Will Smith ha ammesso di sentirsi in qualche
modo responsabile per la quantità di disinformazione che ruota
attorno alla pandemia di Coronavirus a causa di Io Sono
Leggenda, lo sci-fi distopico che lo ha visto
protagonista nel 2007, per la regia di Francis Lawrence.
Abbastanza di recente l’attore è
apparso al “Red Table Talk” condotto dalla moglie Jada Pinkett-Smith per condividere con il
pubblico i suoi pensieri in merito al Covid-19, alla pandemia e
all’attuale reclusione forzata che gran parte della popolazione
mondiale è costretta a sperimentare in queste settimane.
La star di Io Sono Leggenda
non ha perso tempo ed ha quasi subito tirato in ballo la questione,
cercando di sfatare alcuni falsi miti che stanno circolando sul web
in questi giorni e che riguardano proprio il virus.
Quando Tom Hanks ha annunciato di essere risultato
positivo al Coronavirus, il film di Lawrence con protagonista
Smith è subito balzato in tendenza su Twitter, con diversi utenti
che hanno “ironizzato” sullo sviluppo della situazione nelle
settimane a venire.
Adesso, sembra proprio che la star
del recente Bad Boys for Life sia tutt’altro che divertita per gli
accostamenti che vengono fatti tra la pandemia e il suo film del
2007.
Will Smith è infatti convinto che la pellicola abbia
contribuito alla divulgazione della disinformazione in merito al
Covid-19 e al contagio. Proprio per questo, ha voluto mandare un
messaggio agli spettatori, nella speranza di chiarire le cose:
“Nel 2008 ho girato Io Sono
Leggenda. Mi sento in qualche modo responsabile di gran parte della
disinformazione che circola al momento”, ha dichiarato Will
Smith. “Nel film interpreto un virologo e, all’epoca delle
riprese, ho avuto la possibilità di andare al CDC per prepararmi al
ruolo. Ho appreso determinate cose che riguardano i virus e gli
agenti patogeni virali che hanno cambiato la mia vita e il mio modo
di guardare il mondo. Ci sono una serie di concetti basilari che
purtroppo le persone non comprendono. Ciò che all’epoca volevo era
l’opportunità di rendere più chiare in futuro queste basi e,
soprattutto, di capire che bisogna fare affidamento soltanto sugli
specialisti.”
Per rendere spaventoso qualcosa che
non si vede, più che ricorrere in modo eccessivo a facili trucchi
di post-produzione, è possibile avvalersi della pura e semplice
messa in scena. È ciò che fa il regista e sceneggiatore Leigh
Whannell, costruitosi una fama legando il proprio nome
alle saghe horror di Saw e Insidious. Con L’uomo
invisibile, interpretato da Elisabeth Moss, riporta ora a nuova vita uno
dei classici dell’orrore
targato Universal, riadattato affinché possa parlare in modo
particolarmente intelligente di uno dei veri incubi odierni: lo
stalking.
Il film ha inizio nel momento in
cui Cecilia (Elisabeth
Moss) fugge nella notte dalla villa del suo compagno
Adrian, il quale si rivela essere una personalità possessiva e
pericolosa. Settimane dopo la sua fuga, la protagonista apprende
del misterioso suicidio del suo ex. Ma per quanto la cosa sembri
certa, la donna sente di non essere al sicuro e piano piano si
convince che Adrian non è morto. È lì fuori da qualche parte, solo
che lei, né nessuno altro, possono vederlo.
L’uomo
invisibile: la paura di ciò che non si vede
Che cosa può raccontare oggi una
storia come quella dell’uomo invisibile? Questa poteva essere
affrontata nel superficiale fine di dar vita ad un horror buono per
spaventare un pubblico di coraggiosi, o attraverso una brillante
rilettura che, oltre a generare quel clima di terrore richiesto dal
genere, è in grado di dirci qualcosa su una delle tematiche più
attuali del nostro tempo. Fortunatamente è stata questa seconda
opzione a prevalere. L’uomo
invisibilemuove i primi passi
a partire dal conflitto venutosi a generare nel momento in cui la
donna protagonista lascia di nascosto il suo violento compagno. Un
evento di cui spesso si ha notizia nel mondo reale, e che nel film
segna il tema portante.
Ancor prima del reale manifestarsi
del mostro che dà il titolo al film, il regista sceglie di
costruire la necessaria atmosfera di tensione mostrando gli effetti
che a livello psicologico minano la salute mentale della
protagonista. Effetti che sono causa del controllo subito per anni
dal suo ex, il quale era quasi arrivato a controllare anche cosa
lei pensasse. Qualunque persona o rumore inconsueto diventano
sentimento di minaccia, di un terrore che è annidato nella propria
testa, che nessuno a parte chi ne è affetto può vedere. E trattando
proprio di invisibilità, il regista sottolinea anche allo
spettatore questa minaccia portando spesso e volentieri
l’attenzione su inquadrature vuote, apparentemente innocue ma da
cui potrebbe presentarsi all’improvviso il pericolo più
inaspettato.
L’assenza diventa così più
spaventosa di ciò che si manifesta concretamente. Ma anche se
invisibile, non c’è nulla del villain che rimandi al fantasy.
Decidendo di trattare tematiche estremamente concrete come la
violenza sulle donne e lo stalking, il regista e sceneggiatore non
poteva infatti tradirsi assegnando origini fantastiche all’uomo del
titolo. Addio dunque a pozioni o incantesimi dell’invisibilità, con
il personaggio che acquista la sua qualità in modo forse
fantascientifico ma non implausibile, e con un ancor più evidente
fine di perseguitare la sua vittima.
Guardando L’uomo
invisibile ci si trova allora davanti ad un prodotto
in grado di incutere timore proprio per il suo essere aderente alla
realtà, utilizzando la storia e il suo genere per un film che pone
lo spettatore nelle condizioni di chi arriva ad avere paura anche
della propria ombra. Se ciò avviene, è anche merito della
protagonista Elisabeth Moss, distintasi negli anni per la
sua bravura e che dà qui vita ad una performance sofferta e
credibile, dove si alterna paura e frustrazione.
Il regista la rende protagonista di
un film che affronta un timore universale, permettendole però, una
volta scoperto il trucco, di divenire l’artefice del proprio
destino. Si potrà contestare al film, e a ragione, che data la sua
durata di due ore piene non mancano sequenze meno incisive, che
rischiano di rendere altalenante il ritmo, ma per il suo valore
tematico, e per la brillante messa in scena costruita in torno ad
esso, L’uomo invisibile ha le qualità per
affermarsi come un brillante horror che rilancia in modo
intelligente una delle icone del genere.
È da un po’ di tempo che si parla –
anche con una certa insistenza – della possibile presenza del
personaggio di Namor il Sub-Mariner ne
Gli
Eterni, l’atteso cinecomic Marvel che dovrebbe arrivare nelle
sale a novembre di quest’anno (il condizionale è d’obbligo,
considerata l’attuale situazione a causa della pandemia di
Coronavirus e il rinvio a data da destinarsi di Black Widow).
Adesso, stando ad un nuovo report di
MCU Cosmic (via
ComicBookMovie), è proprio nel film di Chloe
Zhao che il personaggio creato da creato da Bill
Everett dovrebbe fare il suo debutto cinematografico. In base a
quello che si legge nel report, nel film assisteremo alla caduta di
Atlantide, e che il suo leader – Namor, appunto – e il suo popolo
verranno introdotti e rievocati attraverso una serie di dialoghi,
qualcosa di molto simile a quanto fatto con Wakanda in Avengers: Age of Ultron e al Siero del supersoldato ne
L’incredibile Hulk.
Ciò significa che, quasi
sicuramente, non è ancora stato scelto un attore per interpretare
Namor sul grande schermo, e che Gli Eterni servirà soltanto ad
introdurre narrativamente (e contestualmente) il personaggio, che
quasi certamente avrà maggiore spazio nei futuri film del MCU.
Nel frattempo, la Scanline
VFX, lo studio dedicato agli effetti visivi che è stato
ingaggiato per lavorare al film Marvel, ha confermato via
Twitter (come emerso sempre grazie a
ComicBookMovie) di non aver interrotto la post-produzione del
cinecomic e di essere ancora al lavoro sul progetto, ma da
remoto.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Lo slittamento della produzione di
The
Batman potrebbe durare più del previsto,
secondo quanto dichiarato dal regista Matt Reeves.
Precisamente il 14 marzo, abbiamo appreso la notizia che
la produzione del nuovo cinecomic DC dedicato all’Uomo
Pipistrello si sarebbe fermata per due settimane a causa
dell’emergenza Coronavirus. Adesso, è stato lo stesso Reeves a
rivelare che quasi sicuramente la produzione non riprenderà nei
tempi inizialmente previsti.
La prima parte del film è stata
girata a Londra durante il mese di gennaio. A marzo, la troupe
avrebbe dovuto spostarsi verso Liverpool, ma in seguito
all’esplosione della pandemia, è stato deciso di bloccare
ufficialmente le riprese. Adesso, via Twitter,
Reeves ha risposto ad un fan che ha chiesto aggiornamenti in merito
alla produzione del film, e il regista ha confermato che non si
tornerà sul set fino a quando “la situazione non sarà sicura
per tutti”.
Ciò indica che le due settimane di
stop precedentemente annunciate, si sono adesso trasformate in una
lasso di tempo indefinito che, proprio a causa dell’attuale
situazione, non permette di definire con certezza quando la
macchina The
Batman potrà ripartire. A questo punto, è probabile
che anche la data di uscita del film (attualmente fissato per il
2021) possa subire una variazione, ma su questo non esistono ancora
conferme.
Potete vedere il tweet originale di Reeves di seguito:
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Forse non tutti sanno (o ricordano)
che Patty Jenkins, regista di Wonder Woman e dell’attesissimo sequel Wonder Woman
1984, era stata “corteggiata” dai Marvel Studios per occuparsi della regia di
Thor: The
Dark World, il secondo capitolo delle
avventure dedicate al Dio del Tuono interpretato da
Chris Hemsworth, uscito nel 2013. La Jenkins rifiutò però
l’incarico e adesso ha rivelato di averlo fatto perché non voleva
essere accusata di un eventuale flop del film.
In tutti questi anni, la Jenkins ha
più volte rivelato i dettagli della sua visione originale del film,
che ha sempre descritto come una space opera con sfumature
alla Romeo e Giulietta. Adesso, in una lunga intervista
con Vanity Fair, la
regista ha ammesso che, all’epoca, non credeva nella sceneggiatura
che la Marvel le aveva proposto per
Thor: The
Dark World: per questo motivo, temeva che,
qualora il film si fosse rivelato un fallimento, la colpa sarebbe
ricaduta esclusivamente su di lei.
Di seguito le sue dichiarazioni complete:
“Non credevo di
poter realizzare un buon film sulla base della sceneggiatura che
stavano progettando. Penso che sarebbe stato un grosso problema, e
che alla fine se qualcosa fosse andato storto, sarebbe stata colpa
mia. Mi sembrava già di sentire i commenti: ‘Oh mio Dio, questa
donna ha diretto questo film e ha fallito in tutte queste cose’. È
stata l’unica volta nella mia carriera in cui mi sono sentita di
dire: ‘Fatelo con un altro regista e non sarà questo grande
problema’. Forse lo capiranno e lo adoreranno più di quanto io
possa fare, pensavo. Non puoi realizzare un film in cui non credi.
Se l’avessi fatto, l’unico motivo sarebbe stato quello di
dimostrare alle persone che potevo farcela. Al contrario, non
avrebbe dimostrato nulla se non ci fossi riuscita. Non penso che
avrei avuto un’altra possibilità in seguito. Quindi, sono veramente
grata.”
Patty Jenkins
tornerà alla regia di Wonder Woman
1984, la cui data di
uscita è stata di recente posticipata a causa dell’emergenza
Coronavirus. Il film, inizialmente previsto per il 6 giugno 2020,
arriverà adesso nelle sale americane il prossimo 14 agosto.
Il sequel vedrà ancora
Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal. L’ordine cronologico del personaggio è stato
già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea
di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman.
Sean Astin ha condiviso l’inedito video del
suo provino per I Goonies, il cult
generazionale diretto nel 1985 da Richard Donner e
sceneggiato da Chris Columbus su un’idea di
Steven Spielberg. Astin è noto soprattutto per
aver interpretato il ruolo di Sam nella trilogia de
Il Signore degli Anelli, e più di recente per aver vestito
i panni di Bob Newby nella seconda stagione della serie
Stranger Things. La sua carriera, però, cominciò proprio
nel lontano 1985, quando era ancora un bambino ed ottenne la parte
di Mikey Walsh ne I Goonies.
Proprio di recente, attraverso il
suo profilo Instagram
ufficiale, Astin ha deciso di condividere con tutti i suoi follower
l’inedito video che mostra il provino che circa 35 anni fa l’attore
(all’epoca tredicenne) sostenne per ottenere la parte del piccolo
protagonista nel film di Donner. In realtà, il video è stato
condiviso per una buona causa e per cercare di sensibilizzare gli
utenti: nella didascalia che ha accompagnato il filmato, infatti,
l’attore ha chiesto ai suoi follower di sostenere la Croce Rossa
Americana andando a donare il sangue.
Potete vedere il video cliccando sull’immagine di seguito:
A dicembre dello scorso anno,
I Goonies è tornato nelle sale italiane
in occasione del suo 35° anniversario. Il film racconta di una
banda di piccoli eroi lanciata in un’avventurosa ricerca ricca di
imprevisti che superano la più fervida immaginazione.
Seguendo una misteriosa mappa del
tesoro fino a giungere in uno spettacolare regno sotterraneo pieno
di passaggi tortuosi, trappole esplosive e vecchie navi pirata
colme di dobloni d’oro, i ragazzi cercano di sfuggire a una
famiglia di goffi e cattivi soggetti e a un mostro gentile con una
faccia tale da far intenerire solo sua madre.
