Page è fidanzato con una donna non appartenente al mondo dello spettacolo. Si tratta di Emily Brown, copywriter e giocatrice di calcio nella squadra londinese delle FBB Warriors. I due, molto riservati, sono stati paparazzati insieme in diverse occasioni e solo nel settembre del 2021 hanno fatto la loro prima apparizione pubblica. La loro relazione sembra essere però nata nel 2020, anno in cui sarebbero anche andati a convivere nella villa a Londra acquistata dall’attore.
Regé-Jean Page in Bridgerton
6. È stato il protagonista della prima stagione. Con l’arrivo nel 2020 della serie Bridgerton, una delle più guardate di sempre su Netflix, Page si è imposto come una vera e propria celebrità. Nella prima stagione egli è il protagonista maschile indiscusso, con il ruolo di Simon Basset, Duca di Hastings, di natura libertina e con un difficile rapporto con il padre alle spalle.
7. Per lui le scene di sesso erano come scene di combattimento. Regé-Jean Page ha paragonato fare le famigerate scene di sesso presenti nella serie a quelle di combattimento, affermando che si tratta di coreografie ben ideate, nel senso che tutte le persone coinvolte “sanno dove sta andando quella mano e come dovranno reagire ad essa“, sottolineando come assolutamente nessuna azione sia improvvisata o lasciata ad una scelta del singolo individuo. Si tratta sempre di un gioco di squadra.
8. Non tornerà nella seconda stagione. Per il dispiacere di tutte le sue fan, Page, star della prima stagione, ha rivelato che non sarebbe tornato nello show per una seconda stagione (qui la recensione della seconda stagione di Bridgerton). Questo potrebbe dipendere dal fatto che il Duca non ha più un ruolo particolarmente rilevante da svolgere nei sette romanzi di Bridgerton che seguono. L’attore, dunque, ha affermato che per il suo futuro si concentrerà su nuovi progetti.
Regé-Jean Page è su Instagram
9. Ha un account sul celebre social. L’attore ha deciso di aprire un proprio account ufficiale su questo social che è oggi seguito da qualcosa come 5,5 milioni di persone. La sua bacheca, con oltre 100 post, lo vede protagonista di momenti lavorativi, con retroscena e curiosità dai set su cui è stato. Di tanto in tanto è solito pubblicare anche qualche post relativo a momenti di svago, in compagnia di amici o della sua famiglia. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.
Regé-Jean Page: età e altezza dell’attore
10. Regé-Jean Page è nato a Londra il 24 gennaio del 1988. L’attore è alto complessivamento 1.80 metri.
Il regista Joe Russo in una recente intervista ha spiega perché hanno scelto di far morire Iron Man (Robert Downey Jr.) in Avengers: Endgamee non Capitan America (Chris Evans). Joe e suo fratello, Anthony, sono entrati nel MCU nella Fase 2 con il thriller politico Captain America: The Winter Soldier. Dopo il successo della loro seconda collaborazione con i Marvel Studios, Captain America: Civil War, la coppia è stata invitata a concludere la saga Infinity con Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, che non era certo una passeggiata semplice da intraprendere. Fortunatamente, tutto il loro duro lavoro è stato ripagato poiché entrambi i film sono diventati un successo di critica e commerciale.
Oltre a presentare correttamente il Thanos di Josh Brolin e poi culminare la narrativa decennale dei Marvel Studios, i Russo avevano anche il compito di trovare il modo migliore per concedare alcuni degli eroi fondatori del MCU. La rosa dei papabili includeva i co-leader degli Avengers, Tony Stark e Steve Rogers. Ora, i personaggi sono entrambi in pensione nel franchise, anche se le rispettive storie sono finite in modo diverso in Avengers: Endgame. Iron Man è morto sacrificando la sua vita per sconfiggere il Titano Pazzo. Nel frattempo, Capitan America ha avuto una seconda possibilità di vita quando ha deciso di tornare indietro nel tempo per riunirsi con Peggy Carter (Hayley Atwell) negli anni ’40.
