L’uomo sulla strada arriverà al cinema il
7 dicembre distribuito da Eagle Pictures, dopo essere
stato presentato con successo in anteprima nella sezione Panorama
Italia di Alice nella Città, sezione autonoma e
parallela della Festa del Cinema di Roma. A vestire i panni dei
protagonisti,
Lorenzo Richelmy (Il
talento del Calabrone, La
ragazza nella nebbia, Marco Polo), che ha ottenuto
una Menzione SpecialePremio RB
Casting ad Alice per la sua interpretazione, e una delle
attrici emergenti più promettenti del cinema
italiano, Aurora Giovinazzo (Anni
da cane, Freaks
Out).
Insieme a loro in questa intensa
storia, l’interprete di America Latina Astrid
Casali (Il vegetale, DOC – Nelle tue mani). Il
film è l’opera prima di Gianluca Mangiasciutti,
che dopo numerose esperienze come assistente alla regia in
importanti progetti internazionali (tra gli altri, Mission:
Impossible III), si cimenta in un drama thriller, il cui soggetto
si è aggiudicato il Premio Solinas – Storie per il cinema. In
L’uomo sulla strada, la fatalità della vita, l’inquietudine del
senso di colpa e il desiderio di vendetta si intrecciano in un film
raffinato in cui ritmo e suspence conducono ad emozioni e
sentimenti, però, inaspettati. Realizzato con il sostegno di Film
Commission Torino Piemonte e il patrocinio della Città di Torino,
il film è prodotto da Roberto Proia per Eagle
Pictures.
La trama
Irene ha 8 anni quando assiste come
unica testimone alla morte del padre per mano di un pirata della
strada che scappa via. Perseguitata dal senso di colpa per non
riuscire a ricordare il volto dell’assassino, Irene diventa una
adolescente ribelle e introversa con l’unica ossessione di farsi
giustizia. Abbandona la scuola e trova lavoro nella fabbrica di
proprietà del glaciale e affascinante Michele che è proprio l’uomo
che era al volante dell’auto. La ragazza sembra non riconoscerlo,
lui invece non ha dubbi. Michele prova da subito un forte istinto
di protezione verso la ragazza, che ben presto si trasforma in
amore. Irene completamente all’oscuro inizia ad aprirsi e
confidarsi proprio con l’uomo a cui sta dando la caccia. Mentre il
cerchio si stringe attorno a Michele, qualcosa di inaspettato
avviene…
Dopo meno di un anno lontano dalla
guida dello studio, l’ex CEO della Disney Bob Iger
torna a dirigere la House of Mouse mentre
Bob Chapek lascia la posizione. Iger ha guidato
l’iconico studio di Hollywood per oltre un decennio,
supervisionando memorabilmente le acquisizioni di Pixar,
Lucasfilm e Marvel Entertainment, così
come l’ormai famigerato acquisto di 20th Century
Fox. Dopo il suo incarico di successo con lo studio, Iger
ha annunciato la sua decisione di ritirarsi da CEO della Disney
all’inizio del 2020, anche se sembra che non sia più così.
L’Hollywood Reporter ha riferito che l’ex CEO della
Disney, Bob Iger, sta ufficialmente tornando allo
studio mentre Bob Chapek lascia il posto. Sebbene
non siano stati forniti dettagli specifici in merito a questi
cambiamenti, una dichiarazione rilasciata alla pubblicazione
indicava la sensazione dello studio che Iger fosse più adatto a
gestire l’azienda tra i problemi post-pandemia in corso, rispetto
al suo successore. Ecco parte della dichiarazione di Susan Arnold,
presidente del consiglio di amministrazione Disney di seguito:
“Ringraziamo Bob Chapek per il
suo servizio alla Disney nel corso della sua lunga carriera,
inclusa la guida dell’azienda attraverso le sfide senza precedenti
della pandemia. Il Consiglio ha concluso che mentre la Disney si
imbarca in un periodo sempre più complesso di trasformazione del
settore, Bob Iger si trova in una posizione unica per guidare la
Società attraverso questo periodo cruciale.”
È interessante notare che il report
sul ritorno di Iger come CEO della Disney indica che l’accordo sarà
solo temporaneo, di due anni, con il consiglio dello studio che
cerca di lavorare con lui per formare adeguatamente un nuovo
successore per la posizione. Alcuni report hanno indicato che
l’assunzione di Chapek come CEO dello studio è già stata una
sorpresa per coloro che lavorano per la Disney, poiché alcuni
credevano che Tom Staggs, l’ex COO della società,
fosse più adatto per il lavoro dato il suo lungo mandato. I report
hanno anche parlato di tensioni ai piani alti tra Iger e Chapek in
vista della partenza del primo, con i due che hanno litigato mentre
Chapek, secondo quanto riferito, cercava di assumere incarichi di
leadership.
Sulla scia della partenza di Iger,
Chapek ha rapidamente suscitato una serie di controversie per la
Disney come nuovo CEO. Con il suo entusiasmo di spostare
l’attenzione verso i media in streaming, Chapek ha iniziato a
realizzare una serie di film destinati a Disney+ invece che alla sala, vale a
dire Red e Luca della Pixar, che hanno ampiamente
frustrato gli animatori che lavoravano nello studio che erano
ansiosi di vedere i loro lavori sul grande schermo, anche se ciò
significava un ritardo di uscita.
Questa spinta verso lo streaming ha
anche visto la Disney affrontare una causa legale intentata da
Scarlett Johansson, a causa della mala
gestione dell’uscita in sala di Black Widow, questione che si è conclusa
rapidamente con una porta aperta a Johansson per collaborare con lo
studio su un misterioso progetto Marvel e un nuovo Adattamento
cinematografico della Torre del Terrore.
La più grande controversia che
Chapek ha dovuto affrontare durante il suo mandato alla Disney è
stata la sua cattiva gestione del disegno di legge “Don’t
Say Gay” della Florida, dal momento che inizialmente è
rimasto in silenzio sulla questione per un mese prima di scusarsi
per la situazione e di promettere di interrompere le donazioni a
tutti i partiti politici nello stato, con un importante
contraccolpo sia del pubblico che di vari studi interni. Sebbene
non vi sia alcuna garanzia che avrebbe gestito queste controversie
in modo completamente diverso dal suo aspirante successore, il
mandato più lungo di Iger come CEO della Disney lo ha ampiamente
posizionato come un candidato migliore per gestire queste
situazioni rispetto a Chapek, rendendo il suo ritorno alla
posizione una buona notizia.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, La
California film di Cinzia Bomoll con Silvia e
Giulia Provvedi (Le Donatella) e Andrea Roncato. Gli
spettacoli a disposizione sono due su Roma e Milano.
La prima di Roma si terrà giovedì
24 novembre alle ore 21,00 (con photocall alle 20,30)
al Cinema Adriano, con la presenza della regista Cinzia
Bomoll e degli interpreti Silvia e Giulia Provvedi (Le
Donatella) e Andrea Roncato.
La prima di Milano si terrà, invece,
venerdì 25 novembre alle ore 21,45 (con photocall alle
21,15) all’Anteo Palazzo del Cinema con la presenza della
regista Cinzia Bomoll e degli
interpreti Silvia e Giulia Provvedi (Le Donatella), Nina
Zilli ed Eleonora Giovanardi.
Per ognuna di queste due proiezioni
posso mettervi a disposizione n° 5 (cinque) inviti per
una persona da richiedere, inviando una email a [email protected]. I biglietti saranno da
considerarsi assegnati solo se si riceverà risposta alla email
di richiesta.
Mentre il pubblico attende con
impazienza altre foto sul film, la regista di BarbieGreta Gerwig anticipa che il Ken di
Ryan Gosling sfoggerà molti altri look,
oltre a quelli già visti nelle foto dai set del film. Gerwig ha
anche co-scritto il film con il partner personale e creativo
Noah Baumbach, anche se i dettagli della trama per
l’interpretazione dei due dell’adattamento cinematografico
dell’iconica linea di bambole Mattel rimangono sconosciuti.
In una recente intervista con
Variety agli Academy’s Governors
Awards, a Greta Gerwig è stato chiesto cosa
aspettarsi dall’attesissimo film di Barbie. La
co-sceneggiatrice/regista ha scherzato dicendo che il pubblico
“non è nemmeno vicino” a vedere l’estensione degli abiti
che Ken di Gosling indosserà nel film, dicendo che
l’unica foto rilasciata dell’attore nel personaggio è solo
“uno dei tanti look straordinari“. “Davvero, non
saprei dire [quanti ce ne sono], ma è molto – è molto, è
molto.” Ha spiegato Gerwig.
Barbie
presenta un cast ricco di stelle, che potrebbero essere un grande
incentivo per il pubblico. Margot Robbie compare nel ruolo
principale insieme a Ryan Gosling, poi ci sono
America Ferrera, Simu Liu nei panni
di un altro Ken,
Kate McKinnon, Ariana Greenblatt,
Alexandra Shipp, Emma Mackey, Kingsley
Ben-Adir. Secondo quanto riferito, Issa
Rae come un’altra Barbie, Michael Cera,
Rhea Perlman,
Will Ferrell come CEO di Mattel e Ncuti
Gatwa come un altro Ken.
Il regista di Guardiani
della Galassia, James
Gunn, ha finalmente rivelato come mai Nova non era nel
film. Guidati da un forte cast corale che include Chris
Pratt nei panni di Peter Quill/Star Lord, Zoe
Saldana nei panni di Gamora, Dave
Bautista nei panni di Drax il Distruttore, Bradley
Cooper nei panni di Rocket Raccoon e Vin
Diesel nei panni di Groot, il franchise dei
Guardiani della Galassia ha preso il via in 2014.
All’epoca, il suo tono, molti nuovi personaggi e l’ambientazione
spaziale offrivano un allontanamento dalla maggior parte dei film
tipici dell’universo cinematografico Marvel. Con un sequel alle spalle,
apparizioni in alcuni altri film del MCU, un imminente
speciale per le vacanze e la
terza puntata in arrivo molto presto, i Guardiani della
Galassia sono diventati uno dei gruppi di supereroi più
amati nell’Universo Marvel.
Nel MCU, i membri principali dei
Guardiani sono rimasti gli stessi, sebbene il gruppo abbia aggiunto
Mantis (Pom
Klementieff) e Nebula (Karen
Gillan) mentre presentava frequenti apparizioni di
Yondu (Michael Rooker). Tuttavia, molti dei
personaggi dei fumetti associati alla squadra devono ancora farsi
strada sullo schermo, incluso il membro dei Nova Corps
Richard Rider, noto come Nova.
Durante un’apparizione al Podcast Phase
Zero, Gunn spiega il motivo per cui Nova non faceva parte
dei Guardiani della Galassia del MCU.
“Non ho mai pensato di inserire
Richard Rider in nessuna storia. È semplicemente un personaggio
troppo grande e sembrava troppo… Non volevo… Fin dall’inizio,
quando sono salito a bordo dei Guardiani, non volevo avere due
esseri umani. Volevo avere un essere umano in modo che potesse
essere circondato da questo mondo di alieni. E poi ci siamo resi
conto poco a poco che tutti questi personaggi sono unici nel loro
genere.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, Will Poulter insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCU Will Poulter e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock.
Nel film Marvel Studios l’amato
gruppo di emarginati sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill,
ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé
la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di
loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo,
potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li
conosciamo.
La principessa
Giselle torna a barcamenarsi tra mondo reale e fiabesco in
Come
per disincanto e vissero infelici e scontenti. Il
film, disponibile su Disney+, è il sequel
di Come d’incanto, lungometraggio del 2007 che racconta di
una principessa esiliata nella New York dei giorni nostri. Nel
secondo capitolo, animazione e realtà si mescolano con la
stessa autoironia che aveva contraddistinto il primo Come
d’incanto.
La sinossi di
Come per disincanto
Alla fine del primo film, la storia della
principessa Giselle (Amy
Adams) sembrava essersi conclusa con un lieto fine: la
sovrana di Andalasia aveva scelto di restare a New York
insieme all’amato avvocato Robert (Patrick
Dempsey) e alla figliastra Morgan. Tuttavia,
all’inizio di Come per disincanto, la situazione non è così
idilliaca: Giselle e Robert hanno avuto una bambina e si
amano ancora, ma l’adolescente Morgan e la caotica New
York sembrano mettere i bastoni tra le ruote alla serenità della
famiglia.
Per cambiare aria,
il quartetto decide di trasferirsi in provincia, a Monroeville. La
pace tanto cercata non sembra però arrivare. Giselle,
sconfortata, esprime un desiderio che nuovamente mescola mondo
reale e mondo magico, La cittadina, apparentemente tranquilla,
diventa presto lo scenario di scontri con vicini, streghe cattive e
forze magiche. Riconquistare l’equilibrio questa volta sarà ancora
più difficile.
Di tutto un
po’
Come per
disincanto è un film difficile da decifrare. È un prodotto
Disney ma parla di principesse in modo satirico,
usa sia l’animazione che il live-action e si serve della musica in
modo quasi eccessivo. La domanda è: fino a che punto il regista
Adam Shankman vuole ironizzare la favola del
‘vissero per sempre felici e contenti’? Rispetto a Come
d’Incanto, l’impressione questa volta è di guardare una fiaba
molto più standardizzata, che passa dal mondo ordinario a quello
straordinario e confuso, per poi ritrovare una forma di
equilibrio.
Anche a livello
estetico, Come per disincanto è un prodotto molto
più fiabesco: l’ambientazione rurale, la casa enorme che sembra un
castello in rovina, tutti gli elementi scenici si adattano
perfettamente al tema di Cenerentola e della matrigna.
