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Harry Potter: la top 10 dei personaggi preferiti dai fan

Harry Potter: la top 10 dei personaggi preferiti dai fan

Nonostante siano passati anni dalla fine della saga cinematografica e letteraria di Harry Potter, i fan non hanno smesso di supportare il personaggio e tutto il suo mondo. Empire ha realizzato una top 10, basata sulle preferenze dei fan, dei personaggi più amati della saga. Eccola di seguito:

Minerva McGrannitt

Minerva McGrannitt

Minerva McGrannitt è il primo personaggio magico che compare nei libri e nei film di Harry Potter; è presente, infatti, alla consegna di Harry alla famiglia Dursley, dopo averli osservati per tutto il pomeriggio nella loro casa a Privet Drive n. 4, nascondendosi sotto le spoglie di un gatto grazie alle sue facoltà di Animagus.

Hagrid

Hagrid

A Hogwarts, Hagrid diviene uno dei migliori amici di Harry, Ron Weasley ed Hermione Granger. Durante il primo anno di scuola dei tre amici, Hagrid si procura tramite mercato nero un uovo di drago, che si scopre in seguito essergli stato venduto dal professor Raptor, che, essendo posseduto da Lord Voldemort, si era camuffato per carpirgli informazioni utili a superare le protezioni poste a difesa della Pietra Filosofale.

Luna Lovegood

Luna Lovegood

Conosciamo Luna Lovegood per la prima volta nel quinto libro, Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Il suo soprannome (Lunatica, Loony in inglese) è un gioco di parole tra il suo nome e la parola lunatica, che sta ad indicare la sua stranezza. Luna vive con suo padre Xenophilius Lovegood su una collinetta, non troppo distante dalla casa di Ron.

Ron Weasley

Ron Weasley
Credit Foto © Warner Bros Pictures

Ronald Bilius “Ron” Weasley è uno dei personaggi principali e deuteragonista della serie di Harry Potter, ed è il migliore amico di Harry Potter. Nei film, Ron usa molto l’espressione “Miseriaccia!” oppure “Per la miseria!” (Bloody hell in inglese), fino a farla diventare il suo motto; nei libri, invece, usa molto l’espressione “Per le mutande di Merlino!”. Ron è alto, magro e, come tutti i Weasley, ha i capelli rossi, molte lentiggini sul viso e gli occhi azzurri.

Albus Silente

Albus Silente
Credit Foto © Warner Bros Pictures

Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e presidente del tribunale supremo dei maghi Wizengamot, incarna molti dei valori e dei tratti tipici del classico “mago buono” ed è stato paragonato a Gandalf e ad alcune rappresentazioni del mago Merlino.

Saggio, eccentrico e ironico, è ritenuto il mago più potente del mondo e di tutti i tempi per la sua intelligenza e per la sua grande conoscenza della magia, oltre ad essere l’unico mago che Lord Voldemort abbia mai temuto veramente.

Harry Potter

Harry Potter

Harry James Potter è il protagonista della serie a cui da anche il nome. Nasce a Godric’s Hollow da genitori maghi. Rimane orfano all’età di 1 anno e pochi mesi, quando Lord Voldemort fa irruzione nella casa di famiglia dei Potter e uccide i suoi genitori James Potter e Lily Evans, che si sacrificano per salvargli la vita.

Remus Lupin

Remus Lupin
Credit Foto © Warner Bros Pictures

Remus è stato il professore di Difesa contro le Arti Oscure durante il terzo anno (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban) a Hogwarts di Harry PotterRemus Lupin è un personaggio dolce e gentile, timido e riservato per la sua condizione sovrannaturale.

Sirius Black

Sirius Black
Credit Foto © Warner Bros Pictures

Padrino e tutore di Harry Potter, nonché migliore amico dei genitori di Harry, Lily Evans e James Potter, Sirius Black (Gary Oldman nei film) è considerato da Harry stesso uno dei pochi legami che gli rimangono con i suoi genitori.

Hermione Granger

Hermione Granger
Credit Foto © Warner Bros Pictures

Hermione Granger (Emma Watson), la migliore amica di Harry Potter e interesse sentimentale dell’amico Ron. Ha gli occhi marroni e, nella prima apparizione, ha “folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi”. Secondo JK Rowling, Hermione è profondamente insicura e cerca di mascherarsi provando ad essere la migliore in ogni cosa, proiettando una falsa ed irritante sicurezza di sé.

Severus Piton

Severus Piton
Credit Foto © Warner Bros Pictures

È il professore di Pozioni (nei primi cinque libri) e di Difesa contro le Arti Oscure (solo nel sesto libro) nella prestigiosa scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, dove studia il protagonista Harry Potter. Nei primi romanzi è etichettato come uno dei maggiori antagonisti del protagonista Harry Potter; successivamente, nell’ultimo romanzo della saga, verranno riportati alla luce alcuni segreti di Piton che ne ribalteranno completamente il ruolo stesso.

Come era prevedibile, il giovane Potter non è il personaggio che i fan prediligono, dal momento che meglio di lui hanno fatto non solo Severus Piton, ma anche la brillante Hermione Granger! Qual è per voi il miglior personaggio della saga di Harry Potter?

Mads Mikkelsen spera di ritornare nel MCU e riflette sulla sua esperienza con Kaecilius

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In Doctor Strange, Mads Mikkelsen ha interpretato il cattivo Kaecilius, un oscuro cattivo dei fumetti che è stato il primo grande test dello Stregone Supremo nel MCU.

La sua storia si è conclusa con una sconfitta, ma con Clea ora in gioco, c’è sempre la possibilità di vedere finalmente cosa ne è stato del lealista di Dormammu.

In un’intervista rilasciata a Business Insider, all’attore è stato chiesto se ha mai faticato a comprendere il materiale con cui lavorava nel MCU (questo fa seguito alle recenti rivelazioni di Robert Downey Jr. e Mark Ruffalo, che hanno rivelato di aver spesso faticato a comprendere i copioni).

In un certo senso lo abbiamo fatto in ‘Doctor Strange‘”, ha ammesso Mads Mikkelsen. “E c’è un’ottima ragione per questo, perché ‘Doctor Strange’ nasce da una graphic novel psichedelica, che era molto diversa dalle altre“.

Quindi l’idea di passare da una dimensione all’altra è stata qualcosa su cui abbiamo dovuto lavorare. Per fortuna c’erano delle bellissime immagini e dei dipinti grafici che avevano appeso al muro, così ci siamo fatti un’idea“.

Per quanto riguarda l’argomento del film, non credo che avessimo dubbi“, ha continuato. “Era una sceneggiatura molto solida, ma devo dire che guardando alcuni degli ultimi film, come spettatore, anch’io dico: ‘Wow. Chi è quello? Da dove viene?”, quindi capisco che abbiano avuto qualche problema in merito“.

È interessante sentire Mads Mikkelsen fare questa considerazione sui recenti film del MCU, poiché c’è stata una grande confusione riguardo a certe decisioni creative e ai personaggi che sono stati inseriti nella saga del Multiverso con poche spiegazioni o contesto.

Alla domanda su un possibile ritorno nel MCU, Mads Mikkelsen ha aggiunto: “Il più divertente è stato ‘Doctor Strange’, perché ho potuto fare due cose che amo: fare magie e volare con il Kung Fu. Sì, quello. Non mi dispiacerebbe tornare su di lui. Ma ho la tendenza a morire in tutti i franchise, quindi sarà difficile“.

Mads Mikkelsen, che è diventato famoso per aver interpretato cattivi in ogni genere di film, da Hannibal a Casino Royale e Animali Fantastici, è stato ampiamente sprecato nel 2016 come un altro di quei cattivi del MCU che servono a uno scopo ma che vengono in gran parte dimenticati una volta che scorrono i titoli di coda.

Da allora, abbiamo saputo che è in trattative per un nuovo ruolo nel MCU che non sarà Kaecilius. Non è stato menzionato il personaggio per il quale si sta cercando di ottenere un ruolo, ma l’attore rimane una delle scelte preferite dai fan per interpretare Victor Von Doom nei Fantastici Quattro e il suo nome è stato collegato al villain diverse volte negli ultimi mesi.

Dune – Parte Due: Paul contro Feyd-Rautha nella prima clip

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Dune – Parte Due: Paul contro Feyd-Rautha nella prima clip

La Warner Bros. ha rilasciato la prima clip di Dune – Parte Due e, pur essendo di poco meno di 20 secondi, ci offre uno sguardo emozionante all’inizio del duello culminante tra Paul Atreides (Timothée Chalamet) e il sadico Feyd-Rautha Harkonnen (Austin Butler).

Lo sneak peek ci offre anche una piccola anteprima della voce utilizzata da Austin Butler per interpretare Feyd, e non è affatto quello che ci aspettavamo!

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

Robert Downey Jr. rivela di aver incontrato Christopher Nolan per lo Spaventapasseri di Batman Begins

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Sono passati quasi due decenni dall’uscita nelle sale di Batman Begins e, sebbene non è  considerato il miglior capitolo della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan , è stato comunque un solido film d’apertura molto apprezzato.

Con un’immersione profonda nella storia delle origini di Bruce Wayne, il film vedeva il Pipistrello combattere contro Ra’s al Ghul e lo Spaventapasseri. Quest’ultimo è interpretato da Liam Neeson, mentre Cillian Murphy dà il meglio di sé nel ruolo del demente Dr. Jonathan Crane (che riprenderà in seguito sia ne Il cavaliere oscuro che ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno).

La star di Iron Man Robert Downey Jr, che grazie alla sua interpretazione di Oppenheimer è diventato il favorito per il titolo di “Miglior attore non protagonista” agli Oscar, ha rivelato in occasione di un panel dell’American Cinematheque che anche lui era stato preso in considerazione per lo Spaventapasseri.

Confermando di aver incontrato Christopher Nolan all’inizio degli anni 2000, Robert Downey Jr ha spiegato che, sebbene Nolan “sia stato cortese”, nel senso di non averlo scelto non “sembrava che si stesse decidendo in quell’audizione“. La parte andò ovviamente a Cillian Murphy e, qualche anno dopo, Iron Man e Il cavaliere oscuro si affrontarono nelle sale nell’estate del 2008.

Prima di essere scritturato per il ruolo dello Spaventapasseri, Cillian Murphy ha indossato il mantello e il cappuccio di Batman per un’audizione che lo ha visto competere con Christian Bale per il ruolo di Bruce Wayne.

Non credo di essere stato vicino a ottenere quel ruolo“, ha ammesso in un’intervista del 2021. “L’unico attore che era giusto per quella parte in quel momento, secondo me, era Christian Bale, e lui ha assolutamente spaccato“.

Quindi, per me, è stata solo un’esperienza, e poi si è trasformata in qualcos’altro. Si è trasformato in quel personaggio, lo Spaventapasseri, e si è trasformato in un rapporto di lavoro con Chris“, ha aggiunto Cillian Murphy. “Quindi, ripenso con molto, molto affetto a quel periodo, ma non mi sono mai, mai, mai considerato materiale per Bruce Wayne“.

Ecco le parole invece di Robert Downey Jr

Amy Adams nelle prime foto della commedia horror Nightbitch

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Amy Adams nelle prime foto della commedia horror Nightbitch

L’estate scorsa si era diffusa la notizia che Amy Adams aveva firmato per interpretare la protagonista della prossima commedia horror Nightbitch, e ora è stato diffuso un primo sguardo al film attraverso un paio di foto promozionali ufficiali.

La sei volte candidata all’Oscar interpreterà una donna che inizia a trasformarsi in un cane (o inizia a credere di esserlo… non è molto chiaro!) La Searchlight Pictures ha acquisito il progetto, che viene descritto come un adattamento “darkly comic horror” dell’omonimo romanzo d’esordio di Rachel Yoder. La regista di Can You Ever Forgive Me? Marielle Heller ha diretto il film.

Secondo la sinossi ufficiale, Nightbitch racconta la storia di “una donna gettata nella routine casalinga di crescere un bambino in periferia, abbraccia lentamente una forte depressione post parto che la porta in una deriva, nella quale inizia ad avere bizzarri e innegabili segni che potrebbe trasformarsi in un cane”.

Le immagini non ci danno molto su cui basarci, ma il personaggio della star de L’Uomo D’Acciaio ha un leggero luccichio canino negli occhi in quel primo scatto? Date un’occhiata alle immagini qui sotto e fateci sapere cosa ne pensate nella sezione commenti.

Il libro di Rachel Yoder mi ha lasciato senza fiato. Non mi sentivo così per [un] libro da quando ho letto Il diario di un’adolescente molti anni fa“, ha detto Heller quando è stato annunciato il film. “Il racconto cupamente esilarante di Rachel sulla maternità e la rabbia mi ha fatto sentire osservato. E adattarlo con Amy Adams in mente è stata la cosa che mi ha fatto andare avanti durante la pandemia. Sono davvero entusiasta di dare vita a questo film con i meravigliosi partner di Anne Carey, Annapurna Pictures e Searchlight. È un sogno che diventa realtà“.

Si tratta certamente di una premessa intrigante e bizzarra, e non vediamo l’ora di saperne di più su Nightbitchnel primo trailer, che non dovrebbe essere troppo lontano.

Il film Nightbitch è in fase di produzione come Hulu Original negli Stati Uniti e, secondo quanto riferito, dovrebbe uscire in autunno.

A proposito di questo film, Amy Adams è stata scritturata per recitare accanto a Jenna Ortega nell’adattamento di Taika Waititi del romanzo fantascientifico Klara and the Sun. La Adams interpreterà la madre di un’adolescente di nome Josie che soffre di una misteriosa malattia. Adotta un “amico artificiale” di nome Klara (Ortega) come compagno per la figlia.

Texas Chainsaw Legacy: Leatherface tornerà in un nuovo film, ecco la sinossi ufficiale!

