Il trailer di IT:
Capitolo Due mostrato al Comic Con di San Diego lo
scorso Luglio ha messo sotto al naso di tutti alcuni dettagli e
misteri del film che soltanto i veri fan del romanzo conoscono e
hanno notato. Di seguito, ecco i segreti del libro di
Stephen King nascosti nel trailer e attenzione,
l’articolo potrebbe contenere SPOILER!
1IL RITUALE DI CHÜD
Il
Rituale di Chüd è la principale arma che il Club dei Perdenti usa
contro Pennywise e potrebbe essere uno dei momenti più intensi del
film. Questo Rituale di Chüd era essenzialmente una battaglia di
volontà psichiche tra il Club dei Perdenti e Pennywise, con gli
amici che usavano la loro forza di volontà per infondere un forte
potere in pezzi d’argento da usare come proiettili contro la vera
forma di Pennywise. Nel romanzo, sia la prima che la seconda
volta, i nostri eroi hanno fatto il rituale sono stati aiutati sia
da Maturin che dall’entità nota come Gan. Il trailer indica il
rituale in corso.
Ci vorrà poco meno di un anno prima
che Tenet di Christopher Nolan arrivi nei
cinema, il 17 luglio 2020, ma i fan che hanno visto Fast & Furious:
Hobbs & Shaw nei cinema questa settimana, negli USA,
hanno già visto per la prima volta il misterioso trailer del film.
Si tratta di un video di
40 secondi che pone ancora più domande sul misterioso progetto
di Nolan. Tra queste domande c’è la teoria secondo cui Tenet sia un
sequel di Inception.
Da tutte le descrizioni del teaser,
non c’è molto con cui lavorare in termini di dettagli. Le logline
nel teaser annunciano che “È giunto il momento per un nuovo
protagonista” e “È giunto il momento per una nuova missione” prima
di mostrare il protagonista John David Washington,
che secondo la descrizione del teaser di The Hollywood Reporter
sembra “muoversi al contrario come in un loop”.
Il teaser e la descrizione
ufficiale del film – “un’epopea d’azione che coinvolge il mondo
dello spionaggio internazionale” – insieme all’assenza di altri
dettagli, hanno spinto i fan a fantasticare su un collegamento del
film con Inception. Come ricordano i fan, il film vede Dominick
“Dom” Cobb (Leonardo DiCaprio) e il suo team
usare la tecnologia militare sperimentale per entrare nel
subconscio degli obiettivi e estrarre informazioni preziose da un
mondo dei sogni condiviso, in un atto di spionaggio aziendale.
Nel film, Cobb affronta anche
un’accusa di omicidio negli Stati Uniti derivante dal suicidio di
sua moglie, mentre i suoi figli sono lasciati alle cure di suo
suocero (interpretato da Michael Caine). Alla fine
del film, avendo apparentemente svolto con successo una grande
missione per un uomo d’affari giapponese, è in grado di tornare a
casa dai suoi figli, anche se il finale è lasciato aperto dalla
famosissima trottola, il suo totem, che sembra rimanere in piedi,
senza cadere (verificando così il suo trovarsi nel mondo
reale).
Con Tenet, i fan
stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si sia
trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei bambini,
espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche
l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The
Hollywood Reporter, Tenet potrebbe rivelare che la
tecnologia dei sogni sviluppata per i militari in
Inception è andata ancora oltre, o è stata
sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta
permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno
dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di
Inception hanno avuto conseguenze terribili e
impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare
proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile, che
Tenet sia completamente scollegato da
Inception. Una delle cose che rende così
affascinante il film del 2012 è il finale ambiguo, dato che i fan
possono decidere da soli se il ritorno a casa di Dom nella sua
famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse davvero un sequel di
Inception, potrebbe risolvere questa ambiguità. Ma per ora si
tratta solo di congetture.
Tenet,
una produzione Warner Bros. Pictures, per la
regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione
che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan
dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà
realizzato con un mix di IMAX e pellicola
in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è
formato da John David Washington al fianco di
Robert Pattinson, Elizabeth
Debicki, Dimple Kapadia, Aaron
Taylor-Johnson, Clémence Poésy,
con Michael
Caine e Kenneth Branagh.
Tenet
è prodotto da Christopher
Nolan ed Emma Thomas,
con Thomas Hayslip in veste di
produttore esecutivo. Il team creativo di Nolan che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della
fotografia Hoyte van Hoytema, lo
scenografo Nathan Crowley, la
montatrice Jennifer Lame, il
costumista Jeffrey Kurland e il
supervisore degli effetti visivi Andrew
Jackson. Musiche ad opera del
compositore Ludwig Göransson. Warner Bros.
Pictures distribuirà Tenet in tutto il
mondo.
È stato svelato il programma
completo del 57° New York Film Festival. Dopo l’annuncio importante
che l’apertura era stata affidata a Martin
Scorsese e al suo The Irishman, ecco la
completa line-up in cui spiccano i titoli di Pedro
Almodovar e di Bong Joon-ho,
che portano rispettivamente Dolor y Gloria e
Parasite, entrambi premiati a Cannes 2019 (premio
al migliore attore per Antonio Banderas e Palma
d’Oro).
Ecco di seguito l’elenco completo
dei titoli selezionati per la cinquantasettesima edizione del New
York Film Festival:
The 57th New York Film Festival Main
Slate
Opening Night The Irishman
Dir. Martin Scorsese
Centerpiece Marriage Story
Dir. Noah Baumbach
Closing Night Motherless Brooklyn
Dir. Edward Norton
Atlantics: A Ghost Love Story
Dir. Mati Diop
Bacurau
Dir. Kleber Mendonça Filho and Juliano Dornelles
Beanpole
Dir. Kantemir Balagov
Fire Will Come
Dir. Oliver Laxe
First Cow
Dir. Kelly Reichardt
A Girl Missing
Dir. Koji Fukada
I Was at Home, But…
Dir. Angela Schanelec
Liberté
Dir. Albert Serra
Martin Eden
Dir. Pietro Marcello
The Moneychanger
Dir. Federico Veiroj
Oh Mercy!
Dir. Arnaud Desplechin
Pain and Glory
Dir. Pedro Almodóvar
Parasite
Dir. Bong Joon-ho
Film Comment Presents Portrait of a Lady on Fire
Dir. Céline Sciamma
È stato diffuso il trailer di
Vivere,
il nuovo film di Francesca Archibugi che sarà
presentato in anteprima mondiale alla Mostra d’Arte cinematografica
di Venezia nella selezione ufficiale, Fuori Concorso.
Trasportati dalle note magiche
della canzone Il cuore è uno zingaro ci immergiamo
nell’intreccio di storie ed emozioni raccontate da
Vivere. Diretto da Francesca
Archibugi, con Micaela Ramazzotti, Adriano
Giannini, Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O’Donovan, Andrea
Calligari, Elisa Miccoli, Valentina Cervi econ la
partecipazione straordinaria di Enrico
Montesano.
