Mentre in Masters of the Universe, la
nemesi di He-Man è il malvagio mago Skeletor, a Hollywood il più
grande nemico dello show è stata la lunga lista di partner di
studio che lo hanno escluso dal grande schermo per quasi due
decenni.
Il barbaro biondo, che nasce come
un giocattolo Mattel e diventa poi una serie animata, potrebbe
infine finalmente arrivare in versione live action. Secondo diversi
addetti ai lavori, Amazon MGM Studios è in trattative serie per
realizzare un film live-action di Masters of the Universe di
Adam e Aaron Nee, il team di sceneggiatori e
registi dietro The Lost City. Sono in corso conversazioni con
Amazon dopo che Netflix ha abbandonato una versione pianificata del
film dei fratelli Nee a luglio.
Netflix ha speso quasi 30 milioni
di dollari in due anni per lo sviluppo del progetto, che avrebbe
dovuto avere come protagonista Kyle Allen
(A Haunting in Venice). Lo streamer ha lasciato
quando il budget del blockbuster, originariamente fissato per oltre
200 milioni di dollari, non poteva essere ridotto in modo
significativo.
Le trattative con Amazon sono
deboli, avverte un’altra fonte, ma se lo studio dovesse avanzare,
dovrà concludere nuovi accordi con i Nees per una rifinitura della
sceneggiatura e per la regia. Allen è ancora nel progetto per
interpretare He-Man. Anche la Mattel e il produttore Todd Black,
che si è dedicato al film in diversi ex studios, tra cui Warner
Bros. e Sony, si impegnano a far uscire il film al cinema in una
data significativa, cosa che non era contemplata da Netflix. Amazon
MGM e Mattel non hanno commentato.
Il co-CEO dei DC Studios James
Gunn ha rivelato se la data di uscita di
Superman: Legacy è stata
influenzata o meno dagli scioperi WGA e SAG-AFTRA.
In un post sul suo account Twitter
ufficiale, Gunn ha confermato che Superman: Legacy sarà
effettivamente in grado di rispettare la data di uscita originale
dell’11 luglio 2025, il che significa che il film DC
Universe non subirà ritardi a causa degli scioperi di
quest’anno.
Il regista attribuisce questo
merito agli “sforzi della nostra talentuosa troupe, che non ha
mai perso la fiducia durante gli scioperi più lunghi della storia
di Hollywood e che non ha mai lasciato il piede sull’acceleratore,
continuando a spingere in avanti, creando i personaggi e le
scenografie più incredibili che abbia mai visto visto in tutta la
mia carriera“.
Puoi vedere il tweet stesso qui
sotto:
Thanks to the efforts of our talented crew,
who never lost faith during the longest strikes in Hollywood
history, and who never let their foot off the pedal, continuing to
barrel forward, creating the most amazing character and set designs
I’ve seen in my entire career,… pic.twitter.com/ntnEbA2fC0
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman: Legacy,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Star in ascesa che tutto il mondo di
Hollywood si contende, Jacob Elordi ha rivelato in una nuova
intervista con la rivista GQ di aver rifiutato una
richiesta di provino per Superman. Sebbene l’attore non abbia
nominato un progetto specifico legato all’Azzurrone, è probabile
che si riferisse al film di James
Gunn che uscirà nel 2025, Superman:
Legacy, dal momento che i casting per il film
sono stati fatti la scorsa primavera.
Alla fine, David Corenswet
è stato designato nuovo volto di Superman, e Rachel
Brosnahan lo affiancherà nel ruolo di Lois Lane.
Jacob Elordi ha detto a GQ che non crede che
parteciperà molto presto a un film di supereroi.
“Mi è sempre stato detto di dare
una risposta completa altrimenti il mio agente si arrabbierà con
me. ‘Tutto può succedere!’”, ha detto. “E ovviamente tutto
può succedere, ma in questa fase della mia vita non mi vedo
interessato a questo tipo di film. Mi piace lavorare a film che io
stesso vorrei guardare e divento molto irrequieto guardando quei
film.”“Dovrei terminare questa risposta con un ‘Mai dire
mai!’, però mi hanno già chiesto di fare un provino per Superman. E
ho detto subito di no, è troppo oscuro per me.”
Elordi ha recitato nell’ultimo anno
in Priscilla
di Sofia Coppola e Saltburn
di Emerald Fennell, mentre ora è al lavoro con
Paul Schrader al film Oh, Canada,
mentre, ovviamente, parteciperà alla terza stagione di
Euphoria, che verrà girata l’anno prossimo.
Sicuramente il giovanissimo interprete offrirà molti altri ruoli
interessanti al grande schermo, non ci resta che aspettare.
Hunger Games – La ballata
dell’usignolo e del serpente è pronto a sbarcare in sala.
Il prequel della celebre saga ideata dalla scrittrice statunitense
Suzanne Collins sarà infatti al cinema a partire
dal 15 novembre.
Distribuito da Notorius
Pictures e diretto da Francis Lawrence –
autore dei tre precedenti capitoli – il film riavvolge il nastro di
oltre 60 anni, risalendo lungo la mitologia del brand fino ai
decimi Hunger Games e provando a raccontare una Capitol City
diversa da quella che abbiamo conosciuto.
Tra i numerosi interpreti presenti
ricordiamo Rachel Zegler, Tom Blyth, Jason
Schwartzman, Peter
Dinklage e
Viola Davis. Per un film che, tracciando l’origin
story del malvagio Coriolanus Snow – ritratto prima della sua
malefica ascesa al potere – si sforza di raccontare la genesi del
male che ha afflitto Panem per quasi sei decenni.
Hunger Games – La ballata
dell’usignolo e del serpente: la trama
In Hunger Games – La
ballata dell’usignolo e del serpente Coriolanus
(Tom Blyth), giovane rampollo diciottenne
appartenente alla potente famiglia degli Snow – caduta in disgrazia
dopo gli anni di Guerra e il tristo trascinarsi dei Giorni Bui –
vive nell’attico di proprietà a Capitol City insieme alla cugina
Tigris (Hunter Schafer) e alla nonna paterna, con
le quali prova a tirare avanti tra avvisi di pignoramento e pasti
raffazzonati.
Il ragazzo, studente modello della
propria Accademia, alla ricerca di una via di fuga dalla misera
condizione sociale che lo affligge, spera che i buoni voti bastino
a garantirgli l’ottenimento del prestigioso Premio Plinth, una
cospicua somma di denaro – predisposta da un ricco magnate della
città – che potrebbe consentirgli di finanziare i propri studi
universitari e risollevare le sorti della Casata. Quando il decano
Casca Highbottom (Peter
Dinklage) stabilisce però che l’ambito riconoscimento
sarà assegnato al migliore dei ventiquattro mentori selezionati tra
il corpo studentesco per la Decima Edizione dei “neonati”
Hunger Games, Coriolanus si ritrova coinvolto nella
competizione. E tra inganni, sotterfugi, mosse e contromosse, il
giovane Snow è chiamato a modellare il proprio destino sulla pelle
dell’affascinante Lucy Gray Baird (Rachel
Zegler), tributo femmina proveniente dal distretto 12.
Fino a quando…
Un prequel anti-spettacolare per
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente
A otto anni di distanza dalla
conclusione della saga d’origine, Hunger Games – La ballata
dell’usignolo e del serpente riparte dall’ambivalenza
dell’organismo
prequel, in precario equilibrio – distributivo quanto
percettivo – tra novità e reminescenza, tra indipendenza e
citazione. Francis Lawrence, regista feticcio del
brand, rispolvera dunque i caposaldi visivo-concettuali del
franchise, proiettandosi all’origine del capitalismo informazionale
di Capitol City per porre le basi della iconica e feroce
gamification del paradigma orwelliano su cui la lore
si fonda.
In “attesa” di una onnipresenza
dello schermo di cui iniziano a intravedersi i primi terrificanti
germogli, la nuova (o vecchia?) battle royale
propagandistica orchestrata su grande schermo diviene
l’occasione per un’intrigante anti-spettacolarizzazione
metacinematografica. Quasi che il regista, alla stregua degli
inesperti organizzatori delle prime edizioni degli Hunger Games,
sia chiamato a lavorare in sottrazione; a tentare cioè di
riproporre l’opulenza cerimoniosa di un meta-passato ancora da
realizzarsi, usufruendo però di un immaginario vetusto, antico
quanto le apparecchiature a schermo.
Demolire l’arena
Lungo il solco tracciato dalla
controparte cartacea – seguita come di consueto ai limiti del
pedissequo – Lawrence tenta di rielaborare i
termini dell’equazione, “demolendo” – anche fisicamente –
l’arena, per poterne riassemblare i frammenti in una
struttura diversa dall’autografo cine-letterario.
Il melò a tinte folk che ne deriva,
che nulla di fatto aggiunge alla riflessione politica e sociale del
franchise, stringe dunque l’inquadratura su Coriolanus, rendendolo
parte attiva del gioco e cercando di tratteggiare il percorso che
porterà il ragazzo a scalare i vertici di Panem – e aderire così
alla variante futura (o passata?) di villain. Il regista, insomma,
estromette per larga parte il contesto, concentrandosi sul
riproporre una lineare ripartizione in tre atti che, pur nel
rispetto del materiale di partenza, fatica però a spiccare il
volo.
Costretto nei panni di ghiandaia
imitatrice di se stesso e dei propri antecedenti cinematografici,
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del
serpente tenta così invano di costruire un’identità
propria, ma, affaticato dagli oltre
150 minuti di durata, ricade invece nelle medesime trappole
individuabili nell’opera di Collins. Il film di
Lawrence, paradossalmente prolisso e insieme
frettoloso, gode solo di qualche rara trovata registica e musicale;
piccoli e marginali sprazzi di lucidità che, tuttavia, faticano ad
opporsi alla sensazione di una narrativa rimasticata e pensata ad
hoc. A tal punto vincolata alle esigenze dettate dal ruolo di
prequel, da scadere in forzature tanto necessarie quanto
ingombranti.
“Are you, are you Coming to the tree? Where dead man called out For his love to flee. Strange things did happen here No stranger would it be If we met at midnight In the hanging tree”
La star del Marvel Cinematic UniverseTom Hiddleston ha parlato un po’
del finale della seconda stagione di Loki che ha
debuttato la scorsa settimana e di come questo rappresenti la
conclusione di un viaggio.
Apparso al The Tonight Show con
Jimmy Fallon, a Hiddleston è stato chiesto del finale della
seconda stagione dello show Disney+. Tom Hiddleston non ha spoilerato nulla
per coloro che non l’hanno visto, ma ha descritto come questo
episodio sia stato la conclusione di qualcosa di più della semplice
stagione 2 di Loki.
“Dirò questo: il cerchio si
chiude“, ha spiegato l’attore . “È anche la
conclusione della stagione 2. È anche la conclusione delle stagioni
1 e 2. È anche la conclusione di sei film, 12 episodi e 14 anni
della mia vita… Avevo 29 anni quando sono stato scelto, ora ne ho
42. È stato un viaggio… Nel finale ci sono echi e risonanze di
ogni versione di Loki che ho interpretato.”
La seconda stagione di Loki è stata
diretta da Justin Benson e Aaron Moorhead,
che hanno diretto la serie Moon
Knight. Oltre aTom
Hiddleston, prevede il ritorno di Sophia Di Martino nei panni di Sylvie,
Owen Wilson nei panni di Mobius, Gugu
Mbatha-Raw nei panni del giudice Renslayer, Wunmi
Mosaku nei panni di Hunter B-15 e Jonathan
Majors. A loro si sono uniti i nuovi arrivati in
franchising Ke Huy Quan, Rafael Casal, Kate Dickie e
altri.
Cosa succede nella seconda stagione di
Loki?
“La prossima stagione riprenderà
all’indomani dello scioccante finale di stagione, quando Loki si
ritrova in una battaglia per l’anima della Time Variance
Authority”, si legge nella sinossi. “Insieme a Mobius,
Hunter B-15 e una squadra di personaggi nuovi e di ritorno, Loki
esplora un Multiverso in continua espansione e sempre più
pericoloso alla ricerca di Sylvie, del giudice Renslayer, di Miss
Minutes e della verità su cosa significhi possedere la libertà.
volontà e scopo glorioso”.