Un’avventura per tutta la famiglia,
dall’inizio alla fine delle innumerevoli
peripezie, I Goonies sono un
tesoro cinematografico ricco di azione mozzafiato, suspense e
spettacolari effetti speciali.
Giovane attore divisosi tra cinema
e televisione, Ryan Guzman ha in breve tempo
partecipato a progetti che gli hanno permesso di entrare in
contatto con noti attori e registi, maturando come interprete.
Attualmente protagonista di una serie TV, Guzman cerca sempre più
di imporsi come uno dei nomi di punta della sua generazione.
Ecco 10 cose che non sai di
Ryan Guzman.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Ryan Guzman: i suoi film e i
programmi televisivi
10. Ha recitato in noti
film per il cinema. L’attore debutta sul grande schermo
con il film musicale Step Up 4
Revolution, dove ricopre il ruolo di Sean, raggiungendo
una buona notorietà. Torna poi al cinema con There’s Always
Woodstock (2014) e April Rain – Pioggia di proiettili
(2014), riprendendo poi il suo ruolo in Step Up All In
(2014). Recita poi accanto a Jennifer
Lopez nel film Il ragazzo della
porta accanto (2015) e in Jem e le Holograms
(2015). Nel 2016 ottiene ulteriore popolarità recitando
nell’apprezzato Tutti vogliono
qualcosa, mentre negli ultimi anni ha recitato in
Armed (2018) e Backtrace (2018) accanto a
Sylvester
Stallone.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Guzman
non ha mancato di comparire anche in televisione, recitando
inizialmente nella serie Pretty Little Liars (2013-2014),
e successivamente in Heroes Reborn (2015-2016) e
Notorius (2016). Dal 2018 ricopre il ruolo di Eddie Diaz
nella serie 9-1-1, recitando accanto all’attrice Angela
Bassett.
Ryan Guzman è su Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 746 mila persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate durante
momenti di svago o di luoghi da lui visitati. Non mancano poi anche
numerose immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Ryan Guzman in Step Up
7. Non aveva esperienze di
danza. L’attore ha dichiarato che prima di prendere parte
alle riprese di Step Up 4 Revolution non si era mai
esibito in coreografie di danza. Per questo motivo ha dovuto
sottoporsi a costanti esercizi e allenamenti, così da poter essere
in grado di soddisfare quanto previsto dal film. Il processo è
stato lungo e faticoso, e in più occasioni Guzman ha dubitato di
potercela fare. Alla fine, tuttavia, è riuscito a raggiungere un
buon livello, sfoggiato nel film.
6. Non è impulsivo come il
suo personaggio. Nel film Sean è solito rompere le regole
e porsi contro chi le detta. Al contrario, Guzman ha dichiarato di
essere di opinione diversa a riguardo. Per lui prima di poter
essere dei rivoluzionari occorre prima conoscere bene le regole.
Per l’interprete dar vita a questo personaggio gli ha pertanto
permesso di sperimentare nuovi aspetti caratteriali.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Ryan Guzman: il suo fisico
5. Si allena
continuamente. Sin dai suoi primi ruoli l’attore ha
sfoggiato un fisico particolarmente scolpito e atletico. Ciò è
stato merito dell’allenamento richiesto per recitare in Step Up
4 Revolution. Guzman si allenava infatti per circa 9 ore al
giorno con ballerini professionisti, e altre 4 ore per suo conto.
In un’intervista dichiarò di quanto i primi tempi fosse massacrante
mantenere questo regime, ma che ancora oggi è solito mantenersi in
costante esercizio.
Ryan Guzman in Pretty Little
Liars
4. Ha recitato nella nota
serie. Agli inizi della sua carriera l’attore aveva anche
recitato in alcuni episodi della serie Pretty Little
Liars. Qui appare per la prima volta nel sedicesimo episodio
della quarta stagione, nel ruolo di Jake, istruttore di arti
marziali. Negli episodi che lo hanno visto protagonista, egli
incontra la giovane Aria grazie al suo lavoro, iniziando a nutrire
un sentimento nei suoi confronti.
Ryan Guzman in 9-1-1
3. È tra i protagonisti
della serie. A partire dalla seconda stagione, l’attore è
entrato a far parte della serie 9-1-1 nel ruolo del
pompiere Eddie. Pur entrando a serie già iniziata, l’attore ha
raccontato di essersi trovato particolarmente a suo agio, con gli
altri membri del cast che lo hanno accolto come uno di famiglia. In
seguito, seppe che alcuni di questi volevano riservargli alcuni
scherzi, che tuttavia non sono poi più stati messi in atto.
2. Ha seguito la giornata
tipo di alcuni pompieri. Per prepararsi al ruolo e
comprendere le dinamiche interne di una caserma dei pompieri,
l’attore decise di visitarne una, passando un’intera giornata in
compagnia dei pompieri lì presenti. Ha lavorato con loro,
accompagnandoli anche in alcune emergenze. L’esperienza si è
rivelata per lui particolarmente formativa ai fini del ruolo.
Ryan Guzman: età e altezza
1. Ryan Guzman è nato a
Abilene, in Texas, Stati Uniti, il 21 settembre 1987.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Christopher Lloyd è
uno di quegli attori che vantano una lunga carriera di successi e
personaggi divenuti iconici. Su tutti, vi è senza dubbio il dottor
Emmett “Doc” Brown della trilogia di Ritorno al futuro,
personaggio grazie al quale è stato amato da intere generazioni,
ascrivendosi per sempre nella storia del cinema.
Ecco 10 cose che non sai di
Christopher Lloyd.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Christopher Lloyd: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in
famosissimi film. L’attore esordisce al cinema nel 1975
con il film Qualcuno volò sul nido del cuculo, con
Jack
Nicholson, e ottiene da subito notorietà. Negli anni
successivi arriva a prendere parte a film come Verso il
sud (1978), Il postino suona sempre due volte (1981)
e Non toccate le ragazze (1984). La fama mondiale arriva
però grazie al film Ritorno al
futuro (1985). Da qui la sua carriera conosce un periodo
d’oro, che lo vedrà recitare in Chi ha incastrato Roger
Rabbit (1988), Ritorno al futuro – Parte II (1989),
Ritorno al futuro – Parte III (1990), La famiglia
Addams (1991), Dennis la minaccia (1993), La
famiglia Addams 2 (1993), e Man on the Moon (1999),
con Jim
Carrey. Nel corso degli ultimi anni ha invece recitato
in Piranha 3D (2010), Sin City – Una donna
per cui uccidere (2014), Insospettabili sospetti
(2017), accanto a Michael
Caine e Morgan
Freeman, e La settima
musa (2018).
9. È noto anche per i ruoli
televisivi. Nel corso della sua carriera l’attore ha
sempre alternato con successo cinema e televisione. Tra i titoli
per il piccolo schermo più celebri a cui ha partecipato si
annoverano le serie Taxi (1979-1983), Il meglio del
west (1981-1982), Il falco della strada (1985),
La strada per Avonlea (1992), Deadly Games
(1995-1997), Malcolm (2002), West Wing – Tutti gli
uomini del presidente (2005), Clubhouse (2004-2005),
Una pupa in libreria (2005-2006) e Cyberchase
(2002-2019). Tra i film a cui invece ha preso parte si annoverano
Il cowboy e la ballerina (1984), Bambini a
noleggio (1995), I racconti di Quicksilver (1997),
Il piccolo capo indiano (1998) e Alice nel Paese delle
Meraviglie (1999).
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Oltre ad essere particolarmente amato dal
pubblico, l’attore si è in diverse occasioni affermato anche presso
la critica, la quale gli ha tributato importanti riconoscimenti.
Tra questi si annoverano tre Emmy Awards, assegnatigli come miglior
attore non protagonista nel 1982 e 1983 per la serie Taxi,
e come miglior attore protagonista nel 1992 per la serie La
strada per Avonlea.
Christopher Lloyd in Chi ha
incastrato Roger Rabbit
7. Ha amato dar vita al suo
personaggio. In Chi ha incastrato Roger Rabbit,
l’attore ricopre il ruolo del cattivissimo giudice Doom. Lloyd ha
affermato di essersi particolarmente divertito a dar vita a questo
personaggio, ritenendolo talmente cattivo da essere uno spasso da
interpretare.
6. Ha trovato un modo per
rendere il personaggio più inquietante. Guardando il
celebre film, ci si potrebbe essere accorti di un piccolo ma
fondamentale dettaglio. Il giudice Doom interpretato da Lloyd non
chiude mai le palpebre. Nell’immaginare il personaggio, infatti,
l’attore se lo figurò con grandi e perfidi occhi che non si
chiudono mai, risultando così ancor più inquietanti.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Christopher Lloyd in Ritorno al
Futuro
5. Aveva rifiutato il
ruolo. Un produttore amico di Lloyd gli propose il ruolo
del dottor Brown nel film Ritorno al futuro. Questi
tuttavia rifiutò, non interessato al ruolo. Fu solo grazie a sua
moglie, la quale lo convinse a cambiare idea, che Lloyd ricontattò
la produzione chiedendogli di affidargli il ruolo. Difficile oggi
immaginare Doc Brown con un volto diverso.
4. Non conosceva il vero
nome del suo iniziale co-protagonista. Il ruolo di Marty
McFly era originariamente stato assegnato all’attore Eric
Stoltz. Questi, anche al di fuori delle riprese, pretese
di essere però chiamato sempre con il nome del suo personaggio.
Quando in seguito venne sostituito con l’attore Michael J.
Fox, e venne comunicato il cambio a Lloyd, questi
stupito chiese chi fosse Eric, convinto che il suo vero nome fosse
Marty.
3. Avrebbe voluto girare un
quarto capitolo. Per anni l’attore chiese che venisse
realizzato un quarto ed ultimo film. Il suo desiderio era infatti
che questo venisse ambientato nell’antica Roma, periodo storico da
lui particolarmente amato. Tuttavia, per via di vari fattori,
l’idea non venne mai realmente presa in considerazione.
Christopher Lloyd: oggi
2. Continua ancora oggi a
recitare. Nonostante l’età avanzata, l’attore non sembra
avere intenzione di fermarsi. Negli ultimi anni ha infatti recitato
in diversi film e serie TV, apparendo in oltre 16 produzioni tra il
2018 e il 2020. Queste comprendono serie TV come Pappa e
ciccia, 12 Mokeys, Cyberchase e film come Guess Who
Died,One by One, e l’atteso Time, the Fourth
Dimension.
Christopher Lloyd: età e
altezza
1. Christopher Lloyd è nato
a Stamford, nel Connecticut, Stati Uniti, il 22 ottobre
1938. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.
Attore dalla lunga carriera,
Alan Arkin si è negli anni affermato come
interprete di grande livello, arrivando a partecipare ad alcuni dei
film più noti degli ultimi decenni. A partire dal nuovo millennio
ha poi conosciuto una seconda vita, tornando in auge grazie a
iconici ruoli che gli hanno permesso di ottenere alcuni tra i più
prestigiosi riconoscimenti dell’industria.
Ecco 10 cose che non sai di
Alan Arkin.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Alan Arkin: i suoi film e i
programmi televisivi
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Arkin debutta al cinema nel 1966 con il
film Arrivano i russi, arrivano i russi, che gli permette
di ottenere da subito una buona notorietà. Negli anni successivi
reciterà in film come Sette volte donna (1967),
L’infallibile ispettore Clouseau (1968), L’urlo del
silenzio (1968), Comma 22 (1970), Una strana
coppia di sbirri (1974), Il grande imbroglio (1986),
Edward mani di forbice (1990), accanto a Johnny
Depp e Winona
Ryder, Genitori cercasi (1994), Gattaca – La porta
dell’universo (1997) e Little Miss Sunshine
(2006), dove recita accanto agli attori Abigail
Breslin e Paul
Dano, consacrando la propria carriera. Negli ultimi
anni ha poi preso parte ai film Io & Marley (2008),
I Muppet
(2011), Argo (2012),
di Ben Affleck, Il grande
match (2013), Insospettabili sospetti (2017),
dove è co-protagonista con Morgan
Freeman e Michael
Caine, e Dumbo
(2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore ha compiuto sporadiche apparizioni anche sul piccolo
schermo recitando in film come Fuga da Sobibor (1987) e
La guerra di Varian (2001). Torna a recitarvi in modo più
continuativo per la serie NetflixThe Kominsky Method, dove recita nel
ruolo di Norman Newlander, condividendo la scena con l’attore
Michael Douglas.
8. Si è cimentato nella
regia. Oltre a vantare una lunga carriera come interprete,
Arkin ha in diverse occasioni compiuto il passaggio dietro la
macchina da presa, facendo il suo esordio alla regia con il film
Piccoli omicidi (1971), commedia irriverente sulla vita
nella caotica New York degli anni ’70. Nel 1977 dirige il suo
secondo, e ultimo, lungometraggio, intitolato Quella pazza
famiglia di Fikus, incentrata su una famiglia ebraica alle
prese con la difficile realtà moderna.
Alan Arkin ha vinto un Oscar
7. Ha ottenuto l’ambito
premio. Nel 2007 l’attore viene nominato al premio Oscar
come miglior attore non protagonista per il suo ruolo di Edwin
Hoover nel film Little Miss Sunshine. La sera della
cerimonia, Arkin riporterà poi la vittoria, ottenendo così una
nuova prolifica fase della sua carriera, segnata da un successo
tanto atteso.