Quando gli è stato chiesto come i Russo, insieme agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, abbiano deciso questo, Joe ha rivelato che tutto risale a quella che secondo loro sarebbe una narrativa più avvincente. Parlando con Deadline mentre sta promuovendo un nuovo festival cinematografico chiamato Sands International Film Festival di St. Andrews, il regista ha spiegato perché la morte di Tony ha avuto più impatto dell’idea del sacrificio di Steve. Di seguito trovare il suo pensiero:
Se pensi a Capitan America come a un personaggio, dici “Okay, la morte di Capitan America è abbastanza ovvia”, giusto? Questo è, sai, qualcosa che il personaggio farebbe con maggior prevedibilità. Sai, questo è un tizio che, sai, si è offerto di fare da cavia in un esperimento scientifico. È intrinsecamente un eroe. Come se non ci fosse molta complessità lì. Potrebbe avere un impatto emotivo perché ti piace. Sai che è un personaggio molto simpatico, ma questo non è necessariamente l’arco narrativo più avvincente. Tony Stark è un personaggio che doveva morire. Se guardi Iron Man, i primi cinque minuti di quel film, sarebbe dovuto morire, ma non l’ha fatto, è stato catturato e ha un ego, giusto? E quel primo film parla della sottomissione del suo ego per farlo diventare un eroe. Ma quell’ego poi lo alimenta, e a volte compete con questa idea di lui come un eroe. Ci è sembrato un arco narrativo più interessante per noi prendere un personaggio che aveva un ego smisurato che decide di morire per gli altri, devi sconfiggerne i diritti. Star che muore per gli altri ci è sembrato l’arco narrativo più avvincente, in modo da rendere il film più ricco e complesso, ed è per questo che lo abbiamo scelto.
Nel corso degli anni, le decisioni prese dai Marvel Studios sia in Avengers: Infinity War che in Avengers: Endgame sono state esaminate dai fan. Non tutti sono sono stati entusiasti della morte di Iron Man, anche se conclude magnificamente il suo arco narrativo dato che ha iniziato come un industriale egocentrico che non poteva essere disturbato dai problemi delle altre persone. Premesso che la sua morte è stata tragica, soprattutto da quando ha lasciato sua moglie Pepper Potts (Gwyneth Paltrow)e la loro giovane figlia Morgan (Lexi Rabe), il suo sacrificio funziona in termini di arco personale in generale. Quanto al destino finale di Capitan America? I fan si stanno ancora chiedendo che sviluppo avrà. I Marvel Studios hanno giocato attorno alle domande in merito al suo destino e ad oggi non è chiaro se mostreranno mai cosa gli è successo esattamente alla fine del film. Per ora sappiamo che Sam Wilson (Anthony Mackie) brandisce lo scudo ed eredita ufficialmente il ruolo nel franchise.
Oggi l’MCU si sta allontanando dalla saga dell’infinito mentre i Marvel Studios continuano a costruire la Fase 4 e oltre. A questo punto, il franchise è ancora lontano da un altro progetto simile alla saga dell’infinito. Ma anche se il franchise si espande esponenzialmente con l’arrivo di nuovi personaggi, i fan avranno sempre un debole per i sei Avengers originali, in particolare per Iron Man e Captain America.
Sofia Boutella è una di quelle attrici che sta contribuendo alla rivoluzione del cinema e delle serie tv, grazie alla sue performance ricche di ricercatezza e dettagli. L’attrice, che ha iniziato come ballerina, ha dato subito prova delle sue abilità, riuscendo a stupire lo spettatore sin dalle sue prime apparizioni sullo schermo.
Ecco dieci cose da sapere su Sofia Boutella.
Sofia Boutella: i suoi film
1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice e ballerina inizia nel 2002, quando appare nel film Le défi, per poi apparire in StreetDance 2 (2012) e Kingsman – Secret Service (2014), che le conferisce grande popolarità. Recita poi in Monsters: Dark Continent (2014), Jet Trash (2016) e Star Trek Beyond(2016). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono Tiger Raid (2016), La mummia (2017), Atomica bionda(2017), Kingsman – Il cerchio d’oro (2017, cameo), Hotel Artemis (2018), Climax (2018), Settlers – Colonia Marziana (2021) e Prisoners of the Ghostland (2021).
2. È apparsa anche sul piccolo schermo ed è doppiatrice. L’attrice non si è cimentata con la recitazione solo per il grande schermo, ma ha anche lavorato per altri progetti. Infatti, ha partecipato alle serie Il commissario Cordier (2004) e Modern Love (2019), oltre che nei film tv Permis d’amier (2005) e Fahrenheit 451 (2018). Prossimamente reciterà anche nelle serie SAS: Rogue Heroes e Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities. Inoltre, ha lavorato anche come doppiatrice, prestando la propria voce per il film Azur e Asmar (2006).