Tom Hiddleston è tornato nel ruolo del dio del
male nella seconda stagione di Loki,
insieme alle star della prima stagione come
Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Tara Strong e
la nuova aggiunta Ke Huy Quan.
Eric Martin è il capo sceneggiatore e
produttore esecutivo della seconda stagione. Hiddleston è anche
produttore esecutivo insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige e Stephen
Broussard, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum,
Kevin R. Wright, Justin Benson e Aaron Moorhead e Michael
Waldron. Trevor Waterson è co-produttore
esecutivo. Benson & Moorhead, Dan Deleeuw e Kasra Farahani
sono stati i registi della stagione. I nuovi episodi di Loki
debuttano giovedì alle 21:00 ET/18:00 PT su Disney+.
Da quando si sono accesi i motori di
Fast &
Furious, nel lontano 2001, la saga è cresciuta
film dopo film, arrivando ad essere uno dei franchise più redditizi
della storia del cinema. Inizialmente incentrata sulle corse
d’auto, la serie ha poi progressivamente mutato le proprie
caratteristiche, aggiungendo elementi che l’accomunano sempre di
più ai fortunati filoni di film action e di spionaggio. Ormai
iconica, la saga ha negli anni visto crescere l’apprezzamento del
pubblico. Questo attende infatti come un vero e proprio evento
l’uscita di ogni nuovo capitolo. Il primo dei tanti sequel è
arrivato nel 2003 con il titolo 2 Fast 2
Furious.
Diretto stavolta dal celebre regista
John Singleton, autore di noti film come Boyz
n the Hood e Shaft. I piani per dar vita ad un sequel
nacquero una volta confermatosi il grande successo di pubblico del
primo film. Questo fortunato primo capitolo era stato ideato a
partire dall’articolo Racer X, scritto da Ken
Li per la rivista Vibe. All’interno di questo si
descrivevano le corse clandestine di auto nella città di New York.
Ambientato dunque sempre in questo mondo, anche il sequel si muove
tra spettacolari sequenze d’azione e tanti sentimenti, gli stessi
che sono ancora oggi parte integrante della serie.
Con un budget di soli 76 milioni di
dollari, 2 Fast 2 Furious si affermò a sua volta come un
successo straordinario, guadagnandone ben 236 in tutto il mondo.
Ciò ha spinto a far proseguire la saga ancora oggi in corso. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle auto
presenti nel film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
2 Fast 2 Furious: la trama del film
Il sequel 2 Fast 2 Furious
è incentrato prevalentemente su Brian O’Connor, il
quale dopo aver coperto gli illeciti di Dominic
Toretto si trova ora a condurre una vita da ricercato. I
tentativi di rimanere nell’anonimato falliscono però nel momento in
cui viene arrestato dalla polizia. Brian si vede però posto davanti
ad una scelta: andare in galera o collaborare con le forze
dell’ordine per catturare il malvivente Carter
Verone. Vedendo in ciò l’unica possibilità per non finire
dietro le sbarre, egli accetta di fare da infiltrato. Per riuscirci
si avvale della collaborazione con il vecchio amico d’infanzia
Roman Pearce, il quale a sua volta non è nuovo
alla vita criminale.
I due dovranno dunque infiltrarsi
nella squadra del facoltoso ricercato, il quale però per testarne
le capacità, li sottopone ad una gara d’auto. Piano piano, i due
amici riescono a conquistare la fiducia di Verone, attendendo il
momento giusto per poterlo incastrare. Brian e Roman, però, non
sanno che già da mesi un altro infiltrato mina l’interno del gruppo
di Verone. Si tratta di Monica Fuentes. Nel
momento in cui tutti e tre verranno inevitabilmente scoperti, la
fuga sembra essere l’unica possibilità di sopravvivenza. Ma
sfuggire al potente criminale si rivela essere più rischioso e
difficile del previsto.
2 Fast 2 Furious: il cast del film
Dopo il grande successo del primo
film, i produttori aspiravano a riformare sul grande schermo la
coppia composta da Dominic Toretto e Brian O’Connor. Vin Diesel,
interprete del primo, ha però preferito rinunciare al sequel,
dedicandosi invece al film The Chronicle ofRiddick. Paul Walker,
interprete di Brian, ha invece accettato di riprendere il suo
ruolo, essendo ancora affascinato dalla possibilità di interpretare
un poliziotto sotto copertura, tipologia di personaggio a cui
aspirava dopo aver visto il film del 1997 Donnie Brasco.
Anche per questo sequel, egli si distinse dando vita personalmente
a tutte le spericolate sequenze a bordo di auto presenti nel
film.
Accanto a lui, nei panni di Roman
Pearce, fa invece la sua comparsa l’attore Tyrese Gibson.
A volerlo è stato lo stesso regista, con cui Gibson aveva già
collaborato precedentemente. Per il ruolo era però stato
considerato anche il rapper 50 Cents. Nel ruolo
del criminale Carter Verone si ritrova invece Cole
Hauser, mentre altri ingressi celebri nel film sono quelli
di Chris “Ludacris” Bridges nel ruolo di Tej
Parker e Devon Aoki nei panni di Suki. L’attrice
di origine cubana Eva Mendes interpreta invece
l’agente sotto copertura Monica Fuentes. Originariamente, il suo
personaggio avrebbe dovuto essere il nuovo interesse amoroso di
Brian, ma l’attrice decise di non comparire nei successivi
film.
Le auto di 2 Fast 2
Furious, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Elemento immancabile nei film della
saga sono le auto da corsa, vere e proprie fonti di attrattiva che
ancora oggi caratterizzano Fast & Furious. Tra i veicoli
utilizzati, in particolare, si annoverano una Nissan
Skyline GT-R di colore argento e blu guidata da Brian.
Sempre lui è poi ritrovabile alla guida di auto come
Mitsubishi Lancer Evolution e Chevrolet
Camaro Yenko. Roman Pearce guida invece le auto
Mitsubishi Eclipse Spyder, Dodge
Challenger Hemi R/T e Chevrolet Monte
Carlo. Tej Parker guida una Acura NSX e
una Dodge Ram mentre Suki una Honda
S2000. Carter Verone, invece, guida nel film una
Ferrari 360 Spider di colore rosso.
Per gli appassionati della saga è
possibile fruire di 2Fast 2
Furious grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV,
Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 13 novembre alle ore 23:20
sul canale 20 Mediaset.
I film slasher che
raccontano le storie di serial killer mascherati che terrorizzano
persone innocenti si sono guadagnati la reputazione di uno dei
migliori sottogeneri dell’horror. Con personaggi iconici come
Jason Voorhees in Venerdì
13, Freddy Kreuger in Nightmare – Dal profondo
della notte e Michael Myers
in Halloween di John
Carpenter, gli slasher hanno radunato una fanbase
vastissima, consapevole dei tropi ben definiti di queste storie,
che amano vedere prendere vita sullo schermo. Dal ritorno – in più
forme e modi – degli amati villain apparentemente morti, al modo in
cui i personaggi vengono uccisi, le caratteristiche che analizziamo
in questo articolo hanno consacrato gli slasher e la loro natura
come prodotti di intrattenimento.
I cattivi sono veloci (nonostante
camminino soltanto)
Uno dei temi costanti dei
film slasher è l’idea di un antagonista che non
corre mai, ma che in qualche modo riesce a raggiungere rapidamente
le sue vittime. L’esempio migliore è quello di Michael Myers, un personaggio che non abbiamo
mai visto camminare a passo svelto, ma che in qualche modo è sempre
in agguato dietro le spalle dei protagonisti. Per i fan dell’horror
è una specie di barzelletta il fatto che, indipendentemente dalla
velocità con cui le vittime scappano, l’assassino finisce sempre
per rimanergli indietro di pochi secondi. Venerdì
13 del 2009 ha aggiunto un’interessante novità a questa
caratteristica definita dal genere, grazie ai tunnel sotterranei di
Jason, che gli permettevano di sbucare ovunque
senza essere visto.
La finta vittoria
Molti film horror hanno
giocato sull’idea di assassini che ingannano le loro vittime per
farle uccidere le persone sbagliate. Uno degli esempi più famosi è
quello alla fine di Halloween: H20, in cui
Michael Myers fugge schiacciando la laringe di
un pompiere e mettendo la sua maschera sull’uomo, rendendolo
incapace di parlare. Un altro ancora è stato visto in
Wrong Turn 4 – La montagna dei folli,
quando i fratelli Odets hanno giocato sulle paure della loro
vittima e hanno messo un sacco su un uomo ferito, portando il
gruppo ad attaccarlo. Queste scene dei film
slasher consentono ai personaggi una vittoria effimera,
per poi aggravare l’orrore quando si rendono conto di aver preso la
persona sbagliata.
Gli idioti ottengono ciò che si
meritano
Nella maggior parte dei
franchise slasher c’è almeno un personaggio che si distingue per
essere l'”idiota” del gruppo, che spesso maltratta gli altri
personaggi. Ormai la maggior parte dei fan degli slasher sa che
questi personaggi servono solo a dare al pubblico un personaggio
contro cui tifare: non vengono semplicemente uccisi nel corso del
film, ma spesso subiscono il destino peggiore di qualsiasi altro
personaggio sullo schermo. Esempi notevoli sono
Melissa di Venerdì 13 Parte
VII e John Strode in
Halloween: La maledizione di Michael
Myers, entrambi uccisi in modo brutale.
Dividersi come in
Scooby-Doo
Una delle decisioni più
strane e ricorrenti dei personaggi dei film
slasher è quella di dividersi, anche quando sanno che c’è
un assassino a piede libero. Questo tropo è stato reso popolare dal
franchise non horror Scooby-Doo, che in realtà
ha reso popolari molti tropi horror, ed è famoso per la battuta
“dividetevi e cercate indizi“. La separazione dei
personaggi non ha assolutamente senso in uno slasher, ma permette
di prolungare la carneficina e di aumentare il numero di vittime
che cadono preda dell’assassino. Infatti, molti film horror
iniziano con un gruppo abbastanza numeroso da sconfiggere
facilmente l’assassino, che poi si divide in gruppetti che…. non
fanno di certo una bella fine.
Resurrezioni soprannaturali
Nel corso della storia del
sottogenere slasher, le final girl e i final boy si sono spesso
imposti nel finale di svariati film, riuscendo a uccidere i loro
aggressori. Tuttavia, non si tratta quasi mai di una mossa
definitiva e i registi si possono trovare ad affrontare la sfida di
dover resuscitare questi assassini per un sequel. Anche se le
resurrezioni dei cattivi variano nel metodo, il modo più comune per
riportare in vita questi personaggi è attraverso mezzi
soprannaturali. Per questo motivo, è stato stabilito che Michael Myers è tenuto in vita da una setta
satanica, che Jason è sotto l’influenza del
Necronomicon e altro ancora.
Peccare significa morte
Molti fan dei
film slasher hanno notato subito la relazione
quasi da PSA tra sesso, droga e rock and roll e una morte
atroce. Questo tropo è particolarmente comune negli slasher
ambientati nei boschi, tra i tutor e i partecipanti ai camping, gli
escursionisti o i turisti, e aiuta gli spettatori a prevedere quali
personaggi moriranno. Non è mai chiaro quanto questo possa essere
considerato un commento sociale ironico o semplicemente la
continuazione di un tropo, ma è certo che i fan vanno matti per
questo tipo di rappresentazione. Non solo questa abitudine degli
slasher è tipicamente accompagnata da scene di sesso gratuite e da
buffi personaggi fattoni, ma di solito rappresento le morti più
comiche di un film horror.
Lo “strambo” a cui i personaggi
dovrebbero dare ascolto
Reso popolare dal franchise
di Venerdì 13, molti slasher presentano
l’arrivo di uno strambo personaggio locale che fondamentalmente
avverte i personaggi del loro destino, se decideranno di proseguire
per una strada definita impervia fin dall’inizio. Uno dei migliori
esempi di questa abitudine degli slasher è ravvisabile all’inizio
di Venerdì 13 Parte 3, in cui i
protagonisti trovano un senzatetto in possesso di parti del corpo
smembrate. Questi personaggi vengono inseriti per dare ai
protagonisti una facile via d’uscita, e il pubblico ama guardare
queste scene sapendo che gli avvertimenti saranno ignorati.