Distribuito da 01 Distribution,
Vivere arriverà
in sala il 26 settembre 2019.
Ecco la nuova Sneak Peek da
Angry
Birds 2 – nemici amici per sempre che si intitola
“La chiave”. Nel film, dal 12 settembre al cinema, i pennuti e
i maialini più amati del cinema diventeranno i migliori nemici
amici di sempre per salvare il loro mondo!
I pennuti arrabbiati e gli astuti
maialini verdi arrivano nei cinema con una nuova avventura,
Angry
Birds 2 – nemici amici per sempre. All’emergere di una
nuova minaccia, che metterà in pericolo entrambe le loro isole, Red
(Jason Sudeikis), Chuck (Josh
Gad), Bomb (Danny McBride), e Grande
Aquila (Peter Dinklage) recluteranno la sorella di
Chuck, Silver (Rachel Bloom) e si uniranno alla
squadra dei maialini, Leonard (Bill Hader), il suo
assistente Courtney (Awkwafina) e il tecnologico
Garry (Sterling K. Brown) per giungere a una
tregua e creare un’improbabile supersquadra per salvare le loro
isole.
Dopo otto film che hanno incassato
quasi 5 miliardi di dollari in tutto il mondo, la serie
cinematografica Fast &
Furious presenta ora il suo primo film che non è
un capitolo della stessa, ma una nuova storia indipendente
con Dwayne Johnson e Jason
Statham che tornano nei loro ruoli di Luke Hobbs e
Deckard Shaw in Fast
& Furious – Hobbs & Shaw.
Da quando il corpulento veterano
del dipartimento di polizia Hobbs (Johnson), fedele agente del
Diplomatic Security Service americano, e il fuorilegge Shaw
(Statham), ex membro delle forze speciali britanniche, si sono
affrontati per la prima volta nel film Fast & Furious 7
del 2015, i due si sono scambiati battute e non si sono risparmiati
colpi bassi nel tentativo di annientarsi a vicenda.
Ma quando l’anarchico Brixton
(Idris
Elba), cyber-geneticamente potenziato, ottiene il
controllo di una insidiosa arma biologica che potrebbe modificare
per sempre l’umanità – e riesce a surclassare una brillante e
indomita agente del MI6 (Vanessa Kirby della serie
TV The
Crown), che oltretutto è la sorella di Shaw – questi due
nemici giurati saranno costretti ad allearsi per annientare l’unico
cattivo che potrebbe essere ancor più cattivo di loro.
Fast & Furious – Hobbs & Shaw spalanca una nuova porta
nell’universo di Fast propagando l’azione tipica
della serie in tutto il mondo, da Los Angeles a Londra e dalle
desolate e tossiche lande di Chernobyl, alla lussureggiante
bellezza delle Isole Samoa.
Diretto da David Leitch
(Deadpool 2) da una sceneggiatura del navigato architetto
della narrativa di Fast & Furious Chris Morgan,
il film è prodotto da Morgan, Johnson, Statham e Hiram Garcia. I
produttori esecutivi sono Kelly McCormick, Dany Garcia, Steven
Chasman, Ethan Smith e Ainsley Davies.
Fast & Furious – Hobbs & Shaw arriva in sala l’8
agosto.
Al Comic-Con di San Diego,
Kevin Feige ha annunciato il reboot di
Blade,
con
Mahershala Ali nei panni del protagonista, ruolo che
era stato di Wesley Snipes. Nonostante ci siano
ancora persone che chiedono un Blade 4 con
l’attore originale, sono molti gli aspetti positivi di questo
recasting. Ecco 5 motivi per essere felici della scelta dei
Marvel Studios di affidare il ruolo
a Ali.
1Blade – tutto ciò che
sappiamo
In
occasione del Comic-Con di San Diego, i Marvel
Studios hanno annunciato il reboot di Blade che
avrà protagonista l’attore due volte premio Oscar
Mahershala Ali. Ad annunciarlo è stato Kevin
Feige durante il panel dedicato allo studio, appuntamento
di punta dell’edizione di quest’anno della convention, la numero
50.
In
precedenza, era stato Wesley
Snipes ad interpretare il protagonista, nella trilogia
formata da Blade, Blade II e Blade:
Trinity. Quest’ultimo capitolo fu prodotto proprio da
Feige. La serie di film si focalizza sul personaggio del titolo, un
vigilante che protegge gli uomini dai vampiri e che possiede lui
stesso la forza dei vampiri.
Mahershala Ali è uno dei nomi più “caldi” del momento,
a Hollywood. Dopo il suo exploit nel 2016 con Moonlight,
che gli ha regalato il primo Oscar da non protagonista, Ali ha
fatto doppietta quest’anno con Green
Book, nella stessa categoria. Intanto ha continuato a
coltivare il cinema da blockbuster (è nel cast di Alita:
l’Angelo della Battaglia) e la grande serialità televisiva
(è stato protagonista della terza stagione di True
Detective).
Ali non è estraneo al cinema di supereroi. Ha
dato la voce a Prowler in Spider-Man: Un
Nuovo Universo ed è stato Cottonmouth nella prima
stagione di Luke Cage per Marvel/Netflix. David Leicjt è il primo regista ad essersi
autocandidato per dirigere il film.
All’inizio di Infinity
War, Hulk si scontra contro Thanos e perde clamorosamente, rimanendo traumatizzato
dallo scontro, tanto che poi per tutto il film si rifiuta di
“uscire”, lasciando Banner in difficoltà. Alla luce di questa
situazione, sarebbe stato lecito aspettarsi un confronto, una resa
dei conti trai due in Avengers: Endgame, cosa che però
non è avvenuta.
Parlando con Backstory (tramite
ComicBook), il co-sceneggiatore del film, Stephen
McFeely, ha spiegato perché la rivincita di Hulk su Thanos
non era una storia da raccontare in Endgame.
Apparentemente, la decisione di non farli scontrare di nuovo ha a
che fare con lo stato dell’essere di Hulk stesso, nel film. Non
avrebbe avuto senso farlo correre a capo chino alla carica contro
Thanos, non adesso che è diventato Smart Hulk! E
in effetti sembra davvero che non sia più nelle corde del Gigante
di Giada scendere in battaglia in maniera così sconsiderata!
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
L’attrice Zoey
Deutch vorrebbe interpretare Batgirl nel
film in cantiere alla Warner Bros. Creata dallo scrittore
Bill Finger e dal fumettista Sheldon
Moldoff, Batgirl è apparsa per la prima
volta nel fumetto Batman n. 139. Originariamente nota come
Betty Kane, il personaggio si è evoluto in Barbara Gordon. Come
suggerisce il nome, Batgirl è una sorta di
controparte femminile di Batman.