Sofia Boutella in La mummia
3. Ha amato interpretare il suo personaggio. Nel film La mummia, l’attrice e ballerina ha interpretato proprio il personaggio della mummia ed è rimasta colpita da come questo era stato pensato: “Quando mi sono seduta con Alex [Kurtzman, regista del film], gli ho detto “Come hai intenzione di fare questo? Quali sono i tuoi sentimenti e pensieri?” Voleva rendere omaggio ai film originali e, allo stesso tempo, adattarlo ai tempi moderni e alla tecnologia che abbiamo ora. Questo è quello che mi ha fatto innamorare di più, perché amo i film originali”.
4. Il suo passato di ballerina l’ha aiutata. Per interpretare Ahmanet, è stato utile rievocare il suo talento di ballerina e performer: “Volevo trovare la sua dimensione, perché, anche se non è mai diventata faraone, si comporta come tale. E pensa di essere una regina e lo è. Ha quel tipo di potere e forza che ho voluto restituire trovandole una dimensione e un certo tipo di fisicità”.
Sofia Boutella in Star Trek
5. Non conosceva la saga. Prima di interpretare Jaylah in Star Trek: Beyond, l’attrice non aveva mai visto la saga né era al corrente della sua storia o delle sue innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive. Per recuperare questa mancanza, in vista delle riprese del film, ha recuperato alcune delle serie televisive trasmesse nel corso degli anni.
6. Secondo lei il film ha un messaggio di pace. Grazie alla sua esperienza personale, ovvero il fatto di essere scappa da Algeri a soli dieci anni con la sua famiglia per arrivare in Francia, l’attrice ha capito che dietro Star Trek: Beyond si nasconde un vero e proprio messaggio di pace e di unione tra le varie culture. Una tematica che l’ha spinta ad accettare subito il suo ruolo.
Sofia Boutella in Kingsman: Secret Service
7. Si è allenata duramente per il film. Per interpretare la parte di Gazelle, letale spia nel film Kingsman: Secret Service, l’attrice si è dovuta sottoporre ad un durissimo addestramento fisico. “Mi hanno insegnato la boxe thailandese, il taekwondo e come lavorare con i cavi. Gazelle usa le gambe per uccidere, quindi ho dovuto imparare diversi tipi di calci. Non avevo mai fatto niente di simile prima“.
Sofia Boutella: chi è il suo fidanzato
8. È fidanzata da poco. L’attrice è fidanzata da circa un anno con Keean Johnson. I due hanno 14 anni di differenza e pare che si frequentino da circa un anno, anche se ci sarebbe già stata una piccola crisi nel mezzo. Prima del suo attuale compagno, l’attrice ha frequentato il cantautore M. Pokora nel 2008, per poi iniziare una breve storia con Robert Sheehan. Tra i vai flirt a lei attribuiti ci sarebbe anche quello con Chris Pine, suo collega in Star Trek.
Sofia Boutella è su Instagram
9. Ha un account seguitissimo. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche la giovane attrice ha aperto da qualche anno il proprio profilo Instagram, seguito da qualcosa come 535 mila persone. Il suo profilo, con oltre 800 post, è un tripudio di foto che la ritraggono protagonista tra momenti lavorativi e di svago. Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività, dalla recitazione alla pubblicità, fino ai luoghi da lei visitati e molto altro.
Sofia Boutella: età e altezza
10. Sofia Boutella è nata il 3 aprile del 1982 a Bab El Oued, in Algeria. La sua altezza complessiva corrisponde a 165 centimetri.
Daredevil è molto probabilmente uno dei migliori progetti Marvel mai prodotti. La serie tv, una produzione che è nata nel 2015 dalla collaborazione tra Netflix, la Marvel Television, ABC Studios e Goddard Textiles, ora trova un suo spazio all’interno della biblioteca di Disney+. Precedentemente, le tre stagioni di Daredevil erano disponibili in streaming su Netflix, ma dalla fine di febbraio 2022 sono state eliminate dalla programmazione. Nonostante non sia prodotto interamente dai Marvel Studios, lo show si trova finalmente su Disney+ insieme ad ogni altra proprietà MCU.