6. Ha ricevuto anche altre
nomination. Quella in cui riportò la vittoria era per
Arkin la terza nomination al premio. Era stato nominato già nella
categoria di non protagonista per il suo primo film Arrivano i
russi, arrivano i russi, nel 1967. Nel 1969 è di nuovo
candidato per L’urlo del silenzio. Otterrà poi una quarta
nomination nel 2013, per il suo ruolo nel film Argo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Alan Arkin in Edward mani di
forbice
5. Non riusciva a
comprendere il film. L’attore, che nel film interpreta il
padre della protagonista, dichiarò che mentre leggeva la
sceneggiatura ebbe difficoltà a comprendere il film, il quale
sembrava non avere senso ai suoi occhi. Fu soltanto quando l’attore
vide il set che compreso il genio visionario di Burton, accettando
immediatamente la parte propostagli.
Alan Arkin in Little Miss
Sunshine
4. Stava per perdere il
ruolo. Per il ruolo del nonno Edwin Hoover, che portò
tanta fortuna all’attore, stava per essere scelto Donald
Sutherland. Soltanto all’ultimo gli fu preferito Arkin,
che poté dar vita ad uno dei suoi ruoli più iconici.
3. Il suo personaggio è meno
presente di altri. All’interno del film, il personaggio
interpretato dall’attore compare per circa 30 minuti complessivi.
Un minutaggio piuttosto ridotto rispetto agli altri membri del
cast, ma che non ha impedito ad Arkin di farsi notare con la sua
brillante interpretazione, premiata poi con l’Oscar.
2. Ha dato vita ad una scena
iconica. Durante una delle scene più note del film,
l’attore si lancia in un lungo discorso pieno di profanità e
oscenità. Molto divertente, la scena ha tuttavia richiesto
particolari accorgimenti. La giovane AbigailBreslin non doveva infatti poter ascoltare le sue
parole, eccessive per un bambino, e così le fu fatta sentire della
musica tramite auricolari per coprire la voce dell’attore.
Alan Arkin: età e altezza
1. Alan Arkin è nato a New
York, Stati Uniti, il 26 marzo 1934. L’attore è alto
complessivamente 177 centimetri.
Popolare attrice televisiva,
Chandra Wilson ha costruito la propria carriera
intorno al personaggio di Miranda Biley, presente tanto nella
celebre Grey’s Anatomy quanto nelle serie
spin-off ad essa collegate. Negli anni ha potuto così ottenere
sempre maggiori riconoscimenti, tanto da parte della critica quanto
dallo stesso pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Chandra Wilson.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Chandra Wilson: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
serie televisive. Dopo aver intrapreso la propria carriera
recitando in alcuni episodi di serie come Law & Order – I due
volti della giustizia (1992), Bob Patterson (2001),
Sex and the City (2002) e I soprano (2004),
l’attrice diventa estremamente popolare grazie al personaggio della
dottoressa Miranda Bailey nella serie Grey’s
Anatomy (2005-2020). Riprenderà tale ruolo anche negli
spin-off Grey’s Anatomy: B-Team (2018) e Station
19 (2018-2020), dove recita accanto a Jaina Lee
Ortiz.
9. Ha preso parte ad alcuni
noti film per il cinema. Il debutto cinematografico per
l’attrice arriva nel 1993, quando recita nel film Philadelphia
accanto agli attori Tom
Hanks e Danzel
Washington. Successivamente apparirà anche in
Stella solitaria (1996), Strangers with Candy
(2005) e Frankie & Alice (2010), con l’attrice
Halle
Berry.
8. Si è distinta come
regista. Particolarmente legata alla serie Grey’s
Anatomy, l’attrice ha compiuto in diverse occasioni il
passaggio dietro la macchina da presa, dirigendo un totale di 21
episodi in un arco temporale che va dal 2009 al 2019.
Chandra Wilson è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un totale di 30,4 mila follower. Qui la Wilson è
solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in
compagnia di amici o colleghi. Non mancano infatti anche numerose
immagini raffiguranti il dietro le quinte dei set frequentati, in
particolare quello relativo alla serie Grey’s Anatomy.
Chandra Wilson: chi è suo
marito
6. Non è sposata.
L’attrice ha dichiarato in diverse interviste di non essere
sposata, ma di avere una relazione da oltre trent’anni con un uomo
di cui però non è stato rivelato il nome. L’attrice è infatti molto
protettiva nei confronti dei suoi famigliari, e raramente viene
accompagnata da questi ad occasioni di gala. È tuttavia noto che
con il compagno la Wilson ha avuto tre figli, nati rispettivamente
nel 1992, nel 1998 e nel 2005.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Chandra Wilson in Grey’s
Anatomy
5. Ha ricevuto nomination
ad importanti premi. Grazie al suo apprezzato ruolo nella
serie Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005, l’attrice ha
potuto ottenere alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti
dell’industria. È stata infatti nominata per ben quattro volte agli
Emmy Awards come miglior attrice non protagonista in una serie
drammatica. Pur non riportando vittorie, ha potuto ricevere
prestigiose lodi. Ha invece vinto il SAG Awards come miglior
attrice in una serie drammatica nel 2007.
4. Recita nella serie sin
dal suo inizio. L’attrice è una dei pochissimi membri del
cast, insieme a James Pickens
Jr., a recitare sin dall’inizio della serie, nel 2005,
e ad essere ancora parte dello show. Ciò le ha permesso di recitare
in più di 360 episodi, affermandosi inevitabilmente come uno dei
volti più noti della televisione.
3. Non ha idea di come
proseguirà la serie. L’attrice, membro fisso del cast, ha
rivelato di non sapere quali strade verranno prese per il futuro né
a quale conclusione arriverà la serie. Questo mistero non è
tuttavia un peso per lei, la quale ha affermato di sfruttare
l’incertezza per vivere ogni episodio al meglio, concentrandosi
così sul presente del personaggio.
Chandra Wilson in
Philadelphia
2. Ha avuto un piccolo ma
significativo ruolo nel noto film.Philadelphia,
film del 1993 del regista Jonathan Demme, è
incentrato sul delicato tema dell’AIDS, e fu uno dei primi grandi
film a trattare tale argomento in modo esplicito. Nel film
l’attrice, ancora agli inizi della sua carriera, ricopre il ruolo
di Chandra, collega di lavoro del protagonista Andy Beckett e
chiamata a testimoniare al processo dall’avvocato Joe Miller.
Chandra Wilson: età e altezza
1. Chandra Wilson è nata a
Houston, in Texas, Stati Uniti, il 27 agosto 1969.
L’attrice è alta complessivamente 152 centimetri.
Il direttore del casting dietro il
Marvel
Cinematic Universe, Sarah Finn, ha un occhio
impeccabile per la scelta degli attori che popolano, di volta in
volta, le storie del MCU. Ad esempio,
quando ha suggerito per la prima volta a Chris Pratt il ruolo di Peter Quill, il
regista James Gunn ha respinto l’idea, ma Pratt ha
finito per ottenere il ruolo e dimostrarsi la scelta ideale.
Capita però che Finn scelga degli
attori che hanno già lavorato in Marvel Movies, che però
sono esterni e/o precedenti all’intero progetto MCU. Dai nomi più ovvi fino a
quelli che forse abbiamo dimenticato, ecco gli attori che hanno
recitato in Marvel Movies
esterni al MCU.
Jon Favreau
Oltre a Kevin Feige e Robert Downey Jr., Jon Favreau è una delle persone che ha
contribuito in maniera decisiva al buon avvio del MCU. Come regista di
Iron Man del 2008, Jon Favreau ha impostato il modello base per i
22 film che sarebbero seguiti e, cosa ancora più importante, ha
realizzato un film abbastanza forte, che è stato accolto abbastanza
bene da poter diventare il primo di una serie di 22.
Anche se ha diretto solo Iron
Man e Iron Man 2,
Favreau ha continuato ad apparire nel franchise nei panni di Happy
Hogan, ruolo che si è man mano ampliato. In precedenza aveva
interpretato il ruolo del partner di Matt Murdock, Foggy Nelson, al
fianco di Ben
Affleck nel film Daredevil
del 2003, che però non ha lusingato né pubblico né critica, né
tanto meno le storie a fumetti da cui è tratto.
Idris Elba
Sebbene Ghost
Rider: Spirit of Vengeance sia arrivato nei cinema
più tardi rispetto al primo film di Thor,Idris
Elba ha interpretato il ruolo di Moreau nel film
Nicolas Cage prima di essere l’austero e fedele Heimdall nel
MCU.
Sia Moreau che Heimdall sono
personaggi per i quale Idris
Elba ha dovuto lavorare molto con gli occhi, e se il
secondo è un ruolo che viene direttamente dai fumetti, il primo è
un personaggio che è stato inventato per il film, senza nessuna
references precedente.
Ray Stevenson
Come ha attestato
Zachary Levi durante il suo tour promozionale di
Shazam!, i Tre
Guerrieri non hanno avuto molto spazio della trilogia dedicata a
Thor del MCU. Levi ha
interpretato Fandral, Tadanobu Asano ha
interpretato Hogun e Ray Stevenson ha interpretato
Volstagg.
Molto prima di ricoprire un ruolo
che si è rivelato marginale nei film di Thor, Stevenson ha recitato
in Punisher: War Zone nel ruolo del
vigilante assetato di sangue Frank Castle, meglio conosciuto come
The Punisher.
David Hasselhoff
Il casting di Samuel L.
Jackson nel ruolo di Nick Fury è stato un processo
unico. Quando la Marvel ha riorganizzato il
personaggio per la linea “Ultimate”, hanno chiesto a Jackson il
permesso di usare proprio i suoi tratti per il Direttore dello
SHIELD. Quindi, quando Fury è stato portato sullo schermo nel
MCU, è stato
facilissimo scegliere proprio Jackson.
Ma molto prima che Fury fosse
reinventato, David Hasselhoff lo interpretò nel
film per la TV, Nick Fury: Agent Of
S.H.I.E.L.D.. Poi, in
Guardiani della Galassia Vol. 2, Hasselhoff ha
interpretato se stesso in un cameo.
Michael B. Jordan
Anche se passerà molto
tempo prima che Thanos perda il posto di migliore villain del
MCU, Erik Killmonger occupa a buon
diritto un secondo a breve distanza. Michael B.
Jordan ha portato vera umanità a Killmonger, al punto
che il pubblico può addirittura simpatizzare con le sue ragioni.
Prima di collaborare con Ryan Coogler per la terza
volta in Black
Panther, Jordan ha interpretato Johnny Storm,
ovvero la Torcia Umana, nel reboot dei Fantastici
4 di Josh Trank.
Il film è stato considerato uno dei
peggiori film di supereroi mai realizzati, ma Jordan ha trovato il
suo riscatto quando, tre anni dopo, Black
Panther è stato elogiato come uno dei
migliori film di sempre, ed è addirittura stato il primo cinecomic
a ricevere una nomination agli Oscar come Miglior Film.
Jennifer Connelly
Jennifer
Connelly ha doppiato Karen, l’intelligenza artificiale
presente nel costume hi-tech di Peter Parker, in Spider-Man:
Homecoming. In precedenza era stata scelta per
interpretare Betty Ross, al fianco di Eric Bana,
nel film del 2003, L’Incredibile Hulk,
diretto da Ang Lee.
Una buffa coincidenza vuole che,
nella vita reale,
Jennifer Connelly sia sposata con Paul
Bettany, che, prima di dare corpo a Vision in Avengers: Age
of Ultron, era la voce di JARVIS, l’intelligenza
artificiale nella tuta di Iron Man.
Ray Wise
Il ruolo più iconico di
Ray Wise sarà sempre quello di Leland Palmer nella
surreale serie di David Lynch, Twin
Peaks, ma l’attore ha anche interpretato due
personaggi secondari nei progetti Marvel. È stato un segretario di
Stato privo di personalità nel prequel X-Men:
L’Inizio del 2011, diretto da Matthew
Vaughn.
Poi, qualche anno dopo, è apparso
sulla ABC come Hugh Jones nella serie TV del MCUAgent Carter. Il suo personaggio ha avuto
un arco narrativo molto più soddisfacente della sua prima
apparizione Marvel, nel corso delle due
stagioni dello show con Hayley
Atwell.
Lou Ferrigno
Nella serie tv degli anni
Settanta/Ottanta, The Incredible Hulk,
Bill Bixby ha recitato nel ruolo principale di
David Banner. Il personaggio, all’epoca, non si chiamava Bruce,
visto che i dirigenti della TV avevano stranamente deciso che David
era un nome più riconoscibile. All’epoca, la CGI non esisteva,
quindi, quando lo scienziato Banner si trasformava in Hulk, per
rendere la cosa credibile si decise di scegliere un bodybuilder da
dipingere di verde.
Quel bodybuilder era Lou
Ferrigno, che è passato alla storia della tv proprio per
quell’iconico ruolo. Sebbene Mark Ruffalo interpreta Hulk del MCU con la motion
capture, Ferrigno ha contribuito effetti vocali al personaggio. Ed
ha anche interpretato una guardia di sicurezza nel Hulk del
2008.
Laurence Fishburne
Con ruoli memorabili nella
cinematografia moderna, Laurence Fishburne è uno degli attori più
iconici di Hollywood. Prima di interpretare Bill Foster,
l’originale Giant-Man (o Goliath), in Ant-Man and the
Wasp nel MCU, Fishburne ha
interpretato il criminale cosmico in I Fantastici
Quattro e Silver Surfer.
L’aspetto fisico di Silver Surfer è
stato interpretato da Doug Jones (altrettanto
irriconoscibile nei ruoli in Hellboy,Il Labirinto del Fauno e La Forma
dell’Acqua), ma Fishburne ha prestato la sua voce al
personaggio.
Chris Evans
All’ultimo posto c’è
l’esempio più ovvio, noto ma anche bello di questa lista. Chris
Evans ha interpretato Johnny Storm in due film sui
Fantastici Quattro prima di interpretare
Steve Rogers in Captain America: Il Primo
Vendicatore e nei sei film successivi del MCU (senza contare i
suoi quattro cameo).
Sia lui che i fan del MCU, ora che il personaggio di
Johnny Storm è utilizzabile nei Marvel Movies, hanno
ironizzato su un incontro trai due personaggi, la Torcia Umana e
Captain America, entrambi interpretati da Chris
Evans. Ma pare che Cap si sia ufficialmente
ritirato.