Nel corso degli anni, vari
personaggi femminili hanno assunto l’identità di
Batgirl, tra cui Helena Bertinelli alias
Cacciatrice, Cassandra Cain e Stephanie Brown. Negli anni ’60,
Batgirl fu incarnata da Yvonne Craig nella serie
ABC su Batman. Per il film del 1997, Batman &
Robin, Alicia Silverstone ne ha
interpretato una versione chiamata Barbara Wilson. Negli ultimi
anni, una versione bambina di Batgirl è apparsa nella serie Fox,
Gotham, e Rosario Dawson ha
doppiato Barbara Gordon aka Batgirl nel film The Lego
Batman.
Adesso su Twitter, Deutch ha
risposto a un tweet che recitava: “Zoey Deutch dovrebbe
interpretare Batgirl in un film. Voglio solo lei. Grazie, DC
Comics.” L’attrice ha semplicemente dichiarato: “Sì, per
favore”, e ha incluso un’emoji da pipistrello. Il messaggio di
Deutch ha attualmente ricevuto oltre 5.000 Mi piace e quasi 1.000
Retweet. Il fan ha anche pubblicato quattro immagini che mostrano
le somiglianze fisiche tra Batgirl e Deutch e DC Comics.
Ad aprile, secondo quanto riferito,
Christina
Hodson è stata assunta per scrivere un film su
Batgirl, questo dopo che aveva già scritto
Bumblebee e l’imminente film di Harley Quinn,
Birds of Prey. Inizialmente Joss
Whedon avrebbe dovuto dirigere Batgirl
per il DCEU, ma a quanto si dice sarà sostituito da un regista
donna.
Nel recente passato del personaggio,
le candidate al ruolo sono state numerose, da Daisy
Ridley a Kristen
Stewart, in molte sono state accostate al ruolo.
Per quanto riguarda la regia del
film, già quando venne annunciato l’addio di Whedon, si parlò della
volontà di assumere una regista. Ma chi sono le candidate? In
prima linea ci sono Ava
Dunernay e Michelle McLaren, ma
potrebbero essere considerate persino Katheryn
Bigelow e Susanne Bier. Fuori
quota ma sempre papabili, ci sono Reed
Morano e Ana Lily Amirpour.
Stephen McFeely,
co- sceneggiatore di Avengers: Infinity War, ha
condiviso un segreto in merito a una delle prime stesure dello
script del film in cui la presenza di Nick Fury era prevista in un
contesto molto diverso.
Ricordiamo che, nel film visto in
sala, Fury e la sua fidata mano destra Maria Hill (Cobie
Smulders) sono i protagonisti della scena post-credits del
film, in cui i due sono in macchina e scoprono su se stessi gli
effetti dello schiocco di Thanos. Fury esce allarmato dall’abitacolo
dell’automobile e fa in tempo a mandare un messaggio a Carol
Danvers, prima che anche lui diventi cenere.
Nel corso della sua assenza, i fan e
persino Jackson erano curiosi di sapere dove fosse Fury e cosa
stesse facendo, visto che l’ultima volta che lo avevamo visto prima
di allora è stato in Age of Ultron. La scena
post-credits di Spider-Man: Far From Home ci ha
però mostrato che il Nick Fury che adesso opera sulla Terra è in
realtà Talos, il leader degli Skrull, e che il vero Fury è nello
spazio, impegnato in un’altra missione che potrebbe portare il
Marvel Universe verso la
sua Fase 4 e 5.
In un’intervista con Backstory (tramite
ComicBook), McFeely ha rivelato che esisteva un’altra versione
del cameo di Fury in Infinity War. Nella
“seconda o terza bozza” del film, appariva in una stazione
ferroviaria mentre un Captain Marvel invisibile lo chiama.
“Penso che a un certo punto abbiamo pensato che avremmo girato
in qualche posto simile a una stazione ferroviaria. Quindi ne
abbiamo scritto una versione in cui Nick Fury era tra i
treni”, ha dichiarato lo sceneggiatore. Non ha detto perché si
sia poi deciso per la scena che è finita nel film. In ogni caso,
questa versione sembra essere molto precoce nel processo di
scrittura del film, a cui ha lavorato con Christopher
Markus.
Il fatto che dei personaggi
riemergano in uno scenario simile a quello di un ferrovia potrebbe
essere stato riutilizzato, poi, nel momento in cui entrano in scena
Captain America (Chris Evans), Vedova Nera
(Scarlett Johansson) e Falcon
(Anthony Mackie)per soccorrere Vision
(Paul Bettany) e Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) che se la stanno
vedendo brutta contro i membri dell’Ordine Nero, Corvus Glaive e
Proxima Midnight.
L’idea sembra quindi essere stata
trasformata e riciclata, e a risultato già visto, sembra evidente
che le scelte degli sceneggiatori hanno contribuito al bene del
film.
La Warner Bros. ha posticipato
l’uscita del film drammatico di Ben
Affleck, The Way Back, spostando
l’uscita da ottobre 2019 a marzo 2020. Il film, che ha cambiato
titolo diverse volte nel corso della sua produzione (The
Has-Been e Torrance), vede Affleck che recita nei panni di
una ex superstar del basket che, nel tentativo di lasciarsi alle
spalle i suoi problemi di dipendenza, inizia un lavoro come
allenatore di basket al liceo presso la scuola dove ha
studiato.
Affleck è il produttore del film,
insieme a O’Connor, Jennifer Todd, Gordon Gray e
Ravi Mehta. La sceneggiatura è stata scritta da
Brad Ingelsby e O’Connor. Il film
vede la partecipazione di Al Madrigal nei panni
dell’assistente allenatrice, Janina Gavankar, Hayes
MacArthur, Brandon Wilson e Rachael
Carpani.
Affleck e O’Connor hanno collaborato
per The
Accountant, uscito nel 2016, che ha guadagnato 155
milioni al botteghino mondiale.
Secondo Deadline, la WB ha deciso di
spostare la data di uscita di The Way Back dal 18
ottobre 2019 al 6 marzo 2020, aggiungendo che le prime proiezioni
di test per il film sono state positive, quindi questo ritardo non
è necessariamente un segno di problemi legati al film. Piuttosto,
l’indicazione è che WB ritiene che il film di O’Connor può essere
sfruttato meglio commercialmente in una data primaverile.
Leggendo tra le righe, sembra quindi
che The Way Back possa essere un titolo per il grande pubblico. Lo
studio uscirà comunque in autunno con due titoli importanti, Il
cardellino e Joker, che potrebbero arrivare agli Oscar, mentre il
film con Affleck a marzo consentirà alla studio di non doversi
confrontare con titoli appetibili come Zombieland: Doppio
Colpo e Maleficent:
Signora del Male.