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Il classico dell’orrore di Tobe Hooper del 1974, The Texas Chainsaw Massacre (Non aprite quella porta), è generalmente considerato uno dei film più terrificanti di tutti i tempi, ma nessuno dei successivi sequel, reboot o rivisitazioni è riuscito a riconquistare il terrore puro dell’originale (compreso quello con Matthew McConaughey), e il seguito di Netflix del 2022 è stato probabilmente il peggiore .

Tuttavia, nonostante le recensioni negative (si trova al 31% su Rotten Tomatoes), il film si è rivelato un discreto successo per lo streaming, e un altro capitolo “Texas Chainsaw Legacy” è ora in fase di sviluppo.

L’insider Daniel Richtman riferisce che il nuovo film si intitolerà Texas Chainsaw Legacy e, secondo questa logline, Leatherface e la sua famiglia di psicopatici torneranno per seminare altro caos.

Texas Chainsaw Legacy si addentra nella tranquilla facciata di Oasis Oaks, una comunità recintata immersa nel Texas rurale. Tra i prati meticolosamente curati e le vigili pattuglie di sicurezza, la nostra famiglia protagonista incarna la beatitudine suburbana. Tuttavia, appena oltre i confini di questa enclave idilliaca, si nasconde una proprietà abbandonata che ospita il famigerato Leatherface e i suoi macabri parenti. Mentre il caos si abbatte su Oasis Oaks, le famiglie comuni vengono contrapposte ai selvaggi Sawyers in una straziante battaglia per la sopravvivenza, dove i confini tra il bene e il male si confondono in un agghiacciante confronto di orrori familiari.”

Non sono stati annunciati né il regista né lo sceneggiatore, ma gli aggiornamenti ufficiali potrebbero essere dietro l’angolo ora che la sinossi è stata resa nota.

Ecco cosa ha detto il regista del film precedente, David Blue Garcia, sulla sua preparazione e sul tono comico di alcune scene durante un’intervista con Screen Rant.

Per me è stato lo spirito. Lo spirito della regia di quel primo film. Non mi piace guardare i film mentre li faccio. Così ho guardato Texas Chainsaw Massacre, l’originale, e poi non ho guardato nient’altro per due mesi mentre giravo questo film. Mi ha dato un’idea di quello che voglio fare. Ma in realtà non sto copiando direttamente nulla dall’originale. Mi ha solo dato un’idea. Una cosa che mi ha colpito dell’originale, di cui non molti parlano, è quanto sia cupo e divertente. Così mi sono assicurato di portare un po’ di leggerezza anche in questo film.

X-men ’97: l’episodio ispirato ai videogiochi conterrà il cattivo [SPOILER]?

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X-Men: The Animated Series è un’amata serie televisiva animata andata in onda dal 1992 al 1997 e presto avrà il revival X-Men ’97. Segue il Professor Charles Xavier e gli X-Men mentre proteggono un mondo che teme e odia i mutanti.

La serie è stata apprezzata per il suo fedele adattamento di trame complesse, per le diverse rappresentazioni dei personaggi e per i temi maturi che spesso esploravano questioni sociali.

L’attesissimo seguito dei Marvel Studios, X-Men ’97, avrebbe dovuto essere trasmesso su Disney+ nel 2023.

Iscriviti a Disney+ per guardare X-men ’97 e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Invece, il revival arriverà sui nostri schermi più tardi quest’anno, dopo un ritardo che si pensa sia dovuto a un arretramento degli studi di animazione. Siamo sicuri che l’attesa ne sarà valsa la pena, perché non è un segreto che il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige sia un grande fan della serie originale.

Tuttavia, è passato molto tempo da quando la serie si è conclusa a metà degli anni Novanta, e ci aspettiamo almeno alcuni grandi cambiamenti (finora si è trattato di uno stile di animazione aggiornato e di alcune modifiche al cast vocale).

A conferma del fatto che X-Men ’97 percorrerà nuove ed entusiasmanti strade, è stato riportato un episodio ispirato ai videogiochi che, secondo lo scooper @CanWeGetToast (via Toonado.com), vede “Jubilee e il suo ragazzo, Sunspot, intrappolati in un videogioco a 16 bit da Mojo il giorno del suo compleanno”.

Anche questa puntata, presumibilmente intitolata “Motendo”, “sarà animata in stile videogioco a 16 bit”. Questo è appropriato per l’epoca, naturalmente, e ci mostra solo uno dei modi in cui i Marvel Studios stanno usando la tecnologia odierna per portare i protagonisti di X-Men: The Animated Series a un livello superiore (gioco di parole) e a nuovi luoghi inaspettati nel regno dell’animazione.

MCU: 9 personaggi che i Marvel Studios hanno dimenticato (e come potrebbero tornare)

In un franchise della portata del Marvel Cinematic Universe, non è possibile dedicare a ogni personaggio l’attenzione di cui ha bisogno o che merita. Addirittura, sono numerosi gli esempi dei personaggi che sono stati completamente dimenticati dopo le loro prime apparizioni. Data la natura tentacolare di questo mondo condiviso, è molto probabile che alla fine ritorneranno in qualche modo ma, al momento, il loro futuro è ancora incerto. Stiamo parlando di eroi, villain e comprimari che avevano un potenziale distinguibile nel MCU. Nessuno di loro ha progetti confermati, a differenza, per esempio, di Sam Wilson/Capitan America, che abbiamo visto per l’ultima volta quasi tre anni fa ma che farà ritorno nel 2025 nella terza stagione di What If…? e in Captain America: Brave New World.

Moon Knight

Moon Knight mcu

Moon Knight è stata una serie indubiamente incerta, ma con diversi pregi. Oscar Isaac è stato chiaro fin dall’inizio sul fatto che aveva firmato per soli sei episodi, ma il fatto che non abbiamo ancora alcun indizio su ciò che il futuro ha in serbo per questo eroe sembra assurdo! Perché i Marvel Studios non abbiano trovato un modo per legare la storia di Moon Knight a quella della variante di Kang Rama-Tut è difficile da dire e si tratta di una mancanza di intuito che ha sicuramente indebolito lo statuto del personaggio all’interno del MCU. Con un po’ di fortuna, il Pugno di Khonshu sarà un fattore importante nei prossimi film dei Vendicatori e finalmente potremo scoprire cosa c’è dietro Jake Lockley. Tuttavia, non possiamo dimenticare che non ci sarà una seconda stagione di Moon Knight per continuare a esplorare il personaggio/i.

Nova Prime

Convincere Glenn Close a entrare nel MCU si è rivelato un grande successo per il regista James Gunn quando ha lanciato Guardiani della Galassia per i Marvel Studios. Il suo ruolo di Nova Prime era minore, ma comunque fondamentale per lo svolgimento della storia. Richard Rider sembrava disperso, ma l’esistenza dei Nova Corps si è rivelata più che sufficiente per lasciare i fan a bocca aperta per il loro futuro nel MCU. Purtroppo, Thanos li ha decimati fuori campo in Avengers: Infinity War, quindi possiamo solo supporre che Nova Prime fosse tra i caduti. I Marvel Studios non si sono mai preoccupati di spiegare cosa ne è stato del corpo di polizia interplanetario, rivisitandolo solo in un recente episodio di What If…? Si dice che un progetto Nova si dice sia in lavorazione: che qualche risposta sia finalmente all’orizzonte?

Aaron Davis

aaron davis mcuLa star di Atlanta Donald Glover è tra gli artisti più promettenti del momento, e anche coloro che hanno dimenticato rapidamente Solo: A Star Wars Story hanno convenuto che la sua interpretazione di Lando Calrissian è stata un punto di forza. L’ingresso dell’attore nel MCU è stato degno di nota, ma nel ruolo di Aaron Davis (lo zio di Miles Morales e il vigilante noto come Prowler), è stato in realtà limitato molto in Spider-Man: Homecoming. Quello che sembrava un modo perfetto per introdurre Prowler e/o Miles nel sequel è stato completamente trascurato. Il lato positivo è che abbiamo potuto vedere Glover nei panni dell’antieroe in Spider-Man: Across the Spider-Verse dello scorso anno. Ora, i Marvel Studios hanno l’occasione perfetta per portarlo nel MCU come Prowler pienamente sviluppato in Spider-Man 4.

Tiamut

Eternals sarà anche stato il primo film dei Marvel Studios classificato come “rotten” dalla critica, ma il modo in cui è stato dimenticato da allora non è giustificabile. Sono passati quasi tre anni da quell’enorme cliffhanger finale e ancora non sappiamo cosa ne sia stato di questi eroi immortali e nemmeno di Dane Whitman (che, a quanto pare, è stato tagliato fuori da Blade). Tuttavia, l’errore più grande è che non sappiamo ancora nulla su Tiamut il Celestiale. Il gigantesco essere cosmico emerge dall’Oceano Indiano e, al di fuori di un piccolo accenno in She-Hulk: Attorney at Law, nessuno si è preoccupato di menzionarlo. Persino Namor non vi ha mai fatto riferimento in Black Panther: Wakanda Forever! Si dice che Tiamut sarà la fonte di Vibranio del MCU in Captain America: Brave New World: a questo punto, incrociamo le dita!

Dottor Selvig

All’inizio del MCU, il dottor Erik Selvig è stato una parte importante dello svolgimento delle storie di questo mondo condiviso. Apparso in Thor, The AvengersThor: The Dark World, ha fatto la sua comparsa anche in Avengers: Age of Ultron. Avengers: Endgame ha confermato che era tra coloro che Thanos ha strappato all’esistenza, ma questo significa che alla fine è tornato con tutti gli altri. Solo Spider-Man: Far From Home ha coperto le conseguenze del Blip, quindi Selvig potrebbe ancora tornare, ma allo stato attuale non si sa ancora nulla del personaggio da circa nove anni.

Il lato positivo è che ha fatto una breve apparizione in Thor: Love and Thunder, quindi almeno sappiamo che è ancora vivo! Tuttavia, non è stato un ritorno affatto soddisfacente e vorremmo vedere Selvig aiutare ancora una volta gli Eroi più potenti della Terra. Con il Multiverso in piena espansione, questo desiderio potrebbe divenire presto realtà.

Mitchell Carson

Un tempo importante elemento dello S.H.I.E.L.D., è stato poi rivelato che Mitchell Carson era un altro agente dell’HYDRA sotto copertura. Per questo motivo lo abbiamo visto in Ant-Man mentre cercava di acquisire l’armatura di Yellowjacket. Il piano è fallito, ma è riuscito a uscire vivo dall’edificio di Darren Cross per riprovarci. Tuttavia, non se n’è andato completamente a mani vuote, poiché la sua valigetta era piena di Particelle Pym. Si potrebbero fare molte cose con quelle fiale, ma negli anni successivi non c’è stato alcun segnale che indichi che i Marvel Studios abbiano intenzione di riportare in vita Carson o di rivelare cosa ne sia stato di loro. Visto che il misterioso benefattore di Ant-Man and The Wasp:  Quantumania non è mai stato identificato, speriamo che un progetto imminente come Ironheart o Captain America: Brave New World riannoderà i fili della trama.

La dottoressa Cho

helen cho mcuClaudia Kim ha avuto un ruolo di primo piano in Avengers: Age of Ultron: nel ruolo della dottoressa Helen Cho, ha svolto un ruolo cruciale per la riuscita del sequel sugli Avengers. Nonostante sia stata attaccata da Ultron, Cho si è poi unita allo staff della New Avengers Facility... e da allora non è più stata vista. Stranamente, è stata inclusa nel recente set LEGO della Torre dei Vendicatori, quindi ci piace pensare che avrà un ruolo di supporto a sorpresa in un futuro film o show televisivo, che forse getterà le basi per il ritorno di Ultron.

Rhomann Dey

John C. Reilly come Rhomann Dey nel MCUÈ fin troppo facile dimenticare quanto fosse impressionante il cast di Guardiani della Galassia, con John C. Reilly un altro grande nome che non ci saremmo mai aspettati di vedere nel MCU. Nel ruolo di Rhomann Dey, ha avuto un impatto duraturo e ha aggiunto ancora più cuore a un film che ne è pieno. Come Nova Prime, è scomparso dall’azione dal 2014; farlo incrociare di nuovo con la squadra nel Vol. 2 sarebbe stato abbastanza facile. Purtroppo, dobbiamo ancora una volta supporre che sia lui che la sua famiglia siano stati vittime di Thanos. Guardiani della Galassia Vol. 3 non ha minimamente menzionato Dey o dei Nova Corps ma, quando la squadra si riunirà di nuovo, ci piacerebbe vederlo tornare. In alternativa, potrebbe rientrare nel progetto Nova di cui si vocifera.

Dr. Leonard Samson

Ty Burrell è diventato una grande star dopo aver recitato ne L’incredibile Hulk, soprattutto grazie a Modern Family, ma i Marvel Studios non sono riusciti a riportare l’attore nel MCU nel ruolo del Dr. Leonard Samson. È una decisione strana, dato che questo psichiatra avrebbe potuto essere inserito in un gran numero di film. Per cominciare, avrebbe potuto essere lo strizzacervelli con cui Tony Stark parla alla fine di Iron Man 3, anche se trasformato nel suo alter ego eroico, Doc Samson. Tuttavia, non ha avuto abbastanza tempo sullo schermo da giustificare questa scelta, soprattutto perché il suo ruolo nel film del 2008 era poco più di un cameo. Sembra che la Marvel non abbia mai avuto piani seri per Samson e che la sua inclusione sia stata poco più di un Easter Egg per i fan. Non c’è da stupirsi, quindi, che sia finito nel dimenticatoio, ed è stato un errore non riportarlo in She-Hulk: Attorney at Law.

Dave Bautista non ha parlato con James Gunn per entrare nell’Universo DC, ma è davvero così?

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A novembre, Dave Bautista ha utilizzato i social media per accennare al fatto di aver parlato con James Gunn della WB, che aveva appena assunto il ruolo di co-presidente dei DC Studios.

James Gunn ha anche ricondiviso il post di Dave Bautista, accendendo i social media con tonnellate di speculazioni su chi Dave Bautista potrebbe interpretare nel DCU.