L’ironia del “torno
subito“
Una delle migliori fonti di
umorismo nei film slasher proviene da personaggi
che assicurano efficacemente la loro morte con ultime parole
ironiche. Questo tropo è stato reso popolare in Scream da Randy, che
affermava che la frase “Torno subito” significava morte
certa, cosa che si riflette in tutto il cinema horror. Le battute
ironiche sulla morte e le prefigurazioni sono diventate più comuni
con il progredire del genere, e non è raro che i personaggi
descrivano involontariamente la loro morte prima che avvenga. Uno
dei casi migliori è quello di Julius che sfida
Jason Voorhees a “fare il tuo colpo
migliore” dopo averlo preso a pugni, facendo sì che Jason gli
stacchi letteralmente la testa dalle spalle.
Il fattone stranamente saggio
L’archetipo di personaggio
più accattivante del genere horror è probabilmente quello del
fattone saggio. Esemplificato al meglio da
Marty in Quella casa nel bosco, questi
personaggi sono tipicamente pieni di saggezza per la situazione, ma
si comportano in modo distaccato. Molti hanno attribuito questo
archetipo a Shaggy Rogers di
Scooby-Doo, che era sempre il primo a
consigliare alla banda di non farsi coinvolgere nei misteri. Questi
saggi fattoni diventano rapidamente i preferiti dai fan del gruppo,
superando persino la final girl come personaggio più
avvincente. Uno degli esempi più significativi è stato
rappresentato da Randy di
Scream, un appassionato di cinema che non
era propriamente un fattone, ma che comunque rispondeva ai
requisiti dell’archetipo.
Un ultimo spavento
Sin dall’ascesa fulminea
del sottogenere horror slasher negli anni ’80, i
registi hanno imparato la forma d’arte di cullare gli spettatori in
un falso senso di sicurezza, in modo che l’assassino possa tornare
per un ultimo, grandioso, spavento. Queste scene si verificano
quando i protagonisti credono di aver finalmente ucciso il loro
maniaco aggressore, per poi vederlo tornare all’ultimo minuto. Il
tropo dell'”ultimo spavento” si presenta in molte forme:
in alcune l’assassino si vendica, in altre l’eroe uccide
definitivamente il suo nemico. Alcuni dei
migliori film dell’orrore si assicurano che l’ultima
inquadratura si concluda con uno spaventoso cliffhanger,
assicurandosi già il pubblico per un sequel!
Al netto del box office del week end
appena concluso,
C’è ancora domani, esordio alla regia dell’attrice
italiana
Paola Cortellesi, sembra aver conquistato indissolubilmente il
cuore del pubblico italiano. Presentato alla Festa del cinema di
Roma, il film diventa il miglior incasso italiano dall’inizio della
pandemia; la pellicola ha incassato nel solo fine settimana appena
concluso €1.890.089 a fronte di un totale che sfiora i 13 milioni
di euro dalla sua uscita il 26 ottobre.
Al secondo posto ritroviamo invece
The Marvels, pellicola del MCU con Brie
Larson e
Iman Vellani nei panni rispettivamente di Captain Marvel e Ms. Marvel. Il film incassa €523.697 a
fronte di un totale di quasi due milioni di euro dal suo arrivo
nelle sale l’8 novembre.
Terzo classificato al box office è
Trolls 3 – tutti
insieme, pellicola animata per bambini prodotta dalla
Dreamworks Animation. Il cartone incassa €420.229 nel week end e
poco più di un milione dal suo approdo nelle sale il 9
novembre.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente Comandante, pellicola con
Pierfrancesco Favino, e
Five nights at Freddy’s, horror americano con Josh
Hutcherson. Comandante raggiunge un incasso di €284.092su un totale
che supera i 2 milioni e mezzo dalla sua uscita il 31 ottobre,
mentre Five nights at Freddy’s incassa €248.145 nel week end appena
concluso e quasi cinque milioni dal suo arrivo nelle sale il 2
novembre. Come sesto classificato ritroviamo
Killers of the flower moon, ultima opera del grande
regista Martin
Scorsese con
Roberto De Niro e
Leonardo Di Caprio; il film incassa €106.097 a fronte di un
totale di quasi 5 milioni.
Al settimo ed ottavo posto si
stabiliscono
Me contro te il film – vacanze in Transilvania, terza
pellicola della coppia di youtubers, e
Saw X, decimo capitolo della saga cinematografica
horror. I me contro te incassano €94.990 a fronte di un totale di 4
milioni e mezzo, mentre Saw X raggiunge un guadagno di €71.680 nel
week end e poco più di 3 milioni dalla sua uscita nelle sale il 25
ottobre.
Le ultime due pellicole della
classifica box office sono
Anatomia di una caduta, pellicola francese vincitrice
della palma d’oro a Cannes, e
Lubo. Anatomia di una caduta incassa €54.021 mentre Lubo
€29.671.
Notorious Pictures
in collaborazione con Medusa Film ha diffuso il
trailer del film Wonder
– White Bird, l’atteso sequel del film di successo
Wonder.
Il trailer arriva nella giornata mondiale della gentilezza.
La magia di
Wonder – il celebre libro poi divenuto
film che ha dato vita al movimento “Choose Kind”,
letteralmente, ‘Scegli la gentilezza’ – torna ad
emozionarci con un nuovo capitolo tratto dalla graphic novel di
R. J. Palacio: Wonder –
White Bird, al cinema dal 4
gennaio.
Il film, diretto dall’acclamato
regista di Neverland e Non così
vicinoMarc Forster e interpretato
da Ariella Glaser, Orlando
Schwerdt, Bryce Gheisar,
Gillian Anderson ed
Helen Mirren, è infatti lo spin-off del celebre film
campione d’incassi Wonder (Stephen
Chbosky, 2017).
Se nel film di Stephen Chbosky
veniva raccontata la coinvolgente storia di August Pullman, detto
Auggie che, nato con una rara malattia, si trovava ad affrontare il
mondo della scuola per la prima volta, riuscendo a trovare il suo
posto nel mondo e nel cuore dei compagni di scuola grazie alla sua
travolgente gentilezza, in Wonder – White Bird ci si
concentra sul bullo Julian.
Dopo essere stato espulso dalla sua
vecchia scuola per come aveva trattato Auggie, Julian –
interpretato dal giovane talento Bryce Gheisar –
cerca con fatica di ambientarsi nel nuovo istituto. Vedendolo in
difficoltà, sua nonna Sara (Helen Mirren) decide
di raccontargli la dolorosa storia della sua infanzia. Di come lei,
giovane ragazza ebrea (interpretata da Ariella
Glaser) nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e
protetta da un compagno di classe, Julien (Orlando
Schwerdt). Di come la sensibilità e il coraggio di questo
ragazzo le abbiano salvato la vita. Ma, soprattutto, di quanto può
essere forte il potere della gentilezza, tale da cambiare il
mondo.
Esattamente come Wonder,
anche Wonder
– White Bird è una storia emozionante sul modo in
cui, anche nelle circostanze più drammatiche, l’empatia per gli
altri possa davvero fare la differenza nel mondo.
Quattro giorni
dopo la
fine dello sciopero del
SAG-AFTRA,
domenica Netflixha steso il tappeto blu per la prima première hollywoodiana
post-sciopero di un’importante produzione a cui hanno partecipato
anche gli attori: la sesta stagione del dramma
britannico dello streamerThe
Crown.
Il co-CEO di Netflix,Ted Sarandos, uno dei quattro CEO dello
studio che ha contribuito a mediare gli accordi sia con
WGA che con SAG-AFTRA in
prima persona con e ultime trattative con la
Gilda.
“È un brivido“, ha
detto Sarandos a Deadline riguardo alla partecipazione alla prima
importante première con attori e scrittori in più da sei mesi a
questa parte.“Non esco da mesi, quindi questa è
anche la mia prima serata fuori. È
ottimo.”
Sarandos ha anche fatto i suoi primi
commenti pubblici su come si sente riguardo alla fine dello
sciopero SAG-AFTRA.“Sono semplicemente entusiasta
di essere tornato ed entusiasta di riavere tutti“, ha
detto.
Questo è stato il primo fine settimana
libero da molto tempo per Sarandos che, insieme al CEO della Disney
Bob Iger, al CEO della Warner Bros. Discovery
David Zaslav e al presidente di NBCUniversal
Studio Group Donna Langley erano impegnati in una
maratona di trattative che hanno portato a un accordo dopo
settimane di discussioni.
È soddisfatto dell’accordo e di come
si è concluso alla fine? “Sì, sicuramente.”Ore dopo che SAG-AFTRA e gli studi cinematografici hanno
raggiunto un accordo provvisorio, la gilda ha dichiarato la fine
dello sciopero e le produzioni cinematografiche e televisive stanno
ora correndo per tornare sul set per riprendere la
lavorazione.
Il consiglio nazionale SAG-AFTRA
venerdì ha approvato l’accordo con l’86% (non all’unanimità), e ora
viene inviato ai membri per la ratifica.“Lo
spero“, ha detto Sarandos quando gli è stato chiesto se fosse
ottimista riguardo al risultato. “Ora è tutto davanti ai
membri, quindi spetta a loro ratificarlo.”
Sarandos era sul tappeto blu insieme
ai membri del cast di The
Crown, presenti
Elizabeth Debicki, Jonathan Pryce e Khalid Abdala. Il
CEO Ha camminato sul tappeto del Regency Village Theatre di
Westwood, stringendo mani e scattando foto con i Talent insieme al
Chief Content Officer di NetflixBela Bajaria. Si è anche fermato per scattare foto
con il suo telefono con alcuni dei costumi della sesta stagione che
erano in mostra all’evento.
La spinta dell’ultimo minuto per
The
Marvelscon l’apparizione
della star Brie
Larson al The Tonight
Showdi venerdì e in un teatro a New York dopo lo
sciopero degli attori non ha aumentato gli incassi del fine
settimana per l’ultimo film dei Marvel
Studios. La pellicola
si colloca per 3 giorni al minimo delle stime di ieri
con 47 milioni di dollariha fatto registrare il valore più basso di sempre per il
Marvel Cinematic Universe
dellaDisney.
Lo Studios e i commentatori non
potranno giustificare la deludente performance con il minutaggio
del film per questi deludenti risultati (dura appena 97
minuti rispetto ad altri titolo dell’MCU che hanno una media di oltre 2
ore). Il sabato di The
Marvels è stato di solo 15,3 milioni di dollari
nel North America, con un -30% rispetto alle anteprime/venerdì di
21,5 milioni di dollari.In tutto il
mondo ha racimolato appena110
milioni,che è
anche il risultato più basso per l’MCU e inferiore ai 140
milioni di dollari previsto dagli analisti.
A detta di tutti e di tutte le fonti, è
un risultato disastroso per un film dei Marvel Studios da 200 milioni di
dollari. Ma secondo gli analisti di Deadline non è da imputare
alla “stanchezza dei supereroi” o come alcuni
sostengono che i grandi film tratti dai fumetti stanno
ora affrontando una stanchezza simile a quella affrontata dai
musical di Hollywood degli anni ’60.
Secondo il noto sito non è questa la
ragione, anche se riconosce che i fattori sono molteplici. Ma
sottolinea anche che gli irriducibili fan della Marvel sono un gruppo devoto e
quando sanno che c’è un buon film in uscita arrivano in massa al
cinema. Solo un anno fa, il sequel Wakanda
Forever: Black Pantherha
ottenuto una A, ed è stato nel mix degli Oscar con cinque
nomination (e una vittoria), e ha aperto con la massiccia cifra di
181,3 milioni di dollari, per poi raggiungere quasi mezzo miliardo
negli Stati Uniti e 859 dollari in tutto il mondo.
Inoltre, Guardiani
della Galassia Vol. 3non è andato
troppo male per la Disney, con un’apertura di $ 118,4 milioni e $
359 milioni nel Nord America e $ 845 milioni WW, ecc. Ottimi film
sui supereroi vendono, e probabilmente la verità è che non c’era
particolare entusiasmo nel ritorno di The
Marvels al Comic-Con di
San Diego.
Secondo il sito americano la strategia del Marketing Disney ha
fallito.
Nonostante lo sciopero degli attori,
non c’è stata una sufficiente campagna di promozione sul film negli
eventi dove i fan arrivano in massa come il San Diego Comic-Con, un
evento che la Disney ha deciso da tempo di non presidiare come un
tempo.