Dopo l’annuncio ufficiale del
Comic Con di San Diego, arrivano ulteriori dettagli sul film
Gli
Eterni, di prossima uscita sotto il marchio
Marvel Studios. Secondo
Variety,
l’attrice Gemma Chan sarebbe in trattative per
entrare nel cast del film, dopo che ha interpretato Minn-Erva, la
guerriera Kree in Captain Marvel.
La rivista riporta anche che non
è chiaro quale personaggio potrebbe interpretare la Chan, ma sembra
sia improbabile che riprenda il ruolo di Minn-Erva e che si
dedicherà ad incarnare un nuovo personaggio. I Marvel Studios
non hanno commentato il report. Inoltre a completamento di questa
notizia, Collider
riferisce che Barry Keoghan, visto in
Dunkirk ma anche nella recente serie Chernobyl,
è in trattative per un ruolo, non specificato, nel film.
Confermati nel cast de Gli
Eterni ci sono Angelina Jolie, Salma Hayek, Richard Madden,
Brian Tyree Henry, Kumail Nanjiani, Lauren Ridloff e
Don Lee.
“Questo film permetterà a coloro
che non si sono mai sentiti rappresentati nei film, in questo caso
i supereroi, di essere rappresentati. Amo la mia famiglia
eterogenea”, ha detto Salma Hayek. Il film
uscirà il 6 novembre 2020.
Il film, secondo gli ultimi
aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. La
sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo.
Il film racconterà la guerra tra Dei
e Dei e il cast sarà guidato, come confermato, dalla Jolie nel
ruolo di Thena. Nel cast: Richard Madden è
Ikaris, Kumail Nanjiani è Kingo, Lauren
Ridloff è Makkari, Brian Tyree Henry è
Phastos, Salma Hayek è Ajak, Lia
McHugh è Sprite, Don Lee è Gilgamesh.
Dopo i rumors insistenti che
volevano Andy Serkis sempre più vicino alla regia
di Venom
2, con tanto di indicazione
chiarissima di Tom Hardy sui suoi canali
social, arriva da THR la
conferma che sarà proprio l’attore e regista a dirigere il sequel
del film SONY con protagonista il simbionte.
A riprova di quanto dichiarato
dalla rivista, lo stesso Serkis ha condiviso sul suo account Twitter l’immagine che segue
con la didascalia: Sta
succedendo. Il Simbionte ha trovato un corpo ospite in me e sono
pronto per la corsa… non vedo l’ora!#venom#venom2#marvel
Vi ricordiamo che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche in
Venom
2, progetto già in sviluppo dopo l’inaspettato
successo al box office dello scorso autunno, e a confermarlo è
stata la produttrice Amy Pascal in una recente
intervista dove si è parlato, tra le altre cose, anche del
possibile crossover con Spider-Man e del futuro di Miles
Morales.
“Posso dire che Tom Hardy ci
sarà, ma d’altronde aveva interpretato magnificamente quel
personaggio nel primo film. Credo che il trionfo al botteghino sia
stato determinato da un paio di fattori, uno dei quali è l’ottimo
lavoro svolto dalla Sony nel creare quel franchise con una vita e
un mondo tutto suo. Il secondo è ovviamente Tom Hardy. Quando pensi
a Venom, non riusciresti a immaginare nessuno, tranne lui, seduto
in quella vasca di aragoste.“
E sul possibile incontro tra
Spider-Man e Venom al cinema, la
Pascal è sembrata più cauta, spiegando che “l’importante è
assicurarsi che questi franchise funzionino individualmente, ma
siamo ben consapevoli dell’interesse dei fan in merito e a tutti
piacerebbe vedere un crossover. Mai dire mai, magari potrebbe
succedere…“
Il dibattito intorno alla
Snyder Cut di Justice League continua a
imperversare, e in particolare si parla di quanto manca al
completamento del film così come lo avrebbe voluto Zack
Snyder.
In occasione del Comic Con di San
Diego, è stata lanciata una petizione per completare quel film e
anche una raccolta fondi da devolvere ad un’associazione che cerca
di prevenire i suicidi. Dall’uscita in sala della versione di
Joss Whedon, si è discusso dell’esistenza o meno
di una Snyder Cut, e nel 2018 è stato confermato che il regista ha
completato il 100% delle riprese principali della sua versione del
film, prima di abbandonare la produzione.
Questa versione è stata
confermata dai collaboratori di Snyder e ora sembra che il film
sia completo, con montaggio e post-produzione, circa al 90%. Al
coro di voci si unisce anche quella di Kevin
Smith, grande fan di Snyder e della sua visione degli eroi
DC, che conferma l’esistenza della Snyder Cut di Justice
League e soprattutto il fatto che il film è quasi
pronto.
Sempre Kevin Smith
ci informa che il film non è comunque pronto per la distribuzione,
perché in alcune scene si vedono ancora i green screen e i VFX non
sono completi. Secondo un nuovo report di The
Telegraph, che cita un esperto di effetti visivi:
“Il film era ancora a pochi mesi
dalla consegna quando Joss è salito a bordo. Mi sembra molto
improbabile che ci sia qualcosa di simile a un montaggio del film
pronto per la distribuzione. Detto in altro modo: se ci fosse un
film quasi finito di cui tutti erano contenti, allora WB avrebbe
avuto il montatore adatto per completarlo invece di buttarci dentro
altri 30-40 milioni di dollari.”
Questa dichiarazione, oltre a
confermare il fatto che, a rigore di logica, esiste un film
realizzato di Snyder che è quasi pronto, ci dice anche che
basterebbero 30-40 milioni di dollari per completare il film e
renderlo distribuibile. A questo punto sembra che la palla passa ai
fan: in quanti vogliono vedere la Snyder Cut di Justice
League? Se la Warner Bros dovesse riuscire a vedere
all’orizzonte un guadagno, potrebbe realisticamente pensare di dare
a Snyder i fondi necessari a completare la sua visione!
Sviscerata la versione
home video di Avengers: Endgame e messi alla
luce tutti i segreti, o quasi, dal backstage del film, cominciano
ad arrivare i primi remake dei fan del film dei Fratelli
Russo. Di seguito potete vedere cosa sarebbe accaduto se
la locomotiva Thomas, protagonista di una famosa serie di libri per
bambini, avesse avuto gli stessi poteri della nostra amata
Captain Marvel.
Ecco l’esilarante video comparso
sull’account Twitter di C. Robert
Cargill:
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo
lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per
annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il carisma dei personaggi
Marvel ha molto
influenzato il successo del singolo, ma è innegabile che i momenti
migliori del MCU sono quelli legati alle relazioni che legano
questi personaggi tra loro. È incredibilmente divertente vedere
questi individui così straordinari e potenti, combattere, scherzare
e condividere lo stesso mondo fianco a fianco. E proprio per questo
profondo grado di condivisione, ecco che vi raccontiamo quali sono
le migliori coppie di BFF, ovvero migliori amici
del Marvel Cinematic Universe.