Ora, Dave Bautista sta in parte smentendo la cosa.

In una nuova intervista con Comic Book, è stato chiesto a Dave Bautista cosa potrebbe accadere prima di essere inserito nella WWE Hall of Fame o di firmare per un ruolo nel DCU?

Dave Bautista ha risposto: “Non saprei risponderti onestamente, perché penso… E lo dico solo perché abbiamo avuto delle conversazioni, nel corso degli anni, che sarebbe la WWE Hall of Fame. Avrei dovuto partecipare l’anno scorso, ma ero impegnato in un film e non ho potuto viaggiare. Stavo girando un film in Sudafrica e logisticamente non è stato possibile realizzarlo. Quindi, sapete, non ho parlato con James dell’Universo DC“.

Ha poi aggiunto: “Mi piacerebbe lavorare di nuovo con James, che si tratti dell’Universo DC o meno. Adoro James Gunn. È un regista incredibile e abbiamo un cameratismo che non ha prezzo. Quindi lavorare di nuovo con lui? Voglio dire che lo farei anche gratis. Ma non abbiamo ancora parlato. Ora è in cima alla DC. Sta facendo le sue cose. Io sto cercando di portare avanti la mia lavorazione. Ma sono sempre aperto e gliel’ho detto“.

Cosa ha scritto Dave Bautista sui social a Novembre?

Anche in questo caso, torniamo al post di Dave Bautista sui social media di novembre, che l’attore di Dune doveva sapere avrebbe scatenato una marea di voci e speculazioni. Gunn doveva anche sapere che ripubblicare la foto non avrebbe fatto altro che aggiungere benzina al fuoco.

Quindi, che Dave Bautista  si rifaccia vivo tre mesi dopo e dichiari che lui e James Gunn non hanno discusso di alcuna possibilità è una pillola difficile da mandar giù.

In precedenza Dave Bautista aveva dichiarato di aver parlato con James Gunn della possibilità di interpretare Bane nel DCU, ma secondo quanto riferito, ciò avveniva prima che Gunn diventasse co-presidente dei DC Studios.

Dave Bautista ha rilasciato queste dichiarazioni a Insider nel gennaio 2023 e in seguito il suo addetto stampa ha chiarito che le discussioni erano avvenute prima che Dave Bautista diventasse co-CEO della divisione DC della Warner Bros.

Ho avuto delle conversazioni con James riguardo a [interpretare Bane], ma credo che la direzione in cui si sta orientando, ovvero il completo reboot dell’intero universo, stia ripartendo da zero e iniziando in modo più giovane e fresco e credo che sia necessario farlo. Penso che per rilanciare l’Universo DC si debba partire da zero e che si debba iniziare con attori più giovani. Bisogna iniziare a pianificare i prossimi 15 anni, e non credo che si possa fare con me. E lo capisco“.

Allora perché ora Dave Bautista sembra fare di tutto per dire che lui e Gunn non hanno avuto alcuna conversazione sul DCU? Forse è nervoso per il rischio di svelare qualcosa e quindi ha scelto di dichiarare che non ha parlato con Gunn del DCU?

Lucrezia Guidone: 10 cose che non sai sull’attrice

Lucrezia Guidone: 10 cose che non sai sull’attrice

Sono bastati pochi ruoli tra cinema e televisione all’attrice Lucrezia Guidone per affermarsi come una delle più interessanti e talentuose interpreti della sua generazione. Con una formazione teatrale alle spalle, l’attrice ha infatti saputo distinguersi attraverso generi e contesti diversi, arrivando oggi ad essere indicata come uno dei volti del cinema e della serialità italiana da tenere d’occhio per il futuro.

Ecco 10 cose che forse non sai di Lucrezia Guidone.

Lucrezia Guidone: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Il debutto sul grande schermo avviene per lei nel 2009 con il film Il grande sogno. Nel 2014 è invece Emma nel film Noi 4, con Kseniya Rappoport. In seguito ha recitato nei film Dove cadono le ombre (2017), La ragazza nella nebbia (2017) e Senza distanza (2018). Nel 2021 recita nell’apprezzato Qui rido io, ma anche nel film Altri padri.

2. Ha recitato anche in alcune serie TV. Oltre al cinema, la Guidone ha avuto modo di comparire anche per il piccolo schermo. Ha infatti iniziato recitando in serie come Dov’è Mario? (2016) e Non uccidere (2017). In seguito ottiene maggior popolarità interpretando Leptis nella serie Netflix Luna Nera (2020). Sempre nel 2020 recita nell’episodio Veleni della serie Doc – Nelle tue mani, con Luca Argentero. Dal 2021 al 2022 recita nella serie Summertime, mentre nel 2022 è protagonista insieme a Michele Riondino della serie Fedeltà. Nel 2024 recita nella serie TV Mare Fuori 4, accanto ad attori come Massimiliano Caiazzo e Giacomo Giorgio, e in La lunga notte – La caduta del Duce.

Mare fuori 4 Lucrezia Guidone

Lucrezia Guidone in Mare Fuori

3. È una delle nuove protagoniste della serie. Sul finire della terza stagione di Mare fuori, l’attrice fa la sua comparsa in scena con il personaggio di Sofia Durante. Giunta all’IPM sotto le mentite spoglie di una nuova educatrice, ella è in realtà un’ispettrice inviata dal ministero per indagare sulla gestione del penitenziario. Successivamente diventa direttrice dell’istituto, gestendolo in maniera molto diversa rispetto alla precedente direttrice, essendo Sofia una donna dal temperamento molto autoritario, freddo e forte, e mantenendo un’obiettiva distanza dai detenuti.

4. Ha costruito il personaggio a partire dal suo trauma. Sofia si afferma dunque come una personalità molto rigida all’interno della serie, spesso in posizione di contrasto rispetto ai giovani detenuti. Tuttavia, Guidone ha raccontato che per costruire la sua Sofia è partita dagli aspetti più deboli e teneri di lei, a cominciare dal suo trauma della morte della sorella, che l’ha dunque resa delicata e fragile. Una fragilità da cui Sofia cerca di nascondere con il suo atteggiamento autoritario. Per interpretarla, dunque, l’attrice è andata oltre un superficiale giudizio ricercando la verità del personaggio.

Lucrezia Guidone in Summertime

5. È entrata a far parte della serie dalla seconda stagione. Nel 2020 su Netflix è arrivata la serie italiana dal sapore estivo Summertime. A partire dalla seconda stagione, distribuita nel 2021, la Guidone ha fatto il suo ingresso nei panni di Rita, una donna indipendente e madre single che affascinerà Dario, interpretato da Andrea Lattanzi. Pur essendo entrata solo a partire dalla seconda stagione, l’attrice ha raccontato di essersi sentita subito parte del gruppo e di aver trovato nel suo personaggio una donna molto interessante a cui dar vita.

Lucrezia Guidone in La lunga notte

6. Ha interpretato una nota donna nel film sulla caduta del fascismo. In La lunga notte – La caduta del Duce, Guidone interpreta Edda Ciano, la prima dei cinque figli di Mussolini, che si oppose al padre nella sua decisione di uccidere suo marito Galeazzo. Per interpretare tale personaggio, l’attrice si è documentata approfonditamente, cercando non di restituire una somiglianza fisica quanto più la sua energia e le sue passioni, divisa com’era tra l’amore per il marito e l’affetto per il padre.

Lucrezia Guidone Fedeltà

Lucrezia Guidone in Fedeltà

7. Ha girato con serenità le sue scene di nudo. All’interno di Fedeltà Margherita, il personaggio interpretato da Guidone, è protagonista di diverse scene particolarmente sensuali, che implicano anche il nudo. L’attrice ha raccontato di non essersi sentita a disagio nel dar vita a tali momenti, poiché convinta che se il nudo è funzionale al racconto e al personaggio allora farlo venga molto più spontaneo.

Lucrezia Guidone è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo personale seguito da 208 mila persone. All’interno di questo, con oltre 700 post, l’attrice è solita condividere immagini o video relativi al suo lavoro, con curiosità e dietro le quinte. Non mancano però anche post relativi alla sua vita privata, con eventi, luoghi visitati o momenti di svago insieme ad amici o famigliari. Seguendola, dunque, si potrà rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Lucrezia Guidone ha un fidanzato?

9. È molto riservata. Della vita privata e sentimentale dell’attrice si sa molto poco. All’infuori di ciò che pubblica sui social, infatti, non sono molte le notizie sulla sua vita fuori dal set, in quanto la Guidone preferisce tenere questa per sé. Non è dunque possibile stabilire se al momento sia impegnata in una relazione sentimentale o meno, ma è noto che sue grandi passioni sono leggere, viaggiare e praticare yoga.

Lucrezia Guidone: età, altezza e la famiglia dell’attrice

10. Lucrezia Guidone è nata il 3 giugno del 1986 a Pescara, Italia. L’attrice è alta complessivamente 1,68 metri. Come noto, Guidone è cresciuta in una famiglia d’artisti, legati in particolare al campo musicale. La madre era infatti una pianista mentre la zia una ballerina. Seguendo le orme di entrambe, la giovane Lucrezia ha dunque iniziato a studiare musica e danza, per poi appassionarsi però sempre di più alla recitazione. Una passione che l’ha portata ad entrare come allieva all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Guidone ha poi anche una sorella più piccola di 10 anni, di nome Ludovica.

Fonte: IMDb, Elle

Jeremy Renner dice di essere “pronto” a tornare nei panni di Occhio di Falco

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Il giorno di Capodanno del 2023 Jeremy Renner è stato schiacciato da uno spazzaneve mentre cercava di salvare suo nipote e, poco più di un anno dopo, sembra che sia finalmente pronto a vestire nuovamente i panni di Clint Barton.

Si temeva che la star di Avengers: Endgame e Hawkeye non ce l’avrebbe fatta, ma dopo un lungo recupero, il mese scorso ha potuto tornare al lavoro per recitare nella terza stagione di Mayor of Kingstown.

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Parlando con Entertainment Tonight, all’attore è stato chiesto del suo futuro nel MCU e ha confermato: “Sono sempre pronto. Sarò abbastanza forte, questo è certo. Sarò pronto“.

Jeremy Renner ha poi rivelato che i suoi co-protagonisti del MCU sono stati una delle sue più grandi fonti di sostegno, in quanto gli sono stati accanto durante lo “straziante” processo di recupero.

Tutti quei ragazzi sono venuti al mio capezzale“, ha detto. “Sono stati con me per tutto il tempo della convalescenza, quindi… se mi vogliono, possono avermi. Sarebbe già qualcosa“.

Per quanto riguarda le sue condizioni generali, il veterano del MCU ha rivelato di essere “probabilmente al 90% di tutte le cose che avrei dovuto fare“.

Farò tutto quello che posso… tutto quello che serve per migliorare, per diventare più forte“, ha continuato Renner.

È una strada a senso unico, questo recupero. Il resto della mia vita riguarda la salute e il benessere. Il recupero farà parte del resto della mia vita, quindi non vedo l’ora, amico. C’è sempre qualcosa da fare per migliorare, essere più forti, essere più felici, essere più sani, ed è questo che aspetto con ansia“.

Cosa è successo a Jeremy Renner?

Jeremy Renner è saltato sullo spazzaneve quando ha notato che stava scivolando verso suo nipote ed è stato trascinato sotto e schiacciato. Con più di 30 ossa rotte, l’attore è stato operato d’urgenza per salvarsi la vita e ha trascorso la maggior parte del 2023 in convalescenza.

Non ci sono notizie specifiche sul possibile ritorno dell’attore nel MCU, anche se non contiamo sulla seconda stagione di Hawkeye ora che Kate Bishop sembra essersi unita ai Giovani Vendicatori.

Clint Barton, però, è destinato a rientrare in Avengers 5, dando a Jeremy Renner tutto il tempo necessario per prepararsi a tutte quelle acrobazie.

Non posso credere di essere seduto qui in questo momento“, ha dichiarato in seguito nell’intervista. “Sono molto grato. Sono molto felice di andare avanti nella vita e sono felice di condividere questa vita con le persone fantastiche che amo“.

Game of Thrones: le foto di Naomi Watts nello spin-off scartato Bloodmoon

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Era il 2019 quando abbiamo appreso per la prima volta che la HBO aveva deciso di eliminare il prequel di Game of Thrones sviluppato da Jane Goldman… nonostante le riprese di un costoso episodio pilota con protagonista Naomi Watts!

Il progetto aveva originariamente ricevuto il via libera nel giugno 2018 ed era uno dei numerosi copioni di prequel raccolti dalla rete via cavo quando Game of Thrones ha iniziato a concludersi.

SJ Clarkson, regista di Jessica Jones e Madame Web, ha diretto l’episodio pilota e, con una star così importante, ci aspettavamo che andasse avanti.

In base a ciò che è stato rivelato, c’era qualcosa che non funzionava e anche il lungo periodo di post-produzione – che ha portato a un completo re-edit del taglio iniziale, accolto con scarso favore – non ha aiutato le cose (e nemmeno le voci di problemi dietro le quinte in Irlanda).

Alla fine la HBO ha scelto di andare avanti con House of the Dragon – senza un episodio pilota – un azzardo che ha dato i suoi frutti visto il successo della serie.

Naturalmente, non si tratta di una novità assoluta per Game of Thrones: il pilot della serie principale è stato scartato e girato nuovamente per diventare il successo che ha poi diviso i fan durante la stagione finale.

Ora, un primo sguardo a Game of Thrones: Bloodmoon è stato rivelato grazie ad alcune foto dietro le quinte che mostrano il personaggio senza nome di Naomi Watts.

Non rivelano molto, ma offrono almeno uno sguardo a ciò che avrebbe potuto essere. “Dai terribili segreti della storia di Westeros alla vera origine degli Estranei“, si legge nel logline ufficiale, “dai misteri dell’Oriente agli Stark della leggenda, solo una cosa è certa: non è la storia che pensiamo di conoscere“.

