Durante una sessione di “AMA (Ask Me
Anything)” su
Twitter, il regista e sceneggiatore James
Gunn ha rivelato qual è il personaggio dell’Universo
Cinematografico Marvel con il quale amerebbe
trascorrere la quarantena.
James Gunn, meglio
conosciuto per la saga di Guardiani della Galassia, ha
tenuto su
Twitter una sessione di “Ask Me Anything” in cui si è reso
disponibile per rispondere alle domande dei fan. Tra le tante
domande che gli sono state poste, un fan gli ha chiesto con quale
personaggio del MCU amerebbe di più trascorrere
questo periodo di quarantena a causa del Covid-19.
In molti probabilmente si sarebbero
aspettati che Gunn rispondesse menzionando uno dei Guardiani, e
invece no: il regista ha stupito tutti, dichiarando senza scendere
in alcun dettaglio che amerebbe trascorrere questa reclusione con
Jarvis, l’intelligenza artificiale al servizio di
Iron Man.
Nel MCUPaul Bettany interpreta l’intelligenza
artificiale Jarvis, costruita da Tony Stark
(Robert
Downey Jr.) per fargli da assistente e per aiutarlo a
gestire il laboratorio. Data la sua natura di macchina,
ironicamente si rivela il solo personaggio che Stark non
infastidisce col suo modo di fare. Appare nei tre capitoli
della saga di Iron Man e in The Avengers.
In Avengers: Age of Ultron, unendo i
tracciati di Jarvis con un corpo androide creato da Ultron e infuso
del potere della Gemma della Mente, i Vendicatori danno origine a
Visione. In Avengers:
EndgameJarvis, interpretato
da James D’Arcy, appare nella scena
ambientata nel 1970 mentre parla con Howard
Stark sul tizio che li ha appena incontrati (non sapendo però
che il tizio in questione è il figlio di Howard, Tony).
J.K. Rowling, creatrice del Mondo Magico e
della saga letteraria di Harry Potter, è intervenuta in prima persona a
sostegno dell’emergenza Coronavirus. La scrittrice britannica,
infatti, ha lanciato in collaborazione con i suoi partner creativi
una nuova speciale sezione del celebre sito WizardingWorld.com,
chiamata “Harry Potter at Home“.
La sezione, nata per supportare
bambini, genitori e insegnati costretti alla reclusione forzata
proprio a causa della pandemia di Covid-19, è corredata da tutta
una serie di informazioni ed attività supplementari destinate alla
scoperta dei libri della scrittrice, tra quiz, cruciverba e
attività artistiche.
A supporto di “Harry Potter at Home”
hanno partecipato anche le case editrici Bloombsbury e Scholastic,
ma anche l’azienda multinazionale Audible: tutte e tre le realtà
hanno accettato di rendere disponibile, in maniera gratuita e per
tutto il mese di aprile, il primo iconico romanzo della saga
letteraria, “Harry
Pottere e la Pietra Filosofale“.
Su
Twitter, J.K. Rowling ha scritto: “Genitori,
insegnanti e babysitter impegnati a far divertire i bambini e a
coinvolgerli durante la quarantena, potrebbero aver bisogno di un
po’ di magia. Sono quindi felicissima di lanciare
Harrypotterathome.com“
Ricordiamo che tutta la saga di
Harry Potter è attualmente visibile in chiaro
su Italia 1, ogni lunedì e martedì in prima serata. I prossimi 6 e
7 aprile ci sarà la messa in onda del capitolo finale del franchise
cinematografico, le due parti di Harry Potter e i Doni della Morte.
Tenet,
l’attesissimo nuovo film di Christopher Nolan, è ancora atteso nelle sale
americane per il prossimo luglio. Al momento è impossibile
prevedere se la Warner Bros. deciderà o meno di posticiparne
l’uscita: tutto dipenderà dal tipo di quadro che si prospetterà a
livello mondiale tra i mesi di maggio e giugno (come
vi avevamo già spiegato in quest’articolo).
In attesa di scoprire quale sarà il
futuro di Tenetal
cinema, parliamo di uno dei più grandi misteri che da sempre
aleggia attorno all’uscita di una nuova opera di Nolan, ossia la
trama del film. In effetti, sono ancora pochissime le informazioni
a proposito della storia che verrà raccontata in Tenet:
secondo alcuni potrebbe essere collegato ad
Inception, andando così ad espandere l’universo
raccontato nel film con
Leonardo DiCaprio del 2010.
Sembra, però, che neanche i membri
del cast siano a conoscenza dell’effettiva trama del film, come
dichiarato in una recente intervista da
Michael Caine, attore feticcio di Nolan che sarà
presente anche in Tenet (dopo aver lavorato con il regista
britannico in
Interstellar,
The Prestige, la trilogia de Il cavaliere oscuro e il già citato
Inception).
Intervistato da
The Hindu, Caine ha parlato del suo sodalizio artistico con
Nolan, confessando che neanche lui sa effettivamente di cosa parla
il nuovo film, e di non sapere neanche
cosa voglia dire il titolo. Queste le sue dichiarazioni:
“Nolan è così riservato che non
mi ha fatto leggere la sceneggiatura. Ho lavorato sul set per un
giorno intero e mi ha dato soltanto le pagine con le mie scene. Ho
fatto la mia parte e girato soltanto con John David Washington. Non
ho più saputo nulla del film da allora.”
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, vede protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse
davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene
descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello
spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura
da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in
corso.
Lo studio ha già fissato la data di
uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con
Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un
mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Lo Studio Ghibli è
ormai noto nel mondo per i propri film d’animazione, opere di
qualità realizzate con una cura oggi difficilmente riscontrabile
altrove. Veri e propri dipinti in movimenti, i lungometraggi dello
studio giapponese sono oggi celebrati in ogni dove, e tra i più
apprezzati vi è Il castello
errante di Howl, diretto da Hayao
Miyazaki. Distribuito al cinema nel 2004, questo si è
da subito imposto come uno dei migliori titoli d’animazione degli
ultimi decenni, ottenendo importanti riconoscimenti e
apprezzamenti. Ecco 10 cose che non sai su Il castello
errante di Howl.
Parte delle cose che non sai sul
film
Il castello errante di Howl: la
trama del film
10. È ambientato in un mondo
magico. Protagonista del film è la giovane Sophie, la
quale si trova ad essere salvata dal misterioso mago Howl nel
momento in cui subisce un’aggressione. Questi la introduce
involontariamente in un mondo ricco di magia, dove la strega delle
Lande Desolate la trasformerà in un’anziana signora poiché gelosa
del rapporto della ragazza con Howl. Incomincerà così un lungo
viaggio per cercare di spezzare l’incantesimo, e tornare alla
normalità.
Il castello errante di Howl è su
Netflix
9. È disponibile sulla
celebre piattaforma. Lo Studio Ghibli ha
ad inizio 2020 annunciato una partnership con il colosso dello
streaming Netflix. Tutti i
film dello studio sarebbero infatti stati distribuiti sulla
piattaforma digitale nell’arco di due mesi, permettendo così al
pubblico di tutto il mondo di poterne fruire. Il
castello errante di Howl è stato uno degli ultimi
arrivati, divenuto disponibile il 1 aprile.
Il castello errante di Howl è
tratto da un romanzo
8. Il film è un adattamento
cinematografico. In pochi sanno che il film non nasce da
un’idea originale, bensì dall’omonimo romanzo di Diana
Wynne Jones. Pubblicato nel 1986 in Inghilterra, il libro
è il primo di una trilogia fantasy. Divenuto particolarmente
celebre e amato in diversi paesi del mondo, questo ha raggiunto
l’attenzione di Miyazaki, il quale ne comprò i diritti per trarne
un film d’animazione.
7. Nel romanzo non c’è
nessuna guerra incombente. Una delle maggiori differenze
operate in fase di trasposizione è quella inerente al tema bellico.
Nel film infatti il regista inserisce tale elemento poiché
all’epoca particolarmente scosso dalla guerra in Iraq. All’interno
del romanzo, invece, non si accenna ad alcun conflitto
incombente.
6. Alcuni personaggi hanno
subito delle trasformazioni. Per poter inserire nel film
il maggior numero di elementi presenti nel romanzo, alcuni
personaggi sono stati uniti in un’unica figura. Ad esempio, la
celebre maga Suliman, negromante di corte e antica maestra di Howl,
è l’unione di due personaggi del libro: il mago di corte Suliman e
la signora Pentstemmon, maestra di Howl.
Parte delle cose che non sai sul
film
Il castello errante di Howl: i
personaggi del film
5. Il protagonista maschile
ha avuto un celebre doppiatore. Nel corso del film Howl si
rivela essere un potente mago, residente nel celebre castello che
si sposta senza meta per le lande desolate. Nella versione inglese
del film, il personaggio è stato doppiato dall’attore Christian
Bale. Dopo aver visto e amato La città incantata, questi fece di tutto pur di poter
partecipare ad uno dei film del noto studio giapponese.
4. Sophie è stata doppiata
in modo differente a seconda del paese. All’interno del
film il personaggio della protagonista Sophie passa da una giovane
età all’essere anziana, il tutto per via di un incantesimo. Per via
di questa trasformazione, il suo doppiaggio è stato adattato in
modi differenti. In Giappone e in Italia ha infatti la voce di
un’unica attrice per entrambe le età, per la versione inglese
invece si è scelto di assegnare la parte ad un’attrice giovane e
una anziana.
3. Uno dei personaggi è
ispirato ad un simbolo della Seconda Guerra Mondiale. Tra
i personaggi più curiosi e iconici del film vi è quello di Testa di
Rapa. Egli, il cui vero nome è Justin, è in realtà un principe
trasformato in spaventapasseri da un maleficio. Per la sua
realizzazione Miyazaki, grande appassionato di conflitti bellici,
si ispirò al personaggio di Spauracchio, simbolo del 22° Gruppo
autonomo caccia terreste.
Il castello errante di Howl a
Venezia
2. Fu presentato alla Mostra
del Cinema. Nel 2004 il film viene portato nel concorso
ufficiale della
Mostra del Cinema di Venezia, entrando così in
competizione per il Leone d’Oro. Il film non vinse il premio, ma
venne accolto in maniera estremamente positiva da parte della
critica e pubblico, permettendo così all’opera di intraprendere un
ricco percorso all’interno della stagione dei premi.
Il castello errante di Howl: le
frasi più belle del film
1. È ricco di frasi divenute
celebri. I film di Miyazaki sono noti non solo per la
bellezza delle loro inquadrature, ma anche per le frasi ricche di
poesia e umanità che arricchiscono i personaggi. Ecco dunque alcune
tra le frasi più belle del film:
– Ma quanti sono i nomi che usi,
eh Howl? – Solo quelli che mi servono per vivere libero.