L’inserimento delle sequenze animate, nel più classico stile
Disney della Golden Age, non fa che confermare
questo aspetto. In fin dei conti, il film esplicita una serie di
metafore che nelle fiabe più classiche rimangono implicite, dai
temi adolescenziali a quelli più maturi.
La protagonista
non è più solo una principessa
L’ironia della
storia di Come per disincanto è inserita in alcuni
dettagli curiosi: Giselle, esempio di innocenza e bontà in
pieno stile Biancaneve, per errore crea un incantesimo che
la trasforma in una perfida matrigna. A differenza del primo
capitolo, questa volta Giselle non è più una giovane
ragazza innocente, ma è una madre matura che, addirittura, sembra
passare al lato oscuro. Dilaniata – si esagera – tra ll bene e il
male, Giselle vive una vera e propria lotta interiore
molto poco fiabesca e decisamente umana: non sa come comportarsi
con la figliastra adolescente.
Come per
disincanto non è infatti una fiaba costruita sull’amore,
ma è un racconto dei rapporti inter-famigliari contemporanei tra
figli e genitori, di sangue come acquisiti. In questo mix di
elementi vecchi e nuovi, disneyiani ed umani, il film merita una
visione, quanto più spensierata, per rituffarsi dopo quindici anni
nella tragicomica vita della principessa urbana
Giselle.
Film biografico del 2000,
Men of Honor – L’onore degli uomini è
l’avvincente racconto degli eventi che portarono Carl Brashear a
diventare il primo marinaio afroamericano ad ottenere
l’abilitazione al servizio di palombaro per la marina militare
statunitense. Una storia poco nota e qui raccontata per esaltare la
possibilità di concretizzare i propri sogni, per quanto essi si
pongano in contrasto con un contesto difficile come può essere
quello delle forze militari degli Stati Uniti. Tale film è diretto
da George Tillman Jr., recentemente tornato al
cinema con Il coraggio della
verità.
La sceneggiatura è scritta da
Scott Marshall Smith, il quale ha svolto lunghe
ricerche nella stesura di questa, aspirando ad essere quanto più
possibile fedele alla vera vicenda di Brashear. Fondamentale fu
inoltre avere l’approvazione del corpo della marina come anche
quello della famiglia del militare, cosa che portò gli studi
cinematografici ad interessarsi al progetto. Men of Honor
presenta infatti una storia ricca di coraggio ed epica, dove ogni
uomo può concretamente dimostrare di poter fare la differenza.
Arricchito inoltre da un grande cast di attori, tra cui diversi
premi Oscar, questo si affermò come uno dei principali titoli del
suo anno.
Accolto in modo favorevole dalla
critica, il film arrivò ad un discreto guadagno attestato intorno
agli 82 milioni di dollari, a fronte di un budget di 32. In
particolare, a ricevere le maggiori lodi fu proprio l’attore
protagonista, Cuba Gooding Jr., che diede un
convincente ritratto di Brashear. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla vera storia da cui questo è
tratto. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Men of Honor: la trama del
film
Protagonista del film è il giovane
Carl Brashear, il quale decide di lasciare la
propria terra, il Kentucky, in cerca di successo. Il suo sogno è
infatti quello di entrare a far parte della Marina statunitense,
obbiettivo che riuscirà infine a raggiungere. Ispirato da uno dei
subacquei della nave, egli inizia a quel punto a maturare il
desiderio di diventare il primo palombaro afroamericano di quel
corpo militare. La strada verso tale obiettivo sarà però
particolarmente ricca di ostacoli, e ci vorranno anni prima che
Carl venga ammesso all’apposita accademia. Una volta qui, però,
capirà che i suoi problemi non sono che all’inizio.
All’interno dell’accademia si trova
infatti a dover fare i conti con Billy Sunday.
Questi è un famoso ufficiale e capo istruttore, che da subito
prende in antipatia il giovane sottoponendolo ad una serie di prove
sempre più complesse. Il suo obiettivo è infatti quello di farlo
desistere dai suoi obiettivi. Carl, però, non è assolutamente
incline a gettare la spugna, desideroso di poter dimostrare tutto
il proprio valore anche in quell’occasione. Di fronte a tale forza
di volontà, anche Sunday dovrà infine cedere e riconoscere le
grandi capacità sfoggiate dal giovane per quel ruolo.
Men of Honor: il cast del
film
Ad interpretare il protagonista,
Carl Brashear, vi è l’attore premio Oscar Cuba Gooding
Jr.. Per poter ricoprire il ruolo, questi non solo svolse
lunghe ricerche sulla vita del militare, ma si sottopose anche ad
un lungo addestramento fisico. Questo si rese infatti necessario
nel momento in cui l’attore dovette interpretare diverse scene con
indosso una vera attrezzatura da palombaro. Il peso di questa è di
circa 80 chili, e richiedeva dunque una notevole forza fisica per
poter essere gestita correttamente. Abituarsi a muoversi con questa
e a vincere il senso di claustrofobia che si prova al suo interno è
stata una delle sfide più complesse per l’attore. Accanto a lui nel
film vi sono gli attori Carl Lumbly e
Lonette McKee, rispettivamente nei panni di Mac ed
Ella Brashear, i genitori di Carl.
A dare volto al severo Billy Sunday
è invece il due volte premio Oscar Robert De Niro.
Come spesso accaduto per i ruoli da lui interpretati, anche in
questo caso l’attore si preparò a lungo da un punto di vista
psicologico, cercando di calarsi quanto più possibile nella
mentalità del personaggio e dell’attività da questi ricoperta.
L’attrice Charlize Theron
è invece Gwen Sunday, la figlia di Billy. Aunjanue
Ellis ha invece interpretato Jo Brashear, la moglie di
Carl. Hal Holbrook, candidato all’Oscar per il
film Into the Wild, dà invece volto al capitano
soprannominato “Mr. Pappy”, che con il suo razzismo darà del filo
da torcere a Carl, privandolo di alcuni importanti
riconoscimenti.
Men of Honor: la vera
storia dietro al film
Nato nel 1931, Brashear entrò a far
parte dell’United States Navy nel 1948, poco dopo che la
segregazione razziale venne abolita. Qui decise di entrare a far
parte del corpo di palombari, ruolo per il quale si sottopose ad
una serie di complesse prove volte a dimostrare la sua resistenza.
Questo complesso percorso accademico viene riproposto anche nel
film, dove però si ritrova un personaggio non realmente esistito,
quello di Billy Sunday. Questi è infatti ispirato ad una serie di
marines addestratori che Carl incontrò nel corso del suo
addestramento, e che vengono qui sintetizzati nella figura del
severo istruttore e capo palombaro. Carl riuscì infine a diventare
il primo palombaro di colore della marina e, in seguito, anche il
primo capo palombaro afroamericano.
Nel marzo del 1966 egli si ritrova
coinvolto in quello che è oggi noto come “incidente di Palomares”.
Nel recuperò di un pericoloso ordigno nucleare, egli rimane vittima
di un incidente che lo porta a vedersi tranciata la gamba poco
sotto il ginocchio. Egli deciderà infine di farla amputare,
consapevole che non avrebbe più potuto riacquistare le sue
funzioni. Tale evento non pose però fine alla sua carriera, ma anzi
lo spinse a riprendere gli allenamenti per tornare a servire in
marina. Nel 1968, anche grazie all’utilizzo di una protesi, poté
tornare in servizio, divenendo a quel punto anche il primo uomo ad
aver subito un’amputazione a diventare palombaro. Egli terminò la
sua carriera nel 1979, continuando poi a svolgere un ruolo come
impiegato civile presso la Naval Station Norfolk.
Men of Honor: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Men of Honor – L’onore
degli uomini è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten Tv, Chili Cinema,Google
Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla
piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale
entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in
televisione il giorno sabato 19 novembre alle ore
21:15 sul canale La7.
La storia di cinema è ricca di film
il cui processo produttivo si è rivelato quantomai problematico, a
tal punto da divenire il principale motivo per cui ci si ricorda di
quei titoli. Casi esemplari come Apocalipse Now e L’uomo che uccise Don
Chisciotte sono solo due tra tanti esempi, ma uno dei più
recenti aggiuntosi all’elenco è Domino,
uscito nel 2019 e diretto dal celebre regista Brian De
Palma, autore di classici come Carrie – Lo sguardo di Satana,
Scarface e Carlito’s Way. Questo
suo ultimo lungometraggio, arrivato a sette anni di distanza da
Passion, è però stato
tutt’altro che una bella esperienza per il regista.
De Palma, infatti, ha avuto numerosi
scontri con i finanziatori e i produttori del film e si è visto
negare il final cut. In mano altrui, Domino è poi stato
pesantemente rimaneggiato, con oltre mezz’ora di tagli. A seguito
di ciò De Palma ha categoricamente disconosciuto il film, non
considerandolo più un suo progetto. Pur con tutti i suoi evidenti
difetti, però, questo rimane un’opera dove la regia di De Palma si
fa sentire, con continui richiami a suoi precedenti film come
Blow Out, Redacted e Vestito per uccidere, tra
virtuosismi, richiami hitckcockiani e riflessioni sul panorama
mediale contemporaneo.
Il film cerca di portare avanti un
articolato discorso sui meccanismi di protezione sociale e di
manipolazione della libertà dettati oggi dagli attuali governi e
messi in crisi da cellule terroristiche come quella dell’ISIS
presente all’interno del film. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Domino: la trama del film
Protagonista del film è
Christian Toft, un poliziotto dell’unità crimini
speciali della Danimarca. A lui viene affidato il compito di
rintracciare Ezra Tarzi, membro
dell’ISIS che ha ucciso il suo collega Lars
Hansen. Per riuscirci, Christian si avvale dell’aiuto
della collega Alex, la quale aveva anni prima
avuto una relazione proprio con Hansen. L’ingresso in gioco
dell’agente della CIA Joe Martin, però, reende
noto il fatto che Hansen era un agente doppiogiochista, scombinando
così tutto ciò che Christian credeva di sapere. Christian si
ritrova così al centro di un complotto più grande e perverso di
quello che si possa pensare. In una disperata corsa contro il
tempo, i due poliziotti dovranno scoprire i pezzi di questo
delicato gioco di equilibri e allo stesso tempo salvare le loro
vite.
Domino: il cast del film
Essendo una produzione danese, come
protagonista del film nei panni di Christian Toft si ritrova
l’attore Nikolaj
Coster-Waldau. Questi è meglio noto per aver
interpretato il ruolo di Jaime Lannister nella serie televisiva
Il Trono di Spade. Domino è
stato il suo primo progetto cinematografico seguente alla
conclusione della serie. Particolarmente coinvolto da questo, egli
decise non solo di approfondire il mestiere svolto dal suo
personaggio, ma anche di sostenere il progetto come produttore
esecutivo. Nel ruolo del collega Lars Hansen si ritrova invece
l’attore Søren Malling, mentre il terrorista Ezra
Tarzi è interpretato da Eriq Ebouaney, attore
francese che aveva già collaborato con De Palma per Femme
Fatale.
Nel ruolo di Alex, l’agente che
aiuta Christian nella sua ricerca, vi è invece l’attrice
danese Carice van
Houten. Come Coster-Waldau, anche lei proviene dal
mondo di Il Trono di Spade, dove ha interpretato la
sacerdotessa Melisandre. Originariamente, per il ruolo di Alex era
stata considerata anche l’attrice Christina
Hendrick, celebre per le serie Mad
Men e GoodGirls. Nel ruolo
dell’agente Joe Martin, invece, si ritrova l’attore australiano
Guy Pearce,
celebre per film come L.A. Confidential e
Memento. Proprio Pearce e la van Houten hanno una
relazione dal 2015 e nel 2016 è nato il loro figlio. All’interno di
Domino, tuttavia, i due condividono soltanto una scena,
durante la quale non si scambiano però alcuna battuta.
Domino: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Domino grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di sabato 19 novembre alle ore
21:20 sul canale Rai 4.
Nel corso della sua carriera
l’attore Denzel Washington si è distinto come
campione di film drammatici impegnati, dove si portano in risalto
le vite difficili di uomini comuni costretti a lottare contro
ingiustizie immani. Tra i tanti titoli di questo genere che lo
hanno reso celebre, si annovera in particolare un film forse poco
noto ma non meno significativo. Si tratta di John
Q., opera del 2002 scritta da James
Kearns e diretta da Nick Cassavetes,
celebre in particolare per aver diretto il film
Le pagine della nostra vita. Qui, insieme all’attore
premio Oscar, dà invece vita ad un dramma incentrato sulle
disparità sanitarie.
Le problematiche relative alla
sanità statunitense sono state in più occasioni oggetto di opere
cinematografiche, documentarie o meno. Alla base di John
Q. vi è però anche la volontà di dar vita ad un film quanto
più realistico possibile sul dramma che si genera in quanti non
hanno modo di ricevere le giuste cure. Una vicenda che tocca molto
da vicino anche lo stesso Cassavetes, il quale ha una figlia nata
con un difetto cardiaco. Incentrati sulla malattia sono infatti
molti dei film del regista e questo in particolare è dedicato, come
si può leggere durante i titoli di coda, alla figlia Sasha.
Proprio per via delle sue tematiche
dolorose, ma anche per la grande fede e speranza che il film vuole
trasmettere, John Q. si è affermato come un grande
successo di pubblico, arrivando a guadagnare oltre 100 milioni di
dollari a fronte di un budget di 36. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
John Q: la trama del
film
Protagonista del film è John
Quincy Archibald, operaio di fabbrica senza grandi pretese
che si limita a fare con piacere il proprio lavoro, consapevole che
così facendo a fine giornata potrà tornare soddisfatto a casa dalla
sua amata famiglia, composta dalla moglie Denise e
dal figlio Mike. Nonostante l’impegno che John
ripone nel proprio mestiere, la paga è sempre minima e la famiglia
si trova ad attraversare un difficile periodo finanziario,
accentuato dalla crisi economica. Tali preoccupazioni non gli
impediscono però di vivere quanto più serenamente possibile,
consapevoli di avere l’uno per l’altro.