Parlando della cancellazione dello show nel 2020, Naomi Watts aveva commentato: “Mi dispiace. Sento il vostro dolore. Mi sono appassionato allo stesso modo. Non ero una grande fan e non avevo visto le serie fino a quando non sono stata assunta, ma poi ho guardato tutto nell’arco di un paio di mesi ed è stato meraviglioso“.

È un vero peccato, sarebbe stato molto divertente”, ha aggiunto l’attrice. “Ma non mi è permesso svelare nulla, temo“.

Donald Glover pensa che la Sony realizzerà un film live-action su MILES MORALES

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Miles Morales è stato creato dallo scrittore Brian Michael Bendis e dall’artista Sara Pichelli nel 2011 e Bendis ha dichiarato che il personaggio è stato ispirato da Donald Glover. In particolare, Bendis ha dichiarato che l’idea di Miles Morales gli è venuta in mente quando ha visto Glover indossare un costume da Spider-Man durante un episodio di Community.

Ha detto Bendis: “Era fantastico! L’ho visto con quel costume e ho pensato: ‘Vorrei leggere quel libro’. Così sono stato contento di aver scritto quel libro”. Data la dichiarazione di Bendis, Donald Glover è stato legato al personaggio per diversi anni e sembrava ricettivo all’idea di ritrarre Miles in live-action, ma con il passare degli anni Donald Glover ha iniziato a dichiarare di essere troppo vecchio e che era passato troppo tempo.

Per questo motivo, Donald Glover è apparso in Spider-Man: Homecoming nel ruolo dello zio di Miles, Aaron Davis, e ha anche menzionato brevemente suo nipote. Donald Glover ha anche un cameo live-action come Prowler in Spider-Man: Across the Spider-Verse, dopo essere stato catturato e detenuto dalla Spider-Society.

In una nuova intervista rilasciata a Vanity Fair per promuovere il suo imminente reboot di Mr. and Mrs. Smith, Donald Glover ha sviato la domanda sul suo ruolo di Miles affermando che pensa che la Sony realizzerà sicuramente un film live-action e che è più probabile che interpreti lo zio di Miles. Il discorso su Spider-Man inizia intorno al minuto [03:12] dell’intervista alla macchina della verità di Vanity Fair.

Glover ha detto a proposito dei piani della Sony: “Ci sarà sicuramente un live-action su Miles Morales, e credo che probabilmente si preoccupino di più del fatto che io sia Prowler in quel film o qualcosa del genere. Ormai sono troppo vecchio per fare Spider-Man“.

La Sony sembra decisamente aver piantato i semi per l’eventuale introduzione di Miles nell’universo cinematografico di Spider-Man in live-action, con molti fan convinti che quando Tom Holland si stancherà di interpretare il wallcrawler, la Sony passerà rapidamente a Miles.

Sebbene sia stato rappresentato principalmente come un cattivo nei film animati dello Spider-Verse, Prowler ha un passato da eroe nei fumetti: ha iniziato come ladruncolo che ha cambiato vita dopo l’incontro con Peter Parker Spider-Man.

The Good Doctor 7: nuovo trailer dalla settima stagione

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The Good Doctor 7: nuovo trailer dalla settima stagione

Il Network americano ABC ha diffuso un nuovo intenso trailer di The Good Doctor 7, la settima attesissima stagione dello show The Good Doctor con protagonista Freddie Highmore.

L’ultima stagione di The Good Doctor debutta il 20 febbraio. David Shore e Liz Friedman sono produttori esecutivi e co-showrunner. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e ABC Signature.

The Good Doctor, las erie tv

The Good Doctor, prodotto da ABC Signature e Sony Pictures Television Series, è interpretato da Freddie Highmore nel ruolo del dottor Shaun Murphy, Richard Schiff nel ruolo del dottor Aaron Glassman, Fiona Gubelmann nel ruolo della dottoressa Morgan Reznick, Will Yun Lee nel ruolo del dottor Alex Park, Christina Chang nel ruolo della dottoressa Audrey Lim, Paige Spara nel ruolo di Lea Dilallo, Bria Samoné Henderson nel ruolo della dottoressa Jordan Allen e Noah Galvin nel ruolo del dottor Asher Wolke. David Shore e Liz Friedman sono produttori esecutivi e co-showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn, Thomas L. Moran, David Hoselton, Peter Blake, Jessica Grasl, Garrett Lerner, Mike Listo, Freddie Highmore, Shawn Williamson, David Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.

Non potremmo essere più entusiasti che Chuku rientri nella famiglia di The Good Doctor e che il pubblico scopra cosa ha fatto il dottor Kalu da quando ha lasciato il St. Bon“, ha dichiarato Friedman quando Modu è tornato nella scorsa stagione.

Dopo la sua permanenza in The Good Doctor, Modu ha partecipato alle ultime due stagioni di The 100 della CW, l’ultima delle quali come series regular, ed è apparso in Captain Marvel. Recentemente è stato visto nella serie Amazon The Peripheral di Jonathan Nolan e Lisa Joy e ha recitato nel film The Origin.

True Detective 4×05: trailer del quinto episodio “Part 5

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True Detective 4×05: trailer del quinto episodio “Part 5

HBO ha diffuso il trailer di True Detective 4×05, l’atteso quinto episodio che si intitola “Part 5” di True Detective: Night Country.

La quarta stagione di True Detective è creata, scritta e diretta da Issa López e vede nel cast il premio Oscar Jodie Foster, per la prima volta protagonista sul piccolo schermo, e Kali Reis (Catch the Fair One), a formare la coppia di investigatrici al centro dell’indagine raccontata nei nuovi episodi. Nel cast anche Fiona Shaw (Harry Potter), Christopher Eccleston (Doctor Who) e John Hawkes (candidato agli Oscar per Un Gelido Inverno).

Fra thriller, horror e soprannaturale, True Detective: Night Country racconta una storia avvincente e ricca di suspense che prende il via durante l’ultimo giorno di sole dell’anno in Alaska. Atmosfere cupe e misteriose per un nuovo e agghiacciante mistero da indagare, con richiami al passato del franchise che faranno la gioia di tutti quanti hanno amato la serie fin dalla prima stagione. E con al centro due donne, due detective diversissime ma fatte della stessa pasta, ruvide e inaccessibili, accomunate da un doloroso trascorso e sole in un mondo di quasi soli uomini.

True Detective: Night Country, la trama

Quando la lunga notte polare scende su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano all’interno della Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia. Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers (Foster) e Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi con il loro lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che giacciono sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective ritroveranno i corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi messaggi e rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio, sciogliendosi, riporti in superficie gli orrori del passato. Come ama ripetere la detective Danvers: qual è la domanda giusta da porsi?

Issa López è showrunner, creatrice, regista ed executive producer di True Detective: Night Country. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è anche executive producer insieme a Barry Jenkins, Adele Romanski, Mark Ceryak di PASTEL e Alan Page Arriaga. Per Anonymous Content executive producers Mari Jo Winkler, Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Cary Joji Fukunaga e Nic Pizzolatto.

Armor Wars: Sam Rockwell risponde alle voci sul ritorno di Justin Hammer

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Sulla scia della grande rivelazione di Secret Invasion, cosa sta succedendo esattamente con Armor Wars? Anche utilizzando la consueta politica del silenzio, la Marvel è stata insolitamente silenziosa nel rivelare dettagli sul progetto. Tuttavia, gli “scoopers” dei social media hanno approfittato del fatto che non si sa molto di Armor Wars per proporre diverse nuove indiscrezioni. La principale di queste è il ritorno del Justin Hammer di Sam Rockwell.

Recentemente è apparso al Tonight Show Starring Jimmy Fallon per promuovere l’uscita di Argylle, e a Sam Rockwell è stato chiesto di commentare le voci sul ritorno di Hammer in Armor Wars.

Sam Rockwell ha detto: “Beh, sto aspettando la telefonata… Non ho ricevuto la telefonata, no. Mi sto facendo crescere la barba e tutto il resto”. Tuttavia, ha anche condiviso che se la Marvel dovesse effettivamente chiamarlo, sarebbe pronto a riprendere il ruolo: “Ascoltate, ci sto. Sì, andiamo“. La discussione su Armor Wars inizia al minuto 03:55 del video qui sotto.

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https://youtu.be/rPSghxSMYw8

Di seguito invece la nostra intervista all’attore in occasione della premiere a Londra di Argylle

Cosa sappiamo su Armor Wars?

Il 10 dicembre 2020, durante l’Investor Day 2020 della Disney, Kevin Feige ha rivelato che una serie televisiva di Armor Wars era in fase di sviluppo per Disney+. Nell’agosto 2021, Yassir Lester (Black Monday; Girls; The Carmichael Show) è stato assunto come sceneggiatore capo della serie.

Tuttavia, nel settembre 2022, è stato rivelato che Armor Wars sarebbe stato sviluppato come film invece che come serie televisiva, con Lester che avrebbe dovuto trasformare le sceneggiature dei vari episodi in una sceneggiatura.

Fonti piuttosto affidabili, The Cosmic Circus e Daniel Richtman, hanno dichiarato che Hammer tornerà nel film. Altre voci affermano che anche l’Ultron di James Spader e Riri Williams/Iron Heart di Dominique Thorne dovrebbero comparire nel film.

Finora, la Marvel ha confermato solo che Don Cheadle riprenderà il suo ruolo di James Rhodey, alias War Machine, nel MCU.

Durante Secret Invasion, abbiamo appreso che Rhodey è stato sostituito da uno Skrull dopo gli eventi di Captain America: Civil War.

In precedenza, Cheadle aveva anticipato che Armor Wars (quando era ancora una serie televisiva) si sarebbe occupato di esplorare chi è Rhody al di fuori dell’armatura.

Non credo che abbiamo mai veramente scavato in lui, e ora è un’opportunità per esplorare veramente la sua vita emotiva, la sua vita interiore, le sue relazioni, la sua traiettoria, dove vuole andare, quali sono le sue sfide. Ovviamente, bisogna ripagare il materiale Marvel. E rientrare nella tradizione della mitologia del personaggio e del MCU in generale”, ha detto Cheadle.

Naturalmente, i lettori della Marvel Comics riconosceranno che il progetto prende il nome dai 7 numeri scritti da David Michelinie e Bob Layton e disegnati da Mark D. Bright e Barry Windsor-Smith.

In questa serie di 7 numeri, Tony Stark scopre che Spymaster ha rubato i suoi progetti per una prima armatura di Iron Man e li ha venduti a Justin Hammer. Hammer usa i progetti per potenziare la potenza di diversi cattivi di serie D come Stilt-Man, Mauler, Controller, Beetle e altri.

Alla fine, il governo degli Stati Uniti mette le mani sui progetti e costruisce un proprio nucleo corazzato di soldati che intende utilizzare per sorvegliare i supereroi disonesti.

Con Tony Stark defunto nel MCU, il prossimo film di Armor Wars sarà solo vagamente basato sulla serie di fumetti, se vorrà prendere in prestito qualcosa di diverso dal nome del fumetto. La Fase 6 del MCU si conclude il 7 maggio 2027 con Avengers: Secret Wars, quindi è probabile che Armor Wars possa uscire alla fine del 2027/inizio 2028, nella migliore delle ipotesi.

London Critics’ Circle Awards 2024: vince La zona d’interesse. Barbie e Oppenheimer a mani vuote

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I blockbuster di Hollywood sono stati esclusi dalla 44esima edizione dei London Critics’ Circle Awards, Barbie e Oppenheimer infatti sono rimasti entrambi a mani vuote mentre i film indipendenti hanno dominato le categorie principali. Il film di Jonathan Glazer, La Zona di Interesse, ha vinto il riconoscimento al film dell’anno e Glazer è stato anche premiato individualmente con il titolo di Regista dell’anno. Il successo di Celine Song al Sundance 2023 Past Lives, altro candidato al miglior film, ha vinto per la categoria dedicata al film in lingua straniera dell’anno.

Molte delle categorie di recitazione sono state dominate dai favoriti dell’Oscar, come Emma Stone ha vinto il premio come attrice dell’anno per Povere Creature e Da’Vine Joy Randolph ha vinto il premio come attrice non protagonista dell’anno per The Holdovers – lezioni di vita. I candidati all’Oscar Justine Triet e Arthur Harari sono stati premiati come sceneggiatori dell’anno per Anatomia di una caduta e Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki ha vinto il premio al film d’animazione dell’anno. In particolare, il premio come attore non protagonista dell’anno è andato a Charles Melton, che non ha ricevuto una nomination all’Oscar.

Ecco la lista completa del London Critics’ Circle Awards 2024

Film of the Year

La zona d’interesse

Foreign-Language Film of the Year
Past Lives

Documentary of the Year
20 Days in Mariupol

Animated Film of the Year
Il ragazzo e l’airone

Director of the Year
Jonathan Glazer – La zona d’interesse

Screenwriter of the Year
Justine Triet e Arthur Harari – Anatomia di una caduta

Actress of the Year

Emma Stone – Povere Creature!

Actor of the Year
Andrew Scott – Estranei

Supporting Actress of the Year
Da’Vine Joy Randolph – The Holdovers – Lezioni di vita

Supporting Actress of the Year
Charles Melton – May December

Breakthrough Performer of the Year
Mia McKenna-Bruce – How to Have Sex

The Attenborough Award, Best British/Irish Film

Estranei

The Philip French Award, Best Breakthrough British/Irish Filmmaker
Molly Manning Walker – How to Have Sex

British/Irish Performer of the Year
Paul Mescal

Young British/Irish Performer of the Year
Lola Campbell – Scrapper

British/Irish Short Film of the Year
The Veiled City – dir. Natalie Cubides-Brady

La zona d’interesse – music and sound, Mica Levi and Johnnie Burn

The Dilys Powell Award, Excellence in Film
Jeffrey Wright

The Derek Malcolm Award for Innovation
Colman Domingo

The Peacemaker: trama, cast e curiosità sul film con George Clooney

I rapporti tra Stati Uniti e Russia sono sempre stati particolarmente tesi, e il cinema ha raccontato tali conflitti in più occasioni nel corso dei decenni. Si tratta di film ricchi di tensione, dove la situazione di precario equilibrio fra le due parti può rapidamente spezzarsi con gravi conseguenze. Molti dei titoli di questo genere sono inoltre tratti da storie vere o da vere indagini. Tra questi ultimi si annovera anche The Peacemaker, diretto nel 1997 dalla regista Mimi Leder, qui al suo primo lungometraggio per il cinema. In questo si esplora infatti una particolare vicenda del rapporto tra i due Paesi, sempre sull’orlo della guerra.