1STEVE ROGER E BUCKY BARNES
Anche se è stato commovente vedere Steve
Rogers conquistare il suo lieto fine con Peggy Carter, è un po’
triste che abbia dovuto dire addio al suo migliore amico, Bucky.
Anche Steve e Sam Wilson condividono un’amicizia molto solida, ma
Steve e Bucky hanno vissuto molto di più insieme. Da prima che
Steve diventasse un super soldato, questi due si cercavano l’un
l’altro, si conoscevano e si proteggevano a vicenda. Sebbene uno
sfortunato lavaggio del cervello li abbia resi nemici per un po’,
Steve non ha mai rinunciato a Bucky e lo ha aiutato a fuggire dal
suo oscuro passato. È chiaro che questi due farebbero qualsiasi
cosa l’uno per l’altro.
Ecco il primo trailer
italiano di Zombieland –
Doppio Colpo, sequel che arriverà nelle sale
dieci anni dopo l’originale cult diretto da Ruben
Fleischer.
Le riprese del film sono
iniziate lo scorso gennaio Los Angeles, mentre la trama – ancora
avvolta nel mistero – dovrebbe riprendere le sorti dei quattro
protagonisti (Columbus, Tallhassee, Witchita e Little Rock) che
oggi vivono in un mondo in cui l’apocalisse zombie si è
evoluta.
L’uscita nelle sale è fissata ad
ottobre 2019 mentre la sceneggiatura è stata firmata da Dave
Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e
Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2). Nel cast
anche Zoey Deutch, Bill
Murray e Dan Aykroyd.
Adler Entertainment ha diffuso il
trailer e il poster italiani di E poi c’è
Katherine, il film di Nisha Ganatra che
arriva al cinema dal 12 settembre, interpretato da Emma
Thompson, Mindy Kaling, Max Casella, Hugh Dancy, John Lithgow,
Denis O’Hare, Reid Scott e Amy Ryan.
La sinossi di E poi c’è Katherine
Katherine Newbury è
una conduttrice pionieristica e leggendaria nel circuito dei talk
show di tarda notte. Quando viene accusata di essere una “donna che
odia le donne”, mette in atto delle azioni precise e Molly viene
assunta come l’unica donna nella stanza degli scrittori maschili di
Katherine. Ma Molly potrebbe essere arrivata un po’ in ritardo,
dato che la formidabile Katherine affronta anche la realtà dei
bassi ascolti e un’azienda che vuole comunque sostituirla. Molly,
volendo dimostrare che non è stata assunta semplicemente perché
donna, è determinata ad aiutare Katherine rivitalizzando il suo
spettacolo e la sua carriera, e forse effettuando anche cambiamenti
più grandi allo stesso tempo.
l Premio SIAE,
assegnato ogni anno nel quadro delle Giornate degli Autori, va
quest’anno a Marco Bellocchio che raccoglie il
testimone di Mario Martone, premiato nel 2018.
La motivazione del premio, che sarà
consegnato alle 17.30 del 2 settembre alla Villa degli
Autori, spiega: «Con questo riconoscimento la
Società Italiana degli Autori ed Editori saluta,
all’indomani dell’unanime consenso per il suo ultimo film ‘Il
Traditore’, Marco Bellocchio, figura unica di regista,
intellettuale e organizzatore culturale, uomo di cinema che ha
sempre saputo connotare con una cifra originale e personale la sua
arte. Il suo lavoro riflette un pensiero di respiro internazionale
erede di una riflessione politica e storica che ha radici nella
migliore cultura italiana. Ribelle lucido e osservatore critico,
viaggiatore curioso e testimone del suo tempo, Marco Bellocchio sa
coniugare l’analisi introspettiva di sé con quella di una nazione,
senza fare sconti all’individuo e alla società civile, ma indicando
una consapevolezza che contrasta, ieri come oggi, ogni tipo di
conformismo. Il riconoscimento gli viene assegnato in un anno
importante della sua carriera segnato dal completamento di una
trilogia di storia italiana che ha già regalato capolavori come
‘Buongiorno notte’ e ‘Vincere’. Ma il premio segnala anche il suo
impegno costante a difesa dei diritti di tutti gli autori».
Dopo la consegna del riconoscimento, Marco Bellocchio
dialogherà con Andrea Purgatori e Giorgio Gosetti sul suo
cinema e sul tema del tradimento nella sua tradizione storica
italiana (anche cinematografica) e come concetto più che
ambivalente.
Sarà un incontro pubblico, aperto specialmente ai giovani, che
si inserisce a pieno titolo in quell’attività di ricerca e
approfondimento che rappresenta la vera costante delle Giornate
degli Autori.
Inoltre, come ogni anno, SIAE conferisce il premio speciale a un
film italiano della selezione delle Giornate. Il premio al
“Talento Creativo” andrà per il 2019 a
Gianfranco Pannone e ad Ambrogio
Sparagna per l’originale lavoro tra immagini d’archivio e
la ricerca cinematografica e musicale che raggiunge sorprendenti
risultati nel film Scherza coi fanti,
evento speciale delle Giornate 2019.
Judy, l’emozionante
biopic con Renée Zellweger nel ruolo dell’iconica
Judy Garland arriva nelle sale italiane dal 19
dicembre, distribuito da Notorious Pictures.
Era il 1939 quando il mondo veniva
stregato dalle magiche note di “Over the Rainbow” e dalla voce
della dolce e sognatrice Dorothy, protagonista del cult
generazionale Il Mago di Oz. Di lì a breve, quel film avrebbe
consacrato alla storia del cinema una delle più grandientertainer
mai esistite: Judy Garland.
Oggi, la vita pubblica e privata di
una vera e propria icona non solo del cinema, ma anche della musica
e del glamour, rivive sul grande schermo nel biopic Judy, in arrivo
dal 19 dicembre nelle sale italiane distribuito da Notorious
Pictures.
Abilità vocali eccelse, grande
presenza scenica, vitalità irresistibile: sono solo alcune delle
caratteristiche della vulcanica personalità di Judy Garland che le
hanno permesso di conquistare il cuore di milioni di fan in tutto
il mondo e di imporsi come una delle artiste più venerate della
storia del cinema.
Il biopic Judy prova a raccontare la
donna che si cela dietro la leggenda: una donna dal carattere
indomito, forse incapace di gestirsi, che nonostante la fama e il
successo non ha mai smesso di rincorrere un’ideale di vita normale,
circondata dall’amore e dalla famiglia.