Disney+, la piattaforma di streaming della
Casa di Topolino, è da ieri finalmente disponibile anche in Italia.
Una valanga di contenuti a marchio
Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars e National Geographic sono
adesso a disposizione anche per il nostro mercato, regalandoci
un’altra opportunità per cercare di combattere la reclusione
forzata di queste settimane a causa della pandemia di
Coronavirus.
Naturalmente, i contenuti da poter
visionare e dei quali godere sono infiniti: c’è davvero l’imbarazzo
della scelta e spesso capita di abbandonarsi a pigri rewatch perché
non si ha voglia di scoprire cosa di nuovo il servizio ha da
offrirci.
Di seguito abbiamo raccolto 10
titoli che forse non conoscete o che non pensavate fossero
disponibili su Disney+ e che vi consigliamo caldamente di
vedere o recuperare:
Le avventure di Ichabod e Mr. Toad
Tra tutti i classici d’animazione
Disney disponibili, pensiamo che sia doveroso consigliarvi quello
forse più sottovalutato di tutti, probabilmente dimenticato dai
qui. Stiamo parlando de Le Avventure di Ichabod e Mr.
Toad, titolo del 1968 – l’11 Classico Disney secondo il canone
ufficiale – diviso in due episodi basati rispettivamente su “Il
vento tra i salici” di Kenneth Grahame e “La leggenda di
Sleepy Hollow” di Washington Irving. Il film gode di una
scarsa fama, soprattutto in Italia, perché non è mai arrivato al
cinema, ma è stato distribuito direttamente in home video. Disney+ è quindi l’occasione ideale per
riscoprire due storie classiche raccontate attraverso
l’inconfondibile stile della Disney.
Quattro bassotti per un danese
Chi è cresciuto con i lungometraggi
live action prodotti dalla Disney a partire dal 1940, ricorderà
sicuramente Quattro bassotti per un danese, probabilmente
uno dei titoli più celebri sfornati dalla Casa di Topolino durante
gli anni ’60. Se per qualcuno, quindi, potrebbe trattarsi di un
apprezzato e nostalgico rewatch, per altri invece, i più giovani,
potrebbe essere una piacevole scoperta. Una commedia canina piena
zeppa di divertentissimi disastri, interpretata dall’iconico Dean
Jones, che con la Disney aveva dato il via ad un vero e proprio
sodalizio tra gli anni ’60 e ’70 grazie ad altre pellicole quali
F.BI.: Operazione gatto e Il fantasma del pirata
Barbanera…
Il fantasma del pirata Barbanera
E proprio Il fantasma del
pirata Barbanera è un altro titolo che ci sentiamo caldamente
di consigliarvi. Un film sicuramente meno noto di Quattro bassotti
per un danese, diretto da Robert Stevenson, che per la Disney
avrebbe diretto tantissimi altri film, tra cui i ben più celebri e
amati Mary Poppins e
Pomi d’ottone e manici di scopa. Ma fortunatamente,
proprio grazie a Disney+, avrete la possibilità di
scoprire ed innamorarvi (eventualmente) di questa deliziosa
commedia fantastica ricca di colpi di scena, con l’iconico Peter
Ustinov nei panni del leggendario pirata.
Splash – Una sirena a Manhattan
Molte sono le volte in cui
Tom Hanks e
Ron Howard hanno lavorato insieme. Tra tutte le loro
collaborazioni, e tra quelle presenti su Disney+, vi invitiamo a recuperare
Spalsh – Una sirena a Manhattan, qualora non abbiamo mai
visto questa romantica commedia fantastica. Il film venne
distribuito nel 1984 dalla Touchstone Pictures (di proprietà dei
Walt Disney Studios) e ricevette una nomination all’Oscar nel 1985
per la migliore sceneggiatura originale. La storia è quella di un
giovane che si innamora di una donna bellissima e misteriosa che
nasconde però un grande segreto: la ragazza (interpretata da una
giovanissima e all’epoca lanciatissima Daryl Hannah) è una
sirena…
Nel fantastico mondo di Oz
Forse non tutti sanno (o ricordano)
che il celeberrimo Il mago di Oz ha avuto un sequel non ufficiale nel
1985: Nel fantastico mondo di Oz. Il film venne prodotto
dalla Disney senza il coinvolgimento della Warner Bros. e della MGM
(dietro il successo del capolavoro con
Judy Garland). All’epoca della sua uscita in sala non venne
particolarmente apprezzato, né dal pubblico né dalla critica, ma
col tempo – grazie ai passaggi televisivi, alla release in home
video e anche al passaparola – è diventato un piccolo cult per
molti adulti e bambini. Il film è basato sul secondo e sul terzo
romanzo della saga di Oz scritta da L. Frank Baum.
Taron e la pentola magica
Al pari di Le Avventure di
Ichabod e Mr. Toad, un altro Classico Disney inspiegabilmente
poco conosciuto e poco apprezzato è indubbiamente Taron e la
pentola magica, uscito nel 1985 e basato sui primi due libri della
serie “Le cronache di Prydain” di Lloyd Alexander.
25° Classico Disney secondo il canone ufficiale, il film è diretto
da registi di Red e Toby – Nemiciamici ed è ancora oggi il
film della Casa Topolino ad aver avuto il minor successo,
soprattutto a causa del suo “stile” (considerato troppo
controcorrente per l’epoca). Eppure, si tratta di una
meravigliosa ed elettrizzante avventura fantastica con diverse
virate nell’horror, che dovete assolutamente conoscere e
recuperare. Piccola curiosità: è stato il primo film Disney non
musical a non contenere nessuna canzone, né come sottofondo, né
cantata dai personaggi.
Tutto quella notte
Tra tutti i titoli della
filmografia di Chris Columbus presenti su Disney+, avremmo potuto consigliarvi
gli ormai inflazionati Mamma, ho perso l’aereo o Mrs. Doubtfire. E
invece no: abbiamo scelto un film del papà dei primi due Harry Potter che forse in pochi avete visto e che
quasi sicuramente i più ignorano. Si tratta di Tutto quella notte,
commedia avventurosa che vede una giovane babysitter (interpretata
da Elisabeth Shue) protagonista di tutta una serie di disavventure
insieme ai giovani ragazzi lasciategli in custodia. Quella che
sembrava essere una serata tranquilla e monotona, si trasforma ben
presto in un’avventura pericolosa e variegata per le strade di una
Chicago notturna.
Le avventure di Rockeeter
Due anni dopo aver diretto
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, il regista Joe
Johnston tornò a lavorare con la Disney per occuparsi della regia
de Le avventure di Rockeeter, tratto dall’omonimo fumetto
di “The Rocketeer” di Dave Stevens. Il film è ambientato durante
gli anni della Seconda Guerra Mondiale e vede nel cast anche
Timothy Dalton e una giovanissima
Jennifer Connelly. Diversi anni dopo, Johnson sarebbe tornato
ad occuparsi di “supereroi”: è infatti il regista di
Captain America – Il primo vendicatore, prima avventura
del MCU interamente dedicata al
personaggio di Steve Rogers, interpretato da
Chris Evans.
Cool Runnings – Quattro sotto zero
Di tutte le pellicole live action
prodotte dalla Disney negli anni ’90, la più divertente e spassosa,
ma anche tra le più sconosciute e/o dimenticate, è sicuramente
Cool Runnings – Quattro sotto zero, diretta da Jon
Turteltaub (regista de Il mistero dei templari) e ispirata
alla vera storia della Nazionale di bob della
Giamaica che partecipò ai Giochi olimpici
invernali di Calgary 1988. Il cast è assolutamente
perfetto e i momenti esilaranti si sprecano, ottimo da rivedere o
scoprire in compagnia della famiglia o degli amici. Inoltre, si
tratta di una delle ultime interpretazioni dell’iconico John Candy,
che morì l’anno successivo all’uscita del film.
Il sapore della vittoria – Uniti si vince
Lo spot è stato spesso al centro di
moltissimi dei lavori realizzati dalla Disney. Tra i più bei drammi
sportivi che troverete su Disney+, Il sapore della vittoria –
Uniti si vince è uno di quelli che vale la pena rivedere o al
quale dedicare una prima inedita visione. Il film narra
l’incredibile storia vera della squadra di football
americano del liceo T.C. Williams High School
di Alexandria (Virginia), ed ha come protagonista
Denzel Washington. Un classico prodotto a stelle e strisce che
mescola ingiustizia e buoni sentimenti. Nel cast anche un
giovanissimo
Ryan Gosling.
Il Red Guardian interpretato da
Harbour, noto anche come Alexie shostakov, è l’equivalente russo di
Captain America. In una recente diretta streaming su Instagram, un fan
ha chiesto ad Harbour chi potrebbe vincere in un’ipotetico scontro,
Red Guardian o Captain America? Prendendo forse la domanda un po’
più seriamente del previsto, la star di Stranger Things ha dichiarato:
“Spero che voi ragazzi sappiate
che io non sono Red Guardian e che Chris Evans non è Captain
America. Quindi, se avessimo effettivamente combattuto con i nostri
scudi, non potrei sapere come sarebbe stato. Non sarebbe bello come
nei film, perché la maggior parte dei combattimenti con lo scudo è
fatta dai nostri stunt. Penso di potero battere in uno scontro con
lo scudo? Non è lo so, è abbastanza forte. Direi di no, ma penso di
essere subdolo, quindi gliela darei soltanto vinta.”
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Nelle ultime settimane abbiamo
assistito al rinvio in sala di alcuni dei titoli più attesi della
stagione cinematografica in corso, da No Time to Die a Fast & Furious 9. Più di recente, anche
Wonder Woman 1984 ha dovuto
arrendersi all’emergenza Coronavirus e posticipare il suo arrivo al
cinema. Una sorte ancora più ambigua è toccata a tutte quelle
pellicole che sono state posticipate e per le quali non è ancora
stata annunciata una nuova release, come Mulan, The New
Mutants e l’ancor più atteso Black Widow dei Marvel Studios.
Ma c’è ancora un film molto atteso
sul quale vige un alone di mistero che inizia a preoccupare
appassionati e non: stiamo parlando di Tenet,
il nuovo film di Christopher Nolan che “dovrebbe”
arrivare nelle sale americane il prossimo 17 luglio (in Italia,
invece, arriverà il prossimo 18 settembre). Sarà ancora così? Il
film manterrà la sua data di uscita originale e non verrà
posticipato? A quanto pare, sì!
Un nuovo report di Deadline,
infatti, suggerisce che la Warner Bros. non ha intenzione di
posticipare la data di uscita di Tenet
e che, ad oggi, il film resta confermato nelle sale americane per
il prossimo 17 luglio. La speranza, da parte della major, è che la
pandemia di Covid-19 sia stata arginata per allora, e che le sale
cinematografiche siano tornate alla loro quotidiana e regolare
attività.
Al momento – purtroppo – non
possiamo prevedere se ciò accadrà davvero. Per adesso, un rinvio
del film è ancora possibile, ma probabilmente fino a maggio/giugno
la Warner Bros. continuerà a tentennare e a non prendere alcuna
decisione definitiva, prima di doversi poi “arrendere” in base alla
situazione che si prospetterà a livello mondiale.
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, dopo le prime immagini di
ieri. Tenetvede
protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di
Inception è stata reale, non si sia trattato di un sogno,
e che ora vedremo la storia di quei bambini, espandendo così
l’universo di Inception, consentendo anche l’esplorazione di nuovi
temi e nuove storie. Come ipotizzato da The Hollywood
Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso. Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17
luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip
produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un
mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Hulu ha diffuso il nuovo teaser
trailer di The
Great, l’attesa nuova serie originale Hulu The
Great, un dramma comico, satirico sull’ascesa di
Caterina la Grande da un estraneo alla monarca regnante da più
tempo nella storia della Russia.
https://youtu.be/CWaJ6pzrV5U
The
Great è creato e scritto da Tony McNamara che ne
è anche il produttore esecutivo, gli altri produttori esecutivi
sono Marian Macgowan, Josh Kesselman e Ron West della Thruline,
Brittany Kahan Ward della Echo Lake, Doug Mankoff e Andrew
Spaulding, Elle Fanning, Mark Winemaker e Matt Shakman. Il progetto
è prodotto dalla Civic Center Media in associazione con MRC
Television.
STARZPLAY, il
servizio di streaming premium di Starz, ha annunciato oggi che ha
firmato un accordo di licenza con ViacomCBS Global Distribution
Group per MRC Television’s attesissima serie “The
Great” nel Regno Unito, Repubblica
d’Irlanda, Germania, Austria, Spagna, Francia, Italia,
Svizzera, Belgio, Olanda, Lussemburgo, e l’America Latina. La nuova
serie andrà in onda nell’estate 2020.
“The
Great ha tutto quello che STARZPLAY cerca di offrire
al nostro pubblico a livello mondiale, pubblico che da noi si
aspetta solo contenuti premium,” ha affermato Superna Kalle,
EVP, Starz International Digital Networks. “Un premiato
sceneggiatore, un cast di grande talento, e. dulcis in fundo, una
storia di grande intrattenimento molto divertente e, al tempo
stesso, toccante. Siamo molto orgogliosi di aggiungere ‘The Great’
to our content offering.”
The Great: la trama e il cast
Con solo fatti storici occasionali
la serie è interpretata da
Elle Fanning,
Nicholas Hoult, Phoebe Fox, Adam Godley, Gwilym Lee, Charity
Wakefield, Douglas Hodge, Sacha Dhawan, Sebastian de Souza, Bayo
Gbadamosi e Belinda Bromilow.