Arrivato in sala, The Peacemaker si è poi affermato come un buon successo di economico. A fronte di un budget di circa 50 milioni di dollari questo è infatti arrivato ad incassarne circa 110 a livello globale. Ancora oggi è un film che regala grande intrattenimento e una storia avvincente. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità ad esso relative. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle sue location. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La storia vera dietro The Peacemaker

La storia qui raccontata, come accennato, è stata ispirata un reale vicenda, riportata dall’articolo intitolato One Point Safe, scritto dai giornalisti Andrew e Leslie Cockburn. Il pezzo illustrava il pericoloso contrabbando di armi nucleari nell’ex Unione Sovietica e il titolo si riferisce a quella preziosa funzione che impedisce alle bombe atomiche di essere innescate accidentalmente. La ricostruzione dei due giornalisti ha dunque portato all’attenzione una realtà nascosta ma molto pericolosa, sia per il paese che importa tali ordigni sia per quanti vi entrano in conflitto. La pubblicazione di questo articolo ha dunque reso ancor più tesi i rapporti tra i due paesi ma ha anche sensibilizzato ulteriormente sul tema del nucleare, spingendo ad una maggiore attenzione a riguardo.

La trama di The Peacemaker

La vicenda del film si apre in Russia, dove il corrotto Generale Kodoroff riesce a sottrarre nove pericolosissime testate nucleari trasportate su un treno. Nascosto il furto proprio con l’esplosione di una delle bombe, egli vanta ora un arsenale estremamente letale da poter riutilizzare contro i nemici del suo paese. Nel momento in cui la zona dell’incidente può essere sottoposta ad indagine ci si rende però conto di come ad essere esplosa sia solo una delle dieci bombe traportate. Ha così inizio una frenetica caccia all’uomo di livello internazionale, con il fine di scovare chi possiede le armi nucleari e fermarlo prima che sia troppo tardi.

Sul caso indagano la dottoressa Julia Kelly, responsabile del settore materiale nucleare della Casa Bianca, la quale per prima ricollega l’avvenuto all’azione di terroristi. Accanto a lei vi è il colonnello Thomas Devoe, ufficiale del servizio segreto, il quale a sua volta sospetta il furto degli ordigni. Pur non piacendosi l’un l’altro, a causa dei diversi modi di pensare e agire, i due saranno costretti a lavorare insieme, spostandosi tra gli Stati Uniti e l’Europa. Scoprire quantoprima le reali intenzioni di coloro che hanno rubato le bombe sarà l’unico modo per impedire che il peggio possa avvenire.

The Peacemaker cast

The Peacemaker: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del colonnello Thomas Devoe vi è il premio Oscar George Clooney, il quale per questo film si è dedicato ad un’ampia serie di spericolate imprese. L’attore ha infatti eseguito quasi tutte le scene previste per il suo personaggio, anche le più complesse e rischiose, scegliendo di non ricorrere a controfigure. In particolare, egli ha imparato a calarsi con una fune da un elicottero in volo e ad eseguire una serie di pericolose manovre automobilistiche. Per tutto ciò si è guadagnato l’epiteto di “senza paura”, assegnatogli proprio dalla regista. Ad interpretare la sua controparte russa, il colonnello Dimitri Vertifkoff, vi è invece il celebre attore candidato all’Oscar Armin Mueller-Stahl. Tanta era l’adorazione che Clooney aveva nei suoi confronti da continuare ad offrirsi di portargli il caffè sul set.

A dare volto alla dottoressa Julia Kelly vi è invece la premio Oscar Nicole Kidman, anche se il ruolo era inizialmente stato proposto ad Annette Bening. La Kidman è ad oggi una delle poche attrici che possono vantare di non aver subito scherzi da parte di Clooney. L’attore è infatti noto per farne di diversi ai suoi colleghi, ma il rispetto provato per la Kidman l’ha spinto a trattenersi. Contrariamente ai loro personaggi, infatti, i due attori hanno avuto un ottimo rapporto durante il set, e ancora oggi sono grandi amici. Nel film sono poi presenti diversi attori di diverse provenienze. Il rumeno Marcel Iures è Dusan Gavrich, mentre Aleksandr Baluyev interpreta il generale Alexander Kodoroff. Il francese Sebastian Roché veste i panni di Hans, mentre Holt McCallany è Mark Appleton.

Le location di The Peacemaker: ecco dove è stato girato il film

Ricco di location diverse, il film si è avvalso di luoghi naturali e altri invece ricostruiti in studio. Vi sono inoltre alcune ambientazioni del film che non corrispondono alle effettive location dove sono state girate le scene. Un caso esemplare è quello dell’inseguimento di Vienne, una sequenza in realtà realizzata nella città di Bratislava, in Slovacchia. Per le scene finali nella chiesa, l’intenzione della regista era quella di girare in alcuni luoghi sacri di New York. Tuttavia, non avendo ottenuto i permessi necessari, tali ambienti furono ricostruiti grazie alla computer grafica. Un notevole lavoro di effetti speciali che ha ovviamente portato ad un aumento del budget inizialmente previsto. Altre location utilizzate per il film sono il Nord della Macedonia, la Croazia e Horna Stubna in Slovacchia.

Il trailer di The Peacemaker e dove vedere il film in streaming

È possibile fruire di The Peacemaker grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Prime VideoParamount+ Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

La rosa dell’Istria: recensione del film tv con Andrea Pennacchi

La rosa dell’Istria: recensione del film tv con Andrea Pennacchi

Il primo canale televisivo della Rai, dall’inizio di questo nuovo anno, sta proponendo al suo pubblico molti prodotti che vogliono raccontare il Novecento italiano. Dopo la serie La Storia, tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante e la miniserie La lunga notte – la caduta del Duce ora è la volta de La rosa dell’Istria. Questo film tv in onda in prima serata lunedi 5 febbraio vuole raccontare, attraverso il dramma della famiglia Braico, la tragedia delle Foibe e l’esodo degli istriani scappati dal genocidio del maresciallo comunista jugoslavo Tito, durante gli ultimi anni e la fine dalla seconda guerra mondiale.

La rosa dell’Istria un dramma familiare per raccontare un genocidio

Questo lungometraggio con la regia di Tiziana Aristarco, coproduzione Rai Fiction-Publispei-Venice Film è una storia vera liberamente ispirata al libro intitolato Chi ha paura dell’uomo nero dell’istriana Graziella Fiorentin. La rosa dell’Istria inizia con un lungo flashback, più precisamente alla fine dell’estate del 1943, quando gli italiani che risiedevano nella regione dell’Istria si trovarono nella morsa di due nemici. Da una parte c’erano i partigiani comunisti jugoslavi comandati da Tito, che già avevano attuato la prima ondata di infoibamenti e dall’altra l’ex alleato tedesco cioè i nazisti.

Dopo l’armistizio, quello del 8 settembre, l’esercito italiano restò senza direttive e la popolazione istriana invece priva di ogni difesa, nel frattempo il dittatore Tito avanzava con le sue mire di pulizia etnica per ammettere il territorio istriano alla Jugoslavia e i tedeschi si riorganizzano insieme alle truppe della Repubblica di Salò. La situazione diventa sempre più drammatica tanto che la famiglia protagonista, capitanata dal capofamiglia Antonio Braico, uomo rispettato da tutti e medico di Canfanaro, decide che è il momento di scappare.

Il dottore, interpretato dall’attore Andrea Pennacchi, prenderà questa difficile scelta dopo aver assistito inerme con la figlia diciottenne Maddalena, Grace Kicaj al suo debutto, alla fucilazione di un gruppo di giovani e innocenti carabinieri del paese, da parte dei comunisti slavi che li ritenevano dei fascisti. Quindi nel giro di qualche giorno, Maddalena con la sua famiglia abbandona per sempre la sua terra, la sua casa e anche il suo ragazzo slavo Miran che si è unito ai partigiani di Tito. Purtroppo durante la fuga notturna di nascosto con un treno, Niccolò il figlio maggiore del dottore, l’attore Costantino Seghi, sarà ferito e rimarrà indietro.

Maddalena è la voce di un popolo ferito

I Braico riescono a raggiungere in Italia e cercano riparo presso lo zio Giorgio, Fausto Maria Sciarappa, che lavora come professore e che da anni vive a Cividale, una piccola cittadina del Friuli. Da qui La rosa dell’Istria diventa un racconto di formazione, focalizzato sulla crescita di Maddalena, l’unica figlia di Antonio, che si ritrova spaesata, ritenuta a scuola come una straniera e in lotta con suo padre che la vuole medico. La ragazza invece ama da sempre la pittura e l’incontro con Leonardo, Eugenio Franceschini, un misterioso giovane artista ebreo gli rivoluzionerà per sempre la sua vita.

Dopo i primi mesi in cui l’intera famiglia vive la triste condizione da profughi, sradicati dalla loro terra, dalle loro abitudini e da tutto ciò che prima era la loro vita borghese finalmente Antonio trova lavoro come dottore. I Braico quindi si trasferiscono di nuovo, esattamente in Veneto vicino alla laguna, ma Maddalena continuerà a pensare a Leo, scomparso all’improvviso, ma che dopo qualche tempo riapparirà e convincerà la giovane donna a seguirlo e vivere a Padova con lui per fare la pittrice. Intanto la guerra finisce e Maddalena guardando un cinegiornale al cinema, noterà un volto conosciuto tra i tanti disperati scappati dalla sua Istria e cercherà in tutti modi di ritrovare quella persona che pensava di aver perso per sempre.

La rosa dell’Istria un film che sa dosare vari generi

La rosa dell’Istria fin dalle prime scene mostra il dramma dei profughi istriani per poi tornare alle origini di quando è iniziato tutto. Un film tv melò che parte come un dramma familiare che pian piano diventa un romanzo di formazione di una donna che con il suo spirito lotta per quello che crede. La regia di Tiziana Aristarco, affronta argomenti come il genocidio ma senza alcun uso d’immagini di violenza, si vede l’orrore delle foibe attraverso lo sguardo dei sopravvissuti rifugiati in Italia e che Maddalena poi ha deciso di mostrare attraverso la sua arte e i suoi dipinti su tela.

My Home My Destiny: la dizi turca che racconta l’emancipazione femminile e il desiderio di riscatto

Cosa ci definisce come persone? La casa in cui viviamo, gli amici che frequentiamo, la carriera che scegliamo o l’amore che viviamo? Non c’è una risposta definitiva a una domanda così, esistenziale, ma forse potremmo dire che dipende da cosa si vuole essere nel presente e nel futuro, ma anche da quello che si è stati nel passato. Parte da qui la storia di Zeynep, da un quesito particolarmente introspettivo, che la ragazza rivolge alla psicoterapeuta nella sequenza iniziale di My Home My Destiny, prima di riavvolgere il nastro della sua vita, come in un film, e raccontarla partendo dalla casa d’infanzia in cui viveva e che ha cominciato a plasmarla come individuo. Il prodotto turco, approdato su Canale 5 nell’estate 2023, ha riscosso un enorme successo, forte della presenza di Demet Ozdemir nei panni della protagonista, che torna in auge sul piccolo schermo dopo essere diventata famosa nel Bel Paese grazie al ruolo di Sanem in Daydreamer nel 2020.

Attenzione però: My Home My Destiny, esattamente come tutte le opere provenienti dalla Turchia (il cui debutto fu sancito con Cherry Season – La stagione del cuore) dal 2016 in poi, non è né una soap opera né può considerarsi una serie televisiva dall’impianto classico, ma si posiziona in una terra di mezzo fra l’una e l’altra, una dizi. Per chi non conoscesse le differenze, diciamo in breve che fra le peculiarità più evidenti delle dizi  c’è prima di tutto la durata canonica di circa due ore a episodio, minutaggio che va a incidere sul ritmo del racconto e sull’approccio ai personaggi, molto più lento, in cui di conseguenza la storia ha dei tempi di assorbimento diversi per lo spettatore.

Sono narrazioni estremamente dilatate, spesso costruite su personaggi femminili e sulle rispettive famiglie, in cui a essere messa in risalto, oltre alla crescita del singolo, è la tradizione e le usanze del Paese. Inoltre, si fa molto affidamento al voice over del main character, il quale diventa uno strumento narrativo che permette di addentrarsi meglio nei chiaroscuri dei personaggi, accentuare il pathos e far sentire lo spettatore più coinvolto in ogni scelta dei protagonisti, mentre esperiscono la vita. Le dizi turche non si incasellano in un unico genere, seppur quelle arrivate sulle nostre reti siano principalmente di stampo romantico (ne fanno parte Cherry Season e Daydreamer) e drammatico.

My Home My Destiny: una dizi quanto più attuale

Ed è proprio il dramma – o meglio il melò – su cui si cuce la storia di My Home My Destiny, diretta da Çağrı Bayrak e adattata dal libro Camdaki Kız della scrittrice Gülseren Budaçioğlu. Come suggerisce lo stesso titolo, per Zeynep la casa in cui vive è il suo destino, già scritto, che si deve solo compiere. Cresciuta in una disfunzionale famiglia povera di Balat, con un padre alcolizzato e violento e una madre schiava del suo potere, Zeynep viene adottata da piccola da una coppia facoltosa nella Istanbul “da bene”, consegnata dagli stessi genitori per permettere alla figlia di istruirsi. In realtà, è la madre Sakine a decidere di concederla a Nermin ed Ecrem, in primis per garantirle un futuro migliore e in secondo luogo per evitare che anche lei soccomba a un padre padrone per niente amorevole.