Le cose, tuttavia, si incrinano nel
momento in cui il piccolo Mike ha un malore durante una partita di
baseball. Portato d’urgenza in ospedale, il dottor
Turner informa i due genitori che il bambino
soffre di una grave insufficienza cardiaca. Il tempo a loro
disposizione non fa che diminuire e l’unico modo per salvarlo è
eseguire un trapianto di cuore. L’operazione, tuttavia, ha un costo
elevatissimo, che la famiglia non può permettersi. Non riuscendo a
raccogliere i soldi necessari, John decide di ricorrere ad un atto
estremo: armato di pistola, prende in ostaggio medici e pazienti
del pronto soccorso, finché a suo figlio non verrà dato un nuovo
cuore.
John Q: il cast del
film
Come anticipato, ad interpretare il
ruolo del protagonista John Q. vi è l’attore premio Oscar Denzel Washington. Toccato profondamente dalla
tematica, l’attore vedeva il film come la possibilità di portare
ulteriormente all’attenzione la drammaticità della situazione
sanitaria statunitense. Grazie alla sua popolarità da interprete,
inoltre, poteva permettere al titolo di ottenere un grande
successo, proprio come poi è avvenuto. Nell’approcciarsi al ruolo,
egli ha avuto modo di conoscere diverse persone affette da
insufficienze cardiache e anche attraverso lunghe conversazioni con
Cassavetes è riuscito a infondere grande realismo nel ruolo.
Nel panni della moglie Denise,
invece, si ritrova l’attrice Kimberly Elise
Trammel, nota per la serie Close to Home – Giustizia
ad ogni costo. Daniel E. Smith è invece
l’interprete del piccolo Mike, figlio di John e Denise. Nei panni
del dottor Turner, invece, si ritrova il noto attore James
Wood, visto in film come Il giardino delle vergini
suicide e
Fino a prova contraria. Robert Duvall,
premio Oscar e tra i più celebri attori degli anni Settanta e
Ottanta, interpreta il negoziatore e sergente Frank Grimes.
Ray Liotta, noto in particolare per
Quei bravi ragazzi è invece il capo della polizia Gus
Monroe.
John Q: il trailer e dove vedere il
film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. John
Q è infatti disponibile nei cataloghi di
YouTube e Mediaset Play. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 19 novembre
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Glass
Onion, il nuovo murder mystery di
Rian Johnson, è pronto a sorprendere e intrigare il suo
pubblico. Dopo il successo di Cena con Delitto, gli appassionati del genere
whodonuit sono ora in trepidante attesa di scoprire quale
sia il mistero che il regista ha impiattato per loro, e che si cela
dentro l’isola greca del miliardario Miles Bron.
Le riprese del film sono iniziate il
28 giugno del 2021 proprio in una delle mete turistiche europee più
suggestive, la Grecia, e precisamente a Spetses, per poi
concludersi il 13 settembre dello stesso anno. L’hype
costruitosi attorno alla pellicola, che porta sul grande schermo il
genere per eccellenza dei plot twist, il giallo, è stato
decisamente alto e tali perciò sono anche le aspettative.
Poco prima dell’uscita in sala il
prossimo 23 novembre, e sulla piattaforma Netflix il 24 dicembre, il cast si è riunito assieme
al regista Rian Johnson per discutere e presentare l’avventura
crime di Glass Onion, con una
conferenza stampa globale. All’incontro,
purtroppo, ci si è subito accorti di due grandi assenze: Daniel Craig, la cui partecipazione è venuta
meno per alcuni problemi di salute dell’attore, e Dave Bautista,
che da quanto si è appreso è in Polonia per alcune riprese.
Glass Onion, una trama che si
ispira alla leggendaria “Lady Mallowan”
L’impianto narrativo di
Glass Onion, il cui sfondo è una luxury
vacation nella ile riche di un magnate, è stato il
tema centrale dell’intervista. La storia sembra strizzare un po’
l’occhio a un famoso racconto poliziesco della regina del genere
Agatha Christie: Assassinio sul Nilo. Ma se si vuole ampliare il raggio
dello sguardo alle altre opere dell’autrice britannica, è chiaro e
limpido che in linea generale entrambe le pellicole di Knives Out
abbiano seguito la falsariga delle sue storie. Ed è proprio da qui
che parte questa nuova avventura.
“È stata una sfida – ha
iniziato Rian Johnson – ma lo è stata anche
quando io e Daniel (Craig) abbiamo
realizzato il primo film (Cena con Delitto). Ci
siamo divertiti tantissimo, ci siamo detti: anche se va
modestamente bene possiamo continuare a farlo, ma il modo in cui
pensavamo di proseguire il lavoro era non continuando la storia del
primo film, ma piuttosto trattarlo come Agatha Christie trattava i
suoi libri, quindi un mistero completamente diverso, una location
completamente diversa, personaggi molto differenti. Io sono un suo
grandissimo fan, ammiro il suo lavoro”. Poi ha proseguito:
“Agatha Christie ha cambiato tutto da un libro all’altro,
mescolava i generi, creava dei cambi di eventi nelle narrazione che
erano fantastici, quindi ogni libro era un qualcosa di
completamente nuovo. Questa è stata la strada che ho seguito,
cercando al contempo di farla un pochino diversa.”
Johnson, pur prendendo come
riferimento Lady Mallowan, ha voluto comunque (e giustamente) far
emergere la sua impronta registica e stilistica che, sin dalle
prime battute, risulta prediligere l’humor e il
sarcasmo. È stato proprio Edward Norton a commentare questo aspetto,
sottolineando che “la ragione per cui i film di Rian sono così
divertenti è che lui ha sì operato allo stesso modo di Agatha
Christie, ma ha poi aggiunto meccanismi convenzionali,
sfaccettature divertenti e tradizionali in maniera particolare
attraverso cui, guardando il film, si possono rivedere i tempi in
cui si vive, poiché si rappresentano le difficoltà del nostro
momento, in un contesto molto attuale.”
Un cast ben assortito per
una pellicola corale
Johnson ha raccontato poi di aver
scritto la sceneggiatura nel 2020, quindi in pieno lockdown, in una
condizione limitante che ha scaturito in lui il desiderio di
trovarsi su un’isola greca, ambientazione del film e dimora
dell’omicidio. Riferendosi sempre ad Agatha Christie, il regista ha
sostenuto che non sono solo le tipiche e tradizionali campagne del
New England a rappresentare lo sfondo perfetto per questo genere,
ma ci sono tanti altri luoghi particolarissimi da cui si può
attingere, esattamente come fece la scrittrice nei suoi
romanzi.
La chiave del successo di un
film però, oltre allo spazio idilliaco in cui si svolge il
delitto, risiede anche nella bravura degli attori
che, per rendere il più autentici possibili i personaggi di cui si
vestono, devono impegnarsi anima, corpo e cuore. Glass
Onion, come lo stesso regista conferma, si può definire un
lungometraggio corale, in cui ogni figura ha un suo spazio definito
e preciso, indi per cui la scelta del cast è stata ancor più
minuziosa affinché si potesse restituire al pubblico un prodotto
sano e ben sviluppato. “Cerchi sempre di ottenere gli attori
migliori – ha detto Rian – e siamo stati fortunati perché
siamo riusciti ad averli. Ma c’è anche un ulteriore elemento, come
organizzare una cena, che è un qualcosa di corale, e sappiamo che
bisogna stare insieme in un luogo per tanto tempo, quindi devi
cercare di ingaggiare attori che siano assolutamente capaci di
ricoprire quel ruolo ma anche poi di lavorare insieme.”
Kate Hudson ha poi aggiunto che “ci deve
essere anche la capacità di rinunciare al proprio ego. Abbiamo
trascorso tanto tempo insieme, ogni giorno, anche se c’era il
backstage avevamo queste aree di attesa dove stavamo tutti insieme,
mangiavamo insieme la maggior parte delle volte ed era come se
fossimo in una compagnia teatrale. (…) Come diceva Rian,
ci vuole una certa grazia per affrontare questa esperienza con un
gruppo di persone, e lui è riuscito a trovarne uno di esseri umani
la cui caratteristica era proprio questa, il che è molto
raro.”
Miles Bron, un personaggio che ne
racchiude mille
Una delle figure più camaleontiche
della comitiva di amici in Glass Onion è fuor di
dubbio il miliardario Bron interpretato dall’azzeccato Edward
Norton. Il suo charme e la sua idea filosofica dietro il concetto
di disgregatori impregna gran parte del tessuto contenutistico del
film, con questo che li usa come scudo per nasconderne doppiezza e
avidità. Osservando il suo Miles è evidente che si sia attinti
molto dalla realtà per costruire un personaggio dalle mille
sfaccettature ma soprattutto dai mille volti.
A tal proposito è stato lo stesso
Norton a rispondere: “è sorprendente che la lista di coloro che
potrebbero essere considerati fonte di ispirazione diventi sempre
più lunga, anche magari con qualcuno a cui non avevamo mai pensato
come possibile candidato ma che invece potrebbe essere considerato
fonte di ispirazione.” Poi ha concluso: “Un po’ come la
canzone di Carly Simon (You’re so vain) “sei così vanesio che pensi
che questa canzone sia su di te”. Secondo me ci sono molti
milionari nel campo della tecnologia che magari pensano di vedere
se stessi riflessi nel personaggio”.
Il cast è stato molto attento a non
svelare alcuno spoiler di Glass Onion, e come lo
stesso Rian Johnson ha tenuto a specificare in un
videomessagio antecedente la proiezione, il gusto di guardare un
murder mystery è proprio nella partecipazione dello
spettatore che deve contribuire, in sala, a risolvere il caso.
Le auto sono le protagoniste di
Lamborghini: The Man behind the Legend, scritto e
diretto da Bobby Moresco e basato sulla biografia
Ferruccio Lamborghini: la storia ufficiale, di cui è
autore il figlioTonino Lamborghini. Questo biopic dalla produzione
accidentata, di cui si è iniziato a parlare già nel 2015, si
configura come un racconto pomposo che riesce nell’intento più
semplice – esaltare le bellezze italiane e le automobili d’epoca –
ma fallisce in tutto ciò che riguarda gli esseri umani, primo fra
tutti il suo protagonista.
La storia di Ferruccio
Lamborghini
Lamborghini: The Man behind
the Legend racconta la storia del geniale
Ferruccio Lamborghini (Frank
Grillo), nato nel 1916 a Renazzo (FE) in una famiglia
di contadini e che, nel 1963, ha fondato a Sant’Agata Bolognese il
marchio di auto sportive e SUV di lusso Automobili
Lamborghini, divenendo un industriale di fama mondiale. Il
sogno di Ferruccio era quello di battere il suo rivale di sempre
Enzo Ferrari e di dimostrare a se stesso e agli
altri che avrebbe potuto creare l’auto più veloce ed esteticamente
più bella del mondo. Ma inseguire i propri sogni può comportare un
prezzo enorme da pagare e Ferruccio era pronto a
sacrificare tutto: era un visionario, qualcuno che riusciva a
vedere cose che il resto di noi non solo non vede, ma riesce a
malapena a immaginare. Attraverso questo film, il regista
Bobby Moresco si è chiesto dunque cosa significhi
essere qualcuno che pensa in modo diverso da tutti gli altri e ha
il coraggio di agire in base a questi istinti e idee.
Prima di questo momento, del
successo e della fantomatica “leggenda” del titolo, c’é però il
racconto delle origini del giovane Ferruccio
(Romano Reggiani) che, ispirato dalla sua
formazione meccanica durante la Seconda Guerra Mondiale, sfida il
padre agricoltore (Fortunato Cerlino) dedicandosi
alla costruzione di trattori invece che alla loro guida. Decide di
fare socio il suo migliore amico Matteo (Matteo
Leoni) e riceve il sostegno dell’adorata moglie
Clelia (Hannah van der
Westhuysen), ma finirà per perderli entrambi: uno a causa
di una tragedia, l’altro per l’arroganza.
Le auto da corsa al cinema
Dal punto di vista cinematografico,
un progetto sull’automobile forse più conosciuta al mondo era
assolutamente destinato a realizzarsi; dopo il successo di Ford V Ferrari (Le Mans ’66), era solo
questione di tempo prima che altri registi si accodassero a
racconti di questo tipo. Il prossimo anno, sarà poi
Ferrari di Michael Mann, con
Adam Driver e Penélope Cruz come
protagonisti, a continuare questa tendenza.
Le continue modifiche nel pre e
durante la produzione del film sono probabilmente la causa della
scarsa organicità del film che, all’epoca, era stato pubblicizzato
come un biopic dalla portata gigantesca. Inizialmente,
Antonio Banderas e Alec Baldwin
dovevano essere i protagonisti del film, ma il ruolo di Banderas è
stato poi affidato a Frank Grillo che, per quanto
tenti di entrare nel personaggio, non sopperisce alla terribile
domanda del “come lo avrebbe interpretato Banderas”, che si
porranno tutti gli spettatori durante la visione.
Con Lamborghini: The Man
behind the Legend lo sceneggiatore/regista Bobby
Moresco cerca di raccontare in meno di 90 minuti la vita
personale e professionale di Ferruccio Lamborghini, scalfendone
solamente la superficie. Si percepisce chiaramente l’urgenza di
raccontare i principali successi del personaggio, limitandosi ad
accennare i dettagli biografici necessari per ritrarre
Lamborghini, un magnate dell’industria ma con
molte zone d’ombra nell’animo.