Daredevil ha creato il terreno per l’intrattenimento televisivo di alta qualità della Marvel. In vista di un rewatching delle tre stagioni, vi sveliamo alcuni segreti sulla realizzazione della serie.
Charlie Cox ha provato a tingersi di rosso per il ruolo, ma non ha funzionato
Uno degli elementi iconici del Matt Murdock dei fumetti sono i suoi capelli rossi: è uno dei pochi supereroi ad averli di quel colore. Tutti, prima dell’uscita della serie, pensavano che anche la versione live-action dell’eroe avrebbe avuto i capelli rossi, ma così non è stato: Charlie Cox, interprete di Matt Murdock in Daredevil, è castano.
In realtà, l’opzione di un Charlie Cox dai capelli rossi non è stata esclusa a priori. Nel 2016, in un’intervista a Dragon Con, l’attore ha dichiarato di aver provato a tingersi i capelli, ma l’effetto risultava ”davvero troppo strano”. In ogni caso, anche senza l’elemento distintivo del personaggio dei fumetti, Cox incarna perfettamente il personaggio.
Charlie Cox ama il Matt Murdock di Ben Affleck (ma non Daredevil del 2003)
Non dimentichiamo che, prima della serie Daredevil, è nato il film su Matt Murdock. Realizzato nel 2003 – era in cui i film d’azione sono influenzati dall’universo di Matrix, degli X-Men e dal feticismo della pelle – il lungometraggio non ottiene minimamente successo, nonostante il protagonista sia l’iconico attoreBen Affleck.
Sorprendentemente, Charlie Cox ha ammesso di non aver voluto vedere l’adattamento cinematografico di Daredevil se non dopo l’uscita della prima stagione su Netflix. In un’intervista al Middle East Film and Comic Con (via Youtube), Cox ha inoltre dichiarato che, a parer suo, Affleck ha interpretato bene il personaggio, ma è rimasto comunque deluso dal resto del cast e dal terribile costume del protagonista.
Il primo showrunner di Daredevil ha lasciato la produzione della serie per il film di Sony Sinister Six
Drew Goddard è il creatore di Daredevil, nonché colui che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di showrunner per la prima stagione. Tuttavia, Goddard ha abbandonato la produzione ed è stato sostituito da Steven DeKnight poco prima dell’uscita in anteprima dello show. Il motivo per cui Goddard ha lasciato lo show non ha nulla a che fare con le divergenze creative tra lui e la Marvel: l’autore viene scelto per realizzare il film Sinister Six, lungometraggio interno all’universo Spider-Man di Sony.
Sinister Six è stato pensato come grande mossa da parte della Sony per unire i vari personaggi malvagi in un’unica squadra di cattivi. Alla fine, l’idea non ha funzionato: The Amazing Spider-Man 2 non ha avuto il successo sperato e ha portato ad un riavvio del personaggio con Marvel Studios. In un certo senso, il film di Goddard è stata una delle cause dell’intero sfacelo in casa Sony.
Il New York Bulletin al posto del Daily Bugle
Nei piani originali di Daredevil, il Daily Bugle doveva essere la sede di lavoro del giornalista investigativo Ben Urich. Alla fine però, si è optato per il New York Bullettin. Lo showrunner Steven DeKnight ha confermato il fatto in un Tweet. A causa dei problemi sui diritti della Sony per l’inclusione di elementi legati a Spider-Man, The Daily Bugle era off-limits.
Come i fan della Marvel sanno bene, il Daily Bugle, guidato dal famigerato J. Jonah Jameson, è una testata giornalistica che opera a New York. È una parte chiave del Mythos di Spider-Man, anche se spesso s’inserisce nelle storie di altri eroi della città, tra cui Daredevil.
Per Charlie Cox è stato un onore rappresentare – con il suo personaggio – la popolazione non vedente
Il ritratto che Charlie Cox riesce a fare dell’avvocato cieco Matt Murdock è a dir poco fenomenale. Cox cattura perfettamente tutte le sfumature di un individuo non vedente, lavorando su molti piccoli dettagli che potrebbero passare inosservati dai fan.
In effetti, per interpretare il ruolo Cox ha lavorato con un consulente per persone affette da cecità, in modo da garantire che il suo ritratto fosse il più accurato possibile. La prestazione ha permesso a Cox di ottenere un premio da parte della Fondazione americana per i non vedenti (via Variety). L’organizzazione ha onorato Cox per la sua interpretazione del supereroe cieco in Daredevil, ritenuta una rappresentazione importante delle persone con disabilità nel cinema e in TV.