Diversi anni dopo, intrapresi gli studi alla facoltà di legge e oramai coinvolta a pieno nella sua vita elitaria, Zeynep reincontra la madre biologica al suo compleanno, da cui affioreranno una serie di sensi di colpa, scaturiti per non aver avuto il coraggio di dire a nessuno la verità né sulla sua doppia famiglia (e vita) né su chi sia per davvero. Tornata nel quartiere d’origine per recuperare il tempo perso con la madre, si lascia covincere da quest’ultima a sposare un uomo molto umile che neppure conosce, Mehdi, con il quale intraprende una relazione tossica. Tracciate le coordinate della storia, è chiaro che il nucleo centrale di My Home My Destiny sono gli abusi – psicologici e fisici –, il patriarcato, l’emancipazione femminile e la percezione errata che si ha di sé se alle spalle si ha un contesto familiare poco chiaro e problematico.

La dizi, come si è potuto intuire, affronta tematiche molto care al giorno d’oggi e ne approfondisce ogni aspetto senza mai tirarsi indietro, ma anzi guardandolo da ogni prospettiva e angolazione proprio grazie a tempi estesi che permettono un’accurata riflessione in merito. Essendo un prodotto fruibile da chiunque, considerata anche la disponibilità sull’app gratuita Mediaset Infinity, riesce ad abbracciare un pubblico molto ampio ed eterogeneo, e la sua presenza in piattaforma è essenziale e di estremo valore, poiché permette a tutti di dialogare con alcuni argomenti per i quali, ancora adesso, si ha un atteggiamento di negazione o rigetto. Ma esistono, diremmo anche purtroppo, nonostante i cambiamenti messi in moto ma non ancora completati, e un’opera del genere – proprio nella sua semplicità narrativa – è in grado di essere decodificata senza per forza ricorrere all’arte cinematografica più stratificata (come può esserlo magari il nuovo Povere Creature!, per intenderci).

My Home My Destiny serie

La presa di potere, il desiderio di riscatto

Una delle prime tematiche che emergono in My Home My Destiny è la violenza sulle donne. I complessi che Zeynep si porta con sé derivano da un’infanzia infelice nella quale, come si evince sin dai primi frame, è la sopraffazione a dominare. Il padre ha sempre usato la forza bruta nei confronti della madre, denigrandola e malmenandola. Anche nei riguardi della figlia, Bayram non ha mai avuto la sensibilità per comprendere i suoi bisogni, traumatizzandola (le bruciava i libri, per dirne una) e impedendole di potersi formare attraverso un percorso scolastico. Il tipico uomo meschino, limitato e dalla dubbia morale, in cui vengono declinate la maggior parte delle bruttezze dell’animo umano. Usa le mani per farsi ascoltare, per sentirsi superiore, e la ferocia delle parole per mettere a tacere.

L’ignoranza, legata alla condizione economica precaria in cui vive, in questo caso gravano ancor di più sul suo temperamento e le sue idee misogine, che però al tempo stesso innescano in Zeynep, gradualmente, il senso di riscatto sia per lei che per la madre Sakine, da sempre succube e sottomessa. È da qui che infatti parte un percorso atipico di formazione e crescita della ragazza: Zeynep comincia a maturare realmente e a interfacciarsi davvero con gli eventi duri della vita solo in età adulta, quando il suo passato le bussa nuovamente alla porta e lei deve gestirlo. Chiusa precedentemente nella bolla dell’agio e del lusso in cui i genitori adottivi l’avevano inserita, la giovane intraprende un arduo percorso di consapevolezza di sé solo nel momento in cui la realtà che aveva abbandonato fa irruzione nella dimensione quasi perfetta in cui si cullava, obbligandola a fare i conti con la persona che è davvero.

Non avendo un’immagine solida e completa di se stessa, Zeynep non sa chi sia, è irrisolta, poiché voltandosi indietro trova davanti a sé due mondi opposti in cui, ancora, non sa precisamente dove collocarsi, e che hanno solo contribuito a frammentarla quando era bambina non riuscendo nel tempo a ricucirla. Trovare la forza di scavare nelle proprie paure e turbamenti, avere il coraggio di affrontare i propri demoni e guardare a testa alta le difficoltà quotidiane senza dissimulare, diventa il primo e più importante passo verso l’auto affermazione. Ma per farlo, dice lo show, bisogna intanto accettare il passato, elaborarlo, poiché solo così si può capire fino in fondo la propria personalità e migliorare il proprio futuro e quello delle persone che si hanno accanto.

Vivere per far valere i propri diritti

Se dunque è vero che per avere piena dimensione di sé bisogni guardare in faccia ciò che è stato e assimilarlo, c’è anche da considerare che all’inizio del processo, per un animo fragile, può essere disastroso. Nonostante Zeynep sia certa dei suoi ideali e dei suoi principi, alcune certezze crollano quando realizza la sofferenza che ha patito la madre biologica, la quale per tanto tempo ha dovuto sopportare (per il suo bene) di vederla nelle braccia e nella casa di un’altra donna. È lì infatti che arriva la rottura dentro Zeynep, quando diventa consapevole di aver provocato – pur indirettamente – un dolore che deve tentare di colmare in tutti i modi possibili, pur compiendo scelte sbagliate. Non avendo una stabilità né in una famiglia né in un’altra, come una nomade, Zeynep smarrisce la strada, per poi ritrovarla solo dopo aver attraversato una grossa tempesta.

Una tempesta furiosa che ha il nome di Mehdi, vecchio amico del fratello, con il quale la madre decide di farla convolare a nozze combinate per rendere lei stessa finalmente felice. L’ingresso in questa terza e nuova famiglia mette in risalto da una parte la mentalità antiquata che ancora corrode alcuni tessuti sociali, in questo caso circoscritti a Balat, uno dei quartieri più conservatori e arretrati di Istanbul, dall’altra il desiderio di libertà ed emancipazione, che in Zeynep arde come una fiamma viva e accecante. “Sii obbediente, compiacilo, stai sempre un passo dietro di lui e andrà tutto bene”, dice a un certo punto la madre di Mehdi a Zeynep quando i due si sposano, sollevando un altro argomento che mai come in questi nostri tempi difficili sta molto a cuore: il patriarcato. Il Mehdi che inizialmente si presenta al pubblico non è burbero o malvagio, e lo diventa con il tempo solo a causa della sua stessa insicurezza, scaturita da un lato da dubbi infondati ma alimentati in principal modo dalla sorella retrograda Mujgan, che si sostituisce alla madre, dall’altro dal suo non sentirsi all’altezza per un discorso di estrazione sociale, a cui subentra anche un’inferiorità estetica.

Nella famiglia dell’uomo, prima responsabile della messa in moto del suo cambiamento, vige poi l’idea indiscussa per la quale la donna debba essere rilegata nel ruolo di moglie e madre, a tal punto da doversi svegliare prima di lui al mattino per fargli trovare la colazione pronta. Sono convenzioni e rigide regole socio-culturali in cui Zeynep sin da subito non vuole incatenarsi, lottando con le unghie e con i denti per la sua indipendenza e la sua libertà di pensiero. Non incline ad essere accondiscendente, ma desiderosa di sperimentare la vita, la ragazza si scontra ben presto con un muro insormontabile, che dipende – ancora una volta – dal contesto familiare in cui si trova (Mehdi inizialmente non sposava lo stesso pensiero della sua famiglia), e che usa la tradizione come appiglio per confinare la figura femminile in soli due specifici ruoli e forgiare menti potenzialmente pericolose. Vestirsi un po’ più scollata, ritardare un po’ di più a lavoro con il capo (che è un uomo), uscire e avere un proprio unico pensiero sono tutti fattori che depotenziano e sgonfiano l’ego maschile, in tal caso quello di Mehdi, imbruttendo nell’animo un personaggio che al suo debutto – pur essendo fumantino – era fondamentalmente buono. Tanto da farla, all’inizio, innamorare.

My Home My Destiny

Non avere paura di lottare

La partita di My Home My Destiny si gioca in sostanza tutta qui: sfruttando l’ambito familiare, il quartiere povero e gli usi e i costumi di una comunità non ancora à la page con i tempi, la dizi turca evidenzia attraverso la battaglia di Zeynep per far valere se stessa in quanto donna, quanto ancora oggi la strada per sbrogliarsi dalle catene sociali e dalla mentalità patriarcale sia ancora tutta da battere. Il personaggio di Mehdi rappresenta la trasformazione in cui può incorrere un uomo qualora gli venga toccata la sua virilità o, ancor peggio, quando è plagiato dalla sua stessa famiglia, problematica che tutt’ora viene confermata quando ad un atto violento si attribuisce anche la “colpa genitoriale” di non aver educato al meglio i propri figli, avendo la responsabilità di insegnar loro come stare al mondo. Ciò che porta sul piccolo schermo My Home My Destiny è in fondo lo specchio della nostra società, di alcune radici marce non ancora estirpate, in cui c’è una specifica forma mentis per la quale una donna non può essere allo stesso livello di un uomo o avere le stesse concessioni, altrimenti le graverà come una spada di Damocle sempre l’etichetta più dispregiativa che ci sia.

Ponendo però Zeynep a contrasto di una “deformità sociale di giudizio” ancora persistente, la dizi dimostra con il lieto fine della protagonista che ogni sopruso, aggressione o gesto irrispettoso possono comunque essere combattuti, e che denunciare, o più in generale agire contro gli abusi di qualsiasi tipo (e genere), non è mai sbagliato. Le prospettive di salvezza non sono pari a zero, e se ci si affida alle persone che ci amano e che noi amiamo, si può sempre affrontare quel qualcosa che si presenta come una montagna troppo difficile da scalare. La speranza per cambiare le cose c’è. Basta solo non perderla, come fa Zeynep che abbatte le sue paure e raccoglie tutte le sue energie per far valere i propri diritti come donna, figlia, madre e sorella. Senza mai essere sola, ma sostenuta sempre da altre figure femminili, raccontando così una bellissima parabola di solidarietà. E allora, se ancora non lo avete visto, il consiglio è di non farselo scappare.

Orion e il Buio: recensione del film scritto da Charlie Kaufman

Orion e il Buio: recensione del film scritto da Charlie Kaufman

Chi non ha mai avuto paura del buio? Di certo non Orion, il giovane protagonista del nuovo film della DreamWorks Animation distribuito da Netflix dal titolo Orion e il Buio, diretto dall’esordiente Sean Charmatz. Questo timido e impacciato bambino, infatti, non perde tempo e ci rende subito partecipi di tutte le paure che lo attanagliano, praticamente rendendogli impossibile il condurre una normale esistenza. Il film è dunque un viaggio di un’ora e mezza nella sua interiorità, nella sua mente, e la cosa non dovrebbe sorprendere considerando lo sceneggiatore d’eccezione del film: il premio Oscar Charlie Kaufman. L’autore di Essere John Malkovich ed Eternal Sunshine of the Spotless Mind adatta l’omonimo libro illustrato di Emma Yarlett apportandovi infatti tutte le proprie peculiarità e i propri interessi tematici.

Kaufman concentra dunque sull’esplorazione delle paure che affliggono Orion, espandendo il racconto di Yarlett con un’operazione simile a quella compiuta dall’amico Spike Jonze con il suo film del 2009 Nel paese delle creature selvagge. In entrambi i casi, infatti, a partire da un racconto per immagini di poche pagine e parole si costruisce un intreccio narrativo maggiormente elaborato – necessario a giustificare e sorreggere un lungometraggio – che nel caso di Kaufman sfocia in un’opera cervellotica composta da più “livelli” di realtà, che sta però ben attenta a far sì che questa sua natura non oscuri, così come il Buio fa con la Terra, le emozioni che vuole suscitare.

La trama di Orion e il Buio

Protagonista di questo racconto è Orion, il quale sembra proprio un normale studente delle scuole elementari: timido, modesto e con una cotta segreta. Ma sotto questo aspetto all’apparenza ordinario, Orion è sopraffatto dall’ansia adolescenziale, terrorizzato in modo irrazionale da api, cani, onde radio dei cellulari, clown assassini nelle fognature, dall’oceano e dal timore di cadere da un grattacielo. Tra tutte le sue fobie, quella che teme di più è quella a cui si trova davanti ogni sera: il Buio. Una notte, proprio quest’ultimo si materializza e lo porta con sé in un folle viaggio per dimostrargli che la notte non è poi così terrificante. Nel corso di questa avventura, Orion imparerà ad accettare l’ignoto e ad impedire alla paura di controllare la sua esistenza.

Orion e il Buio recensione Netflix

Un racconto generazionale

Questo viaggio immaginato da Yarlett per Orion e il Buio suona un po’ come una favola della buonanotte, di quelle che hanno l’obiettivo di rendere meno spaventoso ciò che ci terrorizza imparando a conoscerlo. Deve averlo pensato anche Kaufman, che ha infatti scelto di arricchire il racconto costruendolo proprio come fosse una storia raccontata per aiutare chi di relazionarsi con il buio (e tutto ciò che l’oscurità rappresenta) proprio non ne vuol sapere. Se allora nel corso della visione si noteranno incongruenze, forzature, improvvise evoluzioni tra i personaggi a fronte di motivazioni poco valide, non bisogna preoccuparsi: Kaufman non tarda a svelare che si tratta di elementi voluti e necessari a riprodurre quel senso di racconto improvvisato e non ponderato che si recita in queste occasioni.

L’importante è che il messaggio e i suoi annessi valori vengano trasmessi, con un tono e una forma adeguati all’età del bambino di turno che ascolta la favola. Ma raccontare tutto ciò per lo sceneggiatore che sul viaggio nella mente umana ha costruito la propria intera carriera, significa proporre un continuo alternarsi tra immaginazione e realtà attraverso incastri tutt’altro che prevedibili, fino a compiere importanti salti temporali per fare di questa favola della buonanotte una questione generazionale. Le paure non vengono infatti mai del tutto sconfitte e spesso si tramandano proprio di generazione in generazione. Consapevole di ciò, a Kaufman sembra infatti anche interessare anche il modo in cui questi racconti evolvono di conseguenza nel tempo, adattandosi alla sensibilità e alle conoscenze di chi li ascolta.