(Sophie e Howl)
– Quando sei anziano, tutto
quello che ti va di fare è guardare il paesaggio. È così strano.
Non mi ero mai sentita così in pace prima d’ora. (Sophie)
– Vedi quel nuovo colore sul
quadrante? È un nuovo portale. Un regalo per te. Vieni a
vedere. (Howl)
– A quanto pare il tuo vero
amore è innamorato di qualcun altro! (Strega delle Lande)
Quello di Dominic
Cooper è un volto in cui è facile essersi imbattuti almeno
una volta. Negli anni l’attore ha infatti partecipato a celebri
film, dove ha avuto modo di recita al fianco di noti divi
hollywoodiani. Di recente si è inoltre affermato anche sul piccolo
schermo, dove ha consolidato la propria notorietà partecipando a
popolari serie TV. Ecco 10 cose che non sai di Dominic
Cooper.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Dopo essere comparso sul piccolo
schermo nella serie I mondi infiniti di H. H. Wells
(2001), l’attore torna sporadicamente in televisione per recitare
in serie come Down to Earth (2004) e Ragione e
sentimento (2008). Nel 2014 è Ian Fleming in Fleming:
Essere James
Bond (2014), e nuovamente Howard Stark in Agent
Carter (2015-2016). A partire dal 2016 è il protagonista della
serie Preacher, conclusasi nel 2019.
8. Ha partecipato al
doppiaggio di un film. Nel 2010 l’attore esordisce nel
mondo del doppiaggio prestando la propria voce alla tartaruga Sammy
nel film d’animazione belga Le avventure di Sammy. Ad oggi
Cooper non ha più ricoperto il ruolo di doppiatore, ma tornerà a
farlo in occasione dell’attesa serie animata MarvelWhat If… ?,
prevista per il 2021, dove tornerà a ricoprire il ruolo di Howard
Stark.
Dominic Cooper e Ruth Negga
7. Ha recitato con una sua
fidanzata. Dal 2010 l’attore rivela pubblicamente la
propria relazione con l’attrice Ruth
Negga, conosciuta durante le prove dello spettacolo
teatrale Phèdre. I due sono poi andati a vivere insieme a
Londra, loro città natale. Hanno poi recitato più volte insieme,
come nel film Warcraft e la serie Preacher. Nel
2018 i due annunciano di essersi separati, ma il fatto era in
realtà avvenuto due anni prima.
6. Hanno recitato nel ruolo
di due fidanzati. Nella serie Preacher i due
attori hanno ricoperto il ruolo di Jesse Custer e Tulip, fidanzati
all’interno della serie. Nel prepararsi per l’audizione, la Negga
aveva chiesto all’attore di darle una mano nella preparazione.
Leggendo la sceneggiatura, Cooper, si interessò così tanto al ruolo
da richiedere un’audizione per la parte, riuscendo infine ad
ottenere il ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Dominic Cooper e Amanda
Seyfried
5. Ha avuto una relazione
con la nota attrice. A partire dal 2008, l’attore
intraprende una relazione con la collega Amanda
Seyfried, conosciuta sul set del film Mamma
mia, dove interpretavano una coppia di fidanzati prossimi alle
nozze. Nella realtà, tuttavia, i due si sono separati nel 2010.
4. Non hanno avuto problemi
a recitare di nuovo insieme. A ben dieci anni di distanza,
i due attori sono stati richiamati sul set per il sequel Mamma
mia! Ci risiamo, dove hanno ripreso i rispettivi ruoli. I due
hanno tuttavia affermato di non aver avuto problemi nel recitare di
nuovo insieme, essendo rimasti comunque in buoni rapporti.
Dominic Cooper in Preacher
3. Interpretare il
personaggio è stata una sfida. L’attore ha affermato che
dare vita a Jesse nel corso della prima stagione di
Preacher è stato particolarmente impegnativo. Per via
della personalità e dello stato d’animo del personaggio,
particolarmente mutevoli, Cooper aveva infatti la sensazione di
star interpretando ogni settimana un personaggio diverso.
2. Conosceva l’arco
narrativo del personaggio. Spesso gli attori delle serie
non sanno cosa accadrà al proprio personaggio. Non è questo il caso
di Cooper, che invece ha partecipato alle sessioni di scrittura
della serie, sapendo per tanto cosa sarebbe accaduto al personaggio
nel corso delle varie stagioni.
Dominic Cooper: età e altezza
1. Dominic Cooper è nato a
Londra, Inghilterra, il 2 giugno 1978. L’attore è alto
complessivamente 177 centimetri.
Le riprese di Shazam
2, l’annunciato sequel sarebbero dovuto partire
quest’estate: a causa della pandemia di Covid-19, però, la Warner
Bros. potrebbe decidere di posticipare l’inizio della produzione
del film, atteso nelle sale – salvo cambiamenti in corsa – per
aprile 2022.
In una recente intervista con
ComicBook, il regista David F. Sanberg ha
aggiornato proprio sui lavori attorno al sequel e parlato di un
ipotetico slittamento dell’inizio della produzione. Sandberg ha
rivelato che lui e il suo team creativo sono ancora alle prese con
la pre-produzione, impegnati a terminare la sceneggiatura:
“Vedremo come si metteranno le cose… dovremmo iniziare a girare
quest’anno”, ha dichiarato il regista.
“Chi può saperlo per quanto
andrà avanti questa situazione? Tante produzioni e tanti film sono
stati rimandati, quindi vedremo quale sorte toccherà a
Shazam”, ha aggiunto Sandberg. “Per ora, continuo a
lavorare alla sceneggiatura. Ci stiamo ancora lavorando… una volta
che sarà terminata, vedremo tra un paio di mesi come sarà la
situazione.”
Sempre parlando con
ComicBook a proposito della sceneggiatura del sequel, il
regista ha fatto riferimento a Black
Adam, rivelando che il cinecomic con Dwayne
Johnson non sta influenzando la stesura dello
script del suo film:
“Non ho parlato con il team
dietro Black Adam. Immagino che la Warner e la DC siano
perfettamente al corrente di tutto quello che accade all’interno
dei film. Magari hanno un piano più grande… ad oggi, non so cosa
abbiano in mente. Però, sono molto curioso di vedere quel
film…”
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast
Zachary Levi, Asher Angel,
Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman,
Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro
di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso
di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
C’è una domanda che tutti i fan dei
personaggi dei fumetti DC si chiedono: quale sarà il rating del
film? Sarà vietato ai minori? Ricordiamo che il film di David Ayer aveva ricevuto da parte dell’MPAA
un PG-13, ossia un divieto ai minori di 13 anni non accompagnati,
cosa che – inutile negarlo! – ha impedito al film di essere tanto
violento ed estremo quanto lo erano da sempre i suoi
personaggi.
Adesso, durante un Q&A su
Twitter, James Gunn ha stuzzicato la curiosità dei fan
rivelando di conoscere il rating che avrà il suo film, ma di non
poterlo ancora rivelare. Considerati i personaggi che compongono la
Squadra Suicida, un divieto ai minori di 17 anni (il famoso
“restricted” imposto anche a Joker
di
Todd Phillips) potrebbe far sperare in un film molto diverso
rispetto a quello arrivato al cinema nel 2016, permettendo anche a
Gunn di poter giocare maggiormente con i dialoghi e con le scene
d’azione.
Il cast ufficiale comprende i
veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new
entry Idris
Elba, Michael Rooker,
Peter Capaldi, Nathan
Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm
Reid, Taika
Waititi eJohn Cena. Nel
film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin
Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz,
Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan
Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i
lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità
di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato
grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati
nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Mettete su i vostri auricolari ed
ascoltate una delle scene più epiche di Avengers: Endgame in 8D!
La tecnologia, che dà un’esperienza
tutta nuova dell’audio, è stata applicata alla scena in cui,
attraverso i portali di Doctor Strange, tutti i vendicatori
si schierano accanto a Steve Rogers, sul campo di
battaglia, per fronteggiare l’esercito di Thanos.
Ricordiamo che Avengers:
Endgame è il film di maggiore incasso
dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un
arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Forse è un genere che non metterà
d’accordo tutti, ma è innegabile quanto i film horror forniscano – almeno a chi è in
grado di apprezzarli – una sensazione di catarsi. Si tratta di un
genere che concede allo spettatore la possibilità di esplorare e di
confrontarsi con le sue paure e le sue ansie più profonde,
nonostante troppo spesso goda di una “cattiva reputazione”.
Di seguito abbiamo pensato di
raccogliere 10 film claustrofobici (perché magari basati sul tema
dell’isolamento o perché ambientati all’interno di una singola
location) che sono tranquillamente reperibili su Netflix e che, forse, potrebbero aiutarvi a
trascorrere meglio queste giornate di reclusione forzata.
Dopotutto, quale momento migliore per lasciarsi andare ad un buon
film horror e magari riflettere con più attenzione e con i dovuti
pesi e misure su quanto stiamo vivendo?
Il gioco di Gerald
Diretto da
Mike Flanagan (regista del più recente Doctor
Sleep),Il gioco di Gerald è forse uno dei suoi lavori più
sottovalutati. Basato sull’omonimo romanzo del maestro del brivido
Stephen King, il film segue la sfortunata Jessie Burlingame
che, a causa di un gioco erotico finito male, si ritrova
ammanettata ad un letto senza alcuna possibilità di fuga. Sorretto
da momenti visivamente suggestivi e da una sceneggiatura a dir poco
perfetta, Il gioco di Gerald è una delle rappresentazioni
più intime dell’orrore e delle sue conseguenze, soprattutto a
livello psicologico. Intrecciando momenti tensivi ad altri
particolarmente inquietanti, è un film che vi resterà “addosso”
anche dopo la fine della sua visione.
Sono la bella creatura che vive in questa casa
Forse uno degli horror presenti su
Netflix che ha destato maggiori discussioni tra gli
utenti: al di là di ogni personalissimo (e legittimo) giudizio,
Sono la bella creatura che vive in questa casa è uno dei
film a tema più interessanti disponibili al momento sulla
piattaforma. Scritto e diretto dal nuovo talento dell’horror Osgood
Perkins (figlio del più celebre Anthony), il film sfrutta la
collaudata formula della casa stregata per costruire un racconto
atipico e disturbante. Prendendosi i suoi tempi, costruendo la
tensione in maniera lenta e graduale, e senza mai scadere nei
cliché più abusati, Sono la bella creatura che vive in questa
casa è sostanzialmente un crescendo di inquietudine. Un film
destinato sicuramente a dividere, ma senza alcun dubbio adatto a
chi è in cerca di una grande storia di fantasmi che richiama alcuni
grandi classici del passato.