Il cameo del rooftop di Spider-Man (2000)
In Daredevil, c’è un luogo familiare di New York che forse non tutti hanno notato. Siamo nell’episodio 10, intitolato “Nelson v. Murdock“, quello in cui Wilson Fisk incontra Madame Gao in cima ad un giardino pensile. Il luogo è lo stesso di Spider-Man del 2002, si tratta del rooftop dove Peter Parker lascia Mary Jane dopo averla salvata dal Goblin Verde.
L’influenza dei film crime anni Settanta per Daredevil
Invece di prendere ispirazione da altri film di supereroi o da programmi televisivi recenti, nel creare il mondo di Daredevil lo showrunner Steven DeKnight si è ispirato ad alcuni dei migliori film crime degli anni Settanta come Il braccio violento dellalegge e Taxi Driver.
DeKnight ha spiegato in un’intervista (via EW) che in Daredevil ha voluto creare un mondo grintoso, ben radicato e, soprattutto, diverso dai film standard MCU. Nella stessa intervista, l’ex capo della Marvel TVJeph Loeb ha aggiunto “Non ci saranno persone che volano nel cielo. E nemmeno martelli magici.”
Un accenno a Peter Parker e Miles Morales anche in Daredevil
Daredevil ha sempre avuto una stretta relazione con il personaggio di Spider-Man. Entrambi gli eroi provengono da New York e hanno spesso lottato fianco a fianco nei fumetti e in televisione. Più recentemente, c’è stato tra i due un incontro live-action in Spider-Man: No Way Home.
Daredevil contiene un cenno ai due più famosi interpreti di Spider-Man: Peter Parker e Miles Morales. Nell’episodio della terza stagione “One Last Shot“, un poster promozionale di un incontro di boxe tra Parker e Morales può essere visto sullo sfondo della palestra di Fogwell.
La serie TV Fallout di Prime Video ha appena ottenuto un altro membro del cast. Secondo un nuovo rapporto, la star di Yellowjackets e Army of the DeadElla Purnell si è unita alla serie apocalittica in un misterioso ruolo da protagonista.
Secondo quanto abbiamo appreso da Variety afferma che Amazon non ha fatto commenti su chi avrebbe interpretato. Tuttavia, le fonti della notizia ha indicato che il suo personaggio sarà “ottimista e straordinariamente diretto con uno spirito tutto americano”. Il solito periodo di Falloutcorrisponde a quello americano trovato negli anni ’50, quindi questo non sembra fuori luogo per la serie. Questo notizia arriva dopo poco più di un mese da quella che ha confermato che Walton Goggins si è unito al cast. Secondo quanto riferito, interpreterà un ghoul.
La serie su Fallout
Fallout si svolge dopo una guerra nucleare e la serie televisiva vedrà come showrunner Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner. Robertson-Dworet ha partecipato alla scrittura di film quali Captain Marvel e dei film Tomb Raider del 2018 , mentre Wagner ha esperienza come produttore esecutivo in Portlandia , Silicon Valley e Baskets. Il fratello di Chris Nolan, acclamato sceneggiatore e showrunner di Westworld Jonathan Nolan dirigerà la premiere.
Fallout segna l’ennesima serie fantasy o fantascientifica per il gigante dello streaming. La compagnia ha già show annunciato di genere in arrivo quali Il Signore degli Anelli , Blade Runner e Mass Effect, un impulso partito dallo storico debutto de La Ruota del Tempo su Prime Video.
La serie Fallout è stata lanciata nel 1997 su PC da Interplay Productions. Tuttavia, la sua popolarità è aumentata vertiginosamente nel 2008 dopo che Bethesda ha rilasciato Fallout 3 per console e PC, cosa che gli ha conferito un ambizioso giro d’azione simile ai suoi giochi fantasy The Elder Scrolls . Da allora, Fallout 4 , Fallout 76 incentrato sul multiplayer e un titolo mobile Fallout Shelter sono stati rilasciati.
Arriva da Variety la notizia che il premio Oscar Daniel Kaluuya (Judas and The Black Messiah) farà il suo debutto come sceneggiatore nel thriller distopico in uscita intitolato The Kitchen, con la star di Top BoyKane Robinson e l’esordiente Jedaiah Bannerman come protagonisti. La produzione dovrebbe svolgersi a Londra e Parigi.