Il regista Zack Snyder continua a diffondere materiale
inedito proveniente dal set di Batman v Superman: Dawn of Justice, il
cinecomic DC uscito nelle sale nel 2016. Mentre i fan continuano a
chiedersi se la #SnyderCut di Justice
League verrà mai rilasciata ufficialmente, il
regista ha condiviso su VERO un
nuovo video registrato durante le riprese del blockbuster che ha
visto protagonisti Henry Cavill e Ben Affleck.
“Non ne sapevo nulla, in
realtà.Zack mi ha detto: ‘Hey, si sta muovendo qualcosa’.
E allora io gli ho detto: ‘Zack, ti voglio bene e ti supporto. Di
qualsiasi cosa si tratti, sono pronto ad aiutarti’. All’epoca delle
riprese di Justice League, Zack ha dovuto affrontare una
tragedia familiare. Molto spesso, quando ti ritrovi a lavorare con
due registi, è come avere il corpo di una mucca e la testa di un
cavallo… e questo nel bene e nel male. Penso che la versione del
film di Zack debba essere resa disponibile.”
Potete vedere il video dal backstage cliccando sull’immagine di
seguito:
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata” di Justice
League, con Snyder che ha spiegato che i
cambiamenti apportati in itinere sono stati causati da varie
interferenze con lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano
in quel mondo combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e
Flash tornava indietro nel tempo per dire qualcosa a
Bruce…“
È stata rivelata l’identità del
personaggio che l’attore Ray Winstone (La leggenda
di Beowulf) interpreterà in Black Widow,
l’attesissimo cinecomic Marvel dedicato al personaggio di
Vedova Nera, interpretato da Scarlett Johansson. A quanto pare, il
personaggio in questione è direttamente collegato con The Avengers, la prima avventura dei
Vendicatori nel MCU uscita al cinema nel 2012.
La storia raccontata in
Black Widow sarà
ambientata tra gli eventi di Captain America: Civil War e quelli di
Avengers: Infinity War. Nat è in fuga dopo aver infranto
gli Accordi di Sokovia: ciò permetterà al film di introdurre i
personaggi di Yelena Belova (Florence
Pugh), Red Guardian (David
Harbour) e Iron Maiden (Rachel
Weisz), che uniranno che forze con Nat per cercare di
abbattere una volta per tutte la Stanza Rossa. Adesso, sappiamo che
questa missione coinvolgerà un personaggio già menzionato nel film
di Joss Whedon.
L’ultimo numero di Empire Magazine
dedicato al film, rivela infatti – come portato alla luce da
Marvel Studios News –
che Ray Winstone avrà il ruolo di Dreykov, il capo
della Stanza Rossa. Anche se si tratta di un personaggio del
MCU che non abbiamo mai visto
prima, in realtà è stato menzionato in The Avengers da Loki (Tom
Hiddleston), quando il Dio dell’Inganno si riferisce a Nat come
alla “figlia di Dreykov”.
Se Dreykov sia il padre naturale di
Natasha o semplicemente il mentore che l’ha cresciuta ed allenata,
questo lo scopriremo soltanto quando il film arriverà nelle sale.
Ricordiamo che, a causa dell’emergenza Coronavirus,
la pellicola è stata posticipata a data da definirsi (sarebbe
dovuta arrivare al cinema in Italia il 29 aprile e in America il 1
maggio).
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
È arrivato online il trailer onesto
di Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker, il capitolo finale della Saga
degli Skywalker che, come ormai ben sappiamo, è stato accolto in
maniera contrastante tanto dalla critica quanto dal pubblico. Per
quanto gli effetti visivi straordinari e il ritmo incalzante e
frenetico del film siano stati apprezzati, al tempo stesso i più
non hanno gradito l’incoerenza del film tanto a livello narrativo
quanto a livello tematico.
In effetti, è stato grazie al
romanzo basato sul film, uscito negli Stati Uniti lo scorso 17
marzo, che molti dei buchi nella trama del film hanno trovato una
spiegazione logica, come ad esempio
il ritorno di Palpatine. Adesso, il trailer onesto del film
realizzato da Screen Junkies mette in
evidenza proprio la fragilità della struttura narrativa del film,
anche in relazione ai drastici cambi di rotta – soprattutto in
termini di tono – del precedente Gli
Ultimi Jedi diretto da
Rian Johnson.
Potete vedere l’esilarante trailer onesto di seguito:
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams
e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.
David Harbour sostiene che il vero motivo
dietro al flop del reboot di Hellboy
uscito nelle sale lo scorso anno siano i fan di Guillermo del Toro, regista di ben due film
basati sul personaggio dei fumetti creato da Mike Mignola, usciti
rispettivamente nel 2004 e nel 2008. Nonostante l’entusiasmo
iniziale per il ritorno di Red sul grande schermo, il reboot è
stato accolto negativamente tanto dalla critica quanto dal
pubblico, soprattutto a causa dell’inconsistenza della storia e di
un cattivo sviluppo dei personaggi.
Adesso, in occasione di una diretta
su Instagram, è stato
lo stesso David Harbour a spiegare che i fan di Del Toro
avevano reagito male alla notizia di un reboot ancor prima che il
film arrivasse nelle sale. Nonostante l’attore abbia più volte
sottolineato che è giusto che le persone sentano e provano cose
differenti in merito ad un determinato film, la sua delusione in
merito alla faccenda era decisamente palese. Queste le sue
dichiarazioni complete:
“Penso che sia fallito in
partenza, prima ancora che iniziassimo a girare, perché il pubblico
non voleva che facessimo il film.
Guillermo del Toro e
Ron Perlman hanno dato vita a qualcosa di iconico che pensavamo
potesse essere reinventata, ma la voce del popolo di internet
continuava a non volerne sapere. Penso che abbiamo girato un film
divertente… sicuramente con dei problemi, ma divertente.
Semplicemente, le persone erano contrarie al film dall’inizio. Ho
imparato molte cose da quest’esperienza.”
Uscito nelle sale l’11 aprile 2019,
Hellboy è
il nuovo adattamento del fumetto di Mike Mignola
che ha come protagonista David Harbour nei panni di Big Red.
Dietro la macchina da
presa, Neil Marshall, regista rivelazione per
l’horror The Descent – Discesa nelle tenebre, che
dirige David Harbour (star della
serie Stranger Things, al cinema
con I segreti di Brokeback Mountain e La guerra
dei mondi) nei panni del semi-demone che protegge la Terra
dalle creature soprannaturali che la minacciano, come la Regina di
Sangue, interpretata dalla bellissima Milla
Jovovich (la saga Resident
Evil, Zoolander 2). Completano il cast Ian
McShane (John Wick 1, 2), Sasha Lane (American
Honey) e Daniel Dae Kim (The
Divergent Series: Allegiant).
Hellboy è tornato ed è più
indemoniato che mai nel reboot della saga tratta dai fumetti cult
di Mike Mignola. Il leggendario supereroe demoniaco, detective del
BPRD (Bureau for Paranormal Research and Defense) che protegge la
Terra dalle creature sovrannaturali che la minacciano, è chiamato
in Inghilterra per combattere tre giganti infuriati. Qui scoprirà
le sue origini e dovrà vedersela con Nimue, la Regina di Sangue,
un’antica strega resuscitata dal passato e assetata di vendetta
contro l’umanità. Hellboy dovrà cercare di fermare Nimue con ogni
mezzo, in un epico scontro per scongiurare la fine del mondo.
Alla fine, anche Wonder
Woman 1984 ha dovuto “arrendersi” all’emergenza
Coronavirus e posticipare la sua data di uscita. Come riportato da
Variety, infatti, il
sequel diretto da Patty Jenkins e interpretato da
Gal Gadot non arriverà più nelle sale il prossimo 6
giugno, ma bensì il 14 agosto. L’uscita è stata rimandata di due
mesi: nulla di particolarmente eclatante, se consideriamo il rinvio
di titoli quali No Time to Die (7 mesi) e Fast & Furious 9 (1 anno).
In seguito all’annuncio della nuova
data di uscita del film, la regista Patty
Jenkins ha voluto rassicurare i fan, specificando che il
film è ancora destinato alle sale cinematografiche, e che non verrà
rilasciato direttamente in streaming: “Abbiamo fatto Wonder Woman 1984 per il grande schermo e
credo nel potere del cinema”, ha scritto la regista su
Twitter. “In questo momento terribile, dove i proprietari
delle sale che combattono sono davvero tanti, sia felici di poter
posticipare il nostro film al 14 agosto 2020 nei cinema più vicini
a voi, e pregare che arrivino al più presto tempi
migliori.”
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film è
stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta a
Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain
Cheetah. Nel cast figureranno anche
Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e
Pedro Pascal.
A partire dal quarto adattamento,
Harry Potter
e il calice di Fuoco, i film della saga magica
targata Warner Bros si sono fatti più “adulti” ma anche, per molti
versi e a causa delle trame che si stratificavano sempre più, più
approssimativi.
Mentre le storie della Rowling si
arricchivano di personaggi e trame, i film, per ragioni
comprensibili e impliciti in ogni adattamento, si semplificavano,
cercando di mandare avanti soltanto la parte centrale della storia,
nella maniera più coerente possibile.
Tuttavia, in Harry
Potter e il Calice di Fuoco è capitato che alcune
cose sfuggissero di mano, e così, alla fine, il film presenta delle
incongruenze e degli errori di continuity. Ecco quali sono:
L’asciugamano che rimbalza
Quando Harry esce dal lago
dopo la Seconda Prova, Hermione gli corre incontro e gli mette il
proprio asciugamano sulle spalle. Sembrerebbe una mossa altruista,
ma nella ripresa successiva sembra averglielo tolto rubato
subito.
Forse ha avuto freddo lei stessa?
Ma nell’inquadratura successiva, torna a riavvolgerlo
nell’asciugamano! Il regista ovviamente ha dimenticato di mantenere
la continuità tra queste brevi sequenze, e questo non indica per
forza un errore grave ma un po’ di distrazione da parte della
segretaria di edizione, senza dubbio.
Harry non è bravo a proteggere
Sirius
A causa del fatto che la
maggior parte del Paese pensa che sia un assassino squilibrato che
è appena fuggito dalla prigione più sicura del mondo, Sirius Black
è scappato in groppa a Fierobecco alla fine di Harry Potter
e il prigioniero di Azkaban. Per assicurarsi che
nessuno possa scoprire dove si trova o cosa sta facendo, Sirius sta
usando vari nomi in codice.
A Harry però questo non sembra
importare e, quando scrive al suo padrino, si rivolge a lui proprio
con il suo vero nome, ovvero “Sirius”, in bella vista sulla busta.
Anche nel mondo dei maghi non ci sono molte persone che si chiamano
Sirius, eppure Harry dovrebbe fare più attenzione!
E Sirius non sa leggere le sue
lettere
Anche se non vediamo molto
il personaggio interpretato da Gary Oldman in questo film, lo vediamo in un
camino e sentiamo la sua voce. Nella scena, Harry sta leggendo una
lettera di Sirius, e lo spettatore sente la voce dell’uomo che
pronuncia le stesse parole che sono scritte nella lettera.
Tuttavia, nel PS della lettera c’è
scritto (si vede a schermo) “a proposito, l’uccello morde”, ma la
voce di Sirius che ci “racconta” la lettera ripete soltanto: “P.S.
l’uccello morde”. L’incongruenza è mantenuta anche nel doppiaggio
italiano. Non sarebbe stato più corretto fornire a Goldman lo
stesso testo che Daniel Radcliffe tiene in mano nella
scena?
Neville si può
teletrasportare?
L’abbiamo visto alcune
volte nel mondo di Harry
Potter, quindi sappiamo che le lunghe tavole della
Sala Grande possono fare grandi cose. Quando gli studenti si
preparano al banchetto ad inizio film, vediamo Neville seduto
accanto a Hermione.
Pochi istanti dopo però, è
dall’altra parte del tavolo, accanto a Dean. Si potrebbe
tranquillamente dire che Neville si è alzato e si è mosso, ma data
la lunghezza del tavolo, gli ci sarebbe voluto del tempo per
passare dall’altro lato, accanto al compagno di dormitorio! Sembra
molto più plausibile che qualcuno non sia stato troppo attento
nella disposizione dei ragazzi!
E anche la McGranitt può
farlo?
Ci sono due momenti in
Harry Potter e il calice di fuoco in cui la McGranitt sembra
eseguire una magia che non sa nemmeno di essere in grado di fare.
In primo luogo, quando, nel corso della Prima Prova, gli insegnanti
cadono per evitare il drago, vengono mostrati lei e Piton che si
rimettono in piedi, ma poi l’inquadratura cambia e i due vengono
ugualmente mostrati mentre si rimettono in piedi!
Più avanti nel film, la vediamo
confortare Harry, mentre gli tiene una mano sulla spalla. La scena
successiva la mostra in un posto completamente diverso, in piedi
accanto a Piton. Sembra chiaro a questo punto che la professoressa
di Trasfigurazioni abbia trovato il modo di teletrasportarsi
all’interno di Hogwarts!
Qualcuno pensa ancora di essere al
terzo anno…
Come sappiamo, il professor
Lupin decide che era meglio lasciare Hogwarts e la cattedra di
Difesa contro le arti oscure quando i genitori degli studenti
cominciano a sapere che è un lupo mannaro. Pertanto, Malocchio
Moody ottiene la cattedra e non vediamo Lupin per un po’, nella
saga. Per qualche motivo, però, in una scena del film si sente
chiaramente una comparsa che dice: “Ho il professor Lupin, dopo”
facendo riferimento alla lezione successiva!
Questa è una delle comparse più
pigre dell’intera storia del cinema! Chiunque le avesse detto di
pronunciare quella battuta, avrebbe dovuto controllare e sapere che
si trattava di una cosa assolutamente contro la continuity del
film!
Un drago fuggito non sembra essere
un problema
Quando il drago fugge dalle
sue catene, tutti hanno giustamente paura. Ma in realtà non sembra
essere un vero e proprio problema. Tutti gli insegnanti sembrano
preoccupati, ma non c’è un gruppo di addestratori di draghi a
portata di mano per arginare una qualsiasi crisi o per porre
rimedio a qualcosa che va storto.