Il buco
Si tratta
di un’aggiunta abbastanza recente al catalogo Netflix, tanto
bizzarra quanto inquietante. Il buco è un horror spagnolo
ambientato in un mondo distopico in cui i cittadini – divisi per
classe – sono intrappolati in un grattacielo claustrofobico: il
cibo viene consegnato ai residenti da una piattaforma discendente
che dai piani superiori arriva fino a quelli inferiori;
naturalmente, a mano a mano che si procede dall’alto verso il
basso, la piattaforma contiene soltanto avanzi. I piani vengono
rimescolati in base al comportamento e alla conformità dei
cittadini, facendo così de Il buco una riflessione amara e
non poco contorta sulla società, sulla lotta di classe e sulla
politica, con richiami all’orrore orwelliano descritto nei romanzi
del celebre scrittore.
Nell’erba alta
Quando Becky, incinta, e il suo
amorevole fratello Cal compiono un viaggio in auto attraverso la
campagna per raggiungere la casa della zia, vengono improvvisamente
distratti dal suono di un giovane ragazzo in difficoltà nascosto
tra l’erba di un campo vicino, che richiama la loro attenzione.
Spinti ad indagare, i fratelli si addentrano nel campo e vengono
ben presto trascinati in un inevitabile incubo tra veglia e sogno e
perseguitati da una misteriosa entità soprannaturale. Nonostante
sia ambientato in un grande spazio aperto, Nell’erba
alta riesce comunque a restituire allo spettatore quella
schiacciante sensazione di claustrofobia. Basato sull’omonimo
racconto scritto da
Stephen King e da suo figlio Joe Hill, si tratta di un
adattamento abbastanza fedele della storia originale
Outfall
Un uomo rapisce la proprietaria di
un negozio di fiori e la rinchiude in una piccola stanza
insonorizzata all’interno del suo appartamento nel tentativo di
estorcerle un segreto sul suo passato. Interpretato da Kelly Reilly
e Luke
Evans (nelle inediti vesti di un apparente psicopatico),
Outfall – conosciuto anche col titolo 10×10 – è
un discreto thriller claustrofobico ambientato quasi interamente
all’interno di una stanza di reclusione, con soltanto due
personaggi. Un gioco delle parti che sembra chiaro fin dall’inizio
ma che, a mano a mano, svelerà sembra più verità e colpi di scena
inaspettati.
Panic Room
Ovviamente, non potevamo fare
riferimento ad almeno un grande classico del genere. Panic
Room, diretto da
David Fincher nel 2002, è uno dei thriller claustrofobici più
riusciti della storia del cinema contemporaneo. Una donna (Jodie
Foster) e sua figlia (una giovanissima
Kristen Stewart) si ritrovano a giocare al gatto e al topo con
tre rapinatori (uno dei quali interpretato da
Jared Leto) nella loro casa di New York City, nascondendosi in
una camera blindata. Cos’altro aggiungere? Un grande classico da
scoprire e riscoprire ancora…
Creep
Scritto, prodotto e interpretato dal
prolifico attore, sceneggiatore e regista Mark Duplass,
Creep è stata una piacevole sorpresa per molti fan
dell’horror quando uscì nel 2014. Grazie alla sua trama contorta e
al suo umorismo cupo, il film è riuscito a respirando nuova linfa
vitale al sottogenere del found-footage, senza dimenticare
l’affascinante performance dello stesso Duplass che ha contribuito
a rendere il film un vero e proprio cult tra la cerchi di
appassionati. Il film segue le vicende di un videografo al verde
che accetta un lavoro in una cittadina sperduta tra le montagne per
scoprire soltanto in seguito che il suo cliente ha in mente un
piano decisamente inquietante. Sempre su Netflix è presente anche
il sequel, Creep 2, uscito nle 2017. Un terzo capitolo è
attualmente in fase di produzione.
Il rituale
Quattro amici legati da una lunga ma
difficoltosa amicizia, fanno un viaggio nella selvaggia natura
svedese, dalla quale potrebbero non fare più ritorno. Al pari di
Nell’erba alta, anche Il rituale, pur
non svolgendosi all’interno di spazi molti ampi, è in grado di
instillare nello spettatore inquietudine ed angoscia per tutta la
sua durata. Il capanno abbandonato in cui si svolge la prima parte
dell’azione, mescolato alle ambientazioni naturali e selvagge
(piene di pericoli la cui origine è criptica e devastante) dove si
sviluppa il resto della storia e all’incertezza del destino dei
protagonisti, contribuiscono a genere un autentico senso di
claustrofobia.
Hush – Il terrore del silenzio
Se siete
alla ricerca di un home invasion davvero fatto bene,
allora Hush – Il terrore del silenzio del 2016, del già
citato
Mike Flanagan, è il thriller che fa al caso vostro. Il film
segue la storia di una scrittrice sorda che ha scelto di vivere in
solitudine tra i boschi ma che una notte è costretta a lottare per
sopravvivere quando un misterioso killer mascherato irrompe nella
sua abitazione. Incredibilmente teso e pieno zeppo di
jumpscare davvero ben congeniati, Hush – Il terrore
del silenzio si distingue come thriller/horror davvero
intelligente: la disabilità uditiva della protagonista Maddie,
infatti, è il punto cruciale da cui derivano tutte le paure
affrontate nel film. Un home invasion raccontato
attraverso una nuova prospettiva, forse non originalissimo ma
sicuramente degno di nota.
Madre!
Chiudiamo con uno dei film più
controversi degli ultimi anni, Madre! di Darren Aronofsky con
Jennifer Lawrence. Destinato a far parlare di sé ancora negli
anni a venire (come, del resto, fanno i veri grandi film!), il film
racconta della vita privata di un poeta e di quella di sua moglie
che va lentamente in pezzi quando una serie di ospiti sconosciuti –
a turno – cominciano a fare loro visita e ad invadere la loro casa
tranquilla e isolata. Un’opera controversa, disturbante e
profondamente inquietante, ricca di riferimenti biblici e
filosofici. Un viaggio allucinante e allucinato dal quale farsi
travolgere dall’inizio alla fine.
Lo scorso 24 marzo, al debutto di
Disney+, moltissimi abbonati
al servizio di streaming della Casa di Topolino avevano notato
l’assenza di uno dei classici d’animazione più amati della
produzione disneyana, La Spada nella
Roccia.
Da oggi, per fortuna, quella lacuna
del catalogo Disney+ è stata colmata e infatti
potete godere del film in tutta la sua magica bellezza (qui).
Rispolverate la magia del classico
con la bellissima introduzione del film:
La spada nella roccia
(The Sword in the Stone) è un film del 1963 diretto
da Wolfgang Reitherman. È un film d’animazione
prodotto dalla Walt Disney Productions e uscito negli Stati Uniti
il giorno di Natale del 1963, distribuito dalla Buena Vista
Distribution. 18° Classico Disney, fu l’ultimo ad uscire prima
della morte di Walt Disney ed è stato anche l’ultimo ad essere
prodotto tutto sotto la supervisione di quest’ultimo.
Uscito nelle sale a maggio del 2018,
Solo è stato il secondo spin-off della saga
di Star Wars dopo Rogue
One. Nonostante la travagliatissima produzione (con
Phil Lord e Chris Miller che abbandonarono il progetto durante
le riprese e vennero sostituiti in corsa da Ron
Howard), all’epoca del suo debutto in sala il film venne
accolto abbastanza positivamente dalla critica, nonostante siano in
molti a ritenerlo uno dei film minori dell’intero franchise.
Purtroppo, il flop al box office del
film ha costretto la Disney e la Lucasfilm a fare un passo indietro
e a bloccare la produzione di eventuali altri spin-off, mettondo
così la parole fine alla saga antologica di Guerre
Stellari dopo appena due episodi. Eppure, nell’ultimo periodo,
in seguito al debutto di Disney+, si sono susseguiti una serie di rumor
a proposito di un possibile sequel di
Solo destinato proprio alla piattaforma di
streaming.
Sfortunatamente, ciò non accadrà
mai. A confermarlo è stato Joe Kasdan,
co-sceneggiatore del film, via Twitter.
Un fan ha infatti chiesto al diretto interessato aggiornamenti su
un eventuale Solo 2. Questa è stata la risposta di
Kasdan:
“Credo che al momento nessuno
stia perseguendo un sequel di Solo. A questo punto, sarebbe un
progetto davvero difficile da vendere e il catalogo Disney+ è già pieno di tantissimi
titoli legati a
Star Wars… il mio lavoro sul personaggio è finito da un pezzo,
ma sono contento che ci siano persone che vorrebbero ancora vederne
su di lui.”
Diretto da Ron
Howard,
Solo è interpretato da Alden
Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover, Thandie
Newton, Phoebe Waller-Bridge e Paul Bettany, insieme a
Joonas Suotamo che torna a interpretare Chewbacca.
Solo porterà il pubblico a bordo del Millennium
Falcon, in una nuova avventura incentrata sulla canaglia più amata
della galassia lontana lontana. Attraverso una serie di audaci
bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso,
Han Solo fa amicizia con il suo
futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato
giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà
il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Scritto da Lawrence Kasdan &
Jonathan Kasdan, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison
Shearmur e Simon Emanuel, mentre Lawrence Kasdan, Jason McGatlin,
Phil Lord e Christopher Miller sono i produttori esecutivi.
Promette di essere solo il primo di
una lunga serie di film sul COVID-19 e sulla
situaizone senza precedenti che il mondo sta vivendo nelle ultime
settimane. Ecco il trailer di Corona, il
primo film sul coronavirus realizzato da Mostafa
Keshvari, regista iraniano al suo secondo
lungometraggio.
“L’idea mi è venuta un paio di
mesi fa quando stavo leggendo una notizia di una turista cinese
aggredita, ero in ascensore e ho pensato di ambientare la storia in
un ascensore” ha dichiarato il regista che adesso si trova ad
essere il primo arrivato di quella che sicuramente, da qui a
diversi mesi, sarà un tema abbondantemente sfruttato da cinema e
tv.
La storia è quella di un gruppo di
sei persone, condomini, che si allarmano quando, in ascensore con
loro, sale una ragazza cinese, recentemente trasferitasi
nell’edificio. Il film è stato girato all’inizio della diffusione
del virus, per cui si basa principalmente sui pregiudizi che
all’inizio circolavano intorno alla trasmissione dello stesso.
La ragazza cinese è quindi vista
come una minaccia. E così, come in ogni storia che si rispetti, la
vicenda raccontata diventa specchio di un malessere della società,
una cartina di tornasole della situazione in cui versa la
civiltà.
Il regista commenta: “Il virus
non discrimina nessuno, tutti possono essere infettati, non dunque
perché noi esseri umani dovremmo discriminare altri esseri
umani”.