Lamborghini: il ritratto
superficiale di un uomo complesso
Lamborghini: The Man Behind
the Legend si concentra sui momenti salienti della
carriera del protagonista, lasciando tutto il resto in secondo
piano. Alla fine, non si percepisce quasi nulla dell’uomo e le
belle auto servono a malapena per ricordarci la leggenda.
Il ritratto indubbiamente affettuoso dello sceneggiatore e regista
Bobby Moresco è un’opera soffocante nella sua
estetica, che romanticizza tutto, dalle piazze ai vigneti, dai
pavimenti delle fabbriche ai motori delle auto, ma che non riesce
mai a mettere in scena le conquiste di un sognatore o – quando si
trattava di contrastare il dominio della Ferrari nel mondo
dell’auto – la grinta di un concorrente.
A cinque anni dall’uscita nelle sale
del film, Zack Snyder rende un tributo emotivo
alla sua defunta figlia e ai fan della DC con un toccante post
sulla Justice
League. Snyder occupa un posto speciale nel cuore di
molti fan dei fumetti per il suo lavoro non solo nell’aiutare a
lanciare Warner Bros.’ DC
Universe, ma anche per aver adattato per il grande schermo
300 di Frank Miller e
Watchmen di Alan Moore. Mentre i
critici sono rimasti in gran parte polarizzati sulle loro opinioni
sui suoi film, Snyder ha creato un’importante base di fan, che
avrebbe persino lanciato una campagna per aiutare a
ripristinare la sua visione originale della Justice League dopo aver lasciato il
film durante la post-produzione.
Zack Snyder ha
recentemente utilizzato Twitter per celebrare il quinto
anniversario della Justice League. Il regista ha
pubblicato un tributo emozionante sia ai fan della DC che alla sua
defunta figlia, Autumn, condividendo una citazione
con cui esprime la sua gratitudine per coloro che hanno contribuito
a realizzare il cut del regista.
“Autumn firmava tutto con questa
citazione: l’obbiettivo non è vivere per sempre, ma create qualcosa
che viva per sempre. A tutti voi che avete reso JL reale, onore a
lei.” E poi “Non solo per il vostro sforzo per la raccolta fondi
per la salute mentale, ma anche per aver avuto parte concreta nella
realizzazione di qualcosa che vivrà per sempre. E per questo, vi
sono eternamente grato.”
Not only by your massive fundraising effort
for mental health, but by having had a hand in creating something
that will live forever. And for that, I am eternally grateful.
#AFSP
#ZSJL
Mentre rimangono molte domande su
come Guardiani
della Galassia Vol. 3 concluderà la storia
del team titolare, il regista James Gunn ha
recentemente rivelato in un’intervista a ComicBook.com che il film
approfondirà la storia passata di Rocket. Il regista è attento a
non rivelare troppi dettagli su ciò che il film in uscita ha in
serbo per i fan, ma anticipa che il passato di Rocket sarà al
centro dell’intera storia emotiva che ha pianificato.
“[The Guardians of the Galaxy
Holiday Special] è anche molto, molto diverso dal Volume 3 perché
il Volume 3 sarà un film molto emozionante. E racconta questa
storia su Rocket, da dove viene e dove sta andando, e come questo
si lega a tutti gli altri, alla fine di questa iterazione di The
Guardians. Quindi, fare questa cosa frivola una volta ogni quattro
giorni, e poi andare a girare quattro giorni di Guardians Vol. 3, e
poi tornare indietro, ha quasi creato un colpo di frusta. Ma era
anche quasi come se i giorni dello Speciale delle Vacanze dei
Guardiani della Galassia fossero come i giorni di neve, sai? Quelli
erano… quella era la ricreazione. È stato divertente!”
Chiaramente il regista parla delle
riprese contemporanee del Vol. 3 e dello speciale natalizio, che è
stato invece molto più leggero rispetto al contributo emotivo che
invece richiederà il film che chiuderà la trilogia dei Guardiani
cinematografici originali.
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, Will Poulter insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCU Will Poulter e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock.
Nel film Marvel Studios l’amato
gruppo di emarginati sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill,
ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé
la sua squadra per difendere l’universo, oltre a proteggere uno di
loro. Una missione che, se non sarà portata a termine con successo,
potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li
conosciamo.
Empire Magazine ha dedicato la
doppia copertina del numero di questo mese al
prossimo Indiana Jones 5. Oltre a una doppia cover
speciale, ci sono anche delle foto inedite all’interno del numero.
Ovviamente, protagonista delle immagini è Harrison Ford, che torna per l’ultima
volta nell’iconico costume del professor Jones.
Indiana Jones 5 è infatti
in gestazione da diversi anni, con il progetto inizialmente
sviluppato da Steven Spielberg, prima che egli si
ritirasse dal progetto. Il regista di Le Mans ‘66 e LoganJames
Mangold è poi stato chiamato a dirigere il film, con
Harrison Ford
confermatissimo nei panni dell’iconico avventuriero. Accanto a lui,
in ruoli ancora non meglio chiariti, vi saranno gli attori Phoebe
Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.
Quanto oggi mostrato sembra relativo, oltre allo stesso Jones,
proprio ai personaggi interpretati da questi ultimi due attori.
Nelle foto diffuse si possono
infatti ritrovare quello che sembra certo essere il costume che la
Waller-Bridge sfoggerà nel film, mentre ve ne è anche uno che
potrebbe essere relativo all’antagonista, anche se non è ancora
certo che Mikkelsen avrà effettivamente tale ruolo. Accanto ai
costumi, alcuni artwork anticipano quelle che potrebbero essere
delle scene del film, con ambientazioni esotiche e inseguimenti su
improbabili mezzi. Si possono ritrovare tali foto dei costumi e dei
concept art qui di seguito, sul profilo ufficiale di ComicBook.
Indiana Jones 5 ha una data d’uscita attualmente fissata
al 30 giugno 2023.
È di nuovo “Quel
periodo dell’anno“, che a quanto pare ogni anno arriva un po’
prima. Che sia per il bisogno di credere alle – o vivere nelle –
favole, o solo per motivi commerciali, tra gli effetti più evidenti
c’è sicuramente anche il proliferare dell’offerta al pubblico di
prodotti come il The Christmas Show di
Alberto Ferrari. Una commedia
corale leggera sulla magia del Natale con
Serena Autieri,
Raoul Bova,
Francesco Pannofino, Tullio Solenghi e Ornella
Muti che Viva Productions – in collaborazione con Altre
Storie e Adler Entertainment – distribuisce nelle sale dei cinema a
partire dal 17 novembre.
Natale nella Casa –
The Christmas Show
Non sarà un caso che il
regista abbia scritto la storia durante la pandemia, come dice lui,
in cerca di “una piccola luce”, per “solleticare quella parte di
noi che ancora crede a Babbo Natale e che non smetterà mai di
farlo”. E per riuscirci abbia pensato alla Sofia di Serena Autieri
e i suoi due figli, Ricky e Alice, un terzetto che conduce una vita
disincantata dopo un grave lutto e tra le mille difficoltà del
quotidiano. Che per la famiglia Rovati sta per cambiare
radicalmente, a partire dal Natale fuori dal comune che si
prospetta a partire dalla inaspettata partecipazione al
seguitissimo reality Christmas Show. Un’esperienza che porterà loro
e alcuni loro conoscenti a vivere situazioni sorprendenti, non
ultima la scoperta del misterioso vicino di casa, l’affascinante
Pierre, che potrebbe conquistare il cuore di Sofia… e non solo.
Si spera nella magia
del Natale
Salvo le pillole di
background a creare un minimo di contesto, il film è
sostanzialmente la cronaca di un reality che in pochi vedremmo se
lo trovassimo in prima serata o su qualche pay tv. Uno show
natalizio limitato nel tempo e nei mezzi che punta in maniera
piuttosto univoca a un pubblico familiare, di quei genitori in
cerca di un titolo per portare al cinema nei pomeriggi delle Feste
i propri bambini. E non solo, visto l’inserimento nel cast dei
teenager Alice Andrea Ferrari, Nicolò Bertonelli
(Braccialetti rossi e presto a teatro con
Tick, Tick… Boom) o Adriano Occulto
(Il collegio,
Ragazzaccio).
Forse i più naturali tra
le maschere offerte ai vari interpreti, chiamati a dar corpo a
stereotipi di facile riconoscibilità o identificazione, più che
empatizzazione, che richiederebbe un altro tasso di
caratterizzazione, o drammatizzazione, che di fatto manca. Senza
che nessuno ne senta la mancanza, vista la messa in scena di un
prodotto costruito – come detto – per raccontare una vicenda
semplice quanto edificante dalla quale non è il caso di aspettarsi
intrecci particolarmente avvincenti.
Un plauso alla Autieri,
vero cardine dello sviluppo, senza nulla togliere ai vari Bova e
Pannofino (in gran spolvero dopo Boris 4 e
al quale tocca il personaggio più ricco di sfumature e gag), ai
quali come accennato si chiede principalmente di indossare un
costume, come vediamo, con esiti diversi. Né ai due nonni della
strana coppia Muti-Solenghi, convinti a fare gli anziani
‘alternativi’ e a colorare lo sfondo.
Encomiabile, insomma,
l’intento del regista di voler “giocare con l’immaginario
collettivo” natalizio, peccato che a venire meno sia il racconto
dell’altrettanto dichiarato “straordinario che invade il quotidiano
e lo rende unico”. In questo senso, a poco valgono i supposti colpi
di scena o le citazioni ai vari Frequency,
Ritorno al Futuro che potrebbero non esser colte
dallo spettatore medio cui sono rivolte, a parte quella de
Il piccolo principe. Mentre invece merita
sottolineare come la parte migliore sia forse quella rimasta sulla
carta, solo in parte riconoscibile, relativa a temi non banali come
quello dell’elaborazione del lutto e della separazione, dell’ansia
da accettazione, di sé e del ruolo sociale assegnato, e la speranza
che può riaccendersi dopo la scelta – comune a molti – di mettere
in pausa la propria vita, con il rischio di rassegnarsi a che resti
interrotta.
Il nuovo film
MCU ha
finalmente rivelato cosa è successo a Wakanda durante il
Blip. Dopo lo schiocco delle dita di Thanos in Avengers: Infinity War – l’evento
che ha cancellato metà delle creature dell’universo – la maggior
parte degli spettatori si aspettava un cambio di direzione per
l’intero franchise. Tuttavia, Avengers: Endgame è iniziato con un
salto temporale di cinque anni, bypassando completamente gli eventi
del Blip. Solo successivamente la Marvel ha rivelato ciò che
è successo durante il famoso salto temporale che precede
Endgame.
Se il primo
Black Panther sorvola su cosa è successo a
Wakanda durante il Blip, Wakanda Forever pone il focus non solo sulla
morte del re T’Challa, ma anche sulle conseguenze dello
Snap di Thanos.
Ramonda diventa il capo del
Wakanda
Stando a Black Panther: Wakanda Forever, dopo la
tragica morte di T’Challa, Ramonda viene
“reintegrata’’ come sovrano del Wakanda. Questo fatto
indica implicitamente che Ramonda sia salita al trono
durante il Blip. La teoria è plausibile, dato che sia
T’Challa che Shuri sono rimaste vittime
dello Snap di Thanos. Durante il Blip,
il Wakanda ha vissuto un momento di grande confusione.
Prima la sparizione T’Challa, che in teoria doveva essere
l’ultima Pantera Nera. Poi la strage delle scorte
dell’Erba aFogliadi Cuore Infine
la perdita di Shuri, l’unica scienziata in grado di
sintetizzare l’erba. In tutto ciò, Ramonda viene posta
come guida del Wakanda.
Wakanda si eclissa dal resto del mondo
In
Black
Panther, il Wakanda era nascosto dagli
ologrammi. Nel secondo film, il mondo di Ramonda ritorna
ad essere isolato dal resto dell’MCU.
Probabilmente, dopo l’infrazione di Thanos, i
sopravvissuti hanno cercato di ricreare la sicurezza del
Wakanda attraverso l’isolazionismo. Sicuramente,
Ramonda ha svolto un ruolo di primo piano nella
restaurazione dell’equilibrio.
Rimane in dubbio quale posto sia spettato a
Okoye durante il Blip. Come sappiamo da
Avengers: Endgame, Okoye è rimasta in contatto
con i Vendicatori, unendosi anche al consiglio olografico
di Vedova Nera. Probabilmente, il Wakanda è stato
tenuto fuori dagli eventi principali del Blip e
Okoye ha guidato nell’ombra le forze dentro e fuori dal
Wakanda.
Nakia partorisce il figlio di
T’Challa
Infine,
Black Panther: Wakanda Forever conferma che
Nakia è sopravvissuta allo Snap di
Thanos. Il film rivela che Nakia ha lasciato
Wakanda poco dopo l’attacco di Thanos.
Tuttavia, non è chiaro se la donna sia fuggita prima o dopo la
nascita di suo figlio Toussaint. Stando alla scena tra i
titoli di coda di Black Panther, T’Challa
sapeva che Nakia era incinta. Per non includere il
bambino nella linea di successione, i due decidono che la donna e
il piccolo devono fuggire ad Haiti. Al
tempo, Nakia non poteva imaginare che
T’Challa sarebbe tornato dopo il Blip per poi
incontrare la morte definitivamente. In
Black Panther:
Wakanda Forever assistiamo alla tragica e straziante
storia di Nakia.
I film
Horror non bastano mai, sono una continua fonte di storie,
sia che facciano soltanto saltare dalla sedia, sia che
rappresentino uno sguardo sulla società in cui viviamo. Il cinema
ha sempre fatto affidamento al genere per “sostenersi” e ancora
oggi molti dei più brillanti storyteller si affidano al suo
linguaggio per raccontare le loro storie. Non fa eccezione la lunga
lista di film Horror del
2022.