Orion e il Buio recensione Charlie Kaufman

Orion e il Buio: un film d’autore per tutta la famiglia

L’aver introdotto tutti questi elementi non ha però allontanato lo sceneggiatore dalla consapevolezza di dover realizzare un film per tutta la famiglia, con un occhio di riguardo ai più piccoli. Si discosta dunque dai toni cupi e dalle forti sovrastrutture di lavori come Sinecdoche, New York e Sto pensando di finirla qui, per mantenersi ad un livello più adatto al target di riferimento, ovviamente senza annullare del tutto la propria presenza nel progetto. Ed è così che lentamente Orion e il Buio si svela essere un film sul potere della narrazione e dell’immaginazione, sulla necessità di non eliminare le proprie paure ma anzi di comprenderle e imparare a conviverci, essendo proprio i contrasti a rendere la vita straordinaria.

Un messaggio che viene trasmesso attraverso un racconto appassionante ed emozionante, caratterizzato da animazioni non innovative ma comunque affascinanti, con personaggi a cui ci si affeziona facilmente e che in base all’età dello spettatore che guarda il film ha da offrire molteplici sfumature. Orion e il Buio non va infatti sbrigativamente classificato come “un film per bambini”. Proprio come quel già citato Nel paese delle creature selvagge, anche in questo caso si ha a che fare con un’opera che intende esplorare le paure dei più piccoli (e non solo) ma senza mai ricorre ad inutili infantilismi. Firmando una sceneggiatura ben più complessa di quel che potrebbe sembrare, Kaufman ricorre dunque al linguaggio della favola per raccontare un sentimento universale come la paura e le meravigliose possibilità a cui ci si può aprire se la si affronta.

Zuckerberg – Il re del Metaverso: la recensione del documentario di Nick Green

Arriva Zuckerberg – Il re del Metaverso, un documentario Sky Original dedicato alla mente dietro Facebook. Un’opera che andrà in onda in esclusiva a partire da oggi 3 febbraio e che sarà visionabile sul canale Sky Documentaries – oltre che su NOW. Un approfondimento realizzato in occasione dei vent’anni dalla nascita del celebre social network e che, diretto da Nick Green, ne analizza l’ascesa e i momenti bui.

Oggi Facebook connette circa il 49% della popolazione mondiale, 3 milardi di persone. E rappresenta un colosso del valore di 100 miliardi di dollari. Un’impresa datata 4 febbraio 2004.

Zuckerberg – Il re del Metaverso: la trama

Re, genio, principe, dittatore. Questa è solo parte della ricca terminologia con cui nel corso dell’ultimo ventennio si è cercato di definire Mark Zuckerberg. Un uomo che da un’idea ha ricavato un impero e che oggi detiene un potere che solo pochi uomini al mondo possono vantare. Zuckerberg – Il re del Metaverso racconta l’uomo e le sue “divine” aspirazioni, i sogni e le colpe.

Attraverso una narrazione che mescola flashback e linearità, Nick Green si fa strada nel passato dell’imprenditore, ripercorrendone i passi compiuti. Dalla camera dell’università di Harvard, alla Silicon Valley; dal look felpa, jeans e ciabatte, al completo; dai banchi di scuola alle collaborazioni con Sheryl Sandberg, Obama e Trump. Fino agli eventi della Primavera Araba, le accuse di disinformazione, il caso Myanmar, Capitol Hill e il rebranding Meta.

Un vero e proprio viaggio nella mente e nelle ambizioni del creatore di Facebook che passa dal repertorio, ma, in particolar modo, dalle voci di uomini e donne che sono entrati in contatto con lui. Dal giornalista David Kirk Patrick, all’ingegnere informatico Karel Baloun; passando per il redattore capo di Wired Nick Thompson e la coraggiosa Frances Haugen. In un coro polifonico di testimonianze che si sforza di intercettare quella che forse, ancora oggi, rimane un’identità difficilmente incasellabile.

Zuckerberg – Il re del Metaverso: una vecchia storia

La mente corre inevitabilmente all’anno 2010. A quel The Social Network, vincitore di tre premi Oscar, con cui David Fincher e Aaron Sorkin raccontarono per la prima volta la parabola ascendente di uno dei personaggi di maggiore impatto socio-politico della contemporaneità. La mente corre lì, a Jesse Eisenberg e Andrew Garfield, al montaggio serrato di Baxter e Wall, a quel ritmo narrativo incalzante che tentava in ogni modo di restituire almeno parte della frenesia mentale di Mark Zuckerberg – nonché della sua duplice natura di genio informatico e mitomane.

Ed è lì che, ancora inevitabilmente, torna anche Zuckerberg – Il re del Metaverso, docu-film dalla struttura classicheggiante che, a distanza di 14 anni dal capolavoro di Fincher, ricostruisce la prima fase della carriera dell’imprenditore, per spiegare – a partire da essa – le successive derive di Facebook nel corso dell’ultimo decennio.

Connessioni politico-sociali

Attraverso la già citata pluralità di sguardi – e insieme contributi d’archivio – il regista Nick Green sceglie di imbastire un’ampia rete di voci e testimonianze; utilizzando l’incontro tra Zuckerberg e i senatori del Congresso americano (tenutosi a Capitol Hill nel 2018) come perno della narrazione e punto di incontro tra passato e presente.

A dispetto di una dimensione artistica che certo non brilla per originalità di composizione, e che di fatto non riesce – e forse nemmeno vuole – celare la destinazione televisiva del prodotto, il documentario ha un indubbio valore storico-informativo (Il che, considerate le accuse rivolte all’azienda Facebook negli ultimi anni, ha di fatto un che di ironico). E al di là di una sensazione di ridondanza narrativa relativa al “primo atto”, da ricercarsi per l’appunto nella notorietà della crescita del protagonista dovuta al successo del precedente cinematografico, Zuckerberg – Il re del Metaverso gode di una seconda metà di pellicola di notevole interesse.

A colpire, oltre agli approfondimenti di natura politica e commerciale che coinvolgono grandi nomi delle rispettive “scene”, è il progressivo emergere – nelle parole degli intervistati – di una crescente sensazione di dubbio e disagio nei confronti del genio di Harvard. Una sensazione che, oltre a riflettere il cambiamento dell’opinione pubblica negli anni, si serve delle immagini delle trasformazioni globali e locali mostrate a schermo per arrivare, infine, a sollevare diversi quesiti fondamentali. Quanto può essere sacrificato sull’altare del profitto? E fino a che punto è lecito spingersi?

Domande che, tra disinformazione, proliferazione di messaggi d’odio e ipnosi da video non smettono e non devono smettere di risuonare anche oggi. Perché “prima sparo e poi chiedo scusa”; ma qualcuno, prima o poi, dovrà renderne conto.

Out of Time: trama, cast e curiosità sul film con Denzel Washington

Sono molti i thriller in cui il due volte premio Oscar Denzel Washington ha recitato nel corso della sua carriera. Da Il collezionista di ossa a Man on Fire – Il fuoco della vendetta, egli ha sempre dimostrato una certa predisposizione per il genere. Tra questi è probabilmente meno noto, ma ugualmente valido, il film del 2003 Out of Time, diretto da Carl Franklin, altro grande esperto del genere. In questo prende piede un complesso caso che vede un poliziotto come principale sospettato per la morte di una coppia. Una storia ricca di suspence e colpi di scena che non mancano di intrattenere e tenere con il fiato sospeso fino alla fine.

Pur essendo una storia originale, Out of Time sembrerebbe essere un remake non ufficiale di Senza via di scampo, film del 1987 dove allo stesso modo un uomo è accusato di aver ucciso la sua amante e si trova a dover provare la propria innocenza. Rifacimento o meno, il film del 2003, scritto da David Collard, presenta dei tratti di originalità che lo rendono particolarmente intrigante. Ad impreziosirlo, inoltre, vi è non solo l’interpretazione di Washington, ma anche quella di altri nomi noti di Hollywood. Al momento della sua uscita ricevete una discreta accoglienza da parte della critica, che ne lodò l’intreccio narrativo.

In sala Out of Time arrivo ad incassare circa 55 milioni di dollari, affermandosi come un buon successo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo. Grazie a queste sarà possibile fruire di una comoda visione casalinga.

La trama di Out of Time

Protagonista del film è Matt Lee Whitlock, comandante della polizia nella tranquilla cittadina di Banyan Key, in Florida. Considerato da amici, colleghi e concittadini un uomo onesto e rispettabile, egli si ritrova improvvisamente al centro di una tragedia che rischia di cambiare per sempre la sua esistenza. Se sul lavoro le cose vanno a gonfie vele, altrettanto non si può dire della sua vita privata. Dopo essersi separato dalla moglie Alex, detective della squadra omicidi di Miami, Matt ha intrapreso una segreta relazione con Ann Harrison, sposata ad un uomo violento e che ha da poco scoperto di essere malata terminale di cancro.

Quando però la donna e suo marito muoiono improvvisamente in un incidente doloso, Matt si ritroverà ad essere il principale indiziato. Vi sono infatti una serie di indizi che si ricollegano inequivocabilmente a lui, e sul caso inizia ad indagare proprio l’ex moglie Alex. Per lui ha così inizio una vera e propria corsa contro il tempo, durante la quale dovrà scoprire chi ha ucciso la coppia e perché vuole incastrarlo. Evitare Alex, esperta e determinata a portare a termine le proprie indagini, sarà però il suo più grande problema.

Out of Time cast

Out of Time: il cast del film

Denzel Washington aveva già collaborato con il regista Franklin per il film Il diavolo in blu, del 1995. Quando seppe del nuovo progetto di questi, l’attore si disse da subito disponibile ad interpretare il ruolo del protagonista. Essendo reduce dall’Oscar vinto nel 2002 per Training Day, egli venne pagato ben 20 milioni di dollari per la sua parte, una cifra che corrisponde a quasi la metà del budget del film. Come sempre, egli si preparò con grande dedizione alla costruzione del suo personaggio, e per diverso tempo ebbe contatti con veri poliziotti così da poter essere realistico nella sua interpretazione. Questa fu poi particolarmente apprezzata, permettendogli di ottenere ulteriori riconoscimenti.

Nel ruolo dell’ex moglie e detective della omicidi Alex Diaz Whitlock vi è invece l’attrice Eva Mendes. Celebre attrice di origini cubane, questa era divenuta in quegli anni particolarmente celebre. Dal 2014 ha però annunciato il suo ritiro dal mondo della recitazione. L’attrice Sanaa Lathan, divenuta celebre grazie al film Blade, interpreta invece Anne Merai Harrison, amante di Matt. Suo marito, il violento Chris Harrison, è invece Dean Cain, noto per aver interpretato Superman nella serie TV degli anni Novanta Lois & Clark: The New Adventures of Superman. Il personaggio di Chae, medico amico di Matt, era stato inizialmente scritto per un attore asiatico, ma la parte è infine stata affidata a John Billingsley, meglio noto per il ruolo del dottor Phlox in Star Trek: Enterprise.

Il trailer di Out of Time e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere il film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Out of Time è infatti disponibile nel catalogo di Apple TV, Now e Infinity+. Per vederlo, in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 3 febbraio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Il rapporto Pelican: libro, trama e cast del film con Julia Roberts

Il genere noto come thriller legale o thriller giudiziario è particolarmente popolare a livello internazionale, e sempre più le storie di avvocati, processi o questioni legate al mondo giudiziario si ritagliano il proprio posto di rilievo nel mercato cinematografico. Film come Schegge di paura, La parola ai giurati o The Judge sono solo alcuni dei più celebri film a riguardo. Tra questi si colloca anche Il rapporto Pelican, opera del 1993 sceneggiata e diretta da Alan J. Pakula. All’interno di questo si ritrovano dunque questioni legate a tale ambito, con intrighi particolarmente complessi che rendono la vita dei protagonisti quanto mai complessa.

Il film non è però una storia nata per il cinema, bensì si tratta dell’adattamento dell’omonimo romanzo di John Grisham, pubblicato nel 1992. Mentre ancora lo stava scrivendo, l’autore vendette i diritti per una sua trasposizione alla Warner Bros. Pictures. Per lo studios aver acquistato la possibilità di portare l’opera in sala si rivelò un grande affare, perché al momento della sua uscita il romanzo divenne un vero e proprio best seller. Il film allo stesso modo, divenne un grande successo, merito anche del coinvolgimento di grandi attori nei ruoli dei protagonisti. Costato 45 milioni di dollari, Il rapporto Pelican arrivò a guadagnarne 193 in tutto il mondo.

Ad attrarre del film, in particolare, vi è naturalmente la sua complessa vicenda, intricata e imprevedibile come ogni buon thriller richiede. Ancora oggi, infatti, Il rapporto Pelican è indicato come uno dei migliori del suo genere, che non manca di sorprendere i propri spettatori ad ogni visione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Il rapporto Pelican

La storia si apre sulla misteriosa uccisione di due giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Il primo di questi è Rosenberg, ucciso con un colpo di pistola nella sua stanza, mentre il secondo è Jensen, soffocato mentre era in un cinema a luci rosse. Coinvolta in questi due casi, la giovane studentessa di legge Darby Shaw segue con interesse la vicenda insieme al suo insegnante e amante Thomas Callahan, collaboratore di uno dei due giudici morti. Darby inizia così a fare alcune ricerche per proprio conto nella speranza di trovare qualcosa che accomuni i due omicidi. Lavorando duramente e con grande passione, scopre infine quel qualcosa.