Protagonista indiscussa del film,
nei panni iconici di Judy Garland, è il premio Oscar Renée
Zelleweger (Chicago, Ritorno a Cold Mountain, la saga di Bridget
Jones). “Ho pensato che fosse una grande opportunità”, ha
dichiarato l’attrice. “Avevo la possibilità di esplorare a fondo il
lato della vita di un’artista che in pochi conoscono. Sappiamo
tutti i traguardi che Judy ha raggiunto durante la sua carriera, ma
quanto le è costato tutto ciò e che effetto ha avuto sulla sua vita
privata?”
Judy, diretto dal regista britannico
Rupert Goold (True Story), è basato sul dramma teatrale “End of the
Rainbow” di Peter Quilter, che racconta delle ultime apparizioni
pubbliche della Garland: nel dicembre del 1968, la diva accettò di
tenere a Londra una serie di concerti tutto esaurito al celebre
night club “Talk of the Town”, per una durata di cinque
settimane.
Arriva al cinema nell’anno del 50°
anniversario della morte della Garland (scomparsa prematuramente
nel 1969, a soli 47 anni), ma anche nell’anno dell’80° anniversario
dell’uscita de Il Mago di Oz.
Sinossi ufficiale: Il film racconta
l’ultimo periodo della vita della grande attrice e cantante Judy
Garland, sul finire di una carriera sfolgorante iniziata
giovanissima con la Dorothy del Mago di Oz. Un mix di fama e
successo, fra Oscar® e Golden Globe, e poi la battaglia con il suo
management, i rapporti con i musicisti, i fan, i suoi amori
tormentati e il dramma familiare che la spinse a fare i bagagli e a
trasferirsi a Londra. In quegli anni ci ha regalato alcune delle
performance più iconiche della sua carriera.
Il 22 agosto arriva
nei cinema L’OSPITE, il secondo lungometraggio di
Duccio Chiarini (Short Skin, Hit The
Road, nonna), distribuito da Mood Film. Il
film vede la partecipazione di Daniele Parisi,
Silvia D’Amico, Anna Bellato,
Thony, Sergio Pierattini,
Milvia Marigliano, Daniele Natali
e Guglielmo Favilla.
L’ospite ha avuto la sua
premiere mondiale durante la scorsa edizione del Locarno
Festival nella sezione Piazza Grande.
Successivamente è stato presentato in Nord America al
Chicago International Film Festival, nella sezione
Spotlight Comedy a cui è seguita anche la partecipazione
al Seattle International Film Festival nella
sezione Cinema Italian Style. Parallelamente il film ha
partecipato a molti concorsi e rassegne di cinema italiano
all’estero tra cui Annecy Cinéma Italien, Festival du Film
Italien de Villerupt, Festival du Film Italien a Aiacciu, Quinzaine
du Cinéma Italien a Chambérly e il Mittle Cinema
Fest di Budapest e Bratislava. Infine ha debuttato in
Italia nella sezione Festa Mobile / TorinoFilmLab alla
passata edizione del Torino Film Festival, e sta
proseguendo il suo cammino internazionale dopo essere stato
acquistato da 22 paesi, tra cui Francia e Svizzera che hanno
coprodotto il film.
L’Ospite è prodotto
da Mood Film in coproduzione con
Cinedokke e House On Fire con
Rai Cinema e RSI Radiotelevisione
Svizzera in associazione con Relief e
Bravado Film, con il sostegno di
RegioneLazio, MIBACT,
Eurimages, UfficioFederaleDellaCultura, FondodiCo-sviluppo Italia-Francia
MIBACT-CNC e TorinoFilmLab, in collaborazione con
Wildside.
Arriva l’8 agosto in sala,
distribuito da Universal, Fast & Furious –
Hobbs & Shaw, il primo spin off della saga a quattro ruote
con protagonista Vin Diesel. Questa volta il forzuto attore cede
però lo scettro di prima donna a ben altri interpreti.
Sarà
anche vero che per salvare il mondo Luke Hobbs ha sempre allenato
mente e muscoli, ma diciamoci la verità: in questo universo di
supereroi senza superpoteri dove la fantascienza scende per strada
e si fa aiutare da tecnologie all’ultimo grido la fisicità ha lo
stesso valore della filosofia. Se poi le dimensioni sono quelle di
Dwayne “The Rock”
Johnson, il concetto in sé risuona ancora
meglio.
La
precisazione è d’obbligo quando ci si accinge a parlare di un pop
corn movie come Fast & Furious – Hobbs & Shaw, il
cui titolo tradisce l’appartenenza a un noto franchise e i nomi dei
due protagonisti che conosciamo fin troppo bene; non serve sapere
altro o di caratterizzarli più di quanto sia necessario, perché per
quello basta la sequenza a schermo diviso all’inizio del film
quando gli agenti vengono seguiti in una giornata tipo con
colazioni rigorosamente diverse e metodi alternativi di sbrigare le
missioni. Uno combatte con un ago da tatuaggi, l’altro con una
bottiglia di champagne.
Non
sorprende nemmeno che a dirigere lo spin-off sia stato chiamato
David Leitch: il regista di John
Wick, Atomica
Bionda e Deadpool
2 mette al servizio dello spettacolo i tre ingredienti
evidenziati nei precedenti lavori, ovvero la valorizzazione del
corpo degli attori, l’umorismo e l’azione intesa come linguaggio e
unico mezzo possibile per comunicare con il pubblico.
Fisicità e semplicità sono dunque la chiave di questo evidente
omaggio alla commedia degli anni Ottanta in cui le tematiche della
famiglia e dell’allontanamento da parte dei personaggi (con tanto
di ovvia riconciliazione finale) sono solo pretesti per sviluppare
l’arco drammatico; siamo lontani dal cuore e dal sentimentalismo
ispirato di Fast & Furious 7, ma lì aveva contribuito la
vita e le sue curve imprevedibili, e più vicini alla struttura dei
primi episodi della saga nel tentativo di rimanere entro i
parametri del genere senza spingersi oltre. Il cinema
d’intrattenimento si fa così, la ricetta è sempre la stessa, quindi
che senso ha uscire dalla carreggiata?
E a
differenza di un Men in Black:
International, che ha fallito in ogni aspetto e che
più o meno si muove nel medesimo territorio del film di Leitch,
Hobbs & Shaw non sbaglia un colpo, è
consapevolmente disimpegnato come dovrebbe essere, non tradisce le
premesse dell’etichetta (il pubblico vuole vedere Hobbs e Shaw che
si picchiano fra loro e picchiano la gente, ed è ciò che otterrà)e
soprattutto non cerca inutili approfondimenti politici e sociali
sulla posizione della donna in un contesto maschile.