Tutti i campioni, chi meglio e chi
peggio, riescono ad affrontare il loro drago. L’Ungaro Spinato che
si trova ad affrontare Harry finisce nel lago. Tuttavia, nessuno ha
davvero visto che ciò accade e si potrebbe pensare che sarebbe
necessario un accertamento per capire come sta l’animale e anche
che fine ha fatto, data la sua pericolosità!
Nessuno sa dove guardare
Visto che non esistono
cavalli volanti giganti che spingono carrozze magiche attraverso il
cielo nella vita reale, la carrozza Beauxbatons ha dovuto essere
ricostruita in cielo con gli effetti visivi. Per questo motivo,
nessuno tra la folla di studenti sa davvero dove guardare nel
momento in cui appare la carrozza stessa nel film (le comparse non
la vedono, probabilmente hanno solo indicazioni vaghe).
Ci sono alcuni ragazzi che guardano
verso il cielo (probabilmente come gli è stato detto), alcuni,
invece, guardano verso il basso (dove ci sono esattamente zero
cavalli magici) e altri addirittura guardano in macchina!
Un uomo morto non può fare niente
“volontariamente”
Quando Peter Minus sta
preparando la pozione che può riportare in vita Voldemort, prende
un osso dalla tomba del padre di Tom Riddle e dice: “Osso del
padre, dato involontariamente”.
La parola esatta, come nel libro e
nei sottotitoli stranieri del film, dovrebbe essere
“inconsapevole”. Non ha molto senso che si sia scelto di cambiare
la frase del libro, perché una persona morta non può fare
“volontariamente” nulla. L’idea di fare qualcosa
“inconsapevolmente” ha molto più senso e rimuove la ripetitività
accidentale della frase successiva necessaria all’incantesimo:
“volontariamente sacrificata”.
Barty Crouch deve prendere una
pozione molto forte
Sia ne La Camera dei Segreti che ne I Doni
della Morte Parte 1 vediamo Harry, Ron ed Hermione sotto
l’influenza della pozione Polisucco. Allo stesso modo, ne I Doni
della Morte Parte 1 vediamo una varietà di personaggi trasformarsi
in Harry usando la stessa pozione., e tutti mantengono la propria
voce.
Barty Crouch è in grado di
trasformarsi in Malocchio Moody sia nel corpo che nella voce. È una
formula avanzata della Polisucco quella che prende lui?
Probabilmente è dovuto al fatto che sentire la voce di David
Tennant uscire dalla bocca di Brendon Gleeson
sarebbe stato strano, e avrebbe bruciato il colpo di scena del
film!
Todd McFarlane è noto ai più per The Amazing Spider-Man, ma in
realtà è stato grazie a Spawn che è riuscito a diventare uno
degli autori di maggior successo dell’industria del fumetto. Il
personaggio era già arrivato sul grande schermo nell’estate del
1997.
È da tempo ormai che si parla del
nuovo adattamento cinematografico delle avventure del celebre
personaggio, in cui McFarlane sarà coinvolto in prima persona,
tanto in qualità di sceneggiatore quanto in qualità di regista.
Ecco 5 motivi per
cui abbiamo davvero bisogno, adesso, di un reboot di Spawn, che purtroppo non ha ancora
ricevuto alcun via libera ufficiale: McFarlane, infatti, non è
ancora riuscito a trovare una distribuzione. Aspettare ancora,
potrebbe rivelarsi un errore fatale…
Il rating
I fumetti e la serie animata di
Spawn sono sempre stati dedicati ad un pubblico “adulto”.
Considerato il momento storico attuale, in cui i cinecomic R-Rated
sono stati ampiamente rivalutati (si pensi, ad esempio, al grande
successo di Joker), un film
su Spawn vietato ai minori non sembrerebbe più un’impresa tanto
rischiosa come accaduto con il primo adattamento del 1997. Più
volte McFarlane ha lasciato intendere che il suo film sarà
vietato ai minori e che non deluderà le aspettative dei fan
(come accaduto, invece, con il PG-13 imposto a Venom). Ci
aspettiamo, dunque, una trasposizione cinematografica molto fedele
al materiale originale…
Il coinvolgimento diretto di
McFarlane
Anche se non è ancora ufficiale,
McFarlane ha lasciato più volte intendere che sarà sia regista che
sceneggiatore del nuovo Spawn, etichettando il film come
progetto nato sulla scia della passione. Il lavoro di McFarlane sui
fumetti è sempre stato ottimo: nessuno conosce il personaggio in
modo approfondito come lui. Inoltre, più volte lo stesso ha
sottolineato come
il reboot sarà fedele ai fumetti e diverso da pellicole come
Logan
e Deadpool. Inutile dire che i fan sono più che
soddisfatti del diretto coinvolgimento di McFarlane.
La Blumhouse coinvolta nella produzione
La Blumhouse Productions di Jason Blum è nota per aver
realizzato alcuni horror di grande successo come Paranormal
Activity, Insidious, The Purge, Sinister e
Ouija. In seguito all’attenzione ricevuta da Scappa – Get
Out, lo studio è stato coinvolto anche in diversi progetti
“più insoliti” per i suoi standard, come Blackkklansman,
Upgrade e The Invisible
Man. Il coinvolgimento di Blumhouse in Spawn non può che
far ben sperare. Purtroppo, però, non sappiamo in via ufficiale se
la casa di produzione sia ancora collegata o meno al progetto. Più
volte McFarlane ha specificato che sarà disposto a prendere le
distanze Blumhouse se imporranno troppi cambiamenti alla sua
sceneggiatura…
Il successo della serie animata
Quando
Spawn è andato in onda per la prima volta sulla HBO, nessuno si
aspettava che un racconto d’animazione destinato al piccolo schermo
potesse contenere dei toni così oscuri. Ciononostante, la serie
animata – trasmessa dal 1997 al 1999, per un totale di 18 episodi
suddivisi in tre stagioni – divenne un successo e non fece altro
che accrescere la commerciabilità sul larga scala della creatura
infernale creata da McFarlane. Nella serie, Spawn era doppiato
dall’attore e doppiatore americano Keith David, noto soprattutto
per aver prestato il suo talento vocale a personaggi di
documentari, cartoni animati e videogiochi. Chissà se avremo un suo
cameo nel reboot…
Fare “ammenda” del film del 1997…
È chiaramente necessario un riavvio
di Spawn per provare a cancellare dalla memoria collettiva
il film del 1997. Lo stesso attore protagonista, Michael Jai White,
ha più volte dichiarato di provare imbarazzo per quel film, mentre
la critica ne ha sempre giudicato male gli effetti speciali datati
e i dialoghi al limite del volgare. Come accennato in precedenza,
un personaggio iconico come Spawn merita un degno trattamento
cinematografico. Con l’attuale tecnologia e il coinvolgimento di
McFarlane, il panorama di oggi sembra essere lo scenario migliore
per rilanciare il personaggio sul grande schermo, deliziando per i
fan sfegatati e provando a fare leva anche sui neofiti. In tutto
ciò,
Greg Nicotero (famoso per The Walking Dead) è stato
coinvolto nel progetto in qualità di truccatore.
Celebre attore televisivo,
James Pickens Jr. vanta una lunga carriera
composta da alcuni tra i più celebri titoli della televisione. Non
gli mancano però anche importanti collaborazioni con noti registi e
attori di cinema, e così facendo Pickens Jr. ha potuto affermarsi
presso un più ampio pubblico con le proprie doti.
Ecco 10 cose che non sai di
James Pickens Jr.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Pickens Jr.: i suoi film e
le serie TV
10. È noto per i suoi ruoli
televisivi. L’attore inizia la sua carriera in
televisione, raggiungendo una prima notorietà grazie alla serie
Beverly Hills, 90210 (1991-1992), per poi prendere parte
negli anni seguenti ad alcuni episodi di varie serie TV. Sul finire
degli anni ’90 ottiene ruoli di rilievo in Troppi in
famiglia (1996-1997), Brooklyn South (1997-1998),
Da un giorno all’altro (1998-2000), The Practice –
Professione avvocati (1997-2000) e X-Files
(1998-2018). Successivamente ottiene ruoli in Philly
(2001-2002), Pappa e ciccia (1990-2018), dove recita
accanto all’attore John
Goodman, e The Conners (2018-2019). La sua
fama d’interprete è però dovuta al ruolo del dottor Richard Webber
nella serie Grey’s Anatomy (2005-2020), per cui ha
recitato in 362 episodi.
9. Ha recitato per il
cinema. Nel corso degli anni l’attore non ha mancato di
compiere incursioni cinematografiche, facendosi ad esempio notare
in film come Sleepers (1996), con Brad Pitt, Billy Crudup
e Robert De
Niro. Successivamente recita in L’agguato – Ghosts
for the Past (1996), Benvenuta in Paradiso (1998),
Sfera (1999), Traffic (2000), con gli attori
Benicio del
Toro e Don
Cheadle, Rimbalzi d’amore (2010) e 42 –
La vera storia di una leggenda americana (2013), con Harrison
Ford.
James Pickens Jr. è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,1 milioni di persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma molto presenti sono anche sue foto
ad aventi di gala, in compagnia di amici o altre celebrità. Non
mancano infine anche immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
James Pickens Jr.: chi è sua
moglie
7. È sposato da molti
anni. Nel 1984 l’attore sposa la cantante Gina Taylor, con
cui aveva intrapreso una relazione negli anni precedenti. La Taylor
è nota in particolare per essere stata membro del gruppo Musique,
composto da cinque cantanti e appartenente al genere della disco
music. La coppia si è sempre dimostrata particolarmente attenta a
non condividere dettagli personali con i media e la stampa.
6. Hanno avuto due
figli. Tra i pochi annunci pubblici fatti dalla coppia vi
sono quelli relativi alla nascita dei due figli, Carl Tharps e
Gavyn Pickens. Entrambi i figli hanno poi inseguito una carriera
nel mondo dello spettacolo. Tharps, ad esempio, ha negli anni
costruito una propria notorietà nell’ambito della musica
hip-hop.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
James Pickens Jr. in Grey’s
Anatomy
5. È tra i pochi membri del
cast a non aver ricevuto nomination ad importanti premi.
Nonostante sia da sempre membro del cast principale e ricopra un
personaggio apprezzato dal pubblico, l’attore è uno dei pochissimi
a non aver mai ricevuto una nomination per premi come i SAG, Golden
Globe o Emmy Awards.
4. È presente sin dalla
prima stagione. L’attore è uno dei tre interpreti rimasti
ancora oggi in attivo nella serie ad essere stati presenti sin
dalla prima stagione. Ciò ha infatti portato l’attore a recitare il
suo personaggio per un arco di quindici anni ed un totale di oltre
trecento episodi.
3. Non sa cosa gli
riserverà il futuro. Un evento inaspettato coglie di
sorpresa i fan del personaggio interpretato dall’attore. Al termine
della quindicesima stagione questi viene infatti licenziato
dall’ospedale in cui lavora da sempre. Ciò rappresenta una grande
sfida per l’attore, curioso di sapere quali risvolti prenderà ora
il suo personaggio nel futuro.
James Pickens Jr. in X-Files
2. Ha recitato nella
celebre serie di fantascienza. L’attore è noto anche per
aver interpretato il ruolo di Alvin Kersh nella serie
X-Files, comparendo in un totale di 21 episodi in un arco
temporale che va dal 1998 al 2018. Il personaggio, vicedirettore
dell’FBI, era
inizialmente previsto come guest soltanto per alcuni episodi, ma
dato il grande favore di pubblico è stato promosso a membro del
cast principale.
James Pickens Jr.: età e
altezza
1. James Pickens Jr. è nato
a Cleveland, in Ohio, Stati Uniti, il 26 ottobre 1954.
L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.
Rinomato attore italiano,
Valerio Aprea si è distinto negli anni per aver
interpretato ruoli di rilievo in celebri film italiani. Con il
tempo, ha così potuto affermarsi presso un pubblico sempre più
ampio, ottenendo anche le lodi della critica.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Alla carriera cinematografica Aprea
ha sempre alternato anche quella televisiva. È infatti nota la sua
partecipazione a serie come Ho sposato un calciatore
(2005), Il maresciallo Rocca (2005), Buttafuori
(2006) e Boris (2007-2010), dove ha ricoperto il ruolo di
uno degli sceneggiatori della fiction fittizia. Ha poi recitato
anche in Tutti pazzi per amore 2 (2010) e Dov’è
Mario? (2016).
8. Ha ottenuto una
nomination ad un importante premio. Per il ruolo di Mattia
Argeri, latinista ridottosi a fare il benzinaio, Aprea ottiene la
nomination come miglior attore non protagonista al premio David Di
Donatello. Pur non riportando la vittoria, ha modo di ottenere
maggior visibilità, aprendo nuove porte per la sua carriera.
Valerio Aprea è su Twitter
7. Ha un account sul social
network. L’attore è presente su Twitter, dove attualmente
possiede 8.230 follower. Qui l’attore è solito condividere
informazioni sui suoi progetti da interprete, ma anche diverse
curiosità nonché pensieri personali sulla società o sulle ultime
notizie d’attualità.
Valerio Aprea: la sua vita
privata
6. È molto
riservato. Pur disponendo di alcuni profili social,
l’attore non ha mai permesso che la sua vita privata finisse in
mostra su questi. Negli anni si è infatti dimostrato
particolarmente riservato, a tal punto che non è dato sapere se
abbia una fidanzata o una moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Valerio Aprea in Smetto quando
voglio
5. Ha sostenuto diversi
provini. Presentatosi ai casting per il film Smetto
quandovoglio, l’attore ha inizialmente sostenuto il
provino per il ruolo di Andrea De Sanctis, e in seguito per quello
di Giorgio Sironi. Il regista desiderava infatti capire quale
attore fosse più adatto a quale ruolo, facendoli così provare per
tutti. Ad Aprea assegno infine il ruolo di Mattia Argeri.