Corona è
ambientato interamente all’interno dell’ascensore ed è realizzato
in un unico piano sequenza, una ripresa continuata, quasi una
documentazione di tutto ciò che avviene in quello spazio ristretto,
con la complicità di paura e razzismo.
Prodotto in Canada, il film è stato
girato a Vancouver. Ovviamente, il regista non aveva previsto il
lockdown mondiale e sperava solo di far circolare il suo lavoro nel
circuito dei festival.
Il celebre canale YouTube Screen Junkies ha realizzato un nuovo
trailer onesto che si prende gioco di uno dei film più popolari che
nessuno ha ancora avuto modo di vedere: la tanto chiacchierata
#SnyderCut di Justice
League, il cinecomic diretto da Zack Snyder nel 2017 e di cui – come rivelato
dallo stesso regista negli ultimi mesi – esisterebbe una versione
che ne rispecchia la sua visione originale.
In occasione del 1° aprile (giorno
in cui cade la tradizione del famoso “pesce”), Screen Junkies ha creato un trailer
onesto per la #SnyderCut di Justice
League che – in sostanza – si prende gioco dei
fan e di quanto alte siano le loro aspettative nei confronti di
questo “film fantasma” che nessuno ha mai visto. Il trailer si
prende gioco della Director’s Cut, presagendo che passerà alla
storia come “il più grande film mai realizzato”.
Potete vedere l’esilarante trailer onesto di seguito:
Nelle ultime settimane sono emersi
ulteriori dettagli circa la lavorazione “travagliata” di
Justice
League, con Zack Snyder che ha spiegato che i cambiamenti
apportati in itinere sono stati causati da varie interferenze con
lo studio:
“Partivamo con l’idea che una
minoranza di persone non aveva amato Batman v Superman, e questo ha avuto un
effetto anche sul film successivo. La mia versione originale del
film, che avevo scritto insieme a Chris Terrio, non è mai stata
girata. L’idea reale, difficile, e spaventosa, non è mai stata
realizzata per le paure dello studio, e io e miei collaboratori
eravamo insicuri proprio a causa della reazione scatenata da Batman
v Superman […]
Sarebbe stata una lunga storia
da raccontare…saremmo finiti in un futuro a distanza dove
Darkseid conquistava la Terra e dove Superman cedeva all’equazione
dell’anti vita. Alcuni membri della Justice League sopravvivevano in quel mondo
combattendo, Batman rompeva il suo patto con Cyborg e Flash tornava
indietro nel tempo per dire qualcosa a Bruce…“
L’uscita di Wonder
Woman 1984 è stata
di recente posticipata da giugno ad agosto 2020 a causa della
pandemia di Covid-19. In attesa di poter finalmente vedere sul
grande schermo il sequel diretto ancora una volta da Patty
Jenkins, arrivano delle interessanti dichiarazioni su un
possibile spin-off dedicato alle Amazzoni da parte
dell’attrice Connie Nielsen, che nel primo
Wonder
Woman aveva interpretato la regina Ippolita.
Intervista da
ComingSoon.net, infatti, la Nielsen ha parlato di un potenziale
spin-off del franchise dedicato alle Amazzoni, rivelando che non
solo lei amerebbe l’idea, ma anche il resto del cast. Alla fine del
2019, in occasione del Comic Con Experience di San Paolo, in
Brasile,
la regista Patty Jenkins aveva rivelato che lei e la Warner
Bros. stavano già pensando ad un possibile film interamente
dedicato alle guerriere e alla mitologia di Themyscira. All’epoca
la Jenkins disse che il progetto era “ancora tutto da
sviluppare.”
Cosa ne pensate? A voi piacerebbe uno spin-off sulle
Amazzoni?
Vi ricordiamo che Wonder
Woman 1984 uscirà il 14 agosto 2020. Il film
è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“,
che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello
stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente
capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito
tradizionale definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
“Il film racconterà un lasso di
tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio
di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi.
Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che
potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco
di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le
corde del cuore.“
L’ordine cronologico del personaggio
è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era
contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder
Woman. Il sequel vedrà ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redidivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal.
Arriva da
The Hollywood Reporter la notizia che Edgar Wright dirigerà l’adattamento
cinematografico del romanzo Set My Heart to Five
di Simon Stephenson. Al momento, però, non è
chiaro come si collocherà il progetto all’interno della schedule
del regista, già piena di diversi altri titoli in cantiere.
Il romanzo di Stephenson mescola
satira, fantascienza, narrativa di formazione e distopia, un mix di
generi che si rivelerà sicuramente congeniale allo stile di Wright,
come già dimostrato grazie alla Trilogia del Cornetto e a
Baby Driver. La storia è ambientata nel 2054 e segue le
vicende di un androide di nome Jared, che lavora come dentista. Un
giorno Jared scopre i film degli anni ’80 e ’90 e decide di
intraprendere una missione speciale: convincere gli umani che a lui
e agli altri androidi dovrebbe essere concessa la possibilità di
provare dei sentimenti. La missione lo condurrà attraverso un
viaggio lungo la costa occidentale degli Stati Uniti con
l’obiettivo di incontrare il suo programmatore e scrivere la
sceneggiatura di un film che sia in grado di cambiare il mondo.
Lo stesso Simon
Stephenson sarà coinvolto nell’adattamento cinematografico
in qualità di sceneggiatore. La Working Title si occuperà della
produzione, mentre la distribuzione è stata affidata alla Focus
Features, divisione della Universal Pictures.
Per quanto riguarda
Last Night in Soho, il nuovo film di Edgar Wright al quale il regista sta
attualmente lavorando, la pellicola dovrebbe arrivare nelle sale
americane il prossimo 8 ottobre (ma al momento l’attuale situazione
relativa alla pandemia di Covid-19 potrebbe far slittare
l’uscita).
Nel cast del film
figurano Anya
Taylor-Joy, Terence
Stamp, Diana Rigg, Matt
Smith e Thomasin McKenzie. Il regista
britannico ha definito il film come un thriller che si ispira alle
atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso shocking (Don’t
Look Now) di Nicolas
Roeg e Repulsione di Roman
Polanski.
Tra i prossimi progetti di Wright
figura anche un documentario sulla rock
band Sparks, di cui il regista ha già
raccolto del materiale e filmato il concerto al O2 Forum Kentish
Town di Londra a Maggio 2018.
Scarlett Johansson tornerà a vestire i panni
di Natasha Romanoff nel prossimo film dei Marvel Studios, l’attesissimo
Black Widow che
purtroppo
è stato posticipato a data da destinarsi a causa della pandemia
di Covid-19 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane il 1
maggio).
Come sappiamo, l’attrice candidata
all’Oscar per Storia di un matrimonio e JoJo Rabbit ha fatto il suo debutto nei panni
dell’eroina in
Iron Man 2 del 2010. Adesso, grazie a
Christopher Marc di HNE, abbiamo la possibilità di
dare uno sguardo al primissimo costume test della Johansson nei
panni di Vedova Nera per il film di Jon
Favreau.
Nell’immagine, il costume sembra
essere praticamente identico a quello che abbiamo visto nel film,
anche se forse è un tantino più aderente sulle spalle. La
differenza più grande è rappresentata ovviamente dai capelli di
Scarlett, poiché l’attrice nel film ha sfoggiato una parrucca
riccia.
La regia
di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David
Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
L’attrice Carey
Mulligan vanta una filmografia composta ancora da pochi
titoli, ma questi sono tutti grandi successi di critica e di
pubblico. Grazie alla sua collaborazione con autori e attori
rinomati, la Mulligan ha così avuto modo di maturare e affermarsi,
ottenendo numerosi riconoscimenti di prestigio e venendo indicata
come una delle interpreti più promettenti della sua generazione.
Ecco 10 cose che non sai di Carey Mulligan.
9. Ha recitato in alcune
serie TV. Nel corso della sua carriera l’attrice non ha
mancato di comparire sul piccolo schermo, all’inizio della sua
carriera per Bleak House (2005) e The Amazing Mrs
Pritchard (2006), dove ricopre il ruolo di Emily Pritchard.
Compare in seguito in alcuni episodi delle serie Waking the
Dead (2007), Trial & Retribution (2006-2007) e
Doctor Who (2007). Dopo un periodo in cui si
è concentrata prevalentemente sul cinema, l’attrice torna in
televisione per The Walker (2015) e Collateral
(2018).
8. È stata nominata
all’Oscar. Nel 2010 la Mulligan riceve la sua prima
nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista per il film
An Education. In questo interpreta una giovane ragazza dei
sobborghi di Londra, nel 1960. La sua esistenza verrà sconvolta nel
momento in cui nella sua vita entra un uomo con il doppio della sua
età. Si è trattato per il primo ruolo da protagonista per
l’attrice, che ha così avuto modo di sfoggiare il proprio talento
ottenendo importanti riconoscimenti.
Carey Mulligan: chi è suo
marito
7. È sposata. Dopo
aver avuto una frequentazione di circa un anno con l’attore
Shia
LaBeouf, conosciuto sul set di Wall Street – Il
denaro non dorme mai, l’attrice intraprende una relazione con
MarcusMumford, noto per essere
il cantante e leader del gruppo indie folk Mumford & Sons. I due si
sono in seguito sposati nell’aprile del 2012.
6. Hanno avuto due
figli. Particolarmente riservata, la coppia ha raramente
rilasciato informazioni riguardante la loro vita sentimentale. Tra
i pochi annunci fatti vi sono tuttavia quelli relativi alla nascita
dei loro due figli, rispettivamente nel 2015 e nel 2018. In seguito
alla loro nascita hanno ulteriormente evitato un’esposizione
mediatica delle loro vite.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Carey Mulligan in Il Grande
Gatsby
5. Ha saputo di aver vinto
il ruolo mentre era ad un party. Nel 2013 l’attrice aveva
già ottenuto una grande visibilità, ma fu probabilmente il ruolo di
Daisy nel film Il grande
Gatsby a farla conoscere ad un pubblico più vasto.
L’attrice fu informata dal regista Baz Luhrmann di
aver ottenuto la parte mentre era ad un importante evento di gala.
Per la gioia iniziò a piangere, facendo preoccupare le celebrità
che le stavano intorno.
4. Non è soddisfatta della
sua interpretazione. L’attrice ha ammesso di non essere
una fan della propria recitazione per questo film. Affermò infatti
di essersi sentita sopraffatta dall’imponenza del progetto, e per
questo per gli anni successivi decise di dedicarsi solo a progetti
di più piccola natura, dove fosse possibile concentrarsi
maggiormente su quanto si svolgeva.