Secondo l’analista la Disney avrebbe
potuto almeno lanciare una featurette o un trailer ai fan per
stupire i fan all’evento nella Hall H e mandarli in una frenesia
sui social media. Il sito si chiede perché perdere questa
opportunità con i 150.000 partecipanti? Secondo il sito sembra che
la Disney fosse quasi consapevole che questo sequel era un disastro
e dunque un marketing debole è parte di una strategia per ridurre
al minimo le perdite.
Tuttavia, il sito cita che un programma
di marketing è stato concentrato a promuovere pesantemente il film
negli sport e nelle serie femminili (iSpot afferma che gli
spotMarvel hanno
avuto le migliori impressioni pubblicitarie su SOV: NFL (23,2%),
MLB (7,1%), The
Voice (3,2%) , College Football
(3,0%), Ballando con le stelle(2,4%)), ma sottolinea anche che non c’era nulla nel
primo “debole” trailer che scatenasse il desiderio di vedere i fan
della Marvel, né c’era niente nel trailer
finale, che ha introdotto il cattivo del sequel, Dar-Benn, e ha
gareggiato per collegare la proprietà ai film principalidei Vendicatori.
In definitiva l’articolo sottolinea
che, il tracollo dei Marvels non riguarda la stanchezza dei
supereroi. Riguarda la sovraesposizione da parte della Disney del
marchio Marvel Cinematic Universe
su Disney+, e quei buchi di strategia
stanno cominciando a mostrare una debole strategia di base.
L’analista suggerisce che la Marvel dovrebbe mantenere ciò che è
destinato al cinema nei cinema e ciò che è destinato a essere
utilizzato in casa in casa. Ciò significa che l’intero piano
generale di streaming in streaming nel film non funziona, né è
realmente collegato in modo sbalorditivo, e con Ms.
Marvel che non è una delle serie migliori dei servizi
OTT (alla WandaVision e
Loki per intenderci) , c’è un intero gruppo di fan che non
hanno amato Ms Marvel, o che ne sono rimasti
troppo delusi da non voler vedere The Marvels.
Secondo PostTrak, il 64% del
pubblico di The
Marvels ha Disney+. Ma più
precisamente, Marvel
Studios, The Marvels–
con la sua serie crossover in streaming – sembra che sia stato
costruito per essere visto nelle case, non per un pubblico che deve
uscire di casa e andare al cinema.
È interessante notare che con
l’imminente lancio diEcho su
Disney+, Marvel ha marchiato la serie con
una nuova etichetta, “Marvel Selects“, incoraggiando
gli spettatori che questo tipo di contenuti non comporta loro un
investimento nell’intero Marvel Cinematic
Universe. Possono
avvicinarsi a Echo come
se fosse una serie unica. Questo cambiamento di posizionamento
da parte dei Marvel Studios indica che si sta
liberando dalla diffusione dell’MCU in programmi TV e film (questo
nonostante il fatto che Echo sia
uno spin-off di Occhio
di Falco e Daredevil).
L’idea di “diffondere lo spessore della
Marvel su Disney+” è stata suggerita per la prima
volta dal CEO Bob Iger, e poi portata avanti da
Bob Chapek. Non è un segreto che la quantità
di prodotti tutt’altro che stellari che la Marvel sta producendo
dall’estendersi eccessivamente deriva da quel grande piano
generale. Come ha spiegato Iger agli investitori in una
recente conferenza sugli utili sulla scia di un anno poco brillante
al botteghino Disney di Indiana Jones
e il quadrante del destino,
Ant-Man 3 ed Elemental:
“Ho sempre pensato che la quantità possa essere in realtà un
fattore negativoquando si tratta di qualità. E
penso che sia esattamente quello che è successo. Abbiamo perso
un po’ la concentrazione”.
Il ritardo della Disney nella
prossima fase del MCU a causa dello
sciopero degli attori – con Deadpool
3che sarà l’unico film dello studio nel
calendario del 2024, il 26 luglio – sebbene sia una maledizione
immediata per i fan, potrebbe rivelarsi una benedizione a
lungo termine, poiché lo studio si concentrerà ora con più tempo
sulla realizzazione di film migliori. Speriamo che l’assenza faccia
riaffezzionare il cuore dei fan.
Il finale di Loki 2 chiude
alcune storie, ma lascia dietro di sé molte domande sul futuro del
Marvel Cinematic Universe.
La seconda stagione di Lokisi è conclusa in modo esplosivo,
portando l’universo cinematografico Marvel su un percorso completamente
nuovo. Nella serie Disney+, Loki e i suoi amici
cercano disperatamente di riparare il Telaio del
Tempo, portando il dio dell’Inganno a diventare una nuova
versione del Dio delle Storie di un intero nuovo Multiverso. Ma ci
sono alcuni misteri in sospeso che potrebbero essere risolti con
una terza – non ancora confermata – stagione o un progetto
correlato del MCU.
Che cos’era davvero la Guerra del
Tempo?
Un punto importante della trama di
entrambe le stagioni di Loki è l’enorme Guerra del
Tempo che ha preceduto la creazione della TVA. Sebbene il
pubblico sappia che la Guerra del Tempo è stata un conflitto tra le
diverse varianti di Kang che ha quasi fatto a pezzi il multiverso,
il MCU non ha ancora mostrato nulla della guerra
stessa, ma questo potrebbe cambiare prima della fine della Saga del
Multiverso. Con il multiverso completamente stravolto e il
Consiglio dei Kang che progetta di conquistare le numerose nuove
linee temporali, una nuova Guerra del Tempo è inevitabile. Avengers: La dinastia Kang e Avengers: Secret Wars potrebbero finalmente dare agli
spettatori un’idea di come potrebbe essere una guerra del tempo
nell’intero multiverso.
Qual è il futuro della TVA?
L’Autorità per le Variazioni
Temporali ha subito alcune importanti riforme durante la seconda
stagione di Loki. Non più una forza oppressiva usata per
sfrondare le linee temporali, la TVA lavora ora per preservare il
multiverso sotto la guida di Hunter-B15 e dei suoi associati.
Sebbene la riforma della TVA sia in fin dei conti positiva,
Loki non ha ancora mostrato i cambiamenti sostanziali che
sono avvenuti. Ad esempio, i metodi precisi della TVA per
proteggere la linea temporale rimangono in gran parte inesplorati,
compreso il modo in cui si occupano delle varianti, come tengono a
bada le forze di Kang e come affrontano le
incursioni.
Ravonna Renslayer (Gugu
Mbatha-Raw) ha dimostrato di essere uno dei cattivi
più pericolosi di Loki. Tuttavia, la seconda stagione non
esplora il suo destino finale, ma la lascia quasi completamente
fuori dal finale di stagione. Alla fine ritorna per una sola scena,
in cui si risveglia in quello che sembra essere il Vuoto prima di
essere immersa in una misteriosa luce viola. Questa non è l’ultima
volta che il pubblico vedrà Ravonna Renslayer. Il personaggio è
troppo importante per la storia di Kang il
Conquistatore nei fumetti Marvel Comics per finire così. È molto più
probabile che si ritrovi faccia a faccia con Kang tra non molto,
magari riunendosi con lui nel Vuoto alla fine dei tempi.
Miss Minutes è davvero
cambiata?
Miss Minutes ha
preso una piega particolarmente oscura nella seconda stagione di
Loki, dimostrando al pubblico una volta per tutte di essere
veramente malvagia. Tuttavia, dopo che l’Autorità per la Variazione
Temporale è stata riformata, Ouroboros ha ricreato Miss Minutes nella
speranza che servisse a qualcosa di meglio in futuro. Ma nemmeno OB
può dire con certezza se l’IA sia cambiata davvero e non tenti
ancora di uccidere tutti.
Che ruolo ha Mobius in Deadpool
3?
Mentre il futuro della TVA stessa
potrebbe essere alquanto incerto, l’Agente Mobius (Owen
Wilson) ha almeno un’altra apparizione in programma.
Il personaggio è stato confermato per
Deadpool 3, la cui uscita è prevista per il 26 luglio
2024. Alla fine della seconda stagione di Loki, Mobius si
lascia alle spalle la TVA e scopre finalmente quale fosse la sua
vita nella linea temporale prima di essere rapito da Colui che
Rimane. Nemmeno lui sapeva quale sia il suo piano dopo il ritiro
dalla TVA, lasciandolo vagare per il multiverso alla ricerca di un
nuovo scopo. Il suo viaggio potrebbe infatti condurlo nell’universo
degli X-Men,
dove inevitabilmente si incontrerà con Deadpool e
Wolverine nel corso della loro prossima
avventura.
Cosa è successo a Victor
Timely?
La seconda stagione di Loki
ha introdotto una nuova variante di Kang, Victor Timely,
uno scienziato della fine dell’Ottocento che ha contribuito
all’innovazione dalla tecnologia del suo tempo. Victor Timely è una
variante di Kang apparentemente buona e si impegna a fondo per
aiutare Loki e la sua squadra a preservare il
multiverso. Tuttavia, la fine della stagione ha lasciato il suo
futuro molto incerto. Il finale di stagione di Loki 2 non
ha mostrato cosa sia successo a Timely dopo che Loki ha rimodellato
il multiverso.
Loki ha sconfitto Colui che
Rimane?
Nel finale di stagione di Loki
2, il Dio delle Storie apprende che Colui che Rimane ha
costruito la TVA e il Telaio del Tempo con un
unico scopo: difendere la Sacra Linea Temporale distruggendo ogni
altra realtà ramificata. Intrappolato in un loop temporale che
terminava sempre con il ritorno della variante Kang,
Loki riesce a smuovere le acque prendendo in mano
la situazione e riformando lui stesso il multiverso. Questa
decisione distrugge tutto ciò che Colui che Rimane
aveva costruito, lasciando che il multiverso esista insieme alla
cosiddetta Sacra Linea Temporale. Inoltre, Colui che Rimane non è
in grado di tornare dalla morte, segnando potenzialmente la fine
del suo piano per governare il multiverso. Tuttavia, un personaggio
così subdolo e lungimirante può sempre tornare, lasciando i fan a
chiedersi se Loki lo abbia effettivamente sconfitto o se sia
semplicemente caduto in un altro dei suoi piani.
Il nuovo multiverso di Loki è
davvero migliore?
Creando l’albero del multiverso per
preservarlo, Loki ha cambiato l’intero flusso dello spazio e del
tempo. Non più confinato in un’unica linea temporale, Loki afferma
espressamente che questo nuovo universo è migliore di quello
preservato da Colui che Rimane. Tuttavia, la veridicità della sua
affermazione non è ancora stata dimostrata nel MCU. Il multiverso di Loki è nuovo e non è
stato testato, il che suggerisce che potrebbe essere ancora
suscettibile di gravi problemi.
Questa è la fine di Loki?
Loki è diventato uno dei personaggi
più potenti del MCU nel finale di stagione, creando un
multiverso completamente nuovo in cui è il nuovo “Colui che
Rimane”. Anche se la seconda stagione di Loki segnerebbe una fine
straordinaria per l’amato personaggio, il pubblico può contare di
vederlo tornare almeno un’altra volta prima di fare l’ultimo
inchino. Il personaggio è ormai troppo importante per la trama
della Saga del Multiverso per non apparire in Avengers: SecretWars. Tuttavia, anche se dovesse apparire nei futuri film
del MCU, Hiddleston si sta
probabilmente avvicinando alla fine della sua permanenza nel
franchise.
Ci sarà una terza stagione?
A differenza della stagione
precedente, la seconda stagione di Loki non si conclude con un
cliffhanger. Il finale di stagione, invece, chiude in modo molto
piacevole tutte le sue storie. Anche se c’è spazio per le stagioni
future per espandere la storia di Loki, non c’è ancora nessuna
conferma di una terza stagione da parte dei Marvel Studios. Sebbene la
terza stagione di Loki sia incerta, i Marvel Studios hanno
chiarito che stanno cercando di abbandonare le serie limitate per
concentrarsi su show di più stagioni. Essendo di gran lunga la
serie Disney+ più popolare del MCU, è probabile che Loki venga
rinnovata per almeno un’altra stagione, in quanto stabilisce il
formato per le future iniziative televisive del franchise.
Netflix
annuncia che la seconda stagione di Odio il Natale
sarà disponibile dal 7 dicembre 2023 in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo.