Anzi,
proprio non si pone il problema. Il personaggio di Vanessa Kirby, Hattie Shaw, è la
classica figura femminile di Fast & Furious: bellissima, ammiccante
e tosta. La lotta tra sessi non esiste, lei combatte come un uomo,
non peggio e non meglio, non è in una posizione svantaggiata, non
deve e non vuole essere salvata. Semplicemente sta lì in mezzo a
Jason Statham,
Dwayne Johnson e Idris
Elba e se la cava egregiamente. Per una volta a
contare è l’azione complessiva e non dei singoli soggetti, il
valore del divertimento lo determina il lavoro di squadra (un altro
dei temi del film) e la filosofia del corpo vince
ancora.
Guarda il trailer di Fast & Furious – Hobbs & Shaw
Uno dei momenti cruciali di
Avengers: Infinity War è il
culmine della battaglia su Titano tra Thanos e l’inedito team che si viene a formare su quel
pianeta. Per la prima volta, Tony Stark, Spider-Man, Doctor
Strange e i Guardiani si incontrano e
cercano di capirsi al volo per contrastare la minaccia evidente del
Titano Pazzo.
La scena avrebbe visto Thanos
conquistare la Gemma del Tempo e quindi uscire vittorioso da quello
scontro. Tutto doveva convergere allo schiocco finale, quindi il
cattivo doveva vincere. Tuttavia c’è il momento in cui lo sforzo
congiunto di questa inedita squadra di eroi sta per avere la meglio
su Thanos. Mentre Mantis indebolisce il nemico, gli altri tentano
di sfilargli il Guanto, ma alla notizia della morte di Gamora,
Star Lord perde il
controllo, e agisce in maniera impulsiva.
Molti, tra gli spettatori, hanno
biasimato il personaggio, tuttavia gli sceneggiatori sono tornati
su questo punto, spiegando che si tratta di un comportamento
perfettamente in linea con il carattere di Quill. Quindi se da una
parte il personaggio non è stato tradito, dall’altra si aveva
comunque il finale obbligato da ottenere, ovvero Thanos che
sconfigge gli eroi e arriva sulla Terra con la Gemma del Tempo sul
guanto.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Millie Bobby Brown
ha condiviso su Instagram la sua prima foto nei panni di
Enola Holmes, il personaggio che si trova ad
interpretare per Legendary Pictures. Si tratta della sorella minore
di Sherlock Holmes, che sarà protagonista di
avventure completamente nuove ed estranee al canone di
Arthur Conan Doyle.
La star di Stranger
Things, Millie Bobby Brown, è stata
scelta dalla Legendary Pictures per interpretare
Enola Holmes, sorella quattordicenne di
Sherlock Holmes.
A dare la notizia è Deadline che riporta le
prime novità in merito all’ennesimo progetto basato sui personaggi
di Sir. Arthur Conan Doyle. Questa volta però la
fonte principale del film saranno i sei romanzi Young Adult firmati
da Nancy Springer, che hanno come
protagonista proprio la piccolina di casa Holmes.
La giovane Millie
produrrà il film sotto il marchio della sua PCMA
Productions.
I programmi sono quelli di dare il
via a un franchise, forti del grande appeal della famiglia Holmes
sul pubblico e del nome della Brown, molto amata dai fan della
serie Netflix.
Nell’episodio della serie
BBC Sherlock, con Benedict
Cumberbatch e Martin Freeman, abbiamo
visto Eurus Holmes, sorella minore di Sherlock e Mycroft,
interpretata da Sian Brooke. Adesso però il
personaggio assumerà dei tratti completamente diversi.
Intanto Millie Bobby
Brown è stata protagonista di Godzilla King of
Monsters al cinema, mentre è tornata nei panni di
Eleven/Jane nella terza stagione di Stranger Things, serie che
dovrebbe chiudersi al quinto ciclo, secondo gli accordi tra DUffer
e Netflix.
L’uscita dell’edizione in Home Video
di Avengers: Endgameha portato alla luce una
serie di nuovi dettagli dal backstage del film con il maggiore
incasso nella storia del cinema. Come se non bastasse, anche
Kevin Feige, promuovendo questa nuova
uscita, continua a commentare il film dei Fratelli
Russo e a dare nuove interessanti e divertenti
informazioni sul making of.
Durante un’ospitata da VUDU (via
CBR), il boss della
MarvelKevin Feige
ha rivelato che la battuta sul miglior fondo schiena americano era
stata cancellata dalla sceneggiatura del film, eliminata di fatto
dalla storia, fino a che il produttore esecutivo Louis D’Esposito
non ha chiesto di riprovare ad inserirla. Feige ha detto:
“Non eravamo certi che fosse
divertente, ma abbiamo deciso di riprovarla nella proiezione test
con il pubblico, visto che ne facciamo diverse. E ha colpito, ha
colpito all’istante, senza dubbio. E così è rimasto nel film, e più
tardi abbiamo avuto modo di integrarla con delle riprese aggiuntive
in cui Cap stesso commenta il suo fondo schiena. Ci siamo chiesti
se fosse nel personaggio, ma poi abbiamo visto che funzionava
benissimo.”
Invero, la scena di Cap contro Cap e
dei commenti sul suo fondo schiena, sono trai momenti più
divertenti e gustosi di Endgame, che, nonostante
l’enorme carica emotiva, non rinuncia a battute per alleggerire i
toni.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo
lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per
annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Lo scorso aprile, Netflix ha reso disponibile nel suo catalogo
una versione estesa di The Hateful
Eight, l’ottavo film di Quentin
Tarantino, in un formato insolito. Il film con Samuel L.
Jackson è stato tagliato come fosse una miniserie con episodi da
circa 50 minuti, in questo modo:
Capitolo
uno: L’ultima diligenza per Red Rock (50 minuti)
Capitolo
due: L’emporio di Minnie (51 minuti)
Capitolo
quattro: Domergue ha un segreto (53 minuti)
Ultimo
capitolo (56 minuti)
Sembra adesso che la stessa sorte
toccherà a C’era una volta a Hollywood, il
prossimo film di Tarantino in uscita a settembre. Tuttavia, mentre
per The Hateful Eight si tratta della
riproposizione della versione cinematografica integrale, mai
arrivata in Home Video, per il film con Pitt e
DiCaprio si tratterà di un cut diverso, una versione
estesa di quattro ore che non arriverà in sala.
Il film infatti uscirà in un
montaggio di 2:41 minuti, con il risultato che molte parti del
film, girate e ultimate, non sono rientrate nel montaggio finale,
come, per esempio, le scene con Tim Roth,
completamente tagliato dal film (ma accreditato nei titoli di
coda).
Se questo progetto dovesse giungere
a compimento, potremmo sicuramente godere di un nuovo scorcio della
mente geniale di Tarantino!
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast di C’era una volta a…
Hollywood compaiono Leonardo DiCaprio, Brad
Pitt, Margot Robbie, Damian
Lewis, Dakota Fanning, Nicholas
Hammond,Emile Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e
Victoria Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson.