Tra progetti più sperimentali,
grandi autori che tornano a raccontare le loro storie dell’orrore e
soprattutto film che appartengono alle saghe più amate del filone
horror, tra conclusioni e reboot, sarà un anno d’oro per il genere!
Di seguito, ecco tutti i film horror in uscita nel
2022 da non perdere assolutamente!
Film horror 2022
Scream
Altro reboot da un franchise di
enorme successo firmato Wes Creven.
Venticinque anni dopo una serie di brutali omicidi che hanno
sconvolto la tranquilla cittadina di Woodsboro, in California, un
nuovo killer indossa la maschera di Ghostface e inizia a prendere
di mira un gruppo di adolescenti. Diretto da Matt Bettinelli-Olpin,
Tyler Gillett il film è uscito il 13 Gennaio 2022. Arriverà tra
poco sulle piattaforme e ritornano nel cast le attrici
originali Neve Campbell, Courteney Cox e David
Arquette. Qui la
recensione.
Non aprite quella
porta
E’ l’annunciato sequel targato
Netflix e ennesimo film basato sul franchise
basato a sua volta su una storia
vera. Il primo film di Tom Hooper è diventato un vero e proprio
cult. Ma di cosa parla il nuovo film? Dopo quasi 50 anni di
latitanza, Faccia di Cuoio ritorna per terrorizzare un gruppo di
giovani amici idealisti che accidentalmente sconvolgono il suo
mondo protetto, in una remota città abbandonata del Texas. Il film
è uscito il 14 Febbraio 2022 su Netflix.
Occhiali neri
Il ritorno del maestro del brivido
per eccellenza, il nostro Dario Argento.
Occhiali neri (qui la recensione) segna il
ritorno del regista nelle sale cinematografiche a 10 anni dal suo
precedente lavoro, Dracula 3D. La storia di questo nuovo
progetto si svolge a Roma. Protagonista è Ilenia
Pastorelli nei panni di una donna che per sfuggire ad
un aggressore va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la
vista. Dallo choc riemerge però decisa a combattere per la sua
sopravvivenza.
Jeepers Creepers:
Reborn
Jeepers Creepers: Reborn è
un film horror americano scritto da Sean Michael
Argo e diretto da Timo Vuorensola. È il
quarto film della serie di film Jeepers Creepers e
dovrebbe essere distribuito da Screen Media Films nel 2022. Al
momento non sappiamo se il film uscirà in Italia al cinema. Nel
film, nel contesto del festival Horror Hound, Chase e la sua
ragazza Laine iniziano a provare premonizioni inspiegabili e
visioni inquietanti associate al passato della città e al
Creeper.
Nope
Nope
(qui la recensione) è un film
horror del 2022 uscito ad agosto in Italia, scritto, diretto e
prodotto da Jordan Peele sotto il marchio della
sua casa di produzione Monkeypaw Productions.
Protagonisti del film Daniel Kaluuya, Keke
Palmer e StevenYeun, i
quali si trovano a confrontarsi con un fenomeno inspiegabile
presente nel cielo sopra di loro. Tra dramma, mistero, horror e
profonde riflessioni sociali, Nope segna il ritorno alla
regia di Peele, reduce dai clamorosi successi di Scappa – Get Out e
Noi.
Men
Men è un
film drammatico horror uscito ad agosto in Italia, scritto e
diretto da Alex Garland, autore anche di Ex
Machina e Annientamento. Il film è interpretato da
Jessie Buckley e Rory Kinnear,
protagonisti di una storia che vede una giovane donna recarsi in
vacanza da sola nella campagna inglese dopo la morte dell’ex
marito. In quei luoghi apparentemente incontaminati, però, qualcosa
sembra sfuggire alle leggi della logica, dando vita ad un vero e
proprio incubo.
Halloween Ends
Halloween
Ends (qui la recensione) è stato uno
dei film horror più attesi del 2022, uscito ad ottobre per la regia
di David Gordon Green e scritto da Green,
Danny McBride, Paul Brad Logan e da Chris
Bernier basato sui personaggi ideati da John
Carpenter e Debra Hill. Si tratta del
sequel di Halloween Kills del 2021 ed è la tredicesima e
ultima puntata del franchise di Halloween. Il film è
interpretato da Jamie Lee
Curtis e Nick Castle che riprendono i
ruoli di Laurie Strode e Michael Myers, con James Jude
Courtney che interpreta Myers. Andi
Matichak, Will Patton e Kyle
Richards riprendono i ruoli della nipote di Laurie,
Allyson, del vice Frank Hawkins e Lindsey Wallace.
Non sarai sola
Non sarai
sola è un film horror uscito in Italia nel luglio del
2022, coprodotto a livello internazionale e scritto e diretto da
Goran Stolevski, al suo debutto alla regia. Nel
cast si ritrovano Noomi Rapace, Anamaria Marinca,
Alice Englert, Carloto Cotta, Félix Maritaud e
Sara Klimoska. La trama si svolge nella Macedonia
del 19º secolo, dove una giovane donna viene rapita in un isolato
villaggio di montagna e trasformata successivamente in una strega
da un antico spirito.
Firestarter
Firestarter (qui la recensione) è un film
horror di fantascienza americano diretto da Keith
Thomas, basato sull’omonimo romanzo di Stephen
King e con protagonisti Zac
Efron, Ryan Kiera Armstrong, Sydney Lemmon,
Michael Greyeyes e Kurtwood Smith. Nel
film, un padre deve proteggere sua figlia dopo che ha sviluppato la
pirocinesi ed è braccata da un’agenzia governativa segreta che
intende catturarla e controllarla. Nel corso della loro fuga, si
scatenerà una scia di violenza e sangue senza eguali.
X – A Sexy Horror Story
X– A
Sexy Horror Story (qui la recensione) è un film
slasher americano scritto, diretto e montato da Ti
West. Il film è interpretato da Mia Goth, Jenna Ortega, Martin
Henderson, Scott Mescudi e Brittany Snow.
Nel film, in una fattoria isolata in Texas, una troupe
cinematografica arriva per girare un film per adulti. I loro
ospiti, una coppia di anziani solitari, si interessano in modo
speciale ai nuovi arrivati. Al calar della notte, l’interesse
malizioso della coppia sfocia però nella violenza e nella
follia.
Pearl
Pearl
(qui la recensione) è film horro
del 2022 diretto da Ti West con Mia Goth,
David Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland, Emma
Jenkins-Purro. Si tratta del sequel/prequel di X – A
Sexy Horror Story. Intrappolata nella fattoria isolata della
sua famiglia, Perla deve occuparsi del padre malato sotto la
sorveglianza amara e prepotente della sua devota
madre. Desiderando una vita affascinante come quella vista nei
film, le ambizioni, le tentazioni e le repressioni di Pearl si
scontrano, nella straordinaria storia delle origini ispirata al
technicolor dell’iconico cattivo di X.
Gli occhi del
diavolo
Gli occhi del
diavolo è un film horror soprannaturale americano di
prossima uscita diretto da Daniel Stamm e scritto
da Robert Zappia. I protagonisti sono
Jacqueline Byers, Virginia Madsen e Ben
Cross. La trama ruota intorno a Suor Ann, una
venticinquenne irrequieta che crede fermamente che eseguire
esorcismi sia la sua vocazione. Il suo desiderio di mettersi alla
prova prende una piega imprevista quando incontra uno dei pazienti
più disturbati della scuola. Durante i loro strazianti incontri, la
sorella Ann si trova faccia a faccia con una forza demoniaca che
infesta la scuola e ha misteriosi legami con il suo passato.
Crimes of the Future
Crimes of the
Futuresegna il ritorno al cinema di
David Cronenberg. Il film offre un tuffo profondo
in futuro non troppo lontano, in cui l’umanità sta imparando ad
adattarsi al suo ambiente sintetico. Questa evoluzione sposta gli
esseri umani oltre il loro stato naturale e in una vera e propria
metamorfosi del corpo, che altera la loro composizione biologica.
Presentato a Cannes, Crimes of the Future ha per
protagonisti Viggo
Mortensen, Léa Seydoux e Kristen
Stewart.
Smile
Smile
(qui la recensione) è un film
horror psicologico statunitense del 2022 scritto e diretto da
Parker Finn, basato sul suo corto del 2020
Laura Hasn’t Slept. Il film ha come attori Sosie
Bacon, Jessie T. Usher, Kyle Gallner, Caitlin Stasey, Kal
Penn e Rob Morgan. La trama ruota intorno
ad una donna costretta a confrontarsi con il suo passato per
sopravvivere e sfuggire ad una nuova e agghiacciante realtà.
The Slaughter – La mattanza
The Slaughter – La
mattanza è un film horror italiano diretto da
Dario Germani con Roberto Luigi
Mauri, Tonia De Micco, Fabrizio Bordignon, Robert Madison
e Jessica Pizzi. La storia ha per protagonisti
quattro ragazze e tre ragazzi, i quali decidono di trascorrere una
notte di sballo all’interno di un grande stabilimento
cinematografico di sviluppo e stampa. Sarà l’inizio di una notte di
terrore.
Hatching – La forma del male
Hatching – La forma del
male (qui la recensione) è un film
horror del 2022 diretto da Hanna Bergholm e
scritto da Ilja Rautsi. È stato presentato in
anteprima al Sundance Film Festival 2022 il 23 gennaio 2022, e
distribuito in Italia il 6 ottobre dello stesso anno. La storia
ruota intorno ad un uovo che una dodicenne trova nel bosco e decide
di custodire finché non si schiuda. Ciò che uscirà da quel guscio,
tuttavia, darà vita ad orrori che metteranno alla prova la
stabilità della sua famiglia.
Cracked
Cracked è un film tailandese di
Surapong Ploensang con Byron Bishop,
Chayanit Chansangavej, Nichkhun e Nutthatcha
Padovan. Quando il padre di Ruja, un famoso pittore,
muore, lei torna in Thailandia per l’eredità. Un amico di famiglia
le consiglia di vendere una serie di opere, ma il soggiorno di Ruja
è funestato da una presenza oscura. Quante sinistre verità si
celano dietro i quadri? Presentato al Far East Film Festival di
Udine, il film non ha ancora una distribuzione in sala.
Goodnight Mommy
Diretto da Matt
Sobel, Goodnight Mommy è un film
horror distribuito sulla piattaforma Prime Video il 16 settembre 2022. Si tratta del
remake dell’acclamato film omonimo di produzione austriaca del
2014. Quando due fratelli gemelli arrivano a casa e trovano il
comportamento della madre alterato e il suo viso coperto da bende
chirurgiche, iniziano a sospettare che la donna sotto la garza non
sia chi dice di essere.
Piove
Piove (qui la recensione) è un film di
genere thriller/horror del 2022, diretto da Paolo
Strippoli, con Fabrizio Rongione, Francesco
Gheghi, Aurora Menenti e Cristiana
Dell’Anna. La storia ruota intorno ad una nebbia che, con
la pioggia, esce dalle fogne ed entra nel corpo di chi la respira,
facendo uscire il peggio di sé. Nessuno sembra poter sfuggire a
ciò, neanche Thomas e i suoi due figli, già segnati dal dolore e
dalle divisioni interne.
Con la serie di film intitolati
Scream, il
regista dell’horror Wes Craven regala al cinema un
nuovo iconico killer, chiamato Ghostface per via della
caratteristica maschera da lui indossata. Protagonista di quattro
film, il personaggio è tutt’oggi una delle figure chiave del cinema
thriller, mentre la serie ha contribuito a ridefinire le
caratteristiche del genere, segnando un momento di passaggio
all’interno di questo. In particolare, tali titoli contribuirono a
rilanciare il successo degli slasher, film nei quali un
maniaco omicida dà la caccia ad un gruppo di persone. L’arrivo di
Scream al cinema nel 1996 fu dunque una
vera e propria rivoluzione.
Il regista Wes
Craven, noto anche per essere l’autore della saga horror
Nightmare, ebbe l’idea per il film a partire da un vero
serial killer. Questi è Danny Rolling, il quale confessò l’omicidio
e la mutilazione di cinque studenti in Florida tra il 1989 e il
1990. Questi, catturato, si trovò infine condannato a morte tramite
iniezione letale nel 2006. La figura del killer dei film, come
anche gli omicidi da lui perpetrati sono basati su quelli
realizzati da Rolling, e ciò contribuì a generare una concreta
paura nei confronti del personaggio di Ghostface.
Fondendo spaventose scene tipiche
del genere con elementi comici o satirici, Scream
ottenne un grandissimo successo tanto di critica quanto di box
office. A fronte di un budget di soli 14 milioni riuscì infatti ad
incassare nel mondo un totale di 173 milioni di dollari, spianando
così la strada ai successivi sequel. In seguito, questo divenne
oggetto di dibattito anche per via di alcuni efferati omicidi
accaduti negli anni seguenti. In molti hanno accusato
Scream di aver ispirato tali crimini, inducendo ad atti di
violenza. Benché ciò sia stato del tutto involontario, tali eventi
contribuirono in modo piuttosto macabro al successo del film,
ancora oggi considerato un vero e proprio cult.
Scream: la trama del
film
Il primo film della serie si apre
con l’adolescente Casey Becker, in casa da sola
mentre attende l’arrivo del fidanzato. Improvvisamente, la ragazza
viene contattata telefonicamente da un misterioso interlocutore che
minaccia di uccidere sia lei che il fidanzato qualora non risponda
correttamente ad alcune domande sui film horror. Per sua sfortuna,
l’omicida è più astuto del previsto, e riuscirà a ingannarli ed
ucciderli brutalmente entrambi. Ha così inizio la vicenda relativa
all’assassino Ghostface e ad i suoi brutali
omicidi. Morta Casey, la protagonista si rivela essere
Sydney Prescott, giovane e innocente, la quale ad
un anno esatto dalla morte della madre comincia a ricevere strane
telefonate.