Tornano le disavventure
di Gianna, che sembra poter finalmente affrontare il suo primo
Natale in coppia. Ma ancora una volta sarà proprio il Natale a
scombinare le carte, e Gianna si ritroverà a fare i conti con un
nuovo countdown tra mille imprevisti.
Pilar
Fogliati (Romantiche)
torna nel ruolo di Gianna, affiancata da Beatrice
Arnera (Titti), Fiorenza Pieri (Margherita), Glen
Blackhall (Umberto), Nicolas Maupas (Davide), Massimo Rigo
(Pietro), Sabrina Paravicini (Marta), Simonetta Solder (la
Caposala).
Nel cast subentrano anche
Pierpaolo Spollon (Filippo), Chiara Bono (Monica), Matteo Martari
(Alessandro), Jenny De Nucci(Stella) e Fortunato Cerlino
(Elio).
La seconda stagione di
Odio il Natale, prodotto da Luca Bernabei e
Matilde Bernabei, è diretta da Laura Chiossone. Elena
Bucaccio è la Head Writer. La sceneggiatura del primo
episodio è di Elena Bucaccio, Costanza Cerasi e Chiara Villa,
quella degli episodi 2 e 5 è di Viola Rispoli, quella degli episodi
3 e 4 di Silvia Leuzzi e quella del sesto è di Elena Bucaccio e
Costanza Cerasi.
La trama della seconda
stagione di Odio il Natale
Chi avrà suonato alla
porta di Gianna la Vigilia di Natale? È finalmente arrivato il
momento di scoprirlo. Da quella fatidica sera è passato un anno, e
ritroviamo la nostra Gianna che, a sorpresa, non è più single. Per
la prima volta, il Natale che si avvicina sembra sorriderle, perché
si sa, il Natale ama le coppie, no? Ma sarà proprio quest’ultimo,
ancora una volta, a scombinare le carte, facendole commettere un
errore imperdonabile che romperà la sua relazione. Proprio nel
momento in cui tutto sembrava al proprio posto, ripartirà invece un
nuovo countdown: Gianna, infatti, sa di aver bisogno della magia
del Natale per riconquistare il suo ex, e, per questo, vuole farlo
entro la cena della Vigilia che, a casa Belotti, è la cena che
sistema ogni cosa. Una cena che, quest’anno, deve organizzare lei e
che, come vedremo, porta con sé più di un imprevisto. Con l’aiuto
delle sue amiche, Margherita e Titti e un bizzarro nuovo vicino di
casa con la figlia adolescente, Gianna capirà che l’amore è come la
Slitta di Babbo Natale: quando c’è, è impossibile non
riconoscerlo.
I fan dell’MCU hanno avuto un
assaggio di quello che i
Fantastici Quattropotrebbero
apportare inDoctor Strange e nel Multiverso della
Folliagrazie all’introduzione
di un Reed Richards del multiverso parte del consiglio degli
Illuminati. È stata una breve ma memorabile apparizione di John Krasinski, che aveva interpretato il
ruolo per anni nelle fantasie dei fan.
Si prevede che il prossimo
film deiFantastici
Quattro del regista Matt Shakman andrà in
una direzione completamente diversa per Reed e il resto
della famiglia Richards-Storm. Anche se ancora si parla
solo di rumors ma sappiamo che uno tra
Adam Driver e Jake Gyllenhaal
potrebbe interpretare il Reed diretto da Matt
Shakman.Si dice che Vanessa Kirby
si sia quasi assicurata il ruolo di Sue Storm.Meno
certe sono le voci su chi interpreterà la Torcia Umana e
La Cosa. I rumors suggeriscono che
l’attore di Stranger Things Joseph
Quinn sia nel mix per Johnny Storm mentre Daveed
Diggs potrebbe essere un potenziale nome per Ben
Grimm
Naturalmente, come spesso
accade l’occasione è stata ghiotta per porgli anche qualche domanda
sull’attesissimo nuovo film targato Marvel Studios sui Fantastici
Quattro. Il regista parlandone
con con ScreenRant, Shakman ha spiegato come il
suo film sarà diverso da The Avengers e X-Men.
“Amo I
Fantastici Quattro proprio come amo Godzilla. È divertente, abbiamo questi personaggi
che scopri quando sei un bambino e ti rimangono impressi. Godzilla
era uno di loro, e I Fantastici Quattro è un altro. Io Penso di
amare la corsa allo spazio, l’ottimismo dell’era Kennedy di quel
mondo. L’idea che possiamo risolvere tutti i nostri problemi, che
possiamo, attraverso il cuore giusto, la mente giusta e la
tecnologia giusta, risolvere qualsiasi problema. È diverso È
diverso in tanti modi perché sono una vera
famiglia “, ha detto Shakman.
Ha continuato aggiungendo:
“Non una famiglia che trovi lungo la strada
come gli X-Men o i Vendicatori, ma una vera famiglia con tutto il
disordine di una famiglia come in Monarch. Con tutto l’amore, il
dolore e la complessità di Inoltre, affrontano le cose con una
sorta di approccio ottimista e scientifico che è molto diverso da
questi altri personaggi Marvel che adoro assolutamente, ma
il modo in cui risolvono i problemi è unico e anch’io sono
entusiasta di questo. alla gente piace quando lo
pubblichiamo. “
Matt Shakman
dirigerà il filmFantastici
Quattroda una sceneggiatura scritta da
Jeff Kaplan e Ian Springer. Secondo Kevin Feige, il film non si concentrerà sulla
storia delle origini della squadra.Salvo eventuali
ritardi, l’uscita nelle sale di
Fantastici
Quattro è attualmente prevista
per il 2 maggio 2025.
Il regista di Fantastici
Quattro ha recentemente anticipato il suo approccio
al film dicendo che intende “fare le cose in modo molto diverso
dal punto di vista della storia” e attuare “un punto di
vista registico che si adatti davvero al materiale narrativo“.
Ha poi aggiunto: “Penso che sarà diverso da qualsiasi cosa
abbiate visto prima, e certamente diverso da qualsiasi cosa della
Marvel vista fino ad oggi“.
Per quanto riguarda gli attori che potrebbero interpretare i
quattro protagonisti, ad oggi si è parlato di Jake Gyllenhaal
per il ruolo di Mister Fantastic, mentre Vanessa Kirby
potrebbe assumere il ruolo della Donna Invisibile.
L’attore Ebon
Moss-Bachrach, visto in The Bear, potrebbe
essere un punto fermo per La Cosa. Per la Torcia Umana si è invece
parlato di Joseph Quinn, attore divenuto popolare
per il ruolo di Eddie Munson nella quarta stagione di Stranger
Things. Si è invece parlato di Antonio
Banderas come papabile per interpretare Galactus. Shakman
ha lavorato sia con il co-sceneggiatore di
Avatar: The Way of WaterJosh Friedman
che con Cam Squires di WandaVision
su una bozza della sceneggiatura di Fantastici Quattro.
L’uscita del film è attualmente prevista nelle sale il 2
maggio 2025.
Come molti di voi già sapranno
STARZ sta tornando nel mondo di
Spartacus dopo che è emersa la notizia che la rete
creerà
una nuova serie televisiva di Spartacus che
servirà come sequel diretto diSpartacus:
Vengeance.
La nuova serie si
intitoleràSpartacus: House of
Ashur, e oggi apprendiamo che l’attore
australiano Nick E. Tarabay tornerà per interpretare il personaggio
che i fan amavano odiare.
Secondo Deadline, la serie
seguirà la strada revisionista e cercherà di rispondere alla
domanda: “E se Ashur non fosse morto sul
Vesuvio alla fine di Spartacus: Vengeance?” Batiato [John Hannah]
in cambio dell’aiuto ai romani nell’uccisione di Spartaco e nella
fine della ribellione degli
schiavi? “
Spartacus: House Of
Ashursarà composto da 10
episodi. ” Avere
l’opportunità di tornare dieci anni dopo a una serie che hai amato
è un’opportunità davvero rara e meravigliosa“, ha affermato lo showrunner DeKnight in un comunicato
stampa. “Non potrei essere più entusiasta di
realizzare questo prossimo capitolo della saga di Spartacus con
STARZ”. , Lionsgate e l’incomparabile Nick
Tarabay.”
In un comunicato stampa
precedentemente rilasciato, Kathryn Busby,
presidente della programmazione originale di Starz, ha aggiunto:
“È passato più di un decennio da quando ‘Spartacus’ ha
deliziato il pubblico internazionale e siamo entusiasti di
reimmaginare ed espandere questo dramma avvincente e ricco di
azione per i nostri spettatori oggi. Spartacus ha
profondamente coinvolto i fan che non vedono l’ora del suo ritorno,
e non vediamo l’ora di lavorare con Steven su questo entusiasmante
prossimo capitolo.”
Spartacus: House
Of Ashur sarà la quinta serie di Spartacus dopo
Spartacus: Blood and Sand del 2010, la
serie prequel del 2011 Spartacus: Gods of the Arena,
Spartacus: Vengeance del 2012 e
Spartacus: War of the Damned del
2013.
In una recente conferenza
sugli utili, il CEO di Lionsgate Jon Feltheimer ha
dichiarato che il reboot di Highlanderè uno dei “prodottofiscali del 26” dello studio, il
che significa che il film uscirà con ogni probabilità nel
2026.
Il franchise di
Highlander è iniziato nel 1986 con
un film con Christopher Lambert nei panni
dello spadaccino immortale, Connor MacLeod. Quel film
ha dato vita a 3 sequel cinematografici, una popolare serie TV, un
cartone animato per bambini e un film TV che ha colmato il divario
tra i film e le serie TV principali.
Ora, il regista di John Wick, Chad Stahleski, è
pronto a riavviare il franchise con l’ex attore di Superman
Henry Cavill che interpreterà il
protagonista. Non si sa se Henry Cavill interpreterà Connor, Duncan
MacLeod (il personaggio principale della serie TV) o un personaggio
nuovo.
Già in agosto,
Stahelski aveva dichiarato:
“Penso che ora abbiamo degli ottimi elementi.
Il problema è che quando hai lo slogan ‘ce ne può essere solo uno’,
non puoi semplicemente uccidere tutti la prima
volta. “
Ha continuato affermando:
“La nostra storia coinvolge molti degli stessi
personaggi e cose del genere. Ma abbiamo anche introdotto elementi
da tutti gli show televisivi e stiamo cercando di fare una specie
di prequel, una configurazione a The Gathering, quindi abbiamo
spazio per far crescere la
proprietà.”
“Stiamo
cercando di creare un po’ una sorta di prequel di The
Gathering. Quindi, abbiamo spazio per far crescere la
proprietà. Abbiamo idee da giorni su come creare i personaggi più
belli e farne uno show televisivo epico. Voglio solo penso che sia
una mitologia ricca, ricca.“
Highlander segue una storia
immaginaria che afferma che gli immortali esistono, nascosti nella
società come persone qualunque. Devono cacciare e uccidere altri
immortali decapitandoli in un concorso noto come The
Gathering, che vedrà l’ultimo immortale ottenere il potere
supremo.
Anche se le origini della
competizione non vengono mai spiegate esplicitamente, il franchise
generalmente ritiene che gli immortali esistano fin dall’alba dei
tempi e che la competizione tra loro debba rispettare solo tre
regole rigide:
il combattimento su Terra Santa è proibito;
il combattimento deve essere uno contro uno;
alla fine, può essercene solo uno.
Al momento dell’annuncio del
progetto, Henry Cavill ha condiviso il suo entusiasmo
nel guidare il progetto. “Sono stato un fan di
Highlander fin da quando ero ragazzino. Dai film a tutti gli anni
’80, i Queen riempivano di gloria gli show televisivi con un attore
che somigliava notevolmente a uno dei miei fratelli. Non essendo
timido con le spade, e avere al timone un regista talentuoso come
Chad Stahelski, questa è un’opportunità senza
eguali. “
Henry Cavill ha recentemente lasciato il
suo ruolo di Geralt di Rivia in The
Witcher di Netflix
ed è stato anche informato dalla Warner Bros.
Discovery che non sarebbe tornato nei panni di
Superman dopo che è stata presa la
decisione di riavviare il DC
Universe.
Henry Cavill avrebbe sicuramente bisogno
di un nuovo franchise di successo e i fan dell’attore sperano che
le abilità con la spada acquisite da Cavill interpretando
Geralt possano combinarsi con il pedigree d’azione di
Chad Stahleski per creare un progetto
vincente.