Carey Mulligan in Suffragette
3. Non si è lavata i capelli
per settimane. Nel film Suffragette, la Mulligan
interpreta una delle donne che nella Londra del 1912 diedero vita
al movimento che richiedeva il diritto di voto per le donne. Per
calarsi meglio nel personaggio, e rappresentare la malsana
condizione delle donne dell’epoca, l’attrice decise di non lavarsi
i capelli per diverse settimane, così come di non ricorrere ad
alcun tipo di trucco, per rendere il suo personaggio più
realistico.
2. Ha apprezzato la presenza
di una sua co-protagonista. Nel film l’attrice recita
accanto ad Helena Bonham
Carter. Quest’ultima era solita dar vita a numerose
situazioni comiche, molte delle quali spesso comportarono
l’interruzione delle riprese. La Mulligan affermò che la presenza
della Carter si rivelò fondamentale per spezzare il velo di serietà
che si era instaurato durante il set.
Carey Mulligan: età e altezza
1. Carey Mulligan è nata a
Londra, Inghilterra, il 28 maggio 1985. L’attrice è alta
complessivamente 170 centimetri.
Tra gli attori della sua generazione
più interessanti a livello artistico, Garrett
Hedlund ha negli anni accresciuto la propria fama
partecipando a film mainstream e ad importanti opere d’autore. Si è
così affermato come attore completo, capace di ricoprire ruoli ben
diversi l’uno dall’altro. Negli ultimi anni ha poi consolidato il
proprio talento costruendo una filmografia di tutto rispetto.
Ecco 10 cose che non sai di Garrett Hedlund.
9. Ha recitato in una nota
serie TV. Nel 2018 l’attore partecipa alla serie
Mosaic, ideata e diretta da Steven
Soderbergh. Qui ricopre il ruolo di Joel Hurley,
aspirante artista che vive nella proprietà di Olivia, la
protagonista della storia. La particolarità della serie è quella di
essere costruita per essere interattiva. Essa può infatti essere
seguita come una normale serie TV, oppure lo spettatore può
interagire scegliendo, attraverso un’apposita app, da quale
prospettiva guardare la stessa trama.
Garrett Hedlund e Emma Roberts
8. Ha una relazione con
l’attrice. Dopo aver avuto una relazione di diversi anni
con l’attrice Kirsten
Dunst, l’attore ha reso noto di stare attualmente
frequentando l’attrice Emma
Roberts, nota per i suoi ruoli nella serie
American Horror Story. I due sono stati fotografati per la
prima volta insieme nell’aprile del 2019, e da allora hanno
mantenuto riservata la propria relazione.
Garrett Hedlund in Eragon
7. Aveva un ruolo nel film
fantasy. Tra i primi ruoli che hanno contribuito alla
popolarità dell’attore vi è quello di Murthag nel film fantasy
Eragon. Il suo personaggio è infatti tra i principali
all’interno della storia, impegnato a seguire il protagonista in
tutte le sue pericolose avventure, rivelandosi una spalla
fondamentale.
6. Ha anche doppiato il
personaggio. Parallelamente all’uscita del film in sala è
stato rilasciato un videogioco che ricalcava le avventure del
giovane Eragon. Qui Hedlund ha avuto modo di doppiare il
personaggio interpretato anche nel film. Questa rappresenta la
prima, e per ora unica, incursione dell’attore nel mondo del
doppiaggio.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Garrett Hedlund in Unbroken
5. Ha letto un prezioso
diario per prepararsi al ruolo. Per interpretare il ruolo
di John Fitzgerald, uno dei protagonisti del film
Unbroken, tratto ad una storia vera, l’attore si è
preparato leggendo articoli e libri a riguardo. In particolare, ha
avuto modo di consultare il diario personale del vero Fitzgerald,
dove egli annotava le proprie imprese e i propri pensieri. Per
Hedlund questo è stato fonte di grande aiuto per l’immedesimazione
nel personaggio.
4. Ha apprezzato molto il
lavoro svolto dalla regista.Unbroken segna il
ritorno alla regia per Angelina Jolie, con la
quale l’attore ha dichiarato di aver lavorato bene come poche altre
volte nella sua carriera. In particolare, è rimasto affascinato
dalla grande disponibilità della Jolie ad accogliere suggerimenti e
idee da parte degli attori, rendendo il set un posto decisamente
accogliente.
Garrett Hedlund è Patroclo in
Troy
3. È stato il suo primo
ruolo da attore. Esattamente un mese dopo essersi
trasferito a Los Angeles per inseguire il proprio desiderio di
diventare un attore, Hedlund viene scelto per il ruolo di Patroclo
nel film Troy. Per l’attore si è trattato di una grande
occasione, poiché pur ricoprendo un personaggio secondario ha avuto
modo di sfoggiare buone doti da interprete.
2. Ha messo su massa
muscolare. Per ricoprire il ruolo del guerriero Patroclo,
l’attore si è dovuto sottoporre ad un duro allenamento che lo ha
portato a guadagnare ben 13 chili di muscoli. Ciò era strettamente
necessario in un film che faceva della prestanza fisica uno dei
suoi punti chiave.
Garrett Hedlund: età e altezza
1. Garrett Hedlund è nato a
Roseau, in Minnesota, Stati Uniti, il 3 settembre 1984.
L’attore è alto complessivamente 186 centimetri.
La produzione di Jurassic
World: Dominion era partita ufficialmente lo
scorso 25 febbraio, ma dopo poche settimane le riprese sono state
sospese a causa dell’emergenza Coronavirus. Al momento non sappiamo
quando il regista Colin Trevorrow e il cast
torneranno sul set; sappiamo però che i lavori sul film non si sono
interrotti.
Come mostrato proprio da Trevorrow
attraverso il suo account Instagram, i lavori
su Jurassic
World: Dominion continuano: il regista, infatti,
ha postato un’immagine che lo ritrae intento a lavorare sul
materiale girato fino ad ora direttamente dalla sua abitazione. La
pandemia di Covid-19 ha spinto anche l’industria cinematografica ad
adottare – laddove possibile – delle misure precauzionali per
cercare di arginare i contagi: proprio per questo, diversi registi
e e tecnici dell’industria sono attualmente al lavoro sui propri
progetti da remoto.
Potete vedere il post condiviso da Colin
Trevorrow di seguito:
Jurassic
World: Dominionvedrà
sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice
Smith, Daniella Pineda, Jake
Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr.
Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti
per l’ultima volta nelJurassic Park
3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato
da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare
in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World: Il Regno
Distrutto.
Alla regia torna Colin
Trevorrow, che ha pubblicato il
cortometraggio Battle at Big
Rock, i cui eventi sono ambientati un anno
dopo Jurassic World:
Il Regno Distrutto mostrando i dinosauri che
vivono nel nostro mondo e lottano per la sopravvivenza. Vi
ricordiamo che Jurassic
World 3 uscirà nelle sale l’11 giugno 2021.
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha chiuso
ufficialmente la Saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977 con
Una Nuova Speranza, ma è anche il film che ha chiuso una
trilogia tanto amata quanto discussa, che ha letteralmente diviso
in due il fandom del popolare franchise.
Sappiamo quanto il film di J.J. Abrams abbia lasciato parecchie domande
nello spettatore, domande che hanno trovato risposta grazie al
romanzo basato sul film e pubblicato negli Stati Uniti lo scorso
marzo. Di recente, grazie ad un articolo di
Business Insider, è stato reso noto un estratto dal libro “The
Art of Star Wars: The Rise of
Skywalker” in cui il co-sceneggiatore del film Chris
Terrio parla del processo di scrittura di Episodio
IX, a sostegno di quanto la lavorazione del film sia stata
travagliata.
Potete leggere la traduzione dell’estratto di seguito:
“Non ho mai riscritto un film
così tante volte come L’Ascesa di Skywalker. Era come una marea.
Ogni mattina avevamo una nuova sceneggiatura. Continuavamo ad
impegnarci e impegnarci ancora, pensando ogni volta che non andasse
abbastanza bene. Non andava mai abbastanza bene. Il team produttivo
era così bravo che riusciva sempre ad adattarsi. Modificavamo
sempre tutto in corso d’opera: provavamo nuove cose, alcune non
andavano bene e altre erano alquanto ambiziose. Alcune cose lo
erano davvero troppo. Altre cose erano troppo complicate e altre
troppo semplici. Altre cose troppo nostalgiche, altre troppo
innovative o troppo strane. Cercavamo di trovare il giusto
equilibrio.”
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e
Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin
sono i produttori esecutivi.
Nella giornata di ieri abbiamo
appreso che la Sony Pictures – a causa dell’emergenza Covid-19 – ha
deciso di apportare
una serie di modifiche al calendario delle sue uscite
cinematografiche. A slittare di un anno sono stati anche film come
Morbius
e
Ghostbusters: Legacy, entrambi attesi
nelle sale per il prossimo luglio.
Pare però che a non subire alcun
tipo di stillamento – almeno per il momento – sia stato
Venom
2, l’attesissimo sequel del film con Tom
Hardy: sembra infatti che il cinecomic sia ancora
legato alla sua release originale, fissata per il prossimo 2
ottobre. Ma non è tutto: come leggiamo su
Deadline, pare che il primo trailer ufficiale sia in dirittura
d’arrivo, e che potrebbe fare il suo debutto nei prossimi
giorni.
Come già annunciato dal
finale del precedente capitolo, in Venom
2assisteremo allo scontro tra il simbionte
e Cletus Kasady, aka Carnage, uno
degli antagonisti più celebri dei fumetti su Spider-Man. Nel cast
del sequel anche Michelle
Williams (Fosse/Verdon) nei panni di Anne
Weying, Woody
Harrelson (Zombieland: Doppio colpo) nei panni di
Cletus Kasady/Carnage, Naomie Harris (No
Time to Die) nei panni di Shriek e l’attore
inglese Stephen Graham.
Nel frattempo è stato
ufficializzato anche il nome di Robert
Richardson in qualità di direttore della fotografia.
“Ciò che era rimasto inesplorato nel primo film esploderà nel
secondo, soprattutto grazie al personaggio centrale” ha
dichiarato Richardson, “Ma ora abbiamo Woody Harrelson, che
ovviamente farà la sua grande entrata, vedremo cos’altro accadrà
con la collaborazione tra Sony e Marvel.”
Vi ricordiamo
che Tom
Hardy tornerà a interpretare Eddie Brock anche
nel sequel di Venom, progetto già in sviluppo
dopo l’inaspettato successo al box office dello scorso autunno, e a
confermarlo è stata la produttrice Amy Pascal.
Proseguono le iniziative Sky per
l’emergenza Covid-19. Per contrastare il diffondersi del
Coronavirus siamo chiamati a stare ancora a casa, e Sky vuole
continuare ad essere vicina ai suoi abbonati in questo momento di
difficoltà.