Durante il D23, che si svolgerà tra
il 23 e il 25 agosto prossimi, sicuramente Kevin Feige troverà modo di svelare cosa
c’è in serbo per T’Challa e il suo Wakanda, dopo che le sue armate
hanno contribuito alla sconfitta di Thanos in Endgame.
Sembra che i primi rumors vogliano
l’introduzione di Namor nel film, tanto che
cominciano a circolare nomi per fanta casting e artwork non
ufficiali che invocano l’arrivo del Sub-Mariner. Bosslogic, in
particolare, ha realizzato un fan poster molto evocativo, che
vorrebbe Black Panther 2 incentrato sulla rivalità
tra il protagonista e Namor.
Black Panther,
prodotto da Kevin Feige,
con Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’O, Danai
Gurira, Martin Freeman, Daniel Kaluuya, Angela Basset, Forest
Whitaker e Andy Serkis, è stato nominato a ben
sette premi Oscar: film, scenografia, colonna sonora, canzone
originale, costumi, montaggio sonoro e missaggio sonoro.
Sono ormai settimane che
Keanu Reeves è tornato sulla bocca di tutti per il
suo rappresentare un’icona del nostro tempo, soprattutto in
occasione dell’uscita dell’ultimo capitolo delle avventure di
John
Wick. In molti vorrebbero che l’attore, che era già
stato Neo, l’Eletto della trilogia di Matrix,
entrasse a far parte del vero mondo degli eroi al cinema, il
Marvel Universe.
Proprio in vista di questo desiderio
dei fan, Bosslogic ha realizzato una fanart in cui
l’attore compare nei panni di Moon Night,
l’affascinante eroe Mavel che potrebbe arrivare presto sul grande
schermo:
La Warner Bros. ha spostato
l’uscita di Dune di
Denis Villeneuve di un mese, a dicembre 2020,
mentre allo stesso tempo ha inserito nella programmazione del 2021
l’arrivo del film biografico Elvis di Baz
Luhrmann.
In un’epoca in cui franchising e le
IP governano il botteghino, WB spera di portare il Dune di
Frank Herbert a livelli di notorietà tali da
sviluppare un franchise appetibile con una serie di film e serie tv
basati su quell’universo. Denis Villeneuve sembra
un regista capace di intercettare la sensibilità di queste storie,
come ha dimostrato anche il suo lavoro svolto con altri film di
fantascienza, Arrival e Blade Runner
2049.
Secondo Deadline, la WB ha
spostato l’uscita di Dune
di un mese, dal 20 novembre 2020 al 18 dicembre dello stesso anno.
Lo studio ha inoltre programmato l’uscita del biopic su Elvis,
ancora senza titolo, al 1 ° ottobre 2021.
Di seguito la prima sinossi
ufficiale di Dune:
“Percorso mitico e carico di emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
D’estate niente è meglio di un bel
brivido cinematografico con un film che aspira a proporre una nuova
variante del capolavoro Lo Squalo,
di Steven
Spielberg. Con Crawl –
Intrappolati, in sala dal 15 agosto, il regista
francese Alexandre
Aja torna proprio su questi binari dopo il successo di
Piranha 3D, affidando stavolta il ruolo
di protagonisti ad un branco di feroci alligatori. A produrre il
film vi è invece la firma di Sam Raimi, garante di un
cinema horror di qualità.
Quando un enorme uragano colpisce
la sua città natale in Florida, Haley (Kaya
Scodelario) ignora gli ordini di evacuazione per
cercare il padre scomparso (Barry Pepper).
Trovandolo gravemente ferito e bloccato in un’intercapedine della
loro casa di famiglia, i due restano rapidamente intrappolati e
sommersi. Mentre il tempo stringe e fuori la tempesta è sempre più
forte, Haley e suo padre scoprono che il livello dell’acqua che
sale è l’ultimo dei loro problemi.
La scelta del titolo originale
Crawl è particolarmente eloquente per la
storia di questo film. Come verbo, esso indica il muoversi degli
alligatori sulla terraferma, ma allo stesso tempo è anche il modo
in cui si indica lo stile libero nel nuoto, sport praticato dalla
protagonista. Si evidenzia dunque come il conflitto tra i
protagonisti, umani e non, si basi prevalentemente su qualcosa che
sembra accomunarli. Questa vicinanza tra Haley e gli alligatori
risulta così particolarmente funzionale nella costruzione degli
ostacoli da superare.
Il regista sembra infatti sapere
bene che film di questo genere possono facilmente risultare
prevedibili, e pur non riuscendo sempre a sfuggire a questa
trappola, assesta una serie di sequenze ben orchestrate che
costruiscono un crescente senso di inquietudine, per sfociare in
alcuni casi nel puro horror splatter. Gli jump scare presenti,
benché siano un trucco facile, risultano efficaci per questo genere
di film, dettando il ritmo, che rimane particolarmente teso fino
alla fine. La cupa messa in scena, inoltre, mira a generare un
senso di claustrofobia dato grossomodo dall’unico, angusto,
ambiente e dal disastro ambientale che lo circonda.
In realtà ciò che avviene
all’interno del film è ben più interessante di un semplice disaster
movie con presenza di feroci predatori. Il vero cuore del film
appare essere, esplicitato sin dalle prime immagini del film, il
rapporto tra padre e figlia. Incastrati da circostanze estreme nel
seminterrato della casa di famiglia in cui sono cresciuti, i due
personaggi umani intraprenderanno un percorso di espiazione che li
porterà a scavare fino alle radici dei loro conflitti.
La scenografia della casa assume
così un significato metaforico ben più affascinante del previsto,
con una lenta risalita dei livelli dell’abitazione che indica non
solo una progressiva speranza di salvezza, ma anche il riaffiorare
di un rapporto che sembrava ormai spento. Aja costruisce i due
personaggi e la loro relazione anche grazie ad alcune inquadrature
e alcuni dettagli che in un film del genere potrebbero risultare
superflui, ma che qui svelano una profondità adeguata e funzionale
al vero nucleo narrativo del film.
Non mancano certo le ingenuità in
un film come Crawl – Intrappolati,
forzando in più di un caso la credibilità di alcuni eventi, ma nel
suo complesso Aja riesce a dar vita ad un buon prodotto
d’intrattenimento estivo, capace tanto di spaventare quanto di
raccontare una storia di genere sui rapporti familiari.
Gli alligatori, pur non sfoggiando
una CGI particolarmente brillante, riescono a risultare minacciosi,
e la loro entrata in scena è spesso efficace e letale. Infine,
benché prevedibile su molti aspetti, nel finale riesce a trasparire
in modo genuino quanto fin qui esposto, ovvero che,
inaspettatamente, ci si ritrova davanti ad un film sulla
riconquista di un legame umano.