Eternals
del 2021 è stato il primo fallimento critico dei Marvel Studios e, dopo essere stato
lanciato negli ultimi mesi della pandemia, il film ha faticato a
segnare un segno positivo sia a livello finanziario che di
critica.
Anche se non si può negare che fosse un po’ troppo debole e
che avesse un pessimo cattivo come Kro, c’erano molte cose in
Eternalsche funzionavano bene. Il film ha probabilmente una
cattiva reputazione immeritata, in particolare perché mostra un
lato diverso dell’MCU e pone le basi per alcune
emozionanti storie future.
Sfortunatamente, i Marvel Studios hanno annunciato
l’intenzione di dare un seguito a quel grande cliffhanger che
presenta il film, anche se non è chiaro quando scopriremo cosa ne è
stato degli Eterni presi dalla Terra da Arishem per essere
giudicati dopo il loro ruolo nel fermare l’emergere di
Tiamut.
Si prevede che i resti del
Celestiale verranno presi in considerazione
in Captain
America: Brave New World come fonte di
Adamantio nell’MCU, anche se Dane Whitman/Black
Knight di Kit Harington sarebbe stato eliminato dal film
Blade
diverse bozze fa. Ebbene oggi arriva una nuova voce dallo
scooper Daniel Richtmanche riferisce cheEternals 2è attualmente
in fase di sviluppo presso i Marvel
Studios. La cosa più interessante di questo
rumors però è il fatto che afferma che Richard Madden tornerà come
Ikaris!
Come probabilmente
ricorderete, il leader del gruppo si rivelò essere il vero cattivo
degli Eternalsprima
di rendersi conto che non poteva uccidere più dei suoi compagni
immortali. Invece, Ikaris lasciò la Terra e
sembrò porre fine alla sua vita volando verso il sole (anche se non
siamo mai stati in grado di dire con certezza se morì o
meno).
Il fatto che stia tornando
solleva molte grandi domande. Tenendo presente che gli Eterni
furono rivelati come esseri simili a robot creati dai Celestiali
per sorvegliare i pianeti da cui emergono, potrebbero esserci
innumerevoli versioni di “Ikaris” conservate nella casa di
Arishem!
Poco prima del Comic-Con di
San Diego dello scorso anno, diversi documenti depositati dai
Marvel Studios sono
trapelati online . Tra questi
c’era Celestials: End of
Time, suggerendo che potrebbe essere
legato alla più ampia saga del Multiverso e ai viaggi nel tempo. Se un sequel di Eternals si
materializza, ci aspettiamo comporterà molti grandi cambiamenti e
che possa vantare un cast potenzialmente molto più piccolo del
primo capitolo.
Netflix
ha pubblicato il primo teaser trailer
di Dead Boy
Detectives, che presenta in anteprima la
prossima serie basata sulla serie di fumetti di Neil
Gaiman.
Il trailer mostra i due
protagonisti dell’agenzia Dead Boy Detectives,
adolescenti che sono migliori amici e fantasmi e risolvono insieme
misteri. La prossima serie vedrà Steve Yockey e Beth
Schwartz agire come showrunner, con Yockey che ha
sviluppato la serie per Netflix.
Un fantasma molesto ti perseguita?
Un demone ha trafugato i tuoi ricordi più cari? Allora chiama
l’Agenzia Detective Defunti! In questa serie soprannaturale
ambientata nell’universo di Sandman due ragazzini si ritrovano
nella morte e per non separarsi faranno di tutto, incluso fuggire
da streghe malvagie, dall’inferno e anche dalla morte. Aiutati da
una sensitiva di nome Crystal (Kassius Nelson), uniranno le forze
per affrontare alcuni dei casi paranormali più sconcertanti del
regno dei mortali.
Di cosa parla Dead Boy
Detectives?
Basato sui personaggi DC
creati da Gaiman e Matt Wagner, Dead Boy
Detectives proviene dai produttori esecutivi Jeremy Carver
(Doom Patrol) e Steve Yockey (The Flight Attendant). La serie di 8
episodi ruoterà attorno a due bambini fantasma di nome Charles
Rowland e Edwin Paine, che rifiutano di entrare nell’aldilà per
rimanere sulla terra per indagare su crimini soprannaturali. I
personaggi sono apparsi per la prima volta nei fumetti The
Sandman di Gaiman nel 1991.
A guidare il dramma horror
come duo titolare sono George Rexstrew e Jayden Revri insieme a
Kassius Nelson nei panni di Crystal Palace. Il cast aggiuntivo
include Briana Cuoco nei panni di Jenny la
Macellaia, Ruth Connell nei panni dell’infermiera
notturna, Yuyu Kitamura nei panni di Niko e
Jenn Lyon nei panni di Esther.
La serie Dead Boy
Detectives è scritta da Steve Yockey, che funge anche da
showrunner.I produttori esecutivi sono
Carver, Yockey, Greg Berlanti, Sarah Schechter, Lee Toland
Krieger e David Madden. È una produzione
di Berlanti Productions e Warner Bros. Television.
Netflix
ha diffuso il teaser trailer del film action Damsel
che vede protagonista l’attrice Millie Bobby Brown. Il primo contributo video
ufficiale sul film atteso arriva dal Geeked Week di New York.
Damsel è diretto dal regista
spagnolo candidato all’Oscar Juan Carlos
Fresnadillo, adattato da una sceneggiatura scritta dallo
sceneggiatore di L’ira dei TitaniDan
Mazeau. Oltre a recitare, la Brown è anche produttrice esecutiva attraverso
la sua società PCMA Productions insieme a
Zack Roth, Chris Castaldi e Mazeau. Anche
Joe Roth e Jeff Kirschenbaum si
sono uniti al progetto come produttori.
In Damsel
una devota damigella accetta di sposare un affascinante principe,
per poi scoprire che la famiglia reale vuole offrirla in sacrificio
per ripagare un vecchio debito. Intrappolata in una caverna con un
drago sputafuoco, dovrà utilizzare astuzia e caparbietà per
sopravvivere.
In quale altro prodotto Netflix ha
preso parte Millie Bobby Brown?
Millie Bobby Brown ha ottenuto riconoscimenti
a livello mondiale per il suo ruolo rivoluzionario nel ruolo di
Undici nella serie di fantascienza di successo di NetflixStranger
Things, che è valso alla giovane attrice la sua prima
nomination agli Emmy Award come miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica. Riprenderà ancora una volta
il ruolo nella tanto attesa stagione finale le
cui riprese riprenderanno nei prossimi giorni.
È stato
rilasciato il teaser trailer di
Yu Yu Hakusho, il prossimo adattamento
live-action. La serie Netflix
sarà presentata in anteprima mondiale il 14 dicembre. La produzione
ha collaborato con Scanline VFX per dare “vita a tutti i
personaggi, sia umani che yokai (spiriti), offrendo al contempo
sequenze realistiche di azioni di battaglia“.
Il manga
originale del leggendario Yoshihiro Togashi ha fatto scalpore
quando è stato serializzato su Weekly Shonen Jump per quattro anni
a partire dal 1990. La serie infonde nuova vita alla storia, e i
fan vecchi e nuovi possono aspettarsi di incontrare i loro
personaggi preferiti in modi mai visti prima. stato visto
prima.
La serie tv Yu Yu
Hakusho
Utilizzando
un’esclusiva strategia di produzione globale a team unico che ha
abbracciato sia il Giappone che gli Stati Uniti, lo stesso
approccio per adattare l’acclamato manga “ONE
PIECE“, Netflix ha adottato lo stesso livello di impegno per
la qualità e l’autenticità del live-action ONE
PIECEper
la produzione diYu Yu
Hakusho.
Netflix ha annunciato un
adattamento live-action del manga di Togashi alla fine del 2020. La
serie è diretta da Shō Tsukikawa e scritta da Tatsurō Mishima
insieme a Togashi e vede protagonisti, oltre a Kitamura nei panni
di Yusuke, Shuhei Uesugi nei panni di Kazuma Kuwabara, Jun Shison
nei panni di Kurama e Kanata Hongō nel ruolo di Hiei.
La serie, tratta dal leggendario
manga di Yoshihiro Togashi pubblicato in Weekly Shōnen Jump dal
1990 al 1994 e poi dalla casa editrice Shueisha, narra la storia di
Yusuke Urameshi, che trascorre il tempo passando da una rissa
all’altra. Un giorno però il ragazzo muore nel tentativo di
proteggere un bambino durante un incidente. Mentre deve affrontare
la vista dall’alto del proprio cadavere, una donna di nome Botan,
sedicente guida del mondo dell’aldilà, gli comunica la cruda realtà
dei fatti: nessuno si aspettava che un teppista come Yusuke perisse
compiendo un gesto di bontà e per lui non c’è posto né in paradiso
né all’inferno. Così gli viene data la possibilità di ritornare in
vita e dopo aver superato una prova diventa un detective del mondo
spirituale, restando da subito implicato in un mistero che
coinvolge l’universo degli umani, dei demoni e degli spiriti.
Focus
Features ha ufficialmente acquisito i diritti di
distribuzione nelle sale nordamericane del prossimo thriller
ambientato in Vaticano intitolato Conclave. La
pellicola segue un cardinale coinvolto in una cospirazione durante
il conclave papale.
Il progetto Conclave
proviene dall’acclamato regista Edward Berger, fresco del
pluripremiato remake del 2022 di Niente di nuovo sul fronte
occidentale (All Quiet on the Western
Front).
“27 anni fa ho ottenuto il mio
primo lavoro come stagista presso l’azienda che poi è diventata
Focus. Da quando me ne sono andato e ho intrapreso il lungo
percorso di realizzazione di film, ho desiderato tornare“, ha
detto Berger in una nota. “Lavorare ora con Peter Kujawski
e il suo team incredibilmente dedicato mi fa sentire come se fossi
arrivato in una casa che mi è sempre mancata. Sono grato e
quindi non vedo l’ora di condividere il film con il pubblico negli
Stati Uniti e in tutto il mondo per mano di Focus e di tutti i
nostri partner di distribuzione”.
Di
cosa parla il Conclave?
Basato sul romanzo best-seller di
Robert Harris, Conclave è
diretto da Edward Berger da una sceneggiatura
scritta da Peter Straughan. Il film è interpretato da
Ralph Fiennes,
Stanley Tucci, John Lithgow, Carlos Diehz, Lucian Msamati,
Brían F. O’Byrne, Merab Ninidze,
Sergio Castellitto e
Isabella Rossellini.
“Il conclave papale, tenuto per
eleggere un nuovo Papa, è l’evento più segreto del mondo. Dopo
la morte di un amato Papa, il cardinale Lawrence (Fiennes) ha il
compito di gestire questo processo segreto negli angoli più
nascosti del Vaticano”, si legge nella sinossi. “Lawrence si
ritrova presto al centro di una cospirazione, mentre i cardinali
creano fazioni e rivalità per soddisfare le proprie
ambizioni. Mentre le ambizioni, le divisioni e gli scandali
cominciano a ribollire e le macchinazioni politiche all’interno del
Vaticano si intensificano, Lawrence si rende conto che il Papa
defunto aveva nascosto loro un segreto che deve scoprire prima che
venga scelto un nuovo Papa”.
I produttori esecutivi sono
Steven Rales, Glen Basner, Alison Cohen, Milan Popelka, Ben
Browning, Len Blavatnik, Danny Cohen, Zoe Edwards, Harry Dixon,
Paul Randle, Tomas Alfredson, Edward Berger, Ralph Fiennes, Peter
Straughan, Robyn Slovo, Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa. È
prodotto da Tessa Ross e Juliette Howell per House Productions,
Michael A. Jackman per FilmNation Entertainment, Robert Harris e
Alice Dawson.
“Tornando a casa progettate un
bel giallo con tanti omicidi: vi farà bene alla salute”. È la
ricetta del più amato tra gli scrittori europei, il francese
Daniel Pennac, l’autore che con Il
paradiso degli orchi ha dato vita nel 1985 al fortunato
ciclo di romanzi che vedono protagonista Benjamin
Malaussène, di professione capro espiatorio, il più
paradossale e divertente investigatore per caso di tutta la
letteratura poliziesca. A lui andrà il Raymond Chandler
Award 2023 il 1 dicembre, giornata d’apertura del Noir in Festival
nella prestigiosa Sala Rossa di Casa Manzoni a Milano.