Per questo dal 4 al 30 aprile Sky
accenderà due nuovi canali Cinema per tutti gli abbonati satellite,
fibra e digitale terrestre, senza costi aggiuntivi. Il canale Sky
Cinema #IoRestoACasa 1 (numero 310 di Sky, numero 471 sul digitale
terrestre) sarà dedicato all’entertainment per tutta la famiglia
con i film più recenti, i grandi cult del passato e prime visioni
tra cui Il giorno più bello del mondo di e con Alessandro Siani e Mio fratello
rincorre i dinosauri con Alessandro Gassmann e Isabella
Ragonese. Sarà inoltre l’occasione per rivedere alcuni classici con
l’indimenticabile Alberto Sordi, nell’anno del centenario della
nascita, ma anche iconiche commedie come Se scappi, ti sposo con
Julia Roberts e Richard Gere.
Sky Cinema #IoRestoACasa 2 (numero 311 di Sky, numero 473 sul
digitale terrestre) è il canale dell’adrenalina e delle emozioni
forti, che propone prime TV come Rambo – Last Blood, ovvero il
ritorno di Sylvester Stallone con il suo indimenticabile
personaggio, classici intramontabili come la Trilogia del dollaro
di Sergio Leone e grandi film italiani come Il primo re di Matteo
Rovere, Il traditore di Marco Bellocchio e Lo chiamavano Jeeg Robot
di Gabriele Mainetti.
I due canali saranno disponibili anche sull’app Sky Go per
guardarli su smartphone, tablet e PC, e un’ampia selezione dei loro
contenuti sarà fruibile anche on demand.
Inoltre, per il mese di aprile,
agli abbonati che hanno già tutti i pacchetti Sky saranno offerti,
ogni settimana, alcuni film su Primafila. Dopo il grande successo
de L’Immortale questa settimana i film disponibili saranno tre:
Cena con delitto: Knives Out, Godzilla II King of The Monsters e, per i bambini,
Il piccolo Yeti.
Rimarrà infine aperta per tutto il
mese di aprile la visione senza costi aggiuntivi dei canali Sport e
di quelli del pacchetto Famiglia per gli abbonati satellite e fibra
che non hanno sottoscritto l’abbonamento ai due pacchetti.
Queste nuove iniziative si aggiungono a quelle già avviate da Sky
per l’emergenza Covid-19 nelle scorse settimane tra cui l’apertura
di una selezione delle produzioni di Sky Arte in streaming gratuito
per tutti sul sito, con il meglio dei programmi sul patrimonio
artistico e culturale italiano, e il lancio di una campagna di
sensibilizzazione e raccolta fondi SKY#IoRestoACasa a sostegno
della Protezione Civile per l’acquisto di dispositivi di protezione
individuale per il personale sanitario e strumenti di ventilazione.
La donazione può essere effettuata direttamente sul Conto Corrente
n. 66387 (IBAN IT84Z0306905020100000066387) aperto presso la
Tesoreria Centrale dello Stato, intestato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, con
la causale SKY IoRestoACasa Covid 19.
Harry Potter
e il Principe Mezzosangue è il sesto film della
serie e rappresenta anche l’ultimo anno che il protagonista passa a
scuola. Dalle dichiarazioni di J.K. Rowling, sappiamo che alla fine
della guerra, sia Harry che Ron non completeranno mai gli studi,
mentre Hermione è l’unica che torna a Hogwarts per il suo sesto
anno di scuola.
Durante il suo sesto anno a scuola,
Harry si confronta con il misterioso principe Mezzosangue, che dà
il titolo al film (e al libro). Ma in che modo la storia è stata
portata sullo schermo? Come è stato adattato il film a partire
dalle pagine della Rowling?
L’inizio del Principe
Mezzosangue vede i Mangiamorte portare il caos nelle strade di
Londra e a Diagon Alley, in particolare. E, mentre è molto
interessante vedere Fenrir Greyback che rapisce Olivander dal suo
negozio, cosa che preannuncia gli sviluppi futuri ne I Doni della
Morte, l’inizio del libro è completamente diverso.
In realtà, il sesto libro di Harry
Potter inizia con Cornelius Caramel che parla con il Primo Ministro
Babbano, dicendogli che Lord Voldemort è tornato e che la sua
comunità è in grave pericolo. Durante questo scambio viene anche
rivelato che c’è un nuovo Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour,
che però non vediamo fino all’inizio di Harry Potter e i Doni della
Morte Parte 1.
Il salvataggio di Harry dal
treno
Harry, credendo che Draco
Malfoy avesse sostituito suo padre Lucius trai ranghi dei
Mangiamorte, decide di intercettare una conversazione sull’Espresso
per Hogwarts, introducendosi nella carrozza del Serpeverde, sotto
il mantello dell’invisibilità. Ciò si ritorce contro di lui in modo
drammatico, perché Malfoy lo scopre e gli lancia una fattura
pietrificante, rompendogli anche il naso.
Nel libro, Ninfadora Tonks trova
Harry sul treno. Ma, nel film, è Luna Lovegood a scoprire Harry
nascosto sotto al mantello. Immaginiamo che, data la massiccia
presenza di Luna nel quinto capitolo, il personaggio sia stato un
po’ ampliato in alcuni momenti di questo film, alle spese di Tonks,
che invece viene messa in disparte… e non è la sola!
Remus e Tonks
Se non siete fan dei libri,
non ne saprete molto sulla bella e tormentata storia d’amore tra
Tonks e Remus, visto che nei film la loro parabola narrativa è
totalmente tagliata via e anzi, lo spettatore si troverà abbastanza
disorientato a vedere Tonks e Remus insieme come una coppia!
Il sesto libro spende lunghe pagine
a porre le basi per questa storia, raccontando di Tonks innamorata
di Lupin e lui invece restio ad intrecciare una relazione con lei a
causa della sua natura di Lupo Mannaro. Nel film li vediamo già una
coppia a inizio film, e questo lascia un po’ perplessi i
lettori.
Nessun incendio della Tana
Uno dei momenti più ricchi
di azione de Il Principe Mezzosangue è quando i Mangiamorte
lanciano un attacco contro Harry Potter, i Weasley e la stessa
Tana. Fenrir Greyback e Bellatrix Lestrange si recano lì nella
speranza di rapire il ragazzo e, una volta usciti, danno fuoco
all’amata dimora dei Weasley.
Si tratta di un avvenimento che non
accade nei libri. E questa decisione, per quanto sia elettrizzante
da guardare e aggiunge azione al film, sembra non combaciare con il
fatto che all’inizio di Harry Potter e i Doni della Morte Parte 1,
la Tana è perfettamente in piedi e integra, è anzi location nuziale
per Billy e Fleur.
I flashback sono ridotti
Nel libro, Harry spende una
buona parte del suo tempo nell’ufficio di Albus Silente, rivivendo
con il Preside molti ricordi, dello stesso Silente ma anche di
terzi, relativi al passato di Lord Voldemort. Sullo schermo si
vedono invece soltanto due ricordi: Silente che visita Tom Riddle
in un oscuro orfanotrofio di Londra e poi Tom che chiede al
professor Horace Lumacorno cosa sono gli Horcruxes.
Ma c’è molto di più nel materiale di
partenza! Non ci ci viene raccontato niente di Bob Ogden, Morfin
Gaunt, Marvolo Gaunt, Tom Riddle Sr. o addirittura Merope Gaunt –
la madre del Signore Oscuro – così come Honky l’elfo domestico e
Hepzibah Smith. Tutti personaggi che hanno avuto un loro peso
all’interno della storia di Voldemort.
La lotta con Malfoy
Nel film, Harry decide di
seguire Draco Malfoy, cosa di cui lo studente Serpeverde è a
conoscenza. Il duo si fronteggia a colpi di incantesimi, prima che
Harry usi il Sectumsempra, incantesimo “contro i nemici”
trovato nel diario del Principe, che quasi uccide Malfoy.
Le cose sono leggermente diverse nel
libro, tuttavia, prima di tutto è presente Mirtilla Malcontenta, ma
il personaggio non appare in nessun film dal Calice di Fuoco in
poi. E Malfoy non sa che Harry lo sta seguendo, il che lo spinge ad
attaccare per primo il “nemico” Grifondoro. Anche Malfoy appare
molto meno arrogante e pieno di sé, in questa scena.
Prima di morire, Silente congela
Harry
Ancora una volta, questa è
solo una piccola modifica, ma che non sembra avere molto senso. Nel
libro Il Principe Mezzosangue, Harry è congelato sotto il suo
mantello dell’invisibilità di Albus Silente per impedirgli di
interferire nel suo piano per morire per mano di Severus Piton,
piuttosto che per mano di Draco Malfoy.
Nel film, questo non succede. Snape
invece assicura a Harry che tutto va bene prima di andare a
uccidere Silente, in cima alla torre. Comprendiamo che questo gesto
ha fatto apparire Piton molto più malvagio, ma pensiamo ancora che
la versione originale degli eventi fosse migliore.
La grande battaglia tagliata
Nel libro, Harry e Silente
tornano dalla loro missione alla caverna per recuperare lo Horcrux
quando Hogwarts è ormai già sotto l’attacco dei Mangiamorte. Nei
libri si tratta di una specie di prova generale per la Battaglia di
Hogwarts che si svolgerà un anno dopo, ed è un momento davvero
bello da leggere.
I film, tuttavia, scelgono di
concentrare la scena di battaglia finale nell’ultimo capitolo,
senza “bruciarsi” quello che sarebbe dovuto accadere al sesto film.
Pertanto, nel film, Malfoy è uno dei pochi Mangiamorte sul posto e,
mentre si dà alla fuga con Piton, incendiando la Capanna di Hagrid,
non incontrano nessuno sulla loro strada, né studente né
insegnante, a parte Harry, ovviamente…
Nessuna spiegazione da parte di
Piton
Proprio mentre i
Mangiamorte tentano di fuggire, Harry fa un ultimo tentativo di
fermarli. Infuriato con Piton per aver ucciso Silente, prova a
usare uno degli incantesimi del libro di testo del Principe
Mezzosangue, ma il professore lo respinge con facilità. Piton si
rivela, quindi, come il Principe Mezzosangue, il possessore del suo
libro e l’inventore di tutti quegli incantesimi che hanno aiutato
Harry nel corso dell’anno scolastico.
Ma tutto questo è quello che
scopriamo dal film. Il libro in realtà spiega molto di più e anche
come tutto quello che è accaduto fino a quel momento abbia senso.
Piton era un mezzosangue e il nome da nubile di sua madre, prima di
sposare Tobias Piton, era Prince. Ecco perché ha scelto di
assegnarsi quel nome: in inglese Half Blood Prince.
Il funerale di Silente
La Warner Bros ha deciso di non
includere il funerale di Albus Silente nel montaggio finale del
film Il Principe Mezzosangue, credendo che sarebbe andato contro il
tono del film. Ma ci sarebbe piaciuto vederlo.