4. È entusiasta del
progetto. Nel leggere la sceneggiatura del film, l’attore
ha dichiarato di essere rimasto particolarmente sorpreso. Stando
alle sue parole, è raro trovare progetti così innovativi e ben
pensati oggi giorno, ed è per questo che ha fatto di tutto pur di
riuscire a prendervi parte.
Valerio Aprea in La profezia
dell’armadillo
3. È la voce dell’animale
del titolo. Nel film ispirato all’omonima graphic novel,
l’attore dà voce al personaggio dell’Armadillo, che si rivela
essere la coscienza del giovane protagonista. Questi lo supporta
nei momenti più difficili, ma non manca di rivelare anche un
carattere indolente e menefreghista, distaccandosi dalla classica
figura del mentore.
Valerio Aprea e Ad Alta voce
2. Fa parte dell’iniziativa
Rai. Sul sito di Rai Play Radio, l’attore è presente tra
gli attori che hanno prestato la propria voce per leggere alcuni
racconti o libri, ascoltabili gratuitamente online. Ciò rientra nel
programma Ad alta voce, dove Aprea ha letto alcuni
racconti di Alberto Moravia o Guida galattica per gli
autostoppisti.
Valerio Aprea: età e altezza
1. Valerio Aprea è nato a
Roma, Italia, l’11 aprile 1968. L’attore è alto
complessivamente 172 centimetri.
Edgar Wright è intervenuto sulla recente
situazione dell’industria cinematografica a causa della pandemia di
Coronavirus, dando a tutti gli appassionati di
cinema dei consigli per cercare di far sopravvivere l’esperienza
della sala cinematografica.
In un articolo scritto per
Empire, Wright ha ricordato a tutti quanto sia speciale
l’esperienza di guardare un film al cinema, sul grande schermo:
“Vivere un film significa alzare il mio c**o dal divano, andare
al cinema, sedermi con amici o con sconosciuti”. Il
regista ha osservato che una ripresa delle sale dopo i recenti
avvenimenti potrebbe essere “più dura del
previsto”, ed ecco perché ha dato alcuni suggerimenti su
come “un fan della settima arte” possa dare il suo
contribuito per provare, nel suo piccolo, ad arginare i danni.
“Un modo per mostrare il proprio
costante sostegno è quello di diventare membri del proprio cinema
proferito. Dopo aver letto la mia lettera, acquista un abbonamento
per te o per una persona a te cara. Compra delle carte regalo. Dona
a chi puoi e quanto puoi. Se puoi permettertelo, considera di non
chiedere il rimborso del tuo abbonamento illiminato”, ha
scritto Wright.
Poiché molte industrie – inclusa
quella cinematografica – soffrono economicamente in seguito alle
misure preventive varate dopo la pandemia di Coronavirus, il
regista Christopher Nolan ha chiesto al Congresso
degli Stati Uniti di stanziare dei fondi per le sale americane.
Ricordiamo che Edgar Wright è attualmente impegnato con la
post-produzione del suo ultimo film,
Last Night in Soho, un thriller che si ispira
alle atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso
shocking di Nicolas Roeg e
Repulsione di Roman Polanski.
Joel Edgerton non
è soltanto uno dei più talentuosi interpreti della sua generazione,
ma ha saputo distinguersi anche come regista, sceneggiatore e
produttore. Personalità poliedrica, Edgerton ha in breve tempo
avuto modo di collaborare con importanti registi e attori,
imponendosi all’interno dell’industria come uno dei nomi di punta
del momento.
Ecco 10 cose che non sai su
Joel Edgerton.
Joel Edgerton: i suoi film da
regista e interprete
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 1996 con
In corsa con il sole. Ottiene inizialmente parti in film
come Star
Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (2002), King
Arthur (2004), Star Wars: Episodio III – La vendetta dei
Sith (2005), Il respiro del diavolo (2007),
Animal Kingdom (2010) e Warrior
(2011), dove recita accanto a Tom
Hardy. Il ruolo da co-protagonista in questo film gli
permette di ottenere maggior popolarità, e di arrivare così a
recitare in film come Zero Dark
Thirty (2012), con Jessica
Chastain, Il grande
Gatsby (2013), con Leonardo
DiCaprio, Life (2015), Regali da uno
sconosciuto (2015), Black Mass – L’ultimo
gangster (2015), con Johnny
Depp, Loving (2016),
con Ruth
Negga, It Comes at Night (2017),
Bright (2017), con Will
Smith, Red Sparrow
(2018), Boy Erased – Vite
cancellate (2018), Il re (2019)
e The Green Knight (2020).
9. Ha scritto e diretto
alcuni film. Dopo essersi messo alla prova con alcuni
cortometraggi, Edgerton debutta come regista con il film thriller
Regali da uno sconosciuto (2015), di cui è anche
sceneggiatore e interprete, condividendo la scena con l’attore
Jason
Bateman. Nel 2018 firma la regia del suo secondo
lungometraggio, Boy Erased – Vite cancellate, dove dirige
gli attori Lucas Hedges,
Nicole
Kidman e Russell
Crowe. Tra gli altri film di cui Edgerton ha invece
firmato la sola sceneggiatura si annoverano Jane Got a Gun
(2016) e Il re (2019).
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Negli ultimi anni l’attore ha imposto su
di sé le attenzioni della critica, che non ha mancato di
riconoscerne il talento. Ottiene una prima importante candidatura
come miglior regista di un’opera prima per Regali da uno
sconosciuto al Directors Guild of America Award. Tra il 2016 e
il 2017 ottiene invece importanti riconoscimenti per il suo ruolo
da protagonista in Loving, venendo candidato ai Gotham
Independent Film Awards, ai Critic’s Choice Movie Awards e ai
Golden Globe.
Joel Edgerton è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove attualmente possiede 133 mila follower. Qui
l’attore è solito condividere prevalentemente immagini o video
promozionali dei suoi progetti da interprete o da regista, ma non
mancano anche foto tratte dagli eventi di gala a cui Edgerton ha
preso parte.
Joel Edgerton: chi è la sua
compagna
6. È attualmente impegnato
in una relazione sentimentale. In diverse occasioni
l’attore è stato visto spendere del tempo insieme a Christine
Centenera, editor di Vogue. I due si sarebbero conosciuti nei primi
mesi del 2019 tramite amici, intraprendendo una relazione.
Particolarmente riservati, non sono soliti far coincidere la
propria vita privata con quella professionale, ma anzi tengono ben
separate le due cose.
Joel Edgerton in Star Wars
5. Ha interpretato un noto
ruolo. Nei film L’attacco dei cloni e La
vendetta dei Sith, rispettivamente i capitoli II e III della
saga di Star Wars, l’attore ha brevemente ricoperto il ruolo di
Owen Lars, fratellastro di Anakin Skywalker e zio di Luke
Skywalker. Il personaggio qui introdotto ricompare anche nel
capitolo IV, Una nuova speranza, ma interpretato da
un diverso attore.
Joel Edgerton dirige Boy
Erased
4. Ha tratto il film da un
romanzo. La seconda prova da regista di Edgerton, Boy
Erased, è tratta dall’omonimo romanzo di Garrand Conley, il
quale descrive la sua vicenda di omosessuale costretto a seguire
una terapia di conversione, come imposto dai genitori. Edgerton ha
affermato di essere rimasto folgorato dalla storia, la quale ha
rappresentato l’occasione giusta per tornare dietro la macchina da
presa.
3. Ha incontrato la persona
a cui si ispira il suo personaggio. Nel film l’attore
ricopre anche il ruolo di Victor Sykes, terapeuta incaricato della
riconversione sessuale del giovane protagonista. Per prepararsi al
ruolo, Edgerton ha incontrato la persona a cui si ispira il
personaggio. Questi, anni dopo gli eventi raccontati nel libro e
nel film, ha chiesto scusa per il dolore causato dalla terapia.
Joel Edgerton in Il Re
2. Ha immaginato una
trasposizione più moderna. Nello scrivere la sceneggiatura
di Il Re, ispirata all’opera Enrico V, di
Shakespeare, Edgerton ha deciso di dar vita ad una trasposizione
che rimanesse legata al periodo storico dell’opera, ma che
sfoggiasse caratteristiche e temi più contemporanei. Merito anche
dell’universalità del testo shakespeariano, il film risulta così
essere una lucida riflessione sul potere e la corruzione che
infonde in chi ne ha.
Joel Edgerton: età e altezza
1. Joel Edgerton è nato a
Blacktown, in Australia, il 23 giugno 1974. L’attore è
alto complessivamente 180 centimetri.
Dopo aver recitato in alcune
popolari commedie, l’attrice Rosamund Pike ha
visto la sua carriera conoscere nuovo splendore grazie al suo ruolo
nel film L’amore bugiardo – Gone Girl, dove indossa le
vesti di una spietata femme fatale. Da quel momento ha avuto modo
di spaziare nei generi, sfoggiando doti da interprete che la
rendono tra le più affascinanti della sua generazione.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Dopo alcuni primi ruoli
televisivi ricoperti nelle serie Wives and Daughters
(1999) e Love in a Cold Climate (2001), l’attrice torna di
recente a recitare in televisione per serie come State of
Union (2019) e Archibald’s Next Big Thing (2019),
mentre è doppiatrice nelle serie d’animazione Watership
Down (2018), Moominvalley (2019)
e Thunderbirds Are Go (2015-2020).
8. È stata nominata
all’Oscar. Grazie al suo ruolo da protagonista nel film
L’amore bugiardo – Gone Girl, l’attrice ottiene diversi
importanti riconoscimenti da parte della critica. Viene infatti
nominata come miglior attrice ai Critic’s Choice Movie Award, agli
Screen Actors Guild Awards, ai Bafta Awards e ai Golden Globe.
Arriva infine ad ottenere la prestigiosa nomination ai premi Oscar,
grazie alla quale ha modo di consacrarsi come interprete.
Rosamund Pike: la sua vita
privata
7. Ha avuto una relazione
con un noto regista. Grazie al film Orgoglio e
pregiudizio, l’attrice conosce il regista Joe
Wright, con cui intraprende una relazione. Dopo alcuni
anni, i due annunciano il fidanzamento ufficiale, affermando di
essere prossimi alle nozze. Tuttavia, prima che questo possa
avvenire la coppia annuncia la separazione, senza fornire ulteriori
informazioni.
6. Ha un nuovo
compagno. Nel 2009 l’attrice rende nota la sua
relazione con il matematico Robie Uniacke. La coppia avrà poi due
figli, nati rispettivamente nel 2012 e nel 2014. Particolarmente
riservati, i due hanno negli anni cercato di mantenere privata la
propria vita sentimentale, e con l’assenza dell’attrice dai
principali social network ciò è stato più facile.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosamund Pike in Gone Girl
5. È stata scelta per una
sua qualità. Il regista David Fincher ha
affermato di aver scelto la Pike per il ruolo da protagonista nel
thriller L’amore bugiardo – Gone Girl, poiché dal suo viso
risulta difficile stabilire la sua età, potendo così essere
scambiata tanto per una ragazza quanto per una donna più matura.
Aspetto di mistero che risultava perfetto per la parte.
4. Si è ispirata alle
interpretazioni di note attrici. Per dar vita ad Amy
Dunne, donna misteriosa, apparentemente fragile ma molto
pericolosa, l’attrice ha dichiarato di essersi ispirata alle
interpretazioni di Nicole
Kidman nel film Da morire e di Sharon Stonein
Basic Instinct.
Rosamund Pike in Orgoglio e
pregiudizio
3. Per recitare nel film ha
rinunciato ad un ruolo in una celebre saga. L’attrice è
stata fin da subito la prima scelta per il ruolo di Jane in
Orgoglio e pregiudizio. Accentandolo, la Pike rinunciò al
ruolo della maligna giornalista Rita Skeeter nel film Harry
Potter e il calice di fuoco.
2. Ha trascorso del tempo
insieme alle altre protagoniste. Prima che iniziassero le
riprese del film, l’attrice ha trascorso del tempo insieme alle
altre co-protagoniste nella location scelta per essere casa Bennet.
Qui hanno avuto modo di stringere un feeling l’una con l’altra,
prendendo anche confidenza con gli spazi della casa.
Rosamund Pike: età e altezza
1. Rosamund Pike è nata a
Londra, Inghilterra, il 27 gennaio 1979. L’attrice è alta
complessivamente 174 centimetri.
È morto, all’età di 92 anni, il
disegnatore e icona del fumetto Albert Uderzo, il
papà di Asterix e Obelix (insieme a René
Goscinny). Ad annunciare la scomparsa della mente dietro
le esilaranti avventure dei due divertenti galli in lotta contro
l’Impero Romano invasore è stata la famiglia all’agenzia AFP.
Nato da genitori italiani, aveva
disegnato ben ventiquattro albi, dal 1959 al 1977 ed aveva ripreso
a farlo, per altre otto volte, dopo la morte di Goscinny, dal 1980
fino a 2005.
I personaggi hanno influenzato anche
il mondo del cinema, con ben 4 lungometraggi in live action, oltre
agli innumerevoli adattamenti in animazione. Nelle versioni dal
vivo, Edouard Baer e Gérard
Depardieu hanno interpretato Asterix e Obelix.
Debutterà in prima serata da
giovedì 26 marzo Doc
– Nelle tue mani, la nuova miniserie
con protagonista Luca Argentero. Ispirata alla vera storia del
dottor Pierdante Piccioni, la serie racconta la
malattia come possibilità di nuova occasione, di cambiamento, di
sfida. Quando non è grave al punto da mettere in pericolo la vita
stessa, forse può essere la strada per la ricerca del senso più
profondo dell’esistenza.