“Abbiamo inseguito per molto tempo questo straordinario
scrittore che al ‘giallo’ ha dedicato una parte significativa della
sua opera”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, direttori
del festival insieme a Gianni Canova (Delegato
IULM), “e siamo particolarmente orgogliosi che abbia
accettato nell’anno in cui è arrivato in libreria il suo
formidabile Capolinea
Malaussène (Feltrinelli).”
Nato a Casablanca il 1 dicembre 1944 – quasi un segno
del destino pensando al Rick di Humphrey Bogart –, di origini corse
e provenzali, cresciuto in Africa e poi a Nizza dove si è laureato
in lettere, Pennac è stato prima di tutto insegnante e ai ragazzi
ha dedicato, anche dopo l’affermazione come scrittore, molta parte
della sua produzione compreso una celebre avventura a
fumetto, Lucky Luke contro Pinkerton, firmata a
quattro mani con un maestro del noir mediterraneo come Tonino
Benacquista nel 2010. E proprio per il suo impegno per la pedagogia
nel 2013 è stato insignito della laurea ad honorem all’Università
di Bologna.
Dopo aver esplorato la fantascienza (due opere), la narrativa
per ragazzi e la saggistica, nasce per caso la saga di Malaussène,
che si snoderà attraverso nove romanzi. È successo in Brasile, dove
per caso Pennac scopre il romanzo di genere mystery o hard-boiled e
a questo si appassiona al punto che, usandolo da grimaldello per
fantasia e creatività, per oralità e moralità, diventerà un grande
scrittore. La prima volta nel 1985, a quattro mani con uno
pseudonimo: Binario morto, una sorta di spy-story
pubblicata in collaborazione con gli amici Jean Bernard J. B. Pouy
e Patric Raynal, arrivato in Italia nel 1997, magistralmente
tradotto da Luigi Bernardi. Pouy e Raynal provocano Daniel
sostenendo che non è in grado di scrivere da solo un vero e proprio
giallo. Pennac raccoglie la sfida, scommette e così nascono, per la
Série Noire di Gallimard, Benjamin Malaussène, investigatore
involontario, e la sua stramba famiglia, protagonisti delle storie
scritte tra il 1985 e il 2023. Nel mezzo una sua grande passione,
il teatro, che Pennac frequenta sia come drammaturgo che come
interprete dei propri monologhi o di testi classici
come Bartleby Lo scrivano, una storia di Wall
Street di Herman Melville, portato in scena anche in
Italia nel 2012. Ma a teatro porterà anche un omaggio a Fellini,
nel centenario della nascita, con una lettura di La
legge del sognatore al Piccolo Teatro di Milano il 20
gennaio 2020.
Celebre e amatissimo dal pubblico per la scrittura
umorale e versatile, attraversata dal gusto del paradosso e
dell’iperbole, virtuoso di una lingua personalissima e colorita
capace di trascorrere dal vernacolo allo stile prettamente
letterario, Pennac crea un universo di persone semplici, di
maschere del suo tempo radunate negli anni intorno all’“omino”
Malaussène, in cui l’autore riversa la sua visione del mondo.
Il teatro dell’opera di Pennac è il quartiere
parigino di Belleville, altro grande protagonista fin dal primo
romanzo: un luogo povero, sporco e sgarrupato, ma vivace e
accogliente, brulicante di vita e di umanità, tra arabi, africani,
muezzin che salmodiano dalla finestrella di un bagno
e cous cous servito a tutte le ore accompagnato
dall’immancabile pastis.Un ritratto splendido di un
universo il cui successo editoriale viene attribuito da “Le Monde”
al sentimento di prossimità che il lettore prova con i
Malaussène.
Nel palmarès del Raymond Chandler Award, il più prestigioso
riconoscimento del Noir in Festival, Daniel Pennac succede
all’americano Harlan Coben; ma negli anni il celebre Doblone
Brasher, descritto da Chandler in High Windowe che
del premio è diventato il simbolo di una eccellenza letteraria
dentro e oltre il genere mystery, è andato a maestri come Graham
Greene (primo vincitore nel 1988 in accordo con il Raymond Chandler
Estate), Leonardo Sciascia, Manuel Vázquez Montalbán, Osvaldo
Soriano, Ed McBain, John le Carré, John Grisham, Scott Turow,
Elmore Leonard, John Banville, Jø Nesbo, Roberto Saviano. Il nome
di Pennac corona questa magnifica sequenza di straordinari
narratori del nostro tempo nella 33ma edizione del Noir in
Festival, che si svolge quest’anno a Milano dal 1 al 7
dicembre.
Prima del debutto dello
show su Netflix venerdì
17 novembre, è stato rilasciato un nuovo trailer di
Scott Pilgrim: La serie (Scott Pilgrim Takes
Off). Il nuovo trailer mostra Scott e Ramona che si incontrano
per la prima volta e iniziano la loro relazione, che dà il via a
tutti gli eventi della serie.
Scott Pilgrim incontra la ragazza
dei suoi sogni, Ramona Flowers, ma scopre che deve sconfiggere i
suoi sette perfidi ex per poter uscire con lei. Poi le cose si
complicano ancora di più. Tratta dalle graphic novel di Bryan Lee
O’Malley.
Scott Pilgrim: La serie
Scott Pilgrim: La
serie (Scott Pilgrim Takes Off) vedrà il ritorno
del cast live-action del film Scott Pilgrim vs.
The World del 2010, tra cui Michael Cera nei
panni di Scott, Mary Elizabeth Winstead nei panni di Ramona,
Kieran Culkin nei panni di Wallace Wells, Anna Kendrick nei panni di Stacey Pilgrim,
Brie Larson nei panni di Envy Adams,
Aubrey Plaza nel ruolo di Julie Powers,
Ellen Wong nel ruolo di Knives Chau,
Alison Pill nel ruolo di Kim Pine, Johnny
Simmons nel ruolo del giovane Neil e Mark
Webber nel ruolo di Stephen Stills.
Gli ex malvagi di Ramona saranno
interpretati ancora una volta da Satya Bhabha nei
panni di Matthew Patel, Chris Evans nei panni di Lucas Lee, Brandon Routh nei panni di Todd Ingram,
Jason Schwartzman nei panni di Gideon Graves e
Mae Whitman nei panni di Roxie.
Quando Dav e Giulia, le
anime pulsanti dietro Star Shop Roma, si sono confrontati
sulla crescente confusione tra le sedi del loro negozio e
altre città italiane, la soluzione è stata chiara: un
cambio di identità sui canali social della loro attività. Ed
ecco che nasce “Star Shock”, il nuovo volto social
delle fumetterie più seguite d’Italia.
L’annuncio arriva
con un reel dinamico, immerso in una trama da sitcom
che trae spunto dalla realtà quotidiana degli appassionati
di manga e comics. Questo cambiamento segna l’inizio di
una nuova era per il team, che ha già guadagnato popolarità
prima su TikTok e Instagram e poi su YouTube, fino a pubblicare il
mese scorso la sua prima produzione a fumetti, “Nerd in
Action” per Tora Edizioni.
“Star Shock”, con
i suoi impressionanti numeri – oltre 450mila follower su
TikTok, oltre 250mila su YouTube e oltre
100mila su Instagram – rappresenta un punto di
riferimento nello slice of life dedicato al mondo del
fumetto dell’entertainment nerd in Italia. Una
community che accoglie un pubblico di età tra i 6 e i 25
anni e che affluisce settimanalmente nei negozi di via
di Ripetta e via degli Scipioni a Roma per vivere
l’esperienza Star Shock in prima persona e acquistare le
ultime novità del mondo fumettistico.
Il team di “Star
Shock” è stato presente a Lucca
Comics & Games, dove ha presentato la sua nuova
identità con un albo a fumetti inedito e omaggio.
Ma chi sono i volti
dietro Star Shock?
DAV: Il fondatore
e colonna portante delle due fumetterie, con una passione smisurata
per la comunicazione e i social media. Dal suo genio nascono i
video che ogni giorno catturano l’attenzione di migliaia di
appassionati.
GIULS: La regina
del dispetto, con una passione che spazia dai manga ai comics, e
con una fanbase che la adora su TikTok e Instagram.
E poi MARIO, SILVIO,
CLOUD, LAURA, ALESSANDRO e i personaggi che interpretano: la
“Nana Diabolica”, “Luigino”, “Leopoldina”, lo “Stalker”, e tanti
altri fino ad arrivare alla nemesi suprema di Star Shock “Il
Turista Straniero”, il mitico “Do You Have Manga in English?”. Ogni
membro ha una storia unica e un legame profondo con il mondo dei
fumetti, dai comics al manga, dall’amore per la storia alla
passione per Dungeons & Dragons, Magic, la musica e i viaggi.
Il futuro si preannuncia
radioso per Star Shock. Con questa nuova identità e la sua presenza
costante sui social e nelle principali fiere italiane, il team si
apre a nuove collaborazioni e riserva tante sorprese per i prossimi
mesi.
Considerato il rinnova confermato
poco dopo l’uscita, la seconda stagione di One
Piece potrebbe debuttare nel 2025! Al momento però non
c’è una dichiarazione ufficiale in merito all’uscita di One
Piece 2!
Dal lancio dello show il 31 agosto,
One
Piece è stato il numero 1 nella Top 10 interna di
Netflix.
Tratta dalla serie manga più venduta della storia del Giappone e
scritta da Eiichiro Oda, One
Piece è un’impareggiabile avventura leggendaria
ambientata in alto mare. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero
da sempre alla ricerca di una vita libera. Luffy abbandona il suo
villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del
leggendario tesoro ONE PIECE e diventare il re dei Pirati!
Tuttavia, per trovare l’inestimabile premio Luffy dovrà assoldare
la ciurma dei suoi sogni, trovare una nave, scandagliare in lungo e
in largo il vasto mare azzurro, seminare i Marine e farla in barba
a temibili rivali.
Iñaki Godoy (Monkey D. Luffy),
Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e
Taz Skylar (Sanji) interpretano l’avventura piratesca live action
ONE PIECE, ideata in collaborazione con Shueisha e prodotta da
Tomorrow Studios con Netflix. Matt Owens e Steven Maeda ricoprono il ruolo
di sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunner. Anche Eiichiro
Oda, Marty Adelstein e Becky Clements si occupano della produzione
esecutiva. Il cast confermato in precedenza include Vincent Regan,
Ilia Isorelýs Paulino, Morgan Davies, Aidan Scott, Langley
Kirkwood, Jeff Ward, Celeste Loots, Alexander Maniatis, McKinley
Belcher III, Craig Fairbrass, Steven Ward e Chioma Umeala.
La serie è stata creata da Matt Owens e
Steven Maeda, vede nel cast anche Mackenyu nei panni di Roronoa
Zoro, Emily Rudd nei panni di Nami, Jacob Romero Gibson nei panni
di Usopp e Taz Skylar nei panni di Sanji. La serie manga è stata
pubblicata per la prima volta nel 1997 e ha venduto più di 460
milioni di copie in tutto il mondo. È stato anche adattato in
una serie anime, videogiochi e una serie di lungometraggi in
Giappone.
Netflix ha
lanciato un teaser di Terminator: The
Anime
Series durante la
Geeked Week, annunciando la serie anime basata sul
mondo del classico franchise Terminatordi James Cameron.
Il teaser non presenta alcun
filmato reale della serie, sebbene Netflix abbia
rilasciato una sinossi ufficiale. “2022: Da decenni
infuria una guerra futura tra i pochi sopravvissuti umani e un
esercito infinito di macchine. 1997: L’intelligenza
artificiale conosciuta come Skynet acquisisce consapevolezza di sé
e inizia la sua guerra contro l’umanità”, si legge.
“Intrappolato tra il
futuro e il presente, c’è un soldato inviato indietro nel tempo per
cambiare il destino dell’umanità. Arriva nel 1997 per
proteggere uno scienziato di nome Malcolm Lee che lavora per
lanciare un nuovo sistema di intelligenza artificiale progettato
per competere con l’imminente attacco di Skynet
all’umanità. Mentre Malcolm affronta le complessità morali
della sua creazione, viene braccato da un implacabile assassino
proveniente dal futuro che altera per sempre il destino dei suoi
tre figli”.