Sarebbe stato un momento toccante e
un’opportunità per molti, tra spettatori, lettori e personaggi
stessi di dire addio al preside di Hogwarts. Sarebbe stato anche un
piccolo omaggio all’intera saga prima della fine, visto che nel
libro, il funerale è affollatissimo di persone incontrate nel corso
dell’intera saga e sarebbe stato un bel modo di fare una specie di
re-cap prima degli ultimi capitoli.
Tornare
a vincere, il film di Gavin O’Connor
con protagonista il premio Oscar
Ben Affleck, a partire dal 23 aprile sarà disponibile per
l’acquisto e il noleggio in digitale (anche in 4K UHD) su Apple Tv,
Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation
Store, Microsoft Film & TV, e per il noleggio su Sky
Primafila, Infinity e VVVVID.
Una volta Jack
Cunningham (Ben Affleck) aveva una vita piena di
promesse. Al liceo era un fenomeno della pallacanestro con in mano
una borsa di studio universitaria, quando improvvisamente, per
motivi sconosciuti, decise di allontanarsi dal mondo del basket,
riunciando al proprio brillante futuro. Anni più tardi, Jack si
trova ad un passo dalla rovina, scatenata da una perdita
inenarrabile, annegando nell’alcolismo che gli era già costato un
matrimonio e qualunque altra speranza di vita migliore.
Quando gli viene
offerta la possibilità di allenare la squadra di pallacanestro del
suo vecchio liceo, lontana dagli anni gloriosi di un tempo, accetta
con riluttanza, sorprendendo soltanto lui stesso. Quando i ragazzi
iniziano a comportarsi da squadra e conseguentemente a vincere,
Jack crede di aver finalmente trovato una ragione per cui
combattere i demoni che lo hanno portato vicino alla rovina. Ma
basterà questo a riempire i suoi vuoti, a curare le profonde ferite
del suo passato e a condurlo sulla strada della redenzione?
Dopo averci introdotti nella Banca
di Spagna, e averci lasciato con il fiato sospeso per mesi, Il
professore e la sua ormai mitica squadra sono pronti a ripartire lì
dove li avevamo lasciati. Arriva infatti dal 3 aprile su Netflix la quarta stagione de La casa di
carta, l’ormai popolarissima serie spagnola. Più che
di una quarta stagione è in realtà più corretto parlare di una
quarta parte del racconto, pensato in sé come flusso unico e
inseparabile. Si ritrovano infatti sin da subito tutte le
caratteristiche che hanno reso particolarmente accattivante la
storia dell’ingegnoso gruppo di criminali, dall’azione ai limiti
del realistico sino alla costruzione di personaggi complessi, i cui
rapporti l’uno con l’altro sono sempre in equilibrio precario. Ed è
proprio su questo secondo aspetto che gli sceneggiatori puntano per
i nuovi episodi.
La terza parte della serie si
concludeva con evoluzioni impreviste nella rapina alla Banca di
Spagna. Il gruppo sembra sfaldarsi dall’interno, mentre il
Professore, (Alvaro
Morte) ascolta impotente l’uccisione dell’amata
Lisbona (Itziar
Ituño). La situazione è critica come non mai, e più
scorre il tempo più sembrano aumentare i problemi per la squadra di
criminali vestiti di rosso. E quando tutto sembrava non poter
andare peggio, ecco che proprio dall’interno della Banca in cui
sono rinchiusi si genera il nemico più temibile che il gruppo abbia
mai dovuto affrontare. Un nemico che renderà sempre più concreta la
paura della morte.
La casa di carta 4: l’amore e la
morte
Su questi due elementi si basa ora
più che mai il racconto. Amore e morte, ed ogni personaggio ne farà
esperienza in modi inaspettati. Il ritmo della serie sembra
rallentare, come a sottolineare la situazione di tregua temporanea
generatasi tra il gruppo capitanato dal Professore e la polizia.
Una tregua che permette così di spostare l’attenzione sui
personaggi, che costretti ad una convivenza forzata iniziano
inevitabilmente a svelare le proprie personalità, compresi i
desideri e le paure. Si ha la sensazione che tutti i rapporti
costruiti sin dall’inizio della serie fossero pensati per arrivare
a questo preciso punto, dove alcune cose cambieranno per
sempre.
Le coppie composte da Tokyo
(Úrsula
Corberó) e Rio (Miguel
Herrán), e da Denver (Jaime
Lorente) e Stoccolma (Esther
Acebo), arriveranno ora al loro momento di maggior
crisi. Attraverso questo i personaggi si troveranno di fronte ad
un’evoluzione necessaria, tanto per sé stessi quanto per la persona
amata. Ma proprio perché colti nel pieno di questo processo
risulteranno particolarmente vulnerabili, inclini anche all’errore
più banale. Ciò che però i primi episodi della quarta parte mettono
subito in chiaro è che anche il minimo errore può essere
fatale.
Se dunque fino ad ora si era
puntato sull’azione e sull’esplosività degli eventi, è giunto ora
il momento di un maggior studio dell’introspezione dei personaggi.
Questa attenzione nei loro confronti porta ad emergere il carattere
da “telenovelas” che è sempre stato latente nella serie, e che
trova ora il proprio momento di protagonismo. Lo si ritrova nel
modo marcato in cui vengono trattate le relazioni dei personaggi,
nei loro dialoghi composti di assoluti, nell’esasperazione di
determinate emozioni e stati d’animo. Con un po’ di pazienza,
questo aspetto risulterà tuttavia meno indigesto anche per coloro
che difficilmente dialogano con tale genere.
La casa di carta 4: la
recensione
La strada intrapresa dagli
sceneggiatori e dall’ideatore Álex Pina
non esclude però la sana azione che è elemento imprescindibile
della serie e del suo genere di riferimento, l’heist
movie. Grazie all’introduzione di un nuovo personaggio, che
diventa ben presto il villain del momento, si genereranno infatti
sequenze altamente dinamiche ed esplosive, rese tali anche da un
montaggio alternato che tramite flashback riporta indietro nel
passato, mostrando tanto la costruzione del piano per la rapina
quanto le origini di quello che è ora il nemico mortale del
gruppo.
Si scatena così quella tensione che
ha da sempre spinto nel voler continuare la visione,
nell’impazienza di sapere cosa ancora succederà, come evolverà la
situazione, come si comporteranno i personaggi. Ogni episodio
termina infatti con un gancio molto forte al successivo, rendendo
difficile rinunciare all’ormai noto binge watching. Questa
formula, in realtà, potrebbe sul lungo periodo stancare o perdere
la forza iniziale. Ecco perché concentrarsi ancor di più sui
personaggi, portare il pubblico a nutrire ancor più empatia nei
loro confronti, è un buon modo per generare l’impazienza di
iniziare subito l’episodio seguente.
La casa di carta
4 tenta dunque di rinnovarsi rimanendo la stessa. Si
pone in equilibrio tra l’azione e i personaggi, tra l’amore e la
morte, riuscendo a regalare, almeno dagli episodi potuti vedere in
anteprima (i primi 5 di 8), una nuova stagione degna delle
precedenti. Diversa, certamente, dimostrando di saper aggiustare il
tiro su quanto non aveva funzionato nella terza. La natura
irrealistica di determinate situazioni può infatti talvolta
compromettere la visione, ecco perché spostare l’attenzione sui
personaggi è per ora una gradita soluzione.
Quando la Disney ha acquistato la
Lucasfilm per molti, molti miliardi di dollari nel 2012, era
praticamente scritto che avremmo visto alcuni nuovi ingressi nel
franchise di Star Wars. Una nuova trilogia era
praticamente tutto ciò che i fan avrebbero potuto sperare, anche se
alla fine non ha fatto altro che dividere il pensiero degli amanti
della saga ambientata nella Galassia lontana, lontana…
Il Risveglio della Forza, diretto da J.J. Abrams, era pieno zeppo di fan service, e
in molti lo hanno “accusato” di aver semplicemente “rimpastato” la
struttura narrativa di Una Nuova Speranza. Al di là dei
punti di vista di ognuno, ecco 10 easter egg presenti in Episodio
VII di cui forse non eri a conoscenza:
Daniel Craig
Per molti, il personaggio di Unkar
Plutt interpretato da Simon Pegg è considerato come un cameo, ma
non lo è, dal momento che si tratta di un attore che interpreta un
personaggio che ha una precisa identità nella storia. Il vero cameo
de Il
Risveglio della Forza è, in realtà, quello di
Daniel Craig. Travestito da stormtrooper – quindi impossibile
da riconoscere – e con pochissime battute a disposizione, la star
di James Bond rappresenta davvero ciò che significa
“prendere parte ad un breve cameo”.
Parsec
Uno dei
buchi di trama più celebri della trilogia originale di Star Wars è legato al malinteso di
Han Solo sul modo in cui i parsec funzionano effettivamente in
termini scientifici. Piuttosto che essere un’unità di tempo come,
in tutta onestà, sembrano, in realtà rappresentano un’unità di
distanza. Lo spin-off Solo ci ha fornito una soluzione al
problema della rotta di Kessel superata da Han Solo e della sua lunghezza,
cercando quindi di sistemare quel buco narrativo in
“retrospettiva”: prima che quel film uscisse, però, Il
Risveglio della Forza mostrava a Rey e Solo che
discutevano proprio dei parsec
senza riconoscere – ancora una volta – la loro
inesattezza.
Warwick Davis
Warwick Davis sembra uno degli
attori più felici di tutti i tempi. Sembra amare veramente il suo
lavoro e adora mettere il suo talento al servizio di molti
franchise di lunga durata. Ha ottenuto la sua prima parte da
bambino, interpretando un Ewok ne Il Ritorno dello Jedi (ruolo che avrebbe poi ripreso
ne
L’Ascesa di Skywalker), ma è anche apparso in vari altri
episodi di Star
Wars interpretando altri personaggi. La sua presenza ne
Il
Risveglio della Forza è quasi invisibile: nel film
interpreta un Blarina molto particolare chiamato Wollivan, che
appare di sfuggita nella Cantina di Maz Kanata.
Le bandiere di Maz Kanata
Parlando di
Maz Kanata, un easter egg molto interessante arriva dalla scena che
ci conduce nella sua Cantina. Una volta superato il droide rosso
che fa la guardia fuori, ci imbattiamo in una selezione di
bandiere. Ognuna sembra essere collegata ad un diverso momento
della lunga tradizione di
Star Wars, che copre quasi tutta la mitologia, dai simboli
sull’armatura di Boba Fett a quei pochi mostrati nella folla
durante il pod race de
La Minaccia Fantasma.