Attraverso una complessa indagine,
arriverà a scoprire che queste sono realizzate dallo stesso killer
di Casey. Questi si manifesta poi con il volto celato da una
misteriosa maschera bianca e il corpo avvolto da una spettrale
tonaca nera, iniziando a perseguitare la ragazza e i suoi amici con
l’intento di ucciderli tutti senza pietà. Neanche le forze
dell’ordine sembrano poter fermare la forza omicida di Ghostface, e
così la giovane ragazza capisce che l’unico modo per uscirne viva è
scoprire il mistero che si nasconde dietro quelle violenze. Per
poter risolvere tale enigma, però, Sydney sarà costretta a scavare
nel proprio passato, andando a ricercare elementi di questo
particolarmente dolorosi. Ben presto capirà che la morte di sua
madre è strettamente collegata ai nuovi omicidi.
Scream: il cast del
film
La protagonista della serie è
indiscutibilmente Sydney Prescott, interpretata dall’attrice
Neve Campbell. Questa fu individuata dal regista
all’interno del cast di una serie televisiva, e venne scelta per la
sua capacità di sembrare innocente ma avere anche il potenziale di
destreggiarsi in situazioni particolarmente rischiose. L’attrice,
tuttavia, inizialmente si dichiarò restia ad accettare il ruolo,
non volendo prendere parte ad un nuovo film horror. Si convinse
però per il fatto che quello di Sydney sarebbe stato il suo primo
ruolo da protagonista. Inoltre, il carattere del personaggio le
sembrava abbastanza convincente da non risultare la classica
ragazza stereotipata da horror.
Il ruolo della protagonista era
stato in realtà inizialmente offerto all’attrice Drew
Barrymore. Questa preferì però ricoprire il ruolo di
Casey, visto all’inizio del primo film. La Barrymore sosteneva
infatti che se un’attrice popolare come lei dava volto ad un
personaggio che viene subito eliminato dal film, gli spettatori
avrebbero provato ulteriore spavento e smarrimento, non sapendo
cosa aspettarsi. La produzione desiderava poi legarsi ad attori il
più popolari possibile, e per questo per il ruolo della giornalista
Gale affidarono il ruolo a Courtney Cox. All’epoca
questa celebre per il ruolo di Monica in Friends, che
interpretava dal 1994. L’attrice, interessata alla parte, dimostrò
di poter interpretare un personaggio controverso, finendo con il
convincere i produttori.
Nel film appare anche l’attore
Liev
Schreiber, nel ruolo di Cotton Weary. Celebre è invece
il cameo di Henry Winkler, noto come Fonzie in
Happy Days. Questi ricopre qui il ruolo di Himbry, preside
della scuola frequentata dai protagonisti. Data la sua popolarità,
egli decise di non far sapere del proprio coinvolgimento nel film.
Ciò permise di non indirizzare su di lui tutte le attenzioni del
pubblico. Altro ruolo rimasto iconico è quello di Tatum Riley,
interpretato dall’attrice Rose McGowan. Questa
dimostrò la vincente capacità di risultare la classica ragazza
cinica e innocente, con sfumature inedite rispetto al classico
stereotipo. David Arquette è il vicesceriffo Linus
Riley, mentre Skeet Ulrich e Matthew
Lillard interpretano rispettivamente Billy Loomis e Stu
Macher.
Scream: il nuovo sequel,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Dopo l’ultimo capitolo ufficiale
della saga, Scream 4, uscito nei cinema nel 2011, da
subito sono iniziate a circolare le voci circa un quinto capitolo.
La scomparsa nel 2015 del regista Craven, tuttavia, ha
inevitabilmente rallentato i lavori a riguardo. Nel corso del 2020
sono però arrivate nuove conferme a riguardo, anticipando così
l’imminente arrivo di un quinto capitolo. Tra l’agosto e il
settembre di questo anno sono infatti stati confermati i ritorni di
Coutney Cox, David
Arquette e, soprattutto, di Neve
Campbell. Questi riprenderanno i loro celebri
personaggi, in quello che dunque dovrebbe essere un vero e proprio
sequel diretto. Intitolato semplicemente Scream, il quinto
capitolo è infine arrivato in sala nel gennaio del 2022,
riscuotendo un buon successo.
Nell’attesa di vedere il nuovo film,
è possibile fruire del primo Scream
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Now TV, Google Play, Apple iTunes, Paramount+ e Tim Vision. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione
venerdì 18 novembre alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Partirà lunedì 21 novembre la
undicesima edizione di A TUTTO SCHERMO, la rassegna online
dedicata al cinema indipendente italiano di qualità a cura della
Rete degli Spettatori e in collaborazione con la
piattaforma di CG Entertainment. Anche questa edizione
vedrà protagonista non solo il miglior cinema di finzione ma anche
il mondo del documentario, un modo di fare cinema che è avanguardia
rispetto ai linguaggi e alle tecnologie contemporanei. A TUTTO
SCHERMO nasce con l’obiettivo di intercettare tutta una serie
di titoli italiani che hanno avuto poca tenitura in sala, a causa
di mere logiche di mercato, o sono al momento transitati solo nel
circuito festivaliero, per dar loro una nuova vita, una nuova
possibilità di visione per un pubblico più ampio e variegato ormai
abituato a nuove modalità di visione.
Grazie alla collaborazione con CG
tv, piattaforma da sempre attenta al cinema italiano indipendente e
ai migliori documentari in circolazione, A TUTTO SCHERMO
potrà valorizzare la selezione di titoli che saranno visibili in
streaming e arricchiti di interviste e approfondimenti, per
raggiungere un pubblico che altrimenti non avrebbe mai avuto la
possibilità e lo spazio per vederli. Inoltre, durante tutta la
durata della rassegna, ci saranno anche eventi in presenza con
proiezioni speciali in sale selezionate in tutta Italia a
conferma del binomio ON-OFF alla base della manifestazione. La
rassegna – disponibile dal 21 novembre al link https://www.cgtv.it/atuttoschermo
– si struttura in tre percorsi, uno dedicato al miglior cinema
indipendente italiano e gli altri due al mondo del
documentario, che saranno acquistabili singolarmente:
Percorso A Tutto Schermo 22
(costo pacchetto 20 euro) – 5 documentari praticamente inediti o
passati solo ai Festival saranno disponibili in streaming per tutto
il periodo e arricchiti da una proiezione speciale alla presenza
virtuale del regista per introdurre e approfondire personalmente il
titolo.
“The Matchmaker” di Benedetta Argentieri (2022) – Fandango,
Venezia 2022 fuori-concorso. Premiere 25 novembre alla
presenza della regista
“Rue Garibaldi” di Federico Francioni (2021) – Produzione:
Cinevoyage Premiere 1 dicembre alla presenza
del regista
“Divided: What Language Do You Express Love in?” di Federico
Schiavi e Christine Reinhold (2022) – Produzione: A World With a
View in collaborazione con Nacne Premiere 5 dicembre alla
presenza dei registi
“Innesti” di Sandro Bozzolo (2022) – Produzione Una Film,
Enrica Viola Premiere 13 dicembre alla presenza del
regista
“Nulla di sbagliato” di Davide Barletti e Gabriele Gianni e
prodotto da Cinemovel in associazione con CIAI e Con i Bambini
nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa
(2020) Premiere 15 dicembre alla presenza dei
registi
Percorso Altri sguardi
(costo pacchetto 10 euro) – selezione di 5 film dalla library di CG
Entertainment, espressione del miglior cinema indipendente degli
ultimi 20 anni, arricchiti da approfondimenti.
Il resto di niente – Antonietta De Lillo, 2004
I cormorani – Fabio Bobbio, 2016
L’ospite – Duccio Chiarini, 2018
Sole – Carlo Sironi, 2019
Selfie – Agostino Ferrente, 2019
Percorso L’invenzione del
reale (costo pacchetto 10 euro) – selezione di 5 documentari
degli ultimi dieci anni dalla library di CG Entertainment,
arricchiti da approfondimenti.
The Dark Side of the Sun – Carlo Hintermann, 2011
Terramatta – Costanza Quatriglio, 2012
Noi non siamo come James
Bond – Mario Balsamo, 2013
Un altro me – Claudio Casazza, 2016
Il senso della bellezza – Valerio Jalongo, 2017
A TUTTO SCHERMO è un
progetto a cura della Rete degli Spettatori in
collaborazione con CG Entertainment, e con Cinefilos.it media partner
dell’iniziativa.Iniziativa realizzata con il contributo
e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo –
Ministero della Cultura
LA RETE DEGLI SPETTATORI _
CHI SIAMO
Nel 2011 nasce la Rete degli
Spettatori con l’obiettivo di valorizzare i nostri migliori autori
e le loro opere attraverso la promozione, il supporto e la
creazione di nuovi canali e nuove modalità distributive,
coniugandoli con il sostegno alle sale e con attività di
introduzione al linguaggio e alla conoscenza del cinema nelle
scuole. L’associazione 100autori ha deciso di condividere con noi
il progetto fin dalla sua nascita, ravvisando nei suoi principi e
obiettivi un carattere di urgenza e priorità. In un mercato
nazionale che sempre più mortifica la qualità, negandogli spazi e
visibilità, soprattutto in provincia e tra i giovani, abbiamo
cercato di dare una risposta contribuendo alla diffusione della
conoscenza del cinema italiano, del suo linguaggio e della sua
storia, promuovendo l’incontro tra autori e pubblico. Tante sono le
realtà con le quali ci siamo confrontati e abbiamo collaborato,
grandi e piccole, raggiungendo dei risultati interessanti
soprattutto in quelle sale di profondità che rappresentano la
colonna vertebrale della diffusione del cinema di qualità in
Italia.
Dal 9 all’11 dicembre presso
il Teatro Tina Di Lorenzo di Noto si terrà la prima edizione
di Vision2030, premio che nasce con l’intento di
diventare il punto di riferimento nazionale per il dibattito e la
promozione di opere cinematografiche, audiovisive e artistiche
inerenti ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Molte
saranno le personalità nazionali e internazionali che interverranno
con attività e dibattiti e che parteciperanno come giuria della
kermesse.
Promossa dal Ministero della
Cultura, Comune di Noto con il Patrocinio di Asvis, Unioncamere
in collaborazione con Dire Fare Cambiare,Tadàn
Produzioni e Siamo in diretta, con la direzione
artistica di Giulia Morello.
L’evento, prodotto da Smile
Vision, sarà suddiviso in tre giornate per approfondire il tema
della cultura sostenibile: etica, a dimensione umana e nel pieno
rispetto dell’ambiente. Si terranno proiezioni di documentari
riguardanti tematiche strettamente legate all’Agenda 2030, talk e
panel che coinvolgono realtà locali e nazionali tra le più attive
nel contesto cinematografico e ambientale, confronto pubblico con
gli enti promotori di protocolli Green per la produzione
cinematografica, allo scopo di sensibilizzare in primis la
filiera produttiva e di riflesso il pubblico partecipante con
particolare attenzione alle nuove generazioni.
Molte attività vedranno un
coinvolgimento attivo e diretto del pubblico: pulizie della costa
con Legambiente; Virtual Reality in collaborazione con Rai Cinema ,
silent disco in collaborazione con Yourban2030 che, realizzerà per
l’occasione uno smart wall in biopiastrelle presso la stazione dei
bus di Noto, trasformando la parete in un muro d’arte connettivo,
capace di offrire una connessione wi fi 5G ai cittadini e di
veicolare contenuti del Comune di Noto.
L’11 dicembre, a conclusione della
manifestazione. verranno assegnati diversi premi da una giuria di
qualità: dal miglior documentario ambientale, al miglior film
prodotto con protocolli per il cinema sostenibile ai premi
assegnati dai principali sponsor e partner della
manifestazione.A tal fine si segnala che il termine ultimo
dell’invio dei documentari per il concorso è il 25 novembre tramite
piattaforma FilmFreeway.
Media
partner dell’evento saranno: Rai per il Sociale (Rai
per la sostenibilità), Rai Cinema, e Comingsoon.it;
come partner istituzionali Cumo Noto e Ente Fauna
Siciliana, partner culturali Cinema sostenibile,
Yourban2030, Isoladel Cinema e Kano sartoria
sociale; partner tecnici Pic Event Solution e
Cleverage– Web & Digital Agency; inoltre, UNPLI
Sicilia, UNPLI (Unione nazionale pro loco d’Italia),Premiere Film, AssociazioneDiplomatici,Legambiente Noto e altri partner che
entreranno.
Al concorso di IULM e Noir in Festival per il cinema italiano,
ideato da Gianni Canova in accordo con
Giorgio Gosetti, organizzato dal Noir in Festival
in collaborazione con Università IULM e Cinecittà News, concorrono
sei film finalisti scelti a insindacabile giudizio dagli ideatori
del Premio fra i noir di produzione italiana
usciti in sala tra novembre 2021 e novembre 2022.
I sei film finalisti verranno
proiettati fra il 4 e il 6 dicembre a Milano nella Sala dei 146 di
IULM 6, in via Carlo Bo 7, con la partecipazione
degli autori. A scegliere il vincitore sarà una giuria
popolare di 80 giovani studenti e di appassionati, guidata
da tre critici cinematografici tra cui un
Presidente/moderatore.
Dopo una discussione collettiva al
termine di ogni proiezione, i membri della giuria potranno
esercitare il proprio diritto di voto deponendo la scheda con il
loro giudizio nell’urna appositamente predisposta. La graduatoria
finale indicherà il vincitore. Il voto di ciascuno dei tre critici
partecipanti avrà valore 5. In caso di parità nella deliberazione
finale, il voto del Presidente sarà determinante.