Dai un’occhiata al nuovo
trailer teaser di Terminator: The Anime Series di
seguito:
https://youtu.be/KedFX1pn2kA
Quanti episodi avrà Terminator: The Anime Series?
Terminator: The Anime Series
sarà composta da otto episodi. Mattson Tomlin è showrunner,
scrittore e produttore esecutivo. È animato da Production IG e
diretto da Masashi Kudo. Altri produttori esecutivi includono
David Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance.
La declinazione dell’idea
di “assurdo” applicata alla produzione audiovisiva possiede la
proprietà intrinseca di poter abbracciare toni differenti, e di
conseguenza anche generi. In particolar modo la commedia e
l’horror. Il progetto di
serie creata da Nathan Fielder e Benny Safdie riesce
con freschezza ammirevole e uno sguardo innovativo – almeno per la
produzione seriale – a contaminare ogni puntata con entrambe le
influenze, perché se fin dall’inizio risulta evidente che
The Curse è una commedia, in maniera altrettanto
precisa possiede molte coordinate stilistiche dell’horror
psicologico.
The Curse, la trama
Partiamo con la trama
principale: Asher Siegel (Nathan Fiedler) e sua
moglie Whitney (Emma
Stone) sono impegnati nel combattere il processo di
gentrificazione e la speculazione edilizia in una delle zone
maggiormente povere del New Mexico. Il filmmaker Dougie (Benny
Safdie) li ha convinti che realizzare una docuserie
sul loro impegno sociale porterà loro la notorietà necessaria per
portare avanti la loro crociata sociale. Le riprese si dimostrano
invece piú complesse del previsto, rivelando invece le crepe
nascoste non soltanto nel progetto della coppia ma anche nella loro
relazione.
The
Curse possiede la freschezza e il coraggio di uno show
nato dalla mente di un gruppo di artisti che lo hanno pensato in
assoluta libertà, senza minimamente preoccuparsi di remare contro
l’ipocrisia e il bigottismo dell’odierna società americana. Il
risultato si presenta come un qualcosa che, mentre offre la
possibilità di sorridere o ridere delle piccole grandi falsità di
oggi, sotto la superficie colpisce duro e non perdona affatto il
nostro presente.
Un divertimento che fa mettere in discussione lo
spettatore
Fin dal fragoroso
episodio pilota veniamo messi infatti di fronte a momenti di grande
comicità che in sostanza dovrebbero provocare tutt’altra reazione
che la risata fragorosa, eppure non possiamo farne a meno. Ma il
divertimento con The Curse arriva con un prezzo,
quello di sentirsi poi messi in discussione, poiché l’ipocrisia, le
bassezze e i piccolo sotterfugi dei tre personaggi principali
sono anche quelli che noi fin troppo spesso adoperiamo nella vita
reale, gli stessi che “lasciamo passare” in nome di una
tranquillità di superficie che sovente flirta con la meschinità. È
questo che la serie punta a smascherare, a deridere, facendolo con
una progressione narrativa particolare, la quale possiede delle
regole interne che non sono quelle della moderna scrittura
televisiva – soprattutto nel ritmo del racconto – ma consentono di
irretire lo spettatore in un universo tanto vanesio quanto
seriamente asfissiante.
La sequenza che chiude il
terzo episodio rappresenta ad esempio lo smascheramento prima ilare
poi sempre più deprimente di quanto la nostra vita sia ormai
improntata verso l’apparenza, verso quello che magari vediamo sui
social media, mentre la realtà si fa sempre piû complessa e
difficile da gestire a livello psicologico o emotivo. E la puntata
si chiude infatti con il’ risultato effettivo di tale
superficialità, ovvero l’allontanamento piû o meno esplicito di
coloro che non partecipano a tale girandola di immagini
preconfezionate, quella porzione di società che ha problemi ben piû
seri ed urgenti dell’ultima storia postata su instagram.
Quando poi The
Curse gioca con i piccoli accorgimenti e le atmosfere
disturbanti dell’horror – in maniera assolutamente velata, sia
chiaro – lo fa con una competenza e una cognizione del genere quasi
disarmanti. Il risultato è esplicitamente stridente, ma sembra
proprio l’effetto che Fiedler e Safdie volevano ottenere. E
onestamente la performance della Stone si fa scena dopo scena
talmente subdola e coraggiosa che meriterebbe di essere citata come
terzo autore dello show.
Una serie in grado di generare dibattito
Nata dalla partnership
tra Showtime e A24,
The Curse ha tutte le carte in regola per essere
una serie televisiva in grado di generare grande dibattito,
attirando molti estimatori così come verosimilmente detrattori. Nei
toni, nella forma grezza della messa in scena, nella
rappresentazione della bassezza umana, lo show si spinge davvero a
fondo e questo quasi sicuramente dividerà. A noi i primi tre
episodi presentati in anteprima mondiale al New York Film Festival
hanno lasciato un senso di spaesamento e amarezza che non hanno
comunque eclissato, anzi al contrario l’hanno rafforzato, l’enorme
divertimento di situazioni e personaggi talmente perfettibili.
Netflix ha diffuso il primo trailer
ufficiale di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco, il primo di capitolo di
evento in due parti firmato da Zack Snyder
(Watchmen, L’uomo d’acciaio,Zack Snyder’s Justice
League), la cui realizzazione ha richiesto decenni di
lavoro. Originariamente, Snyder aveva sviluppato tale progetto per
farne un film della saga di Guerre stellari, ispirato ai
film di Akira Kurosawa, ma dopo l’acquisizione di
Lucasfilm da parte della Disney, lo ha modificato
per farlo diventare un progetto a se stante. Il primo capitolo sarà
ora disponibile sulla piattaforma streaming a partire dal
22 dicembre, mentre il secondo capitolo,
intitolato
Rebel Moon – Parte 2: La Sfregiatrice arriverà il
19 aprile 2024.
La trama di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del
Fuoco
La sinossi del film recita: dopo essersi schiantata su una luna ai
confini dell’universo, Kora (Sofia
Boutella), una misteriosa straniera dal passato
enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di
agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di
salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra
Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble
(Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo
hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra
Coleman e Ray Fisher), leader di un
agguerrito gruppo di ribelli.
Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa
sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti
pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.
Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e
riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta
voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie
Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon
Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona
Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak
(Staz Nair) e Milius (E. Duffy),
una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide
protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony
Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo
obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però
imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che
le truppe nemiche arrivino ad annientarli.
Niente di meglio di una bella luna
di miele alle Hawaii, ma il film A Perfect Getaway –
Una perfetta via di fuga potrebbe far cambiare idea.
Diretto nel 2009 da David Twohy,
sceneggiatore e regista statunitense, conosciuto principalmente per
la trilogia fantascientifica composta da Pitch Black (2000),
The Chronicles of
Riddick (2004) e Riddick (2013), il film
è un thriller ambientato nella celebre isola americana, dove stando
ad alcune voci si aggirarebbe una coppia di serial killer di sposi.
Da qui ha dunque inizio un racconto che, sfruttando l’elemento
naturale e il suo allontanare i protagonisti dalla civiltà, porta a
confrontarsi con paure e timori basati primariamente sulla
consapevolezza di non potersi fidare di nessuno.
Twohy, anche autore della
sceneggiatura, si allontana dunque dal genere fantascientifico dei
suoi precedenti film per tornare ad un racconto ancorato alla
realtà, come già fatto per altri due celebri lungometraggi da lui
scritti: Il fuggitivo e
Soldato Jane. Il risultato è dunque un film di pura
tensione che propone un mistero la cui risoluzione – si sa-
arriverà solamente sul finale, non senza offrire però inaspettati
colpi di scena che mineranno tutte le certezze fino a quel momento
costruite dallo spettatore. Si tratta dunque di un buon titolo per
tutti gli amanti di questo genere di opere, che non si risparmia
neanche nel proporre elementi piuttosto crudi e violenti.
Ora, grazie al suo passaggio
televisivo, è dunque possibile riscoprire A Perfect Getaway –
Una perfetta via di fuga e cercare di risolvere l’enigma alla
base del suo racconto prima che esso venga svelato nel finale.
Inoltre, all’interno del film si ritrovano attori noti che faranno
esclamare “ma c’è anche lui!”, contribuendo così alla
sorpresa continua del film. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alle location. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di A Perfect Getaway
Il film racconta la storia di
Cliff e Cydney, due neosposini
partiti per una luna di miele alle Hawaii. Qui, mentre stanno
facendo un’escursione su un’isola remota nel bel mezzo dell’oceano,
conoscono altre due coppie, Nick e
Gina e Cleo e
Kale. Il gruppo decide dunque di seguire
l’itinerario insieme. Quella che doveva essere una pacifica
giornata all’insegna dell’avventura, però, si trasforma in qualcosa
di terribile quando i sei vengono informati che un uomo e una donna
hanno commesso diversi brutali omicidi proprio sull’isola. La
notizia crea tensioni nel gruppo, perché ognuno sospetta
dell’altro. La vacanza si trasformerà così in un vero e proprio
incubo, in particolare per una delle due coppie, finite nel mirino
dei serial killer.
Il cast di A Perfect Getaway e le location del
film
Ad interpretare la coppia composta
da Cliff e Cydney vi sono l’attore Steve Zahn –
recentemente visto in film come Captain Fantastic, Che fine ha fatto
Bernadette? e Da me o da te – e
l’attrice Milla Jovovich,
celebre per essere stata la protagonista della saga Resident Evil. La
coppia composta da Nick e Gina, invece, è interpretata da
Timothy Olyphant – noto
soprattutto per i suoi ruoli da cowboy nelle serie tv
Deadwood, dove interpreta Seth Bullock, e Justified,
dove è Raylan Givens – e Kiele Sanchez, vista in
alcuni episodi della serie televisiva Lost nel ruolo di
Nikki. Infine, l’attrice Marley Shelton, lo
sceriffo Judy Hicks in Scream, è Cleo, mentre
Chris Hemsworth–
un anno prima di assumere il ruolo di Thor nell’MCU – è Kale.
Per quanto riguarda le location del
film, A Perfect Getaway è stato interamente girato alle
Hawaii, dunque dove è effettivamente ambientato il
racconto. I paesaggi naturali dello stato americano si sono infatti
rivelati ideali per le riprese, così che il film si è potuto
avvalere di contesti naturali dove isolare i propri protagonisti e
porli in una situazione di pericolo. La presenza di scene dal vero
ha ovviamente permesso di far sì che il tutto risultasse più
realistico e che i protagonisti avvertissero davvero le bellezze ma
anche le minacce della natura circostante. Alcune riprese,
tuttavia, si sono svolte anche a Porto Rico,
territorio attualmente in fase di attesa per diventare nuovo stato
degli Stati Uniti.
Il trailer di A Perfect
Getaway e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di A
Perfect Getaway grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema,
Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
11 novembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Arriva su Sky Cinema
Babylon,
scintillante racconto del glamour e degli eccessi di Hollywood,
lunedì 13 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in
streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky
il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
Candidato a tre premi Oscar, tra
cui Miglior Colonna Sonora Originale, Miglior Scenografia e
Migliori Costumi, e Vincitore del Golden Globe 2023 per la Miglior
Colonna Sonora, Babylon è
diretto dal regista Premio Oscar Damien Chazelle e
vede protagonisti il Premio Oscar Brad Pitt e la candidata al Golden Globe
Margot Robbie. Con loro anche Diego
Calva, Jean Smart, Jovan
Adepo e Li Jun Li.
Babylon è una
produzione Marc Platt/Wild Chickens/Organism Pictures. Il film è
prodotto da Marc Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia
Hamilton, p.g.a.; i produttori esecutivi sono Michael Beugg, Tobey
Maguire, Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel, Jason Cloth e
Dave Caplan.
Babylon
segue un ambizioso cast di personaggi – la superstar del cinema
muto (Brad Pitt), la giovane starlette (Margot Robbie), il
dirigente di produzione (Diego Calva), il talentuoso musicista
(Jovan Adepo) e l’affascinante performer di successo (Li Jun Li) –
che si sforzano di rimanere in cima alla scena della Hollywood
degli anni ’20 e di mantenere la loro rilevanza in un momento in
cui l’industria cinematografica sta cambiando, durante il passaggio
dal muto al sonoro.