“Nel 2011, ero dal mio barbiere e c’era un ragazzo che si vantava di smash and grabs: ragazzi che facevano rapine da un milione di sterline in un minuto, pagando £ 200 per farlo. Ho visto il potenziale per aprire una porta di una storia unica verso la disuguaglianza, la paternità, la classe, la gioia, la resilienza, il coraggio, la sfida e la cura di Londra“, ha detto Kaluuya in una nota. “Ora, quasi un decennio dopo, Kibwe Tavares, Daniel Emmerson ed io stiamo per iniziare la produzione, immergendoci in una Londra distopica che interroga cosa significhi ‘cura’, a casa e come società, e i pericoli nel nostro futuro se rimanere indifferenti a tutto ciò che ci circonda. Mi sento fortunato e onorato che il mio primo credito come co-sceneggiatore cinematografico sia con questo stimolante gruppo di creativi e con il supporto di Film 4 e Netflix. Tutti noi siamo entusiasti di vedere l’incredibile, cinematografica ed elettrica visione di Kibwe prendere vita,”
The Kitchen sarà diretto da Kibwe Tavares al suo debutto alla regia da una sceneggiatura co-scritta da Kaluuya e Joe Murtagh, basata su un’idea di Kaluuya, Tavares e Daniel Emmerson. Descritto come un dramma distopico futuristico, Robinson e Bannerman interpreteranno i rispettivi ruoli di Izi e Benji.
“Ambientato a Londra, 2044, il film racconta un futuro in cui il divario tra ricchi e poveri è stato portato al limite”, recita la sinossi. “Tutte le forme di edilizia sociale sono state sradicate e le classi lavoratrici di Londra sono state costrette a vivere in alloggi temporanei alla periferia della città, The Kitchen è il primo e il più grande del suo genere, è l’ultimo villaggio di Londra che ospita residenti che si rifiutano di trasferirsi avanti e andate via dal luogo che chiamano casa. È qui che incontriamo Izi, una residente della cucina che sta cercando disperatamente di trovare una via d’uscita, e Benji, 12 anni, che ha perso sua madre e sta cercando una famiglia. Seguiamo la nostra improbabile coppia mentre combattono per sopravvivere in un sistema che è accatastato contro di loro.”
I produttori esecutivi di The Kitchen sono Kaluuya per 59% Productions, Michael Fassbender e Conor McCaughan per DMC Film, David Kimbangi e Ollie Madden, con la produzione di Theo Barrowclough. Il film dovrebbe debuttare su Netflix nel 2023.
Arriva dal The Hollywood Reporter l’indiscrezione che un nuovo franchise di Spy Kids è all’orizzonte. Infatti secondo il noto sito americano il colosso dello streaming Netflix sta sviluppando un nuovo film con il regista Robert Rodriguez. Il pezzo diffuso nella giornata di ieri afferma che Netflix e Rodriguez stanno collaborando per “rilanciare e reimmaginare” il franchise pensando a una nuova generazione. Secondo quanto riferito, Rodriguez scriverà, dirigerà e produrrà il nuovo progetto cinematografico, con Netflix che annuncerà formalmente il progetto esattamente 21 anni dopo l’uscita nelle sale del primo Spy Kids.
I dettagli della trama per il nuovo film di Spy Kids sono tenuti nascosti, ma The Hollywood Reporter anticipa che l’intenzione attuale è quella di introdurre una nuova famiglia di spie. Non è chiaro se qualcuno del cast originale, inclusi Antonio Banderas o Carla Gugino, tornerà a riprendere i propri ruoli a qualsiasi titolo.
Spy Kids, l’originale
Il franchise originale di Spy Kids vedeva Antonio Banderas e Carla Gugino nei panni di due spie che vengono rapite, con i loro figli (interpretati da Alexa Vega e Daryl Sabara) incaricati di salvarli mentre svelano anche il passato segreto di spionaggio della famiglia. Originariamente pubblicato nel 2001, il franchise ha generato tre sequel ufficiali, l’ultimo dei quali è Spy Kids: All the Time in the World del 2011, con Jessica Alba e Joel McHale.