Da quest’anno, inoltre, la redazione
di Cinecittà News assegnerà a uno dei sei
finalisti una Menzione Speciale. I vincitori
verranno annunciati durante la serata di premiazione, l’8 dicembre.
I titoli finalisti di quest’anno sono:
Ghiaccio di Fabrizio Moro e Alessio
De Leonardis
domenica 4 dicembre, ore 17.00
Piove di Paolo Strippoli
martedì 6 dicembre, ore 18.15
Una
femmina di Francesco Costabile
martedì 6 dicembre, ore 20.00
“La conferma del Premio Caligari
tra gli assi portanti del Noir in Festival”, dicono
Gianni Canova e Giorgio Gosetti,
“così come la novità della partecipazione di Cinecittà News a
sostegno del buon cinema italiano, conferma che in pochi anni
autori e produttori hanno imboccato una via nuova e vitale che
rilancia una tradizione del nostro cinema: la passione per i
generi. Nella scelta dei finalisti di quest’anno, dovendo
fronteggiare una scena in profonda trasformazione tra prodotto per
la sala, serialità per i network, cinema per le piattaforme,
abbiamo voluto premiare in primis lo sforzo di chi ha ideato e
realizzato il film per la comunità che si riunisce al cinema. E le
felici sorprese, come vedrete, ci sono state.”
Per iscriversi gratuitamente alla giuria è
necessario essere maggiorenni e inviare, entro mercoledì 30 novembre 2022, una mail a
[email protected] con oggetto GIURIA
CALIGARI 2022 segnalando: nome, cognome, mail di riferimento,
categoria di appartenenza del giurato (01 – Studente universitario
IULM oppure 02 – Appassionato/a di Noir). Tutte le
proiezioni sono gratuite e aperte a tutti fino ad esaurimento dei
posti disponibili.
I partecipanti alla Giuria sono anche invitati a esprimere una
riflessione sul film che ritengono più meritevole con una breve
critica/considerazione (max 600 caratteri spazi inclusi) da
indirizzare entro e non oltre l’11 dicembre all’indirizzo mail
[email protected]. Gianni Canova e Giorgio Gosetti
sceglieranno le sei mini-recensioni più significative che verranno
pubblicate sul sito di Noir in festival (www.noirfest.com) al
termine della manifestazione.
Giancarlo Giannini
è protagonista nella serie Sky,
Il Grande Gioco, dove recita al fianco di Francesco Montanari ed Elena
Radonicich. Il suo ruolo è quello di uno spietato
procuratore di una importante società. Durante la prima della serie
che si è tenuta al Teatro Eliseo, il cast era presente per la
conferenza stampa. Durante la conferenza sono emersi i dettagli che
hanno portato alla realizzazione della serie ma anche dei
retroscena della vita dei nostri protagonisti.
In questa occasione,
Giancarlo Giannini ha dichiarato: “A Febbraio
sarò a Los Angeles perché riceverò la stella sulla Walk of
Fame”. Il suo nome va ad aggiungersi a quello di altri
quindici tra gli italiani più celebrati a Hollywood. Dopo Bernardo
Bertolucci ed Ennio Morricone, anche Giancarlo Giannini potrà
celebrare la sua carriera con la tanto desiderata stella. Questa
notizia era stata già annunciata nel 2020 ma è stata poi rimandata
a causa della pandemia da Covid-19. Infatti, oltre all’attore era
stato annunciato lo stesso riconoscimento per Luciano Pavarotti –
cerimonia che si è tenuta ad agosto 2022.
Nel 2020, Giannini dopo l’annuncio
ha ringraziato la Filming Italy Los Angeles per il risultato
ottenuto: “Felicissimo per questo importante riconoscimento e
dedico questa preziosa stella a Franco Zeffirelli e Lina
Wertmuller”. Anche l’ex Ministro per i beni e le attività
culturali, Dario Franceschini aveva dichiarato: “Giancarlo
Giannini e Luciano Pavarotti: due nuove stelle italiane brillano da
oggi nella celebre Walk of Fame sulla Hollywood Boulevard di Los
Angeles, andando ad aggiungersi alle altre celebrità tricolore che
già ornano la celebre camminata”.
Rivisitando il capolavoro
letterario in chiave moderna, adattandolo cioè non soltanto alla
società contemporanea con le sue contraddizioni ma anche alle
esigenze di un pubblico sempre più smaliziato, Spirited – Magia di Nataleporta
a compimento un’operazione che fonde con pienezza e coerenza
classico e nuovo, creando una commistione che sprizza energia e
vitalità da ogni fotogramma. A partire proprio dai numeri musicali
e coreografici che rappresentano il meglio della confezione del
film: già le prime due sequenze che presentano i rispettivi
protagonisti – il fantasma del presente interpretato da
Will Ferrell e lo Scrooge dei nostri giorni che invece
ha volto e fisico di
Ryan Reynolds – regalano al pubblico momenti che
appartengono di diritto al miglior musical contemporaneo.
Uno spettacolo “sprecato” per lo
streaming
La messa in scena è
elegante nelle scenografie, moderna nei costumi, curata nella
fotografia: una confezione che permette ad Anders di “liberare” la
propriainventiva e
costruire col montaggio uno spettacolo che appare quasi sprecato
per lo schermo ridotto di un televisore o ancor peggio di un
computer. Spirited è chiaramente stato ideato e
realizzato senza alcun risparmio di inventiva o energia, sia a
livello visivo che nella costruzione narrativa: ci troviamo infatti
finalmente di fronte a un prodotto le cui continue trovate,
capovolgimenti e sorprese non solo volti solamente
all’intrattenimento vorticoso quanto piuttosto a creare una trama
che permetta lo sviluppo preciso dei due personaggi principali.
Pur risultando un film
che non ci spaventa definire scatenato, Spirited
possiede una sua progressione narrativa ben precisa e soprattutto
ci permette di scoprire scena dopo scena due psicologie che, magari
non nuovissime, sono comunque dotate di un arco narrativo solido,
coinvolgente. E pur trattandosi di un film che vuole portare al
pubblico un messaggio positivo, quello di Anders non è
assolutamente buonista, tutt’altro.
La novità della trasposizione
cinematografica
La novità di questa
trasposizione contemporanea sta nel raccontare che in fondo non si
deve necessariamente cambiare in toto per risultare persone
migliori. Anche accettando la propria natura, per quanto cinica, si
può riuscire a vedere il lato migliore della vita. Un discorso
affatto scontato e soprattutto sviluppato con intelligenza e una
discreta dose di tatto.
E questo ci porta a
scrivere di Ferrell e Reynolds, due interpreti per molto, forse
troppo tempo abbiamo visto sprecare la loro innata simpatia andando
incontro al facile consenso del pubblico. Per carità, in qualche
occasione hanno entrambi azzeccato film di genere con un certo
spessore e qualcosa da dire: ma chi non ci è riuscito a Hollywood?
Ebbene, con Spirited – Magia di Natale fronteggiano il
possibile preconcetto di chi scrive – perché, meglio ammetterlo, di
questo potrebbe trattarsi… – offrendo due prove maiuscole, complete
sotto ogni punto di vista: i due riempiono lo schermo grazie a
un’alchimia impossibile da ignorare, si esibiscono in notevoli
numeri musicali così come in scene di forza emotiva indubbia. Ad
aiutarli un cast di supporto encomiabile, in cui dobbiamo citare la
sempre efficace
Octavia Spencer e una carismatica Sunita
Mani.
Lo spirito di Dickens viene
rispettato e abbracciato
Realizzato per Apple TV
+, Spirited è probabilmente il miglior musical
americano dai tempi di The Greatest Showman. Lo
spirito del romanzo di Charles Dickens viene
abbracciato in pieno da questo lungometraggio, che lo trasporta nel
nostro presente con una freschezza e una lucidità ammirevoli. Si
affrontano tematiche piuttosto importanti nell’opera di Anders,
arrivando a toccare sia i nervi scoperti del nostro tessuto sociale
che il cuore del pubblico. Un prodotto impeccabile, che si rivela
capace di soddisfare gli amanti del genere, coloro che
semplicemente cercano svago e intrattenimento ma anche quella parte
di pubblico desiderosa di qualcosa che sappia andare più in
profondità e scaldare gli animi senza retorica. Speriamo che
l’imminente stagione dei premi non si “dimentichi” di questo
piccolo gioiello, in particolar modo di
Will Ferrell e Ryan
Reynolds. Due attori verso i quali speriamo di aver
fatto la dovuta ammenda con questo articolo…
Torna sul grande schermo la famiglia
Verneuil, una delle famiglie preferita dai francesi. La commedia
francese è diventata preso immediatamente un successo al botteghino
pur avendo ricevuto delle critiche da parte della stampa. Il film
dello scrittore e regista Philippe de Chauveron
non riesce a non strappare una risata con una premessa che incrocia
lo stile delle classiche commedie familiari al politicamente
scorretto. Non sposate le mie figlie! 3 è il terzo film della saga
iniziata nel 2014 che ci promette nuove risate con dei siparietti
al limite dell’assurdo.
Riunione di Famiglia – Non sposate le mie figlie! 3
uscirà nelle sale italiane il 1° dicembre dopo aver fatto il suo
debutto con successo nei cinema francesi.
Riunione di Famiglia – Non sposate
le mie figlie 3, la trama
Nei precedenti film Claude
Verneuil (Christian Clavier) e sua moglie
Marie (Chantal Lauby), si dimostrano subito una
famiglia poco convenzionale. Le quattro figlie
Isabelle (Frédérique Bel), Odile
(Alice David), Ségolène (Émilie Caen) e
Laure (Élodie Fontan) hanno sposato un ebreo, un
arabo, un cinese e un ivoriano. I Verneuil ovviamente fingono di
accettare i loro generi ma non nascondono il loro disagio,
soprattutto quando incontrano i consuoceri. In questo terzo film
Claude e Marie Verneuil festeggeranno presto il loro 40°
anniversario di matrimonio. Per l’occasione, le loro quattro figlie
decidono di organizzare una grande festa a sorpresa nella casa di
famiglia a Chinon. Decidono inoltre di invitare, ciascuna, i
genitori dei rispettivi mariti: Rachid Benassem
(Medi Sadoun), David Benichou (Ary Abittan),
Chao Ling (Frédéric Chau) e Charles
Koffi (Noom Diawara).
Nei primi minuti del film i Verneuil
fanno di tutto per evitare l’invasione dei generi. Il loro
desiderio di voler festeggiare un anniversario in solitudine viene
subito interrotto. Le loro figlie hanno la generosa idea di
organizzare una festa a sorpresa per il loro quarantesimo
anniversario di matrimonio, invitando i genitori dei loro coniugi.
Così in un continuo susseguirsi di siparietti ironici e momenti
melodrammatici, Riunione di Famiglia – Non sposate le mie
figlie! 3 mette in discussione anche la resistenza dei
rapporti.
Una famiglia a passo con i
tempi
Se i primi due film navigano nel
successo generale al botteghino questo terzo film, uscito in aprile
in Francia, ha riscontrato dei dissapori. I nostri protagonisti
vengono ancora una volta descritti nel loro immancabile mutamento:
Laure (Élodie Fontan), diventata vegana, vuole
imporre il suo cibo a tutti; Charles (Noom
Diawara) interpreta un Gesù afroamericano in una rappresentazione
teatrale. E mentre questi personaggi fanno da contorno, questo
terzo film ha in realtà una protagonista ben definita nel
personaggio di Ségolène. La giovane artista espone
le sue opere di denuncia alla condizione umane e viene notata da un
famoso critico e collezionista, Helmut. Il suo
arrivo sconvolgerà la trama di Riunione di Famiglia – Non
sposate le mie figlie! 3 e conferirà al film una ventata
di aria fresca da troppo confinata nelle storie della famiglia
Verneuil. Il ricco ed estroso collezionista d’arte farà da subito
innamorare Claude e Marie, che da
sempre sognano un genero bianco, cattolico e altolocato.
La sua presenza in Riunione
di Famiglia – Non sposate le mie figlie! 3 farà luce su un
argomento molto importante anche nell’attualità: la discriminazione
per l’età. Lo vediamo in una delle prime scene quando Marie va dal
suo macellaio di fiducia per poi ascoltare un commento dello stesso
che la etichetta come “anziana”. Invece, Helmut fa
di tutto per ingraziarsi Marie che inizia a porsi
delle domande riguardo la sua vita e al suo matrimonio. Il
collezionista metterà in crisi anche un’altra relazione quella tra
Ségolène e Chao che, ormai ai
ferri corti, litigano per qualsiasi cosa. Chao non
riesce a comprendere l’estro artistico della moglie e cerca in
tutti i modi di frenare la sua ribalta, impedendole di partire per
New York.
Il futuro della famiglia
Verneuil
Riunione di Famiglia – Non
sposate le mie figlie! 3 conserva tutti gli ingredienti
vincenti che hanno favorito i precedenti successi al botteghino:
umorismo politicamente scorretto, gag e dialoghi assurdi e persino
un po’ di tenerezza in più. Il duo Lauby-Clavier
si mostra ancora una volta ben collegato e la loro chimica come
marito e moglie è la colonna portante del film. In futuro potrebbe
esserci ancora occasione di rivederli sul grande schermo anche se
precedentemente i due attori hanno dichiarato che questo sarebbe
stato l’ultimo film della saga.
Anche la critica sostiene questa
ipotesi. Riunione di Famiglia – Non sposate le mie figlie!