Dalle informazioni ottenute scrive così quello che in breve diventa famoso come il Rapporto Pelican. L’aver passato ciò che sa all’FBI, però, la pongono in serio pericolo. Nel tentativo di non finire nel mirino degli assassini, si rivolge al giornalista del Washington Herald Gray Grantham, a cui rivela i particolari del complotto scoperto. Insieme cercheranno di far arrivare il Rapporto fino ai vertici della sicurezza nazionale, andando però incontro a numerosi pericoli che coinvolgeranno tanto loro quanti coloro con cui entrano in contatto. Difendere la giustizia e la verità sarà dunque un lavoro tanto pericoloso quanto necessario.

Il rapporto Pelican cast

Il rapporto Pelican: il cast del film

Il ruolo della giovane studentessa di legge Darby Shaw era stato scritto dall’autore del romanzo pensando proprio all’attrice Julia Roberts. Quando questa lesse il libro, accettò di recitare nella parte senza neanche il bisogno di leggere la sceneggiatura. Per prepararsi al ruolo, l’attrice decise di spendere del tempo presso una scuola di legge, seguendo anche alcuni corsi. Così facendo ebbe modo di comprendere meglio le dinamiche di tale materia, potendo così risultare più realistica nella sua interpretazione. Nei panni del suo insegnante e amante Thomas Callahan, invece, si ritrova il celebre attore e drammaturgo Sam Shepard. Tony Goldwyn è Fletcher Coal e John Heard interpreta Gavin Verheek.

Ad interpretare il giornalista Gary Grantham si trova il due volte premio Oscar Denzel Washington. Per prepararsi al ruolo, questi decise di frequentare alcuni giornalisti di Washington, al fine di comprendere come si svolge il loro lavoro e con quali dinamiche. L’attore, inoltre, richiese di eliminare dalla sceneggiatura la sottotrama relativa al coinvolgimento sentimentale che nel libro Grantham sviluppa per Darby. Secondo Washington, infatti, questo avrebbe distolto l’attenzione dalla vera storia del film. Tra gli altri attori noti presenti nella pellicola si citano inoltre Stanley Tucci nei panni di Khamel e Cynthia Nixon, celebre per il ruolo di Miranda in Sex and the City, è Alice Stark. John Lithgow, infine, è Smith Keene.

Il trailer di Il rapporto Pelican e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il rapporto Pelican è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Now, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un dato periodo temporale entro cui vedere il titolo. In alternativa, il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 3 febbraio alle ore 23:40 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Margo’s Got Money Troubles: la serie A24 con Nicole Kidman per Apple Tv+

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L’annunciata serie tv Margo’s Got Money Troubles, con protagonista Nicole Kidman , ha trovato una casa: Apple TV+ ha infatti vinto la guerra per la serie drammatica.

L’Hollywood Reporter ha rivelato che Margo’s Got Money Troubles ha ricevuto da Apple un ordine per otto episodi, direttamente a serie, dopo una guerra di offerte tra gli streamer. Il romanzo su cui si baserà la serie sarà pubblicato da William Morrow – un’impronta della casa editrice HarperCollins – il prossimo giugno.

Figlia di una cameriera di Hooters e di un ex lottatore professionista, Margo ha sempre saputo che avrebbe dovuto farcela da sola“, si legge nella descrizione del libro. “Così si iscrive alla scuola media locale, anche se non riesce a immaginare come potrà mai guadagnarsi da vivere. Sta ancora cercando di capire le cose e non ha mai pianificato di avere una relazione con il suo professore di inglese – e anche se la loro relazione è breve, non è abbastanza breve da impedirle di rimanere incinta. Nonostante i consigli di tutti, decide di tenere il bambino, soprattutto per ingenuità e desiderio di qualcosa di più grande.

Ora, a vent’anni, Margo è sola con un bambino, disoccupata e sull’orlo dello sfratto. Ha bisogno di un’iniezione di denaro, e in fretta. Quando Jinx, il padre da cui si è allontanata, si presenta alla sua porta e le chiede di trasferirsi da lei, accetta in cambio di un aiuto per la cura dei bambini. A quel punto Margo inizia a formulare un piano: avvierà un OnlyFans come esperimento e presto si troverà ad adattare alcuni dei consigli di Jinx dal mondo del wrestling. Ad esempio, come creare un personaggio convincente e far innamorare il pubblico. Prima di rendersene conto, lo trasforma in un successo inarrestabile“.

Chi produrrà Margo’s Got Money Troubles?

Matthew Tinker sarà produttore esecutivo per la David E. Kelley Productions insieme a Elle Fanning, Dakota Fanning, Brittany Kahan Ward di Lewellen Pictures, Nicole Kidman con la sua Blossom Pictures e Per Saari con l’autore Thorpe per A24.

Longlegs: trailer del prossimo horror con Nicolas Cage e Maika Monroe

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Dopo settimane di teaser e poster criptici, Neon ha finalmente svelato il trailer completo di Longlegs, anteprima del prossimo film horror con Nicolas Cage e Maika Monroe.

L’ultimo trailer di Longlegs ci offre il primo sguardo lungo sul prossimo film horror, la cui anteprima è prevista per il 12 luglio 2024. In esso si vede il personaggio di Maika Monroe indagare in vari luoghi, oltre a brevi clip di quello che sembra essere Nicolas Cage nel suo ruolo di serial killer.

Cosa sappiamo di Longlegs?

Finora non si sa molto del misterioso film horror, a parte il fatto che Nicolas Cage sarà il protagonista del progetto nei panni di un serial killer, mentre Maika Monroe reciterà al suo fianco nel ruolo di un’agente dell’FBI incaricata ad acciuffarlo. Anche Alicia Witt e Blair Underwood reciteranno nel film in ruoli ancora sconosciuti.

Negli ultimi due mesi, Neon ha rilasciato lentamente dei teaser criptici sul progetto, tra cui uno solo due settimane fa che mostrava il maggior numero di immagini del film che abbiamo visto finora. Longlegs è diretto da Osgood Perkins (The Blackcoat’s Daughter, I Am the Pretty Thing That Lives in the House) e la sua uscita è prevista per il 2024.

“L’agente dell’FBI Lee Harker viene assegnato a un caso irrisolto di serial killer che prende pieghe inaspettate, rivelando prove dell’occulto. Harker scopre un legame personale con l’assassino e deve fermarlo prima che colpisca di nuovo”, si legge nella sinossi ufficiale del film.

Back to Black: nuovo trailer originale del biopic sulla cantante Amy Winehouse

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È stato pubblicato un nuovo trailer di Back to Black, che offre agli spettatori una migliore visione del prossimo biopic sulla cantante e cantautrice inglese Amy Winehouse. Il film debutterà nelle sale degli Stati Uniti venerdì 17 maggio 2024.

“La straordinaria storia dell’ascesa al successo di Amy Winehouse, dagli esordi a Camden fino alla realizzazione del suo album rivoluzionario, Back to Black, che ha catapultato la Winehouse alla fama mondiale“, recita la sinossi. “Raccontato attraverso gli occhi di Amy e ispirato ai suoi testi profondamente personali, il film esplora e abbraccia i molti strati dell’artista iconica e la tumultuosa storia d’amore al centro di uno degli album più leggendari di tutti i tempi.”

Back to Black su Amy Winehouse

Winehouse era una cantante inglese nota soprattutto per la sua voce e per l’utilizzo di vari generi nella sua musica. Il suo album di debutto, Frank, è stato pubblicato nel 2003 con il plauso della critica, mentre l’album successivo, Back to Black, pubblicato nel 2006, è stato un vero e proprio successo. L’album è diventato uno dei più venduti nella storia del Regno Unito e il singolo “Rehab” rimane immensamente popolare.

Il film Back to Black è diretto da Sam Taylor-Johnson  e si basa su una sceneggiatura scritta da Matt Greenhalgh, che ha già collaborato al film Nowhere Boy del 2009. La pellicola seugue la vita e la musica di Winehouse, che ha iniziato come cantante jazz per diventare infine una superstar della musica vincitrice di un Grammy. La sua vita sarebbe stata interrotta nel 2011 all’età di 27 anni, dopo una lunga battaglia con alcol e droghe.

Suddenly: il regista smentisce le voci sul comportamento “inappropriato” di Jake Gyllenhaal

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Il regista Thomas Bidegain ha risposto alle voci sull’uscita di Jake Gyllenhaal e Vanessa Kirby dal film indipendente Suddenly, dopo che sono emerse voci sul comportamento tenuto da Jake Gyllenhaal.

All’inizio di questa settimana è emersa la notizia che Jake Gyllenhaale la Vanessa Kirby hanno lasciato il progetto, che stava per terminare la pre-produzione. Secondo quanto riportato,  Jake Gyllenhaal ha mostrato un comportamento poco professionale mentre si trovava in Islanda, saltando in un lago ghiacciato, chiedendo di riscrivere il film e persino deridendo le battute con un “accento alla Pepe Le Pew“.

Parlando con la rivista francese Technikart (via Variety), Bidegain non ha parlato apertamente di queste affermazioni, ma ha fatto notare che il trio semplicemente non aveva la stessa visione del film e ha deciso di fermarsi prima dell’inizio delle riprese.

Il regista riconosce che il trio aveva delle divergenze creative

Quando abbiamo iniziato a leggere la sceneggiatura nella stessa stanza, ci siamo resi conto che non avevamo affatto la stessa visione di ciò che il film doveva essere“, ha detto Bidegain. “Volevano sempre più cambiamenti. È normale che ci siano modifiche alla sceneggiatura prima delle riprese, ma in questo caso era diverso. Ognuno di noi aveva la propria idea di quale fosse il messaggio del film. Ho cercato di appianare le cose una volta, due volte – e poi ho capito che non avrebbe funzionato, quindi ho dovuto smettere“.

Bidegain ha anche smentito le voci secondo cui il progetto sarebbe stato abbandonato proprio nel momento in cui si stava girando, affermando che mancavano ancora “otto settimane” alle riprese effettive e che si erano semplicemente incontrati in Islanda perché era quella la location delle riprese. Il regista ha anche affermato che sia Jake Gyllenhaal e Vanessa Kirby volevano che il film fosse incentrato su cose diverse, il che ha portato alla rottura.

Alana Haim e Teyana Taylor si uniscono a Leonardo DiCaprio nel nuovo film di Paul Thomas Anderson

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Alana Haim, Teyana Taylor e altri sono stati scritturati al fianco di Leonardo DiCaprio in BC Project, il nuovo film di Paul Thomas Anderson.

Secondo The Hollywood Reporter, Haim, Taylor, Wood Harris e Shayna McHayle si uniranno a Leonardo DiCaprio, Sean Penn e Regina Hall nel nuovo film di Anderson, ancora senza titolo. La trama del film non è ancora stata resa nota. Il film è attualmente in fase di produzione.

In quali film hanno recitato Alana Haim, Teyana Taylor, Wood Harris e Shayna McHayle?

La Haim ha già lavorato con Anderson in Licorice Pizza del 2021, candidato come miglior film alla 94ª edizione degli Academy Awards e interpretato anche da Cooper Hoffman, Penn, Tom Waits, Bradley Cooper e Benny Safdie.

Taylor, invece, è nota per essere apparsa in The After Party del 2018, Coming 2 America del 2021, Mille e uno del 2023 e il remake di White Men Can’t Jump del 2023. Recentemente ha anche interpretato il ruolo di Maria Maddalena in The Book of Clarence di Jeymes Samuel, attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche statunitensi.

Harris ha precedentemente interpretato il ruolo di Tony “Little Duke” Evers nella serie Creed, mentre ha partecipato anche a Dredd del 2012, Ant-Man del 2015, Blade Runner 2049 del 2017 e Space Jam: A New Legacy del 2021.

McHayle, il cui nome d’arte professionale è Junglepussy, ha recitato in Support the Girls del 2018 e The Perfect Find del 2023.

Inoltre, Chase Infiniti, che non è accreditato in nessun film o serie televisiva precedente, si unirà al film di Anderson, che per il momento viene indicato come “BC Project“.

Paul Thomas Anderson, invece, è noto per aver realizzato film come Boogie Nights del 1997, Magnolia del 1999, Punch-Drunk Love del 2002, There Will Be Blood del 2007, The Master del 2012, Inherent Vice del 2014, Phantom Thread del 2017 e, più recentemente, Licorice Pizza del 2021.  Paul Thomas Anderson sta anche producendo con Sara Murphy il nuovo film con Leonardo DiCaprio, che non ha ancora una data di uscita.

La zona d’interesse: un video svela il dietro le quinte del dramma candidato all’Oscar

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A24 ha pubblicato un nuovo video di La zona d’interesse, l’acclamato film drammatico di Jonathan Glazer sulla Seconda Guerra Mondiale, che ha recentemente ottenuto cinque nomination agli Oscar, tra cui quella per il Miglior Film.

La featurette dietro le quinte mostra Jonathan Glazer che parla della premessa del film, che racconta di un uomo che vive una vita idilliaca con la sua famiglia nella casa dei loro sogni, che si trova vicino al campo di concentramento di Auschwitz. Il direttore della fotografia Lukasz Zal ha parlato anche del processo di ripresa, rivelando che hanno cablato l’intera casa con telecamere visibili e nascoste.

Chi è coinvolto in La zona d’interesse?

Tratto dal romanzo di Martin Amis del 2014, La zona d’interesse è scritto e diretto da Jonathan Glazer, che torna alla regia dopo dieci anni da Under the Skin del 2013. Il film è interpretato da Christian Friedel nel ruolo del comandante del campo di Auschwitz Rudolf Höss, Sandra Hüller nel ruolo di Hedwig Höss, Johann Karthaus nel ruolo di Klaus Höss, Nele Ahrensmeier nel ruolo di Inge-Brigitt Höss, Lilli Falk nel ruolo di Heidetraut Höss e Medusa Knopf nel ruolo di Elfriede.

La zona d’interesse è prodotto da Reno Antoniades, Daniel Battsek, Len Blavatnik, Danny Cohen, Ke’Lonn Darnell, David Kimbangi, Ollie Madden e Tessa Ross. I produttori sono Bugs Hartley, Ewa Puszczynska, Bartek Rainski e James Wilson. Il film ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes 2023.

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