Ogni puntata tratta diversi casi
clinici che i nostri protagonisti riusciranno a risolvere non solo
grazie alle loro competenze scientifiche, ma anche alla progressiva
scoperta delle vite private dei pazienti, che a poco a poco
riveleranno aspetti segreti, dimenticati o trascurati. Ciascuno
avrà una seconda occasione per riconsiderare alcuni capitoli della
propria vita come una relazione segreta, un legame nascosto, un
vizio clandestino. In ogni episodio i personaggi coinvolti nel caso
medico – dal paziente, ai suoi parenti, ai medici – ne usciranno
più consapevoli.
A causa di un trauma cerebrale
AndreaFanti (Luca
Argentero) ha perso la memoria dei suoi ultimi dodici
anni e, per la prima volta, si ritrova ad essere non più il medico
brillante di sempre, ma un semplice paziente. Amputato di molti dei
suoi ricordi, precipita in un mondo sconosciuto: famiglia, figli,
amici, colleghi, tutti diventano improvvisamente estranei. Anche la
sua carriera torna indietro: da primario a meno di uno
specializzando. L’ospedale diventa l’unico posto in cui si sente
veramente a casa, rappresenta il luogo della rinascita che gli
offre l’opportunità di essere un medico nuovo, molto diverso da
quello che era stato fino al momento dell’incidente.
Autorevole. Sicuro. Impeccabile. Lo
vorremmo sempre così il medico che ci cura. E anche se parla una
lingua piena di tecnicismi lasciamo che sia lui a governare la
nostra vita quando la salute s’incrina. Ma cosa succede se sotto il
camice bianco che indossa c’è un uomo che come i suoi malati lotta
con il proprio dolore, i propri limiti e le proprie insicurezze?
Questo medico è Andrea Fanti, il protagonista di
Doc
– Nelle tue mani, il nuovo medical drama in onda su Rai1.
Doc –
Nelle tue mani racconta in fondo che siamo tutti
pazienti prima o poi e che il caso più importante che il
protagonista di questa serie è costretto a risolvere è identico a
quello che ognuno di noi affronta ogni giorno quando si domanda:
chi sono davvero? qual è il mio posto? Le riprese della serie
si sono svolte tra Roma, Milano e Formello; per la location
ospedaliera il Policlinico Universitario Campus Biomedico
e l’Università Campus Biomedico di Roma hanno messo a
disposizione spazi e tecnologie.
Andrea Fanti è un giovane e
brillante primario di Medicina Interna. Le sue diagnosi sono
veloci, acute e corrette. È temuto e rispettato dai colleghi e dai
pazienti, con i quali è particolarmente distaccato e pragmatico.
L’empatia per lui è fuorviante. Ripete spesso infatti che il malato
è il peggior medico di sé stesso. Questo è in sintesi il dottor
Fanti prima dello sparo che spezza in due la sua vita. A premere il
grilletto nella sala d’attesa dell’ospedale è il padre di un
paziente deceduto nel suo reparto. Quando si risveglia dal lungo
intervento chirurgico, appare subito chiaro che il proiettile ha
cancellato dal suo cervello i ricordi degli ultimi dodici anni di
vita. Riconosce i colleghi, dei quali nota però, con stupore, le
rughe e i cambiamenti.
La memoria di Andrea si è fermata a
un passo dalla morte di suo figlio Mattia. Scopre la scioccante
verità quando dal letto d’ospedale chiede di lui; si trova così a
vivere di nuovo il lutto per quella perdita. Non riconosce sua
figlia Carolina perché la sua ultima immagine è di lei bambina e
non ricorda nemmeno che a causa della scomparsa di Mattia si è
separato dalla moglie, dirigente sanitario nello stesso ospedale.
Anche dell’esperienza di primario non ha consapevolezza, né
arriverebbe mai a immaginare di essere stato un despota in corsia,
severo e freddo con tutti.
Ora Andrea è finito improvvisamente
dall’altra parte. È un paziente inchiodato a un referto
inequivocabile: corteccia cerebrale gravemente lesionata. C’è
soltanto una cosa che non è cambiata: il desiderio di essere
medico. Chiede di poter continuare la sua professione, ma l’unica
possibilità che gli viene offerta è quella di ripartire dal basso
insieme a chi ha vent’anni meno di lui, a chi come primario ha
maltrattato senza pietà. Contro tutto e tutti, Andrea si impegna
come non mai per dimostrare di essere ancora il medico brillante
che è stato. Scopre anzi che può diventare un medico persino
migliore perché ha vissuto l’ospedale anche da “malato”. Perché
capisce che l’empatia è in realtà un potente strumento di cura e
che una malattia non è solo un rompicapo da risolvere, ma una
seconda occasione che la vita a volte concede. Una seconda
occasione che va colta.
La vita del professor Andrea Fanti,
brillante primario di Medicina Interna, è sconvolta quando il padre
di un paziente morto nel reparto gli spara un colpo alla testa.
Andrea sopravvive allo sparo, ma perde la memoria degli ultimi
dodici anni di vita. Quando si risveglia fatica a riconoscere i
suoi colleghi, la sua famiglia e l’uomo che era diventato.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 2 – SELFIE
Andrea viene ricoverato nel reparto
di Medicina Interna, nella speranza che col passare del tempo il
luogo a lui più familiare lo aiuti a recuperare i ricordi. Giulia
segue la sua riabilitazione, ma si trova ad avere a che fare con un
uomo diverso da quello che conosceva. E mentre Andrea cerca di fare
i conti con la sua nuova condizione, si lascia coinvolgere dal caso
medico del suo compagno di stanza, Jacopo, un ragazzino con una
patologia complessa e un inconfessabile segreto.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 3 – NIENTE DI PERSONALE
Andrea torna in reparto come
aiutante degli specializzandi, che fino a poche settimane prima
erano terrorizzati da lui e che faticano ad abituarsi
all’inaspettato rovesciamento dei ruoli. Mentre cerca di
riconquistare l’ex moglie, la collaborazione con Giulia sul caso di
un giovane manager si rivelerà ostica e ricca di sorprese.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 4 – UNA COSA BUONA CHE FA MALE
L’arrivo di un malato
particolarmente importante per Giulia esaspera la competizione fra
gli specializzandi e Andrea ha l’occasione di iniziare a conoscerli
veramente. Nel frattempo, coinvolge il reparto nella ricerca della
password della sua mail che potrebbe aiutarlo a ricostruire una
parte fondamentale del suo passato, ma che qualcuno vuole
nascondergli a tutti i costi.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 5 – L’ERRORE
Giulia riporta Andrea in reparto
per una paziente che chiede di essere visitata esclusivamente da
lui e che non sa delle sue attuali condizioni. Un errore causato
dalla sua amnesia mette però tutti gli specializzandi sotto
pressione. Intanto, Alba è costretta ad affrontare il rancore che
prova nei confronti di sua madre.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 6 – COME ERAVAMO
Un episodio speciale ambientato
dieci anni prima. Andrea, ancora insieme alla famiglia e medico
entusiasta, ha per la prima volta l’occasione di fare un salto di
carriera. Tenere insieme tutto però non è semplice: la competizione
con il suo collega Marco, in cui si trova improvvisamente
coinvolto, rischia di fargli perdere di vista chi è veramente.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 7 – LIKE
L’arrivo in reparto di Carolina,
colpita da una patologia misteriosa, fa esplodere una serie di
conflitti tra Andrea e Agnese che insieme dovranno superare per il
bene della figlia. L’attenzione dei giovani specializzandi, invece,
è richiamata da un’appariscente influencer e Alba non
riesce a nascondere la sua gelosia nei confronti di Riccardo.
DOC. Nelle tue mani:
EPISODIO 8 – IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE
Nel tentativo di recuperare il suo
ruolo di padre e aiutare Carolina a riprendersi dalla malattia,
Andrea torna a corteggiare Agnese. Un fastidioso mal di testa mette
in difficoltà Gabriel nella cura di un paziente, mentre Elisa e
Riccardo sono alle prese con un aspirante astronauta.
I personaggi della fiction DOC.
Nelle tue mani
Andrea Fanti (Luca
Argentero), uno dei migliori primari di Medicina
Interna, freddo, distante e per nulla empatico con i pazienti, a
seguito di un colpo di pistola alla testa che gli porta via dodici
anni di memoria, è costretto a tornare in ospedale paziente prima,
aiutante degli specializzandi poi. Studente tra quelli che erano i
suoi studenti. Ha perso ogni ricordo degli ultimi dodici anni,
compreso quello più drammatico, la morte del figlio, che ha
sgretolato la sua famiglia e lo ha reso duro e impassibile.
L’amnesia non gli toglie il dolore dell’assenza del bambino, ma
permette ad Andrea di decidere l’uomo e il medico che vuole essere.
Contrariamente al passato, Fanti sceglierà la strada dell’empatia e
dell’ascolto.
Al fianco di Fanti c’è Giulia
Giordano (Matilde
Gioli), che da lui – un tempo suo primario – aveva
imparato il metodo da applicare in ospedale: zero empatia, zero
ascolto del paziente, fiducia esclusiva nei risultati delle analisi
e dell’esame clinico. Ma Giulia è anche la dottoressa che Andrea ha
dimenticato di aver amato in passato. Ora che non riconosce più
l’uomo che ama, Giulia cerca di seguire fedelmente gli insegnamenti
di Andrea, ma questo la porterà ad entrare sempre più in conflitto
con lui. Per fortuna può contare sul sostegno di Lorenzo
Lazzarini (Gianmarco Saurino), suo brillante
collega e caro amico. A volte sembra che lui consideri Giulia
qualcosa di più di una semplice amica, ma all’ultimo momento si
tira sempre indietro, preferendo dedicarsi senza impegno alle tante
ragazze che cadono facilmente vittima del suo sorriso.
Andrea non si accorge dei
sentimenti di Giulia, perché in ospedale lavora anche Agnese
Tiberi (Sara Lazzaro), ex moglie e ora
direttrice sanitaria. Nonostante siano separati da quasi dieci
anni, Fanti vuole riconquistarla, scontrandosi con la ferma
opposizione di lei, che nel frattempo si è rifatta una vita e non
può cancellare il passato con semplicità. Il filo che continua ad
unire Andrea e Agnese passa attraverso Carolina
(Beatrice Grannò), la loro figlia maggiore che,
dopo la morte del fratello, è stata costretta a crescere troppo in
fretta. Brava ragazza e studentessa modello, a cui però i genitori
non hanno mai prestato abbastanza attenzione tanto da non scorgere
i segni di un disagio profondo e di un segreto nascosto da troppo
tempo.
Ad aiutare Andrea a non perdersi in
questo nuovo mondo sconosciuto c’è Enrico Sandri
(Giovanni Scifoni), il suo migliore amico, nonché neuropsichiatra
infantile. Enrico è un medico brillante dalla grande sensibilità
umana. Il suo contributo sarà fondamentale per aiutare Andrea nel
suo percorso di riabilitazione. Poco prima del colpo di pistola,
Andrea scopre che Marco Sardoni (Raffaele
Esposito), un medico suo sottoposto, ha falsificato un documento
per nascondere la vera causa della morte di un paziente. Quello che
fino ad allora Andrea ha considerato un errore umano si rivela
improvvisamente qualcosa di molto più grave.
Sardoni, certo di essere radiato
dall’Ordine dei medici, si salva grazie all’amnesia di Andrea che
cancella ogni traccia dell’accaduto e gli permette addirittura di
diventare primario al suo posto. Andrea si ritroverà quindi ad
obbedire proprio agli ordini del medico che, prima dell’incidente,
era intenzionato a denunciare e che più di ogni altro è prova a
ostacolare il suo reinserimento in ospedale. Ad accompagnare Andrea
nella sua vita quotidiana in reparto c’è anche un piccolo gruppo di
specializzandi: la timida Alba (Silvia Mazzieri),
ragazza emotivamente fragile ignara della sua grande forza d’animo;
l’esuberante Riccardo (Pierpaolo Spollon), che
cela dietro la sua simpatia un segreto; la dura
Elisa (Simona Tabasco), che nel tempo si è
costruita uno scudo per difendersi dalle difficoltà della vita;
Gabriel (Alberto Malanchino), il perfezionista,
che cerca sempre di acquisire nuovi meriti per saldare un debito
con il passato.
Uno dei momenti più discussi degli
adattamenti cinematografici di Harry Potter è
senza dubbio quel momento molto famoso, in Harry Potter
e il Calice di Fuoco, in cui Silente perde le staffe
e urla contro Harry, appena dopo che il nome del ragazzo è stato
estratto dal potente oggetto magico.
Nei libri c’è scritto chiaramente
che il Preside chiede “con calma” a Harry se ha messo lui
il suo nome nel Calice di Fuoco, ma nel film di
Mike Newell, Michael Gambon
strattona il ragazzo, scuotendolo e urlandogli contro.
Non è stato rivelato un motivo per
questo cambiamento, quindi molto probabilmente è stata una
decisione creativa del regista Mike Newell insieme
a Michael Gambon quando hanno costruito il
personaggio, per aggiungere drammaticità. L’intensità di Silente è
un argomento di discussione tra i fan di Harry Potter in quanto
fuori dal personaggio, dato che il Silente dei libri non avrebbe
mai reagito in modo così aggressivo nei confronti di Harry, o di
nessun altro studente.
La scena come descritta nel libro
implica che Silente sapeva che non avrebbe potuto essere Harry,
motivo per cui chiede “con calma”, dato che era una semplice
formalità – nel film, la reazione di Silente mostra che crede che
Harry avrebbe potuto farlo.
Sebbene l’intensità della reazione
di Silente sia in qualche modo comprensibile, dato che quello che è
appena successo mette in pericolo la vita di Harry, non si adatta
al personaggio creato da J.K. Rowling, e anzi separa ancora di
più la versione del libro da quella del film, al punto che possono
essere considerati quasi due personaggi diversi.