Il 2020 è stato un anno abbastanza nefasto per tutti e anche il settore dell’intrattenimento ne ha purtroppo risentito. Con cinema e teatri chiusi, le piattaforme digitali sono diventate il canale principale di diffusione di nuovi contenuti come film, serie tv, concerti e documentari. Inoltre, piattaforme come Netflix, hanno investito ancora di più sulla creazione di contenuti originali tra cui serie come Racthed, Dash and Lily, Cursed, La Regina degli Scacchi e film come The Old Guard, Enola Holmes, Rebecca, The Prom. Tra i tantissimi nuovi progetti targati Netflix, ce n’è uno in arrivo che porta la film di Shonda Rhimes, mamma dell’intrattenimento seriale. Si tratta di Bridgerton, una serie in costume che ha una nuova protagonista d’eccellenza Phoebe Dynevor.
Famosa principalmente nel Regno Unito, l’attrice ha una discreto curriculum alle spalle ma, è molto probabile che Bridgerton rappresenti la svolta decisiva nella sua carriera. Venite quindi a scoprire insieme a noi tutto quello che c’è da sapere su Phoebe Dynevor.
Phoebe Dynevor film e serie tv
Phoebe Dynevor, età 25 anni, nasce il 17 aprile del 1995 a Manchester nel Regno Unito ed è figlia dello scrittore Tim Dynevor e dell’attrice Sally Dynevor. Sorella maggiore di Samule e Harriet, Phoebe si approccia alla recitazione sin da piccola. Grazie alla madre Sally, cresce circondata dall’arte e, merito anche dell’educazione ricevuta alla Cheadle Hulme School, a soli quattordici anni riceve il suo primo ingaggio.
Nel 2009 Phoebe viene scelta per entrare a far parte dell cast della famosa serie britannica Waterloo Road. Creata da Ann McManus e Maureen Chadwick per la BBC One, la serie è ambientata nell’omonimo istituto comprensivo e segue le storie di studenti e insegnanti. La serie va in onda per la prima volta nel 2006 e finisce la sua corsa nel 2015, contando al suo attivo ben 10 stagioni e 200 episodi.
A causa dell’esaurimento nervoso del preside, il vicepreside Jack Rimmer (Jason Merrells) viene promosso e prende il controllo della Waterloo Road. Purtroppo per lui il lavoro sembra essere più duro del previsto. La scuola è infatti a rischio chiusura a causa della cattiva condotta dei suoi studenti e delle voci sul suo predecessore. Rimmer dovrà tentare di riportare la Waterloo Road sulla retta via e raddrizzare i suoi studenti perduti.
Nella serie, oltre al corpo studenti e al preside, ci sono moltissimi studenti le cui storie sono le più disparate e che cambiano da stagione a stagione. Ad esempio, Phoebe Dynevor in Waterloo Road arriva solo nel 2009, in occasione della quinta stagione. Nella serie l’attrice quattordicenne interpreta Siobhan Mailey, una ragazza di bell’aspetto proveniente da una famiglia ricca e che guarda alla Waterloo Road con un certo snobismo. Facendo fatica inizialmente a integrarsi, Siobhan decide di entrare in una gang femminile, finendo per commettere azioni di cui si pentirà. [fonte: Fandom]
Phoebe Dynevor in Snatch
Grazie all’esperienza di Waterloo Road, serie in cui resta per tutta la sua quinta stagione, Phoebe continua spedita la sua carriera. Negli anni successivi, infatti, l’attrice partecipa a diverse serie, per la maggior parte britanniche, come Monroe (2011), Prisoners’ Wives (2012-2013), The Village (2014), The Musketeers (2015), Dickensian (2015-2016), Younger(2017-in corso) e Snatch(2017-2018).
Quest’ultima è una serie anglo-americana tratta dall’omonimo film del 2000, Snatch, scritto e diretto da Guy Ritchie, ispirata a fatti realmente accaduti. La serie, creata da Alex De Rakoff, è andata in onda su Sony Crackle – canale on demand della Sony Entertainment – dal 2017 al 2018 per un totale di 2 stagioni e 20 episodi.
La serie Snatch, così come i film, è ambientata nella Londra degli anni novanta e segue le vicende di un gruppo di giovani truffatori, tutti più o meno ventenni, alle prese con un camion pieno di lingotti d’oro rubati. Convinti di poterla fare franca, ben presto i ragazzi si troveranno a dover aver a che fare con il mondo del crimine organizzato londinese.