I cameo perduti
J.J. Abrams è noto per aver diretto/creato molti franchise –
sia cinematografici che televisivi – di proporzioni immense, come
ad esempio la serie Lost e il reboot di Star
Trek. Alcuni membri del cast di Lost – serie che ha
cambiato la storia della serialità moderna (da molti considerata la
migliore di tutti i tempi) – compaiono in un breve cameo ne
Il
Risveglio della Forza: sono Greg Gunberg, Ken Leung e
Henry Ian Cusick.
“Questo è un salvataggio”
Al franchise di
Star Wars piace apertamente strizzare l’occhio ai film
del passato. Come tale, la frase “Ho una brutta sensazione al
riguardo” appare sempre (anche se in forme diverse) in ogni
singolo film.
J.J. Abrams è riuscito ad inserire ne Il
Risveglio della Forza anche un altro piccolo riferimento
alla saga, facendo dire a Finn “Questo è un salvataggio”
quando salva Poe. Si tratta di un riferimento a quando Luke salva
Leia e si presenta dicendo: “Sono qui per
salvarti”.
Il gioco Holochess
Nei film originali di
Star Wars, uno dei passatempi preferiti dei personaggi,
quando sono bloccati nel Millennium Falcon per giorni e giorni, è
il gioco Holochess. Si tratta di una partita a scacchi giocata con
strani mostri ologramma, in cui si dice che Chewie sia molto bravo
a barare… Ne Il
Risveglio della Forza, quando Finn sta vagando per il
Falcon, finisce per urtare la scacchiera ed accenderla
accidentalmente. La stessa scena viene ripresa anche ne
L’Ascesa di Skywalker.
Le voci di Yoda e Obi-Wan
Anche se non riusciamo a vedere Yoda
o Obi-Wan apparire come Fantasmi di Forza ne Il
Risveglio della Forza (e, ammettiamolo, lo desideravamo
disperatamente!), è possibile comunque ascoltare le loro voci.
Quando Rey tocca la spada laser di Luke e partono i ricordi circa
la sua famiglia e le sue origini, è possibile ascoltare sia le voci
di Alec Guinness che di Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan, sia
quella del maestro Yoda.
I Gonks
Questo è un easter egg che
solo coloro che hanno più familiarità con la tradizione di Star Wars hanno potutot notare. Tecnicamente, si
tratta di droidi GNK, ma sono stati amorevolmente definiti Gonks
sin dalla loro introduzione nella trilogia originale. Non hanno mai
avuto un impatto sulla trama, ma
J.J. Abrams – ovviamente – voleva citarli in qualche modo…
Il Wilhelm Scream
Oltre alla presenza e all’influenza
dell’Imperatore Palpatine, c’è una cosa che collega tutti i film
della saga di
Star Wars: il Wilhelm Scream, un
effetto sonoro cinematografico costituito da un acuto
urlo di una persona che viene colpita o uccisa da qualcosa.
L’effetto è apparso per la prima volta al cinema nel 1953, quando
un personaggio chiamato Soldato Wilhelm ha urlato in L’indiana
bianca. Ne Il
Risveglio della Forza, può essere ascoltato all’inizio
quando un Soldato del Primo Ordine viene ucciso da un laser proprio
mentre Finn e Poe gli passano davanti. Sembra sempre un effetto
leggermente fuori posto, ma non sarebbe Star Wars senza di esso…
Michael Bay ha stretto un accordo con la
Sony Pictures. Il regista di
Armageddon, Pearl Harbor e della saga di Transformers ha accettato di produrre film e serie tv
originali attraverso la sua società di produzione.
Il regista e la Sony Pictures hanno
una lunga storia di collaborazione alle spalle, che risale al suo
debutto dietro la macchina da presa con Bad Boys,
trasformatosi in un franchise che ha dato vita a ben due sequel
(l’ultimo,
Bad Boys for Life,
è uscito lo scorso febbraio). Una collaborazione pluridecennale che
ha permesso a Bay di sottoscrivere un accordo pluriennale con la
Sony attraverso la sua società di produzione, la Bay Films.
Michael Bay firma un accordo
con Sony per film e serie tv originali
Michael Bay è reduce dal successo del film
targato Netflix
6 Underground, uno dei titoli più visti dello scorso anno
sulla popolare piattaforma di streaming. Il suo prossimo progetto
cinematografico – per Sony Pictures, appunto – sarà un dramma dal
titolo Black Five: Bay figurerà
come regista, mentre Ehren Kruger (Top Gun:
Maverick) è stato incaricato di firmare la sceneggiatura.
Benché per ora cast e trama non
siano stati rivelati, una prima descrizione del film riporta che
sarà ricco d’azione, il che è una costante nella filmografia di
Bay. Lo stesso regista americano avrà anche il ruolo di produttore
insieme al socio Erwin Stoff, con cui ha già collaborato per
13 Hours.
Durante una recente intervista con
Collider, Rebecca Hall è tornata a parlare di Iron Man 3, il terzo capitolo
dedicato all’avventure dell’eroe del MCU con protagonista Robert Downey Jr., in cui l’attrice ha
interpretato il ruolo di Maya Hansen, la
scienziata inventrice di Extremis, un siero sperimentale
rigenerante capace di guarire da lesioni invalidanti.
L’attrice ha rivelato che, in
origine, i piani relativi al suo personaggio erano molto diversi:
“Maya doveva essere una specie di… adesso non riesco a
ricordare con esattezza. Nella prima sceneggiatura che ho letto,
era nel film fino alla fine e, per farla breve, utilizzava quel
siero speciale – o qualunque cosa fosse – e salvava la situazione
compiendo questa sorta di atto di martirio. La visione che avevi di
lei cambiava perché sì, era cattiva, ma alla fine capivi che
cercava anche di diventare buona. Era una parte decisamente
migliore di ciò che avete visto nella versione finale del
film.”
Nel film Tony Stark deve combattere
contro un disturbo post traumatico da stress causato dall’invasione
dei Chitauri e al tempo stesso difendersi da un nuovo nemico, il
Mandarino, che minaccia di distruggere la sua vita e gli Stati
Uniti in generale.
Dwayne
Johnson pensa che Black
Adam potrebbe sconfiggere la
Justice League. Sappiamo quanto il
cinecomic DC sia
un progetto al quale “The Rock” tiene particolarmente, e in una
recente diretta su Instagram, l’attore
– oltre ad aver rivelato che
un sequel di Hobbs and Shaw è ufficialmente in
sviluppo – ha anche dichiarato che l’antieroe che interpreterà può
tranquillamente battere la Justice Leauge: “Che possibilità ha
la Justice League contro un tipo arrabbiato come Black Adam?
Nessuna!”, ha ammesso divertito l’attore.
Sempre nel corso della medesima
diretta, Dwayne
Johnson ha anche rivelato che le riprese del film
potrebbe non partire più a luglio, e che potrebbero subire gli
effetti dell’attuale pandemia di Covid-19, quindi essere rimandate.
Queste le sue dichiarazioni in merito:
“Tra le altre cose, sono molto
eccitato per Black Adam: mi sono allenato molto duramente per
questo ruolo, davvero tanto. Avremmo dovuto iniziare le riprese in
estate, a luglio, ma vedremo. Non sono del tutto sicuro che
succederà, cioè se inizieremo davvero a girare a luglio. Tutto
andrà nel modo in cui deve andare.”
Black
Adam, affidato alla regia di Jaume
Collet-Serra (Run all night, The Shallows),
arriverà nelle sale il 22 Dicembre 2021, con
le riprese che partiranno a Luglio 2020, come confermato nei mesi
scorsi dallo stesso Johnson. Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra
il supereroe e la sua nemesi, Black
Adam, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. E come annunciato nei mesi scorsi,
i piani per portare al cinema uno standalone con Dwayne
Johnson sono ancora vivi, e a quanto pare il film
dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi
anni Duemila.
“Questo progetto ha comportato
dei rischi, ed è stato una sfida. Anni fa volevamo introdurre due
origin story in un’unica sceneggiatura, e chi conosce i fumetti e
la mitologia dei fumetti saprà che Shazam è collegato a Black
Adam.” aveva raccontato l’attore in un
video. “Questo personaggio è un antieroe, o villain, e non
vedo l’ora di interpretarlo. Stiamo sviluppando il progetto che è
nel mio DNA da oltre dieci anni. Dovremmo iniziare a girare in un
anno e non potrei essere più eccitato all’idea“.
Il romanzo basato su Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker continua a fornire ai fan dettagli
che sono stati omessi dal film di J.J. Abrams e
che hanno lasciato nello spettatore più domande che risposte. Di
recente, grazie ad un report di
ScreenRant, è stato spiegato come Rey era a conoscenza del
potere curativo della Forza quando nessun altro Jedi, in passato,
lo era mai stato.
Nel corso della trilogia sequel, i
fan hanno assistito ad una serie di nuovi poteri della Forza, tra
cui la possibilità di congelare un fulmine a mezz’aria, le famose
connessioni di Rey e Kylo Ren, e le proiezioni astrali di Luke
Skywalker attraverso la Galassia. Ne
L’Ascesa di Skywalker, è stato ancora di più evidenziato
come Rey e Kylo siano capaci di trasferire oggetti fisici tra loro
proprio grazie alla Forza e alla loro connessione.
Nel capitolo finale della Saga degli
Skywalker, però, abbiamo anche visto per la prima volta come la
Forza nasconda in sé anche un potere curativo (nonostante ciò fosse
stato mostrato in precedenza già in un episodio di The Mandalorian, prima che Episodio
IX arrivasse nelle sale). Rey lo usa in due momenti distinti
del film: per curare un serpente su Pasaana e, di nuovo, a seguito
del duello con le spada laser con Kylo su Kef Bir.
Mentre questo potere ha ampliato
ancora di più le sconfinate capacità della Forza, la sua
introduzione cinematografica ha lasciato gli spettatori con più di
una domanda: come ha imparato Rey a curare tramite la Forza? Perché
la Guarigione di Forza non era presente in nessuno dei film
precedenti? Per fortuna, il romanzo basato su L’Ascesa di Skywalker è in grado di fornirci una
risposta esaustiva.
Nel romanzo, durante
la scena in cui Rey cura il serpente, viene rivelato che ha letto
di quel potere della Forza negli antichi testi Jedi che ha preso
dal tempio di Ahch-To (sempre grazie a quei testi è anche riuscita
a riparare il cristallo Kyber nella spada laser di Luke
Skywalker).
Nel romanzo scritto
da Rae Carson si legger: “Ma ciò richiederebbe
una tecnica diversa, qualcosa che aveva imparato dai testi Jedi
quando stava riparando il cristallo kyber di Luke. Questa volta,
avrebbe dato.”
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams
e Chris Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason
McGatlin sono i produttori esecutivi.