3 non convince come i precedenti anzi le situazioni
assurde e grottesche che si vengono a creare sono in realtà delle
copie di scene susseguite nei precedenti due film. Neanche
l’introduzione del personaggio di Helmut riesce a
riportare a galla i Verneuil che pare abbiano esaurito le
definitivamente le cartucce. Seppur con una buona dose di novità
che mette in luce, in questo film più di altri, il ruolo dei
genitori, Claude e Marie sono
destinati a una non solitaria e non silenziosa vecchiaia, ma alla
fin fine questa condizione è quella che ha portato avanti da sempre
la loro famiglia.
L’attore Arón
Piper è ancora molto giovane, ma vanta già diversi ruoli
in progetti che, tra cinema e televisione, gli hanno permesso di
dar prova del suo talento. Oggi che è sul punto di rinnovarsi e
mettersi nuovamente alla prova con nuove avventure, la sua carriera
sembra essere ricca di promesse ed entusiasmanti novità.
Ecco 10 cose che non sai
suArón
Piper.
Arón Piper: i suoi film e le serie
TV
1. È noto per alcune serie
TV. Ad aver reso celebre l’attore vi sono alcune popolari
serie televisive. La prima in cui ha recitato è Centro
medico (2016-2017), ma è stata Élite, disponibile su Netflix, ha fargli ottenere la fama internazionale.
Qui recita nei panni di Ander Muñoz accanto agli attori Jaime Lorente,
Miguel Herran e
Maria Pedraza.
Ha poi recitato anche in Il caos dopo di te (2020) e
Élite – Storie brevi (2021). Nel 2022 recita poi in El
Silencio, nel ruolo di Sergio Ciscar.
2. Ha recitato anche per il
cinema. Piper ha esordito come attore di un film per
il cinema già da molto piccolo, quando all’età di sette anni ha
recitato in Una promessa mantenuta (2004). In seguito è
apparso in Maktub (2011), 15 años y un dìa
(2013), La corona partida (2016) e Los Rodrìguez y el
mas alla (2019). Prossimamente reciterà invece nei film
Sayen e Fatum.
3. Ha scritto una canzone
per un film. Come noto, nel tempo libero Piper si dedica
alla sua seconda passione, il rap, che lo porta, nel 2014, ad
essere candidato ai premi Goya (gli Oscar spagnoli) nella sezione
miglior canzone per il film 15 años y un día. Si tratta del
brano più noto e apprezzato dell’attore, che nel 2021 ha poi
pubblicato anche il suo primo album dal titolo Nieve.
Arón Piper in Élite
4. È stato uno dei
protagonisti. Nella popolare serie spagnola
Élite, disponibile su Netflix, l’attore ha interpretato
uno dei protagonisti, Ander Muñoz. Questi è il migliore amico di
Guzmán e Polo, tennista emergente e campione scolastico, anche se
in realtà detesta questo sport e lo pratica solo perché il coach è
suo padre e non vuole deluderlo. A differenza di quasi tutti gli
studenti, non è ricco, ma frequenta Las Encinas perché figlio della
preside. Omosessuale, si innamora poi di Omar e si fidanzerà con
lui.
5. Ha abbandonato la
serie. L’attore ha recitato solamente nelle prime quattro
stagioni, abbandonandola poi per la tristezza dei fan del suo
personaggio. L’attore non ha mai detto molto su tale abbandono,
affermando solamente che è avvenuto in quanto il percorso di Ander
nella serie si era concluso. Ad aver portato a tale risvolto
sembrerebbe però esserci stata anche la volontà dell’attore di
intraprendere nuovi progetti.
Arón Piper e Dua Lipa
6. Potrebbe aver avuto una
relazione con la cantante. Nulla di ufficializzato, ma nel
corso dell’estate del 2022 l’attore è stato in diverse occasioni
paparazzato insieme alla celebre cantante Dua
Lipa. I due, insieme durante alcune serate lontani dai
riflettori, sono sembrati ai loro fan una coppia piuttosto affiata,
cosa che ha spinto a supporre una relazione tra di loro. I diretti
interessati non hanno però mai commentato la cosa, né per smentire
né per confermare. Ad oggi, però, qualunque cosa ci sia stata tra
di loro sembra essere finita.
Arón Piper: chi è la sua fidanzata
8. Ha una nuova
fidanzata. Piper ha sempre cercato di mantenere quanto più
possibile privata la propria vita sentimentale, ma nelle ultime
settimane ha iniziato a circolare la voce che lo vorrebbe impegnato
in una relazione con la modella Jessica
Goicoechea. I due sono infatti stati visti insieme in
diverse occasioni e solo di recente sul profilo Instagra di lei è
comparsa una foto che la ritrae insieme all’attore. Questa sarebbe
dunque la prova definitiva di una loro frequentazione.
Arón Piper è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network.Arón Piper è naturalmente presente sul
social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da
13.3 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi
pubblicato appena un’ottantina di post, tutti relativi alle sue
attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare
diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto
promozionali dei suoi progetti o dedicate a momenti di svago
quotidiano. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Arón Piper: il suo fisico
9. È molto attento al
proprio corpo. L’attore è noto anche per il suo fisico
asciutto ma scolpito, che lo ha fatto diventare nel tempo un vero e
proprio sex symbol. Non mancano le occasioni in cui l’attore
compare a torso nudo, dimostrando di essere continuamente intento a
mantenersi in forma, praticando sport e altre attività
salutari.
Arón Piper: età e altezza
dell’attore
10.Arón Piper è nato a Berlino, il 29 marzo
del1997, ed ha dunque oggi
25 anni. L’attore è alto complessivamente 1.80
metri.
Il dirigente dei Marvel Studios, Nate
Moore, non crede che il Marvel Cinematic
Universe finirà mai. L’MCU è iniziato nel 2008 con
Iron Man e The Incredible Hulk,
ed è diventato il più grande franchise cinematografico di tutti i
tempi negli ultimi 14 anni. L’ultimo capitolo è arrivato con
Black Panther: Wakanda Forever, che ha
ufficialmente concluso la Fase 4. L’ultimo lotto di film e il primo
round di serie Disney+ è arrivato mentre cresce il
dibattito sulla eventuale stanchezza del MCU si sta diffondendo tra
il pubblico. Questo ha favorito le conversazioni sulla possibilità
che l’MCU debba finire.
L’argomento del finale del MCU è
stato ora affrontato da Nate Moore, vicepresidente
della produzione e dello sviluppo presso i Marvel Studios. Di
recente è apparso nel podcast di The
Town con Matthew Belloni (tramite The
Direct) per parlare del futuro della Marvel dopo Black Panther: Wakanda Forever. Il conduttore
Matthew Belloni ha chiesto a bruciapelo a
Nate Moore se il MCU può andare avanti per sempre,
e il dirigente della Marvel crede che potrebbe farlo fintanto che i
Marvel Studios rimangono impegnati a esplorare cosa può essere un
film o una serie MCU.
“Voglio dire, penso che possa
durare a lungo. Penso che dobbiamo continuare a… Non possiamo
sederci sugli allori. Non possiamo pensare di avere le risposte.
Dobbiamo continuare a spingere i format per quanto riguarda il
genere e ciò che siamo disposti a esplorare. Ma per me i film
Marvel sono solo film. Il nostro materiale originale è solo…
Sarebbe come dire: “Ehi, i film sui libri andranno avanti per
sempre?” Probabilmente.”
Le prime reazioni a Babylon
di Damien Chazelle sono straordinariamente
controverse, indicando che il film sarà uno sguardo emozionante
sulla Hollywood degli anni ’20. Secondo il sito web ufficiale di
Babylon, il film racconta “una storia di ambizione
sproporzionata ed eccessi oltraggiosi [e] ripercorre l’ascesa e la
caduta di più personaggi durante un’era di sfrenata decadenza e
depravazione all’inizio di Hollywood”. Interpretato da
Brad Pitt,
Margot Robbie e Diego Calva, con un
cast corale che include Jovan Adepo, Li
Jun Li e Jean Smart, il film presenta
anche un ruolo minore del produttore esecutivo
Tobey Maguire.
Se la sinossi e le scelte di casting
non sono abbastanza allettanti, le prime proiezioni di Babylon
stanno generando reazioni ad ampio raggio. Lo status di
Damien Chazelle come regista che nell’ultimo
decennio ha contribuito alla rivoluzione del linguaggio
cinematografico cresce, poiché i suoi progetti sono stati
storicamente ben accolti dalla critica. Sebbene i dettagli della
trama siano scarsi, la maggior parte del divario critico deriva
dalla narrativa casuale del film. Il pubblico lamenta anche le
incoerenze tonali di Babylon, con il film che dura
oltre tre ore. Mentre le interpretazioni principali stanno
raccogliendo elogi, ci sono accoglienze contrastanti che circondano
i presunti personaggi unidimensionali del film. Indipendentemente
dalle diverse risposte, il pubblico concorda sul fatto che Babylon
ha successo come resa frenetica della dissolutezza di
Hollywood.
Dal Premio Oscar Damien
Chazelle, regista di
LA LA LAND e WHIPLASH, un
racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20.
Babylon,
una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che
ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in
un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante
Hollywood.
A sorpresa, un poster e un video teaser di Netflix hanno rivelato un nuovo progetto intitolato
Gamera: Rebirth, che arriverà sulla piattaforma di
streaming in futuro. Il kaiju simile a una tartaruga fece il suo
debutto per la prima volta nel 1965 in Gamera, il mostro
gigante, dove fu inizialmente ritratto come una forza
antagonista dell’umanità, simile all’originale
Godzilla. Nel corso del tempo, tuttavia, Gamera è
diventata una figura più pacifica, spesso eroica, combattendo
mostri come Gyaos e Viras che minacciavano il
mondo. Gamera si sarebbe poi guadagnato il soprannome di “Amico di
tutti i bambini” a causa della sua natura benevola nei confronti
dei bambini, anche nel suo primo film.
Netflix ha rivelato attraverso un
nuovo poster e teaser che Gamera tornerà sullo schermo in
Gamera: Rebirth. Seguendo le orme di Godzilla,
il film sarà prodotto dallo studio giapponese originale
del Guardian of the Universe,
Kadokawa. Mentre il formato del progetto è
attualmente sconosciuto, un video teaser per Gamera:
Rebirth sembra promettere una rivitalizzazione oscura e
fredda del personaggio.
La presunta apparizione di Silver
Surfer in Guardiani della Galassia Holiday Special è
stata ufficialmente smentita dal regista James
Gunn. Prima che il pubblico riesca a vedere il tanto
atteso terzo capitolo della serie Guardiani della
Galassia, i fan avranno la possibilità di stare altro
tempo con i personaggi con un regalo extra sotto forma di un nuovo
speciale delle vacanze dei Marvel Studios.
Guardiani della Galassia Holiday Special si
concentra su Drax (Dave Bautista) e Mantis
(Pom Klementieff) mentre tentano di rapire
Kevin Bacon per rallegrare Star-Lord
(Chris Pratt). È confermato che lo
speciale include più eroi Marvel che sono già apparsi nel Marvel
Cinematic Universe.
Dopo il rilascio delle prime
reazioni a Guardiani della Galassia Holiday Special, un
utente di Twitter ha suggerito che Silver Surfer comparirebbe a
sorpresa nella scena post-crediti. James Gunn ha
risposto rapidamente all’utente dicendo che questo suggerimento è
falso. Da allora l’account Twitter ha ammesso che stavano tentando
di diventare virale condividendo notizie false e non vi è alcuna
indicazione che l’account abbia effettivamente visto Guardiani della Galassia Holiday Special. In
ogni caso, Gunn ha confermato che il pubblico non dovrebbe
aspettarsi di vedere Silver Surfer nello speciale Disney+.
#GOTGholidayspecial@JamesGunn
the guardians of the Galaxy holiday special was truly wonderful and
will become repeat viewing every holiday season!! Also make sure to
watch the post credit scene for a silver surprise!! pic.twitter.com/RDpff9cCZs
Il tempo di
Chris Hemsworth nei panni di Thor nell’universo
cinematografico Marvel potrebbe volgere al termine,
poiché l’attore pensa che la sua prossima apparizione dovrebbe
essere l’ultima.
Il Thor di Hemsworth è uno degli
ultimi membri rimasti del team originale dei Vendicatori nell’MCU.
Thor: Love and Thunder ancora
una volta ha cambiato drasticamente la traiettoria della sua vita,
poiché adesso il Dio del Tuono adotta una figlia e riacquista
Mjolnir dopo la morte di Jane Foster. Il finale di Thor
4 indica che il dio del tuono sta entrando in una nuova
fase del suo viaggio da supereroe, che potrebbe presto raggiungere
una conclusione eroica e definitiva se Hemsworth realizzasse il suo
desiderio.
Durante una nuova intervista con
Vanity Fair, Hemsworth ha
affrontato l’argomento di una potenziale uscita dal MCU per il suo
Avenger originale. L’outlet gli ha chiesto se sperava di ottenere
una conclusione per la storia dell’MCU di Thor dopo aver visto Iron
Man di Robert Downey Jr. e Captain
America di Chris Evans salutare il franchise.
Nonostante in precedenza avesse affermato di essere interessato a
continuare a interpretare il dio del tuono, la musica per
Chris Hemsworth è cambiata. Ora l’attore
suggerisce che la prossima apparizione di Thor nell’MCU dovrebbe
essere l’ultima e potenzialmente dargli la morte di un eroe.
“Sento che probabilmente
dovremmo chiudere il libro se lo facessi di nuovo, capisci cosa
intendo? Penso che probabilmente lo giustifichi. Sento che sarebbe
il finale, ma non si basa su qualcosa che qualcuno mi ha detto o su
qualsiasi tipo di piano. Hai questa nascita di un eroe, il viaggio
di un eroe, poi la morte di un eroe, e non so, sono in quella fase?
Chi lo sa?”
Chris Hemsworth è stato Thor sin dal 2011 e sembra
normale, dopo tutto questo tempo, per l’attore voler voltare
pagina.