I protagonisti della serie sono Albert Hill (Luke Pasqualino), figlio del famoso ladro Vic (Dougray Scott) ormai in galera da quindici anni. Albert è un piccolo spacciatore che vive la vita un giorno alla volta. A fargli da spalla nelle sue avventure ci sono Charlie Cavendish-Scott (Rupert Grint), figlio di nobili decaduti, e Billy Ayres (Lucien Laviscount) un pugile gitano che con gli amici trucca gli incontri di box. Insieme, i tre ragazzi cercano di far fortuna con le scommesse ma purtroppo finiscono col pestare i piedi a Sonny Castillo (Ed Westwick), un gangster locale che, truffato dal trio, adesso rivuole i suoi soldi.
Nella serie Phoebe Dynevor interpreta Lotti Mott, fidanzata di Sonny Castillo ma alleata segreta di Albert e Charlie.
Phoebe Dynevor in Bridgerton: la nuova serie di Shonda Rhimes
Ma lasciamo definitivamente le atmosfere criminali della Londra degli anni novanta e torniamo indietro nel tempo di più di duecento anni. La bella Phoebe Dynevor, infatti, è la protagonista della nuova serie in costume targata Netflixe prodotta niente di meno che dalla regina della tv americana, Shonda Rhimes.
La serie in questione, dal titolo Bridgerton, creata da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda, si ispira sulla serie di romanzi di Julia Pottinger, tutti pubblicati tra il 2000 e il 2013 con lo pseudonimo di Julia Quinn. I romanzi della Bridgerton Series sono 9 in tutto e sono ambientati nella Regency Era inglese, detta anche Età della Reggenza, periodo che va dal 1811 al 1820, ultima fase dell’Era Georgiana. In quegli anni Re Giorgio III, a causa della sua malattia, viene riconosciuto inabile al governare e per un breve periodo la reggenza del regno viene affidata a suo figlio, il Principe di Galles, Giorgio Augusto Federico. Nel 2022 l’attrice è tornata per la seconda stagione della serie Bridgerton.
Gli anni della reggenza del Principe Giorgio sono particolarmente felici, segnati da una schiacciante vittoria britannica nelle guerre napoleoniche e caratterizzati da una cultura vivace e florida ma anche dagli intollerabili eccessi dell’aristocrazia. In questo periodo così contraddittorio, si inseriscono i romanzi di Julia Quinn che, nel dettaglio, sono:
La serie Bridgerton, disponibile dal 25 dicembre su Netflix, è ambientata quindi nella Londra del 1813 ed è il racconto di una stagione fatta di feste, balli e storie d’amore. La giovane Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), figlia di una delle più potenti famiglie dell’aristocrazia inglese, è pronta per fare il suo debutto in società. Questo evento, oltre a segnare il passaggio della ragazza all’età adulta, è uno step fondamentale e che deciderà il suo futuro.
Il mercato matrimoniale è assai competitivo e ogni giovane nobildonna inglese aspira ad accaparrarsi lo scapolo più in vista. Ovviamente, mentre le famiglie delle rispettive candidate guardano al debutto con occhio cinico e calcolatore, molte delle ragazze vogliono semplicemente partecipare alle feste e innamorarsi. Ma c’è chi si diverte a creare scompiglio nell’alta società.
La potente e misteriosa Lady Whistledown – interpretata da Julie Andrewsma solo come voce narrante -, stanca dei noioso debutti in società, infarciti di finto perbenismo e buone maniere, crea un divertente diversivo. Periodicamente, durante la stagione delle debuttanti, fa uscire un pamphlet scandalistico, che rivela i segreti più torbidi dell’aristocrazia, sconvolgendo vite e intere famiglie e cambiando continuamente le carte in tavola.
In una Londra frivola che ricorda molto le atmosfere del film L’importanza di Chiamarsi Ernest, c’è chi dietro le quinte muove astutamente i fili dei burattini dell’alta società un po’ come la Marchesa de Merteuil de Le Relazioni Pericolose.
Phoebe Dynevor Instagram
Per seguire la carriera di Phoebe Dynevor e saperne di più sulla sua vita privata, vi consigliamo di seguire il suo account ufficiale Instagram. In più, se volete aggiornamenti sulla nuova serie Bridgerton, in arrivo il 25 dicembre, seguiti anche gli account ufficiali di Netflix USe Bridgerton Netflix.